:.:Make me a smile:.:

di CelsteKiss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Keys of a locker...1 ***
Capitolo 2: *** :.:Tall fever:.: ***
Capitolo 3: *** :.:Different Life:.: ***
Capitolo 4: *** :.:Sweet things under the Rain:.: 3 ***
Capitolo 5: *** :.: Small drops of rain:.: ***
Capitolo 6: *** :.:Little Loves:.: ***
Capitolo 7: *** :.:Odinary Day:.:...7 ***
Capitolo 8: *** :.:Chases to the Treasure...8:.: ***



Capitolo 1
*** Keys of a locker...1 ***


-Questa ficcy non è scritta per scopi di lucro, ma per puro e semplice divertimento. I personaggi non sono miei, ma del maestro Masashi Kishimoto-

 

:.: Make me a smile:.:

 

Tenten era una ragazza normale.

Non era bellissima come gran parte delle sue compagne.

Non si distingueva per abilità particolari.

Non era un genio in nessuna materia.

Ma aveva un bel sorriso.

Glielo dicevano sempre, in tanti.

E lei, nonostante continuassero a dirglielo,

non ci trovava nulla di particolare.

Aveva un gran senso del dovere e detestava le ingiustizie.

Credeva in tutto, o magari,

si fidava solo della gente.

Era gentile, orgogliosa e testarda, ma aveva piena

fiducia nell’amicizia e nell’amore.

Tenten era carina, intelligente e sincera.

Tenten credeva ancora nel

Principe azzurro, ma questo,

 preferiva non dirlo.

Era una ragazza normale, come tutti noi.

Con un dono speciale.

Sapeva far sorridere chiunque.

Sempre.

 

Neji era un ragazzo popolare.

E popolare era a dir poco. Era l’elité, il meglio, il boccone

succulento al quale ogni ragazza aspirava.

Ne aveva avute tante,

eppure non ne ricordava neanche una.

Neji Hyuuga non era il Principe azzurro.

Non era simpatico, gentile e non parlava quasi mai.

Borbottava, a volte, perché forse

si sentiva superiore agli altri.

Parlava solo con alcune persone, che anche quelle,

infondo, non lo capivano mai veramente.

Neji non provava nulla.

Viveva la sua vita tra calcio e discoteca,

ma non aveva mai conosciuto nessuno

che lo facesse sorridere.

Non ne era capace.

E Neji non sorrideva anche perché

non c’era nulla per il quale valesse la

pena farlo.

Non sorrideva, eppure, avrebbe

voluto provarci,

almeno una volta, anche lui,

a sorridere. 

 

:.: Keys of a locker:.: capitolo 1...

 

Tenten varcò il portone della scuola, la borsa sulle spalle. Ogni giorno, per nove mesi, passava oltre quella porta, pronta a sorbirsi cinque interminabili ore di lezioni. E strano ma vero, Tenten odiava alzarsi presto. Certo, odiava molte altre cose, ma alzarsi la mattina di sicuro era una delle peggiori. Prima di andare a scuola, impiegava sempre svariati minuti per sistemarsi i capelli, che per giunta restavano nello stesso modo di prima, altri svariati minuti per vestirsi, e ancora altri per mangiare qualcosa che le impedisse di svenire per carenza di zuccheri. E per giunta, arrivava quasi sempre in ritardo.

Tuttavia, c’era una cosa che, a sentire sua madre, le restava sempre bellissima.

Il suo sorriso. E anche se lei non ci credeva, presto se ne sarebbe accorta...

- Ciao Ten!- esclamò a voce alta un ragazzo dalle sopracciglia esageratamente folte, avvicinandosi, riscuotendola dai suoi pensieri.

- Ciao Lee- rispose con un sorriso, raggiante.

Rock Lee era il suo migliore amico. Da una vita. Anche se a dir la verità, era uno dei pochi che aveva e che le volevano bene.

- Fa freschino questa mattina, non è vero?- proseguì, stringendosi nel bomberino azzurro, tremante. Dopotutto erano i primi di novembre...

Lee parve illuminarsi solo in quel momento.

- Tenten – esordì, parandosi davanti e poggiandole con solennità entrambe le mani sulle spalle – anche se il freddo è contro di noi, ci basta contare sulla giovinezza e sul suo infinito potere per sconfiggerlo-

Ora i suoi occhi brillavano di una luce strana, rivolti verso il cielo grigiastro.

- Lee...mica dobbiamo disputare un incontro di boxe. Ho detto solo che fa freddo-

- La giovinezza è sempre tutto, comunque- ribadì, arrabbiato.

La ragazza si passò una mano sul viso, rassegnata. Quando Rock Lee incominciava a parlare della giovinezza, qualunque affermazione fuori luogo veniva presa per un insulto.

- Mi spieghi chi ti imprime in testa tutte queste cretinate?- domandò, avvicinandosi al suo armadietto.

- Ma il maestro Gai, naturalmente-

Tenten sospirò nuovamente. Una piccola nuvoletta uscì dalla sua bocca, salendo verso l’alto. Era incredibile come l’inverno fosse già alle porte...

- Sai Lee...a mio parere dovresti smettere di fare karate. Stare in compagnia di quel tipo nuoce gravemente hai tuoi neuroni-

- Ma che dici Ten?- fece Lee, incredulo – Si vede che non lo conosci bene, altrimenti avresti già capito da tempo che persona fantastica è. Semplicemente il migliore, il più forte, il numero uno...-

Tenten smise di ascoltarlo. Quando Lee attaccava a parlare, o meglio a glorificare il maestro Gai, il suo insegnante di karate, era inutile tentare di fermarlo.

“Uno che ti dice “Corriamo insieme verso il tramonto” non mi sembra poi così fantastico. Al massimo un po’ strano, quello si...” pensò, prendendo le chiavi dell’armadietto dalla tasca dei jeans, sorridendo appena.

-Tenten, dovresti incominciare a fare qualche sport anche tu. Mantenersi in forma è importante. Soprattutto per una ragazza-

- Stai dicendo che sono grassa?-

Lee sbiancò completamente.

- Nooo Ten...ma che vai a pensare? Penso solo che potresti divertirti praticando qualche sport...- disse, grattandosi la testa, imbarazzato.

- Non credo di farcela. I compiti, le ricerche... sono impegnata ventiquattrore su ventiquattro. Non credo che riuscirei a regolarmi con gli impegni, se praticassi anche uno sport...-

- Però scommetto che per lui avresti tempo in qualsiasi momento- disse, indicando improvvisamente qualcuno oltre le spalle della ragazza, con ironia.

Tenten arrossì violentemente, rifiutandosi categoricamente di voltarsi. Sapeva di chi stava parlando Lee, e in quel momento, desiderò ardentemente sparire, rimando immobile per non farsi notare. Almeno finché Lee non la costrinse a voltarsi ,facendole cadere dalle mani le chiavi dell’armadietto con un piccolo colpetto sul braccio.

Tenten maledisse il giorno in cui quell’essere era entrato a far parte della sua vita.

Prese coraggio. Inspirò. Espirò. Poi si voltò. Dopotutto le chiavi non si raccoglievano da sole. Purtroppo...

Se al mondo fosse esistito qualcosa di veramente perfetto, di sicuro Neji Hyuuga sarebbe stata la perfezione sottoforma di persona. Tenten deglutì, non osando ancora abbassarsi per raccogliere le chiavi. Non ora che poteva vederlo, almeno.

Neji Hyuuga, faceva parte del gruppo di ragazzi che ogni rappresentante del sesso debole avrebbe voluto portarsi a letto. Il pensiero ben poco religioso che affollava costantemente la mente delle ragazze presenti nella scuola.

Il pensiero che costantemente affollava la mente di Tenten.

Neji era bello, intelligente, e misterioso, desiderato perfino da ragazze più grandi di lui. Aveva i capelli scuri, lunghi fin sotto alle spalle, e due occhi meravigliosi. Erano bianchi. Bianco sporco per la precisione, di disse Tenten tra sé e se, senza nemmeno rendersene conto. Aveva passato ore intere ad osservarli, cercando di trovarci dentro qualcosa, ma era inutile. Gli occhi di Neji le ricordavano tanto la neve. Ma non quella bianca, appena caduta dal cielo, ma quella già a terra, calpestata dalla gente. Avevano lo stesso colore. La stessa tristezza. Eppure erano così belli.

Quando li sentiva fissi su di se, aveva sempre la sensazione che da un momento all’altro le sue guance avrebbero preso fuoco. Non era timida, solo che con Neji era diverso. Quando c’era lui, perdeva ogni contatto con la realtà, la mente esternava ogni pensiero e la sua bocca faticava ad articolare più di cinque parole insieme.

E Neji le faceva questo effetto circa dieci volte al giorno. Ovvero quando con gli occhi le perforava la schiena e la spogliava dentro. Cioè ogni volta che la incontrava...

Neji camminava in avanti, seguito a ruota dal suo gruppo di amici.

Sasuke Uchiha, Naruto Uzumachi e Shikamaru Nara. Il meglio che la scuola aveva da offrire.

Sasuke frequentava la stessa squadra di calcio assieme a Neji, ed era uno dei titolari.

Naruto era capitano della squadra di basket e Shikamaru, essendo più grande di un anno, attraeva le ragazze come le api venivano attratte dal miele pur non facendo niente.

Il cuore di Tenten iniziò a battere forte, mentre la salivazione diventava sempre più difficile. Abbassò meccanicamente il viso al passaggio di Neji a pochi centimetri da lei. La sua faccia aveva assunto una colorazione vagamente rossastra e credette di avere anche qualche linea di febbre.

Neji avanzava fissandola insistentemente, e appena le fu davanti, si fermò.

Tenten trattenne il fiato.

Neji si abbassò e raccolse le chiavi dell’armadietto che le erano cadute poco fa. Poi le si avvicinò ulteriormente e gliele porse.

- Tieni- disse, porgendole le chiavi.

Tenten bisbigliò qualcosa d’incomprensibile. Neji parve addolcirsi, guardandola in un suo momento di debolezza...

- Come?- fece, camminando verso di lei. Ancora, pensò Tenten...

- G...grazie...- sussurrò, prendendo le chiavi dalla mano del ragazzo, sfiorandogliela involontariamente.

Tenten sussultò, arrossendo.  Neji ritrasse la mano di scatto, come se la ragazza gli avesse dato la scossa. Tutti gli occhi erano puntati su di loro. Solo Lee stava sorridendo, guardando con orgoglio Tenten. Evidentemente considerava questa situazione un buon passo avanti...

Neji la cercò con gli occhi, mentre lei cercava inutilmente di sostenere lo sguardo di un centinaio di persone che la fissavano sorprese, accompagnati da un lieve mormorio sul fatto che uno come Neji si fosse abbassato a raccogliere qualcosa ad una come Tenten. In più la testa aveva preso a pulsargli in modo insopportabile, come se volesse esplodergli. Non si sentiva per niente bene e la situazione non l’aiutava di certo.

Lui aprì la bocca per dirle qualcosa, ma una gomitata da parte di Sasuke gliela richiuse. Le lanciò un ultimo sguardo, prima di sparire dietro l’angolo con gli altri ragazzi, mentre la campanella suonava in sottofondo.

Tenten si lasciò andare contro il suo armadietto man mano che la folla di curiosi andava disperdendosi per le aule, in tempo per l’inizio delle lezioni. Si poggiò una mano sul cuore, che batteva come impazzito.

Lee si parò al suo fianco, mostrandole il pollice alzato, in segno di vittoria.

- Occhi-bianchi sa essere anche gentile. A quanto vedo, in questo periodo sembra davvero molto cambiato...- affermò, superandola ed entrando in classe.

Tenten sorrise, entrando a sua volta nell’aula. Stringeva le chiavi dell’armadietto tra le dita.

Forse Lee aveva ragione. Qualcosa stava veramente cambiando.

 

[E sarebbe veramente cambiato...]

 

Allora...eccomi qua con la mia prima long-fiction tt narutiana. Naturalmente i protagonisti sono i miei adorati Neji e Tenten ma man mano che la ficcy si evolve, ci saranno anche le coppie SasuSaku, NaruHina e l’altra mia amatissima ShikaIno.

Se l’inizio vi fa schifo, ditemelo così la cancello e evito di fare una figuraccia...

Grazie...

 

_-_Anticipazione_-_

[...Stavolta aveva veramente osato troppo. Guardò il ragazzo con occhi furenti e si mise davanti alla piccola Hinata, per proteggerla. Se quello avesse voluto farle del male, prima sarebbe dovuto passare sul suo cadavere.

Anche se non ci avrebbe messo poi così tanto, dato che la febbre aveva ripreso a salire e si sentiva terribilmente male. In più il cazzotto di prima le pulsava in modo incredibile sulla guancia. Bastarono pochi secondi e svenne, cadendo a terra sotto gli occhi di Hinata che tremava come una foglia.

Prima di svenire, però, vide chiaramente una figura parasi davanti a lei...]

 

xxxBaCiOtToxxx

 

p.s: Se vi piace, sappiate che aggiornerò ogni lunedì, dalle tre alle quattro del pomeriggio.

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Capitolo 2
*** :.:Tall fever:.: ***


:.:Tall fever:.:...2 capitolo

 

Tenten ascoltava a malapena la lezione. Prendeva distrattamente appunti sul suo quaderno, che per lo più erano disegni, e continuava a guardare fuori dalla finestra.

L’intera squadra di calcio si stava allenando per il campionato studentesco. Ed anche se non capiva bene il motivo per il quale l’allenatore li facesse allenare già di prima mattina, con quel freddo cane, era contenta di avere qualcosa di meglio da guardare, a parte il noiosissimo professore di scienze che in quel momento, scarabocchiava freneticamente qualcosa sul registro.

Sbuffò, rivolgendo il suo sguardo al campetto. Da li poteva vedere chiaramente Neji che sbracciava ordini e consigli a lei incomprensibili ai suoi compagni, e poi riprendeva a giocare, con più entusiasmo di prima.

Uno, cinque, dodici goal animarono la squadra più del dovuto. Sapeva quanti ne avevano fatti perché dall’inizio della lezione non aveva fatto altro che tenere il conto.

Soprattutto di quelli segnati da Neji. Che erano la bellezza di otto. Il capitano alla fine dell’allenamento si congratulò con tutti, e letteralmente sprezzante del freddo, si tolse la maglietta.

Tenten sussultò, mentre un brivido freddo le percorse la schiena, facendola sobbalzare. L’intera classe si voltò a guardarla.

- Si sente bene signorina?- domandò il professore, voltandosi verso di lei.

- Sì non si preoccupi...-

E riprese a spiegare come se niente fosse. Tenten si voltò immediatamente verso la finestra. I ragazzi erano già rientrati negli spogliatoi...

Tenten maledisse il momento in cui Neji aveva premiato i suoi occhi di quella visione. Cioè...lei non era psicologicamente pronta a sopportare la vista della Hyuuga a torso nudo, e così, a freddo, aveva fatto doppiamente effetto.

Si afflosciò sulla seggiola e guardò l’orologio. Ancora venti minuti...

Una risata soffocata. Un'altra ancora, stavolta più chiara. Tenten si voltò.

Una ragazza dai lunghi capelli rosa, la guardava con una espressione indecifrabile sul volto, come divertita, mordicchiando il cappuccio della penna.

- Mi spieghi che hai da ridere Sakura?- sibilò a bassa voce, per non attirare nuovamente l’attenzione dell’intera classe. Per oggi, aveva fatto anche abbastanza...

- Ti ho visto come lo guardavi...Ci mancava poco che ti mettevi a sbavare- sentenziò la rosa, reprimendo un'altra risatina.

- Non è vero- fece la mora, offesa.

- Tenten...è inutile che cerchi di mentire. Ti conosco da una vita-

E questo era vero. Sakura Haruno era la sua migliore amica fin dai tempi delle elementari, e la conosceva meglio di chiunque altro. Per la precisione conosceva la sua cotta pazzesca per lo Hyuuga meglio di chiunque altro, ed ogni tanto, si divertiva a prenderla in giro.

- Sta zitta Sakura. Neanche tu hai staccato un attimo gli occhi dall’ Uchiha se è per questo. Sai...inizio a credere di non essere l’unica a cui piaccia qualcuno, in questa classe...- fece, con malizia.

Sakura raggiunse lo stesso colorito dei suoi capelli in breve tempo, affondando il capo sul libro di scienze, mentre Tenten riprendeva a guardare il professore, impegnato della spiegazione di come si trasmetteva il calore.

Già...calore...

Le sue guance avevano completamente preso fuoco al tocco della mano di Neji. Se ne passò una sulla fronte calda, pensando seriamente di avere la febbre.

Dietro sentiva Sakura che si sbrigava a prendere appunti.

Lasciò cadere la testa sul banco. Quella mattina era veramente stanca, e faticava perfino a tenere gli occhi aperti.

“Li chiudo solo un attimo...” pensò, mentre le palpebre si facevano sempre più pesanti...

DRIN!!!

