Così lontani eppure così vicini

di Evelyn Doyle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ≈ Prologo ≈ ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Credo di odiarlo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Strane reazioni ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Contro corrente ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Inusuali coincidenze ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Che sia gelosia? ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Questa è guerra? ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Diamoci un taglio! ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***



Capitolo 1
*** ≈ Prologo ≈ ***


Così lontani eppure così vicini

By PoppyAnnie

≈ Prologo ≈


*Natalia*

Ore 7.00, devo alzarmi altrimenti rischio di arrivare tardi a scuola. La mia "amata" scuola: il liceo scientifico A. Manzoni. Mi alzo a malavoglia e raggiungo mia madre in cucina.
“Tesoro, cosa vuoi per colazione?” mi chiede mentre è ai fornelli
“E’ tardi, una semplice tazza di latte andrà bene” rispondo stropicciandomi gli occhi.
Appena finisco la colazione vado in bagno e faccio una brevissima doccia, lavati i denti è il momento di vestirsi: una camicetta a quadri e un paio di jeans sbiaditi sono la mia scelta dettata dal sonno; mi vesto e mi do una pettinata veloce. No, non ho dimenticato nulla, se pensate che abbia dimenticato il trucco. Io lo odio, ecco tutto.
Esco di casa con lo zaino sulle spalle e prendo il bus alla fermata dietro casa mia, sperando di non averlo perso.
“Natalia!” sento la voce di Carlotta, una mia amica, chiamarmi
“Ah, ciao” rispondo con un cenno della mano. Carlotta non è nella mia stessa classe, lei frequenta il linguistico, che è nella stessa sede dello scientifico, frequentato da me.
“ ‘Ah ciao?’ Che hai oggi?” mi chiede mentre scendiamo dal bus, che è arrivato a scuola
“Nulla, non mi sono svegliata di ottimo umore” rispondo, mentre entriamo nell’atrio
“Lo vedo! Hai due occhiaie...!” mi dice lei, mentre corre via per arrivare alla sua classe.
Intanto anche io mi dirigo nella mia, spero non sia tardi: stamattina abbiamo la Mariani, fisica, e se arrivo tardi non mi taglierà la testa solo perché ho la media del nove.

Entro in classe, per fortuna non è ancora arrivata, mi siedo in prima fila dato che sono tutti occupati gli altri banchi e aspetto che la Mariani arrivi.
Dopo qualche minuto la suddetta arriva, seguita a ruota da un ragazzo.
È mediamente alto, capelli scuri e corti e occhi verdi. Non l’ho mai visto prima.
Ma la cosa che mi colpisce di più è il modo in cui è vestito: maglia con scritto a caratteri cubitali "Star Trek" sotto ad una camicia aperta a quadri, pantaloncini fino al ginocchio e sneaker giallo fluo.
“Oddio, e questo da dove è uscito fuori?” bisbiglio a Susanna, che è dietro di me e che ridacchia un attimo
“Lui è Edoardo De Santis, sarà il vostro nuovo compagno di classe a partire da ora” dice la Mariani a tutta la classe
“Vediamo un po’ dove sistemarti... potresti sederti a fianco di Mari, quella ragazza bionda in prima fila, dato che ha un banco libero a fianco” andrebbe bene, se non fosse che Mari sono io, ma perché lo fa? Sono fra i migliori del suo corso, che ho fatto di male?
Il signorino annuisce e si siede al banco di fianco al mio, sento risatine soffocate per la classe e vedo che vengono dai ragazzi: che idioti, solo questo posso dire.
Sento i suoi occhi appiccicati alla mia figura, non oso girarmi.
Silenzio assoluto per tutta l’ora, anzi, quasi tutta.
“Ehm, e tu sei Mari, così, eh?” mi chiede un po’ impacciato
“Natalia è il mio nome, Mari è il cognome” dico acida
“Io sono Edoardo, come già sai...” evviva Capitan Ovvio! Lo so che ti chiami Edoardo, ti sei presentato mezz’ora fa!
“Grazie dell’informazione” non sono sempre così acida, ma quel tipo non mi andava molto a genio
“Che simpatica eh” giuro di aver sentito una cosa del genere provenire dalla sua bocca, ma non ci penso troppo, non mi importa dopotutto.

Ore 10.45, intervallo.
“Allora, com’è il nerd che ti hanno affibbiato?” è Daniel, sempre molto simpatico
“Ah ah ah” fingo una risata per fargli capire che non mi diverte
“Hey, scusa, era una battuta, nient’altro” una battuta? Che razza di battuta era quella?
“Sono sicura che diventerete molto amici, allora” dico stizzita
“Eh? Io con quel nerd? Mi stai prendendo in giro?” no, non ti sto prendendo in giro, siete pessimi tutti e due in fatto di simpatia.
Me ne vado al bar della scuola, per calmare i miei nervi.
“Un cappuccino” ordino al barista, Mario, che lavora qui da una vita
“Anche per me, grazie” si intromette una voce, una voce che ho già sentito... ma certo, non dirmi che è ancora quello lì! Mi ha davvero stancato!
“Grazie” prendo il mio cappuccino e me ne vado più in fretta possibile lontano da quell’individuo. Sinceramente non mi sta simpatico nemmeno un po’, credo che anche io non gli vada molto a genio, da come gli ho risposto stamattina.
Mentre sorseggio il cappuccino tentando di darmi una calmata, sbatto accidentalmente contro qualcosa.
O qualcuno.
"Scusami, non ti ho visto!" mi dice il ragazzo contro cui ho sbattuto, non lo conosco
"Nemmeno io ti ho visto, ero concentrata su questo" rispondo io mostrando il bicchiere contenente il cappuccino
"Scusa ancora, ero nei miei pensieri. Comunque sono Samuele. Samuele Giuliani, 3°E" la 3°E è la classe del linguistico, è pieno di ragazze e di ragazzi ce ne sono ben pochi
"Natalia Mari, 3°A" rispondo
"Devo dirti la verità: credevo fossi una del primo anno" grazie per avermelo ricordato, sul serio
"Invece frequento la terza liceo, che strano eh?" me ne vado e al cestino più vicino butto il bicchiere contente il cappuccino, ormai vuoto.
Nonostante sono scocciata so bene che quel ragazzo - Samuele o come si chiama - ha ragione: sono bassa e con un viso molto fanciullesco, il che fa pensare a una ragazzina di dodici anni e - diciamo la verità - non ne vado poi così fiera.

Rientro in classe: adesso c'è latino - che non amo poi così tanto - con la Mantovani.
La professoressa entra, come al solito è in anticipo, e guarda il nuovo arrivato.
"Tu sei il nuovo arrivato?" chiede gentilmente all'individuo di fianco a me
"Sì, Edoardo De Santis" risponde euforico, ho la strana sensazione che presto entrerà nelle grazie della Mantovani questo essere
"Bene, io sono, come ti avranno detto, la professoressa di lingua e cultura latina" si presenta la professoressa
"Certo, mi è stato riferito, professoressa" quel tono è troppo gentile: è palese che sta tentando di entrare nelle grazie della prof.
"E voi, ragazzi, un po' di brio, oggi vi assegnerò un compito speciale" si rivolge a tutta la classe con un sorriso smagliante: quando fa così mette paura
"Dovrete svolgere una ricerca a coppie, scelte da me, sulla letteratura latina" fantastico, ci mancava solo un lavoro a coppie!
"Allora... Vitali con Costa, Bianchi con Riva, Castelli con Rossi e..." ecco, arriva verso il mio banco e ho la netta sensazione di sapere già con chi capiterò
"Mari con... De Santis" perchè? Perchè devo sempre averlo tra i piedi? Cos'ho fatto di male per meritarlo? Guardo "De Santis" con un'espressione scocciata e il mio sguardo ricade sulla scritta enrome "Star Trek" sulla sua maglia. Mi volto prima di avere un attacco di cuore e tento di calmarmi.
Questo, questo è l'inizio del mio inferno, lo sento.


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*Note autrice*
Allora, ennesima storia con ennesimo prologo! *battiamo le mani*
Vi è piaciuto il prologo? Spero di sì, anche se è corto, perchè serve solo ad introdurre la storia :)
Aspetto qualche recensioncina, giusto per sapere se è leggibile (?) o se fa pena.
A presto!
Annie

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Credo di odiarlo ***


Così lontani eppure così vicini

By PoppyAnnie

Capitolo 1: Credo di odiarlo

*Natalia*

Come al solito, anche oggi prendo il bus appena in tempo intenta a preparami psicologicamente per cinque ore di silenzio.
Ormai è chiara la situazione fra me e il ner... cioè Edoardo e, sinceramente, l’idea di fare quella stupida ricerca di latino potrebbe farmi venire un attacco di cuore da un momento all’altro.
Mentre entro ecco che il suddetto mi chiama.
“Che vuoi?” dico scocciata “ammirando” il suo abbigliamento di oggi: ennesima maglia con ennesima scritta “Star Trek” questa volta fosforescente, jeans fino al ginocchio volutamente trasandati e sneaker verde fluo.
“Per la ricerca. Dobbiamo metterci d’accordo” ah, già, pensavo che se ne fosse dimenticato
“Quindi...?” chiedo io per sapere ora, giorno e luogo
“Se ti va a casa mia, ho un Mac da far paura. Oggi, 15.30. Aspetta, ti do’ l’indirizzo” mi porge un foglietto di carta con scritta una via e me ne vado in classe.
“Allora, come va con ‘Mr. Star Trek’?” mi chiede Susanna mentre entro in classe
“Molto divertente, Susy. Sono costretta ad andare a casa sua oggi, per la ricerca” rispondo scocciata
“Se lui si concia così non immagino come sarà la sua stanza...” neanche io lo immagino né lo voglio immaginare
“Meglio chiudere il discorso, per ora: sta arrivando il signorino” dico io, andando a sedermi.
Intanto arriva anche la prof. : oggi abbiamo la Donati, di inglese.
“Good morning, guys” saluta, in perfetto inglese “Oggi ho preparato un compito in classe, su tutti gli argomenti affrontati fin ora di grammatica” perfetto, fortunatamente sono stata più furba della prof. e ho studiato. Vari “No” sconsolati si sentono provenire da alcuni: peggio per loro.
Ci lascia tutta l’ora, dopodiché siamo costretti a consegnare. La Donati è molto “famosa” a scuola perché è la prof. che corregge i compiti più velocemente di tutte le altre, infatti così è e, per mia fortuna, ce li consegna subito.
“Ragazzi, mi sono stupita molto che due di voi hanno preso un dieci pieno: complimenti” cosa? Due di noi? Allora, una sono io – non per sembrare poco modesta, ma ne sono certa – e l’altro chi è?
“De Santis e Mari, compito perfetto” eh? De Santis? Quel ner... cioè, quell’individuo ha preso dieci?
“Complimenti” mi dice Edoardo mentre ammira il suo compito, ma tanto so che rosica perché voleva essere l’unico dieci
“Dovrei farti io i complimenti, di solito sono l’unico dieci in inglese” rispondo acida, accentuando la parola “unico”, mi fa un sorrisetto falso e torna al suo compito.
Credo di odiarlo.

