§ How to save a life §

di AlwaysDream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chapter one ***
Capitolo 3: *** Chapter two ***
Capitolo 4: *** Chapter three ***
Capitolo 5: *** Chapter four ***
Capitolo 6: *** Chapter five ***
Capitolo 7: *** Chapter six ***
Capitolo 8: *** Chapter seven ***
Capitolo 9: *** 100 anni dopo ***
Capitolo 10: *** Chapter nine ***
Capitolo 11: *** Chapter ten ***
Capitolo 12: *** Chapter eleven ***
Capitolo 13: *** Chapter twelve ***
Capitolo 14: *** Chapter thirteen ***
Capitolo 15: *** Chapter fourteen ***
Capitolo 16: *** Chapter fifteen ***
Capitolo 17: *** Chapter sixteen ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Prologue

 

 

§ Le gioie violente, hanno fini violente.

Muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo,

che si distruggono al primo bacio.

Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza,

e basta assaggiarlo per levarsene la voglia.

Perciò ama moderatamente:

l'amore che dura fa così. §

 


Isabella, o meglio conosciuta come Bella, leggeva e rileggeva questo passo di Romeo e Giulietta.

Amava quel libro e lo aveva letto centinaia di volte da quando i suoi genitori, a soli 8 anni, glielo avevano regalato.

Ora, dopo ciò che era successo, si ritrovava in questo libro più di tutte le altre volte. Erano essattamente 4 mesi che Edward, solo pronunciare il suo nome la uccideva, se ne era andato con la sua famiglia abbandonandola.

Perchè era questo ciò che avevano fatto, l'avevano abbandonata, tutti, dal primo all'ultimo, da Carlisle a Rosalie, ragazza, o meglio vampira, con cui non aveva per così dire legato.

L'avevano abbandonata e lasciata a se stessa, con la sola compagnia del dolore che regnava in tutto il suo corpo.

 Voleva odiarli per ciò che le avevano fatto, ma non ci riusciva, perchè li voleva bene e soprattutto amava ancora Edward, colui che credeva l'avrebbe amata per tutta l'eternità.

Ma lui non era più lì con lei. Come citava il suo amato libro, bisognava amare moderatamente perché le gioie violente hanno fini violenti, e lei sapeva che non sarebbe riuscita ad andare avanti ancora per molto dal momento che la sua assenza la uccideva lentamente e inesorabilmente.

A volte si domadava se non fosse meglio morire piuttosto che vivere in questa modo. Purtroppo il viso di Charlie le tornava alla mente e si diceva che non poteva lasciarlo come aveva fatto la madre.

Ma ormai non ce la faceva più e inconsapevolmente aveva preso una decisione.

Era seduta alla scrivania e stava scrivendo un piccolo biglietto al padre, a cui augurava tutte le cose migliori del mondo, gli scrisse che gli voleva un bene dell'anima e gli chiedeva scusa, perchè stava esattamente facendo ciò che aveva fatto Edward e sapeva come si sarebbe sentito, ma in quel momento voleva semplicemente pensare a se stessa.

Perciò si alzò e , dopo essersi vestita con dei jeans, una felpa e le solite converse, uscì di casa diretta verso l'unico posto in cui sapeva che avrebbe finalmente trovato pace.

 

 

My space!

 Ehilà! Come state? Ho deciso di scrivere una nuova storia che prende inizio, come avrete letto, da New Moon. Questo è il prologo e se ha qualcuno interessare continuerò ad aggiornare e scrivere capitoli. Non ho molto da dire, perciò spero che vi piaccia e che lasciate una recensione per sapere cosa ne pensate, sono ben accetti anche consigli! 

 Peace and love, AlwaysDream. <3 

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Capitolo 2
*** Chapter one ***


Chapter One

 

§ I limiti esitono solo nell'anima di chi è corto di sogni. §

 

Guardai per un'ultima volta la casa in cui avevo vissuto la mia infanzia e parte della mia adolescenza attraverso lo specchietto retrovisore del mio Pick up.

Pensavo e ripensavo a ciò che di lì a poco avrei fatto, ovvero rivedere la casa in cui loro, o meglio lui, viveva. Aprii il finestrino del mio furgoncino per sentire l'aria gelida che mi sferzava il volto così come quando ero in braccio a lui, e lui correva veloce.

Lui amava correre e infatti nella sua famiglia era lui che detenava il primato nella corsa.

Quando ero aggrappata alla sua schiena e lui correva potevo sentire l'adrenalina circolare nelle sue vene e l'ebrezza del sentirsi più potenti agli altri.

Amavo quel lato di lui, leggermente arrogante, seppur questo termine stonasse nell'essere affiancato al suo etereo e perfetto volto. In realtà ero totalmente assuefatta da lui, anche dopo ciò che aveva fatto. L'amavo e i miei sentimenti non potevano essere spazzati via da un momento all'altro, così come il mio cuore non poteva convivere con l'idea che lui non fosse più mio e non fosse più con me.

Ma questa era la realtà e, seppur con reticenza, doveva accettarla.

Mi ridestai quando scorsi tra la vegetazione la loro villa bianca e i battiti del mio cuore cominciarono inesorabilmente ad aumentare.

La voglia di tornare indietro e non dover sopportare altro dolore mi opprimeva e avrei sul serio voluto farlo, ma non potevo, dovevo in qualche modo poter dir loro addio.

Parcheggiai il pick up nel loro vialetto e scesi lentamente. Ero letteralmente divisa in due parti, una in contrasto con l'altra.

Mi feci coraggio ed entrai in casa dopo aver sforzato la serratura. La porta si aprì cigolando, facendo un rumore sinistro, giusto per incrementare la mia ansia.

Avevo paura ad entrare, non perchè avessi paura che qualcuno potesse uccidermi, ma avevo paura che mi ritornassero alla mente dei ricordi felici, che mi avrebbero ucciso molto più dolorosamente.

Strizzai gli occhi ed entrai completamente in casa. Era tutto spento, i mobili erano coperti da dei teli bianchi, in tono con i colori chiari della casa. Avanzai verso le scale mentre ricordavo tutti i momenti felici passati insieme a loro. La premura di Esme nel cucinarmi i pasti, l'esuberanza di Alice e il suo sfrenato amore per lo shopping, il silenzio non opprimente di Jasper, l'algidità di Rosalie, l'amore di Carlisle per la sua famiglia e anche per me, e per finire, ultimo non per importanza, l'amore di Edward per me, il suo essere gentile e disponibile per tutti gli altri.

Inutile dire quanto io l'amassi. 

Sentii uno spostamento d'aria dietro di me e mi girai, ma non vedendo nulla continuai a salire. Entrai in camera sua e notai l'assenza del pianoforte. Quel pianoforte era speciale, mi aveva dedicato molte canzoni e ogni qualvolta desiderassi sentirne una, lui era ben felice di accompagnarmi. Fui felice che almeno quello l'aveva preso con lui dato che avevano lasciato tutto intatto, tanta la fretta con cui se ne erano andati. Ero contenta che avesse qualcosa che gli ricordasse me, ma soprattutto noi.

Mi toccai il volto, notando che le lacrime avevano tracciato delle scie sulle mie guance e le asciugai.

Sentii nuovamente uno spostamento d'aria e questa volta mi girai spaventata, ero sicura che ci fosse qualcuno.

Infatti, vidi due ragazzi, uno leggermente più alto dell'altroErano belli, ma di una bellezza diversa da quella dei Cullen, loro sembravano più umani, non avevano quella bellezza statuaria.

"Chi siete?" Cercai di rendere la mia voce più sicura possibile ma non credo che ottenni l'effetto desiderato dato che quello coi capelli più scuri sorrise beffardamente.

"Chi sei tu, bellezza." Ribattè infatti quello.

"Se non sbaglio siete voi quelli nella proprietà dei Cullen." Dissi, sentendo l'ansia crescere.

"Non siamo qui per farti del male, stiamo cercando i Cullen e pensavamo di trovarli qua." Mi rispose quello dagli occhi scuri.

"Comunque io sono Stefan e lui è Damon, siamo i fratelli Salvatore." Continuò.

"Io sono Isabella Swan e i Cullen non sono qui." 

Cercai di uscire, ma in un secondo fui raggiunta da Damon che mi bloccò.

"Dove credi di andare dolcezza?" Mi chiese.

"Lontano da voi, che a quanto pare non siete umani." Mi complimentai con me stessa per come la mia voce non fosse uscita balbettata.

"Noi siamo vampiri."

"Non è vero, siete diversi dai Cullen." Ribattei.

"Esistono tre specie di vampiri. Damon andiamo, qua non abbiamo più nulla da fare." Disse Stefan.

Esultai dentro di me, ma la mia felicità fu sazzata via quando Damon riprese a parlare.

"Io in realtà ho in mente altro."

Detto questo, lo vidi mordersi la mano, da dove iniziò a colare del sangue. Damon mi attaccò la parte dove usciva il sangue alla bocca e dopo essersi accertato che lo avessi bevuto, sentii un atroce dolore al collo, capii che me lo aveva spezzato.

 

 

 

My space!

Buona sera! Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Vorrei chiedervi una cosa.. Vi piace più un narratore esterno (come quello del prologo) o uno interno, come questo che è raccontatp da Bella?

Ringrazio chi ha recensito, messo tra i preferiti/ricordate/seguite o chi ha semplicemente letto.

Recensite in tante, possibilmente più di uno così mi invogliate a scrivere ahahah 

Un bacione, peace&love, AlwaysDream. <3

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Capitolo 3
*** Chapter two ***


Chapter Two

 

 

§ Non avere paura del buio, ti aiuterà a trovare la luce §

 

Nessuno vuole morire. Anche chi vuole andare in Paradiso, non vuole morire per andarci. Ma la morte è la destinazione finale di tutti noi. Nessuno può fuggirvi.

 Dicono che "Se vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, uno di questi avrai ragione." e ricordarmi che presto sarei morta è stato il migliore strumento per aiutarmi a fare le grandi scelte della mia vita. Perchè quasi tutto - tutte le attese dell'esterno, tutto l'orgoglio, tutte le paure, gli imbarazzi o i fallimenti - scompare di fronte alla morte, lasciando solo quello che è davvero importante. Ricordarsi che prima o poi si morirà è il modo migliore per sfuggire alla trappola di pensare che ci sia qualcosa da perdere. Il tempo è limitato.

Non c'è motivo per non seguire quel che mi dice il mio cuore.

E infatti io l'ho sempre fatto, ho sempre seguito il mio cuore. Sono contenta delle scelte che ho fatto, perchè se non avessi seguito il mio cuore, avrei perso Edward e non avrei potuto vivere i sei mesi più intensi e pieni di amore della mia vita.

Non capivo il perchè Damon mi avesse uscciso, ma lo ringraziavo perchè aveva posto fine alle mie sofferenze. La morte viene inesorabile per tutti.

Ero come in una stanza, senza luce, nel buio più nero. Faceva freddo e sinceramente sperai che non fosse realmente così la vita nell'aldilà o semplicemente la morte.

Quando mi alzai però iniziai a vedere delle immagini proiettate sul muro di fronte a me. Mi ricordai improvvisamente del mito della caverna di Platone, secondo cui gli uomini vivevano in un mondo fatto di finzioni dove ciò che vedevano era qualcosa proiettato da qualcun altro e se mai qualcuno fosse riuscito ad uscire dalla caverna avrebbe visto la luce del sole, ovvero il bene assoluto identificato da Platone come il mondo delle idee.

Peccato che io non fossi in una caverna, ma ero semplicemente morta.

Le immagini continnuava a fluire come un film, il film della mia vita.

Mi soffermai su un immagine, dove vi ero io con altre due persone che mi guardavano amorevolmente, ma non erano Charlie e Renèe. Dopo questa immagine partì un video.

*"Sam guarda la nostra piccola, è così bella e piena di vita" Disse la donna guardando una bambina che giocava con un peluche almeno due volte più grande di lei. La bambina aveva circa quattro anni.

"Ginny scappa! Prendi Isabel e andate via!" Urlò Sam che comparve di fianco a loro. Dietro di lui notai degli uomini incappucciati ma ai loro piedi notai qualcosa strisciare, sembravano piume. L'uomo davanti a quelli incappucciati, si abbassò il cappuccio e fece un sorriso maligno "è troppo tardi caro il mio Sam. Ginny che piacere rivederti, è passato molto tempo dall'ultimo nostro piacevole incontro."

"Piacevole per te, assassino." Ginny si mise davanti la bambina coprendola dalla visuale del mostro. La bambina però vide tutta la scena. Suo padre accasciato a terra, l'uomo cattivo che apriva delle grandi ali e si scagliava sulla donna.

"Tesoro mio, tu non dovrai ricordare nulla, ti amiamo piccola." Laciò un bacio sulla fronte della bambina e mentre lei moriva la piccola Isabel veniva circondata da una luce bianca per poi scomparire nel nulla, lasciando il luogo che aveva visto la morte dei suoi tanto amati genitori.*

Quella bambina ero io. 

Riconobbi in quella bambina i miei tratti, oltre che il mio nome. Ma ciò che mi sconvolse fu il fatto che io mi ricordassi di Ginny e di Sam, ovvero dei miei genitori ma soprattutto mi ricordavo quel giorno, il giorno in cui li persi e mi ritrovai di fronte ad una porta, la porta di casa di Charlie e Renèe.

L'unica cosa di cui ero certa, era che mia madre fosse un angelo nero e mio padre un angelo bianco e che essi mi erano stati strappati brutalmente via.

Mi ricordai come da piccola loro mi coccolassero e mi amassero. Ricordai le giornate passate insieme al parco o in montagna o al mare e nonostante fossi una bambina, ricordavo tutto dalla mia nascita al giorno in cui loro morirono. 

"Tesoro tu sei destinata a fare grandi cose, in te coesistono due mondi noi ti aiuteremo in qualsiasi modo, anche se purtroppo non siamo fisicamente con te."

Grazie a questa frase sussurrata dai miei genitori capii che io non ero umana. Io ero un essere sovrannaturale e conscia di questa scoperta aprii gli occhi.

 

 

 

Here I am!

Buona sera a tutte! Ecco a voi un nuovo capitolo che spero vi piaccia, anche perchè l'ho riscritto tre volte ;) 

Non so come mai ma questo capitolo è stato difficile da scrivere, ma non ne sono completamente convinta, perciò ditemi che ne pensate.. 

Ringrazio chi ha recensito, messo tra le preferite/ricordate/seguite o ha semplicemente letto.

Detto questo vi saluto e spero che mi lasciate una recensione!

Un bacione, AlwaysDream. <3


  

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Capitolo 4
*** Chapter three ***


Chapter three

 

 

§ We'll burn this out,

we'll play hide and seek.

To turn this around,

and all I want is the taste

that your lips allow.

Ed Sheeran-Give me love §

 

"Ma io mi chiedo perchè tu debba essere così impulsivo. E' da cinque giorni che è nella stessa identica posizione." Disse una voce che riconobbi come quella di Stefan.

"Qualcosa con la trasformazione sarà andata male, a quest'ora sarebbe dovuta già essere vampira. E comunque credo che le abbiamo fatto un favore dato che le si leggeva negli occhi che voleva morire, per cui non credo che tu debba essere così preoccupato." Damon mi aveva capito più di quanto l'avessi fatto io..

"Ciò non cambia il fatto che questa sia la tua ennesima vittima, Damon."

"Fino a prova contraria non è ancora morta, se senti il suo cuore batte ancora, seppur lentamente."

"Damon ha ragione sono ancora viva, più o meno." Mi schiarii leggermente la voce.

"Visto? Problema risolto. Ora ce ne possiamo tranquillamente andare." Così dicendo iniziò a dirigersi verso la porta.

"Io in realtà vorrei sapere perchè mi hai trasformata." Lo fermai quando stava per abbassare la maniglia. Notai solo ora di trovarmi in una camera che identificai come quella di Alice e Jasper, ed io ero stesa sul loro letto.

"Non devo dare spiegazioni a nessuno di ciò che faccio, tanto meno ad una bambina. E comunque non sei completamente trasformata."

Io e Stefan lo guardammo confusi. Poi entrambi i fratelli Salvatore mi fissarono, credo che mi stessero esaminando, vedendo cosa ci fosse di sbagliato in me. Improvvisamente ricordai ciò che era successo quando ero morta. Era una parola strana da dire, intendo non è da tutti poter pensare a ciò che si era fatto quando si era morti e poterlo andare a raccontare allegramente in giro. 

"So il motivo per cui la trasformazione non è andata, per così dire, a buon fine." Ottenni la loro attenzione, così continuai.

"Sono figlia di un angelo nero, mia madre, e di uno bianco, mio padre."

"La trasformazione non solo non è andata a buon fine, Isabella, ma ti ha reso pure pazza! Di bene in meglio." Esclamò pungente Damon.

"Che voi mi crediate o meno, questa è la verità. e come tu non vuoi stare dietro ad una bambina, io non voglio stare dietro ad un ragazzo arrogante e presuntuoso che non ha un cazzo da fare che uccidere e trasformare persone. Che se poi sono una bambina, perchè mi hai trasformata, accollandoti un peso di tal genere, eh?" Solo in quel momento notai che mi ero alzata e che ero pericolosamente vicina a lui. Lo guardavo fisso negli occhi e sentivo qualcosa crescermi dentro. Avrei voluto attaccarlo fino a quando non mi avesse dato delle spiegazioni ragionevoli e lo stavo quasi per fare se un dolore acuto alla schiena non mi avesse fatto urlare.

Urlai con tutto il fiato che avevo in gola. Avevo male dappertutto, sembrava che mi stessero bruciando viva.

"Vi prego fatelo smettere, fa male." Piansi. Sentii uno spostamento d'aria e mi ritrovai a letto con la mia mano attaccata alla maglia di Damon pregandolo, di nuovo, di uccidermi con gli occhi.

"Stefan fai qualcosa, cazzo!" 

"Damon forse potresti soggiogorla, io non ce la farei, sono debole perchè è da un po' che non mi nutro."

"Isabella guardami negli occhi, così, brava. Tu stai bene e non senti alcun dolore. Mi hai capita?" Mi guardava fisso negli occhi e mi parlava in modo fermo. Io annuii e non so se fosse il fatto che desiderassi con tutta me stessa che il dolore finisse o per l'aiuto di Damon, ma sentii il fuoco diminuire mentre qualcosa cresceva nella mia schiena.

Stefan si avvicinò a me e mi fece alzare dal letto per poi guardare con meraviglia qualcosa dietro di me. Entrambi fissavano qualcosa e sperai vivamente che non fosse ciò che credevo, se no tutto ciò che stava succedendo sarebbe divenuto fottutamente reale.

