Salto nel vuoto

di ojamajo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Terrified ***
Capitolo 2: *** Cap 2A - Echo ***
Capitolo 3: *** Cap 2B -Just the way you are ***
Capitolo 4: *** Peur de moi - epilogo - ***



Capitolo 1
*** Terrified ***


Capitolo 1 - TERRIFIED



Si dice che prima di morire si veda tutta la propria vita passare davanti, Richard Castle si sentiva proprio così.


- Mi dispiace, non avrei dovuto tenertelo nascosto. -

- Sei fatta così, non ti apri alle persone. Ho dovuto scalfire con le unghie ogni piccolo centrimetro.
-Castle... -
-Per favore, lasciami finire. Ho pensato molto a noi due, alla nostra relazione, a quello che abbiamo...al nostro futuro. E ho deciso che voglio di più. Entrambi meritiamo di più. -
 - Sono d'accordo. -

- Quindi, qualsiasi cosa succeda e qualsiasi cosa tu decida Katherine Houghton Beckett...Vuoi sposarmi?! -


Lì sulle altalene, così significative per la loro storia, Richard aspettava la risposta della donna che amava, colei che così tanto l'aveva cambiato nell'arco di quei cinque anni.

Ricordava con chiarezza com'era quando si erano incontrati, o meglio come voleva apparire agli altri: infantile, superficiale, frivolo e capriccioso. Convinto che col denaro si potesse ottenere tutto, che non servisse altro. Poi era arrivata lei, durante la presentazione dell'ultimo libro della serie di Derrick Storm, ad accusarlo di un omicidio che non aveva commesso. Lei così diversa dalle altre, che non si faceva affascinare da un tono sensuale e qualche complimento, all'apparenza così sicura di se stessa, forte, carismatica. Subito da quel primo incontro aveva capito che doveva essere sua: inizialmente come personaggio dei suoi romanzi, poi come donna ed infine si era innamorato di lei.

Aveva imparato a conoscerla in quegli anni: conosceva le sue debolezze, le sue insicurezze, il significato dei suoi silenzi e le paure più profonde.

Erano connessi, lo sentiva, da sempre. Lo notavano anche gli altri dall'esterno: Ryan, Esposito, Leanie prima di tutti. Ma anche il capitano Montgomery l'aveva capito, prima che lui stesso lo ammettesse. Ricordava bene la notte in cui era morto. Quando si era trattato di cercare qualcuno a cui affidarla non aveva chiamato i due detective, ma aveva chiamato lui, Castle, che l'aveva portata via di peso da quell'hangar, che le era stato vicino mentre lo sentivano morire.

Quante volte lei aveva rischiato di morire? Quante volte lui aveva rischiato di perderla? Quante volte si era sentito mancare l'aria dai polmoni alla sola idea?

Eppure si rese conto che il rischio maggiore lo stava correndo proprio lì, su quelle altalene, in quel lungo istante che precedeva la sua risposta. Sapeva di volerla sposare da quando, al matrimonio di Ryan, l'aveva visto percorre la navata, immaginando di esserci lui vicino all'altare ad aspettarla. Da ancora prima sapeva di amarla: da quando erano rimasti chiusi in quella cella frigorifera forse, o addirittura da quando quella bomba era scoppiata nel suo appartamento. Eppure per dirglielo aveva aspettato un'eternità, si era deciso solo quando il rischio di perderla, il rischio di vivere senza di lei era altissimo, aveva aspettato di trovarsela sanguinante, più morta che viva tra le braccia dopo che le avevano sparato. E lei appena era stata fuori pericolo era scappata da lui, fingendo di non ricordare.

Perchè non imparava mai dai suoi errori? Perchè anche questa volta aveva aspettato di essere messo alle strette? Eppure sapeva che lei quando era in trappola fuggiva. Aveva avuto un anno di tempo per farle capire che per lui quella storia non era solo un passatempo. Un anno per definire la loro storia come seria. Ma non l'aveva fatto, per paura. Paura di perdere quello che avevano, di vederla scappare via da lui e tornare tra le braccia di un altro. Temeva che gli dicesse che non era ancora pronta. Eppure lei glielo aveva chiesto poco tempo prima:


- Castle, dove stiamo andando? -

- In camera da letto. - aveva risposto lui fingendo di non capire. -


Ma aveva capito che non parlava di quel momento preciso, che parlava del futuro. E sapeva benissimo cosa voleva, solo che non riusciva a dirlo. Alle spalle aveva già due matrimoni falliti, non poteva rischiare di veder andare all'aria la loro storia. Così come stavano ora le cose andavano bene. Poco dopo aveva rischiato di perderla vedendola saltare in aria per aver messo il piede su una bomba e si era pentito di non avere risposto alla sua domanda. A pericolo scampato si era ripromesso di non tergiversare più. Ancora una volta però la paura aveva avuto la meglio.

