UNA SERIE DI SFORTUNATI EVENTI

di Fiore di Luna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il malinteso ! ***
Capitolo 2: *** L’isola Fantasma ***
Capitolo 3: *** L'uomo che veniva dal mare ***



Capitolo 1
*** Il malinteso ! ***


Era ora che ci prendessimo una bella vacanza!” commentò Seiya mentre all’ombra di un ombrellone si godeva una limonata. Crystal era appoggiato al parapetto della nave silenzioso ormai da un’ ora, scrutava il mare con una tale intensità da sembrare in meditazione. Sirio era sdraiato su una comoda sdraio vicino a Seiya, “ E la cosa più bella è che questa volta non ci sarà il Maestro a darmi ordini. Sono libero!” sospirò il ragazzo con un sorriso di piacere. Accanto a lui Shunrei e Galaxia prendevano il sole in costume da bagno.

Shun uscì dalla piscina avvolgendosi in un asciugamano, “E’ un vero peccato che mio fratello si stia perdendo tutto questo!” disse. “Vorrei proprio sapere che fine abbia fatto!” aggiunse Seiya mentre si scrollava l’ennesima bibita.

“Sai per la verità non ho sue notizie da un mese.” Rispose Shun mentre si strizzava i capelli. “E la cosa sinceramente mi preoccupa un po.” Aggiunse. “Sai com’è tuo fratello, non ama particolarmente la compagnia, e ha preferito rimanere in Messico.” Disse Sirio in tono rassicurante.

“Dopo tutto non poteva venire con noi, visto che è partito molto prima “ constatò Crystal finalmente destatosi dal suo stato contemplativo dell’orizzonte. “Ragazzi non lo so, è sempre stato un tipo che non fa giungere molte notizie di se, ma non era mai accaduto che non si facesse sentire per un mese intero!” Shun si sedette accanto a Sirio con le gambe incrociate e lo sguardo basso.

“Ti fai troppi problemi Shun.” Constatò Seiya mentre allungava un braccio per stiracchiarsi.

“ Sicuramente se la starà spassando in compagnia di qualche ragazza, non roviniamoci la vacanza per lui.” Suggerì Sirio mentre osservava Shunrei che addormentata si abbronzava a vista d’occhio.

Crystal si accovacciò di fronte a Shun. “ Phoenix voleva solo stare da solo, sai quanto desiderasse andare in Messico e visto che la nostra destinazione invece sarebbero state le Bahamas ha pensato di partire senza di noi e in questo non c’è nulla di preoccupante.” Lo rassicurò.

“Hai ragione, mi sono sempre preoccupato troppo per lui, vieni a fare un bagno?” propose Shun finalmente con un sorriso. “Puoi contarci amico.” Crystal si tolse in fretta la maglia a giro e si tuffò in piscina seguito da Shun.

“Ehi ragazzi voi non venite?” gridò Crystal da lontano, Seiya si alzò lentamente “Si penso che mi rinfrescherò un po.” Disse. “Io rimango qua con le ragazze.” Annunciò invece Sirio.

“Questa si che è vita ragazzi.” Seiya si tuffò dal trampolino più alto finendo per schizzare tutti.

Quella nave era il massimo del confort, ciò che si meritavano dopo aver sconfitto Hades , ora più nessuno avrebbe intralciato le loro vite, erano ragazzi normali senza più l’assidua preoccupazione di dover salvare il mondo. Galaxia aprì appena gli occhi e rimase qualche istante a fissare il cielo, sorrise e si girò verso Shunrei.

Allungò un braccio per scuoterla. “NOO .” Sirio la frenò in tempo. “Sta dormendo.” Disse poi con un filo di voce.

“Ma dove sono tutti? Dov’è Crystal?” chiese la ragazza guardandosi in torno.

“Sono in piscina.” Rispose Sirio indicandoli. Galaxia finalmente scorse Crystal e il suo voltò si illuminò, “Corro dagli altri allora.” E così dicendo si allontanò in fretta.

Uno spiccato sorriso apparve sul volto di Sirio. “Siiiiii sono finalmente rimasto solo con Shunrei.” Pensò e nella sua mente gia affioravano splendide fantasticherie.

“Sono il re dei mari.” Gridava Crystal mostrando tutta la sua agilità nel fare capriole in acqua.
“Se ti sentisse Nettuno non credo che la prenderebbe bene.” Rise Seiya.

“Ma lui non può certo sentirmi, insomma è chiuso in vaso ormai.” Ribattè Crystal.

“E anche se ti sentisse non dovrà azzardarsi nemmeno a toccarti o se la vedrà con me.” Disse Galaxia schizzandolo. “Chiunque ti temerebbe mia sirena.” Rispose ilragazzo prendendo a rincorrerla.

Shunrei ancora con gli occhi chiusi allungò il braccio verso Sirio, la sua mano si fermò sui pettorali di lui. Il ragazzo si sollevò di scatto. “A Shunrei ti sei svegliata!” esclamò.

“Amore vado a prendere qualcosa da bere.” Disse la ragazza alzandosi. “Devo sgranchirmi le gambe ho dormito fin troppo.” Sirio annuì con un sorriso sognante e gli occhi socchiusi sotto gli occhiali da sole. Dopo solo qualche secondo sentì qualcuno sedersi accanto a lui e un sospiro femminile.

