Perfect Romance-Quando tutto sembra perduto

di Yasha 26
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sembrava una perfetta storia d'amore...sembrava! ***
Capitolo 2: *** Omissione...non bugia! ***
Capitolo 3: *** In vino veritas...e non solo quello! ***
Capitolo 4: *** Un omicidio da risolvere ***
Capitolo 5: *** Ricominciamo? ***
Capitolo 6: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 7: *** Che sia già tutto finito? ***
Capitolo 8: *** Le verità nascoste ***



Capitolo 1
*** Sembrava una perfetta storia d'amore...sembrava! ***


Ricordo che questa storia è coperta dal diritto d'autore, pertanto è vietata la sua riproduzione totale o parziale sotto ogni sua forma; il divieto si estende a citazioni, estratti, personaggi da me inventati. Occorre pertanto l'autorizzazione espressa, scritta e sottoscritta dall'autrice.
In caso contrario, saranno presi provvedimenti legali.
Grazie.






IN REVISIONE GRAMMATICALE

 
- E così hai deciso di andartene davvero Aki? Sicuro di non volerci ripensare? – chiedo dispiaciuta.
- No Kagome, preferisco andare via. Starti vicino è troppo complicato per me, lo sai. Vederti tutti i giorni e non poterti amare mi sta uccidendo, quindi preferisco lasciare lo studio ASK definitivamente. –
- È un vero peccato perdere un ottimo avvocato come te Aki, ma non posso costringerti se non te la senti. Mi spiace davvero non poter ricambiare i tuoi sentimenti, ma ti ho sempre visto come un sincero amico e fratello. Non sai quanto mi piacerebbe comandare il mio cuore per potermi innamorare di te. Sei un uomo splendido, leale e gentile, però purtroppo… -
- Purtroppo il tuo cuore è occupato da qualcuno che non lo merita. Kagome, capisco che io possa non essere adatto a te, ma non puoi vivere nel ricordo di un uomo che ti ha abbandonata per la sua carriera! Sono oltre cinque anni che vivi nel suo ricordo. Lo capisci che questo ti fa male? E credimi, ti sto parlando da amico e non da uomo innamorato. Non puoi precluderti la possibilità di essere felice per uno stronzo del genere. Meriti di avere un buon marito accanto, che sappia anche essere un buon padre in futuro. Cerca di provare a frequentare qualcuno, santissimi Kami! –
- Non è facile Aki. Io non… -
- Non è facile per me dirti di avere un altro uomo Kagome! Ma capisci cosa significa dire alla donna che ami da tutta una vita, di provare ad essere felice con un altro? Eppure, per il bene che ti voglio, lo faccio! Hai rifiutato me, quel Koga, figlio del giudice Yoro, anche lui un bravo ragazzo, Naraku Kumo lo capisco, quell’avvoltoio non è un avvocato serio, trova sempre scorciatoie assurde per farla franca, però te lo dico per farti capire che sei una bellissima donna, che piace, piena di carisma, intelligente e caparbia, in grado di cavarsela sempre in ogni causa difficile e intricata, tanto da meritarti il titolo di Lady Ice per la tua imperturbabilità e per il sangue freddo che hai nel gestire gli imprevisti. Se non fosse per te, questo studio non sarebbe ai livelli in cui è adesso. Io e Sango siamo bravi, è vero, ma tutto dipende da te. Sei una delle donne più desiderate di Tokyo, eppure ti rifiuti di accettare anche un semplice invito a cena. – sbotta esasperato.
- Lo sai che con la mia situazione non posso permettermi di frequentare qualcuno come quando ero adolescente. Le cose sono cambiate. Ora ho delle responsabilità Aki. – gli ricordo.
- Lo so benissimo e ti comprendo. Ma non posso non dirti che per me sbagli a rimanere legata al passato. Ti stai solo rovinando la vita. Ora scusami ma è meglio che vada, questa discussione è davvero pesante per me da gestire. Buona fortuna Kagome e mi raccomando, pensa a ciò che ti ho detto. -
- Grazie Aki, lo farò. E sappi che è stato un onore lavorare con un socio come te. – lo ringrazio, davvero grata per il lavoro che ha svolto e per l’affetto che mi dimostra anche in questa circostanza per lui poco piacevole.
- Lo è stato anche per me. Ora però dovrai cambiare nome allo studio, dato che la A va via, ti rimane solo SK. – scherza lui, per sdrammatizzare.
- Già, e pensare che le iniziali dei nostri nomi formavano un bell’acronimo. Pazienza. Vedremo chi sarà il socio che ti sostituirà. Se avrà una vocale come iniziale, magari potremo arrangiarci. -
- Sango non ti ha detto come si chiama quello che mi sostituirà? -
- No. So solamente che viveva in America e che sembra non abbia mai perso una causa. Ha deciso di trasferirsi in Giappone per motivi personali. Non so altro. -
- L’importante è che sia bravo e che sappia mantenere i ritmi dello studio legale. -
- È vero, speriamo sia così. Le entrate di questo anno hanno superato di gran lunga quelle degli anni passati. La causa vinta contro quel giudice corrotto e maniaco, ha fatto parecchia pubblicità. -
- Solo tu potevi vincere una causa contro un giudice Kagome. Sei davvero grande! -
- Non esagerare. Mi sono solo servita delle prove a suo carico. Non ho fatto niente di eccezionale. -
- Prove che hai trovato camuffandoti perfino da prostituta, rischiando la vita ad ogni rifiuto che davi agli uomini che si fermavano per passare la serata con te. – dice con tono accusatorio.
- Rischi del mestiere, nulla di più. Il mio compito è trovare prove e così faccio, dovessi anche scendere all’inferno per trovarle. -
- Ricorda che hai qualcuno che ti aspetta a casa, quindi non fare mai più cose così sconsiderate! – mi rimprovera nuovamente.
- Ok papà, promesso! Spero di rivederti un giorno Akitoki. Mi mancherai tanto, lo sai? -
- Anche tu Kagome, non immagini quanto. Ogni tanto chiamerò per sapere come state, sperando non risponda tuo nonno. Ogni volta quell’uomo i scambia per un maniaco, ricoprendomi di brutte parole. – dice perplesso.
- È sempre così, che vuoi farci. Porta pazienza, o magari chiama direttamente me al cellulare invece che a casa. Non c’è nulla di male a sentirsi tra amici. -
- Vedremo. A presto Kagome. Buona fortuna! – mi saluta, uscendo definitivamente dall’ufficio.
Un altro pezzo della mia vita se ne va, Che tristezza. Lui però lo capisco. Sono anni che Akitoki è innamorato di me, dai tempi dell’università. Se solo mi fossi innamorata di lui all’epoca, invece di quell’essere orribile! Ancora oggi, dopo più di cinque anni (esattamente cinque anni, sei mesi e una settimana!) ripenso al giorno in cui mi abbandonò per la sua carriera.
Lo amavo così tanto.
Studiavamo legge insieme. È all’università che ho conosciuto lui, Aki e il mio migliore amico Miroku, che invece studiava medicina, diventato da poco il fidanzato della mia socia e amica Sango. È anche il mio medico per fortuna, infatti è lui che si è occupato di me in questi anni.
Un giorno, quel disgraziato del mio ex mi disse di provare qualcosa per me. Io ne fui felice perché per me fu amore a prima vista. Trascorremmo cinque anni insieme, per me splendidi. Ero convinta ci saremmo sposati, invece lui se ne uscì con “ho trovato un lavoro a Londra”, è partito ed è sparito per sempre dalla mia vita.
E pensare che lo avrei seguito in capo al mondo se me lo avesse chiesto. Invece no, se n’è andato in Europa da solo, senza di me.
Credevo che la nostra fosse una storia d’amore perfetta, come quelle dei film. Sembrava così innamorato di me. Ogni giorno un fiore diverso con un bigliettino, cene a lume di candela sul terrazzo di casa sua a guardare le stelle e a parlare del nostro futuro, viaggi al fine settimana nei paesini più sperduti del Giappone dove ci rifugiavamo per allontanarci dalla caotica città, pomeriggi ad aspettare il tramonto seduti sotto il grande albero secolare che ho in giardino, giornate a programmare le visite ai concerti dei nostri cantanti preferiti che si tenevano nelle varie città. Sembravamo felici.
Pensavo fosse tutto perfetto, mai una lite, mai alcun problema. Credevo sarebbe stato per sempre, invece mi sono solo illusa. Mi sono ritrovata ad annegare in un mare di ricordi e di promesse perdute nel vento.
Dopo la sua partenza, l’ho cercato molte volte al cellulare, lasciandogli anche messaggi con scritto che dovevo parlargli urgentemente, ma lui li ha sempre ignorati, così, dopo alcuni mesi, mi rimboccai le maniche e proseguii la mia vita come avevo scelto.
Eppure, ancora oggi, dopo cinque anni, non riesco a fare a meno di pensare a lui em date le circostanze, mi è anche difficile evitarlo. Dal mattino fino alla sera ho inevitabilmente la sua immagine stampata davanti gli occhi. Ho provato a dimenticarlo, ma non ci sono mai riuscita. Il mio stupido cuore continua ad amarlo anche se lo detesta.
È assurdo! Provo amore e odio per la stessa persona.
Mi ha rubato il cuore e non me lo ha più restituito. Vinco qualunque causa mi capiti, penale e civile, ma non riesco a vincere il mio cuore, giudice terribile e capriccioso che non mi dà pace.
- Kagome, piccola mia, che faccino pensieroso. Che è successo? -
- Miroku. Aki se n’è andato! - gli dico, correndo ad abbracciarlo per essere consolata.
Miroku è l’amico migliore che possa esistere. Lo adoro dal più profondo del cuore. Lui non è mai stato interessato a me come Aki, quindi tra di noi si è sviluppato un rapporto di complicità unico, soprattutto dopo che “Lui” mi ha abbandonata.
È stato Miroku ad aiutarmi, come amico e come medico, a risollevare il mio morale. Molte volte, di notte, correvo a casa sua in preda al pianto e mi addormentavo solo tra le sua braccia. Lo considero un fratello. Mi chiama spesso piccola, tesoro, gioia, tutti nomignoli da fidanzata a dir il vero, ma senza secondi fini. Sango infatti non è gelosa perché sa che rapporto ci lega, conosce la mia storia e può stare sicura che non è altro che affetto fraterno.
- Povero il mio tesoro! Ti compro un gelato così ti riprendi, dai! – dice, accarezzandomi la testa.
- Miroku, non sono una bambina. Non trattarmi come tale! - mi lamento, mettendo un finto broncio.
- Lo so, però per me sei come la mia sorellina, ed è così che la tratterei. Piuttosto, dov’è la luce dei miei occhi? - chiede, riferendosi alla fidanzata.
- È in tribunale per quel divorzio a causa del cane. – gli ricordo.
- Ah già. I coniugi animalisti che litigano su come è giusto crescere il loro cane. Roba da matti! -
- Per fortuna non è capitata a me quella causa. Odio quei due! Non si può divorziare per una roba simile! -
- In effetti. La gente è strana. Comunque… e così Akitoki se n’è andato alla fine. Ha resistito più di quanto immaginassi. – sostiene, sedendosi accanto a me sul divano.
- Mi spiace che siano andate così le cose. Gli volevo molto bene. – rispondo dispiaciuta.
- Mai quanto ne vuoi a me spero! – scherza nuovamente, facendomi sorridere.
- Sei l’unico uomo che amo di bene Miroku, e così sarà sempre. Non potrei voler bene a nessun altro come voglio bene a te. – affermo sicura.
- Non è che la cosa mi faccia così tanto piacere, piccola mia. Finché parliamo di amicizie sono d’accordo con te, io sono l’unico vero, grande, splendido e fantasmagorico migliore amico che possa esistere. Ma quando si parla di fidanzati, non mi piace che chiudi le porte a tale possibilità Kagome. – si fa serio, come ogni volta che si tocca tale argomento.
- Miroku, ti prego, non cominciare anche tu come Aki! Anche lui mi ha fatto la predica su queste cose. Io sto bene da sola, perché dovrei andare ad imbarcami in una storia che sicuramente finirebbe ancor prima di cominciare? -
- Ma perché sei convinta così? Guarda che non sei l’unica donna in questa situazione! Non sei la prima e non sarai neppure l’ultima! Il vero motivo è che hai paura di soffrire, ammettilo! -
- Forse è così. Ma puoi biasimarmi dopo quello che ho passato in questi cinque anni? Ho dovuto fare tutto da sola! E ringrazio i Kami di aver avuto te, il nonno e mia madre, altrimenti non so che fine avrei fatto! - gli ricordo, nel caso avesse dimenticato la situazione.
- Non metto in dubbio che tu non abbia sofferto. C’ero anch’io la notte con te, quando ti svegliavi in preda agli attacchi di panico. Praticamente dormivo più con te che con la mia ragazza dell’epoca. Ma ormai quel periodo è passato Kagome. Devi dimenticare InuYasha! Non sono tutti come lui! -
- Non devi fare quel nome Miroku! Lo sai che lo odio! - esclamo agitandomi. Non sopporto nemmeno di sentir pronunciare il suo nome!
- Invece lo pronuncio! Devi abituarti anche a questo, lo capisci? Accidenti, non hai nemmeno trent’anni ma fai la vita di una monaca di clausura! Sei una bellissima donna, senza alcun difetto oltre la testardaggine. Possibile che non riesci a vedere nella tua vita almeno l’ombra di un compagno? -
- No! Oltretutto ho un grande difetto che per gli uomini è difficile accettare, e tu lo conosci benissimo. –
- Ti riferisci al piccolo giglio, non è così? -
- Esattamente. Non è facile accettarla Miroku. -
- Per me sono problemi che ti fai tu e… -
- Uffa, che rottura di palle quella causa! Non ne potev… oh Miroku, sei qui? - ci interrompe Sango, di ritorno dal tribunale.
- Oh, ma che magnifica Dea scesa in terra! Oggi con questo tailleur grigio sei bellissima! - esclama lui, correndo ad abbracciarla.
- Hai detto la stessa cosa ieri di quello blu. - gli faccio notare io.
- Già. E anche il giorno prima con quello nero. - risponde lei, dandomi ragione.
- E che volete farci. La mia fidanzata è la più bella del mondo, qualunque cosa indossi o non indossi! - dice lui malizioso.
- Miroku! Piantala di fare sempre il maniaco! - gli urla lei, colpendolo con la ventiquattrore.
Miroku è un bravissimo ragazzo, però è anche un po’ strano per certi versi, un po’ maniaco direi, infatti non mancano mai le battutine a sfondo sessuale, cosa che Sango odia. Io ormai ci sono abituata, lo conosco da oltre undici anni. È fatto così, ma non ha mai mancato di rispetto ad una sola donna.
- Com’ è andata la causa coi coniugi Miura? - chiedo curiosa.
- Come è andata? Quei due hanno deciso di far pace alla fine! Mi hanno solo fatto perdere tempo! Hanno deciso di iscrivere il cane ad una scuola comportamentale, così nessuno dei due avrà responsabilità nell’educarlo. Ma ti rendi conto? - mi spiega inviperita.
- Dai calmati Sango. L’importante è che ci diano l’assegno. Per il resto non importa, tu il lavoro lo hai svolto. -
- E ci mancherebbe pure che non mi paghino! Sarei capace di ucciderli dopo essermi sorbita ore di “Hachiko deve fare i bisognini fuori, non sul tappeto come le ha insegnato mio marito”  oppure “Hachiko deve andare in giro col collare e non come fa mia moglie che la lascia libera”. Hachiko di qua e Hachiko di là! Inizio ad odiare questa Hachiko! -
- Ma che ti ha fatto quella povera cucciola? Sono i padroni ad essere idioti. -
- Lo so anche io Kagome. Uff, spero che quei due non si facciano vedere mai più! O giuro che li uccido! -
- Ok ok, tranquilla. Se mai tornassero me ne occupo io. - le rispondo divertita.
- Amoruccio, hai impegni oggi pomeriggio? - le chiede Miroku.
- A dir il vero sì. Deve arrivare il nuovo socio. -
- Cosa? Arriva oggi? Ma io non ne sapevo nulla! - mi lamento scocciata.
- Mi spiace, non ho avuto modo di dirtelo prima. Mi ha chiamata ieri sera dicendo che passava oggi pomeriggio per vedere com’è lo studio. Spero non sia un problema. -
- No tranquilla. Solo che oggi pomeriggio dovevo andare dal pediatra per un controllo. A che ore viene questo avvocato? -
- Verso le tre. -
- Accidenti! - proprio l’orario che ho col medico.
Poi mi viene un’idea…
- Mirokuuuuuuu. - lo chiamo con occhioni da cucciolo.
- Ho capito, ci vado io. Però mi devi un favore! -
- Certo tutto quello che vuoi! – acconsento grata.
- Tutto quello che voglio? Sicura? - domanda con un sorrisetto che non preannuncia niente di buono.
- Dipende dal tuo “tutto”… - preciso, intuendo già il suo pensiero.
- Niente di osceno tranquilla! Però lo farai! – dichiara, guardandomi con occhi furbi.
- Che vuoi fare Miroku? - gli chiede Sango con aria preoccupata.
Vedo lui bisbigliarglielo all’orecchio per non far sentire me. Così non è giusto però!
- La trovo una magnifica idea! - risponde Sango, guardandomi con la stessa espressione di Miroku.
- Voi due mi fate paura! Si può sapere che vuoi combinare Miroku? - chiedo davvero preoccupata.
- È un segreto! Ora vado! Ciao principesse del mio cuore! - ci saluta, dando un bacio sulla guancia a me e uno sulla bocca a Sango
- Tu ora mi dici cosa ti ha detto quel pazzo! – impongo, quando restiamo sole.
- Non posso mi spiace! Ma sono sicura ti piacerà! -
- Ma io voglio saperlo! – insisto.
- Da me non saprai nulla! -
- Traditrice! - mi lamento, mettendo il broncio mentre lei sghignazza sotto i baffi.
 
Verso le tre e mezza, in ritardo a quanto vedo, la nostra segretaria ci avvisa che è arrivato questo fantomatico socio che non ha mai perso una causa. Mah, vedremo. Tanto per cominciare la puntualità non è il suo forte!
Quando bussano alla porta, è Sango ad aprire, mentre io mi alzo e sistemo la gonna che si è leggermente alzata, senza guardare subito l’uomo.
- Piacere di conoscerla signor Taisho. – lo accoglie Sango.
Ha detto Ta-Taisho?
D’istinto porto i miei occhi a guardare chi sta entrando e il mio cuore si ferma.
- Prego entri. Lei è Kagome Higurashi, il vero capo della ASK e… -
- Kagome? - la interrompe lui, guardandomi sorpreso.
Io sono paralizzata. Mai mi sarei aspettata un momento del genere. Non credevo che lo avrei mai più rivisto. Il cuore mi sta salendo in gola, mi blocca il respiro.
- Inu… Yasha… - dico il suo nome con voce strozzata, priva d’aria e carica di dolore. Mi gira la testa. Non può essere davvero lui! Non può essere il mio nuovo socio. Non può ritornare nella mia vita!
- Kagome, tutto bene? Sei pallidissima! - mi chiama Sango, notando il mio viso sconvolto.
- Chia-chiama Miroku! Subito! - riesco a dire, prima di essere colta da uno dei miei attacchi di panico.
Il respiro mi viene meno, mi sento soffocare. I tremori iniziano. La nausea preme sul mio stomaco. Il cuore vuole esplodermi fuori dal petto. Ricomincia! Ricomincia di nuovo tutto da capo come cinque anni fa!
Incapace di reggermi sulle gambe mi inginocchio a terra per non cadere. Tutto intorno diventa confuso e irreale. Mi sembra di sentire parlare ma non capisco. La vista va via come ogni volta, lasciandomi in una specie di dimensione bianca e vuota. Mi sembra che passino ore prima di sentire la voce di Miroku dirmi di calmarmi. Lentamente la vista ritorna e mi ritrovo stesa sul divano, con accanto Miroku, una Sango dall’espressione sconvolta e… lui, che mi guarda confuso.
Non voglio vederlo! Non voglio stare nella stessa stanza con lui!
- Portami a casa ti prego! - chiedo a Miroku con occhi supplicanti.
- Va bene, andiamo. -
- Aspettate un minuto! Ma cos’è successo a Kagome? - chiede InuYasha, quando Miroku mi prende in braccio.
- Non è il momento migliore questo, InuYasha. - risponde il mio amico, uscendo dalla stanza.
 
Mi sento ancora un po’ confusa, ma almeno adesso riesco a ragionare e a camminare. In macchina ho spiegato a Miroku cosa mi è successo. Anche lui è rimasto scioccato nel vedere di nuovo InuYasha, e nel mio ufficio poi.
Arrivati a casa, un turbine rosa mi travolge.
- Mamma! Che bello sei già qua! Pensavo facessi tardi! – esclama la mia unica ragione di vita, che tra due settimane compirà cinque anni.
- Sì amore. Ho finito prima del previsto. Scusa se ti ha dovuto portare lo zio dal dottore, però mamma aveva un impegno. – mi scuso, prendendola in braccio.
- Kagome dalla a me. È meglio che non fai sforzi. - mi avverte Miroku.
- Tranquillo, ce la faccio. Sayuri, la nonna dov’è? –
- Di là al tempio col nonno. Mammina stai male? Sei fredda. – nota lei, lei toccandomi il viso.
- No amore, mamma è solo stanca. Vai a chiamare nonna per favore. – le chiedo, rimettendola a terra.
- Corro! – afferma, sparendo come un fulmine.
Quante energie ha quella bambina. Vorrei averne almeno la metà in questo momento.
- Kagome, vieni, ti porto nella tua camera. - dice Miroku, aiutandomi a salire le scale.
Entrata in camera mi lascio cadere sul letto.
- Inutile girarci intorno. Glielo dirai? - mi chiede. sedendosi accanto a me.
- Non ci penso nemmeno! - nego categorica.
- Ma è sua figlia. -
- È mia figlia, Miroku! L’ho cercato tre mesi per dirglielo! L’ho chiamato. Gli ho mandato non so quanti messaggi dicendogli che dovevo dirgli una cosa importante, ma lui non ha mai risposto! Sono perfino andata a Londra col pancione per parlargli di Sayuri, sperando tornasse con me, invece l’ho visto spassarsela con un’altra! Si era totalmente dimenticato di me! Quindi quella non è sua figlia! Fosse per lui nemmeno sarebbe viva adesso. Mia figlia è viva grazie a te! Sei più padre tu per Sayuri che lui! -
- Non sapevo fossi andata a Londra. Perché non me lo hai detto? – domanda sorpreso.
- Perché Sayuri è nata prematura a causa di quel viaggio. Mi sono sentita così in colpa che non volevo sorbirmi pure le vostre accuse. Dopo che sono ritornata in Giappone mi sono talmente disperata nel pensarlo con quell’altra, da avere le contrazioni. Se non fossi stata così stupida da partire al sesto mese e mezzo di gravidanza, forse questo non sarebbe accaduto. – confesso colpevole.
- Non incolparti più Kagome. È stata un’azione davvero sconsiderata da parte tua partire in quelle condizioni, ma comunque Sayuri sta bene adesso. Ha cinque anni ed è in perfetta salute. A proposito, il pediatra ha detto che il raffreddore passerà da solo, non devi darle nulla. – mi informa, accarezzandomi la testa.
- Grazie per averla portata tu. - gli dico abbracciandolo.
Miroku è stato un punto di riferimento nella mia vita. Se non avessi avuto lui, non so come avrei fatto. Gli devo molto.
- Di nulla. Questo ed altro per la mia nipotina. Ora riposa. Gli ansiolitici che ti ho dato ti stordiranno per un po’. -
- Non posso o Sayuri si preoccuperò se mi addormento a quest’ora. -
- Ordini del tuo dottore e non del tuo amico, capito? Se non fai come ti dico, la prossima volta invece che sotto la lingua ti do gli ansiolitici con una bella iniezione! – minaccia serio.
- No, ti prego, le punture no! Le odio! - lo supplico io.
- Lo so, per questo ti minaccio! A trent’anni hai meno coraggio di tua figlia per gli aghi. Vergognati! – sghignazza lui.
- Sono colpevole vostro onore, lo ammetto! -
- Come farai ora che è ritornato? - chiede lui, ritornando serio.
- Non lo so, però non intendo averlo come socio. Chiederò a Sango di parlare con lui in modo da cercarsi un altro studio legale. -
- Credo sia meglio. Se non servirà, ci parlerò io, tranquilla. -
- Miroku, grazie infinite. Mi sentirei persa senza di te! -
- Cucciola, non ringraziarmi. Ti voglio un bene dell’anima. Per te farei di tutto, lo sai. E lo stesso vale per il mio piccolo giglio. - (Sayuri=giglio. Nda)
- Lo so Miroku. Però non posso fare a meno di pensare che ne sarebbe stato di me se non ti avessi avuto al mio fianco quando è nata. Se penso ancora a quello che è accaduto mi sento morire. Se lei fosse morta io sarei morta con lei! – sostengo, ricordando quel triste giorno che ha scatenato in me gli attacchi di panico per la prima volta.
- Per fortuna lei è viva e in perfetta salute adesso, quindi non ricominciare col pianto. Adesso sono fidanzato ufficialmente tesoruccio mio. Non posso permettermi di dormire abbracciato a te come cinque anni fa, o Sango mi evira! - afferma ridendo.
- È vero, hai ragione. Lungi da me causare la tua dipartita mascolina! – replico, scoppiando a ridere anche io.
- Ti prendi gioco di me, piccola strega? – risponde, facendomi il solletico.
- Inutile. Lo sai che non soffro il solletico! - rido compiaciuta. Solo lui è in grado di tirarmi su il morale.
- Mammina! Ecco nonna! - mi avvisa la mia piccola peste.
- Tutto bene Kagome? Ciao Miroku, come mai di nuovo qui? - chiede confusa mia madre.
- Ti spiego dopo mamma. Ti puoi occupare tu di Sayuri? - le chiedo, sperando che capisca. Lei mi guarda attenta e poi guarda Miroku.
- Certo cara. Riposati mi raccomando. Sayu-chan che ne dici se andiamo a cucinare dei biscotti per la mamma? – grande la mia mamma! Ha capito al volo!
- Sììììììì!!! Quelli alla cannella che ama tanto! Sei felice mammina? - mi chiede lei allegra.
- Non vedo l’ora di assaggiarli amore. - rispondo davvero felice.
La mia bambina è un vero tesoro. L’amo più della mia vita e non permetterò a nessuno di dividerci. Lei è solo mia! Ho lottato con le unghie e con i denti per farla sopravvivere e non intendo dividerla con un bastardo che mi ha abbandonata con lei in grembo.
Devo tenerlo lontano da me e da lei. Se la vedesse temo avrebbe qualche sospetto. Purtroppo Sayuri è la sua copia. Stessi occhi color ametista, stessi capelli scuri, stessa carnagione chiara e perfino la stessa voglia al fianco a forma di mezzaluna, ereditata dal padre di InuYasha.
Chiunque abbia conosciuto InuYasha, dopo aver visto mia figlia mi chiede se sia sua figlia. Sono davvero simili. Oltretutto, anche il nome può creare sospetti. Il giglio era il fiore preferito della mamma di InuYasha, alla quale volevo un gran bene finché è stata in vita. In suo onore ho chiamato mia figlia Sayuri. Anche se devo ammettere che InuYasha non ha mai brillato per furbizia e intelligenza in queste cose, quindi forse non lo capirebbe.
Devo comunque cercare di tenerlo lontano da lei. InuYasha deve ritornare da dove è venuto. È pericoloso averlo vicino. Ma come posso rispedirlo in America? Che ci faceva poi in America, se era andato in Inghilterra? Bah… il motivo non mi riguarda. A me interessa solo tenerlo lontano da mia figlia, e ci riuscirò!  
 
