La strada verso il domani di oscar1755 (/viewuser.php?uid=6956)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 1 *** capitolo 1 ***
- La signorina
è mia ospite – puntualizzò Masumi con
voce severa.
Gli inservienti
trasalirono e, dopo un rapido inchino, si allontanarono velocemente.
Lo sguardo penetrante
del presidente della Daito si addolcì mentre si posava sul
volto sorpreso della ragazza.
Notò il
rossore diffuso sulle gote e piegò le labbra in un sorriso
ironico.
- Sono sorpreso di
trovarti qui, ragazzina – disse, simulando
un’impassibilità che era bel lungi dal provare.
- Volevo incontrare la
signorina Shiori – farfugliò, interrompendosi
bruscamente.
Rifletté su
quanto poteva svelare a Masumi senza provocare la sua ira. Strinse la
borsa con forza, cercando una scusa plausibile.
- Desideravo chiarire
con la sua fidanzata gli equivoci sorti durante il nostro ultimo
incontro – aggiunse, infine, con un sospiro – mi
dispiace di aver rovinato il suo vestito, ma non l’ho fatto
intenzionalmente. Non so neppure come l’anello di
fidanzamento sia finito nella mia borsa, la prego di credermi signor
Hayami – concluse agitata.
- Calma, ragazzina. Sono
io che devo scusarmi con te – alzò le mani in
segno di resa – mi sono lasciato guidare dalla collera senza
permettere che tu ti spiegassi - scosse la testa, ricordando
chiaramente le accuse pesanti che le aveva rivolto alla vista
dell’anello di Shiori – sei una persona
dall’animo nobile e non potresti mai compiere azioni tanto
spregevoli, per quelle ho io la prerogativa – si
schernì, liquidando l’argomento con un gesto della
mano.
Volse lo sguardo verso
la città, ammirando la nitida sagoma dei grattacieli nella
luce rossastra del sole al tramonto.
Assaporò
pienamente l’emozione di avere Maya accanto a sé,
riflettendo su un evento, tanto inatteso quanto gradito, che gli
concedeva l’opportunità di potersi riconciliare
con lei.
- La nave è
salpata – asserì laconico – e non
attraccherà prima di domani all’alba.
Maya arrossì
imbarazzata ed, incapace di replicare, abbassò lo sguardo.
Un cameriere si
avvicinò alla coppia e, tossicchiando, interruppe la
conversazione - signor Hayami, la cena sarà servita a breve
nel salone. Se lei e la sua ospite volete seguirmi, vi accompagno al
vostro tavolo.
Una mano calda avvolse
la sua. Maya sgranò gli occhi per la sorpresa, ma si
lasciò guidare da Masumi.
Un brivido sconosciuto
le corse lungo la schiena, causandole un aumento improvviso dei battiti
del cuore.
- Andiamo a cena,
ragazzina? – propose pacato.
All’interno,
il lusso eccessivo del salone, unito alle voci concitate degli altri
passeggeri, la misero a disagio.
Come un automa si
accomodò sull’elegante poltrona che Masumi aveva
scostato dal tavolo, bisbigliando un timido ringraziamento.
- Desideri che ordini
anche per te? – le chiese mentre consultava la carta dei vini.
L’impercettibile
cenno di assenso della ragazza lo indusse a sorridere.
Mentre era concentrato
sul menu, Maya si concesse la libertà di osservarlo con
attenzione. Gli sfarzosi lampadari del salone producevano bagliori che
illuminavano i capelli di Masumi rendendoli ancora più
chiari. Era bello, senza ombra di dubbio.
Soggiogata dal suo
fascino, Maya riusciva a stento a rimanere impassibile. Si mosse a
disagio sulla sedia, giocherellò con le posate, poi si
strinse nervosamente le mani.
