Carissimo Diario...

di I Fratelli Heiwa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gioco Mentale ***
Capitolo 2: *** Quel sorriso diabolico ***
Capitolo 3: *** Tentazione ***
Capitolo 4: *** Tenebre ***
Capitolo 5: *** Andiamo a dormire... ***
Capitolo 6: *** Il vero te ***
Capitolo 7: *** Segreto ***
Capitolo 8: *** Occhi Inquietanti ***
Capitolo 9: *** Fiamme ***
Capitolo 10: *** 永遠に Eien Ni! ***



Capitolo 1
*** Gioco Mentale ***


Angolino della Traduttrice: Ya Minna-san, Hisashiburini! Dopo un po' sono ritornata alla carica con una nuova storia tradotta (*-*) Questa volta però sarà... YAOI.
Già...devo essermi ammattita ;) Beh, ho cominciato adesso a tradurre questa bellissima storia presa dall'originale Inglese: Dearest Diary di RavenWriter1886.
So, spero piaccia anche a voi come sia piaciuta a me :D Naturalmente mi farebbe piacere sentire il vostro parere, anche per migliorare.
Oya, Oya... vi sto annoiando con la mia inutile parlantina... Ecco a voi: Carissimo Diario! 

Sebastian Michaelis notò uno strano comportamento nel suo Bocchan intorno all'inizio della primavera. La temperatura era salita notevolmente negli ultimi giorni, e per la prima volta da mesi, Ciel Phantomhive si era avventurato fuori per una passeggiata attraverso il giardino di rose.
Sebastian si era incuriosito circa il vero motivo della piccola passeggiata di Ciel, per il semplice fatto che molto raramente usciva dalla Magione, o meglio, dal proprio ufficio.
Dopo aver ragionato bene su seguire il suo padroncino o meno, Sebastian era stato richiamato da i tre servi del Casato Phantomhive, che erano tutti altrettanto curiosi quanto lui.
In quel momento Sebastian decise di controllare il giovane.
Dopo aver messo via il servizio da tè al quale Ciel era affezionato, Sebastian ha accompagnato il giardiniere, Finny, verso i giardini del Casato. I due trovarono Ciel quasi subito, riconoscendo il suo consueto abito nero e blu, i colori scuri gli donavano molto e sgargiavano sulla pelle olivastra. Era seduto sotto un vecchio albero, chino su un volume nero come se volesse proteggerlo da qualcuno. Naturalmente, questo suscitatò solo più curiosità alla servitù. Ciel sembrava star scarabocchiando qualcosa con una penna, ma quello che scriveva era sconosciuto ai quattro. Sebastian e Finny si girarono intorno per controllare che non vi fossero pericoli e dopo un po’ si tranquillizzarono.
 
Sebastian fissò il volume nero nella sua mano, era stato incautamente lasciato in cima scrivania del giovane conte la notte precedente. Non c'era scritto nessun titolo e questo non ne faceva quindi un libro, il che portò Sebastian a credere che fosse una sorta di rivista per la Società Funtom. Ma se davvero fosse stata una rivista per migliorare la società…perché Ciel non aveva riferito nulla a Sebastian? Lui era, in fondo, responsabile della maggior parte della società.
Il maggiordomo passò una mano tra i capelli corvini, cercando di decidere se doveva aprire il libro o lasciarlo sulla scrivania dove l’aveva trovato. Se Ciel avesse scoperto che il libro era stato aperto, avrebbe ricevuto un grave rimprovero e forse gli avrebbe tolto il permesso di tenere dei felini in giardino. Ma cosa succederebbe se Ciel non lo scoprisse? Dopotutto il ragazzo non aveva mai ordinato al maggiordomo di stare lontano da quel libro, e non era stato chiuso a chiave. Lui, ovviamente, sapeva che quello che stava facendo era sbagliato, ma, essendo un demone, Sebastian difficilmente se ne curò.
Sebastian aprì velocemente il libro e voltò la prima pagina, guardando la minuscola e disordinata scrittura che vi era dentro. Guardò le pagine con cura, i suoi occhi cremisi si sgranavano sempre di più quando andava avanti con la lettura. Quello sembrava che fosse… un diario. La prima pagina era stata scritta circa un mese fa,mentre quella più recente risaliva al giorno stesso.
Sebastian cominciò a leggere.
 
Carissimo diario,
Elizabeth e la Zia Francis si sono fermati a farmi visita per tutta la giornata. Vorrei tanto che mi avessero informato dei loro piani in anticipo, ma, ahimè, non l’hanno fatto.
Si sono prese il disturbo di dirmi soltanto:"avrai una visita a sorpresa" e e mi hanno preso terribilmente sorpreso. Ho dovuto annullare tutti gli impegni di oggi e fare affidamento, ancora una volta, su Sebastian. Se non fosse per quel demone, la mia vita sociale sarebbe andato dritta all'inferno, due anni fa. Ho tempo per dimostrargli quanto gli sia grato, quanto lui significhi per me. Mi sembra di essere incapace a mostrare correttamente gratitudine (e, purtroppo,tutte le emozioni in generale) quindi l’unica cosa che posso fare, e che può essere anche ridicola, è scrivere su questo diario. Non ho mai tenuto un diario prima, anche perchè ero spesso occupato in compiti noiosi da parte della Regina Victoria, oltre a impegni sociali, che tendono ad essere anche peggio, a parere mio.
L'unico motivo per cui sto cominciando a scriverne uno adesso è perché i miei pensieri sono talmente confusi, e credo che un diario potrebbe aiutarmi a organizzare la mia confusione mentale apparentemente casuale di emozioni e ricordi. Naturalmente, non posso scrivere quello che ho patito in passato, è stato così orribile che non riesco a spiegare a parole. Nessun essere umano, salvo che per me può leggere questo e capire veramente quello che ho vissuto. Suppongo sia questo lo scopo di un diario: Conoscere che sentimenti possa provare quella persona e capire a fondo la sua storia. Elizabeth dice che io sono strano nel mio modo di pensare, forse più avanzato rispetto alla media dei  ragazzi della mia età. Ma io ho vissuto cose che gli altri ragazzini nemmeno immaginano…Temo che diventerò matto, proprio quando faccio certi pensieri. La maggior parte di essi ruotano intorno a Sebastian, e il senso di colpa che provo quando gli d’ho ordini  su ordini, a volte anche impossibili da fare, anche per un demone. Cerco di ragionare con me stesso! Che, dopotutto, va bene. Ma Sebastian ha vissuto innumerevoli vite. Ha visto la morte di molte persone, anche secoli prima di me. Ha o non ha guadagnato questo diritto?
- Ciel
 
Sebastian fissò il libro, sentendosi come se stesse leggendo i pensieri e le riflessioni di un Ciel diversa, non quello con cui aveva trascorso quei tre anni di servizio. Vide il bambino in una luce completamente nuova ora. L'immagine di un egoista, ragazzino viziato con poco riguardo per i suoi servitori, fu sostituito da un'immagine di un giovane solitario, preoccupato per le incomprensioni che gli esseri umani hanno gli uni verso gli altri. Il viso di Sebastian arrossì leggermente mentre riappoggiava accuratamente il libro sul tavolo, ripensando alle parti del diario dove il suo giovane padrone si era rivolto a lui. “Ho tempo per dimostrargli quanto gli sia grato, quanto lui significhi per me.” Che cosa stava a significare? Sebastian si strofinò le tempie nel tentativo di cercare di capire le parole di Ciel. Fu allora che si rese conto della sua incapacità di interpretare il loro vero significato… ma dal momento che non era stato specificato quello che ha scritto, non poteva davvero sapere quel che Ciel intendeva. Eppure, quelle parole non avrebbero lasciato la testa del demone molto facilmente. Si lasciò sfuggire un sospiro mentre camminava avanti e indietro davanti alla scrivania, dove il libro riposava. Quello che Ciel intendeva era che provava dei sentimenti per Sebastian romanticamente, o fraternamente? Forse anche paternamente? Sebastian sbatté il pugno sul tavolo, il suo desiderio di risposte lo stava torturando. Dannazione.
Era davvero seccante per lui non sapere certe cose, quando invece doveva sapere tutto e di più essendo un diavolo di maggiordomo. Si voltò verso il diario nero, rendendosi conto che quella era un gioco mentale creato incautamente da Ciel stesso. Avrebbe continuato a essere risucchiato dentro a quel libro, sempre in cerca di risposte, ma avrebbe trovato solo altre domande. Rendendosi conto lui stesso di quanto potesse essere sciocco e che avrebbe dovuto lasciare il libro e andare a sbrigare i suoi doveri quotidiani, Sebastian raccolse di nuovo il diario e ricominciò a leggere la nota successiva.
 
Carissimo diario,
Ho concesso a me stesso una sorta di pausa oggi, ho pensato che stare dietro ai capricci di Elizabeth ieri era più che un sufficiente lavoro. Ha iniziato a piovere, e il tempo è assolutamente terribile, mi rifiuto di lavorare in modo triste. Invece, mi sono tenuto impegnato con  Sebastian con una partita a scacchi, ma l’abbiamo continuata fino a l’ora di pranzo, così Sebastian è andato a preparare, promettendo che avremmo ripreso il gioco dopo. Sono passati solo pochi minuti, ma già mi manca la sua compagnia. Trovo che lui sia l'unica persona con cui posso trovare piacevole conversare, anche se la maggior parte delle sue parole mi prendevano solo in giro me. Forse lo fa per prendermi alla sprovvista. Forse questo è il modo con cui ha intenzione di vincere a scacchi così che io possa concentrarmi troppo sulle sue parole, e dimenticare di studiare il gioco, così lasciando accidentalmente il mio re vulnerabile per la cattura. Ma, naturalmente, non sono così sconsiderato. Non perderò il mio stesso gioco. Giocherò fino all’ultimo, anche quando le probabilità della mia vittoria sono scarse. Io sono il Cane da Guardia della Regina, e quindi non perdo. Questo gioco è molto interessante, anche se, non ho mai affrontato l’ingegno di  un demone prima. Posso immaginare i suoi bei lineamenti, le labbra subdole che sorridono mentre muove i suoi pezzi su tutta la scacchiera, con gli occhi cremisi che prevedono ogni mio movimento. Ora sto pianificando una tecnica in modo da avere un vantaggio quando torna a giocare. Non vedo l'ora del suo ritorno, e con esso, la mia vittoria.
- Ciel
 
Sebastian rilesse la stessa nota per tre volte, cercando di immergersi in ogni minima informazione. Indipendentemente da quante volte il demone rilesse, i suoi occhi, quando arrivavano di nuovo alla stessa riga, cercava sempre di decodificare il significato.
Sono passati solo pochi minuti, ma già mi manca la sua compagnia.
Sebastian aveva sempre avuto l'impressione che il suo padroncino fosse piuttosto infastidito dalla sua presenza, ma questa frase sembrava dimostrare che avesse decisamente torto.
Sogghignò al pensiero di Ciel che effettivamente godeva della sua presenza.
Sebastian nascose il volume nella giacca e continuò a spolverare gli scaffali del giovane conte. Aveva in mente di prendere il diario nascondendolo nella sua camera, quella notte, per leggere di più i pensieri segreti di Ciel. Dopo tutto, la colpa era la sua vedendo che aveva lasciato il diario incustodito e in bella vista. Ciel avrebbe dovuto sapere che fosse meglio non tentare il diavolo.

