Non è finita...

di thebestefp
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The nightmare ***
Capitolo 2: *** The vision ***
Capitolo 3: *** Return ***
Capitolo 4: *** Vas happening? ***
Capitolo 5: *** Fears ***
Capitolo 6: *** Memories ***



Capitolo 1
*** The nightmare ***


THE NIGHTMARE

C’era una luce accecante, Sofia a stento riusciva a tenere gli occhi aperti, gli bruciavano. Dopo quelli che le sembravano minuti, riuscì a scorgere una lunga strada solitaria, in quella infinita distesa di bianco. Sofia la percorreva, ignara della destinazione. Ad un tratto davanti a lei comparve un uomo, lo vide camminare verso di lei, mutare, contorcersi, per poi prendere le sembianze di una viverna. Solo allora lo riconobbe. Ofnir. Sofia cercò di correre nella parte opposta al mostro, ma la viverna la seguì, sempre più veloce, fino a raggiungerla. Le sue zanne le lacerarono la spalla, mentre gli artigli si conficcarono nell’addome con una presa d’acciaio. Sentì un forte calore al centro della fronte, la dove, circa un anno prima, si trovava il neo verde, l’antico occhio della mente di Thuban…
Sofia si svegliò di soprassalto. Aveva fatto un incubo. Era nella sua solita stanza nella casa del pro. Il soffitto era bianco interrotto da qualche innocua crepa. Si alzò dal letto, appoggiò i piedi nudi sul pavimento gelato, e andò verso la finestra, che si affacciava sul lago di Albano. Le bastava contemplare quello splendido specchio d’acqua per sentirsi di nuovo calma. Ma non questa volta. Vide il proprio riflesso sul vetro della finestra, mentre cercava di aprirla, e notò che nell’addome il pigiama era diventato rosso: stava perdendo sangue. E anche dalla spalla ne usciva molto. Gli stessi punti in cui Ofnir, nell’incubo, la ferì. Solo allora sentì che camminare le faceva male, ma comunque passo dopo passo uscì dalla porta che emettè un piccolo cigolio. Silenziosamente andò in bagno e si curò come potè. Cercava di dare a tutto ciò una motivazione ragionevole ma nonostante quello che si ripeteva, quella notte non chiuse occhio. Pensava all’occhio della mente che bruciava… Thuban non poteva essere ritornato. Durante l’ultima battaglia le aveva detto che il tempo dei draghi era finito e poi aveva sempre desiderato per molto tempo essere normale… Sentiva che dietro a quell’incubo c’era qualcosa di molto più grande e che non era un semplice sogno negativo…
Arrivata l’alba Sofia era ancora sveglia. Il suo sguardo era stato catturato dalla luce rosso fuoco che emetteva il sole all’alba. Le ore passarono lente e il sole era ormai alto in cielo. Sentì bussare alla porta. Dalla porta sbucò il viso sorridente di Lidja che, come ogni mattina, la andava a svegliare. << Buongiorno Sof!!! >> Sofia non rispose, non voleva dirle del sogno. Sapeva che l’avrebbe preoccupata e poi non voleva apparire come “il solito problema”. Tutto questo la faceva sentire debole, come prima di sapere di essere una draconiana. << Sof??? >> Lidja entrò in camera e le si avvicinò. << Sof, ma cos… Sei peggio di un cadavere!!! >> Doveva essere davvero bianca vista l’espressione di Lidja. Le mise una mano sulla fronte. Era caldissima.     << Vado subito a chiamare il prof!!! >> corse fuori dalla stanza gridando: << Prof, dove sei??? Sofia sta male!!! >>. Dopo qualche minuto sentì altri passi  salire le scale di corsa. Entrò il prof, la barba curata, gli occhi piccoli nascosti dietro un paio di occhiali rotondi. La sua faccia non aveva quel sorriso amichevole con cui di solito la salutava. Il suo sguardo ora era preoccupato, come quello di un padre quando vede la propria figlia che sta male, le guancie solcate. Entrò a grandi passi nella stanza di Sofia. Le mise una mano sulla fronte, delicatamente. << Hai la febbre molto alta, devi stare tranquilla e cercare di dormire. >> disse il prof con una voce dolce e calma, ma Sofia sentì che c’era un retrogusto di ordine nelle sue parole. Nel frattempo entrò nella stanza anche Chloe: << Come ti senti Sof??? >> Sofia aprì la bocca per risponderle, ma non uscirono parole, solo qualche sillaba incomprensibile che neanche lei riuscì a tradurre. << Ha la febbre, ha bisogno di riposo, lasciamola dormire. >> In realtà lei non voleva dormire. Aveva paura, paura che succedesse di nuovo, l’incubo. 
gddffddddccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccc
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vi è piaciuto il primo capitolo??? aspettiamo tante recensioni, sia nel bene che nel male. ah, e comunque noi siamo Beatrice e Greta!!!!!!! :) e questa è la nostra prima FF!!! prossimamente gli altri capitoli, ma nel frattempo, che cosa ne pensate di questo???-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
alla prossima !!! :P

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Capitolo 2
*** The vision ***


 

THE VISION
Il professore prima di uscire dalla camera di Sofia chiuse finestre e imposte per lasciar dormire la ragazza. Scese le scale e si diresse in cucina. Lì trovò tutti gli altri ex-draconiani che facevano colazione. << Dov’ è Sofia??? >> domandò Fabio non vedendola scendere. Di solito era lei la prima a svegliarsi, anche quando era stanchissima. << Sta male. Ha la febbre alta. Si deve riposare. >> rispose subito il prof. << A questo proposito, potresti andare a comprare questa medicina per Sofia??? >> << Certamente!!! >> disse il ragazzo strappando di mano al prof un foglietto in cui c’era scritto il nome della medicina da acquistare.
Tutti quella mattina erano impegnati: Lidja ed Ewan si baciavano in giardino, Chloe e Karl passeggiavano nel bosco, Fabio si era diretto in farmacia e Sofia stava lottando nel sogno. Sì. Perché si era addormentata. Aveva ceduto alla stanchezza nella  speranza che l’incubo non tornasse di nuovo.
Fabio era appena tornato alla villa e si era offerto volontario per andare in camera si Sofia a darle la medicina. Entrò silenziosamente in camera e si sedette in una sedia posta vicino al letto. Piano, cominciò ad accarezzarle la fronte bollente e i capelli, un intricato cespuglio rosso. Appena la toccò ebbe una visione: c’era Sofia in una lunga strada bianca e davanti a lei Ofnir che cercava di colpirla. Un colpo di coda da parte della viverna la fece cadere. In pochi istanti Ofnir si trovò sopra Sofia con una zampa trasformata in due malvagi serpentelli neri che avevano piccoli denti affilatissimi… Poi la visione scomparve e Fabio notò che Sofia aveva gli occhi spalancati, ma il suo sguardo era vuoto e il verde delle iridi era cristallizzato, come se avesse appena pianto, di paura. << Ti sono andato a prendere questa medicina, prendila. Ti sentirai meglio. >> le disse Fabio per interrompere il silenzio che si era creato, e le porse delle pastiglie. Sofia cercò di mettersi a sedere ma non ci riuscì. Era troppo debole per via delle ferite provocate da Ofnir. Fabio l’aiutò a sedersi per prendere la medicina ed a sdraiarsi di nuovo mentre a lei sfuggì comunque qualche gemito. Poi le diede un bacio in fronte e fece per andarsene quando, ad un tratto, Sofia lo chiamò. Aveva una voce irriconoscibile, assonnata e allo stesso tempo impaurita. Gli chiese di aprire la finestra. Fabio a stento riconobbe la sua voce. Dopo un po’ di proteste l’aprì. Un’ondata di luce illuminò la stanza, l’aria era fresca e gli uccelli cantavano… quello che ci voleva per non sprofondare di nuovo nel sonno. << Ritorno tra circa un’oretta per chiuderla. >> e così dicendo Fabio uscì da quella splendida stanza bianca tanto simile a Draconia. Uscì, anche se in realtà non voleva. Aveva paura, paura per la sua Sofia. Quella visione gli era sembrata troppo vera…

