And we were kissing gods

di MusicAddicted
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Requests and Memories ***
Capitolo 2: *** I: (Un)Natural Selection ***
Capitolo 3: *** II: Guiding Light (?) ***
Capitolo 4: *** III: Touch the divine ***
Capitolo 5: *** IV: Spells and comebacks ***
Capitolo 6: *** V: I don't like you! ***



Capitolo 1
*** Prologo: Requests and Memories ***


pssst: sììì, sono pienamente consapevole che devo ancora finire ‘Just’ , ma non riesco a dedicarmici se prima non inizio anche questa :/
 
Setting:durante la realizzazione di T2L , indicativamente fine primavera/ inizio estate 2012, che dovrebbe coincidere con il finale di ‘The Avengers’
Non ne ho la certezza matematica, ma è una FF, facciamo finta che sia così... FF potrebbe essere l’acronimo di ‘fare finta ‘ XD
Genere:CrossOver  (Muse più Thor/The Avengers Universe) , Commedia, Romantico, Fantasy, a tratti demenziale XD
Disclaimer: non possiedo certo Matt,Dom, i Muse in generale, stesso discorso per Thor, Loki &Co, di mio c’è solo quest’idea partorita dalla mia mente psicolabile XD che non mi porta alcun guadagno.
E il titolo è preso dalle lyrics di ‘Crying Shame’ dei Muse ^^
Pairing: BellDom (Matt+Dom), Thoki (Thor+Loki) e... quello che capita XD
Avviso: che a me non piaccia Kate Hudson (già MOLTO prima che entrasse nei rotocalchi con Matt) è cosa di cui non faccio mistero, ma più che vero e proprio bashing la definirei una situazione in cui Matthew e soprattutto Dominic si fanno beffe di lei ogni volta che ne hanno occasione ... che poi è ciò che amo pensare che realmente avvenga! XD
Altro Avviso: per capire pienamente questa storia (a prescindere da quanto sia folle e degenere) dovreste conoscere sia un fandom che l’altro, qualora così non fosse, se siete in zona ‘Muse’ potete comunque leggere questa prima parte (dopo i ************ ) come one shot a sé, poiché non è ancora vincolata agli altri eventi :)
allo stesso modo, chi conosce solo il fandom di Thor può leggersi la prima parte come una shot che però non porterà da nessuna parte XD
 
ah, mi scuso per gli eventuali errori, poi giuro che rileggo/correggo :/
Riassunto:Cosa accade quando i ‘cavalieri di Cydonia’ incontrano gli dei di Asgard? Che il delirio abbia inizio! BellDom/Thoki e chissà che altro!

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Prologo: Requests and Memories
 
Asgard, Fine Maggio 2012


Più continuava a ripetersi di aver fatto la cosa giusta e meno Thor si convinceva che lo fosse davvero.
Aveva riportato Loki a casa, è vero, con l’aiuto dei suoi amici mortali supereroi, ed era riuscito a fermarlo prima che la situazione degenerasse ulteriormente.
E già quello che aveva combinato gli poteva costare caro.
Il punto è che avendolo ricondotto ad Asgard, Thor aveva precluso a Loki ogni possibilità di fuga.
Ormai era tutto nelle mani di Odino e delle sua legge e il biondo, valoroso guerriero poteva solo augurarsi che la sua decisione fosse clemente.
 
Il processo era appena iniziato, Loki era stato condotto da Thor fino alla sala del trono, opportunamente imbavagliato, sotto lo sguardo severo e biasimante di tutto il popolo Asgardiano.
Disposti fra le prime file, Fandral, Sig, Volstagg e Hogun, vale a dire i migliori amici di Thor, sapevano rivolgere al dio moro, che una volta, seppur breve, era stato il loro re, soltanto occhiatacce sprezzanti.
Per tutto il tragitto, Thor aveva cercato una forma di dialogo alternativa con il fratellastro, cercando il contatto visivo, ma quei grandi occhi verdi di smeraldo non sembravano trasmettere alcuna emozione.
Tipico del dio degli Inganni celare qualsiasi traccia di vulnerabilità.
 
Frigga non aveva nemmeno potuto avvicinarsi quell’adorato figlio creduto perduto, perché per ordine di Odino due guardie reali l’avevano subito allontanata, non con poca fatica, data l’insistenza della regina, che poi alla fine era stata costretta alla resa, spettatrice impotente di uno spettacolo di cui forse preferiva non conoscere mai l’esito.
Odino sapeva che poi avrebbe dovuto fare i conti con la sua consorte, ma aveva ritenuto necessario evitarle un coinvolgimento troppo emotivo ed era consapevole che, quando si trattava di Loki, Frigga lasciava da parte la razionalità, agendo più da madre che da regina.
 
Improvvisamente Loki si fece più inquieto, cominciando ad indicarsi ripetutamente il bavaglio magico che gli impediva le arti a lui più congeniali: quelle oratorie.
Non comprendendo il comportamento di quello che ancora riteneva a tutti gli effetti suo figlio, Odino diede ordine a una sua guardia di togliergli il suddetto bavaglio, tenendosi pronto a farglielo rimettere, qualora la situazione lo avesse richiesto.
 
Finalmente libero, Loki si apprestò a parlare.
 
“Chiedo come mio diritto di poter interloquire in privato con il padre...”
 
Odino sussultò, non tanto a quella richiesta, ma per l’utilizzo di quell’appellativo inaspettato.
 
“Degli dei!” aggiunse il dio degli Inganni, facendo di proposito quella pausa e provando un sottile, maligno, subdolo piacere nell’illuderlo così.
 
Se c’era una cosa che Odino non aveva mai temuto era lo scontro diretto, per questo accettò quella richiesta, senza remore, dando ordine a tutti di allontanarsi.
 
“Che cos’ha in mente Loki?” domandò a Thor Frigga, piuttosto irrequieta.
“Non ne ho idea, madre, non m’ha fatto parola di voler parlare in privato con padre. Anzi, a causa di quel dannato bavaglio non mi ha fatto proprio parola di nulla, da quando l’ho riportato qui.” borbottò il biondo guerriero, contrariato,con gli occhi zaffirini ridotti a due fessure, cercando invano di mettere a fuoco l’immagine sfocata del suo rispettato padre e del suo adorato fratello, mentre usciva dal palazzo reale, con lei al seguito.
 
“Dimmi tutto, Loki.” lo esortò Odino, una volta rimasti soli.
“Io non mi pento, nemmeno di una singola delle azioni che ho commesso!” dichiarò fiero il mancato re di Midgard.
“Lo immaginavo!” borbottò sconsolato il padre degli dei.
“So che mi aspetta la pena che tu riterrai più consona e non ti chiedo nessuno sconto, non sarebbe corretto.” proseguì il dio delle Bugie. “Però ti chiedo una revoca.”
“Una revoca?” si accigliò Odino.
“Hai capito bene. Non è di molto. Ti chiedo di aspettare una settimana, poi potrai agire come credi e far di me ciò che vuoi.” chiarì Loki.
“Perché soltanto una settimana?” lo interrogò dubbioso il re.
“Fra sette giorni esatti sarà il compleanno di Thor e io voglio organizzargli una festa indimenticabile. Sarà il mio modo di salutarlo. Ci tengo ad organizzargli qualcosa di speciale, in nome dei fratelli che siamo stati.” spiegò Loki, senza troppi giri di parole.
“Voi siete ancora fratelli! Non è cambiato alcunché, Loki, noi ti consideriamo ancora...”
 
“Risparmiati il fiato, padre degli dei! Non cerco belle parole, ma solo un permesso!” lo interruppe secco il dio delle Malefatte.
Odino sospirò pesantemente, accarezzandosi l’ispida barba bianca.
Era un tipico segno che stava valutando seriamente la decisione da prendere.
E Loki lo sapeva, volete o nolente lui conosceva tutti i suoi tipici segni.
“Supponiamo che io acconsenta. Cosa pensi di fare in questa settimana?” lo mise alle strette il re.
Loki si schiarì la voce, come a cercare il modo migliore per dare quella risposta.
“Diciamo che la mia richiesta ne ingloberebbe altre, correlate e fondamentali: ho bisogno di lasciare temporaneamente Asgard, mi serve conservare i miei poteri, almeno fino ad allora, ma soprattutto ho necessità che tu ti fidi di me.” asserì il giovane dio.
“Perché mai ti dovrei ritenere meritevole di una tale fiducia?” lo interrogò Odino, stupito dall’audacia del suo interlocutore nell’azzardare simili pretese.
Loki capì bene anche questo, ma non si scompose minimamente.
“Perché Midgard è sorvegliata dai Vendicatori, che hanno giurato di proteggerla da ogni eventuale minaccia. Loro conoscono già le mie mosse, le mie tattiche, le mie tecniche di combattimento. E se sono stati capaci di sconfiggermi quando ero a capo di un esercito intero, puoi solo immaginare senza difficoltà quanto sarei loro facile preda ora che agisco completamente solo.” si giustifica Loki. “Tuttavia, il motivo di base è che stavolta non ho nessun piano di conquista o dominio di alcun regno e non recherò danni ad alcun mortale, nemmeno a  quelli con cui avrei dei conti in sospeso.” aggiunse il dio della Discordia.
“Mi fa piacere sentirti dire questo.” borbottò Odino, accarezzandosi il mento.
“Ti fa piacere tanto da concedermi quello che ti ho domandato?” lo interrogò il moro.
“Loki, mi chiedi molto e la tua situazione è già di per sé molto aggravata... “ incespicò sulle parole il vecchio re.
Loki lo scrutò a fondo, con atteggiamento di sfida.
“Lo so e non intendo aggravarla oltre. Allora, oh potente e saggio Odino, consideri ancora degno di un barlume della tua fiducia questa pecorella smarrita?”
 
***************************** (Contemporaneamente)
 
Midgard (Terra), Londra Fine Maggio 2012
 
I Muse erano davvero soddisfatti dall’intenso lavoro di quella giornata.
Tom, il media manager, nonché grande amico di tutti i membri della band, fin dall’adolescenza, aveva fatto incetta di foto , mentre i tre provavano le nuove canzoni, assistititi da un nutrito gruppo di tecnici del suono e musicisti, con l’intento di pubblicarle al più presto su twitter e punzecchiare un altro po’ i loro dediti fan.
Quando uscirono dallo studio erano già le undici di sera passate, fuori non era rimasto nemmeno un fan ad aspettarli, certi che la band avesse già trovato una via alternativa per uscire.
E, per quanto i Muse amassero davvero i loro fan e fossero loro grati per quello a cui ciò li aveva portati, è anche vero che non disprezzavano un po’ di quiete e privacy.

Il loro team operativo si era già allontanato qualche ora prima, ma perfezionisti com’erano tutti quanti, Matt, Dom e Chris avevano scelto di rimanere per definire alcuni dettagli, Tom per cazzeggiare un po’ con loro, non dopo aver dato un valido aiuto, va detto.
 
Chris fu il primo dei quattro ad andarsene, impaziente di tornare dalla sua numerosa famiglia.
Il bassista non era mai stato così contento come quell’anno, perché rimanere fissi a Londra gli permetteva di trascorrere molto più tempo con l’amata moglie e gli adorabili figli, cosa poco fattibile durante i tour.
Tom seguì a breve il suo esempio e così rimasero solo Matthew e Dominic.

Loro due però di andarsene non ne avevano alcuna intenzione.
E perché mai avrebbero dovuto?
Ormai quel luogo era sufficientemente isolato, fuori c’era un cielo stellato che altro non chiedeva che essere guardato e l’aria, seppur ancora parecchio fresca, cominciava a profumare d’estate.
Dominic corse dentro lo studio per recuperare delle coperte, che poi portò fuori.
 
“Matthew, vieni!” spronò il suo migliore amico, recandosi sul retro.
Facendosi aiutare dal cantante, il batterista posizionò le coperte sul morbido prato, dopodiché si distesero sopra.
“Aspetta, manca ancora qualcosa.” commentò Matt, alzandosi e tornando dentro lo studio, da dove uscì poco dopo, con una confezione di lattine di birra, fredde di minibar.
“Ora sì che ci siamo!” sorrise il moro, allungando al biondo la sua lattina e tornandosi a sedere, non prima di aver posto in centro le restanti lattine.
“Il crimine perfetto!” ridacchiò Dom, aprendo la sua.
“Proporrei anche un po’ di musica, ma... direi che per oggi ne abbiamo avuta a sufficienza, ti pare?” disse Matt, prendendo qualche sorso.
“Pure troppa!” rise Dom, esausto. “Ma ci voleva, Matt, stiamo lavorando proprio bene.”
“Lo so, Dom, questo album sarà epico, ci farà fare cose grandiose, me lo sento.” sorrise Matt, lasciandosi sferzare i capelli dalla brezza notturna.
 
“Amo tutto questo. Voglio dire, il momento della realizzazione degli album, quando ci siamo solo tu e io e la musica. Eh s ovvio, anche Chris, Tom, Morgan, i tecnici , ma... hai capito che voglio dire!” fece spallucce Dom.
“Certo che l’ho capito.” si coricò su un fianco Matthew, voltandosi verso di lui.
“E dopo, quando saremo in tour, tutto questo non ci sarà più. Niente è più come prima e tu lo sai.” si imbronciò Dom, prima di sentirsi mettere una mano sulla spalla.
“Lo so, è vero, ma questo non significa che non possiamo renderlo allo stesso modo bello.” mormorò Matt. “E comunque vadano le cose, ci sarà sempre un ‘tu ed io’, sempre.” lo rassicurò e in quegli occhi più azzurri del cielo e del mare Dominic ci poteva leggere solo una devota sincerità e si limitò ad annuire col capo e a sfoderare un sorriso convinto.
 
Matthew capì che doveva far qualcosa per smorzare quell’atmosfera resa più pesante dall’ombra delle difficoltà che si presentavano sul loro cammino.
Ecco perché sviò l’argomento sui loro ricordi legati alla preparazione di quell’ultimo album, alle idee che avevano scartato, ridendo perché le consideravano tremende, agli scherzi che si erano fatti a vicenda, ai momenti spensierati e a quelli più impegnati.
E si rivelò un ottimo espediente.
Matthew era un compositore, ma era convinto che non esistesse musica più bella delle risate di Dom e vederlo così allegro, a sghignazzare e tirar fuori aneddoti su aneddoti con l’entusiasmo di un bambino era la migliore delle ricompense.
 
“E ti ricordi di quando ci siamo messi a decidere quale canzone avresti scelto da dedicare a Kate?” riprese il discorso il biondo, ridacchiando, e da come aveva pronunciato quel nome Matthew capì che non si trovava più in una situazione di tensione.
 
“E come potrei dimenticarlo? Tu poi ti eri fissato con ‘Animals’!” replicò lui, senza reprimere una risatina.
 “Beh, sì, perché rispecchia il suo temperamento. Insomma, le sto facendo un gran complimento per il suo carattere forte e determinato!” si giustificò Dom, forse già un po’ più alticcio per via della birra, così come Matt.
“ ‘Kill yourself, c’mon and do us all a favour ‘?’ cantò di proposito Matt, con tono accusatorio, ma l’espressione palesemente divertita.
"Uh, davvero c’è anche quel verso? Non lo ricordavo!” fece spallucce Dom, con finta innocenza.
Scoppiarono a ridere entrambi e da lì al primo bacio della nottata il passo fu brevissimo.

“Ma sì, dai, ‘Madness’ gliela posso anche concedere, che si illuda pure che l’hai scritta per lei. Sono altre quelle più importanti, quelle che se solo ti fossi azzardato a dedicarle a lei... non lo so che t’avrei fatto!” asserì Dom, separandosi dal partner, cercando di capire se era il moro ad aver invaso il suo spazio o lui quello del compagno, ma senza dare eccessivo peso alla cosa.
Stava bene dove stava, vale a dire seduto sul suo grembo.
“Come ‘Explorers’, vero? Ricordi la prima volta che te l’ho suonata?” sussurrò al suo orecchio Matthew, soffiandoci dentro leggermente.
“Altroché. Appena hai terminato anche l’ultima nota, non ho detto una sola parola, semplicemente mi sono avvicinato a te, ho avvolto le braccia attorno al tuo collo, ti ho baciato e... abbiamo fatto l’amore sotto al tuo pianoforte, tutta la notte.” ricordò il batterista , giocherellando con le dita della mano dell’altro.
“Una delle più belle notti che io ricordi.” rivelò il moro, sospirando.
“E anche ‘Big Freeze’ fa parte delle intoccabili!” gli intimò il biondo, risoluto.
“Lo so, ma di quella non ho un bel ricordo. Appena ho finito di cantartela... tu sei scoppiato a piangere, poi sono scoppiato a piangere io e abbiamo passato la notte a parlarci e a confortarci a vicenda, rassicurandoci sul nostro futuro insieme.” si adombrò il pianista.
“Credimi o no, ma anche quella è fra le più belle notti che io ricordi.” gli sorrise Dominic. “Fatto sta che quella canzone è speciale.”
“Sì, così speciale che non mi va di condividerla con il pubblico. Un giorno, forse.” affermò il chitarrista.

“Beh, Matteh, guarda che fai ancora in tempo a cambiare canzone da dedicarle. Potremmo prendere in considerazione ‘Unsustainable’!” tornò all’attacco il percussionista.
Matthew lo spinse via, scoppiando a ridere di gusto.
“Ma ti pare? Immaginati la scena : il pubblico mi acclama, io mi avvicino al microfono e dico ‘E ora una nuova canzone, l’ho scritta per la mia ragazza, perché la mia capacità di sopportarla a volte è UNSUSTAINABLE!' con la canzone che poi parte.” gli prospettò l’ipotetica eventualità, fra le risate.
“Pagherei per questo scenario!” ribatté Dom, rimettendosi a sedere.
 “Spiacente, sono già schifosamente ricco, non sono interessato ai tuoi soldi!” finse di stare sulle sue l’altro.
Dom gli si avvicinò sensuale.
“E di un pagamento in natura che ne dici?” strisciò sopra di lui, arruffandogli i capelli.
 “Io credo.. credo che un accordo si possa trovare.” balbettò il moro, in evidente difficoltà, perdendosi in quei meravigliosi occhi grandi, dal colore indefinito dove il grigio, il verde, il nocciola  e volte anche il blu si davano battaglia per cercare di prevalere, raggiungendo alcuni sbalorditivi compromessi.
“Mm, sì, lo credo anch’io.” sorrise contro le sue labbra Dom, baciandolo a fondo.
 
“Anzi, no, mi approfitterei di te, ma senza darti quello che vuoi in cambio!” si corresse Matthew, riprendendosi e separandosi da lui.
“Infame!” ridacchiò il percussionista, tornando al suo posto. “Però, ripeto, sarebbe stato divertente. Beh, le potresti dedicare ‘Isolated System’ allora. E’ una ballata, c’è il pianoforte, mi sembra romantico, perché no?” suggerì con nonchalance.
“Non saprei, forse perché quella canzone rappresenta la distruzione del mondo, senza una solita possibilità di fuga o una sola speranza di salvezza?” alzò gli occhi Matthew.
“Appunto. Mi sembra appropriato!” fece un sorrisino impertinente Dom.
“Dominic...” usò il suo tono di avvertimento Matt.
“Più che altro, se tu la rinchiudessi in un Isolated System non ti starebbe più alle costole ad ogni singolo concerto!”
Matthew non potè trattenersi oltre e scoppiò in una fragorosa risata.
“Dom, ma sei impossibile!”
“E tu mi ami.” gli diede scacco matto il batterista.
Stavolta fu Matt che si avvicinò, strisciando sopra di lui, incatenando i suoi occhi di ghiaccio in quelli suoi di tempesta.
“Con ogni fibra del mio corpo. Con ogni nota del mio pianoforte, con ogni riff della mia chitarra, con ogni ottava della mia voce.” mormorò languido, posandogli piccoli, delicati baci a fior di labbra per ogni modo che gli elencava.
“Wow!” è tutto quello che riuscì a dire Dom, afferrandolo per la nuca e tirandolo a sé per un bacio mozzafiato.

