Ice Devil

di MoonLilith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Annika Weasley ***
Capitolo 2: *** 2. L'incontro ***
Capitolo 3: *** 3. Fatti per stare insieme! ***
Capitolo 4: *** 4. Guilty ***



Capitolo 1
*** 1. Annika Weasley ***


Documento senza titolo

 

1. Annika Weasley

 

 

Era mattina, e il nuovo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era ricominciato. Per i corridoi dell'antico castello, si avvertiva leggermente un'aria di felicità tra gli studenti. I ragazzi, felici di rincontrarsi, si avviavano in un gran vociare generale per l'inizio delle lezioni. Tutt'un tratto, la maggior parte dei ragazzi, si fermò ad ammirare lei . Chi era lei? Il suo nome era Annika Weasley. Corpo aggraziato, capelli di un castano chiaro lucente, un giorno lisci come seta, un altro con i boccoli, come un angelo. I suoi occhi di ghiaccio squadravano gli altri che le stanno intorno, diffidenti per chi non conosce, caldi e dolci per i suoi amici di vecchia data. Simpatica, allegra, ma anche molto sexy. Per Annika, si era appena aperto il sesto anno di studi nella scuola di Magia e Stregoneria. E di certo, non sarebbe stato come quello di due anni prima. Perché due anni prima, non aveva un tatuaggio a forma di Ankh (simbolo della vita egiziano) sulla parte superiore del braccio, e neanche una croce celtica vicino all'ombelico. Due anni prima, non vestiva con la camicia sotto il gilet abbastanza sbottonata e con delle calze che le arrivavano a metà coscia. Aveva due buchi all'orecchio destro, e tre a quello sinistro. Le sue unghie erano lunghe, affilate, nere. Era una ragazza un po' fuori dal comune, con strane idee sulla magia nera e con una strana passione per la musica metal e hard rock, che i suoi amici, tranne alcuni con le sue stesse passioni, definivano musica rubbish . Ma, malgrado ciò, Annika era una delle più belle ragazze della scuola. Non solo, era anche la più intelligente del suo anno! Ma non era stata nominata Prefetto a causa di una sua brutta abitudine: violare le regole. Una sera, era stata ritrovata fuori dalla scuola, mezza ubriaca, a mezzanotte. Un'altra volta, è stata sorpresa a rubare nelle cucine… dell'idromele ad alto contenuto alcolico. Le sue compagne di stanza si sono spesso lamentate con la professoressa McGranitt a causa di quel suo modo di ascoltare la musica, ovvero ad un volume altissimo. Ma, dopotutto, Annika era anche una delle persone più buone della sua Casata, non che ce ne fossero di persone veramente cattive, a Grifondoro. Infatti, per uno strano caso, a giudicare dalle sue abitudini, Annika, al primo anno ad Hogwarts, era stata smistata a Grifondoro. Certo, c'è anche da aggiungere che, sei anni prima, lei non era certo la ragazza sexy e corteggiata che era in quel momento. Anzi, era solo una bambina orgogliosa, con degli occhialoni enormi, da cui dietro facevano capolino due occhi grandi, teneri e azzurri, che aveva conservato nel tempo.

Annika era l'ultima figlia di Hermione Granger e Ron Weasley. Estremamente diversa, sia dalla madre che dal padre, aveva tre fratelli maggiori: Elene, segretaria all'Ufficio Postale di Diagon Alley; Michael, in addestramento per diventare auror e John, che lavorava al Ministero della Magia da qualche mese. Lei era la più strana dei quattro fratelli: gli altri tre avevano una vita calma e senza inconvenienti, come ubriacate al pub con gli amici.

Ma, per Annika, quello era godersi la vita: prenderne il succo, le cose migliori, e assaporarle finché il sapore non si fosse dileguato totalmente dalla sua bocca. Malgrado tutto, come già ho accennato il precedenza, Annika studiava, s'impegnava quanto e spesso più dei suoi compagni di corso. Era brillante in tutte le materie, specialmente in Incantesimi, materia di cui conosceva alcuni sortilegi da maghi esperti, o da studenti del settimo anno. Insomma, Annika era una ragazza perfetta. O almeno, così tutti credevano.

« Annika! Buongiorno! » Julie le si avvicinò allegra « Passate bene le vacanze estive? »

« Benissimo! » esclamò Annika, sorridendo vivacemente.

« E con Jack, com'è andata a finire poi? » chiese Julie avvicinandosi per non farsi sentire dalla gente in corridoio. Annika sbuffò.

« Ma l'ho mollato, naturalmente! Diciamo che non ero io che gl'interessavo… o meglio, non io come persona che sa ragionare, ma io come ragazza da portarsi a… »

« Annika ti prego niente volgarità di prima mattina! » esclamò Julie, interrompendola.

« Sei troppo puritana per me, Julie. » le rispose Annika mentre entravano nella Sala Grande.

Annika cercò di ignorare gli sguardi indagatori dei ragazzi di Hogwarts, che la fissavano ammutoliti. La ragazza si diresse con non-chalance verso il suo tavolo, e seduta, iniziò a mangiare il suo porridge in silenzio. Si avvicinò a lei un ragazzo, si sedette alla sua sinistra e le mise il braccio intorno al collo.

« Ma chi si rivede! La mia metal-girl preferita! » esclamò il ragazzo. Era altissimo, magro, con i capelli neri e lunghi fin sotto le spalle, legati in una coda. Aveva gli occhi neri quasi quanto i capelli, e un sorriso formidabile. Dalla camicia sbottonata, si intravedeva il tatuaggio di un teschio.

« Potter, togli quella lurida manaccia dalla mia spalla destra. » disse Annika con un finto tono infastidito.

« Ah, la mia piccola true metal head si sta facendo sempre più spinosa! » esclamò il ragazzo, spostando il braccio e guardandola negli occhi col suo sorriso che toglieva il fiato.

« I vampiri attaccati cacciano gli artigli, non lo sai, Potter? » disse lei voltandosi verso di lui e sorridendogli.

« Mia cara vampira, diventi ogni anno più sexy. » le sussurrò lui nell'orecchio.

« Se tuo padre ti sentisse, sai cosa ti farebbe? » sibilò lei.

« Certo! Inizierebbe a rompere il … »

« Mamma mia, ragazzi! Ma possibile che il vostro linguaggio deve essere sempre così… così… sporco ? » esclamò Julie verso i due.

« Vuoi che ti faccia vedere quanto il mio linguaggio sporco possa essere appropriato in certe situazioni? » chiese il ragazzo a Julie, sorridendole maliziosamente. Le guance di lei diventarono rosse come due peperoni, i suoi occhi ramati si spostarono immediatamente a terra, da dove non intendeva muovere lo sguardo. I capelli biondo scuro le ricaddero sul viso nascondendo, in parte, il rossore acuto.

Annika tirò una gomitata nello stomaco del ragazzo.

« Matt, mi vergogno di essere tua cugina! » esclamò lei balzando in piedi. « Andiamo Julie! » esclamò poi, prendendo la ragazza e trascinandola via dalla Sala Grande.

Poco dopo, mentre si dirigevano verso la classe di Pozioni (prima ora con i Serpeverde) Annika si avvicinò a Julie, chiedendole come stava.

« Tutto bene Annika, stai tranquilla. » sussurrò lei.

« Dovresti reagire quando ti dice quelle cose. Altrimenti non la smetterà più di infastidirti con quelle frasi a quadruplo senso! » esclamò Annika.

« …Infastidirmi? » sussurrò più tra sé e sé Julie. Annika non sentì, mentre guardava dritto davanti a sé per il corridoio.

D'un tratto, sentì il suo braccio sinistro più freddo del resto del solito, e… umido . Rivolse lo sguardo verso il polso, poco prima che emettesse un urlo che fece raggelare tutto il corridoio dei sotterranei.

« Il mio braccio… la mia camicia bianca nuova inchiostro nero ! » gridò la ragazza, osservando la macchia che si espandeva lentamente sulla manica sinistra della sua camicia. « Chi diavolo e' stato?! » esclamò la ragazza in preda ad una probabile crisi isterica. Gli occhi azzurri che lanciavano scintille.

Mentre osservava sconcertata la sua macchia, vide un'ombra avvicinarsi e mettersi davanti a lei. Alzò la testa e, per qualche secondo, non riuscì a respirare.

« Sono stato io. » disse il ragazzo che la fissava con una freddezza senza pari.

Annika rimase ad osservarlo cinque secondi. Il ragazzo era circa venti centimetri più alto di lei, aveva dei capelli biondo cenere, tutti arruffati, che ricadevano dolcemente sul suo viso pallido e dai lineamenti delicati, quasi principeschi. Aveva gli occhi grigi, grigio chiaro, che squadravano Annika senza trasmettere alcuna emozione. Aveva delle mani grandi, dalle lunghe dita affusolate, e dalla maglietta aderente verde scuro, si potevano notare gli addominali quasi come scolpiti. Sulle prime, Annika si chiese se fosse uno studente: dopotutto vestiva in maglietta e jeans! Però aveva la borsa e, molto chiaramente, aveva una boccetta di inchiostro in mano, forse non chiusa proprio benissimo.

Annika, dopo essersi ripresa dallo shock di ritrovarsi davanti una bellezza simile, ritornò la solita ragazza dall'atteggiamento violento.

