L'inizio Della Fine

di Sera_Akai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio... ***
Capitolo 2: *** 1. Hattori, dici? ***



Capitolo 1
*** L'inizio... ***


L'INIZIO

Aprile. La stagione delle fioriture, la stagione in cui tutto ha inizio: un nuovo anno scolastico stava per iniziare al liceo Teitan. 
Una ragazza dai capelli corvini raccolti in un chignon fatto di corsa e fisico slanciato, camminava con passo sicuro e fiero, per un sentiero invaso da petali rosa, che conduceva verso il luogo dove quella mattina si sarebbero svolte le lezioni, le sue prime lezioni da liceale. 

Era una giornata calda nonostante fosse solo primavera; infatti, indossava la divisa estiva: camicia bianca appena stirata, sopra di essa un gilet giallo completando il coordinato con una gonna blu notte sopra le ginocchia: sembrava fatto appositamente per lei. 
Si era già preparata a superare quel giorno: nuova classe, nuovi compagni, nuovi professori e nuove complicazioni. Ma, almeno per lei,  non era un problema insormontabile. 
“Ehi Aya! Aspettami!” la ragazza dai capelli scuri si voltò nella direzione da dove proveniva la voce che la richiamava da lontano. Una volta spuntata fuori, le si illuminò il volto alla vista di una ragazza, pressapoco della sua statura ma più robusta,  venirle incontro con un sorriso che goffamente cercava di nascondere la fatica della corsa.
“Buongiorno Honoka” la saluto' ridendo per come era ridotta la povera faccia della ragazza che, stravolta, cercava di raggiungerla con passi pesanti da far alzare una nube di petali trascinando il suo corpo come se fosse un macigno.
“Eh, 'giorno anche a te ''miss non aspetto nessuno'', grazie davvero!” gli apostrofò asciugandosi il sudore che gli sgorgava impetuoso dal viso con la mano candida scostando i capelli scesi in mezzo alla faccia.
“Mi dispiace, perdonami” si appresto' a scusarsi lei per non farla arrabbiare ulteriormente: la ragazza dai capelli corti si protese in avanti con fare curioso.
“Come mai tutta questa fretta per arrivare a scuola, eh?” incalzo' con la curiosità che la divorava dall'interno. Ignorando la domanda, ricominciò a camminare come se niente fosse: odiava quando le venivano fatte domande     di cui si era già a conoscenza delle risposte. Diceva che era uno spreco di tempo soprattutto se lo scopo era per prendere in giro.
“E dai, stavo scherzando! Che permalosa!” e scoppiò a ridere nel constatare che l'amica  non era cambiata di una virgola durante le vacanze di primavera: era la stessa.

-tutti i nuovi studenti sono pregati di recarsi nell'auditorium per la cerimonia di inizio anno-
“Maledizione, non ci danno neanche il tempo di guardare in che classe siamo finite. E ora...” si guardò intorno notando che ad ascoltarla non ci fosse nessuno a parte gli alberi che circondavano l'ingresso del liceo e qualche uccellino in mezzo al cortile.
“Ma guarda te, mi lascia sempre da sola senza avvisarmi. Chissà da chi ha preso.” parlò tra se e se dandosi della stupida per aver parlato da sola: stava impazzendo.
-...ora lascio la parola alla rappresentante dei nuovi alunni...-
Si alzò un vociferare che pareva non aver fine
“Che cosa?”
“Sarà una ragazza?”
“Dicono che è da circa dieci anni che, tra i nuovi studenti, abbia i voti più alti un ragazzo!”
“Allora questo vuol dire che infrangerà la tradizione.”disse un ragazzo ascoltando distrattamente le chiacchiere nella sala, più divertito di chi fosse la  diretta interessata, che di quelle voci che giravano.
“Dicono proprio curioso.”
-... Ayane Kudo, può procedere con il suo discorso.-

