Canon is coming!

di Tsuki5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L' inizio della fine (della tranquillità della placida vita di Shikamaru Nara) ***
Capitolo 2: *** Suna:Famiglia ***
Capitolo 3: *** missione complicata ***
Capitolo 4: *** Ricordi, istinto e macchinazioni cerebrali ***
Capitolo 5: *** Attesa e Nascita ***



Capitolo 1
*** L' inizio della fine (della tranquillità della placida vita di Shikamaru Nara) ***


-Shikaku sei sveglio?- Yoshino Nara si era messa a sedere, la schiena poggiata alla testiera del letto, le sopracciglia aggrottate.
-Adesso sì - mugugnò contrariato il marito con la bocca ancora impastata dal sonno. L'uomo, tenendo gli occhi chiusi, si massaggiava il punto dove la moglie lo aveva colpito con una gomitata non proprio leggera.
-Lo senti anche tu?-chiese lei -che diavolo sta combinando a quest'ora del mattino?- Il suo tono era sospettoso, estremamente sospettoso. Shikaku si mise svogliatamente in ascolto, senza staccare la testa dal cuscino.
L'orologio segnava le cinque...no, non poteva essere lui ad aggirarsi nel corridoio.
-E se fosse un ladro?- Suppose lei preoccupata, consapevole dell' assurdità della situazione; era molto più probabile che un ladro si avventurasse in casa Nara piuttosto che Shikamaru si alzasse dal letto alle cinque della mattina.
-No, questo è tuo figlio.- In quel momento arrivò dal corridoio un rumore più forte accompagnato da un'imprecazione. "Che razza di ninja" pensò Shikaku "non riesce neanche ad uscire di casa di nascosto!"
A quel punto Yoshino fece per alzarsi ma il marito la trattenne per un braccio -Sta tranquilla tesoro, lascialo andare, tornarà tra poco.- Costrinse la donna a distendersi abbracciandola e sbadigliando proseguì -penso di sapere dove sta andando.-
-E dove?- chiese lei contrariata cercando invano di divincolarsi.
-Te lo dico dopo...adesso dormi.-

Shikamaru Nara cercava di ricordare il motivo per cui stava facendo una cosa tanto scocciante. Si era alzato dal letto rifiutandosi di guardare la sveglia poichè sapeva che se l'avresse fatto, il numerino rosso che mai in vita sua aveva visto, avrebbe spinto il suo cervello a costringerlo a ributtarsi a peso morto nel letto e addio buoni propositi.
Si era vestito in stato di trans, costringendosi ad aprire gli occhi solo per legarsi i capelli, in modo da evitare pettinature imbarazzanti.   
Aprì piano la porta della sua stanza e passò davanti alla camera dei genitori con l'intenzione di non fare alcun rumore, e ce l'avrebbe fatta, se non fosse stato per quel dannato mobiletto infame! Sì, proprio quello, il maledetto cassettone beige che piaceva tanto a sua madre! Si fece uscire un'imprecazione quando lo colpì accidentalmente col piede, consapevole che il mignolo destro non sarebbe uscito indenne da quella colluttazione. Proseguì il suo percorso, attento a non incontrare altri mobili intenzionati a fargli del male. Quando raggiuse l'ingresso aprì cautamente la porta e la richiuse dolcemente dietro di sè, sentendo la brezza leggera accarezzargli la pelle del volto. Rabbrividì leggermente e alzò un sopracciglio "così è questa, quella che chiamano prima mattina..." Raggiunse la strada e mettendosi le mani in tasca cercò di spronarsi mentalmente "bene Shikamaru, goditi questo momento perchè è la prima e l'ultima volta che vedrai il mondo a questa assurda ora della giornata."
L'assenza totale di movimento contribuiva notevolmente a fargli abbassare le palpebre che si facevano via via più pesanti. Se ne stava seduto per terra, la testa appoggiata al muro, gli occhi che di tanto in tanto si alzavano pigramente per controllare la finestra dell'edificio vicino. Le ante erano ancora chiuse e per un momento temette che fosse già partita. "Che seccatura" aveva pensato sbadigliado "tutta questa fatica per niente." Decise di aspettare, tanto oramai era sveglio, o quasi.
"Ora come ora potrei essere beatamente addormentato nel mio letto, e invece sono qui, seduto in terra come un imbecille, tutto ciò non ha senso." "Si che ce l'ha idiota!" una vocina dentro di lui lo ammoniva incattivita "Sapevi sarebbe partita stamattina e ti fa piacere salutarla...vuoi semplicemente vederla prima che se ne torni a Suna!" Sorrise debolmente nell'accorgersi che la vocina in questione assomigliava in modo impressionante a quella della ragazza a cui stava pensando; a dire la verità tutto ciò era alquanto sconcertante. "Seccatura, guarda che mi fai fare..." Alzò gli occhi al cielo, nella tipica espressione Nara e si accorse che le nuvole, a quell'ora a lui sconosciuta, prendevano delle interessanti sfumature rosate...un rumore lo distolse dai suoi pensieri. Le ante erano state aperte e un'insonnolita Temari si stiracchiava godendosi un pò d'aria fresca. Si strinse nelle spalle e rientrò chiudendo la finestra senza accorgersi che il ragazzo la stava osservando. "Allora anche lei ha bisogno di dormire?!" Ironizzò mentalmente "A proposito, dormirà sempre così?"Mentre si alzava stiracchiandosi si guardò intorno per accertarsi che nessuno avesse assistito alla scena, "canottierina succinta eh Tem!?" Scrollò il capo come a scacciare qualcosa di sconveniente che gli ronzava in testa "Le stanno bene i capelli sciolti" pensò nel ricordare il viso insonnolito della ragazza, incorniciato dai capelli biondi e leggermente arruffati.
Passarono circa dieci minuti prima che la porta della locanda si aprisse sulla strada principale. La ragazza voltò l'angolo quando sentì una voce uscire dall'ombra.
-Cosa ci fai già in piedi così presto?- Non poteva essere lui. Erano quasi le sei della mattina ed era convinta che lui neanche conoscesse l'esistenza della mattina! Si voltò incredula verso quella voce; era proprio lui. -Dormono ancora tutti- Shikamaru sbadigliò sonoramente portandosi una mano alla bocca. Se ne stava appoggiato con le spalle al muro, con il suo solito atteggiamente svogliato. Poi si mosse in avanti, raggiungendo Temari.
-Non tu...- Disse piano lei, ancora allibita nel vederlo li, abbastanza sveglio da poter affrontare una conversazione non troppo impegnativa. I due s'incamminarono piano verso l'uscita di Konoha.
-Non posso restare lontana dal mio villaggio per molto tempo- disse lei ad un tratto, interrompendo il silenzio -Ora che ho finito i miei compiti devo ripartire- Shikamaru non ne era sicuro, con lei non si poteva mai essere sicuri di niente, ma sembrava quasi che la ragazza avesse un tono di scusa.
-Così? Senza neanche fare colazione?- Colazione? Perchè diavolo si era preoccupato della colazione?Nonostante si fosse accorto di aver detto una sciocchezza, mantenne imperturbabile la sua solita espressione svogliata. La ragazza non sembrava aver prestato attenzione all'apprensione insensata del giovane ninja e rispose solamente -non preoccuparti, troverò una locanda o qualcosa del genere strada facendo.- Dopo pochi secondi alzò nuovamente il viso, guardandolo con gli occhi smeraldini evidentemente incuriositi -Allora, che ci fai qui?-
-E' una seccatura, ma credo che dovrò farti da guida per gran parte del viaggio.- La guardava sorridendo. Tutto ciò era indubbiamente una rottura per lui, eppure sorrideva. La faccenda non era per nulla chiara.-E' una scocciatura ma fa parte della mia missione.-
Lei si mise una mano sotto il mento e le sue belle labbra si aprirono in uno di quei sorrisi semplici e genuini che di tanto in tanto le vedeva fare.
"Che bugiardo!" Pensò lei . Non c'era alcun motivo perchè si svegliasse all'alba per accompagnarla; la sua missione era farle da guida all'interno di Konoha e sbrigare con lei faccende organizzative riguardo l'esame dei chuunin. E poi, che voleva dire con gran parte del viaggio? La voleva accompagnare forse fino a Suna? Assurdo. Si stava parlando di Shikamaru Nara, il re degli scansa fatiche, l'imperatore dei fannulloni, il guru dei pigri! Crybaby...come lo chiamava lei. -Bhe, hai fatto un ottimo lavoro!- Disse la ninja sinceramante. Arrivarono alle porte del villaggio e si fermarono entrambi. -Fin qui va bene-sussurrò Temari.
-La prossima volta che ti vedrò sarà all'esame dei chuunin giusto?-Chiese il giovame ninja osservandola attentamente.
-Si, ci vediamo.- Fu una risposta secca,data mentre cominciava ad incamminarsi verso il sentiero che l'avrebbe portata lontana da Konoha. Shikamaru la osservava allontanarsi, un po deluso ma non sorpreso dalla risposta asciutta dalla ragazza. Fu stupito però quando la vide fermarsi a pochi passi da lui.
-Devi sbrigarti a diventare Jounin.-Gli disse guardandolo intensamente, con quegli occhi acquamarina, profondi, magnetici -Dovresti farcela se la smettessi di lamentarti e prendessi le tue missioni seriamente.- Non smetteva mai di stupirlo quella Seccatura; abbassò gli occhi imbarazzato, grattandosi la nuca.
Ed ecco ancora quel sorriso sul bel volto di lei. Quello stesso sorriso tutto denti che aveva sfoggiato quando lo aveva salvato da Tayuya tre anni prima. Fu quella la volta in cui si accorse di quando Temari fosse pericolosa, peggio di sua madre, una vera seccatura, la più grande di tutte.
La guardava allontanarsi -Che scocciatura...-

