Eyes, look your last! Arms, take your last embrace! *MOMENTANEAMENTE SOSPESA*

di Georgesmonkej_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue-  “Eyes, look your last! Arms, take your last embrace!”  ***
Capitolo 2: *** Chapter 1- “Chi sei tu che avvolto nella notte inciampi così nei miei pensieri?” ***
Capitolo 3: *** chapter 2: Tempt not a desperate man! ***
Capitolo 4: *** chapter 3 - “Che cos'altro é l'amore, se non una pazzia molto discreta, una amarezza che soffoca, e una dolcezza che fa bene?” ***
Capitolo 5: *** Chapter 4- Stardust ***
Capitolo 6: *** Chapter 5- These violent delights have violent ends ***
Capitolo 7: *** Chapter 6- Her beauty makes this vault a feasting presence full of light. ***
Capitolo 8: *** Chapter 7- You are like a post-it! ***
Capitolo 9: *** Chapter 8- Essa é l'oriente e Giulietta é il sole ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9- I will never leave you alone ***



Capitolo 1
*** Prologue-  “Eyes, look your last! Arms, take your last embrace!”  ***


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(prologo)

 

-Ciao piccolo George!- dissi io arrivando all'asilo e vedendo il mio dolce e biondo amichetto di appena 4 anni come me -ciaoo Jayyy!-esclamò lui giungendo da me.
I nostri genitori non potevano neppure guardarsi in faccia. Vi era dell'odio profondo tra le nostre famiglie, ma noi non capivamo quali fossero le ragioni, ma continuavamo a giocare senza far saper loro che ci frequentavamo.
Noi eravamo molto legati, ma avevamo solo quattro anni: cosa poteva dirci quale destino ci veniva preservato? 
 
Carpe diem: cogli l'attimo fuggente! Da piccoli si fa questo, ma senza rendersi conto. Questo facevamo noi: coglievamo l'attimo giocando per ore, fino a quel fatidico orario in cui arrivavano i nostri genitori e, non appena si facevano le 2.00 p.m., dovevamo separarci e metterci a parlare con altri amichetti, come se niente fosse stato, per non far destare alcun sospetto ai nostri genitori.
 
Ma poi gli anni passarono e i nostri si accorsero sempre più spesso dei nostri incontri, arrivando spesso a non uscire di casa e cambiare scuola di volta in volta, così diminuirono i nostri incontri, ma non svanirono.
Eppure non trovammo mai il tempo effettivo per stare ore a giocare come da bimbi.
 
Noi ci piacevamo l'un l'altro, ma eravamo piccoli e poi nessuno dei due avrebbe mai trovato il coraggio di dirlo, soprattutto sapendo che dell'odio tra le nostre famiglie scorreva da generazioni: quanto sarebbe potuta durare una cottarella da bimbi di appena 4-5 anni? Forse 2-3 mesi! Massimo un anno!, purtroppo così non fu... Ma nessuno dei due se lo sarebbe mai aspettato.
 
 “occhi,guardate la vostra ultima volta!
braccia,prendete il vostro ultimo abbraccio!”
 
Eravamo entrambi giovani quando per la prima volta ti ho visto.
 
ANGOLO AUTRICE 
 
É solo il prologo ma va beh... Allora signori e signore, illustrissimi, c: che ve ne pare? Niente male come inizio eh? Troppo stile 500 vero? Yo bella modernizzati! Ok.. No! Mi dileguo... Recensite! Gracias.



What's in a name? that wich we call a rose 
by any other name would smell as sweet.
- Romeo & Juliet (W. Shakespeare)
 
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Capitolo 2
*** Chapter 1- “Chi sei tu che avvolto nella notte inciampi così nei miei pensieri?” ***


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(1)
 
Jayme Desdemona Evelin Capulet.
Si ,sono io! 
Una giovane 16enne di Bristol. 
Capelli perfettamente lisci, bionda, occhi verde smeraldo, alta, magra, pelle candida e 0 autostima su se stessa e buona solo a scuola. 
I miei amici mi chiamano a volte Jay, di rado utilizzano il mio terzo nome: Evelin! 
 
Era un normale venerdì mattina del mese di maggio ed ero seduta al mio posto con accanto una delle mie migliori amiche: Janelle Hamblett (sorella di uno dei miei migliori amici, JJ Hamblett, nonché uno dei più fighi della scuola) e dall'altra parte avevo Josh Cuthbert, la mia vita, il fratello che non ho mai avuto.
Mentre Janelle parlava ininterrottamente del suo rapporto con Josh, che andava a rotoli, io pensavo a fantasticare nella mia mente e ad osservare uno stupido errore di stampa sul libro di geografia: come si può scrivere all'interno del paragrafo Tokio e sulla didascalia di un'immagine Tokyo? La cosa peggiore é che ha scritto Tokyo con la i!
-e la cosa assurda é che.... Hey Evelin! Mi stai ascoltando?- si accorse della mia non presenza mentale -Janelle? Mi spieghi com'é possibile che gli autori non si siano accorti di aver scritto Tokyo con la i?- dissi ancora distratta e lei sospirò -ah... Non mi stavi ascoltando-
 
Dopo suonò la campanella e Janelle andò da suo fratello per andare a prendere la sorellina di 4 anni, Otea, la perfezione, mentre io e Josh ci dirigevamo a casa.
-sei pronta per la festa? Credo che Jake voglia dirti qualcosa!- disse -già, e mia madre non fa altro che dire "ah! si! dai! é un buon partito" ma non ha proprio capito che non mi interessa e che non siamo in sintonia- risposi secca, senza distogliere neppure un secondo lo sguardo dal libro che stavo leggendo -ma perché sei così drastica? Lo conosci a malapena!- si giustificò -perché tu lo conosci bene, vero? Se te per primo mi dicesti che era un pallone gonfiato! E poi mia madre vuole che io mi fidanzi con lui solo per motivi di eredità e cazzate varie...- dissi  -lo sai che la tua famiglia ha delle imprese molto importanti, vero? Ovviamente é chiaro che faccia fidanzare una delle proprie figlie con un "buon partito" quale Jake Simon Carter! Anche la sua famiglia ha importanti imprese- disse -si! Ma perché proprio me? C'era Alyson! Non poteva dare lei?- domandai -Alyson ha 23 anni! Jay, Jake ha la tua stessa età, anzi é di un anno piú grande, ma ciò non dovrebbe fare differenze... E poi Alyson vive in Australia, ricordi?- mi ricordò -già! La terra dei canguri e dei koala-
 
Arrivai a casa e mia madre la prima cosa che fece fu quella di trascinarmi per un braccio in camera.
-mamma! Ora mi stacchi un braccio!- dissi -tranquilla! Poi te lo rimonta dopo- risuonò la voce di Josh lungo le scale che si guardava le unghe.
 
Josh per me é sempre stato un fratello. Lui è originario di Ascot, ma sua madre lo mandò a studiare qui da noi quando aveva ancora 8 anni, dato che lei conosceva mia madre e mio padre.
 
Casa mia era immensa: tre piani di puro labirinto di stanze! La mia era una tra le piú grandi della casa al secondo piano
 Affacciandoti dal balcone, avevi uno spettacolare panorama di mezza Bristol e delle sue periferie con campagna.
Ogni volta che ero colta dalla malinconia, uscivo lì sul balcone e avevo un misto tra il senso della nostalgia e la commozione.
 
Dopo che mia madre finì di prepararmi per la festa, e dopo vi dirò come mi aveva conciato, io me ne uscii sul balcone ed un senso di nostalgia e voglia di libertà mi colse in flagrante: il panorama di Bristol che influiva a farmi commuovere. Amo la mia città! É grande ma molto tranquilla.
-cosa combini?- mi sorprese Josh vestito con uno smoking stupendo color bianco neve -quanta eleganza! Mr. Cuthbert- ironizzai un po' -la solita storia della nostalgia e la calma e calda aria primaverile di Bristol?- chiese poggiandosi al cornicione -si! Non so se lo hai presente... Quando respiri senti come se... Come se quest'aria non la volessi più abbandonare, come se sapessi che tu da un giorno all'altro devi partire e quindi senti una grande nostalgia dentro- dissi calma e sorridente -beh devo dirti la verità: tutto ciò succede anche a me! Ed il solo pensiero che un giorno mia madre possa chiamare e dirmi di tornare ad Ascot mi corrode- disse con un alone di nostalgia nella voce.
Rimanemmo a fissare quello spettacolo sino a quando non giunse il momento di andare.
 
Dunque, vi avevo promesso che vi avrei raccontato su com'ero stata conciata da mia madre: avevo un vestito senza spalline, molto stretto sul torace, mi risaltava le curve, e poi scendeva giù, lungo e morbido. 
Era di colore blu scuro, tanto scuro da farmi arrivare a scommettere con Josh se fosse blu o nero, ed era brillantato.
Indossavo un paio di tacchi neri e alti e i capelli erano raccolti in uno chignon e un diadema di brillanti in testa. Potrei dire che la lacca ed il gel fanno miracoli incredibili, ma anche la parrucchiera amica di mia madre era un portento.
Indossavo anche una collana di brillanti.
 
Arrivammo e la prima persona che vidi fu Janelle.
 
O giusto! Dimenticavo di presentarvi questa mia dolcissima scassa coglioni di Janelle, perdonate il francesismo.
16 anni di puro orgoglio e testa sulle spalle, ama cavalcare, tale e quale al suo dolce fratellino che é un fante di prima categoria e anche  molto bella.
I suoi capelli sono biondo cenere e molto lisci e i suoi occhi sono azzurri.
Si! Lei é la ragazza di Josh, ma ora risultano un po' in conflitto, dopo che lei ha sgamato lui che parlava con una ragazza più grande e da lì il suo orgoglio non le ha mai fatto avere dei rimorsi su ciò che pensava e diceva su di lui e sull'accaduto. Il che mi é dispiaciuto per Josh che ci é stato molto male e ricordo di aver passato molte notti a consolarlo e a sottrargli la bottiglia di birra dalla mano.
Jane, così la chiamavamo, ha una sorella, Otea, di 4 anni e un fratello, Jamie, JJ, di un anno più grande, si! Il più figo di tutto l'istituto: se avessi potuto scegliere tra lui e Jake, avrei scelto lui.
 
-Dio sia lodato! Che hai fatto? Isabelle fa miracoli quando vuole!- disse lodando mia madre -già! L'ho detto anch'io!- disse Josh.
 
Entrammo dentro quell'immensa villa che era la casa di Jake, il ragazzo con il quale mia madre mi avrebbe voluta vedere fidanzata, e ci andammo a sedere su una sdraio posta vicino la piscina.
Dopo arrivò Jake -hey meraviglia!- disse sorridente fissandomi.
Lo sguardo di Josh non era uno dei migliori: avevo lo sguardo fisso ed accigliato sul ragazzo e i denti serrati, così per evitare una rissa gli dissi -Josh, ma te non avevi detto che dovevi andare a prendere un tuo amico?- effettivamente lo doveva fare davvero, ma non sapevo chi fosse questo ragazzo -oh si! Hai ragione! Vado e tra un po' sarò da te- disse lasciando un'ultima occhiata minacciosa a Jake che, da ragazzo spavaldo, continuava a sorridere.
 
Nel frattempo lui mi parlava, io ero intenta a pensare un modo eventuale per sfuggire a quella situazione, che sarebbe potuta degenerare, contando che lui si avvicinava sempre di più ed io cercavo di allontanarmi, fino a quando mi trovai ad essere bloccata dallo schienale rialzato della sdraio e quando risollevai lo sguardo, lo vidi avvicinarsi e lentamente chiudere gli occhi, fino a quando ....
-oddio! Mi dispiace...- disse un ragazzo che era inciampato sotto i miei piedi. Così mi sollevai di scatto e mi coprii la bocca -hey !Attento a dove metti i piedi idiota non vedi che hai interrotto un momento importante?- fece tirando su il pugno per poi sferrarlo sulla faccia del giovane ferito -No!- urlai io, e tutti si girarono, compreso il ragazzo che grondava sangue ovunque -non gli fare del male! É tutto apposto! E non vedi com'é ridotto poverino?- aggiunsi. Successivamente mi piegai e lo aiutai, ma quando incontrai il suo sguardo traumatizzato, fu come se Cupido avesse centrato una freccia nel mio cuore non appena incontrai i suoi occhi color nocciola.
 
“Chi sei tu che avvolto nella notte inciampi così nei miei pensieri?” 
 
-qual é il tuo nome?- dissi mentre, sul mio letto, che gli pulivo le ferite con un po' di disinfettante -tu sei Jayme Desdemona Evelin Capulet?- domandò lui - non ti hanno insegnato che non bisogna rispondere ad una domanda con un'altra domanda? Comunque si! Tu sei... Oh!- dissi: quando guardai bene la sua faccia, riconobbi quel ragazzo e da quale famiglia proveniva: com'era possibile che non me ne fossi accorta prima?
 
Lui era George Paul Shelley, della famiglia degli Shelley.
I suoi anche hanno una grande e importante impresa ma da un po' di tempo sono i rivali della mia famiglia.
Mia madre mi ha sempre detto che all'inizio le nostre famiglie sono state molto unite ed intime, ma poi ci furono diverse idee contrastanti che arrivarono a porre fine a quella che sembrava un'armonica amicizia tra famiglie, e forse ora era il momento di porre fine a tutto questo litigio...
Forse questa volta il destino aveva giocato le carte buone ed é anche grazie a George se ora non mi ritrovo a baciare Jake.
Come ho fatto a riconoscerlo? Beh... A parte il fatto che viene al mio stesso college e poi spesso capitava che mia madre incontri la sua, e spesso ci trovavamo entrambi, e scattavano diversi litigi, tutto ciò quando noi eravamo alla tenera età di 8 anni e veniva con me all'asilo.
 
-si! George Shelley... Figlio della famiglia degli acerrimi rivali della vostra- disse lui -forse non avrei dovuto portarti qui- dissi staccandomi -non avresti dovuto ma allo stesso tempo confesso che in quella villa c'era un casino immenso e... Chiedo umilmente perdono per l'incidente- si scusò -ma non devi scusarti! Anzi sono io a doverti ringraziare da quello che stava per succedere... Stava esagerando! Comunque... Che ci facevi lì?- domandai tornando a disinfettargli le ferite -mi ci ha fatto entrare Josh Cuthbert! Si mi sono infiltrato, più che altro avevo una voglia matta di divertirmi- disse -tu sei un amico di Joshua?- spesso lo chiamavo con il nome completo -si! Frequentiamo lo stesso corso di letteratura, arte e musica- affermò.
 
Dopo un po' tornò a sorridere e cominciammo a raccontarci tante cose. Uno tra i tanti discorsi fu il ricordo di quando avevamo appena 6 anni e, ci trovavamo in un centro commerciale, che le nostre madri erano talmente tanto in disaccordo da riuscire a giungere ad una rissa solo perché mia madre diceva che io ero meglio di sua figlia Harriet e più intelligente di George.
Così noi, interessati ad un negozio di giocattoli, entrammo senza far saper niente alle nostre madri, che si preoccuparono tremendamente appena si accorsero della nostra assenza.
 E per quelle due ore passate a cercarci sono arrivate pure a fare pace, la stessa pace che si sgretolò non appena ci trovarono a giocare al principe e alla principessa, seduti entrambi sullo stesso cavallo a dondolo: io abbracciata a lui e con una coroncina in testa e lui davanti a me con una spada giocattolo puntata in avanti ed un mantello sulla schiena. 
Quella fu una scena che mia madre eliminò subito dalla sua testa e lo stesso fece la madre di George, presumo da quanto mi abbia raccontato lui, dicendomi anche che era arrivata pure a non uscire più per un anno intero e forse più per l'orgoglio.
 
