prova 5
Ecco qui un nuovo capitolo tutto per voi ma in particolare
lo dedico alla mia GOKYCHAN. Spero
che tu adesso stia un po’ meglio! ( per quello che mi avevi scritto nello scorso
chappy)bacioni
Capitolo 5
Sei tu quello che io voglio!
Quel periodo dell’anno era in assoluto il suo preferito.
Quell’aria ancora tipicamente estiva veniva rinfrescata da
quella che tentava di prendere il suo posto, come il regolare ciclo delle
stagioni imponeva, creando così una brezza fresca e delicata che sapeva di
libertà, di trasgressione alle regole, di vita.
Quel movimento sinuoso che le foglie compivano mentre si
staccavano dai rami degli alberi più grandi, lo incantava completamente, il suo
sguardo non riusciva a staccarsene quando con una lentezza quasi esasperante raggiungevano
terra, come se in realtà, non volessero mai giungere a destinazione.
Il colore delle foglie gli faceva venir voglia di osservarle per ore intere senza mai
stancarsene. Quelle tonalità di verdi che passavano gradualmente ai gialli più
meravigliosi non lo inondavano di tristezza come molto spesso accadeva, ma al
contrario gi donavano una tranquillità quasi eterna.
Amava perdersi in quei colori quando poteva, quando nessuno
lo guardava, quando per qualche strano motivo la presenza di Tom al suo fianco veniva
a mancare.
Proprio come in questo momento.
Chiuse gli occhi, e quando lì riaprì, il trovarsi di fronte
quel paesaggio non gli fece l’effetto sperato.
Dio, cos’era successo? era accaduto tutto troppo in fretta!
Tom…
Una mano appoggiata delicatamente sulla sua spalla lo
distrasse dai suoi pensieri facendolo
voltare a guardare a chi appartenesse.
Un’anziana donna dallo sguardo dolce e amabile si rifletté
nelle sue iridi smeraldine mentre un piccolo sorriso nasceva spontaneo sulle
sue labbra.
-Harry, se vuoi puoi entrare adesso- gli si rivolse dolcemente,
mentre i suoi occhi esprimevano più di mille parole.
Annuì col capo, uno strano magone gli impediva di proferire
parola e la sensazione di sconforto e disagio quasi lo invase completamente quando
vide il volto pallido di Tom mimetizzarsi tra le coperte dell’infermeria.
-Su, vai Harry. Ha solo bisogno di riposare un po’ e tornerà
come nuovo- cercò di confortarlo l’anziana donna dandogli un piccolo colpetto
sulla schiena e scompigliandoli affettuosamente i capelli corvini.
Non poté impedirsi di annuire nuovamente mentre le parole
cercavano invano di uscire dalle sue labbra.
Tom aveva un cerotto sulla fronte e uno che gli copriva il
zigomo destro mentre da quello che poteva vedere la caviglia destra era tutta
fasciata. Poteva scorgere diversi tagli anche sulle braccia. Il volto
insolitamente pallido in confronto alla solita cera.
Non aveva mai visto Tom così, anche se era una sciocchezza,
anche per una semplice botta alla testa e qualche graffio…non ci era abituato.
In genere era lui che finiva sempre in quelle condizioni, durante
tutte le loro avventure, era lui quello che chissà come se ne usciva sempre con
qualcosa, mentre Tom l’unica cosa con cui se ne usciva era il suo solito ghigno
da “ tipico Potter! solo tu puoi ridurti così!”.
Sorrise a quel ricordo cercando di calmare quell’agitazione
crescente che albergava dentro di se.
Era ancora in piedi vicino al suo letto fermo e immobile.
Inutile negarlo
Vederlo in quelle condizioni non aveva fatto altro che
aumentare il magone che già si portava dentro.
Sentì la porta della piccola infermeria chiudersi alle sue
spalle e solo allora, come ridestato da mille pensieri, si accorse che decisamente
era il caso di sedersi un po’.
Trascinò una sedia fino al suo letto cercando di fare il
minimo rumore possibile. Rimase per diversi minuti ad osservare colui che era
la persona più vicina ad una famiglia che avesse mai avuto. Il volto era
pallido ma non come gli era sembrato appena entrato, mentre i capelli,
solitamente in ordine sempre impeccabili, assomigliavano sempre più ai suoi in
quel momento.
