Whisky a Go Go.

di Remem
(/viewuser.php?uid=435903)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** AAA: cercasi batterista con le palle. ***
Capitolo 2: *** Steve ***
Capitolo 3: *** Il grande giorno. ***
Capitolo 4: *** “Sai, il piscio fa rumore quando cade….!” ***
Capitolo 5: *** Finally something interesting.. ***
Capitolo 6: *** Il nuovo arrivato. ***
Capitolo 7: *** Guai in vista.. ***
Capitolo 8: *** Whiskey. ***



Capitolo 1
*** AAA: cercasi batterista con le palle. ***


Questa è la storia di Emma Moore, una ragazza di buona statura, capelli neri ondulati, carattere dolce e sensibile, occhi grandi e del color del cioccolato e della sua migliore amica Allen Bennett, dal carattere forte ed impulsivo, capelli biondo scuro e sempre raccolti in una grande treccia. Entrambe vivono in un piccolo quartiere di Los Angeles, hanno diciassette anni e si conoscono da ben quindici.
Cosa le accomuna? La musica.
Hanno una piccola band insieme, chiamati i “Penny-Price” , o meglio i “P-P”; beh, non è proprio una band ma un sogno: dato che ci mancano il batterista ed il chitarrista solista.
 
[riferimenti a fatti e persone non sono interamente reali.]
 
 
 
“Emma!” urlò Allen nel panico. In quei giorni era tutto così difficile e incasinato: la fine della scuola stava arrivando..così come la battaglia delle band.
“Dimmi Al, che succede?” Emma si precipitò in camera sua, dove giaceva l’amica. Stava facendo i compiti di Francese sdraiata sul letto con lo stereo al massimo; la fissò contrariata:
“Allen, se studi con la musica così alta non ti concentrerai mai!” l’ammonì ridendo
“Ma non è quello! Non so come merda si dica panino in Francese!” sbraitò lanciando i libri per terra e sbuffando rumorosamente. Emma si piegò per raccoglierli e riposarli vicino all’amica.
Erano migliori amiche dall’età di due anni, non le poteva sembrare vero che un giorno avrebbe gareggiato con lei, Allen, in una band..
La fissò in quei occhi così celesti:
“Allen, panino si dice sandwich..”  le sorrise dolcemente
“Sono una cogliona, Emma? Vero…?”
“Fottutamente cogliona.”
Scoppiarono a ridere.
“Sono in ansia..” borbottò Allen riprendendo fiato
“Per la battaglia? E’ tra due mesi!” esclamò Emma bevendo un sorso d’acqua
“No, per il fatto che noi la band manco ce l’abbiamo!”
“Non essere sciocca! Io canto, te suoni il basso!” l’ammonì alzando le braccia
“Si…e la chitarra? La batteria?!” Allen si precipitò davanti all’amica e le strinse le spalle:
“Senti, dobbiamo assolutamente muoverci a cercare un cazzo di batterista ed una merda di chitarrista o alla gara ce lo prenderemo in culo!” continuò sempre più agitata.
Emma la fissò.
“Sssh, mia mamma è in camera!” la bloccò agitata
“Cosa?! Non sa della band? Scherzi?”
“No..non scherzo!”
“Santo cielo Emma, cosa aspetti a dirglielo? La carrozza?”
“Vieni, seguimi.” Emma prese l’amica per un braccio e la trascinò fuori dalla stanza, portando con sé anche un foglio ed un pennarello nero.
La trascinò fino all’entrata:
“Ho un’idea, Allen.” Le bisbigliò
“L’avevo intuito….” Rispose ridacchiando la bionda.
Emma aprì il portone di casa e si precipitò fuori: faceva abbastanza caldo.
Cominciò a camminare con passo felino e svelto motivando l’amica a muoversi e a seguirla:
“Insomma, Emma, dove stiamo andando?” le chiese preoccupata
“Al negozio di dischi, Al!” urlò saltellando
“Insomma Emma, hai diciassette anni e ti metti a saltellare per il Sunset come se fossi Cappuccetto Rosso? Andiamo ti prego, non farmi fare ‘ste figure……” l’ammonì coprendosi gli occhi con i Ray-Ban
“Cogliona, perché tu non mi fai mai fare figure di merda, vero?!” chiese ridacchiando
“MAI!” urlò prendendola in braccio, sotto lo sguardo interrogativo di tutti.
 
Arrivarono davanti a quell’immenso negozio di dischi.
Emma era in ansia e Allen non vedeva l’ora di entrare:
“Cazzo Emma! Entriamo porca troia, ti scongiuro!” esclamò scuotendola
“Ehi, insomma, che ti prende?” le chiese fissandola attraverso le lenti degli occhiali
“Cazzo, se entriamo capisci!” farneticò alzandosi gli occhiali
“Va bene, andia-“ Emma non riuscì a finire la frase che Allen spalancò le porte del negozio entrando impacciata ed agitata.
L’amica la fissò per un istante, prima di entrare anche lei.
Si lasciò prendere da quel profumo perfetto che emanavano i negozi di musica, chiuse gli occhi e si immaginò sopra il palco, con la medaglia ed il contratto discografico, offerto per i vincitori alla battaglia delle band.
“Emmaaa!” Allen la svegliò scuotendola
“Merda Al…si ora facciamo il biglietto e chiediamo a quella ragazza se lo possono appendere fuori alla porta…” sospirò tirando fuori il pennarello ed il foglio stropicciato.
Allen le rubò l’occorrente e le fissò i suoi occhi color cioccolato:
“A quella ragazza non chiederemo proprio un bel cazzo di niente.” Ruggì la bionda
“E a chi vuoi chiedere? A Babbo Natale!?” le chiese sarcastica Emma, riprendendosi il pennarello
“No! A quello!” bisbigliò indicando dietro l’amica
“Quello chi?!” le chiese voltandosi
“Scaffale numero sei, lettera K: quello lì.” Borbottò fissandolo
“E chi cazzo è?”
“Non lo so, ma ogni volta che entro qui dentro vorrei comprarlo.”
“Non penso sia in vendita…” rise
“No….infatti.” Allen si avviò decisa verso il ragazzo, seguita da Emma.
“Che cazzo fai?” l’ammonì la mora notando l’amica alzarsi la maglietta degli Aerosmith
“Ho caldo” rispose
“Bugiarda, c’è qualcosa che mi devi dire..? Allen!” l’amica riprese a camminare verso il tipo.
Gli si avvicinò facendo finta di cercare un vinile:
“Ti serve aiuto?” chiese lui
“Oh…..” fissò i suoi occhi verdi grattandosi la nuca, imbarazzata. Emma se ne stava uno scaffale più indietro a godersi la scena.
“Ehi..?” sorrise il ragazzo
“Ci sono!” esclamò “scusa ma non ho dormito bene stanotte…pensavo al tuo taglio di capelli….” Continuò distratta; il ragazzo le lanciò un’ occhiata confusa:
“Cosa, scusa?” le chiese
“Oh, nulla…!” rise nervosa
“Bene, te lo richiedo: ti serve aiuto?”
“Nono…cioè sì.”
“Dimmi pure”
“Ecco, io e la mia amica Emma” si girò cercando il suo supporto, non trovandola, “si, beh, penso che lei sia…va bhe, insomma, ti volevo chiedere se …per caso…potevi attaccare alla porta del tuo bel negozietto un annuncio.” Sorrise
“Mi spiace, non accettiamo pubblicità.” Sbraitò lui
“No, no, ti prego! Non è pubblicità! Ti prego, ci serve aiuto. Dobbiamo gareggiare alla battaglia delle band tra due mesi e non abbiamo un cazzo di batterista !” urlò Allen attirando l’attenzione di altri clienti. Si tappò subito la bocca:
“Scusa….” Sospirò fissandolo
“Tranquilla, non siamo in un ospedale…” le sorrise. Allen si sentì cadere.
“Comunque, battaglia delle band? Davvero, wow. Anch’io parteciperò, sai?” sorrise furbo avviandosi verso il bancone, lei lo seguì: notando che indossava dei pantaloni di pelle.
Si girò verso l’amica e sorrise indicandolo, agitò la mano per farsi aria. Emma le sorrise, capendo al volo il suo pensiero; si mise a ridere: Allen era pazza. Pazza di un commesso.
“Wow, spettacolare. Sei una specie di rockettaro, sempre con i tuoi amichetti, anche loro rockettari, capelli cotonati e pantaloni aderenti e senza mutande..?” lo punzecchiò furba, fissandolo.
Lui la guardò con aria sospetta, poi la sua bocca mutò forma in un sorriso, si mise a ridere.
“Ho ragione?” continuò lei
“Più o meno, dai.” Le fece l’occhiolino girandosi.
La ragazza spalancò la bocca incredula.
“Ehm…senti, allora possiamo mettere un annuncio…?” chiese timidamente. Lui la guardò:
“Va bene..appendilo pure nel portone d’entrata..!” esclamò porgendole un buono
“Cos’è questo…?” lo fissò
“Un buono per…?” sorrise abbassandosi leggermente, per mettersi a pari con la ragazza “il tuo nome, rocker.” Continuò, sentì un forte odore di Whiskey.
“A…Allen.” Disse imbarazzata
“Una mia vecchia compagna d’asilo si chiamava Allen, poi morì.” Il ragazzo ridacchiò poggiandosi  sul bancone per scrivere sul buono;
“Jack Daniel’s….ti strafoghi di Jack Daniel’s!” esclamò. Il ragazzo non disse nulla, la contemplò solo, sorridendole.
Si rialzò e le diede il buono.
“Quindi sei uno di quelli che la mattina hanno i postumi..? Ho capito!” esclamò sorridente
“Perspicace, cazzo. Come l’hai indovinato?” chiese sarcastico
“Beh, perché anche io li ho…”
“Ah sì? Di cosa? Di late caldo e bacon? O di caffè con kili di zucchero sciolti al suo interno?” rise fragorosamente il ragazzo. Allen lo guardò male:
“No, simpaticone.” Rispose acida
“Scherzo su..” la girò “mammina non ti dice nulla che ti ubriachi e la vai a dare a chiunque?” continuò
“Cos..? Io non la vado a dare a nessuno. E poi mia mamma beh..è mancata tre anni fa.” Abbassò lo sguardo
“Scusa, non dovevo. Comunque non dovevi attaccare quell’annuncio? Ti aiuto?” il corvino si sentì subito in colpa; cercava di fare il duro, ma alla fine si sentiva sempre un po’ in colpa.
“Tranquillo, sono cose che succedono. Comunque no, grazie lo stesso.” Gli sorrise avviandosi verso Emma.
L’amica la guardò sorridente:
“Che bel negozio” disse porgendole il foglio
“Che cazzo lo dai a me! Dobbiamo attaccarlo!” l’accentò avviandosi verso l’uscita.
Emma si avviò frettolosa verso il bancone per poi scriverci sopra:
 
