il violentatore(prima parte)

di poeta ermetico
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** fili d'erba ***
Capitolo 2: *** il violentatore(seconda parte) ***



Capitolo 1
*** fili d'erba ***


il violentatore
IL VIOLENTATORE(prima parte)
C'era un prepotente,considerato il violentatore nella classe di jak;si chiamava Barney Timberland.Non aveva l'aria da violento.Non era di quelli sempre sporchi;non aveva una faccia brutta ,e neppure lo sguardo da intimorire le persone o le croste sul suo corpo,e non girava armato.Non era poi tanto grosso.Ma nemmeno di quei tipi piccoli,ossuti e nervosi che quando fanno la lotta possono diventare cattivi.Come succede spessos ai violenti a casa non lo picchiavano e non era neanche viziato.Aveva genitori gentili ma fermi,che non sospettavano nulla.La voce non ce l'aveva nè acuta nè rauca;gli occhi non troppo cattivi,e non era neanche troppo stupido.Anzi,a guardarlo era bello morbido e tondo,pur senza essere grasso;la sua faccia era illuminata dall'apparecchio dei denti.Spesso metteva su un'aria triste e innocente che a certi grandi piaceva e che gli tornava comoda quando doveva togliersi dai guai.
Come si spiega allora che Barney TImberland riuscisse a immedesidarsi cosi bene nel ruolo di violento?Jak utilizzava molto del suo tempo per tentare di rispondere a questa domanda.Ed era giunto alla conclusione che il successo di Barney avesse due spiegazioni.La prima era che Barnye sembrava capace di ridurre al minimo i tempi tra il volere una cosa e ottenerla:ovvero se vedeva un gioco che gli piaceva di qualche bambino,non faceva altro che strappargliela di mano;in classe se aveva bisogno di una matita,si girava e la "prendeva in prestito";se c'era da fare una coda lui partiva per primo;se aveva dei problemi con qualcuno glielo diceva in faccia e poi lo  picchiava  senza  pietà.La seconda  ragione di Timberland era che tutti avevano paura di lui.Ma nessuno sapeva bene il perchè.
Bastavo sentirlo nominare per provare una specie di pugno gelato alla bocca.La paura sembrava un virus,la gente se la passava.Era Barney che aveva la reputazione di uno che faceva paura.Vedendolo arrivare la gente se ne stava alla larga da lui,e se chiedeva caramelle o giocattoli,era sicuro di riceverli da chiunque.Ormai era un processo logico per lui che la gente facesse cio che volesse e non c'era un alternativa diversa a questa.
Barney Timberland era potente in tutta la scuola.Nessuno poteva impedirgli qualcosa.Nemmeno lui.Era una forza cieca.A volte Jak pensava che fosse un robot costruito per eseguire ordini e basta.Era strano per lui che Barney fosse senza amici e fosse odiato da tutti,ma che a lui non importasse nulla.
Naturalmente Jak si teneva lontano da quel tipo violento,ma provava per lui un interesse speciale.Barney era un mistero.Quando compì undici anni,Barney invitò a casa sua una dozzina di compagni.Jak cercò di salvarsi, ma i suoi genitori furono irremovibili.Dal canto loro trovavano simpatici la mamma e il papà di Barney e perciò,in base a una logica adulta,Jak doveva trovare simpatico il figlio.
Il festeggiato tutto sorridente accolse i bambini sulla porta di casa.-salve Jak!Grazie!Ehi mamma,guarda che cosa mi ha regalato il mio amico Jak!
Quel pomeriggio,Barney fu cortese con tutti i suoi ospiti.Partecipava alle gare,senza pretendere di vincere sempre,soltanto perchè era il suo compleanno.Rideva con i suoi genitori e versava da bere.e aiutò addirittura a rimettere in ordine e a lavare i piatti.A un certo momento della festa,Jak sbirciò nella camera di Barney.C'erano libri dappertutto,una pista da trenino montata sul pavimento,un vecchio orso di pezza sul letto appoggiato al cuscino,una scatola del piccolo chimico,un gioco elettronico:una stanza identica in tutto e per tutto alla sua.
Alla fine del pomeriggio,Barney saltutò Jak con una pacca sul braccio e gli disse:A domani Jak.

