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di _paynex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre. ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


LA STORIA NON E' STATA SCRITTA DA ME; IO L'HO SOLO TRADOTTA IN ITALIANO DALL'INGLESE IN MODO DA FARVELA CONOSCERE COME HANNO FATTO ALTRE RAGAZZE.
Baci baci e buona lettura :)
____________________________
 
Notai immediatamente il mio gruppo di amici nella stanza gremita. La festa aveva incominciato ad affollarsi con l'avanzare della notte, la casa a stento riusciva a contenere i numerosi adolescenti intossicati. Fu allora che notai un ragazzo piuttosto attraente apparire dalla soglia della cucina. Il sorriso gli illuminava il volto, gli occhi marroni scintillavano rivolti verso di me; le mie labbra mostrarono un timido sorriso non appena cominciò ad avvicinarsi. Tuttavia rimasi un po' delusa quando lui si fermò all'improvviso, spostando velocemente lo sguardo in un punto oltre la mia spalla. Mi voltai per scoprire cosa stava guardando: un ragazzo alto e dai ricci capelli scuri rabbiosamente lo inchiodò con uno sguardo duro. Non lo riconobbi all'inizio, ma subito mi venne in mente una storia spaventosa che una mia amica mi aveva raccontato. Quel ragazzo aveva perso il controllo una notte, colpendo un ragazzo e stendendolo al suolo. Lui aveva un passato pieno di episodi in cui il suo comportamento era stato violento, quindi non mi sorpresi quando il mio ragazzo dagli occhi marroni fece immediatamente marcia indietro: tornò infatti diritto nella cucina senza nemmeno guardarmi una seconda volta.
 
Potevo sentire il battito del mio cuore nelle orecchie, la bocca iniziare a seccarsi. Rimasi immobile in un punto quando l'intimidatoria altezza del ragazzo fece ombra su di me. I miei occhi si spostarono nervosamente su tutta la lunghezza del suo corpo, le mie dita si strinsero più forti intorno al bicchiere che avevo in mano. I jeans si appoggiavano perfettamente sul suo bacino, mentre una maglietta bianca fasciava il suo torace; non riuscivo ad incontrare il suo sguardo scuro che ero sicura fosse fisso sul mio viso.
 
"Balla con me." Disse con voce roca.
 
Non ebbi il tempo di rispondere che lui mi attirò a sé, facendo cadere al suolo il bicchiere che stavo stringendo; un grande palmo si poggiò sulla parte bassa della mia schiena, costringendomi contro il suo corpo. La mia mano si poggiò velocemente sul suo petto per evitare che finissi schiacciata completamente contro il suo corpo. La sua azione rude mi lasciò praticamente senza parole; non ero mai stata trattata in quel modo prima d'allora. Le mie dita erano strette mentre il ragazzo senza nome m'incoraggiava a poggiare la mano dietro al suo collo. Facendomi forza alzai lo sguardo, meravigliata nel trovare un paio di occhi scintillanti guardare in basso verso di me: erano quasi color giada, incorniciati da ciglia scure. Immediatamente mi scrollai di dosso le scintille che avevano iniziato a percorrere tutto il mio corpo. La mia attenzione crebbe ancora di più quando delle rosee labbra a forma di cuore mostrarono un dolce sorriso.
 
"Come ti chiami, bellissima?"
 
"B-Bo." Balbettai.
 
Lui mi sorrise, spostando la sua presenza opprimente vicino al mio orecchio.
 
"Io sono Harry." Sussurrò con voce molto calda.
 
Prima che si allontanasse, le sue labbra piene premettero in un punto appena sotto il mio orecchio. Chiusi gli occhi e strinsi più forte il suo collo; sussultai nel momento in cui premette il suo bacino contro il mio. Una profonda risatina vibrò nel suo petto, dal momento che era sicuramente divertito dalle reazioni che stava ottenendo da parte mia. Non avevo mai provato niente del genere, e credo che questo fosse molto più che ovvio.
 
"Mi piaci." Sorrise "Sei così... innocente."
 
