Dakota, la figlia mai nata

di emmax5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** viaggio nel tempo ***
Capitolo 2: *** tempo giusto, dimensione sbagliata! ***
Capitolo 3: *** Divergenza di opinioni ***
Capitolo 4: *** Il passato ritorna ***
Capitolo 5: *** nipoti ribelli ***
Capitolo 6: *** Paige vs Phoebe ***
Capitolo 7: *** Tra due fuochi ***
Capitolo 8: *** Un posto sicuro ***
Capitolo 9: *** come la pece ***
Capitolo 10: *** Lavare via la pece ***
Capitolo 11: *** Marcus e Dakota ***
Capitolo 12: *** Tutti i "se" di Phoebe ***
Capitolo 13: *** Energia negativa ***
Capitolo 14: *** Marcus e Dakota II ***
Capitolo 15: *** La prova del 9 ***
Capitolo 16: *** Dakota? ***
Capitolo 17: *** Dakote! ***
Capitolo 18: *** Doppio gioco ***



Capitolo 1
*** viaggio nel tempo ***


Era sicura. Sicurissima.
Intraprendere un viaggio nel passato era l’unico modo per ritrovare il medaglione.
Aveva svuotato la soffitta e la cantina, guardato attentamente in ogni angolo della casa.
Aveva bisogno di quel medaglione e doveva trovarlo il prima possibile.
Ovviamente Wyatt non era d’accordo, in verità non erano mai andati troppo d’accordo.
Da quando erano piccoli lui era sempre stato il prediletto della famiglia, non il più potente certo, ma forse il più amato tra tutti i figli delle sorelle Halliwell.
La triste verità, era che anche se non lo avrebbero mai ammesso, i membri della sua famiglia aveva paura dei suoi poteri, dei poteri della meticcia nata dall’unione tra bene e male.
Aveva provato ad essere completamente buona, ma qualche volta quello che sua madre chiamava il suo lato oscuro tendeva ad emergere senza che lei potesse controllarlo.
Niente di grave, non aveva mai ucciso nessuno, nessun innocente almeno.
Si era solo divertita a fare qualche scherzo che riteneva innocuo e innocente, come far sparire la bocca del giudice mentre pronunciava la sentenza contro di lei accusandola di schiamazzi notturni, rissa e comportamento molesto.
Era stato divertente vederlo correre per l’aula e sentire la gente gridare e scappare come impazzita, ma sua madre non lo aveva trovato così divertente, lei e le zie erano state molto chiare e secondo il suo parere anche troppo severe.
Ma era passato tanto tempo da quei giorni, le cose erano cambiate.
Sfogliò nuovamente il libro delle ombre, doveva esserci da qualche parte la formula adatta, la sua famiglia l’aveva già usata in passato, aveva sentito raccontare quelle storie centinaia di volte.
Doveva essere sicura di arrivare nella giusta epoca e nel posto esatto.
Seguì con il dito le righe della formula magica, accese le candele e le dispose nell’ordine che l’incantesimo richiedeva, sospirò convincendosi nuovamente che quello che stava facendo era l’unico modo possibile per mettere fine a quella battaglia che andava avanti da mesi.
L’unico modo per smettere di avere paura, nonostante tutti i suoi poteri.
Si concesse ancora un minuto, poi recitò la formula magica.
Avvertì un lieve capogiro, quando riaprì gli occhi si trovava ancora nella soffitta, ma non c’erano le candele che aveva utilizzato e neanche il libro delle ombre.
L’incantesimo aveva funzionato.
Riprese fiato e cominciò a guardarsi intorno.
Meglio non perdere tempo era più saggio ritornare il prima possibile nel futuro, le sue zie le avevano ripetuto fino alla nausea che ogni piccola azione che compiamo mentre siamo nel passato, può compromettere e modificare il presente che stiamo vivendo.
Cominciò a rovistare nel vecchio baule delle zie, negli anni si erano accumulate lì dentro centinaia di cianfrusaglie inutili.
Aveva appena cominciato ad intravedere il fondo del baule quando sentì delle grida provenire dal piano inferiore e qualcuno che correva dirigersi verso la soffitta.
Doveva essere in atto uno dei soliti attacchi di demoni in casa Halliwell, soliti fino a quando lei e Wyatt non erano stati abbastanza grandi da terrorizzare tutto il mondo dei demoni, e per quello che la riguardava, l’intero mondo magico.
Era ancora indecisa, non sapeva se nascondersi o spiegare chi era e il motivo per cui era lì quando Paige, Piper e Phoebe entrarono stravolte.
Era ancora piegata sul baule quando Piper , la prima ad accorgersi della sua presenza, scagliò il suo primo attacco tentando di farla esplodere in mille pezzi.
-Ehi calma!-
Ma Piper non sembrava neanche lontanamente intenzionata ad ascoltarla e tentò nuovamente di farla esplodere.
Schivare il secondo attacco fu più difficile, i vetri esplosi dalla finestra alle sue spalle le caddero addosso come una pioggia di diamanti affilati che le si conficcarono nella pelle.
Era ancora a terra, non voleva di certo contrattaccare, ma se Piper non si fosse calmata non avrebbe avuto scelta.
La sorella maggiore stava per scagliare il terzo colpo esplosivo contro di lei quando un demone apparve alle spalle di Phoebe puntandole un coltello alla gola.
-Dammi il libro strega! Dammelo o tua sorella morirà-
Piper la teneva ancora sotto scacco con una mano sospesa nella sua direzione.
-Lascia mia sorella e io lascerò andare la tua amica. Mi sembra uno scambio equo, tornerai a prendere il libro un’altra volta se ne sei capace.-
Il demone la guardò perplesso per poi spostare lo sguardo sulla ragazza inginocchiata a terra.
-Io non ho idea di chi sia quella ragazza, non è amica mia, ma di certo questa è tua sorella.-
Strattonò Phoebe che lanciò un piccolo grido.
-Piper fallo esplodere avanti!-
Anche Piper guardò velocemente la ragazza a terra che per il momento sembrava essere innocua ma  meglio non fidarsi dei demoni.
-Non posso Phoebe, siete troppo vicini e poi la magia bianca non ha effetto su di lui ricordi? E’ protetto dai nostri poteri.-
Paige stringeva il libro al petto, cercava di calcolare la situazione, quando il demone strinse più forte Phoebe cercò di invocare il suo coltello.
Il demone rise del suo inutile tentativo.
-Non hai sentito tua sorella? I vostri poteri non hanno effetto su di me.
Datemi il libro e per oggi vi renderò salva la vita.-
Poi accade tutto talmente in fretta da non dare il tempo alle sorelle di capire cosa stesse succedendo.
La ragazza che era inginocchiata a terra apparve alle spalle del demone, velocissima prese il braccio in cui il demone stringeva il coltello e lo costrinse a ad arrivare fin dietro la sua  schiena, di riflesso il demone lasciò cadere la lama a terra e allentò la sua presa su Phoebe che si allontanò velocemente da lui.
Le tre sorelle del magico trio erano evidentemente sorprese da quella mossa inaspettata, tanto da non intervenire quando la ragazza costrinse il demone ad inginocchiarsi a terra, questo stava ancora cercando di liberarsi quando prese fuoco e di dissolse in pochi secondi tra le solite urla agonizzanti.
-Avevo dimenticato quanto fosse divertente uccidere un demone.-
La ragazza sorrise guardando divertita le tre sorelle, ma queste non sembravano affatto condividere il suo divertimento.
Conosceva quello sguardo.
L’avevano guardata così centinaia di volte da quando era piccola.
Era uno sguardo che esprimeva terrore e diffidenza.
-Strano, da quello che ho visto anche tu sei un demone e anche molto potente.-
Piper era sempre stata la più prudente del gruppo, e non c’era da biasimarla dopo tutto quello che avevano passato.
Amici e nemici si confondevano e amalgamavano in un modo tanto infido da rendere difficile classificare chi avevano davanti.
-Non è come sembra.-
Paige stringeva ancora il libro al petto quando le rivolse la parola.
-Allora dimostralo, quello che abbiamo visto non è molto rassicurante.-
-Vi ho aiutate, ho ucciso il demone.-
-Questo non dimostra niente potevi essere una sua complice e averlo tradito, non sarebbe la prima volta che succede.-
La ragazza si passò una mano tra i capelli pensierosa, non aveva pensato all’eventualità di potersi ritrovare il trio contro.
-bhè Piper allora bloccami! Se sono buona il tuo potere non avrà effetto su di me.-
Piper la guardò ancora più sospettosa.
-Come fai a sapere il mio nome e come funzionano i miei poteri? E poi quello che dici non basterebbe come prova, potresti indossare un amuleto che ti protegge dalla magia bianca, proprio come il demone che hai ucciso poco fa.-
La situazione si stava mettendo male, se voleva evitare lo scontro, la ragazza avrebbe dovuto trovare un modo veloce e indolore per dimostrare di non essere una minaccia.
Avrebbe potuto raccontare la verità, ma non era certa che le avrebbero creduto vista la situazione.
Serviva qualcosa una prova inconfutabile che tranquillizzasse le sorelle.
-Il libro!-
Paige lo strinse nuovamente a sé.
-Allora è questo che vuoi!-
La ragazza alzò le mani in segno di resa. La situazione stava precipitando velocemente.
-No! intendevo dire che il libro delle ombre sa distinguere i buoni dai malvagi. Se io riuscirò a toccarlo senza che lui si difenda avrete la prova che cercate!-
Paige indietreggiò guardando velocemente le sorelle.
-Non se ne parla nemmeno.-
La ragazza ormai non sapeva cosa fare, guardò supplicante il trio soffermandosi su Phoebe che ricambiò il suo sguardo.
Rimasero immobili a guardarsi per qualche secondo poi Phoebe si rivolse a Paige.
-Daglielo.-
Paige e Piper la guardarono stupite.
-Paige non darle ascolto, sei completamente impazzita?-
-Ho detto di dargli il libro, se sta mentendo la respingerà.-
Paige indietreggiò ancora di un paio di passi.
-Come fai ad essere sicura che stia dicendo la verità?-
Phoebe guardò nuovamente la ragazza per qualche secondo.
-Vieni avanti. Tocca il libro, ma ti avverto, se stai mentendo ti farai davvero molto male e ti uccideremo.-
La ragazza si avvicinò lentamente, conosceva bene le sorelle, temeva che le avrebbero tirato qualche tiro mancino, ma lo sguardo di Phoebe la incoraggiò ad andare avanti.
Sospirò guardando le tre sorelle ancora una volta e posò la mano sul libro delle ombre pregando con tutta se stessa che non la tradisse.
Il libro rimase normale, non oppose alcuna resistenza.
La ragazza sorrise rincuorata ma Piper e Paige non sembravano ancora convinte.
-Spero che tu non abbia trovato un qualche assurdo modo per ingannare il libro o ti giuro che ti farò esplodere in mille pezzi alla prima mossa sospetta che ti vedo fare.-
-Non sono una minaccia lo giuro, quando vi avrò spiegato chi sono e perché sono qui capirete tutto.-
-Bhè sarà meglio che ti sbrighi allora, perché quelli che ti ho visto usare sono i poteri di un demone di alto livello e mi prudono le mani .-
La ragazza sorrise divertita togliendo la mano dal libro delle ombre.
-Questa è una battuta che usi spesso quando i demoni non vogliono parlare, ma per quante volte l’abbia sentita non smetto mai di trovarla divertente.-
Paige ripose il libro sul leggio senza però staccare gli occhi di dosso alla ragazza.
-Da come parli, sembra che tu ci abbia spiate.-
L’esasperazione era chiara sul viso della ragazza.
-No ti ripeto che non è come credete, non vi ho spiate. Mi Dio davvero eravate così diffidenti?-
Phoebe le rivolse la parola per la seconda volta.
-Eravamo? Perché parli di noi al passato?-
La ragazza guardando Phoebe si rilassò, lei era l’unica a non essere ostile nei suoi confronti o impaurita da quello che aveva visto.
-Lo so semplicemente perché vengo dal futuro e faccio parte della vostra famiglia, per questo vi conosco così bene e so dei vostri poteri o del libro delle ombre.-
Le sorelle si scambiarono un nuovo sguardo, come a chiedersi l’un l’altra se credere a quello che avevano appena sentito.
Non era poi così inusuale che qualcuno venisse a trovarle dal futuro, Chris era rimasto con loro per parecchi mesi.
-Ok vi darò un ulteriore dimostrazione: Leo!-
Istintivamente tutte e quattro guardarono verso il soffitto istantaneamente uno scintillio bluastro apparve nella stanza seguito dalla comparsa di Leo.
-Visto? Se io non facessi parte della vostra famiglia e non fossi una sua protetta lui non avrebbe mai potuto sentirmi.-
Leo si guardò intorno confuso dalla presenza della ragazza e da quello che aveva sentito dirle.
-Lei chi è?-
-bhè a questo punto direi che è qualcuno della nostra famiglia che è venuto a farci visita dal futuro.-
La ragazza seppe di essere finalmente fuori pericolo, se era riuscita a convincere Piper era al sicuro.
Paige decise finalmente di lasciare incustodito il libro delle ombre e si diresse verso di lei.
-Il futuro deve essere davvero molto noioso se i nostri nipoti continuano a venire nel passato. Fammi indovinare tu devi essere la figlia di Piper e Leo è l’unica che manca all’appello dei tre.
-Oh no, non sono Mel, so che Chris e Wyatt hanno fatto dei viaggi nel passato ma credevo che la formula mi avesse portato indietro nel tempo, insomma molto più indietro.-
Tutti la guardarono in silenzio in attesa che rivelasse la sua identità.
-Ecco io sono Dakota, la figlia di Phoebe.-

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** tempo giusto, dimensione sbagliata! ***


Tutti si voltarono verso Phoebe che teneva la mano destra sul cuore, la bocca semiaperta e gli occhi umidi incollati alla ragazza che sosteneva di essere tua figlia.
Paige le diede un buffetto scherzoso.
-Tua figlia ha dei poteri demoniaci. Perché la cosa non mi sorprende?-
Phoebe la guardò con gli occhi spiritati e un’espressione irritata, tanto per farla capire che non aveva apprezzato la sua battuta.
La ragazza sussultò quando Piper che si era spostata dietro di lei, le mise una mano sulla spalla mentre con l’altra le indicava la porta della soffitta.
-Adesso che abbiamo fatto le presentazioni, credo sia il caso di spostarci di sotto e metterci comodi. Così avrai modo di dirci cosa ti ha spinta a tornare indietro nel tempo e Phoebe avrà un po’ di tempo per riprendersi dallo shock. Fa sempre un certo effetto vedersi davanti i propri figli già belli che cresciuti.-
Dakota rispose al sorriso incoraggiante della zia e la seguì lungo le scale fino ad arrivare al soggiorno per accomodarsi sul divano.
Dakota lasciò vagare lo sguardo per la stanza, negli anni non era cambiato molto.
I mobili del futuro erano stati riparati decine di volte nel tempo e quelli che vedeva dovevano più o meno essere gli stessi allo stato originale, anche la carta da parati era diversa.
Girando la testa notò dietro di sé un box per bambini e le scappò un sorriso.
Piper, tornata ad essere la zia premurosa che conosceva, le stava versando un bicchiere di the freddo.
-Allora? Cosa c’è di tanto divertente?-
Dakota scosse la testa sempre sorridendo.
-Il box per bambini, è da un po’ che non se ne vedono in casa.-
Piper sorrise sedendosi accanto a lei mentre Leo,Paige e Phoebe si sedevano sul divano di fronte.
-E’ strano sentirtelo dire, per noi è una novità, Paige non smette di sbatterci contro ogni notte da quando è nato Wyatt e non ha perso l’abitudine neanche quando è nato Chris.-
-Sono felice che tu lo trovi divertente, perché le mie gambe piene di lividi non sono dello stesso parere.-
Dakota bevve un sorso di the e si sentì subito meglio.
-Dove sono i bambini adesso?-
-Alla scuola di magia.-
Leo rispose automaticamente, ma sembrava ancora essere incerto sull’identità di Dakota.
-Tutti?-
-Si Wyatt e Chris saranno lì fino alle quattro.-
Dakota guardò prima Piper e poi Phoebe evidentemente spiazzata da quella risposta.
Phoebe si sporse dal divano, quasi a volerle essere più vicina.
-Tutto bene? Sembri perplessa.-
-In realtà lo sono. Io dove sono?-
Paige le lanciò uno sguardo interrogativo.
-Sei nella tua casa solo un po’ di anni indietro ricordi? Forse lo scontro con il demone ti ha un po’ confusa.-
Dakota posò il bicchiere sul tavolo.
-Intendo dire la me stessa del passato. Anch’io ho frequentato la scuola di magia fin dal nido, quindi dove sono adesso?-
Le sorelle rimasero in silenzio, la situazione era alquanto grottesca.
Leo intervenne con la sua solita saggezza da anziano.
-Forse hai confuso le date, è evidente che tu non sei ancora nata in questo tempo.-
-No questo è impossibile. Io sono più grande di Wyatt ci passiamo poco meno di un anno.-
-Ma questo non è possibile, ti ripeto forse stai confondendo le date.-
-Zio, sono più grande di Wyatt da più di vent’anni, quindi ti assicuro che sono più grande. Non ho dubbi.-
Tutti si voltarono verso Phoebe che guardava come incantata quella che diceva di essere sua figlia.
Paige le passò una mano davanti al viso nel tentativo di riportarla tra loro.
-Phoebe hai qualcosa da dire al riguardo?-
Phoebe continuava a guardare Dakota con gli occhi pieni di lacrime.
-Phoebe ci sei?-
Sembrava inutile cercare risposte da lei, Paige si rivolse nuovamente a sua nipote.
-Possiamo risolvere la questione in un modo semplice e veloce. Dakota chi è tuo padre?-
-Mio padre era…-
-Cole.-
Tutti si voltarono nuovamente verso Phoebe.
Paige e Piper la guardavano con la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
-E’ Cole dico bene? Non posso sbagliarmi, hai i suoi stessi occhi e la sua stessa espressione tormentata.-
Dakota annuì sorridendo appena.
-Si lo so, me lo hai ripetuto spesso durante gli anni.-
Non aveva avuto modo di conoscere suo padre, era troppo piccola quando le sue zie e sua madre decisero di eliminarlo perché era una minaccia troppo grande.
Una strega buona non poteva essere la moglie della sorgente di tutti i mali.
-Phoebe, hai avuto una figlia da Cole e non ce lo hai mai detto? Ma com’è possibile?-
-Che cosa? Io non vi ho nascosto proprio niente, anche perché sarebbe stato impossibile nascondere una gravidanza. Piper riusciva a malapena a passare nelle porte quando aspettava Wyatt!-
Leo si alzò di scatto.
-E’ meglio che consulti gli anziani riguardo questa faccenda.-
Scomparve prima che qualcuno potesse replicare.
Paige riempì il proprio bicchiere di the e guardò di sfuggita le sue sorelle.
-Se è davvero la figlia di Cole, questo potrebbe spiegare perché ha poteri demoniaci. Che poteri hai esattamente?-
Dakota osservò Paige riempire anche il suo bicchiere prima di rispondere.
-Non ho solo poteri demoniaci. Posso lanciare sfere di energia e teletrasportarmi, dare fuoco alle cose , ma dalla nostra famiglia ho preso la telecinesi e anche la proiezione astrale. Insomma ho ereditato i poteri di zia Prue. So fare anche altre cose.-
-Caspita devi essere davvero molto potente. E pensare che gli anziani avevano tanto paura di Wyatt, tu puoi sicuramente essere più pericolosa di lui.-
Dakota guardò sua zia rimanendo in silenzio.
-Va tutto bene? Ho detto qualcosa di sbagliato?-
Dakota scosse la testa.
-No zia, è solo che non mi piace molto sentire la gente che parla di quanto io sia pericolosa, non sento altro da tutta la vita.-
Piper le mise nuovamente una mano sulla spalla.
-Essere potente e quindi pericolosa, non è necessariamente qualcosa di negativo. Penso che nel tuo mondo i demoni sappiano bene chi sei e ti girino alla larga!-
-Si questo è vero, ma anche le altre streghe e stregoni buoni mi girano alla larga.-
-Questo non è possibile. Sei pur sempre una Halliwell e il mondo magico ci deve troppo per trattare  male un componente della nostra famiglia.-
-Nessuno mi tratta male zia. E’ complicato da spiegare.-
Una scintillio azzurro si fece nuovamente spazio tra loro.
-Leo allora, che cosa dicono gli anziani?-
-Ho esposto la questione e la spiegazione che mi hanno dato mi sembra abbastanza logica: Dakota ha viaggiato a ritroso nel tempo ma non ha calcolato la dimensione in cui doveva andare. Per cui adesso si trova nel passato della dimensione sbagliata, una dimensione in cui lei non è mai nata.-
Paige si saltò in piedi.
-Un momento credo di aver capito tutto! Dakota è il bambino che Phoebe aspettava quando Cole era la sorgente, bambino che la veggente le ha rubato! Insomma è il piccolo diavolo che cercava continuamente di eliminarmi prima ancora di uscire dal grembo di sua madre!-
-Grazie zia Paige, non sai quanto mi piaccia sentirmi chiamare piccolo diavolo.-
 

