il violentatore(prima parte) di poeta ermetico (/viewuser.php?uid=36845)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** fili d'erba ***
Capitolo 2: *** il violentatore(seconda parte) ***
Capitolo 1 *** fili d'erba ***
il violentatore
IL VIOLENTATORE(prima parte)
C'era
un prepotente,considerato il violentatore nella classe di jak;si
chiamava Barney Timberland.Non aveva l'aria da violento.Non era di
quelli sempre sporchi;non aveva una faccia brutta ,e neppure lo sguardo
da intimorire le persone o le croste sul suo corpo,e non girava
armato.Non era poi tanto grosso.Ma nemmeno di quei tipi piccoli,ossuti
e nervosi che quando fanno la lotta possono diventare cattivi.Come
succede spessos ai violenti a casa non lo picchiavano e non era neanche
viziato.Aveva genitori gentili ma fermi,che non sospettavano nulla.La
voce non ce l'aveva nè acuta nè rauca;gli occhi non
troppo cattivi,e non era neanche troppo stupido.Anzi,a guardarlo era
bello morbido e tondo,pur senza essere grasso;la sua faccia era
illuminata dall'apparecchio dei denti.Spesso metteva su un'aria triste
e innocente che a certi grandi piaceva e che gli tornava comoda quando
doveva togliersi dai guai.
Come si spiega allora che Barney TImberland riuscisse a immedesidarsi
cosi bene nel ruolo di violento?Jak utilizzava molto del suo tempo per
tentare di rispondere a questa domanda.Ed era giunto alla conclusione
che il successo di Barney avesse due spiegazioni.La prima era che
Barnye sembrava capace di ridurre al minimo i tempi tra il volere una
cosa e ottenerla:ovvero se vedeva un gioco che gli piaceva di qualche
bambino,non faceva altro che strappargliela di mano;in classe se aveva
bisogno di una matita,si girava e la "prendeva in prestito";se c'era da
fare una coda lui partiva per primo;se aveva dei problemi con
qualcuno glielo diceva in faccia e poi lo picchiava senza
pietà.La seconda ragione di Timberland era che tutti
avevano paura di lui.Ma nessuno sapeva bene il perchè.
Bastavo sentirlo nominare per provare una specie di pugno gelato alla
bocca.La paura sembrava un virus,la gente se la passava.Era Barney che
aveva la reputazione di uno che faceva paura.Vedendolo arrivare la
gente se ne stava alla larga da lui,e se chiedeva caramelle o
giocattoli,era sicuro di riceverli da chiunque.Ormai era un processo
logico per lui che la gente facesse cio che volesse e non c'era un
alternativa diversa a questa.
Barney Timberland era potente in tutta la scuola.Nessuno poteva
impedirgli qualcosa.Nemmeno lui.Era una forza cieca.A volte Jak pensava
che fosse un robot costruito per eseguire ordini e basta.Era strano per
lui che Barney fosse senza amici e fosse odiato da tutti,ma che a lui
non importasse nulla.
Naturalmente Jak si teneva lontano da quel tipo violento,ma provava per
lui un interesse speciale.Barney era un mistero.Quando compì
undici anni,Barney invitò a casa sua una dozzina di compagni.Jak
cercò di salvarsi, ma i suoi genitori furono irremovibili.Dal
canto loro trovavano simpatici la mamma e il papà di Barney e
perciò,in base a una logica adulta,Jak doveva trovare simpatico
il figlio.
Il festeggiato tutto sorridente accolse i bambini sulla porta di
casa.-salve Jak!Grazie!Ehi mamma,guarda che cosa mi ha regalato il mio
amico Jak!
Quel pomeriggio,Barney fu cortese con tutti i suoi ospiti.Partecipava
alle gare,senza pretendere di vincere sempre,soltanto perchè era
il suo compleanno.Rideva con i suoi genitori e versava da bere.e
aiutò addirittura a rimettere in ordine e a lavare i piatti.A un
certo momento della festa,Jak sbirciò nella camera di
Barney.C'erano libri dappertutto,una pista da trenino montata sul
pavimento,un vecchio orso di pezza sul letto appoggiato al cuscino,una
scatola del piccolo chimico,un gioco elettronico:una stanza identica in
tutto e per tutto alla sua.
Alla fine del pomeriggio,Barney saltutò Jak con una pacca sul braccio e gli disse:A domani Jak.
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Capitolo 2 *** il violentatore(seconda parte) ***
il violentatore2
IL VIOLENTATORE(seconda parte)
Allora
Barney Timberland ha una doppia vita, pensava Jak tornando a casa. Ogni
mattina in un determinato punto del tragitto tra casa e scuola, il
bambino si trasforma in un mostro,e la sera, il mostro ritorna bambino.