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Capitolo 2
*** il violentatore(seconda parte) ***


il violentatore2
IL VIOLENTATORE(seconda parte)
Allora Barney Timberland ha una doppia vita, pensava Jak tornando a casa. Ogni mattina in un determinato punto del tragitto tra casa e scuola, il bambino si trasforma in un mostro,e la sera, il mostro ritorna bambino. Questi pensieri portarono Jak a fantasticare su pozioni e incantesimi ches trasformano le persone; poi però,nelle settimane che seguirono la festa di compleanno,si scordò tutto quanto. è già un mistero che riusciamo a viverer circondati da tanti misteri,e in fondo l'universo è pieno di enigmi ben più straordinari di quello di Barney Timberland.
Uno di questi enigmi aveva ingombrato la mente di Jak piuttosto spesso negli ultimi tempi.Camminando nel corridioio della scuola diretto alla biblioteca,aveva incrociato due ragazze delle classi alte.
Una delle due stava dicendo all'amica:-Ma come fai a sapere che adesso non stai sognando? Magari stai solo sognando di parlare con me.
-Bè,-disse l'amica-basta che mi dia un pizzico:se mi fa male,mi sveglio.
-Ma prova a pensare,-disse la prima,-se stessi solo sognando di pizzicarti,e anche di aver sentito male.Potrebbe essere tutto un sogno e tu non lo sapresti mai...
Svoltarono l'angolo e sparirono.Jak rimase a riflettere.
Quell'idea che era venuta in mente anche a lui,ma non era mai riuscito a formularla con altrettanta chiarezza.Si guardò intorno.Lui con il libro della biblioteca in mano,il corridioio grande pieno di luce.le aule che si aprivano a destra e a sinistra, i bambini che uscivano: forse non c'era niente di vero.Forse erano solo il frutto dei suoi pensieri. Sul muro proprio accanto a lui c'era un estintore. Allungò una mano e lo toccò. Il metallo rosso era freddo al tatto.Era solido,reale.Come avrebbe potuto non esserci? E del resto,nei sogni le cose andavano esattamente così: tutto sembrava vero. Era solo svegliandosi che uno si rendeva conto di avere sognato. Come poteva essere sicuro di non averlo sognato quell'estintore,con la vernice rossa e la senzazione di freddo?.
Passavano i giorni e Jak pensava sempre di più a questo problema.Un pomeriggio si trovava in giardino e improvvisamente si rese conto che se il mondo che vedeva lo stava semplicemente sognando,allora era lui a determinare tutto quel che c'era dentro e che capitava.In alto un aereo aveva  iniziato la fase di atterraggio. Il sole ne accese le ali di un luccichio d'argento. Tutta quella gente che adesso stava tirando su il sedile e mettendo da parte i giornali,non poteva averer idea di essere solo sognata da un ragazzino laggiù sulla terra. Allora,se un aereo precipitava era colpa sua? Che pensiero orribile!Comunque,se così fosse stato,tutti gli incidenti aerei non sarebbero stati veri,no?Sarebbero stati solo dei sogni.Ciononostante,Jak fissò l'aereo sulla sua testa e desiderò con tutte le forze che arrivasse sano e salvo in aereoporto.E così fu.
Un paio di sere dopo,la mamma di Jak entrò in camera sua per augurarli la buona notte. Proprio nell'attimo in cui le labbra sfioravano la sua guancia,Jak ebbe ebbe un altro di quei pensieri. Se questo era un sogno,che ne sarebbe stato di sua madre al risveglio? Ce ne sarebbe stata un'altra simile a lei?Mrs Andreas rimase piuttosto sconcertata,quando suo figlio le gettò le braccia al collo e non voleva più lasciarla andar via.
Coll'andar dei giorni,a furia di rigirarsi in testa quel pensiero,Jak finì per convincersi che la sua vita fosse probabilmente soltanto un sogno.C'era qualcosa di simile a un sogno nel modo in cui i bambini al mattino si riversavano tutti a scuola, e nel modo in cui la voce della maestra fluttuava nell'aria dell'aula,e nel fruscio che faceva la sua gonna,quando si dirigeva verso la lavagna. Ed era decisamente da sogno, il modo in cui la maestra gli si parava di fronte all'improvviso per chiedergli:-Jak?Jak?Mi ascolti?Stavi fantasticando di nuovo?
Lui si sforzò di dirle la verità-Credo di aver sognato che stavo fantasticando.
L'intera classe scoppiò a ridere.Meno male che Mrs Granger aveva un debole per lui.Gli passò una mano tra i capelli e disse:-Sta attento!-.Poi si avviò al fondo dell'aula.




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