L'Amore Conta

di TheScarecrow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono capitolo ***
Capitolo 10: *** Decimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


Disclaimer: Niente di questo è vero, non conosco i personaggi da me descritti (ç___ç) e non scrivo a scopo di lucro.

Quì trovate il link della canzone *-*  --> https://www.youtube.com/watch?v=u2LdEdpYg-M


 

L’Amore Conta

1)

 

- Gerard ti prego, rimani a casa almeno stasera -

- Non preoccuparti piccolo, vado solo a divertirmi - rispose lui sorridendo.

- Senza di me? - disse Frank alzando un sopracciglio. Sapeva il modo in cui si divertiva il suo fidanzato ogni sera, e non gli piaceva per niente l’idea di lasciarlo andare da solo.

- Sei tu che non vuoi venire, Frank -

- Mi sembra giust- -

- Shh. Non aspettarmi sveglio - lo interruppe Gerard dandogli un bacio sulle labbra.

Frank rimase con la bocca socchiusa e  lo seguì con lo sguardo finché non si chiuse la porta di casa alle spalle.

Si sedette sul letto e si prese la testa fra le mani. Non ne poteva più di quella situazione che ormai andava avanti da 4 mesi.

Era iniziato tutto da quando Helena era morta e Gerard qualche giorno dopo il funerale, aveva iniziato a stare fuori la sera fino a tardi e a tornare a casa sempre ubriaco.

Qualche volta Frank gli aveva anche visto dei buchi sulle braccia, ma lui aveva sempre negato di essersi drogato.

Si stava distruggendo da solo, con le sue stesse mani e non voleva che nessuno lo aiutasse. Tantomeno Frank, che soffriva tantissimo per questo. Voleva aiutarlo perché non sopportava di vedere la persona che amava, distruggersi in quel modo.

 

Io e te ne abbiam vista qualcuna - vissuta qualcuna

ed abbiamo capito per bene - il termine insieme

mentre il sole alle spalle pian piano va giù

e quel sole vorresti non essere tu

 

Gerard era sempre stato il suo Sole, la luce che continuava a splendere incurante di quello che succedeva intorno a lui. Era sempre sorridente e allegro, però dopo quel fatto, quella luce ha iniziato a spegnersi ed a scendere nelle tenebre. E Frank avrebbe fatto qualsiasi cosa per rivedere quella luce. 

 

Ripensando a quanti bei momenti avevano passato insieme e a come, nel giro di pochi giorni, tutto gli si era ribaltato contro, si lasciò sfuggire qualche lacrime che gli bagnò le mani.

Era stanco. Stava perdendo il suo amore e, per colpa di Gerard, anche la sua carriera stava andando in frantumi.

I My Chemical Romance rischiavano di separarsi se il leader non avrebbe più messo piede in sala di registrazione o sul palco. Era già successo che per colpa della sua salute, si dovesse rimandare un concerto… o più che rimandarlo, cancellarlo proprio e sia i fans che il loro manager, si stavano innervosendo. I loro compagni di gruppo erano un po’ più comprensivi, ma non avrebbero retto a lungo pure loro.

Si coricò sotto le coperte e cercò di non pensare alla metà del letto vuota a cui dava le spalle.

 

* * *

 

Era riuscito a prendere sonno da poco, quando ad un tratto sentì un rumore provenire dalla cucina. Tenne gli occhi chiusi e ascoltò i passi arrivare fino alla camera dove si trovava lui. La porta si aprì di colpo facendo sobbalzare Frank che però non si mosse dalla sua posizione per non far capire che era sveglio.

Sentì Gerard spogliarsi e infilarsi sotto le coperte.

Dopo qualche secondo i brividi invasero il suo corpo: Gerard gli stava accarezzando la schiena, respirando sul suo collo.

Gli sussurrò qualcosa di incomprensibile, probabilmente per colpa dell’alcool ma Frank non si mosse e trattenne le lacrime. Era triste pensare che Gerard aveva voglia di fare l’amore solo dopo esser tornato a casa a notte fonda ed aver bevuto per tutto il tempo… che poi, “fare l’amore” era una parola grossa se era riferita ai loro rapporti intimi negli ultimi 4 mesi. Frank a malapena provava piacere e, Gerard lo usava solamente per scaricare la sua rabbia.

Si girò verso di lui e si tirò a sedere guardandolo dall’alto. Era dimagrito parecchio pensò.

- Dove sei stato? -

- Mh? Non sono affari tuoi -

- Sì invece! Sei ubriaco da far schifo -

- Sta zitto e dormi. È meglio non sapere cosa succede la fuori - disse Gerard alludendo al mondo fuori casa loro, quello fatto di fumo, droga, sesso e polizia.

- Io voglio sapere quello che combini ogni sera quando esci di casa - disse Frank fermamente.

Gerard a gran fatica si mise a sedere e lo guardò accennando uno strano sorriso. Era proprio andato.

- Cazzo ridi, sei patetico! -

Il sorriso sul volto di Gerard scomparve e ne prese posto un’espressione seria e incazzata che spaventò Frank.

- Come mi hai chiamato?? - ringhiò lui, spingendolo sul materasso e mettendogli una mano al collo.

- Ge-Ger-Gerard m-mi fai m-male - sussurrò Frank sentendosi mancare l’ossigeno.

Gerard lo guardò per un po’, poi decise di lasciarlo andare. Staccò la mano dal collo di Frank e lo guardò di sottecchi mentre il moro si massaggiava il collo sospirando con la bocca socchiusa.

- Ma sei impazzito? - chiese deglutendo a fatica.

- Scusami… -

- L’alcool ti ha davvero dato al cervello, non ti riconosco più Gerard -

-  E così mi riconosci? - chiese Gerard baciandolo sulle labbra.

Frank lo allontanò da sé disgustato dal sapore che aveva in bocca.

- Non si risolvono così le cose - disse pulendosi le labbra con il dorso della mano.

- E come si risolvono Mr. So tutto io? -

- Facendosi aiutare e curare! - esclamò Frank alzando il tono della voce.

- Sto bene così -

Frank spalancò gli occhi incredulo. Aveva sentito bene? Gerard aveva detto che preferiva stare in quel modo pur di curarsi? Roba da matti.

- Come stai bene così? Ti stai facendo del male da solo! - esclamò Frank allargando le braccia esasperato

- Appunto! È quello che voglio fare -

- Gerard no, perché devi fare così … - esclamò Frank coprendosi il viso con le mani. Non ne poteva più, ogni giorno ce n’era una nuova.

- Lasciami -

Un sussurro disperato, ma Frank lo sentì e se ne preoccupò.

- Cosa?! - esclamò il moro alzando lo sguardo su di lui.

- Lasciami morire -

Frank non potè credere alle proprie orecchie. Gerard voleva morire e lui aveva un solo modo per salvarlo, con l’amore. Lo strinse a se perché dopotutto lui lo amava e gli accarezzò i capelli sporchi.

- No, mai -

 

e così hai ripreso a fumare - a darti da fare

è andata come doveva - come poteva

quante briciole restano dietro di noi

o brindiamo alla nostra o brindiamo a chi vuoi

l'amore conta

l'amore conta

conosci un altro modo

per fregar la morte?

nessuno dice mai se prima o poi

e forse qualche dio non ha finito con noi

l'amore conta


 

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Buona Seraaa! 
Lo so, è da mesi e mesi (forse secoli) che non mi faccio viva se non per leggere e recensire e boh, non ho scuse. Cioè, il motivo di tutta questa mia assenza è perchè non avevo più ispirazione e non sapevo cosa scrivere DD: 
Sapete quando ho iniziato a scrivere questa FF? Avevo questo capitolo salvato sul cellulare, con la data del 22 marzo. Il giorno dopo è successo quello che è successo e quindi è finita nel dimenticatoio. 

Dopo di chè, l'ispirazione è arrivata ma il tempo di scrivere un capitolo che, non sapevo più andare avanti.. infatti ne ho altre 3 in cantiere, una scaletta per una FF, un' altra FF e una OS (che dovrei finire e pubblicare), mentre la FF non è che mi ispiri molto, anche se ho tipo 2 o 3 capitoli già fatti... 
Fatto sta che ieri sera, intorno alle 23 mi è venuta ispirazione *ringrazia il Cielo* e mi sono messa a scrivere, pochetto ma ho scritto. Il secondo capitolo è già pronto anche se credo che sia più corto di questo. 

Va beh, vedrò di continuarla ma non credo che questa, sarà molto lunga come Fan Fiction.
Spero comunque che vi piaccia e niente, se non conoscete la canzone *prepara il fucile* vi invito ad ascoltarla  perchè è stupenda 
(ho messo il link sopra). 
Se notate, all'inizio si vedono delle persone fotografare due uomini in giacca e cravatta... non so, ma appena vedo quella scena mi si forma un sorriso :D sul viso. Voi cosa ne pensate? hehe io so già ;)

 

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


2)

 

La mattina dopo Frank si svegliò bruscamente. Aveva avuto un incubo, uno dei tanti da quando era iniziata quell’orrenda situazione con Gerard. 

Situazione che stava distruggendo anche lui, ma non poteva cedere. Doveva avere la forza per entrambi. 

Si mise a sedere e si passò una mano sul viso stanco. La stanza era fin troppo silenziosa, Gerard dov’era?

Si girò verso il letto e notò che era vuoto. Probabilmente Gerard era già in cucina a fare colazione oppure si stava facendo una doccia. 

No, impossibile. 

Negli ultimi tempi, se non era Frank ad obbligarlo, lui nemmeno si curava del suo aspetto e tantomeno si lavava. 

Si passò una mano fra i capelli, si alzò e a passo lento camminò fino al bagno, stava entrare ma si bloccò non appena sentì dei rumori provenire dall’interno della stanza.

Stette ad ascoltare e quando capì che la persona all’interno stava tossendo, entrò spalancando la porta e si precipitò a tenere la fronte di Gerard sollevata.

- Gerard! Respira piano - disse accarezzandogli la schiena con la mano libera.

Gerard, chinato sul lavandino, non dava segno di ascoltarlo. Respirava velocemente e affannosamente mentre continuava a ributtare sicuramente non cibo.

- Hey, così soffochi! Fai piano ti ho detto! - esclamò Frank dandogli un colpetto sulla schiena fino a farlo tossire.

Gerard lo spinse via allontanando la mano che aveva premuta contro la sua fronte.

- Vattene - disse mentre si ripuliva la bocca con l’asciugamano.

- Puoi scordartelo! - esclamò Frank facendo scorrere l’acqua nel lavandino per ripulirlo.

Gerard sbuffò e si sedette a terra appoggiando un braccio sulla tavoletta del water. 

- Gerard, non mi sembra il posto migliore per dorm- - Frank si bloccò non appena vide il sangue secco sul braccio del suo ragazzo.

- Ma stai sanguinando! - esclamò chinandosi per guardare da vicino la ferita.

L’altro nascose il braccio mugolando qualcosa di incomprensibile ma Frank aveva già visto fin troppo. Quelli erano buchi… si era bucato di nuovo e questa volta in casa loro. Non era mai successo.

- L’hai fatto di nuovo - 

Frank si guardò intorno e notò infatti che la siringa era sotto il lavandino. La raccolse e con un’espressione di disprezzo la sventolò davanti al viso di Gerard.

- Si può sapere cosa cazzo è questa? Mh? -

- E sta attento! Così mi buchi la faccia, cazzo - esclamò Gerard allontanando il braccio di Frank. 

- Tanto tu sei già abituato ai buchi - disse amaramente Frank, alzandosi in piedi. Buttò la siringa per terra e uscì dal bagno dirigendosi in camera da letto. 

Non ne voleva sapere più niente, non ne poteva più. Gerard sembrava non accorgersi di quanto lui ci stesse male e quanto stesse soffrendo ed ogni giorno la sua situazione peggiorava. Non aveva mai fatto uso di droghe in casa loro, Frank era sempre riuscito ad impedirglielo ma questa volta lo aveva fregato. Si stramaledì mentalmente ma in fondo non era colpa sua se il suo ragazzo non gli dava minimamente retta quando gli diceva che si stava rovinando da solo… avrebbe dovuto immaginarselo che un giorno sarebbe successo. 

- Bastardo! Era l’ultima che avevo! - 

La voce di Gerard gli arrivò dritta alle orecchie, come un fulmine. Era più preoccupato per una stupida siringa che di lui. Pazzesco! 

Si appoggiò alla scrivania dando le spalle alla porta e sospirò.

- Non avresti dovuto avere nemmeno quella! - disse Frank sicuro che l’altro potesse sentirlo. 

- Sai una cosa? - disse Gerard uscendo dal bagno - Non me ne frega più un cazzo di quello che pensi tu - 

- Come se te ne fosse mai fregato qualcosa… - 

- Chi sei tu per dirmi cosa devo fare? Mh? - ringhiò Gerard. Sentì i suoi passi quasi trascinati, avvicinarsi a lui, così si girò sconcertato.

- Magari sono il tuo fidanzato?! Non so, ultimamente sembra che te ne freghi altamente di me - gli rispose con un velo di tristezza nella voce. 

Che poi era semplicemente la verità, da quanto tempo era che non si dicevano “Ti amo”? Un’infinità di tempo che faceva sempre più male, a detta di Frank.

- Ecco appunto, io me ne frego di tutto. - disse Gerard sogghignando divertito da solo lui sapeva cosa. 

- Quindi puoi anche fare i bagagli e andartene - 

Frank crebbe di aver sentito male. Gerard stava delirando… voleva davvero mandarlo via così, su due piedi? Incredibile…  

- Gerard ma sei impazzito? Io non me ne vado - 

- E invece sì! Mi sono rotto di te - 

- Non starai mica dicendo sul serio, spero! - esclamò Frank alzando la voce. 

- Sì… - 

Un sussurrò che arrivò dritto al petto del più piccolo, come una pugnalata. 