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Capitolo 2
*** Quel sorriso diabolico ***


"Sebastian". Il grido echeggiò su tutto il corridoio del maniero Phantomhive, creando una sorta di effetto inquietante nel buio. Prima che il giovane Ciel potesse ripetere il suo richiamo, il maggiordomo era al suo fianco, uno sguardo interrogativo. "Ha chiamato, bocchan?" chiese lui, sorridendo leggermente nella penombra della stanza. Ciel, rabbioso, incrociò le braccia al petto, chiaramente agitato. "Accidenti, ci che ti ho chiamato!" esclamò, accigliato.
"Hai visto un libro nero che si trovava qui? Manca dal mio ufficio da questa mattina"
Quell’affermazione suonava a Sebastia più come un'accusa che come una domanda. Per fortuna, il corridoio era buio e la sua espressione divertita non era visibile al suo padrone.
“Che genere di libro?” Chiese Sebastian, cercando di nascondere il ghigno malevolo che si stava lentamente allargando sul viso. “Ho sistemato il vostro ufficio questa mattina presto, e c'è la possibilità che l’abbia messo via con gli altri libri. Forse, se mi dice di che libro si tratta, posso aiutarla a riprenderlo” Sebastian sapeva esattamente a quale libro il giovane si riferisse, ma poteva continuare la conversazione senza mentire fino a che Ciel non glielo avesse ordinato. “Era un…era…no, niente” balbettò Ciel, si voltò rapidamente e cominciò a camminare di nuovo verso la sua camera da letto, con la faccia sempre più rossa. Sebastian non poteva fare a meno di ridere come guardò il rigonfiamento sotto il cappotto, dove il diario del bambino era situato. Se Ciel era così ansioso di recuperare il libro, allora sicuramente qualcosa di interessante era contenuto in esso. Inoltre, Ciel non avrebbe mai ammesso che teneva un diario, come se fosse imbarazzato per i suoi contenuti. Sebastian dovette trattenersi dall’aprire il diario e leggerlo nel corridoio, mentre la sua curiosità continuava a crescere. Si costrinse a camminare di nuovo verso la sua camera, dove chiuse la porta, si tolse le scarpe, e si sedette sul suo piccolo letto, meditando su ciò che potrebbe essere scritto nelle pagine successive. Il demone girò la terza pagina leggendo:
 
Carissimo diario,
Nessuno di noi avrebbe dato la possibilità di vincere all’altro, e così il nostro piccolo gioco di scacchi è ancora incompiuto. Abbiamo sia catturato tutti i pezzi, che sono tutti pedine. Sembra che siamo entrambi così intelligenti da evitare reciproche trappole, ma possiamo fare questo per sempre? Alla fine uno di noi deve fare una mossa sbagliata, e non sarò di certo io a farlo. Forse sono ossessionato da questo gioco un po' troppo, di solito non mi metto in pensiero per le mie mosse durante il gioco. Non credo che mi importi di perdere la partita. Mi preoccupo di perdere con quel demone. Mi sento come se mi prendesse in giro perché crede che io sia meno importante di lui, che non sono altro che un normale umano senza valore. Suppongo che questo è un modo per dimostrare che io non valgo nulla per lui. Perché dovrei preoccuparmi di quello che un servitore pensa di me? Perché devo valutare la sua opinione?
Perché il suo volto maledetto deve invadere i miei pensieri e i miei sogni, quel sorriso demoniaco su quelle labbra ... Oh, mio ​​Dio! Che cosa mai mi è successo?
Temo che questo diario sia la causa di emozioni superficiali che desiderano rimanere nascoste. E mi fa pensare di più su come mi sento e su come mi voglio sentire. Non voglio ammettere queste cose a me stesso, e tuttavia so che quello che ho scritto è vero. Sebastian Michaelis è il primo (e speriamo l’ultimo) che mi fa sentire inferiore! Cosa c'è in lui che mi provoca questo? So che ha qualcosa a che fare con quel sorriso malizioso che lampeggia sempre, così come la sua orrenda abitudine (che a volte è piuttosto divertente, ma spesso mi fa sentire a disagio) di prendermi in giro. È a causa della sua altezza? Ma dopotutto ho 13 anni, devo essere abituato a vedere che gli adulti sono più alti di me. Questo mi fa arrabbiare! Di solito riesco a capire queste cose, ma Sebastian è diverso. E 'come se io in realtà non lo conoscessi, anche se ho passato quasi tre anni con lui. Lui fa davvero un buon lavoro per nascondere il suo vero carattere, di agire apatico verso di me, ma ... come può un essere come lui farmi sentire inferiore? Può essere perché non ha la capacità di nascondere le sue emozioni, ed è chiaramente più esperto di me quando si tratta di questo. Sì, deve essere così. Ho sempre nascosto il mio dolore per paura che la gente andasse a pensare che io sono debole, e che avessero pietà di me. Se c'è una cosa che non sopporto, è questo. Ha tutto senso ora. Posso stare tranquillo sapendo che Sebastian mi intimidisce per la sua capacità di nascondere le sue emozioni. Probabilmente dovrei dormire, ora che tutta questa situazione è stata risolta. Oh. Ho appena realizzato che ogni nota in questo diario ha a che fare con Sebastian, in qualche modo. Come può essere così perfetto, anche essendo un demone deve avere qualche pecca…no? Accidenti a lui!
-Ciel
 
Sebastian rideva istericamente dopo aver terminato di leggere la terza nota del diario. I pensieri del ragazzo erano veramente un disastro, e Sebastian aveva sempre ammirato la calma che sembrava dimostrare, il ragazzo che aveva il comportamento da uomo.
Sebastian era compiaciuto che Ciel pensasse così bene di lui, mentre il resto delle persone nella sua vita, di solito, lo temevano o che lo consideravano un mascalsone. Certo, lui non stava considerando la cameriera di casa, che si era ossessionata con lui al suo arrivo al maniero Phantomhive. Non era per niente affezionato a lei, però, spesso ha scelto di lavorare in zone della casa dove lui sapeva che non sarebbe andato. Sospirando, Sebastian si sdraiò sulla schiena, chiudendo gli occhi e ricordando i suoi pezzi preferiti negli ultimi versi del diario che aveva letto. Perché il suo volto maledetto deve invadere i miei pensieri e i miei sogni, quel sorriso demoniaco su quelle labbra ...
Un sorriso si formò sulle labbra del diavolo come lui immaginava il ragazzo, i suoi grandi, frustrati, occhi cerulei guizzavano per la stanza nervosamente, il suo volto agitato che assumeva una tonalità cremisi, mentre cercava di evitare di ammettere che lui tenesse un diario.
"Oh, Ciel" sussurrò Sebastian tra sé e sé, incrociando le braccia muscolose dietro la testa mentre continuava a immaginare l’ultimo incontro tra i due.
"Se solo lei sapesse quanto mi divertite".
 
Nel frattempo, il giovane conte fissava il soffitto, incapace di dormire, mentre ogni sorta di terribili pensieri si stanziavano nella sua mente. Se solo non fosse stato così sciocco da lasciare il suo diario nel suo ufficio, invece di metterlo nel suo solito posto chiuso nella scrivania nella sua camera da letto! E se Sebastian aveva il diario in questo momento, intento a leggere ogni parola, rapito dai pensieri del suo padrone? Solo l'idea rese a Ciel reso un brivido dietro la schiena, e poco dopo si rese conto che stava avendo una specie di attacco di panico. La sua pelle era insolitamente calda e sapeva per certo che stava arrossendo terribilmente. Perché non aveva conservato tutti i suoi pensieri personali per se stesso? Avere un diario era estremamente rischioso poiché viveva con un demone annoiato che trovava gli esseri umani e i loro pensieri divertenti. L’avrebbe dovuto prevedere.
Frustrato e imbarazzato, Ciel tirò su la sua coperta blu e cercò di ricordare esattamente ciò che aveva scritto nel diario. Lui ha ricordato che le prime due note erano abbastanza normali e non contenevano i suoi segreti più oscuri, nella la terza ha raccontato le sue emozioni, ma il quarto ... Oddio. Il quarto era la nota dove aveva ammesso una cosa che non avrebbe mai detto ad alta voce. Era dove tutto ebbe inizio. Ciel chiuse gli occhi, non voleva preoccuparsi di cose che non poteva controllare. Lentamente, si girò su un fianco e avvolse le braccia attorno al suo cuscino, premendo il viso nella sua superficie fredda, nel tentativo di calmarsi. Forse Sebastian non aveva nemmeno il diario. Forse l’aveva davvero messo via su uno degli scaffali nel suo ufficio, proprio come aveva detto. Ciel tentò di dimenticare tutto quello che era successo quel giorno, arrendendosi alla sua stanchezza mentre lentamente scivolava nel sonno.
 
Il demone fissò il diario, pensando se dovesse o non dovesse continuare la lettura. Sapeva per certo che non ci fossero molte voci nel piccolo volume, perchè Ciel aveva da poco iniziato a scrivere. Pensò che forse avrebbe dovuto allungare il tempo il più possibile, leggendone solo una al giorno.
L'unico problema con questa idea, però, era che si trovò sempre più assorto nella scrittura del suo giovane padrone, e non era sicuro che sarebbe stato in grado di limitarsi a questo.
Forse dovrei leggerne un altro stasera ... Sebastian cercò in tutti i modi di posare il diario sul comodino e lasciarlo lì fino alla sera successiva, ma la tentazione era più forte.
Doveva continuare a leggere. Non aveva scelta, e non c'era altra scelta. Sebastian immaginò che quello che stava vivendo era simile a una dipendenza da oppio, che stava diventando sempre più comune in tutta Europa. Così, il diario del padroncino è la mia droga, eh?
Sebastian ridacchiò come trovò la quarta pagina del libro, e cominciò a leggere.
 
Carissimo diario,
Credo che io sia diventato ufficialmente pazzo. Non importa quello che faccio, i miei pensieri sembrano che si concentrino sempre su quel maggiordomo. Io immagino sempre la sua voce che si fa beffe di me, il suo volto perfetto, quel sorriso diabolico. Cosa c'è di sbagliato in me? Ho pensato di aver scoperto la radice della mia gelosia (Non posso credere che sto scrivendo questa parola), ma qualcosa non va. E 'ancora peggio di prima! Eppure, l'immagine di lui mi perseguita, e non sono riuscito a dormire la scorsa notte per questo motivo. Mi ritrovo a guardarlo fuori dalla finestra del mio ufficio invece di lavorare, e lo fisso quando lui non sa che lo sto guardando.
Meno male che Elizabeth non mi ha visitato ancora una volta (Lei viene molto spesso in questi giorni), altrimenti avrebbe notato la mia distrazione. Non sono stato in grado di concentrarmi sul lavoro per due giorni, e ho evitato lo sguardo di Sebastian per paura di non essere in grado di distogliere lo sguardo. Anche i miei sogni non sono più privati. Lui è sempre lì, a guardare, sorridere, ridere. Perché deve perseguitarmi!? Ha chiesto l'altro giorno se qualcosa mi dava fastidio, e ci volle tutta la mia forza di volontà per non dire "Sei tu". Ho chiesto se potevamo abbandonare la partita a scacchi e lui ha accettato così per cui abbiamo riposto le pedine. Non so come potrei riuscire a sedermi di fronte a lui per così tanto tempo senza guardarlo ... o peggio. È quasi come se mi avesse posseduto. I demoni possono farlo? Mi auguro di potergli dire queste cose, ma non mi fido di me stesso in questo stato. Che cosa mi ha fatto quel demone?
-Ciel
 



Angolino della traduttrice: E bravo il nostro spione di Sebastian >_< 

Come al solito, a fine capitolo ringrazio sempre chi ha recensito: ovviamente la mia recensitrice doc ReaperOfLostSouls  sono contenta che ti sia piaciuta, anche io vado matta per gli Yaoi :Q___

e ringrazio, ovviamente, chi continua a leggere questa fiction (*-*)
Dewa, che ne pensate di questo capitolo? Sebas-chan ha finalmente letto (dopo tanti sforzi per resistere alla tentazione) i sentimenti del nostro piccolo Bocchan (*--*)  Che farà Sebastian? E Ciel, se non ritroverà il suo diario?
Alla prossima, Akemi vi saluta :D

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Capitolo 3
*** Tentazione ***


Sebastian fissò incredulo il piccolo diario nelle sue mani. Rilesse la stessa nota più e più volte, nel tentativo di trovare almeno una riga che in realtà che spiegasse il contenuto. Non c'era nulla. Ogni frase, ogni parola, sembrava concentrarsi su di lui e l'effetto che provocava in Ciel. Il ragazzo che Sebastian credeva di conoscere, tutto a un tratto era un estraneo per lui. La fronte del demone si corrucciò come pensò alla realizzazione che aveva fatto. Di solito era bravissimo a scoprire il carattere degli altri, quindi perché Ciel era un mistero per lui, adesso? Ancora più importante, da quanto tempo Ciel si ritrovava a fare quei pensieri? E se avesse peggiorato col passare del tempo? Stranamente, il demone era quasi ... eccitato mentre pensava a tutti i segreti che il suo padrone gli voleva nascondere. Sorridendo tra sé, cominciò a sfogliare le pagine, semplicemente per occhiare quello che avrebbe letto in futuro. I suoi occhi si fermarono su una piccola frase, che sembrava essere stata scritta di fretta. “Lo voglio.”
 Si fermò, incapace di respirare per qualche secondo. Chi è che Ciel vuole? Era fidanzato con Elizabeth, quindi di certo non era per lui. Potrebbe essere che il giovane era stato coinvolto in una sorta di relazione scandalosa? Il demone sentì il viso sempre più caldo, come ha cominciato a contemplare ciò che aveva appena letto. Avrebbe voluto saperne di più, per conoscere il nome della persona che era riuscita a tentare Ciel Phantomhive, il ragazzo senza emozioni (salvo per tristezza e rabbia).
Improvvisamente, un sentimento di disperazione lo avvolse. Come mai, essendo stato così vicino al ragazzo per tutto quel tempo, non aveva mai assistito ad alcuni flirt tra lui e un'altra persona?
Ciel era stato a contatto solo con Sebastian e la famiglia Middleford dopo la morte di Madam Red. Potrebbe essere il fratello di Elizabeth a cui Ciel era interessato? Il demone guardò giù per il diario con uno sguardo di delusione sul volto. Sicuramente aveva qualcosa a che fare con il Middleford. Aveva circa l'età di Ciel, quindi era lui? Sebastian era l'unico altro maschio vedeva spesso Ciel, e lui non era assolutamente il suo oggetto di desiderio ...
Sebastian non poteva fare a meno di chiedersi come sarebbe stato ricevere certe attenzioni da parte del ragazzo che era sempre stato “off-limits” ... Era nella sua natura possedere cose che non poteva avere. Sebastian sollevò il diario al livello degli occhi, cercando di convincersi che era depresso solo perché non c’era più un mistero da risolvere.
 