Shikamaru se ne stava seduto sul pianerottolo di casa, quello che dava sul giardino. Anche il cervo dipinto sul muro sembrava dargli dell' idiota. Sospirò contrariato.
-Shogi?- Chiese Shikaku al figlio indicando la scacchiera già pronta. Strisciò di fronte al genitore che si era già seduto a gambe incrociate.
-Ti abbiamo sentito stanotte.- Disse il padre mentre muoveva una tesserina.
"Che razza di ninja... non riesco neanche ad uscire di nascosto." Ecco chiarito il comportamente di sua madre. Da quando si era svegliata lo trattava peggio del solito. Certo, quella donna dai sensi decisamente troppo sviluppati lo aveva sentito sgattaiolare fuori all'alba per chissà quale motivo, mentre lei doveva obbligarlo prima e minacciarlo dopo, affinchè facesse qualsiasi cosa.
Shikaku sorrise leggermente nel vedere l'espressione contrita del figlio mentre scrutava attentamente la scacchiera; aveva capito esattamente quello a cui stava pensando.
-Le donne eh?- Disse il genitore quasi in un sospiro, senza guardare Shikamaru il quale aveva alzato gli occhi dalla scacchiera, dopo aver fatto una mossa poco calcolata.
-Quella ragazza è in gamba...Ho avuto il piacere di parlare con lei ieri, dopo una riunione con l'Hokage. Hai fatto bene ad andare a salutarla. Ah, comunque tranquillo, non ho detto a tua madre dov'eri realmente...non credo sopporterebbe l'idea che il suo bambino si interessi alle donne tanto da alzarsi all'alba." Shikamaru lo fissava con la bocca socchiusa, l'espressione interrogativa, gettando all'aria i suoi 200 punti QI.
-Ho avuto l'impressione di parlare con una donna, non con una ragazzina...Scacco matto figliolo.-
Così dicendo si alzò in piedi, con un espressione saggia e divertita, lasciando il figlio da solo.
Shikamaru abbassò lo sguardo, fissando la scacchiera; aveva perso? Diamine, suo padre non riusciva quasi mai a batterlo eppure aveva miseramente perso.
-Guarda cosa mi fai fare Seccatura...- sussurrò sbuffando.




ALLA PROSSIMA!! :)

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Capitolo 2
*** Suna:Famiglia ***


