Like the ocean and the land.

di aleari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***




Capitolo 1



Il rumore di quell'altalena era davvero irritante, ma non riuscivo ad alzarmi. Ero stanca, davvero troppo stanca. Non so nemmeno dove trovai la forza per arrivare in quel parco. Lì dove la nostra amicizia ha avuto inizio, li su quell'altalena bianca e rossa, si sente ancora il pianto di quella bambina troppo piccola per giocare su quella giostra e le parole confortevoli di quel bambino di qualche anno più grande. Mi ricordo quel giorno quasi come fosse ieri. Ero seduta li da ore, pensando alla nostra amicizia e chiedendomi se fosse davvero soltanto 'amicizia'.
Sentii una mano picchiettarmi sulla spalla, mi girai di scatto spaventata e vidi due profondi occhi blu che mi fissavano -Aileen, ti sto cercando da ore-
-Oh, sei tu Boo- abbassai lo sguardo sulla punta delle mie converse bianche, o almeno una volta lo erano. Si intravedeva ancora una scritta un po' sbiadita 'Lou+Lee'.
-Adoro quando mi chiami così, piccola-
Un brivido mi attraversò la schiena; per quale cazzo di motivo mi faceva quell'effetto? Ma oramai ci ero abituata, succedeva ogni volta che mi chiamava in quel modo.
Abbozzai un sorriso.
-Aileen?- Alzai lo sguardo.
-Voglio andare sull'altalena- sbottó.
-D'accordo-Mi alzai un po' troppo bruscamente e lasciai il posto al moro.
-Allora, per quale motivo mi cercavi?- chiesi.
-Sai vero che domani sono quindici anni che ci conosciamo?-
La mia delusione mi si dipinse in viso, ma cercai di nasconderla. Mi aveva cercata, ma non per raccontarmi i suoi sentimenti come ormai da giorni speravo facesse. Non potevo andare avanti in questo modo.
Vivevo di speranze, stupidi ed inutile speranze.
-No, non mi ricordavo- lo istigai.
-stai scherzando spero- sbottò lui alzandosi di scatto dall'altalena, avvicinandosi pericolosamente a me
-ho la faccia di una che scherza?- risposi io a tono fissandolo negli occhi

-come puoi essertene dimenticata! Non telo dimentichi da 15 anni! Cos'è la nostra amicizia non è più importante per te?! - disse alzando il tono della voce. A quelle parole non riuscii a contenermi.
-io non penso sia importante la nostra amicizia?! Io?! Chi è quello che voleva dirmi che gli piacevo, così per scherzo?! Non capisci quanto mi avresti fatto star male?! Io sono innamorata di te cazzo ! Capiscilo una buona volta. Sono innamorata di te da quel fottuto pomeriggio di inizio primavera- dissi spintonandolo un po. Rimase come paralizzato dalle mie parole, non se lo aspettava.

-innamorata, innamorata di me?- disse indicando prima me poi lui e balbettando un po

-no di tuo fratello- dissi alzando bruscamente la mano. Lo fissai negli occhi, guardai dritto dentro di essi, guardai fino in fondo. Erano spaventati, spaventati dalle mie parole, spaventati da me. Una lacrima mi rigó il mio viso, così mi voltai e feci per andarmene, quando una mano tremante mi afferró il braccio.
-Aspetta, dove stai andando?- mi chiese.
-Dove devo andare? Sicuramente lontana da te- Non mi rispose, non mi lasció il braccio.
Ricordai ancora quanto fu stato facile scoprire le sue intenzioni: aveva lasciato il telefono sul mio letto e, spiando nei messaggi trovai quella conversazione.
Fanculo.
-I-io... Scusami- Come poteva scusarsi? Come poteva anche solo lontanamente pensare che così avrebbe risolto tutto? Volevo dimenticarlo e così avrei fatto.
-Vaffanculo ‘Boo‘- feci una smorfia.
Mi voltai per un secondo, lo guardai dritto negli occhi e cercai di esprimere tutto l'odio che potevo.
Mi staccai da quella presa con uno strattone.
Rancore. Rancore era tutto ció che volevo fargli provare.
Odio. Odio era ció che provavo per lui in quel momento.
Iniziai a camminare, lontano da lui, lontano da tutti. Pensavo mi stesse seguendo, ne ero certa, mi girai e niente, lui non c'era. Non mi aveva seguito, non gli interessava. Una lacrima iniziò a solcare il mio viso, una lacrima seguita da tante altre. Iniziai a correre il più veloce possibile. Stavo scappando? Si, non volevo vederlo. A forza di correre mi ritrovai a vagare per le vie di Doncaster. Strade poco affollate, che a quell'ora erano popolate solo da drogati e alcolisti. Inizia a camminare piano, per riprendere fiato ma soprattutto per non farmi notare. Ero quasi arrivata fuori da quel quartiere quando mi sentii afferrare un polso, di scatto diedi una gomitata alla figura che mi aveva afferrata, gemette un po ma non lasció la presa

-lasciami, lasciami- sibilai piano quasi in un sussurro iniziando a piangere.

-Lee sono Harry, tranquilla- mi girai e d'istinto lo abbracciai

-Harry...- iniziai a piangere stretta tra le sue braccia. Io e Harry siamo sempre stati molto uniti e quando non c'era Boo, c'era lui a supportarmi.

-Lee che succede?- mi chiese alzandomi un po il viso e accarezzandomi una guancia

-Harry, lui è uno stronzo- iniziai a balbettare in un sussurro

-lui chi Lee?- chiese asciugandomi una lacrima

-Louis- dissi piano. Lui mi guardo strabuzzando gli occhi

-Louis? Louis ti sta facendo piangere? Cosa cazzo ha fatto?!- sbottò sciogliendo l'abbraccio

-lo dovresti sapere!- urlai incrociando le braccia al petto

-cosa vuoi che ne sappi io?!- disse passandosi una mano tra i ricci

-tutto dovresti sapere! Tutto! Tu sapevi che lui voleva dirmi che gli piacevo per gioco, tu sapevi che io lo amo, e non mi hai detto niente, niente!- urlai spintonandolo

-ma Lee... Cosa avrei dovuto dirti? Ho provato a fargli cambiare idea ma non mi ha ascoltato a quanto sembra...- disse grattandosi la testa

-provato a fargli cambiare idea? Ma quando?! Ho letto i messaggi Harry, ho letto tutto!- sbottai incazzata -scusami Lee- disse toccandomi una spalla

-non toccarmi, non toccarmi!- urlai spostando violentemente la sua mano dalla mia spalla. Mi girai e inizia a camminare

-Lee aspetta!- disse seguendomi

-lasciami stare Hazza, non voglio vedervi!- e così fece, si fermò e non mi seguii, mi guardó mentre mi allontanavo velocemente ricominciando a piangere. Spensi il cellulare e inizia a camminare, senza una meta precisa. Quando tornai a casa era sera, non volevo vedere nessuno e così cercai di stare il più lontano possibile da li. Avevo ancora gli occhi gonfi, il poco trucco colato e le guance ancora umide. Entrai in casa ed erano tutti li, mio fratello, Lou e gli altri, tutto il gruppo al completo. Appena mi sentirono scattarono tutti in piedi, fissai Louis solo per fargli vedere come mi aveva ridotta. Mi girai di scatto e salii di corsa le scale, mi chiusi in camera ma non passò molto tempo prima che qualcuno bussasse alla mia porta, non dissi niente

-ti prego Lee, apri. Dobbiamo parlare- era lui, non risposi e lo sentii accasciarsi alla porta -perdonami Lee, non vivo senza di te- Mi alzai e andai verso la porta. Con un movimento veloce diedi un pugno alla porta. Cercai di sfogare tutta la mia rabbia, tutto il mio odio.
-Troppo tardi- dissi semplicemente.
-Ti prego Lee-

Tornai a sdraiarmi sul letto. Decisi di lasciar in sospeso per aria quelle parole. C'era un 'Troppo tardi' e un 'Ti prego', non mi piacevano assieme, per niente.
Sentii ancora degli strani mugolii fuori dalla mia stanza e ogni tanto udivo anche il mio nome. Dio che strazio.

Mi svegliai nel pieno della notte, dovevo andare al bagno. Così mi alzai e aprii la porta.
Louis era seduto a terra con la schiena contro il muro e dormiva. Appena fuori dalla porta una scatola di cupcakes mi augurava un buongiorno un po' troppo anticipato.
Senza pensarci due volte tirai un violento calcio e i dolci andarono a schiantarsi contro il muro provocando un rumore con un volume abbastanza alto da svegliare il moro.
-Aileen- mi chiamó.
-Vai a dormire- dissi con un tono duro, strisciai il peso del mio corpo fino al bagno. Ne uscii dieci minuti dopo con un sapore di vomito in bocca. Uscii da quel corridoio troppo bianco e scesi le scale fino ad arrivare in sala. Aprii un cassetto e ne estrassi un termometro. Misi l'oggetto in bocca e lo sistemai sotto la lingua, poi attesi qualche minuto. 38.7°.
-Fanculo- sussurrai.
Lo lanciai sul tavolino e tornai in stanza.
Louis era sparito, e con lui la scatola di cupcakes.





-SPAZIO AUTRICI-

Sono le 2 di notte e non abbiamo molto da dire.
Noi siamo Alessandra e Arianna, ci stiamo mettendo
l'anima in questa ff e speriamo che vi piaccia.
LASCIATECI UNA RECENSIONE PERFAVORE, ANCHE PICCOLA.
-A&A