 
 




 
 
 
Ciao ^_^  rieccomi con una nuova storia come preannunciato nei giorni scorsi ^_^
Miracolo dei miracoli… in questa storia Hojo è un bravo ragazzo ^_^  e lo rivedremo spesso al fianco di Kagome  ^_^
Miroku è un ottimo migliore amico, ma ce lo vedete come medico? Un maniaco come lui?? Eheheheh beh qui lo sarà solo con Sango ^_^ e mai con altre donne ^_^ anche questo è un miracolo non trovate?
Per quanto riguarda InuYasha, avrà i suoi motivi per essersi comportato così? Perché avrà abbandonato Kagome?  Chi era la ragazza con cui Kagome lo ha visto?
Leggete e  scoprirete tutto ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3 

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Capitolo 2
*** Omissione...non bugia! ***


 
 
Ritornare in Giappone dopo cinque anni mi sembra così strano.
Ammetto che mi è pesato lasciare New York, ma non potevo farne a meno. La mia ex moglie mi stava facendo impazzire! Ma cosa mi è venuto in mente di sposare Kikyo? Mi devo essere proprio rimbecillito quando le ho chiesto di sposarmi.
In effetti l’unico motivo che mi ha avvicinato a lei è stata la somiglianza con Kagome…l’unica donna che abbia mai amato.
Non avrei mai dovuto lasciarla. Me ne sono pentito ogni singolo giorno in questi cinque anni.
L’ho persa per colpa della mia stupidità, per la mia indecisione.
Eravamo fidanzati da ben cinque anni. Tutto andava bene finché purtroppo non morì mia madre di leucemia. Non so cosa scattò in me in quel periodo. Mi sentivo parecchio giù di morale, forse perché mi ritenevo colpevole della sua morte. Fatto sta che sentii il mio amore per Kagome diminuire sempre di più. Mi disturbava perfino sentirne la voce.
Così presi una decisione che non avrei mai dovuto prendere…decisi di prendermi una pausa di riflessione lontano da lei. Dovevo riordinare le idee.
Lei non meritava di avere accanto un uomo che non riusciva neppure a sopportare la sua presenza col rischio magari di trattarla male.
Quando le dissi che volevo una pausa di riflessione e che mi trasferivo a Londra cominciò a piangere disperata. Mi chiedeva di non lasciarla, che sarebbe morta di dolore…in quel momento mi sentì un vero stronzo per quello che le stavo facendo ma non potevo fare altrimenti.
Arrivato a Londra comincia subito il nuovo lavoro come avvocato in una grossa azienda ospedaliera.
Passate le prime due settimane cominciai a ricevere continue chiamate e messaggi di Kagome.
Mi sentivo soffocare dalla sua insistenza.
Avevo deciso di allontanarmi per capire cosa provavo ma lei non me ne dava la possibilità così decisi di cambiare numero in modo da non essere più disturbato da quelli che credevo sarebbero stati piagnistei per farmi ritornare…altra grande bastardata che le feci.
Nell’ospedale in cui lavoravo conobbi una brava psicologa di nome Cathrine. Ci incontravamo spesso al bar dell’ospedale.
Lei capì al volo che avevo qualcosa che mi tormentava. Sotto sua insistenza decisi di fare alcune sedute nel suo studio privato in cui uscì fuori che non riuscivo ad elaborare il lutto della morte di mia madre perché mi ritenevo colpevole del fatto di non essere compatibile con lei per il trapianto di midollo.
Feci fare quel dannato test di compatibilità a tutti quelli che conoscevo ma nessuno risultò compatibile.
Vidi morire mia madre senza poter far nulla per lei.
Col tempo grazie a Cathrine capì che il mio allontanarmi da Kagome non era dovuto dal non amarla più, ma da una mia incapacità di esprimere sia il dolore che l’amore. Soffrivo in pratica di una specie di apatia.
Capito questo mi riscoprì più innamorato che mai di Kagome così ritornai in Giappone dieci mesi dopo, abbandonando il lavoro e la vita che mi stavo costruendo a Londra, con la speranza di farmi perdonare da Kagome, che di sicuro non avrebbe voluto parlarmi subito. Ma io avrei lottato per farmi ascoltare e perdonare.
Di certo non mi aspettavo mi accogliesse a braccia aperte, ma ero scioccamente convinto che mi amasse ancora.
Infondo erano passati solo dieci mesi.
Invece le cose non andarono come previsto.
Appena rimesso piede a Tokyo mi diressi a casa sua con ancora le valigie. Era ancora l’alba. Pensavo di aspettare un po’ per svegliarla.
Ero pieno di tante speranze per il nostro futuro, finché non vidi affacciarsi alla finestra della sua stanza Miroku a petto nudo.
Rimasi scioccato nel realizzare che loro due andassero a letto insieme.
Anzi più che scioccato direi disgustato.
Di tutto mi sarei aspettato ma non certo che lei mi avrebbe dimenticato così presto per mettersi col suo migliore amico.
Sì…migliore amico un corno! Quei due erano così uniti perché si sono sempre piaciuti!
Avrei dovuto capirlo tutte le volte che li trovavo ad abbracciarsi e a fare i finti fidanzatini.
E sono perfino sicuro che ci sia stato qualcosa tra loro anche mentre eravamo ancora fidanzati.
Ero geloso del loro attaccamento ma ho sempre cercato di vederlo solo come un rapporto fraterno…tzs con tuo fratello non ci vai a letto però!
Le è bastato poco per dimenticarmi!
Altro che morire di dolore per me se la lasciavo! Si è rifatta subito.
Colto dalla rabbia decisi di ripartire subito e di andarmene via. Chiamai mio fratello che lavorava in America così mi trasferì lì, dove mi feci una carriera e una reputazione come avvocato squalo dato che non perdevo nessuna causa, soprattutto quelle che riguardavano i divorzi.
Oh quanto mi divertivo quando facevo ottenere tutto il patrimonio al mio assistito tradito!
Per principio non accettavo mai di prendere le parti del coniuge che era la causa della rottura del matrimonio. Accettavo solo quando capivo chi era la parte lesa tra i due.
Mia cognata ha sempre sostenuto che il motivo fosse il mio sentirmi tradito dalla mia ex e dal mio migliore amico…chissà può essere.
Poi due anni fa l’errore più grande della mia vita…Kikyo! Donna molto bella fuori, ma assolutamente vuota dentro.
La sposai perché mi ricordava tantissimo Kagome, ma a lungo andare notai che non c’era paragone tra loro due.
Kagome era il caldo Sole e Kikyo la fredda Luna, una era la pace e l’altra la discordia, la prima era la vita e la seconda la morte.
Dire che fossero il giorno e la notte è riduttivo.
Mia moglie era fredda, calcolatrice, attaccata ai soldi in un modo quasi volgare. Non era mai allegra o felice dei viaggi che le facevo fare in giro per il mondo in mezzo alla natura che io ho sempre amato. Si lamentava che il posto non era di lusso per lei.
Con Kagome invece ci rifugiavamo in paesini poco abitati, in campagna, dove si godeva della pace e della tranquillità che solo la natura e la semplicità può darti.
Resomi conto dell’impossibilità a continuare la mia vita con Kikyo le chiesi il divorzio. Non la sopportavo più!
Per liberarmi delle sue inutili richieste ho deciso di ritornare in Giappone per poter riprendere un po’ di fiato dalle sue pretese sulla casa, sui soldi, sui villini e il resto delle mie proprietà, peccato che lei non abbia ancora capito che ci siamo sposati in divisione dei beni quindi ciò che è mio resta tale! Stupida ignorante!
Alla mia segretaria avevo chiesto di controllare quale studio importante ci fosse in Giappone in modo da mantenere alti i miei standard, così mi avvisò che la più famosa e prestigiosa era lo studio legale ASK che si occupava di consulenza per le più grandi multinazionali del mondo e per le principali istituzioni finanziarie giapponesi, banche, assicurazioni ed enti pubblici occupandosi di una vasta gamma di questioni legali, penali e civili.
Lo studio era stato formato da tre soci ma a causa dell’estromissione di uno di essi per motivi personali ne ricercavano un altro con altrettante potenzialità…ottimo lavoro per me quindi!
Se solo mi fossi premurato di controllare personalmente a chi appartenesse lo studio adesso non mi troverei qui. Da quello che mi ha riferito la mia segretaria la responsabile era una certa Sango Taijiya, infatti è con lei che ho preso accordi.
Adesso vengo a scoprire che la ASK appartiene proprio alla donna che non avrei più voluto rivedere al mondo!
Quando quella che si è presentata come Sango mi ha presentato il capo dello studio legale mi è preso un colpo nel ritrovarmi difronte Kagome in tutta la sua bellezza. Fasciata in un tailleur nero aderente che ben mostrava il suo corpo formoso, decisamente diverso da come lo ricordavo, il viso truccato da donna di classe, i lunghi capelli corvini stirati alla perfezione facevano di lei una donna dall’aspetto provocante e ammaliante.
A primo impatto sono rimasto paralizzato. Non immaginavo di ritrovarmela davanti, ma quando ho visto in che modo ha reagito mi sono preoccupato. Ha iniziato a tremare, è sbiancata improvvisamente e si vedeva che faticava a respirare. L’ho vista quasi accasciarsi a terra e ho capito che stava male.
Quando ha detto alla sua amica di chiamare Miroku mi si è spezzato qualcosa dentro. Stavano ancora insieme quei due.
Ho visto la sua amica chiamare disperata Miroku che è arrivato praticamente subito correndo da lei non prima di avermi lanciato uno sguardo quasi omicida notando la mia presenza.
Nel frattempo Kagome sembrava essere assente anche ai richiami.
Miroku le ha dato delle gocce sotto la lingua e l’ha stesa sul divano. Dopo un po’ il respiro di Kagome è tornato regolare e appena si è ripresa lui l’ha riportata a casa sua.
Vorrei tanto sapere che diavolo le è preso! Sembra sia rimasta scioccata di vedermi.
Io e la sua socia rimaniamo fermi in silenzio per diversi minuti a guardare la porta da dove sono usciti quei due…è lei a prendere la parola…
-Tu…tu sei…”quell’InuYasha” quindi? Oh Kami Kagome mi ucciderà! Questa non me la perdona di certo! L’ho fatta grossa! L’ho fatta grossa!!!-       inizia a strillare la ragazza con la quale avevo preso accordi per la società
-Io non capisco…ma che le è successo? E’ impazzita forse?-     chiedo in modo scontroso. Rivedere lei e Miroku mi ha messo di pessimo umore
-Idiota! Quello era uno dei suoi attacchi di panico! Kagome non è pazza…chiaro?-        sbotta l’amica trucidandomi con lo sguardo
-Uno dei suoi attacchi? Quindi le capitano spesso. Mi chiedo come abbia fatto a diventare avvocato se non sa reggere le sue emozioni! Non è una cosa professionale questa!-       mi lamento sbuffando
-Lei non aveva questi attacchi da anni! È rivedendo te che le è successo ancora! Povera me mi farà a fette quando si riprenderà! Posso considerarmi morta! Senti è meglio annullare il contratto che hai firmato! Kagome non vorrà mai avere niente a che fare con te. Troveremo un altro socio e sono sicura che tu troverai un altro studio dove lavorare!-           dice lei nervosa prendendo il contratto
-Io non credo proprio! Questo studio sembra essere il migliore del paese quindi non ho intenzione di annullare un bel niente solo perché la tua amica soffre di isterismo! Ho firmato un contratto e a meno ché non ci sia un valido motivo legale per cui annullarlo io non intendo farlo! Se Kagome avrà problemi ad accettare la mia presenza può sempre andarsene. Io non lo farò!-      rispondo categorico
Non ho certo intenzione di perdere una buona opportunità per le sue stupide crisi!
-Sei…sei…un essere viscido! Kagome non se ne andrà mai da questo studio! Lo ha messo in piedi lei con molta fatica e tu non glielo porterai via capito? Troverò un modo per sbatterti fuori razza di pallone gonfiato, presuntuoso e arrogante!-        urla lei uscendo dall’ufficio e lasciandomi solo
Ma sono entrambe pazze queste due??
Mi guardo intorno e noto che la scrivania dov’era seduta Kagome è piena di foto. Mi avvicino per guardarle e quello che vedo mi lascia un po’ confuso…ci sono molte foto di una bambina dai lunghi capelli neri, avrà sì e no quattro  o cinque anni. È una bellissima bambina, chissà di chi è figlia. Non ci sono foto coi suoi genitori. Ma forse è la figlia di Sota, il fratello maggiore di Kagome che si è trasferito a nord del paese insieme alla moglie. Se non ricordo male prima di andarmene a Londra  Kagome mi disse che sarebbe diventata zia. Era molto felice all’idea. Forse questa è la sua nipotina, anche se a dir la verità non somiglia affatto a Sota.
Stanco di starmene in un ufficio vuoto me ne torno a casa mia. Devo riflettere. Non sarà facile dividere il lavoro con Kagome, soprattutto perché il mio amore per lei non è mai cessato in questi anni, e temo che lavorando con lei sarò spesso costretto ad incontrare Miroku e magari vederli baciare. Che schifo non riesco neppure a pensarci!
Lo so che infondo è tutta colpa mia però non credevo che avrebbero fatto così presto a dimenticarsi di me, quasi come se non aspettassero altro quei due.
Il giorno dopo mi reco allo studio pronto ad una guerra che sono sicuro si scatenerà appena metterò piede in ufficio, sempre ammesso che Kagome si presenti. Mi stupisco di trovarla già davanti al computer a lavorare. Quando entro lei mi guarda e si toglie gli occhiali, che devo dire le danno un’aria ancora più sexy, facendo una cosa che mai mi sarei immaginato…
-Oh buongiorno InuYasha!-         mi saluta sorridendo come se nulla fosse
La tensione nell’aria si potrebbe tagliare con un coltello. La sua amica ha un’espressione che non promette niente di buono.
-Bu…buon giorno Kagome…Sango…-        saluto io confuso
-Buon giorno a te InuYasha.-           ricambia quest’ultima con aria sofferente
-Mi spiace per come sono andate le cose ieri. Non era certo il miglior modo per darti il ben venuto in questo studio, comunque…siamo ancora in tempo quindi…ben venuto alla ASK! Il tuo ruolo qui sarà quello di terzo socio dello studio in modo attivo, ovvero il tuo ruolo non si limiterà a controllare solo quello svolto dagli altri avvocati che lavorano per noi ma dovrai anche occuparti di cause che richiedono il tuo particolare intervento. Di solito delle cause più difficili  e particolari da gestire ce ne occupiamo noi soci, tipo casi di omicidio e maltrattamenti. Noi difendiamo solo la parte offesa sia chiaro! Quindi è un ordine preciso che mai difenderemo imputati accusati di omicidio, ma solo le vittime! Su questo siamo d’accordo?-           mi spiega lei con una naturalezza tale da fare paura
-Per me va bene. Nemmeno io ho mai difeso assassini o presunti tali.-        rispondo cercando di essere anche io naturale
Devo ammettere che non è facile gestire la situazione che si è venuta a creare. Kagome parla come se fossi una persona che non conosce, col quale non ha mai condiviso un passato. Sembra si rivolga con un qualunque socio che avrebbe potuto prendere il mio posto. Non capisco che intenzioni ha. Ogni sorriso che mi fa è di circostanza, forzato fino all’estremo.
-Bene questi sono i casi di cui ti dovrai occupare. Il più importante è quello della piccola Ayako Takada, otto anni, ritrovata morta nei pressi di uno dei cinque laghi del Fuji, il Kawaguchi. Il medico legale dice che la bambina è stata strangolata con un cavo  elettrico. L’unico sospettato al momento è Mizuki Kawamura l’elettricista che giorni prima era andato a fare dei lavori proprio nella casa della piccola Ayako. Trova tutto quello che riesci sul passato di Kawamura. Voglio quel bastardo in carcere. Il nostro studio è affiliato di uno studio investigativo, parla con loro per tutto quello che ti serve.-          dice consegnandomi il fascicolo e uscendo dall’ufficio di corsa
Vorrei seguirla e parlarle ma non credo sia una buona idea anche perché lo sta già facendo la sua amica.
Credo sia meglio sederci e parlare della questione rimasta sempre irrisolta tra noi.
Guardando la scrivania di Kagome noto che non vi è neppure più una foto…come mai le ha tolte?
Bah…comunque, iniziamo a studiare questo caso perché mi sembra piuttosto delicato riguardando la morte di una bambina, anche se non sarà facile. A quanto ho capito non ci sono prove che l’assassino sia davvero l’elettricista. Il semplice fatto che la vittima sia stata strangolata con un cavo non implica per forza che l’omicida sia l’elettricista. Il cavo è stato trovato o si presuppone solamente sia stato quello l’oggetto usato per ucciderla? E se il cavo è a disposizione della polizia scientifica…ci sono possibili prove riconducibili a Kawamura? Vedremo…
Al comportamento di Kagome penserò dopo.
 
 
 
                                                                                   **********************
 
 

Oh Kami che rabbia che ho dentro! Mi sento come un vulcano che rischia di esplodere da un momento all’altro! Fingere indifferenza è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto!
-Kagome! Ehi Kagome non correre così!-         mi ferma Sango venutami dietro
-Dimmi Sango che c’è? Hai bisogno di qualcosa?-       chiedo tranquilla
-Sì! Ho bisogno di sapere che ti è preso prima! Cos’erano tutti quei sorrisi e quell’atteggiamento indifferente che hai mostrato a quel bastardo? Io pensavo che lo avresti fatto volare dalla finestra invece gli hai dato un incarico di cui volevi occuparti tu…perché?-
-Oh tranquilla Sango, andrà via! Dovresti conoscere come lavoro no? Quando voglio una cosa la ottengo sempre!-      rispondo fredda
-Lo so quanto sai essere spietata nel tuo lavoro e credimi… se io fossi il diavolo non ti vorrei all’inferno per quanto mi fai paura quando ti impunti su qualcosa, ma questo non  è lavoro Kagome! E’ la tua vita…e quella di Sayuri.-
-E credi che non lo sappia Sango? Secondo te perché mi comporto come se fosse una dura battaglia legale quella che devo affrontare? Solo così non mi farò sopraffare dal mio cuore. Dopo quello che mi hai detto ieri, cioè che lui non ha intenzione di andarsene, è inutile urlare e sbraitare. Devo agire per vie traverse e l’astuzia è una di quelle! Troverò un modo per farlo andare via di sua iniziativa, devo solo trovare il suo punto debole e premere ben bene su quello. E fingendo di essere sua amica ho più possibilità di riuscirci!-         dico sorridendo nel pregustarmi la mia vendetta
-Kagome…mi fai davvero paura così. Hai uno sguardo così terrificante che ghiaccia il sangue nelle vene!-       dice la mia amica guardandomi
-Bene vuol dire che il mio metodo funziona! Devo dire addio alla povera Kagome che ha sofferto piangendosi addosso! Devo uscire fuori gli artigli perché stavolta ne va della felicità di mia figlia e per lei farei di tutto! Anche uccidere se fosse necessario!-      affermo sicura
-Oh cielo Kagome! Non starai mica pensando di uccidere InuYasha?-      mi chiede preoccupata
-Ma…ma Sango…sei scema o cosa? Certo che non lo farei! Era un modo di dire!-
Questa ragazza a volte mi preoccupa!
-Menomale! Non vorrei trovarmi costretta a difenderti per omicidio!-        sospira lei sollevata
A volte è proprio scema! Povera me!
Ritornate in ufficio trovo InuYasha intento a studiare il fascicolo con tutto quello che riguarda il caso che gli ho affidato. Ne avrà di lavoro da fare. Per Aki non c’erano prove sufficienti per incastrarlo, ma sono sicura che sia lui l’assassino della piccola Ayako, infatti mi occuperò anche io del suo caso. Non credo che InuYasha ne sarà in grado ma voglio metterlo comunque alla prova. E poi io so come ottenere le mie prove…non sarebbe la prima volta che mi occupo di casi che sembrano irrisolvibili. InuYasha non è mai stato un tipo tanto sveglio e dubito lo sia diventato in cinque anni.
-Kagome posso farti una domanda?-      mi chiede all’improvviso guardandomi
Accidenti in questi anni non è cambiato per niente. Anzi è diventato ancora più bello.
-S…sì dimmi pure.-
-Perché hai tolto le foto che avevi ieri sulla scrivania?-      mi chiede spiazzandomi
Oh accidenti le aveva già viste! E adesso che gli dico? Che faccio? Aiutatemi Kami!
-Ah beh…occupavano troppo spazio.-       rispondo cercando di restare più calma possibile
Perché mi ha chiesto delle foto di Sayuri? Oh no! Non può aver capito che è sua figlia solo dalla foto!
-E’ una bella bambina. Chi è? La figlia di Sota?-       mi chiede lui
La…figlia…di Sota? Crede che sia di Sota?
Grande stupido e ottuso cervello di InuYasha! Non mi deludi mai!
-Sì! Sì è proprio la figlia di Sota!-        rispondo felice e nervosa allo stesso tempo
Ma perché non ho pensato prima ad una scusa del genere? Forse perché mio fratello ha un maschio e non una femmina, ma le bugie dovrebbero essere facili da inventare! Perché io non ci sono mai riuscita?
-Ha davvero una figlia bellissima!-        mi dice rimettendosi a lavorare
Non so il perché ma la sua frase mi ha fatto venire un crampo allo stomaco. Senza saperlo ha detto che sua figlia è bellissima.
Cerco di ricacciare via le lacrime che sento pungermi gli occhi e Sango lo nota.
-Kagome non è che potresti andare a controllare cosa sta combinando Mayu con le fotocopie? Le aspetto da mezz’ora!-         mi dice dandomi un pretesto per poter uscire dalla stanza
-Vado subito!-        rispondo fiondandomi fuori come un razzo
Dopo aver preso dei bei respiri ricacciando via le lacrime mi reco da Mayu a controllare le fotocopie, almeno per far finta.
Dato che erano pronte le ho portate a Sango, ringraziandola con un sorriso che lei ha subito ricambiato.
Arrivo alle sette di sera stanca morta come se avessi partecipato ad una maratona. Fingere di non volergli saltare al collo per ucciderlo è stato pesante.
Finalmente torno a casa dalla mia bambina a godermi un po’ di relax.
-Sono tornata!-
-Mammina ben tornata! Sai oggi Buyo mi ha graffiato la mano, guarda…-        mi dice mostrandomi il graffietto sul dorso della mano
-Oh povero il mio amore! Vieni diamo un bacino alla bua così passa!-         le dico dandole un bacio sulla mano
-Grazie mamma ora non brucia più!-         ride trotterellando via
-Ben tornata tesoro. Com’è andata oggi?-       mi chiede ansiosa
Le ho detto del ritorno di InuYasha e anche lei come me è preoccupata che la sua presenza possa causare danni.
-Per adesso bene mamma. Sto cercando di tenerlo buono. Voglio trovare il modo di fargli tornare la voglia di  ritornarsene a casa sua. Ho saputo proprio oggi che era sposato. Magari se fa pace con la moglie se ne va lasciando noi in pace.-        le spiego col cuore gonfio di dolore
Sapere che si è sposato mi ha fatto terribilmente male. La mia testa lo sa che non me ne dovrebbe fregare nulla, però il cuore non vuole capirlo.
-Piccola mia mi spiace vederti soffrire così!-       mi dice lei abbracciandomi
-No tranquilla mamma non sto soffrendo. Sto bene.-       le mento per tranquillizzarla
-Kagome, sei madre anche tu, non serve ricordarti che capisci al volo i sentimenti di Sayuri vero?-     mi dice lei con chiare allusioni impossibili da non cogliere
-No mamma. Hai ragione!-      ammetto piangendo sulla sua spalla
Io lo amo ancora, nonostante tutto! Sono una stupida! Una cretina! Averlo di nuovo davanti mi fa soffrire ma non devo farmi battere dal mio cuore. Devo lottare contro l’amore che sento. Devo dimenticarlo una volta per tutte senza rimandare più questo momento.
-Ora vai su a pulirti il viso dal trucco colato cara. Io vado a mettere la cena in tavola.-     mi dice mia mamma accarezzandomi dolcemente
-Grazie mamma.-
-Di nulla figlia mia.-
Dopo la cena mi rilasso felice sul mio letto. Temo che stanotte non dormirò. Ieri mi hanno fatto dormire le gocce che mi ha dato Miroku ma ora come faccio?
Oh cielo sto cominciando di nuovo con le mie fobie nel rivolere i farmaci per dormire! Piantala Kagome! Devi essere forte da sola senza quelle porcherie che ti hanno avvelenato il sangue per oltre tre anni! Su girati e mettiti a dormire!
 
Sì, girati e mettiti a dormire…come non detto! Sono le due di notte e io non ho chiuso occhio. Uff! Quanto vale uscire e cominciare a prendere informazioni su quell’elettricista.
Hiro dovrebbe esserci a quest’ora.
Arrivata al viale dove di solito si prostituisce lo vedo appoggiato ad un palo a contare dei soldi.
-Hiro! Ancora qui ti trovo vero?-      mi lamento avvicinandomi
Hiro è un bel ragazzo di ventitré anni che si prostituisce sia con uomini che con donne da quando aveva sedici anni. L’ho conosciuto quattro anni fa per via di una causa in cui lui era un testimone.
Dato che pratica la malavita mi rivolgo spesso a lui come informatore. Sa molte cose e temo che un giorno potrei non rivederlo più in vita. Ho provato a farlo uscire dal giro ma lui non ha voluto dicendo che con questo lavoro guadagna molto di più che con un lavoro normale.
-Oh ciao Lady Ice! Qual buon vento? Info o bottarella?-       mi chiede lui col suo solito sorriso malizioso
-Mah…fammi pensare…una bottarella non mi dispiacerebbe da un bel ragazzo come te.-          rispondo per vedere la sua faccia, che come immaginavo è tra lo stupito e lo scioccato
-Chiudi la mascella Hiro o tra un po’ ti cadrà per terra!-         lo schernisco io divertita
-Ma…ma tu…hai detto che…-        balbetta incredulo
-Hiro stavo scherzando dai! È ovvio che vengo per informazioni no? Tu mi fai sempre la stessa domanda ogni volta che vengo e stavolta ho voluto farti uno scherzetto!-           confesso facendogli l’occhiolino
-Ma tu guarda un po’! E io che mi stavo già preparando mentalmente per darti una delle mie prestazioni migliori…che tristezza! Allora bellezza di ghiaccio... che ti serve?-       mi dice incrociando le gambe
-Prima cosa non chiamarmi bellezza di ghiaccio! Mi servono informazioni su un elettricista di nome Mizuki Kawamura. Sai niente su di lui?-
-Kawamura hai detto? Mmmmh…il nome non mi è nuovo. Per adesso non so dirti nulla ma torna fra una settimana e vediamo che scopro.-
-Una settimana? Non riesci a fare un po’ prima?-
-Bellezza non posso andare dal capo e dirgli “ehi sai niente su un certo Kawamura?”. Ci vuole tempo per certe cose! Ma dimmi di cosa è accusato?-
-L’omicidio di una bambina di otto anni a scopo sessuale.-
-Quindi un pedofilo? Bene almeno ho un elemento in più.-        mi dice scrivendosi ciò che gli ho detto
-Ehi pupa…che bel culo! Quanto vuoi per tutta la notte?-       ci interrompe uno dei soliti porci schifosi che cerca prostitute
-Un milione di yen se ce li ha!-     rispondo infastidita senza nemmeno girarmi a guardarlo
Di solito con questa risposta scappano.
-Ok sali!-      dice sicuro il porco, mi prende in giro?
-Veda di andarsene o le do un colpo di scarp…giudice Yoro?-          urlo sorpresa quando voltandomi riconosco l’uomo che è in macchina
-Avvocatessa Higurashi? Ma lei che ci fa qui?-
-Io il mio lavoro! E lei? Viene a cercare prostitute con una moglie che l’aspetta a casa?-       chiedo furiosa
-Beh ecco io…la prego non dica a nessuno di quello che è accaduto o sarei rovinato!-       mi supplica lui sconvolto
-Se ne vada a casa da sua moglie e da suo figlio! E tenga quel coso nei pantaloni!-          rispondo imbarazzata quando vedo qualcosa che avrei preferito non vedere sbucare fuori dai suo pantaloni aperti
Lui si copre subito e se ne va via come un razzo.
Povero Koga e pensare che è sempre stato convinto che suo padre fosse uno dei pochi uomini onesti rimasti al mondo.
-Tutti porci maniaci gli uomini! Pure quelli sposati!-         dico schifata
-Io no mia Lady! Perché non provi per credere?-       continua scherzando Hiro
-No grazie, sto bene da sola!-
-Come fai a non avere rapporti sessuali da cinque anni Kagome? Non ti manca essere tra le braccia di uomo che ti da piacere?-
-Tu come diavolo fai a sapere se vado o meno a letto con un uomo da cinque anni?-       domando sorpresa e con una vena pulsante sulla fronte
-Si capisce che sei ancora innamorata del padre di tua figlia.-       risponde lui serio osservando la mia reazione
-Ti sbagli! Comunque non mi serve il piacere fisico per stare bene.-
-Sì come no! Racconta una palla più credibile!-
-Non è una bugia Hiro! Non mi serve il sesso. Mi bastano il mio lavoro e mia figlia!-
-Sicura? Vogliamo vedere se è vero?-         mi dice avvicinandosi e infilando una mano sotto l’orlo della gonna
-Ehi ma che accidenti fai?-        gli chiedo bloccandogli la mano
-Voglio vedere se è vero che non ti serve il sesso, fammi provare no?-        insiste prendendomi le mani con forza e provando a baciarmi
-Assolutamente no! Ma sei impazzito? Lasciami!-      gli urlo arrabbiata scansandomi
-Kagome smettila di fare la santa vergine, cazzo! Il fatto di avere una figlia e di avere avuto una brutta esperienza non vuol dire che tu debba passare da sola il resto della vita!-        mi risponde lasciando la presa sulle mie mani e allontanandosi di qualche passo da me
-Io non faccio la santa vergine! Mi difendo solo dagli uomini che come te in testa hanno solo il pensiero di spassarsela una notte e via! Poi quando non vado più bene mi abbandonano, magari incinta!-          replico più infuriata che mai
-Ma perché non capisci che gli uomini non sono tutti uguali a quello che hai conosciuto? E’ vero molti sono dei veri bastardi ma altri darebbero la vita per la donna che amano! Non fare di tutta l’erba un fascio! Rifatti una vita!-
-Non voglio più continuare questa conversazione! Ci vediamo tra una settimana quando avrai le informazioni che mi servono!-         dico fredda andandomene in macchina

Perché? Perché sembra che tutti ce l’abbiano con me? Non possono proprio lasciarmi in pace?
Io non voglio un altro uomo accanto che mi tradisca e deluda! Che mi abbandoni senza motivo. Preferisco stare da sola e non soffrire più! Già mi basta soffrire ancora per quell’idiota!
Sto bene così. Voglio stare bene così!