Carissimo diario,
Qualcosa deve essere sbagliato in me. Io non faccio mai i compiti scolastici al di fuori delle mie lezioni con Sebastian, ma disegno nel mio tempo libero.
Non vorrei nemmeno essere veramente preoccupato, se non fosse per il fatto che io disprezzo disegnare quasi quanto disprezzo ballare. E 'una delle poche cose in ho poco talento(spero vivamente che questo diario non cadda mai nelle mani di Sebastian. Oh, che presa in giro avrei ricevuto per questa frase!). Credo che io stia diventando sempre più abile con quest’arte, ed oggi durante le mie lezioni di disegno, Sebastian ha effettivamente riconosciuto il soggetto del mio disegno.
Non so se era l’attenzione di Sebastian o il mio crescente livello di abilità, ma so che sono rimasto piuttosto soddisfatto di me stesso per il resto della giornata. Ero così di buon umore che mi sono avventurato fuori del maniero, anche se faceva un po' freddo e sono dovuto rientrare quasi subito. Sebastian, ovviamente, mi ha rimproverato per essere stato così sbadato da uscire senza un cappotto con quel tempo.
Questo mi ha soddisfatto di più, ma per quale motivo non lo so.
Parlando di Sebastian ... L'ho guardato mentre era fuori in giardino oggi, un'abitudine che ho preso solo di recente.
Ho guardato come parlava con Finny (che sembrava piuttosto arrabbiato per qualcosa ... Che cosa ha fatto, mi chiedo?). Dopo che se ne fu andato, sono potuto tornare a lavorare, ma la mia mente vagava ancora. Non riuscivo a liberare i miei pensieri del suo viso maledetto! Sono riuscito lavorare, mentre cercavo di concentrarmi sul nulla, ma quei lineamenti perfetti, quegli occhi cremisi seducenti ... Così peccaminosi. Così eleganti. Così... demoniaci. E' quasi come - mi dispiace dirlo - Ma ... Potrebbe essere che mi sono innamorato di lui? Sto sperimentando tutti i sintomi classici che ho sempre letto in quei romanzi d'amore che Mey-rin legge continuamente. Ma non può essere. Io sono impegnato con Lady Elizabeth. Devo ricordare a me stesso solo questo. Ancora ... Temo che mi sto innamorando di un altro uomo. Non c'è altra spiegazione per il mio comportamento. Ho davvero bisogno di considerare questa come una possibilità. Anche se io sono ... innamorato di lui (Perché è così difficile da scrivere?), non vi è alcun modo possibile che potremmo mai avere un rapporto. E' Sebastian Michaelis, per l'amor di Dio! Lui è un demone, ed è più grande di me tipo di un milione di anni, e ... lui è perfetto. E 'incredibilmente bello, intelligente, stimolante, affascinante, corretto, demoniaco, peccaminoso, muscoloso, allettante ... Dannazione, Lo Amo!
- Ciel
 
Non c'erano parole per descrivere le emozioni, che attraversarono Sebastian mentre leggeva la pagina di diario. Il suo viso arrossì, i suoi occhi si spalancarono, e il suo cuore prese a battere velocemente. Sebastian si leccò le labbra secche e rilesse le parole, chiedendosi se i suoi occhi l’avessero ingannato. E invece no. Il demone era sicuro che stava avendo un attacco di panico. La parte peggiore di dover leggere i desideri del bambino era probabilmente il fatto che Sebastian sapeva che non era spaventato da loro, come invece dovrebbe essere. Il demone immaginò la sensazione delle labbra del bambino contro le sue. Voleva essere disgustato dall'idea di baciare un altro uomo, un essere umano di sesso maschile, ma a quel pensiero divenne sempre più rosso. Inorridito, Sebastian lanciò il diario sul comodino, cercando di decidere che cosa doveva fare. Poteva sempre ignorarlo, ma che divertimento ci sarebbe stato? Era un demone, dopo tutto, ha provato diverse emozioni nella sua interminabile vita. Non era mai stato realmente attratto da qualcuno prima. Era la sua unica possibilità di sperimentare questo "amore" a cui tutti sembravano essere così affezionati, e, nervoso com'era, non voleva perdere quell’occasione. Rapidamente, afferrò il diario e scivolò fuori dalla porta, chiudendola silenziosamente dietro di lui. Sebastian deve aver perso la cognizione del tempo, con la lettura del diario, perchè i corridoi erano completamente bui e non c'era luce sotto la porta di Mey-rin, che soggiornava spesso fino a tarda notte per leggere. Rapidamente, prima che un servitore potesse scoprirlo a quell'ora, il demone andò al piano di sopra, e si fermò fuori della porta del suo padroncino. Poteva sentire un rumore del fruscio sul lato opposto, quello che presumibilmente doveva essere Ciel che si rigirava nel letto, preoccupato per la sorte del suo diario. Senza bussare, Sebastian aprì la porta, gettò il piccolo volume sul letto, e sorrise subdolamente. "Ha bisogno di qualcosa, bocchan?"




 
Angolino della Traduttrice: Ok, Sebastian è ufficialmente un cretino…dopotutto non è così perfetto! Come fa a pensare solamente che Ciel sia innamorato di quell’essere…di un Middleford (BLEAH). Vabbè, ma alla fine si è deciso a leggere il contenuto della nota fino alla fine (Sempre a fare conclusioni affrettate xD )
Bene, siamo arrivati alla fine di questo capitolo :D Devo dire che odio molto la suspance ma senza quella le storie non sarebbero affatto coinvolgenti.
Come al solito ringrazio chi legge questa storia e soprattutto:
ReaperOfLostSouls
Neliel2000
Ritsuka95

Dewa, spero vi sia piaciuto anche questo piccolo capitolo tradotto, che presa dalla fretta ho finito di tradurre subito :D
Alla prossima :3 *meow* 

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Capitolo 4
*** Tenebre ***


Anche nel buio della stanza, Sebastian capì che Ciel era terribilmente spaventato dal suo ingresso senza preavviso. "Ti va di spiegarmi cosa diavolo sta succedendo, Sebastian!?" disse Ciel con voce piena di collera, ma chiaramente agitato di essere stato risvegliato. Sebastian si lasciò sfuggire una risata bassa, che a Ciel, suonava tanto come la risata di un pazzo. Forse lo era. Il ragazzo non riusciva a capire se essere felice o non essere felice della presenza del maggiordomo nella sua stanza. Era piuttosto tardi, e lui non riusciva a vedere nulla tranne una figura scura che si avvicinava.
"Bocchan" cominciò col dire Sebastian, avvicinandosi lentamente al letto mentre parlava. "Non stava cercando un libro questa mattina?". Ciel sentì come se il suo cuore si fosse fermato. Il suo volto di solito pallido arrossì di un rosso intenso, e tentò di trovare una spiegazione logica per il contenuto del diario. Per una volta, indipendentemente dalla sua capacità di mentire, sapeva che sarebbe stato in grado di convincere il demone che le parole scritte non erano vere. Deglutì a disagio, chiedendosi come il diavolo avrebbe reagito a quella situazione.
Prima che potesse solo pensare a una mossa da eseguire, la luce inondò la stanza. Si voltò per trovare Sebastian in piedi accanto al suo comodino, mentre accendeva le candele che circondavano il suo letto a baldacchino. "Allora?"
"L’hai per caso visto da qualche parte o ti sei ricordato dove l’hai messo?" chiese Ciel, in fretta, sperando che Sebastian credette di aver recuperato il libro sbagliato. Le possibilità che questo accadesse erano scarse, ma Ciel sperava ancora.
"In effetti, si. È hai piedi del vostro letto, può anche metterlo via. È questo il libro che cercava, non è vero?"
Ciel si morse il labbro inferiore preoccupato mentre guardava verso i piedi del suo letto, e dopo aver constatato che fosse il libro giusto, chiuse gli occhi e deglutì. "L’hai letto, vero?" chiese lentamente, stringendo le lenzuola con le mani sudate. Sebastian sorrise mentre accendeva l'ultima candela. "Perché siete così preoccupato, padroncino? Il contenuto di quel libro la mette così a disagio?". Ciel sapeva che il demone stava giocando con lui, schivando le sue domande perché era incapace di mentire.
"Sai perfettamente cosa c'è in quel libro!" girdò Ciel, voltandosi verso l'uomo imponente accanto a se. Sebastian fece finta di essere sorpreso ma si lasciò sfuggire un sorriso maligno.
"Almeno dimmi quanto hai letto."
"Sinceramente…non ricordo. Posso dare un'altra occhiata in modo che possa ricordare?".
Ciel, infuriato per il fatto che il demone avesse effettivamente ammesso di aver letto il diario, riescì comunque a mantenere la calma e si passò le mani tra i capelli. Le palpebre caddero sugli occhi, oscurando il simbolo faustiano di Sebastian impresso sull’occhio. "Allora lo sai!".
"Sapere cosa, signorino?". Voleva veramente arrivare al punto da fargli urlare i suoi sentimenti?
"Sei davvero crudele" mormorò Ciel, alzando lo sguardo verso il volto perfetto del demone. Sebastian, finalmente vide gli occhi del ragazzino, ed ebbe il travolgente desiderio di abbracciare il ragazzo, ma lo soppresse rapidamente. "Perché non può essere più specifico? Forse allora potrò capire". C'era un luccichio diabolico nei suoi occhi che quasi spinse Ciel ad urlargli contro. Guardò Sebastian mentre si avvicinava per prendere il diario e con scatto felino lo tirò al petto con fare protettivo "Non voglio essere umiliato da un servo" sibilò ringhiando.
"Perché dovrebbe essere umiliato?". Ciel alzò lo sguardo, quasi come se fosse offeso.
"Io, Ciel Phantomhive, capo della famiglia Phantomhive, sono innamorato di un uomo, e a peggiorare le cose è il fatto che sia un demone e il mio maggiordomo. Non è umiliante secondo te!?". Gli occhi di Sebastian si spalancarono mentre Ciel aggrottò la fronte.
"Non pensavo che arrivaste fino a questo punto" rise, guardando con curiosità il bambino, nel tentativo di capire la sua mentalità.
Ciel abbassò la testa per la vergogna. "Questo è divertente per te?" sussurrò.
Sebastian, realizzando il suo errore, rapidamente cercò di correggere se stesso. "No, bocchan stavo solo dic-"
“ESCI!” Sebastian fece un passo indietro, una piega sulla sua fronte. "Ma padronc-“
"HO DETTO FUORI!" urlò ancora.
Tenebre...
Questa era l'unica parola che descriveva quello che Ciel stava provando, quello in cui Ciel si stava lentamente lasciando inghiottire. Sembrava come se il peso di un migliaio di chili si fosse posato sul suo petto, soffocandolo. Si sentiva così appesantito...
Sospirando, Ciel cercò di mettersi a sedere, ma la luci si spensero immediatamente. Aveva i capelli in disordine, la sua tinta blu non è più visibile nel buio della camera da letto.
Tenebre…
 
Sebastian entrò nella stanza non appena il sole illuminò il casato, portando con se il tè e le sue scuse più sincere. Ciel, naturalmente, aveva rifiutato entrambe.
Era colpa sua se era così distratto con il suo diario. Eppure, era ancora arrabbiato con lui.
"L'amore non è qualche cosa come avevo previsto", sussurrò al silenzio della stanza. Ciel aggrottò la fronte come si rese conto che la sua voce era leggermente impastata. Aveva pianto? Cercò di ricordare esattamente cosa fosse successo dopo che il demone aveva lasciato la sua stanza, ma c’era il vuoto. La sua memoria consisteva solo… nel buio. In qualche modo, Ciel trovò la forza di mettersi a sedere, e dopo essersi messo in piedi, riuscì a farsi strada verso il comodino, dove aveva acceso una candela (dopo vari fallimenti).
La luce accecante ha causato un dolore lancinante agli occhi.
Prese un paio di pantaloni, cercando di indossarli sotto la vestaglia da notte come faceva sempre Sebastian. Fu allora che decise che non poteva vivere senza di lui, non poteva andare avanti correttamente senza il suo aiuto.
Non solo Sebastian era una parte importante nella vita quotidiana di Ciel, ma si era piuttosto affezionato dopo aver trascorso molto tempo insieme. Fu allora che decise di chiedergli scusa.
 