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***



Capitolo 2

Il mio letto si abbassó notevolmente da un lato e qualcosa mi sfioró la guancia. Aprii un occhio.
-Lasciami stare Liam- mi girai dalla parte opposta.
-Dai, sei mia sorella e mi hai sempre raccontato ogni cosa-
-Non questa volta-
Sbuffó e lo sentii sdraiarsi a fianco a me. Affondai ancora di più il viso nel cuscino e cercai di soffocare le lacrime che stavano per tornare.
Ma mi lasciai sfuggire un grosso singhiozzo, perché Liam mi abbracció.
-Non ti ho mai vista stare così male, Lee- sussurró.
Lui c'era sempre stato per me, gli avevo sempre raccontato tutto, ma non questa volta. Non potevo raccontargli di uno dei suoi migliori amici.
-Aileen?-
-Mmh?-
-So già tutto quindi tanto va..-
-Che cosa?!- scattai seduta sul letto e quasi non gli ruppi un braccio.
-Sono anche miei migliori amici, se te lo sei dimenticata- Non risposi, come ho potuto non pensarci prima?
Il mio sguardo andó a posarsi sulla parete di fronte a me: tante foto la ricoprivano, tante foto mie e di Louis.
Feci una smorfia.
-Dovrei levarle tutte- Liam mi guardó come fosse rimasto paralizzato.
-Tu pensi di buttar via così quindici anni della vostra vita?-
-Tu non sai cos'é l'amore, vero Liam?- glielo chiesi guardandolo dritto negli occhi, volevo usare uno sguardo il più sincero, comprensivo e dolce che riuscissi.
-Probabilmente non quanto te- lo disse quasi come un sussurró. Feci spallucce e uscii dalla stanza. Percorsi il lungo corridoio e scesi le scale, la cucina era subito sulla destra. Appena entrai, un grande silenzio piombó tra i ragazzi.
-Buongiorno- dissi tranquillamente.
Louis solo mi guardava dritto negli occhi. Ero consapevole di averli rossi e gonfi.
Aprii il frigorifero senza guardare in faccia nessuno e ne estrassi un cartoccio di latte che poggiai sul tavolo. Preparai i cereali e poco dopo arrivó Liam. Decisi di andare in sala e mi misi sul divano a guardare la tv facendo colazione. Cominciai a scorrere i canali: amici che si abbracciano, innamorati che si baciano, innamorati, uguale, amici, lo stesso, innamorati... Misi sui cartoni: spongebob.
Sentii un forte botto provenire dalla cucina ma non gli diedi molto peso continuando a vedere i miei cartoni. Iniziarono a parlare, non riuscivo a distinguere bene le parole. Un altro botto, a quello mi alzai e mi diressi davanti la porta che loro, prontamente avevano chiuso. Udii la voce di mio fratello -devi farlo- un altro botto, era arrabbiato si sentiva dalla tonalitá di voce che stava usando. Erano poche le volte che quel ragazzo si arrabbiava, davvero poche.
-non la lascerò, MAI- era stato Tomlinson a parlare. Qual commento mi lasciò spiazzata, non mi lascerà mai? Cosa significa? Aprii di scatto la porta e tutti mi fissarono, entrai nella stanza rossa e presi un bicchiere d'acqua. Sentivo gli occhi di tutti puntati addosso, mi avviai verso la porta ma prima di uscire lo guardai dritto in quei profondi occhi blu dovevo fargli capire l'odio che provavo. Senza volerlo, una lacrima mi rigò il volto, la asciugai con la manica della felpa e sbattei forte la porta, tanto forte da far rimbombare il rumore per tutta casa. Salii le scale il più velocemente possibile, lo sentivo, era dietro di me, mi stava seguendo. Mi fermai davanti la porta della mia stanza, mi girai di scatto e lo vidi raggiungermi. Lo fissai negli occhi quando mi si parò davanti.
-Lee ti prego- mi disse mettendomi una mano sulla spalla.
-non toccarmi- sibilai a denti stretti. Lo guardavo con odio, puro odio, mai provato per lui. Mi fissava, non sapeva cosa fare o che dire. Mi girai di scatto aprendo la porta e richiudendola velocemente, mi accasciai contro di essa e iniziai a piangere. Lui era ancora li, lo sentivo.
-cazzo Lee! Apri questa fottuta porta! Dobbiamo parlare lo vuoi capire?! Devi perdonarmi porca troia. Io non vivo senza di te!- stava usando un tono arrabbiato e malinconico. Lo sentii accasciarsi anche lui contro la porta e udii i suoi singhiozzi -devi perdonarmi, devi- continuava a sibilare queste parole tra i singhiozzi.
-riconquista la mia fiducia- dissi piano, pensavo non mi avesse sentito, e invece  

-lo farò fosse l'ultima cosa che faccio- disse con voce flebile. Quelle parole mi colpirono.
-Non sarà facile, per niente- dissi. Lo sentii alzarsi e sospirare.

-Posso solamente abbracciarti?- Senza pensare a quello che stavo facendo, mi alzai e aprii piano la porta. Mi mancava troppo. Appena si accorse di avermi davanti non mi lasció nemmeno il tempo di respirare che mi accolse fra le sue braccia, ricambiai.
-Questo abbraccio non significa nulla, io sono ancora arrabbiata con te e darti questa possibilità non significa che io te lo lasci fare senza problemi- sussurrai ancora tra le su braccia.
-Ti voglio bene, sei la mia migliore amica- Mi sciolsi da quell'abbraccio.
-Non capisci proprio niente, é questo il problema- lo spinsi di lato e lo superai. Andai in bagno e mi feci un lungo bagno caldo. Quando ne uscii quaranta minuti dopo, la casa era deserta. Decisi di andare a farmi un giro, così uscii di casa e andai al parco. Fu lì che mi ricordai: quel giorno erano quindici anni di noi, della nostra amicizia. Mi sedetti sull'altalena e istintivamente abbassai lo sguardo sulla punta delle converse. Ieri avevo pianto e delle lacrime avevano sbiadito ancora di più la scritta. In fretta e furia presi una penna dalla borsa e ripassai in lacrime le parole 'Lou+Lee' poi rimasi a fissarla. Quello era l'unica cosa di lui che mi era rimasta. Lo aveva scritto al giorno del mio quindicesimo compleanno, due anni fa. Andai a guardare la punta dell'altra scarpa, era vuota. Così scrissi quattro parole: 'era un per sempre' 
-Fanculo- sussurrai per l'ennesima volta bagnando il dito di saliva e cercando di cancellare la scritta appena fatta. Avevo fame, rimpiansi di non aver mangiato quei cupcakes. Cominciai a dondolarmi lentamente e quasi senza accorgermene sentii qualcuno che mi spingeva, mi fermai di colpo ma non mi voltai.
-Vattene Louis-
-No- rispose con calma. -Questo posto appartiene anche a me, piccola- un brivido mi attraversó il corpo. Chiusi gli occhi per cancellare quell'orrenda sensazione di vuoto. Mi voltai.
-Se pensi che comportandoti come prima risolverai tutto, beh allora stai sbagliando di grosso- Mi alzai e cominciai a camminare, quando svoltai l'angolo mi nascosi dietro a una siepe e lo spiai. Lui era ancora lì a guardare il vuoto, con lo sguardo fisso dove pochi minuti prima mi trovavo io. Poi si mosse e si mise le mani sul viso e poi tra i capelli serrando le mascelle. Scorsi Harry in lontananza, ma quando lo raggiunse, Louis aveva ormai quasi tirato giù un albero, grazie ai potenti pugni che tirava. Saró anche strana ma non mi addolcii per niente, zero.
-Louis...- sentii chiamare Harry. Lui non rispose, si limitó ad urlare. Sentito quell'urlo mia alzai e mene andai, non potevo rimanere li. Spensi il telefono per isolarmi da tutto e da tutti e mi avviai per le vie più affollate. Entrai in uno dei tanti bar che c'erano e mi misi seduta ad un tavolo abbastanza vicino alle vetrate. Arrivò un cameriere che mi chiese cosa volevo ordinare e senza nemmeno guardarlo gli chiesi un semplice cappuccino. Pochi minuti dopo il cameriere ritornò e io alzai lo sguardo per afferrare la mia bevanda. Non avevo notato quando fosse bello il cameriere, e non avevo nemmeno notato quei bellissimi occhi color ghiaccio che mi fissavano.
-emh, gra-azie- dissi balbettando un po. Da quando balbettavo?!

-di nulla- disse sfoderando un sorriso fantastico e allontanandosi. Presi il cappuccino e mentre sollevavo la tazza notai un bigliettino sotto di essa. Era un numero di telefono con sopra scritto un nome 'Ron'. Sorrisi ripiegando il foglietto e mettendolo nella tasca della felpa. Inizia a sorseggiare il mio cappuccino e quando finii, Ron, venì subito a prendere la tazza
-non melo dai il tuo numero?- disse sorridendo
-non do il mio numero agli sconosciuti, conosciamoci, poi forse telo do- dissi ridendo a mia volta.
-se mi dai cinque minuti per togliermi l'uniforme andiamo a fare un giro- disse facendomi l'occhiolino
-ma non devi lavorare?- dissi con sguardo un po dispiaciuto
-nah diró che non sto bene e male che va mi licenziano, ma non fa nulla- disse ridendo, aveva una risata contagiosa e non so perchè inizia a ridere, quello che aveva detto non faceva ridere!
-d'accordo- dissi prendendo il portafoglio per pagare il cappuccino
-lascia stare, offre la casa- disse mettendomi una mano sul portafoglio sorridendo
-oh, grazie- dissi riponendo il portafoglio in borsa. Non riuscivo a smettere di sorridere, quel ragazzo era stato davvero carino ed era anche davvero bello. In pochi minuti arrivò
-vogliamo andare?- disse porgendomi una mano che prontamente afferrai
-ma certo- dissi alzandomi dalla sedia. Uscimmo dal bar e andammo al parco più vicino. Ron era davvero un bravo ragazzo, bravo, bello e simpatico, cosa si poteva desiderare di più? Dopo un po di tempo che passeggiavamo mi mise una mano sulla spalla, non mi opposi. Ci sedemmo su una panchina ma non mi mollava, cosi appoggiai la mia testa sulla sua spalla
-allora? Ora melo dai il tuo numero?- disse ridendo e passandosi una mano tra i capelli corvini, risi anche io -certo- presi una penna e glielo scrissi sul braccio.
-umh spero che non vada più via- disse ridendo ancora. Quel ragazzo rideva sempre, da quanto mi ha raccontato, aveva passato un brutto periodo alla morte del padre ma dopo averlo superato erano poche le volte in cui lo vedevi triste. Sorrisi, iniziai ad osservare attentamente il parco, non ero mai stata li. Lo vidi, vidi quel ragazzo che in due giorni era riuscito a farmi versare più lacrime di quante ne avessi versate in vita mia. Aveva il pugno serrato e mi fissava, appena notò che lo avevo visto diede un pugno all'albero e si allontanò con passo svelto
-ehi cosa c'è?- disse Ron sfiorandomi una guancia con una mano
-n-niente, mi sembrava di aver visto una persona che conoscevo- dissi facendo il sorriso più falso mai fatto in tutta la mia vita.

. . .

La testa mi scoppiava, la gola mi bruciava e la febbre era salita. Non so nemmeno io perchè ero uscita. Ero tornata a casa tardi, molto tardi, anche troppo, ma quando arrivai a casa non c'era nessuno. Ero rimasta con Ron per tantissimo tempo lo avevo conosciuto veramente bene. Era uno dei ragazzi migliori che abbia mai incontrato. Mi ricordai di aver il telefono ancora spento,cosi lo accesi, 32 chiamate perse da Liam 20 da Boo e 10 dagli altri, ma anche altrettanti messaggi. In quel momento il mio telefono ricominciò a suonare e il fastidioso rumore che provocava mi rimbombava in testa, così lo scaraventai a terra. Pessima idea visto che mi si ruppe lo schermo. Mi sdraiai sul divano e iniziai a pensare; come avrebbe fatto Lou a farsi perdonare? Io ero davvero infuriata con lui. Insomma, mi voleva illudere. Sentii delle voci provenire da fuori casa ma non ci feci caso, la serratura della porta scatto e fecero il loro ingresso i ragazzi. Mugulai qualcosa di incomprensibile sia per farmi notare sia per fargli capire che dovevano tacere. Loro si girano tutti di scatto verso il divano e mio fratello mi corse subito incontro.