“A sei gia tornata!” esclamò il ragazzo. “Si voglio prendere un altro po di sole.” Rispose la ragazza.

Sirio ancora con gli occhi chiusi e mezzi assonnati allungò un braccio prendendo ad accarezzarle i capelli.

“Lo sai che ti amo?” e sicuro di se si protese verso di lei per baciarla. Successe tutto maledettamente in fretta.

La ragazza urlò scandalizzata. “Ma sei impazzito!!!” e per allontanarlo finirono per cadere entrambi.

Nello stesso istante Shunrei era appena tornata e per lo sconcerto lasciò cadere la bibita vedendo Sirio su Galaxia. Allo stesso modo Crystal avendo sentito gridare  Galaxia aveva corso verso di lei e per poco non gli venne un infarto.

                                   

“SIRIO O MIO DIO” gridò Crystal prendendolo per un braccio allontanandolo da lei..

Sirio sconcertato si rese conto di aver commesso un gravissimo errore. “Santo cielo Galaxia sei tu!” esclamò attonito. “Certo chi credevi che fossi?” ribattè la ragazza furiosa.

Siro allora si girò verso Shunrei che lo guardava con occhi sgranati. “O che razza di idiota sono, Shunrei non è come credi, io pensavo fossi tu, ti posso spiegare!” parole al vento Shunrei corse via in lacrime.

“Crystal almeno tu mi credi vero?” chiese poi rivolto all’amico che lo guardava pieno di disprezzo.

“Ringrazia gli Dei se sei ancora tutto intero.” Rispose lui sprezzante mentre abbracciava Galaxia.

Sopraggiunsero, allarmati da tanto trambusto, Seiya e Shun.

“Ehi ma che succede?” chiese Seiya seriamente preoccupato , Crystal si voltò con Galaxia ancora stretta a se.

“Chiedilo a lui.” Rispose semplicemente e dopo aver rivolto un’ ultima occhiata furente a Sirio si allontanò.

Sirio era sconvolto con gli occhi lucidi e una terribile espressione di disperazione sul volto, gli amici lo guardarono con aria interrogativa.

“Ehm… qualcuno può spiegarci che succede?” domandò timidamente Shun non avendo mai visto Siro in quello stato. “O sorte nemica!!” cominciò il ragazzo gettando gli occhi al cielo. “ Sono un martire della Dea Discordia sono certo che centra lei!!” “Non essere sciocco Sirio, intanto rispondi alla nostra domanda.” Lo esortò nuovamente Seiya. “ Shunrei era andata a prendere da bere, io avevo gli occhi chiusi e gli occhiali da sole non sapevo. Non me ne sono accorto, io..” s’interruppe in lacrime.

“Suvvia continua, siamo certi che è stato solo uno sfortunato evento.” Intervenne Shun preoccupato.

“Ho tentato di baciare Galaxia!” disse tutto d’un fiato Sirio. Gli amici paralizzati e con occhi sbarrati su di lui lo guardarono increduli. “ Cosa!” esclamò Seiya sconcertato e perplesso. “ Io credevo fosse Shunrei… mondo infameee.” Sirio si disperava sempre più e prese a tirarsi con forza i capelli.

“Se credevi fosse Shunrei, perché tutto questo casino per un malinteso?” chiese Shun quasi tremante per quella assurda rivelazione.

Sirio si sedette serrando i pugni “Crystal, Galaxia e Shunrei non mi hanno dato nemmeno il tempo di spiegare.” Sussurrò con la testa tra le mani.

“Cosa, Shunrei vi ha visto?” domandò Seiya confuso.

“ Questo si che è un casino!” commentò Shun.

“Ok, d’accordo, ci sarà una soluzione no? Bene io vado a parlare con Shunrei e Shun tu vai da Crystal, non temere Sirio so come prendere le donne.” Propose Seiya sicuro di se.

E mentre Sirio solo con se stesso continuava a ripetere “Non funzionerà.” Seiya e Shun si diedero da fare per risolvere l’amara questione.

Shunrei era fuggita sulla prua della nave, era inginocchiata di fronte al parapetto, il suo pianto disperato aveva fatto gia voltare molta gente. Seiya si avvicinò cauto. “ Posso aiutarti?” cominciò.

“Ho detto che voglio restare sola.” Gridò Shunrei singhiozzando.

 Seiya le si inginocchiò accanto. “So come sono andate davvero le cose.” Riprese in tono calmo. “A Seiya sei tu, ho visto cos’è accaduto non c’è bisogno che tu me lo dica.” Ribattè. “Ma credi davvero che Sirio ti tradirebbe? Non potrebbe nemmeno se lo volesse non ne è in grado credimi.” Ma Shunrei non lo ascoltava.

“Lui voleva baciare te, pensava che Galaxia fossi tu, era mezzo assonnato, insomma poteva succedere a chiunque!”

 Shun disperato cercava di far ragionare Crystal e Galaxia.

“ Come potete dubitare della fedeltà di qualcuno che conoscete da sempre?” “Non tollero chi osa metterle le mani addosso.” Ribattè indignato Crystal. “E’ stato un maledetto incidente.” Gridò Shun con tutta la convinzione possibile.

Passò circa un’ora quando qualcosa sconvolse la nave.