«AAA: cercasi batterista con le palle per band emergente. Suoniamo rock ‘n’ roll. Se siete interessati, vi preghiamo di recarvi presso la Clark St. –all’incrocio del Whisky a go-go-  questo venerdì per le audizioni. Non abbiamo bisogno dello spirito Santo per vincere, ma uno di voi. Quindi muovete il culo ed uscite dalle vostre tane.
Grazie, Emma & Allen.»
 
Lo rilessero insieme, compiaciute consegnarono il foglio al ragazzo:
Cercasi batterista con le palle” ridacchiò “Intendete di sesso maschile, o proprio con le palle?” continuò sorridente
“Che abbia le palle!” esclamò divertita Emma.
Il ragazzo appese l’annuncio alla vetrina, le ragazze lo guardarono con aria compiaciuta e felice:
“Beh, noi andiamo…” borbottò Emma, trascinandosi l’amica
“Aspetta, ci becchiamo poi di nuovo…uhmm..” urlò Allen rivolgendosi al ragazzo
“Nikki.” Sorrise fissandole uscire euforiche dal negozio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Steve ***


“Cercasi batterista con le palle…..amico, vuoi farmi fuori?!”
“Non scherzare.”
“Eh allora che cazzo ci fa ‘sto annuncio attaccato al negozio dove lavori..?”
“Delle ragazze mi hanno gentilmente chiesto se potevo metterlo in modo da fare pubblicità, che problema c’è?”
“Eheh”
“Che c’è?!”
“Ti hanno… gentilmente chiesto….se potevi metterlo….ehe”
“Tommy….”
“Dimmi Nikki”
“Fai cagare. Non sono uno che, insomma”
“Uno che insomma cosa? Nikki, da quando ti fai corrompere dalla prima che capita?!”
“Non mi hanno corrotto!”
“Oh no, saranno arrivate mezze nude, come minimo.”
“T-Bone, avranno si e no sedici anni, non rompermi le palle ed aiutami a mettere apposto ‘sti vinili..”
“Amico, se ti beccano gli sbirri t’arrestano!”
Nikki tirò un ceffone all’amico, scoppiando a ridere:
“Che minchia fai Frank, ahia…non ho detto nulla di male….” Il ragazzo si massaggiò la testa, per poi aiutare l’amico a riordinare i dischi nelle varie sequenze e scaffali.
 
“Secondo te…?”
“Secondo me….beh, ci possiamo fidare.”
“Allen, io non mi fido di quel tipo!”
“Perché?”
“Ma te lo sei visto? Sembra un maniaco sessuale, drogato e perennemente con la bottiglia in mano..”
“Invece è un bravo ragazzo, non è male..”
“No certo, ma, non so. Non mi ispira fiducia. Perché non spargiamo la voce?”
“Perché non andiamo a trovarlo…?” Allen si mise a ridacchiare. Emma le fissò le iridi celesti:
“Al, io dev-“
“Guarda!” Allen la strattonò
“Al, porca troia, che c’è?!” si girò frettolosa e vide il ragazzo uscire dal negozio con un tipo leggermente più alto di lui, capelli arruffati, magro. Indossava un paio di jeans e una canottiera.
“Cazzo….” Bisbigliò Allen aggiustandosi i capelli
“Merda, non vorrai mica andare da lui, vero?” chiese Emma con amarezza
“Non me lo lascio scappare.”
“Ehi, calmati. Quanti anni ha?” l’amica la bloccò
“Non lo so!” urlò
“Ne dimostra venti…venti e qualcosa, Al.”
“Non me ne fotte dell’età!”
“Al, è un uomo, ha certe esigenze!” Emma cercò di trattenerla ancora, senza successo: l’amica partì diretta verso i due.
Si sentì sicura di sé, non appena arrivò a pochi metri dal ragazzo; la raggiunse anche Emma, senza fiato:
“Al…” bisbigliò
“N…Nikki..?” Allen si fece coraggio e con una filo di voce lo chiamò. Vide l’amico girarsi di scatto e squadrarla, lei abbassò lo sguardo intimorita.
“Ehi, ciao rocker…uhm, Allen, giusto?” sentì la voce del tipo rimbombare nel suo cervello, alzò lo sguardo e lo vide fermo, davanti a lei a sorriderle.
Ricambiò il saluto arrossendo;
“Insomma, sono loro?” l’amico di Nikki lo squadrò.
“Sì, lei e Allen e l’altra….?” Indicò la mora
“Emma.” Rispose sbuffando
“Oh, fantastico. Io sono Tommy, soprannome T-Bone.” Sorrise
“Beeene…ora che abbiamo fatto conoscenza, possiamo andare a bere qualcosa tutti insieme?!” propose allegro Nikki, allargando le braccia per stiracchiarle.
Allen lo fissò a lungo: fissò a lungo i suoi occhi, i lineamenti del suo viso.
“Oh, io..non posso. Mamma mi aspetta per cena…” bisbigliò Emma
“Spiace….e tu? Allen, ti va..? stavamo andando al Whisky a Go Go” sorrise Tommy.
Allargò le labbra, ricavandone un sorriso di gioia, poi si girò verso l’amica che la fissava contrariata. Cercò con lo sguardo di persuaderla e di farla cedere alla tentazione di una birra tra amici:
“Dai, Emma..dico a tua madre che resti da me. Che problema c’è?” le bisbigliò. Sorrise: è facile convincerla..
 
 
 
[POV. Allen]
 
“Vi raggiungiamo lì.” Li salutai frettolosamente, prendendo Emma per un braccio e strascinandola fino a casa sua –fortunatamente era lì vicino- .
Emma suonò  il campanello nervosamente, mordendosi un labbro.
“Ehi, calma. Non scoprirà nulla.” La rassicurai
“Si..ma mi fanno paura quei due.” Bisbigliò per non farsi scoprire
“Tranquilla, dai. Ci sono io!”
In quel momento si spalancò la porta, il fratello di Emma con due occhiaie da far paura e la sua fedele chitarra fra le braccia, avevo aperto la porta:
“Ciao Steve, dov’è la mamma?” gli chiese allegra, entrando. Mi tolsi le scarpe ed entrai nel grande salone;
“In camera a disperarsi, Emma.” Rispose duro riprendendo a suonare
“Che è successo?” urlò
“Nulla, che me ne vado e lei non è d’accordo. Nulla che ti riguardi.” Continuò a far vibrare le corde nervoso, finendo per romperne una, “porca troia!” urlò.
Emma sbuffò e salì lungo la grande scalinata che portava alle stanze. Come ragazza era molto ricca;
“Allen!” mi chiamò “vieni pure..” continuò, salii le scale anche io, trovandola davanti alla stanza dei suoi genitori.
Tremava. Mi fissava nervosa e spaventata:
“Dici che mi caccia fuori?”
“……prova.”
Bussò piano, allontanandosi dalla porta bianca in legno.
La mamma, con un fazzoletto tra le mani e le lacrime lungo il viso, aprì fissando la figlia:
“Emma, tesoro, dimmi..” parlò piano
“mamma, ehm, mi dispiace…ma senti, stasera mi fermo da Allen.” Sputò con tutto il fiato quelle poche parole. La madre la guardò rilassata: “Va bene.” Rispose composta.
La mia amica rilassò i muscoli e sorrise guardandomi, poi abbracciò forte la mamma.
“Vieni, aiutami a mettere le cose nella borsa!” urlò felice avviandosi verso la sua stanza, la seguii.
Appena aprì la porta un forte odore di lavanda mi entrò nel naso, facendomi starnutire.
“Salute Al, e….grazie.” esclamò fissando la borsa
“E di cosa..?” le sorrisi. Si buttò tra le mie braccia felice.
 
