A volte ritornano...

di RedPoison
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bentornata. ***
Capitolo 2: *** In viaggio. ***
Capitolo 3: *** Hogwarts ***
Capitolo 4: *** Pozioni. ***
Capitolo 5: *** Strani incontri. ***
Capitolo 6: *** E' lei o non è lei? ***
Capitolo 7: *** Ricerche. ***
Capitolo 8: *** Ricordi amari... ***
Capitolo 9: *** Qualcosa di inaspettato ***
Capitolo 10: *** Il Natale si avvicina... ***
Capitolo 11: *** Vacanze di Natale ***
Capitolo 12: *** E ora... ? ***
Capitolo 13: *** Confessioni ***
Capitolo 14: *** Sentimenti ***
Capitolo 15: *** - Verità (Parte 1) ***



Capitolo 1
*** Bentornata. ***


1. Bentornata



Erano passati tre anni da quando Hope aveva concluso il suo secondo anno scolastico presso la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, dopodichè fu costretta ad abbandonarla per vari motivi familiari.
Tuttavia lei di quest'ultimo fatto preferiva non parlarne troppo; significava riaprire una ferita che, nonostante fosse vecchia, bruciava ancora. Soprattutto non amava farsi 'compatire' dalle persone, preferiva stare bene con loro e recuperare tutta la felicità persa in quegli ultimi anni.
Era anche una ragazza molto riservata, seria, coraggiosa, e un po' troppo curiosa; ma la sua arma migliore era quell'innata simpatia che la rendeva una persona sociale e amichevole con tutti.
In quel momento si trovava sull'Espresso per Hogwarts, pronta a ritornare nella sua 'vecchia' scuola per affrontare il sesto anno scolastico.
Negli anni non passati lì aveva avuto il grande privilegio di essere istruita con le arti magiche da suo padre, un mago abbastanza esperto con la magia e che sperava di trasmettere tutta la sua passione per quest'ultima a sua figlia. Beh, era sicuramente riuscito nel suo intento! Infatti Hope adorava la magia, adorava il mondo magico, ma più di tutti adorava farne parte.
Quando le fu riferito che poteva ritornare ad Hogwarts credeva che si stessero prendendo gioco di lei, perchè non intendeva crederci, era impossibile! Dopo tutto quello che aveva passato, i pericoli, i dolori.... IMPOSSIBILE! E invece, per sua immensa gioia, era tutto vero.
Quella mattina di quel 1 Settembre si era svegliata all'alba per compleatare i suoi bagagli e poi prepararsi, ma la verità era che non aveva chiuso occhio per tutta la notte a causa della forte agitazione e della smisurata emozione, le quali la tormentarono come non mai, facendola rinunciare al sonno.
Nonostante tutto riuscì ad arrivare puntuale alla stazione di King's Kross, ma c'era ancora un piccolo problema che la tormentava: ce l'avrebbe fatta ad attraversare il muro situato tra i binari 9 e 10? Se lei era una strega a tutti gli effetti, ci sarebbe riuscita eccome! Però si sentiva inspiegabilmente in dovere di pensare il contrario...
Così arrivò davanti a quell'ostacolo. Era sola. Prese un bel respiro, svuotò i polmoni da tutta quell'aria, chiuse gli occhi, e iniziò a correre. Puff! Si ritrovò con sua grande sorpresa davanti all'Espresso per Hogwarts, e dopo aver lasciato il suo bagaglio, salì su di esso.
Camminò per ore in cerca di un posto, e finalmente lo trovò. Non era all'altezza delle sue aspettative, anzi, non c'era proprio tra queste!
Capitò purtroppo in uno scompartimento occupato da persone snob, con la cosiddetta 'puzza sotto il naso', e la maggior parte infatti erano Serpeverdi.
Tuttavia non la turbava più di tanto quel piccolo 'inconveniente', era troppo felice nel rivedere la sua vecchia scuola, nel rifrequentarla di nuovo, nel rivivere tutte le emozioni che aveva provato tre anni prima...
E mentre pensava a tutto ciò, si lasciò cullare dal consueto movimento del treno, per cadere in un sonno profondo che le avrebbe fatto recuperare la precedente notte insonne.


Salve a tutti, sono RedPoison :) Questa è la prima fanfiction che scrivo, e spero con tutto il cuore che la troviate interessante e bella! Non vi svelerò nulla, ma vi confesso che questo capitolo è un po' 'scarso', si... Ma rimedierò nel secondo, tranquilli! Invece nei prossimi capitoli rivelerò molte cose che... Non posso dirvi nulla, mi dispiace! Spero che comunque continuiate a seguire la mia storia :) Un bacio a tutti coloro che la leggeranno, e buona lettura! :D

P.S: Recensite se volete, sono aperta a qualsiasi tipo di critica :) (tranne alle offese pesanti! Ahahah)

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Capitolo 2
*** In viaggio. ***


- In viaggio

 

 

Sogni strani tormentavano Hope nel sonno...

Sogni riguardanti una donna...

Una donna che lei conosceva, ma che non voleva ricordare...

E all'improvviso mille voci invasero la sua mente. Da dove provenivano?

Si svegliò; erano semplicemente le voci dei suoi compagni che stavano uscendo dallo scompartimento del treno perchè arrivati a destinazione. Ci vollero 5 minuti buoni prima che Hope si rese conto della situazione, e dopo essersi svegliata completamente, prese la sua borsa e la sua giacca e si diresse verso l'uscita in fondo al corridoio dello scomparto.

Uscì e chiuse la porta alle sue spalle, ma ecco che la borsa le si aprì, lasciando cadere a terra tutti i fogli che vi erano dentro; con molta probabilità non era mai stata chiusa, visto lo stato 'confuso' e assonnato della ragazza.

Perciò si piegò sulle ginocchia a raccogliere tutte le sue cose e a riporle a caso nella borsa.

In quel momento sentì un rumore strano ma conosciuto, e quando si voltò vide tutte le finestre e le porte del treno chiuse, con le tende abbassate.

Da quello che ricordava dei primi due anni in cui aveva viaggiato sull'Espresso, non veniva mai fatta una tale procedura dopo che i ragazzi avessero abbandonato il mezzo!

Ed ecco che la sua curiosità pari a quella di una scimmia prese il sopravvento: si avvicinò silenziosamente alla porta che aveva chiusò pochi minuti fa, estrasse la bacchettà e bisbigliò 'Alohomora'.

Spinse cautamente la maniglia e vide con la coda dell'occhio un ragazzo: porgeva le spalle all'entrata/uscita dello scompartimento, e quindi a Hope, ed era alto, vestito completamente di nero con una capigliatura biondo platino. Guardava in basso, verso la moquette del pavimento, quando improvvisamente scattò, girandosi verso la porta e urlando 'Stupeficium!'.

Fu un colpo a vuoto, perchè non riuscì a prendere la sua vera vittima... 'I tuoi seguaci sono come te Potter: dei luridi ficcanaso' disse con il peggior tono di disprezzo che Hope avesse mai sentito in tutta la sua vita.

Quando sentì i suoi passi dirigersi verso l'uscita dello scomparto e quindi verso di lei, la ragazza si rifugiò nella cabina di fronte, per lasciare passare così quell'uomo misterioso e 'inquietante'. Appena i passi di quest'ultimo furono sempre più lontani, la strega si diresse verso lo scompartimento dove era accaduta tutta la scena e trovò... nessuno! Non trovò nessuno!

Allora perchè quel ragazzo aveva nominato Potter? Forse era pazzo? Parlava da solo? Sbloccarono i pensieri enigmatici e curiosi di Hope dei lamenti provenienti dal punto sulla moquette in cui fissava l'uomo misterioso prima.

La ragazza si avvicinò, si abbassò, e tese una mano davanti a sé.... Ma.. c'era una persona? E dove era?

'Finite' pronunciò una voce aggraziata. Così si scoprì di fronte a lei disteso per terra con il setto nasale rotto, Harry Potter.

Rimase stupita e senza fiato.. Era quasi agitata all'idea di rivederlo.. Insomma, erano passati molti anni... Si sarebbe ricordato di lei? Una sua amica storica?

Ma non aveva tempo per pensare a cose simili; si alzò e lo aiutò a sua volta a rialzarsi. Come si era ridotto così? Anzi, chi l'aveva ridotto così? Lui smorzò quel silenzio quasi imbarazzante dicendole 'Grazie per avermi trovato e tolto la fattura.. Ehm.. Ti sono debitore!'.

Hope lo guardò con un espressione delusa, perchè non l'aveva ancora riconosciuta, e accigliata, e gli disse 'Prego per il fatto che ti abbia trovato, ma per la fattura... Non sono stata io!' - 'Ciao Harry!' trllò una voce alle loro spalle.

Si voltarono: vi era una ragazza 'addobbata' con degli abiti strani, provvista di occhiali altrettanto strani, con lunghi capelli biondi, e uno sguardo assente e perso.

'Oh ciao Luna! Sei.. Sei stata te a togliermi la fattura immagino..?' disse Harry quasi noncurante dell'aspetto di quest'ultima.

'Si sono stata io.. Non c'è di che a proposito!' - 'Oh g-grazie, scusami..!' riuscì a balbettare il ragazzo.

Ed ecco che ritornò il silenzio imbarazzante di appena 2 minuti prima.

'Sarà meglio che andiamo se non vogliamo ritrovarci tutti di nuovo a Londra' affermò in un sorriso perduto la ragazza. Gli altri due annuirono e si incamminarono verso l'uscita del treno.

 

Salve a tutti di nuovo! Ecco qua il secondo capitolo, spero che vi sia piaciuto! :) Ho visto che il precedente ha avuto abbastanza successo, sono contenta! Siamo ancora all'inizio di questa storia, ma molte cose che racconterò nei prossimi capitoli, saranno davvero interessanti! Come avrete già notato, alcuni passaggi sono tratti dai libri o dai film della saga, mentre altri sono state modificate da me. Beh, che dire di più... Recensite se volete e continuate a seguire la mia storia! Un saluto :D
 

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Capitolo 3
*** Hogwarts ***


- Hogwarts

 

 

 

Harry, Hope e Luna arrivarono di fronte ad un sentiero che conduceva alla scuola di magia, quando qualcosa si avvicinò alle loro spalle; un carro trainato da una strana creatura.

Prima che Hope potesse aprire bocca e domandare cosa fosse, Harry le lesse nella mente e disse 'Questo è un Thestral. Lo vedi anche te, giusto?'. La ragazza annuì.

'… Possono essere visti solo da chi ha assistito alla morte di qualcuno'.

Silenzio tombale e uno sguardo vuoto da parte di Hope. 'Ecco perchè non riuscivo a vederli il secondo anno che ero stata qui...' pensava, facendo intanto predominare sulla sua euforia per essere tornata ad Hogwarts, un enorme tristezza che le conferiva un'aria alquanto buia e un pallore da morta.

Per tutto il viaggio nessuno osò pronunciare parola: Luna leggeva una strana rivista intitolata 'Il Cavillo', Harry si quasi contorceva per il dolore al setto nasale, e Hope era ancora immersa nella più profonda infelicità. Una volta arrivati davanti ad un cancello,scesero dalla carrozza, la quale si allontanò lentamente.

Hope tornò nel mondo reale grazie a Luna che le disse 'Perdonami non mi sono presentata, sono Luna Lovegood! Te invece sei...?' - ' Oh perdonami te! Hope Lalage, piacere di conoscerti!' disse la ragazza scuotendo la testa come se volesse cacciare a forza quei pensieri che la stavano tormentando rendendola quasi uno straccio.

'Oh si giusto, io sono...' fece Harry, ma fu interrotto immediatamente da Hope che gli si rivolse con un tono quasi adirato 'Harry! Non ti ricordi di me??'.

Il ragazzo la fissò per 2 lunghissimi minuti con uno sguardo accigliato, poi spalancò gli occhi, rilassò i muscoli del viso facendoli passare da un'espressione interrogativa ad una sorpresa e meravigliata.

'Hope!' esclamò esuberante, ed abbracciò la ragazza con un grande sorriso stampato in faccia; quest'ultima ricambiò con lo stessa felicità.

'Non ti abbiamo più vista dal secondo anno... Che fine avevi fatto? Eravamo tutti preoccupati per te!' disse tutto d'un fiato Harry staccandosi dolcemente dall'abbraccio. 'Oh sai... è una lunga storia, magari un giorno ve la racconterò! Per ora però preferisco non parlarne...' disse con un tono di voce un tantino cupo la ragazza, la quale cercava invano di rivolgere un sorriso rassicurante all'amico.

'Oh.. certo.. tranquilla!' rispose lui con un tono più confortante di quanto lo fosse stato il sorriso di lei.

Prima di varcare il cancello Luna riparò il naso di Harry, tornando alla sua forma normale e 'ordinata'.

Entrarono nel castello, e furono subito accolti da una donna con una lunga veste scura e un cappello altrettanto scuro e a punta: questa li guardò per svariati secondi con aria seria al di sopra di un paio di occhiali a mezza luna poggiati sul suo naso, poi parlò

'Vi rendete conto che siete in grande ritardo rispetto ai vostri compagni che sono già in Sala Grande a cenare?'.

'Si professoressa McGranitt..' dissero i tre in tono imbarazzato.

'Potter che ti è successo?' esclamò preoccupata fissando il naso sanguinante di Harry. 'Oh.. sono caduto e ho sbattuto il naso su un masso... E loro due mi hanno soccorso, e perciò siamo arrivati tardi professoressa...' mentì il ragazzo.

'Vai subito a pulirti e a cambiarti nel tuo dormitorio, e anche lei signorina Lovegood'. I due scattarono subito via su per le scale.

La donna intanto si rivolse a Hope 'In quanto a lei, signorina Lalage, volevo informarla che la sua casa rimarrà la stessa di 4 anni fa. Non ci saranno altri smistamenti, resterà una Grifondoro. Perciò ora può andare a cambiarsi nel suo dormitorio, la parola d'ordine della sala comune è Maltafinocchia. E faccia presto!'.

La ragazza guardava la professoressa come se fosse stata un alieno; provò ad aprire bocca per ribattere la prof, ma quest'ultima la precedette 'Non c'è tempo per le domande. Avanti!'. Così Hope corse di fretta a cambiarsi per poi recarsi in Sala Grande.

Si sedette affianco a Harry, il quale era sceso insieme a lei, e ritrovò anche altri suoi vecchi amici: Hermione la riconobbe subito e scoppiò quasi a piangere nel rivederla dopo tutto quel tempo; Ron invece impiegò una manciata di minuti per far azionare i propri neuroni e ripescare quindi nei ricordi del passato la ragazza; Neville anche la riconobbe immediatamente; e poi tutto il resto della tavolata si ricordò di lei, correndo ad abbracciarla e a farle mille domande. Solo Ginny non la conosceva, e rimediò alla cosa stringendo subito amicizia.

Dopo essersi ritrovati tutti quanti, il preside ordinò pacatamente di fare silenzio ed ascoltare il suo consueto discorso di 'Benvenuto' di inizio anno.

'Auguro a tutti voi un buon anno scolastico, e inoltre sono lieto di riavere tra noi la signorina Hope Lalage'.

L'intera sala si rivolse verso quest'ultima apllaudendo e fissandola come avvoltoi, mentre la protagonista della situazione sperava di diventare minuscola per potersi nascondere nel proprio mantello. Tutte quelle attenzioni svanirono piano a piano nel resto della serata, la quale era stata movimentata dal discorso tenuto da Silente su Voldemort.

Mentre gli altri finivano di consumare la cena, Hope sbirciava dal suo posto tra i tavoli per vedere se ci fosse stata qualche faccia nuova, ma ad un tratto il suo sguardo curioso ricadde su un ragazzo biondo che la fissava dalla postazione dei Serpeverde: aveva un viso cadaverico, peggio di quello che aveva lei alcune ore fa, ma comunque non trascurato; la sua espressione era un mix tra una imbronciata e una preoccupata, non si capiva bene. Sta di fatto che appena la strega si accorse di lui, chinò la testa guardando nel proprio piatto.

La ragazza bisbigliò ad Harry 'Quello non è il ragazzo che ti ha aggredito sul treno?' e lui 'Si, ma non ti preoccupare, sto meglio!' - 'Se lo dici te, ci credo!' disse lei sorridendo. 'Perchè ha quell'aria così... strana?' gli domandò poi.

'Non saprei... Non saprei proprio' rispose secco il suo amico.

Perciò dopo quel ricco banchetto, quelle inaspettate attenzioni da parte di tutta la scuola, e quelle misteriose occhiatacce, si recarono tutti nei propri dormitori.

Un nuovo anno li attendeva, e non sarebbe stato sicuramente una passeggiata...

 

 

Salve a tutti! Eccoci qui al terzo capitolo: ammetto che non è stato di mio gradimento siccome un po' poco interessante, ma alcuni passaggi erano fondamentali per il svilupparsi della storia. Prometto che migliorerà! ;) Intanto ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia, se volete lasciare qualche recensione fate pure! Io non mangio nessuno ahahahah! Ah! E se notate qualche imprecisione o qualche errore vi chiedo scusa da ora! A presto, baci! :D
RedPoison

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Capitolo 4
*** Pozioni. ***


- Pozioni

 

 

La mattina successiva Hope si alzò presto (si, anche quella notte non aveva dormito) e si diresse come un fulmine in Sala Grande a fare colazione.

Dopo poco tempo fu raggiunta da Hermione, mentre Ron e Harry arrivarono più tardi. Le due ragazze conversarono a lungo raccontandosi a vicenda tutto quello che era accaduto a scuola e fuori dall'ambiente scolastico negli anni passati; ad un tratto una figura si appostò silenziosamente dietro di loro ed esordì cautamente

'Buongiorno Signorine. Dovreste riferirmi quali corsi avete intenzione di seguire ancora e quali no, in modo che così io possa darvi il nuovo orario delle lezioni ad entrambe'.

'Io professoressa stavo pensando di abbandonare Cura delle Creature Magiche e Divinazione per seguire meglio tutti gli altri corsi...' disse Hermione in tono timoroso. 'Oh beh.. direi che ha ragione, visti gli ottimi voti che ha! E lei signorina Lalage?'

'Oh... ehm... Credo che farò come Hermione!' affermò poco convinta Hope.

'Mm... Si credo che vada bene. Allora ecco i vostri nuovi orari, vi consiglio di sbrigarvi, fra 10 minuti avete la vostra prima lezione di Pozioni. Buona giornata!' e la prof così si congedò da loro.

Le due ragazze lessero insieme quella pergamena e Hope ogni 5 secondi sgranava gli occhi o faceva delle facce da 'pesce lesso'.

'Ma.... è uno scherzo vero?' borbottò spaventata, come se su quella pergamena ci fosse stata scritta la sua pena di morte.

'Sarà una passeggiata, credimi!' le disse Hermione con un sorriso rassicurante. 'Se lo dici te... non è un buon segno per me! Comunque, è meglio andare... Si inizia!'

'Già! Si inizia!' e le due streghe si recarono di fretta nei sotterranei.

Erano cariche e pronte ad iniziare una nuova avventura, niente poteva fermarle.

 

Arrivarono puntuali, ed entrarono nella stanza senza troppi indugi: nell'aria padroneggiava un odore di chiuso e un altro lieve odore di muffa, ma il tutto non rendeva di certo l'aula invivibile; vi erano poi dei 'banconi' sparpagliati qua e là, su i quali erano sistemati ordinatamente dei calderoni vuoti; in fondo all'aula stava il resto della classe, divisa in 4 gruppi rappresentanti le casate, e rivolta verso un bancone posto al centro, dove un uomo vi stava collocando altri calderoni, stavolta contenenti delle pozioni.

L'uomo si voltò verso Hermione e Hope ed esclamò a gran voce 'Signorine benvenute! Prego, accomodatevi pure!'.

Le due ragazze senza vederli, sentirono gli sguardi di tutti i loro compagni puntati addosso, e perciò proseguirono verso di loro a testa bassa.

Finito di sistemare i calderoni, l'uomo si presentò alla classe 'Buongiorno a tutti ragazzi! Io sono il vostro nuovo insegnante di Pozioni, il Professor Lumacorno. Avremo modo di conoscerci meglio nel corso delle lezioni, ma ora iniziamo! Ho sistemato qui alcune diverse pozioni da farvi vedere, così per curiosità. Forse ne avete sentito parlare, anche se non le avete mai preparate. Qualcuno sa dirmi che cos'è questo?'.

Indicò il calderone più vicino al gruppo di Serpeverde. Qualcosa si mosse come un fulmine vicino a Hope, si voltò e vide la mano di Hermione alzata. Lumacorno la invitò a rispondere con un cenno, e lei, come una macchinetta, disse 'E' Veritaserum, una pozione incolore e inodore che costringe colui che la beve a dire la verità'.

'Molto bene, molto bene!' affermò il professore allegro.

Si avvicinò così al calderone vicino al gruppo di Corvonero, 'Questa invece è piuttosto famosa...'

'E' Pozione Polisucco, signore' rispose di nuovo Hermione. Hope la guardava ormai da svariati minuti con un espressione sia interrogativa sia sbalordita: la sua amica era come la ricordava, brillante, intelligente, ma anche molto spaventosa (in senso buono ovviamente)!

'Eccellente, eccellente! Ora, questa qui...'

' E' Amortentia!' esclamò Hermione interrompendo per la seconda volta il professore. 'Lo è. Sicuramente saprai che effetti ha, vero?'
'E' il filtro d'amore più potente del mondo! Dovrebe avere un odore diverso per ciascuno di noi, a seconda di ciò che ci attrae, e io sento aroma di erba appena tagliata e pergamena nuova e...'
Mentre Hermione completava la propria risposta, Hope si guardava attorno, scrutando gli altri studenti, fino a quando la colpì uno in particolare, di nuovo: era sempre il biondo dallo sguardo 'assassino' e pallido che aveva attaccato Harry e lei sul treno il giorno prima.

Stava fissando il calderone contenente l'Amortentia con uno sguardo vuoto e assente. Sembrava quasi che il suo corpo fosse lì, ma non la sua mente.

'Ottimo signorina Granger! 20 punti meritatissimi a Grifondoro!'. La voce di Lumacorno svegliò il biondo dal suo stato di trance, ma non Hope, la quale continuava a fissarlo in modo furtivo tra le teste dei suoi compagni. 'Bene, prima di assegnarvi il compito da svolgere per oggi, chi altro vuole sentire cosa l'Amortentia riserva per lui o lei?' disse con tono misterioso e invitante Lumacorno.

Una sfilza di braccia femminili iniziò a muoversi all'impazzata nell'aria, accompagnate dalle voci stridule delle ragazze che urlavano 'Io! Io! Io!'.

'Mmm... Oh! Te! Vieni vieni!' esclamò il professore, indicando l'unica ragazza che non lo ascoltava più ormai già da molti minuti: Hope, naturalmente.

Hermione tirò il braccio di quest'ultima che ancora cercava la testa del biondo misterioso in mezzo alle altre.

Lei si voltò di soprassalto verso l'amica e la guardò minacciosa, fino a quando non si accorse che tutta la classe la stava fissando e Lumacorno le faceva cenno di avvicinarsi a lui.

Hope continuò a guardarsi attorno spaventata, e notò che adesso il ragazzo biondo era rivolto verso di lei, preso a squadrarla da capo a piedi.

La ragazza arrosì senza nemmeno accorgesene, e si avvicinò al professore a testa bassa.

Era così a disagio a tal punto che le si poteva leggere in faccia tutto l'imbarazzo che stava provando in quel momento.

'Coraggio, dicci cosa senti nel calderone!'.

Cosa?? Doveva spifferare i suoi segreti a una classe intera? Mai e poi mai l'avrebbe fatto!

Guardò Lumacorno con occhi supplicanti e miserevoli, sperando che comprendesse il suo imbarazzo, ma invece questo la prese per un polso e l'avvicinò all'Amortentia dicendole 'Non essere timida, qui siamo tutti amici, nessuno dirà nulla di brutto!'.

Hope, chiuse gli occhi, iniziò ad assaporare con l'olfatto quell'odore spregevole, forte, e aspro, caratterizzato da un lieve profumo di menta.