Quasi senza accorgersene, prese la mano di Tom tra le sue,
prima con tentennamento iniziando a giocare solo con un dito, poi man mano
acchiappandosi tutta la mano. La fissò con insistenza , quasi senza rendersene
conto, cominciando a parlare più a se stesso che a qualcuno in particolare.
Andò avanti per diverso tempo parlando di tutto quello che
gli veniva in mente in quel momento, e dopo che anche l’ultimo sussurro uscì
dalle sue labbra si addormentò appoggiato con la testa sul letto di Tom, mentre
la mano stretta tra le sue rispose inconsapevolmente alla stretta.
-Mi dispiace Tom- sussurrò mentre Morfeo l’aveva ormai
accolto tra le sue braccia.
Il mattino seguente, così come la signore Dolly, lì trovò entrambi
profondamente addormentati. L’anziana donna si ritrovò a sorridere mentre si
accorse che quel monellaccio non le aveva ubbidito per niente continuando a restare lì. Infatti, durante la
notte era entrata per controllare che tutto andasse bene e non si era per
niente sorpresa di trovare il piccolo Harry ancora lì.
Quel bambino poteva essere un birbante, e quanto insolito e
strano ragazzino, ma se c’era una cosa di cui non si sarebbe mai sorpresa era
la profonda amicizia che lo legava a Tom,
a quel bambino altrettanto strano…altrettanto solo. Forse più solo di tutti i
bambini che avesse visto passare in quell’istituto. E lei ne aveva visti
passare veramente tanti.
Si era avvicinata lentamente, scuotendo leggermente il
bambino suggerendoli di tornarsene ne nel suo letto, ma quando questi aveva alzato i suoi occhini
verdi smeraldo contornati da un gonfiore rosso ed aveva rifiutato, aveva tentato
almeno di farlo distendere nel letto vicino, ma a quanto vedeva con scarsi
risultati.
Di questo passo si
sarebbe ammalato pensò rassegnata e contrariata scuotendo leggermente il
capo.
Prese una coperta disposta sul letto vicino e gliela posò
delicatamente sulle spalle facendo attenzione a non svegliarlo, per poi lasciare
nuovamente l’infermeria dopo aver appoggiato due vassoi di cibo sul comodino lì
di fianco.
Tom mugugnò qualcosa di incomprensibile nel sonno mentre un
qualcosa di particolare lo induceva ad aprire gli occhi. Si stiracchiò
leggermente aprendo lentamente due pozzi di petrolio che erano i suoi occhi per
poi subito rinchiuderli.
La luce gli veniva proprio contro causandogli un evidente
fastidio. Istintivamente portò una mano a coprirsi il volto ma si accorse di
non riuscirci.
Aveva la mano destra bloccata. Impossibilitata a muoversi e stretta
in un inusuale colore.
Si allarmò inizialmente non capendo a cosa fosse dovuta la
sua immobilità, ma quando il suo sguardo scorse una cespuglio non ben definito
di capelli capì qual’era la causa.
Troppo stanco per fare alcunché strinse la presa nella sua
mano addormentandosi poco dopo.
Un sonoro sbadiglio risuonò quasi amplificato nella piccola
e silenziosa infermeria. Un bambino dagli
occhi color speranza sollevò il viso
ancora assonnato dalle bianche lenzuola, mentre sulla sua guancia spiccava un
segno rosso per via della posizione in cui aveva dormito.
Aveva la mano calda, quasi intorpidita e non ne comprese
immediatamente il perché. Solo quando riconobbe la figura di Tom ancora
dormiente, i fatti del pomeriggio precedente gli passarono davanti come un
secchio d’acqua gelata.
INIZIO FLASHBACK
…
Tom
fece per ribattere ma un rumore sospetto lo costrinse a fermarsi facendolo
voltare di scatto.
-Ma
cosa…?-
E
poi fu solo il buio mentre il suo corpo cadeva a terra inconsapevole di quello
che sarebbe accaduto di lì a poco.
Era
successo tutto così velocemente da non capire esattamente neanche cosa fosse
successo.
Un
attimo prima stava parlando con Tom e un attimo dopo osservava il suo corpo a
terra apparentemente privo di vita. Era successo tutto dannatamente veloce che
anche il semplice prenderne atto gli era sembrata un’azione fin troppo lunga.