Ritornata a casa mi stendo vicino mia figlia che dorme serena e beata sul suo letto.
La mia bambina è fatta grande. Fra meno di due settimane compirà cinque anni. Ancora ripenso con immenso dolore al giorno in cui è nata.
I dottori non si erano accorti che Sayuri aveva qualcosa che non andava. La misero in incubatrice essendo nata prematura tre mesi prima della data prestabilita, ma senza farle analisi e controlli. Fu Miroku a notare due ore dopo il parto il colorito bluastro del suo visino e la sua difficoltà a respirare. I suoi polmoni non erano ancora formati correttamente essendo solo alla ventiseiesima settimana, quindi non respirava come avrebbe dovuto malgrado l’ossigeno dell’incubatrice. Serve a poco l’ossigeno se non viene inspirato. Un paio d’ore in più e la mia bellissima bambina sarebbe morta. Se non fosse stato per Miroku che la tolse immediatamente dall’incubatrice intubandola e somministrandole dei farmaci per sollecitare la respirazione mia figlia adesso sarebbe al cimitero.
La mia piccola è rimasta intubata per due mesi, sottoposta ad ogni tipo di farmaco che l’aiutasse a sviluppare correttamente tutti gli organi. Aveva solo il 50% di probabilità di sopravvivere, ma per fortuna lei ce l’ha fatta.
Ma è da quel giorno che cominciarono i miei attacchi di panico perché ogni volta che vedevo il suo piccolo corpicino martoriato da tubicini alla gola, sondini alle braccia, al naso e alla bocca mi sentivo morire. La colpa era stata mia. Se non fossi andata a cercare quel disgraziato mia figlia non avrebbe passato tutto questo.
Quando Sayuri poté tornare a casa mi sentì peggio. In ospedale sapevo che era seguita da Miroku ma a casa chi l’avrebbe seguita? Avevo paura che smettesse di respirare improvvisamente. Entravo subito nel panico più totale. Mi sentivo morire. In quei momenti credevo davvero che sarei morta lasciando mia figlia orfana.
Molte volte la notte chiamavo Miroku perché vedevo Sayuri respirare affannata, o almeno ero solo io a vederla così perché per tutti era un respiro normale, ma io ero convinta del contrario.
Quel poveraccio decise di trasferirsi per un paio di mesi a casa mia, in modo da tranquillizzarmi e poter dormire in santa pace anche lui. Aveva un suo letto ma quando avevo quegli attacchi maledetti gli chiedevo di dormire nel letto con me, mi sentivo protetta immaginando scioccamente che al suo posto ci fosse InuYasha ad abbracciarmi. Solo così riuscivo a dormire.
Sono stata anche la causa della rottura con la sua ex, che non vedeva di buon occhio il rapporto che mi legava e mi lega tuttora a Miroku. Era assolutamente convinta che la mia fosse una scusa per portamelo a letto. Sinceramente la situazione avrebbe dato fastidio anche a me, lo confesso. Comunque siamo sempre stati chiari, non ci siamo mai nascosti e mai avremmo avuto rapporti oltre quelli di una profonda amicizia. Poco male…Miroku ha conosciuto Sango che è davvero una bravissima ragazza e soprattutto ha capito che cosa mi lega tanto a Miroku quindi non ne è gelosa. E poi anche lei sa che sono ancora innamorata dello stronzo purtroppo.
Quando mi sono ripresa dallo stato ansioso grazie ai farmaci che mi dava Miroku ho fatto causa all’ospedale che stava per far morire mia figlia ottenendo un bel risarcimento che mi ha permesso di mettere su lo studio insieme ad Aki e a Sango. In questi anni ho lottato per arrivare a questo punto e non permetterò a nessuno di strapparmi ciò che è mio!
Accarezzando mia figlia sulla testa la vedo aprire gli occhi assonnata.
-Mamma tutto bene?-       mi chiede lei stropicciandosi gli occhi
-Sì piccola, scusami ti ho svegliata.-       le dico dispiaciuta
-Non fa niente. Dormi con me mammina? Abbracciate strette strette?-
-Ma certo amore! Dai fammi un po’ di spazio.-      le dico infilandomi sotto le coperte e abbracciandola forte a me
-‘Notte mamma!-
-Sogni d’oro bambina mia.-       le dico dandole un bacio sulla fronte mentre lei ricade subito nel mondo dei sogni
Sayuri non ti dividerò con nessuno. Perdona il mio egoismo che ti terrà lontana da tuo padre, ma tu non hai bisogno di un tipo del genere accanto.
Tu sai che il tuo papà è disperso a causa di un incidente in mare. Che roba poetica si è inventato mio nonno accidenti!
Io non ho saputo dire nulla quando mi hai chiesto perché tu non avevi un papà come gli altri bambini. Se non fosse intervenuto il nonno non so cosa ti avrei risposto.
Mi dispiace vederti tutti i giorni pregare i Kami di far ritornare il tuo papà chiedendo al mare di ridartelo. Mi spezza il cuore privarti di questa parte importante della tua vita ma non è stata una mia scelta e adesso è troppo tardi per tornare indietro.
Lui non dovrà fare parte della tua vita. Ha avuto la sua possibilità e l’ha sprecata ignorandomi. Io non dirò bugie nel non parlargli adesso di te. Ometterò solo questo particolare, che resterà un segreto di chi conosce la verità.
 
 
 



















 
 
Ciao  ^_^  eccomi ritornata ^_^ vi sono mancata???   ( Come un mal di pancia =_= nd voi )    ( T_T nd me)
Dato che adesso sto molto meglio mi sono rimessa all’opera, che bello  >_<
Adesso conosciamo il punto di vista di InuYasha…che come sempre è molto stupido nel trarre conclusioni e fare guai.
Ovviamente Inu non ha pensato che la bambina delle foto potesse essere la figlia di Kagome scambiandola addirittura per la figlia di Sota ^_^
Per quanto riguarda la nascita di Sayuri non mi sono dilungata nella spiegazione del suo problema perché troppo lungo da spiegare. Mi sono riferita ad una sindrome che causa la morte di oltre il 50% dei prematuri…si chiama “Sindrome da distress respiratorio neonatale” (NRDS)
Kagome vuole allontanare InuYasha ma ci riuscirà o combinerà solo dei guai??
Chissà ^_^ baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3
 
Grazie per gli auguri di pronta guarigione *___*   siete dolcissimissimi   <3_<3

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Capitolo 3
*** In vino veritas...e non solo quello! ***


 


Sono stati i giorni più strani della mia vita. Stare in ufficio con Kagome, che mi sorride come se mai niente fosse successo, mi da una strana sensazione di freddo. Un gelo nel cuore davvero doloroso.
Sembra non le sia importato nulla di ciò che è successo cinque anni fa. Come se io non fossi mai esistito.
Stare con Miroku le ha fatto dimenticare tutto a quanto vedo.
Le ha fatto dimenticare me.
Varie volte ho provato a instaurare una conversazione con lei ma non c’è niente da fare. Sono qui alla ASK da una settimana, ma la tensione che c’è nell’aria è difficile da smorzare.
Riesco a conversare con lei solo di lavoro. Quando vado sul personale, chissà come mai, ha sempre da fare. Spesso poi riceve delle telefonate alle quattro del pomeriggio, e ogni volta che risponde al cellulare è sempre sorridente. Chissà chi è che la chiama…forse Miroku? O magari ha un altro compagno.
Non è sposata comunque, non porta la fede quindi è ancora libera.
La sua amica Sango sembra fulminarmi con gli occhi ogni volta che incrocio il suo sguardo.
Credo di stargli antipatico. Forse Kagome le avrà raccontato del modo in cui l’ho lasciata, ma di sicuro non le avrà rivelato quello che ha fatto poco dopo con Miroku. Mah…stupida solidarietà tra donne!
 
-Buon giorno signore! Kagome sei sempre più bella!-          dice un ragazzo entrando come un fulmine e dirigendosi verso la scrivania di Kagome che lo saluta con un bacio sulla guancia
Questo idiota chi diamine è? E tutta questa confidenza poi?
-Ciao a te!-        risponde Sango
-Ciao Koga come va? A cosa devo la tua visita?-      chiede Kagome sorridendogli dolcemente
Ok… non conosco questo Koga, ma posso già affermare che mi sta sulle palle!
-Sono passato per un saluto. Sono appena tornato da un viaggio. Come state tu e Sayu-chan?-
Sayu-chan? Chi è? E’ la prima volta che sento questo nome.
Non capisco il perché ma appena il tizio fa questo nome Kagome si volta di scatto a guardarmi preoccupata. Perché? Sembra imbarazzata, o… nervosa?
-Koga non ti ho presentato il nuovo socio della ASK. Lui è InuYasha Taisho e ha preso il posto di Hojo!-        mi presenta lei non rispondendo alla sua domanda
-Ah…piacere. Koga Yoro.-         si presenta lui con poco interesse porgendomi la mano che stringo a mia volta
-Piacere mio.-        rispondo col suo stesso tono disinteressato
-Vieni Koga ti offro un caffè. Scusateci!-          ci saluta Kagome trascinando via quel Koga per un braccio
-Ma chi è quello?-      chiedo a Sango quando restiamo soli
-Koga? Un amico, intimo, di Kagome.-         risponde lei con un tono strano, quasi di sfida
Amico intimo? Intimo quanto?
-Ah capisco.-        rispondo restando calmo, mentre dentro sto quasi bruciando di rabbia
Mi ha dato fastidio vederli insieme dannazione! Perché?
Passa un’ora e di Kagome neppure l’ombra. Se l’è preso lungo questo caffè! Anche se qualcosa mi dice che non si sia preso solo quello.
E che cavolo! Si può sapere perché reagisco così? Per quel che mi importa si può portare a letto mezza città! Non è un mio problema!
Non è la verità invece.
Cerco di mentire anche a me stesso. Io amo ancora quella stupida. Ma la rabbia che provo nei suoi confronti è più forte del bene che le voglio.
-Ti spiacerebbe smettere?-      mi chiede Sango guardandomi male
-Di fare cosa?-
-Di ticchettare così le dita sula tavolo. Non riesco a concentrarmi.-      
Maledizione nemmeno me ero accorto! Mi sento nervoso.
-Eccomi scusate, ci ho messo più del previsto. Ha chiamato nessuno per me?-        chiede andandosi a sedere come se niente fosse
Ma guardala che sorriso che ha! Sembra felice. In questi giorni non ha mai sorriso così, soprattutto a me.
-No Kagome, nessuno.-       risponde Sango
-Meglio così.-       replica lei tornando a leggere alcune carte
E ancora una volta cala il silenzio. È un ambiente di lavoro poco piacevole. Mi sembra quasi che tutte le parole dette in mia presenza siano forzate.
Non capisco. Kagome sembra parlarmi tranquilla il più delle volte però, mi sembra una farsa. Vorrei capirne il motivo.
Sinceramente mi aspettavo parole su parole per quello che ho fatto, invece niente. L’istinto mi dice che nasconde qualcosa. Ma cosa? Cosa potrebbe mai tenermi nascosto? Una sua relazione?
Mi infastidisce non poco saperla con qualcuno. Forse sta con quell’imbecille venuto poco fa.
E basta accidenti! Devo ficcarmi in testa che lei è un capitolo chiuso. Kagome non mi ama più, quindi devo smettere di pensarla.
-Kagome è arrivato l’invito per l’annuale cena di gala della LawAssociation.-         avvisa la segretaria portando l’invito a Kagome
Cosa sarebbe questa cena di gala?
-Uffa che seccatura! Non ho proprio voglia di andarci!-          sbuffa dopo aver letto l’invito
-Lo sai che non possiamo farne a meno. Serve a rappresentare anche lo studio. Quand’è?-
-E’ domenica Sango. Odio queste cene noiose! Ogni volta mi riempio di champagne per non suicidarmi!-     si lamenta Kagome
-Scusate ma di cosa si tratta?-    chiedo incuriosito
-Ogni anno la LawAssociation organizza una cena per i legali più importanti di tutto il paese. Lo scopo è quello di farci conoscere e scambiare le nostre idee riguardo al sistema legislativo attuale, insomma una serata inutile e noiosa!-       mi spiega Kagome incavolata
-Deve essere davvero noiosa se la prendi così.-
-Oh non sai quanto lo è InuYasha! Ogni anno Kagome ritorna a casa mezza ubriaca perché bere champagne è l’unico modo che ha per trovare interessanti i monologhi di certi avvocati più anziani che vogliono insegnare ai giovani come comportarsi nei vari casi.-        precisa Sango
-E tu devi andarci per forza?-     
-Veramente dobbiamo andarci tutti e tre InuYasha. Siamo i rappresentanti della ASK e l’invito è per noi  soci.-
-Kagome io, dovrei dirti una cosuccia…-       le dice Sango abbassando la testa
-Cosa?-       chiede Kagome assottigliando gli occhi
-Io non posso venire domenica. Ho un appuntamento con Miroku che non posso rimandare.-      spiega lei lasciandomi sconvolto
Ha detto che ha un appuntamento con Miroku? Allora non sta più con Kagome? Si è messo con l’amica?
E ne parlano come se fosse una cosa normale aver condiviso lo stesso uomo?
-Che cosa? Eh no mia cara, tu lo rimandi. Non posso andarci da sola!-        
-Non posso! È un viaggio prenotato e pagato oltre un mese fa. Se non ci andiamo perdiamo i soldi. Dai ti prego.-
-Uffa però! Se tu e Miroku non venite a prendermi come diavolo ci arrivo io al gala? Se ci vado con la mia auto non potrò neppure toccare un goccio di alcool.-
-Posso venire a prenderti io.-      propongo io, venendo quasi travolto da due sguardi inceneritori
-Ti ringrazio ma non è il caso. Non voglio disturbare nessuno. Chiamerò un taxi.-       risponde subito lei
-Non disturbi affatto. E poi non mi pare carino presentarsi ad una cena di gala con un taxi non ti sembra?-    insisto io convinto
Voglio portarcela io a quel gala. Voglio una sera tranquilla in cui non possa scappare via con qualche scusa. Ho bisogno di parlare con lei e intendo farlo domenica. Voglio scoprire cosa mi nasconde e perché si comporta così.
La vedo titubante e molto indecisa.
-Tranquilla che non ti mangio mica.-
-Non ho affatto pensato nulla del genere! E va bene! Il gala inizia alle otto, quindi ti aspetto alle sette in punto. Ovviamente in smoking nero.-         mi spiega scocciata per aver dovuto capitolare
-Certamente!-      rispondo soddisfatto di aver vinto
 
 


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Maledizione di una stramaledetta maledizione! Ma perché devo andarci proprio con lui?
Se ci fosse stato Aki ci sarei andata con lui. Ma perché capitano sempre tutte a me? E che palle però!
Quei due proprio domenica devono avere il viaggio.
Sarà ancora peggio del solito questo gala. Non solo sarò da sola senza Aki, Miroku e Sango, ma quel che è peggio sarò lì con “lui”.
I Kami sembra vogliano farmi scontare colpe che non ho accidenti!
Comunque inutile rimuginarci su, ormai ho accettato e non posso farne un dramma.
Credo sia arrivato il momento di andare a fare una visitina a Hiro. Dovrebbe avere novità adesso. Gli conviene tenere le mani a posto oggi o gli assesto un calcio tra i gioielli di famiglia, così per un po’ di giorni non lavora…gli conviene pensarci stavolta.
Arrivata alla sua “postazione” stranamente non lo trovo. Sarà con qualche cliente.
Mi fermo ad aspettarlo due ore buone.
Sono quasi le tre del mattino ma di Hiro neppure l’ombra. La cosa mi sembra strana.
Noto che poco più avanti c’è una ragazza, prostituta ovviamente, potrei provare a chiedere a lei.
-Ciao. Scusami, conosci Hiro?-        chiedo alla ragazzina che avrà all’incirca quindici anni
-Non lo vedo da tre giorni. Se vuoi un ragazzo poco più giù c’è il mio amico che è bravo.-       mi dice scambiandomi per una cliente evidentemente
-No grazie mi interessava Hiro. Se lo vedi digli che Kagome lo ha cercato ok?-
-Ok.-        mi risponde lei poco interessata
Credo che se anche lo vedesse non gli darà il messaggio. Va beh.
Comunque è strano che non si faccia vedere da così tanto tempo. Che gli sarà successo? Non vorrei che le mie paure avessero avuto fondamento e lo avessero tolto dai piedi. Mi auguro davvero di no.
Ritorno a casa per far finta di dormire. Sono le cinque e mezza. Ho provato a cercare Hiro però mi sono arresa per la stanchezza.
Vorrei tanto sapere che fine ha fatto. Inizio ad essere davvero preoccupata.
 
Ancor prima che la sveglia suoni alle sette e mezza vado a svegliare Sayuri per portarla all’asilo.
-Buon giorno mia principessa, un nuovo giorno ti aspetta. Pieno di belle fatine, che ti tengon le manine.-        la sveglio accarezzandola
-Mammina, ho cinque anni ormai. Sono grande per essere svegliata così.-        mi fa notare lei con voce ancora impastata dal sonno stropicciandosi gli occhi
-Non li hai ancora compiuti cinque anni amore. Almeno fino alla settimana prossima quindi ti sveglierò come ho sempre fatto.-        le rispondo scompigliandole i capelli
Come passa il tempo. Tra un po’ mentre non me lo aspetto mi porterà il fidanzatino a casa. La crescita dei figli è una tragedia per un genitore.
Il tempo vola così tanto che in breve non hai più una piccola peste che trotterella per casa riempiendone le stanze di risate e giocattoli. Se già a cinque anni mi dice che è grande che farà a venti? Si sposerà?
Oh Kami non voglio nemmeno pensarci per adesso! Fatti coraggio Kagome! Mancano ancora quindici anni prima che sia maggiorenne…su! Pensa positivo! Magari non si sposa. Anche perché con gli uomini che ci sono in giro…bastardi, traditori, bugiardi, falsi, disgraziati, farabutti, disonest…
-Mamma mi ascolti?-      mi chiama mia figlia risvegliandomi dai miei pensieri molto lusinghieri verso il genere maschile
-Scusami tesoro…mi dicevi?-
-Credi che papà si ricordi che compio gli anni?-      mi chiede triste
Odio quando mi chiede del padre accidenti! Mi mette in difficoltà.
-Non lo so Sayu-chan. Non sappiamo se è vivo quindi…-       le mento mordendomi la lingua per la colossale palla che sono costretta a raccontarle da sempre
Lei abbassa il viso triste e la cosa mi spezza il cuore.
Avrebbe meritato anche lei il suo papà accanto, ma lui si è defilato non volendomi più vedere. Il fatto che ora sia ritornato, per caso, non fa di lui una persona meritevole di sapere che ha una figlia.
Per quanto mi spiaccia per mia figlia devo continuare la farsa del padre disperso in mare. Certo quando sarà grande non ci crederà più e forse dovrò raccontarle la verità quando comincerà a fare domande più mirate, ma al momento non mi viene altro in mente.
-Mamma mi posso mettere la gonna rossa?-
-Certo tesoro. Come mai la gonna oggi? Di solito devo insistere per fartela mettere.-
-In classe ai maschi piacciono di più le bambine con le gonne.-      mi spiega lei con semplicità
Io già impallidisco al significato di queste parole.
-Ehm, dimmi Sayuri…per caso…c’è qualche bambino che…ti ha detto che…gli piaci di più con la gonna?-      domando con un nodo alla gola
-Sì sì. Hiroshi dice che con la gonna sono più bella! Anzi mi metti i nastrini ai capelli dello stesso colore della gonna mammina?-         mi chiede sorridendo
Ok, credo che presto morirò di infarto! A cinque anni vuole già farsi carina per un…un…maschio?
Forse devo smettere di pensare certe cose perché a quanto pare poi accadono. Non è che me la tiro la sfortuna io?
-Va bene vieni che ti lego i capelli.-         le accordo rassegnata
Cinque anni la settimana prossima…ma perché i figli crescono tanto in fretta?
Quando la porto a scuola dopo avermi salutata corre da un bambino, suppongo sia l’Hiroshi di cui mi ha parlato, dandogli un bacio sulla guancia.
Grrrr che rabbia! Non sopporto che qualcuno tocchi la mia bambina! Gli tiene perfino la mano mentre vanno in classe.
Piccola mia quando quell’Hiroshi crescerà da te vorrà solo una cosa, dopo averla avuta se ne andrà con la prossima povera inconsapevole vittima, lasciandola magari incinta!
Oggi la giornata non poteva cominciare peggio!
 
-Kagome, ma ti è successo qualcosa?-         mi chiede Sango notando il mio viso sicuramente nero
-Più o meno.-        rispondo incavolata
-E cosa? Hai una faccia.-
-Succede che “lei” si è fatta il fidanzato! Ecco cos’ho!-        rispondo conscia del fatto che InuYasha sta ascoltando la conversazione essendo seduto con noi in ufficio
Ogni volta che dico “lei” Sango sa che mi riferisco a mia figlia ovviamente.
-Ma no? Davvero? Alla sua età? E ne sei gelosa?-        mi chiede lei sorpresa
-Tu che dici Sango? Comunque più che altro sono infuriata! Non mi va bene la cosa ma che posso farci? Mica posso chiuderla in casa.-
-Ma assolutamente no! Non mi sembrerebbe giusto. Merita anche lei di fare le sue esperienze.-
-Esperienze che di sicuro andranno male visto il pensiero maschile.-
-Ma mica sono tutti uguali Kagome!-
-Su questo hai ragione! Solo tu hai avuto fortuna col tuo fidanzato. Ti sei scelta il migliore.-
Ok, sarò di parte definendo Miroku il migliore però è la verità. È un bravissimo ragazzo e su questo non ci piove.
-Scusa se mi intrometto Kagome…ma non credi di essere esagerata? In fondo è grande e sa badare a se stessa.-        interviene InuYasha lasciandomi con un grande punto interrogativo
-Come scusa?-       chiedo confusa
-Ho detto che tua madre è grande. Sa badare a se stessa quindi non dovresti preoccuparti o esserne gelosa. Tuo padre è venuto a mancare da tanto ormai. Merita di rifarsi una vita.-        mi spiega lui
Ha pensato che con il “lei” io mi sia riferita a mia madre? Oh cielo mi viene da ridere ma devo trattenermi!
Mia madre con fidanzato mi mancava ancora! Anche se in effetti non ci sarebbe nulla di male.
-Hai ragione InuYasha ma io mi preoccupo di chi possa incontrare. Ci sono uomini poco raccomandabili che dopo essersi divertiti ti lasciano senza spiegazioni sai?-        rispondo con chiaro riferimento a lui
-A volte per lasciare qualcuno ci sono dei validi motivi.-        replica infastidito avendo sicuramente capito che parlavo di lui
-Può essere. Ma di solito chi è innamorato non abbandona la persona che ama. Le spiega almeno il perché va via.-         ribatto acida
-Magari la persona che va via non sa il perché deve allontanarsi. Ma se la persona lasciata si rifà subito con un altro non credo sia così tanto innamorata come dice.-        controbatte lui fissandomi negli occhi
-Stai osando dire che dopo che mi hai lasciata mi sono messa con qualcun altro per caso?-      chiedo davvero infuriata ricambiando il suo sguardo
-Così mi risulta!-
-Cosa cosa cosa? E chi di grazia ti ha raccontato questa novità?-      
-Nessuno. L’ho visto coi miei occhi!-       
-Scusate, forse è meglio che vi lasci soli.-        ci dice Sango uscendo e chiudendosi la porta alle spalle
-Si può sapere che cavolo dici? Con chi mi avresti vista amoreggiare se non c’eri nemmeno in Giappone eh?-      urlo spazientita
-Con Miroku! Per tua informazione sono ritornato in Giappone dopo qualche mese e ho visto Miroku nudo affacciato alla finestra della tua camera!-           risponde alzando anche lui la voce
-Mi…Miroku nudo alla mia finestra?-         ripeto non capendo a che si riferisce
-Già! Non era nemmeno passato un anno quando sono ritornato in Giappone per parlarti, quasi dieci mesi precisamente, ma alla tua finestra ho visto quello che definisci “fratello” a petto nudo, affacciato all’alba alla tua finestra. Più chiaro di così!-
Io non so cosa rispondere. Lui era ritornato dieci mesi dopo? Allora Sayuri era da poco uscita dall’ospedale.
Ora capisco! Si riferisce al periodo in cui Miroku dormiva con me perché avevo paura.
-Una domanda…perché non mi sei venuto a chiedere perché Miroku fosse in camera mia dato che eri dietro la porta di casa mia? Eh?-
-E che avrei dovuto chiederti? Era già così evidente la cosa! Dovevo venire a fare il terzo incomodo? No grazie, quella è sempre stata una parte riservata a Miroku!-
-Che intendi dire?-
-Che ogni volta lui era sempre presente nella nostra vita! Sembravamo un triangolo più che una coppia!-
-Ma che stai dicendo? Miroku è sempre stato un ottimo amico e null’altro! Soprattutto quando noi due stavamo insieme! Come puoi accusarlo di una cosa così spregevole? Anzi…come puoi accusare me? Stai insinuando forse che quando stavamo insieme io me la  facevo con Miroku?-        urlo furiosa come mai
-Per quello che penso io sì!-
-Ma come ti permetti? Devo forse ricordarti che appena arrivato a Londra mi hai spento il telefono in faccia? Oppure devo ricordarti che te la spassavi con una moretta dai capelli a caschetto nemmeno sei mesi dopo avermi lasciata? Non farmi la morale e non giudicare il mio rapporto con Miroku razza di idiota! Tra i due chi non amava l’altro eri solo tu! Quello che è successo dopo è stata solo una conseguenza delle tue azioni. Se anche mi fossi messa con Miroku è stato solo dopo che mi hai lasciata e buttata via come spazzatura, e non prima. Io ti sono stata sempre fedele, cosa che non posso giurare di te!-       sbraito lasciando la stanza e sbattendomi la porta dietro
Ma come si permette di insinuare che io e Miroku siamo stati insieme? Ma dico è impazzito? Razza di imbecille che non è altro!
Se prima lo odiavo adesso lo detesto! Pensare che io lo tradissi con il mio migliore amico quando non facevo altro che morirgli dietro come una povera imbecille.
Ma come si permette? Proprio lui che non sa cosa vuol dire la parola amore. Tzs… idiota!
-Kagome tutto bene? Le vostre urla si sentivano anche da qua.-       mi dice Sango quando la raggiungo alla macchinetta del caffè
-Non va bene Sango! Quell’imbecille se n’è uscito con la novità che me la facessi con Miroku! Ma dico ti rendi conto? Io e Miroku! Una cosa inconcepibile!-     
-Kagome, perdonami se te lo dico…non voglio certo dargli ragione ci mancherebbe però…all’esterno tu e Miroku date l’impressione di una coppia di innamorati che si frequenta da secoli. Anche io l’ho pensato quando vi ho conosciuti. Poi ho capito cosa vi lega, soprattutto Sayuri. Forse lui è stato geloso di questo rapporto non credi?-
-No non credo Sango. Tu hai capito infine cosa lega me e Miroku. Ti fidi di lui come ti fidi di me. Metteresti mai in dubbio la nostra fedeltà nei tuoi confronti, io come amica e Miroku come tuo fidanzato?-
-No però…lui non sa cosa è successo in questi anni.-
-Non importa. Lui giudica il rapporto che avevamo cinque anni fa, che era meno solido di quello che abbiamo adesso. Se sentisse Miroku chiamarmi amore o tesoruccio di sicuro penserebbe che me lo porto ancora a letto, stai tranquilla! Non penserebbe che sono parole affettuose dette per tirarmi su dopo la batosta che mi ha dato.-       le spiego arrabbiata oltremodo
-Se lo dici tu. Io comunque credo che lui sia geloso.-
-Chi? InuYasha? Di me? Ma che dici Sango!-
-Dico quello che ho percepito. E poi mi sai spiegare perché è venuto sotto casa tua cinque anni fa? Che voleva secondo te?-        mi chiede lei
-Non lo so, non  gliel’ho chiesto. Di sicuro rivoleva indietro i regali che mi ha fatto in questi anni per regalarli alla futura moglie!-
-Si è sposato?-
-Sì. Circa due anni fa. Ciò dimostra che non ci tiene affatto a me, figurati se è geloso!-
-Eppure le sue parole sembravano cariche di risentimento che non capisco, dato che è stato lui quello che ti ha lasciato.-
-Non lo so amica mia. So solamente che se potessi lo manderei a quel paese volentieri!-
-Dai Kagome calmati. Non fare così. Gai ragione ma non prendertela, non ne vale la pena.-      mi consola la mia amica
-Già forse hai ragione. Adesso ritorno in ufficio perché devo chiamare un paio di clienti, poi scappo dalla mia bambina, che tanto bambina non è più a quanto pare!-      confesso triste ripensando a Hiroshi
-Ahahahah speriamo non diventi presto nonna!-
-Sango! Non dirlo nemmeno per scherzo! Sarebbe una disgrazia!-
-I figli non sono mai una disgrazia Kagome.-      mi dice abbassando la testa
Oh accidenti l’ho combinata grossa! Ho dimenticato che Sango non riesce a restare incinta.
-Perdonami non volevo dire questo. Ma non rattristarti…sono sicura che presto anche tu e  Miroku avrete il vostro bambino. Porta pazienza e vedrai che le cure daranno il loro esito.-      le faccio coraggio
Due anni fa Sango è rimasta incinta, poi per cause ancora sconosciute ha avuto un aborto alle prime settimane e da allora non riesce a restare incinta. Sta facendo una cura a base di ormoni e il ginecologo le dice che sta andando tutto come previsto e che forse è questione di pochi mesi per lei e Miroku diventare genitori. Me lo auguro davvero per loro due. Mi spiace vederli così tristi quando si tocca l’argomento.
-Speriamo amica mia. Speriamo!-        dice lei facendo un lieve sorriso
Ritornate in ufficio ci sediamo ognuno alla propria scrivania. Non guardo nemmeno InuYasha. Aspetto solo di finire ciò che devo e me ne vado come un razzo dalla mia bambina.
 