Il suono della campanella le fece prendere un colpo. Sollevò di scatto la testa, guardandosi intorno. Sakura, spaventata dalla sua reazione, era balzata all’indietro, cozzando contro il banco in ultima fila.

Tutti i suoi compagni la stavano nuovamente fissando. Persino il professore la guardava perplesso. Evidentemente pensava che non stesse tanto bene...

- Tenten...stai bene?- le chiese, avvicinandosi.

- Si...è tutto apposto, veramente-

Il professore ritornò seduto alla cattedra non troppo convinto, assegnando una cinquantina di pagine da studiare entro una settimana. La mora sbuffò. Non ci sarebbe mai riuscita, e chiudendo il diario con forza, sistemò la sua roba all’interno dello zaino, per scendere, alla lezione successiva, nell’aula d’artistica.

Le piaceva disegnare, soprattutto perché poteva parlare liberamente con Sakura spacciando le sue parole per “piccoli consigli” e continuare indisturbata fino alla fine delle due ore.

Ma soprattutto perché nel corridoio, anche se per pochi minuti, avrebbe incontrato Neji. Prese lo zaino, se lo mise sulle spalle e uscì dall’aula. In un baleno venne raggiunta da Lee.

- Davvero interessante la lezione sul calore, non trovi?- chiese, sventolandole davanti le tre pagine d’appunti che aveva preso.

- Me li presti, vero?-

- Solo se vieni a studiare a casa mia...-

-Mmmm...ci devo pensare- disse scherzando, spintonando l’amico.

Proprio in quel momento, passarono Neji e Sasuke. Dietro i due, Sakura trasalì. Sasuke era così...bello, perfetto e desiderato che fin dal primo momento che lo aveva visto e in cui se ne era pazzamente innamorata, aveva capito che la cosa che le avrebbe fatto meno male era dimenticarlo il prima possibile.

Ma non ci riusciva. Non ce la faceva. Ogni volta che lo incrociava nei corridoi e lui la fissava con quegli occhi scuri, sentiva il cuore battere più veloce del normale, le mani sudarle e la bocca perdere la parola. Era più forte di lei. Ed anche se sapeva che il suo amore non sarebbe mai stato corrisposto, lei continuava ugualmente, ad illudersi.

“Almeno Tenten, ci ha parlato con lo Hyuuga” pensò, sparendo all’interno dell’aula d’artistica, evitando ancora una volta lo sguardo dell’Uchiha.

- Cazzo Sasuke, potresti smetterla di guarda una buona volta? Così le dai l’impressione di essere un maniaco- lo riproverò Neji.

- Come?- fece Sasuke, staccando di malavoglia gli occhi da Sakura, scomparsa alla sua vista.

- Si vabbè...lasciamo perdere. Ma perché non le chiedi di uscire qualche volta, così eviti di fare la figura del cretino?-

- Hyuuga, tappati la bocca- tagliò corto Sasuke, girando l’angolo – Approposito, guarda chi sta arrivando...scommetto che sei contento di vederla. Questa mattina a momenti le fai prendere un infarto. Hai visto come ti guardava...sembrava avesse visto un fantasma-

- Uchiha, perché non te ne vai? Hai già fatto troppi casini per oggi...-

- D’accordo. Infondo mica sono io che sbavo dietro ad una ragazza dai capelli scuri di nome Ten...-

Neji gli tappò la bocca con le mani, sibilando un “vattene” con gli occhi chiari dilatati.

Sasuke, liberatosi dalla presa, alzò le mani in segno di resa. Se ne andò verso i bagni, lasciando da solo lo Hyuuga.

In quel preciso momento, vide Tenten insieme a Rock Lee, che parlavano animatamente. Stava ridendo alle battute del ragazzo con le sopracciglia enormi, e sorrideva.

Quando sorrideva era veramente bella...

Pensò il ragazzo guardandola con tenerezza, ma pentendosi all’istante per i pensieri formulati poco prima. Veramente lui, Neji Hyuuga, non poteva ragionare in questo modo. Eppure era successo. Succedeva ormai da giorni, in verità. Quando Neji aveva visto per la prima volta il sorriso della ragazza e non ci aveva capito più niente. Ciò, fisicamente lui era sempre lui, ma dentro, in una parte ancora inesplorata del suo corpo, c’era qualcosa che stava cambiando.

E quella cosa batteva forte quando Tenten si avvicinava, si bloccava quando Tenten lo guardava e saltava un battito ogni volta che Tenten sorrideva.

- Forse Hyuuga, quella cosa si chiama cuore- aveva detto Shikamaru quando gliene aveva parlato, accendendosi una sigaretta - Ed è una grande seccatura, perché quando viene ferito è difficile da riparare. In pratica è un’altra delle tante scocciature che la vita si diverte a metterti davanti-

E poi aveva chiuso gli occhi e si era messo a dormire. Perché Shikamaru Nara ragionava così. Punto e stop.

Neji sospirò. Strano che non si fosse mai accorto di avere un cuore, prima d’ora...

Tenten lo vide sbuffare, staccandosi un secondo da Lee. Si rattristo quando osservò che invece che venirle incontro, prendeva un'altra strada. Ma dopotutto, i miracoli succedevano solo in casi eccezionali, ed evidentemente quella mattina, qualcuno superiore a lei si era deciso a degnarla di un’occhiata, facendole un piccolo regalo.

Poi si sentì afferrare per le spalle da Lee. La testa aveva ripreso a fargli male...

- Tenten, stavi quasi per cadere a terra. Sicura di non avere la febbre?. Le domandò anche lui, toccandole la fronte e confrontandola con la temperatura della sua.

- No, no...lasciami- fece, scansando la mano dalla sua testa.

- Magari prova ad andare in infermeria...-

- No...sto bene, non ho la febbre e non ho bisogno di andare in infermeria-

E si allontanò, entrando nell’aula d’artistica.

Mentre dipingeva, si accorse di mentire spudoratamente perfino a se stessa, perché sentiva il respiro affannato e la mente confusa. Forse Lee non aveva del tutto torto, riguardo alla febbre...

 

*****************************************************

 

Tenten camminava lentamente per la strada. O meglio stava barcollando, come ubriaca, appoggiandosi ogni tanto al muro di qualche casa. La testa le scoppiava e gli occhi si chiudevano, rendendo tutto buio.

In lontananza sentì delle urla. Le ignorò, accasciandosi a terra. Ma quelle continuavano, sempre più forti.

- Hey puttana, non me lo dai un bacio?- sentì gridare. Uno strillo soffocato e poi più nulla.

A volte si chiedeva chi glielo faceva fare. Fin da bambina, quando i suoi amici venivano presi in giro all’asilo, lei interveniva in loro difesa, a volte prendendole pure, ma guadagnandosi la stima di tutti. Chiunque avesse avuto bisogno, chiamava Tenten in suo soccorso. E lei aiutava tutti, senza differenza, perché suo padre le aveva insegnato che per essere una brava bambina, per prima cosa si doveva imparare ad aiutare chi ne aveva bisogno. E cazzo, quella cosa le era rimasta in mente per tutta la sua adolescenza.

Perfino in quel momento, malaticcia e febbricitante, i suoi principi morali ebbero il sopravvento. Così si rialzò e si diresse verso il luogo dal quale provenivano tutte quelle urla.

La scena che gli si presentò davanti fu come una coltellata in pieno petto. Un ragazzo dalla possente corporatura teneva intrappolata tra lui e il muro una ragazza di circa la sua età, che timidamente teneva la testa bassa e piangeva in silenzio, come dimostravano le numerose lacrime sull’asfalto. Subiva senza opporre resistenza, e questo fece andare su tutte le furie Tenten, tanto che la febbre passò in secondo piano.

Aveva già visto quella ragazza. Frequentava la sua stessa scuola e come dimostravano chiaramente i suoi occhi, era un membro della famiglia Hyuuga. Eppure i suoi occhi non assomigliavano per niente a quelli di Neji. Erano si bianchi, ma di un bianco chiaro, sgranati per la paura e umidi dalle lacrime, che non davano l’impressione di essere freddi come quelli del ragazzo, bensì più...dolci e tristi.

Il ragazzo la spintonò ancora, facendole male alla schiena.

- Lasciala stare brutto deficiente- urlò Tenten al ragazzo, correndo verso di lui.

- E tu che cazzo vuoi? Non vedi che sto solo dando un bacio alla mia ragazza?-

- A me sembra che tu la stia molestando...-

- E anche se fosse? Cosa mi faresti?-

- Ti darei un calcio nelle palle e ti rimanderei a casa a calci nel sedere-

Il ragazzo perse quell’aria sicura di prima, assumendo un’espressione strana.

- Brutta puttanella che cosa hai detto?-

- Lasciala- ribadì Tenten.

Il ragazzo la lasciò andare, mentre questa si accasciò a terra, tenendosi una mano sul collo. In fretta aveva estratto un cellulare della tasca dei jeans e aveva composto un numero. Era spaventata e tremava come una foglia.

Improvvisamente Tenten si ricordò chi fosse. Si chiamava Hinata ed era la cugina di Neji. Un altro motivo in più per cui valeva la pena aiutarla...

- Vuoi che mi divertirò anche un po’ con te- la derise, ghignandole in faccia.

Tenten lo squadrò, arrabbiata. La gente come lui proprio non la sopportava.

Una gamba le cedette, facendola inginocchiare. Si passò una mano sulla fronte, esausta. Il ragazzo ridette con più malvagità.

- Oh...- fece in tono di scherno – La piccola eroina non sta tanto bene. Vuol dire che il lupo cattivo non esiterà un attimo a divorarla-

E le tirò un cazzotto in piena faccia, mandandola definitivamente a terra. Hinata guardava la scena impotente, pregando per la sua sconosciuta salvatrice.

Tenten aprì lentamente gli occhi, sentendo in sottofondo la risata del ragazzo. Stavolta aveva veramente osato troppo. Guardò il ragazzo con occhi furenti e si mise davanti alla piccola Hinata, per proteggerla. Se quello avesse voluto farle del male, prima sarebbe dovuto passare sul suo cadavere.

Anche se non ci avrebbe messo poi così tanto, dato che la febbre aveva ripreso a salire e si sentiva terribilmente male. In più il cazzotto di prima le pulsava in modo incredibile sulla guancia. Bastarono pochi secondi e svenne, cadendo a terra sotto gli occhi di Hinata.

Prima di svenire, però, vide chiaramente una figura parasi davanti a lei.

E in un momento in cui sentì ciò che Hinata stava dicendo al misterioso sconosciuto, capì chiaramente le parole “portiamola a casa tu, Neji”.

E lì, svenne veramente.

 

 

-Io sono seriamente commossa. Avete veramente recensito in tanti e non smetterò mai di ringraziarvi. Se continuerò ad aggiornare, lo devo soprattutto a voi, che avete commentato la mia ficcy. Grazie mille.

Anche a chi legge, naturalmente.

Ma passiamo ai ringraziamenti individuali:

 

Kekka94: Grazie per avermi detto di nn dover assolutamente cancellare la ficcy...sn commossa. Mlt contenta anche di sapere di aver azzeccato due delle tue coppie preferite. Anche se nn sn proprio tutte spero ke continuerai a seguirmi ugualmente.

 

Rolly too: Sn contenta che ti piaccia perché anche io stravedo per la tua ficcy su Neji e Tenten...è una delle mie preferite e sn veramente contenta ke un genio cm te apprezzi cm scrivo. Sappi che anche io aspetto con ansia il 6 ottobre per un nuovo capitolo di “Ti voglio bene”.

 

Hermione93: Stai pur certa ke la continuerò, sapendo che così tanti “fans” contano su di me. E poi sn felice di aver rispecchiato appieno il tuo carattere ^-^!!!

 

Ciliegina_92: Grazie per i complimenti, e nn ti preoccupare, nn ti farò attendere una intera settimana prima di aggiornare, o almeno credo...Ma comunque sn contenta che ti sia piaciuta e ke continuerai a seguirmi!!!

 

Giuli@: Hai proprio ragione. Ho cercato di mantenermi proprio sul “Scusa ke ore sn” per un inizio classico ma che si evolverà nel tempo. Grazie anche x tutti i complimenti sul mio modo di scrivere e spero che qst capitolo ti abbia soddisfatto. Chissà se la tua ipotesi era giusta...^-^!!!

 

Mina93: Hai ragione, anche per me la coppia NejixTenten è la mijore in assoluto e nn cancellerò qst ficcy x niente al mondo. Mi ci sto affezionando anche io...Spero che il secondo capitolo ti sia piaciuto così come il primo!

 

Ino_chan96: Grazie x tutti i complimenti. Sn contenta di aver azzeccato tt le tue coppie preferite e spero che sarai soddisfatta del modo in cui evolverò le cose andando avanti.

 

Kaley: Spero ke la tua curiosità mi chieda di continuare ancora, perché vedrai che metterò i nostri due protagonisti di fronte a talmente tante situazioni che nn so neanche io qnt capitoli mi verranno alla fine. Continua a recensire...ok?

 

Angebo: Anke se nn ti piacciono le SasuxSaku, sn contenta di sapere ke hai già messo la ficcy tra i tuoi preferiti!

 

Julia83: Continuerò sicuramente. Grazie x la bellissima recensione!!!

 

valerinuccia: Spero veramente che continuerai a seguire la ficcy, mille grazie x la recensione!!!

 

Celiane4ever: Nn ti preoccupare...visto ke nn hai dovuto aspettare fino a lunedì per leggere il seguito? Hai proprio ragione...W LE NEJIXTENTEN 4EVER!

 

SakuraChan92: Hai ragione...Sasuke è stato proprio bastardo a rovinare il loro piccolo momento “magico”...E non ti preoccupare, la ficcy nn la cancello e Sasuke nn sarà troppo cattivo cn Sakura...dopotutto ci vuole un po’ di sano amore nella vita di quel ragazzo!!!

 

Bene, e dopo i ringraziamenti, veniamo ad una piccola domandina per voi...

Preferireste vedere Tenten nei panni di una pallavolista o di una ginnasta?

Io personalmente, facendo pallavolo da ben 6 anni, preferirei vedere Ten nelle vesti di una schiacciatrice, ma lascio la scelta a voi...anke perché io mi fido mlt del mio “pubblico”...eheheh ^-^!!!

 

xxxBaCiOtToxxx

 

p.s: Al prossimo aggiornamento, che avverrà sicuramente entro una settimana, evitando ritardi di qualsiasi tipo!!!

 

_-_Anticipazione_-_

[...Riconobbe di non essere in camera sua per tre motivi. Uno: quella stanza aveva come minimo il triplo delle dimensioni della sua; due:la camera in questione non aveva nessun peluche hai piedi del letto e tre:nella sua stanza non c’era Neji Hyuuga che la fissava, appoggiato allo stipite dalla porta...]

 

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Capitolo 3
*** :.:Different Life:.: ***


:.: Different life:.: 3 capitolo

 

Tenten si passò una mano sugli occhi per riparasi dal sole che le batteva insistentemente sul viso. Aveva i capelli sciolti, evidentemente qualcuno gli aveva sfatto i codini, e li sentiva solleticare sul collo. Si voltò su un fianco, per evitare il sole. Poi si rizzò a sedere, spalancando gli occhi.

C’era qualcosa che non tornava.

Ricordava solo di avere la febbre alta, la testa che le scoppiava e un gran dolore ad una guancia. Si lasciò andare sul letto sotto di se, prima che un altro orribile pensiero le attraversò la testa.

Riconobbe di non essere in camera sua per tre motivi. Uno: quella stanza aveva come minimo il triplo delle dimensioni della sua; due:la camera in questione non aveva nessun peluche hai piedi del letto e tre:nella sua stanza non c’era Neji Hyuuga che la fissava, appoggiato allo stipite dalla porta.

All’improvviso si fece piccola piccola, coprendosi con la coperta fin sopra il naso, mentre Neji la guardava senza battere ciglio, con gli occhi perlacei fissi nei suoi.

Fortunatamente arrivò Hinata, che entrò come una furia nella stanza.

- Ben svegliata Tenten...spe-spero tu abb-abbia dormito bene- balbettò, oltrepassando il cugino.

- Si grazie. Anche se non so cosa sia successo...- fece, triste.

Hinata le sorrise debolmente.

- Mi hai salvato da un ra-ragazzo che mi voleva fa-fare del ma-le- spiegò, inceppando un po’ alla fine.

Tenten spalancò gli occhi. La febbre doveva essere davvero molto alta per farle dimenticare tutto ciò...

- Per fortuna Neji passava dì li e appena ha visto che non ti sen-sentivi tanto bene, è corso ver-verso di noi per aiu-aiutarci-

A questo punto Tenten evitò in ogni modo di guardare lo Hyuuga, anche se già sentiva il peso del suo sguardo sulla schiena. Neji Hyuuga era intervenuto ad aiutarla? Se qualcuno le avesse detto queste parole in un altro momento sicuramente gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia. Oppure si sarebbe complimentata con gli ideatori dello scherzo. Ma no, quello non era uno scherzo. Quella era la realtà. E come quando lo guardava di nascosto a scuola, percepì qualcosa che dentro di lei stava cambiando. Batteva forte o rallentava di colpo, diventava caldo e la fece arrossire senza rendersene conto. Persino Neji se ne accorse, da quella distanza.

