La purezza del male.

di misspunk94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** incontri... ***
Capitolo 3: *** l'arrivo a corte ***
Capitolo 4: *** solo una serva ***
Capitolo 5: *** il palazzo ***
Capitolo 6: *** nuove conoscenze ***
Capitolo 7: *** il primo giorno a palazzo (1 parte) ***
Capitolo 8: *** il primo giorno a palazzo (2 parte) ***
Capitolo 9: *** il primo giorno a palazzo (3 parte) ***
Capitolo 10: *** scoperte e incarichi ***
Capitolo 11: *** sospetti ***
Capitolo 12: *** lame e pensieri ***
Capitolo 13: *** poteri (1 parete) ***
Capitolo 14: *** poteri (2 parte) ***
Capitolo 15: *** poteri (3 parte) ***
Capitolo 16: *** il processo (1 parte) ***
Capitolo 17: *** il processo (2 parte) ***
Capitolo 18: *** la missione di Leonard ***
Capitolo 19: *** in camera... ***
Capitolo 20: *** sogni o...premunizioni? ***
Capitolo 21: *** per lui questo e altro ***
Capitolo 22: *** l'inizio del viaggio ***
Capitolo 23: *** la vittima e l'eroe ***
Capitolo 24: *** la notte in carrozza (1parte) ***
Capitolo 25: *** la notte in carrozza (2 parte) ***
Capitolo 26: *** Il risveglio ***
Capitolo 27: *** L'accampamento ***
Capitolo 28: *** ciò che rovina un momento ***
Capitolo 29: *** prima della battaglia... ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


le fronde degli alberi ondeggiavano al ritmo delicato del vento...pareva che parlassero.
la notte aveva ormai fatto calare le sue lunghe braccia oscure su Kaolama...

Due occhi grigi si spalancarono all'improvviso, una mano piccola e delicata scostò i capelli lisci e lunghi dalla fronte,
un corpiccino minuto e pallido si sollevò dalla fredda terra. la piccola creatura girò la testa prima a sinistra poi a destra
come per osservare ciò che la circondava, come se nn ricordasse come c'era arrivata in quel luogo, come se fosse estranea.
Era una giovane ragazza, minuta, pallida, quasi luminosa alla luce della luna, aveva gi occhi grigi e i capelli castani lunghi.
si sedette, aveva freddo, fame, non sapeva dove fosse, non sapeva chi fosse...si passò le mani lungo il corpo
come per cercare qualcosa di perduto, quelcosa di ignoto...poi guardando poco più in là vide una grotta, forze la sua unica speranza di vita.
si alzò, era insicura sulle gambe, ma camminò fino all'entrata, guardò dentro: buio, solo buio.
per terra c'erano delle foglie, ci si accovacciò, sperando in qualcosa che poteva anche non arrivare mai, si addormentò accovacciata come
un feto...



Leonard passeggiava avanti e indietro per la sua stanza, non riusciva a prendere sonno, era nervoso, frenetico.
era alto, robusto e bello, il figlio del capo,un ragazzo che ogni donna vorrebbe come sposo.
pensava, sentiva qualcosa che non andava, qualche strana energia che in quel posto non ci doveva essere, sentiva un richiamo
forte...eppure non riusciva a capire, era una notte come tutte le altre: le stelle brillavano in cielo, gli alberi ondeggiavano
e tutti nel villaggio dormivano, tutti tranne lui.
non capiva...eppure ci doveva essere una spiegazione, non aveva mai sofferto d'insonnia, mai...invece oggi sembrava
che gli occhi non si chiudessero, il cuore pompava sangue come dopo una corsa, e la mente viaggiava veloce.
si sedette sul letto, le morbide pelli di Bihonte bianco e le lenzuola pulite davano un piacere al contatto con la pelle,
mise la testa tra le mani, sembrava che le arterie temporali scoppiassero, eppure non gli doleva la testa, aveva bisogno di parlare
di sfogarsi...di capire cosa stava succedendo.
sentì qualcuno che bussava alla porta...

-avanti.
-Leonard, figlio mio che hai...perchè non dormi?
-oh, buona sera madre. no niente, sto bene.
-sicuro? sembri pallido.
-no madre, sto bene.
-certo figlio mio, se lo dici tu.
-madre vieni qui a sedrti, fammi compagnia.

La donna si chiamava Katrina, bella, di mezza età, grandi occhi scuri e dei lunghi capilli neri che arrivaano fino al fondo schiena.
si avvicinò al figlio con movenze leggere, la lunga veste bianca e leggera sembrava che volasse, si sedette...

-dimmi Leonard...
-madre, non riesco a prendere sonno, son nervoso.
-cosa ti preoccupa?
-non so, sento qualcosa qui intorno che non mi piace, qualche cosa di oscuro, malefico.
-figlio mio, tranquillo, sei al sicuro qui, nessuno ti farà del male.
-no, non è per me.
-e allora?
-c'è qualcosa che non so descriverti, ma non è niente di buono.

la donna posò la sua mano fredda sulla fronte del figlio, per misurarne la temperatura.

-madre, davvero sto bene, sono solo preoccupato, tutto qua.
-figliolo, coricati e dormi.
-ma non ci riesco.
-ti farò portare una tisana dalle ancelle...
-bene madre, ci proverò...
-su da bravo figlio mio...ora dormi, è tardi.
-Buona notte madre, a domani.
-Buona notte anche a te Leonard.

Il ragazzo si distese sul letto, e attese l'arrivo dell'ancella poi senti il bussare della ragazza alla porta.

-avanti.
-mio signore, sono venuta a portarle da bere.
-certo, poggialo la.
-come preferisce mio signore, buona notte.
-vai, buona notte anche a te.

Il giovane principe bevette la tisana, aveva un dolce sapore di fragola e menta, poi si ricoricò sul letto e
finalmente riuscì a prendere sonno.

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Capitolo 2
*** incontri... ***


il principe si svegliò di soprassalto, era bagnato, bagnato di sudore.
eppure era una giornata come tutte le altre, guardò fuori dalla finestra: il sole splendeva e gli uccelli ginguettavano allegri
al tepore della primavera.
"cosa succedeva, cosa?" pensava il giovane "non sto bene forse? o qualcosa di male sta accadendo veramente?". tutto quello che sapeva
era che non riusciva a rispondersi. rimare seduto sul letto con le braccia in mezzo alle gambe e la schiena curva, hè una dolce mano non bussò alla porta...
Entrò una bella ragazza, capelli biondi e raccolti in una piccola crocchia, la veste era bianca scendeva delicata sino ai piedi e faceva intravedere le gambe lunghe e lisce della giovane.

-Leonard posso entrare?
-Certo Miriam, avanti.
-Buongiorno amore.
-Ciao Miriam.
-Ti vedo pallido, stai male forse?
-no, no sto bene grazie.
-bè, ad ogni modo ti ho portato la colazione, te la poggio qui sul tavolo.
-grazie, puoi andare.

lei si avvicinò e appoggiò le sue labbra contro quelle di lui, si soffermò un attimo così, poi lo guardò negli occhi...

-certo amore, come desideri, a dopo.
-a dopo Miriam.

la ragazza si girò e uscì dalla camera con movenze sensuali e leggere. "sicuramente una bella donna" pensava il giovane principe "
"ma non l'ho scelta io.". infatti lei era stata scelta per lui in sposa dai suoi genitori, faceva parte di una nobile casata di un paese li vicino,
ma a Leonard non piaceva, era attraente, bella, dolce, sensuale, ma non era quello che lui voleva.
decise di rinviare quei pensieri ad un'altro momento, doveva iniziare a prepararsi, perchè voleva uscire a cavallo nel bosco.
una volta che ebbe finito andò nella sala da pranzo per comunicare la sua uscita al padre

-oh, buongiorno figlio mio.

Disse la madre.

-Buongiorno madre, buongiorno padre.
-accomodati figliolo.
-certo.

La colazione procedette in silenzio, poi parlò

-padre, oggi vorrei uscire in passeggiata.
-bè, figliolo, puoi fare ciò che vuoi.
-si, ma volevo avvertirti.
-hai fatto bene.
-allora vado. buona giornata.

Il principe si alzò e si incamminò verso le scuderie per prendere cavallo e armi.
Sellò il cavallo e mise dietro la schiena l'arco con le frecce, usci dalla scuderia al trotto e si diresse vero il bosco,
voleva cacciare, magari una bella volpe, un lupo, un cervo, qualsiasi cosa.

dopo ore che passeggiava tra gli alberi, scorse una radura illuminata dal sole, al centro una cerva bianca, brucava la fresca erba di primavera.
"Una scena davvero insolita" pensò.
scese da cavallo e caricò l'arco, si avviccinò cautamente all'animale, ma come gli fu vicino lui si girò e saltellò più avanti,
allora il giovane ripetè l'azione, ma tutte le volte che si avvicinava la cerva andava più avanti, sinchè non lo portò all'entrata di una grotta.
"ma che cavolo..." il principe iniziava a innervosirsi, ma poi vide la grotta "cos'è questa...non è normale che un animale mi porti alla sua tana...ci dev'essere qualcosa che non va."
poi il candido animale entrò, all'interno era buio e la luce del sole offriva solo un misero supporto alla vista, gli occhi del ragazzo ci misero un pò per
abituarsi, poi riuscì a ritrovare la sua preda, era in piedi con il collo curvo, la testa abbassata ad annusare qualcosa.
lui si avvicinò, la cerva non si mosse, da così vicino si poteva vedere una ragazza stesa a terra su delle foglie, dormiva.
si avvicinò ancora e lei aprì gli occhi, erano grigi. si alzò, era nuda, il viso delicato come quello di una bambina, i capelli castani e lunghi,
il seno piccolo e ben delineato, era magra, e aveva delle gambe lisce e bianche.
rimasero così un paio di secondi a fissarsi, lui fece il primo passo verso lei, ma la creaturina si ritirò indietro, allora il principe parlò

-ehi, non ti voglio fare del male.

lei continuò a fissarlo impaurita a inerme.

-hai freddo?

la giovane fece si con il capo.

-allora aspetta ti prendo qualcosa per coprirti.

Lui uscì dalla grotta e si diresse verso il cavallo, prese una coperta e riandò dalla ragazza.

-bè, non è il meglio ma...

e gliela mise sulle spalle, poi la prese e la portò fuori, alla luce, lei mise una mano davanti agli occhi per protegersi dalla tanta luce improvvisa.
era fredda, ghiacciata, lui la fece montare a cavallo e la portò fino al palazzo.
la ragazza non disse una parola, niente, ma anche lui non parlò.

ERA FORSE QUESTO QUELLO CHE DOVEVA SUCCEDERE?

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Capitolo 3
*** l'arrivo a corte ***


Arrivati a palazzo lui chiamò subito un servitore per portare alle scuderie il destriero, entrò con la ragazza sotto braccio,
lei tremolante e sfiduciosa, ma dopo tutto non aveva altra scelta, doveva lasciarsi aiutare. percui seguì il principe che la portava in camera sua,
stando ben attento a non farsi vedere. le portò in camera sua, lei ancora nuda, inerme e indifesa sotto quella coperta, la fece sedere sul letto e
lui si sedette in una sedia davanti a lei.

-chi sei ragazza?

lei abbozzò delle parole...

-n...no...non...r...ricordo.
-non lo sai?

fece cenno di no.

-bè...da dove vieni?

fece le spallucce.

-senti, io ti devo portare dai miei genitori, io sono il principe, vedrai si sistemerà tutto. almeno spero...

lei continuava a guardarlo con i suoi occhi maledettamente grigi e pieni di gratitudine.

-dai, andiamo, prima che pensino cose che è meglio che non pensino.

la giovane sorrise debolmente, ma a Leonard fece piacere. provava un senso di infinita compassione per quella ragazza che neanche conosceva,"farei
qualsiasi cosa per lei." pensò. si avvicinò a lei e la prese per mano, la tirò su e la diresse nella sala del trono, dove sicuramente stavano i regnanti.
durante la breve camminata lei osservava con inquietudine l'ambiente che la circondava: grandi quadri, pareti rosse e raffinati mobili.
Entrarono nella sala, il re e la regina stavano sui rispettivi troni e parlavano con Miriam. la porta si spalancò d'improvviso e il principe entrò
con la ragazza sotto braccio, lei curva e con lo sguardo basso, coperto solo da quella coperta. Katrin fece una faccia inorridita davanti a lei e
Miriam urlò come un'oca, il re guardò con disprezzo il figlio che parlò

-salva padre, salve madre.
-figlio chi è quella?
-ero a caccia e l'ho trovata in una grotta al freddo.

Miriam rispose

-uff...a quel verme, lo potevi lasciare la!
-Miriam finiscila!
-oh scusa amore...

Poi la futura regina riguardò con disprezzo la ragazza dai lunghi capelli e gli occhi da gatto e girò il suo sguardo verso il re.

-Padre, chiedo di accoglierla a corte.
-accoglierla a corte?
-si, non ha un posto dove andare.

Intervenì Katrin

-Ma figlio mio, cosa potrebbe farci una ragazza così qui a corte?
-bè, lavorerebbe. non vi chiedo di accoglierla come nostro pari, solo come ancella.
-come ancella, si si può fare, dopo tutto ce ne serve una.

Miriam parlò

-allora visto che farà parte della servitù e io non ho ancora una serva personale...
-splendida idea Miriam!
disse il re

Leonard intervenì perchè non gli sembrava giusto che la giovane creatura dovesse essere schernita da quella ragazza che lui tanto odiava e che stava per sposare.

-Ma padre...
-no ormai è deciso.
-ma padre, io non voglio.
-non mi interessa, voglio esaudire un desiderio della futura regina, e se lei desidera quella ragazza come serva, bè, l'avrà.
-padre...
-non ribattere figlio mio è così e basta.

Katrin -bè allora...

e suonò una campanella per chiamare le ancelle che immediatamente entrarono nella sala.

-almeno facciamola pulire e vestire, perchè così nuda è impresentabbile. Michirash, Anchemash lavatela, vestitela e fatele vedere il suo alloggio.
-Certo mia signora, come desidera.
Risposero in coro le due servitrici.
si avvicinarono a lei e la tirarono via dal braccio di Leonard, la coperta cadde e lei si sentì di nuovo nuda e inerme come in quella grotta.
lei cercò il suo sguardo per aiutarla, lui le tese un braccio, ma per lei aveva fatto tutto quello che poteva. anzi, non tutto.

-Miriam, lasciala in pace!
-Calmati mio principe.
-Non osare trattarla male, o ti giuro che te ne farò pentire...
le intimò lui
-ma tesoro, non capisco perchè tieni tanto a quella poveraccia!
-perchè d'ora in poi la considero sotto la mia protezione.
Miriam alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
-Miriam ascoltami!
-certo, certo Leonard.
-appunto, torcile un solo capello, provaci...
-non le farò niente, tranquillo.
-vedremo.

Lui salutò i genitori e poi si diresse nella sua stanza, voleva incontrare la misteriosa ragazza dagli occhi grigi.

