Tarocchi

di lacla32
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 (fine) ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Vengo svegliata dal telefono che squilla, mi tiro a sedere, guardo l’ora sono le 4.25.
“Lisbon” dico con voce assonnata.
“Heilà!!” sento dall’altro capo, riconosco la voce del mio interlocutore.
“Che diavolo vuoi Jane? Sono le 4.25 del mattino!” dico abbastanza irritata.
“Credo di aver trovato un cadavere, o meglio lui ha trovato me.”
 
“Che diavolo è successo?” dico appena  giunta sulla scena del crimine, è un vicolo poco illuminato e sporco, mi guardo attorno per cercare la mia squadra quando intravedo Jane che gironzola intorno agli agenti della polizia, mi dirigo visibilmente arrabbiata verso di lui.
“Non lo so” mi dice, ha di nuovo letto nei miei pensieri, lo guardo torva.
“Gentilmente mi spiegheresti cosa diavolo è successo?” dico sull’orlo di una crisi di nervi.
“Be io camminavo…” inizia
“Ma che cavolo ci facevi qui alle 4.20 del mattino?” chiedo
“Camminavo” dice in tono convinto lui, sbuffo, perché devo ragionare con uno cosi?
“Suvvia Lisbon non pensare quelle cose” mi dice con un sorrisone abbagliante.
Dopo avermi fatto alzare gli occhi al cielo tre o quattro volte riesce a raccontarmi ciò che è successo.
“Stavo camminando e puff quell’uomo mi sbuca davanti, perdeva sangue e si è accasciato per terra...e io ho sfruttato l’occasione per prendergli questa” tira fuori una carta dei tarocchi.
“ Pensavo fosse finito il periodo dei furti ai cadaveri” dico lanciandogli un’occhiataccia
“Be tecnicamente non era ancora un cadavere” dice lui come scusa.
 
Giunti al CBI ci riuniamo tutti intorno al tavolo. “Bene “ comincio “Che sappiamo della vittima?”
“ Hartur Fliam, 24 anni, frequentava l’università qui a Sacramento” risponde pronta Van Pelt
“Era figlio di un famoso avvocato, Simon Fliam” dice Cho
“Umm…altro?” dico guardando Rigsby
“Ho contattato i genitori, mi hanno che non lo vedevano da 4 giorni, era impegnato con l’università e quindi non tornava spesso a casa” conclude
“Bene, Cho tu vieni con me e Jane a casa Fliam, Van Pelt e Rigsby voi cercate nella sua vita, interrogate i compagni di università…hei ma dov’è Jane?”
“Il Bagatto, è questo il nome della carta che ho trovato sul corpo non tecnicamente morto” dice Jane mentre guido verso la casa dei Fliam
“Aspetta te la sei tenuta? È una prova! Ti avevo detto di darla alla scientifica. ” esclamo infuriata.
“Il  Bagatto:
Viene mostrato come un giovane snello, agile, che gioca con la bacchetta. E’ intelligente, ha una coppa e una spada. Spontaneità, intelligenza, autonomia, padronanza di sè, abilità. Può rappresentare un avvocato, un arrivista, un ciarlatano, un truffatore. “ risponde Jane.
“Dannazione Jane ascoltami! Vuoi farti arrestare ancora? Quando torniamo porti subito quella dannata prova alla scientifica capito?” dico con un occhiata eloquente.
 
Arriviamo a casa dei Fliam, è una bella casa, piuttosto imponente ma molto bella.
“Signori Fliam, sono Teresa Lisbon” dico mostrando il distintivo “loro sono l’agente Cho e il nostro consulente in signor Jane”
“Salve” saluta allegramente il mio consulente.
Siamo seduti in salotto, Jane è scomparso, probabilmente sta facendo qualcosa di illegale, decido di ignorare l’idea e mi rivolgo ai miei interlocutori.
“Vostro figlio aveva problemi con qualcuno?” chiedo in tono gentile.
“No, era un ragazzo brillante, acuto piuttosto autonomo fin da bambino” sussurra la madre
“Quindi, aveva una vita tranquilla?” chiede Cho
“Era impegnato, lavorava come fattorino, era impegnato in diverse iniziative…amava stare in mezzo alle persone” dice il padre
“Vostro figlio fumava erba?”  chiede Jane di ritorno dalla sua ispezione
 
“Bravo i miei complimenti ci hai fatto sbattere fuori” dico furibonda
“io ho solo fatto una domanda” si giustifica lui, lo zittisco con un gesto della mano “Lisbon…ok…capito grazie” dico riagganciando “andiamo il medico legale ci aspetta” dico ai ragazzi
 
“Bene come potete vedere la vittima è stata uccisa con una pugnalata  dritta al petto che ne ha causato il dissanguamento, per il resto non ci sono segni di difesa o di lotta.”
“Bene, avete trovato qualcosa?” chiedo alla squadra
“Era un ottimo allievo, voti eccellenti, lavorava per pagarsi l’affitto, era impegnato nelle attività universitarie…”dice Rigsby leggendo un foglio
“Esattamente quello che ci hanno detto i suoi…Jane tu vieni con me, andiamo all’università tu Van Pelt vai al lavoro di Fliam e scopri qualcosa, Rigsby chiama la scientifica per sentire se hanno analizzato la carta e tu Cho cerca nel suo passato”
 
“Sai ho sempre sognato di andare all’università, party, incontri divertimento…” dice Jane.
Proseguo senza ascoltarlo
“eddai Lisbon non te la prendere!” lo sento urlare dietro di me.
“Salve sono l’agente Teresa Lisbon del CBI, lei è Marta Red?” chiedo a una  ragazza che mi è venuta incontro sorridendo.
“Salve agente, sono Marta la rappresentante degli studenti e amica di Hartur”
“Potrebbe riunire tutti i suoi amici?” chiedo cortesemente
“Certo lo faccio subito” risponde prendendo in mano il cellulare
Poco dopo mi dice “mi segua”
La seguo voltandomi per cercare Jane che naturalmente non c’è
“Salve sono l’agente del CBI Teresa Lisbon, sto indagando sul caso di omicio del vosto amico… Qualcuno era arrabbiato con lui? Voleva fargli del male?” domando
“Era un ottimo ragazzo, era sempre impegnato in qualcosa…” dice una ragazza piangendo disperata
“Lei è..?” chiedo
“Sono Rosa, la sua ragazza” dice soffiandosi il naso
“Una delle sue tante ragazze” dice un ragazzo di fianco a lei
“Ma che diavolo dici? Le altre le aveva lasciate!” ribatte lei
“A quindi se la faceva con te?” ribatte allibita Marta
“Suvvia non litigate” dice Jane
“Da dove spunti?” chiedo sorpresa
“Ho fatto un giro qui, li e la “ dice sorridendo come un bambino al parco giochi
“Salve sono Patrick Jane un consulente” saluta
“ Ok ragazzi, esattamente quante ragazze aveva Hartur” chiedo
“Se la faceva con mezzo campus” ribatte un ragazzo e vedo i cenni di assenso degli altri
“Hartur aveva interesse nei tarocchi?” chiede Jane incuriosito.
“No almeno non mi sembra” dice Rosa “l’Unica interessata era Marta” continua
“Si è vero, ho una passione per i tarocchi, fin da bambina, ma questo che c’entra?” chiede Marta
“Pura curiosità “ risponde Jane
“ Bene abbiamo finito” dico, se avremo altre domande ci rifaremo vivi dico mentre mi squilla il telefono
“Pronto Rigsby…cosa? A si? Bene” chiudo la telefonata e mi giro verso Jane che mi guarda sorridendo “Jane…caro Jane, come mai la scientifica non sa di nessuna carta dei tarocchi?” dico con uno sguardo omicida
 
“Aspetta Lisbon non puoi lasciarmi qui” piagnucola come un bambino
“ O si che posso” dico chiudendo a chiave la cella “ hai sequestrato una prova in un caso di omicidio… Ciao Jane” concludo andandomene
Ritorno dalla mia squadra per fare il punto della situazione “Allora abbiamo dei sospettati?” chiedo
“Rosa e Marta hanno entrambe un alibi, come tutti i suoi amici” dice Van Pelt
“Al lavoro hanno detto che non saltava mai un giorno che non aveva mai discusso con nessuno” dice Cho
“ In sostanza non abbiamo niente, sulla carta oltre alle impronte di Jane non ne sono state trovate altre…hei ma dov’è Jane” conclude RIgsby
“Rigsby  controlla i negozi che vendono carte dei tarocchi, vedi dove possono essere state acquistate…Jane? Non sono era dietro di me qualche minuto fa” dico mentre mi dirigo nel mio ufficio
Mi siedo distrutta, odio i casi dove non abbiamo piste e non sappiamo dove sbattere la testa.
Giro sulla sedia, Rigsby è fuori alla ricerca di negozi, Cho sta bevendo un caffè e Van Pelt controlla la posta elettronica di Hartur è tutto piuttosto tranquillo, guardo il mio divano vuoto, a volte sento la mancanza di quell’idiota del mio consulente…ma che diavolo sto pensando! Mi dico guardandomi attorno.
Toc Toc sento, alzo la testa, è da 2 ore che riempio scartoffie, Rigsby non ha trovato nulla, siamo di nuovo punto a capo.
Toc Toc sento ancora “Avanti” dico
“Hei Lisbon” mi saluta Bosco entrando e guardandosi attorno “Lui dov’è ? “ dice indicando il divano col mento
“L’ho fatto rinchiudere” dico sorridendo, guardo l’orologio, oddio sono già le 16.
“Scusa Sam ma devo recuperare Jane se non è già evaso, quelle povere guardie se lo sono sopportato per 2 ore” dico inorridita
“Lisbon dobbiamo parlare” inizia lui
“Si più tardi” dico uscendo dal mio ufficio lasciandolo solo.
 Scendo di corsa, percorro il corridoio di corsa e arrivo alle celle.
Jane è tranquillo che sta parlando con un altro uomo nella cella, lo guardo meglio più che parlare…”Patrick Jane! Quante volte ti ho detto di non ipnotizzare le persone?!?” urlo “agente lo faccia uscire subito di li” dico alla telecamera e subito sento qualcuno muoversi lungo il corridoio
“Ciao Lisbon ti eri dimenticata di me vero?” mi sussurra
“ Pff ma ti pare? Solo che il silenzio era veramente ottimo quindi ti ho lasciato qui” ribatto
“Ah, ah stai mentendo” dice sorridendomi intanto che l’agente apre la cella e lui esce
“Avanti risveglialo” dico indicando il poveraccio finito nelle sue grinfie
“ Come vuoi…Luna “ mi dice e intanto il povero malvivente scuote il capo chiedendosi cosa sia successo
“Su vattene a casa, sono le 16.30 non abbiamo sviluppi sul caso” dico uscendo ma vengo interrotta dal mio telefono che vibra, guardo la schermata Minelli “ Pronto capo…ok arriviamo subito” e riaggancio
“Altro cadavere e altra carta” dice Jane leggendomi la mente
“Muoviti o ti rinchiudo” dico minacciosa



Quella piccola stanzetta infondo al corridoio...
Salve a tutti, è la prima volta che pubblico qualcosa, adoro scrivere ma non avevo mai scritto fan fiction, è stata una mia amica a lanciarmi una sfida e io l'ho accettata di buon grado, certo passare dalle storie fantasy al thriller è piuttosto complesso lo ametto...ma questo non mi scoraggia anzi mi diverto di più.
Be ho tantissime idee che mi frullano nel mio piccolo malato cervellino e non vedo l'ora di trascrivere tutto...per la vostra gioia (?)
Io ho concluso, spero di aggiornare al più presto e se volete lasciare qualche recensione io non ho nessunissimo problema (esiste la parola nessunissimo? XO ) anzi accetto volentieri critiche o complienti ^,^ al prossimo capitoloooo ciau belli 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2
Siamo giunti sulla seconda scena del crimine, mi avvicino seguita da Jane al medico legale
“Salve agente Lisbon, ha visto che disastro?” dice indicando il cadavere
Questa volta le coltellate erano di più, do un occhiata veloce devono essere 4/5, tra cui una alla gola, c’è sangue ovunque
“Ora del decesso?” chiedo
“Tra le 19 e le 21 di ieri” dice
“Aspetti” lo blocco “quest’ uomo è morto ieri?” dico sorpresa
“Si” conferma
“ehi Lisbon” è la voce di Jane
“Trovato qualcosa?” chiedo
“il Papa” dice guardandomi negli occhi
 
“Ok ragazzi, abbiamo un problema molto serio, due vittime e probabilmente uno stesso assassino…”dico sedendomi al tavolo “Jane, sarebbe carino se ci dessi una mano…”dico guardando in direzione del divanetto
“Sisi” mi risponde facendo oscillare la mano
“Bene, parliamo della seconda vittima” dico guardando Cho
“La seconda vittima, che poi sembra essere la prima a livello temporale è il signor Ross  Samuel 45 anni, sposato con un figlio” conclude Cho
“Era un professore di Filosofia al liceo statale…era stato arrestato 5 anni fa per aver minacciato e insultato la donna delle pulizie una certa Rosana Northon” dice Van Pelt
“Rigsby convoca quella donna e cerca un collegamento tra le vittime, Cho e Van Pelt voi andate alla scuola mentre io e Jane andiamo dalla famiglia…”
“Aspettate” dice Jane “la carta…” incomincia “ è alla scientifica, quando tornerà ne parleremo” dico avviandomi nel mio ufficio per prendere le chiavi dell’auto
“Lisbonnnnnn” dice Jane entrando nel mio ufficio “ Sai, stavo pensando che forse, si sai…io potrei guidare” dice con gli occhioni dolci
“Sta zitto Jane, non salirei su quella trappola mortale neanche se fossi senza macchina” borbotto mentre cerco le mie chiavi…ma dove le ho messe!! Poi un presentimento mi fa voltare “Dove le hai messe? Le mie chiavi!” cammino verso di lui puntandolo con un dito
Lui alza le mani “ Non so di cosa stai parlando! Sai dovresti cercare un altro capro espiatorio, potrei denunciarti per violenza psicologica su di me!” dice sorridendo
“ O nono mio caro ti conosco fin troppo bene! Sei stato tu! Mi hai rubato le chiavi! Ridammele se no..” dico spingendolo contro il muro siamo molto vicini e questo mi fa sentire strana, arrossisco e mi allontano, ma questo non fugge a Jane che sfrutta l’opportunità per passarmi un braccio dietro la schiena e spingermi contro di lui.
“Se no cosa?” mi sussurra all’orecchio continuando a stringermi contro di lui
“Io…io…ti a-a-arresto” balbetto, sono troppo vicina, sento il suo profumo è cosi buono, forse troppo buono
“A si mi arresti? “ dice lasciandomi e mettendo le mani in avanti come se dovesse essere ammanettato. Io sono rossa, lo sento, le guance mi bruciano anche se sono dispiaciuta che l’abbraccio si sia sciolto ma meglio cosi perché sento bussare alla porta.
“Scusa Lisbon” dice entrando Bosco
“ ehi Sam” saluto cercando di riprendere il controllo di me stessa, mantengo la testa bassa affinchè non mi guardi in faccia sono troppo rossa
“ Ciao Sam” saluta allegramente Jane
“Ascolta Lisbon, devo parlarti seriamente” inizia ma io lo interrompo “ Perdonami ancora Sam ma ora dobbiamo andare” ed afferro la maniglia della porta uscendo forse un pò troppo in fretta dal mio ufficio
“ Ma che diavolo…” borbotta Bosco
“Scusala, sarà in quel periodo” di Jane uscendo dall’ufficio sorridendo trionfante
 
Alla fine siamo in macchina, io al posto di guida, e Jane al mio fianco tutto imbronciato.
“Sarebbe bello se facessi saltare fuori le mie chiavi entro sta sera” dico fissando la strada, non che non abbia il coraggio di guardarlo negli occhi, solo che non ne ho voglia
“Maledetto Rigsby, giuro che quando torniamo gli spenno tutti i soldi che ha” mi risponde Jane
Mi strappa un sorriso, essi alla fine ho vinto, visto che Rigsby è rimasto in ufficio ho potuto utilizzare la sua auto di servizio…certo che Jane ha proprio un bel profumo, è fresco e poi il suo corpo è cosi caldo e le sue braccia salde, sarebbe bello se…
“Lisbon…Lisbonnn!!! Terra chiama Lisbon!!!” strilla Jane al mio fianco, risvegliandomi
“Cosa?” chiedo
“Abbiamo il verde…Sai, dici che la mia macchina è una trappola, ma se tu guidi cosi ci ucciderai un giorno o l’altro, non dovresti pensare al caso quando guidi…”dice poi mi guarda diventare rossa
“ Oh Oh  oh non stavi pensando al caso vero” dice facendo quello sguardo, oddio no lo sguardo del “T.L.I.T ti leggo in testa”
“ Ma sta zitto! Siamo arrivati” dico, grazie al cielo aggiungo mentalmente
“ Ammettilo stavi  pensando a me” dice mentre entriamo in casa
“Nei tuoi sogni” ribatto camminando verso la donna che è uscita dalla porta
“Salve sono l’agente Lisbon” dico stringendo la mano alla donna, una bella donna con un pò di rughe, sicuramente sulla quarantina
“ Salve” risponde in tono spento
“ IO sono Patrick Jane…e lei” indicandomi “ è follemente innamorata di me” conclude
Io divento rossa, non so se per la rabbia o per l’imbarazzo, una cosa è certa, questa me la paga
La vedova ci guarda un po’ perplessa
“ prego accomodatevi” dice dopo qualche secondo
“le spiace se mi preparo un thè? Ne vuole un po’?” chiede Jane
“emm.. si grazie” risponde la signora leggermente perplessa
“Allora mi racconti di suo marito” dico sedendomi
“Era un uomo dolcissimo” dice singhiozzando
“A noi risulta una denuncia di aggressione” dico
“La donna delle pulizie rubava, non voleva ammetterlo e mio marito si è scaldato troppo” dice guardandomi, sembra sincera
“Suo marito aveva dei nemici?” chiedo prendendo appunti su eventuali nomi
“Era un professore…era molto amato dai suoi studenti” comincia, poi mi guarda e dice “ un genitore il signor Fost, se non erro, era arrabbiato con mio marito perché secondo lui suo figlio era stato preso di mira da Sam, ma questo non era assolutamente vero!” conclude
“ mi scusi” dico prendendo il telefono “ Rigsby controlla un certo Fost , è un genitore di uno degli alunni di Ross”
“Certo capo” e riaggancia
“Suo marito amava i tarocchi?” chiede Jane porgendole il thè
“No mio marito amava la filosofia come se fosse il suo ossigeno. Diceva sempre “Vuoi ottenere la vera libertà? Renditi schiavo della filosofia.” Disse piangendo
“Seneca” sussurro “Bene, per ora è tutto, grazie per il suo tempo signora” dico alzandomi
“Suo figlio quando tornerà?” chiede Jane
“Entro sta sera dovrebbe prendere l’aereo da Tokyo” dice la vedova
 
Rientriamo al CBI, ci sediamo al solito tavolo
“che avete scoperto?” chiedo
“A scuola era molto stimato, era un ottimo professore che era riuscito a sistemare molte teste calde, aveva molta pazienza, non c’è altro” dice Van Pelt
“ io invece ho qualcosa” dice Rigsby “ il signor Fost è stato dentro 3 anni per aggressione ad un uomo che gli aveva rubato il parcheggio, mentre la donna delle pulizie ha un alibi, era a cena col marito e il gestore del locale ha confermato”
“bene, vallo a prendere con Cho e portalo qui, le connessioni tra le vittime?” dico
“ancora niente” dice sconsolato
“Bene passa il ruolo a Van Pelt” dico guardandolo “sulla carta abbiamo qualcosa?” chiedo
“ Si la scientifica non ha trovato nulla” dice Cho
“Il Papa è raffigurato in genere in trono con la tiara in capo nell’atto della benedizione. Forza armonica, religione, scienza. Un Maestro, un Filosofo, un Medico. Silenzio, meditazione, pazienza, pietà ma anche intenzioni nascoste, rancore e intolleranza.” Dice Jane avvicinandosi al tavolo
“Ok, tutti al lavoro dobbiamo prendere questo psicopatico” dico battendo le mani
“ Non è stato Fost” dice Jane seguendomi nel  mio ufficio
“ E cosa te lo fa pensare?” chiedo accendendo il computer e guardando le scartoffie sul mio tavolo
“ Istinto” ribatte sdraiandosi sul divano
In quel momento entra Grace “Capo, Minelli la vuole nel suo ufficio” dice sorridendo
“Va bene, grazie” dico alzandomi
 
