Maia e Matias, la storia più bella

di lovelyhead
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non è una lettera d'addio, è un ritorno trionfale. ***
Capitolo 2: *** Tormenti, segreti, scoperte... ***
Capitolo 3: *** Barlumi di speranza ***



Capitolo 1
*** Non è una lettera d'addio, è un ritorno trionfale. ***


Salve a tutti! Questa storia per me ha un valore molto particolare: è stata la mia prima vera storia, quella che io adoro, che mi piace e che voglio a tutti i costi continuare; purtroppo mi si è cancellata, ma io voglio continuarla in tutti mi modi, perché per me è davvero molto importante finirla, e non sapete quanto ci ho pianto su quando ho scoperto che non c'era più.

Vi lascio qui il riassunto dei precedenti quarantanove capitoli cancellati non so come.

 
Maia e Matias s’innamorano moltissimo l’uno dell’altro, ma sfortunatamente Federico non gli permette di stare insieme per colpa della consistente differenza d’età tra i due. Così il maggiore dei fratelli intima a Matias, che nel frattempo aveva continuato a stare con Maia nonostante abbia litigato col suo migliore amico, di stare lontano da Maia solo per il suo bene, e così Matias, dopo un’attenta riflessione, decide di lasciare Maia una volta per sempre dopo un’ultima notte passata insieme. Ma la mattina successiva Matias, per salvare Maia, ha un incidente e così finisce in ospedale. Maia è devastata per l’accaduto e per questo finisce per stare molto male anche lei fisicamente, però entrambi riescono a riprendersi. Maia va da Matias per fargli cambiare idea riguardo alla decisione di stare lontani, ma lui sembra irremovibile. Qui entra in scena la figura di Catherine, apparentemente una giovane e bellissima ragazza che aiuta i suoi cugini Lorenzo e Paloma a vendicarsi di Matias, il quale aveva fatto molto soffrire Paloma. Catherine riesce a conquistare Matias e così si fidanzano. Da qui ne deriva un devastante momento per Maia e Matias, che litigano continuamente per evitare di cedere all’amore profondo che nutrono l’uno per l’altra. Intanto, Federico decide di perdonare Matias subito dopo l’incidente, e sposa Flor. Maia, in preda alla disperazione per Matias, cerca conforto in Facha pur non amandolo. Alla fine, però, Matias comprende di non riuscire a vivere senza Maia, così i due si riconciliano e vanno in vacanza con Florencia e Federico in Canada. Intanto, i malvagi Lorenzo, sposato con Delfina Santillan, Paloma, Bonilla, Malala e Catherine continuano a tener costantemente d’occhio Maia e Matias, e non appena scoprono che Matias vuole tornare con Maia, ordinano a Catherine di dire a Matias che aspetta un bambino. A quel punto,  Matias viene a sapere la dolorosa bugia, e quella stessa sera la svela anche a Maia, che ne resta angosciata, delusa e amareggiata. Il giorno dopo tutti tornano in Argentina, perché nessuno sopporta il clima pesante che si è creato. Lorenzo, invece, per aiutare sua sorella Paloma a mandare avanti la sua vendetta con i consigli di Malala, inizia a frequentare Maia e in breve tempo inizia a provare qualcosa per Maia, e Delfina, con grande intuito, non ci mette molto a capirlo. Maia, invece, troppo provata dall’aver saputo che non potrà mai stare con Matias perché Catherine aspetta un bambino, decide di andarsene in Germania per sempre, nonostante le continue insistenze di Matias per farla rimanere. Maia scappa dall’Argentina, dopo aver salutato tutta la sua famiglia, compresa Lorenzo, per il quale nutre una profonda simpatia, ma solo come amici. Per Matias ha inizio un momento molto duro della sua vita: già è molto non poter stare con Maia, ma ora che lei non c’è, si sente veramente distrutto. Florencia chiama Maia e le dice chiaramente che è molto preoccupata per Matias, e Maia scoppia a piangere. Dopo una chiacchierata con Flor, Matias decide di andare in Germania e convincerla a tornare a tutti i costi. Dopo lunghe insistenze, Maia cede alle richieste di Matias, e passano qualche giorno in Germania soli e dimenticano tutti i problemi che li affliggono. Durante il loro soggiorno in Germania, incontrano Maximo, cugino di Matias, con Delfina, che ha rinunciato a Lorenzo e inizia a frequentare seriamente Maximo, e ne rimangono molto sorpresi. Dopo una romantica notte, Maia e Matias decidono di fare una lunga passeggiata nel centro di Berlino, ma lì Matias incontra Catherine e Maia scappa via per non farsi vedere. Matias la chiama per sapere dove sta, e le chiede di vedersi alla casa dei suoi genitori. Qui i due si dicono addio per sempre tra le lacrime. Tutti tornano in Argentina. Maia, infastidita dal comportamento che Matias ha per Catherine, per non soffrire più, decide di dare un’opportunità a Lorenzo. Intanto, Catherine, che ha incontrato di nuovo sua nonna Gracia, s’innamora moltissimo di Facha, ma non vuole stare con lui: sua madre è morta suicida proprio perché un uomo la fece innamorare e poi la lasciò, e lei non vuole che le succeda la stessa cosa. Ma l’amore è più forte di tutto, tanto da lasciarla incinta di Facha. Ma, prima che possa dirglielo, scopre che Facha è il figlio dell’uomo che ha fatto morire d’amore sua madre. Così, provata, scappa dall’Argentina per rifugiarsi a Londra, dopo aver detto addio a Facha, che resta molto devastato dalla sua scomparsa, visto che ricambia i sentimenti che Catherine ha per lui. Nella vita di Paloma, invece, torna Segundo, un suo ex fidanzato che però ama ancora moltissimo, e sembra che possa rovinarle i piani di vendetta.  Intanto Maia, dopo aver avuto una cena molto romantica con Lorenzo, viene contattata da Matias, che le chiede di passare una notte insieme a casa sua. Maia, incoraggiata da suo fratello Federico, che tra poco diventerà papà, va da Matias e passano la notte insieme. Il giorno dopo, Maia ha un malore e viene portata in ospedale. Mentre Delfina, tornata in Argentina da Kricoragan, la terra di Maximo, conte del Kricoragan, scopre che Catherine è incinta per una sua ecografia lasciata sbadatamente nel rifugio, e così decide di cercarla ostinatamente; per le vie di Buenos Aires, Delfina incontra Pedro, che sembra molto intenzionato a fargliela pagare per tutte le malefatte che Delfina gli ha fatto passare.

Capitolo 50.