-Mammina…mi fai la torta a forma di cane per il mio compleanno?-
-A forma di cane? Ma come ti è venuta in mente?-       le chiedo curiosa
-Lo sai che mi piacciono i cani. Ma so che non me lo puoi regalare, così mi accontento della torta.-
-Va bene e torta a forma di cane sia. Domani andiamo a prenotarla ok? Spiegherai al pasticcere come la vuoi.-
-Evviva che bello!-         urla felice saltellando per la stanza
Cosa non farei per farla felice…
Il giorno dopo in ufficio è una vera tortura. La tensione che c’è nell’aria è pesantissima. Per fortuna InuYasha fa mezza giornata perché aveva delle commissioni da svolgere, così almeno io e Sango abbiamo parlato un po’ da sole.
Come avevo promesso a Sayuri dopo lavoro sono passata a prenderla per portarla in pasticceria.
Voleva una torta a grandezza naturale di un akita inu bianco. Per fortuna sono riuscita a convincerla che era impossibile far fare una torta simile, soprattutto per le mie finanze. La torta sarà come la vuole lei però decisamente ridimensionata, anche perché chi se la mangia una torta da quasi dieci chili?
-Avrò la torta a forma di cane! Avrò la torta a forma di cane! Che bello! Che bello! Che bello!-      canticchia e saltella lei mentre torniamo a casa a piedi mano nella mano
-Inutile chiederti se sei felice della tua torta vero?-    le dico sorridendole
Se la mia piccola è felice lo sono anche io.
-Ah ah! Sono stra felice mammina! Grazie! Sei la mamma migliore del mondo!-         urla felice facendo girare tutti i passanti e rendendo me orgogliosa per l’attenzione ricevuta dai loro sorrisi
Lo ammetto, sono vanitosa su questo. Mi piace sentirmi dire che sono una brava mamma, vuol dire che la rendo felice e tanto mi basta per essere soddisfatta della mia vita.
-Ha detto “mamma”?-       sento dire da una voce alle nostre spalle
Mi giro è mi prende un colpo…con delle buste della spesa nelle mani c’è InuYasha che mi guarda come fossi un’aliena.
Oh cavolo! E ora che faccio??
-Inu…Yasha…che ci fai qui?-      balbetto come una cretina
-E’ una strada pubblica se non mi sbaglio e comunque sono andato a fare la spesa. Mi sbaglio o questa bambina ti ha chiamata mamma?-      mi chiede con sguardo severo
-Ecco…veramente…-     che accidenti rispondo? Gli ho detto che lei era la figlia di Sota…come me ne esco?
-Sì sì signore! Lei è la mia mammina! Ciao, tu chi sei? Conosci la mia mamma?-          chiede Sayuri parandoglisi davanti e guardandolo curiosa
-Ciao piccola. Io lavoro con la tua mamma. Lo sai che sei davvero una bella bambina?-       le dice lui addolcendo lo sguardo e facendole una carezza sulla testa
Oh Kami aiutatemi! Mi sento esplodere il cuore dal petto. Ho bisogno d’aiuto! Che faccio? Che faccio?
-Grazie! Hai sentito mamma?-
-Davvero una bella bambina “tua” figlia Kagome.-        ripete guardandomi con sguardo gelido
Quello sguardo se potesse mi ucciderebbe in questo momento…lo sento.
-Gra…grazie.-        riesco solo a dire
-Signore che hai nelle buste? Sembrano pesanti. Hai bisogno di aiuto? Se vuoi te le porto io!-       chiede Sayuri avvicinandoglisi ancora di più
Istintivamente l’afferro per la mano e me la riporto vicina. Non voglio che lui la guardi troppo.
-Sa-chan dobbiamo andare a casa! Lo aiuterai un’altra volta! Andiamo!-        le dico iniziando a trascinarla via nervosa
Oh Kami aiuto! Mi sento tremare le gambe e mancare l’aria, ma devo resistere! Spero che non mi segua.
-Kagome!-         mi sento chiamare
Ecco come non detto!
-Che cosa vuoi?-       rispondo scontrosa girandomi pronta ad una bella litigata
-Scu…scusami! Ti disturbo forse?-       mi chiede Aki imbarazzato
-Oh Aki sei tu per fortuna!-       gli dico lanciandomi quasi tra le sue braccia
Maledetti attacchi di panico! Perché divento così debole quando mi capita di essere nervosa?
-Akiiiii!!!! Abbraccio!!-       gli urla mia figlia alzando le braccia per salutarlo, così io mi stacco per permettergli di abbracciarla
-Ciao piccolina! Ma quanto siamo carine con la gonna e i fiocchetti! Come mai niente pantaloni oggi?-
-Perché così sono più femminile sai?-
-Femminile?-      chiede guardando me che scrollo le spalle vinta
-Sì! Così dicono i miei compagni a scuola. Mi sai dire cosa significa visto che sei un maschietto come loro?-       chiede lei con occhi brillanti
-Oh beh ecco, significa che le femminucce si prendono più cura di loro stesse, parlano, si muovono e vestono in un certo modo, molto più bello ed elegante dei maschietti.-     le spiega Aki visibilmente imbarazzato
-Come mamma che ha sempre i capelli a posto, il trucco, e la gonna?-       chiede lei
-Brava esattamente come la tua mamma, che è la donna più bella e femminile che esista a questo mondo.-       risponde lui guardandomi dolcemente
-Grazie! Adesso ho capito cosa devo fare. Mamma domani mi trucchi?-      se ne esce candidamente lei
-Che? Ma assolutamente no Sayuri! Sei troppo piccola per queste cose!-
-Ma mamma…hai sentito Aki? Voglio essere anche io bella come te!-    insiste lei
-Sayuri tu sei già bella quanto la tua mamma. Non ti servono i trucchi. E poi vuoi sapere la verità sui trucchi?-         le bisbiglia piano Aki
-Quale?-      chiede lei avvicinandosi per sentire meglio il segreto
-Si truccano solo le donne più vecchie per sembrare più giovani e belle! Ma tu non dirlo a nessuno ok?-
Improvvisamente mi sento vecchia. Perché?
-Davvero? Allora perché la mia mamma si trucca? Lei è giovane e bella.-
Grande bambina mia! L’intelligenza l’hai presa tutta dalla sottoscritta per fortuna! La bellezza da tuo padre, ma la furbizia da me.
-In effetti la tua mamma non ne avrebbe bisogno talmente è bella, però il suo lavoro glielo richiede. Quando sarai più grande potrai truccarti anche tu.-
-Ma se hai detto che si truccano solo le vecchie e quelle che lavorano, perché dovrei truccarmi anche io?-
-Ahahahah dai Sayuri smetti di fare domande ad Aki poverino! Lo stai confondendo così!-        le dico osservando lo sguardo perso del mio amico che mi supplica di aiutarlo
-Ok mamma. Sai mi fanno male le gambe a forza di camminare.-     
-Siete a piedi?-         mi chiede Aki
-Eh sì abbiamo deciso di fare una passeggiata.-     
-Se volete vi do un passaggio io.-
-Sì mamma!-       mi prega mia figlia con occhi supplicanti
-Ok pigrona. Andiamo in auto.-           mi arrendo alle sue moine
 
-E così si è rifatto vivo dopo tutti questi anni di latitanza.-     dice Aki al quale ho raccontato tutto
-Già. Ne avrei fatto volentieri  a meno però.-
-Hai intenzione di raccontargli di Sayuri?-
-No. Non ne ho la minima intenzione. Lei è mia figlia e basta. Suo padre è morto cinque anni fa.-
-Lo sai che non è giusto nei confronti di Sayuri vero? Capisco la tua rabbia e tutto però…non credi lei avrebbe bisogno di un padre? Hai visto cosa mi ha chiesto prima? Aveva bisogno di rapportarsi anche ad una figura maschile che di certo tu non puoi sostituire.-
-Lo so  e mi dispiace per lei, però non posso permettere ad InuYasha di rientrare nella mia vita. E se poi decidesse di portarsela via per vendicarsi del fatto che non gliel’ho detto? Io non vivrei senza mia figlia.-
-Non potrebbe Kagome! Conosci benissimo le leggi e come aggirarle in caso di necessità. E comunque non ce n’è nemmeno una che possa farti perdere la custodia di tua figlia per darla a quello sconsiderato.-
-Non voglio comunque rischiare Aki. Preferisco che le cose restino così come sono.-
-Ok testa dura, come vuoi. Ma prima che a te stessa pensa anche a tua figlia ogni tanto.-
-Che intendi dire scusa? Io ci penso sempre a lei!-      
-Un giorno capirai cosa intendo. Ora devo andare. Grazie per avermi offerto il caffè Kagome. Ci rivediamo.-        mi saluta dirigendosi verso la porta
-Grazie a te del passaggio. Spero di rivederti presto.-        gli dico abbracciandolo e salutandolo
Chissà cosa starà pensando InuYasha adesso. Di sicuro si chiederà chi è il padre di Sayuri e perché gli ho mentito dicendogli che era figlia di Sota. Ma come mi sono cacciata in questo guaio?
 

 
                                                                     *********************************
 

 
Mi si è gelato il sangue nelle vene quando quella bambina ha chiamato Kagome mamma.
Non ci posso credere…lei è madre! Ha avuto una figlia.
Ma perché me lo ha nascosto lasciandomi credere che fosse la figlia di suo fratello? Ma soprattutto chi è suo padre?  Che sia Miroku? Ma perché nascondermelo?
In questo momento avrei voglia di andare a chiederglielo.
Che rabbia mi fa sapere che ha avuto un figlio. Un legame indissolubile con un uomo per il resto della vita.
Avrei tanto voluto che avesse un figlio solo con me. Che nessuno l’avesse marchiata così profondamente nell’animo tanto da restare eterno nel suo pensiero.
Chiunque sia il padre di quella bambina sarà un ricordo sempre presente nella sua mente, al contrario di me, che sembra avermi cancellato in fretta.
Maledizione ne sono geloso! Terribilmente geloso!
Se finora sono anche solo stato sfiorato dall’idea di riprovarci con lei, adesso mi ritrovo a pensare di non poter fare proprio nulla.
Senza contare le cose orribili che le ho detto ieri. Non avrei dovuto accusarla di tradirmi mentre stava con me. Sono stato meschino. Lei mi amava, questo io lo so. Me lo dimostrava sempre.
Però sono stato preso dalla rabbia aggredendola in quel modo. Ma perché accidenti deve essere tutto così complicato?
La mattina dopo entrare in ufficio è imbarazzante. Non so come comportarmi con lei.
Dovrei chiederle di sua figlia? Lei potrebbe anche rispondermi che non sono affari miei.
C’ho pensato tutta la notte. A occhio e croce quella bambina deve avere quattro anni, quindi credo proprio sia di Miroku. Di Hojo non sembrava. Lui è più chiaro di capelli e di occhi, invece quella bambina aveva capelli nerissimi e occhi scuri, praticamente come i miei.
In effetti potrebbe anche essere scambiata per figlia mia.
Bah ma che vado a pensare…che cose idiote!
Pensando a delle cose serie…devo approfittare della cena di gala di domani per parlare tranquillamente con lei. Adesso credo abbiamo ancora più cose di cui discutere.
La giornata passa con una lentezza estenuante. Kagome non ha preso nemmeno una volta l’argomento della figlia e io ho fatto lo stesso. Lo farò domani.
-Bene, io per oggi ho finito. Domani non dimenticare di farti trovare pronta per le diciannove Kagome. Vivi ancora al tempio no?-       chiedo con naturalezza cercando di non far trapelare il mio fastidio per la situazione irreale in cui ci troviamo
-Non credo sia il caso di andarci insieme. Posso anche andarci da sola InuYasha non c’è probl…-
-Invece voglio essere presente anche io. E’ la prima volta che vi prendo parte e può essere un ottimo modo per conoscere gli altri legali.-            rispondo fingendomi interessato alla cena, di cui sinceramente non potrebbe fregarmene di meno
-Ma non c’è bisogno che mi accompagni, posso andarci da sola.-       continua lei cercando di rifiutare di essere portata da me
Eh no mia cara! Non mi scappi stavolta!
-Non vuoi forse andarci con me Kagome? Perché se è così non ne capisco il motivo. E poi non mi sembra carino da parte tua rifiutare di essere accompagnata dal tuo socio a questo gala.-
La vedo guardarmi quasi spaesata. Non sa cosa rispondermi, e se lo facesse sa già che ribatterei anche stavolta.
-E va bene.-        risponde arrendendosi
Bene! È fatta! Domani metteremo le cose in chiaro finalmente!
 
Le sette di domenica sera arrivano veloci, per la mia gioia. Appena finito quel noioso gala voglio parlarle liberamente, senza interruzioni. Dobbiamo mettere le cose in chiaro sia su di noi sia su sua figlia. Voglio capire perché mi ha mentito.
Arrivato a casa sua suono alla porta. Viene ad aprirmi suo nonno con un’espressione omicida stampata sul volto. Mi sa che non ha dimenticato che stavo con Kagome e che me ne sono andato.
-Salve signor Higurashi. Kagome è pronta?-
-No! Aspettala qua fuori!-       mi urla lui sbattendomi la porta in faccia
Cominciamo bene!
Meglio non suonare nuovamente o quel vecchio mi uccide.
Decido di aspettarla fuori in giardino, luogo che Kagome ha sempre amato.
Quante volte ci siamo sdraiati sotto l’albero secolare del tempio. Era da tanto che non lo vedevo.
-Ciao!-         mi sento dire da una vocina alle mie spalle
E’ la figlia di Kagome.
-Oh…ciao piccola.-         la saluto io, osservando il suo sorriso radioso
-Stasera fai uscire la mia mamma! Grazie!-      mi dice lei ancora più felice
-Perché ne sei così contenta?-
-Perché così la mamma si diverte un po’. Non lo fa mai da quando sono nata. Esce sempre con zio Miroku e zia Sango.-       mi spiega lei
Ha detto zio Miroku? Quindi non è lui suo padre?
Meglio…fuori uno!
-E col tuo papà non esce mai?-       domando curioso per sondare il terreno, voglio sapere chi è suo padre
-Io non ho il papà.-      dice rattristandosi
-No? Come mai?-      
-Il nonno mi ha detto che è disperso in mare. Non sa nemmeno che sono nata.-
-Come sarebbe che è disperso in mare? Non capisco…-
-Andava a lavorare in un altro paese. La nave su cui viaggiava è affondata e di lui non si sa più niente.-
-Nave? Non in aereo?-      chiedo sorpreso
-Sì in nave.-     mi conferma ancora più triste
-Mi dispiace piccola. E dimmi, da quanto è disperso il tuo papà?-      chiedo dispiaciuto per lei
-Da prima che nascessi. Più di cinque anni quindi.-
-Aspetta cosa hai detto? Più di cinque anni? Ma tu quanti anni hai?-       domando confuso, davvero confuso
-Compio cinque anni la settimana prossima. La mia mamma mi sta preparando una grande festa! E sai come sarà la mia torta?-         dice ritornando a sorridere
-No…come?-
-A forma di cane bianco!-
-Sarà di sicuro molto bella.-       le dico facendole una carezza sulla testa
-Sayuri? Sayuri dove sei?-         chiama quella che riconosco essere la voce della mamma di Kagome
-E’ la nonna, mi sta chiamando, devo andare. Ciao signore!-     mi saluta lei dileguandosi
Si chiama Sayuri? Perché l’ha chiamata così? Era il nome che mia madre avrebbe voluto per la sua nipotina un giorno.
I conti non mi tornano. Come può quella bambina avere cinque anni sei manco da cinque anni e mezzo?
Aspetta…ma allora Kagome…mi tradiva davvero quando stavamo insieme? Non può essere! Io…non riesco a crederci!
-InuYasha finalmente ti ho trovato! Ma dove ti eri cacciato?-      mi chiama Kagome raggiungendomi
Anche se preso da mille pensieri contrastanti non posso fare a meno di annullarli quando lei mi si presenta davanti.
Indossa un lungo abito nero, decisamente aderente, che le lascia la schiena scoperta in una vertiginosa scollatura che arriva al fondoschiena. La bordatura della vita e delle spalline intrecciate è impreziosita da perline e cristalli vari. Accidenti quanto è sexy vestita così!
-Ehi ci sei o ti sei incantato? Dobbiamo andare se non vogliamo fare tardi!-        mi richiama svegliandomi
-Scusa…pensavo. Andiamo.-       riesco solo a dirle mentre la osservo sorpassarmi per raggiungere la macchina
Maledizione a lei! Quella scollatura è troppo profonda e provocante! Si gireranno tutti a guardarla stasera.
Bah…risvegliati idiota! Smettila di pensare a questa traditrice! Perché altro non è!
Oh ma stasera mi sentirà! Eccome se mi sentirà! Questa non gliela faccio passare liscia.
Magari me l’avrebbe pure appioppata come figlia mia. Voglio sapere con chi mi ha tradito.
 
Arrivati alla festa, come avevo immaginato, tutti gli occhi sono puntati su di lei. O forse sono io che ho questa impressione? A ben guardare non è l’unica che mette in mostra tanta grazia, anzi ce ne sono di peggiori e più scollate, sia davanti che dietro.
Ma le donne avvocato sono serie e tutte vestite di grigio solo in aula? Accidenti, chi mai lo direbbe che queste sono peggiori degli avvoltoi e delle sanguisughe? Hanno un aria così diversa qui.
-Mia cara Lady Ice! Ma come siamo eleganti!-         la saluta un uomo di una certa età abbracciandola
-Giudice Misato. È un piacere rivederla.-    lo saluta lei
-Lady Ice?-      chiedo io
-Ma certo giovanotto! Non mi dica che lei non conosce la fama della piccola Kagome?-
-Veramente no. Sono da poco tornato da New York. InuYasha Taisho, piacere! Sono il nuovo socio della ASK.-      spiego presentandomi
-Misato Akira, e sono uno dei giudici con cui presto si troverà faccia a faccia. Riguardo Kagome, sappia che ha difronte il terrore dei giudici! Questa ragazza ha le palle d’acciaio sotto la gonna!-        mi rivela lui
-Giudice ma che dice?-        
-E’ la verità Kagome. Ti definiscono tutti così dopo che hai fatto arrestare quel corrotto di Yurume.-
-Chi sarebbe questo Yurume?-    chiedo curioso
-Un giudice che aveva il brutto vizio di stuprare le prostitute. Avvalendosi dei suoi poteri non si riusciva mai ad accusarlo perché faceva sempre sparire le denunce a suo carico. Ma Kagome, fingendosi una prostituta, lo ha colto sul fatto con tanto di foto, assicurando il giudice Yurume nel posto più adatto a lui, ovvero le sbarre!-
-Che cosa? Ti sei finta una prostituta? Ma sei impazzita? Lo sai che fine avresti potuto fare?-       le urlo arrabbiato
Ma questa ragazza ha un briciolo di cervello o le è andato in fumo? Ha rischiato grosso, soprattutto avendo una figlia a casa che l’aspetta.
-Sono sana e salva mi pare no?-
-In effetti è stato pericoloso ragazza mia. Sei stata fortunata.-
-Questo ed altro per sbattere in carcere un porco come quello. Lo rifarei altre mille volte.-
-Perché non ti è successo nulla, ecco perché! Avrei voluto vedere il contrario!-         rispondo furioso, ma pentendomene subito accorgendomi della gaffe appena fatta
-Avresti…voluto vedermi…stuprata da un tipo come quello InuYasha?-         mi chiede lei sconvolta
-N…no! Ma certo che no! Era un modo di dire Kagome!-        cerco di giustificarmi ma con scarsi risultati
Cazzo l’ho fatta grossa stavolta! Io non intendevo dire quello che ha capito lei!
-Ti odio InuYasha! Sei un essere davvero spregevole!-        dice allontanandosi offesa
-Aspetta Kagome!-      la chiamo inutilmente, guardandola andare via furiosa
-L’ha detta grossa ragazzo!-      mi ammonisce l’uomo con cui parlavamo
-Ma io non intendevo dire quello. Sono stato frainteso! Mi preoccupavo solo perché a casa ha una figlia che l’aspetta e ciò che ha fatto è stato stupido!-        spiego irritato per la sua fuga teatrale
-Ma lei invece ha capito tutt’altro. Le conviene farle sbollire la rabbia e poi chiarire il malinteso.-       mi consiglia lui
-Già, credo farò come mi ha consigliato lei.-
E così in effetti faccio. Lascio passare una buona mezz’ora in attesa che si possa calmare e inizio a cercarla tra la folla.
Accidenti, le sale di questa villa sono enormi e piene zeppe. Ci impiego un po’ per cercarla e quando finalmente la trovo la scena che mi si presenta davanti non mi piace.
Kagome è abbracciata ad un uomo che la sta portando fuori dalla villa in tutta fretta. Ma che intenzioni ha?
Li seguo in giardino, quando vedo che la sta trascinando in macchina. Se ha intenzione di andarsene con lui e mollarmi come un idiota qui si sbaglia di grosso!
-Ehi Kagome dove credi di andare?-        la chiamo irritato afferrandola per un braccio prima che entri in macchina
Non la ricordavo così volubile con gli uomini. Che schifo!
-Ooooh…guarda chi c’è! Inuuuuuuu!!!! Che bello vederti! Dove sei stato tutto questo tempo?-         mi dice abbracciandomi
Ma è impazzita?
-Scusa ma che vuoi? Non vedi che stavamo andando via?-       mi fa notare l’uomo che l’accompagna
-Veramente…-
-Ma dai Narakuccio…non trattarlo così poverino! Non vedi che visino da cane bastonato che ha? Non per nulla si chiama Inu-chan. Ahahahah l’hai capita? Inu…cane ahahahahah che forte!-     mi interrompe lei ridendo come una scema
-Kagome ma sei ubriaca?-         le chiedo anche se conosco già la risposta
-Io? Ma se non ho bevuto! Dì la verità Inu-chan…sei tu quello che ha alzato il gomito e ora ha le traveggole vero? Ahahahah se vuoi ti accompagno a casa io dato che non puoi guidare!-
-Sì sì come no! Andiamocene!-      le dico trascinandola via per un braccio
-Ehi che accidenti stai facendo? Lei stava venendo via con me! Levati dai piedi!-       minaccia l’uomo che stava con lei strappandomela dalla mani
-Oh oh…qui finisce in rissa! Ci vogliono i pop corn!-      
-Kagome smettila di dire scemenze! In quanto a te…-       mi fermo dandogli un pugno in faccia che lo fa finire a terra, riprendendomi subito Kagome sotto braccio
-Non osare avvicinarti mai più a lei sono stato chiaro? Non ci vuole un genio per capire che volevi approfittare del fatto che non capisce nemmeno come si chiama! E se non ti uccido qui è perché devo occuparmi di lei. Ma se ti vedo una seconda volta nei paraggi ti rompo tutte le ossa fottuto bastardo!-       proseguo dandogli un calcio al fianco che lo fa contorcere di dolore
Col sangue che ribolle nelle vene infilo Kagome a forza in macchina. Ma dimmi te se dovevo pure farle da balia a questa idiota! Menomale che sapeva badare a se stessa!
-Perché mi porti via? Era divertente vederti prendere a calci quello stronzo di Naraku.-       mi dice continuando a ridere
-Stronzo con cui stavi per andarci a letto, stupida imbecille! Ma che ti salta in mente di ubriacarti così eh? Razza di irresponsabile!-        urlo furioso mentre metto in moto l’auto
-Ma io non ho bevuto nulla di nulla Inu-chan, a parte il succo che mi ha dato Naraku. Un po’ salato in effetti, però buono! Avresti dovuto assaggiarlo sai?-
-Davvero non hai bevuto nulla? Sei sicura?-      le chiedo perplesso
-Ceeeeerto papà! Non ho toccato nemmeno un goccio di quel buonissimo e freschissimo champagne che hanno servito. E tutto per colpa tua! Non volevo darti la soddisfazione di portarmi a casa ubriaca come facevano Miroku e Sango. Ma quello che alla fine ha bevuto sei tu! Hai una faccia ahahahah sei buffissimo!-
-Non sono ubriaco Kagome, e nemmeno tu accidenti!-     urlo dando un pugno sul volante
Se quello che dice è vero e non ha bevuto nulla allora è stata drogata, probabilmente con una delle droghe da stupro.
Maledizione, avrei dovuto uccidere quel bastardo! Ecco perché aveva fretta di portarsela via. Domani non la passerà certo liscia. Appena lo trovo giuro che lo rompo tutto!
-Inu-chan? Dove andiamo? Vuoi portarmi anche tu in albergo come Naraku?-      mi  dice addolcendo la voce
-Assolutamente no! Che ti viene in mente?-
-No? Peccato! Sono quasi sei anni che non mi diverto con un uomo. Ora che sei qui potremmo rifarci del tempo perduto no?-         dice allungando una mano sulla mia gamba
-Direi proprio di no con te in questo stato! Quindi sta buona!-       la rimprovero togliendo la sua mano che era quasi arrivata alla cerniera dei pantaloni
Con lei in queste condizioni non è certo il primo dei miei pensieri il sesso!
-Cattivo! Allora portami a casa! Non voglio stare qui con te se non mi vuoi!-
-No, ti porto a casa mia. Non posso certo riportarti a casa in questo stato. Anche se forse sarebbe meglio in ospedale…-   rifletto preoccupato per le conseguenze della droga
Che le avrà dato?
-In ospedale? Perché? Chi sta morendo?-      
-Nessuno Kagome! E’ per farti visitare.-      le spiego alzando gli occhi al cielo, anche se di sicuro non capirà nulla di quello che dico
-Non ci vado in ospedale! Non lo sopporto! Non mi piacciono! Fammi scendere!-       urla cercando di aprire la portiera dell’auto, fortuna che avevo messo la sicura
-Ehi ma sei impazzita? Ti vuoi buttare giù dall’auto in corsa?-
-Non mi interessa! In ospedale io non ci vado! I dottori hanno fatto morire la mia bambina! Sono degli assassini! Non ci vado capito?-       mi urla cercando di togliermi il volante dalle mani facendomi quasi sbandare
-Accidenti! Piantala Kagome! Vuoi farci ammazzare?-        le sbraito fermandomi subito sulla corsia d’emergenza
-Non ci vado in ospedale!-       insiste lei
-Va bene non ti ci porto ma smettila!-       urlo terribilmente irritato
-Ok! Ma tu non mi porti lì vero?-
-No non ti ci porto stupida! Ora mi dici perché non vuoi andarci?-
-Perché lì hanno fatto morire la mia bambina ecco perché!-
-Ma che dici? Tua figlia Sayuri è a casa e sta bene! Che accidenti ti inventi?-
-Io non mi invento nulla, cretino! La mia bambina era quasi morta per colpa dei medici, l’ha salvata Miroku. E’ viva grazie a lui!-       mi spiega iniziando a piangere
La preferivo quando rideva. Odio vederla piangere.
-Perché dici che stava morendo?-
-E’ nata prematura. I dottori non si sono accorti che non respirava. Se n’è accorto Miroku. E’ lui che l’ha salvata.-         mi ripete lei
-Miroku…è suo…padre?-       chiedo con timore
-Che? Miroku? Ma che dici? Chi mai riuscirebbe a fare sesso con lui! E’ come mio fratello! Sei un porco InuYasha! Non si fa sesso coi fratelli sai?-         mi dice indignata guardandomi male e iniziando a biascicare le parole
La droga starà facendo il suo effetto di intorpidimento. Eppure solo in questo stato  sono sicuro mi dirà la verità. Sotto l’effetto della droga non può mentire, è come se fosse ubriaca, e se come si dice “in vino veritas”…
-Io però ho visto Miroku nudo nella tua stanza. Che ci faceva lì se non facevate nulla?-     chiedo restando tranquillo cercando di farla parlare
-Dormiva nella mia stanza perché avevo paura che Sayuri non respirasse più. E poi quegli stupidi attacchi di panico passavano solo quando mi abbracciava, perché immaginavo di essere tra le tua braccia. Che cosa scema vero? Invece di odiarti perché mi avevi lasciata, sognavo di abbracciarti.-          risponde lentamente poggiando la testa al sedile
Devo sbrigarmi, sta per addormentarsi!
-Kagome, quando sei rimasta incinta di Sayuri? E di chi soprattutto? E’ accaduto mentre stavamo ancora insieme non è così?-
-Certo! Mica l’ho fatta da sola no? Ovvio che sia successo prima che mi abbandonassi. Quanto ho sofferto. Soffro tuttora per colpa tua Inu-chan. Meriteresti tutto il mio odio per quello che mi hai fatto. Ti ho cercato a lungo ma tu mi ignoravi. Sono anche venuta a Londra, ma stavi con un’altra. Mi hai dimentica, e io ho dovuto vivere da sola. Eppure non riesco ad odiarti. Ti amo ancora come il primo giorno che ti ho conosciuto. Sono una vera idiota.-        dice iniziando a chiudere gli occhi
-Kagome non addormentarti! Devi dirmi ancora una cosa! Chi è il padre di Sayuri? Con chi mi hai tradito mentre stavamo insieme?-        le dico scuotendola nervosamente per svegliarla
-Nessuno. Non ti ho…mai tradito.-         risponde perdendo coscienza lentamente
Come sarebbe che non mi ha mai tradito?? Ma allora…può essere che…
-Chi è allora il padre di tua figlia? Svegliati Kagome!-        le urlo temendo a questo punto la sua risposta, che credo di aver già capito
-Tu…sei tu suo…padre…InuYasha.-          conferma in un sussurro appena percettibile crollando del tutto
 