Il suo sguardo scuro cadde sul mio petto e, approfittando della sua altezza, ebbe la possibilità di concentrarsi sulla scollatura del mio top. Le mie dita si spostarono dal loro posto dietro al suo collo. Sentivo crescere sempre di più la voglia di colpire la sua guancia con il palmo della mia mano ma mi costrinsi a trattenermi, ancora impaurita dall'imponenza del ragazzo. Alzai quindi le mani per spingerlo via, ma lui mi afferrò i polsi.
 
"Ora, ora." Disse con voce roca.
 
Harry portò le mie braccia giù lungo il mio busto tenendole ferme con la sua presa forte. Sussultai quando sentii il suo tocco caldo scendere piano lungo la mia schiena. Le sue dita lunghe s'infilarono nella tasca posteriore dei miei jeans e subito capii che stava cercando il mio cellulare. La sua mano indugiò qualche secondo in più, ed era chiaro che il cellulare non era il suo unico obiettivo. Strinse infatti saldamente il mio fondo schiena prima di tirare fuori dai jeans l'oggetto del suo interesse. Un gemito sfuggì dalle mie labbra socchiuse facendo subito spuntare un ghigno divertito sul suo viso.
 
Rimasi in silenzio mentre Harry scriveva il suo numero. Sentii un bip qualche secondo dopo e capii che si era mandato un messaggio dal mio cellulare. Ora aveva il mio numero. Cosa diavolo stava succedendo? Mi ero separata dai miei amici per non più di cinque minuti e ora avevo di fronte un ragazzo che evidentemente aveva una sola cosa nella sua mente. Un respiro caldo mi solleticò il collo quando rimise il cellulare nel posto dove si trovava poco prima. L'aria quasi mi mancò mentre Harry premette il suo corpo contro il mio. Il profondo gemito che emise dal fondo della gola mi colse di sorpresa mentre Harry trovava piacere nel fatto che i miei seni fossero premuti contro il suo torace muscoloso.
 
"Basta." Supplicai debolmente.
 
Sentii il suo petto vibrare quando rise. Le sue labbra carnose si avvicinarono al mio orecchio ancora una volta.
 
"Non credo, piccola. Ci divertiremo solo un po'."
 
Rabbrividii alle sue parole. Harry mi spaventava, ma questa volta la mia paura mi fece reagire. Si allontanò leggermente prima che la mia mano entrasse in contatto con la sua faccia. Chiaramente non se lo aspettava dall'espressione arrabbiata che assunsero i suoi lineamenti duri. La sua guancia sinistra si colorò di una tinta rosea prima che mi stringesse con forza gli avambracci.
 
"Posso dire che tu sarai una sfida." Quasi ringhiò "Mi piace questa cosa." Sorrise.
 
Abbassò la testa, spingendo la mia di lato prima che le sue labbra premessero sulla pelle del mio collo, mentre i suoi capelli ricci mi solleticavano la guancia. Con riluttanza mi lasciò andare un braccio, così da poter tenere la parte posteriore della mia testa per impedirmi di fuggire. All'istante poggiai la mano sul suo petto in segno di protesta, cercando di spingerlo via non appena lo sentii iniziare succhiare con insistenza.
 
"Harry." Lo supplicai paurosa.
 
Strinsi in un pugno la sua maglietta; il dolore acuto s'intensificò non appena i suoi denti sfiorarono la mia pelle. La sua risata ansimante soffiò sul mio collo quando tentai disperatamente di combattere contro la sua forza dominante prima che continuasse a portare il sangue in superficie. La sensazione era un po' attenuata solo dall'attenzione delle sue labbra morbide. Ma Harry non mi permise di rilassarmi per molto, mordendo avidamente il collo con i denti. Rimasi quasi senza fiato quando la sua lingua accarezzò la pelle ormai sensibile, lasciandovi qualche bacio. Soffiò su quel punto bagnato, provocando un brivido che attraversò tutto il mio corpo.
 
Harry fece un passo indietro sorridendo non appena strappai il mio braccio dalla sua presa. Le mie dita si spostarono in alto sul mio collo, e presi un respiro profondo quando toccai il punto dolente. Sobbalzai per la paura quando si riavvicinò.
 
"Sei mia ora." Disse in tono sommesso.
 
