Salto nel vuoto di ojamajo (/viewuser.php?uid=130548)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Terrified ***
Capitolo 2: *** Cap 2A - Echo ***
Capitolo 3: *** Cap 2B -Just the way you are ***
Capitolo 4: *** Peur de moi - epilogo - ***
Capitolo 1 *** Terrified ***
Capitolo 1 - TERRIFIED
Si dice che prima di morire
si veda
tutta la propria vita passare davanti, Richard Castle si sentiva
proprio così.
- Mi dispiace, non avrei dovuto tenertelo nascosto. -
- Sei fatta così, non ti apri alle persone. Ho dovuto
scalfire con le unghie ogni piccolo centrimetro.
-Castle... -
-Per favore, lasciami finire. Ho pensato molto a noi due, alla nostra
relazione, a quello che abbiamo...al nostro futuro. E ho deciso che
voglio di più. Entrambi meritiamo di più. -
- Sono d'accordo. -
- Quindi, qualsiasi cosa succeda e qualsiasi cosa tu decida Katherine
Houghton Beckett...Vuoi sposarmi?! -
Lì sulle
altalene, così significative
per la loro storia, Richard aspettava la risposta della donna che
amava, colei che così tanto l'aveva cambiato nell'arco di
quei
cinque anni.
Ricordava con chiarezza
com'era quando
si erano incontrati, o meglio come voleva apparire agli altri:
infantile, superficiale, frivolo e capriccioso. Convinto che col
denaro si potesse ottenere tutto, che non servisse altro. Poi era
arrivata lei, durante la presentazione dell'ultimo libro della serie
di Derrick Storm, ad accusarlo di un omicidio che non aveva commesso.
Lei così diversa dalle altre, che non si faceva affascinare
da un
tono sensuale e qualche complimento, all'apparenza così
sicura di se
stessa, forte, carismatica. Subito da quel primo incontro aveva
capito che doveva essere sua: inizialmente come personaggio dei suoi
romanzi, poi come donna ed infine si era innamorato di lei.
Aveva imparato a conoscerla
in quegli
anni: conosceva le sue debolezze, le sue insicurezze, il significato
dei suoi silenzi e le paure più profonde.
Erano connessi, lo sentiva,
da sempre.
Lo notavano anche gli altri dall'esterno: Ryan, Esposito, Leanie
prima di tutti. Ma anche il capitano Montgomery l'aveva capito, prima
che lui stesso lo ammettesse. Ricordava bene la notte in cui era
morto. Quando si era trattato di cercare qualcuno a cui affidarla
non aveva chiamato i due detective, ma aveva chiamato lui, Castle,
che l'aveva portata via di peso da quell'hangar, che le era stato
vicino mentre lo sentivano morire.
Quante volte lei aveva
rischiato di
morire? Quante volte lui aveva rischiato di perderla? Quante volte si
era sentito mancare l'aria dai polmoni alla sola idea?
Eppure si rese conto che il
rischio
maggiore lo stava correndo proprio lì, su quelle altalene,
in quel
lungo istante che precedeva la sua risposta. Sapeva di volerla
sposare da quando, al matrimonio di Ryan, l'aveva visto percorre la
navata, immaginando di esserci lui vicino all'altare ad aspettarla.
Da ancora prima sapeva di amarla: da quando erano rimasti chiusi in
quella cella frigorifera forse, o addirittura da quando quella bomba
era scoppiata nel suo appartamento. Eppure per dirglielo aveva
aspettato un'eternità, si era deciso solo quando il rischio
di
perderla, il rischio di vivere senza di lei era altissimo, aveva
aspettato di trovarsela sanguinante, più morta che viva tra
le
braccia dopo che le avevano sparato. E lei appena era stata fuori
pericolo era scappata da lui, fingendo di non ricordare.
Perchè non
imparava mai dai suoi
errori? Perchè anche questa volta aveva aspettato di essere
messo
alle strette? Eppure sapeva che lei quando era in trappola fuggiva.
Aveva avuto un anno di tempo per farle capire che per lui quella
storia non era solo un passatempo. Un anno per definire la loro
storia come seria. Ma non l'aveva fatto, per paura. Paura di perdere
quello che avevano, di vederla scappare via da lui e tornare tra le
braccia di un altro. Temeva che gli dicesse che non era ancora
pronta. Eppure lei glielo aveva chiesto poco tempo prima:
- Castle, dove stiamo andando? -
- In camera da letto. - aveva risposto lui fingendo di non capire. -
Ma aveva capito che non
parlava di quel
momento preciso, che parlava del futuro. E sapeva benissimo cosa
voleva, solo che non riusciva a dirlo. Alle spalle aveva già
due
matrimoni falliti, non poteva rischiare di veder andare all'aria la
loro storia. Così come stavano ora le cose andavano bene.
Poco dopo
aveva rischiato di perderla vedendola saltare in aria per aver messo
il piede su una bomba e si era pentito di non avere risposto alla sua
domanda. A pericolo scampato si era ripromesso di non tergiversare
più. Ancora una volta però la paura aveva avuto
la meglio.