Frank sbattè le palpebre un paio di volte. Forse stava impazzendo anche lui, a stare a stretto contatto con un soggetto del genere… ma in fin dei conti cosa poteva farci se lo amava? 

- Tu non capisci Gerard… non sopravvivrai nemmeno un giorno rinchiuso qui, da solo. Hai bisogno di me! - si avvicinò a lui e continuò a parlare sputando fuori tutto quello che avrebbe voluto dirgli da tempo.

- Sono io quello che lavora e che si prende cura di te, sono io quello che ti sto accanto quando ributti pure l’anima in quel cesso, sono io che ti aspetto sveglio, fino a mattina inoltrata, per paura che tu non possa tornare a casa delle volte… sono io che cerco in tutti i modi di farti smettere con quella merda che prendi, e-e sono io quello che ti sta supplicando di non sbatterlo fuori casa! - fece un respiro profondo e continuando a guardarlo negli occhi cercò di rimandare le lacrime indietro. 

- Ti prego, Gee. Non so più che cosa fare per impedirti di buttarti via in questo modo! Dimmelo! - esclamò disperato, in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.

- Frank… - 

Il diretto interessato trattenne il respiro. Era il momento della verità, se Gerard lo voleva ancora, bastava che glielo dicesse, se no era evidentemente finita.

- Mh? - 

- … Vattene - 

- C-cosa? - Frank crebbe di morire e non si controllò più, lasciando che le lacrime scendessero a rigargli le guancie. 

- Ti ho detto di andartene, cazzo! E’ così difficile da capire? - ringhiò Gerard gesticolando. 

- Gerard dai, ti aiuterò a guarire… possiamo farcela! - disse Frank speranzoso. 

Lui le stava provando tutte, pur di rimanere lì a salvarlo. Ma niente sembrava funzionare.

- Non voglio essere curato. Punto. - 

- Ma lo capisci che non voglio vederti star male? - 

- Fregatene - 

- Gerard… - 

- Quella è la porta - 

 

 

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Se vabbeh, questo fa più schifo dell'altro quindi ciao, io vi saluto e me ne vado! *evapora*
Questo capitolo era già scritto, ma l'ho modificato un po' ed ho cercato in tutti i modi di "allungarlo" un pochettino... anche se tutti quei dialoghi iniziano a starmi sulle palline! 
E' tutto Frase-azione frase-azione frase-azione e mh.. non mi soddisfa mica tanto. 
Va beh, leggete e vomitate pure, alla prossima :)

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


3)



Frank socchiuse gli occhi e sospirò. 

Non gli sembrava vero che il suo ragazzo lo stesse cacciando di casa. Sempre che si possa ancora dire che Gerard era il suo ragazzo… ormai non lo sapeva nemmeno lui.

Quando riaprì gli occhi lo vide svuotare il loro armadio, i suoi vestiti erano sparsi per la camera mentre Gerard si stava per dirigere ai cassetti del comò.

- Dai smettila - 

Gerard si girò e lo guardò con lo sguardo quasi assente.

Al più piccolo venne voglia di abbracciarlo e di prenderlo a schiaffi contemporaneamente ma si trattenne da fare entrambi. 

- Allora fallo tu, ma muoviti - disse Gerard serio per poi lasciare la camera da letto ed andare in cucina.

Frank si chinò a raccogliere i suoi vestiti, li mise dentro un borsone e quand’ebbe finito si avvicinò alla porta d’ingresso. Posò la mano sulla maniglia ma aspettò qualche secondo prima di aprirla. 

- Dimmi di restare e lo farò, so che hai bisogno di me - disse rivolgendosi a Gerard che seguiva ogni suo movimento stando in cucina. 

Questo rimase zitto e quando sentì Frank respirare, socchiuse gli occhi per non vederlo andare via.

Glielo voleva dire di rimanere, aveva davvero bisogno di lui, lo sapeva ma farsi di tutta quella roba gli aveva mandato in panne il cervello. 

Sapeva di farsi del male da solo e quello era il suo scopo. 

Da quando era morta sua nonna non riusciva più ad andare avanti. Si sentiva solo anche se sapeva benissimo di avere Frank accanto, che lo amava. Era più forte di lui pensare all’autodistruzione e ci mancava davvero poco che pensasse anche al suicidio. 

 

Sentiva un qualcosa, una specie di peso, opprimergli il petto ma non capiva cos’era. 

Sentiva il bisogno di tirarlo fuori, e sapeva che se lo avesse liberato, la situazione sarebbe cambiata in meglio. Era la chiave per sbloccare l’orrenda situazione in cui si trovavano… e Frank si trovava immischiato solamente per colpa di Gerard, l’unica sua colpa era quella di amare un drogato che non riusciva nemmeno più a vederlo come il proprio compagno di vita e che non gli prestava più le attenzioni di una volta. Non che Gerard non lo amasse, anzi. Ma quel suo comportamento era solo il risultato di tutte quelle droghe, in circolo nel suo corpo. 

Quando sentì la porta di casa chiudersi, si rese conto dell’enorme cazzata che aveva appena combinato. Aveva perso Frank.  

Si prese la testa fra le mani e lasciò che le lacrime scivolassero libere lungo le sua guance. 

- Frank, resta con me. Ti prego - 

Finalmente aveva liberato quel peso che lo opprimeva, ma oramai era troppo tardi.

 

***

 

Frank si chiuse la porta di vetro alle spalle ed uscì dal palazzo, incamminandosi verso la casa di Mikey che per fortuna, non era molto più distante dall’appartamento in cui viveva con Gerard. 

Mentre raggiungeva l’amico, si ritrovò a guardare le persone che incrociava per le strade della loro città. I bambini incuranti dei pericoli a cui andavano incontro, giocavano e correvano in mezzo alla strada mentre i loro genitori li seguivano svogliatamente con lo sguardo dal loro portico di casa, fumandosi una sigaretta. 

Frank credeva di essere davvero messo male, a livello psicologico. In quel momento si sentiva davvero giù di morale, stanco, triste e soprattutto deluso. 

Si sentiva come se fosse l’unico a stare male, a sentirsi così, ma vedendo il mondo attorno a lui, si rese conto che c’erano persone messe anche peggio di lui.  

Quei genitori per esempio, stavano li con lo sguardo perso senza nemmeno preoccuparsi per i figli che potevano essere investiti da un momento all’altro da un’autista ubriaco, cosa che succedeva molto spesso nel New Jersey.   

 

Quando Mikey aprì la porta di casa, non si aspettava di certo di trovarsi davanti Frank, e soprattutto non con quell’aspetto. 

- Ma cos- - 

Non fece in tempo  a finire la domanda che Frank, mollando la borsa per terra, gli saltò addosso piangendo contro il suo collo. 

- Frank -  

Facendo un enorme sforzo, si spostò dall’ingresso e chiuse la porta dietro di se. Frank non dava segno di staccarsi e intanto sentiva già che il colletto della sua maglia era diventato fradicio. Decise di non pensarci, tanto era solo acqua, si sarebbe asciugata subito e, circondò la schiena dell’amico con le braccia. 

Dopo qualche minuto i singhiozzi di Frank si placarono e si staccò da Mikey asciugandosi il viso.  

- Scusami… -  

Mikey si sistemò la maglia poi si rivolse a lui scuotendo la testa - Non preoccuparti, ma adesso mi spieghi cosa significa - 

- Cosa significa cosa? -

- Beh, prima di tutto quella - disse indicando la borsa ai loro piedi - e poi questo tuo pianto, non ti ho mai visto così - 

Frank annuì. Era ovvio che dovesse dargli delle spiegazioni, non poteva piombare così, all’improvviso a casa sua con una borsa e disperarsi in quel modo senza dirgli niente, poi uno lo prendeva per pazzo e non lo era.

Si spostarono in salotto e Frank imitò Mikey, sedendosi sul divano accanto a lui.

- Cos’è successo quindi? - 

- Gerard… - sospirò Frank trattenendo le lacrime che gli pizzicavano di nuovo gli occhi. 

Mikey, anche non vivendo con loro, sapeva della situazione di suo fratello. Delle volte che tornava a casa ubriaco alla mattina presto e dei brutti giri che aveva da quando loro nonna era venuta a mancare. 

Lui al contrario di Gerard, aveva cercato affetto nelle persone che lo circondavano, aveva così trovato Alicia, la sua attuale fidanzata ed era molto felice insieme a lei. 

Gerard aveva cercato - e stava ancora cercando - di distruggersi, ma facendo così, distruggeva anche chi gli stava accanto… e l’unico rimasto era Frank.

 

- Avrei dovuto immaginarlo - sospirò il biondo scuotendo la testa - cos’ha combinato di nuovo? - 

E li Frank gli raccontò tutto, partendo dalla sera in cui tornò a casa ubriaco e litigarono, di quando aveva detto di lasciarlo morire e della mattina dopo, quando lo aveva trovato in bagno. E soprattutto di quando Frank trovò la siringa.

- Mikey, mi prenderai per pazzo m-ma io non pensavo che sarebbe arrivato a t-tanto - rivelò tra i singhiozzi - non l’aveva mai fatto in casa nostra, cos’è cambiato? Perché?! - 

- Non lo so Frank… ma a questo punto potevi aspettarti di tutto, lo sai - 

- Sì ma non in casa nostra! Capisci? - 

- Io non so proprio come hai potuto sopportare tutto fino a questo punto - disse Mikey incrociando le gambe sul divano. 

- Cioè, è difficile gestire una persona così, un drogato… forse sono io che non capisco come sia possibile per il sol fatto che non sono con lui 24h su 24 come fai tu, ma non cap- - 

- Lo amo - disse tutto d’un tratto Frank con la voce che pareva un sussurro - Ci stavo male ogni giorno, okay. Ma alla fine io sono innamorato di lui come all‘inizio - 

A quella sua stessa dichiarazione si lasciò sfuggire un sorriso. Era liberatorio parlare del suo amore per Gerard con Mikey che in fin dei conti era il suo migliore amico da sempre. Lo faceva star bene, gli faceva ritornare a mente tutti i bei momenti passati insieme prima della disgrazia che li ha rovinati.  

Mikey lo ammirava. Gli sembrava di rivivere la stessa scena di molti anni prima, quando un Frank ancora ragazzino gli aveva rivelato di essersi innamorato di suo fratello. Non era cambiato per niente.

- Lo so Frank, lo so - disse abbracciandolo mentre l’altro piangeva ancora.




      



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Seeera!  
Non posso ancora crederci di aver finito questo capitolo! All'inizio non sapevo cosa scrivere nella parte in cui Frank va da Mikey, ma poi ho ascoltato i Paramore (soprattutto questa canzone mi ha aiutata molto a tirare fuori le idee  
https://www.youtube.com/watch?v=Vd_0Hri6GWc  ) e ne è uscita questa "cosa". 
E tutto questo oggi, in 3 ore D:
Mi sono resa conto che nel capitolo precedente tutti quei dialoghi erano indispensabili, per far capire meglio la situazione. In questo invece ho cercato di raccontare a parole come stavano le cose e soprattutto i pensieri, e credo di esserci riuscita. 
Se non capite qualcosa chiedetemi pure e sappiate che per me è impossibile spoilerare perchè non so ancora cosa far succedere nel 4° capitolo D: ahaha 
Vi saluto, ovviamente le vostre opinioni sono sempre gradite :) 


 

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


 4)

 

Erano passati due giorni da quando Frank era arrivato a casa di Mikey e quest’ultimo iniziava a preoccuparsi per lo stato d’animo del chitarrista.
Frank infatti, passava gran parte del tempo stando seduto sul divano con lo sguardo perso nel vuoto, mangiava poco e a stento parlava con lui e Alicia.
Per loro fortuna, quella mattina il loro compagno di gruppo, Ray, decise di andarli a trovare per parlare anche del loro prossimo album.
- Ragazzi, è da più di un anno che non registriamo nuove canzoni… dobbiamo darci una mossa! - disse l’afro dopo nemmeno 10 minuti che erano seduti al tavolino del Cafè vicino a casa.
- Ray, lo sai come stanno le cose, è Gerard che scrive i testi e adesso non mi sembra in grado di farlo -
Mikey prese le difese del fratello dicendo comunque la verità.
Quasi due anni prima avevano pubblicato il loro primo album, I Brought You My Bullets You Brought Me Your Love. Avevano iniziato a suonare nei locali del New Jersey, e a poco a poco il numero dei loro fans era aumentato, fino a portarli a suonare a qualche festa della musica e nei locali più famosi, spostandosi anche fuori dal loro stato.
Era stata un’esperienza magnifica.
Per quei 5 ragazzi cresciuti nel NJ, quello era un nuovo mondo ma si abituarono presto.
Finito il loro mini tour iniziale, erano tornati tutti a casa loro per riposarsi e per pensare al successivo album da incidere. Gerard aveva iniziato a scrivere nuovi testi e le prime melodie erano già state abbozzate da Frank e Ray, dopodiché successe la morte di Helena.
Gerard smise di scrivere e gli altri membri del gruppo non ebbero più tempo per riunirsi e preparare le basi delle canzoni che ancora dovevano nascere. Frank era troppo preoccupato e occupato ad occuparsi del suo ragazzo e di quel momento di depressione totale, invece Mikey aveva trovato conforto in Alicia, una ragazza che aveva conosciuto proprio durante una delle loro serate nei pub e si era quasi dimenticato di avere un fratello che stava male.
- Certo che lo so! Ma di questo passo non andremo da nessuna parte - esclamò Ray alterandosi un poco.
Quando si parlava di lavoro lui era il primo a mettersi in gioco e dopo tutti quei mesi, era stufo di starsene con le mani in mano senza poter far niente né per la band né per Gerard.
- Calmati dai… aggiusteremo le cose -
- Le cose sarebbero dovute essere giuste già da prima! -


