La purezza del sangue sporco

di S e r e n a
(/viewuser.php?uid=221540)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Transiberinus Maximus. ***
Capitolo 2: *** Mi piace, c'è il continuo? ***
Capitolo 3: *** Non abbiamo bisogno di un omicidio. ***



Capitolo 1
*** Transiberinus Maximus. ***


Avvertenze:

-Voldemort è stato sconfitto subito dopo aver ucciso Lily e James Potter, durante la Prima Guerra Magica, quindi Harry ha ugualmente la cicatrice.
-Hermione è molto più “furba”, e da questo punto di vista assomiglia molto ad una Serpe. Un po’ OOC, ecco.                                                                
 
 
Capitolo uno.
Transiberinus Maximus.

 
«Mi hai rotto, non m'interessa se sei orgogliosa, tu vieni e basta!», disse Hermione, in preda ad un fascio di nervi.
«No Hermione, non vengo! Ed ora scusami, vorrei pranzare».
Daphne le rispose a tono, lasciandola all'entrata della Sala Grande ed andandosi a sedere al tavolo Serpeverde.
Hermione e Daphne, migliori amiche dal terzo anno, ora al quinto, volevano vedersi anche nel tempo libero, ma…Hermione, essendo una Nata Babbana e perfino Grifondoro, cercava sempre di convincere Daphne, Purosangue Serpeverde, a farla entrare nel suo dormitorio.
Lei ovviamente rifiutava, e così scoppiavano sempre liti.
Hermione sbuffò vedendo il comportamento dell'amica, e si sedette al tavolo Grifondoro insieme ad Harry Potter e Ron Weasley.
Il pranzo passò tranquillo, a parte le occhiate omicida degli amici Serpeverde della Greengass, che riceveva costantemente.
 
Daphne sbuffò rassegnata; ormai erano due anni che le cose andavano in quel modo, c'era abituata.
Invece con Hermione era diverso, lei era diversa.
Le sue compagne di stanza la guardavano ridacchianti, e lei si appuntava mentalmente di fare una rifornitura da Zonko.
A volte si chiedeva perché si trovava nei sotterranei.
Non disprezzava i Mezzosangue, non odiava più di tanto i Grifondoro, aveva una migliore amica che rappresentava l'emblema di tutto ciò che la sua Casa odiava e a volte la sua indole Serpeverde svaniva.
Mentre rifletteva, Pansy Parkinson si alzò per andare a rifarsi il trucco, e bastò un piccolo movimento di bacchetta sotto il tavolo per
far rovesciare un bicchiere di succo di zucca in testa ad un ragazzo del tavolo Corvonero, così da scatenare le risate generali in Sala Grande.
 