"Suna, mi sei mancata..." disse avvicinandosi al parapetto. Si strinse forte nella coperta mentre i suoi occhi scrutavano attentamente i contorni della sua amata città. "Le stelle non sono così a Konoha". Il viso della ragazza era accarezzato dalla luce degli astri, che in nessun luogo sarebbe stata intensa come lo era a Suna.
"Anche tu le sei mancata."
Sorrise e abbassò il capo nell'udire quelle parole, scandite piano, da una voce profonda. "Non dormi?" chiese al ragazzo che si trovava alla sua sinistra. Questo scosse leggermente il capo "non mi va". Una folata di vento gli si insinuò nella maglia leggera così incrociò le braccia per fermare il movimento del tessuto mentre Temari, a quel tocco freddo, allagò le braccia lasciando che la brezza la circondasse completamente. Inspirarono entambi, a fondo; odore di sabbia, profumo di deserto, profumo di casa.
"Tu invece, perchè non sei a letto? Avete affrontato un lungo viaggio, dovresti essere stanca."
"Infatti, ma mi è venuta voglia di venire qui, non so spiegarti il perchè." Rabbrividì leggermente stringendosi nelle spalle. "Cavolo, mi ero quasi dimenticata di quanto fossero fredde le notti qui, e tu..." disse lanciando un'occhiataccia al fratello "ti prenderai un raffreddore a stare lì, al freddo con addosso solamente quello straccetto!" Si avvicinò sistemandogli la coperta sulle spalle. Lui tentò di scrollarsela di dosso ma lo sguardo assassino della sorella lo fece desistere. Scosse la testa come a dire -sei sempre la solita-. Rimasero in silenzio per svariati minuti, fissando un punto indefinito davanti a loro quando Temari si voltò, guardando il ragazzo che rimaneva impassibile.
"Avanti Gaara, che c'è?" Non c'era bisogno di parole, lei semplicemente sapeva che qualcosa aveva turbato il cuore del giovane kazekage.
Altro silenzio.
"La bambina..."sussurrò lui all'improvviso.
"Te ne sei accorto eh? " La voce di Temari era un miscuglio di orgoglio e tenerezza " più cresce e più è evidente."
Sospirarono in perfetta sincronia. La pace di quel momento era assoluta, il buio, i loro respiri lenti e impercettibili, le stelle, la luna piena... tutto contribuiva a creare una tranquillità quasi irreale, coperta da una leggera malinconia.
Un sonoro sbadiglio interruppe bruscamente lo scorrere lento dei loro pensieri.
"Hei, non siete per nulla carini! Cos'è una riunione di famiglia senza il primogenito maschio!?" Kankuro scavalcò il parapetto con un balzo, sorpassando i fratelli e sedendosi sul bordo del tetto. Temari lo osservò divertita e lo imitò facendo cenno a Gaara di seguirla; così tutti e tre si ritrovarono con le gambe a penzoloni che si muovevano ritmicamente, Suna addormentata sotto di loro e il cielo trapunto di stelle sopra le loro teste.
"Tutto ciò mi ricorda di quando eravamo piccoli." Disse Temari guardando la sabbia che si muoveva placidamente sul terreno, diversi metri più in basso.
"Si, con l'unica differenza che Gaara non sta cercando di ucciderci!"
"Io non ne sarei così sicuro se fossi in te."
"Brrr, fratellino... mi hai fatto venire i brividi!" Kankuro prese un lembo della coperta e la lanciò in modo da coprire tutti e tre.
"Non hai per nulla migliorato il tatto in questi anni!" La ragazza riprese il fratello di mezzo con tono aspro.
"Senti da che pulpito! Parla miss Grazia&Finezza!"
"Non so neppure io cosa mi stia trattenendo dal lanciarti di sotto!" Il pugno della kunoichi si agitava minaccioso davanti al viso di Kankuro che manteneva un'espressione sarcastica.
"Probabilmente è la paura che ti trascini di sotto con me! Una cosa è certa, il tuo sederone ti farebbe atterrare per prima ed io cadrei sul morbido usandoti come cuscino!"
"Kankuro, brutto pagliaccio! Io ti.."
"Chi l'avrebbe mai detto..." la voce del Kazekage interruppe la scaramuccia e i due fretelli lo guardarono incuriositi.
"che ci saremmo ritrovati qui, con le nostre vite, i nostri incarichi ma comunque insieme."
"Già" concordò la ragazza " tu Kazekage, io ambasciatrice e più abile kunoichi di Suna,ormai trapiantata a Konoha e Kankuro...bhe Kankuro."
"Hei sorellina, vorrei ricordarti che sono il comandante della squadra di marionettisti del villaggio e braccio destro del Kazekage!"Obiettò il ragazzo indispettito. "Pensa per te piuttosto! Hai 27 anni e giri ancora per casa con la maglia che utilizzavi per dormire quando eri un'adolescente!"
Temari si lisciò con cura la suddetta maglia e alzò le spalle con fare noncurante. "Era di papà...lo so, non dovrei ma ci sono affezionata. Dopo averlo rivisto in guerra poi...Sono passati anni ma è stato un duro colpo e non possiamo negare il fatto che che le cose da quel giorno sono cambiate come sono cambiati i nostri sentimenti nei suoi confronti, ne sono sicura." Posò entrambe le mani sulle spalle dei fretelli. "Non sto dicendo che dobbiamo perdonarlo ma gli è stata offerta una seconda opportunità e l'ha sfruttata al meglio, cercando di riparare i danni che aveva causato." Si avvicinò a Gaara e gli strinse leggermente la mano.
"Basta parlare di questo. E' successo tanti anni fa, la guerra fortunatamente è passata da tempo." Kankuro s'innervosiva quando parlavano del padre e preferiva sempre cambiare argomento mentre Gaara ascoltava senza mai dire nulla a riguardo.
"Ti stai rammollendo sorella, scommetto che è colpa del cervelllone che sta dormendo nella tua stanza." Temari di risposta gonfiò le guance per mostrare il suo disappunto ma il fratello fece finta di non accorgersene (sì, stava tirando un po troppo la corda con Temari la Sanguinaria e il giorno dopo ne avrebbe pagate le conseguenze) "Prima sono passato davanti alla tua stanza per andare in bagno e siccome la porta era aperta ho visto una scena che non potrei definire in altro modo se non... coccolosa."
"Coccolosa?!"Chiesero all'unisono Temari e Gaara.
"Si, coccolosa. Il tuo uomo, se vogliamo chiamarlo così, se ne stava a pancia in su con entrambi i bambini abbarbicati addosso. Dormivano tutti e tre come sassi; Shikaku aggrappato ad un braccio e la piccolina sul petto."
"Ormai preferisce avere loro nel letto che me!" Esclamò ironica la ragazza.
"Magari fosse così...l'ultima volta che ci avete fatto visita vi abbiamo sentiti. Potreste darvi un contegno ora che siete genitori." Il Kazekage chiuse gli occhi con aria afflitta.
Prima che Temari colpisse il fratello minore con un ceffone Kankuro continuò il suo discorso " Sai sorellina, Shikaku è fantastico, come sempre e la bimba è uno spettacolo. E' cambiata dall'ultima volta che l'abbiamo vista, lei è... è..."
"Uguale alla mamma." Conclusero tutti e tre insieme. Sorrisero, tutti e tre insieme.
Rimasero in silenzio cercando di ricordare quella figura che era mancata troppo presto, la figura di quella donna bionda e dallo sguardo dolce. Più che ricordi erano immagini inventate, create sulle poche fotografie che la ritraevano giovane e felice.
"Cambiano solo i colori; ha i capelli più scuri e gli occhi marroni, eredità Nara, per il resto si somigliano veramente molto." Disse orgogliosa la ragazza.
"Avete fatto bene a darle il suo nome." Kankuro aveva poggiato la schiena alla ringhiera e fissava il cielo con aria assorta.
"Karura." Sussurrò Gaara.
Temari li guardò antrambi e sorrise. Era così bello starsene lì sul tetto della loro casa, a Suna, di notte, con i suoi fratelli accanto. Li abbracciò forte facendoli avvicinare in modo che le loro teste si toccassero.
"Sepete una cosa? Sarebbe orgagliosa di vedere quello che siamo diventati."
"Sarebbe?" Chiese Kankuro sapendo già la risposta; voleva solo sentire la parola, quella parola.
Temari sospirò fingendosi irritata mentre i due fratelli accomodavano meglio le teste sulle sue spalle. "Una famiglia, idiota."
"Già." Gaara annuiva mollemente.
"Una famiglia sgangherata." Il fratello di mezzo corresse le parole della sorella.
"Gia."
"Vi voglio bene fretellini."
"Si, siamo una famiglia e ci vogliamo bene."
"Già..."  

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Capitolo 3
*** missione complicata ***


Le grida del fratello arrivavano chiare e forti alle orecchie del giovane kazekage che se ne stava tranquillo in cucina a lavare placidamente i piatti. Sospirò leggermente ricordando quanto quella bella giornata era iniziata per il meglio, tutto tranquillo, senza -come diceva quello là?- sì ecco, senza seccature.
Sistemati gli ultimi piatti nei loro ripiani, Gaara si decise a salire le scale, con la poco velata intenzione di chiudere per sempre quella dannata boccaccia assurdamente rumorosa.
"Che diavolo sta combinando?" Si chiese strofinanadosi le tempie. La risposta fu rapida ad arrivare e piuttosto lampante, tanto lampante da colpire in piena faccia il kazekage che aveva raggiunto la stanza degli ospiti. Qualcosa di pesante e dalla consistenza poco rassicurante gli piombò in volto, cadendo subito dopo sul pavimento. Gaara si tastò il viso per controllare che nulla vi fosse rimasto attaccato poi, con la sua solita espressività fenomenale si rivolse al fratello "potrei ucciderti per questo ,lo sai?" Kankuro lo guardò con aria seria "Scusami fratellino, non ti avevo visto."
"Ti sembra il caso di lanciare quella robaccia in giro per la stanza?" Ebbene sì, Gaara si era accorto quasi immediatamente di cosa quel sacchettino bianco contenesse, e non era stata di certo una scoperta piacevole. Gli indizi erano chiari, soprattutto quando il suo naso aveva invocato pietà; anche la sua proverbiale inespressività ne aveva risentito per un attimo.
Il fratello però non lo ascoltava e fissava un punto davanti a sè tenendo le braccia incrociate al petto.
"Ok, in questo preciso istante ho deciso che non voglio figli. Ne ora ne mai." Gaara si era avvicinato a Kankuro e ora guardava ciò che il fratello aveva davanti.
"Bravo, io l'ho deciso circa dieci minuti fa." Commentò Kankuro.
"Come diavolo è possibile?"
"Non lo so..."
"Voglio dire, è contro le leggi della natura..."
"Infatti."
Il piccolo Shikaku agitava in aria le gambette e la sua espressione divertita sembrava dire - bhe, adesso voglio proprio vedere che fate, zucconi!-
"Lo sta facendo apposta!" Esclamò Kankuro guardando il viso paffuto del bimbo.
"Io non credo."
"Come sei ingenuo fratello, vorrei ricordarti che è il figlio di Shikamaru, ci sta deliberatamente facendo un dispetto; per non contare poi la parte ereditata da nostra sorella...sto parlando della cattiveria Gaara...la cattiveria."
"La stai facendo troppo tragica. Ora piuttosto, a che punto sei arrivato?"
"Ho tolto il pannolino, non so neanche io come ci sia riuscito, poi, non ho potuto andare oltre."
"C'è solo una soluzione" concluse Gaara serio "devi riprovarci."
"Cosa!? Perchè non ci provi tu visto che fai tanto il figo!"
"Io sono il kazekage."
"Quindi?! Guarda che non è una scusa per tutto!"
"Che sta succedendo qui?" Shikamaru entrò nella stanza trascinando i piedi, aveva l'espressione e l'abbigliamento (se solo i boxer possono essere definiti abbigliamento) di uno che si è appena alzato, e ovviamente, parlando di Shikamaru Nara, era esattemente così.
"Nara!"Esclamò il fratello di mezzo. Il ragazzo rimase sconcertato dalla gioia con la quale il cognato aveva esclamato il suo nome "pensavamo fossi uscito con nostra sorella."
Shikamaru sbuffò grattandosi la nuca "siete matti? Quella pazza è uscita stamattina alle 7:30 e a parer mio non è proprio un orario concepibile."
"Bene genio, ora che sei qui devi risolvere questa situazione."
Il ninja di Konoha si avvicinò ai due ragazzi che lo guardarono speranzosi. Il piccolino, alla vista del padre si agitò di più ed emise un gridolino acuto e allegro. Il ragazzo gli fece il solletico sulla pancia con un dito e come al solito si sciolse completamente davanti a quegli occhietti acquamarina.
L'espressione di Shikamaru passo in un attimo dall'inebetita al tremendamente seria.
"Qui c'è un problema." Sentenza lapidaria.
"Che cavolo significa?!" gridò Kankuro "lo vediamo anche noi il problema! E' tuo figlio dannazione, dovresti essere capace di farlo!"
I versetti e i gorgoglii di Shikaku contribuivano a rendere la scena più comica, come se la faccia da funerale del padre, l'espressione tragica dello zio e l'inespressività dell'altro non componessero un quadretto già abbastanza ridicolo.
"Che vergona." Aveva sussurrato il kazekage scuotendo la testa.
"Temari ci ammazzerà." Sentenziò Kankuro
"Ok ragazzi, manteniamo la calma." Shikamaru sembrava aver di nuovo la situazione sotto controllo. "Vado di la' a vedere se c'è qualcosa che può esserci utile."
Si allontanò e fece finta di uscira dalla porta. Bene, procedeva tutto secondo i piani; per nulla al mondo avrebbe cambiato un pannolino di prima mattina, appena sveglio, era una seccatura troppo grande. L'unica persona che sarebbe stata in grado di obbligarlo era fuori, quindi la situazione volgeva a suo favore. I due fratelli non lo guardavano anche se Shikamaru avrebbe giurato di aver visto un piccolo segno di assenso da parte del kazekage.