Sebastian si stava preparando ad entrare nella camera da letto di Ciel, quando il ragazzo si era fermato sulla soglia,pronto ad uscire.
Era piuttosto ridotto male. Capelli spettinati, abiti storti e quello che notò di più era che Ciel non portava nemmeno la benda.
Eppure, Sebastian trovava il suo aspetto piuttosto piacevole  agli occhi. I suoi capelli, era lasciati scompigliati intorno al suo viso pallido e triste. I suoi occhi erano grandi e molto più luminosi, in particolare quello magenta che sfoggiava il segno di Sebastian. L'altro era di una bella tonalità di blu, che spiccava molto contro la sua pelle perlacea.
Il conte indossava ancora la sua bianca camicia da notte ma si era messo in un paio di pantaloni che spesso rifiutava di indossare. Aveva i piedi nudi e gli occhi erano leggermente rossi, segno che aveva pianto. Sembrava un debole, bambino indifeso, e Sebastian era, in qualche modo, compiaciuto di vederlo in quello stato.
"Sebastian" borbottò Ciel, momentaneamente sorpreso per la sua improvvisa apparizione.
Il demone lasciò andare il carrello da servizio che era stato spinto fino alla soglia e tentò un sorriso triste.
"Sì, bocchan?".
Ciel lottò, come se stesse cercando le parole, ma non riusciva a trovare quelli giuste per esprimere il suo senso di colpa.
Riuscì a risolvere i suoi rompicapi con un semplice…
"Mi dispiace".
Sebastian sospirò"Sono io quello che dovrebbe scusarsi. Non avrei dovuto ridere, e volevo dirle che non penso che questo sia uno scherzo".
Ciel annuì, sentendosi come se fosse sul punto di piangere. "Sono così ... arrabbiato con me stesso, Sebastian! Non posso credere che ho permesso di cadere nel comune tranello chiamato amore, quando posso avere una vita perfetta con Elizabeth".
Sebastian inclinò la testa di lato come un gatto, confuso. "Ma non sarebbe una vita perfetta, se lei non fosse felice, ed è abbastanza ovvio che Elizabeth non è giusta per lei, signorino".
"In che senso?". Sebastian sorrise ancora una volta, come cominciò a trovare le parole giuste che anche Ciel, poco prima, cercava di esprimere.
"Perché se fosse giusto per lei, non avreste mai pensato a me. Non avreste avuto fantasie su di me, ma su Lady Elizabeth e dovrebbe essere ossessionato dalla Lady e non da me".
Ciel ci pensò un po’, mentre Sebastian aprì la porta della camera, spingendo nel carrello da servizio. Ciel l’ho seguì silenziosamente da dietro, chiudendo la porta e girandosi per affrontare il demone. "Suppongo che tu abbia ragione" ammise Ciel, cercando di evitare gli occhi cremisi di Sebastian. La candela bruciava ancora sul comodino, e anche se era buio, Ciel potè ancora osservare i tratti pronunciati del viso di Sebastian. Era in grado di leggere la sua espressione.
"Sei arrabiato?" chiese incerto, prendendo un panino dal piatto del pranzo. Ciel prese un piccolo morso e masticò mentre analizzava attentamente il volto del maggiordomo, sperando che i suoi occhi si sarebbero adattati presto per permettergli di capire cosa esattamente Sebastian stava provando.
"Non sono arrabbiato, il contrario". Le parole sorpresero Ciel, quasi facendolo soffocare mentre mangiava.
"Bocchan, avevo intenzione di dirle questo da quando sono tornato con il suo diario, ma sono stato interrotto questa mattina e -"
"Dirmi che cosa?". Sebastian deglutì, sollecitandosi a continuare la sua confessione.
"A-anch’io ti amo". Ciel era talmente sotto shock che lasciò cadere il pane a terra, alzando rapidamente lo sguardo per incontrare lo sguardo dell’altro. "Non puoi essere serio!" esclamò, arrossendo. "Non giocare con me per favore,non è il momento puù adatto e -".
"No, bocchan. Sono serio. Non me ne rendevo conto fino a ieri sera, ma io ti amo". Il viso di Ciel divenne sempre più rosso e caldo mentre la sua mente cercava di elaborare qualcosa di sensato su ciò che era appena accaduto.
"Allora - Che cosa significa?" balbettò, volendo disperatamente risposte. "Ora noi siamo…una coppia o-".
"Come voi desiderate". Ciel attraversò la stanza e si gettò nelle braccia di Sebastian, piangendo lacrime di gioia per una volta nella sua vita. "Sebastian, tu non sai che cosa significa questo per me!" gridò, permettendo Sebastian di avvolgere le braccia intorno alla sua schiena per tirarlo più vicino. Sebastian poteva sentire le sue labbra stendersi in un sorriso.
"è proprio come hai scritto" sussurrò. Ciel alzò lo sguardo, confusa. "Che cosa vuoi dire?" chiese.
"Nel diario, è scritto che nessuno può capire la vostra vita, la possono capire solo se hanno provato in primis la vera disperazione. Non so quanto questo significhi per lei… non ho la minima idea di cosa vi renda felice di me. So solo che io sono un demone, e in qualche modo ho acquisito la capacità di provare emozioni umane e mi sono innamorato ".
Ciel sorrise contro di lui. "Mi piace tutto di te. Non hai letto tanto su quel diario, vero?".
Sebastian rise, chiudendo gli occhi mentre si godeva quel piccolo corpo caldo contro il suo. "Sebastian?" Ciel mormorò, chiudendo gli occhi assonnati.
"Sì, signorino?".
“Puoi chiamarmi Ciel quando siamo solo noi due. Essere chiamato padroncino mi fa sentire in colpa".
Sebastian alzò Ciel prendendolo in braccio e lo stese sul letto, e lo abbracciò di nuovo.
"Siete stanco, Ciel? Sono sicuro che avete malapena dormito la scorsa notte. Forse dovreste riposare un po’ -.”
"No, io non voglio che mi lasci, Sebastian. Voglio che tu rimanga al mio fianco, sempre, e con SEMPRE intendo dire SEMPRE.”
Sebastian rise “Yes, My Lord” Allungò un braccio verso il candelabro accanto al letto, soffiò flebilemente facendo cadere la stanza nelle Tenebre.
 



Angolino della Traduttrice: Minna-san :D Ecco qui un nuovo capitolo *--* Sebastian e Ciel sono troppo pucciosi :3 li spupacchierei tutti e due.
Per tradurre questo capitolo ho dovuto mettere tutta la mia pazienza perché il modo di scrivere dell’autore aveva preso una brutta piega, nel senso che usava spesso abbreviazioni americane che mi mettevano in difficoltà xD Ma alla fine eccolo qua, dopo averlo riletto circa una decina di volte :) Ovviamente, ogni critica è ben accetta…anche i complimenti naturlamente *arrossisce* scherzavo!
Bene, spero che questo capitolo piaccia anche a voi anche se ritengo che Ciel è “troppo” sdolcinato in questo capitolo…mah…giudicate voi :D
Anteprima prossimo capitolo: Ciel vuole dormire con Sebastian o almeno così crediamo…ma Sebastian che cosa penserà delle azioni di Ciel?!
Ja Ne, alla prossima! Akemi Heiwa :3 *meow*

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Capitolo 5
*** Andiamo a dormire... ***



Ciel si svegliò al suono di un respiro accanto a lui.
Ma che diavolo?
Istintivamente si girò per vedere chi condivideva il suo stesso letto, e, dopo aver constatato che il compagno addormentato non era altro che Sebastian Michaelis, i ricordi della notte precedente (o se fosse stato di mattina?) gli tornarono alla mente. Per una volta in vita sua, sorrise. Il demone era, apparentemente, rimasto al fianco di Ciel mentre dormiva e l'idea gli piaceva.
Allungò un piccolo braccio per spostare una ciocca di capelli corvini lontano dal volto del demone, e notò che anche lui si era assopito.
Sebastian sembrava che stesse sogghignando.
"Sei proprio addormentato, Sebastian?" sussurrò Ciel, guardando incuriosito il demone. Immediatamente, come se avesse aspettato quella domanda, quest’ultimo aprì gli occhi.
"Non più addormentato di lei, temo." Fissò Ciel, uno sguardo di adorazione si era dipinto sul viso marcato del corvino.
"Davvero? Perché allora sei qui se non stavi dormendo? Sicuramente io non sono così interessante." Il viso di Sebastian assunse un aspetto più giocoso.
"Vuole la verità, Ciel?"
"Mi hai mai mentito?" chiese il ragazzo, ancora cercando di ottenere un cambiamento di atteggiamento del suo maggiordomo dopo l'incidente del diario. Sebastian non poteva fare a meno di sorridere mentre parlava.
"Temo che io sia pigro come qualsiasi essere umano, e preferisco di gran lunga stare a poltrire qui con lei che avere a che fare con quegli imbecilli al piano di sotto." Ciel si mise a ridere, guardando gli occhi del suo maggiordomo. Improvvisamente, Ciel ebbe la voglia di avvicinarsi al demone. Lui arrossì l'idea, ma, incapace di superare il suo desiderio, avvolse le braccia intorno alla vita dell'altro e appoggiò la testa sul petto di Sebastian. Osservò con attenzione la reazione di Sebastian. In un primo momento, i suoi occhi sembravano essersi sgranati, ma successivamente chiuse gli occhi, assaporandosi la sensazione di un corpo stretto al suo.
"Perché non andiamo a dormire?" Chiese Ciel, permettendo a un braccio di scivolare fino alla camicia bianca di Sebastian. Il demone si girò rapidamente verso Ciel, sorpreso e a disagio a tale intimità.
"Perdonatemi, ma avrei un po' di lavoro da fare, e la servitù potrebbe insospettirsi."
Ciel portò le labbra all'orecchio di Sebastian.
"Onestamente, ti importa?" Fece scorrere le dita contro gli addominali non troppo pronunciati di Sebastian, notando che il demone stesse trovando quella situazione sia piacevole e sia un po' troppo intima.
Sebastian cominciò a pensare alla domanda di Ciel. Gli importava? Tentò di ignorare la mano di Ciel che cominciò a pensare.
Cercò di elencare tutte le cose a cui teneva ed erano: Ciel, la privacy, e la sua reputazione.
Qualcuna di quelle cose era a rischio se rimaneva lì? Okay, forse la sua vita privata era in gioco. Sicuramente i servi non si sarebbero trattenuti dal fare domande sulla sua assenza, una volta tornato al suo solito lavoro. La sua reputazione, secondo lui, non era minacciata nella situazione attuale anche se gli altri servi potevano scoprire che lui e Ciel stavano portando avanti una relazione romantica (ma almeno era considerata una relazione romantica?). Molto probabilmente non gli importerebbe. La cameriera sarebbe stata un po' sconvolta, ma il cuoco e il giardiniere sarebbero felici per lui.
Quindi, Sebastian concluse che solo una cosa era veramente in pericolo, la sua vita privata.
Ciel, tuttavia, era più importante della sua vita privata, e lui avrebbe perso Ciel se l’avesse lasciato lì per riprendere le sue funzioni di maggiordomo.
Tutto questo stava attraversando la testa di Sebastian in meno di un minuto, e, soddisfatto della sua logica, Sebastian pensò alla sua risposta.
"Non ho niente da perdere se dovessi restare qui con lei. Lei è molto più importante di qualsiasi altra cose e di conseguenza…" Ciel baciò la mascella di Sebastian, felice della scelta del demone. Sebastian guardò in basso per scoprire che, mentre stava pensando, Ciel era riuscito a sbottonarsi la camicia.
"Ciel ... Cosa state facendo?"
"Mi sto godendo qualcosa per una volta nella vita. Perchè?" Sebastian ignorò la domanda e continuò a parlare.
"Fino a che punto pensate di andare?"
"Dipende ... Fin dove vuoi che vada?" Sebastian guardò il bambino incerto. Non voleva turbare Ciel eppure non trovava via di fuga.
"Non penso che dovremmo farlo, Ciel". Il ragazzo abbassò le mani.
"Fare cosa?" chiese maliziosamente. C'era una scintilla diabolica nei suoi occhi che somigliava a quella che Sebastian aveva spesso.
"Non sei troppo giovane per una simile esperienza?" Ciel si mise a ridere.
"Ti stai preoccupando troppo, Sebastian" disse con fare malizioso cominciando a muovere le mani più in basso sul corpo di Sebastian.
"Ciel!" esclamò Sebastian, afferrando i polsi del ragazzo e tirando le mani di Ciel via dal suo corpo. Prese le mani nella sue, cercando gli occhi feriti di Ciel.
"Aspettiamo un po' di tempo per una cosa del genere, che ne dite?" disse Sebastian con voce tenera, guardando gli occhi del ragazzo per tutto il tempo.
Ciel sembrava leggermente arrabbiato, per cominciare, ma ben presto quell’aspetto sbiadì ed annuì. Sebastian baciò entrambe le mani del bambino e lo tirò contro il suo petto.
"Andiamo a dormire." sussurrò, e Ciel si accoccolò meglio.
"Grazie, Sebastian" mormorò sbadigliando, e Sebastian mise una mano intorno alla schiena del conte.
"No, grazie a lei."
 