Ore 15.00, casa mia.
Tra mezz’ora devo andare dal... ehm, Edoardo, per la stupida ricerca.
Esco di casa, alla ricerca della via dove abita: non è molto lontana, per fortuna. Non amo camminare molto.
È una villetta di medie dimensioni: sembra ‘normale’ da fuori. Suono il campanello.
“Ah, sei venuta” perché non dovevo? “Prego” dovresti dirmi “grazie” perché non sono scappata a gambe levate e non “prego”
“Vieni, la mia stanza è su” cosa? La sua stanza? Oh, no, credo che mi sentirò male se vedrò la sua stanza. Lo seguo a malincuore.
La porta della sua stanza è piena zeppa di adesivi con scritto “Keep Out”, “Stop”, “Divieto di entrata” e cose varie: preferirei di gran lunga seguire ciò che è scritto su quegli adesivi, ma devo entrare...
Mi guardo attorno, sono sicura che tra poco gli occhi mi usciranno dalle orbite: è completamente tappezzata di poster di varie serie di fantascienza, tra cui l’immancabile Star Trek, vedo una libreria enorme, occupa quasi tutta una parete, ma ciò che mi sconvolge di più è cosa c’è al suo interno: è divisa in due parti, una piena di videogame e l’altra di libri... di letteratura classica? Sì, non l’avrei mai detto se non l’avessi visto con i miei occhi, ma quelli sono libri di letteratura classica: l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide e una quantità industriale di altri libri. Noto anche la Divina Commedia al completo e i Promessi Sposi, oltre che il Decamerone, Novelle Rusticane, Uno nessuno centomila e chi più ne ha più ne metta.
“Amo la letteratura” mi informa, notando che sto guardando la sua “collezione” di libri. Il mio sguardo poi si sposta altrove: dall’altra parte della stanza vi sono alcuni scaffali con una miriade di modellini d’auto vintage o più moderni e di personaggi di varie saghe fantasy o videogame.
Anche la scrivania è ‘particolare’: piena zeppa dei più svariati adesivi, con adagiato sopra un Mac enorme anch’esso ricoperto da vari sticker.
Non sono una che ha tanti pregiudizi – OK, forse un pochino – ma quella non era semplice passione per fantascienza, fantasy o videogame... quella era vera ossessione.
Iniziamo la ricerca: noia assoluta. Lui invece sembra tutto euforico mentre parla della letteratura latina.
Ore 17.45, finalmente abbiamo finito.
OK, l’incubo, anzi, l’inferno è momentaneamente terminato.
“Allora io vado” dico non vedendo l’ora di uscire da quella stanza
“Va bene, Natalia giusto?” esatto, complimenti
“Giusto... Edoardo, dico bene?” reggo il gioco fingendo un sorriso
“Esatto. Posso chiederti una cosa, Natalia?” mi chiede incrociando le braccia
“Sì” inarco un sopracciglio
“Sembra che io non ti vada molto a genio, vero?” non ci credo, mi ha letto nel pensiero!
“Si nota così tanto?” chiedo sarcastica
“Abbastanza” risponde con un’espressione indecifrabile
“Tutto qui quello che volevi chiedermi?” taglio corto io
“Beh, non sono un tipo molto avverso di solito, ma sappi che il sentimento è reciproco, Natalia” lo avevo già notato, caro Mr. Star Trek
“Interessante” non mi interessa granché cosa pensa di me questo pseudo nerd, sinceramente
“C tengo solo a precisare le cose, tutto qui” nessuno te l’ha chiesto, caro mio
“Va bene” rispondo mentre me ne vado e poi aggiungo sotto voce “Mr. Star Trek” prima di farmi una grassa risata
“Scusa, hai detto qualcosa?” certo, si chiama “presa per i fondelli” o per qualcos’altro... ma dato che non sono una persona volgare mi limito a dire quello
“Ma no, cosa dici? Io vado, comunque” esco di casa sua senza salutarlo nemmeno.
Adesso non credo di odiarlo.
Ne sono certa.

Il mio cellulare squilla: chi sarà?
“Allora, Naty, com’è andata con il signorino-scarpe-fluo?” è Susanna, con un nuovo soprannome per lo pseudo nerd
“Bene, sì, dovresti vedere la sua stanza... è il paradiso dei nerd-geek!” dico io ridendo
“Oh my God, dici davvero?” mi chiede stranita
“Certo, dovresti vederla è piena fino all’orlo di poster sui film di fantascienza, di modellini d’auto, di modellini di personaggi di videogame, di libri di letteratura e di videogame... è ossessionato, secondo me” rispondo tutto d’un fiato
“Sconvolgente, non vorrei mai entrarci... come hai fatto a non morire d’infarto?” mi chiede scherzando
“Sinceramente non lo so, in ogni caso la prossima volta dovranno pagarmi per entrarci!” chiudo la chiamata e mi dirigo verso casa.
Oggi non è stata proprio una giornata eccezionale, in più domani dovrò di nuovo sedermi a fianco di quell’individuo.
Accidenti, non poteva fare il classico dato che ama alla follia la letteratura?
In più vuole anche superarmi nello studio, ma io non lo permetterò, ecco.
OK, non voglio sembrare una secchiona – perché non lo sono – ma essere superata in qualcosa mi da’ sui nervi a prescindere da quale sia la cosa in questione.

Eppure, sento che domani accadrà qualcosa. Qualcosa di molto peggio di ciò che mi è capitato fin ora.


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*Note autrice*

Questo capitolo serve da “tramite” per i prossimi, per questo è anch'esso piuttosto corto.

Allora, ormai la situazione fra i due è chiara :)

E chissà cosa accadrà il giorno seguente... beh, vedremo xD

Spero vi sia piaciuto comunque ;)

Aspetto qualche recensione, per sapere se come storia può interessare o meno e per qualche consiglio, se ce n’è bisogno :D

A presto!


Annie

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Strane reazioni ***


Così lontani eppure così vicini

By PoppyAnnie

Capitolo 2: Strane reazioni

 

*Natalia*

“Aspetta, ieri ti ha detto chiaramente che gli stai sulle scatole, quindi?” mi chiede Susanna mentre ci godiamo la pausa intervallo
“Non proprio con queste parole, ma sì” rispondo
“Wow, sfacciato il nerd” ride lei
“Già, ma sai quanto mi importa?” rispondo ironica
“La cosa che non capisco è perché la Mantovani mi abbia messo in coppia con lui per la ricerca e perché ce l’ho come compagno di banco. Cos’ho fatto di male per meritare tutto ciò?” dico spazientita
“Tutta la sfiga che non hai avuto in passato ti si sta riversando contro tutta assieme, probabilmente” scrolla le spalle “Ma se si vestisse in modo decente credo sarebbe carino, forse. Ha dei begli occhi” per poco non cado dalle risate
“Stiamo parlando della stessa persona, vero?” chiedo ridendo
“Beh, è la verità. Ma conciato in quel modo con quelle maglie da nerd e quelle scarpe è da buttare via” continua
“Di cosa si parla, ragazze?” arriva anche Carlotta con quei suoi capelli color ambra e gli occhi castani ridenti
“Del nerd che si ritrova Naty” rispose Susanna
“Eh?” chiese Carlotta non capendo
“E’ in tizio un po’ schizzato che ama alla follia le scarpe fluorescenti e Star Trek” rispondo io ridendo
“Hai... hai reso bene l’idea” rispondo Carlotta.
La campanella suona, ciò vuol dire che è ora di rientrare in classe.
Di rientrare nell’inferno.
Mentre aspettiamo che la prof arrivi la classe è veramente un inferno, letteralmente. Pezzi di carta svolazzano qua e la e addirittura anche aeroplanini fatti con la carta!
Mentre la prof arriva qualcuno ha la brillante idea di farglielo arrivare in faccia.
“Valenti, in direzione. Ora” già, è stato quell’idiota di Giacomo, un individuo che poteva contare un buon numero di bocciature fin dalle medie
“Ma prof. non sono stato io!” ti ha visto tutta la classe, ormai
“E Mari ti accompagnerà” cosa? Io non ho fatto nulla, è impazzita?
“Professoressa, cosa c’entro io?” sento Edoardo ridersela sotto i baffi, che non ha
“Controllerai che vada dritto in direzione” mi disse la prof.

“Ok, vedi di fare in fretta che non ho voglia di aspettare troppo” sbotto mentre andiamo in direzione; in realtà io e lui non abbiamo quasi mai parlato e non lo conosco granché, ma so che è stato bocciato un paio di volte tra medie e liceo
“Magari al ritorno possiamo fare una breve sosta...” ammicca, pensando che io ci caschi come un’allocca
“Vai in direzione, sbrigati e poi torniamo in classe. Incredibile, sei grande e hai ancora bisogno di qualcuno che badi a te” dico aumentando il passo
“Doveva mandarmi con Caterina o Lucia, loro sono più disponibili” dice a bassa voce, pensando che io non lo possa sentire.
E’ veramente alto, ma mi sento più potente io di lui, in questo momento.
Entra in direzione e dopo circa una mezz’ora esce.
“Andiamo” faccio per camminare nella direzione opposta, ma mi prende il polso. Che è un pervertito non mi è nuova, data la sua reputazione da “bello e dannato”, mi pare uno stereotipo se lo guardo: capelli biondi brizzolati, occhi blu e abbronzato al punto giusto, ma nonostante la sua indiscutibile bellezza non mi faccio abbindolare perché non sono una di quelle ragazzine con gli ormoni a mille con scritto in fronte “Ragazza facile” – per non essere volgari.
“Che vuoi?” chiedo brusca
“Non dicevi sul serio prima, vero?” mi chiede sovrastandomi con la sua imponente altezza
“Quando?” chiedo non capendo cosa vuole
“Quando dicevi che saremmo andati dritti in classe” ok, è chiaro che non ha capito con chi ha a che fare questo qua
“Sì, caro. Ora andiamo” sorrido ironica
“Che c’è? Ti piace il nerd?” eh? Questa è la cosa più stupida che abbia mai sentito in tutta la mia vita
“Andiamo” dico a denti stretti cercando di trascinarlo, nonostante pesi molto più di me
“Va bene, cara suora” questo tizio mi sta facendo perdere le staffe, ma rimango impassibile e torniamo in classe.

Dopo altre due estenuanti ore, la campanella suona – finalmente.
Mentre esco noto che il ner... ehm, Edoardo è fermo davanti a dei ragazzi che ridacchiano. Ha un’espressione infuriata, mentre quei ragazzi se la ridono di gusto.
Mi avvicino un po’, nascondendomi dietro le bici parcheggiate là vicino: in certi casi la mia minutezza mi aiuta veramente!
“Di che te la prendi? Ti stiamo dicendo la verità” dice uno, che non ho mai visto
“Su, ragazzi, è solo un povero ragazzino” dice ironico un altro
“Siete solo degli idioti, non vi vergognate?” è sfacciato Edoardo, quasi quanto me...
“Ma sentitelo, un nerd che ci insulta: non vi sembra un po’ un contro senso?” uno di loro lo prende per il colletto della maglia rigorosamente firmata “Star Trek” e gli sbotta contro qualcosa che non riesco a sentire.
“Hey, prendetevela con qualcuno della vostra taglia e con il vostro stesso  quoziente intellettivo!”  improvvisamente mi alzo dalla mia “posizione strategica” e mi avvicino a quei ragazzi. Edoardo mi guarda stranito con quei suoi occhi verdi e io capisco di aver appena fatto la cosa pù stupida di questo mondo.
“E questa pulce chi è?” ride uno dando una gomitata a quello al suo fianco
“E’ la tua ragazza?” chiede un altro a Edoardo
“NO!” diciamo all’unisono stringendo i pugni.