"Sono.. sono stupende." Articolò Damon.

Mi girai lentamente e andai verso lo specchio gigante di Alice, ringraziai mentalmente quel folletto per la sua fissazione con lo shopping, gli abiti e tutto il resto.

Mi guardai attentamente. Ero più bella, non ero la solita ragazza goffa e semplice, ma avevo una certa grazia e bellezza che ero solita vedere in Rosalie, ma anche  nelle altre poche vampire che avevo conosciuto. Sembravo quasi irreale. I lineamenti del viso erano più marcati ma ugualmente dolci ed eleganti. Le ciglia si erano allungate e mi rendevano gli occhi, ora di un colore celeste, più belli e quasi felini per la loro forma leggermente più allungate del normale. I capelli erano molto più lunghi e boccolosi di colore castano chiaro, quasi biondo ma con riflessi rossicci, il corpo era ben proporzionato, sembrava scolpito nel marmo per la sua perfezione. Ma ciò che mi sconvolse furono le grandi ali nella mia schiena. Grandi ali bianche ma con le punte nere come la pece, prima di esse aveva delle varie sfumature di grigio che poi diventavano sempre più bianche. 

Mi girai verso i due vampiri presenti nella stanza.

"Io... potete raccontarmi qualcosa sugli angeli? E come faccio a ritirare le ali? Io... io non so che fare, aiutatemi vi prego.." Sussurrai singhiozzando. I due si avvicinarono e mi fecero sedere sul letto, mettendosi ai miei lati. Mi carezzavano il braccio o la parte lasciata scoperta dalle enormi ali mentre io continuavo a singhiozzare.

Stefan iniziò a parlare e a raccontarmi ciò che sapeva.

"In molte tradizioni religiose, un angelo è un essere spirituale che assiste e serve Dio. Nella Chiesa cattolica essi annunciano Cristo e sono creati fin dalla loro origine in funzione del suo regno. Gli angeli sono organizzati in tre diverse Gerarchie. La prima Gerarchia è quella dei Serafini, che asservono il ruolo di guardiani del trono di Dio e appartengono al più alto ordine degli angeli, dei Cherubini, ovvero i guardiani della luce e delle stelle. La Seconda Gerarchia è quella delle Dominazioni, che hanno il compito di regolare i compiti degli angeli inferiori, Virtù, che osservano i gruppi di persone, Potestà, ovvero gli angeli della vita e della morte. La Terza Gerarchia  è, infine, quella degli Arcangeli, coloro che sono i più grandi consiglieri e amministratori inviati dal Cielo e gli Angeli, simili agli umani per aspetti fisici, ma molto hanno una bellezza quasi accecante, e differiscono da loro per l'intaccabile fedeltà. Gli angeli bianchi sono diversi da quelli neri perchè questi ultimi sono angeli caduti, ovvero angeli che si sono schierati al fianco di Lucifero e non di Dio. Se noti i tuoi capelli sono sia chiari che rossi, chiari per il tuo essere un angelo bianco e rossi, invece, per la tua parte di angelo nero. Inoltre entrambi sono immortali e muoiono solo se attaccati da un angelo più forte di loro o da Dio. Gli angeli neri e quelli bianchi sono perennemente in conflitto, così come lo sono i loro capi, ovvero Dio e Lucifero." Quando finì di parlare ero sconvolta e ormai avevo finito le lacrime.

 "Credo che se tu ordini al tuo corpo di ritirare le ali, esse scompariranno." Mi sussurrò Damon cercando di non sconvolgermi ancora di più.

Feci come mi aveva detto e dopo aver sentito un bruciore all'altezza delle scapole le ali non c'erano più. La mia vita era radicalmente cambiata e ora dovevo cercare di convivere con il mio nuovo segreto. Sia Stefan che Damon mi strinsero la mano e capii che con due amici come loro forse sarei riuscita ad andare avanti e a sconfiggere il mio dolore.

 

 

 

Here I am!

 Ciao ragazze! O meglio buona sera! Spero che il capitolo ci piaccia :)

Ringrazio che ha recensito la storia, messo tra le preferite/ seguite/ da ricordare o chi ha semplicemente letto.

 Non sono sicura che domani riesca a postare il nuovo capitolo dal momento che per lunedì ho verifiche, interrogazioni a go go. Comunque sia posterò appena avrò ricevuto quattro recensioni ahah

 Un bacione grande grande, Peace&Love, AlwaysDream. <3 

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Capitolo 5
*** Chapter four ***


Chapter four

 

 

§ I remember the days,

you were a hero in my eyes,

but those are just a long lost memory of mine.

I spent so many years 

learning how to survive.

Now, I'm writing just to let you know

I'm still alive.

Good Charlotte - Emotionless §

 

"Credo che sia meglio lasciare questa città..." Interruppe il silenzio Stefan.

"Prima vorrei parlare con Charlie e vedere cosa ne sa lui di tutta questa situazione. Per voi va bene?" Li guardai negli occhi aspettando la conferma che poco dopo arrivò.

"Posso chiedervi una cosa?- annuirono e io continuai- Vorrei avervi vicino quando parlerò con lui... Però non siete costretti a farlo."

"Da oggi in avanti credo che ti sarà difficile sbarazzarti di noi." Disse Stefan.

"Se non impossibile." Mi fece l'occhiolino Damon.

Sorrisi e li abbracciai di slancio, all'inizio rimasero fermi, ma poi lo ricambiarono.

"Bene, allora credo che dovremmo andare!" Detto questo mi alzai e con loro al mio seguito andai al mio pick up.

"Io su quel coso non ci salgo." Mi guardò scettico Damon.

"Ehi non insultare il mio pick up!" Borbottai offesa.

"Che ne dici se ti seguiamo con la nostra macchina? Anche se non sono sicuro che ci arriverai a casa su quel bolide.."

Guardai male Stefan, che mi sorrise, e salii sulla mia macchina e partii.

Ero sotto pressione. Non sapevo che discorso intraprendere con Charlie. Non potevo mica andare da lui e dirgli: Sai sono un angelo, ma non uno normale! No, perchè io sono la fusione di quello nero e bianco e mi chiedevo se tu sapessi qualcosa del mio passato dato che mi ricordo solo che i miei che venivano uccisi e io che venivo teletrasportata di fronte alla tua porta!

No, se li avessi detto qualcosa del genere poco ma sicuro gli sarebbe venuto un infarto.

Dio! Eravamo già arrivati e non avevo preparato un discorso, tra l'altro sperai vivamente che non avesse letto il mio biglietto se no avrebbe avuto un altro motivo per prendersi un infarto dato che gli avevo scritto in modo molto poco sottinteso che mi sarei suicidata.

Scesi dalla macchina e fui subito affiancata dai due fratelli. Aprii la porta con le mie chiavi e mi preparai mentalmente.

"Papà sono a casa!"

Sentii dei vari rumori provenire dal piano di sopra e poi lo vidi entrare in salotto sconvolto.

"Bells.. sei-sei tu?" Mi guardò negli occhi per poi raggiungermi a grandi falcate e stringermi tra le sue braccia, in quel momento mi sentii a casa. Ma c'era qualcosa che non quadrava... Il suo profumo era invitante.

 Mi staccai leggermente e lui fissò il suo sguardo indagatore sui due bei giovani a fianco a me.

"E loro chi sono? Non ti bastavano i Cullen come vampiri?" Mi chiese.

"Tu sapevi che i Cullen erano vamiri e non mi hai mai detto nulla?" 

"Come se tu non lo sapessi già!" Mi accusò.

"Bene allora se sai che loro sono vampiri, saprai pure che io sono un angelo?"

Aprì e richiuse due volte la bocca per articolare finalmente una frase.

"Sì, lo sapevo e a quanto pare la trasformazione è avvenuta..."

"Conoscevi i miei genitori?"

"Sì, pero è meglio se tu e i tuoi amici vi sediate."

I ragazzi mi strinsero la mano e andammo a sederci in salotto.

"Conoscevo i tuoi genitori ed erano persone davvero fantastiche. Ti amavano tanto Bells e hanno fatto di tutto per proteggerti dal male."

"Si sono sacrificati per me." Lo interruppi io.

"Sì, e lo avrebbero fatto milioni di volte se avesse portato alla tua salvezza. Devi sapere che tua madre non era un semplice angelo nero, era figlia di Lilith e Lucifero, e credo che tu abbia capito quanto importante e potente possa essere. Ginny era, come dire, molto fedele a suo padre e lo assecondava in tutto, era molto spietata ed era riconosciuta da tutti per questa qualità."

"Lei, quindi era cattiva?" Chiesi con le lacrime agli occhi.

"Sì, ma quando conobbe Sam cambiò. Iniziò a non obbedire agli ordini di Lucifero, iniziò ad odiare l'Inferno e si trasferì sulla Terra assieme a tuo padre. Era cambiata, non uccideva più, anzi aiutava tuo padre a fare del bene e cercava di riscattarsi da tutto il male che in passato aveva causato. Questo non piacque molto ai fedeli di Lucifero che cominciarono a perseguitarla. La odiavano e non capivano perchè avesse abbandonato tutto e tutti per un fedele di Dio. Inutile dire che colui che se la prese di più fu suo padre Lucifero. Si sentii tradito e la ripudiò. D'altra parte manco per Sam le cose stavano meglio. Così come odiavano Ginny che si era messa con un angelo bianco, odiavano Sam per essersi innamorato di un loro nemico. Ma dovettero ricredersi di fronte al loro amore e al reale cambiamento di Ginny. Le cose si complicarono quando tu nascesti. Eri la perfetta fusione dei due mondi ed eri un essere unico quanto speciale. Volevano mettere le mani su di te. Sapevano che se ti avessero presa, avrebbero potuto dare una svolta all'eterno conflitto tra il bene e il male. I tuoi avevano un piano di riserva se qualcosa fosse andato storto. Ti avrebbero affidata a me e ti avrebbero tolto i poteri fino a quando non saresti stata in punto di morte, in quel momento sarebbe avvenuta la trasformazione." Concluse il suo discorso Charlie.

"Io non so che dire.. E' tutto così irreale!" Mi misi le mani tra i capelli e cercai di non far scendere le lacrime. In quel periodo piangevo per qualsiasi cosa!

"Perchè deve essere tutto così complicato?" Sussurrai tra me e me.

"Io credo di essere in parte vampira." Sbottai tutto d'un fiato ricordandomi di quando sentii l'odore di Charlie invitante.

"E' impossibile! Come fai a dirlo?" Mi chiese Damon.

"Io ho sentito l'odore di Charlie invitante, credi che sia una spiegazione accettabile??" Gli urlai contro.

"Forse è meglio se ce ne andiamo da Forks Isabel." Mi disse Stefan.

Guardai Charlie che, seppur a malincuore, annuì, stessa cosa per un Damon leggermente più felice.

"Allora vado a prendere la mia roba."

Quando finii di preparare tutto scesi giù e salutai Charlie. Nonostante non fosse il mio vero padre, mia aveva trattato come una figlia e gli volevo bene.

Uscii di casa e salii nella macchina dei ragazzi che mi sorrisero comprensivi per poi accendere la macchina e partire lasciando la casa in cui ero cresciuta alle spalle.

 

 

 

Here I am!

Buona sera! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Ringrazio chi ha recensito, messo tra le preferite/ seguite o da ricordare.

Mi scuso per eventuali errori di battitura dato che non ho potuto rileggere il capitolo.

Cosa ne pensate? Abbiamo scoperto nuove cose sul passato di Bella e adesso vedremo dove andrà... Ma non so ancora dove, che mi proponete?

Aggiornerò dopo 4 recensioni (si lo so chiedo molto ahah)

Un bacione, Peace&Love, AlwaysDream. <3

 


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Capitolo 6
*** Chapter five ***


Chapter five

 

 

§ La vita è come le montagne russe,

 ha i suoi alti e i suoi bassi.

 Ma sei tu a scegliere se urlare

 o goderti il viaggio. §

 

Stavamo viaggiando già da un paio di orette e non avevo la minima idea di dove stessimo andando.

Odiavo non sapere le cose, ero una persona abbastanza curiosa, ma quei due ragazzi non volevano saperne di dirmi qualcosa.

"Mi volete per favore informare sul luogo verso il quale siamo diretti?" Sbuffai, mi stavo leggermente irritando.

"La vuoi smettere di rompere?" Mi chiese sorridendo Damon. Stefan gli lanciò un'occhiataccia e mi sorrise dallo specchietto retrovisore.

"Ancora poco e saremo arrivati." Mi spiegò poi.

Speravo solamente che non mi portassero in un luogo in cui avrei potuto incontrare i Cullen, non ero ancora pronta ad un incontro con loro, anche se credo che non lo sarei mai stata.

Guardai fuori dal finestrino i passaggi che si susseguivano uno di seguito all'altro. Ero tutto così strano, vedevo le cose in modo più dettagliate, riuscivo a scorgere le microparticelle nell'aria, a sentire a distanze molto lunghe e a capire da dove provenissero suoni o odori.

Non vedevo l'ora di scoprire se avessi poteri supplementare e se fossi un semplice angelo, anche se da ciò che mi aveva detto Charlie mi fece capire che non lo ero, ma anzi ero molto speciale.

Da un lato ero curiosa di sapere, conoscere poteri nuovi e poterli utilizzare, ma dall'altra avevo paura, questi poteri avrebbero comportato delle responsabilità.

Ripensai ai Cullen, mi mancavano. In sei mesi erano riusciti a cambiare radicalmente la mia vita. Erano entrati prepotentemente dentro di essa e nonostante non ci fosse più una loro presenza corporea, erano ancora nei miei pensieri ma soprattutto nel mio cuore. Avrei voluto condividere con loro la mia vera natura, avrei voluto che Edward mi stesse accanto in questo periodo difficile, allenarmi con Emmet e magari sarei riuscita a creare un rapporto con Rosalie e Jasper dal momento che non ero più umana.

Ma ciò non sarebbe potuto accadere, semplicemente perchè non c'erano più e ne dovevo fare una ragione.

Dovevo cercare di andare avanti senza di loro, anche se mi risulterà difficile.

"Siamo arrivati." Stefan, seguito da Damon, scesero dalla macchina e mi trovai in una casa isolata dal mondo. Guardai scioccata i due ragazzi.

"Non ci guardare così! Sei una pivella e di sicuro non possiamo portarti in un luogo pieno di umani." Mi spiegò il fratello più grande. 

"Ma non siete neanche sicuri che io sia un vampiro!" Ribattei agitata.

"Non ci provare!" Lo avvisò Stefan.

Damon non ci fece caso e si avvicinò a me e guardandomi negli occhi si ferì il collo. Vidi una piccola goccia di sangue sgorgare dalla ferita seguita da altre. Mi leccai il labbro già pregustando il suo sapore. Questa volta fui io a colmare le distanze tra di noi e morsi il suo collo, succhiando quel nettare vitale per lui. Era gustoso, aveva un sapore buonissimo e ne volevo sempre di più.

Aprii gli occhi e vidi l'espressione mista tra piacere e dolore di Damon. Solo ora mi resi conto di ciò che avevo fatto. io mi ero nutrita del suo sangue. 

"E meno male che tu non eri un vampiro." Damon si pulì la ferita e senza degnarmi di un'occhiata entrò dentro l'abitazione.

Mi girai verso Stefan e lo guardai sconvolta.

"Ehi.. Tranquilla Isa, lui è fatto così." Cercò di tirarmi su di morale.

"A me non frega un cazzo di lui! Dio è tutta colpa sua se mi trovo in questa situazione." Scacciai via con rabbia una lacrima che mi era uscita dall'occhio destro e entrai dentro la casa.

"Tu." Gridai appena individuai Damon. "Si puù sapere perchè mi hai trasformata?! E' tutta colpa tua se sono una fottuta vampira, non avevi niente di meglio da fare invece di complicarmi la vita??" Lo spinsi e lui andò a sbattere contro la parete dietro di lui formando delle crepe.

"Ripeto: faccio ciò che mi pare e piace." Si avvicinò minaccioso a me.

"Non fai ciò che ti pare se si tratta della mia vita, okay?!"

"Ehi ragazzi smettetela. Damon finiscila di comportarti da bambino! E comunque vorrei sapere anche io la motivazione." Intervenne Stefan.

"Non ce la faccio più, okay? Da quando Elena è morta sei apatico e pensavo che facendo entrare nella nostra vita una nuova ragazza, tu ti saresti risvegliato."

"Non so chi sia Elena, ma io non rimpiazzo nessuno. E poi perchè non hai trasformato nessun altro, perchè proprio me?"

"Ti ho osservato per una settimana e ho visto che non avevi più voglia di vivere, avevi bisogno di una mano e sembra strano ma avrei voluto aiutarti e quando ti trovai nella casa dei Cullen ho colto l'occasione al volo." Spiegò sedendosi sul divano e prendendosi la testa fra le mani.

"Avresti fatto meglio a startene al tuo posto." Dissi dura.

Guardai i volti distrutti dei due ragazzi e mi sentii in colpa. Mi avevano aiutato, seppur in un modo del tutto proprio, e io stavo riversando tutte le mie frustrazioni su di loro. Damon nonostante ciò che sembrasse all'esterno, era una brava persona, così come Stefan.

Avrei dovuto smettere di fare la vittima e pensare anche agli altri, non ero l'unica che aveva avuto un passato traumatico, anche loro avevano passato momenti difficili.

Li raggiunsi e mi sedetti tra di loro.

"Chi è Elena?" Spezzai il silenzio.

"Era la mia ragazza. Elena era umana e assomigliava terribilemente alla vampira di cui entrambi eravamo innamorati e che ci trasofrmò in vampiri, è morta a causa di Klaus. Forse più avanti ti racconterò tutta la storia, ma ora la ferita è ancora aperta e mi fa male parlarne." Stefan mi guardò negli occhi dispiaciuto e io gli strinsi la mano tra le mie.

"Mi dispiace tanto." Sussurrai a Damon. 

Lui mi guardò di sfuggita e mi sorrise leggermente. 

"Ragazzi dobbiamo veramente stare qua? Sul serio credo che riuscirò a resistere alla tentazione del sangue! Tanto avrò voi vicino.." Cercai di convincerli.

"Per adesso questo è il posto più sicuro per.." Stefan fu interrotto dall'arrivo di una ersona nel salotto.

Ma non era un essere mortale, era un angelo.

 

 

Here I am!

Ehilà o meglio buona sera! Come state? Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Mi scuso per eventuali errori di battitura ma sono di fretta e quidi non ho potuto rileggerlo..