Fabio scese le scale, sempre con i pensieri rivolti a Sofia: “Centrava qualcosa con Draconia e i draconiani? Ofnir era forse tornato?”. Tutto questo gli sembrava impossibile, ma non riusciva comunque a spiegarsi il perché di quella visione, così per schiarirsi le idee andò nel bosco, pensando di essere solo, ma invece, incrociò Karl e Chloe che stavano parlando tra loro, seduti ai piedi di un grosso e vecchio albero. Così Fabio li lasciò in pace; in fondo, anche lui voleva stare solo, o con Sofia. Camminò tra gli alberi, andando verso il laghetto. Solo un anno prima avevano gettato le sfere in quello specchio magico, tutto ciò che rimaneva di Draconia sulla Terra. Passò minuti e minuti a guardare quella bellezza. Riprese il cammino, verso la villa. Il canto degli uccelli interrompeva il silenzio di quel luogo, e il sole brillava alto nel cielo. Quell’edificio, che ora poteva chiamare casa, apparve dietro ad un albero. Oltrepassò l’entrata, diretto verso la camera di Sofia. “Fabio…” Si fermò un momento, si girò. Gli pareva di aver sentito qualcuno che lo chiamava. Una voce che tanto aveva amato e amava. Ma gli sembrava impossibile, anche se quella voce era inconfondibile…

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...e finalmente abbiamo pubblicato il secondo capitolo!!! Scusate se siamo state ancora un po' sintetiche, il prossimo sarà più lungo!!!! E scusate il doppio se non abbiamo aggiornato la settimana scorsa... 
comunque ci auguriamo che vi sia piaciuto...


Alla prossima!!!!!!!!!!!
Beatrice e Greta :)

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Capitolo 3
*** Return ***


RETURN

Fabio ritornò alla realtà. Quella voce era stata per tanto tempo una parte importante della sua vita, una parte di sè fino ad un anno prima. “Mi sarò sbagliato, ho solo paura per Sofia, per questo ho sentito la su voce, perché penso che mi possa aiutare. Ma ora lui non c’è più. Eltanin è andato via.”Mise il piede sul primo gradino della lunga scala di legno che porta alla camera di Sofia, poi sull’altro e sull’altro ancora…“Fabio, ascoltami…”Non poteva essere vero, non poteva sentire la voce del suo drago: era scomparso per sempre, per sempre!!! Iniziòa correre su per le scale, come per fuggire a qualcosa, a un incubo che stava per rivivere, o per iniziare. Era come se Eltanin gli avesse trasmesso in pochissimi secondi, che Sofia era in pericolo, Thuban era in pericolo. Non voleva perderla, non poteva, non di nuovo!!! La rabbia che da tanto dormiva in lui si scatenò. Aprì bruscamente la porta che portava in camera di Sofia. La trovò sbiancata in volto, tremava e il suo respiro era affannato. << Sofia!!! >> Ma lei non rispose. Le prese una mano, ma non fece in tempo a sentire il suo corpo freddo che subito si ritrovò davanti Sofia, distesa al centro della strada bianca, gli occhi semichiusi. Vicino a lei Ofnir che rideva, una voce sprezzante. << Nooooooo!!! >> La voce gli uscì senza il suo comando. Vide Sofia muovere le labbra. Anche se non gli giunse alcun suono, capìche lo stava chiamando. Ofnir lo guardò sorpreso, e approfittando di quel momento Fabio gli si lanciò contro, ma senza successo: era troppo veloce…Poi di nuovo la voce di Eltanin che lo chiamava ma stavolta gli diede ascolto; << Ricorda che ora sono di nuovo con te…>> Il neo sulla sua fronte si illuminòe al posto di una mano si ritrovò un artiglio dalle squame dorate. Provò di nuovo a colpirlo ma la forza e l’agilità che aveva acquisito negli ultimi anni se n’erano andate. Era di nuovo debole come se Eltanin non fosse mai ritornato. Ma non voleva vedere Sofia lì, distesa in quella infinità di bianco, che gli diceva di lasciare stare, che era troppo forte per loro. Ofnir, lo scaraventò a terra, a pochi passi da Sofia. Ora aveva gli occhi chiusi. Si rialzò, grosse gocce di sangue gli percorrevano il braccio, non ci fece caso, si preparò alla carica ma non fece in tempo a colpirlo che si sentì scuotere, strattonare e chiamare. Sentìla voce di Karl, Lidja, Ewan e Chloe. Si trovò nella stanza in cui era entrato prima di…entrare nel sogno, o meglio, nell’incubo, della sua amata. Tutti erano attorno a lui e a Sofia…

Appena Sofia mise bene a fuoco chi c’era attorno a lei, vide Fabio, seduto sul suo letto, e lo abbracciò con foga: << Grazie, grazie, graz... >>. Ma una fitta di dolore che nell’incubo le aveva provocato Ofnir la costrinse a staccarsi. E in quel momento le ultime forze che le rimanevano la abbandonarono del tutto e lei svenne. << Sofia!!! >> urlò Fabio sporgendosi verso di lei << Non ti preoccupare. È solo svenuta >> lo tranquillizzò Lidja. La stesero nel letto, sotto alle coperte......  Passarono minuti di silenzio, nessuno parlava, erano tutti con lo sguardo fisso su Sofia, cercando di capire dalla sua figura inerte cosa veramente fosse successo.  << Fabio…  >> disse Lidja, ma non fece neanche in tempo a finire la frase che Fabio la interruppe << Sono tornati…>>  La stanza si riempì di dubbi, domande, paura. Tutti si guardarono: in effetti avevano tirato fuori dal sogno Sofia e Fabio perché Lidja era entrata nella mente dei due ragazzi…<< Quindi anche Nidhoggr, Ofnir, Nida e Ratatoskr??? >> intervenne Ewan. << Credo proprio di sì >> fu sempre Fabio a rispondere, con una voce stanca e malinconica e con lo sguardo ancora preoccupato per la sua piccola Sofia…


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 Eccoci qua per un nuovo capitolo!!!
Scusate se i tempi di aggiornamento da un capitolo all'altro sono un po' lunghi, ma è un po' difficile trovarsi in due, soprattutto se entrambe siamo piene d'impegni...
Speriamo comunque che vi sia piaciuto e che ci seguirete per i prossimi capitoli, che cercheremo di pubblicare prima! :)


A presto,
Beatrice e Greta :p

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Capitolo 4
*** Vas happening? ***


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VAS HAPPENING?



Ormai era diventato buio, il sole era ormai tramontato, lasciando spazio alla luna, grande e luminosa come sempre. Zayn aveva passato un intero pomeriggio con i suoi amici a ridere, scherzare e divertirsi assieme, ma ora era veramente stanco. Iniziò a dirigersi verso casa, dove era nato e cresciuto insieme ai suoi genitori e alle sue tre sorelle. Sulle strade i lampioni, ormai vecchi e malfunzionanti, illuminavano quel poco che serviva a Zayn per vedere dove metteva i piedi. Bradford era silenziosa, ogni tanto interrotta dai saluti di qualche famigliare e dal rimbombo dei suoi passi, ora stanchi e indecisi sul cemento. Girò l’angolo, la sua via era sempre stata una delle più buie e isolate. Arrivò davanti a una casa, con i balconi chiusi e la ringhiera delle scale appena verniciata, casa sua. Prese le chiavi  e con qualche giro aprì la porta. Entrò. Appoggiò lo zaino di scuola che aveva sulle spalle vicino alla porta che dava alla cucina. Mangiò e poi si mise a guardare un po' la tv. Girò i canali finchè non trovò un telegiornale. Dicevano che a Benevento era magicamente comparso un albero nel bel mezzo della strada. Era un noce vecchio, molto vecchio, con delle foglie verdi brillanti. Nel video facevano vedere la popolazione del posto preoccupata e al tempo stesso incuriosita da questo fatto molto strano. Fecero vedere anche le impressionanti radici dell’albero. Erano grosse e attorcigliate tra loro, avevano spaccato la strada con la forza, facendola diventare inagibile e chiusa anche ai pedoni. A sentire il nome di quella città e a vedere il vecchio noce, Zayn ebbe un flashback: vide un ragazzo dai capelli mossi, gli occhi verdi, aveva un neo al centro della fronte. Ma era strano, brillava di un giallo intenso. Al posto di una mano, un artiglio e sulla schiena c’erano un paio di ali dorate. Davanti al ragazzino c'era una creatura magnifica: nera, simile ad un serpente con delle ali maestose. Lanciava fulmini neri dai riflessi viola contro il ragazzino. Poi, delle fiamme avvolsero tutto e, infine, il viso di una ragazza con un caschetto biondo e una spruzzata di efelidi attorno al naso. Un nome: Nida. La visione scomparve. Ci mise un po’ per riprendersi, ma poi spense il televisore e andò in camera sua a dormire. Mentre si cambiava e si metteva sotto alle coperte continuava a pensare a quel nome: Nida, e a quel ragazzino, che appena visto un'ondata d'ira e disprezzo si era scatenata in lui, anche se non lo aveva mai visto. ''Chi erano? E perchè una parte di me sa di conoscerli?'' Si addormentò così, cercando di dare una risposta a tutte le domande che si faceva, ma invano.
 