Ma le cose non andavano così bene come credeva, la comprensione era arrivata con un biglietto aereo per Washington, per un colloquio con l'FBI di cui lei non gli aveva parlato.

Non c'era più tempo. Presto lei sarebbe partita. Era un lavoro che desiderava e perchè l' FBI avrebbe dovuto rifiutare Kate Beckett?

Ora lei avrebbe pensato che quella proposta di matrimonio fosse arrivata solo per non farla partire, per tenerla legata a sé, a New York, per farle rinunciare a una possibilità di carriera veramente straordinaria. Aveva voluto specificare che l'avrebbe sposata qualunque decisione lei avesse preso, ovunque fosse andata lui l'avrebbe seguita. Infondo si può scrivere ovunque. E sarebbe stato con lei. Per tutta la vita.

Ma sarebbe bastato a farle capire che era un desiderio che provava davvero? Non un tentativo disperato? Perchè era stato così infantile? Gli sarebbe bastato comportarsi da uomo e correre il rischio prima.

E pure quella sera erano lì perchè lei l'aveva chiamato. Dopo che Martha gli aveva aperto gli occhi e fatto capire cosa doveva fare era uscito, corso in gioielleria e comprato l'anello. Era deciso. Ma poi gli era mancato il coraggio di chiamarla. Si diceva che doveva farle sbollire la rabbia. E i minuti, le ore, passavano mentre provava a distrarsi scrivendo. Poi lei lo aveva cercato. Per cosa? Avrebbe dovuto far parlare prima lei, magari l'aveva chiamato per lasciarlo. Per dirgli che partiva e che non c'era possibilità per loro in una storia a distanza, che no, non lo voleva con lei mentre iniziava la sua nuova vita come agente dell' FBI.

Non riusciva a guardarla in viso. Si sentiva impacciato, perduto. Aveva sempre sostenuto che una proposta di matrimonio doveva essere spettacolarmente romantica e con le sue ex mogli così era stato. Ma Kate era diversa. Ricordava cos'aveva detto a Ryan tempo prima. La proposta doveva essere personale. Beh ora sapeva che era più facile portare una donna in mongolfiera per chiederle la mano in modo spettacolare, piuttosto che aspettare seduto in quel posto così “loro” su quelle altalene in cui tante volte erano stati, in cui lei aveva deciso di far cadere tutti i suoi muri e correre da lui a confessargli che lo desiderava, ad aspettare una risposta che non arrivava. Quanto era passato? Da quanto tempo aspettava in silenzio una reazione di lei?


    - Castle.. -






Hmm (3x)
You by the light
Is the greatest find
In a world full of wrong
You're the thing that's right
Finally made it through the lonely
To the other side

Chorus with Jason Reeves:
You said it again, my heart's in motion
Every word feels like a shooting star
I'm at the edge of my emotions
Watching the shadows burning in the dark
And I'm in love and I'm terrified
For the first time and the last time in my only life

And this could be good
It's already better than last
And love is worse than knowing
You're holding back
I could be all that you needed
If you let me try

You said it again, my heart's in motion
Every word feels like a shooting star
I'm at the edge of my emotions
Watching the shadows burning in the dark
And I'm in love and I'm terrified
For the first time and the last time in my only

I only said it 'cause I mean it
I only mean it 'cause it's true
So don't you doubt what I've been dreaming
'Cause it fills me up and holds me close whenever I'm without you

You said it again, my heart's in motion (you said it again)
Every word feels like a shooting star
Watching the shadows burning in the dark
And I'm in love and I'm terrified
For the first time and the last time in my only life
Life, life
In my only life

 
Katharine McPhee: Terrified

NDA

L'idea  quando ho iniziato la fan fiction era di scrivere una one shot che portasse alla risposta di Beckett, quella risposta che realmente non avremo fino al 23 settembre. Poi le cose mi sono sfuggite di mano. Ero indecisa. Ci sono più risposte possibili. Tutte lo sappiamo: parte, non parte, gli dice di no, gli dice di sì, prende tempo e varie combinazioni possibili. Così mi è venuta la folle idea di scrivere due finali diversi. Come nelle storie a bivio che quando ero piccola trovavo su Topolino e che tanto mi piacevano. Vi lascio con la prima parte della storia. Presto posterò contemporaneamente i due finali. A voi la scelta!

