A diary for my silent screams

di Angelo Osaki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una piccola premessa ***
Capitolo 2: *** Lost in you, bound to you, I love you ***
Capitolo 3: *** Fear not the flame of my love's candle ***
Capitolo 4: *** Breathe no more ***
Capitolo 5: *** Lost your own game ***
Capitolo 6: *** It's time to change ***
Capitolo 7: *** I'm so lonesome I could cry ***
Capitolo 8: *** Stop Hurting myself ***
Capitolo 9: *** Summertime Happiness ***



Capitolo 1
*** Una piccola premessa ***


Una piccola premessa
 

Tecnicamente questo  non è un diario, anche se il titolo può trarvi in inganno. Non voglio che pensiate sia uno di quei  diari usati dalle ragazzine per scrivere cose che non interessano a nessuno, ma uno strumento che io userò per tentare di capire cosa sta succedendo alla mia vita e a me stesso, quindi non ci sarà mai un inizio del tipo “Caro diario, oggi è successa una cosa terribile: mi si è spezzata un unghia! Capisci che cosa terribile sia? Ho pianto per un’ora, ma poi mi sono finiti i fazzolettini e ho dovuto ricacciare indietro le mie lacrime di vero dolore e rimboccarmi le maniche: domani devo assolutamente e inevitabilmente andare dalla mia estetista, la quale saprà sicuramente come risolvere questo grave problema! Mi vien da piangere solo a pensarci, figurati quando guardo quella povera unghia!”
No, non ne sarei mai capace, sarebbe un insulto alla mia già tormentata intelligenza. Piuttosto, sento il bisogno di qualcosa che mi aiuti a mettere ordine in questo periodo, perché necessito di ripercorrere mentalmente quest’anno, dalla primavera scorsa a ora, e capire cos’è che mi ha fatto cambiare tanto: non che mi lamenti, ma ci sono emozioni che devo riportare in superficie, per andare avanti.
E l’unica cosa che mi può aiutare è questa sottospecie di quaderno degli appunti che sicuramente non potrà né giudicarmi né darmi le risposte, ma sarà il mezzo attraverso il quale io scaverò dentro me stesso; il coltello che mette chiarezza.
Confesso di avere abbastanza paura di riportare in superficie emozioni che duramente sono riuscito ad acquietare: mi chiedo se potrebbero riportarmi indietro, nel buio che tanto mi terrorizza. Eppure devo correre questo rischio, perché potrebbe capitarmi qualcosa di peggiore: restare bloccato  nel punto in cui sono ora e l’ultima cosa che mi occorre al momento è stare fermo. Sono stato bloccato per troppo tempo, poi mi sono mosso nelle direzioni sbagliate, ma ora devo fare attenzione a intraprendere la strada giusta, perché ho l’impressione che sia un punto cruciale per la mia vita, quello in cui sono da poco arrivato. 
Il tempo non va sprecato, ne ho consumato troppo inutilmente per poter permettermi di giocare ancora. Giocare col fuoco mi è sempre piaciuto, perché provavo gioia nel vedermi bruciare. Bruciare di dolore, per le cose sbagliate.
Benché io abbia provato così duramente a smettere, capisco solo ora che non lo volevo veramente: stupido. Come potevo godere nel vedermi distruggere ogni cosa buona di me? Immobile, guardavo passare la mia vita, o perlomeno quella che doveva essere la mia, perché io avevo l’impressione che fosse quella di qualcun’altro. Ora, però, è il momento di fare un salto indietro e procedere con calma.  

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Capitolo 2
*** Lost in you, bound to you, I love you ***


AVVISO: tutti i nomi di persone, di luoghi e quant'altro, in quanto reali, sono stati modificati dall'autore, per garantire la privacy di essi.

Lost in you, bound to you, I love you

Amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso.
-David Grossman


 

