Insegnami a volare

di _fly on the road_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il passato appartiene al passato ***
Capitolo 2: *** I waited you for a life ***



Capitolo 1
*** Il passato appartiene al passato ***


Ciao a tutti questa è la mia prima ff, spero vi piaccia il primo capitolo. Ah, le parti in corsivo riguardano i flashback. Buona lettura:)

Delusione: ecco tutto quello che provava in quel momento. Allyson era stata delusa per l’ennesima volta, dall’ennesima persona in cui aveva creduto, a cui si era affidata e ormai nessuno avrebbe più potuto rimediare a quell’enorme cicatrice che si era già aggiunta alle altre, che era andata ad accumularsi alle ferite ricevute nel corso della sua esistenza. Che senso ha vivere? Si trovò a chiedersi per un momento e arrivò alla conclusione, come faceva molte volte, di essere semplicemente una di quelle a cui il destino aveva detto “no” rendendogli così la vita impossibile. Dopo la madre, anche il padre sembrava averla abbandonata e adesso l’unica persona a cui era riuscita ad aprire il suo cuore l’aveva tradita, finendo così per tritare quel poco di fiducia che le era rimasto.  

Pov. Allyson

*il volo per Londra sta per partire* una voce rimbombava nella mia testa. Mi alzai, presi quelle poche cose che ero riuscita a recuperare nel trambusto di ieri sera e mi avviai verso la porta d’imbarco, sperando così di riuscire a lasciarmi tutto alle spalle, non volevo più ricordare nessuno in questo posto, non di certo dopo quello che era successo.

Stavo tornando a casa dopo una giornata di lavoro dal mio Mike e questo non mi poteva rendere più felice. Io e lui eravamo fidanzati ormai da 2 anni e gli dovevo tutto, era stato lui a salvarmi dal mondo in cui vivevo prima. Dopo una camminata di due isolati intravidi finalmente la casetta che eravamo riusciti a tirar su con tanta fatica, mi avvicinai fino a riuscire a scorgere il tappetino alla porta d’entrata che riportava la scritta “welcome”, ma mi bloccai. Un immagine orribile si posò davanti ai miei occhi, una ragazza ben poco vestita era avvinghiata a Mike, il quale la stringeva a sé con foga, mentre si scambiavano un bacio che di casto non aveva proprio niente. Singhiozzai, lui si girò e per un attimo mi volli sotterrare. I miei occhi passarono da lui alla ragazza per almeno qualche minuto e ora erano sommersi da goccioline salate e silenziose. Il mio sguardo era pieno di odio, rancore e amarezza e l’unica cosa che riuscii a fare in quel momento fu sorpassarli entrando così in casa, tra le parole di Mike che non sentii perché ovattate dal pianto. Presi qualche indumento e lo gettai in una borsa a caso, uscii di nuovo a passo svelto e riuscii solo a decifrare qualche sua parola –sei tu la donna della mia vita- disse, non lo ascoltai. Di certo in quel momento non volevo comprendere niente, volevo solo fuggire. Mi aveva fatto male e solo lui sapeva cosa potessi provare in quel momento, ma questo sembrava non importargli dato che l’aveva fatto comunque. Tutte promesse buttate al vento –non ti farò mai del male- era quella che adesso ardeva di più e l’unica che volevo rispettasse veramente. Adesso, l’unica cosa che volevo fare era scappare via da lui e da quel posto che ormai riusciva solo a trasmettermi tristezza, ero troppo debole per sopportare anche questo, troppo debole per sopportare qualsiasi cosa, così decisi di andare dall’unica persona che mi aveva sempre capita, con il solo sguardo.

Vagavo per quella città ormai da un’ora come una turista sperduta, una cartina in mano e un indirizzo che mi vagava per la mente, quello che mi avrebbe portato da lui. Tirai un altro sospiro frustrato per il mio tremendo senso dell’orientamento, ero già stata a Londra qualche volta, ma in quel momento mi trovavo davvero in difficoltà. –stai cercando qualcuno?- una voce alle mie spalle mi face girare di scatto –come?- risposi ponendogli un’altra domanda. La persona che mi trovai davanti fu una ragazzo di almeno una spanna più alto di me, con i capelli castani e due occhi nocciola tremendamente profondi che in quel momento erano accesi da una leggera curiosità nei miei confronti, era davvero molto bello…ma poco importava in quel momento. –ti posso dare una mano. Dove devi andare?- io annui sollevata e mi feci portare nella via che tanto avevo cercato –sei nuova di qui?- ruppe il silenzio –si, beh…non so nemmeno se rimarrò a lungo- -ah, capisco- vagai con lo sguardo e finalmente vidi quello che cercavo. –ehm..grazie per avermi accompagnata, io sono arrivata- -è stato un piacere, ci vediamo allora!- -si, ciao-