"Cosa cavolo!? Hei, no!" la mano di Kankuro si muoveva contro la sua volontà. "No! Che schifo! Accidenti!" un urlo disumano arrivò fino in strada "Naraaaaa!!!"

Shikamaru scappava in mutande per i corridoi del palazzo seguito da un Kankuro furente che gli imprecava contro.
"Sei proprio un bel bambino lo sai?" Chiese Gaara prendendo in braccio il nipotino che ora indossava felice un bel pannolino pulito.
Echi inquietanti e minacciosi risuonavano per tutta la casa "Se ti prendo ti ammazzo lurido traditore!"
Temari aprì la porta appoggiando le buste della spesa per terra. "Che baccano!" disse, togliendosi la sciarpa. Vide Shikamaru correre giù dalle scale e appena le fu davanti, questo riacquistò l'espressione insonnolita che aveva perso durante l'inseguimento. Kankuro, che si era quasi schiantato contro il muro, si bloccò immediatamente alla vista della sorella.
"Dov'è il bambino?" Chiese Temari incuriosita dalla situazione. Si fece avanti Gaara, che teneva tra le braccia il nipotino. Questo appena vide la madre cominciò a sgambettare e a tendere le braccine paffute verso di lei.
"Lo avete cambiato?!" Temari era stupita e fissava il compagno con gli occhi sgranati. Appena lo aveva preso in braccio aveva constatato che il suo bambino era tutto pulito e profumato, fresco fresco di borotalco.
"Si Seccatura, è stato Kankuro." Affermò Shikamaru puntanto il pollice dietro di sè.
"Veramente?"
"Si, è stato molto bravo. Dovrebbe farlo sempre lui quando veniamo qui a Suna." Shikamaru si sedette sul divano con Shikaku tra le braccia.
"Dovresti imparare qualcosa Nara!" disse Temari avvicinandosi a lui.
Un brivido gelido percorse la schiena del ninja quando questo vide Karasu muoversi furtivamente e puntarlo in modo inquietante.
Bhe, finchè avrebbe tenuto il bimbo in braccio quello psicopatico non avrebbe potuto toccarlo.-E' dolce la vittoria quando si sconfigge un Sabaku no...sì, è una sensazione deliziosa...- Brutta mossa Shikamaru; mai distrarsi! Dovresti saperlo!
"Vieni tesoro, andiamo a vestirci!" Temari aveva preso il bambino dalle braccia di Shikamaru che si sentì improvvisamente senza difese. "No Tem, aspetta!"
"Vergognati Nara, usare tuo figlio come scudo!" Il sorriso maligno di Kankuro non annunciava nulla di buono...che seccatura! Ma bisognava ammettere che ne era valsa la pena.

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Capitolo 4
*** Ricordi, istinto e macchinazioni cerebrali ***




ok, mi gioco la carta della fic "seria" e introspettiva! spero vi piaccia!e se vi va di lasciare un commento, recensite perchè mi fa molto piacere :) Colgo l'occasione per ringraziare chi lo ha gia fatto! Baci, Tsuki!



