Amazzoni

di Dro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Naturale? ***
Capitolo 3: *** Galaxy War never ends ***
Capitolo 4: *** Padri ed argonauti ***
Capitolo 5: *** Fratelli ***
Capitolo 6: *** Il libro di Fato ***
Capitolo 7: *** Il dovere ***
Capitolo 8: *** Affrontare la paura ***
Capitolo 9: *** Psicoterapia? ***
Capitolo 10: *** Dolori del passato ***
Capitolo 11: *** Astrea e Dokho ***
Capitolo 12: *** Il labirinto ***
Capitolo 13: *** Il fulmine ***
Capitolo 14: *** Fiducia ***
Capitolo 15: *** Giada Viola ***
Capitolo 16: *** Giada Viola 2 ***
Capitolo 17: *** Il messaggero artistico della notte ***
Capitolo 18: *** La tentazione di mollare ***
Capitolo 19: *** Rubino Blu ***
Capitolo 20: *** Robuno blu 2 ***
Capitolo 21: *** Il fabbro ineluttabile di fuoco ***
Capitolo 22: *** Sconcertante... ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

I due ragazzi passeggiavano sereni sul marciapiede mentre il sole lentamente calava all’orizzonte. Hyoga portava una camicia chiara e dei blue jeans, era splendido… Le stava confessando con un po’di imbarazzo che per decidere cosa mettersi aveva perso 40 minuti buoni. Lei rideva aggraziata, i capelli lunghi e rossi, il vestitino trasparente nero a roselline celava appena la canottiera e i leggins al ginocchio sprizzavano femminilità da tutti i pori, le gote arrossate e i verdi occhi sfuggenti invece denotavano una profonda timidezza, i guantini di pizzo, infine, erano un tocco di vezzosità, solo una cosa stonava nel grazioso  quadretto… i massicci ed alti anfibi che indossava e si muovevano quasi a passo di marcia.
Improvvisamente Hyoga fremette, qualcosa nell’aria era cambiato, la tensione si era alzata in pochi secondi. La serenità dell’istante prima moriva nel  suo viso per lasciare posto ad un’espressione di terrore mista a rabbia.
Fece appena in tempo a schivare un primo colpo partito da un punto imprecisato del lato opposto della strada. La ragazza lanciò un grido di sgomento, poi lui la prese per un braccio e la condusse velocemente a riparo dietro un cassonetto dell’immondizia. Il ragazzo cercò di guardare oltre il coperchio. Contò 30 spectre di cui solo tre di una potenza rilevante: Valentine, Lune e Myu. I suoi pensieri, però, erano soffocati dal respiro irregolare ed affannoso della ragazza. La guardò negli occhi e poi le ordinò quasi supplice ma con voce decisa:   -Scappa! A loro non interessi tu… loro vogliono me!!!-.
Anche gli spectre sentirono e sogghignarono.
- Non ti preoccupare di me, ti prego, va’!!!- continuò lui.
Una sagoma uscì correndo da dietro il nascondiglio, ma subito un nuovo colpo la raggiunse. Il boato rimbombò per tutta la strada, e a terra non rimasero altro che brandelli bruciacchiati di stoffa nera a roselline.
A quel punto Hyoga gridò di dolore e con rabbia scavalcò e si gettò con ferocia nella mischia. I nemici non erano di livello alto come aveva già potuto osservare prima, ed in breve utilizzando il “Diamond dust” ne congelò la gran parte. Gli altri non furono difficili da sconfiggere, finché, dopo aver steso il ventisettesimo spectre, Valentine lo colpì alle spalle. La guancia di Hyoga toccò la superficie ruvida dell’asfalto, ma per quanto non fosse lucido ci voleva ben altro per sconfiggerlo. Si girò rapidamente, ma Valentine gli puntò il piede sul collo per tenerlo a terra.
Per il saint fu come risvegliarsi, improvvisamente sentì il dolore provocato dalle lacrime salate sull’abrasione della guancia, l’asfalto caldo dietro di sé e il metallo freddo del calzare della surplice del nemico al collo.
 - Vigliacchi, era solo una ragazza, che bisogno c’era di ucciderla?- ringhiò,
Intanto Myu con aria stranita si diresse verso il cassonetto.
- Che stai facendo?!- tuonò Lune.
- Niente è che… devo controllare una cosa…-
- E non lo puoi fare con le tue Farfalle?- sospirò  Valentine.
- È proprio questo il punto…- fece Myu guardando verso i compagni -… non le sent…- non riuscì a finire la frase che un bagliore partì da dietro l’ex rifugio del saint accompagnato da una voce femminile ed un po’ infantile che urlò :-Double Tenbu Hōrin!!!- .
Quando la luce finì Myu era a terra senza vita…
Dopo un primo momento di terrore, adiratoValentine disse:- Vigliacco, chi sei? Esci da lì!!!-
Una miriade di sottilissime catene proiettarono lontano il cassonetto. Nascevano dalla parrucca rossa che ora si scopriva formata da esse in mano alla ragazza che ora indossava solo la canottiera ed i leggins neri, mostrando spavalda le forme atletiche e la zazzera verde.
- Shun di Andromeda!!!- esclamò Lune.
- Un’amazzone ed un saint? Niente di più scontato…- osservò Valentine.
Lei senza battere ciglio minacciò:- Lasciatelo andare o per voi sarà molto peggio che per Myu!!!-
Lune per tutta risposta le lanciò contro la  sua frusta, però a differenza dell’ultima volta essa non si attorcigliò attorno al corpo di lei, ma cadde a terra.
Shun allora puntò il palmo della mano contro  Valentine e un vortice di cosmo lo travolse distruggendogli la surplice e uccidendolo.
Lune indietreggiò atterrito, mentre Hyoga si tirava su ridendo. Shun si mosse così velocemente che a Lune parve materializzarglisi di fronte. Il suo sguardo era mesto come allora.
- Nessun essere umano può cancellare i suoi peccati mo non commetterne più…- mormorò lo specrte.
-Chi ha detto che siamo umani?- chiese lei.
Le ginocchia di Lune cedettero per la paura, e muovendo le mani come per comprimere le mani sussurò:- Big Crunch- .
Lune fu immediatamente coinvolto in un implosione e sparì.
Poi Hyoga la prese per la vita e la teletrasportò via.
 

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Capitolo 2
*** Naturale? ***


Naturale?
 
Shun era seduta nella penombra del corridoio a pugni stretti.
Jason, l’attuale vicepresidente del Senato delle amazzoni, nonché generale degli argonauti, era stato chiaro: “La vostra identità provvisoria è a rischio? Tornate sotto copertura alla Galaxy War”, visto che era sicuramente un’occasione per gli specter per provare ad uccidere Atena.
Qualcuno doveva ancora spiegarle come Saori (sedicente reincarnazione di Atena) fosse riuscita a convincere più di settanta saint tra gold, silver e bronze a rimettere in scena quello spettacolo, e quale premio avesse scelto per l’occasione, visto che era scontato che una gold cloth non poteva interessare a un gold saint…
Così ora le toccava sostenere un provino, con un curriculum in parte falso, per diventare la prima valletta dello show. Invece a Hyoga era bastato rispondere a un quiz in pratica su se stesso per vincere il concorso “Fan number one” di cui il primo premio era il biglietto gratuito ed il pass per il backstage. La più grande difficoltà era stata quella di applicarsi il modulatore vocale al molare sinistro (dotazione delle amazzoni per modificare la voce e renderla più mascolina).
Lei, al contrario, doveva sempre impegnarsi il doppio e stare in prima linea o, in questo caso, davanti ad una telecamera.
La cosa strana era che i provini erano stati indetti 4 giorni prima dello show. Tutte le ragazze venute lì non  capivano come mai una si fossero decisi così all’ultimo… solo una ragazza un po’ maliziosa e probabilmente accanita lettrice di riviste di gossip aveva detto che forse il vero motivo era il fatto che fino all’ultimo era stata la stessa signorina Kido (Saori)  a voler essere la prima valletta, come testimoniato dalle foto dei depliant. Shun sorrise… la ragazza che non aveva la forza necessaria per tenere dritta una lancia e che si appoggiava ad uno scettro per camminare come avrebbe mai potuto cantare, ballare e presentare per 5 ore di fila? La voce indubbiamente l’aveva… ma nulla di più.
Ora era rimasta sola, era l’ultima, ovviamente aveva usato il cognome che le avevano detto essere di sua nonna: “Start”. “Alexia Start”, si sentì chiamare da quello che doveva essere Tatsumi. Il suo nome di battesimo doveva essere quello o così al meno le avevano detto all’ordine delle amazzoni… solo Jason la chiamava così… per chi non apparteneva al suo squadrone lei era solo un titolo, il titolo che  odiava.
Risentire quella voce certo non le piacque… con la mano si strinse un punto al centro della pancia e con l’altra afferrò la borsa. Poi si alzò e sorrise timida. –Sì?-
-Prego, mi segua- fece lui con voce seria.
“Mi rispetta più ora di quando ero un saint” pensò lei seguendolo in silenzio.
Arrivarono all’ interno dell’ arena e Tatsumi le chiese di salire sul ring. Lei finse di non capire.
- Questo sarà il palcoscenico - affermò lui bruscamente.
Lei obbedì fingendo titubanza…
Scavalcò molto atleticamente le catene che delimitavano il ring, quasi dovesse realmente essere lei a battersi. Poi, sistemandosi la maglia larga con la scritta “Black sheep’s shephard” sui leggins e poggiando la borsa a terra si guardò attorno. Sugli spalti c’erano solo Saori, Jabu e Seiya.
- S-sono Alexia Start…- balbettò – A-avete il mio curriculum… per me sarebbe un vero onore presentare la Galaxy War, sul serio…-
- Qui leggo che sei di origini anglo-indiane… ed hai viaggiato molto…- disse Saori guardandola storto.
- Sì, ma da quando ho finito il liceo abito qui in Giappone…-
- Hai 17 anni… hai finito presto il liceo?-
-Sì, ma attualmente in famiglia abbiamo problemi economici… Quindi ho fatto lavoretti di vario tipo…ed ammetto che lavorare nello spettacolo è il mio sogno…-
“ Sì, certo, insieme a quello di farmi scuoiare viva da te” pensò Shun.
- Leggo anche che hai un demo…-
- Sì, e mi piacerebbe farvi sentire una delle canzoni…-
- Va bene, sentiamo!- si intromise Jabu.
- Hai la base?-
 - Certo!!!- rispose lei prendendo da una tasca della borsa il CD e dandolo a  Tatsumi. La musica partì.
- La canzone si chiama”Innocence” - dichiarò in fretta e poi cominciò a cantare. Era una musica triste, ma lei riusciva comunque a darle molta energia.
Alla fine della canzone si accorse che Seiya e Jabu erano in visibilio. Solo Saori punta nell’orgoglio faceva finta di essere indifferente alla performance della ragazza.
- Ottima tecnica, ma hai stonato di un semitono sull’ultimo “It’s so beauty full it make you want to cry”-
- Oh, davvero?- chiese lei fingendosi stupita “ti irrita proprio è?” – Deve essere l’emozione!!!- fece lei arrossendo.
- Io non me ne sono accorto…- confessò Seiya.
- Andiamo avanti… qui c’è scritto che dai 7 ai 13 anni hai fatto danza…-
“Definiamo così gli anni d’addestramento…” speculò annuendo.
- Sai che a noi serve anche una ballerina? Ora proverai i passi con loro…-
Un gruppo di ragazze salì sul palco e tra loro arrivò anche Seika che riconoscendola sorrise e le diede la mano sussurrandole :- Bimba, ma Jason non ti starà chiedendo troppo?-
Shun scosse la testa. Una versione molto ritmata di “Pegasus Fantasy” iniziò a suonare dagli amplificatori. Lei seguì i passi delle altre con semplicità, e poi le ragazze si misero in cerchio ed una per una ballarono, lasciando lei per ultima. Entrò nel centro in scivolata, si tirò su con un colpo di reni fece un salto mortale all’indietro finendo in spaccata sul finale della musica. Tutte le ragazze l’applaudirono e dagli spalti sembrò che Jabu a Seiya stessero per saltare giù per complimentarsi. Seika le porse la mano per alzarsi e quando furono con le teste abbastanza vicine commentò con un: – Vuoi usare le maniere forti… preferisco questa versione di te, bimba.-
Saori si era ormai arresa e dichiarò: – Torna domani alle 6 del mattino, la Galaxy War inizia dopodomani, e tu devi imparare tutti i balletti e le canzoni e devono anche prenderti le misure per il costume di scena…-
- Sì, certo …- fece lei confusa,- Significa che sono assunta?-
- Ovvio- fece Saori con sufficienza,- uscendo prendi gli spartiti delle canzoni…-
- Non sa quanto mi rende felice!!!- fece la ragazza mettendosi le mani sulle guance.
 
Uscita in fretta dall’arena, neanche si accorse che un’ombra la seguiva. Improvvisamente si sentì afferrare per il braccio e si girò pronta ad attaccare, ma riconobbe subito il solare sorriso di Hyoga.
- Che razza di saint d’Andromeda sei per non accorgerti che ti seguivo?- le chiese canzonatorio.
Lei malinconica si giustificò così :- Ero sovrappensiero… e tu non sei un nemico…-
- Qualcosa non va?- le chiese lui cambiando espressione.
- Èuna cosa che mi ha detto Seika…” preferisco questa versione di te”-
- Non mi pare una cosa tanto grave…-
Avevano ripreso a camminare l’uno a fianco all’altra. Lei, però, restava silenziosa.
- Mi dici qual è il punto? Perché io non lo vedo…-
- Pensavo all’altra sera… mi sentivo così bene mentre camminavamo fingendoci ragazzi comuni, ma poi quell’esplosione… Hyoga, a me quell’esplosione è sembrata la cosa più naturale del mondo!!! Come è possibile? Più passa il tempo più perdo di vista la mia identità, anzi mi sembra di non essere mai stata qualcuno se non in relazione ad altro… Sorella di Ikki, Saint d’Andromeda, Campionessa dell’αjunior, Delfina delle amazzoni…-
Lui non rispose e lei cominciò a piangere- Eccomi, la piagnona…-
Il ragazzo finalmente si decise a parlare:- Tu sei tutto questo, per quanto possa essere contraddittorio… sei quella che si emoziona davanti un film e mantiene il sangue freddo di fronte ad un ferito greve, sei quella che muore sempre di freddo ma non rinuncia mai ad un gelato al cioccolato, la definizione giusta te la so dare grazie alla tua più grande disgrazia… sei il ragazzo più puro della terra ed infatti sei una ragazza…-
Lei si fermò di colpo e si girò verso di lui:- Tu invece cosa pensi di me???-
- Io?- chiese lui preso alla sprovvista.
- Sì tu… perché dopo 3 anni che condividiamo lo stesso appartamento mi inviti ad uscire solo la settimana scorsa e ti comporti come fosse un incontro romantico?-
Lui non rispondeva.
- Allora perché non melo hai chiesto prima?-
- Perche sono il principe delle lumache!!!-
Lei cominciò improvvisamente a ridere, di risa così forti da soffocarla. Erano risate isteriche. Niente era cambiato, lei restava sempre la ragazzina terrorizzata con in mano un coltello insanguinato che non sapeva dove l’avesse preso né di chi fosse il sangue.  Hyoga l’abbracciò e in quel momento lei si accorse, a discapito dei 18 centimetri che aveva preso in quei 3 anni, che lui continuava sovrastarla. Finalmente smise di ridere.
- Ti va se ci vediamo un film?- propose lui.
Lei annuì. Salirono a casa e passarono la sera a mangiare popcorn e ad elencare le contraddizioni di entrambi.
 
Il giorno dopo lei non ebbe un attimo di nemmeno tempo per pensare.
La mattina prove di ballo, a pranzo prova costume di scena, la sera prova di presentazione e canto, la sera fine prova costume e scelta delle luci e dei trucchi di scena. praticamente le sembrava di essere tornata agli allenamenti.
Il giorno dopo per fortuna dovette fare solo le prove generali ed anche Hyoga era lì come “Carol Ice”, il vincitore del premio “Fan number one”.
Sembrava un nerd, indossava una giacca da football tempestata di spille con le facce dei saint e sulla schiena una foto di gruppo, una maglia con l’immagine delle costellazioni, una cintura con la fibbia delle Galaxy War e il come pezzo forte un berretto da baseball con la sua faccia sopra.
Lei si dovette presentare a tutti saint che nei giorni precedenti si erano allenati. Si preoccupò molto di non essere riconosciuta, in fondo con la maggior parte di loro era convissuta per anni. Il vero colpo psicologico, però, fu quello di parlare al fratello. In quel momento, per quanto fosse brava a dissimulare, ebbe quasi un mancamento. Tutti lo imputarono al fatto che Ikki nella precedente Galaxy War aveva rubato la Gold Cloth e non ci fecero troppo caso mentre Seika l’accompagnava in bagno.
Lei si sciacquò il viso più volte, mentre Seika rideva – Pensa se tornavi come saint e lo dovevi affrontare!!!-
- Tu ci scherzi, ma io non sarei morta per le ferite ma per l’idea…-
- No, avrebbe fatto lo  stupido, ti saresti arrabbiata ed a discapito dei pronostici avresti vin…- in quel momento qualcuno bussò.
- E’ permesso?- era la voce di Ikki.
Seika si voltò verso la ragazza e Shun rispose: - Avanti!!!-
Il ragazzo entrò un po’ titubante. Nella testa di lei si affollarono i pensieri più assurdi.
- Volevo sapere se ti eri ripresa…- fece lui, sembrando quasi timido.
- Sì, non ti preoccupare… non era per te… sono troppe emozioni tutte insieme…- si giustificò cercando di mandare davanti al viso le ciocche di catene della parrucca e non farsi riconoscere.
- Ah, ok… - fece lui ed usci.
Shun guardò Seika :- Che diavolo ha?-
- Lascia perdere, è meglio che non lo sai finché non inizia lo show… ti arrabbieresti troppo…-
Shun preferì non  fare domande.
Le due ragazze andarono nei camerini a prepararsi. Il trucco e gli orecchini a stella erano uguali per tutte, come il vestiario, canottiera corta alla vita con una fantasia di stelle blu in trasparenza sotto un'altra più lunga blu scuro e shorts dello stesso colore. La differenza stava nel microfono che Shun portava all’orecchio destro.
Seika vedendola sola le si avvicinò:-Tu e Hyo-yò come state?-
- Bene, lo hai visto anche tu, non ha per niente perso il senso dell’ironia-
- A parte il fatto che uno che indossa un cappello con sopra la sua faccia ed è innamorato di una uguale alla sua gemella è per definizione un narcisista… io volevo sapere come va tra voi…-
- Hai letto il rapporto che abbiamo scritto per le amazzoni?-
Seika annuì.
- Quella era la nostra prima uscita…- ammise Shun.
- Cosa? Quanto siete lenti, bimbi!!!-
In quel momento Tatsumi entrò nei camerini e Shun per dissimulare esclamò con finto imbarazzo :- Il mio saint preferito? Non saprei, sono indecisa tra Seiya e Jabu!!!-
Seika si girò e sorrise a Tatsumi che con noncuranza proclamò :- In scena…-
Le ragazze uscirono in fila indiana dalla stanza. Fuori gli spalti erano gremiti… le persone si accalcavano sulle tribune e lanciavano grida di vario tipo. Sul ring cinque schermi trasmettevano le immagini delle ragazze. Guardandosi col rossetto blu Shun si chiese come fosse possibile che il suo soprannome alle amazzoni fosse ancora “bimba”.
Poi percepì qualcosa qual cosa dai posti più vicini, continuando a civettare col pubblico si voltò in quella direzione e i suoi occhi verdi incontrarono lo sguardo di altri occhi altrettanto verdi. La gemella di Hyoga era lì.

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Capitolo 3
*** Galaxy War never ends ***


Galaxy War never ends
 
In quell’istante Shun ebbe l’impulso di saltare sulle tribune e sfidarla. Esmeralda era stata la sua migliore amica, avevano passato gli anni dell’addestramento insieme, le loro cloths erano speculari, come i ruoli nel mito, ed erano praticamente identiche. Poi, però, Esmeralda era stata mandata in missione per conto delle amazzoni allaDeath Queen Island, a spiare il titano Tifone. Per salvarsi dall’ira del titano aveva finto di essere morta dopo, ovviamente, aver fatto innamorare di sé Ikki che pazzo di dolore era stato causa degli avvenimenti che avevano portato alla vecchia Galaxy War, senza contare che anche il suo gemello e la stessa Shun si erano convinti della sua morte. Alla fine era scappata diventando il “cane sciolto” delle amazzoni.
Si trattenne solo perché pensò che per il pubblico poteva essere pericoloso…
Salì sul ring e si mosse senza pensare più a niente se non alla musica. Hyoga comunque collegò telepaticamente se stesso, Seika e Shun.
“Che cosa è successo?” chiese.
“Tua sorella è nelle tribune… prima fila sulla destra…” rispose Shun.
Seika perse un passo, e Hyoga si voltò di scatto facendo finire un ricciolo bruno della sua parrucca sull’occhio. Sì, la ragazza con la coda di cavallo, gli occhiali da sole scuri e la giacca di pelle non poteva che essere lei.
“Che facciamo ora?” continuò il ragazzo.
“Calma, ragazzi, lei oggi sarà di certo il problema minore…” li interruppe Seika “il vero colpo arriva adesso…”
Shun e Hyoga non replicarono, si fidavano di Seika in quel genere di cose.
“Sii forte, bimba!” le disse scendendo dal ring pentagonale.
La luce si spense e per un attimo tutto fu silenzio. Poi la prima cosa ad illuminarsi fu il grande schermo sul soffitto che dava lo schema del torneo. Successivamente un unico raggio di luce illuminò la ragazza al centro del palco. Teneva gli occhi chiusi e tutti i monitor sopra il ring trasmettevano il suo primo piano. Una parte di lei in quel momento sarebbe scappata via, ma era la parte del saint che era stata… e lei odiava quella parte.
Improvvisamente aprì gli occhi, guardò il “gobbo” ed urlò con entusiasmo coinvolgente:
 – BUUUOOONAAA SEERAAA!!! Oggi si ripete la battaglia delle costellazioni, ma stavolta non sarà per la gloria o per una cloth!!! I saint lotteranno per la beneficenza!!!-
“Sul serio?” si chiese Hyoga basito mentre Shun sempre più infervorata continuava la presentazione.
-  La nostra beniamina, la domina dei saint, la più magnanima del Giappone che ha già stanziato più di 14 milioni per associazioni umanitarie no profit…-
“Non so se mi sta stupendo di più la prosopopea di Saori o lo stomaco di Shun…” osservò Seika, “soprattutto pensando al fatto che per mettere insieme quella cifra ha chiuso il collegio…”
-…una delle donne più affascinanti del mondo…-
“…mettiti in fila!!!” continuò Seika.
- …l’unica e sola…-
“…e menomale!!!” fece Hyoga.
- Saori Kido!!!-
Un applauso scrosciante venne dal pubblico, Shun sorrise come per dire “Ci so fare”. Saori dalla tribuna si alzò e fece un inchino.
- Ora,- continuò Shun non appena il pubblico smise di applaudire – Dobbiamo far sentire ai saint non ancora arrivati  che li vogliamo qui!!!- il pubblico reagì con urla ed applausi –Afrodite di Piscis!!!- gridò e dal pubblico partirono grida altissime – Hyoga di Cingus!!!- le urla crebbero.
“Ed io?” reclamò tra sé e sé Shun mentre il “gobbo” non dava altri nomi…
- Più forte! Vi devono sentire!!!- improvvisò lei.
Il pubblico ormai seguiva ogni suo ordine e le grida aumentarono.
- Non vi sento!!! Dovete far tremare questa arena!!!- fece lei portandosi la mano destra all’orecchio e piegandosi in quella direzione. Dal pubblico arrivò un’ovazione così forte da provocare una leggera brezza.
-  Ed ora… un tributo per chi non può essere qui tra noi.- un presentimento le oppresse il petto ed il cuore le si fermò quando lesse – Shun d’Andromeda, questa canzone è per te…-
L’aria smarrita e la voce mozza avevano reso tutto più credibile. La musica partì e la sua voce interpretò “When you’re gone” in modo così commovente che Hyoga la informò che anche Ikki stava piangendo. Proprio a lui  stava pensando, a suo fratello, come poteva aver preso una cosa del genere? Ora si spiegava il suo comportamento ed il fatto che nessuno la riconosceva.
Quando smise di cantare un altro pensiero, però, si fece strada nella sua testa. Perché credevano fosse morta?
La ragazza prese fiato:- Ora basta con la malinconia e diamo inizio allo Show!- gridò con nuovo vigore, era come aveva detto Seika… Doveva essere forte.
- Alla mia sinistra…  l’uomo che pietrifica con uno sguardo … colui che porta le vesti dell’eroe che sconfisse la gorgone Medusa, il mitico Argor di Perseus!!!-
Il pubblico applaudì con minor vigore.
- Ed alla mia destra il re delle fiamme, colui che rinasce sempre dalle sue ceneri… - non ci poteva credere – Ikki di Phoenix!!!-
“Quanto può essere infame Saori?” osservò Hyoga con rabbia.
Shun lasciò che i ragazzi si stringessero la mano. Poi urlò: – Che vinca il migliore!!!-
Gli applausi continuarono per dei minuti mentre lei scendeva dal ring. Furono Saga e Kanon ad aiutarla a scenere. – Ottimo lavoro…- le sussurrò quest’ultimo. Mentre lei raggiungeva le altre sulla panchina, notò tantissime ragazze in lacrime.
“Ma che hanno?”chiese a Seika.
“Non sai a quante hai fatto piacere Lesbia!!!” le rispose.
“Come ti senti?” le chiese Hyoga, mentre si sedeva tra le altre vallette.
“Sono preoccupata per Ikki…ed ho un brutto presentimento…”  ribatté “ma risolviamo un problema alla volta… chi va a parlare con Esmeralda?”
“Io no!!!” replicò in fretta Hyoga “e comunque il nome che le ha dato mia madre è Mascia!!!”
“Spagnola o russa il problema non cambia…” rifletté Seika “…io e Shun non ci possiamo muovere… dobbiamo ritornare sul palco appena lo scontro finisce… Bimba, puoi guardare, il tuo pennuto affumicato ha appena dato un gancio niente male a Perseus…”
Senza distogliere lo suo sguardo dai suoi stivaletti bianchi disse “Nessuno di noi si può muovere…”
In quel momento, tra i due sfidanti sul ring apparve Caronte e per tutta l’arena si materializzarono decine di spectre.
“ Ok… Come non detto!!!”
 
Gli spectre invasero l’arena, il panico tra gli spettatori si diffuse rapidamente e aumentò quando si accorsero che i nemici avevano bloccato le uscite.
Nessuno prestava attenzione ai tre ragazzi che si avvicinarono in fretta.
- Dobbiamo aiutare prima di tutto i civili!- esclamò Shun -  Apriamo le porte d’emergenza e facciamoli scappare… i saint sono meno indifesi…-
Glia altri due obbedirono e si diressero verso le tre porte d’emergenza.
Hyoga continuava a mantenere il contatto telepatico.
“Shun, quanti ne percepisci?”
“Saranno una cinquantina o poco più, ma a parte quelli che stanno assediando le uscite e Caronte non ce ne sono molti di potenza rilevante e se ne possono occupare gli altri…”
“In questo momenti sono di fronte a Zelos!” le informò il ragazzo.
“Io ho qui Pharao!” disse Seika.
“Qui invece c’è Worm”.
In quel momento un paio di vermi dello spectre cercarono di stritolare alcuni spettatori, ma la ragazza lo colpì in fretta col “Big Crunch” e così i vermi tirati fuori dall’implosione fecero sbucare dal terreno il proprietario. Shun d’istinto fece un salto mortale all’indietro cercando di evitare d’essere presa.
“Usate i poteri ereditari!!! Altrimenti ci riconosceranno…” ordinò lei prima di ricevere un colpo alla testa da dietro che le fece barcollare e perdere il contatto telepatico con gli altri. Di nuovo i vermi cercarono di afferrarla, ma lei nuovamente li schivò. Sapeva che sarebbero aumentati fino a non lasciarle più scampo.
- Chi sei, bellezza? – chiese il soldato di Ade con la sua voce acuta.
- Sono le figlia di un dioscuro!- rispose lei correndogli in contro e colpendolo alla testa. L’elmo dello spectre volò via, ma così l’avversario riuscì a catturarla. La teneva lontano da sé.
- Quale dei due? Castore o Polluce?-
Lei mormorò qualcosa piano, tenendo la testa bassa. Sembrava si fosse arresa.
Lui se la portò vicina. Stava tenendo gli occhi chiusi. Sentiva il suo fiato putrido sul viso – Che hai detto?!-
- Ho anche una madre, tonto!!! Double Tenbu Hōrin!!!-
Worm smise di respirare, i vermi allentarono la presa lasciandola atterrare sulle ginocchia. Poi lo spectre cadde supino a terra. Shun rimase un attimo imbambolata a guardarlo. “È solo un fantasma, era già morto…” cercò di dirsi per darsi forza. Tutti i civili erano troppo lontani e spaventati per comprendere cosa fosse successo e scapparono fuori senza esitazione.
- Sono contento che ti presenti come mia figlia…- disse una voce fuori dal suo campo visivo. Doveva essere appena arrivato lì.
Sbirciò al di là della sua spalla. Saga le sorrideva.
 
Hyoga aveva parato due colpi di Zelos. Urlando, però, una voce femminile aveva attirato l’attenzione del nemico.
- Ehi, rospo!!! Vieni qui che ti trasformo in un principe!!!- aveva detto Esmeralda in tono canzonatorio.
Zelos le era corso incontro, ma con un ultimo balzo la ragazza aveva scostato i capelli dalla faccia liberando lo sguardo. Lo spectre si bloccò a mezz’aria pietrificato e cadde a terra facendosi a pezzi ad un soffio da lei. In quel momento Minotaurus sbucò alle sue spalle, ma prima che le potesse farle del male il gemello lo colpì con il “Crystal Trap” . Una membrana trasparente avvolse il nemico soffocandolo.
Intanto Esmeralda spalancò le porte e fece uscire gli spettatori che si erano nascosti tremanti dietro i pilastri.
Entrambi lessero nelle loro menti per vedere se avevano compreso o visto qualcosa. Anche stavolta tabula rasa.
Hyoga la raggiunse. – Che ci fai qui, Mascia?-
- Perché? Perché non sono più dell’αjunior?-
- No, tu sei una di noi, nel profondo ma lo sei… piuttosto, come facevi a sapere dove eravamo? -
- Non lo sapevo… ho pensato che poteva essere l’occasione per… Che vuol dire  “nel profondo”?-
- Hai fatto sì che Ikki tentasse di ucciderci per scappare…-
- Non pensavo che avrebbe reagito così… e nemmeno che voi foste alla Galaxy War…-
Lui la guardò storto: - E quindi ti sei battuta con Shun come…-
- Ora è meglio se vai…- disse una voce alle spalle di Hyoga.
I gemelli si girarono all’unisono.
-… tu non sei sotto copertura, Mascia, ti riconosceranno subito se non vai…- continuò a dire Camus preoccupato.
 
Pharao intanto con la sua lira aveva già addormentato tutti coloro che avevano tentato di uscire di lì. Seika si nascondeva dietro un pilastro. Un indice le diede due colpetti sulla spalla. Lei si girò pronta a combattere e si trovò faccia a faccia con Kanon. Con noncuranza tornò a spiare il nemico.
- Non è che perché siamo due ex marina dobbiamo fare sempre coppia!!!-
- Preferivi tuo padre?-
- Mio dio!!! No!!! Ma preferirei che tu aiutassi tua nipote… Sai, lei non è immortale…- riabbatté Seika
- C’è Saga con lei…-
- E con i gemelli spaiati?-
- Anche loro stanno col padre…-
- Come se voi “nuovi-vecchi argonauti” foste realmente utili…-
- Sicura di non aver bisogno d’aiuto?-
- Guarda…- ordinò lei stizzita.
Corse veloce verso Pharao togliendogli di mano la lira e buttandola a terra ci saltò più volte sopra.
- Sei un bravo musico - gli disse – solo che hai scelto uno strumento troppo fragile…-
Lo spectre la guardava incredulo.
- Come guerriero, invece, fai pena!!! Disfonia!!!-
Rumori assordanti e dissonanti invasero  la testa di Pharao, e lei poté indisturbata finirlo con l’ “Eagle Rope Flash”.
- Sorrento di Siren o sorella di Seiya, il discorso non cambia!! Io me la cavo da sola!!!-
 
Gli altri spectre furono sconfitti o messi in fuga dai saint. Ikki e Perseus sconfissero insieme Caronte, Ikki gli tolse di mano il remo mentre lo stava facendo roteare e Perseus, dopo aver evitato l’”Edging Current Crasher”, lo aveva colpito con un gancio ben assestato  ed Ikki lo aveva finito con il “Phoenix genmaken”. Prima di morire, lo spectre fece in tempo a sussurrargli:- Spera che tua sorella sia morta.