Detto questo andai alla porta e suonai il campanello, notando con felicità che almeno da fuori quel posto non era cambiato proprio per niente. La porta si aprì –ti ho detto che non voglio comprare nien..- la sua voce si bloccò –Ally- sospirò –Harry- dissi di rimando

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Capitolo 2
*** I waited you for a life ***


Ciao a tutti! Grazie per aver letto il mio primo capitolo!! Ora la storia continua e vengono a galla nuovi misteri.. più avanti si scoprirà tutto! Grazie ancora e buona lettura!!

-Ally- ripeté trattenendo il fiato per qualche secondo come per capire se fossi davvero io o solo una qualche strana apparizione. Allungò un braccio verso di me sfiorandomi leggermente la mano, sobbalzai. I suoi occhi puntati nei miei mi riportarono ai vecchi tempi, ai bambini spensierati che eravamo e improvvisamente mi bloccai, ricordando la prima volta che avevo incrociato quelle pietre verdi e nelle quali mi ero completamente persa.

Avevo circa otto anni durante quel piovoso marzo 2001 e quel giorno la pioggia si era fatta davvero insistente, c’erano case allagate ed edifici chiusi per la copiosità con cui quelle goccioline sporche si facevano strada in città, rendendo impossibile la quotidianità delle azioni. Nonostante la vita in quei giorni sembrasse invivibile, per me era tutto perfetto. Io amavo la pioggia e nonostante facesse ancora parecchio freddo ero intenta ad ultimare la mia passeggiata pomeridiana, resa ancora più interessante da quell’atmosfera di tranquillità che in quel momento avvolgeva la città. Tranquillità, un termine a me sconosciuto in quel periodo, quasi inadatto a descrivere la mia situazione.. erano infatti i litigi dei miei ad appesantire l’aria ogni volta che facevo ingresso in casa e furono quelli a portarmi fuori da quell’appartamento tutte le volte che ne avevo occasione. Ecco, quel giorno ero fuggita dall’ennesima discussione su quanto fosse apprensiva mia madre nei confronti dell’uomo che odiavo definire padre e per allungare la mia permanenza lontano dalla guerra fredda combattuta da quei due, decisi di passare nel mio posto preferito, il mio rifugio, una grotta sospesa a qualche metro dalla spiaggia. Sospirai prima di accasciarmi al suolo freddo stringendomi le gambe con le braccia, quasi per sentire conforto e chiusi gli occhi come sempre, anche se con meno frustrazione del solito. Sentii dei passi leggeri avvicinarsi e alzai leggermente il capo per capire chi fosse: una testa ricciolina si affiancò a me e mi osservò con aria curiosa –giornata difficile?- mi chiese sorprendendomi. Mi limitai ad annuire e poi richiusi gli occhi sentendo il suo leggero sospiro battermi sul collo talmente mi era vicino –passerà anche questa- si limitò a sussurrare facendomi stranamente sentire sollevata. Il giorno seguente lo trovai di nuovo lì e questa volta fui io ad aprire la conversazione ripetendo le sue stesse parole –giornata difficile?- intravidi un sorriso spuntare sul suo volto –no, è solo diversa- si ritrovò a dire. Sospirai e chiusi gli occhi come sempre. –Harry- sussurrò –mh..?- -il mio nome.. Harry- -Allyson- mi limitai a rispondere, il suo sorriso accecante mi illuminò, trasportandomi letteralmente in un altro mondo. Da quel giorno quello diventò il nostro posto sacro, ci trovavamo e stavamo lì, in silenzio, come ad ascoltare ognuno i pensieri dell’altro. Col passare del tempo però, tutto quello sembrò non bastarci più e così iniziammo a frequentarci anche in altri occasioni, riempiendo i silenzi da innumerabili parole. Trovai in lui il mio migliore amico e anche l’unica persona che riusciva ad ascoltarmi e capirmi, in pratica un fratello, che però fu costretto a lasciarmi, facendomi così affrontare da sola quella vita che sembrava non mi avesse mai amato abbastanza.