Facha: Perché mi stai facendo questo, perché… - si domanda continuamente, tormentandosi per comprendere delle ragioni in quelle poche righe di quel pezzo di carta; ma non trova una spiegazione razionale, perché l’amore non è fatto di razionalità, ma solo d’istinto e di quella complicità interiore, che solo due persone che hanno incontrato il vero amore posso capire; e Facha l’ha compreso, ma soffre davvero molto per l’abbandono definitivo della sua amata –
A casa di Matias:
Matias: Mi dispiace non poterti dare il buongiorno nel modo migliore, ma io e tuo fratello abbiamo delle questioni importanti da risolvere in azienda; quindi mi tocca salutarti solo con un bacio – Dai suoi occhi, percepisco che siamo ritornati alla solita guerra fredda di tutti i giorni: tonano i litigi, le gelosie, i sentimenti nascosti e inconfessabili, le paranoie e soprattutto l’insopportabile repressione di tutto ciò che sentiamo ogni volta che rimarremo soli… -
Maia: Io devo andare, prima che la repulsione nei confronti di me stessa mi faccia impazzire come non mai: è sbagliato, abbiamo sbagliato… - E ora che torno a casa? Dovrei distruggere mio fratello maggiore, il mio tutore, chi mi dovrebbe amare come nessun altro?! È stato lui a condurmi da Matias, a spingermi ad andare da lui pur sapendo la situazione che ci circonda! Sarà tutta una finta un’altra volta, la mia relazione con Lorenzo è di nuovo punto e a capo –
Matias: Ehi, siamo innamorati, è amore, amore puro quello che sentiamo, e non possiamo opporci; questa notte abbiamo avuto bisogno l’uno dell’altra, non devi sentirti in colpa… - l’abbraccia, consapevole che di lì a poco le avrebbe scatenato un pianto veramente devastante, un pianto che conosce bene e a cui vuole porre rimedio, ma purtroppo niente allevia il dolore del vero amore, e lui lo sa perfettamente –
Maia: Non riesco a convincermi di questo, non ci riesco… eppure sono sempre da te… – E mi consolo tra le tue braccia, tra i tuoi baci e tra le tue carezze, senza pensare a niente, né a Lorenzo né a Catherine né a tuo figlio –
Matias: Neanch’io so come fare… - gli squilla il telefono – E’ tuo fratello, devo andare; più tardi ne riparliamo…
Nei pressi di Buenos Aires:
Paloma: E’ ora che io me ne vada, ho delle questioni importanti da risolvere… - resta un attimo a pensare a tutto ciò che l’ha afflitta la sera precedente: Catherine aveva scoperto che Facha non era esattamente chi pensava, l’ha sconvolta, l’ha resa vulnerabile e forse ha provocato con la verità qualcosa d’irreversibile; ma chissà se l’amore, anche quella volta, l’abbia salvata: non crede a quelle storielle, però è bello avvertire uno spiraglio di speranza; fu quello che salvò anche lei… -
Segundo: Va bene, capisco, ti lascio andare; ma voglio che ci manteniamo in contatto: ti ho detto che ho molte informazioni su ciò che più t’interessa… - Io so tutto, praticamente qualsiasi cosa della famiglia di Matias, che è all’oscuro di tutto quello che ha trascorso la sua famiglia e in particolare sua madre; si prospetta per lui una vera e propria tempesta emozionale per i prossimi periodi –
Paloma: Giuro che riuscirò a scoprire anche io tutto ciò che sai tu, senza aver bisogno dell’aiuto di nessuno, assolutamente di nessuno… - Devo mettermi all’opera, non posso permettere che Segundo mi batta sul tempo e sulle informazioni, perché più sa e più è pericoloso per la mia famiglia, per la vendetta contro Maia e Matias e per Lorenzo –
Segundo: Dovrai faticare molto per scoprire tutto quello che c’è dietro; non hai idea in che cosa ti stai infilando – Ci sarà un grosso sconvolgimento per tutti se la bomba esploderà; e lo farà, perché è solo questione di tempo: una vera e propria bomba a orologeria –
Paloma: Io ce la farò, sono molto determinata, e non c’è neanche bisogno che ti dica che quando mi metto in testa una cosa, la porto a termine sicuramente!
In casa Fritzenwalden:
Greta: Froilan Maia, stare bene?
Maia: Ah, Greta, ho un forte mal di testa: potresti prepararmi un tè e magari darmi qualcosa per tranquillizzarmi e riposarmi? Oggi è una giornata partita con il piede sbagliato – Mi sa che oggi devo veramente rimanere a letto tutto il giorno! Ho un mal di testa che mi sta divorando, una stanchezza palese sul mio viso e degli occhi talmente stravolti da far paura: mi sa che mi sono beccata qualcosa la scorsa notte –
Flor: Maia, vieni qui, siediti! Sei pallida, stanca, sembra che questa notte tu sia andata in guerra! – Devo avvertire Federico: questa ragazza ha qualcosa di molto strano –
Maia: Molto peggio della guerra: casa di Matias, il campo di battaglia dei sentimenti, un errore gravissimo – inizia veramente a sentirsi più che male, malissimo: sviene davanti agli occhi di Flor, che rimane per qualche secondo imperterrita a guardarla, poi, superata la paura, chiama l’ambulanza; Maia viene portata d’urgenza all’ospedale con la presenza di Flor nell’ambulanza, che non voleva lasciarla neanche un minuto; non appena arrivano in ospedale, Flor e tutti gli altri componenti della famiglia aspettano nella sala d’attesa che il medico gli dia informazioni, mentre Franco contatta Federico e Matias, che arrivano subito per capire la situazione –
Federico: Che le è successo?! – guarda Flor confuso, preoccupato e impaurito per la sorte della sorella: ha una gran paura che sia accaduto qualcosa di molto grave alla sorella –
Flor: Quand’è tornata a casa, questa mattina, era pallida, stanca, non sembrava lei, e mentre parlavamo è svenuta improvvisamente; non si è ripresa, mi sembrava che avesse perso conoscenza
Matias: Dovevo rimanere con lei questa mattina, non dovevo andarmene così mentre era così sensibile! Non me lo perdonerò mai… - Per favore, che non le succeda niente, che si risvegli, che sorrida e sia felice come sempre! Non potrei mai sopportare di perderla, è l’amore della mia vita, l’amore come non ho mai amato nessuno, non merita di soffrire –
Flor: Matias, non è colpa tua! Lo sai che la colpa non potrà mai essere tua, perché tu non fai altro che donare amore a Maia, le puoi fare solo del bene; credimi, tu non hai colpe per quello che le sta succedendo… - Poverino, come soffre! Tutti noi siamo fortemente in pena per la piccola ribelle di casa, ma Matias sembra davvero disperato e preoccupato! Spero solo che l’amore che prova riesca ad aiutare Maia, che le permetta di combattere anche questo ostacolo –
Matias: Nonostante tutto, io sento di avere delle responsabilità nei suoi confronti – si avvicina alla porta, da cui vede la sua amata colma di tubi che le percorrono il corpo, così immobile e pallida su quel letto; scoppia a piangere, un fiume di lacrime invade il suo viso: tutto quello che vede è troppa tristezza, non riesce a sopportare di vedere la donna che ama in quelle condizioni, non lo sopporta; non è stato in grado di proteggerla in quel momento, ed è quello che gli duole di più –
Nel covo dei malvagi:
Delfina: Sono tornata! C’è nessuno? – si guarda intorno: sembra arrivata la desertificazione in quella casa; non c’è nessuno in casa, né sua madre né Bonilla, né Lorenzo, tutti fuori dalla dimora che li accomuna; Delfina, presa dal fatto che non c’è nessuno in casa, fa un giretto per tutte le stanze, solo per ricordare gli attimi di felicità che ha vissuto: una vecchia foto, di circa cinque anni prima, di lei e Lorenzo sul comodino di quest’ultimo; erano in Bolivia, erano i giorni di luna di miele da sposati; s’intravedeva felicità negli occhi di entrambi, una totale voglia di vivere l’amore reciproco che sentivano, che però se n’è andato via a poco a poco, lasciando dolore e amarezza; ma Delfina distoglie subito l’attenzione da ciò che le fa versare lacrime amare, e si mette a gironzolare per le altre camere della casetta; arriva in camera di Catherine, e, insospettita dal fatto che non vede neanche un suo oggetto nella camera, perlustra il suo guardaroba, i suoi cassetti: non c’è niente, è scappata –
A casa di Facha:
Facha: Ti prego, rispondimi al telefono… - L’ultimo tentativo per convincerti a non abbandonarmi, a non spezzarmi il cuore per sempre e a non travolgermi per sempre –
Catherine: Facha… - Forse, ho sbagliato a rispondere al telefono, ma sentivo che dovevo almeno dirgli addio di persona, dirgli quanto lo amo e pregarlo di capire le mie decisioni, anche se lo amareggeranno tantissimo; ma io devo preservare qualcosa d’importante, e non posso permettere a niente di fargli del male –
Facha: Ti prego, amore, torna da me, non mi lasciare… - scoppia a piangere, è molto addolorato per quello che sta succedendo tra lui e Catherine, non riesce a capire come possa un amore così grande e intenso non trionfare e permettergli di vivere un finale felice–
Catherine: Lo faccio  per te, per noi, lo devo fare… - Non è il momento, non posso dirgli che non conosce suo padre, che non sa che suo padre è colpevole di un atto veramente subdolo,  non  posso rovinargli la vita in questo modo, non posso,  non me  lo perdonerei mai… -
Facha: Dammi  una ragione per comprendere! – E’ tutto così complicato, così difficile! Ci sono troppi segreti tra noi, e lei non ha neanche il coraggio di dirmeli, forse perché ha paura che io la lasci per sempre, che non sia in grado di accettare ciò che le è successo! Ma non è così… -
Catherine: Sappi solo  che io ti amo, ti amerò per sempre… addio…
Nel covo dei malvagi:
Delfina: Non è possibile… - ha scoperto il motivo per cui Catherine è scappata da Buenos Aires: è incinta, aspetta un bambino, e non è una menzogna, non è un inganno; è fuggita via per proteggere suo figlio da tutto il dolore che la circonda, tutte le bugie, gli inganni e le trappole che quell’orrido posto ha inventato per mesi; adesso, è sola con un bambino in grembo, diventerà madre senza che nessuno le dia una mano, un aiuto con tutta quell’esperienza nuova; e Delfina sa cosa vuol dire essere sola al mondo, non avere nessuno che si preoccupi per lei, e proprio per questo è pronta a fare qualsiasi cosa pur di trovare Catherine –
All’ospedale:
Federico: Sai che non posso fare a meno di pensare, di aver paura, di ricordare… - e le lacrime agli occhi arrivano, gli provocano tanti solchi sul viso, anche se dovrebbe mostrare la figura integra, tutta d’un pezzo e invulnerabile ai suoi fratelli; ma quella situazione è troppo devastante, così triste, angosciosa da non permettergli di continuare a non mostrare i suoi sentimenti: nel fondo anche lui ha un’anima, un’anima ribelle repressa per aiutare la sua famiglia, che ora deve uscire, deve tornare a respirare come quando era bambino, perché solo in quel modo riuscirà a superare tutto, soprattutto riuscirà a dimostrare di non essere ciò che è diventato per il bene di tutti i suoi fratelli –
Flor: Federico… - ma Florencia non poteva fare niente per alleviare la morte dei suoi genitori, il fatidico momento in cui Federico ha perso ogni speranza e fiducia nella vita, nell’amore, in tutto quello che solo l’esistenza ha da offrire; e non può neanche dargli torto: se la vita è così dura per lui, per la sua famiglia, perché continuare a mentirsi, a dirsi che prima o poi arriverà la totale felicità? Per la prima volta, Florencia si rendeva conto dei pensieri su cui il Freezer è stato costretto a meditare per giorni, mesi, anni interi –
Federico: Su questa sedia, in questo posto, anni fa, un dottore col camice bianco, il viso serio e impallidito mi scagliò contro una dura verità, e ho paura che succeda ancora; in questi momenti, mi sento ancora lo stesso ragazzino che andava vagando con la chitarra in mano per suonare e cantare le sue canzoni: è possibile che io non riesca ad imparare da tutto quello che è successo?! È possibile che io rimanga sempre lo stesso ingenuo sbarbatello? – a quel punto, con quelle parole, il Freezer aveva toccato il cuore della sua Flor: si era mostrato per ciò che è ed è sempre stato, ovvero una persona buona, dolce, incantevole e incapace di far del male alle persone; è stato solo fortemente irrigidito dalle vicende della vita, che da una parte l’hanno reso l’uomo autoritario e privo di sentimenti, ma dall’altra l’uomo responsabile, nobile d’animo e determinato, che ha scelto come marito e padre dei suoi figli –
Flor: Perché quella meravigliosa parte di te non dovrà mai più essere repressa, non soffrirà mai più così; perché Maia si sveglierà, e potrai ancora sgridarla per tanto tempo…
Federico: E’ ciò che desidero di più al mondo…
Nel covo dei malvagi:
Delfina: Arriverò domani in Kricoragan, così potremo chiarire per bene la situazione – Devo necessariamente trovare Catherine, ma ho un grave inconveniente: non ho l’aiuto di nessuno, né di mamma, Bonilla, Maximo, non posso fidarmi di Paloma e Lorenzo, che non lascerebbero mai che Catherine non li aiuti a completare la vendetta per via di questo bambino che aspetta; credo proprio che la obbligherebbero a stare con Matias facendogli credere che quel bambino è suo; quindi devo solo sperare che le forze di Kricoragan riescano a trovarla e che questa storia venga messa a tacere per bene –
Segundo: Sospetto che non parlavi esattamente con mio cugino, vero Delfina? – Mi sembra che questa donna stia complottando qualcosa di molto grande, e, da come me l’ha descritta Paloma, ciò che pianifica è sempre molto malefico, contorto, intelligente e difficile da scoprire; ma non ha avuto a che fare con me: posso tenerla nelle mie mani, esattamente come sto facendo con Paloma –
Delfina: E a te cosa importa, Segundo? Di certo, non vengo a raccontare a te la mia vita privata, né tantomeno con chi mi telefono – Meglio mantenersi sulla difensiva con Segundo: è un tipo silenzioso, freddo, calcolatore, intelligente, misterioso, dal fascino magnetico e a tratti pericoloso, in grado di mettermi tranquillamente in difficoltà, visto che lui ha le armi in Kricoragan per scoprire i miei piani, per compromettere il mio rapporto con Maximo e anche per rendermi la vita impossibile, se solo lo volesse –
Segundo: A me, francamente, non importa della tua vita privata; m’importano ben altre questioni molto più importanti – inconsapevolmente, l’occhio gli cade su una foto di Paloma, e il suo sguardo non può fare a meno di cambiare dalle emozioni che prova guardando solo quella foto: è così bella quando sorride malinconicamente, mostrando ciò che è davvero, senza maschere di aggressività e cattiveria che utilizza per allontanare le persone da se stessa –
Delfina: Ecco trovato un punto a mio favore: è innamorato di Paloma, si vede che un forte sentimento lo unisce a lei, esattamente come mamma mi aveva descritto durante le lunghe nottate in cui io e lei spettegolavamo su tutto quello che succedeva nei nostri rispettivi paesi; so perfettamente su cosa puntare, semmai mi dovesse ricattare – Be’, allora ti lascio alle tue questioni, Segundo…
Segundo: Ciao, Delfina… - Scoprirò che cosa nascondi –
A casa di Facha:
Bata: Ciao Facha! Ehi, ma che ti succede?! Sei tristissimo! – E’ da troppo tempo che Facha ha un comportamento alquanto strano: non è più sorridente, scherzoso, allegro e sarcastico come una volta; sembra totalmente cambiato, come se qualcosa sia piombato improvvisamente nella sua vita e l’abbia reso la persona che è adesso –
Facha: Bata, sono distrutto, completamente devastato, non so più cosa fare… - Perché mi ha lasciato in questo modo, senza chiarirmi i motivi di questa sua decisione improvvisa e anche imprevedibile: pensavo che dopo la notte che abbiamo passato insieme l’avesse cambiata e avesse deciso di rimanere con me per sempre; ma mi sbagliavo: ha deciso di lasciarmi, quella era solo l’ultima notte che avremmo passato insieme, è stato un addio –
Bata: E immagino che sia una donna il problema della tua vita: chi è? – La nostra amicizia verrà messa a dura prova: ho notato come Nata guarda Facha, quegli occhi che le brillano e quell’espressione da ebete innamorata ogni volta che lo vede, gli parla e lo guarda negli occhi; e credo che non la prenderà bene, quando verrà a sapere che Facha ha un’altra donna in testa –
Facha: E’ Catherine, la fidanzata di Matias – Non riesco a rassegnarmi, non posso averla persa così, non può avermi abbandonato con così tanto amore in gioco, dopo tutto quello che abbiamo condiviso insieme e non capisco perché ieri notte voleva quasi uccidersi: ho paura che ci sia una barriera, un ostacolo talmente grande tra noi, e soprattutto temo che sia il suo passato ciò che la sta distruggendo –
Bata: Ma sei impazzito?! E’ incinta, aspetta un figlio da Matias, formerà una famiglia con lui!
Facha: So che formerà una famiglia con lui, so che sto per perderla per sempre, so anche che non sceglierà mai me perché c’è di mezzo la sua famiglia; ma so soprattutto l’amore che c’è tra noi, tutto quello che abbiamo condiviso durante questi mesi! – Io non voglio, non posso lasciarla, non credo di poterlo fare dopo tutto questo tempo, anche se me lo chiede esplicitamente nella lettera che mi ha lasciato; ma in quella lettera non ci sono spiegazioni, non vedo le parole di una donna decisa a chiudere per sempre un capitolo della sua vita; vedo e avverto la volontà di volermi stare accanto, che non prende il sopravvento, e io non capisco perché… -