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Capitolo 4
*** solo una serva ***


le due ancelle la portarono in una stanza, c'era una vasca in legno che assomigliava più a una bacinella, con dei saponi intorno.
la tenevano forte per le braccia e le facevano mele con le unghie, ma lei non si lamentò, teneva la testa bassa e le braccia lungo il corpo, morbide.
una delle due parlò

-Anchemash, chiama Girma per riempire la vasca.
-e la ragazza con chi sta?
-La tengo d'occhio io, non preoccuparti.
-mmh, va bene.

Anchemash uscì da quella stanza che doveva essere il bagno per la servitù.
allora Michirash si avvicinò alla ragazza e le parlò

-stammi bene a sentire verme...

La fanciulla ancora nuda la guardò di sott'occhio.

-adesso noi ti faremo lavare, vestire e ti porteremo nel tuo alloggio. tu da li non uscirai sinchè non riverrò a prenderti per mostrarti il palazzo. chiaro?

lei annuì.

-bene. visto, iniziamo ad andare d'accordo.

Entrò Anchemash insieme a un'altra ancella, doveva essere Girma, stavano portando dell'acqua che riversarono dentro la vasca.

Anchemash -ecco poveraccia, entraci.

Girma ce la spinse dentro. L'acqua era fredda, e lei tremò al contatto con il liquido, ma dopo tutto lei non si poteva ribbellare: doveva subire, subire e ancora subire.
Iniziarono a passarle addosso una spugna con del sapone che aveva un odore a dir poco disgustoso, le lavarono i capelli e poi la tirarono su tutto di un colpo, quasi che la fecero cadere;
le passarono un telo addosso per asciugarla, lei lasciava fare, aveva freddo, e non mangiava da molto, neanche lei sapeva da quanto.

Girma -adesso ci tocca pure a pulire le serve! siamo cadute proprio in basso...
Michirash -si, ma dopo tutto lei sarà la schiavetta personale di Lady Miriam, non è una schiava come tutte le altre.
Anchemash -ahah, non oso immaginare cosa le farà quella donna.
Michirash -mmh, secondo me è gelosa...
Girma -di chi? di una schiavetta?!
Michirash -non hai sentito come l'ha minacciata il principe?!
Anchemash -già, sembra che il principe tenga molto a lei.
Girma -che motivo avrebbe? è solo una...bè, un verme!
Anchemash -già...
Michirash -si, ma va bè, adesso muviamoci a vestirla.

Le misero addosso una veste bianca, lunga e quasi trasparente, alla vita le legarono un laccetto dorato, finalmente non era più nuda, finalmente la sua carne era coperta da gli occhi degli spettatori.

Girma -adesso?
Anchemash -portiamola nel suo alloggio, poi Michirash andrà a prenderla per portarla dalla sua padrona.
Girma -bene. andiamo serva.

Uscirono tutte e quattro dalla stanza, lei era in mezzo, non la tenevano più per le braccia. Camminavano lungo i corridoi dell'ala riservati alla servitù, non erano belli, erano semplicemente piccoli e grigi,
non avevano sicuramente niente a che fare con l'ala dei nobili e la sala del trono, li c'era sfarzo, lusso. non una parola lungo il tragitto, le tre ancelle si davano occhiate fugaci ogni tanto e poi facevano qualche strano risolino.
Arrivarono finalmente, una stanzetta buia e piccola con una tavola di legno per letto con delle coperte sopra e un piccolo cuscino.

-Ecco servetta...questa è la tua stanza!

e ce la buttarono dentro con un calcio. "che brave signorine" pensò lei "proprio delle dame di corte.". la porta si richiuse e lei fu sola.



Il principe camminava nervosamente avanti e indietro per la sua camera, si guardava i piedi e ogni tanto alzava la testa al soffitto.
la portà in mogano si aprì di colpo

-Amore...
-che vuoi Miriam?
-ti pare questo il tono per rivolgersi alla propria sposa?
-tu non sei la mia sposa...
-lo sarò presto...
-...
-ad ogni modo...

si avvicinò slegandosi il corpetto, e poi quando gli fu vinino lo baciò

-Miriam, basta!
-cosa c'è che non va?
-non voglio.
-che hai?
-niente, non voglio e basta.
-non comportarti così con me. è quella ragazza vero?
-cosa centra?
-da quando c'è lei tu sei diventato ostile nei miei confronti.
-sono solo stanco, lei non centra niente.
-sarà, ma tanto lei è la mia schiavetta

lui si girò di scatto le prese un braccio e lo strinse forte

-osa, osa farle del male Miriam, provaci!

lei ritirò il braccio indignata, si voltò e uscì dalla camera. il principe riprese a camminare freneticamente, la voleva vedere, la doveva vedere.
"perchè mi interessa tanto quella ragazza? la conosco solo da oggi, l'ho trovata nuda in una grotta, è una come le altre..." pensava "bè, la voglio vedere.",
si sedette sul letto e continuò a pensare a quei pozzi grigi che aveva la fanciulla.

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Capitolo 5
*** il palazzo ***


Miriam suonò la campanella e urlò forte

-Michirash!
-subito mia signora!

La futura regina sbuffò, era scocciata, scocciata da quella ragazza sudicia a cui Leonard teneva tanto, la principessa non sapeva il motivo,
ma era attrato da lei e Miriam se ne accorgeva. "Perchè, perchè porca miseria!" pensava infuriata lei e batteva i pugni sul tavolo "che ha di speciale quella serva!?
niente, assolutamente niente!"

-mia signora, mi ha chiamato?
-si Michirash, si.
-mi dica.
-portami qui la nuova schiava.
-ora?
-certo Michirash, ora!
-ma è presto, si deve riposare.
-non mi interessa dei suoi bisogni, lei è solo una schiava, la mia schiava e deve eseguire tutti i miei ordini,
proprio come devi eseguirli tu, è chiaro?
-certo mia signora, subito.
-brava, adesso portamela qua.


Continuò a passeggiare avanti e indietro furiosamente, "non me ne importa niente di quella serva! niente!" e invece si
che gliene importava, la innervosiva, la provocava, non si sa in che modo, visto che era li a palazzo solo da poche ore,
ma a lei dava fastidio che il suo sposo fosse tanto interessato. allora si buttò sul letto e battè con forza i pugni, poroprio come fa una
bimba capricciosa, ma lei era una bimba capricciosa. Aveva sempre vissuto nello sfarzo, non gli era mai mancato niente, era bella,
sensuale, formosa, snella, una donna vera. "ma a Leonard questo non importa!" e si incavolava sempre più contro quella povera ragazza,
"lei è una poveraccia, solo una lurida poveraccia che ha trovato in un buco! non può interessargli, sono meglio io, ricca, bella, sono
tutto ciò che un uomo può desiderare, ma no, a lui no! lui è fortunato, molto fortunato, il suo popolo è fortunato ad avere una fututa regina
come me! non possono desiderare altro, no! bene, ma adesso cerchiamo di calmarci, respiriamo affondo e aspettiamo...si sistemerà tutto."


La misteriosa fanciulla era seduta sul suo letto in silenzio, ogni tanto guardava il cielo fuori, sentiva il suo stomaco brontolare, era vuoto, compltamente vuoto.
"chi sono, chi sono io? che ci facevo li fuori nuda, al freddo? da dove vengo? e che ci faccio qua dentro?" da un paio d'ore erano i pensieri fissi di lei,
"perchè quel ragazzo mi ha raccolto, perchè un principe mi ha salvato? poteva benissimo lasciarmi li a morire. ora mi ritrovo in uno stupido palazzo reale, a fare
la servetta di una padrona capricciosa e che per giunta è la ragazza del principe, da quanto ho capito, le ancelle di prima dicevano che era gelosa di me, ma perchè?
io dopo tutto non le ho fatto niente." lo spalancarsi improvviso della porta interruppe i suoi pensieri

-tu, ragazza, vieni.
-d...do..ve?
-dalla tua signora, da Lady Miriam.

"oh, fantastico, ci mancava solo questo..." pensò
si alzò e seguì Michirash attraverso i bui corridoi, poi varcarono una grande porta in legno pregiato con preziose rifiniture in oro,
"quella dev'essere la porta che separa le due ale del palazzo..."

-Andiamo ragazza, muoviti, Lady non aspetta.

Lei la guardò stupita, "lady non aspetta?!" pensò

-Si, Lady non aspetta, lei non deve aspettare, la futura regina deve avere tutto e subito! è chiaro?!

La fanciulla annuì poco convinta

-vuole sapere chi sei e vuole farti conoscere un pò come funziona qui.

"bè, magari lo sapessi io chi sono!"
Michirash girò il capo e continuarono a camminare, finchè non furono davanti a una porta in legno scuro con la maniglia in ottone e delle incisioni
simboleggianti combattimenti. l'ancella le mise una mano nel petto e la fermò.

-Fermo verme, aspettami qui.

La giovane restò immobile mentre Michirash bussava alla porta.

-Chi è?
-Sono Michirash signora. le ho portato la ragazza.
-ah bene, entrate.

L'interno della stanza era in velluto rosso e il pavimento in legno, il letto a baldacchino rosaceo, appena fatto.
regnava l'odore di pulito e le candide tende ondeggiavano al ritmo della brezza primaverile, c'era una scrivania in legno con sopra dei fogli e un calamaio,
alle pareti c'erano dei quadri, scene di guerra, draghi, unicorni, ritratti, tra cui uno anche del principe Leonard.

-Michirash puoi andare.

Michirash si inchinò e voltò le spalle per andaresene, chiuse la porta dietro di se e rimbombò. rimase sola, sola con quella donna.

-allora, chi sei?
-non conosco il mio nome.
-come non lo conosci?
-è così, non lo ricordo.
-ah, e da dove vieni?
-non so.
-neppure questo...bene.

La ragazza annuì e Miriam riprese a parlare

-vediamo di procurarti un nome...mmh...Lia. tu d'ora in poi sarai Lia, saprai già i compiti che dovrai svolgere...

"certo stronzetta, devo solo fare quello che mi dici!" pensò Lia

-Bene, prendo il tuo silenzio come un si. comunque ti informo che io la colazione la voglio servita alle nove del mattino qui in camera. poi voglio trovare il bagno pronto
per le undici, i primi giorni verrai aiutata, poi farai da sola.

La fanciulla ripetè lo stesso movimento del capo, "tanto non ho altra scelta..."

-mmh, ora puoi andare.

Lia stava per voltarsi quando la fidanzata del principe le acchiappò un braccio e mise la bocca vicino allorecchio, sussurrò qualcosa...

-Schiavetta, prova a rubarmi il ragazzo e non ti ritroverai viva. è chiaro?

La ragazza restò paralizzata, non aveva paura, no, non reagì solo per non cacciarsi in altri guai.

-Bene, ricordatelo verme, ricordati che sei mia.

"Tua?! ma che dici S*****a! io non sono di nessuno!" pensò Lia.

-ora vattene, voglio rivederti solo domani mattina alle nove.

La fanciulla si diresse verso la porta, la aprì e uscì.


"Quella ragazza, quella f*****a ragazza" pensò Miriam "non mi piace.", uscì nel balcone a prendere un pò d'aria e a
guardare l'allegro volare deglle rondini.


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Capitolo 6
*** nuove conoscenze ***


 Lia uscì dalla camera di Lady Miriam, fuori la stava attendendo Michirash che la prese per un braccio e la tirò avanti...

-domani ti aiuterò io poi farai da sola...

lei non rispose, si limitò a tenere lo sguardo basso

-che nome ti ha assegnato Lady?
-Lia.
-Bene Lia, adesso andremo a mangiare, poi tu andrai nella tua stanza e li resterai sino a domani mattina, quando io verrò a prenderti, è chiaro?

Lia fece un cenno del capo, "finalmente si mangia!" pensò.
Camminarono sempre negli stessi corridoi stretti, umidi e freddi, le pietre in evidenza e ogni tanto si poteva vedere qualche ragno,
Poi arrivarono a una porta in legno piuttosto scadente con una maniglia in ferro, la ragazza  si fermò mentre Michirash apriva, dentro
c'erano tutte le ancelle del palazzo intente a consumare il poprio pasto, una minestrina schifosa e verde.

-Forza schiava siediti.

le disse con forza l'ancella spingendola contro una sedia, Lia la guardò male, ma non rispose. Si sedette e mangiò a fatica quella brodaglia verdastra.
Un'altra ancella le si sedette accanto, era giovane, aveva pressappoco la sua età, 15 anni, i capelli neri che arrivavano alle spalle e gli occhi celesti.
Lia la guardò strana, la ragazza non l'aveva guardata male, le aveva semplicemente sorriso.

-Ciao, sei nuova qui?
-emmh, si.
-come ti chiami?
-Lia.
-ah bene Lia, io sono Kiira, piacere.
-...
-Bè, da dove vieni?
-emm...
-io vengo da Hirugoa, il paese qui affianco.
-...
-dove alloggi tu?
-la terza stanza dopo la porta.
-ahah, bene io dormo proprio in quella accanto!
-ah si...
-sisi, siamo vicine eh!
-see.

Era simpatica, troppo allegra per i suoi gusti, ma almeno lei non l'aveva insultata, anzi sembrava che volesse stringere amicizia.
Una volta che ebbe finito il pasto guardò la ragazza affianco che ricambiò lo sguardo e sorrise

-bè, ho finito anch'io, possiamo tornare in stanza insieme.
-va bene.

S'incamminarono attraverso i corridoi e la ragazza non la smetteva più di parlare della sua vita, di quado era arrivata la,
di tutti i pettegolezzi e del palazzo. Lia non la stava neanche ascoltando, scutava attentamente ogni anfratto del palazzo,
ogni buco del muro, ogni pietra spostata, non sapeva neanche il motivo, ma era una cosa istintiva, pensava
che quelle informazioni sarebbero state utili in qualche modo. arrivarono davanti alle rispettive stanze.

-bè, a domani Lia.
-ciao.

Lia entrò e si coricò sulla tavola di legno mettendosi il cuscino sotto la testa, era sera e dalla sua camera si poteva vedere benissimo la luna,
in quel momento gli tornarono in mente gli occhi scuri del principe e ciò che aveva fatto per lei, l'aveva salvata da morte certa e
per questo lei gli era immensamente grata, era un bel ragazzo dopo tutto, era gentile, non aveva schifo di lei, no, l'aveva pure
difesa da Miriam, almeno così le ancelle avevano detto quando spòettegolavano mentre la facevano lavare.
"proprio scema Miriam" pensò la fanciulla "come si permette di credere che io sia sua? va bene, sono arrivata oggi qua, ma
non per questo lei si deve appropriare di me! bè, per ora è meglio non lamentarsi, tanto non servirebbe a niente. solo ieri mi
sono trovata nuda in mezzo a un bosco e ora, ora sono in una stanza di un palazzo reale a fare la schiavetta. certo, meglio
che morire assiderati sicuramente, per ora studierò un pò com'è qua, poi vedrò come andarmene..." la giovane
si mise su un fianco e si addormentò.