Ma le cose non andavano
così bene come
credeva, la comprensione era arrivata con un biglietto aereo per
Washington, per un colloquio con l'FBI di cui lei non gli aveva
parlato.
Non c'era più
tempo. Presto lei
sarebbe partita. Era un lavoro che desiderava e perchè l'
FBI
avrebbe dovuto rifiutare Kate Beckett?
Ora lei avrebbe pensato
che quella
proposta di matrimonio fosse arrivata solo per non farla partire, per
tenerla legata a sé, a New York, per farle rinunciare a una
possibilità di carriera veramente straordinaria. Aveva
voluto
specificare che l'avrebbe sposata qualunque decisione lei avesse
preso, ovunque fosse andata lui l'avrebbe seguita. Infondo si
può
scrivere ovunque. E sarebbe stato con lei. Per tutta la vita.
Ma sarebbe bastato a farle
capire che
era un desiderio che provava davvero? Non un tentativo disperato?
Perchè era stato così infantile? Gli sarebbe
bastato comportarsi da
uomo e correre il rischio prima.
E pure quella sera erano
lì perchè
lei l'aveva chiamato. Dopo che Martha gli aveva aperto gli occhi e
fatto capire cosa doveva fare era uscito, corso in gioielleria e
comprato l'anello. Era deciso. Ma poi gli era mancato il coraggio di
chiamarla. Si diceva che doveva farle sbollire la rabbia. E i minuti,
le ore, passavano mentre provava a distrarsi scrivendo. Poi lei lo
aveva cercato. Per cosa? Avrebbe dovuto far parlare prima lei, magari
l'aveva chiamato per lasciarlo. Per dirgli che partiva e che non
c'era possibilità per loro in una storia a distanza, che no,
non lo
voleva con lei mentre iniziava la sua nuova vita come agente dell'
FBI.
Non riusciva a guardarla in
viso. Si
sentiva impacciato, perduto. Aveva sempre sostenuto che una proposta
di matrimonio doveva essere spettacolarmente romantica e con le sue
ex mogli così era stato. Ma Kate era diversa. Ricordava
cos'aveva
detto a Ryan tempo prima. La proposta doveva essere personale. Beh
ora sapeva che era più facile portare una donna in
mongolfiera per
chiederle la mano in modo spettacolare, piuttosto che aspettare
seduto in quel posto così “loro” su
quelle altalene in cui tante
volte erano stati, in cui lei aveva deciso di far cadere tutti i suoi
muri e correre da lui a confessargli che lo desiderava, ad aspettare
una risposta che non arrivava. Quanto era passato? Da quanto tempo
aspettava in silenzio una reazione di lei?
Hmm
(3x)
You
by the light
Is
the greatest find
In
a world full of wrong
You're
the thing that's right
Finally
made it through the lonely
To
the other side
Chorus
with Jason Reeves:
You
said it again, my heart's in motion
Every
word feels like a shooting star
I'm
at the edge of my emotions
Watching
the shadows burning in the dark
And
I'm in love and I'm terrified
For
the first time and the last time in my only life
And
this could be good
It's
already better than last
And
love is worse than knowing
You're
holding back
I
could be all that you needed
If
you let me try
You
said it again, my heart's in motion
Every
word feels like a shooting star
I'm
at the edge of my emotions
Watching
the shadows burning in the dark
And
I'm in love and I'm terrified
For
the first time and the last time in my only
I
only said it 'cause I mean it
I
only mean it 'cause it's true
So
don't you doubt what I've been dreaming
'Cause
it fills me up and holds me close whenever I'm without you
You
said it again, my heart's in motion (you said it again)
Every
word feels like a shooting star
Watching
the shadows burning in the dark
And
I'm in love and I'm terrified
For
the first time and the last time in my only life
Life,
life
In
my only life
Katharine
McPhee: Terrified
NDA
L'idea quando ho
iniziato la fan fiction era di scrivere una one shot che portasse alla
risposta di Beckett, quella risposta che realmente non avremo fino al
23 settembre. Poi le cose mi sono sfuggite di mano. Ero indecisa. Ci
sono più risposte possibili. Tutte lo sappiamo: parte, non
parte, gli dice di no, gli dice di sì, prende tempo e varie
combinazioni possibili. Così mi è venuta la folle
idea di scrivere due finali diversi. Come nelle storie a bivio che
quando ero piccola trovavo su Topolino e che tanto mi piacevano. Vi
lascio con la prima parte della storia. Presto posterò
contemporaneamente i due finali. A voi la scelta!
Ojamajo
|
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Capitolo 2 *** Cap 2A - Echo ***
CAPITOLO 2A – ECHO
Come poteva dirgli quello
che pensava?