Si chiese se avesse mai
trovato il coraggio di confessargli che era a conoscenza
dell’identità dell’ammiratore delle rose
scarlatte. Il timore di dover affrontare una realtà scomoda
e dolorosa, che avrebbe frantumato i propri sogni, le impediva di
rivelargli che aveva, da tempo, scoperto il suo segreto.
L’amore che
provava per lui si era rafforzato nel tempo e dubitava di riuscire a
nascondergli ancora a lungo i propri sentimenti.
Si accarezzò
le labbra con un dito, incantata dal luminoso sguardo azzurro.
Trasalì
all’udire il tono ironico della sua voce.
- Nervosa?
- Che cosa? –
farfugliò, arrossendo vistosamente..
- Sembri immersa nei
tuoi pensieri, ragazzina – sollevò il calice e
bevve un sorso di vino – stai forse pensando alla tua Dea
scarlatta?
- Le prove sono
impegnative ed il signor Kuronuma è molto esigente
– replicò asciutta, evitando di tradirsi.
Masumi la
studiò con interesse, chiedendosi quali fossero i suoi
pensieri più intimi.
- Sei di poche parole
questa sera – scosse il capo, pensieroso – di
solito sei agguerrita e mi contrasti vivacemente. Che cosa ti succede,
ragazzina?
- E’ solo un
po’ di stanchezza – sbuffò costernata
– è difficile identificarsi in Akoya, ma
troverò la mia Dea.
Masumi non
replicò, limitandosi a sorseggiare il vino.
- Non riesco a
comprendere pienamente i sentimenti che Akoya nutre per Isshin
– continuò Maya, meravigliandosi delle sue stesse
parole – l’amore che provano l’uno per
l’altra non è un sentimento comune, ma le emozioni
che albergano nei loro cuori sono ancora un mistero per me.
- L’amore che
unisce due anime gemelle … – mormorò
Masumi socchiudendo gli occhi con aria assente – esiste
davvero un sentimento così completo e coinvolgente da
annullare qualsiasi differenza di ceto e di età?
Maya posò lo
sguardo su di lui. Era affascinante ed irraggiungibile.
Cercò di mantenere una apparente imperturbabilità
mentre il cuore le batteva furiosamente.
Ricordava con estrema
chiarezza la straordinaria magia vissuta nella valle dei susini ed il
desiderio di poter ripetere quella meravigliosa esperienza si faceva
ogni giorno più intenso.
Doveva evitare di
crearsi illusioni e speranze, Masumi era fidanzato con una donna
bellissima e sofisticata e prossimo alle nozze.
Allontanò
bruscamente una ciocca di capelli dagli occhi – tutto
sembrava possibile nel paese natale della Dea scarlatta –
sussurrò infine – ma la realtà
è qui, in questa città, nella vita che viviamo
tutti i giorni.
Un penetrante sguardo
azzurro scivolò su di lei percorrendone senza fretta il
volto e la curva delicata del seno fino a raggiungere le mani che
stringevano tremanti il calice di vino.
Un brivido improvviso le
corse lungo la schiena. Si raddrizzò sulla sedia cercando di
rimanere impassibile sotto quel lento e sensuale esame.
- Il cinismo non ti si
addice, Maya – la contraddisse sollevando un sopracciglio
– si adatta molto di più all’affarista
senza scrupoli della Daito. Tu sei un’attrice, dovresti
credere nei sogni e perseguire i tuoi ideali. La passione per la
recitazione ha liberato tuo innato talento, grazie al quale ora sei
candidata al ruolo della Dea scarlatta – tornò a
fissarla negli occhi – non puoi scoraggiarti proprio adesso.
- A dispetto delle mie
convinzioni, signor Hayami, il nostro ruolo è quello di
essere antagonisti – puntualizzò con tono vibrante.
- Ruolo? Intendi dire
che noi due stiamo recitando? – la fissò,
incredulo.
Rimase composto cercando
di non farsi prendere dalla collera. Possibile che Maya stesse cercando
di provocarlo?