Frank lo ascoltava senza dire niente, fissava il liquido scuro nella sua tazza e pensava a quello che sentivano le sue orecchie.
Dal modo in cui Ray parlava, sembrava dare a lui la colpa della situazione in cui si trovava Gerard e il gruppo.
Non aveva mai visto Ray parlare in quel modo, di solito era quello più sorridente e disponibile fra i 5, ma quel giorno sembrava andare male anche a lui.
- Ray, ma si può sapere che cazzo hai oggi? Se sei venuto qua per darmi la colpa di tutto questo allora potevi startene dov’eri! -
Il chitarrista lo guardò quasi scioccato. Non si aspettava una tale affermazione da Frank che per altro, non aveva ancora aperto bocca da quando erano al Cafè.
- Ti sbagli, non ti sto dando la colpa di niente… solo che invece di starcene con le mani in mano dovremmo aiutare Gerard a guarire -
Mikey annuì dandogli ragione. Si sentiva in colpa per non aver aiutato il fratello, ma la morte della nonna era dura anche per lui da digerire.
- è difficile… - sussurrò Frank abbassando lo sguardo - Ho paura che si uccida -
- Frank - il biondo gli mise una mano sul braccio e lo costrinse a guardalo - Non lo farebbe mai, ti ama troppo -
- Ma mi ha cacciato! Mi ha lasciato, lui… potreb- -
- No - disse fermamente Ray - Non era in se e tu lo sai benissimo -
Frank sospirò sconfitto ed annuì.
Ray aveva ragione ma aveva comunque paura che Gerard potesse fare qualche cazzata. Sapeva che ne era capace.
- Frank, ti prometto che dopo andremo a vedere come sta e lo aiuteremo una volta per tutte - disse Mikey dopo aver scambiato un’occhiata d’intesa con l’afro.
- Grazie.. - soffiò Frank sempre con gli occhi sulla tazza.
- Ma solo noi due - precisò indicando Ray seduto di fronte a lui.
- Coosa? No no no! -
Frank spalancò gli occhi e iniziò ad agitarsi. Non era giusto, era lui il primo a voler vedere Gerard, non potevano impedirglielo. Quei due giorni senza di lui erano stati terribili e si rese conto che preferiva stare con lui anche quando era ubriaco, invece di starci lontano del tutto.
- è meglio così, non voglio che tu soffra ulteriormente -
- Ma io voglio vederlo, mi manca da morire! - esclamò Frank con le lacrime agli occhi. Possibile che loro non capissero?
- Dai Frank, non renderci le cose più difficili di quel che sono - lo supplicò Mikey abbracciandolo - Ora andiamo a casa poi noi andiamo, ok? -
Frank si limitò ad annuire e ad asciugarsi le lacrime.
Alla fine si era arreso. Doveva lasciar aggiustare a Mikey e a Ray il disastro che avrebbe dovuto risolvere lui durante quei terribili mesi.
Ma per lui era una cosa impossibile perché non aveva abbastanza forza per lottare per entrambi. Aveva bisogno di rimettersi in sesto e star bene lui, poi sarebbe riuscito a salvare anche Gerard. Sperava davvero che sarebbe andata così.


Uscirono dal locale e si incamminarono verso la casa di Mikey che distava pochi isolati da dov’erano loro.
Quando erano usciti di casa, avevano deciso di non prendere la macchina, per fari sì che Frank riacquistasse l’uso delle gambe che aveva perso a forza di stare seduto sul divano e che respirasse a pieni polmoni all’aria aperta.
Frank camminava a testa bassa con le mani affondare nelle tasche della felpa.
Pensava che passare una giornata in compagnia di Ray lo avrebbe fatto stare meglio, distraendolo un po’, invece sembrava che si fosse coalizzato con Mikey per essere contro di lui.
Gli impedivano di vedere Gerard dicendo che lo facevano per lui, per non farlo star male ulteriormente… ma non si rendevano conto che lui, stando lontano da Gee, stava ancora più male?
Pensava al peggio, credeva che il suo cantante, senza di lui, unico suo sostegno, sarebbe definitivamente crollato. Aveva perso sua nonna ed aveva iniziato a bere e a fare uso di sostanze.
Ora che aveva perso anche Frank cosa sarebbe successo?
Frank non voleva pensarci, lui non era morto e amava Gerard. Sperava solamente che quello, in un momento di lucidità, se ne ricordasse e andasse a cercarlo.
Era ovvio che Frank lo avrebbe accolto a braccia aperte e lo avrebbe perdonato a seduta stante. Lui perdonava sempre tutto, l’importante era stare accanto alla persona che amava. Che lui fosse felice, perché era da molto tempo che non lo vedeva tale.

- Fr-Frankie… -

Il chitarrista scosse la testa scacciando quei pensieri. A forza di pensare a Gerard, ne sentiva anche la voce. Mikey e Ray intanto, camminavano al suo fianco restando in silenzio per non peggiorare ulteriormente la situazione e il suo umore.

- Frankie… -

Ancora la sua voce… questa volta si voltò verso Mikey e lo vide aggrottare le sopracciglia confuso. Si fermarono all’istante tutti con lo stesso pensiero.
Non era una voce nella sua testa, non era pazzo. Gerard era davvero lì vicino a loro e ne ebbero conferma quando chiamò ancora il nome di Frank, con la voce un po’ più acuta.
Frank si voltò e scorse la sua figura appoggiata al muro di un vicolo cieco.
- Gerard! -
Neanche il tempo di ragionare, che Frank corse verso di lui chiamandolo con le lacrime agli occhi. Gli saltò al collo facendolo gemere per il dolore e per poco non caddero a terra entrambi.
Gerard era ridotto malissimo, aveva i vestiti stracciati e il viso sporco di sangue con qualche taglio all’altezza dello zigomo sinistro.
Frank se ne accorse solamente quando Ray lo prese per le spalle e lo staccò dal suo esile corpo.
- Ray, portalo via - ordinò Mikey andando a soccorrere il fratello. Era scioccato per come era ridotto, non l’aveva mai visto così mal concio e degradato.
- Noo, lasciami! -
Il piccoletto si dimenava come un’anguilla mentre Ray lo teneva sollevato per la vita. Per lui non era un peso, anzi. Anche quando Frank continuava a scalciare e a dargli i pugni sulle braccia, lui non sembrava nemmeno accorgersene.
- Gerard! -
Mikey quasi non si accorse che il fratello era caduto a terra, tenendosi le braccia stretta all’addome. Cercò di sollevarlo ma era più pesante di lui e lamentandosi per il dolore, non collaborava affatto. Evidentemente era stato picchiato, forse per procurarsi la roba.
- Dai, tieniti a me -
Gerard non lo sentiva nemmeno, il dolore era allucinante e profondo. Sentì solamente il suo ragazzo urlare qualcosa contro Ray e poi un lamento di quest’ultimo. Più che un lamento, un’imprecazione.
- Fottuto nano del cazzo! -
Nel giro di tre millisecondi si ritrovò Frank addosso. Lo aiutò ad alzarsi e lo costrinse ad aprire gli occhi.
- Gee… mi dispiace -
Gerard crebbe di sognare. Perché Frank gli chiedeva scusa? Che colpe aveva se lui si era ridotto così, per disperazione? Perché sì, Gerard dopo che Frank se n’era andato, si mise in testa l’idea che senza di lui, sarebbe morto. E così volle fare. Voleva morire, la sua unica ragiona di vita, il suo amore, Frank se n’era andato, lasciandolo perché lui l’aveva cacciato dopo mesi di sopportazione.
- Io ti ho fatto questo… - sentì mormorare da Frank, che non si sa con quali forze, lo sosteneva a sé.
No, no, no. Perché diceva così? Non era vero niente.
Voleva rispondergli ma la gola gli bruciava, così ne uscì solamente un lamento.
Frank non doveva darsi la colpa di niente, era solamente colpa sua se aveva iniziato a bere e tutto il resto, era stato lui a lasciarsi andare. Credeva che così facendo, il dolore per la morte di sua nonna sarebbe scomparso, ma non successe. Tutte quelle cose messe insieme portarono altri dolori, sia a lui che a Frank.
Per un momento aveva voluto farla finita.
Quella mattina infatti, aveva chiamato a casa di suo fratello, ma aveva trovato la segreteria telefonica, così aveva lasciato un messaggio. Si era recato fuori casa con un livello di autostima sotto terra, non si lavava da giorni, forse settimane… ancora da quando Frank viveva con lui.
Voleva farsi un’ultima volta, per morire felice. O almeno felice come credeva lui.
Aveva trovato delle persone disposte a vendergli della marijuana ma non aveva con sé il soldi per il pagamento, così aveva cercato di scappare ma non essendo in forze, non era andato molto lontano.
L’avevano picchiato, insultato, schernito… chi più ne ha più ne metta. E poi, dopo un’infinità di tempo, dopo essersi convinto di morire lì, in quel vicolo sporco, aveva visto il suo angelo passargli davanti ed aveva riacquistato le speranze.
- Sei una testa di cazzo - esclamò Frank stringendosi contro il suo petto. Gli faceva male ma non si lamentò, non voleva che si spostasse da quella posizione. Si lasciò sfuggire una leggera risata, era consapevole di essere una testa di cazzo.
- Ma è anche ubriaco? - chiese Mikey confuso nel vedere suo fratello sorridere. Ray scosse la testa. Non voleva sapere in che stato era ridotto Gerard, il suo ragazzo era impazzito quindi preferiva stargli alla larga.
- Non sarebbe mai successo se io fossi rimasto -
Frank lo disse talmente piano che a malapena Gerard lo sentì. Tremò e non per il freddo. Aveva paura, paura di perderlo di nuovo.
- Frankie… - gli sussurrò tra i capelli. Lentamente spostò un braccio dal suo ventre e gli circondò la schiena. Voleva sentirlo vicino ma gli costò molta fatica compiere quel semplice gesto. Avrebbe voluto dirgli che non era colpa sua e che lo amava ma era già tanto se riusciva a dire il suo nome in un gemito.

- Dobbiamo portarvi all’ospedale - disse Mikey riferendosi al fratello e a Ray, che probabilmente aveva una frattura al naso per colpa del pugno di Frank. Sì, era piccolino ma quando ci si metteva menava anche forte.
Detto ciò, disse a Frank di spostarsi. Questa volta non si oppose, mise un braccio intorno alla schiena del cantante e con l’aiuto del biondo lo portarono fuori da quell’orrendo vicolo.
Frank aveva ancora il viso bagnato dalle lacrime che aveva versato quand’era abbracciato al suo ragazzo. Si era anche sporcato i vestiti con il suo sangue, ma non gli importava se la gente li guardava come se fossero 4 zombie che a stento camminavano, l’importante era che Gerard fosse vivo. Il resto non contava.

 

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Buonasera! 
Alors, questo capitolo l'ho scritto in 2 giorni + oggi che ho aggiunto moooolte cose e cambiato la fine :D 
Spero sia di vostro gradimento, se volete dirmi cosa ne pensate o se c'è qualcosa che non capite, sapete dove trovarmi... scusate per il tipo di scrittura, ma l'html faceva girare un po' le palline, non mi faceva più lo spazio tra le righe D: 
Va beh, ora vi lascio alla lettura. 
Ci vediamo al prossimo capitolo :) 

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Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***


5)
 

Gerard si svegliò senza sapere dove fosse. Si guardò intorno ma la stanza in cui si trovava era buia e alquanto spoglia e bianca. Non gli era mai piaciuto quel colore, lui preferiva il nero. 

Si strofinò gli occhi ma nell’alzare il braccio si rese conto di essere attaccato a dei fili infilati proprio nella sua carne. Li seguì con lo sguardo e vide che erano collegati a delle macchine anch’esse bianche. 

Gli faceva un po’ male la testa, forse era dovuto al fatto che aveva dormito troppo o per le botte che aveva preso il giorno prima. Ma era già passato un giorno? Era buio, probabilmente era ancora notte fonda. 

Quando sentì un movimento alla sua destra, si voltò e vide Frank che dormiva con la testa appoggiata sulle sue stesse braccia. 

Sorrise nel vederlo li accanto a se. 

Significava che non si era dimenticato di lui, che ci teneva ancora. Per questo insieme a suo fratello e a Ray, lo aveva portato in ospedale dove ora si trovava. 

Gli avevano medicato e fasciato tutte le ferite, gli avevano dato degli anti dolorifici che gli avevano alleviato il dolore, quindi adesso non sentiva più tutto quel male all’altezza dell’addome quando cercava di parlare.

Allungò il braccio e gli accarezzò i capelli con delicatezza. Non gli sembrava ancora vero che Frank fosse rimasto con lui. 

- Gee… - 

Non sapeva se stesse sognando o se si era svegliato, sapeva solo che sentirsi chiamare così, in un sussurro, gli faceva una gran tenerezza. 

- Hey - 

Frank sollevò la testa e dopo essersi stropicciato il viso assonnato, piantò gli occhi nei suoi. Si trovò davanti un Gerard sereno che gli stava sorridendo e lui non poté far altro che ricambiare. 

- Ciao… come stai? - 

Gerard alzò le spalle guardando altrove - Meglio, sento molto meno dolore adesso - 

Frank gli accarezzò una mano e con l’altra lo prese per il mento, obbligandolo a girarsi verso di lui. 

- Gee, perché l’hai fatto? - gli chiese cercando di nascondere il tremore della propria voce. Non voleva piangere, prima doveva chiarire tutta quella situazione con Gerard. 

- Non lo so - disse sentendosi gli occhi bruciare - Tu te ne sei andato e io non sapevo più cosa fare - 

- Gerard - 

- Volevo morire - sussurrò lasciando che le lacrime gli rigassero le guance. Con Frank vicino non riusciva a trattenersi e non si vergognava di piangere, lo aveva visto in momenti peggiori. 