Io? Sono davvero io il padre di quella bambina? Non può essere vero!
Rimango imbambolato in auto non so quanto tempo a fissarla sconvolto. Mi sembra mi sia crollato il mondo addosso. Stento a credere che sia possibile una cosa del genere.
Ma perché non me l’ha detto? Perché non……
< < - “Ti ho cercato a lungo ma tu mi ignoravi. Sono anche venuta a Londra ma stavi con un’altra. Mi hai dimentica, e io ho dovuto vivere da sola.” - > >
< < - “Ma come ti permetti? Devo forse ricordarti che appena arrivato a Londra mi hai spento il telefono in faccia? Oppure devo ricordarti che te la spassavi con una moretta dai capelli a caschetto nemmeno sei mesi dopo avermi lasciata? Non farmi la morale e non giudicare il mio rapporto con Miroku razza di idiota! Tra i due chi non amava l’altro eri solo tu! Quello che è successo dopo è stata solo una conseguenza delle tue azioni. Se anche mi fossi messa con Miroku è stato solo dopo che mi hai lasciata e buttata via come spazzatura, e non prima. Io ti sono stata sempre fedele, cosa che non posso giurare di te!” - > > 
< < - “InuYasha devo parlarti urgentemente! Rispondimi al cell!” - > >
< < - “Maledizione InuYasha! Smettila di ignorarmi come un bambino! Devo dirti una cosa! Chiamami!” - > >
< < - “InuYasha sei un vero imbecille! Questo è l’ultimo mex che ti scrivo! Va bene, se hai deciso di cancellarmi dalla tua vita…sia! Noi faremo altrettanto!” - > >
 
Improvvisamente mi ritornano in mente le sue ultime parole e i messaggi che mi lasciava cinque anni fa.
E’ vero…lei mi ha cercato per diversi mesi e a quanto pare è anche venuta a Londra. La ragazza coi capelli a caschetto che ha visto doveva essere Christine, la psicologa. Lei ha provato a dirmelo ma io non l’ho ascoltata. L’ho ignorata.
Lei voleva dirmi di essere incinta, che stavo per diventare padre, ma non l’ho ascoltata. Come ho potuto farle questo? Come?
Adesso capisco anche il perché dell’ultimo suo messaggio…”se hai deciso di cancellarmi dalla tua vita noi faremo altrettanto!”.
Quel noi era riferito a lei e nostra figlia, mentre io credevo fosse rivolto a lei e ai nostri amici. Che idiota! Ho sbagliato tutto! Tutto!
Mi sono perso gli anni migliori di mia figlia. La sua prima parola, i suoi primi passi, i suoi sorrisi, i suoi pianti, il sentirmi chiamare papà…mi sono perso tutto questo perché sono un coglione!
Ho lasciato Kagome da sola. Deve aver passato le pene dell’inferno a causa mia.
Adesso capisco anche il nome che le ha dato…il nome del fiore preferito da mia madre. L’ha chiamata proprio come lei desiderava si chiamasse la sua prima nipotina.
Sono un bastardo! Uno schifoso stronzo bastardo! Non mi perdonerò mai per averla fatta soffrire così.
Oltretutto da quello che ho capito, Sayuri stava per morire. Forse è questo che le ha causato gli attacchi di panico e io l’ho lasciata da sola ad affrontare tutto quanto. Non mi darò mai pace per questo!
-Inu…chan…-           le sento dire mentre dorme col viso appoggiato al sedile
Devo portarla a casa. Non posso lasciarla dormire qui così. Devo cercare di riprendermi, soprattutto devo capire cosa fare con lei adesso.
Riavvio il motore e la porto a casa mia.
La stendo sul letto per lasciarla riposare, anche se forse è meglio toglierle quel vestito così stretto.
Le metto una mia maglietta non avendo altro e la lascio riposare tranquilla sotto le coperte. Sembra una bambina indifesa in questo momento. Se penso a quello che voleva farle quel maledetto mi sento impazzire! Fortuna che sono arrivato in tempo. Però sono preoccupato. Come devo comportarmi? Forse era meglio portarla in ospedale, ma non credo me lo perdonerebbe se lo facessi.
L’unica cosa che mi viene in mente è chiamare Miroku. Essendo un medico dovrebbe sapere cosa fare.
Prendo il cellulare dalla sua borsetta e lo chiamo.
-“Piccola che succede? Stai male?”-          risponde subito con voce ansiosa
Beh per forza…sono quasi le due di notte. Chiunque si spaventerebbe se venisse chiamato a quest’ora.
-Sono io Miroku…-
-“InuYasha? Perché mi chiami dal cellulare di Kagome? Le è successo qualcosa? Sta male?”-
-Diciamo di sì. Credo l’abbiano drogata mentre eravamo al gala. Sembrava ubriaca, ma lei ha detto di non aver bevuto nulla oltre un succo dal gusto un po’ salato, quindi ne ho dedotto che avessero messo qualcosa nel suo bicchiere. Fortunatamente non le è successo nulla perché sono arrivato in tempo, però volevo portarla in ospedale, ma si è rifiutata categoricamente. Adesso sta dormendo e io non so come comportarmi.-       
-“Ha detto che il succo era salato? Allora le avranno dato il GHB. Ma come sta? Vomita? Ha vertigini? Convulsioni?”-
-No, nessuno di questi sintomi. All’inizio rideva dicendo cose senza senso, poi si è semplicemente addormentata. Esattamente come se fosse stata sbronza.-
-“Allora puoi stare tranquillo. Devono aver usato una piccola dose per fortuna. Quel tanto per stordirla. Lasciala dormire. Quando poi si sveglia tranquillizzala su quello che è successo per evitare un attacco di panico e falle raccogliere un campione di urine che devi portare subito al laboratorio di analisi del mio studio. Se è stata drogata l’esito ci dirà anche con cosa. Sai chi è stato a dargliela?”-
-Uno che lei chiamava Naraku. Lo conosci?-
-“Purtroppo sì. Le va dietro da diverso tempo, ma non pensavo che arrivasse a tanto. Quando torno lo uccido con le mie mani!”-
-Credo lo troverai morto prima! Dove abita?-       chiedo furioso
Lo ha premeditato allora. Ha scelto Kagome di proposito quel maledetto!
-“Che vuoi fare InuYasha?”-        sento chiedere da Sango che deve aver sentito tutta la conversazione
-Ovvio…vado da lui e gliela faccio pagare cara! Dimmi dove vive Sango. Tu devi saperlo.-
-“Lo so ma non te lo dico! Come prima cosa devi occuparti di Kagome. E’a casa tua vero?”-
-Sì è qui da me, perché?-
-“Come perché? Hai intenzione di lasciarla da sola? Se si sentisse male? Non ci hai pensato stupido? Per adesso stai con lei e poi si vedrà, anche perché io non voglio perdermi la dipartita di quell’essere ignobile!”-
In effetti ha ragione. Non posso lasciarla da sola.
-Va bene non mi muovo da qui. Ma quando si sarà ripresa voglio sapere dove trovare quello stronzo…sia chiaro!-
-“Vedremo. Noi torniamo subito comunque. Ci vediamo domani. In caso di bisogno chiamami capito?”-       mi dice Miroku
-Va bene. A domani.-        gli rispondo chiudendo poi la chiamata
Avrei avuto voglia di chiedergli tutto su Sayuri e su quello che è accaduto da quando sono andato via, ma non mi sembra proprio il caso.
Mi spoglio anche io e mi metto accanto a Kagome, stringendola forte a me dopo oltre cinque anni.
Quanto mi è mancata la sensazione del suo corpo contro il mio.
-Perdonami. Mi dispiace!-       le sussurro all’orecchio baciandole poi la fronte
Hai detto di essere ancora innamorata di me. Non riesco a crederci. Io mi odio per quello che ho fatto.
Di sicuro non ricorderai nulla domani di quello che mi hai detto, e di certo io non te lo dirò.
Non devi ricordare di avermi detto di Sayuri. Lo terrò un segreto per me, finché non sarai tu a dirmelo dopo avermi perdonato.
Ti riconquisterò Kagome. Riuscirò a farmi perdonare da te e a riunire la nostra famiglia. Ma per farlo non devi sapere che sono a conoscenza della verità, altrimenti potresti pensare che lo faccio solo per nostra figlia, e non è così. Io rivoglio soprattutto te nella mia vita.
Ho fatto dei grandi sbagli in passato, ma ora voglio riscattarmi e meritare l’amore tuo e di nostra figlia. Lotterò per riuscirci. Fosse l’ultima cosa che faccio!
 
 

 
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Che strana sensazione di torpore. Mi sento le palpebre pesanti. Non riesco ad aprirli.
Mi sento quasi imprigionata dalle coperte. Però è piacevole, sembra di essere abbracciata. Meglio che mi alzi o rischio di riaddormentarmi.
-Ma che…-         dico impossibilitata ad alzarmi, così apro gli occhi, venendo quasi accecata dalla luce
Che mal di testa accidentaccio!
Riapro gli occhi a fatica e per poco non mi viene un colpo…sono appoggiata ad un petto? Un petto maschile? Chi è?
-Aaaaaahh!-        urlo alzandomi di scatto trovandomi di fronte il viso di InuYasha
Perché sono tra le sue braccia? Su un letto non mio? Mezza nuda?? Con lui mezzo nudo???
-Mmmh…perché hai urlato Kagome?-         mi domanda aprendo lentamente gli occhi
-Dove sono? Perché siamo qui così…così…poco vestiti?-        chiedo agitandomi al pensiero di ciò che potrebbe essere accaduto
Io però non mi ricordo niente!
-Tranquilla non abbiamo fatto nulla se è questo che ti preoccupa. Non avrei mai potuto approfittarmi di te in quello stato.-         mi spiega alzandosi e mettendosi un paio di jeans
-Quale stato? Perché ho addosso questa maglietta?-
-Perché ti ho tolto il vestito per farti dormire più comoda, nulla di più.-
-Tu…tu…mi hai spogliata???-       chiedo imbarazzatissima e furiosa allo stesso tempo
-Sì, comunque non imbarazzarti tanto. Conosco il tuo corpo meglio delle mie tasche. Non hai motivo per vergognartene.-
-Ma sei impazzito? Che ti salta in mente? Sei un maniaco! E poi perché non sono a casa mia? Dove sono?-
-A casa mia. Non ricordi nulla di ieri sera non è così?-       mi chiede guardandomi stranamente
Avrei voluto rispondergli ma un fastidioso senso di nausea mi opprime, costringendomi a tenermi la bocca con la mano.
-Il bagno è lì.-         mi dice lui facendomi un cenno col dito che seguo subito con lo sguardo fiondandomici e vomitando anche l’anima
Ma che accidenti mi prende? Non è che forse mi sono ubriacata davvero?
E poi che male alla testa cavolo!
-Kagome non fare pipì. Prima devo darti una cosa.-         mi sento dire quando mi sciacquo il viso
Questa poi…
-Perché non dovrei scusa?-       chiedo uscendo dal bagno arrabbiata
-Perché devi farla qui!-        mi dice dandomi uno di quei contenitori per le analisi
-Perché?-
-Prima falla e poi ti spiego.-
-Non ci penso nemmeno! Prima mi dici perché dovrei espletare uno dei miei bisogni fisiologici in quel contenitore! E lo voglio sapere subito!-
-Oh che cocciuta! Lo devo dare a Miroku perché deve analizzarlo! Mica voglio per tenermelo come ricordo!-        mi spiega lui sbuffando seccato
-A Miroku? E per quale motivo?-     chiedo iniziando a preoccuparmi leggermente
-Kagome, secondo te perché non ricordi nulla di ieri sera?-
-Immagino perché ho bevuto troppo.-
-Non hai bevuto nulla a parte un succo. Questo lo ricordi?-    
-Sì, questo sì. Il resto però no. Che significa scusa?-
-E’ probabile che ti abbiano dato una delle droghe dello stupro. Bisogna capire quale. Se la GHB, il Rohypnol, MDA o altro. Per questo serve fare l’analisi.-          mi spiega serio mentre nella mia testa iniziano a formarsi immagini orribili di quello che potrebbe essermi accaduto mentre non ero in me
-Aspetta…come…come sarebbe a dire che sono stata drogata? Quando? E che mi è successo? Chi è stato?-       chiedo agitata mentre senza accorgermene alcune lacrime iniziano a lasciare i miei occhi
-Stai calma Kagome. Non ti è successo nulla perché ti ho trovata in tempo. Ti ho portata a casa mia e ti sei addormentata. Nessuno ti ha sfiorata nemmeno con un dito. Non lo avrei mai permesso!-         mi dice asciugandomi le lacrime e rassicurandomi
-Gra…grazie!-       rispondo buttandomi scioccamente tra le sue braccia
Solo quando sento ricambiare il suo abbraccio capisco il  grave errore commesso, così mi stacco subito.
-Meglio riempire questo!-         dico fiondandomi in bagno col contenitore
Appoggiandomi alla porta del bagno penso alla bella sensazione che ho provato nel sentirmi avvolgere dalle braccia di InuYasha…da quanto non la provavo.
Basta stupida! Adesso non è il momento di pensare cose romantiche! Hai altri problemi da risolvere!
 
Appena finito raggiungo InuYasha in cucina che sta preparando la colazione.
-Caffè con quattro cucchiaini di zucchero vero?-      mi chiede porgendomi la tazzina
-Sì grazie. Mi stupisce che te lo ricordi ancora.-       rispondo bevendolo
-Difficile dimenticare la donna che beve il caffè più dolce del mondo. Come ti senti? Passata la nausea?-
-Insomma…non del tutto. Senti ieri sera…quando mi hai trovata, che ho fatto? E che dicevo?-       chiedo preoccupata
Spero di non essermi lasciata scappare qualcosa che non avrei dovuto.
-Nulla di che, ridevi. Anche se una cosa strana l’hai detta.-         mi rivela dandomi le spalle
Oh Kami cosa gli ho detto? Inizio a sudare freddo adesso.
-Cosa?-
-Che volevi fare sesso con me e che ti sono mancato da quel punto di vista.-        mi dice girandosi a guardarmi malizioso, mentre io quasi non casco dalla sedia
-Cosa ho detto?-      urlo imbarazzata fino alla punta dei capelli
-Hai detto che volevi venire a casa mia per farlo. Hai perfino tentato di aprire la cerniera dei miei pantaloni. Hai fatto parecchio la birichina sai? Fermarti è stata un’impresa!-
-Oh cielo che vergogna!-         dico mettendomi le mani in faccia
-Dopo il mio rifiuto mi hai detto “Cattivo se non mi vuoi portami a casa!”. Ovviamente non potevo portare un’affamata di sesso a casa. Chissà che avresti combinato. Così eccoti qui, con indosso una mia magliettina, che devo ammettere ti sta d’incanto!-          dice ridendo divertito
-Smettila! Non lo trovo divertente! Già mi pensi una poco di buono che tradisce il suo uomo… adesso passo anche per pervertita!-       urlo arrabbiata alzandomi e andandomene in camera per vestirmi
Voglio tornare a casa mia. Sono già abbastanza umiliata per sopportare anche le sue prese in giro!
-Scusami Kagome, non volevo offenderti. Anzi scusami anche per quello che ti ho detto l’altro giorno. Sono stato un vero idiota. E’ stata la gelosia a farmi parlare.-     si scusa raggiungendomi
-Gelosia? Quale gelosia scusa? Io e te non stiamo insieme.-
-Purtroppo no, ed è solo colpa mia che ti ho lasciata da sola. Perdonami!-        dice abbassando la testa dispiaciuto
Mi sta chiedendo perdono? Ma che gli prende così all’improvviso?
-Lascia stare. Hai deciso di fare la tua vita e così ho fatto anche io. Non rivanghiamo il passato perché non avrebbe senso. Stiamo entrambi bene così.-            dico mentendo spudoratamente, perché io non sto bene. Non lo sono mai stata. Ma di certo a lui non do questa soddisfazione
-Io non sto bene Kagome! Stanotte tenerti nuovamente tra le braccia mi ha fatto un gran male perché ho capito di non aver mai smesso di amarti in questi anni.-           rivela guardandomi negli occhi
Mi ama? Che significa? Perché adesso mi dice queste cose? Perché mi guarda così? E’ lo stesso sguardo che aveva quando mi amava, prima che mi lasciasse.
Fa uno strano effetto essere guardata così.
Non riesco a reggere il suo sguardo, così mi volto dandogli le spalle.
-Mi sembra alquanto improbabile che mi ami ancora visto che ti sei sposato. Vuol dire che hai amato qualche altra. Sarà solo una tua sensazione nostalgica a farti pensare queste cose.-          rispondo cercando di essere il più distaccata possibile, mentre dentro mi sento morire
-Non ho mai amato la mia ex. L’ho sposata solo perché mi ricordava te. Vi somigliate molto.-
-Mi spiace per lei allora.-    
-Kagome…quand’è che sei venuta a cercarmi a Londra?-
-Perché vuoi saperlo?-
-Perché sono sicuro che hai frainteso ciò che hai visto. La ragazza mora coi capelli a caschetto non  era la mia ragazza, ma la mia psicologa.-       mi spiega sedendosi sul letto per potermi guardare visto che gli davo le spalle
-Una psicologa? E perché mai avresti dovuto vederti con una psicologa scusa?-       chiedo scettica
-Perché non ero riuscito a elaborare correttamente il lutto della morte di mia madre.  Mi ritenevo in colpa per non essere riuscito a salvarla. Per questo mi sono allontanato da te, perché non riuscivo ad amarti come meritavi. I miei pensieri erano solo pieni di rabbia per l’impotenza di non essere riuscito a trovare un donatore compatibile. Avevo bisogno di una pausa, per questo sono andato via e non rispondevo alle chiamate e ai messaggi. Ma non ho mai smesso di amarti. Mai! Per questo motivo quando sono stato meglio sono tornato da te, per chiederti perdono, per chiederti di ricominciare, per chiederti di sposarmi. Però…-         si interrompe lui lasciandomi col fiato sospeso
Voleva sposarmi? Era tornato per me?
-Però?-     lo esorto a proseguire
-Però...me ne pentii subito. Alla tua finestra c’era Miroku, a torso nudo, che si sgranchiva le braccia. Io ho frainteso quella scena, pensando che avesse trascorso la notte con te, così me ne andai furioso, commettendo tanti sbagli. Il più grande è stato sposarmi con  quell’arpia di moglie che mi ero ritrovato. Ma in tutto questo, non avevo mai smesso di pensare a te Kagome. Credimi!-        mi dice fissandomi dritto negli occhi
-Tra me e Miroku non c’è mai stato nulla. Mi teneva compagnia perché avevo paura di restare da sola. Tutto qua.-      gli spiego senza capirne neppure il motivo
Io non devo giustificarmi con lui. Perché lo sto facendo?
-Questo l’ho capito e mi dispiace aver pensato questo di voi. Sono sempre stato geloso del vostro rapporto. Ma sono stato uno sciocco, perché sapevo che mi amavi e che mai mi avresti tradito.-
-InuYasha non capisco dove vuoi arrivare con questo discorso. Ormai sono passati quasi sei anni, che senso ha parlarne adesso?-
-Kagome…voglio recuperare il tempo perduto. Io non ho mai smesso di amarti e sono sicuro che nemmeno tu lo hai mai fatto. Ricominciamo da capo ti prego!-
-Cosa? Ma tu sei impazzito! Come puoi chiedermi una cosa del genere dopo quello che mi hai fatto? E comunque io non ti amo più!-    
-Ma è stato tutto frutto di un malinteso. E’ vero ho sbagliato molto con te, ma sono pronto a fare quello che vuoi pur di farmi perdonare!-          insiste alzandosi e venendomi vicino
-Credo tu dimentichi che io ho una figlia! Chi ti dice che io non ami suo padre?-
-Se anche fosse non credi sia il momento di dimenticarlo? So che è morto.-        mi dice sorprendendomi
-Tu che ne sai? Chi te l’ha detto?-       chiedo nervosa
-Tua figlia. Mi ha detto lei di non aver mai conosciuto suo padre perché è disperso, quindi non sei impegnata. È il momento di rifarti una vita non credi?-         risponde lasciandomi interdetta
Quando ha parlato con Sayuri?
-Tu…tu devi aver battuto la testa da piccolo cadendo dal seggiolone! Non sono normali i ragionamenti che fai! Oltretutto ti ricordo ancora una volta che ho una figlia da crescere. E se anche volessi darti un’opportunità, cosa che ripeto…non accadrà mai, non posso permettermi le fughe romantiche del fine settimana a cui eri abituato. Trovati un’altra InuYasha, meglio se senza figli a carico e lascia vivere me e mia figlia tranquille!-         
-Chi ti dice che in quelle fughe non possiamo portare anche la bambina con noi?-
-Ma stai scherzando? Ti vorresti portare un peso del genere in giro? La figlia di un altro uomo?-
-Per me non sarebbe un peso perché è tua figlia! Pensaci Kagome, anche Sayuri ha bisogno di un padre, proprio come tu hai bisogno di un uomo accanto.-
-Come sai il suo nome?-        chiedo guardandolo male
-Ho sentito tua madre chiamarla. Perché l’hai chiamata così?-
Mi aspettavo questa domanda prima o poi. Che rispondo?
La verità mi sembra la migliore scusa!
-Mi piaceva come nome. E poi mi ricordava tua madre alla quale volevo un gran bene. Se tieni anche conto che non godo di molta fantasia…hai la tua risposta. Tutto qui.-
-E’ stato un bel gesto. Grazie!-         mi dice avvicinandosi e baciandomi la fronte
Oh cielo, da quanto non sentivo le sue labbra sulla mia pelle…
-Dammi una possibilità Kagome. Ti prego! Mettimi alla prova. Proviamoci almeno.-
-Non ci penso proprio. Mia figlia e io stiamo bene così! Non abbiamo bisogno di InuYasha il benefattore, dispensatore di improvviso amore! Ora per favore esci dalla stanza perché vorrei rimettermi il mio vestito e ritornare a casa.-        
-Ma Kagome io…-
-No niente ma! Esci!-       ordino categorica
Lui fa come gli ho chiesto chiudendosi la porta dietro così finalmente mi posso rilassare dalla tensione, lasciandomi scivolare lentamente sul pavimento piangendo in silenzio.
Perché mi ha detto queste cose?
Quelle parole le ho sognate così tanto nei primi anni.
Quante volte ho sperato di vederlo apparire alla mia porta e dirmi…”ricominciamo, sono tornato per te!”
Sarebbe stato magnifico. Avrei ridato a Sayuri suo padre. Ma non è mai accaduto.
Lui è tornato in Giappone per affari suoi, non certo per me. Anzi se non fosse finito nel mio studio credo che non mi avrebbe nemmeno cercata.
Non devo ascoltarlo. Non devo ascoltare nemmeno il mio stupido cuore.
Devo mandarlo al diavolo! Lui non può ritornare nella mia vita, col rischio poi di vederlo fuggire un’altra volta. Anche perché stavolta chi ne pagherebbe maggiormente le conseguenze sarebbe mia figlia. Questo non posso permetterlo!
Perché? Perché sono finita in questa situazione? Perché non posso prendermi il cuore, strapparmelo dal petto e gettarlo via, in modo da non provare più amore per quell’idiota insensibile ed egoista?
Perché è così dannatamente difficile?
 
 
 
 








 
 
 
Ciao ^_^ sono in ritardo vero?
Beh per farmi perdonare ho fatto un bel capitolo da oltre trenta pagine di word, ovvero due capitoli messi insieme ^_^  mi perdonate così vero?
InuYasha adesso sa la verità ma non la rivela perché vuole riconquistare Kagome, forse in modo scorretto, ma in amore e guerra tutto è lecito no? Ne approfitterà per riconquistare la fiducia di tutti e creare un rapporto con la figlia.
Kagome è combattuta tra l’amore e il risentimento, la felicità e l’orgoglio…
Chissà che proprio sua figlia Sayuri non le faccia capire la scelta giusta da fare, ma non sarà una passeggiata capirlo, almeno per la sanità mentale di Kagome ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 


p.s: ho scioccamente dimenticato di dire due paroline sulle droghe elencate prima...i loro effetti sono quelli descritti, e ve lo dice una che ne ha preso un tipo specifico per curare l'insonnia per oltre un mese. Io mi ritrovavo a ridere come una scema e dopo aver sparato cavolate a raffica crollavo di sonno, ma questo solo ad un dosaggio corretto deciso da un medico. A dosaggi più elevati si ottengono sintomi più forti e pericolosi che possono portare dalla nausea, alle convulsioni o la morte.
Cosa sciocca e banale, ma utile da ripetere : ragazze tenete sempre sott'occhio i vostri bicchieri quando siete fuori e non accettate nulla dagli estranei!! Mai!