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Capitolo 7
*** il primo giorno a palazzo (1 parte) ***


il sole illuminava le palpebre chiuse della ragazza, ma lei ancora dormiva tranquilla su quella dura tavola di legno.
la porta si aprì di botto e Lia si alzò di scatto, vigile, confusa, pronta a difendersi, ma ancora mezzo addormentata.
davanti a lei una figura confusa, una donna, poi mise a fuoco la sagoma, era Michirash che era venuta a prenderla

-bè, dormito bene barbona? ahah!

la ragazza la guardò sonnacchiosa

-avanti, muoviti. son già le sette e mezzo e la padrona non aspetta.

Lia alzò gli occhi e fece un cenno con il capo.

-andiamo.

l'ancella le prese con forza il polso e la tirò fuori dalla stanza, era così stanca, avrebbe voluto dormire, ma si ritrovò
improvvisamente nel corridoio freddo, lei coperta solamente dalla tunica che le avevano dato ieri.

-adesso andiamo a lavarti, poi a fare colazione, poi alle cucine per prendere la colazione di Lady. Chiaro?

La fanciulla fece si con la testa e continuò a guardare i corridoi con lo sguardo vuoto, perso.
Arrivarono a quella specie di bagno, Michirash ce la buttò dentro, le disse di lavarsi e di fare in fretta.
Lei prese l'acqua, "fredda, fredda come sempre." pensò, se la buttò sul viso, sentiva gelo, ma vita, e ne fu contenta,
probabilmente se Leonard non l'avesse salvata lei sarebbe morta a quest'ora, morta assiderata. Anche se era primavera, li faceva piuttosto freddo la
mattina. Poi prese l'asciugamano e se lo passo in viso, era duro, non era certo come quelli dei reali, morbidi e lisci, stava bene in quel momento
ma la voce di Michirash la fece risvegliare d'improvviso da quel quasi star bene

-Muoviti Lia!

lei rispose

-Si, si arrivo.

andò al'uscio e aprì, i due occhi scuri di Michirash la guardavano severi

-per quanto ancora avevi intenzione di stare la dentro eh!

Lia abbassò lo sguardo e la lasciò sbraitare

-adesso muoviti nullità, andiamo alle cucine, e da domani queste cose le farai da sola!

Andarono alle cucine e Michirasch le fece prendere una modesta quantità di latte

-bevilo.

Lia guardò il latte schifata, "non sembra per niente buono. chissà da quanto sarà passato!", ma lo ingurgitò a forza,
aveva un sapore orribile!
guardò l'ancella in segno di sfida, Michirash si sentì sconfitta, "e cosa s'aspettava questa! nono cara, tu non l'avrai vinta, bè
volevi mettermi in difficoltà, non ci sei riuscita, mi dispiace!" pensò orgogliosa Lia.
poi per coprire la sua offesa Michirash la rimproverò

-era buono il latte eh bastardella?!
-si, molto buono.
Disse Lia orgogliosa e vincitrice

-ora prendi il vassoio con la colazione, è li, sopra quel tavolo.

Lia si diresse verso il vassoio argenteo e lo prese, le piaceva il contatto con il metallo, in qualche modo le dava fiducia,
si voltò verso l'ancella e la seguì nel corridoio che le conduceva verso la stanza di Lady Miriam, sempre
gli stessi corridoi, sempre la stessa porta di separazione delle due ale del palazzo, poi dopo la porta l'edificio mutava,
sembrava di trovarsi in un sogno, le pareti rosse e i mobili sfarzosi, il pavimento in legno e le varie stanze con le rispettive
porte in mogano decorate. Lia osservava il palazzo senza avere particolari emozioni, le immagini le passavano davanti senza colpirla
con il loro sfarzo, piuttosto lei cercava un punto debole, una via di fuga. finalmente la loro camminata si concluse e Michirash
fece segno a Lia di bussare alla porta.

-chi è?
-sono Lia, sono vunuta a portarle la colazione.

Cercò di essere più gentile e calma possibile, anche se avrebbe voluto spaccarglielo in faccia quel vassoio

-ah, entra pure Lia.
poco dopo aggiunse -poggialo pure li sul tavolo...

La ragazza poggiò il vassoio sul tavolo

-puoi andare ora, non dimenticarti del bagno per le undici!

Michirash era ancora sotto le coperte con la testa poggiata contro il cuscino, i capelli biondi lungo le spalle e gli occhi assonnati.
Lia la fissò per qualche secondo, poi si voltò senza chinarsi e uscì dalla stanza, fuori ovviamente c'era Michirash

-adesso ti faccio vedere il palazzo.

La fanciulla fece le spallucce, si sentiva impotente, era senza alternativa tanto.
L'ancella le mostrò i vari corridoi e le varie stanze del palazzo, poi Lia sentì dei passi da uomo dietro se,
si voltò di scatto e lo vide, vide lui, il principe. il suo cuore ebbe un sussulto, lui la guardò soddisfatto e si avvicinò a loro

-Buongiorno mia fanciulla.

Michirash si inchinò e Lia rimase immobile mentre il principe le baciò la mano, l'altra lo sguardò sbalordita,
quando mai un principe baciava la  mano a una serva??
era una cosa assurda, ma Leonard era semplicemente affascinato da lei e dai suoi occhi grigi, gli sembravano due pozzi
dove tuffarsi, da dove non ne avrebbe voluto più uscire.
Lia non seppe che dire, era rapita dal principe, sentiva battere forte il cuore e le piaceva quella sensazione di dolcezza
che provava nel vederlo.

-Buongiorno principe Leonard.
disse Michirash una volta rialzata.

Il ragazzo non la degnò di uno sguardo, era rapito dagli occhi di Lia, era estasiato da quella purezza, da quella innocenza che avevano.
Michirash era scocciata, allora richiamò alla realtà Lia

-Lia ora dobbiamo andare a preparare il bagno alla signora.

Lia si voltò e tolse la sua mano da quella del ragazzo.
Il principe la guardò ancora una volta e le disse

-quando posso rivederti?

Lia fece le spallucce e si voltò verso Michirash che ormai si era già messa in cammino verso il bagno; il principe restò li
immobile a guardare la fanciulla che camminava e i lunghi capelli castani che sfioravano dolcemente il fondoschiena, con
la tunica bianca e leggera che svolazzava quando si muoveva.


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Capitolo 8
*** il primo giorno a palazzo (2 parte) ***


"che ragazzo dolce" pensò Lia, era rossa, imbarazzata e per giunta Michirash la guardava severamente, quasi volesse rimproverarle che
il principe le avesse baciato la mano. Ma dopo tutto non era colpa sua, lei che centrava?! niente.
La fanciulla non stava più osservando ciò che la circondava, era pensierosa, pensava al principe, solo che lui era fidanzato,
e poi non avrebbe mai potuto volere una serva.

-Siamo arrivate.

La ragazza si risvegliò dal suo sogno e davanti a se vide un bagno gigantesco e tutto in marmo rosa,
al centro c'era la vasca, anch'essa rosata, alle pareti c'erano gli asciugamani bianchi e soffici e in uno scafale
in legno e argento vari sali e saponi.

-Chiama l'ancella qui fuori e dille di portare l'acqua calda.
-si...
-non rispondermi con quel tono disinteressato è chiaro?

Lia si voltò e non reagì, quasi a farlo come dispetto, sapeva bene che così l'avrebbe fatta arrabbiare ancora di più.
Andò fuori e chiamò l'ancella

-puoi portare l'acqua per Miriam?
-lady Miriam vorrai dire?!
-sisi...
Disse lei scocciata
-certo. tu sei...
-sono nuova. non mi conosci.
-ah.

Si girò e andò via. Lia tornò dentro

-Fatto.
-Bene.

Restarono in silenzio e la ragazza riprese a osservare ciò che le stava attorno, "quanto sfarzo, quanto spreco, quanti capricci soddisfatti."
pensava Lia.

-ecco l'acqua.
-bene, portatela qua.
Disse Michirash.

Lia rimase in silenzio mentre le altre due ancelle versavano l'acqua nella vasca e un caldo fumo saliva verso il soffitto.
Poi Michirash prese un sapone

-Di questo Lady ne vuole tre gocce.
Ne prese un'altro
-di questo sale otto.
prese un'altra boccetta ancora
-di questo olio ne vuole quindici gocce. deve essere tutto perfetto e l'accappatoio lo vuole poggiato su quella sedia.

Lia, solo per darle soddisfazione, annuì.

-Perfetto. mia signora arriverà a minuti.

e infatti dei passi leggeri si sentirono arrivare, entrò Miriam ancora in vestaglia e i capelli sciolti a fluidi.

-è tutto pronto?
-ovviamente mia signora.
rispose Michirash
-bene.

L'ancella le andò incontro e le tolse la vestaglia, Lia rimase li a guardare la principessa tuffarsi dentro la vasca e facendo
smorfie per la noia.

-potete uscire ora. vi chiamerò io.

Le due ragazze uscirono e chiusero la porta, Miriam rimase sola dentro la vasca.
Ogni tanto Lia guardava l'ancella che ricambiava lo sguardo, solo che lo faceva con severità, come se lei non avesse il
diritto di possedere degli occhi. rimasero in silenzio per lungo tempo, poi Miriam parlò

-lavorare a palazzo è duro eh!

Lia fece le spallucce disinteressata

-ma tranquilla che la padrona complicherà le cose, soprattutto perchè si sente derubata.

La fanciulla la guardò come dire "Ma che c***o stai dicendo?!"

-si Lia, si sente derubata del suo uomo.
-io non le sto togliendo niente.
-e invece si.
-no.
-hai visto come ti osservava il principe.
-come un uomo osserva normalmente una donna.
-no.
-e allora come?
-desideroso.
-seeee, di cosa, io non ho niente da offrirli.

La conversazione venne interrotta dalle urla di Miriam.

-Muovetevi ad entrare!

"è proprio una bambina, ma non sa vestirsi da sola?" pensò Lia.

Entrarono lei era già con il corpetto in mano e aspettava che Michirash glielo allacciasse.

-Ben stretto, miracomendo.
-come desidera mia signora.

Il corpetto era rosso fuoco e stringeva in vita, accentuando i seni già formosi, qualsiasi uomo non avrebbe esitato a
saltarle addosso. Lia guardava stufata, "tutte formalità che non servono a niente!" pensava, invece non era così,
lei voleva sedurre, giocare, e nel gioco della seduzione contano queste cose.
Miriam si mise bene la gonna poi congedò le sue serve

-potete andare.
Michirash -buona giornata padrona.

L'ancella prese per un braccio la ragazza e la trascinò fuori

-adesso ti porto in camera e te ne resti li buona buona, poi andrai a pranzo.

Lia fece un cenno con la testa e si limitò a seguire Michirash.
giunse davanti alla sua stanza, entrò e chiuse la porta dietro se, si sedette sul letto e guardò fuori dalla
piccola finestra, gli uccillini volavano, il sole splendeva e lei era costretta a star chiusa la dentro.

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Capitolo 9
*** il primo giorno a palazzo (3 parte) ***


qualcuno bussò alla porta

-chi è?
-Sono Kiira. posso entrare?
-prego, fai pure.

Disse Lia con aria annoiata

-ciao Lia.
-ciao Kiira. come mai qui?
-niente, volevo solo chiaccherare un pò.
-ah...
-sono vere le voci?
-quali voci?
-quelle sul principe!
-per cosa?
-bè, ovvio.
-no, non è affatto ovvio!
-eh, scusa scusa. comunque quelle che dicono che lui ti abbia baciato la mano.
-si, sono vere...
-WOW! è fantastico!
-perchè?
-bè, bè voglio dire, mica accade tutti i giorni che un principe baci una serva! eh!

La ragazza come suo solito fece le spallucce, indifferente.

-dovresti esserne felicissima!
-non vedo il motivo...
-bè...ovvio
-mi ha solo baciato la mano, niente di più!
-si, ma lui è il principe!
-va bè, resta pur sempre un uomo.
-speciale...
-non ha niente di speciale, è solo ricco.
-e bello...
-non dò importanza a queste cose.
-se lo dici tu...comunque è ora di andare a pranzo, andiamo insieme?
-va bene...

Si alzarono e percorsero i corridoi sempre freddi e arrivarono alla sala mensa, tutte le ancelle si voltarono come videro entrare Lia,
la osservavano stupiti, le guardavano gli occhi, come se avessero qualcosa di strano, e in effetti erano strani, erano grigi, limpidi,
puri, innocenti. si sedettero l'una affianco all'altra, poi un'uomo massiccio passò a servire la minestra, era rozzo, e brutto.

-che schifo sta sbobba!
esclamò Kiira
-bè, non è il meglio, ma almeno riempi con qualcosa lo stomaco.
-io non ho mai provato la vera fame.
-allora non sai che vuol dire.
-no, non vengo certo da una famiglia ricca, ma comunque non mi hanno mai fatto mancare niente.
-io non so da dove vengo...
-come?
-no, mi son trovata nuda in un bosco e i miei ricordi partono da li.
-e allora come mai sei qui?
-mi ha trovato ieri Leonard in una grotta...
-ti ha vista nuda?
-certo, non avevo indumenti.
-o mio dio!
-non c'è niente di male.
-e invece si!
-no.
-ora capisco perchè Lady Miriam è tanto gelosa!
-mi ha salvato, punto e basta.
-davvero la pensi così?
-si, la penso così.

Continuarono a mangiare in silenzio, senza staccare lo sguardo dal pasto, finirono, si alzarono e ripassarono sempre negli stessi corridoi per arrivare
alle stanze, il tutto in assoluto silenzio. una volta arrivate alle rispettive porte si salutarono

-ciao Lia, a domani.
-Ciao Kiira.

Lia rientrò nella stanza e si coricò, si coprì con le coperte e si appisolò dolcemente sulla dura tavola di legno.