- Gerard no - 

La sua voce era ferma, non voleva che pensasse e dicesse quelle cose, non voleva nemmeno sentirle. Questo significava che aveva ragione fin dall’inizio e se quel pomeriggio non fosse venuto Ray a portarlo in quel Cafè, lui non avrebbe mai trovato Gerard in fin di vita. E li chissà come sarebbe finita. No, non voleva pensarci.

Gli prese il viso tra le mani e gli asciugò le lacrime.

- Non devi nemmeno pensarle queste cose, è chiaro? - gli chiese tenendogli il viso tra le mani.  

- N-no… non lasciarmi -  sussurrò Gerard chiudendo gli occhi. 

- Non ho mai voluto farlo - disse Frank abbracciandolo. 

Gerard lo strinse a se, fili permettendo, e respirò il suo profumo. Quel profumo che non sentiva da giorni, settimane forse mesi visto che in casa loro c’era solamente odore di alcol, ma quello di Frank gli era mancato e ora poteva sentirlo e respirarlo a pieni polmoni. 

- Ho sbagliato tutto, ho commesso l’errore più grande della mia vita mandandoti via, io avevo bisogno di te - 

- Shh, tutti commettiamo degli errori. Non pensarci più - disse Frank accarezzandogli una guancia. Era stranamente calmo ed era sorpreso di sentir parlare Gerard in quel modo fin troppo lucido. Non si ricordava quand’era stata l’ultima volta che lo aveva sentito formulare una frase di senso compiuto. 

- Ho ancora bisogno di te… - 

- Lo so Gee, anche io. Tanto - disse Frank alzandosi dalla sedia. Si chinò su di lui e lo baciò. Era un bacio delicato, non voleva fargli male visto che aveva dei tagli anche sulle labbra. 

Quando si staccarono si coricò accanto a lui stringendosi al suo petto e lo guardò negli occhi - Promettimi che non lo farai mai più, non lasciarti distruggere - 

- Te lo prometto, davvero - disse lasciandogli un bacio tra i capelli - Ho infranto la promessa una volta, non lo farò due volte se so che tu starai con me -

- Certo che ci sarò, sempre - disse passandogli un braccio intorno al bacino, stando attento a non fargli male. - Ci sono sempre stato per te, lo sai… solo che tu non mi vedevi - 

- Amore mi dispiace, non accadrà mai più - disse Gerard sinceramente. Solo ora si rendeva conto di quanto Frank avesse sofferto per lui in tutti quei mesi. Era stato cieco, malato e gli aveva fatto del male. Non voleva più ricadere nei suoi errori, voleva partire da zero e rifare la sua vita da capo, ripartire con Frank.

Si chinò su di lui e lo baciò di nuovo, questa volta approfondendo il bacio. Gli era mancato anche quello, il suo sapore, il suo calore.

Non sapeva nemmeno lui come aveva potuto vivere quei 4 mesi senza provare le emozioni che solo Frank era capace di fargli provare. Pensarci ora, era come pensare all’inferno e lui non voleva più ricascarci.

- Frankie… - gli accarezzò la guancia - Frankie ti amo - 

Il chitarrista lo guardò negli occhi e si lasciò sfuggire una lacrima solitaria, questa volta di felicità. 

Un brivido gli percorse la schiena. Era una sensazione bellissima e strana allo stesso tempo, forse perché era da tantissimo che Gerard non lo guardava in quel modo e non gli diceva quelle due paroline che lo facevano sorridere ogni volta che gliele sentiva dire quando tra di loro andava tutto bene. 

Gli era mancato tutto quello, gli era mancato lui.

 - Anche io - 

 

io e te ci siam tolti le voglie 

ognuno i suoi sbagli 

è un peccato per quelle promesse 

oneste ma grosse 

ci si sceglie per farselo un po’ in compagnia 

questo viaggio in cui non si ripassa dal via 

 

***

- Allora? - 

- Ha detto che potrà tornare a casa oggi stesso - disse Mikey chiudendosi la porta alle spalle. Il medico stava facendo a suo fratello un’ultima visita prima di lasciarlo andare.

- Oh, è fantastico! - 

Mikey gli sorrise. Era bellissimo vedere Frank felice, era da tanto che non stava così bene e in pace con se stesso.

Si accomodò sulla sedia accanto a lui e aspettò che Ray li raggiungesse. 

Quella mattina erano stati a casa di Gerard e l’avevano ripulita da cima a fondo. Avevano buttato via tutte le bottiglie di alcolici che avevano trovato ed avevano fatto il bucato, cambiato le lenzuola e lavato le finestre.

Mikey era rimasto scioccato nel vedere il modo in cui suo fratello viveva. 

Le stoviglie erano ammassate nel lavandino, i tappeti imbrattati da macchie i cui colori non erano stati ben identificati ed evitò di pensare a quali sostanze appartenessero. In bagno c’erano varie macchie di sangue secco, risalenti al giorno in cui Frank se n’era andato, sempre che non se ne fossero aggiunte di nuove. 

La maggior parte del lavoro lo dovette fare il biondo perché Ray non poteva chinare la testa per via del suo naso che continuava a perdere sangue, 

Il giorno prima all’ospedale, un medico lo aveva visitato e gli aveva ordinato di tener le narici tamponate con del cotone. Per sua fortuna -e di Frank-, non aveva nessuna frattura ma solo qualche capillare rotto.

 

- Eccobi, ragazzi - 

Mikey e Frank si girarono verso di lui e senza contegno scoppiarono a ridere. 

- Don’è dibertente - sbuffò Ray incrociando le braccia sul petto. 

- Oh, sì che lo è! - esclamò Frank aggrappandosi al braccio di Mikey che stava quasi piangendo dal ridere.

- Du nano, faresti beglio a sdare ziddo - 

Frank invece di impaurirsi, scoppiò a ridere ancora di più. Era davvero ridicola la voce dell‘afro, colpa del cotone nel naso ma lui non riusciva a trattenersi dal ridere - Ray ti prego, non voglio morire giovane - 

- Hey, non azzardarti a farlo! O almeno non prima di avermi dato un bacio - disse una voce alle loro spalle. 

Smisero immediatamente di ridere e non appena si girarono, Frank si alzò e gli corse incontro. 

- Gee! - 

Gli saltò al collo e lo baciò davanti al medico che sgranò gli occhi non aspettandosi di vedere una scena del genere. 

- Anch’io sono felice di vederti, Frankie - rise Gerard abbracciandolo.

- Quindi è tutto a posto? -  chiese nuovamente Mikey preoccupato. Poco prima in stanza, aveva già avuto la conferma che Gerard poteva tornare a casa e che non aveva niente di rotto, solo un paio di costole leggermente incrinate ma niente di preoccupante. Le fasciature andavano cambiate e disinfettate e i graffi sul viso e sul resto del corpo si sarebbero cicatrizzate nel giro di poco tempo, niente di preoccupante. 

Il medico gli aveva spiegato come disinfettarlo e tutto il resto, gli aveva prescritto i farmaci e lo aveva tranquillizzato, ma lui voleva avere un’ulteriore conferma di tutto ciò. 

- Hem… sì Sig. Way, è come le ho detto prima - disse il medico spostando lo sguardo sul biondo. - Le posso parlare in privato? - 

Mikey scambiò un’occhiata perplessa con Gerard, poi lo seguì come gli era stato chiesto. 

- C’è qualcosa che non va, dottore? - chiese fermandosi a mezzo metro da lui. 

- Ieri pomeriggio, quando le infermiere hanno medicato suo fratello hanno notato dei fori sulle sue braccia… mi dica, Gerard fa uso di droghe? - 

Wow, molto schietto e diretto. Mikey si sentì in imbarazzo, non lo sapeva nemmeno lui quand’era stata l’ultima volta che Gerard si era fatto.  Forse giorni, forse ore. Non lo sapeva. 

- Faceva credo… cioè, non so quand’è stata l’ultima volta. Ha passato un brutto periodo - gli rispose, grattandosi la testa nervoso. 

- Capisco, glielo chiedo perché ho potuto notare io stesso che i buchi non sono cicatrizzati e questo significa che è una cosa abbastanza recente - 

- Mh sì… è stato picchiato proprio per questo, voleva procurarsi una dose ma non so quand’è stata l’ultima volta - 

Voleva tornare dai suoi amici il più presto possibile, quella specie di interrogatorio lo metteva sotto agitazione. Gli sembrava di essere un genitore convocato a scuola per la cattiva condotta del proprio figlio. Con la differenza che Gerard non era suo figlio, ma suo fratello. 

- Come immaginavo - disse il medico annuendo - Se ha bisogno di qualche consiglio su come gestire la situazione, mi chiami. Le posso consigliare dei buoni centri per tossicodipendenti - si mise una mano in tasca e ne estrasse un biglietto da visita che gli porse. 

Mikey lo guardò come se fosse veleno poi lo prese - Grazie ma non penso che ce ne sarà bisogno - 

- Precauzione - gli sorrise lui allontanandosi - Arrivederci - 

Mikey corrugò la fronte - Ma anche no! - esclamò a denti stretti, stando ben attento a non farsi sentire dal dottore.

Neanche il tempo di girarsi che Frank lo chiamò a gran voce. - Hey Miks, andiamo! - 

Era talmente euforico quel giorno, quasi non lo riconosceva. Saltava da una parte all’altra dei corridoi come faceva quando erano sul palco e aveva perennemente stampato in faccia un sorriso a 32 denti. Mikey lo aveva notato la prima volta quella mattina, quando era arrivato in ospedale per vedere come stava suo fratello, prima di andare a casa sua a fare le pulizie di primavera che poi tanto primavera non era. 

Era stato con loro un quarto d’ora e per tutto il tempo non aveva fatto altro che studiare il comportamento di Frank che, al contrario di lui, aveva deciso di rimanere la notte in ospedale per stare accanto a Gerard. Aveva dovuto convincere le infermiere a farlo restare perché dal regolamento non si poteva, ma a Frank che faceva gli occhioni e che prometteva autografi non si poteva non cedere. 

Lo aveva osservato mentre si prendeva cura di Gerard, quando lo aiutava a tirarsi su a sedere, quando gli sistemava i cuscini e gli rivolgeva mille sorrisi e parole dolci. Sembrava una moglie che si prendeva cura del marito malato. Era cambiato moltissimo nel giro di poche ore, aveva notato che il suo umore era cambiato perché stava insieme a Gerard. Forse era un bene non averlo allontanato da lui, il giorno prima.

Lo ammirava per come riusciva a star bene per la sola presenza sana del suo ragazzo. Lo ammirava perché faceva tutto quello per lui e perché aveva ancora la forza di andare avanti. 

- Sì, arrivo - 

- Tutto bene? Hai una faccia - gli disse Gerard guardandolo con fare sospetto, come se sapesse che Mikey gli stesse nascondendo qualcosa. O che c’era qualcosa che non andava.

- Sisi, tutto a posto - disse lui sforzandosi di sorridere. 

La verità? Era preoccupato per quello che gli aveva detto il dottore e soprattutto, era preoccupato per suo fratello. Era vero, adesso c’era Frank che si prendeva cura di lui, ma non ci voleva niente a ricadere, a bere una bottiglia di troppo o a frequentare di nuovo i posti sbagliati per poi ritrovarsi allo stesso punto di prima. 

Sospirò e sperò soltanto che Frank sapesse cosa fare, perché lui non ne aveva idea. 

 

l'amore conta - l'amore conta 

e conta gli anni a chi non è mai stato pronto 

nessuno dice mai che sia facile 

e forse qualche dio non ha finito con te 




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Seeera!
Eh vedete che quando l'ispirazione viene a farmi visita io la accolgo ben volentieri? E poi ne escono queste cose un po' così, tra il divertente e il triste.
Sappiate che mentre scrivevo la parte di Ray, morivo da ridere! Ma ve lo immaginate? 
Beh, per sapere che voce ha basta tapparsi il naso e parlare... facile. Io l'ho fatto mentre l'ho ideato ed ero come Frank e Mikey ahaha
Non ho niente di particolare da dirvi su questo capitolo, se avete domande fatemele pure! 
Ah, come vedete ho ripreso la canzone da dove l'avevo interrotta nel primo capitolo. Tutta la storia è basata su quel testo lì, quindi man mano che nei capitoli descriivo a fatti le parole della canzone, aggiunerò il pezzo corrispondente. 
Ho detto tutto. 
Alla prossima :)


 

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo ***


6)

 

Nei giorni successivi, Frank dovette imparare molte cose che prima non era in grado di fare, per esempio, cambiare le bende, tenere pulite le ferite e soprattutto, vivere con Gerard. Un ex tossico dipendente e alcolista. 

E non era per niente facile. 

Se ne rese conto il giorno dopo che furono tornati a casa dall’ospedale, quando vide Gerard trascinarsi per casa come un’anima in pena in cerca di qualcosa.

“Mikey e Ray hanno pulito proprio tutto” gli aveva detto passando un dito sul ripiano della cucina.

“Già, faceva a dir poco schifo questo posto” gli aveva risposto lui in tutta sincerità “Cerchi qualcosa?”

“Mh? Hanno buttato via tutte le mie bottiglie” 

“Lo so, hanno fatto proprio un bel lavoro… dovresti ringraziarli” 

Gerard aveva annuito distrattamente, poi si era rifugiato sul balcone per fumarsi una sigaretta.

Almeno quella dipendenza poteva portarla avanti, Frank non era contrario. D’altronde fumava anche lui di tanto in tanto e rispetto all’alcol e alla droga, il fumo era il minimo. 

Era andato da lui, sul balcone e lo aveva abbracciato da dietro appoggiando la fronte alla sua schiena, stando attento a non stringergli troppo il ventre. Adorava quella posizione, poteva sentire il calore del corpo di Gerard tra le braccia e poteva baciargli il collo, cosa che il cantante adorava perché era uno dei suoi punti più sensibile e Frank lo sapeva.

