Maia e Matias, la storia più bella di lovelyhead (/viewuser.php?uid=115463)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non è una lettera d'addio, è un ritorno trionfale. ***
Capitolo 2: *** Tormenti, segreti, scoperte... ***
Capitolo 3: *** Barlumi di speranza ***
Capitolo 1 *** Non è una lettera d'addio, è un ritorno trionfale. ***
Salve a
tutti! Questa storia per me ha un valore molto particolare:
è stata
la mia prima vera storia, quella che io adoro, che mi piace e che
voglio a
tutti i costi continuare; purtroppo mi si è cancellata, ma
io voglio
continuarla in tutti mi modi, perché per me è
davvero molto importante finirla,
e non sapete quanto ci ho pianto su quando ho scoperto che non c'era
più.
Vi lascio
qui il riassunto dei precedenti quarantanove capitoli cancellati non so
come.
Maia e
Matias s’innamorano moltissimo l’uno
dell’altro,
ma sfortunatamente Federico non gli permette di stare insieme per colpa
della
consistente differenza d’età tra i due.
Così il maggiore dei fratelli intima a
Matias, che nel frattempo aveva continuato a stare con Maia nonostante
abbia
litigato col suo migliore amico, di stare lontano da Maia solo per il
suo bene,
e così Matias, dopo un’attenta riflessione, decide
di lasciare Maia una volta
per sempre dopo un’ultima notte passata insieme. Ma la
mattina successiva
Matias, per salvare Maia, ha un incidente e così finisce in
ospedale. Maia è
devastata per l’accaduto e per questo finisce per stare molto
male anche lei
fisicamente, però entrambi riescono a riprendersi. Maia va
da Matias per fargli
cambiare idea riguardo alla decisione di stare lontani, ma lui sembra
irremovibile. Qui entra in scena la figura di Catherine, apparentemente
una
giovane e bellissima ragazza che aiuta i suoi cugini Lorenzo e Paloma a
vendicarsi di Matias, il quale aveva fatto molto soffrire Paloma.
Catherine
riesce a conquistare Matias e così si fidanzano. Da qui ne
deriva un devastante
momento per Maia e Matias, che litigano continuamente per evitare di
cedere
all’amore profondo che nutrono l’uno per
l’altra. Intanto, Federico decide di
perdonare Matias subito dopo l’incidente, e sposa Flor. Maia,
in preda alla
disperazione per Matias, cerca conforto in Facha pur non amandolo. Alla
fine,
però, Matias comprende di non riuscire a vivere senza Maia,
così i due si
riconciliano e vanno in vacanza con Florencia e Federico in Canada.
Intanto, i
malvagi Lorenzo, sposato con Delfina Santillan, Paloma, Bonilla, Malala
e
Catherine continuano a tener costantemente d’occhio Maia e
Matias, e non appena
scoprono che Matias vuole tornare con Maia, ordinano a Catherine di
dire a
Matias che aspetta un bambino. A quel punto, Matias viene a
sapere la
dolorosa bugia, e quella stessa sera la svela anche a Maia, che ne
resta
angosciata, delusa e amareggiata. Il giorno dopo tutti tornano in
Argentina,
perché nessuno sopporta il clima pesante che si è
creato. Lorenzo, invece, per
aiutare sua sorella Paloma a mandare avanti la sua vendetta con i
consigli di
Malala, inizia a frequentare Maia e in breve tempo inizia a provare
qualcosa
per Maia, e Delfina, con grande intuito, non ci mette molto a capirlo.
Maia,
invece, troppo provata dall’aver saputo che non
potrà mai stare con Matias
perché Catherine aspetta un bambino, decide di andarsene in
Germania per
sempre, nonostante le continue insistenze di Matias per farla rimanere.
Maia
scappa dall’Argentina, dopo aver salutato tutta la sua
famiglia, compresa
Lorenzo, per il quale nutre una profonda simpatia, ma solo come amici.
Per
Matias ha inizio un momento molto duro della sua vita: già
è molto non poter
stare con Maia, ma ora che lei non c’è, si sente
veramente distrutto. Florencia
chiama Maia e le dice chiaramente che è molto preoccupata
per Matias, e Maia
scoppia a piangere. Dopo una chiacchierata con Flor, Matias decide di
andare in
Germania e convincerla a tornare a tutti i costi. Dopo lunghe
insistenze, Maia
cede alle richieste di Matias, e passano qualche giorno in Germania
soli e
dimenticano tutti i problemi che li affliggono. Durante il loro
soggiorno in
Germania, incontrano Maximo, cugino di Matias, con Delfina, che ha
rinunciato a
Lorenzo e inizia a frequentare seriamente Maximo, e ne rimangono molto
sorpresi. Dopo una romantica notte, Maia e Matias decidono di fare una
lunga
passeggiata nel centro di Berlino, ma lì Matias incontra
Catherine e Maia
scappa via per non farsi vedere. Matias la chiama per sapere dove sta,
e le
chiede di vedersi alla casa dei suoi genitori. Qui i due si dicono
addio per
sempre tra le lacrime. Tutti tornano in Argentina. Maia, infastidita
dal
comportamento che Matias ha per Catherine, per non soffrire
più, decide di dare
un’opportunità a Lorenzo. Intanto, Catherine, che
ha incontrato di nuovo sua
nonna Gracia, s’innamora moltissimo di Facha, ma non vuole
stare con lui: sua
madre è morta suicida proprio perché un uomo la
fece innamorare e poi la
lasciò, e lei non vuole che le succeda la stessa cosa. Ma
l’amore è più forte
di tutto, tanto da lasciarla incinta di Facha. Ma, prima che possa
dirglielo,
scopre che Facha è il figlio dell’uomo che ha
fatto morire d’amore sua madre.
Così, provata, scappa dall’Argentina per
rifugiarsi a Londra, dopo aver detto
addio a Facha, che resta molto devastato dalla sua scomparsa, visto che
ricambia i sentimenti che Catherine ha per lui. Nella vita di Paloma,
invece,
torna Segundo, un suo ex fidanzato che però ama ancora
moltissimo, e sembra che
possa rovinarle i piani di vendetta. Intanto Maia, dopo aver
avuto una
cena molto romantica con Lorenzo, viene contattata da Matias, che le
chiede di
passare una notte insieme a casa sua. Maia, incoraggiata da suo
fratello
Federico, che tra poco diventerà papà, va da
Matias e passano la notte insieme.
Il giorno dopo, Maia ha un malore e viene portata in ospedale. Mentre
Delfina,
tornata in Argentina da Kricoragan, la terra di Maximo, conte del
Kricoragan,
scopre che Catherine è incinta per una sua ecografia
lasciata sbadatamente nel
rifugio, e così decide di cercarla ostinatamente; per le vie
di Buenos Aires,
Delfina incontra Pedro, che sembra molto intenzionato a fargliela
pagare per
tutte le malefatte che Delfina gli ha fatto passare.
Capitolo 50.
Facha: Perché
mi stai facendo questo, perché… - si domanda
continuamente, tormentandosi per
comprendere delle ragioni in quelle poche righe di quel pezzo di carta;
ma non
trova una spiegazione razionale, perché l’amore
non è fatto di razionalità, ma
solo d’istinto e di quella complicità interiore,
che solo due persone che hanno
incontrato il vero amore posso capire; e Facha l’ha compreso,
ma soffre davvero
molto per l’abbandono definitivo della sua amata –
A casa di Matias:
Matias: Mi dispiace non
poterti dare il buongiorno nel modo migliore, ma io e
tuo fratello abbiamo delle questioni importanti da risolvere in
azienda; quindi
mi tocca salutarti solo con un bacio – Dai suoi occhi, percepisco che
siamo
ritornati alla solita guerra fredda di tutti i giorni: tonano i litigi,
le
gelosie, i sentimenti nascosti e inconfessabili, le paranoie e
soprattutto
l’insopportabile repressione di tutto ciò che
sentiamo ogni volta che rimarremo
soli… -
Maia: Io devo andare,
prima che la repulsione nei confronti di me stessa mi
faccia impazzire come non mai: è sbagliato, abbiamo
sbagliato… - E
ora che
torno a casa? Dovrei distruggere mio fratello maggiore, il mio tutore,
chi mi
dovrebbe amare come nessun altro?! È stato lui a condurmi da
Matias, a
spingermi ad andare da lui pur sapendo la situazione che ci circonda!
Sarà
tutta una finta un’altra volta, la mia relazione con Lorenzo
è di nuovo punto e
a capo –
Matias: Ehi, siamo
innamorati, è amore, amore puro quello che sentiamo, e non
possiamo opporci; questa notte abbiamo avuto bisogno l’uno
dell’altra, non devi
sentirti in colpa… - l’abbraccia, consapevole che
di lì a poco le avrebbe
scatenato un pianto veramente devastante, un pianto che conosce bene e
a cui
vuole porre rimedio, ma purtroppo niente allevia il dolore del vero
amore, e lui
lo sa perfettamente –
Maia: Non riesco a
convincermi di questo, non ci riesco… eppure sono sempre da
te… – E mi consolo tra le tue
braccia, tra i tuoi baci e tra le tue carezze,
senza pensare a niente, né a Lorenzo né a
Catherine né a tuo figlio –
Matias:
Neanch’io so come fare… - gli squilla il telefono
– E’ tuo fratello,
devo andare; più tardi ne riparliamo…
Nei pressi di Buenos
Aires:
Paloma: E’
ora che io me ne vada, ho delle questioni importanti da
risolvere… -
resta un attimo a pensare a tutto ciò che l’ha
afflitta la sera precedente:
Catherine aveva scoperto che Facha non era esattamente chi pensava,
l’ha
sconvolta, l’ha resa vulnerabile e forse ha provocato con la
verità qualcosa
d’irreversibile; ma chissà se l’amore,
anche quella volta, l’abbia salvata: non
crede a quelle storielle, però è bello avvertire
uno spiraglio di speranza; fu
quello che salvò anche lei… -
Segundo: Va bene,
capisco, ti lascio andare; ma voglio che ci manteniamo in
contatto: ti ho detto che ho molte informazioni su ciò che
più t’interessa… - Io
so tutto, praticamente qualsiasi cosa della famiglia di Matias, che
è
all’oscuro di tutto quello che ha trascorso la sua famiglia e
in particolare
sua madre; si prospetta per lui una vera e propria tempesta emozionale
per i
prossimi periodi –
Paloma: Giuro che
riuscirò a scoprire anche io tutto ciò che sai
tu, senza aver
bisogno dell’aiuto di nessuno, assolutamente di
nessuno… - Devo
mettermi
all’opera, non posso permettere che Segundo mi batta sul
tempo e sulle
informazioni, perché più sa e più
è pericoloso per la mia famiglia, per la
vendetta contro Maia e Matias e per Lorenzo –
Segundo: Dovrai
faticare molto per scoprire tutto quello che c’è
dietro; non
hai idea in che cosa ti stai infilando – Ci sarà un grosso
sconvolgimento
per tutti se la bomba esploderà; e lo farà,
perché è solo questione di tempo:
una vera e propria bomba a orologeria –
Paloma: Io ce la
farò, sono molto determinata, e non c’è
neanche bisogno che ti
dica che quando mi metto in testa una cosa, la porto a termine
sicuramente!
In casa Fritzenwalden:
Greta: Froilan Maia,
stare bene?
Maia: Ah, Greta, ho un
forte mal di testa: potresti prepararmi un tè e magari
darmi qualcosa per tranquillizzarmi e riposarmi? Oggi è una
giornata partita
con il piede sbagliato – Mi sa che oggi devo veramente
rimanere a letto
tutto il giorno! Ho un mal di testa che mi sta divorando, una
stanchezza palese
sul mio viso e degli occhi talmente stravolti da far paura: mi sa che
mi sono
beccata qualcosa la scorsa notte –
Flor: Maia, vieni qui,
siediti! Sei pallida, stanca, sembra che questa notte tu
sia andata in guerra! – Devo avvertire Federico: questa
ragazza ha qualcosa
di molto strano –
Maia: Molto peggio
della guerra: casa di Matias, il campo di battaglia dei
sentimenti, un errore gravissimo – inizia veramente a
sentirsi più che male,
malissimo: sviene davanti agli occhi di Flor, che rimane per qualche
secondo
imperterrita a guardarla, poi, superata la paura, chiama
l’ambulanza; Maia
viene portata d’urgenza all’ospedale con la
presenza di Flor nell’ambulanza,
che non voleva lasciarla neanche un minuto; non appena arrivano in
ospedale,
Flor e tutti gli altri componenti della famiglia aspettano nella sala
d’attesa
che il medico gli dia informazioni, mentre Franco contatta Federico e
Matias,
che arrivano subito per capire la situazione –
Federico: Che le
è successo?! – guarda Flor confuso, preoccupato e
impaurito
per la sorte della sorella: ha una gran paura che sia accaduto qualcosa
di
molto grave alla sorella –
Flor:
Quand’è tornata a casa, questa mattina, era
pallida, stanca, non sembrava
lei, e mentre parlavamo è svenuta improvvisamente; non si
è ripresa, mi
sembrava che avesse perso conoscenza
Matias: Dovevo rimanere
con lei questa mattina, non dovevo andarmene così
mentre era così sensibile! Non me lo perdonerò
mai… - Per
favore, che non le
succeda niente, che si risvegli, che sorrida e sia felice come sempre!