Ringrazio chi ha recensito, messo tra le preferite, seguite o ricordate o semplicemente a chi legge.

Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo?

Continuerò dopo 5 recensioni ;)

Un bacione, Peace&Love, AlwaysDream.

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Capitolo 7
*** Chapter six ***


Chapter six

 

 

§ Se sei indecisa tra due persone, 

scegli la seconda,

la prima evidentemente non ti ha tenuta abbastanza stretta

da non farti innamorare di qualcun altro. §

 

"Ragazzi dobbiamo veramente stare qua? Sul serio credo che riuscirò a resistere alla tentazione del sangue! Tanto avrò voi vicino..." Cercai di convincerli.

"Per adesso questo è il posto più sicuro per.." Stefan fu interrotto dall'arrivo di una persona nel salotto.

Ma non era un essere mortale, era un angelo.

"E menomale che questo era il posto più sicuro!?" Borbottai. Damon mi sorrise divertito e Stefan cercava di sembrare calmo nonostante la situazione non fosse delle migliori.

Il ragazzo si mosse venendo verso di noi e una folata del suo odore mi travolse. Era forte, deciso ma allo stesso tempo dolce.

Sorrisi e mi leccai le labbra. Cercai di contenermi, non volevo essere fermata, volevo il suo sangue. Nonostante non volessi fare del male ad un angelo necessitavo il suo nettare. Volevo solamente asssaggiarlo, non volevo assolutamente fargli del male. I miei pensieri erano in contrasto ma erano due le parti prevalenti: la prima era quella di assaggiare il suo sangue, la seconda quella di proteggerlo. Era come se lo conoscessi già e avevo paura che se gli avessero fatto del male, ma soprattutto fossi stata io la causa del suo dolore, avrei sofferto.

Così, come un marinaio viene attratto dal canto delle Sirene, io mi avvicinai a lui attratta dal suo sangue.

Damon e Stefan si pararono davanti a me, ma senza il minimo sforzo li scacciai e li attaccai al muro, a cui loro rimasero per così dire appesi. Non si potevano muovere, perchè io non volevo che si muovessero.

Non mi preoccupai di questa mia capacità, mi ripromisi che più tardi, dopo aver assaggiato quella prelibatezza, avrei chiesto spiegazioni.

In un secondo raggiunsi il ragazzo che mi sorrise e gli misi le mani tra i capelli biondi e mossi e gli inclinai la testa. Fatto ciò leccai un punto del suo collo e lo morsi.

Il suo sangue era la cosa più buona che avessi mai assaggiato. Era buono, era qualcosa di cui non mi sarei mai e poi mai stancata e ne volevo sempre di più

Ad un tratto però al suo sangue si aggiunsero anche dei ricordi, ma soprattutto un nome.

Alex.

Questo nome lampeggiava come un allarme nella mia testa.

Confusa, smarrita e delusa da me stessa per essere caduta in tentazione ed aver fatto del male a qualcuno che evidentemente conoscevo caddi in ginocchio di fronte a lui singhiozzando e mormorando parole sconnesse di scuse affiancate al suo nome.

Subito le mie barriere si abbassarono e permisi ai Salvatore di raggiungerci.

"Isabel, tranquilla non mi hai fatto nulla." Mi disse l'angelo guardandomi con i suoi occhi azzurri come il cielo.

Voleva calmarmi, ma io non volevo, ero diventata un mostro e mi odiavo per questo. Non volevo fare del male a nessuno.

Il ragazzo mi abbracciò carezzandomi la schiena nel tentativo di far cessare i singhiozzi e poco dopo ci riuscii.

Mi fecero alzare e ci sedemmo tutti quanti sul divano.

"Chi sei?" Chiese sfacciato Damon interrrompendo il silenzio. E il premio oscar per la sensibilità va...rullo di tamburi...a Damon!

"Sono Alex Pettyfer e credo che abbiate capito che sono un angelo e cosa più importante conosco Isabel. Riguardo lei, ma siete impazziti?! Non potete rendere vampiro un angelo. Poteva morire,lo capite?? Se il suo corpo non avesse accettato due trasformazioni contemporaneamente sarebbe morta. Vi credevo più intelligenti, Salvatore." L'angelo biondo si avvicinò a me e mi strinse forte in un abbraccio.

"Dio, mi sei mancata così tanto, piccola Isabel." Mormorò. Ricambia l'abbraccio, sentendo dentro di me che fosse giusto che io lo facessi ma poi mi staccai.

"Io di te so solo il nome, ma so di conoscerti.. Perciò, chi sei?" Chiesi senza peli sulla lingua.

"Eri piccola quando ci conoscemmo. In realtà io ti conosco da quando sei nata. Sai, le nostre famiglie, ovvero i Pettyfer e i Williams erano in ottimi rapporti e passavano ogni momento assieme, quando non avevano incarichi mandati dall'Alto. Eravamo due famiglie molto legate e molte volte mi prendevo cura di te. Non so se te l'hanno spiegato ma noi angeli siamo immortali e avremo per sempre l'età in cui abbiamo accettato la nostra natura angelica e quindi abbiamo accolto il messaggio divino dentro di noi. Quando tu nascesti io ero ormai immortale già da un po' e tu mi adoravi. Ogni volta che venivo da te, mi portavi in camera tua e mi facevi giocare con le bambole. Ti divertivi un sacco e avevi un sorriso perenne sul tuo piccolo volto. Poi le cose sono andate male e i nostri genitori sono morti a causa di alcuni angeli neri che gli avevano fatto un'imboscata. Così ti portai da Charlie e ti dovetti abbandonare lì affinchè non ti trovassero seguendo le mie tracce. Non sai quanto è stato difficile lasciarti là sola." Concluse il discorso con un sorrise triste che stonava incredibilmente con il suo aspetto perfetto.

"Ricordo tutto." Sospirai cercando di non perdermi tra i ricordi di un'infanzia felice ma rovinata dal male che impregna il mondo. Gli strinsi la mano e gli sorrisi cercando di fargli capire che non si doveva preoccupare e che se ha fatto ciò che ha fatto è stato unicamente per il mio bene.

"Scusami tanto, io non volevo attaccarti. Ma il tuo sangue era come una calamita per me, ti giuro non riuscivo, anzi non volevo fermarmi. Dio non merito di essere ancora viva!" Esclamai sull'orlo delle lacrime.

"Non mi hai fatto male, Isabel. Sai potresti anche uccidermi e non opporrei resistenza." Arrossii alle sue parole.

"Per questo hai sorriso prima che ti mordessi?"

"Sì." Mi rispose senza tentennamenti.

"Io quando ti stavo per mordere, sapevo che non avrei voluto mai farti del male e che mi sarei uccisa solo per non farti soffrire, perchè?" Ero confusa e non poco.

"Noi abbiamo un legame, per così dire molto stretto, ma non posso parlartene, o almeno non adesso, devi capirlo da sola." Mi sorrise come per scusarsi e io gli sorrisi nonostante volessi sapere di più.

Damon e Stefan si schiarirono la voce per riportare l'attenzione su di loro. Mi ero dimneticata della loro presenza, presa come ero da Alex e dal mio passato.

"Sapete vero che vi potrei uccidere solo per ciò che avete fatto ad Isabel?" Chiese minaccioso il biondo.

"No, Alex tu non puoi ucciderli!" Dissi parandomi di fronte a loro cercando di proteggerli. Loro non potevano assolutamente morire, mi avevano salvata dalla depressione in cui stavo cadendo e gliene sarei stata per sempre grata.

"Vuoi andare contro il volere della bambina?" Chiese Damon guardando con aria strafottente Alex.

"Io ti salvo da lui, ma prova solamente a chiamarmi bambina di nuovo e ti stacco le palle a morsi, intesi Damon?" Ringhiai.

Alex e Stefan scoppiarono a ridere mentre io guardavo con astio Damon. Oh ma finita con lui, avrei avuto tempo per giocare anche con loro. Non so si è colta la mia vena ironica.

"La gatta tira fuori gli aritigli." No, ma continua pure a sfottermi Damon!

"Non sai contro cosa stai andando incontro Salvatore." Celiò Alex.

"Bene, time out!" Chissà perchè Stefan doveva interrompermi sempre sul più bello.

"Ma io mi stavo divertendo!" Borbottò Damon. Vuole divertirsi? L'ha voluto lui. Con un gesto secco della mano lo feci volar fuori attraverso la finestra che accidentalmente ruppi con il suo corpo.

Solo ora mi ricordai di questo potere che avevo utilizzato anche prima.

"Alex ma ho altri poteri oltre a quello di far 'muovere' con la forza del pensiero le persone?"

"Non posso aiutarti molto, so soltanto che hai la telecinesi, ovvero la forza del pensiero che ti permette di muovere oggetti o persone e uno scudo sia fisico che mentale, ovvero una barriera invisibile che fa sì che nessuno possa usare poteri mentali contro di te oppure ti permette di creare uno scudo fisico che nessuno può passare con il corpo." Mi spiegò. Stefan annuì. Non feci caso all'occhiataccia di Damon che era appena entrato dalla finestra.

"Quindi era per questo che Edward non poteva leggermi nel pensiero.." Sussurrai, capendo finalmente perchè il suo potere su di me non funzionava.

Notai Alex stringere i pugni e si oscurò in viso. Mi sedetti vicina a lui, gli presi la mano e lo guardai chiedendo spiegazioni.

"Io so tutto ciò che ti ha fatto passare quel vampiro da quattro soldi. E anche se quello che ti sto per dire potrebbe allontanarti da me, devo farlo. Edward -sibilò il suo nome- ti ha lasciata non perchè non ti amasse ma perchè non volevi che tu fossi costantemente in pericolo a causa sua e della sua famiglia." Strinsi più forte la presa sulla sua mano e presi un respiro profondo.

"Ha preso la decisione da solo, io sarei stata sempre al suo fianco, se solo lo avesse voluto. Ma lui ha scelto per entrambi e scusa se ve lo dico ma dopo sei mesi in cui l'ho aspettato, mi sono stancata. E' inutile dire che provo ancora qualcosa per lui, possederà sempre una parte del mio cuore, ma mi ha fatto tanto male e devo cercare di andare avanti." Questo è stato il discorso più difficile di tutta la mia vita. Edward lo amo ancora, ma lui non c'è e devo farmene una ragione. Potrei cercarlo, ma non posso e non voglio ripiombare nella sua vita quando lui ha fatto una scelta, reputandola giusta, facendo soffrire entrambi. Se lo facessi, sti mesi sarebbero buttati all'aria.

Guardai i ragazzi che mi sorrisero tristi e mi soffermai su Alex.

Era inutile dire quanto egli fosse bello. Alto, con un fisico asiutto e abbastanza muscoloso, occhi azzuri, capelli biondi. Detta così sembra il principe azzurro delle fiabe. E potrebbe esserlo se non fosse per quello sguardo sempre un po' triste e troppo vissuto. Sembra che porti sulle sue spalle il peso di tante battaglie e tante sofferenze e mi promisi che da oggi in poi l'avrei aiutato ad essere felice. Era importante per me.

"Io direi di poter iniziare un nuovo capitolo della nostra vita, che ne dite?" Chiesi ai ragazzi alzandomi dal divano.

"Io dico che sono d'accordo." Acconsentì Stefan. Gli altri due annuirono contenti che avessi preso così bene tutto il mio passato e che nonostante tutto non fossi scappata a gambe levate ma fossi ancora con loro.

"Però prima mi dite dove siamo?" Chiesi.

"In una casetta nei paraggi di Seattle." Mi rispose Stefan.

"Fantasia portami via.." Borbottai prima di guardare oltraggiata Damon che mi aveva rifilato uno scappellotto.

"Smettila di fare la bambina" Celiò.

"Dove vorresti andare? Hai la possibilità di scegliere qualsiasi città." Mi informò Alex. Ci pensai su e poi sorridendo risposi.

"Voglio visitare Sidney." 

Osservai i ragazzi e mi sentii in famiglia, loro erano la mia nuova famiglia e questa volta non avrei permesso a nessuno di portamela via o far loro del male. Promessa di Isabel Marie Williams.

 

 

Here I am!

Scusate la lunga assenza, ma per le vacanze mi sono fatta regalare dai miei un piccolo viaggetto a Londra, città che amo, dopo aver promesso loro che quest'anno avrei avuto la media dell'otto.

Grazie per la recensioni, chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate o chi ha solamente letto (noto che le visite aumentano :D)

Detto ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto, e non so se avete notato ma è più lungo dei precedenti per farmi perdonare la lunga assenza ahah

Che ve ne pare il nuovo arrivo? E di questa nuova parte del passato di Bella? Finalmente abbiamo scoperto dove sono andati e devo dire che non hanno fatto molta strada!

Ora vi saluto, come al solito aggiorno dopo cinque recensioni, lo so sono una rottura di scatole (per non dire altro) ahah

Buona serata a tutte!

Peace&Love, AlwaysDream. <3


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Capitolo 8
*** Chapter seven ***


 Chapter seven

 

 

§ Ohana significa famiglia

e famiglia significa che nessuno viene abbandonato. §

 

 

Molte volte mi sono chiesta perchè le cose accadessero in una determinata maniera e non in un'altra. Voglio dire perchè accade tutto in determinate ore, determinati luoghi o con determinate persone?

Qualcuno, non ricordo esattamente chi fosse, mi disse che le cose accadevano in maniera del tutto casuale e che, affinchè il mondo continuassa ad andare avanti, dovevano necessariamente accadere. 

Io non credo a ciò. Se un giorno una persona destinata a morire non lo facesse, cambierebbe qualcosa? Io credo invece che il mondo vada avanti indipendentemente dalle azioni del singolo. Cioè il mondo cambia grazie all'agire umano, ma ciò non vuol dire che cambia positivamente. Le guerre, il cambiamento climatico, la distruzione dell'ecosistema non rendono il mondo un pianeta migliore, anzi lo distruggono lentamente e saranno le generazioni future a pagarne le conseguenze.

E quindi anche noi, esseri immortali che continueremo a vivere su questa terra fino alla fine della nostra eternità.

Ma c'era qualcosa di più importante della distruzione dell'ecosistema: la crudeltà umana.

Milioni di bambini venivano abbandonati ogni giorno, milioni di donne picchiate, violentate e uccise, milioni di persone morivano di fame. 

Ero una creatura speciale, vero? Ero una creatura di Dio e dovevo sentirmi grata per ciò che ero. E allora perchè mi sentivo così inutile? Perchè non potevo cambiare l'andamento degli eventi? Perchè non potevo aiutare chi realmente ne aveva bisogno?

Solo ora mi rendevo conto di che persona meschina fossi. Vivevo senza preoccuparmi degli altri, e ci si sente una nullità quando lo si scopre. 

Tu non sei inutile piccola mia. Tu sei la persona più speciale di questo mondo e non devi mai pensare cose del genere. Il tuo animo è puro e ciò è dimostrato dalla tua bontà di animo. Tutte le azioni di questo mondo sono manovrate da Dio e tutto ha uno scopo. Il tuo sarà quello di combattere i figli di Satana e sappi che vi sono angeli, denominati angeli custodi, che stanno accanto ad ogni persona e le aiutano nel momento del bisogno, tutti hanno un angelo custode. Perciò piccola mia, vivi la tua esistenza, lotta contro il male e sappi che noi ti staremo sempre accanto.

 

Mi svegliai sudata e sconvolta nella mia nuova camera di Sidney. Ero contenta che mia madre, suona così strano dirlo, mi era apparsa in sogno. Era una figura evanescente le cui parole però mi arrivavano forti e chiare. Finalmente dopo giorni passati a crogiolarmi nella disperazione di essere inutile avevo capito quale fosse la mia missione. Ed era così semplice se solo ci pensavo! Dovevo combattere i figli di Satana. Ma come avrei potuto scovarli? Come li avrei riconosciuti? Non credo che andassero in giro con una maglia con su scritto: -Ehi siamo demoni, se volete ucciderci siamo qua!-.

Mi alzai e scesi in cucina con una maglietta dei Green Day che mi arrivava fin sotto il sedere, senza preoccuparmi di aggiustare trucco e parrucco. Di sicuro i ragazzi non si sarebbero spaventati per così poco.

"Giorno" Sbiascicai ancora mezza intontita. Mi buttai su una sedia e poggiai la testa sulle braccia incrociate sopra il tavolo.

"Buongiorno a tutti!" Gridò Damon cercando di svegliarmi dal mio stato comatoso. 

Alzai il dito medio nella sua direzione borbottando insulti verso quel disgraziato che mi odiava. Stefan sorrise divertito dai nostri quotidiani battibecchi.

"Bella non hai dormito stanotte?" Mi chiese premuroso Stefan.

"Sì, avrà fatto come al solito sogni erotici sul sottoscritto!" Mi guardò malizioso Damon.

"Contaci coglione, ovviamente con tanto amore eh.- lo incenerì con lo sguardo e spostati la mia attenzione su Stefan- comunque ho dormito poco o niente, ah mi è apparsa in sogno mia mamma che mi ha detto che il mio compito era quello di uccidere i figli di Satana, come se fosse facile.." Guardai negli occhi il più intelligente dei Salvatore, senza togliere nulla a Damon, ovviamente. Ironia portami via!

"Sai che puoi contare sempre su di noi, ti aiuteremo piccola." Stefan mi scompigliò i capelli e mi diede una tazza di caffè fumante. Gli sorrisi grata, quel ragazzo era un angelo!

Bevvi lentamente il mio caffè pensando a ciò che era successo in questi giorni. Eravamo a Sidney da più di due mesi ormai ed era una città fantastica. Soleggiata e piena di vita! Però c'era qualcosa che mancava. Alex.

Circa due settimane dopo il nostro arrivo in città lui è dovuto partire per una missione e non era ancora arrivato. Mi mancava da morire. In poco tempo era diventato un pilastro importante della mia vita e provavo qualcosa per lui. Mi aveva aiutato molto nelle crisi isteriche scatenate dalla mancanza di Edward e dei Cullen ed era riuscito a farmi pensare a loro senza scoppiare in lacrime o ad urlare.

Mi mancavano ovvio, ma erano un capitolo chiuso della mia vita ormai. Ora c'erano i Salvatore e Alex.

Ora sentivo un vuoto all'altezza dello stomaco ed ero continuamente in ansia per lui. Avevo paura che gli succedesse qualcosa o che non tornasse più da me. Ma sentivo dentro di me che non avrebbe mai potuto lasciarmi da sola. Per cui quando un ragazzo entrò dalla porta di casa gli corsi incontro saltandogli addosso e circondandogli il bacino con le mie gambe lo abbracciai forte.