-Aileen! Dio, ti abbiamo cercato ovunque!- disse mettendosi una mano sulla guancia
-abbassa la voce Liam, ho un mal di testa cane!- dissi poggiandogli una mano sulla bocca tenendo gli occhi chiusi 
-Lee ma tu sei bollente! Diamine ti sei misurata la febbre?! Devo portarti in camera, Lou portala in camera!- disse alzandosi di scatto e iniziando ad alzare le braccia con fare agitato.
-ma io sto bene qui Liam!- dissi muovendo il braccio e affondando la testa nel cuscino. Mi sentii fluttuare in aria, e in effetti lo stavo facendo; Louis mi aveva presa in braccio e mi stava portando in camera.
-Lou lasciami, so ancora camminare- dissi muovendomi un po, cosa abbastanza inutile visto che rafforzo la presa.
-bhe oggi avrai camminato tanto con quel ragazzo sarai stanca- disse con tono duro. Era forse geloso? Aprì la porta della mia stanza con un calcio e mi mise sul letto.
-Lou mi abbracci?- non so perchè glielo chiesi, ma in quel momento avevo davvero bisogno di lui
-fatti abbracciare dal tizio con cui stavi oggi- detto questo usci dalla mia stanza sbattendo la porta. Ora era lui quello incazzato?! Ma si facesse meno problemi. Quel commento mi fece male, come una lama dritta in petto. Molte lacrime iniziarono a rigarmi le guance, stavo di nuovo piangendo, di nuovo per lui. Non avevo intenzione di andare a risolvere con lui. Prima mi prende in giro e poi? Poi si comporta come se fosse il mio ragazzo. Mi asciugai le lacrime ed uscii dalla stanza.
-Torna a letto, Lee- sentii Liam.
-Non rompere- In quel momento Zayn, il migliore amico di mio fratello, uscì dalla sua stanza e mi lanció un sua felpa. Sapeva che mi piacevano, erano grandi e avevano un buon profumo.
-Dopo vengo lì, ti va?- Non risposi, sapevo che sarebbe venuto comunque. Mi chiusi in stanza e misi la felpa che mi fece da vestito. Qualche minuto dopo bussarono ed entró Zayn. 
-Allora come va?- chiese.
-Va- si sdraió a fianco a me in silenzio. Era così che comunicavamo: stavamo sdraiati ad ascoltare l'uno i respiri dell'altra. Quei ragazzi erano sempre stati nella mia vita. Erano come dei fratelli, ma solo uno lo era di sangue: Liam.
-Andiamo a vedere Titanic?- Annuii. Lo facevamo sempre, io e lui. Ogni volta che uno dei due era malato. 
-D'accordo, vado a prendere le coperte, inizia ad andare in sala- Si alzó e scese. Due minuti dopo mi alzai anche io e uscii dalla stanza. Arrivai a fine corridoio quando cominció a girare tutto. Girava sempre più veloce, così mi fermai. La testa pulsava, mi guardai in giro. Nel giro di qualche secondo girava talmente veloce che persi l'equilibrio e caddi a terra. La mia fortuna era talmente infinita che a fianco a me c'erano le scale, così rotolai giù. Sentii un urló da parte dei ragazzi e mi sentii sollevare da terra. Cercai di mettere a fuoco l'immagine ma non ci riuscii, così ci rinunciai e chiusi gli occhi.
-Aileen! Aileen, cazzo- Louis, Louis mi teneva tra le braccia, ed era spaventato, molto.
-Ti sento, non sono morta-
-Ora ti porto in ospedale- sentii Zayn.
Mi buttai giù dalle braccia di Louis e quasi non mi calpestó. Caddi sulle ginocchia doloranti, che avevo fatto? Abbassai lo sguardo e intravidi del sangue, così come le braccia. Saranno stati gli spigoli degli scalini, supposi. Fatto sta che la testa girava ancora e non vedevo ancora molto bene.
-Io non ospedale non ci vado! E tu, non fare l'arrabbiato con me, perché qui la vittima sono io, brutto lurido pezzo di merda che non sei altro- urlai contro Louis una volta in piedi. Tirai su col naso, ma una goccia rossa cadde sul pavimento. Istintivamente mi toccai il naso con la mano destra: sangue. Ero appena tornata dalla guerra, forse? Okay che avevo strisciato per tutte le scale spigolose, ma non mi sembrava il caso di tutto quel sangue.
-Fanculo- sussurrai per l'ennesima volta. Camminai verso le scale ma prima di raggiungere scivolai. Una braccio forte mi resse.
-Stai attenta- disse Louis.
-Non toccarmi, lasciami stare- Salii le scale lentamente e andai in bagno a sciacquarmi le ferite che si rivelarono dei piccoli tagli sulle braccia e delle sbucciature alle ginocchia.
-Liam! Non riesco a fermare il sangue dal naso!- chiamai scendendo le scale e tenendo un fazzoletto sul naso.
-Non c'é nessuno, sono andati a fare la spesa- sentii Louis.
-Oh emh, mi tengo il sangue, okay?- dissi insicura tornando sui miei passi.
-Non fare la stupida, Lee. Vieni qui- lo disse tranquillamente e con la stessa tranquillità mi prese un fianco e mi avvicinó a lui. Troppo vicini, quasi ci sfioravamo i nasi, se non fosse che stava lavorando proprio su quello.
-Devi tirare in dietro la testa- mi ricordó tirandomi in dietro il viso dolcemente. Non mi piacevano i suoi modi di fare. Sentii qualcosa sfiorarmi il collo, delle labbra. Mi stava baciando? 
-Ma che cazzo fai?- urlai guardandolo con rabbia. Si limitó a ridere.
-Non mi sto divertendo, Tomlinson-
Si zittì subito. Non lo chiamavo mai così, mai. Solamente quando ero davvero arrabbiata, cosa successo una volta sola oltre a questa. Decisi di fare l'uscita di scena migliore dell'esistenza, così gli tirai uno schiaffio in piena guancia e me ne andai.
-Ahia- sentii vagamente. Entrai in camera sbattendo la porta e mi stesi sul letto, iniziai a dare pugni e calci al materasso per non piangere ancora. Mi feci scappare un urlo e dopo poco sentii bussare alla porta.
-va via Lou!- dissi tirando un pupazzetto di plastica contro la porta
-Aileen sono Niall- disse il ragazzo dietro la porta, a quelle parole scattai in piedi e velocemente mi diressi alla porta per aprirla. Mi ritrovai davanti ad un ragazzo con una mega pizza in mano, la sua chitarra e un pacco di caramelle.
-ti ho mai detto che ti amo Niall?- disse prendendo il ragazzo per il polso e trascinandolo dentro la stanza.
-no, se no melo sarei ricordato...- disse fissandomi con un espressione sconsolata
-non posso pensare a ciò che hai detto se ho una mega pizza, un pacco delle mie caramelle preferite e il mio splendido irlandese ,con la chitarra, davanti!- dissi aprendo il pacco di caramelle e mangiandone una manciata -allora che mi canti?- dissi con una caramella in bocca
-emh direi niente- disse posando la chitarra a terra. Io strabuzzai gli occhi a quell'affermazione.
-niente?! Come sarebbe a dire 'niente'?!- dissi fissandolo con la bocca semi aperta
-sarebbe a dire che devi raccontarmi chi era il tizio con cui stai oggi- disse facendo un sorriso malizioso
-chi Ron? Ma nessuno, uno che ho conosciuto oggi al bar... Ma lo sai che li fanno delle ciambelle davvero buone?- dissi toccandogli una gamba, cercai di sviare il discorso. Sapevo che Niall non era capace a mantenere i segreti, sopratutto se "riguardavano" i suoi migliori amici e io non sapevo mentire per niente, perfino una bambina poteva capire quando mentivo.
-oh certo Lee, svaga pure il discorso- disse mantenendo quel sorrisino malizioso sulle labbra. In quel preciso istante mi suonó il telefono e Niall lo afferò prontamente. Sullo schermo apparve la scritta 'Ron'
-uuh gia ti chiama?- disse tenendo in alto il telefono per non farmelo prendere
-dai Niaaaall lascialooo fammi rispondere- dissi alzandomi in piedi per afferarlo
-Rooon! Ciao, no niente si sto bene, cioé, ho un po di tagli ovunque, eh sono caduta dalle scale, si sono un idiota, come? Ah si n23. Ok, a dopo allora- chiusi il telefono e iniziai a saltare sul letto.
-cosa è successo?- mi disse bloccandomi per farmi stare ferma
-mi ha chiesto di uscireee- dissi battendo le mani
-oh...- disse lasciandomi le braccia.
Io e Niall passammo le ore a parlare di tutti gli argomenti più strani. Ci fermammo solo quando sentimmo un forte botto al piano di sotto. Io e Niall ci guardammo negli occhi e ci alzammo di scatto insieme. Scesi piano le scale per non farmi sentire, e lo vidi li con il pugno serrato davanti a Ron.
-stai lontano da lei- sibilò dandogli una spinta.



-SPAZIO AUTRICI-
Ciao Belle! 
siamo molto in anticipo lol comunque
speriamo vi piaccia anche questo capitolo. LASCIATE
UNA RECENSIONE, PLEASE. 
okay, buona attesa fino a domani sera :))
-A&A

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***




Capitolo 3

Andai tra loro due e guardai in faccia Tomlinson
-Lascialo stare, Louis- ordinai.

-Togliti, Lee-
-Non mi tolgo, lascialo in pace ho detto- Lo guardai dritto negli occhi.
-Esci di qui, é impegnata lei- Rimasi perplessa, che stava dicendo?
-Finiscila, gli ho detto io di venire qui- Il suo sguardo si abbassó sul mio e si addolcì fino a diventare triste. I suoi pugni si rilassarono e lasció passare Ron.
-Sali le scale, seconda stanza a sinistra. Ora ti raggiungo- dissi. Una volta che fui certa che aveva raggiunto destinazione, mi voltai verso Louis.
-Che cosa cazzo ti prende? Prima decidi di fare quello che volevi fare e poi fai il geloso? Neanche fossi la tua ragazza, non sono neanche la tua migliore amica!- sbottai. Rimasi perplessa delle mie stesse parole, erano uscite dalla mia bocca da sole. Avevo davvero detto quelle parole mai pronunciate in quindici anni? 'Non sei il mio migliore amico'. I suoi occhi erano sui miei, tristi.
-Io... Okay, se vuoi che sia così, va bene- si voltó e salì le scale per chiudersi in stanza. Salii anche io.
-Scusami Ron- dissi entrando nella mia stanza
-Tranquilla, vieni qui- mi cinse i fianchi e mi fece sdraiare a fianco a lui. Rimanemmo così per ore: abbracciati. Quando fu ora di andare lo accompagnai fino alla porta.
-Allora buonanotte- disse guardandomi le labbra. Soffocai una risatina.
-Proprio così- controllai che in sala ci fosse ancora Louis: era lì a guardarci. Decisi di tentare, così feci finta di inciampare e Ron mi sorresse. Poi lo baciai. Le sue braccia erano intorno ai miei fianchi e le mie mani nei suoi capelli. Baciava bene, ma non provavo quella cosa in più che c'era anche solo in un tocco di Louis. Mi scansai.
-Dovresti andare- dissi sorridendo.
-Oh, okay- rispose incerto. Gli rubai un ultimo bacio e poi chiusi la porta alle mie spalle.
-Devi essere proprio malvagia- sentii Louis sarcastico.
-Cosa vuoi dire?- le mie parole non avevano emozione.
-Voglio dire che prima stavi per morire dalla febbre talmente alta, e ora baci quel tizio- Occazzo.
-Mi spii?-
-Stavate per scopare, era meglio che guardare un porno, quasi-
-Si, aspettami che rido- Feci per andare in cucina quando sentii un'altro intervento, non si stancava mai?
-Sei poco credibile, comunque- Mi voltai a guardarlo in modo interrogativo. Era ancora seduto sul divano e mi fissava.
-Due giorni prima eri innamorata di me da ben quindici anni e due giorni dopo hai incontrato la tua anima gemella che non sono io, mh-
-Anche tu, sai? Due giorni prima vuoi pigliarmi per il culo mentre due giorni dopo fai il geloso per ogni cosa che faccio, ah- Mi voltai di nuovo ed entrai in cucina lasciando la discussione ancora in corso. Ma non avevo intenzione di continuarla, non quel giorno. Mangiai qualcosa per cena e quando uscii per tornare in stanza sussurrai
-Buon quindici anni di noi, comunque- Pensavo non lo avesse sentito, lo speravo.
-É questo che mi turba di più- lo sentii rispondere malinconico.
-Io ti avevo preso un regalo- dissi tutto ad un fiato. Pensavo che non glielo avrei mai dato. Così misi la mano in tasca e trovai il bracciale lì dove lo avevo lasciato. Gli presi la mano e ci misi il bracciale. Aveva una catenina d'argento con dei ciondolini, erano quattro: un cuore con il mio nome, un cuore con il suo, la data del nostro primo incontro e la data di quel giorno.
-Anche io ho un regalo per te- disse grattandosi la testa. Alzai lo sguardo, era un poco più alto di me. Lo vidi avvicinarsi a me e lo vidi chiudere gli occhi. Mi bació. Che cosa diavolo faceva? La coerenza in quel ragazzo esisteva? Non lo capivo, davvero. Mi staccai subito da lui spintonandolo.