“Un ragazzo, un ragazzo vuole gettarsi giu.” Gridava qualcuno con agitazione.

“Ma cosa dite!” esclamò Seiya ancora accanto a Shunrei.

“Si è vero l’ho visto anch’io, è un ragazzo dai capelli lunghissimi.” Affermò un altro passeggero.

“O mio Dio!” il volto di Seiya si contrasse in un’espressione di terrore.

“Sirio.” Gridò Shunrei incredula. “Dobbiamo fermarlo prima che sia troppo tardi.” Disse Seiya correndo con la ragazza verso il luogo in cui avevano indicato l’accaduto.

Facendosi disperatamente largo tra il mare di folla che invadeva la poppa della nave finalmente videro, e cio che videro li paralizzò, Sirio era in piedi sul parapetto della nave in bilico con i lunghi capelli che svolazzavano alle sue spalle. “Sirio nooo.” Gridò Seiya. “Sirio ti prego non farlo.” Lo supplicò Shunrei.

Il ragazzo si voltò, “Se non mi credete, se tu non credi più nel nostro amore Shunrei e Crystal nella mia lealtà la mia vita non ha senso.” Disse con voce apparentemente calma.

“Siriooo.” Si sentì gridare e dalla folla riunita fecero il loro angosciato ingresso Shun, Crystal e Galaxia.

“Non fare sciocchezze.” Lo intimò Crystal.

“Sirio è tutto risolto, hanno capito che è stato un incidente.” Urlò Shun.

“Sirio, ha ragione, è stato un’ incidente, scusami se ho dubitato di te.” Gridò convinto Crystal.

“Ti prego scendi, non è finito nulla tra noi, io ti credo, Seiya mi ha spiegato tutto.” Disse ancora Shunrei tra le lacrime. Il ragazzo ascoltava in silenzio con i pugni stretti.

“Sirio ti crediamo tutti, sono stata una stupida a prendermela così.” Aggiunse Galaxia.

Shunrei gli andò più vicino inginocchiandosi dietro di lui. “Sirio, per favore, ti supplico, scendi di li.” gemette piangendo. Tutti gli altri si tennero a distanza col fiato sospeso.

Sirio si voltò a guardarli. “Davvero mi credete, o lo dite solo per evitare che mi uccida?” chiese con occhi lucidi.

Shunrei prese a piangere più forte. E gli amici con le lacrime agli occhi mossero qualche passo verso di lui.

Crystal gli andò vicino porgendogli la mano. “Sei uno degli amici migliori che abbia avuto, non cancelliamo la nostra amicizia per un malinteso.” Disse guardandolo dritto negli occhi.

Sotto gli occhi dei presenti, finalmente Sirio strinse la mano dell’amico e scese dal parapetto.

Crystal gli sorrise fraternamente mentre Shunrei gli si gettò addosso stringendolo più che poteva.

Chiarito l’increscioso malinteso, tutto tornò alla normalità, tutti amici come prima ma andrà davvero tutto liscio come l’olio?

 

 

 

 


 

 

 


 

 

 

 

 

 


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Capitolo 2
*** L’isola Fantasma ***


“Il sole il mare, le donne.” Seiya guardava ammirato un gruppo di fanciulle in costume che gli sfilò davanti, e lui con aria figa le osservava da sopra gli scuri occhiali da sole.

“Ehi beiby sono qua!” sussurrò raggiante prendendosi le occhiatine maliziose delle giovani.

“Sei sempre il solito Don Giovanni Seiya non cambierai mai.” Ribattè Crystal perplesso.

“Parli perché ha gia la tua dolce metà.” Rispose lui sbruffando.

“Amici sento un vento maligno e sinistro venire verso di noi.” Tutti guardarono ambiguamente Sirio che tanto per cambiare aveva sconvolto quel clima di spensieratezza con un altro dei suoi loschi presentimenti.

“Che c’è che ho detto di così strano?” si difese lui alzando le spalle innocentemente.

“Non dirmi che pensi ancora a quel sogno di stanotte.” Rise Shunrei.

“Quale sogno Sirio?” chiese immediatamente Shun, notevolmente interessato.

“O nulla di importante davvero.” Rispose Sirio contrariato.

“Forza amico, cosa ti turba? Quel che turba te turba tutti no?” Crystal gli diede una pazza sulla spalla.

“Niente di che, semplicemente ho sognato che la nave naufragava, cose da niente insomma.”

Dapprima tutti si ammutolirono guardandolo con occhi di terrore, poi Galaxia fu la prima a scoppiare in una sonora risata seguita dagli altri e infine dallo stesso Sirio.

“Certo che ne hai di fantasia.” Seiya si reggeva lo stomaco dal ridere.

Fu in quel preciso istante che un’onda immensa fece capolino sulla nave bagnando i presenti.

Seiya si tolse gli occhi da sole sbigottito.

“Be forse sarà meglio rientrare il tempo non sembra dei migliori.”

“Quell’onda non mi convince.” Intervenì Sirio dubbioso guardando lo scompiglio generale creatosi sulla nave.

Shunrei si strizzò la lunga treccia. “Si sarà meglio tornare in coperta.”

“Si pregano i signori passeggeri di rientrare nelle proprie cabine, una serie di inspiegabili onde anomale sta per scagliarsi sulla nave, niente paura, al riparo non vi accadrà nulla.” Gridava la voce del comandante da un altoparlante.