Hinata la squadrò interrogativa.

- Sicura di no-non esserti di nuovo amma-ammalata, Tenten?-

- Sì Hinata...-

- Eppure mi sembri un po’ calda- disse, poggiandole una mano sulla fronte.

- No, io sto bene. Non c’è bisogno che tu faccia altro. Anzi, hai già fatto più del dovuto portandomi a casa tua- ribadì, sorridendole.

- Veramente questa è casa di Neji...-

Tenten rimase senza parole, spostando lo sguardo dalla ragazza al ragazzo.

- Sai...Neji ha ins-insistito molto per por-portarti a casa sua...-

Il ragazzo sparì dalla stanza prima che gli occhi della ragazza lo potessero raggiungere.

- Ti va se ti pre-preparo qualcosa da mangiare?- esordì Hinata, battendo le mani, entusiasta all’idea di prendersi cura di qualcuno.

- Grazie Hinata. È da ieri pomeriggio che non tocco cibo- rispose, distrattamente.

- Tu res-resta qui...io torno tra un attimo...-

E se ne andò anche lei, lasciandola sola.

I soliti pensieri di prima tornarono a farle visita.

“Se questa è casa di Neji, questa deve essere la sua camera. E quindi, questo deve sicuramente essere il...” non osò terminare il pensiero.

Si catapultò fuori dal letto in un secondo, scarlatta in viso, guardando il letto imbarazzata.

Ma era ancora troppo debole per camminare, e tanto più per reggersi sulle sue gambe, quindi, cadde all’indietro come una bambina incapace di muoversi. Su qualcosa di morbido, per la verità, notò, riaprendo un occhio. Anzi, su qualcosa di morbido che la tratteneva a se, per essere precisi.

- Dovresti rimanere a letto. Non sei ancora in grado di camminare-

Neji l’aveva sostenuta al volo, evitando che cadesse rovinosamente a terra. Tenten abbassò lo sguardo.

- Sì...- rispose, fissando il pavimento.

Solo in quel momento si rese conto di cosa le aveva messo addosso Hinata. Era una camicia da notte rosa pallido, di seta, per essere precisi, con un fiocchetto fucsia sotto il seno. Certamente la Hyuuga aveva pensato che potesse farle indossare quel pigiama come se fosse una bambola...

Ma la cosa peggiore era che quella “cosa”, decisamente troppo corta per lei essendo più alta di Hinata di almeno otto centimetri,  le arrivava a mala pena a metà coscia, lasciando intravedere le lunghe gambe abbronzate della ragazza.

Anche Neji parve accorgersene solo in quel momento.

- Potresti aiutarmi a rimettermi a letto?- fece Tenten, osservando come lo Hyuuga la guardava, prendendo un po’ di coraggio.

- Sì...- rispose lui, a bassa voce.

L’aiutò a ritornare sotto le coperte prendendola per i fianchi e portandola accanto al letto. Tenten sentiva un piacevole calore inondarla completamente. Neji pensò a come i capelli sciolti la rendessero ancora più bella.

Cazzo. Ancora quei pensieri. Si era ripromesso di non formularne più, ma appena l’aveva vista a terra, con una guancia gonfia, i vestiti leggermente strappati e gli occhi chiusi, una rabbia cieca si era impossessata di lui. Avrebbe ammazzato chiunque si fosse permesso di ridurla in quello stato. Ed dopo, aveva insistito talmente tanto con la cugina per portarla a casa sua per riuscire a guardarla indisturbato, senza destare sospetti. E adesso che l’aveva davanti, debole e spaventata, si sentiva bene.

Già, bene. Come ogni volta che gli sorrideva. Come ogni volta che arrossiva perché la guardava. Come ogni volta che le passava solamente accanto, con l’intenzione di sfiorarla. Shikamaru avrebbe detto che era un cretino.

Per lui avere a che fare con una ragazza era molto più semplice. Le chiedevi se ci stava e basta. Se diceva di si, bene. Se diceva di no, pace. Un’altra scocciatura in meno.

- Tenten, ti ho portato un po’ di bro-brodo caldo-

Hinata apparve nuovamente sulla porta della camera, tenendo in mano un piatto di minestra.

- Grazie- disse Tenten, prendendoglielo dalle mani.

Hinata guardò Neji, scocciata.

- Neji dov-dovresti andartene. Tenten è ancora troppo deb-debole- lo rimproverò, spingendolo fuori.

Il ragazzo non oppose resistenza, ma giunto alla porta si fermò, voltandosi. Era giunto il momento di farsi coraggio e chiederglielo...

- Spero ti rimetterai presto. Vorrei che venissi a vedere la partita questo sabato- e se ne andò.

Tenten rimase interdetta, mandando giù una cucchiaiata di brodo bollente. Chissà...forse quello era una specie d’appuntamento...

 

***********************************************

 

Sakura stava leggendo un libro. Le piaceva leggere, anche se i suoi gusti in fatto di libri erano molto raffinati. Tenten le diceva sempre che a furia di leggere, prima o poi sarebbe stata risucchiata da uno di quei libri che tanto amava.

E Sakura, segretamente, ci sperava.

Avrebbe voluto essere Belle per salvare la Bestia dall’orrendo incantesimo che gli impediva d’amare; Cenerentola, per andare ad un ballo e avere il tanto sospirato “e vissero per sempre felici e contenti”, la Bella Addormentata nel bosco, per risvegliarsi con un dolce bacio dal sonno profondo nel quale era rinchiusa da cento anni.

Avrebbe voluto essere una principessa, perché in un modo o nell’altro, i loro sogni si realizzavano sempre.

Invece era costretta ad interpretare la parte dell’amica, della studentessa modello e della ragazza un po’ imbranata, che sognava ad occhi aperti il Principe Azzurro che tardava ad arrivare.

Perché come aveva imparato a sue spese, il Principe Azzurro lo avevano solo loro.

Le principesse. Non le ragazze normali.

Girò pagina, insolitamente triste.

Non si era accorta che qualcuno si era seduto a leggere accanto a lei...

- Sakura?-

Sakura alzò di malavoglia gli occhi dal libro. Cavolo, proprio adesso che era arrivata ad un punto cruciale...

- Sì sono io. Che vu...- le parole le morirono in gola.

Sasuke Uchiha era davanti a lei, e la guardava, a metà tra il divertito e lo scocciato.

- Sa...Sasuke...- balbettò, incapace di fare altro.

- Ti va di venire a vedere la partita questo sabato?-

- Sì certo!- esclamò, a voce alta, attirando l’attenzione di tutti – Ma sei sicuro che possa venire?-

- Se te l’ho chiesto io...- fece Sasuke, alzandosi e abbandonando il libro che aveva in mano sul divano dove stava seduta la rosa, ancora un po’ scossa.

- Ma fammi un favore: la prossima volta che ti cerco non nasconderti in una biblioteca. Sai com’è...venire in questi posti mi da la nausea...-

Sakura sorrise. Chi a detto che i sogni delle principesse sono gli unici ad avverarsi?

 

***********************************************

 

Shikamaru e Temari. Temari e Shikamaru. Solo loro due. Nel loro piccolo mondo non c’era posto per lei.

Tutte le sere si sedevano su quella panchina, a parlare, a coccolarsi e a baciarsi per ore. E lei li guardava. E piangeva. Silenziosamente. Ad ogni lacrima la matita le sporcava il viso mentre il contorno sugli occhi diventava sempre più confuso e sbavato.

Ad ogni lacrima il cuore le si spezzava. Ogni lacrima era un'altra maschera da aggiungere sopra le altre per evitare di sgretolarsi completamente.

Per Ino Yamanaka ogni giorno diventava sempre più difficile. Così come era stato difficile rendersi conto che Shikamaru aveva oltrepassato da tempo la soglia dell’amicizia e non poter dichiarare apertamente di amarlo.

Perché? Perché cazzo, lui aveva Temari.

Temari, la ragazza più grande, più bella, più intelligente. Quella che per averla al tuo fianco dovevi sudare sette camice e che Shikamaru aveva avuto in un solo giorno.

Quella che stava rovinando anche se indirettamente la vita ad Ino. Quella che aveva Shikamaru tutto per se senza fare niente.

Quella che Ino avrebbe pagato per essere al suo posto...

 

Ciao a tutti! Sn di nuovo io, la vostra CelsteKiss, ke vi posta il terzo capitolo. Come avrete capito, qst chappy è un po’ introduttivo a tt la storia, ma spero vi sia piaciuto lo stesso...Dopotutto sn le vostre recensioni ke mi fanno andare avanti....

Ma passiamo ai ringraziamenti:

 

Celiane4ever: Sì...anke io lo vojo Neji sullo stipite della porta ke mi fissa!!! Spero ke anche qst chappy ti sia piaciuto!!!

 

Giuli@: Sn contenta ke ti sia piaciuto e ke la tua supposizione era esatta. Hinata sta bene e Tenten...beh...penso ke nn possa stare mejo (Cn Neji ke l’accudisce amorevolmente scommetto ke guariresti anke tu in un secondo!!!) Ci vediamo alla prossima recensione!!!!

 

Selly_92: Grazie x la recensione e x tutti i tuoi complimenti. Sn contenta ke la ficcy ti piaccia e ke continuerai a seguirla...Baci Baci ^-^!!!

 

Rolly too: Grazie 1000 x avermi messo tra i tuoi preferiti e naturalmente x aver recensito. Sn qst le cose ke mi fanno andare avanti (Mamma mia cm sn melodrammatica...ndMe)...Cmq anke tu sei bravissima ( basta leggere “Ti voglio bene” x capirlo) e spero ke continuerai a seguirmi!!!

 

SakuraChan92: Visto ke ti ho messo un po’ di SakuxSasu? Contenta? Spero di sì, anche se il nostro Sasuke ha letteralmente accelerato i tempi! Ma ke ci vuoi fare...mica sti’ due ragazzi possono vivere di sospiri x tt la vita!!! Vabbè...sto delirando...alla prossima!!!

 

Ciliegina_92: Sì ci hai proprio indovinato!!! Visto cm è romantico il mio Neji-kun? (ma ke caxxo dici? ndNeji) (è vero...sopratutto cn Tenten!!!! ndMe) (=_=...ndNeji). Al prossimo chappy!!!

 

Lollyna: Grazie x il tuo commento...alla prossima recensione!!!

 

Elfina: Beh...x le ShikaxIno dovrai aspettare il prossimo chappy x una cosa un po’ + approfondita, ma intanto un assaggino te l’ho dato!!! Grazie x avermi seguito anke se nn ti piacciono le AU...qst cosa mi rende mlt fiera!!!

 

Shuriken: Grazie x tutti i complimenti ke mi hai fatto...mi hai quasi commossa!!! Sapere ke la mia ficcy ti piace mi rende mlt felice!!!

 

Hermione93: Su coraggio, ammettiamolo...la vera protagonista di qst ficcy 6 TU!!! Scherzavo...anche se nn sapevo di aver azzeccato “x sbaglio” il tuo carattere!!! Ho preso anche il tuo indirizzo msn...grazie x avermi dato la possibilità di prenderlo!!!

 

Ino-chan96: Grazie anke a te x tt i complimenti. Spero ke qst chappy ti abbia accontentata!!!

 

Mina93: Ad urlare!!! Wow...nn pensavo di farti qst effetto!!! Sn contenta ke la ficcy ti piaccia, e ke spero, mi seguirai sempre. Grazie ankora!!!

 

Ed a ringraziamenti finiti, l’anticipazione!!!!!!!!!!

 

_-_Anticipazioene_-_

[- Tu non andrai a quella partita- ruggì suo padre, guardandola.

- Ma perché papà?- rispose Tenten, sull’orlo del pianto. Non poteva fargli questo...

- Perché non voglio che ci sia Neji Hyuuga-

- Come sai di lui?-

- Per favore Tenten. Sono tuo padre. Sarò in grado di capire che razza di cretino si è andato a scegliere mia figlia...-

- Perché non vuoi che stia con lui?-

- Perché lui è l’unico che può portarti via da me. E non voglio-...]

 

xxxBaCiOtToxxx

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Capitolo 4
*** :.:Sweet things under the Rain:.: 3 ***


:.:Sweet things under the rain:.: 3 capitolo

 

Tenten era ritornata a casa il giorno stesso, accompagnata dei genitori di Hinata, che spiegarono ai suoi la situazione. Sua madre, appena seppe cos’era successo, l’abbracciò in lacrime, dicendo che era una ragazza impossibile, capace di farla preoccupare ogni volta che usciva di casa. Suo padre, invece, non disse niente. Le domandò solo se in quel breve periodo di convalescenza a casa Hyuuga avesse incontrato Neji...

Tenten accennò di averlo visto solo un paio di volte, ma anche se lei non poteva dimostrarlo, era sicura che fossero molte di più...

Poco dopo le telefonò Lee.

- Pronto Ten...ma che cavolo combini? Basta che mi allontani un attimo e sei capace di farti pestare a sangue per una che neanche conosci-

- Quella che ho aiutato era la cugina di Neji...- gli disse, sulla difensiva.

Lee stette alcuni secondi in silenzio.

- Si vede che ci tieni veramente a quello Hyuuga...- fece, serio.

- Si vede che tu mi conosci bene- ribatté, scherzandoci su.

- Tu sei pazza...-

- Anche io ti voglio bene, Lee...- fece per chiudere la chiamata, quando si ricordò di una cosa – e ricorda di portarmi gli appunti di scienze, altrimenti sono nei casini...-

- Vedrò quello che posso fare-

- Cerca di fare il più possibile, allora-

E riagganciò. Dopo due secondi il cellulare squillò nuovamente, diffondendo nella camera la solita musichetta allegra, accompagnata dal nome sul display che lampeggiava in stampatello il nome di “Sakura”. Tenten rispose, convinta che se l’amica telefonava, doveva avere di certo un buon motivo per farlo. E poi, anche lei aveva bisogno di dire a qualcuno cosa aveva passato nelle ultime quarantotto ore...

- Tenten...sei tu?- chiese una voce piuttosto elettrizzata dall’altro capo della cornetta.

- No sono sua nonna...ma certo che sono io. Ciao Sakura-

- Tenten...tieniti forte. Non so se mi crederai, ma tutto quello che ti sto per dire è la verità- respirò profondamente – Sasuke Uchiha...mi ha chiesto...un...appuntamento!- esultò, gridando alla fine.

Tenten urlò di gioia. Finalmente la sua amica ce l’aveva fatta...

- Che giorno? Dove?- chiese con tempestività la mora, eccitata.

- Beh...dopodomani, al campetto di calcio della scuola a vedere la partita...-

Tenten fece due più due. Poi sorrise, leggermente dispiaciuta del fatto che l’amica non potesse vedere quello splendido sorriso.

- Sakura...tieniti forte pure tu. Ho un appuntamento con Neji Hyuuga proprio dove vai tu-

Sakura gioì a sua volta. Era felice. Per la prima volta nella sua vita era veramente felice. Si sentiva veramente come una piccola principessa...

- Sai già cosa metterti?- chiese la rosa, cercando di mantenere un tono di voce basso.

- Assolutamente no- rispose Tenten. Sakura represse una risatina.

- Senti, mi è venuta un’idea: domani pomeriggio vieni a casa mi così decidiamo insieme cosa indossare per l’occasione, in modo che quando viene il momento non ci facciamo sorprendere dal panico sappiamo già cosa mettere-

- È un’idea fantastica, Sakura!- esclamò Tenten, al massimo della gioia.

- Lo so- disse Sakura, soddisfatta.

- Allora a domani-

- Ok. E mi raccomando, porta tutti i vestiti che hai dentro l’armadio-

- Agli ordini capitano Haruno-

E chiuse la telefonata premendo il tasto rosso. Chissà perché, domandi andare a scuola non le avrebbe messo pensiero...

 

**************************************************

 

La mattinata sembrava non volesse finire mai. Tenten mangiucchiava il cappuccio della penna, mentre Sakura si attorcigliava i capelli all’indice, entrambe con gli occhi puntati sulle lancette dell’orologio.

“Ma non potresti andare più veloce?” pensò Tenten, guardando la lancetta dei secondi compiere un altro giro e ricominciare daccapo.

Sakura sbuffò, prendendo distrattamente appunti. Incredibile quanto fosse agitata anche se l’appuntamento vero e proprio era domani.

Eppure persino decidere gli abiti, le scarpe e il trucco, per quanto futile, le sembrava una cosa della massima importanza. Perché in realtà faticava ancora a crederci.

Lei e Sasuke Uchiha. Detto così, con quella voce trasognante  pareva la fine di un bellissimo sogno ad occhi aperti dal quale si era appena svegliata. E invece no. Quella era la realtà, e lei aveva deciso di essere semplicemente abbagliante agli occhi di Sasuke.