Un qualche giorno durante la seconda metà di aprile 2012

Credo di essermi accorto di provare qualcosa per Christian: non uso la parola “innamorato” perché sono sicuro di non comprendere a pieno cosa significhi questo termine, ma credo di star provando qualcosa di simile, per la prima volta in vita mia, lasciando perdere la sola attrazione sessuale che provavo per un mio compagno di classe alla scuola media.
Christian non ha preso bene la mia omosessualità, sai? Smise di cercarmi e Io ci stetti  malissimo, non solo per il fatto che lui  espresse a parole ciò che io pensavo di me ma anche per qualcos’altro che ancora non riuscivo bene a comprendere. Le mie giornate a scuola erano diventate buie e senza un motivo valido per continuare ad andarci.
Poi Christian tornò e ti giuro che mi sentii la persona più felice del mondo: ogni volta che stiamo insieme, quei dieci minuti durante l’intervallo, sul suo viso risplende una luce sprigionata dai suoi occhi e quando mi parla io sento una stretta calorosa al cuore. Non significa forse che mi sono preso una cotta? Una settimana fa mi trovai a desiderare di abbracciarlo, stringerlo e baciarlo. Non avevo mai desiderato qualcosa con tale intensità e ammetto di essere rimasto perplesso e spaventato, ma ciò che minaccia di distruggermi è la speranza che io possa mai essere ricambiato. Io so che qualunque cosa mi renda felice è portata a correre via da me e sono sicuro che con Christian sarà lo stesso e non voglio soffrire, perché quello che ho capito in questi  anni è che in amore si soffre parecchio e spesso l’unica cosa che si ottiene sono gli occhi rossi dopo incontabili ore passate a piangere misti a quel senso di morte interiore che ti porta a pensare che è finita lì, perché senza quella determinata persona tu non puoi vivere.
 Quindi, dimmi, cosa c’è di bello nell’amore? Domanda stupida: c’è Christian. Eppure, posso davvero definirmi innamorato di questo ragazzo?  Se ogni volta che guardo i suoi occhi io mi sento la persona più felice del mondo, se provo quel devastante desiderio di stringermi al suo petto e sussurrargli “resta con me”, se vorrei tanto che le nostre labbra si incrociassero e le nostre vite fossero gli stessi punti sui quali passa la nostra retta chiamata “amore”, posso considerarmi innamorato?
Sai, stanotte credo di averlo sognato. C’eravamo noi due,  in un infinito spazio bianco e stavamo in silenzio. Un silenzio che parlava, sussurrava cose su noi due e io mi stringevo al suo petto, mentre lui mi passava una mano tra i capelli. Mi guardava, con quegli occhi marroni che non sono altro che le porte dell’infinito e sorrideva. E io? Beh, io mi sentivo felice, come se avrei potuto stringermi a lui per sempre e niente avrebbe mai potuto strapparmi via. I sogni non sono la realtà, lo so.
Eppure, dimmi, sono innamorato? Confesso di sentirmi così, onestamente. Io potrei uccidermi, se ciò servisse a rendere felice Christian. Lo penso davvero, ogni volta che scendo le scale e lo vedo lì ad aspettarmi, mentre tutti gli altri studenti si riversano con confusione verso il cortile. Se ne sta lì con le mani in tasca e mi aspetta,  con quella maledetta luce negli occhi. A volte accenna pure un sorriso e io mi ritrovo a scendere le scale di corsa, perché le gambe non mi reggono più e so che potrei cadere. Se cadessi,mi prenderebbe? Oso credere di sì. Magari non gliene frega niente di me e mi vede solo come il rompipalle con il quale trascorre l’intervallo, ma io ho bisogno di pensare che lui provi qualcosa per me, perché ne ho bisogno per vivere, per non toccare il fondo in questo periodo nel quale continuo a precipitare.  Christian fermerà la mia caduta?  Spero di sì, perché morirei se non lo facesse.
Quindi, ancora, dimmi: sono innamorato? Sinceramente, ogni giorno che passa scopro di volergli sempre più bene e di desiderarlo sempre di più, finché questo desiderio non mi ucciderà o-osando sperare troppo- mi porterà tra le sue braccia.  Non sono mai stato innamorato prima e non so se è davvero questo che prova una persona innamorata, eppure deve essere così, perché per un  amico non proverei mai qualcosa del genere; non c’è solo il lato sentimentale, ma anche l’aspetto sessuale. Con un certo imbarazzo ammetto di aver spesso pensato o anche sognato che io e Christian facessimo l’amore.  Perché io sono certo che fare sesso con lui non sarebbe solo contatto fisico, ma anche sintonia mentale, felicità e protezione. Sarebbe fare l’amore.  Per gli amici io non provo nulla di tutto ciò, pertanto sono quasi certo di essere innamorato di Christian.
Dimmi, è normale avere così tanta paura di un rifiuto? Certo che è normale! Se lui mi rifiutasse, come potrei tornare alla vita normale? Per me questo è un sogno che in un attimo potrebbe mutare in incubo, sai?
Questo ragazzo è arrivato come un arcobaleno dopo la tempesta, anche  se sta ancora piovendo e io sono più bagnato che mai.
Dimmi, questa pioggia durerà per sempre o io e Christian ci rifugeremo sotto lo stesso ombrello?
Le giornate per me durano solo dieci minuti, il tempo che trascorro con il mio Angelo, dopodiché tutto viene invaso dalle tenebre e in lontananza si fa spazio una luce fioca che continua a essere la mia meta.
Sai, Christian mi chiama “Salvo, perché dice che ho la faccia da “Salvatore”. Non mi è ben chiaro cosa intenda, ma so che voglio riuscire a salvarci entrambi, o anche solo lui, perché è infinitamente più importante di me. Sai, credo che il mio Angelo abbia dei problemi gravi dei quali non parla mai: è chiuso in se stesso, nel suo silenzio e nei suoi sorrisi non espressi.  I suoi occhi parlano al posto suo, ma vorrei tanto che si confidasse con me. Riesco a sentire la sua atroce sofferenza e soffro per lui, mi sento impotente.
Pertanto, dimmi, sono innamorato? Amare è anche sentire il peso della sofferenza dell’altro, sebbene non si conosca nient’altro all’infuori del fatto che essa lo sta uccidendo?
Penso che lui creda di essere solo: se solamente potesse aprire il suo cuore e accorgersi che io sono proprio davanti a lui, in attesa di un suo sorriso. I suoi piccoli accenni di sorriso mi fanno capire che se lui osasse sorridere felicemente io perderei ogni contatto con la realtà e morirei di felicità.  Non so se Christian è oggettivamente bello, ma per me è la perfezione: sia fisicamente ma anche interiormente.  È una bella persona,davvero!  Se solo distruggesse questo muro che si è creato e aprisse il suo cuore al mondo…so che è difficile, credimi, ma in due potremmo farlo insieme e essere felici.
Dimmi, sarò mai ricambiato o questo amore mi si rivolterà contro e mi ucciderà? Se sarà così, preferisco che la mia anima mi abbandoni ora che non riesco a vedere niente di negativo provenire dal mio Angelo.
La notte non riesco a dormire, perché il suo volto invade i miei pensieri e tutto quello che riesco a fare è pregare Dio affinché questa creatura celeste dalle sembianze umane si unisca a me e non mi abbandoni mai. Prego che sia la mia voce nelle notti silenziose, la mia luce nelle mie giornate buie e la mia vista nei sogni incolori. Prego che sia la persona destinata ad amarmi e farmi amare me stesso, perché io so che senza di lui sono perso, abbandonato nell’oceano tenebroso che è la mia vita.
Sai, penso di dovergli confidare cosa provo per lui, ma ho troppa paura e mi manca l’aria. Se mi rifiuta? Non voglio che anche la nostra amicizia finisca, perché senza di lui io non ho luce.  Non posso restare bloccato e non agire, lo so, ma come devo fare? andare da lui e dirgli: “Christian, io credo di essermi innamorato di te!” e sperare pure che finisca tutto con un bacio?
Patetico.
Devo dirgli tutto lo so, magari tra un paio di giorni, così ho il tempo di pensare bene a ciò che dovrò dire e fare. Dio, per favore, non tradire le mie speranze, perché morirò se lo farai. Il mio Angelo deve restarmi sempre accanto, poiché io mi sto appoggiando completamente a lui; Dio, per favore, non farlo spostare, perché morirò se lo farai.
Dimmi, è solo un sogno o la realtà veramente mi sta offrendo ciò? In fine, dimmi, sono davvero innamorato?