“Allora... Aya, rappresentante dei nuovi alunni, come ci si sente ad essere così importanti e popolari tutto d'un colpo?” la canzonò Honoka dirigendosi, per la seconda volta in quella giornata, verso i tabelloni dove erano distribuiti i vari studenti nelle rispettive classi.
“Beh, come dire... Normale? Non c'è niente di speciale, credimi” gli rispose con fare seccante per il suo nuovo appellativo. Non gli interessava niente di quello che pensavano gli altri, gli bastava solo essere se stessa Si avvicino' sempre di più alla calca che si accerchiava.
“Comunque sia, voglio vedere in che classe sono capitata.” finì il discorso, cercando di alzarsi in punta dei piedi per osservare meglio le sezioni. Tirò un sospiro di sollievo una volta che ebbe trovato il suo cognome.
“Allora, sono nella sezione 2... “ esclamarono all'unisono Aya e un ragazzo che albergava alle sue spalle. La ragazza si girò di scatto e si ritrovò un ragazzo, occhi verdi e capelli neri che la fissava con fare curioso e non smise un secondo di guardare la sua figura.
“Ah..” provò a parlare ma non ci riuscì: era come immobilizzata da quello sguardo. Rimase pietrificata per una manciata di secondi, poi si riprese rendendosi conto che si era imbambolata a guardarlo.
Aveva l'aria famigliare: quel modo di fare, quell'accento che non era di Tokyo ma soprattutto quella carnagione. Era simile a un ragazzo che qualche tempo fa trovò casualmente in una vecchia rivista in un bel articolo in prima pagina.
“S-scusa, io...” 
“Allora sarò in classe con la rappresentante, sono onorato” e si inchinò come per mostrare rispetto. La ragazza, sorpresa non si mosse di un millimetro: era la prima volta che si trovava in una situazione simile. 
"Ma che mi sta succedendo? Maledizione."
“E tu saresti..?” domando' con fare cortese senza mostrare troppa confidenza nel miglior modo possibile: a recitare non era mai stata un asso, ma con le parole ci sapeva fare.
“Forse avrai sentito parlare di me qualche volta, che so, magari in TV nei telegiornali... Mi chiamo Hattori Naoki, primogenito del migliore amico di tuo padre, ovvero di Kudo Shinichi” a quella rivelazione mancò poco che cadesse a terra: allora le sue supposizioni non erano del tutto infondate. 
“Non sarai mica il bambino con cui giocavo dieci anni fa... “ 
“Era da tanto che non ci vedevamo, eh Aya?”  era come se avesse fatto un tuffo nel passato; stralci di immagini che ritraevano lei da bambina insieme ad un altro della sua età con la cosa in comune ereditata dai loro padri: la fame di conoscere che mai sapevano saziare in alcun modo. 
Dopo qualche secondo, arrivo' una calca di ragazze di ogni classe  accerchiando il ragazzo del kansai facendolo sparire dalla sua vista. 
“Ehi, chi era quel figo? Eh?” chiese l'amica rendendosi conto che non era stata ascoltata.
“Ehi? Pronto? Terra chiama Aya!”
“Ho sentito, ho sentito. Non serve che mi urli sull'orecchio, non sono sorda.” urlò sentendosi le orecchie fischiare dal dolore provocato dalla voce squillante dell'amica. 
“Cosa c'è?” chiese nuovamente una volta ripresasi.
“Sbaglio o eri distratta?” gli apostrofò guardandola con aria divertita.
“Io? Distratta? Quando mai?” rispose con tutta franchezza incamminandosi verso l'entrata dell'edificio, per recarsi nella sua aula.
“Già, avevi uno sguardo assorto” 
La rincorse a fatica avendo finito tutte le energie un'ora prima per arrivare in orario. 
“Ma non farmi ridere” rise continuando a camminare per la sua strada, ma quella era solo una risata falsa sapeva benissimo che d'ora in avanti, quel ragazzo, gli avrebbe dato del filo da torcere. 
“Ahahah qui gatta ci cova, eh cara la mia Aya” la stuzzicò con aria maliziosa. La ragazza non accogliendo le sue intenzioni continuò a camminare non badando alle occhiate curiose che di tanto in tanto, gli alunni del liceo, gli lanciavano.

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Capitolo 2
*** 1. Hattori, dici? ***


L'Inizio Della Fine

Capitolo 1. Hattori, dici?