Si
stava per alzare e dirigersi verso Tom quando qualcosa era entrato nella sua visuale
con altrettanta velocità.
Una
strana asticella di legno era a meno di
10 centimetri dal suo volto, rigida e inflessibile quasi da far paura, ma mai
come la mano bianca e pallida ricoperta di vene che la reggeva.
La
pelle bianca si interrompeva all’attaccatura di un lembo di veste nera di
quella che doveva essere la manica, mentre i suoi occhi si alzavano come a rallentatore
arrivando in prossimità del volto.
Non
riuscì a mantenere un sobbalzo quando i suoi occhi incontrarono quelli
dell’uomo di fronte a lui. Era alto come una montagna, corporatura robusta,
viso affilato e spigoloso dai tratti duri e le guance come incavate, ma gli
occhi…gli occhi sembravano spenti, vitrei, in qualche modo assenti.
E
la cosa non gli piaceva per niente.
Prima
ancora di riuscire a dire o fare qualcosa, o anche solo pensarlo, si era
ritrovato quell’asticella premuta a forza sulla sua gola mentre una mano scarna
dell’uomo si era posata sui suoi capelli corvini strattonandoli con forza
obbligandolo così ad assumere un inclinazione alquanto scomoda e dolorante.
Cercò
istintivamente di scostarsi da quella stretta che stava diventando sempre più
opprimente ma di conseguenza ad ogni suo tentativo questa si faceva sempre più
forte.
Aveva
l’impressione che i capelli gli si staccassero improvvisamente mentre tentava
con tutto se stesso di non far uscire dai suoi occhi lacrime di dolore.
-C…chi
sei?-
L’uomo
emise una risata simile ad un latrato mentre avvicinava il suo viso
pericolosamente a quello del moro.
Aveva
una paura cane, ma non gliel’avrebbe dimostrata. In quel momento l’unica cosa
che occupava i suoi pensieri era la vista di Tom di fronte a lui.
-Oh
non preoccuparti per il tuo amichetto, si riprenderà- lo derise l’uomo come se
gli avesse letto nel pensiero
-O
almeno lo farà se tu…- e qui fece una pausa che lasciava ben poco all’intuito -…ti
comporterai come richiesto moccioso-
Il
moro strinse gli occhi mentre sentiva dentro di se crescere un nuovo
sentimento…rabbia, mentre la paura era solo un lontano ricordo.
-Fai
il duro ragazzino?- Ancora quella risata da mettere i brividi mentre il legno
freddo di quella cosa che aveva in mano gli procurava molti più brividi
dell’uomo stesso.
La
sentiva scorrere lungo la sua gola, la presa di quell’essere lo costringeva a
piegare il capo all’indietro mentre lui si divertiva a tracciare segni
immaginari sul suo volto, passando dalla gola, risalendo sulla guancia per poi
fermarsi sulla sua tempia destra. Non ne capiva il motivo ma percepiva quella
cosa come qualcosa di pericoloso, benché
fosse semplicemente un pezzo di legno.
Harry continuava
a guardare con sguardo duro l’uomo
cercando di comunicagrli quanto in realtà non fosse spaventato o
tremante come era normale invece che fosse e contemporaneamente non perdeva di
vista il corpo di Tom a terra.
L’uomo
seguì il suo sguardo e quando vi scorse l’altra figura del ragazzino un ghigno
sinistro si appropriò delle sue labbra facendo mostra di una dentatura galla e
appuntita verso i canini.
Chi
era quell’uomo? Sempre se di uomo si poteva chiamare
-Temi per il tuo amichetto, eh?- una luce
divertita guizzò nelle sue iridi.
-Stai
tranquillo- disse avvicinando il suo volto al suo -non è lui che cerchiamo-
Mai
parole più false furono dette inconsapevolmente, o forse no?
Gli
strinse con forza il mento facendogli così sollevare il viso, mentre con forza
se lo rigirava da una parte all’altra come a esaminarlo.
Il
bimbo strinse maggiormente lo sguardo per non lasciarsi sfuggire nessun gemito
di dolore mentre l’uomo di fronte a sé lo lasciò all’improvviso scaraventandolo
a terra.