“Perché sei intervenuta?” mi chiede dopo che quegli idioti, stanchi di avere a che fare con mocciosi, se ne vanno e ci lasciano soli
“Il mio senso della giustizia ha prevalso” rispondo vaga, non sapendo nemmeno io il motivo del perché avessi fatto una cosa simile
“Beh, lascia che ti dica che non ce n’era bisogno, me la cavavo da solo!” mi urla contro
“Non mi sembrava a vedere da come ti stava trattando un ragazzo” rispondo acida io
“Ok, ok. In ogni caso non dovevi impicciarti” insiste
“Va bene, calmati. Sono solo stata gentile” rispondo incrociando le braccia
“Sbaglio o non mi sopportavi?” infatti, non sbagli
“Non sbagli. Ma non mi piacerebbe vedere nessuno maltrattato da quegli idioti. Avrei fatto lo stesso se ci fosse stato chiunque al tuo posto” accentuo la parola “chiunque” e poi me  ne vado. Sento ancora il suo sguardo sulla mia figura, sono sicura che mi starà guardando stranito dopo ciò che gli ho detto.
In realtà non sono una “paladina della giustizia” come mi sono descritta, semplicemente volevo sminuire il divertimento a quegli idioti.
Ma in ogni caso il mio odio per Mr. Star Trek  non è sparito, per carità.
Forse è peggiorato.
Già, credo proprio sia peggiorato.

Ma c’è qualcosa che mi turba ancora... ho ancora quella strana sensazione che presto accadrà qualcosa che non mi renderà proprio entusiasta...
Cerco di convincermi che è solo un’illusione, una cosa passeggera, ma questa strana sensazione non mi lascia proprio in pace...

 


*Note autrice*


Ecco, ancora non è stato svelato cos’è questa strana sensazione che affligge la nostra Natalia... ma,

chissà, presto forse lo scopriremo...

Intanto, vi è piaciuto il capitolo? Perdonatemi se è corto, ma mi è risultato un po' difficile scriverlo perchè non avevo così tanta

ispirazione ç_ç Spero che vi sia piaciuto lo stesso :)

Intanto spero (anzi, mi illudo xD) di ricevere anche qualche recensione, per sapere com’è la storia,

i personaggi e anche per qualche consiglio, se ce n’è bisogno :D

Grazie per aver letto ^^

Annie

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Contro corrente ***


Così lontani eppure così vicini

By PoppyAnnie

Capitolo 3: Contro corrente

 

*Natalia*

“Natalia, tu a che corso extra ti iscriverai?” mi chiede Susanna osservando il foglio dei corsi extra scolastici
“Non saprei... fa’ vedere che corsi ci sono” mi porge il foglio e leggo:

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CORSI EXTRA CURRICULARI LICEO STATALE A. MANZONI

Corsi linguistici:
Lingua francese
Lingua spagnola
Lingua tedesca

Corsi artistici:
Laboratorio teatrale
Laboratorio musicale
Corso di scultura

Corsi sportivi:
- Calcetto
- Football americano
- Corso di atletica leggera

Corsi culturali:
- Laboratorio giornalistico
- Corso di scacchi
- Corso di scrittura creativa

________________________________________________________________________________

“Non so... potrei fare il laboratorio giornalistico oppure... quello musicale!” il giornalismo mi interessa molto e in più non ho mai provato questo corso, ma anche quello musicale mi attira.
Ok, ho deciso: faccio il laboratorio musicale!
“Io  sono indecisa tra il teatro o la scrittura creativa... e tu, Carlotta?” chiede Susanna a Carlotta
“Beh, studio già le lingue a scuola per cui potrei fare atletica leggera! Anche se il corso di scultura mi tenta...” risponde lei.
Siamo già ad ottobre e in questo periodo ci si iscrive solitamente ai corsi extra scolastici, io ne ho provati diversi gli anni scorsi: scrittura creativa, atletica e persino il corso di scacchi che, tra l’altro, pieno di nerd e di fanatici degli scacchi, ma naturalmente vi sono anche persone ‘comuni’ certo.

Dopo che la campanella suona e dobbiamo rientrare in classe, mi siedo al mio solito banco e tiro fuori il libro di algebra, che abbiamo adesso.
Vedo Edoardo concentrato sul foglio dei corsi, probabilmente sceglierà il corso di scacchi.
“Non si segue la lezione?” lo schernisco ridendo
“Sto guardando i corsi disponibili” mi risponde con gli occhi incollati sul foglio
“Ti consiglio il corso di scacchi... troverai molta gente come te” ridacchio io
“Molto simpatica... ma ho già scelto, non preoccuparti” mi risponde con un sorrisetto vagamente ironico
“Anche io ho già scelto ed è poco ma sicuro che non ti incontrerò lì” aggiungo a bassa voce.
Però ho una strana sensazione... come se fra poco accadrà qualcosa di disastroso.
“Allora ci vediamo dopo!” dico a Susanna, prima di dirigermi nell’aula dove si tiene il corso musicale, perché iniziano proprio oggi i corsi e sicuramente ci faranno provare a suonare qualcosa per “testare” le nostre abilità.

Entro nell’aula: ci sono molti alunni, ma ne riconosco pochi della mia classe.
“Adesso farò l’appello, in modo da vedere se ci siete tutti” dice la prof. in aula, che non ho mai visto
“Edoardo De Santis?” per poco non mi viene un infarto a sentire quel nome: cosa cavolo ci fa lui al laboratorio musicale?! Incredibile, meglio se tenevo la mia boccaccia chiusa quando ho detto che sicuramente non l’avrei incontrato al corso... e, finalmente, ora capisco cos’era quella sensazione che mi affliggeva.
Faccio finta di nulla, si trova dall’altra parte dell’aula e ciò vuol dire che molto probabilmente non mi ha vista, tiro un sospiro di sollievo finché...
“Natalia Mari?” rispondo un flebile “presente” e quell’individuo si volta dalla mia parte e fa una faccia come per dire “e tu cosa ci fai qui?”, roteo gli occhi voltandomi dalla parte opposta.
Mi chiedo se qualcuno, lassù nel cielo, ce l’abbia con me.
“Adesso vorrei sapere che strumento sapete suonare, quindi quando nominerò uno strumento alzerà la mano chi lo sa suonare, intesi?” sembra una cosa da bambini delle elementari, a parer mio
“Allora... partiamo dagli strumenti classici: chi sa suonare il pianoforte?” molti ragazzi alzano la mano, tra cui io e... anche Edoardo sa suonare il piano? Non l’avrei mai detto, davvero.
“Chitarra acustica?” alzo ancora la mano, dato che la so suonare discretamente
“Chitarra elettrica?”
“Basso?”
“Flauto dolce?”
“Flauto traverso?”
La “Lista” continua per circa una ventina di minuti e, quando la prof. segna cosa sa suonare ognuno di noi si volta verso la classe “Per la prossima volta mi preparerete un brano scritto da voi o la cover di un artista e la suonerete. Potete scegliere un pezzo moderno o classico, con voce o senza” ci dice sorridente “Però... sceglierò io con chi mettervi a suonare, anzi, lo sceglierà il caso, dato che estrarrò i vostri nomi” dice mescolando dei bigliettini, con scritti i nostri nomi immagino, e scegliendone uno a caso
“Mari Natalia e...” ti prego, fa che non esca De Santis, fa che non esca De Santis, fa che non esca... “De Santis Edoardo” vorrei imprecare centinaia di migliaia di volte, ma rimango impassibile mentre il signorino De Santis mi guarda con i suoi occhi verdi. Ma com’è possibile? Questo va oltre ogni logica... quante possibilità c’erano che capitassi con lui? Una su trenta? Una su quaranta?
Quando usciamo dall’aula ribollo ancora di rabbia e frustrazione...
Non basta che siamo nella stessa classe, compagni di banco e di corso... ora dobbiamo anche fare uno stupido duetto assieme!
“Così ci ritroviamo ancora assieme” mi dice incrociando le braccia
“A quanto pare” rispondo io, andandomene prima di scoppiare seriamente.

Ricevo un messaggio: è Susanna.
Da:Susanna
Com’è andato il tuo corso? Il mio très bien, ho incontrato uno davvero carino :D


Scuoto la testa e rispondo:
Molto molto molto molto male... perché, a quanto pare, anche lo pseudo nerd frequenta quel corso.

Dopo pochi minuti ho la risposta:
Da: Susanna
Cosa????! Raccontami TUTTO, vengo da te. Ora.


Sapevo che avrebbe detto così e che vorrà che le racconto tutto e che trarrà una delle sue allusioni sbagliate.

Vado a casa e cerco di distrarmi leggendo un libro della Christie1 mentre aspetto Susanna.
Sono le 16.25, quando il campanello suona: è lei, suppongo.
Mia madre è uscita un’ora fa circa per delle commissioni e mio padre torna dal lavoro fra due ore.
“Natalia, eccoti! Raccontami tutto eh!” entra in casa appendendo la giacca sull’appendiabiti
“Allora, Edoardo frequenta il laboratorio musicale, come me...” inizio
“Ok, questo già lo so” mi risponde impaziente
“Ma, come se non bastasse, la prof. ha avuto la brillante idea di metterci a coppie per realizzare un duetto da presentare settimana prossima e, scegliendo le coppie con il metodo del sorteggio, io sono capitata con quell’individuo!” dissi tutto d’un fiato, trattenendo la rabbia
“Con Edoardo? No, dai, non è possibile...” mi dice lei sgranando le iridi ambra
“Oh, invece eccome se è possibile...” rispondo io piuttosto irritata
“Non posso crederci, come è possibile? Quanti eravate al corso?”
“Una trentina, forse trentacinque non so...”
“Wow, siete destinati a stare insieme...” dice lei ridendo
“Non fa ridere, Susanna. È una cosa inaudita! Com’è possibile? Insomma, le possibilità che capitassi con lui erano, se eravamo in trentacinque, del due per cento circa2!” sbotto io facendo un breve calcolo a mente
“A volte il destino gioca brutti scherzi, già” credo mi stia prendendo in giro
“A me sta capitando un po’ troppo spesso, mi pare... insomma, che ho fatto di sbagliato?” Ok, ora ho la conferma che qualcuno lassù ce l’ha un po’ con me.
Mi sembra di star nuotando in un fiume contro corrente. Oppure di guidare contromano, non che io sappia guidare, s’intenda.
 


 

*Note autrice*

1.Un romanzo giallo della nota scrittrice Agatha Christie (l’avrete intuito di sicuro, però, vero?)
2.Spero di non aver sbagliato la percentuale xD


Ecco anche il terzo capitolo :D

Spero vi sia piaciuto *-* Ah, ho cambiato la scrittura... vi piace o è meglio quella di prima?