“Teresa, so che vi state occupando del caso ma… non che io voglia metterti pressione, ma sai i pezzi grossi vogliono che il problema sia risolto velocemente e in modo pulito” dice guardando Jane
“Che ho fatto?” chiede con lo sguardo di un bambino colpevole
“Hai chiesto a due genitori addolorati dalla perdita del figlio se quest’ultimo di faceva di erba…Jane sono persone potenti…” dice Minelli con il tono di chi sa perfettamente di parlare al vento
“Senta capo, stiamo lavorando sodo e se vuole posso rinchiudere ancora Jane!” dico tranquillamente
“ No per carità! Quelli dell’anticrimine sono venuti a lamentarsi che il loro sospettato era stordito e mezzo cosciente quando sono andati a prenderlo in cella” dice Minelli con una nota di disperazione nella voce
“ opss mi sa che è colpa mia” mi sussurra Jane all’orecchio, questo gesto mi fa rabbrividire
“Capo” dico di scatto “risolveremo il caso nel migliore dei modi” lo rassicuro
“ Bene andate pure” dice risiedendosi alla scrivania
 
Siamo nella sala interrogatori numero 3, seduto di fronte è me c’è Fost
“Perché diavolo sono qui?” urla
“Si calmi abbiamo delle domande da farle signor Fost” dico mettendogli di fronte le foto delle due vittime “Conosce qualcuno?” chiedo
Lui guarda le foto e indica Ross “Questo è il professore di mio figlio, l’altro non so chi sia” dice
“A lei piace il thè?” chiede Jane
“Come scusi?” domanda il sospettato
“Niente, la prego lo ignori renderebbe felice molte persone se lo facesse” dico “Lei ha aggredito il signor Ross” continuo
“Quell’uomo odiava mio figlio!” dice
“ e questo era un ottimo motivo per ucciderlo?” chiedo
“No aspetti è morto?” dice sgranando gli occhi “Io non ho fatto nulla!”
“dove si trovava ieri sera alle 21?” chiede Jane, finalmente una domanda sensata, faccio un sospiro
“ero a una cena tra colleghi, ci sono 20 persone che possono confermarlo, sono tornato a casa alle 23.30” dice tranquillo
“Da quanto va a letto con la sua collega?” interviene Jane
“ Io non…” comincia
“ha del rossetto sulla camicia e sono quasi sicuro che non sia di sua moglie” bisbiglia Jane
 
“ Fost è innocente, avete trovato un collegamento tra le vittime?” dico guardando la squadra riunita al solito tavolo
“Si! Potrebbe non essere molto importante ma hanno partecipato allo stesso concorso letterario, Ross come giudice mentre Hartur come scrittore dilettante” dice Van Pelt
“ ottimo!” guardo l’orologio, sono già le 21,30 “ bene, ragazzi potete andare. Domani mattina appena arrivate voglio che tu, Van Pelt cerchi la lista di ogni partecipante al concorso, che sia uno scrittore o un giudice voglio il suo nome su foglio. Cho tu controllerai i precedenti di quei nomi e Rigsby tu cercherai un collegamento tra le nostre vittime e chi è legato a quella lista” dico alzandomi “Buona notte ragazzi” e mi dirigo verso il mio ufficio accompagnata da saluti.
Chiudo la porta e mi abbandono sulla sedia, speriamo che quel pazzo non uccida nessuno, sono troppo stanca per vedere un altro cadavere e in più devo compilare le scartofie, la maggior parte sono lamentele per Jane…giusto Jane! Alzo lo sguardo e non lo trovo…che sia andato a casa? Questo pensiero mi rattrista, abbasso lo sguardo e vedo un pacchettino sul divano, mi alzo e vado a prenderlo è una scatoletta piccola e verde, alzo il coperchio e trovo le mie chiavi. Dannato Jane penso, poteva anche lasciarle sulla scrivania, poi noto che vicino alle chiavi c’è una fragola…scoppio a ridere, si dannato Jane veramente. Mangio la mia fragola chiedendomi quando è andato a prenderle. Forse dovrei andare a cercarlo per ringraziarlo, sono sicura che non sia tornato a casa, insomma io sono ancora qui, deve per forza essere nei paraggi.
Esco dall’ufficio e mi dirigo nel cucinino, non c’è nessuno…quasi quasi mi preparo un caffè, poi sentendo il sapore della fragola in bocca sorrido e seppellisco l’idea, sto ancora pensando a Jane quando mi sento afferrare da dietro, qualcuno mi sta abbracciando…
“tranquilla sono io” sento sussurrare all’orecchio
 
Quella piccola stanzetta infondo al corridoio…
Salve a tutti ^.^ prima di tutto grazie per le recensioni, sono felicissima nel vedere che qualcuno segue la storia!!
Non so come mai sono riuscita a pubblicare cosi velocemente, sono sorpresa di me stessa, sicuramente non riuscirò a tenere il ritmo e già mi spiace L
Nei prossimi capitoli…riuscirà il povero Bosco a parlare con Lisbon? E poi, scopriremo mai che detersivo usa Jane per ottenere quel profumo??
Un bacione belle/i 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3
Un brivido mi percorre la schiena  “ mi hai fatto prendere un colpo” dico girandomi “si può sapere che ti prende Sam?”  lo fisso mentre parlo, sembra triste
“è successo qualcosa?” chiedo, poi noto che mi sta ancora abbracciando, le sue mani sono intrecciate dietro la mia schiena e siamo molto vicini, vorrei allontanarmi ma non ci riesco
“Mi ha lasciato” dice “oramai non c’era più nulla” sussurra appoggiando la testa alla mia spalla.
Sono pietrificata, in un attimo mi tornano alla mente tutte le battutine di Jane su me e Bosco, una piccola consapevolezza cresce nella mia mente, ma non può essere, Jane non può azzeccarci sempre
“Mi spiace Sam” dico cercando di consolarlo, intanto cerco con gli occhi, fuori dai vetri, qualcuno, qualcuno che sia Jane
“Senti ora che sono libero, devo dirti una cosa importante Teresa” dice staccandosi da me, io ne approfitto per allontanarmi, devo uscire prima che Bosco faccia qualcosa di cui potrebbe pentirsi
“Aspetta per una volta ascol…” non fa in tempo a finire la frase che qualcosa esce dall’antina del cucinino
“Jane?” dico sorpresa, era sbucato dal nulla con tanto di padelle al seguito
“ Emm…” dice guardandosi intorno
“Che diavolo ci facevi la dentro?” chiede Bosco tra lo shock e la rabbia
“Ho perso una scommessa con Cho, quindi stavo pagando le conseguenze” disse rialzandosi e spolverandosi i vestiti
“Bene ora puoi anche andartene” disse Bosco indicando la porta
“Si certo, Lisbon credo che accetterò la tua proposta, la mia macchina non vuole proprio partire” disse sorridendo mentre si fermava sulla soglia
“Oh si certo” dico “scusa Sam devo andare è molto tardi e sai Jane deve tornare a casa…” dico girandomi verso di lui “Domani vieni nel mio ufficio cosi possiamo parlare tranquillamente…ok?” concludo sorridendo
“Va bene” dice a occhi bassi
“Ottimo allora vado a prenderti le cose in ufficio” dico avviandomi
 
“Sai, questa te la faccio pagare Jane” dice bosco voltandosi verso di lui
“ Ahah ti piacerebbe Bosco” ribatte Jane
“un giorno o l’altro ti faccio fuori” sussurra Bosco
 
In quel momento arrivo, sono un po’ preoccupata, quei due da soli mi preoccupano poi lo vedo  tutti e due sorridenti come bambini…fiuu non dovrò sgridare nessuno
“Bene andiamo “ dice Jane prendendomi la mano e trascinandomi in ascensore
“Aspetta non ho salutato Bosco” dico opponendo resistenza ma non riesco a fermarlo e le porte si chiudono
Siamo in ascensore da soli, lui mi ha lasciato la mano e io sono arrabbiata.
“Lisbon..” incomincia
“Sta zitto Jane” urlo, appena si aprono le porte me ne vado spedita alla portiera e cerco le chiavi, salgo in macchina e parto diretta verso casa
Apro la porta di casa, sono distrutta: omicidi, consulenti pazzi e colleghi deliranti…Forse dovrei prendermi una vacanza, penso guardandomi allo specchio, si dopo questo caso prenderò una vacanza.
Mi sdraio sul letto e subito mi addormento.
Vengo svegliata da un rumore, sono le mie scale che scricchiolano, mi tiro subito a sedere e afferro la pistola. Scendo dal letto molto lentamente e mi avvio alla porta della mia camera che lentamente si apre
“Chi è?” urlo puntando la pistola verso la porta che oramai è spalancata
“heila Lisbon!” sorride Jane allegramente
“Jane?” spalanco gli occhi  “Sei entrato in casa mia, è illegale”
“ Ma ho le ciambelle” dice sventolando un sacchetto che emana un profumo delizioso
Roteo gli occhi “Non ho parole”
“Vestiti ti aspetto giù” dice mentre scende le scale
Faccio la doccia e scendo le scale, vedo Jane con la sua solita tazza di thè che mangiucchia una ciambella
“ti ho preparato il caffè” dice
“Grazie” dico arrossendo, sembriamo una coppia, questo pensiero mi fa arrossire ancora di più
Mentre assaggio il mio caffè e addento una ciambella squilla il telefono.
 
 
“La vittima era Natalie Knor” dice Cho appena mi vede
Mi trovo in una casa piuttosto bella, è decorata in modo fine e ricco, i proprietari amavano esporre le proprie ricchezze in modo plateale. Mi avvio verso la scena del crimine, un ampio salotto riccamente decorato, vedo Van Pelt che parla col medico legale “Giorno” saluto  “Giorno capo” dice allontanandosi mentre tira fuori il suo blocco per gli appunti
“Agente Lisbon” mi saluta il medico “Come può vedere la vittima è una donna, probabilmente è stata uccisa dalle coltellate ne ha 23”dice indicando il costato completamente insanguinato
Entro in ufficio puntando dritta al nostro solito tavolo, quando gli altri mi vedono si alzano e mi seguono
“Abbiamo 3 vittime, direi che è ore di dire basta a questa scia omicida”
“Capo” comincia Van Pelt  “ecco la lista che mi ha chiesto”  mi passa un foglio e vedo 3 nomi evidenziati, sono le nostre vittime
“Bene abbiamo trovato il nostro collegamento” dico con un mezzo sorriso, almeno abbiamo qualcosa su cui lavorare
“Il concorso si svolge ogni anno, possono partecipare tutti gli studenti delle università della California” dice Rigsby
“Avete trovato un collegamento tra le vittime, non so...si conoscevano? Avevano amici in comune? Frequentavano gli stessi posti?” chiedo
“ Mi spiace capo, sembra che vivessero  vite completamente diverse” dice Van Pelt
“Dobbiamo restringere il campo” dico guardando la lista “Sono 73 persone non possiamo sapere chi sarà la prossima vittima” dico “ok convochiamo tutte queste persone, dobbiamo parlarci, sapere tutto quello che possiamo, dobbiamo prevedere il killer” dico mettendo giù la lista
“Ora parliamo delle carte” dico
“Il Bagatto, il Papa e ora la Luna” dice Jane fissandole
“Che significato ha la Luna?” chiede Cho
“La luna simboleggia l’immaginazione, la luna muta, è ambigua, indica lusinghe e falsità, favorisce il visionarismo: non aiuta a comprendere e ad afferrare l’essenza reale delle cose. Rappresenta capricci, fantasie, stravaganze, pregiudizi. “ dice Jane
“Bene ragazzi, sta mattina ho parlato al telefono con il marito della vittima che si trova a Praga, ha detto che la moglie frequentava un club molto esclusivo, io, Jane e Rigsby  andremo a fare qualche domanda. Cho è Van Pelt voi convocate chi è sulla lista e cercate di capire qualche collegamento tra le vittime” ci vediamo dopo
“Libon” mi sento chiamare, è Bosco, mi ero dimenticata di lui
“Ciao Sam, vieni parliamo” dico dirigendomi nel mio ufficio, Jane mi segue ma lo blocco “No tu no” dico
“Cho, tu e lui iniziate ad andare io vi raggiungo dopo” dico a Cho che subito prende le chiavi dell’auto
“Cosa? Ma non vale! Ti ho portato le ciambelle sta mattina!” strilla Jane facendosi sentire da tutto il CBI, vedo gli altri che alzano lo sguardo e io istantaneamente arrossisco “ Sta zitto” dico chiudendogli la porta in faccia, la chiudo a chiave e per sicurezza tiro anche le tendine
“Che intendeva?” mi chiede Bosco
“Lasciamo stare” dico sedendomi sul divano “bene di che volevi parlarmi?” continuo
Lui si siede accanto a me “mia moglie se ne è andata” dice tutto d’un fiato
“Mi dispiace Sam” dico mentre lo abbraccio
“Non ti preoccupare, era da molto che non c’era più niente, alla fine lei ha trovato un altro e ha fatto le valigie” dice tranquillo
“Se posso fare qualcosa…” dico
“Si, ti andrebbe di uscire a cena con me?” mi chiede
Lo fisso sbigottita, forse non ho capito bene
“Scusa…cosa?” richiedo
“Una cenetta tra noi, niente di speciale, quattro chiacchere tra amici” dice lui
“Emm… ok nessun problema” dico sorridendo, se si tratta di una cosa tra amici è tutto ok
“Perfetto, che ne dici di domani sera?” mi chiede tutto contento
“Certo” rispondo
“Ok alle 20 ti passo a prendere” dice alzandosi
“Perfetto”
“perfetto” ripete
 
 
“Allora che è successo con Bosco?” mi chiede Jane appena arrivo
“Niente” rispondo e mi allontano
“Tanto lo scoprirò” mi urla
 
“Salve sono l’ agente Teresa Lisbon, CBI “ dico mostrando il distintivo
“Questi sono l’agente Cho” dico indicandolo “E Patrick Jane” concludo
“vorremmo farvi qualche domanda sulla signora Knor” dico rivolta alle signore del club ma noto che più che prestare attenzione a me fissano Jane sorridendo, che sia la mia occasione per vendicarmi della figuraccia a casa del signor Ross?
“Signore per favore prestiamo attenzione all’agente Lisbon” dice una signora venendo verso di me “piacere sono Brenda Fug “ dice stringendomi la mano “Sono la presidente del club, faremo di tutto per aiutarvi” dice sorridendo
“La ringrazio” dico “ Prego se vuole seguirmi nel mio ufficio” dice avviandosi
“Jane , Cho voi interrogate le presenti” dico seguendo la signora Fug
“Siamo tutte dispiaciute per quello che è successo” dice sedendosi io la imito
“La signora Knor aveva partecipato a un concorso letterario” dico
“Si, era un giudice, sarebbe toccato a me, ma in quel periodo mio marito è stato male e io ero tutto il giorno in ospedale e lei si era offerta di sostituirmi” dice
“Sa se avesse avuto problemi con qualcuno durante il concorso, non so qualche partecipante o giudice” chiedo preparandomi a prendere appunti
“A me non aveva detto nulla, so solo che aveva discusso con l’organizzatore dell’evento per il colore dei centri tavola della giuria”
“Per i centri tavola?” chiedo
“In questo club ci sono solo donne ricche e viziate, i capricci sono all’ordine del giorno” mi dice in tono molto tranquillo
“ ho capito” dico alzandomi “grazie mille” dico
“Accidenti, domani sera abbiamo l’asta per i fondi del club, la signora Knor aveva deciso di donare un vaso con un prezzo esorbitante…Ho perso un grande incasso” mi dice
“La signora Knor è morta e lei pensa ad un vaso?” chiedo perplessa
“Come le ho detto , ricche donne viziate” dice sorridendo
Sto per uscire quando mi viene un ‘idea “ha detto che farete un asta giusto?”
“si perché?” mi chiede incuriosita
“avrei un pezzo unico da darle” sussurro
 
“Van Pelt interrogate l’organizzatore del concorso aveva avuto un diverbio con la vittima” e riaggancio il telefono
“scoperto qualcosa?” chiedo mentre vedo avvicinarsi Cho e Jane
“Queste donne mi fanno paura” sussurra Jane
“Niente capo” risponde Cho
“Torniamo al CBI” dico avviandomi al parcheggio, entro in macchina e Jane mi segue “Allora? “ chiede
“Cosa?” rispondo “dai Lisbon non fare la finta tonta” dice lui “Bosco ti ha in vitata a cena?” mi chiede
“Jane” mi giro a guardarlo “Se non la pianti ti lego a un palo della luce”
“Sei arrabbiata, allora ci ho azzeccato” sorride trionfante
“Si sono arrabbiata perché sta mattina ti sei introdotto in casa mia!” strillo
“Ma avevo le ciambelle” si giustifica
“Non è una scusa!” ribadisco
“ammettilo…ti è piaciuto” mi sussurra all’orecchio
“Ma sta zitto” accelerando e facendolo sbattere contro il sedile
 
“Capo abbiamo un problema” dice Van Pelt raggiungendomi all’ascensore
“Cosa?” chiedo
“ Marta Red e Rosa Nil erano in quella lista, ma non riesco a rintracciarle” mi dice camminando verso la sua scrivania
“Dannazione” esclamo correndo nel mio ufficio e prendendo in mano il telefono
“Capo abbiamo interrogato quasi tutti gli appartenenti alla lista” dice Cho entrando nel mio ufficio
“Quasi?” chiedo alzando un sopracciglio
“23 di loro non si trovano in Califonia” dice facendomi vedere una lista
“Tu e Rigsby chiamateli, chiedendo quanto si fermeranno fuori dallo stato” dico restituendo la lista
Dannazione abbiamo perso due persone, che diavolo faccio ora?
“Sai non dovresti stressarti cosi tanto” mi dice Jane entrando nel mio ufficio
“Sai dovresti bussare ogni tanto” ripeto
“Non credo che siano tra le mani del killer” dice facendo una faccia imbronciata per la mia affermazione
“Ah no?” chiedo
“Se fossero state uccise avremmo già trovato i corpi “ mi dice sdraiandosi sul divanetto del mio ufficio
“SI ma sono scomparse, potrebbero essere coinvolte in qualche modo” dico ma non ricevo risposta, bene mi sta ignorando ottimo
“ Un giorno o l’altro ti uccido” dico avvicinandomi a lui
“ultimamente molta gente me lo ripete” dice mentre apre un occhio per guardarmi
“ chissà perché?” sbuffo e mi allontano, lui però mi ferma afferrandomi
“Lisbon che succede con Bosco?” mi chiede
“Ti ho detto che non succede nulla” dico irritata
“dai Lisbon…dimmelo” dice in tono di supplica
“Jane sono affari miei” ripeto
“Ok” dice uscendo dal mio ufficio
Forse l’ho offeso? Dovrei parlargli? No, non sono affari suoi, certo ho accettato di uscire a cena con Bosco ma siamo solo colleghi e abbiamo delle regole quindi sono a posto con la mia coscienza…anche se non so perché mi sento triste.
“Non ho fatto nulla!” un urlo mi risveglia dai miei pensieri, mi alzo ed esco dall’ufficio
“Capo abbiamo arrestato l’organizzatore del concorso” dice Rigsby
 