Intanto un dolore la colpì in pieno petto, più precisamente all'altezzadel cuore, e andava via via a spostarsi verso il suo avambraccio sinistro.

Davanti a sé vide una nube nera, e poi una luce verde colpirla.

Aprì di colpo gli occhi. Era diventata pallida e debole, sentiva il cuore battere all'impazzata, il suo respiro affannato e la fronte bagnata di sudore.

'Va tutto bene cara?' osò chiedere Lumacorno con un tono alquanto preoccupato.

'S-si.. Credo...' riuscì a mormorare a stento lei.

'Oh, per la barba di Merlino! Ci hai fatti prendere un bello spavento ragazza mia!' esclamò sollevato l'uomo panciuto, portandosi una mano sulla nuca e l'altra su un fianco.
'Allora, dicci che cosa hai sentito?' le domandò curioso.
'Io... io...' disse con voce fioca Hope. Silenzio. Aveva uno sguardo spaventato e vuoto. Assomigliava molto al biondo misterioso in questo momento.
'Non ho sentito nulla... Solo il vuoto'. Mentì.
'Oh beh, può succedere! Non sempre si è innamorati o infatuati di qualcuno! Grazie per la tua disponibilità signorina... ehmm... Come hai detto di chiamarti?'
'N-non l'ho detto signore... Mi pare... Comunque Lalage, Hope Lalage'. Affermò la strega un pochino più lucida e colorita di prima.
'Oh perdonami allora! Bene, accomodatevi tutti attorno ai tavoli ora, dividetevi in gruppi! Oggi preparerete un Distillato della Morte Vivente. So che è più complicata di qualunque cosa abbiate fatto prima, e non mi aspetto un risultato perfetto da nessuno. Chi farà meglio, tuttavia, vincerà questa piccola Felix Felicis. A tal proposito, chi sa dirmi con precisione di che cosa si tr..'
'Fortuna liquida!' urlò quasi Hermione, 'Rende fortunati!'
'Esatto! Altri 10 punti a Grifondoro. E' una pozione assai difficile da preparare, e disastrosa se si sbaglia. Tuttavia, se viene lavorata correttamente come questa, scoprirete che tutti i vostri sforzi tendono ad avere successo... almeno finché l'effetto dura'.
'Ma ora non dilunghiamoci troppo, chi riuscirà a preparare la pozione migliore, riceverà questa boccetta di Felix. Avete un'ora di tempo, al lavoro!' concluse Lumacorno con un gran sorriso.

In quell'ora si poteva assistere a di tutto in quell'aula: gente che correva all'impazzata da una parte all'altra della stanza; esplosioni ogni 5 minuti; altre persone che imprecavano in silenzio e si infuriavano colpendo il libro di Pozioni Avanzate con le proprie bacchette, causando involontariamente diversi incantesimi; e così via.

E poi c'era Hermione, che le stava tentando tutte ma nonostante ciò non riusciva a terminare: i suoi capelli erano diventati un cespuglio più del solito, la divisa sgualcita e sporca di ingredienti della pozione, e il sudore che bagnava completamente la sua faccia.

In tutto quel trambusto gli unici ad essere tranquilli e calmi erano Harry, Hope, e il biondo.

Il primo aveva quasi terminato senza riscontrare intralci e ostacoli; la seconda cercava di riprendersi ancora da quello che era accaduto alcuni istanti fa, e quindi stava mandando avanti la preparazione del Distillato in maniera distratta e svogliata; infine, il terzo se ne stava zitto e silenzioso nel proprio spazio, con la testa china sul calderone e sul libro, senza rivolgere parola a nessuno, con la stessa aria persa e misteriosa di sempre.

A fine lezione, Lumacorno annunciò il vincitore, Harry.

Tutti lo applaudirono con pochissima allegria, ma solo perchè erano invidiosi di lui.

Solo Hope era davvero felice per la sua vittoria, mentre Ron e Hermione si mostravano più adirati, specialmente la ragazza.

Avevano tutti e 4 un'ora libera dopo quella lezione, e perciò decisero di recarsi nella Sala Comune a riposare un po'.

Hope era migliorata molto nel frattempo, ma un velo di preoccupazione era ancora ben visibile sul suo viso.
'Hey..' le disse piano Harry sedendosi affianco a lei sul divano, mentre Hermione aiutava Ron con i compiti al tavolo alle loro spalle.
'Hey..' rispose con scarsa gioia Hope.
'Come stai..?' domandò l'amico.
'Bene... Normale... Non lo so..' disse affranta.
'Cosa hai sentito veramente nell'odore dell'Amortentia..?'
'Io..'
'Lo so che hai sentito qualcosa. Lo so che hai mentito al professore' affermò sicuro il ragazzo, spiazzando l'amica.
'… Un forte odore, aspro, e poi un altro lieve di menta... Davanti a me appariva un nube nera minacciosa, e subito dopo una luce verde che mi colpiva...'
'… Solo questo?' chiese Harry allibito.
'No... Anche un forte dolore al petto, che si spostava poi al cuore, ed infine sul braccio sinistro...' mormorò Hope quasi in lacrime.
Harry la guardò dritta negli occhi, e riusciva a leggere la tristezza e la preoccupazione rinchiuse in lei. Percepiva la paura prenderla in suo possesso. Era troppo straziante per lui vedere la sua vecchia amica in quelle condizioni, voleva fare qualcosa, ma cosa?
'Secondo te... Harry... Che voleva dire tutto quello?' gli domandò all'improvviso Hope, ormai con il volto segnato dalle lacrime che scendevano a fiumi.
'Non lo so' rispose secco e cupo Harry, distogliendo lo sguardo da quello della strega.
Mentiva.
E lei lo sapeva.

 

 

Carissimi lettori, siamo arrivati al quarto capitolo di questa storia. Ho passato due ore e mezza a scriverlo ahahah! E' arrivato uno dei primi 'colpi di scena' che dovrebbe dire già molto... Nella prossima parte forse ce ne sarà un altro ancora più interessante... Ma FORSE! Intanto spero che vi sia piaciuto questo qui :) Come avrete notato ci sono molti riferimenti alla storia originale (alcune battute sono state prese dal libro), lo ripeto sempre, non si sa mai! Ahahah! Beh, non so che altro dire... Leggete leggete leggete e recensite anche! Se riscontrate alcuni errori vi chiedo scusa! Buona lettura :D
RedPoison

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Capitolo 5
*** Strani incontri. ***


- Strani incontri.

 

 

 

La prima parte dell'anno scolastico passò in fretta.

Le lezioni erano molto più difficili del solito e anche i compiti, i quali erano aumentati in modo spaventoso a tal punto da non lasciare un attimo di pace e riposo agli studenti.

Era come se con tutto quello studio volessero far isolare i ragazzi dai problemi che riguardavano il mondo esterno a Hogwarts in modo che vivessero 'tranquilli', e imparassero con la massima serietà e lucidità mentale tutti gli incantesimi possibili e immaginabili per sopravvivere o per combattere (visti i tempi duri che stavano affrontando).

Persino Hermione iniziava ad avere delle difficoltà nello stare al passo con tutto quel lavoro da fare. Invece Harry si stava rivelando un abile e forte studente di Pozioni: infatti ad ogni lezione non sbagliava mai una mossa, era sempre lui il più bravo, quello che sbalordiva e rendeva orgoglioso e felice il professore Lumacorno, il quale non aveva occhi che per lui. Nonostante ciò, anziché guadagnare la simpatia dei suoi migliori amici per questi eccellenti risultati, si ritrovò più volte a discutere con Hermione, la quale era accecata palesemente dall'invidia.

Un lunedì sera, mentre sedevano di fronte al camino della Sala Comune, i due amici ridiscussero per l'ennesima volta sul motivo per cui Harry era diventato il numero uno in Pozioni, ovvero grazie al suo libro di Pozioni Avanzate appartenuto ad un certo 'Principe Mezzosangue', il quale aveva trascritto lì delle istruzioni più semplici da seguire.

Comunque quella sera non era in vena di sentire un'altra ramanzina di Hermione, e perciò il 'Prescelto' andò nel proprio dormitorio, al sicuro dalla sua amica.

Vi era solo lui siccome era ancora abbastanza presto per andare a dormire, e così si allungò sul proprio letto e si lasciò cullare dai suoi pensieri.

Avvolto dal totale silenzio, si ricordò di quando all'inizio dell'anno Malfoy gli ruppe il naso, e di cosa aveva sentito pochi istanti prima di quell'accaduto.

A tutto ciò accomunò quello che aveva visto l'estate passata a Diagon Alley con Ron e Hermione, quella strana cerimonia da Magie Sinister in cui era protagonista lo stesso Malfoy, spalleggiato a sua volta da altre persone, mangiamorte con molta probabilità. Harry si stava ancora domandando cosa volesse dire tutto quello... Non era mai riuscito a capirlo molto bene, ma aveva una sua idea sulla quale faceva molto affidamento.

Estrasse subito dal baule la Mappa del Malandrino, e dopo aver pronunciato la consueta frase di apertura, cercò immediatamente il nome del suo storico nemico. Eccolo. Camminava lungo il corridoio del settimo piano quando improvvisamente... sparì. Harry non riusciva a capire, di nuovo.

Passò molti giorni a controllare sulla Mappa cosa facesse Malfoy, ma non riusciva a comprendere dove poi andasse a finire quando scompariva nel nulla.

 

Un giorno, mentre si trovava nella Sala Comune seduto ad un tavolo, da solo, ad osservare assiduamente la Mappa, una persona si sedette di fronte a lui.
'Hey' disse questa con un sorriso.
'Hey Hope' rispose Harry, anche lui con un sorriso.
'Che fai?' domandò la ragazza.
'Niente... Te invece?' disse con tono affranto l'amico.
'Nulla... Per questo sono venuta qui da te'.
'Oh ok...'
Harry abbassò la testa timidamente sulla Mappa. Così Hope riprese:
'Che cosa stai facendo veramente?'
'… Vuoi davvero saperlo?'
'Mi sembra ovvio, altrimenti non te l'avrei chiesto..'
A queste parole Harry le raccontò ogni cosa, dopotutto non aveva ancora sentito il parere di Hope riguardo le proprie idee. Perciò le disse senza indugiare molto:
'Stavo pensando a Draco Malfoy... Secondo me è un mangiamorte... '
'Scusa, chi?' domandò subito Hope interrompendolo bruscamente.
'Draco Malfoy... Il ragazzo che mi ha aggredito sul treno..' rispose l'amico un po' infastidito.
'Lui è Draco Malfoy?' esclamò sbalordita la ragazza.
'Si... Non te lo avevo già detto?'
'Assolutamente no, Harry.' replicò seria e cupa la strega.
'Comunque... Credo sia un mangiamorte... Quest'estate era da Magia Sinister a Diagon Alley, e stava partecipando ad una specie di cerimonia... Poi sul treno all'inizio di quest'anno l'ho sentito parlare di cose strane, come che lui non tornerà ad Hogwarts l'anno prossimo... E infine si aggira ogni notte per la scuola in modo furtivo, e all'improvviso scompare senza lasciare traccia...'
Detto ciò Hope lo fissò interrogativa per un po', e poi parlò:
'Sai.. Io anche lo trovo abbastanza strano, ma sarà per tutto quello che gli è successo in famiglia... Con il padre intendo...' provò a dire lei.
'Non è una buona scusa secondo me... Cioè non centra nulla...' ribbattè secco Harry, facendo rimanere di sasso l'amica.
'Non lo conosco abbastanza allora per darti un parere su questo... Ma posso dirti dell'altro sulle sue passeggiatine notturne.'
Il ragazzo sentì accendersi qualcosa dentro di lui. Socchiuse gli occhi e disse con tono curioso:
'Ti ascolto'.
'Poche sere fa, mentre tornavo nella Sala Comune, ho visto Malfoy camminare con passo deciso lungo il corridoio, proprio davanti a me. Ma la cosa più strana è che non c'era mai stato davanti a me! E' spuntato dal nulla! Capisci?'
'No...' rispose ancora più confuso Harry.
Hope sbuffò.

'Io camminavo lungo il corridoio, mi sono distratta un attimo a guardare verso il pavimento, e quando ho rialzato la testa c'era lui! Non c'erano nemmeno altri corridoi! Non so da dove sia spuntato!'
Il suo amico ora la stava guardando come fosse stata una salvatrice per lui, e infatti le domandò:
'Hope, ti andrebbe di investigare con me su Malfoy e sulle sue attività?'
La ragazza rimase di stucco, immobile. Fissava dritta negli occhi il ragazzo. Era diventata di nuovo pallida e cupa, persa. Perchè stava reagendo così? Eppure lei era curiosa di conoscere i segreti di quel tipo, ma qualcosa la bloccava. La stessa cosa che la rendeva uno straccio.
'C-certo Harry...' mormorò lei poco sicura.
'Se non vuoi non sei costretta...' le disse il ragazzo accortosi della sua insicurezza.
'No no assolutamente! Voglio scoprire cosa trama! Voglio aiutarti! Anzi, dimmi cosa devo fare!' esclamò Hope balzando su dalla sedia come se qualcuno le avesse dato una forte scossa.
'Beh, io un'idea ce l'avrei... Dovremmo seguirlo una di queste notti... '
'Fantastico! Dimmi quando!'
'Anche domani sera, dopo le selezioni di Quidditch, ci vediamo negli spogliatoi del campo.'
'Perfetto!' rispose la strega, rivolgendo un gran sorriso a Harry, che ricambiò con uno più timido.


Il giorno dopo Hope si recò con Hermione alle selezioni di Quidditch, e per la loro felicità Ron era riuscito a diventare portiere della squadra.

Dopo ore passate lì fuori al gelo, raggiunsero i loro amici negli spogliatoi e, quando Harry fu pronto, Hope uscì con lui.

Lo portò al piano dove aveva visto Malfoy qualche sera prima apparire dal nulla, e si misero d'accordo:

'Allora, dobbiamo separarci in modo che così non diamo molto nell'occhio. Te vai da quella parte e io da ques'altra. Ci rivediamo qui fra un'ora esatta. Intesi?' disse Harry serio a Hope.
'Intesi, a dopo!' rispose lei.
Era euforica, emozionata, curiosa, un po' preoccupata, felice, pronta a scovare quel tizio. Si sentiva come un detective o una spia. Se Malfoy era davvero un Mangiamorte, avrebbe fatto un'opera buona a smascherarlo. Forse sarebbe diventata una persona importante? Le sarebbero stati dati dei meriti o dei premi? Oppure l'avrebbero nominata direttamente nuovo Ministro della Magia?

Si vabbè.. Stava esagerando ora. Ritornò alla realtà e controllò tutta la sua parte del piano, speranzosa di trovare il 'biondo misterioso' (no, non ci riusciva proprio a chiamarlo con il suo vero nome), ma l'unica cosa che trovò fu il gatto di Gazza, che la guardava con quei suoi due grandi occhi rossi mettendola molto a disagio.

Non aveva mai sopportato quell'animale, sin dall'inizio del primo anno.

 

Passò mezz'ora, e ancora niente, perciò decise di abbandonare la sua 'postazione' e salire su alla Torre di Astronomia per andare a visitarla.

Non ci era mai stata lì, e vederla a quell'ora, sicura che fosse stata completamente vuota, sarebbe stato perfetto!

Arrivata in cima, scorse una figura affacciata alla ringhiera: era vestita compleatamente di nero, e quando Hope si accorse dei suoi capelli biondo platino, sussultò rumorosamente.

Il ragazzo, dapprima di spalle, si girò di scatto e vide la ragazza.

Quest'ultima era come pietrificata, di nuovo pallida e con lo sguardo fisso su di lui.
'Che ci fai qui?' le chiese bruscamente Malfoy.
'Io.. Io... Volevo soltanto vedere la Torre...' mormorò stranamente spaventata Hope.
'A quest'ora?' le domandò beffardo e superbo il ragazzo.
'Ehm.. Io st... Aspetta un attimo! Anche te sei qui sopra a quest'ora mi pare!' rispose risentita e in un certo senso rinata.
Malfoy si incupì, la guardò con odio, poi prima di poter fare qualcosa di pericoloso, abbassò la testa e se ne andò con la sua solita camminata altezzosa.

Era appena passato di fianco a Hope, quando questa ribbattè più risentita di prima:
'Sto parlando con te, pretendo una risposta!'
A queste parole il ragazzo si fermò per pochi secondi, si voltò furente verso di lei e l'afferrò per un braccio sbattendola contro il muro.

La teneva ferma con una mano, mentre con l'altra le puntava la bacchetta sul collo.

Hope chiuse gli occhi, non voleva nemmeno guardarlo.

Lui era una furia, si era scatenato all'improvviso, o meglio, era esploso.

La povera strega percepiva tutta la rabbia e la collera di Malfoy, che ora le stava stritolando un braccio e perforando il collo con la bacchetta.

Le si avvicinava sempre di più, fino a sfiorarle il naso con il suo.

Lei era sempre più spaventata: sentiva rinascere dentro di sé tutte quelle brutte sensazioni che aveva provato settimane prima alla lezione di Pozioni con l'Amortentia; il dolore al petto ricomparve, ma stavolta si concentrò solo in quella zona; il suo cuore batteva così forte che anche lo stesso Malfoy avrebbe potuto sentirlo; il respiro affannato.

Che le stava succedendo?
 

'Lo so che te e Potter mi state seguendo. Mi avete scambiato per uno stupido forse?' le bisbigliò in tono rabbioso.

Hope si limitò a fare cenno di no con la testa.

'Non provateci mai più. Altrimenti saranno guai seri ragazzina'.

Detto questo allentò subito la presa dalla ragazza, e se ne andò, lasciandola lì scioccata e dolorante.

Questa si accasciò per terra, si strinse le gambe al petto, e iniziò a piangere.

Non sapeva nemmeno lei perchè lo stesse facendo, le era venuto spontaneo.

Mille domande la tormentavano, non le davano tregua.

Perchè quel ragazzo aveva quell'effetto su di lei?

Perchè non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi?

Le metteva davvero così tanta paura?

Avrebbe dovuto raccontare tutto ciò a Harry?
Si portò una mano al petto. Il dolore era andato via insieme a Malfoy.

Il cuore aveva leggermente rallentato i suoi battiti, e Hope piano piano riprendeva colore.

Mancavano pochi minuti alle undici, orario in cui si sarebbe dovuta rincontrare con Harry.

Ma prima di andare da lui doveva smetterla di piangere.

Non poteva farsi vedere così. Quella lì non era lei.

 

 

Ciao a tutti cari lettori! Come promesso nel precedente capitolo, qui abbiamo avuto un piccolissimo colpo di scena. Spero di avervi incuriositi almeno un po' :) Hope è una ragazza molto solare e raggiante, per lei è una cosa anomala un comportamento come quello che ha avuto con Malfoy... Ma presto capirete nei prossimi capitoli! Eheh! Intanto ringrazio tutti quelli che leggono, e un grazie speciale va a Missis_Malik :D Recensite se volete e leggete leggete leggete! Baci!
RedPoison

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Capitolo 6
*** E' lei o non è lei? ***


- E' lei o non è lei?

 

 

 

Ancora scossa da tutto quel trambusto interiore e dallo sguardo furibondo di Malfoy, Hope decise di andare via di lì per raggiungere Harry.

Si alzò da terra e si ricompose.

Si strofinò più volte il viso con le mani come se volesse cancellare i segni rimasti di quelle lacrime amare versate pochi istanti prima, e che ora cercava di ritirare dentro per non farle uscire mai più.

Prese un bel respiro e scese le scale fino a raggiungere la porta di uscita.

Durante il tragitto stava ancora decidendo se dire subito tutto l'accaduto a Harry, oppure tenerselo per sé e raccontarglielo quando si sarebbe sentita pronta a farlo.

Forse la prima opzione era la più opportuna e giusta, ma qualcosa la frenava. Probabilmente la vergogna, siccome non era stata in grado di affrontare quella Serpe nonostante lei fosse una Grifona.

Optò quindi per la seconda scelta: non dirgli niente.

Al settimo piano intanto la stava già aspettando Harry un po' spazientito, e appena la vide le quasi urlò contro:
'Dove eri finitia??'
Hope si spaventò un po' a quel tono di voce minaccioso dell'amico, e rispose con la più totale calma:
'Ero dalla mia parte del piano a controllare..'
'No non è vero! Sono venuto a cercarti lì pochi secondi fa, e non c'eri!'
La ragazza ora era in un vicolo cieco. L'avrebbe scoperta immediatamente. Anzi, l'aveva già fatto in un certo senso. Tuttavia aveva ancora una carta da giocare, ovvero smentire quello di cui il ragazzo l'accusava, facendolo passare per 'pazzo'. In poche parole, continuare a mentirgli.
'No ti sbagli! Io sono sempre stata lì Harry!' ribbattè lei risentita.
'Non credo proprio, altrimenti ti avrei vista!'
'Magari quando sei venuto te a controllare io stavo già tornando qui nel nostro punto di incontro..'
Il 'Prescelto' la guardò negli occhi, come se voleva trovare lì la verità, e lei nel frattempo sperava che il suo amico la smettesse di soffocarla con tutte quelle domande e quei sospetti.
'Hai trovato qualcosa?' domandò Hope rompendo quel silenzio imbarazzante.
'No, te?' rispose secco il ragazzo.
'No' mentì la strega. Poi continuò: 'Ora se non ti dispiace vado a dormire, ci vediamo domani mattina'.
'Va bene, a domani..' la salutò Harry rimanendo fermo lì senza nemmeno offrirsi di accompagnarla ai dormitori.

Hope entrò nel suo dormitorio e vide che tutte le altre ragazze stavano già dormendo, perciò si diresse in punta dei piedi in bagno e chiuse a chiave.

Camminò lentamente verso lo specchio e rimase ferma davanti ad esso.

Iniziò a studiare la propria immagine riflessa.

Lei era sempre la stessa: una ragazza mediamente alta e magra, capelli lunghi e castani scuri, occhi verdi, un viso pulito e messo in risalto da un filo di trucco, una carnagione chiara, e un look normale, semplice, né troppo maschile né troppo femminile. Non era affatto cambiata, era la solita Hope.

Ad essere cambiata era la sua parte interiore: non si sentiva più solare e raggiante da quel fatidico giorno a Pozioni.

Era diventata più timorosa e... strana, anzi, vuota, come se un Avada Kedavra l'avesse colpita solo interiormente lasciandola intatta esteriormente.

Non aveva più voglia di fare niente, cominciava addirittura a definirsi un vegetale.

Ma forse ora ragionava così per quello che era successo sulla Torre di Astronomia, in fondo l'aveva 'traumatizzata' un pochino.

Fece una sorta di sorriso alla sua figura riflessa nello specchio come se volesse autoconvincersi di stare bene. Si sciacquò il viso e infine uscì dal bagno per andare a dormire, cancellando solo per quella notte quei brutti ricordi.

 

Passarono alcune settimane e finalmente arrivò il giorno della prima gita a Hogsmeade. Hope e Hermione furono le prime a svegliarsi, ma questa non era certo una novità, e in seguito furono raggiunte da Harry e Ron in Sala Grande, come ogni mattina.

Arrivati nel piccolo villaggio si recarono ai Tre Manici di Scopa per bere qualcosa.

Una volta lì, incontrarono il professor Lumacorno che invitò Hermione e Harry ad una cena 'privata', infischiandosene quasi della presenza di Hope e Ron.

Quando il professore si allontanò, il 'Prescelto' iniziò a spiegare agli amici il compito che Silente gli aveva affidato; all'improvviso però smise di parlare, e si soffermò a guardare davanti a sé con uno sguardo fulmineo.

Notato ciò si voltò anche Hope, la quale si accorse sfortunatamente che il suo amico stava squadrando Malfoy.

Quest'ultimo passò ad osservare prima Harry e poi la ragazza che aveva incontrato poche settimane fa in cima alla Torre di Astronomia.

Lei rabbrividì nel rivivere mentalmente quell'esperienza, e infatti appena la Serpe la guardò, si girò dall'altra parte per non far incrociare lo sguardo di quest'ultimo con il suo.

