A Very Darren Criss Pregnancy

di Uptowngirl
(/viewuser.php?uid=175949)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: A Very Darren Criss Symptoms ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: A Very Darren Criss Discovery ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: A Very Darren Criss Symptoms ***


   Salve gleeks! (:
Come si legge dal titolo questa storia parla della stramba e divertente gravidanza di Darren Criss.
Prima di tutto questa storia è pura follia e creata con lo scopo di far divertire e spero di esserci riuscita.
Prima di tutto vorrei dirvi che non è assolutamente realistica e che ogni sintomo della gravidanza è reso ai limiti e oltre del ridicolo.
Spero vi piaccia questa pazzia, ci si vede alla fine! C:
Questa è dedicata a tutti i Gleeks che non andranno al Giffoni come me.
Arriverà anche per noi la nostra occasione!

 


                                                  
A VERY DARREN CRISS PREGNANCY

 

 

 

   
 
Capitolo 1: A Very Darren Criss Symptoms
  

 
 Tutti nel cast e nella crew di glee erano veramente preoccupati.
Da qualche giorno Darren Criss era veramente strano.
Solitamente il moro era il più allegro e solare tra tutti. Passava ore ed ore a saltellare qua e là per gli studi cantando o facendo scherzi. Oppure si imbucava per una sveltina con Chris, il suo ragazzo, da qualche parte, che  fosse uno dei loro camerini o uno sgabuzzino.
Ma negli ultimi tempi era sempre incazzato e nervoso con tutti.
Trattava male chiunque gli capitasse a tiro scaricandogli contro la colpa di ogni cosa, anche dell’esistenza degli M&M marroni.
Mangiava quantità enormi di cibo e chilometri di Red Vines con litri di succo di mela per poi chiudersi in bagno e vomitare tutto ogni 20 minuti circa.
E una bella pancetta stava cominciando a dare sfoggio di sé.
Nessuno riusciva a capire il perché di questo suo strano e bizzarro comportamento.
Chi ne pagava le conseguenze più di tutti era il povero Chris Colfer che viveva con lui.
Il ragazzo infatti era stato mandato a dormire sul divano per otto notti negli ultimi dieci giorni, anche se poi un Darren in lacrime lo raggiungeva e chiedeva perdono e finivano a fare sesso su quello scomodissimo sofà.
Quella mattina dopo aver passato l’ennesima scomodissima e passionale notte su quel minuscolo divano di pelle bianco Chris si svegliò con Darren ancora nudo e spalmato addosso che dormiva con un broncio adorabile sul volto.
Cominciò ad accarezzargli i folti capelli ricci sorridendo affascinato da quella splendida ma pazza creatura che era sua e solo sua, nonostante la folla di ragazzine con gli ormoni a palla che non volevano fare altro che stuprarlo.
Chris era veramente preoccupato per il suo ragazzo, non riusciva a capire cosa stesse succedendo dentro quella testa riccia per farlo comportare in quella maniera.
Passava da incazzato a depresso per poi diventare voglioso in circa dieci secondi.
Ad interrompere il corso dei suoi pensieri fu il naso del moro che cominciò a strisciare sul suo collo segno che si era svegliato.
“Buongiorno amore.” Disse Chris avvicinandosi alle sua labbra per un dolce bacio mattutino.
“Buon- scusamivienedavomitare” Disse Darren scostandosi dall’altro e alzandosi di fretta con una mano davanti alla bocca per poi andare in bagno e cominciare a vomitare.
Colfer sospirò frustrato alzandosi dal divano per poi passarsi una mano tra i capelli e cercando con gli occhi i suoi vestiti per il salotto.