Quando gli aveva confessato che voleva bere non si era arrabbiato con lui, lo aveva fatto girare verso di sé e gli aveva detto che non era colpa sua, che era il suo corpo che reclamava l’alcol, non lui.

 

In tutto quel tempo -oramai era passata una settimana- Frank aveva imparato a farsi forza e sapeva per certo che non poteva mollare. Se lo avesse fatto sarebbero ritornati nella situazione in cui erano prima e non voleva che accadesse di nuovo. Gerard dipendeva da lui, se uno affondava, affondava anche l’altro. Insieme.

Negli ultimi giorni era migliorato molto il loro rapporto, parlavano molto, soprattutto Gerard gli confidava i suoi dubbi, le sue paura e incertezze ed aveva ricominciato a disegnare. 

Disegnava i suoi ricordi, scene macabre e sangue. Ma quello era normale, era da Gerard. 

E Frank lo stava rivedendo, in quegli schizzi di colore rosso sangue, misto al nero delle tenebre. Riconosceva quel 20enne di cui si era innamorato quando lui era ancora sedicenne. 

Rivedeva il ragazzo paffutello dai lunghi capelli neri che vedeva ogni giorno quando dopo scuola, andava a casa di Mikey per fare i compiti o per cazzeggiare.

Era rimasto subito affascinato da lui, il timido artista in erba che passava maggior parte del suo tempo libero, stando chiuso in camera sua. Però quando Frank andava a casa del proprio migliore amico, chissà perché, il fantasmino nero -così lo aveva soprannominato Frank, per il fatto che vestiva sempre di nero e per la sua pelle bianca-, usciva allo scoperto e passava il pomeriggio nella stessa stanza in cui erano lui e Mikey, 

Si ricordava ancora di quando aveva capito di essersi innamorato di lui e del giorno in cui lo aveva confidato al biondo che era sbiancato all’istante. Non se lo aspettava per niente. 

E invece lui si era messo a ridere ma non appena era comparso Gerard in salotto, facendogli l’occhiolino, Frank aveva smesso all’istante di ridere e il suo viso aveva preso un colore molto simile a quello di un pomodoro maturo. 

Da lì a poco avevano iniziato a frequentarsi, diventando degli ottimo amici e scoperta la passione di uno di cantare, e dell’altro di suonare, avevano deciso di formare una band insieme a Mikey e ai loro amici Ray e Matt.

Finito il loro primo tour però, Matt disse loro che i My Chemical Romance non avevano avuto abbastanza successo per i suoi gusti e quindi se ne andò di punto in bianco, lasciandoli senza batterista. Ma questo era l’ultimo dei loro pensieri.

Se volevano continuare a fare musica, la prima cosa da fare era scrivere i testi delle canzoni. Cosa che Gerard aveva già iniziato a fare. 

 

***

 

- Frank… - 

L’interessato alzò la testa dalla rivista che stava leggendo e lo guardò. Era seduto sul divano di fronte a lui ed era intento a scrivere qualcosa sul blocco per appunti. 

- Dimmi amore - 

Gerard picchiettò la biro contro la carta, poi alzò lo sguardo su di lui. - Mi porti da lei? -

Frank rimase un attimo interdetto, non si aspettava una richiesta del genere. Voleva andare a trovare sua nonna al cimitero. 

Che lui sapesse, l’ultima volta che Gerard ci aveva messo piede, era stato al suo funerale.

- Mh… sì, certo che ti ci porto - 

Il cantante gli sorrise riconoscente, poi si alzò e quando fu abbastanza vicino alla poltrona su cui era seduto Frank, chinò su di lui fino a incontrare le sue labbra. - Grazie - 

 

Mezz’ora dopo si trovavano davanti al cancello del cimitero. 

A Frank, come a lui, affascinava quel luogo. Da bambino credeva che scattata la mezzanotte nelle sere di luna piena, i cadaveri prendessero vita ed uscissero dalle loro tombe per andarsene bellamente in giro per il cimitero. 

Forse un po’ ci credeva anche adesso. 

Sentì Gerard accanto a sè, trattenere il respiro. Allungò la mano al suo fianco e quando incontrò la sua, gliela strinse per tranquillizzarlo. 

- Andiamo? - 

- Andiamo - sospirò Gerard lasciandosi guidare lungo il sentiero di ghiaia che attraversava l’intero cimitero.

 

La tomba di Helena si trovava nell’ala est, la sua lapide era semplice e inciso nella pietra scura, spiccava il suo nome ricamato in modo ordinato. 

 

Helena Lee Rush 

1933 - 2003 

 

Gerard lasciò la mano di Frank e si inginocchiò di fronte alla lapide. Appoggiò la rosa che aveva portato per lei, ai suoi piedi poi si soffermò ad osservarla.

Accarezzò i suoi petali rossi, erano delicati proprio come la pelle di sua nonna. Anche quella rosa era stata viva, poi lui comprandola -e quindi privandola del vaso d’acqua-, aveva cessato la sua crescita per farla morire lì, accanto a quella lapide come se potesse tenere compagnia a sua nonna. 

Sospirò e chiuse gli occhi. Voleva ricordarla per la donna fantastica che era, piena di vita e felice. Di quando aveva anche lei il colore rossi di quel fiore. La passione. La vita. 

Riaprì gli occhi e si girò verso Frank che era rimasto per tutto quel tempo, in piedi alle sue spalle. 

- Frankie, ti dispiace se- -

- Oh. No amore, non preoccuparti. Vi lascio soli - 

Gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla fronte, per poi ritornare a percorrere il sentiero di ghiaia. 

Come poteva non essere felice con un uomo del genere, al proprio fianco? Cosa chiedeva di più? Aveva già tutto. Aveva lui, Frank, che lo capiva ancora prima che pronunciasse una parola.

Gerard tornò a prestare attenzione alla lapide e sorrise accarezzando la foto che ritraeva sua nonna anche lei, sorridente e positiva. 

Si ricordava ogni momento passato insieme a lei, come quando da bambino gli aveva insegnato ad andare in bici e quando cadeva e si sbucciava il ginocchio, lei gli diceva sempre che dopo una caduta, l’importante era rialzarsi e non pensare al dolore che aveva provato cadendo.

Se le ricordava bene quelle parole e soprattutto doveva imparare a metterle in atto anche in quel momento. 

Doveva uscire da quella situazione e solo ora, grazie all’aiuto di Frank, ci stava riuscendo. Non voleva più ricadere nelle sue vecchie abitudini, e quando la voglia di bere o di drogarsi si faceva sentire, si ordinava mentalmente di resistere. E Frank, l’angelo dei suoi occhi, lo distraeva, lo coccolava, gli parlava e delle volte si faceva anche prendere a pugni solamente per non farlo cedere all’ennesima tentazione. 

Guardò il cellulare e si accorse che era passata un’ora da quando era li da sua nonna. Pensò a Frank. Sicuramente lo stava aspettando in macchina. 

Si sentì un po’ in colpa per averlo mandato via, ma lui lo capiva. Aveva bisogno di stare da solo e di chiarire i suoi pensieri e idee. 

Si alzò in piedi pulendosi i pantaloni, poi rivolse un’ultima occhiata alla lapide. Accarezzò la foto di sua nonna e in un sussurrò, la salutò.

- Arrivederci e buonanotte - 






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Seera regas!
Capitolo nuovo... come sempre, partorito in due giorni contati. Sembra che lo faccio apposta! xD
Beh, volevo chiarire un paio di cosine.
La prima è che la data di nascita di Elena non ho la più pallida idea di quale sia, quindi ho ipotizzato un 1933, ho fatto che avesse 70 anni quando è morta. Facciamo finta che è morta di vecchiaia, nella realtà non so.. alcuni dicono che è così, altri dicono per un cancro quindi boh, io mi affido alla fantasia. 
Fin dall'inizio, l'ho chiamata "Helena" e non "Elena" come sarebbe il suo nome vero. So che i suoi amici la chiamavano sempre "Helen" e che è per questo che Gee ha intitolato la canzone, aggiungendo la H al suo nome. 
Pooi... nell'ultima parte, nei pensieri di Gerard, dico che Frank si faceva prendere a pugni pur di non farlo cadere in tentazione. So che probabilmente non sono stata chiara, quindi ve lo spiego.
In pratica, quando Gee ha queste specie di crisi d'astinenza, ha degli sbalzi d'umore e si innervosisce. Se Frank non fosse lì con lui, finirebbe sicuramente per andare a comprarsi alcolici o altro, quindi cosa fa Frank, lo abbraccia e Gee contro il suo petto scarica la sua rabbia, dapprima si oppone all'abbraccio e quindi lo spinge e lo picchia al petto, poi quando si calma scoppia a piangere. 
Probabilmente nella realtà, una situazione del genere va gestita diversamente, ma io per fortuna non ci sono mai passata e non so esattamente come un tossico e/o alcolista possa reagire quando gli tolgono "la sua unica ragione di vita", quindi sono andata un po' di fantasia e intuito. 
Spero comunque che voi lo apprezziate, se avete dei consigli, sono ben accetti. Ah, mi sono dimenticata di dirvi che domani parto e quindi non avrò la possibilità di aggiornare nella prossima settimana.
Ci vediamo al prossimo capitolo! :)

 

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo ***


7)

 

Non si aspettava che fosse Gerard il primo tra i due, a prendere le redini di quella situazione. Era lui che voleva passare del tempo all’aperto, voleva uscire di casa e passeggiare mano nella mano con Frank.

E lui si sentiva strano, fuori luogo. Non si ricordava di aver mai fatto una cosa del genere con il proprio fidanzato, quando ancora era tutto normale.

Però gli piaceva, Gerard era diventato romantico ed era un aspetto di lui, che pochi avevano il piacere di scoprire. 

Proprio quel pomeriggio, gli aveva proposto di andare al super market. 

“Voglio preparati una cena speciale, stasera” gli aveva detto con un sorriso dolce.

E Frank come poteva resistergli? Non poteva. Non ci riusciva, era questo il punto.

Quindi aveva accettato di accompagnarlo ed ora si trovavano pericolosamente vicino alla corsia delle bevande. 

Frank voleva fare in fretta e allontanarsi da lui, non voleva che Gerard si trovasse davanti tutto quel ben di Dio -secondo i suoi ex occhi-, ma non fece in tempo a pensarlo che girandosi, lo vide con in mano una bottiglia.

Oh cazzo…

Lo affiancò sorridendo. Se Gerard lo vedeva preoccupato si incupiva anche lui, quindi era meglio mostrarsi sereni e tranquilli. Intrecciò le dita della mano con le sue e lo guardò in silenzio. 

Non appena il moro sentì il calore intorno alla sua mano, alzò gli occhi dalla bottiglia e li dedicò al suo ragazzo. 

- Ti fidi di me? - 

Frank guardò prima la bottiglia, poi lui - Certo, perché? - 

L’altro scosse la testa evitando di rispondergli, poi alzò la bottiglia - Rosso o bianco? - 

- Mh… bianco - 

Gerard sorrise e gli diede un leggero bacio sulle labbra non riuscendo a smettere di sorridere. Frank aggrottò appena la fronte, non capiva il perché di quella reazione così… insolita. 

- Perfetto - gli sussurrò il cantante, azzerando di nuovo le distanze tra le loro labbra. 

Frank si fece contagiare, sorridendo anche lui - Che cosa? - 

- Tu - 

Gerard giurò di averlo visto arrossire come quand’era un ragazzino. 

Frank non lo sapeva, ma era innamorato di lui già a quell’età o poco più. 

Se no perché, ogni volta che Frank andava a casa sua per stare con Mikey, lui abbandonava la sua camera e passava tutto il pomeriggio con loro? 

No, non era perché voleva compagnia. Cioè… sì, voleva la sua compagnia, ma lui non dava fastidio a nessuno, si sedeva sulla poltrona accanto al divano e lo studiava in silenzio. Ne studiava i lineamenti del viso, del corpo nascosto sotto vestiti troppo larghi per la sua corporatura minuta, ma più di tutti, ascoltava la sua voce e la sua risata cristallina riecheggiare nell’aria, dandogli un senso di spensieratezza. 

A volte rimaneva incantato ad osservare il piercing che aveva al labbro inferiore, immaginandosi di poter baciare le sue labbra sottili. 

E quante volte lo aveva ritratto. Oh, erano tante. Anche solamente i suoi occhi verdi che presentavano qualche sfumatura color nocciola. Semplicemente stupendi. 

Queste cose Frank non le sapeva e non poteva nemmeno immaginare che molte volte, Gerard era rimasto chiuso in bagno un po’ più del dovuto perché pensando a lui, aveva dato sfogo al suo desiderio sessuale. 

Forse certe cose è meglio che non le sappia si disse Gerard sorridendo tra sé.

Si riscosse dai suoi pensieri e fece per voltarsi, ma Frank, avendo ancora la mano unita alla sua, lo bloccò.

- E quella? - gli chiese indicando con un cenno del capo la bottiglia che aveva ancora in mano.

Gerard la sollevò e gliela mise direttamente davanti al viso in modo da fargli leggere l’etichetta.

- Oh… analcolico - 

- Vedi che non ti fidi di me? - rise Gerard che giustamente, si aspettava quella reazione da parte sua.

Frank abbassò lo sguardo imbarazzato e si grattò la testa con la mano libera. Si sentiva come un genitore quando si rende conto che il figlio è capace di fare le cose da solo, senza più il suo aiuto. 

- Scusa, io pensavo che- - 

- No, non scusarti… anche io al tuo posto, avrei reagito così - disse Gerard sorridendogli - Allora, cos’altro dobbiamo comprare? - 

Frank controllò la lista, poi dopo aver letto, sorrise - Caffè! - 

Nel sentire quella parola, gli occhi di Gerard si illuminarono - Mm… caffè - 

La sua voce uscì più come un sussurro che, alle orecchie di Frank, risultò alquanto inquietante ma rise lo stesso, divertito dalla sua espressione. 