 
Angolino della Traduttrice:We, rieccomi con un nuovo capitolo troppo dolce *-* Sebas-chan quanto sei carino :3
Questo capitolo mi sembra un po’ corto ma spero vi piaccia comunque :D Come sempre le critiche sono le benvenute e ringrazio sempre i miei recensori che continuano a seguire questa pazzerella storia :D
Anticipazione prossimo capitolo: Elizabeth sbuca improvvisamente nel maniero…che cosa accadrà???
Al prossimo capitolo, Ja ne :D

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Capitolo 6
*** Il vero te ***



 

Ciel si svegliò al suono di un carrello che veniva trasportato. Confuso, tese la sua piccola mano verso l'altro lato del letto, ma quando si rese conto che non vi era nussuno, si mise a sedere e socchiuse gli occhi in direzione della porta aperta.
"Sebastian?" Il volto del demone era nascosto dai suoi lunga frangia nera, ma comunque, Ciel sapeva che stava sorridendo.
"Mi scuso, bocchan, ma Bard ha combinato un bel pasticcio in cucina questa mattina." Ciel guardò in modo confuso il suo maggiordomo. Aveva detto a Sebastian di chiamarlo Ciel a meno che non fossero in presenza di qualcun altro, ma nella camera, il piccolo conte, non vi scorgeva nessuno. Perché si comportava come al suo solito…come se non fosse accaduto nulla? Sentendosi leggermente ferito dal comportamento di Sebastian, Ciel si alzò dal letto e si diresse verso la sua compagna.
"Che cosa ha mai fatto Bard, Sebastian?" Anche se avesse voluto sembrare indifferente a Sebastian un’ombra di preoccupazione sembrava essere evidente nella sua voce. Per cosa si stava preoccupato? Dopo averci pensato per un po', Ciel si rese conto che aveva paura che anche dopo quello che era successo, potessero ritornare alla solita vecchia vita. E se fosse stato solo un altro dei suoi sogni? Forse aveva perso quel poco di sanità mentale che aveva, e ora stava avendo allucinazioni eccessivamente realistiche.
"Com’è gentile a chiedere, bocchan, ma io penso che i guai di un maggiordomo non dovrebbero essere importanti per qualcuno del suo status." Sebastian lanciò uno sguardo di avvertimento a Ciel mentre una familiare sensazione di preoccupazione gli attanagliò lo stomaco. Era tutta una recita? Il ragazzo si alzò in punta di piedi, nel tentativo di sussurrare all'orecchio del suo maggiordomo.
"Perché ti comporti così?" chiese, mentre i capelli morbidi del demone gli sfioravano le guancie. Chiuse gli occhi, cercando di restare qualche secondo in più in quella posizione.
"Elizabeth". Ciel aprì rapidamente gli occhi ancora una volta. Sebastian si scostò come se non avesse detto nulla, e semplicemente, tornò al suo lavoro. Ciel guardò il demone versare l’Earl Grey, il tè preferito di Ciel, in una tazza con una gegantesca rosa disegnata con tratti fini ed eleganti. Il conte stava cominciando a pensare che avesse solo immaginato la risposta di Sebastian, quando una voce familiare echeggiò nel corridoio fuori della sua stanza.
"Cieeeeellll!" una ragazza irruppe nella magione con uno stridio. Ciel prese rapidamente la benda per l’occhio dal suo comodino e tentò di legarla intorno alla testa e Sebastian, accorse immediatamente in soccorso del ragazzino legandogliela stretta. Aveva appena effettuato il nodo quando Elizabeth corse verso il letto di Ciel nel suo nuovo abito rosa.
La ragazzina strinse le braccia intorno al ragazzo, e, dal momento che Ciel era pochi centimetri più basso di Elizabeth, si sentiva come se stesse soffocando.
"Sembri sorpreso, Ciel!" esclamò allegramente lei, scostando leggermente per guardare il più basso "darling~Ti sei dimenticato che ti stavamo venendo a trovare?" Ciel guardò a disagio la sua ‘ragazza’, sentendosi in colpa per il suo tradimento. Prima che Ciel potesse rispondere alla sua prima domanda, Elizabeth cominciò a fargliene a carichi.
"C'è qualcosa che non va? Sembri sconvolto. Forse non dormi molto la notte? Non ti ho sempre detto di dormire tanto? Perché non metti giù i tuoi libri e vai a letto presto?”
Ciel apprezzava la preoccupazione di Elizabeth, ma non riusciva proprio a dormire. Dopo tutto, era quasi certo di aver dormito per tutta la giornata,ieri, e con Sebastian. Il pensiero lo fece sorridere.
“AHHH….Ciel sei così adorabile quando sorridi…voglio dire, tu sei adorabile tutto il tempo, ma -!! Oh, sono così felice che tu sia felice” Ancora una volta, la fidanzata di Ciel lo soffocò con uno stretto abbraccio. Incapace di muoversi, Ciel ignorò le chiacchiere senza fine di Elizabeth e ha cominciato a rintanarsi nei suoi pensieri. Perché parlava così tanto? Ciel stava meditando su questo quando sentì un'altra voce. Non era Elizabeth. Questa era molto più profonda e calda ... Oh.
Ciel aveva completamente dimenticato che Sebastian era ancora nella stanza con lui, in paziente attesa di vestirlo.
“Perdonatemi, Lady Elizabeth, ma il bocchan non è ancora vestito. Non vorrei mandarlo a colazione con quei vestiti in vostra presenza,signorina.” Ciel guardò Sebastian con gratitudine mentre Elizabeth si separava dal piccolo conte.
"Che sciocca! Non l’ho nemmeno notato! Bene, allora ti aspetto al piano di sotto, se non ti dispiace. Mettigli qualcosa di carino, Sebastian. Indossa troppo nero in questi giorni!” Con quelle esclamazioni (Ps: Elizabeth non sputa mai?). La bionda eccessivamente vivace uscì fuori. Ciel e Sebastian si scambiarono una rapida occhiata.
"Ti dispiacerebbe aggiustarmi la benda? Mi ha urlato in un orecchio…non sento più nulla" Sebastian sorrise e soffocò una risata, guardando Ciel con un'espressione divertita. Il ragazzo non potè fare a meno di sentirsi soddisfatto per aver fatto sorridere il demone. Amava rendendolo felice più di quanto amava essere fedele alla Regina. Sospirando, Ciel si sedette sul letto, i capelli disordinati che caddero sull’occhio ceruleo.
"Quando staremo di nuovo insieme?" chiese, guardando Sebastian, che stava chiudendo la porta.
"Siamo insieme ora, no?"
"Tu sai cosa voglio dire, Sebastian." Il ragazzo ha tentato di catturare gli occhi del suo maggiordomo, ma questo si voltò di schiena.
"Da soli?"
"Sì". Sebastian sentì una strana sensazione di panico. Sebastian voleva veramente restare da solo con Ciel, ma cosa accadrebbe se fossero lasciati soli, in una stanza? Era ovvio che Ciel voleva che ci fosse un…rapporto sessuale tra di loro, ma Sebastian non poteva ignorare il fatto che il ragazzo aveva tredici anni. Era sbagliato fare quelle cose con un uomo più giovane? Un essere umano? Poteva considerare, già, Ciel, un uomo? Sebastian sapeva che l'età non importa tanto nel XIX secolo; Aveva visto molte ragazze fidanzarsi con uomini ben più di 15 anni più grandi di loro. Allora…perché si sentiva così strano? Sebastian aveva semplicemente paura di quello che potrebbe succedere se i due fossero soli? Non poteva ignorare i suoi desideri; i demoni non resistevano a lungo ai propri impulsi. Sebastian si voltò a guardare Ciel, che lo stava fissando intensamente. Forse,poteva lasciarsi andare... Sì, forse si.
"Che ne dice di stasera?" chiese lui, sorridendo. Ciel si alzò dal letto e si avvicinò al demone.
"Dove?”
"Ovunque va bene."
“Qui?"
"Va bene."
"E per quanto tempo?" Le parole sembravano indugiare nell’aria, mentre si ripeteva nella mente confusa di Sebastian.
"Per favore,non esagerate, Ciel. Se solo sapesse quanto allettante fosse per me… dovreste capire che per me non è facile non farvi del male… e questa occasione non è diversa." Ciel abbassò la testa per un secondo ma poi la rialzò e guardò negli occhi di Sebastian, maliziosamente, il viso nascosto in un leggera ombra.
"Non posso farne a meno. Sono solo un essere umano, dopotutto."
Sebastian, perdendo il controllo di se stesso, si girò di scatto e spinse Ciel sul letto, baciandolo sulle labbra con forza.
Stringeva i piccoli polsi del ragazzo sopra la sua testa, usando il suo peso per tenerlo fermo. In un primo momento, Ciel si lasciò sfuggire un grido soffocato, come il movimento rapido del demone lo aveva colto di sorpresa, ma presto cominciò a rispondere al bacio.
Ciel non sapeva da quanto tempo si stessero baciando, ma era certo che un paio di minuti fossero passati dopo che Sebastian si scostò, evidentemente, rendendosi conto di quel che aveva fatto, ma non rimpiangendone. Ciel, ansimando, guardò con desiderio il demone. Con un sorriso ambiguo e seducente, Sebastian cominciò a togliere i vestiti da notte di Ciel per poi vestirlo con quelli da passeggio.
"Lady Elizabeth vi aspetta, bocchan. Sarebbe cattiva educazione da parte vostra arrivare in ritardo per la colazione”
Che cos’è stato? L'incantesimo si era rotto tra i due. Erano tornati ad essere maggiordomo e padrone, demone e umano, uomo e bambino. Ciel, un po 'deluso, si lasciò vestire dal suo maggiordomo. Lui strinse le piccole braccia al collo di Sebastian, che era ancora in ginocchio per aiutare Ciel a mettere le scarpe.
"Mi mancherai". Sussurrò.
"Voi sapete che sono sempre al suo fianco”
"Mi mancherà il vero te." Con questo, Ciel baciò la guancia di Sebastian dolcemente e si alzò dal letto, e si diresse, con il suo maggiordomo, nella sala da pranzo dove il suo ‘amore’ attendeva.