"Stronzo guai a te se mi lasci ancora da sola." Gli dissi.

"No, ma tranquilla noi non esistiamo, eh." Borbottò Damon.

Non gli diedi ascolto e continuai a stritolare il mio angelo biondo.

"Anche tu mi sei mancata, principessa." Scesi da lui e lo fissai cercando di cogliere qualche ferita ma, per fortuna, non ne trovai.

Mi abbracciò di nuovo affondando il viso tra i miei capelli e, dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte, andò a salutare gli altri.

Ora era tutto perfetto, Alex era di nuovo con noi, in ottime condizioni, e la nostra famiglia era di nuovo riunita.

"Lo sai vero che non ti lascerò più andare in missione da solo e che ti seguirò ovunque?" Celiai con un sorriso angelico.

Lui mi sorrise e annuì.

"Senza di me sareste persi e non vorrei mai che capitasse qualcosa alla piccola di casa, quindi inutile dire che, ahimè, vi dovremo seguire anche noi." Damon faceva tanto il duro ma era una persona fantastica, voleva il meglio per noi e sono sicura che morirebbe per difendere chi ama.

"Io ho voglia di fare surf, chi è con me?" Chiesi correndo al piano di sopra per poi tornare giù con la mia tavola da Surf.

I ragazzi annuirono e uscimmo tutti insieme diretti in spiaggia. Era una giornata fantastica, il mio umore era decisamente migliorato da stamattina e io volevo divertirmi.

Arrivammo in poco tempo al mare, anche perchè era davanti casa, e subito mi spogliai rimanendo in costume. Quel pomeriggio la spiaggia era piena, ragazzi e ragazze in bikini e famigliole felici con i propri figli.

Notai gli sguardi dell ragazze posarsi sui miei tre ragazzi e potevo capirle.. Andiamo sono dei fighi pazzeschi! Però quando vidi una ragazza avvicinarsi ad Alex e iniziare a civettare, mi irritai, ma giusto leggermente, eh.

"Amore andiamo a surfare?" Dissi abbracciando Alex da dietro e lasciandogli un bacio sul collo.

"Oh scusate vi ho interrotto?" Chiesi in modo angelico.

"No, piccola tu non disturbi mai!" Alex mi abbracciò e la tipa se ne andò, che peccato!

"Mi piace quando fai la gelosa." Mi sussurrò all'orecchio Alex sorridendomi.

Io arrossii e Damon cominciò a sfottermi. 

"Non sono gelosa, ho visto Alex in difficoltà e l'ho aiutato, sono altruista io." Campai una scusa, che ovviamente non reggeva e andai in acqua.

"Comunque fossi in te mi coprirei un po' di più, non mi piacciono gli sguardi che i ragazzi ti mandavano." Mi sorrise Alex quando mi raggiunse.

Si avvicinò a me e mi lasciò un bacio all'angolo della bocca e si allontanò.

Non contenta gli avvolsi il collo con le braccia e lo baciai con passione. Il bacio si fece sempre più dolce fino a quando con un ultimo dolce bacio a fior di labbra mi staccai da lui.

"Ti amo." Mi sussurrò.

"Credo di amarti anche io, ma non ne sono sicura cioè dopo Edward ho paura di buttarmi in una nuova relazione ma non voglio farti soffrire e poi tu sei fantastico e mi hai aiutato molto e io provo qualcosa per te e.." Alex mi interruppe con un altro bacio che mi lasciò senza fiato.

"Isabel tranquilla, non ti devi preoccupare, quando sarai pronta ci metteremo insieme." Mi disse comprensivo.

"Ma io voglio stare con te anche adesso." Confessai.

"Sei sicura?"

"Sì." Affermai.

Sentii un leggero calore all'altezza del polso e lo guardai. Era comparso il simbolo dell'infinito con una A al centro.

Chiesi spiegazioni con lo sguardo ad Alex che sorrise e mi mostro il tatuaggio che aveva sul petto. Sotto la croce notai una scritta in corsivo Together for the etrnity. I  

"Ti ricordi quando ti dissi che avevamo un legame?-annuii- Ecco noi angeli quando ci innamoriamo e troviamo la nostra anima gemella compare un tatuaggio, a me è comprasa quella scritta la prima volta che ti ho guardato."

"E perchè a me è comparso solo ora?" Chiesi.

"Perchè solo ora ti sei accorta di provare qualcosa per me."

"Ma quindi è tipo l'imprinting dei licantropi? Io amerò te per sempre e viceversa?"

"E' leggermente diverso. Quando io ti vidi mi innamorai di te, ma tu potresti amarmi come non farlo, è una cosa arbitraria. Però quando l'amore è pure i due innamorati potranno amarsi per sempre, come i miei o i tuoi genitori."

"Ma io non capisco.. Io non avrei dovuto innamorarmi di Edward se tu fossi stato il mio vero e unico amore.."

"Eri troppo piccola quando ci dividemmo e quindi non hai potuto creare un legame così forte da non farti innamorare di nessun altro. Il tatuaggio non significa nulla Isabel. Se tu non vuoi stare con me, non è detto che tu debba farlo per forza, puoi scegliere e sai che non ti costringerei mai a fare nulla."

Lo guardai negli occhi e lessi solo sincerità e amore in quei pozzi cristallini.

"Non so se ti amo, ma voglio stare con te." Celiai quindi. Lo baciai e sentii che forse stavo finalmente facendo una scelta giusta.

 

 

Here I am!

Ciao ragazze, come state? Spero bene! Ho appena postato il nuovo capitolo nonostante stia male e abbia un po' di febbre.

Spero che vi piaccia e scusate eventuali errori dato che non ho potuto ricontrollare (le forze mi stanno venendo meno).

Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite/ ricordate/ seguite e chi ha recensito.

Come al solito continuo dopo 5 recensioni ahah Che ne pensate della neocoppia Alex e Bella? Fatemi sapere la vostra opinione!

Detto questo vi saluto e vi auguro buona notte!

Peace&Love, AlwaysDream. <3

 

Che figo è? Un bacione!

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Capitolo 9
*** 100 anni dopo ***


Chapter Eight

 

 

§ Niente succede per caso,

se le cose accadono è perchè deve essere così.

Se ci sembra strano,

se ci sembra ingiusto,

in realtà non lo è per niente.

Il futuro ci riserva cose migliori,

bisogna solamente saper cogliere l'attimo. §

 

Erano esattamente passati 100 anni da quando Edward mi abbandonò, da quando incontrai la mia vera famiglia, da quando mi misi insieme ad Alex, ma soprattutto da quando conobbi la mia vera natura.

E ora stavamo tornando nel luogo dal quale scappai e nel quale non feci più ritorno, Forks.

Alex, a fianco a me, mi strinse la mano notando il mio nervosismo. Eravamo lì per una missione e sapevo che erano tornati anche loro. Ma non potevo disubbidere, o meglio non volevo perchè quello era il mio compito, la mia missione. E se dovevo incontrarli per fare del bene e per migliorare delle vite umane, ben venga.

"Piccola stai bene?" Mi chiese preoccupato il biondo.

"Si, non ti preoccupare." Gli lasciai un delicato bacio sulle labbre e tornai a guardare il paesaggio scorrere al di fuori del finestrino dell'auto sulla quale mi trovavo.

"Jenny e Lucas sono arrivati?" Chiesi a Damon che guidava il veicolo.

"Sì, sono arrivati già da un'oretta, s staranno dando da fare, ma loro a differenza di qualcuno lo fanno quando non c'è nessuno." Disse mandandomi delle frecciatine e guardandomi dallo specchietto retrovisore.

Gli pizzicai il nervo del collo e sbandò leggermente con l'auto ritornando subito nella giusta corsia.

"Ma io dico, stai bene? Sono io quello che non sta bene dato che continuo a starle dietro.." Borbottò.

"Ti voglio bene anche io, Damon." Feci un sorriso angelico per poi avvicinarmi a lui e scoccarli un rumoroso bacio sulla guancia. Nathan ci guardò scuotendo la testa e tornando a messaggiare con quel dannato cellulare. Ci stava attaccato 24 ore su 24.

Nathan e Lucas si erano aggiunti alla nostra famiglia da quasi 80 anni, quando ci trovavamo a causa di una missione a Honk Kong. Erano entrambi degli angeli bianchi. Li conoscemmo in un bar del luogo, si stavano sbronzando (cosa assurda da dire dal momento che erano angeli) per la perdita di loro sorella. Erano fratelli di sangue nonostante fossero completamente diversi: Lucas biondo, Nathan coi capelli scuri.

Erano distrutti, dei figli di Satana, ovvero dei demoni, avevano ucciso la piccola di casa, di solo 15 anni. Una disgrazia, non si erano mai completamente ripresi da quella perdita.

Jenny invece la trovammo in fin di vita a casa sua, a soli 19 anni si stava uccidendo perchè il ragazzo dopo averla violentata, l'aveva lasciata, abbandonandola a se stessa. Ebbi subito a cuore la sua situazione e, quando capii che era un angelo nero, la aiutai a trasformarsi per poi insegnarlead agire per il bene e quindi a rinnegare la sua parte malvagia. 

Jenny e Lucas si innamorarono l'uno dell'altro dal primo momento che si videro, ma forse per timidezza o perchè Jenny non era ancora pronta ad aprirsi ad un ragazzo, si misero insieme 20 anni dopo e una settimana dopo essersi messi insieme si sposarono. 

Damon e Nathan erano gli scapoli della famiglia, dei Don Giovanni incalliti.

Stefan invece, non riusciva più a convivere con me, Alex e Damon, aveva detto che vedere io e il mio fidanzato insieme rievocava nella sua mente Elena e ci stava male. Anche se a malincuore non mi misi contro la sua volontà e, pur di farlo stare in qualche modo meglio, lo lasciai andare. Persi un fratello maggiore, nonostante a volte continui a sentirlo e ci venga a trovare. Mi mancava ed era quasi un anno che non si faceva vedere, inutile dire quanto fossi continuamente in pensiero per lui.

Notai fuori dal finestrino il cartellone che ci indicava l'ingresso a Forks. Una strana calma mi pervase e sorrisi leggermente in direzione di Nathan che mi mandò un bacio volante. Risi leggermente e nonostante fosse passato un bel po' di tempo da quando la nostra famiglia si formò, mi stupii di come ci riuscissimo ad intendere con un solo sguardo.

"Lady Isabel siamo arrivati al suo castello, ora lei e il principino Alex potete scnedere dalla reale auto." Esclamò Damon spegnendo il motorre.

"Fumati meno canne, idiota." Celiai facendogli un occhiolino.

"Altro che lady, sei una principessa sul pisello, miss acida e pure scorbutica!" Bofonchiò occhi azzurri, alias Damon. 

Risi non rispondendo alla sua provocazione e gli saltai sulla schiena.

"E ora my lord accompagnami dentro casa, è un ordine!" Gli tirai leggermente i capelli neri e issandomi per bene partì spedito entrando in casa.

Era grande e bella, come tutte le altre case che possediamo d'altronde, ma questa mi sapeva di più accogliente, mi dava la sensazione di essere a casa. Forks, mi sei mancata. 

Damon mi buttò sul divano color panna e si adagiò comodamente su di me.

"Alex! Damon si sta approfittando di me!" Urlai.

Pochi secondi dopo vidi Alex avvicinarsi preoccupato per poi scuotere la testa notando che stavamo solamente giocando e cercando di avere un tono di voce oltraggiato parlò.

"Oh la mia punzella è in difficoltà. Il suo eroe è arrivato!" 

Detto questo buttò per terra Damon e prendendomi in braccio mi portò in camera nostra e mi stese sul letto.

Iniziò a baciarmi e lentamente mi sfilò la maglia. Baciò ogni parte che scopriva. 

"Il mio eroe mi salva sempre." Sussurrai alzandogli la testa e baciandogli le labbra. 

"Mi dispiace interrompervi ma sono le sette di mattina e a meno che voi non vogliate saltare il primo giorno di scuola vi conviene alzarvi e vestirvi. Noi vi aspettiamo sotto!" Sorrise, contento di averci rovinato un'altra volta i nostri programmi e se ne andò.

"Secondo me quel ragazzo ci prova gusto a metterti in difficoltà." Sussurrò Alex continuando a baciarmi.

"Quello che mi sta mettendo in difficoltà ora sei tu!" Esclamai buttandolo giù dal letto e alzandomi.

Lui si grattò la testa e non preoccupato di essere in boxer (quando l'avevo svestito?!) scese in cucina. 

Io invece cercai di darmi un contegno, nonostante quei disgraziati mi avessero già vista nuda a causa degli stupidi scherzi di Damon, e lo seguì.

"Scusate ma perchè dobbiamo andare a scuola?!" Sbraitò Jenny.

"E poi non sono riuscita neanche a dormire un'ora dato che siamo arrivati due ore fa." Continuò.

"Idiota vorrei ricordarti che gli angeli non possono dormire per più di tre ore di seguito, o l'hai dimenticato?" Contestò Nathan.

"Sono solo inutili dettagli. E idiota lo dici a qualcun altro, non a me, okay?" Disse avvicinandosi pericolosamente a lui.

"Dio! Siete dei bambini! Potete non farmi venire il mal di testa di prima mattina?" Li sgridai allontanandoli l'uno dall'altro con il mio scudo. Ora Nathan si trovava seduto dal lato opposto del tavolo dove si trovava Jenny. Abbassarono il capo cercando di non ribattere e darsi ancora contro.

"Quanto sei intrattabile Isabel quando non scopi!" Mi sfottè Damon.

"Prima cosa: io e Alex non facciamo sesso, ma l'amore. Seconda cosa: E' per colpa di qualcuno se non abiamo concluso e quindi sono intrattabile."

"Amore che ne dici se ora ti bevi il caffè e ti vai a vestire?" Mi disse Alex.

"E tu non trattarmi da demente!" Gli sbraitai contro per poi salire in bagno e buttarmi svestita nella doccia.

Dopo che mi lavai andai in camera e mentre mi mettevo l'intimo entrò Alex.

"Mi dispiace per prima ma sono nervosa.." Mi scusai.

"Non ti preoccupare. Ora vestiti e andiamo a scuola dove incontreremo i Cullen. Ti staremo tutti vicino, lo sai."

 

 

Here I am!

Ehilà! Spero che il capitolo vi piaccia. Continuo come al solito dopo cinque recensioni! Grazie a tutti, un bacione! Non mi dilungo perchè sono di fretta! Vi voglio bene, Peace&Love, AlwaysDream.

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Capitolo 10
*** Chapter nine ***


Chapter nine

 

 

§ Some nights I wish that this all would end,

cause I could use some friends for a change,

and some nights, I'm scared you'll forget me again,

some nights I always win, I always win... §

 

"Non ti preoccupare. Ora vestiti e andiamo a scuola dove incontreremo i Cullen. Ti staremo tutti vicini, lo sai."

Baciai dolcemente Alex cercando di mettere in quel bacio tutta la mia gratitudine per lui, per loro, perchè se non fosse stato per la mia famiglia, io ora non sarei quel che sono, ma soprattutto non sarei qui, viva e felice.

"Non credi di essere troppo sexy amore?" Mi chiese geloso il biondo.

Notai il suo sguardo soffermarsi su il mio fondoschiena fasciato alla perfezione dai miei skinny jeans chiari, per poi far correre lo sguardo sulla camicetta bianca che faceva intravedere attraverso il tessuto il pizzo blu del reggiseno. Ai piedi invece portavo le mie amate Converse bianche, ancora in ottimo stato perchè comprate da poco. Presi la Louis Vuoitton e scesi le scale tornando al piano inferiore dove mi aspettavano solo Nathan e Damon.

"Finalmente siete scesi, pensavo di dovermi preparare ad avere un mini Pettyfer/Williams giocare e correre per casa!" Ridacchiò Damon. Io un giorno di questi lo avrei ucciso seriamente.

"Sai Damon, il tuo sangue non mi ha mai attratto così forte prima d'ora." Svelai avvicinandomi a lui e premendolo con lo scudo alla patere e non permettendogli di muoversi.

Quando gli fui ad un soffio dal naso gli inclinai la testa per accedere più facilmente al suo collo.

"Tanto non lo faresti mai." Disse divertito.

"E' una provocazione?" Gli chiesi.

Detto ciò gli morsi il collo e succhiai il suo sangue. Poco dopo sentii Alex sbuffare, così mi allontanai. Mi leccai il labbro, contenta di aver potuto fare la mia colazione.

"Sai Isabel, non ti considerassi come una sorella ti sbatterei al muro." Disse Damon pulendosi il collo con un fazzoletto che gli aveva passato Nathan.

"Mi dispiace ma è la mia ragazza, ed è già tanto che ti abbia morso." Grugnì Alex per poi uscire di casa. Lo sentii salire sulla sua moto e andarsene via, sicuramente a scuola.

"Credo che questa volta l'avete fatto arrabbiare ragazzi." Rise divertito Nathan.

"Ma non ho fatto nulla di che! Non è la prima volta che mi nutro (che parolone dato che ci sono rimasta neanche per due minuti) di Damon e poi se a lui non da fastidio non vedo perchè dargli tanta attenzione!" Borbottai.

"Forse perchè le uniche volte che l'hai fatto ti trovavi in fin di vita e Alex non era lì per poterti aiutare?" Chiese retorico Nate.

"Dio Nate quanto sei rompipalle! E comunque guido io." Quindi presi le chiavi della mia Maserati nera e salii al posto del guidatore. Aspettai quei due e poi partimmo. Arrivammo in fretta grazie alla potenza della mia piccola ma soprattutto perchè distava veramente poco. Notai nel parcheggio la Honda di Alex su cui era appoggiato e a fianco la Jeep di Lucas. Parcheggiai vicina a loro e scesi dalla macchina raggiungendo Alex.

"Alex stavamo scherzando, non puoi offenderti!" Dissi parandomi di fronte a lui con le braccia incrociate.

"Isabel non rompere, perchè non te ne ritorni da lui?" Esclamò sprezzante. Gli presi al viso tra le mani e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.

"Sai che se sexy quando fai il geloso?" Gli cinsi il collo con le braccia avvicinandomi alle sue labbra.

"E tu sai che non riesco a essere arrabbiato con te per più di cinque minuti?" Finalmente sorrise.

"Mi dispiace di averti fatto arrabbiare, ma lo sai che a Damon voglio solo un bene dell'anima, per me lui è il fratello che non ho mai avuto, e poi lo sai che io amo solamente ed unicamente te." Gli dissi sincera.

"Ti amo tanto anch'io e non voglio perderti."