Bata: Facha, lascia perdere tutto questo: quella donna prima o poi ti lascerà, ti abbandonerà, anche se ti dirà che ti ama ancora e farebbe qualsiasi cosa per te, ti spezzerà il cuore, se non l’ha già fatto; guarda avanti, il mondo è pieno di ragazze che potrebbero farti perdere la testa
Facha: Io non so che cosa fare, non lo so… so solo che l’amo, come non ho mai amato nessuna donna in tutta la mia vita
All’ospedale:
Matias: Federico, hai notizie di Maia? – Ho paura, ho tanta paura che sia successo qualcosa di molto grave a Maia: i medici sono rinchiusi da tanto, troppo tempo in quella piccola stanza bianca a visitare Maia; e io ho l’impressione, ogni minuto, ogni secondo, ogni attimo in più che passa, che Maia sia sempre in condizioni peggiori; non voglio perderla… -
Federico: No, ma sono sicuro che tra poco verranno e ci informeranno di tutto, ne sono certo… - da come maneggia il caffè che ha in mano, si comprende come Federico provi un grande, grandissimo nervosismo a causa di tutto  quello che sta succedendo, e anche se cerca di nascondere in tutti i modi, con tutte le barriere possibili e le maschere che pone ai suoi sentimenti, questi ci sono, sono visibili nei suoi occhi, perché, almeno quelli, sono rimasti quelli sinceri e puri di un bambino ancora ingenuo e messo di fronte alle difficoltà della vita prima di quanto potesse aspettarsi; Matias ammira tantissimo Federico per quello che cerca di trasmettere, per la sicurezza che vorrebbe tanto, davvero molto, donare a chiunque in quella sala, anche se con pochi risultati; ma purtroppo, Matias sa bene che non è con l’autoconvinzione che le cose ritorneranno a posto, niente ritornerà a posto, perché quello che è stato fatto, è stato fatto, gli errori ci sono stati e sfortunatamente, quelle circostanze non hanno una soluzione: e crede che sia proprio questo, la gravidanza di Catherine, la loro separazione obbligata a danneggiare così seriamente Maia, e a portarla e uno stato così debole e vacillante; ma anche se gli errori ci sono stati e non possono essere riparati, l’amore è l’unica cosa che le resta insieme alla speranza, che Maia non deve perdere, non deve perdere la speranza di riconquistare il suo vero amore, deve lottare perché avrà in cambio qualcosa, avranno entrambi qualcosa in cambio di valore immenso –
Flor: Ragazzi, guardate… - finalmente un uomo di mezza età col camice bianco esce fuori da quella piccola gabbia per comunicare a tutti cosa sia successo a Maia –
Dottore: Siate felici, la paziente è in ottime condizioni, va tutto bene, è anche cosciente, quindi potete farle visita – a quel punto, Federico fa un cenno a Matias, che lo capta sùbito; Matias guarda prima Maia dalla porta, la scruta attentamente e in un attimo viene riconfermato tutto l’amore, l’affetto che ha per lei, ma anche la paura, l’angoscia nel provare che stava per perderla per sempre, nel non poter mai più amarla come merita, proteggerla e sostenerla come ogni giorno della sua vita; Maia vede Matias, una lacrima le riga il viso e Matias corre ad abbracciarla per rassicurarla –
Matias: Amore, è finita, è finita, ora sei qui con me, con tutta la tua famiglia – Maia nota che Matias ha scosse per tutto il corpo, trema come se avesse un infinito timore, qualcosa che non aveva mai visto in lui; ma capì che Matias era spaventato da tutto quello che è successo, ha avuto timore per la sua sorte, non voleva che le succedesse niente, una grande prova dell’amore che Matias nutre per lei; Maia lo bacia, cercando di rasserenarlo, mentre a Matias scendono delle lacrime sulla guancia –
Maia: Siamo qui, finalmente, ancora insieme…
Intanto, Flor e Federico:
Flor: Federico, perché quella faccia? Dopo che hai parlato col medico, sei sbiancato di colpo – Questa storia non mi piace, ho un sentimento nello stomaco, una sensazione così strana riguardo a tutto quello che è successo a Maia, è una sensazione di forte pericolo indirizzata verso tutta la famiglia, e non comprendo perché… -
Federico: Flor, mia sorella è stata avvelenata: se non l’avessi portata in ospedale in tempo, sarebbe morta – Ma chi, chi potrebbe mai volere la morte di mia sorella, di un’innocente ragazza di sedici anni che non ha mai fatto del male a nessuno! O forse, era tutto solo un avvertimento, e quindi tutta la famiglia si trova in un grandissimo pericolo, qualcosa che non è rivolto contro nessuno in particolare, ma proprio contro la mia famiglia, contro tutti noi –
Flor: Oh, mio Dio! Chi avrebbe mai potuto avvelenare Maia, e soprattutto perché?!! E’ una ragazza tanto dolce, solare, divertente… - Lorenzo, è stato Lorenzo! L’unica persona con cui Maia è uscita ieri è Lorenzo! Ma perché mai avrebbe avvelenato Maia, se stanno insieme e da quanto ho capito, Lorenzo ci tiene veramente a lei! Probabilmente l’avrà presa in giro, ma questo non spiega perché! – sgrana gli occhi –
Federico: So a cosa stai pensando, e anche io sono giunto alla tua conclusione: è stato Lorenzo ad avvelenare Maia
Matias: Che cosa?!!
Nel frattempo, nel covo dei malvagi:
Paloma: Catherine, sei qui? – entra in casa agitatissima, molto spaventata: non ha saputo più niente di Catherine, non la trova, è anche andata a casa della sua defunta madre, luogo in cui ha creduto che potesse essere, ma non è neanche lì, non ha trovato traccia della sua presenza in quella casa; presto, si rende conto che c’è Segundo sdraiato e addormentato sul piccolo divanetto di quell’accogliente soggiorno; si china su di lui, e non può far a meno di piangere, di sfogarsi di tutta la frustrazione che sta accumulando, anche se con l’uomo di cui non si fida, ma che ama più di qualsiasi altra persona al mondo; potrà anche tenerla in pugno, ma è pur sempre lui che la protegge da qualsiasi cosa, solo Segundo sa farlo –
Segundo: Ehi, perché piangi? Cosa è successo?! – Estremamente preoccupato per la reazione di Paloma, così provata e vacillante, Segundo non può far altro che contenere questo suo stato d’animo, abbracciandola, facendole sentire che lui è e sarà sempre vicino a lei, nonostante ci siano stati tanti scontri, muri tra loro e abbiano difficoltà a fidarsi l’uno dell’altra per il troppo dolore provocato –
Paloma: Catherine è sparita, l’ho cercata dovunque, non è da nessuna parte; l’ultima volta che l’ho vista era sconvolta, perché le ho rivelato qualcosa che l’ha fatta soffrire; e se ora le è capitato qualcosa è soltanto per colpa mia, le ho rovinato la vita! – Dove sei, dove sei?!! –
Segundo: Meritava di sapere la verità, non puoi incolpare te stessa del fatto che la verità è dura da sopportare, non hai alcuna responsabilità – continua a stringerla tra le sue braccia, le accarezza dolcemente i capelli, in attesa che tutta questa paura, questo timore che possa essere successo a sua cugina svanisca e al suo posto regni la calma e la lucidità di nuovo; ma qualcuno interrompe questo momento –
Gracia: Che cosa ci fa lui qui?!! – nota le lacrime di sua nipote Paloma, così disperata tra le braccia di Segundo, fraintendendo qualsiasi cosa: pensa che Segundo la stia ricattando, non le stia dando via d’uscita, quando, in realtà, vuole solo aiutarla – Che le hai fatto?!!
Paloma: Nonna, ascolta, lui non mi ha fatto niente, è qui solo per aiutarmi… - E adesso come faccio a dirle che Catherine è scomparsa, come faccio a spiegarle che le ho detto la    verità, e per colpa di quest’ultima è andata via sconvolta ieri sera e non si sa più che fine abbia fatto, nonostante tutti i tentativi che ho fatto per rintracciarla –
Gracia: Ma che succede, cosa è successo?!! – inizia a preoccuparsi seriamente, percepisce che c’è qualcosa che non va, lo vede negli occhi di Paloma e Segundo, e teme che sia qualcosa di serio che coinvolge tutta la famiglia, ancora una volta –
Paloma: Nonna, Catherine è scomparsa, non so dove sia! Ieri sera ho dovuto dirle la verità e… e ora non so più dove sia, ho paura… - Se le dicessi che cosa ho dovuto dirle, mi ucciderebbe, mi sbatterebbe in faccia il fatto che non ho saputo proteggerla da un’altra dolorosa verità, e soprattutto le ho dato un altro forte dolore con la scomparsa di Catherine, e io non volevo che questo succedesse –
Gracia: Che… che verità?!
Paloma: Nonna, l’uomo di cui Paloma si è innamorata è il figlio dell’uomo che ha ucciso sua madre – a quel punto, con il fiato mozzato e gli occhi persi nel vuoto, Gracia perde totalmente i sensi, sviene davanti agli occhi increduli di Segundo e Paloma, che la soccorrono immediatamente, cercando di fare in modo che si ristabilisca; in quello stesso momento, entra Lorenzo che, vedendo quella situazione, non esitare a chiedere che è successo e a chiamare un’ambulanza –
Intanto, per le vie di Buenos Aires:
Delfina: Bene, non appena arriverò, parleremo meglio di questa faccenda… - Spero solo che questa faccenda non esca fuori, che nessuno, e dico nessuno, venga a sapere tutto questo, altrimenti immagino già la fine del mio rapporto con Maximo, l’uomo ricchissimo, il conte, che per la prima volta mi affascina non per i suoi soldi, ma per il suo carattere dolce e simpatico; lo ammetto, ci tengo a lui, e non voglio che tutto questo finisca, mi rende felice per la prima volta –
Pedro: Ora ti stai dedicando allo spionaggio per fare soldi, Delfina? – Anche se sei stata la donna più opportunista, senza scrupoli e perfida che abbia mai incontrato, ti penso ancora, non faccio a meno di ricordare, di rivivere i momenti in cui eravamo solo io e te, la nostra storia, la fugace storia che hai avuto con l’ex autista di casa Fritzenwalden; mi hai usato, ne sono consapevole, ma provo ancora un forte sentimento per te, maledizione; ma non voglio dimenticare –
Delfina: Che tu ci creda o no, sto cambiando, almeno ci sto provando… - Credevo che non lo avrei mai più incontrato sulla mia via, non pensavo di ritrovare per le vie di Buenos Aires quel corpo scolpito, quei capelli neri come la pece e quegli occhi blu mare che mi guardavano come un uomo geloso e innamorato della propria donna; quella donna, una volta, ero io, e mi domando ogni giorno che cosa fosse successo, se solo avessi accettato la sua proposta di fuggire insieme –
Pedro: Non so se crederti, davvero non lo so… - Sei sempre, sempre stata brava a nascondere qualsiasi tuo sentimento, che fosse stato d’amore, di odio o rancore, ti ho visto mentre riuscivi a conquistare la fiducia di chiunque fingendo, mentendo spudoratamente, seppellendo la verità sui tuoi sentimenti veri; adesso, mi risulta difficile crederti… anche perché mi hai ferito da morire -
Delfina: Ti capisco, lo comprendo… - E’ rimasto la stessa persona di sempre, l’unico uomo con cui mi sono confidata e che mi ha aiutato di più, mi ha ascoltato, mi ha sempre offerto un appoggio, non mi ha mai rifiutata, anche dopo tutte quelle recite con Federico; è stato sempre al mio fianco, sempre, senza mai andarsene; la colpa è stata mia, solo mia se si è allontanato –
Pedro: Io non penso più al passato e non penso più a te; adesso, per me, sei il passato, nient’altro – Ah, Delfina, non sai cosa ti aspetta, non lo sai; d’ora in avanti, sarò io a mentirti spudoratamente, farò di tutto pur di restituirti un minimo di tutto quello che mi hai fatto; dovrai prepararti al peggio, alle mie sorprese: non sai cosa ho in serbo per te… -
Delfina: Meglio per te, vai avanti, dimentica… - e così sparisce, non lo saluta nemmeno, neanche un cenno, nulla; l’unica cosa che gli ha lasciato è l’amarezza, l’esplicita amarezza nelle sue ultime parole: lo avrà anche manipolato, preso in giro, usato per i suoi scopi, ma è sempre stato più di quello che gli diceva, lo amava davvero; ma adesso quest’amore dev’essere seppellito come il ricordo più bello che è nato in casa Fritzenwalden, l’unica cosa positiva di quell’avventura –
All’ospedale:
Matias: Io non posso crederci… è tutto un caos! Perché avrebbe dovuto cercare di uccidere Maia, non ha alcun senso! – L’ama, io sono totalmente sicuro dell’amore che Lorenzo nutre per Maia, ha avuto il coraggio di affrontare le umiliazioni, le espressioni di Maia ogni volta che ci vedevamo, ogni nostro sguardo complice quando rimanevamo insieme e davanti agli occhi di tutti ci amavamo e non ci importava assolutamente di niente, né di Lorenzo, né di Catherine né di chiunque altro, non ci importava di niente e di nessuno, siamo sempre rimasti insieme io e Maia, abbiamo quasi distrutto le persone che ci sono accanto; ma lui, solo lui, continua a stare con Maia, la persona che mi ama di più al mondo; se questo non è amore, io non so cosa sia: nessuno continuerebbe su questa via, se non c’è un sentimento profondo ed una grande forza di volontà e ostinazione –
Federico: Perché è un malato di mente, un pazzo che voleva solo approfittarsi della mia piccola sorellina e metterla in pericolo! Meno male che né io né tu gliel’abbiamo permesso: mi convinco sempre di più che ti sia l’unico uomo giusto per mia sorella, l’unico che riesca ad amarla ed a proteggere più di chiunque – Nessuno, e dico nessuno, si permetterà mai più di far del male alla mia famiglia, ai miei cari, alle persone che amo di più al mondo! Giuro che nessuno mai riuscirà a far del male alle persone che amo, in nessun modo, mai! –
Flor: Povera piccola, non avrei mai pensato che Lorenzo potesse farle una cosa simile! Però… - Stiamo dando troppo per scontato che sia stato Lorenzo, troppo! È orribile incolpare qualcuno di qualcosa che non ha commesso, e poi, pensandoci attentamente, che motivo avrebbe proprio colui che darebbe la vita per Maia, che l’ha accolta nel suo cuore e fa di tutto pur di non lasciarla, pur di non cedere alle continue crisi di Maia per Matias, non è mai stato capace di lasciarla da sola in balia della sofferenza; e se fosse stato qualcun altro che ci sfugge? –
Matias: Anche tu pensi che quel tipo non avrebbe alcun motivo di farle del male, vero? Io penso lo stesso, e ti giuro che non capisco chi possa essere però… - Non capisco, chi potrebbe aver tentato di ammazzare Maia, chi?! Maia non vede nessuno all’infuori di me, quel tipo e tutta la sua famiglia! E allora chi potrebbe voler farle del male?! –
Federico: Non ci dev’essere per forza una spiegazione, un perché per le azioni che si commettono!
Matias: Io non ne sono così convinto: credimi, Federico, Lorenzo è tutto, ma non uno squilibrato; è la mente più fredda, calcolatrice e combattiva che io abbia mai incontrato nella mia vita…
Dopo un bel po’ di ore passate in aereo a fare in modo che il tempo passi più velocemente possibile, Delfina arriva alla villa del suo amato e affascinante conte stanca e con una gran voglia di farsi un bagno caldo e dormire il più possibile:
Maximo: Capisco che ora tu voglia addormentarti tranquillamente in camera tua senza alcuna distrazione, ma vorrei tanto presentarti un nuovo domestico della casa – E’ bello avere di nuovo Delfina qui, dopo tanto tempo che non la vedevo: devo ammettere che mi è mancata proprio tanto, penso a lei giornate intere senza pausa, riempie le mie giornate di gioia ed allegria; credo proprio che mi sto innamorando proprio tanto di lei… -
Delfina: Proprio ora? Ti giuro che non riesco neanche a reggermi in piedi! Potremmo rimandare a domani o a più tardi? – Un nuovo domestico?! I domestici ultimamente sono il centro della mia vita: da poco ho rivisto Pedro, una vera botta al cuore dopo tutto quello che è successo tra noi, e non ho proprio voglia di incontrare qualcun altro che mi faccia ricordare ancora quanto abbia sbagliato a lasciarlo andare; sarebbe stato l’amore della mia vita, il mio uomo, l’unico che forse mi ha davvero amato tra tutti… -
Maximo: Va bene, a dopo – le sorride –
Delfina: A dopo – va in camera sua esausta, prende della asciugamani va in bagno e si immerge in una vasca bollente di acqua calda e sapone profumato, dimenticando tutti i problemi che la circondano, tutti i cattivi ricordi che la affliggono: questo è l’unico momento in cui può tranquillamente dedicarsi a se stessa, dimenticare tutto e far finta che vada tutto bene nella sua vita; ma, non appena esce dalla vasca, le cose prendono una brutta piega –
Pedro: Ciao, Delfina!
All’ospedale:
Matias: Federico! Fede! – Non posso crederci, si è addormentato sulla sedia della sala d’aspetto, e adesso che lo smuove più da lì! Gli avevo detto di andare a casa, ché tanto qua ci sarei rimasto io sempre e comunque, non mi avrebbero rimosso neanche con i carrarmati! Ma forse è meglio se mi vado a prendere un buon caffè, altrimenti finisce che anche io questa notte me la passo dormendo – mentre prende il caffè, scorge Lorenzo molto vicino a lui: accecato dalla rabbia, gli va incontro e lo immobilizza – Perché l’hai fatto?!! Perché volevi ucciderla!!
Intanto Maia nella sua camera:
Maia: Chi mi ha lasciato questa bellissima rosa e questo biglietto? Sicuramente è stato Matias, lui è sempre così premuroso con me!