-…Anche
se non sembra- asserì ancora studiandolo critico.
Harry
non si chiese neanche cosa volesse dire con quelle parole troppo occupato a
guardare orripilato la sua mano sporca di sangue.
Ma
il sangue non era suo.
Era
caduto di fianco a Tom e per attutire la caduta aveva proteso in avanti la mano
per non crollare addosso al corpo dell’amico, e solo in quel momento si era
accorto del liquido rosso che scendeva dalla sua testa.
Quando
era successo? Perché prima non lo aveva notato?
Non
gli sembrava che Tom avesse sbattuto la testa.
Cercò di voltarlo lentamente per costatare le sue condizioni
dimentico ormai del tutto dell’uomo alle sue spalle che aveva causato tutto
questo, ma prima che le sue dita arrivassero a destinazione si ritrovò
sollevato di peso mentre per qualche strano motivo il suo corpo era come
congelato.
L’unica cosa che
ricordava era una strana parola sussurrata dall’uomo prima che il suo corpo
smettesse di rispondere ai suoi comandi.
Era cosciente di tutto quello che gli accadeva intorno,
come, ad esempio, la camminata strascicata dell’individuo mentre si avvicinava
a Tom ancora riverso a terra, il gesto quasi canzonatorio che la bacchetta
compiva su e giù quasi volesse ridere di lui, così come il suo proprietario.
Aprì la bocca coll’intento di avere spiegazioni mentre uno
strano sentimento si impossessava di lui, un sentimento che aveva superato la
paura, un sentimento che aveva superato l’incredulità, la rabbia, la sorpresa nell’essersi
ritrovato immobilizzato da un secondo all’altro, lo spavento per le condizioni
di Tom.
Il coraggio, e la determinazione di non lasciargliela vinta
a quel mostro per nessun motivo.
In quel momento sentiva che tutto sarebbe andato bene, non
sapeva neanche lui definire questa strana certezza, ma sapeva che alla fine se
la sarebbero cavata da quella situazione, con una convinzione che non aveva
assolutamente niente di ottimistico.
Voleva crederci.
Nonostante la bocca aperta e le corde vocali pronte a
vibrare l’aria che da lì a poco sarebbe passata tra loro, dalle sue labbra non
uscì alcun suono .
Un lampo di spavento e incomprensione passò nelle sue iridi
smeraldine che venne, però, presto sostituito dalla paura quando vide l’uomo
avvicinarsi in modo inquietante a Tom. Lo fissò per diversi secondi con un
ghigno stampato sul volto che si estendeva man mano che i secondi passavano per
poi nascere in una sonora risata sinistra.
Mille e più domande passarono per la mete di Harry in quel
momento
Il chi era quel’uomo? primo tra tutti. Cosa voleva da lui e
da Tom? O a quanto aveva potuto capire solo da lui?
E soprattutto era magia quello che gli aveva appena visto
fare?
Impossibile, cercò di convincersi ma l’immobilità alla quale
il suo corpo era sottoposto gli dimostrava l’opposto.
Lo vide aggirare il corpo dell’amico mentre il suo sguardo
folle non aveva abbandonato neanche per un secondo il suo corpo.
Fece voltare Tom con un poderoso calcio nei fianchi, che
gemendo inconsciamente dal dolore, si ritrovò a fissare smarrito la figura
sfuocata in piedi davanti a lui. Cercò di mettere a fuoco quell’ombra, mentre
la testa gli girava sempre di più e una voce gridava il suo nome quasi
canzonatorio, anzi no...non il suo nome. Quello di Harry.
Oddio, Harry!
Tentò di issarsi sui gomiti, ma quando una mano rude lo
prese dai capelli alzandolo di peso un dolore mai provato lo pervase
completamente.
Chiuse gli occhi quando si sentì tirare talmente forte da
credere che i sui capelli si sarebbero staccati, non vedendo così lo sguardo furioso di Harry.
Dannazione!
Perché Tom non si accorgeva di lui?
Perché stava succedendo tutto questo?
-Smettila- tentava di urlare a quell’uomo, -smettila di torturalo-.
-SMETTILA!-
Lo urlò talmente
forte quando vide Tom riperdere i sensi e il suo corpo rimanere inerme e
immobile retto ancora dalla mano dell’uomo che lo teneva sollevato dai capelli,
che non si accorse neanche quando le sue parole smisero di essere una preghiera
rivolta verso il nulla e divennero invece uno sfogo per qualcos’altro.