Il suo sguardo lussurioso osservò tutto il mio corpo dalla testa ai piedi prima che lui si voltasse e si allontanasse con fare sicuro. Rimasi stordita per qualche secondo, incapace di elaborare ciò che era appena accaduto.
 
"Merda." Imprecai.
 
Mi feci strada tra i numerosi corpi accaldati aiutandomi con i gomiti, cercando disperatamente di trovare i miei amici. Quando li raggiunsi, stavano animatamente chiacchierando e ridendo, completamente all'oscuro di quanto era accaduto appena pochi secondi prima. Aprii la bocca per parlare, ma fui interrotta.
 
"Cos'è successo?" Chiese Zoe, preoccupata.
 
"I-Io.." spaventata.
 
Lucy spostò le lunghe curve scure dei miei capelli sulle mie spalle. I loro occhi si spalancarono quando lo videro.
 
"Woah." Charlotte spalancò la bocca. "Chi diavolo te l'ha fatto?"
 
Mi pentii all'istante dei miei movimenti quando stupidamente toccai di nuovo il punto dolente sul mio collo. Il mio tocco rimase fermo, ma il mio sguardo spaventato si bloccò in un punto preciso dall'altra parte della sala. Gli sguardi delle mie amiche si spostarono curiosamente per capire cosa stessi fissando così attentamente, o meglio chi. Harry ricambiò lo sguardo, un sorriso apparve sulle sue labbra piene. Rimanemmo ad osservarlo mentre salutava i ragazzi con cui stava parlando prima di recarsi diritto verso l'uscita, questo però non prima che catturasse il mio sguardo ancora una volta. L'occhiolino che ricevetti da Harry mi lasciò senza parole mentre lo guardavo andar via.
 
Mi voltai di nuovo verso le mie amiche. La bocca di Charlotte si aprì per commentare ciò che era appena successo ma si richiuse subito dopo, incapace di creare una frase di senso compiuto. Fu Lucy a rompere il silenzio.
 
"Porca puttana."
 
 
------ PUBBLICHERO' IL PROSSIMO CAPITOLO IL 30/07/2013 ------ 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due. ***


Scesi dal taxi dopo aver pagato la mia parte della tariffa per il trasporto. Le mie amiche mi salutarono ed io ricambiai, incamminandomi poi verso la porta di casa. Mi avevano praticamente interrogato su ciò che era accaduto con Harry, ed io ero ancora un po' sotto shock per quel che era successo.
 
Una volta nella mia stanza, mi tolsi i vestiti e li gettai nel cesto di lavaggio. Mi spazzolai velocemente i capelli neri prima di avvicinarmi alla cassettiera: infilai velocemente la maglietta da sopra la testa, saltellando verso il bagno mentre infilavo i pantaloni del pigiama. Accesi pigramente la luce, afferrando lo spazzolino e mettendo il dentifricio sulle setole. Aprii la bocca e iniziai a pulire, inclinando la testa di lato per spostare i capelli su una spalla. Lo spazzolino cadde improvvisamente dalla mia bocca dischiusa finendo rumorosamente nel lavandino. Rimasi scioccata quando vidi il pezzo di pelle rosso e dolorante, con accenni violacei: sfiorai il collo con la punta delle dita, facendo una leggera smorfia. Mi aveva segnata. Rabbrividii al pensiero, cercando di scacciare la sensazione delle sue labbra sulla mia pelle e di come la sua lingua leniva di tanto in tanto il dolore causato dai morsi. Le sue parole "Sei mia ora" facevano ancora eco nella mia mente. Cercai di scacciare via Harry dai miei pensieri, tornando velocemente a lavarmi i denti.
 
Finii di prepararmi per andare a letto prima di infilarmi sotto le coperte. La mia testa si girò lateralmente e accarezzai il piumino finchè non trovai la fonte del ronzio improvviso. Tenni il cellulare alzato di fronte al mio viso: il messaggio appena arrivato era da Harry. Il mio cuore accelerò un po' mentre mi facevo forza per aprire il messaggio.
 