Zayn era avvolto dal buio più totale, non riusciva a vedere niente. Il nero era compatto, denso. Poi comparvero due grandissimi occhi rossi, con la pupilla stretta, come quella dei rettili, e delle fauci enormi, feroci, deformate in un ghigno. << Sono ritornato, non riusciranno mai a sconfiggermi >> disse una voce, probabilmente quella del mostro, spezzando il silenzio. << Ma per distruggere una volta per tutte i draconiani e i loro draghi dovrai aiutarmi. Ofnir è già al lavoro, ora tocca a te. La scorsa volta hai fallito miseramente, sconfitto da quel ragazzino, ma questa volta sarà diverso... >> Zayn era confuso. Chi era quel mostro? E di cosa stava parlando? Poi si accorse che affianco a lui c'era un uomo sulla trentina, alto e magro. Era vestito in modo elegante, impeccabile. Indossava dei pantaloni chiari e una giacca grigia, entrambi di ottimo taglio, e una sciarpa azzurra avvolta al collo. I capelli di un castano ramato gli cadevano morbidi su un occhio. L'uomo si chinò in segno di sottomissione e rispetto verso il mostro << Non vi deluderò, mio Signore >> << Lo spero... >> poi gli occhi rossi si puntarono su Zayn << Questo vale anche per te >> Era più confuso di prima. Nidhoggr, vedendo la faccia perplessa del ragazzo continuò << Tu ospiti l'anima del mio servitore Ratatoskr... >> l'uomo affianco a lui si girò a guardarlo, per poi ritornare a fissare il suo Padrone che proseguì con la spiegazione << e per questo mi dovrai aiutare anche tu. Una volta la Terra era abitata dai draghi e dalle viverne. Io sarei dovuto essere il re ma un drago mi rubò il trono che mi spettava. Costui è Thuban, che si fece aiutare da quattro suoi amici. Questi cinque draghi sono ospitati da sei ragazzini... >> << Ma se i draghi sono cinque, perchè ci sono sei ragazzi? >> intervenne Zayn << Perchè Kuma, il drago viola è ospitato da due gemelli, da due draconiani. Comunque, il tuo compito è di condurli da me. Non li dovrai ucciderli, ma solo attirarli qui con l'inganno. >> Zayn era sconvolto. Non riusciva a credere nell'esistenza dei draghi e tantomeno a persone che ne ospitano lo spirito. Ma soprattutto: perchè dovrebbe aiutare il mostro nel suo piano? << E cosa ti fa pensare che io lavorerò per te? >> chiese infine. << Perchè tu ospiti lo spirito del mio servo e poi, io sono molto più forte di chiunque tu conosca. E mi obbedirai se non vorrai soffrire >> detto questo un lampo viola si stagliò sfrecciando come una stella cadente nell'oscuritá, si diramò in due frasci, uno dei quali colpì Zayn in pieno petto. Il ragazzo si piegò in due dal dolore, come Ratatoskr, colpito dall'altro lampo, che gridò. Intanto Nidhoggr li guardava sorridendo. Questo sarebbe accaduto se non ubbidivano. Zayn sentì la maglietta bagnata. Solo ora capiva che quel mostro non si sarebbe fermato davanti a nulla e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per avere in pugno quei ragazzini. Ne ebbe timore. << Ok, ti aiuterò >> << Vedo che inizi a capire... >> disse il mostro. Capire? Cosa c'era da capire? Era tutto in incubo perchè i draghi e mostri del genere non esisono. Tra poco si sarebbe svegliato e tutto sarebbe tornato come prima: si sarebbe trovato nella sua solita camera di Bradford, avrebbe fatto colazione, sarutato sua madre Trisha, suo padre e le sue tre sorelle per andare a scuola. Poi, al pomeriggio sarebbe andato a divertirsi con i suoi amici. Come sempre si sarebbe ritrovato a casa di Bob finita la scuola dove si sarebbe ritrovato anche con Alan. La sua vita di sempre. Eppure, aveva un brutto presentimento e il suo sesto senso non sbagliava quasi mai...
 
Il suono della sveglia lo riportò alla realtà. Premette il pulsante dell'aggeggio rumoroso per spegnerlo. Aprì lentamente gli occhi, con un po' di difficoltà, ma rimase comunque steso sul letto a guardare il soffitto. Pensava al sogno di quella notte. Lo ricordava perfettamente, vivido nella mente, non come la maggior parte dei sogni che faceva. Il mostro, l'uomo, la storia sui draghi e sulle viverne. No. Non poteva essere vero, insomma, i draghi sono creature mitologiche che esistono solo nei libri. Si alzò di scatto dal letto e si diresse i  bagno. Dopo essersi lavato la faccia per svegliarsi del tutto e dimenticare quel sogno ritornò in camera. Prese dall'armadio i vestiti che aveva scelto e si mise a petto nudo per cambiarsi ma un dolore laninante lo portò davanti allo specchio, per vedere la causa du quel malore. Al centro del torace c'era una grossa macchia viola dai contirni neri e slabbrati, dalla quale il sangue usciva ancora caldo. Si passò un dito sulla ferita e quello si ricoprì di un sangue rosso scuro, quasi nero, e denso. Gli venne in mente il sogno: il fulmine viola che dividendosi in due aveva colpito sia lui che Ratatoskr. "Non è possibile..." Già, perchè ora Zayn era sicuro che la stpria che gli aveva raccontato il mostro nel sogno era vera. Era tutto vero. Ecco spiegato il perchè della visione della sera prima. Riandò in bagno e cercò di disinfettare e bendare la ferita, poi riprese a vestirsi e a prepararsi per la scuola.
Indossava un paio di jeans e una semplicissima maglia nera. Si era fatto la cresta e gli occhi marroni avevano una scintilla un po' diversa dal solito: la consapevolezza di non essere del tutto uguale agli altri, di appertenere, in un certo senso, ad un altro mondo. Si mise la cartella sulle spalle e prese le chiavi di casa, pronto per dirigersi a scuola senza aver fatto colazione. Era in ritardo.