Ojamajo






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Capitolo 2
*** Cap 2A - Echo ***


CAPITOLO 2A – ECHO


Come poteva dirgli quello che pensava? Poteva essersi rassegnata all'idea che la lasciasse, perchè l'aveva escluso dalla sua scelta, ma non era pronta ad una sua richiesta di matrimonio, non era pronta a rinunciare ai suoi sogni per loro. Voleva provarci, voleva provare ad avere una relazione a distanza, ma adesso davanti a quella proposta doveva decidere davvero. E non avrebbe scelto lui. Paura diceva suo padre. Sì paura. Aveva sempre detto a tutti che non sapeva cosa fossero. Eppure lui era rimasto con lei anche mentre il timer di quella bomba stava esaurendo il conto alla rovescia, in quel momento aveva già scelto che loro sarebbero stati insieme per tutta la vita, non importa quanto quest'ultima fosse stata breve. “L'amore si dimostra non si dichiara” diceva sempre sua madre. Lui l'aveva fatto.

Lei invece non aveva pensato a coinvolgerlo in qualcosa che riguardava la sua vita, non aveva capito che la sua vita in realtà era già la loro vita.

La Gates aveva detto che avrebbe ucciso per un'opportunità del genere alla sua età. Lo avrebbe dovuto fare anche lei, avrebbe dovuto uccidere il suo cuore per fare quello che stava per fare, ma voleva quel lavoro e per quel lavoro doveva rinunciare a una famiglia, almeno per ora.


- No Castle, non posso sposarti, non voglio. -

- Perchè? - il tono di lui era trattenuto, come se volesse nascondere un dolore profondo. - Verrò con te a Washington, tu potrai lavorare per l'FBI, io scriverò, ti aspetterò a casa, non dovrai rinunciare a niente. -
- No Rick, non vale la pena che rinunci a tutta la vita per me. - Sapeva che come lei non poteva rinunciare al suo sogno, lui non poteva rinunciare a tutto per lei, un giorno gliel'avrebbe rinfacciato. 
- Kate, a me non importa la mia vita sei tu, se tu mi ami non mi importa il resto. -

Ecco doveva dargli il colpo di grazia, forse avrebbe sofferto, ma un giorno avrebbe capito e non si sarebbe rovinato la vita per lei.


- Forse il problema è questo Rick, non ti amo, non abbastanza almeno. -


Poteva quasi dire di aver sentito il cuore di Rick spezzarsi in mille pezzi, o era il suo? Non era sicura, ma aveva bisogno di piangere e non poteva farlo lì davanti a lui. Scappare, sì scappare era ancora una volta la scelta migliore . Ma dove? Non a casa, troppi ricordi di lui, troppe cose a farla sentire in colpa. Da Leanie, lei forse avrebbe capito, forse.



Javier non aveva mai pensato di doversi preoccupare dei sentimenti di Castle, ma quando Leanie aveva chiamato dicendogli che Rick aveva bisogno dei suoi amici sia lui che Kevin avevano lasciato ciò che stavano facendo ed erano corsi al parco lì vicino.

Non sapevano perchè dovessero andare lì, Leanie era così convinta che non aveva fatto storie.

Lui era lì inginocchiato con un anello in mano e pietrificato, balbettava una strana litania, qualcosa di simile a – Non mi ama, non mi ama, non mi ama.. -

Sì Leanie aveva ragione, decisamente lui aveva bisogno di loro.



Richard Castle non si era accorto dei due amici che lo facevano rialzare, non si era reso conto di essere stato caricato in macchina e portato a casa sua. Per lui tutto si riduceva al suo dolore e a quell'anello che non doveva più essere nelle sue mani, ma adagiato sulle mani della sua Kate.

Ma lei non lo aveva voluto. Non gli aveva dato speranze, gli aveva solo saputo dire che non lo amava. Com'era possibile che non lo amasse?? Certo negli ultimi tempi c'erano stati un po' di problemi, un po' di cose non dette. Ma era quello il vero problema? Lei non lo amava? Era pronto a sentirsi chiedere del tempo, con Beckett era sempre questione di tempo, era pronto a sentirsi dire di no, con un nuovo lavoro alle porte, certo sarebbe rimasto ferito ma avrebbero risolto. Lei invece gli aveva detto che non lo amava, non si poteva risolvere una cosa del genere. Avrebbe voluto arrabbiarsi. Avrebbe voluto sfogare il suo dolore rompendo tutto, sfogando la sua ira nell'alcool e nella rabbia, avrebbe voluto vendicarsi. Ma il vuoto che sentiva non gli permetteva di fare altro che continuare a ripetere quella litania infinita di – non mi ama, non mi ama, non mi ama.-


Martha non sapeva più come comportarsi. Un mese era passato da quando il figlio era in quello stato catatonico, riusciva a stento a fargli mangiare lo stretto indispensabile a farlo rimanere vivo, per il resto del tempo era la precisa personificazione di uno zombie. Quanto Ryan ed Esposito lo avevano portato a casa in quello stato, lei aveva intuito la verità, Kate aveva deciso di partire, rifiutando la sua proposta di matrimonio. Aveva borbottato  – Reazione esagerata, lei ti ama e tornerà, devi solo darle tempo. -

Ma lei non aveva chiamato e lui non si era ripreso. Aveva saputo cos'era successo di terza mano, da Esposito e Ryan che lo avevano saputo da Leanie, Kate il giorno dopo era tornata al lavoro gli occhi gonfi, il viso stanco, ma solo per salutarli, poi era salita su un aereo ed era scappata a Washington. Forse si vergognava.