Da: Harry
 
Sai, forse dovresti chiudere le tende prima di spogliarti. Grazie per lo show, amore. H x
 
Saltai fuori dal letto e mi avvicinai alla finestra. Guardai fuori, fermando lo sguardo su una grande macchina nera dal lato opposto della strada. La paura s'impossessò di me quando vidi Harry appoggiato all'auto, le braccia incrociate: anche al buio potevo dire che aveva un sorrisetto arrogante stampato sul viso. Si allontanò dall'auto, camminando intorno alla parte frontale per raggiungere il posto del conducente dall'altro lato. Prima che me ne rendessi conto, la macchina aveva già accelerato lungo la strada e fuori dalla mia vista.
 
"In cosa mi sono andata a cacciare."
 
***
 
"Buongiorno, Bo."
 
Mia madre mi chiamò dalla cucina quando mi sentì scendere le scale. Arrivando nel salone mi guardai nello specchio appeso al muro; mi ci volle qualche secondo prima di ricordarmi dell'orribile livido che era inciso sulla mia pelle. Coprii velocemente il mio collo, spostando i lunghi capelli sulle spalle e, una volta soddisfatta di come l'avevo coperto, aprii la porta della cucina.
 
"Buongiorno ma... "
 
Mi bloccai all'istante alla vista di una massa di riccioli castano scuro appartenenti al ragazzo seduto al bancone. Non stava accadendo davvero. Con mia madre voltata di spalle, Harry fu libero di spostare lo sguardo su e giù lungo il mio corpo. Mi sentii in imbarazzo quando il suo sguardo si spostò sul mio viso.
 
"Oh Bo, questo bel ragazzo era in piedi qui fuori, così l'ho invitato ad entrare."
 
Un sorriso si aprì sul suo volto, mostrando le profonde fossette.
 
"Hey, Harry." Mi costrinsi a dire, educatamente.
 
"Ciao, Bo." Ammiccò.
 
"Mamma, posso parlarti per un secondo?" Le chiesi a denti stretti.
 
Rivolsi ad Harry un sorriso sofferente prima di trascinare mia madre nel salone. Una volta essermi assicurata che lui non potesse sentirci, iniziai a parlare.
 
"Perchè l'hai invitato dentro?" Sussurrai arrabbiata.
 
"Mi ha detto che è un tuo amico, è davvero dolce." Mi rispose.
 
"Mamma, sarebbe potuto essere un assassino." La rimproverai.
 
"Ovviamente non lo è, Harry è adorabile."
 
Alzai gli occhi al cielo. Sicuramente aveva utilizzato il suo "charm" con lei. Strofinai le dita contro le tempie pensando a come venir fuori da quella situazione. Non sapevo se ero più arrabbiata con Harry per essersi presentato a casa mia senza essere stato invitato o con mia madre per averlo fatto entrare.
 
"Ho preparato la colazione. Andiamo."
 
Afferrò la mia mano e mi guidò nuovamente all'interno della cucina nella quale Harry era ancora seduto. Mi sorrise mentre mi avvicinavo a lui, sedendomi sullo sgabello accanto al suo. Sussultai quando sentii la mano calda di Harry salire lungo la mia coscia: lo allontanai subito, sentendolo ridere silenziosamente. Avevo come l'orribile sensazione che lui si divertisse quando io ragivo. Mia madre ci dava le spalle, concentrata a non bruciare il composto nella padella.
 
"Mmmm." Mugulò Harry silenziosamente.
 
Si sporse verso di me, ma poggiai la mano sulla sua spalla per evitare che si avvicinasse troppo.
 
"Perchè sei venuto qui?" Sussurrai bruscamente.
 
"Per vederti." Sorrise.
 
Ritrassi la mano dal suo corpo caldo. Non mi piaceva il modo in cui i suoi occhi continuavano a tenere il contatto con i miei. Ci doveva essere un'altra ragione per cui si era presentato senza invito. Abbassai la testa, ormai incapace di continuare a sostenere il suo sguardo. Sobbalzai leggermente quando sentii la sua mano poggiarsi sotto al mio mento costringendomi a guardarlo di nuovo.
 
"Voglio portarti fuori domani sera." Disse.
 