Il tempo è passato, per me certamente, ma non per te.
Tu dimentichi, lasci alle spalle tutto, e sono più che sicuro che mi hai totalmente dimenticato.
Ma questa volta dovrai ricordare, dovrai farlo e non sarà facile.
Niente sarà facile.
Queste poche righe non sono di addio, ma di gran ritorno nella tua vita.
Ritornerò, stanne certa.
E non ti renderò le cose facili.

Ok, sono totalmente imperdonabile, lo so, ma c’è stato una grande imprevisto in questa storia: purtroppo mi si è cancellata, non so come. Ma io sono determinata a continuarla sempre e comunque, non abbandono un mio progetto così, io lo continuerò, fosse l’ultima cosa che faccio! Vi ringrazio di cuore se mi appoggiaste e seguiste la mia storia, un bacio a tutti.

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Capitolo 2
*** Tormenti, segreti, scoperte... ***


Delfina: Spiegami immediatamente che ci fai tu qui! – Pensavo di essermi liberata di lui, di averlo lasciato nel dimenticatoio per sempre, di averlo sepolto in un passato colmo di cose bruttissime, che al solo pensiero mi terrorizzano, ed ecco che me lo ritrovo di fronte a me, con i suoi occhi grigio-azzurro, lo stesso colore del mare d’inverno, lo stesso colore che vidi e mi rimase impresso nella memoria perché era identico al suo, quando proprio lui mi portò a vederlo… -
Pedro: Volevo salutare la padrona di casa: sono il tuo nuovo, o meglio, vecchio, personale autista – scruta attentamente ogni singolo centimetro del corpo di Delfina, così perfetto, così aggraziato e divino, gli ricorda tanto tutte le notti clandestine che hanno passato insieme, tutti i loro baci, i loro fugaci incontri in quella casa galeotta per l’amore; gli ricorda un passato immensamente pieno sia d’amore, di rancore, rabbia, ma anche qualcosa che andava oltre quello; e, forse, quel qualcosa li ha fatto rincontrare ancora, ma questa volta non solo per poco tempo… -
Delfina: Io dovrei passare più o meno tutte le mie giornate insieme a te, visto che non guido?! Io non… - …non riuscirei a non baciarti ogni volta, ad accarezzarti, a guardarti languidamente, chiedendoti perdono per tutte le menzogne, le carognate che ti ho fatto per tanto; trascorrerei le mie giornate domandandoti scusa ogni volta, dimostrandoti quanto ti amo ancora e sperando e pregando che tu possa perdonarmi, lasciare che io ripari ai miei errori standoti accanto come meriti; ma io non posso… -
Pedro: Che c’è, Delfina, hai paura a rimanere da sola con un tuo ex? Non penso che questa volta ti lasceresti trasportare da me, guardando questo palazzo, questa camera, me ne sono reso conto immediatamente: questa volta presteresti più attenzione e sceglieresti con più cura i tuoi amanti – Delfina rimane colpita dalle parole di Pedro, parole dure, penetranti, dettate da una rabbia talmente grande nei suoi confronti, che quasi le mette paura, la lascia senza parole: si è resa conto in un secondo di quanto dolore abbia provocato in lui, quanta rabbia, quanto odio nutra verso di lei; sentiva le lacrime arrivarle in gola, un magone si fa spazio nel suo stomaco, l’espressione diventa seria, triste, abbattuta, e anche iraconda: gli da uno schiaffo –
Delfina: Vattene, esci di qui! Nessuno mi da della sgualdrina a casa mia, nella mia stanza! Mi fai schifo! – lo guarda negli occhi, lo fissa in quei suoi occhi così belli e riconoscibili tra migliaia e migliaia di persone, cerca una sua reazione, uno stato d’animo, cerca una risposta nei suoi occhi, una minima reazione che le faccia comprendere che piega prenderanno le cose: è sicura che litigheranno, che si faranno ancora del male a vicenda, che continueranno sempre e comunque a rivangare il passato e a rinfacciarsi che sono stati dei falsi ipocriti l’una dei confronti dell’altro; invece, entrambi vorrebbero sistemare tutto, ma c’è ancora troppa rabbia, un muro che li separa, non li rende capaci di lasciarsi tutto alle spalle, voltare pagina e amarsi come vogliono, essere felici e vivere la loro vita insieme –
Pedro: Se qualcun altro ti avesse detto questo, di certo avresti riso; ma con me, no, con me è tutto sempre diverso, hai sempre avuto dei comportamenti che non ti rispecchiano per niente, non sembri te stessa: tu sei te stessa, dicendo queste parole, perché sai che dentro di te, questa volta, esiste un sentimento vero, oltre i soldi, oltre tutto; tu provi amore, finalmente lo provi, finalmente, ma non è per me… - abbassa lo sguardo, per un attimo si ferma a guardare il pavimento e sospira, come per prendere forza, continuare ad essere forte nonostante tutte le avversità della vita, nonostante la sofferenza e le sconfitte che riceve il cuore, che oramai è dolorante, tanto… -
Delfina: Non dirmi queste cose, ti prego… - ha sempre proferito queste parole per le recite con Federico, parole false, macchiate solo d’interesse e di vendetta contro Florencia, ma, stavolta, sono parole vere, macchiate solo della sincerità del cuore, dell’anima pura e ingenua, che ha sempre voluto nascondere agli occhi di tutti per timore che gliela potessero distruggere; le parole di Pedro la fanno piangere, le scende una lacrima sul viso, una lacrima che lascia trasparire quanto sia addolorata e quanto abbia bisogno di essere amata davvero da qualcuno, che ricambi del tutto i suoi sentimenti e non la butti via; l’unico problema è che quella persona, forse, vuole solo vendicarsi, vuole solo cercare di trovare pace facendogliela pagare per quello che ha fatto: la sua paura più grande è che questa sia la verità… -
Pedro: Delfina… - sorpreso, basito dalla reazione così inaspettata di Delfina, la guarda con affetto, con un grande affetto verso quella reazione così sincera, così onesta, priva di qualsiasi recita: finalmente, lui e lei, loro, insieme all’interno di quattro mura, senza barriere, solo loro e ciò che sentono; questo rende Pedro così felice, così gioioso per quel traguardo, quel trionfo per il quale ha dovuto patire anni e anni di rifiuti da parte di Delfina, ma alla fine, l’amore prevale su qualsiasi barriera; Pedro inizia ad accarezzarle il viso, le sorride dolcemente –
Delfina: Non ti ho mai usato, mai, non ne avevo il coraggio né adesso né allora, quando attorno a me c’era solo un castello di menzogne, che io ho costruito per difendermi da tutto e tutti; ho sbagliato a mettere una barriera anche con te, che mi amavi così tanto… - in quel momento, dopo aver pronunciato quelle parole così importanti, Pedro inizia a sentirsi un mostro: vuole vendicarsi di lei, una persona che ha così tanto da dare, che vorrebbe tanto amare qualcuno che la ricambi allo stesso modo, con gli stessi sentimenti, vorrebbe soltanto ottenere quella felicità che le è stata negata dalla vita tante volte, fino a renderla la persona così apparentemente malvagia; la bacia, consapevole che quel bacio potrebbe significare un nuovo inizio, una nuova vita insieme, qualcosa di molto importante per entrambi; Delfina si lascia andare, lo bacia, si rifugia tra le sue braccia, nel calore del suo petto, che è l’unica cosa le fa intendere che non è sola, e non lo sarà finché ci sarà Pedro al suo fianco –
All’ospedale:
Federico: Matias, basta, lascialo!! – trattiene Matias, che sta quasi per ammazzare Lorenzo per tutto quello che ha fatto a Maia, anche se vorrebbe tanto che la pagasse cara per aver spaventato tutti, per averli impauriti avvelenando la sua povera piccola sorellina –
Lorenzo: Ma si può sapere che vi prende?!! Io non capisco! – O qui sono diventati tutti dei pazzi stravolti, oppure io mi sono perso un evento davvero sconvolgente: perché Federico e Matias mi hanno attaccato in quel modo, soprattutto Matias? Li vedo così decisi a volermi distruggere, mi odiano a morte, lo vedo dai loro occhi agguerriti, ma quello che dovrei sapere è perché: sicuramente, si tratta di Maia –
Flor: Basta, smettetela tutti quanti! Federico, porta Matias via di qui; io devo parlare con Lorenzo – Dobbiamo finirla con tutti questi dubbi, con queste domande senza risposta: io devo avere una conversazione privata con Lorenzo per provare almeno a capire se potrebbe essere stato in grado di commettere un atto del genere, e scoprire, o almeno intuire il motivo per cui avrebbe fatto una cosa simile –
Federico: Io non ti lascio qui con questo tizio!! – Flor lo guarda decisa, molto determinata a voler rimanere sola con Lorenzo per scoprire un minimo: questo lo deve alla sua migliore amica, cognata e presto anche zia; Federico capisce che Flor vuole a tutti i costi parlare con Lorenzo, così la lascia sola con lui –
Lorenzo: Flor, io non riesco a capacitarmene, è così strano! Ti giuro che io ieri volevo solo che Maia stesse bene, che ridesse, si sentisse apprezzata, amata per ciò che è da me, che non avrei mai il coraggio di farle del male; voglio solo che siamo felici insieme, così da dimenticare tutto quello che ci fa soffrire, soprattutto a lei; ho fatto tanti errori nella mia vita, ho tante colpe da espiare, e, forse, non ho neanche il tempo per poter riparare tutte le mie colpe; ma ti giuro che questa volta ho solo la colpa di amarla tanto… - E’ la verità, senza maschere, travestimenti e piani malvagi dietro, è la pura verità del mio cuore, della mia anima, è ciò che provo per quella ragazza, per quell’angelo, che mi ha salvato da un destino immerso nell’oscurità, nella malvagità, nella tristezza e nell’angoscia; mi ha salvato da una vita piena di dolore, piena solo di piani di vendetta e senza amore: come potrei far del male ad una persona così importante per me? –
Flor: Mi sono accorta dal primo giorno, in Canada, che tu tenevi particolarmente a Maia da quando l’hai incontrata nella hall dell’albergo; e Maia è fortunata ad averti, è davvero tanto fortunata ad avere accanto qualcuno come te, che cerca sempre di amarla e proteggerla ad ogni costo, pur sapendo che lei nel suo cuore ha qualcun altro; questo ti fa davvero onore, ed è per questo che non credo che tu sia stato ad avvelenarla, non lo riesco a credere… - E’ come pensavo: Lorenzo è più innocente di un bambino appena nato, non avrebbe mai il coraggio che ridurre Maia in quel letto d’ospedale, mai, perché l’ama tanto, farebbe qualsiasi cosa per lei, darebbe la sua vita per proteggere Maia; io gli credo, voglio credergli, perché quell’espressione, quegli occhi così abbattuti, ma allo stesso tempo con una luce dentro così intensa è tipica delle persone innamorate, prese dai sentimenti così imponenti per qualcuno… -
Lorenzo: Non le farei mai una cosa del genere, mai… - Federico ascolta ogni singola parola, ogni secondo di quella conversazione, e giunge anche lui alle stesse conclusioni di Flor: non è stato lui, non è proprio possibile che Lorenzo le abbia potuto somministrare del veleno per ucciderla, perché è troppo coinvolto nella loro relazione; bisogna cercare qualcun altro, qualcuno che fa parte della vita di Maia, della sua quotidianità; ma è anche possibile che potrebbe trattarsi di qualcuno che fa parte del passato di Maia, un passato oscuro, che nessuno conosce… -
Intanto, in camera di Maia all’ospedale:
Matias: Amore, come ti senti? Va tutto bene? – si avvicina verso il letto su cui Maia è sdraiata, le sorride dolcemente, accarezzandole teneramente la fronte e chinandosi verso di lei per darle un bacio; nota che Maia è totalmente assorta nei suoi pensieri, quasi preoccupata: si morde il labbro, rannicchiata su se stessa, fissa la parete della camera, come se migliaia di ricordi, di immagini, di scene del suo passato fossero proiettate su quel muro – Ehi, a cosa pensi?
Maia: A nulla, sono solo ancora spaventata per quello che è accaduto oggi; ma è tutto finito, va tutto per il meglio adesso – abbraccia Matias con amore, lasciandosi circondare da quella sicurezza che solo gli abbracci di chi ama di più al mondo riesce a darle, e dimenticando tutto, tutti i pensieri negativi, le paure, le angosce e la realtà, che pone sempre avversità al loro amore –