 

Precisazioni: corsivo pensieri, grassetto flashback

Mentre le due ragazze percorrevano il lungo corridoio che conduceva alle classi, tra chiacchiere degli alunni rimasti fuori dalle aule aspettando i propri professori della prima ora, saltò fuori anche il nome Ayane.
Ma quella è la presidentessa!”
Si, è proprio lei. La figlia del più famoso detective di tutta Tokio, se non dell'intero Giappone!”
Si, è proprio la figlia di Shinichi Kudo!”
C'era da aspettarselo da una come lei!”
Ma non si rendono conto che tu stai ascoltando tutto?” Honoka sussurrò all'amica un po' in imbarazzo avendo gli occhi di tutti puntati addosso.
Non preoccuparti, fra qualche giorno le chiacchiere cesseranno” provò a tranquillizzarla sapendo bene che quelle parole erano rivolte più a se stessa che lei.
Almeno lo spero.
Odiava essere al centro dell'attenzione, a dispetto di suo padre, non gli andava molto a genio mettersi in mostra, ma continuò a proseguire il suo percorso, a testa alta non badandoci.
Ehi, Aya! Honoka! Da questa parte” una voce squillante le richiamò dal fondo del corridoio.
Daichi, da quanto non ci vediamo” da quanto erano impazienti di andare incontro al ragazzo dai capelli sbarazzini, si misero quasi a correre.
Ragazze, vi vedo piene di energie già di prima mattina” esclamò scrutandole dall'alto in basso con sguardo indagatore soffermandosi alla prima arrivata. Scoppiarono a ridere appena sentirono il primo brontolio della mattina provenire dalla pancia di Aya la quale era chiamata dei due 'pozzo senza fondo'.
Ah, dimenticavo. Congratulazioni, presidentessa” si inchinò ai suoi piedi continuando a scherzare.
Ma dai, tirati su” lo incitò ridendo per il suo gesto nascondendo l'accenno di rossore: tutte quelle attenzioni non se le aspettava di certo
Neanche fossi la regina d'Inghilterra.
E' il primo anno che non saremo in classe insieme, non siete tristi?” chiese con tono drammatico. 
Uhm... Pensandoci bene... No” scoppiarono nuovamente in una risata fragorosa che venne subito coperta dall'arrivo di una folla di ragazze accanirsi verso il ragazzo incontrato pochi attimi prima.
-Ecco a voi, il nuovo Casanova del Teitan-
Lo presentò richiamando in causa suo padre il quale era l'idolo di tutte le liceali ai suoi tempi, dettaglio riferitogli dalla madre con una punta di gelosia e fastidio.
Seguì, con gli occhi, il 'gregge di pecore' entrare nella classe affianco, la quale sarebbe stata anche la sua.
Beh, Daichi guarda il lato positivo, siamo vicini di classe” lo consolò Honoka non accorgendosi dello sguardo perso nel vuoto della migliore amica.
"Ma noi siamo come i tre moschettieri, non possiamo dividerci, insieme siamo indistruttibili. Così mi offendete" mise il broncio e fissò con fare curioso l'amica che non proferiva parola da un pezzo.
"Aya?" la richiamò l'amico preoccupato di quel silenzio che l'aveva divorata. Honoka, che fino all'ora stava ascoltando le sue lamentele, si stupì anch'ella del cambiamento improvviso d'umore di Aya.
"Ehm, Ayane Kudo è cortesemente attesa alla classe 1 sezione 2. Avanti vecchia mia, è già arrivata la professoressa" la esortò a svegliarsi da quel 
sonno che, credeva, l'avesse presa all'improvviso. 
Ovviamente, le sue suddette supposizioni erano sbagliate, invece, lei era stata semplicemente distratta da una certa persona, che non riusciva a toglierselo dalla testa. 
"Si, hai ragione. Andiamo" rispose distrattamente al richiamo presa alla sprovvista. Honoka si incamminò verso la classe con flemma portandosi dietro la cartella con faccia seccata. 
"Ah si, Aya" il ragazzo la prese per il polso richiamandola nuovamente. "Ti va se sta sera usciamo a camminare?"
La diretta interessata si stupì di tale proposta, ma non ci fece caso. 
"Certo" gli sorrise atto che fece nascere un sorriso ancora più grande. 
I due amici d'infanzia si divisero mal volentieri, entrando nelle proprie classi sapendo che gli sarebbero aspettate cinque durissime ore di scuola. 