Non
potrei mai sopportare di perderla, è l’amore della
mia vita, l’amore come non
ho mai amato nessuno, non merita di soffrire –
Flor: Matias, non
è colpa tua! Lo sai che la colpa non potrà mai
essere tua,
perché tu non fai altro che donare amore a Maia, le puoi
fare solo del bene;
credimi, tu non hai colpe per quello che le sta succedendo…
- Poverino,
come
soffre! Tutti noi siamo fortemente in pena per la piccola ribelle di
casa, ma
Matias sembra davvero disperato e preoccupato! Spero solo che
l’amore che prova
riesca ad aiutare Maia, che le permetta di combattere anche questo
ostacolo –
Matias: Nonostante
tutto, io sento di avere delle responsabilità nei suoi
confronti – si avvicina alla porta, da cui vede la sua amata
colma di tubi che
le percorrono il corpo, così immobile e pallida su quel
letto; scoppia a
piangere, un fiume di lacrime invade il suo viso: tutto quello che vede
è troppa
tristezza, non riesce a sopportare di vedere la donna che ama in quelle
condizioni, non lo sopporta; non è stato in grado di
proteggerla in quel
momento, ed è quello che gli duole di più
–
Nel covo dei malvagi:
Delfina: Sono tornata!
C’è nessuno? – si guarda intorno: sembra
arrivata la
desertificazione in quella casa; non c’è nessuno
in casa, né sua madre né
Bonilla, né Lorenzo, tutti fuori dalla dimora che li
accomuna; Delfina, presa
dal fatto che non c’è nessuno in casa, fa un
giretto per tutte le stanze, solo
per ricordare gli attimi di felicità che ha vissuto: una
vecchia foto, di circa
cinque anni prima, di lei e Lorenzo sul comodino di
quest’ultimo; erano in
Bolivia, erano i giorni di luna di miele da sposati;
s’intravedeva felicità
negli occhi di entrambi, una totale voglia di vivere l’amore
reciproco che
sentivano, che però se n’è andato via a
poco a poco, lasciando dolore e
amarezza; ma Delfina distoglie subito l’attenzione da
ciò che le fa versare
lacrime amare, e si mette a gironzolare per le altre camere della
casetta;
arriva in camera di Catherine, e, insospettita dal fatto che non vede
neanche
un suo oggetto nella camera, perlustra il suo guardaroba, i suoi
cassetti: non
c’è niente, è scappata –
A casa di Facha:
Facha: Ti prego,
rispondimi al telefono… - L’ultimo tentativo
per
convincerti a non abbandonarmi, a non spezzarmi il cuore per sempre e a
non
travolgermi per sempre –
Catherine:
Facha… - Forse,
ho sbagliato a rispondere al telefono, ma sentivo
che dovevo almeno dirgli addio di persona, dirgli quanto lo amo e
pregarlo di
capire le mie decisioni, anche se lo amareggeranno tantissimo; ma io
devo
preservare qualcosa d’importante, e non posso permettere a
niente di fargli del
male –
Facha: Ti prego, amore,
torna da me, non mi lasciare… - scoppia a piangere,
è
molto addolorato per quello che sta succedendo tra lui e Catherine, non
riesce
a capire come possa un amore così grande e intenso non
trionfare e permettergli
di vivere un finale felice–
Catherine: Lo
faccio per te, per noi, lo devo fare… - Non è il
momento, non posso dirgli che non conosce suo padre, che non sa che suo
padre è
colpevole di un atto veramente subdolo, non posso
rovinargli la
vita in questo modo, non posso, non me lo
perdonerei mai… -
Facha: Dammi
una ragione per comprendere! – E’ tutto
così complicato,
così difficile! Ci sono troppi segreti tra noi, e lei non ha
neanche il
coraggio di dirmeli, forse perché ha paura che io la lasci
per sempre, che non
sia in grado di accettare ciò che le è successo!
Ma non è così… -
Catherine: Sappi
solo che io ti amo, ti amerò per
sempre… addio…
Nel covo dei malvagi:
Delfina: Non
è possibile… - ha scoperto il motivo per cui
Catherine è scappata
da Buenos Aires: è incinta, aspetta un bambino, e non
è una menzogna, non è un
inganno; è fuggita via per proteggere suo figlio da tutto il
dolore che la
circonda, tutte le bugie, gli inganni e le trappole che
quell’orrido posto ha
inventato per mesi; adesso, è sola con un bambino in grembo,
diventerà madre
senza che nessuno le dia una mano, un aiuto con tutta
quell’esperienza nuova; e
Delfina sa cosa vuol dire essere sola al mondo, non avere nessuno che
si
preoccupi per lei, e proprio per questo è pronta a fare
qualsiasi cosa pur di
trovare Catherine –
All’ospedale:
Federico: Sai che non
posso fare a meno di pensare, di aver paura, di
ricordare… - e le lacrime agli occhi arrivano, gli provocano
tanti solchi sul
viso, anche se dovrebbe mostrare la figura integra, tutta
d’un pezzo e
invulnerabile ai suoi fratelli; ma quella situazione è
troppo devastante, così
triste, angosciosa da non permettergli di continuare a non mostrare i
suoi
sentimenti: nel fondo anche lui ha un’anima,
un’anima ribelle repressa per
aiutare la sua famiglia, che ora deve uscire, deve tornare a respirare
come
quando era bambino, perché solo in quel modo
riuscirà a superare tutto,
soprattutto riuscirà a dimostrare di non essere
ciò che è diventato per il bene
di tutti i suoi fratelli –
Flor:
Federico… - ma Florencia non poteva fare niente per
alleviare la morte
dei suoi genitori, il fatidico momento in cui Federico ha perso ogni
speranza e
fiducia nella vita, nell’amore, in tutto quello che solo
l’esistenza ha da
offrire; e non può neanche dargli torto: se la vita
è così dura per lui, per la
sua famiglia, perché continuare a mentirsi, a dirsi che
prima o poi arriverà la
totale felicità? Per la prima volta, Florencia si rendeva
conto dei pensieri su
cui il Freezer è stato costretto a meditare per giorni,
mesi, anni interi –
Federico: Su questa
sedia, in questo posto, anni fa, un dottore col camice
bianco, il viso serio e impallidito mi scagliò contro una
dura verità, e ho
paura che succeda ancora; in questi momenti, mi sento ancora lo stesso
ragazzino che andava vagando con la chitarra in mano per suonare e
cantare le
sue canzoni: è possibile che io non riesca ad imparare da
tutto quello che è
successo?! È possibile che io rimanga sempre lo stesso
ingenuo sbarbatello? – a
quel punto, con quelle parole, il Freezer aveva toccato il cuore della
sua
Flor: si era mostrato per ciò che è ed
è sempre stato, ovvero una persona
buona, dolce, incantevole e incapace di far del male alle persone;
è stato solo
fortemente irrigidito dalle vicende della vita, che da una parte
l’hanno reso
l’uomo autoritario e privo di sentimenti, ma
dall’altra l’uomo responsabile,
nobile d’animo e determinato, che ha scelto come marito e
padre dei suoi figli
–
Flor: Perché
quella meravigliosa parte di te non dovrà mai più
essere repressa,
non soffrirà mai più così;
perché Maia si sveglierà, e potrai ancora
sgridarla
per tanto tempo…
Federico: E’
ciò che desidero di più al mondo…
Nel covo dei malvagi:
Delfina:
Arriverò domani in Kricoragan, così potremo
chiarire per bene la
situazione – Devo
necessariamente trovare Catherine, ma ho un grave
inconveniente: non ho l’aiuto di nessuno, né di
mamma, Bonilla, Maximo, non
posso fidarmi di Paloma e Lorenzo, che non lascerebbero mai che
Catherine non
li aiuti a completare la vendetta per via di questo bambino che
aspetta; credo
proprio che la obbligherebbero a stare con Matias facendogli credere
che quel
bambino è suo; quindi devo solo sperare che le forze di
Kricoragan riescano a
trovarla e che questa storia venga messa a tacere per bene –
Segundo: Sospetto che
non parlavi esattamente con mio cugino, vero Delfina? – Mi
sembra che questa donna stia complottando qualcosa di molto grande, e,
da come
me l’ha descritta Paloma, ciò che pianifica
è sempre molto malefico, contorto,
intelligente e difficile da scoprire; ma non ha avuto a che fare con
me: posso
tenerla nelle mie mani, esattamente come sto facendo con Paloma
–
Delfina: E a te cosa
importa, Segundo? Di certo, non vengo a raccontare a te la
mia vita privata, né tantomeno con chi mi telefono
– Meglio
mantenersi sulla
difensiva con Segundo: è un tipo silenzioso, freddo,
calcolatore, intelligente,
misterioso, dal fascino magnetico e a tratti pericoloso, in grado di
mettermi
tranquillamente in difficoltà, visto che lui ha le armi in
Kricoragan per
scoprire i miei piani, per compromettere il mio rapporto con Maximo e
anche per
rendermi la vita impossibile, se solo lo volesse –
Segundo: A me,
francamente, non importa della tua vita privata; m’importano
ben
altre questioni molto più importanti –
inconsapevolmente, l’occhio gli cade su
una foto di Paloma, e il suo sguardo non può fare a meno di
cambiare dalle
emozioni che prova guardando solo quella foto: è
così bella quando sorride
malinconicamente, mostrando ciò che è davvero,
senza maschere di aggressività e
cattiveria che utilizza per allontanare le persone da se stessa
–
Delfina: Ecco trovato un punto a mio
favore: è innamorato di Paloma, si vede
che un forte sentimento lo unisce a lei, esattamente come mamma mi
aveva
descritto durante le lunghe nottate in cui io e lei spettegolavamo su
tutto
quello che succedeva nei nostri rispettivi paesi; so perfettamente su
cosa
puntare, semmai mi dovesse ricattare – Be’, allora ti lascio
alle tue
questioni, Segundo…
Segundo: Ciao,
Delfina… - Scoprirò
che cosa nascondi –
A
casa di Facha:
Bata: Ciao Facha! Ehi, ma che ti succede?! Sei tristissimo! –
E’ da troppo
tempo che Facha ha un comportamento alquanto strano: non è
più sorridente,
scherzoso, allegro e sarcastico come una volta; sembra totalmente
cambiato,
come se qualcosa sia piombato improvvisamente nella sua vita e
l’abbia reso la
persona che è adesso –
Facha: Bata, sono distrutto, completamente devastato, non so
più cosa fare…
- Perché mi ha lasciato in questo modo,
senza chiarirmi i motivi di
questa sua decisione improvvisa e anche imprevedibile: pensavo che dopo
la
notte che abbiamo passato insieme l’avesse cambiata e avesse
deciso di rimanere
con me per sempre; ma mi sbagliavo: ha deciso di lasciarmi, quella era
solo
l’ultima notte che avremmo passato insieme, è
stato un addio –
Bata: E immagino che sia una donna il problema della tua vita: chi
è? – La
nostra amicizia verrà messa a dura prova: ho notato come
Nata guarda Facha,
quegli occhi che le brillano e quell’espressione da ebete
innamorata ogni volta
che lo vede, gli parla e lo guarda negli occhi; e credo che non la
prenderà
bene, quando verrà a sapere che Facha ha un’altra
donna in testa –
Facha: E’ Catherine, la fidanzata di Matias
– Non riesco a rassegnarmi,
non posso averla persa così, non può avermi
abbandonato con così tanto amore in
gioco, dopo tutto quello che abbiamo condiviso insieme e non capisco
perché
ieri notte voleva quasi uccidersi: ho paura che ci sia una barriera, un
ostacolo talmente grande tra noi, e soprattutto temo che sia il suo
passato ciò
che la sta distruggendo –
Bata: Ma sei impazzito?! E’ incinta, aspetta un figlio da
Matias, formerà una
famiglia con lui!