Il caffè era la nuova droga di Gerard.

Dopo di lui, ovviamente.

 

 

* * *

 

Gerard era felice, era andato tutto secondo i piani proprio come sperava.

Arrivati a casa, si era chiuso in cucina ed aveva passato quasi due ore a preparare la cena -ovviamente vegetariana- e aveva servito in tavola sotto lo sguardo incredulo di Frank, che seguiva ogni suo movimento con gli occhi leggermente lucidi. 

“oddio, sta male” 

Pensò ironicamente, porgendogli il bicchiere per farsi versare il vino bianco che poi aveva scoperto essere uno spumante analcolico. Perfetto.

Gerard si sedette di fronte a lui e rise notando la sua espressione sorpresa. 

- Non preoccuparti, sono sanissimo - 

Frank si lasciò sfuggire un sorriso tra il divertito e l’imbarazzato. 

Ora riusciva anche a leggergli nel pensiero… e la cosa era alquanto inquietante. 

- A cosa devo tutto questo? -

- Beh, volevo in qualche modo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me fin’adesso e… e che farai, spero - disse Gerard giocherellando con le posate. 

Era stranamente nervoso. Era la prima volta che faceva una cosa del genere per qualcuno, quindi si sentiva un po’ strano. 

Frank se ne accorse e gli mise una mano sulla sua per tranquillizzarlo - Ma Gee, non dovevi - 

Il cantante alzò gli occhi su di lui e sentendosi in dovere di ribattere, lo fece.

Frank aveva fatto tantissimo per lui, e sapeva che non era stato facile. C’erano delle volte in cui lo sentiva piangere e magari lui era lì, ubriaco e non era in grado di andarlo a consolare come avrebbe voluto fare.

C’erano delle volte in cui però gli aveva fatto del male sfogando la rabbia su di lui… e questo non se lo perdonava proprio. Era stato un mostro, ma vicino alla bestia c’era sempre la bella. Frank.

- E invece sì. So che non è niente in confronto a quello che hai fatto e sopportato tu in questi mesi, ma per me è importante - 

- Ma tesoro… la cena, le candele, l’atmosfera romantica, tutto questo è stupendo! Io… grazie. Non me lo aspettavo, ma non ce n’era bisogno, davvero - 

Gerard non capiva. Si era impegnato tanto per preparargli la cena, aveva acceso anche delle candele profumate per rendere il tutto più intimo e piacevole, e Frank si ostinava a dire che non doveva farlo. Forse si aspettava di più… 

Scosse la testa - No… cioè, se vuoi di più posso capirlo, ti ho fatto passare 4 mesi d’inferno, io potr- -

- Shh, -

Mentre lui si faceva tutti quei problemi per dargli il massimo, Frank si era alzato dalla sua sedia e lo aveva raggiunto, zittendolo all’istante.

- Oh amore… se potessi vederti! Sei in imbarazzo perché pensi di non farmi felice abbastanza, ma non è così. - spiegò, sedendosi sulle sue gambe - Io non pretendevo questa sorpresa, io ero- sono già ripagato di tutti i miei sforzi passati perché ho te accanto, per il tuo amore. La cena è un più, io sono già felice -

Gran bella figura di merda, Gerard. Complimenti.

- Oh… - 

Si lasciò sfuggire un sussurro sorpreso. 

Non se lo aspettava proprio. E pensò che però, se a Frank bastava il suo amore, gli bastava davvero poco. 

E lui che si scervellava per farlo il più felice possibile!

Ora se ne rendeva conto, amava un uomo a dir poco fantastico.

Frank rise aspettandosi quella reazione e per consolarlo gli sollevò il viso e lo baciò - Sei carino quando ti imbarazzi - 

- Frankie… - sospirò Gerard nascondendo il viso contro il suo petto - Perché mi devi uccidere in questo modo? - 

Frank gli scompigliò i capelli divertito. 

Sembrava un bambino quando si comportava così, era bello. 

- E adesso? - gli chiese il cantante con un’espressione un po’ delusa - Cioè, ho fatto tutto questo per niente? - 

- Certo che no. Te l’ho detto, apprezzo moltissimo il tuo gesto, quindi… mh, si mangia! - esclamò saltando giù con un balzo dalle sue gambe. 

Gerard, avendo a portata di mano il suo sedere, ne approfittò per dargli una pacca. - Bel culo, amore - 

- Hey! - 

Frank si massaggiava il didietro e lui cosa faceva? Rideva.

- Non portarti avanti, adesso si cena - 

Il moro non capì cosa intendeva dire, quindi aggrottò la fronte - Mh? - 

- Ci sarà anche il dopo cena, vero? - gli chiese Frank quasi in un’affermazione. Sapeva già cosa fare, ma il cantante?

Il cantante capì -finalmente- che il “dopo cena” si riferiva al sesso. O per meglio dire, a loro due che facevano l’amore. 

Era più romantico e gli si addiceva di più.

- Ooh - 

- Ommioddio, Gee!  Il tuo sorriso fa paura! - esclamò Frank ridendo a quella visione. 

Si beh, sul viso di Gerard era comparso un sorriso a dir poco pervertito… e non se ne vergognava. 

Cioè, da quanto tempo era che non faceva l’amore con lui?!

Frank si riavvicinò a lui e gli diede un bacio veloce - Dopo, sta calmo - gli sussurrò. Poi tornò a sedersi al suo posto.

- Allora brindiamo? - gli chiese Gerard alzando il bicchiere con lo spumante.

Frank lo imitò - A cosa? - 

- A chi - lo corresse con un sorriso - A noi - 

- A noi - 







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Buoooona sera, meraviglie!
Come state? Spero tutto bene. 
Beh, come potete vedere sono tornata dalla mia bella settimana al fresco ed ora sono quì, pronta a riprendere il mio lavoro (?)
Dovete sapere, che in quei 9 giorni che sono stata via, ho praticamente finito di scrivere questa fanfiction quindi posso dirvi per certo che avrà 10 capitolo (al che, ne mancano solo 3 D:) e non ci sarà l'epilogo. Ritengo che vada bene così, poi capirete.
I versi della canzone stanno per finire, ci saranno ancora in mh... 2 capitoli. Finisce prima della ff stessa, quindi nell'ultimo capitolo ho deciso di mettere una frase sempre di Ligabue, tratta dal suo libro La neve se ne frega (e dire che lo amo, è dir poco) che secondo me, è perfetta per chiudere il tutto in bellezza. 
In pratica ho scritto 6 capitoli in una settimana. E le opzioni sono due, o la montagna mi fa strabene oppure ho qualcosina che non va... non mi è mai successa una cosa del genere! 
Lo so che i conti non tornano, infatti 4 capitoli sono per questa ff e 2 per un'altra che ho "in cantiere".

Aaalors, che dire su questo capitolo? Che Gee inizia a muovere i primi passi verso l'indipendenza (?). Come ho detto nel testo, Frank si sente molto genitore e ovviamente deve badare al suo piccolo, ma quando questo bimbo cresce, bisogna lasciarlo fare e arrendersi al fatto che non ha più bisogno dell'adulto. 
Mi piace come metafora u.u 
ahaha va beh, mi faccio i complimenti da sola.. siamo a posto! 
Penso di aver già detto tutto.. ah, sono curiosa quindi fatemi ficcare un po' il naso nei vostri affari u.u
Oggi è l' #InternationalMyChemicalRomanceDay (a parte quei 4 fottuti mesi ç__ç) Quindi mi chiedevo, come l'avete passata voi, che avete combinato? 

Io senza farlo apposta, sono andata a ritirare il cd di TBP che avevo ordinato tempo fa e poi niente, arrivata a casa l'ho messo su a palla. Chissene dei vicini! ahaha

Va beh, adesso vi lascio. 
Se non capite qualcosa, sapete che potete chiedermi tutto tranne spoiler. 
Io vi posso solo dire che ci sarà molta teneressa e tanto aMMore nei prossimi capitoli... soprattutto i prossimi due. Basta, ho già detto troppo >.<
Good Bye!! 

 

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Capitolo 8
*** Ottavo capitolo ***


8)


Aveva preparato tutto tranne il dessert, ma a quello ci aveva pensato Frank. 

Dopo cena aveva preso lui le redini della situazione, l’aveva portato in camera da letto e dopo averlo riempito di baci e spogliato, era corso in cucina a prendere l’ingrediente mancate: panna.

Quando Gerard aveva visto il barattolo spray, gli si erano illuminati gli occhi e Frank notandolo, aveva sorriso.

“Ho voglia di qualcosa di moolto dolce”

Gli aveva detto, sedendosi a cavalcioni su di lui dopo aver fatto un mini spogliarello davanti agli occhi del suo fidanzato.

Gli aveva spruzzato la panna ovunque.  

Dapprima sulla punta del naso per farlo divertire, poi era sceso lungo il suo petto, intorno all’ombelico e l’aveva spalmata per bene come se fosse crema solare.

Gerard, sotto di lui, seguiva ogni suo movimento con il sorriso stampato in viso. Aveva preso una sua mano sporca di panna e gli aveva leccato dito per dito guardandolo negli occhi per provocarlo, dopo che ebbe finito con la sua mano, lo tirò a sé e lo baciò facendogli sentire due tipi di dolcezza. La sua e quella della panna.  

Lo si poteva definire gioco erotico? 

Secondo il loro punto di vista no, perché non lo facevano per passare il tempo, divertirsi e basta. Loro lo facevano per amarsi. Per rendere più piacevole e interessante la scoperta dell’altro e a loro piaceva. Piaceva da matti.

Non avevano mai fatto niente del genere, non si erano mai sbizzarriti, non avevano mai provato “cose nuove”, idee o sogni proibiti. Niente di tutto questo. 

Si bastavano loro due, il dove e il come non gli interessava. 

La loro prima volta l’avevano consumata in camera di Gerard ed era stata indimenticabile, soprattutto perché Frank era andato a casa sua con la scusa di dover passare i compiti a Mikey perché era bloccato a letto con l’influenza, ma poi era finito a letto con Gerard mentre il suo migliore amico era nella stanza accanto a tossire.

Erano due ragazzini alle prime armi e sebbene Gerard fosse più grande di lui di 4 anni, non l’aveva mai fatto con un ragazzo.

Frank era il primo ed era sempre stato così. 

Era il suo primo bacio e la sua prima volta con un ragazzo, il primo all’infuori della famiglia a credere in lui, nei suoi talenti sia artistici che canori. Il primo e l’unico ad averlo consolato per la morte di Helena, il primo ad averlo aiutato a guarire, a salvarlo… il primo ad amarlo veramente e forse l’ultimo. Lui non voleva nessun altro al suo fianco, solo Frank.

Dopo che aveva finito di leccare via la panna dal suo corpo, Gerard aveva ribaltato le posizioni e si era trovato a specchiarsi nei suoi bellissimi occhi verdi-nocciola. 

Era rimasto a contemplare il corpo sotto di sé come se fosse la prima volta che lo vedeva. Lo aveva percorso con i palmi delle mani e si era soffermato sui suoi tatuaggi, percorrendone il contorno.

Moriva dalla voglia di averlo ma voleva godersi ogni istante come se fosse l’ultimo.

Poi aveva preso la panna spray, se l’era spruzzata sulle mani e senza preavviso, l’aveva spalmata sull’erezione bollente di Frank. Dopo aver finito, l’aveva baciato e leccato per tutta la sua lunghezza, gustandoselo per bene come se fosse un vero e proprio dessert.

Frank lo aveva lasciato fare, gli aveva dato via libera al suo corpo, al suo tutto. Stava bene, si sentiva rinato. Era riuscito a salvare sia lui che Gerard e lo si poteva notare dai suoi occhi.

Avevano cambiato colore, erano ritornati come quelli di una volta, verdi. Veri. Avevano scacciato il grigio che li spegneva fino a qualche settimana prima. E Frank li amava, non smetteva un attimo di guardarli, quasi incredulo dal vero e proprio miracolo che aveva compiuto. 

Quando Gerard era entrato dentro di lui li aveva chiusi interrompendo il contatto visivo con lui. Però non gli dispiaceva, anzi. Vedere, ma soprattutto sentire Gerard muoversi sopra e dentro di sé, era qualcosa di incredibilmente unico. 

Era una botta di emozioni, calore, amore.

E anche quella sera, come la loro prima volta, Gerard gli aveva chiesto come stava.

“Ti faccio male?”

Frank quasi si metteva a piangere. No, nessun dolore. Solo molta emozione, felicità.

Gli aveva fatto quella domanda perché si preoccupava per lui, perché essendo da mesi che non lo facevano per bene, avrebbe potuto bruciargli come le prime volte.  Ma invece no, anche se aveva sentito un po’ di fastidio all’inizio, poi con le spinte successive era passato tutto. 

Gerard che conosceva bene il suo corpo, aveva trovato quasi subito un’angolazione che gli che gli permetteva di arrivare al suo punto più sensibile. Quello che ogni volta che lo sfiorava appena, Frank iniziava ad agitarsi e a gemere più forte, indicandoglielo.

“Oddio Gee… lì lì lì!” 

E lui l’aveva accontentato finché non erano venuti entrambi quasi contemporaneamente ansimando il nome dell’altro. 

Poi Gerard si era coricato accanto a lui e respirando ancora affannosamente aveva tirato il corpo di Frank verso di sé e lo aveva abbracciato.

 

Si cercavano e si trovavano

Mentre facevano l’amore le mani di Frank cercavano le sue e quando le trovavano, le stringevano come per condividere con lui le emozioni che stava provando in quel momento. 