Era persa nel guardare fuori con la coda dell'occhi: si stava già stufando, ma la routine della scuola era appena cominciata e c'era poco da fare. Da quanto si stava annoiando, si era messa a contare i petali di ciliegio che scendevano leggiadri e con movimenti fluidi da far sembrare una danza. 
Aya, ascolta!” il bisbiglio della sua amica d'infanzia, che la richiamava con tono insistente da dietro le spalle dove era posizionato il suo banco, fece girare la Kudo con faccia seccata. Erano trascorse ormai tre ore e di quel banco ne aveva già abbastanza.
Le lezioni le parevano interminabili e a stento riusciva a seguirle anche se non ne aveva necessariamente bisogno, doveva almeno far finta di seguire.
Cosa c'è?” rispose sembre con tono di voce abbassato, facendo attenzione a non attirare il professore intento a spiegare, già dal primo giorno di scuola, la lezione di letteratura.
Non ho avuto l'occasione di dirtelo prima, ma vedi c'è quel tipo di prima che non smette di fissarti” girò la testa alla sua destra dalla parte del ragazzo appena trasferito, poi ritornò a guardare l'amica “Sembra un maniaco” continuò sghignazzando con la mano a coprirgli la bocca. L'altra ragazza, a tutta risposta, si voltò dalla parte del ragazzo in questione non badandoci tanto.
Lascia perdere, se gli mostro interesse non smetterà più” rispose tornando a segurire la voce del professore provando, però, un continuo sguardo pesare su di essa.
"Kudo, Nakayama. Sono desolato nell'interrompere i vostri discorsi, ma vi chiedo gentilmente di prestare attenzione" al richiamo del docente, entrambe le ragazze guizzarono in aria per il richiamo diventando paonazze. 
"Mi scusi" risposero entrambe cercando di mascherare l'imbarazzo che si era creato. Intanto, il resto della classe scoppiò a ridere già il primo giorno, mentre il professore, per la disperazione, scosse la testa coprendosi la faccia. 

Passarono lentamente anche il resto delle altre ore.
Aya corse in palestra presentandosi agli altri membri del suo club di karatè facendo subito amicizia con tutte le ragazze delle classi iniziando così la sua prima lezione alle superiori.
Anche se l'ha praticato fin dalle elementari, con la madre ad allenarla, iniziò con le posizioni e attacchi basilari come riscaldamento.
Era rimasta da sola perchè tutte le altre avevano degli ipegni e avevano finito con un quarto d'ora in anticipo anche se, in realtà non gli dispiaceva affatto. In un certo senso quel silenzio che regnava, rendeva tutti i suoi colpi in sintonia con se stessa, essendo la sola persona vivente all'interno dello stabilimento. 
Aya!” una voce profonda fece arrestare il suo pugno a mezz'aria, contro il manichino, interrompendo i suoi allenamenti. Era la seconda volta che ascoltava quel tono di voce, eppure riuscì a riconoscere il suo interlocutore.
Il ragazzo del Kansai, appoggiato sullo stipite dell'entrata della palestra, a braccia coserte, fissava la karateka di spalle ormai ferma d'avanti all'oggetto di sfogo.
Cosa vuoi, Hattori?” gli domandò voltandosi di centottanta gradi ritrovandoselo a debita distanza.
Cos'è tutta questa freddezza nei miei confronti?” fece una smorfia di dispiacere capendo già che non aveva la minima intenzione di chiamarlo per nome.
E cos'è tutta questa confidenza, invece?” ribattè lei, spostando lo sguardo su un punto non definito della palestra. Il ragazzo parve sorpreso da quella reazione così decise di diminuire i centimetri di distanza che li separavano staccandosi dalla porta e attirando la sua attenzione.
Beh, non siamo amici?” chiese una volta trovato ad infima distanza da lei. Aya provò in tutti i modi di risolvere l'enigma che lo avvolgeva, ma era come cercare di decifrare un arcano.
Ma se è già tanto che ti ho riconosciuto a stento” gli apostrofò facendo qualche passo indietro.
Ma che vuole?
La karateka cominciò nervosamente a giocare con la cintura nera che le circondava la pancia sentendosi dannatamente a disagio.
Vuoi dirmi che, non ricordi niente?”
Ricordare cosa?” a quella risposta, egli sgranò gli occhi e abbasando la testa in segno di sconfitta e come era arrivato se ne andò, in silenzio.
-Io, certe persone, non riesco proprio a capirle.-
Dopo quella conversazione, non riuscì in nessun modo a proseguire con gli esercizi