Poteva essersi rassegnata all'idea che la lasciasse, perchè
l'aveva
escluso dalla sua scelta, ma non era pronta ad una sua richiesta di
matrimonio, non era pronta a rinunciare ai suoi sogni per loro.
Voleva provarci, voleva provare ad avere una relazione a distanza, ma
adesso davanti a quella proposta doveva decidere davvero. E non
avrebbe scelto lui. Paura diceva suo padre. Sì paura. Aveva
sempre
detto a tutti che non sapeva cosa fossero. Eppure lui era rimasto con
lei anche mentre il timer di quella bomba stava esaurendo il conto
alla rovescia, in quel momento aveva già scelto che loro
sarebbero
stati insieme per tutta la vita, non importa quanto quest'ultima
fosse stata breve. “L'amore si dimostra non si
dichiara” diceva
sempre sua madre. Lui l'aveva fatto.
Lei invece non aveva
pensato a
coinvolgerlo in qualcosa che riguardava la sua vita, non aveva capito
che la sua vita in realtà era già la loro vita.
La Gates aveva detto che
avrebbe ucciso
per un'opportunità del genere alla sua età. Lo
avrebbe dovuto fare
anche lei, avrebbe dovuto uccidere il suo cuore per fare quello che
stava per fare, ma voleva quel lavoro e per quel lavoro doveva
rinunciare a una famiglia, almeno per ora.
- No Castle, non posso sposarti, non voglio. -
- Perchè? - il tono di lui era trattenuto, come se volesse
nascondere un dolore profondo. - Verrò con te a Washington,
tu potrai lavorare per l'FBI, io scriverò, ti
aspetterò a casa, non dovrai rinunciare a niente. -
- No Rick, non vale la pena che rinunci a tutta la vita per me. -
Sapeva che come lei non poteva rinunciare al suo sogno, lui non poteva
rinunciare a tutto per lei, un giorno gliel'avrebbe
rinfacciato.
- Kate, a me non importa la mia vita sei tu, se tu mi ami non mi
importa il resto. -
Ecco doveva dargli il colpo
di grazia,
forse avrebbe sofferto, ma un giorno avrebbe capito e non si sarebbe
rovinato la vita per lei.
- Forse il problema è questo Rick, non ti amo, non
abbastanza almeno. -
Poteva quasi dire di aver
sentito il
cuore di Rick spezzarsi in mille pezzi, o era il suo? Non era sicura,
ma aveva bisogno di piangere e non poteva farlo lì davanti a
lui.
Scappare, sì scappare era ancora una volta la scelta
migliore . Ma
dove? Non a casa, troppi ricordi di lui, troppe cose a farla sentire
in colpa. Da Leanie, lei forse avrebbe capito, forse.
Javier non aveva mai
pensato di doversi
preoccupare dei sentimenti di Castle, ma quando Leanie aveva chiamato
dicendogli che Rick aveva bisogno dei suoi amici sia lui che Kevin
avevano lasciato ciò che stavano facendo ed erano corsi al
parco lì
vicino.
Non sapevano
perchè dovessero andare
lì, Leanie era così convinta che non aveva fatto
storie.
Lui era lì
inginocchiato con un anello
in mano e pietrificato, balbettava una strana litania, qualcosa di
simile a – Non mi ama, non mi ama, non mi ama.. -
Sì Leanie aveva
ragione, decisamente
lui aveva bisogno di loro.
Richard Castle non si era
accorto dei
due amici che lo facevano rialzare, non si era reso conto di essere
stato caricato in macchina e portato a casa sua. Per lui tutto si
riduceva al suo dolore e a quell'anello che non doveva più
essere
nelle sue mani, ma adagiato sulle mani della sua Kate.
Ma lei non lo aveva voluto.
Non gli
aveva dato speranze, gli aveva solo saputo dire che non lo amava.
Com'era possibile che non lo amasse?? Certo negli ultimi tempi
c'erano stati un po' di problemi, un po' di cose non dette. Ma era
quello il vero problema? Lei non lo amava? Era pronto a sentirsi
chiedere del tempo, con Beckett era sempre questione di tempo, era
pronto a sentirsi dire di no, con un nuovo lavoro alle porte, certo
sarebbe rimasto ferito ma avrebbero risolto. Lei invece gli aveva
detto che non lo amava, non si poteva risolvere una cosa del genere.
Avrebbe voluto arrabbiarsi. Avrebbe voluto sfogare il suo dolore
rompendo tutto, sfogando la sua ira nell'alcool e nella rabbia,
avrebbe voluto vendicarsi. Ma il vuoto che sentiva non gli permetteva
di fare altro che continuare a ripetere quella litania infinita di
–
non mi ama, non mi ama, non mi ama.-
Martha non sapeva
più come
comportarsi. Un mese era passato da quando il figlio era in quello
stato catatonico, riusciva a stento a fargli mangiare lo stretto
indispensabile a farlo rimanere vivo, per il resto del tempo era la
precisa personificazione di uno zombie. Quanto Ryan ed Esposito lo
avevano portato a casa in quello stato, lei aveva intuito la
verità,
Kate aveva deciso di partire, rifiutando la sua proposta di
matrimonio. Aveva borbottato – Reazione esagerata,
lei ti ama
e tornerà, devi solo darle tempo. -
Ma lei non aveva chiamato e
lui non si
era ripreso. Aveva saputo cos'era successo di terza mano, da Esposito
e Ryan che lo avevano saputo da Leanie, Kate il giorno dopo era
tornata al lavoro gli occhi gonfi, il viso stanco, ma solo per
salutarli, poi era salita su un aereo ed era scappata a Washington.