Ad un tratto sentimmo come se delle chiavi forzassero la serratura.
-forse é il caso che io vada!- disse alzandosi di colpo -no aspetta! Forse e Josh- mi affacciai e vidi Josh sbronzo e Janelle che lo spingeva dentro -e non farti più vedere! Stronzo! E Jay, vedi che ho riportato Josh- disse vedendomi sulle scale -ok ci penso io! Buonanotte!- non me la sentivo di litigare con Jane solo perché ha dato dello stronzo a Josh, non sapendo che era successo.
Ritornai da George e gli dissi che forse era davvero arrivato il momento di andare.
-ok.. Allora ci vediamo! É stata una bella serata- sorrise -già- ricambiai e dopo chiusi la porta e mi diressi da Josh, che era steso a terra con uno sguardo decisamente poco rassicurante e gli occhi lucidi.
 
-... Che cosa devo fare con te?- sospirai, in piedi davanti a lui con le mani sui fianchi.
Lui si avvalse alla non risposta e continuò ad avere lo sguardo sempre fisso in un punto che era ancora da stabilire.
Lo presi da dov'era e lo portai in camera, poi andai in camera mia e mi finii di cambiare, sciogliendo i capelli e mettendomi solo una felpa di sopra e dopo tornai da lui che, come avevo immaginato, non si era mosso di una virgola, avendogli chiesto cortesemente ed esplicitamente di cambiarsi per andare a dormire.
-e per Janelle che sei triste vero?- dissi dolcemente mettendomi seduta accanto a lui, accarezzandogli la gote, ma lui si limitò solamente ad annuire -... Cosa hai combinato questa volta?- sospirai -mi sono ubriacato!- rispose -ma davvero? Non me n'ero accorta! Joshua Thomas John Cuthbert non era questo ciò che volevo sapere... Anche perché anche un cieco se ne sarebbe reso conto- accennai vivace - sei una stronza Jay!- sorrise lui -ah! Non rigirare la frittata in padella perché mi sa che Janelle, se se l'é presa con uno dei due, uno di questi sei tu e non io!- gli feci notare -allora mi racconti?- tornai seria -avevo visto che Blake Colin faceva delle avance a Jane, però, contando il fatto che eravamo in bilico con il nostro rapporto, ho preferito starmene lì al bancone a farmi servire del Mojito e a fissarli con il nervoso che mi gelava il sangue- disse -e poi?- domandai io -poi non ci ho visto più dalla rabbia, essendo anche un tantino ubriaco...- lo interruppi -giusto un tantino eh? Non troppo- ironizzai -allora!- disse -scusi... Continua pure- mi scusai -dunque... Preso dall'ira e dal mio essere poco sobrio, sono andato verso di loro e ho sferrato un pugno in faccia a Blake e poi é scoppiata una rissa durata solo all'incirca dieci secondi contati perché poi ci separarono, poi Janelle mi ha cazziato durante tutto il tragitto di ritorno a casa e successivamente mi ha mollato- disse mettendosi a piangere.
Lì lo abbracciai molto forte poi gli dissi -Josh! Non preoccuparti, io ti sarò sempre accanto e ti aiuterò sempre... Ti proteggerò sempre!-.
 
ANGOLO AUTRICE
 
Hola bellezze!
Questa storia inizia a prendere forma! Yay! Un hippy hurrà per me? *passa una matassa di paglia nel deserto*. 
Allora sapete qual é la regola vero? Ve la devo ricordare? Recensite c: grazieeeee <3



Che significa Montecchi? Nulla: non una mano, non un piede, non un braccio, non la faccia, né un'altra parte qualunque del corpo di un uomo. 
Che cosa c'è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome rosa, anche se la chiamassimo con un altro nome, serberebbe sempre lo stesso dolce profumo.
-Romeo & Juliet (W. Shakespeare)

 
little_JCat

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Capitolo 3
*** chapter 2: Tempt not a desperate man! ***


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(2)

Poco tempo più in là, dato che non riuscivo a dormire, mi alzai.
Mia madre era a Nottingham per lavoro e mio padre? Mio padre in Australia con mia sorella per qualche mese: Alyson doveva laurearsi in dottorato!
 
Così optai per ripetere un po' di frasi di Romeo & Juliet di Shakespeare, per l'interrogazione di letteratura.
 
-Come, night, come, Romeo, come, thou day in night; 
For thou wilt lie upon the wings of night 
Whiter than new snow on a raven's back. 
Come, gentle night, come, loving, black-brow'd night, 
Give me my Romeo; and, when I shall die, 
Take him and cut him out in little stars, 
And he will make the face of heaven so fine 
That all the world will be in love with night 
And pay no worship to the garish sun. - recitavo piano io passegiando per il balcone della mia camera.
 
-Oh, ma quale luce irrompe da quella finestra lassù? 
Essa é l'oriente e Giulietta é il sole. 
Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perché tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei. 
Non servirla, se essa ti invidia; 
la sua veste virginale é di un colore verde scialbo che piace solo agli stupidi.-sentii recitare da sotto, così mi affacciai subito sorpresa da tanta perfetta dizione.
-Gettala via!
 Ma é la mia dama, oh, é il mio amore!
 Se solo sapesse di esserlo!
 Parla eppure non dice nulla.
 Come accade? 
É il suo sguardo a parlare per lei, e a lui io risponderò.
No, sono troppo audace, non é a me che parla. 
Due elle più belle stelle del cielo devono essere state attirate altrove e hanno pregato gli occhi di lei di scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza.
E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? 
Tanto splendore farebbe scomparire la luce di una lampada: 
in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo che non fosse più notte- recitai con lui sorridente. George: era il mio dolce Romeo.
 
Quando finii, gli sorrisi -cosa fai qui?- gli domandai sorridente appoggiandomi al cornicione e affondando la testa sulla spalla destra -sono qui per te, sai? Prima non me ne sono andato! Sono solo rimasto ad aspettare qui, speravo di poter risentire la tua voce e, passate due ore qui sotto, mi stavo per rassegnare quando finalmente ti ho sentita- annunciò mostrando più forte il duo sorriso.
 
-O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? 
Rinnega tuo padre; 
e rifiuta il tuo nome; 
o se non vuoi legati solo in giuramento all'amor mio, 
e io non sarò più una Capuleti... E questa?- dissi sorridendogli fingendo un tono di sfida.
-Il manto della notte mi nasconde ma se non mi ami lascia che mi trovino. 
Meglio che il loro odio tolga la mia vita, 
e non che la tardi senza il tuo amore- rispose lui facendomi capire quanto era preparato.
 
-la tua bellezza è capace di tentare un uomo, lo sai vero?- disse -io non credo di essere così bella quanto dici, ma grazie- sorrisi sincera -sei sola?- domandò -Josh dorme, mia madre é a Nottingham per lavoro e mio padre e da mia sorella Alyson in Australia- risposi -allora una buonanotte mia dolce Juliet!- disse lui mandando un bacio -buonanotte mio dolce Romeo!- e andò via.
 
I giorni passavano in fretta, gli incontri con George tornavano ad essere fiorenti come un tempo, ma ultimamente erano arrivate due persone che amavo tantissimo: il mio migliore amico, Jaymi Henlsley che veniva da Luton e mio cugino, Jackson da Londra.
Jaymi é un ragazzo con diciamo un orientamento diverso di amore: si, esatto! È gay, ma non mi importa: l'ho adorato anche quando lo ha confessato e in lui provo tanta tenerezza.
 
Ma tornando a me e a George... 
Come ho già detto, gli incontri ritornavano ad aumentare e lui veniva sempre a trovarmi dopo le lezioni, verso l'armadietto, il che era molto tenero.
 
-hey, Hamblett aspetta!- cercai di fermare JJ -Jay!- urlò a sua volta stupito -cosa posso fare per te?- aggiunse sorridente -no niente, volevo fare il tragitto fino agli armadietti con te dato che lo abbiamo vicino e Josh cerca di riconquistare Janelle!- giustificai sorridendo con l’affanno -Josh ritenta la conquista? Ma lo sa benissimo che Jane é orgogliosa!- disse serio e stupito -non se la stupisce!- lo fulminai senza colpo ferire sorridendo.
Lui si bloccò un secondo e poi mi guardò -credo che tu abbia ragione... In ogni caso, come pensi che la stupirà?- domandò curioso -Josh é un bravo cantante, può provare in questo modo- dissi -lei ama quando é Josh a cantare- confermò il mio pensiero fissando dritto davanti a se -ciò dovrebbe riavvicinarli- conclusi io e mi avvicinai all'armadietto per mettere la combinazione e aprirlo.
 
Quando lo aprii, cadde un foglietto:
 
“O, swear not by the moon, the fickle moon,
 the inconstant moon, that monthly changes 
in her circle orb, Lest that thy love prove 
likewise variable.
Buongiorno splendore! Spero che ti piaccia questa sorpresa. Ci vediamo alla fine delle lezioni in cortile
-G. xx”
 
Sorrisi e poi lo richiusi e lo misi in borsa e mi diressi verso l'aula di letteratura, aspettando che la fine di quest'ultima ora arrivasse in fretta.
 
Passata l'ora, mi diressi verso l'armadietto e, con mia dolce sorpresa, trovai Jane e Josh che avevano fatto pace e che si stavano dolcemente slinguazzando.
-bleah... Mi fate ribrezzo! Comunque avete tutta la mia benedizione- dissi lanciando dapprima fingendomi schifata e poi con un occhiolino -ah ah ah sei proprio stronza- disse Jane ridendo abbracciata a Josh, che le baciava i capelli.
-piano a come parli a miasorella!- la riprese Josh sorridendo accigliato -hey hey non riattaccate a litigare eh! Che non voglio essere la nuova causa del vostro litigio- dissi cercando di ricalmare le acque con aria ironica -no tranquilla!- dissero tornando a baciarsi e quindi a scambiarsi saliva.
 
Uscii dalla scuola di corsa e giunsi in cortile e lo trovai appoggiato ad un albero con l'iPhone in mano.
 
-hey!- sorrisi ed incontrai subito il suo dolce sguardo -ciao- rispose sorridente e alzando lo sguardo dall’iphone per poi spostarsi un ciuffo di capelli che ricadeva ribelle davanti ai suoi occhi -allora... McDonald o Hamburger King?- aggiunse con aria interrogativa ma sempre sorridente -è un appuntamento?- domandai sorridendo -non ti hanno insegnato che non bisogna rispondere ad una domanda con un'altra domanda?- mi mandò un occhiolino -ok... Uhm... Direi McDonald!- affermai infine con finta aria risoluta e sollevai una mano -saggia decisione!- rispose stringendomela e partimmo.
 
-comunque.. Non hai risposto alla mia domanda!- dissi mangiando il mio McChicken -quale?- chiese perplesso -è un appuntamento? Hai la memoriuccia corta Shelley?- scoppiai a ridere -diciamo... Comunque... Si una sorta... In pratica é da molto che non ci si vede e volevo recuperare un po' di tempo perduto, ricordi? Alle materne eravamo sempre insieme- ricordò sorridente con volto pensieroso -siii! Quasi due migliori amici- sorrisi al ricordo -ma tu ricordi quante ne combinavamo? E poi stavamo sempre insieme senza che i nostri sapessero mai nulla!- disse immergendosi nei ricordi che riaffioravano man mano -sai? Tutte quelle volte mi facevano sentire un fottuto genio ed una stratega in tutti i sensi: me ne andavo a casa a riflettere su cosa sarebbe mai successo se avessero scoperto che giocavamo insieme- dissi io abbassando lo sguardo e sorridendo -già ... É stato un trauma quando ci hanno scoperti!- disse lui storcendo il labbro.
 
Dopo mi accompagnò a casa e mi schioccò un dolce e piccolo bacio sulla fronte, pulsando dolcemente. 
-buonanotte!- gli brillarono gli occhi - buonanotte! Piccolo George - lo chiamai con il soprannome che gli davo quando andavamo alle materne.
 
Entrai a casa e mi ficcai dritta nel fresco del mio letto.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
 
Hi bananaaas!!
Che ve ne pare di questo 2° capitoletto? Si ultimamente sono riuscita a trasferire tutta la FF sul computer, mi sento un genio uu, e quindi a svolgere qualche piccola modifica,mmm… si… piccola lol!
Ho cambiato colore di scritta se avete notato: si quel fucsia ed il rosa mi sembravano troppo bimbominchiosi lol, poi per una storia così ben poco si addicevano :/.
E del banner? Che ve ne pare? :D bello ah? È uno tra i primi banner che sono riuscita a fare lol e mi alza l’autostima lol.
E delle gif? Ammazzano vero? Ahahah si si ;).
Coooomunque, ringrazio vivamente per le recensioni che mi avete lasciato, e vi lascio con la stessa richiesta: se vi è possibile, recensite e fatemi sapere se qualcosa non va, se vi piace, se non vi piace etc… accetto anche critiche, lo sapete.
 



Il mio cuore aveva mai amato? Occhi rinnegatelo, perché non ha mai conosciuto la bellezza fino ad ora.

-Romeo & Juliet (W.Shakespeare)


Un bacione
Little_ JCat xx

 

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Capitolo 4
*** chapter 3 - “Che cos'altro é l'amore, se non una pazzia molto discreta, una amarezza che soffoca, e una dolcezza che fa bene?” ***


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(3)



Un'altra settimana di maggio passò e io e George ci frequentavamo sempre più spesso e veniva spesso a casa quando non c'erano i miei. Era sabato, il che voleva dire niente scuola, e Josh si svegliò e mi trovò nel suo letto, dato che il giorno prima si era ubriacato di nuovo sempre per via di Janelle e l'ho dovuto soccorrere, come sempre.

Eh si! Hanno litigato di nuovo.
Beh... Infondo é proprio vero... L'amore non è bello se non è litigarello! 
 
-che diavolo ci fai qui?- mugugnò tastandosi la testa, evidentemente gli faceva male -ehm... Vedi non volevo dirtelo ma...- accennai ridendo sotto i baffi e pensando a quanto Joshua possa essere mai così tanto coglione e credulone -oh mio Dio! Dimmi che non...- gli prese un colpo, cominciai ad allargare il più possibile il sorriso -... Sei una troia! Ti detesto!- scoppiò a ridere iniziandomi a sopprimere con il cuscino -ah ah ah Josh! Mi soffochiiii... Però sei sempre più coglione e credulone tu!-.
 
Dopo di che, ci alzammo, mi prese sulle spalle ed iniziammo a scendere quando....
-COOOOOOSAAAA!????- sentii la voce di mia madre innervosita.
Iniziai così a pensare alla sera prima: George, acerrimo nemico di famiglia, qui a casa mia per una piacevole seratina tra amici, oppure, perché le avevano detto di Josh ubriaco, il che sarebbe stato letale per lui e soprattutto per me: mia madre avrebbe avvertito sua madre che lo avrebbe riportato ad Ascot! Beh no questo no! Preferivo rimanere a casa per un anno piuttosto che stare lontana da quel coglione di Josh.
Toglietemi tutto ma non il mio Josh!
 