Questo prima che riprendesse la sua personale battaglia.
“Kate queste frasi se le sogna!” cantilenò, con tono vittorioso e poco gli importò di guadagnarsi così l’ennesimo spintone di Matthew, anche se divertito.
 “Appurato che la mia bionda preferita sei e resterai sempre tu, Dommeh, dai che non è così orribile avere Kate alle costole! E poi ormai sei già pazzo di Bing come lo sono io!” gli fece notare.
 “Ti sei salvato in corner con quel bambino adorabile!” gli diede un piccolo pugno sulla spalla il biondo, prima che entrambi tornassero a sdraiarsi e a guardare le stelle.
“Matthew, secondo te esiste davvero un luogo dove saremmo liberi, quello di cui parli nella canzone?” gli domandò Dom.
Matthew cercò la sua mano, stringendola.
“Deve esistere. E noi lo troveremo.”
 
TBC

Sinceramente non so nemmeno quando lo festeggi il compleanno Thor, né se lo festeggi, ma mi serviva come stratagemma, domando scusa se è poco credibile :/ anche se, personalmente, vi invito a non cercare troppa credibilità in questa storia, non per quello che attende la collisione di questi due universi almeno XD
Ora sembra eccessivamente seria, ma vi assicurò che accadranno cose divertenti, fidatevi ^^
quanto alla parte BellDom, mi scuso per l’eccessiva dose di fluff awwwoso, non ho resistito!
Se qualcuno è riuscito ad arrivare fin qui ... spero vi sia piaciuta, ma fatemi sapere in ogni caso ^^
alla prossima, ora torno a quel a cui avrei dovuto già dedicarmi... XD
‘notte a tutte/i
 
 

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Capitolo 2
*** I: (Un)Natural Selection ***


Okay, è un dato di fatto, questi due fandom insieme li conoscete davvero in pochine :( ... ma vabbè,

un fantastiliardo di grazieee a chi ha commentato (anche a Chiara, in privato, sei sempre un tesowo!) e grazie anche a chi in silenzio la preferisce (addirittura? *O* )...

quanto a tutte le altre che hanno curiosato (accidenti se siete tante) , l’ho già anticipato nel riassunto, ma, davvero, lasciate perdere questa storia se conoscete soltanto UNO dei fandom presenti, perché passi il prologo che li separava, ma ora queste due realtà stanno per fondersi (non pensiamo al come, non l’ho ancora capito bene nemmeno io, LOL ) quindi la cosa porterà a situazioni e riferimenti che NON CAPIRETE mai se non avete chiare le due dinamiche e io non ho nessuna intenzione di riempirvi di note esplicative, appesantirebbe troppo il tutto.

Io mica me la prendo, anzi, sono la prima a evitare di seguire cose che so già che non capirei... a che scopo? ^^

Quindi facciamo così, ora faccio questo altro tentativo e se ho ancora così poco riscontro, eviterò di intasare EFP e la lascerò solo sui miei lj, avvisando chi fra voi è interessato quando aggiorno, okay? ^^

Per chi rimane , e per chi conosce entrambi i fandom, buona lettura, spero che questo vi diverta anche solo la metà di quanto ha divertito me immaginarlo e scriverlo ^^

e scusate la lunghezza.. ci sono ricascata XD ah sì, scusate anche se è riletto di frettissima e quindi traboccherà di erroracci, poi provvedo ...

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Capitolo I: (Un)Natural Selection

Asgard

“Sei certo di quel che stai facendo, Loki?” lo interrogò Frigga, mentre lo accompagnava in un punto preciso del castello, dove era custodito qualcosa di molto prezioso e importante.

“Lo sono sempre.” asserì l’interpellato. “Piuttosto, grazie per esserti offerta di venire qui con me ... o nemmeno tu ti fidi, madre... voglio dire, regina?” si corresse in tempo.

“Per prima cosa, niente ‘regina’, madre va ancora più che bene.” gli sorrise affettuosa Frigga, accarezzandogli i capelli, un gesto che compiva sempre per tranquillizzarlo.

Loki si ritrovò a sorridere per quella conferma, per lui così importante.

“E seconda cosa, io ho piena fiducia in te e se hai chiesto a Odino di concederti quest’opportunità, so che ne farai buon uso.” affermò. “Quello che voglio sapere però è cosa ti spinge a fare questo.”

Motivazioni. Loki non aveva minimamente pensato a che motivazioni fornire. Motivazione non era nemmeno la parola adatta, quel che gli serviva era una giustifica e gli serviva in fretta.

Fortunatamente, per il dio degli Inganni pensare velocemente non era mai stato un problema.

“Io... voglio farla pagare a Thor, per quel che mi ha fatto!” spiegò, mettendoci quanta più durezza possibile nella sua voce.

“Gliela vuoi far pagare... organizzandogli una grandiosa festa di compleanno a sorpresa?” lo scrutò scettica la regina.

“Certo!” ribadì il dio del Caos, senza scomporsi. “Questo aumenterà il suo senso di colpa. Voglio dire, lui mi è venuto a cercare su Midgard, ha combattuto con me, si è alleato con quel Regno per riportarmi qui e farmi scontare la mia condanna, mentre io lo saluterò regalandogli la festa delle feste. Questo lo farà pentire amaramente di quello che mi ha fatto e passerà l’eternità ad odiarsi per questo. E’ quello che voglio!” sogghignò.

- Bambino mio, sarai anche il dio degli Inganni, ma non credo a una sola parola di quel che hai detto. So che sono intenti assai più nobili a spingerti ad agire così- rifletté la saggia e astuta regina, fingendo di annuire e dargli corda.

Il momento delle chiacchiere era finito, avevano raggiunto il luogo predestinato. Vedendo Frigga, le guardie si inchinarono, per poi farsi da parte, concedendo a lei e al suo sospetto accompagnatore il passaggio.

Frigga prese la valigetta della quale conosceva bene il contenuto e la porse a Loki.

“E sia, allora attua la tua ‘vendetta’, ma agisci con cautela!” si raccomandò con lui.

“Non temere, non ci saranno passi falsi.” le assicurò il moro. “Piuttosto, tu e Odino mi dovrete offrire un ulteriore aiuto. Quando Thor si accorgerà della mia assenza... “

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“Fuggito?! Che significa che Loki è fuggito?” domandò Thor, al cospetto dei genitori.

“Ho sottovalutato tuo fratello, non avrei mai dovuto acconsentire di discutere privatamente con lui, non quando era ancora al pieno dei suoi poteri. Gli è bastato un istante per sferrare il suo attacco, seppur minimo, e fuggire, scomparendo prima che le mie guardie lo potessero raggiungere.” spiegò Odino.

“Non devi rimproverarti, padre, tu avevi fatto la cosa giusta, è lui che non conosce scrupolo alcuno. Ma non temere, lo troverò, come l’ho già trovato altre volte.” spergiurò Thor, già pronto a partire.

“No, Thor!” lo fermò Odino, mettendogli una mano sulla spalla. “Non lo fare. Non l’hai ancora capito? Loki principalmente è scappato da te e tu sei l’ultima persona che vorrebbe vedere.” gli spiegò.

“Essere catturato da te è qualcosa che l’ego di tuo fratello non ha potuto reggere, un’umiliazione troppo grande.” disse la sua Frigga. “Immagino che preferisca fuggire e venir catturato e riportato qui, ma dalle guardie.”

Thor sgranò i suoi occhi di zaffiro, sgomento a quella notizia.

- Oh no, Loki non mi perdonerà mai il fatto di averlo riportato qui, è tutta colpa mia e del mio egoismo. Volevo tenerlo chiuso fra le nostre mura, ma vicino, piuttosto che lasciarlo libero, ma lontanissimo da me!- si rimproverò.

“E infatti tutte le mie più valorose e capaci guardie stanno già scandagliando ogni regno, il tuo intervento è pressoché inutile, senza contare che sarebbe controproducente!” lo riportò al presente il re.

“Non importa, io devo tentare comunque. Devo trovare Loki, gli devo parlare, devo...” ribatté il dio del Tuono, che aveva già chiamato a sé il suo fidato Mjolnir e lo stava già agitando, pronto a librarsi in volo.

“Cocciuto, fa’ come credi, ma di sicuro non lo troverai a Midgard, tuo fratello non sarebbe mai così stupido da tornare proprio nel luogo dove è stato sconfitto.” gli annunciò il re.

“Questo l’avevo già escluso.” replicò il biondo.

“ E se proprio vuoi partire, vedi almeno di far ritorno fra sei giorni, c’è il tuo compleanno.” si raccomandò Frigga.

Thor la guardò torvo, ma in quanto era sua madre, doveva rivolgersi a lei col dovuto rispetto.

“Madre, sinceramente non trovo motivo alcuno per festeggiare...” borbottò.

“Tu farai come ti dico!” si impose Frigga, con un autorità e uno sguardo glaciali, che lasciarono tutti i presenti basiti.

“E sia! Tornerò a tempo debito, ma ora ho un’importante missione che mi aspetta!” diede la sua parola Thor, prima di volare fuori dal castello, nonché dal Regno.

“E’ andata bene.” sorrise la regina al suo consorte.

“Già, mia diletta. Ora non ci resta che augurarci che Loki mantenga davvero la parola data.”

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Midgard

Grazie al Tesseract, Loki non aveva avuto problemi a raggiungere Midgard il mattino seguente, atterrando in un luogo isolato. ma prima ancora di rintracciare le persone per le quali era venuto, aveva bisogno di rientrare in possesso di un’importante oggetto che era stato suo e che sapeva già dove fosse custodito.

Uscì con un agile balzo dalla Stark Tower proprio dopo aver fatto scattare l’allarme, stringendo fra le mani il suo auspicato trofeo.

Sentendo quell’allarme, Tony Stark accorse a gran velocità, ma ormai l’intruso si era dileguato, riuscendo ad eludere tutti i suoi congegni di sorveglianza, cosa difficilmente possibile per una mente umana.

Cominciò a pensare di non avere a che fare con entità umane nel momento stesso in cui si accorse di cosa mancava in quella stanza: la bacheca che custodiva lo scettro usato da Loki durante il suo tentativo di impadronirsi della Terra e al contempo usato da Natasha per richiudere l’infame portale era vuota.

La cosa più sorprendente era che all’interno ci fosse anche un biglietto scritto frettolosamente, seppur con una calligrafia elegante.

“  ‘Giuro che poi lo riporto.’ ”  lesse Tony ad alta voce ‘E per una volta fidatevi, non progetto di impadronirmi di alcun regno. Con l’affetto che può avere uno stivale che schiaccia una formica.

Loki’ “

“Vuole che mi metta in contatto con gli altri Avengers, Signore?” intervenne la voce elettronica di Jarvis.

Il suo padrone genio, multimiliardario, playboy e filantropo scosse la testa.

“No, proviamo a fidarci del Piccolo Cervo e se mi ha mentito e devo intervenire, non mi negherò certo il piacere di potermene occupare da solo. Sai, Jarvis, non si perdona facilmente chi ti getta fuori dalla tua stessa casa!” borbottò l’uomo.

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Una volta ultimato il suo compito a New York, senza altri intoppi, Loki era approdato a Londra, dotandosi dei suoi consueti abiti Midgardiani, di spiccata eleganza.

Aveva fatto numerose ricerche, sapeva che quello che cercava si trovava lì e sapeva come ottenerlo. Era nei pressi dello studio di registrazione, gli mancava solo qualche isolato e...

“Tom?” esclamò una ragazza, andandogli incontro con un sorrisone inquietante.

“Come dici, prego?” le si rivolse cortesemente il dio, frastornato.

“Sei Tom Hiddleston o sei il suo gemello sputato!” ribatté la ragazza, chiamando le sue amiche al seguito.

“Oh mio dio, hai ragione, è lui. Ciao, Tom!” esclamò la seconda, sventolandogli la mano davanti agli occhi, emozionatissima, mentre la terza amica si limitava a contemplarlo in rispettoso silenzio.

“Io non so chi voi stiate cercando, ma avrei un po’ da fare al momento.” cercò di divincolarsi Loki.

“Sappiamo benissimo chi sei, non ci inganni, hai pure i vestiti che avevi a Stoccarda!” commentò la seconda.

“Tu eri a Stoccarda?” si illuminarono gli occhi al bel dio, che amava rivangare i momenti più gloriosi.

La ragazza lo scrutò scombussolata.

“No che non c’ero, non ero certo una delle comparse, però l’ho visto, come tutti!”

“Vuoi dire che la cosa ha fatto notizia? Ne hanno diffuso le immagini coi mezzi di informazione?” si gasò il moro.

Le tre amiche lo fissavano sempre più preoccupate, preferendo non rispondere.

“E dai, Tom, capisco che tu sia qui per le riprese, probabilmente, ma non trovi nemmeno il tempo per una firma?” azzardò la prima, porgendogli la biro e un diario aperto.

Confuso, Loki intuì quel che lei voleva e l’accontentò, apponendo l’agognato autografo.

“Oh mio Dio, guardate, s’è firmato Loki!” esultò lei, mostrando la pagina alle altre.

“Beh, mi sembra ovvio, io sono Loki, di Asgard, carico di gloriosi propositi!” si giustificò lui.

“Oh, certo, tu sei Loki!” lo assecondò la seconda ragazza. “Firmeresti anche il mio di diario?” gli chiese.

“E anche il mio quaderno!” si decise a parlare anche la terza.

Inutile dirlo, Loki amava tutta quella notorietà.

“Dai, Loki, dacci qualche anticipazione di ‘Thor 2’, che succederà, avrai un ruolo importante anche in questo film?” gli domandò la ragazza che finora si era dimostrata la più taciturna.

“Cos’è ‘Thor 2’ ?” domandò loro, sorpreso.

“Sì, okay, scusa tanto, non mi ricordo il titolo esatto nel film, ma hai capito no? Il seguito di ‘Thor’, quello dove tu scopri di essere adottato, diventi il re del tuo regno, fai punire Thor e lo mandi in esilio... okay, non in quest’ordine, ma .. hai capito!” spiegò la prima ragazza che gli aveva rivolto la parola.

Loki ascoltava con sempre più crescente interresse.

- Non capisco... i Midgardiani hanno fatto un film di quello che è realmente successo nel nostro regno e qui? Quindi forse... –

“E, fatemi capire, c’è stato anche quello dove io volevo conquistare Midgard, giusto?”

“The Avengers! Ovvio che sì! Dio, quanto ho amato quel film, sono andata a vederlo cinque volte!” rispose l’interpellata, tronfia d’orgoglio.

“Io l’ho visto in 3D, poi ho preso sia il DVD che il blu-ray!” lo informò la seconda, anche se era come se per lui lei stesse parlando il linguaggio dei PentaPalmi.

“Io l’ho visto solo due volte, ma il DVD però l’ho preso!” lo informò timidamente la terza.

“E ora stanno preparando anche ‘Thor 2’, avete detto ... giusto? Quindi quel presuntuoso, buono a nulla, cafone di Thor ha addirittura due film intitolati in suo onore! Io lo trovo profondamente ingiusto, i primi due film erano incentrati su di me, si sarebbero dovuti chiamare ‘Loki ‘ e ‘Loki vs Avengers’!” borbottò, indignato.

“Non potrei essere più d’accordo!” fecero in coro le sue ammiratrici.

“Quindi non ci vuoi dare nessuno spoiler?” ritentò la prima ragazza.

Loki inclinò il capo, fissandola inebetito.

“Uh no, non vi farò nulla di male, non temete.” si sentì in dovere di rassicurarle, facendosi una nota mentale di scoprire che tipo di arma temibile potesse essere uno spoiler.

“Ora però devo proprio andare, fanciulle, ho un’importante missione che non può aspettare!” si congedò da loro Loki.

“Caspita, che attore fenomenale che è Tom! Sa entrare così bene nel suo personaggio da farlo sembrare reale!” commentarono le tre amiche fra loro, estasiate, mentre lo guardavano allontanarsi.

 

Finalmente, Loki giunse al luogo predestinato, gli studi di registrazione, dove però sembrava regnare una strana calma, al di là di qualche sporadico fan già appostato.

“Forse è ancora presto.” pensò ad alta voce, evitando il lato più affollato e optando per l’altra entrata.

Sentendo un rumore di passi rimbombanti, Tom si alzò dalla sua scrivania.

Non potevano essere Matthew, Dominic o Chris, loro non si sarebbero palesati prima di metà mattina. E sapeva anche l’integerrimo lavoro di guardia che effettuava la security posta ai due ingressi.

Per questo fu sorpreso quando si trovò a faccia a faccia con Loki.

“E tu come ci sei arrivato qui?” esclamò il media manager.

“Diciamo che ho un forte ascendente sulle persone, soprattutto quelle che mi ostacolano.” sogghignò il dio.

“Beh, premesso che non sei autorizzato ad entrare, se vuoi incontrare i Muse è ancora troppo presto, non c’è ancora nessuno e... “

“Io non li voglio incontrare. Io voglio che suonino alla festa che sto organizzando!” asserì impassibile Loki. “E immagino che le debba chiedere a te queste cose, sei tu il loro manager?” gli domandò.

“Beh, non proprio, siamo un team compatto e...” cercò di spiegare Tom, anche se si era già tutto impettito d’orgoglio.

“Le prendi tu questo genere di decisioni?” lo freddò l’altro.

“Sì, certo che sì, lo posso fare. Ma non funziona così, è molto più complesso. Per prima cosa devi...”

“Io non amo le cose complesse.” lo interruppe Loki, con una calma nel suo tono che aveva un che di inquietante. “E ho capito dove vuoi arrivare. Cos’è? Si tratta forse di soldi? Quella buffa cartaccia colorata con sopra strane facce? La so creare, quanta ne vuoi!”

Tom aggrottò le folte sopracciglia.

“Cos’è? Sei forse un falsario? Guarda che se non te ne vai subito, chiamo la polizia e...” si interruppe, osservandolo meglio. “Ma... aspetta, io ti conosco. Tu sei Tom Hiddleston!” affermò con convinzione.

Loki alzò gli occhi, esasperato.

- Ancora quel nome!-

“Ti sbagli, vi sbagliate tutti! Perché continuate a chiamarmi tutti con quell’insulso nome? Io sono Loki, di Asgard, venuto qui su Midgard per...”

Tom scoppiò in una fragorosa risata, interrompendolo.

“Dannazione, amico! Quel personaggio ti ha dato proprio alla testa, fatti vedere da uno bravo! E comunque, se vuoi un paio di biglietti per il prossimo concerto a Londra non c’è bisogno di organizzare tutta questa sceneggiata!” lo informò. “Ad ogni modo, non capisco perché odi tanto il tuo nome, Tom non è affatto orribile, è un signor nome!”

“Tu come ti chiami?” lo interrogò il dio.

“Beh ... Tom!” ridacchiò il media manager.

Loki lo guardò storto.

“Ad ogni modo, ti sarei grato se mi chiamassi soltanto Loki. E no, non voglio i biglietti per un concerto, non voglio vedere la tua band suonare qui, voglio che suonino per me, alla festa che sto organizzando.” ribadì. “Fra cinque giorni esatti.”

“Cosa? Non è possibile, mi spiace, ma quella sera i Muse hanno già un’importante serata di beneficienza.” lo fece desistere Tom, tornando alla sua scrivania.

Loki intuì che era il momento di ricorrere alle maniere forti.

Tom sussultò, quando lo vide avvicinarsi, impugnando quello strano scettro.

“Che.. che vuoi fare?” balbettò, agitato, cercando di comporre un qualsiasi numero al telefono.

“Tu hai un cuore...” disse Loki, posando delicatamente al centro del petto dell’umano la punta del suo scettro che si illuminò d’azzurro, emettendo un suono sinistro. “E anche un’agenda.” sorrise, guardando la scrivania.

Per un istante gli occhi di Tom diventarono dello stesso colore della luce emessa dallo scettro, poi tutto sembrò tornare alla normalità, anche se forse qualcosa era cambiato.

“Stavamo dicendo? Mi serve la tua band, fra cinque giorni ... e io qui non vedo proprio niente.” mormorò, aprendo l’agenda sulla pagina interessata e passandoci sopra il palmo aperto della mano, cancellando ogni traccia di ciò che c’era scritto prima.

“Hai ragione tu. Nessun impegno. Sono liberi. Verranno da te.” asserì Tom, come un automa.

“Molto bene. E sarai tu a portarmeli, ti dirò luogo e ora a tempo debito.” sorrise Loki, avviandosi alla porta.

“Disponi di un jet privato?” gli domandò Tom.

“Oh, no. Molto, molto meglio!” ghignò il dio del Caos, prima di lasciare la stanza e l’edificio.