Forse si vergognava.
Aveva convinto, con non
poche
difficoltà, Alexis a partire comunque per la Costa Rica,
convincendola che il padre si sarebbe sentito in colpa una volta
ripresosi per averle fatto rinunciare a quell'opportunità.
Forse
aveva sbagliato, forse avere la figlia vicino lo avrebbe aiutato. Il
medico diceva di no. Non era la figlia che mancava in quella casa.
Kevin e Javier erano venuti
a trovare
Rick quasi tutti i giorni e quando non potevano a causa di qualche
caso impegnativo chiamavano per avere informazioni. Erano veramente
degli amici, ma nemmeno loro erano la soluzione.
- Credo che dovremmo chiamare Beckett e chiederle di tornare, almeno
per risolvere la questione.- aveva detto per l'ennesima volta ai due
quella sera. Ogni volta loro cambiavano discorso, ma questa volta non
gliel' avrebbe permesso.
- In realtà Leanie ha chiamato Kate una settimana dopo che
era partita per chiederglielo. - Aveva risposto Esposito, dopo essersi
scambiato un'occhiata con il partner. - Lei non ha risposto, e nemmeno
tutte le sere dopo quella. Abbiamo parlato con Jim. Anche lui non la
sente più da quando è partita. Sa che sta bene
solo perchè ogni tanto gli manda un sms dicendogli di essere
molto impegnata con il nuovo lavoro. -
Qualcosa aveva fatto
breccia nella
catatonia di Rick, aveva sentito la madre parlare con qualcuno e fare
il Suo nome. Non era la prima volta. Ma di solito il discorso non
proseguiva. Questa volta era diverso. Questa volta la verità
era
venuta fuori: lei non sarebbe mai tornata, non le mancava nemmeno il
padre. Li aveva esclusi dalla sua vita, aveva escluso lui: per
sempre.
Come poteva vivere con la
certezza che
lei non sarebbe mai tornata? Solo in quel momento aveva capito che
l'unico motivo per cui si costringeva a sopravvivere era
perchè
sperava lei sarebbe tornata, almeno per i suoi amici, e lui avrebbe
potuto riconquistarla. Ma a quanto pare si era illuso. Così
come si
era illuso che lei lo amasse. L'ultima cosa che ricordava con
chiarezza era lei che mandava in frantumi il suo cuore. Poi
più
nulla, solo l'oppressione ed il dolore. Voleva liberarsi di quel peso
che gli pervadeva l'anima e gli impediva di respirare. Voleva
sentirsi leggero come Armostrong quando camminava sulla Luna, in
assenza di gravità. - Già senza
gravità. - pensò guardando la
finestra. Ed in un momento eccola l'unica soluzione per stare meglio.
Poteva sentire le energie fluire nel suo corpo come non avevano mai
fatto nell'ultimo mese. L'adreanalina aveva preso a scorrere, come
quando con lei si cacciava in situazioni estreme. Ma ora l'adrenalina
doveva aiutarlo a liberarsi di lei. Per sempre. Pochi passi ancora e
sarebbe stato libero: per sempre.
Kate aveva capito di aver
sbagliato
tutto. Nell'ultimo mese aveva fatto di tutto per dimenticarlo, ma non
poteva. Sapeva di non poter tornare indietro, ormai aveva fatto un
danno irreparabile. Eppure aveva capito che rinunciare a Castle era
stato come rinunciare alla parte più bella di sé
stessa. Non le
importava non sentire la sua migliore amica da un mese, né
suo
padre, né Esposito e Ryan. Ma lui, la sua voce le sue teorie
assurde, il suo odore, le mancavano da morire. Il suo primo caso come
agente dell'FBI era stato a Roswell, e lei anziché
concentrarsi
sulla soluzione , non poteva fare a meno di pensare a quanto
Rick sarebbe andato su di giri in quel posto, in cui tutto parlava di
alieni, dal museo degli UFO al Crash Down Cafè.* Era stata
proprio
Roswell a farla decidere. Era corsa all' aereoporto e si era buttata
sul primo volo per New York. Forse l'avrebbero cacciata ma non le
importava. Le importava solo di lui. Così appena scesa
dall'aereo
aveva preso un taxi per corrrere dal suo Castle. L'aveva ferito, ma
col tempo sperava che potesse perdonarla. Di nuovo.