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Gre: << eccoci qui in un altro cap, in super-mega-ritardo!!!!! >>
Bea: << che cosa ne penseranno i nostri telespettatori di quest altro cap? >>
Gre: << avete visto che questo cap è più lungo? >>
Bea: << siamo state grandi questa volta Gree!!!! Batti un five! >>
Gre: << ✷batti5✷ già. Abbiamo anche aggiunto un nuovo personaggio :) <3 :) >>
Bea: << per non parlare delle nostre coppiette preferite!!! >>
Gre: << coppiette preferite???? 0.o >>
Bea: << ? scusa, sto perdendo le staffe... Non è in questo cap? >>
Gre: << emm.... no. Nel prossimo...
Bea: << ops! XD >>
Gre: << no problem! comunque, siete riusciti a capire di che Zayn si tratta? :) <3 >>
Bea: << hahahah piccolo aiutino? Ci sbavate dietro ogni volta che lo vedete! XD >>
Gre: << tutte le descrizioni riguardanti Zayn sono vere, tranne per i fatti che sono altamente inventati >>
Bea: << vedrete cosa succederà nei prossimi cap! motivo in più per continuarli a leggere! :) >>
Gre: << e ora vi lasciamo con..... ablirifofolo .... dei one direction ;)>>
Bea: << Cosa? >>
Gre: << non so he canzone scegliere... >>
Bea: << haahah ne sceglieremo una! XD intanto iniziate a riscaldare i vostri muscoli per poi scatenarvi al massimo! >>
Gre: << oh yeah! Ci penserò... " One way another" ! :) visto? ho già deciso! XD >>
Bea: << haahah infallibile Greta! ;) allora ora è tutto pronto!!!! Su il volume e che inizi lo spettacolo!!!! Woooo!!!!!! :D! >>

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Capitolo 5
*** Fears ***


FEARS

Sofia sbattè le palpebre un paio di volte: era davvero debolissima. Guardò la sua stanza, bella e bianca come sempre. I balconi erano ancora aperti, anche se fuori era buio. Le tende coprivano il paesaggio notturno, non facendole vedere il riflesso della luna sul lago. I raggi lunari che riuscivano a penetrare le bianche tende illuminavano la stanza. Accanto a lei, nel suo letto c'era Fabio. I suoi ricci dorati erano spettinati, adagiati comodamente sulle coperte, il suo bel viso era rovinato da qualche graffio, ma anche se dormiva la sua espressione era contratta dalla preoccupazione. Spostò lo sguardo per la camera, girandosi quel tanto che le permettevano le ferite ancora doloranti. Vide che nelle due sedie accanto al letto c'erano Chloe e Karl addormentati anche loro, mentre Lidja ed Ewan si riposavano seduti sopra alla scrivania. La testa della ragazza era appoggiata alla spalla del ragazzo, mentre si tenevano la mano. Cercò di alzarsi ma sbilanciandosì andò a finire addosso a Fabio che si svegliò... Ci mise un po’ di minuti per riprendersi dal sonno, quando Sofia fu certa che era ritornato dal mondo dei sogni chiese con voce insicura << Come stai?>>  << lascia stare come sto io, tu come ti senti? >>  << Bene >> mentì Sofia mettendosi a sedere, togliendosi da quella posizione imbarazzante. Ma un gemito le uscì di bocca, nonostante tutti gli sforzi di trattenersi dall'urlare dal dolore. Fabio inarcò un sopraciglio << Sicura? A me puoi dirlo. Io ti posso aiutare, perchè ho visto. >> << Visto? Visto cosa? >> << Ofnir che ti attaccava. >> Sofia si tranquillizzò. Lui poteva capire... << Ok >> e iniziò a raccontargli degli incubi, di Ofnir, delle ferite, di Thuban. Ora Fabio poteva esserne sicuro: quello che aveva visto era tutto vero. Poi fu la sua volta: le raccontò della visione, di Eltanin e di quando era entrato nell'incubo. << Fabio, ho paura... >> disse infine Sofia. << E di cosa? >>  << Di addormentarmi, che Ofnir ritorni nuovamente per uccidermi >> gli confessò. << Non aver paura, ci sono io qui con te >> disse allargando le braccia in modo da poter abbracciare Sofia, che vi si tuffò in mezzo ignorando il dolore. Fabio prese ad accarezzarla e la ragazza fu subito tranquillizzata al tocco delle sue dita. Quell’abbraccio era pieno di amore, le sue mani continuarono a scendere e a salire sulla sua schiena. Poi, il ragazzo spostò una e la appoggiò sulla sua guancia, ancora un po' calda per via della febbre. Le alzò il viso e collegò le proprie labbra con quelle di Sofia, erano calde e morbide. Era qualcosa di magico. Sofia, in quel momento, sentiva di essere protetta, sapeva che lui c'era. Schiuse appena le labbra, accorgendosi che Fabio aveva fatto lo stesso, e le loro lingue si incontrarono, per poi muoversi assieme, come se stessero ballando una danza senza fine. Sofia affondò le dita nei morbidi ricci di Fabio scompigliandoli, mentre lui la teneva stretta per la vita, come se non volesse farsela scappare di nuovo. Si staccarono per mancanza d'ossigeno, ma continuarono a guardarsi negli occhi. << Aspettami qui, io ritorno subito >> le disse Fabio allontanandosi dalla stanza per andare a prendere un po' di disinfettante, le pomate e delle bende per curare le ferite di Sofia. Nella sua mente c'era solo spazio per lei, la ragazza dai capelli rossi e quegli occhioni verdi di cui si era innamorato. Ora stava male e aveva bisogno di tutto il suo aiuto. Seguito dal rumore delle sue scarpe da ginnastica sul pavimento, ritornò in camera, le curò le ferite e poi, dolcemente, l'aiutò a stendersi. Poi, si sedette sul bordo del letto ma Sofia si spostò in modo da lasciargli più spazio. Allora, anche Fabio si stese sul letto. Sofia si accoccolò a lui, con la testa appoggiata al suo petto mentre Fabio iniziò ad accarezzarle la testa. << Non mi abbandonare... >> lo supplicò Sofia guardando dritta davanti a se << Non potrei mai farlo >> le rispose lui prima di schioccarle un bacio tra i capelli rossi. Si addormentarono così: abbracciati l'uno all'altra...

 

Quando Ewan aprì gli occhi si ritrovò seduto al tavolo nella camera di Sofia, e Lidja dormiva ancora appoggiata a lui. Le parve bellissima: i capelli corvini che le scendevano lisci lungo la schiena erano un po' spettinati e le labbra rosee erano leggermente schiuse. Lei era sempre stata la più determinata, coraggiosa del gruppo, la più sicura di sè, ma Ewan era riuscito a conoscere anche il lato dolce e affettuoso del suo carattere. Guardò le loro mani ancora intrecciate: da quando erano andati insieme a Palermo per recuperare uno dei tre frammenti del frutto di Thuban erano inseparabili. Tra non molto sarebbe stato il compleanno di Lidja ed Ewan le voleva fare una sorpresa, qualcosa di speciale. Aveva pensato ad una collana nella quale c'era scritto il suo amore per lei o, comunque, qualche parola dolce. Avrebbe dovuto chiedere consiglio a Sofia, visto che lei e Lidja erano migliori amiche. Spostò dolcemente la mano della sua ragazza dalla sua, Lidja fece qualche lamento, ma non si svegliò. Leggero percorse la stanza e uscì. La casa era silenziosa, il prof aveva preso l’abitudine di rifugiarsi in biblioteca a leggere libri riguardanti leggende per poi addormentarsi nella poltrona. Rimase a fissare le vecchie scale per qualche minuto, poi piano come era uscito dalla camera di Sofia scese al piano di sotto. Andò in bagno a lavarsi la faccia per far andare via del tutto la sonnolenza che ancora gli girava intorno… L’acqua era fredda a contatto con la sua pelle calda. Si guardò allo specchio,  i capelli erano spettinati, la pelle era più chiara del solito e le palpebre erano rosse. Aveva un aspetto tremendo. Diede un ultimo sguardo alla sua immagine riflessa prima di tornarsene in camera. E solo allora notò un particolare che da tanto non vedeva, da mesi… il neo sulla sua fronte non era più un neo normale come negli ultimi tempi. Era più violaceo! Kuma stava tornando dentro di lui! Provò subito a usare il suo potere. Chiuse gli occhi, si concentrò, quasi poteva già sentire la sua forza di drago scorrergli nelle vene. Aprì gli occhi, sperando di vedere la sua mano trasformata in una zampa di drago, ma non fu così. Era quella di sempre: chiara, rosea con la pelle liscia e non coriacea, squamosa come quella di un drago. Si sentiva pungere gli occhi, le guance bagnate. << Ewan >> si girò, sua sorella era accanto alla porta del bagno. Già, è vero, si era dimenticato di chiuderla. << Perchè piangi? >> chiese Chloe vedendo le guance bagnate a gli occhi arrossati del fratello. << Vedi, mi stavo guardando allo specchio quando ho notato che il neo era un po' viola così ho provato a concentrarmi per vedere se Kuma è veramente tornato ma non è successo nulla, quindi suppongo che Fabio ci abbia preso in giro con uno scherzo di cattivo gusto. Io ero contento che i nostri draghi fossero tornati... >> Ewn all'inizio, quando Fabio aveva detto che erano tornati, era felice di avere ancora il drago viola in lui. Non importava se c'erano cattivi da combattere perchè con lui ci sarebbe stato Kuma, il quale lo consolava e lo aiutava. La cosa più di tutto gli bruciava la bugia di Fabio. Aveva iniziato a fidarsi di lui perchè lo credeva diverso, ma, a quanto pare, non era mai cambiato. << Ewan... Fabio non ha mentito. Guarda... >> Chloe gli si avvicinò e gli mostrò l'artiglio viola che aveva al posto di una mano. Il fratello lo guardò incredulo, poi Chloe lo girò verso lo specchio. Solo ora riusciva a vedere delle ali membranose dietro alla schiena. Come aveva poturo non credere a Fabio e sopratutto a Lidja? Dentro di lei era ritornato Rastaban, non poteva non averle creduto. Gli aveva detto che grazie alla sua telepatia che aveva scoperto che Sofia e Fabio erano erano in pericolo. Ewan abbracciò con forza sua sorella. << Andiamo in giardino a riprovare i nostri poteri? >> gli chiese Chloe già sapendo la risposta del fratello. << E me lo chiedi? >> Insieme uscirono dal bagno e si avviarono all'esterno della villa ottocentesca del professore. Quando furono in giardino si sistemarono uno davanti all'altra. Ewan aveva ancora le ali violi mentre Chloe l'artiglio di Kuma. Si concentrarono entrambi per creare un tornado e un fulmine, ma quello che, in verità, riuscirono a fare fu un venticello che vorticava appena e un fascio di luce che si spense subito. Riprovarono ancora, ancora e ancora ma sempre con lo stesso risultato. Alla fine si stesero asul prato sfiniti. Nell'anno in cui i loro draghi erano mancati loro erano diventati più deboli, molto deboli, tanto da non riuscire più a creare un semplice tornado e un fulmine. Rientrarono sconfitti, andando ognuno nelle proprie camere a pensare.