Matias: Sei sicura? Io ti vedo così pensierosa, a tratti triste e sconsolata… - e aveva ragione: Maia è triste, pensierosa, preoccupata e molto sconsolata, quasi arresa per il biglietto che ha ricevuto, così velatamente minaccioso, ambiguo, incute terrore, perché lascia chiaramente intendere che chiunque l’abbia scritto è intenzionato a provocare tante disgrazie alle persone che ama, a se stessa, a Matias; e per questo ha così timore che gli possa succedere qualcosa, qualcosa di irreversibile, che lo possa portare a smettere di provare quell’amore unico che solo loro sentono; o forse potrebbe portarlo via da lei per sempre, lasciandola sola al mondo; è cosciente del fatto che dovrà lottare ancora, come sempre, insieme a Matias per restare uniti, proteggersi a vicenda e non dividersi mai… -
Maia: Va tutto bene, sta’ tranquillo… - Non posso, non posso farlo, non posso addossargli ancora altre preoccupazioni, altri timori a causa mia, perché non se lo merita, non posso continuare a renderlo così vulnerabile, così abbattuto, angosciato e stravolto come adesso: lui c’è sempre stato quando avevo bisogno, quando stavo malissimo, quasi per morire, addirittura è arrivato a salvarmi la vita, mi ha consolato nei momenti peggiori della mia vita, e ha gioito insieme a me nei momenti migliori; mi ha sempre sostenuto e protetto,  sempre; ora, tocca a me proteggerlo: non gli dirò del biglietto, non voglio, non se lo merita… -
Matias: Quando uscirai di qui, e credo proprio che accadrà domani, staremo insieme tutto il giorno: voglio stare con te, voglio che siamo felici, come una volta – nota come Maia in un attimo cambia totalmente espressione, un’espressione di repressione di ogni sentimento che prova, una repressione che ha visto molto spesso, quasi sempre, ogni giorno della sua vita sul volto della sua amata: purtroppo, sono ritornati di nuovo in una spirale senza fine di litigi continui, gelosie, paranoie, scenate di gelosia che culminano sempre con un fugace bacio o con una nottata clandestina perché non devono farsi scoprire; torneranno di nuovo a sfinirsi l’un l’altra con questo, anche se non vogliono, ma è inevitabile… -
Maia: Anch’io vorrei che fossimo felici come tanti mesi fa… - Era inevitabile che succedesse una cosa del genere, siamo caduti in pochi secondi di nuovo nella solita situazione che ci allontana l’uno dall’altra continuamente, ci rende nervosi, arrabbiati l’uno con l’altra perché cerchiamo sempre di essere disfattisti, continuamente indisponibili verso l’altro, per paura che possiamo avvicinarci più del necessario; io non so se farlo, non lo so… -
Matías: Non mi devi dare subito una risposta, però sappi che sarò qui, qualsiasi cosa tu abbia bisogno, non me ne andrò – le da un innocente bacio in fronte, e lascia quella camera, lascia sola Maia, che non può fare a meno di lasciarsi andare ad un pianto struggente, perché soffre, soffre incredibilmente per tutti i dubbi che ha, tutte le sue paure e il timore di poter far soffrire gente che non se lo merita; avverte che sta sbagliando tutto, completamente… -
Intanto, in Kricoragan:
Delfina: Basta, Pedro, basta… - si allontana bruscamente da lui, dandogli le spalle e mettendosi le mani nei capelli, in segno  che non sa più che cosa sta combinando: avverte come stia rovinando tutto a causa del suo passato, ancora, ancora una volta, tutto sta andando a rotoli perché i vecchi sentimenti, quelli che dovrebbe lasciato alle sue spalle per sempre, come si era ripromessa di fare, stanno tornando repentinamente nella sua vita, e gliela stanno distruggendo, come se questo non bastasse; ma lei non vuole, e farà di tutto pur di mantenere in piedi un rapporto fondato sulla fiducia, di tutto, perché non vuole farsi scappare l’opportunità di essere felice… -
Pedro: Perché, Delfina, perché vuoi mettere la parola fine a quello che ci lega da oltre due anni?! Perché continui a mentire a te stessa?! – si avvicina pericolosamente a lei, che indietreggia verso il muro, spaventata e allo stesso tempo attratta sempre di più da quelle labbra così rosee, viene braccata, non ha via di scampo: ma Delfina non se ne andrebbe mai da quella trappola così romantica… -
Delfina: Smettila! Io e te siamo solo padrona e domestico! VATTENE! – urla apparentemente furiosa con Pedro e cercando di liberarsi dalla vista di quelle labbra così vicine alle sue, per fermare una conversazione e azioni indesiderate, che potrebbero portarli entrambi a fare cose di cui in un futuro potrebbero pentirsi amaramente, soprattutto Delfina, che non sopporterebbe più rimorsi –
Maximo: Delfina, va tutto bene?! – le domanda, fuori dalla porta, mentre Delfina impallidisce vistosamente… -
Il giorno dopo, Maia viene dimessa dall’ospedale per la gioia di tutti, viene portata a casa da Federico e va subito in camera sua per potersi rimettersi in sesto e riposarsi ancora un altro po’, visto che durante la notte in ospedale non ci è riuscita più di tanto; mentre invece, Matías, Flor e Federico si riuniscono nello studio per parlare di quanto accaduto:
Flor: Non è stato Lorenzo ad aver avvelenato Maia, ve l’assicuro! Ieri ho parlato con lui: mi è sembrato così innocente, non era a conoscenza di nulla, era davvero molto scosso e sorpreso, e, da quel che ho potuto captare, ama Maia moltissimo e non le farebbe questo… - Convincetevene, non è stato Lorenzo, non lo farebbe mai! Spero solo di non sbagliarvi su una questione così delicata, perché qui ne vale della vita di Maia, ma io sono sicura che lui non è stato, non potrebbe mai essere… -
Matías: Ma come fai a dirlo? Io non credo a quel tipo, non gli credo per niente! Voglio che Maia stia a migliaia di kilometri di distanza da quello là! – Secondo me è giusto che Maia rimanga in casa sotto la protezione e la continua sorveglianza di tutti noi, per evitare che qualcuno di estraneo le si avvicini e cerchi di nuovo di mandarla in ospedale in condizioni molto critiche, non riuscirei a sopportarlo… -
Federico: Io sono d’accordo con Flor, perché ieri ho ascoltato tutto; e penso che tu, Matías, abbia torto, perché parli da uomo geloso e sei accecato da una rabbia personale per Lorenzo, che non ti fa vedere le cose per come sono; però su una cosa ti do ragione: Maia dovrebbe stare a centinaia di kilometri di distanza, insieme a te… - E’ un piacere che faccio ad un amico e ad una sorella che vorrebbero stare insieme, ma non possono; però io li aiuto ad esaudire il loro desiderio, anche se non sarà per sempre, e oltretutto, mi serve anche per preservare Maia, quindi ho un doppio vantaggio; spero solo che non si opponga a stare con Matías in Germania, da soli… -
Matías: Se mi vuoi mandare in Germania con Maia, sappi che sono più che d’accordo, così tu potrai dirigere le indagini da qui, io, invece, recluterò persone che possano sorvegliare per bene la casa dei tuoi genitori in Germania, e ti aiuterò con le indagini da lì; tutto mantenendo la massima riservatezza, chiaramente… - Così finalmente potremmo trascorrere dei giorni insieme, io e Maia, senza nessuno che ci possa interrompere, solo io, lei e il nostro amore, che potrà essere vissuto alla luce del sole, senza paure; potremmo essere davvero felici, anche se non per molto… -
Flor: Maia di certo si chiederà il perché di tutto questo, quindi dovremmo dirle che è stata avvelenata: chi lo fa? Io sarei disponibile a farlo, anche se comunque mi dispiace troppo per la mia piccola cognata… - viene interrotta –
Matías: Tranquilla, Flor, lo farò io, non appena arriveremo in Germania, le dirò tutto, così potrà sfogarsi serenamente al sicuro e cercherò di tenerle su il morale… - Flor e Federico annuiscono, sono d’accordo con le misure di precauzione prese finora, la parte più difficile sarà rivelare tutta la verità a Maia, che ne resterà sconvolta; ma riuscirà a riprendersi con Matías al suo fianco… - Ora scusate, ma vado a casa a riposarmi un po’: sono stanco morto, e anche voi dovreste fare lo stesso…
In Kricoragan:
Delfina: Fate partire le ricerche immediatamente, scoprite tutto dei suoi movimenti e rintracciatela; quando ci sarete riusciti, ci sentiremo per chiarire i pagamenti e le altre cose… - chiude la chiamata – Chissà Catherine dove sarà andata, non viene neanche a me un’idea! Con un bambino in grembo di circa tre mesi e con una vendetta da portare avanti, mi sembra strano che lei sia sparita in questo modo, senza lasciar detto niente a nessuno; magari, qualcuno del covo sa… -
Pedro: Adesso ti dedichi alle attività di spionaggio? – Non cambi mai, sei sempre la stessa doppiogiochista, falsa, ipocrita, che mi viene a fare la morale su ciò che è giusto o sbagliato, che mi dice di andarmene, di sparire dalla sua vita perché vuole costruire un rapporto su basi solide, e alla fine si rivela sempre per ciò che è; ma io ne sono innamorato ancora, nonostante tutto –
Delfina: E a te che importa? – viene interrotta –
Maximo: Vedo che vi siete già conosciuti! Delfina, lui è il tuo autista personale – Delfina stava quasi per scoppiare, non ce la faceva più: aveva i suoi due pretendenti che si erano conosciuti, lì, in quella stessa casa, prima che lei potesse scoprirlo e cercare di fermare il trambusto che si sarebbe andato a creare; ma ormai è troppo tardi: bomba è esplosa, adesso bisogna solo fare in modo che faccia meno vittime possibili –
Pedro: Diciamo che sono diventato anche il suo fabbro personale: ieri la signorina è rimasta rinchiusa in camera sua, così io l’ho aiutata ad uscire di lì… - Voglio vedere come se la cava adesso, deve dare assolutamente delle spiegazioni a Maximo, perché ieri gli ha detto che andava tutto bene, così l’ha liquidato; ma, in realtà, stava facendo ben altro! –
Delfina: Sì, purtroppo, e siccome non volevo che tu, Maximo, ti preoccupassi, ho chiamato Pedro… - Io ti ammazzo!! Perché doveva per forza ricapitare nella mia vita e rendermela così difficile! E’ una bomba ad orologeria, lui sa tutto di me, tutto, qualsiasi cosa, e, cosa peggiore, ho anche avuto una relazione con lui, quindi potrebbe ricattarmi in qualsiasi momento! Non so come fare, mi sta mettendo in seria difficoltà… - Adesso, scusate, ma devo andare a fare un servizio, a dopo – da un bacio, un vero bacio a Maximo, che fa ribollire il sangue nelle vene di Pedro, divenuto geloso in un secondo: la piccola vendetta di Delfina ha avuto un effetto rapido e doloroso, ha colpito nel segno, e la ex strega se ne va via sorridente e facendo un occhiolino a Pedro –
Pedro: Devo venire con lei, signorina? – Questa me la paghi! –
Delfina: Certamente! – Mi farò delle risate sicuramente! –
Al passaggio dei baci:
Franco: Mia sorella sta bene, e tu invece mi sembri un cadavere ambulante e distrattissimo: Facha, sputa il rospo che ti tieni dentro da mesi! – Una donna, sono più che certo che una donna c’entra col malessere interiore di Facha, che è più depresso del solito: quando, ad esempio, stava con mia sorella e seppe che lei era innamorata di Matías, stava male, ma così distrutto come negli ultimi mesi non l’ho mai visto… -
Facha: Catherine, la fidanzata ufficiale di Matías, mi ha lasciato: entrambi avevamo una relazione, un’intensa relazione, ci amavamo e ci amiamo ancora; ma lei mi ha lasciato, e io sono preoccupato per lei e sconvolto per non averla più accanto… - Amore mio, amore mio, dove sei? Che fine hai fatto? Perderti è stato come morire, mi stai uccidendo senza la tua presenza, sento che non amerò mai nessun’altra donna come te, nessuna, vivrò col ricordo di noi, di quello che ci unisce e ci ha unito nonostante tutte le avversità; io voglio te, solo te… -
Franco: Proprio di lei ti dovevi innamorare?!! Ti sei messo in una trappola… - a Facha squilla il telefono, lo prende e risponde; non appena la chiamata ha inizio, il suo volto sbianca improvvisamente, e lui e Franco corrono via dal passaggio dei baci, per andare chissà dove… -
Nel bagno di casa Fritzenwalden, vicino alla camera di Maia:
Maia: Ma cosa…? – dopo aver appena terminato di fare la doccia, Maia sente dei rumori provenire da camera sua, e, incuriosita, va a vedere che cosa stesse succedendo; appena entra, vede un biglietto e un’altra rosa sul suo letto: la sensazione di gridare le invade il corpo come non mai, è spaventata, si sente perseguitata da qualcuno, che vuole terrorizzarla a morte e non lasciarla mai tranquilla; ma quando lo legge, si sente ancora peggio –
Ti avevo detto che sarei tornato.
E, invece, Matías se ne andrà.