Mentre si muoveva per raggiungere i larghi pantaloni del pigiama sentì un sinistro scricchiolio provenire dalle sue ossa, diamine avrebbero dovuto comprare un divano più grande, lui non era un hobbit come Darren, le sue gambe erano lunghe ed occupavano spazio.
Dopo aver indossato i pantaloni e la maglia si diresse in cucina per preparare la colazione per lui ed il suo fidanzato.
Mentre aspettava che il caffè fosse pronto e si godeva il dolce profumo di quella bevanda Darren entrò in cucina con i boxer neri ed una canottiera bianca.
“Chrisss ho fame, mi fai i pancakes?”  Urlò il moro mentre camminava verso una delle sedie, ma quando stava per mettersi seduto si bloccò di colpo.
“Amore, cos’è questa puzza?” Il moro aveva la faccia di chi stava per vomitare, di nuovo.
“Nulla, sto solo preparando la colazione.” Disse semplicemente Chris che non capiva quale fosse, l’ennesimo, problema di Darren.
“Chris è il caffè, dio leva subito quella rob-“ Il riccio non riuscì nemmeno a finire la frase che corse di nuovo in bagno.
Colfer frustrato si passò una mano tra i capelli e con suo sommo dispiacere prese il caffè, oramai pronto, e buttò tutto nel lavandino, per poi prendere dalla dispensa tutti gli ingredienti per fare la colazione al suo amore.
Mentre cucinava cominciò a pensare a quanto fosse strano Darren, non erano normali i suoi comportamenti, cominciava sul serio a preoccuparsi.
Il suo ragazzo era una persona gentile, dolce e allegro per tutto il tempo, invece ora era sempre gentile, dolce e allegro ma era anche nervoso, scorbutico e isterico. Poi c’era tutta la questione del rigettare tutto in continuazione che lo preoccupava ancora di più.
Doveva assolutamente portare il suo ragazzo dal medico, ma sapeva che sarebbe stata dura.
Purtroppo Darren era come un bambino, ancora ricordava la volta in cui si era preso la varicella e aveva passato due settimane a letto piangendo e Chris aveva dovuto legargli le mani alla testiera del letto per evitare di farlo grattare ancora, anche se poi quella posizione era stata usata anche per altro, dopotutto la varicella presa una volta non la si prende più. Ma la cosa peggiore era stata quando aveva chiamato il dottore.
Il riccio aveva cominciato a piangere dicendo che non voleva le punture e che le medicine sono troppo cattive, così quando l’uomo era arrivato con il suo camice bianco e la sua professionale valigetta di pelle si era trovato davanti a questa scena:
Darren Criss nascosto sotto un grande piumone azzurro dal quale uscivano solo i suoi capelli arruffati, mentre ripeteva un mantra di “il dottore no per favore, il dottore no per favore…” e Chris Colfer a cavalcioni sopra quella figura indistinta che tentava di levare Darren dal suo bozzolo di morbide coperte.
Il medico piuttosto divertito aveva tossito per richiamare l’attenzione dei due ragazzi.
Chris si girò imbarazzato e scese dal letto per sistemarsi appena i vestiti che si erano stropicciati in quella lotta. Darren invece non accennava ad uscire da lì.
Alla fine erano riusciti a visitare il ragazzo, erano bastati un paio di lecca lecca e una buona dose di calmanti.
Il medico alla porta salutando Chris e dandogli una pacca sulla spalla  gli aveva detto:
“Ho avuto tre figli, capisco cosa si prova.”