« Non hai intenzione di chiedermi almeno scusa?! » esclamò lei, fissandolo.

« È stato un incidente. Non l'ho fatto mica di proposito. Ora vado di fretta, ti saluto. » il ragazzo si voltò e, senza degnare di uno sguardo Annika, si allontanò per l'ingresso del castello. La ragazza lo fissò allontanarsi, confusa. Il suono della campanella, destò Annika da quel piccolo assopimento, che lanciò un piccolo urlo e si mise a correre insieme a Julie verso la classe di Pozioni. In ritardo il primo giorno… Piton avrebbe tolto a Grifondoro venti punti!

Annika entrò dopo Julie, cercando di fare qualcosa per la macchia d'inchiostro ancora fresca e per la sua mano destra, ormai diventata nera. Si sedette all'ultimo banco della classe, insieme a Julie e a Charlotte, un'altra sua amica di Grifondoro.

« Signorina Weasley… combiniamo guai già dal primo giorno di scuola? » sibilò Piton, notando la macchia sulla camicia.

« Non è stata colpa mia, prof. Un tipo mezzo addormentato che non ho mai visto prima mi è arrivato addosso con una boccetta d'inchiostro e… »

« Lei è sospesa da quest'ora di Pozioni. Vada a mettersi qualcosa di decente. E dieci punti in meno a Grifondoro per aver parlato in questo modo di un ragazzo sconosciuto. » disse Piton, con lo sguardo infuocato come se sapesse benissimo chi fosse quel ragazzo.

Annika si alzò senza dire una parola. Uscì dalla classe e tirò un calcio al muro di pietra.

“ Professore del cazzo! Anche quest'anno ha intenzione di perseguitarmi?!” pensò Annika mentre si allontanava per il corridoio verso l'Ingresso, incrociando ogni tanto qualche studente ritardatario che, mentre le passava accanto, la mangiava con gli occhi. Intanto lei si chiedeva una cosa. Chi accidenti era quel ragazzo biondo?!

 

***

 

Fine primo capitolo! Grazie mille per averlo letto… Spero vi sia piaciuto! A prestissimo il prossimo ;) Byez, Lilith

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Capitolo 2
*** 2. L'incontro ***


Documento senza titolo

2. L'incontro

 

« Come va la macchia, Annika? » chiese Julie entrando nel bagno delle ragazze del primo piano.

« Male, accidenti! » sbottò Annika lasciando la camicia nel lavandino pieno di acqua fredda, e asciugandosi le mani.

Julie guardò la camicia: Annika era davvero un disastro! Aveva rovinato la camicia, perché l'aveva messa in acqua quando era ancora fresca, e quindi l'inchiostro l'aveva rovinata del tutto, facendola diventare di uno strano grigio perla.

« Dovresti portarla in lavanderia. » concluse Julie, abituata a vedere i disastri combinati da Annika, che si voltò con uno sguardo sarcastico.

« Come se ci fossero lavanderie a… » ma si bloccò, i suoi occhi si illuminarono e sorrise radiosa « G li elfi domestici! » esclamò, mentre Julie apriva la bocca sconcertata.

« No, Annika!! Non era questo che intendevo, accidenti!! » esclamò Julie in preda al panico « Sei addirittura in reggiseno, dove vuoi andare conciata così?! »

Annika si voltò verso Julie guardandola con furbizia. « Ma nelle cucine della scuola, naturalmente! Chiederò a quei miei carissimi amici elfi di farmi tornare come nuova questa camicia prima delle lezioni pomeridiane! Tu ora torna in classe, è suonata da qualche minuto. Dì che ti sei lussata la caviglia e non riuscivi a camminare… io intanto vado! Ci vediamo a pranzo Julie. » E, afferrati al volo camicia e gilet, Annika uscì correndo verso le cucine.

Corse veloce al secondo piano, poi, abbassandosi accuratamente quando passava fuori dalle porte delle classi, imboccò un piccolo corridoio che scendeva apparentemente al secondo piano. Se qualcuno l'avesse vista conciata così! Reggiseno, gonna a pieghe a vita bassa, calze e anfibi grigio scuro… una Strillettera dai suoi genitori non avrebbe certo tardato!

Mentre stava per uscire nel corridoio delle cucine, controllò la Mappa del Malandrino. Ma non fece in tempo a nascondersi, che Mrs. Purr le arrivò zompettando da dietro, probabilmente contenta di aver trovato una succulenta preda per Gazza.

Annika la guardò sfrontata: né Mrs. Purr né Gazza l'avevano mai minimamente spaventata. Sì voltò noncurante dopo qualche secondo e continuò la sua corsa nel corridoio.

Tutt'un tratto, una voce le gelò il sangue.

« Ah, mia dolce Mrs. Purr… se questa volta becchiamo quella peste, la Preside le farà un servizietto con i fiocchi… così è andata da quella parte? Ah, ma certo, le cucine… ha voglia di ubricarsi già dal primo giorno di scuola, la furbetta… »

“Accidenti!” pensò Annika “Di Gazza me ne importa poco, ma non voglio che la McGranitt sappia di questa cosa!”

Così Annika si mise a correre ancora più veloce, senza neanche guardare dove andasse.

Tutt'un tratto andò a sbattere contro qualcosa, o qualcuno, che, mentre lei gli passava accanto senza neanche guardarlo, l'afferrò per il braccio trattenendola.

« Lasciam… » stava per gridare Annika, quando si accorse che colui che l'aveva fermata, era proprio la causa di tutto quel suo via vai: il ragazzo biondo che le aveva sporcato la maglietta, che vedendo Annika “vestita” com'era diventò leggermente rosso.

« Dove diavolo vai in quelle condizioni? » gli chiese lui, abbastanza calmo.

« Devo arrivare alle cucine, » aveva iniziato a dire a raffica Annika « devo sbrigarmi, devono lavarmi questa camicia prima di pomeriggio, c'è Gazza che… »

Ma lei si bloccò, perché lui aveva tirata a sé e le aveva messo una mano sulla bocca per zittirla. La sua mano aveva il sapore delle rose, era tiepida e liscia, e l'aveva poggiata in una maniera così delicata sulla bocca di Annika che le venne quasi voglia di baciarla. Era diventata rossa, anche perché lui le aveva messo un'altra mano sulla parte inferiore della schiena, naturalmente nuda. Per Annika il tocco della mano di quel ragazzo era assolutamente eccitante.

Attento a non far rumore, la trascinò dietro ad un arazzo. Lui la lasciò delicatamente, e a lei quasi dispiacque di doversi allontanare. Annika, così nascosta, potè avvicinarsi ad un quadro con una grande natura morta e accarezzare un'albicocca. Quando il quadro si aprì, però, fece moltissimo rumore. I due ragazzi sentirono subito Gazza che accorreva, Mrs. Purr al fianco.

« Vai! » le sussurrò lui, spingendola nella scalinata che portava alle cucine e chiudendo in fretta il quadro. Annika rimase in ascolto vicino al muro, il cuore le martellava incessantemente, e non certo per Gazza.

« Dov'è? » sentì Gazza chiedere al giovane dall'altra parte del quadro.

« Dov'è chi, signor Gazza? » chiese a sua volta il giovane.

« La ragazza, la ragazza! Accidenti! C'era una ragazza qui, dov'è andata? »

« Signor Gazza, le assicuro che da queste parti non è passato nessuno, tranne… »

« …tranne? »

« …Tranne un elfo domestico che rientrava nelle cucine. Gliel'assicuro, non c'era nessuno. »

« Mi fido solo perché è lei. A proposito, cosa ci fa qui? »

« Aspetto di essere chiamato dalla prof. McGranitt. Il suo ufficio è in questo corridoio. »

« Ancora storie per il trasferimento? »

« C'è solo da firmare un documento e inviarlo a Durmstrang. »

« Capisco. Allora… arrivederci, signorino Malfoy. »

Ad Annika le si gelò il sangue nelle vene. Le gambe non la ressero per un attimo, e trattenne il fiato per alcuni istanti. Malfoy.

Però Annika si riprese, perché aveva di meglio da fare che pensare ad un Malfoy. Scese nelle cucine. Le scale erano strette e rovinate, e l'aria era pesante, e sapeva di frittura. Entrò in una stanza enorme, con quattro tavoli grandissimi tutti circondati da piccole creaturine tozze e… diciamo poco belle. Appena gli Elfi Domestici videro Annika, ci fu un fuggi-fuggi generale. La ragazza rimase ad osservarli sarcastica mentre cercavano una via d'uscita, e l'unica presente era proprio occupata da lei. Dopo che gli Elfi se ne furono accorti, si misero tutti in schiera davanti al muro, come pronti per essere fucilati. Naturalmente Annika non era ben vista da quelle creature. Anzi, si può dire che la odiavano del tutto. Dopo tutte le varie minacce e i vari furti, i piccoli esseri avevano imparato a temerla, ma anche a rispettarla. Non volevano ricevere calci dai suoi anfibi!

« Allora gente, stavolta dovete farmi un favore enorme. La vedete questa camicia? Dovete farla splendere prima delle tre di questo pomeriggio! Pensate di potercela fare? » chiese Annika con un tono forzatamente gentile.

Gli elfi, però, non le rispondevano. La guardavano impauriti e tremanti.