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Capitolo 3
*** Divergenza di opinioni ***


In meno di un’ora, Piper aveva messo in ordine e  preparato la camera degli ospiti.
Tutto era studiato per fare in modo che Dakota si sentisse a suo agio.
Piper aveva notato da subito che quello che aveva detto Leo aveva turbato profondamente sua nipote.
-Ecco qui Dakota. Se hai bisogno di qualcosa, non devi far altro che chiedere.-
Dakota annuì.
-Grazie zia. -
Era strano sentirsi chiamare zia, ma la cosa non le dispiaceva.
Si sedette sul letto e fece segno a Dakota di fare lo stesso.
- Dov’è andata la mamma?-
-Credo sia tornata alla redazione del giornale, aveva qualcosa di importante da finire.-
-Il che equivale a dire che per il momento non ha molta voglia di passare del tempo con me. -
Piper sospirò, anche se Dakota non aveva mai fatto parte della sua vita non poteva fare a meno di considerarla sua nipote, di sentirla come una parte di se stessa.
- Tesoro, sono sicura che le cose non stanno così. Credo che Phoebe abbia solo bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare la situazione. Non era preparata al tuo arrivo, nessuna di noi lo era.-
-Non potevate esserlo, in questo mondo non sono mai nata. Mi chiedo  come sia potuto succedere.-
Piper le accarezzò i capelli e si concesse il tempo di farli passare tra le dita prima di rispondere.
- Dakota, è una storia molto lunga, e sinceramente, credo che tu ne debba parlare con tua madre.-
-Già lo credo anche io, anche se da quello che ho visto e capito, non mi sembra che lei mi abbia voluta o abbia lottato troppo per me, almeno non quanto la Phoebe della mia dimensione.-
-Ti voleva, ti voleva con tutta se stessa, te lo posso assicurare. E’ stata molto male quando ha perso te e tuo padre.-
Paige, poggiata allo stipite della porta, era arrivata in soccorso di Piper.
Dakota spostava lo sguardo da una zia all’altra, come se volesse confrontare le due versioni dei fatti in cerca di conferme.
Si schiarì la voce e fece per andarsene.
- Va bene. Adesso scusatemi, ho una cosa da fare.-
Le sorelle la guardarono sorprese.
-Dove vai? La cena sarà pronta tra meno di un’ora!-
-Tornerò in tempo zia Piper, promesso.-
Dakota si dissolse nell’aria, nello stesso modo tipico di suo padre.
-Somiglia molto a Phoebe non credi?-
Paige storse la bocca, in una smorfia di disapprovazione.
-Trovo che somigli molto di più a Cole, e non so se la cosa mi piace.-
Piper alzò un sopracciglio, non era troppo sorpresa dalla reazione di sua sorella, ma sperava in un comportamento più contenuto da parte sua.
-Andiamo Paige! E’ nostra nipote! E non mi sembra che sia malvagia, anzi, mi sembra confusa, spaesata e soprattutto io sento che è buona.-
-Ad essere sincera Piper, non credo sia nostra nipote, lo è di una Piper e Paige di un’altra dimensione. Hai forse dimenticato quello che era in grado di fare mentre era ancora nella pancia di sua madre? Non sappiamo chi è! Non possiamo permetterci di sottovalutare la situazione.-
Piper spazientita si alzò dal letto, costrinse Paige a spostarsi per poi chiudere la porta alle sue spalle.
- Adesso stammi a sentire perché ho intenzione di dirtelo una sola volta.
Me ne frego delle altre dimensioni e del destino differente che ci sia capitato in una di queste, nelle sue vene scorre il nostro stesso sangue, quello delle Halliwell e questo basta a fare di lei nostra nipote.
Ragion per cui, la tratterai nello stesso modo in cui hai trattato Chris e Wyatt quando sono tornati dal futuro, non voglio sentire allusioni o lamentele da parte tua, e soprattutto ti vieto categoricamente di fare qualche stupidaggine che possa compromettere il già precario equilibrio di questa situazione.
Dakota è confusa e credo che nella testa di Phoebe adesso ci sia il caos più assoluto, non c’è bisogno che ti ci metta anche tu con le tue paranoie.
Ti comporterai bene, sosterrai tua sorella e amerai tua nipote come è giusto che sia. Sono stata chiara?-
Paige guardò Piper con aria ostile e non troppo convinta.
- Ma se non  ricordo male non mi ero sbagliata sul conto di Cole, dovremmo aver imparato molto da quell’esperienza. Non sappiamo neanche perché sia venuta nel passato…-
- Sono certa che tutto sarà chiarito a tempo debito, per il momento è meglio avere pazienza. Paige sono stata chiara? Perché in caso contrario dovrai vedertela con me, non sto scherzando.-
Era chiaro che sua sorella non stesse scherzando, e Paige sapeva per esperienza che era meglio non farla arrabbiare.
Annuì.
-Cristallina direi. Farò la brava, promesso.-
-Bene.-
Piper aprì la porta e scese al piano inferiore, la discussione era conclusa.
Paige aspettò ancora qualche secondo prima di orbitare.
Su una cosa Piper aveva ragione, Phoebe non doveva essere proprio al meglio.
Phoebe, chiusa nel suo studio guardava il monitor del computer con aria assente.
Per quanto si sforzasse, non poteva fare a meno di pensare a Dakota, ai suoi occhi così uguali a quelli dell’uomo che aveva amato con una passione quasi disumana.
Dakota era sua figlia, su questo non nutriva alcun dubbio.
Aveva riconosciuto qualcosa di familiare in lei fin dal loro primo incontro, forse aveva riconosciuto Cole nel suo sguardo, o cosa più probabile aveva ritrovato se stessa in quel viso così giovane che chiedeva la sua fiducia.
Quando aveva realizzato la verità, non era riuscita a reprimere l’impulso di scappare e di nascondersi in un luogo sicuro in cui poter pensare e riprendere fiato.
Quando Paige apparve alle sue spalle, sobbalzò.
-Scusa, non volevo spaventarti.-
Phoebe si passò le mani sul viso e guardò sua sorella con aria spazientita.
-Maledizione Paige, mi ha fatto perdere dieci anni di vita. Sei una delle streghe più potenti che siano mai esistite, possibile che tu non abbia ancora imparato la magia di usare la porta o meglio ancora il telefono!-
Paige le rivolse un sorriso poco convinto.
- Scusa! Volevo solo essere sicura che tu stessi bene, sei scappata via.-
Phoebe si alzò e chiuse le tende del suo ufficio, sarebbe stato difficile spiegare come Paige fosse riuscita ad entrare senza essere vista da nessuno.
- Hai ragione. Scusami non volevo risponderti male, credo di avere i nervi a pezzi, sai con tutto quello che sta succedendo…-
Paige agitò la mano in aria, come a dire che era una cosa da niente e che l’aveva già perdonata.
-Non preoccuparti, non posso nemmeno immaginare cosa tu stia passando e poi non sei l’unica ad avere i nervi a pezzi, Piper mi ha appena fatto una ramanzina delle sue.-
Phoebe spense il computer e le rivolse tutta la sua attenzione.
- Ah si? Come mai?-
-Oh niente di cui tu debba preoccuparti, diciamo che abbiamo avuto una piccola divergenza di opinioni, ma l’abbiamo già risolta. E’ passata.-
-Sicura?-
-Sicurissima, stai tranquilla. Sarai a casa per cena? Piper sta preparando una delle sue cene di famiglia, e visto che è in onore di tua figlia, non credo tu possa mancare.-
Phoebe si tolse gli occhiali e si lascio andare sullo schienale della sedia.
-Mia figlia. E’così strano sentirlo dire. Ti confesso che sono molto confusa al riguardo, ma non posso scappare per sempre, non sarebbe giusto.-
Aspettò qualche secondo, giusto il tempo di vedere Paige annuire.
- Dakota come sta? Mio Dio, sono madre da meno di tre ore e già faccio pena. -
Paige si avvicinò a sua sorella.
- Non fai affatto pena, avevi solo bisogno di un po’ di tempo per riflettere, sistemeremo la situazione come abbiamo sempre fatto vedrai.-
-Si hai ragione. Cosa sta facendo Dakota?-
Paige aveva cercato di sviare la domanda, ma Phoebe era difficile da distrarre.
-Ecco a dire il vero, non so cosa stia facendo di preciso. Ha detto che aveva una cosa da fare e si è dileguata usando i suoi poteri.-
Phoebe scattò in piedi sbattendo le mani sulla scrivania.
-Come sarebbe a dire si è dileguata?-
Paige indietreggiò di un passo, aveva fretta di lasciare lo studio, quello non era di certo il giorno delle festa delle sorelle unite, sembrava il tutticontroPaigeday!
-Sarebbe a dire che si è smaterializzata, ma ha promesso a Piper che sarebbe tornata a casa per cena, quindi io non mi preoccuperei troppo.
Insomma è giovane e ribelle, lo siamo state tutte, forse anche lei aveva bisogno di un po’ di spazio.-
Phoebe tornò a sedersi e nascose il viso tra le mani.
-Una figlia giovane e ribelle. Spero non mi somigli troppo, altrimenti, cominciamo bene!-
 
 
 

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Capitolo 4
*** Il passato ritorna ***


Phoebe chiuse lo sportello della macchina e si diresse titubante verso casa.
Era il momento di conoscere sua figlia, o almeno di provarci.
Da tutto il giorno, sentiva nelle orecchie vecchi discorsi e vedeva chiaramente le scene che aveva vissuto mentre aspettava Dakota.
 
Lei e Piper erano appena tornate dalla visita dal ginecologo e il bambino non si era comportato proprio nel modo migliore.
Phoebe si sentiva stanca e anche se non lo avrebbe mai ammesso era profondamente spaventata da quello che le stava crescendo in grembo.
Leo e Paige stavano sfogliando il libro delle ombre in cerca di una formula per sconfiggere la veggente.
-Com’è andata?-
Nella voce di Leo c’era una chiara nota di apprensione.
-Il piccolo ha fatto una magia..-
Phoebe lo disse con un sorriso, come a voler sdrammatizzare la situazione.
-E ha quasi ucciso il mio ginecologo.-
-Era legittima difesa!-
Paige guardava le sorelle mordendosi le labbra.
-Dovevi aspettartelo essendoti accoppiata con la sorgente di ogni male.-
Phoebe carezzandosi la pancia la guardò irritata.
-Ti prego, potresti non dire “accoppiata”? Sai non sono un cavallo, e Cole non era tutto demone, e io sono tutta buona, quindi questo bambino possiede molta bontà.-
Piper al suo fianco sospirò pesantemente.
-E se non l’avesse?-
-Bhè allora imparerà. Il mio amore è riuscito a salvare Cole, salverà anche nostro figlio.
-Speriamo…-
-No dovrà essere così, d’accordo?-
 
 
Quei giorni erano ormai lontani, eppure sembravano ancora così veri e reali.
Phoebe ricordava perfettamente ogni emozione provata; la paura, l’angoscia e l’amore per quel bambino che seppur potente e pericoloso era comunque suo.
Ricordava la disperata voglia di venire a capo di quella situazione e la speranza di riuscire a salvare quello che rimaneva della sua famiglia, di Cole.
 
 
Paige era stata catturata a causa sua, o meglio del bambino.
Chissà perché, quella piccola creatura nutriva tutto quel rancore verso la zia. Possibile che fosse cosciente di tutto quello che era successo e del ruolo che la zia aveva avuto nella morte di suo padre?
La risposta era ovviamente sì.
Stava sfogliando il libro in cerca di un modo per liberare sua sorella, se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
Piper le s avvicinò con un bicchiere colmo di the.
-Come ti senti?-
-Meglio, penso che il bambino stia dormendo è quando si arrabbia e usa la magia che sto peggio.-
Piper lanciò una veloce occhiata verso di Leo, poi porse il bicchiere a sua sorella.
-Ecco, bevi un po’ di the freddo ti rinfrescherà…-
Phoebe prese il bicchiere, un po’ di the era quello che ci voleva, le vampate di calore e la testa che le  andava a fuoco la stavano sfinendo.
Stava avvicinando il bicchiere alle labbra ma prima che riuscisse a bere un solo sorso il bambino prese il soppravvento e scagliò il bicchiere lontano da lei.
La situazione cominciava a diventare snervante.
-Che vuol dire che non posso bere neanche un po’ di the freddo?-
Piper si era nascosta dietro a suo marito, era sorpresa e spaventata allo stesso tempo.
-Non era the freddo…era una pozione per calmarlo. L’ha consigliata Paige per aiutarti a controllare il bambino e non potevo dirtelo perché altrimenti ti avrebbe fermata.-
Phoebe si passò una mano sul viso.
-Mi ha fermata ugualmente. Sa cose che io ignoro. Cerca di prendere il sopravvento su di me.-
Leo reagì in modo deciso e con voce ferma nonostante quello che era successo lo avesse sorpreso.
-Non puoi permetterlo, se avesse il sopravvento saresti sua schiava.-
Phoebe aveva lo sguardo perso nel vuoto, era profondamente triste, come se fosse stata colpita da un’improvvisa consapevolezza. Guardò sua sorella e suo cognato stringendo la coperte che aveva in grembo.
-Lo so. Non è come me, e non è come Cole. E’ la sorgente.-
 
 
Phoebe strinse gli occhi nel disperato tentativo di cancellare quei ricordi dalla sua memoria.
Aprì la porta ed entrò in casa.
Posò il giacchetto e la borsa guardandosi intorno circospetta, il suo cuore era in fibrillazione.
Sentiva le risate di Wyatt e Chris rimbalzare sulle pareti.
Leo le venne incontro uscendo dal salotto e le fece segno di fare silenzio.
Phoebe annuì e seguì la direzione che indicava la mano di suo cognato.
Quando si  affacciò vide i suoi nipoti librarsi a una ventina di centimetri da terra e girare in un moto rotatorio che sembrava divertirli molto a giudicare dalle loro risa.
Sporgendosi di più vide Dakota seduta a terra, teneva una mano aperta sospesa a mezz’aria con il palmo verso il soffitto, mentre con l’indice dell’altra disegnava cerchi nell’aria.
Phoebe non potè fare a meno di sorridere, sua figlia stava usando i suoi poteri per far divertire i suoi cuginetti.
In quello che vedeva non c’era nulla di oscuro e malvagio, c’era magia buona e tanto amore, e solo per un momento ebbe la sensazione che Prue fosse ancora con loro.
Non riusciva ad avere paura di sua figlia, non era giusto che l’avesse.
Dakota contro tutte le aspettative, era buona, doveva esserlo.
Si sentì sollevata e si diresse verso sua figlia senza quel peso che le opprimeva lo stomaco da tutto il giorno.
 