-Non vedo neanche una nuvola...che seccatura.- In effetti le fronde degli alberi, che si stagliavano fitte davanti ai suoi occhi stanchi, non gli permettevano di vedere una parte soddisfacente di cielo. Shikamaru sbatte più volte le palpebre e si mette a sedere, poggiando mollemente le braccia sulle ginocchia. Tiene le gambe divaricate e sbadiglia sonoramente, grattandosi la nuca. Fissa un punto davanti a sè, dove la terra era stata smossa poche settimane prima.
-Hei verme?! Mi senti?- Niente. -Sono il tuo dio, ti ricordi di me?- Ancora silenzio. Non che si aspettasse una risposta; a dir la verità non sapeva neanche perchè lo aveva fatto. Alza le braccia stiracchiandosi quando un rumore alle sue spalle cattura la sua attenzione. Le sue dita, che aveva portato prontamente al borsello, toccano la fredda superficie del pugnale da trincea. Il fruscio delle foglie si fa più intenso, i suoi muscoli si irrigidiscono.
-Ah, sei tu.- Sbuffa rilassandosi. Allunga un braccio in direzione del cervo che rimane immobile. L'animale, a quel gesto, si fa avanti senza riserve, annusandogli la mano. -Ti ho riconosciuta. Sei quella che veniva sempre ad elemosinare il cibo entrando quasi in giardino. Sei la preferita di mio padre sai? Tu e quel cervo enorme, quello con il manto più scuro. Era un pò che non ti facevi vedere.- L'elegante animale alza il lungo collo e continua a fissarlo.-Mi spiace per te, ma non ho nulla da mangiare.- Qualcosa si muove ancora dietro di lui ma, notando la tranquillità dell'animale, decide che non vale la pena voltarsi per controllare. Qualcosa gli tira i capelli. -Hei!- Scuote la mano sopra la testa scacciando qualcuno che, a quanto pare, gli stava rosicchiando la coda. -Ecco perchè non ti sei fatta vedere per tutto questo tempo.- Un cerbiatto lo guardava incuriosito, avvicinando il suo piccolo muso al viso di Shikamaru. -Sei carino, ma non abbastanza da permetterti di mangiarmi i capelli.- Il ragazzo gli accarezza piano il collo e il cucciolo non mostra alcun cenno di fastidio o paura; l'istinto dei cervi dice loro di scappare di fronte agli uomini, ma non di fronte ad un Nara.
La bocca del ragazzo si piega leggermente in un sorriso malinconico. "Certo che il destino è strano... mi reco qui da giorni, la foresta è piena di cervi, ma il primo incontro ravvicinato che faccio è quello in cui mi ritrovo davanti una mamma col suo piccolo." Si guarda istintivamente intorno per cercare una terza figura, più grande e con le corna, ma niente. "Quanto sei stupido Shikamaru..." Non c'è nient'altro nei paraggi, solo la mamma e il piccolo. Si lascia cadere all'indietro, sdraiandosi sul prato; i due animali si allontanano e, dopo avergli lanciato un'ultima occhiata, spariscono tra la vegetazione.
-Il Re eh?- Sussurra chiudendo gli occhi. Li riapre piano e si fissa le mani. Sente una sensazione di calore su di esse, un calore che gli fa venire i brividi; è il calore del sangue, quello del suo maestro, quel sangue che gli aveva impregnato le dita mentre reggeva il corpo di Asuma morente. E' il calore della pelle di Kurenai; quel calore che aveva sentito quando l'aveva stretta a sè. Le immagini di quel giorno gli scorrono lente davanti agli occhi.
Aveva bussato alla porta senza sapere esattamente cosa dire. Kurenai teneva il viso basso, come se già sentisse che qualcosa non andava. "Forse sarà più facile del previsto" aveva pensato stupidamente Shikamaru, osservando il volto abbattuto della donna. -Asuma... c-ci ha lasciati.- Lo disse senza guardarla, non avrebbe retto senza mettersi a piangere. Lei barcollò un attimo, le gambe cominciarono a tremare, ad entrambi. La ragazza si accasciò al suolo singhiozzando mentre Shikamaru tentava inutilmente di soreggerla. Si inginocchiò vicino a lei tenendola per le spalle. Le lacrime uscivano copiose dai suoi occhi scarlatti mentre le sue labbra si muovevano piano formando il nome dell'uomo che li aveva lasciati troppo presto. -Lui-lui ti amava veramente...era felice di diventare padre.- Si era sentito terribilmente stupido. -Mi prenderò cura di voi.- Fu un sussurro strozzato quello che uscì dalla sua bocca ma bastò per spingere Kurenai a staccare le mani dal volto e a portarle sulla schiena del ragazzo che si sentiva pietrificato. La strinse forte. Nessuno dei due avrebbe saputo dire quanto tempo rimasero lì, per terra in mezzo al pianerottolo, abbracciati nello stesso dolore.
-Già, il Re.- Ripete. -Saresti stato un ottimo padre, avevi perfino smesso di fumare.- Sospira portando le braccia dietro la nuca. -L'adulto più figo che io abbia mai conosciuto.- Nel pronunciare quella frase i suoi occhi si alzano automaticamente verso un raggio di sole che si era insinuato tra i rami e le sue labbra si schiudono in un delicato sorriso.
-Scommetto che avresti voluto un maschio per parlare con lui delle ragazze. Anche mio padre voleva un maschio...- Si ritrova a pensare a suo padre. Se non fosse stato per lui...
Avevano giocato a Shogi una sera, poco dopo l'accaduto e lui, Shikamaru, si era comportato così poco da Shikamaru che la sua stassa madre avrebbe stentato a riconoscerlo. Ora, nel bosco, ricorda lo schianto della scacchiera contro la parete, il rumore stridulo dei suoi denti che vengono digrignati con forza...ricorda lo sguardo serio del padre, il viso segnato a pochissimi centrimetri dal suo...-Falla uscire- gli aveva detto prima di andarsene dalla stanza lasciandolo solo.
Aveva urlato a squarciagola, gettandosi a terra, piangendo a dirotto. Tra un grido e l'altro aveva sentito ancora la voce roca del genitore -i pezzi li raccolgo io dopo...- E infatti li aveva raccolti... "Bella frase quella, un doppio senso veramente notevole papà." Pensa ora stroppicciandosi gli occhi.
-E adesso tocca a me prendermi cura di qualcuno. Il Re, sì, il tuo re Asuma. Sarà una bella impresa...una vera seccatura.-Sorride ancora debolmente. -Non pensare di averla scampata, mi ritornerai il favore, indirettamente ma lo farai. Anche io un giorno potrei aver bisogno di una mano con il mio di re, e allora toccherà a tuo figlio aiutarmi.-
Dei bambini dormono sul pianerottolo ligneo della sua villa, sonnecchiano uno appoggiato all'altra. Il maschietto, il più piccolo, si succhia il pollice, la bimba sbadiglia, hanno i capelli neri e lisci; qualcuno li chiama, sembra la sua stessa voce ma non riesce ad afferrare i loro nomi. Entrambi si stroppicciano placidamente gli occhi che si rivelano essere di un bellissimo e magnetico verde petrolio.
Shikamaru scuote la testa scacciando l'immagine , senza riuscirci completamente.- Bhe se somiglieranno a me non penso avrò bisogno di aiuto...al contrario...-I bambini che poco prima dormivano tranquilli ora se le davano di santa ragione. -Tale madre...Ah Shikamaru! Hai sedici anni, a che diavolo pensi!?- Quattro occhi smeraldini continuano comunque a fissarlo imperterriti ,direttamente dall'interno della sua testa. Richiude gli occhi aggrottando le sopracciglia.

-Shikamaru!Hei ragazzo!- Ma che diavolo? No, non può essere. Il ninja non vuole aprire gli occhi, ma sente qualcosa contro il fianco.
-Non starai mica dormendo vero? Tsk, sei il solito pigrone.- E' l'odore di fumo a fargli aprire gli occhi. Sobbalza violentemente e si mette a sedere, buttandosi una mano sulla fronte.
-Dannazione, sto diventando pazzo! Tu non puoi essere qui!.-
-Si, è piuttosto insolito...e inquietante, te lo concedo.-
-Ok, mi do una calmata.- Shikamaru chiude gli occhi per l'ennesima volta e respira profondamente. Un colpo di tosse lo distrae dal suo intento.
-Ehm non credo funzionerà ragazzo mio.- Un altro colpo di tosse, accompagnato da diversi schizzi di sangue. Dalla bocca di Asuma esce il liquido rosso che bagna abbondantemente anche il suo giubbotto verde. Shikamaru lo guarda incredulo.
-Sei uno spirito, un ricordo, la mia immaginazione o qualcosa del genere giusto? Perchè ti presenti in questo stato?-
Asuma si guarda i vestiti.- Hai ragione. Non so dirti il perchè. Forse rendeva solo l'entrata più scenografica. Sai, la tua espressione è divertente.- Silenzio. Shikamaru non riesce a dire nulla.
-Così è qui che hai ficcato quel bastardo eh?- Chiede infine il maestro, indicando con la sigaretta la grande buca piena di terra.
-Già...-
-Bella foresta comunque, fà i complimenti a tuo padre.-
-...Grazie.- "Tutto ciò non ha senso per la miseria!"
-Grande seccatura eh Shikamaru!? Scommetto che ti stai chiedendo perchè sono qui.-
Il ragazzo si limita ad annuire.
-Datti una mossa ragazzo mio, te lo dico da amico. Tutti ora sanno delle tue capacità, sei un genio e un ottimo ninja, continua così. Siccome però la vita non è fatta tutta di lavoro, sono qui per parlarti di altro. Datti una mossa dannazione!- Shikamaru sussulta all'urlo del maestro e continua a fissarlo con espressione allibita.
-Ho parlato con tuo padre tempo fa, ma non te l'ho mai detto, pensavo di avere ancora tempo per farlo e invece... So che Shikaku ti ha visto con Temari quel giorno, addormentati sul prato, alla collina. Non sto insinuando nulla, non guardarmi con quella faccia! Dico solo che dovresti muoverti, ecco tutto. Siamo ninja, non si sa mai quello che può succedere...- I suoi occhi si velano di tristezza ma dopo un'alzata di spalle continua a parlare. Intanto a Shikamaru si schiariscono molti dubbi; ecco cosa intendeva suo padre! Quella sera, dopo essere stato tutto il giorno con Temari per l'organizzazione dell'esame dei chunin era rientrato a casa e aveva sentito i suoi genitori parlare piano in cucina. -I geni Nara non sbagliano un colpo.- Disse suo padre. -Le ho parlato stamattina, quando l'ho incontrata dall'Hokage...sembra quasi peggio di te!- Poi il rumore di qualcosa che si rompeva contro il muro o, più probabilmente contro la schiena di Shikaku.
-Dai Shikamaru, io e Choji ti conosciamo meglio di chiunque altro, e anche lui concordava con me su questa faccenda.-
-Bene, rassicurante sapere che parlavate allegramente della mia vita privata.- Il sarcasmo viene subito sconfitto dalla tristezza. "Parlavate"...passato.
Asuma gli mette una mano sulla spalla, stringendo appena. - Vivitela tutta figliolo! Sono io quello morto accidenti, non tu!-
Vivitela tutta, già... Anche lei glielo aveva detto, mesi fa, quando faceva avanti e indietro tra Suna e Konoha.
-Sei noioso Nara! Hai sedici anni dannazione, sii un po' più attivo!- Lui le aveva detto qualcosa che non ricordava.
Stizzita per la risposta, aveva appoggiato nel piatto i dango che stava mangiado e aveva iniziato a fissare il ragazzo con quei dannati occhi smeraldini. Si avvicinò pericolosamente posandogli una mano su una coscia.
"Sei ancora un ragazzino Nara ... dovrò insegnarti tutto." Gli disse maliziosa. Arrivò a una manciata di centimetri dal suo volto, tanto che il suo profumo ebbe l'effetto di interdire completamente Shikamaru. Due dita gli inforcarono le labbra, tirandole forte. -Tonto- disse lei prima di alzarsi. -Seccatura- commentò lui guardandole il fondoschiena ondeggiante, con le guance in fiamme, le orecchie viola e le labbra pulsanti. Eppure Shikamaru sa che quella donna irritante e autoritaria quanto sua madre tiene a lui più di quanto riesca a dimostrare. La lettera che il ninja di Konoha tiene in tasca da più di una settimana ne è la conferma: "Lo so, in questi casi le parole non servono, ma sappi che ti sono vicina. Sono orgogliosa di te Shikamaru." Due righe. Nulla di più, ma bastava.
-Il tuo problema è che ti accontenti.-La voce profonda di Asuma lo distrae bruscamente dai suoi pensieri. -Cavolo, guarda che hai fatto mettendoci un po' di impegno! Hai fatto fuori uno dell'Akatsuki da solo! Da solo per la miseria!  Puoi avere tutto quello che vuoi Shikamaru, sei un ragazzo incredibilmente in gamba e sono sicuro che un giorno avrai la fortuna di stringere tra le mani quello che ho avuto io...e potrai godertelo appieno. Ora ti saluto ragazzo, abbi cura di loro... mi raccomando, elimina un pò di pigrizia, ma per il resto rimani sempre te stesso...sarai un grande ninja e un grande uomo.-

