its in his DNA.

di ddrewsmile_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -(Capitolo 1) The beginning ***
Capitolo 2: *** -(Capitolo 2) Let me go. ***
Capitolo 3: *** -(Capitolo 3) I cant. ***
Capitolo 4: *** -(Capitolo 5) I'm in love with the wrong person. ***
Capitolo 5: *** -(Capitolo 4) I'm yours. ***
Capitolo 6: *** -(Capitolo 6) What is the real Harry? ***
Capitolo 7: *** -(Capitolo 7) I chose him. ***



Capitolo 1
*** -(Capitolo 1) The beginning ***


-The beginnig.
capitolo 1


'laura prendi tu l'ultima scatola infondo alle scale?' disse mio padre faticando per il peso dello scatolone che teneva tra le braccia.
'ma è pesante!'
dissi con un tono un po' troppo lagnoso.
'Ma dai hai diciassette anni! forza aiutami'
mi sorrise, lo ricambiai e presi quella benedetta scatola.
i traslochi, la parte peggiore di tutti gli anni. 
non avevamo un posto fisso, più spesso di quanto uno pensi dovevamo traslocare per il lavoro di mio padre, e non poteva di certo lasciarlo visto che il suo stipendio doveva servire per mantenerci entrambi.
'va bene papà, dove andiamo sta volta?'
presi la scatola e la riposi nel bagagliaio dell'auto.
'Londra, ormai qui in italia il lavoro non va più, e poi è una grande città e le vendite andranno bene.'
'dovevano andare bene anche qui a milano eppure stiamo ripartendo per l'ennesima volta...'
mi prese il viso con una mano e mi accarezzò la guancia.
'tesoro, sento che questa sarà la volta buona.'
non ne potevo più di cambiare città una volta all'anno, non facevo in tempo a fare amicizie che dovevo gia lasciarle per andare da un altra parte. avevo preso mille accenti diversi e di imparare un perfetto inglese proprio non ne avevo voglia.
decisi che questa volta non mi sarei attaccata particolarmente a nessuno, ho sempre sofferto troppo per gli addii.
salimmo in macchina e come sempre accessi le mie cuffiette per pensare ad altro e consolarmi nella mia unica migliore amica che mi avrebbe seguita sempre, dovunque io sarei andata: la musica.

erano le otto di mattina, saremmo arrivati a londra per le undici dopo essere andati all'aereoporto e aver preso l'aereo.
mio padre mi aveva già fatto l'iscrizione al liceo, sarei arrivata all' inizio del secondo quadrimestre.
tutti i miei primi giorni di scuola erano uguali: occhiate per l'intera giornata scolastica, presentazioni e tanto imbarazzo.
guardavo fuori dal finestrino dell'auto la pioggia di gennaio che scivolava sul vetro.
stavo quasi per addormentarmi quando mio padre accostò e scese per prendere le valige.
salimmo sull'aereo, era la prima volta che ci trasferivano all'infuori dell'Italia e la cosa mi rendeva più nervosa delle altre volte.
arrivammo a londra dopo un paio d'ore e raggiungemmo quella che sarebbe dovuta essere la nostra casa, ma era sicuramente una delle tante temporanee. non che volessi portare sfortuna, ma ormai non ero più sicura di nulla a riguardo del lavoro di mio padre.
il quartiere era tranquillo, non molto lontano dalla scuola.
l'interno della casa non era male: la sala era collegata con la cucina, aveva due stanze da letto ai lati del corridoio e un bagno in fondo.
la mia stanza era arredata in modo giovanile: un letto basso, una scrivania spaziosa e un armadio di notevoli dimenzioni.
'la famiglia che ci abitava prima aveva un figlia della tu età'
spiegò mio padre affacciandosi all'interno della stanza.
'io vado a vedere il negozio, ti lascio ambientare'
mi diede un bacio sulla guancia e usci.
sistemai la mia roba in camera e usci anche io, sarei tornata prima di mio padre per non farlo preoccupare.
cercai con il cellulare la scuola dove sarei dovuta andare per il resto dell'anno, era vicina.
beccai l'uscita delle classi, c'erano tantissimi ragazzi e ragazze.
variavano da coppiette che limonavano felicemente a soggettoni che camminavano velocemente a testa bassa.
continuai la mia passeggiata e arrivai al negozio di mio padre, non doveva vedermi altrimenti mi avrebbe ucciso.
mi abbassai e tendendo gli occhi fissi su mio padre camminai fino alla via successiva.
c'era un gruppetto di ragazzi che parlavano e ridevano.
quando uno di loro mi vide calò il silenzio e senza staccarmi gli occhi di dosso fece cenno agli amici di guardare verso di me.
si voltò un ragazzo biondo, dava un aria dolce ma guardandolo più attentamente dava molto più un aria da cattivo ragazzo, aveva tatuaggi per le braccia ed alcuni sul collo.
il gruppo si scambiava occhiate e a un certo punto iniziarono ad avanzare verso di me.
mi guardai intorno e camminai velocemente verso la via più vicina.
sbagliai totalmente via di fuga: mi ritrovai in un vicolo ceco.
'smetti la di preoccuparti, non faranno niente di male' mi ripetevo, ma quando si intravederono all'inizio della via avevano sguardi tutt'altro che amichevoli.
un ragazzo con i capelli corti neri e la carnagione più scura del primo ragazzo che vidi mi teneva gli occhi puntati addosso e faceva dei sorrisini divertiti.
erano in quattro e man mano che avanzano avevo sempre più paura.
'ciao barbie, hai voglia di giocare?'
mi disse il ragazzo biondo. mi chiamò così probabilmente per il mio aspetto: bionda, occhi chiari e un viso innocente.
'per oggi passo, devo andare..'
cercavo il più possibile di non mostrargli la mai paura, anche se il cuore mi stava scoppiando dentro al petto.
'no, è il nostro turno di gioco'
mi disse un altro ragazzo con gli occhi chiari e i capelli castani mentre si avvicinava a me e mi toccava i capelli.
Ero bloccata con le spalle al muro e mi mancava l'aria per il gruppo di ragazzi che mi stavano intorno con il fiato sul collo.
un ragazzo riccio con gli occhi verdi che era indietro scansò il tipo biondo e quello con la carnagione più scura per avvicinarsi a me a distanza di un capello.
'sei bella'
disse mentre giocava con la mia spallina del reggiseno.
i suoi occhi non lasciavano nessuna emozione, ma erano incredibilmente ipnotici e non riuscivo a guardare altro.
'allora barbie, facci vedere come giochi'
iniziò ad accarezzarmi la coscia e tirarmi su la maglia.
a quel punto non riuscii più a trattenere la mia paura ed iniziai a urlare. 
era proprio quello che volevano: farmi paura.
erano divertiti da quella scena, mi toccavano dappertutto e più ero in preda al panico, più si divertivano.
quando la cosa stava per raggiungere davvero una brutta piega sentì la voce di un ragazzo che gridò 'lasciatela stare!'
da dietro il gruppo di ragazzi vidi qualcuno che si avvicinava.
'andatevene, sto chiamando la polizia!'
il ragazzo aveva il cellulare in mano, pronto per spingere 'chiama' al numero della polizia.
'ah si? vuoi chiamare la polizia? ok'
il ragazzo biondo lo spinse a terra prendendogli il cellulare e buttandoielo al muro frantumandolo.
'va be, andiamo ragazzi tanto ci siamo divertiti già'
disse il ragazzo castano con gli occhi azzurri.
il tipo con gli occhi verdi mi si avvicinò ancora e mi sussurrò all'orecchio 'è stato bello giocare con te barbie'
mi sorrise maliziosamente e se ne andò con il resto del gruppo.
mi precipitai dal ragazzo a terra con del sangue che gli usciva dal sopracciglio.
'cosa ti hanno fatto stai bene?!'
dissi spaventata.
'io sto bene, tu piuttosto. ti hanno fatto del male quei bastardi?'
le lacrime mi rigavano le guance contro tutta la mia forza di volontà.
'no, io sto bene'
avevo la voce rotta, riuscivo a malapena a parlare per lo shock.
il ragazzo fece per abbracciarmi ma mi scostai, sentivo ancora le mani addosso di quei ragazzi.
'grazie, se non fossi arrivato tu probabilmente la faccenda sarebbe finita molto peggio di così'
lo guardavo nei suoi occhi color nocciola, per poco perchè nella mia mente avevo impresso lo sguardo di quel ragazzo, rivedevo i suoi occhi verdi inespressivi in quelli del tipo che era davanti a me.
'non devi ringraziarmi, non potevo fare finta di niente'
mi sorrise dolcemente, aveva il sorriso più confortante che avessi mai visto.
'io devo... tornare a casa'
dissi alzandomi lentamente.
'no, devo prima portarti in ospedale'
mi prese la mano e cercò di portarmi verso la sua macchina ma protestai.
'no, io sto bene, davvero. grazie di tutto ma adesso devo andare'
il ragazzo mi guardò con un espressione apprensiva e mi sorrise ancora annuendo.
'va bene, comunque io sono liam'
'io laura'
mi sforzai di sorridere mentre gli stringevo la mano.
'comunque questo è il mio numero, se ti serve aiuto o qualsiasi altra cosa chiama'
mi diede un foglietto e se ne andò.
ero di nuovo da sola così andai al bar più vicino per sistemarmi, se mio padre mi avesse visto così probabilmente gli sarebbe venuto un infarto.
arrivai alla caffetteria dietro l'angolo e mi guardai allo specchio: avevo la maglietta strappata, il trucco colato e i capelli arruffati.
non riuscii a trattenere le lacrime, mi squillò il cellulare.
'Laura ma dove sei è tutto ok??'
era la voce di mio padre più preoccupata che mai.
cercai di ricompormi e poi risposi
'si, scusa se non ti ho detto nulla'
'Ti sarebbe potuto capitare qualcosa, torna a casa che mi hai fatto prendere uno spavento!'
'tranquillo, ora arrivo'
riattaccai e ricacciai indietro le lacrime.
i lividi che avevo sulle braccia erano facili da coprire, ma per quelli sul collo avrei avuto qualche problema.
mi ricomposi e mi incamminai verso casa. cercavo di stare il più possibile vicino alle persone, non volevo camminare più da sola.