Scesa dal taxi si era
fermata un
attimo, quasi a trovare il coraggio di affrontare i piani che la
separavano da lui e dall'inevitabile litigio.
Quell'attimo era bastato:
aveva
sollevato lo sguardo e aveva visto qualcosa cadere. No non qualcosa ,
qualcuno. Una strana stretta le aveva preso lo stomaco man mano che
il corpo di avvicinava a terra. Non era soltanto qualcuno. Era colui
per cui era lì. Quello era il corpo di Castle.
Hello,
hello
anybody
out there?
'cause
I don't hear a sound
alone,
alone
I
don't really know where the world is but I miss it
now
Refrain:
I'm
out on the edge and I'm screaming my name
like
a fool at the top of my lungs
sometimes
when I close my eyes I pretend I'm alright
but
it's never enough
cause
my echo, echo
is
the only voice coming back
my
shadow, shadow
is
the only friend that I have
Verse
2:
listen,
listen
I
would take a whisper if
that's
all you have to give
but
it isn't, isn't
you
could come and save me
try
to chase it crazy right out of my head
Refrain:
I'm
out on the edge and I'm screaming my name
like
a fool at the top of my lungs
sometimes
when I close my eyes I pretend I'm alright
but
it's never enough
cause
my echo, echo
is
the only voice coming back
my
shadow, shadow
is
the only friend that I have
Bridge:
I
don't wanna be down and
I
just wanna feel alive and
get
to see your face again once again
Just
my echo, my shadow
youre
my only friend
Refrain:
I'm
out on the edge and I'm screaming my name
like
a fool at the top of my lungs
sometimes
when I close my eyes I pretend I'm alright
but
it's never enough
cause
my echo, echo
oh
my shadow, shadow
Hello,
hello
anybody
out there?
Jason
Walker - Echo
*
I riferimenti al Crashdown Cafè e al Museo degli UFO sono un
riferimento non troppo implicito al Telefilm Roswell, che ho amato
molto da adolescente.
NDA
Ok
vi prego non uccidetemi!! Questo è il finale che non vorrei
mai e poi mai vedere a settembre. Ma dovevo scriverlo, anzi
praticamente si è scritto da solo quando ho deciso il titolo
della storia. Se non vi è piaciuto vi ricordo che
c'è anche l'altro finale!!!
Grazie
a chi mi ha letta fino ad ora dandomi fiducia. Spero vogliate
continuare malgrado il finale!!!
Ojamajo
|
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Capitolo 3 *** Cap 2B -Just the way you are ***
- Castle... -
Guardare quegli occhi da
cucciolo
impaurito rendeva sempre difficile a Kate tirare la corda con lui.
Perchè il suo Rick era così: sagace, ironico,
intuitivo, ma anche
tremendamente insicuro e sensibile. Le ci era voluto un po' di tempo,
ma aveva capito che l'immagine dell'artista trofio e pieno di
sé ,
quello che autografa i seni delle ragazze, era solo una maschera ben
costruita per non mostrare le sue insicurezze. Lo amava, lo avrebbe
sempre amato, lui era casa sua, il primo con cui si era sentita
pienamente sé stessa. E allora perchè farlo
aspettare ancora? Non
era andata lì per quello anche lei? Non era andata per dare
una
svolta alla loro relazione? Lei stessa non stava per chiedergli se
era disposto a fare sul serio? Non aveva anche lei rimandato la
discussione fino all'ultimo per paura di scoprire di non essere
abbastanza per lui? Questo pensiero l'aveva sempre tormentata: lui
aveva frequentato modelle, attrici, donne bellissime e ricche,
abituate agli eventi mondani e agli articoli sulle riviste di gossip.
Lei era solo Beckett, quella che leggeva i suoi libri perchè
la
facevano sognare, quella che un giorno era piombata nella sua vita e
lo aveva accusato di omicidio, quella che ci aveva messo mesi, anni a
digli che lo amava, pur sapendo quello che lui provava per lei.
Eppure era andata lì, aveva voluto che lui la raggiungesse
per
chiedergli di impegnarsi seriamente. Avrebbe corso il rischio,
perchè
era già successo che non riuscisse a buttarsi e aveva
rischiato di
perderlo.
- Si Castle, ti sposo. - gli rispose sorridendogli. Forse avrebbe
dovuto fare qualche battuta particolare, qualcosa più da
lei, ma in quel momento non riusciva, era solo una donna innamorata che
dice di sì al suo uomo.
Qualcosa di freddo le
toccava la mano
sinistra e percorreva l'anulare: l'anello di fidanzamento stava
andando a posarsi lì dove sarebbe sempre stato.
Non era preparata
all'emozione che
l'aveva assalita, mai e poi mai avrebbe pensato di diventare come
quelle ragazze dei film romantici che si commuovevano per nulla,
eppure sentiva i suoi occhi stranamente umidi.
Accanto a sé
poteva sentire l'emozione
di Castle, che sembrava sprizzare da tutti i pori.
