Fairy Oak - Attenta Felì (Fan-Fiction Sul Continuo Dei Libri Di Fairy Oak)

di fusillino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentimenti ***
Capitolo 2: *** “Il Libro Saggio” ***
Capitolo 3: *** “L’Apparenza Inganna” ***
Capitolo 4: *** “Spiegazioni” ***
Capitolo 5: *** “Volanelcielolalunalunatica” ***
Capitolo 6: *** “Solo una Coincidenza?” ***
Capitolo 7: *** “Delusioni” ***
Capitolo 8: *** “Leontopodium Alpinum” ***
Capitolo 9: *** “La Nuova Arrivata” ***
Capitolo 10: *** “Occhi Di Fiamma” ***
Capitolo 11: *** “L’Ufficio Postale” ***
Capitolo 12: *** "Il Nuovo Regolamento" ***
Capitolo 13: *** “Crostate di More e Rami di Quercia” ***
Capitolo 14: *** “Piccole Delusioni” ***
Capitolo 15: *** “Attenta Felì!” ***



Capitolo 1
*** Presentimenti ***


Vaniglia non esitò a dire di si e i due si scambiarono un grande e lungo bacio che fece comparire una scintilla nel cielo. Allora partirono subito le domande, Flox che era rimasta stupita, stava per iniziare a parlare quando all'improvviso una grande nube nascose tutta la Valle di Verdepiano. Gli abitanti, che festeggiavano la vittoria, si spaventarono e si rifugiarono nella scuola delle gemelle. Tornò il sereno ma stranamente Jim non era più lì. Babù, preoccupatissima, iniziò a cercarlo insieme a sua sorella Vì seguita da Flox, Acanti, Francis, Celastro, Shirley, Grisam e tutta la "Banda del Capitano". Passarono molte ore e Dalia, Cicero e Felì chiamarono le ragazze per l'ora di cena. Vì entrò subito (aveva una fame da lupi) mentre Babù si fece attendere. "Non ti preoccupare Babù, troveremo Jim, te lo prometto, parola di Fata!" dissi. Vaniglia sapeva di poter contare sulla piccola fatina e si tranquillizzò. Qualcosa fuori dalla finestra si muoveva e fu solo Pervinca a vederla. La porta si aprì e una luce accecò tutti tranne me, così la ri-chiusi e tornai a mangiare. Nessuno parlava. Le gemelle andarono a dormire e narrai loro di quando lessi la lettera del "Gran Consiglio Dei Saggi". Le bambine tardarono ad addormentarsi, mi sentivo strana, per tutte le gocce, ero turbata da qualcosa. All'improvviso apparve una scritta sul vetro appannato della finestra: "Il Gran Consiglio Dei Saggi Ha Deciso". Non capii più niente e provai a decifrare in tutti i modi quella frase, fino a quando non caddi nel sonno.

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Capitolo 2
*** “Il Libro Saggio” ***


La mattina dopo il primo a svegliarsi fu Cicero che, lentamente, giunse alla porta di casa e con aria svogliata la aprì. Trovò un grosso pacco con l’intestazione: “Per Sefeliceiosaròdirtelovorrò Dal Gran Consiglio Dei Saggi Urgente” Dato che era mezzo addormentato, non si accorse che quel pacco era per me e lo mise vicino alle scale. Pervinca, in ritardo come al solito, si scaraventò al pian di sotto, vide subito il pacco e tutto d’un colpo lo aprì. La sua faccia divenne pallidissima. Il libro era maestoso presentava una grande scritta “Il Libro Saggio Del Gran Consiglio Dei Saggi”. Pervinca stava per svenire quando vide una piccolissima postilla in fondo al libro: “Questo libro viene donato ad ogni fata che resta con una o più bambine per ben 10 anni”. Io e Vaniglia la aspettavamo in cucina ma Vì, prima di andare, nascose il libro. Quella mattinata non passò velocemente. Le gemelle si avviarono verso la scuola. Per tutta la mattina Pervinca leggeva sempre quel libro: in classe, in giardino, in bagno… da tutte le parti! Ed ogni capitolo che passava diventava una lacrima sul viso della giovane strega. All’uscita la bambina non rivolse la parola a Babù e, appena mi vide, si mise a piangere. La scena fu non volutamente spiata da Jonathan Shuanmà, guardiano della scuola, che trovò, sotto il banco di Pervinca, un piccolo blocco per gli appunti. Pervinca ritornò in classe e con aria infuriata prese dalla mano di Jo il suo quadernino. Cosa c’era scritto in quel quadernino rosso lo sapeva solo lei ma Vaniglia riuscì a sfilarglielo dalla borsa. Purtroppo non me ne accorsi, ero troppo spaventata e turbata per quella scritta. La riscrissi mille e mille volte! “Cos’hai, Felì?” mi chiesero le bambine. “Nulla, sono un po’ pensierosa. Venite, prendiamo qualcosa alla bottega delle delicatezze. Pervinca perché piangi ancora, cosa è successo?” “Niente, Felì, scusa… ho sempre paura di restare sola. Ti voglio bene”.Sorrisi. Un’altra scritta apparve sulla finestra della camera delle gemelle, questa diceva: “Attenta, Il Libro E’ In Mani Sbagliate”.