arrivai a casa e mi venne ad aprire mio padre non appena levai il dito dal campanello.
'su vieni che ho avuto un infarto quando sono entrato a casa e non c'eri'
Mi disse con il tono più dolce che aveva.
mi sforzai di non piangere e per miracolo riuscii a trattenere le lacrime.
mi sbrigai ad andare in camera per cambiarmi.
mi buttai sul letto e non riuscivo a vedere altro che quegli occhi verdi di ghiaccio. 
mi rivedevo l'episodio dell'accaduto centinaia di volte e non riuscivo a togliermelo dalla testa.
saltai il pranzo perchè mi addormentai, feci un incubo e mi svegliai urlando.
sentii mio padre correre per le scale e cercare di aprire la porta chiusa a chiave.
'Laura? Laura stai bene cosa è successo?'
'sto bene, è stato solo un incubo'
urlai per farmi sentire dall'altra parte della porta.
'Apri la porta, fammi entrare'
mi alzai velocemente e presi una felpa a maniche lunghe sistemandomi il cappuccio intorno al collo in modo da nascondere i lividi.
aprii la porta e mio padre si precipitò in stanza.
'è tutto apposto?'
fece per abbracciarmi, chiusi gli occhi e cercai di resistere ma mi scansai.
' cos'hai laura?'
'niente, è solo che sono molto stanca. sai il viaggio e tutto... se esci mi riposo un po''
mi guardò interrogativo e usci dalla stanza.
ogni volta che chiedevo gli occhi rivedevo quel ragazzo davanti a me.
erano le quattro di pomeriggio, il giorno dopo era lunedì e sarei dovuta andare a scuola.
andai verso l'armadio e dopo aver spostato i miei vestiti dalle valige e dalle scatole scelsi gli abiti adatti da mettere il giorno dopo che fossero in grado di nascondere le mie braccia e il collo.
trovai un maglioncino marrone che mi copriva a perfezione e dei jeans stretti.
'Esco un attimo, devo assumere persone al negozio e ho dei colloqui torno tra un paio d'ore'
sentii mio padre che usciva un altra volta.
Quando tornò era sera ed era stato via più di un paio d'ore.
'scusami, ma i colloqui sono andati per le lunghe'
si giustificò sbuffando e sedendosi sul divano.
'sai papà, prima pensavo alla mamma. mi manca davvero tanto'
dissi con un aria triste mentre guardavo la sua foto incorniciata sul comodino.
'lo so tesoro, manca anche a me'
ci aveva lasciati tre anni fa in un incidente stradale, mi sarei data sempre la colpa per l'accaduto: si era distratta perche' stavamo litigando, io volevo andare a tutti i costi ad una festa la sera dopo ma lei non mi ci voleva mandare. tutto per una stupida festa.
'so cosa stai pensando, ma devi smetterla di darti la colpa di quello che è successo'
mi guardava negli occhi ma mio dovetti distogliere lo sguardo.
'tesoro cos'hai fatto qui...?'
mi toccò con un dito lo zigomo, avevo un livido.
'prima ero distratta e per entrare in camera ho sbattuto contro la porta'
cercai una scusa plausibile ma non era proprio la migliore.
'oh ok, la prossima volta sta più attenta'
sorrise e si alzò per andare a mangiare. 
io lo salutai e andai a dormire visto che il giorno mi sarei dovuta alzare presto ed ero ancora sotto shock.
con tutte le mie forze provai a dormire, nonostante l'immagine fissa di quel ragazzo. mai come quella sera non vedevo l'ora che fosse giorno per non chiuderè gli occhi.

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Capitolo 2
*** -(Capitolo 2) Let me go. ***


- Let me go.  
Capitolo 2


La mattina dopo mio padre mi venne a svegliare e quando si sedette sul letto si accorse di alcuni lividi sul braccio