“Me lo sentivo che sarebbe accaduto qualcosa.” E questa volta tutti furono presi dalla stessa angoscia di Sirio.

La nave oscillò pericolosamente e una nuova ondata più terribile della precedente li colse alla sprovvista prima che raggiungessero le cabine.

Shun fu catapultato in mare con Galaxia mentre Shunrei dondolava dal parapetto presa appena in tempo da Sirio.

“ Galaxia Shun arrivo.” Crystal si gettò in mare senza pensarci due volte.

“Si faranno ammazzare.” Gridò Seiya.

“Shunrei tieni duro.” Sirio cercò di tirarla su mentre una nuova onda si abbatté sulla nave portando con se molta più gente compreso Shunrei e Sirio.

Seiya aggrappato ad un palo della ringhiera si guardò spaesato intorno.

“O mio Dio, e adesso che faccio, ragazzi non preoccupatevi arrivo io a salvarvi, ce la fare…”

Non finì in tempo la frase che la nave si inclinò facendogli perdere l’equilibrio, anche lui raggiunse gli altri.

Sirio si accorse che Shun e Seiya si erano aggrappati ai suoi capelli unica ancora di salvezza.

“E che sono io il molo di salvataggio!” pensò perplesso.

Crystal e Galaxia erano scomparsi e Shunrei scivolò via dalla presa di Sirio scomparendo tra le onde.

La nave si perse all’orizzonte e la corrente trascinò via i malcapitati.

“Nuotate ragazzi…. Shunrei dove sei ?” imprecò Sirio disperato, lui Seiya e Shun riuscirono a cavarsela fino ad arrivare sulla spiaggia di un isola vicina a loro che fino a quel momento non avevano visto, sembrava infatti essere spuntata dal nulla

“Figurati se a noi non può capitare qualcosa di anormale!” pensò Sirio..

Anche Crystal, Galaxia e Shunrei fortunatamente erano approdati li, il mare si era inspiegabilmente calmato.

“Ragazzi state tutti bene?” domandò Crystal.

“Come no.” Rispose sarcastico Sirio mentre si strizzava i capelli. “Shunrei grazie al cielo.” Abbracciò la ragazza quasi in lacrime.

“Com’è potuto succedere? “ chiese Seiya sconvolto.

“Questo è il mare proibito, ne ho sentito parlare a Voyager, ma non credevo fosse vero, è un mare dove inspiegabilmente si formano onde anomale dal nulla, le navi evitano di passare di qui, ma evidentemente la nostra ha preferito rischiare.” Spiegò Sirio.

“Si ho visto anch’io quel servizio, si narra di un’antichissima maledizione che sarebbe stata scagliata sull’isola fantasma, un’isola che appare solo ai naufraghi in mezzo all’oceano, nessuno è mai tornato indietro per raccontarlo.” Aggiunse Crystal.

Seiya rise. “Si certo come no, vorreste dire forse che siamo approdati sull’isola fantasma ? uahahahah.” Si interruppe bruscamente. “O mio dio siamo tutti in trappolaaaaaaaaaaaa.” Disse strappandosi i capelli.

“Dove sei fratello? Abbiamo bisogno di te.” Shun cominciò a piangere battendo i pugni sulla sabbia.

“Non possiamo nemmeno avvertire il Maestro.”  Fece notare Shunrei ancora attaccata al braccio possente di Sirio. “Un modo ci sarebbe per avvertirlo…dovrei entrare in una profonda meditazione, posso tentare.” Rispose quest’ultimo in tono estremamente serio.

“O certo, questo sarebbe il tuo geniale piano? Startene seduto a sonnecchiare per chissà quanto mentre noi non solo pensiamo alla nostra sopravvivenza ma anche alla tua?” sbraitò Seiya.

“Di un po, chi si è attaccato ai miei capelli facendomi quasi annegare? Direi che mi devi un favore e poi lo faccio anche per voi.”

Seiya strinse i pugni.  “Ehi non pensavo che i tuoi capelli fossero di matrice tanto divina da non poter essere nemmeno sfiorati.”

Sirio abbozzò un sorriso, quel sorriso che faceva sciogliere Shunrei ma irritare tutti gli altri.

“Pensi davvero che sia arrabbiato perché tu e Shun vi siete appesi ai miei capelli? Ero sarcastico naturalmente.”

“Che uomo sa sempre cosa dire.” Pensò Shunrei sognante.

“Invece di stare qui a scaricarci le colpe, forse dovremo darci da fare visto che la nostra permanenza sull’isola potrebbe protrarsi a lungo.” Intervenne Crystal in tono di sfida verso i due.

“Siamo in trappola, ti rivedrò mai più Fratellooo?” Shun era in preda a una crisi di pianto mentre scriveva il nome di Phoenix sulla sabbia.

Sirio si liberò dei vestiti. “Questi non mi serviranno.” Disse e rimasto con delle bermuda da spiaggia si accovacciò su una roccia.

“Ecco solita scena, Sirio che si spoglia!” pensò Seiya con una smorfia di disapprovazione.

“No Sirio non farlo, il maestro non ti sentirà.” Gridò Shunrei.

“Lasciatelo perdere ragazzi, quel ragazzo ha la testa più dura di quella di un drago.” Disse Seiya rassegnato.