-SMETTILA- e mentre queste parole lo colpirono letteralmente
facendolo sbalzare a cinque metri di distanza, il corpo di Tom ormai privo di
alcun sostegno si afflosciò al suolo.
Il tempo sembrò quasi fermarsi mentre l’uomo veniva scaraventato
lontano da loro con una forza spaventosa, e lo sapeva, lo sentiva che era stato
lui la causa di tutto quello.
Aveva il fiato pesante e sentiva quella poderosa forza che
lo aveva invaso scemare tutta d’un tratto, mentre anche il suo corpo sembrava
quasi svuotarsi, come un fiore privo
della sua linfa vitale.
Cominciava a vedere tutto sfuocato e quindi non fu molto
sicuro di vedere quello che in effetti aveva appena visto, o che pensava aver
visto.
L’uomo si era rialzato da terra con uno sguardo stupito, e
orgoglioso quasi, mentre ironicamente una strana luce balenò nei suoi occhi,
prima che lo vide sparire sotto i suoi occhi.
Ma come ho detto non fu sicuro neanche di quello quando
sentì definitivamente le forze abbandonarlo e l’unica cosa ormai certa era
l’urlo di una donna che si dirigeva verso di loro.
FINE FLASHBACK
Ritornò dai suoi pensieri quando una voce piuttosto ironica
gli giunse alle orecchie facendogli automaticamente sorgere un sorriso mentre parole
come “ vedo che sai proprio come trattare
chi sta male” o una cosa del genere rimbombavano nella piccola stanzetta
silenziosa.
-A giudicare dalla tua battutina direi che non stai poi così
male come pensavo- ribatté apparentemente aspro mentre qualcosa dentro di lui
si era ricucito
Che sia stato il suo cuore? Il sollievo nel vederlo
finalmente star bene?
Tom mise su un finto broncio voltando il viso dal lato
opposto continuando a borbottare contro la stupidità di un certo individuo.
Harry in quel momento non seppe perché lo fece, che cos’era
quella forza misteriosa che lo spinse a farlo, ma lo fece e basta, si sporse
sul letto e abbracciò Tom che rimase per un attimo interdetto.
Non era abituato a questi slanci affettuosi da parte
dell’amico, e prima ancora di rendersene conto rispose all’abbraccio chiudendo
gli occhi, mentre una piccola vocina nella sua coscienza continuava a ripeterli
quanto importante fosse quel ragazzetto moro che gli stava spezzando le ossa in
quel momento.
Senza aprire gli occhi pensò di mettere le cose ben in
chiaro
-Se lo dici a qualcuno Potter sei morto intesi?-
Sentì Harry abbandonarsi ad una risata sulla sua spalla
prima di staccarsi e mostrare così a Tom uno dei sui ghigni migliori.
-Per chi mi hai preso Tom? C’e in gioco anche la mia
reputazione- esclamò in tono altezzoso per poi scoppiare a ridere trascinando
anche un più che scettico Riddle.
Erano passati diversi giorni dall’incidente e benché Tom
avesse chiesto spiegazione del perché uno come lui fosse finto in infermeria ,
Harry aveva sempre in qualche modo cercato di evitare l’argomento facendolo di
conseguenza arrabbiare, prendendolo poi in giro dicendogli che “non doveva
agitarsi tanto in quanto era ancora debole e convalescente”.
Inutile dire quanto questo invece lo spronasse ad avere
proprio l’atteggiamento opposto.
Si erano anche accorti che durante “l’incidente “ Tom si era
slogato una caviglia e l’ematoma nero in bella mostra che spiccava ne era la conferma!
Quindi l’umore di Tom in quei gironi era veramente pessimo.
Tra Harry che se la svignava quando lui tentava di fargli
domande sul perché dovesse girare aiutato da un bastone come un vecchio, e per il fatto di DOVER girare con quel
bastone come un vecchio, parlargli normalmente era diventata una vera impresa.
Già detto di che colore era il suo umore? No?
Beh ,una sola parola…nero!
I giorni procedevano sempre in questo modo, con Harry che
evitava di parlarne e con Tom che stranamente aveva smesso di chiedere
spiegazioni.