'ma cos'hai fatto qui?'mi abbassai subito la manica del pigiama.
'non so, avrò sbattuto. comunque ora devo vestirmi'
mi alzai e gli aprii la porta, lui mi guardò un attimo e poi usci.
mi vestii come avevo deciso il giorno prima e dopo essermi lavata e truccata mi feci accompagnare da mio padre a scuola.
quando arrivammo la prima Campanella era suonata cosi entrai subito.
mi fermai in segreteria per prendere il foglio con gli orari e le aule delle diverse materie.
la prima materia era biologia all'aula 12. la classe era molto diversa da quelle italiane: c'erano dei banchi alti attrezzati di microscopi ecc. con dei panchetto alti per sedie.
mi sedetti su un posto libero vicino ad una ragazza mora.
'ciao, sei la nuova ragazza?'
mi fece un gran sorriso, anche solo da una frase come questa mi era sembrata subito amichevole.
'si, piacere sono laura'
Le porsi la mano con un gran sorrisi a mia volta.
'io sono padge'
disse stringendomi la mano, aveva una voce acuta proprio da classica ragazza inglese.
'sei carinissima con gli occhi azzurri, bionda e la carnagione chiara, sembri una barbie. Posso chiamarti barbie?'
mi bloccai, 'barbie' era come mi avevano chiamato ieri quei ragazzi.
le parole mi si erano spezzate in gola e i ricordi del giorno precedenti erano riaffiorati come se fosse successo due minuti prima.
ero ferma, immobile a guardare un punto del banco.
'laura? è tutto ok? che è successo?'
ebbi un tremolio, poi mi riguardai in torno e mi ripresi.
dovevo parlarne con qualcuno, tenere tutto dentro mi stava uccidendo. ma non potevo, a chi potevo dirlo? a mio padre? Non se ne parla. ad una ragazza di cui conoscevo solo il nome? Non direi proprio. mi venne in mente il ragazzo che mi aiutò. è vero, di lui sapevo solo il nome ma era l'unico che sapeva cosa era successo.
guardai Paige che era vicino che aveva un espressione preoccupata, ma appena spostò lo sguardo sulla porta arrossii e sorrise timida.
'scusami, chi è entrato?'
mi girai e vidi che era liam, il cuore accellerò i battiti.
si avvicinò al mio banco e padge era diventata imbarazzatissima.
'hey, come stai?'
mi chiese con dolcezza.
'sono ancora scossa ma meglio di ieri' cercai di sorridere, la mia compagna di banco rimase quasi delusa quando vide che non si era avvicinato per lei.
stava per andarsene ma lo fermai prendendogli la mano, a quel tocco sentii come una scarica, ma leggera e piacevole.
'liam, io... dopo avrei bisogno di parlarti..'
il ragazzo fece un sorriso apprensivo
'certo, quando vuoi'
'dopo scuola? ci vediamo qui fuori'
'ok perfetto'
quando se ne andò mi accorsi che gli stavo tenendo la mano e mollai la presa.
'tu conosci liam payne?'
era quasi sorpresa, anzi proprio sorpresa.
'beh... diciamo di si'
'è il ragazzo più bello dell'aula 12'
'solo dell'aula 12? uaau'
'nel senso che è molto carino, moolto carino, ma in confronto al ragazzo più bello della scuola non ci sono paragoni'
'e chi sarebbe il ragazzo più bello della scuola?'
'Harry styles, te lo farò vedere a pranzo'
non nego che liam era molto carino, infatti ero proprio curiosa di sapere chi fosse in grado di superarlo visto che non avevo idea di chi fosse harry styles.
Il professore entrò in aula: era un uomo alto, con un paio di baffi e gli occhiali da vista.
guardò velocemente l'appellò strusciandoci il dito sopra man mano che scendeva.
si fermò verso l'inizio.
'Laura... Bacheca?'
'sono qui'
dissi alzando la mano per farmi vedere.
'ti va di presentarti alla classe?'
me lo chiedeva come se avessi avuto scelta. mi girai dalla parte della classe
'mi chiamo laura, ho diciassette anni e vengo da Milano in Italia'
'perfetto possiamo continuare la lezione..'
misi i gomiti sul banco e le maniche mi si ritirarono un po'
'cos'hai fatto qui?'
mi chiede Paige guardando i miei lividi
'oh niente, sono andata a sbattere contro la porta'
cercai di renderlo credibile facendo una risatina imbarazzata
'E liam? ha un po' di sangue sul sopracciglio'
mi girai a guardarlo, si era molto carino.
'non so'
'signorina haley potrebbe evitare di distrarre la nostra nuova arrivata?'
'certo mi scusi'
ci rigirammo e ci concentrammo sulla lezione.
le ore dopo andarono lisce, le avevo tutte con Paige.
all'ora di pranzo andammo insieme a mensa e mi fece conoscere i suoi amici.
'io sono jennifer'
una biondina mi porse la mano amichevolmente, ricambiai la stretta presentandomi.
poi c'erano due ragazzi di nome drew e wesley.
il primo era biondo con gli occhi chiari, il secondo castano con gli occhi marroni.
stavamo pranzando quando Paige mi chiamò tutta eccitata.
'Laura è lui Harry Styles' 
Mi voltai e rimasi per un attimo sconvolta, bloccata.
quegli occhi, quella faccia.
avevo fatto di tutto per dimenticarla e per togliermela dalla mente ed ora era li un altra volta.
'non trovi che con quei tatuaggi sia cosi sexy? anche i suoi amici, sono cosi belli'
aveva un sorrisetto quasi da bambina, mi chiedevo se fosse a conoscenza del loro 'hobby'.
'devo parlare con liam.'
mi guardavo intorno per cercare di vederlo
'se lo vuoi è lì'
la ragazza bionda mi indicò un tavolo e vedi subito liam con uno dei suoi gran sorrisi scherzare con i suoi amici.
'tornò subito'
mi alzai e velocemente mi diressi verso liam.
'Laura ciao vuoi sedetti con noi?'
'no grazie, avrei bisogno di parlarti'
'oh.. Ok'
si alzò e mi segui fuori.
quando mi accertai che non i fosse nessuno iniziai
'quei ragazzi, quel ragazzo studia qui?'
'si'
Liam aveva lo sguardo basso sui suoi piedi.
'ok, basta devo passarci oltre. non parleremo mai più di quello che è successo.'
avevo le mani tra i capelli
'va bene, ma se per qualsiasi cosa ti succedesse qualcosa o dovessi avere qualche problema chiama ok?'
mi accarezzò il braccio e sentii ancora quella piccola scossa piacevole.
tornammo in mensa e cercai di guardare sempre dritto davanti a me visto che il tavolo di quei bastardi mi era dietro.
per spontaneità mi voltai verso di loro, non volevo farlo.
vidi che il ragazzo riccio si stava alzando guardandomi, cercai di camminare velocemente verso il mio tavolo ma mi raggiunse prima.
mi strinse forte il braccio e stavo per urlare ma mi si avvicinò all'orecchio
'se urli giuro che stringo così forte da rompertelo il braccio, ora sorridi e fa finta che ti abbia detto qualcosa di divertente'
lo guardai e vidi che faceva finta di ridere, quegli occhi.
feci come aveva detto, avevo paura e avevo letto da qualche parte che se qualche maniaco ti diceva di fare qualcosa dovevi fare come dice.
sempre tirandomi dal braccio mi portò dietro la scuola.
'cosa vuoi ancora? mi sembra che ieri ti sei divertito con i tuoi amici no??'
mi teneva ferma al muro dalle spalle, mi sembrava di rivivere la storia della giornata prima.
'si, ma qualcosa in te mi ha attratto'
aveva una voce calda e rilassata, io stavo morendo per la seconda volta.
mi prese il foglietto degli orari dalla tasca dei jeans, lo guardò e sorrise divertito.
'Ma guarda, abbiamo chimica e tecnologia insieme'
'io non voglio avere più niente a che fare con te!'
'vedi sbagli, perche' qui si fa quello che voglio io. e sai cos'è che voglio? te'
mi affondò un unghia nella carne le braccio e soffocò il mio grido di dolore con un bacio violento e forte.
'questo è perche' tutte le volte che guarderai la cicatrice ti ricorderai che sei mia'
me lo disse con il suo naso attaccato al mio, ''ero sua''.
ero lì, accucciata al muro a piangere.
volevo solo svegliarmi da quell'incubo.
la Campanella dell'ora successiva al pranzo era finita, non riuscivo ad alzarmi per quanto ero scossa ma mi feci forza e andai verso l'aula 14 a chimica, dove c'era anche harry.
entrai nella classe, lui non c'era ancora. mi sedetti in uno degli ultimi banchi in fondo alla classe che era ancora libero e poi eccolo: era sulla porta a cercare qualcosa.. o meglio qualcuno.
delle galline cercavano di farsi notare in tutti i modi da quel ragazzo cupo e misterioso che le attraeva cosi tanto.
provai a far finta di cercare qualcosa dentro lo zaino per non farmi vedere da lui ma fu inutile.
si avvicinò e si sedette nel posto vuoto vicino al mio.
dinuovo quella sensazione... 

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Capitolo 3
*** -(Capitolo 3) I cant. ***


- I cant.
Capitolo 3

anzi no, non provavo più paura quando si avvicinava.
'cosa c'è ancora? vuoi lasciarmi altro? ho lividi e graffi ora cosa vuoi?'
ero stranamente tranquilla, riuscivo a tenere la voce ferma senza neanche tanti sforzi.
'non posso stare vicino a te come una qualunque persona?'
'styles e bacheca finitela di disturbare la classe!'
tuonò il professore di chimica.
'mi scusi'
era la prima volta che sentivo la voce di harry senza malizia o cattiveria.
'comunque..'
proseguì a voce più bassa
'tu ora sei mia e devi stare con me, sempre'
'e chi ti dice che io ci voglia stare con te? dopo quello che mi hai fatto hai il coraggio di impormi di essere tua?'
era assurdo, non ero un cane con un padrone!
'non me lo dice nessuno, infatti non hai scelta sei mia e basta'
'tu sei totalmente fuori di testa'
'lo sono andato da quando ti ho visto e ti ho toccata: non riesco a star lontano da te ma non mi basta esserti vicino, ho un incontrollabile voglia di farti mia'
'il tuo è un rapporto malato, è tutto nella tua testa!'
'no, io ho BISOGNO di te'
'finiscila, non sai quello che stai dicendo'
'si invece, non riesco a non pensare a te'
'stai delirando, davvero'
'perché non capisci che è questo che provo? la prima volta che ci siamo incontrati..'
'in un modo un po' spiacevole' 
lo interruppi, mi guardò e poi proseguì
'... quando ti ho toccato è come se avessi ricevuto una piccola scossa, ma era una sensazione piacevole'
aspetta un momento, era la stessa cosa che avevo provato io quando avevo toccato la mano di liam qualche ora prima.
'qualsiasi cosa provi o hai provato, io non sono tua e voglio stare il più alla larga possibile da te e dai tuoi amici sappilo'
ero decisa nel lasciarmi tutta la vicenda alle spalle e la sua stupida ossessione per me non me lo avrebbe impedito. 
'forse non hai capito che qui sono io che comando e tu ora starai con me, agli occhi di tutti saremo la classica coppietta perfetta: il ragazzo più bello della scuola con la nuova arrivata molto bella. questo è quello che vedranno gli altri, ma la vera storia che ci sarà tra noi sarà molto diversa'
'perché proprio io?'
'non è colpa di nessuno se scateni questo effetto in me'
chiusi gli occhi e sprofondai la faccia tra le mie braccia conserte sopra al banco.
sentii la mano di Harry toccarmi il ginocchio, gli ci diedi uno schiaffo
'almeno non qui..'