Io e Josh ci fissammo per interminabili secondi con uno sguardo agghiacciante, roba da film horror, e ci catapultammo di sotto.
-aspetta... Era un sogno o é vero che Shelley é stato qui ieri sera?- disse Josh cauto e bloccandomi sulla soglia prima di entrare -Ehmmm...- dissi guardandomi i piedi -... Lo sapevo!- sospirò.
 
Così entrammo di corsa in cucina e... -mamma non mandare via Josh!- -Isabelle non uccidere Jay!- dicemmo in coro.
-cosa?- ripetemmo stupiti. Mia madre ci guardava agghiacciati -ma di che state parlando tutti e due? Cacciare via Josh? Jay! Ma sei pazza? Uccidere mia figlia? Josh! sei sicuro di stare bene, tesoro?- rise mia madre.
Io e Josh tirammo un sospiro di sollievo che, grazie a Dio, mia madre non interpretò male -la gioventù di oggi! Sempre più strana!- parlò la 45enne….
 
Dopo io e Josh uscimmo di casa.
Strano come non ebbe da blaterare come al solito, dato che ha la parlantina per ogni minimo pelo.  Sicuro pensava a Janelle.
-allora... Costa o Starbucks?- ruppi il ghiaccio - Costa!- disse lui sorridente -guarda che so che non sei felice e so anche il motivo, ma vedi di spassartela oggi che l'ultima cosa che voglio é vederti con il broncio quando sei con me in una così bella giornata di sole- dissi prendendogli le guanciotte -okay okay!- sorrise.
 
Quando arrivammo da Costa...
-Shelley!- urlò Josh, io mi voltai di scatto e lo vidi fissare noi -Cuthbert!- ricambiò.
 
Dopo ci portò due cappuccini e Josh si allontanò.
-non credevo lavorassi qui!- dissi io stupita di trovarlo qui come dipendente piuttosto che da cliente -non mi va di fare il mantenuto- disse sorseggiando un po' del suo cappuccino e facendo spallucce -fammi capire: i tuoi hanno un'impresa, molto grande, siete straricchi e tu non vuoi fare il mantenuto? Non che mi diverta io a far si che mia madre spenda soldi a rotta di collo per me, eh! Ma é una cosa contro senso!- dissi fissandolo intensamente -lo so! Ma non mi va di essere viziato eccessivamente... Comunque lo so che sei una ragazza con la testa sulle spalle, te lo si legge in faccia- disse prendendomi la mano.
 
-George Paul Shelley! Vedi di alzarti immediatamente da lì e allontanarti da quella ragazza! Ti sei dimenticato chi é lei?- disse una ragazza poco più piccola di lui che aveva una faccia di quelle che nemmeno mia madre poteva fare quando mi rimproverava -ciao Harriet!- dissi calma -e tu te ne stai così tranquilla sapendo che le nostre famiglie si odiano ormai da generazioni? A parlare con mio fratello?! Hai idea di cosa potrebbe succedere se entrassero i nostri genitori?- mi augurai che la smettesse subito con questo interrogatorio -hai finito di farmi il terzo grado? Vedi che non lo sto affatto uccidendo o sciogliendo nell'acido a tuo fratello! Stavamo solo parlando- le spiegai sbuffando -beh forse non ti é chiaro che alle nostre famiglie non puoi dire così che ti farebbero fuori- rispose acida -calmati sorella! Fino a prova contraria, se non ci sono le nostre madri o i nostri padri possiamo stare!- ci raggiunse lui mantenendola calma.
 
Dopo aver chiarito con Harriet, George mi chiese se mi andasse di uscire la sera di quello stesso giorno e io accettai.
 
La sera arrivò subito, mia madre ci disse che andava a  Birmingham per una cena di lavoro quindi eravamo liberi, così io le dissi che uscivo, ma lei, sospettosa come sempre, mi chiese con chi ed io le dissi, per farla contenta, che probabilmente mi sarei vista con Jake, senza immaginare che lei avrebbe mai chiamato sua madre o direttamente lui.
 
Mi vestii con una camicia bianca e un paio di jeans attillati e delle converse, dopo uscii di casa e mi diressi verso il punto dell'incontro.
 
Dopo svariati minuti lo vidi arrivare.
-sei in ritardo Shelley!- dissi ridendo mostrandogli il mio orologio -scusaaaa! Colpa di mia madre!- rise -perdonato!- dissi alzandomi e toccandogli il naso.
 
La serata fu incredibile, peccato che passò in fretta.
Parlavamo tantissimo di ogni volta che ci ficcavamo in qualche macello, come quando quella volta che ci rincontrammo casualmente a 11 anni, che fregai la carta di credito a mamma e andammo con lui in un negozio di videogiochi: quando ci scoprirono furono cazzi amari per entrambi! O come quella volta, in un negozio di elettronica, con i nostri padri che si minacciavano con sguardi malefici, io e George ci fissavamo divertiti e poi, talmente erano presi dal fissarsi intensamente e maleficamente che neppure si accorsero che io e George ci eravamo allontanati. 
Dopo aver ispezionato tutto il negozio, ci sedemmo  in un angolo dove c'era una grande televisione al plasma e ci mettemmo a guardare il film che stavano trasmettendo, non lo scorderò mai: era G.I.JOE! Ho sempre amato quel film. 
Io avevo un pacco di patatine che il mio papà mi comprò (si! Lui amava viziarmi, ma io lo ripagavo sempre perché non mi piaceva comportarmi da bambina viziata ed ingrata, ed ero anche la sua cocca, ma é sempre stata una persona giusta, tranne quando si trattava di avere davanti uno dei suoi acerrimi nemici!) e iniziammo a mangiarle e a parlare durante il film.
Quando i nostri padri ci trovarono non dissero niente, al contrario di ciò che avrebbero fatto la mia e la madre di George, ci presero e ci trascinarono via e noi, per l'ennesima volta, ci fissavamo con la faccina triste.
Ma ora i tempi erano cambiati, si! Non eravamo più due bambini e ora sapevamo come non farci sgamare dai nostri genitori.
 
-mia madre ha sempre pensato che fossi una ragazza quanto mai pericolosa e testarda! E lo diceva sempre quando ci incontravamo- dissi mangiando il mio Mcwrap seduta di fronte a George su un cornicione sopra una scalinata -anche mia madre aveva sempre da ridire sul mio essere cocciuto e non ancora adatto a comprendere- sentenziò lui con un hamburger in mano -se sapesse con chi sto mi ammazzerebbe, mi ha sempre detto che non avrei mai più dovuto avere a che fare con te- continuò sorridendo divertito dalla situazione -mia madre pensa che ora sono con Jake Carter- sorrisi pensando a quanto divertente era la situazione -o mio Dio! Com'é che tua madre vuole farti stare con quello lì?- sorrise accigliato lui -beh... É tutto un giro di eredità e lavoro... Ma a me non interessa...- dissi abbassando lo sguardo.
Ad un tratto sentii due dita sul mento che mi tiravano su la faccia ed incontrai, a solo due passi, i meravigliosi occhi color nocciola di George con un sorriso dolcissimo.
Ad un tratto quel poco di distanza che c'era tra noi due si dissolse in un bacio dolce all'inizio e forte e pieno di passione poi.
-no!- dissi -non possiamo ricordi?- cercai di rammentargli fissando dritta davanti a me -tu mi piaci Jayme! Mi sei sempre piaciuta ed é proprio perché non possiamo che ti ho baciato ora- disse abbracciandomi -anche a me sei sempre piaciuto George ma...- cercai di dirgli -facciamo di nascosto! I nostri non sapranno mai niente, ok? Usciremo allo scoperto quando riusciremo a rappacificarli!- mi piaceva l'idea ma... -se tutto ciò si trasforma in qualcosa di tragico?- dissi io seria e preoccupata -avanti! Non essere drammatica, cosa potrà mai andare storto?- ironizzò -potrebbero scoprirci o qualcuno farebbe da spia- lo fulminai -io non credo! Beh in ogni caso... Cosa ne dici?-.
Ci pensai molto su e infine arrivai alla constatazione che ero giovane e che non sempre le questioni di cuore poteva risolvermele mamma e soprattutto era sempre meglio tenersi distanti da Jake. 
 
Che cos'altro é l'amore, se non una pazzia molto discreta, una amarezza che soffoca, e una dolcezza che fa bene?
Shakespeare é la mia illuminazione! 
 
-O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre; e rifiuta il tuo nome; o se non vuoi legati solo in giuramento all'amor mio, e io non sarò più una Capuleti- citai, osservando George con sguardo sognante e sorridente e lui ricambiò -rinuncerei a tutto pur di avere te accanto- mi disse lui soddisfatto per poi baciarmi.
Dopo arrivammo a casa mia, dato che Josh era dagli Hamblett (certe volte era stupido: okay che c'era JJ ma Janelle? Lo avrebbe fatto fuori! Mamma Ciccio mi tocca, toccami Ciccio, no Joshua?) e mia madre era a Birmingham e lì sarebbe dovuta stare per altri 4 giorni: avevamo tutto il tempo!
Entrammo in camera e lì mi stese sul letto cominciandomi a baciare delicatamente e a spogliarmi pian piano, lo stesso facevo io.
Quella sera diventai finalmente di qualcuno: George mi aveva fatta sua ed era stata la cosa più dolce e che aspettavo di fare da un po' di tempo! Amavo George, strano a dirsi, ma l'ho sempre amato: sin dal primo giorno in cui l'ho visto all'asilo mi sono tremendamente invaghita di lui ma poi, pian piano, svanì tutto questo, fino ad oggi.
 
Il dolore non era molto, anche se all'inizio é stato atroce: emettevo lamenti assurdi! Lui si preoccupava, ma io gli dicevo che non importava, l'importante era che lui sentisse la stessa passione che provavo io.
Poi capì che più mi baciava con passione ed energia più non ci facevo caso.
Mi sentivo legata a lui, il dolore, se mi era dato solo per far del bene come in questo caso, non era niente, piangere per il dolore pungente non aveva alcun senso se il suo corpo candido sul mio.
Le sue braccia magre e bianche scorrevano lungo tutto il mio corpo, le sue labbra erano soffici come nuvole che danzavano assieme alle mie in un lento e dolce movimento e le lingue si incrociavano di tanto in tanto.
 
*** George ***
 
 “Il mio cuore aveva mai amato? Occhi rinnegatelo, perché non ha mai conosciuto la bellezza fino ad ora.” 
 
Si, io non ho mai saputo cosa fosse la bellezza fin quando non l'ho rivista! Anche se si trattava della stessa bellezza che conoscevo sin da bambino, ma lì io non capivo.
Ora era come un fiore appena sbocciato.
Stesi in quel letto, abbracciati a pensare cosa fare l'indomani.
 
Mi sento Shakespeare.
 
-cosa faremo amor mio?- disse lei -non lo so! Un modo lo troveremo- sorrisi cercando di rassicurarla. Lei si sollevò -sei la cosa più dolce e bella che esista in questo mondo, peccato che tutto questo sia rovinato da un distacco e una divergenza tra famiglie-.
 
Ad un tratto mi squillò l'iPhone:
-pronto?- 
-George? Dove sei?-
Era mia madre che era molto preoccupata 
-mamma sono da un amico! Torno domani mattina-
-okay tesoro, buonanotte!- e riattaccò 
 
-George? Devi tornare?- disse lei sollevandosi un po’ -no, ho detto che tornerò domani mattina- le sorrisi girandomi dal suo lato.
 
ANGOLO AUTRICE 
 
Hey bella gente c: ,
Finalmente sono ricomparsa con un nuovo capitolo eh? ;) eh si! Sono come i funghi io lol! Ma tornando a noi gftuffdyttf mi piace troppo questo capitolo futftdf spero anche a voi <3 
Recensite! E ricordate Jayme loves George, and me too <3 lol



tempt not a desperate man 

-Romeo & Juliet (W. Shakespeare)

io direi: tempt not a disperate girl :Q____
 

POSSIBLE COMING SOON...



Voi mi chiederete ma che c'entra Lucy Hale di "Pretty little Liars" in questa fff? e perchè POSSIBLE COMING SOON? sto scrivendo un'altra ff dove lei è la mia musa ispiratrice (?) lol che ne pensate? c:

 
little_JCat
 

 
 
 

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Capitolo 5
*** Chapter 4- Stardust ***


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(4)



 “Good Night, Good night! Parting is such sweet
sorrow, that I shall say good night till it be morrow”
 
 “Buona notte, buona notte! Separarsi è un sì dolce dolore, che dirò buona notte finché non sarà mattina” le cantai mentre lei, ancora stesa sul letto, dormiva tranquilla.

 
Così nel dolce cuore della notte me ne andai, dandole un ultimo bacio.
 
*** Jayme ***
 
-George!- mi girai nel letto ma non lo trovai.
Rimasi interdetta per qualche minuto poi presi il telefono, dove c'era un bigliettino:
 
 “scusami! Chiama 339.....   ti amo!
-G. x”
 
Digitai il numero e portai il cellulare all'orecchio. Due squilli poi rispose.
-pronto?- 
-perché sei andato via così?- 
-amore! Non piangere ti prego... Dovevo! Mio fratello ne aveva il sospetto e stava cominciando a chiamare tutti i miei amici- 
-oh... Okay, scusa me!-
-per cosa? Ti ho detto io di chiamarmi! Ti amo!-
-io pure- e riattaccammo.
 
Dopo mi alzai e mi misi una felpa abbastanza lunga, che mi andava a vestitino, e mi diressi in cucina, strofinando i miei occhi verdi e vidi Janelle seduta sulla sedia a ticchettare sul bancone che collegava il soggiorno alla cucina.
 
- dov'è lo stronzo?- disse lei visibilmente incazzata nera -buongiorno anche a te!- dissi cercando di farle recuperare le buone maniere e chiudendo un occhio su ciò che aveva detto su di lui -ti ho fatto una domanda!- rispose lei secca -e io ti ribadisco come insegnano le buone maniere che appena si arriva a casa di qualcuno si saluta- ribattei con i pugni contro il tavolo -forse non hai capito allora...- disse ma non fece in tempo -ho capito benissimo! Non apprezzo il tono che utilizzi e la poca cortesia- dissi oramai irritata -beh in ogni caso cercavo lo stronzo: é in casa?- Dio mio! Si rendeva ogni minuto di più insopportabile! -senti va bene una volta... Ma due... Inizi a farmi innervosire- dissi pronta a scaraventarmi su di lei -se é stronzo la colpa non é mia!- disse bevendo il suo caffè con una vocina irritante -te sei strana!- dissi io bevendo la mia tisana -strana? In che senso?- domandò lei -cambi subito idea: prima ami Josh e dopo lo chiami stronzo e lo lasci?- dissi io -che cosa?- rise -sei lunatica- io invece ero seria -io? Cosa c'è in quella tisana? dimmi- disse lei -mmm... Tisana e zucchero?- dissi ironica -ti diverti a fare la spiritosa eh? Sai che c'è: tu le persone non le conosci mai!- sbottò alzandosi da dov’era seduta -cosa intendi dire?- mi sollevai dal tavolo -che con te ho chiuso!- disse secca -eh?- rimasi scioccata -si... Ah! E non mi cercare chiaro? Né te né quello stronzo di Josh!- urlò.
Io rimasi interdetta per un minuto poi mi ridestai -beh sai che c'è? Io ti ho sempre aiutato in qualsiasi cosa ... QUALSIASI! Io ci sono sempre stata e lo sai ed ora per questa cazzata ci siamo distaccate e sai che c'è? Bene! Sono contenta! Mi avevi rotto con questa storia di Josh lo stronzo o il puttaniere! Quando anche te stavi iniziando a frequentare Blake Colin- dissi acida -lei si bloccò sulla soglia della porta e mi disse una frase che mi lasciò parecchio male -sai? É meglio perderti piuttosto che trovarti!- e poi uscì di casa.
 