E ora che ero arrivata in quella casa la mia presenza sembrò quasi senza senso, come avevo potuto pensare di tornare da lui? Erano anni, infondo, che ci scrivevamo e basta, senza però avere mai avuto il coraggio di rivederci, forse troppo scossi da quello che era successo e questo rendeva tutto più insensato di quanto già fosse. Feci per andarmene, ma qualcosa mi bloccò.. forse era solo la mia immaginazione, no aspetta, mi stava abbracciando. Mi trovai a ricambiare quell’abbraccio che mi fece capire che nulla era cambiato. –finalmente- sospirò –finalmente sei qui- continuò –ti aspetto da una vita sai?- disse staccandosi leggermente e accennando un lieve sorriso sul volto, che però bastò per mettere in luce le sue formidabili fossette.  –te l’avevo promesso che sarei tornata – -mi sei mancata Ally- -anche tu Harry, anche tu-

Mi fece entrare e mi promisi di raccontagli tutto quello che era successo, Mike compreso, perché con lui non avevo segreti, non ne avevo mai avuti e di certo non avrei iniziato ora.

-io lo uccido- ed ecco che per la decima volta ripeteva tra sé e sé cosa avrebbe voluto fare al ragazzo che mi aveva indotto a scappare dal mio passato.   Appena iniziammo a parlare d quell’argomento si irrigidì, Mike non gli era mai piaciuto e anche se da un lato era sollevato fosse finita, odiava vedermi soffrire. Non sembrava nemmeno fosse passato così tanto, ci parlavamo come se fossimo stati  ancora i due bambini di anni fa e lui si dimostrò quello di una volta, solo un po’ cresciuto.

Pov.Harry

Da quando Ally era riapparsa il mio cuore sembrava essere più leggero, come se si fosse tolto un peso. Non si possono nemmeno immaginare i sentimenti che provai nel momento in cui la rividi: la mia migliore amica, mia sorella, era tornata, forse dimenticando tutto il male che avevamo sofferto.

Ci svegliammo sdraiati sul divano, uno accanto all’altro, nella stessa posizione in cui ci eravamo addormentati la sera prima parlando, fino a quando non avevo più sentito la sua voce che scoprii presto essersi tramutata in un respiro regolare. Mi aveva raccontato davvero tutto, tutte le sfumature della sua vita fino al motivo del suo arrivo lì ed ero diventato certo di una cosa.. quel ragazzo non l’avrebbe di certo passata liscia, ma Ally riuscì a calmarmi, come faceva sempre d’altronde, così lasciai perdere per un po’. E ora mi trovavo lì, su quel piano morbido ad osservare tutta la sua bellezza, a partire dai suoi capelli castano chiaro che avevano preso una leggera sfumatura d’orata, ai suoi occhi ora chiusi colorati di solito di un delicato azzurro e poi le sue labbra, quanto mi avevano attratto in quegli anni, morbide, scure, lasciavano trasparire tutta la sua dolcezza anche quando cercava di sembrare arrabbiata, cosa che non le riusciva mai bene dato che era troppo buona, una delle persone più buone che abbia mai conosciuto.

-buongiorno- un brivido mi attraversò –buongiorno- replicai con la voce ancora impastata dal sonno –oggi ti porto a fare un giro- dissi. Mi guardò perplessa per un momento, ma poi si aprì in uno dei suoi fantastici sorrisi e notai per un momento un luccichio nei suoi occhi. Dovevo tirarla su di morale, sapevo che non sarebbe stato facile, quella volta, come mi aveva detto la sera prima era davvero arrivata al limite e odiavo vederla così, quindi quale occasione migliore per mostrarle Londra? –dai vai a farti una doccia che poi usciamo- le ordinai –certo, arrivo- rispose sporgendosi per schioccarmi un bacio sulla guancia, rabbrividii.