Crystal agguantò per il collo Shun. “Basta piangere sul latte versato, rivedrai Phoenix…un giorno… ora dovremo pensare ad altro.”

“Crys non ci saranno mica degli animali feroci vero?” chiese Galaxia impaurita.

“Tesoro, sei qui con dei cavalieri di tutto rispetto e ti preoccupai di cosucce da niente come animali feroci?” rispose lui ironico.

“Ecco appunto ragazzi ci sono cose più urgenti di cui preoccuparsi, ad esempio IL CIBO!!!” intervenne Seiya gridando con i pugni stretti.

Crystal si portò le mani alla fronte.

“Tu non pensi mai ad altro eh?” fece rassegnato.

“Ragazzi un po di silenzio per favore, non riesco a concentrarmi.” La voce di Sirio parve venire dall’aldilà.

“A bene sei ancora tra noi, che onore.” Rispose sarcastico Seiya.

“Per prima cosa, dovremo esplorare l’isola, potrebbero esistere villaggi o meglio paesi.” Cristal iniziò con il punto della situazione.

“I tagliatori di teste oh no! non mi ci far pensare.” Shun parve disperato e si aggrappò al braccio di Seiya che lo respinse con una smorfia.

“Dopo di che, metteremo su una capanna, poi penseremo a come sfamarci.” Continuò Cristal.rivolgendo in ultimo lo sguardo a Seiya.

“Noi come potremo renderci utili?” chiese Galaxia presa dalla voglia di poter aiutare il suo uomo.

“ Tu e Shunrei rimarrete qui con Sirio.”

“Prospettiva emozionante1” pensò subito la ragazza delusa.

Seiya guardò Sirio in meditazione poco convinto.

“Cristal amico, affideresti così due donne a uno che sta più di la che di qua?”

“Insomma perché non potremmo venire con voi? Siamo davvero così impedite ?” sbottò Galaxia furibonda.

“Sirio avrà bisogno di qualcuno accanto io devo restare con lui.” Intervenne Shunrei timorosa dall’occhiata furente di Galaxia.

“Io… mi offrirei per rimanere qui con le ragazze e con Sirio, so che sarà un notevole sacrificio ma…”

Seiya e Cristal guardarono all’istante Shun con aria perplessa.

“Va bene resta pure con loro, mi raccomando però… io e Seiya andremo ad esplorare i dintorni.”

“A e se doveste trovare qualcosa di commestibile non esitate a raccoglierlo.” Si affrettò ad aggiungere Seiya con un sorriso ma fu prontamente trascinato via da Cristal.

“Crys vai via così senza neanche darmi un bacio?” fece la voce implorante di Galaxia.

“Perdonami amore.” Il ragazzo la strinse in un ondata gelida, il suo corpo perennemente freddo e poi un bacio glaciale, ora Galaxia era soddisfatta.

Vedendo l’amica tremare dai brividi di freddo Shunrei non si astenne da chiederle. “Ma come fai??”

“Il nostro è un amore allo zero assoluto.” Fu la semplice risposta di lei.

“Bene ci si vede.” Disse Seiya.

“Fate attenzione.” Si raccomandò Shun e un attimo dopo era di nuovo li a scrivere Phoenix sulla sabbia.

     

“Shunrei dobbiamo fare qualcosa anche noi per aiutare i ragazzi.” Galaxia ormai aveva deciso che non sarebbe rimasta con le mani in mano ad aspettare il ritorno di Cristal e Seiya.

“Si ma cosa? Magari potremmo cercare del cibo come suggeriva Seiya.”

“Ottima idea, Shun tu che fai?” chiese Galaxia pimpante.

“Qualcuno deve pur badare a Sirio, vi aspetterò qua.” Fu la risposta deprimente del ragazzo.

“Perché, perché non riesco a contattare il Maestro! Non percepisco il suo cosmo interiore, se solo qui prendessero i cellulari.” Sirio era in preda al panico.

“Centro benessere Beautiful Saint, fatevi coccolare da mani esperte e sicure, soddisfatti o rimborsati, sconti per gli ultra settantenni. Anche la Dea Atena ha scelto Beautiful Saint” Era li che giaceva il venerando Maestro dei 5 picchi, seduto su un lettino a farsi massaggiare le dolenti spalle da una aitante giovincella. E avendo più di 240 anni altro che sconti.

“Un vero miracolo per le mie artrosi.” Fece il vecchietto con un’espressione sognante.

“ E’ un bene che dopo tutte quelle lunghe battaglie ora si riposi un po Maestro, le sventure sono sempre in agguato, avete sentito la tv in questi giorni?”

“No Jenny mia cara, ho staccato telefono e tv, voglio vivere in pace con me stesso finchè non tornano Sirio e Shunrei.”

La massaggiatrice lo guardò stupita. “Ma allora davvero non sapete del naufragio del Saint Gold ?”

“Be che dire mi dispiace ma … ODDIOOOOOOO.” Il maestro scattò all’improvviso sul lettino con le mani alla barba. “Il GOLD SAIN !!!! PER LO SCUDO DI ATENA!!! SIRIOOOOOO SHUNREEEI O MIO DIO.”

“Oh non ditemi che il vostro allievo e la vostra figlia adottiva erano li!” fece allarmata la ragazza.