quella di chimica era l'ultima lezione della giornata, quando uscii dalla classe Harry mi tirò a sé e mi sussurrò 'ricorda che ora sei mia'
mi scostai per guardarlo e vidi che si stava avvicinando ma io mi voltai e iniziai a camminare per la mia strada.
incontrai Paige che mi bloccò
'hey a pranzo sei sparita e in aula di chimica ti trovo accanto a Styles, non avete smesso di parlare un attimo! cos'è successo?'
aveva un espressione curiosa accompagnata con una risatina.
mi sforzai di ridere
'niente, abbiamo solo parlato'
'si certo come no'
mi girò intorno e poi se ne andò.
continuai a camminare verso l'uscita ma un altra mano mi fermò, sta volta era Liam.
'ho visto che prima Harry ti ha portato fuori, stai bene?'
disse mentre mi dava un occhiata veloce per il corpo.
'si, sto bene'
mi passò il pollice sull'unghiata che avevo sul braccio
'e questa cos' è?'
'non è niente sto bene!'
cercai di coprirla con la maglia, mi guardava preoccupato
'se ti fa del male, dimmelo, davvero!'
mi sentii due mani sulle spalle e poi la voce calda di Harry
'ha detto che sta bene ok?'
liam guardò prima lui è poi me
'ok, ma se le fai del male io..'
'tu cosa?..'
tolse le mani dalle mie spalle, mi passò davanti e mi scanzò con il braccio, poi continuò
'.. chiami la polizia? mi picchi? ma fammi il favore'
fece una risata
'dico solo che devi lasciarla stare, lei non ti vuole!'
Harry si girò verso di me 
'allora? non mi vuoi?'
aveva un espressione dura, era ovvio che la mia risposta doveva essere solo quella che lui voleva sentire.
gli passai davanti per parlare con Liam
'io..'
feci un respiro
'.. sto bene con lui, sul serio'
non era vero, l'unica cosa che volevo era stare il più lontano possibile da lui ma non potevo, avrei solo peggiorato le cose.
'se è questo quello che davvero vuoi, va bene'
mi toccò il braccio in segno di saluto e se ne andò.
Harry venne davanti a me e mi ritoccò dove prima mi aveva accarezzato Liam, come a far vedere che solo lui poteva lasciare impronte su di me.
'era necessario entrare in un discorso che stavo facendo io con una persona?'
'casa tua è libera oggi pomeriggio?'
cambiò subito discorso come se non gli interessasse.
'si perché?'
Dissi urtata
'sono a casa tua alle 18.'
non disse altro e se ne andò.
Non volevo che entrasse in casa mia.

Tornai a casa mia e mi buttai sul divano. erano le 16.46 e tra meno di due ore sarebbe venuto a casa mia.
squillò il telefono, era mio padre.
'tesoro, torno a casa domani sera sono impegnato e devo andare a Liverpool per ritirare delle cose di lavoro. stai attenta mi raccomando'
no, non poteva lasciarmi da sola in quel momento.
mi guardai l'unghiata sul braccio e la toccai con il dito
'o-ok, allora ciao'
riattaccai sconvolta: ero sola e se Harry mi avesse fatto DAVVERO del male pesantemente come avrei fatto? chi mi avrebbe aiutato se non mio padre? stavolta avevo paura paura.
suonarono al campanello e andai ad aprire.
'ciao laura'
era liam con uno sei suoi gran sorrisi.
'liam, cosa ci fai qui?'
'hai lasciato il quaderno di biologia sul banco e ho letto il tuo indirizzo. te l'ho riportato e l'ho usato come pretesto per parlarti. posso entrare?'
'certo'
mi levai da davanti la porta e gli feci strada verso il divano.
'dimmi'
dissi sorridendogli
'sai perché sono qui, so che non va bene con Harry'
'davvero liam, è la mia vita ed io sto bene cosi, sul serio'
Harry non c'era quindi avrei potuto tranquillamente dirgli tutta la verità, ma nonostante questo non volevo.
'Laura..'
mi mise la mano sul ginocchio
'.. di me puoi fidarti'
aveva gli occhi più dolci e apprensivi del mondo.
trattenni il fiume di parole che volevo dire dentro e dopo qualche istante risposi
'davvero, se avrò problemi te lo dirò'
feci un sorriso tirato
'ok'
mi fece uno sei suoi sorrisi più dolci e mi accarezzò il viso con una mano.
si stava avvicinando al mio viso con il suo, mi baciò.
provavo una strana sensazione, avevo un formicolio alle dita così scossi la mano e liam si staccò per vedere cosa avessi.
io gli feci cenno con la testa che non era niente, e mi baciò ancora.
cosa stavo facendo.. harry si sarebbe incazzato da morire.
ma poi pensai 'tanto non lo verrà mai a sapere' e per un attimo mi tranquillizzai, poi suonarono ancora al campanello.
guardai l'ora: erano le 17.18, non poteva essere Harry.
mi alzai dal divano e andai nuovamente ad aprire la porta.
non doveva esserlo,

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Capitolo 4
*** -(Capitolo 5) I'm in love with the wrong person. ***


- I'm in love with the wrong person.
  Capitolo 5


Harry si sedette accanto a me.
'Vai via non è il momento'
Ignorando totalmente le mie parole si avvicinò e mi mise un braccio intorno alle spalle, io mi scansai.
Poi mi strinse forte cosi che non riuscissi ad andare via.
'stai con me'
disse appoggiandosi a me
'io non voglio te..'
si scostò per guardarmi in faccia.
'allora è cosi? preferiresti liam in questo momento?'
'probabilmente si, io non ho scelto te! sei tu che non mi hai dato alternativa e mi hai trattato come un oggetto, che posso essere solo tua!'
sembrava quasi offeso, di solito non lasciava mai che il suo viso mostrasse qualche emozione.
'che cos'ha lui che io non ho? perché lo preferisci a me?'
'e me lo chiedi? lui almeno non ha cercato di stuprarmi!'
abbassò gli occhi guardandosi i piedi
'lo so, abbiamo iniziato con il piede sbagliato ma..'
'non abbiamo solo iniziato, tu continui a trattati male come se fossi una bambola!'
'adesso basta..'
disse alzandosi spazientito
'..smettila di parlarmi cosi!'
'lo vedi? per un momento, uno. non potresti essere meno incazzato con il mondo?'
cosa diamine gli era successo per farlo diventare cosi?
'basta, davvero smettila'
aveva i pugni serrati come a contenersi dalla rabbia.
'smettila tu di essere cosi'
mi alzai e rientrai in casa.
mi sentii prendere da dietro ed Harry mi mise contro il tavolo della cucina stringendomi tra il collo e il mento.
'tu non mi parli cosi va bene?!'
mi teneva cosi stretta che non riuscivo a muovere la bocca.
sempre tenendomi stretta mi sollevò e mi mise sopra il tavolo baciandomi il collo.
mi calò i legghins e mi infilò una mano dietro al sedere stringendo.
si levò i jeans e si avvicinò ancora di più a me.
mi sfilai dalla sua presa e scesi dall'altra parte del tavolo correndo fino al bagno, mi ci chiusi perché ne avevo abbastanza di lui per quel giorno.
'ci risiamo, sta volta la porta la butto giù davvero'
sentivo la sua voce mentre si avvicinava dal corridoio.
'no, voglio solo essere lasciata in pace per cinque minuti va bene?!'
ero seduta per terra appoggiata con la schiena alla tazza del gabinetto con la testa tra le mani.
'conto fino a tre e se non esci, entro io di forza'
mi alzai
'uno... due... tre!'
aprii la porta ed Harry entrò di tutta velocità schiantandosi al muro parallelo alla porta, non potei farne a meno e mi scappò una risata.
mi guardò, poi guardò la porta e scoppiò a ridere anche lui.
era la prima volta che lo vedevo con un sorriso vero, senza malizia, ed era davvero bello.
'Harry, anche se non fossi entrato sarei uscita da sola di mia spontanea volontà perché... mi stai facendo uno strano effetto. quando ero qui da sola sentivo quasi un vuoto e quando sei entrato è come se si fosse riempito. sei riuscito a farmi TUA.'

la mattina dopo mi svegliai con harry vicino e non potei fare a meno di sorridere, ma appena mi resi conto perché avevo un sorriso da ebete stampato in faccia mi imposi di tornare seria.
il suo braccio mi riportò a se.
'Harry mi devo preparare per andare a scuola'
mi liberai dalla sua presa e mi alzai.
'oggi non ci andiamo'
aveva un tono di voce ancora addormentato.
'No io devo andare per forza'
andai in bagno a prepararmi e dopo aver fatto colazione uscii, anche Harry venne alla fine.
salimmo in macchina e poco dopo arrivammo a scuola.
appena varcammo l'ingresso Harry mi prese la mano, cercai di levarla ma stringeva cosi forte da rendermelo impossibile.
tutti ci guardavano e questa cosa mi metteva a disagio, al contrario di Harry che ormai era abituato ad avere gli occhi addosso.
mi accompagnò fino all'aula di scienze
'sai, quando fingi sei quasi dolce'
'gli altri devono vedere questo, sai che io non sono cosi'
mi diede un bacio a stampo e andò verso la sua classe al suono della Campanella.
entrai in aula e mi sedetti vicino a Paige.
'hai capito la nuova arrivata su chi ha fatto colpo!'
feci un sorrisino tirato.
'allora? com'è? cioè com'è stare con lui?'
era curiosissima, ma la verità era che non c'era niente di bello.
'com'è.. è una cosa normale!'
ridemmo e venimmo interrotte dall'ingresso del professore in classe.