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Capitolo 4
*** Padri ed argonauti ***


Padri ed argonauti
 
Saga aveva portato Shun dai paramedici che erano arrivati a seguito degli scontri. Sembrava quasi preoccupato, e ascoltava con apprensione il giudizio dei sanitari. La ragazza da sotto le ciocche rosse lo guardava un po’ storto… Come sapeva che era sua figlia? Come sapeva che era lei? E soprattutto… Era un argonauta?
Il medico finì di metterle i cerotti per suture e li coprì con uno più grande ed imbottito, poi li lasciò soli.
- Come ti senti?- chiese lui.
- Ci sono stati feriti o…- cominciò a chiedere lei.
- Tu sei quella messa peggio…- rispose lui esaminandola preoccupato.
- Non mi guardare così!- fece lei.
- Così come?- rispose lui stupito.
- Come mi guardava Ikki quando mi facevo male!!! Non sono una bambina e di dolori ne ho sentiti di tutti i tipi!!!-
Saga trattenne una risata e Shun arrossì senza sapere il perché.
- Sei un argonauta? Se sì, chi come ti hanno arruolato? Chi ti ha detto che sono…-
In quel momento arrivò Saori e la ragazza col grosso cerotto sulla sinistra della fronte tacque.
- Come ti senti, Alex?- chiese l’altra con il tono più falso che Shun avesse mai sentito.
- Bene, è solo un graffio…-
- In realtà mezzo centimetro più in basso ed avrebbe preso la tempia…- la informò Saga.
- Oh… talentuosa e coraggiosa…- osservò Saori.
“Ora sono talentuosa?” pensò l’amazzone sorpresa.
- Tu e Carol avete salvato molte persone aprendo quelle porte… e mi è stato detto che avete provato ad aiutare i saint…-
- È stata solo incoscienza per quanto mi riguarda… e mi scuso se sono stata d’impiccio…- ribatté lei con tono innocente guardando Saga come per dire “Reggimi il gioco”.
- Non ti preoccupare…- la rassicurò lui con un’espressione che lo tradiva completamente - … solo la prossima volta lascia che se ne occupino gli esperti…-
Saori si girò per guardare gli altri che arrivavano e Shun fece una linguaccia al padre coperta dalla schiena della signorina Kido.
Saga trattenne a malapena un'altra risata.
- Bene!!!- esclamò euforica Saori – Quindi ci siete tutti!!! Meglio così, posso dare l’annuncio…-
- Che annuncio?- chiese Camus ancora vicino a Hyoga.
Esmeralda si era volatilizzata.
Shun si sentiva molto osservata. Solo lo sguardo di Argor, però, la infastidiva. Non sapeva darsi un perché.
- Dopo i recenti avvenimenti ho deciso che per guadagnare fondi dobbiamo indire un ricevimento e cercare nuovi investitori…- proclamò tutta contenta                    – Naturalmente voi due- indicò Shun e Hyoga – siete invitati!!! Sarete gli ospiti d’onore!!! Venite accompagnati, mi raccomando!!!-
Tutti i ragazzi spalancarono gli occhi. “Come caspita fanno questi a credere che sia la dea della saggezza?!” pensò Hyoga.
- Ma signorina…- provò a controbattere Shiryu.
- No, no!!! Ormai ho deciso!!! Si farà dopodomani!!!-
- Ne possiamo parlare un attimo?- propose Dohko.
Cominciò il dibattito.
Seiya, Jabu, Aldebaran, quasi tutti i bronze e parte dei silver, tra cui Argor, erano dell’opinione “Ipse dixit” e Shiryu, Ikki, e tutti gli altri erano contrari.
Anche Hyoga sentiva in Argor qualcosa di strano e provò a leggergli nel pensiero. In pochi istanti si trovò a terra, con Shun che era scattata immediatamente in avanti. Aveva avuto un mancamento.
- Tutto bene?- gli chiese Kanon.
- Sì, mi succede spesso -
Bugia penosa… la figura del cagionevole non l’avrebbe fatta neanche se si fosse messo gli occhiali, l’apparecchio ortodontico ed il pacchetto di fazzoletti in tasca, figuriamoci vestito sportivo.
Probabilmente l’incidente aveva fatto ricordare ai saint la loro presenza, perché Jabu si avvicinò alla ragazza e le cinse le spalle con il braccio :- Tatsumi mi ha detto che sono il tuo saint preferito…-
Intanto i saint avevano ripreso a persuadere Saori.
L’amazzone si maledisse per non aver nominato Shiryu ed Ikki.  Si girò verso Hyoga con uno sguardo supplice.  
Lui barcollò leggermente - Ma non ci siamo già visti?-
- Sì!!! Ora che ci penso!!!- si divincolò dalla presa lei.
- Abiti nel quartiere H?-
- Sì!!! Tu devi essere il figlio di Nat, giusto? Abiti lontano?… come torni?-
- Ho la moto…-
- Con quei capogiri? Non puoi tornare da solo… ti porto io!!!- si offrì…
- Sicura?-
- Abitiamo nello stesso quartiere, quindi è perfetto…- poi si rivolse a Jabu                - Scusami, ti prometto che se il ricevimento si farà ti riserverò un ballo!!!-
 
Shun e Hyoga erano già lontani, la moto in realtà era sua e ne era anche abbastanza gelosa, lui improvvisamente fece:- “Ti riserverò un ballo, bel maschione!!!” Smack! Smack!-
- Smettila o ti faccio scendere!!!- lo minacciò lei.
- La smetto se mi fai guidare!!! Con la ferita ed al buio guidi più veloce del solito!!! Ad ogni curva mi raccomando ad un’altro santo!!!-
La ragazza sterzò in quel momento. E Hyoga esclamò:- Santo Stefanooo!!!-
- Esagerato!!! Rispetto tutti i segnali!!!-
- Sì, ma non il limite di velocità!!!-
- Che frignone che sei!!!-
- Senti chi parla!!!-
Raggiunsero il palazzo dove alloggiavano. Era un grattacielo di venti piani e loro stavano all’quindicesimo…
Arrivati alla porta Shun strinse il braccio di Hyoga, la porta era socchiusa e filtrava la luce. Poi riconobbe il cosmo.
- Come sa dove abitiamo?-
- Gliel’ ho detto io…- confessò Hyoga
La porta si aprì ed Esmeralda li accolse con un sorriso.
Shun entrò evitando la bionda e buttata a terra la parrucca corse in bagno dichiarando: -Ho bisogno della doccia, a dopo il resto!-. Poi sbatté la porta. 
- Ha tagliato i capelli? Perché?- chiese al gemello la ragazza.
- La versione ufficiale è “voleva cambiare”, quella ufficiosa “ se mi guardo allo specchio mi ricordo Hades”…-
 
Ci vollero venti minuti e tutta l’acqua calda perché Shun si convincesse ad uscire. L’idea che Esmeralda fosse lì l’agitava troppo, sapeva che prima o poi avrebbe dovuta affrontarla, ma comunque non riusciva a decidersi. Alla fine uscì, aveva indossato il pigiama e si buttò sul divano.
- Ok, Esmeralda, cosa vuoi?- tagliò corto.
- Tornare dalle amazzoni e riconquistare la tua amicizia…-
- Sul primo punto nessuno obietterà, in fondo sei una campionessa, per il secondo invece… non so se potrò mai più fidarmi di te in quel modo…-
- Io eseguivo gli ordini di tuo nonno, Shun!!!- obiettò l’altra – Lo so che non è una scusa, ma non potevo…- le parole le morirono in gola.
Shun guardò a terra, tutti i suoi problemi erano ricollegabili a Jason ed Ikki.
- Non dire che lo hai fatto per le amazzoni perché non è vero!!!-
- Vuoi che lo dica ad alta voce?- fece la bionda – L’ho fatto perché pensavo che mi avrebbero eletto delfina delle amazzoni, invece hanno votato te al 97% e tu quel ruolo nemmeno lo volevi…-
- Ti fa così rabbia, eh?- Shun si alzò in piedi – Fosti proprio tu a dirlo “mi hanno nominato perché sono influenzabile!!!”-
- No, forse, ma la verità è che lo meritavi, da lontano sei riuscita a fare molte cose… hai cambiato le regole, integrato gli uomini nei ranghi alti, ci hai fatto riconoscere dagli altri stati… io non sarei riuscita a fare nulla del genere…-
- Non ti importavano certo gli oneri ed i doveri!!! Pensavi solo ai privilegi!!! Ed ora vieni qui a chiedermi scusa? Dopo tutto quello che mi hai fatto sopportare?-
-Il passato è passato…- provò a dire l’altra.
- Ah, ma davvero? E l’odio per tua madre? Per mio nonno? Se fosse tutto passato non dovrebbero esistere!!!-
- Ragazze…- provò ad inserirsi Hyoga - …è inutile parlare di questo adesso… se tornerete amiche non lo possiamo sapere… la vera domanda è: “Vi fidate abbastanza l’una dell’altra per poter lavorare assieme”?-
- Sì- rispose subito Esmeralda.
- Sì…- mormorò Shun - …ma solo perché prima eri sincera, non volevi ferirmi…-
Esmeralda sorrise, ma il gemello scosse la testa.
- Ok, non so voi, ma è mezza notte passata ed io non ho ancora mangiato!!!- esclamò il ragazzo.
- Io non mangio da…- cercò di dire la ragazza in pigiama, quando sentirono bussare al campanello.
Il ragazzo corse alla porta mentre la sua gemella chiedeva – Che orario di visite è questo?-
Dalla porta emerse il profilo di un uomo che reggeva dei cartoni di pizza – Posso entrare?-
Shun aveva sentito in vita sua solo una volta quella voce, ma era inconfondibile. L’uomo entrò, Aiolaos di Sagitter sorrideva ammiccante ai tre ragazzi.
Si rivolse subito alla Delfina – Tuo nonno mi ha chiesto di venire e di rifornirvi di vettovaglie…-
- È il padre di Seika? Quello che si è finto morto ed è il capo degli affari interni delle amazzoni?- chiese l’unica del gruppo a non averlo mai visto.
L’altra ragazza annuì mentre Hyoga chiudeva la porta.
- Per te quattro formaggi…- fece l’uomo porgendo la prima pizza proprio a quest’ultimo – A te la capricciosa…- passò un altro cartone a Esmeralda -… Ed a te funghi, giusto?-
La ragazza prese la pizza, aveva troppa fame per discutere.
Si sedettero tutti in circolo a terra.
- Non ho capito due cose…- bofonchiò tra un boccone e l’altro la gemella.
- Sai che novità…- commentò il fratello, beccandosi una gomitata.
- Perché tutti i saint sono in vita e cos’è questa storia di reclutare i padri?-
- Allora… sulla seconda questione non c’è molto da dire…- esordì Aiolaos mentre giocherellava con un pezzo di margherita -… Gli argonauti sono i parenti e gli amori delle amazzoni che sanno la verità e restano complici… lo sapete come Dohko si è fatto cacciare, no? Aveva detto tutto a me e così io e Marin siamo diventati…-
- Ecco, questo non l’ho mai capito io…- lo interruppe la ragazza dalla zazzera verde - … se Marin è una sacerdotessa guerriero, è un’amazzone o no? In fondo ha la cloth, fa parte dello squadrone α-senior, ma portare quella maledetta maschera va contro tutto ciò in cui noi crediamo …-
- Lei comunque fa parte dell’ordine, ma è vista quasi più come un argonauta…- si sbrigò subito lui -… invece dicevo… ci servivano nuovi infiltrati, e quindi la scelta è caduta su di loro…-
- Quanti sono? Fanno parte dell’αanche loro?- chiese il ragazzo.
- Non li abbiamo ancora collocati… sono: Saga, Kanon, Camus e Aioria, per ora…-
- Contando che tra i gold ne avevamo già tre si può dire che siamo più noi che loro… a che servivano nuovi infiltrati?-
- Tua madre, la Reggina delle amazzoni Astrea, non segue più il volere di Jason…-
- Ma è lei che comanda… non certo suo padre…- obiettò Hyoga.
- Possiamo passare alla prima questione?!- esclamò impaziente Esmeralda che aveva già finito la pizza.
- Il senato delle amazzoni comanda!- specificò Shun – la regina e la delfina presiedono, rappresentano l’ordine, propongono leggi, e se la votazione è incerta il loro volere è decisivo… tornando alla prima domanda… diciamo che uno stimolo ha svegliato e fatto maturare il cosmo di quei saint che avevano qualcosa d’immortale e lo ha trasformato in linfa divina… però devo dire che molti prima non erano degli dei, capisco gli eroi divinizzati come i Dioscuri, ma per esempio Aldebaran che c’entra?-
- Lo “stimolo” di cui parli li ha resi immortali…- rispose lui.
- Ho paura a chiederlo…- annunciò l’altra ragazza… cos’era questo “stimolo”?-
- Il cosmo di alcune “neodivinità”-
- “Neodivinità”? Quindi  Saori è Atena?- domandò il gemello di quest’ultima.
- Non lo si può stabilire con certezza, in fondo sono tre anni che non sentiamo il cosmo di Saori… se è diventato linfa divina non possiamo saperlo… le neodivinità comunque sono lo stadio della reincarnazione degli immortali iniziale… è del tutto simile all’infanzia ed alla adolescenza umana, poi, verso i diciotto anni, c’è lo stadio di “protodivinità” a quel punto se la divinità reincarnata è stata molto vicina ad un altro dio più potente o è una divinità molto potente il cosmo diventa linfa divina ed il corpo immortale… nel caso dei saint siamo di fronte a qualcosa del tutto eccezionale… le neodivinità di cui parliamo hanno poteri incredibili, la loro linfa divina è già presente, anzi, più linfe divine sono presenti in loro…-
- Quindi tu credi all’esistenza della quinta generazione?- continuò il ragazzo.
- Non abbiamo sicurezze su niente… sei anni fa tutti avrebbero messo la mano sul fuoco nel dire che tu sei Apollo, tua sorella Artemide e Shun Atena… poi però è comparsa Saori, e non sappiamo quanto cosmo sia suo o tuo… - guardò la ragazza più piccola che si toccò il ventre -… il sigillo applicatoti e gli eventi negli inferi hanno corrotto troppo il tuo cosmo per poter essere precisi… ed i vostri sono altrettanto confusi…- fece rivolgendosi ai gemelli.- Ora, però, sappiamo come capirne di più!-
- Come?-
- Saori conserva nella villa il libro di Fato, lo aveva affidato Astrea a Ikki convinta che non avrebbero dato troppo peso a ciò che portava un bambino…-
- Quindi noi dobbiamo rubarlo andando al ricevimento… io porto te e lui porta sua sorella? Seika,la squadra β e l’α senior sono state informate?- richiese la delfina.
- Sì per la squadra βe Seika, ma diciamo che Jason per dirlo all’α senior vuole aspettare un po’…-
- Ovvio- osservò il ragazzo
  -Ah! Ci serve anche il pugnale di Saga…- aggiunse Aiolaos
- Perché?-
- Per infrangere il tuo sigillo…-
- Ho ancora un’ultima domanda… - esordì la ragazza - …perché hai fatto credere a tutti che Saori Kido fosse Atena?-
- Eseguivo gli ordini…-
 
Le due ragazze dividevano la stanza, dopo quella frase per Shun prendere sonno era un’impresa. Aveva ragione Seika, suo padre era disarmante. Non che le fosse mai piaciuto dormire, sin da piccola ricordava solo incubi e al risveglio suo fratello la fissava spaventatissimo chiedendole poi dei nomi che aveva mormorato durante la notte.
Proprio nel momento in cui il torpore stava per vincere il telefono di Esmeralda squillò.

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Capitolo 5
*** Fratelli ***


Note dell’autore: cari lettori, questa è la mia prima “opera”, ed al quarto capitolo che scrivo mi piacerebbe sapere una cosa… Ma vi piace? Vi prego, mi va bene anche un “no” se ben motivato… dopo di che ringrazio Crystal eye per le sue bellissime recensioni… premetto che il bello dell’azione non lo troverete qui ma nel prossimo capitolo… e spero che comunque vi piaccia e non vi annoi. Un bacio. La vostra Dro!!
 

Fratelli
 
Alle ragazze ci volle un po’ per fare mente locale e collegare il suono alla sorgente. Shun si mise a gambe incrociate sul cuscino, aveva acceso la luce che aveva accecato momentaneamente Esmeralda. Quest’ultima a tentoni cercò il telefono, mentre dalla stanza accanto provenivano altri rumori. I due uomini  erano svegli.
Finalmente la proprietaria trovò il telefono.
- Pronto?- fece con voce assonnata mentre Hyoga e Aiolaos entravano in camera visibilmente nervosi.
- Ikki?- mormorò la ragazza.
Shun istintivamente si buttò sul letto dell’altra e porse l’orecchio all’ apparecchio che la bionda aveva spostato per permetterle di sentire. Intanto gli altri due si sedevano sul letto vuoto.
- Esmeralda…- Shun sentì dire la voce dall’altra parte della cornetta ed un senso di vuoto le prese lo stomaco. La voce di suo fratello. La voce che l’aveva calmata per anni, così diversa da come l’aveva sentita il giorno… era quella che aveva sempre conosciuto, decisa e calda. Ora, però, quella voce la faceva assalire da altri dubbi: lui sapeva che Esmeralda era viva? Allora perché la messa in scena della scorsa Galaxy War?
- Sì, Ikki, dimmi?- rispose l’altra molto più sicura.
- Scusa se ti disturbo… non so neanche qual è il tuo fuso orario, qui in Giappone sono le tre del mattino…-
- Tu non mi disturbi mai… ed anche se ti dicessi il mio fuso orario, sappi che non sono al quartier generale!!!-
- Ah…- rise l’interlocutore – mi hai beccato!!! È che ho bisogno di vederti…-
- Anch’io… ma ci rivedremo presto, te lo assicuro…- anche la voce dell’altra era cambiata - … Ho visto in tv quello che è successo al torneo, stai bene?-
- Diciamo che ti chiamo perché oggi mi hanno colpito molte cose…-
- Colpito? Ma sei ferito?- domando l’altra in apprensione.
- No, no… non ti preoccupare…-
- Allora dai! Parlami-
- Quella ragazza che ha cantato… mi ha colpito molto…- comincio - … non so… la sua voce, leggermente infantile, il viso ovale, gli occhi verdi… mi ricordavano lei…-
- Tua sorella?-
- Sì… e credo che sia per questo che ho dato uno spintone a Jabu quando ha detto che “l’aveva conquistata”…- confessò lui.
- Mi vuoi far ingelosire?- chiese lei provando a svagarlo.
- No!!! Ehm… ti ho detto…- si impappinò lui.
- Va bene, tranquillo!!!- esclamò la ragazza- Scherzavo… sei sempre così serio… invece dimmi… ti ha colpito qualcos’atro?-
- Una cosa… oggi ho affrontato Caronte… lo hai visto, no?-
- Si certo…-
- Ecco, prima di morire mi ha detto “Spera che tua sorella sia morta” e qui si aprono due questioni…- fece lui -… la prima: Ade sa che Shun era una ragazza? La seconda: il traghettatore di anime non sa se è negli inferi?-
La delfina delle amazzoni prese carta e penna e scrisse qualcosa… l’altra capì al volo.
- Posso chiederti una cosa?-
- Sì…-
- Perché pensi che tua sorella sia morta?-
- Lo ha detto Saori… - rispose lui laconico.
- Tutto qui?- domandò sempre più sorpresa Esmeralda.
- … e non sentiamo più il suo cosmo e ti assicuro che l’ho cercata…-
- Ikki, ti posso dare due consigli?-
- Ti ho chiamato anche per questo…-
- Bene! Primo: non fidarti di Saori!- disse quasi con rabbia- Secondo…- cominciò in tono più mite – Parla con quella ragazza!!!-
- Ok…- ora era lui quello sorpreso.
- ‘Notte, amore…- sussurrò lei.
- Ti amo…- rispose lui ed attaccò il telefono.
Nella stanza rimase il silenzio più assoluto… Shun appoggiò la testa sulla spalla di Esmeralda e si mise a piangere.
- La verità…- fece l’altra - …è che lui per proteggermi dal consiglio delle amazzoni dopo che gli avevo rivelato tutto e per farmi scappare da Tifone ha fatto…-
- Stà zitta!- la supplicò l’altra – ti prego…-
- Solo una cosa… non gli ho detto di te…-
 
Ikki rimase imbambolato a guardare lo schermo del telefono. Subito si scoprì a pensare se anche sua sorella avesse mai provato quelle sensazioni o fosse un’altra cosa che si era persa… Le sarebbe piaciuto che lui fosse lì e forse anche Esmeralda.
Sapeva che la vera differenza tra amazzoni e saint era credere o meno che Saori fosse Atena. Ma se non lo fosse stata, la sua vita fino a quel momento non avrebbe avuto senso, per non parlare di quella di Shun che già odiava combattere.
A quei pensieri si appoggiò a un muro della villa sul quale era appeso uno specchio. Glielo avevano fatto notare tante volte… lui e sua sorella non si assomigliavano, o forse non a prima vista. Lui però si era sempre infuriato a quelle parole ed ora guardandosi allo specchio con gli occhi lucidi si ricordava proprio di lei dopo il periodo d’addestramento… - No, Shun- disse allo specchio -… non mi piace vederti piangere…-
 
La preparazione era stata un’impresa… non solo i quattro avevano dovuto sistemare i particolari tecnici come lo studio della struttura ed i mezzi di fuga, ma avevano dovuto anche prepararsi per il ricevimento vero e proprio. Shun aveva fissato la gran parte del contenuto dell’astuccio porta trucchi, o meglio la“trousse”, di Esmeralda come si fa con gli strumenti di tortura, e più la guardava più si terrorizzava.
Esmeralda le lanciò uno sguardo preoccupato – Tutto bene?-
- Sì- scosse la testa l’altra cominciando a giocare con i capelli più corti dietro la nuca. – Non so proprio come funzionano queste cose…- bofonchiò.
– Ti sarebbe piaciuto essere più … ehm… femminile?-
- A te ?-
- Sì…- ammise Esmeralda.
- Per me è sbagliata la premessa… io non sono “femminile” per dei canoni sociali… lo sono per il mio corpo… per il petto, per i lineamenti… non per i capelli o il trucco o la sessualità. Indipendentemente da queste cose si è maschi o femmine… certo, ammetto che mi piacerebbe che quel  mondo non mi fosse stato precluso… ma preferisco il calcio alle bambole, l’arrampicata alla danza, come preferisco le parole alla violenza … e queste cose non mi rendono meno donna, mi rendono più individuo.-
- Hai ragione, ma non ti piacerebbe mettere un vestito e farti ammirare da tutti ?-
- Certo! Ma credi che la cosa non piacerebbe anche ad un ragazzo? Pensi davvero che anche loro non abbiano pensieri del genere? La differenza sta nel fatto che noi ne possiamo parlare. Se un bambino prende in mano una bambola lo chiamano “femminuccia”, come se fosse una cosa negativissima… invece il termine “maschiaccio” per le femmine è quasi un complimento… perché io non posso giocare alla guerra? Perché un ragazzo non può scimmiottare un padre con una bambola? Cambia veramente l’identità sessuale? E se la influenza veramente… siamo sicuri che sia una cosa tanto sbagliata?-
- Senza contare che se lo rendi un tabu sarà  più probabile che per il gusto del proibito una cosa la si faccia… o che la frustrazione renda le persone asociali o violente…-
- Tipo Hades?-
L’altra rise.
 
La sera del giorno dopo era tutto pronto, arrivarono al ricevimento in due macchine. Shun con la sua parrucca di catene  nascondeva malamente i cerotti per suture e Aiolaos si era messo una parrucca a paggetto nera che lo rendeva molto buffo. Ovviamente non dimostrava per nulla la sua vera età anzi, sembrava un ventunenne, non certo un ultraquarantenne.
- Prima d’uscire ti devo chiedere una cosa…- fece a pochi metri dall’ingresso.
- Cosa?-
- Puoi mettere una parola buona con mia figlia per me? So che lei considera molto la tua opinione…-
- Aiolaos? Tua figlia non considera l’opinione di nessuno! Soprattutto quando diverge dalla sua…- rispose lei stizzita -… vuoi farti amare da lei? Devi meritarlo con i fatti…-
- E pensare che le Amazzoni del senato ti credevano malleabile!- esclamò lui.
- Pochi sanno come sono realmente…- tagliò corto lei.
Hyoga era già fuori dalla macchina accanto a sua sorella che indossava un vestito nero di pizzo senza spalline con una fascia di velluto alla vita e una gonna ad ampie balse, portava la stessa parrucca della delfina delle amazzoni, solo con la frangetta e stava in equilibrio su dei tacchi altissimi.
Qualcuno che non identificò aprì la portiera a Shun. La prima cosa che si vide fu il suo piede calzato da  una ballerina rosa scuro col cinturino, poi il braccio candido, infine lei. Indossando un vestito a doppio strato, il primo era un tubino dello stesso colore delle scarpe sorretto da sottili bretelline che proprio al centro, sotto il decolleté rettangolare evidenziato da un fiocchetto rosa chiaro, si apriva lasciano vedere sotto un altro tubino in pizzo dello stesso colore del fiocco, molto corto, si mise sotto braccio all’accompagnatore. I ragazzi indossavano il mezzo tight. Tutto gentilmente offerto dalle amazzoni. Esmeralda, restando avanti a loro, bisbigliò:
 – Ma non ti vergogni ad indossare delle ballerine?-
- No- rispose l’altra – sono troppo concentrata su tuo fratello pinguino vestito da pinguino!!!-
Aiolaos provò a trattenere una risata.
- Non sperare sulla croce rossa!!!- l’apostrofò Hyoga.
Entrarono al ricevimento dove li accolse Seika in un semplicissimo vestito stile impero lilla – Tutti gli altri sono già dentro… la squadra βsta distraendo i saint…- poi si bloccò – O mio dio!!! Hyo-yo ti devo assolutamente fotografare!!! Sei un punguino!!!-
Il ragazzo guardò a terra sconsolato.
Poi si diressero nel salone. Era gremito di gente ricchissima e saint. Saori appena li vide corse loro in contro.
-Finalmente siete arrivati!!!- esclamò indossando il solito vestito bianco.
 “Era così carina da piccola!” commentò Aiolaos.
“Non abbiamo conosciuto la stessa bambina!!!” replicò Hyoga.
- Loro sono?- chiese Saori.
Aiolaos le fece il baciamano e disse: – Sono il cugino, di Alex e Mascia, cioè l’altra affascinante ragazza accanto a questo giovanotto… mi chiamo Alfons Strong.-
La signorina Kido per poco non svenne. – P-prego…- balbettò - …vi presento agli altri…-
La ragazza in rosa si guardò attorno, Seiya aveva fulminato suo padre con lo sguardo.
Il gruppo dei saint era più o meno tutto riunito intorno ai tavoli. Ikki si era quasi spaventato a guardare le due ragazze quasi identiche. Argor, invece, aveva subito squadrato Shun con uno sguardo languido piuttosto inquietante…
Dopo le presentazioni, Jabu la prese per un braccio e le sussurrò – Pretendo il mio ballo…-
- Certo!- esclamò lei con enfasi. Mentre mentalmente diceva a Hyoga: “Così si recita!”
Ballare con lui fu come ballare con un manico di scopa un po’ rotto. Per fortuna dopo meno di un ballo lo sostituì Saga.
- Grazie…- sussurrò lei.
- Ascolta, Saori non si fida di tutti, quindi ha fatto sapere solo a me, Kanon, Camus, Jabu, Shaka, ai tuoi soliti compagni e ad Argor dove si trovano il pugnale ed il libro…-
- Non si fida di Dohko? È proprio senza cervello…-
- Non è il momento… tra due canzoni le βfaranno uno spettacolino coinvolgendo tutti, allora tu ed Esmeralda dovrete andare a prenderli nell’osservatorio…-
- C’è un qualche tipo di allarme?- chiese lei facendo una giravolta.
- Sì, tutte le porte della villa sono chiuse ermeticamente col cosmo e non potete camminare sul pavimento se non avete un DNA conosciuto… ma per te non è un problema…-
- Preferisco usare comunque le catene…- continuò lei – Oops, c’è un nuovo partner…- vide il fratello avvicinarsi -… Dì alle β di star pronte…-
Saga sorrise al figlio e li lasciò soli… ora si ballava un lento.
Lui le porse la mano  e lei non esitò, voleva giocare un po’ dopo le scoperte del giorno prima, per colpa sua in fondo non aveva più un’amica come Esmeralda.
Lui guardava a terra, con centrato sui suoi piedi… - Chi sei in realtà?-
- Ballavi meglio da piccolo!- commentò lei con non curanza.
Lui alzò lo guardo stupito – Mi vuoi rispondere?-
- Dai, ho scommesso che sei il più intelligente dei saint!!! Ci devi arrivare da solo!- e gli fece l’occhiolino.
- Esmeralda?-
- No!!! – fece lei impettita - Da quello che ti ha detto, però, sai che non posso rivelarti chi sono…-
- Lei non verrà punita per questo, vero?- chiese lui preoccupato.
L’altra scosse la testa - È sotto la protezione della delfina delle amazzoni!- lo rassicurò.
- Niente strappi alla regola? Un indizio almeno!!!-
Lei lo prese per mano incrociando le dita alle sue e strinse forte. Poi gli sorrise, lo allontanò mentre la raggiungeva  il nuovo compagno di ballo.
 
Intanto Seika e il capo delle β, Euridice, sedute al bancone si scambiavano informazioni.
– Mio controlla Seiya, è già ubriaco…- disse la seconda - Saori fa la civetta con Aiolaos mentre Shun rei sta correggendo il drink di Shiryu…-
- Cavoli, è proprio furiosa…- constatò l’altra.
- Lui non la considera, lei si vendica da brava amazzone parziale…-
- Adoro voi della β!!!-
- E noi siamo votate solo alla delfina…le senior che sanno?-
- Per ora non si sono accorte di nulla, ma sono troppo calme, mi preoccupa.-
- Lascia fare a noi…-
 
Shun si girò e si trovò ad un palmo da viso di Argor : - Mi concedi questo ballo?- le chiese con un tono ancor più inquietante dello sguardo.
- Sono un po’ stanca…- provò a dire lei e cercò di raggiungere le altre. Lui, però, la bloccò per il braccio.
- Ascoltami bene, Shun, che tu sia la Campionessa record delle amazzoni o la più debole dei saint non mi importa… io ti avrò!-
 
 

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Capitolo 6
*** Il libro di Fato ***


Il libro di Fato
 
Shun si divincolò dalla stretta di Argor. – Non fare il gradasso, non sei più nessuno…e non mettermi i bastoni tra le ruote o sarà peggio per te…- gli rispose e raggiunse i gemelli russi.
Il ragazzo rimase immobile al centro della pista da ballo tremante di rabbia.
 
- Ehi? Tutto bene?- le chiese Hyoga.
- L’altro ieri sei svenuto per lui, giusto?-
Il ragazzo annuì.
- Non ne sono sicura, ma potrebbe essere posseduto o essere un dio…-
- Vuoi rimandare il furto?- le propose Esmeralda.
- No, non ci capiterà mai più un occasione del genere…- la ragazzina in rosa rifletté un istante - … dobbiamo attenerci al piano…-
Hyoga fece segno a Seika ed Euridice che perse un bicchiere di champagne e lo passò a Mio. Quest’ultima tirò dritto e senza battere ciglio arrivò di fronte a Shaira che un po’ brilla parlava con Black ed Aspides. Le lanciò addosso il contenuto del bicchiere e le gridò :-Mangiatrice di uomini!!!-
Nella sala calò il silenzio, poi la sacerdotessa guerriero, ripresasi dallo shock ,l’aggredì, non aspettandosi per niente che l’altra si sapesse difendere.
- Se non sai tenerti un uomo non è colpa mia!!!-  la canzonò l’altra.
In breve tempo tutti si ritrovarono coinvolti nella rissa, chi per sedarla, chi per parteciparvi. Molto apprezzato fu l’apporto di Shun Rei che ad alta voce fece outing per Shiryu ormai ubriaco perso.
Euridice, litigando con Orfeo, fece cenno a Shun ed Esmeralda di andare. La seconda era troppo persa e stava ridendo come una matta e Shun fu costretta a trascinarla in bagno.
Arrivate lì la biondina obiettò :- Quella era un’occasione imperdibile!!!-
L’altra intanto si era già tolta il vestito scoprendo la tutina nera delle amazzoni sotto di essa. Si era arrampicata alle condutture delle prese d’aria, con una mano reggeva la grata da togliere per farsi strada, con l’altra si reggeva alla conduttura e con le punte dei piedi puntellava la parete inferiore per fare forza. La grata cedette subito, e lei si infilò per i piedi nell’apertura creta e poi porse il braccio all’altra per permetterle di salire. Intanto quest’ultima si era spogliata a sua volta e aveva ripiegato gli abiti tirando fuori da una tasca nascosta qualcosa a forma di piccolo e parallelepipedo.
-In che direzione?- sussurrò la seconda dopo essere entrata.
Shun si limitò ad indicare, e l’altra la seguì, improvvisamente si ritrovarono in una conduttura verticale… - Dobbiamo salire- spiegò Shun. La compagnia al volo tolse la parrucca rivelando le catene nere e le lanciò  attaccandosi a qualcosa in alto.
Entrambe le ragazze vi si appesero e cominciarono a salire. Arrivate a tre quarti del percorso la delfina diede un calcio di tacco ad un'altra grata che subito cedette. Poi fece strada. Si ritrovarono in un corridoio. Scalze si mossero furtive per il terzo piano della villa. Per l’ex saint quel luogo era come le sue tasche e sentiva che qualcosa la chiamava, ma probabilmente chiamava anche Esmeralda perché improvvisamente fu lei ad indicare la porta per l’osservatorio… c’era una cellula foto elettrica per il riconoscimento dell’iride. Sopra di essa il logo “Amazing protection”
- E ora?- chiese guardando la serratura.
Shun si tolse la parrucca e la trasformò di nuovo in catene argentee, ma poi si bloccò.
- Saga ha detto che ci sono dei sensori di DNA su pavimento… credo che funzionino con le cellule perse dall’epitelio… quindi, se le nostre cellule cadono a terra il meccanismo scatterà…- la informò.
- Comunque i tuoi genitori sono due delle persone che hanno il DNA registrato, giusto?-
- Non sono un clone… non funzionerebbe…-
- Non puoi disattivarlo?-
- Ci sto pensando… allora, se bloccassi la corrente dei sensori, ma non quella legata alla spia del funzionamento generale l’allarme potrebbe non scattare, ma non so quanto durerebbe…-
- E se staccassi quella del segnale d’allarme?-
- I recensori registrerebbero comunque il DNA degli intrusi… -
- Ma come cavolo fai a sapere tutte queste cose?-
- Perché il sistema è stato congegnato dalle amazzoni, la leggi la marca? Ok, senti, io blocco al corrente al sensore… tu entra…-
- E di grazia, come apriamo la porta?-
- Saga ha detto che anche Shiryu è tra i DNA conosciuti…-
- E allora…-
- E allora siamo cugini ed abbiamo ereditato gli occhi di Jason…-
- E sei più compatibile del DNA di tuo padre?-
- Sì, perché basta il 60% di compatibilità per questo…-
- Sei sicura, secchiona?-
L’altra senza esitare si sporse con l’occhio destro davanti alla cellula fotoelettrica
- Non abbiamo altre possibilità…-
La voce nella macchina disse: – Compatibilità dell’ 80 per cento, Shiryu di Dragon-
Il “click” della porta fu la cosa più tranquillizzante che Esmeralda potesse sentire…
- Ok, vado?-
Shun aprì il pannello sotto la cellula e vi infilò un centinaio di piccolissime catene manipolando i fili.
Con le catene i fili che portavano corrente ai sensori facevano contatto impedendo il funzionamento.
–Vai!- le ordinò.
L’altra ragazza non se lo fece ripetere, corse dentro, percepì qualcosa dietro un sedile e trovò una scatola, la prese e vi trovò dentro il libro ed il pugnale di Saga. Prese il contenuto e lo sostituì con l’oggetto che aveva recuperato in precedenza.
Uscendo contattò telepaticamente Seika: “ Sei già in posizione?”.
Intanto la delfina chiudeva la porta.
“Sì” rispose l’ultima interpellata che si era portata in giardino sotto la finestra del corridoio.
Il cielo era stellato e vi era una leggera brezza che segnalava l’inizio dell’inverno.
La bionda aprì la finestra e buttò il contenuto della scatola all’altra.
“Ci vediamo in bagno” le disse la brunetta.
Shun rimase un attimo a guardare la parete e le porte di quel piano. Il ricordo di quello che aveva patito, soprattutto da Tatsumi. Una mano corse al ventre… forse ora non avrebbe più dovuto portare quel sigillo.
 
Il ritorno fu molto più facile, in fondo la discesa non è  mai come la salita. Quando risbucarono dalla presa d’aria Shun Rei e Mio le presero al volo, ed Euridice infilò a Shun il vestito a forza, mentre le altre due davano ad Esmeralda l’altro.
- Voglio sapere cosa avete fatto!!!- esclamò la russa – Avete picchiato Shaina???-
La giapponese fece il muscolo e la cinese fece alzò i pollici.
La biondina scoppiò in una risatina. – Ben fatto!!!-
- Ci hanno mandato in bagno, la meretrice invece è nelle cucine…-
Il capo delle βinvece si rivolse alla delfina che si stava rimettendo la parrucca.
- Puoi provare a tradurlo ora?-
- Il libro, dici? Non lo so… in fondo conosco solo il latino e il greco e non ho vocabolari…- fece lei un po’ titubante.
Seika entrò in quel momento. Mise sotto al naso della ragazzina il libro e le aggiustò meglio la parrucca sulla testa, sussurrandole in tono rassicurante :- Tu provaci…-
- Non vi fidate di Jason, eh?-
Tutte nella stanza annuirono.
- Quale pezzo ci serve?-
- Vedi se c’è qualcosa sulla quinta generazione…- suggerì l’ex di Shiryu.
Shun osservò il libro che le aveva dato l’amica. A parte il fatto che sembrava antico non aveva nulla di strano. La copertina era spoglia, d’un verde scuro che in alcuni punti si apriva mostrando il cartone. Le pagine erano logore e rotte in alcune parti. C’era un particolare, però… Sul retro vi era una macchia rosso acceso. Un brivido percorse la schiena della ragazza. Sangue divino.
Senza altri indugi schiuse il libro. Le pagine si mossero da sole e si fermarono su quella che doveva essere la parte che le serviva.
La compagna della precedente impresa sbirciò da dietro la spalla dell’amica.
- Ma questa che lingua è?-
- Credo, che si tratti di alfabeto greco, parole latine e…- la delfina si girò verso Seika-… e costruzione etrusca?- chiese.
L’ultima interpellata guardò il testo – Non lo so, mi pare molto confuso, ma vai avanti, genietto…-
- Ok…- la ragazza scorse un po’ le righe e poi cominciò – credo che dica: Al risveglio del cielo muteranno gli equilibri che regolano il mondo. Una guerra fratricida sconvolgerà l’Olimpo, il libero arbitrio non potrà trionfare sul destino. Se ciò dovesse accadere allora le stelle perderanno il ruolo di guida, Anankè perderà i capi delle catene che guidano il mondo, la natura si governerà da sola ed il libro non sarà più attendibile… - la ragazza prese fiato. Quelle parole cominciavano a piacerle. Un mondo libero dagli dei, senza che nessuno potesse alzare la voce più degli altri e comandare - Io allora sarò stato ucciso dal cielo che poi conquisterà lo stesso Olimpo, ed Egli tenterà di riappropriarsi del potere senza sapere di abbisognare delle catene e del potere di giustizia, lealtà e necessità. A lui molti dei si uniranno tra cui il re senza fulmine. Come ultima difesa allora le cinque triadi rimaste per difendere il nuovo assetto si alleeranno. Così sarà l’avvento del…- la traduttrice si bloccò di nuovo e si volò verso le altre –… non sono sicura del genere di queste parole e se questo…- indicò una parola di poche lettere –… valga come con o in…-
- Tu continua, ne sapremo comunque più di prima…- la consigliò Euridice.
- Bene… Così sarà l’avvento del guerriero leale, del poeta radioso, del cacciatore lugubre, del fabbro di fuoco e del messaggero artista. Con (o in?) loro l’erede del fulmine…- la pagina accanto era in gran parte bianca, coperta da un’altra vistosa macchia di sangue e con qualche riga incompleta ormai illeggibile.
- Hai detto che non conosci i generi?-
-A guardarli direi che sono neutri… ma questa non era una certezza neanche per Fato…- osservò Shun Rei.
- Forse…- si intromise Esmeralda -… il “cielo” o quel che è ha veramente ucciso Fato…-
Shun diede il libro a  Seika.
-Urano…- fece Shun e qualcosa le riaffiorò alla mente…
Un ricordo lontano, di quando viveva nel primo collegio ed ancora non fingeva d’essere un ragazzo.
Chiuse gli occhi e le sembrò di risentirlo, il tintinnio delle gocce di pioggia sui vetri, in realtà era un rumore assordante, ma a lei non faceva paura.
Sentiva le braccia del fratello attorno al collo, che così pensava forse di rassicurarla… ma lei percepiva il suo bisogno di credere che lei avesse paura, perché non poteva essere coraggioso se non per lei. Improvvisamente un tuono, più forte persino dello scroscio della pioggia. Tutti i bambini del collegio cominciarono a piangere, anche Ikki aveva gli occhi lucidi ed allentò leggermente la presa sulle spalle della sorellina che senza un briciolo di paura uscì all’aperto. Perché per lei quello non era un tuono, era una voce, la voce di qualcuno che la chiamava nell’abisso, ma un abisso diverso da quello in cui l’aveva cacciata Ades, era qualcosa di molto più sereno e rilassante, era andare volontariamente alla deriva…
Esmeralda la scosse – Torni tra noi?-
Lei scosse la testa. – Sì… Seika con tua grande gioia puoi andare a portare il libro all’hangar…-
- Non vedrò più Seiya tutto il giorno?-
Mio annuì.
Seika rimase un attimo in silenzio, sembrava stesse per piangere, ma invece cominciò a saltare…
- È fatta!!! È fatta!!! Non ne potevo più di sentirmi chiamare ogni trenta secondi!!! “Seika mi Aiuti? Seika mi rimbocchi le coperte?” No, moccioso, fallo da solo!!!-
Tutte la guardarono interdette e Shun si domandò se faceva quell’effetto al fratello. Esmeralda che forse le aveva letto nel pensiero le sussurrò: – Tu non sei una rompiscatole come Seiya, tranquilla, e se lui avesse il carattere di Seika io di certo non ci starei.
 