 

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Capitolo 5
*** nipoti ribelli ***


Dakota guardò velocemente sua madre prima di tornare a fissare gli occhi sui suoi cugini che non smettevano di ridere.
Era un esercizio che non richiedeva troppa concentrazione, lo aveva fatto centinaia di volte, ma sempre meglio essere prudenti.
Phoebe si sedette sul divano alle spalle di Dakota.
-Sembra che questo nuovo gioco gli piaccia molto.-
-E’ collaudato, piace a tutti i bambini, è un modo come un altro per tenerli buoni e lontani dai guai. –
-Quindi sei abituata a stare a contatto con i bambini, immagino che la nostra famiglia ne avrà molti in futuro.-
Dakota sorrise, e ancora una volta Phoebe si ritrovò nel viso della ragazza.
-Direi di sì, siamo un bel po’, almeno lo siamo nella mia dimensione…-
Phoebe si inumidì le labbra, era incerta su cosa dire.
-Io credo che, si insomma, credo che potremmo passare un po’ di tempo insieme se ne hai voglia.-
Dakota vide Piper farle segno, la cena era pronta.
Smise di muovere l’indice in circolo e abbasso lentamente la mano adagiando delicatamente i suoi cugini al pavimento.
-Si va bene, non ci sono problemi. Adesso credo sia il caso di andare a tavola prima che la zia si innervosisca.-
Dakota prese in braccio Chris e porse la mano a Wyatt che diligente seguì la ragazza in cucina.
Era bastato poco per conquistarsi la fiducia e la simpatia dei cugini, e il fatto che Wyatt vedendola non avesse usato il suo scudo era stata un’ulteriore conferma per Piper che aveva tranquillamente lasciato i suoi figli nelle mani di Dakota.
Phoebe si concesse ancora qualche secondo prima di raggiungere i suoi famigliari.
Era una situazione difficile e delicata, prese un respiro e sperò con tutta se stessa di riuscire a gestirla.
Piper aveva fatto le cose in grande, aveva addirittura tirato fuori il servizio di piatti in porcellana.
La tavola imbandita era perfetta e stracolma di leccornie.
Leo sedeva a capotavola, alla sua sinistra Wyatt sedeva nel seggiolino mentre Chris era alla sua destra seguito da Piper e Dakota.
Dakota sedeva proprio di fronte a sua madre e al suo fianco c’era Paige.
Passarono qualche minuto a mangiare in silenzio.
-Allora Dakota, cosa ti spinta a tornare nel passato?-
Piper rimase con la forchetta sospesa davanti alla bocca, Paige aveva appena infranto il suo divieto e la cosa la faceva davvero infuriare.
- Paige adesso non credo sia il momento giusto, lasciala mangiare in pace -
-Non fa niente zia, non è un problema. Mi serve una cosa, è una cosa davvero importante e spero di trovarla qui, nel passato.-
-Che cosa di preciso? E a cosa ti serve?-
Phoebe intervenne vedendo sua figlia in difficoltà, era evidente che non voleva, o non poteva rivelare troppo.
-Paige adesso smettila. Lasciala in pace ci ha detto tutto quello che ci serve sapere e che ritiene opportuno.-
Paige lasciò andare le posate nel piatto e alzò le mani i segno di resa.
- Va bene, va bene la smetto. Mi arrendo. Scusa Dakota non volevo essere invadente.-
Dakota sorrise alla zia, era chiaro che non si fidasse molto di lei, ma avrebbe imparato.
Avevano appena ripreso a mangiare quando Wyatt orbitando, fuggì dal suo seggiolino per riapparire sulle ginocchia di Dakota.
Tutti scoppiarono a ridere sorpresi da quell’improvviso atto di ribellione.
Piper sia affrettò a recuperare Wyatt e a metterlo nel seggiolino.
-Scusa, non lo aveva mai fatto prima di oggi, è evidente che tu gli piaci molto.-
-Non preoccuparti zia.-
Non appena Piper mise nuovamente Wyatt nel seggiolino, questo orbitò ancora in braccio a Dakota che questa volta era pronta ad accoglierlo.
Ci fu un nuovo scoppio di risa generale, Wyatt non sembrava intenzionato ad allontanarsi da sua cugina.
-Ehi signorino, questo non è il modo di comportarsi! Torna subito nel tuo seggiolino se non vuoi uno bello sculaccione!-
Wyatt guardò sua madre dritta negli occhi e per tutta risposta, si strinse di più a Dakota che non smetteva di sorridere.
-Non sembra che le maniere forti funzionino, lascia che ci pensi io. -
Paige lasciò il suo posto e si inginocchiò davanti al nipotino ribelle.
- Okay Wyatt, la mamma sta per arrabbiarsi, e noi sappiamo che non conviene farla arrabbiare, quindi perché non lasci che Dakota mangi in pace? Giocherai con lei più tardi.-
Wyatt  non si mosse, continuava a stringersi a Dakota con ostinazione.
-Va bene giovanotto, vedo che sei di poche parole eh..-
Paige si sporse per prendere il bambino e Dakota allargò le braccia perché lei potesse prenderlo più facilmente, non appena Paige prese Wyatt questo usò il suo scudo e Paige volò dalla parte opposta della stanza andando a sbattere violentemente contro il muro.
Assoluto silenzio e facce sbigottite, tutti erano paralizzati da quello che era appena successo.
Leo scattò verso la sua protetta pronto a guarirla.
-Paige, stai bene?-
Paige stordita scosse la testa guardando incredula suo nipote.
-Tuo figlio mi ha appena scaraventato contro il muro, no non sto bene!-
Piper e Leo aiutarono Paige ad alzarsi mentre guardavano perplessi e stupiti Wyatt che impassibile continuava a stringersi a Dakota.
-Questo non va affatto bene. Wyatt la mamma non è contenta di quello che hai fatto, potevi far male alla zia!-
Dakota sussurrò qualcosa al cugino e lo mise a terra.
Wyatt corse verso sua madre e le strinse le braccia al collo.
-Chiedi scusa alla zia immediatamente, e non farlo più!-
Wyatt sporse le braccia verso la zia, Paige lo guardò incerta poi lo accolse stringendolo al petto.
Dispensare abbracci era il suo modo di chiedere scusa, pace fatta.
Ripresero a mangiare anche se la fame era passata sopraffatta dagli eventi.
Dakota aiutò Phoebe e Piper a sparecchiare.
Riordinavano la cucina in un silenzio teso.
-Zia, sono cose che succedono, io non mi preoccuperei troppo. Quando i bambini non vogliono fare qualcosa si ribellano, piangono, scalciano.-
-I bambini normali piangono, il mio scaglia le persone contro il muro, non è una cosa che mi fa stare tranquilla. Non lo aveva mai fatto, con una delle sue zie poi, non riesco a crederci.-
Dakota rise di cuore.
Phoebe prima di potersene accorgere, la stava imitando.
- Cosa c’è di tanto divertente? Mio figlio è un piccolo vandalo e voi ridete?-
- Te l’ho detto zia, sono cose da niente io ne ho fatte di peggiori, soprattutto alla zia Paige.-
Phoebe si mise comoda, pronta a conoscere qualcosa di più sulla figlia.
-Davvero? Chissà perché la cosa non mi sorprende…raccontaci qualche aneddoto avanti!-
Anche Dakota si sedette su uno sgabello della cucina.
-Fino a che la zia Paige non ha trovato il modo di farmi stare buona, durante la gravidanza tentavo continuamente di ucciderla, e quando sono nata le cose non sono migliorate.
Una volta entrò in camera perché mi aveva sentita piangere ma non appena si avvicinò alla culla creai un muro di fuoco alto fino al soffitto.
La mamma tentò una terapia d’urto costringendomi a passare del tempo con lei, ma ogni volta che la zia tentava di prendermi in braccio le davo una bella scossa. Quando eravamo a tavola trasformavo il suo cibo in cose disgustose come insetti, carne cruda o piante carnivore, e tutto questo prima ancora di imparare a camminare.-
Piper e Phoebe erano davvero divertite dai racconti della nipote, ridevano senza controllo immaginando le scene.
-E come abbiamo fatto a farti passare questa avversione verso tua zia?-
-Paige mi ha salvata da una situazione estrema, e da qual giorno la mia ostilità nel suo confronti e andata diminuendo fino a scomparire. Adesso abbiamo un bel rapporto, anche perché la zia è il mio angelo bianco.-
-Anche i demoni hanno angeli bianchi? Questa è una novità.-
Paige guardava Dakota in un modo non molto amichevole.
Piper strinse i denti e chiuse le mani in due pugni stretti, non voleva fare esplodere niente, Paige sembrava non voler proprio stare al suo posto.

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Capitolo 6
*** Paige vs Phoebe ***


Dakota si voltò completamente verso Paige, si sforzava di sorridere ma era evidentemente infastidita dal modo in cui la zia continuava a punzecchiarla.
-Zia, ti ho già detto che non sono un demone.-
-Forse non lo sei interamente, ma una bella parte di te lo è, e non chiamarmi zia.-
-Va bene, Paige. Cosa devo fare per convincerti che sono dalla vostra parte?-
Piper si frappose tra le due contendenti lanciando sguardi di fuoco in direzione della sorella più piccola.
-Non devi fare assolutamente niente Dakota, Paige deve solo imparare a contenere le sue emozioni e i suoi dubbi.-
-Ti ripeto Piper che non mi ero sbagliata sul conto di Cole, quindi scusami se non sono pronta ad accettare a braccia aperte quella che dice di essere sua figlia.-
Phoebe sgranò gli occhi e spalancò la bocca sorpresa.
-Paige! Non hai ancora superato quella storia? Bhè lasciatelo dire, sei paranoica e cominci anche a diventare patetica!-
Paige schivò Piper e si ritrovò faccia a faccia con una Phoebe davvero furiosa.
-Non mi ero sbagliata, e a te non è mai andato giù il fatto che io avessi ragione! Amavi Cole e volevi che fosse buono ma le cose non vanno quasi mai come vogliamo Phoebe! Dakota era stata concepita per governare gli inferi e dominare te, era riuscita a farti diventare la Regina di tutti i mali. Cosa ti fa credere che non possa farlo di nuovo? Guarda cosa ha fatto a Wyatt, me lo ha rivoltato contro!-
-No aspetta un momento, io non ho fatto proprio niente a Wyatt!-
-Ah no? E allora come spieghi quello che mi ha fatto? Tu gli hai sussurrato qualcosa e lui ha improvvisamente cambiato atteggiamento, è corso a chiedermi scusa. Mi ha attaccata!-
Dakota si alzò dallo sgabello e andò minacciosamente incontro a sua zia.
-Se proprio vuoi saperlo, ho detto a Wyatt che era tutto apposto e che doveva chiedere scusa per quello che aveva fatto. Si è comportato in quel modo perché ha percepito il tuo comportamento come una minaccia nei miei confronti.-
Paige sembrò soppesare le parole della ragazza.
-Quindi non hai usato i tuoi poteri demoniaci, e mi verrai anche a dire che non li usi mai!-
Dakota sbuffò togliendosi una ciocca di capelli castani davanti agli occhi.
-Esatto non li uso, se non quando è strettamente necessario.-
Paige guardò velocemente le sue sorelle per poi sorridere in una maniera inquietante, quasi a cantare vittoria.
-Fammi indovinare, non li usi perché hanno un cattivo influsso su di te, ti spingono verso il male e fanno emergere la tua parte oscura, non è vero?-
Dakota deglutì e spostò il suo sguardo verso il pavimento. Doveva riuscire a rimanere calma.
Piper e Phoebe seguivano la vicenda con il fiato sospeso, entrambe aspettavano una risposta da parte di Dakota.
-Direi che posso interpretare il tuo silenzio come una conferma di quello che ho appena detto. Non mi ero sbagliata, non sei affatto diversa da tuo padre.-
Phoebe afferrò Paige per un braccio e la costrinse ad allontanarsi da Dakota.
-Adesso basta. Non puoi parlare in questo modo a mia figlia!-
Paige guardò sorpresa sua sorella e la mano che le stringeva forte il braccio.
-Adesso è tua figlia? Anche tu avevi paura di quello che portavi in grembo, non puoi negarlo, avevi paura che potesse trascinarti inesorabilmente verso il male in una strada a senso unico e senza via d’uscita. La tua paura si è materializzata davanti ai tuoi occhi, se anche Dakota dicesse la verità, rimane il fatto che è una bomba ad orologeria e potrebbe esplodere in ogni momento!-
-Non hai mai dato una possibilità a Dakota, mai. Sei sempre stata convinta che sarebbe stata una minaccia, che sarebbe stata malvagia. Questa volta ti stai sbagliando Paige, io mi sbagliavo.-
Piper si intromise per dividere nuovamente le sue sorelle.
-Okay. Mi sembra che la situazione ci stia sfuggendo di mano. Datevi una calmata!-
-Sai Phoebe ad essere sincera credo che tu abbia amato più la parte demoniaca di Cole che quella umana. Sei sempre stata attratta dai cattivi ragazzi, comincio a credere che ti piaccia il pericolo, farti sedurre e contagiare dal male. Per questo sei tanto presa da tua figlia adesso.-
Phoebe scansò nuovamente Piper e afferrò Paige per le spalle sbattendola contro il muro.
-Sei brava a dare giudizi Paige, tu non hai mai sbagliato, non è vero? Sei sempre stata corretta, e non hai mai ceduto al male! Ho amato Cole in ogni sua singola parte, non avevo paura di lui né della sua parte demoniaca perché sentivo che anche lui mi amava e me lo ha dimostrato più volte.
Non ero sedotta dal male, ma da un amore fortissimo e incondizionato.
Cosa che tu non hai mai avuto con nessuno Paige! Anche tu hai fatto i tuoi sbagli, ma io non mi sono mai accanita contro di te. Non sei perfetta, non sei Prue!-
Una forte esplosione costrinse le due contendenti a separarsi.
Il lampadario della cucina era andato in mille pezzi.
-Ho detto basta! Possibile che per far tornare la calma debba sempre perdere la mia?-
Leo accorse dalla camera da pranzo.
Si guardò intorno alla ricerca di un  demone.
- Leo, porta Paige di sopra, meglio tenere separate queste due, prima che perda davvero la pazienza e le uccida!-
Leo prese Paige e orbitò entrambi al piano di sopra senza fare domande.
-Si può sapere che diavolo vi è preso?-
Phoebe ancora seduta a terra voltò il viso da un’altra parte.
Inutile tentare di farle riappacificare, meglio farle sbollire.
Piper si voltò preoccupata verso Dakota.
La ragazza aveva dovuto fare uno sforzo disumano per non intervenire e scagliarsi contro Paige, era ancora furiosa, tremava in modo incontrollabile.
- Dakota, mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a questa scenata. Sono mortificata, davvero. Paige si calmerà vedrai.-
Dakota guardò sua madre che sembrava essersi chiusa in se stessa.
-No zia, dispiace a me aver creato tanto scompiglio. Scusatemi davvero.
Io non faccio parte della vostra vita e non è giusto che mi intrometta in quello che succede in questa dimensione.-
Non diede né a Phoebe né a Piper il tempo di replicare, si dissolse velocemente nell’aria.