Chris rabbrividì al pensiero di quell’esperienza, non voleva riviverla di nuovo, ma voleva scoprire cosa avesse il suo ragazzo, così si impegno per fargli la colazione migliore che gli potesse riuscire con le sue poche ma buone qualità culinarie e sperava che nell’arco dell’ultimo anno e mezzo il suo ragazzo fosse cresciuto almeno un pochino.
Il moro tornò dal bagno mentre Colfer stava girando i pancakes.
“Mh, che buon odore, ho fame!” Si lamentò Criss sedendosi davanti al suo piatto e battendo coltello e forchetta sul tavolo per richiamare la sua colazione.
“Stai calmo che ora arrivano, altrimenti la mamma ti da il mestolo sulle mani.” Gli disse Chris mettendo pancakes sul piatto del suo ragazzo che ci versò subito una grande quantità di sciroppo d’acero e dopo averne preparati anche alcuni per sé si sedette di fronte a lui per mangiare.
“Senti Darren, dobbiamo parlare…” Disse Chris prendendo la mano di Darren e piantando i suoi occhi azzurri in quelli dorati dell’altro.
Darren distolse l’attenzione dal suo piatto per poi alzare lo sguardo che subito si fece preoccupato dopo aver sentito quelle parole.
“Ti prego, ti prego, ti prego Chris non mi lasciare ti prego, io ti amo, ti amo non lasciarmi ti prego.” Cominciò a cantinelare il moro con la bocca piena mentre continuava a mangiare.
Colfer fermò quel flusso di parole senza senso prendendo anche l’altra delle sua mani tra le sue.
“No, no, no, ma che dici amore? Sono solo preoccupato per te.” Criss mandò giù un boccone e dopo aver leccato via lo sciroppo d’acero dalle sue labbra e guardando il suo ragazzo con ritrovata speranza.
“Per cosa ti preoccupo?” Gli chiese il riccio.
“Amore, ultimamente sei strano. Ti abbuffi e poi vomiti tutto, sei sempre di cattivo umore…”  Darren buttò le posate ai lati del piatto e cominciò a singhiozzare.
“Non è vero che sei solo preoccupato, mi vuoi lasciare perché ultimamente mi sento strano, e lo so me ne accorgo anche io, e..e cerco di placare i miei sbalzi d’umore e la fame ma non ci riesco, ma continuerò a provare, solo non lasciarmi ti prego.” Disse Darren che alla fine scoppiò a piangere.
Chris buttò la testa tra le braccia per poi alzarla e fare un lungo sospiro e si alzò dal tavolo per mettersi dietro Darren e abbracciarlo da dietro, lasciandogli un bacio tra i suoi ricci scuri.
“No, no stai calmo tesoro. Voglio solo che vai dal medico e…” Il moro spostò Chris da dietro di sé e si alzò dalla sedia per poi correre in camera urlando.
“NONONONONONONONO!” Chris si diresse verso la camera e trovò Darren nascosto sotto il piumone, proprio come si aspettava.
Cercando di farsi coraggio Colfer andò verso il letto per poi sedersi a fianco della sagoma nascosta del suo ragazzo.
“Dar, per favore ascoltami. Voglio solo che tu faccia una visita. Non voglio più non sapere cos’hai, mi preoccupo. Senti, ti accompagno e ti tengo la mano per tutto il tempo.” Gli disse accarezzandogli la forma poco definita della sua schiena.
Dopo quelle parole la testa riccia di Darren sbucò fuori dal piumone azzurro.
“Avrò anche una caramella?” Chiese Criss con sguardo speranzoso, l’altro annuì alle sue parole.
“E mi terrai sempre la mano.” Chiese di nuovo il moro con lo sguardo da cucciolo.
“Sempre sempre.” Ammise Chris, per poi dare un bacio sulla fronte al suo ragazzo.
"Beh, forse con un po' di coccole mi puoi convincere meglio..." Disse Darren con voce maliziosa trascinando Colfer sotto il piumone con lui, e a quel punto entrambi pensarono che il dottore poteva aspettare per un paio d'ore...