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Capitolo 3
*** Fear not the flame of my love's candle ***


Fear not the flame of my love’s candle

Non temere la fiamma della candela del mio amore, lascia che sia il sole nel tuo mondo di tenebre
-Give unto me

Un qualche giorno verso la fine della prima metà di Maggio 2012

Ci ho messo settimane prima di farlo, ma oggi ho detto a Christian che mi piace: un’altra cosa da aggiungere alla lista dei miei rimpianti.
Non avrei mai creduto che potesse reagire in questo modo: il mio Angelo si è trasformato in una sorta di diavolo che intendeva solo ferirmi. Non credevo che lui avrebbe mai potuto prendere a pugnalate il mio cuore con tanta facilità. È chiaro che alla fine la mia speranza di essere ricambiato mi ha distrutto: e come doveva andare, se non così? Maledico me stesso per aver osato sperare tanto, quando avrei dovuto tenere i miei piedi ben saldi al suolo e annientare questo sentimento che provo verso di lui. Ma come si può distruggere una cosa così bella? Può anche avermi ferito e rifiutato, ma ciò non è servito a eliminare i miei sentimenti. Maledico me stesso per avergli detto che lo amo.  No, non posso amarlo, non così presto. Eppure sento che dovrei odiarlo, forse, per il dolore che cresce dentro di me, il quale è solo causa sua. Il mio cuore si è fatto pesante, sai? Una pesantezza che non ho mai provato, neanche con i miei chili in più. Questo peso sta facendo spaccare il mio cuore, che presto esploderà in una miriade di schegge che saranno troppo piccole per essere riunite insieme e cadranno finché una scopa non le spazzerà via, ormai irrimediabilmente rovinate.
Dovrei odiarlo per questo, ma non ci riesco. Come si può non provare astio per una persona che ci ha ferito così tanto? Non so spiegarmelo, ma sento che non potrò mai odiarlo: gli Angeli non si odiano, anche se lui è un Angelo Caduto che ha rifiutato la mia mano, un appiglio che avrebbe potuto aiutarlo a rialzarsi. Anzi, mi ha fatto cadere al suo fianco e subito dopo si è spostato.
Dio, ti avevo chiesto di non farlo spostare, poiché sarei morto se tu l’avessi fatto: perché non ascolti le mie preghiere? Cosa ti sarebbe costato farlo restare fermo? Vuoi vedermi precipitare senza sosta, vero?  E io sento di star morendo: la mia anima piange, si contorce su se stessa e ogni respiro si fa più pesante.
Dio, ti avevo chiesto di non tradire le mie speranze: preghiere vane sussurrate al vento. Vuoi vedermi morto, non è vero? Hai oscurato la sola luce che  abbia mai scintillato per me.  Inutile chiederti il motivo di tale azione, so che la mia vita deve essere immersa nella tenebre.  Ogni volta accendi una piccola luce e appena essa comincia a ingrandirsi tu la oscuri, strappandola via dal mio cuore. Sempre la stessa storia e io continuo a cascarci, perché sono troppo debole per rifiutare di soffrire.
Christian non era solo la mia luce, bensì tutta la centrale elettrica. L’impianto che avrebbe dovuto cacciare l’oscurità dal mio cuore, ma allora dimmi: perché ne ha solo portata dell’altra?
Io so che il mio Angelo Caduto è omosessuale, ne sono certo. Non lo sto immaginando solo perché sono innamorato di lui, sai? Gli indizi ci sono,  come ci sono il suo comportamento chiuso e diffidente, il suo silenzio, il suo sguardo triste, il suo dolore impronunciabile e i miei sentimenti presi a pugnalate.  Sono convinto  che egli viva fingendo di essere quello che non è e so che insieme avremmo potuto essere noi stessi e smettere di soffrire. Quando gli dissi dei miei sentimenti, lui reagì in modo strano: cominciò a dire cosa per me senza senso, iniziò a camminare e dovetti inseguirlo per tutta la scuola. Era sconvolto, come se sperasse che  una cosa del genere non gli succedesse mai. Mi disse qualcosa come “so cosa vuoi dire e dovresti stare zitto, perché potrei arrabbiarmi molto!
I suoi occhi marroni, le porte dell’infinito, si erano inumiditi, nonostante lui tentasse di non darlo a vedere: che Christian si vergogni della sua omosessualità? Anche io me ne vergogno, lo confesso, ma sento che quello che provo per lui è troppo bello e giusto per essere contro natura. Allora, dimmi, perché lui non si accetta? Poteva dirmelo e insieme avremmo potuto provare a cambiare il nostro modo di vedere la nostra sessualità.
Sai, io mi sento come una fiamma di un cero: Christian è la mia candela.
Io bruciavo grazie a lui. In quei dieci minuti che ogni giorno trascorrevo in sua compagnia, io mi infiammavo più vigoroso e potente che mai, ma ora mi sto piano piano affievolendo.
Dimmi, una fiamma come può esistere senza il suo cero? E’ così che mi sento in questo momento. Tornerò mai a bruciare come un paio di settimane fa? Sono bastati dieci minuti per scagliarmi brutalmente giù, in quell’oceano tempestoso che è la mia vita.
Christian aveva la strana capacità di sollevarmi e accendermi delicatamente, come solo un Angelo sa fare: dimmi, perché mi ha spento così, senza una spiegazione? Sono davvero così inutile per entrambi?
Ho provato, correndogli dietro per tutta la scuola, a chiedergli spiegazioni, ma egli sussurrava cose che appartenevano al suo passato doloroso e vedevo che cercava di non perdere il controllo delle sue mani, perché avrebbe voluto picchiarmi, l’ho intuito. Avrei mille volte desiderato che mi picchiasse, sai? Almeno avrebbe agito, anche se contro di me, una reazione ci sarebbe stata e io avrei forse avuto ciò che merito.
Doveva sfogare la sua rabbia su di me: gli sarei stato d’aiuto in qualche modo.  Perché desidero tanto che la violenza si abbatta su di me?
Lui si è lanciato su di me rendendomi ancora più debole di quanto già fossi: una violenza mille volte superiore e mortale di quella fisica, eppure prima di trasformarsi in ciò non era altro che una dolce tortura estasiante che nutriva la mia fiamma. Ma adesso la candela si è spezzata.
Eppure essa ha un filo dentro sé che la unisce alla vampa: quel filo è più sottile che mai e io stento a vederlo, benché riesca ancora a sentirlo e nonostante esso possa allentarsi, o perfino spezzarsi, i ricordi che ho di lui non possono cancellarlo ed esso vivrà sempre nel mio cuore spezzato.
Ho passato tante notti a pregare che lui si unisse a me e tutto quello che ho ottenuto è questo dolore che minaccia di frantumare la mia anima in miriadi di schegge troppo appuntite per essere riunite insieme. Un puzzle pieno di pezzi mancanti: i suoi.
Dimmi, dov’è ho sbagliato? Tutto quello che volevo era stringerlo, ma adesso lui sta diventando l’ombra dell’amore che porterò nel mio cuore per sempre. Il mio Angelo è mutato in un diavolo che prova odio per me: com’è potuto succedere? Sono davvero arrivato al punto di avergli costruito addosso un vestito fatto di un’idealizzazione buonista e infinitamente amorevole? Come ho potuto chiudere i miei occhi con tanta fermezza? La verità mi è stata sbattuta in faccia con tanta violenza da avermi fatto perdere quel già precario equilibrio.
Non posso urlarla, lavarla via o sperare che si dissolva, perché sarà sempre lì in attesa di ferirmi; ma non voglio neanche accettarla, poiché significherebbe deporre le armi. È davvero arrivato il momento di arrendersi? Così presto? Devo già rinunciare a lui senza neanche essermi stretto al suo petto? Ho sempre desiderato ascoltare il suo cuore battere nella mia testa. Pulsare per me, il suo Salvo.
Non sono riuscito a salvare nessuno dei due. Dimmi perché, Dio? Mi odi così tanto? Sono davvero così piccolo ai tuoi occhi?
La luce che brillava nel suo viso non ha ancora smesso di scaldarmi, per quanto lui adesso sia congelato.
Dimmi, è la fine del mio dolce sogno? Sai, la notte mi succede ancora di sentirlo nei miei sogni, ma l’orrore delle realtà si fa presto evidente, mutando tutto in un incubo.
È così doloroso…lui, la mia stella brillante nel cielo di notte, sta diventando sempre più offuscato. Non voglio dimenticarlo, mai.
Dimmi, non ho proprio speranze? Deve tutto finire qui, in questa giornata in cui non so cosa mi trattiene dall’addormentarmi per sempre?
Come sarebbe bello dormire fino alla fine del tempo…anche se il volto di Christian continuerebbe a invadere i miei sogni per l’eternità.
Dio, dimmi, perché quello che va bene a me va male a te? Cosa ha Christian di negativo per impedirci di stare insieme?
Credo di non amarti più, Dio, dopo questo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Breathe no more ***