per tutta la lezione ricevetti occhiate dalle persone che erano nell'aula.
appena sentii la Campanella uscii per evitare le domande curiose di Paige, ma fu inutile visto che andai contro liam e anche lui mi avrebbe fatto delle domande.
'Laura! com'è finita con...'
vidi che aveva un occhio nero dal pugno di Harry.
non volevo dirgli più niente di vero, volevo che credesse alla falsa a cui tutti dovevano credere.
'bene, sono riuscita a calmarlo e a dirgli che non era successo niente'
se mai ci fossi riuscita credo che avrei ricevuto un premio o una statua.
'e per te..? non è successo niente tra di noi?'
sospirai.
'non lo so, insomma hai visto come ha reagito Harry quando ti ha visto a casa..'
'io ho chiesto cosa hai provato'
mi interruppe.
'Harry'
'perché parli sempre di lui? stiamo parlando di noi adesso!'
'no, sta arrivando Harry!'
'ancora tu?'
si rivolse a Liam guardandolo da dietro, quest'ultimo si girò per guardarlo in faccia.
'sto solo parlando con lei che problema hai?'
'il mio problema sei tu..'
lo prese per il collo della maglietta e lo sbatté agli armadietti.
'.. perché lei ti preferisce a me? perché, cos'hai in più di me?'
gli stava urlando contro, per fortuna la campanella era già suonata quindi in corridoio eravamo soli.
'ancora con questa storia? la vuoi piantare?'
cercai di prendere Harry a spinte per allontanarlo da Liam.
Finalmente lasciò la presa e lo convinsi ad entrare in classe allontanandosi da Liam.
'la prossima volta che ci rivedrò insieme, finirà molto peggio di così.'
dopo aver detto cosi entrò in classe lasciandomi lì sulla porta.
lo guardai mentre camminava verso il suo banco e si sedeva, poi entrai anche io quando mi fece cenno spazientito di andare vicino a lui.
'non puoi comandarmi come se fossi un cane!'
sussurrai ad Harry, la lezione era già iniziata.
'si che posso, se mia e faccio quello che voglio con te'
ancora con questa storia che ero sua.
alzai gli occhi al celo sbuffando, poi lo guardai.
'per quanto ancora dovrà andare avanti questa storia?'
'fino a quando voglio io.'

dopo la lezione andammo a pranzo, DOVETTI sedermi vicino a lui per continuare la nostra recita davanti agli altri.
quando fingeva era dolce, simpatico, insomma quasi il ragazzo perfetto.
ridevamo e scherzavamo, era così carino con me.
mi stavo innamorando dell'Harry sbagliato, di quello che non esiste.
smisi di sorridere per quel pensiero.
'cos'hai?'
mi chiese con la sua dolcezza piena di falsità.
'niente, devo... andare un attimo in bagno, scusa'
mi alzai sbadatamente e andai verso il bagno.
Mi guardai allo specchietto appeso ad un chiodo sul muro dopo essermi sciacquata la faccia.
Sentii la porta aprirsi, era Paige.
'Siete carinissimi state troppo bene insieme!'
disse abbracciandomi
la falsa stava andando bene a quanto pareva.
'mh ok'
ero nervosa e non avevo voglia di stare lì a parlare di questa storia.
anche se sono stata scortese non mi interessava, così passai oltre e uscii dal bagno.
tornai al tavolo con Harry, quando fingeva mi piaceva stare con lui.
Appena mi sedetti mi fece un largo sorriso, evidenziava le fossette sulle guance che lo rendevano dolce, in netto contrasto con il suo vero carattere.
l'unica cosa che era come il suo carattere erano i tatuaggi, davano proprio l'idea di quello che era davvero.
Suonò la campanella e raggiungemmo l'aula per mano, da classica coppietta "innamorata".

il pomeriggio quando fui a casa da sola ero davanti alla tv, mi arrivò un messaggio di Harry: 'arrivo a casa tua tra dieci minuti, sai per cosa.'
ecco il vero Harry: lo stronzo maniaco del cazzo.
gli risposi: 'oggi no, per cinque giorni dovrai farne a meno. ho le mie cose da donna, capisci a me.'
per la prima volta ero felice di avere il ciclo.
bussarono alla porta e andai ad aprire, era Harry.
'e questi sarebbero dieci minuti?'
aveva il cellulare in mano, aveva ricevuto adesso il mio messaggio.
'che cazzo'
'non è colpa mia, cerca qualcun altra tanto ti stanno tutte sotto i piedi'
'no, voglio te le altre non mi interessano'
'devo prenderlo come un complimento o una frase dolce?'
'prendili un po' come ti pare'
e riecco l'Harry stronzo..
'va be che devi fare entri o vai via?'
eravamo ancora sulla porta.
'a questo punto entro, due mani e una bocca ce le hai comunque no?'
aveva un sorrisetto malizioso e divertito, che schifo cazzo.
'ma te le fai, le mani ce le hai anche tu eh!'
scoppiò a ridere, io non ci trovavo proprio niente di divertente.
'scherzo, mi fai entrare ora?'
mi scansai in modo di lasciare libero il passaggio.
'comunque non puoi stare qui tanto tempo oggi, tra poco torna mio padre'
'e tua madre?'
disse dando un morso a una mela che aveva preso dalla fruttiera sul tavolo.
abbassai gli occhi.
'cosa c'entra adesso?'
'parli sempre di tuo padre, dov'è tua madre?'
feci un respiro.
'mia madre è morta anni fa in un incidente'
'e questi?'
mi passò un dito sul braccio, c'erano delle cicatrici.

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Capitolo 5
*** -(Capitolo 4) I'm yours. ***