Ogni volta che lo vedeva cominciava a sentirsi strana, a cadere a pezzi...

Ma non poteva di certo continuare così in eterno. Doveva imparare a reprimere quelle brutte sensazioni, a vincerle. E l'unico modo era quello di affrontarlo una seconda volta. Si rigirò verso il biondo e... non c'era già più. Sparito.

Tirò un sospiro di sollievo anche se sapeva che prima o poi lo avrebbe rincontrato sulla propria strada.

Nel frattempo Harry aveva ripreso a parlare e Hope ovvimanete non aveva sentito un bel niente, siccome rimangiata dai suoi pensieri.
'Tu cosa ne pensi Hope?' le domandò Ron.
La strega in un primo momento fece un sobbalzo e guardò il rosso con gli occhi spalancati, in un secondo momento si rese conto di essere tornata alla realtà e così disse:
'Oh... Ehm... Sinceramente non vi stavo seguendo...'
'Va tutto bene..?' le chiese Hermione in tono preoccupato.
'S-si... Sono solo un po' stanca, credo che tornerò a scuola a riposare... Scusatemi, ci vediamo lì!' rispose debolmente Hope, e quindi lasciò i suoi amici per tornare ad Hogwarts.
Una volta andata via Ron disse:
'Ma cosa le prende? Sono settimane che si comporta così! Sembra vivere in un mondo tutto suo!'
'No più che altro sembra uno straccio... anzi, lo è..' replicò Hermione affranta.
'Una cosa è certa: ci nasconde qualcosa' affermò Harry in tono serio.

Dopo alcune ore e una spiacevole vicenda accaduta a Katie Bell, il trio tornò al castello. Ron e Hermione si recarono in Sala Grande, mentre Harry raggiunse Hope in Sala Comune.

Trovò la ragazza sdraiata sul divano di fronte al camino e intenta a fissare quest'ultimo con uno sguardo assente.

L'amico perciò si sedette su una poltrona affianco a lei e la salutò:
'Hey!'
'Hey..' rispose lei con poco entusiasmo.
'Come stai?'
'Meglio, grazie...'
'Senti.. Non vorrei essere troppo invadente nei tuoi confronti, ma dovrei farti una domanda....'
'Parla'.
'Cosa è successo veramente quella sera?'
'Quale sera...?'
'La sera in cui siamo usciti insieme a seguire Malfoy'.
Hope si bloccò. La sua mente idem.

Non pensava che Harry le avrebbe rifatto altre domade su quella sera, in fondo erano passate diverse settimane.

E invece ora era ferma davanti a due scelte: dirgli la verità, o mentirgli di nuovo.

La seconda non avrebbe funzionato scuramente, dato che il suo amico aveva scoperto da solo che il problema si riferiva a quella sera.

Niente più segreti, doveva confessargli tutto, e così fece.

Dopo aver ritirato fuori quei brutti ricordi e averli condivisi con Harry, quest'ultimo la rassicurò, dicendole che non si sarebbe dovuta tenere tutto dentro, che lui c'era per lei, e che Malfoy l'avrebbe pagata al più presto.

L'indomani ci fu la prima partita di Quidditch tra Grifondoro e Sepreverde; inutile dire che Ron fosse agitato, dopotutto era la prima volta che giocava sul campo (escludendo le selezioni).

In Sala Grande intanto c'erano Hermione e Hope che consumavano la loro colazione, e dopo pochi minuti furono raggiunte da Harry che chiese alla seconda ragazza di seguirlo fuori in corridoio.
'Scusami ma necessitavo di un posto più tranquillo e riservato per parlarti..' si giustificò lui alla sua amica.
'Tranquillo Harry! Dimmi tutto!'
'Malfoy non giocherà la partita. Ho sentito alcuni Serpeverde che ne stavano parlando, verrà sostituito da un altro giocatore.'
Hope lo guardò con un'aria interrogativa, poi disse:
'Perdonami Harry, ma perchè dovrebbe interessarmi tale notizia?'
'Se non gioca vuol dire che con molta probabilità continuerà a scorrazzare per il castello indisturbato. E siccome io sarò impegnato con la partita, te lo seguirai, ma stavolta con il mio mantello dell'invisibilità'.
La strega si sentì molto felice al pensiero di essere invisibile e non far riaccadere una scena simile a quella di alcune settimane prima, anche perchè questa volta sarebbe stata schiantata di sicuro da quel biondo misterioso.
Harry riprese: 'Te la senti?'
'Ma certo! Ti informerò!' rispose Hope entusiasta.
'Grazie, ecco il mantello, io ora vado'.
'Buona fortuna Harry!'

 

Ciao a tutti! Per prima cosa, volevo ringraziarvi per aver letto la mia storia, spero proprio che continuerete e che vi piacerà sempre di più! Questo è il sesto capitolo e ammetto che è un po' noioso e piatto. Ma sapete, non potevo mettere tutte le parti più belle una dopo l'altra, dovevo creare un po' di suspense, altrimenti non c'è divertimento! Ahahaah! Comunque sto già lavorando ai prossimi capitoli e saranno di sicuro migliori... Io vi ringrazio ancora, siete fantastici! Se ci sono degli errori, scusatemi! Recensite se volete, lo ripeto sempre! Aahahah! Baci :D
RedPoison

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Capitolo 7
*** Ricerche. ***


- Ricerche.

 

 

 

 

La partita era iniziata.

Il castello era deserto, tutti gli studenti e gli insegnanti si trovavano al campo di Quidditch.
Tranne due persone però, ovvero Malfoy e Hope, la quale seguiva il primo.

Protetta con sua grande felicità dal mantello dell'invisibilità di Harry, era riuscita a circolare indisturbata per tutti i piani della scuola in cerca del biondo, e arrivata al settimo lo trovò. Il ragazzo era in compagnia di due ragazze Serpeverde: una alta quanto lui, con un caschetto corvino che incorniciava il suo viso asciutto e lungo; l'altra un po' più bassa, con dei capelli dritti come spaghetti che le ricadevano sulle spalle e che sembravano quasi una parrucca, e un naso altrettanto perfetto da sembrare anche esso finto come i capelli. Secondo Hope erano entrambe alquanto timide, dato che non alzavano mai la testa e gli occhi, puntati entrambi sul pavimento, come se appunto si vergognassero.

Nonostante ciò Hope si accorse di non averle mai viste lì ad Hogwarts dall'inizio dell'anno scolastico, e questo dettaglio la incuriosì più di quanto lo fosse già.

Seguì i tre fino davanti ad un muro apparentemente normale, ma dal quale, dopo pochi istanti, comparve una porta enorme che si aprì da sola.

Anche se Malfoy era di spalle, Hope capì che stava sogghignando, ma non ne comprese il motivo: insomma, era 'contento' di vedere quella porta? Cosa doveva farci?

Restò per alcuni secondi a riflettere su queste cose senza trovare delle spiegazioni valide, anche perchè lei non ne aveva saputo mai nulla di quella porta, fino a quando si rese conto di non stare più controllando Malfoy.

Tornò nel mondo reale, e notò che il ragazzo era 'appiccicato' ad una di quelle ragazze e le stava bisbigliando qualcosa all'orecchio. A quella scena Hope sentì una stretta allo stomaco e dei brividi lungo la schiena, ma non ci fece molto caso, perchè adesso il biondo stava varcando quella misteriosa porta, lasciando le due Serpeverde fuori da sole.
E adesso? Cosa doveva fare? Aspettare o andare via?
Forse sarebbe stato meglio restare lì a controllare, in fin dei conti lei lo stava facendo per Harry, il quale ci teneva moltissimo, e per sé stessa.

 

Dopo alcune ore la partita di Quidditch terminò, e Hope si trovava ancora al settimo piano, nascosta dietro ad un muro a controllare se Malfoy uscisse da un altro muro. Nella sua stessa situazione però c'erano anche le due ragazze 'mai viste prima', le quali erano ancora appostate davanti alla porta misteriosa a fare da guardia al loro amichetto.

Ma lei non ce la faceva davvero più.

Si ripetè più volte che lo faceva per il suo amico, per aiutarlo, ma ora era decisamente troppo.

Si tolse d'istinto il mantello, girò i tacchi e se ne andò.

Era un po' adirata per tutto quel tempo passato a non fare nulla.

Avrebbe riferito a Harry della porta misteriosa e delle amichette Serpeverde del biondo e gli sarebbe dovuto andare bene per forza, perchè lei aveva fatto tutto quello che poteva.
Non era mica colpa sua se quel biondo maleducato era un tipo da brivido e mistero, e non era colpa sua se non era riuscita a varcare quella porta sbucata improvvisamente dal muro per vedere cosa stesse facendo lì dentro... Ma... Un momento... Avrebbe potuto invece! Aveva il mantello! Che stupida!

Cosa raccontava ora a Harry? Che non le era venuta in mente sul momento quell'idea, così l'avrebbe presa per una 'poco intelligente'? No, assolutamente!

O magari sarebbe potuta rimanere lì, al corridoio del settimo piano, nascosta dal mantello, ad aspettare che la Serpe sarebbe tornata...

 

'Allora non ti è bastata la lezione dell'altra volta Lalage...?'
Quella voce fastidiosa e sempre altezzosa l'avrebbe riconosciuta tra mille...
Hope si bloccò. Non si mosse più, rimase in silenzio per diversi secondi, quasi non respirava nemmeno!
Era come pietrificata, ma non per mezzo di un incantesimo.

Sentì i passi del giovane Malfoy alle sue spalle.
Si avvicinavano sempre di più a lei, la quale nel frattempo non aveva nemmeno il coraggio di voltarsi.

'Stai calma... Devi affrontarlo, puoi farcela...' si ripeteva a mente come fosse una filastrocca.

Ora il biondo era proprio dietro di lei, lo sentiva. Questo si spostò cautamente verso il suo orecchio, e vi sussurò con un tono (come sempre) minaccioso:

'Devi starmi alla larga, o la pagherai molto cara...'
La ragazza iniziò a percepire le sensazioni negative della scorsa volta sulla Torre di Astronomia, ma stavolta non l'avrebbe fatte predominare. .

Aprì bocca e sputò fuori la prima cosa che le venne in mente:
'Non mi fai paura... Serpe...'
Niente da fare. Non riusciva proprio a nominare il suo nome. Per lei era pericoloso quanto il nome del Signore Oscuro.

'Tu dici? Riesco a sentire il tuo cuore che batte persino da qui sai...'
Beccata.

Eppure si era 'tranquillizzata' un pochino, ma non poteva di certo rallentare i suoi battiti super accellerati con un semplice ordine!
Cercò così una sciocca scusa:
'Stavo correndo.'
Silenzio.

Il ragazzo si avvicinò ancora di più: ora sfiorava l'orecchio della strega con le sue labbra.
Quel contatto fece rabbrividire in un modo assurdo Hope, e intanto le sue guancie passavano da un colore paonazzo a uno lievemente rossiccio.
Malfoy le sussurrò:

'Non farti più vedere.'
Detto questo si staccò subito da lei e se ne andò con la sua solita camminata altezzosa tale e quale alla sua voce.

 

La ragazza non si era mai voltata per tutto quel tempo.
Aveva paura di guardarlo, e non sapeva nemmeno il motivo di ciò.

Ma quella paura tuttavia non vi era nei confronti del ragazzo stesso. Si un po' la intimoriva, ma non troppo da non spingerla più a cercarlo o seguirlo per la scuola come aveva fatto quel giorno e come le aveva proibito proprio lui.

In fin dei conti pochi istanti fa l'aveva affrontato, senza rimanere muta e senza essere schiacciata dalle sue paure. Non era stata perfetta, ma almeno aveva fatto un passo avanti, e la volta dopo ne avrebbe fatto un altro, e poi un altro ancora, fino a quando non lo avrebbe sconfitto definitivamente.

Non poteva averla vinta lui, non su di lei, non su Hope Lalage.

 

 

Salve popolo di EFP :) Eccoci arrivati al settimo capitolo di questa storia! Ho cercato di renderlo il più possibile interessante, anche perchè.... No non vi dico nulla, mi dispiace! :D Comunque se trovate degli errori scusatemi tanto! L'ho scritto stamattina con l'ipad mentre ero in viaggio sulla nave, attorniata da bambini 'indemoniati' che non mi davano pace, e in più ero/sono reduce di una nottata passata in bianco.... Quindi abbiate pietà! Ahahahah! Ringrazio tutti quelli che leggono, continuate a farlo mi raccomando! :D Recensite se volete! Baci a tutti!
RedPoison

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Capitolo 8
*** Ricordi amari... ***


- Ricordi amari...

 

 

 

 

Non fu difficile per Hope capire quale squadra avesse vinto la partita, dato che dalla Sala Comune della sua casata proveniva un gran baccano.

Dopo aver sopportato le lamentele della Signora Grassa su tutto quel rumore, entrò nella stanza: tutte quelle facce familiari e felici che festeggiavano, urlavano, improvvisavano cori, ballavano, muovevano le mani in aria a ritmo dei cori stessi. Bandiere e striscioni gialli e rossi, maglie con lo stemma dei Grifoni, e altre decorazioni ovunque.

Hope si sentiva veramente.... a casa.

Era diventata di colpo felice e raggiante come i suoi amici, come lei era fino a qualche mese fa.

Un grande sorriso le spuntò in volto, si guardò attorno, ed avanzò verso il centro della Sala, dove vi stava Ron. Quest'ultimo era accerchiato da tutti i Grifondoro che esultavano per lui e lo lodavano, mentre lui li fissava uno per uno con una faccia da ebete. Forse aveva bevuto un po' troppe Burrobirre portate in modo 'abusivo' a Hogwarts da Seamus.

Hope si fermò davanti al rosso, che nel frattempo si era avvinghiato a Lavanda Brown come una piovra e lei aveva fatto lo stesso con lui, e iniziò a contemplare tutta quell'atmosfera festosa.

Era da una vita che non partecipava ad una festa o semplicemente ad un ritrovo in famiglia o cose simili. In verità lei riteneva di non averla più una famiglia.

Negli ultimi quattro anni le era capitato tutto quello che non avrebbe mai augurato né a sé stessa né agli altri. Era solita essere cupa e triste in quel periodo, e solo grazie alla notizia del suo ritorno a Hogwarts era riuscita a 'rinascere' e ad acquisire quindi un carattere più allegro e solare.

Aveva fatto ciò anche perchè, molto probabilmente, voleva rimediare a tutto il tempo perduto a versare lacrime incessanti e amare per persone a lei care che avevano commesso dei gravi errori nelle loro vite. Avevano giocato con il fuoco, e infatti erano rimaste bruciate. Per sempre. E la cosa peggiore era che le bruciature avevano colpito anche la povera Hope. Non sapeva cosa le avrebbe riservato il futuro, non voleva nemmeno immaginarlo, si rifiutava. Era decisa a vivere il presente e a risolvere tutti gli affari e i problemi che lo caratterizzavano. Il futuro se la sarebbe cavato da solo.

 

In mezzo alla folla Hope non notò Hermione, ma vide solamente Harry scappare via.

A malincuore decise di seguirlo. Lo trovò in fondò ad una scala a consolare la loro amica Grifona in preda ad un pianto disperato.

Il 'Prescelto' si accorse della presenza della ragazza, si voltò e scosse la testa in un gesto negativo come a volerle far capire di non avvicinarsi a chiedere spiegazioni perchè non era quello il momento giusto. Perciò la strega risalì su al piano di sopra.

Camminò spensierata fino al ponte e si affacciò dal portico per ammirare meglio il paesaggio che le se presentava di fronte: si sentiva perfettamente che l'aria autunnale stava cambiando sempre di più fino a diventare invernale; il cielo era ricoperto da nuvole minacciose, tra le quali però si faceva spazio uno spiraglio di luce lunare. Infine vi era il resto del castello, dove in alcune aree vi erano delle finestre illuminate, mentre in altre vi era il buio totale, segno che molti studenti stavano già dormendo.

Poi lo sguardo di Hope raggiunse la Torre di Astronomia, e subito le tornarono alla mente i soliti ricordi legati a quel luogo, ma proprio lì in quel momento vi era un ragazzo, quello di sempre.

La strega lo guardò accigliata. In un primo momento pensò di raggiungerlo e affrontarlo di nuovo per vincere le sue paure, ma in un secondo momento ci ripensò su: forse era meglio lasciar perdere per quella sera, aveva già 'discusso' con lui nel pomeriggio. Poteva bastare così. Quindi se ne andò nel suo dormitorio a rimuginare su tutti i suoi pensieri.
 

La mattina dopo fu dura alzarsi, soprattutto perchè il primo pensiero di Hope fu quello della lezione di Difesa Contro le Arti Oscure alla prima ora, dove il professor Piton avrebbe verificato come procedeva lo studio degli incantesimi non verbali.

Ovviamente a lei non le era mai passato per la testa di impararli meglio e perderci magari un po' di tempo.

Dopo essersi preparata si recò immediatamente in Sala Grande e trovò molte facce ridotte come la sua, ovvero preoccupate e ansiose per la lezione 'maledetta'; molti poi tenevano le labbra serrate in delle buffe smorfie, assumevano un colorito violaceo e puntavano le loro bacchette sui calici, sperando che sarebbe uscito dalla punta di quelle un solo insulso incantesimo.

Ma nessuno ci riusciva. Sembrava di essere in un manicomio, pensò Hope.

Consumò la sua colazione in pochissimi minuti e poi raggiunse la classe di Difesa Contro le Arti Oscure insieme a Hermione.

Arrivata qui trovò tutti i banchi spostati in fondo alla stanza e il resto degli alunni al centro, che parlottavano tra di loro aspettando l'arrivo del professore.

Quel giorno Grifoni e Serpi avrebbero avuto lezione insieme. Harry e Ron furono gli ultimi ad entrare nella stanza, e subito dopo di loro Piton. Questo con la sua solita parlata lenta e priva di qualsiasi emozione ordinò a tutti:
'Saprete già che oggi verificherò e giudicherò i vostri progressi con gli incantesimi non verbali. Perciò non aggiungiamo altre chiacchiere superflue e formate velocemente delle coppie, possibilmente ognuna composta da un Serpeverde e un Grifondoro'.

Tutti fecere delle facce sconvolte e rammaricate, alcuni anche disgustate.

Harry invece si avvicinò furtivo a Hope e le sussurrò 'Prendi lui. Fallo!'
La ragazza gli rivolse uno sguardo molto più scandalizzato di quello dei suoi compagni, ma il suo amico non le permise nemmeno di replicare. Non poteva crederci, le aveva davvero ordinato di 'fare coppia' con Malfoy?

'Ho detto formate delle coppie, muovetevi ORA'.

Il professore fulminò con lo sguardo ogni singolo studente.

All'istante l'intera classe iniziò ad accalcarsi, a dare spinte di qua, gomitate di là... e in tutto quel mucchio Hope prese a cercare la testa bionda della Serpe, quando fu afferrata in modo brusco per un polso e trascinata via da lì.

Si voltò con un'espressione adirata e scoprì con sua grande sorpresa che ad averla presa era il biondo che stava cercando.

Rimase stupita e a bocca aperta.

Intanto lui non mollava la presa, nemmeno quando trovarono la loro postazione ed erano faccia a faccia. La strega naturalmente provava ad evitare gli occhi del ragazzo, anche se le risultava molto più difficile persino del riuscire a fare un incantesimo non verbale.

Lui si accostò più vicino a lei e le disse con un tono divertito:

'Ora scoprirai cosa vuol dire mettersi contro di me'.

Hope non sapeva se iniziare a preoccuparsi oppure lasciarlo perdere per vincere ancora di più le sue paure. Una cosa la sapeva però: quando le si avvicinava oppure la sfiorava, il suo cuore cominciava a battere all'impazzata, e un brivido le percorreva veloce tutta la schiena.

Dopo un paio di minuti le coppie erano pronte e disposte ordinatamente per tutta la stanza.

Piton le passò in rassegna, studiandole una ad una, poi si fermò.
'Malfoy e Lalage, ci fareste l'onore di iniziare?'
I due annuirono, gli altri si scansarono ai lati dell'aula per lasciare alla prima coppia tutto lo spazio necessario per fare la loro prova. Rimasero solo la Serpe bionda e la Grifona. Uno di fronte all'altro.
'Presentatevi prego'.
Entrambi si portarono le bacchette davanti ai propri nasi con un rapido scatto.

Gli occhi di Hope cercavano ancora di non incontrare quelli di Malfoy, e perciò rivolgeva il proprio sguardo pieno di astio e ansia a Harry, che invece aveva un'aria molto preoccupata.
'In posizione'.
Si allontanarono l'uno dall'altra per posizionarsi in due punti ben distanti tra di loro, e tesero le bacchette a mezz'aria.

Il volto di Mafoy trasudava rabbia repressa, vendetta, e una superbia indescrivibile.

Squadrava la sua 'sfidante' come se volesse ucciderla con il solo sguardo.

Gli aveva causato molti problemi, gli era stata parecchio d'intralcio, ma nonostante tutte le minacce che le aveva rivolto, continuava a dargli fastidio. Si era messa contro di lui, contro un Malfoy, contro Draco Malfoy. Eppure nessuna ragazza aveva mai osato metterlo alla prova: o cascavano tutte ai suoi piedi o lo evitavano per la sua 'cattiva' reputazione familiare. Hope era l'unica che non faceva parte di nessuna delle due fasce, ed era proprio per questo motivo che infastidiva e allo stesso tempo incuriosiva il biondo.

'Inizierete con un incantesimo di disarmo, e poi con uno di attacco. Ma vi avverto: niente magie troppo pericolose o violente. Sono stato chiaro?'

I due annuirono di nuovo, Hope un pochino più incerta della Serpe.
'Bene. Cominciate'.

La tensione iniziò ad alzarsi lentamente in tutta l'aula.

Hermione era diventata bianca come la neve e stringeva (o meglio, stritolava) la mano di Ron; Harry fissava Hope come se volesse suggerirle gli incantesimi telepaticamente.

Intanto la ragazza cercava di formulare l'incantesimo a mente, ma improvvisamente, senza nemmeno accorgersene, la sua bacchetta volò via.

Malfoy l'aveva già disarmata con completa disinvoltura e facilità.

Di conseguenza le scagliò contro uno schiantesimo che lei fu rapida e scaltra ad evitare finendo dritta per terra, faccia a faccia con il pavimento.

Ora la tensione era alle stelle.

L'intera classe sussultò quando la Grifona cadde per schivare l'incantesimo: la preoccupazione di Harry adesso era evidente da un miglio di distanza da lui.

Hope si voltò in tempo per vedere che Malfoy stava avanzando verso di lei con la sua solita camminata altezzosa, e con un ghigno maligno stampato in volto.

Non sapeva cosa volesse farle, non voleva nemmeno immaginarlo, perchè in fin dei conti c'erano tutti i loro compagni lì presenti e testimoni di ogni sua possibile azione malintenzionata.

Quando fu abbastanza vicino a lei, puntò sulla fronte di quest'ultima la propria bacchetta, sprigionò tutto l'odio rinchiuso in lui e con un tono di disprezzo le quasi mormorò per non far sentire agli altri:

'Hai commesso un grave errore, Lalage. E ora ne pagherai le conseguenze'.

Quelle parole, quel tono, quella cattiveria.

Tutto le era così familiare. Tutto le riportava alla mente il suo passato.

Quei quattro anni. Quel fatidico fatto. Quel grande dolore.

Le si strinse il cuore, lo stomaco si contorse, e la sua mente vuota come il suo sguardo, fisso davanti a sé.

Iniziava a sudare e a respirare affannata, come se avesse appena corso per chilometri senza mai fermarsi.

Molte immagini le passavano a raffica nella testa, molte voci le invadevano l'udito impedendole di ascoltare chi le stesse attorno.
'Basta così... per oggi. La lezione è terminata' annunciò svogliatamente il professor Piton, il quale aveva assistito all'intera scena senza battere ciglio.

Harry si diresse subito da Hope, accompagnato da Hermione e Ginny sbiancate a quell'accaduto: le due aiutarono la loro amica ad alzarsi e, tenendola per un braccio per una, la portarono in Sala Comune, seguite da Ron e gli altri.