Ma questo era solo uno dei tanti momenti, anche sul palco succedeva. A volte era Gerard ad andare da lui, altre volte invece, era Frank che rinunciava a suonare la sua chitarra per toccare ancora quel corpo che amava alla follia. Lui e il suo “possessore”.

Era un loro bisogno avere un contatto fisico con l’altro, come se senza di esso, fossero persi, vuoti, soli. 

E Frank in quei 4 mesi senza il vero Gerard, si era sentito esattamente così. Perso, vuoto e solo.

Non sapeva più cosa inventarsi per aiutarlo e ogni cosa che faceva era inutile. Aveva provato a nasconderli le bottiglie ma lui si era innervosito ancora di più ed aveva rotto una lampada, dato i calci alla porta e poi se l’era presa con lui spingendolo per terra. 

C’era stata una volta in cui si era messo in gioco lui stesso, anima e corpo per impedirgli di uscire di casa una sera. Aveva cercato di sedurlo, lo aveva baciato e fatto tutte quelle cose che si fanno con il proprio fidanzato. Aveva provato a fargli le coccole ma lui lo aveva spinto sul letto e dopo averlo spogliato, gli era entrato dentro violentemente, senza nemmeno prepararlo. 

Frank era spaventato da lui, gli aveva fatto davvero male e per tutto il tempo, lo aveva solamente usato. 

Dopo che ebbero finito Gerard uscì ugualmente di casa a notte fonda e Frank iniziò a incolparsi per quello che era successo. Credeva che fosse colpa sua se Gerard lo trattava in quel modo e non lo guardava nemmeno più.

Si sentiva inutile… così quella notte si raggomitolò su se stesso e pianse per il dolore che provava al fondoschiena e soprattutto quello che provava nel petto.

“Forse non mi ama più…”

Si diceva. Ma poi si accorgeva che spesso, Gerard chiamava sua nonna nel sonno o in qualsiasi altro momento. Come se avesse delle allucinazioni.

Ne aveva parlato con Mikey a lui lo aveva rassicurato dicendo che suo fratello lo amava, non era colpa sua.  Così aveva provato a lottare per lui, per loro. 

E Gerard glie n’era infinitamente grato, per non averlo mollato lì in mezzo alla merda in cui si trovava, per non aver perso le speranze e soprattutto per aver preso e incassato il dolore, le botte, le lacrime. Tutto.

 

grazie per il tempo pieno 

grazie per la te più vera 

grazie per i denti stretti 

i difetti 

per le botte d'allegria 

per la nostra fantasia 

l'amore conta 

l'amore conta 

conosci un altro modo per fregar la morte? 

nessuno dice mai se prima o se poi 

e forse qualche dio non ha finito con noi 

l’amore conta



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Buona Sera! Tutto bene? :3
Pensate che sia in anticipo/ritardo? Nuo, solitamente non ho un giorno fisso per aggiornare, ma visto che i capitoli sono già pronti e devo SOLO ricopiarli sul pc, penso che aggiornerò due volte a settimana. 
Allora, questo capitolo è strano. Non ci sono dialoghi D: 
Oddio, non credo ancora che sia vero, non mi è mai successa una cosa del genere.. io solo il tipo da "tanti dialoghi per far capire meglio", basta vedere i primi capitoli, ne sono pieni! Ma no, un giorno mi sono messa a scrivere questo capitolo e una cosa tira l'altra, un pensiero, un ricordo... e alla fine è venuto fuori così.
La prima parte racconta quello che è successo dopo la cena, non è in tempo reale, poi ci sono le riflessioni e il resto. Il prossimo capitolo invece, partirà dal loro risveglio dopo questa serata. 

Voglio spiegare una cosa che forse a voi non quadrerà, ma un senso ce l'ha (pure la rima...wow). 
C'è una parte in cui dico che Gerard gli chiede se gli fa male ecc, e poi ho scritto che era da mesi che non lo facevano per bene... dopo c'è un ricordo di quando Frank l'aveva "sedotto" (distratto, più che altro) e che alla finitiva, Gee lo aveva preso malamente facendolo anche soffrire.
Spiego: Nei quattro mesi in cui Gerard era in quell'orrenda situazione non facevano l'amore, più che altro sesso. Gerard, come ho detto nel primo capitolo, gli faceva male... lo usava per sfogarsi e quindi non c'erano sentimenti, passione da parte sua e ovviamente Frank ci stava male. 
E per questo che dopo dico che non lo facevano per bene. Ovviamente Gerard si preoccupa per lui e ci va piano, sapendo che mesi prima gli ha fatto del male. 
Ah, volevo dirvi anche che il rating resterà arancione anche se ci sarà un'altra scena d'aMMore. Non mi spingo troppo nei particolari, è tipo questa... forse meno dolce e più "divertente" ma soprattutto bisognosa. 

Ok, penso sia tutto... Ci vediamo alle recensioni :3

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Capitolo 9
*** Nono capitolo ***


9)

 

La mattina dopo, Gerard si svegliò per primo ritrovandosi ancora abbracciato a Frank. 

Era presto ma il sole illuminava già la loro stanza da letto, scaldandoli appena. 

Si staccò un po’ a malincuore dal suo bellissimo corpo nudo e lo coprì con il lenzuolo. 

Sebbene fosse aprile e il sole era caldo, la mattina c’era ancora una leggera arietta fresca e non voleva che il suo cucciolo si ammalasse. 

Si alzò, si infilò i boxer e una maglietta che usava per dormire -che quella sera non era servita- ed andò in cucina. Aveva bisogno di scrivere, aveva nuove idee per il testo di una canzone e così si sedette al tavolo della cucina e si mise al lavoro.

 

Quando sollevò la testa dai fogli, si accorse che erano quasi le 10 di mattina. Aveva passato un’ora e poco più a scrivere e in quell’arco di tempo era nata una nuova canzone di cui aveva già una mezza idea per la melodia ma non voleva cantarla, Frank si sarebbe potuto svegliare.

La cosa molto importante che si era dimenticato di fare era il caffè. Si stramaledì mentalmente, poi si alzò e cercò il necessario per prepararlo. 

Era abituato ad usare il caffè in polvere, con una caffettiera vera e propria. Era stata proprio sua nonna, infatti, ad insegnargli quel metodo all’italiana, 

Così da lì a poco riuscì a distinguere il buon caffè da quello finto, cioè quella brodaglia marrone che allo Starbuck's spacciavano per caffè.

Quando fu pronto lo versò in due tazze e ritornò in camera da letto. Si sedette accanto a Frank e stette ad ammirarlo, bevendo dalla sua tazza.

Era così bello quando dormiva… cioè, lo era sempre, sia chiaro. Ma quando aveva gli occhi chiusi e il respiro leggero e regolare sembrava un angelo. Era il suo di angelo, lo aveva salvato e se non fosse per lui, ora non ritroverebbe incantato in quelle due gemme verdi che si erano appena aperte.

- Buongiorno - 

Frank si stiracchiò, poi si tirò a sedere e lo baciò - ‘Giorno - 

- Dormito bene? - gli chiese Gerard senza smettere di sorridergli.

- Benissimo… mh, sai di caffè - disse Frank leccandosi le labbra. 

Il cantante ridacchiò poi gli porse la sua tazza e bevettero in silenzio, scambiandosi di tanto in tanto dei sorrisi e molti baci. Dopodiché Frank andò a farsi una doccia e Gerard ne approfittò per provare le nuove canzoni.

Voleva chiamare Mikey e Ray per mostrargli il materiale che aveva a disposizione per il nuovo album e le bozze che aveva già fatto per la copertina. 

- … She's got a life of her own and it shows by the Benz

She drives at 90 by the Barbies and Kens.

If you ever say never too late… - 

Continuò a cantare e mentre lo faceva, camminava per casa. Passò davanti al bagno e notò che l’acqua era spenta, probabilmente Frank era già uscito dalla doccia.

- … If you marry me,

Would you bury me?

Would you carry me to the end? … - 

La porta dietro di lui si aprì ma non se ne accorse. - Gee… m-ma è stupenda - 

Il cantante sobbalzò. Si girò verso di lui  e lo guardò deglutendo a fatica. Non per lo spavento, ma più che altro perché Frank indossava solamente una asciugamano in vita ed aveva ancora i capelli bagnati. 

Rimase incantato a guardarlo e a seguire con lo sguardo le goccioline d’acqua che dai suoi capelli scivolavano sul suo corpo, per poi tuffarsi nella salvietta,

- Gee? - 

- Mh? C-cosa hai detto? - gli chiese incontrando i suoi occhi. 

Frank rise poi avanzò pericolosamente verso di lui - Ho detto… che la canzone è stupenda - 

Quando si fermò a 2cm dal suo viso, gli spostò i capelli bagnati dalla fronte e gli sorrise - Oh… grazie - 

Frank infilò le mani sotto la sua maglia e lo baciò.

In quel preciso istante Gerard si sentì mille brividi percorrergli la schiena. 

Forse per le mani fredde a contatto con la sua pelle calda, per il complimento che gli aveva fatto, per il bacio o per quella salvietta che da lì a poco finì per terra insieme alla maglia di Gerard.

Lo voleva ancora e ancora. Non avrebbe mai smesso di volere quel bellissimo corpo tatuato. 

Lo prese in braccio e lo fece appoggiare con la schiena contro il muro, mentre scendeva a baciargli il collo e come se fosse stato un vampiro, lo morse e lo succhiò.

Lo sentì gemere sotto di sé e si accorse che le loro erezioni -la sua ancora coperta- erano pericolosamente vicine. Si strusciò contro di lui come se fosse un gatto che fa le fusa e Frank gli infilò una mano nei boxer, accarezzandolo. 

 

Era tutto molto istintivo. 

Gerard lo voleva e Frank pure. Si amavano e si possedevano. 

Quella giornata sembrava essere iniziata meravigliosamente. 

 

Gerard si sentì tremare le gambe non appena Frank gli sfilò i boxer con i piedi e lo strinse a sé ancora di più, desideroso. 

Altro che angelo, quello era un diavoletto vero e proprio!

- Gee… ah… Gee, il telefono - 

- C-che suoni - 

Niente poteva rovinare quel momento, Gerard era appena entrato in lui, non poteva di certo mandare tutto all’aria per uno stupido telefono. 

- P-può es-ah… essere… import- -

- C-che si fot-fotta - 

No, non gliene fregava proprio niente. Avrebbero richiamato se era qualcosa di importante… ma quel cazzo di cellulare continuava a suonare. 

Gerard sbuffò e Frank gli diede via libera, staccò le gambe dalla sua schiena e facendo leva sulle sue spalle, lo fece uscire da sé ansimando ancora.

- F-frank… no - 

- Rispondi, dai - 

Gerard lo guardò dispiaciuto, poi imprecando sotto voce raggiunse la camera e prese il cellulare dal comodino. Rispose senza nemmeno guardare il nome sullo schermo.

- Che cazzo c’è? - 

- Buongiorno anche a te, Way! - esclamò la voce squillante di Ray.

- Vaffanculo Toro - 

Poi chiuse la telefonata senza pensarci due volte. Li aveva interrotti? Ora si arrangiava.

Ma il cellulare ricominciò a suonare. Gerard sbuffò di nuovo, poi si sedette sul letto.

Rispose e vide che Frank lo aveva raggiunto in camera da letto. Lo guardò camminare ancora nudo verso di lui. Dio, era così perfetto. Poi posò lo sguardo sotto al suo bacino. Era ancora in tiro come lui e che cavolo, voleva tornare a finire il suo lavoro!

Maledetto Ray…

- Gerard, ho una notizia stupenda da darvi - 

Gerard si lasciò cadere all’indietro e fissò il soffitto. - Dev’essere come dici perché ci ha interrotti, cazzo - 

Frank ridacchiò, poi si sedette a cavalcioni su di lui. Il cantante sbarrò gli occhi.

- Ho trovato un batterista! - esclamò l’afro dall’altro capo della cornetta.

- Oh - 

Gerard non riuscì a dire altro perché Frank si calò sulla sua erezione senza preavviso, scollegandogli definitivamente quei due neuroni che funzionavano.

- Come “Oh”… non sei felice? - 

- C-certo che lo sono, è stupend-ah… - 

- Gerard ma stai bene? Cosa succede lì? - 

Cosa succedeva?

Succedeva che Frank, da bravo birichino che era, aveva iniziato a muoversi facendo leva sul materasso e Gerard non ci stava più capendo niente. 

- N-niente… c-com- - gli si bloccarono le parole in gola non appena vide il suo ragazzo toccarsi da solo. Lo stava provocando a ci riusciva fin troppo bene - Oh Cristo… - 

- Hey, ma che state combinando? - 

- Ti chiamo dopo, ciao - 

Non gli diede nemmeno il tempo di rispondere, chiuse la telefonata e lanciò via il cellulare. Poi tornò ad occuparsi di Frank che lo stava aspettando con gli occhi socchiusi ma con un sorriso troppo angelico su quel viso da diavolo a letto che era. 

- Mi mancavi - si giustificò lui.

Gerard non resistette, lo tirò a sé e lo baciò. - Sei stupendo - 

Poi ribaltò le posizioni e finì il lavoro che avevano iniziato e ripreso.

Finalmente! 

 

l'amore conta 

per quanto tiri sai 

che la coperta è corta 

nessuno dice mai che sia facile 

e forse qualche dio non ha finito con te 

l'amore conta

 

* * * 

 

- Alle due a casa nostra… ok… digli di venire. Vi aspetto, ciao - 

Gerard chiuse la telefonata e andò in salotto. 

Aveva appena risentito Ray e gli aveva detto di voler mostrare a lui e a suo fratello, il nuovo materiale. Gli aveva anche raccomandato di portare il nuovo batterista per poterlo conoscere e integrare nei loro progetti. 

Se sedette per terra e riordinò i fogli sparsi sul tavolino. C’era tutto il necessario, i testi, alcuni accordi che aveva buttato giù Frank e i disegni per la copertina dell’album. 