Quel pomeriggio sarebbero andati dal medico e Darren era veramente agitato.
Da quando si erano alzati dal letto il moro aveva vomitato altre tre volte e non faceva altro che piangere e sgridare Chris esprimendogli tutte le sue bislacche teorie sulla malvagità dei dottori.
Era passato dal sostenere che avessero dei coltelli sotto il camice fino a dire che fossero solo vampiri che ti facevano le analisi solo per nutrirsi del tuo sangue1.
Ed ogni volta che scoppiava a ridere per quelle assurdità il più alto si beccava una botta sulla testa con il primo oggetto che capitava nelle mani dell’altro.
Il viaggio in macchina era stato abbastanza silenzioso, Darren era seduto nel sedile del passeggero con le ginocchia al petto mentre mangiava un sacchetto di Red Vines, mentre Chris guidava stando attento alla strada.
Quando furono fuori dallo studio medico, mentre Chris andava dalla segretaria per dire del suo arrivo, Darren approfittò del momento di distrazione del suo ragazzo per rifugiarsi in bagno in preda alla paura.
Appena annunciarono il loro arrivo il dottore aprì la porta e quando Chris si girò per prendere la mano di Darren si accorse che il ragazzo era sparito.
“Oh cazzo.” Imprecò Chris spettinandosi tutti i capelli e correndo verso il bagno dove sperava di poter trovare il suo fidanzato.
Il dottore scoppiò a ridere dietro i suoi baffi grigi e seguì Colfer verso il bagno, dove trovò il ragazzo dagli occhi azzurri che bussava furiosamente contro la porta bianca e urlava:
“HOBBIT APRI QUESTA CAVOLO DI PORTA E FAI L’UOMO! HAI 26 ANNI NON 5!” L’uomo poteva sentire anche la risposta del ragazzo chiuso dietro la porta.
“NO! IO NON ESCO, NON VOGLIO DARE IL MIO SANGUE AD UN VAMPIRO1!” Chris si buttò a terra sconfitto.
“Ti prego basta con “Twilight”, troveremo un altro modo per sbavare sui pettorali di Taylor Lutner. Ora esci per favore.” Il medico si accomodò di fianco a Chris.
“Ciao Darren.” Disse il dottore parlando come si fa con i bambini piccoli.
“NON AVRAI MAI IL MIO SANGUE!” Urlò Criss da dietro la porta.
“Non voglio il tuo sangue e mi chiamo Richard.” A quelle parole il riccio fece uscire appena il suo corpo.
“Tu mangi quello che mangiamo noi umani?” Il dottor Richard sorrise intenerito da quel pazzo ragazzo, e alla fine anche Chris aveva ceduto. Darren era a dir poco adorabile.
“Si si, anche se il tuo fidanzato mi ha detto che sei tu che non mangi più in maniera umana vero?” Il riccio annuì.
“Si, e poi rigetto tutto, è tremendo ma non posso farci nulla.” Disse Criss scoppiando poi a piangere ed uscendo dalla porta per abbracciare il medico e piangere sulla sua spalla.
“Sh sh, tranquillo ora vieni nello studio e vediamo cosa hai, ok?” Darren annuì e si stacco dal dottore per stringersi a Chris.
I tre andarono verso lo studio, dove il dottor Richard li fece accomodare nelle due sedie davanti alla sua possente scrivania di legno per poi sedersi nella sua poltrona dall’altra parte.
“Allora signor Criss, mi dica, cosa le sta succedendo?” Disse l’uomo incrociando le mani sopra la superficie piana di fronte a sé.
Darren si soffiò il naso un’ultima volta prima di parlare:
“Mangio e vomito, poi rimangio e poi rivomito, così tutto il giorno.” Chris annuì al suo fianco tenendogli stretta la mano.
Il dottore si portò una mano sotto il mento pensieroso.
“Per caso ha anche sbalzi d’umore continui?” Entrambi annuirono.
“Ragazzi, posso ..farvi una domanda?” Chiese passandosi una mano dietro il collo imbarazzato.
“Si certo. Non è che è qualcosa di grave? Oddio sto male!” Prima che Darren ricominciasse a piangere il dottore bloccò il suo flusso di parole.
“No, no. Volevo solo sapere se usate il preservativo per fare sesso.” Chiese loro il medico. A quelle parole le loro pelli si infuocarono.
Chris tossì appena prima di rispondere.
“Emh, talvolta capita che ce ne dimentichiamo…” La faccia del dottore si illuminò e annuì, aveva perfettamente capito la situazione.
“Signor Criss, lei è incinto.” Disse il dottore tirando fuori dal cassetto un test di gravidanza e porgendolo a Darren.