Rimasi interdetta per più di dieci minuti a pensare a Josh e specialmente a George!
E se quello che aveva appena detto fosse vero? Forse era il caso di distaccarsi da loro? Loro non erano lunatici come a lei, loro non mi avevano fatto alcun male! Era lei che se ne doveva andare, e non io…
 
Dopo scese Josh e mi vide sul divano seria.
 
-My Stardust!- disse fermandosi sulle scale confuso e lì scoppiai a piangere.
Stardust. 
Il soprannome che mi aveva dato. 
Amavo quel nome!
Significa "polvere di stella" perché lui diceva sempre che ero come un piccolo frammento di stella caduta nella pancia di una donna incinta sulla terra per vivere nella sofferenza di tutti gli uomini, perché io vivevo nella sua sofferenza e lui in me ci vedeva una piccola polvere stellare, perché ero perfetta per lui, almeno questo é ciò che mi diceva sempre.
 -no piccola! Che é successo?- mi avvolse in un abbraccio dolcissimo -Janelle non deve più permettersi a mettere piede in casa nostra chiaro?- dissi singhiozzando e con le lacrime che scendevano copiose sul mio viso.
Lì era come se Josh fosse stato improvvisamente colpito da un fulmine in pieno giorno.
So quanto potesse amarla: é sin dal primo momento in cui l'ha vista che se n'era invaghito, ma all'inizio lei non ha mai ricambiato (sempre per la famosa storia dell'essere troppo orgogliosa ed esigente) e il che mi ha sempre fatto stare male.
Non sono mai stata contenta della coppia Janosh, non perché fossi gelosa, ma perché sapevo che non c'era compatibilità tra i due e i miei sospetti sul fatto che Janelle si fosse messa con lui solo per puro divertimento o per tenerlo contento un pochino, aumentarono di giorno in giorno ed era da tempo che volevo mandarla a quel paese, ma Josh me lo impediva indirettamente.
 
-no, non dire questo!- disse lui stringendomi più forte -a lei non gliene frega un cazzo di te, Josh! Svegliati! Hai 17 anni ora, non più 8- gli mostrai la mia faccia colma di lacrime -come puoi dire questo?- domandò lui con una faccia stupita -Josh! Perché ti lasci chiamare stronzo da una "puttana" come lei?- dissi speranzosa -my little Stardust! Perché dici questo? Non devi preoccuparti per me!- disse stringendomi di più a se. 
Beh se c'era un pezzo di maturità in Josh era il pezzo che riguardava la comprensione e la pazienza, e lui ne aveva tantissima con me e ogni giorno ho paura di dover toccare un tasto apparentemente errato a mio parere e che lui possa esplodere, ma non lo fa mai! Qualunque tasto tocchi… 
 
-che é successo? Ho sentito urlare e mi sono svegliato- domandò infine davanti una tazza di cappuccino -allora avrai sentito i 3000 stronzo che ti ha mandato!- dissi con un filo di sarcasmo ammiccando gli occhi ogni tanto senza fissarlo in faccia -Stardust! Te l'ho detto no che faccio finta di niente?- disse deciso e sorridente, non gli credevo -io non credo che ti passi liscio come l'acqua in uno specchio!- dissi tre volte più convinta di lui -beh.. Effettivamente so, fin dalle prime volte che le ho fatto il filo, che lei non mi amava e che infine si è messa per pietà e compassione- sorrise sincero -allora se lo sapevi perché non l'hai lasciata sin da subito? Perché ti ubriacavi e rimanevi male per una stronza come lei?- domandai confusa -perché l'amavo ma ora ho capito che non é affatto il mio tipo, ergo non siamo compatibili e... Prima di scendere da te, immaginavo cosa fosse successo, così le ho scritto un messaggio e le ho detto che con lei ho chiuso per sempre e lei mi ha risposto con un banale "Perfetto! x."- ci rise su.
Beato lui che ci riesce…pensai solamente.
 
Il suo sorriso era la cosa più bella che si potesse mai chiedere.
Il regalo più bello che si possa ricevere a Natale.
La cura ad ogni malattia.
Prima di morire, l'ultima cosa che vorrei vedere é il suo sorriso, nient'altro! 
 
Io gli sorrisi rassicurata, mandando a farsi fottere a quella situazione che si era creata all'inizio.
 
Era proprio vero che Janelle non ci teneva a lui, forse lo sfruttava solo perché era bello ed un dei più popolari a scuola. 
Ciò non mi importava più: con lei avevo chiuso! 
 
Dopo salii in camera e andai a prepararmi.
Mi misi una semplice maglietta a maniche corte bianca con una scollatura a "v" e degli shorts rossi e poi sotto delle converse non troppo strette rosse e basse.
Poi mi legai i lunghi capelli biondi in una coda di cavallo ben pettinata e mi misi la collana che Josh mi regalò per i sedici anni con scritto "Evelyn",il mio terzo nome, dato che Jayme non esisteva, ovvio no? 
 
Dopo uscimmo di casa e andammo da Starbucks dove ci attendeva George. Il mio dolce George! Il finalmente mio George! 
 
-my Stardust!- disse lui venendomi ad abbracciare -amore mio!- andai da lui -ma come sai il mio soprannome?- dissi curiosa -tu non sai quanto io e Joshua parlassimo di te!- disse per poi baciarmi delicatamente.
Ad un tratto entrò da Starbucks mio cugino Jackson, il quale non tollerava gli Shelley, seguito da Jaymi, il quale era sempre stato migliore amico di George, ma Jackson non ci ha mai dato particolare peso.
 
-cugina! Che stai facendo con quello sporco e zotico di uno Shelley!?- disse con una faccia che era poco di rassicurante, Jaymi e Josh erano in disappunto con ciò che aveva "osato" dire su George, io era agghiacciata e George accigliato -come ti permetti a chiamare zotico uno dei miei migliori amici?- disse Jaymi dandogli una spallata -Hensley! Ho sempre disapprovato la tua amicizia con gli Shelley, e ho voluto mettere da parte questo risentimento, ma adesso mi stai tremendamente deludendo- disse. Questa situazione cominciava ad avere un non so che di pauroso, così decisi di riprendermi e bloccare tutto questo -adesso basta!- dissi io sciogliendomi dalla protezione di George.
 
Tutti si bloccarono e George continuava a tenermi la mano e a tremare, sapevo che non aveva paura per se stesso, quanto per me e per la reazione di mio cugino.
 
-cazzo Jackson! Non ti pensavo così dannatamente immaturo!- urlai -io? L'immaturo? Ma ti sei vista? Flirti con l'acerrimo nemico della nostra casata!- sbottò a due passi da me indicando minacciosamente George.
Mio cugino non mi preoccupava: Sapevo che infondo non mi avrebbe toccato, ma forse quella volta non andò così come speravo...
 
Io gli sputai in faccia con fare di disgusto, lui si pulì e mi giunse un schiaffo da lasciare il segno sulla faccia.
Caddi a terra incapace di mettere insieme tutti i pensieri che avevo in quel momento e una goccia di sangue scese dalle labbra.
 
"These violent delights have violent ends" (Shakespeare)
 
ANGOLO AUTRICE
 
Hohohola soy little_JCat,
Si va beh mi conoscete ahahah no ok basta. Arriviamo al dunque: perché Janelle ho voluto mandarla "via di scena"? Perché ormai tra Joshy e Jane non poteva funzionare, si era visto!
In parte é dedicato ad una mia ex amica... Ok mi manca... Però che importa? É lei che ha frainteso e mi ha detto "tu le persone non le conosci MAI!" e poi "e non rivolgermi più la parola" (o qualcosa di simile! Beh il concetto era quello).
So che tanto non lo leggerà mai ma... Mi auguro che sia tanto coscienziosa da arrivare alla fine di questo angolo autrice: tu non sei come Jane, sei diversa! Io su questo capitolo mi sono solo sfogata (credo sia una cosa umana sfogarsi, giusto? Giusto!) mi dispiace tanto se ci siamo fraintese l'un l'altra e non ho fatto niente per bloccare quel litigio ed é tutta colpa mia... Scusa! 
Okay, non vi dirò il suo nome tanto lei sa, anche se non lo leggerà mai, che mi riferisco a lei.
Recensite e io andrò avanti c: <3 byeee

http://www.facebook.com/pages/Il-diario-di-una-jcat/136995696498433?ref=hl



If you wanted to kiss me, you'd have to make me want to kiss you

 - George the monkey Paul Shelley

little_JCat

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Capitolo 6
*** Chapter 5- These violent delights have violent ends ***


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(5)

 

 


Questi violenti piaceri hanno fini violente
 
A terra inerme, con la testa poggiata sul braccio destro, con il sangue che grondava dal naso e dalla bocca.
George gli corse addosso ma fu bloccato da Harriet e dalla sua amica Emily, poi fu portato via da me.
Sentii mio cugino che per la prima volta urlava maledicendomi di essere nata e tutto il resto. Come se non bastasse, cominciò a tirarmi prima pugni, poi si rialzò, e iniziò a tirarmi calci al torace e alle costole e poi, colpo di grazia, mi sferrò un calcio in faccia e sulle labbra che diventarono violacee, e un taglio comparve su quello inferiore, dove iniziò a fuoriuscirvi sangue copiosamente.
 
Josh fece in tempo ad arrivare e a fermare quella tortura lenta e sanguinosa, portando via Jack e facendomi rialzare, colma di lacrime e terrore negli occhi, sentendo urlare George.
Ero totalmente in preda al panico e non stavo capendo più niente.
 
Mai mi sarei immaginata che Jack, il mio adorato cugino Jack, sarebbe esploso fino ad arrivare a distruggere persino sua cugina, solo per via di George, ma io non sarei mai crollata così in basso e non mi sarei mai arresa.
Per George andrei sino in capo al mondo!
 
Josh mi portò in ospedale di corsa e chiamò mia madre raccontando tutto, evitando il particolare "George Shelley sta con tua figlia e hanno fatto ciò che una 16enne farebbe con il suo ragazzo!", e facendo in modo che Isabelle chiamasse Rosie, la mamma di Jack, per portarlo via e punirlo in modo esemplare.
Ultimamente mia madre era diventata Isabelle per me. 
 
Dopo la telefonata disse a Jack di non fiatare sull'argomento "George Shelley" o avrebbe giurato sulla sua vita, che non solo si sarebbe vendicato, ma che avrebbe bensì chiamato il comando dei vigili e lo avrebbe denunciato per molestia.
 Lui aveva risposto dicendo che lo avrebbe contro querelato e Josh ha detto che aveva una testimone (la sottoscritta) così Jack fu zittito da Joshua.
 
 Erano già due giorni che ero in ospedale per diversi accertamenti e cominciavo a temere di doverci rimanere ancora per molto
Avevo parecchi tagli su per il corpo ed uno abbastanza profondo sul labbro inferiore, dove ci avevano messo all'incirca una dozzina di punti.
 
Era l'alba del 29 maggio e di lì a poco la scuola per me sarebbe terminata presto.
Ci sarebbe stata una cena ma io non sarei potuta andare e il diploma di noi alunni sarebbe giunto a fine giugno, lì ci sarei stata.
La signora Higgins, insegnante di storia e letteratura, venne a trovarmi il giorno prima e a dirmi che la commissione mi aveva dato il pieno dei voti e ad augurarmi una buona guarigione e di continuare a conseguire gli studi a Londra un giorno ed io l'avevo congedata commossa dalle belle parole.
Ma tornando all'alba di quel giorno...
 
Sentii dei passi, ma io dormivo ancora nel mio letto, sicura che si trattasse di un sogno fino a quando mi toccò la mano e sentii un certo brivido, ma niente di negativo: era qualcosa di bellissimo e il suo dolce profumo inebriava le mie narici, ma ancora non ero conscia di cosa stesse succedendo.
 
-Chi non é mai stato ferito ride delle cicatrici altrui.
 [...] Oh, ma quale luce irrompe da quella finestra lassù? 
Essa é l'oriente e Giulietta é il sole. 
Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perché tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei. 
Non servirla, se essa ti invidia; 
la sua veste virginale é di un colore verde scialbo che piace solo agli stupidi. 
Gettala via! 
Ma é la mia dama, oh, é il mio amore! 
Se solo sapesse di esserlo! 
Parla eppure non dice nulla. 
Come accade? 
É il suo sguardo a parlare per lei, e a lui io risponderò.
No, sono troppo audace, non é a me che parla- recitò come un novellino pronto a stupire i suoi giudici arroganti e pronti a dir di no e uno sciocco "avanti il prossimo".
 
Era così emozionante sentire un pezzo di Romeo & Juliet, e chi lo stava recitando aveva messo tanta passione dentro, da poter riuscire a trasmetterla a chiunque, persino a me! E chi lo stava recitando sapeva alla perfezione che era il mio dramma Shakespeariano preferito, e solo una persona lo aveva capito davvero e con il cuore, quella persona era la persona più importante della mia vita e non potevo permettere che venisse maltrattato: no! 
 
-mia dolce Stardust!- cominciò stringendomi le mani -lo so che sono solo le 3.30 a.m., infatti é ancora buio, ma ogni qualvolta cercassi di venire c'era sempre tua madre- continuò -quindi ho deciso di venire ora, dato che non c'è nessuno- aggiunse, poggiando le sue fresche labbra sulla mia mano, allungando un lungo e dolce bacio -ti amo piccola mia! Ma.... Questa situazione mi ha fatto pensare a molte cose... Forse é vero! Noi non dovremmo stare insieme! Le nostre famiglie si odiano ed io non avrei mai e poi, ribadisco, mai dovuto sfidare la sorte baciandoti e cercare di convincerti in un qualcosa di anomalo, contro natura, folle e assurdo che possa essere... Scusami mia adorata!- disse lasciando un ultimo bacio sulla mia fronte, pronto a rialzarsi.
 
Questa voce! Queste frasi!
Ebbero la forza di farmi riaprire gli occhi e guardare chi é che mi stava parlando quando lo vidi di spalle pronto ad andar via e gli afferrai la mano, che delicatamente stava per scivolare via dal letto, quando lo vidi voltarsi in fretta e guardarmi stupito con una lacrima che gli cadde dagli occhi...
 
-ti prego non abbandonarmi!- gli dissi in lacrime, con un filo di voce e stringendogli più forte la mano...
 
ANGOLO AUTRICE
 
Hola Babes,
Mi scuso se è un po’ cortino questo capitolo ma me ne sono accorta solo oggi c:.
Comunque per la vostra gioia, dato che io mancherò per una settimana, aggiornerò un paio di capitoli di entrambe le due FF c:.
Alloooora? Che ve ne pare? Os gusta? (vi piace?) se mi lasciate anche una recenzione sarei contenta.



- Quello è un Montecchi e si chiama Romeo, l'unico figlio del vostro nemico!
- Il mio amore nato dal mio unico odio. Soltanto ora ti riconosco.
- dal film "Romeo & Giulietta" 
da PensieriParole
Little_JCat

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Capitolo 7
*** Chapter 6- Her beauty makes this vault a feasting presence full of light. ***


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(6)


*** George POV ***

 
Si era appena risvegliata!
Aveva aperto i suoi occhioni di un verde intenso.
 