-Shikamaru!- Un'altra voce familiare accompagnata  da un gran mal di testa. Il ninja si accorge di essere ancora sdraiato e di avere gli occhi chiusi. Si alza di scatto guardandosi freneticamente intorno, facendo aumentare il dolore. "E' stato solo un..." -Shikamaru!- Il ragazzo si alza in piedi massaggiandosi le tempie. Suo padre è davanti a lui, con le braccia incrociate. -L'Hokage vuole vederti.-
-Che seccatura.-

Qualcosa di caldo si muove al suo fianco e lo sveglia. Shikamaru muove piano la bocca e mugugna qualcosa.
"Aspetta, perche mi sto svegliando? E' stato tutto un sogno!?" Apre gli occhi ma intorno a lui solo buoio.
-Ah certo, ora ricordo. Sono in missione per l'Hokage.- Con la mano destra tocca istintivamente la tasca del giubbotto constatando la presenza della lettera. Cerca di muoversi ma i suoi movimenti sono limitati da qualcosa, o meglio qualcuno che gli dorme addosso. Il rotolo di Tsunade da consegnare a Gaara è saldamente allacciato alla cintura rossa della ninja che gli stava facendo da guida nel deserto.
"Fuori c'è una tempesta di sabbia, ecco perchè ci siamo fermati in questa grotta." La kunoichi muove il capo sulla sua spalla, mostrandogli il bel viso dormiente. Il ragazzo sorride, ripensando al sogno appena fatto. -Vivila tutta eh? Bhe Asuma-sensei, non sarai mai stato un asso negli Shogi, ma credo che anche questa volta tu abbia ragione.- Avvicina le sue labbra a quelle di Temari e la bacia piano, senza volerla svegliare. Una voce nella sua testa gli dice "Bravo ragazzo, ogni tanto è bene agire senza pensare!" Le labbra della ragazza si muovono inaspettatamente, ricombiando le carezze di Shikamaru.
Si guardano a lungo, fino a che Temari corruga un sopracciglio con fare minaccioso. -Senti un pò Crybaby, questo non è mai successo.-
-Già, dover dare spiegazioni a terzi sarebbe una grande scocciatura.-
-Allora siamo d'accordo?-
-Per una volta si, Seccatura.-
Temari raccoglie le gambe al petto e guarda fuori dalla grotta.- Sembra proprio che non voglia smettere.-
-Così pare.- Shikamaru matiene imperterrito la sua tipica espressione svogliata, nascondendo perfettamente l'esplosione di emozioni che gli sta torturando lo stomaco.
-Non sei stato poi tanto male, bamboccio.- Lei lo guarda con i suoi occhi verdi, ammalianti e arroganti.
-Perchè non prendi mai in considerazione l'idea di stare zitta?-
-Perchè mi diverte darti fastidio...Comunque, non sarà troppo seccante per te mantenere un segreto?- Il suo tono sarcastico è sempre il solito, non era cambiato di una virgola dalla prima volta in cui si erano parlati.
-Cercherò di resistere.- Lui incrocia le braccia e sbadiglia sonoramente.
-Bhe, visto che ormai siamo in ballo, potremmo mantenerne altri...di segreti.- Si muove sinuosa come una gatta e si avvicina ulteriormente al ninja che sbuffa scherzosamente.
-Questa cosa non mi piace Seccatura...- Ok, le sue parole hanno ottenuto l'effetto desiderato. Temari infatti ha iniziato a fissarlo con un'espressione indecifrabile, un misto tra -idiota, come osi!?- e -come scusa? Credo di non aver capito.-
Shikamaru assapora il gusto della vittoria.
-Non mi piace il fatto che mi trovi d'accordo su troppe cose...-   
 

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Capitolo 5
*** Attesa e Nascita ***


Camminava piano per le vie di Konoha, tenendo la testa china.
-Dove diavolo l'ho messo?- Le sue dita scorrevano tra i fogli che teneva tra le mani.- Allora,rifornimenti settore A, scorte settore B...settore D...cavolo, dov'è finito?- Sbuffò sonoramente sedendosi su alcune travi di legno.
-Posso aiutarla Temari-san?-
-Oh, salve Shibo. Stavo controllando le annotazioni di questa settimana riguardo gli approvvigionamenti ma non riesco a trovare quelle del settore C.-
L'uomo rimase in silenzio per un attimo. - Le consiglio di controllare nel magazzino J-12; là sono immagazzinati i rifornimenti dell'area C quindi è possibile che abbia dimenticato lì gli appunti.-
Temari si sbattè leggermente il palmo sulla fonte. -Si, ha ragione- disse alzandosi.
-Siamo tutti stanchi Temari-san! Con questa guerra alle porte non c'è un attimo di riposo. Adesso la saluto, ho un sacco di lavoro da fare e suppongo anche lei.- Dopo un breve inchino l'uomo si allontanò.
"E' meglio che mi sbrighi con questa roba e torni a Suna al più presto. Sono qui da più di una settimana...troppe distrazioni accidenti, dovrei già aver finito da un pez..." -Hei, guarda dove metti i piedi!-Qualcosa le era piombato addosso da dietro facendola quasi cadere. -Shikamaru?- Il ragazzo, che stava correndo, si fermò di botto dopo aver sentito pronunciare il suo nome.
-Oi, scusa Temari! Non ti avevo vista!-
-Ero in mezzo alla strada, idiota! Come hai fatto a non vedermi?- Era stanamente euforico, con un espressione ben poco da Shikamaru sul volto.
-Sempre carina, eh Seccatura?Comunque, adesso vieni con me.- Le si era avvicinato e l'aveva agguantata per il polso tirandola dalla sua parte.
-Che diavolo fai Nara? Devo lavorare! E anche tu dovresti farlo, vorrei ricordarti che stiamo per entrare in guerra! Mio fratello non mi ha di certo spedita qui per andarmene in giro con te!-
-Quanto parli! Per una volta potresti evitare di rompere? Dai, muoviti.-
Ma chi era quel tipo che la trascinava per starda con tanta foga, che le teneva stretto il polso e che camminava velocemente, addirittura senza mani in tasca? Dov'era finita la sua ameba?
Arrivarono davanti ad una grande struttura bianca, l'ospedale di Konoha. -Che ci facciamo qui, Shikamaru? Non dirmi che ti fa ancora male!- Chiese lei sarcastica, ricordando quando, due giorni prima in ufficio, gli aveva "accidentalmente" appoggiato "con molta grazia" il ginocchio sulle parti basse.
-No Temari, qui sotto è tutto ok e ho imparato la lezione...niente battute sul tuo sedere, sei suscettibile sotto quel punto di vista.- La guardò recuperando la sua aria annoiata.
-Nara...ti spezzo il collo.- La schiena di Shikamaru venne percorsa da leggeri brividi, per essere entrata in contatto con l'aura omicida della ragazza.
-Non mi sembrava poi di averti offesa chiamandolo sederone, dal mio punto di vista era un complimento.-Una piccola vena pulsava minacciosa sulla tempia della kunoichi che venne trascinata all'interno dell'edificio prima che potesse sfoderare il ventaglio.
-Kurenai Yuhi.- Disse lui all'infermiera della reception.