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“Io ancora non capisco, Tom, che ne è stato della serata di beneficienza?” domandò Dominic, mentre erano nel taxi, alla data designata.

“Non c’era nessuna serata di beneficienza!” asserì piccato Tom.

“Ma come no? Ce ne hai parlato per settimane, è quella dove si raccolgono i fondi per...” insistette Chris.

“Vi dico che non c’è mai stata in programma nessuna serata del genere, e se c’era scordatevela!” ribadì il fotografo.

Dom e Chris si mimarono a gesti fra di loro che probabilmente il loro amico dovesse aver la febbre.

“E dove stiamo andando, quindi?” si interessò Matthew.

“A voi non è dato saperlo, ma siamo quasi arrivati!” proferì l’interpellato.

“Tom, stiamo andando a un concerto, non è una caccia al tesoro!” protestò il frontman.

“Accosti pure qui!” diede le dovute istruzioni al taxista Tom, ignorando bellamente Matt.

“Qui? Nel mezzo di nulla?” si lagnò Dom, scendendo con gli altri, prima che il taxi ripartisse.

“Esattamente dov’è che dovremmo esibirci? Non c’è uno stadio, un palcoscenico... un tendone!” borbottò Chris.

In effetti, si trovavano nella più deserta e desolata landa che Londra avesse loro da offrire.

“Non vi esibirete qui, ma è qui che lui verrà a prenderci.” sorrise Tom.

“Lui chi?” si grattò la testa Matt, capendoci sempre meno.

“Non c’è che dire, sei proprio puntuale, Midgardiano!” esclamò una voce altisonante.

“Chi ha parlato?” domandò innervosito Dom, non capendo che avesse da sorridere come un ebete Tom, mentre attendeva fiducioso.

In tutto il suo splendore dorato, Loki fece il suo ingresso con lunghi passi distesi, che facevano ondeggiare elegantemente il suo lungo mantello.

“Io!” affermò austero e spavaldo il bel dio.

“Aspetta un po’.. ma io so chi è ... è il tizio di quel film che è uscito qualche mese fa.. quello con Capitan America!” esordì Chris, indicandolo.

Loki gli lanciò un’occhiata così glaciale che lo soggiogò.

“Ho ucciso per molto meno, lo sai?” sibilò. “Hai però la fortuna di servire ai miei scopi.”

“Tom, ma che sta succ...” chiese spiegazioni Dom, ma fu zittito sul nascere.

“In ginocchio!” tuonò Loki.

Vedendo Tom obbedirgli così istantaneamente, anche Chris, Matt e Dom fecero altrettanto, credendo che si trattasse di uno scherzo.

Mentre Loki si beava compiaciuto di quella tacita adorazione nei suoi confronti, Matthew fu colto da un’illuminazione.

“Hey, ragazzi, io dovrei cantare inginocchiato più spesso! Su ‘Follow me’ poi, sarebbe di grande effetto!” esclamò, convinto, pianificando ad occhi aperti quelle che sarebbero state le sue future esibizioni.

“Oh sì, Matteh, mi piace quando ti inginocchi, ma non davanti a una folla, solo per me!” ammiccò seducente Dom.

“Ma cosa?” farfugliò Loki, osservandoli.

“Shh! Voi due, fate silenzio e mostrate rispetto a colui che tutto può!” li rimproverò severo Tom, per poi sorridere estasiato a Loki.

“Piuttosto, perché siamo qui? Dove siamo, e perché c’è questo qui? E’ un set di un film?” si domandò Chris, perplesso.

“Dici che ci stanno riprendendo? Stiamo recitando? Se è opera di Kate, giuro che..” borbottò Matt, infastidito.

“Basta così, alzatevi!” li esortò Loki e i quattro obbedirono. “Smettetela! Tutto questo non è un film, non è finzione, non ci sono effetti scenici, non ci sono trucchi. E’ la più pura delle realtà!” spiegò, creando una decina di suoi cloni che li circondarono.

Sgomenti e terrorizzati, i tre musicisti non ebbero altra scelta che credere a ciò che stavano vedendo.

“Bravissimo!” lo applaudì entusiasta Tom. “Magnifico, una performance di grande effetto!”

“Sì, sì, okay, basta!” fece un gesto rapido con la mano Loki e i suoi cloni svanirono nell’aria.

“Il punto è che la magia esiste, Asgard esiste, io, Loki, che ne sono stato il suo re ingiustamente estromesso esisto e necessito di voi e dei vostri servigi!” sentenziò.

“E che cosa vuoi da noi?” si azzardò a domandargli Dom.

“Che andate a ridipingergli casa? Andiamo, Dom? Che mai credi che possa volere? Un concerto, è ovvio!” rispose per lui Tom.

“Beh, io ho pur sempre un dignitoso passato da imbianchino...” precisò Matt.

“Silenzio! Tutti quanti!” sbottò Loki, brandendo il suo scettro. “Ora che le spiegazioni sono state fatte, non vi resta che seguirmi ad Asgard e se ancora conservate qualche scettico dubbio, vi assicuro che poi crederete ad ogni cosa.”

“E sentiamo, come intendi portarci lì?” lo interrogò Chris, ormai ripresosi dallo shock iniziale.

“E’ giunto il momento di scoprire se il Tesseract è adatto anche a viaggi di gruppo, finora ha trasportato un massimo di due persone...” brontolò il dio delle Malefatte, preferendo non precisare di chi si trattasse.

“E se non lo è?” proseguì il suo interrogatorio Chris.

“Tieniti pronto alle conseguenze.” sorrise furbetto Loki.

“Col cacchio! Non voglio finire spaccato come Ron, come quando Hermione fa male l’incantesimo di smaterializzazione!” protestò Chris, cominciando ad agitarsi.

 

“Smate..che? E chi è Hermione, chi è Ron? Da che regno provengono? Di cosa blateri?” si spazientì Loki, che non riusciva più a capire di che stessero parlando.

“Te lo spiego dopo, se vuoi. E ti passo anche tutti i libri di Harry Potter!” si offrì Matthew.

 “Io i DVD,  se preferisci c’è anche il commento del regista!” aggiunse Dom.

“Sai.. con sei figli, ormai quei libri li so a memoria, anzi, fra poco mi toccherà leggerli anche a Teddi..” borbottò Chris, con aria intenerita, come succedeva ogni volta che parlava dei suoi figli.

 

“Sei figli? Tutti tuoi? Non sapevo che i Midgardiani fossero una specie tanto prolifica.” sgranò gli occhi Loki, sorpreso.

“Lui compensa le carenze del restante 99% della popolazione!” ridacchiò Dom, mentre fissava con più attenzione Loki.

“Modestamente..” bofonchiò Chris, ma ormai né il biondo né il dio badavano più a lui.

 “Hey, Loki, mi fai provare quell’elmetto?” gli chiese il batterista, con nonchalance.

“Come prego?” sussultò il dio degli Inganni.

“ Si abbina ai miei pantaloni.” si giustificò l’altro.

“Hai dei pantaloni dorati? Quando li hai presi? Perché non mi hai detto niente? Voglio vederli!” si intromise Matt, avvicinandosi all’amato.

“Non li ho dorati! Intendevo quelli gialli, hai presente no? Ci starebbero bene.” chiarì il suo partner.

“Umpf, sì, ma ti dovresti comprare anche un paio dorato. Ti ricordi? Io li ho argentati.. potremmo metterceli su la stessa sera..” lo esortò il cantante.

“Scusate, ma io non ho dato alcun permesso. Nessuno può indossare il mio elmetto!” ringhiò Loki, possessivo, sistemandoselo meglio sulla testa.

“Tienitelo pure!” fece spallucce Dominic, agitando la mano con aria scocciata. “Ma adesso Matt m’ha fatto venir voglia di comprarmi dei pantaloni dorati!”

“Sì, dai, andiamo! Forse lo troviamo un negozio ancora aperto..” fece per trascinarlo via Matt.

“Fermi!” sfuriò Loki, colpendoli con una lieve scarica elettrica emessa dal suo scettro, che per lo più servì da ammonimento, prima che si allontanassero troppo.

Inutile dire che ciò catturò l’intero interesse di un certo frontman dalle idee megalomani.

“Tom, che dici? Lo possiamo usare come effetto scenico anche noi? Posso cantare con in mano uno scettro così? O meglio, con un microfono a forma di scettro!” chiese impaziente il pianista, facendo ritorno vicino agli altri due.

“Se il mio padrone è d’accordo..” rispose meccanico Tom.

Matthew  emise una risatina.

“Sono il tuo padrone, adesso? Accidenti, Kirky, da quando sei così servizievole?” lo schernì, prima di accorgersi che Tom non lo stava nemmeno guardando, tutto rivolto verso Loki, in attesa di sue direttive.

Nel frattempo Loki si appellava al suo autocontrollo, per non andare in escandescenze.

- Io e le mie stupide feste a sorpresa, per quell’insolente pelandrone! Dovevo andarmene dritto nelle prigioni e basta!- ponderò, prima di prendere un gran respiro.

“E va bene, ricominciamo. Tu,” disse, rivolto a Chris "Non so chi sia questo Honey Pitter e non lo voglio sapere.”

“Harry Potter!” lo corresse prontamente il bassista.

 “Attento.” gli puntò contro minaccioso lo scettro Loki, facendolo tacere.

“Voi due,” si rivolse a Matt e Dom “No, biondino, non ti puoi vestire d’oro, sai, non dona a tutti... e no, bizzarro individuo dai capelli che sfidano le leggi della gravità, non voglio che tu vada in giro con uno scettro simile al mio!”

“Allora non ci sarà nessun effetto scenico e nessun microfono a riguardo.” sentenziò impassibile Tom, con evidente disappunto di Matt, che sbuffò.

“Ma per lo più, vi sarei grato se d’ora in poi voi due vi limitasse a parlare il meno possibile.” riprese il discorso Loki. “Io ho avuto un bavaglio magico, non mi ci vuole niente a metterne uno anche a voi e vi assicuro che non è affatto piacevole!” li minacciò.

Come per miracolo, questo sembrò azzittire anche i due amanti.

"Tu stai rapidamente diventando il mio idolo!” gli sorrise Chris.

“Non ci provare Chris, nessuno può idolatrare il padrone più di me!" ringhiò Tom, geloso.

“Tornando alla questione del trasporto, no, non rischierai un bel niente. Se il Tesseract non funziona collettivamente, semplicemente non ti muoverai di qui e dovrò teletrasportarvi uno a uno, con più viaggi. Semplicemente questo.” ribadì il dio del Caos.

“Così va molto meglio.” annuì soddisfatto Chris.

Come da suo ordine, né Matt né Dom si azzardarono ad aprir bocca.

“E io, padrone? C’è qualcosa che posso fare per non arrecarti danno alcuno?” si prodigò Tom.

“Oh giusto.” borbottò Loki, prendendo il suo scettro e riappoggiandone l’estremità al suo cuore "Tu non mi servi più ormai.” aggiunse, liberandolo dal suo incantesimo.

Al povero Tom ci volle poco tempo per riprendersi. E adirarsi.

"Hey, tu! Perché fra tante menti hai deciso di giocare proprio con la mia? Hai una vaga idea della genialità di cui hai rischiato di privare l’intera umanità? Tony Stark può farmi una pippa, io ho inventato PhotoBlab!” sproloquiò il media manager, indignato.

 “Eppure avevo letto che anche la mia seconda, scelta, i Coldplay erano disponibili, forse faccio ancora in tempo a...” meditò ad alta voce il dio degli Inganni.

“Eh no, belloccio, ti ho sentito. Troppo tardi! Ormai è noi che hai scelto ed è noi che porterai sul tuo regno!” gli fece presente Matthew, che ormai ci aveva preso gusto per quell’assurda situazione in cui si trovavano.

Loki annuì, pronto a scatenare i poteri del suo Tesseract, ma allo stesso tempo avvertiva già un vago senso di pentimento per la sua decisione.

- Se continua così, diventerò il dio dell’Esaurimento Nervoso!-

TBC

 

E’ un gran casino, vero?

E vi assicuro che la situazione degenererà ulteriormente XD

Appuntamento ad Asgard, per chi vorrà esserci ^^

Spero di avervi strappato un sorriso e , se voi ne volete strappare uno a me, ditemelo, bastano anche due parole ^^

Questo non esclude che anche le critiche e le bandiere dai colori poco simpatici sono altrettanto benaccette o anche se avete qualche domanda, volete un chiarimento ecc.. insomma... palesatevi, please! XD

‘Notte che si sta facendo tardi..

p.s. A breve tornerò ad occuparmi anche di certi vampiri che ho abbandonato dentro bare alquanto appariscenti XD

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Capitolo 3
*** II: Guiding Light (?) ***


Buonanotte molto tardaaaa
Grazie infinite a tutti voi che seguite e/o commentate, significa mooooooolto per me ^^
Non mi dilungherò in chiacchiere, ho la febbre, il che mi giustifica sia per gli errori forse presenti (poi rileggo/correggo), sia  per la pazzia del seguente capitolo , LOL:
 
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Capitolo II: Guiding light (?)

“Bene, se avete finito con le vostre patetiche lagne, direi che ce ne possiamo andare via da qui.” commentò Loki, aprendo la valigetta che aveva con sé ed estraendone il prezioso contenuto.

“Hey, domina-menti, prima di portarci tutti quanti a BizzaroLandia, almeno aspetta un attimo!” alzò la mano Tom, con fare insolitamente autorevole, tanto da sbalordire Loki.

“Mi hai incasinato il cervello, ti sei divertito e ti ringrazio tanto!” proseguì il media-manager, in un misto fra cinico e sarcastico. “Fatto sta che ora mi hai causato un grosso guaio in agenda e noi non ci muoveremo da qui fino a quando il sottoscritto non avrà posto rimedio al danno che tu mi hai arrecato!” concluse la sua filippica, spazientito, estraendo il suo inseparabile iPhone, pronto a darsi da fare.

“Glen, sono io, per la serata di beneficienza è successo un gran casino, non ti posso dare i dettagli, ma mi devi aiutare... “ esordì, per poi allontanarsi dal suo ristretto pubblico, per poter parlare più agevolmente, mentre camminava nervosamente avanti e indietro.

Loki continuò ad osservarlo frastornato, seppur in silenzio.
Matt e Dom avevano deciso di raggiungere il loro amico mentre parlava al telefono, perciò Chris, rimasto solo, si avvicinò a Loki, valutando se fosse o meno una mossa saggia dargli una pacca sulla spalla.

“Ti credi tanto capetto, ma non conosci il nostro Tom!” ridacchiò il bassista.

“Forse non lo avrei mai dovuto liberare dal mio controllo mentale!” borbottò il dio delle Menzogne, facendo ridere il suo interlocutore.

Una volta conclusa la conversazione telefonica, i tre fecero ritorno.
“Ora sì che ce ne possiamo andare!” dichiarò il fotografo.

“Ce ne andiamo perché io dico che ce ne possiamo andare!” sbottò Loki.

“Tu, capetto con lo stupido nome che pare abbia anch’io per strane ragioni, reggi questo e voi datevi la mano fino a formare un cerchio. Tu, coi bei capelli, darai la mano a me!” li istruì Loki, allungando la maniglia del Tesseract a Tom.

“Hey, te l’ho già detto, il mio nome non è stupido!” brontolò Tom, dando la mano a Chris che a sua volta la diede a Dom.

“Almeno il tuo di nome lo conosce. Non si è nemmeno preso la briga di chiederci i nostri!” si lamentò il biondo, prima di stringere la mano di Matt.

“Non importa, mi piace esser chiamato Bei Capelli!” ridacchiò il frontman, prendendo la mano protesa di Loki.

Non appena anche l’ultimo contatto fu stabilito, il congegno s’illuminò di un’intensa luce azzurra che li avvolse tutti, facendoli svanire.

Riapparvero tra i bagliori della stessa precedente luce blu, ma stavolta lo scenario davanti ai loro occhi era totalmente diverso.
La prima cosa che non poteva sfuggire allo sguardo era un enorme, maestoso cancello dorato che marcava il confine di quel meraviglioso regno.

Posto a guardia di quel confine c’era un’imponente figura, che li scrutava con occhi diffidenti, occhi che miscelavano il rosso con il dorato.
La sua innata diffidenza era rivolta soprattutto a chi di quel regno bene o male faceva pure parte.

“Loki!” esclamò il custode, con tono solenne.

“E’ rincuorante sapere che ti ricordi ancora il mio nome, caro vecchio Heimdall!” replicò il dio più giovane. “Del resto, immagino che non si possa scordare facilmente chi ti congela quasi a morte, eh?” ridacchiò, rivangando il passato.

Heimdall non lo degnò nemmeno di una risposta, rivolgendosi ai visitatori.
“Chi sono questi?” domandò.

“Ti sembrano Giganti di Ghiaccio, forse? Guarda che l’ho perso quel vizio!” ribatté con strafottenza il dio degli Inganni, mentre i quattro Midgardiani assistevano immobili e ammutoliti a quel botta e risposta.

“Chi sono?” reiterò impassibile Heimdall

“Non sono alleati di nessun regno ostile, se è questo che ti cruccia. Fanno parte dell’occorrente che mi serve per preparare la festa.” spiegò Loki, sbuffando.

“Hey, nessuno ci ha mai definito ‘occorrente’. Per tua informazione, hai sequestrato una band che sulla Terra gode di un successo planetario e ...” puntualizzò Matthew, offeso nel suo immenso ego.

“Silenzio!” lo ammonirono all’unisono Loki e Heimdall, con lo stesso tono scocciato.

Per tutta risposta, l’orgoglioso frontman sussultò e si nascose dietro a Chris, che da sempre considerava la sua roccia, la sua fortezza e un rifugio dove cercare riparo dalle cose spiacevoli.
E infastidire due dei potenti saliva di diritto nella top three nella sua personale classifica delle cose spiacevoli.

Dominic si avvicinò cautamente al guardiano plurimillenario.
“Hey, amico, sai, io ho una batteria che ha delle parti dorate. Secondo te, starei altrettanto bene con un outfit dorato come il tuo? Devo dire che ti slancia un casino, per non parlare di come ti mette in risalto quegli occhi... “ disse con tutto l’aplomb che si confà a un buon Inglese.

Heimdall si limitò a rivolgergli un’occhiataccia così glaciale che anche Dom corse subito dietro a Chris, che in quel momento, più che il bassista della band e il loro migliore amico si sentiva di più la mamma chioccia di quei pulcini indisciplinati e combina guai.

Heimdall tornò a rivolgersi al giovane dio.

“Non mi piacciono!” sentenziò con voce baritonale.

“Oh, non piacciono nemmeno a me, stanne certo. Però mi servono. E’ diverso.” precisò sprezzante.

“E’ bello sentirsi così benvoluti quando si è turisti in terre straniere!” borbottò sarcstico Tom, mentre progettava già nella sua mente tutte le riprese e le foto che avrebbe fatto di quel posto.

Chris nemmeno prestava troppa attenzione a quel che stavano dicendo tutti.
Lui stava facendo ben altre importanti considerazioni nella sua mente.
 
- Non mi sono spaccato! Nessuno si è spaccato! grazie a Dio! Beh, grazie al mio Dio, ma un po’ grazie anche a questo, in fondo. –  ponderava, tastandosi le spalle, le braccia e i muscoli, conscio di due minute presenze rannicchiate dietro di lui, ancora in stato di semi shock.
 
“Cosa mi dici del mio stupido fratellastro?” riprese il discorso con il guardiano il dio delle Malefatte, fingendo disinteresse.
 
“E ancora in giro per i pianeti a cercarti. Ne ha già perlustrati due interi.” rispose Heimdall.
 
“Quello stupido!” sghignazzò il moro. “Ottimo. Questo mi dà il giusto tempo per tutto. Ora, se non ti dispiace, sistemo il mio occorrente.” aggiunse, portando via i suoi ospiti, o forse i suoi ostaggi, sotto lo sguardo indispettito del custode millenario.
 
“Sono tutti così ospitali qui?” domandò ironicamente Matthew, riprendendosi e acquisendo più sicurezza nelle sue azioni.
 
“Se incontraste madre, lei vi trascinerebbe a un banchetto di benvenuto che farebbe allestire in vostro onore, riempiendovi di tutte le leccornie possibili, e non accetterebbe alcun rifiuto!” spiegò Loki con un sorriso.
 