« Oh andiamo ragazzi, infondo io sono vostra amica! Che vi costa lavarmi questa piccola, minuscola, insulsa camicetta? Eh? Eh?? »

Ma niente da fare, gli elfi non si muovevano. Annika sbuffò.

« Ok. Per un mese niente saccheggi nelle cucine. » disse lei arresa. Ma loro continuavano a guardarla. « … Due mesi… », e ancora niente. « … E va bene, fino a Natale! »

A quel punto un elfo si avvicinò saltellando, prese la camicia, fece un inchino ed iniziò a lavarla in uno dei piccoli recipienti pieno di acqua insaponata. Annika sospirò guardando quelle creature che in quel momento avrebbe voluto prendere a calci più e più volte. Niente alcolici fino a Natale.

« Vengo a prenderla alla fine della seconda ora. » sospirò abbattuta, uscendo dalla stanza.

Salì le scale velocemente, ed uscì dal quadro. Non fece neanche due passi che subito il ragazzo biondo le si parò di fronte, a braccia conserte. Annika lo guardò con aria da spaccona.

« Mi spiegheresti che ci fai in reggiseno per i corridoi di Hogwarts? » le chiese lui.

« Dovresti saperlo bene! » esclamò arrabbiata Annika. « Sei stato tu a versarmi l'inchiostro addosso! »

Il ragazzo spalancò leggermente gli occhi, ricordando. Si mise una mano in tasca, mentre con l'altra si grattava la nuca. Abbassò lo sguardo leggermente imbarazzato.

« Beh, mi devi scusare. Stavo uscendo in quel momento dalla classe di Pozioni, il prof. mi aveva appena firmato una cosa e dovevo correre in presidenza… per la fretta ho dimenticato di chiudere la boccetta nell'inchiostro… e se non ti ho chiesto scusa subito è stato solo perché ero imbarazzatissimo, non conoscevo nessuno, e sembrava che tu volessi graffiarmi da un momento all'altro. » spiegò lui. Annika, vedendolo sinceramente pentito, lo scusò all'istante. Come si faceva a non perdonare un angelo del genere?

« Come ti chiami? » gli chiese Annika sorridendo.

« Joshua Malfoy, ma mi chiamano semplicemente Josh. »

Ad Annika vennero di nuovo i brividi. È vero, lui era un Malfoy. Discendente dai Malfoy Mangiamorte, forse l'ultimo componente di una delle Casate più potenti del regno dei maghi inglese.

« Io sono Annika Weasley. Molto piacere. » disse meccanicamente Annika mentre stringeva la mano di Josh. Quando il ragazzo sentì il cognome della ragazza, spalancò gli occhi e rafforzò un attimo la stretta, per poi abbandonarla completamente.

Si guadarono un momento, poi lui si tolse la giacca grigia stile college che aveva addosso e la diede ad Annika.

« Non tanto per il reggiseno, infondo non è una cattiva visione, ma se continui ad andare in giro così, ti prenderai un malanno. Ci si vede. » disse Josh, mentre si voltava e s'incamminava verso la fine del corridoio.

« Senti, Josh… grazie per prima… » furono le uniche parole che riuscì a dire Annika.

« De nada! » disse lui, allontanandosi con le mani in tasca.

Annika lo osservò per qualche secondo, poi si voltò nella direzione opposta e si mise a correre. Mentre lei si avviava, Josh si fermò, e si voltò a guardarla.

« Weasley… » sospirò, per poi tornare a camminare verso la presidenza.

 

Annika arrivò nel dormitorio, dove sulla gonna scozzese della scuola s'infilò una maglietta di cotone abbastanza aderente color arancione. Rimase a ciondolare per la Sala Comune, mentre le ore passavano e il primo giorno di scuola si avviava già alla fine. Annika ascoltò per un po' la sua canzone preferita, The Sacrament degli H im , ma poi stanca di quel silenzio, aprì la finestra della Sala Comune e guardò fuori. Da lì si vedeva l'ex capanna di Hagrid. Hagrid faceva il guardiacaccia quando lei frequentava il primo anno, ma lo conosceva da molto tempo prima. Amico stretto dei suoi genitori, fu uno dei primi ad andarla a trovare dopo la sua nascita. Per lei, Hagrid era come uno zio grande, grosso, e dolce. Ma in quel momento c'era un certo Tray che faceva il guardiacaccia. Un tipo sui cinquanta, tozzo e magrolino, gentile ma un po' troppo lecchino. Annika lo osservò mentre, nel suo orticello, piantava uno strano fusto viola scuro. La ragazza sbuffò, annoiata. Chissà dov'era quel ragazzo. Chissà se era ancora dalla preside. Chissà che impressione gli aveva dato. Poi Annika spalancò gli occhi, meravigliandosi di se stessa. Non si chiedeva che impressione desse alle persone da un sacco di tempo! A lei bastava l'impressione che si dava da sola, quand'era davanti allo specchio. E invece, in quel momento, si chiedeva che cosa avesse pensato Josh conoscendola.

Ad un tratto, una forte voglia di rivederlo invase Annika. Vederlo, abbracciarlo, magari baciarlo… ma era così impossibile! Tutta la scuola le andava praticamente dietro, tutti desideravano ardentemente un appuntamento con lei… ma lui, invece… era stato così distaccato! Indifferente, addirittura. Questo fece arrabbiare Annika. Come osava un ragazzo guardarla e non iniziare a sbavare senza vergogna?! Una vera ingiustizia! Lei che era così bella, formosa, sexy… come mai qualcuno non la considerava più di tanto? Era assolutamente impossibile! Con questi pensieri in testa, Annika aspettava l'ora di pranzo. Dopo le due ore di Pozioni, ci sarebbe stata un'altra ora di Storia della Magia, poi il pranzo.

Seduta accanto al camino, Annika guardava la legna, ancora intatta. Ripensò per qualche istante alle vacanze estive, appena terminate. Si era divertita molto insieme ai suoi amici… le passeggiate e i falò in spiaggia, i concerti, i tornei di beach volley e tutti quei ragazzi di altre scuole che avevano conosciuto, ragazzi anche babbani… Annika cadde in un sonno profondo.

Si ridestò solo quando sentì suonare la campanella della fine dell'ora. Guardò l'orologio, ed aspettò una mezz'oretta per far iniziare la terza.

Dopo si fiondò di nuovo nelle cucine, facendo sempre attenzione a Gazza e a quella maledetta Mrs. Purr. Gli elfi domestici le diedero la camicia, magicamente lavata, asciugata e stirata. Lei ringraziò l'elfo che le aveva fatto quell'ottimo trattamento dandogli anche un bacio sulla sua testa bitorzoluta.

Annika raggiunse di nuovo la Sala Comune, dove si cambiò in fretta giusto in tempo per il pranzo. Scese allegramente per i corridoi di Hogwarts, dove tutti la guardavano chiedendosi che fine avesse fatto nelle ultime due ore.

Quando però andò a sedersi al tavolo di Grifondoro, stranamente non trovò né Julie né Matt ad attenderla, per poter raccontare loro tutto in ogni minimo dettaglio. Mangiò da sola, evitando i discorsi che gli altri ragazzi, palesemente interessati a lei, le proponevano.

Mentre, dopo la fine del pranzo, Annika si dirigeva verso il cortile per la lezione di volo, vide spuntare da un corridoio Julie, che velocemente si mise in gruppo con gli altri. Poco dopo, Annika vide arrivare Matt seguito dal solito gruppetto di ragazzine che sembravano tante verdure, tutte uguali.

Annika vide Julie raggiungerla freneticamente. L'afferrò per il braccio, e la trascinò più in disparte rispetto agli altri.

« Annika c'è una cosa che devi sapere » le disse Julie sottovoce, molto agitata.

« Aspetta Julie! Prima devo raccontarti di sta mattina… »

« Ma è proprio di quello che devo parlarti! Ascolta… »

« Ho ritirato la camicia, è come nuova! »

« Annika è arrivato un nuovo studente e… »

« Sai, ho rincontrato quel ragazzo biondo di stamattina! »

« Appunto, fammi parlare! Annika lui è… »

Ma mentre Annika stava per interrompere a sua volta Julie, un brivido le attraversò la schiena. Si voltò e vide il ragazzo della mattina precedente passarle vicino, senza neanche guardarla! Annika rimase a bocca aperta: Josh aveva l'uniforme scolastica… di Serpeverde!

Anche Julie lo guardò allontanarsi.

« …Lui è il nostro nuovo compagno di anno. Joshua Malfoy, figlio di Draco Malfoy! Naturalmente un Serpeverde… »

Ma Annika non ascoltava quello che Julie le diceva. E se lo faceva, era solo in modo superficiale. Guardava quel ragazzo alto, snello, biondo e bellissimo allontanarsi per il corridoio in compagnia dei suoi compagni di Casa. Vedeva già le prime ragazze che lo guardavano interessate… e questo la faceva arrabbiare terribilmente. Dopotutto, non ci poteva fare nulla. Lei Grifondoro, lui Serpeverde, anime diverse, contrastanti, dall'unione quasi proibita. Diversi in tutto, distanti. Ma Annika non poteva farci nulla… anche se era proibito… le piaceva… le piaceva da morire!