Sono a casa!” esausta e quasi in fin di vita, dopo aver trascorso le ore più lunghe della sua vita, Aya si trascinò dentro casa con aria stanca e assorta: tra lezioni, il comitato dei nuovi studenti e il club di karatè non sapeva più dove raccogliere energie.
Tirò un sospiro di liberazione finendo col trovarsi in cucina: era vuota e quell'immenso spazio gli dava un senso di solitudine e malinconia. Respirando a pieni polmoni, riuscì ad assaporare ancora l'odore rimasto del pranzo preparato dalla madre poche ore prima, causandole un leggero brontolio dello stomaco. Anche se aveva mangiato qualcosa a scuola, non ci pensò su due volte nell'aprire il frigorifero estraendo il necessario per prepararsi uno spuntino alle 18: sua madre, come minimo, l'avrebbe uccisa.
Si accomodò pesantemente su una sedia, afferrando il bicchiere riempito d'acqua fresca. Ad un tratto si mise a ripercorrere tutti gli avvenimenti successi quella mattina e si ricordò del ragazzo riesumato nella sua vita dopo dieci anni. Provò a sforzarsi nel ricordare per quale motivo non lo vedeva da così tanto tempo, tentativo che diventava invano man mano che provava a frugare tra i ricordi. Poi un brivido gli attraversò il corpo donandole un'espressione stizzita.
-Perchè non faccio altro che pensare a quello sbruffone? In fondo non lo conosco così bene come vuole far intendere lui. Da come ho potuto notare è solo uno spudoratissimo Don Giovanni sempre in cerca di nuove ragazze-
Addentò il suo panino con voracità come se non mangiasse da settimane. Occupata come era, non si rese conto della porta d'entrata che sbattè con violenza, facendo tremare tutta la casa e solo quando la causa di quel gesto fece capolino in cucina, la neo Kudo si accorse che era entrato qualcuno.
Maledizione!” l'imprecazione dell'uomo fece accaponare la pelle della ragazza che continuò a fissarlo confusa. Si riprese quasi subito alzandosi dal suo posto riponendo nel lavabo, il piatto pieno di briciole.
Bentornato a casa, papà” salutò cordialmente non riuscendo a guardarlo essendo voltata di spalle.
Il trentaseienne tirò uno sbuffo di liberazione e di frustazione sedendosi sulla sedia accanto a quella appena spostata, nello stesso modo della figlia e buttò sul tavolo la pila di fogli che aveva tenuto in mano con la stessa noncuranza con cui aveva chiuso la porta.
Cos'è successo?” chiese titubante. Il padre, a quella domanda schizzò subito in piedi: non si aspettava di certo quella domanda. 
Ah, niente di che. Non riesco a trovare un certo documento di un caso” rispose con una certa esitazione. La quasi sedicenne si stranì del comportamento del genitore tanto che in lei scattò l'idea di saperne di più. 
Ok” rispose indifferente “Dov'è la mamma?” se non gli voleva dare spiegazioni, lei sarebbe passato al contrattacco investigando a modo suo: in fin dei conti qualcosa, forse anche di più, aveva preso dal padre.
"A quest'ora, dev'essere andata a recuperare tuo fratello, oggi aveva i suoi primi allenamenti di calcio" rispose andando vicino ad Aya. "Sarà qui a momenti, avevi bisogno?" 
"Volevo chiedergli una cosa, ma visto che al momento non c'è chiederò a te" così decise di cambiare argomento per il momento, togliendosi un'altro dubbio. "Conosci un certo Hattori?"
"Hattori, dici?" Domandò di getto senza esitazione. La karateka sorpresa per la sua ennesima reazione strana, volle approfondire l'argomento.
"Conosci qualcuno con quel cognome?" Chiese a sua volta.
"No, niente affatto" esclamò con tutta la sicurezza anche se subito fu poco convincente. Quando era Conan aveva imparato l'arte del mentire anche se si sentiva dannatamente in colpa, lui non lo faceva certo perchè gli piaceva. Ma, la figlia, non era ancora a conoscenza di certi fatti accaduti vent'anni prima. Entrambi i genitori avevano scelto di non spiegargli la storia, almeno finché non avrebbe raggiunto un età più matura. 
"Uhm d'accordo" fece lei poco convinta e se ne accorse anche Shinichi. Era sempre più confusa e non sapeva più a chi credere: uno sconosciuto che affermava una cosa e il padre che smentiva. La cosa più logica da fare era credere al genitore, ma lei sentiva che gli stava nascondendo qualcosa.
I due, con aria indagatrice, continuavano a fissarsi come se stessero facendo a gara di chi avrebbe ceduto per primo. A interrompere quegli sguardi insistenti fu il rumore della porta che si aprì e che si chiuse subito dopo. Pochi secondi dopo entrarono in cucina, stanza che prima si era trasformata in un interrogatorio, una donna della stessa età del detective e un bambino sui sei anni, con un pallone da calcio in mano.
"Papà!" L'ultimo pargolo dei Kudo corse in contro a quello più grande sorridendo. 
"Ehi, campione! Come sono andate le selezioni?" 
"Mi hanno preso!" Rispose eccitato mostrandogli il pallone che apparteneva al padre anni addietro. I due rimasero così ancora a lungo raccontandosi della partita che si sarebbe tenuta tra qualche settimana.
"Bravissimo, Conan" si congratulò Shinichi fiero.
"Aya, come è andato il tuo primo giorno da liceale?" Si incuriosì la madre staccando gli occhi da quella scena. 
"È andata" rispose semplicemente senza dare troppi dettagli. Poi gli ritornò in mente la questione di quel ragazzo, ma volle aspettare ancora un po'. Forse, se si decidesse nel approfondire di più lo pseudo sconosciuto, che sosteneva di conoscerla, sarebbe arrivata alla conclusione da sola, senza aiuti.
E questo è quello che avrebbe fatto.