Questo almeno, finché un giorno non lo braccò letteralmente,
costringendolo con le “buone”, a suo parere, a raccontargli quello che era
successo poco più di una settimana prima.
-Lo sapevo che la tua era solo una tattica- sbuffò il ragazzino
sistemandosi meglio gli occhiali che gli erano scivolati sula punta del naso.
Si ritrovò costretto a raccontargli dell’uomo che gli aveva
puntato la bacchetta alla gola, che lo aveva
schiaffeggiato ed immobilizzato; gli aveva raccontato anche, che quando
aveva cominciato a prendersela con lui, non ci aveva più visto e si era sentito
sopraffare da una rabbia incontenibile e… però a quel punto si era bloccato. Aveva
deciso alla fine, dopo giorni di riflessioni di dire a Tom tutta la verità,
benché neanche lui la conoscesse veramente, ma non ci era riuscito, concludendo
il tutto nel dire che l’uomo ad un certo punto se ne era andato velocemente a
causa di alcuni rumori, e dopo lui era svenuto.
Non era una bugia, diciamo più che altro un mezza verità, in
quanto se ne era andato veramente per quel motivo.
Per tutto il racconto Tom non aveva aperto bocca mentre
assimilava tutto quel strano susseguirsi di fatti, mentre qualcosa di non
ancora ben definito si era impossessato di lui quando aveva sentito dire da
Harry quello che aveva provato quando lo aveva visto maltrattato da quell’uomo.
Tom l’aveva guardato in modo scettico ma aveva lasciato
cadere l’argomento. Sapeva che Harry aveva omesso di raccontargli qualcosa di importante ma preferì non indagare oltre,
se l’avesse voluto sarebbe venuto a parlarne.
-Stupido sentimentale- sbuffò a racconto concluso smorzando
così l’atmosfera tesa che si era venuta a creare mentre il moro liberò il fiato
trattenuto inconsciamente e il suo cuore riprendeva a battere normalmente.
***
-Bambini silenzio- risuonò la voce della direttrice mentre
quasi simultaneamente ogni bambino seduto ai tavoli della mensa smetteva di
chiacchierare tra loro per prestare attenzione alla donna che si era appena
alzata in piedi.
Parlò per diversi minuti di cose abbastanza noiose a parere
di Tom ed Harry che invece erano molto più interessati a conversare tra loro
ricevendo diverse occhiate scocciate Miranda Swat che sedeva di fronte a loro.
Una piccola “so tutto io” così come l’aveva sopranominata
Tom, capelli biondissimi ed occhi scuri incorniciavano quello che sarebbe stato
senza dubbio un bel visino se solo il carattere non fosse stato così pessimo.
Tom le rispose ghiacciandola con lo sguardo e lei non si
permise neanche più ad incrociare i loro sguardi.
Il discorso aveva preso un piega veramente noiosa a parere
dei due, mentre Tom per poco non imprecava ad alta voce esprimendo così quello
che la maggior parte di loro pensava solo.
Parole come “settimana prossima” e “possibili nuovi genitori”
furono percepite da entrambi che si irrigidirono al solo udirle.
Nuovi genitori avrebbe di conseguenza significato la loro
separazione che era una cosa che nessuno dei due avrebbe mai permesso e soprattutto
accettato.
Ma anche a questo c’era rimedio. In fondo quale pazzo
avrebbe adottato uno dei due?
-.…e per concludere… per domani è stata organizzata una
breve visita allo zoo qui vicino…-
Non riuscì nemmeno a finire la frase che mormorii concitati
invasero la sala, e per la direttrice continuare fu pressoché impossibile.
Tom sbuffò infastidito mentre la notizia dello zoo non gli
faceva ne caldo ne freddo. Si voltò per cercare con lo sguardo il suo migliore
amico e non si sorprese affatto di vedere nelle sue iridi smeraldo impazienza
ed eccitazione.
A questo punto era ovvio…
Harry non vedeva l’ora di andarci.
Con un’ulteriore sbuffò inforcò con forza il pezzo di carne
nel suo piatto maledicendo chiunque avesse inventato una cosa inutile come gli
zoo.
Finiiiiiiitoooooooo!!!Anche questo andato! Per la gioia di
chi preferisce Harry e Tom ecco qui un capitolo incentrato solo su di loro!