Ewan salì le scale diretto verso la propria camera da letto. Quandò aprì la porta che conduceva alla stanza vide le pareti ricoperte da poster e mensole piene di cd. Si buttò sul letto, stanco e sconfitto. Mille domande gli passavano per la testa, così si alzò e raggiunse la sua bellissima chitarra classica appoggiata in un angolo della stanza. Si sedette nuovamente sul letto e, con lo strumento sulle gambe, prese a suonare. Oltre per divertimento, pizzicava quelle corde anche quando era triste, arrabbiato, sconfitto, per distrarsi. Ora era uno di quei momenti. Così, pian piano la paura lo abbandonò. La paura di non riuscire più ad evocare i suoi poteri, di non essere forte come un anno prima, di non riuscire a sconfiggere Nidhoggr di nuovo...

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Gre: << Ed eccoci qui! Vi siamo mancate? >>
Bea: << E lo chiedi anche? Ma certo che sì! >>
Gre: << occheeeiii... avete visto le nostre coppiette? >>
Bea: << Cuccini! Che carini che sono i nostri piccioncini! :-* Vi è piaciuto questo capitolo?
Gre: << Avete visto che dolce Fabio? <3 <3 <3 >>
Bea: << Mamma mamma... che figo... ed Ewan non è da escludere. Quanto carino è quando suona la chitarra? >>
Gre: << Tanto :) E si vede che è proprio cotto di Lidja <3 >>
Bea: << Sì... Chissà che regalo le prenderà <3 uhhh, più aventi andrete più vi piacerà la nostra FF! >>
Gre: << O almeno speriamo.... ma sì! :) Siamo solamente al capitolo 5!
Bea: << Esatto! E se poi vi piacciono le cose intriganti state leggendo la FF giusta... sempre speriamo...
Gre: << Prprio così! *rivolta a Bea* Dici che li stiamo incuriosendo?
Bea: << Secondo me si :) Beh, ci si vede (?) al prossimo capitolo! >>
Gre: << Alla prossimaaaaaaaaaaaaaa!!!!! >>

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Capitolo 6
*** Memories ***




MEMORIES

 
Karl si svegliò all'improvviso. Aveva sognato Aldibah che gli diceva che tutto, o quasi, sarebbe stato come un anno prima: il drago sarebbe stato di nuovo con lui, e avrebbe di nuovo riacquistato i poteri per creare ghiaccio dal nulla. Tutti i manufatti, gli oggetti magici sarebbero ritornati sulla Terra e sarebbe iniziata una nuova battaglia contro Nidhoggr. E tutto questo equivaleva a rischiare ancora di perdere le persone care, le persone che amava. L'ultima volta infatti era morta Effi per salvargli la vita. Ci sarebbe stato altro sangue da versare e sacrifici da compiere. Appena anche tutti gli altri si fossero svegliati, avrebbe dato loro la notizia. Si alzò dalla sedia sulla quale aveva dormito e si diresse in camera sua. Arrivato prese il portatile e lo portò sul letto sistemandoselo sulle gambe. Lo accese e si collegò ad internet per leggere le ultime news. "Il noce di Benevento" era il titolo di un articolo. Rimase stupito: quello di quella notte non era stato un semplice sogno della propria immaginazione ma era Aldibah che, tornato, gli aveva parlato, come non fosse passato così tanto tempo dall'ultima battaglia. Karl sapeva del noce perchè Sofia gliene aveva parlato. Era stato proprio a Benevento dove lei e Lidja avevano incontrato per la prima volta Fabio. Riprese a leggere l'articolo quando ad un tratto sentì un tonfo provenire dalla camera difronte: la camera di Chloe. Scostò il computer e si diresse dalla draconiana. La trovò a terra, svenuta, pallida. Si avvicinò a lei e le sollevò le gambe per farle fluire in testa il sangue. Pochi minuti e Chloe aveva già recuperato il suo colorito roseo, il respiro regolare, ma non riusciva ancora ad aprire del tutto gli occhi, per via della stanchezza. Karl decise di starle accanto: era rinvenuta, certo, ma era anche molto debole. La prese in braccio e la adagiò sul letto, coprendola con la coperta. << Faccio presto, giuro >> le sussurò all'orecchio. Poi andò a prenderle delle vitamine che fece somministrare a Chloe, la quale, subito dopo, si addormentò. Karl si sedette infondo al letto. Perchè era così preoccupato? Era solo svenuta. E poi, cos'era quello strano sentimento che stava crescendo in lui? No, non poteva essere amore, eppure qualcosa gli diceva il contrario. Restò lì, seduto vicino a quella ragazza bionda per la quale provava qualcosa, spiandone il sonno.
 
" Ma dove sono andati tutti? " pensó il professor Shlafen non sentendo alcun rumore. Si alzò dalla sua poltrona in biblioteca e si diresse verso il salotto. Non trovó nessuno. I suoi passi risuonavano in quella sala grande, i raggi del sole penetravano dai rami del bosco, fino ad andare a disegnare dei magnifici disegni nel lucido pavimento della villa. << Giá tornato dalla biblioteca? >> Si giró verso la porta scorrevole che dava alla cucina. La magra figura del maggiordomo era apparsa davanti alla porta con in mano i piatti della cena. << Ero venuto a vedere dove erano i ragazzi. È stranamente silenziosa la villa questo pomeriggio. Gli hai per caso visti? >> chiese Georg rivolto a Thomas. << Ha perfettamente ragione, oggi c'è qualcosa di strano nell'aria... Comunque no, non li ho visti... >>
 