Rabbrividii alle sue parole, che suonavano più come un'affermazione che non come una domanda. Spalancai gli occhi quando mia madre si voltò con un sorriso sul suo viso.
 
"C-cosa?" Balbettai.
 
"Oh, sarebbe bellissimo, non è vero, Bo?" Disse lei.
 
Harry spostò la mano dal mio viso per poggiarla sul mio ginocchio sotto al bancone. Stavo per obiettare quando mia madre intervenne di nuovo.
 
"Le farebbe molto piacere."
 
"Perchè non mi hai chiamata invece di venire qui?" Gli chiesi frustrata.
 
"Perchè avresti detto di no." Sussurrò con calma.
 
"E cosa ti fa credere che non dirò di no ora?" Gli chiesi duramente.
 
I suoi occhi si spostarono velocemente su mia madre, la quale sembrava leggermente scocciata per il fatto che non avessi risposto semplicemente di si. Non ero mai stata molto popolare con i ragazzi, quindi lei era felicissima che Harry si fosse presentato alla nostra porta. Per lei questo era un sogno che diventava realtà, avere un bel ragazzo che chiede a sua figlia di uscire; per me, questo era il mio più grande incubo. Non solo mi aveva fatto un orribile succhiotto, per giunta contro la mia volontà, ma mi aveva anche vista in biancheria intima, il tutto in poche ore. E come se non fosse già abbastanza, mi faceva una paura terribile. Prima che mi rendessi conto di ciò che stava accadendo, mia madre e Harry avevano già deciso l'orario in cui lui mi sarebbe passato a prendere la sera seguente. La mia bocca si spalancò quando Harry mi rivolse un ghigno.
 
"Bene, io devo andare. Grazie per i pancakes signora Ellis."
 
"Chiamami Heather."
 
Le sorrise prima di alzarsi dallo sgabello sul quale era stato seduto fino ad allora. Rimasi paralizzata quando si chinò su di me per lasciarmi un bacio sulla guancia.
 
"Bo, accompagnalo alla porta." Mi sollecitò mia madre con calma.
 
Sbuffai, saltando giù dallo sgabello con mia madre che mi spingeva dietro di lui. La porta della cucina si chiuse con un rumore leggero e mi ritrovai sola nell'ingresso insieme ad Harry. Non perse neanche un secondo e mi spinse contro il muro. I miei occhi si chiusero all'istante in una smorfia di dolore mentre il suo corpo premeva contro il mio, tenendomi ferma. Entrambi i miei polsi erano chiusi in una delle sue grandi mani. Lo vidi sorridere mentre facevo del mio meglio per tentare di aumentare la distanza tra noi, ma lui era troppo forte. La sua figura imponente torreggiava di fronte a me.
 
"Non farlo." Lo supplicai.
 
Harry ignorò la mia protesta, le sue dita sfiorarono leggermente la mia guancia. I miei lunghi capelli furono spostati dalla mia spalla mentre guardava il livido che aveva creato sulla mia pelle. La sua bocca si piegò in un sorriso.
 
"Ti dona." Sussurrò al mio orecchio.
 
Trasalii quando premette le sue labbra sul segno sul mio collo; almeno era attento a non premere troppo forte. Mi rilassai un po' quando si allontanò, sperando che questa fosse la fine della torntura e che se ne sarebbe andato. Ma sfortunatamente questo non successe. Harry rimase vicino, tanto che i suoi ricci mi solleticarono una guancia mentre lasciava un altro bacio nel punto in cui la mia mascella incontrava il mio collo.
 
"Hai un buon profumo." Disse col fiato corto.
 
M'inchiodò dolorosamente i polsi al muro prima di premere forte i suoi fianchi contro i miei. Piagnucolai al rude contatto, mentre Harry si lasciò sfuggire un profondo gemito dalla gola. La mia testa cadde in avanti sulla sua spalla: mi sentii come se le gambe mi avrebbero abbandonato in qualche secondo. Il suo petto si alzava e abbassava velocemente mentre il suo respiro aumentava.
 
Prima che me ne rendessi conto, Harry mi aveva lasciata andare. Mi voltai per trovarlo accanto alla porta.
 
"Ci vediamo domani sera, Bo."
 