“E così vi siete iscritte alla gara senza nemmeno la band? Azzardate.”  Bisbigliò Nikki, guardando l’amico con sguardo complice.
“beh…” ridacchiò nervosa Emma, notando il cameriere venire verso la nostra direzione
“No, beh. Noi…l’avevamo.”
“Mio fratello suona la chitarra, e, ci aveva assicurato che sarebbe stato felice di farne parte, ma poi ha trovato un'altra band più ‘figa’ e si è rimangiato tutto. L’ho tipo odiato per mesi. “ ridacchiò Emma
“Volete ordinare?” un ragazzo giovanissimo ci porse dei fogli “scrivete quello che volete e poi chiamatemi, grazie.” Sorrise e si congedò frettoloso.
“bene, bene, Nikki, scriviamo quello che vogliamo, dai…..” ridacchio furbo Tommy
“Dammi, dammi! Ho un’idea.”
“Io…prendo un succo.” Emma se ne uscì dal guscio
“HAHAHAHAHAHAH, bella, siamo al Whisky a Go Go e tu mi ordini del succo? Daaai!” urlò Tommy
“Va bene, birra.” Sbuffò offesa
“Per me del Jack” sorrisi.
I due scoppiarono a ridere.
“Amico, non penso ce l’abbiamo quella…” esclamò Tommy soffocando dalle risate; Emma  mi fissò contrariata.
Rubai la lista ai due, quello che avevano scritto:
 
Omogenizzato di verdure per la bimba
Birra sempre per la bimba
Vagine
Jack Daniel’s
Tequila ?! Tommy la vuoi la TEQUILA ?! no sisisisi
BICCHIERI PULITI
Preservativi che li ho finiti
Vagine l’ho già scritto ?!
 
Capii il loro…stupido divertimento.
“bene, avete scritto?” il ragazzo delle ordinazioni sbucò dal nulla, facendoci saltare tutti.
“Sì.” Risposi secca ponendogli la lista; il ragazzo la lesse e guardò i due ridere, sorridendo.
OKAY.
Sentii strattonarmi forte: mi girai ed Emma era sbiancata.
“Che c’è?” le chiesi
“Cazzo c’è mio fratello!” urlò agitata
“Eh allora?” chiese Nikki
“Bhe, non sa che sono qui. E non vuole!” esclamò
“Massì dai, manco ti vedr- Tommy! C’è Steve!” si bloccò alzandosi ed agitando le mani in direzione del fratello di Emma.
Steve, fratello di Emma…conosceva Nikki e Tommy?
Emma si gettò sotto il tavolo, notando il fratello avvicinarsi:
“Ciao Nikki, Tommy. Vi devo dire una cosa.” Esordì. Mi fissò: “Al?” mi chiese.
Arrossii fissandolo:
“Beh…..si” sorrisi nervosa
“Va beh.” Si staccò dal mio sguardo, poco incurante, e guardò gli altri due: “Dovete cercarci un altro chitarrista. Me ne vado a Berkeley.” Disse tutto d’un fiato.
Non ci potevo credere…Steve suonava con quei smidollati.
“Come amico? Ti sei fottuto già tutti i soldi? Ti avevo detto di non iniziare con quella, amico….” Bisbigliò nervosamente Nikki, gettandosi in corpo un po’ di Tequila.
“Senti chi parla, chissà chi me l’ha fatto provare!” alzò le braccia in aria
“Va bene, ora vattene prima che comincino a girarmi le palle, Steve.” Disse duro Tommy
“Siete due stronzi.” Urlò
“No! Tu sei lo stronzo. Ci molli così!” Nikki si alzò nervoso “E mo’ chi l’ho dice a Vince?” continuò
“Voi, io parto domani. Ciao.” Steve di allontanò.
Ho pensato se ne fosse andato per paura…
Emma risbucò fuori confusa, fissando il vuoto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il grande giorno. ***


“Sono nella merda, anzi, mio fratello è nella merda” Emma si agitò, rotolandosi tra le coperte del letto di Allen –ormai mezza assonnata-.
“Dai, dormi, non ci pensare.” L’apostrofò l’amica
“Cazzo, Al. Mio fratello si droga grazie al tuo amichetto psicopatico, come dovrei stare tranquilla?!” cercò di trattenere le lacrime il più possibile, sbattendo le ciglia velocemente; si girò  e fissò il basso dell’amica.
“Al..?”
“Sì?”
“Domani chissà quanti batteristi si presenteranno….” Bisbigliò
“Ah, tranquilla, ce ne saranno abbastanza da sceglierne uno buono.” Allen si alzò e aprì un po’ la finestra.
 
“Siamo nella merda.”
“No, amico, non dire così, vedr-“
“NO! Steve ci ha abbandonati!”
“Ancora pensi a lui? Ma davvero? Dai, ammettilo, non era nemmeno un gran che…”
“Almeno lo avevamo, meglio che nulla T-Bone, meglio che nulla!” Nikki si sedette su una panchina, cominciò a girare i pollici nervoso. Tommy lo fissò dall’alto, contemplando il cielo.
“Ehi, no Nikki, che poi vai fuori di testa con quella roba…” il bassista tirò fuori un pacchettino: erba.
“Senti, non me ne fotte.” Cominciò a prepararsi la cartina, nervoso, “ne vuoi una?” guardò l’amico con la coda dell’occhio;
“No..”
“Un tiro?”
“No….”
“Mezza?”
“Okay, mi hai convinto. Fammene una.”
Nikki rise compiaciuto: riusciva sempre a farsi una canna in compagnia.
 
 
Il giorno dopo:
 
“Al, sveglia!” Allen si sentì muovere tra le coperte; aprì gli occhi e si ritrovò l’amica davanti.
Le sorrise. Sapeva il perché della sua euforia, e anche lei non ne era da meno.
Quel giorno, il giorno del ‘batterista con le palle’, era finalmente arrivato.
Si alzò frettolosa, guardando l’ora: le 6:45. Si girò su Emma, con sguardo interrogativo:
“Ehi, ma non sono nemmeno le nove!” esclamò scocciata
“Lo so,ma c’è una cosa che devi assolutamente vedere!” la tirò per  un braccio, guidandola fino alla grande finestra.
Si affacciò curiosa e notò che qualcuno aveva deciso di utilizzare il suo giardino come hotel. Strinse gli occhi e mise a fuoco due figure, due uomini, accasciati al muretto:
“Cosa cazzo….?” Si fermò. Sapeva chi erano.
“Ma, quello è Nikki e quell’altro e Tommy!” urlò sedendosi sul davanzale, Emma la fissava.
“Denunciali. Ora!” incrociò le braccia
“Mai!” bisbigliò
“Coome no? Sei pazza?”
“Sono miei….amici..”
La faccia di Emma assunse un’espressione poco rassicurante, Allen uscì frettolosa.
“Al! Almeno….” Cercò di ricordare all’amica che, magari, era meglio scendere con un paio di pantaloni ed una maglietta.
Decise di godersi la scena in diretta, dalla finestra.
 
Allen si gettò nel piccolo giardino di casa, scrutando i due beatamente addormentati sul muretto confinante con i vicini.
Si avvicinò piano, e ringraziò che la stanza del padre e della compagnia non si affacciasse da quel pezzo di giardino..
Sembravano fratelli:
Nikki era, letteralmente, abbracciato a Tommy, che a sua volta, era appoggiato al muretto.
Allen sorrise. Nikki aprì gli occhi e si guardò attorno, vide la ragazza e sorrise confuso:
“Tom, Tom, merda! Abbiamo stuprato una quindicenne…” bisbigliò agitato, cercando di svegliare l’amico di avventure.
La ragazza scoppiò a ridere:
“No, io vi ho trovati nel mio giardino a dormire.” Si appoggiò ad un alberello, sorridendo ai due.
“Nikki, scappa, ci picchia! No, gli sbirri, ci sono gli sbirri! Nikki, no!” Tommy si svegliò urlando e cercando con lo sguardo qualcosa che lo potesse rassicurare, notò la ragazza e sorrise dolcemente:
“Uhm, ciao Allen…”
“Ciao a voi, venite, vi preparo un caffè” li aiutò ad alzarsi e li guardò: erano così innocenti.
 