Breathe no more
 
Convincimi di essere stata malata per sempree tutto questo avrà un senso quando starò meglio
-Breathe no more

Fine Maggio 2012,

 

Maggio si è rivelato un mese terribile, sai? E per concludere la morte si è abbattuta sulla mia famiglia: stanotte mia madre mi ha svegliato perché papà, seduto nel divano dove l’avevo lasciato io qualche ora prima, adesso non respirava più. Strano.  Quando io sono andato a letto lui mi ha augurato la buonanotte ed è rimasto lì, a guardare la televisione. Ma ora non respira più: un modo carino per dirmi che è morto.
Ho ricordi confusi di ciò che successe nei giorni seguenti.  L’autoambulanza che arriva, mia madre che urla, i miei parenti che arrivano pochi minuti dopo saputa la notizia. Io che sento cadermi addosso un sonno mai avvertito prima  e crollo sul letto, in un torpore vuoto e buio. Non riuscivo proprio a capire, sai? Mi sentivo interdetto, come se i miei sensi mi fossero stati strappati via e io non potessi neanche piangere.
Non ho pianto, sai? Non riuscivo a  provare nulla, era come se fossi diventato un pezzo di marmo. E mi sento ancora così, nonostante sia passata una settimana. Il tempo, da quel giorno, sembra essere passato molto velocemente, ma forse sono io a essermi addormentato a occhi aperti. Ho sempre ricordi confusi, ovviamente.
I due giorni della veglia, la  cassa mortuaria aperta, lui freddo sistemato lì, come se stesse solo facendo una cosa innocua come dormire. Dormire per sempre.
Le visite di parenti, amici, conoscenti. I miei amici che continuavano a venire  e cercavano di darmi forza. Ma io, di marmo come al solito, non riuscivo a dire niente o a mostrare dei sentimenti. Forse mi sono semplicemente chiuso in me stesso, ma ammetto che ai loro occhi tutto ciò sembrava troppo strano.
Poi il funerale. Anche lì io non feci nulla, né spesi due parole a favore di mio padre o piansi, o parlai. Niente. Marmo.
I miei amici che portarono anche delle lettere e dei fogli nei quali, spero se ne rendano conto, hanno dimostrato tutto il bene infinito che mi vogliono. E io? Io sempre a non capire niente, a dormire pur essendo sveglio.
Il cimitero, la sepoltura. Gente che andava e veniva in continuazione, tutti addolorati e io che non ero altro che un alieno di fredda pietra.
I tre giorni seguenti passati a casa dei parenti, con  le mie sorelle scese dalla Germania per il funerale.
Tutta la famiglia riunita nel dolore a cercare di tirarsi su a vicenda. Ma la pietra non prestava attenzione a nulla, come ovviamente sarebbe dovuto essere.
Il ritorno a casa e il silenzio assoluto che cominciò a spaventarmi. Eravamo in due adesso.
Sai, ogni volta che apparecchio la tavola metto sempre le stoviglie necessarie a tre persone. Poi me ne accorgo e prima che mia madre veda il mio operato, risistemo tutto e faccio finta di niente.
Il pezzo di marmo sta cominciando a provare delle emozioni, sai? Ma io preferisco che resti fredda pietra: fa meno male e mi impedisce di pensare. Ogni volta che ci provo, la piccola finestra nella mia mente viene chiusa e io risprofondo nel silenzio delle cose morte.
Quando sono a casa non ho più nessuno con cui parlare o litigare e questo fa male, ma per far smettere il tutto basta chiudere la piccola finestra.
Potrò continuare a tapparla per sempre o comincerà ad aprirsi con sempre più forza finché sarò costretto a guardare in faccia la realtà?
Sai, questi due mesi sono stati l’inferno e so per certo che nulla è terminato qui, ma fortunatamente ho tante cose da fare: prossima settimana ricomincio ad andare agli incontri di preparazione del GREST. Ho bisogno di tenermi impegnato, quindi deduco che sarà buttato lì tutto il giorno. E dopo, quando tutto questo finirà, cosa farò? Chiuderò di nuovo la finestra?
Sinceramente, non ho molte parole da spendere sulla morte di mio padre, poiché desidero che questa maledetta finestra resti chiusa.
Definisci me insensibile, se vuoi, ma io so cosa c’è dentro questo pezzo di marmo. Basterebbe il martello giusto per farmi sbriciolare in mille pezzi, ma esso può arrivare a me soltanto attraversando  quella spaccatura che ogni giorno sempre più difficilmente riesco a chiudere.
Non ho più niente da dire, sai? Non riesco né a scrivere né a parlare. Ma so che tu puoi capire il mio silenzio: esso spiega molte cose.
Può spiegarti anche come mai adesso io non respiro più.
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Lost your own game ***


Lost your own game

Deve essere stancante perdere il proprio gioco:non mi meraviglia che sei stanco adesso.
-Call me when you’re sober