Maia: Matías! – quelle poche, semplici parole la spingono a rivestirsi in fretta e ad uscire da casa Fritzenwalden senza farsi vedere da nessuno; vaga sola, perseguitata per le strade di Buenos Aires, correndo, fino a quando non si trova davanti al condominio in cui vive Matías; il portone è aperto, entra e prosegue velocemente per le scale fino ad arrivare davanti alla porta giusta; suona, suona il campanello più volte, e l’ansia aumenta, aumenta fino quasi a farle perdere il controllo; ma Matías le apre, guardandola basito – Oh, amore, per fortuna stai bene!
Matías: Maia! Ma che cosa ci fai qui?! Dovresti essere a casa tua, a riposarti! Vieni dentro, altrimenti prendi un mucchio di freddo! – la fa entrare, sdraiare sul letto; mentre in cuor suo non riesce a capacitarsi di quello che abbia spaventato talmente Maia da farla venire fino a lì, piangendo e preoccupata più del necessario; è da ieri che è strana, troppo: gli sta nascondendo qualcosa, ed è intenzionato a sapere di cosa si tratta –
Maia: Vieni qui, sdraiati accanto a me, voglio averti vicino – Ho avuto così tanto timore di perderlo per sempre, e invece quel farabutto che mi sta tormentando, mi ha solo preso in giro, per rendermi vulnerabile e fare qualche passo falso per colpirmi in ciò che più mi fa male! Perché mi fanno questo, perché?!! –
Matías: Anche io voglio averti vicino, sempre; ma ancora di più voglio capire che cosa mi stai nascondendo: sei strana da ieri, e non capisco il motivo… - Magari sarà solo il fatto che finire in ospedale l’ha fatta divenire un po’ troppo impaurita, così tanto che ha dovuto rifugiarsi da me, perché a casa sua si sente troppo sola; o forse è davvero successo qualcosa che non mi ha detto… -
Maia: Mentre ero a casa e mi stavo riposando, ho fatto un bruttissimo sogno: ho sognato di perdere te, andavi via, così mi sono spaventata tanto ed eccomi qua – Spero solo che si lasci convincere da quel che ho detto, anche se ne dubito fortemente: nessuno avrebbe una reazione così esagerata di fronte ad un sogno, ma considerando le circostanze in cui mi sono trovata, dovrebbe credermi: è la prima cosa che mi è venuta in mente! –
Matías: Non le riesco a credere, mi sembra fin troppo esagerata la sua reazione, ma penso che sia meglio evitare che la metta sottopressione con un terzo grado, che poi, alla fine, può risultare inutile; meglio coccolarla un po’… - Amore io sono qui per te, e ci sarò per sempre, non mi perderai mai – inizia a baciarla, per rasserenarla, per fare in modo che sfoghi tutta la tensione accumulata, così passano un momento indimenticabile insieme –
All’ospedale:
Paloma: Nonna, come stai? – Non sa ancora che non riesco a trovare Catherine da nessuna parte, neanche Segundo, che mi ha aiutato questa notte a cercarla, è riuscito a trovarla! E adesso come farò a dirglielo? –
Nonna: Catherine come ha potuto…? – La mia piccola nipotina, chissà come starà adesso; spero solo che non sia distrutta come sua madre, sull’orlo di una depressione che potrebbe consumarla fino a portarla al suicidio… no, non deve succedere! –
Paloma: Adesso non dobbiamo parlarne, riposati… - Non so come dirglielo, non lo so… - esce fuori dalla camera d’ospedale, cui è ricoverata sua nonna per uno scompenso; fuori dalla porta trova Segundo, che non esita a chiederle come sta sua nonna –
Segundo: Va tutto bene, vero? – Che viso stravolto che ha, non l’ho mai vista così provata da un evento in tutta la mia vita; è scossa, tanto scossa per quello che è successo a sua nonna, a Catherine e ha anche timore di quello che verrà in futuro; per questo devo fare qualcosa per rasserenarla un po’, almeno un poco, perché, da quel che ho capito, le cose diventeranno insostenibili per Paloma –
Paloma: E’ tanto turbata, e io, io non so come fare per dirle tutta la verità, non lo so; ti prego, aiutami, io non so più che fare… - piange, piange davvero, quelle che sta vedendo Segundo sono lacrime vere, provenienti dal cuore, dalla sofferenza del cuore, che, adesso più che mai, ha bisogno che qualcuno gli stia accanto, qualcuno che non gli farebbe mai del male, ma che sia solo in grado di dargli la felicità  negata per tanti anni; e Segundo lo intende subito, così si precipita ad abbracciare Paloma, che si sente protetta in quelle braccia –
Segundo: Andrà tutto bene, tutto bene…
Intanto, nel reparto di terapia intensiva:
Facha: Franco, non posso crederci, sto perdendo tutti i miei cari… - Prima Catherine, ora mio padre: sto per perdere la persona più importante per me, colui che mi ha cresciuto, mi ha stretto tra le sue braccia quando io ne avevo più bisogno, mi ha insegnato tante cose sulla vita, sulle scelte da intraprendere, e soprattutto mi ha insegnato ad essere felice, sempre; ho ancora bisogno di lui, ho ancora bisogno di mio padre… -
Franco: Sta’ calmo… - gli mette una mano sulla spalla in segno di sostegno, di fiducia per quella situazione: suo padre si sveglierà, è certo che si sveglierà e potrà trascorrere con suo figlio Facha momenti meravigliosi, come solo padre e figlio possono trascorrere –
Facha: Non voglio che mi lasci… - un dottore esce fuori dalla camera di suo padre, e gli fa cenno che può entrare a vederlo; Facha entra in camera e vede suo padre esanime su quel letto, con tanti tubicini che gli percorrono tutto il corpo – Papà…
Hernàn : Figlio mio, mi dispiace tanto che tu debba vedermi in queste condizioni; sappi che io ti voglio tanto bene, te ne ho sempre voluto, e continuerò a volertene per sempre; ma tu devi sapere la verità, prima che io muoia, tu devi sapere la verità, prima che io muoia…
Facha: Che cosa devo sapere? – fissa il volto di suo padre, esausto, come se stesse quasi per andarsene definitivamente; mentre Facha è stravolto, provatissimo da quella situazione, e non sa più che fare, che dire… -
Hernàn: Io non sono tuo padre… - e lì, dopo aver scagliato Facha contro una dura realtà, i suoi occhi si chiudono, tutti i macchinari iniziano ad emettere un suono, che diventa sordo alla fine: suo padre è morto –
A casa di Matías:
Maia: Meglio se mi vado a fare un po’ di caffè – mentre Matías è sotto la doccia, Maia va in cucina a prepararsi un po’ di caffè; poi si siede su una poltrona del salone e vede che c’è un foglio sotto un mobile vicino alla porta d’entrata; lo prende e lo legge –
Io non ce la faccio a vivere così.
Tu non sei innamorato di me, sei perdutamente innamorato di un’altra donna.
E io non posso sopportarlo, né io né tuo figlio.
E’ ora che le nostre strade si dividano.
Addio per sempre,

Catherine

Ed eccomi qui con il cinquantunesimo capitolo! Ringrazio infinitamente chi continua assiduamente a seguire questa storia e mi sostiene! Un bacio a tutti! Ed un ringraziamento speciale ad Eliessa e a ChocoBomb!
Un saluto a tutti, alla prossima!

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Capitolo 3
*** Barlumi di speranza ***