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Capitolo 4
*** Un omicidio da risolvere ***


 
 
-Sono pronta. Possiamo andare.-       mi dice uscendo dalla mia camera con indosso il suo vestito
La sto riaccompagnando a casa sua. Non mi ha rivolto parola da quando è uscita dalla camera da letto.
Ha sicuramente pianto, perché ha gli occhi arrossati. Bene questo vuol dire che la faccio ancora piangere, ergo…tiene ancora davvero a me.
Se non le importasse non piangerebbe. Vuol dire che è combattuta.
Farò tutto quello che posso per riconquistarla. Fosse l’ultima cosa che faccio!
-Accidenti saranno tutti preoccupati! Ho passato la notte fuori senza avvisare!-         esclama all’improvviso allarmata
-Tranquilla ho mandato io un messaggio a tua madre.-
-Da…davvero? E che le hai scritto?-
-Che passavi la notte da me.-
-Tu hai fatto cosa??? Ma sei impazzito? Non potevi inventarti un’altra cosa invece di questo?-      sbotta lei furiosa
-E dimmi che altro avrei potuto scrivere alle due di notte a tua madre? Che ti avevano drogato per violentarti? Sarebbe stato meglio?-
-Certo che no! Ma adesso penserà che io…che tu…che noi…-        balbetta imbarazzata
-Che noi…abbiamo fatto l’amore? Può essere. E allora? Che ci sarebbe di sbagliato se anche lo pensasse?-
-Noi non abbiamo fatto un fico secco! E comunque il male ci sarebbe eccome!-
-Perché?-
-Perché tu non sei più il mio fidanzato e io non sono una da una botta e via!-
-E chi ti dice che io vorrei una cosa del genere? Kagome, forse prima non mi sono ben spiegato. Io ti amo ancora e so per certo che lo stesso vale per te. Te lo si legge in faccia, non negarlo! Voglio ricominciare tutto da capo con te. Dammi una possibilità. Che ti costa?-
-Che mi costa? Mi prendi in giro? Il cuore mi costa stupido! Mi costa lo strazio di essere nuovamente abbandonata! Se tutti fuggissero in un altro paese per i propri problemi questo sarebbe un mondo di emigrati! I problemi si affrontano, non si eludono!-        scoppia urlando
-Hai perfettamente ragione. Ma diamine Kagome…sono un essere umano anche io! Commetto errori come tutti! E come tutti non credi che meriti una seconda possibilità? Mettimi alla prova! Sono cambiato. Non sono più quello di cinque anni fa.-
-E’ difficile crederti.-
-Te l’ho già detto…mettimi alla prova.-
-Per favore smettila con questa storia. Io non voglio avere nessuna storia con nessuno. Sto benissimo da sola.-        dice lei con un tono insicuro che tradisce ciò che ha appena detto
-E Sayuri? Anche lei sta bene senza padre? Non credo, perché mi è sembrata davvero molto triste quando mi ha parlato del padre disperso in mare. Non credi che sia arrivato il momento di darle una figura maschile di riferimento?-
Di darle il suo vero padre magari e non una falsa figura di un poveraccio deceduto chissà dove!
-Ha Miroku. Se lo farà bastare.-     risponde freddamente
E’ più cocciuta di un mulo! E’ inutile tentare di convincerla in questo momento. Devo trovare un’altra strada per conquistarla.
Per adesso è meglio lasciarle sbollire la rabbia. Al momento voglio concentrarmi su cose importanti: quello stronzo che l’ha drogata e soprattutto mia figlia!
Tra poco la rivedrò.
Lei è mia figlia, sangue del mio sangue. Non riesco a crederci.
Devo avvicinarla e cercare di instaurare un rapporto con lei. Ma come posso fare con Kagome? Di sicuro non mi lascerà avvicinare tanto facilmente.
 
Arrivati al tempio l’accompagno fin davanti la porta di casa.
-Non era necessario che mi accompagnassi fin qui, comunque grazie. Puoi andare.-        mi dice lei aprendo la porta con le chiavi
Staranno di sicuro dormendo ancora tutti. Non sono neppure le sette del mattino.
-Preferisco parlare con tua madre per chiarire l’equivoco e scusarmi del messaggio.-     le dico cercando una scusa per restare e poter vedere mia figlia
-Non è necessario. Le spiegherò tutto io puoi anche and…-
-Mammina!!!! Finalmente sei qui!!!-       urla Sayuri saltando per le scale e raggiungendo la madre con un balzo
-Ehi, ma che ci fai già sveglia piccola?-   
-Ero venuta in camera tua perché avevo fatto un brutto sogno, ma non ti ho trovato. Poi mi sono ricordata che eri uscita con lui.-      mi dice indicandomi col suo ditino
-Mi dispiace amore. E che hai sognato?-      le chiede lei spostandole una ciocca di capelli
-Che papà tornava per la mia festa di compleanno.-      le spiega rattristandosi
Kagome la guarda a bocca aperta per qualche istante, poi istintivamente si gira a guardarmi.
Io so il perché lo fa. Pensa che il padre di sua figlia sia davvero tornato. Se non avessi saputo la verità sicuramente non avrei capito questo gesto all’apparenza insignificante.
-Beh…era un  bel sogno allora. Perché sei triste?-    le chiede riprendendosi e guardando di nuovo la bambina
-Perché so che non accadrà mai. Lui è morto, vero mamma?-       domanda iniziando a piangere
-Oh no tesoro, non fare così…-      la consola lei cullandola e accarezzandole la testa, anche se mi pare serva a poco
Non so cosa mi abbia spinto a farlo, forse il vedere in lacrime mia figlia per una cosa ingiusta, però la strappo subito dalle braccia di Kagome che mi guarda come se volesse uccidermi.
-Ma no, che morto e morto! Il tuo papà sta benissimo e sono sicuro che presto lo rivedrai! Anzi ne sono convinto! Quindi smetti di arrossare questi begli occhietti, perché sono sicuro a scuola hai un amichetto che ti aspetta…o sbaglio?-          le dico asciugandole le lacrime
Solitamente i bambini a quest’età dicono di avere il fidanzatino o la fidanzatina, chissà se pure per lei è così. Io ne avevo tre ai tempi dell’asilo.
-Sì…è vero. Ma tu…come lo sai?-       mi chiede tirando su col nasino e smettendo di piangere
-Lo so perché sono un maschietto e dato quanto sei carina sono sicuro che a scuola hai un bel bambino che ti fa la corte. Non è così?-
-Sì.-    mormora asciugandosi gli occhi con la manica del pigiama
-E vuoi farti vedere da lui con le guance rosse e gli occhi tristi?-
-No. Hai ragione. Grazie signore!-          mi dice dandomi un bacio sulla guancia e sorridendomi finalmente
Il primo bacio che mi ha dato mia figlia! Mi viene quasi da piangere!
-Di nulla piccola. Ora vai a sciacquarti questo visino, su.-       le dico scendendola
-Corro! Grazie tantissime…signor?-
-InuYasha.-      le rispondo sorridendole
-Grazie tante signor InuYasha. Ciao ciao!-     mi saluta correndo di sopra
E’ davvero bellissima quando sorride. Somiglia tantissimo al sorriso di Kagome.
-Ti ringrazio, per ciò che le hai detto.-        sussurra Kagome visibilmente sorpresa, ma anche dispiaciuta
Come riesce a tenere segreto a sua figlia che suo padre ce l’ha davanti? Come può restare impassibile di fronte le lacrime di sua figlia? E’ mai possibile che l’odio che prova per me sia più forte dell’amore per nostra figlia?
-Di nulla figurati. Mi spiaceva tantissimo vederla piangere.-
-Dispiace anche a me.-        confessa rattristandosi
Se ti dispiacesse davvero le diresti che suo padre è vivo e vegeto e  che ce l’ha accanto!
-Amavi suo padre?-    le chiedo improvvisamente
Lo so che è scorretto quello che sto facendo. Ma che altro posso fare per avvicinarmi a lei? Se le dicessi che ho scoperto la verità su Sayuri sono sicuro che non me la farebbe mai vedere e io di certo non me ne starei con le mani in mano.
Amo Kagome, ma quella è mia figlia e non le permetterei di tenermela lontano.
Inizierebbe una battaglia legale che non voglio, quindi non mi resta che giocarmi il tutto per tutto facendo finta di essere all’oscuro della verità.
Voglio mia figlia, ma voglio crescerla con Kagome. La voglio al mio fianco come un tempo.
-Più della mia vita. Ma ormai è passato molto tempo.-         mi dice entrando in cucina dove la seguo
Sentirle dire quanto mi amava mi rende triste. E so che è tutta colpa mia. Vorrei poter rimediare al male che le ho fatto, ma come se lei non me lo permette?
-Kagome!-      la richiama una voce alle nostre spalle…è sua madre
-Mamma…-
-Si può sapere che combini figlia mia? Ti sembra il modo di comportarti? Ti ho sempre lasciata libera di fare le tue scelte in questi anni, ma non così! Ti rendi conto che non puoi avvisarmi all’ultimo momento che passi la notte fuori con…con…lui tra l’altro! Perché l’hai portato qui?-     la rimprovera la madre
Ovviamente non mi vede di buon occhio. Non so darle torto dopo quello che ha subito la figlia in questi anni.   
-Mamma non è come sembra. Non ho passato la notte con lui perché volevo.-
-Che significa? Che ti ha costretta?-
-Ma assolutamente no signora! Come può pensare una cosa del genere?-       mi difendo guardando il suo sguardo accusatore
-No mamma, è una storia lunga. Sediamoci che ti racconto…-      le dice la figlia
Dopo esserci seduti tutti in cucina Kagome racconta l’accaduto alla madre, che quasi piange.
-Oh Kami Sama! Quindi se non ci fosse stato InuYasha quel Naraku avrebbe… oh cielo! Non posso neppure pensarci!-
-Mi spiace averle mandato quel messaggio fingendomi Kagome, ma capirà che non sapevo come altro giustificare l’assenza di sua figlia da casa per tutta la notte.-          mi giustifico io facendole notare che non sono certo l’approfittatore che aveva immaginato
-Scusami per prima InuYasha, anzi ti ringrazio per ciò che hai fatto. E’ solo che, dopo quello che è successo in questi anni io…-
-Mamma! Non credo che InuYasha se la sia presa per prima, tranquilla!-     la interrompe subito la figlia
Evidentemente teme che possa lasciarsi sfuggire qualcosa.
-Eccomi pronta mammina! Buongiorno nonna!-          esclama allegra Sayuri comparendo in cucina già vestita e coi codini
Che carina che è! E’ proprio tenera la mia bambina! Anche se devo dire che coi codini in disordine è un po’ buffa. Uno è troppo in alto mentre l’altro è tutto scivolato.
-Tesoro come mai già sveglia?-
-Non avevo sonno nonnina. Signor InuYasha come mi trovi? Sono carina così? Piacerò a Hiroshi?-     mi chiede sorridente
Hiroshi? E chi è? Ah sì, il fidanzatino.
Nel frattempo vedo la nonna guardare stupita prima la figlia, poi la nipote e infine me.
-Sono sicuro di sì. Sei davvero bellissima. Però sarebbe meglio sistemare i codini.-      le dico sistemandoglieli
Non sono molto bravo per queste cose, ma almeno due codini simmetrici riesco a farli anche io.
-Grazie. Sei molto gentile. Mamma oggi può accompagnarci il signor InuYasha all’asilo?-        chiede lei spiazzando tutti
-Pe…perché vuoi andarci con lui?-      chiede Kagome
Già…perché vuole andarci con me??
-Così gli presento Hiroshi! Lui capirà di sicuro se gli piaccio. Tra maschi si capiscono no?-
Accidenti l’ha presa seriamente questa cosa. Non è che devo iniziare a preoccuparmi?
-Tesoro non è il caso di disturbare InuYasha per queste cose.-     la rimprovera Kagome
-Nessun disturbo. Anzi, magari colgo l’occasione per fare quattro chiacchiere, da uomo a uomo, con questo Hiroshi.-       le rispondo facendo l’occhiolino a mia figlia che esulta felice
Mi piace l’idea di portarla a scuola. Mi fa sentire più vicino a lei. Mi fa sentire suo padre.
Sembro starle simpatico per fortuna. Spero di riuscire a conquistare almeno l’amore di mia figlia. Mi impegnerò con tutte le mie forze.
 

 
                                                                              *******************
 

 
Ma che gli è preso a mia figlia? Ha appena conosciuto InuYasha ma sembra che lo conosco da tutta la vita da come si comporta. E anche lui non è da meno.
Vederlo consolare e sistemare i codini a Sayuri mi ha fatto tenerezza. Sembravano un padre e una figlia. Ma che sciocca, loro sono padre e figlia. Forse, inconsciamente, è il richiamo del sangue ad unirli.
Di fronte gli occhioni di mia figlia non riesco a dirle di no, così mi cambio, mi rinfresco e portiamo insieme Sayuri all’asilo.
Vederla trotterellare felice mano nella mano con InuYasha mi ha fatto male. Mi sento un mostro a negarle suo padre.
Quando mi ha detto di averlo sognato e che lo crede morto mi ha spezzato il cuore.
Suo padre era ad un passo da lei. Avrei voluto dirglielo per cancellare quella tristezza e quelle lacrime che mi trafiggevano come coltelli, ma non ce l’ho fatta. Per fortuna poi è intervenuto InuYasha con la scusa del fidanzatino. All’occorrenza è tornato utile quel ragazzino.
Io però mi sento una madre terribile in questo momento. Ma non so che fare. Non trovo il coraggio di dirle che InuYasha è suo padre, perché questo vorrebbe dire riportarlo nella mia vita. Dovrei vederlo più spesso di quanto già non faccio ora. Vorrebbe dire ammettere un legame indissolubile che c’è tra noi due.
Questo potrebbe farmi cedere e io non voglio! Mi sono ripromessa in quella stanza d’ospedale, mentre mia figlia lottava per vivere, che mai più mi sarei innamorata di un uomo. Che mai più avrei permesso a qualcuno di crearmi così tanto dolore e sofferenza. Se non fosse stato per lui mia figlia non sarebbe nata prematura, non avrebbe rischiato la morte e ora non starebbe crescendo senza l’amore di un padre.
No, non posso, non devo cedere assolutamente!
Crescendo le passerà. Troverà altre cose da fare e non ci penserà più. Io sono cresciuta senza padre e questo non mi ha impedito di vivere la mia vita. Mi mancava certo, ma i fatti erano quelli, punto!
Se ha bisogno di figure maschili ci saranno mio fratello Sota e Miroku. Non devo farmi intenerire.
-Mamma? A che pensi?-      mi chiede mia figlia mentre l’accompagniamo all’entrata
-Nulla tesoro. Ora va e buona giornata. Alle quattro verrà a prenderti la nonna come sempre, va bene?-
-Va bene. Ciao mamma! Ciao Signore InuYasha!-      ci saluta lei agitando la mano ed entrando
-Ciao piccola! Buona giornata.-       la saluta InuYasha sorridendole
Che starna sensazione averlo affianco mentre porto Sayuri a scuola. Sembriamo marito e moglie che accompagnano la loro bambina a scuola. Sarebbe stato così se solo lui non fosse stato un bastardo! Avrei anche io una famiglia felice, un marito, una casa nostra, altri figli magari…invece…
-Ora passiamo al laboratorio di Miroku. Dobbiamo lasciargli il campione di urine.-       mi ricorda InuYasha
-Ah già. E’ vero.-      
-L’hai cresciuta davvero bene, anche se hai dovuto farlo da sola.-      mi dice quando ci avviamo alla sua macchina
-Eh?-
-Sayuri, è una bambina vivace e ben educata. Si vede che non le hai mai fatto mancare nulla.-
Una cosa veramente le è mancata…e tuttora gliela sto negando.
-Grazie.-        mi limito a rispondere
-Una cosa però le manca…-       mi dice come avesse letto i miei pensieri
-Co…cosa?-       speriamo non si riferisca a lui
-Un padre. Le manca un padre.-        ecco appunto
Figurarsi come reagirebbe se sapesse che è lui il padre.
-Non posso farci nulla. Il padre è scomparso cinque anni fa indipendentemente dalla mia volontà. Non ho il potere di cambiare gli eventi purtroppo.-       mi limito a rispondere
-Però puoi cambiare il presente Kagome.-       mi dice guardandomi dritta negli occhi
-Non è mai troppo tardi per cambiare le cose.-         continua poi mettendo in moto
 
Per tutto il tragitto io non ho aperto bocca. Siamo arrivati al laboratorio di analisi di Miroku e ho lasciato il campione che aveva chiesto. Lui non è ancora arrivato.
Mi rimbombano nella mente le parole di InuYasha “non è mai troppo tardi per cambiare le cose”…non so.  Non ne sono molto sicura.
Quando arriviamo in ufficio trovo ad aspettarmi la mia segretaria con un aspetto sconvolto.
-Kagome finalmente sei qui!-
-Keiko cos’è successo?-    chiedo allarmata
-Hiro…ha chiamato il capo della polizia, lo hanno trovato.-       mi dice scossa, così capisco
Non servono certo altre parole per farmi capire che lo hanno trovato morto.
-Dov’è?-
-Da Koga. Ha appena terminato l’autopsia sul suo corpo.-      mi informa
-Ok ci vado subito.-      rispondo triste
Sapevo che non c’era più. Me lo sentivo. Mi spiace davvero tanto per lui. Era ancora così giovane.
-Chi è Hiro? E che significa che quel tizio gli ha fatto l’autopsia? È un medico legale?-     mi chiede InuYasha
-Sì Koga è un medico legale. Hiro invece era un ragazzo di cui ho preso le parti in una causa d’omicidio. Si prostituiva da anni e faceva parte di un brutto giro. Molto spesso mi faceva da informatore. Ho cercato di tirarlo fuori da quel mondo, ma lui non voleva. Temevo sarebbe arrivato questo giorno prima o poi. Ora scusami ma vado a vederlo e a sapere cosa gli è successo, anzi, per sapere come lo hanno ucciso.-        dico giù di morale
-Permettimi di accompagnarti. Non credo sia il caso di andarci da sola.-       
-No, ti ringrazio ma…-
-Niente ma. Non ti lascio guidare da sola in questo stato. Potresti anche stare peggio dopo averlo visto non credi?-       insiste lui
-Va bene. Grazie.-         lo ringrazio dopo aver accettato
In fondo ha ragione. Mi sento già abbastanza scossa per guidare, figuriamoci dopo aver saputo cosa gli hanno fatto e aver visto il suo corpo esanime.
Dopo aver spiegato ad InuYasha la strada, arriviamo al reparto di anatomopatologia. Koga è nel suo ufficio che annota qualcosa.
-Koga.-     lo chiamo
Si gira e mi guarda dispiaciuto, ma appena vede InuYasha al mio fianco sembra infastidito. Non mi sembra certo il momento per la gelosia questo.
-Che gli hanno fatto?-
-Lo hanno strangolato Kagome. Mi spiace.-
-Da…quanto è morto…secondo te?-        chiedo cercando di bloccare le lacrime che cominciano a pungere per uscire
-Da almeno cinque giorni.-
-Ma è scomparso da oltre sette!-        preciso io
-Kagome, devo dirti una cosa ancora più terribile di sapere che Hiro è stato ucciso.-       mi rivela abbassando la testa
-E cosa?-    chiedo col cuore in gola
Lui mi guarda come per cercare le parole migliori da dire.
-Il corpo del tuo amico mostra segni di legature ai polsi e alle caviglie. E’ stato seviziato e stuprato ripetutamente con violenza. Sul suo corpo c’erano bruciature di sigaretta, tagli, lividi e abrasioni varie. Prima di essere strangolato…gli hanno anche amputato i genitali, lasciandoglieli in mano dopo la morte. La polizia crede sia stato un suo ex cliente, che dopo averlo caricato in macchina lo ha tenuto prigioniero per qualche giorno prima di ucciderlo.-      mi rivela, mentre il mio cuore si rompe in tanti piccoli pezzi
Torturato e violentato? Mai avrei creduto che potesse subire un trattamento così crudele.
Le lacrime inondano i miei occhi, incapaci di trattenere la mia tristezza. Sento le mani di InuYasha poggiarsi sulla mia spalla per consolarmi mentre con la mano mi copro i singhiozzi che escono dalle mie labbra.
-C’è il Dna dell’assassino?-       chiede InuYasha
-Sotto alle sue unghie c’erano residui di pelle. Li sto esaminando per estrarlo.-      risponde Koga
-Il taglio dei genitali fa pensare ad una vendetta, considerando soprattutto il fatto che ha lasciato venisse ritrovato con quelli in mano. E’ un messaggio per qualcuno.-          spiega InuYasha con tono pensieroso
-Rivolto…a…chi?-      chiedo cercando di calmarmi
-Non lo so, ma immagino a qualcuno che Hiro conosceva bene, magari un suo cliente abituale.-
-Ma Hiro non era gay. Andava solo con le donne, che io sappia.-       spiego riprendendomi
-Allora forse qualche marito geloso.-       suppone Koga
-E perché un marito geloso dovrebbe stuprare l’uomo con cui va la moglie? In fondo era lei ad andarci. No, non credo sia questo il movente.-
-E quale sarebbe secondo te?-      chiedo ad InuYasha
-Un probabile uomo rifiutato da Hiro, ovviamente omosessuale, o bisessuale.-
-E il messaggio allora a chi è diretto?-       domando
-Se lo sapessi avrei risolto il caso in un tempo record non credi Kagome? Questo dovremmo scoprirlo. Dobbiamo chiedere chi lo ha visto per l’ultima volta e in compagnia di chi.-
-Vuoi davvero…fare ricerche sulla morte del mio amico?-        chiedo sorpresa
-Immagino tu voglia farlo no? In due faremo prima e meglio, non credi?-      mi dice sorridendomi in modo incoraggiante
Forse spinta dal dolore della morte del mio amico ancora così giovane, dalla tristezza per il modo indegno in cui lo hanno trovato, o forse solo perché lo volevo…abbraccio InuYasha ringraziandolo per la sua proposta.
-Grazie. Ti ringrazio InuYasha! Da sola non ce l’avrei fatta stavolta! Grazie davvero!-         gli confesso ricominciando a piangere
La morte di Hiro mi ha scossa più di quanto credessi. Così tanto che non mi chiedo nemmeno se sia giusto o meno stare tra le braccia di InuYasha a farmi consolare così a lungo. E di fronte a Koga per giunta. Ma sinceramente al momento non riesco proprio a curarmene. Sto male al pensiero del dolore che ha provato il povero Hiro prima di essere ucciso. Se solo fossi riuscita a trascinarlo fuori da quello schifo ora sarebbe vivo e magari fidanzato e felice.
Lasciamo l’ufficio di Koga che sembro un zombie.
Quando ritorniamo al nostro ufficio alla ASK trovo Sango e Miroku ad attendermi.
-Kagome! Oh Kagome come stai? Ho appena saputo di Hiro!-         mi dice Sango correndo ad abbracciarmi
-Adesso sto un po’ meglio ma mi sento a pezzi. Non credo che riuscirò a lavorare per oggi.-        ammetto buttandomi sul divano
-Se vuoi ti riporto a casa.-        propone InuYasha prendendomi la mano
-Se non ti spiace preferirei averti qui in ufficio InuYasha. Sango è appena tornata e non sa nulla di quello che è successo ad Hiro. Potresti raccontaglielo tu e nel mentre iniziare a cercare qualche indizio su chi è stato.-       gli chiedo quasi supplichevole
Non ho voglia di raccontare il modo in cui è stato trovato. Mi fa male anche solo pensarlo. Non ho avuto neppure il coraggio di vederlo.
Non riesco e rivivere tutti i passaggi che ci ha spiegato Koga sui vari test citologici, istologici, tossicologici e  altro, che nemmeno ho ascoltato in quel momento per la verità.
Lui sembra capirlo e annuisce subito.
-Ti accompagno io, così mi racconti anche di ieri sera se ti va.-         mi dice Miroku
Ah è vero…Naraku. Mi era del tutto passato di mente.
Accetto e mi riporta a casa. Gli racconto ciò che mia ha spiegato InuYasha, perché io non mi ricordo nulla di nulla.
-Da quanto ho appena visto siete in buoni rapporti voi due.-       mi fa notare il mio amico
-Non è come puoi immaginare. Dopo avermi salvata ieri sera e avermi offerto il suo aiuto per trovare chi ha ucciso Hiro  è normale che gli parli senza astio. Per adesso sono troppo scossa per pensare ad ucciderlo o a fargliela pagare per ciò che ha fatto.-      
-Capisco. Comunque ieri quando mi ha chiamato alle due di notte col tuo cellulare mi è preso un colpo. Ho avuto paura ti fosse successo qualcosa.-       mi rivela serio e preoccupato
-Ci sono andata vicino ma per fortuna lui mi ha trovata in tempo. Ora sto bene non preoccuparti.-
-Quel maledetto! Se lo vedo giuro che lo uccido! Anzi, voglio il suo indirizzo per andargli a spaccare la faccia!-        dice furioso
-Non pensarci nemmeno! Poi quello arrestato saresti tu e non voglio ti accada nulla! Prima ottieni il risultato sul campione che ti ho dato e poi vedremo il da farsi.-
-Non ne sono molto convinto. E poi che male vuoi che gli faccia qualche osso rotto?-
-Miroku!-
Dopo aver lottato non poco per fargli promettere di non andare ad uccidere quel bastardo con le sue mani è andato via, suppongo sia ritornato in ufficio per parlare con InuYasha dato che io non sono stata molto utile.
Dopo un bagno rilassante mi butto a letto. Questa giornata è cominciata male ed è finita peggio.
 


                                                                              ***********************
 


-E questo è tutto.-        spiego a Sango intenta ad asciugarsi le lacrime
-Mi spiace davvero molto per il povero Hiro. Non meritava quella fine. Era davvero un bravo ragazzo.-
-Lo conoscevate da molto?-
-Da oltre tre anni. Era un bellissimo ragazzo. Ogni volta che veniva in ufficio per darci le informazioni che volevamo si ritrovava un suolo di donne pronte a cascargli ai piedi. Avrebbe potuto avere un destino migliore se solo fosse uscito da quel giro. Ma quando ci entri non puoi più uscirne e lui lo sapeva benissimo. Per questo non aveva accettato l’aiuto di Kagome, per non metterla in pericolo. Di sicuro le avrebbero fatto pagare quell’intromissione, per questo lui rifiutava sempre. Ma a lei non lo aveva mai detto altrimenti si sarebbe intestardita come suo solito.-          
-Ho capito. E’ stato un bel gesto il suo. Ora però sta a noi trovare chi l’ha ucciso e vendicarlo.-
-Concordo pienamente con te. Dobbiamo trovare lo stronzo che lo ha ucciso e torturato. Ma da dove cominciamo?-       mi chiede Sango riprendendosi
-Da i suoi “colleghi” direi. Loro dovrebbero conoscere le abitudini di quel ragazzo. Sai per caso dove viveva?-
-Sì lo so. Vuoi controllare la sua casa?-
-Sì. Vorrei vedere se troviamo qualche indizio. Magari aveva una storia con qualche donna in particolare. Dobbiamo controllare se aveva appunti, foto, messaggi, qualunque cosa che possa darci una pista.-
-Tu che idea ti sei fatto?-
-Se quello che ha detto Kagome è vero, ciò che Hiro era etero, forse si può trattare di un uomo che è stato rifiutato da lui. Una donna mi sembra altamente improbabile. Un marito tradito anche. Dobbiamo tener conto della violenza subita, il che ci riconduce ad un uomo attratto anche dal suo stesso sesso.-
-Anche?-    mi chiede lei confusa
-Certo. Non possiamo affermare si tratti di un omosessuale. Potrebbe anche essere un bisessuale. Come può darsi anche che sia sposato per quel che ne sappiamo.-
-Sì è vero hai ragione, ma adesso come facciamo a scoprir…-
-InuYasha!-        ci interrompe la voce di Miroku
Mi viene incontro a passo spedito e con un espressione che non promette niente di buono.
-Miroku…-         lo chiama la sua fidanzata, ma lui la ignora
-Che intenzioni hai?-      mi chiede secco ponendomisi di fronte
-Trovare chi ha ucciso quel ragazzo ovvio no?-
-Non mi riferisco a questo! Che intenzioni hai con Kagome?-      mi ripete precisando ciò cui si riferiva
-Perché me lo chiedi?-
-Perché ho capito dove vuoi arrivare con lei. Quando siete entrati in ufficio la tenevi per mano e lei non ha fatto altro che guardarti come fossi un dio sceso in terra.-
-Miroku ma che dici sei impazzito?-        domanda Sango avvicinandoglisi
-Non capisco proprio che intendi.-       rispondo facendo il finto tonto
Lo capisco eccome invece.
-Non credere che sia uno stupido InuYasha! Ma ti avviso…se ti vedo fare piangere ancora una volta Kagome giuro su tutti i Kami dell’universo che ti rompo a pezzetti microscopici e poi li spedisco a casa di tuo fratello, così da non dover vedere mai più la tua faccia. Mi sono spiegato?-       minaccia ad un soffio dal mio viso
-Io invece credo tu debba farti una saccoccia di cazzi tuoi Miroku!-        rispondo infastidito dalle sue minacce
-Me li sono fatti fin troppo i cazzi miei quando hai abbandonato Kagome. Avrei dovuto invece venire a Londra, prenderti per le palle, che non hai, e trascinarti qui da Kagome! Non hai la più pallida idea di quello che ha passato quella ragazza! Non sai quante volte mi sono ritrovato la maglietta zuppa delle sue lacrime. Non sai cosa significhi sentirle dire di voler morire o di scomparire dalla faccia della terra. Non sai cosa si prova a cercare di consolare una persona che ti chiede cosa avesse fatto di sbagliato, cosa ci fosse di sbagliato in lei per meritare di essere abbandonata senza una valida spiegazione. Non sai cosa si prova a vedere la tua migliore amica in preda ad un attacco di panico! Se permetti io lo so perché tutte queste cose le ho vissute con lei, quindi mi permetto di dirti e farti tutto ciò che voglio! Non ti lascerò distruggere nuovamente la mia amica dopo essertela spassata con lei! Bada bene a ciò che fai perché stavolta ti inseguirò in capo al mondo per spaccarti la faccia!-        mi dice lasciandomi basito
Io non immaginavo che Kagome avesse sofferto davvero così tanto. Desiderare perfino di morire, avendo nostra figlia in grembo tra l’altro.
Incapace di replicare a queste più che giuste accuse abbasso la testa sconfitto.
-D’accordo. Lo terrò presente. Ma sta certo che stavolta non andrà come la volta scorsa. Mi sono pentito di ciò che ho fatto e non ho intenzione di ripetere lo stesso errore. Sono convinto che Kagome mi ami ancora, come io amo ancora lei. Voglio rimediare agli sbagli che ho fatto. Voglio ricominciare da capo con lei e Sayuri.-
-Che…che ne sai tu di Sayuri?-      mi chiede spalancando gli occhi
Non devo tradirmi. Menti InuYasha! Sei un avvocato e gli avvocati sono bravi a rigirare le cose a loro piacimento.
-So che Kagome ha avuto una figlia ma che il padre è scomparso da cinque anni. Quella bambina ha bisogno di un padre e io sono disposto ad esserlo, per amore di Kagome.-       
Vedo sia Miroku che Sango guardarmi con stupore. E’ subdolo quello che sto facendo. Mi sto facendo passare per un uomo santo e buono, ciò che in realtà non sono. Ma ho bisogno di aiuto per riscattarmi e questa è l’unica carta che posso giocarmi. Non vorrei prendere in giro nessuno ma se non lo facessi nessuno mi darebbe più credito dopo ciò che ho fatto. Invece voglio dimostrare a tutti che amo ancora Kagome, che posso essere un buon padre e in futuro, se lei vorrà, un buon marito.
-Ricorda che quelle due hanno un cuore, ma soprattutto hanno me! Se oserai lasciarle e andartene una seconda volta considerati morto!-          mi dice prima di uscire dall’ufficio
Non capisco…mi ha appena dato il suo consenso di riprovarci con Kagome? Non riesco a crederci! Ciò vuol dire che il mio piano funziona!
-Ritorniamo a studiare il caso di Hiro. Dobbiamo aprire una cartella coi suoi dati e il resto.-        dico a Sango intenta ancora a guardare la porta da dove è appena uscito il suo fidanzato
-Ah…sì. Ci penso io a quello. Tu chiedi a Keiko di cercare nello schedario l’indirizzo di Hiro.-
-Ok.-
-Grazie InuYasha.-
-Di cosa?-
-Di occuparti di un caso di cui non dovrebbe importarti nulla.-
-Non ringraziarmi. Lo faccio per Kagome. mi ha stupito vederla piangere in quel modo per quel ragazzo. Doveva essergli affezionata. E poi se ci lavoriamo tutti  e tre abbiamo più possibilità di scoprire qualcosa.-
-E’ vero, hai ragione.-
Inspiegabilmente sembra che io stia riuscendo, poco a poco, e riacquistare la fiducia di tutti.
Speriamo in bene perché stavolta non posso sbagliare nulla. Devo comportarmi nel migliore dei modi e aiutare Kagome. Magari aiutandola con questo caso e passando più tempo a stretto contatto qualcosa accade. Staremo a vedere. Per adesso…a lavoro InuYasha! Hai un omicidio da risolvere!






