“Bene, allora dov’è questa gentile Signora?” chiese Chris, che tutto sommato avvertiva un certo languorino.
 
“Non accadrà. Non stasera almeno. Adesso vi sistemo nelle vostre stanze e mi accerterò che non possiate uscire da lì a causare danni in giro!” ribatté scorbutico il dio del Caos.
 
“Stai scherzando, vero? Io voglio fare un giro del regno. C’è così tanto da vedere qui!” protestò Tom.
 
“No, non sto scherzando. Voi ve ne starete qui, buoni, buoni. Non ho tempo per voi adesso e in più voi necessitate di riposo. E soprattutto ne necessito io!” insistette Loki. “Insomma abbiamo attraversato i regni, non siete provati dal viaggio?”
 
“Mi prendi in giro?” scoppiò a ridere Dominic. “Hai una vaga idea di quante ore di aereo o tour bus ci sorbiamo quando siamo in tour o dobbiamo rilasciare qualche intervista? Questa è stata una vera pacchia a confronto. Magari potessimo sempre viaggiare così!” sfoderò un sorrisone entusiasta.
 
“Non è possibile!” borbottò fra sé e sé Loki, mentre, percorrendo un sentiero opportunamente isolato, li conduceva a un complesso di quattro stanze che evidentemente doveva aver fatto allestire per l’occasione.
 
“A noi ne serve una soltanto!” ammiccò Matt, stringendo Dom a sé, romanticamente.
 
Il biondo gli sorrise dolcemente e i due cominciarono a guardarsi come erano soliti fare, vale a dire escludendo il resto dell’universo.
 
“Uh!” sussultò Loki, capendo... e anche sottilmente invidiandoli un po’. “Ok, fate un po’ come volete.” fece spallucce. “Dimenticavo: qualora cercaste di uscire non ci riuscireste, perché ho circoscritto le vostre stanze in un confine magico che non potete varcare, se non su mia concessione.” sogghignò l’ingegnoso dio, con disappunto profondo dei suoi quattro interlocutori, avviandosi all’uscita.
 
“Loki?” lo chiamò Tom.
 
“Che altro c’è?” si voltò seccato l’interpellato
“Però non è un po’ strano? Mi hai raccontato che quando hai lasciato il tuo regno, sei andato alla Stark Tower a riprenderti il tuo scettro.” cominciò il fotografo, attirando così l’attenzione del suo interlocutore. “Quindi lì Tony Stark esisteva davvero, come il resto degli Avengers, suppongo.”
 
“Dove vuoi arrivare?” ridusse i suoi grandi occhi smeraldini a due fessure il bel dio.
 
“Quando sei venuto a cercare me, sei finito in un posto dove le cose che ti sono successe non sono altro che dei film interpretati da attori... “ continuò Tom.
 
“Attori che, per qualche inspiegabile ragione, sono esattamente identici a voi.” sottolineò Chris.
 
“E’ vero.” borbottò Loki.
 
“Che cosa può significare?” domandò Dom, incuriosito.
 
Tutto a un tratto, Matt fu colto da una grande illuminazione.
 
“Forse che il Governo ci vuole nascondere verità scomode e quello che è accaduto è accaduto sul serio, ma loro ci hanno fatto un lavaggio di cervello generale, facendoci credere che si sia trattato solo di film? E gli attori non sono veri attori, ma sono i reali supereroi ...o supercattivi.” fece una  pausa, rivolgendosi a Loki, che sembrò apprezzare il gesto. “Che fanno solo finta di essere tali. E’ una copertura infallibile, un alibi di ferro. E’ la regina di tutte le cospirazioni!” si esaltò il frontman, gesticolando come un forsennato.
 
“Deduco che questi siano gli effetti dello stancante viaggio che hai dovuto affrontare e ora stai delirando!” sentenziò Loki, guardandolo con qualcosa di molto simile alla compassione.
 
“No, Loki, nessun effetto post-viaggio. Lui è sempre così!” alzò gli occhi Tom.
 
“Se non peggio!” aggiunse Chris, ridacchiando.
 
“Perché non mi volete credere? E’ la più pura verità, dovreste solo aprire un po’ di più gli occhi e...” borbottò il frontman, risentito.
 
“Matteh, tesoro, non puoi sempre cercare una spiegazione logica a tutto.” gli diede una pacca di conforto Dominic. “A volte la logica non esiste, le cose accadono e basta. Anche le più improbabili.” proseguì.
 
“Non è vero. C’è sempre una logica. In tutto.” obiettò Loki, facendosi più pensieroso. “E ora che ci penso meglio, il Tesseract non si è illuminato della solita luce blu, quando sono atterrato nella vostra città. Era una luce rossa.” rivelò, passandosi frustrato una mano fra i capelli corvini di media lunghezza.
 
“Credi che un semplice cambio di luce sia così rilevante?” sbuffò Matthew, scocciato nel vedere così brutalmente bistrattata quella che lui considerava la più brillante delle sue teorie.
 
“Sì. E molto. E so anche chi può aiutarmi a capirci qualcosa in più. Ammesso che il Tesseract mi porti ancora lì.” farfugliò Loki. “Voi restate qui e riposatevi. Ci rivedremo domani e dovrete lavorare sodo.” aggiunge imperioso l’affascinante dio, uscendo.
 
“Credo che seguirò il consiglio di Loki. In effetti sono esausto!” sbadigliò Chris, salutando gli amici e dirigendosi nella sua stanza.
 
“Me ne vado nella mia stanza anch’io, ma più che dormire, voglio riuscire a capire se c’è un modo per connettersi al web anche qui!” borbottò Tom, armato del suo fido iPhone, congedandosi.
 
Dom entrò nella sua stanza, che era quella che i due amanti avevano deciso di condividere.
 
“Beh, che si fa?” domandò allusivo Matt, raggiungendo il grande letto con un balzo, per poi togliersi giacca e scarpe.
 
“Si dorme. Che altro vorresti fare?” replicò il batterista, seguendo il suo esempio.
 
“Ma come? Non vuoi fare sesso planetario?” insistette il frontman, strusciandosi contro di lui, voglioso.
 
“Non stasera. E poi ho dimenticato la mia faff bag a casa! Posso solo ricorrere a un lungo sonno di bellezza e tu non me lo impedirai!” impose risoluto l’altro.
 
“Guarda che il processo di invecchiamento non lo potrai arrestare in eterno.” ridacchiò il moro.
 
“Bells!” sbottò Dominic.
 
“Rilassati. Guarda che se ti arrabbi troppo potrebbe spuntarti una ruga!” rincarò la dose Matthew, dispettoso come un gatto.
 
“Ne ho abbastanza. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Fuori di qui!” sfuriò il biondo, buttandolo giù dal letto e spintonandolo  fino a fargli raggiungere a ritroso la porta.
 
“No, dai, Dommie, farò il bravo, te lo prometto!” si ravvide Matt, restio all’idea di passare la notte da solo.
 
Che si trattasse di una camera d’Hotel o di un pianeta che fino al giorno prima riteneva potesse esistere solo nell’immaginario collettivo della gente, per Matt non faceva differenza alcuna: voleva Dominic con sé. Sentire il suo calore riscaldargli le mani e i piedi che lui aveva sempre gelati, sentilo spingersi contro di lui nei suoi spostamenti nel sonno, sentirlo emettere quel leggerissimo russare che aveva un che di infantile; ma soprattutto osservarlo mentre dormiva o incontrare il suo viso sorridente a pochi centimetri dal suo, non appena riapriva gli occhi il mattino dopo.
 
Matthew desiderava fortemente avere ancora tutto questo, ma Dominic non sembrava disposto a concederglielo.
 
“Oh sì, farai il bravo. Non ne dubito. Ma lo farai nella tua stanza, non qui.” precisò Dom, spingendolo oltre la soglia. “E per la cronaca, Mattie, è sesso quando io sono con uno dei miei amanti occasionali o tu con la tua diva di Hollywood. Tu ed io facciamo solo l’amore!” precisò, punto sull’orgoglio, prima di sbattergli la porta in faccia e lasciare il suo partner tanto basito quanto insoddisfatto.
 
**************************************
 
“No, Steve, è inutile che insisti, non ti vengo a trovare mentre sei in missione.” borbottò Tony al telefono. “Sì che sei molto valoroso, no che non sei un eroe solo grazie a una provetta di laboratorio ...e sì, mi manchi anche tu. E queste affermazioni che mi stai estorcendo ti costeranno care, soprattutto l’ultima!” mormorò, con tono più suadente.
 
“Signore, temo che abbiamo visite.” li interruppe Jarvis.
 
“Ti richiamo.” sussurrò Tony, riattaccando. “Visite a quest’ora? Non dev’essere nessuno di amichevole.” dedusse il plurimiliardario.
 
“Beh, Signore, l’ultima volta che è stato qui, Lei ha fatto un volo dalla finestra di un numero considerevoli di metri.” replicò l’ingegnoso congegno elettronico.
 
“Oh, lui?! Ma davvero?” ridacchiò sorpreso il suo ideatore.
 
“Dovrei farlo entrare? Anche perché sembra molto intenzionato a farlo in ogni caso.” lo avvertì Jarvis.
 
“Sì, procedi pure. Del resto mi sentivo solo stanotte!” fece spallucce il geniale inventore.
 
Pochi minuti dopo, Loki fece il suo trionfale ingresso, con lunghi passi ben distesi, vestito come quando lo aveva visto a Stoccarda.
 
“Piccolo cervo!” lo salutò festoso Tony, facendo alzare gli occhi al dio facilmente irritabile. “Ti avviso subito che ho fatto riparare le finestre, quindi non ho alcuna intenzione di vederle infrante di nuovo!” aggiunse.
 
“Non accadrà stavolta. Difficile da credere, ma non ho intenzioni ostili.” fece un sorrisetto Loki.
 
“Hai ragione. E’ difficile da credere!” ribatté Tony, avviandosi all’angolo bar. “Un drink? L’ultima volta che sei stato qui non l’hai accettato.”
 
“E non lo accetterò nemmeno stavolta.” rispose Loki, per poi osservarlo un po’ confuso. “Ma... non hai nessuna brusca reazione? Del resto sono le quattro di mattina!” borbottò, perplesso.
 
Tony fece spallucce.
 
“Che vuoi che ti dica? Ormai non dormo più da molto tempo.” ammise il Midgardiano, a denti stretti.
 
“Incubi legati ai Chitauri, eh?” dedusse il perspicace dio del Caos.
 
Stavolta fu Tony a guardarlo frastornato.
 
“Ma tu... come?”
 
“Ci sono passato anch’io. A dire il vero, ci sto passando ancora. So com’è.” replicò l’Asgardiano.
 
I due si fissarono empaticamente. Era strano per entrambi trovare qualcosa che li accumunasse. Li faceva sentire in qualche modo....legati.
 
Infatti non furono necessarie ulteriori parole sull’argomento.
 
“Allora, me lo dici perché sei qui?” cambiò argomento Tony.
 
“Intanto per restituire questo. Ho detto che l’avrei fatto.” disse Loki, consegnandogli il suo scettro.
 
“Uh, ma che bravo. Pare che la mamma ti abbia insegnato a mantenere le promesse!” commentò sardonico Tony, prendendo in consegna la temibile arma. “Comincio a credere sul serio che tu stavolta non abbia intenzioni ostili. Allora, l’altro motivo per cui sei qui qual è? E perché il tuo Super Paparino ti ha lasciato a piede libero?” lo interrogò.
 
“Quello non è mio padre!” ringhiò Loki. “Quanto al resto...”
 
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“E così ora vuoi sapere se il tuo giocattolino che viaggia nello spazio è difettoso!” riassunse Tony alla fine del riepilogo da parte del dio.
 
“Esattamente.” disse Loki, porgendogli con fiducia il Tesseract, perché lui lo esaminasse.
 
“Bene, credo che per questa cosa avrò bisogno di un consulto!” rifletté il Midgardiano, estraendo il suo tecnologico cellulare per aprire una videoconferenza con una determinata persona. “Prima che tu me lo chieda, lui è a Londra al momento, quindi nessuna brusca reazione da Midgardiano svegliato nel cuore della notte!” ridacchiò Tony.
 
“Anche perché lui è l’ultima persona dalla quale vorrei reazioni rabbiose!” borbottò Loki, irrequieto.
 
“Ti brucia ancora, eh?” ridacchiò Tony, attendendo che la videochiamata iniziasse.
 
“Pronto?”
 
“Hey, Bruce, fratello di scienza! Sono io. Non indovinerai mai chi è qui con me e di cosa ha bisogno.” esordì il geniale inventore, prima di dargli tutte le dovute informazioni.
 
I due iniziarono una discussione con tanti di quei termini strettamente tecnici e un linguaggio così scientifico/fisico che Loki non riuscì a coglierne nemmeno un decimo di quel che si stavano dicendo. E sì che lui era uno assetato di conoscenza.
 
Tuttavia, capì che stavano parlando del suo Tesseract e la cosa gli bastava.
 
“Sì, Bruce, è quello che pensavo anch’io, ma volevo comunque il tuo parere. Ti ringrazio.” lo congedò Tony.
 
“Caro il mio viaggiatore interspaziale, ti spiego in breve cos’è successo. Quando sei venuto a prendere lo scettro ti sei spostato dal tuo regno a questo, così come hai fatto ora ... e fin qui tutto okay.” cominciò e Loki annuì.
 
“Ma quando sei andato alla ricerca di quella band, per trovarli sei finito non solo nel loro regno,ma addirittura nella loro dimensione, che è parallela alla nostra. E’ solo lì che li avresti trovati. Hai fatto un viaggio nel viaggio.” gli spiegò.
 
“Oh. Sapevo che il Tesseract fosse molto potente e avesse un potenziale infinito, ma... attraversare le dimensioni!” si stupì il bel dio.
 
“Già. Pare che il tuo giocattolino sapesse di cos’avessi bisogno, anche meglio di te.” gli fece l’occhiolino Tony.
 
“Non mi è solito farlo, ma... ti ringrazio... cuore anomalo!” borbottò Loki, indicando la luce azzurra pulsante che proveniva dal centro del petto dell’umano, facendolo ridere.
 
“Non così in fretta, Piccolo Cervo!” lo fermò, prima che potesse far ritorno al suo regno.
 
“Che cosa c’è?” si accigliò l’Asgardiano.
 
“Cos’è questa storia che nella dimensione in cui sei atterrato le nostre copie sono tutti attori?”
 
TBC
 
 
è deliratamente (??) delirante , lo so, e non smetterà di esserlo XD
 
Posso dire che Matt che sfotte Dom sul fatto di invecchiare e Dom che si inviperisce li trovo molto IC? XDD l’ho detto.
 
Per il resto, aspetto di sapere che ne pensate voi, suvvia, non siate timidi, ditemi anche le peggio cose XDD
 
notte..  :X
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** III: Touch the divine ***


Buongiornooo!!
Questo capitolo ho finito di scriverlo ieri a notte piuttosto fonda, ma ero così KO che chissà dove o come l’avrei postato XD
Un grazie di cuore a tutte per le cose belle che mi dite sempre, vi adowo <3 e un grazie speciale a Lady In Red e GiuliaNishe <3

Stavolta mi dispiace per le fan di Loki, ma qui non ha troppo spazio, compenserò con qualcun altro che spero vi piaccia * (siccome è uno SPOILER per Thor2, chi l’ha già visto può seguir l’asterisco molto in fondo alla pagina XD )

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Capitolo III: Touch the Divine

Dopo aver raccontato a Tony ogni cosa che aveva visto nell’altra dimensione, essersi preso tutti i cazziatoni del caso per non essersi degnato di verificare se anche la sua copia lì fosse un genio, miliardario, filantropo playboy e avergli estorto con un po’ d’astuzia, nonché con un determinante supporto di alcolici, la promessa che un giorno Loki avrebbe portato anche Tony in quella dimensione, Loki poté finalmente fare ritorno ad Asgard.
L’alba era passata da un pezzo quando il principe si ritirò nelle sue stanze, con l’assoluta intenzione di rimanerci a lungo.

In un altro punto del regno, in una zona temporaneamente circoscritta in un cerchio magico, qualcun altro aveva il problema opposto e non riusciva a chiudere occhio.
Era qualcuno che mal sopportava i rifiuti, soprattutto se da parte di un certo biondino con la fissa per le cure estetiche.
All’incirca un paio di ore dopo, Matthew decise che doveva far qualcosa e quel qualcosa si rivelò abbandonare la sua stanza e dirigersi in punta di piedi verso una porta che gli era stata poco simpaticamente sbattuta in faccia.

Con sua somma gioia la trovò aperta e si introdusse silenziosamente all’interno della stanza, diretto verso il letto. Si sdraiò sopra, sinuoso. Si aspettava un sussulto da parte di Dom, magari seguito da una carrellata di insulti rivolti alla sua persona, invece, sentendo quella presenza in più nel letto, Dom si svegliò con naturalezza, sapendo già con assoluta certezza quale viso i suoi occhi avrebbero messo a fuoco.

“Sapevo che saresti arrivato.” gli sorrise, stiracchiandosi contro di lui, come un gatto in cerca di coccole.
“E sai già anche le intenzioni di cui sono animato?” sussurrò Matthew, ricambiando il sorriso.
“Posso facilmente immaginarlo!” ridacchiò malizioso Dominic.
“E se l’immaginazione diventasse realtà?” mormorò il moro, scivolandogli più vicino.
Dom colmò quella minima distanza con un bacio lungo e tenero, mentre Matt gli reggeva il viso fra le mani, messe a coppa.
“Però, devo dire che il tuo trattamento funziona.” interruppe il bacio Matt, continuando ad accarezzargli il viso.
“Che trattamento?” domandò Dom, forse ancora un po’ intontito perché si era appena svegliato.

“Il tuo sonno di bellezza, intendo. La tua pelle è già più liscia e morbida. Potrei verificare se riesco a riscontrare la stessa morbidezza in altre parti del tuo corpo… più intriganti?” domandò il cantante, sollevando il lenzuolo, ma con suo grande disappunto al di sotto di esso trovò Dom totalmente vestito.
“Sì, del resto è un test che va ultimato e ho bisogno di un incaricato che faccia ricerche a riguardo. Ricerche molto approfondite!” ammiccò Dom, mettendosi più comodo e distendendo le braccia dietro la sua testa, nella più arrendevole delle posizioni.
“Mi candido volontario per la ricerca!” ridacchiò Matt, strisciando sopra di lui e cominciando a sbottonargli la camicia. “Adesso… amore planetario?” gli domandò retorico, sollevando entrambi i sopraccigli con fare seducente.
“Amore planetario!” approvò Dom, baciandolo, felice in cuor suo che stavolta Matt l’avesse definito col termine corretto.

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Un’ora dopo o poco più i due amanti sussultarono spaventati, coperti dal medesimo lenzuolo, non appena un paio di guardie reali fecero irruzione nella loro stanza.
O almeno, dall’abbigliamento dorato, dall’incedere possente e dal portamento fiero avevano dedotto che lo fossero.
“Midgardiani! La Regina Frigga vi richiede in sala da pranzo. I vostri amici sono già là. Non fatela attendere oltre!” esordì uno dei due.
I due amanti rimasero a fissarli sbigottiti, ma senza muoversi dal letto.
“Vi attenderemo fuori. Preparatevi nel minor tempo possibile!” intuì la situazione il secondo, allontanandosi con il collega.

Preparandosi quasi a tempo di record, Matt e Dom vennero scortati dalle guardie fino a giungere alle mense reali.
Già in lontananza riuscirono a vedere i loro due amici, intenti a godersi le leccornie di cui era imbandita la tavola.
Allo stesso tavolo, a qualche sedia di distanza da loro c’era un omone dall’aspetto inquietante, con lunghi capelli e una barba ancor più lunga, dello stesso colore rossiccio, che gli conferivano ancora di più un’aria da vichingo, tutto impegnato a divorare generosissime porzioni di qualsiasi cosa.

Tom fu il primo ad avvistarli.
“Matt, Dom, venite qui!” li invitò, mostrando le sedie tenute libere.
“Già, ragazzi, altro che le colazioni degli alberghi, qui si mangia da dio!” aggiunse Chris.
Il nerboruto individuo sentendoli scoppiò in una cavernosa risata.