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Capitolo 3
*** “L’Apparenza Inganna” ***


Quella notte non passò velocemente: non dormii e cercai ancora di capire ma, all’improvviso la luce del giorno prima abbagliò la stanza. “Fatina, attenta, un libro che per te bello è in mani sbagliate. E chi lo legge soffrirà molto!” disse una voce proveniente dal sotto-scala. Volai a controllare ma non trovai niente. Iniziai così a ripensare ai vari pianti di Vì e non ne capì il motivo, una voce più dolce della precedente mi disse : “Felì, sciocchina di una fata!!! Non hai capito? La soluzione è il Buio…”. “Il Buio?” risposi. “Ah, si il Buio!!! Che sciocca che sono, per tutte le ali del Regno Delle Rugiade D’Argento… Pervinca!!! E’ lei che ha il libro…!” Vaniglia si alzò per andare in bagno e disse: “Felì, non dormi?”. “Non ti preoccupare di me Babù, anche se non dormo e come se lo facessi”. “Ah…” rispose la piccola strega della luce. Il quadernino rosso di Pervinca diventò fosforescente e volò fino a me. “Eh questo cos’è? C’è scritto: Appunti Segreti Di Pervinca, Riassunto Del Libro Saggio Del Gran Consiglio Dei Saggi. Ah, niente di che, sono solo appunti di Vì.” Sgranai gli occhi: “Cosa??? Il Libro Saggio Del Gran Consiglio Dei Saggi??? Un momento! Ma non è il titolo del libro di cui mi aveva parlato Lalù (Volanelcielolalunalunatica), la mia fata-amica con molti anni di esperienza? Dov’è il libro, lo devo prendere, è di questo che parlava la voce ed è per questo che Pervinca quando mi vede piange! Lo sta leggendo!!!” Vaniglia tornò dal bagno balbettando: “Ah, Felì… quello è un blocchetto di Pervinca su un certo libro saggio… non so…” “Dove l’ha trovato, Babù?!” gridai. “Nella borsa di Vì, c’era anche un libro. Buona notte Felì…!”. “Notte tesoro”. Oramai Vaniglia sembrava essersi scordata della scomparsa del suo fidanzato ma la mattina dopo iniziò a urlare e a piangere ripetendo sempre: “Jim!”. Tomelilla la tranquillizzò e accompagnò le gemelle a scuola. Vidi Pervinca maneggiare il libro e posarlo vicino alla finestra. Chiamai Prud, Etalì e Piffero e durante una breve pausa riuscimmo a prenderlo. “Ecco, Felì, mi hai fatto fare una fatica immensa per prendere questo libro!” disse infastidita Prud. “Prud! Per tutte le piante di Fairy Oak, non vedi che è un libro importante?” aggiunse Etalì. “Si, il Libro Saggio Del Gran Consiglio Dei Saggi! In questi ultimi giorni ho avuto degli strani presentimenti” dissi con tono serio. “Ma che cos’è???” gridarono le altre in coro. “Shh… non gridate!!! Vedete? E’ un libro che viene dato alle fate che hanno fatto le baby-sitter per almeno dieci anni! A voi non è arrivato?”. “No, ed io ho tanti anni di esperienza” disse Etalì. “Neanche a noi è mai arrivato, Felì!” sussurrarono Piffero e Prud. “Mah… chissà… un momento! Ho sentito una voce che diceva che lo dovevo leggere solo io e che se lo avesse letto qualcun altro avrebbe fatto soffrire quella persona! E Pervinca l’ha letto!” Così, dopo aver detto ciò, iniziai a leggere le prime righe. Aprii il libro e questo si trasformò in una farfalla che volò via. Ci stupimmo tutte e all’improvviso sentimmo dei passi…

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Capitolo 4
*** “Spiegazioni” ***


Io e le altre ci voltammo e trovammo sulla porta la piccola Vì, con le lacrime sul viso, che disse: “Fatina mia non te ne andare ti prego!”. “E perché dovrei, Vì, abbiamo ancora 5 anni” risposi volando dalla mia Pervinca. “Ma…ma… io ho letto su quel libro che tu te ne saresti andata prima…” “Non ti preoccupare, Pervinca, è un libro speciale, se lo legge qualcuno a cui non è intestato può vedere solo cose brutte, ma se lo leggo io questo si trasforma nel mio animale preferito!” “Ah… scusa Felì, non lo sapevo… c’erano scritte cose brutte. Diceva che tu avevi tradito una delle leggi più importanti: lasciarci sole. E così saresti stata esiliata dalla Valle di Verdepiano” “Cosa dici, Vì! Non pensare nemmeno a queste cose!” “Scusa Felì”. Diedi un bacio alla piccola strega e insieme tornammo a sederci per la lezione. Finita la scuola, Vaniglia iniziò a cercare ancora Jim, insieme a Grisam e alla Banda Del Capitano. Ma dopo un po’… “Ancora niente, Babù!” gridò Grisam. “Ma dove sarà, dove!!! Il mio Jim, proprio ora!?” rispose Vaniglia. “Dai, lo troveremo!” gridò ancora più forte Grisam. Finita la ricerca Grisam annunciò una riunione speciale per Jim, programmata per il giorno successivo. Volai da Tomelilla per chiederle del libro: “Sai, mia strega, mi è arrivato il Libro Saggio del Gran Consiglio Dei Saggi, e Pervinca l’ha letto!” “Il che cosa di chi?” rispose la strega incuriosita. “Il Libro Saggio Del Gran Consiglio Dei Saggi! E’ un libro che viene dato alle fate che fanno le baby-sitter da almeno dieci anni” “Ho capito Felì… ma non so cosa sia! Sono dispiaciuta… forse Duff lo conosce…! Dovrebbe essere qui tra poco per prendere un tè. Ora vai Sefeliceiosaròdirtelovorrò, vola dalle gemelle”. “Grazie, mia strega. A dopo.” La mia strega scese le scale per andare nella sua sala degli Incantesimi e vidi che prendeva un libro dalla sua biblioteca: “Magiche Fate", si chiamava. Conoscevo quel libro, me ne parlava sempre Lalù. Andai dalle mie gemelle e raccontai loro la storia di Volanelcielolalunalunatica. Mi ascoltarono attentamente…