Si passò una
mano tra i capelli, sospirando lievemente. Non riusciva a trovare le
parole per cambiare il corso di quella conversazione. Maya non si
fidava e lui non poteva certo darle torto.
- Lei vuole i diritti di
rappresentazione della Dea scarlatta ed io farò quanto mi
è possibile per vincere la competizione con Ayumi
– replicò – come vede ci troviamo,
oggettivamente, su fronti opposti.
Il gelido silenzio che
seguì la fece rabbrividire. Si chiese dove avesse trovato il
coraggio di sfidarlo apertamente. Le tornarono alla mente le parole di
Shiori che rimarcavano il bruciante desiderio di Masumi di entrare il
possesso dei diritti dell’opera di Ozaki e di come lei
rappresentasse un ostacolo all’obiettivo del suo fidanzato.
Non era sua intenzione
essere aggressiva, ma un’improvvisa frustrazione
l’aveva spinta a provocarlo.
- Credi che io possa
agire in modo scorretto? – le chiese impassibile –
potresti avere ragione, ragazzina. A quanto pare, mi hai già
condannato in nome del mio passato.
- Ha sempre affermato di
volere i diritti della Dea scarlatta a qualsiasi costo, in questo
è stato onesto, glielo concedo – sostenne,
chiedendosi se il coraggio, o meglio l’incoscienza, con cui
lo stava affrontando le derivasse dal troppo vino bevuto –
per quale motivo dovrei ritenerla capace di comportarsi altrimenti?
Comprese immediatamente
che la sua provocazione, decisamente infantile, stava travalicando il
buon senso. Cosa pensava di ottenere? La confessione di Masumi di
essere l’ammiratore segreto?
- Mi scusi, signor
Hayami – mormorò, infine, mortificata.
- Perché
scusarti, ragazzina? Non nego di volere i diritti della Dea scarlatta o
almeno un contratto in esclusiva con la vincitrice –
replicò tranquillo – ma il tuo odio diminuirebbe
se ti assicurassi che agirò correttamente?
Maya trasalì
– io non la odio affatto, ormai dovrebbe saperlo.
- Davvero? –
le sorrise compiaciuto – quindi, se vincerai la sfida con
Ayumi posso sperare di convincerti a stipulare un contratto con me?
– le chiese con disinvoltura.
Arrossì
vistosamente, mentre la sua impertinenza scompariva sotto lo sguardo
ardente di lui.
Chinò il
capo, consapevole di avere perduto. Non sarebbe mai riuscita ad
allontanare Masumi dal proprio cuore.
L’espressione
imbarazzata di Maya lo commosse. Avrebbe desiderato prenderla tra le
braccia ed assicurarle che si sarebbe preso cura di lei per sempre.
Era pienamente cosciente
di essere prigioniero di una vita che altri avevano stabilito per lui,
ma non riusciva ad ideare un modo per sottrarvisi senza rischiare di
danneggiare la persona a lui più cara.
Nonostante cercasse di
mantenersi razionale, la speranza che Maya potesse, un giorno,
ricambiare i propri sentimenti non lo abbandonava. Sempre
più indizi lo portavano a credere che lei fosse innamorata
del suo ammiratore segreto, pur non avendolo mai incontrato.
Che cosa sarebbe
accaduto se lei avesse scoperto la sua vera identità? Lo
avrebbe odiato oppure gli avrebbe concesso il perdono tanto agognato?
Scosse la testa in preda
al dubbio e si alzò dalla sedia.
- Vogliamo uscire?
– disse, rompendo un silenzio che era durato troppo a lungo.
L’aria della
sera, fresca e frizzante, le accarezzò il viso accaldato. Lo
sguardo venne di nuovo attratto dall’alta ed elegante figura
di Masumi.
Le parve di scorgere
tenerezza in quegli occhi penetranti fissi su di lei e tremò
per l’emozione.