Uscirono dal bagno a gruppi, la prima fu la sorella del saint di Pegasus che subito trovò il metodo di svignarsela. Le ultime furono le ragazze quasi identiche. Ad attenderle fuori dal bagno c’era Hyoga.
- Io e Mascia eravamo in contatto telepatico… so tutto…-
- Meglio così…- sospirò la delfina.
- Torniamo a ballare?- propose l’altra.
- Beh,- bofonchiò Hyoga – mi piacerebbe avere l’onore di questo ballo…- porse la mano alla ragazzina in rosa che quasi tremava, ma quando fece per prenderla un terribile boato riecheggiò per la villa. I tre corsero subito a vedere. Di fronte a loro il resto degli spectre e un manipolo di donne che il ragazzo identificò subito come menadi. In più vi erano Hypnos, Thanatos, quello che doveva essere Pan ed un altro immortale. D’aspetto era pallidissimo, capelli bianchi, occhi senza iride né pupilla, labbra viola pallido e tunica nera che contrastava ancor più con l’incarnato.
Fu il Cigno a costringere le due ragazze a nascondersi dietro ai muri prima che li notassero.
-         Non abbiamo altra scelta…- disse la bionda più per convincersi che per convincere l’altra.
Prese la mano dell’altra con la sinistra  e con la destra si tolse la parrucca. Shun fece altrettanto, e poi rasente il muro scivolò a terra.
Poi insieme urlarono: - Reflection…

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Capitolo 7
*** Il dovere ***


Il dovere
 
Le ragazze erano appena uscite dal bagno. Ikki aveva guardato con sospetto Seika quando lei aveva detto, impiegando la scusa più penosa che avesse mai sentito, “Ho mal di testa vado a prendermi una boccata d’aria”, si era già allontanata due volte. Almeno il ragazzo alto aveva detto la verità: “Vado a cercare le gemelle”.
C’era qualcosa di strano, non aveva perlato con nessuno quella sera, la conversazione con quella ragazza dai capelli rossi gli era bastata… Non aveva capito chi diamine fosse, e aveva rimediato un bel mal di testa.
 In quel momento stava tranquillamente fissando il vuoto, quando Argor gli si avvicinò.
- Ti stai divertendo? La rissa tra le ragazze è stata molto interessante.
Ikki non capiva cosa ci fosse di “interessante” in quelle manifestazioni di pura gelosia, e come si potesse essere gelosi di Seiya, poi… Si limitò a scuotere la testa.
L’altro bevve d’un fiato un calice di spumante. – Dovremmo riaffrontarci, prima o poi… sono curioso di sapere chi di noi due è il più forte…-
Il ragazzo dai capelli neri si irrigidì. Lo stava sfidando?
- Non abbiamo proprio gli stessi interessi…-
In quel momento il muro della sala che dava sulla villa si frantumò e irruppero decine di spectre e di donne che brandivano delle specie di lance. Erano guidati da un essere molto simile ad un fauno, da Hypnos, da Thanatos e da un altro dio che non conosceva.
I saint che erano contrari fin dall’inizio al ricevimento non si scomposero, anzi, se lo aspettavano. Istintivamente Ikki cercò Hades nel gruppo. Non lo vide. Subito il fauno aizzò le donne contro gli invitati. Un paio tentarono di aggredire Saori, ma l’accompagnatore della ragazzina di prima le fermò e con dei movimenti eleganti tolse di mano la lancia ad una di esse e così colpì l’altra, mentre la loro dea fissava la scena incredula, poi uno spectre lo aveva attaccato, ma prima che si potesse difendere, delle catene lo avevano avvolto, il rumore delle urla lo fece rabbrividire, improvvisamente tutta la sala era tappezzata da catene finissime argentee e nere da cui emergevano serpenti neri e figure femminili formate solo di catene.
Orfeo aveva portato vicino a loro Euridice… - Resta qui…- si era raccomandato.
Ikki la sentì bisbigliare a testa bassa qualcosa - … -mificami delfin- …-
In quell’istante il corpo della ragazza fu pervaso all’unisono da una luce con quelli di Mio e Shun Rei. Quando la luce sparì le ragazze indossavano dei chitoni verde, blu e rosso e brandivano lance. La cosa sorprendente era che sulla loro schiena erano spuntate ali dorate.
Radamantis le riconobbe – Nemesi, Eunomia e Dike…- le chiamò sorpreso - …angeli, dove sono le vostre dee?-
Nemesi (Euridice) lo attaccò senza esitare, ma fu bloccata dai pochi spectre non ancora sconfitti dalle catene.
In quel momento Earco colpì un altro muro vicino al bagno distruggendolo assieme alle catene che lo ricoprivano e dietro ad esso apparvero due figure scure. Indossavano la stessa god cloth, quella d’Andromeda. Solo che una era quella del saint, e l’altra quella del black saint. Indossavano entrambi la maschera, e nessuno riconobbe le voci che ne uscirono.
- Conoscete i tre segreti dell’armatura d’Andromeda? - domandò il primo, quello nero con una voce da maestrino.
- Ovvio che no…- rispose il secondo – Primo:…-
- …le catene non hanno poteri intrinseci, ciò significa che è il saint a saper percepire il nemico… Secondo:…-
Minosse li attaccò con i fili del burattinaio, ma quello con la vera armatura continuò - … il black cloth non è un’ombra, ma la proiezione di medusa, ciò significa che anche uno solo può controllare entrambe le armature… -
I corpi dei due saint si disfecero in catene minuscole che avvolsero Minosse uccidendolo.
Earco entrò nella breccia del muro e ne provocò un’altra trascinando per il collo fuori una della due ragazze dai capelli rossi.
- Terzo?- le chiese prima di darle il colpo di grazia.
La ragazza non lo guardava in viso e mormorò :- … l’armatura non è mai, in tutta la storia, appartenuta ad un uomo…-  alzò lo sguardo -… il primo saint della storia era un’amazzone… -. Lo spectre rimase pietrificato.
La ragazza si tirò su con un colpo di reni e riprese a combattere.
 
Shun e Hyoga erano entrambi nascosti nella penombra del corridoio mezzo distrutto da Earco. Lei si era messa in piedi. Doveva andare ad aiutare l’amica e gli altri, le sembrava da vigliacchi combattere da lontano anche se aveva amplificato i poteri delle beta.
Hyoga, però, stese il braccio davanti per impedirle di passare. Lei lo guardò stupita.
- Stavolta no! Non ti intrometterai!- era scuro in volto – Me lo hai detto tante volte anche tu, no?- ora si era spostato verso il riverbero della luce che filtrava dalle brecce, e poteva vederlo bene in viso, le sembrò ancor più imponente di prima - … a te non piace combattere… perciò non portai mai essere un bravo guerriero… forse sei una dea, ma questo non cambia il fatto che stavolta con quegli dei tu non puoi competere, sei ancora una neodivinità, ti hanno applicato un sigillo… niente e nessuno ti costringe…-
Il ragazzo non pensava veramente quello che diceva, dopo averla vista diventare campionessa delle amazzoni sconfiggendo qualcosa di molto più potente di quelle divinità minori… Shun comunque non reagiva.
In fine le sorrise – Resta qui, ti prego…- supplicò e senza aspettare la risposta si buttò nella mischia.
Lei si appoggiò al muro. Le mani le premevano le tempie e gli occhi erano sbarrati.
Quelle parole, era vero, le aveva sentite e dette talmente tante volte che ormai erano diventate una tiritera per lei. Una filastrocca che i bambini imparano a memoria… Ora, però, dette da Hyoga le sembravano false…
No, che le piacesse combattere o meno  non c’entrava, anzi, il bravo guerriero, le avevano insegnato, era quello in grado di non farsi dominare dalla furia e di ragionare, quello capace d’eseguire e dare gli ordini giusti, quello col senso del sacrificio.
No, la battaglia poteva non chiamarla per diletto, ma la chiamava per dovere…  Lo sapeva, non era costretta a farlo, ma sapeva di doverlo fare… per tutto ciò in cui credeva e per tutti coloro che non potevano difendersi…
Si tolse le mani dalle tempie, le parole del russo avevano ottenuto l’effetto contrario a quello sperato, perché anche lui aveva sottovalutato una cosa… lei era un’amazzone.
Si rimise in posizione eretta, Esmeralda non era l’unica con una tasca segreta. Shun infilò la mano tra il primo ed il secondo strato della gonna e ne cavò un involto di stoffa nera spessa e ruvida. Lo aprì con attenzione cercando di non toccarne il contenuto. La mano sinistra in cui lo teneva quando lo scorse tremò leggermente, ma con la destra lo afferrò per la catenina e lo tirò all’altezza degli occhi. Il ciondolo di Hades, da quanto non lo vedeva… nella penombra lo contemplò un istante… ora i colori si erano invertiti, dentro era dorato e fuori argenteo, la scritta da “ Yours ever” era cambiata in “Never mine”. Non aveva fatto sapere a nessuno che lo aveva ancora…
Prese un respiro profondo, Hyoga aveva detto solo una cosa giusta… come neodivinità lei non aveva speranze di vincere, quindi non aveva scelta.
La mano destra lasciò la presa ed il ciondolo impattò con il palmo della sinistra.
Sentì prima il gelido del ciondolo poi tutto il braccio fu percorso da un dolore lancinante e dalla sensazione della calda umidità del sangue, mentre si sentiva avvolgere da una fredda oscurità.
 
Hyoga era appena uscito ed aveva già sconfitto due menadi con due belle gomitate in faccia, quando Euridice gli si era avvicinata preoccupata : - Ehi, secondo in carica…-
Il ragazzo si irrigidì, sapeva che alle amazzoni non andava giù il fatto che il braccio destro della delfina delle amazzoni fosse un argonauta. – Sì?-
- Dov’è la delfina?-
- Le ho detto di non intervenire… per una neodivinità è meglio starsene ad aspettare che sia tutto finito…- spiegò lui.
La gemella lo raggiunse colpendo uno spectre minore che stava dietro di lui…
- Hai davvero detto ad un’amazzone di aspettare a bordo campo?-
- Lei non è un’amazzone come le altre, capirà…- provò a giustificarsi.
Improvvisamente tutte le catene caddero a terra e si ritirarono. Nella confusione i gemelli Saga e Kanon sconfissero Radamantis che si era distratto. Un nuova breccia si formò nel muro, ma stavolta sembrava fossero gli stessi atomi a dividersi, e come se fosse solo sabbia il materiale cadde a terra come una cascata. Un gran polverone di sottilissimi granelli invase la stanza, a terra scariche di linfa divina fecero sparire gli spectre. Qualcuno aveva rotto l’incantesimo che li aveva fatti tornare. Il polverone si diradò. Accovacciata con una mano a terra la ragazza che aveva presentato la Galaxy War fissava i quattro dei rimasti. Gli occhi, però, non erano del solito verde, erano divenuti gialli e percorsi da una pupilla verticale finissima e pagliuzze nere.
Esmeralda diede uno scappellotto fortissimo al fratello : - Se sopravviviamo ti ammazzo! -
La ragazza si rimise in posizione eretta con calma sul braccio le cicatrici procuratesi nell’Ade si erano ritramutate in ferite nelle quali passava la catena del ciondolo che era ben saldo al centro del palmo.
Non appena la videro  le menadi rimaste cominciarono ad impazzire ed ha uccidersi tra di loro.
Pan le guardò con superiorità – Avevo detto a Dioniso di dar loro più carattere… queste alla prima emozione forte impazziscono…-
- Sai chi è? – chiese Hypnos al fratello.
- Non ne ho idea… ma possiede una linfa divina molto simile a quella del sommo Hades…- osservò Thanatos.
- Ragazzi, non preoccupatevi…- fece il dio dagli occhi completamente bianchi - … noi siamo dei, lei invece… non vedete che sanguina? Non sarà che all’inizio della fase di proto divinità…-
- Ci penso io… voi pensate agli altri…- sorrise maligno il dio della morte.
- Come vuoi…- gli rispose il fratello – …non sottovalutarla… io penso ai saint…-
- Io voglio giocare un po’ con quegli angioletti…- fece il satiro.
- Quindi a me restano il ragazzo riccio, l’uomo coi capelli neri e l’altra ragazza…- terminò il dio sconosciuto.
 
Thanatos si gettò contro la ragazza lanciandole lampi di luce , lei saltò per schivare il primo, evitò il secondo rotolando sul fianco e bloccò il terzo col palmo sinistro. Il dio arretrò. Come poteva un neodivinità bloccare il suo colpo, il colpo della morte, con una sola mano? Qualcosa non andava…
La ragazza si mosse più veloce della luce, i sui piedi lasciavano una scia dorata e raggiungendolo la sua linfa divina, senza neppure toccarlo, gli crepò l’armatura e lo sbalzò contro un altro muro. In quel momento la catena del ciondolo segnò un nuovo taglio sul braccio della ragazza. Il dio sorrise, la morte non può essere sconfitta.
 
Hypnos cadde nell’errore che aveva raccomandato al fratello di non fare e sottovalutò i saint… I primi che attaccò furono Seiya, Jabu e Shiryu. Tutti e tre finirono a terra addormentati, ma prima che potesse colpire anche Ikki, Saga prese l’aspetto di Polluce, Kanon di Castore e Camus d’Ulisse. I dioscuri mostrarono subito d’essere immuni ai suoi colpi e gli risposero con “Earth and Heaven” il dio rimase intontito, ma ovviamente non si scoraggiò.
 
Pan urlò agli angeli :-Ehi! Charly’s angels, vi va di cambiare datore di lavoro?-
Per tutta risposta Dike lo accecò mentre Eunomia lo colpiva con la lancia… Il dio cadde a terra, ma si rialzò subito. Il satiro riprese la vista mentre Nemesi lo colpiva coi il “Revenge” la sua lancia completamente illuminata emise un raggio che però il fauno schivò perdendo solo un corno. Gridò con rabbia :- Io sono già morto una volta, belle!!!-
Pan le prese la gamba e la buttò a terra. Nemesi restò un istante senza fiato e lui tentò di incornarla, lei si spostò così che il dio le trafisse solo l’ala. La ragazza urlò di dolore…
- Ora siamo pari dolcezza…-
 
Intanto i gemelli russi ed Aiolaos fronteggiavano il dio albino. Per ora aveva usato solo colpi fisici.
– Vai ad aiutare i civili!!!- urlò Hyoga ad Aiolaos.
- Siete sicuri?-
Entrambi i ragazzi annuirono, il dio rise, ma lo lasciò andare.
– Tanto nessuno può sfuggirmi!!!- dichiarò.
- Ah, sì?- chiese la ragazza cercando di dargli un calcio, ma lui schivò.
In quel momento si sentì l’urlo straziato di Euridice, Hyoga si girò ed il dio ne approfittò – Phobia!!!- .
Il ragazzo fu raggiunto da un colpo molto simile al fantasma diabolico e cadde a terra contorcendosi.
 
Ora era in Siberia, sulla barca che lo aveva portato in salvo quattordici anni prima. Si sporse sull’acqua e qualcosa gli afferrò il bavero. Nell’acqua vide il cadavere di sua madre che con le dita ossute lo ghermì, poi lo girò verso un altro punto sulla superficie dell’acqua. Il corpo senza vita della gemella galleggiava sul mare ghiacciato e sembrava rivolgergli un’occhiata di biasimo.
La donna fece per torcergli il collo e girando la testa la vide. Shun affondava lasciando dietro di sé la scia del suo stesso sangue, i suoi occhi non ancora del tutto spenti gli indirizzavano uno sguardo supplice. Era impotente, si sentiva in trappola nessun muscolo reagiva… - C…chi sei?- chiese.
- Sono la Paura…-

 

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Capitolo 8
*** Affrontare la paura ***


Affrontare la paura
 
Shun percepì le urla di Hyoga come fossero un suono lontanissimo, ma che la riportava alla coscienza. La voce del ragazzo le fece tendere tutti i muscoli del corpo. Thanatos si convinse che era il momento e la colpì con tutta la sua forza, lei lo bloccò con il braccio destro, il dio assistette alla tramutazione dell’occhio sinistro da giallo in blu.
- Ma che…- provò a dire il dio della morte, ma la ragazza lo travolse con la “Deflagration”.
La cloth andò in pezzi. La ragazza mollò la presa e lui cadde a terra svenuto. Ikki guardò quel colpo stupito… Quella ragazza non era Hades, ma aveva lanciato un “Deflagration” molto più potente di quelli che gli aveva indirizzato il re dall’aldilà nella Giudecca, in più sentiva come se ci fosse un’eco della linfa divina della ragazza, un'altra più flebile, ma che sembrava la punta di un iceberg…
Shun si voltò verso il dio dagli occhi bianchi che applaudì sarcasticamente…
- Wow, ora sei al livello di un dio di serie C… brava…-
Hypnos si risentì, ma i dioscuri lo fecero tornare subito alla sua battaglia.
- Chi sei?- sibilò la ragazza.
- Sono Phoibos, il dio della paura... e tu devi essere quella che il ragazzo impotente vede morire! Che ironia… sta per accadere…-
- Vieni avanti…- rispose lei senza scomporsi.
Il dio non se lo fece ripetere. – Quando si è presi dall’angoscia per qualcun altro è facile cadere nella paura…- le spiegò.
Lei sorrise, schivò un pugno e con una giravolta gli diede una gomitata sul naso. Phobos perse terreno… - Non male… per una nullità…-
- Come si può farlo tornare tra noi?- domandò lei senza raccogliere l’offesa.
- Mi devi sconfiggere…- rispose lui portandosi una mano al naso – Quindi è spacciato…-
Lei si bloccò un attimo e calcolò la mossa successiva. Spinta dalla furia si avventò su di lui. Il dio allora la colpì col rovescio della mano alla testa e con un pugno sul fianco.
La ragazza cadde a terra, il dio si mosse con calma verso di lei, sollevò il piede e fece per calpestarla. La gamba si fermò a mezz’aria bloccata dal palmo di lei.
- Non ti ribellare…- le consigliò - …rendi tutto più noioso per me e doloroso per te…-
Lei spinse via il piede di lui e rotolò a destra finendo a quattro zampe, tremava.
- La paura è una cosa naturale piccina… tutti la provano e ne sono dominati…se si potesse eliminare non ci sarebbe più il gusto di vivere…- gongolò  il dio.
Phobos la prese per il bavero e la lanciò contro il muro, per poi ribloccarla contro di esso con l’avambraccio. La vittima teneva gli occhi chiusi in una smorfia sofferente.
Il dio rise - Troppo facile… Phobia!!!-
La ragazza non si mosse, ma la sua bocca si curvò in un sorriso. Riaprì gli occhi più vispi e sicuri che mai.
- Come sospettavo…- osservò maliziosa - … i tuoi colpi non possono funzionare con me…-
Con una ginocchiata lo mandò gambe all’aria il dio.
- Come è concepibile ciò?- esclamò. Ora era lui a tremare.
La neodivinità gli diede un calcio e lui finì supino a terra. Nei suoi occhi il caos più totale.
– Io vivo la mia più grande paura da quando sono nata…-
- E come hai vissuto?-
- Ti ho affrontato tutti i giorni…-
Shun gli puntò contro il palmo con il ciondolo lo girò come fosse una chiave e dietro di lei si formò un cancello…
- Porte del tartaro…- evocò - …accogliete chi si è macchiato di Hybris-
Le porte si aprirono e risucchiarono il dio in un vortice che lo portò dietro le porte che gli si chiusero alle spalle.
Un nuovo solco si formò sul braccio. Era quasi arrivato al gomito. “Per quanto posso ancora reggere?” si chiese mentre una goccia di sudore le scendeva dal naso.
 
Hyoga emise un rantolo come fosse appena uscito da un apnea troppo lunga. Mise a fuoco il volto della sorella che lo sovrastava con sguardo scettico – La prossima volta convinci te stesso a desistere, ok?-
Lui si tirò su in tempo per vedere il colpo di Hypnos, appena scampato ad un pugno di Camus, che stava per colpire Shun. Prima che lei potesse bloccarlo lui lo aveva già deviato – Il sole segna la fina del sonno! Solis Lux!!!-. Le iridi del ragazzo divennero rosso fuoco e le pupille presero la forma di quelle dei felini un raggio di luce colpì in pieno il dio scagliandolo contro il muro.
- Non ti pare un deja vu?- gli chiese l’altra mentre il suo respiro diventava a poco a poco più affannoso.
- Non fare sarcasmo…- osservò lui - …il tuo dovere lo hai fatto, ora lascia che se ne occupi chi è già immortale…-
- Invece di continuare a cercare di cacciarmi, pensa a come sconfiggere gli ultimi tre!!!-
- Qual è il terzo?-
Nell’esatto momento in cui fu formulata la domanda, Thanatos si rialzò furioso…
- Cosa?- chiese Esmeralda interdetta.
- Un mortale non può uccidere un immortale… credo…- spiegò Shun.
- A lui penso io…- fece la bionda crocchiandosi le nocche…-
- Tu? Ma se neanche sei una dea!!!- rise l’altro…
Lei gli si materializzò alle spalle. I suoi occhi ora erano come quelli dei cervi, verde slavato e pupilla orizzontale.
- Come hai detto? Divinità di serie C?- lo colpì con un calcio.
Il dio della morte impattò contro il fratello.
- Io aiuto le βallora…- fece Shun.
Hyoga ed Esmeralda si misero in posizione d’attacco :- Ora affronterete i Gemelli astrali, dei degli inferi!!!-
 
Intanto Pan stava dando filo da torcere agli angeli, ma ora anche Aldebaran Milo e Aioria tramutatosi in Adone le stavano aiutando. Shun accorse da Euridice. Si inginocchiò vicino all’ala ferita ed esaminò il taglio. Le piume si diradavano mostrando l’osso e la rosea cute.
- No…- rantolò l’altra, - Aiuta Rei e Mio…-
- Non posso…- mormorò lei…- …sono già inutile… ma posso aiutare te…-
- Che cosa stai dicendo?-
- Sta ferma…- si raccomandò l’altra -… ti farà male…-
Pose le mani vicino alla ferita. Una luce blu avvolse l’ala. L’altra tese tutti i muscoli in preda ad uno spasmo, mentre un nuovo solco si apriva sul braccio della delfina. La cosa durò poco, in breve la ferita sull’ala si rimarginò. Euridice si mise a sedere e guardò l’altra molto sorpresa.
- Ma allora sei…-
- Zitta, non dirlo… è una blasfemia…io non sono lei… io sono un mostro…-
- Che ti salta in mente?-
- Aiuta gli altri…- continuò l’altra - …io non merito nulla…-
- Stai delirando!-
- Esegui gli ordini!!!- tuonò Shun che ora, accovacciata sul braccio con la schiena ricurva, non sembrava più forte e minacciosa. Mostrava quello che era, una ragazzina insicura che si sentiva sempre troppo debole e mai all’altezza. Una ragazzina che, però, aveva affrontato le sue paure
L’altra si alzò vedendo che alle spalle della delfina arrivavano i dioscuri. Poteva lasciarla sola.
Accorse in aiuto delle altre e dopo un Antares di Milo ben piazzato ed una lancia piantata nella spalla del dio poté finirlo col “Revenge”. Il dio si divincolò, ed alla fine gridò - Patirete la vendetta del cielo!!!
 
I gemelli russi combattevano alleati contro i due seguaci di Hades. Hyoga era ormai senza controllo e si avvicinava pericolosamente al sadismo. Ogni suo colpo sembrava volto ad aumentare l’agonia del dio del sonno. Voleva vendetta… In realtà non era rivolto all’avversario, ma al re degli inferi. Hypnos ormai era senza cloth, si reggeva appena in piedi.
- Ora ho capito!!!- esclamò - Quella ragazza è…-
Il cigno lo attaccò al muro tenendolo per il collo. – Tu neanche devi pensare a lei…-
La sua ira era tanta che il cosmo alimentante la sua linfa divina fuoriuscì congelando appena il bavero del dio.
Quello rise – Saint del Cigno, non si amano le compagne di missione…-
Il cosmo del ragazzo si ampliò a tal punto che la parrucca volò via dalla testa. Con i capelli dorati che fluttuavano nell’aria sembrava ancor più un dio. Un ultimo “Solis lux” pose fine alla battaglia.
 
Esmeralda intanto si stava quasi divertendo con quel dio tutto muscoli e niente cervello… si muoveva rapida e lo ingannava continuamente. Lei amava il genere di caccia gatto-topo. Poi sentì il cosmo del fratello e la situazione cambiò.
- Mi spiace…- disse lei rivolta a Thanatos, veramente triste di dover porre fine alla lotta, era molto più affine a Shun di quanto potesse insinuare suo fratello.
Le bastò un colpo:- Lunae Lux…- una luce molto meno forte di quella del fratello pervase il che semplicemente cadde a terra. Scosse la testa, al momento il problema vero era Hyoga, al resto avrebbe pensato dopo.
Si precipitò alle sue spalle e gridò :- Ma che cavolo ti prende, Carol!!!-
Nessuno lo chiamava più così da anni e sentendo la voce della sorella capì che era grave. Lei gli si parò davanti e gli diede uno schiaffo.
- Più passano gli anni più assomigli alla mamma…- osservò tenendosi la guancia.
 
Saga arrivò alle spalle della figlia, posandole una mano sulla spalla…
- Fammi vedere…- le ordinò tirandola indietro… Tanto ormai lei era senza energie.
I tagli erano profondi e la catenina del ciondolo sembrava stringersi e girare, segnando il polso sempre più in profondità. Lui con calma cercò il gancetto e lo aprì. In un istante il ciondolo cadde a terra. linfa divina viola e blu fuoriuscì dal corpo di lei come se fosse fumo e si disperse al vento…
Delle gocce scarlatte finirono a terra. – Ho impressione che abbiano danneggiato qualche vaso sanguigno…- osservò lui.
In quel momento Hyoga uccideva Hypnos. Shun  si volse subito in direzione del ragazzo e mentre Esmeralda gli dava lo schiaffo scattò verso di loro. Abbracciò il ragazzo cercando con le braccia di coprigli la testa dorata.
- Non puoi prenderti carico della difesa di tutte noi… nessuna di noi te lo permetterà…- singhiozzò.
Lui la strinse a sé. In quei tre anni di convivenza l’unico contatto fisico erano stati quegli abbracci. Era lei a prendere l’iniziativa. Succedeva solo quando accadeva qualcosa di bello, stupidaggini tipo un bel voto, la vittoria di una squadra di calcio… non correva mai tra le sue braccia quando era triste, lui non era come Ikki per lei. Solo lui era in grado di calmarla e di metterla a suo agio, o almeno così credeva lui…
Sentiva il suo corpo congiunto a quello tremante di lei. La sua testa gli inumidiva spalla con le lacrime che le scendevano dalle guance e sul collo avvertiva il suo respiro caldo ed affannoso.  Non la vedeva piangere così dal tempo delle battaglie di Hades, per tanto tempo si era tenuta tutto dentro. La consapevolezza che la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era lui gli opprimeva il petto …
- Non tutte, solo te…-mormorò, ma probabilmente lei non lo sentì, tanto era spaventata per lui.
- Andiamocene…- sussurrò Esmeralda.
Saga prese il ciondolo in mano e se lo mise in tasca.
- Ok!!!- gridò la russa – Argonauti, squadra beta, ampliate il cosmo…-
I chiamati obbedirono.
- Shun…- le bisbigliò Hyoga all’orecchio – Amplificaci…-
La ragazza si concentrò ed il suo cosmo amplificò e collegò quello dei gemelli e in un istante nella stanza non rimasero altri se non i saint.
 
Dohko era visibilmente alterato – E così, Astrea, ha dei nuovi giocattoli…-
Un presentimento si fece largo nella testa di Tatsumi. – Quelle erano amazzoni? -chiese da sotto il tavolo dove si era nascosto.
- Cos’è un’amazzone?- disse Seiya senza capire.
- Non esistevano solo nella mitologia?- cercò di chiarire Argor.
- Quello era Hyoga?- domandò Milo.
- Shun Rei sa combattere?-
Tutti si voltarono verso un basito Shiryu, ancora un po’ brillo.
 
Shaka intanto aveva acceso il telefono correndo in camera assieme a Mur. La situazione si era un po’ calmata, ma bisognava capire perché un drappello d’amazzoni che avevano avuto l’investitura si fosse intromesso. Il gold saint osservò un istante lo schermo del telefono già posizionato sulla rubrica e prese un respiro profondo… non voleva sentire quella persona.
- Ciao, Astrea…- esordì l’interlocutore.
- Cosa hai fatto fare alla αj, Jason?- ringhiò lei.
- Ho solo recuperato ciò che tu avevi perso, figliola…-
 

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Capitolo 9
*** Psicoterapia? ***


Note dell’autore: Ciao a tutti… mi chiedevo se volevate rendermi partecipe di una cosa… Ma vi piace o no? Spero di sì… Ringrazio Crystal eye ed Averyn che mi hanno recensito… Ok, ora mi pare d’avevi importunato abbastanza, enjoy the reading!!!
 

 
Psicoterapia?
 
 
La prima cosa che avvertì fu il bianco, un bianco latteo che la avvolgeva. Poi pian piano gli altri  sensi si risvegliarono, prima udì un meccanico e continuo “beep”, l’odore ed il sapore di agenti chimici e medicinali  le pervase naso e bocca, infine arrivò un dolore lancinante al braccio sinistro. Tentò di tirarsi su per capire dove si trovava, ma subito una fitta al fianco la precipitò nuovamente sul cuscino. La testa le girava.
- Non così in fretta, sorellina…-
Shun riconobbe subito la voce e si voltò verso il braccio sano. – Afrodite!!!- esclamò la ragazzina contenta. La donna dai lunghi riccioli azzurri sorrise. Indossava la solita blusa scollata e una mini a francobollo, il tutto farcito con delle scarpe dai tacchi esorbitanti.
- Ma perché non mi chiami mai col mio nome di battesimo?- le chiese l’amazzone di Piscis.
- Come sta Hope?- chiese l’altra tentando di rialzarsi con più attenzione.
- Mia figlia? Sta con suo padre… sai, me lo ha chiesto…- le disse tutta eccitata.
- Cosa?- chiese l’altra sorpresa.
- Ma di sposarmi! Ovvio!!!-
La ragazzina rimase interdetta :- Chi?-
- Ahhh!!! Mi sa che la botta in testa ti ha provocato qualche lesione in più, bimba!!!- esclamò falsamente spazientita l’altra – Aioria mi ha chiesto ufficialmente di sposarlo!-
Shun sgranò gli occhi :- Non fraintendermi se non gioisco come vorresti… ma… non è arrabiato con te per… beh… per averlo reso un padre inconsapevole…-
- Lo sapeva che ero io… ha tenuto la bocca chiusa per non farmi cacciare…-
- Come lo sapeva? Insomma, lui ha conosciuto Angel Start Lie Sky, non l’amazzone di Piscis…-
- I maschi sono molto fisionomisti riguardo al fisico…- le spiegò.
La delfina scosse la testa – Sono in quarantena?-
- Sì, come tutti gli altri…-
- Come sta… come stanno gli altri?- si ingarbugliò.
- Vuoi che ti dica se il tuo ragazzo sta bene? Il rapporto di Euridice è stato molto interessante…- ridacchiò Afrodite maliziosa.
Shun si alzò, si staccò l’ago dalla vena, gli elettrodi dal petto e corse fuori. L’altra non riuscì a fermarla. Lei si guardò attorno,  odiava l’ospedale delle amazzoni, era dove aveva saputo della morte della sua compagna e di essere diventata campionessa.
Qualcuno le prese il braccio, si girò e vide Saga che le sorrideva. – Dove vai?-
Si accorse di indossare un camice come lui. – Dagli altri… dove sono i gemelli? E Seika? E…-
Lui guardò Afrodite fuori dalla porta stanza di Shun che alzava gli occhi al cielo.
- Vieni con me…- le disse lui cominciando ad avviarsi, ma senza lasciarle il braccio.
Infine li vide. Erano tutti in piedi, in fila con lo stesso camice. Esmeralda le corse incontro, l’abbracciò con irruenza e poi le guardò il braccio sinistro. Le bende si estendevano quasi fino alla spalla.
- Ti invidio… io non avrei mai quel coraggio.-
Il rapporto tra le due dopo la telefonata di Ikki e la missione stava migliorando.
- Era disperazione…- l’apostrofò l’altra con un sorriso amaro. Si guardò attorno.
- E quel pinguino di tuo fratello?-
- Non hai visto dove siamo?- le chiese l’altra preoccupata.
Shun osservò la porta davanti alla quale stavano in fila… lo sportello psichiatrico.
- O dio, no!- esclamò Shun…
 
Nella stanza regnava un silenzio tombale, i saint avevano voluto aspettare l’alba prima e di ragionare a mente fresca sull’accaduto… Dohko stava in piedi a braccia incrociate, aspettando che tutti si sedessero, la cosa strana fu che gli ultimi ad arrivare furono Marin, Shaka e Mu.
Saori aveva appena finito di parlare col suo agente di borsa che le aveva detto che per sventare la bancarotta doveva comprare i titoli di alcune fabbriche di un paese appena annesso all’ONU, piccolissimo ma ricchissimo e pieno di laureati di talento.
- Prima di tutto…- cominciò Dohko - …vi devo spiegare come so ciò che sto per dirvi… io sono il figlio maggiore dell’attuale generale degli argonauti… Mia madre era la regina in carica, mi hanno cacciato, ma sono stato io a volerlo…-
Shaka fece una smorfia di disappunto e Mu mentalmente le disse “Ci risiamo…”
- Come? Quanti anni ha il…-chiese Seiya imbrogliandosi sulla carica.
- È la reincarnazione dell’eroe Giasone… - spiegò Dohko.
- Perché ti hanno cacciato?- chiese Ikki. Il ragazzo era eccezionalmente concentrato.
- Ho rivelato l’esistenza dell’ordine delle amazzoni ad un saint che poi lo ha detto ad una sacerdotessa guerriero di cui non so il nome… credo siano entrambi morti…-
- Li ha giustiziati l’ordine?-
- Credo di sì, per quanto riguarda lei… l’altro era Aiolaos di Sagitter…-
Il silenzio calò nella sala.
- Lo rivelai convinto che fosse ora di uscire dall’ombra… che il mondo fosse maturo per la presenza delle amazzoni sul campo di battaglia… non avevo capito che erano le amazzoni a non essere pronte…-
“Diciamo che quella regina non era pronta” pensò Shaka.
- Puoi dirci esattamente cos’è un’amazzone?!- esclamò impaziente Seiya.
- Sono donne che vogliono combattere per la giustizia, ma reputano che indossare una maschera sia un oltraggio, che non sia giusto rinnegare la propria identità per difendere ciò che credono e detestando anche l’idea di essere sempre sottovalutate preferiscono nascondere la propria natura con mezzi a volte dolorosissimi…- spiegò lui - … visto che questo concetto d’eguaglianza poteva essere applicato in tutti i campi, nacquero le amazzoni parziali, cioè quelle senza armatura.  Shun Rei, Euridice e Mio devono essere di questo tipo, sono arruolate di solito per controllarci nella vita privata… le hanno addestrate veramente bene… non mi ero accorto di nulla…-
Shiryu abbassò lo sguardo. Allora tutta la relazione con Shun Rei era solo una menzogna? Non poteva crederci.
- Anche se credo che le amazzoni che abbiamo visto stavolta siano state scelte per le loro capacità, cioè per il fatto di essere reincarnazioni…-
- E Hyoga, Saga, Kanon, Aioria e Camus?-
- Per quanto riguarda i gold saint credo li abbiano arruolati per i legami che dovevano avere con quelle amazzoni. Hai visto Saga come è stato premuroso con quella che ha sconfitto Phobos? Si sa, Camus è il maestro di Hyoga e Aioria lo avranno plagiato di certo…-
- E Hyoga? - intervenne Milo.
- Sua madre si chiamava Natascia, giusto?- chiese rivolto a Tatsumi che aveva portato per l’occasione i documenti e le anamnesi dei ragazzi, tutti tranne quello di Shun.
- Ehm…- fece il maggiordomo scorrendo i documenti del russo – Sì… qui c’è scritto Natascia Katalanòv… nata a…-
- È il braccio destro dell’ex delfina, attuale regina delle amazzoni… lei probabilmente è la mandante delle amazzoni di ieri…-
- Ma Hyoga è sempre stato dalla nostra parte… ha lottato con noi!!! È un nostro compagno! Ed in più loro ci hanno aiutato, a questo punto, almeno due volte…- protestò Shura.
- Hai visto come si è comportato con quelle ragazze? Non è un nostro compagno… e sapete tutti che rapporto profondo aveva con sua madre…- osservò Dohko.
Mu si passò la mano sulla faccia.
 – Sicuramente avranno dei secondi fini… forse tra noi ci sono altre divinità, non è da escludere, visto che siamo tornati in vita grazie a Saori…-
- A questo punto è possibile che Shun sia morto per mano delle amazzoni, avete visto anche voi il ciondolo che indossava Alex, se questo è il suo nome…- insinuò Tatsumi.
Argor che era seduto vicino a Ikki lo vide divenire bianco come un lenzuolo.   
– Scusatemi…- si congedò uscendo dalla porta.
Arrancò un po’, quindi si accostò al muro. Sentì il telefono vibrare. Lo tirò fuori dalla tasca, era un sms.
“Se vuoi delle risposte, allora sappi che nell’osservatorio c’è qualcosa che ti chiarirà le idee… XXX S.”
Ikki salì velocemente le scale, aprì l’osservatorio ed entrò velocemente. Si guardò attorno e pensò al libro che poco tempo prima Saori gli aveva mostrato. Cercò dove glielo aveva visto mettere, trovò la scatola di legno, l’aprì.
Dentro non c’era più il libro, ma solo un parallelepipedo nero. Sentì che qualcun altro stava entrando, si mise l’oggetto in tasca, si girò e vide Argor che lo studiava nella penombra.
- Chiama gli altri, le amazzoni hanno rubato il libro di Fato…- gli disse stringendo sotto la spessa felpa il piccolo oggetto. 
 