Ed eccola di nuovo
quell'insicurezza
che prepotente tornava a farsi sentire, doveva chiederglielo, aveva
imparato che tenersi le cose dentro non era un bene.
- Eri così felice anche per le altre proposte di matrimonio?
-
- No! Tu sei diversa, tu sei tu, sei speciale, è come se
avessi aspettato questo momento da quando ti ho conosciuta, eppure ero
terrorizzato all'idea di chiedertelo, perchè Kate, un tuo no
mi avrebbe distrutto, non posso stare senza di te. Ci ho provato.-
Anche lei ci aveva provato
due anni
prima; quando le avevano sparato non era pronta a dirgli cosa
provava, ma non voleva che lui scappasse da lei. Fingere di non
ricordare le era sembrato comodo. Ma aveva paura che lui si
dichiarasse di nuovo. Era andata lontano, non lo aveva cercato ed
aveva passato mesi terribili senza di lui, fissando il cellulare e
sperando che la chiamasse, anche se gli aveva fatto capire che non
voleva lo facesse.
- Grazie, grazie che ci sei sempre Rick. - sentiva le lacrime di
commozione riempirle gli occhi, ma lui era lì come c'era
sempre stato.
Non sapevano da quanto
erano su quelle
altalene, abbracciati, consapevoli dell'enorme passo che avevano
appena fatto, ma c'erano altre cose da dirsi, lo sapevano entrambi.
- Kate, cosa volevi dirmi quando mi hai chiamato? -
- Io.. avevo bisogno di sapere se ci saresti stato, qualsiasi cosa
avessi deciso, anche se avevo sbagliato a non parlartene prima. -
-Amore te lo dico ormai da cinque anni: io ci sarò sempre. -
-Grazie. -
Ora non aveva
più scuse, lui l'avrebbe
appoggiata qualsiasi cosa scegliesse. Ma cosa scegliere?
- Rick? -
- Dimmi. -
- L' FBI mi ha presa. -
-Per cui andiamo a Washington? -
- Andiamo? -
-Te l'ho già detto prima: io ci sarà sempre,
certo nell'FBI non potrò indagare con te, ma posso sempre
aspettarti a casa e guardare i bambini mentre scrivo uno dei miei
bestseller. -
Bambini, non ci aveva mai
realmente
pensato, aveva troppa paura di non essere in grado di dare a un
eventuale figlio tutto l'amore e l'attenzione che meritava. Ora era
diverso però: aveva visto Richard con Alexis, sapeva che
lì dove
lei non fosse stata capace lui le avrebbe insegnato. Quasi poteva
vederlo, loro figlio, viziato già da piccolo da un padre che
sarebbe
sempre rimasto un po' bambino, la nonna che gli raccontava dei suoi
successi teatrali ed il nonno che tutte le domeniche lo portava a
giocare a baseball. Lo immaginava mentre giocava con la sorella
maggiore, magari insieme al figlio di Kevin e Jenny, mentre aspettava
che la madre ed il padre risolvessero l'ennesimo caso di omicidio.
- Non partiremo Rick. -
-Perchè? Per te
è un'occasione grandiosa, so che mi sono comportato in modo
infantile, ma non devi rinunciare a causa mia, sono maturato, non
voglio più comportarmi come un bambino e compromettere il
nostro futuro facendo i capricci. -
- Non è per questo Castle. Quando ti ho chiamato ero
indecisa, il lavoro mi piace, non posso negarlo. Ma mentre parlavamo ho
capito che non sono pronta. Forse in futuro me ne pentirò.
Ma la famiglia che voglio costruirmi con te deve essere completa. Come
possiamo essere una famiglia se Alexis, Martha, mio padre Leanie, Ryan
ed Esposito vivono a chilometri da noi? -
-Allora Kate c'è una cosa che dobbiamo assolutamente fare-
-Cosa? -
- Dirlo alla famiglia. -
Just The way you are
– Bruno Mars
Oh
her eyes, her eyes
Make
the stars look like they’re not shining
Her
hair, her hair
Falls
perfectly without her trying
She’s
so beautiful
And I tell her every day
Yeah
I know, I know
When I compliment her
She wont believe me
And
its so, its so
Sad to think she don’t see what I see
But
every time she asks me do I look okay
I say
When
I see your face
There’s not a thing that I would change
Cause
you’re amazing
Just the way you are
And when you smile,
The
whole world stops and stares for awhile
Cause girl you’re
amazing
Just the way you are
Her
nails, her nails
I could kiss them all day if she’d let me
Her
laugh, her laugh
She hates but I think its so sexy
She’s
so beautiful
And I tell her every day
Oh
you know, you know, you know
Id never ask you to change
If
perfect is what you’re searching for
Then just stay the same
So
don’t even bother asking
If you look okay
You know I say
When
I see your face
There’s not a thing that I would change
Cause
you’re amazing
Just the way you are
And when you smile,
The
whole world stops and stares for awhile
Cause girl you’re
amazing
Just the way you are
The
way you are
The way you are
Girl you’re amazing
Just the
way you are
When
I see your face
There’s not a thing that I would change
Cause
you’re amazing
Just the way you are
And when you smile,
The
whole world stops and stares for awhile
Cause girl you’re
amazing
Just the way you are
NDA
Grazie a chi ha letto la mia fan fiction, a chi
l'ha recensita a chi l'ha aggiunta tra le seguite, o le preferite, o le
ricordate. Questa è la risposta che tutti vorremmo vedere a
settembre vero? Beh forse un po' meno smielato e un po' più
alla Beckett e Castle. Vi ricordo che c'è anche il capitolo
alternativo da leggere!!!