“Forse perché questa è una mensa da Dio. A cominciare da me!” esclamò, con atteggiamento sornione.
“Ah, ma allora sa parlare!” bisbigliò Chris ai suoi amici.
“Già, finora l’avevamo solo visto mangiare.” borbottò Tom.
“Ci scusi. No intendevamo mancare di rispetto.” si prodigò Chris.
Il suo interlocutore si alzò da tavola, andando verso di loro, cosa che mise in agitazione i quattro amici, questo prima che lo sentissero ridere di nuovo.
“Cos’ è tutta questa formalità pomposa e barbosa? Trattatemi come un vostro compagno di scorribande, come se avessimo ucciso lo stesso cinghiale!” li esortò lui.
“Come no? E’ la nostra principale attività della Domenica mattina!” replicò sarcastico Dominic.
“Io però tiro il collo ai polli!” disse Matt, ritenendolo un argomento interessante di conversazione, ma da come lo guardò stranito l’Asgardiano cambiò idea e fece finta di nulla.
 “In fondo, mi sembrate dei tipi a posto. Voi dovete essere i Midgardiani di cui blatera quello sbrindellato di Loki.” dedusse lui e i quattro annuirono, presentandosi a turno.
“Io sono Volstagg, volete sentire le mie innumerevoli avventure? Come quando mi sono battuto a mani nude con un Gigante di Fuoco e, ovviamente, ho vinto io!” si vantò lui.

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“E poi c’è stata quella volta che siamo andati a Jotunheim e eravamo solo sei contro l’intera popolazione dei Giganti di Ghiaccio!” raccontò tutto concitato Volstagg.
“Ma quand’è che gli abbiamo effettivamente consentito di narrarci tutto questo?” domandò agli altri Tom, con discrezione, senza farsi sentire.
“Non ne ho idea. Ma cosa sarà, la centesima storia che ci racconta? Mi sembra di stare qui da un secolo!” sbuffò Matt, giocherellando con il cibo che aveva nel piatto, che ancora non si era deciso ad assaggiare.
“Io lo preferivo quando mangiava e basta!” disse la sua Chris, stropicciandosi il viso, in preda ad un imminente abbiocco.
“Oh, cielo! Veramente? E… che è successo?” domandò impaziente Dom, l’unico vero interessato alle sue avventure, tanto da non sentire nemmeno i borbottii degli altri.
E tantomeno li poteva sentire Volstagg, tutto preso com’era dalla narrazione.

“Beh, sono qui a raccontervelo. Tu come credi che sia andata?” ridacchiò borioso il guerriero.
“Mio caro Volstagg, forse hai omesso quel piccolo dettaglio  che l’intervento del Padre degli Dei, nonché del tuo amatissimo Re, sia stato determinante e provvidenziale, salvando voi sei avventurosi irresponsabili da morte certa?” lo interruppe una voce femminile, alle sue spalle.
“Uh!” sussultò Volstagg, voltandosi e trovandosi faccia a faccia con Frigga. “Ma... ma certo, Maestà! Lo stavo appunto per evidenziare. Voi mi avete anticipato!” bofonchiò il suo suddito, agitato.
“Oh sì, non lo metto certo in dubbio.” sfoderò un sorrisetto sarcastico la Regina.

I quattro terrestri erano intenti ad osservarla: era una gran bella donna, di mezza età, dai lunghi cappelli ramati, raccolti in un elegante chignon. Il portamento era elegante, il viso aveva dei tratti dolci e il suo sguardo denotava acume e scaltrezza.

“Voi dovete essere gli ospiti di Loki.” sorrise lei ai Midgardiani.
“E’ un vero piacere conoscervi, Maestà!” si alzò da tavola Tom per primo, tendendole la mano. “Io sono Thomas Kirk!”
Lei lo guarda un po’ stupita.
“Rispolvera un po’ di galanteria del ‘700, idiota! Non ci si comporta così davanti a una Regina!” lo redarguì Chris, avvicinandosi alla donna, chinandosi e baciandole il dorso della mano che lei gli aveva gentilmente porto. “Io sono Christopher Wolstenholme.”

“Siamo al cospetto di una Regina!” commentò entusiasta Dom, rivolto a Matt.
“Se solo lo sapesse Kate! Lei mi fa sempre una testa tanta, perché dice che io e lei dovremmo farci invitare a Buckingham Palace a prendere un tè con la Regina.” ridacchiò Matthew,  ma Dom non era affatto ilare allo stesso modo.
“Cosa?! Se ci porti lei prima di me... giuro che non ti parlerò più, a vita!” sbottò innervosito il biondo.
“Beh, a me basta che continui a fare altro...” mormorò malizioso il moro, sfiorandogli un fianco.
“Bells, guarda che non sto scherzando!” lo mise in guardia Dom.
“Lo so, però stavo scherzando io. Mi mancherebbe troppo la tua voce.” gli sorrise dolcemente l’altro. “E’solo che non pensavo che tu ci tenessi tanto a queste cose.”
“Beh, ora lo sai!”
“Ho afferrato il concetto. Tu ed io dalla nostra di Regina. Quando torniamo. E ci porteremo appresso anche Bing. Ma niente paparazzi!” dettò le sue condizioni Matt.
“Mi hai forse scambiato per qualcun'altra? Io i paparazzi non li sopporto!” gli sorrise di rimando Dominic, allettato da quella prospettiva.

“Intanto però, potreste cercare di comportarvi a modo con questa, di Regina!” li interruppe Frigga, che li aveva sentiti, avvicinandosi.
“Perdonateci, Maestà!” fece un inchino Matt, mentre Dom si prodigava in un riverente baciamano, prima che entrambi si presentassero.
“Così va molto meglio.” sorrise la donna, per poi scrutarli meglio. “Voi siete i due ritardatari, non è forse così?” li interrogò.
Al suo sguardo indagatore non erano sfuggiti le camicie allacciate in malo modo, i capelli scompigliatissimi e l’aria decisamente appagata che sfoggiavano entrambi.
“Ehm... sì, ma è perché noi... stavamo decidendo la scaletta!” cercò una scusa convincente Matt.
“Già proprio così, ne volevamo discutere fra noi, prima di esporla agli altri!” aggiunse Dom, entrambi ricorrendo al loro sorriso più innocente.
“Oh beh, attardarsi per ... lavoro è sempre una nobile ragione.” ribatté lei, sardonica e pungente.

In quel frangente irruppe un manipolo di guardie che scortavano il Re Odino, una figura imponente, nella sua armatura d’oro, dai lunghi capelli canuti, così come la barba, e l’incidere sicuro.
Tutti si voltarono nella sua direzione e il re incrociò lo sguardo dei quattro visitatori forzati.
“Midgardiani! Io non capisco proprio perché Loki abbia insistito tanto per portarli qui. Se ne dovrebbero stare nel loro regno, è lì che appartengono,e fare quel che sanno fare soltanto lì. Perché disturbare la nostra quiete?” borbottò Odino, attraversando il corridoio, in direzione del tavolo regale a lui riservato, sparendo così dal loro raggio visivo.

“Non credo che gli andiamo molto a genio, non è così, Maestà?” dedusse Tom.
“Oh, non fateci caso. Mio marito ha un caratteraccio, brontola per qualsiasi cosa e, almeno che non si tratti di ambasciate o preziosi alleati di guerra, non ha mai visto i visitatori di buon occhio!” sdrammatizzò la Regina.
Tom avrebbe voluto fare una stupida battuta sull’utilizzo di quell’ultima espressione, ma fortunatamente ebbe la decenza di capire che sarebbe stato decisamente fuori luogo.

“Maestà, ora che le presentazioni sono state fatte, ci concedete il permesso di tornare a tavola?” le chiese garbatamente Chris, che aveva ancora un certo appetito.
“Uh sì, certamente. O meglio, voi due sì.” rispose lei, indicando Chris e Tom. “Voi due, invece, venite con me!” intimò a Matthew e Dominic, che un po’ spauriti la seguirono a un altro tavolo.
“Mi occuperò personalmente della vostra nutrizione. Pensavo che Loki fosse gracilino, ma non avevo ancora visto te!” commentò lei allarmata, guardando Dom, mentre prendevano posto sulle sedie.
“Ma no, vi assicuro che sono sempre stato così di costituzione e...” farfugliò Dom.
“Bugiardo!” lo accusò Matt. “Non dategli retta, Regina; avreste dovuto vederlo tanti chili fa! Anch’io ci provo a farlo mangiare un po’ di più, ma da quell’orecchio non ci vuole sentire!” le spiegò.
“A questo si porrà rimedio subito!” battè le mani Frigga, una sola volta, e giunsero due servitori con un vassoio ricolmo di cibarie in porzioni che Dom mai si sarebbe immaginato, nemmeno nei suoi peggiori incubi.
“Molto bene. E ora pensiamo a te.” sentenziò la donna.
“A me? Ma io non ho bisogno di mangiare così tanto!” protestò Matt.
“Lo so bene. Ma tu hai bisogno di mangiare più sano. Dovresti curarti di più.” insistette lei.
“Ma no, okay, forse ho messo su un pochino di pancetta, ma... sono sempre stato così di costituzione.” ricorse alla stessa colossale frottola già ideata da Dom.
“Non credetegli, Regina!” l’avvertì Dominic. “Fino a pochi, pochissimi anni fa, era talmente esile che poteva volare via con una folata di vento. Poi il signorino ha avuto la bella idea di andarsene a Los Angeles a fare l’Americano e diventare il miglior amico dei Frappé e di altro cibo spazzatura. E questi sono i risultati!”
“Non so cosa sia un Frappé, ma credo di aver capito il problema di fondo. Ti devi purificare di tutto quel cibo nocivo che hai assunto.”
Al termine della frase della Regina, arrivò un servitore con un vassoio che reggeva una ciotola d’insalata e qualche frutto.
“Ma ... tutto qui?” si domandò sbalordito Matt, osservando meglio il vassoio. “Non c’è nemmeno una banana!” aggiunse, con evidente drammaticità nel suo tono di voce.

“Molto bene. Ora raggiungerò il mio consorte al nostro tavolo, ma le mie guardie vi sorveglieranno a dovere, affinché tu, Dominic, mangi almeno un quarto di quanto t’è stato offerto e tu, Matthew, ti attenga a mangiare solo ciò che hai sul tuo vassoio.” si raccomandò Frigga.
“Scusate una domanda. Perché solo a noi due è toccato questo trattamento?” si incuriosì Dom.
“Perché siete gli unici ad averne bisogno. I vostri amici hanno un aspetto più sano. Soprattutto Christopher, con quel suo fisico massiccio e possente qui potrebbe diventare un valoroso combattente.” commentò lei.
Dimentichi di chi stava loro davanti, i due terrestri scoppiarono a ridere di gusto.
“Chris, un combattente?” ripeté Matt, rivelando alla Regina la sua risata altamente contagiosa.
“L’unica cosa contro la quale combatte è la PlayStation, quando non vince una partita!” sghignazzò Dom, trattenendosi lo stomaco per il troppo ridere.
“Non ho ben compreso di cosa parli, ma sono lieta della vostra ilarità.” sorrise la Regina. “E ora mangiate!” impose loro, seria.
“Ma...” protestò Dom, guardando nel suo piatto con un’espressione di pura angoscia.
“Coraggio. Sono certa che le vostre madri mi ringrazierebbero.” replicò lei. “Ah, un’ultima cosa. Riguardo alla vostra discussione sulla scaletta, stamattina... già devo far finta di credere a Loki quando giura e spergiura di odiare Thor. Ma lui è il Dio delle Bugie, gliene devo pur render merito. Ma voi due... certe scuse così patetiche potreste risparmiarmele.” aggiunse, prima di allontanarsi, lasciando i suoi interlocutori di sasso e lasciando un paio delle sue guardie a sorvegliarli.

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“Non voglio più mangiare... almeno per le prossime due settimane!” piagnucolò Dom, sentendosi appesantito come non mai, mentre si slacciava i suoi insopportabilmente attillati jeans per poter respirar meglio.

Così come Matthew, stava facendo ritorno dai loro amici, che avendo finito di mangiare da un pezzo, li aspettavano fuori, passeggiando nei dintorni e stando molto ben attenti a non incrociare lo scorbutico Re.
“Ho fame, ho faameeeeeeeeeeeeeee. HO FAME!” ringhiò Matt, innervosito.
“Cos’è? Lavori a una nuova canzone extra per l’album?” lo canzonò Dom.
“Chiudi il becco. Ho così fame che potrei mangiarmi anche te!” sbottò il moro, guardando il biondo come se fosse una succulenta bistecca alla griglia su due gambe.
“Senti, non te la prendere con me. Ho provato ad allungarti ben tre pezzi di carne, ma la maledetta guardia mi ha puntato la sua lancia contro!” sbuffò Dom.

Da lontano, Tom e Chris erano riusciti ad avvistarli e andarono loro incontro.
“Hey, che facce. Si può sapere che vi è successo?” domandò loro il manager e i due amici li misero al corrente delle loro sventure gastronomiche.
“Suvvia, non è poi questa tragedia! Dom, a te mangiare un po’ di più non può che far bene. Quanto a te, Matt, un’insalata non ti ucciderà!” sdrammatizzò Chris, facendo spallucce. “E ora passiamo alle cose serie: la scaletta. Quella di cui voi due avete così diligentemente discusso stamane!” aggiunse con marcata ironia.
“Almeno potevate aver la decenza di abbottonarvi correttamente!” alzò gli occhi Tom.
“Oops! Ecco come se n’è accorta!” dedusse Dom, mentre finalmente entrambi si erano accorti di quel particolare che dava notevolmente nell’occhio.
“Uh. okay, ora pensiamo alla scaletta. Sul serio però!” si diede un contegno il frontman.
“Ragazzi, pensateci bene. Non c’è nessun pubblico di maggioranza da compiacere, nessuno standard a cui rifarsi. Potete sbizzarrirvi e fare dei pezzi che non suonate più da secoli!” fece notare loro Tom.
“Hai ragione, non ci avevo pensato!” ritrovò il sorriso Matt.
“Quindi non ci sarà nessun pericolo che se facciamo una canzone come ‘Dead Star’ o ‘In your world’ tre quarti di pubblico non abbiano la più pallida idea di che cosa stiamo suonando.” rifletté Chris, con una puntina di denuncia nel suo tono. “Qui nessuno ne avrà idea!” aggiunse più allegro.
“Beh, io direi che aprire con ‘Crying Shame’ sia più che d’obbligo!” suggerì Dom, con un sorrisetto.
“Beh, ma allora anche ‘Shrinking Universe’ e ‘Fury’ contenono ‘God’ nelle lyrics...” rispose Matthew, prendendolo come un gioco.
“Sono d’accordo, ma evitiamo ‘Knights of Cydonia’ , sarebbe troppo offensiva.” decise per tutti Chris.
“Va bene, tanto Knights la facciamo sempre.” fece spallucce Dom. “Piuttosto, lascerei perdere anche ‘Thoughts of a dying atheist’ e ‘The small print’, sarebbero decisamente fuori luogo.”
“Okay tanto ci resta comunque l’imbarazzo della scelta.” concordò Chris.
“Ci divertiremo!” esultò Dominic, carico di entusiasmo, nonostante il fastidiosissimo senso di indigestione.

Si sentì un lungo suono prolungato e gorgogliante e dopo qualche secondo tutti capirono che proveniva dallo stomaco di Matthew.
Il pianista ridacchiò imbarazzato.
“Vabbè, quello è perché sto morendo di fame. Per il resto sono d’accordo con voi.”
“Ottimo. Ora non ci resta che scoprire dove sarà il nostro palcoscenico e dove potremo sistemare tutte le nostre attrezzature, collocare gli strumenti e...” commentò Chris.
“Un momento. Quali attrezzature e quali strumenti? non ci siamo portati dietro nulla!” fece presente a tutti Tom.
“Loki, LOKI! LOOOOOOOOKIIIIIIIIIIIIIIIIIII!” si mise a urlare Matt, più forte che poteva.
“Bells, sei impazzito?” lo mise a tacere Chris. “Vuoi forse farci arrestare per disturbo alla quiete pubblica?”
“No, peggio, vuoi comprometterti la voce prima del concerto?” lo sgridò il media manager.
“Ma... io volevo solo chiamarlo. Pensavo che potesse sentirmi, che avesse un super udito o robe del genere.” borbottò il cantante, deluso.
“Evidentemente non ce l’ha.” si guardò attorno Dom, invano.
“Torniamo alle mense. prima o poi dovrà passare di lì.” propose Chris,

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“Comincio a pesare che sia il dio della Pennichella!” brontolò Matthew, annoiato, seduto a terra con gli altri, davanti all’entrata delle mense.
Del resto era già passata un’ora e mezza abbondante.
Fu Tom il primo ad avvisare il loro obiettivo e diede a tutti gli altri il segnale.

“Loki!” lo chiamò Chris e il dio si voltò, sorpreso di trovarseli tutti lì.
“Immagino che madre abbia annullato il mio cerchio magico.” borbottò.
“Immagini giusto. E’ da stamattina che scorazziamo liberamente.” ridacchiò Chris.
“A proposito di tua madre, l’abbiamo incontrata e, almeno per me e Dom, non è stata una bella esperienza!” borbottò Matt, con Dom che annuì convinto.

Loki non ebbe nemmeno il tempo di indagare su quanto rivelatogli.
“Hey, coma mai non sei tutto dorato e sbriluccico oggi?” gli domandò il biondo, additando la sua tunica nera, comoda e per nulla appariscente.
“Quello è il mio abbigliamento da grandi occasioni. Infatti, al compleanno di Thor mi vestirò così... uh, non che la consideri una grande occasione, è solo una questione di costume e rango...” trovò doveroso precisare Loki, ma fu la fretta con cui lo fece a insospettire tutti.
Il dio degli Inganni sembrò capirlo dagli sguardi che gli stavano rivolgendo e si pentì di non aver creato un clone da mandare al suo posto.
“Ma non è di me che stavamo parlando. Ditemi, perché mi stavate cercando?” li interrogò, principalmente per poter cambiare argomento.

“La questione principale è che....” si fece portavoce Chris, ma fu subito zittito.
“Alt! ci ho ripensato, prima necessito di un lauto pasto, per recuperare un po’ le energie. Me lo direte dopo, non muovetevi da qui!” comandò il Principe, recandosi alle mense.

“Beato lui che mangia!” sospirò infelice Matt.
“Hey, Tom, ma come sei riuscito a riconoscerlo da così lontano e vestito in modo così anonimo?” si stupì Dominic.
“Che vuoi che ti dica? Si deve essere instaurato un certo feeling fra noi due da quando ha praticato su di me quel lavaggio del cervello!” ci scherzò su Tom.

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“ Capisco. A madre penserò io, così non vi angustierà più. So già cosa fare.” riferì Loki a Dom e Matt, con loro grande sollievo.
Essersi rifocillato a dovere gli dava anche la forza di ascoltare le lamentele dei quattro Midgardiani e cercare di porvi rimedio.
“Quanto alla questione principale... non ho proprio pensato che vi sarebbero servite le vostre attrezzature.” riconosce Loki. “Vediamo di rimediare subito. Illustratemi il ruolo che ricoprite.” li esortò.
“Io sono l’autore di quasi tutti i testi, il frontman, compositore, pia...”
“La versione breve, Bells!”  lo punzecchiò Dom.
“Io suono la chitarra.” sintetizzò Matt.
“Io sto alle percussioni.” spiegò Dom.
“Io suono il basso.” lo informò Chris.
“E io riprendo i loro concerti, anche se oltre questo io...”

“Ho sentito abbastanza.” alzò una mano Loki, per poi chiudere gli occhi, per concentrarsi meglio.
Cominciò a fare strani disegni con la mano sospesa nell’aria e recitò a bassa voce qualche parola dalla provenienza mistica e arcaica.
Si diffuse una fumosa luce verde sopra le teste dei Midgardiani, dalla quale scaturì la risposta alle loro richieste... beh, almeno secondo Loki.

Infatti, Matthew si ritrovò tra le braccia una chitarra classica blanda e semplice, Dom si ritrovò un tamburo al collo con delle bacchette un po’ rudimentali, Chris con un contrabbasso che gli ostacolava i movimenti e Tom con una cinepresa di prima generazione.
Tutti guardarono profondamente indispettiti il dio.
“Scusa, ma con questi che ci dovremmo fare?” gli domandò Chris.
“Il vostro concerto, mi sembra ovvio!” rispose quasi annoiato il dio del Caos.
“Loki, credo che tu abbia  le idee un po’ confuse su chi siamo noi...” rispecchiò il pensiero di tutti e quattro Tom.