“Allora, lei ha tentato di scappare perché?” chiedo
“non parlo senza il mio avvocato”
“Senta voglio solo chiederle dove si trovava ieri sera tra le 2  e le 4 di notte”
“Non sono affari suoi” mi risponde
“Ascolti signor Ford, un pazzo criminale sta uccidendo delle persone legate al concorso, so che lei ha avuto un  diverbio che una delle vittime” dico tirando fuori le foto e mettendolo sul tavolo affinchè le possa guardare
“conosceva qualcuno?” chiedo
“Si tutti, come organizzatore del concorso devo essere sempre aggiornato” dice guardandomi
“questo ragazzo è il vincitore del concorso , un ottimo racconto. Questo è un giurato come anche questa” disse indicando una ad una le foto “si ho avuto una discussione con lei ma per dei centri tavola e mi creda non valeva la pena uccidere” dice sistemandosi sulla sedia
“Allora perché ha cercato di scappare?” chiedo
“senta, le ho detto quello che voleva sapere posso andare?” mi chiede
“No fino a che non mi risponde” rispondo
“Ok senta, deve promettermi che quello che dirò non uscirà da questa stanza”
“Va bene”
“Ero con la mia amante” confessa
 
 
“Il suo alibi è confermato” dice Cho mettendo giù il telefono
“Abbiamo qualche notizia delle ragazze?” chiedo ma nessuno risponde, lo prendo come un no.
“Ragazzi sono le 20 andate pure a casa” dico entrando nel mio ufficio, guardo verso il divano Jane non c’è esco “qualcuno ha visto Jane?” chiedo
“Veramente è da un po’ che non lo vedo” dice Ribsby e subito controlla il portafoglio per vedere se trova qualche biglietto di Jane
“LISBON!” sento urlare, questo è Minelli
Entro nel suo ufficio e vedo Jane e Bosco il primo con del ghiaccio sull’occhio sinistro e l’altro con il ghiaccio sul naso
“Ma che diavolo è successo?” chiedo guardandoli
“Hanno fatto a botte” dice Minelli in tono severo
“Questo lo vedo” indicandoli
“Si può sapere che vi è preso? Capisco Jane ma te Sam! Pensavo fossi più responsabile!” dico guardandolo
“Hei io…” cerca di dire Jane “Sta zitto Jane” dico con uno sguardo omicida
“Allora?” chiedo cercando di avere delle spiegazioni
“Mi ha aggredito” dice Jane indicando Bosco
“Non è vero! Lui è venuto nel mio ufficio io ho cercato di sbatterlo fuori” si spiega Bosco
Mi siedo sulla sedia sbuffando, ma perché devo avere a che fare con dei bambini, guardo Minelli
“Va bene, sapete che vi dico? Non mi interessa se vi picchiate, basta che lo fate fuori dalla mia giurisdizione! La prossima volta vi sospendo” dice uscendo sbattendo la porta
Io lo guardo allontanarsi e poi mi volto “Cosa devo fare con voi?” dico sospirando
“Devi difendermi!” dice Jane alzandosi e mettendosi dietro di me “voleva uccidermi!”
“Ma sta zitto idiota” borbotta Bosco
“Adesso basta!” dico “Non so quali siano i vostri problemi ma cercate di risolverli se no quello che vi farò io sarà anche peggio” li minaccio
“Io cerco di risolvere i casi e tu fai a botte come uno scolaretto” dico indicando Jane
“E tu Sam…hai una squadra da mandare avanti!” mi giro verso di lui
“Hai ragione, scusami Teresa. Spero che questo non ti abbia fatto cambiare idea su domani sera” mi dice alzandomi, io arrossisco “No no nessun ripensamento è solo una cena tra amici” dico cercando di sottolineare amici il più possibile
“Bene” dice sorridendomi e uscendo
 
 
“Avevo azzeccato” dice Jane sdraiandosi sul divano del mio ufficio
“Sai, credo che questo non sia il problema principale in questo momento” dico guardandolo e avvicinandomi “Fammi vedere l’occhio” dico togliendogli la mano col ghiaccio dal volto
“Be, poteva andarti peggio, non ti ha colpito col massimo della forza” dico analizzando il livido che si stava formando “Sei un idiota” e mi siedo al suo fianco “Non ti bastavo più io? Adesso vai ad infastidire anche altre persone?” chiedo sbuffando
“Sono andato solo per sapere delle cose e lui mi ha colpito” dice facendo spallucce
“Questa non me la bevo, Jane, conosco Bosco da molto più di te, non si riesce ad irritarlo facilmente”
“oh su un certo argomento si riesce”
“ovvero?” chiedo curiosa
“questo non te lo posso dire” dice al mio orecchio con un sussurro
Rabbrividisco e mi giro a fissarlo nei suoi bellissimi occhi azzurri “perché? “ sussurro in risposta.
Siamo sempre più vicini, sento il suo respiro, il mio cuore sta per esplodere siamo a un millimetro quando lui si alza prende la giacca e se ne va.
 
 
 
Il mio angolino privato XD
Salve a tutti/e grazie per le recensione ve ne sono grata.
Bene, grazie al caldo e al condizionatore ho tempo di scrivere visto che preferisco non uscire se non per andare in piscina, quindi riesco ad aggiornare spesso.
Questo capitolo è stato difficile da scrivere, ho cancellato e riscritto parecchie volte prima di sentirmi quasi soddisfatta di tutto…
Un bacio al prossimo capitolo 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4
“Dite che dobbiamo svegliarla?” sussurra una voce
“Non saprei…”
“Sembra che dorma cosi bene, mi spiacerebbe svegliarla”
“Aspettato ho un idea”
Sento delle voci, sono ancora mezza addormentata e poi sento un profumo intenso di caffè...”Caffè!” dico aprendo di scatto gli occhi
“Veramente siamo Jane, Rigsby, Cho e Van Pelt” dice Jane indicando i membri della squadra
Mi tiro a sedere, non ci credo mi sono addormentata sul divano in ufficio! Ieri sera quando Jane è andato via mi sono sdraiata e senza accorgermene mi sono addormentata. Mi guardo attorno, i ragazzi mi guardano sorridendo, Jane mi porge il caffè “Grazie” dico bevendo un sorso
 
“Capo, abbiamo delle novità” dice Van Pelt quando mi vede arrivare, sono andata a cambiarmi in bagno, per fortuna tengo una maglietta e un paio di pantaloni di scorta in ufficio.
Mi fermo davanti alla scrivania quando un pacchetto cala sulla mia testa, mi volto e vedo Jane che mi sventola un sacchetto davanti agli occhi.
“Non hai fatto colazione, non puoi sperare di tirare fino a sta sera, chissà dove ti porta a cena Bosco?” mi dice il biondino
“Non sono affari tuoi” borbotto prendendo il sacchetto e dirigendomi nel mio ufficio
 
Siamo tutti attorno alla mia scrivania.
“Le novità?” chiedo
“Hanno trovato Rosa” dice Van Pelt
“Solo Rosa?” chiedo con la voce tremante
“Si, ora si trova in ospedale” dice Cho
“Ha detto qualcosa?” chiedo, poi noto che Jane mi fissa
“Che vuoi?” chiedo guardandolo
“Mi nascondi qualcosa…”dice strizzando gli occhi come se volesse leggere qualcosa
Scuoto la testa, e poi guardo Rigsby che sta cercando di capire cosa succede  “ah si” comincia lui “è stata trovata sotto shock, i medici hanno detto che per le 11 di oggi dovrebbe essere in grado di ricevere visite”
Guardo l’ora, sono solo le 9,30
“Di Marta?” chiedo
“Niente, la stanno ancora cercando” dice Cho
“Allora dobbiamo solo aspettare” dico sbuffando, gli altri escono e rimane Jane a fissarmi “Non ti sto nascondendo nulla” dico
“ohhh invece si…però non penso sia il luogo della cena, credo che non lo sappia neanche tu” dice sorridendo
“Ma si può sapere che cavolo hai? È solo una dannata cena tra amici!” dico appoggiandomi allo schienale della sedia
“Avanti Lisbon, lo sai che non è solo una cena tra amici, se non fossi spuntato fuori l’altra sera sai cosa sarebbe successo…” dice alzandosi
“Jane, sinceramente io non capisco, sono un’ adulta responsabile” dico alzandomi a mia volta
“Tu non ti preoccupi mai” dice
“Si invece! Mi preoccupo quando siamo su una scena del crimine e tu sparisci, occulti le prove e irriti i testimoni, gli sceriffi, il medico legale, quelli della scientifica” dico contando con le dita
“Tu non ti preoccupi per quello che può succedere a te stessa!” dice, sembra quasi arrabbiato…Jane arrabbiato? È impossibile
“Oddio Jane è Bosco!” sono esasperata
“Appunto, fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio” dice avvicinandosi a me
“Quello di cui non mi fido sei tu!” urlo, forse troppo forte perché Rigsby e Cho si alzano di scatto.
Forse ho esagerato, Jane mi guarda, sembra triste, ok ho decisamente esagerato.
“Jane…” dico ma lui se ne va lasciandomi da sola in ufficio, sono ancora in piedi quando entra Van Pelt chiudendosi la porta alle spalle “Capo è tutto a posto?” mi chiede visibilmente preoccupata
“Non lo so” sussurro “Credo di aver esagerato con Jane” dico sedendomi e prendendo la testa tra le mani
“Capo, sei stressata, lo siamo tutti, non preoccuparti” dice la rossa sorridendomi e uscendo dal mio ufficio
Dannazione, forse dovrei andare a cercare Jane…
 
“Ti ho trovato” dico spuntandogli alle spalle e porgendogli una tazza di thè
“telepatia?” mi chiede
“Nono quella è roba tua, ho semplicemente rintracciato il tuo telefono” dico sedendomi vicino a lui, siamo su una panchina al parco è molto tranquillo, ci sono dei bambini che giocano poco più in là
“Senti Jane..” incomincio ma lui mi interrompe
“Lo so, fa niente” mi dice alzandosi
“No per favore ascoltami” mi alzo e lo afferro per un braccio “Ho detto delle cose stupide, non userò scuse,  ho sbagliato” dico fissandomi i piedi, questa volta ho proprio torto
Jane se ne sta fermo davanti a me “Lisbon, se è quello che pensi, io non ho problemi” dice sorridendo, ma è un sorriso forzato
“Jane ti prego, credi davvero che se non mi fidassi di te ti porterei dietro quando andiamo ad indagare? Ti farei guidare?” sto  per piangere lo sento “ Vuoi ipnotizzarmi? Fallo cosi saprai che non sto mentendo” dico in fine
“Non credo ce ne sia bisogno, so che eri esasperata, so che ti fidi di me” dice sorridendo, ma è un sorriso vero e questo mi fa tirare un sospiro di sollievo
“Grazie” dico abbracciandolo “mi devo far perdonare, sta sera ti offro una cenetta spettacolare” dico allontanandomi
“ma sta sera non dovevi uscire con Bosco?” mi chiede
“per te posso anche rinviare tutto” dico strizzando l’occhio, lui sembra non crederci e io prendo la palla al balzo
“non ti fidi?” chiedo sembrando il più possibile triste
“nono è solo che Bosco mi picchierà ancora” dice ridendo
“Ahaha daii” dico tirandogli un pugno sulla spalla “sta sera ti passo a prendere per le 19.00, mi raccomando vestiti elegante!” dico
“Agli ordini capo!” dice facendo il tipico saluto militare
“dobbiamo andare in ospedale” dico sventolandogli le chiavi della macchina davanti al naso
“Ok” dice afferrando le chiavi e correndo alla macchina
Io rimango ferma a guardarlo correre felice come un bambino…forse mi sono innamorata.
 
 
“Salve sono l’agente Lisbon” dico ad un’infermiera facendo vedere il distintivo “lui è Patrick Jane”
Dico indicando Jane al mio fianco “ salve” saluta alzando la mano
“Siete qui per Rosa immagino…seguitemi” dice avviandosi alla stanza
 
“Salve Rosa” dico entrando
La ragazza ha molti graffi, si vede che ha corso nel bosco ,le ferite delle pugnalate erano state bendate, sembra tranquilla anche se fissa fuori dalla finestra, sembra quasi spaventata che qualcuno possa entrare da li
“Agente Lisbon, che piacere vederla” mi dice girandosi verso di me
“Come sta?” chiede Jane
“Tutto sommato bene” dice abbozzando un piccolo sorriso
“Rosa, ti va di raccontarci quello che è successo?” chiedo gentilmente, lei annuisce
“Marta ha una casa nei boschi, l’estate scorsa ci siamo andati per divertirci e abbiamo lasciato li delle cose: abiti, scarpe, tende e altro…C’erano anche cose di Hartur cosi abbiamo deciso di andarci per prenderle e riportarle alla famiglia” parlando le scende una piccola lacrima sul volto
“Fai pure con calma, non abbiamo alcuna fretta” dico toccandole una spalla
“Quando siamo arrivate alla casa abbiamo raccolto le cose di Hartur, abbiamo pranzato e siamo ripartite per tornare a Sacramento entro sera. Stavamo camminando, Marta era davanti a me quando si è bloccata di colpo, pensavo stesse male cosi mi sono avvicinata e ho visto che aveva in mano un coltello” sussurra tra un singhiozzo e l’altro
“Di che colore era?” chiede Jane
Io mi volto a guardarlo “Che c’entra?” chiedo, lui fa spallucce
“Io non lo so” esclama Rosa alzando gli occhi
“Continua per favore” dico
“Le ho chiesto cosa stesse facendo, pensavo avesse sentito qualcosa, l’Estate scorsa ci aveva raccontato che quando era piccola aveva passato molto tempo nei boschi e di conseguenza aveva come un sesto senso, percepiva tutto, dallo spostamento delle foglie a quello degli animali” dice poi si asciuga il volto con un fazzoletto
“Quindi è abile nell’orientarsi nei boschi” appunto sul mio blocchetto, Jane è in silenzio, credo stia macchinando qualcosa il che mi spaventa molto
“Poi” riprende “Ha alzato il coltello verso di me, ho avuto paura” confessa “all’inizio pensavo avesse sentito qualcosa ma alla fine voleva uccidermi” sospira “Ho provato a correre, sono inciampata un po’ di volte, mi sono rialzata e sono ricaduta” dice alzando le mani tutte bendate “Dopo un po’ non ce l’ho più fatta, ero stanca e ferita” dice cercando di sedersi, le do un mano, povera ragazza ne ha passate di tutti i colori in solo 1 giorno
“Grazie” mi dice con un sorriso
“Quindi” inizio “una volta caduta Marta l’ha raggiunta?” chiedo
Annuisce con la testa “è stato orribile, quella non era Marta” si prende la testa tra le mani e incomincia a singhiozzare più forte, il monitor comincia a suonare e dalla porta entra l’infermiera che gentilmente ci chiede se possiamo uscire perché la ragazza ha bisogno di riposare.
“certo ma potrei parlare col medico?” chiedo all’infermiera
“Si chieda alla mia collega del dottor Zurch “ poi rivolge le sue attenzione alla paziente
Aspettiamo qualche minuti e poi compare il dottor Zurch
“Salve, scusatemi ma stavo finendo il giro delle visite” dice sorridendo
“Piacere sono l’agente Lisbon e questo è Patrick Jane” dico indicando Jane al mio fianco
“Buon giorno” saluta Jane con il sorriso, ma conosco quel sorriso, sta per dire qualcosa che avrà qualche ripercussione legale , una querela o una denuncia, oramai ne ha talmente tante che non le si contano più, mi scappa un sorriso quando penso a Minelli che deve gestire il tutto. Ritorno alla realtà e mentre Jane apre bocca parlo io “Allora che può dirci su Rosa?”
Jane mi lancia uno sguardo, decido di ignorarlo fissando il bel dottore
“Umm… vediamo “ dice cercando la cartella “Be ha 2 pugnalate, non hanno sfiorato organi, certo ha perso molto sangue ed è stata una fortuna che sia svenuta vicino alla casetta dei cacciatori, se no sarebbe morta di sicuro” dice
“Grazie, quando potremo parlarle ancora?” chiede Jane
“Appena si sarà ripresa” sentenzia
“Ottimo” dico “ gli oggetti  personali dove sono?” chiedo
“li abbiamo imbustati, mi hanno detto di darli a lei quando sarebbe arrivata” avviandosi verso un armadio “prego seguitemi” dice, poi apre lo sportello e mi da una busta sigillata
“Avete toccato qualcosa?” chiedo prendendo la busta
“Non si preoccupi avevamo i guanti” dice strizzando l’occhiolino
“La ringr…” sto dicendo quando vengo interrotta da Jane
“Da quanto tradisce sua moglie?” chiede nel tono più tranquillo del mondo
Eccola la bomba! Si salvi chi può! Scuoto la testa
“Io…”cerca di dire il dottore
“Dobbiamo andare, grazie” dico trascinando via Jane
“Certo che se non ti prendi una querela al giorno non sei felice” dico a Jane una volta in macchina
“Suvvia Lisbon, pensa che sta sera io e te ceneremo insieme” dice con un sorriso a 32 denti
“Non vedo l’ora” dico col sorrido
 
 
“Rigsby chiama chiunque puoi ed emetti un mandato di ricerca per Marta Red, dobbiamo trovarla” dico entrando in ufficio
“è lei il killer?” chiede
“Non lo so, per ora sappiamo che ha cercato di uccidere Rosa” dico guardandolo “Ho portato gli oggetti di Rosa alla scientifica” mi volto verso Cho “ appena chiamano valli a prendere insieme ai risultati, forse siamo vicini alla soluzione del caso” dico sorridendo, finalmente qualcosa di concreto
“Io non credo” dice Jane avvicinandosi con un tazza di thè fumante e due panini
“Perché?” dico avviandomi nel mio ufficio, guardo l’ora sono le 14,30, Jane mi lancia un panino che addento subito mentre lui si siede sul divano
“Io non le credo” dichiara
“Jane è in un letto d’ospedale!” ribadisco
“Non lo so, non sembrava che mentisse, ma qualcosa non mi quadra” dice pensieroso
“Jane..”
“Come ha fatto a scappare?” mi chiede
“Senti Jane, domani andremo ancora in ospedale, cosi potremo parlare ancora con lei, intanto arriveranno i risultati della scientifica, cosi avremo qualcosa di più” dico mettendomi al telefono, compongo il numero
“Salve sono Teresa Lisbon….si esatto…. Quindi confermo per sta sera…il piacere è mio” e riaggancio
“ Sento sempre che c’è qualcosa che mi stai nascondendo” dice Jane
“Be una cosa c’è… il luogo dove ceneremo “ dico strizzandogli l’occhio e mettendomi al computer, ho un po’ di cose da sistemare poi alzo lo sguardo e vedo l’occhio nero di Jane, dovrei fare qualcosa, non posso portarlo in giro cosi.
Mi alzo prendo la borsetta e cerco il correttore.
“Che vuoi fare con quel coso?” chiede Jane vedendomi andare verso di lui
“ti do una sistemata a quell’occhio” dico sedendomi vicino a lui
“Non ci provare” dice alzandosi e scappando dal mio ufficio
“CHO! RIGSBY! Prendete Jane” strillo
 
 
“Visto? Non è stato male” dico dandogli uno specchio per guardarsi
“si be l’effetto non è male…sono i modi che sono violenti” dice guardando Cho, Rigsby  e Van Pelt che ridono sotto i baffi
“Dai Jane non prendertela” dice Rigsby ridendo
“Ti porterò via tutti i soldi” lo minaccia Jane
“Ahaha attento! Stai minacciando un agente del CBI” lo avverto
“Ah si? Mi avete rincorso, acciuffato e legato a una sedia…chi ha fatto la cosa più illegale?” chiede guardandomi di sbieco
“Ragazzi abbiamo fatto questo?” chiedo con la faccia da perfetta finta tonta. Gli altri scuotono le teste e fanno spallucce…adoro quando ci coalizziamo contro Jane
“E la gente dovrebbe fidarsi di voi?” dice Jane alzandosi dalla sedia e stirandosi i vestiti
In quel momento squilla il telefono di Cho
“Capo la scientifica ha i risultati” dice
“Ottimo” rispondo è ora di tornare al lavoro
 
 
“Ok oltre hai vestiti della vittima sono state trovate : una mappa, una carta dei tarocchi e altri oggetti di uso quotidiano” dice Van Pelt leggendo il foglio datole, dalla scientifica insieme alle prove
“Una carta?” chiedo
“si, esattamente quella del Matto” legge Van Pelt
“Il Matto stà a significare l’estraneità dal consorzio umano, la follia e la sregolatezza nelle accezioni positive, di esaltazione dei valori intuitivi che vanno al di là di una semplice capacità razionale, attingendo alla dimensione del genio. L’Abisso, l’infinito, il nirvana. L’insensibile, noncurante, incapace di riconoscere i propri torti e di provare rimorsi.” Dice Jane
“Quindi Marta pensava di ucciderla e le ha infilato la carta nella tasta” dico
“ o lei voleva uccidere Marta e non ha fatto in tempo a metterle la carta addosso” dice Jane
“Della mappa che mi dite?” chiedo ignorando completamente Jane
“ci sono dei segni rossi, ma la scientifica non ha capito cosa significassero, credo che l’unica soluzione sia chiedere a Rosa” dice Cho guardando la mappa
“Ragazzi sono le 17.30 sistemate le ultime cose, poi andate a casa” dico alzandomi “speriamo solo che riescano a trovare Marta cosi chiuderemo questo caso” mi dirigo il ufficio e prendo le mie cose
“ Allora ci vediamo alle 19 da me” mi saluta Jane
“Certo a dopo” lo saluto
Tutti gli altri mi fissano, prendo un foglio e gli spiego il mio piano, caso mai quel maledetto Jane abbia piazzato cimici in ufficio, quando è convinto di qualcosa non molla l’osso…Ma non sta volta, mi spiace Patrick Jane, ma ho vinto io.
 