 

Arrivati lì misero a sedere su una poltrona davanti al camino la ragazza ancora sotto shock, e in pochi secondi la Sala si riempì di Grifondoro che la fissavano senza avere il coraggio di parlarle. Interruppe quell'interminabile silenzio la voce di Harry che ordinò calmo a tutti i presenti: 'Lasciateci soli'.

In altrettanto poco tempo la Sala si risvuotò. Il 'Prescelto' si sedette sul divano affianco alla poltrona dove era seduta la sua amica: si mise a guardare il vuoto insieme a lei, ma era decisamente meno pallido. Poi iniziò:

'Come stai..?'

Hope non rispose. Continuava a tenere gli occhi fissi davanti a sé, a rivivere i piccoli flashback che erano apparsi nella sua mente.

Quando Harry perse tutte le speranze in una possibile risposta da parte della ragazza alla sua domanda, questa arrivò:

'Era mia madre... Quella notte... Lei non voleva...' disse debolmente la ragazza senza voltarsi o guardare altrove.

'Co.. cosa?' azzardò a chiedere l'amico.

'Lei era stata per anni una Mangiamorte.. mia madre. Poi si rese conto di aver sempre fatto le scelte sbagliate, e decise di rimediare, rubando un oggetto prezioso appartenuto a lui... a Voldemort. Ma questo la uccise... L'anno scorso... e le sue ultime parole a mia madre furono Hai commesso un grave errore, Elizabeth. E ora ne pagherai le conseguenze...'

Il vuoto degli occhi di Hope fu riempito dalle lacrime, le lacrime dello stesso sapore di qualche anno fa, di un anno fa, della morte di sua madre.

Coprì il volto con le mani, come se volesse nascondere a Harry tutti i ricordi orrendi che in quel momento scorrevano come un film nella sua testa...

 

 

Salve a tutti miei cari lettori :) Eccovi qua l'ottavo capitolo: parecchie cose sono state svelate, non so se l'avete notate tutte.. Ma tanto ve ne accorgerete bene nel resto della storia! Spero che vi sia piaciuto, che vi piaccia il mio personaggio, e che continuerete a leggere :D Ringrazio chi mette la mia storia tra le preferite, tra le seguite, e chi legge in silenzio :) Siete fantastici! Inoltre un ringraziamento speciale va, come sempre, a Missis_Malik, e dedico a lei questo capitolo :D Beh, credo di aver detto tutto... Non so quando arriverà il prossimo, anzi lo so! Quando mi verranno delle buone idee ahahah! Nel frattempo vi lascio con questo... Baci! <3
RedPoison

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Capitolo 9
*** Qualcosa di inaspettato ***


- Qualcosa di inaspettato

 

 

 

 

La povera Hope piangeva a dirotto, non riusciva a smettere. Tutto ciò non succedeva dal giorno del funerale della madre.

Invece Harry la fissava interrogativo e con la mente abbastanza confusa, ma per rispettare la sua amica non le fece altre domande, le quali con molta probabilità avrebbero aumentato maggiormente il suo dolore e la sua tristezza. Si limitò a dirle con una voce rassicurante:
'Sta calma Hope... Va- va tutto bene..' .

Ma niente, lei continuava a piangere.

Perciò le si avvicinò, racchiuse le sue mani nelle proprie, e la fece alzare dalla poltrona per farla sistemare affianco a lui sul divano più grande. La ragazza non esitò, anzi, si accucciò con la testa sul petto di Harry, mentre quest'ultmo le avvolgeva il proprio braccio attorno alle spalle, e con la mano dell'altro teneva stretta quella dell'amica. Quest'ultima in pochi minuti si tranquillizzò, in fondo era con il suo amico più caro, colui che c'era sempre stato per lei, anche proprio in quel momento stesso... E come avrebbe fatto senza di lui?

Si addormentò cullata dal suo affetto, ma tormentata dai ricordi del suo passato.

 

Passarono un paio d'ore e i due ragazzi erano ancora in Sala Comune, stretti l'uno all'altra, a dormire indisturbati.

Le lezioni non erano ancora terminate, ma il fato volle che in quel momento varcassero la porta della stanza Ginny e Hermione.

La prima stava parlando assiduamente con la seconda, ma quando notò Harry e Hope insieme, smise di farlo: il suo sguardo alquanto furioso colpì come un fulmine prima la ragazza e poi il ragazzo, e il suo voltò iniziò piano piano ad arrossire.

'Vedo che si è ripresa presto però!' affermò sarcastica incrociando le braccia contro il suo petto.

Harry sobbalzò al sentire quella voce. Spalancò più volte gli occhi, cercando invano di svegliarsi meglio e apparire abbastanza lucido; poi liberò delicatamente Hope dalla sua presa per potersi alzare, e la adagiò per bene sul divano, evitando di svegliarla.

Finito di sistemare la sua amica, si rivolse a Ginny con un'espressione supplichevole e innocente. Lei invece con un tono ancora più sarcastico di quello di prima, e anche un po' adirato, gli disse:

'Oh scusami tanto! Non volevo interrompervi, scusatemi proprio tan..'

'SSSSH!' la interruppe bruscamente Harry. Poi riprese:

'Non stava molto bene... Aveva bisogno di un po' di tranquillità e riposo. Venite vi spiego'.

E così i tre si avviarono fuori dalla Sala, lasciando lì Hope a riposare.

Il 'Prescelto' portò le due amiche in un posto più isolato e al sicuro da 'malelingue' per raccontare loro quello che era successo all'altra ragazza e cosa aveva detto a lui qualche ora prima.

Terminato lo spiacevole racconto, Ginny assunse un'aria dubbiosa e confusa, mentre Hermione risultò essere più dispiaciuta e preoccupata per l'amica.

Ad un tratto però inarcò le sopracciglia e spalancò gli occhi.
'Elizabeth hai detto?' domandò a Harry quasi come fosse un rimprovero.

'Si...'

'Oh Merlino....' esclamò lei.

'Cosa?'

'Ma certo... Elizabeth Balm!' sussurò per non farsi sentire troppo.

'Elizabeht Balm?' fecero eco gli altri due.

'Si! Non mi dite che non la conoscete? E' una potente strega storica. Era anche una grande sostenitrice di Voi-Sapete-Chi, alla pari con Bellatrix Lestrange'.

A Harry gli si strinse il cuore a sentire quel nome. Poi domandò:

'E fu uccisa da lui stesso, non è così?'

'Esatto...' rispose fredda la riccia, e prima che uno dei due potesse fiatare, riattaccò:

'… Ma nessuno sa il perchè. Girano molte voci al riguardo, tutte diverse. Quelle più famose e sostenute sono però due: o l'ha fatto perchè lei abbandonò il lato oscuro per unirsi al lato buono, oppure perchè rubò un suo oggetto.'

'Un suo oggetto...? Cosa aveva di così prezioso questa cosa rubata da indurre Tu-Sai-Chi ad uccidere una sua ex-seguace super accanita?' sbottò Harry tutto d'un colpo.

'Non lo so Harry... Sono solo voci...' rispose affranta Hermione.

'No invece. E' la verità. Me l'ha confermato Hope stessa, ricordi?'

'Giusto...' affermò sbalordita la ragazza.

I due amici si guardarono a lungo, come se volessero comunicare attraverso lo sguardo per non far capire o sentire nulla a Ginny, che in tutto quel tempo era stata muta a riflettere sulla situazione. Dopo poco iniziò ad irritarsi per il comportamento degli altri ragazzi, e perciò prese a parlare con voce risentita:

'Secondo me è meglio lasciarla riposare. Quando poi si sveglierà, se si sarà ripresa, potremmo rivolgerle tutte le domande che vogliamo, senza superare troppo il limite, ovvio!'

'Si hai ragione, faremo così' affermò Harry, il quale la guardava con notevole interesse, cosa che non sfuggì certamente a Hermione.

 

In quello stesso momento una donna stringeva una bambina tra le sue braccia e sorrideva al fantastico uomo che aveva sposato. Aveva dei capelli lunghi, molto mossi, e di un biondo ramato; un sorriso raggiante e un enorme spirito materno verso quella bambina. Quest'ultima aveva i suoi stessi occhi verdi smeraldo, la sua stessa felicità dipinta sul volto, e la sua stessa voglia di vivere. Ma poi tutto divenne buio, l'uomo sparì, e anche la piccoletta.

La donna rimase sola; si mise in ginocchio; iniziò a cambiare.

La sua carnagione divenne cadaverica, i suoi capelli più spenti, e sull'avambraccio sinistro qualcosa, si illuminava, la possedeva. Prendeva il controllo su di lei.

Quello sguardo pieno di vita divenne un'espressione assassina, violenta, e minacciosa.

Ma la donna combatteva. Combatteva per non tornare verso quel lato. Per non ridiventare più quella di prima. Lottava soprattutto per sua figlia.

E poi esplose una luce verde, cancellando la donna e il buio che la immergeva... E Hope aprì gli occhi di scatto. Era spaventata, triste, addolorata, infelice... Aveva appena sognato la madre.

Tutto ciò non succedeva da molto tempo ormai, e questo la preoccupava tantissimo.

Si guardò attorno: era ancora sdraiata sul divano in Sala Comune, doveva essere tardo pomeriggio, e Harry non c'era più.

Si alzò piano piano e si mise a sedere, tenendo la testa tra le mani. Sospirò forte.

'Forse ho bisogno di prendere un po' d'aria...' pensò.

Si diresse così nel suo dormitorio a togliersi la divisa, e nel farlo, si ricordò di aver saltato tutte le lezioni di quella giornata; perciò si rattristò ancora di più. Tutti i professori il giorno dopo le avrebbero fatto le peggio ramanzine e le più svariate domande del mondo riguardo la sua assenza. Era bene prepararsi anche a quello.

 

Quando fu pronta uscì dalla Sala Comune e iniziò a girovagare per la scuola alla ricerca di un posto pacifico all'aperto. Quindi cominciò a stilare una lista a mente:

  • il cortile? No, vi erano di sicuro troppe persone, e lei era ancora scombussolata da quella maledetta giornata, e l'ultima cosa che voleva era stare a discutere con gente impicciona e pettegola;

  • il ponte? Di sicuro a quell'ora era chiuso e non potevano recarvisi gli studenti;

  • il giardino o da Hagrid? Stesso discorso del ponte;

  • nella foresta proibita? Ma... cosa le saltava in mente?? Non voleva mica suicidarsi!

Ok, l'unica opzione libera e possibile era la Torre di Astronomia.

'Bè, meglio di niente!' pensò subito lei, facendo spallucce.

Salì fino al settimo piano e raggiunse così la sua meta.

Non c'era nessuno, un gran bel sollievo per Hope!

Avanzò lentamente e silenziosamente verso la ringhiera dalla quale si vedeva tutto il paesaggio circostante. Si appoggiò ad una colonna in cui vi era incastrata la stessa ringhiera, e iniziò a contemplare la magnifica vista che si vedeva da lassù.

Era già sera e tirava un piacevole venticello fresco tipico della stagione invernale. Hope si strinse nel suo maglioncino di lana grigio e respirò quell'aria: adorava l'Inverno. Poteva starsene al calduccio tutto il giorno, sotto una morbida coperta, cullata dal crepitio del fuoco, e protetta da uno dei suoi morbidi maglioni variopinti. Si sentiva così bene lì sopra, così... al sicuro, anche se era sola... oppure no...

'Guarda guarda chi c'è qui!' esclamò una voce fin troppo conosciuta e fin troppo odiata da Hope.

'Colei che si spaventa con un solo insulso incantesimo di disarmo!' continuò.

'Lasciami in pace Serpe. Non sono affari che ti riguardano' rispose fredda e scontrosa lei senza nemmeno voltarsi a vedere chi era quella persona, tanto lo sapeva già.

Nel frattempo lui si appostò un pochino più lontanto da lei, appoggiandosi alla ringhiera.

'Oh mi riguardano eccome, Lalage. Si dà il caso che sia stato io stesso a disarmarti e..'

'Non mi importa, va bene? E ora, ti ripeto, LASCIAMI IN PACE'.

'Veramente dovresti andartene te, questo è il mio posto' affermò serio Malfoy.

'Cosa? Fai sul serio? Ah ho capito che tipo sei te... Tutte le ragazze ti stanno dietro e tutto ciò che gli ordini loro fanno. E in più ti credi anche il 'Padrone Supremo del Mondo', dove tu hai il potere su ogni cosa, e ogni cosa appartiene a te. Bè, devi sapere che niente di questo è vero! Sei solo una Serpe come le altre: subdola, meschina, egoista, cattiva, e viziata!'

'Vedo che stai tornando la Hope Lalage di prima, quella che osa sfidarmi e mettersi contro di me..'

'Ma lo vuoi capire che non mi fai alcuna paura?'

'Non si direbbe, visto quello che è successo stamattina'.

Il biondo le rivolse un ghigno malefico, mentre Hope guardava dritto davanti a sé per non incrociare il suo sguardo che, in contrapposizione a quello che aveva detto poco fa, temeva molto.

'Ti sei approfittato di me. Mi hai fatto tornare alla mente dei ricordi che io avevo cancellato da tanto tempo ormai, senza i quali stavo bene, ero... rinata. Tu non ti rendi proprio conto. Non sai quello che ho passato.... Sai vedere soltanto la falsa potenza e la falsa supremazia che ha la tua famiglia. Sai solo vantarti di cose che non sono affatto piacevoli accadute nella tua famiglia. Tu... tu...' la ragazza non riusciva a finire la frase.

'Non permetterti di parlare male della mia famiglia oppure...'

'Oppure cosa? Cosa? Io non ho paura tanto! Fai quello che vuoi, ma sarai te a sbagliare, ricordalo! A commettere lo stesso errore che ha commesso tuo padre! E anche mia m... Oh al diavolo!'

Hope si voltò di scatto, e ,furente come non mai, si incamminò verso l'uscita.

Come cavolo avevano fatto ad andare a finire a quel discorso?

Lei aveva buttato fuori tutto quello che avrebbe voluto dire da molto tempo al biondo, ma presa dalla rabbia e dal rancore, aveva fatto un casino e parlato a 'sproposito'!

Era confusa persino lei di quello che gli aveva detto pochi istanti fa!

Non ci stava capendo più nulla... Si sentiva di nuovo strana... Qualcosa stava per succedere, e lei lo aveva capito. Attribuì quel presentimento alla discussione appena avuta con Malfoy, ma non era finita là.

Appena arrivata sul bordo del primo scalino, Hope sentì una mano fredda afferrarle il polso in modo brusco, e tirarla nella stessa maniera.

Non ebbe tempo nemmeno di girarsi, o gridare, o parlare.

Fu scaraventata contro il muro più vicino, e tenuta ferma dalla forte presa ai polsi da parte del biondo. In più era bloccata anche dal corpo di quest'ultimo, addossato pesantemente al suo.

La strega chiuse immediatamente gli occhi (come suo solito).

Si lamentava per il dolore alla schiena avuto in seguito alla botta presa prima, ma anche per i polsi quasi stritolati dal ragazzo.

Non provò quelle sensazioni di tristezza e vuoto di sempre, era già triste e vuota di suo dall'inizio della giornata. Solo il suo cuore iniziò a battere all'impazzata, ma basta.

Intanto Malfoy aveva il proprio volto sul suo. I loro respiri si intrecciavano, e i loro nasi si sfioravano, ma i loro stati d'animo facevano a pugni.

'Non ti permettere mai più, insulsa sudicia ragazzina piagnucolosa' la minacciò lui.

'Non.. mi.. fai.. paura.. Serpe..' borbottò lei, cercando di reprimere il dolore.

'Perchè non mi guardi negli occhi, Lalage?' le domandò lui sogghignando malvagiamente.

La ragazza preferì non rispondere.

Non intendeva di certo ammettere che temeva il contatto con il suo sguardo. Si sarebbe sicuramente compiaciuto e sentito potente a sapere che anche lei si sottometteva a lui, Draco Malfoy.

Girò la testa dall'altro lato e aprì finalmente gli occhi, sicura che il biondo l'avrebbe mollata in quel preciso momento, come l'altra volta. Ma si sbagliava.

Infatti la Serpe non aveva la minima intenzione di lasciarla andare.

Un ghigno ancora più pericoloso apparve sul suo viso pallido.

Lasciò uno dei polsi di Hope che stava stritolando, e con la mano prese delicatamente il volto della strega, spostandolo con altrettanta 'grazia' verso il suo.

Niente, proprio non ne voleva sapere di guardarlo! Di nuovo con gli occhi chiusi.

Al biondo comunque non importava più di tanto.

Prese ad accarezzare dolcemente e inaspettatamente le guance della ragazza, mentre lei non batteva ciglio. Rimaneva immobile, non si ribellava e nemmeno lo assecondava. Non poteva ovviamente assistere alla scena, o vedere semplicemente l'espressione della Serpe di fronte a lei. Un'espressione diversa dalle solite minacciose e cattive, una molto più palesemente rilassata e sollevata, ma accompagnata pur sempre dall'immancabile ghigno malefico.

A quelle carezze Hope assunse un lieve rossore in viso e il cuore le batteva ancora più forte di prima.

Quando Malfoy poi le sfiorò con l'indice il labbro inferiore, iniziò a capire cosa sarebbe successo. Ma non si mosse ugualmente, qualcosa glielo impediva.

Il biondo scansò la mano dalle labbra della ragazza, riprese il suo viso in modo delicato, e senza esitare un momento di più, la baciò.

Una confusione esplose in Hope. Dentro di sé stava passando un tornado, un terremoto, una tromba d'aria... di tutto! Provava sofferenza e felicità, tristezza e allegria, ansietà e sicurezza, paura e serenità... A ogni sensazione negativa ne corrispondeva una positiva. La mente era annebbiata, il cuore impazzito.

L'unico che sembrava a suo agio e stranamente rilassato era Malfoy stesso, nonostante fosse stato lui a baciarla.

Ma lei non lo ricambiò. Come già detto, era immobile, prendeva vita solo la sua parte interiore. L'aveva colta di sorpresa.

Quando però poi il biondo, dopo alcuni secondi, si staccò dalla Grifona per donarle un secondo bacio, questa lo ricambiò, rendendolo in un certo senso soddisfatto.

Hope non riusciva a comprendere il gesto della Serpe, ma un'idea già le scorreva in testa: la stava per caso mettendo alla prova? Voleva sicuramente dimostrare che lei era come tutte le altre, ovvero un'oca svampita che cadeva sin dal primo momento ai suoi piedi.

E invece no! Non era affatto così! Molto probabilmente quel bacio era la prova, la scusa per poterla subito incastrare.

Infastidita da questo pensiero, si staccò lentamente da Malfoy, e lui fece lo stesso.

Era ancora più frastornata di quanto non lo fosse già stata per tutto il giorno. Le sembrava di aver appena fatto cento giri della morte tutti di fila.

I suoi sentimenti facevano a cazzotti, mentre il cuore aveva finalmente rallentato la sua corsa. Fu come un primo bacio... e quello era un primo bacio per Hope.

Lo aspettava da una vita, era così felice alla sola idea, ed era accaduto pochissimi secondi fa.

Di certo non se lo aspettava da un tipo cupo, misterioso, superbo, scontroso, cattivo, e Serpe come Malfoy. No anzi, non se lo aspettava proprio da Malfoy stesso! Tuttavia non si sentiva adirata per averle dato il suo primo bacio. Era... non lo sapeva nemmeno lei sinceramente.

Il biondo riprese ad accarezzarle dolcemente il viso, e poi, con il suo ormai famosissimo ghigno, le sussurò in un tono che stava tra il sognante e il divertito:

'Lalage...'

Hope si limitò a seguire con lo sguardo la mano del giovane scorrere sul suo volto pallido e liscio e, pochi secondi dopo, staccarsi da quest'ultimo.

Sentì anche la presa dell'altro polso allentarsi, e il corpo del ragazzo allontanarsi dal suo.

Questo si congedò da lei senza aggiungere altro, lasciandola lì di nuovo da sola a mettere in ordine i propri pensieri e i propri sentimenti....

 

Salve popolo di EFP :) E così siamo arrivati al momento che tanti di voi sicuramente stavano aspettando o avevano già immaginato: il fatidico bacio. Molte cose di questo capitolo sono fondamentali per il resto della storia, perciò fate molta attenzione! Vorrei scusarmi per il ritardo ma sono in vacanza e utilizzo una chiavetta internet per connettermi che fa MOLTI capricci :S Inoltre mi scuso in anticipo semmai ci fossero degli errori! Io vi ringrazio come sempre, siete fantastici :) E un grazie speciale va a Missis_ Malik :D Ci sentiamo al prossimo capitolo, baci!
RedPoison

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Capitolo 10
*** Il Natale si avvicina... ***


- Il Natale si avvicina...

 

 

In Sala Grande tutti erano ai loro posti, seduti alle panche delle proprie rispettive case, intenti a cenare e a chiacchierare tra di essi. Si respirava un'aria diversa da quella delle altre sere: era più gioviale e serena, si vedevano infatti molte più facce sorridenti e allegre, felici di essere lì insieme ai loro compagni. I decori natalizi che adornavano l'intera Sala, i pasti ottimi e abbondanti, e i volti stranamente pacati degli insegnanti, contribuivano a distribuire la più totale quiete e contentezza tra gli studenti. Forse il tutto era dovuto proprio dall'avvicinarsi veloce del Natale, e si sa che quella festività mette tutti sempre di buon umore, anche in tempi difficili e duri come quelli.

Le vacanze si avvicinavano, e chi poteva tornava a casa, mentre chi no restava a scuola, dove avrebbe trovato ugualmente l'affetto e la compagnia dell'intero corpo scolastico.

Ma (come già affermato precedentemente) in quel periodo così buio era diventato molto pericoloso uscire fuori da Hogwarts per rivedere le proprie famiglie. Forze oscure e spietate ai servigi del Signore Oscuro avrebbero sicuramente attaccato chiunque facesse parte del lato buono, quello 'capitanato' da Harry Potter e Albus Silente.

Ma era consuetudine per i seguaci di Voldemort attaccare anche gli innocenti, come i babbani, senza farsi nessuno scrupolo. Per loro quella razza non doveva nemmeno esistere. Perciò c'era doppio pericolo per gli studenti provenienti da famiglie babbane o mezzosangue, era meglio per loro rimanere protetti e sicuri a scuola.

Comunque con l'avvicinarsi delle vacanze di Natale, era solito fare dei festeggiamenti 'privati' tra gli studenti, ma anche da parte degli insegnanti.

Infatti il professor Lumacorno organizzava ogni anno una festa riservata solamente ai ragazzi del Lumaclub, e agli insegnanti. Quindi erano ovviamente invitati anche Harry e Hermione, e sotto richiesta del professore stesso, avrebbero dovuto portare con loro un compagno.

La riccia aveva già risolto questo problema, ma il Prescelto no.

Mancavano ancora tre giorni all'evento, ma per lui erano come tre minuti. Non gli era mai piaciuto fare queste cose, non ci sapeva fare!

Quella sera, mentre gli altri sprizzavano felicità da tutti i pori della loro pelle, lui si guardava attorno in cerca di una possibile accompagnatrice, ma sfortunatamente nessuna gli sembrava la più adatta. O meglio, lui non sarebe mai riuscito a chiederglielo siccome non ne conosceva nemmeno mezza. Quindi arrivò ben presto ad una conclusione: doveva andare con una Grifondoro.

Selezionò silenziosamente e senza farsi notare troppo tutte le Grifone; solo una lo colpì particolarmente, ma era già impegnata. Tuttavia si accorse che al suo tavolo mancava una persona.

Si voltò verso il maestoso portone della Sala Grande, e la vide entrare, Hope. Camminò verso la tavolata dei Grifondoro con gli occhi incollati sul pavimento, e si sedette così vicino a Harry, il quale la guardava confuso.