Hermione intanto osservò tutta la scena, cercando di trattenere una risata;
Pansy ai suoi occhi -forse non solo ai suoi, ma a quelli di tutta la scuola- era un'ochetta starnazzante con le mutande a pois rosa identiche a quelle di Merlino.
Intenta a riflettere, non si accorse che il suo amico Neville la stava chiamando: dopo pranzo, avevano le lezioni di Incantesimi insieme alle Serpi, e Paciock chiese il suo aiuto per il ripasso.
«Ma certo Neville», rispose la riccia, sorridendo all'imbarazzo dell'amico.
Entrambi arrivarono dopo poco in classe, e cominciarono a ripassare.
Era mezz'ora che Neville provava ancora l’incantesimo scambia-personalità.
«Transiberinus Maximus!», urlò infine il giovane.
Intorno a Hermione tutto cambiava prospettiva; era qualche centimetro più alta a differenza del solito, e..
«Cazzo, ho il pene!», sbottò irritata la ragazza, che si era ritrovata nel corpo di Neville.
«Beh, allora io che dovrei dire? Ho le tette! Non avrei pensato che fossero così... Ecco, morbide. Come sopporti il reggiseno?».
Il ragazzo stava toccando ogni centimetro di pelle: le gambe, il seno e le braccia.
«Smettila di toccarmi, pervertito! Passami la bacchetta!», urlò innervosita lei, impaziente di tornare nel suo corpo.
Stava per prendere la bacchetta, quando il professor Flitwick fece il suo ingresso.
«Bene Neville, Hermione, siete già qui! Sedetevi per favore, e posate la bacchetta.»
«Professore, io non sono..», Hermione, nel corpo di Neville, stava cercando di controbattere per permetterle di tornare nel proprio corpo; eppure il professore la interruppe.
«Non dica nulla signor Paciock, se non è preparato dovrò levarle punti. Si sieda, gli altri compagni Grifondoro e i Serpeverde stanno arrivando».
Il professor Flitwick era davvero cocciuto, non voleva ascoltare cosa doveva dirgli la Granger.
«Professore, sono preparata! Ehm, preparato...», si corresse subito. Era pur sempre nel corpo di Neville..
In pochi minuti, arrivarono il resto dei Grifondoro, seguiti dalle Serpi.
Così cominciò la lezione. Il professor Flitwick chiese a tutti di produrre un “Transiberinus Maximus” con il compagno di banco.
Era arrivato a Neville che, dentro il corpo di Hermione, arrossì violentemente e non alzò la bacchetta.
«Male Hermione. Tu studiavi quasi sempre, capisco avrai avuto le altre materie, ma non me lo aspettavo da te. Cinque punti in meno a..»
Non finì nemmeno la frase, che la vera Hermione si decise a parlare.
«Professore, io sono Hermione!», e così dicendo balzò in piedi.
«Avete già scambiando la personalità?», chiese Il professor Flitwick, basito.
«Sì..», disse in un sussurro Neville, facendo arrossire le guance così tanto, da confondersi con i capelli dei Weasley.
«Ce la smetti di arrossire, Neville? Mi fai sembrare una stupida! Arrossisci nel tuo corpo, se proprio vuoi!», borbottò irritata Hermione, ancora imprigionata nel corpo dell'amico.
Tutti scoppiarono a ridere, mentre assistevano a quella scena così buffa.
A quel punto il professore recitò una formula, e la riccia tornò nel suo corpo, così proprio come Neville.
«Grazie professore!», cominciò a dire il ragazzo. «È strano il suo corpo».
«Cos'hai detto sul mio corpo?», disse arrabbiata Hermione, scatenando nuovamente le risate delle due case.
«Ora basta ragazzi! Signor Paciock, torni a posto!», disse il professor Flitwick, interrompendo le risate degli studenti.
 
La Casa dei Serpeverde scoppiò in fragorose risate, alternando insulti da Neville a Hermione.
Daphne si spiegò finalmente perché la sua migliore amica fosse arrossita, cosa che non faceva mai.
Il professore tentò di riportare la calma, ma tutti continuavano a sghignazzare.
La sua compagna era, fortunatamente, Tracy Davis.
Camuffò una risata con un colpo di tosse, vedendo Hermione deglutire ad occhi chiusi e respirare profondamente per riprendere la calma e non uccidere Neville.
«Fai bene quest'incantesimo, non vorrei trovare il mio busto nel tuo corpo», le raccomandò la compagna d'esercizio e dormitorio, facendole l'occhiolino.
«Transiberinus Maxi..», Daphne non riuscì a finire la frase, perché del fumo si sollevò da un paio di banchi dietro.
Quando si diradò, vide Tiger e Goyle uniti che piagnucolavano e si agitavano.
«La mia bellissima faccia!», urlò spaventato Tiger.
«Il mio bellissimo corpo!», urlò invece Goyle.

Dopo lo sbalordimento generale, scoppiarono tutti nuovamente a ridere e il professor Flitwick li separò dichiarando, esasperato, la fine della lezione.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mi piace, c'è il continuo? ***


Capitolo due~
“Mi piace, c'è il continuo?”