A fine agosto o a inizio settembre spero di
riuscire ad aver pronti gli epiloghi. Ho già un paio di
idee.
A presto
Ojamajo
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Capitolo 4 *** Peur de moi - epilogo - ***
-epilogo
A/B Peur de moi
-Kate..Kate...
svegliati. Perché stai piangendo? -
Katherine
Beckett si guarda intorno spaesata. Si, sta piangendo ha le lacrime
agli occhi. É lí sul divano, le gambe strette tra
le braccia quasi a proteggersi da quello che ha visto. Si guarda la
mano, non c'é nessun anello al suo dito eppure quello che la
sta abbracciando e rassicurando col suono della sua voce é
lui, caldo e soprattutto... vivo.
-
Cos'è successo Kate? -
-
Niente, solo non riuscivo a dormire e sono venuta sul divano, devo
essermi addormentata-
-
Quando sono arrivato stavi piangendo.-
-
Non é nulla Castle, solo un brutto sogno. -
-
Sai che se vuoi parlarne io sono qui vero? -
Come
sempre pensa Kate, mentre lui la prende per mano per ricondurla a
letto. É sempre stato lí a portarle un
caffé, a supportarla nei momenti difficli, anche quando lei
non lo aveva voluto. E c'è ora, adesso che lei ha questa
scelta difficile da prendere. Sa che sarebbe piú facile se
lui non fosse nella sua vita. Direbbe di sí, senza pensarci,
quel lavoro lo vuole, ma lui c'é perché lei un
anno prima aveva capito che lo voleva. E lo aveva capito nell'unico
momento in cui lui non c'era stato, nel momento in cui lui aveva deciso
di dire basta al loro continuo tira e molla, nel momento in cui aveva
deciso di non volerla vedere uccidersi con le sue mani.
Mentre
si mette a letto ripensa al sogno che ha fatto. Non crede a certe cose
ma le é sembrato una premonizione della sua scelta futura e
delle sue paure. L'unica certezza é che lo vuole e lo
vorrá sempre. Ma é veramente disposta a
rinunciare a tutto per lui? Lui che proprio in quell'istante la sta
abbracciando e la sta ripetendo ancora una volta che qualsiasi cosa la
turbi sará sempre lí a proteggerla a condividere
il peso che porta sulle spalle con lei.
Forse
é il suo ultimo pensieroa farle capire, forse l'ha sempre
saputo ma non é mai stata in grado di ammetterlo, forse il
sogno é davvero stata una premonizione, ma finalmente il
vero significato di quel sempre penetra le sue ultime barriere, adesso
sa cosa fare, adesso sa che la sua decisione non coinvolge
solo lei, adesso sa che ha qualcuno con cui condividerla.
-
I.. I have something to tell you. - Ed inizia a raccontargli tutto
dalla proposta ricevuta, al colloquio a Washington, al sogno di quella
notte.
Ha
paura Kate Beckett, come non ne ha mai avuta in vita sua, paura che si
arrabbi perché non gliel'ha detto prima, paura che la lasci,
paura di odiarlo se le chiedesse di rinunciare, paura di odiarsi se
rinuncerá a lui per la carriera.
Lui
però , la soprende ancora una volta.
-
Quanto tempo abbiamo per trovare una casa a Washingotn? -
-
Eh?-
-
Scherzi Kate? Non puoi perdere un'occasione del genere! Certo potevi
dirmelo prima ti saresti evitata tutti questi incubi e queste ansie.
Non riesci proprio a fidarti di me? Davvero pensavi ti avrei chiesto di
non andare Kate?-
-
Avevo paura che ne avresti fatto una tragedia, non é ancora
sicuro, non volevo litigare per qualcosa che magari non si sarebbe mai
avverato, non volevo chiederti di lasciare tua madre e Alexis per
seguirmi nel caso le cose fossero andate bene. Rick la tua vita
é qui. -
-
Alexis é grande, é al college si sta costruendo
la sua vita, non rimarrá con me per sempre lo sai e mia
madre é piú che indipendente! Poi posso venirle a
trovare quando voglio! -
-
Ma se io non accettassi tu non dovresti rinunciare alla tua
famiglia. -
Lui
la guarda con uno sguardo strano, quasi incredulo. -Aspettami qui, non
ti addormentare torno subito.- le dice alzandosi nuovamente dal letto e
andando nel suo studio. - Arrivo subito, solo un attimo! - le urla
eccitato come un ragazzino al lunapark.