Non so perché sono agitata, alla fine ho preparato questa sera con molta cura e scrupolosità, mi liscio il vestito, prendo la pochette. Mi fermo a specchiarmi, ho un vestito verde lungo e con uno spacco che parte da metà coscia, è un mono spalla molto semplice ma di un bel colore, un ultimo ritocco al trucco e sono pronta.  Salgo in macchina e guido fino a casa di Jane. Quando arrivo Jane non è ancora fuori, decido di andare a suonare il campanello. Quando apre la porta rimango senza fiato, ha un completo azzurro molto bello ed elegante che mette in risalto i suoi occhi, rimango incantata a guardarlo.
“Lisbon” mi saluta porgendomi un mazzo di fiori
Prendo il mazzo “G-g-grazie Jane” dico arrossendo, mi sta fissando
“Sei molto bella” dice in tono tranquillo e sorridendo, questo mi manda in iperventilazione
“Muoviamoci se no arriviamo in ritardo e non ci fanno sedere” dico avviandomi a testa bassa verso l’auto, devo darmi una calmata, subito.
Guido tranquillamente fino al club, appena entrati Jane mi chiede “ma questo non era il club super esclusivo frequentato da una delle vittime?” sembra sorpreso
“Si, la presidentessa mi ha detto che faranno un asta e che se volevo potevo venirci con un accompagnatore, cosi ho pensato che fosse una bella idea per far pace” dico facendo spallucce
“Aspetta” il mio cuore trema un attimo quando mi dice cosi, che abbia capito tutto?
“hai confermato quando ero con te, non hai prenotato” mi dice socchiudendo gli occhi
“Avevo chiamato appena tu sei  uscito dal mio ufficio, dopo la discussione,  volevo sapere se era possibile prenotare con cosi poco anticipo e le ho detto che avrei confermato appena avessi potuto” dico mentre fermo la macchina e tolgo le chiavi per darle al parcheggiatore
“Capisco, be allora signorina Lisbon “ dice porgendomi il braccio “la prego di scusarmi per le mie accuse e la prego di farmi godere una stupenda serata” dice facendo un inchino e facendomi arrossire
Appena entrati vedo la direttrice venire verso di noi “Signora Lisbon, sono estremamente lieta di avervi qui insieme al vostro adorabile accompagnatore” si interrompe per ammirare Jane “prego seguitemi se no faremo tardi” dice affrettandosi a prendere un corridoio
“Lisbon, ma la sala da pranzo non è di la?” dice Jane indicandomi altre coppie che vanno in una direzione opposta alla nostra
“Jane mi sottovaluti, credi davvero che abbia prenotato in una sala qualsiasi? O no caro” dico avvicinandomi al suo orecchio “ho fatto qualcosa di estremamente speciale” sussurro nel modo più suadente che possa fare, sento Jane deglutire. Raddrizzo la schiena e con Jane a braccetto cammino sicura verso la porta davanti alla quale la direttrice si è fermata.
“Bene potete entrare” dice aprendoci la porta
Bene ora o mai più
“forza Jane” dico ed entriamo, vediamo una donna al microfono che sta dicendo “ ed ora signori e signore, il pezzo più pregiato dell’asta, per gentile concessione del CBI abbiamo il signor Patrick Jane, un applauso!”
Jane si guarda in giro stordito, la direttrice lo spinge verso la signora col microfono, staccandolo da me.
“Buona sera signor Jane…Patrick se permette” dice
Jane ha la faccia più bella della storia, sembra un cucciolo stordito che piano piano si rende conto di quello che sta succedendo, guarda nelle mia direzione e io gli sorrido facendogli un saluto con la mano, sta per dire qualcosa quando la donna del microfono dice “Chi si aggiudicherà il signor Patrick avrà la possibilità di passare con lui la serata, facendo una cenetta intima sul terrazzo del club, avendo la possibilità di godere un paesaggio suggestivo e un attraente intrattenitore” conclude “Allora signore, il prezzo base d’asta è 100 dollari…che l’asta abbia inizio” conclude accompagnando il tutto con un applauso.
Bene ora che il piano è sistemato devo correre a casa , Bosco mi sta aspettando e se non mi muovo farò tardi. Mi sento molto sollevata ho preso 2 piccioni con una fava : 1)Jane è fuori dai piedi tutta la sera 2) la vendetta per la figuraccia a casa di Hartur è stata compiuta.
Ho appena parcheggiato davanti a casa quando arriva Bosco. Scendo dalla macchina sistemandomi il vestito, ho paura che sia troppo eccessivo ma non potevo fare altro, dovevo evitare che Jane scoprisse tutto.
“Hei Bosco!” lo saluto
“Teresa…sei magnifica” dice porgendomi un mazzo di fiori, casa mia diverrà una serra se vado avanti cosi
“Grazie Sam sono bellissimi” dico sorridendo
“vieni” dice aprendomi la portiera della macchina “grazie” dico salendo e finalmente rilassandomi…chissà Jane in che situazione si troverà… scuoto la testa, non ci devo pensare.
 
 
Il mio angolino privato
Ciaoo a tutti, grazie mille, ancora, per le recensioni mi rendono sempre molto felice ; )
Be che dire, capitolo piuttosto leggero, tranne la parte di Rosa, mi spiace ma prima o poi dovevo far parlare sta povera ragazza e mi sa che ci sarà ancora nel prossimo capitolo…
Grazie a tutti quelli che mi seguono… un bacione gigante

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Capitolo 5
“ Allora le ho detto , cosa?? Quella è la sua auto? Per quanto è brutta le lascio la multa” e mima il gesto di fare la multa
“Ahaha o mio dio Sam” sto ridendo da quasi un ora, Bosco è un eccellente intrattenitore
“Scusate signori per il dolce?” dice il cameriere dopo essersi avvicinato al nostro tavolo
“Niente grazie, mi porti pure il conto” dice Bosco rivolto a lui “Non ti preoccupare” dice guardandomi “conosco un posto dove fanno delle crepes deliziose” e mi strizza l’occhio
“ok”
Nonostante Sam, non riesco a non pensare a Jane, forse ho davvero esagerato, insomma l’ho letteralmente dato in pasto a delle viziate e pazze donne ricche.
“Teresa?” mi chiama Sam
“si?” dico guardandomi
“Andiamo?” mi chiede
“o si scusa” dico alzandomi
 
Siamo seduti su una panchina del parco, mi sento fuori luogo, ho come la sensazione che dovrei essere in un altro posto, in un posto con Jane , sussurra una vocina nella mia mente
“Sai Teresa, sono contento di essere riuscito ad uscire con te” dice Bosco fissando un punto indefinito
“Siamo amici, dovremmo farlo più spesso” dico sorridendo
“Mi aspettavo di veder sbucare Jane da un momento all’altro” confessa
“Ahaha Jane? O nono lui è piuttosto occupato” dico sorridendo sotto i baffi
“Lo hai sistemato per le feste?” mi chiede incuriosito alzandosi
“una specie” dico imitandolo
“Ti riaccompagno a casa,  è quasi mezzanotte” dice avviandosi alla macchina
“Ora che ci penso” dico quando siamo quasi a casa “perché tu e Jane vi siete picchiati l’altro giorno?” concludo mentre la macchina si ferma
Bosco scende e mi apre la portiera “Ci sono tanti motivi…” risponde vago
“Sam Bosco questa non me la bevo” dico ridendo
“Chiedilo a lui” dice prima di risalire in macchina “Buona notte Teresa” dice andandosene
 
Oddio sono stanca morta, apro la porta di casa lancio le chiavi nel piattino sul tavolo e mi butto sul divano
“signori e signore, questa sera abbiamo un ospite speciale, per gentile concessione del CBI l’agente Teresa Lisbon!” sento dire
Mi viene quasi un colpo, mi alzo di scatto
“chi vincerà l’asta potrà cenare con la signorina Lisbon e chissà divertirsi anche nel dopo cena” la voce viene dalla cucina, mi tolgo i tacchi e vado verso la cucina
“Il prezzo base d’asta è di 100 dollari…che l’asta abbia inizio” dice la voce dal salotto
“Jane che diavolo stai facendo!” strillo
“io offro 200” urla
“Jane piantala” cerco di trovarlo ma non ci riesco, quell’idiota ha staccato la corrente
“ io offro 400” urla di nuovo
“Jane sveglierai i vicini” dico
“ io offro 800” continua
“Jane stai contrattando da solo, te ne rendi conto?” chiedo vagando per la casa
“io offro 1000 dollari” questa volta corro in bagno, sono sicura che fosse qui, poi sento i passi sulle scale
“io offro 1500 dollari” strilla
Mi butto giù dalle scale “Sta volta ti prendo!” dico con calma
“ io offro 2000 dollari…ultima offerta…2000 e uno 2000 e due…2000 e 3...”
“So che sei qui” dico spuntando il cucina, non c’è nessuno
“Aggiudicata” sussurra una voce al mio orecchio
“AAAA” sto strillando quando una mano mi tappa la bocca “vuoi svegliare tutto il vicinato?” mi rimprovera
“Patrick Jane!” dico voltandomi
“Teresa Lisbon” dice lui
“ Non è il momento di scherzare! Ti sei introdotto, ancora, in casa mia!” dico puntandogli un dito contro
“non è un gesto molto carino” dico incrociando le braccia
“Ah si? Perché vendermi all’asta come un vaso ti sembra carino?” chiede incrociando anche lui le braccia
“In ufficio l’hanno chiamata la vendetta delle vendette” dico sorridendo “Rigsby voleva pagarmi pure la benzina”
“Quindi eravate tutti d’accordo?” mi chiede alzando un sopracciglio
“Caro Jane, ti fidi troppo” dico andando a raccattare i tacchi per portarli di sopra
“Dove vai?” mi chiede
“A dormire, non so sai magari domani devo andare a lavorare” dico
“o nono tu non vai a dormire” mi dice venendomi incontro
“Cosa?” chiedo
“Non ricordi? Ti ho appena vinta ad un’ asta” dice passandomi una mano intorno alla vita
“Stai scherzando vero?” dico con una risatina
“No” dice dandomi un bacio lieve sulle labbra
Ok stop. Che sta succedendo?
“Jane” cerco di dire ma non mi escono suoni
“shhh” dice mettendomi un dito sul labbro e baciandomi di nuovo
 
 
Luce, c’è troppa luce, cerco di aprire gli occhi ho un mal di testa allucinante.
Di colpo tutti i ricordi affiorano, io, Jane e il letto. Mi alzo di colpo, Jane è sdraiato sul fianco che mi fissa
“Ci siamo svegliate finalmente” mi dice sorridendo
“che diavolo” dico guardandomi attorno
“Ahah lo ammetto sono stato troppo bravo l’altra notte, so che sei scioccata ma ti riprenderai” dice tutto trionfante
Io mi lascio cadere sul letto, avremo dormito 2/3…aspetta ma che ore sono
“Sono le 9,30” dice Jane alzandosi e raccattando, alcuni dei vestiti nella stanza
“L-l-le 9.30?” chiedo
“si siamo in ritardo” dice senza il minimo segno di preoccupazione
Mi alzo fiondandomi in bagno, ma vengo intercettata dalle braccia di Jane che mi afferrano e mi stringono
“Jane è tardi” dico divincolandomi
Ma lui incurante mi da un bacio, che io ricambio, insomma è pur sempre il mio consulente super sexy no?
“Vai “ dice lasciandomi
 
Arriviamo al CBI alle 10.
Praticamente è come sbandierare quello che abbiamo fatto. Ottimo
“Capo” dice Van Pelt vedendomi arrivare di corsa “ eravamo tutti preoccupati, pensavamo di venire a controllare a casa tua”
Grazie a Dio non lo hanno fatto “emm…sta notte sono stata male” dico cercando di essere il più convincente possibile
“dov’è Jane” chiede Cho
“Eccomi” dice salutandoci allegramente
“Sei in ritardo” dico cercando di non ridere
“la macchina mi ha lasciato a piedi” dice facendo spallucce
Mentalmente lo ringrazio per aver trovato una scusa plausibile
“Capo, vuoi andare tu o andiamo noi in ospedale?” mi chiede
“emm.. nono io e Jane andiamo subito”
 
“credo che dovremmo parlare…” mi dice Jane mentre sto avviando la macchina
“Di cosa?” chiedo
“be di sta notte” dice, subito divento rossa e incominciano a rivedere le immagini
“si giusto, però ora non mi sembra il momento” dico
“ok sta sera da te, io porto il gelato” dice tutto contento
 
 
“Salve Rosa, come si sente?” chiedo sedendomi
“Meglio, i punti tirano un po’” sussurra
“se non le dispiace vorrei riprendere dalla chiacchierata di ieri” dico sorridendo
“certo” annuisce “Come le stavo dicendo ho visto Marta col coltello e ho cercato di scappare ma come vede” dice indicando le ferite “ non ci sono riuscita”
“Ma lei è viva” dice Jane alle mie spalle
“si” dice sorridendo
“come ha fatto a scappare?” incalza Jane
“Ho corso” dice lei
“ma se ha appena affermato che era troppo stanca” ripete
“stavo per morire!” dice alzando la voce Rosa
“ok calmiamoci tutti” dico guardando Jane
“Abbiamo trovato una carta, il Matto, nelle sue tasche” dico
“Oddio mi avrebbe uccisa” sussurra inorridita
“e una mappa” continuo
“Ah si, quella ce la diede Marta l’anno scorso, ci sono segnate l’ubicazione della sua casa e altri punti strategici nel caso in cui ci fossimo persi…ho usato quella per salvarmi” sussurra
“La lascio riposare” dico alzandomi
“Per favore, trovatela” dice Rosa mentre esco dalla stanza
“Certo” la rassicuro
Percorriamo il corridoio e arriviamo al parcheggio, mi fermo e mi metto davanti a Jane
“Quella povera ragazza è stata accoltellata 2 volte, ha perso, solo dio sa, quanti kilometri e tu la tratti come una sospettata” dico arrabbiata
“Non mi convince” dice semplicemente Jane
“Jane, ascolta non abbiamo prove contro di lei” cerco di ragionare
“Lo so” mi dice  “ Torniamo al CBI mi è venuta un’idea” dice guardandomi e poi schioccandomi un bacio veloce, sono imbambolata a fissare il punto dove 2 secondi prima c’era lui
“Ehi Lisbon?” mi richiama alla realtà
“Stavo controllando le gomme” dico salendo in macchina, sono rossa come un pomodoro
“si certo” dice sorridendo
 
 
“Lisbon, è possibile avere i manoscritti del concorso?” mi chiede Jane chiudendo la porta del mio ufficio
“Posso provare a chiedere? Perché?” chiedo alzando la cornetta del telefono
“vorrei leggerli e un'altra cosa la sorella di Marta è in città dovremmo parlarle” dice sedendosi
“La sorella di Marta?” chiedo
“Jane, che diavolo hai fatto ancora?” chiedo esasperata
“nulla e grazie” dice uscendo veloce dal mio ufficio
 
 
“tieni” dico lanciandogli uno scatolone con tutti i manoscritti
“La delicatezza non è di certo la tua dote migliore” dice aprendo la scatola “ mi sono permesso di invitare la sorella di Marta a prendere un thè spero non ti dispiaccia” dice tirando fuori i fascicoletti
“Capo, una certa Loraine Red vuole parlare con Jane” dice Rigsby dietro di me
“ oh eccola, puntualissima” dice Jane tirandosi su e andandole incontro
 
“Che è successo a mia sorella?” è visibilmente distrutta, gli occhi sono gonfi e rossi
“Ha cercato di uccidere una sua amica e pensiamo abbia ucciso altre 3 persone” dico
“Oddio! No non può essere” esclama piangendo
“Avrei qualche domanda, Loraine” dice Jane porgendole una tazza di thè
“Marta amava la montagna?” chiede
“ oh si, lei e papà era innamorati della nostra casetta  nei boschi. Appena potevano prendevano la macchina e ci andavano” disse sorridendo “ Io non ho mai condiviso questa passione, soprattutto dopo la morte di papà” dice asciugandosi una lacrima
“Come è morto?” chiede Jane
“Un incidente nei boschi, infatti Marta da quel giorno non ha più messo piede nella casetta”
“Da quanto ci risulta l’anno scorso è andata coi suoi amici” dico
“Si l’ho convinta io stessa, ma dopo quella volta mi ha riportato le chiavi dicendo che potevo anche vendere quella casa” dice cercando nella borsa “eccole” e mette un mazzo di chiavi sul tavolo “Anche se lei non poteva più amare quella casa non ho potuto venderla, papà ci teneva molto”
“Quindi sua sorella non poteva essere andata alla casetta nel bosco” dico
“le chiavi le avevo io, ma non è detto che non avesse una copia, lei e papà ne avevano un mazzo a testa…quello di papà non lo hanno mai trovato” dice bevendo un sorso di thè
“Grazie per il suo tempo, appena sapremo qualcosa le faremo sapere” dico alzandomi
“Grazie a voi, vi prego trovatela, non può essere stata lei, non ne sarebbe stata capace” dice Loraine alzandosi e stringendoci la mano
 