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Capitolo 7
*** Tra due fuochi ***


Piper batté violentemente il pugno destro sul piano della cucina.
-Maledizione!-
Aiutò Phoebe a rialzarsi mentre scrutava il suo volto sconvolto.
La discussione con Paige l’aveva provata, doveva aver fatto riemergere ricordi scomodi, errori dimenticati, dolori sopiti.
-Okay, siediti qui, bevi una tazza di the, poi cercheremo Dakota.
Non può essere andata lontano, non può tornare nella sua dimensione senza un incantesimo del trio.-
Phoebe, obbediente si verso una tazza di the senza prestare troppa attenzione alla sorella. Era preoccupata per Dakota.
Leo orbitò nuovamente in cucina, alle spalle di Piper.
-Si può sapere che cosa è successo?-
Piper sospirò pesantemente e si voltò verso suo marito.
- Paige e Phoebe hanno discusso per Dakota. Paige è convinta che non sia sicuro tenerla con noi, aiutarla a trovare quello che cerca e Phoebe, bhè ha giustamente dato i numeri.-
-Mi è sembrata una discussione molto accesa. Non avete usato i vostri poteri vero?-
Phoebe scosse la testa.
-Non l’una contro l’altra. Abbiamo imparato la lezione Leo, non preoccuparti.-
-E’ già un passo avanti. E Dakota dov’è?-
Phoebe si passò una mano sulle labbra, sempre più preoccupata.
-Non lo sappiamo. E’ sparita. Tu non puoi rintracciarla?-
Leo chiuse gli occhi, cercava di individuarla tra le decine di voci che sentiva nella testa.
-No. Non riesco a percepirla.-
-Paige!-
Leo e Phoebe guardarono  Piper perplessi.
-Dakota ha detto che Paige è il suo angelo bianco, quindi lei può trovarla, è una sua protetta.-
-Non ho bisogno di lei, troverò mia figlia da sola.-
-Phoebe , ti prego ragiona. Adesso sei arrabbiata con lei. Dovreste parlarvi e chiarire. Siete vulnerabili se siete divise, dovreste aver imparato anche questo.-
Piper carezzò la spalla di suo marito e si avvicinò a lui in cerca di conforto.
La discussione aveva scosso anche lei, le sue sorelle ci erano andate pesanti.
-Leo ha ragione. Dovete chiarirvi.-
-Ho detto che non ho bisogno di Paige. Ha sentito anche tu quello che mi ha detto, non posso passarci sopra. E comunque non credo che ci aiuterebbe.-
-Mio Dio perché dovete sempre essere così testarde. Neanche tu Phoebe sei stata corretta. Dovevi proprio dirle che non è Prue? Sai quanto le faccia male essere paragonata a lei!-
Phoebe si morse le labbra e abbassò il capo.
-Le hai davvero detto una cosa del genere?-
-Leo ti ripeto che lei ci è andata pesante, io mi sono solo difesa. Mi ha detto che sono attratta dal male e che Dakota è solo la molla che farà risvegliare la mia parte malvagia. Si è scagliata contro mia figlia, che cosa avrei dovuto fare?-
Leo scosse la testa, incredulo e amareggiato.
-Non posso credere che siate arrivate a tanto! E tu non sei intervenuta?-
-Diciamo che sono ricorsa a metodi estremi.-
Piper indicò il lampadario ancora fumante.
-Paige come sta?-
-Come Phoebe, le conosci. Quando sono convinte di avere ragione, non sono disposte a scendere a compromessi.-
-Vado a vedere quello che posso fare, tu rimani con Phoebe, cerca di convincerla.-
Arrivata davanti alla stanza di Paige, Piper prese un respiro profondo, anche lei era arrabbiata con Paige, non aveva voluto ascoltarla e le cose come previsto erano finite male.
Bussò due volte e aspettò la risposta di Paige prima di aprire la porta.
Era seduta sul letto con le gambe incrociate e un cuscino stretto al petto.
Piper aveva imparato a conoscere sua sorella, quella posizione non suggeriva nulla di buono, anche Paige si era chiusa in se stessa.
-Paige non ti nascondo che sono molto arrabbiata con te, ma cerco anche di sforzarmi per capire il tuo punto di vista.-
Paige aveva gli occhi gonfi e arrossati, aveva pianto e non voleva che Piper lo notasse.
-Tesoro, non riesco a capire come siate potute arrivare a questo punto. Dovete fare la pace, è importante che restiamo unite tra noi.-
Paige scosse la testa.
-Non volete mai darmi retta, io mi faccio in quattro per difendere la nostra famiglia, per proteggervi e voi mi date sempre della paranoica,o addirittura della patetica. Scommetto che se fosse stata Prue a dire quello che ho detto, voi le avreste dato ragione. Ma io non sono Prue, non è vero?-
Piper deglutì.
-Sono sicura che Phoebe non pensa davvero quello che ha detto, lo ha fatto solo per ferirti.-
-E ci è riuscita!-
-Lo so, ma non puoi abbandonarci adesso. Lo ha detto per difendersi, tu l’hai attaccata a spada tratta, sembravi una furia e quando sei arrabbiata non riesci proprio a frenare la lingua, non puoi negarlo. Anche tu hai ferito Phoebe, e Dakota.-
Paige era consapevole di quello che aveva fatto, forse aveva davvero esagerato. Voleva solo che tutti fossero al sicuro.
-Devi aiutarci a ritrovare Dakota, è sparita subito dopo la vostra lite e non è giusto che lei paghi i vostri rancori, lo sai.-
-Non verrò con voi a cercarla, almeno fino a quando non sarò sicura che non sia malvagia.-
-Non devi venire a cercarla. Tu sei il suo angelo bianco, basta che ci dica dove si trova e andremo noi a prenderla.-
-Io non sono il suo angelo bianco! La Paige di un’altra dimensione lo è! Tu proprio non vuoi capire!-
-No sei tu a non capire! Finchè si trova nella nostra dimensione sei tu il suo angelo bianco! Ricordi quando Cole ti ha trascinata in una dimensione in cui tu eri morta? Sei riuscita a riavere i tuoi poteri quando hai ricomposto il trio. Quindi le dimensioni sono collegate!-
Leo irruppe nella stanza spalancando la porta.
-Wyatt è sparito, e non riesco a sentirlo!-

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Capitolo 8
*** Un posto sicuro ***


Aveva viaggiato attraverso la dimensioni, il tempo e lo spazio, eppure, alcune cose non erano cambiate.
Ovunque andasse era considerata una minaccia, il bene la temeva e il male la bramava chiamandola a gran voce.
Non erano cambiate le persone che amava, e non lo erano neanche il posto in cui si sentiva al sicuro.
Una grotta nascosta nelle viscere degli inferi, celata dal bene e dimenticata dal male.
Era una zona neutrale, il suo rifugio segreto in cui poter pensare, piangere e usare i suoi poteri, tutti i suoi poteri senza il timore di far male a qualcuno, di essere guardata come se fosse la sorgente.
Era stato il primo posto che le era venuto in mente non appena si era sentita di troppo.
Era accorsa nel suo nascondiglio quando sua madre non era ancora pronta a parlare con lei e con un paio di magie lo aveva fatto tornare ad essere il suo angolo di paradiso.
Ben illuminato, spazioso e soprattutto silenzioso.
Le parole di Paige le ronzavano nella testa e non le davano pace.
Aveva ragione, si sentiva attratta  dal male, ma chi non lo era?
L’unica differenza era che nel suo caso il male le scorreva nelle vene e ogni giorno faceva a pugni con la sua parte buona.
Essere malvagi sarebbe stato molto più facile e soprattutto meno doloroso.
Ma non era quello che le avevano insegnato, non era quello che voleva per lei.
Si sedette sul comodo schienale scavato nella pietra e sospirò cercando di mettere ordine nelle idee.
Si ritrovò ancora a pensare a quanto amasse quel posto, ai momenti che aveva vissuto nascosta dagli occhi del mondo.
Lo aveva scoperto per caso, quando aveva sedici anni, ignorando le minacce di sua madre aveva seguito un demone negli inferi, dopo averlo ucciso aveva scoperto una piccola apertura nella roccia, curiosa si era  addentrata verso l’ignoto e aveva trovato finalmente il posto che cercava da una vita.
Era il posto in cui aveva scoperto ed imparato ad usare i suoi poteri demoniaci, quelli che la sua famiglia le aveva sempre proibito di usare ma che erano infinitamente più potenti di quelli lasciategli in eredità dalla zia Prue.
Il posto in cui, aveva condiviso con Marcus dei momenti indimenticabili e decisamente di fuoco.
Portò la mano sul cuore, e attaccato al reggiseno con una spilla da balia potè ritrovare  il piccolo cerchio d’oro che rappresentava la promessa del loro eterno amore.
Le mancava casa, e soprattutto le mancava la sua famiglia.
Sapeva che non sarebbe potuta tornare da loro se prima non avesse compiuto la sua missione, doveva trovare quel maledetto medaglione.
Marcus sicuramente doveva essere furioso, lo aveva lasciato mentre dormiva tranquillo mettendo un biglietto sul frigorifero in cui spiegava a grandi linee quello che stava per fare.
Senza dubbio se gli avesse svelato il suo piano le avrebbe dato della pazza, e poi avrebbe voluto seguirla, compiere insieme la missione come avevano sempre fatto, ma era troppo rischioso.
Si asciugò gli occhi umidi con la manica del giacchetto.
Non era il momento di piangere, era il momento di agire.
Se il medaglione non era casa, cosa che doveva ancora appurare, allora era ancora nelle mani di qualche demone.
Questo poteva essere un problema, sarebbe stato più difficile trovarlo e avrebbe allungato a tempo indeterminato la sua assenza da casa.
Guardò sorpresa lo scintillio azzurro che interruppe le sue riflessioni, che profanava il suo posto segreto.
Era impossibile che Paige o Leo l’avessero rintracciata, non potevano percepirla se si trovava nel mondo degli inferi.
Wyatt la guardò sorridendo e allungò le braccia verso di lei.
- Wyatt che cosa ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi?-
Divertito dalla sorpresa dipinta sul volto della cugina, Wyatt rise più forte battendo le mani.
-Oh si giovanotto , scommetto che trovi la cosa divertente ma sono sicura che tua madre non è dello stesso parere.-
Lo prese in braccio e non potè fare a meno di ridere.
-Sei il solito guastafeste invadente. E’ meglio che ti riporti a casa prima che le zie mettano a soqquadro il mondo per trovarti.-
                                           
                                                   ********
 
Piper camminava nervosamente su e giù per la stanza, il suo bambino era sparito e lei non sapeva proprio dove cercarlo.
-Sono sicura che abbia raggiunto Dakota, le piace stare con sua cugina lo abbiamo visto a cena. Se non mi sbaglio, basterà trovare lei per riportarli a casa entrambi.-
Paige scosse la testa.
-Come fai ad essere sicura che non sia stata Dakota a prenderlo?-
Phoebe strinse i pugni e cercò di mantenere la calma, un altro scontro non era quello di cui avevano bisogno in quel momento.
-Non l’ha preso Dakota. Non aveva alcun motivo di farlo e poi Wyatt è scomparso dopo che Dakota se ne era andata.-
Paige si morse il labbro inferiore.
Neanche lei voleva provocare una nuova lite ma non poteva fare a meno di pensare a una cosa.
-Non mi aggredite adesso. Non vorrei che quello che sto per dire ci portasse nuovamente a strapparci i capelli a vicenda. In due casi un angelo bianco non può rintracciare i suoi protetti: se sono morti, cosa che non mi sembra fattibile, e se sono nel regno degli inferi, cosa più probabile non credete?-
-Ancora con questa storia! Perché mia figlia dovrebbe essere negli inferi?-
Leo si frappose tra le due sorelle e gli fece segno di sedersi.
-Quello che ha detto Paige ha senso. Magari Dakota sta cercando quello per cui è venuta nel regno degli inferi. Quello che non capisco è come abbia fatto Wyatt a raggiungerla neanche lui ha la facoltà di percepire qualcuno se celato dalle forze demoniache.-
-Ci è riuscito perché quando eravamo piccoli la mamma e la zia fecero un incantesimo per renderci più uniti. Fecero in modo che l’uno sapesse sempre dov’era l’altro e in situazioni di pericolo vi assicuro che è stato molto utile, un po’ meno per le nostre vite intime e sentimentali ma ogni cosa ha il suo prezzo.-
Tutti si voltarono sorpresi verso Dakota che stringeva al petto suo cugino.
Piper accorse verso di loro prendendo Wyatt in braccio e regalando una veloce carezza a Dakota.
-Vuoi far morire la mamma non è vero? Non fare mai più una cosa del genere , mai più! Grazie Dakota per averlo riportato qui. Bentornata  a casa.-

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Capitolo 9
*** come la pece ***


 
Non era stato facile convincere Dakota a tornare a casa, ma Piper e Phoebe avevano insistito talmente tanto da non lasciarle altra scelta.
Paige non le aveva rivolto parola, si era limitata a stringere le labbra in una smorfia di disappunto, ma non si era opposta alla sua presenza.
Probabilmente aveva deciso di rimanere tranquilla e lasciare che le acque si calmassero.
Phoebe bussò piano alla porta della camera degli ospiti.
-Entra Phoebe.-
Phoebe varcò la soglia e si chiuse la porta alle spalle.
-Come facevi a sapere che ero io?-
Dakota le regalò un sorriso divertito.
-E’ impossibile che una figlia non riconosca i passi della propria madre, e poi immaginavo che saresti venuta. Ti dico subito che non c’è bisogno che ti scusi ulteriormente, mi avete convinta, rimarrò qui con voi.-
Phoebe avvicinò una poltrona al letto su cui Dakota era seduta.
-Penso che io e Paige abbiamo decisamente superato il limite, ma quando si entra in ambiti così intimi è difficile non perdere il controllo. Sono felice che tu abbia deciso di restare.-
Dakota guardò attentamente sua madre, forse aveva davvero superato lo shock del suo arrivo e sembrava decisa a darle una possibilità.
-Conosco la zia Paige, è diffidente, e visto quello che avete passato non posso darle torto, soprattutto riguardo quello che ha detto su papà.-
Phoebe si morse il labbro inferiore, la ferita che le aveva provocato la morte di Cole non era ancora rimarginata, forse non lo sarebbe mai stata, ma l’arrivo di Dakota poteva rendere la sua riabilitazione più veloce.
Per vivere accanto a sua figlia avrebbe dovuto affrontare tutti i fantasmi che la tormentavano, fantasmi che era riuscita a nascondere agli occhi del mondo ma che erano ancora ben lontani dallo scomparire.
-Tuo padre è…era una persona speciale, unica e io l’ho amato molto.
Non so se abbiamo mai parlato di lui, nell’altra dimensione intendo.-
Dakota incrociò le gambe e si avvicinò di più a sua madre.
Forse in questa dimensione avrebbe ottenuto tutte le risposte alle domande che non aveva mai osato rivolgerle.
-A dire il vero non parli molto volentieri di lui. Diciamo che mi hai sempre dato le informazioni essenziali, mi hai detto che vi amavate molto ma che le cose non erano andate perché bene e male non possono convivere sotto lo stesso tetto. Quello che ho scoperto su Cole mi è stato raccontato per la maggior parte dalle zie, soprattutto da zia Paige che non ha proprio una grande opinione di lui.-
Phoebe sbuffò, le loro dimensioni dovevano essere molto simili.
-Io e tuo padre abbiamo tentato di far andare le cose, abbiamo davvero provato di tutto. Lui ha cercato di sopprimere la sua parte malvagia e io sono diventata la Regina degli inferi. Siamo stati felici, anche se per poco tempo, ma l’amore certe volte non basta. Probabilmente non era destino che noi restassimo insieme.-
-Questa è una cosa che mi hai detto molte volte.
Dici che l’amore a volte non basta eppure mi hai sempre ripetuto che attraverso il tuo amore eri riuscita a crescermi dalla parte del bene.-
Phoebe le posò una mano sul ginocchio.
-Da quello che vedo sembra che su questo io abbia ragione. Non so quali siano i tuoi poteri, ma sento che quello che abbiamo visto in soffitta sono solo una pallida dimostrazione di quello che sai fare. Non è importanti quali poteri tu utilizzi, ma per cosa li utilizzi.-
Dakota storse la bocca, non sembrava troppo convinta.
-A dire il vero, mi hai sempre vietato di usare i miei poteri diciamo “oscuri” e quando lo facevo, il tuo sguardo era talmente terrorizzato da spingermi ad evitare di farlo.-
Phoebe la guardò sorpresa, non avrebbe mai impedito ai suoi figli di usare i loro poteri, avrebbe soppresso una parte del loro essere, ma doveva esserci una buona ragione se nell’altra dimensione aveva agito diversamente.
-Abbiamo un buon rapporto?-
La ragazza si concesse qualche secondo prima di rispondere.
-Sicuramente hai fatto del tuo meglio per crescermi nel modo giusto.-
-Non mi sembra una risposta proprio eccellente. Parlami di te, di noi.-
Dakota si passò la lingua sulle labbra, era titubante.
-Hai sacrificato molto per crescermi. Lo hai fatto da sola, anche se le zie ti hanno aiutata molto e io apprezzo quello che hai fatto per me.
Sei stata severa, molto severa con me, ma forse era l’unico modo per tenermi sulla retta via. A dire la verità ho sofferto molto, mi è sempre sembrato che tu mi tenessi a distanza anche se so che mi ami con tutta te stessa.
Spesso mi sono sentita sola, ma questo mi ha resa più forte.-
Phoebe sentiva gli occhi bruciare e le lacrime farsi spazio nonostante le sue resistenze. Sua figlia si era sentita sola e probabilmente incompresa, non aveva fatto un buon lavoro, non era stata la madre che desiderava essere. Sporse le braccia verso Dakota che, dopo un attimo di esitazione, si lasciò stringere al petto da sua madre.
-Finchè sarai in questa dimensione non dovrai mai sentirti sola.-
Dakota aprì la bocca per rispondere ma delle grida e il rumore di un’ esplosione proveniente dal corridoio, chiusero bruscamente la parentesi confidenziale che si era creata.
Dakota mosse la mano da sinistra a destra e la porta si spalancò bruscamente.
Paige e Leo furono scaraventati fuori dalla camera dei bambini, mentre il rumore delle esplosioni faceva intendere che Piper era ancora all’interno della stanza.
Phoebe aiutò sua sorella e suo cognato a rialzarsi mentre Dakota si precipitava in aiuto della zia.
Un demone dalle fattezze umane teneva Wyatt sospeso in una bolla di energia, era impegnato ad evitare e rispondere agli attacchi di Piper.
Dakota scorse un tatuaggio sul braccio destro del demone, un cerchio al cui interno una fiamma era avvolta in una ragnatela di colore rosso vivo.
Conosceva quel simbolo, era lo stesso che era inciso sul medaglione che stava cercando.
Wyatt svegliato bruscamente dal sonno e preso alla sprovvista piangeva in modo incontenibile e tendeva le braccia verso la cugina in cerca di aiuto.
Anche Chris al sicuro tra le braccia di Piper cominciò a piangere.
Dakota avvertì dei passi provenire dal piano di sopra, qualcuno li stava raggiungendo dalla soffitta.
Sua madre e i sui zii erano nuovamente pronti ad intervenire in aiuto di Piper che da sola riusciva ancora a tenere a bada il demone.
Dakota agì senza pensare, sopraffatta dal suo istinto.
Tendendo una mano verso la porta creò una barriera elettrica per tenere i suoi famigliari lontani dal pericolo e fece lo stesso con Piper e Chris.
Il demone la guardò sorpreso, evidentemente spiazzato e incerto sul da farsi.
Tese una mano verso la bolla pronto a svanire portandosi via Wyatt ma Dakota fu più veloce.
Usando la telecinesi scagliò il demone contro la parete e chiamò a sé la bolla di energia.
-Lascia andare il bambino, annulla la magia che lo imprigiona o farai una brutta fine!-
Il demone si tirò velocemente su e le rivolse uno sguardo di sfida.
-Neanche per sogno, il bambino viene con me, e se mi elimini la mia magia lo ucciderà.-
Paige e Leo cercavano inutilmente di orbitare all’interno della stanza, ma la magia di Dakota gli impediva di entrare e di avvicinarsi alla barriera che aveva creato.
Piper la guardava fiduciosa, era sicura che l’avrebbe tirati fuori dai guai anche se la paura era chiara dalla sua espressione.
-Forse non ci siamo capiti…-
Gli occhi di Dakota fiammeggiarono e divennero improvvisamente completamente neri come la pece.
Piper lanciò un piccolo grido e cercò invano di uscire dalla barriera che Dakota le aveva creato intorno, Leo Phoebe e Paige la guadavano con la bocca spalancata e il terrore dipinto sul volto.
Dakota non aveva tempo per preoccuparsi delle loro reazioni, conosceva quello sguardo ma doveva ignorarlo se voleva salvare suo cugino.
-Lascia andare il bambino!-
Il demone la fissava incredulo, le sue ginocchia tremavano visibilmente, si lasciò cadere a terra e inginocchiato davanti a Dakota pose un pugno chiuso sul petto.
-Come desideri mia signora.-
La bolla si dissolse e Wyatt riuscì ad orbitare accanto a Dakota.
-Chi ti manda? Dov’è il tuo padrone?-
Il demone alzò leggermente il viso senza però guardarla negli occhi, la sua voce tremava, come il resto del suo corpo.
-Ho giurato fedeltà al mio padrone non posso rivelarti il suo nome o morirò.-
-Morirai ugualmente se non me lo dici.-
Il demone scosse la testa e nello stesso istante le fiamme cominciarono a lambire il suo corpo.
-Radur! Si chiama Radur! Basta ti prego!-
Dakota non sembrava intenzionata a far cessare la sua agonia, le fiamme divennero più alte e più intense.
-Kota basta! Fermati!-
La ragazza riconobbe immediatamente la voce che la implorava di tornare in sé e alzò lo sguardo per accertarsi di non averla solo immaginata.
Lui era lì,  la guardava implorante, sicuro di riuscire a farla tornare indietro, di riportarla da lui.
Le fiamme svanirono e il demone sconvolto, dopo essersi accertato di essere ancora vivo, si dissolse nell’aria.
-Kota…-