-Ma che cazzo di problemi hai?- urlai.
-Era il mio regalo!- attese un risposta che non arrivó. -Certo, era per il motivo che sai anche tu ma...-
-Mi fai davvero schifo, Louis. Per fortuna che non vivi senza di me. Ti odio, fanculo- Scappai via, scappai da tutto e uscii di casa. Andai a prendere la macchina e misi in moto, sarei andata al mare. Non mi importava quanto ci avrei messo. Louis era proprio una testa di cazzo. Prima mi dice che non mi ama, poi si comporta come se fosse innamorato di me, poi mi bacia, poi dice che era per pigliarmi per il culo. Non avrei pianto, non quella volta. Dovevo farcela, non dovevo farmi abbattere, dovevo resistere. Mi ricordai che lo interruppi a metà frase: 'ma...'? Forse avrei dovuto aspettare giusto il momento di sentire la fine del discorso. Non mi importava, niente di lui aveva più importanza. É proprio vero che l'amore rovina le amicizie. Dicono che prima si deve mettere l'amicizia e poi l'amore, ma erano passati troppi anni. Decisi che avrei comprato un costume lì e avrei fatto il bagno e avrei preso il sole. Mi fermai a metà strada per comprare da mangiare. Spensi il telefono, non avevo voglia di sentire nessuno. Comprai anche un disinfettante e dei tamponi, le ginocchia mi bruciavano un casino. Così appena entrai in auto mi pulii le ferite, poi ripartii con la musica al massimo. Dopo un ora e mezza di autostrada finalmente arrivai. La testa mi girava, e ora che ci penso, di certo la febbre non era scesa. Ma non mi importava. Mi misi il costume e mi stesi sulla spiaggia con solo la luna che mi faceva compagnia. Presi il telo da mare, lo usai come coperta, e mi addormentai li, nel posto che amavo di più, dopo quel parco. Mi svegliai all'alba, di certo il sole puntato in faccia non conciliava il sonno. Mi alzai, lasciai la mia roba vicino alla riva e andai a farmi un bagno. L'acqua era fredda, il sole non aveva ancora avuto il tempo di riscaldarla almeno un po. Stetti in acqua per ore, quando uscii il sole era già alto. Mi asciugai stesa sul telo e dopo circa un ora mi alzai, riposi l'asciugamano nella borsa, presi la mia roba e iniziai a camminare con i piedi immersi nell'acqua. Presi il cellulare dalla borsa e lo accesi, tanto per vedere se qualcuno mi aveva cercato. Trovai molte chiamate perse, ma nessuna di Louis, erano tutte di Liam e qualcuna di Zayn e Niall. Pochi messaggi e tra questi nemmeno uno di Lou, la maggior parte erano di Ron. Decisi di chiamare Niall, solo per non far preoccupare inutilmente ne lui ne Liam. Uno squillo, due...
-si può sapere dove cazzo sei?!- non era Niall
-Lou passami Niall- dissi con tono di voce calmo, quando in realta volevo urlargli in faccia
-vaffanculo Lee- disse e chiuse la telefonata. Non richiamai nessuno, sapevano che stavo bene,questo doveva bastargli. Ripensai a quel bacio. Era stato il bacio piú bello di tutta la mia vita. In confronto quello di Ron non era nulla. Mi avrebbe davvero dato quel bacio per illudermi, solo per uno stupido gioco? Il cellulare cominciò a suonare, era Harry, non risposi. Dopo poco mi chiamo anche Zayn, ma non risposi nemmeno a lui; dopo mi chiamó Liam e a lui dovetti rispondere, era mio fratello, magari si stava preoccupando
-Liam- dissi una volta accettata la chiamata
-Aileen, sei stata fuori tutta la notte, dove sei? Stai bene vero? Sono le 10 di mattina, perche non torni a casa?- lo disse con quel suo tono calmo che riusciva sempre a tranquillizzarti.
-No Liam, non tornerò a casa, non ora. Starò via per qualche altra ora e poi, anche se volessi non riuscirei a tornare prima di un ora e mezzo, sono lontana da casa-
-Aileen...?-
-Dimmi Liam- dissi con un tono rassicurante
-Louis ti ha cercato tutta la notte per Doncaster é arrivato qui alle 6 di mattina stravolto. É rimasto davanti la porta aspettando il tuo ritorno, appena hai chiuso la telefonata è corso in camera tua e non vuole uscire. Non vuole parlare con nessuno a meno che non sia tu, sta piangendo. Ti prego Lee, torna a casa. Perdonalo- disse tutto d'un fiato

-perdonarlo?! Scherzi Liam? Gli ho dato una possibilitá per riconquistare la mia fiducia, ma non sta facendo niente per riprendersela, niente!- urlai furiosa per le parole di mio fratello. -ora vado. Ciao Liam- prima di chiudere riuscii a sentire Liam dire -torna, ha bisogno di te- quallo che mi aveva detto Liam, un po mi toccó il cuore. Mi aveva davvero cercato tutta la notte? Aveva davvero bisogno di me? Andai a prendere il mio pickup nero, accesi la musica a palla e mi misi in cammino per tornare a Doncaster, ma non a casa, non prima di aver fatto un giro in centro. La testa stava ricominciando a far male quindi ci misi quasi due ore per arrivare. Andai al bar dove lavorava Ron e dopo essermi data una sistemata scesi dalla macchina. Lo vidi uscire in quel momento dal locale, e iniziai a sbracciarmi per farmi notare e appena mi vide mi corse in contro
-Aileen!- appena fummo vicini mi baciò profondamente. 

-Ron- dissi abbracciandolo subito dopo il bacio
-scusami, davvero ma devo scappare, devo andare da mia mamma- disse con aria triste
-tranquillo vai pure- dissi accarezzandogli una guancia
-senti, ti va di uscire sta sera?- disse grattandosi la testa imbarazzato
-ma certo- dissi guardandolo felice
-perfetto ti passo a prendere alle 9- mi lasció un altro lungo bacio -a dopo, amore- disse e si allontanò. Niente, non provai niente, ne al primo bacio, ne al secondo ne quando mi chiamò 'amore'.

Ritornai a casa nelle prime ore del pomeriggio. Parcheggiai la macchina sul vialetto e mi diressi verso la porta, la aprii e sentii un piccolo sottofondo di voci. Appena chiusi la porta in casa piombò il silenzio. In 5 secondi mi ritrovai tutti i ragazzi, escluso Boo, ovviamente, davanti.
-dio Lee! Finalmente!- disse Liam abbracciandomi seguito da tutti gli altri
-ma tu, tu odori di salsedine- disse Zayn puntandomi il dito contro.
-sei stata al mare Lee? Con la febbre?- disse Niall
-si e se permettete ora io andrei in camera mia-
-ma veramente in camera tua c'è...- una gomitata arrivo dritta nella pancia del biondo che stava parlando
-un regalo per te- continuò Harry fulminando Niall
-bene- dissi salendo le scale. Arrivai davanti la porta della mia stanza e cercai di aprirla ma era chiusa a chiave. Poi mi ricordai "è corso in camera tua e non vuole uscire... Sta piangendo"
-Lou, apri? Sono Aileen- dissi sbattendo piano il pugno sulla porta bianca. Nemmeno il tempo di contare fino a tre che la porta si era gia spalancata, mostrando un Louis con gli occhi gonfi e rossi, i capelli scompigliati e i vestiti un po sstropicciati
-Lee...- disse piano
-Boo- risposi e lo abbracciai, mi mancava. Non lo avevo perdonato, doveva ancora dimostrami che potevo ridargli la mia fiducia
-mi sono preoccupato tantissimo. Sono così felice che tu stia bene- disse stringendomi ancora di più. Mi staccai dall'abbraccio e lo spinsi piano dentro la stanza chiudendo la porta dietro di me
-Lou, quando mi dimostrerai che potrò fidarmi ancora di te, ti giuro, che saremo amici come prima- dissi fissando i suoi pozzi blu profondamente tristi.
-giuro che lo farò-

...