Lidja si svegliò sentendo il dolce suono delle corde pizzicate. Scese dalla scrivania barcollando. Strano, di solito era sempre piena energia, fin dal risveglio. Cercando di non svegliare gli altri, dopo essersi recata in bagno per sistemarsi, si diresse verso la camera di Ewan, che stava suonando la chitarra. Arrivata, si appoggiò allo stipite della porta per ammirare il suo biondino preferito: era concentrato sulle note che doveva suonare, gli occhi che si spostavano dalla tastiera alle corde da pizzicare. Dalla bocca della draconiana uscì un piccolo sospiro appena udibile ma che Ewan aveva sentito benissimo. D'un tratto smesse di suonare appoggiando la chitarra sul letto e si girò verso l'entrata della sua camera. << Pensavo stessi ancora dormendo >> le disse << No. Mi sono svegliata sentendoti suonare >> rispose Lidja avvicinandosi << Oh, scusa. Non intendevo... >> Lidja lo zittì posandogli l'indice sulle labbra. << Mi ha fatto piacere >> disse guardandolo negli occhi e perdendosi nel suo sguardo. Ma vi scorse una sfumatura diversa, quasi di paura. Ewan cercò di baciarla ma lei si spostò impedendogli di far scontrare le loro bocche. << Cos'è successo? Quando suoni sei talmente concentrato che non mi senti mai arrivare, qusta volta sì... >> gli domandò. << Niente. >> << Ewan, puoi mentire a tutti ma non a me. Cosa è successo? >> Il ragazzo cedendo al suo sguardo sincero si lasciò andare e confidò le proprie paure. Mentre parlava, Lidja aveva un'aria pensierosa. << Meglio avvisare anche gli altri. >> concluse infine lei. << Ma... >> << Niente "ma". È importante che tutti sappiano. Se i tuoi poteri sono deboli lo saranno anche quegli degli altri. >> << Hai ragione >> ammise lui. << Certo che ho ragione >> Lidja incrociò le braccia al petto, con un'espressione di superiorità. << Modesta la ragazza >> Ewan ricevette una linguaccia da parte della draconiana così l'afferrò per la vita e l'attirò a se, collegando le proprie labbra con quelle di lei. Le sue mani erano incrociate dietro alla schiena di Lidja, mentre lei si era aggrappata al suo collo. "Mi conosce troppo bene" pensò Ewan. Non riusciva ancora capacitarsi di come Lidja avesse potuto capire che gli era accaduto qualcosa. Era eccezionale. Si staccò lentamente dalle morbide labbra di lei. << Ora andiamo >> le disse dolcemente. Si presero per mano e si diressero verso verso la camera di Sofia, dove la quale si stava baciando con Fabio: evidentemente non li avevano sentiti aprire la porta. Lidja ed Ewan si guardarono, dopo di che la ragazza eslamò << Ben svegliati piccioncini! >> I draconiani di Thuban e Eltanin si staccarono e, mentre Sofia arrossiva, Fabio cercava di difendersi. << Perchè ora saremmo noi quelli che si baciano ogni due secondi, vero Lidja? >> << Ti scaldi tanto! Non si può nemmeno scherzare? >> << Io? Scaldarmi? Ah ah. Io sono tranquillissimo. >> << Certo. Si vede infatti. >> Eccoli. Avevano riniziato a litigare. << La smettete voi due? Siamo venuti qui per parlare di quello che è successo. >> Lidja e Fabio si zittirono subito alle parole di Ewan. << D'accordo. Andiamo a chiamare anche Chloe e Karl. >> disse Sofia. Tutti quattro si avviarono verso la camera del draconiano di Aldibah: sicuramente lui era la. Bussarono. Nessuna risposta. Entrarono. Nessuna traccia di Karl. C'era solo il suo portatile ancora acceso incima al letto. "Benevento" riuscì a leggere Sofia. "Anche lui ci deve raccontare qualcosa di interessante" pensò. Fu la volta della camera di Chloe, questa volta però quando bussarono, risposero. Entrarono e videro Karl seduto infondo al letto, mentre parlava con la sorella di Ewan. << Eccovi qui, finalmente! >> Esclamò Lidja. << Ci stavate cercando? >> domandò Karl evidentemente sorpreso. << Ovvio. Dobbiamo parlare di Draconia, dei sogni, di Nidhoggr... >> Iniziò a spiegare la draconiana di Rastaban quando venne interrotta da Sofia << E credo che anche voi abbiate qualcosa da raccontarci. >> Tutti guardarono Sofia, occhi sbarrati e incuriositi dalle sue ultime parole. Karl si guardó le mani che giocherellavano con la coperta del letto. << Sì... >> disse alzando lo sguardo per guardare dritta in faccia Sofia. Annuì. Si sedettero tutti un camera di Chloe, non volevano perdere altro tempo per gli spostamenti. Karl e Chloe rimasero sul letto, Ewan si sedette per terra insieme a Lidja e Fabio si appoggiò sul bracciolo della poltrona sulla quale si era seduta Sofia. L'aria era densissima, si riusciva quasi a toccare da quanto era impregnata di domande, paure, dubbi. Tutti si guardavano, ma nessuno parlava. Era come se il loro cervello non riuscisse a dare il comando vocale; ognuno aveva visto o scoperto tante cose di cui parlare, ma nessuno riusciva a metterle in ordine o almeno a riuscirle a dire. << Prima...>> tutti guardarono Karl dritto negli occhi per percepire ogni sfumatura delle parole << ho aperto il computer per vedere se c'erano delle novità, e ho trovato questo. >> disse mostrando l'immagine presente in alcuni fogli che aveva stampato mentre Chloe dormiva. Fabio, Lidja e Sofia si guardarono. Tutti i ricordi rifiorirono all'istante guardando quella piccola foto colorata che spiccava fra le tante parole dell'articolo. La battaglia a Benevento, la vecchia, Idhunn... Fabio si guardó le mani, un po' a disagio perché si ricordó di quando aveva salvato Sofia, rivide ancora la sua immagine: distesa in mezzo a una rosa di sangue, pallida e inerte. Lidja piangeva disperata, gridando che era morta, ma invece, lui, riuscì a salvarla, spinto da una forza, da un impulso che veniva da dentro e non dall'odio o dalla vendetta. Quella notte era stata orribile, piena di sangue, dolore, ira... Aveva iniziato a tormentarsi le mani senza neanche accorgersene ma una mano lo fermó. Era quella di Sofia, lo aveva riportato alla realtà, ma soprattutto gli aveva fatto capire che anche lei aveva ricordato quei momenti, e che non era questo il momento giusto per pensarci. Karl inizió a leggere l'articolo a voce alta: << Questa mattina verso le 5 gli abitanti di Benevento hanno sentito un enorme scossa seguita da boato. "All'inizio abbiamo pensato che fosse stato un terremoto, ma poi siamo usciti di casa e abbiamo visto l'enorme albero in mezzo alla strada. Non sapevamo che fare, le sirene dei vigili del fuoco hanno riempito subito la città e noi siamo rimasti a guardare senza sapere bene coda stesse accadendo" così ci hanno spiegato una signore con la sua famiglia. Nessuno sa bene di cosa si tratti, studiosi, pompieri, polizia e ambulanza stanno ancora lavorando nel campo. Ora la strada è inagibile e bloccata a tutti i non addetti al caso. Le famiglie nel raggio di 50m sono state evacuate e sistemate in un centro di missionari...