-non ti abbandonerei mai per nulla al mondo!- dissi buttandomi sulle sue labbra.
Lei gemette un attimo e mi ricordai delle ferite. 
-scusa!- le dissi accarezzandole il viso -non fa nulla! Non fa nulla!- ripeteva sorridente.
-mi dispiace aver creato questo disastro- dissi -tu non hai creato un bel niente!- rispose lei.
 
la sua bellezza rende questo soffitto una festosa presenza piena di luce.
 

*** Jayme POV ***

 
Finalmente uscii dall'ospedale e grazie ad Emily Simpson, una mia compagna del corso di letteratura inglese, scoprì che la cena era stata rinviata per me.
Uscii sola dall'ospedale, ancora decisamente traumatizzata e barcollante di dolore, ma non avevo più paura. No! 
Benché fosse strano essere traumatizzati e non aver più paura, io mi sentivo così: più forte e rinvigorita nell’animo.
 
Camminavo con passo svelto e ogni tanto maledicevo qualche ferita che pulsava, quando vidi un cucciolo di husky bianco e nero che piangeva in un sacchetto della spazzatura vicino il bidone.
-awwww povero piccolo!- dissi intenerita -chi é stato il padrone infame senza cuore che ha trovato il coraggio disumano di abbandonarti così in preda a mille pericoli?- aggiunsi prendendolo in braccio.  
Prima piangeva ed era traumatizzato il doppio di me, ma come lo presi cominciò a "sorridere" cacciando la lingua di fuori e iniziò a leccarmi.
Decisi di portarmelo a casa.
 
Appena arrivai lo posizionai sul letto in camera e andai a prendere un po' d'acqua e qualcosa da mangiare e poi tornai su.
 
-allora... Come posso chiamarti? Mmmm...- pensai ad alta voce accarezzandolo -Jay! Sono a casa! Sei tornata?- Josh era appena tornato –si, si, sali ti devo fare vedere una cosa!- urlai entusiasta e poi lo sentii mugugnare qualcosa di strano mentre saliva le scale.

Quando entrò in camera rimase bloccato alla visione del cagnolino -e chi é questo gomitolo di peli?- disse sorridente e intenerito -l'ho trovato in un sacchetto della spazzatura che piangeva vicino al bidone- dissi -awwww... Teniamolo ti prego!- si catapultò sul letto cominciando a giocarci -certo che lo teniamo! Ma... Dobbiamo dargli un nome!- dissi -perché? Non glielo hai ancora trovato?- domandò -ovvio che no!-  esclamai -mmm...- sollevò lo sguardo pensando a qualcosa -credo che sia una femmina!- annunciai io -già!- confermò lui -dunque... Liryc...?- domandò -un po' strano come nome ma mi piace- dissi sorridendo un po’ delusa dall’originalità del ragazzo, ma ammetto che quel nome mi allettava.
Conoscevo Josh e conoscevo la sua passione per la musica.
Era talmente tanto preso dalla musica e dal canto che era capace di dare un nome musicale a chiunque, persino il suo pesciolino rosso che ha in camera sua gli era stato dato un nominativo che riguardava la musica: Lullaby, che vuol dire ninna nanna.
Probabilmente quel nome era stato ispirato all'album "Goodbye Lullaby" di Avril Lavigne.
 
-vada per Lyric!- dissi entusiasta accarezzando sorridente il cucciolo.
 -sembra essere contenta del nome!- notò lui allargando il suo sorriso e mostrando i denti, così come non aveva mai fatto in vita sua
 
Dopo io e Lyric uscimmo di casa per andare a trovare un collarino.
Quando lo trovai, decisi di comprarlo, nonostante venisse un occhio della testa: era rosso e con le borchie e decisi di non prendere il guinzaglio ma di lasciarlo libero, tanto mi seguiva in qualunque passo facessi.
 
Quando poi giungemmo da Costa ci fermammo e lì trovai George, il mio amato George.
-come va? Ti sei ripresa?- domandò George con espressione preoccupata e accarezzandomi la gote destra –si, è tutto okay, non ti preoccupare- ammisi abbassando lo sguardo arrossendo e massaggiandogli la mano –mi dispiace- ammise lui dispiaciuto per tutto quanto –non devi! Forse è vero, siamo stati un po’ incoscienti tutti e due, ma io non vivo senza la tua presenza- dissi io tornando a cercare il suo sguardo dalle iridi color nocciola –forse è il caso se non ci vediamo più, nemmeno di nascosto, per qualche breve periodo, giusto il tempo che si calmino le acque!- suggerii lui prendendomi ora con entrambe le mani la faccia –si, è l’ideale! Ora anche mia madre sa della storia e presumo anche la tua, sarebbe imprudente se continuassimo a vederci anche di nascosto- dissi riabbassando lo sguardo ed una lacrima rigò la mia gote sinistra –vedrai che sistemeremo tutto! Anch’io non posso resistere un secondo senza nemmeno pensare a te- disse schioccandomi un dolce e delicato bacio sulla guancia ed io gli sorrisi.
Ad un certo punto, Lyric si posizionò tra le mie gambe ed era visibilmente spaventata.
-awww- disse George notando il piccolo batuffolino nascosto tra le mie gambe, spaventato dalla folla, ameno lei era riuscita a distrarci da quel momento tragico.
L' accarezzò e lei si sentì più sicura.
-come si chiama?- sorrise sorridente George -Lyric!- ricambiai imporporando -wow! Scommetto che l'idea é di Josh- disse -si- risposi secca e sorridente a causa della situazione imbarazzante.
 
Dopo esser stata lì con lui per una mezza giornata e avergli mollato un bacio, io e la piccola Lyric ce ne andammo.
 
Dopo questi giorni arrivò giugno, e con se, portò l'estate, senza che io vedessi e George e che lui vedesse me, e senza nemmeno mandarci qualche messaggio ogni tanto.
Mia madre mi portò in Italia, più precisamente in Sardegna, dove spesso affittavamo una casa estiva per tutta la stagione e dove teneva molte amiche, i quali figli erano tutti miei amici, ma quest’estate l'avrei passata per metà con mamma in Sardegna e per metà a Mykonos, in Grecia, dove io, Josh, Jaymi e il suo ragazzo, Olly, avremmo trascorso la restante parte dell’estate (ma chissà perché lì?...).
 
Intanto arrivammo in Sardegna, nella zona in cui villeggiavamo, e io e Josh andammo direttamente nella zona del lungo mare, per poi giungere in spiaggia.
Io avevo un costume bianco ed il pezzo di sotto aveva un cinturino nero, il mare era una tavola ed il sole alto picchiava forte.
L’idea di fare un bagno allettava entrambi, ma avevamo appena finito di mangiare, e non era stato per niente un pranzo di quelli leggeri.
-che caldo!- esclamai io con aria stanca e affranta dal caldo, sventolandomi una mano di tanto in tanto e controllando la piccola Lyric, che si girava indietro a controllare se eravamo ancora lì -e tu pensavi di venire in Sardegna senza aspettarti questo calore?- mi colpii una voce ridente improvvisa alle spalle, io mi voltai e lo vidi...
 




ANGOLO AUTRICE 
 
Holaaaa,
Ahhhh!! Inizia l'estate e l'aria si sente! Quanto mi ispira questo capitolo ... 
Beh ora vi lascio e ricordate Stardust (Jayme) loves George & Josh is single so... Fatevi sotto donzelle! Che ha bisogno di ragazze... Ok la smetto! Recensiteee c: 
Questa è la nostra piccola Lyric….



non è carinaaa? :'3 



Amore, il quale mi ha spinto a cercarlo: egli mi ha prestato il suo consiglio, ed io gli ho prestato gli occhi. Io non sono un pilota: ma se tu fossi lontana da me, quanto la deserta spiaggia che è bagnata dai più lontano mare, per una merce preziosa come te mi avventurerei sopra una nave.
- dal film "Romeo & Giulietta" 
 
da PensieriParole

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Capitolo 8
*** Chapter 7- You are like a post-it! ***


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(7)


-Tu?- lo guardai inorridita come se avessi appena visto un barbone sudicio che puzza di pesce -che armonia che c'è nell'aria eh?- disse prendendomi le spalle con aria di chi vuole fare colpo ma, almeno con me, non ci riesce -Jake! Chi ti ha invitato?- disse Josh a denti stretti -Isabelle ha detto che era un'ottima occasione per conoscersi meglio, e magari, chi lo sa? Scoprire molte cose in comune!- disse guardandomi malizioso e avvicinandosi sempre di più a me, mentre io mi allontanai fissandolo sempre più inorridita.
So quali sono i tuoi scopi. Sei come un post-it: appiccicato ovunque!Pensai tra me e me senza però riferirglielo.
Da quando gli avevo detto che insieme non eravamo compatibili, alla cena di fine anno, era diventato colloso, peggio di una sanguisuga.
Mi voleva a tutti i costi ed aveva scoperto dei miei incontri con George, ma non lo aveva detto a mia madre, qual era il suo scopo?
Ancora non avevo capito il perché, ma sicuro aveva in mente qualcosa di tremendamente diabolico.
Josh mi aveva riferito che aveva avuto un incontro con Jeremy Williams, amico stretto di Jake, al quale avrebbe giurato che avrebbe fatto sparire per sempre George dalla mia vista. Questo era quanto a Josh era parso di sentire, ed il che mi spaventava molto.
 
-avanti principessa! Il mare é stupendo ed é il caso che ci mostri il tuo bel bikini- disse abbassandomi lentamente i pantaloncini, ma io lo bloccai di colpo -scusa... Ma non credo di aver scritto "SONO PUTTANA STUPRAMI A TUO PIACIMENTO" in fronte- risposi calma e rilassata con un sorriso sarcastico, per lui alquanto provocatorio.
Josh continuava ad avere uno sguardo negativo nei confronti del muscoloso Jake ma allo stesso tempo si era fatto una risatina dopo che avevo buttato fuori dalla mia bocca quella battuta.
-ah ah ah! Spiritosa- disse tirandomi a se, ma io mi spinsi indietro e me ne andai verso il mare.
-quando la lascerai perdere?- disse Josh fissandolo accigliato, parandosi davanti a lui e mettendo le mai sui fianchi -quando sarà finalmente mia!- disse sorridente e convinto delle sue parole.
Josh aveva una faccia che avrebbe tanto significato il suo essere pronto ad una rissa e stava sicuramente per dire "si contaci! Dopo averlo fatto con George ti aspetti che diventi tua tutto d'un tratto?" ma si trattenne. 
-io non credo sia tua!- disse convinto e sorridendo tra il malizioso ed il provocatorio.
Josh, non mi rovinare l'estate! Pensai voltandomi verso quella parte e fissando i due ragazzi accigliata e con le braccia conserte.
-ah ah ah se ti aspetti che sia di Shelley ti sei sbagliato! Ben presto sparirà il suo nome dalla mente di Jayme- sputò ridendo lasciandomi completamente spiazzata ed il solo pensare a George in quel momento mi faceva stare davvero male.
Abbassai lo sguardo insicura ed una lacrima, invisibile agli occhi dei due ragazzi, cadde sulla sabbia bollente.
Si, caro Jake, non hai capito un cazzo!Pensai furiosa pronta a schiaffare un sonoro schiaffo in faccia a quel ragazzo che non aveva né un briciolo di bontà né di cervello
Ma effettivamente... Quando Jake Carter desiderava qualcosa, quel qualcosa molte volte l'otteneva! Ma questa volta no: io non sarò mai sottomessa come un burattino!
 
Il pomeriggio ero stesa sul letto in camera mia con Lyric stesa su di me, che l'accarezzavo, e il computer sul letto e parlavo con George via Skype, augurandomi che mia madre non rientrasse all'improvviso.
 
-mi manchi amore!- dissi io con una lacrima sbarazzina, che cadde scivolando per tutta la mia gote destra, e sorridente -tra un paio di giorni ci vedremo! Ti prego, ora non piangere per me- disse lui avvicinandosi di più allo schermo visibilmente preoccupato cercando di fare qualcosa, ma non poteva -ma cosa? Io devo andare a Mykonos con Josh da Jaymi ed Olly!- sbottai con volto triste -tranquilla! C'è una piccolissima sorpresa- mi mandò un occhiolino sorridente -non mi dire che... Verrai a Mykonos?- esclamai sbalordita sollevandomi in ginocchio sul letto -ehehh... Mi hai scoperto!- disse sorridendo e dondolando la testa -oddio amore! Non vedo l'oraaaa!- urlai eccitata dalla voglia di rivederlo e coprendomi la bocca con le mani -e poi passeremo le nostre giornate sempre insieme!- disse lui altrettanto eccitato -siii... Ora capisco perché Olly prenotò un'altra stanza per due e una singola per Josh... Oddio non vedo l'ora!- dissi con il cuore che aveva battiti irregolari -okay credo che ora debba andare, mia madre inizia a preoccuparsi ah ah!- rise mandandomi un bacio -ah ah ciao piccolo Georgey- poi lui mi mandò un altro bacio e chiuse la video chiamata.
 
Stesa su letto, mi lisciavo i capelli, pensando gioiosa che finalmente avrei passato mezza stagione, e forse qualcosa in più, con lui. Con la mia vita! 
 
Iniziai a pensare a quando eravamo piccoli che giocavamo all'asilo.
Una volta ci trovammo a giocare a mamma e figli e lui era mio marito e un bambolotto faceva da figlio neonato. Era uno spettacolo! Lui si comportava da vero papà, anche a soli 5 anni con un bambolotto. 
 
Dopo arrivò Olly a casa e mi lasciò particolarmente stupita.
-ciao meraviglia! Hai preparato le valigie?- disse entrando in casa sorridente, bevendo il suo frappuccino -ma, ma, ma...- dissi io ancora stupita -non c'è tempo per i ma! Tra una settimana si parte!!- disse eccitato, e fu così che fece notare a tutti il suo essere gay, senza offesa chiaramente -eh appunto! Tra una settimana- dissi io sorridendo divertita -sono troppo eccitatoooo lalalalaaa!- canticchiò saltellando come un matto -non si era notaaatooo tuturuturututtu- canticchiai io ridendo e saltando come una matta anch’io.
-posso portare Lyric vero?- domandai facendo gli occhi dolci -ehm...ecco...- disse mettendosi le mani dietro la testa -per favoooooreee!- sbattei le ciglia -.... Ookaay- disse facendo roteare gli occhi e mettendosi a ridere -awww Olly sei un mito! Se non tu non fossi gay e non stessi con Jaymi ora saresti mio- urlai abbracciandolo –beh… mo’ vacci piano eh?- disse fingendo serietà ed io scoppiai a ridere.
 
La sera eravamo a cena da un'amica italiana di mia madre.
Okay, ringraziando Dio, eravamo solo io, Josh e Marco, il figlio dell'amica di mia madre.
-ohh! Ma chi si rivede- lo sentii urlare dalla soglia del cancello, con un sorriso a 139 denti -e abbiamo pure nuovi membri- sorrise notando la piccola Lyric -si io non vado da nessuna parte se prima con me non c'è Lyric!- dissi accarezzandola sorridente -manco io sono così attaccato al mio pesciolino rosso!- mugugnò Josh fingendo disappunto mentre pulsava continuamente sul display del suo iPhone -si! A te basta metterle il cibo e pulirgli l'acqua che le hai dedicato tutto il tuo amore!- dissi io in completo disappunto con lui e sorridendogli ironica e provocatoria -okay animalista abbiamo capito!- rispose Marco annuendo con un mezzo sorriso -comunque... Lyric?- domandò guardando Josh perplesso -eh indovina un po'?- fissai maliziosamente Josh -ehm... Ma perché guardate me?- domandò fingendo di non capire.
Beh... Chi ha deciso il nome?
-mmmm... Non saprei! Penso che qualcuno di mia conoscenza ha suggerito quel nome al mio cane- lo fissai alzando un sopracciglio sorridendo -mi arreeendo!- disse sollevando le braccia ed abbassando lo sguardo sorridente e noi scoppiammo a ridere andandolo ad abbracciare.
 