Le lezioni passarono lente e noiose, sia per Daphne che per Hermione; i loro pensieri tornavano sempre alla lite che avevano avuto prima di entrare in Sala Grande, ed ogni tanto si lanciavano occhiatine.
Daphne quel giorno aveva controllato innumerevoli volte i loro bigliettini incantati presi da Zonko.
Quello era l'unico modo che avevano per tenersi in contatto dovunque, ma erano entrambe troppo orgogliose per fare il primo passo.
La Serpeverde decise di giocare d'astuzia.
Prese il bigliettino e vi scrisse un pezzo del tema di pozioni assegnatole da Piton, facendo finta di aver sbagliato pergamena.
Il primo passo l'aveva fatto, toccava ad Hermione.
La riccia invece decise di non cedere alla tentazione di guardare i bigliettini.
Eppure tutti gli sforzi che aveva fatto per resistere erano risultati inutili, visto che mentre prendeva la sua roba alla fine dell'ultima lezione della giornata, aveva già aperto un bigliettino.
Pensò di trovare tutto vuoto, ma non era così; c'era scritto, in una calligrafia che Hermione riconobbe come quella della migliore amica, un pezzo di un tema di pozioni.
Allora mise alle spalle l'orgoglio, e le rispose.
-Mi piace, c'è il continuo?-.
Probabilmente aveva sbagliato a scrivere là, ma almeno aveva una scusa per riappacificarsi; in effetti avevano litigato per una cazzata.
Daphne ghignò soddisfatta rigirandosi nel letto in modo da avere la luce pomeridiana che filtrava dal lago e dalle finestre ad illuminare il biglietto e stando attenta a non cadere e rompersi qualche osso.
-Ci sarebbe, ma dovresti fartelo tu. O al massimo te lo passo quando ho tempo, sai che mi secco a scrivere-.
Ciò che le piaceva di lei erano le frasi da comprendere, e quella era un invito chiaro e tondo a vedersi. Bastava saper leggere nelle righe.
Hermione strizzò gli occhi quando lesse l'invito della bionda ad incontrarsi. Le mancava la sua migliore amica; la faceva ridere, insieme commentavano il vestiario di Pansy, dei professori, e con lei le giornate sembravano volar via.
Così, velocemente le rispose.
-Mh, prima di vederci, devo chiederti una cosa. Usciresti con un mio amico? Vorrebbe invitarti ad Hogsmeade, ma è timido.
Quindi, proprio per questo, mi ammazzerebbe se sapesse che te l'ho detto. Allora? Vuoi assistere alla mia morte, vero?-.
Sorrise rileggendo le righe, mentre scomparivano dal bigliettino.
La Greengass sbuffò mettendosi comoda, ma rischiando di cadere sul serio.
Hermione aveva la brutta abitudine di improvvisarsi Cupido in ogni singola situazione che le capitasse sotto tiro.
Daphne giurò a se stessa che qualche volta l'avrebbe fatta andare in giro con un pannolino, una maglia, arco e frecce.
-Prima di tutto: noi dove ci vediamo? E poi, chi è questo fatidico ragazzo? Cupido, se vuoi puoi dirgli che lo aiuto io ad ammazzarti-.
La riccia lesse divertita le parole dell'amica, sedendosi su una poltrona della Sala Comune.
-In che dormitorio sei? Comunque, è.. Oh, al diavolo. Seamus Finnigan!-.
Daphne rilesse il messaggio perplessa finché non scomparve: Seamus Finnigan?
-No ma... sul serio? Ho sempre creduto fosse gay e avesse una relazione segreta con Dean Thomas! E, entrambi, un triangolo con Neville Paciock!-.
Scrisse velocemente, con un sorrisino. In effetti Finnigan le era sempre stato simpatico, un'uscita sarebbe stata divertente.
Hermione leggendo quelle parole scoppiò a ridere.
Tutti in Sala Comune la guardarono male, così lei sbuffò e sventolò il bigliettino.
Lo osservarono e, capito che stava 'messaggiando', distolsero lo sguardo.
Scrisse velocemente le parole, mentre la mano le tremava dalle risate.
-Greengass, non ridevo così tanto da quando sei "accidentalmente" caduta, per poi metterti a sbraitare su una mia futura amputazione della gamba, ovviamente innocente. E comunque no, malvagia che non sei altro, non è gay! E manco OroCiock! Non vedo l'ora di vedere come arrossirà...sono certa mi scaglierà contro maledizioni! Prepara il mio funerale-.
Hermione rifletté un attimo, per poi riprendere a scrivere.
-Vi voglio tutti vestiti di nero, tristi, e con i lacrimoni agli occhi, grazie!-
La Serpeverde inarcò le sopracciglia; era un altro trucchetto che Hermione aveva escogitato credendo che lei fosse stupida quanto le sue compagne di dormitorio?
-Buono a sapersi. Ma, Granger, cosa hai intenzione di dirgli? Non ho ancora accettato. Potrei farlo solo se..-
Lasciò la frase in sospeso, sghignazzando all'idea della risposta che avrebbe dato.
-Gli piacciono gli hamburger, tranquilla. Anche la pizza se ti interessa-.
Concluse al posto suo la Grifondoro, alzandosi dalla poltrona della Sala Comune ed entrando nel dormitorio maschile.
Daphne sghignazzò, pensando tra sé e sé.
"Perfetto...una bella cena gratis mi ci voleva proprio!"

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Non abbiamo bisogno di un omicidio. ***


Capitolo tre.
Non abbiamo bisogno di un omicidio.
 