"Ma tu non mi perderai mai. Come posso allontanarmi dal mio angelo?" Sigillai le sue labbra con le mie e demmo vita ad un bacio non proprio casto. Le sue mani corsero alle tasche posteriori dei miei jeans e mi strinse leggermente il sedere con le due mani, le mie invece finirono tra i suoi capelli.

Qualcuno si schiarì la voce. Mi staccai a malincuore e porsi l'attenzione a Nate che mi sorrise imbarazzato.

"Dovremmo entrare e poi avete catturato l'attenzione di tutti i presenti.."

"Gli altri dove sono?" Chiesi notando l'assenza degli altri tre, ma soprattutto notai che gli occhi di tutti erano posati su di noi e non potei evitare di sorridere vedendo le occhiatacce che mi mandavano le ragazze oppure quelle che guardavano sognanti il mio ragazzo. 

"Ti amo." Mi sussurrò all'orecchio Alex prendendomi per mano e entrando a scuola.

Presi a braccetto Nate che mi porse un foglio con scritte le lezioni che avevamo.

"Alex abbiamo solo metà lezioni insieme." Piagnucolai.

"Le altre però le dividerai con Damon e Jenny!" Mi fece l'occhiolino Nate.

"Avete visto la ragazza?" Cambiai argomento seria.

La ragazza era il motivo per cui io e la mia famiglia eravamo qua. Si chiamava Charlotte Tomlinson e viveva sola con il padre. Uomo burbero e violento che aveva ucciso la madre della giovane, senza purtroppo essere condannato dato che la polizia non era riuscita a concludere il caso. Ciò non sarebbe successo se Charlie fosse stato ancora qua. Ma lui era morto già da un po' e mi promisi di andare a trovarlo al cimitero di Forks. Charlotte veniva continuamente picchiata e violentata dal padre e nessuno si era accorto di ciò che capitava nella vita di quella povera ragazza. La nostra missione consisteva nell'aiutare la ragazza, magari cercando di diventarle amici e di giustiziare il padre, che non poteva essere definito tale dato quello che faceva.

La missione era molto facile rispetto a quelle decisamente più faticose che ci erano state assegnate. Infatti non capivo perchè ce lo avessere dato nonostante l'assenza di forse superiori e malvage contro cui combattere. Disolito non facevamo domande ma questa volta la situazione mi incuriosiva.

"Non ancora, ma mi sono informato e dovrei condividere con lei circa i tre quarti delle lezioni. Cosa a nostro favore dato che dobbiamo controllarla." Mi rivelò Nate. Alex annuì e mi accompagnarono a biologia che condividevo con Jenny.

"Ci vediamo più tardi amore." Alex mi baciò e poi se ne andò assieme a Nate.

Entrai nella stanza e notai Jenny farmi dei cenni, quindi presi posto nel banco vuoto vicino a lei.

"Che è successo stamattina con Alex?" Non mi diede il tempo di sedermi, curiosa come al solito.

"Niente di che, si è offeso perchè stavo giocando con Damon e l'ho morso bevendo il suo sangue.." Dissi persa nei ricordi che quell'aula mi provocava. Edward. Il suo nome lampeggiava nella mia mente mentre guardavo i banchi in cui eravamo soliti sederci.

"Sai che bere il sangue da un altro vampiro è una cosa intima, Isa..." Mi riscosse dai miei pensieri Jenny.

"Lo so ma Damon è come un fratello per me" Mormorai.

"E Alex è il tuo fidanzato, il ragazzo che ami, ma soprattutto colui che ti offre il suo sangue quando ne hai bisogno." Mi disse dolcemente.

"E lo amo per questo Jay.."

"E se non sbaglio è anche colui per il quale hai rischiato la vita un'infintà di volte ed è anche colui che ti costrinse a bere il suo sangue quando rinnegasti la tua natura vampirica e che ti ama con tutto il suo cuore.."

"Dio Jay mi stai facendo sentire in colpa!" Risi attirando l'attenzione dei ragazzi seduti vicino a noi.

Aprii la mia mente e cercai quella di Alex.

"Ti amo." Gli dissi quando la trovai. Detto ciò chiusi il contatto senza aspettare la sua risposta e tornai a prestare attenzione a Jenny.

"Ora però parlami di te e Lucas." Le sorrisi maliziosa. Le sue guance si tinsero di rosso e abbassò la testa imbarazzata.

"Andiamo sono tua sorella, puoi raccontarmi anche i momenti più hot!"

"Beh è fantastico! Si preoccupa sempre per me ed è gentile e premuroso e dolce" Disse sognante.

"Okay ti abbiamo perso!" Scossi la testa divertita e cominciai a contare i secondi che mandavano alla fine dell'ora.

Esattamente 89 secondi dopo la campanella suonò e uscì dall'aula dove Alex e Lucas ci stavano aspettando. Lasciai i due piccioncini da soli e dopo aver preso il mio ragazzo per mano ci recammo alla prossima lezione.

"Comunque ti amo anche io." Mormorò Alex sbattendomi dolcemente al muro e baciandomi. Nuovamente fummo interrotti dal professore che entrò in classe.

"Che imbarazzo! Comunque adoro i tuoi impeti di passione amore." Lo baciai di nuovo ed entrai in classe dove mi sedetti vicino a Damon.

"Cara vuoi altro sangue?" Disse con la voce da ragazza e facendo finta di spostare i capelli.

"O mia dolce punzella non potrei mai privarti del tuo nettare vitale." Impersonai la voce di un ragazzo.

Scoppiò a ridere, facendoci attribuire un'altra occhiataccia dal professore.

"Noto che i due ragazzi nuovi si divertono. Volete far ridere anche noi?" Chiese il professore con un sorriso stronzo.

"Non vorrei mai disturbare la sua interessante lezione, signor Sherman." Risposi angelicamente.

"No cara non disturbi affatto." Mi spronò con sempre lo stesso sorrido.

"Se proprio vuole stavamo discutendo sul perchè avesse la zip dei pantaloni abbassati.." Iniziai.

"Ma soprattutto perchè avesse del rossetto sulla camicia rosa, che poi io dico perchè rosa?!" Continuò Damon.

"Oppure perchè avesse un succhiotto sul collo." Finii io.

Il professore si guardò imbarazzato tirandosi su la zip e cercando di togliere la macchia di rossetto.

"Però io non capisco un acosa- iniziai fissandolo- porta la fede e che io sappia la moglie non è una professoressa e l'ho vista uscire dal bagno riservato ai dipendenti degli studenti, quindi... con chi è che tradisce la sua povera mogliettina?" Chiesi con il suo stesso sorriso stronzo di poco prima. Damon mi diede il cinque e fissammo il professore in attesa di una risposta.

Lui ci guardò incazzato e urlò di uscire fuori dalla sua lezione.

"La verità fa male, eh traditore? Non so come fa a guardare in faccia sua moglie la sera quando torna a casa." Gli dissi quando arrivai vicino a lui.

"La sua lezione è una noia mortale, spero per lei che non sia così anche a letto se no avrebbe qualche problema!" Lo sfottè Damon.

Uscimmo dalla classe e attendemmo pazientemente la lezione successiva fino a quando non arrivò l'oraa di andare in mensa. Entrammo e, dopo aver fatto la fila per prendere da mangiare, raggiungemmo i ragazzi seduti ad un tavolo. Andai subito vicino ad Alex che non vedevo da bene tre ore e mi fece sedere in braccio a lui.

"No, ma tranquilla, noi non esistiamo eh!" Esclamò Lucas fintamente offeso, appoggiato da Nate e Jenny.

"Ciao ragazzi vi voglio bene anche io!"Detto questo riportai la mia attenzione su Alex prendendo a mordergli leggermente il labbro inferiore. Non riuscivo a contenermi quando c'era lui nei paraggi!

"Mi hanno detto di come hai messo alle strette il professor Sherman" Mi disse Alex. Io annuii leggermente presa a  divorare le sue labbra. Ad un certo punto lo vidi irrigidirsi e fissare un punto davanti a sè. Notai che anche gli altri erano preoccupati e sembrava quasi che non respirassero. Incuriosita dalla loro reazione mi girai e vidi loro.

I Cullen. 

 


Here I am!

Ciao ragazze, come state? Che ne pensate del capitolo? Spero che vi sia piaciuto!

Ringrazio tutti coloro che seguono la mia storia e recensiscono.

Ah mi scuso per eventuali errori ma non o potuto rileggerla perchè sono di fretta..

Un bacione a tutte, Peace&Love, AlwaysDream.

Vi lascio una foto dei componenti della famiglia Williams ;)

 Nathan

 Lucas

 Jenny

 Damon

 Alex

 Isabel

 


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Capitolo 11
*** Chapter ten ***


Chapter ten

 

 

§ Sorridere non significa necesseriamente che sei felice.

A volte significa semplicemente che sei forte. §

 

"Mi hanno detto di come hai messo alle strette il professor Sherman" Mi disse Alex. Io annuii leggermente tanto ero presa a divorare le sue labbra. Ad un certo punto lo sentii irrigidirsi e fissare un punto davanti a sè. Notai che anche gli altri erano preoccupati e sembrava quasi che non respirassero. Incuriosita dalla loro reazione, mi girai e vidi loro.

I Cullen.

Sentii un brivido percorrermi la spina dorsale ed ebbi un breve flash di quando esattamente 100 anni fa erano entrati da quella porta. Ma questa volta è diverso, io non sono più l'ingenua umana, sono più forte e non sono sola. Ciò nonostante venni presa dal panico e Alex mi fece togliere lo sguardo da loro per fissarlo negli occhi.

"Ehi piccola ci siamo noi e andrà tutto bene. Non sono così stupidi- o almeno spero- ad avvicinarsi al nostro tavolo quando noi siamo più forti di loro." Mi baciò lievemente e mi sorrise incoraggiandomi a fare lo stesso.

Gli strinsi la mano e feci finta di niente.

"Ragazzi sembra che abbiate visto un morto!" Smorzai la tensione. Li vidi tornare leggermente come prima.

"Questa era proprio brutta." Commentò Damon. Devo confessare che ha ragione, cioè dei morti li hanno visti sul serio dato che i Cullen sono dei vampiri, quindi morti- seppur bellissimi- viventi, no?

"Devo dare ragione a Damon, sorellina!" Incenerii con lo sguardo quel voltafaccia di Nate che mi fece la lingua. 

"Che bambini." Fu il commento infelice di Jenny, sostenuta da suo marito.

"Era carina..." Mi tirò su di morale Alex.

"Tu si che sei un amore! Non come quelli stupidi che non hanno rispetto per la loro Bibi." Gli sorrisi ricordando il nomignolo che mi aveva dato Jenny quando la conobbi.

flashback

"Io sono Isabella." Mi presentai alla ragazza davanti a me. Non mi rispose nè mi guardo. Quindi cercando si non spaventarla, mi avvicinai lentamente a lei. Si era appena trasformato ed era instabile. Le porsi la mano aspettando fiduciosa che me la prendi. Aspettai per un po', poi finalmente me la afferrò e mi abbracciò. "Ora ti proteggeremo noi." Le sussurrai. "Io sono Jenny." Balbettò leggermente. "E' un bellissimo nome." Le dissi aumentando la stretta. "Posso chiamarti Bibi?" Le sorrisi e annuii. "Non mi abbandonare per favore." Mi scongiurò. "Mai." Promisi. Inutile dire che mantenni la promessa.

 

"Se non la smettono di fissarci, li uccido." Ringhiò Damon abbastanza forte da essere sentito sia da umani che dai Cullen.

"Damon." Lo ammonii. Non avevo voglia di avere un confronto con loro e così facendo stava attirando solamente la loro attenzione e stava destando sospetti con gli umani. Mi concentrai e cancellai il ricordo del ringhio dalle menti degli studenti.

"Ha ragione Damon, Isabel." Rincarò la dose Lucas.

"Bene volete che vado a parlarli?! Sarà fatto." Mi alzai arrabbiata da Alex che cercò di trattenermi ma lo spinsi facendo allontanare la sua sedia di mezzo metro. L'unica cosa che volevo fare era quello di passare inosservata, invece loro attiravano ancora di più l'attenzione. Anche se avevano ragione i Cullen, tutti i Cullen, fissavano il nostro tavolo.

Mi avvicinai sicura al loro tavolo e quando lo raggiunsi presi parola.

"La volete smettere di osservarci? E' inquetante per non dire fastidioso, quindi siete pregati di smetterla." Stavo per girarmi e uscire ma la voce di Alice mi fermò.

"Bella sei tu?" Mi chiese sconvolta.

"La Bella che conoscete voi è morta lo stesso giorno in cui l'avete abbandonata. Non voglio avere a che fare con voi. Spero sia stata chiara." Sibilai.

"Cristallina." Mi sorrise stronza Rosalie.

"Vedi che sei sempre rimasta la stessa algida e stronza, Rosalie. Speravo che il tempo ti avesse reso meno frigida e algida, ma a quanto pare è nel tuo DNA. Oh aspetta tu non hai sangue che ti scorre nelle vene!" Ribattei cattiva e un po' me ne dispiacqui, ma se lo meritavano.

La vidi alzarsi e avvicinarsi pericolosamente a me. Notai con soddisfazione che con i tacchi avevamo la stessa altezza, perciò la guardai negli occhi.

"Brucia la verità, eh?" Rincarai la dose.

Ringhiò e la famiglia al completo mi raggiunse.

"Non vi preoccupate, non credo che i Cullen siano così stupidi da dar spettacolo in un luogo così affollato." Confortai la mia famiglia. Edward si avvicinò a me e alzò la mano come per carezzarmi. Subito Alex seguito da Damon si parò di fronte a me, coprendomi così la visuale.

"Non ti avvicinare." Sibilò Alex. Non sentii risposta da Edward ma notai che aveva trattenuto il respiro.

"Se vi avvicinate a lei siete morti." Disse invece Damon. Jenny fulminò con lo sguardo Rosalie, mentre Lucas e Nate guardavano il resto dei Cullen. Volevano proteggermi, e ero grata a loro, ma sapevo benissimo farlo da sola.

 "Smettetela. Stiamo solamente perdendo tempo, non siamo qui per discutere per loro, abbiamo una missione e prima la portiamo a termine e prima ce ne andiamo." Li sgridai e girai i tacchi pronta a lasciare la mensa.

Andai in giardino e con il pensiero dissi loro che volevo stare da sola. Mi sedetti sull'erba bagnata ma me ne fregai. Mi sdraiai e liberai la mente da ogni problema e pensiero. Volevo evadere dal mondo, non dovermi più preoccupare di nulla. Ciliegina sulla torta iniziò a piovere e io mi trovai sdraiata sull'erba sotto la pioggia. Fortuna che non potevo ammalarmi se no un bella polmonite non me l'avrebbe tolta nessuno. Lo scrosciare dell'acqua era una delle poche cose che mi rilassava. L'acqua scorreva sul mio viso e sul mio corpo. Mille goccioline tracciavano il loro percorso su di me infischiandosene degli ostacoli e di tutto. Erano libere di cadere dove volevano e potevano fare il tragitto che volevano. Non li importava il fato che si consumavano e che quindi in poco tempo sarebbero diventate il nulla.

 Avrei tanto voluto essere una persona che prende tutto alla leggera. Ma io non sono così. Cerco di dare un significato a tutto, anche alle cose più piccole, odio non sapere cosa si cela dietro uno sguardo o un sorriso o una lacrima.

Mi solai dal mondo e per un po' riuscii a non pensare a niente.

 ******

Sentii dei passi avvicinarsi, ma non erano quelli della mia famiglia o quelli dei Cullen. Erano passi impacciati e pesanti, di un essere umano. Tenni gli occhi chiusi e aspettai che colei che si era seduta a fianco a me sotto la pioggia iniziasse a parlare. Ma non lo fece.

 Così aprii gli occhi e la guardai. Era lei, Charlotte Tomlinson.

"Se non sbaglio sei Charlotte Tomlinson."

La ragazza mi guardò stupita e annuì.

"Non voglio girarci intorno, quindi te lo dico senza peli sulla lingua. So cosa ti succede, so cosa fa tuo padre e sono pui per aiutarti, che tu me lo permetta o meno. Non lascerò che tu continua a subire cose del genere da una persona che dovrebbe proteggerti e rispettarti più di chiunque altro. Per cui spero che tu mi permetta di sbattere in prigione quel rifiuto umano."

La guardai negli occhi e vidi che li aveva lucidi. Mi dispiaceva essere stata così diretta ma so che non si sarebbe confidata con me, una sconosciuta, di argomenti di cui non parlava con nessuno. Allungai la mia mano verso di lei, esattamente come feci con Jenny, e lei me la strinse. Non disse nulla, non parlammo, le feci solamente sentire la mia presenza, cercai di farle capire che di me si poteva fidare. Rimanemmo tutto il resto delle lezioni in giardino in silenzio ma con le mani intrecciate.

"Credo che sia ora di andare." Dissi dopo cinque minuti dal suono della campanella di fine lezioni.

Lei si alzò e iniziò ad incamminarsi.

"Aspetta ti do un passaggio."Ci dirigemmo verso la Maserati e vidi i ragazzi aspettarmi lì davanti.

"Accompagno Charlotte a casa." Li informai. Annuirono e Alex mi guardò cercando di confortarmi. Non  si avvicinò nè mi baciò. Sapevo però che mi era vicino, e ciò mi bastava. Diedi un occhiata ai Cullen che avevano le auto parcheggiate vicino alle nostre. Passai loro accanto per salire in macchina e dopo che salì anche Charlotte partii.

"Abito alla quindicesima di St. Burns street." Mi informò. Evitai di dirle che sapevo dove vivesse per non spaventarla.

Arrivammo subito e parcheggiai.

"Ti va di entrare?" Mi chiese. Annuii e la seguii.

La casa era semplice, ma si vedeva che era triste o forse ero io che la vedevo così oerchè sapevo ciò che succedeva dentro quelle mura. Mi accompagnò in cucina e fece un thè caldo. Non parlava molto e capivo che non era facile fare finta di niente quando si viveva in una condizione come la sua. Ma lei era forte, molte persone si sarebbero ribellate, uccise, sarebbero scappate, ma lei continuava a resistere.

"Perchè non hai mai fatto nulla?" Le chiesi quando si sedette a fianco a me con la sua tazza di the in mano.

"Mi vergognavo e mi vergogno tutt'ora. Non è semplice dire a degli estranei che il mio caro papà picchiava me e mia mamma. Mia mamma è stata uccisa da lui, ed io ero là ma non ho fatto nulla, avevo solo sette anni. Sai, oggi è l'anniversario della sua morte, per questo ho accettato il tuo aiuto. E' stupido da dire ma penso che tu sia un angelo mandato da mia madre per salvarmi." Non sai quanto hai ragione...