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Capitolo 5
*** “Volanelcielolalunalunatica” ***


“Nel regno delle Rugiade d’Argento ha sempre vissuto una delle più sagge fate del popolo magico: Lalù. Era molto piccola, capelli biondi e pelle chiara. Aveva sempre il sorriso stampato sulla faccia ed era una peperina. Ricordo, quando mi raccontava delle sue avventure, del suo mandato di Baby-Sitter, di ciò che aveva fatto per proteggere i suo cari e ciò che amava, ma quando finiva ogni storia lei spariva, nel nulla. Io ero piccola, avevo circa 800 anni, e quando mi raccontò come mai spariva mi stupii molto: diceva di essere stata toccata da qualcosa di veramente cattivo, più del (sapete cosa…) e la sua punizione per averlo vinto era di sparire per qualche minuto dopo aver raccontato gli episodi della sua vita. Io volevo un gran bene a Lalù, era stata per me: un’insegnante, un’amica, una protettrice e sapevo che in lei c’era qualcosa di speciale; ma non l’ho più vista da quando sono qui con voi. Secondo voi si arrabbierebbe vostra Zia se la andassi a trovare per qualche giorno? Forse si… ma vorrei avere sue notizie. Era così dolce e le voglio ancora un gran bene… ricordo una delle frasi che mi diceva sempre: - Felì, attenta: tu sei stata prescelta per qualcosa di grande, stai attenta agli inganni! Ricordati di me, Felì, sei speciale piccola fatina, noi ci somigliamo. - Scusate se mi viene da piangere, tesori miei, ma le ho voluto un bene grandissimo, per tutte le antenne, la devo ricontattare! Dai andiamo da Zia Tomelilla, forse lei la conosce!” “Felì! Quando Zia è nella sala degli incantesimi è meglio non disturbarla…” mi rimproverò Vaniglia. “Giusto, allora facciamo un salto da Piffero e Flox!” dissi loro. Le bambine sorrisero e ci avviammo verso la casa dei Pollimon. In lontananza vidi Tomelilla uscire di casa e dirigersi, invece, verso la casa dei Burdock. Entrammo.

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Capitolo 6
*** “Solo una Coincidenza?” ***


Flox ci accolse, seguita da Piffero ed un’altra fata, amica della precedente. Mi sedetti insieme alle altre fate mentre le bambine e Flox giocavano con le mollette del falegname… Piffero mi presentò la sua amica, Lulà… aveva un non so che di familiare, non so precisamente cosa, ma la conoscevo. Lulà mi raccontò dei suo viaggi, dal Regno delle Rugiade D’Argento a Verde Piano. Poi mi disse: “Hei, Felì, non credi di esserti scordata di qualcosa o qualcuno?”, io la guardai esterrefatta e pensai tra me e me: “Possibile che sia proprio lei? Volanelcielolalunalunatica? Il nome Lulà è un anagramma di Lalù ma lei non è sparita…!”. Pifferò mi fece un cenno con la testa e sussurrò: “Felì, perché sei così pensierosa?”. “Niente, Piffero, niente…” risposi. Vaniglia, Flox e Pervinca scesero le scale e ci chiesero di andare a giocare fuori. Le seguimmo. Andammo vicino a Quercia tutte insieme. “Hey, Quercia, come va?” chiese Lulà… “BEEENEEEE GRAAAZIIE” gridò Quercia. “Quercia, hai visto Tomelilla?” chiesi. “SIII CEERTOOO, EEEE’ AANDAATAAA DAAAI BUURDOOCK!”. “Grazie Quercia”, mi avviai insieme alle bambine e alle due fate verso Tomelilla. Vidi dalla finestra che parlava con lo Zio Duff mentre maneggiava il suo grande libro… Sentimmo un urlo. Era Babù! Corsi in contro a lei e mi disse di essere cascata da una panchina della piazza. Non mi stupii… il Signor Artur FoglieVerdi era ormai così vecchio da non vederci più e le panchine che montava sembravano di plastica. “Babù ti sei fatta male???” sussurrai… “No, Felì, No!” rispose la bambina. Piffero, Flox e Lulà sia avviarono verso la casa dei Pollimon. Vì trovò un pezzo di foglio vicino ad uno dei rami di Quercia… diceva: -Sì, Felì, sono io… ho passato i brutti momenti e non sparisco più… ma ad ogni volo che faccio stò sempre più male. Mi sono fatta vecchia, Felì! Mi troverai domani mattina, alle 9.00, nella serra di casa Periwinkle. Un saluto, Volanelcielolalunalunatica- Rimanemmo tutte quante di pietra. Era tardi e ci avviammo verso casa, pensierose… Lungo la strada incontrammo Tomelilla, che ci tenne compagnia fino a casa. Fu una notte serena, al nostro risveglio, trovammo una nuova molletta con raffiugurata Lalù/Lulà. Erano le 8 e 35. Mi preparai e scesi per fare colazione.