>> Karl continuó a guardare i fogli, ma senza parlare. << È tutto?>> chiese Lidja vedendo che Karl non continuava. Lui annuì. << Non riesco a capire >> disse ad un tratto Ewan dopo minuti di silenzio. << Voi >> disse guardando in direzione di Sofia e Fabio, ma sotto intendendo anche Lidja << quando ci avete raccontato la storia della battaglia a Benevento e del frutto, ci avete detto che la foresta era scomparsa..>> i tre annuirono contemporaneamente. << Quindi anche il noce... >> << Esattamente. >> rispose Fabio. Nella stanza calò il silenzio. Tutti cercavano di riflettere. << Aspettate. >> intervenne Chloe che fino a quel momento non aveva ancora parlato. Tutti si girarono verso di lei. << Ma se nel noce si trovava Idhunn la quale custodiva il frutto di Eltanin... >> fece una pausa passando lo sguardo da Sofia a Fabio a Lidja. << significa che dobbiamo andare di nuovo alla ricerca dei frutti? >> Nessuno rispose perchè erano tutti concentrati a riflettere. Fu Sofia, infine, a dare voce al pensiero di tutti << Beh, può essere... Sono tornati i buoni, i cattivi e magari anche gli oggetti magici. >>
La porta della camera si aprì all'improvviso, facendo solbazzare i draconiani. << Thomas... >> sospirò Chloe portandosi una mano al cuore per calmarlo. << Ma in questa casa non si usa più bussare? >> domandò esasperata Lidja. << Beh, veramente io ho bussato più volte ma nessuno mi ha risposto. >> << D'accordo. Perchè ci cercavi? >> chiese dolcemente Sofia. << Per dirvi che è pronta la cena, signorini. >> << Va bene Thomas, ora scendiamo. >> concluse Fabio. Appena il maggiordomo chiuse la porta dietro di sè Ewan parlò << Secondo voi ci ha sentiti? >> << Non credo, ma anche se fosse non cambierebbe nulla. >> Tutti si girarono sconcertati verso Fabio. << Insomma... Siamo già stati scambiati per pazzi... >> << Sei tu il pazzo! >> lo agredì Lidja. I due si lanciarono occhiataccie fino a quando Chloe non propose di andare a mangiare. << Continueremo dopo a parlare, ora ho fame. >> acconsentì il draconiano di Aldibah. Scesero le scale, Karl e Chloe per ultimi. << Grazie. >> disse allora lei. << E di cosa? >> << Per prima. Per essermi stato accanto quando sono svenuta. >> gli rispose con un sorriso. << Oh, mi ha fatto piacere. >> disse sinceramente. Arrivarono nella grande sala da pranzo, al centro c'era un tavolo da otto posti, con altrettante sedia. Sopra di questo si trovavano tante buone pietanze preparate da Thomas e Gilliant che emanavano un profumino delizioso.
La cena si consumò normalmente: chiaccheravano tutti allegramente tra un boccone e l'altro, come una grande famiglia. Certo, i ragazzi erano ancora un po' scossi per quello che si erano detti ma facevano del proprio meglio per non pensare troppo ai loro draghi. Finito di mangiare il professore si congedò agli altri decidendo di rifugiarsi in biblioteca. Arrivato davanti alla grande porta in legno finemente intarsiato, girò il pomello di bronzo: la serratura scattò e la porta si schiuse mostrando alcuni scaffali colmi di libri, posti ordinatamente sulle mensole. Quando fu dentro richiuse la porta alle sue spalle e si andò a sedere sulla sua poltrona preferita. Vicino ad essa c'era un piccolo tavolo, anche quello in legno, sul quale si trovava un libro circa la mitologia norrena, una cosa che gli era sempre piaciuta. Prese il volume, lo aprì e riprese a leggere da dove si era fermato.
《Quando Nidhoggr e Thuban si incontrarono dopo la presunta morte del loro maestro si affrontarono in battaglia. Lo scontro si concluse quando il drago verde della guardia trasformò con un incantesimo il proprio fratello in una viverna: una creatura mostrosa, nera, simile ad un drago senza zampe anteriori.
Successivamente Nidhoggr, che voleva vendicarsi, decise di distruggere quanto più caro aveva il fratello: Yggdrasill, l'albero del mondo. Così scese lungo il fusto dell'imponente albero celestiale fino ad arrivare alle radici, dove vivevano i serpenti. Li radunò tutti e con una magia li munì di ali e poteri, rendendoli viverne come il nuovo se stesso, in cambio della loro servitù. Fu così che Nidhoggr creò il proprio esercito, con il quale avrebbe potuto distruggere l'abero del mondo, i draghi e Thuban. 》
Sbadigliò. Il libro era davvero interessantd ma tutto ad un tratto le palpebre si erano fatte pesanti e la testa aveva preso a girare leggermente. "Stanchezza" si disse "niente di cui preoccuparsi". Riprese la lettura.
《Nidhoggr voleva fare le cose in grande. Così, dopo essersi alleato con i cervi, incaricò Ratatoskr, una giovane viverna, di avvertire l'Aquila di ciò che voleva fare, in modo che i draghi scendessero numerosi verso le radici dell'albero per impedire che Yggdrasill morisse. A quel punto lui li avrebbe colpiti a morte, massacrandone più che poteva.
Il grande giorno era arrivato, e le tre fanciulle che conoscevano già il destino dell'albero del mondo decisero di mettere in salvo gli oggetti la cui perdita significherebbe la vera scomparsa e distuzione di Yggdrasill. Decisero di raccogliere i frutti e di consegnarli ai rispettivi guardiani: loro avrebbero trovato un nascondiglio sicuro. Kuma fu l'unico drago a decidere di ingoiarlo, tutti gli altri li inviarono su Midgardr, il mondo degli uomini. Le fanciulle riuscirono anche a salvare i quattro fiori, un raggio del sole dell'Aquila e due gocce dell'acqua che costudivano i cigni, inviandoli... 》
Furono le ultime parole che riuscì a leggere prima che la testa prese a vorticare velocemente. Quando il libro gli scivolò di mano atterrando sul pavimento George Schlafen era già caduto in un sonno profondo.