“Devo assolutamente fare qualcosa, scusami scappoooo.” Il Maestro fuggì via come un fulmine.

“Tenetemi informata.” Gli gridò lei. “Certo che ne ha di energia alla sua età” pensò.

Arrivato ai 5 Picchi ansimante accese la tv e cercò disperato nella cassetta della posta se fosse arrivata una qualche lettera. Poi cercò di riesumare il giornale del giorno che aveva usato per imballare vecchi oggetti, senza neanche leggerlo, e tutto confermò cio che aveva saputo.

Fece in fretta il numero di cellulare di Sirio poi quello di Shunrei e degli altri. Nessuna risposta.

“La nave sarebbe naufragata nel Mare Proibito, se così fosse nessuna sarebbe la speranza di recuperare i naufraghi.” La notizia di striscio del telegiornale lo fece sudare freddo.

“No dimmi che non è vero.” In preda all’agitazione si recò alla cascata. “ Devo tentare di entrare in contatto con Sirio, non ho altro modo.”

“Forza Sirio tra la la la forza Sirio tra la la la, siamo tutti con te, sei tutti noi.” Shun si stava esibendo da ragazza pon pon ai piedi di Sirio agitando bastoni e mazzi di fiori, si sentiva l’unico a sostenere l amico in quel difficile momento e voleva fagli sentire il suo appoggio.

Ma Sirio era ormai in tutt’altra dimensione.

   

“Avverto il cosmo del Maestro. Si ci siamo.”

“Sirioooo.” Finalmente il ragazzo entrò in contatto con la voce stridula e matusalemme del Maestro.

“Ti ricevo Maestro.”

“Possibile che io non possa mai stare tranquillo eh? Si può sapere dove sei ?”

“Sull’ isola fantasma con gli altri, stiamo tutti bene.”

“Splendido, e come pensi possa riportarvi qui? Dovrei farmi portare nel mare proibito lasciarmi naufragare così da raggiungere l’isola fantasma per essere anch’io uno dei vostri?”

Sirio deglutì. “Be qualcosa del genere.” Rispose senza convinzione.

“Ma quand’è che potrò godermi la vecchiaia eh? Va bene visto che ormai ci sono dentro parlerò con Atena e vedrò di aiutarvi, nel frattempo mi raccomando a Shunrei!! “

“C …c…certo Ma …maestro.” Balbettò Sirio prima di chiudere la conversazione telepatica.

“Guarda Shunrei che sta facendo Shun intorno a Sirio?”

La ragazza lo osservò perplessa. “Sarà un rituale vudù di incoraggiamento.” Le due scoppiarono in una sonora risata mentre avevano gia raccolto una notevole quantità di frutta e funghi.

Sirio finalmente si accinse a tornare con i piedi sull’isola, aprì appena gli occhi. “Shun tutto bene vero?” chiese.

“Allora ce l’hai fatta vero?” chiese quest’ultimo con un largo sorriso.

“Si ma con scarso risultato.” Fu la deludente risposta di Sirio che spense in un attimo l’entusiasmo si Shun.

“Dove sono Shunrei e Galaxia?”

Shun si guardò intorno.

“Ehm da qualche parte a raccogliere cibo!”

Il sole era alto nel cielo, e all’orizzonte nessuna nave, ma all’improvviso qualcosa dalle sembianze umane su un pezzo di legno veniva trascinato dalla corrente verso di loro?

Chi sarà mai costui???

 

                                                                      

 

 

 

 

ai tu."i ce l'ò prontamente nelle tasche delle bermuda.i una doccia."

 

 


 

 

 


 

 

 

 

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Capitolo 3
*** L'uomo che veniva dal mare ***