Mi fece un occhiolino prima di andarsene. La mia testa girava mentre mi appoggiavo al muro, scivolando fino a sedermi per terra.



------ IL TERZO CAPITOLO LO PUBBLICHERO' IL 31/07/2013 ------

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre. ***


Il giorno seguente.
 
"Stai scherzando." Disse Zoe incredula.
 
"Lo vorrei tanto."
 
Abbassai lo sguardo sulle mie mani mentre un sospiro profondo cadeva dalle mie labbra. Quando alzai la testa le due ragazze presenti mi stavano guardando. Lucy cominciò a girare lentamente sulla sedia, e dall'espressione che aveva in volto supposi che era persa nei suoi pensieri.
 
"Bene, cos'hai in mente di fare?" Mi chiese Zoe.
 
Lei era seduta accanto a me sul letto, entrambe le nostre schiene erano poggiate alla spalliera.
 
"Non posso fare molto, sa dove abito."
 
La porta della mia camera si aprì lasciando passare Charlotte, la quale si abbassò per sciogliere i lacci prima di togliersi le scarpe. Si spostò con le mani i capelli dietro le spalle, cercando di domare le ciocche selvagge.
 
"Scusate, sono in ritardo, che mi sono persa?"
 
Lasciò andare la sua borsa sul pavimento prima di saltare sul letto incrociando le gambe. Mi guardò in attesa, ma fu Lucy a parlare.
 
"Bo sta venendo stalkerata da un estremamente affascinante ma allo stesso tempo spaventoso ragazzo, il quale l'ha seguita a casa, l'ha vista in biancheria intima e si è fatto trovare nella cucina il giorno seguente, per non parlare del fatto che è diventato quasi il migliore amico di sua madre." Spiegò Lucy.
 
Gli occhi di Charlotte si spalancarono, mentre il suo sguardo vagò da un viso all'altro.
 
"Oh, e deve uscire con lui questa sera." Concluse Lucy.
 
"C-cosa?"
 
Scosse la testa cercando di assimilare tutto ciò che le era stato detto. Ci fu silenzio per qualche secondo.
 
"Harry ti ha seguita fino a casa? Sapevo che saremmo dovute rimanere con te ieri notte!" Charlotte alzò le braccia all'aria.
 
"Non puoi semplicemente dirgli di no?" Chiese Zoe.
 
"Ma sa dove abito ora, e mia madre pensa che lui sia la cosa migliore che mi sia mai capitata. Avreste dovuto sentirla ieri, era così felice. E inoltre, conosciamo tutti la sua reputazione, non voglio che qualcuno a cui voglio bene si faccia male."
 
Lucy piantò i piedi a terra alle mie parole, smettendo di girare nervosamente sulla sedia.
 
"Bene, e che mi dici riguardo al fatto che tu potresti farti del male?" Disse con calma.
 
Mi portai le mani sugli occhi, desiderando di non aver mai incontrato Harry. La situazione non sarebbe potuta essere peggiore di così. La mia mente vagava, pensando che in tutto ciò non avessi nemmeno la minima idea sul dove mi avrebbe portata al nostro "appuntamento". In realtà utilizzavo il termine "appuntamento" molto genericamente dal momento che non avevo alcuna intenzione di passare una serata con lui, sapendo fin troppo bene che sarebbe solo stata un'altra opportunità per lui di mettere le mani sul mio corpo. Mi chinai sulla spalla di Zoe quando lei mi strinse tra le sue braccia.
 
"Andrà tutto bene." Cercò di rassicurarmi.
 
Ma qualcosa nel tono che utilizzò mi fece pensare che non riusciva nemmeno a convincere sè stessa con quelle parole.
 
***
 
Girovagai un po' su Tumblr dal mio portatile, distesa a pancia in giù con le caviglie incrociate in aria. Un'ondata di ansia si fece spazio nel mio corpo non appena guardai l'orologio sul comodino accanto al letto: tra non molto la tortura di vedere Harry sarebbe iniziata. Mi passai facilmente le dita tra i capelli, ancora umidi dalla doccia.
 
"Bo?" Mia madre mi chiamò da dietro la porta.
 