Aveva convinto, con non poche difficoltà, Alexis a partire comunque per la Costa Rica, convincendola che il padre si sarebbe sentito in colpa una volta ripresosi per averle fatto rinunciare a quell'opportunità. Forse aveva sbagliato, forse avere la figlia vicino lo avrebbe aiutato. Il medico diceva di no. Non era la figlia che mancava in quella casa.

Kevin e Javier erano venuti a trovare Rick quasi tutti i giorni e quando non potevano a causa di qualche caso impegnativo chiamavano per avere informazioni. Erano veramente degli amici, ma nemmeno loro erano la soluzione.
- Credo che dovremmo chiamare Beckett e chiederle di tornare, almeno per risolvere la questione.- aveva detto per l'ennesima volta ai due quella sera. Ogni volta loro cambiavano discorso, ma questa volta non gliel' avrebbe permesso.

- In realtà Leanie ha chiamato Kate una settimana dopo che era partita per chiederglielo. - Aveva risposto Esposito, dopo essersi scambiato un'occhiata con il partner. - Lei non ha risposto, e nemmeno tutte le sere dopo quella. Abbiamo parlato con Jim. Anche lui non la sente più da quando è partita. Sa che sta bene solo perchè ogni tanto gli manda un sms dicendogli di essere molto impegnata con il nuovo lavoro. -


Qualcosa aveva fatto breccia nella catatonia di Rick, aveva sentito la madre parlare con qualcuno e fare il Suo nome. Non era la prima volta. Ma di solito il discorso non proseguiva. Questa volta era diverso. Questa volta la verità era venuta fuori: lei non sarebbe mai tornata, non le mancava nemmeno il padre. Li aveva esclusi dalla sua vita, aveva escluso lui: per sempre.

Come poteva vivere con la certezza che lei non sarebbe mai tornata? Solo in quel momento aveva capito che l'unico motivo per cui si costringeva a sopravvivere era perchè sperava lei sarebbe tornata, almeno per i suoi amici, e lui avrebbe potuto riconquistarla. Ma a quanto pare si era illuso. Così come si era illuso che lei lo amasse. L'ultima cosa che ricordava con chiarezza era lei che mandava in frantumi il suo cuore. Poi più nulla, solo l'oppressione ed il dolore. Voleva liberarsi di quel peso che gli pervadeva l'anima e gli impediva di respirare. Voleva sentirsi leggero come Armostrong quando camminava sulla Luna, in assenza di gravità. - Già senza gravità. - pensò guardando la finestra. Ed in un momento eccola l'unica soluzione per stare meglio. Poteva sentire le energie fluire nel suo corpo come non avevano mai fatto nell'ultimo mese. L'adreanalina aveva preso a scorrere, come quando con lei si cacciava in situazioni estreme. Ma ora l'adrenalina doveva aiutarlo a liberarsi di lei. Per sempre. Pochi passi ancora e sarebbe stato libero: per sempre.



Kate aveva capito di aver sbagliato tutto. Nell'ultimo mese aveva fatto di tutto per dimenticarlo, ma non poteva. Sapeva di non poter tornare indietro, ormai aveva fatto un danno irreparabile. Eppure aveva capito che rinunciare a Castle era stato come rinunciare alla parte più bella di sé stessa. Non le importava non sentire la sua migliore amica da un mese, né suo padre, né Esposito e Ryan. Ma lui, la sua voce le sue teorie assurde, il suo odore, le mancavano da morire. Il suo primo caso come agente dell'FBI era stato a Roswell, e lei anziché concentrarsi sulla soluzione , non poteva fare a meno di pensare a quanto Rick sarebbe andato su di giri in quel posto, in cui tutto parlava di alieni, dal museo degli UFO al Crash Down Cafè.* Era stata proprio Roswell a farla decidere. Era corsa all' aereoporto e si era buttata sul primo volo per New York. Forse l'avrebbero cacciata ma non le importava. Le importava solo di lui. Così appena scesa dall'aereo aveva preso un taxi per corrrere dal suo Castle. L'aveva ferito, ma col tempo sperava che potesse perdonarla. Di nuovo.