Ero tranquillamente sdraita sul letto con le cuffiette nelle orecchie e gli occhi chiusi quando sentii qualcuno sedersi sul mio letto, era Louis.
-ehi Lou, dimmi- dissi togliendomi le cuffiette

-niente, volevo solo stare un po con te...- Stemmo insieme tutto il pomeriggio, scherzammo e ridemmo. Ma non eravamo come prima, io non ero come prima. Semplicemente, perchè non mi fidavo. Verso la sera Lou scese ad ordinare la pizza per tutti e io mi preparai per uscire con Ron. Non avevo detto a nessuno che quella sera sarei uscita, non sapevo come dirglielo. Sentii il campanello di casa, ma non ero ancora pronta, quindi urlai ad i ragazzi di aprire. Dopo pochi minuti scesi e vidi Lou davanti la porta con Ron davanti. Tutti e due avevano la mascella e il pugno serrato.
-lasciala stare, é mia- disse Lou sottolineando l'ultima parola
-ormai stiamo insieme, rassegnati- a quelle parole Lou spintonò Ron, prese le chiavi del mio pickup e usci di casa. -Louis- urlai uscendo dalla porta correndo, ma era già in macchina. Louis non tornó quella notte. E nemmeno tutto il giorno seguente. Questo non fece altro che innervosirmi ancora di più. Lo chiamai solamente una volta, poi lasciai perdere. Quando all'una di notte scesi a controllare se fosse tornato, lo vidi sul divano a fissare la tv spenta.
-Louis!- Si voltó verso di me, ma l'unica cosa che fece fu una smorfia. Non riuscii a trattenermi.
-Mi hai fatta preoccupare, idiota!- andai ad abbracciarlo.
-Non. Toccarmi.- si allontanó scuotendo le mani davanti a se. Rimasi perplessa.
-La coerenza non é proprio il tuo forte eh?- chiesi con più calma possibile.
-Io? Ma ti sei vista?- alzó la voce -Litighi con me, il tuo migliore amico da sempre, e sottolineo sempre, e che fai? Vai a fare la puttana in giro con il primo che ti capita! Se ci tenessi davvero a me cercheresti di risolvere!- Mi aveva appena detto quello che pensava, e ahimé dovevo accettarlo. Pensava fossi una puttana? Okay. Le lacrime volevano uscire ma cercai di trattenerle. Alzai una mano per tirargli uno schiaffo in piena faccia, ma lui mi anticipó e mi prese il polso, entrambi i polsi. E li strinse forte, troppo forte per il mio esile corpo. Mi resi conto di avere paura, paura del mio migliore amico. Lo guardavo terrorizzata ma l'unica cosa che faceva era stringere la presa sempre più forte. Non riuscii a trattenermi, così scoppiai in lacrime. Piansi ma lui non mi lasciava, rimaneva lì a guardarmi soffrire sia emotivamente che per la sua presa stretta contro la mia pelle. Sentivo le sue unghie ficcarsi nella mia pelle. Lui non voleva farmi male per davvero, io ne ero certa.

-Lasciami, ti prego- piagnucolai tra le lacrime -Mi fai male, per favore- piansi ancora. Non lo fece. -É così che hai intenzione di farti perdonare? 'Non posso vivere senza di te' dicevi- Piansi. Lo guardai negli occhi. -Ma così mi fai solo paura, io ho paura di te Lou- Sentii la presa allentarsi. Aprii gli occhi e lasciai cadere le mani sui fianchi. Lo guardai, lessi nei suoi occhi lo stupore, stupore di se stesso. Indietreggiai di un passo, poi due. Infine corsi in camera. Quella notte non dormii, piansi tutto il tempo. Erano le 3 di notte quando sentii un rumore strano provenire dal corridoio, erano le tre quando Niall comparve in camera mia con un pacco di caramelle.
-non riesco a dormire sapendo che stai piangendo per lui- disse piano per non svegliare gli altri.
-grazie Horan, tu si che non mi abbandonerai- dissi abbracciandolo
-non ti abbanonerei nemmeno se morissi- disse liberandosi dalla mia stretta e guardandomi dritta negli occhi.
-ho avuto paura di Lou, Niall. Ho avuto paura del mio migliore amico- dissi facendo scorrere altre lacrime sulle mie guance ma che Niall prontamente asciugò.
-paura? Cosa ha fatto per metterti paura?- disse accarezzandomi una guancia
-mi ha preso per i polsi e li ha stretti fortissimo- dissi facendo vedere i segni che mi avevano lasciato le potenti mani di Lou sui polsi. -mi ha chiamata troia- a quelle parole vidi Niall irrigidirsi. Scatto in piedi e serrò il pugno talmente tanto da far diventare le nocche bianche
-cosa cazzo ha detto?!- urlo rosso in viso
-shh Niall non urlare!- Dissi balzando in piedi tappandogli la bocca con una mano. Appena si calmò tolsi la mano
-stai tranquillo Niall...- dissi risedendomi sul letto
-tranquillo?! Ma io gli tolgo tutte le ossa e ci gioco a shangai!- disse infuriato. Io mi limitai a piangere, ancora. Niall si avvicinò a me di scatto
-scusa Lee, non volevo farti piangere, ero venuto qui per tirarti su il morale non per peggioratelo...- disse abbracciandomi, facendomi posare la testa sul suo petto. Riuscivo a sentire il suo battito, che, non so per quale motivo era accelerato. Forse si era arrabbiato davvero tanto
-senti io vado in camera mia, che se tuo fratello mi trova qui, domani mi fa fuori- mi diede un bacio sulla guancia e usci dalla mia stanza. Ricominciai a piangere, e non smisi più. Quando finalmente mi addormentai erano ormai le sette, ma ebbi tempo solamente un'ora, perché alle otto mi svegliarono delle urla. Scattai in piedi dal letto e senza guardarmi allo specchio scesi di corsa. Avevo dormito con la felpa di Zayn e non andavo mai in giro per casa con quella.


-Che cazzo hai fatto, ha pianto tutta la notte!- sentii Niall urlare. Raggiunsi le scale, poi sentii un colpo. Scesi di corsa. Ció che vidi mi fece rabbrividire. Louis era steso a terra con le braccia sul viso e Niall gli stava sopra a tirargli pugni.
-Smettetela!- urlai tirando Niall per la maglia -Finitela ora!- Piansi ancora. Si alzarono in piedi all'istante. -Sono stufa di questa situazione, é solo colpa mia, per tutto! Mi levo di torno- conclusi prendendo le chiavi del pickup e uscendo di casa. Non sapevo dove andare vestita in quel modo, avevo indosso solo una felpa. Decisi di andare al bar da Ron. Posteggiai appena davanti e quando lo vidi uscire, suonai il clackson.
-Lee!- mi raggiunse. Gli stampai un bacio sulle labbra. -Cosa é successo? Sei in uno stato pietoso!- era chiaramente spaventato. Scossi la testa.
-Non mi va di parlarne, posso chiederti un favore vitale?- Il ragazzo annuì preoccupato. -Posso stare da te per un po'?- osai incerta.
-Certamente, tutto quello che vuoi amore mio!- sorrise, un sorriso sincero. Ma non come quello di Louis. Tornó al bar e ne uscì due minuti dopo senza divisa. Non feci domande, non chiesi nulla. Semplicemente lo feci salire sul pickup e seguii le indicazioni per casa di Ron.
-L'unico problema é che non ho niente con me- dissi una volta nel suo appartamento. Per fortuna capì al volo.
-Ho molti vestiti, tranquilla- rise. Sorrisi. In silenzio mi prese per mano e mi condusse per un corridoio. Una, due porte sulla destra.
-Questa é la mia stanza, ed é l'unica dotata di un letto- disse abbracciandomi da dietro. Mi abbracció i fianchi, mi circondó. Sapete cosa mi piaceva davvero di lui? Il fatto che non mi provocava, stava ai miei passi. Non tentava in alcun modo di andare oltre. Mi voltai a baciarlo per fargli capire che non avevo problemi. Tutto pur di non tornare a casa, avevo bisogno di staccare un po'.
-Io devo tornare a lavoro, piccola- quel soprannome non mi fece lo stesso effetto di Louis. -Fai come se fossi a casa tua, okay?- mi bació, un bacio veloce. Annuii timidamente. -Ci vediamo per il pranzo, mi aspetto qualcosa di buono- fece un sorrisetto malizioso prima di chiudersi la porta alle spalle. Avevo una casa tutta per me da esplorare, bene. Come prima cosa decisi di cercare un termometro. Appena lo trovai lo sistemai sotto la lingua. 37.5° Puó andare, potevo vivere ancora, dai. Mi sedetti sul divano e accesi la tv. Mi accomodai meglio e cominciai a sbadigliare, quella notte non avevo dormito. Mi svegliai otto ore dopo. Una coperta mi scaldava.
-Ciao bellezza- sentii Ron.

-Oddio il pranzo!- scattai in piedi. Il ragazzo rise.
-Ormai é ora di cena, tranquilla. Hai la febbre?- indicó il termometro in fondo al divano. Feci spallucce. -Riprovala, su- lo disse in tono dolce, come quando un adulto parla ad un bambino. La riprovai, si era alzata: 38.6°
-Ah, fanculo- dissi più a me che a Ron. Il ragazzo mi prese la mano e mi aiutó ad alzarmi.
-Di chi é quella felpa che hai indosso?- osservó.
-Del migliore amico di mio fratello- risposi con tranquillità. Andammo in stanza e mi fece sdraiare nel letto ed uscì. Rientró solo due minuti dopo con una montagna di coperte che usó per coprirmi.
-Non sto morendo, amore- riuscii a chiamarlo così.
-Ssh, mi piace prendermi cura di te- mi bació.
-Così ti ammali, idiota- risi.
-No, io sono troppo potente- ridemmo ancora. La sua compagnia non mi dispiaceva, era tanto dolce e si prendeva cura di me. Ma Ron non era Louis.
-Ti va se mettiamo un film?- Annuii. Propose LOL pazza del tuo migliore amico e Noi siamo infinito. Il primo proprio no, così optai per il secondo. Si sdraió a fianco a me e mi abbracció. Restammo tutta la sera così: io con la testa sul suo petto e lui che mi accarezzava i capelli. Mi addormentai a metà film, tipico.




-SPAZIO AUTRCI-
allora bella gente come state? 
lo sappiamo che dovevamo pubblicare ieri sera,
ma qui, qualcuno si è addormentato.
scusateci :( comunque, speriamo che vi piaccia
fateci sapere cosa ne pensate.
CIAAAAO 
-Ale&Ari