Anche se sapeva di non essere bellissima, ce l’avrebbe messa tutta. Dopotutto anche lei aveva una fata madrina che l’aiutava con la scelta degli abiti, seduta li davanti. Sorrise all’idea. Forse Tenten non si calava perfettamente nella parte, ma era pur sempre un’ottima amica.

- Dai, dieci secondi...- sibilò Tenten a bassa voce, stringendo i pugni. Sakura mise le penne dentro l’astuccio, mentre la mora scandiva ogni secondo. Sembrava che il tempo, anziché andare più veloce, si fosse rallentato, rendendo l’attesa ancora più insopportabile. Sakura sospirò, chiudendo lo zaino.

- Dieci! Evvai!- gridò Tenten allo scoccare della campanella, saltando in piedi all’improvviso, con un gran sorriso sulla faccia. Metà classe si voltò a guardarla.

- Signorina Tenten, non pensavo di essere tanto noioso...- disse il professore di lettere, aggiustandosi gli occhiali sul naso, divertito.

Tenten arrossì. – Ehm...no prof, lei non c’entra niente...-

L’uomo sorrise, assegnando gli ultimi compiti alla classe. Tenten si rimise a posto, imbarazzata. Poi un colpetto sulla spalla.

- Bella mossa Ten-

 

*****************************************************

 

- Devi assolutamente provarti questo- esordì Sakura, mostrando a Tenten un vestito rosa cortissimo, con un coprispalla color panna, sorridendole.

- Ma sei matta? Io non ci vada in giro con questa roba...- ribatté Tenten, scansando il pezzo di stoffa, che si afflosciò sul letto dove le due ragazze erano sedute.

Si trovavano nella camera di Tenten, e davanti ad una buona tazza di thé fumante, stavano decidendo quale abito avrebbero messo il giorno dopo per il fatidico appuntamento.

- Perché piuttosto tu non provi questo?- propose la mora, prendendo tra le mani una minigonna di jeans, che arrivava a metà coscia. Sakura arrossì.

- Io non ci vado da Sasuke conciata in questo modo!- fece, sbuffando.

- Oh...che noia che sei, Sakura. Siamo qui da due ore e non abbiamo ancora combinato niente!-

Tenten si lasciò cadere sul letto, seguita dall’amica.

- Il problema è che non sappiamo deciderci. Vogliamo per forza indossare cose che non ci si addicono e finiamo per scartare tutto quello che ci passa sotto mano-

- Sakura...senti...- iniziò Tenten, cambiando discorso- Secondo te, Neji un po’ di bene me lo vuole?-

Silenzio. Solo lo scacciapensieri attaccato alla finestra della camera della ragazza che tintinnava sotto i colpi del vento autunnale.

- Tenten, io penso che Neji ti voglia qualcosa di più del semplice bene...-

Tenten si portò la tazza di thé alla bocca. Sakura fece lo stesso.

- Non voglio illudermi. Cioè, so che Neji è un ragazzo difficile, che non ama la compagnia e che adora la competizione, ma in qualche modo mi sento attratta da lui. Non so spiegarlo con precisione, ma succede ogni volta che i miei occhi si riflettono sui suoi. E come se ci fosse qualcosa di lui, che in un certo senso, mi desse...- Tenten si fermò un attimo, alla ricerca delle parole giuste- fiducia. Anche si ti sembrerà strano, quando nelle vicinanze c’è Neji mi sento stranamente protetta-

Sakura, inaspettatamente l’abbracciò di slanciò.

- E brava la mia Tenten...sei proprio cotta-

- Non è vero...-

- Tenten...-

-...-

- Allora?- Sakura la stuzzicò.

- Non ti si può nascondere proprio niente, eh?- fece la mora, in un mezzo sorriso.

Sakura alzò un pugno in aria, vittoriosa.

- Finalmente la nostra Tenten si è dichiarata! Vedrai, quando avrai trovato l’abito giusto, lo Hyuuga cadrà ai tuoi piedi in un attimo- le disse Sakura, strizzandole l’occhio.

- Piuttosto...devo ancora chiedere il permesso a mio padre. Sai come è difficile convincerlo a lasciarmi andare da qualche parte, soprattutto se ci sono dei ragazzi in giro...-

- E allora che aspetti? Andiamoglielo a chiedere!- esclamò Sakura, alzandosi dal letto.

- Ok, ma ci parlo io-

Le due ragazze scesero velocemente le scale che portavano al piano di sotto, e Tenten entrò come una furia in salotto, dove suo padre stava seduto sulla poltrona a leggere il giornale. Prima di entrare, Sakura alzò i pollici in alto all’amica, rimanendo fuori dalla stanza ad aspettarla.

Tenten osservò suo padre alzare lo sguardo e dirigerlo verso di lei.

- Ciao papà. Che fai?-

- Leggo...-

- Ah...e hai bisogno di qualcosa?-

- Tenten, cosa devi chiedermi?-

La ragazza si attorcigliò una ciocca ribelle tra le dita, abbassando lo sguardo.

- Beh...domani c’è una partita al campetto della scuola ed un amico mi ha invitato ad andarla a vedere assieme a Sakura...-

- Si tratta di Neji Hyuuga?- domandò suo padre, fissandola. Tenten arretrò.

- Beh...si ma...-

- Ti proibisco di andare a vedere quella partita- disse, aumentando improvvisamente il tono della voce, che oscillava pericolosamente tra il calmo e l’arrabbiato.

- Ma perché papà?-

- Perché no- fece l’uomo, rimettendosi a leggere.

- Questa non è una motivazione valida- ribatté la figlia, sbattendo un pugno sul tavolo.

 - Tu non andrai a quella partita, punto e stop, senza bisogno di spiegazioni- ruggì suo padre, guardandola ancora.

- Ma perché papà?- rispose Tenten, sull’orlo del pianto. Non poteva fargli questo...

- Perché non voglio che ci sia Neji Hyuuga-

- Come sai di lui?-

- Per favore Tenten. Sono tuo padre. Sarò in grado di capire che razza di cretino si è andato a scegliere mia figlia...-

- Perché non vuoi che stia con lui?-

- Perché lui è l’unico che può portarti via da me. E non voglio. E con questo il discorso è chiuso-

Tenten capì che il discorso era veramente chiuso non da queste parole, ma da quando suo padre uscì dalla stanza senza degnarla di uno sguardo...

Sakura fece capolino dalla porta, osservando l’amica ormai in lacrime.

- Tenten...- sussurrò, correndole incontro – Ha detto di no, vero?-

Tenten annuì.

- Divertiti domani pomeriggio. Sapere che almeno una di noi due starà con il ragazzo che gli piace mi farà sentire un pochino meglio- disse, asciugandosi le lacrime con una manica della maglia.

- No Tenten...se tu non ci vai non ci vado nemmeno io...- ribatté la rosa.

- Ma che scherzi? Ti ho già trovato l’abito adatto...-

Sakura sorrise, notando come Tenten faceva di tutto per non ricominciare a piangere...

 

*********************************************************

 

- Questa pioggia ha letteralmente rotto le palle- fece Neji Hyuuga sbucando dal collo dalla maglia da titolare, osservando dalla finestra dello spogliatoio il campo da calcio zuppo d’acqua.

- Risparmiatelo Hyuuga- asserì Sasuke, prendendo la borraccia da dentro il borsone -  È già tanto se non prendo una polmonite con questo tempo-

E uscirono sotto la pioggia, accolti da una moltitudine di applausi e fischi d’approvazione. Tutta quella gente era lì per loro...

Sasuke cercò qualcuno tra la folla, scrutando una ad una le persone sugli spalti. Poi la vide. E pensò che anche sotto la pioggia, a metà novembre, non facesse poi così freddo...

Era vestita con una felpa color crema e un paio di jeans, mentre i capelli erano raccolti un due graziose treccine che teneva sulle spalle. Appena incrociò il suo sguardo, lui la salutò, mentre lei, alzò timidamente la mano per rispondere.

- Perché non è venuta?- disse Neji a bassa voce, notando che vicino a Sakura, dove avrebbe dovuto trovarsi Tenten, non c’era nessuno.

- Di che ti preoccupi, Hyuuga. Potrai sempre trovarne un’ altra per il dopo partita...-

- Stronzo. E se le fosse successo qualcosa?-

Incredibile, Neji Hyuuga era...in pensiero per una stupida ragazzina che conosceva da appena tre giorni?

- Ma per favore Neji. Sembri mia madre- lo ammonì Sasuke – Vedi di giocare che la tua bella arriva sicuramente- e sparì dall’altra parte del campo.

Neji rimase immobile. Aveva detto la tua bella...

Si riscosse bruscamente, ed anche se sapeva di andare chiaramente contro i suoi principi, si avvicinò alle tribune. Doveva saperne di più su questa storia...

- Sei tu Sakura?- chiese alla rosa.

Sakura ci mise un po’ per focalizzare il suo interlocutore.

- Sì...-

- Sai dov’è Tenten?- vide i lineamenti della ragazza dalla fronte spaziosa che aveva di fronte distendersi.

- Suo padre non le ha dato il permesso di uscire. In questo momento penso che sia a casa...- disse, pensandoci un po’ su, triste.

Neji fece per andarsene, quando Sakura lo chiamò nuovamente.

- Hey...ma che hai intenzione di fare?-

- Lei non è potuta venire alla partita, ma non è detto che sia ancora troppo tardi...-

In un lampo scomparì alla vista di Sakura, correndo verso Sasuke.

- Dove...dove le tieni le chiavi del motorino?- chiese, ansimante per la corsa.

- Dentro al borsone, su una tasca laterale, perché?-

- Sasuke, sostituiscimi da capitano. Non credo che giocherò oggi...-

- Ma che ci devi fare con il mio motorino?-

Neji sorrise leggermente, come divertito.

- Forse un giorno te lo dirò...- e sparì, entrando dentro gli spogliatoi.

Sasuke mise la fascia da capitano sul braccio, scuotendo la testa.

- Forza ragazzi, abbiamo una partita da giocare!-

 

******************************************************

Tenten si rigirava sul letto, fissando il soffitto. Era stata una stupida a volersi mettere ugualmente il vestito che le aveva consigliato Sakura, dei pantaloncini corti color nero ed un maglione a quadri bianco e nero, anche se sapeva che per quel pomeriggio, non sarebbe uscita di casa.

Smise di guardare verso l’alto, rivolgendo lo sguardo alla finestra chiusa, oscurata delle tende azzurre che lei stessa aveva decorato. Non aveva voglia di guardare fuori, perché sapeva che in un secondo avrebbe provato l’incontenibile desiderio di calarsi dalla grondaia e sgattaiolare alla partita.

Sospirò, mettendosi a sedere.

TOC TOC

 Tenten volse nuovamente lo sguardo alla finestra, sicura di aver sentito un rumore.

TOC TOC

Si alzò dal letto, dirigendosi cautamente verso di essa.

TOC TOC

Si parò davanti e con un colpo secco spostò la tenda. Rimase a bocca aperta, tanto che se non si fosse tenuta alla tenda sarebbe di sicuro finita a terra...

 

*****************************************************

 

- Shikamaru...-

- Ciao Ino...-

Di solito le loro conversazioni iniziavano così, con un semplice “come va?” per terminare ad un altrettanto scontato “ci si rivedere”. Banale.

Ma quel pomeriggio pioveva, e come diceva sempre sua madre, la pioggia portava sempre qualcosa di buono, lavando via le cose vecchie...

- Come va?- fece Shikamaru, voltandosi verso di lei.

- Bene, te?-

Silenzio. Troppo pieno di sospiri, parole dette a metà e frasi pensate per essere definito tale.

- Come è andata a finire con quello?- disse Shikamaru, riferendosi al suo ragazzo.

Ino sospirò, sedendosi accanto a lui.

- Ci siamo lasciati ieri...-

- Ah...-

Ah...solo questo sapeva dirle...

- Come va con Temari?-

- Va...-

- Ti piace?-

- Ma che domande fai, Ino?- sbottò, prendendo una sigaretta.

- Era per sapere. E non fumarla, quella...lo sai che tua madre non vuole...-

- Da quando fai le sue veci?-

- Da quando ti conosco...-

Altro silenzio, stavolta interrotto dal debole sfrigolio dell’accendino.

- Ino, cosa devi dirmi veramente?-

La bionda ci pensò su.

- Oggi piove, lo sapevi?-

Forse è il momento giusto per piangere a testa alta...

- Adesso devo andare...-

- Dove?-

- Da Temari...-

- Ah...-

Shikamaru fece per andarsene. Poi si fermò e ritornò indietro. Le lanciò il pacchetto di sigarette.

- Tienile tu, così evito di fumare e mia madre non si incazza...-

Ino abbozzò un sorriso, guardando Shikamaru sparire dietro l’angolo, inghiottito dalla pioggia.

 

*****************************************************

 

- Ne...Neji- urlò Tenten, osservando lo Hyuuga fradicio che le faceva segno di farlo entrare. Aprì la finestra per poi richiuderla immediatamente.

Neji entrò per un soffio nella stanza.

- Ma cosa ci fai qui?- chiese, guardandolo ancora incredula – Non dovresti essere alla partita?-

- No...partita rinviata...-

Bugia...

- Che cosa sei venuto a fare a casa mia?-

- Pensavo che ti fosse successo qualcosa...-

Tenten arrossì, abbassando lo sguardo. Forse Sakura aveva ragione...

- Ti va di fare un giro in motorino?-

Tenten ci pensò su, poi sorrise. Neji trattenne il fiato per pochi secondi...

- Ok, d’accordo, tanto mio padre non c’è...- rispose, sorridendogli.

Neji si voltò, andando ad aprire la finestra.

- Viene- le fece segno di seguirlo – la grondaia è scivolosa. Tieniti.- e le porse la mano.

Tenten l’afferrò, ma ecco che quella debole scarica elettrica che sentiva ogni volta che le loro mani si sfioravano, le percorse tutto il braccio, trasmettendo alla sua schiena un brivido. Immediatamente, arrossì.

Perfino Neji, l’avvertì.

Poi continuarono a scendere, e arrivati a terra, lo Hyuuga tolse il cavalletto al motorino, porgendo un casco a Tenten.

- Mettilo- le ordinò. Tenten non se lo fece ripetere due volte. Lo mise sulla testa e agganciò la cinghia che lo teneva saldo ad essa, mentre Neji, faceva lo stesso.

Poi salirono entrambi sul motorino. Neji davanti e Tenten dietro.

- Attaccati a me- le disse il ragazzo, con una nota d’imbarazzo nella voce.

Tenten abbracciò il ventre dello Hyuuga, che al quel gesto, così semplice, si lasciò scappare un sospiro.

Tenten non stingeva forte, anche se preferiva tenere gli occhi chiusi, affondando la testa sulla schiena del ragazzo, evidentemente spaventata. Neji sorrise guardando la sua immagine sullo specchietto. Sembrava che dormisse, ma ogni volta che il motorino accelerava, Neji sentiva le sue braccia stringersi.

E detto tra noi, avrebbe voluto averle la per sempre.

Cazzo di pensieri ti fai, Neji?

Riprese il controllo del motorino, curvando a destra, mentre la pioggia ormai li aveva ridotti due stracci.

Neji guardò Tenten.

Affettuosamente, oserei dire...

“Sarà meglio riportarla a casa...” e sterzò in quella direzione.

Tenten si sentì sollevata solo quando il motorino cessò di muoversi. Aveva paura di aprire gli occhi, e abbracciò con più forza il ventre di Neji.

- Tenten...li puoi aprire gli occhi...- le ricordò lo Hyuuga, dandole un leggero colpetto sulla spalla.

- Si...scusa e che non ero mai stata su un motorino...”

Scese lentamente, sotto lo sguardo, leggermente divertito, di Neji. Solo quando arrivò davanti alla porta di casa si costrinse a guardarlo.

- Grazie Neji, sei un guidatore fantastico- fece, con un sorriso.

Neji si grattò la testa, imbarazzato.

- Quando ti serve un passaggio dimmelo, allora...-

- Ok...-

Silenzio. Solo il ticchettare della pioggia sull’asfalto.

Tenten si avvicinò a Neji, e inaspettatamente, senza tenere conto delle conseguenze, del momento e del perché, l’abbracciò.

Neji ricevette l’abbraccio senza protestare, stupito dalla notevole quantità di calore che quella ragazza sapeva sprigionare. Sentì il suo cuore aumentare di velocità insieme al petto premuto volontariamente sui suoi addominali.

Tenten, dopo essersi resa conto di cosa realmente stava facendo, si staccò, rossa come un peperone.

- Beh...allora ciao...-

- Sì...ciao...a domani-

Ed entrò in casa, con i cuore a mille. Si lasciò andare contro la porta, chiudendo gli occhi. Era stato un abbraccio. Neanche un bacio. Ma le era sembrata la cosa più bella che avesse mai ricevuto.

Sospirò, salendo velocemente al piano di sopra.

- Tenten...non credi che noi due dovremmo fare quattro chiacchiere?-

Suo padre la guardava, furente. Tenten deglutì, fissando il pavimento.

[Era proprio nei casini...]