Allora, anche oggi i nostri cari “amici” sono finiti assieme, com’è possibile o.O? Destino?

Chissà...

Beh, vedremo se Natalia ha ragione a pensare che “qualcuno, lassù nel cielo, ce l’ha con lei” xD

Spero di ricevere qualche recensioncina, rende sempre soddisfatti e in più mi aiuta a capire se vi

piace o meno e magari per avere qualche consiglio ;)

Al prossimo capitolo!


Annie

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Inusuali coincidenze ***


Così lontani eppure così vicini

By PoppyAnnie

Capitolo 4: Inusuali coincidenze


*Natalia*

Il mio cellulare emette un breve squillo seguito da una vibrazione: è arrivato un messaggio.

Da: Susanna
Ti ricordi che oggi c’è la festa della sorella maggiore di Carlotta, vero?
Ah, sono sotto casa tua.
Ti aiuto a scegliere i vestiti ;)
Susy


Ah, già, la festa di Liliana, la sorella diciottenne di Carlotta.
E, naturalmente, quella peste di Carlotta cosa aveva detto alla sorella? Ma ovvio, di invitare anche le sue due amiche Susanna e Natalia.
Apro la porta e faccio entrare Susanna, tutta euforica e allegra per la festa imminente.
“Natalia, finalmente!” mi dice spazientita mentre la faccio accomodare in casa
“Cos’è questa storia che devi “aiutarmi a scegliere i vestiti”?” dico secca
“Dai, cerca di essere meno acida, magari troviamo qualche ragazzo carino!” scoppio a ridere e, appena mi riprendo, rispondo: “Saranno tutti più grandi e sicuramente a me filerebbe più quel nerd di Edoardo che uno di loro” ancora lui? Mi stupisco di me stessa: perché non faccio altro che ripetere il suo nome? Nemmeno fosse bello, accidenti...
“E’ una questione di immagine, tu sembri una dodicenne e, mi spiace per te, ma non ci puoi fare molto... però almeno potresti cercare di vestirti decentemente, no?” non fa una piega il suo ragionamento, se solo fossi d’accordo con lei...
“E cosa propone la nostra esperta?” dico stizzita, ma con il mio solito sarcasmo
“Prima di tutto di essere meno acida. Dai sui nervi a volte” risponde lei curiosando nel mio armadio “Per quanto riguarda i vestiti... beh, mi sembrano tutti uguali quelli che hai tu... non hai qualche abito o roba del genere?” mi chiede alzando un sopracciglio
I’m sorry, cerco di non dare troppo nell’occhio quando vado in giro” rispondo alzando le spalle, mentre lei tira fuori da una busta degli abiti che si era portata da casa. Alla fine faccio di testa mia e tiro fuori le prime cose che mi capitano a tiro: una maglia color cielo a maniche corte per niente scollata e dei jeans scuri, mentre per quanto riguarda le scarpe delle sneaker dello stesso colore della maglia.
“Sembri ancora più piccola vestita così... se poi ti dicono che hai dodici anni, non prendertela con me però” mi dice lei, mentre sfoggia un look del tutto nuovo: abito a maniche corte che arriva poco sopra il ginocchio di un orribile rosa confetto con una cintura poco sopra la vita poco più scura e scarpe con un tacco non molto alto (6 cm? Non me ne intendo granché...) bianche. Sembrava avessimo almeno cinque anni di differenza.
“Adesso però dobbiamo fare qualcosa per quei capelli” mi dice
“Bah, vanno bene così” rispondo mentre lei tira fuori una borsetta molto femminile contenete make-up
“Non mi truccherò, sappilo” dico io decisa
“Okay, okay... anche se con un po’ di matita potresti mettere in risalto quei tuoi occhi...” la guardo con uno sguardo assassino e lei si interrompe capendo quanto me ne importi
“Cavolo Natalia, tu mi stupisci sempre: hai una tale fortuna ad avere quegli occhi e quei meravigliosi capelli e non te ne frega niente... invece io mi ritrovo con questi capelli color terra bruciata e questi occhi che ha mezzo mondo” borbotta lei
“La vita è ingiusta, pensa a me che devo condividere il mio spazio vitale con un nerd” rispondo irritata.
Alle 18 usciamo, ci accompagna la madre di Susanna in auto.
Arriviamo a casa di Carlotta: è terribilmente grande e in questo momento preferirei stare in classe ad ascoltare una noiosa lezione in compagnia del “caro” Edoardo, piuttosto che stare ad una festa con noiosissimi, secondo il mio parere, diciottenni.
Carlotta e Liliana ci salutano e Susanna non perde occasione a lasciarmi da sola in mezzo a tutta quella confusione: il salotto di casa Bianchi è immenso e a quanto pare non c’è alcuna traccia di adulti, ma vi sono solo ragazzi e ragazze intenti a parlare e ridere.
Mi siedo su una poltrona, incrociando le braccia: odio le feste, odio tutta quella confusione.
Mi dirigo verso il tavolo del buffet e prendo un muffin al cioccolato, mentre cerco di portarlo alla bocca qualcuno mi urta e, ovviamente, il mio muffin finisce a terra K.O.
Impreco sottovoce e maledico chiunque sia stato.
Quel qualcuno ride sentendo la mia imprecazione: è un ragazzo, non è brutto per carità, ha i capelli biondo grano e gli occhi verde acqua.
“Beh, mi fai cadere il muffin e ridi anche?” sbotto acida
“Hey, scusa, non volevo sembrare inopportuno, ma eri buffa” buffa? Ma questo chi si crede di essere? “Sei amica di Liliana?” mi chiede d’un tratto
“No, di sua sorella” rispondo secca
“Capisco, comunque mi dispiace di aver ucciso il tuo muffin se vuoi te ne prendo un altro” è il minimo che dovrebbe fare, ma mi è passata la fame
“No, non ho più fame” rispondo
“Comunque piacere, sono Mattia” si presenta
“Natalia” rispondo incrociando le braccia
“Ti ho già chiesto scusa per il muffin, che altro vuoi che faccia?” mi chiede ridendo
“Nulla, sono sempre così” rispondo guardando l’orologio
“Capisco... forse quel muffin ti avrebbe fatto bene, a giudicare da come sei acida” mi vuole provocare? Ah, quanto odio quando la gente mi provoca in questo modo!
“Molto divertente” sorrido ironica alzo un sopracciglio per mostrargli che sono irritata
“Dai, non volevo mica offenderti” si mette a ridere, ma io non ci trovo nulla di divertente “Okay, non ti sono molto simpatico, vero?” questa frase mi ricorda vagamente quella di Edoardo il giorno che sono andata a casa sua per la ricerca... aspetta! Ma perché penso ad Edoardo adesso? Bah, preferisco non saperlo...
“Ma dai, come hai fatto a indovinare?” rispondo sarcastica
“Non saprei, le tue risposte non erano le più amichevoli che potessi aspettarmi” rispose usando il mio stesso  tono “Frequenti il liceo Manzoni?” mi chiede ad un tratto
“Sì, perché?” rispondo anche se non me ne importa poi così tanto
“Così, mera curiosità. Anche io comunque, sono al quinto anno” risponde lui
“Liceo scientifico?” chiedo allora io
“Sì, anche tu?”
“Esatto, ma non sono al quinto anno”
“Su questo non ci sono dubbi...” lo guardo con l’espressione più assassina che possa fare e lui ridacchia: “No, cioè, volevo dire... è ovvio che non sei del quinto anno, se sei amica della sorella di Liliana” lo guardo piuttosto scocciata e poi rispondo: “Ovviamente”.
Il tempo passa, per fortuna, anche se devo ammettere che non è stato così brutto parlare con quel ragazzo. Okay, non pensate che sia una di quelle che si innamora a prima vista dei tipi più grandi e carini, perché, se lo volete sapere, io non credo al colpo di fulmine o robe varie, insomma ci pensate? È stupido perdere la testa per uno che non hai mai visto e che conosci poco o a malapena! Questo ragazzo difatti non mi piace in quel senso, ma nel senso che mi piace come amico, ecco. Abbiamo un senso dell’umorismo simile ed è tremendamente sarcastico, come me.

* * * *

Il fine settimana è passato normalmente, tra compiti di latino e di algebra.
Infatti oggi è lunedì, un normale lunedì monotono e straziante, per fortuna che c’è la pausa intervallo adesso...
“Non ci credo, Natalia!” sento una voce maschile chiamarmi: è il ragazzo di venerdì, Mattia
“Ah, ciao” rispondo con un cenno della mano.
Parliamo per qualche minuto, quando ad un tratto un ragazzo interrompe la nostra chiacchierata: è alto un po’ più di Mattia, capelli corvini e occhi scuri
“Leo, che vuoi?” chiede irritato Mattia a quel ragazzo
“Hey, De Santis, come sei acido... non mi presenti la tua amica?” risponde quello. Aspetta, aspetta... rewind: ha detto “De Santis”? Ho sentito bene o sono sorda?
“Aspetta... ti chiami De Santis di cognome?” chiedo con un filo di voce
“Sì, perché?”
“Per caso hai, che so... un parente di nome Edoardo De Santis?” vorrei non averlo mai chiesto
“Sì, mio fratello si chiama Edoardo, dovrebbe avere la tua età” cosa?
Com’è possibile che sia suo fratello?
Ma, cosa più importante, com’è possibile che in ogni cosa che faccia lui sia sempre in mezzo?
 


*Note autrice*

Buon pomeriggio! :)

Allora, sono riuscita ad aggiornare anche questa storia :D

Vi è piaciuto il capitolo? E, soprattutto, il colpo di scena finale?

Aspetto qualche recensioncina per sapere il vostro parere ;)

Grazie anche a chi legge, ovviamente :)


Annie

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Che sia gelosia? ***


Così lontani eppure così vicini

By PoppyAnnie

Capitolo 5: Che sia gelosia?


In fondo noi non ci sopportiamo, siamo come l’URSS e gli USA al tempo della guerra fredda.
{Cit. dal testo}


[Dal capitolo precedente:]
“Aspetta... ti chiami De Santis di cognome?” chiedo con un filo di voce
“Sì, perché?”
“Per caso hai, che so... un parente di nome Edoardo De Santis?” vorrei non averlo mai chiesto
“Sì, mio fratello si chiama Edoardo, ha due anni in meno di me” cosa?
Com’è possibile che sia suo fratello?
Ma, cosa più importante, com’è possibile che in ogni cosa che io faccia, lui sia sempre in mezzo?