Metà settembre 2012

Questa è stata un’estate strana, caotica e  infelice, l’ammetto. Ormai la scuola è iniziata e io sto ancora a pensare al passato, come sempre.
Partiamo dal Grest: travagliato. Due giorni prima dell’inizio del Pre-Grest mi sono slogato la caviglia, quindi sono rimasto a casa a riposarmi, ma già il lunedì, seppur discontinuamente, ho cominciato ad andarci e in mezzo ai bambini ero felice. Anche se il caldo tentava in tutti i modi di far sì che io mettessi dei vestiti colorati.
Dopo un Grest difficile, sono arrivati dieci giorni di mare e tranquillità dai parenti a Palermo.
Il vero problema lo sai qual è stato. Io ci ho provato per tutta l’estate, sebbene non mi aspettavo grandi risultati perché sapevo la verità, ma non sono riuscito a cambiare il mio orientamento sessuale.
Sembra stupido, lo so, e lo è, ma per me che ho passato tutta la mia breve vita a sentirmi sbagliato e malato, provare a confermare di essere normale era fondamentale.  Così, ho provato a innamorarmi di una ragazza.  Marina.
Provavo a interessarmi a lei, starle accanto, parlare e beh, non è successo proprio niente. Continuo a preferire i maschi e in più mi sento una merda per aver usato questa ragazza, sebbene lei non se ne sia accorta. Ora capisco che certe cose non si possono cambiare, ma fa male lo stesso, sai? Essere considerato contro natura, per cosa poi? Perché a me piacciono gli altri maschi? Ha così senso questo odio?
La verità è che sono il primo a odiare me stesso, quindi non posso pretendere che gli altri mi amino al posto mio.
Mi chiedo sempre come mai mi è così difficile amare me stesso e accettare questa parte di me. Siamo tutti abituati a vedere l’amore come tra uomo e donna e poi ci sono quelli che come me amano uomini e non donne: come dovrei sentirmi, se non una persona diversa in mezzo a centinaia di persone uguali che fanno di tutto per farmi pesare la mia diversità? Semplice, io ci sto male e sono arrivato ad odiarmi.
Nessuno dei miei amici sa che sono gay, non ho nessuno con cui confidarmi e mi sento solo, intrappolato nelle mie bugie: tutti sono sicurissimi che io sia etero e ora mi rendo conto che questa realtà vi si rivolterà contro prima o poi. Perché non riesco a fare la cosa giusta?
Fosse così semplice rendere pubblica la mia omosessualità.
Ogni giorno prendo in considerazione l’idea di rivelarmi, ma poi ci ripenso trattenuto dalla paura. Prima devo accettarmi io stesso, perché il mondo là fuori farà di tutto per ferirmi e buttarmi giù.
Ho avuto modo di distrarmi da questi pensieri per circa una settimana, durante il campo –scuola fatto con gli altri animatori della parrocchia. Mi sono incredibilmente divertito e ho avuto modo di riflettere su molte cose, tra cui la mia amicizia con Azzurra: durante l’estate ci siamo conosciuti meglio e ho scoperto di volerle un gran bene e di fidarmi tanto di lei. È una persona buona e mi capisce, anche se mi sento un bugiardo: lei mi dice tutto, si confida con me e io non riesco a parlarle del mio problema più grande: la mia omosessualità.
Ecco, vedi? Al centro dei miei problemi ci sta essa e le sto permettendo di rovinare tutta la mia vita. Come se fosse colpa sua…okay, io lo so che non c’è niente di male nel mio interesse verso gli altri maschi, allora perché non è così facile farlo sapere alle persone che più amo? Ho paura di venire rifiutato, ma non saprò mai la verità se continuo a nascondermi.
E ad Azzurra voglio dirlo, perché è una delle persone più vicine a me.
Questo campo mi è servito davvero per migliorarmi e mi manca ancora, sebbene sia passata qualche settimana. Spero di rivivere presto un’esperienza simile.
Ti sembrerà assurdo, forse, ma per la quasi totalità dell’estate sono riuscito a non pensare a Christian. Bello vero? E invece no! La mia mente era occupata da Agostino: hai presente quelle cotte passeggere di cui neanche ti accorgi finché ti svegli da un sogno nel quale fai sesso sfrenato con questo tizio? Per giunta pure senza preservativo! Ecco, è quello che è successo a me. È una situazione strana, perché io non so se mi piace veramente, ma ci penso spesso e, beh, in parte credo di provare per lui ciò che provavo per Christian, ma  neanche lontanamente a essere sincero. Ho paura di rovinare l’amicizia con Agostino, comunque, perché lui è etero e io mi conosco troppo bene: appena comincerò a soffrirci, mi allontanerò da lui, che per altro usa sempre parole come “frocio” e annessi per insultare gli altri. Quindi mi fa già male ora, senza metterci in mezzo altri sentimenti.
Dimmi, che devo fare? Ogni giorno è tutto sempre più confuso e io non sto capendo più niente, nella mia testa c’è un caos enorme e non so da che parte andare. Non so più cosa è reale e cosa non lo è, per esempio.