 

Salve a tutti. Mi scuso x la lunghezza eccessiva del chappy e ringrazio in anticipo tt quelli che hanno recensito gli altri chappy e che avranno la pazienza e la buona volontà di commentare anche questo.

Grazie a tutti...siete voi che cn le vostre recensioni mi fate andare avanti.

Grazie, naturalmente, anche a chi legge soltanto.

Non so quando aggiornerò, ma state pur certi che sarà entro una settimana, se non prima...XxXbAcIoTtOxXx

 

_-_Anticipazioni_-_

[...Suo padre le dava contro, reputando Neji Hyuuga uno stronzo di prima categoria.

Sua madre non sapeva neanche chi fosse.

Aiko ci provava con Neji ad ogni occasione. Dopotutto non era messa poi così male, se non fosse per l’irrilevante dettaglio che faceva di Neji Hyuuga una delle persone più importanti della sua vita...]   

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Capitolo 5
*** :.: Small drops of rain:.: ***


:.: Small drops of rain:.: 3 capitolo...

 

- Tenten...noi due dobbiamo fare quattro chiacchiere- parlò suo padre, in tono falsamente calmo.

Tenten deglutì. Era bagnata fino al midollo e l’acqua che le colava dai vestiti stava lentamente formando una pozza d’acqua sul pavimento attorno ai suoi piedi.

- Dove sei stata, Tenten?-

La ragazza non rispose.

- Tenten dimmi immediatamente dove sei stata!- urlò, mentre una vena sul collo gli incominciò a pulsare velocemente.

- Sono stata con Neji, contento?- scoppiò, gridando a sua volta.

- Ti avevo proibito di vederlo!-

- Non puoi impedirmi di fare ciò che voglio- gridò, mentre osservava il padre avvicinarsi.

- Mi sembra, che fino a prova contraria, io sia ancora tuo padre. Quindi ho tutto il diritto di proibirti di vedere quel ragazzo-

Tenten strinse i pugni.

- Ma cos’hai contro Neji? Cosa ti ha fatto?- chiese Tenten, guardando suo padre negli occhi.

- Cosa mi ha fatto? Cosa farà a te, piuttosto se continuerai a stare insieme a lui in questo modo...-

Le poggiò delicatamente le mani sulle spalle, per confortarla.

- Lui è un ragazzo. Prima o poi vorrà andare oltre...-

Tenten si irrigidì, staccandosi bruscamente dal padre.

- Tu stai insinuando che Neji potrebbe abusare di me?- gridò, indignata.

- Potrebbe succedere...-

- Papà! Neji non è come gli altri ragazzi. Non lo farebbe mai!-

- Tu cosa ne sai di quello che passa per la testa dei ragazzi. Basterebbe che rimanessi da sola con lui e sono sicura che lo farebbe...-

- Cosa papà? Violentarmi, forse?- domandò in lacrime Tenten, con le gote arrossate e il fiatone.

- Sì- urlò in fine suo padre, guardandola infuriato – È pur sempre un uomo e tu sei ancora una bambina...-

- Ho sedici anni! Neji ne ha diciassette. Non credo che ci sia poi questa grande differenza d’età...-

- E invece sì. Lui potrebbe approfittare di te in qualsiasi momento-

- No!- ribatté convinta – So per certo che lui non lo farebbe mai-

- Perché ne sei così convinta?-

- Perché io lo...- le parole le morirono in gola prima di essere pronunciate. Suo padre la guardava incredulo, come ferito nell’orgoglio.

- TU COSA?- ruggì, guardandola.

- Io gli voglio bene, papà. E...- si bloccò un secondo, per riprendere fiato – credo di amarlo...-

Suo padre sgranò gli occhi, boccheggiando.

- Tu credi di amarlo? Ma sei pazza?- era al limite della sopportazione.

- Sì. Per questo credo che non abuserebbe mai di me...-

- Sei una stupida Tenten...l’amore non è come credi che sia...-

- Tu cosa ne sai papà? Non sai come è fatto Neji. Non lo conosci come lo conosco io...-

- È solo un ragazzo viziato che aspetta il momento buono per saltarti addosso-

 Le rivelò suo padre, con tutto l’odio possibile.

- Non è vero!- urlò Tenten di rimando, tappandosi le orecchie.

- Questo argomento è chiuso. D’ora in poi ti proibisco di vedere Neji Hyuuga. La mattina ti accompagnerò io a scuola così eviterai di incontrarlo per strada e il pomeriggio rimarrai a casa a studiare- e fece per andarsene, aprendo la porta- Pretendo che tu rispetti le mie decisioni. Fino a quando vivrai sotto questo tetto, ti proibisco di avere contatti con quel ragazzo-

E se ne andò, lasciando sola Tenten, che piangeva sommessamente.

- Perché mi fai questo papà?- sussurrò a se stessa, salendo le scale che portavano al piano di sopra, lasciando piccole chiazze d’acqua sugli scalini.

Lei aveva sempre voluto bene a suo padre. Nella sua vita aveva sempre cercato di comportarsi come una brava bambina per renderlo fiero. Eppure adesso, si sentiva svuotata. Come se la pioggia, oltre a lavare via la polvere sulle strade, le avesse portato via quello che aveva dentro.

Suo padre aveva paura che lei diventasse una donna...

- Tenten, amore, cosa ti è successo?- chiese sua madre, vedendola entrare in camera.

- Niente mamma. Non ho voglia di parlare e non ho neanche tanta fame. Se cucini qualcosa di buono lasciamelo su un piatto, anche se non credo che riuscirò a mandar giù un boccone-

Sua madre la guardò, sospirando.

- Sicura di non voler parlare?-

Tenten annuì, facendole un sorriso e sdraiandosi sul letto.

In quel momento non aveva proprio voglia di parlare con qualcuno. Forse voleva piangere. Non lo sapeva nemmeno lei...

 

**************************************************

 

­- Forza Ino, ci manca un punto!- gridò dalla panchina una ragazza dai lunghi capelli rossi, stringendo tra le mani una bottiglietta d’acqua.

Ino Yamanaka la guardò, raggiungendo il fondo del campo con la palla in mano.

Tutti gli occhi erano puntati su di lei.

Sorrise. Le piaceva questo senso d’importanza. Sentirsi in grado di fare ogni cosa.

Palleggiò a terra, fissando il punto in cui avrebbe dovuto battere.

- Posto uno...e la partita è vinta...- mormorò tra se, mentre l’arbitro fischiava.

Alzò la palla in aria la colpì con forza. Questa saettò velocemente verso tutti i nove metri del campo, cadendo a terra sotto gli occhi di tutti.

Un grido collettivo esplose nel palazzetto.

- Ino Yamanaka segna l’ultimo punto della partita, la squadra...-

Ma la bionda non riuscì a sentire le ultime parole, perché circondata all’istante da una decina di ragazze esultanti.

- Brava Ino...sei il capitano migliore che abbiamo mai avuto!-

- Grande Ino...glielo hai fatto vedere a quelle che con noi non si scherza-

Ino sorrideva a tutti, mentre tante piccole perline di sudore le imperlavano il volto.

- Complimenti capitano, splendida partita...-

La bionda si voltò.

Appoggiato mollemente su una colonna, stava Shikamaru. Che la guardava.

Ino si avvicinò, dondolando la lunga coda dorata, visibilmente infastidita.

- Che ci fai qui?- gli chiese bruscamente.

Shikamaru alzò un sopracciglio, sorpreso.

- Non posso venire a vedere le partite della mia migliore amica?-

Migliore amica...migliore amica...migliore amica...

Quelle parole le facevano così male. Represse le lacrime solo perché ormai era abituata a farlo...

- No se la tua “migliore amica” non ti ci vuole...- fece, incrociando le braccia al petto.

Shikamaru sorrise. – E perdermi questo spettacolo?- disse, alludendo alle sue gambe.

Ino arrossì. Tante, troppe volte Shikamaru l’aveva vista in pantaloncini, ma da qualche tempo, non era più la stessa cosa.

Provava come imbarazzo...

- Ma oggi non dovevi uscire con Temari?- chiese, pentendosi in seguito per ciò che aveva detto. Faceva così dannatamente male la verità...

- Sì...e andata a prendere qualcosa da bere al distributore automatico qui accanto-

Infatti, pochi secondi dopo, una bella ragazza bionda comparve al suo fianco, sorseggiando una lattina di thé. Ino la guardò e frenò nuovamente l’istinto di piangere...

- Ah Ino...- cominciò Temari, guardandola con superiorità – davvero una bella partita-

Ino le sorrise. Un sorriso tirato di chi in quel momento non aveva nessuna voglia di sorridere.

- Allora Shika...vogliamo andare?- domandò, tirandolo verso di se per un braccio.

Shikamaru osservò Ino abbassare lo sguardo.

- Ah si...aspetta un secondo...-

Ma troppo tardi. Temari si era già avvinghiata a lui e aveva preso a baciarlo sul collo.

Ino guardava la scena inorridita.

Shikamaru cercò di togliersi di dosso la ragazza, senza risultato. Fissava Ino come abbagliato, nonostante la sua ragazza aveva preso a baciarlo sulla bocca.

- Io...io dovrei andare a cambiarmi...- parlò Ino, lentamente, scappando in direzione degli spogliatoi.

Shikamaru era sicuro di aver visto delle lacrime.

Scansò Temari senza troppi convenevoli, ma una mano di lei lo bloccò ancora.

- Hey Shikamaru, si può sapere cosa ti prende?-

- Sei una stupida Temari. Potevi almeno evitare di baciarmi davanti ad Ino...-

- Perché? Tu sei il mio ragazzo. Posso baciarti quando mi pare...-

Shikamaru la squadrò con occhi di fuoco.

- Vado a vedere come sta Ino...-

Temari gli si parò davanti.

- Se lo fai io ho chiuso con te, Nara. Se vai dalla tua Ino puoi considerarmi acqua passata- urlò, scuotendo i codini biondi.

Shikamaru la sorpassò senza rivolgerle neanche un sguardo. Temari ebbe un sussulto.

Lasciò cadere la lattina vuota a terra, che rimbombò per il corridoio.

 

***************************************************

 

- Hyuuga giuro che se mi chiedi di prestarti nuovamente qualcosa ti spezzo le braccia-

Sasuke Uchiha pronunciò queste parole sedendosi sullo sgabello della discoteca, tenendo tra le mani due bicchieri.

Neji Hyuuga sollevò la testa per guardarlo, prendendogli un bicchiere. Se lo scolò in un solo sorso e lo appoggiò rumorosamente sul bancone.

Sasuke lo guardava come se fosse un fantasma.

- Hey Hyuuga, si può sapere che hai fatto?-

- Lei...-

- Ti stai riferendo alla moretta?- chiese Sasuke, per precisare.

Neji annuì.

- Lei mi ha abbracciato...- pronunciò queste parole con assoluta calma, scandendole.

Sasuke le guardò. Si mise una mano sulla bocca. All’iniziò ridacchiò sommessamente.

Poi scoppiò a ridere rischiando di cadere dallo sgabello.

Parecchie persone si erano voltate a guardarlo, nonostante il rumore della discoteca fosse assordante.

- Dimmi Hyuuga, ti sei forse rimbecillito? Neanche un bacio e già fai quella faccia?-

Neji lo guardò malissimo.

- Vai a cagare...- fece Neji – Approposito, con l’Haruno come è andata sabato?-

Sasuke sorrise furbetto.

- E lo vengo a dire a te?-

- Fottiti...almeno io le ragazze non le illudo come fai tu...-

Sasuke passò sulla difensiva.

- Io non le illudo, Hyuuga, solo che voglio pensarci bene prima di fare una cosa seria con Sakura...-

Stavolta toccò a Neji sorride.

- Ne deduco che quella ragazza ha rimbecillito anche te...-

- Finalmente non hai detto una cazzata...-

- E come farai in settimana bianca? Non vorrai entrare nella sua camera e aspettare il momento buono per saltarle addosso?-

Sasuke fece oscillare la cannuccia all’interno del suo bicchiere.

- La settimana bianca?...A già...me ne ero dimenticato. Sinceramente non ci ho pensato, ma sta pur certo che non mancheranno i momenti intimi...-

- Se un caso disperato, Uchiha...-

E uscirono dalla discoteca, con i rumori assordanti ancora nella testa...

 

Ciao a tt! Sn sempre + contenta ke qst ficcy vi piaccia, xkè la parte mijore viene solo adesso? Qst volta nn vi lascio una anticipazione, ma una semplice domanda...”Cosa succederà hai nostri ragazzi durante la settimana bianca?”

Nn vi resta che continuare a seguirmi!

Grazie a ki ha recensito il chappy precedente e “:.:Another Night:.:” ...grazie veramente a tutti...persino a ki legge!!!

 

xxxBaCiOtToxxx

 

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Capitolo 6
*** :.:Little Loves:.: ***


:.:Little Loves:.: 6 capitolo...

 

Tenten sperava segretamente che l’imminente settimana bianca l’avrebbe aiutata a distrarsi dalla tensione che in questi giorni si accumulava come la polvere a casa sua.

Era stufa di scontrasi continuamente con suo padre, piangere silenziosamente e far finta che non fosse successo niente con gli altri.

E Neji lo vedeva. Ogni mattina a scuola, sotto quei bellissimi sorrisi, capiva che c’era qualcosa che non andava e che Tenten si rifiutava di dare a vedere.

Perché anche lui, dopo la loro avventura in motorino, non aveva più avuto contatti diretti con la ragazza, come se lo evitasse...

- Hey...terra chiama Hyuuga...hai finito di fissare la bella principessa?- sentì la voce di Sasuke rimbombargli nelle orecchie da lontano.

- Come?-

Sasuke scosse la testa.

- Lasciamo perdere. Piuttosto ti ricordi che domani mattina il pulman è alle sette?-

- Sì...-

Neji si voltò nuovamente verso Tenten che chiacchierava animatamente con Sakura, osservandola.

- Pensi che mi stai evitando?-

Sasuke fece spallucce, scartando il panino che aveva per pranzo.

- Non saprei, ma conoscendoti, sono sicuro che ti rifarai in gita...-

Neji sorrise.

- Sai che sei un imbecille, Sasuke?-

Sasuke mandò giù un altro boccone, controvoglia.

- Se la smettessi di fare casini Hyuuga, io smetterei di fare la parte del buon amico...- poi guardò in direzione di Sakura per una breve frazione di secondo – che tra l’altro non mi si addice per niente-

 

- Ma cosa ti succede Tenten? Sembra che tu voglia evitare lo Hyuuga a tutti i costi!-

Fece Sakura, spazientita, lasciandosi andare accanto alla mora.

Tenten sospirò.

- Forse è vero...- incominciò, triste – forse è vero che lo voglio evitare...-

- Ma non dire sciocchezze. Insomma Tenten, non puoi arrenderti così!-

La ragazza mora sospirò nuovamente, nascondendo la testa in mezzo alle braccia.

- Vorrei veramente reagire Sakura, davvero, solo che non ne ho la forza. Mio padre controlla ogni mio movimento ed ho paura di complicare ulteriormente le cose-

Sakura guardò l’amica con una fitta di malinconia.

- Potresti provare a parlargli durante la gita. Una volta per tutte per capire cosa c’è tra voi due...-

Tenten si fece ancora più triste.

- E cosa vuoi che ci sia tra me e Neji? Siamo amici e forse neppure quello...-

Sakura sbattè improvvisamente un pugno sul traballante tavolo di plastica dove circa una diecina di studenti erano beatamente riuniti per la pausa pranzo.

- Ma cosa stai dicendo? Si vede lontano un miglio quanto vuoi bene allo Hyuuga e quanto lui tenga a te!-

Tenten sorrise debolmente, mentre centinaia di occhi erano puntati su Sakura, che si rimetteva a sedere come se niente fosse.

- Sai...- incominciò la mora – forse dovrei parlarne con la nonna. Sono sicura che a lei farebbe piacere darmi un consiglio-

- Vuoi che ti accompagni? È da tanto che non la vedo ormai...-

Tenten scosse la testa, guardando Neji parlare fitto con Sasuke – È meglio che vada da sola-

 

L’intero prato era ricoperto da enormi fiori bianchi, capaci di restare impassibile anche sotto i colpi del freddo venticello invernale. Solo alcuni alberi contribuivano a dare un po’ di colore a quel paesaggio dal bianco alienante, facendo cadere a terra le ultime timide foglie rossicce.

Tenten camminava lentamente, stringendo tra le mani una candida orchidea, alla ricerca di sua nonna. Stava in silenzio, evitando di sorridere per rispetto della gente che, silenziosamente, stava pregando.

Si fermò davanti alla lastra marmorea che riportava il nome di sua nonna, nascondendo un lieve sorriso. Dopotutto, era sempre stata lei a dirle di continuare a sorridere, sempre.

Tolse i fiori ormai secchi, mettendo l’orchidea al loro posto, inginocchiandosi.

Poi sfiorò la lapide, mentre sentiva gli occhi riempirsi di lacrime al solo pensiero di ciò che stava per dire.