“Sei pazza.” L’accigliò l’amica
“No, sono solo gentile.” Prese un asciugamano  e lo porse all’amica, la fissò.
“Eh beh?!”
“Portalo a Tommy, è in bagno ..”
“Te lo scordi! Io non entro in bagn-“ non riuscì a finire la frase, che l’amica la spinse nella stanza
“Al…almeno sei ancora vestito” esclamò imbarazzata;
Allen scoppiò a ridere scendendo le scale e andando incontro a Nikki, comodamente appisolato su una sedia, con ancora il caffè tra le mani.
Sorrise.
“Allen, perché c’è uno sconosciuto in bagno e c’è questo barbone in cucina?!” sentì le urla della compagnia del padre, Linda.
La ragazza si girò: voleva sparire. Fissava gli occhi di fuoco di Linda, che la stava bruciando con lo sguardo. Spostò gli occhi su Nikki che era ridotto davvero male: sembrava un barbone, seriamente.
“Se lo viene a sapere tuo padre! Non uscirai di qui fino ai 18 anni! Chi sono questi due? Allen, ti conviene dire la verità o ti farò pentire di essere nata!” la donna urlava nell’orecchio di Allen, che si accasciò sul divano, poco curante delle minacce da parte della madrina.
“Allen, merda, falla stare zitta. Ho sonno, porca troia. Devo pisciare e ho fame.”  Nikki mormorò qualcosa entrando in salotto.
Al e Linda si girarono su un Nikki preso nel annusarsi le ascelle; la madrina lo fissò con un’espressione di disgusto:
“Cinque minuti. Allen, ti do cinque minuti per farli sparire dalla mia vista e da casa mia!” Linda girò i tacchi e se ne uscì frettolosa, per andare a lavoro.
“Blah blah blah blah”
“Chi è quella?”
“La compagna di mio padre…la odio. Non la sopporto. Questa non è nemmeno casa sua, che cazzo pretende.”  Allen si versò il resto del caffè in un bicchiere.
Nikki non parlò, la guardò solo sistemare la cucina.
“Io…” mormorò avvicinandosi, posando nel lavabo la tazza, “ti volevo chiedere scusa per aver usato il tuo giardino come dormitorio, ma io e Tommy….” Si fermò, non appena vide la ragazza sorridergli.
Non disse nulla.
“Ci eravamo fatti una…canna. Una, due, boh, forse una.” Conlcuse imbarazzato.
“E’ così bello il mio giardino?”
“Non lo so, Tommy aveva deciso di accamparci lì perché aveva visto una ragazza piantare fiori”
“Cosa? Non ci sono fiori!”
“Ricorda: Tommy aveva fumato.” Rise
“Ehi, anche tu hai fumato! Cosa vuoi?” T-Bone entrò nella cucina ridacchiando, abbracciando l’amico.
 
“Emma, smettila di fare l’offesa e vestiti, dobbiamo andare alle audizioni, ci accompagnano i ragazzi.” Disse acida Allen, infilandosi una maglietta.
Emma non rispose, la fissò. Si alzò ed uscì dalla stanza, sbattendo, di proposito, sulla spalla dell’amica; La bionda restò sola, non riusciva davvero a capire il comportamento dell’amica.
 
“Allora, dove siamo diretti, signorine?” chiese gentilmente Nikki, mettendosi al volante e fingendosi un taxista, con tanto di baffi e cappello. Tommy scoppiò a ridere insieme ad Allen; Emma accennò un sorriso e restò a contemplare la voce del ragazzo:
“Mi sa che una certa Emma, qui, non si stia divertendo come dovrebbe. Ehi, ehi, ti faccio lo sconto!”
“No, grazie…” sorrise rilassata, guardò l’amica. Allen cercò di afferrarle la mano, sorridendole.
Finalmente partirono e in meno di dieci minuti arrivarono al locale, apparentemente vuoto e senza nessuna specie di coda.
Brutto segno per Allen, che sbuffò colpendo una bottiglia vuota di birra, facendola frantumare una volta sbattuta sul muro.
“Merda…magari sono dentro” contemplò Emma
“Proviamo…” Allen entrò agitata, osservando tutti i tavoli.
“Guardate là” le due si girarono, trovando l’alta figura di Tommy ad indicarli un tavolo stracolmo di ragazzi. Le ragazze sorrisero eccitate, Allen abbracciò T-Bone dalla felicità, Emma la fissò.
La bionda si avvicinò al tavolo, ricevendo attenzioni da tutti quanti. Si sentì un po’ a disagio, ma infondo ne era orgogliosa.
“Ditemi che siete qui per le audizioni.” Disse poggiando le mani al tavolo, due ragazzi le fischiarono;
“Sì, e tu sei quella che cerca un batterista? Chi sei? Emma o Allen, mh…?” un tipo con i capelli biondi, arruffati e la faccia simpatica, sbucò fuori dalla massa. Al sorrise:
“Sono Allen, piacere.”
“Mh, sei carina sai?”
“G..Grazie” rise nervosa
“E di che, dai possiamo cominciare? Albert, bei occhi, fa’ accomodare tutti nella sala prove..”
“Vincent?”
“Tommy, che merda ci fai qui?”
“Tu che merda di fai qui?”
“Vince? Che cazzo ci fai ad un provino per batteristi?” Nikki si avvicinò
“Frank? Tu che ci fai qui? Questi bei tipetti li ho portati io, sai? Le signorine dovrebbero ringraziare me hehe”
Allen li guardò confusa, insieme all’amica che scoppiò a ridere.
“Cosa c’è non ci credi? Scommetto che non crederai nemmeno se ti dico quanto di bello c’è sotto i vestiti!” il biondo venne spinto dal bassista, Tommy rise divertito.
“Lascialo stare, lui è Vincent, per gli amici Vince. E’ il nostro cantante, gay.”
“Tom, io non sono gay!” ribatté
“Si certo, succhiamelo. Dai fatti da parte che le ragazze devono scegliere il loro batterista, io le aiuterò a trovarne uno buono e talentuoso.” Rispose fiero T-Bone, solare.
Finalmente riuscì a strappare un sorriso ad Emma, che felice, abbracciò l’amica.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** “Sai, il piscio fa rumore quando cade….!” ***


“Che si fa a questo punto?” Emma entrò in una grande sala, con al centro un tavolo ed una batteria -seguita dall’amica e da Tommy-.
“Fai entrare i tipetti uno ad uno, li fai suonare e quando hai finito la lista chiami quello che secondo te ha spaccato di più. Semplice” T-Bone rispose con tono calmo, fissando Allen.
La mora stava intuendo un qualcosa; un qualcosa che non riusciva a decifrare, ma che sicuramente non riusciva a mandar giù.
Al si girò, notando il viso del batterista incorniciato dai capelli: lo rendevano così carino. Gli sorrise scomposta ed imbarazzata, tornando in sé.
Il primo batterista entrò, bussando. Si sedette sullo sgabello difronte alla grancassa, prese le bacchette e cominciò ad improvvisare un assolo.
“Non sa quello che sta facendo, non ve lo consiglio.” bisbigliò Tommy, all’orecchio di Allen; la ragazza tremò. Emma abbassò lo sguardo:
“Bene, grazie, puoi…puoi andare” finse un sorriso e urlò: “Il prossimo…!” ;
“Scusate…avete visto un tipetto più o meno virile, con i capelli scompigliati biondi….?” Un ragazzo sbucò fuori dalla porta:
era di una statura media, i capelli lunghi e neri scendevano sulle sue spalle, coperte da una giacchetta, Emma venne subito colpita dai suoi occhi, celesti.
Tommy si alzò in piedi, correndo verso di lui:
“Amico, io, io, ti stimo!”
“Uhm..io volev-“
Più o meno virile, Dio se ti stimo!” lo abbracciò ridendo.
Allen si girò verso l’amica: si guardarono negli occhi, pensando la stessa identica cosa.
“Cazzo, quando non trovi Vincent, devi solo fare….”, frugò nelle tasche, tirandone fuori un fazzoletto. Lo avvicinò alla bocca e ci sputò il chewingum, si schiarì la voce:
“Neeeeeeil, c’è una bella signorina che ti cercaa! Muoviti o dice che se la fa con il sottoscritto!” uscì dalla stanza urlando.
“Non è apposto.” Bisbigliò Emma. Allen non riuscì a trattenere le risate.
 
“Wow, tre ore. Tre ore che siamo qui.” bisbigliò Emma accovacciandosi sul braccio dell’amica,
“Già….Tommy..secondo te chi ha dato più frutti?” intervenne la bionda
“Mmmh, non so se il tipo con i capelli sparati o il biondino..” il ragazzo si massaggiò la tempia, contemplando gli occhi azzurri e intensi di Allen.
La vide alzarsi, dirigendosi nei bagni:
“Ehi, Al, dove vai?” le chiese l’amica, risvegliandosi dal coma
“In bagno, devo pisciare.” Sorrise e si girò, avviandosi alle toilette.
T-bone piegò la bocca in un sorriso furbo, Emma se ne accorse; “Che c’è?” gli chiese
“Nulla….” Stava pensando a come andare dietro Allen senza insospettire l’amica, “devo bere, vado a prendere qualcosa.” Si alzò di scatto, correndo fuori dalla stanza.
 
Allen intanto venne fermata da Vince:
“Ehi bella, scelto il batterista?”
“Non ancora…”
“Ti ho,almeno, portato persone serie?” sorrise
“Sì, g..grazie.” lo abbracciò e si diresse verso i bagni.
“Che schifo, è tutto sporco.” Esclamò varcando la soglia. Per terra era quasi tutto allagato e si sentiva un forte odore di piscio; c’era solo un bagno: apparentemente chiuso.
Si avvicinò alla porta, bussò.
Niente.
Nessuno rispose. Così l’aprì piano:
“Oh mio Dio, scusa, io non… oddio, esco immediatamente.” appena mise piede lì dentro, trovò Nikki intento a pisciare.
Il ragazzo si girò di scatto, trovando Allen  imbarazzata e sulla soglia:
“Tranquilla, ho…” si rimise il tutto nei pantaloni e tirò su la zip, “finito” concluse sorridente.
“Scusa….non avevi risposto e ho pensato che non ci fosse nessuno..” bisbigliò ancora rossa in viso
“Non fa nulla, non è morto nessuno!” rise “ora ti lascio fare quello che devi fare” esclamò avviandosi verso la porta. Appoggiò la mano sulla maniglia, ma non riuscì a far leva su di essa. Si girò:
“Allen, abbiamo un problema.”
“Ovvero?”
“Non si apre.”
“Cosa..?”
“La porta?”
“Fantastico.” Allen si avvicinò alla porta che dava sul corridoio e provò lei, senza successo.
Si accasciò a terra e si portò un ciuffo biondo dietro, sbuffando. Notò Nikki che la stava contemplando, senza nessun’espressione.
Improvvisamente la porta si spalancò, facendo finire Allen per terra.
“Allen!” il batterista stava cercando Allen, ma non la trovò sola. Richiuse scazzato la porta e fissò l’amico:
“T-Bone, sei un rincoglionito di merda!” urlò Nikki
“Che cazzo ho fatto!?” alzò in aria le braccia, sbuffando
“La porta era bloccata, tu l’hai aperta…e puf, l’hai richiusa come un coglione.”
“Sì….scusa. Bloccata.” Si avvicinò ad un lavandino e aprì l’acqua, ne raccolse un po’ tra le mani e si bagnò la faccia.
“Non si apre…si apre solo da fuori…”i due sentirono la voce di Allen, si dimenticarono di essere incazzati tra loro.
 