"Oh che bello hai portato una tua amichetta, oggi mi divertirò il doppio." Ghignò un uomo, suo padre, sull'uscio della cucina. Si diresse verso di me con una mano alzata e un'altra sulla patta dei pantaloni, Charlotte si avvicinò subito a me e cercò di difendermi con il suo corpo. La scansai e trascinai il viscido con me in salotto chiudendo a chiave Charlotte in cucina. Volevo divertirmi. 

"Caro siediti sul divano." Lui obbedì. Chiusi gli occhi e sentii la mia forza oscura prendere il sopravvento. Sentii i miei capelli allungarsi e le mie membra rafforzarsi.

Aprii gli occhi e li puntai sui suoi disperati. Vidi riflessi nei suoi i miei occhi ora neri come la pece. Mi avvicinai e mi misi a cavalcioni su di lui. Lo baciai e quando la sua lingua entrò nella mia bocca gliela morsi. In bocca mi rimase la punta della sua lingua. La sputai per terra e ingoiai il suo sangue. Li trasmisi con la mente del dolore allo stato puro e lo vidi contorcersi. Sbottonai la sua camicia e misi la mia mano sul suo cuore. Le mie unghie ora erano degli artigli affilatissimi e lentamente le infilzai nella sua carne, raggiungendo il suo organo vitale. Iniziò a respirare affannosamente allora cominciai a parlare.

"Ora, feccia che non sei altro, andrai alla polizia e confesserai tutti i tuoi reati, da quelli minore all'omicidio di tua moglie e al fatto che picchi e violenti tua figlia continuamente. Chiaro?" Annuì.

"Anche perchè se non lo farai, io ti troverò e ti ucciderò lentamente, dopo averti torturato ti strapperò il cuore a mani nude. Ora sparisci." L'uomo si alzò e corse alla prima, e unica, centrale di polizia.

Non preoccupandomi del mio aspetto, andai da Charlotte.

"Non ti darà più fastidio." Dissi con voce roca e tetra, voce di un essere oscuro.

Lei annuì e la lasciai lì. Avevo bisogno di scaricare la mia rabbia. Decisi che era meglio riprendere le mie sembianze umane. Salii in macchina e misi in moto. In poco tempo arrivai a casa. Lasciai la macchina nel vialetto e entrai.

"Ho portato a termine la missione." Proferì appena varcai la soglia del soggiorno.

Alex si alzò e andammo insieme in camera nostra. Si sdraiò sul letto e aprì le braccia. Io mi sdraiai e appoggiai la testa sul suo petto, esattamente sopra il cuore. Sentivo il suo battito lento e calmo, rilassante. Lui mi cinse la vita con un braccio e con una mano mi tolse i capelli dal viso. Mi carezzò la guancia mi baciò la punta del naso.

"Non devi avere paura." Mi sussurrò.

"Alex per colpa loro la mia parte oscura potrebbe prendere il sopravvento e non voglio che succeda." Singhiozzai.

"Che è successo?" Capì che dietro c'era altro.

"Prima sono andata da Charlotte e quando suo padre è arrivato l'ho baciato, gli ho tagliato la lingua, capisci? Volevo solamente che soffrisse, gli ho inflitto dolore e volevo che morisse. Non sono in grado di controllarmi, Alex, sono cattiva e ho fatto del male ad un umano!"

"Amore tu non sei cattiva, anzi sei la persona più dolce di sto mondo e non devi preoccuparti perchè la tua parte migliore riuscirà sempre a tornare a galla. E poi lui si meritava di soffrire dopo ciò che ha fatto. Hai reso giustizia a quella ragazza e devi esserne fiera. Okay?"

Annuii leggermente e lui mi pulì le lacrime che mi avevano rigato il volto.

"Potessi caricarmi di tutte le tue preoccupazioni e sofferenze lo farei, mi fa male vederti così distrutta e se il problema sono loro, ce ne andremo tanto la missione è stata completata." Mi baciò a fior di labbra.

"No, anche se ho paura devo riuscire a combattere e vincere le mie battaglie e poi sento che Charlotte non è l'unico motivo per cui siamo stati mandati qua..." Gli rivelai.

"Anche io sono un po' guardingo su questa missione. Adesso però hai bisogno di riposo, quindi dormi Bibi." Gli sorrisi e dopo averlo baciato mi addormentai.

 

Ehilà! Come state? Mi dispiace aver aggiornato solo oggi, ma è stata una settimana

molto impegnativa e sono letteralmente distrutta!

Finalmente abbiamo avuto l'incontro con i Cullen.. che ne pensate?

Dite che è stata troppo dura? 

Ringrazio ci ha recensito, messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate

o chi semplicemente legge.

Questa volta aggiornerò dopo 7 recensioni- lo so chiedo molto ma fatemi felice!

Mi scuso per eventuali errori ma, come al solito, sono di fretta e non ho potuto ricontrollare il testo.

Una domanda: vi piace la piega che sta prendendo la storia?

Un bacione, Peace&Love, AlwaysDream.

 

 

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Capitolo 12
*** Chapter eleven ***


Chapter eleven

 

 

§ Le favole non dicono ai bambini che esistono i draghi,

i bambini già sanno che esistono,

le favole dicono ai bambini che possono essere uccisi.

Keith Chesterton §

 

"No, anche se ho paura devo riuscire a combattere e vincere le mie battaglie e poi sento che Charlotte non è l'unico motivo per cui siamo state mandate qua..." Gli rivelai.

"Anche io sono un po' guarding riguardo questa missione. Adesso però hai bisogno di riposo, quindi dormi Bibi." Gli sorrisi e dopo averlo baciato mi addormentai.

All'alba mi svegliai riposata e con meno pensieri per la testa. Mi girai di lato, cercando di non svegliare Alex e lo guardai attentamente. Era perfetto ai miei occhi, le imperfezioni che aveva me lo rendevano ancora più bello e magico. Vivevo del suo amore, era la mia linfa vitale. Lui e la mia famiglia erano la ragione per cui ogni giorno sorridevo e andavo avanti. 

Ma Alex era tutto per me, avrei dato la mia vita per lui senza pensarci due volte, perchè sapevo che lui si meritava questo ed altro. Ogni volta che agiva, lo faceva senza secondi fini, lo faceva per il bene altrui e così come io mi sarei sacrificata, lui avrebbe fatto lo stesso per me. Era un'anima pura e io anche se inconsapevolmente la stava inquinando. Il suo essere geloso e il suo amore per me, che superava quello che aveva verso Dio, lo avevano per così dire infettato. Essere angeli voleva principalmente dire che si sottomettevano a Dio e che tutti i sentimenti li provavano verso di lui. Alex, invece, da quando ci siamo conosciuti ha sempre amato me, mettendomi al primo posto e andando contro all'ordine naturale degli elementi. Un giorno, spero molto lontano, tutti verremo giudicati per i nostri peccati e nonostante amare NON è mai uno sbaglio non vorrei mai che Alex pagasse per qualcosa causato, anche se indirettamente, da me. E' un'anima pura e buona e se c'è qualcuno che dovrebbe essere giudicato e punito per qualcosa, quella sono io. Sono un mostro, un incrocio tra tre specie diverse e a differenza di quanto qualcuno dice, non sono assolutamente speciale, anzi. Sono un essere in grado di amare, ma anche di odiare, sono in grado di togliere la vita anche per il solo gusto di farlo e sono una bevitrice di sangue. Sono molte le cose per cui dovrei marcire all'inferno, ma sono qua ed egoisticamente non rinuncerò mai ad Alex e alla mia famiglia neanche se fosse Dio in tutto il suo essere a ordinarmelo.

Sembra quasi un Cherubino il mio amore, biondo e con gli occhi azzurri ma per fortuna non è così vicino a Dio se no adesso non sarebbe qui, con me. Poso il capo sul suo petto e lo guardo attentamente. Il volto rilassato, il sorriso appena accennato sulle labbra rosse, le guance leggermente più rosa per il calore nella stanza, il petto nudo e il suo tatuaggio. Il tatuaggio è ciò che attesta il suo amore. Il fatto di essere sul suo cuore e sopra la croce fa vedere che il suo amore per me è più elevato e importante di quello che prova verso Dio. Un anno dopo che ci mettemmo insieme decisi che oltre a quello che avevo sul polso Together for the eternity (uguale a quello di Alex) mi tatuai sulla spalla delle ali con al centro la scritta Life give us difficult choices, know that I'll always choose you. Foreever and ever. Quando vide il tatuaggio si commosse talmente tanto che mi chiuse in camera per tre giorni e non giovìcammo assolutamente a carte. Potrei dire che quei giorni furono i più belli della mia vita, ma mentirei perchè ogni giorno a fianco a lui è una scoperta. Smisi immediatamente di pensare a lui perchè stavo diventando incredibilmente smielata e dolce. 

Mi sporsi verso il suo viso e cominciai a lasciargli baci lungo tutta la sua mandibola per poi arrivare alle labbra. Gli lasciai baci a fior di labbra e gli carezzai il labbro inferiore con la lingua. Un secondo dopo ero sotto di lui e Alex m baciava appassionatamente.

"Mmmh noto che sei sveglio"

"Dovresti svegliarmi più spesso così tesoro."

Sentii la sua erezione indurirsi a contatto con la mia coscia e la mossi per procurargli piacere.

"Sesso mattutino?" Mi chiese conntinuando a baciarmi e sfilandomi la maglia. Come risposta gli levai i pantaloni e presi a massaggiargli l'erezione con la mano dentro i boxer. Sospirò nuovamente di piacere e decise di ricambiare il favore spogliandomi lentamente tutta e baciandomi ogni porzione di corpo che scopriva.

"Ti voglio ora." Mi sussurrò con le labbra che stuzzicavano il mio seno.

Ribaltai la posizione, mettendomi dunque a cavalcioni su di lui, e dopo aver preso in mano la sua erezione mi abbassai accogliendolo tutto dentro di me. Gememmo entrambi. 

"Sh che ci sentono.." Mi disse baciandomi per attutire i gemiti.

Gli morsi il labbro e lo feci uscire da me per poi accoglierlo nuovamente e fu lui a quel punto a doversi trattenere.

"Teoro cerca di trattenerti, non vorrai farti sentire.." Lo rimbeccai. 

Per tutta risposta ribaltò la posizione e iniziò a dare spinte sempre più forti. Ero quasi sul punto di venire ma cercai di trattenermi vedendo che anche Alex era quasi sul punto di venire. Con un'ultima e decisa spinta venimmo entrambi e l'urlo di piacere che fuoriuscì dalle mie labbre credo che lo abbiano sentito anche in Tibet.

Quando le scosse di piacere si furono placate Alex uscì da me e si mise al mio fianco.

"Ti amo." Mi disse baciandomi la punta del naso.

"Non ti aspetterai vero che ti dica che ti amo io di più e tu ribatterai dicendo che non è vero perchè tu mi ami di più e continueremo così per un bel po', vero?" Gli chiesi ironica.

"Spezzi i miei sentimenti così, amore!" Si finse addolorato.

"Allora mi vedrò costretta a dirti che ti amo, ma non ti montare la testa!" 

Gli sorrisi e mi alzai dal letto andando a vestirmi. Quando tornai da lui, era ancora nel letto, completamente nudo e scoperto dato che il lenzuolo me lo ero presa io. 

"Se non ti alzi dal letto e indossi i vestiti che ti ho portato ti lego al letto e ti violento."

"E' una minaccia?" Mi chiese strafottente.

"No, è una promessa." Dissi decisa.

"E io che credevo che tu fossi un'anima pura e casta.." Aggiunsi sotto voce.

In pochi secondi fu dietro di me che mi abbracciava ancora nudo.

"E' colpa tua se non sono più l'anima pura di prima." Mi disse baciandomi il collo e lasciandomi un succhiotto, spero non troppo evidente, sul di esso.

"Stallone vestiti che se no arriviaamo in ritardo!" Mi allontanai dopo avergli dato una pacca sul sedere e scesi in cucina.

"Buongiorno a tutti!" Celiai appena entrai in cucina.

"Vedo che qualcuno è di buon umore!" Mi fece l'occhiolino Nate.

"E poi dite che sono io quello che dovrebbe scopare meno." Disse Damon.

"Piccolo cucciolo. Com'è andata con la bionda che go intravisto uscire prima?" Gli chiesi.

"Chi ti dice che abbia passato la notte con me?" Ribattè sfacciato.

"Mh non so forse il fatto che non credo che Lucas e Jenny si siano dati ai menage a trois e che di solito Nate non porta nessuno a casa ma è lui ad andare da chi deve portarsi a letto?" 

"Ti ha chiuso Dam!" Rise Nate che si riservò un'occhiataccia da parte del diretto interessato che sbuffò e tornò a sorseggiare il suo caffè.

Presi dal tavolo la tazza che conteneva la mia spremuta e la bevvi in un sorso. Ero assetata e avevo fame e inoltre dovevo reintegrare le calorie perse dall'intensa attività mattutina.

Quindi presi del latte e delle fette biscottate su cui spalmai del burro e della marmellata alla fragola. Mi gustai il tutto con lentezza e quando finii vidi tutti fissarmi.

"Avete bisogno di qualcosa?" Chiesi confusa. Evitai di legger loro nel pensiero perchè non mi sembrava giusto.

"Ti voelevamo chiedere come ci dovremo comportare con i Cullen..." Prese parola Jenny.

"Comportatevi come volete, fatevi amicizia se vi aggrada o ignorateli, l'importante è che non li lasciate avvicinare a me..." Sussurrai.

"Io credo che sia meglio far finta di nulla, se si avvicinano vediamo cosa vogliono e al massimo li ignoreremo.. Bella non sai i motivi per cui ti hanno abbandonata e credo che debbano avere la possibilità di spiegarsi.." Spiegò dolcemente Alex.

Annuii cercando di non far notare quanto fossi turbata dal fatto che avrei dovuto, nuovamente, incontrarli e che avrei addiritura lasciato che mi spiegassero come fossero realmente andate le cose.

Dieci minuti dopo eravamo tutti diretti alla Forks High School. Parcheggiammo i nostri veicoli e scendemmo con gli sguardi degli studenti addosso. Ma non avevano una vita a cui pensare?

Presi per mano Alex e andammo alla lezione di storia che fortunatamente condividevamo. Ci sedemmo vicino e aspettamoc che la professoressa entrasse e cominciasse la lezione. Poggiai la testa sulla spalla di Alex e mi misi a guardare fuori dalla finestra mentre il biondo al mio fianco mi carezzava il dorso della mano.

"Signorina Williams la lezione la annoia?" Mi riportò sulla terraferma la professoressa.

"Certo, scusi la disattenzione." Risposi garbatamente. Non avevo voglia di rispondere.

La campanella suonò in fretta, così come suonarono tutte quelle dopo. La giornata scolastica arrivò a termine e fummo liberi di tornare a casa.

I Cullen non si erano presentati e sinceramente ero contenta di ciò, ma chissà perchè avevo una strana sensazione alla bocca della stomaco.

Sensazione che risultò fondata quando io e la mia famiglia varcammo la porta di casa.

 

Hola!

Scusate la lunga assenza ma è stata una settimana a dir poco stressante e non ho avuto un minuto libero per rispondere alle recensioni e aggiornare. Ho fatto tutto ora e spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento anche perchè sinceramente non sapevo cosa scrivere e non sono convinta di come sia uscito alla fine. L'ho scritto tre volte per poi scegliere questa e postarla.

Ringrazio chi ha recensito, messo tra le preferite/seguite/ricordate o chi ha semplicemente letto, GRAZIE!

Dal momento che sono a corto di idee e che la scuola mi sta uccidendo, avete qualche idea? 

Fatemi sapere qualcosa, ah se trovo tempo sono disposta a leggere qualche storia ma non sono sicura di riuscirci, quindi se volete lasciatemi il link :)

Scusatemi per eventuali errori ma non ho la forza necessaria per rileggerla e correggerla...

Continuo a otto recensioni (sì, sono aumentata di uno LOL)

Peace&Love, AlwaysDream. <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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Capitolo 13
*** Chapter twelve ***


Chapter twelve 

 

§ When I said I will never let you go,

when all those shadows almost killed your light,

I remember you said:

don't leave me here alone. §

 

I Cullen non si erano presentati e sinceramente ero contenta di ciò. Ma chissà perchè avevo una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

Sensazione che risultò fondata quando io e la mia famiglia varcammo la porta di casa.

Mi avevano trovata e ciò non era una cosa positiva. L'ultima volta che li avevo visti avevo circa quattro anni e i miei genitori stavano combattendo contro di loro, o meglio contro di lui.

"Isabella Williams, finalmente ho l'onore e il piacere di conoscerti... Sai mi è stato un po' difficile trovarti, ma finalmente ci sono riuscito." Sorrise in modo sinistro e si alzò dal mio divano avvicinandosi a me. In pochi secondi la mia famiglia si schierò davanti a me, coprendomi così la visuale.

"Non ti avicinare a lei, mostro." Sputò Alex irato.

"Non ti meriti neanche di guardarla." Ribadì il concettò Nate.

"Non mettetevi in mezzo, piccoli esseri inutili. Lei mi appartiene." Disse calmo l'uomo.

"Io non appartengo nessuno." Affermai spostando i ragazzi e parandomi di fronte a lui.

I ragazzi mi guardarono preoccupati ma non fecero nulla sapendo che avevo la situazione sotto controllo e che appena avessi avuto bisogno di loro li avrei avvertiti.

"Piccola mia tu mi appartieni, così come mi apparteneva tua madre, sbaglio o lei ha giurato fedeltà a me?"

"Mia madre ha rinnegato la sua natura e quindi ha rinnegato anche te. E ripeto io appartengo solo a me stessa e sono al servizio di Dio, non il tuo."

"Ginny non può rinnegare il suo signore, Isabel. Non è così semplice, puoi pentirti quanto vuoi ma rimarrai per sempre fedele a colui che le ha dato una strada da seguire."

"Allora, caro il mio Lucifero, lei è l'eccezzione che conferma la regola." Ribadii.

"Ciò non cambia il fatto che dentro le vene di tua madre scorresse il mio sangue e che quindi scorra anche nelle tue."

"Ripeto, io servo Dio, non te."

"Piccola ingenua, io sento i tuoi pensieri ogni volta che la tua parte cattiva prevale, ho sentito il tuo desiderio di sangue di quell'uomo quando volevi ucciderlo, ma tu non volevi solamente ucciderlo, volevi torturarlo lentamente, procurargli il dolore più grande, farlo soffrire, e beh cara mia ciò vuol dire solo una cosa: anche tu sei malvagia. Fai parte del male così come me, ma a differenza tua io ne sono consapevole e riesco a controllarla ma tu no."