- Ciao nonna-

Nessuno risposta. Tenten continuò ad accarezzare quel marmo così freddo, pulendosi gli occhi con la manica del giacchetto.

- Ciao nonna, sono la tua nipotina Tenten...-

Sua nonna era morta un anno fa, in estate, sebbene l’inverno fosse sempre stata la sua stagione preferita.

- L’inverno è la stagione che meglio esprime i sentimenti umani, piccola Tenten...- le diceva, sedendosi sulla vecchia sedia a dondolo piazzata davanti al fuoco apposta per lei – è la stagione degli amori che cercano timidamente di scampare al gelo invernale, delle famiglie riunite in un’unica tavola e degli affetti che si solidificano tra loro. Basta uscire fuori per accorgersi di tutto questo-

E Tenten ci credeva, per due semplici motivi: uno, quelle erano le parole della nonna e mai le avrebbe messe in dubbio; due, anche lei, segretamente, era sempre rimasta affascinata dall’inverno, da quelle immense distese di neve che ricoprivano inevitabilmente ogni cosa.

Per questo, sua nonna, prima di morire, le aveva detto che al suo funerale sarebbe dovuta venire vestita di bianco.

- Così ci sarà un po’ di neve in mezzo a tutto questo sole-

Tenten sorrise malinconicamente ripensando a quelle parole.

-Vedi nonna...anche oggi sono vestita di bianco, come piaceva a te-

Si sfregò le mani intorpidite dal freddo e si sedette a terra, davanti a lei.

Non le importava se si fosse sporcata. In quel momento voleva solo parlare con lei, sfogarsi senza essere interrotta...insomma, essere ascoltata.

- Ciao nonna. È da tanto che non vengo a trovarti. Sai, i fiori che ti avevo portato l’altra volta erano già tutti secchi. Ti ho messo un’orchidea al loro posto...spero ti piaccia...-

La ragazza scosse il capo.

- Non volevo parlarti di questo. Scusa, è che in questi giorni mamma e papà mi tengono sotto pressione. Non vogliono che esca con un ragazzo e fanno di tutto per impedirmi di vederlo. Tra l’altro domani partirò in settimana bianca con la scuola e vorrei sapere se per lui conto ancora qualcosa. Inoltre non penso di essere proprio il suo tipo...cioè...insomma...- si asciugò le lacrime che le rigavano, cocenti, il viso.

- Sai nonna...- cominciò, a voce bassa, triste – penso di amarlo questo ragazzo. Buffo, ma dopo averlo guardato per così tanto tempo di nascosto, per paura di farmi scoprire, ho finito per innamorarmi di lui. Sono una stupida...-

Nessuno rispose a queste sue parole.

Tenten si alzò lentamente da terra, come se andarsene ora le portasse via un pezzetto di se.

Sbagliato...quel pezzetto le era già stato portato via da sua nonna...

Si allontanò dalla sua lapide, voltandosi a guardare solo alcune volte, dirigendosi verso l’uscita.

- Vorrei veramente che tu fossi qui, nonna...-

 

Tenten sbadigliò rumorosamente, trascinando a fatica i bagagli dietro di se. Quella notte aveva dormito male e riusciva a malapena a stare in piedi. Ogni tanto Sakura le gridava qualcosa in un orecchio per impedirle di addormentarsi, ma le palpebre sembravano pesare una tonnellata.

- Comportati bene- le aveva detto suo padre accompagnandola – e sai a cosa mi riferisco...-

Tenten aveva ascoltato quelle parole in silenzio, provando di nuovo quella strana rabbia che solo quelle parole, sputate con tanta acidità da suo padre, sapevano scatenare.

- Si papà...- aveva risposto, scendendo dalla macchina – farò come dici tu...-

Tenten aveva visto suo padre sorridere soddisfatto attraverso il finestrino dell’automobile, facendosi improvvisamente triste.

Evidentemente suo padre non aveva cambiato idea riguardo Neji.

Consegnò i bagagli all’autista dopo avergli applicato l’apposito cartellino di riconoscimento, e raggiunse Sakura sul pulman.

- Che c’è bella addormentata, dormito male questa sera?-

Tenten le lanciò un’occhiataccia.

- Su dai...adesso ti siedi e ti addormenti in un attimo, tanto ne abbiamo di strada da fare...-

La mora ci pensò su...dopotutto quella era una buona idea.

- D’accordo, penso che dormirò un pochino-

E si voltò di lato, dando le spalle alla rosa, che non curante, stava ascoltando della musica con l’I-Pod.

Improvvisamente sentì una cuffia caderle dall’orecchio. Fece per recuperarla quando un’altra mano l’afferrò per prima.

- Mmm...- fece il proprietario della mano portandosi la cuffia all’orecchio – cosa stavi ascoltando, Haruno?-

Sakura sgranò gli occhi osservando Sasuke sfilarle dall’orecchio anche l’altra cuffietta, rimanendo perfettamente immobile.

Solo dopo intuii che Sasuke le aveva letteralmente preso l’I-Pod senza neanche chiederlo. Si alzò furibonda dal sedile, dirigendosi verso Sasuke, che divertito, cambiava musica pigiando a caso i pulsanti dell’apparecchio.

“Ma chi si crede di essere questi qui? Sara anche carino...” Sakura arrossi leggermente “molto carino...” le guance diventarono color porpora “...decisamente carino...” il viso sembrava aver preso fuoco mentre aveva raggiunto il sedile del ragazzo, che aveva alzato lo sguardo verso di lei, notando il suo rossore.

- Perché sei rossa, Haruno?-

Sakura si toccò istintivamente la fronte, ritraendo la mano, come scottata.

- Non sono rossa-

Sasuke rise, alzandosi dal posto e posizionandosi davanti alla ragazza - Non farmi ridere Haruno...secondo me hai la febbre...-

Il un lampo la fredda mano di Sasuke andò a sfiorare delicatamente la fronte della ragazza che represse un sospiro con tutte le sue forze, evitando di incrociare gli occhi del ragazzo.

- Che hai Sakura? Perché non mi guardi negli occhi?-

-Perché non voglio- rispose lei, con voce stranamente acuta.

Sasuke sorride di nuovo vedendola in difficoltà. La voglia di stringerla a se, di abbracciarla e di baciarla con passione era forte, ma avrebbe dovuto resistere.

Non voleva rovinare tutto adesso.

- Ah...ho capito...- fece, improvvisamente – sei venuta per questo – disse, indicando l’I-Pod abbandonato sul sedile.

Sakura annuì con la testa, mentre la mano di Sasuke l’abbandonava.

Il moro giocherellò con le cuffiette - Sai Haruno, non ho proprio voglia di dartelo ora questo coso...anzi, penso che per averlo mi sembra giusto che tu mi dia qualcosa in cambio...-

Sakura trasalì. Gli occhi di Sasuke non gli piacevano per niente ma aveva deciso di tenergli testa.

- Cosa vuoi Sasuke?-

L’ Uchiha la spinse a sedere sul sedile, lasciandosi andare su quello accanto. Poi le si avvicinò, le tolse una ciocca di capelli color confetto mettendola dietro l’orecchio e le sussurrò – Voglio un bacio, Haruno. Uno solo e riavrai il tuo aggeggio. Siamo chiari?-

Sakura si scansò inorridita ma allo stesso tempo affascinata da quella voce così calda e sensuale che per un attimo l’aveva avvolta completamente, inebriandola.

- Un ba...bacio?- ripeté, incredula.

Sasuke ghignò soddisfatto.

- Già Haruno...- poi accese l’I-Pod, porgendole una cuffietta – Intanto vuoi ascoltare un po’ di musica?-

 

Tenten dormiva beatamente, il respiro regolare e le labbra socchiuse le davano un aria così strana, così indifesa, come se fosse una bambina.

Neji si sedette accanto alla ragazza, in silenzio, per paura di svegliarla.

“Dormi ancora un po’ Tenten...ne hai bisogno...” pensò, togliendole la frangetta dagli occhi con un piccolo sorriso sulle labbra.

Anche Tenten, sebbene stesse dormendo, parve sorridere.

Neji la guardò ancora per un breve istante, poi chiuse anche lui gli occhi.

Per alcuni istanti il silenzio regnò sovrano, finché qualcosa di caldo, e totalmente inaspettato, gli cadde in grembo.

Aprì gli occhi e sentì il petto di Tenten alzarsi e abbassarsi a ritmo sul proprio ventre, guardando confuso quanto imbarazzato le sue piccole labbra vermiglie socchiudersi a pochi centimetri da lui.

Prese per le spalle le ragazza e la rimise nel suo sedile, arrossendo.

Avrebbe voluto fare sue quelle piccole labbra scarlatte, tenere stretto tra le braccia quel corpo perfetto, e tutte le volte che si voltava a guardarla, questo bisogno ritornava, insaziabile.

Ma non poteva. Non voleva rovinare tutto.

- Mi spiace Tenten...- le disse, in un sussurro, allontanandosi alla ricerca di un altro posto.

“ È meglio così credimi. Quando saremo arrivati mi spiegherai tutto, ma fino ad allora, dovrai aspettare. Scusami...-

Tenten, nel suo posto, si voltò dall’altra parte, ignare dello Hyuuga che la guardava, aspettando il momento in cui avrebbe potuto parlarle.

 

Shikamaru Nara si accese una sigaretta, osservando con interesse le piccole nuvole di fumo salire in altro e poi scomparire. Ino Yamanaka si sedette accanto a lui, guardandolo. Non aveva più voluto parlargli da quella volta alla partita.

Non ne aveva avuto il coraggio.

- Spegnila- gli disse, stizzita – spegnila ho detto-

Shikamaru le rivolse un’occhiata interrogativa.

- Che c’è Ino...ti da fastidio il fumo?-

Ino gli sfilò la sigaretta tenuta a penzoloni dalle labbra, gettandola dal finestrino.

- Ti avevo detto di spegnerla...-

Shikamaru seguì con lo sguardo la sigaretta cadere a terra finché questa non scomparì dalla sua vista.

Poi sbuffò. Come sempre, d'altronde.

- Lo sai che sei proprio una strega?-

Ino si fece improvvisamente triste, seppur ritenendosi soddisfatta.

- Lo so...ma non si può fumare in pulman...-

E detto questo si alzò e raggiunse i posti in fondo, lasciando il ragazzo a riflettere.

Shikamaru osservò le nuvole dal finestrino susseguirsi una dopo l’altra, cercando con una mano il pacchetto delle sigarette.

Poi sorrise, interrompendo la ricerca.

Incredibile quanto Ino potesse essere una scocciatura.

Infondo, Ino Yamanaka pestò con tutte le sue forze quel pacchetto di sigarette tanto odiato, rendendolo un inutile ammasso di carta.

Almeno lì Shikamaru non avrebbe fumato.

[Almeno non davanti a lei]

 

Eccomi qua! L’avevo detto che non avrei abbandonato questa ficcy ma al momento non mi veniva l’ispirazione. Spero solo che questo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio tutti quelle che nel frattempo hanno commentato le mie one-short e recensiranno questo capitolo.

Grazie di cuore. A tutti, persino a chi legge.

Ormai sapete che siete voi che mi date la forza di continuare a scrivere.

 

xxxBaCiOtToxxx   - nonna ti voglio bene -

 

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Capitolo 7
*** :.:Odinary Day:.:...7 ***


Ordinary Day...7 capitolo...

 

Il viaggio in autobus era durato alcune ore, ma a Tenten sembrò che fosse passato un secondo.

Si convinse di essere arrivata in montagna solo quando, ancora mezza addormentata, aveva guardato fuori dal finestrino e visto il soffice manto bianco ricoprire ogni cosa.

- La neve!- esclamò, stropicciandosi gli occhi.

- Alzati Tenten...sei una pigrona!- aveva gridato Sakura all’improvviso, saltando sul sedile accanto al suo e alzando un pugno in aria – Hai dormito tutto il tempo. Vergognati.-

- Hey!- rispose la mora, alzandosi e stiracchiandosi – Siamo veramente arrivati?-

- Sì e ti conviene mettere la sciarpa quando scendi...fa veramente un freddo cane-

In un attimo Tenten arrotolò la sciarpa intorno al collo e scese giù dall’autobus, coprendosi gli occhi dal sole invernale.

Prese i bagagli e si affrettò a raggiungere Sakura.

 

- Cazzo quanto pesa! Ma cosa ci hai messo dentro? Dei sassi?- esordì Shikamaru trascinando il bagaglio di Ino, oltre al suo, all’interno dell’albergo.

- Eddai Shika...in questo modo hai tutte e due le mani impegnate e non puoi fumare. Meglio, no?- fece lei, facendogli l’occhiolino.

- Baka...- mugugnò tra i denti il ragazzo, poggiando finalmente le valige a terra e dirigendosi verso l’uscita.

Ino lo intercettò per un pelo.

- Shikamaru dove stai andando?-

- A fumare. Ti dispiace?-

Ino si parò decisa davanti alla porta, le mani sui fianchi e le sopracciglia crucciate.

Shikamaru, in quel momento, pensò a quanto Ino somigliasse a sua madre.

- Tu non vai proprio da nessuna parte!-

- Che seccatura...vorrà dire che fumerò in camera-

- Allora starò sempre in camera tua per impedirtelo-

Shikamaru scrollò le spalle, e con le mani dietro la testa, andò a cercare una camera libera, lasciando Ino furibonda.

Dopotutto, l’idea di averla sempre in camera non era poi così male...

 

Hinata Hyuuga soffriva terribilmente il freddo.

Le bastavano pochi minuti esposta al gelido vento invernale per ritrovarsi con orecchie e naso scarlatti e congelati.

Perfino l’idea di rimanere all’interno dell’autobus non le pareva così male piuttosto che il freddo la fuori.

“Ecco...adesso mi addormento così l’autobus mi riporta a casa senza accorgersi di nulla. Ma ormai ho pagato...e che figura ci faccio con mi cugino? Uffa...” pensò, prendendosi la testa tra

le mani.

“Non dovevo venire. Mi sarei risparmiata un sacco di fatica” rifletté “Tanto non sarei mancata a nessuno...”

Sbuffò e la nuvoletta bianca di disperse nell’aria.

- Hey che fai tutta sola?-

Hinata alzò lo sguardo fino ad incrociare due sorridenti occhi azzurri.

- Come?-

- Ho detto: cosa ci fai tutta sola? Gli altri sono scesi da un pezzo-

- Beh...io...- farfugliò Hinata.

Poi il biondino si batté una mano sulla fronte – Ci scommetto che ti sei dimenticata qualcosa. Sai a me succede ogni volta che viaggio in autobus e quindi è normale che risalga a controllare.

Pensa che questa volta avevo dimenticato questo- disse, mostrandole il cellulare – Se lo perdo mia madre mi ammazza-

Hinata sorrise. Quel ragazzo già le stava simpatico.

- Io non ho dimenticato nulla. Stavo solo decidendo...cosa era meglio fare. Comunque non ti ho mai visto a scuola. Per caso sei nuovo?- chiese, curiosa.

Il ragazzo si batté una mano sul petto, sorridente.

- Naruto Uzumaki, piacere di conoscerti! E comunque sì...sono nuovo.- disse, tendendo la mano ad Hinata con un sorriso.

- Hinata Hyuuga. Ben arrivato nella nostra scuola-

Naruto parve riflettere un attimo su ciò che gli era stato appena detto.

- Hyuuga...Hyuuga...aspetta, non sarai quella dei vestiti?-

Hinata sorrise.

- Beh, veramente la stilista è mia madre ma devo confessare di averle passato qualche idea, di tanto in tanto-

Naruto le mostrò il pollice alzato – Forte! Una stilista in erba!-

Hinata arrossì – Ci provo...-

- Hey ragazzi quando avete finito di fare conversazione io dovrei ripartire!- urlò l’uomo al volante, voltandosi verso i due.

- Oh ci scusi...- fece Hinata, accennando un inchino.

- Non preoccuparti ce ne stavamo andando, vero Hinata?-

La ragazza annuì, dirigendosi verso l’uscita.

In compagnia di quel ragazzo il freddo sembrava decisamente meno freddo.

 

- Merda...- esclamò Sasuke, chinandosi a raccogliere qualcosa.

Lo Hyuuga lo guardò, con una smorfia – Si può sapere che hai?-

Sasuke sventolò sotto al naso di Neji una scatoletta rosa, da cui pendevano due auricolari.

- Un I-Pod?- domandò Neji, scettico.

- Sì che vale la bellezza di un bacio-

Neji parve capire solo in quel momento...

- Non è che lo avrai fregato all’Haruno, questo coso?-

Sasuke sorrise, sadico, giocherellando con le cuffie – In un certo senso...-

Neji scosse la testa.

- Che vuoi? Io almeno ci provo!-

- Senti, non voglio mica spaventare Tenten con i tuoi modi da maniaco...-

- Sai che mi piace giocare con le ragazze- fece l’ Uchiha infilando la chiave nella serratura della stanza.