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Capitolo 10
*** Lavare via la pece ***


 
Dakota fissava i suoi occhi color ambra, osservava le sue labbra muoversi incorniciate in un pizzetto perfetto.
Percepiva il suo profumo e lo ispirava a pieni polmoni.
Tendeva una mano verso di lei, la guardava come solo lui sapeva fare, come se al mondo non esistesse nient’altro tranne lei.
Riusciva a ritrovarla nonostante la nube dei suoi poteri oscuri la avvolgesse creando una rete quasi impenetrabile.
-Tesoro, adesso devi calmarti. Puoi farcela, lo hai già fatto decine di volte. Respira.-
Senza neanche accorgersene Dakota eseguì l’ordine ricevuto.
Respirò più volte cercando di riprendere il controllo, doveva sopprimere la sua parte demoniaca, ma una volta uscita fuori era difficile da controllare.
Mosse un passo verso di lei, poi un altro, lentamente, con estrema calma.
Le sorelle seguivano con il fiato sospeso ogni mossa del ragazzo, non avevano la più pallida idea di chi fosse, o da dove fosse arrivato, ma sembrava sapere quello che stava facendo e sicuramente, Dakota lo conosceva.
Non osavano muoversi, riuscivano a malapena a respirare.
Phoebe non riusciva a smettere di tremare, sentì una mano cercare e  stringere la sua e fu sorpresa di scoprire che apparteneva a Paige.
Forse sua sorella non aveva tutti i torti, quella che avevano davanti non  era Dakota.
Era la sorgente.
Avevano sconfitto quel mostro tre volte, e credevano di averlo annientato per sempre, ma aveva viaggiato tra le dimensioni ed ora era nuovamente in mezzo a loro.
Leo aveva preso Chris e Wyatt ed era orbitato al piano di sotto, i bambini erano la priorità, confidava nel fatto che le sorelle, forse anche con l’aiuto dello sconosciuto, sarebbero in qualche modo riuscite a gestire la situazione.
Dakota sentiva il sangue scorrere nelle vene come lava incandescente, si sentiva onnipotente e spaventata a morte allo stesso tempo.
-Kota, guardami. Sono qui amore, sono con te. Torna da me.-
Il suono della sua voce era dolce come il miele caldo.
Era l’unico in quella stanza a conoscerla davvero, a non avere paura di quello che aveva davanti, era la sua ancora di salvataggio, lo era sempre stato, doveva solo riuscire ad afferrarla.
-Marcus…-
-Torna da me piccola.-
Dakota deglutì e chiuse gli occhi nel tentativo di spegnere il fuoco che le ardeva dentro e che rischiava di distruggere tutto quello che aveva intorno.
Allungò il braccio in direzione della mano ancora protesa verso di lei, e quando finalmente riuscì a stringerla, si sentì leggera, mentre il fuoco si affievoliva lentamente.
Quando Dakota riaprì gli occhi, questi avevano riacquistato la loro naturale tonalità di marrone.  
La tensione abbandonò di colpo il corpo di Phoebe, lo fece tanto in fretta da farla quasi svenire.
Lo sconosciuto, era riuscito in qualche modo a lavare via la pece da sua figlia.
Le sorelle guardarono confuse e sconcertate Dakota volare tra le braccia del ragazzo.
Marcus la stringeva a sé cullandola dolcemente, le sussurrò qualcosa prima di baciarla sulla fronte, sulle tempie, sulle guancie.
Phoebe sussultò quando li vide sciogliersi in una serie di baci dolci e passionali  allo stesso tempo.
Quei due dovevano essere davvero molto affiatati, inequivocabilmente innamorati, schiavi di una passione travolgente, esattamente come lo erano stati lei e Cole.
La sorella maggiore si riscosse velocemente e fu la prima ad intervenire.
-Ehi! Voi due! Vedete di andarci piano.-
Piper aveva capito che il ragazzo non rappresentava una minaccia, anzi sembrava che conoscesse Dakota fin troppo bene.
-Direi che possiamo anche spostarci al piano di sotto, credo che abbiamo tutti bisogno di una camomilla.-
Marcus le sorrise acconsentendo tacitamente alla sua richiesta, ma senza smettere di stringere Dakota.
La ragazza aveva smesso di piangere, per smettere anche di tremare ci sarebbe voluto un po’ più di tempo e sicuramente una camomilla le avrebbe fatto bene.
Prima di seguire Marcus verso il soggiorno Dakota si fermò davanti a sua madre, un nodo le stringeva la gola e le lacrime minacciavano nuovamente di inondare il suo viso.
-Mi dispiace Phoebe. Non volevo che tu mi vedessi in quel modo. Vorrei essere diversa, davvero.-
Phoebe sentiva il suo cuore stritolato da una miriadi di emozioni contrastanti, e il solo modo che trovò di esprimerle fu passare dolcemente una mano sul viso mortificato di sua figlia.
-Andiamo di sotto, credo di aver proprio bisogno di quella camomilla.-
Guardò Dakota scendere le scale e quando sparì dalla sua visuale, si voltò verso Paige che le stringeva ancora la mano.
Non sembrava arrabbiata, neanche troppo spaventata.
Paige le rivolse un sorriso incerto e le indicò le scale.
- Questa casa comincia ad essere decisamente affollata, e mai una volta che lo sia per una festa, o da persone normali. Dal modo in cui tua figlia si stringeva a lui direi che abbiamo appena conosciuto tuo genero.-
Si guadarono perplesse, poi scoppiarono in una fragorosa e insensata risata.
-Anche a te è sembrato che avessero una certa confidenza?-
-Una certa confidenza? Quello era un bacio da “vietato ai minori”.
Credo che se non avessimo ucciso Cole, sarebbe morto dopo aver visto sua figlia baciarlo in quel modo.-
-Paige, non conoscevi affatto Cole: prima avrebbe ucciso quel ragazzo e poi sarebbe morto e risorto, come suo solito.-
Scoppiarono nuovamente a ridere.
Dopo essersi sfogate, e avere nuovamente stabilito un equilibrio nel loro rapporto, si decisero a raggiungere gli altri in salotto.
Dovevano indubbiamente risolvere alcune questioni che avevano in sospeso, ma erano nuovamente insieme, e questo per il momento bastava ad entrambe.

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Capitolo 11
*** Marcus e Dakota ***


Piper aveva preparato quasi un litro di camomilla fumante e super zuccherata e si apprestava a servirla a tutti quando Paige e Phoebe le raggiunsero.
Stavano ancora ridendo.
Piper sorrise sollevata, paradossalmente il motivo per cui avevano litigato era lo stesso che le aveva fatte riappacificare.
Gestire le loro liti era una cosa estenuante e sperava davvero che fossero riuscite a sistemare le cose una volta per tutte.
Leo cercava inutilmente di far riaddormentare Wyatt, ma il bambino era ancora abbastanza scosso e non sembrava minimante intenzionato a dormire.
Chris al contrario del fratello aveva ceduto quasi subito, stremato dalle forte emozioni e riposava beato al piano di sopra.
Piper scrutava curiosa il ragazzo che sedeva di fronte a lei e che teneva premurosamente un braccio intorno alle spalle di sua nipote.
Sembrava possedere una calma quasi disumana, era riuscito a gestire una situazione potenzialmente disastrosa in modo impeccabile e questo bastava a renderglielo simpatico.
-Allora, caro il nostro misterioso salvatore, è lecito chiedere il tuo nome?-
Marcus accennò un sorriso passandosi una mano tra i capelli corti e nerissimi.
-Scusate,qualche volta dimentico le buone maniere. Mi chiamo Marcus e vengo dalla stessa dimensione di Dakota.-
Paige e Phoebe si accomodarono sul divano alla sinistra dei ragazzi.
Phoebe si sorprese a soppesare l’aspetto di Marcus, sua figlia aveva decisamente buon gusto in materia di ragazzi.
Occhi ambra grandi ed espressivi, capelli neri accompagnati da un pizzetto impeccabile, fisico scolpito e sorriso ammaliante.
Si, era decisamente un bel ragazzo.
-Allora Dakota, non ci avevi detto di avere un ragazzo. Sono cose che si dovrebbero dire ad una madre non credi?-
Dakota alzò appena la testa stringendo la tazza di camomilla fumante.
-Io non sono il suo ragazzo…>-
Marcus sembrava perplesso e scrutò Dakota all’evidente ricerca di qualcosa.
Paige sbuffò alzando gli occhi al cielo.
-Scommetto che siete solo amici, e scommetto anche che salutate tutti i vostri amici con dei bei baci appassionati, esattamente come quelli che abbiamo visto poco fa.-
Marcus guardò brevemente Paige prima di tornare alla ricerca di quel qualcosa.
-Bhè, spero proprio di essere l’unico con cui lo fa visto che sono suo marito. A proposito dov’è la tua fede?-
Phoebe sobbalzò, e solo in quel momento si accorse del cerchio d’oro che cingeva l’anulare sinistro di Marcus.
Sgranò gli occhi incredula e si voltò verso le sue sorelle, le trovò entrambe con la bocca spalancata.
Pier per poco non lasciò cadere la caraffa di camomilla.
Dakota senza rispondere infilò la mano sotto alla maglietta, all’altezza del cuore, e dopo qualche secondo tirò fuori la sua fede e la rimise al posto che le spettava, al dito.
-Perché non hai detto di essere sposata?-
Dakota fece spallucce sporgendo leggermente in fuori il labbro inferiore.
-Mi hanno sempre detto che quando si va nel passato non bisogna rivelare troppo del futuro, ho pensato che non fosse importante, tutto qui.-
Marcus la guardò accigliato schiudendo appena le labbra.
-Non pensavi fosse importante?-
-Oh andiamo, non vorrai farmi una scenata di gelosia proprio adesso! Non è il momento. Ho avuto una giornata molto lunga.-
Phoebe prese la sua tazza di camomilla, cercava di non mostrare troppo la sua sorpresa.
-E da quanto siete sposati?-
Marcus si passò la lingua sulle labbra prima di rispondere, la risposta di Dakota doveva averlo innervosito.
-Due anni e mezzo.-
Il tentativo di Phoebe di non sembrare troppo stupita andò in fumo in pochi secondi.
-Ma quanti anni avete esattamente?-
-Io ne ho 23 e Dakota 20 e mezzo. E’ così importante?-
Phoebe scosse la testa energicamente.
-Voglio solo dire che siete molto giovani, è inusuale sposarsi così presto. Sono un po’ sorpresa tutto qui.-
Dakota lasciò il divano e fece segno allo zio di darle Wyatt.
La ragazza, prese il cuginetto e lo strinse al petto cullandolo dolcemente.
Piper si sedette al posto di Dakota e cominciò a sorseggiare la sua camomilla.
-Quindi quando vi siete sposati lei aveva appena compiuto 18 anni e tu ne avevi circa 21. Sicuramente una scelta audace.-
-Folle, una scelta folle. Sposarsi a 18 anni è pura follia! E’ completamente al di fuori di ogni pensiero sensato!-
Phoebe guardò Paige in cagnesco, possibile che sua sorella non sapesse proprio contenersi?
Marcus però non sembrò prendersela troppo, anzi scoppiò a ridere mostrando i denti perfetti.
-Mi sembra di vivere un dejà vù. Pensa che quando abbiamo comunicato alla famiglia la nostra intenzione di sposarci, la tua reazione è stata esattamente la stessa di pochi secondi fa. Hai pronunciato le stesse parole. Le nostre dimensioni sembrano essere del tutto identiche, se non per il piccolo particolare che Dakota qui non è mai nata.-
Dakota lo guardò velocemente prima di passare Wyatt profondamente addormentato allo zio.
Leo lo accolse tra le braccia incredulo.
-Sei riuscita a farlo riaddormentare, noi non ci siamo mai riusciti. Dopo un attacco rimane sveglio per ore. Hai un talento naturale.-
Le sorrise estasiato prima di orbitare al piano superiore.
Piper guardò sua nipote perplessa,come se avesse avuto un’improvvisa illuminazione, poi alzò un sopracciglio, aveva avuto due improvvise illuminazioni!
-Aspetta un momento, tu sapevi in quale dimensione cercare Dakota? Voglio dire, sapevi che lei aveva sbagliato ed era capitata nella nostra? Come hai fatto?-
Marcus si passò un dito sul pizzetto e le sorrise nuovamente.
-Non lo sapevo. Io sono andato nella dimensione giusta e quando ho visto che non era lì, ho capito che qualcosa era andato storto. A proposito, in quella dimensione non siete state particolarmente amichevoli con me. Diciamo che ho chiesto un piccolo aiuto a chi ne sapeva più di me.-
Dakota sbuffò digrignando i denti.
-Non dirmi che sei andato da mia madre! Lei non doveva sapere niente di questa storia! E poi tu non sei abbastanza potente per eseguire un
 incantesimo di localizzazione di questo tipo. Credevo che zia Piper non sarebbe tornata prima della fine della settimana, non avevi a disposizione il potere del trio.-
Marcus le rivolse un sorriso forzato e Piper ebbe l’impressione che quello che avrebbe detto non sarebbe affatto piaciuto a sua nipote.
-Hai ragione, infatti per sostituire Piper abbiamo usato Prue…-
Dakota lo guardò dapprima incredula per poi diventare decisamente furiosa.
Paige seguiva la scena spostando gli occhi da una parte all’altra, come se stesse seguendo una partita di tennis, era sempre più confusa.
-Prue? Nostra sorella è viva nella vostra dimensione?-
Marcus scosse velocemente la testa, stava per rispondere ma Piper lo anticipò.
-Prue è vostra figlia, dico bene?-
Dakota rimase davvero sorpresa.
-Come fai a saperlo?-
Piper agitò una mano in aria come a sottolineare l’inutilità di quella domanda.
-Oh andiamo, sei troppo brava con i bambini per non averne uno tuo. Sei riuscita a far riaddormentare Wyatt, l’ho capito dal modo in cui lo stringevi a te, e poi niente fa infuriare una donna come sapere che qualcuno ha fatto qualcosa che poteva mettere in pericolo suo figlio.-
Il rumore assordante di cocci che andavano in frantumi li costrinse a voltarsi verso Phoebe.
Per lei, sapere di essere nonna doveva essere stato davvero troppo.
Aveva semplicemente lasciato andare la tazza e adesso guardava incredula il liquido giallo che si spargeva sul pavimento.