Tutti si girarono a guardarla; aveva interrotto una battaglia di cuscini dove i ragazzi erano tutti in boxer.
Li osservò, ghignando; così ricevette addosso tutti i cuscini.
Solo Seamus le si avvicinò.
«Ti sembra il modo di entrare nei nostri dormitori?», chiese aiutandola ad alzarsi.
Lei accettò volentieri la mano che le porse, alzandosi e passando subito al sodo.
«Daphne ha accettato di uscire con te», disse decisa, mentre tutti si girarono a guardarli.
«C-cosa?», balbettò il ragazzo, non sapendo come reagire.
Poi prese la bacchetta appoggiata al comodino, e cercò in tutti i modi di schiantare la ragazza, mentre imprecava ed arrossiva violentemente.
«Eh dai, ti ho solo dato una mano! Lei ama il cibo pieno di grassi e sale, proprio come te! Ed ha accettato, avrai la ragazza che ti piace finalmente!», disse Hermione, facendosi scudo con un ‘protego’ non verbale, imparato da uno dei suoi innumerevoli tomi.
«E va bene, quando avete deciso?», disse infine sconfitto, ma con una punta di gioia nella voce.
«Sabato ad Hogsmeade, vedi di non fare tardi. Ti aspetta alle cinque lì davanti ai Tre Manici Di Scopa. Ah, lei ama la Burrobirra.»
Gli diede un suggerimento lei, scoccandogli uno sguardo malizioso ed abbandonando il dormitorio.
-È fatta. Ti aspetta sabato alle cinque da Madama Rosmerta, non fare tardi. Bene, ora dimmi: in che dormitorio sei?-.
Scrisse frettolosamente Hermione, incamminandosi nuovamente verso la Sala Comune, e sedendosi sulla poltrona di fronte al caminetto.
Ghignò nel silenzio, mentre il fuoco scoppiettante del camino faceva benissimo notare che le parole erano scomparse dal bigliettino.
Daphne, ancora ridacchiante, rischiò di strozzarsi con le parole lette nel bigliettino. Cosa aveva intenzione di fare quella Grifondoro folle e senza scrupoli?
-Buono a sapersi anche questo, si. Comunque io intendevo che avrei accettato solo se c'erano possibilità che ti colpisse una maledizione.
Ma, dato che hai fatto tutto tu, posso solo sperare che sia stato così.-
E così sarebbe uscita con Finnigan? Non che le dispiacesse, ma Hermione non poteva organizzarle appuntamenti con chiunque.
E poi quella sera si stava annoiando particolarmente, così ghignando aggiunse:
-Qualunque cosa tu stia tentando o pensando di fare, NON FARLA. Ascolta, te lo sto dicendo perché non ti voglio sulla coscienza.
Ci dipingono già abbastanza cattivi, non abbiamo bisogno di un omicidio. Comunque è a sinistra, quinto anno, il numero sette.-
Sbuffò; le raccomandazioni erano inutili, Hermione era pur sempre una Grifondoro.
Ma se l'avesse trovata morta sotto un divano l'indomani mattina, almeno avrebbe avuto la coscienza pulita.
Hermione rise a quell'affermazione; aveva solo organizzato un appuntamento ad uno dei suoi amici, che c'era di male?
Dopo un paio di minuti d'attesa rispose alla Serpe, che le sembrava fin troppo seria.
-Ehi, che ne dici di vederci fra dieci minuti davanti alla porta della Sala Grande? Vorrei fare una passeggiata-.
Dieci minuti. Cazzo, ma era scema? Doveva fare anche una doccia e togliersi la divisa della scuola, almeno per un po'!
Senza rimuginarci troppo su, si fiondò nel suo dormitorio e occupò il bagno; si rilassò sotto l'acqua calda, che sembrò levarle via tutti i pensieri.
Mise dei jeans a vita alta, un maglione e, come sempre, la sciarpa della sua Casata.
Soddisfatta, notando però di essere in ritardo, uscì dal suo dormitorio, ricevendo occhiate eloquenti dai suoi compagni di casa.
Fece finta di ignorarli, e si diresse verso la Sala Grande, sperando di non aver fatto attendere troppo l'amica.



Spazio dell'autrice:
Scusate per l'immenso ritardo, ma è stato un anno difficile, ed anche se avevo il capitolo pronto mi è stato impossibile pubblicarlo!
Spero vi piaccia, ci tengo particolarmente a questa storia...ogni volta rido da sola!
Se volete lasciate un parere, così vedrò se continuarla o meno c:

A presto,

S e r e n a ♥xx

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2022785