- Shun, prego, entra…- la porta si aprì. La ragazza guardò la soglia titubante… aveva fatto di tutto per essere l’ultima, aveva anche dato ad Esmeralda il permesso di usarla come cavia per il, come lo definiva la biondina, make-up. Ora, però, non poteva più rimandare.
- Lo sai che prima entri prima puoi tornare alle tue mansioni, alla tua camera ed ai tuoi compagni…-
La ragazza finalmente si decise. Pose un piede dietro l’altro ed entrò. Chiuse la porta dietro di sé, era stata in quella stanza per tre ore il suo primo giorno con le amazzoni e le altre volte vi aveva sostato meno.
Scorse la “psicologa” dall’altra parte della stanza. Indossava degli occhiali nuovi da segretaria, una tunica rossa che mostrava generosamente il decolté abbinata a dei pantaloni di taglio elegante…
- Allora leviamoci questo dente…- le disse alzando lo sguardo dagli occhiali da vista ed aggiustandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio.
- Ciao Sion…- mormorò Shun tutta rossa sedendosi.
- Sei cresciuta… e di molto direi…-
La ragazza incassò la testa nelle spalle. – Ho preso 18 centimetri…-
- La timidezza di fronte ai complimenti non migliora…-
La ragazza strinse i pugni, come al solito si sentiva oggetto di esperimenti psicologici.
- Come stai?-
- Bene… a parte il braccio ed un paio di lividi sto bene…-
- Mi hanno detto delle cose gli altri…-
- Chi?- interruppe lei irruenta.
- Lo sai che non posso rivelare la fonte… bene, mi hanno riferito che hai avuto… come la posso definire… una crisi esistenziale… non ti capitava da tanto…-
- Ero inutile in quella situazione, è un dato di fatto…- osservò la ragazza fredda.
- Lo dici ogni volta, ma alla fine i “tritacarne”, come li chiamate voi, li sconfiggi tu…-
La ragazza non rispose, si limitò a passarsi la mano sul braccio bendato.
- Perché hai detto che sarebbe una blasfemia affermare…-
- No!!!- sbottò Shun – Io non sono lei!!! Lo ha dimostrato Hades!!!-
- Probabilmente anche lui non è altro che una pedina…-
- Ne abbiamo già parlato, o sbaglio?- obiettò la paziente ricordandosi dell’ultima volta che era stata lì tre anni prima.
- Ti sei tagliata i capelli…-
- Erano scomodi!!!- ringhiò.
- Hai tenuto da parte questo…- la psicologa tirò fuori dalla tasca il ciondolo - …lo aveva Saga tra gli oggetti personali, ma è tuo, giusto?-
Shun si premette le tempie con le mani… - Sì, l’ho fatto perché mi fa controllare la parte di linfa divina che mi ha ceduto Hades…-
- Molti mi hanno detto che un occhio ti era diventato blu…-
- Davvero? Io non…-
- Di certo non ti saresti specchiata, ma andiamo avanti, tanto su questo argomento non caverò nulla che non so già…- sospirò - … come va ad uomini?-
- Prima di tutto, Hyoga non è il mio ragazzo. Veramente, non ho mai avuto un ragazzo… Sì, Hyoga è carino, ma non ho tempo per queste cose…-
- Hai parlato subito di lui …-
- Condividiamo un appartamento da tre anni e tutti me lo chiedono, non è un nodo gordiano e che lui mi piaccia non è oggetto delle mie elucubrazioni…-
- Sicura?-
- Preferisco quelli bruni e scuri, un po’ misteriosi…-
- Hai appena descritto Ikki. Lo fai tutte le volte che ti serve un esempio maschile da trovare… e lo so che menti, al russo gli sei saltata in braccio…-
- Non l’ho fatto per attrazione fisica…-
- Tutto è attrazione fisica…-
Shun arrossì, ma non controbatté.
- Ancora due domande e sei fuori, ok?-
La ragazza annuì.
- Come è stato rivedere Ikki?-
- Abbastanza stressante… mi ha fatto male vederlo così, ma non ho intenzione di coinvolgerlo in tutto questo.-
- Ok, ultima domanda, perché hai detto d’essere la figlia di un Dioscuro a Worm?-
- E che gli dicevo? Che sono l’incarnazione di Hades?-
- Non ti veniva niente di meglio? Guarda che dire bugie ad un nemico non è un mica un misfatto…-
- Stava per morire, mi sembrava brutto…- abbassò lo sguardo lei.
- Ah! Ti ho beccato! Allora ce l’hai un po’ d’autostima!-
Shun abbassò lo sguardo…
- Domani sarai dimessa con gli altri, ma ti voglio vedere almeno una volta a settimana- concluse l’altra - dobbiamo parlare di Dafne in modo approfondito.-

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Capitolo 10
*** Dolori del passato ***


Note dell’autrice:volevo ringraziare chi mi sta leggendo e LadyTsuky che mi ha messo tra i seguiti… ovviamente ringrazio Crystal eye come al solito e spero che vi piaccia il nuovo capitolo… vorrei un vostro parere sulla storia… ma mi va bene anche solo se leggete e basta… vi ringrazio!!!
 
Dolori del passato
 
Il ragazzo si era assopito sul divanetto dell’ingresso agli appartamenti della squadre αe β. Lo riportò alla realtà una sensazione di freddo sulla guancia. Aprì gli occhi chiari e si ritrovò a fissare quelli verde scuro e particolarmente lucenti di Shun.
- Hyoga, ma che ci fai qui?- gli sorrise la ragazza.
- Ci abito…- rispose lui ancora un po’ addormentato.
Tirandosi su rischiò di toccare la fronte di lei. Un rischio che gli sarebbe piaciuto correre, ma lei si ritrasse.
- Intendevo sul divano!-esclamò lei saltando sul bracciolo.
Indossava i pantaloni blu della tuta e la canottiera bianca e alla vita la felpa.
- Ti aspettavo per andare a correre, ma mi sa che sono crollato…-
Lei sorrise di nuovo :- Beh, sono le 4 e mezza… hai aspettato molto?-
Lui scosse la testa ricambiando il sorriso. Quello era il momento che preferiva della giornata… correre con Shun, nessuno comprendeva il loro rapporto, in realtà neanche loro ci capivano tanto, ma andava bene così, correre la mattina ed allenarsi assieme. Esmeralda diceva che avevano un rapporto molto fisico…
Lui si mise a sedere in modo composto. – No, ho dormito abbastanza! Dai, andiamo!-
La prese il braccio e la trascinò fuori.
- Da che parte andiamo?- chiese lei divertita.
- Solito giro?-
Lei senza rispondere cominciò a correre e lui la seguì. Le strade erano piccole e buie, illuminate da un sole rosa-arancio nascente all’orizzonte.
Le loro vite lì si erano svolte in modo monotono. Mattina otto ore d’esercizio fisico, pomeriggio scuola e sera compiti. Ma lì le scuole duravano meno, le lezioni erano sette giorni su sette ed era facile prendere il diploma prima del tempo, per i futuri membri della squadra alfa poi c’erano insegnanti privati, istruttori delle discipline più disparate, che appena ti trovavano un’inclinazione particolare ti ci allenavano fino alla morte, così lei aveva imperato a cantare ed a tradurre…
Passarono davanti alla scuola, Hyoga sorrise e mentalmente le disse “Tu vuoi continuare a studiare?”
In quei tre anni passati da soli avevano fondamentalmente studiato da privatisti e fatto video conferenze con diplomatici per perorare la causa delle amazzoni per diventare una nazione, avevano un popolo, avevano un governo ed avevano un territorio… cos’altro poteva mancare? Avevano persino un sistema economico stabile… Ovvio, ormai le amazzoni non reclutavano solo futuri saint o persone legate a questi ultimi, di solito reclutavano gente che aveva subito le discriminazioni più disparate, persone che non avevano nulla da perdere e tutto da guadagnare che lì trovavano un posto dove ricominciare. Già Astrea aveva cominciato ad aprire le porte a questi “esuli della società”, ma era stata la delfina a permettere l’accesso anche maschile alle cariche più elevate non riservate solo gli argonauti.
Passarono davanti al settore industriale, lì sembrava d’essere in un altro mondo, i palazzi già  alti lì erano immensi ed erano fatti di cemento e vetro, mentre il resto era costruito sullo stampo dei monasteri orientali.
“Mi piacerebbe ingegneria” gli rispose lei “E a te?”
I ragazzi continuarono a correre finche non raggiunsero il senato, l’unica struttura di tipo occidentale. L’idea di fondo era quella delle basiliche romane, ma con le proporzioni decuplicate.
Rallentarono, non potevano permettersi di farsi notare dalle senatrici anche se era improbabile vederle a quell’ora.
- Voglio fare medicina…- le sussurrò precedendola. 
Superata la piazza passarono di fronte al cimitero. Lì si poteva capire quante popolazioni diverse convivessero nell’ordine delle amazzoni. C’erano menorah, croci celtiche, templi taolin, lapidi spoglie nel terreno e statue d’angeli.
- Possiamo andarla a trovare?- chiese lui rabbuiandosi.
- Se te la senti…-
Il ragazzo scavalcò il cancello seguito dalla ragazza. Camminarono in silenzio in fila indiana, andavano sempre a trovarla.
Si fermarono dinanzi  ad una croce celtica spoglia. Shun si infilò la felpa e tirò su il cappuccio, poi si inginocchiò a terra. I fregi mostravano intrecci continui di linee sinuose. Sulla pietra tombale solo una data ed un nome: “Dafne”.
- Non l’ho vista negli inferi…- bisbigliò lei.
Lui le si sedette vicino. – Neanche io… sarà nei Campi elisi…-
- Non era così buona, lo sai meglio di me… ricordi le sue ultime parole?-
- “Vi farò declassare e togliere l’armatura così potrò entrare all’alfa senior”…-
Shun coprì le mani con le maniche e se le mise in faccia – Era dell’anno di Ikki…-
- Non è stata colpa tua, lei era convita d’essere la migliore, che diventare campionessa fosse facile ed essere eletta delfina semplicissimo…- chiarì lui.
- Era compito mio aprire la fila… e lei era la preferita di Astrea…-
- E’ voluta passare avanti…ed Astrea a gusti discutibili…-
 
Nella penombra della stanza Ikki fissava il lettore dvd incerto sul da farsi. Aprendo la scatola nera aveva trovato una foto ed un dvd. La foto immortalava sua sorella in spiaggia in un’età compresa tra i dieci e i dodici anni. Era in un costume a due pezzi che non riempiva per niente, rosa e verde con un cappello di paglia rotto in più punti. Lo aveva colpito il sorriso che sfoggiava in quella foto, non era la solita espressione triste che aveva di solito. No, quello era un sorriso sereno. Quella serenità che lui non era mai riuscito a donarle.
Controllò per l’ennesima volta che la porta fosse chiusa a chiave ed il volume del televisore fosse basso. Finalmente infilò il dvd nel lettore e premette play.
Quello che vide lo sconvolse.
Tutto cominciava con un’inquadratura dall’alto, di una stanza in quella villa che lui conosceva molto bene. Era lì che Tatsumi lo aveva torturato prima di partire per l’isola. Un luogo perfetto per i supplizi, perché era completamente insonorizzato.
La porta si spalancò ed un corpo fu scaraventato dentro. Gli ci volle un attimo per riconoscere in quella figura le fattezze di sua sorella. La ragazza cercò di alzarsi poggiandosi su un braccio, ma subito il maggiordomo di Saori prendendola per i capelli la costrinse nuovamente a terra.
“Non ti ribellare, tanto nessuno ti crederebbe mai…”
Un’altra figura chiuse la porta.
L’uomo rigirò la ragazza ormai inerme e le tirò si la maglia fino all’altezza delle costole. “Non frignare, sei grande ormai” disse l’aguzzino in tono sarcastico.
Tirò fuori dalla tasca un pugnale, quello che aveva usato Saga per tentare di uccidere Saori. Mise il piatto della lama sull’addome scoperto della ragazza, subito comparvero due catene, una nera ed una bianca, che si incrociavano appena sopra l’ombelico. Erano emerse dalla pelle abbastanza dolorosamente, a giudicare dal modo in cui aveva cercato di divincolarsi Shun. Tatsumi stavolta la prese per la frangetta.
“Sta ferma… non vorrai farti male?” ridacchiò.
Sollevò la lama ed esaminò le due catene… “Come sospettavo, dovevo rifartelo prima che scendessi nel regno di Nettuno… poco male… le crepe si possono sempre riparare…”
“Prima…” fece lui cominciando a infilare tra una maglia e l’altra della catena nera, “… il contenimento…” la lama passò attraversò la catena come se fosse immateriale. Shun emise un urlo straziato, quasi disumano. Le crepe sulla catena nera si richiusero.
“Shhh…” le fece il maggiordomo “… non mi interrompere… ora il controllo…” puntò il pugnale su una maglia della catena bianca e ripeté l’operazione. Stavolta le urla furono terribili, il corpo si dimenò e con le braccia cercò di allontanare  da sé l’aguzzino che per tutta risposta le ricostrinse la testa a terra. Lo strazio così come era iniziato scomparve assieme alle catene sul ventre della vittima che rimase a terra ansimante. La testa era rivolta altrove e lo sguardo assente. Tatsumi la prese per il mento e la costrinse a guardarlo…
“Se non farai quello che ti dico il sigillo lo porrò anche su un altro dei tuoi compagni. Chi preferisci? Hyoga, Seiya od il tuo adorato fratello?”
A quel punto la ragazza reagì. Si alzò in piedi travolgendolo e lo attaccò al muro premendo con l’avambraccio appena sotto il collo “Tu prova solo a pensare di toccare uno di loro ed io ti distruggerò!” ruggì la ragazza.
L’altra figura che aveva osservato l’accaduto senza battere ciglio entrò nel raggio visivo della telecamera e allungò la mano verso la vittima. La catena bianca riapparve e vorticando procurò nuovo dolore alla ragazza, che cadde in ginocchio senza fiato. Tatsumi le diede un calcio lasciandola a terra.
“Signorina andiamo…” disse il maggiordomo.
Ikki non ci poteva credere. Saori, Atena, era stata complice di quel evento…
Per un istante pensò a come uccidere l’aguzzino di sua sorella, si spiegavano molte cose con quel sigillo… tra cui il fatto che Shun non aveva mai fatto sul serio in battaglia…
No, non era abbastanza uccidere i suoi aguzzini, prima li doveva rovinare… ma come?
 
Esmeralda si rigirò tra la coperte, guardò in digressione del letto del suo compagno di stanza. Era vuoto e rifatto. Sorrise pensando “Eh eh… io e te, gemello, con i figli d’Astrea andiamo proprio forte!”
Il telefono squillò. “Di nuovo…” stavolta lo trovò subito…
- Pron…- provò a dire. Subito una voce furiosa la bloccò.
- Come avevate avuto voi amazzoni questo video? E come lo hai sostituito al libro di Fato?-
La ragazza saltò in piedi sul letto.
- Ikki!!! Ma cosa…?- esclamò lei, ma il ragazzo la bloccò di nuovo.
- Rispondi!!!- il tono era un misto di rabbia e disperazione…
- Hai presente la ragazza rossa con la frangetta? Ero io…-
- Ok… e come lo hai avuto?- ringhiò.
Dalla stanza accanto arrivarono Euridice e Seika, molto assonnate.
-Me lo hanno dato, non so cosa contenesse…-
Esmeralda rimase immobile, incapace di rispondere. Seika le prese di mano il telefono.
- Ikki, non riattaccare,ascolta… sono Seika, l’idea di farti avere il video è stata mia…-cominciò l’altra sotto lo sguardo  esterrefatto delle due ragazze - Shun, mi ha detto Hyoga, gli chiese di recuperarlo dopo averlo girato, credo che avesse usato una telecamera di sorveglianza… lui non conosceva il contenuto del video, ma quando tornò qui lo vide con me…-
- Quindi Hyoga non sapeva quello che Tatsumi faceva?-
- No, Hyoga non lo sapeva ed ha reagito più o meno come te… non sa nemmeno che tu lo hai visto…-
- Mi hai inviato tu quel messaggio? Perché? Cosa centri tu con Shun?-
- Non c’entro…- mentì per proteggere l’identità della delfina -…ma odio Saori, ti basta? Come tutte le amazzoni del resto… per giunta a noi ed ai nostri fratelli ha rovinato la vita, per quanto il mio rapporto con Seiya non sia come quello che tu avevi con Shun…- spiegò lei – Sei l’alleato perfetto per vendicarci e non credo di sfruttarti nel dirlo…-
- Hai un piano?- chiese il ragazzo.
- Sì, è lo stesso per tutte le amazzoni: distruggere la fondazione Kido dalle fondamenta…-
 
Erano le otto e mezza del mattino e Shun e Hyoga si stavano allenando sui movimenti ginnici, visto che per evitare possibili incidenti avevano proibito a tutti i membri neo e proto divinità di allenarsi col cosmo da soli.
Mentre la ragazza tentava un salto mortale sulla sbarra con partenza in verticale e Hyoga si teneva fermo sugli anelli, Saga e Camus proruppero nel palestra mezza vuota…
- Da quanto siete svegli?-
Shun senza ascoltarli saltò finendo perfettamente in equilibrio sulla punta del piede, andò in ponte e dopo una nuova verticale volteggiò in aria per finire in piedi sul tappetino nella posa classica dei ginnasti…
Hyoga invece fu distratto dai due e cadde rovinosamente a terra…
- … Dalle 4 e 30 più o meno…- disse il ragazzo dolorante.
La ragazza si riscosse e li guardò sorridente.
- E vi siete allenati finora?-
Shun annuì, pronta a risalire sulla sbarra, ma Saga la prese per la vita a e se la tirò sulla spalla…
- Andiamo, equilibrista, ti devono cambiare la medicazione…-
Shun si guardò il braccio. Sì, le ferite si erano riaperte…
- Non posso camminare da sola?- reclamò lei.
- No, sono sicuro che mi scapperesti!!!- rispose lui.
Lei sbuffò e salutò il compagno con la mano sana, però il russo li ricorse. Stavano per arrivare all’infermeria, quando Esmeralda, anche lei in tuta, li raggiunse trafelata.
- Shun, non mi uccidere, ma ho appena combinato un disastro…- cominciò.
Saga finalmente la posò a terra. – Cosa hai fatto?-
- L’idea era di Seika, ma l’ho messa in pratica io…-
- Taglia corto!-
- Aiolaos mi ha dato una scatola in cui c’era un dvd con un video, mi ha detto che se non l’avessi sostituita al libro mi avrebbe fatto cacciare…- cominciò lei .
- Quale video?- chiese Shun, ma era una domanda quasi retorica.
- Quello in cui Tatsumi ti incide di nuovo il sigillo…-
La ragazza si mise le mani nei capelli. No! Aveva passato gran parte della sua vita a cercare di non coinvolgere Ikki nel mondo delle amazzoni e ora praticamente vi era stato catapultato, e quasi certamente nemmeno le suppliche sue e di Esmeralda sarebbero mai riuscite a farlo desistere.
- Non sono arrabbiata con te… dov’è Seika?- l’espressione sul volto della ragazza era indecifrabile, nessuno l’aveva mai vista così. Era furiosa.

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Capitolo 11
*** Astrea e Dokho ***


Note dell’autrice: come l’altra volta voglio ringraziare chi mi legge, chi mi sta’ seguendo come Crystal eye e LadyTsuky, chi mi ha messo tra i da ricordare come Walli. Mi piacerebbe sapere la  vostra opinione, ma anche se non commentate sappiate che apprezzo anche il vostro appoggio silenzioso… (sperando che sia un appoggio) Grazie a tutti e buona lettura. A questo punto, però, vi tocca lo spiegone…
 

Astrea e Dohko
 
La delfina delle amazzoni corse verso lo studio del generale degli argonauti.
Sì, lui era la vera mente, non Seika, era lui che voleva tutti i suoi nipoti sotto controllo. Nessuno era riuscito a starle dietro. Era stata troppo veloce per gli altri. Spalancò la porta con un calcio, al diavolo l’etichetta, al diavolo il rigore, i ruoli e le mansioni. Al diavolo la delfina! L’unica cosa che le importava era vendicarsi. Suo fratello non sarebbe mai passato di lì, mai! Lo avrebbe persino affrontato se necessario, ma non sarebbe mai diventato un argonauta!
- Jason!!!- ruggì.
Nella stanza erano solo lui e Seika. Entrambi molto sorpresi di vederla in quello stato mentre era cosciente.
- Non ti bastava avere me?! Ora vuoi pure Ikki?!-
L’uomo non si scompose, aveva più di trecento anni, ma sembrava un trentenne. I capelli erano neri e gli occhi erano dello stesso colore della nipote. Le sorrise, era la prima volta che la rivedeva dopo tre anni.
- Calmati, Alex…- disse in tono pacato.
Seika la fissò solo un istante, ma la fu subito incenerita con lo sguardo…
- Non mi calmo!!! Sono la futura regina delle Amazzoni!!! Attualmente la carica più importante nelle mura!!! Le decisioni le devi prendere assieme a me, chiaro?!-
- Improvvisamente ti importa del tuo ruolo in fatto di diritti?- le chiese con falsa sorpresa.
- Sì, se ciò mi permette di salvare mio fratello!-
- Non lo vuoi accanto a te?-
I muscoli delle braccia della ragazza si tesero, le nocche sbiancarono, i denti si serrarono e le sopracciglia le si aggrottarono all’inverosimile :- No, se significa precipitarlo qui!!! Puoi usare me come arma, basto ed avanzo! Non ti permetterò di usare anche lui!!!-
- E se fosse per il suo bene?-
- Non potrà mai stare bene qui!!! Mai!!!-
- Non stare bene, essere al sicuro…- la corresse lui.
- Che intendi dire?- improvvisamente la rabbia si trasformò preoccupazione.
Saga, Camus, Aiolaos, Aioria, Afrodite, Kanon, Esmeralda e Hyoga arrivarono in quel momento.
- Sedetevi, devo spiegarvi il vero motivo per cui mio figlio è stato cacciato…-
 
Avevano chiuso la porta della piccola stanza al secondo piano della villa. Si udivano rumori dei lavori in corso per riparare i muri distrutti dopo la lotta di due giorni prima. Marin camminava avanti ed indietro, Mu aveva appena bevuto il quinto caffè della giornata e Shaka era in meditazione, ma non sembrava possedere la serenità consueta. Marin batté la mano sul tavolino.
- Non ce la faccio più!!!- esclamò facendo sobbalzare Mu  – Quello stolto di tuo fratello ha distrutto qualunque possibilità di alleanza tra saint ed Amazzoni e tu stai lì senza reagire?- si rivolgeva a Shaka che, però, non dava segni di vita             – Allora?!- urlò più forte sperando di ottenere qualche reazione.
Shaka aprì gli occhi, ma rimase in silenzio, che poteva rispondere? Neanche lei lo sapeva. La grande regina delle amazzoni messa in crisi da suo padre e suo fratello. Poteva solo diventare lo zimbello del senato…
- Naz… tu hai qualche idea a parte quella di farti venire la pressione alta?-
Mu la fissò stupita, quel nomignolo non lo usava da quando i suoi figli erano stati uccisi da Medea… - No, dobbiamo aspettare e vedere che succede, a mio parere…-
- Come aspettare?- protestò Marin.
- Sì!- disse Shaka laconica.
L’altra emise un gemito e sedette su una delle poltrone. - È tutta colpa di tuo fratello Astrea…-
- Dohko ha pagato abbastanza per un errore che non sa d’aver commesso…- concluse la regina delle amazzoni mestamente.
 
Jason aspettò che tutti si fossero seduti… Hyoga aveva tirato giù Shun per un braccio facendola sedere tra lui ed Esmeralda che le aveva messo una mano sulla spalla.
- Voi sapete che le vostre madri vi hanno abbandonato, dopo aver nascosto la vostra nascita ai vostri padri, eccetto alcuni casi…- cominciò l’eroe divinizzato - …ma è ovvio che non lo hanno fatto con gioia… sono state costrette…-
Shun si massaggiò la nuca con la mano sana.
- Io sapevo di Afrodite, non di Shun ed Ikki…- spiegò Saga.
- Come Afrodite?- chiese Shun.
- Pensavi ti chiamassi sorellina per scherzare?- obbiettò subito la diretta interessata.
- Ma Ikki è … mio fratello…- mormorò la ragazzina con il timore di tradire il saint di Phoenix a quelle rivelazioni.
Afrodite non si offese, sapeva benissimo di non poter insinuarsi nel rapporto che c’era tra i fratelli più piccoli. Ikki aveva cresciuto Shun…
- Continua, per favore…- fece Hyoga, che voleva sapere perché sua madre lo aveva ingannato a quel modo.
- Tutto cominciò quando nacque Dohko… dovevate vederlo: era un bambino fantastico…-
Nella testa di tutti gli ex saint si materializzò l’immagine di Dohko quando era il sosia di Yoda in viola con il ciuccio in bocca…
- Ma a Medea non bastava…-
Esmeralda alzò la mano come a scuola. Jason le fece cenno di parlare. – Chi era Medea?-
- La regina delle amazzoni prima di Astrea … Aveva la tua armatura… e Glauce quella di Shun…-
- La campionessa che deteneva il record battuto da Shun…- spiegò velocemente Seika vedendo nuovamente la mano di Esmeralda alzata.
- Quale record?- chiese Saga.
- Quello di più giovane vincitrice di un titano…- rispose Hyoga.
- Veramente era quello di più giovane a prendere l’armatura…- corresse la sorella del saint di Pegasus.
- Ma quanti…- provò a chiedere Saga, ma la figlia grande l’ammonì con uno sguardo impaziente.
- Tornando a noi, Medea non sopportava che, benché figlio di due divinizzati potenti come noi, non avesse avuto altro che la reincarnazione di un dio minore…-
- Scusa se te lo dico - lo fermò Aioria – ma tu sposi la reincarnazione di una che ha ucciso i tuoi figli per farti dispetto e non ti aspetti che sia un po’… come dire…-
- Matta?- lo aiutò il fratello.
- Potete non interromperlo più?!- esclamò il russo molto alterato.
- Grazie, comunque non era la reincarnazione di Medea la strega della Colchide, era quella di Metide…-
- La madre di Atena…- sussurrò Shun.
- Esatto, voleva la dea della guerra come figlia, poi dopo circa due secoli nacque Astrea. Lei era la figlia che voleva, almeno così pensava all’inizio, la reincarnazione di Rea. Tutto sembrava perfetto…- il narratore sospirò -… poi lei rimase incinta circa all’età che tu hai ora…- disse rivolgendosi alla nipote più piccola - …e nacque Afrodite, una dea dei dodici. Medea cominciò ad essere invidiosa di quella figlia, non poteva sopportare che oltre ad ereditare il suo trono avrebbe avuto anche i figli che voleva lei…-
- I primi seri segni di cedimento si ebbero dopo la nascita di Ricky…-
Tutto aggrottarono le sopracciglia senza capire…
- Ah, già, scusate, intendevo Ikki. Medea tentò d’ucciderlo e le due donne dell’armatura d’Andromeda si scontrarono, solo che la Gorgone sconfisse la principessa, Medea fu cacciata ed Astrea, che mai avrebbe pensato sarebbe successo, divenne regina… -
- Ma Astrea era la figlia di Medea, hanno eletto due persone della stessa famiglia?- chiese Kanon.
- Sì, a dire il vero… se conti bene è la terza volta che succede…  le famiglie Start, Lei e Katalanoff sono le più antiche nel mondo amazzone…-
- Basta interruzioni!!!- esclamò Hyoga ancor più ansioso di prima.
-… Astrea capì che doveva nascondere la nascita del figlio anche a suo padre per proteggerlo… anche il resto delle amazzoni della squadra che allora si chiamava solo αera in dolce attesa, Natascia aveva da poco avuto i gemelli, sua sorella, Sion, aveva avuto Shiryu da Dohko e Marin, che in realtà non era ancora entrata a far parta della squadra, aveva appena partorito Seiya. Il fatto che erano tutti in pericolo, i bambini intendo, fece decidere a tutte loro di lasciare l’ordine, tranne naturalmente la novella regina… comunque Dohko fu sospeso a tempo indeterminato, anche se non aveva fatto nulla di così grave. Aveva solo detto ad Aiolaos che aveva avuto un figlio, ma così fu costretto a raccontargli tutto… in realtà li volevamo già arruolare… -
- Certo…- commentò sarcastica Seika –… vi servivamo io ed il mio fratellino acefalo…
- Sì, - ammise Jason senza pudore – servivate tutti… Astrea rimase nuovamente incinta…- Jason guardò la delfina intensamente…
- Ma usare precauzioni, no?- propose Camus guardando storto Saga che arrossì.
- Medea andò ad incontrare Dohko, lui sapeva dove si trovavano tutte le amazzoni ed i loro bambini e… lo convinse a riverarglielo…-
Saga, Camus e Aiolaos impallidirono ed i loro figli li guardarono come per dire ma perché gli importa tanto?
- Medea andò a cercarvi… La prima che trovò fu Sion dovette abbandonare il figlio, poi fu il turno di Marin che li nascose alle Figi, pensando che era abbastanza lontano dalla Grecia… poi diede la caccia ad Astrea. Lei scappò in Giappone con i due più piccoli… Afrodite era già ad allenarsi, Medea non l’avrebbe mai attaccata qui e poi non gli interessava di certo lei, anche se anche io solo ora capisco il suo interesse per te…- si rivolse a Shun - Medea vi trovò… tu avevi circa sei mesi ed Ikki quasi tre anni. Quando sentì il vostro cosmo tentò subito di uccidervi… Astrea riuscì a fermarla, ma lei questo non lo sa, io ho fatto credere a tua madre e a tua nonna che siete morti…-
Shun aggrottò le sopracciglia :- Ma quanti miei certificati di morte sono stati rilasciati? Mi devo preoccupare?-
- Pensavo ti saresti arrabbiata… comunque poi è stato il turno di Natascia, lei riuscì a nascondersi, e quando non lo poté più fare, lasciò Esmeralda all’isola di Andromeda e lasciò Hyoga in Siberia, ma poi io trovai il modo di mandarvi tutti o quasi in Giappone. Eravate troppo piccoli per ricordarlo…-
- Perché in Giappone?- chiese Seika.
- Perché conoscevo le ambizioni di Kido e sapevo che voleva un esercito di Saint per quella che noi avevamo fatto credere essere Atena… -
- Perché convinse Ikki a far sembrare Shun un maschio?- chiese Saga dando voce alle domande che mentalmente si stava ponendo la figlia torcendosi le mani.
- Credo che fosse per Ikki, lo voleva nella sua squadra. Lui era più grande, il suo cosmo si notava subito… invece quando si accorsero di Shun pensarono di usarla per ampliare i poteri di Saori…-
- Tu hai detto di aver coinvolto Ikki per il suo bene…- gli ricordò Shun.
- Sì, Medea ora dopo le battaglie negli inferi ha sentito i vostri cosmi di nuovo, il tuo non lo ha riconosciuto corrotto com’è da quello di Hades, ma quello degli altri quattro sì…-
- Quindi tu pensi che mio fratello qui sarebbe al sicuro… E Seiya e Shiryu? Di loro non ti importa?-
- Un passo alla vota. Qui c’è il grande amore di Shiryu e tutte le donne della vita di Seiya. Non sarà difficile convincerli, ma Medea come prima mossa cercherà tuo fratello…-
- Perché quando mi sono buttato in acqua ho visto il corpo di mia madre?- sbottò Hyoga, la cosa che più gli premeva non gliel’avevano detta.
- Non lo so…- gli rispose Jason sinceramente.
 
- L’hai trovata?- chiese Saga a Kanon.
- No, era tornata ad allenarsi, pensavo che tu le avresti dato assistenza, dopo tutto quello che è successo oggi…- osservò il gemello.
- Proprio per questo non l’ho voluta vessare troppo…- si giustificò l’altro.
- Non ti preoccupare, la stanno cercando tutti…- si intromise Aiolaos – Stai diventando un padre fin troppo apprensivo, lo sai?-
- Lei ha bisogno di qualcuno che se ne occupi… l’avete vista? Non è come Afrodite, lei se l’è sempre cavata…-
- Ha venticinque anni ed una figlia di nove che ha più considerazione  di sua zia diciassettenne che di lei… e combatte lanciando rose!- obbiettò Kanon – Diciamo invece che preferisci Shun…-
Saga guardò a terra. In realtà non sapeva se preferiva un figlio in particolare, non li aveva cresciuti, ma nei riguardi della delfina delle amazzoni si sentiva in colpa.
Hyoga intanto in un’altra stanza si guardava intorno, vide un tavolo coperto da  una tovaglia bianca molto impolverata che doveva aver visto giorni migliori. Sorridendo si avvicinò al tavolo si accovacciò a terra e scostò leggermente la tovaglia.
- Posso entrare nel tuo ufficio?-
Shun lo fissava da sopra le ginocchia.- Sì…-
Il ragazzo strisciò vicino a lei e si sedette a gambe stese. – Le vecchie abitudini non muoiono mai, eh?-
Lei lo guardò con la coda dell’occhio. – Spero che non farò per sempre così…-
- Hai pensato alla possibilità di far entrare Ikki nel corpo degli argonauti?-
- Io non lo voglio coinvolgere, sai meglio di me che qui gli scontri sono un’altra cosa…-
- Perché qui titani e fauni attaccano ogni cinque minuti ed anche un bambino sa usare il cosmo? Tuo fratello è uno tosto, se la caverà alla grande…- la rassicurò lui.
- Ma hai visto come i saint non riuscivano ad affrontare le menadi? E sono quelle che quando si spaventano si autodistruggono!!!-
Improvvisamente si accorse che lui era veramente vicino a lei, tanto che i loro nasi quasi si sfioravano… arrossì veloce come una lampadina appena accesa.
- Troppo vicino?- chiese lui, ma senza scostarsi ancora.
Lei gli mostrò il profilo ed appoggiò la testa sulla sua spalla. – Tu non sei mai troppo vicino…-

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Capitolo 12
*** Il labirinto ***


Note dell’autrice: allora, magnifici lettori!!! ( si vede tanto che mi sto arruffianando?) volevo come al solito ringraziare Crystal eye, Averyn, LadyTsuky, Walli e tutti coloro che mi stanno leggendo… Ora però sappiate che potreste non sapere il seguito della storia in tempi brevi… non è colpa mia, ma se non passo i test d’ingresso all’università farò harakiri… quindi tifate per me. Vi abbraccio tutti!!! E in bocca al lupo a coloro che sono nella stessa situazione.
 