Capitolo 52: Barlumi di speranza

Segundo: Ehi, sta’ calma, vedrai che andrà tutto bene… - Seppur in un ambiente che suscita poche buone sensazioni, pochi positivi e benevoli sentimenti, io sono felice di vedere Paloma così, anche se sta male, se sta soffrendo maledettamente, se sente che non riuscirà a tenere testa a tutto, a continuare con tutta la sua forza perché si sente debole, indifesa, abbandonata, senza l’aiuto di nessuno, triste e sofferente, io sono felice: non è con me che finge, non è con me che ha messo quella sua maschera di ostilità , di avversione, di allontanamento verso tutto e tutti, non è con me che lascia trasparire la diffidenza, la mancanza di speranza, di quell’immancabile voglia che tutti hanno di migliorare la propria vita, di riparare, anche se un minimo, quel suo cuore così ferito; sono felice di sapere che c’è qualcosa tra ni, c’è una speranza, che io voglio sfruttare per riavvicinarmi a lei, ancor di più… -
Paloma: Tu vorresti farmi credere che dietro queste parole ci sia la speranza che le cose per me vadano meglio?! Tu, che vuoi vendicarti, che vuoi rendermi la vita impossibile?! Tu?! – Dio mio, come ti… Ah, non riesco neanche a dirlo, non riesco neanche a pensare che lo odio, che voglio che scompaia per sempre dalla mia vita, che se ne vada, che mi lasci in pace, nei miei casini, nella mia vendetta, che lasci che io mi perda nei sentimenti peggiori che io abbia mai provato! Ma io devo dirlo, devo farcela: odiare è il mio destino! –
Segundo: Io non voglio vederti soffrire, lo capisci?! Non voglio vederti star male, non voglio! Ma se ti comporti così, se continui ad autoimporti di odiarmi, di allontanarmi da te, sono contento che ti capiti tutto questo! – Perché, perché l’amore che provo per te non basta a confortarti, a renderti meno aggressiva, meno adirata con la vita, con chiunque ti voglia bene?! Perché ti fai del male, perché?! –
Paloma: Io ti odio! – lì, disgustata, colpita nel profondo del cuore dalle parole di Segundo, parole pesanti, troppo ingiuste, troppo meschine e ciniche anche per lui, gli dà uno schiaffo in pieno viso, reso ancora più doloroso fisicamente e moralmente dalle sue parole appena proferite; Segundo era allo stremo delle forze: non sapeva più cosa fare, come comportarsi, come agire, come fare per evitare che finisse sempre nella stessa situazione di sempre, a litigare, a buttarsi addosso solo rabbia, rancore, odio, non sa pipù come fare per liberare Paloma da se stessa; perché è proprio lei stessa che vuole ridursi così, o forse, c’è ancora una possibilità… -
Segundo: Io ti amo!
Paloma: Vattene, Segundo, Vattene! – non sapeva cosa dire, cosa fare, cos’altro dirgli; quante altre volte avrebbe dovuto urlargli addosso che l’odiava, che vuole vederlo sparire, che vuole vederlo lasciare l’ospedale e non tornare mai più per lei, per vedere come sta, quante altre volte?! Quante altre volte avrebbe dovuto rifiutarlo ancora?! Quante altre volte sarebbe dovuta andare contro di sé e perseverare nell’intento di allontanarlo, di fargli del male, quante altre volte?! Ma Segundo non si lascia intimidire, raggirare dalle sue parole, non perde la speranza, la voglia di voler cambiare tutto, di ribaltare totalmente quella situazione: le prende il volto tra le mani, la avvicina a lui la guarda intensamente negli occhi, sperando che quest’ultimo tentativo possa smuovere qualcosa, perché tutto migliori, tutto vada meglio tra loro, o, forse, che tutto si risolva e possano essere felici, davvero questa volta, insieme –
Segundo: Vuoi davvero questo, vuoi tenermi lontano per sempre?! Guardami, Paloma, guardami! Vuoi davvero vivere in quest’inferno?! Sarei rimasto con te tutta la notte ad abbracciarti e confortarti se non ti amassi davvero?! Io ti amo davvero e non voglio che quest’amore si trasformi in odio verso te – e se ne va, lasciando Paloma lì, sola, sotto shock, tremante e piangente -
Intanto, all’ospedale:
Facha: Non ce la faccio più… - ha gli occhi pieni di lacrime, scendono continuamente, gli rigano il volto, lo marcano così indelebilmente di dolore, di angoscia, di sconforto, di tristezza e amarezza; è l’ennesimo dolore, l’ennesima delusione dalla vita, da un destino che lo porta sempre più a convincersi che la sua vita è fatta di delusioni, di perdite, di abbandoni da parte di tutto e tutti; posa una mano sul petto, sul cuore che gli fa così male, gli duole da morire, sente il respiro affannoso, un magone che lo distrugge, lo abbatte incredibilmente, lo rende debole, indifeso, incapace di rialzarsi, incapace di provare, seppure per un secondo, di credere che non sia tutto così perverso, orribile, terrificante: gli hanno mentito, questa è la verità, la sua famiglia, i suoi genitori, gli hanno mentito per una vita intera, facendogli credere che lui fosse chi non è in realtà; lo hanno privato della verità, di ciò che gli spetta di diritto, gli hanno tolto un’identità, gli hanno levato il diritto di sapere chi è davvero, come se non se lo meritasse; quale persona farebbe una cosa del genere?! Chi lascerebbe che qualcuno viva con i paraocchi, senza sapere, ignaro di tutto?!  Queste sono le domande che lo tormentano, che gli sottraggono anche il minimo sostegno, la minima voglia di rialzarsi da quell’ennesima caduta; e il peggio è quando si rende conto, improvvisamente, che i mostri che gli hanno sottratto la verità per anni, sono proprio i suoi genitori -
Franco: Amico mio, mi dispiace tanto; ma devi farti forza, devi continuare, andare avanti, superare anche quest’ostacolo, perché ci saranno ancora tante cose belle nella vita, tantissime cose che ti faranno gioire, che riusciranno a farti sorridere, a farti felice e contento per sempre, così tanto che capirai che vale la pena vivere, andare avanti, contro tutte le avversità sempre, perché c’è così tanto nella vita per cui combattere, lottare, andare avanti sempre a testa vale qualcosa; non lasciarti travolgere fino a permettere che la tua vita venga rovinata, non permetterlo mai, a niente e a nessuno! Io ho perso i miei genitori quando ero ancora un giovane adolescente, ero piccolo, indifeso, non avevo più nessuno, i miei genitori mi avevano abbandonato, ma non per questo mi sono lasciato andare, non l’ho mai permesso, perché sapevo che i miei fratelli sarebbero rimasti sempre con me, avevo ancora tanto per cui combattere, moltissimo! Hai tutti noi, Facha, tutti noi, che siamo e saremo sempre tuoi amici; ti vogliamo un bene dell’anima, un bene puro e sincero e sappi che saremo sempre con te, sempre, non ti abbandoneremo mai… - Ho le lacrime in gola anch’io, non sopporto questa situazione, mi sento ancora vulnerabile come anni fa, come quando vidi che mio fratello piangeva disperato, inconsolabile la morte dei miei genitori, e io gli andai incontro per chiedergli perché stava così, perché piangeva così tanto; e lui, che non mi avrebbe mai lanciato contro una così dura verità, mi strinse forte, mi disse che sarebbero stati tempi tanto difficili, ma che insieme ce l’avremmo fatta, perché eravamo forti, eravamo una grande famiglia piena d’amore, di affetto verso ogni componente, non ci saremmo mai divisi, mai, esattamente come ci insegnarono i nostri genitori, amarci in ogni momento, qualunque esso sia, di gioia e dolore; ma, non appena gli chiesi perché mi diceva quelle cose, capii dal suo sguardo che mamma e papà non c’erano più, ci avevano lasciato per sempre, e non mi rimase altro he piangere tra le braccia del mio fratello maggiore, che mi consolava come solo papà sapeva fare… -
Facha: Non è vero, Franco, non è così, non mi mentire! Tu mi vorresti far credere che quel dolore non è più dentro te, che l’hai dimenticato, che non lo senti contorcersi nel petto ogni volta che c’è qualcosa che richiama alla memoria i momenti passati con i tuoi genitori?! Vuoi farmi credere il falso, anche tu?!! Sai cosa mi  rimarrà di tutto questo?! Un vuoto dentro, angoscia, terribile angoscia che mi divora i nervi, senza pietà, mi uccide gradualmente, lentamente, non lasciandomi neanche il tempo di respirare, non mi molla un secondo questo senso di repulsione verso la mia famiglia, verso quello che è appena successo, verso me stesso! Mi hanno mentito per una vita intera, io non sono mai stato loro figlio, mai! Non hanno mai avuto il coraggio di dirmelo, mai! Ma mio padre, la persona che avrebbe dovuto amarmi più di tutti, ha avuto il coraggio di essere così bastardo con me da rivelarmelo in una camera d’ospedale, in fin di vita, con quel respiro affaticato, quelle parole sussurrate con difficoltà, che rimbombano dentro me, mi massacrano! Tutto ciò che mi rimane è l’odio, l’unica cosa che può colmare un minimo di questo vuoto immenso, visto che anche l’amore della mia vita, Catherine, mi ha lasciato per sempre! – in quel momento, Franco avrebbe tanto voluto abbracciarlo, calmarlo, magari con un gesto avrebbe ottenuto molto più che con mille parole; ma come si fa a calmare una simile rabbia, una simile avversione verso la propria vita, così grande, così travolgente, così incredibilmente imponente? Non ha il coraggio di proferire parola, non apre bocca perché sa che di fronte ad una rivelazione così tragica fatta in punto di morte, non c’è parola che sia di conforto, non c’è nulla, c’è solo la disperazione, ci sono solo domande, solo domande senza risposta, c’è una grande rabbia, un’ira accecante, che non lascia spazio a nulla, se non a voglia di perdersi, di mollare tutto almeno per un po’; e capisce che Facha ne ha bisogno, necessita di dileguarsi nel caos nell’istante in cui l’osserva varcare la  porta di quell’ospedale, solo, in presenza di quel dolore estenuante… -
A casa di Matías:
Matías: Ehi, amore, perché sei ancora così sconvolta? – C’è qualcosa che mi sta nascondendo, qualcosa che non vuole dirmi per paura, timore, ma non ho la minima idea per quale motivo possa averlo, sa che con me può parlare di tutto, qualsiasi cosa, eppure sembra che ancora non riesca a farlo davvero: forse, sente che non può farlo, ha difficoltà ad avere fiducia in me, oppure crede che mi può cacciarmi in un brutto guaio, se dovesse confessarmi la verità; e, allora, dovrò preoccuparmi… -
Maia: E’ che… lo sai, quello che è successo ieri, la paura… - Come faccio a svelarti la verità su Catherine e tuo figlio, come faccio?! Come farò a darti quel maledetto biglietto, lasciare che tu legga quelle poche righe di addio?! Perché, perché doveva succederti una cosa del genere, perché?! Se ti dicessi la verità, ti sentiresti un padre terribile, un padre che ha abbandonato la madre di suo figlio, che l’ha lasciata sola in un momento così importante come questo; ed è anche peggio se leggessi quel biglietto, perché c’è chiaramente scritta la verità, sbattuta in faccia con così poche righe, secche, dirette, troppo dolorose per permetterti di leggerle; non voglio vederti soffrire, non voglio! –
Matías: Sai che la paura svanirebbe, se solo ti sfogassi con me: avrai sempre una spalla su cui piangere… - la sta supplicando con gli occhi di dirgli la verità, di avere il coraggio di fidarsi di lui, contro tutto e tutti, di provare almeno a chiedergli aiuto, di starle accanto in questo momento così difficile; invece Maia è così vulnerabile, così spaventata, sola, indifesa da non riuscire neanche ad averlo vicino, non riesce neanche a guardarlo negli occhi, ad abbracciarlo, baciarlo, esattamente come accade sempre, ogni giorno, anche quando non dovrebbe accadere; ma a Matías è bastato solo guardarla negli occhi per comprendere che sta male, che ha bisogno di aiuto, di sostegno da parte di sua, oggi come non mai, perché non è mai accaduto che tra loro ci fosse una barriera così forte, acuta, dolorosa per entrambi per un segreto; le starà vicino, non permetterà che questo li allontani, mai, supereranno tutto insieme, anche questa volta, e lotteranno insieme, se ciò che non è stato detto è così destabilizzante –
Maia: Avverto sulla mia pelle, nel mio cuore, profondamente, che sto perdendo tutto, sto per valicare quel confine che tanto ci eravamo prefissati come obiettivo: rompere il nostro legame per sempre, per essere felici in altri modi, per dovere; e comprendo, mi sento coinvolta troppo in quella sensazione di sconforto più totale, di sfiducia, per il quale non basterebbe il conforto, la vicinanza, l’amore di nessuno per riprendermi, perché alla fine non sarebbe quel vero amore che fa lottare; mi sento in colpa, perché tu non meriti queste parole, non le meriti, dopo tutto quello che hai fatto per me, e io, che non ho mai fatto nulla per te, niente, ti ho solo portato guai, ho vanificato tutti i sacrifici, tutto… - …e tutto è successo perché io non sono stata mai capace di lasciarti andare via, anche se lo dicevo continuamente, se perseveravo nel mio intento di allontanarti, alla fine tornavo sempre tra le tue braccia, a baciarti, abbracciarti, ripetendoti di lasciarmi andare via, di fartene una ragione, io, da ipocrita!! E alla fine hai perso tuo figlio, per questi stupidi giochetti, questi maledetti litigi, per tutti i momenti in cui io stavo male, avevo bisogno di te, magari rendendo inutili tutti i tentativi per dimenticarti di me! Ti ho solamente fatto sprecare quelle energie che avresti dovuto avere per tuo figlio, per la nostra ragione di separazione… ho distrutto tutto, tutto… mi merito il tuo odio, non il tuo amore… -
Matías: Amore, ascolta, tu non hai colpa di nulla! Sei tu che hai avuto la sfortuna di amare me, che ti ho deluso, lasciandoti da parte te, che sei stata, sei e sarai la donna della mia vita, quella con cui voglio sposarmi, avere una famiglia! Io ti ho riempito la vita di tristezza, la tua vita è diventata una valle di lacrime da quando quella notte, in Canada, ti confessai il dolore più grande della tua vita, e da lì non ho mai più visto il tuo viso felice, mai più; e non sai il peso che porto per aver portato lo scompiglio più totale nella tua vita, rendendotela impossibile; adesso, l’unico modo per riparare almeno un minimo dei miei errori è amandoti, stando accanto a te giorno e notte, in qualsiasi momento, anche se non basta affatto, perché vedo che tu soffri ancor di più avendomi vicino, e io odio me stesso per questo… - inevitabilmente, ogni volta che dalla sua bocca uscivano parole dure, tristi, sconfortanti, che erano solo il preambolo di momenti che al solo pensiero terrorizzano, destabilizzano e creano solo angoscia, Maia finiva sempre per innamorarsi sempre più di Matías, lo amava tanto il quell’istante, come mai si sarebbe aspettata di amare qualcuno per i suoi errori, per la sua capacità di ammettere di aver sbagliato tanto, di aver reso tutto più complicato, intricato, ma alla fine aveva solo ottenuto di renderli più complici, più uniti e legati che mai, perché entrambi amavano a prescindere da tutto, da qualsiasi cosa sia successa tra  loro; amavano tanto, e questo bastava a risanarli di tutto, anche delle cose peggiori, non si sarebbero mai dimenticati l’uno dell’altra; ma la paura di Maia persiste: quando c’è di mezzo un figlio, sangue del suo sangue, si sarebbe stravolto tutto? Da Amore a… Odio? Rabbrividisce al solo pensiero che solo dopo avergli dato la triste notizia, avrebbe visto come le cose evolveranno… -