 ""Guarda c’è qualcosa laggiù!” Galaxia indicò quel qualcosa che stava arrivando dal mare.
“Io direi più che qualcosa è qualcuno! Su andiamo a vedere potrebbe essere un naufrago come noi!” propose Shunrei e immediatamente deposte le leccornie appena raccolte si precipitarono in riva al mare.
Verso di loro su di un pezzo di legno giaceva riverso un ragazzo straordinariamente attraente, le due si guardarono arrossendo con una risatina di gioia.
“Forza portiamolo a riva.” Shunrei e Galaxia si affrettarono a trarre in salvo sulla spiaggia lo sconosciuto.
Gran bei muscoli e lunghi capelli viola che gli coprivano il volto.
Attirati dall’ insolita situazione Sirio e Shun corsero affannati verso di loro.
“Ragazze attente potrebbe essere pericoloso” fece Shun allarmato.
Shunrei si illuminò appena vide Sirio avanzare verso di lei, finalmente era di nuovo tra loro.
“Speriamo non sia morto.” Disse Galaxia spostando appena i capelli dal volto del giovane privo di sensi.
“Ma quello è…” Shun rimase di sasso.
“E’ il Grande Mur.” Sirio completò la frase con altrettanto sconcerto.
“Avete ragione è proprio lui! Ma che ci fa qui?” chiese Shunrei smuovendolo per il braccio nel tentativo di svegliarlo.
“Doveva essere sulla nave anche lui!” ribattè Sirio accovacciandosi accanto a Mur.
Finalmente quest’ultimo diede cenni di vita.
Aprì con difficoltà gli occhioni viola accompagnato da un colpo di tosse.
“Sono vivo?” chiese con un filo di voce.
“Be sembrerebbe di si vecchio mio.” Rispose ironico Sirio dandogli una pacca sulla spalla.
“Mur sei ferito? Avrai fame vero?” fecero le due ragazze prodigatesi immediatamente per il cavaliere in fin di vita.
Quest’ultimo facendo cenno col braccio di allontanarsi si alzò degnamente, ma un attimo dopo un gran dolore alla gamba lo fece riaccasciare sulla sabbia.
“Maledizione!” imprecò furente, la sua caviglia destra non lo reggeva a dovere.
“Siamo relegati su quest’isola maledetta e non torneremo più a casa.” Piagnucolò Shun con le lacrime agli occhi, Sirio scosse il capo con disapprovazione.
“Mi sono messo in contatto col Maestro, non so come ma ci salverà, lo sento.” Proferì in tono solenne come al suo solito, attirando su di se l’attenzione e le speranze dei presenti.
Seiya agitava le braccia tra i folti rami della foresta cercando di farsi largo tra gli alberi intricati.
“Ma tu guarda se un cavaliere di Atena deve subire certe assurdità perfino in vacanza.” Si disse snervato.
Ad un tratto qualcosa di estremamente duro rimbalzò sulla testa per poi finire ai suoi piedi.
Con un urlo stridulo Seiya raccolse il nemico da terra, una noce di cocco.
“Adesso ne ho abbastanza.” Alzò lo sguardo ai rami delle alte palme che lo sovrastavano altezzose.
Un’altra noce di cocco lo mancò per poco, poi finalmente scrutò il suo attentatore, una piccola scimmia ridente e dall’aria intelligente che si muoveva lesta furtiva tra i rami.
Seiya digrignò i denti indignato.
“TU…” urlò agitando le mani. “TU NON SAI CHI SONO IO.”
La scimmia lo osservò incuriosita prima di emettere una sonora risata di scherno, Seiya agrottò le sopracciglia e gonfiò i muscoli dei suoi bicipiti.
“Tu misera creatura infame, come osi rivolgerti in modo così sdegnato a un sacro, magnifico, regale, coraggioso e potente Cavaliere di Atena?”  E un attimo dopo aver finito la sua sfuriata si portò una mano alla fronte.
“Non posso crederci, sto parlando con una scimmia… STO SPRECANDO IL MIO TEMPO CON UNA SCIMMIA…ah Seiya come sei caduto in basso.” E rassegnatosi decise che non ne valeva la pena, dopo un respiro profondo riprese la stancante marcia, incurante che la sventura stava per abbattersi nuovamente sulla sua testa.
Un’altra noce di cocco piombò dal cielo colpendolo di striscio.
Seiya rimase immobile con i pugni serrati e col viso imperturbato, i piedi saldamente ancorati al suolo e i capelli ondeggianti sulla fronte.
La scimmia perplessa si accinse a scagliare nuovamente un’altra noce di cocco contro la sua vittima, ma proprio in quel momento. “FULMINE DI PEGASUS.”
La palma fu abbattuta in un istante, cadendo al suolo fragorosamente, ansimante Seiya abbozzò un sorriso soddisfatto.
“Questo è quello che succede a chi si prende gioco di me.”
Poi una risatina familiare alle sue spalle gli fece di colpo tendere tutti i muscoli del corpo.
La scimmia era sopravvissuta al suo temibile attacco.
“Il grande Seiya che non riesce a sconfiggere una miserevole scimmia? DITEMI CHE E’ UN INCUBOOO.”
Confuso prese a tirarsi i capelli in preda a una crisi isterica, la scimmia urlava divertita e pensò di fare un favore a quello strano soggetto ponendo fine alla sua agonia. Agitando un pesante ramo di palma fece crollare sul povero seiya dieci noci di cocco, il ragazzo sopraffatto dall’entità del colpo stramazzò al suolo privo di sensi, il suo ultimo pensiero. “Sto lasciando questo mondo a causa di una scimmia.”
“Forza ali del cigno bianco sbattete impetuose quest’aria priva di senso, fatemi arrivare dove nessun altro può.” Crystal si infondeva coraggio mentre le sue gambe scattavano veloci districandosi alla perfezione tra i mille ostacoli sul suo percorso.
Il caldo cominciò a farsi seriamente sentire, “Sento che mi sciolgo, no devo resistere, devo pensare alla mia Siberia, Oh Mamma tu che sei sepolta tra i gelidi ghiacci che ti inghiottirono, non abbandonarmi adesso.”