 
-cinque minuti dopo-
“Devo pisciare.”
“Piscia.”
“No, mi vergogno.”
“Ehi, non ti vergogni per caso di Allen..?”
“No, di te, brutto stronzo.”
“Mmmh, e perché ti imbarazzo?” rise divertito Nikki, rotolando fino le ginocchia dell’amico
“Ma smettila, io non mi vergogno!” si alzò di scatto, dirigendosi verso il cesso, si abbassò la cerniera, e cominciò a pisciare.
Nikki scoppiò a ridere di gusto.
“Che cazzo hai da ridere?” T-Bone si girò a guardare il bassista rotolare per terra
“Senti…….” -non riusciva a smettere- “che cazzo di rumore….” ;
“Sai, il piscio fa rumore quando cade….!” Si giustificò il moro
“Amico…insegna al mio cazzo a rumoreggiare come il tuo, ti prego!” rise ancora, sbattendo contro le mattonelle.
“Ti sta bene, cazzo silenzioso.” Questa volta fu Tom a ridere di gusto.
“Ragazzi…potremmo tipo trovare un modo per uscire da qui, invece che parlare di…peni?” Allen si voltò verso i due, inarcando un sopracciglio.
Nikki corse verso la ragazza:
“No bella, provala. Poi vedi se non hai voglia di parlare di minchiate!” esclamò ficcando nella sua bocca la canna, condivisa con l’amico.
Allen cominciò a tossire, infastidita.
“Tom, magari ora anche lei è fusa…” continuò a ridere
“No!” urlò la bionda
“Ma daai, su, divertiti. Cerca di trovare il lato positivo delle cose!”
Il bassista ricevette uno sguardo violento da Allen.
“Sentite, mi sto annoiando….” Tommy si sedette di fronte all’amico;
“Anche io Tom, che cazzo vuoi fare in un bagno?”
“Frank…..che ingenuo che sei”
“Ha..ha..ha..”
“Che ne dite di una cosetta a tre?”
Sixx scoppiò di nuovo a ridere, mentre Allen fissava il batterista, allibita.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Finally something interesting.. ***


“Ehi, che squallore, amico. Scherzavo!” urlò il batterista
“Ma ti conviene scherzare, testa di cazzo.” Sbuffò Allen fissando il cesso sporco; sentì un sospiro.
“Dai, su, non è tempo di litigare, qui siamo solo all’antipasto!” esclamò Nikki per calmare la tensione
“Che antipasto, Sixx?” intervenne Tommy
“E’ un modo di dire…si usa dire‘siamo alla frutta’. Mai sentito?”
“Frank, da quando sei così…acculturato?
“Magari ha solo un po’ più cervello di te.” Allen si alzò, mostrando un sorrisetto furbo e compiaciuto; Tommy la squadrò:
“Ha ragione, sai?” il bassista ridacchiò.
 
“Allen!” Emma era da più di mezz’ora che cercava l’amica, da quando si allontanò per andare in bagno. La cosa che le sembrava ancor più strana era che, beh, insieme all’amica mancassero pure i due gemelli;
“Vince!” Albert intanto stava ancora cercando l’amico.
Si ritrovarono tutti e due in una stanzina inculata, buia e umida.
“Scusa, non ti avevo vista. E’ buio pesto qui dentro…” il ragazzo pestò il piede di Emma, che mugolò qualcosa; sorrise e lo cercò con le mani.
“Vieni, usciamo di qui.” Gli prese la mano e lo trascinò fuori, chiudendo gli occhi per la troppa, improvvisa, luce.
Albert sorrise, senza guardarla in faccia; ma Emma non aspettava altro: voleva rivedere quegli occhi così celesti, così puri e limpidi scontrarsi con i suoi.
“Cerchi ancora il biondino..?” chiese timidamente sedendosi
“S…si, Vincent è una testa di cazzo.” Sbuffò
“Capisco….hai per caso visto…uhm Nikki e Tommy?”
“Chi?”
“Nikki…o a volte lo chiamano Frank…e Tommy? Sono sempre insieme..!” -si stupì che non li conoscesse-
“Non so chi siano, davvero.” Albert la fissò. “Ti ho già vista…” aggiunse scrutando il suo viso.
Emma aggrottò le sopracciglia:
“Dove? A me non sembra di averti già visto”
“Aspetta…eri insieme ad una ragazzina bionda, vero?”
“Sì, Allen. La sto cercando. E’ sparita nel nulla quando ha detto che andava a pisciare…bah.” Sospirò
“Capisco. E cerchi pure Nikki e Tommy, vero?”
“Cosa stai cercando di dire…..?”
“Io? Nulla.” Rise.
 
Allen si distese vicino ad un termosifone, quando notò che un grosso ragno si stava incamminando verso un suo stivale. La ragazza si alzò urlando, correndo da Nikki.
I due la fissarono come fosse una creatura rara, una specie di creatura mitologica.
“Che ti prende?” chiese Frank
“Un ragno, ti prego. Ammazzalo.” Piagnucolò
“Ppf, un ragnetto. Tranquilla, lo ammazzo io..” il bassista si alzò, cercò il ragno per terra e non appena lo scrutò in mezzo all’acqua e allo sporco, lo spiaccicò con la scarpa.
Tommy fissò la scena successiva: i due si guardavano dolcemente. Il bassista le sorrise.
 Si sentì una strana sensazione dentro..era forse gelosia?
Tutto d’un tratto si spalancò la porta: Vince con in braccio una ragazza, che gli stava leccando il collo.
“Avevi detto che qui dentro non scopava mai nessuno!” sbuffò la tipa sbattendo a terra una bustina e correndo via, Vince sospirò:
“Un attimo prima sono disposte ad aprirti le gambe, l’attimo dopo ci ripensano…eeeh, donne.”
I due amici scoppiarono a ridere, Allen ridacchiò sotto i baffi.
“Che cazzo avete da ridere?” si lamentò
“Allen!” Emma sentì le risate e si avvicinò alla porta del bagno, spalancata.
“Emma…”
“Dove cazzo eri finita?” l’amica la squadrò
“Ero venuta in bagno, ma ci ho trovato Nikki. Poi volevamo uscire ma la porta era rimasta bloccata. Poi è arrivato Tommy che però ha subito richiuso la porta alle sue spalle e niente, poco fa è anche arrivato Vince, che diciamo, ci ha salvati.”
“Sì, certo, credo che la parte iniziale non sia proprio andata così” Vince ribatté furbo
“Neil, smettila.” Nikki rispose infastidito.
 
“Andiamo a berci qualcosa? Festeggiamo il nuovo batterista della band di Emma e di Allen?”
“No, Tommy, scusa ma ho scuola domani…”
“Beh, anche Allen, credo abbia scuola.”
“Sì, ma io ci sto.”
“Dai Emma..”
“E va bene.”
E così che Vince, Tommy, Nikki, Allen, Emma, Albert ed il nuovo batterista, Fred, si avviarono verso un pub.
“Ehi Fred, da dove vieni?” Vince sbucò fuori
“Michigan, sono nato lì. Mi sono trasferito a Los Angeles un mesetto fa. E’ davvero uno sballo!” esclamò felice.
Emma e Allen erano entusiaste di aver finalmente trovato un batterista simpatico, talentuoso e anche carino: era moro, ma si era dipinto i capelli di rosso fuoco, gli occhi erano celesti -‘come quelli di Albert.’ aggiunse Emma -.
Vince notò subito una cosa. Era bravo a trovare le coppie e ne aveva già trovate qualcuna…
Allen era decisamente interessata a Nikki;
Emma stravede per l’amico, Albert;
Tommy è interessato a Allen;
A Nikki interessa Allen;
Albert, boh;
“Che cazzo di situazione…” pensò tra sé e sé.
“Pensieroso?” Nikki sospirò nell’orecchiò del biondo
“Un po’..lascia stare.”
“Che succede?”
“come mai Nikki si interessa ai miei affari?”
“Niente, sono solo un po’ …così. Ho bisogno di bere qualcosa di forte.” Mentì. Nikki, soddisfatto della risposta dell’amico, prese una sigaretta e se l’accese, portandosela alla bocca.
Allen trovò il modo di fumare del bassista dannatamente eccitante. Fissava il fumo uscirgli dalla bocca, a volte lento, a volte buttato fuori.
Il corvino si girò di scatto, notando la bionda fissarlo. Sorrise, per poi alzarsi.
“Cazzo…” Al si appoggiò allo schienale della panchina, tenendo le mani intrecciate sul tavolo.
“Che c’è?” Emma si stava annoiando, per di più Albert e Fred non la stavano cagando;
“Credo…di essermi presa una cotta.” Concluse senza troppi giri di parole
“mmmh, chi è?” la punzecchiò la mora
“La sai…”
“No. Non puoi.”
“Cazzo ci posso fare.”
“Ma non lui!”
 