*Natalia*

“Fammi capire: tu alla festa di Liliana hai conosciuto questo ragazzo, Mattia, e salta fuori che è parente del tuo amico nerd?”
“No, non hai capito” dico rassegnata “Punto numero uno: il nerd e io non siamo amici. Punto numero due: non è semplicemente un parente. È suo fratello” continuo mettendo le mani sulle gote stile “Urlo di Munch”
“Non è poi così grave, insomma, non si assomigliano nemmeno tanto a dir la verità e che male c’è se sei sua amica?” mi chiede alzando le spalle
“Cosa vuol dire ‘che male c’è ad essere sua amica?’ Tu non hai ancora compreso appieno che io non voglio avere a che fare con Edoardo. Per niente” sbotto irritata.
Siamo in classe, aspettando che tutti i compagni di classe e la prof. arrivino.
Quando entra l’individuo di cui stavamo parlando, facciamo finta di nulla e mi volto verso la lavagna.
L’ora passa felicemente, mentre la prof. parla della guerra fredda fra URSS e USA... aspetta: guerra fredda? Mi ricorda un po’ quella tra me e Edoardo... sto iniziando ad odiare tutte queste coincidenze.
Mi volto verso di lui e vedo che è tutto preso a leggere qualcosa per non ascoltare la prof... ma, aspetta è un fumetto? Avrei dovuto immaginarlo! Quale nerd non legge fumetti?
“Capitan America?” dico io ridacchiando
“Sì, hai qualche problema in merito?” risponde senza staccare gli occhi dal fumetto
“No, affatto...” rispondo “...ma i problemi li avrai tu se ti vede la prof” aggiungo a bassa voce. Non sono una spiona, ma l’idea di vedere la prof. prendersela a morte con il suo pupillo prediletto mi alletta non poco.
Meglio lasciar perdere per questa volta, mi dico scuotendo la testa.
Suona la campanella, finalmente.
Al bar della scuola prendo il solito cappuccino, poi mi dileguo dato che inizia a diventare parecchio affollato.
Ad un tratto vedo Mattia e poco più lontano Edoardo che fa la fila al bar.
Il mio cervello non resiste e fa 2+2... quale migliore occasione di far prendere un colpo al ner... ehm, a Edoardo?
Mi dirigo verso Mattia, facendo rumore con i miei passi in modo che Edoardo mi senta... anzi mi veda.
“Ciao Mattia” quasi lo urlo in modo che Edoardo mi senta ben bene
“Ciao anche  a te, Natalia” mi saluta con una faccia strana: probabilmente pensa che sono malata, dato che ho quasi urlato
“Sai... c’è confusione e magari non sentivi” mi giustifico cercando di individuare Edoardo con la coda dell’occhio: accidenti, non ha sentito!
“C’è troppa confusione, non credi? Perché non andiamo lì ad esempio?” indico un punto tremendamente vicino a dove si torva Edoardo, il biondino che ho davanti annuisce
Parliamo per un po’ e quando perdo quasi la speranza Edoardo si volta per un nano secondo verso di noi: inizialmente non presta attenzione a chi sta parlando con suo fratello, poi lo vedo strabuzzare gli occhi e sbiancare mentre mi guarda con i suoi occhi verdini: distolgo lo sguardo in modo che non capisca che l’ho fatto apposta.
Prevedo grasse risate per me, stento già a trattenermi vedendo la faccia da pesce lesso di Edoardo.
Improvvisamente mi scappa una risata e Mattia mi guarda in modo strano.
“Perché ridi?” mi chiede
“Non preoccuparti... mi è tornata alla mente una cosa” cerco di ricompormi, mentre Mattia mi guarda preoccupato
“Non sono matta, non preoccuparti” lo tranquillizzo ridendo.
L’intervallo passa diciamo in modo normale, anche se avrei tanto voluto fotografare la faccia del caro Edo mentre vedeva il suo fratellino (o meglio, fratellone) parlare con la sua peggior nemica.

*  *  *

Finita la scuola, dopo altre due estenuanti ore di chimica, mentre stiamo uscendo dal cencello principale Edoardo spunta fuori da chissà dove: “Ti vista all’intervallo parlare con... uno di quinta. Come fai a conoscerlo?” sembra un interrogatorio il suo
“Ciao anche a te. Lascia che ti risponda con quattro parole: non sono affari tuoi” faccio io fingendomi irritata, quando in realtà vorrei scoppiare a ridere.
Si dilegua molto “gentilmente”,ma ritorna dopo cinque secondi netti trascinando un ragazzo, più precisamente Mattia.
“Che vuoi Dedo?” sbotta Mattia sistemandosi la maglia stropicciata. Aspetta... come accidenti lo ha chiamato? Dedo?
“Non chiamarmi in quel modo, e rispondi: tu la conosci?” chiede “Dedo” indicandomi
“Sì, hai qualche problema?” risponde lui non capendo assolutamente nulla
“Non è possibile...” ci liquida borbottando qualcosa di incomprensibile, con il viso arrossato e io scoppio a ridere improvvisamente
“Ma che aveva? Non l’ho mai visto così” dice Mattia guardandomi quasi divertito
“Forse è il momento che ti spieghi come stanno le cose” dico tornando seria.
Così gli racconto del primo giorno, del nostro “odio al primo impatto”, di quel qualcuno che si trova lassù nel cosmo e che ce l’ha con me eccetera.
“Ora capisco tutto, capisco la tua reazione di ieri al mio cognome... e io che ti credevo matta!” quest’ultima frase la dice con ironia e poi si mette a ridere. È una risata cristallina e vivace, non è una presa in giro come inizialmente ho pensato.
All’improvviso un pensiero mi passa per la testa: l’autobus! Chiacchierando me ne sono dimenticata...
“No, maledetto autobus!” sbotto lagnosa
“Ti accompagno a casa io se vuoi” mi dice alzando le spalle
“Guarda che sono abbastanza grande da andarci da sola” incrocio le braccia
Alla fine mi lascio dissuadere e mi accompagna a casa.
“Credo proprio che oggi Edo mi farà una bella sfuriata a casa. Sai, non si direbbe, ma a volte diventa isterico quando s’arrabbia così” mi dice poco prima che arriviamo a casa mia
“Un buon calmante gli farebbe bene” sbotto ironica
“Però, se vuoi il mio modesto parere... non so, secondo me è... geloso” cosa cosa? Geloso? E di chi? Come? Perché?
“Geloso di chi? Perché?” chiedo io disorientata
“E’ una mia supposizione e basta... mi è parso un comportamento dettato dalla gelosia, da come ci ha trattato... insomma, non è successo nulla e lui era così nervoso invece” il suo ragionamento non fa una piega... ma una domanda mi sorge: perché mai dovrebbe essere geloso?

In fondo noi non ci sopportiamo, siamo come l’URSS e gli USA al tempo della guerra fredda.
 

*Note autrice*

Salve a tutti :)

Allora, vi è piaciuto il capitolo? *-*

Oggi abbiamo visto un Edoardo un po’ nervosetto... che Mattia abbia ragione dicendo che era geloso? E se anche lo fosse stato, quale sarebbe il motivo?

Dopotutto, come ha detto Natalia, loro non si sopportano...

Vedremo cosa accadrà più avanti...

Intanto ringrazio chi legge la storia e spero sempre in qualche piccola (o grande xD) recensione :D

Vorrei anche fare una domanda a chi legge: non so se mettere o meno un POV Edoardo... cosa consigliate?

Al prossimo capitolo!

Annie

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Questa è guerra? ***


Così lontani eppure così vicini

By PoppyAnnie

Capitolo 6: Questa è guerra?

Natalia Mari non si innamorerà MAI e, ripeto, mai, di un nerd odioso ossessionato dalla fantascienza.
{Cit. dal testo}

 [Dal capitolo precedente:]
“Credo proprio che oggi Edo mi farà una bella sfuriata a casa. Sai, non si direbbe, ma a volte diventa isterico quando s’arrabbia così” mi dice poco prima che arriviamo a casa mia
“Un buon calmante gli farebbe bene” sbotto ironica
“Però, se vuoi il mio modesto parere... non so, secondo me è... geloso” cosa cosa? Geloso? E di chi? Come? Perché?
“Geloso di chi? Perché?” chiedo io disorientata
“E’ una mia supposizione e basta... mi è parso un comportamento dettato dalla gelosia, da come ci ha trattato... insomma, non è successo nulla e lui era così nervoso invece” il suo ragionamento non fa una piega... ma una domanda mi sorge: perché mai dovrebbe essere geloso?

In fondo noi non ci sopportiamo, siamo come l’URSS e gli USA al tempo della guerra fredda.



*Natalia*

Gelosia... gelosia... no, non è possibile, eppure le parole di Mattia erano chiare e se lui che è suo fratello e lo conosce bene dice così, forse... no! Non può essere, basta Natalia, basta pensare a queste sciocchezze. Lui è uno stupido nerd isterico che devo tollerare ad ogni lezione...
“Ehm, Edoardo?” so che chiederglielo direttamente non è la scelta giusta, perché probabilità di nove su dieci mi mentirà
“Che vuoi?” mi chiede senza nemmeno guardarmi, immerso a pensare a chissà cosa
“Perché hai reagito così ieri?” senza giri di parole o esitazioni vado al punto, lui si volta e mi guarda come se nulla fosse
“Cosa ti importa? Come mi hai detto tu ieri, ti rispondo usando quattro semplici parole: non sono affari tuoi” come osa ripetere ciò che ho detto io? E io che sono stata anche gentile, bah, è una causa persa questo qua. Però... potrei fare a modo mio per scoprirlo.
“Eri geloso, non nasconderlo” ridacchio, aspettando una sua reazione che non tarda ad arrivare
“Ti prego non dire idiozie, noi non andiamo nemmeno d’accordo...” se sta mentendo lo fa molto bene, altrimenti è serio e ciò vuol dire che non era geloso... peccato.
Aspetta, ho davvero pensato che sia un peccato? Dai, Natalia, sii coerente! Mi sento un’idiota a parlare nella mia testa da sola, seriamente.
Che sia un peccato o no, all’intervallo decido di “indagare” sulla capacità di mentire di “Dedo” e chi meglio di Mattia può aiutarmi?