Ormai aveva percorso diverse miglia, senza avere la più pallida idea di dove si trovasse, un improvviso rumore nei dintorni lo fece scattare sulla difensiva, lo strano suono si propagandò ancora.
“OOOOOOOHMMMMMMMMMMM.” Crystal si appartò dietro un cespuglio pronto a scagliarsi sull’eventuale nemico, ma appena si avvicinò alla fonte di quel suono irreale le sue membra si bloccarono di colpo.
Seduto al suolo a gambe incrociate e le braccia distese orizzontalmente, un individuo dai lunghi capelli dorati tentava la meditazione.
“Non può essere!” osservò Crystal, poi in un impeto di sconfinata gioia si diresse a grandi passi verso il ragazzo urlando: “Shakaaaa.” Ma una volta avvicinatosi si bloccò esterrefatto, ai piedi dell’amico giaceva privo di senso Camus, il suo vecchio maestro.
“No…non può essere, che significa tutto questo?”
Shaka teneva gli occhi chiusi ma quando il ragazzo si avvicinò, li aprì e lo fissò senza scomporsi.
“Calmati Crystal, il tuo Maestro sta bene, è solo svenuto, si sentiva male già sulla nave, aveva fatto indigestione di crostacei!” spiegò calmo.
“Chi altro c’era con voi?” chiese Crystal ansimante e ancora sconvolto dalla vista di Camus riverso a terra privo di sensi.
“Il Grande Mur, ma non l’ho più visto dal naufragio.” Rispose Shaka.
“Noi siamo tutti alla spiaggia, portiamo li Camus, non potete rimanere qui!” Shaka annuì e insieme sollevarono il cavaliere.
Quando rientrarono ala spiaggia trovarono il resto del gruppo stretto intorno a qualcuno che non riconobbero subito.
“Ecco così dovrebbe bastare.” Stava dicendo Sirio mentre fasciava la caviglia di Mur.
“Muuur!” gridò Shaka quando l’ebbe riconosciuto, tutti si voltarono verso lui e Crystal con sguardi increduli.
“Shaka! Che è successo a Camus?” chiese subito il cavaliere.
“Indigestione di crostacei e una bella botta alla testa.” Subito lui e Crystal lo posarono delicatamente sulla sabbia.
“Oh poverino, morirà?” piagnucolò Shun.
“NO CHE NON MORIRA’!” sbottò Crystal furente, l’amico indietreggiò spaventato e si nascose dietro le possenti spalle di Sirio.
“Che cosa possiamo fare per Camus?” chiese Shunrei.
“Lasciate fare a me!” Mur ancora zoppicante raccolse una pietra appuntita e si procurò un taglio sulla mano, gli sguardi di tutti inorridirono.
“Il mio sangue lo curerà, non temete.” Camus iniziò a muovere le palpebre e a dare cenni di vita, Crystal si gettò subito al capezzale del Maestro.
“Stai bene?” chiese appena questo riprese conoscenza.
“E tu che ci fai qui?” domandò Camus ancora frastornato, poi si sollevò appena e notò il resto del gruppo.
“Va bene, è uno scherzo?”
“Oh niente affatto, eravamo sulla nave ma poi una grande onda si abbattuta su di noi e prima che ce ne accorgessimo…”
Shun aveva preso a parlare così velocemente da confondere Camus ancora di più.
“Shun, credo che sappia cos’è accaduto!” lo fermò Shunrei e lui si ammutolì di colpo.
Camus si alzò a fatica e si massaggiò la schiena dolente.
“Shaka la prossima volta ricordami che sono allergico ai crostacei!” disse al Cavaliere.
“Ma io te lo avevo detto!” rispose questo con aria di superiorità, Camus non seppe che rispondere e cambiò discorso.
“Si sta facendo buio, meglio accendere un fuoco!”
Era passato già molto tempo da quando Seiya si era allontanato dalla spiaggia, i suoi compagni cominciavano a preoccuparsi.
“Se non torna in tempo, il cibo finirà!” commentò Sirio e solo Shunrei poteva sapere quanto desiderasse una buona coppa di riso.
“E se gli fosse successo qualcosa? Dovete andare a cercarlo!” disse Galaxia rivolta a Crystal, ma in quel momento videro il Cavaliere sbucare dagli alberi alle loro spalle, avanzava traballando e aveva una mano alla testa, l’espressione dolorante e imprecava qualcosa tra i denti, sembrava furiosi, si avvicinò agli altri e si sedette anche lui vicino al fuoco e senza dire una parola iniziò a mangiare come un ingordo, tutti lo fissarono sconcertati in attesa che parlasse.
“L’educazione è di casa!” fece Crystal sarcastico. “Devi ringraziare Sirio se è avanzato qualcosa!” aggiunse subito dopo.
“Grazie Sirio!” riuscì a dire appena Seiya mentre masticava.
“Non si parla con la bocca piena!” commentò quest’ultimo.
“Che cos’è un processo?” sbottò allora Seiya dopo aver mandato giù il boccone.
“Ho lottato con una miserabile scimmia e sono stato sconfitto! Cosa dovrei fare secondo voi? Osservare il galateo nel momento più critico e umiliante della mia vita?”
Il silenzio si riempì subito di risate fragorose, Shunrei e Galaxia avevano le lacrime agli occhi dal ridere, Crystal si teneva la faccia con le mani e sembrava quasi che piangesse, ma stava ridendo anche lui, Shun si era accasciato a terra e si manteneva lo stomaco, Sirio quasi soffocò, persino Shaka, Camus e Mur non si trattennero e solo allora Seiya si accorse della presenza dei tre.
“E voi siete spuntati adesso? Cosa avete da ridere tutti quanti? È divertente? Va bene ridete pure, alla fine vedremo chi la spunterà tra me e quella scimmia, ha vinto la battaglia ma non la guerra!” Seiya era paonazzo e adirato come non mai, ma non fece altro che far aumentare le risate degli amici, mentre continuava a imprecare il cielo si era fatto buio e le tenebre erano calate sull’isola, ma che ne sarebbe stato di loro?
 
 
 

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