Mi ricovereranno in una clinica per disturbi mentali, vero? Forse ci riderai su, ma io lo penso davvero. La mia adolescenza si sta dimostrando più schifosa e senza senso di quando mi aspettavo da bambino e vorrei tanto svegliarmi domani mattina e avere venticinque anni, una laurea in non so cosa e un ragazzo che non sia etero, gay represso, o schizofrenico, perché ho già io i problemi mentali e in due le cose andrebbero peggio.
Sto vaneggiando e scrivendoti cose prive di senso logico, lo so, ma è quello che c’è nella mia mente. Mi sa che ritorno a far visita allo psicologo della scuola: magari ci capisce qualcosa lui. Un punto di vista esterno fa sempre bene, dicono.
In fine, quest’estate non la dimenticherò mai: la più brutta e allo stesso la più interessante della mia vita. Adesso spero solo di vivere un anno scolastico decente, perché vorrei davvero impegnarmi nello studio e ottenere dei risultati. 
E magari mi sveglio una mattina e scopro di essere diventato asessuato: niente ragazzi o ragazze. Potrei dedicare la mia vita all’aiuto dei panda, tanto abbiamo lo stesso peso.

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Capitolo 6
*** It's time to change ***


It’s time to change

E cosa c'entriamo noi con la realtà? Che spazio sarebbe disposta a lasciarci?
-David Grossman


 Metà di Dicembre 2012

Questa volta l’ho fatta grossa.
Sono sempre stato un tipo che riflette poco nelle cose importanti e troppo verso le cose inutili e anche stavolta non sono stato da meno: ho accettato la proposta di fare l’aiuto catechista. Ti rendi conto? Ho firmato la mia condanna a morte.
All’inizio io e Claudio abbiamo rifiutato, solo che il prete e gli altri collaboratori hanno continuato a insistere: messaggi, discussioni ogni volta che mi vedevano…insomma, alla fine io ho ceduto, non pensandoci troppo. “Che sarà mai?”, mi sono detto, “è solo un’ora a settimana.”
Avrei voluto che qualcuno mi prendesse a pugni in quel momento.
A Claudio è andata meglio: essendo partito per lo stage in Irlanda,  rompergli le palle per loro è stato abbastanza difficile. Lo dico io che sono tutti più fortunati di me!
La mia fede è praticamente inesistente, lo sai, e la mia voglia di impegnarmi in progetti cristiani sotto zero, ma anche stavolta non sono riuscito a fare ciò che voglio. Sono sette anni, in tutto: cavolo, per sette anni dovrò rovinarmi la vita con questo incarico, che sarebbe poi un lavoro effettivo.  Mi viene l’ansia al solo pensarci.
Ne ho parlato con Azzurra e alla fine ho deciso che a giugno, quando chiuderà tutto per le vacanze, comunicherò la decisione di non continuare. In parte correggerò il mio errore, sperando di riuscire a non farmi condizionare dagli altri e dalla mia stupidità, se Luana non mi ucciderà mentre le sto comunicando la notizia.
Sono un fottuto idiota.
Comunque, ho anche preso una decisione importante: andare in palestra.
No, non sto scherzando, sono serissimo! È finalmente giunto il momento di darmi una mossa-letteralmente- per mandar via questi venti chili in più e cambiare stile di vita. Devo smetterla di perdere il controllo e abbuffarmi, anche perché tra l’altro i sensi di colpa si fanno ogni volta più potenti e va sempre peggio. Azzurra dice che dovrei chiedere aiuto a un psicologo, perché il mio mangiare ossessivo ha origine in qualche problema nella mia mente: secondo me ha ragione, ma chi li ha i soldi per pagare uno psicologo? E poi mia madre non capirebbe; per lei sono solo un idiota che se ne frega della salute e mangia per passatempo e si diverte a farmi pesare la situazione ogni volta che può.
La mia fame è un mostro con una bocca gigantesca: ogni giorno mi inghiotte sempre di più, ma per fortuna sento di aver finalmente trovato il coraggio di agire.
Si, lo so che non è una cosa semplice, perché è una guerra contro me stesso e potrei distruggermi ancora di più, ma andare in palestra, anche se non seguo una dieta dimagrante, è un obiettivo che il me stesso di un paio di mesi fa non avrebbe mai preso in considerazione.  Sono fiero di me.
Mi conosci bene, quindi sai che in realtà me la sto facendo sotto dalla paura e i soliti complessi idioti. Credi che riuscirò a non mollare dopo la prima settimana? E se faccio danno e rompo la cyclette? E se cado dal tappeto? Insomma, il mio secondo nome dovrebbe essere “sfigato”, quindi penso sempre al peggio.  Okay, prendo un respiro e provo a essere più ottimista: magari il danno alla cyclette si potrà riparare facilmente e passerò inosservato.
Riesco a vedere nella mia mente l’immagine di un ipotetico me, finalmente felice, col fisico giusto e un sorriso a cinquecento denti che fa invidia pure a una zebra. Con i denti più umani, rispetto a quest’ultima, però. Dici che la vita può migliorare, anche per me? È davvero possibile? Insomma, io lo sperò tanto e non vedo l’ora che sia domani per cominciare questa avventura. Magari la prossima volta che ti scriverò avrò davvero un chilo in meno.