 
“Facciamo il punto della situazione” dico guardando gli altri “la sorella dice che Marta non voleva più andare alla casa nei boschi, mentre Rosa e lei ci sono andate” qualcosa non mi quadra
“Una delle due mente” dice Van Pelt
“Jane, potresti, almeno una volta, ascoltarci?” chiedo girandomi verso di lui
“Sapete, Hartur ha vinto quel concorso” dice girandosi verso di noi “ma questo libro fa veramente schifo” dice storcendo la bocca
“Noi stiamo cercando un assassino e tu leggi?” chiedo sbalordita
“Cerco prove cara Lisbon”
“No tu stai perdendo tempo, ecco cosa stai facendo!” dico alzandomi infuriata
“Suvvia calmati, dovresti dormire un po’ visto che sta notte non hai chiuso occhio” dice strizzando l’occhiolino
Ok ora lo uccido, seduta stante, corro in ufficio e apro il cassetto TOC TOC
“hei Lisbon” mi saluta Bosco “che fai?” mi chiede vedendomi intenta a caricare la pistola “Uccido Jane” dico
“Ahaha se vuoi ti do la mia che è già carica” dice chiudendosi la porta alle spalle
“Uff” dico appoggiando la pistola sulla scrivania “hai bisogno?” chiedo
“ecco” mi da un plico di fogli “questi sono tuoi”
“cosa sono?” prendendoli in mano
“Non lo so, la scientifica li ha dati a me, ma ha sbagliato ufficio” dice indicando il  mio nome sull’etichetta
“oh grazie”
“ti andrebbe di prendere un caffè?” mi chiede
Guardo l’ora sono solo le 15 perché no?
“certo prendo la giacca e arrivo” dico mentre apre la porta dell’ufficio e Jane si fionda dentro e vendendo dritto verso di me
“No mamma Lisbon non va da nessuna parte” dice facendo la voce di un bambino e mettendosi davanti a me come uno scudo
“Jane non mi sembra il caso di fare scenate” dico mentre sento montare l’istinto omicida
“No!” strilla, noto che tutti si girano a guardare
“Ma piantala!” dico tirandogli un calcio negli stinchi “ andiamo Sam” dico uscendo dall’ufficio
“Lisbon!! Non mi lasciare!! Dopo una nottata come la nostra! Se fossi incinta? Mi lasci cosi?” si mette a urlare Jane sulla porta del mio ufficio, grazie a Dio le porte dell’ascensore si sono chiuse evitando a mezzo CBI di vedere la mia faccia
“Non ti offendere Teresa, ma credo che Jane faccia uso di sostanze stupefacenti “ mi dice Sam un po’ preoccupate
“ Lo penso anche io” dico scuotendo la testa
 
Appena rientro vedo che Cho, Rigsby e Van Pelt alzano la testa e mi fissano “Be che avete?” chiedo
“Nulla” rispondo tutti insieme, ma vedo qualche sorrisetto spuntare qua e là
“Stavo pensando, che forse dovremmo andare a vedere la casetta nei boschi, da quanto ho capito nessuno ci è stato perché l’aggressione è avvenuta più in là” dico
“Veramente capo, gli uomini della forestale sono passati di li durante le ricerche di Marta ma non hanno trovato nulla” dice Cho
“umm…voglio darci un’occhiata lo stesso” dico “domani mattina ci andremo, ora mi sembra troppo tardi” dico guardando l’ora “Ma dov’è Jane?” chiedo guardandomi in giro
“Non lo so…era qui fino a 2 minuti fa” dice Rigsby e automaticamente tira fuori il portafoglio per controllare che ci sia tutto
“forza rintracciate il suo telefono” dico ai ragazzi
“Non ce ne sarà bisogno” sento la sua voce “tenete” e mette sulla scrivania di Cho  una cassa di fragole
“Sono per voi” dice guardandomi, credo sia un suo contorto modo di chiedere scusa
“grazie” dico prendendo uno dei cestini e andando in ufficio
“Dovremmo parlare ancora con il direttore del concorso” dice Jane seguendomi
“perché?” chiedo addentando una fragola
“Non è possibile che abbia vinto un premio questo coso” dice indicando il racconto di Hartur
“ Magari non capisci il contenuto e per te è assurdo” dico strappando il manoscritto a Jane
Do una scorsa alle pagine, leggo la prima pagina... mi alzo prendo il telefono
“Salve sono il detective Lisbon potrebbe passare al CBI  domani? Ah si grazie” dico riagganciando
 
 
“Lisbon”
“Minelli” dico
“nel mio ufficio” dice
Entro “capo questa volta Jane ha fatto tutto da solo” dico
Mi guarda incuriosito “che ha fatto?”
“non siamo qui per Jane?” chiedo
“No” dice
“Ah meglio…che vuole sapere?”
“quando avete intenzione di chiudere il caso?” mi chiede sedendosi
“Fino a che non troveremo Marta Red” dico “non ho intenzione di archiviare nulla, voglio essere sicura, Jane non lo è”
“Capisco, fate veloce ok?”
“certo capo”
 
 
“Sai cucinare molto bene!” dico prendendo ancora dello spezzatino
“Grazie” mi risponde Jane sorridendo
“Vuoi del vino?” chiedo alzandomi e aprendo il frigorifero
“Si grazie” dice porgendomi il bicchiere
Dopo cena ci sediamo sul divano, stiamo bevendo la seconda bottiglia di vino, io sono leggermente brilla e credo anche Jane
“Allora” incomincia “esattamente cosa siamo?” chiede
“Bo, con te non so mai cosa sono” dico
“ ieri sera ci siamo divertiti”  dice fissando la bottiglia
“ lo dici a lei o a me?” dico indicando la bottiglia
“credo a te” dice guardandomi
“Non abbiamo ancora preso il John il rosso” dico
“Lo so” mi risponde
“Se vuoi buttarti in una relazione, lo si può fare” dico “ ma a delle regole ben precise”
“Tipo?” mi chiede
“Be evitare di sbandierare a tutto l’ufficio quello che facciamo” dico, sicuramente noterà la sottolineatura su tutto
“Mi da fastidio vederti con Bosco, tutto qua” dice facendo spallucce
“Jane è un collega, tutto qui” dico in tono sincero
“Lo so” dice avvicinandosi pericolosamente a me “Ma non mi piace quando qualcuno guarda la mia donna” poi appoggia le labbra sulle mie e il bacio diventa sempre più intenso. Lentamente mi slaccia uno a uno i bottoni della camicetta, io faccio lo stesso con lui.
“secondo me domani ci alzeremo ancora tardi...” dice prendendomi in braccio e continuando a baciarmi, piano piano sale le scale, lasciamo una scia di vestiti lungo il nostro percorso. Arrivati in camera mi appoggia sul letto e si mette sopra di me.
Decide di incominciare a baciarmi il collo per poi scendere fino all’ombelico strappandomi dei piccoli gemiti, piano mi sfila i pantaloni gettandoli sul pavimento vicino ai suoi per poi proseguire nella sua dolce e lenta tortura. Ammetto che a volte ho immaginato come potesse essere fare l’amore con Jane, ma non potevo certo immaginare che fosse cosi intenso. Un sogno mai espresso ma diventato realtà.
 
 
Angolino privato...
Ciao belli/e eccomi con un nuovo capitolo, ringrazio tutti per le recensioni… vi adoro <3
Passiamo ai fatti, ho fatto una sudata per scrivere l’ultima scena! Dover cercare le parole giuste è un’impresa inumana… alla fine ho deciso di far finire le peripezie dei nostri protagonisti e farli finire insieme, anche se mi dispiace per Bosco : (
Grazie per aver letto… se volete scrivere qualcosa fate pure è tutto ben accetto…alla prossima

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Capitolo 6
“Buon giorno” dico sedendomi sulla seggiola al bancone della cucina
“Giorno” dice Jane sorridendo “ eccoti il caffè e le ciambelle” dice mettendo tutto sul tavolo
“Grazie” dico guardandolo, solo ora noto come è vestito
“Come mai la tuta?” chiedo curiosa, non ho mai visto Jane in altri abiti oltre al solito completo
“Andiamo nei boschi, dove c’è un killer libero, vorrei essere il più comodo possibile se dovessi scappare” dice indicando le scarpe da ginnastica
Mi guardo, forse ha ragione dovrei mettere qualcosa di adatto anche io, i tacchi non mi sembrano la “cosa” più comoda “Hai ragione, vado a cambiarmi” dico alzandomi
Certo che la tuta gli sta bene, nonostante sia un semplice pantalone nero e abbia una canotta azzurra e la felpa nera, sta molto bene
Dopo essermi cambiata scendo le scale prendendo le chiavi “Andiamo?” chiedo mentre vedo che mi fissa sorridendo
“Fai un po’ ridere conciata cosi” mi dice
“è l’unica tuta che mi è rimasta le altre sono a lavare” dico indicando la mia tuta rosa, ok sono conscia del fatto che non è il colore più consono ma non mi sembra che sia il caso di discutere “ e poi non è colpa mia se non ho tempo di fare il bucato” dico uscendo “Muoviti!”
“Subito confettino mio” ribatte Jane uscendo di casa
“fai un’altra battuta e ti abbandono nei boschi” dico truce
 
“Van Pelt” dico parlando al telefono, metto in viva voce cosi che anche Jane possa sentire
“Si capo?” risponde
“i ragazzi sono li? Metti in viva voce” ordino
“Ragazzi c’è Lisbon venite” sento dire dall’altro capo del telefono
“Giorno capo” dicono due voci maschili
“Oggi io e Jane andiamo a controllare la casetta nei boschi, dovrebbe venire l’organizzatore del concorso, dovresti interrogarlo tu Cho, chiedigli chi oltre ai giudici ha il compito di leggere i manoscritti. Fatemi sapere se trovano Marta e se dimettono Rosa” dico
“Ok capo, avete bisogno di rinforzi?” mi chiede Rigsby
“No, diamo solo una controllata” dice Jane
 
“Stai leggendo ancora?” chiedo guardandolo con la coda dell’occhio Jane assordo
“Si, sto cercando di finire questo libro nonostante abbia capito chi sia l’assassino dalla 3* pagina” dice sconsolato
“Siamo arrivati” dico parcheggiando
“Io ho finito questo strazio” dice gettando il manoscritto sul sedile posteriore
“Hei sono prove!” strillo, ma Jane è già sceso
 
“Secondo la mappa dobbiamo andare di là” dice alzando gli occhi dalla cartina e indicando un sentiero
“Jane! Quella è una prova!” dico guardando la mappa
“Lo so” dice facendo spallucce
“mettila via e usiamo questa” dico tirandone fuori una dalla tasca e aprendola
“L’hai ricopiata” dice guardandole entrambe
“ho fatto gli stessi segni” dico
“e va bene” avviandosi alla macchina per lasciare giù la prova
 
“Certo che è un brutto sentiero “ dice
Effettivamente è piuttosto accidentato, grazie al cielo ho seguito il consiglio di Jane.
Dopo un ora e trenta arriviamo alla baita
“pensavo di metterci di più” dico guardando l’orologio
“Anche io, dal racconto di Rosa sembrava a ore di cammino” dice Jane
TOC TOC  “sono l’agente del CBI Teresa Lisbon se c’è qualcuno apra la porta” dico
“Lisbon non credo ci sia qualcuno” dice Jane tirando fuori un mazzo di chiavi
“ E quelle da dove saltano fuori?” chiedo guardando le chiavi
“ me le sono fatte prestare “ dice aprendo la porta
Entriamo, la baita è piccola sa di legno e l’odore è inebriante, sembra tutto a posto, troppo a posto.
“C’è molta polvere” dico “sembra che nessuno venga qui da molto tempo” dico passando un dito sul tavolo
“Lisbon!” mi chiama Jane
“Guarda” dice indicando un borsone sul letto
Ci sono dei vestiti  sporchi  di sangue
Io e Jane ci guardiamo “esco a fare una telefonata” dico tirando fuori il telefono, mi accorgo che non c’è campo
“Niente siamo isolati” dico rientrando in camera
“Credi siano di Marta?” mi chiede Jane
“Non saprei, torniamo alla macchina chiamiamo i rinforzi e la scientifica” dico uscendo con Jane al seguito
Appena fuori incontriamo un escursionista
“Salve siamo del CBI, ci presterebbe il suo cellulare?” dice Jane avvicinandosi all’uomo
Io mi avvicino mostrando il distintivo
“Tenete” dice porgendoci il telefono satellitare “grazie “ dico allontanandomi
“Ha sentito della ragazza killer?” chiede Jane al cacciatore
“si ma non sono preoccupato” risponde lui
“Perché?” chiede Jane sorpreso
“conosco i boschi come le mie tasche, se si conosce bene la zona si è capacissimi di uscire su qualche provinciale o direttamente su un sentiero che porta a dei rifugi credo che quella ragazza non sia neanche più in California”
“è facile perdersi?” chiede Jane
“abbastanza, le piantine non servono a niente, si deve sapere dove andare se no si rischia di rimanere bloccati nel nulla” dice indicando gli alberi
“La ringrazio” dico ridandogli il telefono
“Niente, se non vi dispiace continuo” dice indicando il sentiero con il mento
“Aspetti, ha detto che ci sono dei rifugi” dice Jane prendendomi la mappa dalle tasche “dove sono?”
Il cacciatore si avvicina e guarda la mappa “sono quelli già cerchiati di rosso” dice “mancano le casette dei cacciatori, una è qui e una qui” dice indicando la piantina
“Casette dei cacciator?” chiedo
“Si, le si usano in stagione di caccia, i cacciatori si appostano li” dice prendendo lo zaino e tirando fuori una penna “ qui” dice cerchiando un punto “ e qui” cerchiandone un altro “In questo periodo sono disabitate, nessuno si occupa di loro” dice
“La ringrazio” dico salutando
 
“ i ragazzi stanno arrivando” dico mentre inizia a piovere
“Fantastico!” dice Jane entrando in casa
“dove vai?” dico bloccandolo
“dentro, non voglio prendermi una polmonite”
“Jane è una scena del crimine, abbiamo già contaminato le prove, non possiamo entrare” dico guardandolo
Ci sediamo sotto una pianta, fa un freddo spaventoso e siamo completamente zuppi, non possiamo tornare perché sarebbe troppo pericoloso
“Potremmo scaldarci in qualche modo” dice guardandomi sorridendo
“Jane!” dico guardandolo scandalizzata
“Ahaha Teresa…mi fai troppo ridere” dice sghignazzando
 
Dopo un po’ la pioggia cessa e arriva la squadra
“Capo” dice Cho guardandomi da capo a piedi cosi come Van Pelt e Rigsby
“Allora?” chiedo conscia del fatto che appena me ne andrò cominceranno a ridere della mia tuta
“Qui ci pensiamo noi” interviene Rigsby
“Forse è meglio se andate a cambiarvi” dice Van Pelt
“ok, andiamo a farci una doccia Jane” dico
“Non aspettavo altro” ribatte lui, io mi accorgo di quello che ho appena detto e vedo Grace diventare rossa
Sbuffando me ne vado il più veloce possibile. Lascio Jane a casa sua e io vado veloce a casa, devo cambiarmi e andare in ufficio alle 15 dovrebbe arrivare il testimone e visto che gli altri sono nei boschi ci devo parlare io.
 
Ritorno al CBI, questa volta con i miei vestiti soliti, Jane non è ancora arrivato. Sono nel mio ufficio quando ricevo una chiamata, il mio ospite sta arrivando.
“Buon giorno, si accomodi” dico facendolo entrare nella sala interrogatori
“Salve” mi saluta sedendosi
“Mi spiace averla fatta tornare qui ma ho un paio di domande importanti da porle” dico aprendo il fascicolo del caso
“dica pure”
“Lei è l’organizzatore del concorso giusto?” chiedo
“si” annuisce
“in cosa consiste esattamente il suo compito?” chiedo
“Cerco sponsor, faccio pubblicità, scelgo i giudici”
“lei non legge i manoscritti?”
“No, per quello ci sono i giudici. Io mi occupo dei problemi burocratici, le iscrizioni e l’ordine.”
“I giudici li sceglie personalmente?”
“più o meno, io mando delle richieste alle università ai club dei libri, insomma qualsiasi cosa che rientri nella lettura, chi aderisce deve presentarsi nel mio ufficio con delle credenziali, dopo un colloqui decido se sono idonei a giudicare dei testi di principianti, dopo di che li scritturo come giudici” dice
“i giudici sono 9 giusto?” chiedo
“Si”
“i due giudici uccisi, erano importanti?” chiedo
“Be, lo sono tutti, vanno a votazione per eleggere chi vince e chi perde, io non mi immischio nei loro affari, finche fanno le cose in modo corretto io sono a posto”
“Non c’è un presidente di giuria?”
“No, come le ho detto, lavorano in democrazia secondo le regole del voto”
“Grazie, per il suo tem..” non faccio in tempo a finire che entra Van Pelt trafelata “Capo abbiamo un problema”
 
“Pensavo fosse finita questa storia” dico girando attorno al cadavere
Una donna appesa a testa in giù, ha 4 coltellate, tra cui una dritta al cuore
“Da quanto è morta?” chiedo al medico legale
“Almeno un paio di giorni” mi dice
“Rigsby, chi l’ha trovata?” chiedo avviandomi verso di lui
“la donna delle pulizie, viene qui 1 volta alla settimana” dice leggendo su un foglio “ ma oggi non doveva venire, ha detto che era da 3 giorni che non sentiva la signora Rhulf e cosi ha deciso di passare, quando ha bussato e nessuno rispondeva è entrata e ha trovato il corpo”
“Jane!” dice seguendolo in cucina, dove probabilmente stava preparandosi un thè
“Dannazione! È stata Rosa!” mi dice arrabbiato
“Jane non può essere stata lei, è in ospedale, con due coltellate, non avrebbe potuto sollevare un cadavere e appenderlo in quel modo” dico convinta
“Agente” sento chiamare, sia io che Jane andiamo dal medico legale “aveva questa in bocca dice mostrandoci una carta dei tarocchi
“ L’appeso
Rappresentato come un uomo impiccato o comunque a testa in giù o lo sguardo tramortito. L’Appeso non è più un essere terreno, poichè la realtà materiale gli sfugge; vive nel sogno della sua idealità. L’espressione del volto non è però in preda alla disperazione o allo sconforto. E’ l’uomo che viene purificato dalla sofferenza e il cui dolore serve a salvare anche gli altri.
Perfezione morale, abnegazione, devozione, oblio, sognatore ma anche amore non ricambiato o progetti irrealizzabili.” Dice Jane
“Cho rintraccia la famiglia, ci vediamo al CBI” dico
 
“Avanti ditemi tutto” dico seduta al solito tavolo
“Hanna Rhulf, 43 anni, single, era la direttrice di un’università pubblica qui a Sacramento” dice Van Pelt
“I vicini hanno detto che siccome non la vedevano da 3 giorni pensavano fosse andata alla sua casa al mare, come ogni tanto faceva” dice Cho
“Dannazione!” dico sbattendo il pugno sul tavolo
“Io dico che dobbiamo interrogare ancora Rosa”
“Jane, Rosa è in ospedale! No, dobbiamo concentrarci suoi giudici” dico guardando le foto delle vittime
“Rigsby, cerca un collegamento con le altre vittime, oltre al concorso”
“Cho chiama gli altri giudici, informati dove sono e manda una pattuglia sotto le loro case”
“Van Pelt chiama e controlla a che punto sono le ricerche di Marta Red”  detto questo vado nel mio ufficio, devo pensare tranquillamente
Abbiamo 4 vittime, 3 delle quali sono giudici del concorso, l’unica macchia è Hartur, lui non era un giudice…che sapesse qualcosa? Avesse visto qualcosa? Mi abbandono sulla sedia sbuffando. Che faccio?
 
Sono ancora immersa nei miei pensieri quando Jane entra con una tazza di caffè fumante
“pensavo ne avessi bisogno” mi dice appoggiandolo sulla scrivania
“Grazie” poi noto lo sguardo di Jane
“Che hai in mente?” chiedo
“Stavo pensando a ieri sera” dice uscendo mentre io arrossisco, la prossima lo vendo a qualche trafficante di organi!
 