La sera trascorse abbastanza veloce ma io non mi divertivo un granché: qualunque gioco facessimo io mi annoiavo! Sentivo mancanza di lui, del suo profumo e del suo calore.
George, manca poco e ci rivedremo!Pensai fissando in aria mentre Marco e Josh facevano un’altra partita a FIFA.
 
I giorni passarono veloci e io li passavo a mare ad abbronzarmi e a bagnarmi un po'.
Jake ed il suo gruppo di malandrini non la finiva di fissarmi con sguardi maliziosi.
Erano davvero odiosi ed irritanti: odiavo essere osservata, e Jake stava esagerando.
Le prime volte li mandavo occhiate negative, negli ultimi momenti avevo intrapreso l'uso del dito medio passando dritta senza dare loro particolare attenzione.
Mia madre lo notava e ogni volta scuoteva la testa in disappunto, come per dirmi -non ti fa onore tutto questo!- e io la fissavo inarcando un sopracciglio all'in su come per dirle -e adesso ti pensi che l'onore me lo costruisci tu?- e me ne andavo.
 
Jake non era George! E di certo io non facevo la sua puttana, come molte ragazze pensavano.
 
Un giorno una mi fermò, si mise le mani sui fianchi, e disse -e tu chi cazzo sei per permetterti di far soffrire quell'angelo?- disse indicando Jake a terra che mi fissava con gli occhi lucidi -se lo conoscessi un minimo forse sapresti com'è davvero- dissi io normale ed impenetrabile e poi continuai avanti.
 
Il giorno prima di partire lo trascorsi a casa.
La mattina mi svegliai ed andai dritta in bagno e mi guardai allo specchio: le labbra si erano già sgonfiate da parecchio tempo, ma il taglio era rimasto, purtroppo.
Mi lavai e mi vestii, poi cominciai a fare le valigie.
Ad un tratto la porta di camera mia si spalancò e io, pensando che fosse Josh dissi -Josh, fai pure! Ho sistemato alcune tue...- mi bloccai girandomi -...Ahhhh!!!!- urlai vedendo Jake -hey piccola calma!- disse venendo verso di me -vai via! Che ci fai qui?- dissi allontanandomi da lui e prendendo in mano una mazza di legno -non voglio farti alcun male!- disse sorridente facendo segno con le mani di stare calma -vai via! Chiamo la polizia- dissi urlando spaventata, poi Josh, ringraziando il cielo, varcò la porta e si avventò su di Jake e dopo un po' riuscì a cacciarlo.
Infine la giornata si concluse in bellezza.
 
Come si suol dire: tutto é bene ciò che finisce bene!
 



ANGOLO AUTRICE
 
Hola gente c:,
Noto con piacere che Lyric sta diventando la nuova migliore amica di Jay! Andtfjyf Jayric :3 sono una cosa sola, come Jorge del resto (Jayme e George).
chiedo umilmente scusa per il fatto che i capitoli ultimamente sono corti ma dovevo staccare un po' per allungare la ff ed il numero di capitoli, ed ora non ho il tempo materiale per risistemarli come si deve con la loro lunghezza perché, credo già sappiate, domani parto per Madrid e non potrò continuare a scriverle mentre sarò lì :/, mi dispiace, ma prometto che quando tornerò cercherò di fare del mio meglio.
Recensite c:
 


- Mercuzio: Smetti pensare a lei.
- Romeo: Sarebbe come smettere di pensare.
- dal film "Romeo & Giulietta" 
da PensieriParole
little_JCat
 

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Capitolo 9
*** Chapter 8- Essa é l'oriente e Giulietta é il sole ***


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(8)


Finalmente arrivò l'attesissimo giorno.
Io e Josh, con le farfalle nello stomaco per l'eccitazione, restammo in piedi fino all'una di mattina e dormimmo solo per 3 o 4 ore consecutive, e quando ci svegliammo non eravamo affatto stanchi.
Mangiammo un cornetto veloce comprato al bar e ci dirigemmo in aeroporto da dove, da lì a poco, saremmo partiti per la Grecia.
L'ultimo scalo era ad Atene, quindi aspettavamo Jaymi che ci venisse a prendere per poi andare a Mykonos.
 
Alle 6.00 a.m. partimmo e in un'ora e mezza, due ore massimo, arrivammo ad Atene.
Ci volle bensì un'ora per aspettare che arrivasse Jaymi, in quanto la puntualità è un optional per lui, infatti Josh si sarebbe aspettato che stava già lì quando arrivammo, ma si ricredette quando non lo vide.
-allora Jaymi... Quando capirai che la puntualità, così come la matematica, non é un'opinione?- dissi io ironica, dal sedile posteriore della sua macchina con Lyric in braccio (sono riuscita ad imbarcare pure lei... Più che altro bisogna ringraziare le sue minuscole dimensioni) -ti giuro che questa mattina la sveglia l'avevo messa... È solo che George non mi ha dato tregua, né questa mattina né ieri notte- si giustificò -sempre la colpa agli altri eh? Mi raccomando!- scherzò Josh.
Nel giro di qualche ora arrivammo in quella benedetta isoletta della Grecia sul mar Egeo.
Arrivammo nel villaggio dove risiedevamo e Jaymi mi spiegò che erano degli "appartamentini" abbastanza spaziosi con delle camere all'interno.
Non appena trovammo il nostro, che era sconfinato anni luce dai vari punti d’incontro del villaggetto, ed entrammo.
-ehm... "appartamentino"?- dissi guardando Jaymi con aria interrogativa e virgolettando l’appartamentino. Se quello era un "appartamentino" , ino ino, allora ero io ad essere nana, ma é un po' strano pensare che io sia nana, data la mia altezza di 1.76.
Ad un tratto sentii due mani che avvolsero i miei fianchi, un mento poggiarsi sull’incavo del mio spallino destro ed il suo fiato addosso.
Voltai il capo verso destra e affondai i miei occhi verdi sui suoi di un nocciola intenso.
Il semplice dire che mi era mancato voleva dire semplicemente minimizzare.
-Ciao amore- mi sussurrò lui all’orecchio; il suo fiato sul collo mi fece salire una scossa ricca di brividi che ripercorreva tutta la mia schiena dorsale.
-mi sei mancato- mi limitai a sorridergli guardandolo mentre lui mi stringeva sempre di più a sé.
 
Dopo essermi sistemata per bene, io e George uscimmo per andare a fare una passeggiata sul lungo mare e magari fare una nuotatina. Non c'era niente di più romantico se non fare una camminata con il proprio ragazzo e vedere il proprio cagnolino scorrazzare su e giù per la spiaggia per giocare con le mosche.
-Mi sei mancato da impazzire- dissi poggiando la testa sulla sua spalla e accarezzando Lyric stesa sulle mie gambe -non sai quanto mi sei mancata tu! Dobbiamo trovare un modo per stare insieme- disse lui intento a fare dei cerchi sulla sabbia con le dita -ma come? I nostri non ci lasceranno mai vivere insieme- mi alzai di colpo io dal suo spallino -ora non ci pensiamo... Pensiamo a passare le nostre vacanze- mi prese e mi fece sedere davanti a lui, facendomi aderire con la schiena sul suo petto.
-un modo lo troveremo... Te lo prometto!- dissi guardando il tramonto con la testa affondata sul suo spallino sinistro mentre lui era intento a schioccarmi lenti e delicati baci dagli zigomi per poi arrivare al più remoto angolino della bocca.
Poi presi il mio piccolo batuffolo e George si alzò con me e ce ne andammo in appartamento.
Mentre camminavamo abbracciati ci scambiavamo sguardi e baci dolci e pieni di passione.
Quando arrivammo, Jaymi tutto bello tirato al lucido ci venne incontro con un’aria da film dell’orrore.
-ehhh quanta eleganza- ammirai stupita sorridendo e sciogliendomi dal’abbraccio di George -che è successo, Jaymi?- domandai poi con aria confusa e preoccupata –avrà di nuovo messo in fiamme l’appartamento per preparare i popcorn, come al solito del resto- sbuffò facendo roteare gli occhi George –smettila di fare il coglione, George!- scoppiò a ridere Jaymi con tanto di affanno –e allora che diavolo è successo?- domandò lui accigliandosi –aspetta… non mi dire che Jake è qui!- spalancai gli occhi –nooo! No, no! grazie a Dio no!- disse – e allora cosa?- domandai sulle spine ma sorridente –se cazzo mi lasciaste parlare…- sbraitò lui e noi scoppiammo a ridere –dunque… lo sapevate che in questi villaggi alle sere ci si veste a tema? Ed ogni sera il tema cambia?- ci chiese sorridendo a mo di sfida.
Io e George ci voltammo a fissarci in modo confuso, –mi prendi per coglione?- disse George inarcando un sopracciglio –uhu! Che bello- dissi io spalancando la bocca –mi auguro abbiate un guardaroba ben fornito- disse lui mettendo le braccia conserte –per tua fortuna, Jayme non si è fatta mancare nulla- disse George guardandomi dalla testa ai piedi –mi hai presa per una di quelle amanti dello shopping e della moda? Io amo solo vestirmi bene nelle occasioni ma non sono un’appassionata, sfrenata ed esagerata amante dello shopping- dissi risoluta e sorridente –bene, allora andatevi a cambiare e tra un’ora esatta troviamoci qui fuori… ah! Il tema è il rosa ed il nero- disse –agli ordini- disse George e poi mi trascinò dentro l’appartamento.
Mi andai a fare velocemente una bella doccia e poi uscii ed andai in camera mia.
Mi bloccai all’entrata alla vista di George a petto nudo: era magro, davvero molto.
Rimasi a fissarlo lì, imbambolata, finché non mi notò.
Venne da me e mi abbracciò forte e poi cominciò a darmi dei baci delicati sulla testa.
-ti diverti tu a massacrarmi vero?- dissi inalando il suo dolce profumo, che sapeva di lui, sapeva di George ed io lo amavo fin troppo.
-massacrarti? Come potrei mai?- domandò lui sorridendomi confuso –amore! Era per dire, non dicevo sul serio- dissi ancora abbracciata a lui e lui si rilassò aderendo perfettamente a me di nuovo.
Avevo un brutto presentimento, come se da un momento all’altro ci potessero scoprire insieme, o qualcosa, o meglio qualcuno, facesse da spia, e le conseguenze non sarebbero state per niente favorevoli.
-promettimi che non mi lascerai mai, qualunque cosa succeda! Io e te per sempre!- disse stringendolo sempre più forte a me preoccupata –ma certo amore! Noi saremo sempre una coppia fissa- disse lui abbracciandomi forte.
-stringimi forte a te, amore mio, e non lasciarmi andare mai- dissi stringendomi nel caldo del suo petto nudo –amore ma stai tremando?- domandò lui staccandosi da quel caldo e rassicurante abbraccio.
-ho un pessimo presentimento- dissi io e lui mi prese la faccia –amore non devi pensare a questo ora, siamo soli, nessuno sa che siamo qui… beh oltre a quelli altri tre… ma nessun’altro sa che siamo qui- disse sorridendo e baciandomi la bocca delicatamente –amore, sei la dolcezza! Ma se ci scoprono? Io ho paura! Non rimarremo sempre nascosti- dissi io piano –amore ora non mettermi ansia- disse lui staccandosi ed andando a poggiarsi su un tavolino ed io andai ad abbracciarlo.
-scusa amore, non volevo- dissi baciandogli la schiena nuda –è tutto okay, ora torniamo a vestirci che tra un po’ dobbiamo andare, prima che Jaymi possa dare inizio ad una sua crisi isterica- mi sorrise ed io ricambiai.
Il più dolce dei sorrisi lo poteva avere solo lui.
Optai per qualcosa che non sia estremamente tra l’elegante e lo sportivo così presi in esame una canotta rosa ed una gonna nera che arrivava fino a metà coscia e poi dei tacchi alti color rosa.
Orecchini a croce e due bracciali (uno rosa e l’altro in oro).
Uscii fuori e trovai George con una giacca rosa chiaro, quasi bianco, e dei pantaloni neri.
-mi sento un confetto- disse guardandosi un po’ disgustato ma sorridente, io scoppiai a ridere e poi mi bloccai –okay scusa! Ma noo! Sei perfetto- dissi guardandolo sorridendo.
Lui era perfetto anche con la calzamaglia o anche con solo un paio di boxer, figuriamoci se poi non lo era in quel momento che sembrava davvero un piccolo confetto.
-ma va! Tu sei perfetta- mi disse baciandomi – mai quanto te- dissi io piano e baciandolo a sua volta.
-hanno finito i piccioncini con le loro smielate effusioni?- disse la voce scazzata di Jaymi –oh fratello! Calmino eh?- dissi io scherzando –perché sei così nervoso? Comunque Jay te lo avevo detto che non dovevamo fare tardi altrimenti si sarebbe incazzato- scherzò George sorridendo ed io mi misi a ridere –ah! Voi non lo sapevate quindi?- domandò serio e noi ci guardammo come se fossimo stati appena fulminati da una saetta in ciel sereno –cosa dovremmo sapere?- dicemmo all’unisono sotto shock.
 
 
-cosa significa? Jake Carter è qui?- dissi con l’aria nei polmoni quasi assente –oh mio Dio!- a quanto pare anche lui non ne era al corrente, o meglio, nessuno di noi, a parte Jaymi, ne era al corrente.
George da quando aveva saputo la notizia era rimasto secco e successivamente aveva assunto un’aria furiosa e vendicativa in volto ed ora non faceva altro che girovagare nervoso per tutto il piccolo salottino.
-giuro che… giuro che se solo ti tocca, o ci tocca… o toccasse, insomma, uno di tutti noi lo distruggo, quanto è vero che…- poi fu interrotto da Josh che gli aveva preso le spalle –calma George! Al momento non sembra essere al corrente che noi siamo qui- disse calmo ma comunque con un velo di gelo dentro –Josh non rimarremo sempre nascosti! Siamo tutti nel medesimo villaggio e nella medesima merda- disse lui scoraggiato e sedendosi su un divanetto –comunque se è qui è perché sa che noi siamo qui ricordate? Lui vuole riprendersi Jayme e sa tutto- esclamò Jaymi a sua volta.
-okay ragazzi, ora basta! Siamo qui per passarci le vacanze, non per rovinarcele o farcele rovinare da uno spilorcio come Jake, avanti! Avete davvero paura di un pallone gonfiato come a quello?- dissi io incurante della catastrofe dalle dimensioni colossali che Jake avrebbe potuto scatenare –avanti, Jayme ha ragione- disse Olly sollevando le braccia–si, concordo- disse Josh alzandosi –infatti, ma se solo dovesse toccarvi lo distruggo- disse Jaymi con fare risoluto –aeee mr. Hensley lo spaccone si è ripreso- scherzai tirandogli una pacca e tutti ridemmo, ad eccezione di George che era ancora seduto sul divano con lo sguardo feroce a terra.
Il mio sorriso si spense così come le mie speranze: l’ultima cosa che desideravo era quella di vedere George così a terra.
-ragazzi potete lasciarci soli?- dissi a loro e tutti e tre annuirono per poi uscire dall’appartamento.
 