Facha: So che formerà una famiglia con lui, so che sto per
perderla per sempre,
so anche che non sceglierà mai me perché
c’è di mezzo la sua famiglia; ma so
soprattutto l’amore che c’è tra noi,
tutto quello che abbiamo condiviso durante
questi mesi! – Io non voglio, non posso lasciarla,
non credo di poterlo fare
dopo tutto questo tempo, anche se me lo chiede esplicitamente nella
lettera che
mi ha lasciato; ma in quella lettera non ci sono spiegazioni, non vedo
le parole
di una donna decisa a chiudere per sempre un capitolo della sua vita;
vedo e
avverto la volontà di volermi stare accanto, che non prende
il sopravvento, e
io non capisco perché… -
Bata: Facha, lascia perdere tutto questo: quella donna prima o poi ti
lascerà,
ti abbandonerà, anche se ti dirà che ti ama
ancora e farebbe qualsiasi cosa per
te, ti spezzerà il cuore, se non l’ha
già fatto; guarda avanti, il mondo è
pieno di ragazze che potrebbero farti perdere la testa
Facha: Io non so che cosa fare, non lo so… so solo che
l’amo, come non ho mai
amato nessuna donna in tutta la mia vita
All’ospedale:
Matias: Federico, hai notizie di Maia? – Ho paura,
ho tanta paura che sia
successo qualcosa di molto grave a Maia: i medici sono rinchiusi da
tanto,
troppo tempo in quella piccola stanza bianca a visitare Maia; e io ho
l’impressione, ogni minuto, ogni secondo, ogni attimo in
più che passa, che
Maia sia sempre in condizioni peggiori; non voglio perderla…
-
Federico: No, ma sono sicuro che tra poco verranno e ci informeranno di
tutto,
ne sono certo… - da come maneggia il caffè che ha
in mano, si comprende come
Federico provi un grande, grandissimo nervosismo a causa di
tutto quello
che sta succedendo, e anche se cerca di nascondere in tutti i modi, con
tutte le
barriere possibili e le maschere che pone ai suoi sentimenti, questi ci
sono,
sono visibili nei suoi occhi, perché, almeno quelli, sono
rimasti quelli
sinceri e puri di un bambino ancora ingenuo e messo di fronte alle
difficoltà
della vita prima di quanto potesse aspettarsi; Matias ammira tantissimo
Federico per quello che cerca di trasmettere, per la sicurezza che
vorrebbe
tanto, davvero molto, donare a chiunque in quella sala, anche se con
pochi
risultati; ma purtroppo, Matias sa bene che non è con
l’autoconvinzione che le
cose ritorneranno a posto, niente ritornerà a posto,
perché quello che è stato
fatto, è stato fatto, gli errori ci sono stati e
sfortunatamente, quelle
circostanze non hanno una soluzione: e crede che sia proprio questo, la
gravidanza di Catherine, la loro separazione obbligata a danneggiare
così
seriamente Maia, e a portarla e uno stato così debole e
vacillante; ma anche se
gli errori ci sono stati e non possono essere riparati,
l’amore è l’unica cosa
che le resta insieme alla speranza, che Maia non deve perdere, non deve
perdere
la speranza di riconquistare il suo vero amore, deve lottare
perché avrà in
cambio qualcosa, avranno entrambi qualcosa in cambio di valore immenso
–
Flor: Ragazzi, guardate… - finalmente un uomo di mezza
età col camice bianco
esce fuori da quella piccola gabbia per comunicare a tutti cosa sia
successo a
Maia –
Dottore: Siate felici, la paziente è in ottime condizioni,
va tutto bene, è
anche cosciente, quindi potete farle visita – a quel punto,
Federico fa un
cenno a Matias, che lo capta sùbito; Matias guarda prima
Maia dalla porta, la
scruta attentamente e in un attimo viene riconfermato tutto
l’amore, l’affetto
che ha per lei, ma anche la paura, l’angoscia nel provare che
stava per
perderla per sempre, nel non poter mai più amarla come
merita, proteggerla e
sostenerla come ogni giorno della sua vita; Maia vede Matias, una
lacrima le
riga il viso e Matias corre ad abbracciarla per rassicurarla –
Matias: Amore, è finita, è finita, ora sei qui
con me, con tutta la tua famiglia
– Maia nota che Matias ha scosse per tutto il corpo, trema
come se avesse un
infinito timore, qualcosa che non aveva mai visto in lui; ma
capì che Matias
era spaventato da tutto quello che è successo, ha avuto
timore per la sua
sorte, non voleva che le succedesse niente, una grande prova
dell’amore che
Matias nutre per lei; Maia lo bacia, cercando di rasserenarlo, mentre a
Matias
scendono delle lacrime sulla guancia –
Maia: Siamo qui, finalmente, ancora insieme…
Intanto, Flor e Federico:
Flor: Federico, perché quella faccia? Dopo che hai parlato
col medico, sei
sbiancato di colpo – Questa storia non mi piace, ho
un sentimento nello
stomaco, una sensazione così strana riguardo a tutto quello
che è successo a
Maia, è una sensazione di forte pericolo indirizzata verso
tutta la famiglia, e
non comprendo perché… -
Federico: Flor, mia sorella è stata avvelenata: se non
l’avessi portata in
ospedale in tempo, sarebbe morta – Ma chi, chi
potrebbe mai volere la morte
di mia sorella, di un’innocente ragazza di sedici anni che
non ha mai fatto del
male a nessuno! O forse, era tutto solo un avvertimento, e quindi tutta
la
famiglia si trova in un grandissimo pericolo, qualcosa che non
è rivolto contro
nessuno in particolare, ma proprio contro la mia famiglia, contro tutti
noi –
Flor: Oh, mio Dio! Chi avrebbe mai potuto avvelenare Maia, e
soprattutto
perché?!! E’ una ragazza tanto dolce, solare,
divertente… - Lorenzo, è stato
Lorenzo! L’unica persona con cui Maia è uscita
ieri è Lorenzo! Ma perché mai
avrebbe avvelenato Maia, se stanno insieme e da quanto ho capito,
Lorenzo ci
tiene veramente a lei! Probabilmente l’avrà presa
in giro, ma questo non spiega
perché! – sgrana gli occhi –
Federico: So a cosa stai pensando, e anche io sono giunto alla tua
conclusione:
è stato Lorenzo ad avvelenare Maia
Matias: Che cosa?!!
Nel frattempo, nel covo dei malvagi:
Paloma: Catherine, sei qui? – entra in casa agitatissima,
molto spaventata: non
ha saputo più niente di Catherine, non la trova,
è anche andata a casa della
sua defunta madre, luogo in cui ha creduto che potesse essere, ma non
è neanche
lì, non ha trovato traccia della sua presenza in quella
casa; presto, si rende
conto che c’è Segundo sdraiato e addormentato sul
piccolo divanetto di
quell’accogliente soggiorno; si china su di lui, e non
può far a meno di
piangere, di sfogarsi di tutta la frustrazione che sta accumulando,
anche se
con l’uomo di cui non si fida, ma che ama più di
qualsiasi altra persona al
mondo; potrà anche tenerla in pugno, ma è pur
sempre lui che la protegge da
qualsiasi cosa, solo Segundo sa farlo –
Segundo: Ehi, perché piangi? Cosa è successo?!
– Estremamente preoccupato per
la reazione di Paloma, così provata e vacillante, Segundo
non può far altro che
contenere questo suo stato d’animo, abbracciandola, facendole
sentire che lui è
e sarà sempre vicino a lei, nonostante ci siano stati tanti
scontri, muri tra
loro e abbiano difficoltà a fidarsi l’uno
dell’altra per il troppo dolore
provocato –
Paloma: Catherine è sparita, l’ho cercata
dovunque, non è da nessuna parte;
l’ultima volta che l’ho vista era sconvolta,
perché le ho rivelato qualcosa che
l’ha fatta soffrire; e se ora le è capitato
qualcosa è soltanto per colpa mia,
le ho rovinato la vita! – Dove sei, dove sei?!!
–
Segundo: Meritava di sapere la verità, non puoi incolpare te
stessa del fatto
che la verità è dura da sopportare, non hai
alcuna responsabilità – continua a
stringerla tra le sue braccia, le accarezza dolcemente i capelli, in
attesa che
tutta questa paura, questo timore che possa essere successo a sua
cugina
svanisca e al suo posto regni la calma e la lucidità di
nuovo; ma qualcuno
interrompe questo momento –
Gracia: Che cosa ci fa lui qui?!! – nota le lacrime di sua
nipote Paloma, così
disperata tra le braccia di Segundo, fraintendendo qualsiasi cosa:
pensa che
Segundo la stia ricattando, non le stia dando via d’uscita,
quando, in realtà,
vuole solo aiutarla – Che le hai fatto?!!
Paloma: Nonna, ascolta, lui non mi ha fatto niente, è qui
solo per aiutarmi… - E
adesso come faccio a dirle che Catherine è scomparsa, come
faccio a spiegarle
che le ho detto la verità, e
per colpa di quest’ultima è
andata via sconvolta ieri sera e non si sa più che fine
abbia fatto, nonostante
tutti i tentativi che ho fatto per rintracciarla –
Gracia: Ma che succede, cosa è successo?!! –
inizia a preoccuparsi seriamente,
percepisce che c’è qualcosa che non va, lo vede
negli occhi di Paloma e
Segundo, e teme che sia qualcosa di serio che coinvolge tutta la
famiglia,
ancora una volta –
Paloma: Nonna, Catherine è scomparsa, non so dove sia! Ieri
sera ho dovuto
dirle la verità e… e ora non so più
dove sia, ho paura… - Se le dicessi che
cosa ho dovuto dirle, mi ucciderebbe, mi sbatterebbe in faccia il fatto
che non
ho saputo proteggerla da un’altra dolorosa verità,
e soprattutto le ho dato un
altro forte dolore con la scomparsa di Catherine, e io non volevo che
questo
succedesse –
Gracia: Che… che verità?!
Paloma: Nonna, l’uomo di cui Paloma si è
innamorata è il figlio dell’uomo che
ha ucciso sua madre – a quel punto, con il fiato mozzato e
gli occhi persi nel
vuoto, Gracia perde totalmente i sensi, sviene davanti agli occhi
increduli di
Segundo e Paloma, che la soccorrono immediatamente, cercando di fare in
modo
che si ristabilisca; in quello stesso momento, entra Lorenzo che,
vedendo
quella situazione, non esitare a chiedere che è successo e a
chiamare
un’ambulanza –
Intanto, per le vie di Buenos Aires:
Delfina: Bene, non appena arriverò, parleremo meglio di
questa faccenda… - Spero
solo che questa faccenda non esca fuori, che nessuno, e dico nessuno,
venga a
sapere tutto questo, altrimenti immagino già la fine del mio
rapporto con
Maximo, l’uomo ricchissimo, il conte, che per la prima volta
mi affascina non
per i suoi soldi, ma per il suo carattere dolce e simpatico; lo
ammetto, ci
tengo a lui, e non voglio che tutto questo finisca, mi rende felice per
la
prima volta –
Pedro: Ora ti stai dedicando allo spionaggio per fare soldi, Delfina?
– Anche
se sei stata la donna più opportunista, senza scrupoli e
perfida che abbia mai
incontrato, ti penso ancora, non faccio a meno di ricordare, di
rivivere i
momenti in cui eravamo solo io e te, la nostra storia, la fugace storia
che hai
avuto con l’ex autista di casa Fritzenwalden; mi hai usato,
ne sono consapevole,
ma provo ancora un forte sentimento per te, maledizione; ma non voglio
dimenticare –
Delfina: Che tu ci creda o no, sto cambiando, almeno ci sto
provando… - Credevo
che non lo avrei mai più incontrato sulla mia via, non
pensavo di ritrovare per
le vie di Buenos Aires quel corpo scolpito, quei capelli neri come la
pece e
quegli occhi blu mare che mi guardavano come un uomo geloso e
innamorato della
propria donna; quella donna, una volta, ero io, e mi domando ogni
giorno che
cosa fosse successo, se solo avessi accettato la sua proposta di
fuggire
insieme –
Pedro: Non so se crederti, davvero non lo so… - Sei
sempre, sempre stata
brava a nascondere qualsiasi tuo sentimento, che fosse stato
d’amore, di odio o
rancore, ti ho visto mentre riuscivi a conquistare la fiducia di
chiunque
fingendo, mentendo spudoratamente, seppellendo la verità sui
tuoi sentimenti
veri; adesso, mi risulta difficile crederti… anche
perché mi hai ferito da
morire -
Delfina: Ti capisco, lo comprendo… - E’
rimasto la stessa persona di sempre,
l’unico uomo con cui mi sono confidata e che mi ha aiutato di
più, mi ha
ascoltato, mi ha sempre offerto un appoggio, non mi ha mai rifiutata,
anche
dopo tutte quelle recite con Federico; è stato sempre al mio
fianco, sempre,
senza mai andarsene; la colpa è stata mia, solo mia se si
è allontanato –
Pedro: Io non penso più al passato e non penso
più a te; adesso, per me, sei il
passato, nient’altro – Ah, Delfina, non
sai cosa ti aspetta, non lo sai;
d’ora in avanti, sarò io a mentirti
spudoratamente, farò di tutto pur di
restituirti un minimo di tutto quello che mi hai fatto; dovrai
prepararti al
peggio, alle mie sorprese: non sai cosa ho in serbo per te… -
Delfina: Meglio per te, vai avanti, dimentica… - e
così sparisce, non lo saluta
nemmeno, neanche un cenno, nulla; l’unica cosa che gli ha
lasciato è
l’amarezza, l’esplicita amarezza nelle sue ultime
parole: lo avrà anche
manipolato, preso in giro, usato per i suoi scopi, ma è
sempre stato più di
quello che gli diceva, lo amava davvero; ma adesso
quest’amore dev’essere
seppellito come il ricordo più bello che è nato
in casa Fritzenwalden, l’unica
cosa positiva di quell’avventura –
All’ospedale:
Matias: Io non posso crederci… è tutto un caos!
Perché avrebbe dovuto cercare
di uccidere Maia, non ha alcun senso! – L’ama,
io sono totalmente sicuro
dell’amore che Lorenzo nutre per Maia, ha avuto il coraggio
di affrontare le
umiliazioni, le espressioni di Maia ogni volta che ci vedevamo, ogni
nostro
sguardo complice quando rimanevamo insieme e davanti agli occhi di
tutti ci
amavamo e non ci importava assolutamente di niente, né di
Lorenzo, né di
Catherine né di chiunque altro, non ci importava di niente e
di nessuno, siamo
sempre rimasti insieme io e Maia, abbiamo quasi distrutto le persone
che ci
sono accanto; ma lui, solo lui, continua a stare con Maia, la persona
che mi
ama di più al mondo; se questo non è amore, io
non so cosa sia: nessuno
continuerebbe su questa via, se non c’è un
sentimento profondo ed una grande
forza di volontà e ostinazione –
Federico: Perché è un malato di mente, un pazzo
che voleva solo approfittarsi
della mia piccola sorellina e metterla in pericolo! Meno male che
né io né tu
gliel’abbiamo permesso: mi convinco sempre di più
che ti sia l’unico uomo
giusto per mia sorella, l’unico che riesca ad amarla ed a
proteggere più di
chiunque – Nessuno, e dico nessuno, si
permetterà mai più di far del male
alla mia famiglia, ai miei cari, alle persone che amo di più
al mondo! Giuro
che nessuno mai riuscirà a far del male alle persone che
amo, in nessun modo,
mai! –
Flor: Povera piccola, non avrei mai pensato che Lorenzo potesse farle
una cosa
simile! Però… - Stiamo dando troppo per
scontato che sia stato Lorenzo,
troppo! È orribile incolpare qualcuno di qualcosa che non ha
commesso, e poi,
pensandoci attentamente, che motivo avrebbe proprio colui che darebbe
la vita
per Maia, che l’ha accolta nel suo cuore e fa di tutto pur di
non lasciarla,
pur di non cedere alle continue crisi di Maia per Matias, non
è mai stato
capace di lasciarla da sola in balia della sofferenza; e se fosse stato
qualcun
altro che ci sfugge? –
Matias: Anche tu pensi che quel tipo non avrebbe alcun motivo di farle
del
male, vero? Io penso lo stesso, e ti giuro che non capisco chi possa
essere
però… - Non capisco, chi potrebbe aver
tentato di ammazzare Maia, chi?! Maia
non vede nessuno all’infuori di me, quel tipo e tutta la sua
famiglia! E allora
chi potrebbe voler farle del male?! –
Federico: Non ci dev’essere per forza una spiegazione, un
perché per le azioni
che si commettono!