Scesa dal taxi si era fermata un attimo, quasi a trovare il coraggio di affrontare i piani che la separavano da lui e dall'inevitabile litigio.

Quell'attimo era bastato: aveva sollevato lo sguardo e aveva visto qualcosa cadere. No non qualcosa , qualcuno. Una strana stretta le aveva preso lo stomaco man mano che il corpo di avvicinava a terra. Non era soltanto qualcuno. Era colui per cui era lì. Quello era il corpo di Castle.




Hello, hello 
anybody out there? 
'cause I don't hear a sound 
alone, alone 
I don't really know where the world is but I miss it now 

Refrain: 

I'm out on the edge and I'm screaming my name 
like a fool at the top of my lungs 
sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright 
but it's never enough 
cause my echo, echo 
is the only voice coming back 
my shadow, shadow 
is the only friend that I have 

Verse 2: 

listen, listen 
I would take a whisper if 
that's all you have to give 
but it isn't, isn't 
you could come and save me 
try to chase it crazy right out of my head 

Refrain: 

I'm out on the edge and I'm screaming my name 
like a fool at the top of my lungs 
sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright 
but it's never enough 
cause my echo, echo 
is the only voice coming back 
my shadow, shadow 
is the only friend that I have 

Bridge: 

I don't wanna be down and 
I just wanna feel alive and 
get to see your face again once again 
Just my echo, my shadow 
youre my only friend 

Refrain: 

I'm out on the edge and I'm screaming my name 
like a fool at the top of my lungs 
sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright 
but it's never enough 
cause my echo, echo 
oh my shadow, shadow 

Hello, hello 
anybody out there?

Jason Walker - Echo

* I riferimenti al Crashdown Cafè e al Museo degli UFO sono un riferimento non troppo implicito al Telefilm Roswell, che ho amato molto da adolescente.

NDA

Ok vi prego non uccidetemi!! Questo è il finale che non vorrei mai e poi mai vedere a settembre. Ma dovevo scriverlo, anzi praticamente si è scritto da solo quando ho deciso il titolo della storia. Se non vi è piaciuto vi ricordo che c'è anche l'altro finale!!! 

Grazie a chi mi ha letta fino ad ora dandomi fiducia. Spero vogliate continuare malgrado il finale!!! 

Ojamajo



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Capitolo 3
*** Cap 2B -Just the way you are ***


- Castle... -

Guardare quegli occhi da cucciolo impaurito rendeva sempre difficile a Kate tirare la corda con lui. Perchè il suo Rick era così: sagace, ironico, intuitivo, ma anche tremendamente insicuro e sensibile. Le ci era voluto un po' di tempo, ma aveva capito che l'immagine dell'artista trofio e pieno di sé , quello che autografa i seni delle ragazze, era solo una maschera ben costruita per non mostrare le sue insicurezze. Lo amava, lo avrebbe sempre amato, lui era casa sua, il primo con cui si era sentita pienamente sé stessa. E allora perchè farlo aspettare ancora? Non era andata lì per quello anche lei? Non era andata per dare una svolta alla loro relazione? Lei stessa non stava per chiedergli se era disposto a fare sul serio? Non aveva anche lei rimandato la discussione fino all'ultimo per paura di scoprire di non essere abbastanza per lui? Questo pensiero l'aveva sempre tormentata: lui aveva frequentato modelle, attrici, donne bellissime e ricche, abituate agli eventi mondani e agli articoli sulle riviste di gossip. Lei era solo Beckett, quella che leggeva i suoi libri perchè la facevano sognare, quella che un giorno era piombata nella sua vita e lo aveva accusato di omicidio, quella che ci aveva messo mesi, anni a digli che lo amava, pur sapendo quello che lui provava per lei. Eppure era andata lì, aveva voluto che lui la raggiungesse per chiedergli di impegnarsi seriamente. Avrebbe corso il rischio, perchè era già successo che non riuscisse a buttarsi e aveva rischiato di perderlo.


- Si Castle, ti sposo. - gli rispose sorridendogli. Forse avrebbe dovuto fare qualche battuta particolare, qualcosa più da lei, ma in quel momento non riusciva, era solo una donna innamorata che dice di sì al suo uomo.


Qualcosa di freddo le toccava la mano sinistra e percorreva l'anulare: l'anello di fidanzamento stava andando a posarsi lì dove sarebbe sempre stato.

Non era preparata all'emozione che l'aveva assalita, mai e poi mai avrebbe pensato di diventare come quelle ragazze dei film romantici che si commuovevano per nulla, eppure sentiva i suoi occhi stranamente umidi.

Accanto a sé poteva sentire l'emozione di Castle, che sembrava sprizzare da tutti i pori.

Ed eccola di nuovo quell'insicurezza che prepotente tornava a farsi sentire, doveva chiederglielo, aveva imparato che tenersi le cose dentro non era un bene.