Pov.Ally

Salii al piano di sopra dirigendomi verso il bagno in quella casa che conoscevo come il palmo della mia mano e sorrisi ripensando a ieri, Harry mi aveva fatto sentire di nuovo bene, dopo tanto. Mi lavai, mi vestii con quelle poche cose che mi ero portata dietro e poi lo raggiunsi di sotto, uscimmo con la sua promessa di farmi visitare tutta Londra.. e fu proprio così!

 A fine giornata ero sfinita, davvero, così mi sedetti per l’ennesima volta sulla prima panchina che vidi. –di nuovo Ally? Ci siamo fermati solo 5 minuti fa!- -scusa riccio, non sono io che ho deciso di girare un’intera città in un solo giorno!- sbuffò contrariato –sei sempre la solita, dai vieni qua- cosa? Mi sentii prendere per i fianchi e poi appoggiarmi sulle sue spalle. Ma quanta forza aveva quel ragazzo ?? –aiuto Harry mettimi giù!- scoppiò a ridere –eh no bella, io non voglio essere rallentato da nessuno quindi adesso vieni qui e ti porto io- mi dimenai, ma non riuscii a liberarmi dalle sue mani che mi stringevano le caviglie  -Harold Edward Styles lasciami giù- rise di nuovo e cominciò a correre dirigendosi verso un bar poco distante, poi mi lasciò giù, anzi cademmo entrambi a terra e rimasi schiacciata dal suo peso –ahi!! Ma cosa sei? Un bufalo??- -ahaha scusa Ally- si spostò sotto il mio sguardo che avrebbe dovuto sembrare scocciato, ma che alla fine si tramutò in una rumorosa risata da parte di entrambi.

Entrammo a prendere un caffè e ci accomodammo ad un tavolo poco distante da una grande vetrata. Poco dopo la porta si aprì di nuovo e vidi entrare tre ragazzi che si diressero verso di noi –ciao ragazzi- urlò uno di loro. Ma chi erano questi?? –scusate, ma cosa volete?- dissi scocciata. Un silenzio imbarazzante avvolse la sala, scoppiarono a ridere e così fece anche Harry. Come si permettevano di ridermi in faccia?? Assunsi uno sguardo contrariato e mi irrigidii, quei ragazzi erano davvero insopportabili, insomma, non ci conoscevamo nemmeno! O forse ero io ad essere sbagliata.. beh poco importa! –hey Ally calmati- mi disse dolce Harry –questi sono i miei amici- cosa? Oddio che figura! E non poteva dirmelo prima?? Arrossii violentemente, gli altri risero e si accomodarono vicino a noi. –scusate ragazzi, io..io pensavo.. ecco- fui interrotta dal ragazzo moro con gli occhi nocciola, ehi aspetta.. lui era quello che ieri mi aveva indicato la strada per la casa di Harry! –non preoccuparti, non c’è problema- mi rassicurò illuminandomi con un sorriso dolce.                 A quel punto si presentarono, Liam era quello che mi aveva appena parlato, Louis il ragazzo con gli occhi azzurri e Zayn quello che aveva parlato meno fino a quel momento, con i capelli neri e un fare misterioso. Come scoprii dopo quelli erano gli amici che Harry frequentava sempre e non c’è che dire.. erano davvero simpatici e io avevo fatto una gran bella figuraccia!!

–hey ragazzi ma Niall dov’è?- Harry interruppe una risata rivolta all’ennesima battuta di Louis.. quel ragazzo era proprio allegro! Gli altri esitarono un attimo, poi fecero spallucce non sapendo dove fosse. Mm Niall..questo voleva dire che c’è n’era un altro.. quei ragazzi insieme ad Harry erano proprio dei casinisti.. non facevano che ridere alle continue battutine che si rivolgevano, ma devo dire che era davvero piacevole stare con loro.. ecco perché Harry li frequentava.

Tornammo a casa salutando quei ragazzi che ci fecero compagnia fino a poco prima di cena, io ed Harry ordinammo una pizza e decise che sarei potuta stare da lui –niente scuse, non hai un posto dove stare- mi aveva detto, d’altronde aveva una casa enorme e mi aveva fatto capire anche che per lui era un piacere avermi lì.

Ci sedemmo a mangiare, quando qualcosa vibrò nella mia tasca.. mi era arrivato un messaggio –papà- lessi ad alta voce. Io ed Harry sbiancammo.. come poteva farsi vivo dopo tutto quello che mi aveva fatto ??

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