- Hai freddo?
– le chiese, posandole la giacca sulle spalle.
Le mani indugiarono per
un istante sulla sua schiena - le luci della città
nascondono le migliaia di stelle nel cielo, così come le
paure celano i veri sentimenti del nostro animo – le
rammentò con voce profonda.
Maya sorrise, cercando
di nascondere il proprio turbamento.
Un’impalpabile
carezza le sfiorò il viso. La mano di Masumi era calda e
rassicurante.
Senza riflettere,
sollevò una mano e posò dolcemente le dita sulla
piccola cicatrice che aveva sulla fronte.
- Non l’ho
ancora ringraziata per avermi protetta dall’aggressione di
quei malviventi – gli disse, rabbrividendo al ricordo.
- Tu sei importante,
Maya. Non potevo permettere che ti facessero del male – si
avvicinò e le sollevò il mento fissandola nei
profondi occhi scuri – sai, mentre ero privo di
sensi ho sognato Akoya.
Maya si
scostò e trasse un profondo respiro – non ero
presente, signor Hayami – mentì, ricordando come
Shiori l’aveva cacciata via malamente.
Masumi trasse dalla
tasca interna della giacca un fazzoletto sporco di sangue e le sue
labbra si piegarono in un sorriso ironico.
Maya sgranò
gli occhi per la sorpresa ed il cuore prese a batterle furiosamente.
Mosse un passo indietro, cercando di allontanarsi da lui.
- Suppongo che questo
sia tuo - le disse afferrandola per un braccio – eri tu
accanto a me, ragazzina, erano tue le parole che ho udito, erano tue le
labbra che mi hanno sfiorato – affermò cingendole
la vita.
Maya smise di lottare e
nascose il volto sulla sua spalla lasciando che il caldo e possessivo
abbraccio di Masumi la conducesse alla soglia dell’oblio.
Continua
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo
2
Le mani di Masumi erano
esattamente come le ricordava, forti e rassicuranti. Il calore che
emanava dal suo corpo le procurò un fremito di piacere.
Si sentì
impotente sotto l’assalto di emozioni tanto intense da
costringerla ad inspirare profondamente in cerca d’aria.
Ricambiò l’abbraccio, aggrappandosi con forza alle
maniche della sua camicia.
Masumi non poteva essere
la sua metà dell’anima. Apparteneva ad
un’altra donna. Chiuse gli occhi, assaporando
l’istante di felicità assoluta che il destino le
concedeva.
Un brusio di voci
concitate la riportò bruscamente alla realtà.
Sollevò lo sguardo e notò un piccolo gruppo di
passeggeri che li osservava con malcelata curiosità.
Imbarazzata, lo
allontanò, fissandolo senza fiato.
Masumi si
passò con impazienza una mano tra i capelli. Un lampo di
sorpresa gli balenò negli occhi chiari prima che la sua
espressione tornasse quella dell’impassibile presidente della
Daito.
Constatò, con
meraviglia, che aveva perso il controllo in pubblico.
Aveva percepito la
stessa emozione della notte nel tempio, dimenticandosi del luogo in cui
si trovava.
Sollevò lo
sguardo e con un’occhiata tagliente mise in fuga il gruppetto
di curiosi.
- Scusami, non so cosa
mi sia preso – tornò a guardarla, ammirandone i
lineamenti delicati, impreziositi da un imbarazzato rossore –
tu eri accanto a me mentre giacevo privo di sensi –
ribadì con decisione - perché mi hai mentito?
Maya non poteva
dimenticare il terrore opprimente che l’aveva sconvolta
quando Masumi era svenuto in seguito alle furiose percosse dei
malviventi.
In quel momento aveva
compreso che l’aveva difesa a costo della propria vita e,
indipendentemente dalle ragioni che lo avevano spinto a farlo, lei
avrebbe continuato ad amarlo senza condizioni.