-Finalmente- Shikamaru si lasciò sfuggire un sospiro quando giunsero nel corridoio del terzo piano. Temari lo guardava perplessa, corrugando le sopracciglia.
-Mi spieghi che ci facciamo qui?- Gli chiese mentre per l'ennesima volta si faceva trascinare dallo shinobi.
-Shikamaru!- Qualcuno lo chiamava agitando un braccio.-Finalmente sei qui! E' iniziato il travaglio ma ci vorrà ancora tempo. Con lei ci sono Ino e Hinata ma la signorina Tsunade le farà uscire quando inizierà il parto.- Shizune aveva indicato una porta bianca che Shikamaru fissava con espressione preoccupata.
-Ho fatto chiamare anche Choji,e il resto del team 8, dovrebbero essere qui tra poco. Ora devo andare ragazzi.- Sorrise leggermente nel vedere lo strano comportamento dei due shinobi, che si tenevano per mano senza sembrar essere consci della cosa.-Shikamaru sta tranquillo -Shizune gli posò una mano sulla spalla - c'è l'Hokage in persona con lei.- Dopo un cenno di saluto la donna si allontanò lasciandoli soli. Shikamaru lasciò piano la mano di Temari e si accasciò sbuffando su una sedia. -Ci vorrà ancora molto...che seccatura.-
-Bene, ora ti riconosco.-Temari sorrise incrociando le braccia. -Quindi...-La ragazza mosse la mano in un gesto circolare, invitando l'amico a finire la frase.
-Quindi sono qui ad aspettare la nascita del figlio di Asuma.- Concluse lui stringendosi nelle spalle.
"E perchè diavolo mi hai trascinata qui?!" Ecco, questo è quello che avrebbe voluto chiedere a Shikamaru ma l'espressione preoccupata sul viso del giovane la fece desistere. Temari si sentiva fuori luogo e avrebbe voluto andarsene ma, ancora una volta, fu il volto del ragazzo a farle cambiare idea. Sbuffò leggermente avvivinanadosi a lui e gli sedette accanto.
-Lo so, ti stai chiedendo perchè ti ho trascinata qui. La verità è che non lo so neanche io. Non era nei miei programmi ma mi sei piombata addosso e allora ti ho portata con me.- Le parole dello shinobi avevano fatto risvegliare la piccola vena minacciosa e pulsante sulla tempia di Temari.
-Senti un po' genio, sei stato tu a travolgermi in mezzo alla strada!- Ribattè stizzita lei prendendolo per un orecchio. -Accidenti!- continuò, ignorando le imprecazioni dell'amico  -Mi hai fatto lasciare il blocco delle annotazioni al cantiere sulla via principale! Avrei voglia di strangolarti Nara!- Dicendo ciò strattonò il ragazzo facendolo quasi cadere della sedia.
-Dannazione Tem! perchè sei sempre così manesca?! Comunque non vedo il motivo di preoccuparsi, tornerai a prenderli tra qualche ora...- Shikamaru si massaggiava l'orecchio con fare contrariato.
-Sì certo, per te non ci sono mai problemi! Vorrei ricordarti che stiamo per entrare in guerra e quegli appunti sono piuttosto importanti! Servono ad informare il Kazekage sul livello di preparazione di Konoha in vista del conflit...-
-Non ti sembra starno?- La interruppe bruscamente lui -Tra pochi giorni inizierà la Quarta grande guerra ninja e noi siamo qui ad aspettare la nascita di una nuova vita.-
L'irritazione provata per essere stata interrotta venne dissolta immediatamente dalle parole di Shikamaru. Lei lo guardava inclinando un poco il capo; il ragazzo teneva lo sguardo fisso per terra, la bocca socchiusa, nei suoi occhi parevano passare una miriade d'immagini. Un piede batteva piano sul pavimento, un gesto attraverso il quale faceva filtrare la pressione e la preoccupazione, mal celate dal suo solito atteggiamento annoiato.
Sì, stavano per entrare in guerra e nessuno sapeva cosa aspettarsi da quella maledetta battaglia; solo una cosa era certa, sarebbero morte molte persone. Istintivamente Temari appoggiò una mano sulla coscia di Shikamaru.
-Perchè mi fissi?- Chiese lui alzando piano un sopracciglio.
-Non ti stavo fissando, scemo! Stavo...stavo solo pensando.-Ribattè lei incrociando le braccia e appoggiando la testa a muro. -Saremo nella stessa divisione, quella comandata da Gaara, e tu sarai il suo comandante in seconda, essendo lui il Genarale dell'intero esercito.- Alzò gli occhi al cielo, pensierosa.
-Già...che seccatura.-
-Shikamaru.- Temari si era voltata leggermente guardando dritto negli occhi il ninja e, con un gesto veloce prese tra le mani il suo viso. -Vedi di non fare scherzi Crybaby, o te ne pentirai amaramente.-
Il giovane sorrise debolmente. Dietro quelle poche parole se ne celavano molte altre che Shikamaru poteve leggere perfettamente attraverso quegli occhi acquamarina; "vedi di non morire Shikamaru, ho già perso troppe persone importanti durante la mia vita. Sono troppo orgogliosa per dirtelo ma non ho alcuna intenzione di farmi portere via anche te, quindi sta' attento e non farti ammazzare."
Quel momento fu interrotto dal rumore di alcuni passi in lontananza che face scostare i due giovani.
-Hei ragazzi!- Choji, Kiba e Akamaru si avvicinavano velocemente seguiti da Shino.
-Allora, a che punto siamo?- Chiese Kiba concitato mentre guardava con aria allusiva i due ragazzi seduti.
-A quanto pare ci vorrà ancora molto...Ino e Hinata sono con lei.- Rispose Shikamaru.
-Ma tu sei...voglio dire...sei...entrato?- Choji si torturava le mani e Temari rise sommessamente della sua espressione terrorizzata.
-Ma sei matto? Non lo farò neppure per mia moglie!-
-Tsk, il solito codardo.- Disse la ragazza lanciando a Shikamaru un'occhiataccia disgustata.
-Che seccatura...-
-Bene, direi che noi tre possiamo aspettare fuori.- Ghignò Kiba interrompendo la scaramuccia.
-Concordo.- Quest'unica battuta di Shino fece ricordare la sua presenza al resto del gruppo.
-Già, io tra l'altro odio gli ospedali! Chiamateci quando sarà il momento.- E si allontanarono veloci com'erano arrivati.
-Qui a Konoha siete tutti strani.-
-Da che pulpito...- Disse Shikamaru dando un buffetto sulla fronte della giovane donna.  


-Salve ragazzi! Tutti qua ad aspettare il lieto evento eh?- Shikaku si era avvicinato ai giovani ninja che se ne stavano seduti sul prato antistante l'ospedale.
-Shikaku-san, Yoshino-san! Anche voi qui!- Choji era scattato in piedi salutando i genitori di Shikamaru. Yoshino portava tra le braccia un gran cesto pieno zeppo di fiori.
-Non ci perderemmo la nascita del figlio di Asuma per nessuna ragione al mondo.- Esordì sorridendo la donna.- Come mai Shikamaru non è qui con voi?-
-Lui è rimasto di sopra.-
-Da solo?- chiese Shikaku.
-Non proprio.- Rispose Kiba non curante mantre accarezzava Akamaru.