- I'm yours.
  Capitolo 4


'Ehi, ho anticipato perché sono potuto venire prima, fammi entrare'
Rimasi immobile, quando avrebbe visto Liam non so come avrebbe reagito.
'Cos'hai? ...'
Vidi che sbarrò gli occhi dopo aver guardato dietro di me.
'Che cazzo ci fa lui qui?!'
Entrò dandomi una spallata, era furioso.
'Perché sei qui?!'
'N-no Harry era qui per portarmi il quaderno di...'
Lo presi ma Harry me lo strappò dalle mani e lo buttò con forza a terra.
Andò da Liam e gli assestò un pugno in faccia, poi ancora un altro.
'No! Fermo! Smettila Harry!'
Lo prese e lo spinse fuori di casa.
'Vai via da qui!'
Disse sbattendo la porta.
Si voltò verso di me e con passo deciso si avvicinò bloccandomi al muro.
Mi teneva ferma per le spalle e intanto mi urlava a due centimetri dalla faccia.
'Per quale cazzo di motivo era qui?! Che cosa voleva?! Tu sei mia e basta!'
Cercavo di girare la faccia di qua e di là, mi diede uno schiaffo.
'E guardami quando ti parlo!'
'Sei un mostro!'
Riuscii a divincolarmi dalla sua stretta e corsi in camera.
Sentivo i suoi passi pesanti salire per le scale.
'Apri questa cazzo di porta!'
'Lasciami stare!'
'Giuro che la sfondo!'
Per non aggravare la situazione uscii e non appena misi piede fuori Harry mi prese e ribloccò al muro.
'Non andare mai più via da me..'
Era più calmo e la sua voce era un sussurro.
Mi accarezzò la guancia arrossata per il suo schiaffo e iniziò a farmi dei baci sul collo.
Provavo ad allontanarlo ma mi teneva le braccia ferme.
Mi baciò e mise forzatamente la lingua dentro la mia bocca, provai a tenerla chiusa ma non ci riuscii.
Mi lasciò solo per prendermi e portarmi giù per le scale fino a distendermi sul divano.
Continuava a baciarmi.
'No Harry a questo non ci sto'
'Non devi starci sai che lo farò con o senza il tuo consenso'
Mi sfilò la maglietta e i jeans, poi si abbassò i pantaloni e avvicinandosi di più entrò dentro di me con una spinta forte e decisa.
Mi uscii un gridolino di dolore e piacere.
Provavo una sorta di bruciore piacevole.
Cercavo di spingerlo via da me ma il suo peso era troppo. 
'Adoro questa sensazione di quando ti faccio mia'
Affondò ancora dentro di me è continuò.
Dopo un po' le spinte erano sempre più deboli, scivolò un ultima volta dentro di me prima di alzarsi e rivestirsi.
Salii in camera e mi misi dei legghins con una felpa larga, mi sedetti un attimo sul letto.
'Che situazione'
Dissi con la faccia tra le mani.
Scesi e tornai in salotto.
'Vieni dobbiamo andare in un posto'
Uscì di casa e lo seguii.
'Dove?'
'In un posto'
Salimmo nella sua macchina nera e accese il motore.
'Harry, io non volevo farlo..'
'Qui si fa quello che voglio e dico io, ancora non è chiaro?'
Sospirai, non ero la sua cazzo di bambola!
Dopo qualche minuto arrivammo davanti a una casa e scendemmo dall'auto.
'È la casa di Louis'
Disse mentre bussava.
Non ricordavo bene chi fosse, ma quando venne ad aprire lo associai.
Entrammo e gli altri due ragazzi si stavano passando... dell'erba.
'Ciao ragazzi, lei è Laura ci ricordate?'
'E come dimenticare..'
Disse con un sorrisetto il ragazzo con la carnagione più scura.
'Ehi vuoi?'
Il ragazzo biondo mi stava passando una canna.
'No grazie'
'La prendo io'
Harry mi scansò e la prese, dopodiché andò in un altra stanza con Louis tornando quasi subito. 
'Questi sono due grammi poi domani te ne do altri'
Harry prese una bustina dove c'era del tabacco e dell'erba.
'Perfetto sono anche in un giro di droghe potrebbe andare peggio?'
Pensai tra me e me.
'Andiamo'
Seguii Harry fino all'uscita e tornammo in macchina.
Durante il ritorno c'era un silenzio di ghiaccio che interruppi.
'Prima ho detto che non volevo ma non mi hai lasciato finire, mi fai paura Harry, ma c'è anche qualcosa in te che mi... affascina. Se avessi pienamente voluto adesso non sarei qui, probabilmente vi avrei già denunciato ma non è così.'
'Il nostro giro non dovrà saperlo nessuno capito?'
'Si..'
'Comunque quando torna tuo padre?'
'Domani sera...'
Mi pentii subito di avergli dato quella risposta, probabilmente si sarebbe autoinvitato anche domani!
'Perfetto allora stanotte sto da te'
eeh? No, non ci eravamo capiti.
'Che cosa scusa?'
'Si, dormo da te'
'No, non puoi'
'Si invece, è cosi basta'
Arrivammo a casa ed ero turbata, non volevo che stesse da me.
'Dove la metto questa?'
Agitò la bustina con la droga.
'Vieni'
Salimmo le scale e andammo in camera mia, mi guardai in giro e gli lanciai il cuscino.
'Mettila lì'
Infilò la sostanza nella federa e lo rimisi a posto.
'Stanotte sto con te..?'
Mi si avvicinò, io mi staccai e scesi le scale uscendo dalla porta, mi sedetti sulle scale del portinato, volevo stare un po' da sola.
Sentii la porta aprirsi alle mie spalle, sbuffai.

 

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Capitolo 6
*** -(Capitolo 6) What is the real Harry? ***


- What is the real Harry?
  Capitolo 6


'ma cos'è un interrogatorio?'
ritirai le braccia e mi misi le mani in tasca.
'ti ho fatto una domanda'
mi guardai i polsi.
'il gatto..'
'non hai un gatto'
'si, hai capito benissimo cosa sono!'
mi guardò negli occhi
'..perché?'
'la mia vita non è facile: devo spostarmi una volta all'anno per il lavoro di mio padre, mi manca mia madre e dove sono stata qualche anno fa mi prendevano in giro per il mio peso, così diventai bulimica. adesso sai la storia della mia vita contento?'
perché glie l'avevo detto? mi ero aperta per la prima volta su questo argomento con lui...
si alzò una manica della felpa, tra i tatuaggi si vedevano delle cicatrici.
'anche io non ho avuto esperienze facili, è per questo che ora sono.. così. cresciuto senza i genitori e contornato da cattive amicizie, come Niall Zayn e Louis, è da tanto tempo che siamo amici ed è a forza di stare con loro che ora sono come mi vedi.
faccio quello che ti ho fatto la prima volta che ci siamo incontrati perché volevo di nuovo una sensazione di divertimento, felicità... ed ora sono così ossessionato da te perché solo tu mi hai fatto riprovare queste emozioni dopo tanto tempo.''
ora finalmente capivo il perché di quella rabbia, di quello "stile ribelle".
mi arrivò un messaggio: 'ciao tesoro, tra cinque minuti sono a casa. 
-Papà.'
'Harry, devi andare'
'no, perché?'
'sta arrivando mio padre'
mi alzai dallo sgabello della cucina e spinsi Harry fuori dalla porta.
'oh cazzo è lì!'
vedevo la sua macchina che veniva verso casa.
spinsi Harry verso la sua macchina nera, mi guardò malissimo.
'non fare mai più così, oggi passi perché c'è tuo padre, ma la prossima volta non sarò così gentile. Comunque aspetto qui fuori, poi esci andiamo a fare un giro'
accese il motore e si allontanò di poco con l'auto.
nel frattempo mio padre parcheggiò ed entrò in casa.
'Ciao papà, è andato tutto bene?'
chiesi nervosa pregando in greco che non si fosse accorto di Harry.
'Si, tutto benissimo.. hai visto quella macchina?'
'No... Cioè si, era un mio compagno di scuola... studiamo insieme'
'Oh ok, bene sono contento è una bella cosa...'
'adesso esco un attimo con lui dobbiamo andare a comprare... il materiale per scienze'
trovai la prima scusa plausibile e uscii.
'perché ci hai messo tanto?'
'dovevo spiegargli perché uscivo no? Va be.. dove dobbiamo andare?'
'Non lo so in giro'
iniziò ad incamminarsi verso il parco.
'il parco? scherzi?'
Cos'era questo improvviso scatto da ragazzo normale e romantico?
'Una passeggiata dove la vuoi fare sull'autostrada? Devo dirti una cosa... vieni'
mi avvicinai mentre Harry stava attraversando la strada.
Arrivammo nel parco, facemmo una passeggiata e mentre camminavamo mi prese la mano.
'Qui non c'è nessuno di scuola, non devi fingere di essere il ragazzo perfetto'
'Non sto fingendo infatti'
rimasi un attimo colpita da quella risposta: era la prima volta che mi prendeva dolcemente per la mano invece che brutalmente per il braccio. Ci incamminammo verso una pizzeria che si trovava subito accanto al parco per cenare. Abbiamo iniziato a parlare e a ridere. Era come un'altro Harry, quello falso, quello che mi piaceva. Dopo cena tornammo nel parco.
'Perché non sei sempre così?' 
gli dissi, era strano, diverso.
Lui abbassò lo sguardo e cambiò discorso. Iniziammo a parlare delle cose più stupide e a ridere. 
Mi baciò. 
Mi era piaciuto, quasi quanto il bacio di Liam.
Mi stavo innamorando di lui ma sapevo che per lui era solo un gioco.
Poi c'era Liam, ero troppo confusa.
Ogni volta che stavo con Harry nella mia mente c'era sempre e comunque Liam, non mi ero dimenticata di quello che era successo tra di noi a casa mia.

Era tardi e stavamo tornando verso casa.
Stavamo attraversando la strada quando Harry mi spinse.
Stavo per dirgli 'che cazzo fai?' ma sentii una frenata d'auto, mi girai e vidi Harry che era li, disteso a terra con gli occhi chiusi e del sangue sulla fronte. 
chiusi per un attimo gli occhi incredula, li aprii e l'uomo che era alla guida della macchina era vicino ad Harry con le mani nei capelli.
sentii una strana fitta alla pancia e il cuore accellerò i battiti, respiravo affannosamente.
non sapevo cosa fare ma per istinto corsi verso di lui.
mi guardavo in torno, non sapevo che dire. 
ero... preoccupata. si, stavo provando preoccupazione e non avrei mai immaginato di provare questo con Harry.
presi il telefono e chiamai l'ambulanza ma quando venne il momento di parlare le parole mi si fermarono in gola, non ci riuscivo e presi a tremare.
l'uomo che guidava prese il telefono e parlò al mio posto, i paramedici sarebbero stati li tra poco.
ero nel panico non sapevo cosa dovevo fare, intanto anche mio padre usci.
'Laura è tutto ok?!'
'Hanno... investito Harry'
'Il tuo amico?'
diciamo di si... qualcosa più di un amico. 
dopo un po' arrivò l'ambulanza e chiesi a mio padre di andare subito in ospedale.
Salimmo in macchina e andammo dietro l'ambulanza.