Quando
rientra nella stanza può ancora leggergli quella stessa
eccitazione negli occhi, mista a qualcos'altro, preoccupazione forse,
ma per la prima volta non le basta guardarlo per capire le sue
intenzioni.
-
Cinque anni fa, quando ci siamo incontrati per la prima volta Kate,
ti ho subito scelta. Forse all'inizio era solo attrazione
forse invece é il destino che ci ha fatti incontrare non lo
so. Ma mi sono innamorato di Kate e la mia famiglia sei anche tu.
Perció - le dice prendendole la mano sinistra - Kathrine
Houghton Beckett vuoi sposarmi? -
-
Sí - non puó essere altrimenti, non dopo il sogno
che ha fatto, ora ne é certa, era un premonizione.
Lui
le prende la mano e le mette un anello all'anulare.
-
Questo da dove salta fuori Castle? -
-
Ce l'ho da.. da un po' ecco. - le risponde lui arrossendo.
-
Da un po' quanto?-
-
Dal matrimonio di Ryan. -
É
sopresa Kate Beckett, non se lo aspettava, non da una persona che poco
tempo prima aveva evitato le sue domande sul futuro.
-
Vuoi sposarmi da allora? -
-
No..-
Lo
guarda confusa. Per chi era originariamente l'anello? O voleva solo
sposarsi la terza volta non importava con chi?
Lui
la guarda e sorride impacciato.
-
Voglio sposarti da quando ci siamo trovati ammanettati in uno
scantinato in compagnia di quella tigre. Il giorno del matrimonio di
Ryan é stato quello in cui ho capito che prima o poi te
avrei trovato il coraggio di chiedertelo. -
-
Da tutto questo tempo? -
-
Sempre -
Il
y a
Dans
mes refus de dire je t´aime
Plus
d´amour que dans les poèmes
Et
que dans tous ces mots-là...
Si
tu vois,
Flotter
une larme bohème
Dans
les yeux, mon cœur s´y promène
C´est
qu´alors je pense à toi
C´est
comme ça,
Le
bonheur n´est pas géomètre
J´ai
pas de plans à te soumettre,
Je
sais pas le faire marcher droit
M´en
veux pas
Si
je ne peux rien te promettre
C´est
que je voudrais tout peut-être
Et
ça ne me suffirait pas
Pas
à pas
Je
parle à tâtons et j´effleure
Tous
ces mots qui reprennent couleur
Quand
je les pose sur toi
Et
je vois
Les
rêves qui hésitent encore
Prendre
la forme de ton corps
Et
je souris malgré moi
Jusque-là
J´croyais
à peu près me connaître
J´ai
tout jeté par ta fenêtre
Pour
mieux m´apprendre dans tes bras
M´en
veux pas
Si
je ne sais rien te promettre
À
part dans ces phrases muettes
Que
je vagabonde sur toi
Laisse-moi
le temps de t´aimer sans penser au-delà
Tu
me souris et tu te tais, mais tu ne comprends pas...
Laisse-moi,
le temps de trouver l´empreinte pour mes pas
À
force de t´avoir cherchée, j´ai un peu
peur de moi
Peur
de moi...
Est-ce
que ce n´est pas autre chose
Tu
m´apprivoises et je dépose
Mes
ombres fanées derrière moi
Peur
de quoi
Peur
de l´avenir qui se glisse
Entre
ma peau et mes caprices
Quand
je me perds au bord de toi
Peur
de quoi
Tout
simplement de reconnaître
Que
tout est là, dans ces peut-être
Qui
me chavirent autour de toi
Peur
de moi...
Il
n´y a rien d´autre à comprendre
Toi
tu voulais des mots plus tendres,
Et
moi... Je te parle de moi
Il
y a
Dans
mes refus de dire je t´aime
Plus
d´amour que dans les poèmes
Et
que dans tous ces mots-là...
Et
que dans tous ces mots-là...
Peur de moi- Patrik Bruel
NDA: Lo so più di un mese fa avevo parlato di epiloghi.. e
poi sono sparita. Ed eccomi qui con un unico epilogo zuccherosissimo,
ma dopo aver visto le scene della quinta stagione ho avuto
quest'illuminazione! Dovrei ringraziare Ilaria e la sua passione per
Patrik Bruel per il testo della canzone ( e anche per
avermela più o meno riassunta perchè io non parlo
francese e le traduzioni online fanno schifo) peccato che non lo
leggerà mai. XD Il finale è una non
troppo velata citazione a Harry Potter, perchè trovo che
quel momento in particolare dia senso a tutti e sette i libri e sia
romantico a modo suo ( sicuramente la scena più romantica
che JK Rowling abbia mai scritto). Ok la smetto di divagare fatemi
sapere cosa ne pensate!
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