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Capitolo 7
*** “Delusioni” ***


Dalia ci preparò delle squisitezze e decisi di accompagnare un po’ prima le gemelle a scuola, per andare da Lalù. Volai in serra ma non trovai nessuno, erano le 9 in punto. Aspettai una decina di minuti ma niente… rimasi delusa. Poi, all’improvviso vidi cadere da uno degli alberi di Tomelilla una foglia bianca, con su scritto: “Scusa”. Pensai fosse di Lalù ma era firmata in un modo strano… una specie di T contorta… per tutte le fate, come avrei voluto avere in mano il “Libro delle firme”. Tomelilla mi chiamò: “Felì! Vieni! Ho notizie!”. Volai in cucina. “Ho parlato con Duff e a quanto pare quello è un libro speciale, si narra che se una fata viene toccata da qualcosa di veramente cattivo può ricevere quel libro. Ma non solo in questo caso, se poi questa narra tutta la sua vita ad un’altra fata, per filo e per segno, anch’essa, a sua volta, riceverà quel libro: può essere bello quanto brutto ed ha il potere di far RICORDARE le esperienze più tramautiche! Ma tu non hai ricordato niente, strano… chiederò a Duff! Ah, poi ha detto che chi lo legge, se non è il destinatario del libro, può trovare le cose più brutte a cui può pensare…”. Rimasi pietrificata… “Ma come mai c’era scritto che era destinato a chi era fata Baby-Sitter da più di 10 anni?” domandai. “No, Felì, è una scritta in codice… solo i maghi più potenti la possono decifrare ” mi rispose. “Lalù non mi aveva mai detto che il libro si potesse tramandare, ma almeno adesso sarò più veloce…” dissi. “Certo Felì, basta che nessuno prima di te abbia letto il libro! Ma l’hai aperto solo tu… vero?”. Diventai tutta rossa. “Sefelicetusaraidirmelovorrai…! Purtroppo, il potere non si avvererà… !”. Salutai la mia strega e volai verso la scuola a testa bassa. Nel pomeriggio Grisam riunì la Banda del Capitano, con una precisa missione: trovare Jim. Si divisero: Gruppo 1: Pervinca, Flox, Scricciolo, Acanti --->Parte Nord ed Est Del Villaggio Gruppo 2: Vaniglia, Shirley, Tommy, Celastro ---> Parte Sud Del Villaggio Gruppo 3: Grisam, Melissa, Nepeta, Francis ---> Parte Ovest Del Villaggio Non fecero in tempo neanche a partire che iniziò a piovere… I maghetti della luce non riuscirono a bloccare la tempesta, era troppo forte, quelle gocce avevano un colore strano, contorto, come gli occhi di una persona accecata dall’amore. Dovettero ritornare tutti a casa. Vedevo Vaniglia piangere… ero triste e avrei voluto far qualcosa. Iniziai così a raccontar loro una storia, che conoscevano ormai fin troppo bene: la loro nascita. Mi sentii cadere, così, all’improvviso. Il sole era appena tramontato: bussarono alla porta.

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Capitolo 8
*** “Leontopodium Alpinum” ***


Cicero aprì la porta. Una scintilla di luce illuminò un cesto, udii un pianto. Dalia prese il cesto e vi trovò un piccolo bambino. Lo guardammo esterrefatti, era un maschio: la copertina che lo conteneva era blu. Vaniglia lo preso subito tra le sue braccia e Pervinca subito brontolò: “Non ti ci affezionare, Babù. Tanto lo dovrai presto lasciare.” “E perché dovrei, l’abbiamo trovato noi ed è nostro!” rispose la piccola Vaniglia con le lacrime agli occhi. “Babù, Vì ha ragione… dobbiamo cercare i suoi genitori”. Tomelilla prese dalla cesta un foglio ed una catenina con il simbolo di un forziere. “Oh, che strano… è uguale alla catenina di Jim!” disse esterrefatta Vaniglia, che iniziò a leggere: “Cara famiglia Periwinkle, spero vi possiate prendere cura del piccolo Leontopodium Alpinum, o semplicemente Pod. Un abbraccio e un saluto a Vaniglia, devo andarmene via da qui, attenti… girano strane voci sul “Gran Consiglio Dei Saggi” e su uno certo libro… Non posso dirvi altro né sulle voci né sul bambino. JIM” “Il mio Jim?! Dove sarà mai!” urlò la piccola strega della luce. “Calmati fifona! Starà bene…” disse la sorella. Tomelilla, pensierosa, scese nella sala degli incantesimi, la seguii: “Mia strega… cos’è la storia delle voci sul Gran Consiglio?” gridai. “Non lo so, Felì, non lo so. Preparate qualcosa per Pod, ho bisogno di pensare. Qualche settimana fa mi è arrivata una lettera con alcuni nuovi membri nel Gran Consiglio. Ma l’ho buttata. Ora vai Felì, vai.” Sussurrò la strega. Volai su, vidi Vaniglia prendersi cura del piccolo e Vì borbottare sul problema della pioggia: “Potevamo trovarlo questo Jim, così almeno smettevi di commiserarti, Babù!” bofonchiò. Mi sentivo strana e non capii più nulla. Il tempo era volato. Era l’ora di andare a letto. Il temporale continuò fino all’indomani. Ma al nostro risveglio trovammo una sorpresa. Il piccolo Leontopodium svolazzava per il soggiorno ridendo come un fiore ridarello. Gli andai vicino e lui beh… lui mi guardò entusiasta. Vaniglia schioccò le dita e il piccolo scese. “Sembra quasi che comandi ai segnali di Vaniglia…” pensai. La scuola era chiusa per un allagamento dovuto al temporale e così la Banda si riunì, Vaniglia portò con se il piccolo Pod.