Dopo 10 minuti sono preoccupata, lo sguardo di Jane ero quello della serie “ora faccio qualcosa, di pericoloso,  che avrà delle conseguenze” mi alzo ed esco dall’ufficio cercando Jane, quando vengo fermata da Cho
“Capo, ho parlato coi giudici, ora hanno tutti un’auto della polizia come scorta”
“ Perfetto, hai visto Jane?” chiedo
“No” risponde ritornando alla sua scrivania
Ma dove diavolo si è cacciato?
Sono passate quasi 2 ore, sono le 18.30 e Jane non è ancora tornato, sono preoccupata.
“Lisbon!”
“M-Minelli” dico balzando su dalla sedia
“Vai all’ospedale! SUBITO!” mi urla
“è successo qualcosa a Jane?” chiedo preoccupata
“Quell’idiota si è fatto sbattere fuori!” è rosso in viso e sbraita
 
Arrivo all’ospedale di corsa, quando arrivo vedo Jane fermo li con il suo solito sorriso ma con una bella cinquina stampata in faccia. Sale in macchina salutandomi
“Posso spiegare” inizia
“No Jane, riservati le spiegazioni per Minelli” dico
“è stata Rosa” mi dice tutto trionfante
“ha confessato?” chiedo sbalordita
“No ma...” inizia
Freno di colpo “Jane, porca miseria, ascoltami per una buona volta, non può fare cosi! So che tu lavori cosi, ne sono consapevole so che chiudi i casi, ma non puoi andare in un ospedale accusare una donna innocente e fare come se nulla fosse!” sto urlando e Jane mi guarda senza il solito sorriso “La colpevole è Marta, ci sono le prove, sulla borsa ci sono le impronte, sui vestiti ci sono tracce di sangue di Rosa e di Hartur”
“Questo non significa…” inizia
“Non significa cosa? Non significa che ha ucciso quelle persone? È fuggita!” sono rossa in volto e ho il fiatone “Per una volta, dico per una sola volta, ammetti che hai sbagliato!” dico riavviando l’auto
Torniamo al CBI, Minelli è furibondo e non posso non capire il perché, Jane ha beccato una denuncia da Rosa per diffamazione. Io sono nel mio ufficio e vedo Minelli gesticolare sempre più rosso, Jane è in un angolo. Posso sentire la voce del capo, gli sta dando una bella strigliata, alla fine se le merita. Lo vedo uscire a testa bassa e venire nel mio ufficio e sdraiarsi sul divano.
“Allora?” chiedo
“Mi ha sospeso” dice in tono tranquillo
“di nuovo?” chiedo, oramai è diventato normale per lui
“vado a parlarci” dico alzandomi
 
“Capo” dico entrando
“Che vuoi!” urla, direi che è ancora arrabbiato
“scusi, è colpa mia, ho perso di vista Jane” dico chinando il capo, di solito funziona
Lo sento sospirare “Non ce la faccio più” mi sussurra
“Ma lu…” comincio
“ si lo so lui chiude i casi, lo dici da molto tempo oramai, dovresti cambiare battuta” mi dice guardando nel mio ufficio dove Jane sta frugando nella mia scrivania
“è come un bambino, gli dia una possibilità” lo supplico
“Teresa, se dovessi avere 10 dollari per ogni volta che te l’ho sentito dire sarei ricco con una casa in Toscana”
 
“Andiamo” dico entrando nel mio ufficio e prendendo le mie cose
“dove?” mi chiede
“ in un bar, ho bisogno di bere qualcosa” dico uscendo seguita da Jane
 
Credo di essere ubriaca fradicia, mi gira la testa e a stento riesco a camminare sento Jane che mi dice
“Hai bevuto troppo, te lo avevo detto di non fare cosi tanti giri”
“Non è vero sono lucida” dico, ma non ci credo neanche io
 Appena entrati in casa mi fa sdraiare sul divano e io gli afferro il braccio tirandolo verso di me e baciandolo
“Lisbon non per offenderti ma puzzi d’alcool “ mi dice cercando di divincolarsi da me
“Ma sta zitto” biascico alzandomi faticosamente “dannata stanza! Sta ferma” dico e intanto cerco di spingere Jane sul divano , dopo svariati tentativi e qualche calcio ci riesco
“Ma che fai?” mi chiede cadendo ma io non rispondo sono sopra di lui intenta a slacciargli i bottoni di panciotto e camicia
“Lisbon sei ubriaca” mi dice sbuffando
Io continuo imperterrita il mio lavoro fino a che non riesco a togliergli gli indumenti
“Hai un bel fisico lo sai? Quasi come Jeremy il mio ex che giocava a cricket” biascico prima di iniziare a baciarlo scendendo fino all’ombelico
Lui cerca di spingermi via “nessuno rifiuta Teresa Lisbon! Capito biondino!” strillo
Credo che lo sguardo di Jane vaghi dallo spaventato al divertito.
 Finalmente incomincia a ricambiare i miei baci con sempre più passione, presto ci liberiamo dei vestiti e la festa inizia.
 
 
Il mio angolino privato…
Ciao a tutti, parto subitissimo col ringraziare tutti per le recensioni!! Mi fanno sempre un immenso piacere… Chi avrà ragione Jane o Lisbon? Come reagirà al dopo sbronza? Ehehe tutto al prossimo capitolo! Un bacione a tutti
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Capitolo 7
Al CBI
“ragazzi sono preoccupata per Lisbon” dice Grace
“Non risponde al telefono” dice Cho riappoggiando il telefono
“Sono le 10.30, secondo voi dovremmo andare a casa sua?” chiede sempre più preoccupata Van Pelt
“L’altro giorno ha detto che è stata male, se fosse stata male ancora? Se avesse bisogno di aiuto?”  dice Rigsby
“Jane?” chiede Cho
“Minelli lo ha sospeso, non so per quanto” dice Van Pelt alzandosi “ io vado a casa sua, sono preoccupata, Lisbon non fa mai tardi!” dice avviandosi all’ascensore seguita da Cho e Rigsby
 
Oddio che male di testa, dove sono? Cerco di aprire gli occhi ma la luce è troppo forte. Sento dei rumori, non sono sdraiata ma seduta
“Buon giorno bella addormentata” sento dire
Credo sia Jane “Jane?” chiama flebilmente
“Hai bisogno?”
Finalmente riesco ad aprire gli occhi, vedo un bosco, o merda devo avere un dopo sbornia bello potente ho le allucinazioni, strizzo un paio di volte gli occhi
“siamo in un bosco” mi dice
“Jane, ho mal di testa e la nausea…dimmi che stai scherzando “ sussurro
“ non senti che aria buona?” mi chiede inspirando a pieni polmoni
Io mi guardo attorno, siamo su un sentiero, nel bosco dove non ci sono aspirine…chi non vorrebbe svegliarsi cosi!
“dimmi che hai un buon motivo per portarmi qui…piuttosto come ci sono arrivata?” chiedo
“ti ho portata in braccio, non sei poi cosi leggera” dice stiracchiandosi
“Hai fatto cosa?” chiedo poi mi guardo, mi ha anche vestita, ho dei pantaloni della tuta e una canottiera verde
“Proseguiamo?” mi chiede
“Dove stiamo andando?”  chiedo
“voglio provare una mia teoria” dice avviandosi e io lo seguo
Stiamo camminando da un bel po’, sono inciampata un mucchio di volte, dopo l’ennesima caduta sbuffo e dico “Jane, sono stanca ho mal di testa e questo è l’ultimo posto dove vorrei trovarmi”
 
Casa di Lisbon
capo?” dice Van Pelt bussando “capo?? “ urla Grace bussando più forte
Dall’appartamento di fianco esce una signora incuriosita dai rumori “State cercando Teresa?” chiede un po’ intimorita
“Si, l’ha vista?” chiede Cho
“questa notte è tornata tardi ed era ubriaca era insieme ad un uomo, lo si vede spesso ultimamente. Me ne sono accorta perché soffro d’ insonnia e sentendo i rumori ho guardato dallo spioncino” dice
“L’uomo come era?” chiede Rigsby
“Un biondino, lui cercava di sorreggerla e lei lo spingeva vai” disse indicando anche l’altezza
“sta mattina non l’ha vista?” chiede Van Pelt
“Mi spiace no, però se volete ho le sue chiavi di casa” dice rientrando e poi uscendo con una chiave tra le mani
“La ringrazio” dice Grace prendendola e andando ad aprire la porta
 
“Dai Lisbon non lamentarti sempre, da quanto ne so siamo quasi arrivati” dice sedendosi su una roccia vicino a me e guardandomi
“che c’è?” chiedo
“Chi è Jeremy?” mi chiede
“J-Jeremy?” dico spalancando gli occhi
“Ieri notte hai detto che il suo fisico era bello” mi sussurra strizzando gli occhi
“Ieri notte?” dico spaesata, merda non mi ricordo, ero troppo sbronza, ho dei ricordi offuscati, ero al bar e poi Jane camminava al mio fianco e ricordo un divano…
“Aspetta non ti ricordi?” mi chiede
“No io…” cerco di pensare a qualcosa
“Ahaha aspetta tu non ti ricordi nulla?” sembra divertito
“si che mi ricordo e comunque Jeremy non è affar tuo” dico alzandomi e strappandogli la cartina dalle mani
 
Casa di Lisbon
“c’è puzza di alcool” dice Rigsby entrando
“Forse dovremmo andarcene” dice Cho nel salotto
“Perché?” chiedo Van Pelt e Rigsby raggiungendolo e guardando nella sua stessa direzione
“Ah be si forse è meglio” sussurrò Van Pelt rossa in volto
 
“Bene ora che siamo arrivati?” chiedo sedendomi
“Siamo esattamente nel punto in cui è sbucata fuori Rosa, da quanto ci risulta…se si prosegue per altri 700 metri si esce sulla provinciale” dice Jane indicando un punto
“e allora? Non c’è nulla” dico in un sussurro, ho ancora mal di testa
“Dobbiamo andare nell’altra casetta” dice convinto
“No! Tu vai io non ci vengo sono le 2 del pomeriggio, voglio andare a casa, farmi una doccia e poi andare al lavoro” dico urlando e me ne pento subito grazie alle fitte alla testa, spalanco gli occhi e mi giro verso Jane
“Jane, hai avvisato la squadra vero?” sussurro
“Avvisare la squadra?” mi chiede
“Si, dire loro che saremmo venuti qui…” spiego
“Perché dovevo farlo?” mi chiede sorridendo
Mi avvio sul sentiero, tornerò indietro con o senza di lui.
“Lisbon aspetta..” mi grida Jane
“No Jane, nessuno sa dove ci troviamo è pericol…” non faccio in tempo a finire la frase che scivolo e strappo la cartina “merda” bisbiglio
Dopo 3 ore siamo arrivati all’auto, getto via quella dannata cartina è impossibile camminare e leggere, sono caduta una decina di volte e oramai è uno straccio e io sono distrutta, ho sonno e sono talmente piena di foglie che sembro una pianta…ma la sorte non ha risparmiato neanche Jane, pure lui, per quanto buffo sia, si sta lamentando delle foglie
“Portami a casa, devo andare in ufficio” dico salendo in auto e frugando qua  e la
“che cerchi?” mi chiede
“ il mio cellulare” dico, poi alzo di scatto la testa
“Jane, lo hai lasciato a casa?” chiedo
“si tanto qui non si prende” dice facendo spallucce
Finalmente arriviamo a casa, entro in salotto mentre Jane si fionda a prendermi un’aspirina e a fare del thè, mi guardo in giro e vedo il disastro
Sulla spalliera del divano c’è il mio reggiseno, per terra c’è la camicia di Jane insieme al suo panciotto, vedo una cintura buttata sul tavolino insieme… o signore le mie mutande! Raccolgo tutto velocemente, poteva almeno mettere in ordine visto che si è preso la briga di portarmi in giro priva di sensi.
“tieni “ dice porgendomi un bicchiere e la pastiglia
“potevi mettere almeno a posto!” lo sgrido
“Guarda che tutta sta roba è colpa tua! Ieri sera eri indiavolata” dice con un sorriso ammiccante “potremmo farlo tutte le sere..” gli tappo la bocca con la mano, non voglio sentire altro
Dopo essermi fatta una doccia, insieme a Jane vado al CBI
 
“Ragazzi, scusate il ritardo ma Jane mi ha trascinata in una delle sue ispezioni ” dico sorridendo e guardandoli
“Abbiamo provato a contattarti” dice Van Pelt “Hanno dimesso Rosa” dice
“Le abbiamo messo un’auto della polizia sotto casa” dice Cho
“Ottimo lavoro” dico avviandomi al mio ufficio seguita da Jane
“Domani dobbiamo andare nell’altra casetta” dice appoggiandosi alla mia scrivania
“perché ci vuoi andare?” chiedo esausta
“perché è li che si nasconde Marta” mi dice sorridendo  “ e ora scusa ma voglio leggere il suo libro!” dice andandosene
“Jane aspetta!” urlo, mi sta ignorando, decido di seguirlo
“La forestale ha controllato non c’è nulla!” dico raggiungendolo
“Non hanno controllato bene” dice appollaiandosi sul divano “Ah Rigsby” dice girandosi verso di lui “credo che dovresti ridarle le chiavi” dice sorridendo
“ Q-Quali c-chiavi” balbetta mentre cerca di nascondere qualcosa
“Quelle di casa sua” dice Jane aprendo il fascicolo
“Rigsby” dico “Di che sta parlando” dico mentre mi avvicino a lui, Van Pelt intanto incomincia a sbiancare
“Niente capo è roba mia” dice alzandosi di colpo
“Grace che diavolo succede?” chiedo e poi le vedo. Perdo un battito e alzo la mano “Q-quelle sono le mie chiavi di casa” balbetto
“Capo, le possiamo spiegare” dice Van Pelt
“Siete entrati in casa mia” dico incredula
“Capo non arrivava al lavoro l’altra mattina ha detto che è stata male” stava articolando Rigsby
“Cho” mi volto verso di lui
“Si siamo entrati in casa sua” dice lui lapidario
“Cho!” dicono in coro Van Pelt e Rigsby
In un attimo mi viene in mente il mio soggiorno, spalanco gli occhi “Voi avete…” dico cercando le parole
“No!” dice Rigsby ma Grace lo tradisce diventando tutta rossa e guardandosi intorno
Sono imbambolata davanti a loro, non so che pensare e poi dico “ Non sono i vestiti di Jane” dico nel tono più convincente che conosco
“Noi non abbiamo mai detto questo” dice Cho
“Non vi devo spiegazioni su come passo le mie serate” dico fuggendo nel cucinino lasciando tutti li imbambolati a fissarmi
“mi devi 50 dollari” dice Cho girandosi verso Rigsby
“Uffa” dice lui tirando fuori il portafoglio
“Ragazzi non mi sembra il momento” dice Grace avviandosi al cucinino
 
“Teresa” dice chiudendosi la porta dietro “Non ti preoccupare, noi non ti giudichiamo per le tue scelte” dice toccandomi la spalla
“Oh Grace” dico abbracciandola
 
“LISBON!!!!!” sentiamo urlare
“che c’è Jane” dico correndo
“Chiama la sorella di Marta Red” mi dice Jane alzandosi di scatto
 
 
“Mi scusi signorina per averla chiamata cosi tardi e con cosi tanta urgenza” dico stringendole la mano mentre la faccio accomodare nel mio ufficio
“Avete trovato mia sorella?” chiede speranzosa
“No” dice secco Jane “ pensiamo sia lei l’assassina” dice fissandola negli occhi  “ e lei ci deve dare una mano a catturarla” conclude
“Capo!” dice entrando il tutta fretta Van Pelt “mi segua” dice uscendo
“Mi scusi signorina Loraine” dico seguendo Van Pelt “Si può sapere che succede! Sto int…” non riesco a finire la frase i miei occhi sono puntanti sullo schermo della tv  “Che diavolo ci fate ancora qui?!” urlo
“Muovetevi andate là!” dico correndo nel mio ufficio e prendendo le chiavi della macchina “Ma che succede?” chiede Jane raggiungendomi “Zitto e seguimi” dico avviandomi all’ascensore
 
 
Appena arrivati corro dai due agenti “Cosa è successo!?” sono arrabbiata come non mai
“Ci dispiace” dice uno mentre il medico gli benda la testa
“Le assicuro agente, ci ha colto di sorpresa!”
 
La casa è completamente bruciata non c’è più nulla se non la carcassa e le macerie, rimango a fissarla
“Capo” dice Rigsby venendo verso di me
“Dimmi che hai buone notizie” dico
“Mi spiace” dice scuotendo la testa
“L’hanno trovata?” domando
“Pensiamo di si, è impossibile identificarla, ma gli agenti hanno detto che l’hanno vista andare a dormire”
“Magari si è svegliata” cerco di essere ottimista
“Prendeva delle pillole per dormire” dice Jane raggiungendoci  “Me lo ha detto quando sono andato in ospedale”
 
 
Siamo tornati in ufficio, sono le 21 e siamo tutti stanchi ma non possiamo andare a casa
“Cho voglio un mandato di cattura per Marta Red! Estendilo agli stati vicini, se ce ne sarà bisogno a tutta l’America!” dico avviandomi nel mio ufficio dove trovo  Minelli
“Teresa, forse è meglio che ti affianchi un’altra squadra” mi dice preoccupato
“No!” dico
“Ascolta, avete 5 morti sulle spalle e nessun colpevole” dice cercando di essere il più ragionevole possibile
“Lo so, lo so” dico sedendomi e prendendo la testa tra le mani “Dacci un po’ di tempo, la prenderemo te lo giuro” dico guardandolo, cercando di far sembrare convincenti le mie parole
“Jane ha un piano?” mi chiede
“Si” dico guardandolo negli occhi
“Va bene, non posso neanche immaginare in che casino stiate per cacciarvi” dice sorridendo
“Capo, sbatteremo Marta Red in prigione” dico alzandomi  e uscendo con lui dal mio ufficio
 
Mi avvicino alla scrivania di Cho, lui sta telefonando, Rigsby è in ospedale con i due agenti feriti e Van Pelt sta scrivendo qualcosa al computer
Vado nel cucinino dove trovo Jane intento a prepararsi un thè “Credi che funzionerà?” dico guardandolo
“Avanti dubiti di me?” dice facendo l’occhiolino            
Lo guardo, ha il suo solito sorriso “Dubito che tu sia sano di mente, tutto qua”  dico avvicinandomi a lui
Lui ride e poi mi da un bacio veloce lasciandomi stordita.
Ritorniamo dagli altri “Ragazzi  è tardi andate tutti a casa, ci vediamo domani mattina” dico sorridendo
 
 
Salgo in macchina, sono stanca morta ho solo voglia di dormire, metto in moto “aspetta!” dice Jane aprendo la portiera e infilandosi in macchina
“Jane ho voglia di dormire!” piagnucolo
“Non ti preoccupare, ma prima di tornare a casa voglio portarti in un posto” dice allacciandosi la cintura
“Forse è meglio se guido io” dice scendendo e aprendomi la portiera
“Scherzi vero?” dico guardandolo storto
“Hai sonno, potresti farci fare un incidente” dice tutto convinto
“E va bene” dico scendendo e risalendo dalla parte del passeggero
“Si parte” dice avviando la macchina
“Per dove?” chiedo
“Se te le dico che sorpresa è?” dice uscendo dal parcheggio
Io mi appoggio al sedile e chiudo gli occhi
“Avanti Lisbon svegliati” dice una voce lontana “Lisbon non obbligarmi a usare le cattive” mi minaccia
“ok come vuoi” dice, sento che mi solleva di peso, sto sognando? Sento il profumo del mare, le onde i gabbiani, sorrido
“Ridi finche puoi” dice la voce, è quella di Jane, oddio ora me lo ritrovo pure nei sogni, diventerò pazza se vado avanti cosi. Sento la terra, sono sdraiata sulla sabbia, ma è bagnata, il contatto col freddo mi risveglia, apro gli occhi appena in tempo per vedere un’onda che mi investe in pieno.
Mi alzo sputacchiando l’acqua salata, sono zuppa “Jane!” strillo
“Buon giorno principessa” dice lui sorridendo
“C-che ci facciamo qui?” dico indicando il luogo intorno a me.
Siamo su una spiaggia, è quasi l’alba, vedo un chiarore spuntare dall’oceano poi mi giro verso Jane, ha una tuta da surf e la tavola è appoggiata sulla spiaggia
“Sei tutto bagnato” dico
“e be ho appena finito di fare surf, è magnifico” dice guardando l’oceano
Poi guardo me stessa, sono completamente fradicia “e questo?” dico indicando i miei vestiti “anche io ho appena finito di fare surf?” chiedo
“O nono tu sei accidentalmente finita in acqua” noto che sottolinea accidentalmente
“Io ti affogo” dico andandogli incontro
“Dai! Non fare cosi! Ti ho portato il cambio” dice indicando la macchina parcheggiata sulla strada
“tu sei pazzo” dico avviandomi all’auto
“si di te” mi risponde sorridendo, come d’incanto divento rosso fuoco
“Ma sta zitto” borbotto
 
Dopo essermi  messa i calzoncini corti la canotta e la felpa ritorno in spiaggia, il sole sta sorgendo e lo spettacolo è incantevole
“Wow” sussurro
“Bello vero?” dice Jane raggiungendomi, anche lui si è cambiato
“Si fantastico” dico fissando il cielo che si sta lentamente colorando di bellissime sfumature
Jane mi avvolge le spalle e rimaniamo in silenzio a contemplare il paesaggio, dopo avermi dato un bacio, tutt’altro che casto mi prende la mano “Dove andiamo?” chiedo curiosa
“A fare colazione” mi risponde tutto contento “conosco un posto con una vista divina”
 
Il piccolo chiosco dove ci troviamo è molto bello, i tavoli sono in spiaggia , cosi da poter ammirare il paesaggio
“Salve signor Jane” saluta il barista appena ci vede entrare
“Ehi John come stai?” chiede Jane stringendogli la mano
“Si tira avanti…e questa bellezza?” dice indicandomi
“Piacere sono Teresa Lisbon” dico stringendogli la mano
“Vecchio volpone di un Jane” dice John dandogli una pacca sulla spalla
 
“Siamo amici da molto, vengo sempre qui a fare surf” dice sedendosi a un tavolo
“Capisco” dico imitandolo
“Allora” dice il barista raggiungendoci “Per te il solito…e per lei?” dice guardandomi
“Io un caffè e una ciambella” dico “Ciambella?” mi chiede “ Cosi mi offende Teresa” dice storcendo la bocca
“Sono famoso su tutta la costa per le mie brioches “ dice andandosene sotto il mio sguardo attonito
“Ahah, mi spiace Lisbon…niente ciambelle oggi” mi sorride Jane
 
Dopo un paio di minuti ritorna John con un paio di tazze fumanti e due brioches calde col cioccolato fuso sopra “Mi creda, dopo che avrà mangiato queste, si scorderà delle sue ciambelle” dice lasciandoci soli
Effettivamente hanno un profumino niente male
“E non solo il profumo è niente male” dice Jane
“Non leggermi nella testa” lo ribecco io
“Suffia Lisfon” dice mentre addenta una brioches, vedo salirgli le lacrime agli occhi
“Ahaha “ incomincio a ridere
“Mi sono ustionato la lingua” dice piagnucolando
 
Dopo aver finito di mangiare e salutato il barista torniamo all’auto, Jane guida verso casa mia “Grazie” dico scendendo dall’auto “Ti vengo a recuperare più tardi” mi dice andandosene
Dopo una bella doccia e un veloce cambio d’abito sono pronta per andare.
 