La ragazza poggiò i gomiti sul tavolo, come a volere stabilire una barriera tra lei e i suoi compagni vicini, e poi fissò muta il suo piatto che si stava riempendo da solo di cibo. Il suo amico non ce la fece più a rimanere zitto, e quindi le disse a mò di rimprovero:

'Dove sei stata? Sono venuto a cercarti in Sala Comune prima, dove ti avevo lasciata a dormire sul divano, ma non c'eri più!'

'Io ehm... avevo bisogno d'aria' spiegò impassibile lei. 'Sono andata alla Torre di Astronomia'.

'E.. non c'era nessuno?'

Hope arrossì. Spalancò gli occhi e le sue mani iniziarono a sudare. Con voce rauca recitò un falso e solenne 'NO', che non fu di certo ignorato dallo stesso Harry.

'Ne sei sicura?' domandò accigliato quest'ultimo.

'Si' ripetè con la stessa aria vaga la ragazza.

I due rimasero in silenzio a squadrare i loro piatti, senza rivolgere parola a nessuno, e nemmeno tra di loro.

Harry pensava alla festa di Lumacorno e al comportamento strano dell'amica; Hope pensava al bacio con Malfoy e al mix di sentimenti non compresi che aveva provato. Quel fatidico momento in cui le sue labbra rosee e immobili furono abbracciate dal calore e dalla passione del biondo, facendo sentire la strega protetta e al sicuro nelle mani sbagliate, quelle del male. Un sorrisetto bambinesco spuntò sul volto liscio e bianco della ragazza, la quale però si affrettò a farlo sparire all'istante.

Sollevò quasi a forza la testa dal piatto per rivolgere uno sguardo furtivo al tavolo dei Serpeverde: tutti stavano facendo quello che facevano il resto degli studenti alle altre tavolate, tranne uno, ovvero colui che fino a pochi istanti fa era con lei sulla Torre di Astronomia.

Questo teneva anche lui gli occhi puntati sul piatto, ora riempito con vari dolciumi, e anche lui non conversava con nessuno. Si poteva percepire da un miglio di distanza la sua freddezza e il suo malumore di quel momento.

Hope iniziò ad intenerirsi man mano che studiava il suo volto apparentemente innocente, affascinatamente pallido, e un po' troppo magro. I suoi capelli ordinati e di un colore biondo quasi bianco quanto la sua pelle.

Mentre Hope contemplava il biondo di soppiatto, quest'ultimo fu attorniato dai suoi amici, tra i quali vi era anche una ragazza mora con una strana faccia. Questa portò le sue mani da Serpe attorno al viso di Malfoy spostandolo verso di sé, e gli disse qualcosa, alla quale il ragazzo non degnò nemmeno di una risposta. Ed ecco che ora fu Blaise Zabini a farlo voltare verso di sé dicendogli qualche altra cosa, e che guadagnò finalmente una frase di risposta da parte sua. E da lì quindi il biondo iniziò a riparlare un po' con tutti i suoi compagni, facendo ritornare sul suo volto il famoso e malefico ghigno.

La Grifona continuava a fissarlo di sottecchi, quando fu interrotta da una domanda da parte di un Harry molto imbarazzato:

'Hope.. ehm... saprai già che il professor Lumacorno darà una festa di Natale fra tre giorni, non è così?'

'Io... si ho sentito qualcosa...' rispose distratta la ragazza.

Ecco, bene..' - riprese timoroso il Prescelto - '… Il professore ci ha anche chiesto di portare con noi qualcuno, un compagno. E quindi mi stavo chiedendo se ti andrebbe di venire.. con me..' .

Hope non lo nemmeno ascoltò, aveva lo sguardo fisso su una scena che le fece accapponare la pelle, torcere le viscere, e fermare il respiro: la tipa mora con la faccia strana stava baciando appassionatamente Malfoy, il quale sembrava essere abbastanza consenziente.

Inutile dire che la povera Grifona sbiancò ulteriormente. Era come se il mondo le fosse crollato addosso. La testa di nuovo in confusione insieme ai suoi sentimenti.

'Ma.. cosa.. Perchè? Perchè... lei? Perchè tutto questo? Ha baciato me... me... Aspetta, che mi succede? Io non dovrei reagire così... Io...' pensò freneticamente.

Abbassò lo sguardo desolato sulle sue gambe, mentre cercava di far pace con sé stessa. Improvvisamente fu scossa da una mano familiare, quella di Harry, che le domandò quasi infastidito:

'Hey, mi stai ascoltando?'

Hope sussultò e si voltò di scatto verso di lui, affermando:

'No.. no... mi dispiace Harry, ma non ti ho sentito.. Scusami. Puoi ripetere per favore?'

'Oh si... Ti stavo chiedendo se volevi venire alla festa di Lumacorno con me?'

'Cosa..? Sul serio?' esclamò stupita l'amica, facendo voltare così alcuni Grifondoro vicino a loro.

'S-si, sono serio...' rispose imbarazzatissimo il giovane.

'Certo che ci vengo, Harry! E' un onore per me.. Sono lusingata!'

'Davvero? Perfetto!' disse il ragazzo rinvigorito e gioioso.

La Grifona annuì rivolgendogli un sorriso palesemente spento, e poi, senza nemmeno rendersene conto, si voltò al tavolo delle Serpi, dove un Malfoy soddisfatto e ghignante la scrutava, tenendo nel frattempo in braccio la tipa mora che aveva appena finito di 'coccolare'.

Hope si affrettò ad abbassare lo sguardo di nuovo sul suo piatto pieno di dolciumi, e con voce insicura e cupa disse a Harry:

'Io inizio ad andare in Sala Comune.. Non mi sento molto bene e..'

'Di nuovo per stamattina?' la interruppe preoccupato l'amico.

'No no! E' solo un po' di mal di testa, passerà!' mentì lei ammiccando un falso sorriso.

'Bè ci credo.. Non hai toccato cibo!'

'No no non è quello, tranquillo! Ci vediamo domani mattina, buonanotte e grazie di tutto.. Sei un vero amico!'

'Di nulla! Rimettiti mi raccomando, notte!' rispose il Prescelto, rassicurandola poi con un forte abbraccio fraterno. Così la ragazza si alzò e attraversò tutta la Sala Grande per raggiungere poi il suo dormitorio, senza però mai accorgersi di essere seguita dagli occhi freddi e affascinanti del giovane biondo Serpeverde.

 

Il giorno della festa di Lumacorno arrivò come un fulmine.

Una parte degli studenti non invitati completavano la preparazione dei loro bagagli, siccome il giorno seguente sarebbero potuti tornare a casa dalle loro famiglie, per trascorrere così le vacanze di Natale. Invece il restante di quelli avrebbero passato le ferie natalizie a Hogwarts e perciò non si preoccupavano di preparare nessuna valigia, ma solo di trovare il regalo giusto per i loro amici.

I ragazzi del Lumaclub nel frattempo sistemavano i loro vestiti per la festa nelle loro stanze: si poteva dire che nessuno di loro aveva voglia di andarci, ma quella meno entusiasta era di sicuro Hope.

Se ne stava sempre sdraiata sul suo letto, a fissare il baldacchino sopra la sua testa, con le mani poste dietro quest'ultima. Le sue compagne del dormitorio cominciavano a pensare il peggio, non riuscivano a spiegarsi cosa le fosse accaduto di così tremendo da farla diventare una 'bella statuina'. Nessuno lo sapeva. Solo Hope stessa conosceva la verità: quella sera in Sala Grande aveva provato gelosia nei confronti di Malfoy. Ciò voleva dire che iniziava a provare qualcosa per lui.

Già.. Era arrivata a questa conclusione dopo tre giorni di profonde e serie riflessioni.

La prima volta che aveva affermato questo a sé stessa non poteva crederci, non voleva proprio! Nemmeno lo conosceva, come faceva ad essere 'infatuata' di lui?

Invece poi con il passare del tempo non aveva trovato altre soluzioni plausibili, e si era dovuta arrendere, accettando la 'triste' verità.

Tuttavia si ripeteva che se non lo avesse visto e seguito più sarebbe riuscita a dimenticarlo. In effetti il tutto era accaduto da poco, ce l'avrebbe fatta di sicuro. E così si era imposta di portare a termine questo compito. Come? Evitandolo. E insieme a lui evitava anche Harry, dato che avrebbe potuto affidarle nuove 'missioni' in cui centrava Malfoy stesso.

In pratica comunicava solamente con Hermione e raramente con Ron.

Quella sera però si sarebbe tenuta la festa ed era inevitabile non parlare con il Prescelto, siccome aveva accettato di essere la sua accompagnatrice.

Erano le sei di pomeriggio, aveva ancora un'ora a disposizione per vestirsi e sistemarsi, ma lei decise di iniziare subito.

Prese il suo vestito da sera dal baule e lo adagiò per bene sul letto: non l'aveva mai indossato prima di allora, o meglio, non ne aveva avuto mai l'occasione.

Non era né il solito abito da sera, né l'abito insolito e inadeguato della situazione.

Bianco perla, scollo a cuore, arricciato sul seno e al centro di quest'ultimo un decoro composto da diverse pietre, senza spalline o maniche, al di sotto del seno una cascata di tulle non troppo pomposo, e infine, corto fino a metà coscia. Lo indossò, abbinando poi delle scarpe altrettanto bianche. Successivamente si diresse in bagno per dedicarsi al trucco e all'acconciatura: il primo leggero e delicato, la seconda costituita da una coda posta di lato che raccoglieva tutti i suoi capelli boccolati. Terminata ogni cosa si guardò allo specchio, rimanendo immobile.

Poi pensò: 'Sembro una sposa. Anzi no, una ragazzina...'

Un brivido le percorse veloce tutta la schiena e sentì il suo sangue raggelare.

'Ragazzina'... Così l'aveva chiamata Malfoy la prima volta che si incontrarono sulla Torre di Astronomia. Scosse rapidamente la testa come a voler scacciare dalla sua mente tutti quei pensieri non salutari per lei. Si recò in Sala Comune sovrappensiero, e qui vi trovò un Harry elegantissimo col suo abito da sera, e che si affrettò ad avvicinarsi a lei per poi porgerle la mano e dirle con un tono galante:

'Milady, mi permetta di dirle che è magnifica'.

'Oh ma smettila!' sbottò Hope divertita e rivolgendogli un sorriso sincero.

'Stai bene anche te comunque! Ma ora andiamo, non voglio sopportare altri complimenti!' continuò la ragazza ridendo, e così i due si avviarono insieme verso il luogo della festa.

 

Appena arrivati, Lumacorno li coinvolse in mille foto diverse, una dopo l'altra, senza lasciargli un attimo di respiro.

In seguito entrambi si imbatterono in alcune persone fin troppo curiose della loro amicizia, e in Hermione fuggita da Cormac McLaggen.

Ma l'ospite a sorpresa della serata fu Malfoy, scoperto da Gazza a gironzolare indisturbato al settimo piano, e portato dal magonò stesso lì alla festa per far presente il tutto a Lumacorno.

A Hope bastò vederlo un attimo di sfuggita per provare una fitta e dolorosa stretta allo stomaco.

Il professore di Pozioni non badò molto a questa cosa, e lo fece addirittura restare con loro, ma Piton sembrava non pensarla come lui.

Il biondo, una volta che il brusco guardiano se ne andò, iniziò ad ispezionare l'intera zona, arrivando così ad incrociare lo sguardo di Hope. Quest'ultima, come suo solito, rabbrividì e guardò altrove, ma sentiva gli occhi gelidi e il ghigno fiero della Serpe rivolti verso di lei.

Tuttavia la scena non durò molto, dato che Piton prese il ragazzo e lo scortò fuori da lì.

Momento perfetto per seguirli e scoprire cosa tramavano, e chi erano i più adatti per questo compito? Ma naturalmente Harry e Hope.

Il primo prese immediatamente la seconda per un braccio e la trascinò con lui fuori dalla stanza. Con un solo sguardo minaccioso le fece intendere di non opporre resistenza e di non fare un fiato, e così fu costretta a fare lei.

Si appostarono dietro ad una colonna del corridoio lugubre e buio in cui vi era situato lo studio di Lumacorno dove si stava tenendo la festa, e origliarono ciò che avevano da dirsi Malfoy e Piton. Quest'ultimo parlò al giovane Serpeverde di un voto infrangibile e di un compito che avrebbe dovuto portare a termine lui stesso, ma Hope capì (come il professore) solo dal tono della voce che il biondo era spaventato e insicuro.

Poi Harry, con sguardo assente rivolto verso il muro di fronte a loro, parlò con voce priva di qualsiasi sentimento:
'Voto infrangibile...'
La Grifona palesemente spaventata da quelle due parole messe assieme, ingogliò così forte della saliva amara, a tal punto che la sentì il suo stesso amico.
'Cosa c'è?' - le domandò serio - 'ne sai qualcosa?'
'Io? No no, assolutamente!'
'Hope se ne sai qualcosa sei pregata di dirmelo adesso...' sbottò il Prescelto spazientito.
'Io.. Forse si... Ma non è il caso di parlarne qui.. Meglio torn..'
'Che cosa ci fate voi due qui..?' esclamò una voce piatta e fin troppo odiata da entrambi alle loro spalle. Molto probabilmente avevano alzato un po' troppo il tono e ovviamente Piton li aveva scoperti.
'Noi...ehm... Volevamo prendere un po' d'aria..'
'Questa scusa l'ho sentita fin troppe volte. Se pensate di prendermi in giro così facilmente sappiate che...'
'Volevamo stare un po' da soli, va bene?' lo interruppe Harry piatto e alquanto adirato.
'Oh ma che felicità, una nuova coppia è nata a Hogwarts. Il Prescelto ha trovato finalmente la sua anima gemella. Tuttavia, date le circostanze, devo sottrarti per un momento il tuo compagno signorina Lalage.'
'Si, prego, faccia pure..' affermò Hope sconcertata dalle parole del suo amico.
'Bene, mi segua signor Potter' e detto questo Piton si congedò da loro. Ma prima di lasciarla, Harry bisbigliò alla sua amica di seguire Malfoy, il quale si trovava alla fine del corridoio, intento a camminare con il suo solito passo altezzoso e menefreghista. La Grifona non dimostrò al suo amico il proprio dispiacere nell'eseguire il suo ordine, fece solo cenno di si con la testa, e se ne andò.

Hope camminò silenziosamente e lentamente nel freddo buio dei corridoi del castello, avvolta dalla paura e dallo scoraggiamento nell'affrontare di nuovo Malfoy.

Questo, che si trovava davanti a lei, ad un tratto si fermò di fronte ad una parete vuota dove riapparse nuovamente la porta misteriosa di qualche giorno fa. Poi senza voltarsi disse con tono divertito:
'Vieni con me Lalage?'
Hope sussultò e sbarrò gli occhi.
'Come hai..'
'Seguimi' tagliò corto lui.
Senza troppi indugi, lo seguì, entrando così in una stanza a dir poco disordinata e piena di roba. Vi erano montagne di cianfrusaglie, tutte ammucchiate l'una sopra l'altra e in procinto di crollare da un momento all'altro. Era assai pericoloso camminargli affianco, pensò la ragazza, ma con suo grande stupore vedeva che la Serpe invece le affiancava senza problemi e senza timore. Le fece svoltare diverse volte quelle 'torri pendenti' di cose, a tal punto che la giovane iniziava a non ricordare più dove fosse l'uscita. Poi Malfoy si fermò, e guardandosi attorno, si rivolse a Hope in tono arrogante:
'Ora stai con Potter, Lalage?'
'E tu con la tua compagna Serpeverde?' ribbattè lei più adirata di lui.

Questo non rispose. Sapeva evidentemente di essere in torto.
'Comunque' - riprese lei - 'non sto con Harry. Era una scusa più credibile per Piton.'
Ma niente, il ragazzo non rispose uguale.
'E tu invece?' ammiccò lei. Il biondo si voltò e la guardò, per poi cambiare discorso e domandare:
'Non mi guardi mai negli occhi, perché?'
La Grifona, che rivolgeva lo sguardo ai propri piedi, non rispose, come lui aveva fatto con lei.
Perciò Malfoy le si avvicinò e, quando le fu a due centimetri di distanza, prese a guardare anche lui in basso.
'Allora hai paura, Lalage' ghignò maleficamente.
Hope bloccò tutte le sue frenetiche idee, tutti i suoi scombussolati pensieri, e tutti i suoi scatenati sentimenti.

Riflettè su una sola cosa: perché aveva paura dei suoi occhi?

Insomma, era una persona come tutti, da brivido certo, ma normale come gli altri. Non era mica il basilisco del secondo anno il quale se lo guardavi negli occhi ti pietrificava. Quindi mise da parte ogni suo infondato timore, alzò la testa e vide finalmente i suoi occhi.

Color ghiaccio e freddi come lui, ma nonostante ciò affascinanti e seducenti. Non erano pericolosi. Solo belli e misteriosi, come la Serpe d'altronde.
'Io non ho paura di te, Malfoy.'

La ragazza sbottò il tutto in una sola, piatta, e minacciosa frase. Era riuscita a dire anche il suo nome finalmente! Due grandi vittorie nel giro di pochi minuti! Anche se quest'ultima le aveva procurato una delle sue solite fitte allo stomaco.
Il biondo ghignò compiaciuto, poi pose la sua mano destra sul viso di Hope, mentre l'altra cingeva il suo fianco, e infine poggiò le proprie labbra su quelle della strega, facendo rinascere quel contatto amoroso e impercettibile di qualche giorno prima. L'aria intorno a loro cambiò: non era più spettrale e buia, ma accogliente e calda. I mondi di ognuno si incontrarono di nuovo, e le sensazioni piacevoli presero il sopravvento, creando in Hope un'esplosione di emozioni mai provate prima.

E allora capì: era davvero interessata a lui, e non c'era più via di scampo.

 

Salve popolo di EFP! Prima di tutto volevo scusarmi per il ritardo, ma ero impegnata con i compiti delle vacanze arretrati! Vi dico sinceramente che questo capitolo è stato un 'parto', e non ne sono nemmeno molto soddisfatta... Ma spero che vi piaccia lo stesso! Io vi ringrazio sempre, siete fantastici! Sia chi legge in silenzio, sia chi recensisce o mette tra i preferiti e le seguite. Non so quando arriverà il continuo, perciò dovrete aspettare un po' :) Buona lettura e recensite se volete ;D Baci!
RedPoison

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Capitolo 11
*** Vacanze di Natale ***


- Vacanze di Natale




Era sola con lui, in quella stanza enorme e disordinata. Ancora legati l'uno all'altra da quell'interminabile bacio. Un bacio più sincero e più profondo rispetto al primo; forse perché il giovane Malfoy sapeva di essere in debito con Hope, dopo averla fatta stare male a causa dell'altra Serpeverde. Ma non era quello il 'lavoro' che doveva svolgere in quel momento, no, era qualcosa di molto più serio. Si staccò bruscamente dalla ragazza, la quale riprese aria immediatamente e prese a fissare le sue labbra. Stessa cosa fece lui. Poi passarono entrambi a guardarsi dritti negli occhi: si intrecciarono di nuovo quel verde speranza con quel grigio/azzurro freddo; quel grande coraggio con tutto quel mistero; quella tenera innocenza con quella cupa superbia. Il biondo riabbassò il suo sguardo di nuovo sulle labbra di lei, e poi con un ghigno sognante le disse:
'Non ci vedremo per un bel po', Lalage'
'Già... Malfoy'
'Chi pedinerai durante le vacanze natalizie dato che saremo parecchio lontani?'
Hope non rispose, si limitò a sorridere bonariamente e a staccarsi completamente dalla Serpe, lasciandola lì. Si voltò e iniziò a cercare l'uscita, sempre sorridendo come un'ebete, fino a quando non fu bloccata dalla mano di Malfoy, che le strinse delicatamente il polso e la tirò verso di lui per sussurrarle:
'Non penserai di andartene così... Non ti hanno insegnato che si saluta prima di congedarsi da una persona?'
E detto questo si riavvicinò alla Grifona (ovviamente sorridente) per donarle un ultimo bacio prima delle vacanze. Questa si abbandonò all'affetto del biondo. Si affidò a lui per un istante, era nelle sue mani. Sapeva di commettere un grave errore vista la ormai cattiva reputazione che aveva assunto  il ragazzo a scuola. Sapeva anche di essere in pericolo in un certo senso, ma a lei tutto ciò non le importava. Quando era con lui, quando lo sfiorava, quando sentiva il suo profumo, e quando lo baciava si sentiva libera. Soddisfatta di sè stessa. E in pace con il mondo. Era arrivato il momento di lasciarsi, di salutarsi e non vedersi più per un po' di tempo, e quel tempo sarebbe servito ad entrambi per capire cosa volessero veramente l'uno dall'altra. 

La mattina dopo erano tutti pronti a tornare a casa dalle proprie famiglie, chi ovviamente ci sarebbe tornato, mentre tutti gli altri dormivano tranquilli e beati nei propri dormitori. Hope anche sarebbe rimasta a dormire insieme a loro se non fosse stata svegliata dal suo gufo che picchiettava sulla finestra affianco al suo letto nel dormitorio. Si alzò e si diresse verso di lui borbottando insulti e frasi incomprensibili, aprì l'anta della finestra e prese dal becco del volatile una busta alquanto fradicia, a causa sicuramente del viaggio caratterizzato o da un tempo nevoso o da uno piovoso. Sgranò gli occhi quando riconobbe la calligrafia: era di suo padre. E se questo le aveva scritto voleva dire che qualcosa non andava. Presa dallo stupore e dallo spavento, non chiuse nemmeno la finestra, ma si diresse rapidamente sul suo letto dove vi si sedette incerta, come se quello anziché essere un comune letto fosse stato uno pieno di spine e aghi. Aprì la lettera senza rifletterci troppo e iniziò a leggere:

'Cara Hope,
come tu sai, io e te avremmo dovuto trascorrere insieme le vacanze natalizie, è da moltissimo tempo che non ci vediamo. Da prima dell'estate. Ma sono così mortificato nel comunicarti che ciò non potrà accadere più. Ho degli impegni importanti... È questione di vita o di morte.... Non voglio allarmarti troppo, non meriti di passare le vacanze a preoccuparti per me anziché riposarti. Prometto che ci incontreremo il più presto possibile. Mi dispiace così tanto, piccola mia... Ma non saresti al sicuro con me. Per questo ho chiesto al mio fedele amico Arthur Weasley di occuparsi di te. Starai a casa sua durante questo periodo. Perdonami ancora, bambina mia...
Un forte abbraccio, papá'.


Buio totale. Hope riusciva a vedere solo quello. Un buio che la fece sprofondare rapidamente nell'oblio più profondo. Suo padre era in pericolo di vita, e lei non poteva starsene lì con le mani in mano ad attendere sue notizie. Non poteva perdere anche lui, aveva già perso ingiustamente la madre. Lui era tutta la sua famiglia, tutto ciò che le rimaneva. Senza non sarebbe riuscita ad andare avanti, era la sua ancora. Piano piano sentì delle lacrime amare scendere dai suoi occhi addolorati, bagnando tutto il suo pallido viso. Racchiuse quest'ultimo nelle proprie mani e iniziò a piangere silenziosamente, senza farsi scoprire dalle proprie compagne che stavano ancora dormendo. E nel frattempo altri pensieri le invasero la mente: anche se lui l'aveva pregata di non farlo, come avrebbe potuto non pensare a suo padre? E come sarebbe andata a finire? Lo avrebbe più rivisto? Cosa stava accadendo? Era troppo anche per lei, non ce la faceva più. A primo impatto pensò di mettersi subito in contatto con lui per avere delle spiegazioni più chiare, ma subito dopo rimangiò il tutto. Se lo avrebbe fatto sarebbe stato maggiormente in pericolo, e anche lei. Doveva a tutti i costi fare quello che le aveva 'ordinato': trascorrere le vacanze da Ron. In realtà non lo sentiva nemmeno più tutto quello spirito natalizio che aleggiava nell'aria insieme alla felicità del resto degli studenti. Nessuno nei suoi panni lo avrebbe sentito più ormai. Era ora di prepararsi, di ricostruire quel mondo che le era crollato addosso nel momento in cui aveva letto la lettera, e di andare avanti con coraggio, forza, e molta speranza. Vincent Lars Lalage era un grande uomo, un forte mago, una persona valorosa. Era suo padre. 