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Capitolo 12
*** Tutti i "se" di Phoebe ***


-Phoebe stai bene?-
-Si, io credo che…ho solo bisogno di un po’ d’aria, scusatemi.-
Scavalcò i cocci della tazza stando bene attenta a non calpestare la camomilla e uscì velocemente da casa.
Paige si stava accingendo a pulire, ma Dakota le fece segno di fermarsi e con due rapidi gesti della mano ricompose la tazza e fece svanire la camomilla dal pavimento.
-Wow, questa mi è nuova! Che genere di potere è?-
-Manipolazione della materia, ho solo riportato la tazza al suo stato naturale.-
- E’ un potere molto simile a quello che hanno gli angeli bianchi, noi usiamo lo stesso meccanismo per guarire gli innocenti.-
Paige era piacevolmente sorpresa da quella nuova scoperta, sua nipote era più simile a lei di quanto pensasse.
-Da che ramo della tua famiglia viene questo potere? Non credo sia un potere demoniaco.-
Marcus, irrequieto, cercava invano di trovare una posizione più comoda sul divano.
-Credo che tua madre sia un po’ scossa, penso che sia il caso che tu vada a parlarle.-
Dakota non sembrava troppo convinta, non capiva perché Phoebe avesse reagito in quel modo, e non era sicura di volerlo sapere.
Piper si alzò dal divano per andare incontro a sua nipote.
-Se vuoi posso pensarci io. E’ solo un po’ confusa e tutte queste notizie e novità non hanno migliorato la situazione.-
La ragazza scosse la testa.
-No, ci penso io, spetta a me darle le risposte che cerca.-
Lanciò un’ultima occhiata verso suo marito, come a cercare un’ulteriore sicurezza e dopo un cenno di assenzio da parte sua, si diresse a passo incerto verso la porta di casa.
Phoebe era seduta sul terzo gradino della scalinata e guardava pensierosa la strada con entrambe le mani sotto al mento.
Dakota si sedette accanto a lei e aspettò qualche secondo prima di parlare.
- Non mi sembra che tu abbia preso molto bene la notizia di essere nonna.-
Phoebe si passò una mano sul viso, si sentiva logorata da tutto quello che era accaduto in meno di ventiquattro ore.
-Non è solo quello. Fino a ieri non avevo nessuno a cui pensare, intendo qualcuno che mi riguardasse davvero da vicino, escluse le mie sorelle.
Adesso tu sei qui. Sei qui, e io non so che fare o come comportarmi. Nel giro di un giorno sono diventata madre e nonna. E’ tutto così assurdo e complicato.-
-Credo che tu abbia bisogno solo di un po’ di tempo per assimilare tutte queste novità, poi una volta compiuta la mia missione, la tua vita tornerà ad essere quella di tutti i giorni e tu non dovrai più preoccuparti per me, spetterà alla Phoebe della mia dimensione farlo.-
Phoebe guardò Dakota, i lineamenti così simili ai suoi, scrutò nella profondità di quegli occhi così maledettamente identici a quelli di Cole e non potè fare a meno di lasciarsi sfuggire un singhiozzo seguito da calde e inarrestabili lacrime.
-E’ proprio questo il punto! Come farò a tornare alla mia vita di tutti i giorni dopo averti conosciuta? Fino a ieri avevo l’assoluta certezza di aver fatto tutto quello che potevo per tenerti con me, che non era destino che tu nascessi, che fossi mia. Adesso so che non è così, che non ho combattuto abbastanza per averti nella mia vita. Niente, assolutamente niente, sarà più come prima.-
Dakota non si aspettava una reazione del genere da parte di Phoebe, e non riusciva a trovare un modo per rispondere a quello che le aveva appena detto.
-Non so come siano andate le cose in questa dimensione,forse davvero hai fatto tutto quello che hai potuto.-
-Forse non è abbastanza!-
La porta alle loro spalle si aprì e Paige fece timidamente capolino.
-Stiamo cercando di capire di più sul demone che ha attaccato Wyatt, forse è il caso che rientriate.-
Dakota carezzò la spalla di Phoebe e si diresse velocemente verso la casa, era felice che Paige le avesse dato una scusa per uscire da quella situazione.
Phoebe invece non sembrava intenzionata a muoversi, si asciugò le lacrime e respirò profondamente nel tentativo di calmarsi.
Paige si decise a raggiungerla, non voleva essere troppo invadente, il nuovo equilibrio che si era creato tra loro poteva andare nuovamente in frantumi al minimo passo falso.
-Stai bene sorellina?-
Phoebe tirò su col naso e guardò il viso sinceramente preoccupato di sua sorella.
-Non lo so.-
Paige l’aiutò ad alzarsi e la indirizzò verso casa.
-Andiamo, adesso abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per proteggere Wyatt e tutta la nostra famiglia. Concentrarti su qualcosa di diverso da Dakota ti farà bene.-
Phoebe annuì, ma prima di entrare in casa si voltò nuovamente verso la sorella più piccola.
-Paige, credi che avremmo potuto in qualche modo sconfiggere la veggente senza rinunciare alla mia bambina?-
Paige le spostò una ciocca di capelli che le era finita davanti agli occhi e le asciugò gli ultimi residui di lacrime.
-E’ questo che ti tormenta? L’idea che avresti potuto salvare Dakota?-
Phoebe non rispose, si limito ad annuire.
- Che importanza ha adesso? Non ha senso torturarti, non possiamo cambiare il passato.-
-Ha importanza per me! Cosa ha fatto di diverso la Phoebe dell’altra dimensione? Perché lei è riuscita a salvare Dakota a io no?-
Paige aprì la porta e spinse delicatamente sua sorella all’interno della casa.
-Penso che abbiamo fatto tutto quello che potevamo per salvare la tua bambina, forse nell’altra dimensione le condizioni erano diverse. Penso che non fosse destino che tu avessi Dakota. Avrai tutto il tempo per scoprire quello che è successo, dovrai solo fare le domande giuste a Dakota. Adesso andiamo, gli altri ci stanno aspettando.-
Paige aveva ragione, Dakota era l’unica a poterle rivelare perché il suo destino e quello dell’altra Phoebe avevano preso strade così diverse.
Il libro delle Ombre era aperto sul tavolo del salotto e Piper sfogliava velocemente le pagine in cerca del demone che aveva commissionato il rapimento del suo bambino.
Dakota e Marcus erano seduti sul divano di fronte a lei e sembravano particolarmente ansiosi di vedere cosa Piper avrebbe scoperto.
-Ecco qua! Vi presento Radur, lo schifoso bastardo di un demone che ha mandato uno dei scuoi scagnozzi ha rapire il mio bambino.-
Piper picchiettava con il dito l’immagine raffigurante il viso del demone, finalmente la minaccia più prossima per il suo bambino aveva un volto.
-Fa un po’ vedere zia. -
Dakota si sporse verso Piper mentre lei girava il libro per permetterle di vedere la pagina dal verso giusto.
Quando Dakota prese il libro tra le mani questo emanò uno strano bagliore, si chiuse di scatto e volò dalla parte opposta della stanza mancando di poco il viso della zia.
Piper si toccò il volto incredula.
-Ma che diavolo succede?-

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Capitolo 13
*** Energia negativa ***


Phoebe non era certa di aver bene interpretato quello che era successo, ebbe bisogno di chiedere conferma a sua sorella.
-Credo di essere stata distratta e non vorrei che la stanchezza mi giocasse brutti scherzi, che cosa è successo?-
Piper spostò velocemente il suo sguardo da Dakota a Phoebe per poi tornare nuovamente su sua nipote.
-Direi che il libro delle Ombre ha appena respinto Dakota…-
-Ma questo non è possibile! Che motivo avrebbe di farlo?-
Dakota si alzò in piedi senza smettere di fissare le sue mani.
Cercava risposta negli occhi delle sue zie e soprattutto in quelli di sua madre che sembrava stordita quanto lei.
Leo orbitò improvvisamente in mezzo a loro e Piper presa alla sprovvista fece esplodere la lampada posta a pochi centimetri da suo marito.
-Ma che ti prende! Sono io!-
-Scusami Leo, credo davvero di essere un po’ su di giri.-
Leo si diresse verso sua moglie con aria rassicurante.
-Non credo che per questa notte saremo attaccati di nuovo, Radur sa che siamo pronti a riceverlo.-
Piper scosse la testa e indicò il libro delle Ombre ancora a terra, distante una mezza dozzina di metri  da loro.
-Dakota ha toccato il libro e lui si è protetto.-
L’espressione di Leo cambiò radicalmente e strinse istintivamente a sé sua moglie.
-Siete sicure? Magari c’è un demone camaleonte in casa, o qualche essere invisibile, si tratta certamente di uno sbaglio.-
Dakota guardava suo zio nella folle speranza che potesse spiegarle quello che era appena successo, ma neanche lui sembrava esserne sicuro.
Le indicò il libro invitandola ad andare a prenderlo.
-Dakota, prova di nuovo.-
Dakota cercò nuovamente lo sguardo di sua madre, Phoebe la rassicurò con un sorriso appena accennato, era chiaramente convinta che si trattasse di un errore.
Si voltò verso Marcus ancora una volta in cerca del suo sostegno, ma lui era profondamente assorto nella contemplazione del libro delle Ombre.
-Avanti, non avere paura, non ti succederà niente.-
Piper la incoraggiò con voce ferma, sembrava davvero convinta di quello che stava dicendo.
Per lei, Piper era sempre stata come una seconda madre, pronta a sorreggerla  ad ogni passo, a perdonarle ogni errore, il modo in cui la guardava, quella profonda fiducia che nutriva in lei da quando era una bambina pestifera, non era cambiata da una dimensione all’altra, era sempre la zia Piper.
Camminò nel modo più sciolto possibile verso il libro, non voleva mostrare di essere ansiosa, sarebbe stato come ammettere di essere colpevole di qualcosa e in quattro falcate lo raggiunse.
Esitò ancora un secondo prima di chinarsi a prenderlo, pregò con tutta se stessa affinché il libro non si ribellasse al suo tocco e poi allungò la mano.
Il libro emanò un nuovo bagliore, forse più accecante del precedente e volò nuovamente lontano da Dakota.
-Maledizione!-
Dakota guardò ancora per qualche secondo il libro a terra prima di tuffarsi letteralmente su di esso.
Prima riuscisse a schiacciarlo sotto al suo peso, il libro slittò velocemente dalla parte opposta della stanza bloccandosi ai piedi di Piper.
Dakota si stava decisamente innervosendo, quella situazione non le piaceva per niente.
Teneva gli occhi fissi sul libro mentre digrignava i denti.
Saltò in piedi e si diresse nuovamente verso il libro, ma prima che potesse raggiungerlo Phoebe le sbarrò la strada.
-Dakota, non preoccuparti. Va tutto bene. Nessuno di noi crede che tu sia malvagia o un pericolo. Risolveremo anche questa cosa vedrai, sono sicura che troveremo una spiegazione per quello che sta succedendo, ma adesso devi calmarti.-
Dakota fece un respiro profondo, cercando negli occhi di sua madre la calma che le serviva.
-Ci sono, sto bene. Va tutto bene.-
-Davvero amore? Sei okay?-
Marcus si era alzato dal divano e la guardava in modo ambiguo.
-Si sono okay Marcus.-
-Ne sei sicura?-
Dakota superò sua madre e guardò dritto negli occhi suo marito cercando di intuire cosa volesse fare o dire.-
-Vediamo se sei davvero calma.-
Marcus aprì la mano alzando il braccio all’altezza del viso, la sfera di energia che era sbocciata sul suo palmo emanava riflessi azzurrognoli sul suo viso.
Nessuno riusciva a capire cosa stesse accadendo, tutti sembravano  confusi e paralizzati, incerti su cosa fare.
Marcus scagliò la sfera dritta contro Phoebe.
Phoebe lanciò un piccolo grido coprendosi il volto con le mani ma prima che la sfera potesse raggiungerla, Dakota l’aveva neutralizzata prendendola al volo e spegnendola chiudendo la mano a pugno.
-Ma che diavolo ti prende? Sei impazzito?-
Marcus non rispose si limitò a voltarsi verso Piper e scagliarle contro una sfera di energia identica a quella che poco prima aveva minacciato di colpire sua sorella.
Piper bloccò istintivamente la sfera a mezz’aria che rimase sospesa a circa mezzo metro da lei.
Marcus non si demoralizzò, anzi ne scagliò altre due in rapida sequenza.
Piper riuscì a bloccare la prima, la seconda l’aveva quasi raggiunta quando Dakota si materializzò davanti a lei, neutralizzò la sfera vagante come aveva fatto poco prima, e dissolse le altre due colpendole con delle sfere di fuoco.
-Smettila! Questo gioco non mi piace, qualcuno potrebbe farsi male.-
Marcus abbassò le braccia ricambiando lo sguardo contrito si sua moglie.
-Stai ancora usando i tuoi poteri demoniaci.-
Dakota gli rivolse un’espressione incredula.
-Che cosa?-
-Per neutralizzare le sfere hai usato i tuoi poteri demoniaci, se fossi davvero calma e avessi pieno controllo dei tuoi poteri, useresti la telecinesi per deviare le sfere, come hai sempre fatto durante gli allenamenti.-
Le tre sorelle una volta capito l’intento di Marcus si rilassarono, per un momento avevano temuto che il ragazzo fosse impazzito e stesse cercando di attaccarle, fortunatamente non era così.
-Questo non è affatto vero. Ho pieno controllo dei miei poteri, sono calma.-
Marcus le rivolse un sorriso sornione prima di scagliare una nuova sfera contro Piper.
Ancora una volta Dakota fu abbastanza veloce da neutralizzarla prima che potesse colpire il bersaglio scelto, e ancora una volta spense la sfera nel palmo della mano.
-Lo hai fatto di nuovo. Il libro ti respinge perché sei ancora colma di energia negativa.-
Leo annuì, aveva seguito la tutta la scena, e quello che Marcus aveva detto sembrava avere senso.
-Forse Marcus ha ragione. Il libro fugge dal male e nel momento in  cui la tua energia negativa prevarica su quella positiva si protegge.-
Phoebe si lasciò cadere sul divano, il suo cuore aveva finalmente ripreso a battere in modo regolare.
-Allora basta che Dakota ricominci a usare i suoi poteri da strega perché il libro non si ribelli.-
Marcus sorrise a sua suocera scuotendo leggermente il capo.
-Non è così semplice, deve prima scaricare tutta l’energia negativa che ha accumulato.-
Paige guardava sua nipote come se fosse una bomba pronta ad esplodere, non si sentiva completamente al sicuro dopo quello che aveva sentito, non voleva sollevare un nuovo polverone quindi, si limitò a fare una semplice domanda.
-In che modo è possibile farle sfogare tutta quell’energia?-
Marcus guardò velocemente le sorelle del trio prima di tornare a concentrarsi su Dakota, i suoi occhi brillarono di una strana luce, subito imitati da quelli di sua moglie accompagnati da un sorriso a trentadue denti.
-Io un’idea ce l’avrei…-
Si dissolse nell’aria per poi riapparire alle spalle della ragazza, la cinse delicatamente tra le braccia stringendosela al petto.
Le sorelle li guardarono perplesse scomparire nel nulla nello stesso momento in cui Marcus lasciava un bacio sul collo di Dakota.
 

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Capitolo 14
*** Marcus e Dakota II ***