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Capitolo 9
*** “La Nuova Arrivata” ***


Grisam fece entrare tutti i bambini nella baracca e iniziò a parlare: “Abbiamo avuto molte sorprese, belle e brutte! - guardò Pod - Ma dobbiamo iniziare a lavorare seriamente. Lasciamo perdere per un po’ Jim - Vaniglia starnutì - e cerchiamo di concentrarci sul libro che è stato dato a Felì. – “Eh? Ah si… il libro” commentai – Acanti prendi questi fogli e distribuiscili, spiegano brevemente le cose che sappiamo sul libro. Intanto vi presento una nuova arrivata, si è appena trasferita da un villaggio non lontano da qui: Laelia. Laelia Anceps!”. Fissai per qualche secondo quella bambina, pur essendo piccola aveva degli occhi che sapevano qualcosa. Il colore dei suoi capelli era come quello di una corteccia pregiata e avevo un neo sulla guancia destra che le dava un tocco magico. I bambini le diedero il benvenuto. Nessuno le chiese se era strega della luce o del buio. Grisam continuò il suo discorso: “Laelia ha un potere speciale: i suoi consigli sono preziosi e aiutano sempre”. Vì fece un cenno quasi per ridere. Laelia iniziò a parlare, aveva una voce soave: “Cari amici, vengo da un posto molto lontano e so di aver visto cose brutte, anzi bruttissime. Spero possa essere vostra amica. Di amici ne avevo… ma quasi tutti sono finiti nelle mani del cattivo ed io sono rimasta… pura. Ma sapete il nemico l’ho visto e l’ho tocc… ehm… sfiorato”. Tutti la guardarono stupiti. La piccola aveva l’aria di aver detto troppo, così si sedette e si avvicinò al piccolo Pod: “Ehi, piccolo, cos’hai di familiare? Io ti conosco! No mi sbaglio scusatemi”. Uscì. Mi voltai verso la finestra, la bambina stava guardando il mare anzi, sembrava quasi che ci parlasse. Non credevo ai miei occhi, era sparita!”. Andai fuori e lei era lì. Iniziò a parlare: “Ciao. Tu devi essere Sefeliceiosaròdirtelovorrò, ho sentito molte cose su di te. Ma ora ascoltami, ti do un consiglio: questa notte non muoverti dal tuo lettino… potrebbero accadere cose strane!”. Stavo per svenire quando Babù mi chiamò.

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Capitolo 10
*** “Occhi Di Fiamma” ***


Ero pensierosa… due nuove persone a Fairy Oak…. e in soli due giorni!. Strano… e a cosa dovevo stare attenta?! “Felì!!!”, insisistette Babù. Entrammo dentro, e dopo di noi anche Laelia. Grisam ci salutò, così, di punto in bianco. Aprimmo la porta per tornare a casa. “E tu dove vai ora?” chiese Vaniglia alla nuova arrivata. Vì intervenne: “Babù! Non sono affaracci tu…” – “Da Grisam!” la interruppe Laelia. “Vedi, da Grisam! Come da Grisam?! Me lo vuoi rubare, voglio la verità! Dilla!!!!” urlò la strega del buio. Ero rossa di vergogna. Salutai la ragazza, scusandomi, presi per i capelli Vì e la portai a casa. Vaniglia ci seguì 10 minuti dopo. Pervinca era infuriata, non faceva altro che sbattere sul mobile color pesca di Dalia. I miei tentativi di fermarla non portarono a niente. Dopo pranzo andammo tutti a casa dei Burdock, per una festicciola organizzata dalla “Bottega delle delicatezze”. Mangiammo di tutto, per tutte le foglie, proprio di tutto! Pervinca era tornata a sorridere, naturalmente dopo aver fatto uno scherzo a Laelia. Gli occhi della nuova arrivata diventarono rosso fiamme. Me ne accorsi… ero proprio davanti a lei. La ragazza tornò ad essere normale e con la sua solita voce dolcissima mi disse: “Sai… Felì! Volanelcielolalunalunatica!”. Non capii… dopo pochi secondi la guardai esterrefatta e lei scomparve. Volai dalla mia strega per dirle ciò che era accaduto ma non iniziai neanche a pronunciare il suo nome che la bambina stava giocando con Babù e Grisam, guardandomi arrabbiata. Era appena tramontato il sole, Pod urlava, Pervinca stava per farlo e Vaniglia era felice. Cicero e Dalia ci precedettero sulla via verso casa.

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Capitolo 11
*** “L’Ufficio Postale” ***