Si vestì e si preparò frettolosamente, uscì dal dormitorio in punta dei piedi per non svegliare le compagne e si diresse in Sala Grande a fare colazione. Nel tragitto pensò se Ron sapesse già tutta la storia del padre e delle vacanze di natale, e se con lui l'avesse saputa anche Harry. Comunque sia lei non avrebbe parlato di tutto ciò con nessuno, si sarebbe limitata a fingere un sorriso e ad andare avanti. Arrivata nella Sala raggiunse subito il suo tavolo per sedersi, ma non toccò cibo. Era troppo preoccupata per mangiare. Le si era chiuso lo stomaco, e insieme a lui anche la mente. Da quest'ultima non entravano o uscivano altri pensieri, vi vigeva solamente la grave preoccupazione per la vita di suo padre, e basta. A risvegliare Hope da quell'oblio fu una voce conosciuta e felice, la quale proveniva dal suo lato destro e che trillò:
'Hope ho saputo che passerai le vacanze da noi! È grandioso!'
La ragazza annuì a Ron ammiccando un falso sorriso contento della notizia.
'Qualcosa non va?' domandò, stavolta serio, il rosso.
'No no nulla! Sono felice, davvero!'
'Mm.. Ok.. Comunque ci sarà anche Harry con noi. Insomma, tutti insieme... È fantastico!'
La ragazza lesse negli occhi verdi dell'amico tutta la gioia sincera che lui provava, e così le comparve un sorrisetto più convinto sul viso, il quale rassicurò un po' di più Ron. Nel frattempo li raggiunsero anche Hermione e Harry.
Hope aveva capito che nessuno dei tre sapevano la verità su suo padre, e lei non si scomodò affatto a raccontarglilela. Perlomeno non quella mattina o in quel momento, più tardi, nei prossimi giorni. Si guardò attorno: vi erano tante facce sorridenti e felici di tornare a casa, riabbracciare le proprie famiglie, e trascorrere le feste con loro. Alla Grifona le si strinse il cuore e le si riempirono gli occhi di lacrime pronte a sgorgare come fontane, ma le trattenne. Si limitò a dire ai propri amici di dover terminare la preparazione del suo baule per così congedarsi da loro. Beh, era vero tutto ciò, ma era in parte anche una scusa per non farsi vedere in quello stato, altrimenti l'avrebbero riempita di domande.
Finito di sistemare il proprio bagaglio si diresse direttamente all'Espresso da sola, senza nemmeno aspettare il Trio. Aveva bisogno di riflettere con sè stessa per un po' di tempo. 

Erano passati già diversi giorni dall'inizio delle vacanze: tutto procedeva abbastanza bene, Hope si sentiva ben accetta a casa di Ron, anzi, si sentiva a casa sua. Certo, continuava a pensare al padre, a che fine avesse fatto, se fosse ancora vivo, ecc. Ma qualcosa la spingeva a pensare positivo per lui e, soprattutto, a parlarne con qualcuno. Qualcuno tipo Harry. Infatti quella sera della vigilia di Natale si trovava in salotto a discuterne con lui.
'Hope, tuo padre è un abile mago, non devi preoccuparti così tanto... Sono sicuro che stia bene' le ripeteva in continuazione, e lei di conseguenza annuiva e gli dava ragione, perché in fondo sapeva di averne...
Ma ecco comprarire improvvisamente dal nulla due figure alle loro spalle che esclamano in coro:
'HARRY!'
'Fred! George!' riesclamò il Prescelto in risposta, alzandosi e correndo ad abbracciarli.
'Come stai amico?' - 'Non ci hai fatto avere più tue notizie!'
'Come? Non vi sentivate con Ron?'
'Ron? Non ci ha mai det... E lei chi è?' Fred notò, un po' in ritardo, Hope seduta sul divano immobile girarsi i pollici.
'Oh scusate! Non volevo intromettermi! Sono Hope Lalage, amica di Ron e Harry' si presentò la ragazza porgendo la mano ai gemelli.
'Molto lieto di conoscerla signorina Lalage, io sono Fred Weasley' disse con voce elegante e garbata il rosso, baciando la mano della Grifona.
'.. E io sono George Weasley' affermò l'altro rosso con lo stesso tono del fratello e ripetendo lo stesso gesto.
Hope arrossì di botto. Non si aspettava tanta galanteria, ma soprattutto, non si aspettava che Ron avesse dei fratelli gemelli così... belli.
'Però hai buoni gusti Harry!' ammiccò Fred.
'Scusa..?' domandò accigliato il ragazzo.
'Si dai! Se posso permettermi, è molto affascinante la tua ragazza!' continuò George squadrando Hope, la quale arrossì più di prima.
'Ragazza? Ma... Hope è mia amica!' ribbattè indignato Harry.
'Oh ecco la scusa che usano tutti! Ahahah!'
'No sul serio, non sono la sua ragazza. Ci conosciamo da moltissimo tempo..' mormorò la Grifona che fino ad allora era rimasta in silenzio ad arrossire per l'enorme imbarazzo.
I gemelli assunsero improvvisamente un'espressione seria. Si guardarono ghignando e poi si rivolsero di nuovo ai due amici:
'Perdonateci allora' dissero all'unisono.
'Harry perché non vieni a farti una bella chiacchierata con me?' esclamò gioioso George.
'Certamente!' e così i due si allontanarono dal salotto.
Fred e Hope rimasero da soli, la seconda sempre imbarazzata. Poi il primo parlò:
'Ti andrebbe di conoscerci meglio?'
'S-si... Certo!' affermò con un gran sorriso la ragazza. Perciò quest'ultima seguì il rosso fuori di lì, in giardino. Lei era troppo timida per iniziare il discorso, mentre lui era stranamente troppo compiaciuto e sicuro di sè.
'Allora ti chiami Hope, giusto?'
'Oh si si! E te Fred'
'Affermativo!'
'Sai, Ron non mi aveva mai parlato di voi due, o meglio che avesse dei fratelli gemelli!'
'Davvero? Più tardi glielo riferirò...'
Hope scoppiò a ridere di cuore, e con lei anche il ragazzo.
'Anche tu frequenti Hogwarts?'
'Mi sembra ovvio! Altrimenti dove li avrei conosciuti Ron, Harry, Ginny, Hermione, e tutti gli altri?'
'Giusto, hai ragione! Ahah! Però è strano, nessuno ci ha mai parlato di te... Nè Ron nè Ginny..'
'Beh si... Ci credo... Sono stata a scuola fino al secondo anno, poi ho dovuto abbandonarla. Ma quest'anno sono tornata finalmente!'
'Ah, capito. Posso chiederti per quale motivo l'hai lasciata?'
'Non per essere cattiva o antipatica, ma preferirei non parlarne ora...' e dicendo questo la Grifona si incupì.
'Oh scusami! Sono uno stupido! Perdonami, non dovevo dirlo! Scusami! Accidenti...' si maledì il rosso.
Hope sorrise ingenuamente e gli disse guardandolo negli occhi:
'Hey tranquillo! Non è successo nulla di grave! Calmati!'
Fred si limitò a ricambiare il sorriso.
'Parlami un po' di te invece, siccome Ron non ti ha mai nominato. Quanti anni hai? Che cosa fai nella vita? Sei sposato o fidanzato? Che carattere hai? Parla!'
'Ehm.... Ci impiegherei un anno intero a raccontarti tutto per filo e per segno come vorresti te! Riassumo un pochino, ti va bene uguale?'
'Ahahahahah ma certo!'
E così passarono un po' di tempo insieme a parlare e a 'conoscersi' meglio.   

Il giorno dopo fu Natale. Predominavano gioia e felicità alla Tana, vi erano tutti i regali pronti per essere scartati, e la signora Weasley era già all'opera nel preparare l'abbondante banchetto della giornata. Harry e Ron dormivano tranquilli nella stanza di quest'ultimo, mentre Ginny Hermione e Hope dormivano in quella della prima ragazza. Tuttavia arrivata l'ora di pranzo erano tutti svegli è indaffarati nel preparare le cose, mentre Hope era ancora in camera a sistemarsi. O meglio, ripensava a suo padre: non si era fatto più sentire e tantomeno vedere. Era seriamente preoccupata. Di solito il giorno di Natale le dava sempre gli auguri, anche solo per posta, ma lo faceva. In radio e sui giornali continuavano ad inserirlo nelle liste dei maghi scomparsi e questo aumentava l'ansia e la paura della Grifona. Immersa nelle domande più tristi e poco rassicuranti, quasi non si accorse che qualcuno stesse bussando alla sua porta.
'Avanti!' disse lei a gran voce.
'Buongiorno e buon Natale Hope!' esclamò un Fred colmo della sua solita allegria.
''Buon Natale Fred!' La ragazza corse da lui abbracciandolo senza nemmeno rifletterci un attimo. Lui rimase basito, non si aspettava un tale gesto da parte sua, ma comunque gli andava bene. Perciò ricambiò l'abbraccio. Rimasero così per alcuni secondi. Non parlarono nemmeno.
Hope aveva reagito in quel modo quasi sicuramente per tutto quello che le stava succedendo. Le serviva una spalla su cui piangere. E perché non Harry allora? Beh, era arrivato Fred in quel momento, e quindi si era rivolta a lui, pensò. In fin dei conti non era una persona cattiva, lo aveva capito in un solo giorno di 'conoscenza'. Era simpatico, spiritoso, attraente, e anche carino. La trattava molto bene, con molta galanteria e molto rispetto. Ma non per questo gli avrebbe raccontato la sua storia.
Sciolsero insieme l'abbraccio dopo alcuni istanti, poi il rosso disse con un sorrisetto tenero:
'A cosa devo tanto affetto?'
La giovane arrossì, come al solito.
'Ehm... Mi è venuto spontaneo, scusami!'
'Non scusarti. È stato.... bello!'
'... Meglio allora!' concluse la ragazza con un sorriso sincero. I due si guardarono per alcuni secondi senza dire nulla e rivolgendosi solo dei sorrisetti. Fu costretto a rompere il silenzio Fred dicendo:
'Sai, mi piacerebbe molto restare qui con te tutto il giorno a sorriderci, ma mia madre sta sbraitando da quasi venti minuti ribadendoci che il pranzo è pronto e che quindi dobbiamo scendere.'
'Ahahahah dai andiamo!' rispose lusingata e imbarazzata Hope.

Arrivati giù in cucina trovarono: il lungo tavolo da pranzo imbandito con ogni tipo di pietanza possibile e immaginabile; la signora Weasley che correva da una parte all'altra della stanza come una forsennata; il resto della famiglia che chiacchieravano, scherzavano e ridevano tra di loro. Il cuore e l'animo di Hope si riempirono di gioia, si sentiva in famiglia finalmente.
'Buon Natale piccola mia'.
Una voce pacata e adulta parlò alle sue spalle. Lei percepì un brivido correrle lungo tutta la schiena e il sangue raggelare. Si voltò cautamente come se avesse paura di vedere chi fosse. Come se alle sue spalle ci fosse stato Voldemort in persona. E invece no, quella persona era il suo regalo migliore di Natale. Quello che aveva sempre desiderato. Era suo padre.

Ciao a tutti! Dopo molto tempo sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo di questa storia. Perdonatemi appunto per il ritardo enorme, ma ci sono stati diversi problemi, come: le idee scarseggianti, la scuola, i compiti, alcune cerimonie, ecc. Comunque spero che vi piaccia, ci ho lavorato un bel po' :) Mi scuso in anticipo semmai ci fossero errori, ripetizioni, ecc. E in più mi scuso anche se cambio in continuazione la grandezza del testo, la scrittura o calligrafia, e tutte queste cose insomma, ma non dipende da me! O meglio, dipende se pubblico e scrivo con l'ipad o con il computer. Infine ringrazio tutti quelli che leggono in silenzio e tutti quelli che mettono la storia tra le preferite, ricordate, e seguite. Siete fantastici :) Recensite se volete ;) Buona lettura e alla prossima! Baci :*
RedPoison

 

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Capitolo 12
*** E ora... ? ***


- E ora... ?

 

 

 

Hope continuava a guardare quell'uomo come se non lo avesse mai incontrato in tutta la sua vita.

In effetti era abbastanza cambiato dall'ultima volta che l'aveva visto: era molto più sciupato, abbastanza incupito, e palesemente stanco. La sua incolta e folta barba accentuava maggiormente i suoi cambiamenti, e i capelli anche erano cresciuti a dismisura fino ad arrivare più giù delle sue possenti spalle. I suoi vestiti erano malconci e consumati, come lui stesso d'altronde. Una cosa soltanto poteva essere la prova che lui fosse veramente il padre della strega: i suoi occhi verdi smeraldo pieni di luce e gioia, ma anche di un dolore perenne e duraturo. Ma nonostante ciò tentava comunque di tirare fuori un sorriso sincero per la propria figlia, la quale era la sua unica ragione di vita ormai. Quest'ultima era ancora ferma davanti all'uomo che continuava a fissare con uno sguardo assente e incredulo.

Il silenzio più assoluto padroneggiava nell'intera stanza. Nessuno aveva il coraggio di romperlo, o meglio, nessuno osava intromettersi. Avevano tutti gli occhi puntati sui protagonisti del momento e morivano dentro per loro. Tuttavia ad un tratto l'uomo, non sapendo cosa fare o dire, allargò le sue braccia come fosse stata una richiesta di un abbraccio da parte della ragazza, la quale, inizialmente tentennante, si avvicinò poi piano piano a lui, fino a lasciarsi andare completamente al suo affetto di padre. L'atmosfera si rilassò. Alcune delle persone presenti tesero un sospiro di sollievo e altre iniziarono a commuoversi. La stessa Hope iniziò a piangere silenziosamente mentre teneva la sua testa poggiata sul petto caldo del genitore. Non riusciva ancora a crederci, era tutto così... impossibile. Solo qualche giorno prima le aveva scritto che non avrebbe trascorso le vacanze con lei perché era in pericolo, e ora invece era stretta a lui come se fosse stato la sua ancora di salvezza in un mare colmo di delusioni, tristezza, e inquietudine. Ma la sua priorità al momento era quella di scoprire che cosa gli era accaduto, non poteva perdere troppo tempo. Il solito pensiero pessimista riniziava a ronzarle nella mente.

Una volta staccatasi dall'uomo, lo guardò dritto negli occhi traboccanti di lacrime quanto i suoi e con un tono disperato e debole pronunciò l'unica parola che si ripeteva ormai da diversi minuti dentro di sè:

'Papá....'

'Stai tranquilla piccola mia.. Godiamoci questo giorno di festa in modo spensierato. Ogni cosa ha il suo tempo, anche le spiegazioni'.

Hope annuì e basta. Molto probabilmente non aveva nemmeno ascoltato le parole del padre; era troppo impegnata a sentire quella voce che da tanto tempo non sentiva più e che le era mancata moltissimo. La voce dell'unica e ultima figura familiare che le era rimasta e per la quale avrebbe fatto di tutto, anche l'impossibile se necessario.

Vincent Lalage condusse la propria figlia, con un gran sorriso disegnato in volto, al tavolo apparecchiato e addobbato per l'evento dalla signora Weasley, mentre tutti gli altri si apprestavano a fare lo stesso. Il pranzo natalizio procedette assai bene: vigeva un'aria felice e scherzosa su ogni persona, tipica del periodo natalizio; sembrava che tutte le tragedie, le vicende negative e i dolori, i quali predominavano sull'intero mondo magico già da parecchio tempo, si fossero bloccati per un momento soltanto, per quel momento specifico. Per il Natale. Eppure c'era ugualmente una persona che continuava a tormentarsi di domande: si chiedeva anche che cosa stesse facendo e dove fosse Voldemort in quel preciso istante. Ovviamente, era Harry. Ma l'allegria della festività aveva contagiato anche lui, così che iniziò ad ironizzare su quelle domande.

A fine giornata l'intera famiglia era riunita ancora in cucina, ma questa volta non a scherzare o a mangiare, ma a parlare in modo serio della situazione tra Hope e Vincent. Questi due infatti si erano recati in giardino per parlare e chiarire alcune cose prima che fosse stato troppo tardi. Camminavano nel buio squarciato a tratti dalla luce di alcuni faretti precari posti a casaccio attorno alla casa dal signor Weasley, e l'unico rumore che poteva essere maggiormente udito era quello dei loro passi e del vento freddo che sembrava congelare le loro voci. Si perché nessuno dei due intendeva iniziare il discorso: la ragazza era troppo spaventata di sapere cose che non voleva sapere, e il padre aveva paura di raccontare la verità a sua figlia. Ma ben presto quest'ultima prese tutto il coraggio che aveva per comporre la domanda che da molto tempo ormai la tormentava senza ricevere mai una risposta:

'Allora papà? Cosa è successo?' sputò fuori senza pensarci su.

L'uomo fece un lungo ma pacato sospiro che a Hope ricordò molto quelli tipici di Silente.

'Sto cercando da giorni, mesi e anni le parole giuste per spiegarti cosa sta accadendo senza che te ci rimanga male. Ma ultimamente mi sono reso conto che non esiste un modo più dolce per dirtelo.'

'Parla' disse secca la strega.

'Tua madre è morta già da un po' d'anni, ma Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato continua a darle la caccia. Da quello che dicono lui sta cercando un oggetto che lei le portò via, e questo gesto infatti le costò la vita. Non so dirti cosa sia di preciso, ma so che era qualcosa a cui lui era molto legato, qualcosa che aveva a che fare con la propria esistenza: un horcrux'.

La ragazza guardò attonita il padre.

'E cosa centri te?' disse con un filo di voce lei.

'Lui crede che io sappia dove si trova l'horcrux, che ero insomma d'accordo con tua madre, ma non è così. Io non ne sapevo nulla, fino al momento prima della sua morte. E adesso mi dà la caccia. Non sono al sicuro da nessuna parte, e nessuno è al sicuro con me. I mangiamorte farebbero di tutto pur di consegnarmi al Signore Oscuro e guadagnarsi la sua pietà. Ecco perché mi nascondo in continuazione, fuggo, e non voglio che tu stia con me. Non posso metterti in pericolo, sei l'unica persona rimasta della quale mi fido, la mia unica famiglia, la mia unica ragione di vita.'

Il volto di Vincent iniziò a rigarsi di lacrime mentre il cuore di Hope si strinse così forte da far piangere anche lei.

'Vuol dire che un giorno potresti anche essere morto e io non saprei nulla?'

Il padre non rispose, si limitò ad abbracciarla e a sussurrarle un 'Mi dispiace' strozzato dai suoi singhiozzi. La giovane avrebbe tanto voluto stargli accanto, proteggerlo, e fare qualsiasi cosa per lui pur di tenerlo in vita, ma non poteva. L'uomo era stato molto chiaro con lei: non voleva metterla in pericolo e quindi non doveva stare troppo tempo con lui. Era meglio se mantenevano le distanze. Ma quando ad una giovane figlia, orfana di madre, le chiedi di non vedere più suo padre, il quale è la sua unica e sola famiglia che le resta, non può di certo accettare e andare avanti come se nulla fosse. Tuttavia la strega l'avrebbe fatto, perché aveva capito che il padre sarebbe stato solo peggio al pensiero di mettere in pericolo di vita la sua unica figlia. Nello stesso momento nel quale pensava a tutto ciò, Hope rimase avvinghiata a Vincent come non aveva fatto mai, e sperò solamente che quell'istante non avesse avuto una fine.

Il giorno dopo si presentò monotono, colmo di ansia e preoccupazioni, e triste.

Sembrava quasi che poche ore prima non fosse mai stato Natale. Quell'aria di gioia e spensieratezza era svanita in un baleno, con una sola e unica notizia portata da una persona comune, e quest'ultima nello stesso modo in cui era arrivata ora doveva andarsene, ovvero all'improvviso. Vincent si trovava in salotto, immerso in un inquieto silenzio mentre attendeva l'arrivo di sua figlia per salutarlo. La ragazza arrivò dopo poco tempo e guardò il padre con lo stesso sguardo di chi aveva capito già tutto:

'Vai via?' gli domandò stranamente timorosa.

'Si. Devo. Ricordi che ti ho detto ieri sera...?'

'Si...'

'Ti prometto che questa non sarà l'ultima volta che ci vedremo, piccola mia. Farò di tutto per rivederti e per parlarti... Te lo prometto, dal profondo del mio cuore..' affermò con voce commossa Vincent. Fissava gli occhi verdi smeraldo e lucidi della strega mentre i suoi erano già traboccanti di lacrime. La abbracciò con tutta la forza che aveva, come se voleva trasmetterle più affetto possibile prima che fosse accaduto qualcosa di brutto. Rimasero così per parecchio tempo, fino a quando a malincuore il mago fu costretto ad annunciare le fatidiche parole:

'Devo andare ora.'

Hope annuì solamente.

'Promettimi che farai la brava e che non ti metterai nei guai per me' affermò convinto il padre ammiccando un falso sorriso tranquillo sul suo volto.

'Lo farò se tu mi prometti che ti nasconderai per bene e rimarrai vivo' rispose la figlia con un tono strozzato dal suo pianto cauto.

'Lo prometto' concluse serio Vincent, baciando la fronte candida della ragazza.

Perciò prese le sue cose e si diresse verso l'uscio della porta, dove in soli due secondi scomparì come se fosse stato risucchiato da un vortice. E lasciò dietro di sè il dolore di sua figlia, portando invece con sè il proprio, il quale lo avrebbe spinto a rimanere a casa Weasley e a ritirarsi dal suo compito. Ma non poteva mettere a rischio altre vite per la propria e non poteva essere così pauroso. Doveva andare avanti, continuare, e combattere.

Hope era rimasta sola nel vecchio salotto della Tana, o almeno così lei pensava; infatti ad un tratto sentì una voce dolce chiamarla alle sue spalle con un tranquillo e fioco 'Hey'.

Si voltò di scatto e si gettò tra le braccia di quella persona senza nemmeno vedere prima chi fosse, e iniziò a buttar fuori tutte le lacrime che aveva trattenuto in presenza del padre. Una mano le accarezzò i capelli fino poi a scendere lungo le sue spalle e la sua schiena.

'Sediamoci... Vieni..' la invitò la stessa voce di prima, la quale la fece accomodare sul divano più grande.

La strega manteneva la propria testa nascosta nelle sue mani, mentre il ragazzo affianco a lei la fissava impacciato e dispiaciuto.

'Hope, tuo padre starà bene. È uno dei migliori maghi del mondo magico. Se è riuscito a scappare e a nascondersi fino ad ora ci riuscirà ancora. E sai perché? Perché ha una figlia splendida come te. Il tuo pensiero lo rincuora e lo incoraggia ad andare avanti. Il tuo sorriso lo rende fiducioso e speranzoso nonostante il periodo buio che è costretto ad attraversare. E la tua felicità lo rende felice e fiero di averti come sua figlia'.

Nella mente della ragazza scorrevano a raffica immagini e ricordi della sua infanzia e dei momenti passati con suo padre e anche con sua madre: i primi passi, il primo incantesimo, la prima bacchetta, il primo anno a Hogwarts, e la prima disgrazia. Sapeva che il padre le voleva bene, e aveva capito che sarebbe potuto riuscire a compiere la missione solo se lei si fosse fidata ciecamente di lui. Perché in fondo gli serviva solo quello, l'appoggio e la presenza di una figlia pronta a combattere e ad affrontare ogni tipo di ostacolo pur di riportare le cose al loro equilibrio naturale e pacifico. E Hope era di certo quel tipo di ragazza.

A pensare a tutto ciò, le spuntò un sorriso fiero sul candido volto rigato e rovinato dalle lacrime incessanti. Alzò la testa e guardò il giovane rosso seduto affianco a lei che la guardava con un espressione quasi del tutto felice nel vederla, dato che fino ad allora aveva mantenuto un atteggiamento piuttosto angosciato. Così gli disse con tono sincero:

'Grazie mille Fred..'

'È un piacere per me poterti fare stare meglio' - rispose il gemello evidentemente soddisfatto - 'e ora ti andrebbe di preparare con me un qualcosa da mettere sotto i denti?'