Una volta al CBI mi siedo nel mio ufficio, guardo l’ora, tra poco si sarebbe scatenato l’inferno “be ora o mai più” dico alzandomi quando le porte dell’ascensore si aprono.
Vedo i ragazzi alzarsi di scatto con gli occhi increduli. Jane si avvia all’ascensore tranquillo come se nulla fosse e dice “Buon giorno Marta, come sta?” sotto gli occhi stupiti della squadra.
 
Il mio angolino privato…
Ringrazio tutti per le recensioni e un bacione grande cosi a i 3 utenti che hanno messo la mia storia tra le seguite e alla ragazza che l’ha messa tra le preferite...persino la mia piccola mente malata si commuove!
Be che dire, credo di riuscire a concludere la storia nel prossimo capitolo o comunque in quello dopo.
Intanto vi mando un bacione! Alla prossima XD
 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Capitolo 8
“Sei pronta?” mi chiede Jane guardandomi dubbioso, non sembra molto convinto della mia scelta “Sai che poteva farlo Brenda…vero?” mi dice squadrandomi
“Certo, catturo criminali ogni giorno , questo è nulla in confronto” dico uscendo dal CBI e mettendomi nella postazione indicatami dalla nostra addetta alle pubbliche relazioni. Faccio un respiro profondo e poi incomincio a parlare.
“Salve, sono l’agente Teresa Lisbon. Sono incaricata di risolvere il caso del killer che sta mietendo  sempre più vite ispirandosi ai tarocchi” dico fissando i giornalisti. In un attimo si scatena il caos più totale, vengo bombardata di domande da ogni parte, la confusione si fa strada piano piano.
“Agente Lisbon, abbiamo saputo che la presunta omicida Marta Red si è presentata di sua spontanea volontà ieri mattina al CBI è vero?” mi chiede una giornalista bionda
“Si, confermo, la ricercata Marta Red si è presentata lei stessa al CBI ieri mattina” rispondo
“Ha confessato?” mi chiede un giornalista
“La signorina Red ha deciso di avvalersi dell’aiuto di un avvocato d’ufficio. Purtroppo in questo periodo ci troviamo in serie difficoltà nel reperirne uno, quindi non ha ancora avuto la possibilità di parlare ” dico seria
“Avete problemi nel trovare un avvocato?” mi chiede un giornalista piuttosto dubbioso
“Si, ultimamente i crimini sono aumentati e di conseguenza effettuiamo più arresti e quindi molti dei nostri avvocati d’ufficio sono impegnati con più casi” dico cercando di essere il più convincente possibile
“La criminale è quindi a piede libero?” strilla qualcuno da destra
“Certo che no!” incomincio a stufarmi di questo interrogatorio “ non potremo mai lasciarla libera, per questioni di sicurezza pubblica naturalmente”
“Dove si trova ora?” strilla qualcuno da sinistra
“Questo non può essere divulgato” dico
“Quindi l’avete lasciata libera?” strilla, sempre, qualcuno
“Come ho detto, no!” ripeto, sto iniziando a perdere la pazienza, mi giro verso Brenda, ma come diavolo fa a starsene li a sorridere come se nulla fosse?
“Ma non ci vuole dire dove si trova, come facciamo a crederle?” 
Quello lo conosco, è un giornalista importante e un vero bastardo, devo stare attenta
“Va bene” dico sbuffando “ la sospettata è sotto la mia diretta protezione, come capo ho il compito di supervisionarla affinché non diventi un problema, per il dipartimento e per la comunità, la sua gestione”
“Quindi?” chiede ancora lui.
“è sotto la mia diretta protezione, non le basta?” chiedo
“No, alla popolazione non basta sapere chi la guarda” mi dice lui
“La sospettata è affidata alla mia squadra, di conseguenza qualcuno la deve ospitare” dico
“Non potete lasciarla in prigione?” mi chiede un altro giornalista
Sto per rispondere ma qualcuno risponde al posto mio , è il giornalista di prima “No perché non possono trattenerla per più di un giorno se non hanno delle solide basi di accusa ”
Poi si rivolge ancora a me “quindi assicura alla popolazione che è tutto sotto il suo pieno controllo e che la signorina Red non può nuocere a nessuno, al momento?”
“Si, la sospettata è in stato di fermo, la popolazione può stare tranquilla” dico cercando di sorridere nel modo più sincero possibile, anche se credo che anche un ceco si accorgerebbe che sto mentendo
“Cosa ci sa dire dell’ultima vittima Rosa Nil ?” chiede una giornalista mora
“Stiamo analizzando le prove e i resti  per capire se il corpo ritrovato è il suo” rispondo
“Non ne siete sicuri?” chiede sempre la stessa abbastanza perplessa. Cavolo ho sbagliato! Dannazione dannati giornalisti mettono sotto pressione in un modo spaventoso
“Vede, il corpo era in uno stato terribile, è piuttosto difficile identificarla” rispondo
“Io non le ho chiesto questo” mi dice
“Senta” incomincio a scaldarmi “sappiamo che in casa c’era solo lei, abbiamo il 99% di certezza che sia lei ma prima di dare un nome e un cognome dobbiamo essere sicuri” dico guardandola male
“Capisco” dice scrivendo qualcosa sul suo libretto
“Pensavo ci volesse poco per capire a chi appartiene un corpo” dice con un sorrisetto il giornalista di prima
Ora gli sparo, questo è peggio di Jane!
“Come ho detto prima e vi sarei grata se mi ascoltaste quando parlo, il corpo è ridotto in cenere le analisi sono più difficoltose e lunghe” dico iniziando ad alterare il tono della voce
“Dove si trova ora il corpo?” mi chiede
“Nel nostro obitorio, i tecnici migliori ci stanno lavorando, probabilmente tra 2 o 3 giorni sapremo il responso” guardo verso Brenda il mio sguardo dice tutto
“Va bene” interviene lei “Ringraziamo l’agente Lisbon per averci concesso il suo tempo”
E io ringrazio te Brenda per aver evitato un bagno di sangue che avrebbe sicuramente rovinato la giornata ad un bel po’ di persone qui presenti.
Mentre ritorno dentro sento i giornalisti che protestano.
 
“Complimenti capo” mi dice Rigsby
“La prossima volta sparo a qualcuno” dico avviandosi nel mio ufficio dove trovo Jane
“Sei stata brava” mi dice sorridendo “ti meriti un premio” dice avvicinandosi a me, sta per baciarmi quando qualcuno bussa alla porta
“Ehi Lisbon”
“Ciao Sam” dico spingendo via Jane in malo modo
“Volevo farti i complimenti per essere riuscita a tener testa alla stampa non è da tutti” dice dandomi una pacca sulla spalla
“Grazie è stata dura” dico sincera
“Ti va di bere qualcosa?” mi chiede “magari sta sera o domani sera”
“Veramente non posso” dico abbassando lo sguardo
“Ah capisco” dice sorridendomi
“Non è che non mi diverta ad uscire con te, anzi è il contrario, se un ottimo intrattenitore e un buon amico e mi piaci molto ma…vedi…” cerco di dire “ è solo che mi sto frequentando con una persona e potrebbe essere qualcosa di serio…” dico quasi sussurrando
“Ah beh sono felice per te” dice uscendo dal mio ufficio.
Sono dispiaciuta per lui, mi sento in colpa in un modo tremendo, forse l’ultima volta non dovevo accettare il suo invito a cena...
 
Dopo che Bosco è uscito vedo Jane che apre un cassetto della mia scrivania e tira fuori un foglio e una penna e scrive qualcosa
“Che diavolo fai?” chiedo avvicinandomi e guardando il foglio
“Jane 6 Bosco 2” leggo, poi alzo lo sguardo verso Jane “Ti do 30 secondi per darmi una spiegazione se no ti sparo” dico mettendo una mano sulla pistola
“Dai Lisbon! Non faccio niente di male, tengo solo il conto di quante volte vinco su Bosco per te” dice facendo spallucce
“Due bambini! Ecco cosa siete!” dico tirandogli un pugno sulla spalla, lui incassa il colpo e poi mi abbraccia dandomi un rapido bacio e uscendo dal mio ufficio tutto contento mentre io cerco di capire quello che è successo. Dannato Jane!
Sbuffando mi siedo alla scrivania, la giornata è ancora lunga e sinceramente ho davvero paura di come potrebbe concludersi.
 
 
“Capo, Minelli la vuole” dice Van Pelt entrando nel mio ufficio con un leggero colpetto alla porta
“Vado subito” dico alzandomi, un giorno o l’altro riuscirò a finire tutti i rapporti che ho sulla scrivania
 
“Capo voleva vedermi?” dico entrando nel suo ufficio
“Si siediti” mi dice.
“è successo qualcosa?” chiedo con un nodo in gola, ho un terribile presentimento
“Ho visto la conferenza stampa, mi volevo solo farti i complimenti, dovresti farlo più spesso” mi dice sorridendo
“Oh ah emm… grazie ma credo che per qualche anno non vorrò più avere a che fare con loro” dico sorridendo imbarazzata. Fiuuu io che penso sempre male, un giorno o l’altro mi verrà un colpo al cuore.
“Ahaha ti capisco, anche io non li sopporto” dice appoggiando i gomiti alla scrivania  “ora la cosa che volevo chiederti… Ho un brutto presentimento” dice fissandomi
O merda, lo sapevo , lo sapevo.
“Brutto presentimento?” chiedo.
“Si, Jane fa il bravo da 2 giorni, sta architettando qualcosa” dice guardandomi “lo sento” sussurra
“Lo sa che Jane con me non parla dei suoi piani malefici!” dico alzando le spalle
“No, questa volta ci sei dentro anche tu” dice “Lisbon sei un’ottima agente, tra qualche anno potresti addirittura essere tra i piani alti e perché no? Anche tra quelli dell’FBI”
“Capo non capisco…”cerco di dire
“Se stai assecondando Jane in uno dei suoi folli piani, ci saranno delle conseguenze, per tutti e due” dice, più esplicito di cosi non poteva essere
“Con tutto il rispet…” inizio a dire quando dalla porta entra Jane
“Minelli!” lo saluta
“Jane sto parlando con Teresa” dice lui guardandolo
“Suvvia siamo partners, può dirlo anche a me, io e lei siamo una cosa sola” dice sedendosi davanti a lui e fissandolo intensamente
“No questo non mi interessa, potete essere anche incollati ma io…” inizia lui, ma viene subito interrotto da Jane che inizia a sussurrare
“Si rilassi, si rilassi, deve solo rilassarsi”
Io lo guardo, so cosa sta facendo.
“Adesso faccia dei profondi respiri, deve rilassarsi” dice sussurrando e toccandogli una mano dice “Ora, quando  sentirai ancora questo tocco, si risveglierà, avrai una voglia matta di portare a cena sua moglie cosi si alzerà e uscirà andando dritto a casa…” poi si volta verso di me “Vuoi un aumento?” mi chiede sorridendo
Il mio sguardo omicida credo che faccia intendere la risposta
“Come vuoi, io lo dicevo per te” dice lasciando la mano di Minelli
“Pronta?” mi chiede
“Si” dico alzandomi
Gli tocca la mano e lui si sveglia scuotendo la testa come se fosse stordito
“Quindi la teniamo ancora con noi per estreme eventualità …capo mi sta ascoltando?” gli chiedo guardandolo
“Cosa?” mi chiede stranito, guardando me e poi Jane
“Le sto facendo il resoconto, come mi ha chiesto” dico
“Scusa Teresa ma devo andare a casa…” dice
“Ah ok” dico io uscendo assieme a Jane
“Aspetta “ dice lui.
Uno sguardo spaventato lampeggia negli occhi miei e di Jane.
Merda! Lo sapevo è stata un’idea stupida, ora ci sbatterà fuori dal CBI in due secondi, Jane sta sudando freddo, generalmente la sua ipnosi non fa mai cilecca.
“Conoscete un locale carino?” ci chiede mentre ci voltiamo già elaborando qualche scusa plausibile
Vedo Jane sospirare , il mio cuore riprende a battere normalmente.
“Emm…” dico
“io ne conosco uno” dice Jane avvicinandosi alla scrivania di Minelli, con una tranquillità disarmante e prendendo un pezzo di carta “ecco” dice scrivendoci sopra  qualcosa “è un localino piccolo ma con una vista sul mare a dir poco stupenda, dica che la mando io e di sicuro le trovano un tavolo anche se è tutto pieno” dice dando il foglio a Minelli che tutto sorridente si alza prendendo la giacca e ringraziando Jane prima di uscire dal suo ufficio e fiondarsi in ascensore
Io mi accascio sulla sedia “Jane, dopo questo caso voglio una vacanza…una lunga vacanza” dico
“Ahah avevi dei dubbi sulla mia ipnosi?” mi chiede facendo finta di essere offeso
Io lo guardo di traverso “Jane, stiamo commettendo un crimine dopo l’altro, la nostra fedina penale si sta allungando a dismisura!” dico sconsolata
“Per una cosa del genere?” mi dice sbalordito
“Sono due giorni che compiamo reati!” dico alzandomi di colpo
“Ipnotizzare il capo è un reato?” mi chiede con lo sguardo da bambino innocente
“Nooo” rispondo ironica “ è un passatempo produttivo” dico
“Be dicerto per la moglie di Minelli è piuttosto produttivo” dice ammiccando
 
“Capo è tutto a posto?” mi chiede Grace “Sembri un po’ bianca, vuoi qualcosa da mangiare?” chiede tutta preoccupata
“Nono tutto a posto” dico, guardo l’ora sono solo le 16.30 prima che arrivi sera ci vuole ancora un po’.
“Be ora che si fa?” chiede Cho
“Abbiamo buttato l’esca, aspettiamo che il pesce abbocchi” dice Jane sdraiandosi sul divano
Gli altri mi guardano, credo siano preoccupati quanto me.
“Concordo con Jane” dico appoggiandomi alla scrivania di Van Pelt
“Avete preparato tutto?” chiedo guardando la squadra
“Si, vuole vedere?” mi chiede Rigsby tutto elettrizzato, è felice come un bambino, solo lui può esserlo in una situazione come questa
“Va bene” dico avvicinandomi alla sua scrivania.
Mentre mi mostra le immagini sullo schermo non posso non riuscire a pensare che forse, alla fine, potremmo davvero concludere il caso in modo pulito…magari Minelli sarà disposto a passare sopra certe cose fatte, come la sua ipnosi.
Ok no, non ci passerà sopra, anzi ci striglierà per bene, sospiro guardando Rigsby che parla tutto concentrato, è un ottimo agente farà di sicuro carriera, come anche Cho e Van Pelt. Chissà il giorno il cui verranno fatte loro altre proposte molto più allettanti, decideranno sicuramente di andarsene e io che farò? Rimarrò qui da sola, Jane una volta ultimata la sua vendetta se ne andrà, magari saremo ancora insieme come coppia o magari no…oramai non so più che pensare, il futuro è un mistero, qualche giorno fa neanche pensavo di poter baciare Jane e ora guarda a che livello siamo. È proprio vero che il mondo fa il suo corso e noi dobbiamo solo seguire il flusso.
“Capo?”
“Teresa? Tutto a posto?” dice Van Pelt scuotendomi per un braccio
“Cosa?” dico scuotendo la testa
“Avevi uno sguardo sperso” mi dice la rossa preoccupata
“Ah niente” dico sorridendo “Stavo solo pensando”  dico alzandomi “Volete un caffè o qualcosa da sgranocchiare?” chiedo
“Io voglio un panino” dice Rigsby con gli occhi che brillano
“Io un caffè” dice Cho
“Anche io” dice Van Pelt
 
 
“Lisbon aspetta” dice Jane raggiungendomi di corsa nell’atrio
“Vieni con me?” chiedo
“Si” mi dice sorridendo
Andiamo al bar davanti al CBI qui ci sono i panini che piacciono tanto a Rigsby.
“Non devi preoccuparti” mi dice Jane
“Smettila di ravanarmi in testa” dico guardandolo male  “un panino e 3 caffè…grazie” dico rivolta alla cameriera
“Si vede lontano un miglio” dice Jane
Pago e ritorniamo al CBI distribuisco i caffè e il panino e ci sediamo tutti al tavolo.
 
Guardo l’ora sono le 21.00 è ora di dare inizio ai giochi
“Signorina Red? Salve sono l’agente Lisbon…capisco ok “ dico riagganciando
“Allora?” mi chiede Cho
“Tocca a noi” dico sorridendo
 
Siamo tutti nel parcheggio, io tengo stretta la Red “Ok allora stasera andrai con Rigsby” dico rivolta a lei
“Certo capo” dice lui prendendola in custodia
“Benissimo, ci vediamo domani mattina e se hai problemi chiamami pure” dico a Rigsby mentre sale in macchina. Aspettiamo tutti che se ne vada e poi saliamo in macchina anche noi.
 