***

Allora, che ve ne pare?! Mi raccomando commentate!! Pubblico così in fretta perchè i capitoli ce li ho già scritti... comunque dal quarto il racconto prenderà una nota leggermente più seria... mi racco continuate a seguire!!! :3 Byez, Lilith

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Capitolo 3
*** 3. Fatti per stare insieme! ***


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3. Fatti per stare insieme!

 

« Annika, non te lo guardare troppo, se no si consuma! » le disse Julie guardandola con un sorrisetto furbo, mentre cenavano nella Sala Grande. Matt aveva le auricolari nelle orecchie e ascoltava Black Metal a tutto volume, ignorando completamente le due ragazze. Annika continuava a fissare il tavolo dei Serpeverde, dall'altra parte della Sala, e specialmente un posto, occupato dal ragazzo più carino della terra, secondo lei. Ragazzo che, da quando si erano salutati nel corridoio vicino alle cucine due giorni prima, non l'aveva più neanche guardata. E questo faceva ribollire di rabbia Annika. Chissà, forse era misogino. Forse faceva così con tutte le ragazze, oppure, che ne sapeva lei, quando i Serpeverde erano riuniti nella loro Sala Comune, lui faceva il volpone con tutte le ragazze, e sfoggiava quel suo sorriso che ancora Annika non aveva visto, ma che, ne era sicura, doveva essere bellissimo.

Quel ragazzo stuzzicava Annika. Quella sua aria perennemente assente, quel suo sguardo di ghiaccio, la sua andatura lenta, ma austera e fiera. Lei lo guardava sempre, eppure lui sembrava non accorgersene.

« Insomma, poi ho detto ad Alisha che… ma… Annika, mi stai ascoltando?! » esclamò Julie, facendo destare Annika dai suoi pensieri su Josh Malfoy.

Matt, che notò che Julie non aveva parlato normalmente, ma aveva quasi urlato, si tolse le auricolari e iniziò a prestarle attenzione, guardandola negli occhi.

« …eh? » disse Annika, sorniona.

« Annika è mezz'ora che sto cercando di raccontarti che… oh… e ora perché mi stai fissando, Matt?! » disse Julie che era diventata di un color “Espresso per Hogwarts” nell'arco di cinque secondi.

Matt la guardò qualche altro secondo, poi si alzò, augurò la buona notte alle ragazze e si avviò fuori dalla Sala Grande. Julie guardò qualche secondo verso la porta.

Annika guardò Julie con uno sguardo tra l'annoiato e il sarcastico. Era da un po' che Annika sospettava che ci fosse qualcosa tra quei due, ma le sembrava così impossibile che una brava ragazza come Julie s'innamorasse di una testa calda come Matt! Così Annika cercava di convincersi del fatto che quei due non avevano nulla in comune.

« Scusa un po'… chi era che stava nel suo mondo personale, Julie? » chiese Annika guardando l'amica.

Julie lanciò un piccolo urlo « Scusa scusa scusa! Però… ora io… »

Julie si alzò di scatto e uscì dalla Sala Grande, dicendo ad Annika che aveva urgente bisogno di andare al bagno. Annika incrociò le braccia, e si guardò un po' intorno, annoiata. Che diavolo era preso a Julie? Perché era scappata via? Doveva veramente andare al bagno? Che roba… Annika si guardò le unghie nere per qualche secondo, poi, spazientita, si alzò e si diresse anche lei verso l'uscita della Sala Grande, di corsa. Non stavano insieme. No. Non stavano assolutamente insieme. Non Julie e Matt. Se loro si fossero messi insieme, Annika si sarebbe arrabbiata tantissimo. Si sarebbe sentita tradita. Julie e Matt erano i suoi migliori amici… l'avrebbero abbandonata, l'avrebbero tradita. Tutt'un tratto si svegliò bruscamente dai suoi pensieri, perché, mentre usciva dalla Sala, era andata a sbattere contro un qualcuno, o qualcosa.

« Levati di mezzo! » esclamò Annika, prima di accorgersi che il suo interlocutore era Josh Malfoy. Si coprì la bocca con la mano e si maledisse.

« Sempre questi modi gentili tu, eh? » disse Josh con una punta di sarcasmo, divertito.

« Oh… ehm… scusami Josh… ehm, volevo dire… Malfoy… oddio! Ti saluto! » esclamò Annika, mentre Malfoy continuava ad osservarla un po' sconcertato.

“Ma cos'è questa cosa? Annika che scappa da un ragazzo?! Roba da matti!” si ripeteva dentro di sé Annika mentre saliva le scale per il secondo piano.

Continuò a salire le scale mentre cercava quei due. Era certa che stavano insieme, era certa che li avrebbe scovati da qualche parte. Correva come una pazza per i corridoi del secondo piano, gli occhi le bruciavano, e non solo perché stava correndo.

Tutt'un tratto, mentre saliva le scale per il terzo piano, si fermò. Ridacchiò un attimo, poi si disse “Annika, ma cosa stai facendo?” tutt'un tratto si sentì stupida, una ridicola sedicenne che non aveva davvero la testa a posto. Viziata, senza nessun vero pregio, gelosa fino al midollo. E dubitava dei suoi amici… roba da pazzi! Era lei che era sbagliata, non loro. Stava per girare i tacchi e tornare al secondo piano, quando senti delle voci.

« Ma perché non vuoi? Cosa c'è di male?! »

« Tu non capisci… nessuno ci vedrebbe di buon occhio. »

« Ma Matt… »

Annika percorse i pochi scalini che le mancavano per arrivare al terzo piano, poi si nascose dietro una statua e stette a sentire, poi li vide.

Matt camminava con le mani in tasca e lo sguardo fisso per terra. Julie era accanto a lui e continuava a ripetergli le stesse frasi.

« Matt ascoltami, non fare finta di non essere qui! » esclamò Julie.

« Ti sto ascoltando. Ma io non cambio idea » esclamò il ragazzo glaciale.

Tutt'un tratto, Julie smise di camminare, e scoppiò in lacrime. Il ragazzo si bloccò a sentirla singhiozzare.

« Non capisci niente! Stupido, sei uno stupido! » iniziò a dire lei tra singhiozzi, mentre dava dei piccoli pugni sul torace di Matt, che si era voltato verso di lei.

Annika era ferma per lo stupore. Allora le sue supposizioni erano vere…

Matt la fermò prendendola per i polsi con molta facilità. Il ragazzo stette qualche secondo a guardarla, poi l'abbracciò con foga.

« Ti odio… ti odio… » continuava a ripetere Julie, mentre lo abbracciava.

« E io ti amo, Julie. » le disse calmo e rassicurante il ragazzo.

Julie lo guardò, mentre Annika chiuse gli occhi. “Non fatelo, non fatelo, non fatelo…” continuava a dirsi la ragazza, ancora nascosta dietro l'armatura.

Ma le preghiere di Annika non vennero accolte. Julie mise le braccia intorno al collo di Matt, e i due iniziarono a baciarsi. Erano così vicini, contro la luce della luna, che Annika riusciva a vedere benissimo mentre le bocche si accarezzavano a vicenda e i movimenti delle lingue dei ragazzi. Matt accarezzava i capelli di Julie mentre, pian piano, la faceva appoggiare al muro. Lentamente, la mano di Matt scivolò sui fianchi di Julie, per poi passare sotto la camicia e il maglioncino di lana della divisa della scuola.

Julie gemette leggermente mentre Matt le baciava il collo.

Annika voleva scappare, ma sicuramente sarebbe stata vista dai due. Si vergognava troppo a restare lì a guardare quei due che… che… che facevano le loro cose, insomma!

« Matt… non vorrai farlo qui…? » gli sussurrò Julie tra un bacio e l'altro.

« … Anche se fosse…? » disse lui baciandola sulla bocca e quindi impedendole di parlare.

Annika strinse forte gli occhi. Non voleva vedere, non voleva assolutamente! Tutt'un tratto, le venne un'idea. Estrasse la bacchetta e, verso un quadro dall'altra parte del corridoio, appena visibile, sussurrò: “Wingardium Leviosa!”

Il quadro iniziò a fluttuare in aria, poi, tutt'un tratto, Annika spezzò l'incantesimo, che quindi fece cadere il quadro a terra, con un tonfo sordo che rimbombava per tutto il terzo piano.

Matt e Julie si fermarono all'istante, si ricomposero e scapparono verso le scale che conducevano al piano della Sala Comune di Grifondoro.

Annika sospirò, uscì fuori dalla statua e si avviò verso il piano terra. Mentre passava per l'ingresso, vide che ancora molti ragazzi erano lì a cenare. Un'atmosfera di pace e allegria regnava nella Sala Grande, e Annika, lì, sola nell'ingresso, si sentì tutt'un tratto esclusa da quell'allegria. Si accorse, poco dopo, che copiose lacrime rigavano il suo viso. Non singhiozzava, non era triste, eppure grossi goccioloni non la volevano smettere di bagnarle le gote rosse. Abbassò lo sguardo verso il pavimento, mentre le lacrime iniziavano a bagnarle il gilet grigio perla.

Uscì fuori dalla scuola, e si sedette all'ultimo gradino della piccola serie, in marmo, che conducevano dal prato e dalla strada selciata al grande portone di quercia da cui si accedeva a scuola.