“Qual è il tuo vero nome?” Allen stava tornando a casa, accompagnata da Nikki. Aveva deciso di accompagnarla, in modo che non le succedesse nulla di grave.
Il ragazzo non rispose, calciò una pietra che finì contro un albero;
“Allora, il lupo ti ha mangiato la lingua?” ridacchiò la bionda
“Non scherzare.” Sorrise lui
“Insomma, non ti chiami realmente Nikki Sixx…
“No.” Il ragazzo si girò di scatto, sentiva dei passi dietro di lui. “Mi chiamo Franklin, ma più comunemente Frank, ma da un annetto Nikki.” Concluse
“Capisco, a me piace molto Nikki Sixx. E’ un nome…misterioso. E ti sta anche bene.” Arrossì.
Il ragazzo si grattò la nuca.
“Mi dovresti poi dare un consiglio…”
“Dimmi” Allen si accorse di essere già arrivata a destinazione “io, io sono arrivata comunque..” sospirò fissando per terra.
“Bene…”
“Ti ringrazio davvero tanto.”
“Figurati”
Nikki le sorrise dolcemente, Allen arrossì.
“Allora, ciao. Ci vediamo domani..?” la ragazza guardò ai lati della strada, stando attenta che non arrivassero macchine.
“C..certo. Ti aspetto in negozio…”
“Okay, perfetto. Ciao, buonanotte!” esclamò la ragazza correndo
“Allen!” Frank si stupì di averla chiamata, in realtà non ne sapeva nemmeno il motivo.
La ragazza si fermò, ormai sotto il portone; vide il bassista avvicinarsi.
La guardò: era tranquilla. Si avvicinò ancora di più a lei, fino a far combaciare le loro bocche. Allen si sentì improvvisamente bene, sicura di sé e felice, davvero felice. Chiuse gli occhi e si gustò quel bacio.
“Fanculo.” Sospirò Tommy da dietro un cespuglio, “lo sapevo. Anche se non gli seguivo, sapevo sarebbe andata a finire così..”

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il nuovo arrivato. ***


“Alla buon’ora.” Linda sbraitò sentendo la porta aprirsi, Allen aveva un sorriso stampato in faccia e l’aria spensierata; canticchiava.
“Ciao Linda, ti sei dimenticata il sonnifero, bella?” posò la borsa sul tavolo, avviandosi al frigo
“No e tu ti sei dimenticata che quel tipo non mi piace, vero? Se lo viene a sapere papà lo andrà a cercare. E poi ti sembra l’ora di rientrare? Ti avevo detto di essere qui alle ventidue spaccate!” Bisbigliò la donna.
Allen sorrise, bevendo il succo all’ananas.
“E allora? Io mi faccio con chi cazzo voglio.” Posò il bicchiere nel lavabo
“Ragazzina modera i toni, sai come va a finire se lo scopre tuo padre, vero?” Linda alzò la voce
“Ma taci”
“Allen, mi metti con le spalle al muro così!” la bloccò
“Ho sonno, buonanotte.”
Allen si avviò verso le scale, canticchiando.
Linda la minacciava spesso, ma lei ora, aveva altro a cui pensare;
 
“Emma, Emma, tesoro. Svegliati. Devi andare a scuola…dai, ultima settimana.” La mamma di Emma, Jennifer, svegliò la figlia, alla solita ora. Per fortuna era l’ultima settimana di scuola: questo significava che la battaglia delle band si stava avvicinando..
Emma si alzò dal letto, strofinandosi gli occhi.
Qualcuno suonò il campanello.
“Emma, c’è Allen! Dice che è urgente!” sentì la mamma urlare dal salotto. Sorrise e pensò a cosa potesse aver combinato l’amica.
 
“Ehi Allen, dimmi.” La mora scese le scale, prendendo lo zaino;
“Emma, muoviti!” bisbigliò “dobbiamo muoverci per andare a scuola, cazzo!” continuò agitata
“Merda Allen, da quando ti interessa andare a scuola?”
“Aaaah, è per, insomma, mi aspetta una persona.” Arrossì
“Wow, chi ti corteggia…?” Emma uscì e chiuse la porta di casa, salutando la mamma.
“Poi lo vedrai, ma non mi ammazzare.” Sospirò la bionda
“Nikki ti aspetta a scuola per darti la buona fortuna al compito di chimica?!”
“Che compito di chimica..?”
Emma ridacchiò: l’amica era solita a non segnarsi i compiti in classe. Sapeva che l’avrebbe dovuta aiutare..
“Sempre la solita…ieri sera non hai studiato?”
“Ho….avevo da fare..”
“Cosa?! Linda non ti aveva detto di rientrare per le dieci…? Allen che cazzo hai combinato?” Emma cominciò ad agitarsi.
“Uhm, nulla, ho tardato fino all’una. Nulla di che.” Affermò fissando il marciapiede
“Come?” l’amica la bloccò, fissò le sue iridi celesti, quasi verdi.
“Hai sentito bene, ho tardato fino all’una.” Sorrise furba
“E Linda?”
“L’ho mandata a dormire..”
“E lei?!”
“Mi ha tirato una bottiglia sul fianco, stamattina. Ho ancora il segno, è tutto viola. E’ una ficata!” esclamò ironica
“Ma si può sapere che hai combinato fino all’una?”
“Sono stata con…ah, Nikki, eccolo. Aspettami qui!” corse verso il ragazzo, che appena la notò sorrise.
Emma rimase immobile, non riusciva veramente a capire il comportamento dell’amica; solo quando vide Allen buttarsi tra le braccia del ragazzo, capì.
Sbiancò all’idea di cosa avrebbe potuto farle..o, magari, cosa le avesse già fatto.
Notò i due baciarsi.
Si voltò imbarazzata. Non poteva crederci..
 
Emma non proferì parola fino alla lezione di matematica, la più noiosa.
Avevano affrontato il compito di chimica alla grande, era riuscita a suggerire tutto all’amica;
“Grazie, eh.” Sospirò la bionda
“Figurati. Quindi tu e Nikki…”
“E’ così dolce. Mi ha regalato il suo porta fortuna, è una collana.” Sorrise
“Wow, affettuoso.”
“Emma, so che non ti piace l’idea che io lo frequenti, ma credimi, è veramente una bravissima persona.”
“Si, si. Ci credo.” Sbuffò
“Bennett, Moore. State attente per favore!” il professore di matematica si accorse che non stavano seguendo la lezione.
“Stasera devo vederlo..” aggiunse la bionda sorridente, aprendo il libro di algebra.
 
“Albert…quello di cui ti volevo parlare è…se conosci qualche chitarrista disposto a stare nella nostra band..” Vince sospirò, guardando fuori la finestra del locale.
Albert lo fissò, pensando. Poi sorrise:
“Sì. Credo che faccia a caso vostro!”
“Cazzo, perfetto! Chi è?” Vince quasi non si strozzò con la birra
“Mio cugino, è molto bravo..”
“Oh cazzo……..”
“Tutto okay amico?”
“Ahaha, sì. Nikki fa conquiste.” Sorrise furbo
“Nikki? Quel tipo alto con i capelli neri tutti disordinati?”
“Sì, è il nostro bassista.”
“Capisco…dev’essere un po’ arrogante.”
“Egocentrico, arrogante…pf”
“Capisco…”
 
“Linda che ti ha detto ieri..?” Nikki abbracciò Allen, poggiandola al suo petto
“Nulla..hahahah mi ha solo tirato una bottiglia su un fianco, ma è tutto okay. Mio padre non lo verrà mai a sapere.” Sospirò guardandolo
“Bene” sorrise
“Mi ha portato fortuna la tua collana, sai?” la tirò fuori, mettendola al collo
“Che ti avevo detto?” rise
“Ma Tommy? E’ da ieri che non lo vedo…”
“Boh, non lo so.”
“Scusami tanto Allen, ma il negozio mi aspetta. Se vuoi passa di lì per le nove, chiudo tardi stasera” sfiorò le sue labbra con la lingua, abbracciandola forte a sé.
Allen si lasciò cullare, stringendo i suoi capelli, scese al collo e gli lasciò un succhiotto.
I due sorrisero, compiaciuti e felici; Nikki si alzò, passandosi una mano tra i capelli, per volumizzarli:
“Vado. Ci vediamo più tardi.” Strizzò l’occhio e si avviò nel Sunset. Allen lo salutò con la mano, mordendosi il labbro inferiore.
Sixx si avviò verso il negozio, notando che all’interno c’era l’amico, Tommy. Sorrise ed entrò, salutando il suo capo: Walter.
“T-bone!” urlò attirando l’attenzione del batterista, che alzò lo sguardo e fissò l’amico venirgli incontro.
“Ciao Nikki, come stai?”
“Alla grande, te? Che ci fai qui?”
“Nulla…”
“Mh, i vinili in sconto sono solo quelli con l’ettic-“ “che cazzo hai sul collo..?” lo interruppe
“Cosa..? sul..sul collo. Ah nulla..aha” si accarezzò il succhiotto, pensando ad Allen.
Il batterista gli spostò la mano, sorrise:
“E’ un succhiotto, amico! Chi cazzo ti sei portato a letto?”
“Nessuna!”
“E dai, su, chi è stato allora?” Tommy insistette ancora, anche se sapeva benissimo chi era la ragazza.
“Mia mamma, dai, cazzone. Devo lavorare!” urlò
“Va bene…tanto lo scoprirò. Los Angeles è piccola, amico!”
“Piccola come il tuo buco di culo!” Nikki scoppiò a ridere
“Feranna, c’è una persona che vorrebbe parlare con lei.” Walter posò una manona sulla spalla del bassista, che si girò di scatto.
“Ssì, mi dica.” Rispose ansioso
“E’ lì, ha detto che cerca lei” indicò alla loro destra. Sixx si girò e trovò un ragazzo appoggiato allo stipite della porta. Si avvicinò al tipo: indossava un paio di Ray-Ban a specchio, poteva vedersi riflesso.
“Sono Nikki, cercavi me?” sorrise
“Sì, Mick.” Gli porse la mano e gliela strinse forte, sorridendo compiaciuto.


Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Guai in vista.. ***


“Oh, Mick, piacere..dimmi di cosa hai bisogno?” Nikki si guardò attorno ansioso, “l’offerta dei tre per due dei vinili della classica è finita ieri pomeriggio, mi dispiace…ma se vuoi p-“
“Non cerco musica classica” lo interruppe il ragazzo.
Nikki si specchiò nelle lenti grigie degli occhiali di Mick, pensando fosse lì solo per una chiacchierata.
“Oh…ti dico subito che io soldi non ne ho, quindi se vuoi andare a bere un caffè con me, sappi che dovrai pagare il conto.” Sbuffò il bassista.
Mick sorrise, poi sospirò.
“Non voglio nemmeno portarti a bere un caffè” ridacchiò
“Dimmi cosa c’è e la finiamo qui, che devo lavorare!” bisbigliò Sixx
“L’uccellino mi ha detto che la tua band è a corto di un chitarrista, no?” Mick si tolse gli occhiali, per poi posarli sul colletto della maglietta a righe, sorridendo.
“Uhm…sì…” Nikki lo guardò incuriosito
“Bene…io suono la chitarra. Mi chiedevo se, per caso, sareste disposti a prendermi.”
“Ti dobbiamo sentire, però. Insomma non prendo persone così alla cieca..” ridacchiò
“No, beh, certo. Dimmi quando e dove.”
“Facciamo domani che non lavoro….” Sospirò pensando che l’indomani sarebbe dovuto stare con Allen;
Dopo essersi scambiati l’indirizzo, ognuno tornò al proprio lavoro.
Il bassista non trovò più l’amico, una volta tornato tra gli scaffali; ma voleva parlargli.
 
“Allora, che hai fatto oggi?” Nikki uscì dal negozio, seguito da Allen
“Secondo te? Sono andata a scuola e poi sono andata a casa a subirmi Linda!” esclamò la bionda
“Mmmh, wow” ridacchiò il ragazzo
“Già, sbalorditivo. Non mi sono mai divertita così tanto.” Sbuffò attaccandosi a lui
“E lo credo, la buona e vecchia Linda non mente mai..”
“Ti va di andare a prendere un gelato?” la ragazza gli mosse i capelli, ridendo felice
“Va bene, dovrei avere qualche soldo in tasca…” sospirò Nikki frugando nei pantaloni stropicciati “merda, non ho nulla, pigliatelo te il gela-“
“Non ti preoccupare..” sorrise fiera Allen, interrompendolo e  mostrandogli una banconota da 20$
“Cosa?” il bassista la squadrò
“Che c’è, non posso avere una ban-“ “lurida disgraziata!” scoppiò a ridere il moro.
Allen si mise a correre, seguita dal bassista.
“Presa!” gemette senza fiato il ragazzo; l’abbracciò e la strinse forte a sé.
“Tieni, questa è tua..” intrufolò la sua mano nella tasca posteriore del pantalone di Frank, per poi lasciar scivolare la banconota al suo interno.
Sorrise fissando i suoi occhi, per poi baciarlo teneramente;
E’ inutile dire che i due si sentivano idioti: in mezzo alla strada a pomiciare. Qualcuno urlò: Tommy.
Nikki sciolse il contatto con la bionda, cosa che lo fece sentire una merda:
“Thomas!” urlò voltandosi
“Franklin!” rispose l’amico
“Allen!” urlò la ragazza: per un momento aveva temuto che i due non avessero colto la ‘battuta’..ma quando li vide a terra, ad ammazzarsi dalle risate, capì che non erano poi così sciocchi.
“Scusami, non ti avevo vista.” Si giustificò il batterista
“Sono così ingombrante..?” piagnucolò Nikki
“Enormemente ingombrante….” Rispose Allen saltando sulle spalle del bassista.
Tommy li osservò.
Gelosia?
Scosse la testa, pensando a quanto fosse felice l’amico in sua compagnia. Ma poi tornava a fissarli: loro camminavano così stretti, così in sintonia che si sentì il terzo incomodo.
Con Nikki, il suo compagno di avventure, non era mai successo: Tommy completava Nikki e viceversa.
Forse un giorno si sarebbe innamorato pure lui.
Ma perché non riusciva ad essere felice? Cosa aveva in meno del suo migliore amico? I capelli? Il fisico? Il viso angelico?
Ci pensò a lungo.
 Nikki gli parlava della sua giornata lavorativa, Allen di una certa Linda. Ma lui non ascoltò.
 
“Bene, ci vediamo domani..” Nikki bisbigliò nell’orecchio della ragazza, tenendole il viso
“Certo” rispose frettolosa per poi baciarlo. Si staccò da lui, salutò T-Bone per poi sgattaiolare in casa.  -aveva visto Linda nella stessa gelateria dove volevano prendere il gelato i tre, dato che la matrigna sapeva che lei era a letto dalle nove, decise di tornare a casa prima dell’arpia-.
Entrò piano, trovò tutte le luci spente e salì frettolosa in camera.
Si affacciò alla finestra e diede il via libera ai due di entrare in giardino, giusto per ‘stare in compagnia’ ancora un pochino..
“Ehi, guarda!” urlò Tommy “Allen è alla finestra..!” continuò
“bene, andiamo..” sospirò il bassista attraversando la strada.
“Attento a non bucarti il cazzo con i spuntoni del cancello ..” lo avvertì non appena fu all’interno della proprietà, sbirciando le finestre.
“Una parola, Nikki….una parola, sono sicuro di farmi male…” piagnucolò T-Bone
“No, tira fuori le palle, amico” ridacchiò Frank.
Si girò per salutare Allen affacciata, quando udì un tonfo.
Tommy era per terra, che si teneva il cavallo dei pantaloni stretto tra le sue mani, mentre piagnucolava e malediceva il cancello.
“Coglione, alzati” lo strattonò l’amico con un calcio
“Ma sei fumato? Dio, se fa male!” urlò. Il bassista lo guardò divertito:
“Te lo avevo detto di stare attento che ti facevi male, amico mio..”
“Taci..sembri mia madre quando mi diceva: ‘Thomas, se devi svuotare il tuo pisellino, non farlo dove ci sono le ortiche, che poi ti gratti ovunque. Giorno e notte!’ ; ma io, naturalmente, andavo sempre a finire a pisciare in quelle cazzo di piante…mia mamma mi diceva di starci attento, ma io non sapevo nemmeno com’erano fatte!” si alzò.
Nikki trattenne le risate, mordendosi la lingua. L’amico se ne accorse:
“Perché ridi? Ti fa ridere il fatto che io non sappia come siano le fottute ortiche?” chiese acido
“No…….per il tuo pisellino. Amo tua madre.” Concluse scoppiando a ridere.
 
Allen vide i due avvinarsi alla sua finestra, salutandola.
Tommy le indicava il cancello e poi il suo pacco, facendo smorfie di dolore e fingendo di piangere, mentre Nikki rideva  -per un motivo a lei sconosciuto-.
La ragazza si stiracchiò, per poi voltarsi alla sua sinistra. Sgranò gli occhi vedendo Linda, comodamente affacciata alla finestra a fissare i due. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Whiskey. ***


Allen si buttò sotto il davanzale della sua finestra, fissando una ragnatela sotto d’esso.
Era davvero nei guai: Linda l’avrebbe raccontato a suo padre..
“Cercate qualcuno?” sentì la voce fioca di Linda. Nel suo tono si nascondevano tranquillità e felicità.
Al alzò leggermente la testa per sbirciare:
Nikki smise di ridere, mentre l’amico continuava a lamentarsi degli spuntoni del cancello.
“Eh…..” il corvino aprì la bocca, non riuscendo a dire nulla
“La mia bambina sta dormendo nel suo lettino, chi siete voi?” la vide sorridere
“Mi fa male il pene Nikki, andiamocene…”
“Ti sei fatto male, caro?”
“Noi, noi ce ne stavamo andando…”
Allen ridacchiò; Linda senza occhiali, la botta di fortuna più grossa che avesse avuto nei suoi diciassette anni di vita.
“Eeeh…ora lo porto a casa..” si giustificò Nikki
“Cercavamo una certa All-“ “Alexandra, già..siamo venuti a farle una serenata..voi non siete Alexandra..?” il bassista riuscì a trovare una scusa abbastanza giustificabile.
Allen si girò verso Linda: sorrideva imbarazzata. Non potò credere che non avesse riconosciuto Nikki.
“No, fanciulli. Sono Linda, la mamma -alzò gli occhi al cielo- di Allen” sorrise
“Che cazzo…?” bisbigliò Allen
“Bene. Tom, andiamo….saluta la signora…..arrivederci..” Frank prese la mano del batterista e lo trascinò fino al cancello, sorridendo furbo.
La bionda si svestì in fretta e si buttò sotto le coperte: sapeva che Linda sarebbe venuta a vedere se stava realmente dormendo.
Meno di due minuti dopo, entrò Linda.
Chiuse la finestra della sua stanza, le diede un bacio sulla fronte e se ne andò.
 