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Capitolo 7
*** I'm so lonesome I could cry ***


I’m so lonesome I could cry

La luna si è appena nascosta dietro una nuvola, per nascondere il suo volto e piangere.
-I’m so lonesome I could cry

Marzo/Aprile 2013

Non ti scrivo da Dicembre, poiché le mie giornate sono attraversate da quella che io definisco depressione pre-suicido. Non che io voglia uccidermi per carità, ma la situazione è quella che è  e io mi sento una merda e non ho energie e voglia di fare nulla. Continuo ad andare in palestra e, sebbene non seguo nessuna dieta dimagrante, ho perso quattro chili, quindi mi ritengo soddisfatto.
Il problema è un altro: ti ricordi di Agostino? Provo qualcosa per lui e sono davvero terrorizzato da ciò, perché non riesco a capire se sia solo attrazione fisica o anche altro, fatto sta che sono preso molto da lui e tutto ciò che dice mi ferisce.  Gli ho detto di essere gay e l’ha presa bene, se non fosse che usa sempre la parola “frocio” e simili per offendere le persone e sembra non capire che mi ferisce, benché sappia  che ho un rapporto abbastanza conflittuale con la mia omosessualità.
E’ un cretino che non ha niente in comune con me: non capisce neanche le mia passioni, per dirne una, e io mi sento incompreso- come sempre- e fa male. Molto.
Credevo di aver superato la sofferenza per Christian, ma la verità è che ho solo trovato il sostituto per cui soffrire. Non amo Agostino, per carità, e non provo per lui ciò che provavo per Christian- non so neanche se lo provo ancora. Sono confuso da tutto e mi sento triste, solo e abbandonato a me stesso. Non provo piacere a guardare telefilm, anime, leggere e, cavolo, io ho sempre divorato libri su libri, ma dall’inizio dell’anno ne ho letti solo due. Non so, non ho voglia di uscire e al catechismo mi trovo malissimo, perché odio andarci e ce l’ho con me per aver accettato questo incarico. In più i rapporti con Azzurra sono morti.
Ti avevo detto che lei e Agostino sono stati insieme? Lei lo vuole ancora e mi confidava sempre i suoi pensieri verso di lui e beh, sa che sono gay, ma avevo davvero paura di dirle che provavo qualcosa per lui, poiché ero certo che si sarebbe allontanata e io non volevo perderla, perché lei era importantissima per me. In queste settimane ho interrotto la mia amicizia con Agostino, non ce la facevo più a sopportarlo: non fa altro che ferirmi e giudicarmi. Gli voglio bene-credo- ma quando è troppo arriva il momento di smetterla, no? Così da un paio di settimane ho interrotto i contatti e non ci parliamo più. Non ce l’ho fatta a dirgli che uno dei motivi è il mio provare qualcosa per lui, ma la verità è che sono un codardo e gli ho taciuto tutto: praticamente gli ho detto che per  me la nostra amicizia era sbagliata e non la ritenevo giusta o importante. Ci è rimasto male e io mi sono sentito contento, poiché ho avuto una piccola vendetta per tutti i mesi di sofferenza che mi ha causato. Questo non mi rende certo migliore, lo so, ma dal basso della mia debolezza e codardia posso dire che ne sono contento; non mi piace far soffrire le persone, ma questa volta per me è stato giusto, anzi, se avessi potuto avrei aumentato la dose. Vendicativo: un termine che va aggiunto alla lista degli aggettivi che esprimono al meglio il mio carattere.
Ma cosa ci sia di così sbagliato nella vendetta non riesco proprio a capirlo, ora come ora, ma comunque, non è di questo che ti voglio parlare.
Azzurra si è allontanata da me quando ha saputo ciò di cui ti ho appena scritto. Ovviamente anche a lei ho detto ciò che comunicai ad Agostino, come spiegazione, e non so se se la sia bevuta, ma ha subito interrotto i contatti con me: non mi ha cercato più e a stento risponde ai miei messaggi. Dopo Pasqua le ho parlato, dicendole tutta la verità, sia a lei che a lui.
E’ stato difficilissimo, sai? Si è rivelata l’opposto della persona che credevo di conoscere. Dopo che le ho detto la verità, le ho confidato le mie paure, sperando che lei capisse, mi ha detto che la nostra amicizia finiva lì, perché di me non avrebbe mai più potuto fidarsi.
Loro due non stanno insieme, anzi, quindi non capisco proprio il suo essere arrabbiata con me. Io sono incazzatissimo con lei, perché, sì, era la mia migliore amica, quindi doveva conoscermi bene e sapere che se le ho nascosto la miriade di emozioni confuse che provavo l’ho fatto solo per paura, ma ora so che dovevo perderla lo stesso, prima o poi.
Invece mi ha trattato come un semplice pezzo di marmo, facendo l’offesa per una cosa che la riguarda di striscio. Vorrei non averli mai conosciuti, Azzura e Agostino, e sebbene adesso la prima mi manca tantissimo, so che prima o poi sarò felice di non averli più nella mia vita.
Vorrei picchiarmi a sangue per tutte le cose negative che mi succedono.