Questi pensieri portarono Jak a fantasticare su pozioni e incantesimi
ches trasformano le persone; poi però,nelle settimane che
seguirono la festa di compleanno,si scordò tutto quanto.
è già un mistero che riusciamo a viverer circondati da
tanti misteri,e in fondo l'universo è pieno di enigmi ben
più straordinari di quello di Barney Timberland.
Uno di questi enigmi aveva ingombrato la mente di Jak piuttosto spesso
negli ultimi tempi.Camminando nel corridioio della scuola diretto alla
biblioteca,aveva incrociato due ragazze delle classi alte.
Una delle due stava dicendo all'amica:-Ma come fai a sapere che adesso
non stai sognando? Magari stai solo sognando di parlare con me.
-Bè,-disse l'amica-basta che mi dia un pizzico:se mi fa male,mi sveglio.
-Ma prova a pensare,-disse la prima,-se stessi solo sognando di
pizzicarti,e anche di aver sentito male.Potrebbe essere tutto un sogno
e tu non lo sapresti mai...
Svoltarono l'angolo e sparirono.Jak rimase a riflettere.
Quell'idea che era venuta in mente anche a lui,ma non era mai riuscito
a formularla con altrettanta chiarezza.Si guardò intorno.Lui con
il libro della biblioteca in mano,il corridioio grande pieno di luce.le
aule che si aprivano a destra e a sinistra, i bambini che uscivano:
forse non c'era niente di vero.Forse erano solo il frutto dei suoi
pensieri. Sul muro proprio accanto a lui c'era un estintore.
Allungò una mano e lo toccò. Il metallo rosso era freddo
al tatto.Era solido,reale.Come avrebbe potuto non esserci? E del
resto,nei sogni le cose andavano esattamente così: tutto
sembrava vero. Era solo svegliandosi che uno si rendeva conto di avere
sognato. Come poteva essere sicuro di non averlo sognato
quell'estintore,con la vernice rossa e la senzazione di freddo?.
Passavano i giorni e Jak pensava sempre di più a questo
problema.Un pomeriggio si trovava in giardino e improvvisamente si rese
conto che se il mondo che vedeva lo stava semplicemente sognando,allora
era lui a determinare tutto quel che c'era dentro e che capitava.In
alto un aereo aveva iniziato la fase di atterraggio. Il sole ne
accese le ali di un luccichio d'argento. Tutta quella gente che adesso
stava tirando su il sedile e mettendo da parte i giornali,non poteva
averer idea di essere solo sognata da un ragazzino laggiù sulla
terra. Allora,se un aereo precipitava era colpa sua? Che pensiero
orribile!Comunque,se così fosse stato,tutti gli incidenti aerei
non sarebbero stati veri,no?Sarebbero stati solo dei
sogni.Ciononostante,Jak fissò l'aereo sulla sua testa e
desiderò con tutte le forze che arrivasse sano e salvo in
aereoporto.E così fu.
Un paio di sere dopo,la mamma di Jak entrò in camera sua per
augurarli la buona notte. Proprio nell'attimo in cui le labbra
sfioravano la sua guancia,Jak ebbe ebbe un altro di quei pensieri. Se
questo era un sogno,che ne sarebbe stato di sua madre al risveglio? Ce
ne sarebbe stata un'altra simile a lei?Mrs Andreas rimase piuttosto
sconcertata,quando suo figlio le gettò le braccia al collo e non
voleva più lasciarla andar via.
Coll'andar dei giorni,a furia di rigirarsi in testa quel pensiero,Jak
finì per convincersi che la sua vita fosse probabilmente
soltanto un sogno.C'era qualcosa di simile a un sogno nel modo in cui i
bambini al mattino si riversavano tutti a scuola, e nel modo in cui la
voce della maestra fluttuava nell'aria dell'aula,e nel fruscio che
faceva la sua gonna,quando si dirigeva verso la lavagna. Ed era
decisamente da sogno, il modo in cui la maestra gli si parava di fronte
all'improvviso per chiedergli:-Jak?Jak?Mi ascolti?Stavi fantasticando
di nuovo?
Lui si sforzò di dirle la verità-Credo di aver sognato che stavo fantasticando.
L'intera classe scoppiò a ridere.Meno male che Mrs Granger aveva
un debole per lui.Gli passò una mano tra i capelli e disse:-Sta
attento!-.Poi si avviò al fondo dell'aula.
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