 

1Questo è un piccolo riferimento a "Twilight" dove uno dei vampiri fa il dottore, non chiedetemi il nome perché non conosco bene la storia. Ma per Darren il dottore gli vuole prendere il sangue, mentre nella saga non lo fa. Nella mia storia il nostro hobbit è una reginetta del drama.
Detto questo spero che la storia vi sia piaciuta a tal punto da scrivere una recensione (perfavore *occhi da cucciolo*) o inserirla nelle preferitericordatescelte.
Grazie a tutti quelli che hanno letto e spero che ci sarete al prossimo capitolo!
Martina.

 







  

 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2: A Very Darren Criss Discovery ***



Buongiorno (:
Scusate il ritardo ma ho avuto parecchie difficoltà ha scrivere questo capitolo e non ne sono molto soddisfatta!
Mi dispiace veramente. Vi ripeto che non sono un medico e non come abbia fatto Darren Criss a rimanere incinto ma nella mia storia è successo. u.u
Questo capitolo è fluff. Non c'è la follia del primo, ma spero vi piaccia ugualmente.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto lo scorso capitolo.
Grazie a tutti quelli che hanno inserito la storia nelle ricordate\preferite.
Grazie a chi ha recensito.
Buona lettura ci vediamo in fondo (:

 


Capitolo 2: A Very Darren Criss Discovery




 “Signor Criss lei è incinto.” Disse il medico porgendo a Darren un test di gravidanza.
“COSA?!” Urlò Chris con gli occhi e la bocca spalancata fissando il dottore come se davanti a lui ci fosse un cavallo verde con tre teste che ballava la conga.
Darren invece aveva lo sguardo fisso sulla sua pancia mentre la accarezzava lentamente con le mani e se ne stava in completo silenzio. Era veramente inquietante.
“Vede signor Colfer, voi vi siete scordati il preservativo e il signor Criss è rimasti incinto. Semplice. Ora non ne sono veramente sicuro perché si devono fare dei test ed un’ecografia, ma i sintomi sono quelli. Intanto propongo di fare questo semplice test e se volete vi prenoto una visita da una mia collega che fa la ginecologa.” Disse l’uomo semplicemente.
Mentre Chris ascoltava esterrefatto quelle parole Darren era come incantato mentre continuava ad osservarsi la pancia.
“Amore, hai sentito quello che ha detto?” Disse Colfer scuotendo leggermente la spalla del fidanzato che parve riprendersi dal suo stato di trance  e alzò gli occhi verso Chris.
“Sarò padre. Saremo padri.” Disse semplicemente il moro, e pronunciando quelle parole una lacrima di gioia uscì dai suoi occhi.
Vedendo la faccia stupita e commossa di Darren anche Chris sentì una certa stretta al cuore. Se era vero sarebbe sul serio diventato padre.
Portò la sua mano pallida a stringere quella ambrata di Darren sopra il suo ventre dove forse stava crescendo qualcuno.
E quando il riccio alzò gli occhi lucidi verso i suoi colore del cielo anche a lui uscì una piccola e luccicante lacrima.
Darren tirò appena su con il naso per poi volgere il suo sguardo al dottor Richard e prendendo il test di gravidanza tra le sue mani.
“Quando posso avere una visita?” Chiese rigirandosi la scatoletta bianca e rossa tra le mani.
“Guardi mi lasci chiamare un secondo questa mia amica, la dottoressa Brown e vedo quando farle avere un appuntamento per un’ecografia il prima possibile. Ora appena tornate a casa fate questo test per avere una prima conferma ok?” Disse il dottore prendendo il telefono e facendo un numero, mentre i due ragazzi annuivano.
“Pronto Lucy, ciao sono io Richard. Volevo dirti che un mio paziente vorrebbe prendere un appuntamento per un’ecografia ed una visita, dimmi quando puoi. Domani alle 17.00? Ok, devi segnare una visita a nome del signor Criss. Grazie ancora ciao.” Il dottore concluse velocemente la telefonata per poi rimettere la cornetta a suo posto e voltarsi verso i due ragazzi.
“Allora, domani alle 17.00 Darren ti ho segnato una visita con questa ginecologa. Tenete in questo foglietto è segnato l’indirizzo dello studio e i contatti della dottoressa Brown.” Disse l’uomo dando loro un piccolo foglietto di un tenue color giallo pastello.
Dopo aver preso il foglietto i due si alzarono e salutando il medico uscirono dalla porta.
Una volta fuori scoppiarono entrambi a piangere dalla gioia abbracciandosi e baciandosi dolcemente, mentre un branco di anziane signore che erano là per farsi prescrivere le analisi li osservavano intenerite a alcune avevano anche applaudito.
A loro due non importava assolutamente nulla, erano nel loro piccolo mondo dove le vecchiette impiccione erano l’ultimo dei loro problemi.


 



  
Il viaggio in macchina era stato abbastanza silenzioso, Darren aveva continuato per tutto il tempo ad accarezzarsi il ventre e a tirare su il naso ogni tanto.
La radio era un tenue sottofondo che riempiva quel silenzio, ma non era imbarazzato o nervoso, era solo riflessivo.
Avevano bisogno di pensare per conto loro.
Chris invece tentava in tutti i modi di mantenere l’attenzione sulla strada davanti a lui  per evitare di andare a sbattere contro un albero e di tenere le mani ferme sul volante ma erano talmente sudate che scivolavano in continuazione e così le stringeva ancora più forte fino a farsi diventare le nocche bianche.
Tutti e due erano nervosi, spaventati e c’era anche la possibilità che fosse solo un falso allarme, solo che intorno a tutto quel vortice di insicurezza c’era anche una punta di gioia.
Anche se non l’avrebbero mai ammesso entrambi avevano fantasticato su una famiglia ed un futuro insieme entrambi durante la notte mentre l’altro dormiva e i loro occhi correvano sui tratti dell’altro avevano immaginato un bimbo o una bimba con dei ricci scuri e la pelle chiara.
Avevano fantasticato sulle domeniche al parco.
Sul fare i biscotti a natale in tre o più.
Sul comprare dei vestitini piccoli piccoli.
Sulle pappette dai colori stomachevoli.
Sullo stare svegli la notte.
E su tutte quelle piccole cose che da sempre nella loro mente avevano il significato di famiglia.
 