* * *

La stanza avvolta nel buio, conferiva un che di tetro e ambiguo: uniche persone presenti una donna e un adolescente. Erano circondati da una nube di fumo proveniente dalla sigaretta di lei, dando non poco fastidio all'altro.
"Potresti smetterla di fumare in mia presenza?" replicò infastidito cercando di spostarsi di dosso la coltre di nuvole che gli era arrivato in faccia.
"Non posso farci niente, è un vizio non posso farne a meno" rispose ridendo tra uno sbuffo di fumo e un tiro. "Comunque sia, il piano c'è stato riferito" il giovane si drizzò in piedi interessato alla questione.
"Dovrai sedurla" 




Ma buona seeeeeeera xD
Eccomi, sono una neo scrittrice mi presento mi chiamo SeraAkai, piacere di conoscervi *si inchina*. 
Ieri, appena ho pubblicato l'introduzione della mia pietosa-storia, mi sono accorta di non aver scritto niente di niente sotto, sono desolata.
Ok, tiratemi pomodori, arance, tutto quello che avete sotto mano, vi prego di portare pazienza xD insomma, sopportatemi.
Allora, cosa abbiamo qui? Oddio, ma quante cose sono successe?
Hahah Shinichi e Ran finalmente si sono sposati e hanno avuto una figlia.. Aspetta, cosa dico, ben due figli! Ovviamente il figlio maschio si doveva chiamare Conan, tutte le disavventure che ha passato il nostro Shinichi speriamo di non fargliele ereditare ehehehe
Allora passiamo alla nostra protagonista, Aya il nome mi è piaciuto fin da subito e sono contenta che anche a voi vi piaccia:D Poi con grandissimo clamore ecco a voi anche il pargolo degli Hattoriii
E poi il nostro carissimo Shinichi: cosa starà nascondendo? Starà mentendo ancora?
Ci vediamo nel prossimo capitolo:D
SeraAkai ( ^ω^ )

Ringrazio Puffola_Lily, Mangakagirl e Hoshi Kudo per aver recensito grazie infinite :D e anche chi mi segue :)

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