 
 
 
 
 
 
Rieccomi gente ^_^ in ritardo come sempre ma eccomi ^_^
Qualcosa sembra muoversi tra InuYasha e Kagome. Qualcosa di impercettibile ma che Miroku ha già colto.
Il caso del povero Hiro farà riavvicinare i due protagonisti?
Baci baci Faby <3<3<3<3<3<3<3<3
 
p.s: grazie infinite per il sostegno ^___^ siete tutti dolcissimi <3<3<3<3<3<3<3<3   vi voglio bene <3<3<3

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Capitolo 5
*** Ricominciamo? ***


Dlin Dlon 
Informazione di servizio ^_^  : Inizio capitolo a rating rosso. Lettore avvisato, mezzo salvato ^_^
Dlon Dlin
 
 
 
 
 
Le 19:35
-Anche per oggi abbiamo finito. Sono sfinita!-     mi lamento stiracchiandomi la schiena
Sono passati alcuni giorni da quando abbiamo saputo di Hiro e siamo tutti molto indaffarati per trovare il colpevole. Ma siamo sulla buona strada. Abbiamo la testimonianza di una prostituta che avrebbe visto Hiro entrare spesso dentro un’ auto nera di lusso, compresa l’ultima sera che l’ha visto. Ha ricordato le prime cifre della targa e adesso la stiamo cercando. Speriamo che la targa ci riconduca a qualcosa di concreto e magari all’assassino.
-Io scappo a casa Kagome. Miroku mi aspetta.-
-Certo Sango, vai pure.-    la rassicuro
Solitamente dopo il lavoro prendiamo un aperitivo prima di andare a casa. Ma in questi giorni finiamo abbastanza tardi quindi appena finiamo voliamo a casa.
-Kagome, posso invitarti a cena con me?-        mi chiede InuYasha quando la mia amica va via
-Perché dovremmo andare a cena?-      chiedo restando sempre sulla difensiva
In questi giorni ammetto che mi è stato molto vicino, ma averlo “troppo” vicino mi crea disagio.
-Vorrei parlarti di qualcosa che ho scoperto sull’omicidio della piccola Ayako.-
-Davvero? E che avresti scoperto?-   chiedo curiosa
-Preferirei parlarne davanti un bel piatto di fumante ramen. Ho una fame terribile.-      mi dice facendo un bellissimo sorridendo
Maledetto sorriso tentatore!!!
-Vai ancora pazzo per il ramen a quanto vedo.-
-Infatti. Allora accetti?-
A cena con InuYasha? Non so. Mi sa di “intimo”. Anche se in fondo ci andiamo solo per lavoro. Non è un invito galante. Ma sì…
-Ok, andiamo.-      dico prendendo la borsa e uscendo dall’ufficio con lui
Arrivati al ristorante inizia a spiegarmi una sua teoria riguardo l’omicidio su cui indaghiamo da mesi.
-Secondo l’esame autoptico…Ayako Takada è stata strangolata con qualcosa di sottile, tondo e liscio. Data la mancanza di abrasioni frastagliate e di fibre è da escludere un qualche tipo di corda. Grazie al ritrovamento di microscopici residui di gomma, che secondo gli esperti è riconducibile al rivestimento per cavi elettrici, il principale sospettato è l’elettricista Mizuki Kawamura, che due giorni prima della scomparsa di Ayako era in casa Takada per risistemare l’impianto elettrico. I genitori hanno dichiarato che l’uomo scherzava molto con la bambina, a suo dire perché aveva una figlia della stessa età e quindi amante dei bambini. Si è poi scoperto che Kawamura non ha né figli né moglie. Quindi è evidente che ha mentito. La bambina è stata legata mani e piedi con del nastro isolante, altra prova contro Kawamura. Ma la parte migliore delle prove viene adesso…-       mi dice lasciando in sospeso la frase
-Ovvero?-
-Il nastro ancora presente nelle mani della bambina è stato analizzato. Non presentava tracce di DNA come sai, però è stata scoperta un’altra cosa interessante.-
-Quale? Non tenermi sulle spine!-
-Le forbici usate per tagliare il nastro isolante hanno lasciato uno strano segno sul bordo del taglio, come se le forbici fossero scheggiate in un punto delle lame. In questo modo il taglio non è venuto pulito e netto. Questo “difetto” è presente in tutte le estremità del nastro.-
-Quindi basterà far analizzare gli strumenti di lavoro di Kawamura per scoprire se lui possiede quelle forbici. A quel punto sarà nostro!-
-Esatto! Ho già chiesto una perizia su quegli attrezzi già posti sotto sequestro. Basterà attendere il risultato della polizia scientifica.-
-Non potevi darmi una notizia migliore InuYasha!-       esclamo felice
-Ne sono felice. Ho studiato molto questo caso e ho trovato strano che non abbiano mai controllato il taglio del nastro isolante. La polizia scientifica di New York è più accurata in queste cose.-      
-Aspetta ma, allora sei stato tu a richiedere una perizia sul nastro isolante?-      chiedo stupita
-Certamente. Altrimenti avremmo potuto aspettare anni.-
-Wow! Complimenti davvero!-       esclamo sorpresa
-Lavorare in una città dove gli omicidi sono all’ordine del  giorno è stato utile, no?-      mi dice ricordandomi che se n’è andato via dal Giappone
-Beh, sì. Direi di sì. Hai fatto esperienza all’estero, cosa che ti sarebbe stata impossibile qui.-     dico rattristandomi al pensiero di questi anni in qui lui era a far carriera e io invece a curare le influenze di mia figlia
Ho fatto ugualmente la mia carriera qui ma non quanto la sua.
Dopo questa affermazione cala il silenzio tra di noi.
Credo abbia capito il mio cambio d’ umore dovuto alla sua affermazione.
Finiamo di mangiare e ci avviamo verso la sua auto.
-Senti Kagome, mi dispiace aver rovinato la serata parlando di quando sono andato via. Ho sbagliato, perdonami.-      mi dice guardandomi
-Lascia stare, non ha importanza. È successo secoli fa. La vita è andata avanti per entrambi.-        rispondo facendogli un sorriso talmente finto che sta per cadermi la mandibola dallo sforzo che ho fatto
Lui sembra accorgersene e improvvisamente batte il pugno contro il volante, facendomi sobbalzare.
-Smettila di fingere, cazzo! Non ne posso più! Lo so che hai sofferto le pene dell’inferno! Lo so che soffri ancora adesso, quindi smettila di prendermi in giro con questi sorrisi di circostanza! Picchiami! Offendimi! Incazzati, per amor del cielo! Ma piantala di fingere che tutto vada bene come se non fosse mai successo nulla di importante!-      sbotta furioso urlandomi contro tanto da farmi quasi paura
-I…io…non vedo che senso avrebbe rinfacciarti il passato. Le cose di certo non cambierebbero.-        rispondo freddamente
Che altro posso dirgli? Che ha ragione e che vorrei davvero picchiarlo per quello che mi ha fatto?
-Non cambieranno ma almeno potrai sfogarti e dirmi ciò che pensi di me, così da poter voltare pagina e riprovarci insieme!-
-Riprovarci insieme? Andare avanti? Mio caro credo che tu stia facendo i conti senza l’oste! Io non ho intenzione di rimettermi con te dopo tutto quello che è successo! E se davvero credi che possa accadere sei davvero un illuso!-          ribatto arrabbiandomi a mia volta
Mi voleva arrabbiata? Adesso sarà contento!
-Non sono un illuso. Ho visto come mi guardi, come reagisci quando ti sto accanto. Rifiuti solo per orgoglio e per ripicca, questa è la verità!-
-Io per ripicca? Ti stai facendo i film in testa InuYasha. Tu non conti più nulla per me! Sei uscito dalla mia vita sei anni fa e non ho intenzione di fartici rientrare!-        rispondo furente
-Quindi puoi giurare di non provare più nulla per me?-
-Esatto! Io non ti amo più, quindi smettila di chiedermi continuamente di rimetterci insieme perché la risposta sarà sempre no.-
-Ah è vero, ora ricordo. Hai detto di amare il padre di tua figlia non è così? Ti è bastato poco per dimenticarmi  a quanto vedo!-
-Ora vorresti incolpare me? Proprio tu, che ti sei sposato, o lo hai dimenticato? Non venirmi a fare la predica!-  
Le nostre urla sono così forti che i passanti si fermano a guardarci. Maledizione stiamo dando spettacolo! Sapevo di non dover accettare questa cena.
-Riportami a casa! La gente ci sta guardando.-          gli chiedo con tono ancora alterato
-D’accordo…-        risponde senza controbattere e mettendo in moto
Ogni tanto è intelligente, menomale!
-Ehi dove stai andando? Questa non è la strada per casa mia!-       chiedo quando gli vedo imboccare delle vie a me sconosciute
-Stiamo andando a casa mia. Non abbiamo ancora finito di parlare.-       afferma serio
-Io invece non ho nulla da dirti quindi riportami immediatamente a casa!-      sbraito con occhi rossi di rabbia
-Io invece ho ancora molto da dirti.-        risponde ignorando la mia richiesta
Sbuffo e mi appoggio al sedile a braccia incrociate. Insistere non funzionerà a molto. Ha la testa più dura della mia.
Arrivati a casa sua mi fa accomodare nel soggiorno.
-Vuoi un caffè o qualcosa da bere?-       mi chiede gentilmente
-Non voglio nulla. Dimmi solo quello che mi devi dire così la finiamo una volta per tutte!-           dico scocciata
Lui si viene a sedere sul divano vicino a me con aria dispiaciuta.
-Voglio davvero chiederti perdono Kagome. Ho sbagliato. Ti ho abbandonata lasciandoti sola. Lo so che sono imperdonabile per quello che ti ho fatto passare. Ti ho ferita, me ne rendo conto e credermi, se potessi tornare indietro non lo rifarei, ma purtroppo è impossibile viaggiare nel tempo quindi non mi resta che scusarmi all’infinito con te per quello che ti ho fatto. Ti prego ridammi una seconda possibilità…anzi, dacci una seconda possibilità!-          mi chiede guardandomi
-Ridarci una possibilità? Ti sembra facile da chiedere? Con le scuse non si può cancellare il dolore come se fosse una gomma da cancellare. Mi hai ferita andandotene, lo hai rifatto ignorando le mie chiamate e mi hai uccisa quando ti sei sposato. Come pensi che delle semplici scuse mi convincano che non lo rifarai mai più? Che mi starai vicino come merito? Che ti farai davvero perdonare tutto?-        gli chiedo mentre i miei occhi si riempiono di lacrime
-Se non provi non puoi saperlo Kagome. Ti prego!-        chiede ancora prendendo la mia mano nella sua, ma io mi alzo, non voglio un contatto con lui o so che cederei
-E’ tardi InuYasha. E’ passato troppo tempo ormai.-
-Non è tardi! Kagome pensaci prima di decidere! Riflettici!-      
-Non ho nulla da riflettere! Ora portami a casa, sono stanca.-        gli chiedo continuando a piangere, perché il mio cuore mi dice una cosa, mentre la testa ne dice un’altra
-Come faccio a riportarti indietro se piangi in questo modo? Perché cerchi di opporti ai tuoi sentimenti dannazione!-
-Io non mi oppongo a nulla! Io non ti amo più! Quante volte devo ripeter…-    avrei voluto finire la frase ma lui me lo impedisce afferrandomi con forza e baciandomi
Era una reazione che non mi aspettavo e rimango immobile. Quando cerca di aprirsi un varco nella mia bocca però mi riprendo subito cercando di staccarmi, ma lui mi stringe con entrambe le braccia a sé tenendomi in una morsa quasi dolorosa. Non potendomi muovere giro la testa di lato.
-Lasciami InuYasha!-        urlo spingendolo con le mani sul suo petto per allontanarlo, con scarsi risultati
-Non posso! La tua bocca mi è mancata troppo per lasciarti andare!-        dice girandomi il volto nuovamente per andare incontro alle sue labbra, che possessive mi baciano e leccano
Cerco ancora di fuggirgli via ma lui mi spinge sul divano, bloccandomi anche le gambe.
Mi vuole prendere con la forza? Non avrei mai creduto potesse essere capace di una cosa tanto riprovevole!
Ma la cosa che più mi sta terrorizzando adesso non è subire questa violenza, ma il fatto che il mio corpo sta reagendo come non dovrebbe.
InuYasha mi spinge contro il divano col suo corpo mentre le sue mani vagano su di me…e il mio ventre inizia ad incendiarsi. Scariche di piacere partono dalla mia schiena provocandomi dei lunghi brividi.
Oh cielo…sto perdendo le mie facoltà cognitive! La sua lingua che esplora con forza la mia mi sta riportando a sei anni fa, alle serate trascorse a fare l’amore fino allo sfinimento. Senza contare che non sto con un uomo da quando lui se n’è andato.
Quando la sua mano prende a massaggiarmi un seno è la fine per me. Mi ritrovo come una ragazzina in piena crisi ormonale a ricambiare con disperazione il suo bacio furioso, presa dalla voglia che il mio corpo sente di lui.
Inizio ad accarezzarlo anche io attraverso la camicia, prima il petto e poi le spalle per poi andare ad intrecciare le braccia dietro il suo collo.
Stupito dal mio gesto si ferma per guardarmi, come se si fosse accorto solo ora di quello che sta accadendo.
-Kagome…-         sussurra con voce roca e gli occhi pieni di desiderio, mentre il mio petto si muove frenetico per la mancanza d’aria
Stavolta sono io che lo tiro a me riavvicinandolo per baciarlo.
Un bacio che esprime il nostro desiderio. Che ci dice che nulla è cambiato per i nostri corpi che ben stanno aderendo l’un con l’altro.
Presi dalla fretta ci ritroviamo già nudi su quel divano. Le sue mani sfiorano il mio corpo come se avesse una piuma al posto delle dita. Non mi basta, ho bisogno di avere di più!
Inarco la schiena verso la mano che sta giocando con la mia femminilità già da troppo. Lui capisce iniziando a darmi un po’ di sollievo quando finalmente mi penetra con due dita.
Butto la testa indietro e quasi urlo di piacere a quel contatto a cui non sono più abituata. Mentre con le dita si muove in me ritmicamente, con la bocca stuzzica e assaggia i miei seni. Li lecca e succhia come se ne dipendesse della sua vita.
Mi contorco contro di lui per il piacere che mi sta dando e che da tempo non sentivo, muovendo il bacino contro la sua mano per darmi più piacere possibile.
E intanto gemo in modo quasi vergognoso quando accarezza anche col pollice il punto più sensibile di me, stimolando ancora di più il mio desiderio.
-Mi sono mancati i tuoi gemiti amore mio.-      mi sussurra all’orecchio mordendone il lobo
-InuYasha…ti prego…-      lo supplico quasi, quando rallenta il suo movimento
-Vieni con me…-       mi dice alzandosi e portandomi in camera da letto
Si stende e mi tira a sé, sopra di lui. Vuole che conduca io? Non me lo lascio di certo ripetere!
Mi lascio scivolare lentamente sulla sua erezione, che sento pulsante dentro di me e finalmente riempio il vuoto che da tempo provavo nell’anima…fare ancora l’amore con l’unico uomo che ho mai amato.
Mi prende per i fianchi per dettarmi la velocità che vuole e io mi sento finalmente viva.
Le sue mani continuano a scorrere sulla mia pelle ormai rovente, finché non capovolge la situazione portandomi sotto.
-Ora ti farò sentire tutta la voglia che ho di te piccola!-      mi dice leccandomi il collo
Inizia così a darmi spinte maggiori, sempre più potenti. Sento quasi dolore dalla forza che ci mette, ma non mi lamento, è quello che voglio anche io adesso, così lo stringo con le gambe per sentirlo ancora di più.
Quando sta quasi per portarmi al limite esce da me procurandomi un lamento di disappunto.
Solo quando mi gira carponi sul letto capisco le sue intenzioni e lo lascio fare anche stavolta, troppo persa dalle sensazioni che sto provando.  
Spinte e gemiti, solo questo è il rumore che riempie la stanza.
Il piacere sta per arrivare quando inizia a invocare continuamente il mio nome e sento che anche per lui è così.
-Kagome…-        dice stringendomi a sé da dietro
-Kagome……-       mi richiama con voce così roca da non sembrare nemmeno la sua
-InuYasha…-        lo chiamo anche io. Pronunciando il suo nome  come se fosse qualcosa di proibito
-Kagome…Kagome…mi senti?-        mi dice ancora, ma con voce molto più dolce
Certo che lo sento! Eccome!
-Svegliati Kagome…-     continua lui
Eh? Svegliarmi?
-Kagome insomma! Vuoi svegliarti?-      interviene la voce femminile di una donna, mentre sento le risate di una bambina
Apro gli occhi di scatto e mi ritrovo stesa sul divano del soggiorno con mia figlia che ride divertita, mia madre con lo sguardo imbronciato e…lui…InuYasha!
-Oh porca trota! Stavo sognando!-        esclamo alzandomi di scatto a sedere per l’imbarazzo
-Ma Kagome che modi sono con la piccola presente?-     mi rimprovera mia madre
-Ho detto trota mamma, mica una parolaccia!-     sbuffo per il rimprovero
Guardo il viso divertito di InuYasha e non posso fare a meno di arrossire per quello che ho appena sognato.
Oh santissimi Kami! Mi sento accaldata e…e…bagnata. Ma che accidenti mi è preso di fare questi sogni così…sconci? Sono una pervertita, ecco cosa sono!
Altro che brava e impeccabile madre. Sono una sconsiderata!!!
Altro che Lady Ice…
-Come ti senti Kagome? Ti sei ripresa? Hai il viso ancora tutto rosso.-       mi chiede premuroso InuYasha
-Ah no, sto bene ti ringrazio. La febbre è scesa subito con un giorno di riposo.-
Dopo aver saputo della morte di Hiro mi è venuta improvvisamente la febbre a causa dello stress.
Sono stati giorni pesanti. Prima il ritorno improvviso di InuYasha, poi la festa in cui Naraku mi ha drogata, come ciliegina sulla torta ci mancava Hiro.
Ciliegina sulla torta? La torta cavolo! Domani è il compleanno di mia figlia e io lo avevo completamente dimenticato!
Dovevo ritirare oggi la torta perché domani la pasticceria è chiusa.
Guardo l’orario e vedo che sono le sei e mezza. Alle sette chiuderà.
-InuYasha ho bisogno del tuo aiuto!-          gli dico alzandomi subito dal divano
-Cosa è successo? Qualche problema?-       chiede preoccupato
-Peggio! Ne va della mia vita! Devi accompagnarmi in un posto!-       gli dico trascinandolo fuori casa sotto lo sguardo curioso di mia madre
-Ok ok ti accompagno ma almeno metti le scarpe prima di uscire!-     mi dice facendomi notare che sono uscita in pantofole
-E che cavolo!-    esclamo rientrando in casa e mettendo le scarpe
-Ora andiamo!-
-Ma dove devi andare così di corsa?-
-In pasticceria, prima che chiuda! O mia figlia non me lo perdonerà mai di averle rovinato il suo compleanno!-         spiego in ansia guardando l’orologio dell’auto di InuYasha che segna già le 18:44
-Non dirmi che avevi scordato il compleanno di Sayuri?-
-Ti prego non infierire! Mi sento già uno schifo per averlo scordato, se tu rigiri il dito nella piaga mi fai stare peggio.-
-Va bene scusami. Ecco è quella la pasticceria?-     mi dice quando arriviamo
-Sì fermati qui!-        gli dico precipitandomi fuori dall’auto
Per fortuna sono arrivata in tempo, ma proprio per poco, infatti quando esco con la torta in mano il negozio chiude.
Tiro un respiro di sollievo quando entro in auto con la torta, felice di avercela fatta.
-Ce l’hai fatta per un soffio.-
-Già. Ora però dovrei chiederti un altro favore.-
-Quale?-     mi chiede
-Mi dovresti accompagnare di Miroku e Sango. Terranno loro la torta fino a domani per non farla vedere a Sayuri.-
-Siamo vicini casa mia. Se vuoi te la tengo io fino a domani.-      mi propone lui
-Beh non vorrei darti anche questo disturbo…-
-Nessun disturbo.-        risponde sorridendo e mettendo in moto
In viaggio verso casa sua? Non mi è nuova!
Saliamo in casa sua e passo la torta a InuYasha che la mette in frigo.
-Posso offrirti un caffè o altro se preferisci?-      
Alt! Frase simile a quella del sogno! I miei campanelli d’allarme iniziano a suonare!
-Ehm no grazie. Ti ho già rubato parecchio tempo.-
-Niente affatto. E’ stato un piacere passare del tempo con te.-       mi dice avvicinandosi pericolosamente a me
-Mi mancano i giorni in cui stavamo insieme Kagome. Mi mancano da morire.-         continua accarezzandomi dolcemente una guancia
La sua mano è così morbida e calda…
-Non sono stata io a porre termine a quei giorni.-      rispondo amareggiata
-Ridammi un’altra possibilità Kagome. Ti supplico perdonami.-        mi chiede avvicinando il viso al mio
Oh no vuole baciarmi! Non posso permetterlo! Finirebbe come il sogno! Ma certo, doveva essere un sogno premonitore per avvertirmi del pericolo!
Ma se la mia testa dice che questo è un allarme rosso, perché rimango ferma e non mi sposto?
Maledizione cervello! Fammi muovere! Sono ancora troppo presa da quello stupido sogno hard!
E’ vicino! Sento il suo fiato sul mio viso. I suoi occhi incatenati ai miei. La presa della sua mano sulla mia guancia si sposta dietro la mia nuca, sta per baciarmi.
Chiudo istintivamente gli occhi aspettando quel gesto che desideravo da tanto. Per quanto lo possa negare io amo InuYasha. Non ho mai smesso.
Il destino ha però deciso che è giusto restiamo divisi perché dopo avere appoggiato le labbra alle mie suona il suo cellulare, che ci fa allontanare subito.
Solo adesso mi rendo conto di quello che stavo per fare.
-Chi cazzo rompe proprio adesso?-        impreca prendendo il cellulare e sbuffando guardando lo schermo, per spegnendolo
-Non rispondi?- 
-No. E’ la mia ex e non ho la minima intenzione di ascoltare le sue lamentele riguardo gli alimenti. Al momento sono più interessato ad altro…-      mi dice avvicinandosi nuovamente a me
La sua ex, è vero.
Stavolta però mi scanso ed evito di farmi toccare, perché so che cederei di sicuro.
-E’ tardi. Devo preparare la cena a Sayuri.-       gli dico avvicinandomi alla porta d’ingresso in una tacita richiesta di riportarmi a casa
-Ok. Ti riaccompagno allora.-       risponde prendendo le chiavi
 
 

                                                                              *******************
 


Maledetta rompipalle! Doveva rompere proprio in quel momento quella stupida piattola?
Se non ci avesse interrotti ci staremmo baciando…e non solo. Ne sono certo! Ho letto desiderio nei suoi occhi. Non mi stava respingendo. Sono sicuro che avrebbe ceduto. Maledetta Kikyo!
Per tutto il tragitto in macchina non ci siamo scambiati una parola.
Arrivati al tempio l’accompagno in casa e faccio per andarmene quando Sayuri mi corre incontro felice e sorridente.
-Signore InuYasha sei ritornato, menomale!-      esclama allegra
-Sì piccola ho riaccompagnato la mamma.-       le dico abbassandomi per farle una carezza
Ho una voglia matta di abbracciarla, stringerla al mio petto e dirle che sono suo padre, ma devo tenere duro ancora un po’ dannazione.
-Senti, prima mi sono dimenticata di chiederti una cosa…-        mi dice portando lo sguardo verso la madre che la guarda confusa
-Dimmi…-        le dico
-Domani è il mio compleanno e la mamma mi terrà una festa. Verresti anche tu?-         mi chiede arrossendo improvvisamente
Sia io che Kagome la guardiamo stupiti. Di certo non è stata Kagome a chiederle di invitarmi, quindi è stata una sua idea. Mia figlia mi vuole alla festa del suo compleanno!
-Se la mamma non ha nulla in contrario…-       chiedo rivolgendomi a lei
-Ti prego mamma! Può venire anche lui?-          domanda con occhioni dolci per intenerirla…che furbetta!
-Va bene. Se InuYasha vuole…-         risponde lei guardandomi
-Mi piacerebbe molto.-      rispondo sorridendole
-Che bello, grazie ad entrambi!!!-         strilla felice saltandoci intorno
-Dai ora vai a lavarti le mani che tra un po’ si cena.-    
-Sì mammina! Corro! Ciao ciao signor InuYasha!-
-Ciao Sayu-chan. A domani.-     la saluto io
Lei prima di andar via mi tira la giacca per farmi abbassare ancora di più, si avvicina e mi da un bacio sulla guancia prima di scappare via.  Che dolce che è la mia bambina!
Mi do ancora più dell’idiota per essermi perso la nascita e la crescita di una creatura così meravigliosa.
Kagome mi guarda pensierosa. Chissà cosa starà pensando.
-Ti ringrazio di aver accettato di venire. A quanto pare ci tiene ad averti presente.-
-Non ringraziarmi. Vengo molto volentieri. Ha un carattere dolcissimo tua figlia Kagome. Sembra un angelo.-
Lei mi guarda stupita per la mia affermazione. Lo si vede da come mi osserva.
-Gra…grazie. Ho fatto del mio meglio per crescerla.-        risponde intristendosi
-Kagome…-       la chiamo prendendole una mano nella mia e stringendola
-Sayuri è una bambina splendida. L’hai cresciuta benissimo e questo non si discute. Ma ha bisogno di un padre. Io potrei essere quel padre che le è mancato in questi anni, così come potrei essere il marito che non hai avuto. Ho sbagliato, lo so, però ti amo con tutto me stesso. Ridammi una possibilità. Tu mi ami ancora, lo vedo. Non permettere al tuo orgoglio di farti vivere infelice, non lasciare che Sayuri paghi le nostre colpe…ti prego.-         le dico con voce piena di disperazione
Sto soffrendo in questi giorni. Sto male al pensiero di avere ancora lontano la donna che ho sempre amato. Soffro nel vedere mia figlia e non poterla coccolare.
Lei non parla ma abbassa lo sguardo.
-Kagome…per favore…-      la supplico
-Ci devo pensare…però non farmi pressioni ok? Ti prometto che ci penserò.-          mi risponde seria alzando lo sguardo
-Dici davvero?-    chiedo sorpreso
-Sì.-
-Ti ringrazio!-      le dico abbracciandola
-Ehi non gioire. Non ti ho detto di sì ma solo che devo pensarci.-       mi ripete lei staccandosi
-Per me è già molto! E’ meglio di un no categorico non credi?-        
-Vedremo. Ora devo rientrare. A domani in ufficio ok?-           
-Te la senti di ritornare?-
-Sì sto meglio. Due giorni di riposo sono più che sufficienti.-
-Va bene. Allora a domani.-
-A domani InuYasha.-       mi dice facendomi finalmente un lieve sorriso
Quando rientra in casa esulto a bassa voce come un cretino.
Ha detto che ci penserà. Non ha rifiutato! Forse una speranza ce l’ho!
 