Angolino della Traduttrice: Oyasumi nasai , Minna-san :D Qui Akemi che vi parla. Ho finito ora di tradurre questo capitolo e ora, a Tokyo, sono le 22:30 e sono ancora al computer :D Purtroppo aggiornerò sempre sul tardi (per me ovviamente) anche perchè il giorno molto spesso non sono in casa. Beh, bando alle ciance, spero piaccia anche a voi questo capitolo tanto quanto sia piaciuto a me. Ringrazio tutti i lettori e vi chiedo scusa per il mio orribile ritardo! Bene, spero continuerete a leggere questa fiction. 
See you
Akemi

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Capitolo 7
*** Segreto ***




Edward Midford guardò con sospetto, il giovane conte e il suo maggiordomo mentre si dirrigevano verso il tavolo da pranzo, dove la sua famiglia li stava attendendo già da un bel po' di tempo. Sua sorella, ovviamente, ignara di quanto sia stata lunga l’assenza del suo fidanzato, si precipitò in fretta al fianco del conte, che sembrava infastidito dai modi della ragazzina.
"Oh Ciel! Il tuo vestito è carinissimo, e non ti ho mai visto così imporporito!" strillò la pedulante graziosissima biondina, facendo imporporare ancor di più le guancie del giovanotto.
Edward socchiuse gli occhi. Perché avrebbe dovuto arrossire ad una simile affermazione?
Infastidito da tutto ciò, il giovane Middleford cominciò a parlare.
"Hai avuto impegni più importanti, Phantomhive?" Edward non cercò di mascherare una crudele nota nella sua voce. Aveva bisogno di sapere...doveva essere sicuro di dare in sposa la propria sorella ad un uomo coerente e ‘fedele’.
L’occhio azzurro del Ciel si allargò all’osservazione del biondo, come se non si aspettasse una simile accusa. Strinse i denti…Edward aspettava una risposta. Edward aveva certamente ragione; Ciel non si aspettava che gli chiedessero il motivo della sua assenza.
Onestamente, Ciel non si era reso conto che era stato via per troppo tempo. Per fortuna, era un buon bugiardo. Anche se era una delle poche cose che l’amato (Sebastian, non Elizabeth) disprezzava di lui, Ciel cominciò a spiegare.
"Perdona il mio ritardo, Edward, ma la tua cara sorella ha chiesto che indossassi qualcosa con colori vivaci, e non i soliti vestiti scuri…parole di Lady Elizabeth. Avevo un abito specifico in mente, ma, Sebastian era determinato come Elizabeth." Ciel sorrise al biondo, sapendo perfettamente che aveva lasciato l’altro senza una scusa per incolparlo nuovamente.
Ciel, deciso, si dedette ad un posto nella grande e lunga tavolata in legno, aspettando che gli venisse portata la colazione. Elizabeth era alla sua sinistra, e Francis era alla sua destra. A differenza di molti nobili, loro si sedevano più vicini in modo che potessero conversare più facile (Idea: Elizabeth). Francis non era molto contenta all'idea, ma dato che sia il marito che la figlia volevano trovarsi più vicini, lei aveva deciso di non dargli peso.
Edward sembrava essersi ripreso un po' dalla risposta perfetta di Ciel, e come un colpo di fulmine gli arrivò un’illuminazione per un’altra domanda.
"Allora questo significa che la colpa è del tuo maggiordomo, no? I servi dovrebbero sapere dove trovare l’oggetto che gli chiede il padrone, o sbaglio?"
Ciel si girò verso Edward con uno sguardo omicida. Stava seriamente cercando di giocare con lui? Non sapeva già che Ciel avrebbe vinto in qualunque caso? Ciel vinceva sempre.
Visto che si conoscevano da molti anni, Ciel pensò che Edward avesse imparato. Il ragazzo vide l'odio negli occhi di Sebastian come lui guardò Edward. Quasi sghignazzando, Ciel decise di soddisfare il giovane curioso con una risposta.
"Sinceramente credevo che quel vestito che cercano non mi sarebbe più entrato, visto che ultimamente sto crescendo molto di più. Infatti nell’ultimo mese sono cresciuto un po’. Ho informato Sebastian su questo avvenimento, e lui ha detto che non mi avrebbe mai permesso di indossare un vestito troppo corto per la mia altezza attuale. Ma ci tenevo e per questo l’ho tenuto. Tanaka l’ha messo via, in fondo al mio armadio, e, così, prima che Elizabeth arrivasse ho chiesto a Sebastian di cercarlo. Non c'era modo che potesse sapere la posizione di quel vestito a meno che non parlasse con Tanaka dopo aver concluso il suo lavoro, ma questo è strettamente proibito qui. E quindi…non c’è stato tempo” Sebastian guardò Ciel, un sorriso grato sul volto. Non poteva credere che il giovane era corso all’aiuto del servitore (anche perché il povero Sebastian non poteva ribattere alla parola di un altro conte).
"Bella spiegazione, Phantomhive." Edward sollevò le sopracciglia come a sfidare il giovane nobile.
"Ma com’è che difendi un servo?" Gli occhi cremisi di Sebastian diventarono di una tonalità ancor più rossa, e Ciel gli lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Mi ha semplicemente dato fastidio che stiate giudicando il servo migliore che ho per un semplice errore. Lui obbedisce ai miei ordini, ma se non hanno senso…mi pare ovvio che non riesca ad eseguirli." Il demone sorrise tra sé mentre versava ad Elizabeth una tazza di tè.
Lui era il miglior servo.Era quello che il suo padroncino aveva appena detto? Cominciò a sorridere un po', rendendosi conto che stava capendo sempre di più il modo di fare degli esseri umani.
"È veramente importante per te sapere il motivo del perché Ciel stia difendendo il suo servo, figlio? È piuttosto scortese fare queste domande, soprattutto se si è ospiti" Ciel sorrise trionfalmente a Edward, mentre quest’ultimo prendevo un cornetto che Sebastian gli aveva offerto su un vassoio d’argento.
Francis le tagliò un pezzo della sua colazione, in silenzio, con gli occhi incollati sulla fine porcellana del servizio da tè. Elizabeth si guardò intorno felicemente, senza capire che Ciel e Edward, pochi attimi prima stessero litigando.
"Che cosa facciamo oggi, Ciel!? Possiamo andare a cavallo? Non ci andiamo da un sacco di tempo! O forse potremmo andare a fare shopping a Londra insieme! Potremmo cavalcare per arrivare a Londra, così da fare entrambi le cose che ho proposto!” Guardò da faccia a faccia, sperando l'approvazione di Ciel e dei membri della sua famiglia.
"Elizabeth -" iniziò col dire Ciel, ma, dopo aver visto l'espressione arrabbiata di suo fratello, ha rapidamente cambiato il tono della sua voce.
"Certamente. Faremo tutto ciò che vuoi." Sebastian guardò il ragazzino, ferito e sorpreso da quella risposta. Ciel cercò di catturare gli occhi dell’altro, sperando di comunicare senza spiccicare una parola. Il demone dopo aver terminato il suo lavoro al tavolo, lasciò la stanza.
Sentendosi solo, cominciò a mangiare e finse di essere interessato alle conversazioni buffe degli altri. Certo, i suoi pensieri, però, erano altrove. Durante tutto il pasto, fantasticò su Sebastian e al momento nel quale il demone non aveva più retto e l’aveva baciato. Sarebbe stato così da ora in poi? Una grande quantità di altri pensieri e idee viaggiarono attraverso la sua testolina, ma l'ultima domanda lo colse d’improvviso. Quando staremo di nuovo insieme?
 
Undici ore dopo ...
 
Ciel si stese sotto il suo morbido piumino e se lo tirò stretto attorno a sé, tremando per il freddo. Quando sarebbe arrivato Sebastian? Erano le otto di sera, ma, dopo essere corso a destra e manca con Elizabeth decise di andare a coricarsi presto, per riposarsi dall’estenuante giornata. La camera era terribilmente fredda, ma Ciel non chiamò il suo maggiordomo, così che nessuno possa insospettirsi. Aveva persino scelto di fare il bagno da solo quella sera, anche se i risultati erano stati disastrosi. Ciel osservò le ultime braci del camino che cominciavano a scomparire, lasciando la sua stanza sia buia che fredda. Improvvisamente, sentì il suono della porta che si apriva. Era Sebastian? Non volendo correre rischi, Ciel coprì il marchio sull’occhio con la frangia e finse di dormire, alzando gli occhi di tanto in tanto nella speranza di vedere chi fosse entrato nella sua camera da letto. Ogni dubbio fu cancellato dalla sua mente, una volta che sentì il sussurro di Sebastian contro il proprio orecchio.
"Dobbiamo aspettare ancora?” Ciel si guardò intorno, ma vide solo il bagliore di due occhi rossi accanto a lui. Questo avrebbe spaventato la maggior parte delle persone, ma le lucenti sfere cremisi erano uno spettacolo di benvenuto per il ragazzo.
"Non abbiamo forse aspettato abbastanza?" Allungò la mano dentro il buio, trovando quella di Sebastian quasi in quell’istante.
"Non pensavo che vi sarebbe piaciuto correre rischi."
"Cerco di evitarli, a volte."
"Allora perché ne stiamo correndo uno?"
"Perché io non riesco a trattenermi, Sebastian!" Con questo, Ciel si chinò un po’ in avanti, e, anche nel buio, Sebastian tirò il ragazzo contro di se in un caldo abbraccio.
Ciel sentiva una mano sollevargli il mento, leggermente, e poi un paio di labbra si scontrarono con le sue. Ciel chiuse gli occhi, non volendo che quel momento finisse presto. Ma, come tutto il resto della sua vita, lo sarebbe stato.
 
Da qualche parte nel Casato Phantomhive ...
 
Edward camminava per uno dei tanti corridoi del Casato Phantomhive, cercando di memorizzare ogni corridoio e ogni curva che incontrava lungo la strada.
Che avrebbero detto se l’avessero scoperto che girovagava per quel corridoio? Di certo non poteva dire la verità; Phantomhive sarebbe sconvolto. Che cosa doveva dire, allora? Si fermò un attimo a pensare, ma, dopo aver visto un po' di luce più avanti, scelse di correre il rischio camminando in avanti. Incontrò l'ennesima scala che portava verso il basso, ma non sapeva dove. La luce era visibile da qualche parte in fondo alle scale. Edward permise alla sua curiosità per prendere il controllo, e proseguì verso la luce. Passò molte porte, ma nessuna di queste gli interessava. Quello che lui cercava era la ‘zona servo’. Anche se era piuttosto inconcepibile per un nobile entrare in quella zona della casa, il ragazzo aveva il travolgente desiderio di vedere se quello che Ciel aveva detto era vero. Se la memoria non lo ingannava, il bambino aveva detto che tutti i servi dovevano essere nelle loro camere entro le nove. Erano passanti un po’ di minuti dopo le nove, così Edward decise che quello era il momento giusto per confermare o smentire il fatto.
Colto dall’irrefrenabile voglia di scoprire la verità. senza nemmeno pensare alle conseguenze, aprì la porta con la luce che fuoriesciva da sotto di essa. La stanza era vuota.
Una sensazione di soddisfazione percose al giovane, e lo fecero ghignare al pensiero della menzogna di Ciel. Questo ovviamente significava che c'era qualcosa che nascondeva, ma era ancora da scoprire. Forse, se riuscisse a scoprire quale servo potesse occupare quella stanza ... Edward si fermò, rendendosi conto che la divisa ripiegata sul letto era di un maggiordomo. Accanto c’era una spilla che aveva visto sul ‘miglior’ maggiordomo, Sebastian. Cominciò a pensare alle sue nuove scoperte, comprendendo che il maggiordomo non era in camera e non indossava l'uniforme, il che significava che non stava eseguendo lavori di casa. Che cosa stava facendo allora?
Edward lasciò in fretta la stanza, percorrendo la strada a ritroso fino al corridoio principale, dove visualizzò la camera del conte. Poteva vedere chiaramente una luce ancora accesa, anche se il ragazzo doveva, presunibilmente, essere a riposo circa due ore prima. Perché non dormiva?
Edward premette l'orecchio alla porta, catturando la voce di un uomo, sicuramente non di Ciel, dire qualcosa. Dopo aver ascoltato per qualche istante, catturò un'altra parola, anche se era sicuro che quella era stata detta con la voce del conte.
"Se-Sebastian!" Gli occhi di Edward si spalancarono. Così Sebastian era lì? E non in uniforme?
Le voci si alzarono, e il biondo cominciò a prestare più attenzione di prima.
"... Lo voglio ..." Le parole erano state attutite, ma Edward era certo di aver sentito chiaramente. Quando cominciò a riconoscere il suono di passi che si avvicinavano alla porta, scivolò rapidamente nell'ombra, guardando un Ciel completamente spettinato e un Sebastian divertito, che lasciavano la stanza, sussurrando tra di loro e ridendo.
Ora è la mia occasione... Edward si precipitò nella camera da letto, alla ricerca di eventuali indizi che lo potessero aiutare a dimostrare che Ciel non era un marito adatto per Elizabeth.
Il letto era stato distrutto, ma quella era l'unica cosa fuori dal comune.
Era piuttosto deluso fino a quando un piccolo volume attirò la sua attenzione. Non c'erano altri libri che giacevano in quella stanza. Edward afferrò e aprì la prima pagina, desideroso di imparare i segreti dei Phantomhive.
Le prime due parole erano state scritte con la calligrafia di Ciel.
 
Carissimo Diario…
 
Edward fissò la pagina. "è questo!" sussurrò. Aveva finalmente trovato ciò che cercava, un libro pieno di segreti con cui avrebbe potuto fermare il matrimonio che aveva temuto per tanto tempo. Sicuramente ci sarebbero stati uomini migliori per la sua cara sorellina! In fretta, lasciò la stanza, pronto a rovinare il buon nome della famiglia Phantomhive.
 
 


Angolino della traduttrice: Rieccomi! A postare questo ME-RA-VI-GLIO-SO capitolo alle 4 di mattina :D Non riuscivo a dormire così ho finito di tradurre il capitolo che avevo iniziato ieri e l’ho completato adesso *-* Io adoro questo capitolo e ringrazio tutti quelli che mi senguono ancora >.< nonostante sia stata molto lenta con gli aggiornamenti.
Bene, ora pensiamo al capitolo di oggi! Che ne pensate? Ho commesso qualche errore? Che cosa pensate che succederà? Ho fatto molte correzioni grazie al “simpaticissimo” scrittore di questa storia che continuava a scrivere in modo abbreviato >.< Dewa, non posso lamentarmi.
Ok…non divago! Al prossimo capitolo: Occhi Inquietanti.
Alla prossima! 