'Volentieri!' esclamò una Hope più serena e tranquilla.

Vedeva in Fred una persona genuina e gentile, simpatica e amichevole, premurosa e altruista. In pratica era tutto quello che non era Malfoy. Eccetto per la bellezza, in quella i due ragazzi condividevano lo stesso livello. O forse no... Comunque stava di fatto che la Grifona si trovava bene con il rosso, era l'amico perfetto che tutti avrebbero desiderato. Ma lei non sapeva in fondo tutta la verità.

 

I giorni passavano veloci e nessuno si accorgeva di quella spiacevole rapidità.

Harry si imbatteva spesso e volentieri in frequenti e assidui discorsi con gli adulti di casa; Ron e Hermione avevano assunto un comportamento ancora più strano e insolito tra di loro; la Signora Weasley era sempre indaffarata (come suo solito) nelle faccende di casa tanto adorate da lei. In tutto questo contesto c'era chi ovviamente cercava di restarne fuori il più possibile per poter evadere così dalla realtà solo per pochi istanti; quelli erano Fred e Hope. Trascorrevano moltissimo tempo tra di loro, il rosso continuava a comportarsi in modo esemplare con la ragazza, e questa era sempre più convinta di aver trovato un amico d'oro almeno quanto Harry.

Arrivò così la vigilia di Capodanno, dove un nuovo anno si preparava ad accogliere ogni persona con nuove esperienze, sorprese, ed emozioni. Giunta rapidamente la sera, tutta la famiglia e tutti gli amici di casa Weasley si ritrovavano ancora una volta seduti attorno alla lunga tavola imbandita di ogni tipo di pietanza preparata accuratamente da Molly e Ginny. Inutile dire che non ci si aspettava di certo un anno migliore, visto i tempi oscuri e tristi che correvano insieme alle incessanti e continue disgrazie. Magari ci si aspettava, o meglio, si sperava nella venuta fatidica del Prescelto, colui che avrebbe messo a tacere per sempre Voldemort. Ma come poteva Harry arrivare a tali conclusioni senza prima scoprire il punto debole di Tom Riddle? E come faceva ad ottenere informazioni su questo? Silente gli stava mostrando diversi ricordi del Signore Oscuro già da un po' di tempo, ma sinceramente il mago non riusciva ancora a comprendere la verità. Forse questa sarebbe giunta a lui con il tempo, ma non aveva atteso anche fin troppo? Eppure una voce dentro di sé gli ripeteva di mantenere la calma e di essere paziente. Ogni cosa avrebbe avuto la propria spiegazione.

Tra gli ultimi pensieri e le ultime chiacchiere del vecchio anno che se ne stava per andare, nessuno si accorse che invece mancavano pochi minuti all'inizio di quello nuovo. Ma all'improvviso un urlo quasi isterico attirò l'attenzione di ogni essere vivente presente nella cucina di casa Weasley:

'PER LA BARBA DI MERLINO! MANCANO 10 MINUTI ALLA MEZZANOTTE!'

Ed ecco sparite le voci di tutti, le quali si stavano accavallando l'una sull'altra soli pochi secondi fa, per essere sostituite da ogni tipo di espressione manifestante stupore e meraviglia. Si alzarono tutti all'unisono da tavola e allo stesso modo si diressero a prendere le proprie giacche per recarsi così fuori in giardino ad attendere la venuta del nuovo anno. Hope e Harry sembravano piuttosto strani, come se non fossero stati affatto felici rispetto al resto dei loro amici.

Recatesi tutti all'esterno della Tana, iniziarono in coro a fare il conto alla rovescia tipico di ogni Capodanno, mentre Hope, isolatasi in un angolino in prossimità dell'uscio, si affrettava a formulare il proprio desiderio per il nuovo anno ad occhi chiusi, come era solita fare.

'6.. 5.. 4..'

Nella mente della Grifona iniziava a focalizzarsi l'immagine di suo padre che sorrideva e che le comunicava di essere sopravvissuto alla sua missione...

'3.. 2.. '

… Ora Harry scagliava con tutta la forza che possedeva un incantesimo contro Voldemort segnando ufficialmente la propria morte...

'1..'

… La ragazza stava riabbracciando sua madre. Non vi era nessuno e niente attorno a loro, solo un atmosfera muta e spoglia, colmata dall'amore trasmesso dall'abbraccio tra le due donne.

'Buon anno a tutti!'

Dei colorati e vivaci fuochi artificiali spuntati dal nulla fecero brillare quel freddo cielo notturno tipico della stagione invernale, e diverse frasi di auguri venivano urlate da una bocca all'altra dei presenti. Nel frattempo un sorriso sincero e spontaneo illuminò il volto sognante di Hope, una lacrima prese a scendere lungo la sua guancia sinistra, e il proprio polso fu afferrato da qualcuno che la attirò dolcemente verso di sé.

Giusto in tempo la ragazza riuscì ad aprire gli occhi per accorgersi che si trattava di Fred, il quale, in modo piuttosto pacato e soddisfatto, la accolse nel nuovo anno con un bacio che spezzò ogni sua singola convinzione riguardante una vera e sola amicizia tra loro due.

 

 

Salve a tutti, popolo di EFP! :D I'm back! Ahahah! Dopo tanto (e troppo) tempo sono riuscita a partorire un altro capitolo di questa luuunga storia, e spero che vi sia piaciuto. E ora giustificherò, come sempre, il mio ritardo: è tutta colpa della scuola. Non è un bell'anno quello che sto affrontando, si sta rivelando abbastanza pesante... Auguro a me stessa e a tutti i ragazzi che si trovano nella mia stessa situazione che i prossimi 5 mesi (circa) passino veloci come un fulmine! E scusatemi davvero tanto :(  Comunque spero veramente che abbiate apprezzato quest'altro capitolo e perdonatemi semmai ci fossero degli errori di ortografia! Non so quando pubblicherò il prossimo, ma nel dubbio ho allungato il più possibile questo qui :') Ringrazio sempre chi legge in silenzio, chi invece ha inserito la mia ff tra quelle ricordate o preferite o seguite, e chi la recensisce ogni volta :) Un bacio grande a tutti! :*

RedPoison

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Capitolo 13
*** Confessioni ***


- Confessioni

 

 

Le porte di un vecchio anno si erano appena chiuse, lasciando intravedere a tutti per un'ultima volta gli avvenimenti accaduti, belli e brutti. Anche questi ultimi dovevano essere ricordati, e non rinnegati o cancellati dal proprio cassetto dei ricordi, perché è proprio grazie ad essi se ogni persona cresce e migliora il proprio approccio nell'affrontare gli ostacoli. E inoltre fanno parte anche loro delle esperienze di vita. Magari sgradevoli, ma pur sempre esperienze. Di conseguenza si stavano spalancando piano piano le fresche e lucenti porte di un nuovo anno, il quale avrebbe portato con sè altre sorprese, emozioni, e avventure. Hope, come tutti quanti d'altronde, aveva appena messo piede in esso e già aveva ricevuto una goccia della sua dose di 'doni' inaspettati; e a farla iniziare era stato Fred. Questo stava sciogliendo proprio in quell'istante il contatto che c'era appena stato tra di loro, e con tono sognante e soddisfatto annunciò alla ragazza un solenne e fiero 'Buon anno'. Lei di conseguenza lo fissava come se avesse perso la mobilità di ogni singola parte del corpo e insieme ad essa anche la parola; cercava di comunicare solo tramite lo sguardo. Il suo, che rimaneva vitreo e immobile, tentava di fare capire al rosso la gravità della scemenza che aveva combinato.

'Scemenza?' - pensò Hope - 'Si, scemenza! Come ha potuto farmi questo?' si rispose e si ridomandò da sola. Era preoccupata per il loro rapporto di amicizia che non c'era mai stato con molta probabilità. Aveva davvero creduto che Fred sarebbe stato per lei un amico d'oro quasi quanto Harry, si era fidata ciecamente di lui. Si ok, era stato solamente un bacio, ma dato alla sprovvista e alla persona sbagliata. Come l'avrebbe presa poi Malfoy? Ecco, diciamo che non l'avrebbe mai scoperto, come nessuno aveva ancora scoperto dei suoi 'incontri' con la Grifona. E anche se l'avesse saputo? Non sarebbe successo nulla lo stesso, tra lui e Hope non c'era alcun tipo di relazione in fin dei conti.

'... E poi tanto anche lui ha il suo giro di amanti da strapazzo... Oh ma che sto dicendo! Al diavolo!'

Dopo aver riflettuto tra sé e sé, la ragazza aprì finalmente bocca per rivolgere una qualsiasi parola o frase al rosso che era rimasto inerme tutto quel tempo ad attenderla parlare:

'Buon anno anche a te Fred... Ma...'

'Era da molto che volevo farlo' ammiccò lui.

'Si ma...'

'Hope te mi piaci. Mi piaci sul serio. Ho incontrato e conosciuto diverse ragazze in questi anni, ma nessuna è stata capace di rendermi felice come sai fare te. Nessuna ha mai sorriso come te. Nessuna era te.'

La Grifona sentì il proprio cervello spegnersi, come se ci fosse stato un blackout nella propria mente. Quelle parole l'avevano mandata in tilt. Erano state stupende, uniche, e le prime dedicategli da un ragazzo apparentemente davvero innamorato di lei. E al quale purtroppo gli avrebbe con molta probabilità spezzato il cuore. 'Fred è il ragazzo perfetto, che tutte vorrebbero' si ripeteva a mo' di cantilena dentro sé stessa, e se le prospettive erano queste perché allora l'avrebbe rifiutato? Era consapevole dell'errore che avrebbe compiuto e del danno che avrebbe causato al gemello innocente, ma non sarebbe dipeso da lei. Nulla di tutto ciò era voluto da Hope stessa. Era qualcosa dentro di sé che la stava invitando a rifiutare questo amore, e ci stava riuscendo pienamente; era come se ci fosse stata una vocina nella sua testa che le diceva 'Non farlo!', e che rimbombava in tutto il suo corpo in maniera così violenta da convincerla di seguire quel consiglio. Appena provava solamente a pensare ad una risposta positiva per la proposta di Fred, percepiva una forte fitta allo stomaco, la quale risaliva lentamente fino al suo cuore, per poi riportarle alla mente il ricordo del suo primo bacio con Malfoy. In quell'istante si sentì realizzata ma soprattutto bene. Non conosceva ancora perfettamente la Serpe, ma questo dettaglio rese il tutto ancora più unico e affascinante. Per non parlare del loro 'incontro' nella stanza misteriosa strapiena di cianfrusaglie: fu forse la prima e ultima volta che si rese conto di stare davvero a suo agio con lui, e lui contraccambiava in modo evidente la cosa mostrando gelosia nei confronti della Grifona. Era tutto fantastico quando Hope si trovava con Malfoy.

'Allora è questo!' - esclamò tra sè e sè - '... Oh no.'

... E invece si.

 

Il gemello attendeva fin troppo pazientemente una risposta o un cenno di vita da parte di Hope, la quale si era ribloccata di nuovo come una macchina in panne, per riflettere con la propria coscienza e il proprio cuore.

'Hey.. Mi stai ascoltando.. ?' le chiese tentennante Fred.

'Io.. Si certamente. Scusami anzi!' rispose lei che si era appena ripresa dalla sua pausa di riflessione.

'No figurati! Forse ho sbagliato io a dirti tutto così all'improvviso.. Perdonami te!'

'No assolutamente! Hai fatto la cosa migliore! Sono molto lusingata dalle tue parole e dai tuoi sentimenti, nessuno mi aveva parlato in questo modo così... romantico prima d'ora. Sei un ragazzo speciale... ' - affermò la ragazza ammiccando un sorriso benevole - '... Ma per me tutto questo è nuovo. E io ho bisogno di pensare. Ti prego di non prenderlo come un rifiuto, ma solamente come una risposta lasciata in sospeso. Come ti ho già detto, per me sei un ragazzo... speciale.'

Un velo sottilissimo di delusione coprì il volto del rosso, che nonostante tutto rivolse le sue ultime parole della serata a Hope con un gran sorriso rassicurante in volto:

'Aspetterei anche diversi secoli per te. Prenditi tutto il tempo che vuoi.'

Ecco. La cosa si era facilitata parecchio rispetto a prima. La Grifona annuì solamente e si diresse nella propria camera per cercare di sprofondare nel sonno più distraente della sua vita, e con la speranza che quando si sarebbe svegliata tutto quello che era appena successo si fosse rivelato frutto della sua fantasia più nascosta. Non fu affatto difficile tale impresa, dato che la stanchezza causata dagli ultimi eventi era davvero molta, e con sé portava degli incubi insoliti per la giovane strega. Vedeva in essi una storia anonima ma tormentata, dove l'oscurità era il suo ossigeno e il vuoto costituiva il paesaggio entro il quale si svolgeva. A rendere il tutto un po' più rassicurante erano dei piccoli e fiochi fari di luce che irrompevano come raggi di sole in una giornata nuvolosa. Sembrava abbastanza tranquilla come cosa finché vi erano quegli spiragli di speranza, eppure la sicurezza fu spezzata bruscamente da un potente tuono, scagliatosi in maniera così veritiera nel sogno che fece svegliare di soprassalto spaventata la ragazza. Aveva un respiro pesante, sudava freddo, si guardò intorno più e più volte quasi temesse di essere stata veramente scaraventata nella brutta realtà del sogno da una forza sconosciuta.

Hope dormiva nella stanza di Ginny con lei e Hermione. Le due compagne grifone stavano dormendo indisturbate dal momento di terrore della prima ragazza, e cullate dal dolce silenzio della prima notte del nuovo anno. Quest'ultimo era partito già col piede sbagliato, almeno per quanto riguardava Hope: quel maledetto bacio non aveva intenzione di uscire dalla sua testa travagliata. La sua vocina interiore continuava ad urlare a mo' di rimprovero 'Come ha potuto farmi questo? Non pensa a me e a cosa veramente provo per lui?' ovvero un semplice sentimento di amicizia, niente di più. E invece Fred vedeva probabilmente solo l'amore che lo aveva accecato da parecchio tempo nei confronti della ragazza, fino ad indurlo a compiere un tale passo così... sbagliato. L'aveva in un certo senso illusa. Illusa di una vera amicizia che non c'era mai stata... Basta! Non doveva rimuginarci su ancora! Era il momento di agire, dirgli tutta la verità, tutto ciò che veramente pensava della situazione. E non avrebbe permesso di far predominare lo sconforto e i sensi di colpa in nessun caso.

 

'Buongiorno a tutti!' annunciò la voce felice e squillante della signora Weasley a ogni membro della famiglia seduto a tavola ad attendere la prima ricca colazione dell'anno. Con un solo schiocco delle dita della donna, il cibo iniziò a servirsi da solo dalle pentole nei piatti, e nel giro di pochi secondi tutti erano stati serviti. Le solite notizie del giornale mattutino alimentavano le accese conversazioni che accadevano tra un boccone e l'altro. L'atmosfera sembrava invariata da quella dei giorni passati, quelli del vecchio anno ormai, tranne che per Hope e Fred. Lui continuava a fissarla di sottecchi mentre lei teneva gli occhi fissi sulla sua colazione e li tratteneva a stento per non farli incrociare con quelli del rosso o di qualsiasi altra persona seduta a quel tavolo. Inoltre cercava di affrettarsi a terminare di mangiare per poter evitare di stargli così tanto vicino. Ma non lo faceva di certo con cattiveria, era piuttosto la rabbia a comandare ogni sua scelta e ogni sua azione.

Il lato positivo di tutto ciò era che nessuno a parte loro due sapeva di quel bacio, e quindi nessuno gli stava col fiato sul collo. Alla Grifona sembrava che però qualcuno la stesse tormentando ugualmente e indirettamente: Malfoy. Pensava e ripensava a lui, e proprio il suo ricordo la spingeva a chiarirsi con il gemello.

Si alzò da tavola lasciando gran parte della sua colazione intatta per poi dirigersi fuori in giardino a contemplare il cielo limpido e illuminato dal caldo sole. E ovviamente pochi istanti dopo la raggiunse Fred, ma in fin dei conti era ciò che sperava.

'Non sei di molte parole stamattina...' ammiccò lui avanzando col suo solito passo sicuro.

'Sono sempre così ultimamente'

'Centra per caso quello che ti ho detto ieri sera?'

Era il momento. La giovane strega riportò la propria mente alla prima pagina del suo lungo discorso che si era ripetuta troppe volte ormai dalla sera prima.

'Io pensavo che tra noi stesse nascendo una grande amicizia. Ne ero davvero felice, vedevo in te un amico come Harry. Credevo che saresti stato la mia roccia per molto altro tempo, per tutta la vita anche! Ma non avrei mai creduto che tu...'

'Ooooh lo sapevo! Non dovevo farlo! Avrei dovuto aspettare ancora!'

'No Fred! Sarebbe stato inutile anche in quel caso.. credimi. Io ti vedo come un amico, un fratello, te l'ho già detto. Non riuscirei mai a considerarti come qualcosa di più di questo, nemmeno se ci provassi. Non ti sto rifiutando, ti sto solo dichiarando i miei veri sentimenti per te. E spero che li apprezzerai senza insistere tanto'.

Hope lo guardò misericordiosa di ricevere una risposta a sé piacevole ma anche veritiera. Il rosso invece aveva tramutato la propria solita espressione scherzosa in una più afflitta. Non vi erano segni di lacrime o dolore profondo. Non erano in stile Fred.

'Ti prego non essere triste! Non ti riconoscerei! Mi sbagliavo prima: tu non saresti potuto essere la mia roccia. Tu lo sei già. E se ti sgretoli te, mi sgretolerò anche io' ammise la ragazza arrivata ormai al limite.

Il gemello continuava a fissarla, finché un sorriso comparve silenzioso sul suo volto. La abbracciò di istinto e disse:

'Sono onorato di essere la tua roccia, molto più di essere un tuo potenziale fidanzato. Non ti deluderò, lo prometto'.

'Nemmeno io' concluse lei soddisfatta e contenta.

 

Pochi giorni dopo Hope, il Trio e Ginny erano pronti per tornare a scuola. A turno si servirono del trasporto reso possibile dalla Metropolvere per raggiungere Hogwarts, per poi ritrovarsi in breve tempo nella scuola. Riuniti nella Sala Comune a riassumere tutte le ultime novità scoperte durante le vacanze natalizie, furono interrotti da un gridolino di gioia e fastidioso rivolto a Ron; ovviamente era Lavanda Brown. Travolse il rosso come un tornado, fino a spingerlo in un angolino più intimo e nascosto della sala, giusto per strapazzarlo un po' dopo due settimane di riposo (invano per Ron). Hermione, in maniera molto palese, aveva cambiato colore in viso, mentre Harry e Hope ripresero a parlare noncuranti della situazione.

'Stasera ho un altro incontro con Silente, e ho intenzione di riferirgli quello che è accaduto tra Malfoy e Piton prima di Natale' disse Harry seriamente.

Invece a Hope le crollò il mondo addosso. Si era così tanto abituata all'aria di casa Weasley, specialmente negli ultimi giorni, nei quali non si era accorta nemmeno di essere tornata a scuola con la Serpe. Infatti per lei chiacchierare tranquilla e spensierata con i suoi amici era un'usualità che la faceva sentire ancora in vacanza, e ora le veniva scaraventata in faccia la realtà dei fatti: avrebbe rivisto Malfoy. Come lo avrebbe trovato? Sarebbe cambiato il rapporto tra di loro dall'ultima volta che si erano visti? E lui si sarebbe aperto di più con lei o avrebbe continuato a fare il misterioso? La ragazza sentiva tutte queste domande rimbombare nella sua mente e demolire piano a piano ogni singolo tassello del suo umore, fino a pochi istanti prima, sereno e pacifico.

'Oh il mio adorato Ronron!' urlò improvvisamente Lavanda dall'angoletto in cui si era nascosta, spezzando di nuovo il discorso tra i due. Harry sbuffò silenziosamente, guardò Hermione diventare bordeaux per poi alzarsi e dirigersi a lezione seguito da Hope.

Al loro ritorno in Sala Comune trovarono una folla accalcata attorno alla bacheca degli annunci. Si avvicinarono facendosi faticosamente spazio tra la calca, e trovarono l'avviso di iscrizione a delle lezioni di Materializzazione seguite dal Ministero della Magia. I ragazzi non indugiarono un minuto ad iscriversi, e a Febbraio si sarebbe tenuta la prima lezione.

 

La stragrande maggioranza degli studenti del sesto anno erano riuniti in una Sala Grande priva delle sue lunghe panche di legno e dove invece al centro vi era l'istruttore del Ministero insieme ai professori-direttori delle quattro Case. Era stranamente incolore, con ciglia trasparenti, capelli a ciuffi e un'aria eterea, come se un solo sbuffo di vento potesse soffiarlo via. Si presentò come Wilkie Twycross, e sarebbe stato il loro insegnante di Materializzazione e Smaterializzazione per dodici settimane. L'intera folla il più delle volte non era concentrata molto su di lui e sulle sue parole, ma sul litigio che era in atto tra Malfoy, Tiger, e Goyle. I tre vennero ripresi diverse volte dai professori, e Harry non staccava gli occhi e le orecchie da loro, finché non si fece scoprire: Tiger lo squadrò malignamente per poi riferirlo a Draco. Questo non si abbassò nemmeno a guardare o ad intimidire il Grifondoro, era troppo impegnato a calmare le sue furie.

'… Vi prego ora di disporvi in modo da avere uno spazio di almeno un metro e mezzo di fronte a voi' ordinò con tono serio il tizio del Ministero.

Hope si affrettò a seguire i propri amici, quando venne afferrata da qualcuno che la trascinò dalla parte opposta della Sala, lontana dai Grifondoro.

'Harry dove stiamo andando?'

'Seguimi...' - tagliò corto e freddamente il Prescelto - '… e ascolta bene'.

La ragazza lo guardò torva, poi si voltò e davanti a sé vide a cosa si riferiva il suo amico: doveva origliare quello che stava dicendo Malfoy ai suoi 'scagnozzi'. Le si gelò il sangue. Erano così vicini fisicamente quanto lontani sentimentalmente. Cercò di non pensarci e di focalizzarsi sulla lezione e sulle parole bisbigliate dalla Serpe. Non riusciva a capirle bene fino a quando la McGranitt non lo zittì per l'ennesima volta.

Come immaginato da Twycross, nessuno degli studenti riuscì a Materiallizzarsi, ma era pur sempre la prima volta; e nessuno ne era tanto meno sconfortato o deluso.

L'unica ad essere delusa era Hope, ma non per la lezione; da quando era tornata a scuola dalle vacanze natalizie la Serpe non l'aveva né cercata e né le aveva dato attenzioni. Era lì davanti a lei in quel momento, eppure le cose non cambiavano. Sembrava non essersi veramente accorto della sua presenza, o magari se ne era proprio dimenticato. Il pensiero di ciò non migliorava lo stato d'animo della Grifona, e oltre ad intristirla la anche confondeva. Mischiava ancora di più i suoi sentimenti e le sue emozioni. Tutto quello che era accaduto la sera della festa di Lumacorno sembrava un vano ricordo risalente a moltissimi anni prima, quando invece erano passati giusto due mesi da quell'istante. 'Forse era un sogno? O una mia fantasia?' insisteva a ripetersi questa domanda tra sé e sé. Ma non poteva convincersi di ciò, era accaduto realmente per sua sfortuna. In realtà era stato un momento indimenticabile e unico, dove aveva visto un Malfoy diverso e... 'romantico'. Perchè ora si comportava in quel modo? Che cosa lo stava tormentando?

L'unica certezza per Hope era soltanto una, ed era la stessa che la faceva stare così in ansia per il biondo.

Si stava innamorando di lui.