"Entra."
 
Lei aprì la porta e il sorriso che aveva appena entrò scomparve quando mi vide ancora sdraiata sul letto.
 
"Perchè non sei ancora vestita? Harry arriverà tra poco."
 
Roteai gli occhi al cielo: se solo avesse saputo com'era lui in realtà...
Si avvicinò al mio guardaroba, ma velocemente la bloccai. Rotolai a tentoni giù dal letto, fermandomi di fronte a lei.
 
"Mamma, ce la faccio da sola." Sbuffai.
 
"Non metterci troppo."
 
Una volta che ebbe richiuso la porta della mia stanza alle sue spalle mi rigettai nuovamente sul letto, imprecando a bassa voce. Girai bruscamente la testa quando sentii il mio cellulare vibrare dietro di me. Lo afferrai e aprii il messaggio.
 
Da: Harry
 
Ti porterò fuori a cena. Indossa qualcosa di sexy. H x
 
Non risposi, lanciando invece il cellulare sul piumone mentre aprivo l'armadio. Ne tirai fuori un top, ritenendolo carino piuttosto che sexy. Le mie mani raggiunsero i lembi della maglietta che indossavo, ma mi fermai prima di sfilarla. Guardando fuori dalla finestra, chiusi le tende davanti ad essa. Mi spogliai poi velocemente, gettando i vestiti a terra prima di saltellare per la stanza infilando i miei jeans stretti.
 
I capelli scesero morbidi sulle mie spalle mentre osservavo il mio riflesso nello specchio. Misi un po' di trucco, facendo sembrare le mie ciglia più lunghe e scure. Applicai poi il lucidalabbra chiaro sulle labbra e un po' di fard sulle guance. Presi un respiro profondo che si trasformò in un sospiro.
 
"Merda."
 
Sobbalzai quando sentii il mio cellulare vibrare di nuovo. Mandai giù il groppo in gola mentre chiudevo le dita intorno ad esso, afferrandolo. Per mia fortuna era però un messaggio da parte di Lucy.
 
Da: Lucy
 
Stai attenta, io e le ragazze ti stiamo pensando. Xx
 
Un piccolo sorriso si aprì sul mio volto alla consapevolezza che loro erano lì per me. Posai il cellulare nella borsa insieme alle chiavi e altre cose essenziali, poi diedi un'occhiata all'orologio: Harry sarebbe arrivato in 10 minuti, e improvvisamente mi sentii come se avessi il cuore in bocca. Odiavo tutto ciò. Era come aspettare di dover fare un esame o stare seduto nell'ufficio di un medico sapendo di dover fare un'iniezione.
 
Drizzai le orecchie non appena sentii una macchina fermarsi all'esterno. Mi affrettai a raggiungere la finestra, guardando fuori da dietro le tende: Harry scese dalla grande automobile prima di chiudersi la portiera alle spalle. Afferrai la giacca dal mio guardaroba, senza preoccuparmi nemmeno di raccogliere la gruccia che cadde sul pavimento. Infilai le scarpe e aprii la porta della mia camera: prima tutto ciò sarebbe finito, meglio sarebbe stato.
 
"Bo! Harry è qui."
 
"Va bene!" Sbottai.
 
Non volevo sembrare scorbutica, ma tutta questa situazione mi stava prendendo fin troppo. Con riluttanza, scesi le scale trovando mia madre in piedi nel salone che mi aspettava.
 
"Sei adorabile." Sorrise.
 
"Grazie mamma."
 
Entrambe le nostre teste si voltarono nella direzione da cui proveniva la bussata. Mi diede un bacio sulla guancia prima di spingermi delicatamente verso la porta d'ingresso. Mi voltai giusto in tempo per vederla sparire, lasciandomi da sola nell'ingresso. Presi un respiro profondo, cercando di prepararmi. Non fu granchè d'aiuto, comunque; non credo che ogni tipo di preparazione avrebbe potuto aiutarmi in quel momento. La mia mano tremante afferrò la maniglia; aprii la porta trovandomi di fronte una figura alta, con delle fossette che incorniciavano il sorriso che si allargò sul suo volto.
 
"Ciao, bellissima."



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