Una voce profonda la
strappò dai ricordi – Maya, io devo sapere la
verità.
- Non posso risponderle,
signor Hayami – strinse le labbra, ricordando le parole
ostili di Shiori – non insista, la prego.
Masumi le
sfiorò una guancia, lasciando che dal proprio sguardo
trasparissero tenerezza e desiderio.
- D’accordo
– concesse con un sospiro – attenderò
che tu sia pronta a parlarmene, ma non lascerò perdere,
ricordalo.
Un fragore improvviso li
costrinse a sollevare lo sguardo verso il cielo. Osservarono in
silenzio l’elicottero avvicinarsi alla piazzola di
atterraggio.
Un brivido di paura le
percorse la schiena mentre osservava la figura scura scendere ed
avviarsi vero di loro.
- Buonasera, signor
Hayami – lo sconosciuto si avvicinò, ossequioso
– il signor Takamiya la invita a salire
sull’elicottero e a raggiungere la sua residenza. Sua nipote
ha avuto un collasso.
- Non l’avete
portata in ospedale? – si informò, preoccupato.
- La signorina Shiori si
è rifiutata ed ha chiesto ripetutamente di lei. Ha informato
suo zio che si trovava a bordo di questa nave e che non disponeva di
cellulare – spiegò l’uomo.
Masumi si
incupì – vieni con me, ragazzina – disse
laconico prendendola per mano.
Il volo fu breve e denso
di tensione.
Il volto del presidente
della Daito era una maschera di granito mentre osservava con distacco
la città estendersi sotto di loro.
La sua espressione
cambiò non appena atterrarono.
Aiutò Maya a
scendere dall’elicottero – non dimenticare che mi
devi una spiegazione, ragazzina – le ricordò con
dolcezza.
Con un cenno del capo
fermò un taxi e le aprì la portiera.
Allungò un banconota al conducente – accompagni la
signorina dove desidera – ordinò perentorio.
Maya lo
osservò dirigersi verso la limousine mentre l’auto
si perdeva nel traffico caotico della città.
Tutto era cambiato in un
batter d’ali. Si sentiva sola, seduta nel taxi che la
allontanava da lui. Nell’abbraccio di Masumi aveva ritrovato
le sensazioni vissute nella valle della Dea scarlatta.
Lui era irraggiungibile,
eppure nei suoi occhi aveva letto il desiderio.
Il suo sguardo le aveva
trasmesso emozioni nuove e sconosciute che le vibravano ancora nel
corpo. Respirò a fondo, nel tentativo di calmarsi.
Pur sapendo che lui era
l’ammiratore segreto, non doveva dimenticare che era
fidanzato.
Dietro ad una studiata
arroganza, si celava un uomo complesso che, proprio quando lei aveva
bisogno di incoraggiamento, la spronava a reagire.
Sembrava che Masumi
avesse un piano preordinato per aiutarla nella sua carriera di attrice,
ma la speranza nascosta in fondo al cuore era che lui potesse, un
giorno, ricambiare i suoi sentimenti.
Era quello il suo vero
sogno, avere la Dea scarlatta e l’amore di Masumi.
Sospirò
quando l’auto si fermò davanti al suo
appartamento. Le luci ancora accese dimostravano, senza ombra di
dubbio, che Rei si era preoccupata per lei.
- Maya! -
gridò dalla finestra – cosa è successo?
Salì
lentamente le scale, consapevole che l’amica le avrebbe
chiesto spiegazioni che non aveva voglia di fornire.
- Sakurakoji
è venuto a cercarti – continuò mentre
le apriva la porta – dov’eri? Non sapevo cosa
pensare.
- Va tutto bene Rei
– la interruppe – ti racconterò ogni
cosa domani. Adesso sono troppo stanca, ti prego di scusarmi
– mormorò avviandosi verso la camera da letto.
Si addormentò
esausta, sentendo sulla pelle il calore di Masumi.