 

 

Salve gente! Sono tornata con il seguito della mia FF dopo un po' di mesi di assenza. Volevo appunto scusarmi per questo, e per farmi perdonare ho intenzione di pubblicare anche un altro capitolo in pochissimi giorni! Spero che questo vi sia piaciuto, apparentemente sembrerebbe non dire molto, ma io vi consiglio vivamente di tenere a mente il sogno della protagonista e di non sottovalutare i sentimenti che prova per il Serpeverde. Ringrazio sempre chi inserisce la mia storia o tra le preferite, o tra le ricordate, o tra le seguite. Ringrazio anche chi la recensisce e chi la legge e magari apprezza in silenzio. Alla prossima e buona lettura :)

RedPoison 

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Capitolo 14
*** Sentimenti ***


- Sentimenti

 

 

'La lezione è finita, ci vediamo sabato prossimo ragazzi!'

L'istruttore Twycross congedò tutti gli studenti dal suo corso sulla Materializzazione e Smaterializzazione restando attonito e impassibile a qualsiasi cosa, proprio com'era dall'inizio della giornata. La folla si mosse disordinata e confusionaria, non permettendo così a Harry di seguire Malfoy e scoprire i suoi loschi piani. Il Grifondoro strattonò a fatica Ron su in Sala Comune con lui per seguire il biondo con la Mappa del Malandrino. Fu un gesto invano comunque, dato che non vi era nessuna sua traccia.

'Come è possibile che compaia e scompaia nel giro di pochi secondi? E tutte queste assenze... Davvero i professori non se ne rendono conto?' sbottò un Harry alquanto irritato.

'Magari esce dalla scuola... anche se rimane sempre il dubbio di come faccia viste tutte le severissime magie che hanno imposto ad ogni uscita o passaggio segreto e non' suggerì Ron.

'Basterà fare una cosa allora: controllarlo ogni giorno con la Mappa. Non posso far finta di nulla e lasciare passare questi tipi di comportamenti da parte sua... Specialmente di questi tempi'.

 

Essendo Febbraio, le giornate tendevano ad essere più brevi, e ciò voleva quindi dire che nel tardo pomeriggio era già notte, e l'aria raggelava più velocemente. Il sabato sera però riscaldava gli animi di ogni studente, perché sabato sera era sinonimo di divertimento a Hogwarts. C'era chi organizzava delle belle chiacchierate con il proprio gruppo di amici nei dormitori, o chi invece metteva su una vera e propria mini-festa privata nella propria Sala Comune (ma solo nei casi in cui vi era qualcosa da festeggiare!), oppure c'erano le coppiette vaganti per la scuola alla ricerca di un posticino privato e intimo tutto per loro. Altrimenti c'era Hope, l'unica ragazza che era riuscita a battere il record di Hermione: aveva passato l'intero pomeriggio in biblioteca. E stava continuando anche durante la sera! E sarebbe andata avanti per tutta la notte, finché non avrebbe trovato quello che cercava disperatamente: che cos'era un Horcrux. Aveva controllato in ogni singolo libro di ogni singola sezione, anche in quella Proibita, ma nulla. Non c'era niente al riguardo da nessuna parte. Eppure le sembrava davvero impossibile che nell'enorme biblioteca di una scuola importante come Hogwarts non si trovasse tale notizia. La Grifona era giunta a uno degli ultimi libri della Sezione Proibita. All'interno dell'enorme stanza rimbombava solamente il rumore delle pagine sfogliate con violenza e fretta da lei stessa. Infatti era sola, non c'era nessun altro. Harry era passato il pomeriggio a vedere cosa stesse facendo e a parlare un po', mentre tutti gli altri non si erano fatti più vedere dalla lezione di Materializzazione. La ragazza sbuffava infastidita e stanca, scorreva il dito nervosamente lungo ogni frase del libro alla ricerca della parola 'HORCRUX'. Pagina dopo pagina era arrivata alla fine di quest'ennesimo libro. Lasciò cadere la sua testa su di esso tenendo le braccia distese in avanti e poggiate sulla montagna di libri che la circondavano. Il sonno e la stanchezza la stavano sopraffacendo, gli occhi e la mente avevano già ceduto ad essi, e piano piano si stavano lasciando andare anche le ultime forze fisiche a lei rimaste.

'Non si dorme in biblioteca Lalage. E' maleducazione'

Gli occhi di Hope si spalancarono veloci come fulmini, mentre il cuore iniziò ad accelerare il proprio ritmo facendo scorrere il sangue freddo e rapido nelle vene. 'Allora non si era dimenticato di me!' pensò sbrigativamente. Sollevò la testa dal grosso libro ingiallito, e davanti a sé lo vide: Malfoy in tutta la sua bellezza, abbigliato col suo solito vestito nero, la sua chioma bionda perfettamente in ordine, gli occhi grigi e affascinanti che analizzavano attenti e interessati la ragazza stessa. Lei di conseguenza non sapeva cosa dire o fare; restava muta a contemplare il fascino misterioso e oscuro della Serpe, fino ad arrivare a incrociare il suo sguardo per nulla vergognoso, anzi fiero e altezzoso. Sentì all'improvviso un lieve calore nascere sulle sue guance ed espandersi a macchia d'olio. D'istinto le coprì con le sue mani candide e perennemente gelide.

'Ma quale onore!' - esclamò divertito il biondo – 'Sono riuscito a far arrossire la forte e coraggiosa Hope Lalage!'

'Cosa ci fai qui Malfoy?' domandò fredda e scontrosa la Grifona, la quale iniziò frettolosamente a richiudere tutti i libri.

'Potrei farti la stessa domanda...'

'Be' te l'ho fatta prima io, quindi rispondi'.

Sul volto della Serpe si sciolse l'inconfondibile ghigno per tramutarsi in una linea dritta e dall'aria severa.

'Non rivolgerti a me in questo modo o...'

'Smettila!' lo azzittì bruscamente Hope guardandolo fisso nei suoi occhi profondi e furiosi. Il giovane si avvicinò più alla scrivania che li divideva. Poggiò una mano su di essa per sorreggersi, mentre col busto si protraeva in avanti verso la ragazza. Con l'altra mano afferrava delicatamente il suo viso e allo stesso modo poggiò le proprie labbra sulle sue. Lei contraccambiò senza pensarci due volte. Non era nei suoi piani sinceramente, ma una forza la indusse a lasciarsi trasportare in quello che faceva. Era l'amore. Esplose all'improvviso come una bomba a orologeria dentro di sé. Creò scompiglio nel suo stomaco, diede modo al cuore di ardere dopo un bel periodo di 'letargo', e staccò la corrente alla mente troppo pensierosa e dannosa. Eppure non era di certo la prima volta che i due si baciavano, ma quando c'è di mezzo l'amore anche i gesti più piccoli e apparentemente insignificanti suscitano forti emozioni. Tuttavia la Grifondoro non era in grado ancora di capire tutto ciò, per lei erano esperienze nuove.

Malfoy si staccò lentamente da lei, e nel frattempo le accarezzava amorevolmente il viso candido.

'Non ti permettere mai più, Lalage..' - disse serio e col suo tipico ghigno stampato in faccia - '… E ora vai a dormire'.

La ragazza si allontanò rapida ma irata, lo guardò accigliata ed esclamò:

'Chi sei, mio padre?'

'No, però mi piacerebbe esserlo, così potrei insegnarti la buona educazione e a rispettare gli altri'

'Non l'ha detto sul serio...' pensò sbalordita lei. Chiuse l'ultimo libro, fece il giro della scrivania e si posizionò di fronte al biondo imponente per nulla intimidito.

'Non sei affatto divertente'

'Infatti sono serio..'

'… Anche io' ringhiò a denti stretti la giovane.

Draco ghignò, prese le sue mani e le poggiò sulle proprie spalle, mentre lui cingeva con le braccia i fianchi della ragazza. Sfiorò il naso di quest'ultima con il suo e le bisbigliò:

'Non ti conviene fare la coraggiosa con me. Potrei farti cambiare idea da un momento all'altro'

'Non ora...' si affrettò a concludere Hope per così baciarlo di nuovo. Fu un bacio più breve ma più intenso, seguito da un abbraccio inaspettato e affettuoso. Se avesse potuto la Grifona sarebbe rimasta attaccata a lui in quel modo per moltissimo tempo. Provava emozioni vere quando stavano insieme, e i sentimenti erano liberi di manifestarsi e invadere la sua anima. Non sapeva molto di Malfoy, ma quel poco l'aveva fatta innamorare di lui. Il prossimo passo sarebbe stato, appunto, scoprire la storia di quel suo 'amante misterioso'.

 

Rieccomi popolo di EFP! Come avranno notato molti di voi (ovvero quelli che hanno letto il capitolo precedente) non ho mantenuto la promessa di pubblicare in pochi giorni questo nuovo capitolo ahahah! Vi dirò la verità: sarebbe dovuto essere MOLTO più lungo, ma avendo superato il limite, mi era sembrato abbastanza esagerato e avrei anche rischiato di annoiarvi a leggere infinite righe. Perciò l'ho diviso in due parti. Questo è abbastanza corto quanto poco interessante, lo ammetto, ma avete appena letto e compreso i motivi di tale decisione. Il prossimo vi prometto che arriverà presto! Ahahahah! Intanto ringrazio sempre chi legge in silenzio e chi non; si accettano recensioni, non abbiate paura di farle :)
Alla prossima e buona lettura :)
RedPoison

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Capitolo 15
*** - Verità (Parte 1) ***


- Verità (Parte 1)

 

Marzo arrivò con la stessa rapidità di Gennaio e Febbraio. Non si era mai visto un Inverno così veloce nello scorrere. La monotonia aumentava giorno dopo giorno, le lezioni erano sempre più pesanti, e di novità ve ne erano ben poche. Il compleanno di Ron però spezzò questo periodo apatico, portando un po' di gioia tra tutti i Grifondoro.
'Buon compleanno Ron!' si apprestavano tutti a dirgli, e lui di conseguenza li ringraziava a malapena, tenendo sempre la testa tra le nuvole. Poverino, come non dargli torto, era in continuazione assillato da una parte dalle smancerie e dagli urletti patetici di Lavanda, e dall'altra dalle sfuriate silenziose di Hermione. E poi ci mancava pure la terza disgrazia, proprio il giorno del suo compleanno...


'Hope svegliati!' urlò una Romilda Vane alquanto preoccupata.
'Ma è ancora presto e poi è sabato...'
'… Ron è stato avvelenato! Si trova in infermeria!'
'Che cosa??' Hope balzò fuori dal letto e sgranò gli occhi all'udire quella spiacevole notizia. Si vestì in fretta e furia e corse via verso l'infermeria. Arrivata lì trovò Ron steso sul letto, bianco quanto le lenzuola che lo coprivano, e con un espressione molto provata. Seduta ai suoi piedi vi era Hermione, la quale tratteneva le lacrime a stento. Sul suo lato sinistro a tenergli la mano invece c'era la sorella Ginny, mentre dalla parte opposta vi erano i fratelli George e Fred. Harry stava in piedi di fronte a lui a fissarlo con uno sguardo vitreo. La Grifona si avvicinò timidamente, quasi a non volere farsi sentire da loro, ma la piccola esultanza del gemello la fece scoprire. I due si ricongiunsero dopo molto tempo con un caloroso abbraccio seguito dalle varie spiegazioni sulla situazione critica del povero Ron.
'Quindi è stato un idromele avvelenato?' domandò la ragazza.
'Si, e destinato a Silente aggiungerei...' rispose impassibile Harry.
'Silente? Quindi era lui la vittima iniziale?'
'Si'
'Ah... Non è stato un bel compleanno per Ron. Mi dispiace..'
'Non più di sei persone qui!' la interruppe all'improvviso Madama Chips.
Fred e Hope uscirono dall'infermeria per parlare un po', da buoni amici che erano. Entrambi ovviamente si sentivano sinceramente dispiaciuti per Ron, ma il senso di rabbia era più forte. Chi aveva avvelenato quella bibita? Lumacorno la possedeva, l'aveva offerta al rosso, e lui stesso aveva ammesso che era destinata al professor Silente. Tuttavia non era sua la colpa e di questo ne erano sicuri tutti. Si era un tipo strano e... strambo, ma non a tal punto da voler uccidere una persona innocente.
'Magari era sotto l'effetto della maledizione Imperio quando ha ricevuto la bottiglia e l'ha portata nel suo ufficio?' - azzardò Fred – 'Ma le cose ovviamente non sono andate nel verso giusto'
'E allora bisogna capire chi gli ha consegnato quel veleno e chi lo ha manovrato a suo piacimento con quella maledizione'
'Di sicuro un Mangiamorte...'
'All'interno della scuola? E' super protetta! All'inizio dell'anno sono stati fatti dei severi controlli a tutti gli studenti!'
'E se Lumacorno avesse incontrato il Mangiamorte fuori da Hogwarts?'
'Chiunque entra o esce dalla scuola viene perquisito dagli Auror che la sorvegliano. Anche i professori stessi'.
La faccenda si stava rendendo sempre più interessante e seria. La tensione e la paura erano palpabili nell'aria. Prima Katie Bell, e ora Ron... E in entrambi i casi la vittima iniziale era sempre Silente. Si, c'era sicuramente un Mangiamorte dietro a questa storia. E sarebbe stato pronto a colpire ancora senza farsi scrupoli.
Intanto i due giovani continuavano a girovagare senza una meta ben precisa sul settimo piano del castello, mantenendosi sempre vicino all'Infermeria nel caso in cui sarebbero potuti rientrare. Il silenzio era calato da pochi minuti tra i due, entrambi stavano sicuramente riflettendo su chi sarebbe potuto essere il colpevole. Poi Hope guardò il gemello e gli domandò con un tono serio e malinconico: 'Ci sarà un'altra vittima, vero?'
Il rosso aprì bocca per rispondere ma la richiuse immediatamente. Sospirò. Non staccò un attimo i suoi occhi da quelli verdi e tristi della ragazza. D'istinto la abbracciò forte. Cercò di liberare in quell'abbraccio tutto l'affetto e il bene che provava per lei, come se da quel momento in poi l'avrebbero protetta da tutti i mali. Non si era sbagliata affatto qualche mese prima, durante le vacanze natalizie a casa Weasley: Fred era davvero la sua roccia. L'amico perfetto. Il fratello che non aveva mai avuto. C'era sempre stato, dal primo giorno che lo aveva incontrato, o di persona o via posta attraverso una lettera. Ogni mezzo era buono per lei, tanto l'importante era il pensiero, e lui ne aveva molto nei suoi confronti.


Pochi giorni dopo iniziavano a vedersi dei grandi miglioramenti in Ron, grazie alle ottime cure di Madama Chips. Nonostante ciò non era ancora del tutto in grado di poter giocare la partita di Quidditch del fine settimana successivo al suo incidente, e, a malincuore, Harry si vide costretto a sostituirlo con McLaggen. La mattina stessa dell'evento, il Prescelto e Hope decisero di andare a trovare il loro amico in infermeria, magari avrebbe dato loro qualche dritta per affrontare l'ennesima giornata straziante e noiosa. Ma tra una battuta e l'altra era arrivato il momento della partita...
'Non dovreste raggiungere gli altri al campo? E' quasi ora?'
'Ah si, giusto. Ci vediamo dopo 'Ronron'!' lo sbeffeggiarono i due amici mentre si avviavano verso l'uscita. La scuola era deserta, si trovavano tutti ad assistere alla partita di Quidditch. Gli ultimi rimasti erano soltanto loro. Camminavano a passo veloce lungo i corridoi vuoti di Hogwarts, speranzosi di non incontrare nessun professore o nessun giocatore che li stesse cercando. Entrambi si guardavano attorno preoccupati per questo, finchè dei rumori non attirarono la loro attenzione: Malfoy e due ragazze sconosciute avanzavano verso di loro. Anziché sbiancare o agitarsi, Hope assunse un espressione accigliata, e con aria superba scrutò le timide accompagnatrici della Serpe. Harry invece non riuscì a tenere a freno la sua lingua: 'Dove stai andando Malfoy?'
Quello con tono beffardo e il mai mancante ghigno gli rispose: 'E credi davvero che lo venga a dire proprio a te, Potter? Pensa piuttosto a muoverti, tutti in campo stanno attendendo il proprio Capitano, il Prescelto, il Ragazzo che Segnò!'
Una delle giovani ridacchiò e di conseguenza arrossì allo sguardo fulmineo della Grifona. Tuttavia toccò anche a lei la stessa sorte nel momento seguente, ovvero quando a pietrificarla fu il biondo, anche se il suo ghigno nascondeva qualcosa in più. I tre così si allontanarono, noncuranti dei loro 'avversari'. Harry strinse i pugni, scosse la testa e affermò a denti stretti:
'E' davvero esasperante...' Ed ecco che era arrivata l'occasione perfetta per Hope!
'So a cosa ti riferisci, e so anche cosa stai per dirmi. Tranquillo, ci penserò io'
'Ma... ne sei sicura?'
'Certo... Buona partita Harry!' gli augurò l'amica rassicurandolo con un sorriso perfettamente finto.


I corridoi erano deserti, gelidi, e cupi. Il tempo non era dei migliori: i nuvoloni e il vento forte preannunciavano un bel temporale tipico del mese di Marzo. Si udivano i cori e le urla della partita fino dentro la scuola, almeno così Hope non si sarebbe sentita del tutto sola. In teoria non lo era, dato che altre tre persone si aggiravano come lei all'interno del castello. In pratica però lo era, siccome non riusciva a trovarle.
'Mi sembra di aver già vissuto questo momento...' pensò per un attimo divertita ma allo stesso tempo meravigliata. Infatti le era già capitato di cercare disperatamente, per ordine di Harry, Malfoy, durante una partita di Quidditch anche! E quando era accompagnato proprio da due ragazze sconosciute!
'No... Secondo me non è un caso...' provava ad ironizzare tra sé e sé. Aveva controllato ogni singolo piano, persino quello in cui vi era la 'stanza misteriosa'. Le era rimasto soltanto un ultimo posto, e poi sarebbe andata a far compagnia a Ron: la Sala Comune dei Serpeverde. Si trovava nei sotterranei, il posto perfetto per i maghi della Casa in questione.
La Grifona non era mai stata lì, e appena arrivata capì che l'idea che si era fatta su quella sala era totalmente errata. L'argento e il verde erano ovunque. Un grande e possente camino riscaldava l'ambiente intero, di fronte ad esso vi erano due divani altrettanto maestosi di tessuto verde e in legno laccato nero. Sparsi per la stanza vi erano dei tavoli scuri con altrettante sedie scure dove evidentemente gli studenti studiavano o chiacchieravano. Ovviamente non c'erano finestre essendo situata nei sotterranei; prendevano il loro posto degli enormi stemmi della casa stessa, e appartenenti a generazioni differenti. La tappezzeria non trasmetteva poi così tanta allegria e vitalità: il suo colore verde smeraldo, più scuro del normale, adornava tutta la sala, abbinandosi perfettamente al pavimento in granito nero.
'Strano... Il passaggio per entrare era già aperto...' pensò Hope distrattamente. Un oggetto posto sul tavolinetto che divideva i due grandi divani attirò la sua attenzione. Si avvicinò mestamente e fissando impassibile la sua meta, finché non la raggiunse: era una boccetta piuttosto piccola piena fino a metà di un liquido scuro e dall'aspetto poco affidabile. La afferrò senza pensarci due volte per analizzarlo più da vicino. Non aveva mai visto una cosa simile, almeno credeva.
'Meglio portarla via. Harry, Ron, Hermione saranno felici di spiegarmi per bene di che cosa si tratta!'.
Ma qualcuno la interruppe bruscamente...
'Mettilo subito giù!'
Presa alla sprovvista e soprattutto colta in flagrante, la ragazza lasciò cadere la boccetta dalle sue mani, riducendola così in mille pezzetti di vetro proprio sotto il suo naso. Il liquido che conteneva oramai aveva inzuppato una piccola parte del pregiato tappeto delle Serpi, ma quello che più la insospettì era l'odore che emanava: forte, aspro, e conosciuto. Si voltò lentamente, ma non per timore, piuttosto per la curiosità come sempre smisurata che tentava di tenere a freno.
'Cos'era quello?' disse seria e per nulla intimorita.
'Sei sempre la solita ficcanaso, Lalage. Ora capisco perché te e Potter siete così tanto amici'.
C'era un palese velo di gelosia in quello che aveva appena affermato la Serpe, e la giovane strega fu scaltra nel percepirlo.
'Ti dà per caso fastidio, Malfoy?' ammiccò divertita. Lui non rispose. Restava fermo, appoggiato alla colonna sinistra dell'entrata, e si gustava ogni singola parola della Grifona con il suo solito ghigno malefico ma affascinante. Lei di risposta iniziò ad avanzare verso di lui.
' Non mi rispondi? Strano... Come è strano il fatto che non mi abbia sgridata per il danno che ho appena fatto. Non è da te...'
'Quale danno?'
Hope, ormai giunta sino al suo 'amante' si voltò verso il punto in cui aveva fatto cadere il liquido, e si rese conto solo allora che la macchia sul tappeto con i vetri non c'erano più. Rimase a bocca aperta e incredula per alcuni secondi, poi chiese in tono serio e autoritario:
'Che cos'era quello?'
'Cosa?'
'Malfoy smettila! Ho visto cosa c'era sul tappeto pochi istanti fa, e soprattutto ho sentito il suo odore... Cosa diamine era??'
La ragazza alzò il tono della voce d'istinto, non per rabbia, ma perchè era seriamente preoccupata di ciò che aveva appena odorato. 'Aveva lo stesso odore della... pozione Amortentia... nel laboratorio del professor Lumacorno...' pensò tra sé e sé.
'Questo non è il tuo posto Lalage. Ti ricordo che sei nella Sala Comune dei Serpeverde e se...'
'… Oh ma per favore Malfoy! Sono tutti alla partita! Ci siamo solo noi in questo castello, nessun altro! E nessuno può fare la spia o cacciarmi da qui. Nemmeno te, finchè non mi dici che cos'era quella roba che è sparita in un attimo dal tappeto'.

La Serpe la fissava impassibile, senza il solito ghigno o una qualsiasi espressione contrariata da quel tale atteggiamento nei suoi confronti. Anzi, apparve un sorriso soddisfatto sul suo volto pallido e magro. Poi si passò una mano tra i capelli color platino, guardò la porta d'accesso alla Sala come se volesse controllare che non ci fosse veramente nessuno, e si rivolse di nuovo verso la giovane, stavolta con fare compiaciuto. Hope non sapeva se alzare il suo livello di preoccupazione fino alle stelle, o se iniziare ad arrabbiarsi come non aveva fatto mai. La cosa cominciava a farsi seria. C'erano in ballo delle vite innocenti da proteggere a tutti i costi. E la ragazza sapeva bene che in quel momento era lei ad essere l'unica in grave pericolo...
Un rumore forte sconvolse i suoi pensieri autoritari: era la porta della Sala che si era appena chiusa violentemente alle spalle del biondo. 'Che cosa ha in mente?'. La Grifona non era affatto spaventata, tuttavia la stava mettendo in soggezione il sorriso malefico della Serpe. Questa iniziò ad avvicinarsi lentamente a lei, con il suo solito e immancabile passo arrogante. A poca distanza, le disse:
'Hai ragione Lalage, non può sentirci nessuno. Siamo soli. Io e te. Qui dentro. E tu non puoi scappare'.
 
Salve a tutti, popolo di EFP!
Sono tornata dopo quasi 2 anni di assenza. Me ne vergogno molto... Ma tutta una serie di eventi mi ha impedito di poter continuare questa storia. Vi avevo promesso anche che sarei ricomparsa molto presto, e così non è stato... Vi chiedo mille volte scusa! Ora non vi prometterò più nulla, così almeno sarò più coerente ahahah!
Comunque, come avrete ben visto, questo capitolo si suddivide in due parti: la seconda è già pronta, e non sto scherzando! Ahahah! So che questa prima parte può sembrare un po' 'smorta', ma, come vi dico sempre, non sottovalutate nulla! Sarà tutto utile.
Perdonatemi se vi sono errori di scrittura, o se cambio in continuazione la grafica... Non riesco mai a farla coincidere! 
Io vi saluto per ora, e vi invito a lasciare sempre delle recensioni, non abbiate paura di farlo. E soprattutto ringrazio tutti quelli che mi seguono e leggono la mia storia. A presto (spero...), un abbraccio!
RedPoison

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