Il labirinto
 
Dopo ore di ricerche Saga aveva trovato Shun e Hyoga addormentati l’uno addosso l’altra.
- Sono due bambini…- aveva commentato Camus, l’unico che nella ricerca del saint di gemini non aveva desistito.
- Tu prendi lui…- ordinò l’altro sollevando delicatamente la ragazza per non farla svegliare.
- Fai presto a dirlo tu… Shun se ci arriva a cinquanta chili è grasso che cola… lui invece ne pesa più di cento in muscoli…-
- Preferirei che pesasse una tonnellata se potessi avere con tutti e tre i miei il rapporto che hai tu con lui …-
Dopo li avevano messi a letto.
La notte aveva portato un profondo silenzio ed un’immensa quiete, nella villa Kido solo una leggera brezza scuoteva le folte fronde degli alberi. Mentre all’ordine delle amazzoni l’aria sembrava essere quasi densa, niente si muoveva…
 
La ragazza si risvegliò in un luogo sconosciuto. La luce era intensa. Si tirò su e si accorse che il suo corpo era rischiarato da un misterioso alone rosa. Davanti a sé solo un muro ciclopico dorato. Si guardò attorno, non vedeva né la fine delle mura né dove poggiassero i suoi piedi.
Udì una voce femminile fuori campo.
– Benvenuti, contendenti per i ciondoli del risveglio cosmico. Le regole delle prova sono queste, contravvenire ad una sola si esse comporterà la squalifica.
Non rivelate le vostre identità e non rivelate quelle degli altri. Potrete stipulare alleanze, ma solo uno di voi potrà entrare nel centro! Sappiate che solo i veri proprietari troveranno la strada! In bocca al lupo a voi tutti!!!-
Una breccia si aprì nelle mura ciclopiche lasciandole la possibilità d’entrare. Di fronte a lei una stanza le cui mura si aprivano e chiudevano.
Lei sorrise, l’amazzone di Andromeda non poteva sbagliare strada… si mise a correre verso destra. Dopo un paio di svolte vide che in un’altra stanza tre figure correvano in un’altra direzione, erano avvolte da quella strana luce, ma avevano colori diversi, tra loro riconobbe Seiya a Shiryu.
Li sentì parlare… - Ma perché non possiamo fare altro che vedere sagome di luce?- chiese Seiya, in bianco.
- Non lo so. Forse per non far capire chi prenderà i ciondoli… ma a che servono?- rispose Shiryu in verde
- Per uscire?- suggerì il terzo.
Prima che la notassero il muro si richiuse.
Bella domanda, a che servivano i ciondoli? Shun storse il naso. Non sapeva come era finita lì, figuriamoci se conosceva la ragione per cui si trovava in quel labirinto.
Si mosse verso destra, ma un’altra figura comparve alle sue spalle. Lei si girò ed in quel momento le mancò il fiato. Suo fratello la studiava stupito.
- Alleanza?- propose lui.
- Non mi riconosci?-
- Vedo solo una macchia rosa…- fece lui.
- Ah, ok… va bene, alleiamoci…- balbettò lei.
Lui le sorrise.
I due si misero a correre nella stessa direzione.
- Scusa, ma tu mi vedi?- le chiese quando si fermarono davanti ad un altro muro aspettando che si spostasse.
- No…- mentì lei - …è che mi sembra d’averti già incontrato…-
- Stessa sensazione…per questo ti ho proposto un’alleanza.-
Il muro si spostò e i due ripresero la corsa.
- Tu sai cosa sono questi ciondoli?- chiese lei.
- No. Tu?-
- In questo momento è già tanto se so formulare il mio nome…-
- Andiamo bene…-
Mentre correvano in una specie di corridoio furono letteralmente travolti da altre due figure, una era rosso scuro, l’altra azzurra, Shun riconobbe in loro i gemelli russi. Le sorse un nuovo dubbio, ma quegli aloni coincidevano con il colore del cosmo? Per lei Hyoga ed quelli che aveva incrociato prima, forse… ma Esmeralda ed Ikki avevano un cosmo nero e l’altro rosso acceso…
- Alleanza?- domandò nuovamente Ikki che per loro non doveva essere altro che una macchia blu.
- Ok!!!- esclamò Esmeralda aiutandolo a rimettersi in piedi.
Hyoga aiutò la sagoma rosa – Non vi pare che manchi qualcuno?-
Tutti annuirono all’unisono.
- Se è destino lo incontreremo questo qualcuno, no?- propose Shun.
- Giusto, proseguiamo…- fece Ikki imboccando una svolta a sinistra seguito dagli altri, però lì le mura non si muovevano più.
- Cosa si fa adesso?- domandò la sagoma rosso scuro.
- Ci arrampichiamo?- propose quella azzurra.
- E come? Non ci sono appigli…- osservò il saint di fuoco.
La ragazzina in rosa istintivamente toccò un mattone. Una luce illuminò la sala ed il muro sparì. I quattro si ritrovarono in un’altra stanza dove c’era un’altra figura, stavolta viola scuro, quasi nero.
- Ciao!- esclamò questa gioviale – Ci alleiamo?-
I membri del  gruppo si scambiarono sguardi un po’ sorpresi per poi accettare. Shun riconobbe in quella figura Seika.
Le mura dietro di loro si richiusero facendo sobbalzare la ragazzina.
- Ehi, calma! L’uscita la troviamo.- la rassicurò il fratello.
Quelle parole le fecero sentire un calore che non provava da tanto. Un sorriso imbarazzato le curvò le labbra, ma probabilmente lui non vide altro che luce rosa.
Hyoga trovò la porta successiva, tutti passarono velocemente.
- A che scopo… perché siamo qui?- mormorò  la gemella.
- Lo scopriremo presto, a mio parere siamo vicini…- rispose la sagoma viola.
La ragazza in rosso trovò il nuovo varco, lì incontrarono altre cinque figure. Shun tirò Ikki per un braccio e gli sussurrò nell’orecchio:- Loro sono ostili…-
- Lo percepisco anche io…- le rispose lui.
Shun vedendoli ne riconobbe quattro. Uno era Daidaros, un altro era il maestro di Ikki, che aveva visto in foto come “l’uomo che Esmeralda doveva spiare”, poi c’era Isaac e per ultimo Kaysa.
Il quinto elemento era una donna, particolarmente somigliante a Dohko e Astrea.
- Come va, piccini?- chiese quest’ultima.
Shun aveva il sentore di dover scappare trascinandosi gli altri dietro.
- Non abbiamo intenzioni ostili.- dichiarò Seika.
- Voi no, noi sì…- ridacchiò Kaysa.
- Cercate la porta…- disse Shun d’un soffio, ma facendosi sentire distintamente dagli altri.
Isaac fu il primo ad attaccare. I suoi ghiacci per poco non colpirono Seika che, però, lo scartò senza problemi.
Subito si formarono le coppie. Isaac contro Hyoga, Seika contro Lemuri, Ikki conto il suo maestro ed Esmeralda contro Daidaros. Shun ovviamente doveva sostenere lo scontro con quella che sembrava proprio un “tritacarne”.
“Non ho neanche il ciondolo di Hades” pensò con rabbia.
L’altra cercò di raggiungerla più volte con colpi che ricordavano molto i suoi e quelli di Esmeralda. Improvvisamente, però, riuscì ad atterrarla. Quasi non avesse peso, aveva saltato oltre la ragazza. Ora le stava con le ginocchia sul petto sfoggiando un sorriso malefico. La delfina neanche capì bene cosa fece, era come se il suo corpo non fosse più il suo.  Una voce dentro le disse “URLA” e lei emise un urlo così forte che i muri tremarono e l’avversaria fu scaraventata contro il maestro di Ikki che capì che la porta doveva essere oltre la figura rosa a terra visibilmente esterrefatta. La prese per il braccio costringendola ad alzarsi, mentre con la mano libera raggiungeva il mattone. La porta si aprì ed i due fratelli entrarono seguiti dai gemelli e Seika. Il muro si richiuse. Dall’altro lato di esso iniziarono a sentire tonfi di vario genere…
Shun incrociò le mani sul petto. Hyoga la guardò con interesse: - Come hai fatto?-
 Lei si riscosse e lo guardò dritto negli occhi. Che doveva rispondere? Sapeva benissimo che quello era un urlo divino, alzi “l’urlo”, ma non poteva minimamente pensare di formulare quell’idea. Scosse la testa “No! Io non sono lei! Io sono un mostro!!!”
- Non lo so…- rispose al ragazzo.
- Ehm…- fece Seika per attirare l’attenzione -… vi siete accorti che siamo in un altro tipo di…-
- Ma questo è proprio un labirinto!!!- si lamentò Esmeralda.
Ora, infatti, si trovavano in un altro luogo, i mattoni erano rossi e più piccoli, in più le mura da diritte erano diventate curve. Non era più una strada, ma un vero corridoio. Ikki guardò verso l’alto. – Sembra quasi che siamo scesi…-
- Molto claustrofobico…- commentò il russo.
- Forse è meglio se pensiamo da che parte andare… dobbiamo allontanarci da quelli…- suggerì Shun sentendo un nuovo tonfo.
- Per me di là- indicò a sinistra Esmeralda.
Gli altri annuirono.
- State pronti ad un possibile nuovo attacco.- li ammonì Ikki.
Mentre avevano ripreso a correre a Shun venne in mente una nuova stranezza. Erano sempre tutti d’accordo, sapevano dove andare ed erano affiatati, e tecnicamente l’unica a conoscere le identità degli altri era lei. Pensò che se il russo avesse saputo chi gli aveva consigliato di stare attento sarebbe nata una discussione colossale.
La stessa voce la riscosse, ma non era di uno dei suoi compagni, che sembravano sordi ad essa. “Ardesia…Ardesia…Arrr…” pensò che come non aveva detto di poterli vedere forse era meglio non dire niente nemmeno su quella voce.
Un muro si stagliò di fronte a loro.
- Dite che abbiamo sbagliato strada?- chiese Seika.
- No… eravamo tutti d’accordo o sbaglio? La direzione è giusta, o almeno è giusta per noi…-
Tutti si voltarono verso la figura rosa.
- Che intendi dire?-
- Lo ha detto la voce iniziale… i proprietari troveranno la strada…- si spiegò meglio.
- E quindi? Non siamo noi i proprietari?- reclamò Hyoga.
“ROMPI IL MURO PER IL FULMINE, ARDESIA” disse quella voce.
Un capogiro la costrinse a reggersi al muro.
- Voglio provare una cosa…- fece lei trascinando i piedi.
Pose la mano sul muro, che stavolta non si spostò, ma tutto divenne scuro, le mura attorno si sbriciolarono a terra. Per alcuni attimi che a tutti sembrarono infiniti regnò un buio totale, poi una luce bianca formata da una colonna illuminò ciò che avevano intorno. Uno spazio infinito. O almeno così pareva. Notarono altre cinque figure dirigersi verso la colonna di luce, che però notandoli si fermarono. Uno era sicuramente Argor, altri due le sembrarono Leda e Spica, poi c’era un ragazzo magrissimo dai folti ricci rosso rame e dagli occhi neri, ma quando scorse l’ultimo gli mancò il fiato, preferiva fronteggiare mille tritacarne, piuttosto che lui, Hades. Sorrise, un brivido le percorse la schiena, e se l’aveva riconosciuta?
Fu Esmeralda la prima a riscuotersi e a correre verso la colonna di luce seguita a ruota dai ragazzi. Seika prese Shun per un polso:- Non so chi sei, ma ho capito… tu puoi vederci, vero?-
L’altra rimase immobile.
- Stà calma, se sei un’amazzone ne riparleremo dopo…- le disse e cominciò a tirarla. In pochi attimi raggiunsero e superarono gli altri tre, per pararsi di fronte ai nuovi avversari.
- Voi non potete vincere…- aveva detto Spica.
- Perché? Chi sei?- si era sbrigata a chiedere la ragazzina in rosa.
- Sono Dioniso!- dichiarò l’altro sparendo subito.
Seika si mise a ridere. La situazione era paradossale. Leda era rimasto imbambolato a guardare le due figure incredulo.
- Questa me la segno!!!- gridò Esmeralda euforica.
Si ingaggiò un nuovo scontro, Esmeralda fronteggiava Reda, Seika il dio dagli occhi ascuri, Ikki Argor e per la gioia di Shun a lei toccò Hades.
“Devo imparare a scegliermi l’avversario un po’ più velocemente…” pensò evitando un “Deflagration”. Pensò anche che se avesse detto il nome dell’avversario entrambi sarebbero scomparsi e gli altri quattro avrebbero raggiunto più facilmente la colonna… Ma in quel momento Hyoga, unico che non aveva un nemico fisso, colpì l’avversario di lei con un “Solis lux”. Ormai erano vicinissimi alla colonna, tanto che lei aveva rischiato di finirci dentro già due volte. Il ragazzo russo la prese per la vita.
- Siamo tutti d’accordo sul fatto che devi entrare tu là dentro…- le sussurrò all’orecchio.
- No!!! Perché?- chiese lei.
L’altro non rispose e la spinse dentro la luce. Il corpo di lei vi entrò intatto.
 
Ikki si svegliò di soprassalto, che razza di sogno aveva fatto? Labirinti che cambiano forma, sagome fatte di luce, colonne luminose… non che non fosse abituato a cose del genere nella realtà, ma non aveva così tanta fantasia.
Si girò verso il letto del compagno di stanza e vide Shiryu con la sua stessa espressione. Poi sentirono dei passi concitati Seiya aprì la porta seguito da Jabu.
Aveva lo sguardo sconvolto – Lo avete sognato anche voi?-
Il saint di Phoenix si mise una mano sulla fronte. “L’ombra rosa era Shun” questa era l’ultima consapevolezza.

 

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Capitolo 13
*** Il fulmine ***


Il fulmine
 
Shun si ritrovò in una enorme sala bianca con al centro un grande cilindro di cristallo. Vi si avvicinò piano, un po’ titubante. Era a mezzo metro di distanza quando sentì di nuovo quella voce.
Stavolta era più vicina e aveva un tono quasi materno.
“Ardesia!!!” la ragazza si guardò in torno ed notò una figura femminile. Questa si avvicinò stupendola. Erano uguali, a parte i capelli che le scendevano lungo la schiena. Le sorrise: - Pensavo che avresti avuto il tempo di crescere… ora per avere il fulmine soffrirai…-
- Come? Il fulmine? Ma non eravamo qui per i…-
- Certo, i ciondoli di ognuno di voi della quinta generazione risveglieranno la vostra linfa divina e quella dell’olimpo alleato.-
- Lo so che in questo momento posso sembrarti stupida, ma non ho capito nulla… ed il fatto di avere un nuovo sosia mi mette ansia...- fece lei.
- Io non sono un sosia, io sono te prima di reincarnarmi…- le spiegò l’altra.
Alla ragazzina mancò il respiro:- No! Io non sono una dea!!!- strillò con tutta la sua forza.
L’altra sorrise mestamente. – Lo so, per essere della quinta generazione non ti è toccata in sorte una gran triade… ma vedi, Proserpina dovette salvare Artemide e Moira ed Era prese il suo posto, quindi il tuo subconscio è un po’ scombussolato dalla presenza di due dee che non si amano troppo.
Shun la fissò di nuovo senza capire.
- Se tu fossi un po’ più grande te lo ricorderesti, nell’ultima battaglia sacra, quella vera, quindici dei si fusero in cinque. L’Ardesia, l’Arciere Diamante, il Cacciatore Ambra, il Fabbro Rubino ed il Messaggero di Giada…-
- Ed io sarei il guerriero? C’è un errore! Io detesto combattere!-
- Il vero guerriero è chiamato alla lotta per dovere, non per diletto.-
Shun rimase in silenzio, non poteva certo controbattere.
- E il fulmine a che serve?-
- Sarà necessario quando dovrai sconfiggere Urano, tu sei il garante dell’ordine stabilito alla morte di Fato, noi dei non serviamo più, è questo che ha scatenato le guerre in cui sei stata coinvolta col Fabbro e l’Arciere, ma prima dovrai risvegliare le linfe divine di tutto l’olimpo che parteggia per te, una pietra per ogni elemento della quinta generazione e poi…- una violenta scossa di terremoto scosse tutta la struttura – Prendi il fulmine ora… quando vi risveglierete saprete come trovare i ciondoli…-
- Aspetta! Non può essere vero, io sono la reincarnazione di Hades!!! Un mostro! Non una dea benigna!!!-
- Vuoi riscattarti? Prendi il fulmine!!!- le ordinò l’altra.
La ragazza si girò verso il cilindro. Vi pose sopra la mano e sentì un energia potentissima percorrerle il braccio, però non era come sentiva la linfa divina di Hades. Quella linfa era sua, sentiva attrazione per il fulmine. Mentre tutto si oscurava ebbe la sensazione che quell’energia in realtà c’era sempre stata.
 
Aprì gli occhi piano. Su di lei i visi di Hyoga, Esmeralda, Afrodite, Seika, Saga e Kanon. Più distanti i fratelli Aiolaos e Aiolia. Lei per un istante non riuscì a fare mente locale, poi percepì un dolose lancinante al braccio sinistro che la costrinse in posizione fetale. Non emetteva urla, odiava far preoccupare gli altri Hyoga con delicatezza la mise seduta e la forzò a guardarlo negli occhi: - Ho buttato te nella colonna di luce?-
Il suono le arrivò quasi ovattato. Una lacrima le fendette la guancia. Il dolore era insopportabile. – Sì…-
Afrodite tirò fuori una boccetta contenente un liquido dorato ed allontanò Hyoga.
- Ehi! Piccola, mi senti?-
Shun annuì, non riusciva a dissimulare la sofferenza e questo stava spaventando tutti. Quando era diventata campionessa alcune delle sue ferite erano proprio brutte, ma non si sentiva come in quel momento.
Assentì alla sorella.
- Ok… ora so che non ti piacerà e che probabilmente avrai le convulsioni… ma o prendi questo o impazzisci per il dolore… scegli!-
La ragazzina annuì di nuovo, l’altra la risdraiò, le mise il pollice e l’indice sulle guance obbligandola ad aprire la bocca e le fece scorrere il liquido nella gola. Nei primi istanti le sembrò di bere un semplice liquore che le bruciava la faringe e l’esofago, ma quando raggiunse lo stomaco un nuovo dolore le fece inarcare la schiena, la respirazione si fece più affannosa ed il cuore le sembrò arrivarle alla gola, ma in pochi istanti tutto finì, lasciandole solo il braccio dolorante e la gola secca.
- Cos’era?- chiese lei senza fiato.
Seika le passò un bicchiere d’acqua che bevve avidamente.
- È nettare degli dei…-
- Cosa? Come lo avevi? A che serve?-
- Ti serve per velocizzare il passaggio tra neo e proto divinità… e me lo ha dato Jason…-
- Che ore sono? – chiese nuovamente la ragazza.
- Oggi sei esonerata da tutto, l’unica cosa che devi fare è parlare con tuo nonno e Sion entro stasera…-
Tutti uscirono dalla stanza con Hyoga fanalino di coda. Lei si allungò afferrandogli il braccio.
- Pinguino, stai un po’ con me? Se puoi e vuoi…- Arrossì. La richiesta era venuta fuori così spontaneamente, realizzò subito dopo cosa aveva detto.
Lui le sorrise e le si sedette accanto sul letto.
- Giorno libero?-
- Giorno libero…-
 
I saint si erano nuovamente riuniti nella grande sala dove solo due giorni prima avevano parlato del problema amazzoni. Tutti avevano raccontato quello che avevano fatto. Da quello che aveva capito Ikki, nessuno di loro era stato suo alleato e si chiese se quella figura rosa fosse davvero Shun. Comunque, quando lo avevano chiesto aveva risposto di non essere arrivato oltre il primo labirinto e di non sapere chi fosse con lui. Sul secondo punto in realtà non aveva mentito, ma qualcosa gli faceva pensare che invece quelle persone le conosceva benissimo.
Argor si era vantato d’essere arrivato fino alla fine, ma che all’ultimo una figura azzurra aveva gettato un’altra dentro la colonna di luce.
- Ma cosa sono questi ciondoli e cos’era quel labirinto?- sbottò Aldebaran visibilmente spazientito.
- Forse,- provò a dire Shaka – è stata Ananke a mandarci lì… -
Tutti fissarono il saint di Virgo senza capire.
- Ananke, la dea della necessità…- spiegò meglio - …è più potente di Zeus, Moira, Nyz e Caos…-
- Non hai spiegato, hai solo fatto nascere nuove domande!!!- esclamò Seiya.
Mu si alzò prese un libro da uno scaffale e glielo mise sotto il naso. “Dizionario dei miti” – Leggilo, imparalo, amalo!- gli disse.
- Comunque… il problema ora è capire se c’è una reale minaccia oppure no, intendo a parte Hades…- provò a dire Milo.
- Una minaccia c’è di sicuro: le amazzoni!!!- dichiarò Dohko.
Shaka si grattò il naso con l’indice, tentando di tenere un’espressione seria.
In quel momento le arrivò un sms. Si alzò dicendo di dover andare in bagno. Fuori dalla porta lesse il messaggio, glielo aveva mandato Afrodite : “ Se non torni subito faranno presiedere il senato da una diciassettenne, non che non sia brava o assennata, ma non può cominciare ora! Torna!!!”
La donna guardò il telefono un po’ storto. “Ma chi è l’attuale delfina? Non avranno mica eletto una delle bambine che persero il controllo contro i titani…” pensò. L’età era quella più o meno. Sperò con tutte le sue forze che non fosse quella che l’aveva contestata tanto tempo prima, quando l’armatura d’oro era fin troppo spesso appesa al muro…
 
Il luogo più pericoloso di tutto l’ordine delle amazzoni. Pieno di torturatori, urla, lacrime e cattivi odori, un luogo in cui poche volte un argonauta aveva avuto il coraggio d’entrare: l’asilo delle amazzoni.
Hyoga non aveva detto nulla, aveva accettato e basta, in fondo era ancora sotto controllo per aver mostrato la sua identità di fronte ai saint. Alcuni dicevano persino che era un traditore, Shun si stava prodigando in tutti i modi per aiutarlo, già il fatto che al delfina delle amazzoni gli dava così tanta fiducia favoriva molto la sua situazione. La guardava da un angolo mentre prendeva in braccio la bambina. Quanto si assomigliavano. Avevano gli stessi occhi e lo stesso viso, la differenza era nei capelli lisci e biondi della bambina, completamente opposti a quelli verdi e ribelli della ragazza che la sosteneva.
- Mamma! Mamma!!!- la chiamava e lei con voce dolce e paziente le diceva: - No! Zia…-
Chi poteva dare torto a quella bambina? Per i primi due anni della sua vita Shun e Hyoga si erano occupati di lei, poi anche loro erano partiti. La ragazza si girò verso di lui rivolgendogli un sorriso a trentadue denti.
- Hai visto Hope? C’è anche Hyoga! Che dici lo andiamo a salutare?- 
Come era diversa da quando si era svegliata! Il dolore era sparito, anzi, sosteneva la bambina con entrambe le braccia.
“Potremmo avere una bambina così” pensò Hyoga arrossendo di colpo. Sì, Hope aveva i capelli poco più scuri dei suoi e gli occhi di Shun. Molti avrebbero potuto pensare che fosse figlia loro se non fosse stato per il fatto che Shun dimostrava anche meno della sua età, e per quanto la bambina fosse nel cinquantesimo percentile, non poteva comunque dimostrare due anni.
La ragazza gli si avvicinò. – Ehi, Pinguino! Che dici andiamo al palazzo dello svago?-
Il russo si alzò – Perché no? Sarà divertente vedere se ha il tuo senso dell’equilibrio…-
- Non credo… assomiglia a sua madre…-
Hope saltò tra le braccia di lui. – Sai, l’altra mamma ha detto che se ti sposi mamma diventi mio zio!!!-
Shun si imbarazzò tanto da impallidire, più che arrossire ed il biondo non riuscì più a guardare in faccia nessuna delle due…
- Non lo sai?- provò a dire per sdrammatizzare – A tua zia non piace l’idea del matrimonio!- fece avviandosi e tenendo ancora la bambina in braccio seguito dalla delfina, ormai catatonica.
- Perché?- chiese la vocina acuta della piccola.
- Dice che se si ama una persona non bisogna ostentarlo con cerimonie inutili…-
- E allora come si fa a capire se qualcuno ti ama?- continuò a chiedere la bambina.
- Glielo si dice… - si intromise Shun – …e si spera che risponda allo stesso modo…-
La bambina rimase concentrata per qualche minuto mentre veniva trasportata dalle forti braccia dell’ex saint di Cingus, suscitando una risata di sfogo dei due ragazzi.
- Ma serve comunque una damigella?- chiese alla fine.
- No…-
- Ed io che faccio?- continuò la bambina in tono preoccupato.
- Tu stai buona ed aspetti!!!- esclamò Shun.
- Cosa?-
- Che la tua vita trovi equilibrio… è quello che cerchiamo tutti… trovare equilibrio e mantenerlo… con o senza qualcun altro…-
Hope guardò la zia senza capire.
- Siamo arrivati!!!- urlò Hyoga contento che al discussione più difficile mai sostenuta da lui fosse finita.
Cambiarono le scarpe negli appositi contenitori ed uscirono. Una distesa di ghiaccio sintetico li attendeva. Shun saltò oltre la staccionata e fece subito delle piroette mentre Hope la raggiungeva a piedi un po’ malferma. Hyoga le seguiva più tranquillo. Prima che lui tornasse in Siberia per riprendere l’armatura e lei in Giappone avevano pattinato con Hope. Shun, quando saliva sui pattini, tornava bambina. Aiutò per un po’ la nipotina a reggersi, ma non c’era verso di farla stare in piedi…
- Io l’equilibrio non lo avrò mai!!!- gridò tutta impettita.
La ragazzina rise :- A chi lo dici!!!-
Hyoga venne verso di loro con movenze molto eleganti e si piegò all’altezza della bambina per dirle qualcosa, ma la piccola logorroica lo anticipò con una richiesta.
- Mi fate vedere come ballate tu e mamma/zia?-
Lui da sotto la frangetta guardò la ragazza che teneva in piedi la bambina tirandola per le braccia che annuì un po’ preoccupata.
Hyoga prese la bambina per i fianchi e la fece sedere a terra vicino al muretto che delimitava il ghiaccio dalle tribune.
Shun si richiuse le manopole. Improvvisamente aveva freddo. “Non ti comportare come farebbe una coetanea di tua nipote!” si disse.
Hyoga tornò verso di lei. – Che numero facciamo?-
- Non lo so… andiamo a braccio?-
Il ragazzo le sorrise, poi si mise in posizione. Cominciò a pattinare verso destra e lei verso sinistra e quando si incrociarono fecero una piroetta in aria.
 
Jason picchiettava sulla scrivania, mentre Sion lo guardava storto. Shun arrivò correndo nella stanza. I jeans erano ricoperti di ghiaccio e da una tasca spuntavano un paio di guanti di lana nera. I capelli erano più scompigliati del solito.
- Alla buon’ora!- esclamò suo nonno.
La ragazzina non rispose e si sedette davanti al tavolo dove stava.
- Di cosa dobbiamo parlare?-
- Prima di tutto sappi che da domani dovrai presiedere il senato…-
- Cosa? Ma se si può entrare solo a venticinque anni …-
- Indosserai un chitone bianco e non un peplo, con te ci sarà il tuo team, hai già assegnato i compiti ai tuoi compagni?-
- Hyoga è il mio consigliere e subentrerebbe se mi succedesse qualcosa prima di una futura elezione… a Seika ed Esmeralda  non l’ho ancora detto… ma le vorrei come miei sovrintendenti ai rapporti esteri e agli affari interni…-
- Ok… ora la cosa più seria… cosa è successo quando sei entrata nella colonna di luce che ci hanno descritto?-
Shun sorrise, anche lui sarebbe voluto arrivare fin lì, tutta quella storia del presiedere non aveva altro senso se non quello punirla …
- Ho preso il fulmine…-

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Capitolo 14
*** Fiducia ***


Note dell’autrice: ok lettori, siete pronti ad un  nuovo delirante capitolo? Spero di sì… ringrazio sepre Crystal eye Averyn lady Tsuky e Walli… Cry mi ha fatto notare che è un po’ strano passare da “la meretrice è nelle cucine” a quello che ho scritto in “pateticamente maturo” e ringrazio tutti coloro che lo hanno letto!!! Siete fantastici… ok vi ho disturbato fin troppo, buona lettura (spero).
 
Fiducia
 
Le ragazze si erano aiutate a vicenda per indossare quelle tovaglie che Jason aveva avuto il coraggio di chiamare chitoni. Hyoga vestito come loro le aspettava fuori. Shun lo salutò preoccupata. Avevano passato la mattina ad allenarsi  e a discutere su come pronunciare il primo discorso al senato. Esmeralda  voleva le cose in grande stile, Seika desiderava qualcosa di tradizionale, Hyoga aspirava a convincere tutti di meritarsi quel ruolo e Shun fondamentalmente non aveva alcuna intenzione di entrare. Intanto nessuno di loro aveva scritto nemmeno una riga di ciò che avrebbe detto.
Sfilarono l’uno dietro l’altra per le vie della città. I bambini li additavano. Le amazzoni più grandi prendevano le matricole vicino a loro e indicando la delfina dicevano “Quella è la campionessa record”.
Quanto odiava tutte quelle attenzioni. Era riuscita a non farsi mai vedere alle ore del giorno più affollate.
Ogni tanto Esmeralda le diceva di tenere la testa alta, ma lei non sentiva.
Quando entrarono nel senato a Seika,che di solito era la più composta, scappò un clamoroso “Wow”.
La sala era tutta rosso ed oro, i sedili erano posti a semicerchio e dovevano contenere più di trecento amazzoni anziane…
Shun si bloccò un istante. Le poltrone erano gremite di donne sopra la cinquantina vocianti, e lei, che non aveva un terzo dell’età di molte di quelle donne, avrebbe dovuto comandarle? Esmeralda le diede una leggera spinta e la ragazzina finalmente si mosse fino al posto che di solito spettava alla regina delle amazzoni. Attorno a lei si sedettero i gemelli russi e Seika si accomodò appena sopra. Jason arrivò con Sion, Afrodite ed Aiolaos che portavano corone d’alloro e con esse incoronarono i quattro della squadra α jr. Poi Jason mise a Shun un anello. Il simbolo del potere. Due delfini che si inseguivano sul filo di metallo che simboleggiava il mare.
I ragazzi finalmente si sedettero ed un lunghissimo applauso li accolse.
Poi uno alla volta tutti e tre si alzarono per parlare. La prima fu Seika, che sembrava volesse vendere un prodotto per la casa. Poi toccò ad Esmeralda, che si ingarbugliò più volte, ma alla fine non fece proprio un pessimo discorso. Il penultimo fu Hyoga. Il suo discorso fu deciso, appassionato, a volte persino toccante. Quando con enfasi esclamò: - Io sono uno di voi perché voglio esserlo, non perché lo ha deciso mia madre…- lei capì cosa doveva fare.
Gli applausi per lui non furono molti e Hyoga tornò a sedersi deluso. Shun gli disse prima d’alzarsi: – I grandi non sono mai compresi ai loro tempi…-
La ragazza si alzò affacciandosi sul pubblico. Gli applausi divennero subito fragorosi.
- Grazie… grazie!- disse fermando gli applausi. Con tono calmo disse: – Vorrei, se la gentile assemblea mi permette, chiarire subito un fatto.- fece una pausa per enfatizzare – Io non sono qui per prendere il posto dell’attuale regina. Io sono qui per adempiere ad un compito affidatomi da voi.-
Una fragorosissima ovazione proruppe.
- Non voglio, però, che l’ordine dimentichi per che cosa è nato. Noi non siamo giudici, noi diamo nuove opportunità a chi non ne ha, noi aiutiamo i discriminati a vivere nell’uguaglianza e nel rispetto reciproco!!!-
Nuovo applauso.
- Siamo eterogenei, non badiamo alle caratteristiche somatiche, alla religione o a qualunque altro elemento di discriminante… li ignoriamo tutti tranne uno…-prese fiato per poi esclamare -Perché continuiamo a discriminare gli argonauti? Perché oggi in mezzo a voi vedo così pochi uomini? Ci poniamo al livello di chi ci discrimina se noi stessi classifichiamo le persone in base al sesso…-
Nella sala calò il silenzio.
- Io voglio per le amazzoni un mondo in cui regnino l’uguaglianza e la giustizia! Anzi, io lo voglio per tutti gli esseri umani, perché, forse non serve ripeterlo,  siamo tutti uguali!!!-
Il pubblico reagì piano questa volta, ma l’applauso aumentò di volume fino a diventare scrosciante con urla formidabili che affermavano “Lunga vita alla delfina ed i suoi ministri!!!”
Lei fece riavvicinare Hyoga, gli prese la mano e la sollevò trionfante. Le grida non si fermavano, gli applausi continuavano, qualcuno lanciò anche dei fiori.
Sion diede una gomitata a Jason. - È una macchina politica…-
Alla fine non rispettarono i tempi per la lettura dell’ordine del giorno.
 
La ragazzina dai capelli verdi guardava il mezzo busto di una statua che raffigurava una vecchia. Il museo era tutto per loro. Nessuno le avrebbe disturbate, Seika lo sapeva.
- Quella è una sibilla…- informò la compagnia sollevandola dai pensieri in cui era assorta…
- Sì…- rispose l’altra -… lo hai visto il quadro sui paesaggi irlandesi?-
- No, dove lo hai visto?- domando l’altra incuriosita.
- Vieni, te lo mostro…-
La situazione era paradossale, sapeva che tra tutte le sue compagne l’unica che sarebbe venuta con lei a vedere un museo era Shun. Comunque, le sembrava strano essere lì con quella ragazza tanto sorridente.
La seguì passarono per varie stanze, la ragazzina non sembrava notare il fatto che erano sole o che molte di quelle opere si trovavano in musei diversi.
Il fregio del Partenone era al British Museum, invece la Nike era al Louvre, e per finire il ratto di Proserpina di Bernini era a Roma, lo sapeva, ed era sicura che lo sapesse anche la sua compagna che continuava a guardare dritto come se sapesse perfettamente dove stava andando.
Improvvisamente Shun si fermò ed indicò un quadro vicino alla sua destra. Mostrava una grande distesa verde con un immenso arcobaleno che finiva in una grande pentola d’oro con accanto un omino verde.
- Ma questa è…-
- È la rappresentazione  della leggenda irlandese del lepricauno… la conosci?- spiegò la ragazzina in tono molto da scolaretta.
- No, di che parla?-
- La leggenda dice che quando qualcuno raggiungerà la fine dell’arcobaleno troverà una pentola piena d’oro che è del lepricauno, ma la mia leggenda preferita sull’arcobaleno è un’altra…-
- Quella del passaggio per il regno degli Asi?-
- No, quello della messaggera di Zeus ed Era che correndo lascia dietro di sé la scia che annuncia la fine della discussione tra gli sposi celesti.-
Shun si girò verso Seika sfoggiando un sorriso a trentadue denti…
- Bello…- commentò l’altra tornando a guardare il quadro, - … che strano, sembra che la notte si avvicini, nel quadro intendo, e che vicino al lepricauno ci sia un’arpa. Tu che ne pens…-
A quel punto se ne accorse. La ragazzina aveva i capelli lunghi, più lunghi di prima di tagliarseli. Quella non era la realtà, sapeva, sentiva che quella era Shun, ma allo stesso tempo sapeva che non era la ragazzina che conosceva.
- Tu ti sacrificasti per prima, lo sai?- le chiese l’altra.
- Shun, tu…-
- Te ne sei accorta, non è vero? Ascolta, le prime a decidere di negare se stesse per ampliare i propri poteri per proteggere il nuovo equilibrio foste Iride, Mnemosine, Nyx e cioè tu… so che non te lo ricordi… il che è un po’ ironico, non trovi?-
Seika la guardava senza capire.
- Ora ascoltami bene, hai tutte la informazioni che ti servono per trovare il primo ciondolo, il ciondolo di giada viola… tu sei il messaggero artistico della notte. Non ti preoccupare, sei solo la prima ad attivarti della quinta generazione, non sei sola, aspettaci.-
- Aspetta!!!- urlò l’altra venendo catapultata in una misteriosa oscurità. Poi aprì gli occhi svegliandosi e risvegliando tutto il dormitorio.
- Ma che ti prende?!!- esclamò Esmeralda catapultandosi in camera sua e di Euridice.
- Sono il messaggero artistico…- rispose l’altra laconica, guardando stravolta la delfina delle amazzoni oltre la biondina.
 
I saint non sapevano come organizzarsi, di attaccare le amazzoni era escluso, non sapevano nemmeno dove fossero, e di nuovi nemici neanche l’ombra. Seiya era isterico, sembrava un animale in gabbia. Ikki si divertiva con Shiryu a guardarlo scorrazzare per la casa iperattivo, si metteva persino a pulire per passare la giornata, suscitando l’ilarità di tutti.
In quel momento persino Death Mask si stava divertendo a prenderlo in giro mentre il saint di Pegasus puliva uno scaffale della biblioteca. Era un modo per sfogare la tensione.
Improvvisamente Black fece irruzione nella stanza.
- Presto, venite!!! Le amazzoni chiedono una teleconferenza con noi!!!-
I due saint di bronzo a terra si guardarono perplessi, mentre Seiya perdeva l’equilibrio e cadeva rovinosamente a terra.
Death Mask fu il primo a correre verso la sala della comunicazioni, seguito dagli altri quattro.
Tutti i saint arrivarono lì in quel momento. Ikki guardò il maggiordomo di Saori con rabbia. Lo aveva evitato tutti i giorni, da quando aveva visto quel video. Si domandava cosa lo frenasse dallo schiacciargli la testa contro il muro. Forse era la voglia di vendicarsi.
Tatsumi fece partire la comunicazione. Le prime immagini erano quelle di visi di ragazzine mezze addormentate. Due erano le gemelle che avevano conosciuto pochi giorni prima, Alexia e Mascia. Poi riconobbero Seika e capirono che la persona bionda accanto alle due rosse doveva essere Hyoga.
Saga apparve da dietro il muro delle ragazze e spostò Alexia indietro.
- Salve, ragazzi, volevo ricambiare il favore che Saori mi fece quando arrivaste al grande tempio…-
Esmeralda tossicchiò un “Idiota”.
- …il primo ciondolo del risveglio si trova in Irlanda, e noi andiamo lì. Voi avete bisogno di noi quanto noi abbiamo bisogno di voi…-
Alexia esclamò: – Noi abbiamo il cacciatore ed il messaggero, voi il guerriero ed il fabbro!-
Hyoga la guardò come per dire “Non dire stupidaggini”, ma non commentò.
- Sappiamo che sapete cosa vuol dire, voi avevate il libro prima di noi… quindi vi chiedo una pausa per… - proseguì Seika.
Saori in quel momento intervenne. Ikki vide distintamente la mano di Hyoga serrarsi su un pezzo di carta e cominciare a congelarla.
- Voglio parlare con la regina!!!-
Alexia tornò davanti e fece spostare tutti. Spostò indietro una ciocca rossa.
- La regina delle amazzoni non c’è, io sono la delfina ed attualmente…- mostrò l’anello della reggenza - … ho il comando dell’ordine.-
Dohko rise sotto i baffi.
- Ridi, ridi…- commentò la ragazzina – Io intanto con un ventesimo degli anni tuoi ho già sconfitto due immortali più di te da sola.-
L’uomo rimase immobile.
- Allora… non sappiamo dov’è la pietra, ma possiamo trovarla. Parlando francamente, questa non è una vera e propria alleanza. Ad entrambi i gruppi occorre sapere se è necessaria la presenza di tutti i componenti della quinta generazione.-
Ci fu un attimo di silenzio. Quella ragazza aveva ragione, Saori lo sapeva, ma sapeva anche che se i suoi sospetti erano fondati lei non sarebbe più stata nessuno.
Fu Aldebaran a rompere gli indugi.
- Non abbiamo molte alternative…-
La ragazza fece un sorriso a mezza bocca.
- E se fosse una trappola?- chiese Shiryu.
Hyoga si sporse. – Fidati, se volevamo farvi fuori lo avremmo fatto prima.-
- Accettiamo…- terminò Dohko – ma non vi aspettate che vi salviamo se sarete in pericolo…-
La delfina delle amazzoni rise – Odio le “donzelle in pericolo”!-
La comunicazione si chiuse. Ikki rimase imbambolato di fronte allo schermo. C’era qualcosa di familiare in quella voce infantile della delfina, l’aveva sentito anche quando aveva cantato per sua sorella.
Seiya improvvisamente sbottò – Ma cos’è la quinta generazione?-
- Dobbiamo prepararci al peggio, io non mi fido…- disse Death Mask.
- Io so chi contattare…- affermò Shaira decisa.
 
Saga sospirò. – Ora prepariamo armi e bagagli…-
- A proposito!!!- esclamò Esmeralda – Quando toglierete a Shun il sigillo?-
- Non lo toglieremo…-
- Come?- chiese Hyoga che era già partito verso la porta.
- È perché non sono controllabile?- domandò la Shun.
Saga la prese per le spalle  e la guardò negli occhi – No, cioè anche… il vero problema è che il tuo corpo non regge bene la linfa divina, guarda il tuo braccio, non possiamo rischiare che l’erede del fulmine muoia.-
- Sarebbe uno spreco, giusto…- commentò la ragazza divincolandosi.
- Fermati!!!- le ordinò lui – Forse Jason ti vede come un’arma, ma io no, e mi fido di te…-
- Sì, certo!!!- rispose lei ironica.
- Tieni… e dimmi se non è vero!-
Saga teneva in mano il ciondolo di Hades e il pugnale della notte di sangue. Shun rimase immobile, mentre lui rimetteva il ciondolo in un sacchetto rosso e gli dava in mano i due oggetti.
- Come hai convinto…-
- Non ho convinto Jason, anzi, lui non lo sa, ma Sion la pensa come me.-
Shun prese ciò che suo padre le stava porgendo. Le mani le tremarono. Quello era un atto d’affetto vero, e non lo aveva compiuto né un suo compagno né suo fratello.
Una lacrima le rigò la guancia ed abbracciò Saga.