- Compatisco l ‘Haruno...ma cos’ha fatto per meritarsi uno come te?-

Sasuke ghignò – Credimi Hyuuga se ti dico che Confettino è la ragazza più fortunata che io conosca...-

 

- Ma ti rendi conto che sfacciato...mi ha rubato l’I-Pod da sotto il naso. Se lo perdo posso benissimo essere scacciata da casa e per riaverlo non mi resta che baciarlo...- finì di spiegare Sakura, gesticolando furiosamente con una mano.

Tenten annuì, sorridendo.

- Adesso non venirmi a dire che non vorresti baciarlo...-

Sakura si fermò all’istante, assumendo una forte colorazione porpora.

- Ma non in questo modo. Insomma...io vorrei una cosa romantica...non uno stupido ricatto- spiegò la rosa, con voce sognate.

Tenten rise.

- Da quando ti conosco non sei cambiata di una virgola, Sakura-

- Ciao Confettino!-

Le due ragazze si voltarono di scatto, sobbalzando, talmente assorte nella loro discussione.

- Tu!- esclamò Sakura, rivolta all’Uchiha, che se ne stava comodamente appoggiato al muro.

- Che tempismo Haruno. Stavamo proprio parlando di te- fece, mettendo in bella vista l’I-Pod.

- Dammelo!-

Sasuke rise, beffardo – Ti sei già dimenticata i patti, Confettino?-

Sakura ribolliva di rabbia, fulminando il ragazzo con lo sguardo.

Infilò le chiavi dentro la serratura della prima stanza libera che di trovò di fronte ed entrò, sbattendo la porta.

Guarda caso, la stanza accanto era quella di Sasuke.

- Non puoi resistermi per sempre, Confettino- urlò, abbastanza forte in modo che Sakura potesse sentirlo – La tua preziosa scatoletta ce l’ho io-

- Stronzo- gridò Sakura dall’interno della stanza.

Sasuke sorrise – Adesso mi sento meglio...- e sparì all’interno della sua stanza.

Neji e Tenten erano rimasti soli.

- Senti io...- - Ecco vedi...- dissero, insieme.

Tenten sorrise – Parla tu-

- Ecco, ti andrebbe di andare a sciare?-

Tenten, anziché sorridere, arrossì – Io non sono capace...-

- Non preoccuparti, ti aiuto io-

 

Le piste da sci erano piene di gente.

Guardandola, Tenten pensò a quanto fossero fortunati a sapere sciare, in confronto a lei, che se ne stava immobile, per paura di cadere o di qualcuno che le desse una spinta.

Neji, al suo fianco, l’aiutava con le basi ma sembrava tutto inutile.

- Ecco, adesso metti questo piede avanti, con calma...-

- Senti Neji, perché non vai a farti una discesa per conto tuo. Io ti sono solo d’intralcio...-

- Ormai è troppo tardi per andare da soli e poi ho deciso di aiutarti- fece, evitando di guardarla in faccia.

Tenten sorrise. – Neji...-

- Sì?-

- Grazie...-

- Hey serve una mano?- chiamò una voce sopra di loro.

I due ragazzi alzano lo sguardo giusto in tempo per vedere qualcuno sciare verso di loro a tutta

velocità.

- Ma cosa...- fece Neji, prima di ritrovarsi a terra con Tenten sulle ginocchia.

- Hey amico, serve una mano?-

A parlare era stato un ragazzo sui diciotto anni, dai capelli scuri e il fisico atletico, che guardava Tenten con particolare interesse.

- No- rispose secco lo Hyuuga, aiutando Tenten a rimettersi in piedi – E non sono tuo amico-

- A me sembra il contrario- continuò, ignorando le parole di Neji – La tua ragazza fatica persino a rimettersi in piedi-

- Fatica a stare in piedi perché non ha mai sciato-

Il ragazzo sorrise – Allora potevate dirlo subito che cercavate un istruttore di sci-

- Veramente noi...- fece Tenten, ancora aggrappata a Neji.

- Sta tranquilla bellezza con me sei al sicuro-

E la trascinò via da Neji, che guardava il ragazzo con odio.

- Merda- disse, calciando la neve e togliendosi gli sci – Sono un cretino-

Rivolse un ultimo sguardo a Tenten, che cercava in tutti i modi di restare in piedi, e se ne andò.

- Aiuto Neji!-

La voce di Tenten risuonò nell’aria, facendo irrigidire lo Hyuuga, che si voltò giusto in tempo per vederla cadere a terra.

- Cazzo- pensò, correndo verso di lei – se quella’idiota...giuro che lo ammazzo-

Tenten era stesa a terra, dolorante, che si teneva con entrambe le mani il ginocchio destro.

- Tenten, stai bene?- fece, sedendosi al suo fianco.

Tenten sorrise. – Giuro che non scierò mai più in vita mia...-

- Hai qualcosa di rotto?-

Tenten si passò una mano sul ginocchio – Penso questo...-

Neji la prese in braccio senza parlare, mentre lei arrossiva violentemente.

- Ma quello non ha fatto niente per aiutarti?- le chiese, mentre si dirigevano verso l’albergo.

- No...-

“Ecco, adesso lo ammazzo sul serio...” pensò, oltrepassando le porte dell’albergo, pianificando una morte più o meno accidentale.

 

- Su stai ferma Tenten,  altrimenti dovrò rincominciare daccapo- disse Hinata fasciando con estrema cautela il ginocchio dell’amica.

- Si ma fa male...-

- Oh senti Sten, adesso non fare la preziosa. Questo ginocchio ti ha già portato troppa fortuna...-

Tenten si lasciò cadere sul letto, sbuffando.

- In che senso, Sakura?-

L’Haruno si alzò dalla sedia, per sedersi sul letto dell’amica.

- Sbaglio ho Neji ti ha portato in braccio per tutto il tempo?- chiese, maliziosa.

Tenten si coprì con il lenzuolo fin sopra il naso.

- Beh...si...-

Sakura sorrise, soddisfatta e malinconica.

- Ma perché non posso avere ranch’io qualcuno che mi porta il braccio quando mi faccio male? Perché devo innamorarmi sempre dei più...dei più...- si bloccò, alla ricerca della parola adatta

- stupidi, cretini e pomposi cocchi di papà?-

Tenten e Hinata scoppiarono a ridere.

- Che descrizione dettagliata!- disse Hinata, chiudendo la valigetta del pronto soccorso.

Sakura si voltò di spalle, indignata – È quello che si merita...-

Tenten guardò le due amiche sorridendo.

- Che ne dite di restare a dormire qua?-

- Mi sembra una buona idea...- ammise Hinata, che si era già portata il pigiama.

Il sorriso di Sakura andò da un orecchio all’altro – Una serata di sole donne pronte a spettegolare senza tregua dei ragazzi? È la mia serata ideale...-

In un lampo si misero i pigiami e mentre Hinata aiutava Tenten ad abbottonarsi il suo, Sakura saltellava agita per la stanza.

- Ragazze ho un’idea. E se chiamassimo anche la Yamanaka?-

- Ino? Il capitano della squadra di pallavolo?- chiese Tenten.

- Ma si lei...anche se non la conosco molto bene dovrebbe essere simpatica. Certo, bionda alta ed un po’ vanitosa ma sicuramente simpatica...-

- Per me è uguale- disse Hinata, che aveva lasciato a metà il lavoro sul pigiama di Tenten, al quale si era staccato un bottone, per andare a prendere ago e filo.

- Allora è deciso. La vado a chiamare io-

E fece per aprire la porta, quando un rumore assordante svegliò nel cuore della notte tutti i poveri studenti insonnoliti.

Sakura spalancò la porta giusto in tempo per vedere decine di studenti riversarsi sul corridoio, in attesa di [soddisfacenti] spiegazioni.

- Ho la sensazione che la Yamanaka dovrà aspettare...-

 

Salve a tutti.

Per chi non avesse letto “:.:Blue Sky:.:” ripeto che per me questo è stato un brutto periodo, e che quindi la mia voglia di scrivere era pari a zero.

Mi scuso con tutti quelli che hanno e aspettano il seguito di “Make me a Smile” con ansia.

Spero che con questo capitolo vi abbia soddisfatti. Vedrete che piano piano riuscirò a riprendere il ritmo. Abbiate pazienza.

 

Grazie, come sempre, a chi legge e a chi recensisce.

xxxBaCiOtToxxx

CelsteKiss

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Capitolo 8
*** :.:Chases to the Treasure...8:.: ***


:.:Chases to the Treasure:.: 8 capitolo…

 
 
- Ho la sensazione che la Yamanaka dovrà aspettare...- disse Sakura, cacciando la testa nel corridoio dove ormai si era riunita una discreta quantità di gente, nella speranza di bloccare qualcuno per chiedere spiegazioni.

La porta della stanza accanto alla sua si aprì di scatto.

- Si può sapere che cazzo succede?-

Sasuke Uchiha stava in piedi di fronte a lei, a torso nudo e con i pantaloni del pigiama a vita bassa nonostante la temperatura, sbadigliando sonoramente.

“Oh cavolo...” pensò Sakura, cercando in tutti i modi di distogliere lo sguardo dagli addominali scolpiti del ragazzo, che al posto di uno sbadiglio, ora esibiva un ghigno soddisfatto.

- Salve Confettino. Vedo che non ti smentisci mai- disse, alludendo alla sua camicia da notte, di un delicato rosa pallido.

- Come?- Sakura sobbalzò, diventando in un secondo dello stesso colore dei suoi capelli.

Sasuke si appoggiò allo stipite della porta, continuando a guardarla.

Nonostante la camicia da notte fosse così dannatamente stucchevole, l’Haruno era una bella ragazza. Un po’ infantile e credulona ma sicuramente una bella ragazza sviluppata. Con due splendide gambe, oltretutto.

- Sai cosa stavo facendo, Confettino?- chiese, avvicinandosi.

Sakura scosse la testa, indietreggiando, mansueta come un cagnolino.

- Prova ad immaginare...-

Sakura si ritrovò all’improvviso intrappolata tra il muro e l’Uchiha, con gli occhi di lui che non smettevano di fissarla, posseduti da uno strano scintillio sinistro.

- Io non saprei...- sussurrò, abbassando lo sguardo, rossa in viso.

Sasuke frugò un attimo dentro la tasca dei pantaloni, fino a trovare ciò che stava cercando.

- Questa era semplice Confettino...- cominciò, prendendole il volto e costringendola a guardarlo negli occhi – la tua scatoletta è davvero ottimo come passatempo-

Sakura si scoprì da una parte sollevata, ma dall’altra, la rabbia per come il suo I-Pod fosse finito nelle mani dell’Uchiha la travolse nuovamente.

- Tu! Brutto...- ma le sue parole si persero per aria, perché Sasuke , ormai lontano, aveva preso a lanciare in aria le cuffiette, non curante della valanga di insulti che Sakura stava riversando su di lui.

E sebbene fosse girato di spalle, Sakura era sicura che stesse ghignando.

Richiuse con un colpo secco la porta, appoggiandosi ad essa.

- Che succede Sakura? Perché quel rumore? E perché sei tutta rossa?-

La voce di Tenten le sembrò così distante, quasi come provenisse da fuori.

- Sakura...ci sei?-

Hinata, preoccupata, le stava sventolando una mano davanti agli occhi.

L’Haruno si riprese solo in quel momento.

- Non ho capito cosa sia stato a provocare quel rumore, ne sono riuscita a chiedere a qualcuno- subito le sue gote si infiammarono, ripensando all’incontro con Sasuke.

Scacciò quei pensieri dalla testa, imbarazzata.

- Sarà il caso di andare a vedere?- propose, Tenten.

Sakura annuì – Ma tu come farai a camminare?-

- Non preoccuparti. Hinata ha promesso di darmi una mano. Vero Hinata?.

La Hyuuga sorrise, scaraventando addosso a Tenten una indefinita cosa bianca.

- E questo cos’è?- chiese la mora, prendendolo tra le mani.

- Dato che non sono riuscita a riattaccarti il bottone, ti presto una delle miei camicie da notte-

Tenten ripensò a quando, dopo averla protetta da un tipo che voleva farle del male, Hinata l’aveva ospitata a casa sua, mettendole una delle sue [minuscole] camicie da notte.

- No Hinata...non ce ne bisogno- fece Tenten, sulle difensive, esponendo un falso sorriso.

- Insisto- replicò Hinata, non ammettendo repliche.

- Ok. Fa come vuoi...- disse, arrendendosi.

- Vedrai che ti piacerà. L’ho comperata un po’ di tempo fa ma sono sicura che ti starà d’incanto...-

 
- Arrivo, arrivo un attimo...-

Shikamaru scese dal letto controvoglia, mentre il campanello della sua stanza suonava per la decima volta.

“Scommetto che è...”

- Ciao Ino- salutò la ragazza, sbadigliando, estraendo una sigaretta dal pacchetto sul comodino.

- Possibile che la tua sete di nicotina inizi a rompere già di prima mattina?- chiese la Yamanaka, guardando impotente Shikamaru accendere la sigaretta e aspirare un’abbondante quantità di fumo, soddisfatto.

- Così sembra...-

- Buttala...- ordinò Ino.

- No-

- Sì invece-

- No-

- Sì- e gliela prese dalle labbra, così come aveva già fatto altre volte, per poi spegnerla sul posacenere più vicino.

- Baka...mi devo ricordare di non fumare davanti a te. Sprechi più sigarette di quante io ne fumi-

Ino, tuttavia, sembrò essere contenta di ciò che aveva appena fatto.

- Allora che vuoi?- chiese Shikamaru, con assoluta calma.

Ino sgranò gli occhi, incredula.

- Possibile che tu non abbia sentito quel suono assordante di pochi minuti fa?-

- No-

- E nemmeno gli studenti correre in quella direzione?-

- No. Adesso posso ritornare a dormire?-

Ino stava letteralmente fulminando Shikamaru con lo sguardo.

- Adesso vieni con me!-

E afferrò Shikamaru per una manica del pigiama e lo trascinò fuori dalla camera.

- Ma cosa stai facendo?- chiese Shikamaru

Ino gli rivolse un sorriso brillante – Semplice. Andiamo a vedere cosa succede-

Shikamaru scosse la testa, lasciandosi tirare per tutto il corridoio.

- Ino...- disse all’improvviso, serio, prendendole una mano – devo prima fare una cosa -

La bionda si fermò di colpo, voltandosi verso il ragazzo.

- Cosa...cosa c’è?- fece, sperando che Shikamaru non notasse il battito accelerato del suo

cuore e il rossore sulle guance. Fortunatamente, il corridoio era poco illuminato.

- Ecco vedi...- cominciò, avvicinandosi.

Ino trattenne il respiro. Il naso di Shikamaru era a pochi centimetri dal suo, ma poi distolse lo sguardo, si piegò in avanti e raccolse una cosa da terra.

- Mi era caduta una sigaretta-

Ino credette di piangere, sentendo le lacrime farsi strada sui suoi occhi.

- Ma sei stupido?- urlò, dandogli uno schiaffo su una spalla.

- Ma che hai? Certo che sei proprio strana...-

- Basta. Vado a vedere da sola cosa e successo. Tornatene pure a fumare le tue sigarette!-

E se ne andò, lasciando Shikamaru alquanto perplesso.

- Le donne...che seccatura...-

 
Il corridoio era ghermito di studenti in cerca di risposte, assonnati e ancora in pigiama, che avevano preso lo strano rumore per uno scherzo di cattivo gusto.

Tenten e Sakura erano sedute a terra, o meglio, Tenten era seduta e Sakura si sedeva e si alzava, visibilmente irritata della situazione.

- Ma cosa passa per la testa a tutti? Possibile che non ci sia neanche un professore che ci fornisca delle spiegazioni?- parlava a raffica, battendo nervosamente il piede a terra, con le braccia incrociate.

- Hey Confettino, non essere nervosa. Che ne dici di passare un po’ di tempo insieme?-

Le due ragazze si voltarono. Sakura sbuffò e Tenten sorrise.

Sasuke e Neji si avvicinavano facendosi strada tra la folla.

- Sasuke...che piacere vederti...- disse Sakura, sarcastica.

Sasuke ammiccò all’Haruno – Da nostro incontro di poco fa non ho fatto altro che pensarti...-

Sakura guardò furibonda Sasuke, ancora sorridente, e poi si mise a sedere a terra.

- Io con te non ci parlo-

- Eddai Confettino...facciamo la pace?- le chiese, mostrandole il mignolo.

- Vattene via. Ho detto di no-

- So che tanto mi vuoi Confettino. Te lo si legge negli occhi-

Sakura gli fece la linguaccia – Ma per favore...-

Tenten rise – Incredibile. Quei due non fanno altro che litigare-

Neji si sedette accanto a lei.

- Sembrano due bambini. Approposito, come va il ginocchio?-

Tenten si guardò istintivamente la fasciatura sulla gamba destra – Bene. Ormai non mi fa più male. Tua cugina me lo ha fasciato a dovere-

Neji parve sollevato – Giuro che se rincontro quel cretino gli spacco la faccia-

- Chi? L’istruttore?- chiese Tenten, ridendo.

Ma Neji non fece in tempo a risponderle che gli altoparlanti del corridoio gracchiarono all’improvviso, facendoli sussultare.