Continuò a piangere in silenzio. Ma perché, infondo? Lei non aveva mai pianto. Non piangeva da quando aveva otto anni, ed era morto il suo pappagallino Cipù. Lei che era sempre stata così allegra, solare, radiosa… non aveva mai pianto, per niente, si era sempre fatta forza ed era andata avanti, facendosi anche sprezzo della società, e diventando sempre più interessante, bella ed intelligente.

Perché in quel momento stava piangendo? Perché? Cosa era successo? Innamorata di Matt? No, impossibile. Non perché fossero cugini, anzi si erano anche baciati parecchie volte, ma semplicemente perché l'affetto che aveva per Matt era troppo grande per potersi innamorare di lui. Gelosa di Julie? Neanche. Cos'era, allora? Perché si sentiva così… stranamente… ma inesorabilmente… sola?

Sentì dei passi dietro di lei, e affondò velocemente il viso tra le braccia, appoggiate alle ginocchia. Non voleva che qualcuno la vedesse piangere. Non voleva proprio che qualcuno la vedesse, in quel momento. Aveva sicuramente tutto l'eye-liner sbavato… ma… era così importante, per lei, la sua immagine esteriore?

« Tutto ok? »

Impossibile, si disse Annika. Uno strano senso di calore la avvolse, al solo suono di quella voce. Non poteva essere lui. Annika alzò leggermente lo sguardo, e vide proprio quello che non si sarebbe mai aspettato di vedere.

« Ma… stai piangendo?! » esclamò il ragazzo leggermente allarmato.

« … No ! Certo che no ! » gridò la ragazza. « Annika Weasley non piange mai! » gridò ancora, più a se stessa che a Josh Malfoy, ovvero colui che le sedeva accanto.

« Cosa vuoi dimostrare? »

« Non sono una piagnucolona. »

« Sei troppo vanitosa. »

« Cosa intendi? »

Josh strinse dolcemente una mano di Annika, e la ragazza alzò la testa in un momento di distrazione. Lanciò un'esclamazione di rabbia e stupore, ricordandosi si avere probabilmente tutto il viso bagnato dalle lacrime.

« Se tu piangi, l'impressione che ho io nei tuoi confronti non cambia di certo. »

Josh le prese entrambe le mani, e la fece mettere in piedi.

« Sai, sei strana quando piangi. Sembri quasi reale. » disse lui, asciugandole leggermente la guancia.

« Eh? R-reale? » disse Annika, imbarazzata e con le gote rosse che scottavano.

« Molti ragazzi, anche miei stessi compagni di casa, pensano che tu sia… un po' irreale, per quanto sei bella. »

« Che assurdità… è che non mi conoscono… tu pensi la stessa cosa? » chiese Annika guardandolo.

Poi la ragazza trattenne il respiro, perché Josh si era avvicinato a lei e le aveva posato la guancia sulla fronte.

« Stai scottando, sai. » disse il ragazzo, continuando a rimanere così.

« Ah… ehm… » Annika non sapeva che fare. Scansarlo, abbracciarlo, parlargli? Cosa doveva fare? Alla fine, i due ragazzi rimasero così, fermi, mentre i grilli nei dintorni di Hogwarts cantavano al chiaro di luna, e mentre una brezza leggera scompigliava i loro capelli.

Josh spostò lentamente le mani sulla vita di Annika, stringendola leggermente. La ragazza si sentiva sempre più accaldata. Forse era la febbre. Solo la febbre?

« …Malfoy? » sussurrò Annika, chiedendosi cosa diavolo stesse succedendo.

Forse quel nome, forse sentirlo pronunciare da una Weasley, bastò a Josh per farlo riprendere. Si allontanò immediatamente, diventando leggermente rosso. I due si guardarono, molto imbarazzati.

Josh era un Malfoy. Lei era una Weasley. Loro due non potevano stare insieme. Solo il ricordare il loro cognome, li destava dal loro sogno romantico.

« Ti consiglio di andare in Infermeria, scotti. Mi sa che hai l'influenza. Buona notte. » il ragazzo entrò velocemente nella scuola e si diresse verso i sotterranei. Annika continuò a guardare verso quella direzione. Sospirò ed andò in Infermeria, dove Madama Chips le disse che aveva ben 38 di febbre. Rimase in Infermeria circa tre giorni, in cui Matt e Julie le fecero visita spesso. Annika sorrideva loro, ma non riusciva a scherzare come sempre. Qualcosa si era spezzato. Annika non si fidava più di loro, non riusciva più a pensare a loro come ai suoi “migliori amici”. Loro le nascondevano una cosa grossa come la loro relazione. Perché non dirglielo?! Cosa c'era di male?! Beh, un po' Annika si sarebbe arrabbiata comunque, però… certo, venirlo a sapere in quel modo non era tanto bello… che bugiardi. Erano dei bugiardi, e Annika li odiava. L'avevano lasciata sola. Spesso si era ritrovata a piangere, quei tre giorni in infermeria. Forse si stava rendendo conto che la sua vita fatta di disubbidienze non era nulla, infondo. Un giorno, svegliandosi di soprassalto, vide Josh ai piedi del suo letto che la fissava. Appena il ragazzo si accorse che lei era sveglia, si voltò di scatto e scappò via. Era così strano.

Che diavolo ci faceva Josh in Infermeria? Ai piedi del suo letto, poi! Ad Annika, quel ragazzo piaceva tantissimo. Era incuriosita da lui, era così strano, un po' era freddo distaccato, un po' le faceva capire che non gli era del tutto indifferente…

Quando Annika riuscì finalmente ad uscire da quel mortorio che era l'Infermeria, si diresse subito nella Sala Grande. Tutti i ragazzi, appena vista, iniziarono a sbavarle dietro… “Avessero almeno un po' di contegno!” disse Annika tra sé e sé. Fece colazione purtroppo insieme a Julie e a Matt. Provava un certo fastidio quando stava con loro, uno strano mal di stomaco, la sensazione di essere da terzo incomodo. Non parlava molto, e questo preoccupava i suoi due amici, visto che di solito Annika era un tipo chiacchierino. Mentre si dirigevano verso l'aula di Difesa Contro Arti Oscure, Annika intravide nel corridoio Josh insieme ad alcuni altri Serpeverde. La ragazza gli si avvicinò, chiamandolo. Voleva ringraziarlo. Ma il ragazzo, accortosi di chi è che lo stava chiamando, si voltò di scatto e proseguì per la sua strada, tra gli altri Serpeverde.

Annika rimase sbalordita. Voleva solo ringraziarlo. Perché l'aveva ignorata? Così palesemente, poi? Cosa c'era che non andava? Cosa stava facendo di sbagliato? Rimase ferma per il corridoio a fissare un punto impreciso, tra gli studenti. Ci era rimasta male. Non se l'era aspettata. Si voltò e si avviò verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure. Un'altra volta da sola.

***

Ecco qui già il terzo capitolo!!

X Darkness: grazie mille per aver letto la mia Fan Fic! Ho bazzicato un po' tra le tue, e non mi sembrano affatto male! Quando avrò un po' di tempo le leggerò sicuramente ^___^

X Bel Black: grazie anche a te per aver commentato!

X Cattiva: come ti ho già detto, ho sicuramente sbagliato a scrivere Slash! Sorry per l'errore!

Dal prossimo capitolo il racconto prenderà una piega leggermente più drammatica... A presto! Lilith

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Capitolo 4
*** 4. Guilty ***


Documento senza titolo

4. Guilty

 

Il suono della campanella squarciò il silenzio tombale dei corridoi di Hogwarts. Le lezioni pomeridiane di quel giorno di metà ottobre terminarono con quel suono squillante e allegro. I ragazzi uscirono per la maggior parte con passo lento e ciondolante, stanchi dopo tante ore di fatica e con i pensieri rivolti quasi esclusivamente ai compiti che avrebbero dovuto svolgere da lì a pochi minuti. S'incamminarono verso i loro dormitori, spesso si sentivano nomi sovrastare il chiacchiericcio generale, pronunciati da qualcuno che cercava di richiamare l'attenzione di un altro. Quando ormai la folla stava per dissolversi dai corridoi, una mezz'oretta dopo la fine delle lezioni, una sorta di missile sbucò tra i ragazzi. Un missile dai capelli castani e gli occhi di ghiaccio. Vestita con jeans strappati, anfibi neri e maglietta nera a maniche lunghe che le arrivavano a metà dita, Annika Weasley si faceva largo tra la folla, con una ThunderSpeed stretta nella mano sinistra. Aveva i capelli legati in una coda alta, che scendevano lisci e scossi dal vento a causa della corsa veloce. Non si accorse neanche, Annika, di passare accanto ad un gruppo di Serpeverde che le lanciò dei commenti e fischi vari, e tra cui c'era anche Josh Malfoy, che si limitò a fissarla finchè lei non svoltò dietro un bivio, per raggiungere l'Ingresso.

Mentre scendeva le scale prese una storia alla caviglia, che la costrinse a fermarsi seduta sulle scale per qualche minuto, a massaggiarsi.

“Merda!” pensava Annika mentre, con sguardo furente, cercava di farsi passare il dolore. Era in ritardo di più di mezz'ora agli allenamenti di Quidditch. Era un battitore, lei, e anche piuttosto potente per essere una ragazza.