"Io sono diversa da te, sto servendo Dio da 100 anni e fino ad adesso non ho ancora perso il controllo."

"100 anni sono nulla in confronto all'eternità." Disse lui guardandomi negli occhi.

Avevo un brutto presentimento e ogni volta che sentivo qualcosa del genere non accadeva mia nulla di buono.

"Non credo che tu sia venuta qua per una semplice chiaccherata, vero?" Dissi sedendomi sulla poltrona dove fui subito raggiunta da Alex, mentr gli altri componenti della mia famiglia si mettevano dietro di noi. Lucifero si sedette di fronte a noi con la sua combriccola pronta ad ogni possibile attacco.

"Isabel, noto che sei perspicace-iniziò ironico-so che tu credi di non voler servirmi, per questo ho fatto una cosa per incentivarti." Sorrise macabro.

"Spiegati." Chiesi.

"Io ho delle persone, che forse potrebbero interessarti..."

"Chi?" 

"Sul serio non ci arrivi? Pensaci" Continuò pragmatico.

Subito capii. L'assenza dei Cullen, la sensazione alla bocca dello stomaco erano dei segni che un angelo avrebbe saputo cogliere.

"Dimmi immediatamente dove sono!" Esclamai avvicinandomi a lui e alzandolo dal divano tenendolo per il collo.

Vidi accendrsi una scintilla nei suoi occhi. Sentii subito le mani bruciare a causa della sua pelle eccessivamente calda. Mi staccai e lo vidi trasformarsi in un essere infuocato e con le corna, una forma che si adeguava di più alla sua natura al posto del bel uomo di prima.

"Non osare mai più mancarmi di rispetto in questo modo." Disse duro facendomi sbattere con la testa al muro. Sentii delle catene di fuoco imprigionare i miei polsi alla parete e non riuscii più a muovere. Le catene bruciavano e sentivo la mia pelle fondere a contatto con il metallo infuocato.

"Non la toccare!" Alex si scagliò contro il demonio ma fu bloccato da una folata di fuoco. Cercai subito di coprirlo con il mio scudo affinchè non bruciasse.

"A quanto vedo questo angelo ti sta particolarmente a cuore, se gli facessi del male tu cosa faresti?" Mi chiese avvicinandosi ad Alex.

Sentii una strana forza nascere dentro di me e una luce irradiarsi dal mio corpo. Le catene furono ghiacciate e si ruppero producendo un tonfo al contatto con il pavimento. Mi sentivo invincibile ma soprattutto provavo uno strano sentimento verso Lucifero. Mi avvicinai a lui e lo guardai negli occhi. 

"Non ti avvicinare a nessuno della mia famiglia, chiaro?" Le sue fiamme poco a poco si spensero e poco dopo tornò al suo stato umano. 

Vidi due demoni dietro di me e li congelai con lo sguardo, si trasformarono in statue di ghiaccio e riscivo a vedere la loro espressione terrorizzata sotto la lastra di ghiaccio plasmate alle loro forme.

"Non può essere." Sussurrò Lucifero.

 

 

 

Here I am!

Scusate la lunga assenza ma non sto passando un bel periodo. So che questa non è una giustificazione a una settimana e mezza in cui non ho aggiornato.

Detto questo spero che il nuovo capitolo vi piaccia. Tra l'altro non sono riuscita a ricontrollarlo e quindi mi scuso per eventuale errori di battitura. Spero che il mio malumore non abbia influenzato il capitolo..

Ringrazio che ha recensito, messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare o chi ha semplicemente letto.

Spero di riuscire ad aggiornare presto... Continuo a nove recensioni :3

AUGURI A TUTTE LE DONNE

Un bacione a tutte. <3

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Capitolo 14
*** Chapter thirteen ***


Chapter thirteen

 

 

§ Do you think about me when you're all alone?

The things we used to do, we used to be,

I could be the one to make you feel that way,

I could be the one to set you free..

 

 

"Non la toccare!" Alex si scagliò contro il demonio ma fu bloccato da una folata di fuoco. Cercai subito di coprirlo con il mio scudo affinchè non si bruciasse.

"A quanto vedo questo angelo ti sta particolarmente a cuore, se gli facessi del male tu cosa faresti?" Mi chiese avvicinandosi ad Alex.

Sentii una strana forza nascere dentro di me e una luce irradiarsi dal mio corpo. Le catene furono ghiacciate e si ruppero producendo un tonfo al contatto con il pavimento. Mi sentivo invincibile ma soprattutto sentito uno strano sentimento verso Lucifero. Mi avvicinai a lui e lo guardai negli occhi.

"Non ti avvicinare a nessuno della mia famiglia, chiaro?" Le sue fiamme poco a poco si spensero e poco dopo tornò al suo stato umano.

Vidi due demoni dietro di me e li congelai con lo sguardo, si trasformarono in due statue di ghiaccio e riuscivo a vedere la loro espressione sotto la lastra di ghiaccio plasmata sulle loro forme.

"Non può essere." Sussurrò Lucifero.

Detto ciò sparì, lasciando in me un senso di vuoto. Come se la sua assenza mi procurasse dolore. Era una cosa strana, per non dire orribile.

Guardai la mia famiglia e notai che tutti fissavano me. Alex mi si avvicinò e mi abbracciò strtta. Mi abbandonai a quell'abbraccio non sentendo però quel solito calore che si diradava in me ad ogni sua carezza o battito di cuore. Sperai ardentemente che ciò fosse causata dalla mia momentanea preoccupazione e sbigottimento. Io, Isabella Williams, aveva spaventato Lucifero, Dio degli Inferi.

"Com'è potuto succedere? Tu non hai nessun potere relativo al ghiaccio o all'acqua in sè." Chiese Jenny tra le braccia di Lucas.

"Io.. Io non lo so.." Sussurrai stringendomi ancora di più a Alex.

"Tu l'hai spaventato. Cazzo Lucifero era spaventato da te Isa!" Quasi urlò Damon.

"Se lo sapessi non sarei ancora qua, Dam. Non ne ho la più pallida idea. Ho paura di essere legata a lui èpiù di quanto voglia e il pensiero, di questo legame tra di noi, non mi fa paura, anzi. Inoltre ho la stessa situazione nei confronti di Dio, è..è come se mi trovassi a metà tra loro due." Pensai ad alta voce.

"Non è possibile, o stai dalla parte di uno o dall'altra Isabel! Non puoi trovarti a metà tra due mondi. E' una cosa inaccettabile oltre che impossibile!" Rincarò Nate.

"Non è impossibile. Devo verificare una cosa." Detto questo Alex sparì in un battito d'ali lieve e veloce.

"Dobbiamo cercare i Cullen" Esalai.

"La tua situazione viene prima di quei succhiasangue Bells" 

"No Jane, è per colpa mia che sono stati rapiti, il minimo che posso fare è liberarli."

"Non ce ne sarà bisogno." Disse Carlisle alla porta di casa mia.

"E voi da dove spuntate?" Chiese Dam.

"Gli scagnozzi di Lucifero sono stati richiamati dal capo e ci hanno lasciato liberi. Sapevamo che centravi tu con questa storia e siamo venuti a chiedere spiegazioni." Continuò Jasper calato nella sua veste di comandante dell'esercito.

"Non dobbiamo spiegazioni a nessuno, quindi così come siete entrati potete andarvene." Disse Lucas.

"No Lucas, hanno ragione. Accomodatevi.." Lucas mi guardò con disapprovazione "Abbiamo faccende più importanti di cui sbrigarci Isabella." Tuonò.

"Prova di nuovo a parlarmi in quel modo e farai una bruttafine Lucas." Dopo aver visto la sua faccia contratta mi rammaricai. Sapevo di essere la più forte e in un certo senso il capo ma non l'ho mai dato a vedere e sono poche le volte in cui alzo la voce con uno dei miei famigliari ma subito dopo me ne pento.

I Cullen si sedettero sui divani e io iniziai a raccontare:

"Quando voi mi abbandonaste.." Fui intterrotta da Alice.

"Noi non ti abbiamo abbandonato.."

"E' quello che avete fatto e non mi importano i motivi che vi spindero a farlo. Quando mi abbandonaste ero distrutta, dopo un lungo periodo di depresione decisi di farla finita e andai a casa vostra. Lì trovai i fratelli Salvatore, Damon mi trasformò in vamiro. Purtroppo lui non sapeva che se fossi arrivata in punto di morte la mia parte angelica avrebbe preso il sopravvento. I miei genitori erano Sam, angelo bianco, e Ginny, angelo nero, figlia di Lilith e Lucifero. Da quel momento mi presero sotto la loro ala protettiva. Il giorno dopo Alex, angelo bianco, richiamato dal mio risveglio venne da me e divenne il mio fidanzato. Eravamo destinati sin dalla prima volta che ci vedemmo, quando io ero piccola, dato che i nostri genitori erano amici. Alla nostra famiglia si aggiunsero poi altri componenti quali Nate, Lucas e Jenny."

"E i tuoi genitori?" Mi chiese Esme.

"Sono morti insieme ai genitori di Alex a causa di un attacco da parte di Lucifero che era infuriato per la ribellione di sua figlia, ovvero mia madre, che decise di votarsi a Dio e rinnegare la sua parte malvagia, così come ho fatto io scegliendo di stare dalla parte di Dio." Spiegai.

"Noi vorremmo spiegarti i motivi che ci portarono a partire in tutta fretta."

"No Edward non lo voglio sapere e ormai è passato tanto tempo da quell'avvenimento e l'ho superato. Adesso vi chiederei di andarvene e starmi lontana dato che come ha detto mio fratello ho problemi ben più complicati di antiche situazioni sentimentali passate." Celiai.

"Tipo? Cosa vuole da te Lucifero?" Mi chiese apprensiva Alice.

"Ripeto dovete starmi lontana, ne va della vostra sicurezza e ciò che intercorre tra me e Lucifero non dovrebbe interessarvi."

"Invece si che ci interessa dal momento che poche ore fa ci ha preso in ostaggio!" Mi urlò Rosalie.

"Mi rammarica molto questo fatto e gliela farò pagare ma non provare mai più ad urlarmi contro, capito bionda?"

Rosalie mi attaccò e senza sforzo la feci volteggiare tra le braccia di Emmet.

"Non voglio farvi del male in ricordo dei bei momenti che ho passato con voi ma la mia pazienza ha un limite."

"Noi vorremmo esserti di aiuto." Disse Carlisle.

"Dio Santo anche volendo non potreste aiutarmi! Ci sono in gioco cose molto più grandi di voi!" La mia predica fu interrotta dall'arrivo di Alex.

"Amore, credo di aver capito quello che intendeva Lucifero." Senza preoccuparsi della presenza dei Cullen, spazzò ciò che si trovava sopra il tavolino con una sua ala e ci appoggiò un tomo dall'aspetto antico e importante, date le rifiniture in oro.

Mi avvicinai a lui e sfiorai il libro.

"Ma quello è il libro della creazione universale, pensavo fosse andato perduto all'inizio dei tempi.." Osservò Carlisle.

"No è sempre stato conservato nella biblioteca divina e nessuno l'ha mai potuto leggere perchè si pensa che solo un essere che non avesse utilizzato le informazioni scritte su di esse avrebbe potuto aprirlo. Infatti è protetto da una specie di scudo fisico che ghiaccia tutti coloro che provano ad aprirlo" Lo corresse Alex.

"E allora perchè lo hai portato qua?" Chiese Emmet.

"Perchè credo che quella persona sia Bella."

"Io non ne sarei così sicura." Lo informai.

"E invece sì! Nessuno ha mai avuto il potere di congelare le cose, solo tu e questo libro! Inoltre secondo una leggenda ciò che potrebbe spaventare Lucifero o Dio stesso è la creatura capace di aprire questo libro e stabilire il giusto ordine delle cose."

Tentennante presi il libro in mano e lo aprii aspettando il peggio. Peggio che non avvenne dato che il libro si aprì senza problemi.

"Ma è bianco!" Esclamò Nate contrariato.

"Non è vero-dissi sfogliando le pagine- è tutto scritto." 

"A quanto pare l'unica che riesce a leggerlo sei tu, Isabella." Mi disse Edward.

"A quanto pare." Mi concentrai nelle varie pagine, saltando ciò che ritenevo inutile, come la creazione della Terra ecc, e soffermandomi su ciò che entivo riguardarmi.

Presi la mano di Alex e la strinsi desiderando che stesse al mio fianco anche in questa situazione.

"Io riesco a leggerne il contenuto!" Mi disse. Stupida lasciai la sua mano.

"Ora non più. Credo che attraverso il nostro legame io riesca a leggerlo."

"Ma avviene solo con te?" Chiese Carlisle. Presi la sua mano ma lui non riusciva a leggerne il contenuto.

Sfogliando le pagine vidi un simbolo che sentii famigliare. Era una croce al contrario. Ai due poli vi erano raffigurati Dio sopra e Lucifero sotto, al centro invece vi erano due mani che unite da una pianta di alloro che reggevano uno scettro .

Lessi una parte del testo che vi era sotto ad alta voce:

"All'inizio dei tempi..."

 

 

Ciao ragazze.. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e se avete domande al riguardo chiedetemi pure.

Riguardo la mia lunga assenza vorrei dire che questo non è un bel periodo per me e che ho ricevuto un messaggio umiliante sulla mia incapacità a scrivere e sulla poca originalità del testo ecc. Inutile dire che la mia voglia di scrivere sia calata a picco. Non vi sto a rompere con i miei tormenti ma l'ultima cosa che vi volevo dire è che mi sentivo in colpa verso coloro a cui la mia storia, credo, piaccia e quindiho provato a riscrivere e anche se non mi soddisfa, l'ho pubblicato.

Ringrazio come al solito chi ha recensito, messo tra le preferite/ seguite/ da ricordare o chi ha semplicemente letto. 

Mi scuso per eventuali errori dato che, come al solito direte voi, non ho avuto modo di ricontrollare.

Detto questo vi auguro una buona domenica sera.

Un bacione, AlwaysDream.



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Capitolo 15
*** Chapter fourteen ***


Chapter fourteen

 

 

§ Nella morte non c'è niente di triste,

non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore.

La cosa terribile non è la morte,

ma le vite che la gente vive o non vive finno alla morte.

 

Charles Bukowski

*Il capitano è fuori a pranzo §

 

Sfogliando le pagine vidi un simbolo che sentii famigliare. Era una croce al contrario. Ai due poli vi erano raffigurati Dio sopra e Lucifero sotto, al centro, invece, vi erano due mani unite da una pianta di alloro che reggevano uno scettro.

Lessi la parte del testo che vi era sotto ad alta voce.

"All'inizio dei tempi il mondo era governato dalla trinità, ma non dalla trinità a cui si è solito pensare ai tempi correnti, la trinità di cui vi andrò a narrare è diversa, più completa, più stabile. Il mondo, appunto, era governato da tre figure dalla forza immane, il loro coraggio è storia, il loro amore è l'umanità. Tre è sempre stato considerato un numero perfetto.. ma perchè voi vi domanderete. Tre è il numero perfetto perchè tre erano le persone che reggevano un mondo assolutamente perfetto. Era un mondo vasto in cui regnava la pace, non vi erano guerre e vi era la fede. Le popolazioni si fidavano degli altri, ma soprattutto avevano fede nella Trinità. La Trinità era, come ben penserete, composta da Dio, Lucifero e Lei. Lei era una figura evanescente ma era la più forte, era il collante, per così dire, del trio. Lei era l'unica persona in grado di far andare d'accordo personalità diverse, ovvero quelle di Dio e di Lucifero. Era la luce, ma anche il buio, era il bene presente nel male ma anche il male presente nel bene. Lei sapeva di avere un grande potere, ma ciò non faceva di lei una persona dalla personalità oscura. Certo anche lei come tutti ha peccato, ma erano errori fatti con la fede, dettati non da pensieri maligni.

Il suo nome era Isabella, un nome singolare che racchiude all'interno due nomi particolari, Isa e Bella. Due personalità, due modi differenti di vedere, il bene e il male, Dio e Lucifero.

I suo poteri, come ho già accennato, sono molteplici dato il suo singolare compito, ovvero il compito di mantenere la stabilità. Per questo è dotata di poteri difensivi, come uno scudo fisico e mentale, di poteri curativi e di poteri offensivi, come quello di congelare anche il fuoco stesso.

Putroppo non riuscì ad evitare la morte che sopraggiunse come un battito di ali. Le sue ali. Si sacrificò per salvare Dio, per non far commettere a Lucifero un errore talmente grave da macchiare terribilmente la sua anima, di cui qualcuno dubita l'esistenza, di cui solo lei riusciva a scorgerne i tratti. 

Ciò che nessuno sa è che il suo animale era la fenice, l'animale che risorge dalle sue ceneri, l'animale che la marchiò affinchè potesse adempiere al suo compito.

Esattamente come la fenice, lei risorgerà dalle sue ceneri."

Appoggiai il libro sul tavolo e mi lasciai cadere tra le braccia di Alex che mi strinse forte a lui. 

Non poteva essere.

Io non potevo essere Lei.

Non ne avevo la forza, ma soprattutto non volevo essere lei.

Non potevo reggere anche questo. Avevo accettato l'abbandono dei Cullen, avevo accettato la trasformazione in vampiro di Damon, avevo accettato la trasformazione in angelo, avevo accettato la morte dei miei, avevo accettato il mio essere ibrido.

Ma non potevo accettare anche questo. Ho sempre saputo di essere diversa, di poter aiutare le persone e di ciò andavo particolarmente fiera, ma non potevo accettare di essere alla pari di Dio e Lucifero, anzi forse anche un po' più forte. Loro erano i pilastri della mia vita, ciò che mi hanno fatto andare avanti. Non volevo credere che io avevo un potere così grande.

Qua non si tratta solo di autostima, cosa di cui sin dalla nascita non ne volevo sentir parlare, qua si tratta di respondabilità.

Si tratta del fatto che tra miliardi di persone sono io quella che deve riportare il mondo alle origini.

Perchè alla fine era quello, no? Dover riportare la stabilità in un mondo dominato dalle guerre, dalle più grandi atrocità.

Sentii qualcuno parlare, stringermi, strattonarmi, addirittura colpirmi! Ma non sentivo niente, non volevo sentire niente. Ero troppo scioccata, troppo spaventata per poter tener conto anche di loro.

Tutto mi arrivava ovattato.

Volevo pensare solo a me stessa, volevo essere egoista, volevo non sover portare il carico di una missione così grande e importante. 