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Capitolo 10
*** scoperte e incarichi ***


Si svegliò verso le diciasette e decise di esplorare un pò il palazzo, i vari accessi e le possibili vie di fuga.
Uscì dalla stanza scalza, cercando di fare meno rumore possibile, se l'avessero scoperta...non osava neanche immaginarselo;
il giorno avrebbe esplorato l'ala della schiavitù, poi sucessivamente quella dei nobili.
scrutava ogni singolo particolare delle pietre, ogni tanto si fermava se vedeva qualcosa che non andava, ma poi
era sempre e solo un'illusione, camminava, tastava ogni cosa che trovasse, cercava di percepire ogni suono, ogni
piccola differenza, ma niente, niente di diverso, niente punto debole, niente via di fuga. Continuò a camminare sperando che
nessuno, "c***o se mi beccano posso considerarmi morta!". Arrivò alle cucine, "bè, tanto vale dare un'occhiata anche li.",
entrò, non c'era nessuno per fortuna, regnava l'odore di grasso e era tutto sporco di sangue di animali. Sui banconi
c'erano i coltelli e i vari attrezzi per macellare la carne, tegami e pentole sporchi, sembrava che tutto fosse stato abbandonato,
che le ancelle non avessero ripulito, e in effetti era proprio così. poi dei passi da dietro la fecero sobbalzare,
si buttò a terra e si ranicchiò sotto un bancone, "a giudicare dalla pesantezza del passo dev'essere un uomo"
pensò la fanciulla "e anche parecchio grosso!". restò la immobile, accovacciata con le ginocchia tra le braccia, cercando di farsi
il più piccola possibile, poi giunsero altri passi sta volta più delicati e leggeri, "una donna..." vide delle scarpine dorate passare davanti a lei,
"oddio, mò mi beccano!" fecero altri due passi, poi si bloccarono davanti all'uomo. Parlarono per un pò, "ma che dicono, porca miseria che stanno dicendo?!",
non riusciva a sentirli bene, sentiva solo parole tagliate a metà, allora decise di sporgersi un pò da sotto il bancone,
lei era di fronte a lui e teneva in mano dei soldi, era coperta da un cappuccio bianco e indossava una normale tunica da ancella, lui era alto e robusto,
vestito completamente in cuoio nero, al suo fianco aveva un pugnale e poi una sacca, "probabilmente con dei veleni.". poi sentì la donna parlare
e riuscì a capire qualcosa

-ascoltami bene mio caro, io ti sto pagando, ma voglio che il compito che ti sto assegnando venga svolto alla perfezzione, al
massimo entro un mese.
-mia signora, è complicato.
-come sarebbe a dire, lei è il migliore, io scelgo sempre i migliori, o mi devo ricredere?
-no signora, non si deve ricredere, ma...
-ma cosa? mi stai forse dicendo che non puoi farlo?
-no signora, dico solo che non sarà facile.
-non ho mai pensato che fosse facile!
-certo signora, ma...ma ci sono guardie dappertutto e sarà complicato illuderle.
-facile o difficile, non fa differenza, io ti sto pagando e esigo serietà!
-ovviamente signora.
-posso fidarmi dunque?
-certo, avrà tutta la serietà che desidera.
-lo spero, perchè se no sai cosa attende te e il tuo clan, vero?
-non si preoccupi, non ce ne sarà bisogno di arrivare a questi livelli.
-certo, perchè tu non rimarresti vivo, e non oso pensare a ciò che potrebbe accadere ai tuoi compagni!

La voce era proprio quella di Lady Miriam, e l'uomo pareva proprio essere un assassino, "ma cosa può volere una Lady da un assassino?"
pensava Lia "affari politici? sicuramente si."
La conversazione riprese

-allora

E lady Miriam continuava a agitare i soldi su e giù

-voglio che l'assassinio sia fatto al massimo entro un mese e non voglio tracce, chiaro?
-limpido mia signora, limpido.
-bene...iniziamo ad andare d'accordo noi due vero?
-certamente.
-con le buone o con le cattive si ottiene tutto! ora puoi andare.

L'assassino si mise sugli attenti

-a presto mia signora.
-fatti rivedere solo a lavoro svolto.

L'uomo si volto e uscì dalla cucina nella porta che dava al giardino, "eccola la via di fuga...", lady uscì
invece dall'altra uscita, quella che conduceva ai corridoi della servitù, Lia rimase per qualche minuto immobile, ancora accovacciata,
aspettando che i rumori svanissero e che il silenzio prendesse finalmente il sopravento. il momento arrivò e lei potè
finalmente dileguarsi lungo i corridoi che conducevano alla sua stanza. 

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Capitolo 11
*** sospetti ***


Lia entrò cautamente dentro la camera, "chi è la vittima?" pensò "sarà veramente per scopi politici?", non lo
sapeva, tutto quello che conosceva per il momento era che doveva scoprire chi era il futuro assassinato.
"cosa può volere una lady da un assassino, lei non ha bisogno di niente, il potere lo ha già..." pensava mentre andava avanti
e indietro per il ristretto spazio, ogni tanto si soffermava a guardare il basso soffitto in legno, poi si sedette sul letto
con le braccia tra le gambe e la testa curva, "lei è nobile, ricca, ha tutto, non ha bisogno dei servizi di un assassino!".
Dei passi interruppero i suoi pensieri, erano passi veloci, nervosi, frenetici, si avvicinavano sempre più e il rumore
si faceva più forte, "si sta avvicinando...", poi si fermarono proprio davanti alla sua porta, lei guardò quest'ultima, poi
la si spalancò.
era solo Michirash, "probabilmente vorrà vedermi Miriam.", e infatti era proprio così

-La padrona ti attende.

Lia si alzò annoiata, "sempre le stesse cose," pensava "alzati, vieni, portami questo, quest'altro, ma non sa fare qualcosa da sola?"

-vuole parlarti.
-di cosa?
-non lo so, verme.

Michirash l'aveva proprio rotta parlandole sempre così, ma non era il momento d'agire, non ancora...
La ragazza seguì l'ancella a testa alta, ormai si era abituata a quelle gite nei corridoi.
Poi varcò sempre la stessa porta, quella della stanza di lady Miriam

-signora.
disse Michirash inchinandosi

Lia rimase a guardare e restò in piedi.

Miriam -vedo che non hai ancora imparato la buona educazione Lia.

La fanciulla fece le spallucce in segno di disinteresse

-per cosa mi ha convocata?
-volevo vederti.
-perchè?
-per controllarti.
-per controllare cosa?
-niente che ti riguarda serva.
-certo che mi riguarda!
-no!

Lia la guardò incazzata e scocciata

-non ti interessa, tu sei solo una schiava.
-e allora perchè voleva controllarmi?!
-non devo a te spiegazioni!

La ragazza non ci vedeva più dalla rabbia, poi "ora capisco...lei voleva vedere se io ero in camera" si illuminò
"bene...voleva sapere se io non fossi andata in giro per il palazzo, magari aveva paura che l'avessi potuta
scoprire...bè, ti è andata male per tua sfortuna, io so tutto!".
era stranamente fiera e orgogliosa di se, l'aveva fregata, lei sapeva, sapeva tutto, "tutto forse no..." pensò
"mi manca sapere chi sarà la vittima, lo devo scoprire.".
si voltò senza il permesso e uscì dalla stanza a grandi passi, non voleva più sentirla a quella capricciosa ragazza,
ripercordse i corridoi e andò in camera. era già tardi, si distese sul letto e si addormentò.

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Capitolo 12
*** lame e pensieri ***


Qualcosa svegliò la ragazza, "ma che c***o...", alzò lo sguardo e vide qualcosa di luminoso sul piccolo davanzale in pietra
della finestra con le sbarre, "cos'è...?", si alzò e guardò cos'era quella strana luminescenza bianca, allungò una mano, poteva toccarla,
sentiva una strana attrazzione per quell'oggetto, era come se la chiamasse, come se le dicesse -vieni, vieni da me, toccami.-.
lo guardò sbalordita, lo prese in mano e vide, vide un pugnale dentro un fodero nero, in cuoio, l'impugnatura era un drago,
tutto attorcigliato con una donna che lo cavalcava. lo osservò, era strano, "cosa ci fa un pugnale sul davanzale della mia finestra,
e per di più che emana una strana luce?" pensò "bo, non me lo so spiegare, comunque potrebbe rendersi utile.".
si accovacciò nel letto, con il pugnale in mano, lo guardava, scrutava ogni minimo particolare, "è finemente lavorato.
e poi perchè proprio un drago con una donna che lo cavalca? perchè?". troppe domande l'assillavano: chi è la vittima, cosa
vuole Miriam da un assassino, che ci fa quel pugnale li. tutte domande a cui non riusciva a darsi una risposta, "maledetta,
maledetta me e maledette queste domande!".


Il principe era coricato a pancia in su nel suo letto, guardava il soffitto, e non riusciva a capire perchè quella ragazza lo attirasse tanto.
ma dopo tutto nessuno lo sapeva, ne lui ne Miriam. "certo che Miriam è proprio una b******a!" pensava "perchè vuole a tutti i costi Lia. va bè,
è anche piuttosto ovvio...l'ho trovata nuda in una grotta, è sicuramente gelosa di tutte le attenzioni che le do.". si girava e rigirava nel letto,
aveva caldo, così decise di uscire fuori dalla sua camera, magari di andare in giardino, e così fece. Prese qualcosa per coprirsi, e uscì dalla sua stanza.
i corridoi erano bui e tutti dormivano, almeno così sembrava; li percorse lentamente e distrattamente, aveva passato li tutti i giorni
della sua vita, rinchiuso in un palazzo, ne conosceva tutti i piccoli nascondigli, dove giocava quando era piccolo.
"certo che è buffa la vita." pensò "quando ero piccolo questo palazzo mi sembrava così grande, così bello, così divertente,
mi reputavo fortunato e soprattutto migliore degli altri. Ma ora, ora mi sembra piccolo, noioso, la solita routine. ora penso
che forse i migliori sono gli altri, quelli che non hanno vizi, quelli che vivono anche senza delle guardie attorno, quelli che il cibo
se lo procurano da soli, quelli che lavorano per procurarselo. io, io invece che faccio?! io vivo alle spalle degli altri, sono il figlio del re,
io vado in guerra, io uccido senza pietà. che diritto ho di vivere eh?! non me lo merito, sono solo una sanguisuga che succhia il sangue degli altri,
che impone tasse, che non ha rispetto per la vita altrui. non servo a niente! ecco, io non sono utile, io non do aiuto alla società, tanto meno
lo da mio padre. ma forse io queste colpe le ho solo perchè sono figlio suo? forse si, ma un figlio non si sceglie i genitori, non è colpa
mia dopo tutto. io mi odio, odio me, la mia vita inutile!". era scoraggiato "e come se non bastasse, mi vogliono far sposare con una che non amo! sarà
anche una bella donna, ma a me non piace, l'aspetto non è tutto, la regina dev'essere una persona buona, dolce, sensibile, che abbia rispetto
verso la vita altrui, e lei non ne ha! Miriam, Miriam pensa solo a se stessa, ai suoi comodi a lei. Gli altri?! bè, gli altri per lei non esistono.".
Uscì fuori nel giardino e un senso di libertà lo accolse.
L'erba fresca li solleticava i piedi e l'aria di natura li trasmetteva sicurezza. "ora va sicuramente meglio.". ciò di cui però non si accorse
era che non era il solo sveglio quella notte. Una donna l'aveva seguito, e chi poteva essere quella donna?! ovviamente Miriam.

-buongiorno Leonard.

era ancora buio, erano le cinque circa.

-che fai qui Miriam.
-mi son svegliata e non son riuscita a riaddormentarmi.
-...

Lui la guardò seccato, era andato la per stare tranquillo e lei ovviamente doveva andare la a rovinarli tutto.

-ma pare che non sia la sola...

si sedette accanto a lui, vicinissima. gli prese una mano e gliela fece mettere nella sua coscia.

-Miriam, che...

Non fece in tempo a finire la frase che se la ritrovò sopra che lo baciava e si toglieva la veste.
Lui restò immobile, la lasciò fare, "vuole divertirsi?! bè, che faccia pure, non mi interessa.".
Rimase nuda sopra lui e iniziò a abbassare le mani, giù, giù, giù...
Lui ebbe un flash, "Lia.". Si alzò d'improvviso facendo cadere nell'erba bagnata Miriam.
Corse via in camera sua, "non posso, non posso!" lui non era come tutti gli altri, lui
non non l'amava a Miriam, non voleva fare l'amore con lei solo per divertirsi, NO!

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Capitolo 13
*** poteri (1 parete) ***


Lia non era ancora riuscita a prendere sonno e si stava rigirando continuamente il pugnale tra le mani. era affascinada dal metallo, e quella strana luminescenza
che quel pugnale emanava l'attraeva ncora di più. "cosa ci faceva questo sul mio davanzale? bo." pensava "e poi prima non c'era! chi ce l'avrà messo? non lo so
e ora non ho nessuna voglia di darmi delle risposte.". Era seduta sul suo letto e fissava l'impugnatura finemente intagliata, "uff, questa mattina Miriam mi romperà le scatole sicuramente,
non mi lascerà in pace un attimo, ovvio." era scoraggiata, arresa.
Finalmente il sole fece capolino e il giardino s'illuminò delle prime luci dell'alba, "ha un effetto stupendo, i colori sono bellissimi",
la ruggiada sui piccoli steli d'erba si colorava di mille sfumature, "un paesaggio molto romantico.", si girò e si ricoricò sul letto. attese, attese
che Michirash venisse a chiamarla per farla andare da Miriam, e finalmente quel momento arrivò, sentì i suoi passi e poi la porta si aprì

-muoviti Lia. vai a lavarti e poi a prendere la colazione alla signora e a portargliela.

Lia senza dire una parola si alzò e si diresse verso il bagno.
L'acqua era sempre fredda, e il latte che bevve era sempre acido, "mai qualcosa di buono.", prese la colazione della lady e s'incamminò,
si guardava attorno come per cercare qualcosa, o meglio qualcuno. Si, proprio lui, il principe, era così dolce con lei, l'attirava particolarmente, ma
 chiaramente l'attrazione era reciproca e lui glielo aveva fatto capire chiaramente. "ma cosa dovrei fare io, eh?! cosa, cosa?! lui è il principe,
bello, ricco, potente, io una stuida servetta che tra l'altro lui, lui ha trovato in una grotta, completamente nuda. cosa faccio? niente, non farò
niente. non posso mostrare interesse per li, no, sarebbe assurdo!".
gli stessi pallosi corridoi rossi, ma tracce di lui? nessuna. "lo amo? noooo, non è possibile, lo conosco appena.".
poi dei passi, "è lui, è lui, me lo sento!", si voltò, ma era solo un'ancella, "maledetta! lo vorrei vedere...".
dalle grandi finestre si poteva vedere che fuori il sole era alto e splendeva, c'era una leggera brezza, le fronde degli alberi si muovevano leggermente e
delle ancelle tagliavano l'erba nel giardino.
era presto, circa le otto e un quarto, Lia era in anticipo di tre quarti d'ora. si fermò davanti alla porta di lady Miriam, era socchiusa e da dentro provenivano
delle voci, aprì leggermente di più la porta e vide.
vide un uomo biondo platino che si rivestiva e lei, Miriam, coperta dal solo lenzuolo accanto a lui con una mano nella sua spalle che gli mordeva dolcemente un'orecchio.
"lui non è Leonard! bè, in effetti è meglio così" pensò "brutta p*****a!!! certo che se lo venisse a sapere Leonard..." sogghignò "ahah! lo tradisce, bene, bene..." potrei sempre ricattarla.",
erano dei pensieri cattivi, ma dopo tutto quello che lei le aveva fatto, erano più che giusti! "no no, per ora strarò zitta, al momento opportuno...".
teneva il coltello sotto la veste, dove non si potesse vedere, ma lo aveva la in caso di necessità. quel coltello le trasmetteva un senso di sicurezza e potenza al tempo stesso,
l'attraeva, forse quanto più lo facesse Leonard. Poi cercò di sentire meglio quello che dicevano

Miriam -quando ci rivedremo Daminir?
-quando vorrai tu dea della notte.

"ahah! dea della notte! ahah! e allora di giorno cos'è?! ahah!" pensò Lia

-facciamo che ci rivedremo anche, non questa sera, no, ma tra due giorni?
-certo Miri.

Le si avvicinò e le accarezzò la guancia

-sei bellissima...

Lei lo guardò e fece ricadere il lenzuolo in seta celeste che la ricopriva

-lo so.