Dakota era fuoco, anche mentre dormiva e respirava piano appoggiata al suo petto , Dakota era fuoco.
Gli bruciava la pelle, il cuore e l’anima.
L’incendio di passione e desiderio che ardeva perennemente e lo faceva rimanere sveglio a guardarla dormire.
Era la donna della sua vita, l’unica che poteva comprendere completamente il suo essere, la sola creatura che aveva un lato oscuro più pericoloso e profondo del suo.
Le spostò i capelli dal viso e la strinse di più a sé.
Lui gli apparteneva in ogni più piccola particella del suo essere, era impensabile anche solo immaginarsi separato da lei, ma Dakota no, lei era diversa, lo amava si, su questo non nutriva dubbi ma era come se ci fosse una parte nascosta che lui non avrebbe mai potuto neanche sfiorare.
Era irraggiungibile.
La stringeva respirando il suo profumo a pieni polmoni, le ventiquattro ore che aveva passato separati erano durati una vita, da quando si erano messi insieme non avevano mai passato una notte separati, non aveva mai dovuto cercarla nel letto, aveva il suo calore e il suo profumo attaccati alla pelle, sotto la pelle perennemente.
Quando la mattina si era svegliato e aveva letto il suo biglietto lo stomaco si era stretto in una morsa.
La sua Dakota stava facendo qualcosa di proibito, pericoloso, ma forse l’unica cosa possibile, ma la stava facendo senza di lui, non poteva permetterlo.
Erano l’uno l’ancora di salvezza dell’altro,i due poli negativi che creavano potere positivo, si domandava cosa sarebbe successo se non fosse arrivato in tempo, ma la fortuna aveva deciso di farlo arrivare nel posto giusto al momento giusto.
Quante volte era riuscito a farla tornare indietro?
Aveva perso il conto, era stato un cammino lungo e difficile pieno di sacrifici e sofferenze che gli aveva permesso di amarsi ancora di più e contare solo l’una sull’altra.
Quante volte sarebbe riuscito a riportarla indietro, a strapparla dalle braccia della sorgente?
Non voleva neanche pensarci, un brivido gli percorse la schiena.
Ci sarebbe stato sempre, sempre nonostante tutto.
Erano così simili eppure così diversi.
Lui era figlio di un demone e un’umana e l’unica cosa che lo aveva salvato dall’essere uno spietato assassino come suo padre, era stato il fatto che gli anziani avevano avuto pietà di lui dopo aver sterminato la sua famiglia. Aveva quattro anni quando era stato adottato dalla scuola di magia e allevato secondo le regole del bene nonostante la sua parte demoniaca. Una sorta di contorto esperimento di rieducazione in cattività.
Proprio alla scuola di magia aveva incontrato Dakota, era l’unica che gli altri allievi della scuola guardavano e trattavano con più diffidenza di  quanto trattassero lui nonostante lei non avesse mai fatto niente di male.
Era la figlia di una strega e della sorgente di tutti i mali e tanto bastava a renderla pericolosa.
Erano entrambi marchiati a fuoco dalla nascita, in stallo tra i due mondi del bene e del male, erano spiriti affini, anime gemelle.
L’aveva amata dal primo momento.
Era semplicemente rimasto folgorato dalla sua bellezza, emanava luce e calore, gli aveva rubato il cuore quando lui aveva dieci anni e lei otto.
Lei era inavvicinabile, troppo abituata alla diffidenza altrui per fidarsi davvero di qualcuno, ci erano voluti anni per conquistarla, una pazienza infinita, ma ne era valsa la pena.
Era riuscito a baciarla il giorno del suo diciottesimo compleanno, a dire il vero era stata lei a baciarlo, era il suo regalo di compleanno per lui.
Lo aveva baciato all’improvviso, gli era saltata al collo e aveva unito le loro labbra in un fuggevole bacio, poi lo aveva guardato con gli occhi luminosi e un sorriso da fine del mondo e lui aveva capito di essere perduto, non avrebbe mai più potuto amare nessun’altra.
Il resto della loro storia era stato naturale come respirare, sempre insieme inseparabili, la convivenza, il fidanzamento e il matrimonio erano state tappe oltrepassate con serenità e sicurezza, ma non avevano capito che nella oro storia non sarebbero mai stati davvero da soli.
Gli anziani non vedevano di buon occhio la loro unione, poteva essere pericoloso unire un tale quantitativo di potere, se insieme fossero passati dalla parte del male sarebbe stata la fine, neanche il grande Wyatt sarebbe riuscito a fermarli.
Erano stati buoni e discreti lavorando e combattendo sempre dalla parte del bene, contro demoni di ogni tipo e pian piano la situazione sembrava essersi calmata, fino a quando non era nata Prue.
La loro bambina aveva appena tre mesi eppure sembrava che niente fosse in grado di terrorizzare il mondo magico più di quel viso paffutello dalla risata facile.
Avevano creato qualcosa di ancora più pericoloso di Dakota.
Secondo gli anziani in lei albergava sopita una parte della sorgente e una dei demoni della stirpe di suo padre, senza contare il potere proveniente dalla famiglia delle più grandi streghe di tutti i tempi.
La loro bambina era una bomba atomica.
Il male tremava pensando al fatto che sarebbe stata cresciuta dalla parte del bene e il bene inorridiva davanti a una tale carica di energia che avrebbe potuto rivoltarsi contro di loro in ogni momento.
Lui non si era da subito reso conto della situazione, era felice in un modo imbarazzante, aveva una famiglia tutta sua, una donna che amava alla follia e una bambina bellissima che testimoniava e rafforzava il loro amore, l’aveva cercata, attesa e voluta, ci aveva messo un po’ a convincere Dakota ma alla fine lei aveva ceduto.
Credeva che sua moglie volesse aspettare perché erano troppo giovani, magari voleva ancora godersi qualche ano di matrimonio senza troppe responsabilità, ma non era quello il motivo.
Dakota era nata per essere madre, sapeva sempre quale fosse la cosa giusta da fare, come prenderla e perché piangeva, lui ci aveva messo un mese per riuscire a cambiare un pannolino perché aveva paura che sua figlia potesse rompersi tra le sue mani tanto era piccola, ma lei no, lei era sicura, veloce, efficiente e amorevole immensamente amorevole.
Dakota sapeva, fin da quando aveva capito che sua figlia era presente ed esisteva in lei come una piccola bollicina che galleggiava nel suo grembo, era cambiata.
Era diventata più attenta ai dettagli come se tutto potesse costituire un pericolo, scrutava i volti delle persone che amava alla ricerca di qualche sintomo di allarme, e anche se non gli e lo aveva mai detto Marcus aveva intuito che il motivo per cui si era staccata dalla sua famiglia era  che sospettava che la loro non accettassero completamente Prue.
All’inizio pensava che le sarebbe passata, ogni mamma è protettiva con i proprio figli, ma poi aveva capito che Dakota aveva ragione.
Erano cominciati gli attacchi, palesi quelli de male e più celati e discreti quelli da parte degli anziani.
Entrambe le fazioni avevano un obiettivo comune, la loro bambina.
Il piano di Dakota era pericoloso e al di fuori di tutte le regole.
Aveva fatto qualcosa di impensabile per il mondo degli anziani, si era schierata contro di loro e contro tutti quelli che minacciavano la sua famiglia con una forza e prepotenza da spaventare persino lui.
L’aveva vista perdere il controllo e ogni volta diventava più difficile riuscire a riportarla indietro, era difficile anche per lui rimanere ancorato dalla parte del bene quando questo faceva di tutto per annientare la sua famiglia.
Dovevano proteggere Prue e lo avrebbero fatto con ogni mezzo e a qualunque prezzo, a costo di spazzare via entrambi i mondi magici.
Dakota ebbe un soprassalto, aprì appena gli occhi, guardò suo marito sorridendo appena e si sdraiò completamente sopra di lui avvinghiandosi al suo petto, poi con un sospiro chiuse gli occhi e tornò a dormire, era al sicuro, lo sarebbe stata ancora per un po’.
Marcus le baciò il collo e nascose il viso nei suoi capelli mentre il fuoco di Dakota si espandeva per tutto il suo corpo chiuse gli occhi e riuscì finalmente ad addormentarsi.
Da giorno successivo avrebbero messo in atto il loro piano.

 
 

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Capitolo 15
*** La prova del 9 ***


Paige aveva dormito decisamente male, per tutta la notte non aveva fatto altro che rigirarsi tra le lenzuola, neanche la stanchezza era riuscita a far smettere il flusso dei suoi pensieri.
Guardò il vecchio orologio a pendolo, le sei e dieci.
Quando arrivò in cucina, fu sorpresa di trovare entrambe le sorelle sveglie.
Piper e Phoebe sedevano l’una di fronte all’altra con una tazza fumante tra le mani, sospese in un silenzio inquietante.
-Buongiorno sorelline, come vedo non sono l’unica che ha perso il sonno questa notte.-
Phoebe spostò la sedia alla sua destra invitandola a sedere mentre Piper si accingeva a servire anche a lei una tazza di caffè.
-Tutto bene?-
Phoebe scosse la testa incerta.
Piper porse la tazza alla sorella più piccola e tornò a sedersi.
-Questa faccenda di Dakota rischia di farmi diventare matta.
 Non  riesco a trovare un senso, a farmene una ragione e francamente non so come possa aiutarla. E’ mia figlia, in qualche assurdo modo, è mia figlia, e io non so che cosa fare. A tutte serve tempo per imparare a fare la madre, io invece devo imparare in fretta, ho paura anche a respirare. Non so neanche dove sia in questo momento…-
Paige storse la bocca in una smorfia di disgusto, il caffè era amaro e la faccenda di Dakota decisamente troppo complicata per i sui gusti.
Guardò Piper in cerca di aiuto, non sapeva come consolare Phoebe, e quello che le frullava per la testa riguardo sua “nipote” e il marito non erano esattamente le parole che aveva bisogno di sentire in quel momento.
Per fortuna Piper colse prontamente la sua richiesta di aiuto e le passò anche lo zucchero.
-Io non sono preoccupata, dovunque sia è con suo marito e al sicuro, a dirla tutta non credo che sia in pericolo, anzi. Come ti ho già detto, ci serve solo un po’ di tempo per trovare un equilibrio che ci permetta di risolvere la situazione.-
Phoebe si passò una mano tra i capelli e sospirò.
-Già suo marito…mia figlia ha un marito, e una figlia  di nome Prue…e lei è per metà la sorgente e per metà strega e lui da quello che ho visto direi che è un demone,senza contare che non sappiamo perché siano qui e qualunque cosa facciamo per aiutarli rischia di compromettere il futuro di chissà quante dimensioni. Impazzirò a breve, ne sono sicura, impazzirò!-
Piper mise la sua mano sopra quella della sorella cercando di rassicurarla e cercò il suo sguardo per essere sicura che fosse pronta ad ascoltarla.
-A prescindere dai poteri che abbiano, sono buoni, ce lo hanno dimostrato e sono pronta a scommettere che il loro viaggio nel passato ha qualcosa a che fare con la loro bambina. Cosa può esserci di sbagliato nell’aiutare una madre a proteggere sua figlia?-
Paige venne letteralmente folgorata da un’illuminazione e le fu praticamente impossibile tenerla per sé.
- Dakota e Marcus presi singolarmente sono molto potenti, ma in coppia devono essere quasi imbattibili. Se loro due insieme  sono così forti figuriamoci la loro bambina che potenziale deve avere!-
Phoebe la guardò con gli occhi spalancati, era terrorizzata.
-Stai dicendo che mia nipote è una minaccia per il mondo magico?-
Si morse il labbro inferiore, la sua espressione mutò velocemente da terrorizzata a consapevolmente inorridita.
-Non credevo lo avrei mai detto, ma penso che tu abbia ragione. E adesso che facciamo?-
Piper mosse velocemente le mani in aria in un gesto spazientito che attirò immediatamente l’attenzione delle sorelle.
-Per favore, niente panico! È inutile fare congetture, il modo migliore per sapere la verità è chiedere a loro come stanno le cose e se è come dice Paige, bhè allora entreremo nel panico. Per il momento la situazione è abbastanza tranquilla è meglio non agitare le acque inutilmente. Non c’è motivo per avere paura di loro, fanno parte della nostra famiglia, e in una famiglia ci si aiuta l’uno con l’altro e non ci si uccide a vicenda.-
Phoebe annuì, cercando di convincersi che Piper aveva ragione, poi si sporse velocemente verso Paige.
- Paige, cerca di sentire dove si trova, dobbiamo trovarla e parlare e poi devo assicurarmi che stia bene,non ce la faccio a rimanere sulle spine.-
La sorella più piccola aprì la bocca in una protesta muta e allargò le braccia in aria manifestando tutta la sua esasperazione.
-Smettetela con questa storia! Non sono il suo angelo bianco, in quale lingua devo dirvelo perché smettiate di tormentarmi?-
Anche Piper si sporse verso di lei con il suo migliore sguardo di sfida.
-Cosa ti costa provare? Non capisco perché tu ti faccia pregare tanto, hai forse paura che possiamo avere ragione nel dire che le dimensioni sono collegate? In effetti questo vorrebbe dire che tu saresti responsabile della sicurezza di Dakota e sarebbe un’ulteriore e lampante conferma del fatto che non solo è buona ma che fa anche parte della nostra famiglia a tutti gli effetti.-
Paige aveva capito che stava per cadere in un tranello teso con astuzia dalla sorella maggiore, ma allo stesso tempo era consapevole del fatto che ormai non poteva più tirarsi indietro, doveva cogliere e rispondere alla sfida.
Si tirò su le maniche del pigiama ostentando in ogni singolo movimento tutta la sua stizza, sorrise ironicamente alle sorelle e poi chiuse gli occhi.
-Cerca di concentrarti, libera la mente e pensa solo a Dakota. La vedi? Riesci a percepirla?-
Paige aprì un occhio per guardare sua sorella con aria scettica.
- Phoebe,vuoi davvero insegnarmi come si fa l’angelo bianco? E’ la mia natura, so quello che devo fare ma se non state zitte rendete tutto più difficile.-
Chiuse nuovamente gli occhi inspirando aria dal naso.
Passarono pochi ma lunghissimi secondi prima che Paige riaprisse gli occhi.
-Niente da fare, ve lo avevo detto, non sono il suo angelo bianco. Rassegnatevi non posso…un momento.-
Phoebe che si praticamente accasciata sul tavolo scattò in posizione eretta.
-Allora?-
Paige le fece segno di fare silenzio e chiuse nuovamente gli occhi, quando li riaprì la sua espressione era una palese illustrazione della sua frustrazione per la sconfitta subita.
-E’ in casa, per essere precisi nella camera degli ospiti.-
Sussurrò a denti stretti un “maledizione” che le sorelle maggiori ignorarono deliberatamente, meglio non infierire sulla sua disfatta, ma non poterono fare a meno di sorridere.
Piper e Phoebe si avviarono velocemente verso il piano superiore sperando che Paige non si fosse sbagliata, seguite decisamente di malavoglia dalla sorella più piccola.
Arrivate a destinazione Phoebe bussò delicatamente alla porta della camera.
Nessuna risposta.
Tentò nuovamente questa volta usando un po’ più di forza.
Ancora niente.
Guardò le sue sorelle con aria perplessa ma prima che potesse dire una parola Paige l’aveva superata e aveva bruscamente aperto la porta.
Nella luce soffusa del mattino intravidero due corpi abbracciati nel letto.
Paige tese una mano verso il letto per dimostrare alle sorelle che non si era sbagliata, ma non appena le dita varcarono la soglia della stanza, quella che doveva essere una barriera magica la scagliò violentemente contro il muro di fronte a lei.
-Oh mio Dio! Paige, stai bene?-
Piper e Phoebe la presero per le braccia e la alzarono cautamente dal pavimento.
Paige scosse la testa spalancando gli occhi, si sentiva stordita.
-Perché devo essere sempre io quella scagliata contro il muro?-
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** Dakota? ***


Dakota e Marcus vennero bruscamente svegliati dal fragore provocato dalla barriera magica, e nello stesso momento in cui aprirono gli occhi furono perfettamente svegli e pronti a rispondere a qualsiasi nemico.
Dakota fece cenno a Marcus di spegnere la sfera di energia che si era accesa nella sua mano non appena si accorse che la barriera era entrata in azione a causa di Paige e tirò un enorme sospiro di sollievo .
-Paige, stai bene? Mi dispiace, avremmo dovuto dirvi della barriera.-
Paige le lanciò uno sguardo assassino mentre continuava a massaggiarsi la testa.
-Si, penso che avreste dovuto, e poi perché avete una barriera magica sulla soglia della vostra porta?-
Marcus era finalmente riuscito a spegnere tutti i campanelli di allarme scattati a causa della barriera e solo in quel momento si accorse di essere senza maglietta.
Phoebe lo fissava, e non perché il corpo del ragazzo fosse pressappoco perfetto, ma perché il suo petto e anche gran parte della schiena erano coperte di cicatrici.
Marcus si affrettò a rimettersi la maglietta e incrociò le mani sul petto quasi come se avesse paura che lo sguardo di sua suocera potesse oltrepassare anche la barriera del tessuto che aveva indossato.
-Scusate, la barriera si attiva solo se entrambi dormiamo, non pensavamo potesse succedere una cosa del genere. E’ solo uno scudo protettivo, un po’ come quello di Wyatt.-
Paige spostò lo sguardo da Dakota a suo marito senza smettere di manifestare il suo disappunto.
-Si, ma lo scudo di Wyatt non lo protegge anche da noi ma solo dal male. Perché si è attivato quando ho oltrepassato la soglia?-
Phoebe guardò attentamente Dakota, sua figlia sembrava titubante, stava scegliendo la risposta migliore da dare, temporeggiava spostando lo sguardo da una zia all’altra, a differenza del marito la sua pelle era perfettamente liscia, nessuna cicatrice violava e segnava il suo corpo.
- Paige, andiamo di sotto, diamo il tempo ai ragazzi di svegliarsi e vestirsi, discuteremo si questa cosa tra poco.-
Phoebe lanciò uno sguardo veloce a sua figlia mentre chiudeva la porta della stanza.
Il messaggio era chiaro, le stava dando il tempo di riordinare le idee, ma non sarebbe sfuggita alle sue domande, voleva delle risposte e questa volta le avrebbe ottenute.
Dakota si volse verso suo marito.
-Questo è un bel guaio, cosa facciamo adesso? Non possiamo dirgli la verità, o forse si?-
Marcus si sedette sul bordo del letto spostando le coperte che si erano ammassate nella fretta del loro risveglio.
-Non lo so Dakota, forse possiamo dirgli che stiamo cercando un demone ma eviterei di dire anche perché siamo protetti dal bene.-
Dakota si sedette accanto a lui e cercò il suo sguardo.
-E come spieghiamo quello che è successo?-
Il ragazzo si passò una mano sulle labbra, stava riflettendo, cercava di inventare una scusa plausibile.
 
 
 
In cucina Piper e Phoebe cercavano di calmare la sorella minore che giustamente non aveva nessuna voglia di sentire scuse e continuava a massaggiarsi la testa.
-Ti fa tanto male? Vuoi che chiami Leo?-
Paige sbuffò infastidita.
-No, non voglio Leo. Vorrei capire perché Phoebe a dato il tempo a quei due di inventare una scusa!-
- Ma che stai dicendo? Io non ho affatto dato tempo ai ragazzi. Mi sembrava solo che fossero dispiaciuti e imbarazzati e non mi sembrava una conversazione da avere mezzi nudi per un corridoio.-
Paige allora si rivolse alla sorella più grande.
-Piper, tu che ne pensi?-
Piper era decisa a rimanere imparziale, non voleva dare addosso a nessuno, ma doveva ammettere che Dakota non sembrava avere una risposta alla domanda che gli aveva posto Paige, e a essere proprio sincera, anche lei aveva pensato che Phoebe avesse coperto la mancanza  di sua figlia dandogli del tempo.
-Penso, che siete entrambe troppo agitate e che dovremmo ascoltare quello che Marcus e Dakota hanno da dire prima di accusarli di qualcosa.-
Phoebe ringraziò la sorella con un sorriso pieno di gratitudine ma Piper fece finta di non vederlo, non gli andava di schierarsi.
-Mi stai dicendo che non ti sembra strano che il loro scudo li protegga anche dalla magia buona? Da quella che dovrebbe essere la loro famiglia?-
Piper fece finta di essere occupata a preparare dell’altro caffè ma Paige non avrebbe mollato la presa, e lei lo sapeva.
-Si, va bene, ammetto che la cosa è strana, è la prima volta che incontriamo uno scudo a tuttotondo ma ti ripeto che preferisco non pronunciarmi fino a che non avrò sentito le loro ragioni.-
-Eh no! Noi non sappiamo se lo scudo li difenda anche dal male, non lo abbiamo visto attivo contro un demone ma l’ho sperimentato solo sulla mia pelle. Chi ci dice che non si proteggano solo dal bene?-
Phoebe si sedette accanto a Paige cercando di non sembrare infastidita dalle accuse verso sua figlia, e allo stesso tempo sperava con tutta se stessa che queste non fossero fondate.
 Aveva agito d’istinto quando aveva protetto Dakota pochi minuti prima, forse il suo istinto “materno” aveva prevalso sulla logica.
-Paige, ti prego, non puoi aspettare cinque minuti prima di dare di matto?-
Cinque minuti forse sarebbero bastati a quei due per inventare una scusa plausibile e Paige cominciava davvero ad essere stufa delle loro scuse, ma non voleva incorrere in una nuova lite, odiava litigare con le sue sorelle, soprattutto con Phoebe che sapeva essere più testarda di lei.
-Va bene, ma cinque minuti, non uno in più!-
Phoebe si rilassò.
-Grazie sorellina. Sono sicura che ci raggiungeranno anche prima.-
Phoebe alzò gli occhi e vide Dakota passare davanti alla cucina, sembrava diretta al piano superiore.
-Vedi? Te lo avevo detto. Dakota, siamo in cucina!-
La ragazza, non era sicura di aver sentito bene, non poteva essere vero quello che aveva sentito ma aveva ugualmente arrestato il suo passo.
-Dakota!-
Quella che invocava il suo nome era la voce si Phoebe, adesso ne era sicura.
Poteva correre velocemente in soffitta o accettare l’assurdità di quello che stava succedendo anche se inspiegabile. Se avesse scelto la prima alternativa probabilmente l’avrebbero raggiunta in meno di un minuto e la sua missione sarebbe andata in fumo.
Scelse la seconda.
Si diresse cautamente verso la cucina, pronta ad ogni evenienza.
Phoebe le sorrise.
-Ehi! Immaginavo che ci avresti cercato in soggiorno, in genere teniamo lì le riunioni di famiglia, ma in cucina abbiamo quasi pronto un bel caffè. Dov’è Marcus?-
La ragazza la guardò sbigottita.
-Marcus?-
Anche Piper le sorrise, anche se il suo sembrava più un sorriso ironico.
-Tuo marito, Marcus, non è ancora pronto? E perché sei completamente vestita di nero? Tua zia ha dato una bella testata, ma non è ancora morta!-
Dakota continuava a guardarle come se le vedesse per la prima volta e non avesse la minima idea di cosa stessero parlando, sembrava addirittura sulla difensiva, quasi pronta all’attacco.
-Siediti qui, lo aspetteremo.-
Phoebe le fece segno di sedere accanto a lei.
Sapevano chi era, e sapevano di Marcus, com’era possibile?
 