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***




Capitolo 4


La mattina dopo mi svegliai rannicchiata in un angolino.
-Buongiorno- sentii Ron.
-Ehi- sorrisi.
-Hai pianto tutta la notte, amore- era preoccupato per me. Aspettate un attimo, io cosa? No, non poteva essere. Poi fu lì che mi ricordavo del sogno: avevo sognato l'ultima litigata con Louis.
-Oddio scusami, io non volevo- gli baciai una guancia.
-Cosa é successo?- Scossi la testa.
-Sto bene, tranquillo-
-É chiaro che non stai bene- Insisteva ma non potevo dirgli che ero innamorata di Louis.
-Nulla, ho solo litigato con il mio migliore amico- Non fece domande.
-É quel ragazzo moro con gli occhi blu?- Annuii. Lo intravidi nascondere una smorfia.
-É chiaramente geloso di te- Feci spallucce. -E non lo é per un semplice motivo- era serio? Scoppiai a ridere.
-Lui? Ma figurati!- lo abbracciai -Tanto io ho te- tentai di deviare il discorso. Mi bació con tanta dolcezza. Poi si alzó e torno poco dopo con un termometro. Buttai la testa indietro.
-No, non voglioo-
-Dai su- soffocó una risatina. La provai sotto tortura. 40.4° Com'era possibile, io non mi sento nessuna febbre!
-Ma io non me la sento-
-Vai a farti una doccia, ti porto i vestiti- lo disse con tono autoritario, ubbidii. Feci una doccia e mi misi i vestiti che mi aveva portato: una felpa e dei pantaloni da basket. Lo vidi prendere le chiavi dell'auto. -Dove vai?- chiesi.
-Andiamo in ospedale-
-No, io non ci vado- indietreggiai.
-Vuoi morire? Hai la febbre troppo alta, Aileen!- Scossi la testa debolmente.
-Per favore- mi bació mordendomi delicatamente le labbra. A quel gesto non potevo resistere, fanculo.
-Ti odio- feci l'offesa.
-Ho trovato il tuo punto debole- rise. Lo guardai di traverso, poi uscimmo di casa. Quando arrivamo ci misero in sala d'attesa. Decisi di accendere il telefono. 32 chiamate da Liam, 12 da Niall, 13 da Zayn e 5 da Harry. Louis? Lo spensi di nuovo.
-Aileen Payne?- Alzai lo sguardo triste sulla ragazza che pronunció il mio nome. Louis non mi aveva cercata. Ron mi prese per mano e mi accompagnó.
-Ha la febbre molto alta- spiegó. Un ora dopo mi trovavo in una stanza, su un letto e con la veste d'ospedale. Ron mi aveva obbligato a chiamare mio fratello, così dovetti farlo per forza.
-Pronto?-
-Ciao-
-Aileen! Dove sei? Devi perdere questo vizio di scappare senza dire nulla. Quando torni a casa poi...-
-Liam...Sono in ospedale- La chiamata terminó nell'esatto istante in cui finii di pronunciare l'ultima lettera. Segno che stava arrivando. Ron mi bació e si sdraió a fianco a me. Mi teneva per mano e giocava con le mie dita, era una vista davvero dolce. Quindici minuti dopo sentii la porta aprirsi.
-Aileen, oddio come stai?- Entró Liam seguito da tutti gli altri ragazzi, tranne Louis. Lo cercai con lo sguardo.
-Quando te ne sei andata é uscito e non sappiamo dove sia, gli abbiamo lasciato un messaggio- Annuii. Niall stava scrutando Ron, lo guardava come se volesse cancellarlo con lo sguardo. Che gli prendeva?
-Da noi non ti fai portare in ospedale, ma da lui si eh?- disse Zayn. Sbuffai. Un infermiera entró.
-Non potete stare in più di due, qui- Pensai al fatto che se avessi fatto uscire Ron, magari gli avrebbero raccontato qualcosa che non doveva sapere, così dissi
-Ron, stai qui con me?- Lui annuì e mi strinse la mano. Sarà stata una mia impressione, ma Niall fece una smorfia. Uscirono tutti tranne Liam.
-Questa non te la perdono eh-
-Dai Liam sono viva- risi. sbuffó ed uscì. Poi entró Harry.
-Lee-
-Haz-
-Louis arriverà- Annuii. Mi abbracció. -Scusami per non avertelo detto prima-
-Tranquillo, anche io non lo avrei detto per il mio migliore amico-
-Ti voglio bene sorella- Mi diede un pizzicotto.
-Sorridi- ordinai. Lo fece e, come mio solito fare, giocai con le sue fossette. Dopo entró Niall.
-Ehi-
-Niall, che vuoi?-
-Sei arrabbiata anche con me?- era triste.
-Ti sembrava il caso di picchiarlo?- quasi urlai.
-N-no il fatto é che io...- Guardó Ron. -Nulla, lascia stare- Uscì.
-Ma cosa mi combini?- Zayn. Sorrisi.
-Ciao anche a te, Zayn- Ron cominció a disegnare dei cuori sul palmo della mia mano.
-Come stai, piccola?- Feci spallucce.
-Sto bene penso-
-Senti, Louis arriverà, non ti preoccupare-
-Non importa, non avrei da dirgli molto- Annuì e mi bació sulla guancia prima di uscire.
-Devo essere geloso?- intervenne Ron una volta soli.
-Di cosa?-
-Vediamo, il biondo praticamente mi uccideva con lo sguardo, il riccio continuava a dirti che ti vuole bene, mentre l'ultimo ti ha baciata. Per di più tutti hanno parlato di un certo Louis-
-Sono come fratelli per me, li conosco da sempre- lo tranquillizzai
-E Louis?-
-É il mio migliore amico- Annuì. Due ora dopo mi ritrovai sola in quella stanza decisamente troppo bianca. Ron era andato a lavoro con la promessa di venirmi a fare visita una volta finito il turno. I ragazzi erano fuori dalla stanza a parlare ma nessuno entrava per farmi compagnia. Eppure sapevano che Ron sene era andato. Sapevano che ero sola. Mi alzai dal letto mi misi seduta su una sedia in balcone. Dopo pochi minuti mi addormentai li, sotto la luce del sole.
-Lee? Ti svegli? Hai dormito fin troppo, hai perfino saltato il pranzo, alzati su- quella voce che non riuscii ben a distinguere arrivó ovattata alle mie orecchie. Alzai un braccio per cercare di tappare alla persona che infastidiva il mio sonno, ma la mia mano andò a toccare un grande ammasso di capelli
-Harry vattene- dissi dandogli dei piccoli schiaffi in faccia
-Lee alzati, ora- disse autoritario
-oh andiamo Harold- dissi tappandogli la bocca. Lui tolse il mio braccio dalla sua faccia e disse
-va bene l'hai volouto tu- lo sentii allontanarsi e rinfraziai il cielo per averlo mandato via
-Lee sul serio, alzati, fidati di me, ti conviene- non era stato Hazza a parlare
-oh Zayn non ti ci mettere anche...- non feci intempo a finire la frase che uno spruzzo d'acqua mi finì dritto in faccia, per lo spavento alzai le braccia di scatto e colpii il povero Harry nelle parti basse. Io e Zayn scoppiammo a ridere vedendo Harry steso per terra con le mani li dove non batte il sole
-tela sei cercata Styles- dissi ridendo e entrando nella stanza. Vidi Niall Lou abbracciati e non potei fare a meno di sorridere. Avevano fatto a botte la mattina stessa e ora si stavano abbracciando, erano come fratelli, niente li avrebbe divisi. Non mi avevano così mi asciugai la faccia con la felpa che Ron mi aveva lasciato sulla sedia in caso avessi sentito freddo e finsi un colpo di tosse. Loro si girarono di scatto
-Lee...- dissero in coro, io non dissi niente e li fissai, Niall chiamo Harry e Zayn e gli fece segno di segiurli, Harry usci dalla stanza con una mano su quel punto mentre Zayn ancora rideva. In pratica, ci lasciarono soli. Mi sedetti sul letto e lui fece lo stesso.
-Lee scusa, non so cosa mi sia preso. I-io non penso che tu sia una troia, io non volevo farti male. Io voglio solo che tutto torni com'era prima. Perdonami Aileen, so che volevo fare una cazzata, ma ti prego, io non posso stare senza te, davvero- disse bagnando le sue guance con alcune lacrime. Era sincero, ne ero certa. I suoi occhi non mentivano e io sapevo leggere tutto di lui da quei profondi occhi blu.
-sai che ti voglio bene Lou. Ma se vuoi davvero che il nostro rapporto ritorni come prima devi fare qualcosa tu per primo. Devi riconnquistare la mia fiducia, e mi conosci, sai che non è facile. Ma so che tu puoi riuscirci- dissi accarezzandogli il viso con le mani
-sarai sempre la mia migliore amica- disse fiondandosi tra le mie braccia