- Eri così felice anche per le altre proposte di matrimonio? -

- No! Tu sei diversa, tu sei tu, sei speciale, è come se avessi aspettato questo momento da quando ti ho conosciuta, eppure ero terrorizzato all'idea di chiedertelo, perchè Kate, un tuo no mi avrebbe distrutto, non posso stare senza di te. Ci ho provato.-


Anche lei ci aveva provato due anni prima; quando le avevano sparato non era pronta a dirgli cosa provava, ma non voleva che lui scappasse da lei. Fingere di non ricordare le era sembrato comodo. Ma aveva paura che lui si dichiarasse di nuovo. Era andata lontano, non lo aveva cercato ed aveva passato mesi terribili senza di lui, fissando il cellulare e sperando che la chiamasse, anche se gli aveva fatto capire che non voleva lo facesse.


- Grazie, grazie che ci sei sempre Rick. - sentiva le lacrime di commozione riempirle gli occhi, ma lui era lì come c'era sempre stato.


Non sapevano da quanto erano su quelle altalene, abbracciati, consapevoli dell'enorme passo che avevano appena fatto, ma c'erano altre cose da dirsi, lo sapevano entrambi.


- Kate, cosa volevi dirmi quando mi hai chiamato? -

- Io.. avevo bisogno di sapere se ci saresti stato, qualsiasi cosa avessi deciso, anche se avevo sbagliato a non parlartene prima. -
-Amore te lo dico ormai da cinque anni: io ci sarò sempre. -
-Grazie. -


Ora non aveva più scuse, lui l'avrebbe appoggiata qualsiasi cosa scegliesse. Ma cosa scegliere?


- Rick? -

- Dimmi. -
- L' FBI mi ha presa. -
-Per cui andiamo a Washington? -
- Andiamo? -
-Te l'ho già detto prima: io ci sarà sempre, certo nell'FBI non potrò indagare con te, ma posso sempre aspettarti a casa e guardare i bambini mentre scrivo uno dei miei bestseller. -


Bambini, non ci aveva mai realmente pensato, aveva troppa paura di non essere in grado di dare a un eventuale figlio tutto l'amore e l'attenzione che meritava. Ora era diverso però: aveva visto Richard con Alexis, sapeva che lì dove lei non fosse stata capace lui le avrebbe insegnato. Quasi poteva vederlo, loro figlio, viziato già da piccolo da un padre che sarebbe sempre rimasto un po' bambino, la nonna che gli raccontava dei suoi successi teatrali ed il nonno che tutte le domeniche lo portava a giocare a baseball. Lo immaginava mentre giocava con la sorella maggiore, magari insieme al figlio di Kevin e Jenny, mentre aspettava che la madre ed il padre risolvessero l'ennesimo caso di omicidio.


- Non partiremo Rick. -

-Perchè? Per te è un'occasione grandiosa, so che mi sono comportato in modo infantile, ma non devi rinunciare a causa mia, sono maturato, non voglio più comportarmi come un bambino e compromettere il nostro futuro facendo i capricci. -

- Non è per questo Castle. Quando ti ho chiamato ero indecisa, il lavoro mi piace, non posso negarlo. Ma mentre parlavamo ho capito che non sono pronta. Forse in futuro me ne pentirò. Ma la famiglia che voglio costruirmi con te deve essere completa. Come possiamo essere una famiglia se Alexis, Martha, mio padre Leanie, Ryan ed Esposito vivono a chilometri da noi? -
-Allora Kate c'è una cosa che dobbiamo assolutamente fare-
-Cosa? -
- Dirlo alla famiglia. -





Just The way you are – Bruno Mars


Oh her eyes, her eyes
Make the stars look like they’re not shining
Her hair, her hair
Falls perfectly without her trying

She’s so beautiful
And I tell her every day

Yeah I know, I know
When I compliment her
She wont believe me
And its so, its so
Sad to think she don’t see what I see

But every time she asks me do I look okay
I say

When I see your face
There’s not a thing that I would change
Cause you’re amazing
Just the way you are
And when you smile,
The whole world stops and stares for awhile
Cause girl you’re amazing
Just the way you are

Her nails, her nails
I could kiss them all day if she’d let me
Her laugh, her laugh
She hates but I think its so sexy

She’s so beautiful
And I tell her every day

Oh you know, you know, you know
Id never ask you to change
If perfect is what you’re searching for
Then just stay the same

So don’t even bother asking
If you look okay
You know I say

When I see your face
There’s not a thing that I would change
Cause you’re amazing
Just the way you are
And when you smile,
The whole world stops and stares for awhile
Cause girl you’re amazing
Just the way you are

The way you are
The way you are
Girl you’re amazing
Just the way you are

When I see your face
There’s not a thing that I would change
Cause you’re amazing
Just the way you are
And when you smile,
The whole world stops and stares for awhile
Cause girl you’re amazing
Just the way you are

NDA 

Grazie a chi ha letto la mia fan fiction, a chi l'ha recensita a chi l'ha aggiunta tra le seguite, o le preferite, o le ricordate. Questa è la risposta che tutti vorremmo vedere a settembre vero? Beh forse un po' meno smielato e un po' più alla Beckett e Castle. Vi ricordo che c'è anche il capitolo alternativo da leggere!!!