Capitolo 11: “L’Ufficio Postale” Qualcuno bussò alla porta. Era il sindaco Pimpernel con la figlia. Cosa volevano lo sapevano solo loro, Vaniglia era sospettosa e portò il piccolo Pod in camera. Scarlet la indicò e due uomini corsero a prendere il piccolo. Il sindaco disse: “Cara famiglia Periwinkle, mi dispiace dirvelo ma dobbiamo portare Pod al nuovo orfanotrofio”. Orfanotrofio? Ma a Fairy Oak non ce n’è mai stato uno… cosa blaterava il signor Pimpernel? Cicero prese la lettera che trovammo insieme al bambino e la presentò al signor Pimpernel: “Cicero, mi dispiace, con tutto il bene che voglio alla vostra famiglia – Scarlet bofonchiò - … ho trovato un vecchio regolamento, era nelle segrete del municipio. Provvederò a distribuirvelo in settimana” rispose. Lo ringraziammo, tra le lacrime di Babù e le parolacce che Vì scagliava contro quell’anatra di Scarlet. Era quasi l’ora di andare a letto. Da giorni non andavo nella serra, da Tomelilla. Purtroppo mi fermò un tuono che si scaraventò sull’albero fuori alla porta di casa. Dalia e Cicero aprirono la porta per vedere cosa stava succedendo ma trovarono solo un uomo stramazzato in terra, con una barba folta e lunga. Lo fecero entrare per prendere una tazza di camomilla, il signore sprofondò addormentandosi. Dalia e Tomelilla trovarono nella sua giacca un documento intestato a Jim. All’inizio non venne nulla alla loro mente, poi capirono che era tornato… con un aspetto nuovo, ma era lui, il nostro Jim. Così mettemmo una coperta sulle sue spalle e lo lasciammo li a dormire. Corsi dalla bambine per raccontare loro una storia ma già dormivano beatamente, Pervinca con il pugno chiuso e Vaniglia con qualche lacrima agli occhi. Chiusi la finestra e mi misi anche io a dormire, dopo aver bevuto un sorso della camomilla, era stata una giornata faticosa. “Sveglia!!!!”, Pervinca mi stava prendendo per le ali… odio quando fa così!!! “E’ tardi, Felì!” mi riprese. “Sisi… Jim…” farfugliai. “Oh Felì non mi dire che hai bevuto la camomilla di mamma. Ci ho messo dentro un po’ di polvere magica addormentina!”. Mi alzai e corremmo giù. C’erano Dalia, Cicero, Tomelilla e… Jim! Pervinca lo guardò e disse: “Chi è?”. Vaniglia dopo aver spalancato la bocca la brontolò “Come chi è??? E’, è… Jim!!!”. Corse verso di lui e gli diede un bacio sulla folta barba gridando “Cosa ti è successo??? Racconta!!!”. “Forse è meglio lasciarlo riposare, oggi ci racconterà tutto…” brontolò Tomelilla. Vaniglia, triste per non poter stare con il suo ragazzo, camminò verso la scuola. Lasciai le bambine all’affido delle altre fatine. Dovevo correre all’ufficio postale. Gli sportelli erano ancora tutti chiusi così feci una passeggiata nel corridoio, quanti quadri c’erano. Vaniglia, Pervinca, io, Tomelilla, Dalia, Cicero, il signor Burdock, Acanti, Shirley…! Ecco il signor Francis che mi aprì lo sportello. Era il numero tre. Presi una cartolina con l’immagine di Quercia e scrissi alla mia compagna del Regno delle Rugiade d’Argento. Francis mi fermò. “Hai visto com’è graziosa la nuova arrivata? Sembra stia qui da anni!”. Sorrisi.
Cartolina

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Capitolo 12
*** "Il Nuovo Regolamento" ***


Tornai in tempo per la ricreazione, Vaniglia era aggraziata e felicissima. Quando tornammo a casa trovammo il regolamento affisso alla porta: Regolamento Antico Dell’Anno Delle Rose Per I Cittadini Di Fairy Oak 1. Tutti i bambini trovati vanno portati all’orfanotrofio “L’Erba Verde”, sulla prima collina della valle. 2. La guida dei bambini deve essere affidata ai membri più giovani della famiglia del sindaco. 3. E’ vietato sostare vicino Quercia. 4. Nessuno deve correre per le strade. 5. Gli stranieri devono essere subito allontanati. Il sindaco Pimpernel. “Cosa? Non possiamo parlare con Quercia e dobbiamo avere come guida quell’oca di Scarlet?” esclamò Vì. “E per Jim?” continuò Babù. “Shhh… lo terremo da noi…” dissi. Nella strada c’era Laelia che mandava baci ovunque. Qualcosa non mi convinceva. Quando entrammo trovammo Jim che ripeteva insistentemente che nella sua prigionia era sempre notte. Pervinca credette che non stesse bene. “Hai altro da dire?" disse Tomelilla. “Caattiva!” balbettò Jim. “Cattiva chi?” intervenne Dalia. “Dalia, mi sa che sta ancora male...” riprese Tomelilla. Pervinca sbuffò: “Si si… come dite voi, ma secondo me Laelia è cattiva e poi… non è una straniera anche lei?”. Jim svenne. "Scusa Pervinca ma perchè parli di Laelia? disse Vaniglia. "Lo so io! Quella ragazzina è cattiva!" rispose. "Pervinca non dire così" brontolai. Portai fuori le gemelle, alla bottega delle delicatezze dove bevemmo una tazza di cioccolata calda. Che buona! Per la strada incontrammo Flox che ci invitò a casa sua. Piffero insistette. Vaniglia si era messa a chiacchierare con Quercia ma Pervinca la prese per un braccio e la portò via. “Non ricordi che ora è vietato???” brontolò. Vaniglia annuì e si trascinò fino al cancello della villa dei Pollimon.

