But
I see you.
Feelings
“Ma
certe sere erano tutte uno spreco; e certi giorni, e certi
anni.”
—
Charles Bukowski
Iris
si sentiva confusa, e in quel momento si sentiva abissata. In quel
momento
tutto il buon umore che aveva quella mattina era improvvisamente
scomparso,
lasciando posto al turbamento. Voleva solo piangere fino a non riuscire
a
versare altre lacrime. Ma era a scuola e di certo lei non voleva farsi
vedere
vulnerabile. Era ancora, a distanza di due mesi, scioccata da quello
che aveva
pronunciato Richard, l'amico di Jamie. Dove erano finite tutte le loro
promesse? I loro piani? Il loro futuro. Tutto andato in fumo per colpa
sua, e
Iris si sentiva profondamente in colpa, perché se lui
l'aveva tradita un po'
era anche colpa sua. A lui aveva donato tutta se stessa in cambio di
cosa poi?
Di un tradimento. Gli aveva consegnato la sua purezza e a lui non era
bastato.
Lei ora si sentiva lacerata dentro. La sua amica Effy le aveva detto
che lui
non le meritava le sue lacrime. Quando un ragazzo ti giura che ti ama
più della
tua stessa vita, tu sei così cieca da crederci. Ed era
proprio quello che aveva
fatto Iris, si era completamente abbandonata ad un ragazzo che credeva
di
conoscere, ma che era solo un estraneo. Il professore di fisica
continuava a
spiegare, qualcosa legato alla termodinamica, ma Iris era completamente
chiusa
nella sua sfera di cristallo, stando attenta a non ricevere altre
batoste. Ma
purtroppo se avrebbe continuato così, avrebbe rischiato di
perdere l'anno, così
si diede una scossa cercando anche di minimamente acchiappare e capire
l'argomento della lezione. Fortunatamente il tempo per studiare l'aveva
trovato
e quindi rispose bene alle domande del professore.
«Vediamo
un po' Iris White, dimmi di cosa si occupa la termodinamica?»
chiese indisturbato il professore.
«La
termodinamica ha come oggetto la descrizione macroscopica
dell'interazione fra
corpi che possono scambiare energia per effetto dell'azione di forze, e
cioè
del lavoro, o in conseguenza di differenze di temperatura,
cioè il calore.»
rispose con nonchalance , degna di una persona
che aveva studiato perché, si, quella volta Iris aveva
studiato per bene.
«Molto
bene signorina White! Cosa si intende, invece, per sistema
termodinamico e cosa
per ambiente? »
«In
generale, un sistema termodinamico è una data
quantità di materia racchiusa
all'interno di una superficie chiusa, mentre l'ambiente è
l'insieme dei corpi
con cui il sistema interagisce. Per esempio un sistema termodinamico
è il gas
contenuto in una bombola e l'ambiente esterno la stanza in
cui è
collocata.»
L'interrogazione
andò tutto sommato bene, tanto che Iris era riuscita per un
momento ad
accantonare l'argomento Jamie. Aveva preso un bell'otto ed era molto
soddisfatta di se stessa. Iris non si definiva una ragazza studiosa, ma
almeno
il minimo da sapere lo sapeva, con qualche approfondimento.
La campanella
della fine dell'orario scolastico e lei si sentiva libera. Spesso dopo
scuola
le piaceva andare a sedersi nel parco vicino alla scuola. E
così fece anche
quel giorno. con se il suo immancabile libro di Sparks, di cui era
follemente
innamorata. Amava tutti i libri di Nicholas. La libreria della sua
stanza era
piena, ma per lei era come se non fossero abbastanza. Iris non leggeva
i libri,
no, li divorava ed ogni volta finito un libro, quel senso di
vuoto nello
stomaco appariva prepotente come a dire "cosa farò io?". Ma
a lei
leggere le piaceva più di qualunque altra cosa, si rifugiava
nel parco per ore
senza mai stancarsi, anzi a volte non si accorgeva nemmeno di quanto
facesse
tardi, e tornava a casa con il buio, tanto che la mamma la sgridava
ogni volta.