Si rialzò in piedi mentre il dolore le provocava ancora qualche fitta, salutando un gruppo di ragazze di Grifondoro del terzo anno. Scese l'ultima rampa di scale per raggiungere l'Ingresso. Lì vide Matt che usciva dalla Sala Grande. Annika lo salutò con un freddo cenno del capo: non dava più molta confidenza, né a lui né a Julie. E per Annika, non dare molta confidenza equivaleva a “salutare a stento”. Uscì sempre di corsa fino in giardino, dove l'aria sferzante e il vento di Ottobre la invasero. Per un attimo rimase ferma ad assaporare l'odore di pioggia e di erba bagnata: aveva piovuto quella mattina, ed era ancora rimasta qualche nuvola minacciosa ad oscurare il debole sole. Inspirò profondamente. Chiuse gli occhi e rimase ad ascoltare i rumori del vento, dell'acqua del lago, e della magia che impregnava tutta la struttura di Hogwarts.

Superò con un salto gli ultimi due gradini di marmo e montò sulla scopa, dandosi una lieve spinta e dirigendosi velocemente verso il campo da Quidditch. Nei due minuti che le servirono per raggiungere il campo ripensò a quello che era successo in quel mese e mezzo. Tutto troppo precipitosamente, pensò lei. Aveva scoperto che quelli che riteneva i suoi migliori amici le avevano nascosto per chissà quanto tempo una cosa grande come la loro relazione, lei aveva preso una sbandata pazzesca per il pupillo dei Malfoy, che anche se non c'era più alcun tipo di rivalità tra le due famiglie, qualcosa, forse solo il ricordo del passato, era in grado di fermare Annika e Josh, il quale si era dimostrato freddo come un iceberg da quella sera che le aveva fatto battere il cuore così dolcemente e stranamente…

Scacciò velocemente quei pensieri dalla sua mente, mentre scendeva agilmente dalla scopa e si avviava verso il campo da Quidditch, dove alcune scope già volteggiavano in aria.

« Ciao a tutti! » gridò Annika cercando di farsi sentire dai piloti di quelle scope che sfrecciavano sopra la testa della ragazza, in contrasto col grigiore del cielo.

Scesero velocemente dalle scope, ed ecco che, di fronte ad Annika, lentamente, si formò la squadra di Grifondoro: Lee Asbury, portiere e capitano. Un ragazzo troppo simpatico, dai capelli castano chiaro e gli occhi verde scurissimo. Era sempre lì a trovare il lato positivo di qualunque cosa, pieno di spirito e sempre allegro. Faceva bene coppia con Annika, specie quando c'era da organizzare qualche festa clandestina e occorreva andare a fare un po' di scorte nelle cucine… Poi c'era Jeff Falstaff, un piccoletto di terza, bassino, ma letale. Giocava come cercatore, era velocissimo ed era così magrolino che era difficile scorgerlo durante una partita. Aveva il viso da roditore, due occhietti marroni e i capelli biondo scuro, ed era davvero divertente! Poi c'era Hazel Wallace, coi capelli biondo cenere e gli occhi azzurro chiarissimo… una bellissima ragazza, simpatica quando voleva, ma un po' snob per i gusti di Annika… ma bastava che sapesse giocare a Quidditch, se fuori dalle partite si vedevano relativamente poco, i caratteri personali erano irrilevanti. Era una bravissima cacciatrice, veloce e decisa, insieme a Rachel Lipton e Victoria Lovat, due altre ragazze molto simpatiche (certo, più alla mano di Hazel!) che erano sempre ospiti d'onore durante le festicciole della Casata di Grifondoro. Poi, infine, rimanevano i due battitori. Jeremy Sinclair e lei, Annika, che in quel momento non stava vedendo appunto Jerm.

« Ehi ragazzi, ma dov'è Jeremy? » chiese Annika ai suoi compagni di squadra.

« Ma sono qui, Annika! » esclamò il ragazzo avvicinandosi.

Annika per poco non collassò.

Lo scorso luglio aveva lasciato un Jeremy alto all'incirca quanto lei, con gli occhiali spessi quasi quanto un dito, i capelli alla Beatles e che faceva brutte figure in continuazione.

In quel momento, davanti a lei, c'era un ragazzo con i capelli mossi, biondo scuro con colpi di sole più chiari, gli occhi smeraldo e un sorriso mozzafiato. Gli occhiali erano scomparsi così come la goffaggine, e quel ragazzo stupendo la guardava con gli occhi luminosi.

Uno strano calore iniziò a salire per la schiena di Annika, seguito subito dopo da un brivido ghiacciato. Era bellissimo… era stupendo, spettacolare!

« Ehilà, Jerm! Non ti avevo mica visto! » esclamò Annika nascondendo efficacemente il suo imbarazzo. Era una cosa che riusciva benissimo ad Annika; fingere. Sorrise amabilmente a Jeremy, che continuava a sorriderle a sua volta.

« Non mi avevi notato, quest'anno? Ok, io quest'anno ho i M.A.G.O., quindi io e te abbiamo orari totalmente diversi… ma… io ti ho vista spesso, Annika. Dopotutto, non passi inosservata! » esclamò il ragazzo sorridendole e intanto prendendo la scopa in mano, pronto per ricominciare gli allenamenti.

Quello che Annika aveva sempre considerato il ragazzo più imbranato del mondo, gli aveva appena fatto un complimento in un modo adorabilmente spigliato.

« Scusami! Ma, è che… sei così… diverso, ecco! » disse Annika mentre i due iniziavano ad avviarsi verso il centro del campo.

Jeremy le mise un braccio intorno al collo: « Lo prendo come un complimento! » le disse, prima di montare sulla scopa e riprendere l'allenamento.

Anche Annika, seguendolo, montò sulla scopa, afferrando al volo il bastone posato su una rastrelliera vicino a lei.

L'allentamento iniziò. Annika non aveva giocato a Quidditch per niente, durante l'estate. Era stata con la sua famiglia nel mondo babbano, precisamente in un posto chiamato… Toscana, in Italia. Non poteva certo giocare a Quidditch tra le verdi pinete e pianure di quella bellissima regione!

Per questo la ragazza non era certo al massimo delle forze, anzi, era piuttosto imbranata. Giocavano ormai da mezz'ora, ed Annika non aveva ancora deviato neanche un bolide.

La ragazza si fermò un attimo a mezz'aria sulla scopa, stremata. Erano i bolidi che avevano aumentato velocità, o era lei che non era per nulla in forma? Tutti i suoi amici di squadra se ne accorsero. All'inizio si limitavano a guardarla, poi Lee la chiamò un attimo per parlarle.

« Cosa succede, Annika? » le chiese lui.

« In verità non te lo so dire, Lee. Sarà che non ho praticato Quidditch per tutta l'estate e… »

« Non me la dai a bere, Annika. Sei completamente tra le nuvole, cosa ti succede oggi? »

Annika s'inchinò assumendo un'aria innocente, ma sapeva benissimo cosa stava succedendo.

« Ti prometto che m'impegnerò il più possibile, Lee! » esclamò la ragazza prima di rimontare velocemente sulla scopa e spiccare il volo.

Ma, dopo neanche cinque minuti, qualcosa colse l'attenzione di Annika. La sua scopa stentava a seguire le indicazioni che Annika le dava, faceva molta fatica a comandarla. Era quindi ancora più difficile riuscire a deviare i due bolidi che, come impazziti, non degnavano di minima attenzione Jeremy, buttandosi sempre su di lei. La faccenda si faceva minuto dopo minuto sempre più complessa, la ragazza aveva le braccia doloranti perché, appena respinto un bolide, gliene arrivava addosso un altro, senza sosta.

Successe in un attimo. Un bolide le colpì la spalla sinistra, mentre l'altro arrivò diritto sulla caviglia destra. Annika lanciò un urlo, e divenne tutto buio.

« Annika, tutto ok? »

La ragazza aprì leggermente gli occhi. Un profumo di fiori di campo la invase, si sentì al caldo sotto delle coperte di lino bianco, mentre delle sottili tende, anch'esse di lino, le ondeggiavano vicino… Dritto di fronte a lei, si apriva il tramonto, che la inondava con la sua luce dorata. Poi, scostando lentamente la testa, vide solo due immensi occhi verdi.

Jeremy le sorrise, prendendo ad accarezzarle la guancia, delicatamente. Annika continuò a fissarlo attonita e mezza stordita, chiudendo e riaprendo di tanto in tanto gli occhi.

« Sei caduta dalla scopa… hai il braccio e la caviglia rotti, ma Madama Chips ci metterà pochissimo a farti guarire… »

« Sono… caduta? Ma… » sussurrò Annika, prima di essere dolcemente interrotta da Jeremy.

« Ti ho presa al volo, nel vero senso della parola. Fortunatamente ero a qualche metro sotto la tua scopa, e mi sei caduta praticamente tra le braccia. » le disse Jeremy sorridendole.

Annika sorrise leggermente: « Grazie mille… »

Jeremy le accarezzò dolcemente i capelli, poi si alzò.

« Ora devo andare, Annika. Mi raccomando, riposati. Verrò a trovarti domani. »

Jeremy fece per andarsene, poi si fermò, tornò indietro e baciò Annika sulla guancia.