Matias: Io non ne sono così convinto: credimi, Federico,
Lorenzo è tutto, ma
non uno squilibrato; è la mente più fredda,
calcolatrice e combattiva che io
abbia mai incontrato nella mia vita…
Dopo un bel po’ di ore passate in aereo a fare in modo che il
tempo passi più
velocemente possibile, Delfina arriva alla villa del suo amato e
affascinante
conte stanca e con una gran voglia di farsi un bagno caldo e dormire il
più
possibile:
Maximo: Capisco che ora tu voglia addormentarti tranquillamente in
camera tua
senza alcuna distrazione, ma vorrei tanto presentarti un nuovo
domestico della
casa – E’ bello avere di nuovo Delfina
qui, dopo tanto tempo che non la
vedevo: devo ammettere che mi è mancata proprio tanto, penso
a lei giornate
intere senza pausa, riempie le mie giornate di gioia ed allegria; credo
proprio
che mi sto innamorando proprio tanto di lei… -
Delfina: Proprio ora? Ti giuro che non riesco neanche a reggermi in
piedi!
Potremmo rimandare a domani o a più tardi? – Un
nuovo domestico?! I
domestici ultimamente sono il centro della mia vita: da poco ho rivisto
Pedro,
una vera botta al cuore dopo tutto quello che è successo tra
noi, e non ho
proprio voglia di incontrare qualcun altro che mi faccia ricordare
ancora
quanto abbia sbagliato a lasciarlo andare; sarebbe stato
l’amore della mia
vita, il mio uomo, l’unico che forse mi ha davvero amato tra
tutti… -
Maximo: Va bene, a dopo – le sorride –
Delfina: A dopo – va in camera sua esausta, prende della
asciugamani va in
bagno e si immerge in una vasca bollente di acqua calda e sapone
profumato,
dimenticando tutti i problemi che la circondano, tutti i cattivi
ricordi che la
affliggono: questo è l’unico momento in cui
può tranquillamente dedicarsi a se
stessa, dimenticare tutto e far finta che vada tutto bene nella sua
vita; ma,
non appena esce dalla vasca, le cose prendono una brutta piega
–
Pedro: Ciao, Delfina!
All’ospedale:
Matias: Federico! Fede! – Non posso crederci, si
è addormentato sulla sedia
della sala d’aspetto, e adesso che lo smuove più
da lì! Gli avevo detto di
andare a casa, ché tanto qua ci sarei rimasto io sempre e
comunque, non mi
avrebbero rimosso neanche con i carrarmati! Ma forse è
meglio se mi vado a
prendere un buon caffè, altrimenti finisce che anche io
questa notte me la
passo dormendo – mentre prende il
caffè, scorge Lorenzo molto vicino a lui:
accecato dalla rabbia, gli va incontro e lo immobilizza –
Perché l’hai fatto?!!
Perché volevi ucciderla!!
Intanto Maia nella sua camera:
Maia: Chi mi ha lasciato questa bellissima rosa e questo biglietto?
Sicuramente
è stato Matias, lui è sempre così
premuroso con me!
Il tempo è
passato, per me certamente, ma
non per te.
Tu dimentichi, lasci alle spalle tutto, e sono più che
sicuro che mi hai
totalmente dimenticato.
Ma questa volta dovrai ricordare, dovrai farlo e non sarà
facile.
Niente sarà facile.
Queste poche righe non sono di addio, ma di gran ritorno nella tua vita.
Ritornerò, stanne certa.
E non ti renderò le cose facili.
Ok,
sono totalmente imperdonabile, lo so, ma c’è
stato una grande imprevisto in questa storia: purtroppo mi si
è cancellata, non
so come. Ma io sono determinata a continuarla sempre e comunque, non abbandono
un mio progetto così, io lo continuerò, fosse
l’ultima cosa che faccio! Vi
ringrazio di cuore se mi appoggiaste e seguiste la mia storia,
un bacio a
tutti.
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Capitolo 2 *** Tormenti, segreti, scoperte... ***
Delfina:
Spiegami immediatamente che ci fai tu qui! – Pensavo
di essermi liberata di lui, di averlo lasciato nel
dimenticatoio per sempre, di averlo sepolto in un passato colmo di cose
bruttissime, che al solo pensiero mi terrorizzano, ed ecco che me lo
ritrovo di
fronte a me, con i suoi occhi grigio-azzurro, lo stesso colore del mare
d’inverno, lo stesso colore che vidi e mi rimase impresso
nella memoria perché
era identico al suo, quando proprio lui mi portò a
vederlo… -
Pedro:
Volevo salutare la padrona di casa: sono il tuo nuovo, o meglio,
vecchio,
personale autista – scruta attentamente ogni singolo
centimetro del corpo di
Delfina, così perfetto, così aggraziato e divino,
gli ricorda tanto tutte le
notti clandestine che hanno passato insieme, tutti i loro baci, i loro
fugaci
incontri in quella casa galeotta per l’amore; gli ricorda un
passato
immensamente pieno sia d’amore, di rancore, rabbia, ma anche
qualcosa che
andava oltre quello; e, forse, quel qualcosa li ha fatto rincontrare
ancora, ma
questa volta non solo per poco tempo… -
Delfina: Io
dovrei passare più o meno tutte le mie giornate insieme a
te, visto che non
guido?! Io non… - …non
riuscirei a non
baciarti ogni volta, ad accarezzarti, a guardarti languidamente,
chiedendoti
perdono per tutte le menzogne, le carognate che ti ho fatto per tanto;
trascorrerei le mie giornate domandandoti scusa ogni volta,
dimostrandoti
quanto ti amo ancora e sperando e pregando che tu possa perdonarmi,
lasciare
che io ripari ai miei errori standoti accanto come meriti; ma io non
posso… -
Pedro: Che
c’è, Delfina, hai paura a rimanere da sola con un
tuo ex? Non penso che questa
volta ti lasceresti trasportare da me, guardando questo palazzo, questa
camera,
me ne sono reso conto immediatamente: questa volta presteresti
più attenzione e
sceglieresti con più cura i tuoi amanti – Delfina
rimane colpita dalle parole
di Pedro, parole dure, penetranti, dettate da una rabbia talmente
grande nei
suoi confronti, che quasi le mette paura, la lascia senza parole: si
è resa
conto in un secondo di quanto dolore abbia provocato in lui, quanta
rabbia,
quanto odio nutra verso di lei; sentiva le lacrime arrivarle in gola,
un magone
si fa spazio nel suo stomaco, l’espressione diventa seria,
triste, abbattuta, e
anche iraconda: gli da uno schiaffo –
Delfina:
Vattene, esci di qui! Nessuno mi da della sgualdrina a casa mia, nella
mia
stanza! Mi fai schifo! – lo guarda negli occhi, lo fissa in
quei suoi occhi
così belli e riconoscibili tra migliaia e migliaia di
persone, cerca una sua
reazione, uno stato d’animo, cerca una risposta nei suoi
occhi, una minima
reazione che le faccia comprendere che piega prenderanno le cose:
è sicura che
litigheranno, che si faranno ancora del male a vicenda, che
continueranno
sempre e comunque a rivangare il passato e a rinfacciarsi che sono
stati dei
falsi ipocriti l’una dei confronti dell’altro;
invece, entrambi vorrebbero
sistemare tutto, ma c’è ancora troppa rabbia, un
muro che li separa, non li
rende capaci di lasciarsi tutto alle spalle, voltare pagina e amarsi
come
vogliono, essere felici e vivere la loro vita insieme –
Pedro: Se
qualcun altro ti avesse detto questo, di certo avresti riso; ma con me,
no, con
me è tutto sempre diverso, hai sempre avuto dei
comportamenti che non ti
rispecchiano per niente, non sembri te stessa: tu sei te stessa,
dicendo queste
parole, perché sai che dentro di te, questa volta, esiste un
sentimento vero,
oltre i soldi, oltre tutto; tu provi amore, finalmente lo provi,
finalmente, ma
non è per me… - abbassa lo sguardo, per un attimo
si ferma a guardare il
pavimento e sospira, come per prendere forza, continuare ad essere
forte
nonostante tutte le avversità della vita, nonostante la
sofferenza e le
sconfitte che riceve il cuore, che oramai è dolorante,
tanto… -
Delfina: Non
dirmi queste cose, ti prego… - ha sempre proferito queste
parole per le recite
con Federico, parole false, macchiate solo d’interesse e di
vendetta contro
Florencia, ma, stavolta, sono parole vere, macchiate solo della
sincerità del
cuore, dell’anima pura e ingenua, che ha sempre voluto
nascondere agli occhi di
tutti per timore che gliela potessero distruggere; le parole di Pedro
la fanno
piangere, le scende una lacrima sul viso, una lacrima che lascia
trasparire
quanto sia addolorata e quanto abbia bisogno di essere amata davvero da
qualcuno, che ricambi del tutto i suoi sentimenti e non la butti via;
l’unico
problema è che quella persona, forse, vuole solo vendicarsi,
vuole solo cercare
di trovare pace facendogliela pagare per quello che ha fatto: la sua
paura più
grande è che questa sia la verità… -
Pedro:
Delfina… - sorpreso, basito dalla reazione così
inaspettata di Delfina, la
guarda con affetto, con un grande affetto verso quella reazione
così sincera,
così onesta, priva di qualsiasi recita: finalmente, lui e
lei, loro, insieme
all’interno di quattro mura, senza barriere, solo loro e
ciò che sentono;
questo rende Pedro così felice, così gioioso per
quel traguardo, quel trionfo
per il quale ha dovuto patire anni e anni di rifiuti da parte di
Delfina, ma
alla fine, l’amore prevale su qualsiasi barriera; Pedro
inizia ad accarezzarle
il viso, le sorride dolcemente –
Delfina: Non
ti ho mai usato, mai, non ne avevo il coraggio né adesso
né allora, quando
attorno a me c’era solo un castello di menzogne, che io ho
costruito per
difendermi da tutto e tutti; ho sbagliato a mettere una barriera anche
con te,
che mi amavi così tanto… - in quel momento, dopo
aver pronunciato quelle parole
così importanti, Pedro inizia a sentirsi un mostro: vuole
vendicarsi di lei,
una persona che ha così tanto da dare, che vorrebbe tanto
amare qualcuno che la
ricambi allo stesso modo, con gli stessi sentimenti, vorrebbe soltanto
ottenere
quella felicità che le è stata negata dalla vita
tante volte, fino a renderla
la persona così apparentemente malvagia; la bacia,
consapevole che quel bacio
potrebbe significare un nuovo inizio, una nuova vita insieme, qualcosa
di molto
importante per entrambi; Delfina si lascia andare, lo bacia, si rifugia
tra le
sue braccia, nel calore del suo petto, che è
l’unica cosa le fa intendere che
non è sola, e non lo sarà finché ci
sarà Pedro al suo fianco –
All’ospedale:
Federico:
Matias, basta, lascialo!! – trattiene Matias, che sta quasi
per ammazzare
Lorenzo per tutto quello che ha fatto a Maia, anche se vorrebbe tanto
che la
pagasse cara per aver spaventato tutti, per averli impauriti
avvelenando la sua
povera piccola sorellina –
Lorenzo: Ma
si può sapere che vi prende?!! Io non capisco! – O qui sono diventati tutti dei pazzi stravolti,
oppure io mi sono perso
un evento davvero sconvolgente: perché Federico e Matias mi
hanno attaccato in
quel modo, soprattutto Matias? Li vedo così decisi a volermi
distruggere, mi
odiano a morte, lo vedo dai loro occhi agguerriti, ma quello che dovrei
sapere
è perché: sicuramente, si tratta di Maia
–
Flor: Basta,
smettetela tutti quanti! Federico, porta Matias via di qui; io devo
parlare con
Lorenzo – Dobbiamo finirla con
tutti
questi dubbi, con queste domande senza risposta: io devo avere una
conversazione privata con Lorenzo per provare almeno a capire se
potrebbe
essere stato in grado di commettere un atto del genere, e scoprire, o
almeno
intuire il motivo per cui avrebbe fatto una cosa simile –
Federico: Io
non ti lascio qui con questo tizio!! – Flor lo guarda decisa,
molto determinata
a voler rimanere sola con Lorenzo per scoprire un minimo: questo lo
deve alla
sua migliore amica, cognata e presto anche zia; Federico capisce che
Flor vuole
a tutti i costi parlare con Lorenzo, così la lascia sola con
lui –
Lorenzo:
Flor, io non riesco a capacitarmene, è così
strano! Ti giuro che io ieri volevo
solo che Maia stesse bene, che ridesse, si sentisse apprezzata, amata
per ciò
che è da me, che non avrei mai il coraggio di farle del
male; voglio solo che
siamo felici insieme, così da dimenticare tutto quello che
ci fa soffrire,
soprattutto a lei; ho fatto tanti errori nella mia vita, ho tante colpe
da
espiare, e, forse, non ho neanche il tempo per poter riparare tutte le
mie
colpe; ma ti giuro che questa volta ho solo la colpa di amarla
tanto… - E’ la
verità, senza maschere, travestimenti
e piani malvagi dietro, è la pura verità del mio
cuore, della mia anima, è ciò
che provo per quella ragazza, per quell’angelo, che mi ha
salvato da un destino
immerso nell’oscurità, nella malvagità,
nella tristezza e nell’angoscia; mi ha
salvato da una vita piena di dolore, piena solo di piani di vendetta e
senza
amore: come potrei far del male ad una persona così
importante per me? –
Flor: Mi
sono accorta dal primo giorno, in Canada, che tu tenevi particolarmente
a Maia
da quando l’hai incontrata nella hall dell’albergo;
e Maia è fortunata ad
averti, è davvero tanto fortunata ad avere accanto qualcuno
come te, che cerca
sempre di amarla e proteggerla ad ogni costo, pur sapendo che lei nel
suo cuore
ha qualcun altro; questo ti fa davvero onore, ed è per
questo che non credo che
tu sia stato ad avvelenarla, non lo riesco a credere… - E’ come pensavo: Lorenzo è
più innocente di un bambino appena nato, non
avrebbe mai il coraggio che ridurre Maia in quel letto
d’ospedale, mai, perché
l’ama tanto, farebbe qualsiasi cosa per lei, darebbe la sua
vita per proteggere
Maia; io gli credo, voglio credergli, perché
quell’espressione, quegli occhi
così abbattuti, ma allo stesso tempo con una luce dentro
così intensa è tipica delle
persone innamorate, prese dai sentimenti così imponenti per
qualcuno… -
Lorenzo: Non
le farei mai una cosa del genere, mai… - Federico ascolta
ogni singola parola,
ogni secondo di quella conversazione, e giunge anche lui alle stesse
conclusioni di Flor: non è stato lui, non è
proprio possibile che Lorenzo le
abbia potuto somministrare del veleno per ucciderla, perché
è troppo coinvolto
nella loro relazione; bisogna cercare qualcun altro, qualcuno che fa
parte
della vita di Maia, della sua quotidianità; ma è
anche possibile che potrebbe
trattarsi di qualcuno che fa parte del passato di Maia, un passato
oscuro, che
nessuno conosce… -
Intanto, in
camera di Maia all’ospedale:
Matias:
Amore, come ti senti? Va tutto bene? – si avvicina verso il
letto su cui Maia è
sdraiata, le sorride dolcemente, accarezzandole teneramente la fronte e
chinandosi verso di lei per darle un bacio; nota che Maia è
totalmente assorta
nei suoi pensieri, quasi preoccupata: si morde il labbro, rannicchiata
su se
stessa, fissa la parete della camera, come se migliaia di ricordi, di
immagini,
di scene del suo passato fossero proiettate su quel muro –
Ehi, a cosa pensi?