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Capitolo 13
*** “Crostate di More e Rami di Quercia” ***


Quando entrammo sentimmo un urlo che proveniva da vicino la bottega dei Burdock. Non era la signora Martha, la voce era di bambina. Flox si affacciò alla finestra e intravide il signor Flambà e il sindaco che stavano brontolando Shirley Poppy, oramai con le lacrime agli occhi. Povera bambina, così dolce e così brava. Spostai un po’ la tenda e in una delle vie parallele a piazza “Soffiododicisofficisoffidivento” notai una bambina. Neo sulla guancia destra, capelli color quercia, era Laelia. Va bene, lo ammetto, secondo me quella bambina qui a Fairy Oak combinerà qualcosa, chissà… positivo o negativo? In fondo è una bambina, questa fissazione devo farmela passare. Shirley corse via, prese la via delle ciliege, che portava fuori dalle mura. Una voce interruppe tutto: “Basta!”. Sobbalzammo. Dalla camera da letto uscì Ortensia, la zia di Flox. “Questo è troppo. Prima vi hanno portato via il piccolo Pod, poi ora non si può più parlare con Quercia. Bisogna fare qualcosa. Pancrazio con queste regole mi ha stufato… anche se le ha messe in atto pochi giorni fa. Ripeto: bisogna fare qualcosa!”. La guardammo sbalordite, bussarono alla porta. Flox aprì. Era il signor Burdock: “Felì, bambine, anche voi Piffero e Ortensia, venite a casa Periwinkle. Abbiamo novità di Jim”. Vaniglia prese la giacchetta di foglie d’acro e corse verso casa. Tutti, a passo più lento, la seguimmo. Pervinca lasciò cadere un biglietto, non riuscii a vederne il contenuto ma sono sicura che Quercia, dopo che girammo l’angolo, l’abbia raccolto. Quando entrammo in casa trovammo mezza Fairy Oak. Jim stava parlando… e non la finiva più! Raccontava di cosa una persona gli aveva fatto. Non ricordava proprio chi fosse, solo che si trasformò. Pervinca disse “Laelia Anceps!”, la cui era presente, ma Jim fece cenno negativo con la testa… “Ho incontrato quella bambina, così dolce, così brava! Mi ha anche regalato un sacchetto con una buonissima crostata di more. Dovrei averlo qui, da qualche parte – si mosse un po’ – no, chissà dov’è finito”. Tra la gente ci fu un bisbigliio… tutti parlavano della generosità della piccola Anceps. Jim continuò. Parlai alle gemelle per confonderle su ciò che Jim raccontava. Diceva di essere stato rinchiuso in un baule antico dove fu costretto ad ascoltare una storia che narrava la fine della nostra valle. Poi disse che qualcuno si sarebbe dovuto muovere e avrebbe dovuto combattere, perchè il male non era finito! Fairy Oak era sotto pericolo. Vaniglia non aveva perso il filo del discorso e non ci credeva, vedeva il suo Jim lì ma non credeva a ciò che diceva. Lo fissò nelle palle degli occhi e scappò piangendo verso la camera. La raggiungemmo io, Piffero, Flox, Pervinca e Grisam. I bambini parlarono di riunire la banda del capitano. Il giorno dopo sarebbe stato domenica, niente scuola. Sentii che Jim continuava a raccontare, di un posto strano… dove tutto spariva e riappariva dopo poco. Ma non era sicuro di dire la verità. Ogni tanto diceva di non ricordarsi bene le cose. Gli fu offerta una camomilla, per fortuna avevo bloccato Pervinca il giorno prima, stava mettendo di nuovo la sua pozione al posto dello zucchero… era tardi. Jim fu ospitato dai Burdock, contro la volontà di Vaniglia che si mise a gridare di volerlo tenere con lei. Tutti uscirono e andarono nelle proprie case. Non un saluto, non un abbraccio, niente di niente. Eravamo tutti stanchi e andammo a letto. La mattina dopo c’era posta, strano… era Domenica. C’era una lettera per Tomelilla. I voti del primo quadrimestre delle gemelle e poi una lettera per me.

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Capitolo 14
*** “Piccole Delusioni” ***


Una lettera per me!? Immaginavo già cosa fosse, la aprii e trovai… un buono sconto per la bottega del falegname. Rimasi delusa ma non del tutto abbattuta, mi fidavo di Tantipontiequantimonti… Vaniglia stava aprendo il foglio con i voti, che qui da noi sono così distribuiti: 1000 Ciliegie, 500 Fiori, 250 Fragole, 100 Nocciole, 50 Bacche Secche Li lesse…
Lingue Magiche: 1000 Ciliegie
Suoni Della Valle: 500 Fiori
Studio Degli Animali: 1000 Ciliegie
Maratona Di Fairy Oak: 250 Fragole
Calcoli Delle Fate: 500 Fiori
Lab. Di Falegnameria: 100 Nocciole
Storia Della Magia: 1000 Ciliegie
Geografia Della Valle: 500 Fiori
Disegni Magici: 1000 Ciliegie
Comportamento: 1000 Ciliegie
Giudizio Globale: 685 Foglie

Annotazioni: Ottima Alunna, Studiosa e Diligente.
Mancanze: Non Si Applica Nei Laboratori

Facemmo tutti i complimenti a Vaniglia, triste per quelle 100 Nocciole a Laboratorio di Falegnameria: “Lo so… è importante, ma non ce la faccio… non lo considero una materia!” disse. Pervinca buttò sul tavolo la lettera: “Sarà andata male. Leggetela voi. Io non ne voglio sapere!” Cicero la lesse…
Lingue Magiche: 500 Fiori
Suoni Della Valle: 500 Fiori
Studio Degli Animali: 500 Fiori
Maratona Di Fairy Oak: 500 Fiori
Calcoli Delle Fate: 1000 Ciliegie
Lab. Di Falegnameria: 1000 Ciliegie
Storia Della Magia: 500 Fiori
Geografia Della Valle: 1000 Ciliegie
Disegni Magici: 1000 Ciliegie
Comportamento: 500 Fiori
Giudizio Globale: 700 Foglie