Lui mise le mani sui suoi fianchi e la ritrascinò nel letto, da coricati si baciavano, lui vestito, lei no.
"mmh, ma guarda sta t***a!! eheh!"
Continuò a fissarli, "probabilmente Miriam non lo sospetta neanche che io sia qua a guardarli, pensa che io non la scopra, bè
mi dispiace molto per te s********a!". Si iniziò a preocuppare solo quando vide l'uomo alzarsi e camminare verso l'uscita,
"o mio dio! o mio dio, ora che faccio?!", aveva paura, molta paura, rischiava di venire trovata, scoperta, no, non lo poteva permettere.
era terrorizzata, toccò forte il pugnale, lo strinse fino a che le nocche non le diventarono bianche...




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Eheh...sisi ragazzi, lo so che volete sapere come va a finire questo capitolo moooolto mooooolto intrigante! ma...DOVRETE ASPETTARE!
vi voglio lasciare un pò di suspense, se no che gusto c'è????!!!!! XD XD XD XD!!!!!!! ahah!!!
continuate a seguire le avventure di Lia, che vedrete, non si rivelerà la ragazza dagli occhioni grandi e dolci!!! eheh!!!!


                                                TO BE CONTINUED
                                (non ho la più pallida idea se si scriva così!! XD)

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Capitolo 14
*** poteri (2 parte) ***


"merda, merda, merda! non possono scoprirmi, NO!", stringeva sempre più forte il pugnale e sperava, "salvami, ti prego!", si trovava a sperare che un pugnale la salvasse,
ma in che modo, era solo una lama. eppure lei sperava che la tirasse fuori da quella situazione che si era venuta a creare.
I passi dell'uomo erano sempre più vicini, lei li sentiva quasi a rallentatore. poi...non sentì più niente, aprì gli occhi,
le immagini le vedeva stranamente velate di blu e le voci, i passi e gli altri rumori, risuonavano nelle sue orecchie con suoni cupi.
"ma che succede?" era spaventata quanto sbalordita, stringeva ancora la mano sul pugnale e da li non aveva nessuna intenzione di muoverla.
Il grosso omone si avvicinava sempre più. ecco, aveva appena varcato la porta, ma non l'aveva vista. lei lo poteva vedera molto da vicino, la sua faccia era quasi appiciccata a quella dell'uomo.
"ma che c***o succede? perchè non mi ha visto, perchè ora non sono sulla ghigliottina?!", era chiaramente contenta di non essere stata vista, ma era spaventata da ciò che era successo.
l'uomo si allontanava piano, ma con un passo assai composto.
Lia aveva ancora la mano nel pugnale, stretta, non si sentiva più in pericolo e cosi allentò la presa sino a toglierla completamente. Ora riusciva di nuovo a vedere bene e le voci arrivavano
squillanti all'orecchio, non più cupe. Era come se lei li non ci fosse stata. Buttò molta aria nei polmoni, doveva riprendere fiato.
era come se un masso o comunque qualcosa di pesante, le comprimessero il torace, bloccandole il respiro. Fece un paio di respiri profondi e si sentì di nuovo in se. "sono viva. ma come? quell'uomo non mi ha visto, perchè?"
non riusciva a spiegarselo, ma dopo tutto non le interessava neanche. Era viva e questo era quello che contava veramente.   
si concesse un'altro respiro prima di entrare dentro la stanza di lady Miriam.

-sei proprio una meleducata!
le urlò contro la lady con solo il lenzuolo a coprirla.
non si era ancora rivestita.

-sono venuta a portarle la colazione, non era questo che voleva?

Miriam non sapeva che rispondere

-dopo tutto ho solo eseguito gli ordini. no?!
Lo disse con un tono talmente arrogante e presuntuoso, che ottenne l'effetto desiderato.

-sentimi bene, sgualdrinella.

Lia aggrottò un sopraciglio come dire "ma che vuole questa da me?". In realtà lo sapeva benissimo cosa voleva, lei aveva fatto la presuntuosa
e ora ne doveva subire le conseguenze, ma tanto non le importava perchè sapeva che conseguenze non ne avrebbe subito.

-tu, tu non ti puoi permettere di usare questo tono con me!

Miriam era veramente arrabbiata, non tollerava che una serva arrivata da due giorni si permettesse di trattarla così!
Lia voltò il capo in segno di disinteresse. Lady non ci vide più dalla rabbia e alzò il braccio per farlo ricadere sulla faccia della
ragazza. Lia lo parò con l'avambraccio, con una tale facilità che sembrava una che sapesse il fatto suo, non una ragazza come tante altre, una
che avesse ricevuto un addestramento, una guerriera.

-chi sei veramente?

Lia le afferrò il polso, "quanto glielo vorrei spaccare!". Lady Miriam era paralizzata, non sapeva che dire.
La fanciulla mollò la presa sul piccolo e fragile polso della dama e si voltò con fare di sfida. camminò e uscì dalla stanza,
lasciando Miriam stupita, quanto terrorizzata da quella reazione così forte di una serva.

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non è un cappy molto grande....ma spero k vi piaccia!!!!!
graziu tante a:
Punkie Vampire
Colinde
eddy
Miyavi4eVeR

che commentano la mia storia!!!! ihi! continuate a seguirmi eh!

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Capitolo 15
*** poteri (3 parte) ***


Lia camminava impettita verso la sua stanza. i corridoi brulicavano di ancelle, che come la vedevano iniziavano a bisbigliare qualcosa, chiaramente
riguardante lei, all'orecchio dell'altra. quel comportamento la innervosiva, "sta calma, sta calma Lia." si imponeva lei, "avrai il tuo momento di vendetta,
vedrai, e allora sarai implacabile!". cercava disperatamente di mantenera la calma, di non reagire e il compito le era assai difficile, "perchè mi trattano così?
ma tanto avrò la mia vendetta. perchè lo facciano non mi interessa. mi basta sapere che verranno punite!", la vendetta, sapere che in qualche modo gliel'avrebbe fatta pagare,
le dava conforto.
arrivò alla sua stanza, si sedette sul letto e guardò fuori, quella finestrella era l'unica cosa che la collegasse al mondo esterno.
lei non si sentifa fatta per restare chiusa dentro le quattro mura di un palazzo, no. lei aveva bisogno di ampi spazi, di sentire l'aria
profumata dell'erba entrarle nei polmoni e liberarla da tutti i pensieri. lei lo esigeva, il suo corpo lo esigeva.

Kiira entrò rumorosamente dentro la stanza di Lia, che si alzò di scatto con il pugnale sfoderato e in mano, pronta a difendersi.

-ah!
-Kiira cosa vuoi?
-ehi! attenta tu con quel coso!
-non mi dire quello che devo fare Kiira!
sbraitò Lia

Kiira indietreggiò, era spaventata. Guardava gli occhi di Lia tingersi di rosso. La pupilla si assotigliava e
si faceva verticale come quella di un drago. L'iride della fanciulla era rossa, rosso sangue.
Kiira si voltò e corse via, fuori dalla camera. Le voleva solo parlare, ma Lia non era dell'umore giusto.
qualcosa stava accadendo in lei. "sangue, sangue. voglio sangue!", Lia non era più lei, le si gonfiarono i muscoli, erano tesi,
e il suo corpo ora si poteva muovere agilmente quanto lo poteva fare un felino. "morte" era questa l'unica parola che le risuonava
in testa, "morte, voglio morte, sangue!". Fece il primo passo per la porta, doveva uccidere, voleva sentire l'odore del sangue,
annusarlo, toccarlo, vedere le sue dita tingersi di rosso. Ma, non riuscì neanche ad allungare la gamba che le forze l'abbandonarono
tutta di un colpo, le gambe cedettero e lei cadde rovinosamente a terra, priva di sensi. era svenuta. ora vedeva solo nero,
non percepiva niente.

gli occhi si aprirono, ma non riusciva a vedere bene, cerò di mettersi seduta, ma le braccia non reggevano il peso del
suo esile corpo. "ma che...che mi è successo?" cercava di far luce sulla questione "sono svenuta, questo è ovvio. ma prima?",
non ricordava che le era accaduto solo poche ore prima. ebbene si, era rimasta incosciente a terra per un paio d'ore.
non ricordava nemmeno che Kiira fosse entrata da lei, e che lei l'avesse spaventata. non ricordava di quanto desiderio aveva
provato prima, di quando non era più in lei, ma voleva solo mutilare la carne, squarciarla e vedere il sangue zampillare dal collo
di qualcuno. poteva essere chiunque, chiunque persona avrebbe ucciso. la voglia era tale che non avrebbe fatto distinzioni.
Ora riusciva a vedere meglio, la vista non era più annebbiata, poteva mettere a fuoco, anche se con un pò di difficoltà.
"bene, almeno sono nella mia camera.". guardò fuori, era notte, ma lei l'ultima cosa che si ricordava era di aver guardato fuori
e aver visto il sole mattutino. Non si interrogò affondo su quello che gli era sucesso, era stanca, non si reggeva in piedi.
dopo tutto si era appena risvegliata da uno svenimento.
riuscì a mala pena a trascinarsi fino al suo, per così dire, letto. si tirò su con le braccia e ci si coricò, si mise su un fiancoe cadde in un sonno profondo.
__________________________________________________________________________________________

eeeh...ragazzi, lo so è piccolo qst cappy, ma io preferisco scriverli csì!!!!! quindi abbiate pazienza!!!! grazie a ttt quelli k leggono e commentano! vojo bn a ttt!
by misspunk94

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Capitolo 16
*** il processo (1 parte) ***


Passarono un paio di settimane dal giorno. era strano. Michirash non era più venuta a chiamarla per andare da Miriam.
"ahah, si dev'essere spaventata parecchio!" pensava quasi orgogliosa di se!
era coricata sul suo, per così dire, letto. aveva le braccia dietro la nuca e agitava le gambe in aria come fa una bimba.
non vedeva il principe da un pò, e questo non le piaceva molto. aveva convenuto che il principe le interessava veramente.
i capelli castani di lia ricadevano all'indietro formando delle strane onde. ora che ci pensava Kiira non si era fatta più vedere,
e questo era strano secondo lei. non sapeva di averla spaventata a morte, lei non ricordava niente di quel giorno, niente.
Guardava fuori con la coda dell'occhio. si stava tremendamente annoiando! non ne poteva più, era giorni che restava chiusa la dentro
senza uscirne mai, apparte che per mangiare e per i bisogni fisiologici. fuori iniziava a far più caldo.
la primavera stava per dar spazio all'estate. ma tanto lei non aveva problemi di temperatura, anzi, nella sua camera faceva freddo.
era totalmente di pietra e era nei soterranei per di più, anche se una piccola finestrella stava in alto, per far entrare l'aria.
odiava stare li, però in un certo senso amava la solitudine. era una ragazza strana, così pensavano gli altri. chissà che non avessero
ragione. "uff! mi sto annoiando!" era annoiata, annoiata a morte, "quasi quasi preferivo lavorare per Miriam! no va bè, non esageriamo.".
Guardava nervosamente la porta, il suo sesto senso le diceva che qualcosa stava arrivando, o per meglio dire, qualcuno...

-Mio signore.
-dimmi Anchemash.
-suo padre la vuole vedere.
-cosa?
-suo padre la vuole vedere!
-e perchè mai?
-non so mio signore.
-digli che non ho voglia di uscire.
-no mio signore.
-perchè no? come osi contraddire un mio ordine!

Quelle parole gli sembravano tremendamente da Miriam.

-no mio signore, per carità!
-e allora?
-ha detto che è urgente, non può aspettare.
-capisco.
-la vuole vedere nella sala del trono mio signore.
-certamente. vai.
-mio signore.

l'ancella fece un profondo inchino e se ne andò.



Lia guardava quella porta. "lo so, lo so che sta arrivando qualcuno!". e infatti di botto si spalancò

-Lia...
-oh, dimmi Michirash.

disse lei con tono provocante.

-il re vuole vederti.
-ah!

La ragazza sbuffò, non ne aveva voglia, ma era meglio che stare la dentro.
stava per alzarsi, quando Michirash le buttò addosso una veste pulita.

-cambiati!

Lia la guardò e prese la tunica candida, si tolse quella sporca e la gettò a terra.

-va meglio ora?
-muoviti.

le disse lei in tono freddo, ma pieno di antipatia.
La seguì fino ad arrivare alla sala del trono. li c'era già stata, ce l'aveva portata Leonard quando
l'aveva trovata, il primo giorno, quando era nuda e lui con premura l'aveva coperta,
quando gliel'avevano strappata da sotto il braccio, a lei si era ritrovata inerme davati a tutti.
Entrarono dentro. Lia scorse immediatamente quella figura. lui.
lo guardò felice e lui ricambiò dolcementre lo sguardo.
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salve ragazzi!!! eccomi qui k ritorno cn un nuovo capitolo della my storiella! scs se vi ho ftt asp tnt!!! cmq...spero k
continuiate a seguirmi!!!! GRAZIE 1000 dei commentinuccini!

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Capitolo 17
*** il processo (2 parte) ***


il re aveva uno sguardo stranamente severo. "mmh...ne ha proprio il motivo di essere incazzatato quello!",
pensava lia "ha tutto. non può lamentarsi di niente!".
ogni tanto girva lo sguardo per vedere il bel principe. sorrise. lui la guardava come un pesce lesso, se fosse stato un cane
avrebbe anche sbavato! lei invece era più fredda, ma lo si vedeva chiaramente quale desiderio stesse provando.
Miriam era seduta a destra, dall'altra parte di dove stava Leonard. Lia invece era in piedi, davanti al re, che la osservava
adirato. La fanciulla continuava a fare ping-pong con lo sguardo, ricercando gli occhi complici di Leonard e quelli offesi, o per meglio
dire disonorati, da cosa? non si sa.
il re fece un sospiro profondo, non staccando mai gli occhi dalla serva. si mise la mano nella barba e continuò a toccarla,
pensando, trovando il modo di esporre la questione. poi parlò

-siamo qui oggi, per discutere un fatto.

"e c***o! muoviti, vieni al sodo!" pensava Lia.

-riguardante la nuova ancella Lia.

"me!?"

-lady Miriam, vuole dirci che è successo...

Miriam si alzò e con passo lento e viso in giù, camminò fino ad arrivare affianco al re.

-si, sire.
-bene, allora...
-la serva qui presente, di nome Lia, mi ha offeso!
-come offeso?!
-si signore, offeso.
-spiegaci meglio.
-circa due settimane fa lei era venuta da me a  portarmi la colazione. fin qui tutto normale, no?
-certo.
-ecco, come io mi sono avvicinata a lei per aiutarla, per agevolarle il compito insomma...

"ma guarda un pò sta bugiarda! quando mai, quando mai lei ha cercato di aiutarmi, eh?!"

-si signorina Miriam.
-e allora lei, come io ho allungato una mano per il vassoio mi ha spinto, facendomi ricadere e sbattere la schiena contro il letto!

"stronza, stronza! brutta falsa, bugiarda!"