Andai da lui, gli alzai la testa e mi sedetti a cavalcioni su di lui ed incominciai a far sfiorare le mie labbra delicatamente alle sue, in modo tale da stuzzicarlo un po’ così avrebbe dimenticato un po’ l’accaduto, ma sembrava irremovibile.
Poi incominciai a baciargli il collo con passione.
-smettila! Non mi smuovi- disse serio anche se molto più addolcito –ma io non voglio che tu ti rovini le vacanze pensando ad un cretino come a quello- dissi io tornando a mordere questa volta le sue labbra –amore, ora solo comprendo perché prima avevi paura- disse lui mentre si lasciava mordere dolcemente le labbra –ascolta: se siamo uniti andrà tutto bene- dissi io staccandomi per poi sollevargli lo sguardo sul mio con due mani –in questo caso dovremmo staccarci- disse per poi alzarsi ed andando a poggiarsi contro un muro.
Mi cadde una lacrima colma di tristezza e rabbia.
-senti, io non vivo senza il tuo respiro addosso va bene?- gli dissi voltandolo e sbattendolo contro il muro adirata –amore, neppure io vivo senza di te, ma mi dispiace, le cose vanno così- disse serio abbassando di nuovo lo sguardo sui suoi piedi: perché era così vittima? Perché non pensava mai ad un piano B? –no! io ho un piano: quando siamo lì fuori siamo come conoscenti o estranei, anche se Jake sa tutto, ma noi faremo finta di niente, una volta qui staremo sempre assieme, okay?- proposi sorridente con le lacrime agli occhi –questo amore ci sta facendo diventare di giorno in giorno sempre più pazzi- disse anche lui piangendo, prendendomi la faccia e baciandomi –ma ci stai?- domandai io bloccandolo e colma di lacrime –ci sto amore mio, se è con te vado contro a tutto- disse e poi mi baciò.
Uscimmo di lì ed andammo verso la piazzetta principale.
 
Una volta lì, io iniziai a fare conoscenza con qualche ragazza amica di Jaymi mentre George era con i ragazzi ed un altro gruppo ma non ci perdevamo mai di vista.
Ad un tratto arrivò Jake.
Speravo con tutto il cuore che questo momento non arrivasse mai.
-ragazze, vedete quello lì?- feci indicando Jake –o mio dio che gran figo- disse Sam una delle tante ragazze del mio gruppo –ecco, non ti bloccare all’apparenza- dissi io squadrandolo –è quel famoso Jake di cui ci parlavi e che per causa sua non puoi stare assieme al tuo ragazzo?- domandò di nuovo Sam –esattamente- annuii io –bene, hai tutto il mio sostegno sorella, allora è proprio vero che certi maschi sono belli fuori ma merde pure dentro- esclamò fissandolo torvo dalla testa ai piedi.
Poi si avvicinò sorridendomi ed io lo evitai con lo sguardo, andando a cercare George, e non avrei mai dovuto farlo.
-dove pensi di andare bambolina?- disse lui bloccando il mio braccio –ovunque fuorché da te. Sai? Pensavo di andarmene in camera- lo fulminai cercando di staccarmi dalla sua presa forte che mi stringeva il braccio.
Istintivamente mi voltai alla ricerca di George, cosa che non avrei dovuto fare, e lo vidi che stava venendo verso questa parte con aria agguerrita.
Io nel frattempo scossi la testa come per dirgli di andare via ma lui non resisteva alla tentazione di far fuori Jake.
Jake intanto non sperava altro, sapeva che George non gli avrebbe potuto fare alcun male, dato che era tre volte più magro e meno forzuto di lui.
-lasciala in pace- esclamò accigliato –altrimenti?- disse Jake sorridendo e lì, proprio mentre lui era distratto a ridere e girarsi verso i suoi amici, George gli sferrò un pugno che lo fece cadere a terra così mi liberai dalla presa.
Scattai improvvisamente verso George e lo abbracciai.
-perché? Perché lo hai fatto?- domandai in lacrime finendo così per impregnargli tutta la camicia del mio liquido lacrimale e del trucco sbavato.
Lui era troppo impegnato a fissare Jake male per rispondermi, così si limito solamente a spostarmi e dirmi un semplice “aspetta qui”.
Jake si risollevò su ancora indebolito ma con del sangue che fuoriusciva dal suo naso schifosamente “perfetto” e fissava George come se avesse appena fatto qualcosa di tremendamente, drasticamente, orribilmente, schifosamente sbagliato, ed effettivamente…
-tu! Sudicio verme!! Il tuo posto non è quello di stare accanto a Jay, il tuo posto è quello di strisciare per terra- disse riacquistando forze e sferrando un pugno di rimando tre volte più potente –no!- dissi scattando di rabbia verso Jake, ma fui bloccata da Jaymi –non lo fare, non andare, ti prego- mi sussurrò abbracciandomi di più a sé –lo sta distruggendo Jaymi!- dissi con le lacrime agli occhi ma allo stesso tempo accecata dalla rabbia, ma intanto lui mi trascinò via da quella scena.
 
Purtroppo non ebbi la possibilità di vedere come andarono le cose, ma racconterò ciò che mi fu riferito da Josh.
 
 
Qualche istante più tardi si presentò una figura che era fin troppo nota ai miei occhi.
Era la copia esatta di Jackson, mio cugino, lo stesso Jackson che qualche mese fa mi aveva malmenata, ma non era lui: era Cory, il suo gemello!
(io ho sempre avuto una dote immensa nel saperli riconoscere ma Cory aveva diverse cose che lo differenziava dal fratello, una in particolare risaltava ai miei occhi come a quelli di Josh: una piccola voglia di fragola sulla gola sul lato sinistro.
Lui era la copia buona di Jack, e se qualche mese fa ci fosse stato lui, avrebbe ben apprezzato la mia richiesta di aiuto nel nascondere il mio amore per George.
Purtroppo George, non riconoscendolo bene, lo scambiò per Jack e finì anche lui per essere travolto, anche perché Cory si intromise nella rissa effettivamente nemmeno lui era tutto questo stinco di santo come il fratello, ma quando si trattava di difendere amici o parenti si faceva in 4 pur di parare il culo a tutti).
-Avanti! George, finiscila! Per favore- lo supplicava mio cugino.
George pensava lo stesse prendendo in giro: data la rabbia, come accennai già prima, era ancora convinto fosse Jack –non ti intromettere! Hai già fatto abbastanza guai- disse lui riferendosi all’episodio di qualche mese prima; vidi mio cugino esitare un attimo.
Anche Josh era entrato in quella rissa assieme un gruppo di tre ragazzi, tutti amici di Jake.
 
George non aveva intensione di chiudere la faccenda lì ed io iniziavo a sospettare del fatto che la rissa stesse incominciando a prendere una brutta piega.
Io in realtà non ero lì a godermi la scena come quasi tutto il resto del villaggio, anzi, io ero da tutt’altra parte assieme a Jaymi ed Olly che cercavano di tranquillizzarmi.
Jaymi sapeva che io nel vedere certe scene diventavo particolarmente pazza, quasi peggio di un vampiro assetato di sangue, o un vendicatore in cerca della sua vendetta, o semplicemente una pazza isterica pronta a sfogarsi su chiunque.
Tutto questo per far capire che quando mi arrabbio seriamente è meglio che quel qualcuno che mi ha provocata cominci seriamente a prendere in considerazione l’idea di scappare, perché poi non intendo risparmiare nessuno, e quella situazione poco mi piaceva né era mia intenzione lasciare che continuassero indisturbati… tanto io non c’ero, no?
No, non ero arrabbiata: forse qualcosa di più!
 
 
 
-Jaymi?- dissi paralizzata con uno sguardo come se avessi appena visto una mummia con un’ascia in mano –Jay?- domandò lui fissandomi e tenendomi stretta lì –ti prego… lascia che io metta fine a tutto questo- dissi ancora con lo sguardo dritto davanti a me –oh! Non se ne parla- disse lui ridacchiando –credi sia divertente?- spostai lo sguardo su di lui fulminandolo talmente tanto che gli iniziarono a tremare le mani ed il suo sorriso pian piano si spense –no non lo è, ma lascia che siano gli altri a terminare ciò che loro stessi hanno incominciato- disse freddo sollevandosi dal letto e spostandosi verso la mensola per prendere qualcosa, a vedersi sembrava un po’ di tè.
Avevo in mente un piano per sfuggire dalle sue grinfie: mi sollevai pian piano dal letto e mi misi a sedere.
Tolsi le scarpe e le posai lievemente a terra e poi mi alzai di colpo per poi sfrecciare via verso la porta, ma lui si accorse di tutto e fu tre volte più fulmineo di me.
Lasciò la tazza che cadde in frantumi per terra e scattò verso di me bloccandomi.
-lasciami! Ho detto lasciami!- strillai agitandomi mentre lui continuava a stringermi di più a sé –solo quando capirai che intromettendoti non risolverai nulla ma ti beccherai solo pugni in faccia, come l’ultima volta- disse con voce forzata.
Io mi bloccai mentre lacrime colme di rabbia cominciavano a sgorgare copiose dalle mie iridi verde acqua.
-Jaymi!- lo supplicai un’ultima volta con voce tremante –mi dispiace, ordini dall’alto- rispose lui –ma quali ordini?- sbottai cercando di divincolarmi ancora una volta –stai calma! È tutto sotto controllo- disse calmo lui –non è vero! Perché Josh non gli frena?- ringhiai tre volte peggio di prima –ma se ci sta provando! Senti Jay, vedi di darti una calmata- iniziò anche lui –non ce la faccio! Lo ammazzerà- mi riferivo a Jake che andava contro George.
 
 
Dopo qualche ora ci fu il glorioso trionfo di Jaymi su di me.
Non so esattamente come riuscì a bloccarmi, ma lo fece ed io mi lasciai trasportare sul letto.
-secondo me hanno finito, ne sono sicuro- mi sorrise sincero –già- ricambiai guardandolo sorridente –vedrai che ora tornano- disse di nuovo tastando le sue dita con ritmo sulla mia coscia scoperta –me lo auguro-.
Poi arrivò un messaggio che il mio sesto senso interpretò come una brutta notizia in arrivo.
Scattai prima di Jaymi e lo aprii.
 
Ho fatto una cazzata. Jay ti prego di perdonarmi!
G. x
 
Cosa intendeva? Perché me lo stava dicendo proprio a me?
Mille domande mi salivano su per la testa, tutte senza trovare una valida risposta, mentre su per le vene il sangue cominciava a prendere una strana temperatura: fredda si direbbe.
 
Guardai Jaymi e lì capii che pensavamo entrambi a qualcosa, evidentemente la stessa.
Ci alzammo e scattammo verso la piazza.
Lì trovai un ragazzo steso per terra e tossiva copiosamente sangue.
George mi guardava come se avesse fatto un crimine e fosse stato scoperto sul misfatto.
 
Ad un tratto il giovane mi fissò e, tremante, cadde a terra.
Gelo nelle vene.
Sbianco totale.
Cosa stava succedendo? Era un incubo, lo so: il peggiore mai fatto.
 
 
Quel giorno finì parecchio male, non solo per me… Per tutti!
 
 
 
Angolo Autrice
 
Ciao belle stelline di mare c:,
si sono tornata dall’Inghilterra e con me è tornata la mia fantasia. Yeahhhhh!!
Allora vi racconterei tutto su com’è andata la vacanza ma mi limito a dire che è stata la migliore vacanza studio mai fatta.
Ma passando al capitolo… ammetto che l’ultima parte di questo capitolo non mi alletta molto ma… hope you’ll like it! ;) infondo è al lettore che deve piacere non a me.
Vi starete chiedendo chi è il tizio che è stato ferito e che presto finirà in rianimazione.
Mi dispiace, non ve lo dirò ;) ma accetto scommesse… su fatevi sotto!
 




Amami o odiami, entrambi sono a mio favore.

Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore.
Se mi odi, sarò sempre nella tua mente 

-W. Shakespeare
 

quanto è cucciolino il nostro piccolino <3. 
Ho apportato alcune modifiche non so se ve ne siete accorte ;) recensite? grazie mille <3

Georgesmonkej_ aka little_JCat

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Capitolo 10
*** Capitolo 9- I will never leave you alone ***


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(9)



3 ore dall’accaduto sprecate in un ospedale greco: non era esattamente il genere di vacanza che io mi aspettavo di passare in compagnia del mio ragazzo e dei miei migliori amici.

-allora? Come sta?- domandò Jaymi appena uscii l’infermiera –mmm… sembrerebbe essersi stabilizzato- disse la donna con uno strano e titubante sorriso e con un accento greco che mi metteva in soggezione.
Era da 3 ore che non avvistavo George, dopo che rimasi folgorata dalla scena e dal racconto che mi fece Jake.
Che strano! Mi fidavo davvero di Jake? Non potevo credere a me stessa.
 
Flashback
 
Guardai Jaymi e lì capii che pensavamo entrambi a qualcosa, evidentemente la stessa.
Ci alzammo e scattammo verso la piazza.
Lì trovai un ragazzo steso per terra e tossiva copiosamente sangue.
George mi guardava come se avesse fatto un crimine e fosse stato scoperto sul misfatto.
Ad un tratto il giovane mi fissò e, tremante, cadde a terra.
Gelo nelle vene.
Sbianco totale.
Cosa stava succedendo? Era un incubo, lo so: il peggiore mai fatto.
-Cory- lo guardai ed una lacrima mi scese, poi mi avvicinai e mi piegai verso di lui.
-Shelley, questa volta non sei più perdonato- disse Jake nascondendo una risata sotto i baffi –George?- sollevai lo sguardo ma senza girarlo verso di lui mentre tutti quanti lo stavano già fissando –co-come è potuto accadere?- dissi in preda ad una crisi di lacrime.
 