Il cuore di Annika stava per scoppiare. Le labbra del ragazzo, che rimasero poggiate delicatamente per qualche secondo sulla sua guancia, erano bollenti, e riuscirono a riscaldare interamente Annika, che chiuse gli occhi sorridendo e si abbandonò ad un sonno leggero.

Nel pieno della notte, però, questo sonno venne disturbato dalla voce bassa ma decisa di Madama Chips.

« Portatelo qui, stendetelo su questo letto… credo proprio che sia una bruttissima influenza… »

Annika socchiuse gli occhi, e vide delle figure nere trasportare il corpo di qualcuno su un letto.

« … È svenuto durante la cena… ha fatto prendere un colpo a tutti, ma i suoi amici dicono che già da due giorni era un po' assente e più pallido del solito… »

Altre voci, Madama Chips che chiude la porta… e Annika sprofondò di nuovo nel tepore del suo letto.

C'era un vortice, una massa grigia che ruotava vorticosamente in un nulla completamente nero, che risucchiava qualsiasi cosa gli capitasse davanti. La raggiungeva, era sempre più vicino a lei, ma lei era immobile, non riusciva a scappare, voleva fuggire da quel vorticoso essere che le si avventava minaccioso… Urlò, si dimenò, le mani che tentavano di afferrare qualcosa di solido fuori dal vortice, per poterla far uscire da lì, per poterla far vivere… un mano afferrò la sua, stretta, salda. Il cuore di Annika si riscaldò perdendosi in due occhi color ghiaccio…

La ragazza si svegliò di soprassalto. Si ritrovò nell'Infermeria, doveva essere mattina, il sole la illuminava da dietro le tende di lino, tirate per coprire interamente il letto dove lei era stesa. Si alzò a sedere a fatica, e con il braccio destro riuscì ad arrivare alle tende per scansarle leggermente. Si alzò zoppicando e si guardò intorno. I letti erano tutti vuoti, non c'era nessuno, tranne per il letto accanto al suo. Tirò leggermente le tende e lo vide. Dormiva, madido di sudore e completamente rosso, sotto le coperte, agitandosi per chissà quale sogno funesto e pauroso… i capelli biondo cenere gli ricadevano disordinati sul viso, mentre con una mano stringeva convulsamente il lenzuolo. Annika si avvicinò a Josh Malfoy e, non vedendo Madama Chips, prese lei stessa un piccolo panno bianco, immergendolo nell'acqua. Lo portò delicatamente sulla fronte del ragazzo, che sicuramente avvertì il sollievo e riuscì ad aprire leggermente gli occhi. Annika si ritrasse, credendo che Malfoy non avrebbe apprezzato la sua presenza ai piedi del suo letto. Ma, invece, rimase a fissarla.

« Tu…? » sussurrò, mentre le guance ribollivano, rosse e bollenti.

« Già Malfoy. So che la mia presenza non ti sarà molto gradita, ma mi sa che dovremmo dividere l'Infermeria per qualche giorno. »

Malfoy la guardò, apparentemente senza capire, poi le afferrò il polso e portò la mano della ragazza sulla sua guancia. Annika arrossì furiosamente, ma capì che il ragazzo probabilmente trovava sollievo nel sentire una mano fresca sulla sua guancia bollente.

Annika si sedette sul letto accanto a lui, e con l'altra mano, a fatica, prese la mano di Malfoy e gliela strinse.

Scostò delicatamente la mano che era ancora sulla sua guancia, al che il ragazzo gemette. Annika gli fece delicatamente il segno di stare zitto, prese il panno, lo riemerse nell'acqua fresca e, dopo averlo strizzato, lo riappoggiò sulla fronte del ragazzo, per poi rimettere la mano sulla sua guancia, accarezzandolo. Annika rimase così finchè il ragazzo non si calmò, addormentandosi dolcemente, poi andò a cercare Madama Chips per avvertirla che la febbre di Malfoy era salita vertiginosamente.

Annika tornò a dormire, con le tende scostate leggermente per poter osservare Malfoy. Madama Chips, quando il ragazzo si svegliò, gli diede la medicina, che non doveva avere un grande sapore, vista la faccia schifata del povero malato.

Il ragazzo si addormentò di nuovo, e Annika aspettò pazientemente il suo risveglio leggendo forse per la decima volta “Il Quidditch Attraverso i Secoli”.

Anche la ragazza stava per assopirsi quando, tutt'un tratto, dei rumori dal letto accanto la fecero tornare sveglia.

Annika a malapena si alzò e raggiunse il letto di Malfoy, che lentamente spalancò gli occhi, sempre un po' lucidi per colpa della febbre, ma di certo più svegli e attenti di qualche ora addietro.

La ragazza gli sorrise leggermente, mentre il ragazzo, pian piano, iniziava a rendersi conto di dove si trovava.

« Ma che diavolo…? » chiese alzandosi a sedere.

Annika si sedette sul suo letto.

« Sei stato moribondo per tutto il giorno, a quando ho capito, ieri sera a cena sei svenuto e poi ti è salita la febbre… »

« Capisco… ma… ora mi sento molto meglio quindi… »

Il ragazzo fece per alzarsi, ma Annika lo fermò, prendendolo per una spalla.

« Fermo là! Non puoi alzarti ed andartene senza il consenso di Madama Chips! »

« Me ne frego, sinceramente. Devo tornare nel mio dormitorio. Non voglio rimanere qui. »

« Capisco che la mia presenza per te non è delle migliori, ma non puoi rischiare di farti risalire di nuovo la febbre. » gli disse Annika, sistemandolo con la forza nel suo letto.

« Non m'importa niente chi è che c'è nel dormitorio, voglio solo andarmene! » Sbottò Malfoy, guardando furente Annika.

« Mi dispiace, ma tu non ti muovi da qui, anche se c'è una Weasley. »

Annika si alzò di scatto, ma si poggiò per sbaglio con troppo peso sulla caviglia dolorante, intanto Malfoy l'afferrò per il polso per fermarla e poterle chiedere scusa, così la ragazza perse l'equilibrio e cadde all'indietro, finendo rovinosamente stesa sul letto accanto a Malfoy.

« Accidenti… » borbottò lei, che non si era resa conto della situazione che si era creata.

Malfoy, per non farla cadere dal letto, l'aveva afferrata con entrambe le braccia e la teneva stretta, mentre i loro volti erano pericolosamente vicini. Così tanto che Annika sentì fremere le sue labbra, mentre i suoi occhi si perdevano in quelli grigio argenteo del ragazzo. I due si guardavano, mentre i respiri si facevano sempre più pesanti e i cuori battevano all'impazzata. Josh potè osservare le piccolissime lentiggini sul viso di Annika, poste in una maniera deliziosa su un viso da favola, mentre la ragazza percorreva con lo sguardo le sopracciglia e scendeva verso gli occhi, poi il naso perfettamente squadrato e infine la bocca. La mano di Malfoy salì delicatamente verso la nuca di Annika, inducendole ad avvicinare lentamente il suo viso a quello del ragazzo. I due stavano socchiudendo gli occhi quando la maniglia della porta dell'Infermeria cigolò, la porta di aprì ed entrò di velocemente Jeremy.

Annika spalancò gli occhi e spinse così forte Malfoy che lo fece cadere dal letto.

« Ma sei completamente scema?! » gridò il ragazzo sporgendo la testa bionda sopra il letto.

« Ehi, vacci piano con le parole, idiota! » gridò la ragazza lanciandogli il cuscino.

« Ma come ti permetti?! » e le rilanciò il cuscino dai piedi del letto.

Jeremy intanto fissava la scena attonito.

« Ehm… Annika…? » disse Jeremy cercando di attirare l'attenzione della ragazza che litigava col biondo Serpeverde.

« Oh, Jerm! Scusami! Se questo cretino ritornasse a fare la persona civile… »

« Cosa sarei io, scusa?! » sbottò Malfoy che intanto si stava ristendendo sul letto.

Annika lo ignorò, mentre si avvicinava a Jeremy per salutarlo.

« Ti vedo in forma! » esclamò Jerm sorridendo.

« Oh, sì, sto molto meglio, grazie! » rispose Annika ridendo.

« Gente, se dovete limonare o qualcosa simile, toglietevi da davanti ai miei occhi per favore. » disse Josh Malfoy.

Il ragazzo si spostò appena in tempo, prima che un anfibio colpisse casualmente il punto del muro dove prima c'era la sua testa.

Jeremy osservò Malfoy ridacchiare mentre Annika lo fissava furente, poi, senza pensarci, afferrò delicatamente il viso di Annika e premette le labbra su quelle della ragazza. Annika rimase qualche secondo sbalordita, poi Jeremy si stacco e la salutò sorridendo, uscendo dall'Infermeria.

Annika rimase attonita a fissare la porta dell'Infermeria, con la bocca spalancata.

La brusca voce di Malfoy la fece ritornare alla realtà.

« Ehi, qual è il problema? Il tuo ragazzo ti ha solo dato un bacio, non vedo perché rimanere con quella faccia da scimmia a fissare probabilmente degli gnomi volanti. »

Annika si voltò verso Malfoy con gli occhi che lanciavano scintille, prese un cuscino e glielo tirò addosso.

« Finiscila! E poi Jeremy non è il mio ragazzo! » gridò Annika tornando zoppicante al suo letto.