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Capitolo 8
*** Stop Hurting myself ***


Stop Hurting myself
Honey you know, you know I’d never hurt you that way
-The last song I’m wasting on you
Giugno 2013,
Ti scrivo sempre meno spesso, lo so, e mi dispiace, ma proprio non posso farci niente.
Ho delle novità, diciamo positive! Io, Agostino e Azzurra non ci parliamo più, come ben sai, e a distanza di due mesi posso dire con assoluta convinzione che sia stata la cosa migliore per me, dolorosa, ma giusta; oggi sono più tranquillo e ho preso delle decisioni abbastanza importanti.
Per iniziare,  non farò il grest e questo significa che mi sto definitivamente allontanando dalla parrocchia: finalmente! Certo, provano in tutti i modi di convincermi a partecipare, per divertirmi e stare insieme, ma io ormai so quale è la mia strada e voglio percorrerla secondo le mie condizioni.
In secondo luogo, sono andato dal dietologo: ho perso otto chili facendo solo palestra e ora mi sento pronto per iniziare una vera e propria dieta dimagrante. Il dietologo si è dimostrato molto simpatico e degno della mia fiducia, così da una settimana sto seguendo il nuovo piano alimentare; devo perdere “solo” dodici chili e anche se a me sembrano pochi non voglio forzare le cose e godermi questo viaggio.
Sono di poche parole, oggi, lo so, ma ho sempre meno voglia di scrivere ed è una cosa che mi preoccupa, perché vorrei approfittare di quest’estate per scrivere come non mai. Boh, speriamo bene.
Ti aggiornerò al più presto con le novità, ma sappi che per ora mi sento davvero molto contento. 

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Capitolo 9
*** Summertime Happiness ***


Summertime Happiness

I feel good enough

Estate 2013,
Ho preso una decisione: questa è l’ultima volta che ti scriverò. Mi dispiace, perché per me sei stato un caro amico di parole, ma il cambiamento è sempre più vicino, per certi aspetti già in atto, ed è arrivato il momento di lasciarti e andare avanti da solo. Da oggi, tu sei il passato e io il presente. Il futuro per ora non conta. Sarò sintetico, perché non ho proprio voglia di scrivere queste parole, ma ci tengo a farti sapere come sono finite le cose. O meglio, iniziate.
Sai, oggi sono iniziati i corsi di recupero e indovina chi ho incontrato? Si, il mio Angelo. Nell’ultimo mese ho pensato spesso a lui, quotidianamente, a dir la verità, e ho capito che il capitolo della mia vita dedicato a lui non è ancora finito: pretendo delle risposte e magari qualcos’altro; stavolta non ti dirò che oso sperare troppo, perché mi rendo conto che ho sperato per così tanto tempo che adesso non posso più farlo: è il momento di agire.
Lui mi ha salutato, è stato con me e abbiamo riso insieme in classe e durante l’intervallo abbiamo passeggiato per il cortile della scuola. Oh, come ho potuto dimenticare che sensazioni comporta la sua presenza? E’ tutto più intenso di prima e lui sta brillando più che mai e io mi sento caldo,  pronto come non lo sono mai stato. Ma pronto per cosa, poi? 
Come al solito, Christian si è dimostrato chiuso e distaccato, come solo lui sa fare, eppure lo sentivo così vicino…ma ancora troppo distante dal mio braccio proteso nella sua direzione. Eh, dopo tutti questi mesi di palestra ho ottenuto la cosa più bella di tutte: la forza di lasciare questo braccio proteso verso di lui ancora per molto tempo.  Niente fretta, stavolta voglio saper aspettare. Non mi stancherò. E quel che sarà sarà.
Non mi sono mai sentito così felice: per la prima volta sento che le cose al momento vanno bene così, basta complessi o pensieri che non portano da nessuna parte.  Ho deciso di creare la mia linea del tempo: la preistoria è passata, vi rientrano proprio le righe che precedono queste parole- e adesso comincia l’età contemporanea, il cui punto di partenza è uno solo, il più importante di tutti: Christian.
Dovrei dirti ancora tantissime cose, ma non ci riesco, scusami. Mi sento così pieno di vita e  felice e non voglio sprecare neanche un momento, anche se sto scrivendo a te.
Ti dico addio, amico mio, e do il benvenuto alla mia età contemporanea, che spero diventi il mio futuro. Per ora è il mio “Ognicosa” ed è la cosa più bella del mondo.
Gli Angeli esistono, ne sono sicuro, perché lui è il mio.
Ah, da oggi mi chiama “ mister ciuffo”.  E io non riesco a smettere di pensare ai suoi occhi. Sono ovunque.
Li vedo proprio davanti a me, mentre ti scrivo.
Nella sua ombra io posso risplendere.

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