 

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Capitolo 15
*** Giada Viola ***


Come al solito ringrazio Crystal eye, Averyn, lady Tsuky, Walli, e Sidonia che mi ha recensito “pateticamente maturo” scusate il ritardo… Sono passata!!! (non era per medicina tranquilli!!! Non mi interessa…) e quindi ora la vita è più affaccendata, ora vivo al profondo nord (sempre in Italia, tranquilli, non sono andata in Norvegia…). Scusate i prossimi ritardi!!!
 
Giada viola
 
Arrivare a Dublino era stato facile, un aereo delle amazzoni ed i passaporti che avevano falsificato ed il gioco era stato fatto. Seika, però, mentre gli adulti cercavano un posto dove dormire, aveva insistito per fare un giro in città con tutta l’α-jr. Le due ragazze più grandi ad ogni negozio si fermavano. Shun e Hyoga erano già entrati in otto negozi con l’unico compito di annuire e sorridere ad ogni oggetto che le altre due mostravano loro, poi entrarono da “Carrot’s”, la catena di negozi più fornita di souvenir di tutta l’Irlanda.  Lì Hyoga sorprese Shun a guardare un anello. Era formato da due mani argentee che reggevano un cuore rosa incoronato.
La delfina si sentì osservata ed avvampando balbettò :- È il faithring… un anello tipico qui, lo si dà alle ragazze, quando sono bambine lo portano tenendo la corona verso l’interno, e quando si fidanzano all’esterno… la corona simboleggia la famiglia…-.
- Perché ti vergogni?- domandò lui.
Lei lo guardò quasi supplicando. In quel momento Seika ed Esmeralda apparirono con dei cappelli di peluche verdi da cui sporgevano barbe rosse.
Si misero tutti e quattro a ridere e Seika portò Shun a provare qualche maglia con la scritta “bevo solo nei giorni che cominciano per “T”…”
- Tu porti la stessa taglia di guanti di Shun?- chiese il russo alla sorella.
Esmeralda alzò il sopracciglio. – Sì, perché?-
- Puoi dirmi qual è la tua misura di anello?-
- Quelli non vanno bene come anelli di fidanzamento!!!-
- Non dire idiozie e provateli!!!- sbottò l’altro arrossendo – Il suo compleanno è tra meno di un mese…-
 
La ragazzina nel suo eschimo verde, jeans scuri, cappellino di lana e anfibi neri si sentiva benissimo. Hyoga con indosso un semplice maglione bianco la inseguiva mentre saltellava per i sentieri di quella campagna. Seika aveva raccontato il sogno più volte. Shun lo ricordava quel sogno, ma preferiva non dirlo, non voleva che qualcuno insinuasse che quell’ “con la quinta generazione” fosse un “in”. Si godeva semplicemente il trekking. Amava passeggiare all’aperto. Da quando se ne erano andati dalla villa, lei e Hyoga lo avevano fatto spesso. Lui dice va che il verde non faceva venire brutti pensieri, cosa che suscitava molta ironia a Shun. I suoi capelli non avevano mai inciso sui pensieri dei nemici. Forse la faccia da bambina che si ritrovava aveva fatto pensare qualcosa, ma l’unica cosa che potevano far  suscitare i suoi capelli era il dubbio “Ma saranno suoi o se li tinge?”.
Gli argonauti erano in dietro. Con loro c’erano i Dioscuri, Camus ed Aiolia che voleva conoscere meglio sua nipote e sua cognata. Seika ed Esmeralda arrancavano dietro. Loro in quegli anni non si erano allenate come i due ragazzi che aprivano la fila e camminavano come se fossero fatti d’aria.
Un fiumiciattolo si parò di fronte a loro. La possibilità di guadarlo c’era, bastava saltare da un masso all’altro. Shun stava per mettere il primo piede, ma si fermò facendo cenno agli altri di far silenzio. Hyoga le si avvicinò.
- Cosa c’è?-
La ragazza sorrise - Delle vecchie conoscenze…-
Poi sparì, e da un albero caddero rovinosamente Cid e Bud. Le ragazza riapparve davanti a loro con le mani sui fianchi, con un sorriso a mezza bocca.
- Sono stufa di essere attorniata da gemelli!!!-
Esmeralda le si accostò:- Anche io!!!-
-Vi ricordo che in questo momento siete uguali!!!- esclamò Camus.
I due ragazzi albini le guardarono esterrefatti. – Ma chi siete?- chiese quello con la cloth bianca.
- Ti basti smettere di pedinarci!!!- esclamò sempre la bionda - E dite a quella sottospecie di Barbie di girare alla larga da mio fratello!!!-
La delfina tornò avanti e guadò il fiume senza più curarsi di loro. Flare, la sottospecie di Barbie, l’ochetta cretina che aveva abbindolato con la sua femminilità e civetteria Hyoga. Non poteva competere. Hyoga doveva aver parlato di lei con la sua gemella.
Dopo aver guadagnato  una radura ed aver seminato gli altri, a parte il russo, si girò verso di lui : - Pensi ancora a lei?- gli chiese.
Hyoga si impietrì. Non capiva se il tono fusse di gelosia o curiosità. Ripensò al giorno in cui aveva portato Shun via dalla villa Kido. L’idea di farle rivivere quei momenti lo atterrì.
Lei sorrise – Scusa, non sono affari miei, ma se la ami, voglio che tu sia felice… quindi dimmi quando e ti aiuterò a vederla!!!-
Al ragazzo mancò il fiato. Avrebbe voluto protestare, ma tacque. “Sei tanto intelligente quanto tonta” pensò. Il fatto che lei non mostrasse emozioni, però, lo spaventò.
Gli altri li raggiunsero.
Seika superò Hyoga e si mise a braccetto con Shun. – Ehi, bella!!! Che dici se passeggiamo un po’?-
Doveva riallacciare i rapporti con lei. Sapeva come la pensavano le sue due compagne sul coinvolgere Ikki. Non capiva proprio il rapporto tra quella ragazzina che recitava sempre un ruolo diverso e quell’uomo che sapeva solo fare la parte del duro, e nemmeno come facesse a piacere ad una ragazza tanto indipendente come Esmeralda.
- Ehi, come senti? Quei due non li vedevi da tanto…- osservò.
- Non ho provato nulla.- rispose l’altra, ma mentiva, lo sapeva, era turbata, ma non voleva parlarne con lei.
- Sei molto arrabbiata?-
Shun si liberò dalla presa dell’altra - Lo so che per te non è importante, che non hai un uno forte con tuo fratello come me ed Esmeralda con i nostri, ma speravo che almeno avresti rispettato questo legame.-
- Io volevo solo eseguire gli ordini! Tuo fratello è persino più importante di te in questo momento per la causa!!!-
- Non sei meglio di tuo padre e tua madre se tra il rispetto per ideali e ordini tu…-
Seika la interruppe :- Non puoi confrontarmi con i miei genitori!!! Loro mi hanno abbandonato per eseguire degli ordini!!! Non è come far sapere a tuo fratello cosa succedeva tra le mura della villa!!!-
- Tu lo stai istigando alla vendetta, a tornare quel mostro che viveva solo per la vendetta!!! Non te lo permetterò!-
- Sei disposta a combattere per una causa persa come questa e poi per ciò che potresti avere non provi nemmeno a metterti in gioco!!!-
- Di che parli?-  la ragazzina si irrigidì.
- Pensi che sia cieca? Vuoi che Flare abbia Hyoga? Dimostra di avere fegato!!! Lotta per questo, invece che per una causa persa come il coinvolgimento di tuo fratello con le amazzoni!!!-
Dal braccio di Shun cominciò a gocciolare del sangue, forse stava perdendo il controllo sulla sua linfa divina. Teneva la testa bassa e non parlava. Si riscosse improvvisamente e si voltò verso gli alberi. – Abbiamo compagnia… e questi non sono dei falliti…-
Aiolia la le raggiunse per primo. Dagli alberi sbucarono tre angeli.
Seika aveva già sfoderato il flauto traverso, compagno di tante battaglie. Shun invece affossò la testa nel bavero del giubbotto e le mani delle tasche intimando al leone di stare lontano.
Dagli alberi apparvero tre figure alate.
- Icaro, Teseo ed Ulisse…- li riconobbe la bruna.
La ragazzina fu subito colpita da quello con la maschera ed i capelli rosso scuro. Era impossibile non notarlo, esprimeva un’enorme tristezza. Una parte di lei avrebbe voluto provare a convincerlo a desistere, ma era la sua parte saint, e ricordava bene cosa era successo l’ultima volta che l’aveva ascoltata.
Ovviamente Seika e Aiolia gli lasciarono lui da affrontare.
Seika stava schivando un sinistro ben assestato quando colpì Teseo alla nuca con lo strumento, sapeva di non poter suonare. Ne andava del suo ultimo segreto, e se tanto le dava tanto, sapeva a chi aveva chiesto aiuto Saori.
Buttandolo a terra guardò in direzione della delfina. I due avversari non parlavano, lui attaccava e lei schivava. Poi la vide, poteva essere cambiata fisicamente e nel carattere, ma i movimenti no, il corpo ricorda sempre il passato e lo riporta a galla, sempre.
Shun con una giravolta sfiorò il busto dell’avversario. La corazza di questo andò in frantumi.
Seika ritornò al suo avversario. Quel ragazzo gli faceva quasi pena.
Fu Teseo ad accorgersene, bloccandosi a bocca aperta e facendo voltare anche l’avversaria non prima che questa gli avesse assestato un poderoso calcio al fianco.
La delfina delle amazzoni tolse all’angelo la maschera e poi andò a dare man forte all’altro compagno.
Seika si passò una mano sulla faccia. Non era in grado di capire quella ragazzina.
Icaro rimase immobile in ginocchio, gli occhi sbarrati e la bocca aperta in un’espressione di stupore.
L’angelo cercò di attaccare la ragazza bruna, ma prima che lei reagisse Icaro lo colpì neutralizzandolo definitivamente. Intanto Shun colpiva Ulisse con il Double tenbu Horin.
Seika guardò perplessa il ragazzo. Doveva ammettere che non era niente male, ma qualcosa non andava.
- Conosci per caso Marion Brunette?- chiese.
Il ragazzo con un nuovo sguardo perplesso disse lentamente :- Sì, è mia sorella…-
- E che cavolo!!!- esclamò l’altra – Cioè… scusa… ma sei mio zio, come lui!!!- fece indicando Aiolia ancora un po’ intontito dall’adrenalina – E pure tu sei carino!!!-
- Come?- fece lui senza capire.
Shun si aggiustò in giubbotto sul ventre - Lei è figlia di Marion Brunette e Aiolaos Strong… Come il saint di Pegasus…-
Aiolia gli si avvicinò – Tranquillo, la cosa più scioccante della giornata non è questa… da che parte vuoi stare?-
- Sono in debito con la ragazza che mi ha tolto la maledizione…- fece riferendosi a Shun che avvampò mormorando un  “Non importa…”
Intanto Esmeralda si teletrasportò accanto alla delfina delle amazzoni.
- Scusate il ritardo… Alex, reggiti forte!!!-
- Cosa c’è?-
- Ci sono tutti… vuoi un sacchetto per il vomito?-
La ragazza si portò una mano la petto. Il battito era aumentato all’impazzata. – No, o la meno non per ora…-
Esmeralda guardò il nuovo attivato ed esclamo :- Toma!!!-
- Come lo sai? –
- C’è una tua foto da qualche parte all’ordine delle amazzoni…- squillò la voce della ragazza – Come mai sei qui? Perché non ci attacchi? Ti hanno già spiegato l’albero genealogico?-
- Ma che razza di telepate sei?- la canzonò Seika.
- Non è carino spiare la testa di un possibile compagno…- l’apostrofò la russa.
- Sì, sa più o meno tutto…- sopirò Shun vedendo arrivare i primi saint.
- Ma voi angeli come sapevate che eravamo qui?-
- Siamo stati richiamati da Artemide, altro non sappiamo…-
Hyoga le raggiunse correndo. –Ero in contatto con Mascia, so tutto… non sai come Artemide era a conoscenza di tutto questo?-
L’altro scosse la testa.
- Come l’hanno presa i Saint?- chiese la ragazzina dal cappotto verde.
- A parte un paio di persone mi guardano tutti con odio…-
- Mi dispiace…- provò a rispondere l’altra.
- Se l’è cercata!- rispose Seika seccata. Successivamente guardò preoccupata la delfina, tra la folla che arrivava si faceva largo un viso fin troppo conosciuto. Ikki.
- Come faremo a proteggerlo?- fece Esmeralda prendendo la mano all’amica.
L’altra ragazzina le posò la testa sulla spalla - Non glielo diremo…-
L’attenzione della terza ragazza fu catturata da un’altra figura fisicamente molto simile alla fenice. Julian. Per un attimo ebbe l’impulso di corrergli in contro, ma ricordò subito cosa le aveva fatto…
 
Era passato un anno dalla guerra contro Hades. Lei era nuovamente scomparsa per il fratello. Doveva essere Sorrento di Siren per lui. Era disposta a mollare l’ordine delle amazzoni, la cloth e persino la musica per lui.
Ormai stavano insieme, lui sapeva che era una donna, si erano concessi l’uno all’altra. Si erano dichiarati e quel giorno lei gli avrebbe detto chi era realmente… perché si fidava di lui, perché solo di lui avrebbe potuto fidarsi e di nessun’altro uomo nella sua vita. Quel giorno per le vie di Rodi era corsa veloce, le ombre dei gabbiani l’avevano accompagnata per tutto il tragitto. Indossava un vestito bianco e blu molto lungo, che svolazzava al vento. In spiaggia si era un po’ sporcato. Per arrivare a quella conclusione ci aveva messo molto tempo, seduta sulla sabbia, ma ora era sicura. Correndo incespicò sugli scalini ferendosi appena al polpaccio, ma non smise di correre per le scale, voleva vederlo, voleva baciarlo e voleva purificarsi nel confessargli tutto. Trovò la porta leggermente accostata. Lo sentì ridere, quanto le piaceva sentirlo ridere! Entrò e la verità fu palese. Sul divano, il divano dove guardavano abbracciati la tv, Julien baciava un’altra donna. La ragazza fece una scenata. Ruppe mobili, rovesciò vasi, minacciò la ragazza. Poi senza più parlare scappò via con una valigia tenuta da parte per abitudine. Tutte le amazzoni hanno un kit per la fuga. Quella sera aveva pianto tutta la notte e la mattina si era fatta assegnare allo spionaggio di Kido. Ora aveva deciso. Non si sarebbe più fidata.
 
Nascose il flauto traverso e si girò verso il fratello, meglio il tedio che il dolore, pensò guardando gli altri. Sì, lei non aveva legami profondi con nessuno dei saint. E sicuramente non ne voleva.

 

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Capitolo 16
*** Giada Viola 2 ***


Note dell’autrice: ciao a tutti!!! Volevo ringraziare Cry, Averyn, Wille e lady T, come sempre, in più tutti quelli che leggono e recensiscono (ecc…) “Messaggi” (per gli amici SMS) e/o hanno letto “Pateticamente maturo”. Volevo solo specificare una cosa sull’età dei Bronze nella mia storia, seguento la linea temporale del manga, la Galazy War comincia il 10/9/90. Assumendo che i saint hanno le età già conosciute, Shiryu è dell’anno di Ikki e Seiya è di quello di Hyoga, e Shun ha passato un fantastico compleanno il giorno pirma (Wiii!!!)… Scusate per questo intermezzo, ho convenuto con Cry che era giusto specificare questa cosa visto che anche molti dicono che è Seiya il più piccolo e credo che nell’amine sia così... :)
 

Giada viola 2
 
Si erano tutti seduti in una radura. Nessun segno della pietra, sapeva però che, più di un segno od una traccia, una persona avrebbe potuto guidarla. Seika guardò Shun intensamente. La ragazzina si era rannicchiata accanto ad un albero fissando il suo secondo in carica che si era seduto con gli argonauti ed ora una nuova presenza, irritante per la bruna quanto Saori e Julien, stava flirtando con lui. Che utilità poteva avere Flare di Polaris in quella missione? Si domandò, ma poi si rispose da sola, era un modo per mettere in crisi il russo, ovvio! Lui però non sembrava per nulla interessato, era gentile come sempre, ma ogni suo sguardo verso la Barbie era pieno d’odio.
Seika si voltò verso Seiya che la stava fissando. Erano ore che la scrutava. Un’altra cosa che le dava sui nervi. Ikki ed Esmeralda si scambiavano sguardi furtivi. Si riscoprì a pensare che forse la lontananza da suo fratello lo aveva aiutato a crescere, anche se l’aveva idealizzata, perché la ragazzina raggomitolata nell’eschimo verde era stata distrutta da quella vicinanza. Tutti lo pensavano. Se Ikki non si fosse intestardito a voler a tutti i costi che sua sorella diventasse un saint ora sarebbe stata un essere diverso. Magari grazie al suo talento sarebbe potuta diventare una stella del cinema, lontana dai campi di battaglia, lontana dalla violenza. No, forse quella non se la sarebbe risparmiata, ma di sicuro Hades non avrebbe mai definito il corpo magro e longilineo della delfina delle amazzoni “il corpo perfetto per lui”.
Saga le si avvicinò. – Non vuole mangiare…- sospirò come se sapesse a chi stava pensando la ragazza.
- Vuoi che ci provo io?- gli chiese.
L’altro le rivolse uno sguardo supplice.
- Cavolo!!!- esclamò lei alzandosi e prendendogli di mano il panino.
Si avvicinò alla ragazzina col viso completamente coperto da quei finti capelli rosso acceso, accorgendosi del fatto che si era seduta da sola.
- Sto provando quello che provi tu…- le annunciò occupando un posto accanto a lei – ma se non mangi ti fai solo ammazzare… e la darai vinta a tutti.- l’ultima frase era uscita più bassa del resto.
La ragazzina la guardò stupita.
- Come ti senti?-
- Sto bene pensando che a breve li distruggeremo… allora lo prendi il panino?-
- Non essere così votata alla vendetta…- l’apostrofò l’altra sfiorandosi il ventre dove sapeva di avere il sigillo.
- Tu alla fine non cambi mai, vero?-
- No, io di Hades mi vendicherò, l’ho giurato- affermò con pudore - ma non è il mio unico pensiero, e bisogna saper decidere bene i propri nemici, e non sprecare le energie per cose inutili come la vendetta su una megalomane od un’ochetta…-
- Così non vincerai mai… ed ora mangia!!!-
Shun finalmente afferrò il panino ed iniziò a spiluccare, anche Esmeralda si stava avvicinando saltellando. Lei era contenta, non come loro due.
- Allora, i saint vogliono fare la pelle agli argonauti… meno male che non sanno chi sei!!! La barbie ci guarda malissimo! E l’angioletto ti sta mangiando con gli occhi!- la telecronista rimase interdetta nel vedere di non aver suscitato alcuna emozione nelle altre due, ma non si diede per vinta – La sottospecie di Barbie e lady “sono una dea, ché non lo vedi?” sono in tacchi alti e vestitino… per me reggeranno poco a camminare qui, pure il principino non è vestito in maniera adatta, cavolo, ma con tutti i soldi che hanno non potevano comprarsi un paio di scarponi?-
Finalmente Shun si mise a ridere, ma era la solita risata isterica, quasi inquietante.
L’altra sospirò e si sedette appoggiando la schiena sulle gambe piegate delle altre due…
- Alex, posso parlarti?- nessuna di loro si era accorta che Shiryu si era avvicinato a loro. Per poco alla delfina non andò di traverso il boccone, Esmeralda divenne pallida e Seika tese ogni muscolo del suo corpo, pronta a scattare.
- D-di c…cosa?- balbettò l’altra riprendendosi appena.
- Di Shun rei…-
- Allora devi parlare con lei…- fece la russa indicando la più grande.
Seika si alzò sospirando e lo condusse ancora più in disparte. Si capiva che lui non voleva né farsi vedere né sentire dagli altri. Forse Jason aveva ragione, Seiya e Shiryu sarebbero stati facili da convincere, le donne più importanti per loro erano amazzoni…
- Cosa c’è?- chiese lei in tono quasi dolce…
- Io devo sapere come e perché Shun rei è diventata un’amazzone…- rispose lui deciso.
Un sorriso amaro si delineò sul volto di Seika – Guardaci, quale credi sia il motivo? La delfina finge d’essere un maschio dall’età di tre anni per un patto fatto con una delle persone più importanti della sua vita… e l’altro contraente non ha mai mantenuto la promessa… Mascia è stata costretta da sua madre ed io l’ho fatto per un fratello che ora non sopporto più, un sentimento così puro distrutto dal fatto che ogni volta che lo vedo ricordo perché sono diventata chi sono, perché ho sopportato quello che ho fatto e i delitti che ho commesso e quelli che non ho impedito che accadessero. Tu per chi credi sia diventata un’amazzone? Il come è semplice: Jason, il padre del tuo maestro, ci giudica candidate ottimali e ci viene a prendere, noi di solito non abbiamo altre speranze e ci aggrappiamo a lui…-
Shiryu rimase colpito, non credeva la sorella di Seiya tanto profonda… e nemmeno tanto sicura di se. Ora si accorgeva di quanto fosse più matura di lui e forse più forte, ma un nuovo dubbio molto più opprimente lo assalì subito e con un filo di voce chiese:- Mi ama ancora?-
Seika rimase colpita. Quanto era diverso da Julien, lui non era un traditore… provava sentimenti veri per Shun rei.
- Credo di sì!!! È arrabbiata, però…-
- Arrabbiata?- ripeté lui un po’ stupito.
- Ha letto almeno tre rapporti sul vostro viaggio negl’inferi e tutti riportavano che hai detto di non avere nulla da perdere… non è una cosa carina…-
Shiryu rimase interdetto qualche istante, poi aggrottò le sopracciglia – Scusa, ma i rapporti al massimo erano due, Hyoga ed Euridice… di chi era il terzo?-
Seika impallidì, ma subito vide gli altri prepararsi a partire, Shun si avvicinava verso di loro.
Il ragazzo la guardò molto intensamente. Un tremito percorse entrambe le ragazze. La delfina lo dissimulò tossicchiando come per dover segnalare la sua presenza. – Hai sentito nulla? I saint cominciano a stufarsi di girare a vuoto per non parlare della russa…-
- No, tu?- chiese la più grande.
- La prossima pietra è tua… io non c’entro proprio nulla… non sono nemmeno dell’ultima generazione…-
- Sì, certo!- esclamò l’altra sarcastica.
- Tu hai per caso un’armatura che conosco?- intervenne il ragazzo ancora assorto nel fissarla…
- Tu non mi hai mai visto con la mia armatura!!! Ed è inquietante il modo in cui mi fissi. So che non lo fai apposta, ma smettila!!!- rispose la ragazzina nervosamente.
Hyoga apparve alle loro spalle. – Vai avanti, dai… almeno girando forse sentirà qualcosa…- suggerì. Shun corse a capofila facendo solo un cenno di saluto e Shiryu raggiunse nuovamente il maestro.
I due rimasti camminavano in silenzio. Non si guardavano. Il ragazzo si era già accorto della tensione che c’era tra loro quando avevano parlato alla Galaxy War, ma ora la situazione era ancora più pesante e lui proprio non capiva il perché. Ben presto, però, si distrasse contemplando la schiena della delfina. La bruna se ne avvide subito.
- Perché non vai al pollaio e lasci in pace il mare?-
Quella battuta era ovviamente indirizzata a lui per ferirlo, era abituato al sarcasmo pungente, ma non alla pura cattiveria che la ragazza più grande, una sua compagna, gli stava rovesciando addosso.
- Cos’hai contro di me? Non mi dire che sei diventata cinica verso tutto il genere maschile perché non sei così irrazionale!!!-
- Dovevo essere la seconda!- ringhiò l’altra.
- Mi ha scelto lei!!!-
- Perché sei il suo tipo! Non per i tuoi meriti!-
Hyoga pensò seriamente di dare un pugno a Seika. Lo trattenne solo la voce di Jabu che come al solito sparava senza motivo malignità.
- Ehi, Hades!!! Sai dove stiamo andando?-
I muscoli di tutti gli argonauti e quelli di Seika e Toma si tesero all’unisono. Quelle parole erano rivolte alla loro delfina… quell’appellativo era un’ingiuria terribile, un’evocazione di ricordi orrendi.
Il russo si girò appena il tempo per vedere il pugno di sua sorella colpire il naso dell’unicorno che cadde a terra subito.
I saint non seppero reagire, in fondo il torto era del ragazzo in ginocchio di fronte alla rossa che tremava per la rabbia.
- Beh…- commentò Shiryu – vedendo con chi ci siamo alleati bisogna ammettere che ci mancherebbe solo lui…-
- Mascia!!!- la chiamò la sua sosia voltandosi – Se non mi offendo io non ti offendi neanche tu!!!-
- Sì, ma mi offendo io!!!- protestò Ikki guardandola dritto negli occhi – Ed una ragazza che gli rompe il naso è una giusta punizione a mio parere…-
- Ma da che parte state voi due?- domandò seccato Seiya.
- Dalla parte che porterà al trionfo di Atena!!!- rispose il dragone.
In quel momento Seika lo sentì. Qualcosa la chiamava.
- Lo senti, bimba?-
La ragazzina si riscosse. Sì, era stata anche lei in ascolto, assorta a sentire quella voce lontana, che però stava chiamando qualcun altro.
- Guida, vecchia!!!-
- Seguitemi!!! Pinguino, riaggiusta il naso che ha rotto tua sorella!!!-
Hyoga raggiunse il ragazzo ancora a terra.
- Come, tua sorella?- chiese Seiya.
- Sì, Mascia è mia sorella… ma preferirei non averla…-
Prese il naso di Jabu con il pollice e l’indice.
- Sana!- disse semplicemente, e dai tagli creati sul naso una leggera luce fuoriuscì per poi spegnersi quando i tagli si richiusero.
- Senti gli odori?- chiese il biondo freddamente.
L’altro annuì.
- Jabu, se riprovi a dire qualunque cosa alla delfina, ti informo già da ora che in quanto suo secondo posso buttare all’aria la tregua tra noi ed ucciderti! Annuisci, se hai capito.-
L’altro annuì.
Seika intanto veniva raggiunta dai suoi zii.
- Seika, senti…- provò a dire un po’ imbarazzato Aiolia.
- Non è il momento di fare discorsi fuori luogo… sono lusingata del fatto che vogliate allacciare un rapporto con me, ma ora non mi sembra il caso…- lo fermò subito lei.
Shun li superò di nuovo. Stava per dire qualcosa quando si fermò a guardare qualcosa in alto.
Gli altri tre si voltarono, ma solo l’altra ragazza se ne avvide. Il cielo grigio era squarciato da un raggio viola, le nuvole da cui partiva erano grigie e nere. Il raggio si fermava sul suolo circondato da massi in una conca. Per raggiungerlo dovevano scendere per il ghiaione. Shun guardò titubante la discesa. Una distesa bianca di ciottoli. La possibilità di cadere era alta…
- Lo vedi anche tu?- chiese Seika accorgendosi che la ragazza più piccola aveva aperto la bocca stupita.
- Mh… non lo dovrei vedere, vero?-
- Cosa?- chiese Toma.
Intanto gli altri l’avevano raggiunti.
- La pietra è là!- indicò la bruna.
- Come lo sapete?- chiese Marin. Nessuna delle ragazze aveva degnato di un solo sguardo l’alfa senior, ma in quel momento tutti la guardarono.
La figlia sorrise spavalda. – La prossima pietra è la mia…- spiegò dando poi le spalle a tutti e ricominciando a correre. Per la discesa scivolava muovendosi elegante come una farfalla, lei era la più veloce del gruppo, solo Shun in quel campo poteva tenerle testa. Si sentì improvvisamente afferrare il braccio.
Si girò innervosita. Aiolia la guardava con un misto di imbarazzo e rimprovero.
- Attenta, qualcosa non va… i tuoi sensi sono concentrati sulla pietra, ma guarda…- la ragazza seguì la linea immaginaria dello sguardo del ragazzo.
Di fronte a sé notò dei fili di ragnatela argentei. La cosa singolare era che erano lunghissimi e sembravano davvero d’argento.
Si diede della stupida. Lei era la più grande, quella già immortale, non poteva fare errori così grossolani!!!
La ragazza guardò oltre la spalla dello zio e si accorse che i suoi tre compagni avevano un’espressione strana in volto. La cosa che più la stupì era che la delfina era terrorizzata, come quando da piccola lei e Dafne le facevano i dispetti.
- Che succede?- gridò.
Esmeralda li raggiunse.
- Abbiamo compagnia di nuovo, ma questi sono divinizzati…-
- E qual è il problema di Alex?-
- Aracne, Agave e credo…-

 

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Capitolo 17
*** Il messaggero artistico della notte ***


Il messaggero artistico della notte
 
- Lo sai che questa è una contraddizione enorme?- chiese Seika a Shun quando la raggiunse insieme agli altri -Ti stai sentendo in colpa per qualcosa che ha fatto la dea che tu tanto ti affanni a dire di non essere!!!-
La più grande così cercò di afferrarle il polso, ma la delfina si scostò.
- Dobbiamo usare gli occhi delle divinità, altrimenti cadremo nelle illusioni di quello…-
- Ma sei sicura che sia lui? Il dio dei ladri?- chiese Aiolia.
La ragazza annuì. Ripresero a scendere.
- Gliel’avrà detto “bello ed impossibile” che siamo qui?- fece Seika riferendosi ad Argor.
- No, mi ha detto Ikki che gli sta appiccato come un francobollo… non si sarà di certo curato anche di questo…- fece Esmeralda.
- Ikki ti parla?- chiese Shun con voce insolitamente acuta.
- Sì, perché?-
La ragazzina riguardò di fronte a sé e scosse la testa. - Attenti!!! Parte l’attacco!!!-
Una cinquantina di Menadi li assaltarono.
Un misto di frecce e fili argentei li aggredirono.
Shun saltò e ne deviò una che altrimenti avrebbe preso in pieno Dohko, mentre Esmeralda aveva bloccato tutti i fili che avevano provato a ghermire i bronze. Seika e Hyoga invece fermarono i proiettili rivolti agli argonauti.
Il cavaliere di Libra guardò con disprezzo la delfina. – Non ho bisogno del tuo aiuto, traditrice…-
La ragazza strinse i pugni fino a farsi sanguinare. – Cosa vuoi dimostrare con ciò?- gli chiese – Saremmo traditrici perché non seguiamo la regola più ingiusta dell’universo? Perché combattiamo per ciò in cui crediamo? Per coloro in cui crediamo?-
Prima che l’altro potesse rispondere tra loro si frappose una nuova figura. Fin sotto la cintura era un ragno, sopra una donna.
- Belle parole, peccato che non siano coerenti…-
- Solo la necessità a questo mondo è coerente!- rispose la ragazzina. L’altra tentò di legarla con la tela argentea che tesseva in continuazione.
“Sta ricadendo nelle vecchie abitudini…” pensò Seika mentre Hyoga le urlava:
- Che aspetti? Vai!!! Qui ci pensiamo noi!!!-
La ragazza lo fissò sorpresa. Era vero, si stava dimenticando perché fosse lì. Prima di poter riprendere a correre, però, un uomo le si piazzo di fronte. Lo riconobbe subito… Ermes… riccioli ramati, occhi neri e magrissimo.  Quelle erano reminescenze di un’altra vita mai vissuta.
Il russo si parò davanti a lei. – Tu vai, qui ci penso io…- ripeté - … questo stillicidio deve finire presto, non ce la faccio più a stare con chi ci considera traditori. Ti prego, solo tu puoi porre fine a tutto questo!!!-
Seika annuì. Forse si stava sbagliando sul ragazzo. In fondo lui veniva considerato traditore da tutti i fronti, eppure aveva parlato al plurale, riguardava tutti, anche lei.
- Agli ordini!- rispose decisa e corse via.
- Credi realmente di poter fermare il messaggero degli dei?- chiese Ermes rivolto al ragazzo.
Un sorriso a mezza bocca si delineò sul viso dell’altro – Iride è la nostra messaggera!-
- Voi non siete dei!!!-
Hyoga invocò un arco ed una faretra. – Ti hanno dato informazioni errate…-
 
Seika correva veloce cercando d’evitare i rami degli alberi e di scivolare sulle foglie. Aveva sentito Hyoga proclamarla il loro unico messaggero. Aveva capito di dover smettere di fare di tutta l’erba un fascio, che se il suo fratellino era uno stupido, suo padre uno snaturato e l’uomo che aveva amato una carogna, voleva solo dire che era lei a non aver avuto molta fortuna.
Improvvisamente una nuova creatura tentò di travolgerla, ma Esmeralda si teletrasportò saltandole addosso.
- Non pensare a noi!!! Anzi, pensaci, se non prosegui non sopravvivremo!!!-
Seika non si fermò, doveva raggiungere il raggio viola.
Non si accorse neanche che i suoi piedi avevano cominciato a lasciare una scia d’arcobaleno e nemmeno che al posto dei suoi abiti pesanti indossava ora un leggero chitone lilla che aderiva con fili scuri intrecciati sulla pancia e sulle spalle.
Entrò nel raggio.
La prima sensazione fu di fresco, come se si trovasse in un prato primaverile. La visione era paradisiaca. Si perse nel guardare quel panorama di fiori e farfalle.
In lontananza un arcobaleno si stagliava nel cielo. Improvvisamente si mosse, come se fosse una scia e la punta le venne incontro, fermandosi a pochi metri da lei. Una donna, vestita come lei, le si materializzò dinanzi.
- Salve, Seika… io sono Giada…- le disse alzando il capo.
La bruna rimase immobile. I lineamenti dell’altra ragazza combaciavano perfettamente con i suoi. L’unica cosa che realmente le distingueva era la pietra che la nuova arrivata teneva al collo.
Giada toccò il ciondolo. – La vuoi? Vienila a prendere!!!- gli occhi le divennero neri e tutto si fece scuro – Ma ti ricordo che sconfiggere se stessi è molto più difficile che battere gli altri!!!-
- Non mi fai paura…- ringhiò l’altra, anche i suoi occhi divennero completamente neri. Il potere di Nyx, la notte, fluiva in lei.  
L’altra cominciò a correre. La luce diminuì quasi fino a sparire, ma entrambe, però, erano in grado di vedere in quelle tenebre, e grazie alle scie erano anche molto localizzabili.
Un invocazione istintiva portò Seika ad gridare “baleno”. Un nuovo arcobaleno colpì in pieno l’altra, che fu sbalzata a terra. L’amazzone si parò davanti all’avversaria che prontamente la colpì con uno scettro appena invocato.
L’altra si riprese in fretta, ma si accorse che la situazione si era ribaltata.
- Ascoltami, Seika…- fece l’altra – Tu ti senti la più matura, la più forte e la più esperta, ma devi capire che questa situazione è momentanea, Ananke, Caos, Moira e Moro non hanno niente da invidiare a Nyx. Tu da sola non potrai mai farcela, devi accettare lo stato delle cose e scegliere in modo realistico per cosa combatti, perché la vendetta non ti interessa, né tanto meno la giustizia, il dovere non ti ha mai condizionato molto e l’odio è il motivo più vile per cui batterti.- si tolse la pietra porgendogliela – Dimmi il motivo per il quale combatti realmente.-
- Per il futuro, per difendere la libertà, l’importante è far trionfare la quinta generazione, non importa la motivazione…-
- Accetterai che il trionfo non sarà mai esclusivamente tuo?-
- Sì, l’ho già accettato il giorno in cui vidi per la prima volta il guerriero…- allargò il palmo e l’altra ci fece scivolare sopra la pietra. Poi tutto ciò che avevano attorno scomparve e con esso anche Giada.
Seika si ritrovò seduta nel fango con in mano lo scettro che riconobbe come il caduceo. Improvvisamente tutti i ricordi della sua vita passata tornarono alla mente e sorrise.
Un ricordo le infondeva quel contatto col metallo di quel magico oggetto.
Erano in tre a vagare nell’oscurità. Quella che le guidava aveva i capelli lunghi biondo platino e gli occhi verde scuro, l’altra era uguale, ma i capelli erano leggermente più scuri. “Iride, ci sei?”
Il capo si rivolse all’ultima, capelli di media lunghezza viola ed occhi marroni. “Sì, At”
Lei era indietro.
“Sta dormendo… siamo sicure?” chiese la terza.
“Artè, non abbiamo altra scelta!!!” l’ammonì il capo, poi sospirò “Vado avanti io… Ermes non avrebbe comunque il coraggio di attaccarmi da solo, ma se scappa non avremo mai quello che ci serve…”
“È il dio dei ladri!!!” rispose lei.
“E noi lo siamo della caccia, della strategia e della quinta generazione!!! Abbi fiducia!!!”
L’altra annuì non molto convinta.
La bionda platino saltò fuori furtiva e dopo poco fece cenno alle altre di raggiungerla.
Un ragazzo disteso a terra ancora addormentato era legato per le mani mentre “At” gli sfilava il cappello dalla testa e lo scettro dalla cintura.
Lei tolse i sandali che indossava e si allontanarono mentre la terza faceva la guardia.
Appena furono abbastanza lontane la loro giuda le diede lo scettro e porse il cappello all’altra. “ Il caduceo serve più a te in battaglia, invece il petaso spetta ad Artè, così che il sole non le possa offuscare la vista…”
Giada prese il dono, ma subito diede all’altra i gambali “ Servono più ad una guerriera che a me…” ammise.
 