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Capitolo 8
*** Occhi Inquietanti ***


"Sebastian?" Ciel alzò lo sguardo per incontrare gli occhi del servo, mentre la sua piccola mano era stretta in quella dell’altro. I due stavano passeggiando già da parecchio tempo, ma nessuno dei due aveva proferito parola. Non era il solito silenzio imbarazzante, ma invece era solamente dolce, comunicavano semplicemente con gli sguardi. Quello era un momento bellissimo, il più calmo e perfetto tra il maggiordomo e il ragazzo. Ciel si quasi odiò per averlo rotto.
"Sì?" Le labbra del giovane nobile si arricciarono in un sorriso, tentando di trattenere le risate.
"Questo è un ordine." Sebastian guardò Ciel con rinnovato interesse.
“Oh? E quale?"
"Ti ordino di non uccidere Edward." Entrambi gli uomini scoppiarono in una risata fragorosa. Se il momento era stato meraviglioso prima, ora lo era ancora di più. La risata che era sfuggita dalle labbra di Sebastian non era la sua solita risata subdola, ma una risata veramente divertita. Ciel ebbe una sensazione di calore nel petto, una di quelle che non aveva mai avvertito prima.
"Sapete una cosa?"
"Che cosa?"
"Vi amo." Ciel sorrise mentre Sebastian si chinò su di lui, i loro volti sorridenti si unirono in una frazione di secondo. I due si fermarono tenendosi ancora per mano. Ciel aveva le braccia avvolte intorno alla vita di Sebastian, e Sebastian accarezzava delicatamente il viso di Ciel con entrambe le mani. Il ragazzo si accorse solo in quel momento dell’abbigliamento di Sebastian.
Indossava semplicemente una camicia bianca con pantaloni neri. Le sue mani e i piedi erano nudi, come quelli di Ciel. Le unghie nere erano ben visibili e marchio demoniaco sulla mano di Sebastian ricordò a Ciel che il patto che avevano fatto molto tempo prima era ancora in atto, e che Sebastian era tenuto ad essere fedele al suo padrone.
Sconvolto da questa realizzazione, Ciel si allontanò. Sebastian tentò di tirare il ragazzo più vicino, con uno sguardo affamato negli occhi demoniaci.
Ma si bloccò, quando cominciò a capire che il ragazzo stava cercando di allontanarsi da lui.
Lo sguardo lussurioso del demone fu sostituito da uno di tristezza e di dolore, simile a quello che Ciel aveva visto in lui durante la prima colazione, quando aveva accettato di stare con Elizabeth. Il demone abbassò la testa.
"Qualcosa non va?" Ciel aveva sentito un po’ dolore nella voce di Sebastian e fu uno shock per lui.
"E’…E’ solo ... fai finta di amarmi solo per il contratto?" Sebastian allungò la mano verso Ciel, e il ragazzo si allontanò ancora un po’.
"Pensate davvero che farei una cosa del genere?" Ciel deglutì, cercando di tranquillizzarsi. Sentì la vergogna che lo fece arrossire terribilmente. Si appoggiò Sebastian, superato dal senso di colpa.
"No."
“E pensate che avrei mentito?” un singulto era l'unica cosa che ruppe il silenzio fino a quando Ciel non rispose il demone.
"No."
"Quando dico che vi amo, Ciel, vi prego di capire che dico sul serio." Sebastian tirò Ciel contro il proprio petto, avvolgendogli le braccia dietro la schiena e mettendo la testa sui capelli spettinati e ribelli del ragazzo. Sentiva le lacrime di Ciel bagnargli la camicia, e questo aumentò solo la voglia di tenere il giovane ancora più stretto.
"Anch’io ti amo, Sebastian." Le parole uscirono soffocate, ma Sebastian le avvertì chiaramente, come se le avesse urlate. I due tornarono a un beato silenzio per il resto del loro incontro serale.
 
Da qualche parte nel Casato Phantomhive ...
 
Edward fissò il libro aperto davanti a lui, sfregandosi le mani (mentalmente) come una specie di criminale in una delle puerili fiabe di Elizabeth. Stava aspettando quel momento così a lungo che credette quasi che fosse in uno dei suoi sogni. Invece, era la realtà. Poteva annullare il matrimonio ed evitare che quel mascalzone sposasse la sua amata sorellina, che meritava qualcuno molto meglio di lui. Edward aveva sempre creduto che quel matrimonio era previsto solo perché Ciel potesse raggiungere un titolo più alto sposandosi con Elizabeth. Non ha mai dimostrato ad Elizabeth l’amore che ‘si credeva’ provasse per lei, e sembrava essere piuttosto infastidito dalle sue numerose visite al Casato Phantomhive. Ora era il suo momento di dimostrarlo.
Il biondo, pensando che forse il nobile avrebbe cominciato a scrivere di più dei suoi sentimenti con il passare del tempo, aprì il diario sulle ultime pagine scritte. I suoi occhi cercavano parole scandalose, affamato di prove per dimostrare che l'anima Ciel era orribile.
Era deluso, tuttavia, le parole non specificavano quello che voleva dire. Si poteva rivolgere a persone completamente casuali. La prima pagina raffigurava una serie di gatti che fecero rabbrividire Edward. Rapidamente, si rivolse alla pagina successiva, che sembrava mostrare una semplice porta. La riconobbe come una delle porte al piano di sotto, dove i servi dormivano. Pensare che queste illustrazioni potrebbero fornire una certa comprensione per i segreti del conte (Dopotutto, una foto vale più di mille parole).
 La qualità degli schizzi migliorò lentamente come andava avanti. Vide rose appassite, teiere e vassoi da portata, un sorriso, delle mani guantate, e gli occhi più inquietanti che avesse mai visto. Quelle immagini continuavano verso il retro del libro, che terminava con un’illustrazione completa (che, Edward dovette ammettere, era particolarmente definito e distinto ) di un uomo con la frangetta scura che gli copriva gli occhi. Notò che le labbra e le mani guantate somigliavano alle altre immagini disegnate.
Cosa significava tutto questo?
Edward mise la mano sulla fronte, cercando di riflettere. La foto era ovviamente del maggiordomo Sebastian, lo stesso servo al quale Ciel sembrava essere piuttosto protettivo.
Per Giove! Potrebbe essere ...?
Gli occhi di Edward si spalancarono, capendo tutto, Ciel non era innamorato di Elizabeth, ma di Sebastian.
"Io…Non me l’aspettavo" sussurrò, non riuscendo a connettere i dati. Si alzò dalla sedia della sua scrivania e aprì la finestra accanto al letto, sperando in un po' d'aria fresca. Edward aveva bisogno di pensare.
Come avrebbe dato la notizia ai suoi genitori? E a sua sorella?
Gli si spezzava il cuore a pensare alla faccia triste e colpita di Elizabeth mentre tremava incessantemente, la sua vita completamente rovinata dal pensiero di perdere Ciel, non da un’altra donna… ma da un’uomo.
Edward cominciò ad avere un attacco di panico. Aveva sempre pensato che in un momento come quello sarebbe stato vittorioso e festivo e invece si sentiva appesantito da molti oneri. Improvvisamente, Edward notò un movimento giù in giardino. Guardò in basso, e, si rese conto che erano Ciel e Sebastian.
Anche se aveva sempre pensato a Ciel come un nemico, ora si rese conto che il ragazzo era stato un amico segreto. Aveva goduto dei giochi che facevano insieme, e che era l’unico ragazzo che potesse tenergli testa.
Altri nobili  avrebbero semplicemente abbandonato i giochi, ma Edward e Ciel erano entrambi infantile e odiavano perdere. Nessuno dei due voleva cedere.
“È stato divertente finché è durato.” Mormorò con sguardo addolorato guardando le due figure con terrore nel cuore.
 



Angolino della Traduttrice: Eccomi qui! Di ritorno dal Giappone e pronta a ricominciare a tradurre questa bellissima fiction. Mi dispiace molto di aver tardato con gli aggiornamenti ma ero troppo impicciata >.<
Ringrazio ancora tutti delle vostre preziosissime recensioni che mi fanno venire la voglia di continuare e anche i lettori che seguono la storia.
È molto importante per me sapere il vostro parere :) bene, da oggi in poi comincierò ad aggiornare più frequentemente, anche perché sono rimasti altri due capitoli e poi la storia terminerà :D
Anticipazioni:
"Dannazione!"
"Edward..."
"E ti ringrazio per questo..."

Prossimo capitolo: Fiamme!
Perché lui è un diavolo di maggiordomo ;)

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Capitolo 9
*** Fiamme ***




Ciel Phantomhive si guardò intorno nella grande camera da letto, una familiare sensazione di vuoto si stava facendo largo in lui. Era come se il ragazzo vivesse solo quando c’era la presenza del suo amato.
Era uno di quei momenti scuri, quei momenti che lo facevano sentire come se la vita non fosse degna di essere vissuta. Il diario, il libro che Ciel aveva nascosto per tanto tempo, era scomparso, e sapeva esattamente chi l’aveva preso. L'unica cosa di cui non era sicuro era chiedersi che cose ci stesse facendo il colpevole (Edward) con il suo diario.
L’avrebbe divulgato subito alla sua famiglia, o l’avrebbe usato per ricattare Ciel?
Tali domande fecero girare la testa al ragazzo. Se Edward consegnava il libro ai suoi genitori, la vita di Ciel era finita. Elizabeth avrebbe fatto in modo che venisse umiliato, al fine di ottenere vendetta per il suo cuore spezzato, e questo comporterebbe la disgrazia nel nome Phantomhive, o forse la caduta della nobiltà di Ciel. Il ragazzo strinse i denti per la rabbia, contemplando le sue azioni future.
Doveva confrontarsi direttamente Edward? No, gli avrebbe dato un vantaggio.
Se vedesse quanto importante sia il diario, lo userà senz’altro come strumento di ricatto, con conseguente ancor peggiori all’umiliazione di Sebastian e Ciel.
Doveva semplicemente agire come se nulla fosse successo? Poteva sempre mentire ai Midfords, dire loro che Edward ha scritto l'intero diario da solo, nel tentativo di fermare il matrimonio di Elizabeth e Ciel.
Quel diario era piuttosto lungo ... Avrebbero creduto che il figlio avesse fatto tutto quello solo per umiliarlo? Non solo,la scrittura era completamente diversa.
Ciel batté il pugno contro il tavolo, la sua rabbia stava prendendo il sopravvento.
"Dannazione!" gridò, e, non appena le parole uscirono dalla sua bocca, il demone arrivò al suo fianco.
"Ciel?" Sebastian lanciò uno sguardo preoccupato verso il bambino tremante, chiedendosi cosa diavolo stesse succedendo.
"E' Edward" sibilò Ciel a denti stretti, voltandosi per guardare il demone nei occhi, mentre la rabbia lo stava lentamente divorando dall’interno.
"Ha preso il diario." Sebastian fu scioccato per un breve istante.
"Siete sicuro di non aver smarrito vero?"
"Sai anche te che era qui pochi minuti fa." Sebastian allungò una mano e afferrò il polso sottile di Ciel, tirando il bambino accanto a lui, come ha cominciato a camminare con rabbia verso la porta.
"Che cosa stai facendo?" esclamò Ciel.
"Se ci presentiamo in questo e chiediamo il diario penserà che siate in un momento di disperazione. Potrebbe fare ciò che vuole con il diario!" Anche se Ciel continuava a cercare di svincolarsi dalla stretta, Sebastian non si mosse ma continuò a farsi trascinare da Ciel.
I due continuarono con passo svelto verso le stanze dove il Midford si erano alloggiati.
Sebastian si fermò solo quando le porte delle camere diventarono ben visibili. Si inginocchiò al livello di Ciel e mise entrambe le mani sulle spalle del bambino, cercando i suoi occhi blu mare.
"Che cos’è più importante? Sembrare disperato o perdere lo status sociale che voi e la vostra famiglia avete tessuto per molto?!" Il modo in cui Sebastian disse quelle parole fecero sentire Ciel come se nessuno dei due fossero importanti, ma, sentendosi obbligato a scegliere, cominciò a borbottare.
"Status sociale ..."
"Allora è deciso. Stiamo andando a recuperare quel diario, e Edward collaborerà." Ciel si chinò in avanti e piantò un dolce bacio sulle labbra di Sebastian.
"Grazie" sussurrò, con voce secca mentre delle lacrime si affacciavano sugli occhi. Sebastian si alzò, tirando il ragazzo insieme a lui, e cominciò a bussare contro la porta della camera di Edward.
 
Nel frattempo ...
 