-Ehm, lo vedi anche tu?- Yoshino chiamò a sè l'attenzione del marito con una leggera gomitata. L'uomo si limitò ad annuire. Si trovavano davanti alla porta della camera di Kurenai e guardavano incuriositi i due ragazzi che dormivano uno appoggiato all'altra. Shikamaru stringeva Temari per la vita e teneva le testa appoggiata alla spalla della ragazza mentre quest'ultima sonnecchiava tranquilla, col capo chino su quello di lui.
-Dev'essere un problema genetico...-  Sospirò l'uomo constatando la capacità di scelta dei maschi della propria famiglia.
-E con questo che vorresti dire Shikaku Nara?-
La porta si aprì salvando Shikaku dall'ira della consorte e facendo uscire un'Hinata sconvolta e una Ino urlante.
-E' iniziato, è iniziato!- gridava la bionda.
Il frastuono fece svegliare Shikamaru che alzò il capo di botto colpendo il mento di Temari con una poderosa craniata.
-Dannazione Shikamaru! Sei scemo?!- Gridò la kunoichi massaggiandosi il mento dolorante.
-Scusa Seccatura! Non l'ho fatto apposta.- rispose lui toccando con una mano il proprio capo che pulsava dolorosamente e con l'altra la testa bionda di Temari.
- Smettila di accarezzarmi la testa! Non sono uno dei tuoi dannati cervi, Nara!-
I presenti guaradavano la scena divertiti.- E' adorabile, non trovi?- Sussurrò Yosino al marito. Questo avrebbe voluto risponderle che adorabile non era proprio l'aggettivo adatto per la kunoichi di Suna, almeno non in quella situazione.
-E'...iniziato?- Shikamaru si era alzato ignorando le minacce e gli insulti di Temari.
-Sì- rispose Ino - Tsunade-sama ci ha detto che sarebbe stato meglio uscire e infatti credo abbia avuto ragione.- La ragazza guardò sconcertata l'amica dai capelli corvini.- Bhe io accompagno fuori Hinata, prima che svenga.- E così dicendo le due si allontanarono.
Temari, notata la presenza dei genitori di Shikamaru, si era messa in piedi e inchinata davanti a loro con cortesia. -Shikaku-san, è un piacere rivederla.-
-Anche per me Temari. So che sei a Konoha da un po' ma non abbiamo avuto l'occasione di incontrarci prima, con questa guerra alle porte siamo tutti incredibilmente indaffarati. Ti presento mia moglie, Yoshino Nara.-
- Lieta di conoscerla.- Temari si inchinò un' altra volta.
-E' un piacere cara. Sei famosa in casa nostra!- Yoshino ignorò completamente i mugugnii contrariati del figlio -I tuo fratelli come stanno? Ho saputo che il Kazekage sarà il comandante dell'esercito. Sono sicura che sarete in ottime mani. Conto su di te per mettere in riga quello scansafatiche di mio figlio.-
-Farò del mio meglio, signora.- Temari non riusciva proprio a capire cosa avesse di tanto terribile quella donna che le sorrideva cortesemente. Shikamaru dal canto suo, guardava interdetto la scena, lanciando al padre silenziose richieste di aiuto.

Non passò molto tempo prima che un'infermiera uscisse della stanza con un gran sorriso sul volto. -Stanno bene entrambi, Tsunade-sama sta facendo degli accertamenti sul piccolo, poi potrete vederli.-
Shikamaru sospirò sollevato appoggiandosi al muro. -Noi andiamo ad informare gli altri.- Disse Yoshino allontanandosi col marito.
Shikamaru lanciò una breve occhiata a Temari. L'aveva vista piuttosto scossa quando nel corridoio erano echeggiate le grida di Kurenai. Stava pensando a sua madre, lui lo aveva capito. Le aveva appoggiato per un attimo una mano sulla spalla per tranquillizzarla, sapeva quanto la kunoichi odiava mostrare le proprie debolezze quindi si limitò a quel piccolo gesto.

Schiamazzi e rumori di passi fecero voltare Shikamaru e Temari. Ino, Choji e Hinata riuscivano a stento a trattenere le lacrime, Kiba era su di giri e Shino...bhe, era Shino. Tsunade aprì la porta facendo cenno di entrare. Shikamaru fu il primo e si diresse verso il letto dove Kurenai giaceva con il piccolo tra le braccia. -Come stai?- Chiese piano alla donna. I suoi occhi non riuscivano proprio a staccarsio dal fagottino bianco. Anche gli altri si erano avvicinati.
-Sono stanca ma sto bene, grazie a tutti per essere qui.- Il suo sorriso era estremamente dolce. "Vorrei ci fosse anche Asuma." pensava intanto il ragazzo. -Lui è qui Shikamaru... ne sono sicura.- Kurenai lo aveva preso alla sprovvista pronunciando quelle parole; lui guardava quegli splendidi occhi scarlatti nei quali poteva intravedere qualche lacrima in procinto di uscire.
-Katai* Sarutobi...- Sussurrò Kurenai guardando il suo bambino.
-Katai.- disse Shikamaru scostando un po' il lenzuolino bianco - Finalmente ci conosciamo, io sono il tuo sensei.-
-Fortunatamente somiglia a lei maestra...è così carino!- Disse Ino singhiozzando furiosamente -Voglio prenderlo in braccio.-
-Magari dopo eh?- Choji la prese a braccetto accompagnandola fuori per farla calmare. Shikamaru li segui con lo sguardo vedendo che Temari era rimasta fuori dalla stanza.
-Perchè non entri?- Le chiese dopo averla raggiunta.
-Io non c'entro nulla qui.- Disse lei distogliendo lo sguardo. Shikamaru incrociò le braccia contrariato.
-E' il figlio del mio maestro e voglio che tu lo conosca, quindi smettila di fare la codarda e entra in quella stanza, Seccatura.- Temari sbuffò sonoramente ma si fece avanti...sì, sembrava che i ruoli si forrero scambiati, lui ordinava e lei eseguiva.
Le labbra di Temari si schiusero in un delicato sorriso quando, avvicinatasi al letto, vedette quel piccolo corpicino dormiente.
-Prendilo tu ,Shikamaru.- Kurenai si era alzata leggermente con la schiena e il ragazzo le si avvicinò sorpreso.
-A dir la verità io non so come si...- Prima che potesse finire la frase Yoshino lo aveva già posizionato a dovere e aveva aiutato Kurenai a sistemare il bambino tra le braccia di Shikamaru.
-Hei, ciao Katai.- In un corpo così poccolo erano racchiuse così tante cose...il futuro del villaggio, l'amore di due persone, il ricordo di un uomo speciale...-Questo è il tuo Re, Asuma.- Aveva involontariamente sussurrato.
-E' proprio un bel bambino.- Shikamaru guardò il viso della ragazza che si era avvicinata a lui...non l'aveva mai vista così bella; i suoi splendidi occhi verdi erano socchiusi e sul suo volto si era dipinta un'espressione dolce e tranquilla. Shikamaru avrebbe tanto voluto baciarla, lì, davanti a tutti, e al diavolo la "segretezza" del loro strano rapporto.
-Non dirmi che ti metterai a piangere, Crybaby.- Esordì lei sarcastica, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
-Che strazio...- Ribattè lui sbuffando.
 



*Katai significa speranza
Ok, vorrei chiarire un paio di cose  (spoiler :se non leggete le scan o non guardate le puntate in giappo evitate le prime tre righe!)... Kishimoto ha finalmente fatto nascere il bimbo di Asuma, facendolo vedere in una sorta di flash back...quindi ho pensato di descrivere il momento della sua nascita, ovviamente incentrando il discorso sullo Shikatema! Un'altra cosa...secondo me, e quasto è un mio modesto parere, la relazione tra Shikamaru e Temari è già in corso da un po', solo che non hanno interesse a renderla ufficile...diciamo che probabilmente non è ufficiale neppure per loro ecco!  Baci Tsuki!

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