Doveva anche chiamare Brian…

Ci penseremo dopo pensò, rialzandosi da terra.

Frank si era addormentato di nuovo. Cucciolo. 

Avevano fatto l’amore due volte nel giro di poche ore e lui era distrutto, stanco. E nemmeno il caffè lo rimetteva in sesto. Invece a Gerard bastava quello e ritornava sveglio e scattante come se niente fosse. 

Lo lasciò nel mondo dei sogni per un bel po’, poi all’una e mezzo lo svegliò e gli raccomandò di farsi nuovamente una doccia -come si era fatto lui- e di non uscire se non fosse vestito.

“Giuro che potrei saltarti addosso anche davanti agli altri, non mi interessa. Sei troppo…troppo!“

Frank aveva riso però alla fine gli aveva ubbidito anche perché se Ray avesse visto qualcosa che non doveva, si sarebbe traumatizzato ancora di più dopo la telefonata strana di quella mattina. 

Povero… ma uno normale in quel gruppo, c’era?  Forse il nuovo arrivato… mah. 



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Buon... Pomeriggio! 
Di solito ci vediamo di sera, oggi anticipo. Beh, tutto bene?
So che a nessuno interessa, ma io oggi sto benissimo! Sarà il tempo, visto che quì da me è tutt'oggi che piove e stamattina tuonava anche... mi ricorda vagamente la mia ultima OS! ahaha 
Allora, con un tempo così, io produco. Mi è venuta una fantastica idea per la ff che sto scrivendo. Geniale. Tanto anche se vi dico così, a voi non cambia niente perchè non sapete di che si tratta, ma volevo dirvelo. Sto infatti pensando di pubblicarla da quì a poco, è un esperimento... però intanto ci penso. Voi che ne dite di qualcosa di strano, misterioso? eheh

Passando a questo capitolo, è il penultimo! God... ne sento già la mancanza. 
Le cose come vedete, continuano a migliorare e anche i progetti per il loro secondo album stanno andando a buon fine (lo si potrà vedere anche nel prossimo capitolo). Gerard scrive, disegna, canta. Fa di tutto! Sta tornando alla normalità, alla sua vita di sempre ed è giusto che sia così. La canzone che ho scelto è To The End. Non c'è un motivo particolare, all'inizio volevo mettere Give 'Em Hell, Kid ma poi ho rivisto i testi e mi sembrava più adatta l'altra soprattutto per la seconda strofa che ho scritto. 
Inutile dire che a Frank appena uscito dalla doccia è impossibile resistere e che come sempre, Ray interrompe i momenti più intimi. E' sempre colpa sua, poverino. xD
Ah, dimenticavo... al 3° capitolo ho aggiunto un'immagine -frase- che avevo in mente di mettere già da un po', ma poi mi sono dimenticata *si stramaledice*. Ce ne sarà una anche nell'ultimo capitolo, oltre alla frase che vi ho accennato l'altro volta.

Ho finito, spero vi piaccia.
Ci vediamo al prossimo capitolo <3

 

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Capitolo 10
*** Decimo capitolo ***



10)

 

Ai ragazzi il nuovo materiale era piaciuto parecchio, così come il nuovo batterista. 

Si chiamava Bob. Simpatico, un po’ timido, tenero, biondo e occhi azzurri. E anche lui portava il piercing al labbro inferiore. 

In poche parole: il ragazzo perfetto. 

Ma a Gerard non interessava sotto quell’aspetto, lui il ragazzo perfetto ce l’aveva già ed era Frank che per tutto il tempo in cui avevano ospitato gli amici, gli aveva lanciato occhiatine languide da fargli venire la pelle d’oca… e per di più aveva indossato un paio di jeans stretti che sapeva, far impazzire Gerard.

Sembrava provocarlo in ogni cosa che faceva e poi quegli sguardi… Dio, se lo stava mangiando con gli occhi. 

Gerard aveva cercato di non guardarlo più di tanto, se non avrebbe dovuto giustificare agli amici un’erezione improvvisa e piuttosto imbarazzante. 

 

Bob era rimasto affascinato soprattutto dal suo tipo di scrittura. Aveva detto che quei testi erano come un urlo di disperazione, come se volesse dire al mondo che stava male, ma che ce l’avrebbe fatta a sopravvivere anche senza il loro aiuto. 

Gerard lo aveva ascoltato attentamente, rapito a quelle parole. Aveva centrato in pieno il suo punto di vista, i suoi pensieri, pur non conoscendolo e non sapendo da cosa era appena uscito. Un passato oscuro che aveva voluto raccontare in quelle canzoni. 

Suo fratello invece, aveva passato maggior parte del tempo in silenzio, osservando i movimenti di Gerard e Frank. 

Era passato un mese da quando erano usciti dall’ospedale ed aveva notato che il loro rapporto era migliorato tantissimo. Quasi non li riconosceva più, sembravano due ragazzini innamorati che avevano sempre voglia di stare insieme e di farlo ovunque.

Un po’ come quelli che si vedono nei film adolescenziali/romantici. Passano la loro prima vera cotta in quel modo, poi magari finita l’estate, chi si è visto s’è visto. 

Oh no. Gerard e Frank non erano così, loro erano rinati dai loro sbagli, un po’ come la fenice che rinasce dalle sue ceneri e poi vola via, lontano. Anche loro erano volati via, insieme. Avevano imparato cos’è giusto e sbagliato a loro spese e soprattutto avevano imparato ad amarsi. Forse più di prima. 

Bastava guardarli, per gli sguardi che si scambiavano, per i sorrisi imbarazzati, per il rossore sulle gote di Frank che pareva tornato ragazzino, per i baci, per le mani che si cercavano e si trovavano sempre.

Per tutto, per loro.

Il biondo ne era rimasto affascinato. Non si ricordava di averli mai visti così affiatati, così innamorati. Ed era un bene, altroché. 

Frank era la sua medicina, lo aveva guarito e i risultati si vedevano. 

Ora Gerard era una persona nuova, sana e pulita. Voleva vivere e non più rovinarsi sia la vita che la carriera.

A proposito di carriera, quel pomeriggio avevano deciso di iniziare subito a registrare le canzoni. Avevano chiamato il loro manager Brian e gli avevano spiegato tutto e che avevano intenzione di far uscire l’album prima di quell’estate.  Al quale, mancavano circa 3 mesi. Era quasi impossibile farlo, ma i My Chemical Romance avevano voglia di ritornare sulle scene al più presto quindi se volevano riuscirci, dovevano tirarsi su le maniche e impegnarsi. 

Cosa che erano già pronti a fare. 

 

* * * 

 

- Amore… senti, ho in mente una cosa - disse Gerard facendo voltare la sedia girevole fino a vederlo. Era seduto sul divanetto con la sua Pansy tra le braccia e non appena sentì la sua voce, alzò gli occhi su di lui - Spara - 

- Hem… vorrei che in quest’album fossi presente anche tu, con la tua voce - disse Gerard un po’ imbarazzato. Aveva le sue ragioni per volerlo fare in quel modo, doveva solamente fargliele capire anche a lui - No cioè… sai che è solo grazie a te se ora sono qua ed ho scritto queste canzoni, quindi penso volevo che fosse una cosa nostra, che ci fosse anche una parte di te . 

Frank lo ascoltò attentamente, lasciandolo parlare. Non capiva dove voleva arrivare ma gli sembrava già una bellissima idea. Appoggiò la sua chitarra sul divano, poi si batté le mani sulle gambe - Veni qui - gli disse, allargando le braccia verso di lui.

Gerard lo raggiunse e si sedette a cavalcioni su di lui, affondando le ginocchia nei cuscini accanto al suo sedere.

- Come idea mi piace - disse Frank accarezzandogli i fianchi - Ma cosa vuoi di preciso? Cioè, lo sai che non riesco a cantare e suonare contemporaneamente come Billie Joe! - 

Gerard scosse la testa sorridendo - No, niente di tutto questo - 

- E allora cosa vuoi da me?! - esclamò ironicamente Frank, allargando le braccia per poi lasciarle cadere sulle sue cosce.

Il cantante lo baciò - Vorrei tutto, lo sai - 

Frank gli sorrise - Oh, lo so eccome! Però dobbiamo fare delle canzoni e non la colonna sonora di un film porno - 

- Dai, scemo! - esclamò scoppiando a ridere - Voglio la tua risata alla fine di Prison - 

- Cosa? Ma tu sei pazzo! - esclamò Frank, non credendo a quello che aveva appena sentito. Che senso aveva, poi?

- Lo sono della tua risata, come lo sono di te - disse Gerard rubandogli un altro bacio. 

Non voleva troppo da lui, solo che facesse qualche coro da solo e a volte insieme a Ray, che in una parte ben precisa di I’m Not Okay dicesse “Trust Me” perché, a detta sua, amava anche la sua voce e che appunto, alla fine di Prison fosse inserita la sua risata. 

Alla fine Frank accettò. Non era male la sua idea, e poi era il loro album… quello che Gerard aveva fatto, grazie al suo aiuto.

- Aw, Grazie Frankie… verrà una meraviglia! - esclamò Gerard abbracciandolo. Era davvero felice, per lui contava molto che il suo ragazzo facesse quelle parti, ovviamente oltre alla sua parte di chitarra. 

- Ne sono sicuro - 

Gerard gli circondò il collo con le braccia e lo baciò - Dai. Fatti ringraziare… questo divano sembra comodo -

Frank si guardò intorno… nella stanza accanto si trovavano Brian e il resto del gruppo, non era il caso di farlo li nella sala relax e poi c’era- …

- Non si può, c’è Pansy! - esclamò Frank - Poi mi si traumatizza… -

Gerard stette al suo gioco. Sbuffò e si rialzò dalle sue gambe - E che cazzo, Frank. È più importante la tua chitarra di me?! - 

- Ma lo sai che ti amo - disse Frank inarcando il labbro inferiore per fingersi triste.

Gerard si trattenne dal ridere e indietreggiando verso la porta gli fece la linguaccia - Io di più! - 

In meno di due secondi si ritrovò a dover scappare per i corridoi dell’edificio dove si trovava la loro sala di registrazione, rincorso da Frank che non appena lo acchiappava gli faceva il solletico e lo riempiva di baci.

 Brian se li vide passare davanti come due saette e quasi gli venne un colpo. - Ma quanti anni hanno quei due? -

Ray si mise a ridere poi gli posò una mano sulla spalla. - Lascia perdere, è l’effetto dell’amore -

- Cazzo, vi fa proprio male a voi, l’amore! - esclamò ironicamente il manager, ma in realtà lo sapeva che a loro due l’amore faceva tutto men che male.

Li aveva fatti ritrovare e lottare insieme, per poi rinascere e vivere insieme. E a questo punto uno potrebbe dire “Cavolo, allora è davvero importante! Credeteci"

E Frank e Gerard ci credevano, come credevano che il loro prossimo album “Three Cheers For Sweet Revenge” avrebbe riscosso un grande successo proprio perché avrebbe contenuto sia uno che l’altro, che messi insieme, formavano l’immagine del loro amore.

Quell’amore che trova, unisce, distrugge, lotta, ma poi salva e vive. Quell’amore che conta. 

 

 

“Sei scoppiata a piangere. Sei corsa ad abbracciarmi. 

Forse è stato solo merito della paura, ma hai ripreso ad aver bisogno di me. 

Mi hai permesso di rientrare. Era quello che mi serviva per prendere il coraggio necessario per dartene. 

Non ti sarebbe successo niente, piccola. Potevi fidarti di me ora che avevi ripreso a farlo.”

 



 

















 




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Buonasera, gente!  
Shiamo giunti alla fine anche di questa FanFiction, visto? Oddio... non ci posso ancora credere di star pubblicando per davvero l'ultimo capitolo! Omg... già mi manca ç__ç
Beh, quì possiamo vedere come i nostri eroi si mettono al lavoro per il secondo album che dovrebbe uscire a giugno (così come nella realtà). Sinceramente non so quanto tempo ci si impieghi per registrare tutte le canzoni, mixarle e tutto il resto, però volevo che fosse come nella realtà, quindi li faccio sgobbare xD 
Per fare un esempio, Liga ci impiegava anche un mese a fare tutto, adesso ci mette 3 anni ma dettagli... quindi credo che fare il tutto in circa 3 mesi, sia possibile.

Aproposito di Revenge, Gerard vuole che Frank faccia delle parti nel disco e che rida alla fine di Prison. Okay, fino a qualche giorno fa pensavo davvero che quella risata fosse di Frank (manco di Gee). Io adoro la sua risata, è stupenda, eppure, quella alla fine della canzone, sembrava la sua... non avrei mai ma dico M A I pensato che fosse di Bert! 
Ci sono rimasta a dir poco di merda anche perchè mi sta leggermente sul cazzo quell'uomo lì, ma... ero l'unica cretina che non lo sapeva?  O___ò 

Pooi, vediamo un po' di svago, divertimento da parte anche di Brian che fa la sua comparsa solo quì *si scusa con lui*, Ray che se la ride e che ovviamente è felice per Gerard e Frank che si coccolano e scherzano *___*
Okaaay, altro da dire? 
Mh... l'ultima frase in corsivo è quella che vi avevo accennato nel capitolo precedente e la foto è ovviamente, la parte più significativa di questa canzone. Quella che "racchiude" in sè, il succo si questa ff. E' stupenda <3

Ringrazio chiunque abbia messo questa ff tra le seguite, preferite, ricordate e che si abbia o meno fatta sentire per esprimere la sua su questa storia.
Grazie mille a tutte, tengo molto a questa ff e sono contenta che sia piaciuta anche a voi (?). 

Quuuindi, mh... arrivederci!


P.S. Se volete dare un'occhiata alla mia nuova ff mi farebbe molto piacere.

Gooood Bye :3

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