Miriam scoprì la schiena fecendo vedere un livid violastro.
il re guardò Lia allucinato.
lia non seppe che fare, guardò leonard, in qualche modo cercò con lo sguardo di chiedere aiuto.

-tu, serva!

Lia alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi contro quelli del re.

-come hai osato?!
-io non ho fatto proprio niente.
-osi, osi anche rispondermi?!
-certo, non vedo perchè no!

Leonard quasi quasi si metteva le mani nei capelli per ciò che stava succedendo. se Lia avesse continuato così, probabilmente
non avrebbe superato la giornata. allora intervenì

-padre!

urlò

-figlio mio, che hai?!
-non le faccia del male, padre!
-ma lei...
-lei è nuova, vedrà che magari non voleva.
-figliolo...
-ascoltatemi, la prego, non la punisca.
-il fatto non può restare impunito...
-ma, ma...
miriam -leonard, come osi difendere una schiava!
-zitta, zitta Miriam!
-Leonard, non osare rivolgerti così alla tua  futura sposa!

Lia guardava con sgomento. era stupita da quello che stava succedendo.

-io non la desidero come sposa.
-cooooosa?
-non voglio sposarla!
-e perchè mai?
-non l'amo!
miriam -non mi ami?
-no.

Miriam lo guardò, era incazzata, molto incazzata.
si girò e riandò a sedere.

-figliolo...
-padre.
-tu, tu...
-io non l'amo, non ci posso fare niente.
-sei un disonore per me...

Leonad a sentire quelle parole si rattristò. abbassò il capo e resto in piedi.

-vai a sedere figliuolo.
-...
-in quanto a te Lia,

Il suo  cuore batteva a 1000, "cazzo cazzo! e ora, morirò!" pensava Lia.

-non verrai punita...

un respiro profondo uscì contemporaneamente dal corpo di Lia e da quello di Leonard. era salva e questo era la
cosa più importante.
_______________________________________________________________________________________
eccomi cn un new cappy! spero vi piaccia!!! baci baci...
                                                                           -misspunk-

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Capitolo 18
*** la missione di Leonard ***


Leonard le lanciò un'occhiata complice. era contento, straordinariamente contento che la fanciulla fosse salva.
"però, com'è bella...", leonard la squadrava desideroso di lei. la voleva.

Re -Lia, vai a sedere.

Lia si voltò e andò alla fine della sala, si sedette.

-figlio, c'è un'altra cosa che devo comunicarti.
-mi dica, padre.
-come ben tu sai, noi non siamo in una fase molto pacifica.
-si.
-ecco, la guerra si sta presentando più dura del solito.
-ma come...
-abbiamo avuto delle difficoltà.
-di che genere?
-bè, Lanerdian, il re di Gloomor, ha delle nuove armi.
-quanto sono potenti?
-non riusciamo a fermarle.
-con niente?
-niente.
-avete provato con i dardi?
-certo, ma non sono costruite ne in legno, ne in altri materiali infiammabili.
-e cosa fanno?
-emettono fuoco.
-capisco. cosa dovrei fare?
-ecco, vorrei che tu scendessi in guerra.
-scendere in guerra?
-si, che andassi agli accampamenti, e studiassi un pò quei macchinari.
-se è quello che vuole...
-bene, figliuolo. dovrai partire dopo domani per il confine.
-certamente. posso andare ora?
-certo.
-arrivederci padre.
-buonagiornata figlio.

Leonard a grandi passi uscì dalla sala, sorridendo tristemente a Lia.
la fanciulla lo guardò disperata. "in guerra?! ma, ma..." pensò Lia, rischiava la vita e lui lo sapeva bene.
Lia non salutò nessuno, uscì di corsa e andò a cercare il principe.

-leonard! leonard!

urlava

-leonard!

il ragazzo la sentì e si bloccò lungo il corridoio. si voltò e la vide correre verso di lui.

-mio principe...
-lia...
-lei, lei non può...
-non posso?
-si, lei non può andare...
-è il mio dovrere.
-ma no. lei così rischierà la vita!
-lo so bene, lia.
-ma...
-ma non posso oppormi.
-si che può! lei è il principe!
-e lui è il re!

Lia si zittì e abbassò il capo. aveva ragione.

-ascoltami lia. io sono obbligato, non voglio, ma devo.

la prese per le spalle, stringendola, per darle conforto.

-vieni da me...

Lo guardò interrogativa.

-in camera mia...

le si illuminarono gli occhi.

la prese per un mano e la condusse, attraverso il palazzo, nella sua camera.
_________________________________________________________________________________

we we raga!!! finalmente mi è tornata la fantasia!!!! ahah!!!! bè...forse è un pò corto ma...tra un pò di capitoli sarete soddisfatti, soprattutto voi ragazze...vero Colinde, vero PunkieVampire? ahah!!!! bè raga...nn vi resta che aspettare 5 cappy!!! ahah...ma nn vi anticipo nnt...k vuole capire capisca!!! ahah..tnt tnt baciottini!!!!
                                                                      -misspunk-

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Capitolo 19
*** in camera... ***


/head>  "cazzo, cazzo, mi ha preso per mano!!!! che bello! che bello!", si sentiva bollire, il suo cuore pompava il sangue velocissimo, lei
era agitata, emozionata, felice, terrorizzata. aveva caldo ma freddo, stava bene ma stava male.
l'amore è una cosa troppo complicata perchè io ve la possa descrivere. è un sentimento così contradittorio, così bello, così travolgente, che
farvi capire con poche parole com'è, è impossibile. comunque, entrò in camera sua.
una grande sala le si aprì davanti agli occhi.

-ahah!!! già, è grande!

Lia lo guardò stupita. come faceva a vivere in una camera così? per lei sarebbe stata sicuramente troppo grande.

le pareti erano blu intenso, davano un senso di pace e tranquillità, ma veniva bruscamente interrotto dai grandi
quadri raffiguranti figure mitologiche, draghi, unicorni, serpenti marini, dee. tutti rappresentavano scene
di lotta, combattimenti contro di loro o contro umani. l'arredo era in mogano. i mobili avevavo parti in oro e il letto
era con sopra una pelliccia di bihonte, era candida e riasaltava tra tutto quel blu.
Leonard le fece gesto di sedersi nel bordo del letto, mentre lui era in piedi, appoggiato alla scrivania, che la fissava,
la stava spogliando con gli occhi.

-allora, che mi dici di te?

Lia lo guardò e fece le spallucce.

-niente? pensavo che volessi parlare.
-si, ma non so niente ne di me, ne del mio passato. e lia è solo un nome che mi ha affibbiato Miriam.
-ah, Miriam. lasciala perdere, è solo una stupida ragazza permalosa.
-ma, ma non è la tua sposa?
-mh, mai!

Lia si fece scappare un sorriso. era felice.

-non hai sentito ciò che ho detto a mio padre?
-cioè?
-bè, che non l'amavo, che non la volevo sposare!
-davvero?
-si.
-e allora chi ami?

Leonard si sentì terribbilmente in imbarazzo. gliel'avrebbe voluto dire ma...

-non so. nessuno.
-nessuno?
-già, nessuno.
-strano...
-perchè?
-bè, che a una persona non interessi nessuno mi sembra strano, tutto qua.
-non è strano.
-tu puoi avere tutte le ragazze che vuoi.
-no, voi non siete giocattoli.

"UN UOMO CHE HA CAPITO CHE NON SIAMO GIOCATTOLI???!!! WOW! fantastico! che dolce! e intelligente!"

-finalmente...
-finalmente cosa?
-che qualcuno capisce che noi non siamo solo delle stupide macchine per far si che il genere umano non svanisca!
-ahah...io non l'ho mai pensato.
-e meno male!

Con lui Lia si sentiva di poter parlare, sfogarsi.

Un pugno battè contro la porta e la ragazza s'immobilizzò.

-Lia, presto, nasconditi!
-dove?
-vai, vai, sotto il letto!

Lia in un batter d'occhi si lanciò sotto il letto e rimase ferma come una statua.

-figlio!
-sera madre.
-un cavolo buona sera!
-che ha?
-tu, tu...aaaah!!!
-io cosa?
-tu hai mandato a monte tutti i piani che io e tuo padre avevamo fatto!
-perchè?
-hai detto che non volevi sposare Miriam!
-e allora?
-sai quanti anni ci son voluti per far si che la guerra si fermasse tra i paesi?
-no.
-molti, molti figlio mio!
-scusami madre, ma io non l'amo, e questo non cambierà.
-certo, certo, a te non te ne frega niente del nostro popolo!

La donna si voltò con passo infuriato, veloce, uscì e sbattè la porta.

-Lia, ora puoi uscire.
-forse è meglio che vada, principe.

La prese per un braccio

-chiamami Leonard.
-Leonard.

Lia uscì fuori e lui rimase solo, a pensare.
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ahah...chissà k vi aspettavate in qst cappy!!!! ahah...io già lo so!!! nono ragazze aspetterete...sl k quando inizieranno ad amarsi (ank se si amano già, ma cmq sn tutti e due mlt timidi, quindi ritarderanno un pò....)...le trasgressioni diventeranno fin troppe!!! ahah...cesscess...ahah!!! bè...raga...tnt baci!

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Capitolo 20
*** sogni o...premunizioni? ***


Lia fece tutti i corridoi di corsa, si doveva sfogare! era felice, felicissima! voleva correre, saltare, urlare al mondo quanto era felice.
arrivò alla sua piccola stanza che aveva il fiatone, si butto sul letto e cercò di calmarsi e soprattutto di respirare!
"calma lia, calma! ti ha solo preso per mano e...e portato nella sua stanza! WOW!!!! è bellissimo!".
Poi finalmente si calmò, e si addormentò felicemente.

"Sangue. tanto sangue. rosso. rosso, tutto maledettamente sporco. metallo, corpi, cavalli, morti, urla, botti, corse disperate, persone
che cadevano, persone che uccidevano, persone che soffrivano, persone che morivano.

una grande tenda, color verdastro, tenuta in piedi da dei paletti. dentro dei generali progettavano un piano d'attacco,
tra essi c'era anche lui. Parlavano di tattiche, di strategie, di morti, di loro compagni, del paese, della vittoria della guerra.

-domani, ci sarà il grande scontro.
-si, domani noi vinceremo!
-vinceremo per il paese! per il re!

I comandanti dicevano così, pensavano di vincere, ma qualcun'altro non era d'accordo.
era in disparte, in un angolino,seduto in una seggiola in legno. osservava come i generali fossero tanto ottimisti,
come potessero pensare che avrebbero vinto. lui sapeva benissimo che non era così. era giovane, ma intuiva che quella
sarebbe stata una battaglia tragica. Tamburellava nervosamente con le dita sul ginocchio, e continuava a guardare quelli uomini
tutti piegati in sopra una cartina a fare un piano.

uno di loro -secondo me dovremo attaccare più a destra.
-no, più a sinistra, li coglieremo di sorpresa, non sapranno che fare.
-già, ha ragione Gulliver. più a sinistra, più verso il fiume, è meglio.
-bè, se lo dite voi signori...
-certo, i soldati avversari saranno colti alla sprovvista e non potranno fare niente per fermarci!
-Principe, non ha opinioni?
-no, Gulliver, no.
-ma principe, ci serve anche il suo aiuto!
-una guerra è una guerra. che si vinca o che si perda, morti ce ne saranno comunque.
-ma...
-è così, io non voglio combattere.
-ma suo padre ha detto che...
-lo so benissimo ciò che ha detto. ubbidirò agli ordini, ma non sicuramente con piacere.
-certo principe.
-bene, ora posso andare?
-come vuole.
-arrivederci.


La tromba suonò all'alba, ma lui non aveva dormito, era rimasto sveglio tutta la notte, a pensare. sentiva
che non sarebbe uscito vivo da quella situazione, sentiva che non se la sarebbe cavata. sentiva di morire.
Si alzò dalla branda e iniziò ad andare a prendere il cavallo.
i soldati erano tutti in piedi e sull'attenti, fuori dalla sua tenda.
Gulliver gli parlava, diceva parole gonfie di significato, diceva di combattere per la patria,
per la gloria, per l'onore.
Lui passò indifferente e si recò alle scuderie, prese il suo cavallo, la spada e si mise l'armatura.
montò e si diresse dal generale. insieme guidarono l'esercito fuori dalla cinta murata, e attaccarono.
lo scontro fu violento, molti morti, ma non per gli altri, per loro.
La loro strategia era sbagliata, i nemici erano ammassati la, erano pronti, lo sapevano.
Il principe era immobile, al centro del campo, tutto attorno la battaglia. non sapeva che fare, non sapeva come reagire.
Un urlo da dietro, si voltò e un uomo grosso gli saltò addosso facendolo volare giù dalla sella, era sopra lui, lo guardava con degli
occhi neri come la pece. il principe cercò di reagire, di toglierlo da sopra di se, ma era troppo pesante.
poi l'uomo estrasse la spada e in un colpo solo tutto finì. NERO."

-LEONARD!

Lia si svegliò ansimando.

-devo andare, devo partire con lui!

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eheh! eccomi ragazze! eccovi una piccola anticipazione...dovrete aspettare moooooooolto perchè loro  due abbiano il tempo di fare quello...eheh! ci andranno mooolto vicini nel   24° cappy!!! (che ovviamente ho già scritto! eheh!!!)!!!! dai belle, vi lascio, tanti baciottini a tutte!

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Capitolo 21
*** per lui questo e altro ***


"cazzo! e ora come faccio? mi imbosco? glielo dico?" non sapeva come fare ad andare anche lei in guerra, "no, no!
non glielo posso dire! no, non mi permetterebbe mai di andare con lui! emm...".
poi sentì il rumore di passi di una guardia con indosso un'armatura, "trovato!".
aprì la porta e saltò addosso all'uomo. lo gettò a terra, quello spaventato estrasse la spada per cercare di difendersi,
ma la ragazza fu più veloce di lui e gli affondò il pugnale nel collo. prima che il sangue sgorgasse a fiumi, lo portò
dentro la stanza a lo spogliò. prima la corazza, poi i gambali, poi tutto il resto.
alzò gli occhi al collo e vedeva zampillare sangue fouri dalla giugulare, si leccò le labbra. piano piano sentì
che lei non era più lei, non era più padrona del suo corpo. lei diventò solo una spettatrice impotente. il suo viso iniziò a calare
verso il sangue e la lingua uscì fuori dalla bocca, assaporando quel tessuto liquido rosso e denso. le dava alla testa, le faceva provare
piacere come faceva un orgasmo. lo leccava con gusto, assaporava ogni goccia, poi incominciò a farle male la testa,
le girava, le sembrava di girare, girare velocissima. svenne.

si svegliò alcune ore dopo. "mamma mia. ma che è successo? ok, ho ucciso questo qui per l'armatura, ma poi?".
si portò una mano alla bocca, la guardo e vide che era piena di sangue, "ma che cavolo...", si guardò ed era completamete rossa la sua veste.
"oh minchia! ma che cosa ho fatto? cosa ho fatto?". si guardò intorno, il cadavere iniziava già a puzzare, non si sentiva nessun rumore.
"ma che ore saranno?". fuori era già buio, "bè, in ogni caso è meglio sbrigarsi.".
si tolse la veste sporca e la gettò a terra, levò l'elmo dalla testa del povero uomo e iniziò a vestirsi con i suoi abiti e con l'armatura.
si raccolse i capelli in una piccola crocchia, cercando di non far spuntare ciocche da sotto l'elmo. "pesa questa ferraglia eh!",
doveva pesare circa 20 chili, ma lei riusciva a muoversi bene lo stesso. "ora il problema è un'altro. non so dove alloggiano le guardie.".
Uscì fuori dalla stanza e andò verso l'ala dei nobili. sentiva i passi di una ragazza, poi la sentiva correre verso lei.