Maia: A
nulla, sono solo ancora spaventata per quello che è accaduto
oggi; ma è tutto
finito, va tutto per il meglio adesso – abbraccia Matias con
amore, lasciandosi
circondare da quella sicurezza che solo gli abbracci di chi ama di
più al mondo
riesce a darle, e dimenticando tutto, tutti i pensieri negativi, le
paure, le
angosce e la realtà, che pone sempre avversità al
loro amore –
Matias: Sei
sicura? Io ti vedo così pensierosa, a tratti triste e
sconsolata… - e aveva
ragione: Maia è triste, pensierosa, preoccupata e molto
sconsolata, quasi
arresa per il biglietto che ha ricevuto, così velatamente
minaccioso, ambiguo,
incute terrore, perché lascia chiaramente intendere che
chiunque l’abbia
scritto è intenzionato a provocare tante disgrazie alle
persone che ama, a se
stessa, a Matias; e per questo ha così timore che gli possa
succedere qualcosa,
qualcosa di irreversibile, che lo possa portare a smettere di provare
quell’amore unico che solo loro sentono; o forse potrebbe
portarlo via da lei
per sempre, lasciandola sola al mondo; è cosciente del fatto
che dovrà lottare
ancora, come sempre, insieme a Matias per restare uniti, proteggersi a
vicenda
e non dividersi mai… -
Maia: Va
tutto bene, sta’ tranquillo… - Non
posso,
non posso farlo, non posso addossargli ancora altre preoccupazioni,
altri
timori a causa mia, perché non se lo merita, non posso
continuare a renderlo
così vulnerabile, così abbattuto, angosciato e
stravolto come adesso: lui c’è
sempre stato quando avevo bisogno, quando stavo malissimo, quasi per
morire,
addirittura è arrivato a salvarmi la vita, mi ha consolato
nei momenti peggiori
della mia vita, e ha gioito insieme a me nei momenti migliori; mi ha
sempre
sostenuto e protetto, sempre;
ora, tocca
a me proteggerlo: non gli dirò del biglietto, non voglio,
non se lo merita… -
Matias:
Quando uscirai di qui, e credo proprio che accadrà domani,
staremo insieme
tutto il giorno: voglio stare con te, voglio che siamo felici, come una
volta –
nota come Maia in un attimo cambia totalmente espressione,
un’espressione di
repressione di ogni sentimento che prova, una repressione che ha visto
molto
spesso, quasi sempre, ogni giorno della sua vita sul volto della sua
amata:
purtroppo, sono ritornati di nuovo in una spirale senza fine di litigi
continui, gelosie, paranoie, scenate di gelosia che culminano sempre
con un
fugace bacio o con una nottata clandestina perché non devono
farsi scoprire;
torneranno di nuovo a sfinirsi l’un l’altra con
questo, anche se non vogliono,
ma è inevitabile… -
Maia:
Anch’io vorrei che fossimo felici come tanti mesi
fa… - Era inevitabile che
succedesse una cosa del genere, siamo caduti in
pochi secondi di nuovo nella solita situazione che ci allontana
l’uno
dall’altra continuamente, ci rende nervosi, arrabbiati
l’uno con l’altra perché
cerchiamo sempre di essere disfattisti, continuamente indisponibili
verso
l’altro, per paura che possiamo avvicinarci più
del necessario; io non so se
farlo, non lo so… -
Matías: Non
mi devi dare subito una risposta, però sappi che
sarò qui, qualsiasi cosa tu
abbia bisogno, non me ne andrò – le da un
innocente bacio in fronte, e lascia
quella camera, lascia sola Maia, che non può fare a meno di
lasciarsi andare ad
un pianto struggente, perché soffre, soffre incredibilmente
per tutti i dubbi
che ha, tutte le sue paure e il timore di poter far soffrire gente che
non se
lo merita; avverte che sta sbagliando tutto, completamente… -
Intanto, in
Kricoragan:
Delfina:
Basta, Pedro, basta… - si allontana bruscamente da lui,
dandogli le spalle e
mettendosi le mani nei capelli, in segno
che non sa più che cosa sta combinando: avverte
come stia rovinando
tutto a causa del suo passato, ancora, ancora una volta, tutto sta
andando a
rotoli perché i vecchi sentimenti, quelli che dovrebbe
lasciato alle sue spalle
per sempre, come si era ripromessa di fare, stanno tornando
repentinamente
nella sua vita, e gliela stanno distruggendo, come se questo non
bastasse; ma
lei non vuole, e farà di tutto pur di mantenere in piedi un
rapporto fondato
sulla fiducia, di tutto, perché non vuole farsi scappare
l’opportunità di
essere felice… -
Pedro: Perché,
Delfina, perché vuoi mettere la parola fine a quello che ci
lega da oltre due
anni?! Perché continui a mentire a te stessa?! –
si avvicina pericolosamente a
lei, che indietreggia verso il muro, spaventata e allo stesso tempo
attratta
sempre di più da quelle labbra così rosee, viene
braccata, non ha via di
scampo: ma Delfina non se ne andrebbe mai da quella trappola
così romantica… -
Delfina: Smettila!
Io e te siamo solo padrona e domestico! VATTENE! – urla
apparentemente furiosa
con Pedro e cercando di liberarsi dalla vista di quelle labbra
così vicine alle
sue, per fermare una conversazione e azioni indesiderate, che
potrebbero
portarli entrambi a fare cose di cui in un futuro potrebbero pentirsi
amaramente, soprattutto Delfina, che non sopporterebbe più
rimorsi –
Maximo:
Delfina, va tutto bene?! – le domanda, fuori dalla porta,
mentre Delfina
impallidisce vistosamente… -
Il giorno
dopo, Maia viene dimessa dall’ospedale per la gioia di tutti,
viene portata a
casa da Federico e va subito in camera sua per potersi rimettersi in
sesto e
riposarsi ancora un altro po’, visto che durante la notte in
ospedale non ci è
riuscita più di tanto; mentre invece, Matías,
Flor e Federico si riuniscono
nello studio per parlare di quanto accaduto:
Flor: Non è
stato Lorenzo ad aver avvelenato Maia, ve l’assicuro! Ieri ho
parlato con lui:
mi è sembrato così innocente, non era a
conoscenza di nulla, era davvero molto
scosso e sorpreso, e, da quel che ho potuto captare, ama Maia
moltissimo e non
le farebbe questo… - Convincetevene,
non
è stato Lorenzo, non lo farebbe mai! Spero solo di non
sbagliarvi su una
questione così delicata, perché qui ne vale della
vita di Maia, ma io sono
sicura che lui non è stato, non potrebbe mai
essere… -
Matías: Ma
come fai a dirlo? Io non credo a quel tipo, non gli credo per niente!
Voglio
che Maia stia a migliaia di kilometri di distanza da quello
là! – Secondo me
è giusto che Maia rimanga in casa
sotto la protezione e la continua sorveglianza di tutti noi, per
evitare che
qualcuno di estraneo le si avvicini e cerchi di nuovo di mandarla in
ospedale
in condizioni molto critiche, non riuscirei a sopportarlo… -
Federico: Io
sono d’accordo con Flor, perché ieri ho ascoltato
tutto; e penso che tu,
Matías, abbia torto, perché parli da uomo geloso
e sei accecato da una rabbia
personale per Lorenzo, che non ti fa vedere le cose per come sono;
però su una
cosa ti do ragione: Maia dovrebbe stare a centinaia di kilometri di
distanza,
insieme a te… - E’ un
piacere che faccio
ad un amico e ad una sorella che vorrebbero stare insieme, ma non
possono; però
io li aiuto ad esaudire il loro desiderio, anche se non sarà
per sempre, e
oltretutto, mi serve anche per preservare Maia, quindi ho un doppio
vantaggio;
spero solo che non si opponga a stare con Matías in
Germania, da soli… -
Matías: Se
mi vuoi mandare in Germania con Maia, sappi che sono più che
d’accordo, così tu
potrai dirigere le indagini da qui, io, invece, recluterò
persone che possano
sorvegliare per bene la casa dei tuoi genitori in Germania, e ti
aiuterò con le
indagini da lì; tutto mantenendo la massima riservatezza,
chiaramente… - Così
finalmente potremmo trascorrere dei
giorni insieme, io e Maia, senza nessuno che ci possa interrompere,
solo io,
lei e il nostro amore, che potrà essere vissuto alla luce
del sole, senza
paure; potremmo essere davvero felici, anche se non per
molto… -
Flor: Maia
di certo si chiederà il perché di tutto questo,
quindi dovremmo dirle che è
stata avvelenata: chi lo fa? Io sarei disponibile a farlo, anche se
comunque mi
dispiace troppo per la mia piccola cognata… - viene
interrotta –
Matías:
Tranquilla, Flor, lo farò io, non appena arriveremo in
Germania, le dirò tutto,
così potrà sfogarsi serenamente al sicuro e
cercherò di tenerle su il morale… -
Flor e Federico annuiscono, sono d’accordo con le misure di
precauzione prese
finora, la parte più difficile sarà rivelare
tutta la verità a Maia, che ne
resterà sconvolta; ma riuscirà a riprendersi con
Matías al suo fianco… - Ora
scusate, ma vado a casa a riposarmi un po’: sono stanco
morto, e anche voi
dovreste fare lo stesso…
In Kricoragan:
Delfina:
Fate partire le ricerche immediatamente, scoprite tutto dei suoi
movimenti e
rintracciatela; quando ci sarete riusciti, ci sentiremo per chiarire i
pagamenti e le altre cose… - chiude la chiamata – Chissà Catherine dove sarà
andata, non viene neanche a me un’idea! Con
un bambino in grembo di circa tre mesi e con una vendetta da portare
avanti, mi
sembra strano che lei sia sparita in questo modo, senza lasciar detto
niente a
nessuno; magari, qualcuno del covo sa… -
Pedro:
Adesso ti dedichi alle attività di spionaggio? – Non cambi mai, sei sempre la stessa
doppiogiochista, falsa, ipocrita,
che mi viene a fare la morale su ciò che è giusto
o sbagliato, che mi dice di
andarmene, di sparire dalla sua vita perché vuole costruire
un rapporto su basi
solide, e alla fine si rivela sempre per ciò che
è; ma io ne sono innamorato
ancora, nonostante tutto –
Delfina: E a
te che importa? – viene interrotta –
Maximo: Vedo
che vi siete già conosciuti! Delfina, lui è il
tuo autista personale – Delfina
stava quasi per scoppiare, non ce la faceva più: aveva i
suoi due pretendenti
che si erano conosciuti, lì, in quella stessa casa, prima
che lei potesse
scoprirlo e cercare di fermare il trambusto che si sarebbe andato a
creare; ma
ormai è troppo tardi: bomba è esplosa, adesso
bisogna solo fare in modo che
faccia meno vittime possibili –
Pedro:
Diciamo che sono diventato anche il suo fabbro personale: ieri la
signorina è
rimasta rinchiusa in camera sua, così io l’ho
aiutata ad uscire di lì… - Voglio
vedere come se la cava adesso, deve
dare assolutamente delle spiegazioni a Maximo, perché ieri
gli ha detto che
andava tutto bene, così l’ha liquidato; ma, in
realtà, stava facendo ben altro!
–
Delfina: Sì,
purtroppo, e siccome non volevo che tu, Maximo, ti preoccupassi, ho
chiamato
Pedro… - Io ti ammazzo!!