La limousine procedeva
veloce lungo le strade di Tokyo. Osservò la propria immagine
riflessa nel finestrino, preoccupato per l’ennesimo malore di
Shiori.
Quando si era fidanzato,
il signor Takamiya lo aveva informato della salute cagionevole della
nipote, attribuendola ad una non meglio specificata forma di anemia.
Ultimamente,
però, i mancamenti si erano intensificati senza una ragione
apparente. Sospettava che le cause fossero più complesse di
quanto la famiglia di Shiori volesse fargli credere.
Al momento, tuttavia,
non possedeva elementi sufficienti per confutare i propri dubbi.
Aveva cercato di
affezionarsi a Shiori, senza ottenere i risultati che suo padre avrebbe
voluto. Gli era impossibile non essere formale, pur mantenendo una
distaccata gentilezza.
Aveva accuratamente
evitato ogni contatto fisico con lei e scoprire che aveva prenotato,
oltre alla crociera, una suite per loro gli aveva dimostrato che non
poteva più tergiversare.
Un’ombra di
disgusto gli segnò il viso.
Indirizzò i
propri pensieri alla serata appena trascorsa ed ai segnali
incoraggianti che aveva percepito.
Maya gli era rimasta
accanto quando aveva perduto i sensi e non era fuggita come Shiori gli
aveva riferito. Le sue mani lo avevano accarezzato e le sue labbra
calde e morbide gli avevano sfiorato la fronte.
Non riusciva a
comprendere, però, perché lei avesse negato.
Le parole di amore di
Akoya non erano frutto della sua immaginazione, era la voce di Maya
che, dolce e armoniosa, era penetrata nella nebbia della sua mente.
Sulla nave, le emozioni
vissute nella valle della dea scarlatta erano rifiorite con prepotenza,
ricordandogli dolorosamente che Maya non gli apparteneva.
L’aveva
attirata a sé affondando nel desiderio improvviso che il suo
corpo morbido e cedevole gli aveva risvegliato.
Il tempo non gli aveva
concesso dilazioni e non era riuscito a spiegarsi con lei.
La consapevolezza che
Maya non lo odiava non gli avrebbe, però, facilitato il
cammino che era intenzionato ad intraprendere.
Aveva permesso che altri
gli imbrigliassero la vita ed ora, a distanza di tempo, si ritrovava
con una fidanzata che si era innamorata di lui, non ricambiata.
Qualsiasi decisione
avesse preso, avrebbe comunque causato dolore intorno a sé.
Non poteva sposare
Shiori, lo aveva sempre saputo.
Poteva accusare solo se
stesso e la propria inettitudine per aver accettato le condizioni del
padre. Era scivolato, senza accorgersene, in una sorta di
autocommiserazione che lo rendeva indolente e poco concentrato.
Da quando era diventato
così passivo? La mancanza di scrupoli che lo aveva guidato
in passato sembrava essersi dissolta di fronte all’incalzante
sentimento che lo legava indissolubilmente a Maya. In sostanza, aveva
scoperto di avere un cuore.
Le poche ore trascorse
con lei sulla nave gli avevano confermato che la realtà
andava ben oltre un vestito costoso rovinato o un anello di
fidanzamento smarrito in una borsa.
Doveva assolutamente
reagire e perseguire il proprio sogno di felicità.
La residenza della
famiglia Takamiya apparve alla sua vista. Trasse un profondo respiro e
si sistemò il nodo della cravatta.
- Scoprirò la
verità, ragazzina, con o senza la tua collaborazione
– mormorò a se stesso prima di scendere
dall’auto.
Continua
Il tempo per gli
aggiornamenti è tiranno….
garakame: concordo con
te sul tirarla per le lunghe della Miuchi: speriamo che si decida una
volta per tutte! Grazie per la recensione.
Kaoru: grazie per la
fiducia. Spero di non deluderla.
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