A fine agosto o a inizio settembre spero di riuscire ad aver pronti gli epiloghi. Ho già un paio di idee. 

A presto

Ojamajo

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Capitolo 4
*** Peur de moi - epilogo - ***


-epilogo A/B Peur de moi

-Kate..Kate... svegliati. Perché stai piangendo? -
Katherine Beckett si guarda intorno spaesata. Si, sta piangendo ha le lacrime agli occhi. É lí sul divano, le gambe strette tra le braccia quasi a proteggersi da quello che ha visto. Si guarda la mano, non c'é nessun anello al suo dito eppure quello che la sta abbracciando e rassicurando col suono della sua voce é lui, caldo e soprattutto... vivo.
- Cos'è successo Kate? - 
- Niente, solo non riuscivo a dormire e sono venuta sul divano, devo essermi addormentata- 
- Quando sono arrivato stavi piangendo.- 
- Non é nulla Castle, solo un brutto sogno. - 
- Sai che se vuoi parlarne io sono qui vero? - 
Come sempre pensa Kate, mentre lui la prende per mano per ricondurla a letto. É sempre stato lí a portarle un caffé, a supportarla nei momenti difficli, anche quando lei non lo aveva voluto. E c'è ora, adesso che lei ha questa scelta difficile da prendere. Sa che sarebbe piú facile se lui non fosse nella sua vita. Direbbe di sí, senza pensarci, quel lavoro lo vuole, ma lui c'é perché lei un anno prima aveva capito che lo voleva. E lo aveva capito nell'unico momento in cui lui non c'era stato, nel momento in cui lui aveva deciso di dire basta al loro continuo tira e molla, nel momento in cui aveva deciso di non volerla vedere uccidersi con le sue mani. 
Mentre si mette a letto ripensa al sogno che ha fatto. Non crede a certe cose ma le é sembrato una premonizione della sua scelta futura e delle sue paure. L'unica certezza é che lo vuole e lo vorrá sempre. Ma é veramente disposta a rinunciare a tutto per lui? Lui che proprio in quell'istante la sta abbracciando e la sta ripetendo ancora una volta che qualsiasi cosa la turbi sará sempre lí a proteggerla a condividere il peso che porta sulle spalle con lei. 
Forse é il suo ultimo pensieroa farle capire, forse l'ha sempre saputo ma non é mai stata in grado di ammetterlo, forse il sogno é davvero stata una premonizione, ma finalmente il vero significato di quel sempre penetra le sue ultime barriere, adesso sa cosa fare,  adesso sa che la sua decisione non coinvolge solo lei, adesso sa che ha qualcuno con cui condividerla.
- I.. I have something to tell you. - Ed inizia a raccontargli tutto dalla proposta ricevuta, al colloquio a Washington, al sogno di quella notte.
Ha paura Kate Beckett, come non ne ha mai avuta in vita sua, paura che si arrabbi perché non gliel'ha detto prima, paura che la lasci, paura di odiarlo se le chiedesse di rinunciare, paura di odiarsi se rinuncerá a lui per la carriera. 
Lui però , la soprende ancora una volta.
- Quanto tempo abbiamo per trovare una casa a Washingotn? - 
 - Eh?- 
- Scherzi Kate? Non puoi perdere un'occasione del genere! Certo potevi dirmelo prima ti saresti evitata tutti questi incubi e queste ansie. Non riesci proprio a fidarti di me? Davvero pensavi ti avrei chiesto di non andare Kate?-
- Avevo paura che ne avresti fatto una tragedia, non é ancora sicuro, non volevo litigare per qualcosa che magari non si sarebbe mai avverato, non volevo chiederti di lasciare tua madre e Alexis per seguirmi nel caso le cose fossero andate bene. Rick la tua vita é qui. - 
- Alexis é grande, é al college si sta costruendo la sua vita, non rimarrá con me per sempre lo sai e mia madre é piú che indipendente! Poi posso venirle a trovare quando voglio! - 
- Ma se io non accettassi tu  non dovresti rinunciare alla tua famiglia. - 
Lui la guarda con uno sguardo strano, quasi incredulo. -Aspettami qui, non ti addormentare torno subito.- le dice alzandosi nuovamente dal letto e andando nel suo studio. - Arrivo subito, solo un attimo! - le urla eccitato come un ragazzino al lunapark. 
Quando rientra nella stanza può ancora leggergli quella stessa eccitazione negli occhi, mista a qualcos'altro, preoccupazione forse, ma per la prima volta non le basta guardarlo per capire le sue intenzioni.
- Cinque anni fa, quando ci siamo incontrati per la prima volta Kate,  ti ho subito scelta. Forse all'inizio era solo attrazione forse invece é il destino che ci ha fatti incontrare non lo so. Ma mi sono innamorato di Kate e la mia famiglia sei anche tu. Perció - le dice prendendole la mano sinistra - Kathrine Houghton  Beckett vuoi sposarmi? - 
- Sí - non puó essere altrimenti, non dopo il sogno che ha fatto, ora ne é certa, era un premonizione. 
Lui le prende la mano e le mette un anello all'anulare. 
- Questo da dove salta fuori Castle? - 
- Ce l'ho da.. da un po' ecco. - le risponde lui arrossendo.
- Da un po' quanto?- 
- Dal matrimonio di Ryan. - 
É sopresa Kate Beckett, non se lo aspettava, non da una persona che poco tempo prima aveva evitato le sue domande sul futuro.
- Vuoi sposarmi da allora? - 
- No..- 
Lo guarda confusa. Per chi era originariamente l'anello? O voleva solo sposarsi la terza volta non importava con chi?
Lui la guarda e sorride impacciato.
- Voglio sposarti da quando ci siamo trovati ammanettati in uno scantinato in compagnia di quella tigre. Il giorno del matrimonio di Ryan é stato quello in cui ho capito che prima o poi te avrei trovato il coraggio di chiedertelo. -
- Da tutto questo tempo? -
- Sempre -