-certo Lou- dissi stampandogli un bacio sulla guancia. Ci staccammo, ma eravamo ancora troppo vicini, quella volta, fui io ad azzerare le distanze tra noi. Ma non avevo visto qualcosa, non avevo visto una persona accanto la porta. Ron usci di corsa dalla mia camera sbattendo la porta. Mi alzai di scatto e andai a rincorrerlo.
-Ron, Ron aspetta!- lo afferrai per la maglia.
-Aspetta che cosa? Ho sempre sospettato di voi due-
-Non é come credi. Ti prego non lasciarmi- Io non lo amavo, lo stavo solo usando. Eppure perché stavo cercando di far pace con lui? Volevo risolvere per che cosa? Forse in fondo mi piaceva, certo non ero innamorata di lui. Ma lui mi piaceva, amavo come si prendeva cura di me, io mi ero affezzionata a lui. Lo abbracciai per non farlo andare via.
-Lee..- Lo sentii rilassarsi tra le mie braccia. -Lee tu lo hai baciato- Scossi la testa.
-É questo il problema, sarà stata solo la prospettiva, perché non ci stavamo nemmeno toccando- le opzioni erano due: o lui era un credulone, oppure era la mia prima bugia riuscita bene. Si chinó sul mio labbro e lo morse delicatamente facendomi ridere.
-Amo il tuo sorriso- mi bació. Strofinai il mio naso nell'incavo sotto il suo mento e chiusi gli occhi. Mi prese in braccio come una bimba e mi portó in stanza, poi mi stese sul letto.
-A me non mi rincorri eh?- il mio migliore amico uscì dalla stanza furioso.
-Louis!- fu l'unica cosa che riuscii a fare, prima di essere zittita dalle labbra di Ron.
Passarono ben quattro giorni senza vedere Louis.
-Niall voglio andarmene- ripetei per l'ennesima volta.
-Dai Lee, ancora due giorni- Provai la febbre come mi fu chiesto dall'infermiera. 36.6° Finalmente!
-Penso che domani tu possa uscire- Sorrisi. Niall mi guardó, mi ammiró come si guarda un campo di fiori. Non lo avevo mai visto comportarsi così. In questi ultimi giorni era geloso di Ron, lo odiava. Che gli prendeva al biondo? Cinque minuti e il mio ragazzo sarebbe arrivato.
-Niall?-
-Mmh?-
-Cos'hai?- chiesi. Alzó lo sguardo confuso. -Sei strano- Fece un respiro profondo, quasi di sconfitta.
-T-tu mi piacevi fino a un mese fa, ora che hai Ron e hai litigato con Louis non lo so più-
-Perché?- riuscii a chiedere solo questo, perché la porta si aprì ed entró il biondo di turno: Ron. Mi bació. La sera dopo tornai a casa. Erano tutti contenti, 'tutti'. Quando entrai in casa feci un respiro profondo e scorsi Louis sul divano, aveva la barbetta e la cosa mi eccitava. Ma ció che mi infastidì fu che non staccó lo sguardo dal televisore, non mi degnó di uno sguardo, non disse nulla.
-Abbiamo allestito la tua stanza come mini sala giochi- annunció Harry.
-Si va bene, Haz- sentii una risata provenire dal riccio. Salii le scale. Una, due sulla destra. Aprii la porta e mi venne voglia di uccidere qualcuno. Al centro della stanza c'era un tavolo da biliardino, a fianco c'era un tavolo con delle carte da tavolo sopra e delle sedie rosse sparse per il locale. Solo dopo notai un tavolino con delle bibite sopra. Il mio letto era ancora nell'angolino ma non aveva un materasso.
-Che cazzo é successo alla mia stanza?- urlai spaventata. Sentii i ragazzi ridere al piano di sotto.
-Oh, non andavi a vivere da Ron? Avró capito male- sentii Louis. Corsi in fondo alle scale e andai verso Louis. Un centimetro d'aria ci separava e lui non si mosse.
-Tu, io ti odio. Mi fai schifo, altamente schifo. Io ora dove dormo? Dimmelo pezzo di merda!- urlai. Ma lui non si scompose. La rabbia mi faceva sempre piangere, come quella volta. Scoppiai in lacrime e lo spinsi, poi cominciai a prenderlo a pugni.
-Devi sempre rovinare tutto!- Sentii delle mani prendermi i fianchi per evitare di continuare a prendere a pugni Louis. -Lasciami!- urlai e mi divincolai.
-Calmati, Aileen!- era Zayn.
-No! Ogni volta che si risolve qualcosina, lui deve rovinare tutto!-
-Ah, io?- chiese Louis tranquillo.
-E mi prometti ogni volta che avresti riconquistato la mia fiducia, tutto questo ripetendomi che non puoi vivere senza di me!- urlai ancora, e piansi di nuovo continuando a divincolarmi.
-Aileen stai esagerando, non credi?- Liam.
-Stai zitto! Tu non sai niente!- ormai la gola mi faceva male e riuscii a levarmi dalle mani di Zayn. A quel punto feci la prima cosa che mi passó per la testa, colpa della rabbia. Presi la foto mia e di Louis che stava sul mobile, la buttai ai piedi di Boo e ci saltai sopra prima di correre in stanza. Quella volta non lo avrei perdonato molto in fretta. Solo dopo mi ricordai del fatto che non avevo una stanza. Così tornai in sala.
-Okay, dove dormo?-
-Louis ha fatto il casino, Louis ti cede il letto- Harry. Andarono tutti in stanza per dormire, tranne io e Louis.
-Okay, buonanotte e goditi il divano- dissi.
-Tu stai scherzando-
-No, non mi pare- Salii le scale seguita da Louis.
-Dove credi di andare?- chiesi una volta davanti alla sua porta.
-in camera mia, a dormire, sul mio letto- disse con uno stupido ghigno stampato in faccia -non direi proprio.
-Il divano è comodo, vai- gli risposi spingendolo un po
-non ci penso proprio. Vai a dormire da Ron- disse arrabbiato dandomi una leggera spinta.
-ma stai zitto, che per colpa tua stavo per litigarci!- dissi incrociando le braccia al petto. Inizió a ridere
-io? Sei stata tu a baciarmi- disse tra una risata e l'altra e avvindadosi sempre di più a me
-vaffanculo Lou- dissi spingendolo e avviandomi verso la stanza di Niall. Aprii piano la porta. La stanza era buia ma riuscivo a scorgere Niall sdraiato sul letto grazie alla poca luce che filtrava dalla finestra.
-Niall? Dormi?-
-Non è facile dormire con te e Lou che litigate...- disse mettendosi seduto sul letto
-scusa... Senti posso dormire qui?- dissi avvicinandomi. Lui batte due colpi sul letto vicino a lui risdraiandosi.
-vieni...- -grazie Nial, davvero- diasi abbracciandolo. Non mi rispose. Si limitò a darmi un bacio sulla guancia. Ci addormentammo così, abbracciati. La mattina mi svegliai e Niall non era vicino a me. Mi alzai e mi diressi giu in cucina per fare colazione. Trovai tutti li.
-buongiorno- dissi entrando in cucina. Mi risposero solo Zayn e Harry.
-ti sei svegliata finalmente- disse Liam -posso parlarti un attimo?- continuo facendomi segno di seguirlo in giardino. Lo seguii senza parlare
-perche hai dormito con Niall, sta notte?- disse guardandomi serio
-volevi che dormissi per terra?- dissi ironicamente
-saresti potuta venire da me- disse. Ma perche si arrabbiava tanto? Non avevo fatto nulla di male.
-Dio Liam. Abbiamo solo dormito! Qual'é il problema?!- dissi spingendolo e rientrando dentro casa seguita subito da mio fratello. Rientrai in cucina
-non ti bastava farti Ron. Dovevi anche farti Niall- disse Lou guardandomi negli occhi, con rabbia e disprezzo. A quelle parole vidi Niall alzarsi di scatto in piedi e avvicinarsi pericolosamente a Lou.
-ma che cazzo stai dicendo?!- urlai io
-non azzardarti a parlare così a Lee- disse Niall avvicinandosi a Lou che intanto si era alzato.
-se no che mi fai?-disse Lou fussandolo con aria di sfida. Mi avvicinai a Niall
-Niall basta non ne vale la pena. Si pentirá di cio che sta dicendo- dissi mettendogli una mano sul petto
-stanne fuori Aileen- disse Louis dandomi una spinta
-non toccarla- disse Niall mettendomi un braccio davanti
-ragazzi smettetela- intrevvennero Harry e Zayn a fermarli. Ero come paralizzata, non riuscivo a muovere un muscolo. Non capivo perche Louis si comportasse così. Quello non era il mio migliore amico. Louis mi prese per mano e mi trascino fin davanti la porta, prese le chiavi del pickup e mi trascino ancora davanti alla macchina
-Lou lasciami!- urlai dimenandomi. Lui mi prese in braccio e mi fece salire in macchina. Entrò anche lui e si allontanò da casa, mentre i ragazzi urlavano dal viale di fermarsi.