TBC

Riusciranno i nostri eroi ad ottenere davvero quanto necessitano? E i poveri Matt e Dom sfuggiranno alle crisi di una fin troppo materna Frigga? E che altro succederà?
Ah forse potrebbe anche tornare Thor, sarebbe anche ora, che dite? XD
Mentre ve lo chiedete, se non vi scoccia, pwetty please, fatemi sapere che ne pensate, qualsiasi cosa sia XD
Io mi sto divertendo davvero un sacco a scriverla e a immaginarmi tutte queste assurde cose XD, pero anche voi a leggerle ^^
Alla prossima, tornerò a occuparmi dei miei adorati vampirotti... anche perché sono in un ritardo galattico.. e ho pure altro per la testa XD
 
 
 
 







* qui nessuno farà del male alla mia Frigga adorata!! :’(  *spernacchia con profondo astio i crudeli sceneggiatori*

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Capitolo 5
*** IV: Spells and comebacks ***


Buonaseraaaaa.
Ma quanto sono in ritardo, quanto?? *si frusta, vergognandosi*
tesoweee, gwazie infinite a tutte, siete meravigliose (poi vi rispondo <3 ) , mentre io sono disastrosa... se vi serve un riassuntino per fare mente locale, fatemi un fischio XD
scuate, non ho riletto, ma... ne siete davvero così sorpresi? XD

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Capitolo IV: Spells and comebacks

“Suppongo che l’unica cosa da fare sia che tu ci riporti nella nostra dimensione, di modo da farci recuperare le nostre attrezzature che, no, non sono queste.” dichiarò Tom, restituendogli quell’obsoleta cinepresa con un gesto di stizza. “E poi ci riporti qui.”
“Non ci penso proprio, mi porterebbe via troppe energie!” replicò Loki. “Però suppongo che voi non siate in grado di fare il vostro concerto così.” aggiunse.
“Supponi giusto.” replicò Dominic, sfilandosi dal collo quel primitivo tamburo e riconsegnandolo al dio degli Inganni.
“Già, questa non è divertente nemmeno da lanciare in aria... o contro Dom!” commentò Matt, guadagnandosi un’occhiataccia dal biondo. “Oh, andiamo, lo sai che è un modo come un altro per dirti ‘Ci tengo a te ’.” addolcì il tono il pianista.

“Fidati, Bells, preferisco tutti gli altri metodi!” replicò il suo compagno, piccato. “Però con quella puoi suonare ‘Unintended’, sai che la amo. E poi ‘City of Delusion’, che piace tanto a Chris. “E poi, oh, certo, puoi suonare ‘Soldier’s poem’. Qui per lo più sono tutti combattenti, apprezzeranno di sicuro.” lo incitò.
“Niente da fare.” scosse la testa Matthew, restituendo a Loki la chitarra classica.

“Vi dirò, ragazzi, a me questo strumento comincia a piacere!” confidò Chris, cominciando a suonacchiare quel contrabbasso che aveva già studiato attentamente.
“Chris, non ti ci mettere anche tu!” lo redarguì Tom, strappandogli dalle mani l’ingombrante strumento e riconsegnandolo a Loki, che lo fece svanire nel nulla con un solo gesto della mano, così come le altre cose ‘evocate’.

“Ho capito, siete di gusti difficili.” borbottò Loki. “Ora qualcuno di voi mi indichi molto nei dettagli dove si trova il luogo esatto dov’è riposta la vostra attrezzatura.” li esortò.
“Beh, fammi pensare, a quest’ora lo staff l’avrà recuperata e riportata negli studi. Perciò è facile. E’ tutto nel nostro studio, quello dove tu hai fatto irruzione per soggiogarmi.” gli spiegò Tom. “Tre stanze più avanti, sulla sinistra, rispetto a dove eravamo noi.” precisò, per maggior sicurezza.

“Ho capito. Ora lasciate fare a me.” asserì Loki, appartandosi in un angolo per potersi concentrare meglio, premendosi le dita sulle tempie e chiudendo gli occhi.
Nel giro di pochi secondi, Matt, Dom, Chris e Tom furono abbagliati da una luce intensa, allo svanire della quale si ritrovarono dinanzi alla loro attrezzatura.
La batteria di Dominic, col kit completo, tre chitarre di Matt e il suo pianoforte, due bassi di Chris e fotocamera, videocamera e un proiettore di effetti speciali di Tom.

“Non sapendo cosa prendere ho preso un po’ tutto.” borbottò Loki, un po’ provato dall’intensità del suo incantesimo.
“Hai fatto benissimo!” lo ringraziò con un sorrisone Matthew.
“La mia Tama!” gioì Dom, correndo verso la sua batteria. “Loki, durante il concerto potresti lanciare un incantesimo di protezione?” domandò, mentre accarezzava i piatti, apprezzandone il delicatissimo suono che ne scaturiva.

“Certo che posso, io posso fare qualsiasi cosa.” replicò il modesto dio. “Ma… perché?”
“Sai com’è, c’è sempre un certo idiota che ha il gusto sadico di distruggermela tutte le volte!” si lamentò Dominic, lanciando l’ennesima occhiataccia a Matthew.

Sembrava tanto un alunno che fa la spia con il maestro a riguardo del bulletto che gli fa i dispetti.
“Ah sì? E cos’è che fa di preciso?” domandò il maestro in questione.
Lo spione gli bisbigliò la risposta nell’orecchio.

“Matthew, ma sei pessimo!” lo sgridò l’Asgardiano alla fine di quella confessione.
“Parla quello che ha cercato di distruggere due Pianeti o Regni…. o chiamali come diavolo ti pare!” ribatté sagace Matt.
“E’ vero, ma ho sempre apprezzato la musica e le belle arti. Se non avessi avuto fini più importanti a Stoccarda sarei rimasto a teatro quella sera!” si difese Loki.
“Tutte scuse!” insistette il frontman.

“Mettiamola così: potrei farti diventare il bersaglio stesso delle tue chitarre!” lo minacciò Loki.
“Oh sì, mi piace!” approvò Dominic, con il suo ego che reclamava Vendetta.
“E va bene, non ci sarà nessun maledetto lancio di chitarre!” si arrese il cantante, sbuffando. “Ma così sappi che non avrai una mia performance al 100%!”
“Io credo che sarò disposto a correre questo rischio!” alzò gli occhi il dio, prima di venir abbagliato da un’improvvisa luce.

“Che arma è quella? Che cosa mi hai fatto?” si agitò Loki.
"Vieni proprio bene in foto!" ridacchiò Tom, mostrandogli l’esito dei suoi scatti con la Reflex.
“E’ un Accio incantesimo!” esclamò tutto emozionato Chris.
“Cos’è?” lo guardò frustrato Loki, mentre Tom gli illustrava i molteplici effetti che poteva dare ai suoi scatti.
“Hai chiamato a te degli oggetti, la cui posizione ti era nota. E’ esattamente come l’Accio Incantesimo che usa Harry Potter...” cominciò a spiegare il bassista.
“Non lo voglio sapere!” sbottò Loki, innervosito. “Nominami ancora quel patetico moccioso e  io...” ringhiò.
“Tu cosa? Non ti conviene eliminarmi. Sono un bassista coi contro-attributi e tu vuoi un concerto. Hai bisogno di me.” asserì sicuro e un po’ sfrontato Chris.
“Ti preferivo impaurito.” borbottò Loki, riconoscendo però che aveva ragione.
“Mi adatto velocemente alle situazioni.” fece spallucce il bel bassista. “E poi senza di me chi terrebbe a bada quei due?” proseguì, indicando Matt e Dominic.

“Hey!” sbottò offeso Matt, mentre Dom si guardava in giro, con aria assorta.
“Hey!” sbottò altrettanto offeso Tom. “Guarda che so tenerli a bada anch’io!”
“Oh, Tom, fammi il piacere, tu sei peggio di loro due messi assieme!” ribatté Chris, strappando un sorriso a Loki.
“Io sapevo tenerlo a bada quando era sotto il mio incantesimo. Forse dovrei fare la stessa cosa anche con loro due.” meditò l’affascinante dio.
“Dominic, ma li senti?” borbottò Matthew al suo compagno.
“Matthew, ma non capisci? Qui non ci conosce nessuno. Niente fan. Ma soprattutto niente paparazzi!” esultò il biondo, con un sorrisone smagliante.

“Hai ragione! Possiamo fare liberamente i turisti come non possiamo mai fare del tutto da nessuna parte. Voglio visitare questo posto da cima a fondo!” condivise il suo stesso entusiasmo il chitarrista.
“Sì, e voglio anche andare su quel bellissimo ponte di ghiaccio rotto. Sarebbe uno sfondo stupendo. Tom, ci faresti qualche foto?” domandò Dominic, stringendo a sé Matt.
“Sicuro! Questo gioiellino aspetta solo di poter fare il suo dovere … e qui ci sono così tanti soggetti che ho solo l’imbarazzo della scelta!” approvò Tom, su di giri.

“Hey, fermi tutti... io ho fatto una fatica immane per fornirvi il giusto equipaggiamento... e voi ve ne andate?” protestò Loki, indignato.
“Lasciali lì, dopo torniamo e li sistemiamo.” fece spallucce Chris, con un gesto annoiato della mano. “Io credo che ne approfitterò per fare un’altra visita al banchetto.” rifletté ad alta voce, allontanandosi con gli altri.
“Ma dove andate tutti?” tentò di fermarli il dio del Caos, invano.

- E’ stata una buona idea portarli qui con qualche giorno di anticipo- rimuginò. – Sempre che io no li uccida prima del compleanno di Thor!-

Nominare il suo fratello non-fratello gli ricordò che aveva faccende ben più urgenti da sbrigare e infatti si recò al palazzo Reale, diretto alla sala del trono, dove trovò Odino.

“Qual è il problema, Loki? Ti sei già stancato dei tuoi, alquanti rumorosi, giocattoli?” borbottò il re.
“Non sono giocattoli!” ribadì il giovane dio.
“Quindi non neghi che siano rumorosi!” ne dedusse il sovrano.
Loki alzò gli occhi.
“Non è per loro che sono qui. Io suppongo che sia tempo che qualcuno faccia ritorno qui. Anche se è due giorni prima della sua festa.”

“Tu dici?” si accigliò Odino.
“Sì. Gli faremo sapere che le tue guardie mi hanno trovato e catturato. E gli faremo credere che io sia davvero un prigioniero. “ lo istruì Loki. “E non credo di andar molto in là con la fantasia, non appena sarà finito questa proroga che t’ho chiesto.” aggiunse, con tono freddo.
Il re preferì concentrarsi solo sulla prima parte di quanto dettogli.
“E sia! Del resto, sono certo che a tua madre farà piacere riavere entrambi i figli a casa. commentò, felice di constatare che, per una volta, Loki non aveva puntualizzato sulle sue parole.
“Heimdall lo ha avvisato questa mattina, nel regno delle Valchirie. Ritengo che sia ancora lì.”
“Sempre a rincorrere le donne. Tipico di lui!” brontolò il dio del Caos, inacidito, andandosene via.

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“Heimdall, mi devi aiutare.” esordì Loki, comparendo alle spalle del guardiano.
“Ho già parlato con il mio re e ho già localizzato suo figlio e lui ha dato ordine alle sue guardie di andare ad avvertirlo.” lo informò l’interpellato, usando di proposito tutti quegli aggettivi possessivi per delinearne un netto distacco.

“Non è Thor che sto cercando, ma i miei ospiti! Non ho idea di dove si siano cacciati. Ho già ispezionato tutto il Bifrost, le montagne, le vallate, ma non c’è traccia di loro!” si lamentò il più giovane.
Il più anziano si concentrò quanto gli bastava, dopodiché diede il suo preciso responso.
“Sono ai gazebo, nei pressi del palazzo Reale. Non è il più idoneo dei luoghi, se non vogliono imbattersi nel re.”
“Vado ad evitare che questo avvenga.” svanì Loki, riapparendo nel luogo designato, dove infatti li trovò tutti e quattro a gingillarsi in futili chiacchiericci.

“Ditemi che avete almeno sistemato le vostre attrezzature!” esalò un sospiro frustrato Loki, andando loro incontro.
“Certo che sì, per che razza di fannulloni ci hai preso?” rimbrottò Matt.
“Però ora magari andiamo un attimo a rifinire gli ultimi dettagli... “ aggiunse Dominic, con una nonchalance da Guinness dei primati.  
“Non ci vorrà molto, tu aspettaci qui!” gli consigliò Chris.

“Ho capito. Prima che andiate a sistemare le vostre cianfrusaglie che avete abbandonato la.” li colse in flagrante il bel dio, con fredda calma, facendo sentire tutti vagamente colpevoli. “Devo dirvi una cosa importante.”
“Che ci ucciderai per questa nostra grave dimenticanza?” azzardò Tom e non si capiva bene se stesse scherzando o no.
“No, anche se ho ucciso per molto meno.” ribadì glaciale il dio del Caos.

“Riguarda Thor. E’ probabile che tornerà qui domattina, se non stanotte stessa.” annunciò.
“Quindi vuoi che lui non ci veda? Resteremo nascosti nelle nostre stanze per tutto il tempo necessario.” promise Tom, nonostante quella prospettiva non gli andasse affatto a genio.

“Non, non mi riferivo a questo. Anzi, comincio a pensare che non ci sia magia in grado di tenervi tranquilli e confinati in un posto.” borbottò Loki. “Potete anche continuare a scorazzare nei dintorni, del resto dubito che possiate attirare la sua attenzione. Se non siete grossi, rissosi e in cerca di guai non vi noterà mai.” commentò con un sorriso, ricordando l’indole non proprio tranquilla di Thor. “Ma anche se dovesse accorgersi di voi, l’importante è che non facciate parola che sono stato io a portarvi qui. Inventatevi qualcosa. Thor mi deve credere prigioniero e al suo arrivo mi troverà ad attenderlo in una cella.” spiegò.

“Noi non ti abbiamo mai visto e siamo qui per altre ragioni. Okay, afferrato il concetto. Possiamo andarcene ora?” domandò Chris e Loki acconsentì.
“Aspetta, Loki, ci sarebbe ancora una cosa.” tornò sui suoi passi Matthew.
“Che c’è?” lo interrogò l’interpellato.
“Hai presente l’incantesimo che hai fatto prima? E se io ti dicessi esattamente il ristorante dove si trova quello che desidero, tu saresti in grado di...”
Pochi minuti dopo, Matthew raggiunse gli altri tenendo in mano un piatto traboccante di maccheroni al formaggio fumanti, con un sorrisone degno della persona più felice nell’intero Universo.

“E quello che cos’è?” lo interrogò Chris.
“A te cosa sembra? Gli incantesimi di Loki possono davvero evocare qualsiasi cosa!” commentò Matt, prendendo una forchettata di maccheroni e soffiandoci sopra. “Ed è pure cibo made in Italy!” specificò, prima di gustarseli.

“Questo mi fa venire in mente una cosa...” borbottò Dominic e stavolta fu lui a correre indietro, in direzione del dio.
“Per Valhalla! Che altro volete ancora da me?” sbottò Loki, vedendolo sopraggiungere.
“Loki, lo so che hai già fatto tanto e non vorrei disturbarti oltre, ma quello che sto per dirti in fondo è anche un po’ nel tuo interesse.” replicò Dominic. “Tra poco sarà ora di cena e... se mangio anche solo un grammo di roba in più, temo proprio che non avrai più un batterista a disposizione per la tua festa... perché io esploderò!” borbottò, nervosamente, evitando di affrontare lo sguardo del suo interlocutore. “Quindi, non lo so, ma credo che se tu provassi a parlare alla regina...” incespicò sulle parole, stropicciandosi il viso.

“Ho capito.” asserì più pacato Loki.
“Le parlerai, quindi?” chiese speranzoso il Midgardiano, ritrovando il coraggio di risollevare il volto e incrociare quegli occhi di smeraldo che scintillavano malandrini.
“Oh no, farò di meglio. Voi ora andata a fare il vostro dovere e all’ora di cena lasciate andare gli altri due, ma tu e Matt dovrete ritirarvi nelle vostre stanze, al resto provvederò io e quando sarà tutto sistemato verrò da voi.” lo istruì quello che ormai stava rapidamente e inconsapevolmente diventando il dio della Pazienza Sconfinata.

-----------------------------------------------

All’ora di cena, alla sala dei banchetti, Chris e Tom stavano riempiendo il piatto con l’aria di due bambini che fanno il pino di dolcetti a Halloween, quando il media manager, dandosi uno sguardo attorno, si accorse di una cosa che ritenne opportuno segnalare anche all’amico.

“Guarda chi c’è là in fondo, seduti al tavolo della regina.” indicò Tom a Chris e seguendo la direzione del dito, il bassista vide un sorridente Matt mangiare la sua insalatina e un altrettanto sorridente Dom riempirsi il piatto di pezzi di carne, sotto lo sguardo soddisfatto e compiacente della Sovrana.

“Ma... non ci avevano detto che non avevano più fame e preferivano starsene nella loro stanza?” borbottò Chris, prima di addentare con rabbia il suo cosciotto di pollo.
“Chi si credono di essere per snobbarci in questo modo? Questa ce la pagano!” spergiurò vendetta Tom, finendo il vino del suo calice e schiantandolo a terra, prima di ricordarsi dove fosse.

“Perdonatemi, non era mia intenzione, non so che moneta usiate qui, ma ve ne comprerò un altro...” si scusò con la folla, imbarazzato.
“Avete sentito? Ne vuole un altro!” esclamò allegro uno dei commensali e in meno di un minuto Tom si vide arrivare un servitore che gli porse sorridente un altro calice di vino.

“Che strane usanze hanno qui..” borbottò Chris, confuso quanto il suo migliore amico.

********************************  (Contemporaneamente)

“Ora potete uscire.” li esortò Loki, bussando a una delle porte, che si rivelò essere quella giusta.
Dopo qualche istante di silenzio, fece capolino Matthew, aprendo la porta giusto quanto bastava per mettere fuori la testa.
“Ehmm.. proprio ora? Ce li puoi dare altri dieci minuti?” chiese, col fiato corto.

Scrutandolo meglio, Loki si accorse che non sembrava indossare alcuna maglietta, i capelli erano più scompigliati di quel che ricordasse e sembrava affaticato e soddisfatto nello stesso tempo.
Non c’era molto altro da capire.

“Vi do cinque minuti prima che tu e Dom usciate da lì in modo presentabile, muovetevi!” tuonò il dio.
Cinque minuti dopo, Matt e Dom lasciarono la stanza, ordinati, pettinati, ma soprattutto vestiti.
“Scusaci, ma sai com’è... tu non arrivavi più, noi ci annoiavamo e...” si giustificò Dominic.

“Ma non riuscite a stare separati l’uno dall’altro per qualche ora?” borbottò Loki.
“Vuoi scherzare? Qui è come essere in vacanza! Nessun media che ci può avvistare, nessun avvistamento da parte dei fan, qui siamo liberi. Vuoi che non ce ne approfittiamo?” replicò Matthew, avvolgendo teneramente un braccio alla vita di Dom, che reclinò la testa sulla sua spalla.
“Già, Loki, non hai mai provato la sensazione di sentirti completo solo quando sei con una persona? Che può essere anche quella che più ti fa impazzire, irritare, arrabbiare... ma senza la quale niente ha un senso?” aggiunse il biondo, accarezzando un fianco a Matt.

“Non so di che stiate parlando!” sibilò acido il bel dio, ma la fretta con cui fece ciò insospettì i due amanti.
“E ora vi dispiacerebbe troppo venire con me?” li esortò, anche e soprattutto per cambiare argomento.

I Midgardiani lo seguirono in rispettoso silenzio, finché arrivarono proprio alla sala del banchetto.
“Ma... come mai ci hai portati qui? Avevi detto che...” si agitò Matthew.
“Fate silenzio!” impose loro il dio. “Da qui non vi può vedere...” disse, forse più a se stesso, spronandoli a guardare dentro la sala.
I suoi interlocutori obbedirono, avvistando prima i loro amici, intenti a cenare con porzioni generose, ma spostando lo sguardo dove erano stati sistemati al mattino trovarono la regina che sorvegliava premurosamente... le loro copie perfette.