 
Al piano superiore Marcus si stava allacciando le scarpe, era finalmente pronto a scendere.
-Allora siamo d’accordo? Lo scudo si è attivato perché la mia parte demoniaca ci protegge dal bene e la tua parte buona dal male. Vediamo di non fare errori e soprattutto di non sembrare incerti ok?-
Dakota stava legando i capelli in una coda alta, annuì dandogli le spalle.
-Va bene, per il momento facciamo come dici, mi sembra un buon piano, ma prima o poi dovremmo dirgli a verità.-
-Già prima o poi, ma non prima di aver fatto quello che dobbiamo.-
Cinse sua moglie da dietro e guardò il loro riflesso nello specchio.
-Ti amo Kota.-
Dakota si volse verso di lui e lo baciò dolcemente.
-Anche io ti amo. E adesso scendiamo ci stanno aspettando.-
Si scambiarono un nuovo bacio per infondersi coraggio a vicenda e finalmente si avviarono verso la porta.

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Capitolo 17
*** Dakote! ***


La ragazza continuava a spostare lo sguardo da una sorella all’altra senza riuscire a capire che cosa stesse accadendo.
Forse Phoebe aveva avuto una premonizione, l’aveva vista arrivare, ma questo non spiegava il fatto che sapesse chi era, che sapesse di Marcus.
Se davvero erano a conoscenza del motivo per cui era lì, doveva considerarle alleate o nemiche?
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto suono dei passi che scendevano le scale.
Qualcuno le stava raggiungendo in cucina.
La prima cosa che vide voltandosi, fu l’espressione sbigottita di Marcus che la guardava con gli occhi sgranati e la bocca semichiusa e subito dietro di lui il riflesso di quella che doveva essere la sua espressione su un volto identico al suo ma che non le apparteneva.
-Ma che diavolo…-
La ragazza scattò in piedi senza staccare lo sguardo da quella che sembrava essere la sua sosia.
-Chi sei tu?-
Il fatto che avessero detto la stessa frase nello stesso momento non fece altro che rendere la situazione ancora più inquietante.
Phoebe si strofinò vigorosamente gli occhi prima di tornare a guardare le sue “figlie”.
-Adesso ho l’assoluta certezza che sto per impazzire. Ce ne sono due!-
Piper sembrò riscuotersi dal shock subito anche se non riusciva a staccare lo sguardo da quello che aveva davanti.
-No tesoro, non stai impazzendo. Sono davvero due e credo che a questo punto entrambe ci debbano una spiegazione.-
Le ragazze continuavano a studiarsi l’un l’altra, nessuna delle due sembrava avere intenzione di abbassare la guardia, la situazione era troppo ambigua, meglio non correre rischi.
-Pronto? Avete sentito quello che ha detto Piper?-
Il nervosismo di Paige era evidentemente cresciuto e il tono con cui aveva pronunciato quella frase poteva far scoppiare un nuovo pandemonio.
Guardò Phoebe pronta a rispondere a qualsiasi scusa fosse pronta a dare per quel nuovo colpo di scena, ma la trovò immobile con la faccia perplessa e preoccupata.
-Non siete gemelle vero? Perché non credo che riuscirei a sopportare un’altra novità.-
Phoebe era riuscita a catturare l’attenzione delle contendenti, entrambe si voltarono verso di lei scuotendo la testa e ancora una volta risposero all’unisono.
-No, non l’ho mai vista in vita mia. Smettila di ripetere quello che dico! Io non ripeto proprio un bel niente!-
Tornarono a guardarsi in cagnesco ma questa volta non si limitarono solo allo scambio di sguardi, erano pronte allo scontro.
-Non so che stregoneria sia questa ma ti assicurò che questa farsa non durerà molto. Smettila di parlare insieme a me! Che diavolo sei? Una sorta di mutaforma telepatico?-
La ragazza spinse Dakota contro lo stipite della porta riuscendo anche a far perdere l’equilibrio a Marcus che finì a terra con un sonoro tonfo.
Dakota guardò incredula il marito a terra, strinse i denti in una smorfia furiosa e usò la telecinesi per scagliare la ragazza contro il lavandino della cucina.
Quando la ragazza si rialzò nella sua mano brillava una sfera di energia ma Dakota non era da meno, sembrava che l’una prevedesse le mosse dell’altra.
Era come combattere contro uno specchio.
Phoebe si frappose tra le due contendenti tendendo una mano in segno di stop verso entrambe.
-Basta così! Non serve a nulla distruggere la casa o uccidervi a vicenda. Vediamo di capirci qualcosa. Via le sfere, subito.-
Le ragazze continuarono imperterrite a sostenere lo sguardo dell’avversaria senza alcuna intenzione di deporre le armi.
-Dakota ti ho detto di neutralizzare quella sfera. Non farmelo ripetere di nuovo!-
Il tono usato da Phoebe era talmente perentorio da non ammettere repliche, entrambe sapevano che era meglio non disobbedire.
-Si mamma. Scusami.-
Le due sosia si guadarono, erano stupite della risposta che avevano sentito provenire dalla bocca dell’altra.
-L’hai chiamata mamma? Che schifo di trucco è questo? Ti stai spacciando per me?-
Sentirle nuovamente dire le stesse parole nello stesso momento fece scorrere un brivido sulla schiena di tutti i presenti, Phoebe compresa.
Nel breve istante della sorpresa collettiva entrambe però erano tornate ad armarsi di sfere di energia pronte ad eliminare quel fastidioso eco che si facevano a vicenda.
-Allora non ci siamo capite! HO DETTO NIENTE SFERE! Sedute, tutte e due!-
Obbedire agli ordini di Phoebe doveva essere una sorta di riflesso automatico dovuto ad anni di obbedienza materna, entrambe infatti neutralizzarono le sfere di energia all’istante mettendo su un curioso broncio da bambine.
Quando entrambe scelsero lo stesso sgabello per sedersi una nuova zuffa sembrava su punto di scoppiare, ma Marcus fu abbastanza pronto da porgere a sua moglie un altro sgabello.
Un silenzio stracarico di tensione pervadeva l’aria, Phoebe era sicura che se  avesse anche solo sfiorato una delle “figlie” avrebbe preso la scossa.
Fece un respiro profondo nel tentativo di riordinare le idee e volse lo sguardo verso le sorelle in cerca di aiuto.
Piper ricambio il suo sguardo storcendo appena il naso e la bocca da destra a sinistra, era un gesto che faceva quando era nervosa.
-Ce ne sono due. Ora la domanda è sono entrambe Dakota, o una delle due finge di essere l’altra?-
Paige non riusciva a staccare gli occhi dalle Dakota, i suoi sensi erano in massima allerta e l’unica cosa che riusciva a pensare era quella che disse senza neanche rendersene conto.
-Ce ne sono due. Quindi doppio problema.-
 
 

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Capitolo 18
*** Doppio gioco ***


Le ragazze continuavano a fissarsi alternando sguardi di sfida a sguardi sorpresi per le varie somiglianze riscontrate sul viso dell’altra.
Piper si massaggiava le tempie in cerca di una soluzione.
-Allora, Dakota ci ha dato diverse prove del fatto che appartiene davvero alla nostra famiglia. Ora direi che è il caso di controllare se anche l’altra Dakota è a conoscenza di alcune informazioni che solo la nostra famiglia può avere, se non saprà rispondere direi che abbiamo più che abbastanza potenza di fuoco per liberaci di lei.-
Dakota 2 le lanciò uno sguardo divertito, si girò completamente verso le tre sorelle dando finalmente le spalle alla sua sosia e con la mano fece cenno a Piper di procedere con le domande.
Paige sporgendosi verso la ragazza socchiuse gli occhi come a voler analizzare ogni reazione che sarebbe comparsa sul suo viso e diede inizio alla prova.
-Come si chiamava mio padre?-
La ragazza alzò gli occhi al cielo, come a voler sottolineare l’ovvietà della domanda.
-Si chiamava Sam, era l’angelo bianco della nonna, per questo tu sei per metà angelo bianco, proprio come Wyatt e Chris.-
Paige cercando di nascondere il fastidio della sconfitta si voltò verso Phoebe facendole intendere che toccava a lei fare una domanda.
Phoebe annuì, si prese qualche secondo per cercare qualcosa che solo un membro della famiglia poteva sapere, o meglio che solo una figlia poteva sapere.
- Qual’era la mia più grande paura quando ero piccola?-
La ragazza le lanciò un sorriso che esprimeva un misto di tenerezza e complicità.
-Avevi paura dell’uomo nero, sapevi che si trovava in cantina perché lo avevi visto e tua nonna lo aveva relegato in fondo alla terra con una formula che tu stessa hai usato e che hai poi scritto sul libro delle Ombre di tuo pugno.-
Phoebe annuì nuovamente, in lei si faceva sempre più strada la convinzione che chissà come, anche questa Dakota fosse sua figlia. Un’altra figlia che non era mai nata.
Piper alzò un sopracciglio, era decisa a mettere davvero in difficoltà la ragazza anche se per il momento se la stava cavando bene.
-Qual è l’ingrediente che ho aggiunto per potenziare la pozione per uccidere la sorgente?-
Phoebe e Paige si voltarono verso di lei con aria perplessa, nessuna di loro due era in grado di rispondere a quella domanda, non avevano mai sentito parlare di questo ingrediente.
Le due Dakota si scambiarono uno sguardo di intesa e un mezzo sorriso.
E per l’ennesima volta risposero in coro.
- Mezza radice di mandragola e semi di giglio, l’avevi potenziata per essere sicura di uccidere mio padre, per annientare anche la sua parte demoniaca oltre al potere della sorgente.-
Paige e Phoebe si voltarono nuovamente verso la sorella maggiore in attesa di una conferma o una smentita.
- Questa è una prova inconfutabile che entrambe sono Dakota e entrambe sono delle Halliwell. Non ho mai scritto la formula modificata sul libro delle Ombre, ma mi sono sempre ripromessa che ogni nostro erede sarebbe stato a conoscenza di questo piccolo segreto. Evidentemente anche in una realtà parallela ho preso questa decisione e ho mantenuto la promessa.-
Phoebe fece un sospiro infinito, neanche lei riuscì a capire se di sollievo o di frustrazione.
Entrambe erano figlie sue, e le parole di Paige le tornarono alla mente prima che lei potesse impedirlo, “doppio problema”.
Paige, con il mento adagiato nella mano destra, spostava alternativamente lo sguardo da una ragazza all’altra.
- A questo punto direi di scoprire se  entrambe siete venute per lo stesso motivo. Dakota 2?-
Ci fu un solo secondo di lunghissimo silenzio, ma fu abbastanza per permettere a tutti i presenti, tranne la nuova arrivata, di capire il trucco che la sorella minore del trio stava tentando di mettere in pratica.
-Diciamo che nella mia dimensione le cose non vanno proprio per il meglio, la mia famiglia è in pericolo, è attaccata da più fronti anche da chi credevamo essere nostro alleato. Non ne vado fiera, ma sono stata costretta ad uccidere uno degli an…-
Phoebe sobbalzò sulla sedia, era certa di aver visto Dakota 1 apparire alle spalle di Paige e scuotere la testa in direzione della sosia.
Il messaggio era chiaro : doveva tacere.
Il viso di Dakota 2 cambiò rapidamente espressione, poi fissò il suo sguardo dritto in quello di Paige.
-Se già sai il motivo per cui sono qui, non vedo che bisogno ci sia di ripeterlo. Mi aiuterai zia Paige?-
Il modo in cui la ragazza aveva sottolineato “zia” fece suonare centinaia di campanelli di allarme nella testa di Piper.
Le ragazze erano molto sveglie e molto pericolose, e Paige per l’ennesima volta l’aveva provocate.
-Certo che vi aiuteremo, siamo una famiglia. Conosciamo la vostra storia solo a grandi linee ma faremo il possibile per fare in modo che siate al sicuro.-
La ragazza ascoltò Piper in silenzio, senza  neanche muovere un muscolo, annuì per rassicurare la zia e poi si rivolse nuovamente verso Paige.
-Non mi piace chi fa il doppio gioco, e per il tuo bene ti consiglio di non farlo più. Non provare mai più ad ingannarmi.-
-Ingannarti? Non so  di cosa tu stia parlando. Ti ho solo fatto una semplice domanda.-
Dakota 2 scattò in piedi, si sporse in avanti per tentare di afferrare Paige, Dakota 1 veloce come e più della sosia riuscì a trattenerla prendendola per una spalla, vedendo che la situazione si stava facendo pericolosa e che Dakota 2 non aveva intenzione di rinunciare ai suoi propositi ricorse a metodi estremi, la strinse a se e lasciò che i suoi poteri oscuri facessero il resto.
Le sorelle videro scosse azzurrognole percorrere interamente il corpo della loro nuova ospite, doveva essere una scossa davvero forte, la ragazza strinse  i denti, spalancò gli occhi e quando finalmente Dakota 1 si decise a lasciarla andare, cadde a terra priva di sensi.
Marcus spostò sua moglie e si affrettò ad andare in soccorso di Dakota 2.
Posò le dita sul collo della ragazza e dopo essersi accertato che fosse ancora viva tornò da sua moglie.
-Wow, le hai dato una bella schicchera! Dovrebbe essere fuori gioco per un po’. Almeno adesso sappiamo che gli addestramenti che abbiamo fatto sono serviti a qualcosa. Sei stata brava.-
Marcus carezzò il viso di sua moglie e le lasciò un leggero bacio sulla tempia.
-Una bomba ad orologeria, proprio come avevo detto. Non volete darmi retta neanche dopo quello che è appena successo?-
Phoebe riuscì finalmente a spostare la sua attenzione dal corpo steso a terra della figlia e a dirigerla verso Paige.
-Quello che è appena successo? Intendi dire istigare una persona ad ucciderti e poi accusarla se tenta di farlo?-
L’equilibrio precario che si era creato era stato facilmente infranto, stava per iniziare una nuova faida familiare.
Le due sorelle si guardavano in cagnesco, forse questa volta sarebbero anche arrivate ad usare i loro poteri l’una contro l’altra.
Piper non lo avrebbe permesso.
Centinaia di demoni non erano riuscite a distruggere la sua famiglia e di certo non sarebbero state le sue sorelle a farlo, non fino a che ci sarebbe stata lei.
Senza pensarci troppo fece esplodere il lampadario della cucina.
-Basta! Smettetela di attaccarvi a vicenda e vediamo di capire come muoverci. Cosa facciamo con la nuova Dakota?-
Lo sguardo di Paige esprimeva chiaramente quale pensava fosse la soluzione migliore, rispedirle nella loro dimensione o eliminarle.
Phoebe sembrava completamente persa, non aveva la più pallida idea di cosa fosse meglio fare, voleva solo salvare le sue figlie a qualunque costo.
Piper sospirò.
-Non abbiamo molto tempo, tra poco si sveglierà e non credo che sarà molto amichevole.-
-Ci penso io.-
Dakota si abbassò verso la sua sosia e la prese per un polso.
Phoebe le fu subito accanto.
-Non vorrai fare del male a tua sorella vero?-
Dakota la guardò perplessa.
-Mia sorella?-
Phoebe si passò la lingua sulle labbra, in effetti non erano sorelle ma la situazione la stava davvero facendo uscire fuori di testa.
-Okay, teoricamente non siete sorelle, siete sosia o meglio la stessa persona cresciuta in dimensione differenti, ma siete entrambe figlie mie e questo vi rende in un certo senso sorelle non credi?-
Piper con un sopracciglio alzato e parlando tra se a bassa voce stava ancora cercando di ricostruire il teorico albero genealogico proposto da Phoebe, forse sarebbero diventate tutte pazze prima o poi.
-Tranquilla mamma, so come “prendermi”.-
Dakota sorrise a sua madre e a Piper ignorando deliberatamente Paige,
prese nuovamente la ragazza per il polso e scomparve.
 

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