Dopo qualche minuto arrivammo e mi sedetti su una sedia in sala d'aspetto.
passarono un paio d'ore e un dottore uscii fuori dalla stanza di Harry.
'Dottore, come sta?'
'Fortunatamente non ha sbattuto forte la testa quindi non ha lesioni gravi ma adesso è un po' stordito'
'Posso andare da lui?'
mi fece cenno di si con la testa e mi condusse verso la porta della stanza '116'.
Entrai e vidi che aveva gli occhi chiusi, quell'immagine mi fece venire un tremolio, un brivido.
Non avrei mai pensato di essere cosi preoccupata per lui.
Per sedermi vicino a lui feci troppo rumore e si svegliò.
Non gli diedi neanche il tempo di parlare e lo abbracciai forte.
'Potevi morire, mi hai fatto preoccupare non lo capisci?'
Mi scostai per guardarlo nei suoi occhi verde smeraldo.
'Preferisco esserci io qui invece di vederci te'
Scossi la testa.
'Perché...?'
Mi prese la mano.
'Quello che dovevo dirti è che..'
Abbassò gli occhi sulle nostre mani.
'Io ti...'
Sbuffò.
'Va be non è importante'
no, cosa voleva dirmi? 'ti...'?
stavo per chiedergli di finire la frase quando entrarono nella stanza Louis, Niall e Zayn.
Decisi di uscire, mentre varcavo la porta Zayn mi sfiorò e mi guardò. Andai da mio padre per tornare a casa.
Non spiccicai parola per il viaggio di ritorno, non avrei voluto incasinarmi con le parole e uscirmene con 'sai papà la prima volta che ci siamo incontrati era incorso uno stupro di gruppo su di me e lui era il leader.'
Appena varcai la soglia di casa sgattaiolai subito in camera e poi sotto le coperte.
sentii un rumore fastidioso provenire dal cuscino mentre mi muovevo, lo presi e dopo averlo scosso un po' cadde una bustina.
' cazzo, l'erba di Harry'
pensai. non potevo tenerla ancora, ma come avrei fatto? dovevo darla a Louis ma non potevo dargliela a scuola, non potevo neanche portargliela il pomeriggio perché mio padre l'avrebbe trovata prima.
Aprii leggermente la porta e in punta di piedi mi affacciai al corrimano delle scale per vedere dov'era mio padre.
Era tutto spento quindi doveva essere in camera.
Mi rivestii al volo e uscii prendendo le sue chiavi della macchina.
Avevo solo il patentino ma avevo fatto pratica con la sua macchina milioni di volte, se la polizia mi avesse fermato ero nella merda: con della droga e guida senza patente.
Mi ricordai la strada per andare a casa di Louis sperando che ci fosse.
Accostai e con qualche esitazione parcheggiai l'auto.
Dopo aver bussato un paio di volte mi venne ad aprire il ragazzo con la carnagione più scura, Zayn mi pareva si chiamasse.
'Guarda chi c'è qui, qual buon vento barbie?'
'Non un buon vento, tieni questa era di Harry ce l'avevo a casa'
tirai fuori dalla tasca la bustina con la droga dentro.
'Quant'è?'
'Non lo so, un grammo due non mi ricordo. Ora devo andare...'
mi afferrò il braccio impedendomi di camminare verso la mia macchina.
'Perché non ti fermi un po' con noi..?'
odiavo quel suo tono di voce perfido, malizioso.
'No senti è tardi non posso rimanere...'
'Bastano cinque minuti sai..'
uscì fuori tenendomi per il polso e facendomi indietreggiare fino a toccare con le spalle la macchina.
aprì la portiera e mi spinse dentro appoggiandomisi sopra.
'No, lasciami!'
cercavo di tirare calci ma andavano solo a vuoto nell'aria.
Iniziò a toccarmi dappertutto e mi strappò la maglietta.
'Oohw smettila di ribellarti tanto sai che non ci riesci a andare via'
Odiavo quel suo tono malizioso e cattivo.
Mi abbassò i pantaloni togliendomi anche l'intimo e avvicinandosi di più entrò dentro di me con una spunta forte.
Gridai un po' per il dolore e anche per la situazione.
Continuava spingere con foga e cattiveria, nonostante i miei schiaffi e calci lui continuava incurante.
Mi baciò con violenza e nello staccare la sua bocca dalla mia mi morse il labbro inferiore.
Diede un ultima spinta prima di allontanarsi di scatto da me.
Mi ritirai svelta su i pantaloni e vidi una sagoma prendere Zayn per il collo della felpa e sbatterlo al muro.
'Che cazzo fai Zayn?!'
Era la voce di Louis, lo riconoscevo.
'Sei coglione? Quando Harry lo saprà ti ucciderà a cosa pensavi idiota?'
'Volevo solo divertirmi un po''
'Sei un deficente!..'
lo spinse ancora più forte al muro.
'Io e Niall ci siamo contenuti con lei perché sai com'è Harry sulle cose che gli appartengono, è sua e ne è geloso perso!'
lo spinse un ultima volta dentro casa.
'Ehi laura vuoi che ti riporto a casa?'
Annuii nervosa, non ero proprio in grado di guidare.
Louis entrò in macchina e gli diedi le chiavi.
'Mi dispiace per quel coglione'
disse senza mai togliere gli occhi da davanti.
'Non preoccuparti, quando Harry tornerà gli farà il culo tanto'
'No... non importa tanto ormai è successo'
'Tu non conosci bene Harry, non gli e la lascerà passare liscia, credimi.'

 

 

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Capitolo 7
*** -(Capitolo 7) I chose him. ***


- I chose him.
  Capitolo 7


'Louis...'
'Dimmi'
sospirai giocando con le mani.
'Cosa intendevo prima con "io e Niall ci siamo trattenuti"...?'
sospirò anche lui.
'Da quando ti abbiamo vista non abbiamo mai smesso di ripensare a te, non sei facile da dimenticare. Ma Harry è praticamente il "leader" del gruppo, e lui è prevalso su tutti. Quando Harry si fissa su una cosa, niente può fermarlo, e sai com'è quando si incazza. Dovevamo lasciarti stare ma quel deficente non è riuscito a starti lontano.'
Abbassai gli occhi e vidi che sopra all'unghiata di Harry sul braccio c'era un livido, anche per questo si sarebbe incazzato parecchio.
Arrivammo davanti casa mia e scendemmo dall'auto.
'Grazie Louis...'
sorrise, era carino. 
Aveva proprio un bel sorriso, dolce.
'Scherzi, di nulla'
'Ora come vai a casa?'
'A piedi, a me non stupreranno'
mi sforzai di sorridere.
Lo stavo guardando andare via quando mi accorsi che Harry aveva lasciato la sua macchina vicino casa mia.
'Hey... Louis!'
Cercai di urlare a bassa voce per non fare casino e svegliare mio padre.
'Si?'
'Harry ha lasciato la sua macchina qui, le chiavi sono dentro è rimasta aperta.'
'Oh grazie al celo credevo che sarei dovuto andare a piedi sul serio!'
Risi, era simpatico.
Entrò in macchina e partì, mi salutò dal finestrino.
Rientrai a casa il più silenziosamente possibile, ma feci troppo rumore e mio padre aprì la porta di camera sua.
Io corsi in camera e mi misi sotto le coperte tutta vestita.
'Laura?'
Feci finta di svegliarmi e con un aria assonnata dissi
'Mmh?'
'Oh, no niente..'
Chiuse la porta e tornò via.
Feci un gran sospiro di sollievo e mi alzai per mettermi il pigiama.
Mentre mi tolsi la maglia mi toccai il petto dove doveva esserci la collana di mia madre ma.. non c'era.
Mi guardai allo specchio e il petto era nudo, non c'era niente.
Controllai la camera ma non trovai nulla.
Ripercorsi con la mente quello che avevo fatto quel giorno: in ospedale ce l'avevo, la stringeva forte per il nervosismo.
Non avevo dubbi doveva essere in macchina per colpa di... Zayn.
Non mi interessava se erano le due di notte, da quando era morta non mi ero più separata da quella collana.
Scesi velocemente le scale e mi precipitai alla macchina, quando l'aprii controllai per bene tutta la parte davanti ma non c'era niente.
Doveva essere caduta a terra a casa di Louis.
'Se ne accorgerà e te la riporterà, non preoccuparti'
Mi dissi tra me e me.
Cercai di tranquillizzarmi e risalii in camera.
Mi misi sotto le coperte ma non riuscivo a dormire, ero turbata per tutto: la collana, Harry e quello stronzo di Zayn.
Non riuscivo a non pensare ad Harry e a quanto fossi preoccupata per lui, ma quando avevo dei vuoti erano subito riempiti da quello che era successo delle ore prima con Zayn.
Mi rigirai e nel farlo mi fece male il gomito, lo avevo sbattuto alla carrozzeria dell'auto.
Sospirai e mi sforzai di pensare ad altro e cercare di addormentarmi.