“Ma... come?” domandò basito Matt, voltandosi verso Loki.
“Sono o non sono il più potente mago di Asgard?” sfoderò un sorrisetto sfrontato il dio dalle mille risorse.
“Sei un genio!” si complimentò Dom, mentre Matt cominciava a venir solleticato da un’allettante idea.

“Loki, non è che sarebbe possibile avere quei cloni nella nostra stanza?” domandò con aria casuale.
“Guardate che svanirebbero se voi provaste a toccarli!” mise in chiaro il dio del Caos, che aveva già intuito il suo perverso proposito.
“Oh, beh... ma non svanirebbero se si toccassero fra loro, dico bene?” lo interrogò Dominic.
Loki sussultò, non aveva fatto i conti anche con i perversi propositi del biondo, approvati in tutto e per tutto dallo sguardo del suo partner.
“No! Toglietevelo dalla testa, i miei cloni non vi intratterranno con uno... spettacolino intimo!” protestò caparbio il principe.

“Come non detto!” sbuffò scocciato Matthew. “Allora, tanto vale che ce ne torniamo a sistemare le ultime cose sui nostri strumenti...”
“Significa che non avete ancora finito?” sbraitò Loki.
“Stavamo facendolo, poi ci siamo messi a guardare tutte le foto e i video che ha fatto oggi Tom...” spiegò Dominic, vedendo il suo interlocutore adombrarsi a vista d’occhio. “Ma domani ti promettiamo che ci mettiamo sotto e non ci muoviamo da lì finché non avremo ultimato la scaletta completa.” assicurò.

“Ditemi una cosa: siete così perditempo anche sulla Terra?” li interrogò l’Asgardiano.
“Oh, no.” rispose Matt. “Sulla Terra siamo anche peggio, ti dico solo che siamo già in ritardo su quella che sarebbe dovuta essere l’effettiva uscita del nostro nuovo album!” ridacchiò, allontanandosi col suo compagno.


“E’ davvero snervante quando qualcuno non fa ciò che vogliamo, non è forse così?” incalzò la voce di Frigga.
Voltandosi di scatto, Loki le sorrise, ma poi gettò lo sguardo nella sala dei banchetti, dove la vide ancora seduta al tavolo con Matt e Dom, o meglio le illusioni che lui aveva creato.
Capì ogni cosa, ma preferì non dire nulla.

“Davvero ingegnoso. Per un attimo ci avevo anche creduto, sai?” sorrise furbescamente l’arguta regina.
“Dovevo immaginarlo che avresti capito tutto.” commentò Loki.
“Mio caro, forse dimentichi che quei trucchetti te li ho insegnati proprio io!” ribadì Frigga, facendo svanire la sua illusione al tavolo, così come Loki fece scomparire quelle di Matt e Dom.

“E’ molto più facile ingannare Odino o Thor!” borbottò il giovane dio, facendola ridere.
“Indubbiamente. Ad ogni modo, credo proprio di averlo colto il messaggio. D’ora in poi non interferirò più con la vita dei tuoi amici, anche se disapprovo totalmente le loro pessime abitudini alimentari.” asserì la Regina.

“Quelli non sono miei amici!” puntualizzò piccato Loki.
“Oh, certo, volevo dire... i tuoi prigionieri.” lo assecondò la donna, alzando gli occhi. “Ad ogni modo, ero venuta ad avvisarti per un altro motivo. Le guardia incaricate hanno raggiunto Thor, pertanto credo che sia solo questione di pochissimo tempo, prima che lui sia qui.”
“Bene, comincia la recita. La mia cella è già pronta?” sorrise il dio delle Bugie.
“Sì, caro, è già stato allestito tutto, come e dove ci hai detto tu.”

“Ottimo, sarà bene che mi rifugi là sin da ora.” commentò lui, in procinto di allontanarsi.
“Non ricorrerai a un’illusione?” domandò incuriosita sua madre.
“Beh, sì, in fondo potrei anche ... ma è giusto per evitare qualsiasi spiacevole imprevisto.” replicò Loki, con una notevole sollecitudine.
Frigga aveva già compreso quale fosse il vero motivo.

“Allora ti lascio alla tua recita. Però, accetta un consiglio, figlio mio: il mondo può anche diventare un posto migliore se ci si circonda di buoni amici.” gli sorrise, tornando alla sala dei banchetti, decisa ad occupare il suo tavolo per davvero, stavolta.
 
Mentre Loki si sistemava nel suo nuovo e temporaneo alloggio, dal cielo una scintilla blu si stava avvicinando ad Asgard a velocità supersonica, finché Thor atterrò, impugnando quello che era stato il suo mezzo di trasporto e dirigendosi al palazzo Reale, fra le urla festose della gente che gli dava il bentornato.
Tuttavia, per Thor non c’era alcunché da festeggiare.

Continuò a farsi strada, fino a raggiungere chi cercava.
“Padre, dimmi, lui dove si trova?”
“Dove sono tutti i rei di gravi misfatti, Thor.” interpretò magistralmente la sua parte Odino.
“Portami da lui.” gli chiese il figlio, ma dal tono usato sembrava più essere un ordine.
 
“Lasciatemi! Posso anche proseguire da solo, non mi accadrà nulla!”
Loki riconobbe da lontano il tono autoritario della persona che più stava attendendo e si preparò ad accoglierlo non appena gli si parò davanti.

“Fratello, perché?” mormorò il più grande, con l’aria desolata e la voce spezzata dall’emozione, avvicinandosi alla grande vetrata di quella cella dorata, arredata con lo stretto necessario.
“Perché no?” fu la sfacciata risposta del più giovane, accompagnata da un’impertinente risatina.
“Loki! Ti rendi conto che ormai gli unici modi in cui tu ed io ci incontriamo è solo attraverso un vetro o durante una lotta l’uno contro l’altro?”
“Se vuoi una lotta, fratello,” Loki mise quanta più enfasi poté in quella parola, aumentandone l’ironia. “Fammi uscire da qui e io sarò più che lieto di accontantarti!”
“Non è così che doveva essere!” protestò Thor.

“Oh, in fondo non è poi tanto male. E poi il vetro rievoca dei ricordi così belli, come quando ti ho teso una trappola e ti ho fatto finire in quella capsula a posto mio, per poi farti precipitare nel vuoto a grande velocità. E’ stato divertente, vero?” ridacchiò il moro. “Chissà se ci ricascheresti anche stavolta...”
“Loki!” sibilò il biondo, coi suoi occhi blu ridotte a due fessure.
“No, non ci cascheresti più!” sbuffò scocciato l’altro.

“La cosa peggiore è che là fuori sono tutti in festa per l’evento imminente, ma io non ho alcuna voglia di festeggiare. Non ho un solo motivo per farlo.” confessò l’aitante guerriero.
“Non dire fandonie! Fatti tornare la voglia, basta solo che ti dimentichi di questa disdicevole pecora nera della ‘famiglia’ e sarà tutto più facile...”
“Ma io non voglio affatto dimenticarmela! Io quella pecora nera la voglio con me!” lo sorprese Thor con la sua accorata risposta.
“Beh, questo non accadrà.” ribatté Loki, facendo del suo meglio per risultare il più freddo possibile.

“Dai, toccalo anche tu.” gli sorrise Thor, mettendo la mano sopra al vetro che li divideva.
“Non posso.” mormorò il più piccolo.
“Oh, non puoi perché padre ha fatto un incantesimo alla cella e non puoi più toccarne i contorni?” si imbronciò il più grande, rammaricato.
“No, la cella posso toccarla quanto mi pare e piace. Non posso fare quello che mi chiedi tu perché ... è un gesto troppo sentimentale! Dico, ma ti sei visto? Quanto sei ridicolo... e patetico!” scoppiò a ridere con sdegno il moro, facendosi beffe dell’altro.

Non gli avrebbe mai detto, nemmeno sotto tortura, quanto l’avesse colpito quel semplice, spontaneo e significativo gesto.

“Non sei cambiato nemmeno un po’.” brontolò il biondo, ritirando la mano.
“Oh, andiamo, in fondo tu non vorresti mai che questo accadesse.” ribatté Loki.
“Hai ragione.” ammise Thor, con un sorriso sincero come quella risposta.

- E’ vero, non vorrei mai che cambiassi la tua personalità... solo che desidererei che mi mostrassi un gesto d’affetto, uno soltanto... – rimuginò tra sé e sé.

“Sai, ti offrirei un tè oppure quella bevanda scura Midgardiana che so che ti piace tanto, ma come vedi non sono attrezzato a ricevere ospiti come si conviene!” stemperò il silenzio imbarazzante che era calato il dio degli Inganni.
“Non serve.” replicò il dio del Tuono.

- Te ne stai già andando via? – avrebbe voluto dirgli il moro, ma non poteva certo tradirsi così.

“Ma certo, torna pure fra la tua festosa gente, i tuoi preziosi amici e tuo padre che stravede per te. Perché mai dovresti perdere altro tempo con questo indegno prigioniero?” sbottò inacidito.
“Non hai capito niente!” replicò Thor, sfidando il suo sguardo. “E’ solo che il viaggio, ma soprattutto l’incessante ricerca di questi giorni mi ha provato. Devo solo recuperare un po’ le energie, ma appena mi risveglio tornerò qui e non ti lascerò un solo secondo, fratellino. Abbiamo così tante cose di cui parlare.” lo salutò, con occhi ricolmi di dolcezza.
Loki lo osservò andare via, ammutolito, ma anche sottilmente felice di quella sua decisione.

- Però, a pensarci bene,  la bevanda scura Midgardiana in questo caso gli sarebbe servita!- ponderò con un sorriso.
 
TBC

Qualche nota... che potrebbe anche essere uno spoiler per Thor 2:
Non ho resistito, scusate, ma da quando ho scoperto che anche Frigga era una strega , dovevo mettere una scena del genere <3 awww * si strugge d’adorazione per Frigga*

Quanto a Odino, per lui va un OOC più gigantesco che agli altri, perché prima di vedere quel sequel non pensavo potesse essere così odioso e stupido.. e mi devo attenere alla visione che ne avevo prima XD
Quanto al Matt affamato.. non è amore? Come l’astinenza che lui e Dom hanno l’uno dell’altro
^^
E non ho resistito nemmeno nel mettere Tom al centro della gloriosa scena dell ‘Another!’ XD
Nel prossimo capitolo ci saranno altri incontri.. e tanti altri deliri XD
Prima o poi giungeremo anche a quell’agognata festa ... nel frattempo spero vi sia piaciuto/ vi abbia divertito.. fatemi sapere qualsiasi cosa e qualsiasi bandierina vogliate sbandierarmi in faccia sarà benaccetta.
 
smaack

*si dilegua*
p.s. per chi le segue, i prossimi aggiornamenti saranno ‘Technically ‘ e ‘Change evrything you are ‘... ovvio tra un migliaio di anni... ma ce la farò XD
*si dilegua sul serio*

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Capitolo 6
*** V: I don't like you! ***


Buonaseraa... *avanza timorosa*
Mi perdonerete questo enorme ritardo? Qualcuno se la ricorderà ancora questa storia strampalatissima? :/
come sempre, grazie mille, siete sempre più meravigliose, vi addowooo <3

scusate, non ho riletto, che grande novità..


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Capitolo V: I don’t like you!


Dopo la cena, certi di non attirare più l’attenzione su di sé, Matt e Dom uscirono a passeggiare nei dintorni.
“Niente. E’ esattamente questo che voglio che ci sia nel mio stomaco!” commentò Dom, soddisfatto.
“Dominic James Howard! Lo sai che questi discorsi non mi piacciono!” lo redarguì Matt, con tono brusco.
“Non mi interessa. Corpo mio, decisioni mie!” si impuntò l’altro.
“Molto bene. Ma se ti azzardi a calare anche solo di un altro chilo, ti lascerò a digiuno di ben altro, anche per più di un mese se è necessario!” gli intimò il moro.
“Ma... non è giusto!” si imbronciò il biondo.
“Non lo è nemmeno il modo in cui tratti te stesso!” ribatté implacabile Matt.
“E va bene. Domattina mangerò qualcosa. Contento ora?” sbuffò l’altro.
“Non immagini quanto!” sfoderò un sorrisone soddisfatto il pianista, prima di scorgere delle figure familiari, in lontananza.

“Hey! Ma quelli sono Tom e Chris!” li indicò al compagno, che si sbracciò nella loro direzione, chiamandoli, ma gli altri si girarono per un istante e poi proseguirono nella loro direzione, come se niente fosse.
“Boh, non ci avranno riconosciuto.” borbottò Dom, grattandosi la testa.
“Non mi sembra di assomigliare a un Asgardiano, neanche a quello più mingherlino che ci sia qui!” brontolò Matt, proseguendo la sua passeggiata con Dom.

C’era uno sprazzo, isolato, con il panorama che si divedeva fra un maestoso cielo stellato e uno scorcio sul Bifrost, al quale la luce notturna conferiva ancora più fascino.
Si sarebbe potuta facilmente tramutare in una passeggiata romantica. Quello era il luogo perfetto per baciarsi, abbracciarsi e scambiarsi tenerezze varie.
Peccato che qualcuno non gliel’avrebbe consentito.

“Hey! Chi si rivede! I Midgardiani pelle e ossa di stamattina!” li fece sussultare il vocione di Volstagg, alle loro spalle.
I due interpellati si girarono contemporaneamente, per salutarlo con cordialità.
“Venite, vi presento ai miei amici!" dichiarò il nerboruto guerriero, prendendoli per un braccio ciascuno e trascinandoli via come se fossero stati fatti di carta velina.
In men che non si dica, i due Midgardiani si ritrovarono nel mezzo della baraonda, circondati da un sacco di gente fra la quale si faceva strada Volstagg, con metodi poco ortodossi.

“Eccoci qui, questi sono i miei migliori amici. Beh, ci sarebbe anche Thor che è tornato da poco, lo sapete..” ciancicò Volstagg.
“Lui è Hogun.” continuò, indicando il primo individuo.
“Può essere che ci fossi anche tu stamattina, al banchetto della colazione? Eri poco distante da Volstagg, solo che non parlavi.” sorrise Dom, allungando la mano verso di lui.
 Hogun annuì senza una parola, stringendo quella mano.
“Ecco, appunto!” borbottò sottovoce Matt, alzando gli occhi.
“Io invece sono Fandral. Benvenuti nelle nostre terre, stranieri!” si prodigò l’altro guerriero, un abile spadaccino, alto, aitante , dai folti capelli biondi, così come i suoi baffi e la sua barba.
Matt si apprestò a stringergli la mano, anche se ebbe come l’impressione che la stretta fra lo straniero e Dom fosse durata molto più a lungo.

“Spero che il soggiorno sia piacevole.” disse lo spadaccino, in direzione del batterista.
“Continua a migliorare.” ribatté lui, civettuolo.
Matt poteva riconoscere i segnali di flirt a distanza di chilometri e quello era flirt a tutti gli effetti. E la cosa non gli piaceva per niente.
“Dom, che ne dici se andiamo a cercare gli altri?” lo distolse, tirandolo a sé.

“Hai ragione, andiamo.” replicò a malincuore Dom, seguendolo. “Allora, ci si vede in giro!” salutò Volstagg, Hogun e soprattutto Fandral, pronto ad avviarsi con Matt. “Com’è che questa mattina non ti abbiamo visto a colazione?” aggiunse, prima di incamminarsi.
“Evito di scendere alla mensa del mattino ad abbuffarmi, preferisco fare un riposino di bellezza.” rispose l’interpellato.
Per Dominic questo ebbe l’effetto di una calamita.

Tornò immediatamente sui suoi passi, trascinando con sé Matt, con un’inconsueta brutalità.
Mai sottovalutare la forza di un batterista, soprattutto se ha appena trovato un argomento di cui potrebbe disquisire per ore.

“Anche tu fai il riposino di bellezza? Anch’io! Trovo che sia l’unico modo per continuare a mantenere la pelle fresca e giovane, quando non si hanno con sé aiuti più elaborati.” commentò Dom, avvicinandosi a Fandral per esaminarlo meglio. “In effetti il tuo viso è privo di difetti.” mormorò, sentendo quasi l’esigenza di accarezzarlo con una mano.

Matt osservava la scena poco distante, apparentemente calmo e quasi indifferente, mentre dietro di sé ribolliva di rabbia e gelosia cocenti.
“Mi ricordi Volstagg quando qualcuno osa rubargli il cibo dal piatto.” esclamò di punto in bianco Hogun.
“Uh?” corrugò la fronte il bel cantante.
“Tutti abbiamo i nostri punti deboli. Per il mio amico può essere un cosciotto di pollo. Nel tuo caso direi che è più un galletto intero.” scoccò la sua frecciatina il guerriero dai tratti orientali.
E’ vero, Hogun non parlava spesso, ma quando lo faceva coglieva sempre nel segno.
O forse Matt non era stato così bravo come riteneva nel fingere indifferenza.

“E direi che fai un lavoro perfetto.” sorrise Fandral, percorrendo con un dito il viso di Dominic, che arrossì compiaciuto.
Matt avrebbe potuto strapparglielo a morsi quel dito, ma preferì affidarsi al suo autocontrollo.
“Beh, dato che pare che io abbia finalmente trovato qualcuno che parla la mia stessa lingua, e non intendo l’Inglese,” ammiccò il bel batterista. “Tu sapresti dirmi dove potrei fare un bel bagno caldo? Sono due giorni che non mi lavo, faccio schifo!”
“Questa è la tua versione quando fai schifo?” domandò scettico l’affascinante spadaccino, con fare da piacione.
“Ad ogni modo, ti capisco e sarò più che felice di metterti a disposizione il mio bagno. Le mie ancelle si prenderanno gran cura di te.” gli sorrise.

- E forse non solo loro... – meditò fra sé e sé, un po’ confuso.

Insomma, a lui erano piaciute sempre e solo le donne, di ogni regno immaginabile.

Matthew non poteva resistere oltre.

“Temo che dovrò approfittare della tua generosità anch’io allora, perché anch’io necessito di un bagno.” esclamò fissando Fandral coi suoi occhi di ghiaccio. Non tanto per il colore, che bene o male risiedeva anche nelle pupille dello spadaccino, quanto per la freddezza con cui lo stava guardando.
“Tu?” lo guardò scettico Dominic.
“Sì, io, perché? E’ forse vietato?” disse il pianista in sua difesa.
“No, no lo è...” borbottò il suo compagno.
“Ad ogni modo, avremo bisogno di un solo bagno, perché lo faremo insieme. E non certo perché vogliamo risparmiare tempo o acqua!” riferì Matt a Fandral, stringendo possessivamente Dom a sé e lanciando al potenziale rivale un messaggio davvero esplicito.
“Beh, a dire il vero, la mia generosa offerta era valida per una persona soltanto.” brontolò lo spadaccino, altezzoso e rassegnato.
“Vorrà dire che la persona in questione aspetterà a farsi il suo tanto agognato bagno allora. E poi ora abbiamo cose più importanti da fare, tipo trovare i nostri amici!” ribattè Matt, trascinando via con sé Dom.
“Fandral, mio buon amico, cos’era tutto questo interesse per quel biondo pelle e ossa?” lo interrogò Hogun.
“Già, solitamente ti interessi solo a donne, di ogni aspetto e razza.” gli diede man forte Volstagg.
“Amici miei, vi prego di non chiedermi più nulla a questo riguardo. Non credo di voler trovare una risposta.” mugugnò il biondo, alquanto scombussolato.
 
“Bells, cos’era quella scena da maschio Alfa prima? Non posso nemmeno socializzare un po’?” sbuffò Dom, scontroso, separandosi da lui mentre camminavano.
“No, se vuoi socializzare nelle vasche da bagno altrui!” ringhiò il frontman.
“Beh, non credere che quando tu socializzi con la tua Miss Hollywood io me ne stia sempre buono, buono ad aspettarti!” scoccò la sue stilettata il batterista.