Volevo anche dire per chi aspettasse l’aggiornamento di “GUARDIA & LADRO” lo avrà martedì o
mercoledì, e posterò sempre in uno di quei due giorni, salvo imprevisti!
Adesso ringrazio quelle fantastiche persone che hanno
lasciato un commentino! Grazie 1000!
Ringrazio anche coloro che hanno aggiunto la fic tra i loro
preferiti! Grazie ancora!
Allen_Anne_Black
angama
angelika4ever
Bluking
cesar85
cesarina89
diavolettadark
fanny80
Ginny W
giochan
HPalessandra
kagchan
kirapotter
kristin
kyoasakura
Lady Slytherin
lclc
lelith
Lunastortalupin
max2002
naru_sasu_fan
Neko_tensai
PiccolaSerpe
rinslet
sliver
themina
Tigre94
tom13
verity1987
xla
Yaku
yoko_kage13
Zia Voldy
_G0tik4_
E mi raccomando….Commentate
,commentate! Vi ci vuole mezzo minuto e renderete felice l’autrice!
Baci!!!
Rotavirus: wow
una nuova lettrice! Benvenutissima cara! Sono contentissima della tua
recensione! Grazie ancora! Diciamo che la tue deduzione non è del tutto errata!
Presto chissà avrai conferma! Hihi. Diciamo che ci hai azzeccato su tutto!
Bacioni e spero di ricevere un’altra tua recensione! Kiss
Ximeng:
ammmmoooooooooorrrrrrrrrrrrrraaaaaaaaaaaaaaaa!!!! Ciao cucciolotta!!! Kissà
perché a tutti ricorda Silente….Mahhhh!!! ehehe!!! Postato presto no? Ciao ciao
piccola!
Zia Voldy: tesoro
esprimi a pieno i miei stessi pensieri direi!!! Ma sarà il tempo a decidere la
giusta vendetta per quei maiali… AHAHAHAHAHAH!!!!! Ok ecco sono tornata in me! Hai una brutta
influenza su di me sai? Bacioni e grazie 1000 per la recensione! Bax
Andy 14: che
bello ricevere le tue recensioni piccola!Hai visto che sono filata subito a
scrivere? Ehehe! Bax e fammi sapere cosa ne pensi! Ciaoooo!
Tigre94:
beh….svuotiamo il sacco…. È proprio Silente! Direi che non puo intervenire più
di tanto, ma chissà! La mia mente malata cambia idea ogni tre minuti…quindi….!
Grazie tantissimo per la recensione! Sei un tesoro! Bacioni e fammi sapere cosa
ne pensi! Kiss
Kitty91:capito
capito!!! Direi che l’altro personaggio non centra con l’aggressione a tom come hai potuto vedere, ma non ho detto
neanche che non c’entra!!. Hihi ciaoooo
Lullaby: calma
calma!!! Tom come hai visto sta benone no? Un po’ martoriato ma bene direi!!!!
Che ne dici? Baz
Miriam: non
preoccuparti piccola, capita!!! Sono felicissima che ti piacciano quei due
anche perché io li adoro gia di loro quindi….ciaoooo aspetto un tuo commentino!
Kiss
Goky:
tesoroooooooooooooooooooooo!!!! Finalmente ti rivedo nei meandri di questa
fic!!!hihi!!! veramente bellissimo rivederti nuovamente! Come mai un po’ giu?
Non voglio assolutamente che la mia sorellina si senta così! Spero che questo
chappy ti risollevi un po’ il morale in caso dovesse essere ancora a terra! Ti
voglio bene piccola e lo sai che non voglio vederti così! Bacioni e fammi
sapere cosa ne pensi! Ciaooooo piaccola!!!!
Titania77: non
preoccuparti carissima! Scegli tu dove recensire, se vuoi fallo qui gia che ci
siamo!!!! Per la trama non dirlo a me! Anche il mio unico neurone è in piena
crisi esistenziale!lo sto sfruttando un po’ tanto ultimamente. Spero che questo
capitolo ti sia piaciuto con tutto il cuore! Bacioni
Silly90: sono
contentissima ti piaccia! Fammi sapere cosa ti sembra anche questo chappy!
Ciaooooo e grazie!!!!
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