Come anche questa volta, era rientrata a casa tardi.
«Iris
ti pare questa l'ora di rientrare? Mi hai fatto prendere uno bello
spavento »
Stessa
solita scena.
«Mamma
ho perso la cognizione del tempo leggendo, scusami, e poi non sono una
bambina
riesco a badare a me stessa, stai tranquilla. »
disse Iris cercando di calmare la madre, estremamente
preoccupata per lei. Infondo lei non era più una bambina, e
infondo sua madre
questo lo sapeva.
«
La cena è quasi pronta. »
« Okay,
vado solo a fare una doccia mi sento terribilmente stanca »
«
Okay, amore ti aspetto qua giù »
Iris
salì velocemente le scale per poi avvicinarsi alla porta
della sua camera, e
aprirla. Prese il suo pigiama l'intimo e si chiuse nella doccia per una
buona
mezz'ora. Con quella doccia volva che, i suoi problemi, scivolassero
via, come
l'acqua sulla propria pelle. Perché era stanca di soffrire.
Rimase immersa
sotto il getto dell'acqua tiepida almeno fino a quando la madre la
riscosse dai
suoi pensieri, e in un battibaleno, si era cambiata e asciugata i
capelli.
Scese giù per cenare, ma vide il tavolo apparecchiato solo
per due.
« Anche
stavolta papà non torna a cena? »
«
No, amore mi dispiace »
così
rispose la madre di Iris.
«
Fa niente, ormai ci ho fatto l'abitudine »
disse cercando di mascherare quella punta di delusione ogni
volta che vedeva, il posto occupato dal padre, sempre più
spesso vuoto. Ma
Marie, madre di Iris, se ne accorgeva tutte le volte. In fondo l'aveva
portata
in grembo nove mesi
Dentro di lei era triste. Era da tanto che la
loro famiglia non si
sedeva insieme per la cena, e a Iris mancava terribilmente, le mancava
quando
ridevano e scherzavano fino a sera tardi, quando poi il padre si
accorgeva che
era tardi, le mancano i suoi abbracci, le mancavano anche i baci
sfuggenti dei
suoi genitori, anche se aveva sempre avuto una faccia schifata. Ma
ormai aveva
più importanza? Iris non sapeva rispondersi a questa
domanda. Finito di
mangiare aiutò sua madre con i piatti e insieme si avviarono
per le scale. E
davanti alla sua stanza improvvisamente l'abbracciò
perché per Marie, lei era
come un petalo di una rosa, bello ma anche fragile. Perché
Iris aveva proprio
bisogno dell'abbraccio di sua madre in quel momento, ma si sentiva
forte,
decidendo che Jamie era il passato e lei doveva pensare ora al suo
futuro.
Harry's corner.
SCUSATEMI!
Davvero
non sono perdonabile per un ritardo del genere, ma davvero
l'ispirazione era scomparsa ed oggi ha bussato di nuovo alla mia porta.
Spero che questo capitolo vi piaccia, anche se non vi ho ancora
introdotto il personaggio di Harry, ma volevo ancora intravedere le
varie sfaccettature di Iris. Spero che non ci siano molti errori,
perché scrivendo con WordPad non me li da gli errori.
Poi che dire...
Ringrazio le persone che hanno recensito il capitolo scorso.
Ringrazio le persone che hanno inserito questa storia nelle
preferite/seguite/ricordate.
Ringrazio chi mi ha inserito tra gli autori preferiti, ossia
quattordici se non ricordo male.
Ringrazio anche le/i lettrici o lettori silenziosi.
Il prologo ha avuto duecentosessantacinque visualizzazioni grazie mille!
Anche la mia vecchia One - Shot ha avuto ottocentonovantacinque
visualizzazioni! CIOE' QUASI NOVECENTO. GRAZIEEEE!
vi lascio i miei link.
One - Shot / Rossa.
I
hated my life but you change it.
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Un bacio,
Beatrice.
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