La mattina seguente mi alzai tardi, non dovevo andare a scuola era domenica.
Guardai il cellulare e c'era un messaggio di Liam che diceva 'Ehi Laura, ho saputo di Harry e per qualche giorno lo avremo fuori dai piedi. Ti va se andiamo a bere qualcosa?'
Non volevo, avremmo riparlato di quello che era successo tra noi e quando stavo con lui ero sempre confusa: ci stavo bene ma provavo lo stesso quando ero con Harry.
Decisi comunque di accettare l'invito, prima o poi tanto dovevamo parlarne.
Andai a prepararmi e quando fui pronta uscii.
Dovevamo vederci davanti al negozio di mio padre alle 11.00
Puntuale Liam arrivò salutandomi con un bacio sulla guancia.
'Laura, dobbiamo parlare.. vieni'
Mi prese la mano e mi portò a camminare vicino a lui.
'Allora, quando quel giorno ci siamo baciati io...'
'Aspetta Liam, prima è meglio che parli io al proposito. Non avremmo dovuto farlo, sai com'è la faccenda con Harry ma a parte questo io non credo di provare qualcosa per te'
Cosa stavo dicendo... sapevo che quel bacio aveva significato per me ma dovevo scegliere, e la mia scelta era Harry.
'Io non capisco, tu non lo volevi, tu hai detto che ti maltratta!'
'Non è così, è complicato ma..'
'Ma il frutto della storia è che ti fa del male!'
'No non capisci!'
'No, sei tu che non capisci! Non capisci che non è quello giusto, lui è... cattivo!'
'Non è vero!'
'Laura, non mentire a te stessa sai che è così'
'Eeehi ragazzi scusate se vi interrompo ma a parte il fatto che vi si sente urlare dall'inizio della strada dovevo ridare a Laura questo..'
Ero ancora girata di spalle ma era una voce dolce, una voce acuta, la voce di Louis.
Aveva in mano la mia collana.
'Oh santo cielo la mia collana!'
La presi e me la rimisi subito al collo.
'Grazie Louis'
Lo abbracciai, aveva un abbraccio caldo.
Andò via e ripresi la mia discussione.
'Sei incredibile, prima dici che lo odi e che non vuoi più averci niente a che fare ed ora abbracci uno dei suoi amici?'
'Intanto non sono affari tuoi!'
'No ora non più, sai cosa? Fai finta che tra noi non sia successo niente, vai avanti, non pensarmi più'
'Lo farò, non ho bisogno di te!' 
Si stava comportando da vero stronzo!
O forze la stronza ero stata io?
Provavo qualcosa per lui, non volevo lasciarlo andare ma non potevo fare altro.
Me ne andai ma non volevo tornare a casa, così decisi di andare in ospedale.
Quando entrai in stanza Harry era in piedi e vestito.
'Cosa fai?'
Si girò di scatto verso di me.
'Ooh mi hai fatto spaventare, comunque sto andando via mi dimettono, sto bene'
'Oh, che bella notizia'
Sorrisi, Harry mi venne incontro e mi abbracciò.
'Grazie'
'Tu ringrazi me? Io devo ringraziare te, per quello che hai fatto'
Sentii che sorrise, ma subito dopo scosse la testa e si staccò.
Mi guardò e mi prese il braccio.
'Cos'è questo?'
Mi passò il pollice sopra al livido che copriva la cicatrice della sua unghiata.
'Dov'è il mio segno?'
'Aspetta, usciamo da qui'
Non potevo dirgli quello che era successo in ospedale, avrebbe avuto una crisi di rabbia e avrebbe spaccato tutto.

Ci sedemmo su un muretto.
'Quando sono tornata a casa, mi sono accorta di avere ancora la tua... "roba" nel cuscino sono andata a riportarla a casa di Louis perché non potevo tenerla ancora.
Mi ha aperto Zayn e...'
'E...? Parla mi stai facendo preoccupare!'
Sospirai.
'E mi ha.. violentata..'
Chiuse gli occhi, strinse i pugni e si alzò in piedi.
'È andato fino in fondo o ti ha solo toccata?'
Era furioso, ma dovevo dirgli la verità.
'È... Andato fimo in fondo..'
'Io lo uccido! Gli sbatto la testa al muro fino a che non scoppia! Tu non avevi il ciclo?!'
'Ti ho... Mentito, non volevo fare sesso'
'Adesso mi dici anche le cazzate?! Con te farò i conti dopo'
Vidi che stava andando via.
'Dove vai?'
'Casa di Louis è vicina, Zayn vive lì quindi prova a indovinare!'
'No Harry fermati!'
Corsi da lui.
'No, deve vedersela con me'
Non l'avevo mai visto così incazzato.
Per tutto il tragitto gli dissi di tutto per fermarlo ma era troppo arrabbiato per darmi retta.
Quando arrivammo a casa di Louis Harry bussò violentemente.
'Zayn! Vieni qui stronzo!'
Continuava a bussare.
Aprirono la porta, era Niall.
'Amico Zayn non c'è'
'Sisi'
Scansò Niall ed entrò con forza.
'Zayn! Dove cazzo sei non fare il ragazzino!'
'Che cazzo vuoi?'
'Che cazzo voglio?'
Andò veloce da lui e lo spinse forte.
'Sei un coglione! Che cazzo hai fatto?! Lo hai trovato divertente?!'
Lo teneva bloccato al muro urlandogli.
'Non ho potuto resistere..'
'Non me ne frega un cazzo! Lei è mia e non devi toccarla! Il tuo cazzo di merda gli ha lasciato il segno dopo di me, non dovevi farlo!'
Lo prese con tutta la forza che aveva e lo buttò a terra.
Gli tirò un pugno in faccia e continuò fino a fargli uscire il sangue.
'Basta smettila Harry!'
'Stanne fuori Laura!'
Ignorando totalmente le mie parole gli tirò ancora qualche pugno, poi si alzò e gli diede un calcio.
Aveva le nocche sporche di sangue, rimasi lì immobile a guardarlo allibita.
Indietreggiai con gli occhi sbarrati.
Harry venne verso di me.
'Poi tu che mi dici le stronzate!'
'Io...'
Mi bloccò al muro per le spalle, odiavo quando lo faceva.
'Perché?! Non devi farlo mai più!'
Mi diede uno schiaffo.
Rimasi immobile a guardarlo allibita.
Harry indietreggiò.
'Laura io..'
Mi avvicinò la mano sporca di sangue.
'Non... Toccarmi'
Attaccata al muro camminai verso la porta e uscii di corsa.
Fuori iniziò a piovere ma nonostante ciò corsi fino ad una specie di muretto dove mi sedetti e iniziai a piangere.
Piansi per tutto: la scenata di Harry, la situazione che stavo vivendo e si.. anche per mia madre.
Le lacrime si confondeva con la pioggia che bagnava il mio viso e tutto il resto.
Pensai 'è facile basta solo lasciarlo e non averci più niente a che fare'
Ma non era così semplice, a parte il fatto che lui non mi avrebbe lasciata andare, io per prima non lo volevo.
Da quando l'ho visto non ho potuto fare a meno di pensarlo e quando stavo con lui stavo... bene, ovviamente quando non aveva i suoi scatti.
Io non potevo fare a meno di lui.
Sentii dei passi veloci, come se qualcuno stesse correndo.
'Laura scusami io...'
'uaau, ora mi chiedi anche scusa? le altre volte non lo facevi mai..'
Sospirò.
'Lo so, è il mio modo di essere non posso cambiare'
'Invece si, lo stai già facendo'
'Ma io NON voglio cambiare!'
'Allora se ti vai bene così non fare i commenti moralisti!'
'Va beh adesso non parliamo di questo, ci spostiamo dove possiamo ripararci dalla pioggia?'
'No mi piace stare sotto l'acqua va bene?'
'Sono venuto qui solo per dirti che mi dispiace ok?'
'Ti dispiace?! Continui ad usarmi come un oggetto, mi picchi e tutto per la tua stupida gelosia!'
'Stupida gelosia?! Cristo Laura Zayn ti ha violentata!'
'E cosa ha fatto di diverso da te sentiamo'
'Fammi sentire una merda brava'
'Se la realtà è questa il non posso farci niente'
'E comunque lui non ti ama, è stata una cosa forzata!'
'Oh perché quando abbiamo fatto sesso te l'ho chiesto io?! E poi che vuol dire neanche tu mi ami!'
Abbassò lo sguardo.
'Sai che c'è Harry? Vaffanculo, ho anche scelto te con Liam e adesso mi tratti anche così!'
Girai i tacchi e camminai di spalle a lui.
Sentii ancora che correva verso di me, le pozzanghere che si erano formare facevano rumore a contatto con i passi di Harry.
Mi prese dalle spalle, mi girò verso di lui e mi diede un bacio appassionato.
'Non capisci che la differenza tra Zayn e me è il fatto che io ti amo?'

 

 

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