Perché doveva
per forza ricapitare nella mia vita e rendermela così
difficile! E’ una bomba
ad orologeria, lui sa tutto di me, tutto, qualsiasi cosa, e, cosa
peggiore, ho
anche avuto una relazione con lui, quindi potrebbe ricattarmi in
qualsiasi
momento! Non so come fare, mi sta mettendo in seria
difficoltà… - Adesso,
scusate, ma devo andare a fare un servizio, a dopo – da un
bacio, un vero bacio
a Maximo, che fa ribollire il sangue nelle vene di Pedro, divenuto
geloso in un
secondo: la piccola vendetta di Delfina ha avuto un effetto rapido e
doloroso,
ha colpito nel segno, e la ex strega se ne va via sorridente e facendo
un
occhiolino a Pedro –
Pedro: Devo
venire con lei, signorina? – Questa
me la
paghi! –
Delfina:
Certamente! – Mi farò
delle risate
sicuramente! –
Al passaggio
dei baci:
Franco: Mia
sorella sta bene, e tu invece mi sembri un cadavere ambulante e
distrattissimo:
Facha, sputa il rospo che ti tieni dentro da mesi! – Una donna, sono più che certo che una
donna c’entra col malessere
interiore di Facha, che è più depresso del
solito: quando, ad esempio, stava
con mia sorella e seppe che lei era innamorata di Matías,
stava male, ma così
distrutto come negli ultimi mesi non l’ho mai
visto… -
Facha:
Catherine, la fidanzata ufficiale di Matías, mi ha lasciato:
entrambi avevamo
una relazione, un’intensa relazione, ci amavamo e ci amiamo
ancora; ma lei mi
ha lasciato, e io sono preoccupato per lei e sconvolto per non averla
più
accanto… - Amore mio, amore mio,
dove
sei? Che fine hai fatto? Perderti è stato come morire, mi
stai uccidendo senza
la tua presenza, sento che non amerò mai
nessun’altra donna come te, nessuna,
vivrò col ricordo di noi, di quello che ci unisce e ci ha
unito nonostante
tutte le avversità; io voglio te, solo te… -
Franco:
Proprio di lei ti dovevi innamorare?!! Ti sei messo in una
trappola… - a Facha
squilla il telefono, lo prende e risponde; non appena la chiamata ha
inizio, il
suo volto sbianca improvvisamente, e lui e Franco corrono via dal
passaggio dei
baci, per andare chissà dove… -
Nel bagno di
casa Fritzenwalden, vicino alla camera di Maia:
Maia: Ma
cosa…? – dopo aver appena terminato di fare la
doccia, Maia sente dei rumori
provenire da camera sua, e, incuriosita, va a vedere che cosa stesse
succedendo;
appena entra, vede un biglietto e un’altra rosa sul suo
letto: la sensazione di
gridare le invade il corpo come non mai, è spaventata, si
sente perseguitata da
qualcuno, che vuole terrorizzarla a morte e non lasciarla mai
tranquilla; ma
quando lo legge, si sente ancora peggio –
Ti avevo
detto che sarei tornato.
E,
invece, Matías se ne andrà.
Maia:
Matías! – quelle poche, semplici parole la
spingono a rivestirsi in fretta e ad
uscire da casa Fritzenwalden senza farsi vedere da nessuno; vaga sola,
perseguitata per le strade di Buenos Aires, correndo, fino a quando non
si
trova davanti al condominio in cui vive Matías; il portone
è aperto, entra e
prosegue velocemente per le scale fino ad arrivare davanti alla porta
giusta;
suona, suona il campanello più volte, e l’ansia
aumenta, aumenta fino quasi a
farle perdere il controllo; ma Matías le apre, guardandola
basito – Oh, amore,
per fortuna stai bene!
Matías:
Maia! Ma che cosa ci fai qui?! Dovresti essere a casa tua, a riposarti!
Vieni
dentro, altrimenti prendi un mucchio di freddo! – la fa
entrare, sdraiare sul
letto; mentre in cuor suo non riesce a capacitarsi di quello che abbia
spaventato talmente Maia da farla venire fino a lì,
piangendo e preoccupata più
del necessario; è da ieri che è strana, troppo:
gli sta nascondendo qualcosa,
ed è intenzionato a sapere di cosa si tratta –
Maia: Vieni
qui, sdraiati accanto a me, voglio averti vicino – Ho avuto così tanto timore di perderlo
per sempre, e invece quel
farabutto che mi sta tormentando, mi ha solo preso in giro, per
rendermi
vulnerabile e fare qualche passo falso per colpirmi in ciò
che più mi fa male!
Perché mi fanno questo, perché?!! –
Matías:
Anche io voglio averti vicino, sempre; ma ancora di più
voglio capire che cosa
mi stai nascondendo: sei strana da ieri, e non capisco il
motivo… - Magari sarà
solo il fatto che finire in
ospedale l’ha fatta divenire un po’ troppo
impaurita, così tanto che ha dovuto
rifugiarsi da me, perché a casa sua si sente troppo sola; o
forse è davvero
successo qualcosa che non mi ha detto… -
Maia: Mentre
ero a casa e mi stavo riposando, ho fatto un bruttissimo sogno: ho
sognato di
perdere te, andavi via, così mi sono spaventata tanto ed
eccomi qua – Spero solo che si
lasci convincere da quel
che ho detto, anche se ne dubito fortemente: nessuno avrebbe una
reazione così
esagerata di fronte ad un sogno, ma considerando le circostanze in cui
mi sono
trovata, dovrebbe credermi: è la prima cosa che mi
è venuta in mente! –
Matías: Non le riesco a credere,
mi sembra fin
troppo esagerata la sua reazione, ma penso che sia meglio evitare che
la metta
sottopressione con un terzo grado, che poi, alla fine, può
risultare inutile;
meglio coccolarla un po’… - Amore io
sono qui per te, e ci sarò per sempre,
non mi perderai mai – inizia a baciarla, per rasserenarla,
per fare in modo che
sfoghi tutta la tensione accumulata, così passano un momento
indimenticabile
insieme –
All’ospedale:
Paloma:
Nonna, come stai? – Non sa ancora
che non
riesco a trovare Catherine da nessuna parte, neanche Segundo, che mi ha
aiutato
questa notte a cercarla, è riuscito a trovarla! E adesso
come farò a dirglielo?
–
Nonna:
Catherine come ha potuto…? – La
mia
piccola nipotina, chissà come starà adesso; spero
solo che non sia distrutta
come sua madre, sull’orlo di una depressione che potrebbe
consumarla fino a
portarla al suicidio… no, non deve succedere! –
Paloma:
Adesso non dobbiamo parlarne, riposati… - Non
so come dirglielo, non lo so… - esce fuori dalla
camera d’ospedale, cui è
ricoverata sua nonna per uno scompenso; fuori dalla porta trova
Segundo, che
non esita a chiederle come sta sua nonna –
Segundo: Va
tutto bene, vero? – Che viso
stravolto
che ha, non l’ho mai vista così provata da un
evento in tutta la mia vita; è
scossa, tanto scossa per quello che è successo a sua nonna,
a Catherine e ha
anche timore di quello che verrà in futuro; per questo devo
fare qualcosa per
rasserenarla un po’, almeno un poco, perché, da
quel che ho capito, le cose
diventeranno insostenibili per Paloma –
Paloma: E’
tanto turbata, e io, io non so come fare per dirle tutta la
verità, non lo so;
ti prego, aiutami, io non so più che fare… -
piange, piange davvero, quelle che
sta vedendo Segundo sono lacrime vere, provenienti dal cuore, dalla
sofferenza
del cuore, che, adesso più che mai, ha bisogno che qualcuno
gli stia accanto,
qualcuno che non gli farebbe mai del male, ma che sia solo in grado di
dargli
la felicità negata
per tanti anni; e
Segundo lo intende subito, così si precipita ad abbracciare
Paloma, che si
sente protetta in quelle braccia –
Segundo:
Andrà tutto bene, tutto bene…
Intanto, nel
reparto di terapia intensiva:
Facha:
Franco, non posso crederci, sto perdendo tutti i miei cari…
- Prima Catherine, ora mio padre: sto per
perdere la persona più importante per me, colui che mi ha
cresciuto, mi ha
stretto tra le sue braccia quando io ne avevo più bisogno,
mi ha insegnato
tante cose sulla vita, sulle scelte da intraprendere, e soprattutto mi
ha
insegnato ad essere felice, sempre; ho ancora bisogno di lui, ho ancora
bisogno
di mio padre… -
Franco: Sta’
calmo… - gli mette una mano sulla spalla in segno di
sostegno, di fiducia per
quella situazione: suo padre si sveglierà, è
certo che si sveglierà e potrà
trascorrere con suo figlio Facha momenti meravigliosi, come solo padre
e figlio
possono trascorrere –
Facha: Non
voglio che mi lasci… - un dottore esce fuori dalla camera di
suo padre, e gli
fa cenno che può entrare a vederlo; Facha entra in camera e
vede suo padre
esanime su quel letto, con tanti tubicini che gli percorrono tutto il
corpo – Papà…
Hernàn :
Figlio mio, mi dispiace tanto che tu debba vedermi in queste
condizioni; sappi
che io ti voglio tanto bene, te ne ho sempre voluto, e
continuerò a volertene
per sempre; ma tu devi sapere la verità, prima che io muoia,
tu devi sapere la
verità, prima che io muoia…
Facha: Che
cosa devo sapere? – fissa il volto di suo padre, esausto,
come se stesse quasi
per andarsene definitivamente; mentre Facha è stravolto,
provatissimo da quella
situazione, e non sa più che fare, che dire… -
Hernàn: Io
non sono tuo padre… - e lì, dopo aver scagliato
Facha contro una dura realtà, i
suoi occhi si chiudono, tutti i macchinari iniziano ad emettere un
suono, che
diventa sordo alla fine: suo padre è morto –
A casa di Matías:
Maia: Meglio
se mi vado a fare un po’ di caffè –
mentre Matías è sotto la doccia, Maia va in
cucina a prepararsi un po’ di caffè; poi si siede
su una poltrona del salone e
vede che c’è un foglio sotto un mobile vicino alla
porta d’entrata; lo prende e
lo legge –
Io non ce
la faccio a vivere così.
Tu non
sei innamorato di me, sei perdutamente innamorato di un’altra
donna.
E io non
posso sopportarlo, né io né tuo figlio.
E’ ora
che le nostre strade si dividano.
Addio per
sempre,
Catherine
Ed eccomi
qui con il cinquantunesimo capitolo! Ringrazio infinitamente chi
continua
assiduamente a seguire questa storia e mi sostiene! Un bacio a tutti!
Ed un
ringraziamento speciale ad Eliessa e a ChocoBomb!
Un saluto a
tutti, alla prossima!
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Capitolo 3 *** Barlumi di speranza ***
Capitolo 52: Barlumi di speranza
Segundo: Ehi,
sta’ calma, vedrai che andrà tutto
bene… - Seppur
in un ambiente che suscita poche buone sensazioni, pochi positivi e
benevoli
sentimenti, io sono felice di vedere Paloma così, anche se
sta male, se sta
soffrendo maledettamente, se sente che non riuscirà a tenere
testa a tutto, a
continuare con tutta la sua forza perché si sente debole,
indifesa,
abbandonata, senza l’aiuto di nessuno, triste e sofferente,
io sono felice: non
è con me che finge, non è con me che ha messo
quella sua maschera di ostilità ,
di avversione, di allontanamento verso tutto e tutti, non è
con me che lascia
trasparire la diffidenza, la mancanza di speranza, di
quell’immancabile voglia
che tutti hanno di migliorare la propria vita, di riparare, anche se un
minimo,
quel suo cuore così ferito; sono felice di sapere che
c’è qualcosa tra ni, c’è
una speranza, che io voglio sfruttare per riavvicinarmi a lei, ancor di
più… -
Paloma: Tu
vorresti farmi credere che dietro queste parole ci sia la speranza che
le cose
per me vadano meglio?! Tu, che vuoi vendicarti, che vuoi rendermi la
vita
impossibile?! Tu?! – Dio mio, come
ti…
Ah, non riesco neanche a dirlo, non riesco neanche a pensare che lo
odio, che
voglio che scompaia per sempre dalla mia vita, che se ne vada, che mi
lasci in
pace, nei miei casini, nella mia vendetta, che lasci che io mi perda
nei
sentimenti peggiori che io abbia mai provato! Ma io devo dirlo, devo
farcela:
odiare è il mio destino! –
Segundo: Io
non voglio vederti soffrire, lo capisci?! Non voglio vederti star male,
non
voglio! Ma se ti comporti così, se continui ad autoimporti
di odiarmi, di
allontanarmi da te, sono contento che ti capiti tutto questo!
– Perché,
perché l’amore che provo per te non
basta a confortarti, a renderti meno aggressiva, meno adirata con la
vita, con
chiunque ti voglia bene?! Perché ti fai del male,
perché?! –
Paloma: Io
ti odio! – lì, disgustata, colpita nel profondo
del cuore dalle parole di
Segundo, parole pesanti, troppo ingiuste, troppo meschine e ciniche
anche per
lui, gli dà uno schiaffo in pieno viso, reso ancora
più doloroso fisicamente e
moralmente dalle sue parole appena proferite; Segundo era allo stremo
delle
forze: non sapeva più cosa fare, come comportarsi, come
agire, come fare per
evitare che finisse sempre nella stessa situazione di sempre, a
litigare, a
buttarsi addosso solo rabbia, rancore, odio, non sa pipù
come fare per liberare
Paloma da se stessa; perché è proprio lei stessa
che vuole ridursi così, o
forse, c’è ancora una
possibilità… -
Segundo: Io
ti amo!