Edward si bloccò come un improvviso bussare alla porta ruppe il silenzio abituale nel Casato Phantomhive. Nessuno sarebbe venuto a un'ora così tarda, salvo…
"Phantomhive" sussurrò il biondo. Aveva evidentemente notato l'assenza del diario.
Oya, è sempre così attento quel marmocchio!
Edward non poteva fare a meno di rendersi conto che stava cominciando a farsi prendere dal panico.
In una scazzottata con Ciel (se si dovesse arrivare a questo), Edward vincerebbe di sicuro. Lui era il più forte e il più alto tra i due, il che significa che aveva un vantaggio rispetto al ragazzo.
Ma se fosse stato Sebastian a bussare alla porta...
Edward si morse il labbro inferiore, pensando all’emminente morte prematura.
Il maggiordomo era molto più alto e molto più muscoloso di quanto fosse Edward e Ciel messi insieme.
Che possibilità poteva avere uno come lui?
Lanciò un'occhiata verso la legna che ardevano nel camino, sedendosi sul suo letto e accavallando le gambe in un tentativo di sembrare perfettamente calmo.
"Puoi entrare" La porta si aprì, confermando le peggiori paure di Edward. Sia Ciel che Sebastian erano sulla soglia, e sembravano lividi di rabbia. Fu Edward che osò parlare per primo.
"E a cosa devo questa visita?" La sua domanda era stata veramente stupida in quel momento, ma Edward si era perso le parole, la gola si era fatta improvvisamente asciutta.
Ciel sorrise subdolamente, e, Edward odiava ammetterlo, lo spaventava.
I due visitatori nella sua camera da letto sembravano abbastanza arrabbiati, scuri riflessi intonacavano i loro volti pallidi e lineari.
"Risparmiami i convenevoli, Midford. Sappiamo entrambi per cosa sono qui" Sia Edward che Sebastian guardarono verso Ciel come in attesa che lui dicesse di più, ma non una parola sfuggì dalle labbra. Edward sentì improvvisamente il bisogno di parlare.
"Infatti. Ma sarete disposti a perdere qualcosa? O sei troppo orgoglioso per una cosa del genere?" La mano di Ciel andò istintivamente alla zona in cui si trovava la sua pistola, ma Sebastian gli lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Non ti ho mai preso per un pazzo, ragazzo, ma al momento ti stai comportando allo stesso modo." Fu Sebastian ha parlare. Edward inarcò le sopracciglia, facendo del suo meglio per sembrare divertito.
"Non ho mai pensato che uno come te potesse parlare in questo modo, maggiordomo." Prima che Edward potesse lodare se stesso per quella che considerava un’eccellente rimonta, Ciel prese la parola, ancora una volta.
"Smettila di comportarti puerilmente e dicci subito dov’è quel maledetto diario!" Edward non poteva fare a meno di ridere.
Ma fece solamente arrabbiare sia Ciel che Sebastian, e sembrava che fossero in procinto di uccidere Edward a mani nude quando decise, però, di confessare.
"Non c'è bisogno di preoccuparsi del tuo piccolo diario, Phantomhive." Ciel e Sebastian si scambiarono uno sguardo confuso.
"Ti prego di spiegare, cosa vuoi dire?"
"Hai dimenticato che siamo cresciuti insieme? Pensi davvero che avrei fatto una cosa del genere?" Sta mentendo. Stava sicuramente mentendo! Era troppo bello per essere vero.
"Amico?"
"Tutte queste sfide sono state solo divertimento innocuo, Ciel. Anche se ho sempre sognato di trovare una scusa per porre fine a questo matrimonio, sapevo che era solo perché volevo vincere a questo gioco. Ora ho vinto, ma lascio le cose come stanno. Ho un ricatto che potrei farti, ma non potrò mai usarlo". Ciel era praticamente a bocca aperta davanti Edward.
"Vuoi dire che non hai intenzione di dire a Elizabeth tutto questo?"
"Lei potrebbe essere mia sorella, ma io ti vedo come un fratello, Ciel"
"Ci sarà ancora il matrimonio?" Chiese Ciel, temendo la risposta.
"Solo se vuoi che ci sia." Sebastian guardò verso Ciel preoccupato.
Era sempre stato irritato da Elizabeth,era una minaccia per la felicità dei due.
Lei era una ragazza, nel senso che una tale relazione sarebbe opportuna, considerando che le relazioni tra Ciel e Sebastian sarebbero state viste di cattivo occhio praticamente da tutti in Inghilterra.
Quello era il momento che avrebbe deciso il futuro di Sebastian e di Ciel. Il nobile guardò verso Edward.
"Amo Sebastian, non Elizabeth." Edward era un po' sorpreso che Ciel avesse confessato ad alta voce, ma tuttavia, accettò la sua risposta.
"Allora che cosa devo dire loro?"
"Dite loro che cosa hai detto a me."
"Che cosa vuoi dire?"
"Dite loro che io amo Elizabeth come se fosse mia sorella, e sarebbe piuttosto vergognoso sposare una sorella, non è vero?" Il sorriso di Ciel era contagioso, e sorrisero tutti nella stanza.
"In effetti lo farò."
"Ma io ho un'altra domanda, Edward."
"E che cos'è?"
"Che cosa hai fatto con il diario?" Edward indicò con il dito indice verso il fuoco scoppiettante nel camino. Ciel guardava le fiamme, rendendosi conto che non solo stava bruciando la prova che avrebbe rovinato la sua vita, ma il destino che avrebbe sofferto se avesse dovuto sposare una donna che non amava.
"Hai la mia benedizione, Ciel".
"E per questo vi ringrazio” sussurrò.
Il ragazzo infilò la mano in quella Sebastian, guardando il suo passato bruciare lentamente.
 





Angolino della traduttrice: Ed eccoci giunti al penultimo capitolo.
Questo capitolo sarà,finalmente, seguito da un epilogo.
Prima o poi questa storia doveva finire,no?! Mi sono divertita a tradurlo, e ringrazio tutti voi per la lettura e le recensioni.
Ovviamente continuerò a tradurre nuove storie di questo genere ma anche con altre coppie. Per esempio adesso ho in mente di tradurre una fiction con Alois e Claude(sarò anche strana, ma io vado pazza per Claude *-* mi dispiace per Sebastian ma Claude è il mio demone preferito *--*)
Dewa, spero continuerete a seguire le mie prossime traduzioni e a dirmi il vostro parere.
Anteprima:
“Vi ho spaventato?”
“Hai bisogno di qualcosa, Mey-Rin?”
“Che cosa intendi…”
Prossimo Capitolo: 永遠に Eien Ni! (Per L'Eternità)

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Capitolo 10
*** 永遠に Eien Ni! ***


Ciel aprì lentamente la porta, guardandosi intorno nella stanza in cui il suo maggiordomo aveva occupato per quasi tre anni. L'armadio era vuoto, il materasso era scoperto, e nessun fuoco crepitava nel camino. Era stato in quella stanza circa due volte da quando era nato.
Ciel si rese conto che se Sebastian avesse scoperto il suo diario un po’ prima, sarebbe stato bene anche pochi mesi prima. Il ragazzo fissò alla stanza vuota per un bel po ', chiudendo i grandi occhi e ricordando i mesi tortura prima della sua storia romantica con il demone.
"Che ci fa qui, bocchan?" Ciel saltò per la sorpresa quando fu circondato da due calde, braccia muscolose, ma poi si rilasso e sperò che quella sensazione durasse per sempre. Sentiva delle labbra premere contro il suo collo, e lui non poteva fare a meno di sorridere.
"Sebastian!" Ciel si mise a ridere, arrivando fino a toccare le grandi mani che lo tenevano.
"Vi ho spaventarto?" Invece di rispondere a quella domanda (Ciel era ancora riluttante ad ammettere la sua debolezza), il ragazzo riuscì a girarsi e premere le labbra contro quelle del demone, bloccati in uno stretto abbraccio.
"Signor Sebastian!?" un grido spaventato fece scattare i due. Ciel sentì Sebastian allontanarsi, il suo corpo caldo non era più premuto contro la pelle del bambino. Mey-Rin si trovava sulla soglia della camera, la sua mano era ben stretta sopra il naso nel tentativo di mascherarela sua perdita di sangue.
"Hai bisogno di qualcosa, Mey-Rin?" La cameriera dai capelli rossi guardò i due per qualche secondo prima di rispondere.
"N…No, va tutto bene, si,si! Tutto bene!" La giovane rossa in viso si voltò e barcollò via, il sangue colava ancora inzuppando il vestito. Ciel si voltò verso Sebastian, esaminando il suo aspetto.
"Dovrò prendere nuovi abiti per te. Non posso farti indossare degli abiti da servo per il resto della mia vita."
"Com’è generoso da parte sua." Ciel sorrise ancora una volta. Tutto era stato perfetto da quella notte di tre mesi prima, quando Edward aveva bruciato il diario. Il giorno successivo era stata piuttosto difficile. Elizabeth sembrava essere abbastanza sconvolta in un primo momento, ma ha cominciato a capire quando si rese conto di voler bene a Ciel come amico o un fratello.
Francis si era arrabbiata per circa una settimana, ma il marito infine la convinse che era la cosa migliore da fare. La famiglia Midford visitava Ciel di tanto in tanto, ma, per fortuna, le loro visite non erano più così frequenti come lo erano qualche mese prima. Venivano forse due volte al mese, dando a Ciel e Sebastian un sacco di tempo libero da passare insieme senza interruzioni.
I servi erano consapevoli del fatto che ci fosse qualcosa tra il demone e il conte, ma Mey-Rin era ancora confusa da tutta quella questione. Indipendentemente da ciò, Ciel era felice come non lo era stato negli anni.
"Vi dispiacerebbe fare una passeggiata con me nel giardino di rose, Ciel? Ho qualcosa che vorrei chiedervi." Il cuore di Ciel rischiò quasi di fermarsi. Forse Sebastian voleva porre fine a quel rapporto? Non amava veramente Ciel? Avrebbe chiesto di lasciare il Casato Phantomhive? Pensieri e domande negativi occuparono tutta la mente del giovane conte, una familiare depressione gli chiuse lo stomaco.
"Certo." I due camminarono insieme verso il giardino, mano nella mano, in cui una leggera brezza scompigliava i capelli di entrambi.
Ciel non protestò quando sentì Sebastian appoggiare la propria giacca sulle sue spalle, sapendo perfettamente che l'uomo stava solo cercando di impedirgli di ammalarsi (era cagionevole, dopotutto).
Dopo un po’, Sebastian si fermò, e si girò per affrontare il giovane. Il petto di Ciel doleva per la suspense. Il demone prese entrambe le mani di Ciel nella proprie, guardando verso il basso e con un leggero sorriso.
"Non capisco come mi sento in questo momento, Ciel. So solo che questo sentimento è ... giusto. Non voglio che finisca, e per questo voglio che lei sia al mio fianco per sempre. So che questo è troppo da chiedere, ma ... sareste disposto a passare l'eternità con me?"
Ciel guardò gli occhi cremisi di Sebastian, sconvolto dalla commozione dietro questa proposta. Il ragazzo si era sempre chiesto cosa sarebbe successo una volta che fosse arrivato il momento, per il demone, di raccogliere la sua anima, ma non avrebbe mai immaginato che Sebastian l’avrebbe tralasciato da parte.
Ciel tremava.
"Vuoi dire... che tu vuoi che io diventi un demone?"
"Solo se lo desidera" Ciel non ci pensò due volte prima di rispondere.
"Certo che lo farò." Sebastian sorrise alla risposta, quasi come se non si aspettasse una risposta così rapida. Si chinò e baciò il ragazzino, tirandolo contro di se.
 
Più tardi ...
 
I due erano seduti uno di fronte all'altro davanti al tavolo da pranzo.
Bard era riuscito a versare loro due bicchieri di vino, e poi si defilò insieme agli altri tre verso il giardino.
Nessuno dei due parlò per un certo tempo, fu Sebastian a rompere il silenzio ormai diventato insopportabile.
"Propongo un brindisi." Ciel lo guardò, interessato. Prese il bicchiere di vino ornato con rose rosse, guardando verso Sebastian, che alzò il bicchiere.
"Eien Ni*." Ciel sorrise mentre i bicchieri tintinnavano insieme.
“Eien Ni, My Lord”
 
 
 
 
 
*Eien Ni: Per L’eternità!
 
Angolino della traduttrice: Ed eccoci giunti alla fine di questo splendida fanfiction *^* Ho adorato l’ultimo pezzo, devo dirla tutta °///°
Come avevo già anticipato, credo che tradurrò una fiction su Alois e Claude-san (*w*).
Bene, spero vi sia piaciuta e grazie di cuore a tutti:
Un ringraziamento speciale a:
Ritsuka95
ReaperOfLostSouls
Neliel2000
Chizuru
 
Sebastian: Balliamo insieme un harem. 

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