*  *  *

“Mattia! Devo chiederti una cosa!” dico (anzi, urlo) mentre corro verso di lui, che sta parlando con un ragazzo, quel “Leo” dell’altro giorno
“Ciao anche a te, è un piacere anche per me vederti” mi dice sarcastico, facendomi notare la mia educazione “Comunque, Natalia, lui è Leonardo, e, Leo, lei è Natalia” mi presenta il suo amico
“Sì, sì, molto lieta di conoscerti eccetera” okay, a volte sono molto maleducata, ma in questo momento ho altro a cui pensare, il suo amico poi viene chiamato da altri due e se ne va, lasciandoci soli.
“Mattia, rispondi ad una domanda: tuo fratello è bravo a mentire o è uno di quelli che capisci che mentono perché sono impacciati, balbettano e fanno cose simili?” chiedo tutto d’un fiato
“Dedo? Ah, non so... non siamo esattamente amici...” ottimo, Natalia! Un altro buco nell’acqua! “Perché me lo chiedi?” continua lui
“Allora, oggi gli ho chiesto il motivo preciso della sua reazione di ieri, ma mi ha risposto molto gentilmente di farmi gli affari miei... così gli ho chiesto direttamente se era geloso, ma mi ha detto di no in modo molto convincente...” Mattia mi guarda in modo strano perché, senza rendermene conto, ho detto la frase quasi come se non fosse terminata, quasi come se ci fosse dell’altro...
“E a te dispiace?” no! Come fa a dispiacermi?! Insomma, tra noi c’è gelo assoluto, guerra, ostilità...
Mi metto a ridere per la sua domanda, in modo da fargli capire quanto mi dispiaccia (ovvero, nulla) e ride anche lui. In realtà ora che lo guardo bene devo ammettere che non è male, l’unica pecca è che quando ci devo parlare devo allungarmi perché gli arrivo a malapena all’altezza delle spalle, ha i capelli color grano corti e arruffati, con vari ciuffi che ricadono sul viso e gli occhi verdi simili a quelli di Edoardo. Passiamo il tempo a chiacchierare dei nostri hobby e cose simili e vengo a sapere che è anche tremendamente bravo negli sport e se la cava a scuola... ma, accidenti, cos’è? La perfezione fatta persona?
No, a parte gli scherzi, io sono una persona piuttosto scettica nel definire qualcuno la “perfezione”... non sono il solito cliché che sbava dietro a dei tizi che saranno anche belli, ma di cui metterei in dubbio le capacità intellettive, ho un brutto carattere, almeno questo è quello che mi dicono, ma io sono così e devo ammettere che mi piace.
Mi piace fare del sarcasmo, non so, è come se mi desse soddisfazione vedere gli effetti delle mie battute sulla gente, soprattutto quando ci restano male... sarò leggermente sadica, ma è così.
Mentre io e Mattia ridiamo ad una sua battuta, vedo con la coda dell’occhio, qualcuno che mi osserva... indovinate, chi è?
“C’è  Edoardo che ci sta guardando con una faccia assassina” prorompo io tornando seria
“Lascialo perdere... te l’ho detto che è geloso” Mattia scrolla le spalle
“Ma di cosa?!” allora non resisto, faccio segno a Mattia di stare dov’è e mi dirigo verso “Dedo” che intanto fa finta di nulla.

*  *  *

“Hai tre secondi per rispondere: perché ci stavi osservando?” chiedo cercando di mantenere a stento la calma
“Cosa?” fa finta di nulla, ma tanto l’ho visto
“Non negare l’evidenza. Ti ho visto” lo informo incrociando le braccia in attesa di una sua valida spiegazione
“Okay, okay. Mi dà fastidio che tu e mio fratello siate amici, ecco” dice lui, come se gli stessi infliggendo un torto infernale
“E perché mai ti darebbe fastidio?” gli chiedo piuttosto seccata
“Mi dà fastidio e basta” faccio un respiro profondo per calmarmi
“Okay, non capisco il motivo del tuo fastidio né lo rispetto, ma da oggi sappi che ho finito di essere gentile con te “Dedo”, avrò anche molta pazienza, ma come tutte le cose, anche essa ha un limite. Quindi tu sei invisibile per me, non esisti” sbotto quasi indignata
“Prima di tutto, non chiamarmi Dedo. Secondariamente sì, per una volta sono d’accordo con te, Natalia, noi non ci conosciamo” siamo sul piede di guerra e fortunatamente non abbiamo a disposizione armi vere... perché non vorrei sapere cosa accadrebbe altrimenti.
Lo insulto mentalmente, per non sembrare volgare e gli sorrido beffardamente.

*  *  *

Ritorno da Mattia, che ha capito ben poco di cosa è successo, così gli racconto la “piacevole” e “gentile” conversazione avuta con Edoardo, lui ride e io non capendo come mai gli chiedo cosa ci sia di divertente.
“Mi sembra uno dei soliti cliché che si leggono nei libri: prima si odiano dopo si piacciono follemente per qualche strano motivo” cosa? Io un cliché? Ma stiamo scherzando?! Non potrebbe mai piacermi uno come Edoardo...
“Non dire idiozie, Mattia. Tuo fratello è la persona più odiosa che abbia incontrato fin ora nella mia, seppur breve, vita. E io NON sono lo stereotipo di ragazza che si innamora perdutamente del suo più acerrimo nemico per qualche strano motivo” sono stizzita, odio essere paragonata ad uno stereotipo, è una cosa indignante per me
“Dai, non ti arrabbiare così, non voglio offenderti. Però... vedremo quanto resisterete” quanto resisteremo per cosa? “Alla fine è sempre così, Natalia. Tu credi di odiare una persona, invece te ne innamori perdutamente” mi spiega come se fosse la cosa più normale di questo mondo
“Taci! E tu dovresti essere mio amico?” dico arrabbiata con una punta di sarcasmo, mentre lui ride per qualcosa che non trovo affatto divertente.
Beh, Mattia la pensa così, okay. Gli dimostrerò che è tutto il contrario: Natalia Mari non si innamorerà MAI e, ripeto, mai, di un nerd odioso ossessionato dalla fantascienza.
 

*Note autrice*

Buongiorno a tutti! Allora premetto che questo è un capitolo che serve da tramite per gli altri.

Passando alla storia: in questo capitolo abbiamo visto una Natalia infuriata e un Edoardo piuttosto nervoso per la seconda volta... gatta ci cova?

O è solo fastidio nel vedere Natalia e il fratello parlare da vecchi amici, come dice lui?

In più abbiamo visto i protagonisti dichiararsi guerra ufficialmente... come si comporteranno più avanti?

E, soprattutto, chi avrà ragione fra Mattia e Natalia?

Lo scopriremo più avanti...

Grazie per aver letto e grazie a chi recensirà *-*

Annie

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Diamoci un taglio! ***


Così lontani eppure così vicini
 
Capitolo 7: Diamoci un taglio!

*Natalia*

 
Sono ormai passate un paio di settimane dall’inizio della Guerra.
Lo so, lo so, sembriamo due bambini che litigano, ma non posso farci niente se è quello l’effetto che mi fa appena lo vedo.
Non posso dire lo stesso di Mattia, mi sembra ancora incredibile il fatto che sia davvero mio amico.
Cioè, io ho il carattere meno indicato per avere amici.
“Signorina Mari, come al solito il suo compito in classe è più che ottimo” la Mariani mi consegna l’ultimo compito in classe fatto, poi passa all’individuo a fianco a me, che ignoro categoricamente da settimane.
“De Santis, anche il suo compito è impeccabile” tsk, ormai è il pupillo di quasi tutte le prof. e la cosa non mi va affatto bene, ovviamente.
Guardo di sottecchi il suo compito in classe: stesso mio voto, con un piccolo “+” adiacente ad esso.
Aspetta, aspetta... ha preso più di me? Ho visto bene o sono anche cieca adesso?
Edoardo nota il mio sguardo posato sul suo compito e ghigna soddisfatto vedendo il mio voto e il mio volto pallido.
“Mari, mi sorprendo del suo voto... a quanto pare qualcuno non ha studiato come si deve” ridacchia provocandomi.
Ormai ci chiamiamo per cognome, tanto per rimanere in tema “Noi non siamo amici e tutti lo devono sapere”.
Abbozzo il sorriso più falso che possa fare e metto via il mio compito in classe.
La campanella suona e finalmente posso distrarmi.

“Insomma, Natalia, sono settimane che fuggi via all’intervallo... dove te ne vai?” Susanna mi ferma prima che possa uscire dall’aula.
In realtà ha ragione, ormai passo tutti i santi intervalli con Mattia, ma se glielo dicessi si farebbe troppi filmini mentali.
“Amici” rispondo scrollando leggermente le spalle.
“Amici? Io e Carlotta siamo le tue amiche, non mi pare che tu abbia... ah! Ho capito...! Mattia, eh?” sorride maliziosamente, pronunciando quel nome, mentre io mi chiedo come ci sia arrivata “Non ti preoccupare, Natalia. Ti capisco... insomma, sedici anni senza uscire con un ragazzo e ora uno ti calcola finalmente. E, se posso aggiungere, è anche molto carino” mi tira una leggera gomitata, io alzo un sopracciglio e non rispondo nemmeno.