Maia: Ti amo, ti amo veramente tanto, voglio che tu lo sappia, qualsiasi cosa accada, io sarò con te, per sempre… - gli accarezza il viso dolcemente, sperando che non sia l’ultima volta in cui abbia la possibilità di ribadirgli il suo amore per lui –
In Kricoragan:
Pedro: Sei lo stesso schifo di sempre! – L’odio per te è una costante nella mia vita, con quel bacio l’hai sancito, non riesco a non odiarti dall’ultima volta che ci siamo lasciati, quando ci siamo visti perché tu mi dessi la busta con i soldi che mi spettavano per tenermi la bocca chiusa su tutto quello che aveva combinato con la madre in quella casa; la  voglia di vederla per i soldi, quella volta, era solo un pretesto per passare quei pochi minuti con lei e magari cercare di convincerla a mollare tutto e scappare con me lontano da tutto; ma quando vidi quanto cinismo, quanta cattiveria emanava non ebbi il coraggio di chiederglielo: avevo troppa paura che un ennesimo rifiuto mi condannasse a stare ancora peggio di adesso, ma forse mi sbagliavo, perché più odio di così non potrei mai arrivare a provare, mai –
Delfina: Quel bacio ti sta ribollendo nelle vene, come neanche i baci che mi davo con Federico! Oh, andiamo, credevo che sapessi tenere molta più testa a questa tua impetuosa gelosia per me, questo continuo amore morboso che provi per me, pur conoscendomi – Delfina si aspetta la reazione peggiore che Pedro abbia mai avuto, e, infatti, arriva: Pedro la prende per un braccio, facendo in modo che lo guardasse dritto negli occhi per assaporare, per rendersi conto una volta per tutte, per fissare per bene, per osservare quanto male, quanto dolore, quanto danno gli avesse causato, essendo quella che è, una maledetta cattiva persona, quella cattiva persona che prende il posto della vera Delfina, ogni volta che la notte finisce e inizia una nuova giornata, una nuova battaglia da iniziare, dopo che per tutta la notte è stata la donna più dolce, innamorata, sentimentale, vera, con dei sentimenti, dei veri sentimenti, al posto di quel macigno che sembra avere al posto del cuore; Delfina adora vederlo così, disperato per fare in modo che lei abbassi la guardia, che lo rispetti e abbia almeno un minimo di timore nei suoi confronti, per manovrarla e costringerla a fare tutto ciò che lui vuole per vendicarsi una volta per tutte; ma Delfina, pur temendolo veramente tanto, non ha la minima intenzione di permettere che lui continui con i suoi piani, vuole fermarlo, frenare tutta quella pazzia, prima che si bruci anche l’ultima possibilità per stare insieme, una volta e per sempre –
Pedro: Non vali niente, credi che l’amore sia morboso, ma che razza di persona sei?!! – Delfina avrebbe tanto voluto dargli uno schiaffo, forte, senza pietà, perché era troppo, l’aveva insultata almeno cinque volte in due giorni, l’aveva calpestata, sovrastata, e non aveva mai permesso a nessuno di farlo, prima d’ora; ma, in realtà, calma  questa sua voglia di riscatto e rispetto in fretta: è l’unica persona determinata ad aiutare Catherine, ad aiutare una povera ragazza con un  bambino in grembo, tutta sola in chissà quale parte del mondo, visto che ha lasciato il covo dove era nascosta con gli altri; è una brava persona, perché nessuno farebbe mai una cosa così se non si è spinti da buoni propositi; iniziava a vagare l’idea che non è così male essere una specie di Floricienta: niente nervosismo, odio, isteria, niente di tutto ciò; solo calma e determinazione, che non le è mai mancata, ma in questo contesto assume tutt’altro valore; ma doveva ancora conoscere l’altra faccia della medaglia… -
Delfina: Io lo so, ma non so se tu te ne stai rendendo conto: stai gettando al vento tutto, la nostra relazione, i nostri ricordi, tutto di noi; ti prego, t’imploro di non farmi odiare anche quei pochi momenti che adoro di quel tempo, ti prego… - Non farmi ancora del male, non odiarmi, ti prego, non farmi pentire di tutto, proprio di tutto quello che ho costruito in quel periodo, anche se so che la maggior parte sono macerie, ho distrutto tutto, non era rimasto niente quando sono uscita da quella porta; ma, almeno, avevo nel cuore il ricordo di noi due, della nostra vita insieme, delle nostre fughe clandestine, i fugaci baci e momenti che passavamo insieme ogni volta che potevamo, comportandoci come due innamoratissimi fidanzatini; ti supplico di amarmi, di dimenticare il peggio… -
Pedro si sentiva sollevato, felice, gioioso, ammaliato da quelle parole, pronunciate proprio da Delfina, colei che, per un anno intero, l’aveva sempre colpito duramente, insultato, allontanato, trattato male, umiliato con le sue parole; avvertiva la felicità, come un raggio di luce all’interno di tanta ombra, che lo fa sorridere, rende quei suoi occhi grigi e cupi di un azzurro così intenso, luminoso: era una visione strepitosa, splendida per Delfina; e, mentre nel cuore di Pedro si faceva spazio la felicità, nel cuore di Delfina prendeva posto la speranza che tutto potesse prendere una piega distinta –
Intanto, a casa Fritzenwalden:
Franco: Flor, posso parlarti un attimo? È molto urgente… - Dobbiamo fare qualcosa tutti quanti insieme, non possiamo lasciare Facha in questo stato, da solo, senza nessuno che si occupi di lui, non sarebbe giusto, soprattutto in questo momento, in cui capisco e ho visto che non ce la farà da solo… -
Flor: Si, certo, dimmi, è qualcosa di grave? – nota come Franco abbassa la testa, non è felice, con quel sorriso contagioso, la sua risposta pronta, gli occhi frizzanti, non sprizza allegria e contentezza da tutti i pori come sempre, sembra angosciato, triste, immensamente preoccupato; e così si preoccupa, sente un’agitazione crescente, mette una mano su quel magone che le si è creato, cerca di non farsi sopraffare, ma le lacrime le salgono, fatica a tenerle in gola, l’espressione di gioia sul suo volto cambia drasticamente, divenendo triste, nervosa; solo una volta ha visto quell’espressione: sul viso di Federico, angosciato per Maia in ospedale, ricordando la morte dei suoi genitori –
Franco: Il padre di Facha è morto, proprio davanti ai suoi occhi, in ospedale, mentre gli confessava che non era davvero suo padre! Flor, io non ho mai visto Facha in questo stato, era sconvolto… - Flor lo interrompe –
Flor: Vado da lui, subito! Di a Federico che io tornerò tra un po’, se chiede di me – Chi meglio di questa famiglia potrebbe mai capirlo? Chi meglio di noi, che abbiamo sofferto le pene dell’inferno, le pene peggiori, potrebbe arrivare magari a farlo sentire meglio, a fargli apparire un barlume di speranza in quel suo cuore così distrutto, amareggiato, privo di amore e di affetto? Chi?! Dobbiamo stargli accanto, dobbiamo aiutarlo, fare in modo che superi questo momento, deve avere il coraggio di affrontarlo, di tirare fuori, di cercare nel profondo del suo cuore quelle ultime, stremate forze per continuare a lottare, deve farlo! Non si deve arrendere, non deve… -
All’ospedale:
Lorenzo: Ehi, ti senti bene? Sembri davvero tanto scossa, eppure la nonna sta bene; è successo qualcosa? – Io ancora non riesco a capacitarmi di quello che è successo a Maia, non lo riesco minimamente a credere, mi sembra così assurdo, così fuori dal mondo, dagli schemi, da tutto! Chi vorrebbe che una ragazza solare, dolce, amorevole, affettuosa e gioiosa morisse?! Io non l’ho mai vista circondata da persone che le vogliono fare del male, che vorrebbero a tutti i costi farla fuori, così subdolamente, cinicamente e freddamente, mai; eppure sono un buon osservatore, ma nonostante questa mia dote, pare che le cose siano molto diverse da come io pensavo che fossero; sperando che questa volta l’istinto e il mio spirito di osservazione non m’ingannino, bisogna indagare a fondo, non nel suo presente, perché il suo presente è fatto di Matías, i suoi fratelli, Florencia e me… -
Paloma: Tu che dici?! Catherine è scomparsa nel nulla, nonna è in un letto d’ospedale e io sono incapace di occuparmi di tutto questo! Abbiamo una vendetta da portare avanti, ma mi domando come faremo con tutti questi casini di mezzo! - … ho il sangue che mi ribolle nelle vene, sento bene come tutto l’odio che ho dentro mi si contorce enormemente, aggravando ancora di più la situazione di quelli che mi stanno attorno: Matías, Maia, Segundo e tutti quelli che proveranno a mettersi sulla strada della mia vendetta, provando a contrastarla, passeranno l’inferno, saranno vittime della mia ferocia, della mia cattiveria e della mia malignità! Niente più momenti di indecisione, niente più traballamenti, niente più confusioni: ora è il momento di avere paura e determinazione, soprattutto con Segundo! –
Lorenzo: Ce la possiamo fare contro tutte le avversità, lo sai bene: non siamo persone che si arrendono, siamo ossi duri; ma anche Segundo lo è... fai attenzione, molta attenzione… - Crede che io sia stupido, che non mi sia accorto di quanto stia vicino a Segundo, di quanto sembri imbambolata, ipnotizzata, con quella luce negli occhi quando c’è lui accanto a lei; è innamorata, innamorata persa di Segundo come anni fa, non è cambiato niente, continua a guardarlo con gli stessi occhi, e la vedo sempre più in difficoltà, sempre più in situazioni difficile con lui: per questo ho paura che se continuerà a frequentarlo, le cose si potranno mettere male per tutti noi, poiché Segundo ha i mezzi, è scaltro, svelto e astuto per mandare tutto all’aria, tutta la nostra vendetta… -
Paloma: Io so molto bene quello che devo fare, quindi non mi venire a dire a cosa o a chi devo stare attenta! Non sono più una bambina, le cose cambiano, e anche drasticamente! E poi, non sono io che mi sono innamorata di un mio nemico, o sbaglio?! E per giunta mi rendo patetica per farlo innamorare di me a tutti i costi! Non mi provocare, perché stamattina ne ho per tutti! – Devo fare qualcosa, odio ammetterlo, ma ha ragione: devo fare molta attenzione, moltissima, perché da come mi ha lasciato questa mattina, così carico di determinazione, quasi violento e disperato, è capace di qualsiasi cosa per rendermi le cose impossibili, qualsiasi; e, conoscendolo, starà già iniziando ad architettare qualcosa di altamente destabilizzante, quindi devo pensare a come contrastarlo… -
Lorenzo: Be’, io almeno non mi sono innamorato di un tipo che mi tiene in pugno e mi controlla la vita, e potrebbe anche distruggere molti mesi di lavoro; io sono patetico, ma tu sei ingenua; e ora, scusami, ma devo andare a risolvere dei servizi; se vedi la nonna, dille che verrò a trovarla questa sera…
In Kricoragan:
Pedro: Come mai, dopo l’uscita che abbiamo avuto, ti sei dileguata nel nulla? Non sei neanche appiccicata al conte, ed è preoccupante – Mi piacerebbe tanto sapere che cosa mi sta nascondendo: è sempre stata una donna piena di sorprese, misteriosa, mi ha sempre suscitato molta curiosità, ma anche timore, perché non è come tutte le altre, fa sempre di testa sua, ciò che vuole quando vuole; e quando non la si vede in giro, sta progettando qualcosa… -
Delfina: Primo: tu sei l’autista, quindi in camera mia non entri senza chiedermi il permesso; secondo: evitami l’interrogatorio, perché non ho niente da dirti! E adesso, scusami, ma devo andare dal conte! – non appena esce, Pedro si precipita a guardare dietro lo specchio, il nascondiglio che hanno sempre usato lei e sua madre per nascondere le carte importanti, e ci trova qualcosa di molto strano: un biglietto per Londra, per cui dovrà partire tra tre giorni; e così fioccano le idee per rovinarle i piani… -
Pedro: Di certo non sarà una vacanza, perché la farò diventare il suo inferno…
Nello studio di casa Fritzenwalden:
Matías: Ehi, Federico! Come va, amico? Immerso nel lavoro fino al collo? – Meno male che mi sono preso un paio d’ore rilassanti con Maia, così da ricaricarmi per bene e gettarmi a capofitto nel lavoro, visto che ho migliaia di pratiche arretrate da parecchio tempo… -
Federico: Eh, già! Sembra che i fogli non finiscano mai, e io non la smetta mai di firmare! Ma, dimmi, è già finito il momento di  relax che ti sei preso con Maia? Credevo che avreste passato tutta la giornata insieme, non vedendola qui in casa e neanche in camera sua; comunque, la vizi tanto: le hai anche lasciato una rosa sul letto! – ride –
Matías: Una rosa? Di che parli? E’ stata Maia a precipitarsi a casa mia spaventata e scossa, io non sono venuto qui prima di adesso…
Federico: E, allora, chi ha lasciato quella rosa a Maia?
In camera di Maia, intanto, un biglietto è posizionato proprio sul suo letto, un altro biglietto da leggere; Maia spera che non siano ancora minacce, perché il suo livello di sopportazione è arrivato al limite.

Gli scherzi e le minacce sono finite.
È arrivato il momento di guardarci negli occhi.
Vediamoci.
Potrei svelarti cose che neanche la tua famiglia ha il coraggio di dirti, amore mio.
    

Ciao a tutti! Chiedo umilmente perdono a tutti per il gran ritardo accumulato, ma tra scuola e impegni vari è veramente impossibile scrivere un capitolo! Be', ma ora sono riemersa dalle acque profonde! Capitolo un po' intenso, che spero vi piaccia! So che è corto, ma ho dovuto dividerlo in due parti, siccome è un po' corposo! Un bacio a tutti quelli che continuano assiduamente a seguirmi, che mi riempiono di soddisfazioni e incitano a continuare! Grazie, grazie di cuore a tutti! Un bacio, alla prossima!

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