“Lo immagino. Del resto non pretendo che tu lo faccia... giustamente hai le tue esigenze.” mormorò Matt, cambiando decisamente tono e umore. “E’ solo che qui siamo lontano da tutti e tutto, in un mondo a parte. E almeno qui non potremmo essere la coppia felice e innamorata che ci meriteremmo di essere ovunque?”
“Te l’ho già detto quanto odio la tua capacità di essere così dannatamente bravo con le parole, vero?” ribatté Dom, con gli occhi lucidi dalla commozione.
“Lo sai che non sono solo belle parole.” gli accarezzò le spalle Matt.
“Sì. E la vuoi sapere una cosa, Matteh? La maggior parte delle volte ti aspetto buono, buono... e basta.” gli confessò Dominic, riportando il sorriso sul volto del tanto amato partner.

Fu Matt il primo ad avvistare i loro amici da lontano e a urlare il loro nome, facendoli voltare, ma ancora una volta Tom e Chris li ignorarono, cambiando direzione.
“Eh no. Passi una volta, ma due... lo stanno facendo di proposito!” dedusse Matt, prima di lanciarsi di corsa al loro inseguimento.
E, anche se un po’ fuori allenamento, li raggiunsero.

“Ma che vi prende? Ci avevate visto benissimo prima!” li interrogò Dom, perché Matt era senza fiato e troppo impegnato a tastarsi la milza, indolenzito.
“Chris, tu hai sentito qualcosa?” fece l’indifferente Tom.
“No, a dire il vero non vedo nessuno, a parte te.” ribatté l’interpellato.

“Oh mio dio, Loki vi deve aver fatto un incantesimo che vi ha resi temporaneamente ciechi! Poveri amici miei!” si disperò Dom, abbracciandoli entrambi.
“Oh cazzo, siamo morti senza rendercene conto e ora siamo diventati fantasmi!” fu l’ancor più pessimistica conclusione di Matt, non appena ebbe fiato a sufficienza per esporla.

“No, cretini! Stavamo solo fingendo di ignorarvi!” sbottò Tom, scostando Dom da sé.
“Ma a quanto pare la cosa non è così facile!” borbottò Chris.
“E perché mai ci dovreste ignorare?” si accigliò il batterista.
“No, semmai la vera domanda dovrebbe essere ‘Perché ci state parlando?” ribatté Chris, scontroso.
“Già. Non mi sembra che abbiamo una corona sulla testa o tantomeno del sangue blu!” gli diede man forte Tom.
“Ma di che diavolo state parlando?” domandò Matt, spazientito.
“Vi abbiamo visti. Alla mensa. A noi dite che non vi va di venire con noi a mangiare e poi vi vediamo seduti là a intendervela con la Regina.” ribatté Tom.
“Già, non negatelo. Potevate semplicemente dircelo se non vi andava la nostra compagnia.” aggiunse Chris, offeso.

“Avete finito?” alzò gli occhi Dom e gli interpellati annuirono.
“Non eravamo noi.” spiegò il biondo.
“Cosa? Ma se vi abbiamo visto benissimo!” protestò Tom.
“Cioè... eravamo noi, erano le nostre precisi immagini, ma non erano reali. Solo cloni. Un’idea geniale di Loki per fregare quell’impiccione di sua madre!” spiegò Matt.
“Era solo un trucco quindi?” chiese conferma Chris.
“Certo. Noi siamo davvero rimasti nella nostra stanza, finché Loki non è venuto a chiamarci e a farci vedere lo stratagemma che aveva adoperato. Solo che non potevamo raggiungervi, dato che la regina ci avrebbe visto.” chiarì Dominic.
“Esatto. E se non ci credete, andate a chiederlo a Loki!” li spronò Matt.
“Oh certo, chi mai metterebbe in dubbio la parola del dio della Menzogna?” ironizzò Tom.
“Scherzi a parte, okay, vi crediamo, ma che sia l’ultima volta che non ci dite qualcosa!” disse Chris, tornando a sorridere ai due amici.
“Come quando non vi abbiamo detto che stavamo insieme?” ricordò loro Matthew.
“Beh, quello dopo due o tre anni vi siete decisi a dircelo.” ridacchiò Tom.

“Che ne dite ora di tornare fra la gente? Non vorrei rischiare di perdermi qui.” convinse tutti Dom e i quattro ripresero la strada verso le aree più affollate, benché fosse tutta gente sconosciuta, fra cui spiccava una bellissima ragazza, dai lunghi e setosi capelli neri, raccolti in una coda, alta, dal fisico atletico e l’atteggiamento austero.

“Voi siete i Midgardiani di Loki!” esclamò lei, indicandoli.
“Sì, e tu chi sei? La sua fidanzata?” domandò Tom, sornione.
Il tempo di dirlo e  si ritrovò spinto contro una parete, con l’estremità di un bastone puntato contro la sua gola.

“Ho ucciso per molto meno, sai?” ringhiò la bella guerriera, prima di lasciarlo andare.
“Beh, avrei soltanto detto che lui aveva ottimi gusti.” aggiunse suadente Tom, strappandole un sorriso.
“Allora, sei amica di Thor?” azzardò Chris.
“E di Fandral e degli altri due?” aggiunse Dom.
“Esattamente. Immagino che li abbiate già incontrati. Io sono Sif.” si presentò lei, facendo un breve inchino agli altri che a turno le si presentarono.
Ma guarda un po’ come ti ricordi bene il nome di quello spadaccino!” borbottò Matt sottovoce, rivolto a Dominic.
“Matthew, non ricominciare!” sbuffò annoiato il biondo, alzando gli occhi.
“Però non ti abbiamo vista stamattina con gli altri, alla mensa.” osservò Chris.
“Facevi il riposino di bellezza anche tu?” azzardò Dom.
“Le abbuffate e il poltrire sono per i perdenti, non certo per me. Io mi stavo allenando fin dalle prime luci del giorno. Come sempre!” affermò lei con fierezza.
“Sei una guerriera anche tu?” si accigliò Chris.
“Certo. Non vi ho dato prova delle mie prodezze poco fa?”
“Io me le ricordo benissimo!” ammise Tom, massaggiandosi la gola.

“Che c’è? Credi che io non sia una valorosa combattente?” continuò Sif, rivolta a Chris, al quale era sfuggita una risatina.
“No, tutt’altro. Tu puoi essere quello che vuoi. E’ solo che non mi ci vedo per niente Kelly con in mano una spada... o un’arma di qualsiasi altro genere.” replicò il bassista.
“Già, lui sua moglie se la vede solo con in mano un mestolo. O una scopa!” ridacchiò Tom.
“Fammi capire. Lei è la tua compagna di vita e tu la consideri soltanto come l’angelo del focolare? O ancor peggio, come tua schiava?” lo accusò lei.
“Hey! Non ti permettere. Guarda che io faccio fare alla mia Kelly una vita da regina!” controbatté Chris.

Sif lo fissò per qualche secondo in silenzio, con gli occhi verdi ridotti a due fessure.
Questo giusto perima di esplodere in un monologo femmista, degno di nota.

“Che cosa?! Le faccio fare? Come se lei avesse bisogno di te per essere una regina. Come se non sapesse badare a se stessa. La verità è che sei tu di aver bisogno di aver lei al tuo fianco, per sentirti il re che non sarai mai!” sfuriò lei.

Attirati da quegli schiamazzi, accorsero anche Fandral, Hogun e Volstagg.
“Uh, bene, vedo che avete già fatto la conoscenza di Sif.” commentò Fandral.
“A dire il vero è stato principalmente Chris il centro della sua attenzione.” ridacchiò Dominic.
“Tu... mi fai paura!” borbottò Chris, in direzione della baldanzosa fanciulla, cercando riparo dietro alle spalle di Tom.

“Lo sai che saresti perfetta per la cover di un singolo? C’è giusto una futura promettente hit che parla di supremazia e lotta ai soprusi. Se ti faccio un paio di foto, poi mi firmi una liberatoria e mi cedi i diritti della tua immagine?” le domandò il media manager, pronto a immortalarla con la sua fida macchina fotografica.
“Cos'è quell’arma? Cosa vuoi farmi? E che cos’è quell’astruso e contorto linguaggio che utilizzi? Stai tramando qualcosa!” si agitò lei, sfoderando nuovamente il suo fido bastone.

“Non preoccuparti, non è un’arma. L’ha usata anche con me prima e l’unica cosa che fa è catturare la tua immagine e lasciarla immutata nello spazio e nel tempo.” spiegò Loki, raggiungendo il gruppo.
“Davvero?” si tranquillizzò lei, intrigata.
“E’ la verità. E se metti via quel bastone se vuoi te lo dimostro.” propose Tom.
“Ormai c’è un certo feeling fra te e il suo bastone!” lo prese in giro Matt.

“Loki, tu che ci fai qui? Non dovresti giocare al prigioniero pentito?” lo apostrofò Fandral.
“Io non sono mai pentito delle mie azioni. Nemmeno per gioco!” asserì fiero il potente mago. “Ad ogni modo, Thor ormai è nel regno dei sogni e ci resterà per un bel pezzo. Non c’è alcun rischio che mi veda.” aggiunse.
“Allora ti fermi con noi a fare bisboccia?” lo invitò Tom.
“Al contrario, sono qui per assicurarmi che non la facciate voi. Domani è l’ultimo giorno prima della gran festa e voi non mi avete ancora nemmeno minimamente mostrato di essere dei validi musicisti!” sbottò Loki, rivolto a Matt, Dom e Chris. “E tu... qualunque cosa tu sia!” aggiunse, in direzione di Tom.
“Hey!” si indignarono all’unisono i quattro Midgardiani.
“Domani mattina ti daremo prova del nostro incommensurabile talento!” spergiurò Matthew, con Dominic che annuiva convinto.
“Nonché della nostra proverbiale modestia!” bisbigliò Chris, rivolto a Tom.

“Ottimo. Lascerò un mio clone a far da balia a mio fr... a Thor... e verrò ad assistervi.” affermò Loki.
“Però, Loki, sappi che io non me ne andrò a dormire finché non avrò fatto un bagno!” si lagnò Dominic.
“E sia! Doterò la vostra stanza di una vasca... grande abbastanza per entrambi!” alzò gli occhi il giovane dio, esasperato, ma forse solo profondamente invidioso, mentre si immaginava in quella suddetta vasca con una certa persona. “Basta che ce ne andiamo da qui!” rinsavì da quel breve sogno a occhi aperti.
“Hai visto, Fandral? Pare che abbiamo risolto il problema anche senza il tuo prezioso aiuto!” gli fece una piccola pernacchia Matt, irritando l’affascinante spadaccino.
“E ora andiamocene tutti a riposare. Domani sarà una giornata intensa. Ci si vede in giro, mangia-cosciotti, chiacchierone, bell’imbusto e biondina!” li salutò con la sua consueta carineria Loki.
“Ti odio!” sbottò Sif da lontano, mentre si erano già avviati.
“Biondina?” domandò confuso Dom.
“E’ una lunga storia ... che però non ho alcuna intenzione di raccontarvi!” mise in chiaro l’Asgardiano, piccato.

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“Sono carico a mille! E’ una giornata favolosa! Stiamo andando alla grande e domani sarà un trionfo!” esultò Dom, al termine dell’ennesima canzone suonata, percorrendo con frenesia i tom tom.
“E’ sempre così entusiasta?” domandò Loki agli altri.
“Fammi pensare. C’è bel tempo, è riuscito a farsi un bagno e credo ch abbia anche avuto un, come lo chiamo io, bel momento con Matt...” borbottò Tom. “Quindi semmai c’è da stupirsi se non sia ancora più entusiasta di così!”

- Cinque volte in una notte non lo chiamerei solo ‘bel momento’!- ponderò maliziosamente il bel biondo e, da come lo stava guardando, probabilmente anche il suo amato stava pensando la stessa cosa.

“Ad ogni modo, devo ammettere che sono soddisfatto. Stavolta finalmente siete stati di parola. Vi siete alzati presto e state lavorando duramente da ore. E i risultati si vedono” si complimentò il dio del Caos.
“Te l’ho già detto che siamo dei seri professionisti!” replicò Matt, tronfio d’orgoglio.
“Coraggio, non perdiamoci in chiacchiere futili. C’è ancora mezza scaletta da definire!” spronò tutti Chris, animato da una spiccata voglia di fare.
“Sono ancora indeciso su quali effetti aggiungere, ma siamo sulla buona strada.” sorrise Tom.
“Certo che è una vera figata utilizzare i nostri strumenti senza che siano collegati in alcun modo!” commentò su di giri Matthew, improvvisando un assolo con la sua chitarra che è sprovvista di ogni parvenza di cavo elettrico. “La tua magia ci potrebbe tornare molto utile quando finalmente terremo il nostro primo concerto sulla Luna, un giorno!” asserì, sognando ad occhi aperti.
“Non farci caso.. se non nomina questa cosa almeno venti volte all’anno non è contento!” alzò gli occhi Chris.

“C’è ancora una cosa che non mi convince...” brontolò Dom, alzandosi dalla batteria e lanciando la sua bacchetta in direzione di Loki, più forte che potesse.
“Loki, attento!” tentò di avvertirlo Chris.
“Dom! Ti ha dato di volta il cervello?” si agitò Tom, basito.
“E’ sul finale che devi provare il lancio bacchette e non certo con quella violenza!” lo redarguì Matt, altrettanto confuso.

La bacchetta ormai aveva raggiunto il suo obiettivo, attraversandolo, prima che svanisse.
“Lo sapevo! Ci assilla tanto perché non facciamo sul serio le prove e quando lo facciamo non si scomoda nemmeno a venirci a vedere!” sbottò Dom.
“E tu come facevi a saperlo?” lo interrogò Tom, esterrefatto.
“Sesto senso!” fece spallucce il bel batterista.
“E se invece ti fossi sbagliato e fosse stato quello reale?” domandò Chris.
“Non credo che un colpo di bacchetta lo avrebbe ucciso, poi non l’ho nemmeno colpito in viso!” si giustificò il biondo.
“Io propongo di andarlo a cercare e chiedergli le dovute spiegazioni!” incalzò Matthew e la sua decisione fu approvata all’unanimità.

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“Lasciate fare a me, mi sono sempre occupato io di prendere i contatti.” disse Tom, da bravo manager, avvicinandosi a un gruppetto di guardie.
“Ave a voi, giovani valorosi. Noi avremmo desiderio di interloquire con il vostro sovrano...” incalzò il fotografo.

Tutto questo portò i quattro Midgardiani ad una perquisizione degna di nota, per verificare che non costituissero potenzialmente un pericolo.

“Tom, ricordami in futuro di non lasciarti fare mai più niente!” borbottò Chris, riunendosi al gruppo dopo essere stato perlustrato in ogni antro, così come gli altri tre.

Annunciati dalla guardia reale, i quattro percorsero un po’ impacciati il lungo corridoio che li conduceva dinanzi al sovrano, che li scrutava con crescente sospetto.
“Perché siete qui, forestieri? Se è perché vi siete invaghiti di qualche fanciulla del Regno, sappiate che non vi concederò MAI la mia benedizione, a nessuno di voi!” sbottò Odino.
“No, vostra Maestà, non è niente del genere. Noi tutti siamo già felicemente impegnati con le nostre dolci metà.” dichiarò Tom.

- Una felice coppietta ce l’ha proprio dinnanzi agli occhi!- pensò tra sé e sé Chris, mentre adocchiava Matt e Dom, in silenzio, in un angolo, uno accanto all’altro.

I due erano troppo intimoriti dalla presenza del re per poter fare qualsiasi cosa.

“Vostra Maestà, chiediamo solo di interloquire con vostro figlio.” proseguì Tom.
“Thor?” domandò Odino.
“No, Loki.” replicò Chris.
“Almeno c’è ancora qualcuno che mi reputa suo padre.” borbottò il re, forse più a se stesso.

“Sappiamo che ora lui è nella sua cella. Ma, finzione o no che sia, non sappiamo dove essa sia ubicata. Potreste cortesemente indicarci la via?” si affidò a tutta la sua diplomazia Chris.
“Vogliamo soltanto parlargli. Nulla di diabolico o cospiratorio.” mise in chiaro Chris.
“Semmai ci sentiamo offesi nel nostro amor proprio!” disse la sua Dom.
“Loki vi ha forse arrecato qualche torto? In tal caso, questo vi accumunerebbe a oltre metà del Regno...” commentò il padre degli dei, sottilmente divertito.
“Nulla di irreparabile. Però vorremmo capire il motivo delle sue azioni, chiedere spiegazioni. Ne va della festa che sta organizzando a Thor!” cercò di premere il giusto bottone Matt.

E sembrò funzionare.

“E sia! Darò ordine a un paio di guardie di condurvi alla sua cella. Ma se scopro che state tramando qualcosa...” si fece minaccioso Odino.
“Ha la nostra parola. Vogliamo solo un dialogo aperto e pacato.” proferì Chris.
“E’ quel che mi auguro. E comunque voi non mi piacete!” li congedò con freddezza il re.
 
Non ci volle molto perché i quattro fossero scortati alla cella, ma si accorsero che Loki non era solo.
Davanti al vetro c’era una robusta figura, che dava loro le spalle, spalle larghe. Si potevano solo scorgere i lunghi capelli biondi e il sontuoso mantello rosso.
Bastò un passo meno cadenzato degli altri a far voltare la bionda figura, con aria alquanto scontrosa.

“E voi chi siete? Che cosa volete da Loki?” ringhiò il dio del Tuono.
“Noi siamo i suoi... alleati!” rispose a bruciapelo Dom, mentre, non visto, Loki si picchiava la fronte con il palmo della mano, scuotendo la testa.
“Alleati? Lo avete aiutato nei suoi misfatti su Midgard? E allora perché non siete nelle prigioni anche voi? Siete forse evasi?” si accigliò Thor, pronto a prendere le misure necessarie.

“Quanti evasi conosci che sono scortati dalle guardie alla cella che hanno esplicitamente chiesto di visitare?” intervenne Matt, cercando di togliere tutti dai pasticci.
“Ma ancora non ho capito perché siete qui!” si spazientì il dio biondo.

Serviva l’intervento del maestro indiscusso del trolling.

“Il mio amico prima si è espresso male. Sì, siamo un po’ i suoi alleati, nel senso che siamo la sua squadra di avvocati, che lo difenderà nel processo che si terrà domani!” si inventò di sana pianta Tom, memore di alcune puntate di Perry Mason che gli era capitato di guardare.
“Esatto. Sai, Thor, su midgard si usa ancora servirsi di una difesa durante i processi, cosa che qui era mancata. E i miei avvocati hanno convinto Odino ad accettare di sentire cos’ha da dire la mia difesa in merito. Ecco perché sono qui.” gli diede man forte Loki, facendo un cenno di approvazione a Tom per quella bella trovata.

“Oh, capisco. In tal caso ti lascio discutere coi tuoi... non ricordo cosa, ma, sai, questi qui che vogliono difenderti. Se in qualche modo può servire a convincere padre ad alleviare la tua pena, ben venga!” gli sorrise, per poi voltarsi in direzione di quegli estranei, scrutandoli freddamente uno a uno.
“E comunque, voi non mi piacete!” sentenziò, andandosene.

“C’è qualcuno a cui piacciamo su questo pianeta?” sbuffò Dom, alzando gli occhi.
“Se ben ricordo, a quello spadaccino biondo tu piaci pure troppo!” ringhiò Matt, innervosito al ricordo.
“Non ricominciare con quella storia!” ribatté adirato Dominic.

“Oltre al rendermi partecipe delle vostre insulse scenate di gelosia, per quale motivo siete qui?” domandò Loki, scocciato.
Del resto, quei quattro avevano interrotto un momento molto importante.
“Eh no, Signorino, se permetti le domande te le facciamo noi!” incalzò Chris, col tono che era solito riservare a qualcuno dei suoi figlioletti quando gli disobbediva.
Mancava poco che lo mettesse in castigo.
“Perché non ti sei presentato alle nostre prove? Non sottoforma di clone proiettato, intendo!” continuò il bassista, con la stessa sete di sapere dei suoi amici.

TBC

La ‘sete’ ve la terrete tutti quanti fino al prossimo capitolo XD oh beh, un po’ è facile immaginare perché Loki abbia fatto così ;)

Se non sapete a cosa si riferisce il ‘bionda’ con cui Loki appella Sif, al contrario di lui, io ve lo spiegherò volentieri ;) Se lo sapete già tanto meglio XD

Potrei blaterare altre mille cose su questo sgangherato capitolo, ma non lo farò, lascio la parola a voi, fosse anche per elencarmi una lista di istituti di igiene mentale! XD
Deliri a parte, spero sia stato di vostro gradimento, notte notte.

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