Arrivati a casa andarono in cucina per sedersi e bere un bicchiere d’acqua.
“Allora..” Cominciò Chris nervoso.
“Devo fare quel test per vedere se insomma saremo padri.” Disse Darren poggiando la scatolina sopra il tavolo di legno chiaro.
Entrambi la osservavano come se fosse una sorta di alieno blu, ma sapevano di doverlo fare.
Finirono i loro bicchieri in completo silenzio e l’unico rumore che si sentiva era il vorticare dei loro pensieri dentro la loro testa.
Poi il riccio alzò di colpo la testa prendendo le mani di Chris tra le sue.
“Amore, dobbiamo farlo. Sono terrorizzato  ma lo devo sapere. Lo dobbiamo sapere.” Chris puntando i suoi occhi blu in quelli dorati del riccio annuì.
“Andiamo.” Disse poi alzandosi e porgendo una mano a Darren, il quale prese in test di gravidanza, e a passi tremanti si diressero verso il bagno.
Appena si trovarono davanti alla bianca e liscia porta di legno Darren parlò:
“V-vuoi entrare con me?” Chris scosse la testa.
“Fai pure, poi esci e aspettiamo il risultato.” Gli rispose Colfer aprendo la maniglia di ottone e aspettando che il suo ragazzo entrasse.
Darren entrò dentro il grande e luminoso bagno chiudendosi la porta alle spalle, si sentiva soffocare, era chiuso in una stanza con tutte le sue ansie e preoccupazioni, ma anche la sua gioia.
Aveva paura di non essere maturo abbastanza.
Aveva paura di non poter essere un bravo padre.
E aveva paura di esternare la sua gioia. Sin da piccolo aveva sempre sognato una grande famiglia numerosa con la persona che amava al suo fianco e tanti piccolini  che giravano tra le sue gambe facendo disastri e ridendo come pazzi. Lui voleva questo, ma Chris?
Aveva paura che Chris non volesse lo stesso. Erano ancora molto giovani dopotutto, ma a Darren non importava, ma forse a Chris si.
Magari il suo ragazzo avrebbe voluto aspettare ancora qualche anno. Avrebbe voluto che fossero entrambi più adulti e maturi.
O che forse una famiglia non era quello che voleva.
Magari nel suo futuro vedeva loro due soli a vivere come adesso anche tra quindici anni senza problemi e pargoletti di mezzo?
Con questi enormi interrogativi in testa abbassò la zip dei pantaloni.
Chris osservò la porta chiudersi e ora era solo con i suoi pensieri. Aveva una fottuta paura.
Aveva paura di non essere un bravo padre.
Di essere troppo giovane per un impegno così grande.
Certo una famiglia era sempre stata nei suoi progetti e da quando aveva conosciuto Darren si immaginava due o tre bimbi dai ricci mori, ma di certo non così presto e così improvvisamente.
Era sempre stato abituato a progettare tutto sin nei minimi particolari e di certo una famiglia così all’improvviso e così presto era l’ultima cosa a cui pensava, ma era felice.
Ed aveva paura che Darren non lo fosse.
Non avevano mai parlato di avere una famiglia anche se stavano insieme da più di due anni.
I suoi pensieri furono interrotti dalla porta che si aprì e ne uscì Darren che teneva la testa bassa e aveva lo stick in una mano ed il foglio delle istruzioni nell’altra.
“Qui c’è scritto che dobbiamo aspettare due minuti.” Disse semplicemente il moro posizionandosi davanti a Chris, il quale si avvicinò a lui e lo abbracciò stretto sussurrando al suo orecchio.
“Qualsiasi cosa accada sappi che ti amo.” Darren si staccò appena per agganciare i loro occhi.
“Anche io.”
Passarono quei due minuti abbracciati in silenzio aspettando che quelle linee comparissero, contando i secondi nella loro mente.
Ogni secondo era una nuova paura.
Paura che tutta quell’ansia potesse essere stata inutile.
Paura che il test si potesse sbagliare creando in loro false illusioni.
Paura di come tutta la loro vita sarebbe potuta cambiare.
Paura che il loro rapporto si sarebbe potuto rovinare.
Le paure erano tante ed aumentavano di secondo in secondo, fin quando il loro countdown mentale non terminò.
Si staccarono lentamente e puntarono lo sguardo sullo stick bianco e rosso.
Al centro davano sfoggio di loro stesse due liniette rosse.
 


 



Eccoci alla fine! A me questo capitolo non convince proprio ma spero che vi sia piaciuto e che sarete così buoni da lasciare un piccolo commento a questa storia. *occhi da cucciolo*
Regalo caramelle a chiunque scriverà una recensione!
P.S. Non era in alcun modo un tentativo di corrompervi. C:
Alla prossima.
Martina.(:

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2018387