Era una giornata di sole, la gente del piccolo villaggio si salutava con grandi sorrisi, la maggior parte andava a prendere il pane nella panetteria del paese oppure la frutta in un piccolo banco sotto la finestra fiorita di una delle poche case. Si trovava in una piccola piazza in periferia. Una piccola costruzione a forma di chiesa si ergeva tra due alti campanili che mostravano la loro magnificenza architettonica, uno ornato da un grande orologio. "Matera" pensó. Ad un certo punto il suo sguardo fu attratto da una persona,  vestita come un uomo dell'Ottocento, aveva i capelli un po' lunghi, la barba corta che ricopriva in parte il mento un po' pronunciato... A dirla così sembrava un po' la sua.... Ma certo ora si riconobbe! Era lui qualche tempo prima "15 anni fa", lo corresse una voce dentro di lui. Come aveva fatto ad non accorgersi prima? Sì, da quello che si ricordava era andato a Matera per incontrare un amico... Si avvicinò al lui del passato che sembrava stesse cercando qualcosa... O qualcuno... Lo vide chiedere informazioni ad una vecchia signora che si reggeva in un bastone e con quello gli indicó un giovane dall'altra parte... Il lui giovane ringrazió la signora con un largo sorriso e un piccolo cenno con la testa. Poi si avviò verso il ragazzo indicatogli. Schlafen vecchio arrivó giusto in tempo per sentire la loro conversazione. << Andrea?>> Chiese Schlafen al giovane. Il ragazzo si giró verso il prof. << Si?>> << sono Georg Schlafen>> Andrea guardó con sospetto la mano che Georg gli stava tendendo, la strinse. << Nn credo di conoscerla... Eppure lei sa il mio nome... Credo che mi deve delle spiegazioni...>> << Lo so. Ti ho cercato per tanto tempo Andrea, e ora è arrivato il momento...>> Andrea alzò un sopracciglio. Schlafen gli fece cenno di seguirlo. Lo portó in una stradina tortuosa, verso il piccolo bosco. << Intuisco che lei abbia un figlio, o una figlia...>> disse il prof con noncuranza guardando al centro della fronte di Andrea. Quest'ultimo si fermò di colpo. << Chi è lei? >> << Se vuole posso spiegarle il neo verde che aveva sulla fronte e che ora ha suo figlio.>> << ... Ma come...>> << Bè, è una lunga storia, quindi cercherò di essere breve... 
Trentamila anni fa, il mondo era abitato da uomini e draghi, padroni della terra. Questi erano i custodi dell'ordine, l'unione tra uomo e natura. L'albero del mondo, una pianta enorme e secolare trasmetteva un'energia in grado di far vivere tutto, regolava il ciclo della natura. I cinque draghi della guardia avevano il compito di proteggere l'albero da qualsiasi male, e insieme a lui, anche i frutti: l'essenza della sconfinata energia positiva che trasmetteva la pianta. Il mondo era fantastico e pacifico. Ma come in tutta la storia, la pace non continua per sempre. Thuban e Nidhoggr erano fratelli, uniti da un profondo affetto. Entrambe erano stati addestrati per la cura del l'albero del mondo. Sapevano che solo uno di loro sarebbe stato scelto come Guardia dell'albero, ma erano convinti che niente li avrebbe potuti separare. Ma non fu così. Nidhoggr era il più forte tra i due e sapeva che lo avrebbero scelto come capo dei guardiani, il più importante. Nel corso degli anni ha sempre aiutato suo fratello con le magie e con l'addestramento.  Il Guardiano Anziano e così le altre guardie decisero di scegliere i loro successori e così vennero chiamati i primi quattro: Rastaban, Eltanin, Aldibah e Kuma. Poi veniva la scelta più difficile, quella del capo. Nidhoggr sentiva che sarebbe stato scelto, era il più forte, si era sempre concentrato negli studi e aveva maggiore maestria con le magie. Ma fu deluso, venne scelto suo fratello, Thuban, il grande drago verde. Fu così che divenne geloso e fu così che si alleó con altri draghi che ritenevano ingiusta la scelta dell'Anziano. Attaccarono l'albero, ma furono respinti dalle nuove Guardie, e Thuban, con tanto dispiacere trasformò suo fratello in un animale simile alla viverna. Si rifugiò nelle tenebre e si alleó con i suoi simili. La guerra era iniziata. Nidhoggr sfruttó anche gli uomini, fece loro trovare metallo, e con essi fece dei meccanismi, così che ogni uomo che ne possedeva uno sarebbe diventato un assoggettato. Insieme attaccarono  Draconia, la capitale dei draghi. Ma anche questi si allearono con gli umani, quelli che volevano instaurare di nuovo la pace e che amavano la natura. Fu una battaglia terribile, ci fu morte da entrambe le parti e Nidhoggr era riuscito a mangiare le radici dell'albero del mondo. Thuban, con le sue ultime forze imprigionó suo fratello sottoterra, ma sapeva che non sarebbe resistito per sempre. Tutte le guardie si fusero con cinque umani attraverso l'Occhio della Mente, una gemma incastonata sulla fronte...>> Il "vecchio" Schlafen vide Andrea sbalordito, e toccarsi la fronte. 
Draghi, viverne... Era molto simile alla storia che Sofia gli aveva raccontato quando si era svegliata all'ospedale dopo essere stata investita... Ma adesso qualcosa gli diceva che il trauma cranico che aveva subito sua figlia qualche mese fa, centrava con quello che lui "giovane" aveva raccontato ad Andrea... << ... Vuoi sapere chi sono?>> Il prof si girò verso Andrea, lo contempló e poi continuó << Io sono un custode, ecco chi sono... Ho il compito di cercare tutti i draconiani...>> si fermò accorgendosi dell'espressione interrogativa di Andrea <<.. Ehm scusa, non ti ho spiegato... Noi custodi chiamiamo draconiani le persone che ospitano in sè lo spirito di un drago...>>
Poi, improvvisamente, lo avvolse una luce bianca, tanto forte ed accecante da fargli chiudere gli occhi. Quando gli aprì ci mise un po' a riprendersi ma comunque capì di non trovarsi più a Matera. Ora era in una grande piazza affollata, gremita di gente che chiacchierava con gli amici. Camminando si ritrovò davanti a delle statue e solo ora capì di essere in Piazza del Popolo. Si fermò ad osservarle: in primo piano c'erano tre persone e la lupa che allattava i due fratellini che ebbero fondato Roma. Spostò lo sguardo verso l'alto. Si vedeva molta gente che si affacciava dalla balaustra, così decise di salire anche lui sul Pincio per osservare la città dall'alto. Arrivato in cima, la sua attenzione fu catturata da una ragazzina: indossava dei jeans e una felpa verde, e i capelli rossi spettinati si muovevano al soffio del vento. “Sofia…” pensò subito. Le si avvicinò un poco ma un gruppetto di persone si dirigeva verso di lui, guardando avanti come se lui non esistesse. Arrivati a pochi passi da lui non si fermarono, continuarono a camminare, attraversando il suo corpo come se lui fosse un fantasma. Ebbe una sensazione di vuoto. Il professor Schlafen si guardò le mani, incredulo. “Sto sognando, non è tutto vero...” si disse per tranquillizarsi. Provò nuovamente ad avvicinarsi a quella ragazzina tanto simile a Sofia che teneva la mano ad un uomo vestito con pantaloni neri, giacca scura e panciotto. Lo stile ottocentesco di quell'uomo assomigliava molto al suo. La gente continuava a passare attraverso di lui ma non ci fece più tanto caso. Arrivato di fianco ai due individui si accorse che la rossa era effetivamente Sofia mentre l'uomo era lui due anni prima, quando prima di portare a casa la quattordicenne dall'orfanotrofio avevano fatto un giro turistico per Roma. I suoi pensieri furono interrotti dalle voci dei due accanto a lui. << Soffro di vertigini >> si confidò Sofia all'altro lui, il quale dopo ad una faccia stupita si mise a ridere. Dopo un po' si asciugò una lacrima all'angolo dell'occhio e si sistemò gli occhiali. << Non mi stai prendendo in giro, vero? >> La ragazzina scosse la testa. << Perdonami, è che... >> il professore di due anni prima sembrava in difficoltà, in cerca di parole, come quando uno non sa che scusa inventarsi << ecco, tuo padre era un po' diverso. Lui non... senti, ti devi affacciare. Da lì vedrai tutta Roma. E tu non l'hai mai vista, giusto? >> aveva lasciato la frase in sospeso, cambiando discorso. Quella giornata Schlafen la ricordava benissimo: era andato all’orfanotrofio a prendere Sofia, poi, assieme, erano andati a visitare Roma. Finito, era andati ad un bar e successivamente a Castel Grandolfo, dove aveva preparato per la sua figlia adottiva una bellissima stanza che dava sul lago di Albano, e l’aveva fatta tutta di bianco. “Per farla sentire più vicina alla sua vera casa” ricordo. Ed ecco di nuovo quella luce accecante. La gente, la balaustra, Roma non c’erano più, perché tutto quello che esisteva ora era il bianco che si trovava ovunque.
Dopo alcuni secondi davanti a lui apparve la facciata del Rathaus. Era come se la ricordava: alta e imponente. << Maledetta! >> quella voce l’aveva già sentita. Si girò di scatto in direzione del grido. Rabbrividì alla vista di quello che gli si presentò davanti: vicino alla Madonna c’era un uomo sulla trentina, i capelli castano ramato che scendevano sulle spalle. Sembrava provato. Una sfera blu scuro gli cadde dalle mani e rotolò. Ne seguì il percorso con lo sguardo attirato da quell’oggetto che pian piano stava diventando azzurro. Si fermò a pochi passi da due figure. Solo dopo essersi avvicinato riconobbe se stesso accanto ad una signora bionda sulla quarantina. Alzò lo sguardo d’istinto e vide Karl con delle ali azzurre sulla schiena che volava verso di loro. “Aldibah” pensò automaticamente. Lo vide raccogliere la sfera luminosa, mentre qualcuno lo attraversava per poi pararsi davanti a Karl. << Karl! Attento! >> urlò una voce distante. Poi un tonfo. << Effi, no! >> altra sensazione di vuoto, Schlafen l’aveva attraversato per correre verso il corpo esanime della donna. Si avvicinò anche lui. Tutti i suoni divennero attutiti e presto coperti dai singhiozzi del professore. Lo guardò. Aveva Effi tra le braccia e piangeva disperato. L’occhio gli cadde sul taschino della giacca dal quale si intravedeva un pezzo di foglio bianco. La vista gli si offuscò e solo allora si accorse che stavano uscendo lacrime anche dai suoi occhi.


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Bea: Hola Chicas!
Gre: Siamo tornate! Non vi abbiamo abbandonate!
Bea: Che ve ne pare di questo cap? ;)
Gre: L'abbiamo fatto più luuungo!!! :D
Bea: Siii!!!! E, i disegni, da sottolineare, sono fatti dalla nostra fantastica GREEEEE!!!!!! :P
Gre: Addirittura.... beh, è vero, gli ho fatti io, ma non sono niente di che :p
Bea: Questo cap è molto importante per il resto della nostra storia quindi memorizzatevelo MOOOLTO BEEEENE XD
Gre: Già. Intanto aspettiamo tante RECENSIONI sia posive che negative. Ci siamo accorte che negli ultimi capitoli sono calate. Perchè? *faccia da cucciolo*
Bea: E' vero... comunque sia, la nostra avventura con i draconiani continuerà fino alla fine :)
Gre: Quindi non preoccupatevi :)
Bea: Hasta la vista! XD
Gre: Ciauuuuuuuu!!!
 

 

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