Il y a
Dans mes refus de dire je t´aime
Plus d´amour que dans les poèmes
Et que dans tous ces mots-là...

Si tu vois,
Flotter une larme bohème
Dans les yeux, mon cœur s´y promène
C´est qu´alors je pense à toi

C´est comme ça,
Le bonheur n´est pas géomètre
J´ai pas de plans à te soumettre,
Je sais pas le faire marcher droit

M´en veux pas
Si je ne peux rien te promettre
C´est que je voudrais tout peut-être
Et ça ne me suffirait pas

Pas à pas
Je parle à tâtons et j´effleure
Tous ces mots qui reprennent couleur
Quand je les pose sur toi

Et je vois
Les rêves qui hésitent encore
Prendre la forme de ton corps
Et je souris malgré moi

Jusque-là
J´croyais à peu près me connaître
J´ai tout jeté par ta fenêtre
Pour mieux m´apprendre dans tes bras

M´en veux pas
Si je ne sais rien te promettre
À part dans ces phrases muettes
Que je vagabonde sur toi

Laisse-moi le temps de t´aimer sans penser au-delà
Tu me souris et tu te tais, mais tu ne comprends pas...
Laisse-moi, le temps de trouver l´empreinte pour mes pas
À force de t´avoir cherchée, j´ai un peu peur de moi

Peur de moi...
Est-ce que ce n´est pas autre chose
Tu m´apprivoises et je dépose
Mes ombres fanées derrière moi

Peur de quoi
Peur de l´avenir qui se glisse
Entre ma peau et mes caprices
Quand je me perds au bord de toi

Peur de quoi
Tout simplement de reconnaître
Que tout est là, dans ces peut-être
Qui me chavirent autour de toi

Peur de moi...
Il n´y a rien d´autre à comprendre
Toi tu voulais des mots plus tendres,
Et moi... Je te parle de moi

Il y a
Dans mes refus de dire je t´aime
Plus d´amour que dans les poèmes
Et que dans tous ces mots-là...
Et que dans tous ces mots-là...

Peur de moi- Patrik Bruel


NDA: Lo so più di un mese fa avevo parlato di epiloghi.. e poi sono sparita. Ed eccomi qui con un unico epilogo zuccherosissimo, ma dopo aver visto le scene della quinta stagione ho avuto quest'illuminazione! Dovrei ringraziare Ilaria e la sua passione per Patrik Bruel  per il testo della canzone ( e anche per avermela più o meno riassunta perchè io non parlo francese e le traduzioni online fanno schifo) peccato che non lo leggerà mai. XD  Il finale è una non troppo velata citazione a Harry Potter, perchè trovo che quel momento in particolare dia senso a tutti e sette i libri e sia romantico a modo suo ( sicuramente la scena più romantica che JK Rowling abbia mai scritto). Ok la smetto di divagare fatemi sapere cosa ne pensate!

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