-Jerim!

"ci mancava solo questo!", Lia si girò, aveva l'elmo e non la potevano riconoscere.

-cosa ci fai qui amore! oh, dai andiamo! cho domani devi partire!

La prese a una mano e la tirò in avanti per farla correre.

-Jerim, quando tornerai voglio un bacio.

"oh minchia! ho ucciso il ragazzo di questa! poverina..."

-ma Jenim...

la ragazza si fermò di colpo.
"no, no!"
Prese tra le mani l'elmo e lo sfilò.

-aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!

Lia non sapeva che fare. "no, non posso ucciderla!", e invece lo fece. non aveva altra scelta.
sfilò il coltello dal fodero e glielo piantò nell'addome. "un'altro morto per colpa mia.".
riprese a correre, non sapeva dove andava, vagò, ma alla fine trovò il luogo dove c'erano le guardie.
dormivano tutte. "me no male.", si mise nell'unica branda libera che trovò, "ora non mi resta che attendere..."

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Capitolo 22
*** l'inizio del viaggio ***


22. il comandante entrò bruscamente dentro l'alloggio delle guardie.

-Forza! alzatevi!

Lia si spaventò, la colse di sorpresa, ma non fece questo effetto solo a lei.

-oggi dovrete partire!

La ragazza lo guardò, "cazzo...questo è armato sino al collo! mi risulterebbe impossibile difendermi contro di lui!".

-TU, soldato!

Lia rimase immobile, "mò mi scopre, mò mi scopre!"

-bravo. tu sei l'unico già pronto!

Sospirò quando il comandante si rivolse agli altri.

-bravi, ecco così vi voglio! bravi soldati!

"mamma mia...era li li per scoprirmi!"

-bene. ora, cinque guardie devono andare a scortare il principe sino all'accampamento.

un soldatò parlò sottovoce ad un altro, ma la fanciulla riuscì a sentirlo...

-oh, ci mancava solo questo!
-già, non bastava che ogni giorno facessimo avanti e indientro davanti alla stanza di quella puttana di Miriam perchè ha paura della serva nuova!

"ahah! questa mi fa proprio ridere! ahah! Miriam ha paura di me!!! ahah!"

lei si risvegliò dai suoi pensieri solo quando si accorse che il comandante la stava indicando.

-tu, tu andrai con il principe!

Lia non rispose, perchè sapeva benissimo che se l'avesse fatto l'avrebbero scoperta.

-bene, anche tu e tu.

indicò altri soldati che uscirono dalla stanza.

uno di loro la fissava continuamente, era con l'elmo e non la potevano riconoscere.

-bè Jenim, perchè non lo levi qull'elmo!?

un altro continuò

-ahah! cos'è Lorena ti ha ha sfregiato ieri notte mentre facevate l'amore?! ahah!

gli altri risero in coro e di gusto.

-ahah...e per di più ti ha anche mangiato la lingua! lei, invece che il gatto! ahah!
-ecco perchè ieri non ti abbiamo visto tornare, eri con lei! ora si spiega tutto!
-ahah!

Lia ascoltava i loro discorsi, potevano esserle d'aiuto. per ora aveva scoperto solo come si chiamava la ragazza che aveva ucciso...
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CIAO!!! ihi...finalmente sn d nuovo feliceeeee!!!! era da tnt k nn lo erooo!!! ihi....cmq...fra un pò vedrete le trasgressioni di L&L cm li chiama PunkieVampire!!! ihi!!!! cess cess...bè...a presto!!! baci!

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Capitolo 23
*** la vittima e l'eroe ***


23.Uscirono dal palazzo e andarono sino ad una carrozza.

-mio principe.

gli altri 4 soldati fecero un profondo inchino, mentre Lia rimase in piedi.

-riposo, riposo...
-mio signore, dobbiamo scortarla fino all'accampamento.
-si, immaginavo.

Poi Leonard posò lo sguardo su Lia, "cazzo, cazzo! no, speriamo non si accorga di me! non ora...".
Il principe girò la testa e chiamò uno scudiero che portò cinque cavalli.

-bene, sarà un viaggio lungo. richiederà alcune ore, ma non possiamo fermarci.
-certo mio signore, capiamo.
-ora montate.

"non ho mai montato a cavallo! e ora? se vedono che non so montare si accorgeranno che sono io e non quel soldato! devo cercare di resistere.
ma devo starci per ore sopra il cavallo! nooo...come faccio? bè...non ho altra scelta..."

montò a cavallo e cercò di mettersi alla meno peggio sopra la sella.

-Jenim, che hai, sembri strano.

Le disse un soldato, "mò ci mancano solo le domande!"

Lia scosse la testa e il soldato tornò a farsi i fatti propri.

"allora, come faccio a far caminare sto coso? bo..."

sbattè le gambe, il cavallo parti piano. la carrozza iniziò a muoversi e con lei anche gli altri soldati.

"certo che il principe è proprio comodo la dentro...ahah...ovvio, lui è il principe. però quanto è bello...! eh...Lia, ora non è il caso di pensare
al principe! devo ricompormi, se nò non riuscirò a concentrarmi...Lia, Lia...basta! sono qua per salvarlo, non certo per scoparmelo! eh!"

Prese le redini e strinse le gambe in modo da non cadere. "andiamo..."





Erano ormai in mezzo al bosco, quando il principe ordinò di fermarsi.
Faceva freddo, e non si intravedeva neanche un raggio di sole da quanto erano fitte le chiome degli alberi.

"brrrrr...proprio qui si doveva fermare!"

Poi scese dalla carrozza e andò da solo lontano da loro.

"dovrà pisciare..."

Poi un fruscio, un'ombra impercettibile, un fantasma, una figura nera catturarono l'attenzione di Lia.
Gli altri non si erano accorti di niente.

"Leonard..."

Lia scese rumorosamente e bruscamente da cavallo e corse nella direzione di dove era andato il principe.

"cazzo, che è questo?!"

Correva, correva..."ma dov'è, dov'è?"

Lo vide, Leonard era in terra e quella strana figura era sopra di lui, con il braccio alzato, che reggeva un pugnale, pronto a uccidere il suo amato.

"merda!"

Lia fece un balzo e estrasse il suo coltello. si mise davanti a Leonard come scudo. era pronta, pronta a riuccidere per lui.

Leonard la guardava dal basso, osservava stranamente il suo fondoschiena, senza badare più alla situazione.

-VIA!

Lia gridò, pessimo errore, grave.

La figura balzò su lei, facendola cadere a terra.
aveva sbattuto la testa e sentiva tutto lontano, vedeva che le sue gambe si muovevano veloci contro quell'ombra, correva, ma lei
non aveva impartito nessun ordine ai suoi arti inferiori.
Poteva pure pensare di fermarsi, ma il suo corpo ormai era fuori controllo.
Poi il braccio che brandiva l'arma si alzò.
La figura nera era sotto di lei, si era voltata e la guardava, consapevole di non potersi difendere davanti a quella bestia.
rimase immobile, senza paura, mentre il braccio di Lia squarciava la sua schiena e trapassava la carne.

lei cadde.
Il principe le fu subito sopra per soccorrerla, si era accorto che quello non era un soldato come gli altri.

-ehi, ehi soldato! come stai?

Lia si spaventò e si alzò bruscamente.
Scosse la testa e accidentalmente una ciocca le scese da sotto l'elmo.

-Chi sei...

Il principe l'avvicino, Lia invece indietreggiò.

-Prima hai urlato...avevi una voce strana soldato, femminile...

"mi ha cassato..."

Il ragazzo l'avvicinò ancor di più e posò le mani su l'elmo, lo sfilò...

-Lia...
-principe...
-cosa ci fai qui?
-non può capire...
-prova almeno a spiegarmelo.
-la devo salvare.
-a me?
-bè, si.
-ahah...comunque sia...

L'abbracciò, la colse di sorpresa, Lia si abbandonò a quella dolce stretta.
"mi ha scoperta."

-Lia...

Il principe si staccò da lei e le prese la testa fra le mani.
erano calde e morbide...
"non mi resta altro che..."

Poi le labbra del ragazzo si posarono dolcemente sopra le sue. Lia non pensò più a niente. ormai era fatta.

-Sta notte dormirai con me.
-cosa?
-voglio stare con te Lia...
-ma...
-niente ma...

La fanciulla sorrise, il principe la prese in braccio e appoggiò la bocca sul suo orecchio sussurrando...

-Lia, io ti amo...

Lia si lasciò cullare da quelle parole, mentre sentiva le mani del principe sotto le sue gambe che la reggevano.

-ci fermiamo qua sta notte e dormiremo nella carrozza, al caldo...
-ma non avevi detto niente soste?
-per te questo e altro.

La ragazza sorrise e abbandonò la sua testa sulla spalla di lui.
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eccomi cn un new aggiornamento!!! XD bè...vi è piaciuto?!! bnbn...tnt baciiii!

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Capitolo 24
*** la notte in carrozza (1parte) ***


 Lei era ancora in braccio a lui, "quanto è dolce..."

-Cosa ne dici piccola...forse è meglio che andiamo?!
-mmmh...

Lia fece una faccia pensosa e maledettamente sensuale.

-ti voglio Lia...

la ragazza piantò i suoi occhi grigi su quelli verdi del principe e sorrise.

-andiamo...

La fece scendere e lei si rimise l'armatura e l'elmo per non farsi riconoscere dagli altri

-Lia...
-si?
-sei bellissima.
-anche vestita così?
-io so la donna che c'è sotto...
-non mi conosci...
-ti conosco più di quanto credi.

Leonard prese la ragazza per mano e la tirò bruscamente in avanti.

-Leonard ci aspettano...
-si, hai ragione...
-lo so!

Disse lei sorridendo



I due arrivarono fino alla carrozza e Lia rimontò a cavallo mentre il principe ordinava di fermarsi nella radura poco più avanti.
"lo voglio, lo voglio!"

Diede le gambe al cavallo e l'animale si mosse seguendo annoiato la carrozza.
Si fermarono

-Bene, soldati, potete accamparvi poco più in la.
-signore, ai suoi ordini!
-bene, buona nottata a tutti.

Lia seguì gli altri e si sedette in terra, accanto al fuoco che avevano preparato.
quando tutti furono addormentati si alzò e raggiunse il principe.
Bussò lievemente con la mano.

-entra...

Lia aprì la porta ed entrò

-ti aspettavo, temevo non venissi...
-come potrei?!
-infatti non puoi...

Lia rise, rise di gusto

-non posso?
-no.
-scommettiamo che ora me ne vado?

Si stava già voltando per scendere quando il ragazzo le prese il polso e la fece ricadere indietro sui morbidi cuscini.
cadde di schiena e il principe avvicinò le sue labbra all'orecchio...

-dove vai...?

Lia si girò e lo baciò con foga. quando si staccò lo fissò fredda

-da nessuna parte...

Il ragazzo la tirò a se, per sentire il corpo di lei contro il suo, per farle capire se pur con forza quanto l'amava.

-ti amo Lia, ti amo...

Lia li mise un dito sulle labbra, com'erano maledettamente soffici e attraenti!

-sssssssh...

e lo baciò.

-anche io ti amo principe...
-ma io di più...
-sicuro?
-no.

si girarono e lei si ritrovo sopra lui, la veste candida era salita e ora aveva le gambe nude.

-fa freddo.

il principe allora la mise giù e la coprì, le mise le mani sui fiachi e così teneramente si addormentarono, al caldo dei loro corpi.
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eheh...eccomi qui raga...scs se vi ho ftt asp tnt...ma il pc era fuso...dv ringraziare sl Colinde se ora ho di nuovo ttt i miei piccoli preziosi file! cmq commentate in tnt...baci baci...

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Capitolo 25
*** la notte in carrozza (2 parte) ***


Era quasi sorto il Sole e il principe era sveglio, accarezzò dolcemente la guancia a Lia.
-ehi...
La giovane si svegliò e dolcemente si giro.
-Ciao...
-come va amore?
Lia sorrise, le piaceva Leonard quando era così premuroso, ma infondo con lei lo era sempre stato.
-bene.
-comoda?
-bè, in confronto alla tavola di legno...
-ahah...bè, magari i cuscini son più morbidi...
-si...
La ragazza prese la mani del principe che erano sui suoi fianchi e le baciò.
-Leonard io...
-ssssh...
Lei si tranquillizzò.
-io ti amo Lia, questo nessuno lo può cambiare.
-ma tu...
-io niente. io amo te, solo te.
-e Miriam?
-ah, Miriam...
-si...
-non l'amo, lo sai bene.
-davvero?
-certo.
Lia prese le mai di lui e le posò nei suoi seni, lo guardò negli occhi e sorrise
-ti amo...
Leonard non perse un attimo, le fu sopra e si reggeva con le braccia, lei lo guardava dal basso, con la testa poggiata su un cuscino e sapeva
benissimo ciò che il principe aveva intenzione di fare.
-non...
-?
-non ora.
-perchè?
-...
-non ti senti pronta?
-io ti amo, ma questa non mi sembra la situazione più adatta.
in effetti aveva ragione e il ragazzo lo sapeva. si rimise affianco a lei e guardò in alto, verso il tettuccio della carrozza.
-dalla prima volta che ti ho visto, credo di averti amato.
-ah si...?
-si.
-io, io...
-tu niente, io ti voglio mia, non voglio che tu sia la mia concubina.
-...
-ti prometto che quando rientreremo, vivrai con me.
-lo sai che tuo padre ti disprezzerà parecchio per questo...
-lui non può cambiare ciò che provo.
-...
-ti amo veramente, tu non devi essere il mio gioco.
Lia era estasiata da quelle parole, lo adorava, lo amava, lo voleva suo.
Gli si mise sopra, tanto sapeva benissimo che l'avrebbe retta come niente, visto che lei era leggerissima e lui bello e muscoloso.
-ti voglio...
Leonard le accarezzò una guancia con una mano e con l'altra faceva lo stesso con la gamba.
Lei lo baciò a lungo, avrebbe voluto che quel bacio non finisse mai, che quel bacio durasse per sempre.
-non avrei mai potuto fare questo con Miriam.
Lei sorrise. Lui le alzò l'abito, stava per succedere e lo sapeva, non si sentiva pronta, ma lo voleva.
si, lo volevano tutti e due.
 

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Capitolo 26
*** Il risveglio ***


-Signore!

 

Un soldatò lo chiamò da fuori.

 

-cazzo!

 

esclamò lei.

 

-ora?

-ora...