-SPAZIO AUTRICI- 
ed eccoci qui con un nuovo capitolo
vi comunichiamo che cancelleremo la storia. 
no ok vi abbiamo trollato lol
ora ci dileguiamo a scrivere il
quinto capitolo. CIAO BELLE :)
A&A

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


 

Capitolo 5

-Lou mi vuoi dire dove stiamo andando cazzo?!- dissi girandomi all'indietro vedendo sparire pian piano casa nostra. Lui non parlava, ogni mio tentativo di farlo parlare era inutile. Il suo viso, però, era rilassato, non era più tirata come quando eravamo partiti. Si era evidentemente calmato. Il mio cellulare iniziò a squillare, era Ron. Dovevo rispondere, ma senza far capire a Lou con chi parlassi
-ehi- dissi rispondendo, Lou si giro un attimo a guardarmi, ma non mi diede molta attenzione.
-Aileen, come stai?-
-bene bene, tranquillo- sbagliato, stavo male, malissimo.
-ne sono felice, volevo solo sentire la tua voce prima di lavorare, ciao piccola- volevo che Lou mi chiamasse così, volevo lui, solamente lui.
-ciao- dissi chiudendo
-chi era?- mi chiese senza nemmeno guardarmi
-un amico...- dissi vagamente. Parcheggiò la macchina davanti l'entrata di un piccolo palazzo.
-vieni?- disse aprendo la portiera
-ho altre scelte?- dissi retorica scendendo dalla macchina, lui mi raggiunse e mi prese una mano. Si, il suo tocco mi faceva ancora quello strano effetto. Non so per quale motivo ma non tolsi la mano. Lo seguii all'interno di quel palazzo. Salii le scale dietro di lui e arrivammo davanti un appartamento. Aprii la porta e mi fece cenno di entrare.
-seconda porta a destra...- disse indicando il corridoio. Annuii e mi avvicinai a quella stanza mentre lui mi seguiva pochi passi più indietro. Non sapevo cosa avrei trovato in quella stanza e il che mi incuriosiva. Aprii la porta e la vidi. Vidi quello che avevo sempre desiderato fin da bambina, ma che non avevo mai avuto i soldi per comprare. Trovai una batteria. Solo Louis sapeva il mio strano amore per quello strumento, non lo dicevo a nessuno perchè senno mela avrebbero regalata, ma era un traguardo a cui sarei voluta arrivare da sola. Mi girai e Lou era li a guardarmi, mi avvicinai allo strumento e una cosa mi colpi particolarmente, c'era una scritta 'ti voglio bene Lee. Per i 15 anni di noi -Louis'
-era una parte del mio regalo per quel giorno...- disse fissandomi
-Lou, ti ho sempre detto che non dovevi comprarmi una batteria perchè...-
-volevi comprarla con i tuoi soldi, lo so. Ma era il mio regalo, per farti capire quanto tengo a te... Quando abbiamo litigato ho pensato che non te l'avrei mai data, ma invece...- disse avvicinandosi. Mi prese una mano
-vieni, c'è un altra cosa che devi vedere- disse tirandomi il braccio, lo seguii senza fare storie e mi portó davanti la porta della stanza accanto.
-questo appartamento non è tanto grande come hai visto, e se una stanza era per la tua batteria, l'altra doveva essere una camera da letto, perció...- entrai nella stanza. Era una semplice stanza per 2 persone, ma aveva una caratteristica importante, speciale. Una parete era riempita fino all'ultimo centimetro di foto e al centro sorgeva la scritta 'Lou+Lee. 20 maggio 1996'
-Lou. È bellissima- dissi con le lacrime agli occhi
-é nostra- disse avvicinandosi a me. Mi girai di scatto e corsi ad abbracciarlo. Per quanto poteva essere stato stronzo e egoista, mi mancava. Ero sempre arrabbiata e di certo la mia fiducia non era di nuovo sua. Rispose all'abbraccio senza dire nulla. Rimanemmo circa due ore a vedere tutte le foto che ricoprivano la parete, ricordando tutti i momenti passati insieme.
-torniamo a casa Lou?-
-certo piccola- ed eccoli. I brividi che provavo ogni vota che mi chiamava così. Ci avviammo verso la porta, scendemmo le scale, ma mi bloccai di botto.
-Lee ma cosa stai facendo?- disse Lou, ma poi guardó dritto a lui e strinse il pugno. Davanti a noi, c'era Ron, intento a baciarsi una mora
-Ron- dissi, lui si girò e mi vide. Rimase paralizzato, alla mia vista. Ma Lou no. Lou scese gli ultimi gradini che lo dividevano da Ron e gli tiró un cazzotto in pieno viso
-mi fai schifo- disse guardandolo con disprezzo. Rimasi a fissare Ron sbalordita, a bocca aperta. Una lacrima scese sul mio viso, perché piangevo? Forse mi ero davvero affezionata a lui. Forse mi piaceva, ma purtroppo per me anche quella volta era andata male. Cosa avevo di sbagliato? Mi asciugai la lacrima e sospirai.
-Lee, io...-
-Tranquillo, evidentemente io mi merito questo, non merito proprio niente- la mia voce tremolante mi fece sembrare fin troppo debole. Mi voltai e tornai sui miei passi. Appena entrata in casa andai dritto verso la stanza che conteneva la mia batteria e cominciai a suonare. Finalmente facevo qualcosa che mi faceva sentire bene. Louis rimase con la spalla contro lo stipite della porta tutto il tempo. Mi osservava suonare, mi divertivo. Quando arrivarono le cinque del pomeriggio decisi che poteva bastare per i vicini, così mi alzai e andai da Louis che nel frattempo si era spostato nella stanza delle foto. Mi sedetti a fianco a lui sul letto e lo osservai guardare le foto.
-Sei bipolare?- osai.
-Che cosa?- si voltó verso di me. Non eravamo più in sintonia come quando non era ancora successo nulla. E mi mancava, eravamo come imbarazzati. Odiavo quella soluzione.
-Un attimo prima tenti di fare pace con me, mentre quello dopo ti comporti come se mi volessi fuori dalla tua vita- Il suo sguardo si spostó sulla punta delle sue scarpe
-Non so che mi prende. Il fatto é che rimango convinto tutto il tempo che devo riconquistare la tua fiducia, penso a un modo ma poi non mi viene in mente nulla, così mi arrabbio- era triste.
-Mi manca come eravamo prima- confessai. Mi guardó. Quei suoi occhi azzurri erano la prima cosa di cui mi ero innamorata, e ahimé lo sono ancora.
-Allora perdonami, perdonami e sarà tutto più facile!- Aveva speranza in viso, troppa. Scossi la testa.
-Non é facile, sul serio- Annuì.
-Scusami- sussurrai.
-É colpa mia- Non era colpa sua, era mia. Ero io che mi ero infuriata in quel modo. Ma non dissi nulla, io ero ancora arrabbiata con lui. Sbadigliai.
-Non-non ceno sta sera, penso che andró a dormire ora-
-Alle sei del pomeriggio?- Feci spallucce e mi misi sotto le coperte.
-Non ti lascio sola, so bene della tua paura- Del buio, si avevo paura del buio. Si tolse la camicia e me la porse.
-Metti questa, su- Senza farmelo ripetere due volte mi cambiai e tornai a letto. Il ragazzo si tolse i jeans e si sdraió a fianco a me.
-Scusami piccola ma non ero preparato per una nottata qua- Sorrisi, ma non per le sue parole, bensì per i brividi che sentii lungo la schiena che fui sicura li sentì anche Louis. Mi circondó i fianchi e strofinó il naso sotto alla mia testa.
-Io ti odio, Louis Tomlinson- dissi.
-Lo so, piccola- Un altro brivido. Il moro rise leggermente per la mia reazione a quel soprannome, poi si addormentó. Sapevamo entrambi che ció che avevo appena detto era vero. Sapevamo entrambi che io non lo avevo ancora perdonato. Se prima la striscia era allo 0%, ora era sicuramente almeno al 10%. Io lo amavo ancora, non avevo smesso di amarlo neanche per un momento, questo faceva aumentare la barra fino al 15%, maledizione. La striscia del perdono si stava man mano riempiendo, proprio come doveva essere. Decisi di aspettare con pazienza, Louis mi mancava come solo dio sa.
Avete presente quando siete sicuri chi qualcuno vi stia fissando? Quando vi sentite osservati? Io quella mattina mi sveglia proprio perche mi sentivo osservata. Aprii gli occhi e le braccia di Lou mi circondavano ancora la vita, ma i suoi occhi erano aperti e mi fissavano.
-era da tanto che non dormivamo insieme...- disse toccandomi una guancia per poi alzarsi lentamente dal letto.
-gia...- dissi mettendomi seduta
-perché mi fissavi Lou?- dissi guardandolo negli occhi
-perché sei andata a dormire da Niall l'altra notte Lee? Non potevi andare, che so, da tuo fratello?- disse girandosi per guardarmi negli occhi
-non i risponde ad una domanda con un altra domanda...- dissi abbassando lo sguardo
-provi qualcosa per Niall? Qualcosa che va oltre l'amicizia?- disse puntando quelle sue iridi blu nelle mie verdi. Provavo qualcosa per Niall? Non avevo mai pensato a Niall come 'fidanzato'. Non mi era mai passato di mente una possibile storia d'amore con lui. Era come un fratello; certo che quando mi abbracciava non mi era indifferente, ma non erano le stesse sensazioni ad ogni minimo tocco di Lou.
-io... No, non provo nulla per Niall...- dissi spostando lo sguardo, er nervosa, e Lou lo sapeva.
-Lee dimmi la veritá- disse toccandomi un braccio
-è questa Lou...- dissi osservando ogni minimo particolare del suo viso. Quegli occhi tanto belli da far invidia alle stelle, quell' espressione da bambino, quel sorriso perfetto contornato da quelle fantastiche labbra sottili e rosee.
-ma perché sei andata da lui quella sera?- disse poggiando la sua mano sulla mia
-perché è stato l'unico a starmi veramente vicino, suppongo...-
-quando ti ho vista entrare nella stanza di Niall, mi sono ingelosito, non ho dormito tutta la notte pensando a cosa stavate facendo li...- disse abbassando lo sguardo
-Lou, io e Niall siamo amici, e io e te, tu sai cosa siamo io e te?-
-migliori amici, suppongo- disse alzando lo sguardo
-si, e questo non cambierá mai- dissi e lo abbracciai. Mi alzai dal letto e uscii dalla stanza dirigendomi in salotto. C'era un piccolo divano in pelle, qualche scaffale e una tv. Presi il cellulare dal tavolino posto accanto all'entrata e mi misi seduta sul divano con le gambe incrociate. Accesi il telefono e trovai tante, troppe chiamate perse di Ron. Ora, l'ultima cosa che volevo era parlare con lui. Mi aveva tradito, e di certo, non lo avrei perdonato facilmente. Decisi di chiamare Liam, per sapere come stavano tutti. Non rispondeva nessuno, quando stavo per chiudere una voce rispose
-Lee...- era Zayn. La sua voce era roca, come se avesse mal di gola o avesse puanto tanto. Era colma di tristezza
-Zayn, ciao, mi passeresti Liam? Volevo sentirlo- dissi tutto d'un fiato
-Lee... Liam è stato investito-
...
-Zayn!- percorsi il corridoio dell'ospedale correndo e caddi fra le sue braccia.
-Ehi, ci sei?- chiese. Annuii.
-Liam?- Scosse la
 testa senza guardarmi in faccia.
-Non sappiamo niente- indicó gli altri ragazzi seduti. Inghiottii un singhiozzo e mi sedetti.
-Ehi, Lee stai tranquilla- cercó di consolarmi Niall prendendomi una mano, la strinsi. Chiusi gli occhi e ascoltai la voce di Harry annunciare che i dottori avevano detto che avevano la situazione sotto controllo. Poi cercó di non farmi sentire e aggiunse un -più o meno- a bassa voce. Mi portai le ginocchia al petto e strinsi la mano di Niall ancora più forte, mi dava forza. Cercai di pensare ad altro, pensai al regalo di Louis, pensai a quella notte, poi alle sue parole quella mattina. Era geloso di Niall, ma la domanda era perché. Mi portai la mano del biondo alla pancia e mi rannicchiai sulla sedia. Sbirciai Louis che se ne stava in un angolo a guardare fuori dalla finestra. Mi dispiaceva lasciarlo solo, mi spiaceva dopo quella notte. Ma decisi di lasciarlo perdere per una volta e pensare a me, a Liam. Era passata quasi un'ora ormai, eravamo stati tutti in silenzio. Louis era stato tutto il tempo in un angolo a guardare fuori dalla finestra, Zayn un po' singhiozzava e un po' camminava, Niall stava a fianco a me a guardare Malik camminare, mentre Harry guardava il vuoto. La stanchezza si faceva sentire, così appoggiai la testa sulla spalla del biondo e chiusi gli occhi. Potevamo sembrare fidanzati o amici, non mi importava. Un'ora dopo mi sveglió un urlo. Aprii gli occhi e scorsi una signora accasciarsi a terra urlando e facendo no con la testa. Il suo viso era distrutto e ricoperto di lacrime. Mi mossi leggermente sulla sedia, ero nervosa.
-Ei, stai tranquilla. Liam non sarà per te come lo é per quella signora- mi sussurró Niall nell'orecchio. Il suo pollice cominció a sfregare sul dorso della mia mano. Sospirai e incrociai le gambe come i bambini tenendo la mano del biondo con me. Cominciai a giocare con le sue dita in modo da distrarmi.
-Non essere nervosa, Lee- ripeté tranquillo. Lanciai la testa all'indietro ma mi dimenticai che ci fosse un muro, così colpii violentemente. Urlai dal dolore. Una risata uscì dalla bocca di tutti. Una risata che finì subito.
-Niall, mi porti a fare un giro?- chiesi sotto voce notando che Zayn e Harry si erano addormentati uno addosso all'altro. Annuì e senza lasciarmi la mano ci alzammo. Louis era ancora lì seduto e non distolse lo sguardo dal vetro. Sospirai arresa, non volevo farlo ingelosire, non era mia intenzione. Ma non volevo nemmeno pensare sempre solo agli altri. Così ci incamminammo per il corridoio.
-Tu mi confondi- Niall ruppe il silenzio.
-Cosa intendi?-
-Mi ero appena convinto che tu non mi piacessi e proprio ora ti comporti in questo modo- feci una faccia confusa.
-In quale modo?- 
-Mi prendi la mano, dormi su di me... Mi fai impazzire-
-Me l'hai presa tu la mano- soffocai una risata.
-Tu non l'hai ancora tolta- diede un rapido sguardo alle nostre mani. Sospirai.
-Niall, se mi dai la mano mi rassicuri e mi sento meno sola in questa situazione- annuì e accennó un sorriso. Camminammo ancora, i corridoi erano vuoti e mi dava una certa tranquillità. Ma proprio quando mi ero distratta dalla discussione fatta qualche minuto prima, Niall chiese
-Come fai a capire che sei innamorata del tuo ragazzo?-
-Se quando lo bacio provo qualcosa di strano allo stomaco- risposi senza pensare e ricordando Louis. Solo dopo mi resi conto che quella era una domanda a trabocchetto, lui sapeva perfettamente la risposta. Si fermó e mi voltai a guardarlo. Sospirai sorridendo. Con una mano gli presi il viso per le guance e posai le sue labbra sulle mie. Lo feci dolcemente, volevo fargli capire per una volta se gli piacevo o meno, e magari anche io volevo capire cosa provavo per lui. Non volevo prenderlo in giro, non era mia intenzione e avevo letto tra le righe della sua domanda, voleva che lo baciassi per capire cosa provava e lo avevo accontentato. Spostai la mano sotto il suo orecchio, mentre l'altra era ancora nella sua. Lui invece rimase immobile, mi baciava dolcemente con gli occhi chiusi. Qualcosa si accese nel mio stomaco, qualcosa che con Ron non c'era, ma che con Louis scoppiava. Sorrisi e mi staccai dal ragazzo. Sorrise anche lui. Poi mi voltai e ricominciai a camminare.
-Allora?- chiesi. Non rispose. Gli solleticai la mano per fargli notare la mia domanda.
-Aileen, io...- Mi fermai e mi voltai a guardarlo. Lo guardai in quegli occhi azzurri come il cielo.
-Voglio essere sincera con te, okay?- presi un lungo sospiro -Quando baciavo Ron, non sentivo niente, proprio nulla. E infatti era quello sbagliato perché... Lascia stare, questa é un'altra storia. Tu, io ti ho baciato pensando di non provare nulla, ma il fatto é che ho sentito qualcosa- i suoi occhi si illuminarono -qualcosa che si accendeva dentro di me. Ma, Niall io amo Louis da quindici anni. Mi ha baciata una sola volta, e mi spiace ma quello che dentro di me si accese mentre ti baciavo, scoppiava quando lo facevo con lui-
-Potremmo sempre provarci- osó Niall prendendomi le mani. Scossi la testa.
-Ti prenderei solo in giró perché continuerei ad amare Louis- Annuì. Pregai che dopo questo discorso il nostro rapporto non sarebbe cambiato.




-SPAZIO AUTRICI-
siamo in perenne ritardo e vi chiediamo
umilmente perdono. Comunque, 
questo capitolo ci piace molto, e speriamo
piccia anche a voi.
RECENSITE PERFAVORE.
Ciao (:
A&A

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