Mentre si stendeva, vide Josh fare qualcosa con le lenzuola. Se ne mise una intorno alla testa, come se fosse il velo di una sposa, e disse sornione: « Sì, lo voglio! »

« Scemo! » esclamò Annika che non riuscì a trattenere una risata.

Quando i due si furono calmati, Annika riprese a leggere il suo libro. Malfoy fissava il vuoto, apparentemente senza pensare a qualcosa di particolare.

« Allora quello non è il tuo ragazzo? » chiese Malfoy tutt'un tratto.

Annika alzò gli occhi dal libro, e negò in silenzio.

« E perché ti ha baciato, allora? »

« Boh… » rispose la ragazza, facendo spallucce.

« E non t'interessa saperlo? »

Annika lo guardò, poi sospirò ritornando a fissare la grande finestra davanti a sé.

« Non saprei… »

« Ma come? Un ragazzo ti bacia e tu non vuoi sapere neanche perché? »

« Ma tu che ne sai? È molto complicata come situazione… fino allo scorso anno, Jeremy non era certo il ragazzo bello e aitante che hai visto questo pomeriggio… sono un po' confusa… »

« Giovane e aitante? » ripetè Malfoy ridacchiando « Ma dove lo vedi? »

« Senti un po', Mister Figaccione, non credo che comunque siano affari tuoi! »

Malfoy si sporse un po' verso Annika, con un sorriso un po' malefico.

« Allora secondo te sarei un figaccione? »

Annika lo guardò mentre le guance le diventavano color porpora.

« Sì, secondo me sì. » sussurrò lei sprofondando di nuovo nelle pagine del libro.

Passarono ancora altri minuti, quando Josh si alzò per prendere un bicchiere d'acqua. Annika sussultò perché regnava il silenzio. Tutt'un tratto, mentre Malfoy versava l'acqua del bicchiere, lo lasciò cadere a terra e svenne.

« J osh! » gridò Annika, alzandosi e correndo il più in fretta possibile verso di lui.

Riuscì, con tutta la caviglia dolorante a mettersi in ginocchio accanto a lui, sollevandogli la testa.

Continuò a chiamarlo per nome e a dargli leggeri schiaffi per farlo riprendere. La ragazza ne approfittò anche per osservare i suoi lineamenti ed accarezzare i suoi capelli indisturbata. La bocca era leggermente aperta, rosea e distesa come se Malfoy stesse tranquillamente dormendo.

« Josh… »

Il ragazzo apri gli occhi come se non ricordasse dov'era, poi mise a fuoco il viso di Annika.

« Dillo di nuovo… » le sussurrò Josh guardandola fissa negli occhi.

« … Cosa? » chiese Annika.

« Il mio nome… »

« Josh… »

Il ragazzo chiuse gli occhi e si addormentò tra le braccia di Annika. La ragazza, non sapendo cosa fare, rimase così a fissarlo, finchè Madama Chips entrò in Infermeria e si mise a dare ordini ad Annika, mentre trasportava Malfoy sul lettino.

Mentre Madama Chips controllava Malfoy, Annika potè ripensare allo strano sogno che aveva fatto quella notte. Si assopì ripensando alla solida stretta del sogno, mentre alcuni Serpeverde andavano a trovare Josh. Si risvegliò che era pomeriggio tardo, e Julie e Matt erano seduti vicino al letto della ragazza.

Annika aprì gli occhi e volle richiuderli subito. Non voleva vederli. Erano le ultime persone che voleva vedere. I due ragazzi erano molto formali, sorridevano e rivolgevano ad Annika tante domande cortesi. La ragazza rispondeva loro solo col minimo necessario, abbozzava un sorriso incerto ogni tanto, e a volte il suo sguardo ricadeva su Josh che fissava la scena attento. Julie e Matt rimasero con Annika per qualche minuto, poi, dopo le tipiche domande formali, calò il silenzio, che Annika non aveva intenzione di spezzare. I due si guardarono, in difficoltà, poi salutarono Annika e scapparono via. La ragazza rimase a fissare davanti a sé.

« Non ti stanno molto simpatici, eh? » chiese Josh.

« Pensa che dovrei considerarli miei migliori amici… » disse sbuffando Annika.

« Cosa ti hanno fatto di male? » le chiese il ragazzo.

« Mi hanno tradito… dicevano di essere i miei migliori amici… poi scopro che in segreto stanno insieme… non mi hanno mai detto niente, mi hanno sempre presa in giro… » Annika dovette fermarsi perché aveva un groppo in gola, e non riusciva a continuare a parlare.

Josh si alzò e si sedette sul letto di Annika. La ragazza tirò su col naso un paio di volte.

Il ragazzo rimase a guardarla mentre le prime lacrime le solcavano le guance.

« Non capisco… » disse tutt'un tratto.

« Cosa? » chiese Annika sollevando lo sguardo verso di lui.

« Ti stai arrabbiando solo perché quei due si vogliono bene? »

« Certo! Non dovrei forse? Non mi hanno mai detto nulla della loro relazione! Se me l'avessero detto… »

« …Se te l'avessero detto ti saresti arrabbiata così tanto da non rivolgere più loro la parola! » continuò biascicando Josh.

Annika aprì la bocca per replicare, ma la richiuse subito dopo. Le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi, mentre fissava un punto imprecisato davanti a sé.

« Quindi la colpa è mia… » disse dopo qualche secondo di profondo silenzio. « Sarei io quella che ha torto? Quella che ha sbagliato? Sono io quella che merita di restare da sola?! » dopo di che, senza preavviso, la ragazza si fiondò nel bagno dell'Infermeria e chiuse a chiave la porta. Si appoggiò al muro e scivolò sul pavimento sedendosi, anche perché la caviglia le faceva un male tremendo. Cosa le stava succedendo? Da quando in qua Annika Weasley piangeva? Perché sentiva il suo stesso cuore piangere? Forse era solo consapevolezza. Annika Weasley si stava rendendo finalmente conto di non essere quella che dimostrava agli altri. “Chi sono io? Perché sono qui? Su cosa, su quali principi è basata la mia esistenza?”

La testa le scoppiava, le urla provenienti dal cuore le laceravano l'anima. Era sola, completamente sola. Frivola, egocentrica, superficiale. Sola.

« Weasley, esci di là! »

Annika chiuse gli occhi. La voce di quel ragazzo, che aveva sentite pochissime volte, era riuscita a placare la rabbia del suo cuore. Il battito riprese normale, Annika inspirò profondamente continuando a singhiozzare.

« Vattene via! Lasciami! » gli gridò Annika in un momento di maggiore calma.

« Da sola?! No! » le gridò Josh da dietro la porta.

« Sono già da sola! Sono schifosamente stata abbandonata da tutti! »

« Finiscila Annika! Esci, andiamo!! »

Un secondo rivolo di lacrime le imperlò le guance. Affondò il viso nelle mani mentre continuava a ripetere “Vattene”.

Cosa contava, infondo? Era solo lei. Qualcuno aveva mai pensato che lei potesse avere dei sentimenti? Qualcuno l'aveva mai presa sul serio? Non poteva odiare nessuno per questo. Lei era così, lei sembrava quello che in verità non era mai stata. Era infondo cambiata da quando aveva appena undici anni, cioè quando forse era veramente pura? Stava morendo. Si stava solo rendendo conto. Tutte le volte che aveva cercato di far capire a Matt e a Julie che non era tutto ok, che non andava tutto come doveva andare… cosa ne aveva avuto? Nulla… indifferenza… la più completa indifferenza dalle persone che lei amava di più al mondo!

Ad un tratto, sentì Josh sussurrare qualcosa, e la porta si aprì con uno scatto. Josh entrò velocemente e rimase a fissare quella figura minuta, seduta a terra che singhiozzava a dirotto. Così indifesa, così piccola…

« Annika… » la chiamò gentilmente inginocchiandosi di fronte a lei.

La ragazza sussurrò qualcosa, che Josh non riuscì a capire. Si avvicinò un po' a lei, le mise gentilmente due dita sotto il mento e le fece sollevare il viso. Era rigato dalle lacrime, gli occhi erano gonfi e rossi e la ragazza non smetteva di singhiozzare.

« Aiutami… aiutami Josh… » gli sussurrò la ragazza che lo guardava mentre i suoi occhi, da preoccupati, si facevano stupiti.

Tutt'un tratto, Annika si ritrovò tra le braccia del ragazzo, che la stringeva forte e le accarezzava i capelli. Era così fredda. Era fredda e scossa da brividi. Josh la strinse ancora più forte, cercando di calmarla.

Com'era caldo. Josh era così caldo… anche lui aveva una barriera, anche lui cercava di proteggersi dalla sua vera natura… Annika chiuse gli occhi e si abbandonò all'abbraccio del ragazzo, che continuava a ripeterle parole confortanti. Josh rimase stretto a lei finchè la ragazza non si calmò, addormentandosi. Il ragazzo la sollevò con facilità e la adagiò nel letto, baciandola sulla fronte prima di tirare le finestre per nascondere il suo letto.

***

Grazie milleeee a tutti quelli che hanno commentato :°°° Ora ho l'ispirazione, e sinceramente credo che questo capitolo sia leggermente più leggibile degli altri!! Mi raccomando continuate a seguirmi... Byez!! Lilith

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