*  *  *

“Ehi, sono qui” una voce maschile mi chiama, è Mattia.
“Ah, eccoti” mi guarda in modo bizzarro, probabilmente ho fatto una faccia strana pensando ai film mentali di Susanna.
“Che hai?” mi chiede stranito.
“Nulla, pensavo...” cerco di sorvolare il discorso, ma mi guarda con aria interrogativa.
“Pensavi... a cosa?” mi chiede.
“Nulla, affari miei” rispondo iniziando ad irritarmi.
“Mmh... affari tuoi? Natalia Mari, lei non me la racconta giusta” dice con tono scherzoso.
“Vedi... oggi Edoardo ha preso un voto più alto del mio” la uso come scusa, sapendo che conoscendomi potrebbe crederci.
“Allora ce l’ha fatta. Sai, il signorino ha studiato talmente tanto che è tipo una settimana che non gioca a quel gioco di ruolo fantasy di cui non conosco il nome e di cui è praticamente dipendente”
“Cosa?” mi metto a ridere talmente tanto, che Mattia mi guarda nuovamente in modo strano.
“A quanto pare hai effetti benefici sulla sua salute. Pensa, sta facendo tutto questo per te” smetto di ridere e adesso sono io a guardarlo in modo bizzarro.
“Forse vuoi dire che lo sta facendo per vendicarsi” lo correggo.
“Bah, secondo me tu gli interessi... non fa che parlarmi di te, ovviamente dopo il tuo nome c’è sempre un insulto. In più, anche tu, cara mia, non fai che parlarmi del mio fratellino...” Mattia ha qualcosa che non va in quel cervello... sarà la perfezione fatta persona, ma ha qualche rotella fuori posto.
“Io gli interesso? Tu non stai tanto bene, Mattia...” non credo di interessargli, però... beh, se anche fosse sarebbe divertente rifiutarlo.
Aspetta, Natalia... da quando sei così sadica?
“Natalia, lo sapevo! Cosa ti ho detto prima? In sedici anni di vita non sei mai usc...” è Susanna che sbuca da chissà dove, ma prontamente le tappo la bocca, mentre Mattia mi guarda con aria interrogativa.
“Oh, tu sei il famoso Mattia. Susanna, migliore amica di Natalia, piacere” le lancio uno sguardo che dice chiaramente “Sta’ zitta o la paghi”, così cambia discorso.
“Non sapevo si parlasse di me” dice Mattia ridacchiando.
“Ehi, di cosa si parlava qua? Questioni di cuore?” ecco Susanna e i suoi film mentali entrare in azione.
“Già, precisamente della questione Natalia-Edoar...” tappo la bocca anche a Mattia, ma ormai Susanna capisce tutto e ride maliziosamente.
“Ah, capisco...” un attimo di silenzio e poi Susanna fa per aprire la bocca, per dire qualcosa (che sicuramente sarà fuori luogo e inappropriato)...
“C’è un modo per capire se tu interessi ad Edoardo” no, ma cos’è è questa ragazza? Una veggente?
“Quale sarebbe?” chiede Mattia vagamente incuriosito.
Susanna mi lancia un’occhiata che non promette nulla di buono e poi guarda Mattia allo stesso modo.
No, aspetta... non credo di voler sapere ciò che starà per dire.
“Potreste fingere, o fare sul serio volendo, di stare insieme e magari facendolo notare al caro Edoardo... se gli interessa Natalia ribollirà  e diventerà intrattabile” mi fa l’occhiolino, mentre la guardo in malo modo.
Credo di essere diventata rossa.
Insomma, non è una cosa assolutamente plausibile quella che dice.
“Ehm... Susanna è molto... fantasiosa... sì, non darle retta...” balbetto fingendo un sorriso, quando vorrei strangolare quella moretta che è “magicamente” sparita dopo il suo “consiglio” poco appropriato.
“In realtà la tua amica ha ragione... ma non mi sembri la persona adatta per questo genere di cose...” improvvisamente vedo Edoardo camminare nella nostra direzione, anche se non sono sicura che venga verso di noi... ma il mio cervellino non mi fa nemmeno pensare che faccio quella cosa. Quella cosa che non avrei mai fatto... senza nemmeno avere il tempo di pensarci lascio un leggero bacio sulla guancia destra di Mattia, in modo che Edoardo veda... mi volto e controllo quindi se ha recepito il messaggio.
Sì, lo ha recepito.
Mi guarda peggio di quella volta che ha visto me e Mattia chiacchierare come vecchi amici.
Non è tanto lontano da noi, infatti riesco a vederlo strabuzzare gli occhi, ma non si allontana, anzi, fa finta di niente e si volta a parlare con qualcuno, ma lo vedo che mi lancia certe occhiate... come per controllarci.
Improvvisamente, però, mi accorgo di non aver baciato Mattia sulla guancia, ma molto vicino alla bocca.
Oddio, come ho fatto a non rendermene conto? Il mio cervello era annebbiato dalla voglia di vedere la faccia di Edoardo dopo quel gesto, che non ho nemmeno controllato cosa facevo.
Mi allontano di scatto da Mattia e porto le mani sulle labbra.
“Oddio, Mattia, credevo di aver mirato alla guancia! Non era mia intenzione...” sono rossa, di certo.
Mattia mi guarda con occhi indecifrabili, non riesco a capire cosa pensa.
“Io... credo di dover andare” non mi sono mai sentita così a disagio in tutta la mia vita... sono io di solito quella che fa imbarazzare gli altri con le battutine sarcastiche o i commenti pungenti.
Faccio per allontanarmi, ma Mattia mi ferma. Guarda Edoardo poco lontano e capisce.
Credo di sentirmi male.
Okay, voi penserete sia esagerato... ma insomma, sono una povera anima che non ha mai avuto molto a che fare con il genere maschile... mai uscita con un ragazzo, mai baciato nessuno.
Sì, una sfigata, direte voi.
Ma una sfigata con un cervello, almeno.
Mattia mi guarda e poi guarda Edoardo ancora.
“Natalia, Natalia... non credi sia ora di darci un taglio?” sorride, ma in modo diverso dal solito, quasi un sorriso amaro, direi.
“Mi... dispiace per prima” non so bene che dire, sembra tutto così strano... insomma, lui è mio amico... o no?
Non faccio in tempo a pensare ad altro, che me lo ritrovo a due centimetri.
“Mattia! Che stai facendo?” chiedo strabuzzando gli occhi.
“Sto dando un taglio alla situazione. Mio fratello deve finirla di fare il bambino capriccioso e tu anche” lì per lì non capisco le sue parole, sto per chiedergli cosa voglia dire, ma le parole mi muoiono in gola, letteralmente.
Mi ritrovo le sue labbra appiccicate alle mie. È una strana sensazione, che non ho mai provato.
Non riesco a contare il tempo, è tutto così confuso per me.
Calma, Natalia, c’è una spiegazione a tutto.
Si stacca e automaticamente vedo se Edoardo ha visto la scena.
Un brivido mi percorre la schiena, vedendo la sua faccia arrossata in lontananza e gli occhi fissi su di me.
I suoi occhi verdi fissi su di me, in un’espressione che non riesco bene a definire, data la lontananza.
A questo punto capisco... Mattia l’ha fatto apposta! Voleva che Edoardo vedesse la scena... un po’ come avevo fatto io prima, ma credo proprio che abbia funzionato di più il suo metodo.
“Stai bene, vero?” mi chiede passandomi una mano davanti alla faccia.
“Sì” rispondo.
“Era il tuo primo bacio...?” mi chiede, anche se avrà già capito la mia risposta.
Annuisco con la testa, ma poi un improvvisa voglia di ridere mi pervade.
“Dovevi vedere la faccia di Edoardo... avrebbe vinto un Oscar per la miglior interpretazione dell’Urlo di Munch in carne ed ossa!”
“Sai, mi spiace di averti rubato un bacio, ma bisognava dare una svolta alla situazione. Voi due dovete finirla di comportarvi come bambini e questo era l’unico modo per far prendere coscienza ad Edoardo dei suoi veri sentimenti... sai, quella faccia che hai visto era dovuta alla gelosia” mi dice serio.
“Non lo so... è tutto così strano: io e lui dal primo giorno non facciamo altro che bisticciare come bambini, è vero... ma mi sembra un cliché, che ora io gli interessi” scrollo le spalle.
“Chissà... intanto credo proprio che a casa dovrò rinchiudermi nella mia stanza a chiave... altrimenti stanotte viene e mi brucia vivo nel letto, stanne certa!” improvvisamente ride e l’allegria ritorna nell’aria, poi ritorna nuovamente serio “Ora una domanda mi sorge, Natalia... a questo punto, lui ti piace?” sussulto, ma per qualche strano motivo non so dare la risposta.

Il mio cervello dice continuamente “No! Come ti viene in mente?!” ed è quello che vorrei dire, ma qualcosa mi ferma... qualcosa che non so nemmeno io cosa sia.



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*Note autrice*

Rieccomi, dopo tanto tempo!

Il fatto è che ho iniziato una nuova storia e mi sono dedicata soprattutto a quella xD

Comunque... vi è piaciuto il colpo di scena?

A quanto pare, forse Mattia non aveva tutti i torti a pensare che ci fosse la scintilla tra i nostri due amici...

Beh, vedremo nel prossimo capitolo cosa farà Edoardo.

Intanto, grazie a chi legge e mi farebbe davvero piacere ricevere qualche recensioncina per sapere i vostri pareri o consigli :)


Annie

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***


Così lontani eppure così vicini

By PoppyAnnie


NdA: Questo è un capitolo un po’ particolare, perché sarà il turno dei nostri due fratellini a “parlare”.
Finalmente quindi sapremo cosa pensano, i loro segreti più nascosti e molte altre belle cose.
Il capitolo sarà quindi diviso in due parti: la prima parte sarà “occupata” dai pensieri del nostro nerd preferito, Edoardo, la seconda parte invece sarà interamente dedicata a quelli del nostro caro Mattia.
Entrambi racconteranno la medesima situazione dello scorso capitolo, ma vista ovviamente dai loro punti di vista.
Quindi, preparatevi per qualche bella rivelazione, come... *si tappa la bocca prima di spoilerare tutto*
Mi dileguo, quindi, prima di dire più del dovuto :)
Ah, il capitolo sarà un pochino più lungo degli altri, spero non vi dispiaccia.


Capitolo 8.


*Edoardo*

La Guerra, la Guerra... un po’ come la Guerra dei Mondi, no?
Peccato che in guerra le due parti non se ne stanno una a fianco all’altra guardandosi in cagnesco senza poter fare nulla.
Poggio i gomiti sul banco e sorreggo la testa, che sembra diventata pesante dopo tutti questi pensieri bellicosi, mentre vedo la Mariani consegnare dei fogli ad ognuno: sono le verifiche che abbiamo fatto la settimana scorsa!
Mi illumino e devo ammettere anche di essere leggermente nervoso... insomma, se tutto fila liscio oggi sarà una di quelle giornate epiche, indimenticabili.
Perché sono così esaltato, vi chiederete? Semplice: ho studiato tutta la settimana scorsa per quella verifica, ho trascurato ogni forma di svago, sono rimasto in casa a studiare fino alle quattro di notte ogni giorno, fino al venerdì della verifica.
Adesso vi chiederete perché ho studiato così tanto? Anche questo è molto elementare: per dare una lezione a lei.
Natalia Mari, biondina dei miei stivali, la cui acidità è inversamente proporzionale alla sua altezza.
Il fatto che lei e Mattia siano “amiconi” mi da’ anche molto fastidio.
No, non sono geloso, come pensa Mattia.
Non ce ne sarebbe motivo... vero?
I miei pensieri vengono interrotti dalla Mariani, che mi consegna il compito sorridente:
“De Santis, anche il suo compito è impeccabile” guardo allora il foglio che mi ha distribuito e mi illumino: 9+.
Okay, ammetto che aspiravo al dieci, ma purtroppo ho avuto un piccolo vuoto di memoria mentre facevo la verifica... probabilmente perché non avevo dormito abbastanza ed ero più che sfinito.
Il mio sguardo ricade su Natalia, la quale sta spulciando il mio compito in classe, pensando erroneamente che io non la possa vedere.
Alza un sopracciglio e ritorna quindi al suo compito, adesso però sono io a sbirciare il suo voto: 9.
Nove... nove semplice, lineare, senza “+”, senza “–” senza nulla insomma.
Un ghigno vittorioso si forma nelle mie labbra e mi viene spontaneo aggiungere:
“Mari, mi sorprendo del suo voto... a quanto pare qualcuno non ha studiato come si deve” finge un sorriso, palesemente falso, e mette a posto il suo compito in classe.

Finalmente la campanella suona, così metto tutto a posto e noto che mentre Natalia esce viene fermata dalla sua amica Susanna.
A dirla tutta, poi, come fa ad avere amici quell’acida, cinica, bisbetica, arrogante ragazzina, ancora è un mistero per il sottoscritto.
“...non mi pare che tu abbia... ah! Ho capito...! Mattia, eh?” mentre esco sento Susanna dire qualcosa del genere e per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva sentendo quelle parole.
Insomma, cosa vuole dire con “non mi pare che tu abbia...”?
Soprattutto, cosa c’entra Mattia?
Un sospetto senza alcun fondamento si instaura in me: che Mattia e Natalia stiano assieme?
No, aspetta Edoardo, che cosa vai a pensare?
E se anche fosse, cosa te ne dovrebbe importare?
La mia mente momentaneamente bacata elabora un piano: seguire “in incognito” Natalia e vedere se effettivamente ho ragione.
La seguo, senza dare nell’occhio e fermandomi di tanto in tanto a parlare con qualche ragazzo amante della fantascienza come me.
Purtroppo per me, mi sono fermato a parlare con un logorroico fanatico di Star Trek e perdo di vista Natalia.
Cerco di liquidare il prolisso che mi ritrovo davanti inventando una qualche scusa del tipo “vorrei stare a parlare fino a sera con te, ma devo andare in bagno, è urgentissimo, scusa” e me la svigno in cerca di quella ragazzina.
Vagando tra la gente, non mi accorgo di star andando proprio nella direzione dove lei e il mio caro fratello Mattia si sono piazzati a chiacchierare amorevolmente.
Lei sembra accorgersi di me, mi guarda un attimo con quei suoi occhi tremendamente chiari e azzurri e poi...
Merda.
La vedo, la vedo con i miei dannati occhi dare quel bacio a Mattia, non lo sto immaginando... almeno credo.
Sento uno strano calore propagarsi alla testa e alle guance.
Mi volto a parlare con il primo ragazzo che trovo nelle vicinanze, ma non posso fare a meno di voltarmi e controllare cosa fanno quei due.
Perché ti importa così tanto, Edo?
La mia coscienza è stranamente contro di me, oggi.
Scuoto la testa scacciando via ogni pensiero, ma inconsciamente mi volto ancora... ritrovandomi davanti l’inferno.
Merda.
E’ la seconda volta che lo penso in un giorno, ma è la prima parola che mi viene in mente vedendo la scena.
Mattia e Natalia stanno... insomma, si stanno... baciando?!
Improvvisamente sento ancora quel calore propagarsi per le mie guance.
Mi sudano le mani.
Ma non è sudore come pensate voi, è sudore freddo.
Sto sudando freddo.
Una malsana voglia di andare lì e dare due sberle a Mattia si impossessa della mia mente.
Un’altrettanto bacata voglia di esserci io al posto di Mattia, poi, si impossessa anch’essa di me.
Aspetta, aspetta... ho pensato davvero di voler starci io al posto di Mattia?
Cioè, Edoardo, stai perdendo colpi!
Grazie coscienza, grazie del tuo supporto.
Stringo i pugni, sento il mio battito accelerare più del dovuto.
Male, molto male.
Si staccano e Natalia guarda Mattia con aria interrogativa, poi guarda me.
Mi guarda con un’espressione indecifrabile... sarà la lontananza.