“Cho, Van Pelt , mi sentite?” chiedo alla radio
“Si capo” rispondono in coro
“Perfetto allora tutto regolare” dico sedendomi
“Lisbon non essere cosi tesa” mi dice Jane mentre guida tranquillo proprio in quel momento frena e la portiera si apre
“Eccoci capo” dico Van Pelt e Cho salendo sull’auto del medico legale
“Rigsby?” dico parlando alla radio
“Capo sono quasi arrivato a casa, nessuna auto mi segue” dice lui
“Ok allora affrettati ad entrare ed uscire” dico chiudendo la comunicazione
Arriviamo al CBI
“Signor Jane?” chiede la guardia
“Salve Tom!” lo saluta allegro Jane
“Come mai con l’auto del medico legale?” chiede la guardia
“Volevo solo fare un giro…la prego non lo dica Lisbon se no è la volta buona che mi uccide” dice Jane
“Ahah povera donna!” dice la guardia “Su si muova e rimetta a posto l’auto” dice alzando la sbarra
Qualcuno che mi compatisce! Devo offrire da bere a Tom.
Sento Jane scendere e aprirci le portiere “Un gioco da ragazzi” dice
“Ok, sistemiamoci e aspettiamo” dico scendendo ed entrando nell’obitorio
“Ricordate cella 13” dico ai ragazzi prima di accucciarmi
“speriamo che non ci metta troppo” sussurro a Jane
“Basta solo aspettare” dice lui sedendosi a gambe incrociate
Siamo qui da quasi un ora e non è successo ancora niente, se non un messaggio di Rigsby che mi avverte che è arrivato al CBI e sta aspettando nella sala interrogatori.
Siamo tutti in silenzio, nei nostri cuori preghiamo che accada qualcosa, che il piano di Jane funzioni.
Sono oramai le 23 passate, ho le gambe intorpidite e la voglia di tornarmene a casa, guardo Jane ha gli occhi chiusi. Sembra stia dormendo mi avvicino quando apre di colpo gli occhi, si mette un dito sulla bocca e mi dice “ci siamo” in quel momento sento aprire la porta dell’obitorio, in contemporaneo mi arriva un messaggio di Rigsby con scritto “ci siamo” bene ora o mai più. Sentiamo aprire una cella frigorifera, faccio un cenno a Jane che piano piano si avvicina all’ interruttore della luce, vedo Cho e Van Pelt prendere posizione
“Hei Lisbon” comincia Jane parlando ad alta voce “Non credi che ultimamente le persone risorgano un po’ troppo spesso?” dice accendendo la luce
“Sai Jane non posso darti torto” dico io alzandomi con la pistola puntata
“Lei che ne pensa signorina Nil?” chiede Jane sorridendo
 
 
Il mio angolino privato
Buon giorno belli/e, in definitiva il prossimo sarà l’ultimo capitolo, volevo mettere tutto insieme però mi sembrava che venisse una pappardella troppo lunga e cosi ho spezzato ^.^
Ringrazio, come sempre, per le recensioni! Mi fanno sempre felice XD
Ci vediamo al prossimo e ultimo capitolo…baciotti

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Capitolo 9
*** capitolo 9 (fine) ***


Capitolo 9
“Avanti parla” dico “Non ti aiuterà per niente startene li in silenzio” dico appoggiandomi allo schienale della sedia, sono due ore che siamo in queste condizioni il silenzio è la quarta persona presente in questa stanza
“Rosa, sappiamo tutto quello che ha fatto” dice Jane “Ma se vuole le rinfresco la memoria” dice mettendo sul tavolo il manoscritto
“Sa cosa è questo?” chiedo indicando il plico di fogli
Lei lo guarda e finalmente parla “Si so cos’è” dice a mezza voce
“Allora ce lo spieghi” dico esortandola a parlare
“Sono dei fogli” mi risponde sarcastica
“No no non sono dei semplici fogli e questo lei lo sa” dice Jane fissandola “Questo” dice indicando il plico “è il suo bambino, la sua creazione il suo orgoglio” conclude sedendosi al mio fianco
“Sembra stanca Rosa, perché non ci racconta la sua storia? Cosi potrà riposare” dico guardandola, non solo lei è stanca…
“Come ha fatto?” dice guardando prima il libro e poi Jane
“Sa, all’inizio mi aveva ingannato, lo ammetto ma poi piano piano ho capito tutto” dice Jane sorridendo “ho letto il libro di Hartur…che cosa banale vero?” chiede guardando Rosa
“Lui non sapeva scrivere, non capiva” dice lei
“e lei lo ha punito?” chiedo
“li ho puniti tutti” dice ridendo
“Partiamo dall’inizio” dico tirando fuori le foto delle vittime e disponendole sul tavolo
“Come ha fatto a capire che non lo aveva scritto Marta?” chiede rivolta a Jane
“Ho parlato con sua sorella” dice Jane facendo spallucce  “ Marta odiava la scrittura, non era capace di creare storie coerenti…ho fatto due più due”
“Lo sapevo” dice Rosa
“Ero curioso, sa ho letto i libri degli altri partecipanti del concorso e devo ammetterlo il tuo è su un altro livello e quindi mi è salito un dubbio…” dice Jane
“Come ha fatto a vincere Hartur?” concludo io la sua frase
“Allora” riattacca Jane “ho fatto delle ricerche, ho parlato con molte persone e tutte mi hanno detto la stessa cosa”
“Lei era arrabbiata perché non poteva partecipare al concorso” dico
“Oh nono Lisbon c’è di più…” mi dice “vero signorina Nil?” dice Jane guardandola
“Io non potevo partecipare, i miei voti non me lo permettevano…però avevo scritto qualcosa di importante, qualcuno doveva leggerlo e poi mi servivano i soldi” dice lei
“E Hartur faceva al caso suo” dice Jane
“Lui poteva partecipare” dice lei con le lacrime agli occhi “Ma non sapeva scrivere, aveva scritto quel libro noioso e stupido nelle pause pranzo, mi aveva chiesto di leggerlo, io gli ho proposto un accordo impossibile da rifiutare” urla tra le lacrime
“Lei scriveva il libro, lui si prendeva il merito e lei i soldi” dice Jane
“Ma qualcosa è andato storto vero?” dico io indicando le foto sul tavolo
“Quel bastardo mi ha riso in faccia! Ha detto che il mio libro faceva schifo e che persino un bambino avrebbe scoperto il killer e cosi ho deciso di dimostrargli che non era vero” dice lei con un ghigno
“ Ma che centra Marta Red in tutto questo?” chiedo anche se so già la risposta
“Ti serviva un aiuto…qualcuno che partecipasse alla competizione col tuo libro e che battesse Hartur…ho ragione?” chiede Jane
La vedo annuire
“ e quindi ha assoldato Marta” dico
“Ma è stato tutto inutile” dice Jane
“Voi non capite” urla furibonda “Avevo la possibilità di diventare famosa, avrei avuto i soldi per pagarmi gli studi, avrei smesso di lavorare e i miei voti sarebbero saliti, avrei avuto la possibilità di scrivere e non sprecare il mio tempo a lavare piatti!” è rossa e ha il fiatone
“Questo non le da l’autorizzazione di uccidere” dico appoggiando i gomiti al tavolo
“erano persone corrotte, ho solo fatto pulizia” dice appoggiandosi allo schienale
“Corrotte?” chiedo
“Come crede che abbia fatto a vincere Hartur? Ricattava i giudici o li pagava, bastava averne 5 dalla propria parte e il gioco è fatto” dice guardando le foto
“Parliamo dei giudici” dico “Ross Samuel, Natalie Knor, Hanna Rhulf” dico indicando uno ad uno
Rosa li guarda e si volta
“Rosa, cerchiamo di essere collaborativi” dico
“Samuel Ross, la prima vittima” dico indicandolo “Cosa è successo?” chiedo
“Aveva capito le qualità del suo libro vero?” dice Jane “lui era il Papa era arguto, intelligente ma losco”
“Hartur lo aveva ricattato, è per questo che è riuscito a vincere…” dice Rosa
“Non c’è solo questo” dice Jane alzandosi e camminando, io lo guardo, dove vuole andare a parare?
Rosa lo guarda sembra sorpresa e spaventata io la guardo a mia volta, ha colpito nel segno
“Cosa manca?” le chiedo
“Voleva rubare il libro a Marta, le aveva offerto un sacco di soldi” dice Rosa
“E Marta?” chiedo
“Aveva accettato, ma dopo una nostra discussione si era decisa a rifiutare” dice Rosa
“Non è vero!” dice Jane “ Marta non aveva rifiutato, anzi aveva realizzato una copia del libro” dice Jane tirando fuori un altro plico di fogli, Rosa lo guarda sorpresa, è evidente che non lo sapeva, be come biasimarla neanche io lo sapevo.
“Natalie Knor” dico “ lei le ha fatto qualcosa?”
“Quella puttana si portava a letto Hartur” urla
“La Luna” dice Jane “è ambigua, indica lusinghe e falsità rappresenta il capriccio”
“Hartur diceva di amarla” dice sussurrando “ ma a quella lui non interessava per niente per lei lui era solo un dannato capriccio!”
“Hartur l’ha usata per vincere?” chiedo
“All’inizio era cosi poi un giorno viene da me e dice di aver trovato l’amore della sua vita” dice ridendo “Lei? Quella vecchia aveva solo i soldi e tanto egocentrismo da riempire il mondo” dice fissandomi, un brivido mi percorre la schiena, questa ragazza fa davvero paura.
“Posso chiederle perché ha ucciso prima Ross e poi Hartur?” chiede Jane, era da un po’ che ci pensava, non riusciva a capire il perché.
“Ross era un bastardo lo meritava, Hartur o il mio Hartur” dice piangendo “ Gli ho dato una possibilità, l’ho chiamato nel cuore della notte dicendo che avevo bisogno d’aiuto e lui è corso come un cagnolino. Gli ho proposto di fuggire insieme, io avrei scritto i miei libri e lui sarebbe stato al mio fianco…ma sapete cosa mi ha detto? Che ero pazza!” dice asciugandosi le lacrime “lui amava quella! Voleva stare con lei e cosi li ho accontentati” dice fissando il vuoto
Io e Jane ci guardiamo.
“Hanna Rhulf” dico guardandola  “L’appeso”
“Perché l’ha uccisa?” chiedo
“Aspetti” dice Jane “ mi faccia indovinare… Hartur la pagava” dice Jane
“Si” dice lei tranquilla
“Come faceva a saperlo?” chiedo “dai suoi estratti conto non ci risulta nessun movimento” dico leggendo uno dei tanti fogli che Rigsby mi aveva preparato sul tavolo
“Li ho visti ad un bar, Hartur le passava una busta e lei sorrideva tutta contenta! Io mi sono distrutta a scrivere un dannato libro! E lui ? pagava i giudici e sapete perché? Voleva vincere i soldi per lasciare l’università e partire per non so dove insieme alla sua amata” dice agitandosi sulla sedia
“Parliamo di Marta Red” dico
“Come avete fatto?” chiede lei sbalordita
“All’inizio aveva incuriosito anche me” dice Jane “ma poi è stato tutto chiaro” conclude sorridendo
“Marta è morta per ultima” dico “è stata geniale, lo ammetto, l’ha sfruttata fino all’ultimo, l’ha obbligata ad uccidere Hanna e ad appenderla affinchè la colpa venisse data a Marta poiché lei era ferita” dico
“Ma non ha funzionato” dice Jane
“Dopo aver ucciso Hanna lei ha portato Marta nel bosco, precisamente in una delle due casette dei cacciatori, li l’ha obbligata a cambiarsi gli abiti e poi l’ha uccisa…ho sbagliato qualcosa?” le chiedo
Rosa è immobile e fissa il vuoto.
“Poi” continuo “ è tornata alla casetta e si è pugnalata, tamponando le ferite con la maglia di Marta, ha messo tutto nel borsone e poi ha iniziato a correre fino a raggiungere la provinciale” dico
“Mi aveva quasi convinta” dico “Le avevo creduto…Jane no” dico guardandolo
“Non capivo, io e Lisbon abbiamo percorso il sentiero e abbiamo scoperto cose interessanti. Il tempo, lei aveva percorso il sentiero in molto più tempo, Marta deve esserle stata un bel peso vero?” chiede Jane
“Continuava a piangere e ad inciampare “ dice Rosa
“ Ma ciò che mi ha convinto in assoluto è stata la cartina che aveva in tasca, io e Lisbon, come le ho detto abbiamo percorso lo stesso sentiero, seppur camminando e non correndo come aveva di sicuro fatto lei.” Dice Jane
“Allora? Cosa centra la mia cartina” chiede lei confusa
“Lisbon continuava a cadere” dice Jane
“Grazie Jane” dico guardandolo di traverso, questa registrazione andrà in tribunale
“Suvvia non ti arrabbiare sei stata molto utile” mi dice facendomi l’occhiolino
“Non capisco” dice Rosa
“La cartina è andata distrutta, se tu avessi corso con la cartina in mano, come ci hai detto, la tua cartina non sarebbe cosi perfetta” dice tirandola fuori nella sua busta
Rosa era incredula, sfido chiunque a non esserlo.
“Quindi ho dedotto che avessi corso senza, perché sapevi esattamente dove andare” conclude Jane
“Ahahah” Rosa inizia a ridere come avessimo appena raccontato una barzelletta spassosissima
“I miei complimenti signor Jane” dice asciugandosi una lacrima “ Ha fatto tombola”
“Poi” inizio “ una volta aver finito di fare la vittima in ospedale e sapendo che noi stavamo cercando un’altra persona ha deciso di inscenare il suo omicidio” dico tirando fuori dal fascicolo un’altra foto, quella di casa sua
 “Ha usato il corpo di Marta, fingendo che fosse suo” dice Jane “Ma lei non aveva previsto che noi scoprissimo il corpo di Marta prima che venisse bruciato” dice Jane sorridendo
Rosa abbozza un sorriso
“Trova la cosa cosi divertente? È accusata di 5 omicidi e 2 aggressioni!” dico alzando la voce
“Mi sa che ha capito il trucchetto del corpo…” dice Jane guardandomi
“Vi avevo sottovalutato” dice sbuffando Rosa
“Lo so, lei non è cosi geniale sa? È stato facile rubare un cadavere dall’obitorio, avvolgerlo nella plastica e scambiarlo con quello di Marta “ dice Jane, oddio poteva evitare di spiegare i dettagli! Pian piano conto i giorni di sospensione che prenderemo…per ora sono a 3 mesi.
“Mi chiedo come abbia fatto a trascinarlo nel bosco, si è pur sempre data due coltellate nel costato” dico guardandola
“Sono ferite lievi, non fanno neanche poi tanto male” risponde lei facendo spallucce
“Quindi lei confessa di aver ucciso 5 persone e aggredito 2 agenti?” chiedo
“Si lo confermo” dice lei tranquilla
“Va bene” dico alzandomi “ abbiamo finito” inizio a raccogliere le foto
“Come avete fatto a capire che sarei venuta?” chiede lei
“è stato semplice, lei era sicura che Marta fosse morta ma vedendo l’agente Lisbon alla tv le è venuto un dubbio, ovvero se potevamo scoprirla, l’unica soluzione era portare via il “suo “ cadavere dall’obitorio” spiega Jane
“Quindi abbiamo gettato l’amo e lei ha abboccato” dico aprendo la porta
“Ci rivedremo presto signor Jane e anche lei agente Lisbon, statemi bene” dice mentre usciamo
 
Appena uscita dalla sala mi trovo davanti Minelli
“Nel mio ufficio TUTTI QUANTI” urla furibondo
 
Siamo tutti in piedi davanti a lui, sono le 3 del mattino siamo stanchi e lui è furibondo…ottimo!
“furto di cadavere con suo successivo occultamento e distruzione, furto d’auto, azione con armi non autorizzata nell’edificio, avete mentito spudoratamente davanti ai giornalisti, avete creato una testimone inesistente…devo continuare?” ci chiede rosso in volto
“Il corpo non era stato reclamato…” inizia Jane
“STA ZITTO” dice Minelli folgorandolo con lo sguardo
“Capo posso spiegare tutto e me ne assumo tutta la responsabilità” dico a testa china fissandomi i piedi
Cho, Rigsby e Van Pelt sono in un angolo e ci fissano.
“Responsabilità? Mi parli di responsabilità? Avete commesso 5 o 6 reati! In quanto 2 giorni?” mi chiede furibondo
“Tecnicamente sono 3 giorni” dice Jane
Vedo Minelli strabuzzare gli occhi, ottima mossa Jane! Vuoi morire? Fai pure
“Era per uno scopo nobile” di intromette Van Pelt
“Voi tre andatevene a casa a dormire” dice Minelli  “Subito” sibila
Faccio un piccolo cenno con la testa per dire che sono d’accordo e loro corrono fuori dalla porta.
“Teresa” mi dice Minelli “Rubare un cadavere! Potevi chiedere l’autorizzazione!” mi dice
“Non ci avrebbe mai dato il consenso” dico alzando la testa
“CERTO CHE NO!” urla battendo la mano sulla scrivania
“Che devo fare con voi?” chiede più a se stesso che a noi
“Ci dia un paio di giorni di ferie” dice Jane tutto bello sorridente
Nell’immediato gli arriva una mia gomitata, perché deve sempre peggiorare le cose? Non siamo già nei guai fino al collo?
“siete sospesi tutti e due per una settimana” dice “forza uscite, devo vedere se riesco a far cadere le accuse a vostro carico” dice prendendo il telefono
“Visto l’ipnosi del capo non è un reato” dice Jane uscendo, io spalanco gli occhi quando lo sento
“Jane…ti prego esci subito” dice Minelli diventando sempre più rosso
Jane sta per aprire bocca quando lo spingo fuori dall’ufficio “bella mossa complimenti” gli dico avviandomi nel mio ufficio per prendere la giacca
“Ahaha ci siamo guadagnati una settimana di ferie” dice lui stravaccandosi sul divanetto del mio ufficio
“ io non le chiamerei proprio ferie” dico appoggiandomi alla scrivania e sbuffando
“poteva andarci peggio” dice
Lo guardo torva, sono io quella che rischia la carriera non lui
“Dai Lisbon! Non rischi la carriera, Minelli non ti licenzierebbe mai, sei uno dei suoi migliori agenti” dice alzandosi e dandosi una sistemata ai vestiti.
Io scuoto la testa, che disastro.
TOC TOC “hei capo” dice Cho
“Ma che ci fai ancora qui?” chiedo guardandolo perplessa
“La pizza” dice lui avviandosi
“La pizza” ripeto io
“La pizza!” dice Jane correndo fuori dal mio ufficio
 
“Ci ha sospesi per una settimana” dico addentando un trancio enorme di pizza
“Capo dovremmo assumerci le nostre responsabilità” dice Cho
“Non ti preoccupare, avevo messo in conto che avrei avuto qualche giorno di vacanza non desiderata dopo questo caso” dico strizzandogli l’occhio
Rimaniamo a parlare per un po’ poi accorgendoci dell’orario decidiamo che è meglio per tutti tornare a casa a fare una bella dormita
“Ci vediamo settimana prossima” dico salutando i ragazzi , mi giro verso l’auto e vedo Jane al posto di guida
“Emm…”dico guardandolo
“ Dobbiamo muoverci, salta su” mi dice accendendo il motore mentre salgo
“Muoverci?” chiedo guardandolo
“L’aereo parte alle 8 e sono già le 6” mi dice uscendo dal parcheggio
“A-A-aereo?” chiedo stordita
“Mi sono dimenticato di dirtelo! Facciamo una vacanza a New York” dice sorridendo
“Aspetta? Dove andiamo? Le valigie” balbetto
“Già fatto tutto io” dice indicando il portabagagli
“Dai Lisbon, siamo in vacanza! Non fare quella faccia” dice accarezzandomi la mano
“Sta zitto” gli rispondo ridendo.
 
 
Il mio angolino privato
Eccoci giunti alla fine : (
Un pochetto mi spiace concludere la storia… ma chiusa una porta se ne apre un'altra no??
Ringrazio tutti quelli che hanno avuto la pazienza di seguirmi, recensirmi! Ringrazio il correttore automatico che ogni sacro santa volta che scrivevo “dice” mi correggeva in dicembre.
Ancora un bacio a tutti , ci vediamo nella prossima storia!
 

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