-aah...

-nasconditi!

-dove?

-sotto i cuscini!

 

Lia si fiondò la sotto, "però, quanto è spaziosa questa carrozza."

Leonard si rimise in ordine alla meno peggio.

 

-mio signore.

-dimmi.

-un soldato...

-cosa?

-è sparito!

 

a Lia scappò quasi da ridere. "ahah...ma la questi scemi! se sapessero che il soldato sparito stava per andare a letto con il

pricipe...ahah! ma grazie a lui...aaah...poteva anche evitare di interromperci!"

 

-ah.

-e che facciamo mio signore?

-niente.

-come niente?

-no, niente!

-come desidera.

-bravo, puoi andare ora.

 

-Lia ora puoi uscire.

 

Lia sbucò fuori dai cuscini con l'aril gatto che si è appena mangiato il topo.

 

-ahah...Lia...

 

Lia gli saltò addosso facendolo ricadere sulla schiena e lei sopra e lo baciò.

 

-è già spuntato il sole...

-già...

-dobbiamo andare.

-uffi...

-ahah, ti stavi divertendo eh!

-mmmh...

-dai, dai...viaggerai con me.

-davvero?

-si, ma nn ti devi far scoprire.

-e bè...

-e quando arriveremo all'accampamento, dovrai restare nascosta nel mio alloggio.

-come desidera principe!

 

Lui scosse la testa e sorrise, poi alzò il viso e le baciò il collo.

 

-Lia...

-mmmh?

-perchè quello scemo doveva interromperci?

-ahah, allora non mi divertivo solo io!

-e chi l'ha mai detto questo?

-ahah!

 

Lia si risistemò il vestito e Leonard si mise altri abiti.

Lei lo guardava spogliarsi. "mamma, quanto è bello!". il corpo era tonico e scolpito, il suo ventre faceva venir voglia di essere mangiato,

e le sue braccia erano così forti...

 

-dai, ora siediti e stai tranquilla che nessuno ti scoprirà.

-eheh, lo spero!

 

Leonard uscì e chiamò il cocchiere e le altre guardie.

"ahah, che dolce, che bello! sembro in una favola..."

 

Lui rientrò dentro, tutte le tendine erano tirate, in modo che non la potessero vedere.

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Capitolo 27
*** L'accampamento ***


-Lia...

-...

-Lia sei sveglia?!

-aah...

-ahah, stavi dormendo!

-mi sono solo appisolata un pò.

-siiii, dormivi come un ghiro!

-uffi...

-ad ogni modo siamo arrivati.

-arrivati? di già...

-e si.

-daaaai, che palle!

-amore, sta notte ci divertiamo.

-si?

-sisi!

-speriamo non ci interrompano anche sta volta!

-no, li ammazzo se no!

-ahah!

 

Leonard le prese il viso e la baciò, prima nella guancia, poi nella bocca, poi nel collo e poi giù.

 

-cos'è un assaggio di sta notte amore?

-mmmh...

-si, è un assaggio di sta notte!

 

Lia gli accarezzava i biondi capelli, erano morbidi, morbidissimi e avevano un profumo bellissimo.

Caddero sui cuscini e continuarono tra baci e carezze sinchè la carrozza non si fermò di colpo.

 

-signore, siamo arrivati.

-si, si. adesso vado.

 

Poi si rivolse a Lia che lo guardò interrogativa.

 

-Adesso io parlo con loro, tu nel frattempo esci molto velocemente dalla carrozza e entri in quella tenda davanti a te.

-si, amore. poi?

-poi ti raggiungo li, appena loro se ne saranno andati.

-va bene.

-dai, ora vado.

 

Le schioccò un bacio nella guancia e scese dalla carrozza. appena Lia li senti parlare, si catapultò fuori e entrò nella tenda.

esternamente sembrava una tenda classica dei soldati, verdina, bruttina, ma quando entrò dovette ricredersi.

Al centro c'era un letto, soffice, pieno, e ripeto, pieno di cuscini bianchi e dorati. Delle belle tavole di legno

fungevano da pavimento, erano talmente pulite che ci si poteva andare scalzi, una scrivania era opposta al letto, sopra c'erano delle carte,

un calamaio, una penna nera. "poco poco organizzati questi eh! ahah...almeno staremo comodi."

il letto era grande. Lia si sedette sul letto e guardò un pò l'interno della tenda: c'erano spade, pugnali di tutti i generi e

e un'arco con delle frecce. "WOW!".

Leonard finalmente finì di parlare con il soldato, e la ragazza sentì la carrozza trainata dai cavalli che si muoveva e andava via.

 

-Leonard...

-dimmi bellissima.

-vieni.

 

Lia lo guardava dal basso mentre lui si avvicinava. Le fu vicino, e la guardò. Lia aveva la faccia quasi nelle parti intime del principe,

tanto era bassa da seduta. Gli piaceva, gli piaceva guardarlo, giocarci, ma a lei lui non piaceva soltanto, lei lo amava.

 

-Lia io...

 

Lia appoggiò la testa si di lui con delicatezza e chiuse gli occhi.

Il ragazzo allungò le mani e giocò un pò con i capelli castani di lei. finchè Lia non gli fece capire bene quali erano le sue intenzioni facendoli

cadere i pantaloni.

si, fece proprio quello, non ve lo descriverò, cosa potete capirlo anche da soli.

Lui poi la tirò su e le tolse la veste. l'aveva già vista nuda, ma ora gli sembrava più bella, più donna.

e mentre gli baciava il collo, gli lasciava piccoli segni rossi lungo la discesa, sulla sua pella sembravano cigliegie nella neve.

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Capitolo 28
*** ciò che rovina un momento ***


soldato -signore i comandanti la richiedono per una consultazione!

 

Leonard e Lia erano ancora sul letto a baciarsi.

 

-uff! si, si. ora arrivo.

lia -amoooore!

-si Lia?

-ti amo.

-anche io.

 

il principe usci leggero dalla tenda e lasciò Lia nuda sul letto, che si buttò indietro con la testa sul cuscino, sospirando.

Guardava in alto, un punto fisso nella parte alta della tenda. "che noia! e pensare che chissà per quanto tempo dovrò stare rinchiusa qui!".

sicuramente molto meno di quanto si aspettasse. Si alzò e si sedette sul bordo del letto.

"chissà chi era quell'uomo che ha tentato di uccidere il principe. bo.".

prese da terra la veste bianca. "ahah! vorrei proprio vedere Miriam in questo momento! ahah! se sapesse che la sua schiava

stava per andare a letto con il suo amato, che non la sposerà! ahah! morirà d'invidia!".

Diede una sbattuta alla veste per levarle un pò di polvere. "Miriam...". Mise l'abito. "ecco, ecco chi era la vittima! LEONARD!

cazzo, cazzo io l'ammazzo a quella! ecco cosa voleva fare! lo avrebbe dovuto sposare e poi l'avrebbe fatto uccidere! che vera troia!

solo che...che non l'ha sposato. ah bè, si. l'avrebbe ucciso in ogni caso. se l'avesse sposata l'avrebbe fatto uccidere per avere il potere,

ma dato che non l'ha sposata...ovvio...voleva vendicarsi! giuro, giuro sulla mia testa che quando torneremo la ucciderò con le mie mani!

anche davanti a tutti, questo non m'importa! lei non si doveva permettere di ammazzare Leonard, MAI!". si alzò e passeggiò un pò avanti e indietro

dentro la tenda, poi andò verso l'uscita e guardò.

"che brutte cosa che fa la guerra. molto, troppo brutte. non che io assassinando tre persone abbia fatto di meglio. anche perchè

ne il soldato, ne la sua ragazza centravano niente, poverini, ma era necessario per salvare il mio principe. non potrei neanche pensare di perderlo."

un soldato le passò davanti e per poco non la vide. "mi sto annoiando! uffa, se almeno ci fosse Leonard, lo so io che faremmo. e già...ma dovrò aspettare a sta notte.

eheh. ma dico, perchè ci devono sempre interrompere!? lui fa intempo appena a togliermi la veste che lo chiamano?! no! non è per niente giusto!".

Tornò indietro e prese il pugnale tra le mani. era sporco di sangue, ma stanamente sembrava ancora liquido, non incrostato.

"strano, è da un paio di giorni che c'è! chissà come mai! uffa! troppi misteri, enigmi da risolvere, non va per niente bene!".

continuò a rigirarselo tra le mani, poi vide che una goccia di quel tessuto liquido stava scendendo e con un dito la raccolse.

sangue. Lo guardò, l'attraeva, il sagnue l'attraeva. le piaceva vederlo sgorgare dalle sue vittime, la bestia che era in lei lo richiamava, ne

aveva bisogno. strinse il coltello. "perchè, perchè mi fa questo effetto?!". un'altro enigma, ma non sapeva che da li a poco si sarebbe risolto.

 

-lia!

 

Leonard entrò nella tenda e si buttò su di lei abbracciandola. lia rimase un pò sbalordita, ma era felice.

 

-amore!

-scusami...

-e per cosa?

-perchè ti ho fatto aspettare tanto!

-aah!

 

Poi gli occhi di lui caddero sul pugnale posto sulla scrivania.

 

-lia, quello cos'è?

-un pugnale.

-bè, ma non è della nostra fattura, dove l'hai preso?

-l'ho trovato.

-dove?

-nel davanzale della mia finestra.

-lo sai cosa vuol dire il drago con sopra una donna che lo cavalca, vero?

-no, perchè?

-lia, te ne devi disfare subito.

-no!

-devi!

-perchè?

-quel simbolo, rappresenta i demoni più oscuri che esistano. si dice che abbiano gli occhi rossi e che quando vedano il sangue, bè, lo bevano.

-cosa!!!

-è davvero così lia. si trasformano in vere e proprie bestie, sono donne, ma i loro occhi...

-coosa?

-si tingono di rosso.

 

Lia si girò e si sedette sul letto, piangendo.

 

-Lia, lia che hai?

-niente.

-stai piangendo amore.

 

Il ragazzo con il dorso della mano le asciugò la guancia.

 

-basta cucciola.

 

La baciò, e come sempre riuscì a tranquillizzarla.

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Capitolo 29
*** prima della battaglia... ***


29.

-amore.

-dimmi.

-ti amo.

-lo so lia, anche io.

 

erano abbracciati nel letto, lei con la testa sopra lui e con la mano sul suo petto.

Poi si girò le lo guardò negli occhi.

Non avevano fatto l'amore. A leonard non gli sembrava il caso. Lia era sconvolta per la storia del pugale, era stanca per il viaggio, quindi

non voleva stancarla ancora di più.

 

-piccola, io domani...

-domani cosa?

-devo andare...

-?

-a combattere.

 

La parola gli uscì come un soffio.

 

-cosa?!

-si.

-non puoi!

-sono un soldato lia!

-no, tu sei...

-un soldato.

-il principe.

-anche il principe è un soltato e deve combattere.

-ma...

-lia, non mi accadrà niente, vedrai.

-amore, non voglio.

-lo so, lo so.

 

Un soldato chiamò leonard da fuori.

 

-signore!

lia-amore, nn andare...

-lia, io devo andare.

-no, no, andiamocene, nn andare, ti prego.

 

Lei aveva gli occhi lucidi e suplicava il suo principe.

Lui la guardò e le sorrise, poi si alzò,si mise l'armatura e andò.

Lia rimase sola, era triste, troppo triste, "cosa fare?" non lo sapeva, "andare con lui? no, no. è un principe giusto?! bè, gli altri nn permetteranno mai k gli accada qualcosa."

cercava d autotranquillizzarsi, ma il che le risultava alquanto difficile. lei lo amava, era rapita da lui. lui quel ragazzo biondo, con gli occhi profondi ed espressivi, le labbra morbide e

delicate, il carattere dolce. sapeva che senza di lui non ce l'avrebbe fatta, lo sapeva. "devo fare qualcosa!". si, in effetti doveva agire.  "ma come, come posso fare?" d'improvviso si alzò e si guardò attorno.

"armature qui? no eh...bene, vuol dire che..." prese il pugnale, lo fisso, poi alzò la testa e chiuse gli occhi stringendo il più forte possibile la mano intorno all'impugnatura. i rumori divennerò lontani e quando aprì gli occhi

vedeva tutto sul blu. "ha funzionato, solo che non durerà allungo, devo muovermi.". era riuscita a fare lo stesso incantesimo che aveva fatto

l'altra volta per sbaglio, solo che questa volta era voluto.  uscì dalla tenda con tranquillità, nessuno la poteva vedere, per di più il campo era deserto, tutti, o quasi, i soldati erano in guerra.

"pensa lia, pensa. le armature...mmh..." girò dietro una tenda e si guardò un pò in torno, poi vide una tenda più grande e semi aperta. si poteva intravedere il luccichio del metallo. "li."

entrò, vide moltissime armature e armi, dovette cercarne una piccola, o almeno che si adattasse al suo corpicino esile, che non rassomigliava neanche da lontano a quello d un soldato. "bè, questa può andare, spero d non navigarci troppo dentro, anche xkè se no mi risulteranno difficili i movimenti.". la prese e rientrò di corsa nella tenda.

saranno state le 14 circa, c'era abbastanza caldo e si sentiva che la primavera era alle porte. "io non so, non so se ci sarà veramente bisogno di andare." però qualcosa le diceva che doveva farlo.

aveva un brutto presentimento, e se nn gli avesse dato ascolto potevano scaturirne brutte conseguenze e lei voleva proprio evitare quello.

così cercò una fascia per stringere il seno e qualcosa per raccogliersi i capelli. man mano che si arrotolava la benda attorno torace lo sentiva comprimersi e le faceva male, ma il dolore lo doveva sopportare.

legò i capelli e si tolse la veste, l'armatura era li, poggiata, se la mise. sembrava un ragazzo. non era più lei, era un giovane soldato.

"leonard, solo per te lo faccio, per te e per il nostro amore." prese il pugnale e di corsa usci fuori dalla tenda e cercò le scuderie. "cavalli, cavalli, cavalli, se no mai che ci  arrivo da lui." le trovo e prese un cavallo

che le sembrava in buono stato, era nero, completamente nero, gli occhi erano grigi come quelli della fanciulla, forse fu proprio per quello che lo scelse, c'era affinità. "ah bè, andiamo."

montò a cavallo e sbattè le gambe. codesto partì sparato al galoppo. "cazzo, cazzo. dove è la battaglia? cosa dicevano nel mio sogno?! ah si, il fiume." si voltò a sinistra e lo vide, guardò un pò più

lontano e vide anche  la macchia di soldati, iniziava a calare la sera e stava già fecendo buio, non sarebbe arrivata li mai prima di un'ora, comunque doveva fare il più presto possibile, quindi lanciò il cavallo al galoppo.

sentiva gli zoccoli battere forte nel terreno e le narici del possente animale allargarsi per consentire ai polmoni di prendere aria, il pugnale  l'aveva legato alla vita ed era come se lo sentisse pulsare, come se lo sentisse chiedere sangue, uccidere, uccidere,

era questo quello che le chiedeva. piano piano sentiva il rumore delle armi sempre più forte, sempre più vivo...

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