Paloma:
Vattene, Segundo, Vattene! – non sapeva cosa dire, cosa fare,
cos’altro dirgli;
quante altre volte avrebbe dovuto urlargli addosso che
l’odiava, che vuole
vederlo sparire, che vuole vederlo lasciare l’ospedale e non
tornare mai più
per lei, per vedere come sta, quante altre volte?! Quante altre volte
avrebbe
dovuto rifiutarlo ancora?! Quante altre volte sarebbe dovuta andare
contro di
sé e perseverare nell’intento di allontanarlo, di
fargli del male, quante altre
volte?! Ma Segundo non si lascia intimidire, raggirare dalle sue
parole, non
perde la speranza, la voglia di voler cambiare tutto, di ribaltare
totalmente
quella situazione: le prende il volto tra le mani, la avvicina a lui la
guarda
intensamente negli occhi, sperando che quest’ultimo tentativo
possa smuovere
qualcosa, perché tutto migliori, tutto vada meglio tra loro,
o, forse, che
tutto si risolva e possano essere felici, davvero questa volta, insieme
–
Segundo:
Vuoi davvero questo, vuoi tenermi lontano per sempre?! Guardami,
Paloma,
guardami! Vuoi davvero vivere in quest’inferno?! Sarei
rimasto con te tutta la
notte ad abbracciarti e confortarti se non ti amassi davvero?! Io ti
amo
davvero e non voglio che quest’amore si trasformi in odio
verso te – e se ne
va, lasciando Paloma lì, sola, sotto shock, tremante e
piangente -
Intanto,
all’ospedale:
Facha: Non
ce la faccio più… - ha gli occhi pieni di
lacrime, scendono continuamente, gli
rigano il volto, lo marcano così indelebilmente di dolore,
di angoscia, di
sconforto, di tristezza e amarezza; è l’ennesimo
dolore, l’ennesima delusione
dalla vita, da un destino che lo porta sempre più a
convincersi che la sua vita
è fatta di delusioni, di perdite, di abbandoni da parte di
tutto e tutti; posa
una mano sul petto, sul cuore che gli fa così male, gli
duole da morire, sente
il respiro affannoso, un magone che lo distrugge, lo abbatte
incredibilmente,
lo rende debole, indifeso, incapace di rialzarsi, incapace di provare,
seppure
per un secondo, di credere che non sia tutto così perverso,
orribile,
terrificante: gli hanno mentito, questa è la
verità, la sua famiglia, i suoi
genitori, gli hanno mentito per una vita intera, facendogli credere che
lui
fosse chi non è in realtà; lo hanno privato della
verità, di ciò che gli spetta
di diritto, gli hanno tolto un’identità, gli hanno
levato il diritto di sapere
chi è davvero, come se non se lo meritasse; quale persona
farebbe una cosa del
genere?! Chi lascerebbe che qualcuno viva con i paraocchi, senza
sapere, ignaro
di tutto?! Queste
sono le domande che lo
tormentano, che gli sottraggono anche il minimo sostegno, la minima
voglia di
rialzarsi da quell’ennesima caduta; e il peggio è
quando si rende conto,
improvvisamente, che i mostri che gli hanno sottratto la
verità per anni, sono
proprio i suoi genitori -
Franco:
Amico mio, mi dispiace tanto; ma devi farti forza, devi continuare,
andare
avanti, superare anche quest’ostacolo, perché ci
saranno ancora tante cose
belle nella vita, tantissime cose che ti faranno gioire, che
riusciranno a
farti sorridere, a farti felice e contento per sempre, così
tanto che capirai
che vale la pena vivere, andare avanti, contro tutte le
avversità sempre,
perché c’è così tanto nella
vita per cui combattere, lottare, andare avanti
sempre a testa vale qualcosa; non lasciarti travolgere fino a
permettere che la
tua vita venga rovinata, non permetterlo mai, a niente e a nessuno! Io
ho perso
i miei genitori quando ero ancora un giovane adolescente, ero piccolo,
indifeso, non avevo più nessuno, i miei genitori mi avevano
abbandonato, ma non
per questo mi sono lasciato andare, non l’ho mai permesso,
perché sapevo che i
miei fratelli sarebbero rimasti sempre con me, avevo ancora tanto per
cui
combattere, moltissimo! Hai tutti noi, Facha, tutti noi, che siamo e
saremo
sempre tuoi amici; ti vogliamo un bene dell’anima, un bene
puro e sincero e
sappi che saremo sempre con te, sempre, non ti abbandoneremo
mai… - Ho le lacrime in gola
anch’io, non sopporto
questa situazione, mi sento ancora vulnerabile come anni fa, come
quando vidi
che mio fratello piangeva disperato, inconsolabile la morte dei miei
genitori,
e io gli andai incontro per chiedergli perché stava
così, perché piangeva così
tanto; e lui, che non mi avrebbe mai lanciato contro una
così dura verità, mi
strinse forte, mi disse che sarebbero stati tempi tanto difficili, ma
che
insieme ce l’avremmo fatta, perché eravamo forti,
eravamo una grande famiglia
piena d’amore, di affetto verso ogni componente, non ci
saremmo mai divisi,
mai, esattamente come ci insegnarono i nostri genitori, amarci in ogni
momento,
qualunque esso sia, di gioia e dolore; ma, non appena gli chiesi
perché mi
diceva quelle cose, capii dal suo sguardo che mamma e papà
non c’erano più, ci
avevano lasciato per sempre, e non mi rimase altro he piangere
tra le braccia
del mio fratello maggiore, che mi consolava come solo papà
sapeva fare… -
Facha: Non è
vero, Franco, non è così, non mi mentire! Tu mi
vorresti far credere che quel
dolore non è più dentro te, che l’hai
dimenticato, che non lo senti contorcersi
nel petto ogni volta che c’è qualcosa che richiama
alla memoria i momenti
passati con i tuoi genitori?! Vuoi farmi credere il falso, anche tu?!!
Sai cosa
mi rimarrà
di tutto questo?! Un vuoto
dentro, angoscia, terribile angoscia che mi divora i nervi, senza
pietà, mi
uccide gradualmente, lentamente, non lasciandomi neanche il tempo di
respirare,
non mi molla un secondo questo senso di repulsione verso la mia
famiglia, verso
quello che è appena successo, verso me stesso! Mi hanno
mentito per una vita
intera, io non sono mai stato loro figlio, mai! Non hanno mai avuto il
coraggio
di dirmelo, mai! Ma mio padre, la persona che avrebbe dovuto amarmi
più di
tutti, ha avuto il coraggio di essere così bastardo con me
da rivelarmelo in
una camera d’ospedale, in fin di vita, con quel respiro
affaticato, quelle parole
sussurrate con difficoltà, che rimbombano dentro me, mi
massacrano! Tutto ciò
che mi rimane è l’odio, l’unica cosa che
può colmare un minimo di questo vuoto immenso,
visto che anche l’amore della mia vita, Catherine, mi ha
lasciato per sempre! –
in quel momento, Franco avrebbe tanto voluto abbracciarlo, calmarlo,
magari con
un gesto avrebbe ottenuto molto più che con mille parole; ma
come si fa a
calmare una simile rabbia, una simile avversione verso la propria vita,
così
grande, così travolgente, così incredibilmente
imponente? Non ha il coraggio di
proferire parola, non apre bocca perché sa che di fronte ad
una rivelazione
così tragica fatta in punto di morte, non
c’è parola che sia di conforto, non
c’è nulla, c’è solo la
disperazione, ci sono solo domande, solo domande senza
risposta, c’è una grande rabbia, un’ira
accecante, che non lascia spazio a
nulla, se non a voglia di perdersi, di mollare tutto almeno per un
po’; e
capisce che Facha ne ha bisogno, necessita di dileguarsi nel caos
nell’istante
in cui l’osserva varcare la
porta di
quell’ospedale, solo, in presenza di quel dolore
estenuante… -
A casa di
Matías:
Matías: Ehi,
amore, perché sei ancora così sconvolta?
– C’è
qualcosa che mi sta nascondendo, qualcosa che non vuole dirmi per
paura,
timore, ma non ho la minima idea per quale motivo possa averlo, sa che
con me
può parlare di tutto, qualsiasi cosa, eppure sembra che
ancora non riesca a
farlo davvero: forse, sente che non può farlo, ha
difficoltà ad avere fiducia
in me, oppure crede che mi può cacciarmi in un brutto guaio,
se dovesse
confessarmi la verità; e, allora, dovrò
preoccuparmi… -
Maia: E’
che… lo sai, quello che è successo ieri, la
paura… - Come faccio a svelarti la
verità su Catherine e tuo figlio, come
faccio?! Come farò a darti quel maledetto biglietto,
lasciare che tu legga
quelle poche righe di addio?! Perché, perché
doveva succederti una cosa del
genere, perché?! Se ti dicessi la verità, ti
sentiresti un padre terribile, un
padre che ha abbandonato la madre di suo figlio, che l’ha
lasciata sola in un
momento così importante come questo; ed è anche
peggio se leggessi quel
biglietto, perché c’è chiaramente
scritta la verità, sbattuta in faccia con
così poche righe, secche, dirette, troppo dolorose per
permetterti di leggerle;
non voglio vederti soffrire, non voglio! –
Matías: Sai
che la paura svanirebbe, se solo ti sfogassi con me: avrai sempre una
spalla su
cui piangere… - la sta supplicando con gli occhi di dirgli
la verità, di avere
il coraggio di fidarsi di lui, contro tutto e tutti, di provare almeno
a
chiedergli aiuto, di starle accanto in questo momento così
difficile; invece
Maia è così vulnerabile, così
spaventata, sola, indifesa da non riuscire
neanche ad averlo vicino, non riesce neanche a guardarlo negli occhi,
ad
abbracciarlo, baciarlo, esattamente come accade sempre, ogni giorno,
anche
quando non dovrebbe accadere; ma a Matías è
bastato solo guardarla negli occhi
per comprendere che sta male, che ha bisogno di aiuto, di sostegno da
parte di
sua, oggi come non mai, perché non è mai accaduto
che tra loro ci fosse una
barriera così forte, acuta, dolorosa per entrambi per un
segreto; le starà
vicino, non permetterà che questo li allontani, mai,
supereranno tutto insieme,
anche questa volta, e lotteranno insieme, se ciò che non
è stato detto è così
destabilizzante –
Maia:
Avverto sulla mia pelle, nel mio cuore, profondamente, che sto perdendo
tutto,
sto per valicare quel confine che tanto ci eravamo prefissati come
obiettivo:
rompere il nostro legame per sempre, per essere felici in altri modi,
per
dovere; e comprendo, mi sento coinvolta troppo in quella sensazione di
sconforto più totale, di sfiducia, per il quale non
basterebbe il conforto, la
vicinanza, l’amore di nessuno per riprendermi,
perché alla fine non sarebbe
quel vero amore che fa lottare; mi sento in colpa, perché tu
non meriti queste
parole, non le meriti, dopo tutto quello che hai fatto per me, e io,
che non ho
mai fatto nulla per te, niente, ti ho solo portato guai, ho vanificato
tutti i
sacrifici, tutto… - …e
tutto è successo
perché io non sono stata mai capace di lasciarti andare via,
anche se lo dicevo
continuamente, se perseveravo nel mio intento di allontanarti, alla
fine
tornavo sempre tra le tue braccia, a baciarti, abbracciarti,
ripetendoti di
lasciarmi andare via, di fartene una ragione, io, da ipocrita!! E alla
fine hai
perso tuo figlio, per questi stupidi giochetti, questi maledetti
litigi, per
tutti i momenti in cui io stavo male, avevo bisogno di te, magari
rendendo
inutili tutti i tentativi per dimenticarti di me! Ti ho solamente fatto
sprecare quelle energie che avresti dovuto avere per tuo figlio, per la
nostra
ragione di separazione… ho distrutto tutto,
tutto… mi merito il tuo odio, non
il tuo amore… -
Matías:
Amore, ascolta, tu non hai colpa di nulla! Sei tu che hai avuto la
sfortuna di
amare me, che ti ho deluso, lasciandoti da parte te, che sei stata, sei
e sarai
la donna della mia vita, quella con cui voglio sposarmi, avere una
famiglia! Io
ti ho riempito la vita di tristezza, la tua vita è diventata
una valle di
lacrime da quando quella notte, in Canada, ti confessai il dolore
più grande
della tua vita, e da lì non ho mai più visto il
tuo viso felice, mai più; e non
sai il peso che porto per aver portato lo scompiglio più
totale nella tua vita,
rendendotela impossibile; adesso, l’unico modo per riparare
almeno un minimo
dei miei errori è amandoti, stando accanto a te giorno e
notte, in qualsiasi
momento, anche se non basta affatto, perché vedo che tu
soffri ancor di più
avendomi vicino, e io odio me stesso per questo… -
inevitabilmente, ogni volta
che dalla sua bocca uscivano parole dure, tristi, sconfortanti, che
erano solo
il preambolo di momenti che al solo pensiero terrorizzano,
destabilizzano e
creano solo angoscia, Maia finiva sempre per innamorarsi sempre
più di Matías,
lo amava tanto il quell’istante, come mai si sarebbe
aspettata di amare
qualcuno per i suoi errori, per la sua capacità di ammettere
di aver sbagliato
tanto, di aver reso tutto più complicato, intricato, ma alla
fine aveva solo ottenuto
di renderli più complici, più uniti e legati che
mai, perché entrambi amavano a
prescindere da tutto, da qualsiasi cosa sia successa tra loro; amavano tanto, e
questo bastava a
risanarli di tutto, anche delle cose peggiori, non si sarebbero mai
dimenticati
l’uno dell’altra; ma la paura di Maia persiste:
quando c’è di mezzo un figlio,
sangue del suo sangue, si sarebbe stravolto tutto? Da Amore
a… Odio?