Per Shun affrontare un’avversaria come Aracne non era affatto complicato, usava armi troppo simili alle sue per poterle creare reali problemi. Afferrò due dei fili argentei e scivolando sotto il corpo da ragno la fece ribaltare.
Dohko pensò subito che capacità del genere le aveva già viste.
- Voi seguite la giustizia… mi fate ridere!!!- sibilò l’avversario.
- Spesso si pensa che il cosiddetto bene equivalga a giustizia…Non è così, la parola “bene” coinvolge tutte le cose che danno un vantaggio corretto o scorretto a persone giuste o ingiuste…- cominciò a dire la delfina.
Bloccò l’altra con un ginocchio sullo sterno -Tutto dipende dal numero di persone che traggono il vantaggio e da che  punto di vista si guardi. Perché non tutti gli ingiusti hanno per forza un fine malvagio e non tutti i giusti ne hanno uno buono.
Tutto sta nell’altruismo. So quello che ti ha fatto Atena, ma gli dei sono gli esseri più volubili ed ipocriti dell’universo… non li giustifico, espongo i fatti e sono qui per rimediare a crimini di cui non sono sicura d’essere complice, di sicuro non del tutto colpevole… questa volta, però, anche tu hai molte colpe… ed io non posso lasciarti impunita…-
L’altra cominciò a dimenarsi. Cercava con tutte le forze di liberarsi di quel peso tanto leggero, ma di una presenza troppo grande.
Sussurrò “Double  Tenbu Hōrin” ed Aracne smise di colpo di dimenarsi, il volto perso nel vuoto.
Poi un dolore lancinante. Shun si voltò. Una freccia l’aveva colpita, ma non apparteneva ad Agave. Tirò su lo sguardo e la vide. Flare aveva cambiato aspetto, alla sua solita mise di Asgard aveva sostituito un chitone leggero ed arco e faretra.
- Clon-Artemide…- la riconobbe la delfina, - Ora capisco perché gli angeli sapevano come trovarci…-
L’altra sorrise aspramente. – Le neodivinità dovrebbero restare a casa… comunque i clondei non esistono!!!-
La ragazza schivò il secondo dardo, ma l’avversaria afferrò la freccia sulla spalla dell’altra. Il dolore costrinse la ragazzina a terra.
L’altra la sovrastò ridendo.
- La vera Artemide non ci proverebbe con suo fratello gemello!!!- obbiettò la delfina.
- Di che stai parlando?-
In quel momento qualcosa travolse Flare che si portò via la freccia strappando un urlo a Shun. Si voltò e vide la ragazza ed Ermes l’uno sull’altra. Hyoga le si materializzò davanti con Toma.
- Mascia non ce la fa più… vai da lei…- le suggerì il suo secondo.
Lei si alzò. – Aspettate…- pose la mano a pochi centimetri dalla schiena dell’angelo e tracciando un arco con la mano gli fece rispuntare l’ala sinistra – Ok, in bocca al lupo!!!- fece e corse ad aiutare l’amica.
Correndo si accorse che la velocità era aumentata, e che era una strana luce avvolgeva i suoi piedi. Quando abbassò lo sguardo rimase incredula. Indossava i sandali alati di Ermes, aveva notato che il dio non indossava nulla che lo contraddistingueva, ma non credeva che fosse per quello.
Vide Agave spingere a terra Esmeralda, ma prima che potesse aiutarla Seika era lì e la colpiva con un oggetto a lei familiare. Per l’avversaria non c’era più nulla da fare.
Shun si buttò in scivolata per raggiungere le amiche. Sorrise vedendo la pietra viola pendere sul collo. Poi però lo sguardo corse preoccupato all’altra a terra, era pallida e respirava male, un grosso segno rosso le segnava il petto.
- Vai ad aiutare gli altri, qui ci penso io…-le disse.
Seika corse via.
Sentì qualcosa muoversi a pochi metri da lei. Guardò in alto e vide la sagoma del fratello che le fissava angosciato.
- Non morirai davanti a lui… non lo permetterò mai!!!- disse.
Cominciò a curare l’altra con la sua linfa divina. L’operazione era rapida, il problema serio era che le menadi stavano provando ad attaccarle.
Ikki le difese finché senza un apparente motivo scapparono. Quando Esmeralda era completamente guarita, Shun senza voltarsi sussurrò al fratello un “grazie”
- Grazie a te per averla salvata…- le rispose lui…
 
Ermes e Clon-Artemide stavano dando del filo da torcere agli altri due.
- Preferisci quella mocciosetta a me?- chiedeva Flare a Hyoga.
- Meglio una mocciosa che una barbie!!!- obbiettò lui.
In mezzo a loro apparve Seika che col caduceo colpì in pieno la bionda – Il ragazzo non è alla tua altezza, bella!!!-
Ermes recuperò la compagna e disse :- Dobbiamo andarcene… ora sono troppi per noi…-
- No!!! Non voglio!!!-
Esmeralda, fresca come una rosa, comparve alle loro spalle evocando arco e faretra, un cappello dorato a tese larghe le finì in testa.
- Dovresti ascoltarlo, Clon!!!- le suggerì spavalda.
Le menadi erano state decimate. Il ladro degli dei le prese il braccio. – Vuoi morire qui?-
L’altra scosse la testa. – Me la pagherete!!!- disse mentre l’altro la trascinava via correndo ad elevatissima velocità.
Seika fece per seguirla, ma il russo le pose una mano sulla spalla e fece cenno di no. Shun li raggiunse traballante. Aveva perso molto sangue. Saga la soccorse dandole sostegno. Le dita del braccio sinistro erano livide sotto le bende.
- Andiamo, ragazzi…- disse lei – Prima le pietre, poi la vendetta…-
 

 

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Capitolo 18
*** La tentazione di mollare ***


 
Note dell’autrice: Ok, lo ammetto, questo capitolo è una vera e propria tortura psicologica, tanto che a scriverla mi ero sconvolta da sola (sbagliavo i tempi verbali…) quindi questo è un invito a tutti, ma soprattutto a Cry: fatevi una barriera di gatti, cuscini, cagnolini peluche e coperte perché se no non ne uscite… ringrazio sempre Cry, Averyn, Wille e lady T, e tutti quelli che leggono e recensiscono (ecc…) “Messaggi” (per gli amici SMS)e/o hanno letto “Pateticamente maturo”, “Se ti richiama così lo uccido” e “Countdown”, e in più Stefiorobin, un bacio e buona lettura… (spero…)
 

 
 
La tentazione di mollare
 
Questa volta avevano evitato la quarantena, fondamentalmente perché avevano troppi impegni, e quella sarebbe stata solo un’altra perdita di tempo. Shun si era alzata come al solito. Le bende al braccio ora arrivavano fino alla clavicola.
Sorprese Hyoga ancora addormentato. Lo svegliò con la solita carezza sulla guancia, furtiva ed indolore, almeno per lui. Quella volta, però, per il dolore non riuscì a sbrigarsi come al solito a ritrarre la mano prima del suo risveglio completo. Il ragazzo le afferrò il polso. La ragazzina si sentì avvampare.
- Ecco cos’era quella sensazione di fresco!!!- esclamò lui – Hai le mani gelide!!!-
- Scusami, io…-provò a dire lei.
Lui la tirò a sé – Ci conosciamo da troppi anni per non poterci permettere dei segni d’affetto innocenti…- proseguì lui -… e poi lo so che se fosse per te ci abbracceresti tutti continuamente. È un lato di te che mi è sempre piaciuto…-
- Vogliamo andare a correre?- propose lei già stanca.
 
Il giro che fecero fu più breve del solito. Entrambi erano esausti, sia per il jet lag che per quello che era successo.
- Stai bene?- chiese lei mentre si fermavano a prendere fiato sulle mura.
- Sì, certo… perché?-
- Per la storia di Flare!-
Hyoga si mise a ridere. – Come puoi pensare che io possa stare male per quella sottospecie di Barbie?-
Lei lo guardò stupita, ma lui capì subito qual’era il suo dubbio…
- Io ed Esmeralda abbiamo cominciato a leggerci i pensieri per sbaglio… quindi, sì so che tu hai coniato il termine e credo che le stia a pennello…-
- Che cosa pensa Esmeralda?-
- Ti assicuro che non lo vuoi sapere… ti dico solo che posso ricattare Ikki da qui all’eternità!-
- Oddio! Non dirmi che…-
L’altro annuì.
- Ma sono fantasie o ricordi?-
Lui alzò due dita – La seconda…-
- E pensare che lui era pure geloso!!! Aaah!!!!!! Che rabbia…-
- Sion mi ha detto che devi andare da lei tra venti minuti… ti accompagno?- l’informò lui.
- Sì, grazie…-
 
Nella stanza regnava il silenzio. Sion teneva in mano un taccuino, sul quale scribacchiava distrattamente. Shun si tirò su la frangia passandosi il palmo sulla fronte, nell’inutile tentativo di allontanare quella ciocche dagli occhi, che, infatti, precipitarono subito in avanti riguadagnando la posizione iniziale.
La ragazzina era visibilmente nervosa.
La psicologa sospirò: - Ok, Shun, mi devi dire qualcosa? Non so riguardo il fronte sentimentale, per esempio?-
- No, non c’è nulla di nuovo!!!- rispose l’altra stizzita.
- Toma è carino, e Hyoga ti ha accompagnato o sbaglio?-
- Noooo!!! Non c’è nulla di NUOVO!!! E nemmeno mi interesserebbe se ci fosse!!!-
La donna sospirò di nuovo: - Va bene, tanto oggi non è questo che mi preme… ti devo chiedere un’altra cosa. Voglio sapere cosa accadde alla villa per costringere te e il Cigno ad andarvene?-
- Io mollai.- rispose laconica la ragazzina.
Sion smise di respirare, le amazzoni avevano molte frasi idiomatiche, molte abbastanza comprensibili come “Tritacarne”, ma quella parola aveva solo un significato specifico. Era “Arrendersi alla vita”, “distruggersi”.
- Avevi tredici anni…-
- Non era un bel periodo.- provò a giustificarsi, aveva paura di un qualunque giudizio, perché si giudicava vigliacca - Non che ce ne siano mai stati belli, tu sai come era la situazione…-
- Puoi raccontarmi come è andata?- chiese l’altra con un filo di voce.
La delfina buttò la stesa indietro chiudendo gli occhi, quel giorno era stato orribile, non il peggiore della sua vita, ma comunque tremendo.
- Mi svegliai alla solita ora, indossai il copripetto e la sensazione di asfissia mi assalì subito. Non feci colazione e mi diressi subito in palestra. Scoprii immediatamente che con me c’erano solo i saint di bronzo, non i miei compagni, quelli che lasciai indietro dopo la prima Galaxy War. Mi odiano, mi hanno sempre odiato, ed anche quel giorno sentii il loro astio. Sapevo cosa sarebbe successo e sapevo ancora meglio che non mi potevo ribellare, perché ero ancora affaticata dalla scorsa battaglia, perché se avessi reagito non mi sarei trattenuta… cercai d’andarmene, ma Gerchi mi immobilizzò prendendomi alle spalle mentre Jabu e Aspides cominciarono a colpirmi evitando accuratamente il viso, sapevano che se i segni fossero stati troppo vistosi Ikki avrebbe potuto sospettare qualcosa. Il pestaggio terminò presto e Jabu rimase solo con me inginocchiata sul pavimento. “Se mi avessi detto di sì ti saresti risparmiato tutto questo!”. Non gli risposi, il saint di Andromeda non lo avrebbe mai fatto, quindi mi limitai a guardarlo dritto negli occhi, con tutto il disgusto che potevo trasmettere con lo sguardo, un nuovo pugno mi colpì sul il sopracciglio facendomi cadere all’indietro. Quando mi rimisi in piedi ero sola… barcollando uscii.-
L’ascoltatrice l’interruppe – Ti aveva fatto delle avance? –
- Un biglietto a san Valentino, la festa più inutile di questo mondo…-
- Ok, continua…-
- Andai nel salotto col piano bar inutilizzato. C’era tanta luce lì, e illuminava i mobili dalle tinte azzurre, è un bel colore, non trovi?- domanda retorica, entrambe l’interpretarono in questo modo – Mi appollaiai su un alto sgabello al bancone, poggiai i gomiti sulla mensola abbandonando la testa sui palmi. Lo avvertii in anticipo quando arrivò afferrandomi l’avambraccio con tale forza da segnarmi la pelle. “ Potrebbe combattere insieme a noi, se lo volesse” pensai. Tatsumi sorrise arcigno: ”Vieni,ti devo rinnovare il sigillo!” mi ordinò, io rimasi in silenzio. Sapevo che era inutile opporre resistenza, ma già il mio mutismo era un atto di ribellione, perché sapevo che lui gioiva dei miei lamenti. Proprio in quel momento mio fratello entrò e “crapa pelata” se ne andò sussurrandomi “ Ci vediamo dopo…”- Andromeda sospirò – Ikki si sedette sulla sedia accanto alla mia, mi cinse le spalle col braccio e mi strinse a sé. Sarebbe stata un’azione bellissima, che mi avrebbe portato un po’ di serenità, se non fosse stato per il fatto che presagivo il motivo di tale affettuosità. “Cos’hai fatto alla fronte?” mi chiese serio, il sopracciglio mi pulsava, segno che si era gonfiato. “Niente” gli mentii “Sono caduto in allenamento…”. Lui mi toccò la fronte, per accarezzarmi la parte lesa, ma mi provocò solo nuovo dolore. “Sai, sono fiero di te! Sei diventato un vero uomo” aggiunse…-
- E tu cosa hai provato?-
- Avrei voluto urlargli che la desinenza giusta era “a”, che era uno stupido e che non ero affatto un vero uomo!!! Era offensivo, preferivo che mi insultasse!!!- strillò la ragazzina.
Sion abbassò lo sguardo, era la prima volta che Shun la faceva entrare nel suo inferno personale.
- Mi prese per le spalle “Io devo andare, ma so che ti lascio più forte e sono tranquillo…” continuò a dire, senza avvedersi che mi stavo sgretolando sotto le sue dita. A quella bieca giustificazione gli sorrisi, stava per abbandonarmi di nuovo. Io mantengo ancora il patto, lui non lo ha mai fatto e quella volta mi fece infuriare, e mi odio per non aver provato a fermarlo. Nel momento in cui raccolse la valigia ed uscì dalla stanza entrarono Flare e Hyoga… lei prese l’iniziativa e gli rubò un bacio, o almeno io lo percepii come un furto. La ragazza sapeva della mia presenza, mi aveva guardato negli occhi prima di entrare. Hyoga con ferma gentilezza l’allontanò, lei si voltò schernendomi con lo sguardo “Qual è il problema, Hyo? Non c’è nessuno qui… o almeno nessuno di rilevante…” mi sorrise, ma io affossai la faccia tra gli avambracci poggiati sul bancone. Un conato di vomito mi salì alla gola. Non l’ho mai potuta soffrire! Per me è sempre stata falsa. “ Uh! È vero! Qui c’è un grande invidioso, o sbaglio?”. Non ho alzato la testa per risponderle “Di cosa? Della sex-doll che Hyoga si porta appresso? Non ho bisogno di questo genere di cose…” ero troppo stanca per poter rimanere nel personaggio. Non avevo bisogno di guardarla per capire che era furiosa. “Ah sì?” mi strillò contro “Ovvio che non ti interessi! Tu volevi il male personificato!!! Perché tutti sanno che fai l’innocentino solo perché sei inadeguato, cattivo ed inutile!!! Nessuno poteva amarti più del male stesso!!! Nessun altro può sopportarti!!!  Chi si mostra gentile con te lo fa per pietà!!! Neanche tuo fratello ti tollera!!!”. Lo so che è stupido…- ammise la narratrice soffocando un singhiozzo -…ma in quel momento lei aveva ragione, aveva dato voce ad ogni mio dubbio e paura, trasformandoli in certezza, tranne quando parlava di “volere il male”… quello non l’ho mai desiderato, lo so… un altro conato di vomito mi fece quasi soffocare. Mi alzai guardando Hyoga negli occhi, avrei voluto dicesse qualcosa, qualunque cosa, ma non lo fece, rimase in silenzio basito, incapace di dire nulla. Ora so che il suo non era un silenzio d’assenso, ora so che lo zittirono la situazione assurda e il mio volto disperato, però in quel momento mi parve quasi che stesse dando ragione a lei. Scappai via senza più trattenere le lacrime. Chiusi la porta della stanza a doppia mandata, non so perché poi corsi in bagno e a vomitare l’anima, o almeno credo, perché quando andai al lavabo per rinfrescarmi mi sentii completamente svuota di tutto tranne che del dolore e del disgusto per me stessa. Allo specchio, feci fatica a reggere il mio sguardo, perché non ero io, era Hades a guardarmi dalla superficie riflettente… in quell’aspetto non c’era più nulla di completamente mio. “Sono un mostro” pensai “e come saint ho il dovere di difendere la terra dal male”. Mi sembrava d’aver trovato una luce in quel baratro, tutto diventava lineare.-
Sion non riusciva più a rimanere calma e si tormentava le mani, di prendere appunti non se ne parlava.
- Sul lavandino c’era una lametta da barba, doveva averla lasciata lì Ikki. Brillava come le nostre armature, come le mie catene…- Shun deglutì - … mi tolsi le bende che coprivano le ferite da poco richiuse che mi aveva fatto pandora, le riaprii una per una... riempii la vasca e mi spogliai, restando solo con biancheria intima, quando tolsi il copripetto avvertii l’ossigeno inebriarmi e il respiro affrettarsi accelerando la circolazione. Mi misi nella vasca, abbandonando la lametta accanto ai vestiti, per un po’ mi sentii bene, ma poi mi vidi riflessa nell’acqua e scorsi il volto di Hades che rideva di me. Recuperai la lametta e ho tagliato ciocca per ciocca i capelli, così che la somiglianza diminuisse, così da sentirmi diversa. Non riconoscevo più nessuno in quel maledetto riflesso… -
- Poi cos’è successo?-
- Non so quanto tempo era passato, molto credo, sentii delle persone urlare e delle porte che sbattevano. Sono stata in grado di riconoscere subito le voci, ma le sentivo appartenere ad un’altra realtà, Flare strillò come un’aquila quando la voce di Hyoga tuonò: “Non ti ho mai amato! E non provare a insultare di nuovo i miei compagni!!!”. Il litigio era finito, ascoltai dei passi concitati salire le scale. Poi qualcuno bussò alla porta. Io non ero più capace di fare nulla e non avevo voglia di vederlo. Credo che quella volta ha scoperto i suoi poteri telepatici, perché sfondò la porta e corse in bagno, con il respiro affannoso per l’angoscia. Vedendomi emise un gemito, poi chiuse la porta e mi tirò fuori dalla vasca, mi strinse a sé con forza piangendo “Perché? Perché? Shun, guardami!!! Dimmi perché? Lo so, è colpa mia…” io gli risposi con serenità “No, io sono il male e la debolezza, la mia presenza nuoce a tutto ciò che mi circonda e la mia vita è stata un susseguirsi d’errori e sofferenze…” non ricordo altro, tranne che mi sono svegliata in macchina vestita, medicata e con addosso un plaid, Hyoga guidava e mi ha detto “Dobbiamo andarcene da lì, ha fatto male ad entrambi…”.-
Sion rimase in silenzio per poi sbottare – Ne avete più parlato?-
- No, ma siamo infinitamente più uniti da allora… non potevo scegliere una persona migliore come braccio destro…- alla ragazza sfuggì un sorriso dolce.
- Cosa pensi di ciò che hai fatto?-
- Che sono stata una vigliacca, non cerco giustificazioni, ma l’ho fatto per scappare da i miei problemi, e non voglio più farlo. Sono stata egoista… ho pensato solo al mio dolore e non a quello che avrebbero patito gli altri, ai problemi che gli avrei dato. Anche se ora penso che non sia molto diverso, Ikki mi crede morta, giusto? Sono riuscita a farlo soffrire comunque.- la ragazza sospirò.
Sion guardò il taccuino, la pagina era immacolata, non vi era nulla di scritto, bianca, come la sua testa.
- Non devi vivere per gli altri, devi farlo per te stessa, devi pensare a ciò che tu avresti perso!!! Sarai immortale!!! Volevi rinunciare a tutte le emozioni che potevi provare? A tutte le cose che non avevi ancora visto? Alla compagnia dei tuoi compagni? Di tuo fratello? Lo sai che così facendo avresti fatto vincere lui, vero? Non parlo di andare avanti per vendetta, ma per amor proprio, accidenti!!!-
- Chi avrebbe vinto?- chiese Shun sobbalzando, non si aspettava una tale reazione, forse anche la psicologa si era affezionata a lei… in fondo era la madre di suo cugino, sua zia.
- Hades!!! La prima persona che tu hai mai odiato dopo Dafne!!! L’odio è salutare!!! È giusto, umano nei limiti consentiti, ed il tuo per Hades è più che legittimo!!! La verità è che tu ti punisci per l’odio che provi, lo fai sempre!!!- riprese fiato – anche il tuo stile di combattimento rispecchia questa tua caratteristica, potresti vincere in pochi secondi, ma preferisci farti picchiare ed umiliare. Dimmi che ho torto? Dimmi che contro Artemide non hai visto quella freccia arrivare, che contro Zelos per te schivare quel braccio di ferro era impossibile?! Dimmelo!!!-
La ragazza abbassò la testa e restò in silenzio. Sion non capì se aveva compreso il messaggio oppure no, ma concluse la seduta.
La ragazzina uscita dall’edificio alzò il viso verso il cielo. I raggi del sole le scaldarono il viso.
Pensò “Questo calore mi sarebbe mancato…”

 

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Capitolo 19
*** Rubino Blu ***


“Oh oh oh!!!”
“Saga lascia perdere!!! Tua nipote lo sa che babbo natale non esiste (anche se stento a crederlo) !!! E le tue figlie sono un po’ grandicelle per queste cose…”
“Esmeralda non fare la guasta feste!!!”
Ok… lo sapete che sono pazza ormai, ma volevo augurarvi: “Buon Natale!!!” Ringrazio: chi legge messaggi e le mie storie, Halloween, Lady T, Walli, stefiorobin, Sakura Suzaku, Creamy Lisa, In midnighit e naturalmente Averyn e Crystal eye!!! Vi dedico il capitolo ( non prendetevela!!!)
Baci!!!
 
 
Rubino blu
 
Era passata quasi una settimana da quando avevano visto il risveglio della Giada Viola.
- Maestro, scusi…- esordì Shiryu.
Dopo l’ultima impresa nessuno aveva rivolto la parola a Dokho, non si capiva perché, ma molti non avevano visto troppo di buon occhio l’atteggiamento che aveva tenuto con la delfina delle amazzoni. In fondo, quella ragazzina gli aveva salvato la vita.
- Mi stavo chiedendo una cosa: ma lei non sa dov’è la base principale dell’ordine delle amazzoni?-
L’altro rimase in silenzio, mentre l’attenzione di tutti gli astanti si focalizzava su di lui.
- Mi cancellarono la memoria… fu mia sorella a farlo, conosco solo il numero privato di mio padre…- spiegò l’altro.
- E se lo chiamassimo?- propose Seiya.
- Sì, e che gli diciamo, di grazia?- ironizzò Death Mask –“Buon giorno, mi scusi, dovrei recapitare una scatola di cannoli alla base delle amazzoni, ma mi sono perso il numero civico, potrebbe per favore dirmi dove abita? Mi servono… dunque… continente, stato, regione, via e numero…”-
Ikki scoppiò a ridere, facendo allibire tutti. Non rideva da quando aveva saputo della morte di Shun, non che prima fosse  facile vederlo allegro, ma dopo il lutto la maschera di odio e rabbia sulla sua faccia si era unita solo a quella del dolore.
Quando si riprese il ragazzo si guardò attorno come a chiedere: “Che avete da guardare?” poi si allontanò stizzito.
Doveva capire una cosa, prima di distruggere tutto col fuoco che lo consumava.
“ Come è morta Shun?” era la domanda che echeggiava continuamente nella sua testa…
Si risolse ad andare a parlare con Saori. Doveva sapere.
Salì precipitosamente le scale, colto da una strana agitazione, da quando gli avevano detto che sua sorella era morta non aveva mai provato a sapere come. Per paura del senso di colpa, o forse perché non voleva crederci.
Al piano di sopra si fermò di fronte alla porta dello studio, scoprendosi a non sapere come chiamarla, preso da un fremito improvviso.
Rivolgersi a lei ancora come Atena dopo quello che aveva visto nel video per lui era impossibile, anche se questa era la sua identità. Si sarebbe potuto fidare di lei? Avrebbe potuto credere ancora alle sue parole? Il dubbio si insinuava sempre più prepotentemente nella sua testa, ma una parte di lui lo giudicava solo una scusa, un modo per non credere alla realtà di un mondo senza la sua sorellina.
Fece un respiro profondo e stava per afferrare la maniglia, quando sentì una voce provenire dallo studio.
Era quella di Shaka. Il saint di Virgo era molto alterato.
- Atena, non è più tollerabile una situazione del genere!!! Ci deve spiegare la sua sorte… una spiegazione la deve sicuramente a suo fratello, per lo meno!!!-
- Non posso raccontare ad Ikki che Shun si tolse la vita lo stesso giorno che lui se ne andò!!!- si giustificò l’altra.
Il cuore di Ikki si fermò e rimase incapace di muoversi.
- Si tolse la vita?-
- Abbiamo trovato solo il suo sangue nella vasca…-
- Ed il corpo? Se si tratta di un suicidio non ci dovrebbe essere il corpo?-
- Non lo sappiamo… potrebbe averlo recuperato Hades… in fondo era quello che voleva, forse ha fatto impazzire Shun di dolore apposta per questo… hai visto anche tu come stava negli ultimi tempi…- balbettò la ragazza.
- Non ne possiamo essere sicuri! A questo punto Shun potrebbe essere semplicemente scappato!!!-
- Lo abbiamo cercato…- abbassò la testa Saori – Di lui non vi è traccia…  e poi in caso di pericolo sarebbe tornato ad aiutarci, non credi? Lui non era un vigliacco.-
Ikki finalmente trovò la forza di allontanarsi.
Si sentiva nel mezzo di un’esperienza extracorporea, tanto era sconvolto.
Tutto quello che era successo a sua sorella era colpa sua, dal momento in cui le aveva chiesto di fingersi ragazzo a quell’ultimo disperato gesto. Le aveva promesso che sarebbero stati sempre insieme quando sarebbero tornati dall’addestramento, invece lui non aveva fatto altro che ferirla ed allontanarla, per cosa poi? Senso di colpa? Vergogna? Di cosa? Del fatto che era una ragazza?
Raggiunse velocemente camera sua. Nessuno doveva vederlo in quello stato. Non l’avrebbe mai potuto sopportare. Chiuse a chiave la porta. Shiryu per una notte poteva anche dormire con Seiya e Jabu! Non era un gran sacrificio.
Si sedette sul letto. Era sera tardi e lui non aveva alcuna intenzione di accendere la luce. Perché sapeva d’avere di fronte lo specchio.
Si costrinse a tornare lucido, prese respiri profondi finché non gli sembrò d’essere tornato calmo.
Doveva analizzare quella giornata con calma e capire come stavano realmente le cose. Non poteva credere che Shun avesse ceduto ad Hades, e soprattutto che il corpo di sua sorella fosse il corpo perfetto di quel dio. C’era una contraddizione in termini!!!
Si concentrò sull’ultima immagine che aveva della sorella. Tatsumi usciva dalla stanza. Lei guardava mesta un punto distante seduta al bancone, un livido rossastro le deturpava il volto. Glielo aveva fatto il maggiordomo? No, non era così sprovveduto da lasciare prove. Chi c’era quando se ne era andato? Flare e Hyoga… Hyoga! Il suo nome ricorreva sempre. Era un argonauta, era il secondo della delfina delle amazzoni, era figlio d’amazzoni, era stato lui a fare il video sulla tortura di Shun e se ne era andato lo stesso giorno in cui se ne era andato lui, il giorno in cui Shun era sparita dalla faccia della terra.
Forse Hyoga c’entrava qualcosa? Non avrebbe potuto dirlo. Di sicuro non avrebbe fatto del male a sua sorella, lo sapeva e non smetteva di fidarsi di lui. Doveva sapere qualcosa, però, se no perché andarsene?
Andò alla porta con calma e la riaprì. Non doveva far capire il suo stato d’animo, e sapeva che anche gli altri soffrivano.
Si mise sul letto e si addormentò. Il suo ultimo pensiero andò hai tre ragazzi della squadra αjr. Avrebbe dovuto parlare sia con Hyoga che con le “gemelle” se voleva capire veramente cos’era successo.
 
“Una voce, una voce mi chiama” formulò la mente sconvolta del bambino appena destato dal sonno. “Chi mi chiama?” le lacrime cominciarono a rigargli le guance mentre si alzava, si svegliò in un luogo familiare, ma che non riconosceva.
“Mamma?!” si chiese con un singulto mentre varca la porta tanto più grande di lui.
Due donne litigavano davanti alla porta di un’altra camera. “Ally?” farfugliò il bambino. Una delle due donne si girò verso di lui e cercò di afferrarlo, mentre l’altra disperata la bloccò a terra.
Gli stava dicendo qualcosa di importante, gli stava facendo promettere di difendere qualcuno… ma chi?
“ Vai da lei, Ricky!!!” non era un ordine, ma una supplica.
Il bambino corse nella stanza davanti alla quale le due donne stavano litigando. Raggiunge una culla in mezzo alla stanza e la vede. Una neonata. E la riconobbe.
“Ally?”
Un’esplosione travolse tutto ciò che li circondava, ma un’energia misteriosa li avvolse e li protesse. Non un nome celato e annebbiato dal ricordo infantile, ma un altro molto più conosciuto si affacciò alla sua mente.
-Shun!- lanciò un urlo incredibile e scalci irrefrenabilmente.
-Che c’è?- rispose una vocina preoccupata.
Ikki si guardò intorno e riconobbe il volto spaventato della sorella.
“Meno male, sto ancora sognando…” si disse issando sul letto la bambina che si sporgeva dal piano di sotto del letto a castello per vedere cos’era successo al fratello maggiore…
- Nulla, piccola…- la rassicurò -… ho solo avuto un incubo, ma sto bene, tu invece? Perché quella faccia seria? Qualcun altro ti ha trattato male?-
La ragazzina restò esterrefatta guardandolo negli occhi.
“Devo star rivivendo un periodo dell’infanzia, lei non avrà più di otto anni in questo sogno” pensò lui.
- Che hai ora?-
- Mi hai chiamato al femminile… non lo fai mai… mi piace quando lo fai…- farfugliò la bambina.
- Dovrei farlo più spesso…- rispose lui intenerito.
- Non puoi, lo so -
Il volto della bambina si rabbuiò di nuovo.
- Andiamo a fare un giro, ti va?-
L’altra gli sorrise ed annuì ed in pochi secondi si ritrovarono a correre per la strada.
Arrivati al parco si fermarono         e lui osservò meglio Shun. Qualcosa stonava in quell’aspetto. Di solito lui la sognava o prima o dopo l’addestramento, non certo durante ed abbigliata come una bambina, non come un ragazzino.
La vide guardare un punto all’orizzonte. Il Fuji stava fumando.
- Ho letto che succedeva anche in Italia, al Vesuvio, un vulcano di lì, era un bene, voleva dire che non avrebbe eruttato a breve…- spiegò lui. In realtà non ne era certo.
- Rubin?-
La voce della sorella non era cambiata, e lui si riconobbe perfettamente in quel nome, tanto che non se ne sarebbe accorto se non fosse stato per l’aspetto della sorella. No, non era più una bambina di otto anni, ora guardandola chiunque non le avrebbe dato meno di vent’anni, o almeno diciotto.
- Non te ne sei accorto, eh?- sorrise lei.
- Come?- improvvisamente anche il punto di vista del ragazzo era cambiato. Si sentiva più alto. Forse anche più di quant’era da sveglio.
Non sovrastava più di molto la ragazza.
- Quello non è il Fuji!!! È l’Etna!!! Non te lo ricordi? In fondo in te c’è Efesto!!!-
Ikki spalancò gli occhi. L’altra continuò a sorridere.
- Tu non ti sacrificasti come gli altri, fummo noi a decidere per te… non c’era scelta… Efesto e Prometeo stavano per morire, e Moro non avrebbe mai permesso una triade incompleta, a costo di staccarsi da Moira. Non devi sentirti obbligato, non devi mantenere promesse o giuramenti, anche se so quale sarà la tua decisione… sappi che io e Ambra siamo contrarie al tuo coinvolgimento, perché ci ricordiamo il passato, perché è doloroso riviverlo…- ora l’atteggiamento era di nuovo serio – Non dubito del tuo valore, e so che andrai comunque a prendere il Rubino Blu, ma ti devo chiedere di promettermi una cosa…-
Ikki rimase in silenzio. Il sogno stava per finire, se lo sentiva.
- Non odiarmi!!! Ti prego, tutto quello che ho fatto l’ho fatto per te!!!- singhiozzò infine.
Ikki d’impulso abbracciò la ragazzina. - Non ti odierò mai, piccola…-.
 
La delfina delle amazzoni si svegliò piangendo. I singhiozzi erano così forti che la sua compagna di stanza sussultò e poi le si avvicinò. Era il cuore della notte.
- L’ho sognato… come ho sognato Seika- gemette l’altra soffocata dalle braccia della bionda.
- Sai dov’è la prossima pietra?- chiese l’altra in tono neutro. Non avrebbe mai potuto trasmettere calore, non era meno scossa di lei. Sapeva di chi stava parlando.
- Volevo proteggerlo, una volta tanto volevo essere io a…-
- Era una pretesa stupida, quanto lo ero io ad appoggiarti… Dov’è la prossima pietra?-
- Sotto l’Etna… lui è il rubino…-
 
I saint erano seduti nella sala grande. Ikki aveva raccontato il sogno censurando il fatto che Shun era una ragazza.
- Quindi tuo fratello ti ha indicato la via? Sei sicuro che il posto giusto è l’Etna?- chiese Death Mask.
- Sì.- annuì il ragazzo.
- La delfina in fondo ci aveva detto che tra noi c’era il fabbro ed il guerriero…- commentò Saori.
- Che facciamo?- si intromise Jabu – Avvertiamo le amazzoni come hanno fatto loro?-
- Quelle miscredenti?- ruggì Dokho – Mi rifiuto…-
- Se non fosse stato per la delfina tu ora non saresti qui.- lo punzecchiò Milo.
- Non è vero!!!- stridette tra i denti il cavaliere dei libra.
- Senza di loro riusciremo a sconfiggere le divinità ed i divinizzati che ci attaccheranno?- domandò Argor.
- Avete perso tutti il senno?! No, mi oppongo!!!-
- Io sono dalla sua parte!- si intromise Shaka.
Tutti si girarono. – Non mi pare il caso…- continuò - … noi siamo saint, abbiamo Atena dalla nostra, cosa possiamo temere? In più solo Seika tra loro è già immortale, la verità è che gli altri o non sono immortali o solo divinizzati, quindi solo un peso…-
- Noi non siamo neanche quello!- controbatté Shura.
- Si, ma noi contiamo da sempre solo sul cosmo, loro no. Noi siamo nati per difendere gli dei e la terra, loro no. Noi siamo avvezzzi alla lotta, tra loro invece ci sono divinità che si ritrovano lì per caso. Mi è sembrato che la delfina fosse persino più instabile degli altri, meno adatta e preparata in battaglia…-
- Sul serio?- chiese Argor divertito.

 

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Capitolo 20
*** Robuno blu 2 ***


 Note dell’autrice: ringrazio  (in ordine cronologico) Averyn, Crystal eye, LaReginaAkasha, lunadistruggi, solinari e per ultima, ma non ultima soffio di nebbia!!! In più chi legge e recensisce messaggi, e tutte le altre storie scritte da me… lo so sto tergiversando solo per non inginocchiarmi e… Chiedere ufficialmente… SCUSATE PER IL RITARDO!!!! (molti hanno sperato di non vedermi più, eh? Anche io…)
Volevo dire un’ultima cosa… cambio il rating e aggiungo shonen-ai e shojo-ai perché… e che cavolo!!! Su wiki saint seiya è citato come esempio di fandoom yaoi!!! Ok… buona lettura!!!
Ps: scusate ancora…
 

 
Robuno blu 2
 
Shun sospirò quando scesero dall’aereo. “Catania, città del sud d’Italia, patria di Death Mask… conosciuto ai più (per colpa di Afrodite che non si tiene mai un cecio in bocca) come Arcangelo Pasquale Ruggero”. Queste erano le uniche informazioni che la delfina aveva di quella città. Avrebbe tanto voluto visitarla, vedere quella città dove erano passati fenici, greci, romani, normanni, arabi e spagnoli. Avrebbe voluto sapere come così diverse realtà si fossero fuse e avessero vissuto in armonia. Avrebbe voluto visitare musei e monumenti, poi avrebbe visto anche il paesaggio, sarebbe salita sull’Etna, ma non in quel modo.
Neanche avevano portato i bagagli, indossava dei semplicissimi short rossi ed una maglia bianca con un motivo a rondini, uguale a come era vestita Esmeralda, solo che l’altra aveva la maglia a sfondo nero.
- Le vecchie abitudini non muoiono mai, eh?- le canzonò Seika fuori dall’aeroporto.
- Siamo gemelle nella finzione che abbiamo creato!- protestò Esmeralda mentre saliva in macchina.
- Come hai fatto a farti convincere?- chiese Hyoga a Shun.
- Non lo so, sono alquanto arrendevole quando mi sento in debito…-
- Perché ti ho consolato l’altra sera? Sei un po’ esagerata!!!-
Erano su una campagnola, l’unica macchina che Saga era riuscito a noleggiare. Questa volta con loro erano venuti Aiolos, i gemelli, Toma e Camus.
- Non ci staremo mai tutti su questo trabiccolo!!!- esclamò Kanon. Poi vide i ragazzi sedersi sugli schienali ed afferrare saldamente le inferriate che avrebbero dovuto reggere le coperture in caso di pioggia. Hyoga era al centro, al fianco aveva la delfina e la sorella, mentre Seika aveva optato per il poggiaschiena dei sedili anteriori. Gli uomini si sedettero sui sedili. Saga alla guida.
- Il padre iperprotettivo lascia fare una cosa del genere alla figlia?- continuò Kanon continuando a sentirsi costretto.
Nessuno gli badò troppo.
Lo sguardo di Toma cadde sulle candide gambe di Shun che accorgendosene avvampò e nascose il viso dietro l’inferriata alla quale si reggeva. Si sentiva molto confusa. Nessun ragazzo l’aveva mai notata, o almeno non mentre era se stessa.
 