“Linda mi ha baciata!”
“Linda ti ha baciata?”
“Linda?!”
“Chi cazzo è Linda? E’ tre ore che state parlando di questa, porca troia!” Tommy sbuffò: come sempre si era perso la descrizione della mamma di Allen.
Nikki ridacchiò:
“Oh, Thomas, è la matrigna di Al”
“Già, ed è un vero mostro!” ribatté Emma
“Guarda guarda….Nikki, Tom, la pupa di Nikki e la mia pupa!” Vince sbucò fuori dal nulla, abbracciò forte Emma che strillò.
“Io non sono la tua fottutissima pupa!” si allontanò.
Tommy scoppiò a ridere e quasi non si strozzò con la birra.
Allen salutò Vincent, che subito andò da Nikki, saltandogli addosso e baciandolo su una guancia:
“Vince, che cazzo fai!?” sbraitò il bassista
“Ti volevo solo salutare, amore mio. Me lo dai un bacetto?” il biondo chiuse gli occhi e avvicinò le labbra alla sua pelle.
Scoppiarono tutti a ridere; Nikki compreso.
“A cosa devo questo grande onore?” gli chiese fissandolo
“Ho sentito Mick, è una bomba quel ragazzo! Per me è già ben che preso!” saltellò
“Scusa?”
“Che c’è?” il biondo si sistemò i capelli
“Come hai fatto ad averlo già sentito?” Tommy buttò la bottiglia di birra per terra
“Stamattina; ero al Whisky e lui era in una stanza a suonicchiare. Si stava preparando per voi…cioè, per noi..” il cantante si storse il naso
“Capisco…” il moro fissò dritto gli occhi di Nikki, entrambi molto confusi.
Emma era molto eccitata nel sentirlo suonare: l’amica lo aveva descritto come una fotocopia di Albert. In più era un chitarrista..e lei aveva un debole per i ragazzi con gli occhi azzurri e che san suonare la chitarra.
 
Entrarono nella stanza prove del locale: lo trovarono seduto in mezzo a centinaia di spartiti, tutti sparsi sul pavimento.
“Ciao” disse solo. Poi tornò a ripassare un pentagramma
“Mick, ti dobbiamo presentare due nostre..amiche” sospirò Tommy “Allen” ed indicò la bionda, che lo salutò; “Emma” ed indicò la mora che sorrideva a trentadue denti.
“Piacere” sorrise alzandosi, stringendo le loro mani “fate parte del gruppo pure voi?”
“No…ecco noi facciamo parte di un altro gruppo…” sbuffò Emma
“Capisco” sorrise e prese la chitarra “che vi suono?” si sedette
“Libero..” Nikki alzò le mani, li altri approvarono.
Mick cominciò a suonare la sua Gibson nera. Era così agile e determinato. Sembrava facesse parlare la chitarra; tra i denti teneva una sigaretta oramai formata solo più dal filtro e da qualche pelucchietto di tabacco bruciato.
Vince sorrideva compiaciuto, fissando gli altri.
Emma scorse tra gli spartiti una canzone dei Led Zeppelin: lei amava quel gruppo.
Tommy si alzò in piedi, battendo le mani rumorosamente:
“Sei un cazzo di genio, amico.”
Mick si rilassò, posando la chitarra sulla sedia e sorridendo.
 
“Perché Mick è un bravo ragazzooo, Mick è un bravo ragazzooo!” i ragazzi si erano riuniti attorno al bancone del locale a festeggiare Mars; era quasi tutto ubriachi fradici, tranne Allen ed Emma che osservavano i quattro canticchiare e poi ridere.
“Me ne voglio andare!” urlò Emma nel casino del locale
“Dovrei andare anche io, avevo detto a Linda che sarei tornata prima di cena..massì. lei tanto torna per le undici, fanculo.” Sbuffò la bionda, sorridendo.
Emma la guardò storta;
“Stai bene?” le chiese Allen
“Sì…bene. Stavo pensando a Mick” sorrise
“Che pensi? Secondo me è mooolto bravo!”
“Già, ma..non credi che dovremmo trovare un chitarrista pure noi? O ti sei scordata il tutto? Il tuo ragazzo ti sbatte così bene da farti perdere la memoria?!” si alzò alzando le braccia. Lo sguardo fisso dentro gli occhi di Allen.
La bionda spalancò la bocca;
“Come, scusa? Credo di non aver capito l’ultima tua domanda…!” sbraitò
“Ti ho chiesto se il tuo ragazzo ti scopa talmente bene da farti perdere la memoria. Sai com’è..ti sei voluta iscrivere a quella merda di battaglia senza nemmeno una cazzutissima band! E te ne freghi, altamente. Da quando ti sei messa insieme a quel rincoglionito, chi cazzo ti ha più vista? Sparite, senza nemmeno più farvi vedere né sentire!”  Emma era fuori di sé. Allen si alzò e andò incontro all’amica, puntandola con l’indice:
“Se credi che io sparisca insieme a Nikki per scopare in chissà quale posto segreto, beh, faresti meglio a ricrederci!” le urlò
“Io sono fuori dalla band, Allen. Non te ne sei più occupata” Emma smise di fissarla negli occhi;
la bionda si girò, dando le spalle all’amica. Prese il chiodo e se lo infilò:
“Hai ragione” disse
“Meno male, almeno te ne rendi conto!”
“Sì, ma non ho mai detto di non averci mai pensato, va bene? Io ci tengo e senza di te io non faccio un bel cazzo di niente. Quindi vedi di muovere il culo e deciditi. Ma sappi che io e te siamo e saremo per sempre una squadra” tornò a fissarla.
Emma aveva gli occhi lucidi.
“Allen…mi disp-“ “sta’ zitta” Allen si avviò verso la figura di Nikki, lo abbracciò e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Poco dopo uscirono dal locale, salutando T-Bone, Vince e Mick.
 
Allen entrò in casa, seguita da Nikki.
“Linda arriva per le undici, quindi rilassati. Vuoi qualcosa da mangiare, bere..?” gli chiese
“No..no..ma-magari dell’acqua” sorrise “che è successo che te ne sei voluta andare?” chiese serio. Fissava la figura della bionda versare in un bicchiere dell’acqua.
Lei non rispose. Tornò da lui e gli porse il bicchiere, sorridente.
“Allora?” insistette il ragazzo
“Ho…ho litigato con Emma. Nulla…nulla di grave.”
“Sicura?”
“Sì..”
“Dai, vieni qui..” bisbigliò il bassista posando il bicchiere sul tavolino del salotto, per poi buttarsi sul divano; la bionda gli sorrise, sedendosi nel poco spazio rimasto nel sofà.
“Sei ingombrante!” esclamò fissandolo. Lui rise.
Allen si chinò per baciarlo: sentì le sue mani posarsi sulla sua schiena, spingendola verso di lui. Si imbarazzò di quel gesto, ma si attaccò al suo corpo.
Strinse le proprie mani intorno ai suoi capelli, tirandoli leggermente;
Whiskey” sospirò la bionda staccandosi dalle sue labbra, sorridendo. Il bassista sorrise furbo: “Whiskey..” , iniziò a giocare con la maglietta della ragazza, per poi toglierla.
Allen si sentì un enorme imbarazzo addosso: infondo non era mai stata sopra un ragazzo, più grande di lei, nuda…in casa sua. Ma continuò; fece lo stesso con la canottiera nera del ragazzo.
 
Toc toc?
 
“Fermo” bisbigliò la bionda nell’orecchio del bassista; “hanno bussato…” tolse le sue mani dal suo petto e si alzò frettolosa, correndo verso il portone.
Guardò l’ora: le nove. Segno che Linda non poteva essere.
Tirò un sospiro di sollievo ed aprì la porta in modo da non farsi vedere mezza nuda:
“Emma?” la bionda era evidentemente imbarazzata
“Allen, ti prego, fammi entrare. Ti devo parlare. Dobbiamo parlare!” urlò la mora
“No!” disse Al, sgranando gli occhi
“Cosa no, Al?!” Emma sembrava abbastanza infastidita dal comportamento dell’amica
“Non puoi entrare…”
“E perché, scusa?” sorrise nervosa
“Ehm, mi stavo per fare la doccia e sono mezza nuda…”
“E quindi? Ti ho già vista…in costume o in reggiseno, ti vergogni di me?”
“No…”
Prima che Allen potesse ancora parlare, Emma aprì la porta.
Allen incrociò le mani dietro la nuca, voltandosi verso Nikki; il bassista si mise seduto, scrutando la propria maglietta per terra.
“Ciao Emma!” esclamò tranquillo
“Ciao, Nikki” rispose fissando l’amica con aria furiosa.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2013745