Me ne vado, prima di dover assistere ad altre simili effusioni.
Vado in bagno, mi sciacquo il viso con l’acqua più fredda che possa uscire e mi guardo allo specchio: sono rosso.
Il mio viso è arrossato, i miei occhi sono arrossati, le mie mani sudate.
Passo una mano tra i capelli e prendo un bel respiro.
Calma, Edo, calma.
Questo è ciò che mi ripeto, ma la mia coscienza sembra dire tutt’altro.
Sei geloso.
No! Non sono geloso! Non ci sarebbe motivo di essere gelosi! O no?
Cazzo, Edoardo, ammettilo e pace!
Ammettere cosa? A chi?
Ammetti che sei innamorato di Natalia e amen! Non puoi più nasconderlo, ormai.
Non... non sono innamorato di Natalia!
Anche se fosse, a lei piace Mattia... io non ho speranze ormai.
Quindi ammetti di essere innamorato di lei?
A volte mi sembra di soffrire di personalità multipla... insomma, la mia coscienza che mi schernisce! Dove siamo finiti?
Deglutisco rumorosamente e prendo ancora qualche respiro.
La mia coscienza ha ragione.
A me piace Natalia Mari.
Mi piace, mi piace, anche se non so il perché.
Sembrerà un cliché, un fastidioso cliché, ma mi piace.

Dopo averlo ammesso a me stesso, mi sembra di essere più leggero, addirittura.
Rimane solo una piccola cosa: io non l’avrò mai.
Io sono un nerd fanatico di Star Trek, ai suoi occhi.
Io sono uno sfigato di prima categoria, ai suoi occhi.
Mattia è la perfezione invece.
Lui è bello, biondo, sportivo, intelligente.
Io, invece?
Io non sono nulla invece.


*Mattia*

Dopo un’estenuante ora di chimica, finalmente la campanella che segna l’inizio dell’intervallo suona.
Mi rallegro, pensando che passerò un sano quarto d’ora in compagnia di Natalia.
Sì, a me piace Natalia, perché ha un carattere particolare, è diretta, è sfacciata, non gira intorno alle questioni, non è timida.
Poi, il fatto che sia una ragazza con uno spiccatissimo sarcasmo, mi piace ancor di più.
Non fraintendete, però, lei mi piace, ma come amica, insomma... ho notato che Edoardo è cotto di lei e a suo modo anche lei di lui, entrambi però sono smisuratamente orgogliosi per ammettere che ci sia una qualche attrazione, così usano ogni scusa plausibile e non per beccarsi come bambini litigiosi.
Appena vedo Natalia, la chiamo, attirando la sua attenzione.
Sorride e mi raggiunge.
Parliamo un po’: a quanto pare Dedo è riuscito a prendere un voto leggermente più alto del suo e ciò le provoca fastidio.
Beh, un’intera settimana a studiare fino a tarda notte non è da tutti e Dedo sarà saltato per tutta la classe vedendo il suo voto.
Tipico di Natalia prendersela per questo: è una ragazza molto competitiva, a quanto vedo.
Ad un tratto sbuca da chissà dove una sua amica.
“Natalia, lo sapevo! Cosa ti ho detto prima? In sedici anni di vita non sei mai usc...” quella le tappa la bocca prontamente, mentre io le guardo con fare interrogativo.
“Oh, tu sei il famoso Mattia. Susanna, migliore amica di Natalia, piacere” Natalia le lancia uno sguardo assassino e questa sembra notarlo, cambiando così discorso: è una ragazza mora, un po’ (direi dieci centimetri circa) più alta di Natalia, vestita in modo ben più femminile e curato di quest’ultima.
“Non sapevo si parlasse mi me” rispondo divertito, mentre Natalia guarda la sua amica in modo strano.
“Ehi, di cosa si parlava qua? Questioni di cuore?” chiede improvvisamente Susanna.
“Già, precisamente della questione Natalia-Edoar...” Natalia mi tappa bruscamente la bocca, ma la sua amica stranamente percepisce anche il resto della frase, senza che nemmeno la pronunciassi e guarda Natalia maliziosamente.
“C’è un modo per capire se tu interessi ad Edoardo” dice Susanna dopo un attimo di silenzio.
“Quale sarebbe?” chiedo piuttosto interessato alla questione.
In tutta risposta Susanna guarda in modo strano Natalia e poi me.
Okay, credo di aver capito cosa starà per dire...
“Potreste fingere, o fare sul serio volendo, di stare insieme e magari facendolo notare al caro Edoardo... se gli interessa Natalia ribollirà e diventerà intrattabile” fa l’occhiolino a Natalia, le cui guance diventano improvvisamente di un colore simile al porpora.
La moretta si dilegua senza che nemmeno ce ne rendiamo conto, mentre Natalia ridacchia in modo poco convincente.
“Ehm... Susanna è molto... fantasiosa... sì, non darle retta...” balbetta, probabilmente chiedendosi anche lei come abbia fatto Susanna a scomparire così velocemente.

“In realtà la tua amica ha ragione... ma non mi sembri la persona adatta per questo genere di cose...” dico io scrollando le spalle.
Improvvisamente Natalia si volta a destra e sgrana gli occhi, per poi avvinarsi verso di me e...
oddio, non lo sta facendo sul serio, giusto?
Posa le piccole e leggermente carnose labbra molto vicino alla mia bocca, mentre io mi trattengo a stento nel voltarmi e approfondire il bacio.
Mattia, vergognati ad avere questi pensieri poco casti su una ragazzina!
La mia coscienza si fa sentire e, purtroppo, le devo dar ragione.
Si stacca dopo qualche secondo e si volta nuovamente a destra.
Si gira poi verso di me e diventa improvvisamente rossa.
“Oddio, Mattia, credevo di aver mirato alla guancia! Non era mia intenzione...” si porta le mani davanti alla bocca, evidentemente a disagio.
“Io... credo di dover andare” la fermo un attimo, voltandomi io nella direzione dove prima guardava Natalia.
Scuoto la testa, capendo.
Il mio caro fratellino è lì, voltato verso di noi con un’espressione alquanto stizzita.
E’ geloso, si vedrebbe anche a chilometri di distanza che la gelosia lo sta lentamente consumando.
Un pensiero poco piacevole mi balena in testa.
“Natalia, Natalia... non credi sia ora di darci un taglio?” dico sorridendo amaramente, mentre mi avvicino lentamente a Natalia, la quale mi guarda con sguardo inquisitorio con i suoi occhi celesti.
“Mi... dispiace per prima”dice in modo incerto, notando solo ora la nostra pericolosa vicinanza.
Mattia, che caspita stai facendo?!
Per un attimo ci penso, ma poi vado spedito.
“Sto dando un taglio alla situazione. Mio fratello deve finirla di fare il bambino capriccioso e tu anche” mi guarda con aria interrogativa, non capendo le mie parole, fa per aprire la bocca per dire qualcosa, ma con le mie labbra sfioro le sue.
In realtà il mio pensiero iniziale era quello di una sorta di “finta” per far ingelosire ulteriormente Edoardo, ma qualcosa ha mandato al diavolo il mio piano facendomi fare quello che non avrei dovuto mai fare.
Mi sorprendo addirittura: di ragazze ne ho baciate nei miei diciott’anni di vita, ma con Natalia è diverso.
Forse perché è così piccola e all’apparenza fragile, ma in realtà è tenace, diretta, esplosiva, arrogante.
Mattia, stai andando fuori strada.
Sì, sto andando fuori strada, è vero.
Sto iniziando ad avere pensieri poco consoni ad un amico, per Natalia.
Mi stacco, vedendo con piacere che Edoardo ha una faccia a metà tra lo sconcertato e il furioso.
“Stai bene, vero?” le chiedo poi, preoccupato a quella che potrebbe essere la sua reazione.
Stranamente non mi salta addosso per darmele di santa ragione, ma annuisce poco convinta per poi mettersi a ridere.
“Dovevi vedere la faccia di Edoardo... avrebbe vinto un Oscar per la miglior interpretazione dell’Urlo di Munch in carne ed ossa!” rido anche io con lei, contento che abbia capito tutto.
“Sai, mi spiace di averti rubato un bacio, ma bisognava dare una svolta alla situazione. Voi due dovete finirla di comportarvi come bambini e questo era l’unico modo per far prendere coscienza ad Edoardo dei suoi veri sentimenti... sai, quella faccia che hai visto era dovuta alla gelosia” spiego io con tono serio.
“Non lo so... è tutto così strano: io e lui dal primo giorno non facciamo altro che bisticciare come bambini, è vero... ma mi sembra un cliché, che ora io gli interessi” scrolla le spalle poco convinta.
“Chissà... intanto credo proprio che a casa dovrò rinchiudermi nella mia stanza a chiave... altrimenti stanotte viene e mi brucia vivo nel letto, stanne certa!” cerco di sdrammatizzare.
Ritorno poi nuovamente serio, dando voce a quelli che sono i miei pensieri:
“Ora una domanda mi sorge, Natalia... a questo punto, lui ti piace?”sussulta, ma non risponde.
Anche se non risponde, però, so bene quale sia la sua risposta.

So bene che a lei piace Edoardo.
Forse non avrei dovuto baciarla, perché adesso sono io quello confuso.

_______________________________________________________________________________________________

*Note autrice*

Eccoci alla fine del capitolo, spero vi sia piaciuto :)

Abbiamo infatti visto il nostro Dedo ammettere di essere innamorato di Natalia *-*

E un Mattia piuttosto confuso... mmh, cosa bolle in pentola?

Lo scopriremo più avanti :D

Intanto ringrazio chi segue la storia, e spero di ricevere qualche recensione, per sapere cosa ne pensate *-*

Al prossimo capitolo, allora!


Annie



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