Intanto mi ero addormentata seduta sulla sedia della stanza dove era stato messo mio cugino ed avevo la testa poggiata sulle mie braccia che toccavano la sua mano esile.
-Jay!- sentii una voce dispiaciuta e sollevai la testa ma non risposi –io non potevo immaginare- continuò lui piangendo ma io rimasi zitta –ti prego, rispondimi- disse lui piegandosi affianco a me.
Io mi limitai a guardarlo solamente rimanendo in silenzio per interminabili minuti.
-Allora se tanto non volevi, perché?- chiesi tranquilla –io pensavo fosse Jack, e poi mai mi sarei permesso a far del male a qualcuno ho solo sbagliato a dosare la forza- mi disse accarezzandomi la guancia –mi dispiace che sia successo tutto questo- dissi io distogliendo lo sguardo –ma mi perdonerai un giorno?- domandò ora George prendendomi la mano –ti ho già perdonato- gli sorrisi lievemente per poi far sparire di nuovo quel sorriso.
Ripensai al fatto che la famiglia di Cory, nonché miei parenti, erano stati avvisati dell’accaduto senza far nomi o raccontare episodi, quindi si erano precipitati fin qui, quindi ripensai a George nuovamente volendo proteggerlo, nonostante il grande sbaglio, ma era pur sempre parte integrante del mio cuore, come poter infangarlo?
-Vai via- dissi solo mentre lui mi guardò confuso.
Mi sollevai e gli presi la faccia e avvicinai la mia fronte alla sua –se ti sgamano qui per noi è la fine, per te lo sarà più di tutti. Ti prego George, non spingermi a dirtelo di nuovo, non voglio soffrire con il pensiero che presto lo sapranno tutti- dissi con il cuore che faceva le capriole in petto –no, io rimarrò- disse lui mettendo le sue mani sulle mie –ascolta piccola testa di cazzo, tu ora vai via, altrimenti tutto il discorso che ti ho fatto non ha senso- dissi ora adirata anche se non avevo voglia di offenderlo –no, ricordi? Non ti lascerò mai sola, risolveremo tutto insieme- disse lui prendendomi ora più forte la faccia e baciandomi con passione –ma così andrà a monte tutto!- esclamai bloccandolo ed in lacrime –troveremo un’altra soluzione- disse lui ostinato –vai via- dissi scuotendo di più la testa –non posso- ribadì lui –ti prego- lo supplicai in lacrime.
In quel preciso istante entrò l’ultima persona che mi sarei mai immaginata di trovare: Jackson.
Vedendo la scena, squadrò dapprima George e poi mi guardò a me con aria protettiva.
-Di nuovo tu!- esclamò a George ed io abbassai lo sguardo ormai rassegnata –senti Jack, ripartiamo da 0, okay?- cercò la sua clemenza il riccio dagli occhi color nocciola –dopo che non solo ti innamori dell’unica ragazza della quale non ti saresti mai dovuto innamorare, ma anche mandi mio fratello in rianimazione?- disse con aria sconsolata: a vederlo pareva quasi non volesse più saperne nulla e cancellare tutto, infondo era un ragazzo buono che non avrebbe mai fatto del male neppure ad una mosca, purtroppo negli ultimi tempi ha imparato il significato del termine bastardo e lo ha aggiunto al suo vocabolario diventando parte della stessa parola e finendo per fare ciò che ha fatto mesi fa.
Ad un tratto parve piegare la testa e sbuffare con aria dispiaciuta.
-Vai via- disse anche lui ed io tornai a guardarlo come per comunicargli negli occhi di fare ciò che gli venne detto, lui, d’altro canto, rimase lì senza muovere una paglia –ti prego George, non ho voglia di discuterne, va via! Hai la mia clemenza. Non voglio che i miei o tutti quanti sappiano, vorrei che una volta per mille tutto quest’odio che c’è da anni termini, ma ti prego, non rendere tutto ciò ancora più difficile- disse sconsolato ed aprendogli la porta per farlo uscire.
Io e George ci guardammo prima allibiti e poi George decise di non farselo ripetere più di due volte, così si alzò e si allontanò verso la porta.
Prima di andar via ci scambiammo l’ultimo sguardo e poi lui andò e Jack richiuse.
È stata la scena più brutta alla quale abbia mai potuto assistere in tutta la mia vita ma era ancora più tragico sapere che Cory non dava più alcun segno di vita: questo non mi rincuorava affatto.
 
 
 
*
 
 
 
Col tempo imparai a dimenticare pian piano George, anche se non ci eravamo mai definitivamente lasciati, ma da quando Cory si era ripreso, quindi quando di conseguenza tornammo tutti a Bristol, di lui non c’era più traccia: né a casa sua né in tutta Bristol né si era mai fatto sentire dopo quella volta.
 
Infine giunse persino settembre e con sé anche il suo gelo britannico quindi anche il ritmo quotidiano ricominciò, ridando vita alla frenesia di chiunque.
Io e gli altri iniziavamo il primo anno di college, chissà come sarebbe andata.
Ogni mia conoscenza al college mi aveva accennato che non era affatto una vita semplice, specie dove mi trovavo io: Londra.
-Londra non mi è mai sembrata così fredda ad inizio settembre- dissi seria a Josh mentre mi stringevo nella mia felpa del college che mi andava piuttosto grande mentre ci dirigevamo verso il nostro nuovo college.
-Veramente neppure a me, ma dobbiamo abituarci- disse lui sorridendo e creando con l’aria che fuoriusciva dalla sua bocca delle nuvolette di condensamento.
Ormai io, diversamente da Josh, avevo perso la capacità di sorridere perché con essa avevo perso anche il sorriso, lo avevo completamente cancellato dalla mia mente e quindi avevo anche dimenticato cosa fosse un sorriso.
Avevo imparato ad essere fredda e pungente, come gli inverni inglesi.
Non c’è cosa peggiore del non ricevere neppure un briciolo di novità sull’unica persona che ami al mondo.
Fino a poco tempo fa era lui il mio sorriso, il mio respiro, il primo raggio del mattino a varcare la mia finestra per dirmi un misero buongiorno e l’ultimo a darmi la buonanotte.
D’altro canto, non ero solo io ad esser cambiata, anche Josh dimostrava un certo velo di mistero attorno all’improvvisa scomparsa di George.
Lui ne sapeva sicuramente qualcosa di tutto ciò.
La mattinata fu scorrevole e passò in un batter d’occhio, così quando l’ultima campanella della giornata fece sentire la sua melodia tutti quanti, compresi me e Josh, uscimmo dall’aula di filosofia per dirigerci verso l’uscita.
Prima che avvenisse la mia uscita da quel college andai verso l’armadietto per prendere alcuni libri.
Misi la combinazione velocemente e lo sportello si aprì lasciando cadere un fogliettino rosa.
Io dapprima lo fissai confusa poi mi piegai per raccoglierlo e, mentre lo aprivo, voltai prima a destra e poi a sinistra il capo per vedere chi fosse stato l’autore, ma io mi sentivo che poteva esser stato solo un ragazzo a svolgere l’azione di scrivermi un bigliettino.
 
Amami o odiami, entrambi sono a mio favore.
Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore;
Se mi odi, sarò sempre nella tua mente.
W.S.
 
Alzai il capo alla disperata ricerca della mano che aveva scritto questa celebre frase di Shakespeare e che anonimamente ha preferito firmarsi con WS, ma non trovai nessuno.
Nel leggerlo avvertii comunque un qualcosa di forte, di speciale che mi rimise involontariamente e senza che me ne accorgessi un lieve sorriso che mi rimise in moto tutta la speranza perduta.
George.
No, ma non era possibile che fosse lui, oppure si? Ora come ora tutto è possibile, ma chi lo sa?
Scossi la testa ad ogni minimo dubbio o sospetto ed optai o per un foglietto di appunti o per qualche strano scherzo.
Dopo di che, chiusi l’armadietto e raggiunsi Josh.
-Tu per caso mi hai messo un foglietto dentro il mio armadietto?- domandai semplicemente a Josh durante il ritorno a casa e vidi che Josh si fermò e gli si rianimarono gli occhi –come prego?- domandò fissandomi per poi tornare a camminare –io non ho messo niente nel tuo armadietto- continuò infine –bene, e allora tu ne saprai qualcosa- dissi io sospettosa –io? Che ne dovrei sapere io di uno stupido foglietto messo nel tuo stupido armadietto da qualche stupido ammiratore segreto del cazzo?- mi sorrise misto al divertito ed al misterioso che sa qualcosa.
Io lo fissai torva ed incrociai le braccia spingendolo a parlare.
-Jay? Ma tutto d’un tratto ti ha dato di volte il cervello per caso?- domandò secco riprendendo di nuovo a camminare –no, sei tu che ti sei improvvisamente trasformato nel ragazzo misterioso che non usa confidarsi più come una volta- sbottai io.
Lui evidentemente si accorse che ormai avevo capito tutto e sospirò arrendevole, poi mi prese e mi trascinò dentro l’appartamento.
-Jay, è il momento che tu sappia- disse sedendosi sul letto e poi mi fece segno con la mano di seguirlo ed io, ancora più sospettosa, lo seguii.
-Dimmi, ti ascolto- dissi guardandolo immensamente negli occhi, che in questo momento parlavano e dicevano più di mille parole.
Erano confusi, probabilmente anche tristi, stressati e… incredibilmente distratti.
Cos’aveva quel giorno?
-George?- chiamò infine sbuffando esausto, io lo guardai ancora più confusa.
Ad un tratto dal bagno comparve lui con aria normale che mi guardò intensamente, anche i suoi occhi avevano il loro da dire: erano esausti, desiderosi di vedere qualcosa o qualcuno che non hanno visto per un certo periodo di tempo, affamati d’amore, vogliosi di una pace che non potrà avvenire mai… tutto questo era ciò che tutti e tre desideravamo enormemente.
Io anche lo guardai e lì gli avrei voluto dire tante di quelle cose, piangere mille lacrime solo per lui ma ero bloccata in preda alla confusione più assoluta.
Perché? Perché scompare per poi ricomparire così? In un giorno come tanti, in un momento come tanti e in una dimora come tante.
Ci fu un periodo di totale ed imbarazzante silenzio lì dove avrei voluto urlare a squarciagola persino il suo nome e correre ad abbracciarlo di nuovo ma dalla mia bocca non usciva un filo di voce, soltanto piccoli sfoghi delle corde vocali, e le mie gambe non avevano nessuna intensione di muoversi.
Era tutto così strano quel giorno.
-A-amore mio- finalmente riuscii a pronunciare tremante e con le lacrime che dopo tanto tempo riprendevano a sgorgare irrigando la mia faccia e finalmente comparve un sorriso vero e che aveva il suo significato.
Lui non parlò ma venne da me e si piegò prendendomi la faccia e baciandomi con estrema passione le labbra, così come non aveva mai fatto in vita sua.
Finalmente risentivo il sapore delle sue labbra, il suo profumo, toccavo i suoi capelli sempre naturalmente mossi che gli ricadevano morbidi fino a poco più sopra della nuca.
Tutto in lui mi era incredibilmente mancato ma ora eravamo di nuovo insieme, anche se non era passato molto tempo, appena un mese.
 
-Quindi eri tu l’autore della frase di Shakespeare in quel foglietto- gli sorrisi voltandomi a guardarlo mentre, stesi entrambi nel mio letto, lui mi lisciava i capelli e mi sorrideva a sua volta annuendomi.
-Non so come, ma lo immaginavo- dissi solo per poi farmi forza, sollevarmi e baciarlo di nuovo sulle labbra: farlo ogni volta era sempre più bello e più piacevole, le sue labbra erano morbidi e delicate, perfettamente in sintonia con le mie.
-Noi non ci siamo mai lasciati, vero?- domandò lui bloccandomi ed io gli sorrisi –no, mai- gli risposi tornando a baciarlo –sei così dolce, così perfetta- mi disse mentre lo baciavo e mentre mi toccava i capelli –e tu così misterioso, così profondo- dissi io mordendogli il labbro inferiore mentre lui mi sorrise, segno di comprensione.
Finalmente, dopo tanto, lo risentivo mio, tra le mie braccia ed io tra le sue.
La cosa positiva era che qui nessuno poteva sapere niente e che noi non ci dovevamo nascondere più, o almeno finché nessuno fosse nei paraggi, in altri casi siamo pur sempre nella grande megalopoli d’Inghilterra: la magnifica Londra, nessuno potrà mai saper niente.
Semplicemente avrei sperato che non sarebbe accaduto ma nient’altro di problematico così come negli scorsi avvenimenti, ma purtroppo la vita è fatta anche perché il destino ti giochi sorprese losche, ma bisognava vivere al momento con ciò che si aveva, e così facevamo noi due, aspettando che il fato incombi fatale, magari però preservandoci un lieto fine, magari non proprio con i fiocchi, ma pur sempre una fine dove almeno io e lui viviamo insieme felici, anche come due eremiti o magari come due campagnoli in una bella fattoria, ma insieme.
 
Il giorno dopo era sabato, quindi optammo per lo svegliarci ad un orario comodo.
-Buongiorno- disse lui sorridente seduto su una sedia in cucina accanto a Josh che finalmente aveva uno sguardo più rilassato e allegro –buongiorno a voi- dissi sedendomi sulle gambe di George e sorridendo –cosa le offriamo a questa bella fanciulla?- disse Josh scherzando ed alzandosi per prendere l’aranciata ed i cornetti –mmm… aranciata e cornetto?- chiesi ironica –a lei!- servì sorridendo –grazie- dissi portando il bicchiere alla bocca e bevendone un sorso.
Ad un tratto squillò il cellulare: Ally.
Mia sorella aveva deciso stranamente di rifarsi viva.
-Ally?- risposi confusa ma sorridente –sorellina mia!- quasi mi urlò nelle orecchie così spostai il cellulare per evitare una rottura di timpani –come sta la mia sorellona?- esclamai sorridente sotto lo sguardo bizzarro di Josh –bene bene, te? Oh giusto! Sei a Londra non potrebbe andare meglio di così, oppure si?- disse sibillina –che intendi?- dissi accigliata fissando Josh mentre George mi baciava il collo –non te lo ha detto mamma?- domandò ancora più confusa di me –mmm.. no?- dissi io –bene, allora credo che non cambi se sarò io a dirtelo- disse lei euforica –si Ally, basta che me lo dici- dissi io facendo roteare gli occhi all’in su –bene, mamma ha organizzato una festa per quando ritornerai per le vacanze, ed indovina in onore di cosa?- domandò ancora più eccitata –mmm.. Natale?- scherzai –nooo! Babbana, ma che dici? In ogni caso… per il tuo fidanzamento con Jake, non sei contenta?- disse sempre più contenta mentre a me mi prese una scossa elettrica e poi guardai George che mi osservò confuso.
-Pronto? Jay? Ci sei?- mi chiamò –si, si, ma… ora devo andare- dissi fingendo di essere contenta e poi riattaccai.
-Allora? Che ha detto? Cos’è quella faccia?- disse George sorridendo ma preoccupato –J-Jake- balbettai io fissando un punto nel vuoto –Jake? Che c’entra Jake?- domandò confuso ora e guardando Josh altrettanto stordito –mia madre ha organizzato una festa al mio ritorno in onore del nostro fidanzamento- dissi tirandomi su fissando ancora in quel punto –cosa?- scattarono in piedi entrambi scioccati tanto quanto me.
 
-A quanto pare a stranezze non era finita qui…- dissi infine.
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
Ciao piccole conchigliette c:,
come va la vita? Spero bene, a me come al solito ma bando alle ciance e passiamo al sodo.
Le cose qui tornano a farsi più interessanti ;) ora arriva la fase dura nella storia: cosa faranno questi due poveri innamorati pur di stare insieme? Cosa farà la nostra Jay pur non fidanzarsi con Jake? Tutto nei prossimi episodi ;).
Comunque devo darvi una notizia positiva ma anche molto negativa… purtroppo credo che la storia finirà tra non più di 10 capitoli (non so se il conto è esatto, ma contando che io metto un botto di particolari e allungo di parecchio i capitoli questo dovrebbe essere il limite massimo) e a me sembra veramente strano tutto questo anche perché sarebbe la prima ff che inizio ed incredibilmente termino… Oddio!
Le altre o le eliminavo che non mi piacevano oppure le lasciavo in sospeso lol… comunque devo continuare Shadow e poi ho iniziato una nuova ff che pubblicherò presto c:
Credo che tutto questo mi mancherà quando finirà :c e mi ero pure affezionata.
Okay, mi dileguo.
Per favore recensite se vi è possibile <3.
Ne approfitto anche per ringraziare i recensori, i preferiti, ricordati e altro <3 ed anche i lettori, se ce ne sono stati, silenziosi.
A presto c:

 



E' tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti

-W. Shakespeare



Georgesmonkej_

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