Annotazioni: Studiosa a Casa e Ottima nelle Verifiche
Mancanze: Poco attenta

Pervinca rimase completamente a bocca aperta. Era estasiata. Anche a lei facemmo i complimenti, anche se Vaniglia in quel momento era in preda all’invidia. Pervinca non si aspettava questi voti, la maestra la brontolava sempre… Tomelilla guardò la sua lettera e, salutandoci si ritirò nella sala degli incantesimi. Pervinca ci annunciò che dovevano andare da Grisam. Vaniglia si trascinò dietro tristemente ma Vì, prendendola per la mano le disse: “Sappiamo tutte e due che tu sei più brava. E’ solo questione di fortuna, ti voglio bene Babù!”. “Anche io, Vì…” rispose la sorella. Una nuova riunione le aspettava. Le seguii fino alla baracca del capitano dove erano già arrivati Grisam, Laelia, Scricciolo, la piccola Sophie e Acanti. Vidi che Pervinca si stava avvicinando a Grisam per farle vedere i suoi voti. Grisam le fece un sacco di complimenti e le mostrò la sua pagella: “Shh… non dire a nessuno che è arrivata, ho avuto solo 1000 ciliegie, cinque 250 Fragole e tutte 100 Nocciole”. Pervinca annuì. Volai vicino alla nuova arrivata e da lontano vedere che Grisam stava baciando Vì, ormai tutta rossa in faccia. Dissi a Laelia che volevo parlare. La bambina mi seguì dietro una casa lì vicina… “Sai… vorrei chiederti una cosa…”. “Dimmi pure, dolce fatina”. “Vorrei sapere da dove vieni”. “Ascolta… ora la riunione sta per iniziare, parleremo dopo. Intanto tieni questo, l’ho fatto con le mie mani!”. Sorrise. Mi diede un minuscolo pasticcino, lo addentai tristemente e sentii il sapore di carta. Il sole splendeva come non mai, ma pioveva leggermente… trovai dentro il dolcetto un piccolo foglio che con l’aiuto di Vaniglia riuscii a estrarre e leggere. Ero sbalordita.

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Capitolo 15
*** “Attenta Felì!” ***


Regno Delle Rugiade D’Argento,

Gentile Sefelicetusaraidirmelovorrai,
le comunichiamo che la Regina delle Fate
volerà a casa sua questa sera per parlare
dell’ordine del giorno: “Laelia Anceps”.

Grazie per l’attenzione,
le Fate Scrittrici

Urlai di gioia! La Regina delle Fate sarebbe venuta a casa mia, quella sera! Riferii tutto a Vaniglia e la voce passò da Babù a Vì, da Vì ad Acanti e da Acanti a Grisam. Il maghetto del buio annunciò: “Cara banda del Capitano, per oggi la riunione cambierà ordine del giorno. Dobbiamo preparare la casa dei Periwinkle per l’evento di stasera, arriverà la Regina delle Fate. Prud stava per cadere dalla stufa e tutti iniziarono a raccogliere quante più cose possibili. Laelia fu la più partecipativa, prese festoni e palloncini. Mi guardò quasi per dirmi: “Non mi sono scordata, ne parleremo!”. La casa si trasformò in una reggia, piena di foglie e di piante. Invitammo tutte le fate della valle per l’evento, ognuna portò qualcosa. Dolciumi, caramelle al gusto di rosa (il mio gusto preferito!!!), palmette in onore della Regina e molto altro. Anche Tomelilla, Dalia e Cicero fecero la loro parte creando un mini trono in legno. Eravamo tutti nel soggiorno, i bambini, le altre fate ed io. Alle 8 precise suonò il campanello. Una fata con una corolla di petali di pervinca e dal profumo di vaniglia entrò, accompagnata da cinque fate che le mantenevano un velo trasparente. Volarono fino al trono che era apposta stato preparato. La Regina fece cenno di fare andare tutti via. Nessuno volle muoversi ma le fate che accompagnavano la Regina lanciarono un incantesimo. Tutti senza discutere uscirono, comprese le fate. La guardai spaventata, una fata così gentile stava cacciando tutti?. Le andai vicino, mi fece sedere davanti al trono… “Sai… ho molte cose da dirti. Iniziamo dalla più brutta, non si trova più Volanelcielolalunalunatica. Si stava spostando nella sua nuova casa, creata in un vecchio baule che per lei ha molto valore. Bah…! Comunque… all’improvviso è sparita, sappiamo che non ha più il vizio di farlo continuamente ma ora, è sparita definitivamente… - la stavo per interrompere ma continuò il suo discorso – Riguardo Laelia Anceps non ho trovato nulla sul suo conto. Sembra provenire dalla famiglia degli Anceps, che vive affianco al nostro regno. Non so altro. Ti vorrei mettere in guardia, ho saputo che dal nostro regno è partita una fata, Sentoiltrillodeituoisuoni, più semplicemente Trillo, ti verrà a trovare sotto le spoglie di qualcuno o qualcosa e resterà qui con te, per aiutarti. Stai attenta, perché qualcosa contro di te succederà, ne sono sicura. Ho letto un biglietto di Lalù, prima che scomparisse, c’era scritto… “Attenta Felì!”. Il male è vicino, potrebbe anche essere stato qui, in questa casa, attenta, te lo ripeto… Attenta Felì!”. Volevo parlarle ma la Regina scomparve nel nulla. Avevo paura. Ci ritrovammo davanti alla baracca del Capitano, avevo in bocca il pasticcino, eravamo tornati indietro nel tempo.

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