Desiderai ardentemente di essere solo una semplice umana, di vivere nella mia beata ignoranza, di non essere stata portata in questo mondo sovrannaturale con la forza, di aver accettato con così tanta leggerezza le rivelazioni di Edward e poi di tutto il resto.

E fu così che, mentre il mio corpo cadeva nell'incoscienza, la mia anima si perse nel limbo.

Purtroppo però in fondo al mio cuore sapevo che sarei dovuta tornare indietro. Per il mio amore Alex, per la mia famiglia, per i Cullen e per il mondo. 

Ma non ce la feci.

Forse la fenice non era sorta realmente dalle sue ceneri, forse la fenice aveva sbagliato persona.

O forse no.

 

Credo di dovervi delle scuse dato che è da un bel po' (sì, lo so che è un mese e mezzo) che non aggiorno, ho pensato che sarei riuscita ad aggiornare prima ma l'ultimo mese di scuola è stato a dir poco faticoso (anche qua so che è sempre la solita scusa) e poi mi sono concessa un breve periodo di relax e sole. Delle scuse non si fa niente per cui non mi prolungo più di tanto.

Spero che non avete abbandonato la mia storia, che ci sia ancora un lettore paziente che aspettava un aggiornamento, ma soprattutto spero che il capitolo vi sia piaciuto.

L'ho scritto e riscritto parecchie volte e spero che il risultato finale sia per lo meno decente.

Aspetto che qualche anima paziente e gentile mi dica cosa ne pensa del capitolo. Vi aspettavate questo risvolto? Pensavate a qualcosa di diverso? E banale? A voi i commenti! PS scusate eventuali errori di battitura.

Un bacione, AlwaysDream. <3

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Capitolo 16
*** Chapter fifteen ***


Chapter fifteen



§ La morte è spaventosa,

ma ancor più spaventosa sarebbe la coscienza

di vivere in eterno e di non poter morire mai.


Anton Cechov

*Quaderni  §

 

 

Forse la fenice non era sorta realmente dalle sue ceneri, forse la fenice aveva sbagliato persona.

O forse no.

Non riuscivo a distinguere le varie cose che si trovavano di fronte a me. Erano come nuvole di nebbia, nuvole di nebbia dalle figure inconsistenti, per così dire evanescenti.

Il tempo di poterle raggiungere con le mani, di toccarle che puff erano svanite nel nulla per poi andarsi a riformare poco distante da me.

Allora era questo il limbo? Mi ricordo che lessi un'opera italiana, mi pare si chiamasse 'La divina commedia' il cui autore era un certo Dante Alighieri

Quest'opera trattava di un uomo, appunto Dante, che intraprendeva un viaggio attraverso l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Era una specie di viaggio spirituale per poter ritrovare la retta via, ovvero quella che portava a Dio. 

Ricordo però che, secondo questo famoso attore, il limbo si trovasse all'Inferno. Era la condizione temporanea delle anime appartenute a persone buone morte prima della resurrezione di Gesù e quella permanente dei bambini morti ancora non battezzati, che non hanno commesso alcun peccato personale ma non sono stati liberati dal peccato originale attraverso il Battesimo.

 Ma se il Limbo era il luogo destinato alle anime buone ma non battezzate o pagane, perchè mi trovavo qui? O meglio questo era realmente il Limbo? O era un altro luogo non identificato?

Quindi ero realmente morta? Ma come era possibile? Io ero semplicemente svenuta e anche se la voglia di tornare nel mondo reale era pari all'1% non capivo come fosse stato possibile morire.

Non ero immortale? Allora perchè mi ritrovavo sospesa nel nulla da sola? Ero immortale e non potevo morire a meno che non si verificassero delle condizioni speciali. Ma quindi si erano verificate? E perchè io ero sicura del fatto che non sarei potuta morire? Si dice che ancora più spaventosa della morte sia il fatto di saper di non poter morire. Allora perchè avevo paura di morire? Perchè nonostante tutto bramavo tornare dai mie cari, da Alex, dai Cullen, che solo in quel momento capii di aver perdonato?

Io volevo essere viva, dovevo essere viva perchè dovevo capire più cose sul mio passato, perchè se ero veramente quell'Isabella allora avevo un compito da portare a termine.

 Io dovevo tornare perchè da ciò sarebbero dipese decisioni importanti, dovevo tornare perchè volevo passare altro tempo con Alex, dovevo tornare per poter dire chiaramente ai Cullen che avevo buttato alle spalle tutto e che sarei stata disposta a ricominciare un nuovo viaggio insieme a tutti loro.

 Ma soprattutto dovevo tornare per me stessa.

 Conscia di ciò riuscii a sentire cosa si dicevano le mie due famiglie.. Ero disposta a ritenere di nuovo i Cullen la mia famiglia? Mi ricordai tutti i momenti passati insieme, i sorrisi, le partite di baseball, il loro amore, e sì, mi dissi, potevo riconsiderarla la mia famiglia.

Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu il volto preoccupato e angoscaito di Alex che appena si accorse del mio risveglio mi accarezzò e baciò per poi sussurrare:

"Sapevo che saresti tornata da me."

Gli strinsi la mano incoraggiante e mi alzai dal letto sul quale mi avevano adagiata.

Scesi le scale assieme ad Alex che continuava a sorreggermi caso mai fossi nuovamente svenuta nonostante gli avessi ripetuto che stavo benissimo. Attirata da delle urla entrai in salotto dove vidi la mia famiglia e i Cullen fronteggiarsi.

"Che sta succedendo qua?" Chiesi sospettosa.

Si bloccarono improvvisamente e si girarono a fissarmi come se li avessi beccati con le mani nella marmellata.

"Niente, stavamo semplicemente spiegando ai vampiri che se ne possono anche andare." Mi rispose Lucas.

"Non andranno da nessuna parte se non lo vogliono, Lucas. Ti prego devo proteggerli, anche loro sono la mia famiglia e nonostante sappia che sarebbero più al sicuro lontani da me, ho bisogno di saperli in un luogo dove posso intervenire e proteggerli." Gli spiegai.

"Ma Isabella dopo tutto ciò che ti hanno fatto li reputi la tua famiglia?" Mi chiese Damon.

"Sì Dam, Dio perchè deve essere così complicato? Li ho perdonati e non mi perdonerei mai se succedesse loro qualcosa."

Dam e Nate se ne andarono senza rivolgermi un occhiata. Sentii qualcosa incrinarsi all'altezza del petto, non potevano andarsene così!

"Alex controlla la situazione fino a quando non torno, devo parlarli." Mi guardò per un secondo e poi annuì riservandomi un sorriso incoraggiante.

"Aspetta Bella, quindi ci hai perdonato?" Mi chiese Alice raggiungendomi.

"Sì, folletto, però ora devo andare, a dopo." Mi stritolò in un abbraccio e mi lasciò uscire.

Seguii la scia lasciata dai due e dopo aver corso per un bel po' li raggiunsi al limitare del bosco.

"Non fate così, per favore.." Sussurrai conscia che mi stessero ascoltando.

Infatti poco dopo li vidi spuntare da dietro un albero e venirmi incontro mantenendo però qualche metro di distanza. Distanza che incrinò ancor di più la crepa precedente sul mio cuore.

"Perchè?" Mi chiesero semplicemente. 

"Perchè non potevo continuare a portar loro rancore, perchè non potevo lasciarli in balia del loro destino, perchè non voglio dover allontanare ancora le persone da me."

"Pensavo ti bastassimo." Mi accusò Dam.

"Certo che mi bastate! Come potete pensare il contrario? Come?! Santo cielo io darei la mia vita per voi senza pensarci due secondi. Soprattutto voi due non potete voltarmi le spalle, non potete farlo!"

"Non ti volteremo mai le spalle Isa, lo sai. Semplicemente siamo rismasti sconvolti, per non dire altro, della facilità con cui li hai perdonati." Spiegò Nate.

"Nate ci ho pensato, era inutile continuar a tener loro il muso soprattutto vista la situazione presente. Ma  certo! Voi avete paura che visto il mio perdono io vi possa lasciare in disparte, giusto?-il silenzio rispose per loro- ma voi non potete pensare questo! Siete importanti per me! Con voi ho costruito un legame difficile da dimenticare, io... Riponete così poca fiducia in me?"

"No! Ovvio che no, ma avevamo paura Isabel." Mi dissero avvicinandosi.

Mi strinsero forte tra le loro braccia e capii che una vera famiglia non ti avrebbe mai abbondanata.

 

 

Ciao! Come state? Spero bene.

Ringrazio chi ha recensito o messo la storia tra le preferite/ ricordate/ seguite o a chi ha semplicemente letto.

Cosa ne pensate del capitolo?

E' un capitolo di passaggio, infatti non accade nulla di eclatante o spettacolare, è infatti un capitolo per vedere di più le emozioni di Bella, per capire ancora di più la sua famiglia e i legami che intercorrono tra di loro.

Da come si è capito, spero, Bella è molto legata a Nate e Damon, per lei sono due pilastri fondamenteli nella sua vita, senza togliere nulla a Lucas e Jenny. Inoltre si vede anche di come Alex e Bella si capiscano, di come Alex stia sempre al suo fianco in qualsiasi decisione e di come confida in lei.

Vorrei chiedervi una cosa: Vi piace la coppia Alex/Bella? Ne vorreste un'altra? Magari un nuovo personaggio che entrerà con un colpo di scena? O preferite Edward?

Spero che recensirete in molte e spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile.

Un bacione, AlwaysDream. <3





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Capitolo 17
*** Chapter sixteen ***


Chapter sixteen 

 

 

§ Non trovate che una delle sciocchezze tipiche dell'umanità è che 

un uomo che ha una vita sola la possa perdere per un'idea?

 

André Malraux

La condizione umana 1933 §

 

"Non ti volteremo mai le spalle Isa, lo sai. Semplicemente siamo rimasti sconvolti, per non dire altro, dalla facilità con cui li hai perdonati ." Spiegò Nate.

"Nate ci ho pensato, era inutile continuar a terner loro il muso soprattutto vista la situazione presente. Ma certo! Voi avete paura che visto il mio perdono io vi possa lasciare in disparte, giusto?- il silenzio rispose per loro- ma voi non potete pensare questo! Siete importanti per me! Con voi ho costruito un legame difficile da dimenticare, io.. Riponete così poca fiducia in me?"

"No! Ovvio che no, ma avevamo paura Isabel." Mi dissero avvicinandosi.

Mi strinsero forte tra le loro braccia e capii che una vera famiglia non ti avrebbe mai abbandonata.

Molte volte mi chiedo se mi meriti ciò che ho, un fidanzato fantastico, dei fratelli che mi stanno sempre vicina e una sorella che è la mia migliore amica ma a cui a volte faccio da mamma.

E' una famiglia perfetta secondo me, sì come tutte le famiglie abbiamo degli alti e dei bassi ma l'amore non manca mai tra di noi. E questa non è una cosa da poco.

Al mio fianco Nate e Dam continuano a correre anche se sentono il mio sguardo su di loro. Non prendono la vita con serietà, sanno dei pericoli che corrono ogni giorno, ne sono consapevoli ma ciò non li ferma dal fare azioni avventate. Molte volte siamo dovuti intervenire per salvarli anche se sono degli abili combattenti.

"A cosa pensi?"

"A quante volte ho salvato le vostre chiappette d'oro, Damon." Scoppiò a ridere e mi scompigliò i capelli.

"La nostra piccola brontolona!" Nate mi prese in braccio e corse così fino a casa dove mi fece rimettere in piedi davanti ad Alex che sorrise.

"Dobbiamo fare qualcosa." Sostenne Lucas.

"Lo so, e ho già deciso che nessuno di voi sarà presente nel mio piano. Tutto ciò riguarda me, non voi e non dovete correre rischi per nulla." Li fissai uno ad uno.

"Non se ne parla." Disse Alex che ostentava una calma smentita dai suoi pugni chiusi.

"Alex è meglio così, ce la posso fare e non vi deve accadere nulla."

"Più siamo meglio è, se ti batti da sola parti già svantaggiata."

"Jasper credo di sapere ciò che faccio."

"No, che non lo sai perchè se no non ti sacrificheresti così"

"Edward tu dovresti essere l'ultimo a parlare." Damon guardò il più giovane dei Cullen con una certa sfida.

Lo ammonii con un'occhiata, l'ultima cosa di cui avevo bisogno era una faida tra famiglie.

"Qualcuno morirà." Dissi conscia che non mi avrebbero lasciata sola.

"Ci proteggeremo a vicenda, figlia mia." La dolcezza di Esme Cullen..

"E' una missione suicida, non siamo sicuri che io sia Lei." Li informai.

"Gli indizi portano tutti a te Bella, più sicuri di così." 

"Carlisle nessun libro ne parla, questo è l'unico!"

"E allora perchè Lucifero si sarebbe spaventato così tanto?" Ribattè serafico.

"Va bene, allora dovremmo capire di più su tutta questa storia. Dobbiamo essere i più svelti possibili. Io mi occuperò di una cosa nel frattempo. Per voi va bene?" Chiesi.

Annuirono.

"Posso parlarti Bella?" Mi chiese Edward.

"Certo, andiamo in giardino." Alex mi baciò delicatamente sulle labbra e sparì al piano di sopra.

Ci dirigemmo fuori e mi appoggiai ad un albero aspettando che parlasse.

"Ti vorrei dare delle spiegazioni per ciò che accadde molto tempo fa.."

"Non serve, sul serio. E' acqua passata e non serve a niente rinvagare vecchi ricordi." Gli sorrisi debolmente.

"Invece io voglio dartele, per cui ti prego di ascoltarmi. Quando ti lasciai dicendoti che non ti amavo più non era vero. Stando al mio fianco andavi contro a mille pericoli, la mia stessa famiglia poteva fare di te una vittima del mio mondo. James e poi Jasper.. Io stesso ero un pericolo per te! Ho dovuto prendere una scelta che mi ha spinto ad andare il più lontano possibile da te anche se il mio allontanamento non ti ha salvata, piccola attiraguai- sorrise dolcemente alzando una mano per accarezzarmi ma prima ancora di farlo la riabbassò- mi sono odiato per averti negato la possibilità di scegliere, ma sapevo che avresti scelto me e ciò non poteva accadere. Per tutto questo tempo ho sperato che tu avessi vissuto una vita piena e felice, ma soprattutto una vita umana distante dal sovrannaturale."

"Se tu avessi aspettato, avresti notato che di umano ho ben poco." Constatai con amarezza.

"Ho sbagliato e me ne rendo conto. Solo che ero talmente sopraffatto dal mio amore per te e dalla voglia di salvarti che il tuo volere non era di primaria importanza. Molte volte mi sono odiato per questa scelta e molte volte sono stato sul punto di tornare da te, anche solo per osservarti da lontano, ma sono riuscito sempre a trattenermi."

"Non mi avresti trovata. O meglio se mi avessi cercata per bene mi avresti trovata cambiata."

"E' stato uno shock vederti di nuovo l'altro giorno. Per tutta la mia famiglia. Pensavo che non ti avrei più vista ma invece come al solito mi hai sorpreso. Posso.. Posso abbracciarti?"

Annuii e subito mi trovai tra le sue braccia. Mi aveva stretta a sè con una tale forza che per un attimo non riuscii a respirare. Era così strano trovarsi tra le sue braccia. Era freddo e dura ma anche caldo e morbido. La sua temeperatura corporea era molto bassa ma il calore che mi trasmise con quel suo abbraccio potente. Il suo corpo era duro ma in un certo senso era famigliare. Quel calore a cui tanto tempo fa ho dovuto dire addio.

 E così ricambiai la sua stretta piacevole.

"Mi sei mancata così tanto." Sentii il suo sussurro tra i miei capelli.

Si staccò leggermente e si accostò al mio viso. Lo guardai negli occhi. Quegli occhi di cui da umana ero innamorata. Quegli occhi che mi avevano stregata, incantata. Quegli occhi che un solo sguardo mi stavano trasmettendo il suo amore.

Spostai lo sguardo sulle sue labbra, le stesse labbra che amavo baciare.

Fissai i miei occhi nei suoi e lo vidi avvicinarsi alla mia bocca. Poco prima che le sue labbra si appoggiassero sulle mie mi staccai e balzai indietro di qualche metro. Il volto di Alex era nitido nella mia mente.

"Edward... non posso, ho un ragazzo, lo amo e non me lo perdonerei mai." Sussurrai sconvolta.

Scorsi un lampo di dolore (o forse delusione?) nei suoi occhi.

"Sì, scusami non avrei dovuto farlo. E' stata una debolezza, non succederà più."

"Non deve succedere più. Edward io ti ho amato sul serio, ma non puoi pretendere di irrompere nella mia vita e sconvolgerla. Hai perso questo diritto da tanto tempo ormai."

"Vorrei solo provare a ricominciare tutto da capo, magari come amici, va bene?"

"Io credo si possa fare, solo se non mi provi più a baciare Dongiovanni!" Ci scherzai sopra.

"Ai suoi ordini madame!" Mi fece un piccolo inchino.

"Allora... come hai passato questo secolo di vita vecchietto?"

"Ehi ti ricordo che anche tu ora hai più di cento anni!"

"Si ma tu sei sempre più grande di me di un secolo caro mio!"

"Touchè. Comunque sono stato per un po' di tempo in Brasile da solo e poi mi sono riunito agli altri e siamo stati con dei nostri cari amici in Alaska.." Raccontò.

"Dai Denali? Me ne avevi accennato"

"Esattamente. Tu invece?"

"Dopo aver scoperto la mia vera natura mi sono immersa, per così dire, nel lavoro e ho portato a termine molte missioni e.."

Fui interrotta dall'arrivo di Alice.

"Ehi Alice ti vuoi unire a noi?" Le chiesi.

"Mi piacerebbe ma dovete entrare, c'è un problema."

 

 

 

#Myspace

Ciao a tutte! Sono le tre di notte e dopo taanto tempo posto finalmente il nuovo capitolo.

Salto la parte in cui mi scuso sperando che voi mi capiate.

Allora vi piace il capitolo? E' arrivato il tanto atteso dialogo con Edward. Voi che dite Bella avrebbe dovuto lasciarsi baciare?

Ditemi cosa ne pensate lasciandomi una recensione se volete. (:

Detto questo ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare, chi ha recensito e chi ha solamente letto. Grazie.

Spero che il prossimo capitolo arrivi presto. Scusate eventuali errori ma ho gli occhi che mi si chiudono e magari qualcosa mi è sfuggito ahah

Un bacione grande, AlwaysDream. <3


 


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