- Benvenuti cari studenti. Sono felice di vedervi belli pimpanti così di prima mattina-

Naturalmente, tutti riconobbero la voce del professor Gai.

- Ma se sono le tre del mattino!- urlò qualcuno tra folla.

Gai sembrò sorridere al di là del altoparlante. – Esatto. Per questa prova dovete essere belli svegli e pieni di energia-

Un mormorio di disapprovazione si levò dagli studenti.

- Su ragazzi. Non fate così. Vi dico che questa prova inciderà pesantemente sul vostro giudizio scolastico e sulla vostra giovinezza- fece Gai.

Alcuni si lamentarono, per altri, quella sembrava l’occasione per racimolare un po’ di buoni voti.

- La prova consiste in una specie di...- gli studenti trattennero il fiato – CACCIA AL TESORO!-

Subito i ragazzi ripresero a parlare, ignorando il resto del discorso.

- Le squadre...- urlò Gai al microfono per richiamare a se l’attenzione – saranno composte da tre persone. La descrizione dell’oggetto da cercare vi sarà fornito dagli studenti più anziani e per qualunque informazione avrete a disposizione un telefono, affidato al capogruppo. Tutto chiaro?-

Nessuno rispose perché tutti erano già impegnati a formare le varie squadre .

Hinata era tutta emozionata a correva su e giù per il corridoio alla ricerca di Naruto.

Le sarebbe piaciuto finire in squadra insieme, e segretamente sperava che il biondino pensasse la stessa cosa. Arrossi completamente formulando quei pensieri.

- Mio Dio...datti una calmata Hinata. Conosci questo ragazzo da meno di un giorno e già te ne sei innamorata?- pensò, sorridendo impacciata.

Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse della persona che le si era parata davanti.

- Hey Hinata!-

Ma la ragazza non sentì quella voce, alzò lo sguardo troppo tardi e si ritrovarono entrambi, lei e lo sconosciuto, a terra, doloranti.

- Oh scusami tanto!- esclamò la ragazza, alzandosi e inchinandosi allo sconosciuto.

Poi sentì una mano poggiarsi sulla sua testa e scompigliarle affettuosamente i capelli.

Alzò lo sguardo e sorrise.

- Kiba! Pensavo ti avessero escluso dalla gita!- disse, ripensando a ciò che i professori ripetevano in continuazione.

Kiba gli fece l’occhiolino – Eh no piccola...alla fine sono venuto lo stesso. La prof Kurenai è una dura, ma alla fine sta dalla mia parte -

- Sono felice per te. Quindi dovrebbe esserci anche Akamaru-

Kiba sorrise – Vieni qui cucciolo. C’è una persona che ti vuole salutare-

Subito Hinata avvertì qualcosa di morbido strisciarle tra le gambe.

- Akamaru! Quanto sei cresciuto!- fece, carezzando la testa del cagnolino, che rispose al gesto abbagliando.

- Perché andavi così di fretta?- chiese Kiba, cambiando l’argomento della discussione.

Hinata arrossì. – Bhe...stavo cercando una persona...-

- Senti Hina...ti va di stare in squadra con me?- le chiese Kiba, vago.

- Ecco io...-

- Ciao Hinata! Ti stavo cercando!-

Naruto comparve dietro le spalle della ragazza all’improvviso, facendola sussultare.

- Oh...ciao Naruto...- disse Hinata, voltandosi.

Kiba gli scoccò uno sguardo e poi grugnì.

- Hey amico, hai qualche problema?- Naruto fissava Kiba dalla testa ai piedi.

Kiba finse di pensarci un attimo – Sì...- e poi gli puntò il dito contro – Tu!-

Hinata guardava preoccupata i due ragazzi incapace di reagire, sentendo nell’aria l’odore di una rissa di lì a pochi minuti.

- Si può sapere cosa ti ho fatto?-

- Semplice amico. Io e Hinata stavamo parlando e tu ci hai interrotti. Ti sembra una cosa carina? Almeno chiedi scusa...-

- Io dovrei chiedere scusa a te? Ma figuriamoci...vieni Hinata- e afferrò la Hyuuga per un braccio – andiamo da un'altra parte-

Ma prima che Hinata potesse fare qualcosa, sentì una stretta anche all’altro braccio.

Kiba l’aveva afferrata prima che Naruto la portasse via, e ora guardava il biondino minaccioso.

- No amico...Hinata stava parlando con me. Sei tu che te ne devi andare-

Naruto rise beffardo, attirando l’attenzione di alcuni studenti più piccoli che passavano nelle vicinanze.

- Hinata vuole parlare con me. Vattene amico- ribadì, stringendo la stretta attorno al braccio della ragazza.

- Non credo proprio...- ribatté Kiba, aumentando a sua volta la presa.

Hinata aveva gli occhi lucidi per il dolore e l’imbarazzante situazione che si era venuta a creare. Sentiva le braccia farle male e gli occhi di tutti puntati addosso, mentre il suo migliore amico e il ragazzo che le piaceva si stuzzicavano a vicenda, aspettando che uno dei due esplodesse per primo.

Avrebbe voluto gridare ma aveva troppa poca voce per farlo e si limitava a spostare lo sguardo prima su uno e poi su l’altro dei due ragazzi, sperando che almeno uno dei due si accorgesse del suo dolore e smettesse di usarla come una corda.

Ma si Naruto che Kiba non degnavano di uno sguardo la ragazza.

- Ragazzi...mi...state...facendo male...- sussurrò Hinata, rossa in viso, con voce flebile.

Naturalmente, nessuno dei due la sentì.

- Ti ripeto che Hinata stava parlando con me e tu ti sei intromesso senza nemmeno chiedere il permesso-

Naruto rise – Per favore, non farmi ridere. Il permesso! E a chi avrei dovuto chiederlo? A te, forse?-

Kiba lo stava letteralmente incenerendo con lo sguardo – Mi sembra naturale...-

- Come ti permetti? Io non voglio abbassarmi a chiedere nulla da quelli come te-

- Cosa hai contro quelli come me? Di sicuro, quelli come me non si permettono di disturbare due persone mentre parlano. Hanno un minimo di buona educazione...-

- Io giuro che ti ammazzo! Proprio tu mi vieni a parlare di buona educazione e ti porti un cane pulcioso persino a letto? Ma non farmi ridere-

- Questo è troppo! Hai insultato Akamaru!-

- Perché...quel coso ha anche un nome?-

E poi, Hinata esplose.

- Adesso basta! Vi state comportando come due bambini! State attirando l’attenzione di tutti per uno sciocco malinteso che rischia di rovinare tutto-

- Io non sono amico di questo...- buttò là Kiba, alludendo a Naruto.

- Zitto!- urlò Hinata, ghiacciandolo con lo sguardo – Avete fatto una scenata per nulla, mostrando il vostro lato peggiore. Se volete parlare fatelo in un altro momento. Ed ora, se non vi dispiace, vado a dare i vostri nomi e il mio ad un qualsiasi studente anziano, spiegando che da questo momento noi tre formiamo una squadra. Se volete litigare, avrete tutto il tempo per farlo, ma non ora-

E lasciando i due ragazzi di stuccò, si allontanò di alcuni metri, per poi fermarsi di nuovo.

- E poi, mi stavate staccando le braccia!- e se ne andò veramente, sparendo oltre la folla.

Kiba fissò per alcuni istanti il punto in cui Hinata aveva tirato fuori il suo vero caratterino, e poi sorrise, lasciandosi cadere a terra.

- Sono un vero cretino. Cerco di farle capire in tutti i modi che mi piace e poi mi faccio rimproverare come un moccioso. Che stupido che sono...-

Naruto si sedette al suo fianco – Anche a te piace Hinata?-

- Sì e vedi di non mettermi i bastoni fra le ruote, o stavolta ti prendo a pugni. Hinata è soltanto mia-

Naruto sorrise malizioso, alzandosi da terra – Vedremo...Che ne dici di fare una scommessa?-

Kiba alzò lo sguardo verso il biondino, interessato – Che genere di scommessa?-

- Oh non preoccuparti, niente di pericoloso. Dico solo che dato che a entrambi piace Hinata sarebbe meglio conquistarla con un’onesta competizione tra uomini, piuttosto che una rissa...-

- Va avanti...comincia a interessarmi...- lo esortò Kiba.

- Facciamo così: chi dei due riuscirà a strappare per primo un bacio a Hinata avrà campo libero dall’altro. D’accordo?- finì Naruto, porgendo la mano all’altro ragazzo.

Kiba ci pensò su, e poi l’afferrò. – Ci sto-

- Oh bene! Sono contenta che abbiate fatto pace!-

Hinata li guardava da una certa distanza, con un dolce sorriso sulle labbra.

- Vedrai Hinata, sarò io a strapparti quel bacio- pensò Naruto, sorridendole.

- Ti lascerò letteralmente senza fiato, piccola Hina...puoi scommetterci- pensò Kiba, guardandola malizioso.

 
Ino camminava già da un po’ alla ricerca di Shikamaru, scivolando tra la folla.

- Sicuramente starà fumando da qualche parte...- pensò, scansando l’ennesimo ragazzo che le aveva chiesto di stare in squadra con lui con un lieve movimento della mano.

Nell’arco di dieci minuti già aveva detto di no a venti ragazzi, anche più grandi, liquidandoli con naturalezza alzando appena il dito indice.

Chissà perché, quando era con Shikamaru, tutto diventava più difficile.

Era difficile parlare, formulare pensieri e controllarsi. Persino sorridere era diventata un’impresa che aveva come risultato uno stupido sorriso posticcio.

Eppure, aveva bisogno di lui. Sempre.

Lo cercava, chiedeva di lui in ogni situazione. Erano le sue parole a darle coraggio e i suoi gesti la forza necessaria per andare avanti.

Perché sotto la scorza della ragazza bella e impeccabile si celava una ragazza fragile, piena di paure, che reggeva a fatica quella maschera che da tutti gli era stata data.

E Shikamaru era la sua salvezza.

Ogni volta che quella maschera si faceva troppo pesante, lui interveniva a prendere un po’ di quel peso e lo portava con sé.

Era l’unico che avesse visto la vera Ino sotto tutte quelle numerose maschere, l’unico di cui lei si fidasse veramente.

- Yo-

Ino si voltò. Shikamaru la stava guardando, leggermente divertito.

- Che hai da guardare?- chiese Ino, avvicinandosi.

- Niente...la tua espressione...-

Ino crucciò le sopracciglia. – Perché, cos’ha di strano?-

- È diversa da quella che hai di solito...-

- In che senso...-

- Sembra quasi che tu stia pensando...AHIA!-

Shikamaru si prese la caviglia dolorante, saltellando su una gamba.

- Ma sei pazza? Mi hai dato un calcio!-

- Ben ti sta- fece Ino, facendogli la linguaccia – Così impari a non dire cretinate...-

Shikamaru sussurrò qualcosa di molto simile ad un insulto tra i denti.

Ino rise, prendendolo per un braccio.

- Mi vuoi dare un altro calcio?- fece Shikamaru, scettico.

Ino sorrise di nuovo. – No...-

- Allora vuoi stare in squadra con me?-

Ino si staccò da Shikamaru, incredula.

- Non fraintendermi, se te l’ha già chiesto qualcun altro non fa niente. Ho visto che ti ronzavano attorno decine di ragazzi e avrai sicuramente accettato la proposta di qualcuno- e poi si batté una mano sulla fronte – Ti ho fatto solo perdere tempo...-

- No!- Ino quasi urlò nel pronunciare quella sillaba – No...cioè hai fatto bene a chiedermelo, perché ho rifiutato tutte le proposte-

Una specie di sorriso percorse le labbra di Shikamaru.

- Viene – disse, incamminandosi – Ho già trovato il terzo compagno di squadra-

- Ah si...e chi è?-

- Choji Akimichi...lo conosci?-

Ino sorrise – Come hai vecchi tempi?-

Shikamaru annuì – Esattamente-

 
- Cosa? Squadre da tre?- Sakura urlava indignata contro l’altoparlante dove la voce del professor Gai aveva smesso di uscire già da alcuni minuti.

- Perché, non va bene?- chiese Tenten, ancora seduta accanto a Neji.

- Non va bene? È un disastro...- fece la rosa, lasciandosi scivolare contro la parete.

- Su Confettino...vedrai che qualcuno disposto a stare in squadra con noi lo troviamo- le disse Sasuke, strizzandole l’occhio.

- Io con te non ci sto in squadra!- esclamò Sakura.

Sasuke tirò fuori dalla tasca del pigiama l’I-Pod rosa di Sakura, sventolandoglielo sotto il naso.

- Allora puoi dire addio a questo...-

Sakura era senza parole – Ma tu avevi detto che...-

- Ah ah Confettino. Frena un attimo- disse premendole dolcemente un dito sulle labbra – le regole le ho decise io e posso cambiarle quando voglio. Quindi, o stai alle mie nuove regole o puoi dire addio a questa preziosa scatoletta-

Sakura era furibonda e la pelle scarlatta creava un delizioso contrasto con i suoi capelli.

- Tu – cominciò, puntandogli un dito sul petto – Sei un cretino! Sappi che accetto di stare in squadra con te solo per riavere l’I-Pod e per toglierti quel disgustoso sorrisino dalle labbra-

- Prova pure, Confettino, ma non ci riuscirai...-

Sakura sfoderò la sua aria di superiorità – Io non ne sarei tanto sicura...-

Poi si guardarono intorno e afferrarono entrambi un ragazzo che aveva assistito in silenzio a tutta la discussione, che pareva addormentato, per il pigiama.

- Hey tu...come ti chiami?- domandò l’ Uchiha.

Nessuna risposta.

- Lascia fare a me...- disse Sakura – Come ti chiami?- gli urlò in un orecchio, all’improvviso.

- Shino-

- Bene, Shino, d’ora in poi tu sarai in squadra con noi. D’accordo?-

Nessuna risposta.

- Perfetto- esultò Sakura, facendo il segno di vittoria a Tenten – Ci vediamo alla fine della gara. Stammi bene, ok?-

E sparirono, confondendosi tra la folla.

Erano rimasti solo Neji e Tenten.

- Tu non puoi partecipare. Non con questa gamba, almeno- fece Neji, alzandosi da terra.

Tenten sbuffò – Mi sa che dovrò ritornare in camera...- disse, aggrappandosi a Neji per alzarsi a sua volta.

Il corridoio si era rapidamente svuotato, perchè tutti erano andati a cercare i propri compagni o quanto meno a vestirsi per partecipare alla fatidica prova.

- Il problema e che tra mezz’ora devo cambiare la fasciatura e non ce la faccio benissimo da sola...-

- Resto con te-

Tenten sgranò gli occhi, incapace di credere a ciò che aveva appena sentito. Alzò lo sguardo verso Neji e incrociò gli stessi occhi freddi di sempre.

- Ma Neji, questa prova è importante. Se non partecipi la tua media subirà un grave calo...-

- Vedrai che il professor Gai capirà. Dopotutto, anche cambiare un fasciatura è una prova-

Tenten si aggrappò meglio a Neji per non cadere.

- Portami in camera mia. È li che tengo tutte le bende-

Per una breve frazione di secondo, Neji sussultò.

- Che hai?- gli chiese Tenten, preoccupata.

- Niente. Fammi strada...-

Un pensiero pervase Tenten come un fulmine a ciel sereno.

Quella sarebbe stata la prima volta che sarebbe rimasta completamente sola con Neji.

Chiusi, dentro la sua stanza, senza nessuno all’interno dell’albergo.

Tenten deglutì, sperando ardentemente che lo stesso dubbio non andasse a invadere la mente dello Hyuuga, già particolarmente teso.

Perché Neji aveva già capito che sarebbe rimasto da solo con la ragazza.

E i suoi ormoni avevano preso a scalpitare.

Impazientemente.

 
Hello a tutti! Come va? Pian piano sto riallacciando i rapporti con EFP ma fatico ad aggiornare in breve tempo per via della scuola (infatti, appena ho un momento libero devo avvantaggiarmi con i compiti) e le attività pomeridiane (vedi pallavolo, il corso del patentino e via dicendo...) e così è ben poco il tempo che mi rimane per aggiornare.

Chiedo umilmente perdono a tutti voi, che con impazienza continuate a leggere la mia ficcy.

Grazie mille.

Concludiamo il capitolo dicendo che nel prossimo ci saranno molti colpi di scena, soprattutto in campo sentimentale. Ma non voglio anticiparvi niente ( eh lo sò...sono cattiva!!!), ma solo lasciarvi un piccolo interrogativo: Possono un ragazzo e una ragazza di sedici anni che si amano non fare nulla in una camera d’albergo isolati degli altri per un’intera notte?

Vi lascio formulare ipotesi, ma come sempre, per sapere la verità, dovrete aspettare il prossimo capitolo!

 
Grazie (come sempre) a chi commenta e a chi legge soltanto.

 
CelsteKiss#

 
p.s: Il 7 febbraio è il mio compleanno!!! Mi raccomando fatemi gli auguri >.

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