Fu lei a dire dove fermare la macchina, scese per prima e trovò una grossa voragine semicoperta dalle ginestre.
- Dovremmo infilarci lì?- domandò Seika riluttante.
- Se lei sente che è lì non capisco cos’hai da lamentarti tu!- la riproverò Aiolos
- Finiscila, papy!!!- la ragazza calcò su quel nomignolo che non aveva nulla di affettuoso.
I saint arrivarono in quel momento. Erano tutti piuttosto contrariati.
Shun si buttò una ciocca della parrucca dietro la testa. Stavolta con Nettuno c’erano Kraken e Cavallo del mare.
Hyoga fremette e disse sottovoce a Seika :- Ma perché riappaiono sempre i miei fantasmi?-
- Quelli sono anche i miei, bello…- rispose lei dura per poi raddolcirsi – Non è il problema maggiore, o almeno non credo… come sono tornati in vita?-
- Non lo so… ci dobbiamo preoccupare?-
In quel momento i loro discorsi furono interrotti.
- Voi!- ruggì Dohko, ma stavolta fu Aiolos a pararsi davanti a tutti.
- Non mi pare il caso di rivangare vecchie storie nelle quali per giunta non c’entra nessuno dei presenti, a parte noi due, ovvio…-
Il saint della libra si immobilizzò sul posto.
- Tu eri il più devoto ad Atena!!!- gridò Seiya.
- Esatto! Pensate, da che parte state? Da che parte stiamo?-
- Bando alle stupidaggini…- fece Ikki superando i due e raggiungendo le ragazzine ancora chine sulla voragine.
Indugiò un istante sulle fattezze dei due corpi tanto simili accorgendosi che la somiglianza si fermava al viso ed ai capelli.
Quella che lui sapeva essere Esmeralda vista senza tacchi o scarponi era più bassa, di almeno cinque centimetri, ed era molto più formosa. L’altra, con la maglia larga ed accollata che indossava, sarebbe potuta tranquillamente sembrare un ragazzo adolescente, di quelli che mangiando chili di patatine fritte non prendono neanche un grammo.
- Come facevi a sapere che era qui?- chiese esaminando il luogo dove sarebbero dovuti entrate.
- Come fai a dire che sono stata io a farci fermare?- protestò la delfina, sperando non si sentisse il tremore nella sua voce.
- Mmm … Andiamo!- esclamò lui buttandosi.
Le due ragazze lo seguirono, a loro si accodarono Hyoga e Seika, e poi gli altri.
-Non ci vedo nulla!!!- esclamò Seiya dopo mezz’ora di cammino.
- Ancora non sai affidarti agli altri sensi, Pegasus?- lo canzonò Argor.
Isaac risalì la fila fino a trovarsi faccia a faccia con Hyoga, il quale non accennava a guardarlo. L’altro stava per cominciare a stuzzicarlo quando Shun allentò il passo per raggiungere il suo secondo.
- Oh, ma bene!!! Allora è lei la tua ragazza!!!- osservò lui.
- Non sono la sua ragazza…- puntualizzò lei prendendo il braccio del compagno.
- Un po’ contraddittorio, non trovi?- fece il Kraken riferendosi al gesto della ragazza.
- A lei piaccio io!!!- si intromise Jabu.
La ragazza si voltò verso Shiryu – Ma perché ve lo siete portati?-
- Non chiedere, non ne ho idea, dovrebbe sostituire Shun… o almeno ci prova…-
Lei dissimulò un moto di frustrazione voltandosi di nuovo.
- Sei proprio il suo tipo, sai?- continuò il marina – Al primo impatto non risulti bella. Anzi, sei quasi mascolina… la classica bellezza poco appariscente, non sembri un diamante, a prima vista, ma una pietra opaca e senza valore tra i preziosi. Poi, però, si distoglie lo sguardo, e lì ci si accorge che nessun’altro minerale ti è pari. E si continua a cercare di rivedere tanto splendore. Come le fortezze arabe, sembravano povere all’esterno… ma poi entravi e trovavi ori e gioielli…-
- Dovrei sentirmi lusingata?- domandò lei scettica – No, perché non apprezzo i complimenti sul mio aspetto fisico! Se mi avessi detto che sono forte, intelligente o…- “nobile di cuore” si trattenne dal dire -… sarei arrossita, ti giuro, ma i cascamorti non mi interessano… soprattutto se lo fai per ingelosire lui!!!-
Guardò la schiena del fratello che andava avanti affiancato da Esmeralda e Shaka che lo aveva raggiunto dopo i primi minuti. – E ti dirò di più!!! Se lui si fosse ingelosito lo avrei picchiato, perché, come ti ripeto… sono libera!!! Ma non per questo mi svendo!!!-
Toma la fissava inebetito, Hyoga era diventato rigidissimo, Isaac non sapeva proprio come prendere la situazione e tra tutti solo Saga e Kanon se la ridevano. Nessuno si accorse che anche Ikki sorrideva.
Improvvisamente videro un bivio.
- Da che parte andiamo?- chiese Esmeralda.
La fenice si girò verso la delfina – Destra?-.
L’altra fremette un attimo, poi si staccò da Hyoga ed annuì.
Stavano per proseguire quando la ragazzina raggiunse Shaka e sussurrò.
- Non siamo soli… ma non so se ci attaccheranno…-
- Mi consideri ancora la tua regina?- chiese l’altra.
- L’alternativa è che lo sia io… quindi sì…-
L’altra proseguì – Stiamo allerta.-
 
Ikki guardò Esmeralda con la coda dell’occhio. In una situazione normale sapeva che si sarebbero saltati letteralmente a dosso. Dover frenare i suoi istinti per proteggerla, anche se sapeva che la verità avrebbe messo molto più lui nei guai che lei.
Si era finto pazzo apposta per salvarla. Aveva quasi ucciso i suoi compagni, sua sorella… Guardò nuovamente la ragazza. Non avrebbe cambiato nulla del passato, perché amava veramente la bionda.
Si arrestò improvvisamente nel vedere Shaka più attento di prima.
- Cosa succede?- sussurrò.
- Qualcuno ci segue… ma preferisco non avvertire gli altri.-
- Potrebbero essere le donne d’oro di Efesto…-
Virgo e Phoenix si voltarono verso chi aveva parlato. Aveva usato un tono quasi timido, accentuato dal timbro di voce ancora infantile.
La delfina avvampò, forse non si aspettava tanta attenzione nei suoi confronti.
- Io sento anche dell’altro…- proseguì Esmeralda - … Non è che stanno aumentando i cavalli di troia?-
Il riferimento era molto chiaro, ma la delfina controbatté: - Non ne puoi essere sicura… tu negli abissi non  c’eri -
- E tu sì?- chiese candidamente Shiryu arrivando, ma il senso della domanda era ovvio. “Chi sei?”.
- No comment…- rispose l’altra - …credo che se tu comincerai a controllare la tua linfa divina non dovremmo avere problemi con loro…- disse la ragazzina rivolgendosi nuovamente ad Ikki.
- Risponderai alle domande, prima o poi? Il tuo carattere cambia continuamente…- osservò il fratello.
- Le amazzoni recitano, non lo sapete?- si intromise Argor soffiando sulla schiena di Shun.
“Ma oggi i ragazzi cosa caspita hanno contro di me? Devo cominciare a preoccuparmi?” si chiese irrigidendosi.
Si girò fino a poterlo guardare dritto negli occhi ed imprecò intimamente scoprendosi sovrastata da lui. Se sapeva perché non rivelava tutto agli altri saint? Una risposta si formulò nella sua testa, ma cercò di pensare ad altro.
Si cominciarono a sentire dei rumori.
- Efesto avrà messo qualche trappola?- propose Milo.
- Aumentiamo il passo!- ordinò Seiya oltrepassando tutti. Le false gemelle si avvicinarono.
- Ma quello coi capelli blu che ha parlato prima è Milo di Scorpion?-
- Sì, perché?- chiese la delfina.
- Solo per sapere… mio padre ha degli ottimi gusti!-
Camus era appena dietro di loro, Shun lo vide sbiancare…
- Tutto bene? Non credo che lui abbia sentito…- provò a riparare quest’ultima.
- Veramente…- al suono della voce dello scorpione Esmeralda saltò tanto da sfiorare con la testa il soffitto. L’altra ragazza si irrigidì come una tavola di legno.
- Che volevi dire con “mio padre”?-
- Ragazze, proseguite!- fece l’acquario.
Esmeralda prese la delfina ancora catatonica e la trascinò via.
- Hai dei figli, per caso?- chiese il Saint indagatore.
- Lo so da quando siamo tornati in vita… la ragazza che è appena andata via ed un ragazzo… Carol…-
- Cioè Hyoga! Dohko mi ha spiegato come si comportano le amazzoni, ne sei certo?-
- Ho delle prove inconfutabili… -
- Per esempio?-
- Il test del DNA… i due ragazzi sono  gemelli… e figli miei -
- Quanti anni hanno?-
- A gennaio 19…- rispose il francese - … non ci conoscevamo ancora, con te ho conosciuto l’ amore, non con Natascia Katalanoff…-
- Ed ora cosa provi?-
- Non conta, hai visto quella ragazza? Non ha mai avuto un padre, devo fare ciò che è bene per loro… mi piacerebbe assieme a te…-
- Io sono un saint… e poi la loro madre?-
- Per loro è come morta… e poi l’hai sentita mia figlia? Le piaci! Andreste d’accordo… vi assomigliate.-
- Non è un complimento…- commentò Hyoga inseguendo poi  le altre due.
 
- Ok, ora sono stufo!- ruggì Death Mask voltandosi verso le due ragazze – Che saint eravate?!-
- Che c’è, Arcangelo? O preferisci Pasquale?- gli rispose la russa – Comunque tu non ci hai mai visto in cloth! O almeno avresti riconosciuto il nostro cosmo… un Gold saint che si rispetti ci avrebbe riconosciuto al volo o sbaglio? –
Argor e Isaac si misero a ridere…
Shun cambiò argomento :- Come ha preso Hilda la situazione?-
Shiryu sorrise :- Starà bene… sembra che Flare non fosse mai stata proprio normale, ma ha detto che non resterà con noi, è tornata ad Asgard… -
Lo sguardo della ragazza incrociò quello del fratello. Sapeva qual’era la sensazione.
Improvvisamente la terra si sgretolò sotto i loro piedi. Tutti volarono tranne Shun, che imprecò una volta di più per non aver indossato la sua armatura. Toma la prese al volo prima che Hyoga potesse intervenire, la sua espressione era di pura gelosia.
Shun aspettò che l’angelo la posasse a terra e corse verso il russo.
- Stai bene?- gli chiese.
- Perché?-
- Sei blu… e si intona con i tuoi occhi, ma stona con i capelli…- scherzò lei mitigando un po’ la tensione. Lui allora si riscosse. Si stava comportando da stupido, doveva aiutarla, non crearle nuovi problemi.
Improvvisamente tutti avvertirono un rombo. Dei cosmi si scontravano.
- Tifone si scontra con Ermes e ClonArtemide!- esclamò Esmeralda in preda al terrore. Ikki si irrigidì.
- Dobbiamo muoverci!!!- esclamò Hyoga.

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Capitolo 21
*** Il fabbro ineluttabile di fuoco ***


Il fabbro ineluttabile di fuoco
 
- Ikki! Shiryu! Argor! Voi andate… noi restiamo qui.- urlò Shura.
Saga prese Shun per le spalle: - Vai con loro… Qui non servi…-
- Ma se qualcuno restasse ferito?- chiese lei e poi, più decisa – Io sono la delfina, decido io cosa bisogna fare…-
- Un leader sa quando un compagno combatte al meglio,- si avvicinò al suo orecchio – come padre ti chiedo di proseguire, so che non mi consideri tale, ma pensa a tuo fratello, ha bisogno di te… và!-
- Non fare l’eroe…- sospirò lei inseguendo poi gli altri tre.
Isaak e Cavallo del mare superarono gli altri. Seika fermò il canadese.
- Limnades, ti consiglio di proseguire…-
L’altro rise prendendo il suo reale aspetto: - Mi compiaccio, Sorrento…-
Seika tirò fuori il flauto. – Non crederai di farmi paura, Titano!!!-
Tutti i saint rimasero in silenzio, mentre Nettuno strabuzzava gli occhi. Probabilmente aveva capito che razza di figura aveva fatto non riconoscendola ed in che situazione precaria si trovasse.
Hyoga, Esmeralda, Camus e Saga seguirono Isaak. La bionda, però, alla vista di Tifone si bloccò incapace di reagire. Conosceva bene quella sensazione, quell’essere divino ai tempi del mito aveva sconfitto Zeus e lei ne era terrorizzata.
Seiya li raggiunse con Shaka, Dohko e Mu.
- Quello è Guilty, il maestro di Ikki?- chiese Hyoga.
L’altra annuì.
- Ti stai agitando troppo…- proseguì il fratello - …i tuoi pensieri sono fortissimi…-
- Non ci posso fare nulla!- controbatté lei.
Ermes e ClonArtemide non avrebbero retto ancora a lungo. Isaak non perse tempo e colpì il dio che cadde a terra.
- Oceano, anche tu dalla parte di quella sociopatica di  Metide? Ti facevo più assennato…- disse il messaggero olimpico.
Shaka imprecò intimamente:- Abbiamo qui tutti gli schieramenti della guerra…-
- Li lasciamo uccidere tra loro o interveniamo?- chiese Mu.
- Interveniamo, ovviamente…- rispose Dohko preparandosi all’attacco.
I vestiti di Isaak mutarono in una tunica dorata e protezioni in oro ed argento.
- Tifone! L’ammazza titani delle amazzoni è qui! La ragazza dai capelli rossi che sta aiutando il tuo allievo!!!- lo aizzò – Lascia a me questi mortali e vendicaci!-
Gli altri saint guardarono la reincarnazione di Tifone. Era minaccioso, di aspetto massiccio, con i capelli bianchi come le sopraciglia e la pelle bruna, quasi bruciata. Quello che lo rendeva davvero inquietante erano gli  occhi rosso sangue.
- Oceano! Sbrigati se ti vuoi godere lo spettacolo!!!- gridò feroce l’altro e si gettò nei cunicoli.
Saga non esitò a seguirlo, a nulla valsero le grida di Hyoga, e dietro di lui partì anche Shaka.
- Ehi! Clone!- chiamò Esmeralda.
Flare si volse impetuosa.
- Fatti sotto!- la invitò evocando l’arco e la faretra. Da quando Seika era diventata Giada, tutti loro potevano evocare armi ed utensili.
- E tu saresti quella vera? Dovrai dimostrarmelo!-
La prima freccia la colpì dritta al fianco.
- Questo è per la spalla della mia amica!-
 
Hyoga intanto stava già portandosi all’attacco contro IsaaK.
- Paura per la tua ragazza, Apollo?- lo schernì –Non ti preoccupare! So che ruolo hai giocato tu in quella battaglia! Sei un campione delle amazzoni, ti farò fare la sua stessa fine!-
- Alex non è la mia ragazza ed io non sono Apollo!- dichiarò il russo evocando arco e frecce.
- Non farmi ridere… allora chi saresti?-
- Non ne ho idea…- scoccò una freccia che l’avversario evitò per un pelo, ma poi un masso staccatosi dalla parete gli venne a dosso - Scopriamolo insieme!-
 
Shun da fanalino di coda che era si era portata subito in testa alla fila. Correva velocissima, i suoi piedi sembravano conoscere ogni anfratto del suolo. Sentiva il rubino blu chiamare, non certo lei ovviamente, ma sapeva dove andare. Per questo le ci volle un po’ per tornare indietro quando Shiryu incespicò a terra e gli altri si erano fermati.
- Tutto bene? Sei ferito?- chiese. Il suo era un metodo scientifico, quasi di routine, era abituata a curare.
- No, scusate…- si riscosse il cinese.
- Sa meglio di te la strada…- osservò Argor rivolto ad Ikki.
- Sarebbe inutile recitare!- controbatté la ragazza – Siamo affrontando dei titani… loro non sono come gli dei, ne conosco la maggior parte … non abbiamo tempo per le pagliacciate della serie: “fingiti debole e disperata per ottenere aiuto per non morire soffocata”.-
- Che?- chiese Ikki.
La delfina si rialzò sollevando anche Shiryu. – Parlo per esperienza personale, ma lascia perdere, non credo che un saint possa temere l’asfissia mentre combatte per ciò in cui crede… e non crediate che portare una maschera sia meglio…-
Fecero per proseguire quando il Dragone tossicchiò:- Io ho una teoria…-
- Di che tipo?- domandò Perseus.
- Tu in realtà sei June, non è vero?-
Andromeda barcollò, si girò di scatto sgranando i grandi occhi verdi. – Come, scusa? -
- Certo, perché? Non è plausibile?-
Erano di nuovo tutti fermi a fissare la reazione della ragazza.
Shun per un attimo non si mosse, poi cominciò a ridere sempre più forte, quasi istericamente. - Ma sei serio?-. Le risate erano quasi spasmodiche. Davvero i suoi compagni la conoscevano così poco? No, non era quello il punto. Era proprio il fatto che pensavano di conoscerla ad aver tratto in inganno, se c’era una cosa di cui loro erano convinti era che Shun d’Andromeda non mentiva, mai.
Si riscosse. – Scusami, non volevo offenderti, ma io e lei non ci assomigliamo molto… io ho circa tre anni in meno, in più ora sono più alta di lei e poi, lei è formosa!-
- E gli occhi verdi sono tuoi…- concluse Argor.
- Shiryu, proseguiamo e basta ti prego!- supplicò Ikki.
I due li superarono. Lei fissò negli occhi Shiryu. – Spero che quando capirai non ne resterai troppo deluso…- mormorò l’amazzone e poi proseguì.
I cunicoli si facevano sempre più bui, ma fu proprio ciò a permettere alla fenice di notare dei bagliori.
Fece cenno agli altri di restare in silenzio. Nessuno si mosse. – Sono le Golden doll?- chiese voltandosi verso la delfina. Quella parola era scaturita per caso nella sua testa. La ragazza aveva annuito.
- Pensi che ci attaccheranno?-
- Dipende…-
Si accorse improvvisamente che quando parlava con lui non sembrava affatto l’altera futura regina, o la fiera guerriera, ma una ragazzina timida, piccola per il mondo che doveva affrontare. Era veramente strana, ma allo stesso tempo familiare.
- …se ci riconoscono come invasori sì, ma se tu mostrassi la tua linfa divina forse no…- continuò la ragazza.
- Io non credo di sapere nemmeno di che parli…-
- Non è il momento di spiegartelo allora. Strano, sei già nella fase protodeo, dovresti capire…- il tono non era né saccente né offensivo, invece sembrava preoccupato.
- Mostra la tua invece!- propose Argor.
Ad Ikki il Silver saint cominciava proprio sui nervi, e si domandava come potevano le sue stelle essere così vicine a quelle di sua sorella. Ma perché indignarsi in fondo? Cosa c’ entrava lui?
- Tentar non nuoce…- sospirò lei.
Non era l’energia di quella volta al ricevimento, era diversa, più benevola, meno estranea, e soprattutto veramente familiare, troppo.
Gli automi mitologici si mossero verso di loro, per poi inginocchiarsi di fronte la ragazza.
Lei si voltò verso il fratello. – Dà loro degli ordini, così ci saranno utili…-
Lui la fissò sorpreso:- Perché non lo fai tu?-
- Io non sono il loro padrone… dài, sbrigati che potrebbero arrivare dei nemici…-
- Attaccate chiunque non sia Saint, amazzone, marina od argonauta-
Come era stato facile impartire quell’ordine! Quasi naturale. La sensazione di deja vu lo accompagnava da quando aveva conosciuto la ragazza, ma continuava a non capire.
La prese per il polso e proseguì. Anche i suoi compagni rimasero basiti. Lei invece non sembrava turbata, o almeno non all’inizio, poi si tese all’improvviso e per lui fu come una scossa. Cercando di far finta di nulla, lasciò la presa.
Che gli stava succedendo?
Si ritrovarono in un enorme abitacolo di roccia, al cui centro svettava una colonna rosso rubino.
- Vai!- lo incoraggiò la ragazza.
- Dove?- chiese Shiryu.
- Se non sei il possessore della pietra, o un possessore del fulmine non puoi…-
- Zeus…- mormorò la delfina.
Il Dragone fece appena in tempo a vedere il lampo, poi la schiena della ragazza che un tuono rimbombò nelle grotte. La spada del dio dei fulmini cozzò contro uno scudo formato dall’energia della ragazza.
- Ikki, vai a prendere quella pietra! Ora!- gridò Shiryu.
Il ragazzo entrò del raggio di luce.
 
Ikki si ritrovò in una fucina, tutto era fiamme e fuoco, cenere e carboni, ferro fuso e mercurio.
Un’ombra si avvicinò sempre più a lui. Camminava tra le fiamme, ma solo quando fu ad un passo da lui riuscì a distinguere i suoi lineamenti. Era il suo riflesso.
- Salve Ikki, io sono Rubin, il fabbro di fuoco ineluttabile.-
Una pietra blu intenso spiccava al centro del suo petto scoperto. Indossava solo dei pantaloni di cuoio, sulla schiena teneva un martello sollevato da fili neri che si intrecciavano sugli avambracci.
Si toccò la pietra sul petto. – La vuoi? Vieni a prenderla!-
Lo scontro iniziò subito aspro e violento. Ikki scoprì subito di possedere le stesse armi dell’avversario, ma di non saperle proprio usare. L’altro invece mostrava un controllo assoluto dell’energia che lo circondava, delle fiamme che li lambivano, dei fili taglienti.
La fenice cadde a terra imprecando.
- Ascolta, Ikki, è inutile continuare sulla strada della furia. Questo cammino non ti appartiene, a differenza di quanto credi. Continua a proteggere quelli che ami, ma non combattere le loro battaglie. Usa la testa.- gli disse – Hai dei doveri a cui non stai adempiendo… doveri che ti sei scelto, che non ti sono stati imposti, ma che proprio per questo devi assolvere…- la figura si sfaldò, il ciondolo cadde e si pose al collo della fenice. – Non lottare solo per chi ti preme, lotta per il futuro, e sacrificati per esso se devi… lo farai?-
- Sì, anche se ho già fallito non mi arrenderò…-
- Non sottovalutare il potere di chi ti ha fatto sentire il più forte…-
 
Il ricordo arrivò alla memoria fortissimo. Una ragazza vestita di cuoio lo teneva tra le braccia, mentre a le sue spalle altre due si tenevano in piedi a vicenda…
- L’unico uomo che ho amato è scomparso per sempre… e con lui si sacrificarono anche Moro e Prometeo. Ananke, perché? Perché non li hai semplicemente salvati?-
Sapeva che non sarebbe bastato, sapeva che la loro linfa divina sarebbe scomparsa se loro non si fossero uniti. Questo era il potere del nuovo re dell’olimpo. L’usurpatore aveva rapito lo stesso Efesto per avere il proprio arsenale.
Le si avvicinò un’altra ragazza vestita da guerriera. – Art, vieni qui, lascia che Era li faccia reincarnare. Ti prego, non rendere tutto più penoso di quanto già non  sia. Ora saranno vivi ed insieme, invincibili per sempre…-
- Come fai a fidarti di lei? Ha tradito persino il patto di matrimonio!!! E lo odiava! Odiava il suo stesso figlio come odia te!!! Ed  io non potrò più avere il mio Efesto!!!-
L’altra tirò su col naso e la strattonò via, mentre un’altra donna si sostituiva a loro.
Capelli corti castano chiaro, occhi verdi come la tunica che indossava.
- Efesto, Moro e Prometeo, voi dovete vivere, lo so, io sono la più inaffidabile, la più ipocrita, ma la verità è che ho sempre amato anche il figlio che generai da sola, ed ora che non lo vedrò mai più, vi faccio quest’ultimo regalo pur di darvi l’immortalità…-
Poi buio.
- Artemide, Moira, Proserpina, Ananke, Atena ed Era, non dimenticherò il mio debito verso di voi che mi avete donato di nuovo l’immortalità, una nuova forza. Vi difenderò a costo di sacrificare questo dono…-
A quel ricordo il Saint capì che forse aveva già infranto quel giuramento.
 

 

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Capitolo 22
*** Sconcertante... ***


Note dell'autrice: ok ragazzi, devo sempre ringraziare Crystal eye, eleoval76, Lady T, La Regina di Akasha, solinari, pandora, Walli,flilai, lunadistruggi, Halloween, soffio di nebbia, Sakura Sazaku, Arcadia_SPH, stefirobin, UNIKA_20 e Oxymoros schioma per avermi recenzito e/o mi avete aggiunto hai prefetiti/ricordati/seguiti. Averyn, questa te la dedico!!!! Baci!!! (scusate se sarò lenta, l'uni mi uccide...)


Sconcertante…
 
- Ciao, Era…- ridacchiò Argor.
- Io non sono Era.- rispose in fretta Shun.
Shiryu rimase attonito a fissare quella scena quasi paradossale. La delfina delle amazzoni era la reincarnazione di Era? E Argor era Zeus?
Entrambi si scostarono ed indietreggiarono.
- Regina eri prima e regina sei adesso… è proprio destino, non trovi? Forza, smetti di indugiare con queste divinità di seconda categoria ed unisciti a noi…-
- Sai, io non sono ancora immortale, ma conosco meglio di te che cosa è successo nell’ultima guerra, a quanto pare!!! La tua Era, la patrona della devozione matrimoniale, ti tradì con Odino, e tu uccidesti tutti gli Asi per questo. Tu potevi tradire, potevi voltare le spalle al tuo regno, a quello che avevi costruito, ma lei no, anche se tu voltavi le spalle a lei, la tua regina non poteva fare altrettanto con te, molto coerente, non c’è che dire…-
Il saint di Perseo si irrigidì. Era furente.
- Shiryu, va’ via, ascoltami, non ti voltare, non sei nel suo mirino...- gli disse la ragazzina preparandosi allo scontro.
L’avversario fece per attaccare, ma un’ attimo prima si aprì una voragine da una parete della spelonca e Tifone balzò nell’abitacolo.
- Ti ho trovato campionessa…-
I due sfidanti spalancarono gli occhi. Doveva aver seminato i suoi inseguitori, o peggio. Shun dovette scacciare quei pensieri. Ikki sarebbe uscito dal raggio a momenti e di sicuro Zeus e Tifone non si sarebbero alleati.
- … sei ridicola, sai?- continuò il titano – Ti celebrano tanto, ma è la prima volta che vedo una reincarnazione dei dodici che si fa soffiare l’esercito da una Nike, giusto, Atena?-
Le pupille della ragazza diventarono due linee nere, l’occhio destro si tinse di blu e il sinistro di giallo.
- Io non sono ATENA!!!- gridò la ragazza.
La forza scaturita dall’urlo fece sbalzare via Tifone e Zeus.
Il dragone, che non era ancora riuscito ad alzarsi fissava davanti a sé la ragazza scossa da strani tremiti, i pugni talmente stretti che le nocche erano sbiancate.
- Quello era l’urlo di…-
- Taci, o colpisco anche te!- lo minacciò la ragazza mentre lo aiutava ad alzarsi. Intanto Ikki riapparve e dalla voragine sbucarono Saga e Shaka.
- State tutti bene?- chiese Saga alla ragazza.
- Per ora sì…-
Argor si rimise in piedi e scappò via, Ikki era già pronto ad inseguirlo, ma il titano si riprese.
- Non ti salverai così, ragazzina… Oh, ma guarda chi c’è?- fece notando Ikki appena riapparso, il ciondolo di Rubin appeso al collo.
- Guilty, bada, non hai ancora visto niente…-
- Non farmi ridere, ragazzina, conosco il tuo potere e non lo useresti mai qui…-
Ikki rimase pietrificato.- Guilty…-
Shiryu prese Phoenix per un braccio. – Il tuo maestro?-
- Sì, non so che fare… una parte di me lo avrebbe già colpito, ma ora so che non potrei sconfiggerlo…-
- Ma sei uno della quinta generazione…-
- Sì, ma non so usare la linfa divina, mi batterebbe subito.-
- Vi lascio attaccare…- concesse il titano con fare mellifluo.
Shun corse con la mano all’impugnatura del pugnale…
- No, ci penso io… -
Lo colpì prima che lei lo potesse fermare e Tifone restituì subito al mittente il colpo potenziandolo.
Il saint di Gemini cadde a terra. La delfina lo soccorse subito. Evocò l’egida per parare il colpo successivo, intanto i talari le si materializzarono sui piedi.
- Sto bene…- protestò Saga.
- No, sei un idiota!!!-
- Confermo- fece Shaka mentre colpiva il titano togliendogli il senso del tatto.
- Facci strada, mocciosa!!!-
Shun si mise a correre e gli altri seguirono il suo esempio per sfuggire al titano sempre più furibondo.
 
Intanto Isaak era stato ferito da Hyoga con una freccia, Mu ed Esmeralda tenevano a bada Flare, mentre Dohko, Milo, Seiya, Jabu e Camus cercavano di trattenere Ermes, e Seika, Aiolos, Toma e Shura combattevano con Lemuri.
Dopo un ultimo tentativo di cambiare aspetto, quest’ultima colpì il titano allo sterno con il flauto.
- Protesti usare i tuoi veri poteri?- protestò Kanon all’ennesimo colpo schivato dal messaggero.
Per tutta risposta il flauto si trasformò nel caduceo.
- Baleno!!!- gridò lei. E dallo scettro scaturì un raggio di luce che investì il titano tramortendolo di nuovo.
- Scusate l’ignoranza… - Cominciò Milo – Ma cos’è un clondio?-
Esmeralda materializzò arco e frecce, ma non il proteggi polso, e scoccando il dardo ancora sporco di sangue colpì Flare.
L’avversaria esplose.
Zeus arrivò in quel momento. Ermes lo raggiunse :- Scappiamo!!!-
L’altro non se lo fece ripetere.
- Vigliacchi!!!- gridò Dohko.
- Qualcuno mi risponde?- chiese Milo.
- Sono copie di veri dei, create da chi possiede anche solo un centesimo della linfa divina dell’originale, e questa è la prova che dietro a tutto questo c’è un dio primordiale… Ho ragione, Oceano?- chiese Esmeralda.
- Sì, ma non crediate d’aver vinto…-
- Sbrigatevi a finire Leomuri o Iperione, giusto?-
Shun, Ikki, Shiryu, Saga e Shaka raggiunsero gli altri mentre Tifone rompeva il muro.
Accecato e furente l’ultimo degli avversari seminò il caos. La grotta cominciò a crollare e tutti pensarono a scappare. Appena furono fuori fecero la conta dei feriti.
 
- Non ci credo che siamo illesi!!!- esclamò Seiya.
Shun continuava a controllare che Saga non fosse ferito.
- Se non la smetti giuro che ti meno!!!-
- Scusa…-
- Mascia, Carol!!! Andiamo!!!-
- Ok!!! Saint alla prossima!!!-
E scomparvero teletrasportati dai gemelli russi.
- A costo di sembrare scemo…- fece Death Mask -… non ho ancora capito se le due ragazze sono gemelle o no…-
Ikki si passò una mano sulla fronte: - Non lo sono… -
- Confermo…- continuò Milo - … Camus è il padre di quella con la frangetta e quindi anche di…-
- Hyoga!- esclamò Mu.
- Ok… la storia si fa se non incredibile, strana…- commentò Aldebaran.
- La delfina…- cominciò Shiryu - …è stata chiamata campionessa da Tifone… -
- Noi abbiamo sentito che l’ha chiamata anche “Ammazza titani” se è per questo…- osservò Seiya.
- Che vuol dire?-
- Campionessa è un titolo, lo si dà a chi batte certi record o compie certe prodezze- spiegò Dohko – Il problema qui è che è troppo piccola per aver partecipato ad una guerra sacra contro i titani -
- Veramente…- si intromise Milo – Da quello che ho capito lei deve aver per lo meno ammazzato uno dei compagni di Tifone… lui stava parlando di vendetta…-
- Sì, ma quella dal punto di vista divino è a tutti gli effetti una bambina… può davvero aver fatto una cosa simile?- chiese Shura.
“Sì che può” pensò Shaka ricordandosi della ragazzina di poco più di dieci anni sporca di sangue e dagli occhi vitrei…
- Deve essere potente…- osservò Jabu.
- Probabilmente fa parte della quinta generazione…- mormorò Ikki.
- Sì, ma quali divinità possiede? Mentre tu non c’eri in trenta secondi è passata dall’essere chiamata Era ad Atena…-
- Che blasfemia!!!- esclamò il capricorno.
Shiryu abbassò lo sguardo, solo Ikki notò quel particolare.
 
Due giorni dopo, Esmeralda correva come un’ossessa per le vie della città delle amazzoni.         Sovreccitata, cercava ovunque il suo obiettivo. Poi lo agganciò.
Praticamente si catapultò addosso all’ignara vittima che emise un urlo soffocato.
- Sei impazzita?- protestò Shun.
- Tu devi venire con me!!! Oraaaaaaaaa!!!!!-
- Ma che diavolo!!!-
- Zitta!!! Uso il teletrasporto, tu coprimi!!!- continuò imperterrita l’altra.
La delfina si arrese, non poteva opporsi…
Si ritrovarono nella palestra, più precisamente nello spogliatoio. Strani rumori provenivano dall’anticamera.
- Ma che… - provò al dire Shun, ma l’amica la zittì e aprì la porta di quel tanto che bastava per sbirciare.
Shun la raggiunse e spalancò gli occhi, il fiato le si fermò in gola, poi prese per un braccio Esmeralda e sibilò – Portami fuori…-
Appena uscirono.
- Ok… non dovevamo vederlo…- disse la delfina cercando di mantenere la calma.
- Non sei felice per un’amica?-
- Le amiche sono due, Esmeralda!!! Non ho problemi con questo genere di cose, ma ho paura delle conseguenze!!! Lo stanno facendo per rimpiazzare tutt’ altro!!!-
- Cioè?-
- Non ci vuole uno psicanalista per sapere che una rimpiazza il suo dio e l’altra il suo Saint!!!-
- Davvero? Ma allora loro non sono…-
- Dài, gli dei non avevano gusti definiti, non è nemmeno una cosa troppo strana… il punto è che… Porca miseria! Se quello lo viene a sapere muore sul colpo!!!-
La bionda si mise a ridere. – Ma di che parli? Quello non lo ammazzi nemmeno se gli spari!!!-
- Di che parlate?- si intromise Shun Rei.
- Abbiamo la tradizione amazzone rinnovata!!!-
- Oh, mamma!!!-
- Sì, ai fini dei nostri affari la cosa non gioverà molto…- osservò la delfina.
- Ma perché?-
- È il suo capo!!!-
- Ha ragione- continuò la cinese – ma chi…-
- Non lo vuoi sapere!-
- Te lo dico?- la tentò la russa.
L’altra annuì.
Si bisbigliarono all’orecchio mentre Shun alzava gli occhi al cielo.
- NON CI CREDO!!!-
- Che cosa sta succedendo?-
- EURIDICE!!!-
- Non indovinerai mai…-
- Che cosa? Che Seika e Mio se la intendono? Belle, io ci dormo con Seika!!! Lo sapevo da un bel po’!!! E non è una buona cosa per le amazzoni… -
La delfina sospirò: - Che tu sappia… è una cosa seria?-
- Sì…-
- Ok, allora tutto a posto, se non è solo un capriccio dobbiamo solo sperare che non si mollino…- scosse la testa, poi si mise a ridere…
- Ed ora che hai?-
- Penso…penso a… Pegasus!!! Ahahahah!!!! Come…come minimo gli verrà un infarto…- disse e scoppiò in una risata che contagiò il resto del gruppo.
 
Jason seduto alla sua scrivania parlava con gli argonauti.
- Non so se avete mai guardato la parete dei record… ma vorrei che comunque sapeste alcune cose…- esordì.
- Shun ha ucciso un titano a dieci anni?-
- Non ne aveva dieci, Saga, ne aveva nove, così come non aveva ancora compiuto otto anni quando prese la cloth…-
- E io che pensavo che il record fosse di Hyoga!!! Aveva preso la cloth a 11 anni!!!- commentò Camus.
- Il punto è che Shun ed Esmeralda sono state costrette ad affrontare l’ordalia per l’investitura in anticipo…-
- Da chi?-
- Dal loro maestro ovviamente! Erano le più talentuose, ma le più piccole ed erano lì da meno tempo. Albion tentò di andare contro le stelle, senza successo, e io le andai a prendere…-
- Perché un maestro farebbe qualcosa del genere?-
- Semplice, voleva liberarsi di loro, perché anche se non era chiaro, si vedeva che erano creature divine, superiori alle altre per giunta, anche Leda e Salzus lo erano là e li giudicò troppo deboli per essere un ostacolo futuro… e lui era un titano –
- Che stai cercando di dirci?-
- Noi conosciamo i titani, ora sono cinque… Iperione, Tifone, Kronos, Oceano e Metide… O meglio Limnades, Guilty, Albione, Isaak e Medea…-
Aiolia si sollevò in piedi:- Vuoi dire che i loro maestri e compagni erano ostili? Ma che razza di allenamento hanno fatto? Devono aver cercato di ucciderli mille volte!!!-
- E tu sapendolo non hai fatto nulla…- disse Kanon torvamente.
- Senza cloth, un saint non ha potere, lo sai…-
- Potevano perdere la vita!!!-
- Tutti abbiamo rischiato in allenamento, voi siete gold saint, sapete meglio di me che cosa vuol dire diventare saint di Atena…-
- Arriva al punto!- sbottò Saga.
- Dovete nascondere a tutti che Shun è la nipote di Medea, altrimenti saremo tutti uccisi dalla furia di Metide…-

 

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