Rabbrividisce al solo pensiero che solo dopo avergli dato la triste
notizia,
avrebbe visto come le cose evolveranno… -
Maia: Ti
amo, ti amo veramente tanto, voglio che tu lo sappia, qualsiasi cosa
accada, io
sarò con te, per sempre… - gli accarezza il viso
dolcemente, sperando che non
sia l’ultima volta in cui abbia la possibilità di
ribadirgli il suo amore per
lui –
In
Kricoragan:
Pedro: Sei
lo stesso schifo di sempre! – L’odio
per
te è una costante nella mia vita, con quel bacio
l’hai sancito, non riesco a
non odiarti dall’ultima volta che ci siamo lasciati, quando
ci siamo visti
perché tu mi dessi la busta con i soldi che mi spettavano
per tenermi la bocca
chiusa su tutto quello che aveva combinato con la madre in quella casa;
la voglia di
vederla per i soldi, quella volta,
era solo un pretesto per passare quei pochi minuti con lei e magari
cercare di
convincerla a mollare tutto e scappare con me lontano da tutto; ma
quando vidi
quanto cinismo, quanta cattiveria emanava non ebbi il coraggio di
chiederglielo: avevo troppa paura che un ennesimo rifiuto mi
condannasse a
stare ancora peggio di adesso, ma forse mi sbagliavo, perché
più odio di così
non potrei mai arrivare a provare, mai –
Delfina:
Quel bacio ti sta ribollendo nelle vene, come neanche i baci che mi
davo con
Federico! Oh, andiamo, credevo che sapessi tenere molta più
testa a questa tua
impetuosa gelosia per me, questo continuo amore morboso che provi per
me, pur
conoscendomi – Delfina si aspetta la reazione peggiore che
Pedro abbia mai
avuto, e, infatti, arriva: Pedro la prende per un braccio, facendo in
modo che
lo guardasse dritto negli occhi per assaporare, per rendersi conto una
volta
per tutte, per fissare per bene, per osservare quanto male, quanto
dolore,
quanto danno gli avesse causato, essendo quella che è, una
maledetta cattiva
persona, quella cattiva persona che prende il posto della vera Delfina,
ogni
volta che la notte finisce e inizia una nuova giornata, una nuova
battaglia da
iniziare, dopo che per tutta la notte è stata la donna
più dolce, innamorata,
sentimentale, vera, con dei sentimenti, dei veri sentimenti, al posto
di quel macigno
che sembra avere al posto del cuore; Delfina adora vederlo
così, disperato per
fare in modo che lei abbassi la guardia, che lo rispetti e abbia almeno
un
minimo di timore nei suoi confronti, per manovrarla e costringerla a
fare tutto
ciò che lui vuole per vendicarsi una volta per tutte; ma
Delfina, pur temendolo
veramente tanto, non ha la minima intenzione di permettere che lui
continui con
i suoi piani, vuole fermarlo, frenare tutta quella pazzia, prima che si
bruci
anche l’ultima possibilità per stare insieme, una
volta e per sempre –
Pedro: Non
vali niente, credi che l’amore sia morboso, ma che razza di
persona sei?!! –
Delfina avrebbe tanto voluto dargli uno schiaffo, forte, senza
pietà, perché
era troppo, l’aveva insultata almeno cinque volte in due
giorni, l’aveva
calpestata, sovrastata, e non aveva mai permesso a nessuno di farlo,
prima
d’ora; ma, in realtà, calma
questa sua
voglia di riscatto e rispetto in fretta: è l’unica
persona determinata ad
aiutare Catherine, ad aiutare una povera ragazza con un
bambino in grembo, tutta sola in chissà quale
parte del mondo, visto che ha lasciato il covo dove era nascosta con
gli altri;
è una brava persona, perché nessuno farebbe mai
una cosa così se non si è
spinti da buoni propositi; iniziava a vagare l’idea che non
è così male essere
una specie di Floricienta: niente nervosismo, odio, isteria, niente di
tutto
ciò; solo calma e determinazione, che non le è
mai mancata, ma in questo
contesto assume tutt’altro valore; ma doveva ancora conoscere
l’altra faccia
della medaglia… -
Delfina: Io
lo so, ma non so se tu te ne stai rendendo conto: stai gettando al
vento tutto,
la nostra relazione, i nostri ricordi, tutto di noi; ti prego,
t’imploro di non
farmi odiare anche quei pochi momenti che adoro di quel tempo, ti
prego… - Non farmi ancora del
male, non odiarmi, ti
prego, non farmi pentire di tutto, proprio di tutto quello che ho
costruito in
quel periodo, anche se so che la maggior parte sono macerie, ho
distrutto
tutto, non era rimasto niente quando sono uscita da quella porta; ma,
almeno,
avevo nel cuore il ricordo di noi due, della nostra vita insieme, delle
nostre
fughe clandestine, i fugaci baci e momenti che passavamo insieme ogni
volta che
potevamo, comportandoci come due innamoratissimi fidanzatini; ti
supplico di amarmi,
di dimenticare il peggio… -
Pedro si
sentiva sollevato, felice, gioioso, ammaliato da quelle parole,
pronunciate
proprio da Delfina, colei che, per un anno intero, l’aveva
sempre colpito
duramente, insultato, allontanato, trattato male, umiliato con le sue
parole;
avvertiva la felicità, come un raggio di luce
all’interno di tanta ombra, che
lo fa sorridere, rende quei suoi occhi grigi e cupi di un azzurro
così intenso,
luminoso: era una visione strepitosa, splendida per Delfina; e, mentre
nel
cuore di Pedro si faceva spazio la felicità, nel cuore di
Delfina prendeva
posto la speranza che tutto potesse prendere una piega distinta
–
Intanto, a
casa Fritzenwalden:
Franco:
Flor, posso parlarti un attimo? È molto urgente…
- Dobbiamo fare qualcosa tutti quanti
insieme, non possiamo lasciare
Facha in questo stato, da solo, senza nessuno che si occupi di lui, non
sarebbe
giusto, soprattutto in questo momento, in cui capisco e ho visto che
non ce la
farà da solo… -
Flor: Si,
certo, dimmi, è qualcosa di grave? – nota come
Franco abbassa la testa, non è
felice, con quel sorriso contagioso, la sua risposta pronta, gli occhi
frizzanti, non sprizza allegria e contentezza da tutti i pori come
sempre,
sembra angosciato, triste, immensamente preoccupato; e così
si preoccupa, sente
un’agitazione crescente, mette una mano su quel magone che le
si è creato,
cerca di non farsi sopraffare, ma le lacrime le salgono, fatica a
tenerle in
gola, l’espressione di gioia sul suo volto cambia
drasticamente, divenendo
triste, nervosa; solo una volta ha visto quell’espressione:
sul viso di
Federico, angosciato per Maia in ospedale, ricordando la morte dei suoi
genitori –
Franco:
Il padre di Facha è morto, proprio davanti ai suoi occhi, in
ospedale, mentre
gli confessava che non era davvero suo padre! Flor, io non ho mai visto
Facha
in questo stato, era sconvolto… - Flor lo interrompe
–
Flor:
Vado da lui, subito! Di a Federico che io tornerò tra un
po’, se chiede di me –
Chi meglio di questa famiglia potrebbe mai
capirlo? Chi meglio di noi, che abbiamo sofferto le pene
dell’inferno, le pene
peggiori, potrebbe arrivare magari a farlo sentire meglio, a fargli
apparire un
barlume di speranza in quel suo cuore così distrutto,
amareggiato, privo di
amore e di affetto? Chi?! Dobbiamo stargli accanto, dobbiamo aiutarlo,
fare in
modo che superi questo momento, deve avere il coraggio di affrontarlo,
di
tirare fuori, di cercare nel profondo del suo cuore quelle ultime,
stremate
forze per continuare a lottare, deve farlo! Non si deve arrendere, non
deve… -
All’ospedale:
Lorenzo:
Ehi, ti senti bene? Sembri davvero tanto scossa, eppure la nonna sta
bene; è
successo qualcosa? – Io ancora non
riesco
a capacitarmi di quello che è successo a Maia, non lo riesco
minimamente a
credere, mi sembra così assurdo, così fuori dal
mondo, dagli schemi, da tutto!
Chi vorrebbe che una ragazza solare, dolce, amorevole, affettuosa e
gioiosa
morisse?! Io non l’ho mai vista circondata da persone che le
vogliono fare del
male, che vorrebbero a tutti i costi farla fuori, così
subdolamente,
cinicamente e freddamente, mai; eppure sono un buon osservatore, ma
nonostante
questa mia dote, pare che le cose siano molto diverse da come io
pensavo che
fossero; sperando che questa volta l’istinto e il mio spirito
di osservazione
non m’ingannino, bisogna indagare a fondo, non nel suo
presente, perché il suo
presente è fatto di Matías, i suoi fratelli,
Florencia e me… -
Paloma:
Tu che dici?! Catherine è scomparsa nel nulla, nonna
è in un letto d’ospedale e
io sono incapace di occuparmi di tutto questo! Abbiamo una vendetta da
portare
avanti, ma mi domando come faremo con tutti questi casini di mezzo! - … ho il sangue che mi ribolle nelle
vene,
sento bene come tutto l’odio che ho dentro mi si contorce
enormemente,
aggravando ancora di più la situazione di quelli che mi
stanno attorno: Matías,
Maia, Segundo e tutti quelli che proveranno a mettersi sulla strada
della mia
vendetta, provando a contrastarla, passeranno l’inferno,
saranno vittime della
mia ferocia, della mia cattiveria e della mia malignità!
Niente più momenti di
indecisione, niente più traballamenti, niente più
confusioni: ora è il momento
di avere paura e determinazione, soprattutto con Segundo! –
Lorenzo:
Ce la possiamo fare contro tutte le avversità, lo sai bene:
non siamo persone
che si arrendono, siamo ossi duri; ma anche Segundo lo è...
fai attenzione,
molta attenzione… - Crede che io
sia
stupido, che non mi sia accorto di quanto stia vicino a Segundo, di
quanto
sembri imbambolata, ipnotizzata, con quella luce negli occhi quando
c’è lui
accanto a lei; è innamorata, innamorata persa di Segundo
come anni fa, non è
cambiato niente, continua a guardarlo con gli stessi occhi, e la vedo
sempre
più in difficoltà, sempre più in
situazioni difficile con lui: per questo ho
paura che se continuerà a frequentarlo, le cose si potranno
mettere male per
tutti noi, poiché Segundo ha i mezzi, è scaltro,
svelto e astuto per mandare
tutto all’aria, tutta la nostra vendetta… -
Paloma:
Io so molto bene quello che devo fare, quindi non mi venire a dire a
cosa o a
chi devo stare attenta! Non sono più una bambina, le cose
cambiano, e anche
drasticamente! E poi, non sono io che mi sono innamorata di un mio
nemico, o
sbaglio?! E per giunta mi rendo patetica per farlo innamorare di me a
tutti i
costi! Non mi provocare, perché stamattina ne ho per tutti!
– Devo fare qualcosa, odio
ammetterlo, ma ha
ragione: devo fare molta attenzione, moltissima, perché da
come mi ha lasciato
questa mattina, così carico di determinazione, quasi
violento e disperato, è
capace di qualsiasi cosa per rendermi le cose impossibili, qualsiasi;
e, conoscendolo,
starà già iniziando ad architettare qualcosa di
altamente destabilizzante,
quindi devo pensare a come contrastarlo… -
Lorenzo:
Be’, io almeno non mi sono innamorato di un tipo che mi tiene
in pugno e mi
controlla la vita, e potrebbe anche distruggere molti mesi di lavoro;
io sono
patetico, ma tu sei ingenua; e ora, scusami, ma devo andare a risolvere
dei
servizi; se vedi la nonna, dille che verrò a trovarla questa
sera…
In
Kricoragan:
Pedro:
Come mai, dopo l’uscita che abbiamo avuto, ti sei dileguata
nel nulla? Non sei
neanche appiccicata al conte, ed è preoccupante – Mi piacerebbe tanto sapere che cosa mi sta
nascondendo: è sempre stata
una donna piena di sorprese, misteriosa, mi ha sempre suscitato molta
curiosità, ma anche timore, perché non
è come tutte le altre, fa sempre di
testa sua, ciò che vuole quando vuole; e quando non la si
vede in giro, sta
progettando qualcosa… -
Delfina:
Primo: tu sei l’autista, quindi in camera mia non entri senza
chiedermi il
permesso; secondo: evitami l’interrogatorio,
perché non ho niente da dirti! E
adesso, scusami, ma devo andare dal conte! – non appena esce,
Pedro si
precipita a guardare dietro lo specchio, il nascondiglio che hanno
sempre usato
lei e sua madre per nascondere le carte importanti, e ci trova qualcosa
di
molto strano: un biglietto per Londra, per cui dovrà partire
tra tre giorni; e
così fioccano le idee per rovinarle i piani… -
Pedro:
Di certo non sarà una vacanza, perché la
farò diventare il suo inferno…
Nello
studio di casa Fritzenwalden:
Matías:
Ehi, Federico! Come va, amico? Immerso nel lavoro fino al collo?
– Meno male che mi sono preso un
paio d’ore
rilassanti con Maia, così da ricaricarmi per bene e gettarmi
a capofitto nel
lavoro, visto che ho migliaia di pratiche arretrate da parecchio
tempo… -
Federico:
Eh, già! Sembra che i fogli non finiscano mai, e io non la
smetta mai di
firmare! Ma, dimmi, è già finito il momento di
relax che ti sei preso con Maia? Credevo che avreste
passato tutta la
giornata insieme, non vedendola qui in casa e neanche in camera sua;
comunque,
la vizi tanto: le hai anche lasciato una rosa sul letto! –
ride –
Matías:
Una rosa? Di che parli? E’ stata Maia a precipitarsi a casa
mia spaventata e
scossa, io non sono venuto qui prima di adesso…
Federico:
E, allora, chi ha lasciato quella rosa a Maia?
In
camera di Maia, intanto, un biglietto è posizionato proprio
sul suo letto, un altro
biglietto da leggere; Maia spera che non siano ancora minacce,
perché il suo
livello di sopportazione è arrivato al limite.
Gli
scherzi e le minacce sono finite.
È
arrivato il momento di guardarci negli occhi.
Vediamoci.
Potrei
svelarti cose che neanche la tua famiglia ha il coraggio di dirti,
amore mio.
Ciao
a tutti! Chiedo umilmente perdono a tutti per il gran ritardo
accumulato, ma tra scuola e impegni vari è veramente
impossibile scrivere un capitolo! Be', ma ora sono riemersa dalle acque
profonde! Capitolo un po' intenso, che spero vi piaccia! So che è corto, ma ho dovuto dividerlo in due parti, siccome è un po' corposo! Un bacio a
tutti quelli che continuano assiduamente a seguirmi, che mi riempiono
di soddisfazioni e incitano a continuare! Grazie, grazie di cuore a
tutti! Un bacio, alla prossima!
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