Ora il dilemma più irrisolvibile della mia vita…che cosa regalo a mia figlia???
Io non conosco i suoi gusti. Non so cosa le farebbe piacere ricevere.
Cosa si regala ad una bambina di cinque anni?
Ho trovato! Devo fare una chiamata!
-“Pronto?”-
-Ehi ciao fratello! Senti, cosa regaleresti a tua figlia di cinque anni per il suo compleanno?-
-“Eh? Ma hai bevuto InuYasha? Che domanda è?”-
-Non ho bevuto Sesshomaru. Ho bisogno del tuo aiuto in quanto padre di tre figli, due delle quali sono femmine.-      gli spiego
-“E perché ti dovrebbe interessare che regalo farei alle mie figlie femmine?”-
-Perché devo fare un regalo alla mia.-
-“Alla tua cosa?”-
-A mia figlia.-
-“Alla tua che? Ho capito! Oltre che a bere ti sei fumato le canne!”-
-Ma che diamine dici idiota! Quelle cose le facevo da giovane. Non sono più il coglione di un tempo!-
-“Su questo avrei da ridire!”-
-Sesshomaru insomma!-
-“Insomma un corno pezzo di imbecille. Mi spieghi che accidenti succede?”-      mi chiede confuso
Beh come dargli torto.
-Quando sono ritornato in Giappone ho incontrato Kagome.-
-“Ah davvero? E allora?”-
-Non ti spiego come sono andate di preciso le cose però, ho scoperto che ha una figlia di cinque anni di nome Sayuri.-
-“Sayuri hai detto? Ma perché quella ragazza avrebbe dovuto chiamare sua figlia col nome preferito da tua madre?”-
-Non ci arrivi Sesshomaru? Sayuri ha cinque anni. Quand’è che io sono andato via dal Giappone?-
-“Da quasi sei anni…quindi lei è…non ci credo!”-
-Credici invece. Me lo ha rivelato lei stessa.-
-“Ecco perché non faceva altro che chiamarti i primi mesi. Sei un idiota irresponsabile InuYasha! Se fossi lì ti picchierei a sangue! Anzi, se fossi in Kagome ti ucciderei!”-
-Lo so. Non hai idea di quanto sia pentito di quello che ho fatto. Ma ormai è andata così. Domani è il suo compleanno e vorrei farle un bel regalo. Ma non conosco i gusti di una bambina di cinque anni. Che le compro?-
-“Chiedilo a sua madre no? Lei ti spiegherà i gusti di vostra figlia.”-
-Non posso. Vedi, lei non sa che io so che lei è mia figlia.-
-“Aspetta un attimo, hai appena detto che te l’ha confessato lei stessa e ora dici che lei non è a conoscenza che tu sai di essere il padre?”-
-Era drogata quando me l’ha detto.-
-“Kagome si droga? Ha bisogno di cure allora! Forse dopo il tuo abbandono ha cominciato a…”-     
-No ma che dici…non pensare male. Un bastardo l’ha drogata ad una festa mentre era con me. Sono riuscito a portarla via in tempo. La droga però l’ha resa molto sincera e mi ha rivelato di mia figlia.-    
-“Capisco…beh comunque i bambini sono diversi gli uni dagli altri. Satsuki ama i gatti mentre Kasumi ama i cani, la prima ama lo sport e l’aria aperta, la seconda leggere libri chiusa in camera sua, una ama il viola e l’altra il verde. Devi capire cosa piace a tua figlia.”-
-Ho capito che le piacciono i cani. Forse potrei regalargliene uno.-
-“Chiedi prima a sua madre. Potrebbe non volerne no? In linea di massima comunque è un bel regalo direi.”-
-Proverò a sondare il terreno con Kagome e vedere cosa  ne pensa.-
-“Ottimo. E vedi di farmi avere foto di mia nipote stupido idiota!”-
-Grazie fratello, ti voglio bene anche io.-        lo saluto chiudendo la chiamata
Un cane…mmmh…speriamo che Kagome sia d’accordo.
 
Il giorno dopo al mio arrivo in ufficio trovo Kagome già al lavoro.
-Buon giorno ad entrambe. È il caso di Hiro?-       chiedo guardando il fascicolo che tiene in mano
-‘Giorno.-     risponde Sango
-Buon giorno InuYasha. Sì, leggevo la testimonianza che avete raccolto ieri tu e Sango con quella prostituta. Peccato, avevo sognato che quella ragazza ci rivelasse i numeri di una targa a lei conosciuta invece nulla. Ci speravo.-         mi dice togliendosi gli occhiali da lettura
-Non preoccuparti. Indaghiamo da soli tre giorni in fin dei conti. Ma scopriremo chi è stato.-      le dico per tirarle su il morale
-Lo spero.-
-Dai amica mia tirati su! Non vorrai essere triste proprio oggi che tua figlia compie gli anni vero?-     le ricorda Sango per distrarla dai suoi pensieri
-No certo che no. A proposito InuYasha, la porti tu la torta quando vieni?-      mi chiede lei
-Certo che sì non preoccuparti. Senti a proposito della torta, come mai è a forma di cane?-    le domando facendo il finto tonto
-Perché a Sayuri piacciono i cani. Li adora tanto da avere solo peluche di cani, di ogni razza.-     mi spiega lei
-E come mai non gliene hai mai comprato uno?-
-Perché mio nonno ha paura dei cani, lo hai scordato?-      mi chiede alzando un sopracciglio
-Ah già è vero! Mi ricordo la scena in cui una volta venni a casa tua col mio cane e per poco non gli veniva un infarto. Quanto strillava!-          rispondo ridendo, ricordando la scena
-Appunto. Quindi niente cane. Quando sarà grande se lo prenderà da sola quando andrà a vivere per conto suo.-
O magari quando verrà a vivere nella nuova casa insieme al suo papà.
Già immagino una bella villetta con giardino in cui nostra figlia scorrazzerà allegra col suo cane mentre noi due la guarderemo felici.
-Certo capisco. Vado a prendermi un caffè giù al bar, volete qualcosa?-
-Io un tè caldo alla pesca per favore.-      mi dice Sango
-Io invece una ci…-
-Cioccolata al latte con la panna vero?-      la interrompo io conoscendo la risposta
-Sì…grazie.-        risponde sorridendomi
-Torno subito.-     dico avviandomi al bar
Quando sto per risalire in ufficio coi bicchieri in mano incontro nel corridoio quel Koga, il medico legale. Che accidenti è venuto a fare qui?
-Ah il socio di Kagome. Speravo di incontrarti da solo.-      mi dice appena mi vede
-E per quale motivo?-     chiedo infastidito
-Voglio solo darti un consiglio, sta lontano da Kagome hai capito? Lei non ritornerà mai più con te! E’ inutile che le giri intorno come uno squalo. Lei starà meglio con me. Io non la farò soffrire come invece hai fatto tu!-
-E chi saresti tu per impedirmelo?-
-Non sfidarmi “avvocatuccio” da quattro soldi! Sono il figlio di un giudice molto potente e non ci metto molto a farti perdere ogni singola causa che sosterrai!-
-Non minacciarmi “dottoruncolo” squarta cadaveri! Io non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno soprattutto da quelli come te! Kagome ritornerà con me perché è me che ama non te! Altrimenti adesso sarebbe tra le tue braccia, cosa che mi pare di capire non avverrà mai date le innumerevoli volte in cui ti ha rifiutato! Ora smamma!-
-Lurido bastardo!-    urla dandomi un pugno sul naso prendendomi alla sprovvista e facendomi cadere i bicchieri
-Maledetto!-       rispondo preparandomi a rendergli il colpo, ma la voce di Kagome mi blocca
-Che sta succedendo qui? InuYasha ma che ti è successo?-       grida lei precipitandosi da me
-Oh Kami stai sanguinando!-       esclama vedendo il sangue uscire dal mio naso e tamponandolo con un suo fazzoletto
-Non è niente non preoccuparti.-          la rassicuro io trattenendo la rabbia
-Koga sei stato tu non è così? Ma dico sei impazzito? Come hai potuto?-        chiede lei mentre io gongolo per le attenzioni che mi sta rivolgendo
Se non fosse arrivata lei l’avrei massacrato sicuramente, ma essere il povero InuYasha ferito dal cattivo Koga è molto meglio!
Ok ok mi faccio schifo da solo in certi casi, ma bisogna approfittare delle cose no? Sono un avvocato in fondo. Approfittare delle situazioni è il mio mestiere!
-Kagome io…ecco lui…mi ha minacciato di starti lontano e io non ci ho più visto!-          si inventa il bastardo
-Cosa? InuYasha è la verità?-      mi chiede lei sorpresa
-Veramente è stato lui a minacciare il signor Taisho.-        interviene una delle segretarie sbucando dal nulla
-Come dici Kyoko?-
-Il signor Yoro ha minacciato l’avvocato Taisho di utilizzare il potere di suo padre per fargli perdere le sue cause se non si allontana da te.-      le spiega la segretaria
Che i Kami benedicano le segretarie spione ed impiccione!
-Koga ma come hai potuto? Far perdere i processi a InuYasha equivale a screditare la ASK! Non me lo sarei mai aspettata da te!-
-Kagome ascoltami…non è come sembra. Questa ragazza deve aver sentito male!-
-Tzs che uomo sei che ti rimangi perfino le cose che mi hai detto? E tu vorresti essere l’uomo adatto per Kagome? Ma fammi il piacere!-
-Taci stupido idiota!-
-Koga per favore va via.-
-Ma Kagome ascoltami…-
-Ti ho detto di andartene!-    insiste lei furiosa
Il babbeo fa come chiesto, poi anche la segretaria va via dopo che l’ho ringraziata.
-Dai fa vedere.-      mi dice Kagome togliendo il fazzoletto ormai tutto sporco
-L’emorragia non si è ancora fermata. Andiamo in bagno a metterci un po’ d’acqua fresca.-      mi dice avviandosi verso il bagno
 
-Kagome, questo è il bagno degli uomini…-      le faccio notare
-E allora? Non si scandalizzerà nessuno vedendo il loro capo medicare uno dei suoi soci.-
-Se lo dici tu…ahi!-       mi lamento quando mi passa il fazzoletto bagnato sul labbro
Mi deve avere spaccato anche quello. E’ fortunato che fosse venuta Kagome, altrimenti…
-Scusa. Comunque sei stato davvero magnanimo a non fargliela pagare. Lo avresti ridotto davvero male se avessi voluto. Pratichi ancora arti marziali?-       
-Sì. E’ un modo che ho per scaricare la tensione. Anche se da quando sono ritornato in Giappone non ne ho avuto modo.-
-Qui vicino c’è una palestra di arti marziali. Ha aperto l’anno scorso. Potresti iscriverti lì.-        mi dice continuando a pulirmi la ferita, per fortuna il naso ha smesso di sanguinare
Me lo ha dato bello forte il pugno, quel dannato!
-Davvero? Allora ne approfitterò subito. Grazie Kagome…-     le dico prendendole il polso e fermandola
-Oh di nulla. L’avresti vista anche tu uscendo da qua quindi…-
-Non intendevo per la palestra, ma per il tuo aiuto. Grazie per esserti presa cura di me.-
-Ah…figurati. Dovere…-      risponde imbarazzata
-Avrei dovuto essere io a prendermi cura di te. Sono stato un vero stronzo. Mi dispiace. Non lo meritavi.-         le dico sinceramente dispiaciuto
-Lascia stare dai…me lo hai ripetuto così tante volte che tra un po’ la colpevole divento io per non averti perdonato.-
-Te lo ripeterò fino alla nausea perché è ciò che meriti. Dovrei mettermi in ginocchio ai tuoi piedi per implorare il tuo perdono. Per colpa mia hai affrontato tanti brutti momenti, compresa la nascita di Sayuri…-
-Come scusa? Che c’entra lei?-       mi chiede dubbiosa
Oh oh! Mi sono lasciato scappare troppo. Rigira le cose InuYasha! Rigirale come fai durante un processo!
-Beh, ecco, intendevo che se non ti avessi lasciata non avresti conosciuto il padre di Sayuri, che purtroppo è morto e magari invece che figlia sua potrebbe essere mia, cioè nostra. Avrai sofferto quando quell’uomo è scomparso e ti sei ritrovata sola con una figlia no?-         le imbroglio così su due piedi sperando che se la beva
-E’ vero. Ho sofferto tantissimo quando il padre di mia figlia è scomparso. Lo avrei voluto tante volte vicino  a me, ma non c’era. Ma ormai è passato. Sono trascorsi cinque anni e ho imparato a convivere con la solitudine.-      spiega rattristandosi nuovamente pensando a quando me ne sono andato
-Anche tua figlia ha imparato a conviverci?-
Lei non mi risponde. Sembra pensarci. E’ calato il silenzio. E’ solo quando entra un uomo in bagno che ci guarda in modo strano che riprende a parlare.
-Forse è meglio andare. Mi sembra che tu stia meglio.-          mi dice sciacquando il fazzoletto sotto l’acqua e uscendo di corsa dal bagno
Quando ritorno in ufficio ricominciamo a lavorare e a cercare indizi sulla morte di Hiro.
Verso le cinque decido di staccare. Devo comprare il regalo per la mia bambina.
-Ragazze io devo andare via un po’ prima stasera. Ci vediamo alla festa alle 19:00 giusto?-
-Sì e non scordare la torta mi raccomando, o ti uccido!-      minaccia severa Kagome
Credo ricordi ancora che per certe cose ho poca memoria.
-Ok meglio non dimenticarlo perché ci tengo alla mia povera vita!-        rispondo restando al gioco
Quando sono fuori mi dirigo subito dove troverò ciò che mi serve: il negozio d’animali!
 
 

                                                                              **********************

 
 
-Però, direi che adesso voi due andate molto d’accordo eh?-      mi dice Sango con fare malizioso appena InuYasha va via
-Beh non posso negarlo. Sono giorni che mi chiede perdono per avermi lasciata. Inoltre non fa altro che ripetere di amarmi e che vuole essere un padre per Sayuri.-
-Wow! Davvero ti ha detto questo? Vorrebbe prendersi la responsabilità di crescere la figlia di un altro uomo?-
-Già, anche se tecnicamente non è proprio così.-
-Ma lui non lo sa.-
-E’ vero. Pensa Che Sayuri lo ha invitato alla sua festa di compleanno. Quando lo vede sembra un’altra. Diventa subito allegra. Sembra quasi come se lo sentisse dentro il legame che la unisce a lui. Ma anche InuYasha non è da me. Le rivolge sempre gesti affettuosi come solo un padre farebbe.-
-Che intenzioni hai di fare? Vuoi ritornare con lui? Sii sincera Kagome, ma non con me, con te stessa.-     mi chiede la mia amica e qui non so che rispondere
-Non lo so Sango. Non lo so proprio. È che ho paura.-
-Di cosa?-
-Di potermi affezionare nuovamente a lui e di essere ancora abbandonata. Questa volta non lo sopporterei, anche perché c’è Sayuri adesso e con lei non posso permettermi sbagli. Devo pensarci seriamente.-
-Quindi vuol dire che lo hai perdonato per il passato?-
-Beh…diciamo quasi…-
-Ah amica mia…tu sei sempre stata innamorata pazza di quell’uomo! Sapevo sarebbe finita così fin da quando ha varcato la soglia di quest’ufficio.-    
-Dovrei odiarlo invece quell’uomo.-       dico più a me stessa che a lei
-Ma al cuore non si comanda e il tuo urla il nome di InuYasha con disperazione. Dagli una possibilità. Se dovesse comportarsi come l’ultima volta ci penseremo io e Miroku ad eliminarlo dalla faccia della terra!-     scherza lei facendomi l’occhiolino
-Non scherzarci Sango è una cosa seria. Mi chiedo come la prenderebbe se sapesse che Sayuri è sua figlia. Dici mi odierebbe sapendo che gliel’ho nascosto?-
-Tu non gli hai nascosto nulla! Lo hai cercato ma lui si è negato. Certo non può pretendere che appena ha rimesso piede in Giappone tu gli urlassi felice che quella è sua figlia.-
-Appunto. Comunque devo pensaci a questa cosa, soprattutto per Sayuri.-
-Anche per te sciocca! Hai bisogno di avere qualcuno al tuo fianco che ti ami come meriti.-       mi dice chiudendo lì la discussione
Un uomo al mio fianco. Certo sarebbe bello. Mi è mancato tantissimo in questi anni. Mi sono sentita molto sola, soprattutto la notte. Ma non per il sesso, ma per la compagnia.
Era così rassicurante dormire tra le sue braccia.
La notte è il momento più brutto della giornata per le persone che si sentono sole.
Ti ritrovi in silenzio nella tua camera, al buio, in completa solitudine. E così pensi. Pensi a com’era il tuo passato, a com’è il tuo presente e anche a come sarà il tuo futuro. Un vortice di pensieri tristi e negativi ti avvolge fino a che non chiudi gli occhi in preda alla disperazione.
Il giorno invece è sempre pieno di mille impegni e il tempo corre frenetico.
Neppure a dirlo che infatti è già sera e gli amichetti di scuola di Sayuri sono già arrivati.
Patatine, salatini, biscotti, succhi di frutta  e quant’altro riempiono il tavolo del soggiorno.
In un angolo invece abbiamo sistemato tutti i regali che continuano ad arrivare.
La musica dei cartoni animati mi sta riempendo le orecchie ma certo a dei bambini di cinque anni non potevo mettere il j-pop.
 
-Dov’è il mio piccolo giglio?-        strilla una voce in mezzo al chiasso
-Zio Miroku! Zia Sango!-         urla di rimando mia figlia correndogli incontro
-Ciao amore mio! Auguri piccola!-         le dice Miroku prendendola in braccio e baciandola
-Grazie zio!-      risponde allegra
-Questo è il tuo regalo Sayu-chan.-       dice Sango dandomi un pacco enorme e pesante
-Ma che c’è dentro? E’ gigantesco!!-   esclama lei euforica
-Quando sarà il momento lo aprirai.-        le dice lo zio mettendola a terra
-Ehi ciao Akitoki! Da quanto non ci si vede!-         lo saluta Miroku vedendolo già alla festa
Ovviamente uno dei miei migliori  amici non poteva mancare.
-Da un po’ in effetti. Come va a voi due?-     risponde rivolgendosi  anche a Sango
-Tutto bene tu? Come ti trovi nel nuovo ufficio?-
-Abbastanza bene grazie.-
-Non vedo quell’imbecille. Non è ancora arrivato con la torta del mio pulcino?-         mi chiede Miroku
-Non ancora ma siamo rimasti che sarebbe venuto alle sette. Mancano ancora venti minuti.-       rispondo guardando l’ora
Ovviamente parli del diavolo e spuntano le corna!
InuYasha è appena arrivato con la torta. Appena Sayuri lo vede gli si fionda addosso facendolo quasi sbilanciare e cadere.
-Sayuri ma che fai? Stavi per far cadere InuYasha con la torta!-      la rimprovero severa
-Scusami.-         risponde dispiaciuta
-Non preoccuparti è tutto a posto. Siamo salvi entrambi.-         replica passandomi la torta
La porto sul tavolo e la tolgo dalla confezione per la felicità di mia figlia e dei suoi amici che rimangono incantati a guardare la torta a forma di akita (*) che voleva Sayuri.
Stasera la vedo molto felice. Trotterella da una parte all’altra sorridente e allegra. Le sue risate mi riempiono il cuore di gioia.
Quando arriva il momento dei regali inizia a scartarli uno per uno. Ci sono peluche, bambole, pantofole a forma di cane, ovviamente, fermagli per capelli colorati, perfino vestiti con dei cani stampati sopra.
Sayuri sembra impazzita dalla felicità. Il misterioso regalo di Miroku e Sango altro non è che una bellissima bici rosa con nastrini e campanellini, che Miroku ha promesso di montarle domani mattina.
L’unico che non ha portato un regalo è stato InuYasha e la cosa mi stranisce non poco.
Lui è rimasto per ultimo infatti l’attenzione di Sayuri è rivolta tutta per lui. Mi auguro che le abbia comprato almeno un peluche o lo uccido se mia figlia ci rimane male per non aver ricevuto niente proprio da lui che si vuole atteggiare a padre.
-Sayuri, ora che hai finito di scartare tutti i regali vieni con me.-        le dice prendendola per mano e portandola in un'altra stanza dove i bambini non avevano accesso
Lì  vi trovo mia madre seduta sul divano con qualcosa tra le mani e mi sorride felice. Tutti, compresi i bambini ci avviciniamo dove InuYasha conduce mia figlia, ovvero verso la nonna che solleva una coperta, mostrandoci un cucciolo addormentato sulle sue gambe di akita inu bianco e grigio con un fiocco rosso al collo.
Quando mia madre alza la coperta il cucciolo si sveglia e si mette subito in piedi scodinzolante sul divano.
-Oh cielo!-     esclamo portandomi una mano alla bocca per la sorpresa
-Questo è per te Sayuri.-        le dice InuYasha sorridendole
Lei però è immobile a guardare quel cucciolo che sembra già chiamarla per farle le feste. Improvvisamente inizia a piangere buttandosi seduta per terra.
Preoccupata mi precipito da lei. Perché ha reagito così? Anche InuYasha le si avvicina.
-Sayuri tesoro che succede? Hai paura?-      le chiedo, ma lei nega scuotendo testa
-Forse non le piace. Se non lo vuole lo riporto indiet…-
-No!-     urla lei ad InuYasha interrompendolo
Poi come ripresasi si stacca dalle mie braccia e si butta tra quelle di InuYasha.
-Grazie! Grazie! Grazie! Grazie! Grazie!-        comincia a dire singhiozzando
Lui mi guarda perplesso. Quando si calma si asciuga gli occhi e gli fa un sorriso bellissimo.
-E’ il regalo più bello che ho avuto! Ti ringrazio tantissimo signor InuYasha, ti voglio bene! Ho un cane…ho un cane mamma! Un bellissimo cane!!!-     inizia a strillare felice prendendo in braccio il cucciolo che comincia a leccarle il viso
Menomale ha reagito così perché non se l’aspettava.
Ma adesso la domanda che mi pongo è…e il nonno?
-InuYasha apprezzo il gesto ma, mi dici come faccio ora con mio nonno? Ti ho spiegato che non potevamo prendere cani per la sua paura.-       gli ricordo scocciata
Ora come glielo dico a mia figlia che non può tenerlo?
-Tranquilla ho pensato anche a questo e con tuo nonno ho già parlato io.-      mi dice chiamando Sayuri e lasciando me perplessa
Ma quando cavolo ha organizzato questa cosa???
-Dimmi signore InuYasha?-
-Senti piccola, tu sai che il tuo nonno ha paura dei cani non è così?-       gli chiede lui, mentre il sorriso che troneggiava sulle labbra di mia figlia sembra svanire al ricordo dei miei continui no ad avere un cane
-Me lo porterai via?-      domanda lei stringendolo
-Non proprio. Il cagnolino è tuo e non te lo toglie nessuno, però in casa tua non può stare. Che ne dici se lo tengo in casa con me e te lo porto tutti i giorni? Così tu starai con lui e il nonno non ne avrà paura. Poi magari conoscendolo ci si affezionerà anche lui e potrai tenerlo qui in casa. Che ne dici?-        spiega lui con un tono così dolce da lasciarmi senza parole
-Potrò vederlo tutti i giorni? Me lo prometti?-
-Ma certo che sì!-
-Allora va bene!-        risponde ritornando a sorridere e tornando dai suoi  amici a giocare col cucciolo
-Non ti verrà pesante fare avanti e indietro? Stai dall’altro capo della città.-       gli domando quando ci allontaniamo dagli altri
-I primi tempi sicuramente sì. E’ per questo che ho deciso di cercare una casa il più vicino possibile alla tua, in modo da far stare la bambina più tempo possibile col cane. Io amo i cani esattamente come lei quindi non mi peserà prendermene cura. E poi conto sul fatto che tuo nonno si abitui alla sua presenza quindi…-
-Come puoi esserne sicuro? Lui odia i cani. E poi cos’è questa novità che ti trasferisci vicino casa mia?-
-Per rispondere alla tua prima domanda: ho parlato con lui qualche ora fa, prima di andare ad acquistarlo. Per amore della nipote ha accettato, purché gli si dia il tempo di abituarcisi. Per la seconda domanda:  credo sia bene trovare una casa più vicina altrimenti come dici tu morirò a far avanti e indietro tutti i giorni.-
-Wow! Hai pensato propri a tutto e in poche ore! Io il nonno non sono mai  riuscita a convincerlo. Come hai fatto tu? Oltretutto mio nonno non prova molta simpatia per te, inutile negarlo.-
-Infatti non l’ha mica fatto per me, ma per Sayuri.-      precisa
-Beh…allora grazie davvero di averlo fatto. L’hai resa molto felice.-        gli dico grata
-Di nulla. E poi è stato bellissimo quando mi ha detto di volermi bene. Sono stato più felice di lei quando me l’ha detto.-         mi confessa sorridendo soddisfatto
E forse è proprio quel sorriso che mi spinge a decidere.
-Ok accetto.-        rispondo senza pensare troppo alle parole
-Eh? Accetti cosa?-       mi chiede confuso
-A riprovarci…-          spiego arrossendo
-Non…non ci credo! Hai detto che ritornerai con me?-          ripete incredulo
-Sì. Però non subito come speri tu. Faremo le cose con calma, come se ci stessimo conoscendo adesso. Non voglio correre e oltretutto devo ricominciare a fidarmi di te.-       gli spiego sperando che capisca
-Ti darò tutto il tempo che vuoi! Ti dimostrerò che non sono più l’idiota che ti ha lasciato sei anni fa! Oh Kami! Sono così felice!-        esulta abbracciandomi e io non posso far altro che ricambiare quell’abbraccio
Rimaniamo molto tempo così, finché lui mi allontana appena avvicinando il suo viso al mio. E finalmente ci baciamo. Un bacio dolce e leggero che non ha pretese. Ha ben capito che ho bisogno del mio tempo e questo lo apprezzo molto.
Veniamo però nuovamente interrotti da qualcuno.
-Mammina? Ma che state facendo?-       ci chiede mia figlia sorprendendoci
-Sa…Sayuri, ecco noi, vedi…-
-Vi stavate baciando sulla bocca come fanno le mamme e i papà dei miei compagni?-         domanda sorpresa
Accidenti e adesso che le rispondo? Lei ha sempre pensato che avrei baciato solo il suo papà quando sarebbe tornato, che è quello che sto facendo, ma lei non lo sa.
-Sì piccola hai indovinato.-       le risponde InuYasha tranquillamente
-InuYasha!-      gli dico dandogli una gomitata al fianco
-Che ho detto?-     mi chiede pure
Ma dico è scemo? Potrebbe prenderla malissimo!
-Quindi adesso tu prenderai il posto del mio papà?-         chiede ancora con occhi lucidi
Oh no! Non piangere ti prego! Che stupida che sono!
-Sayuri ecco vedi tesoro, è difficile da spiegare…-       cerco di dirle, ma lei mi ignora e scappa via
-Oh no maledizione! Sayuri vieni qui!-         la chiamo inseguendola
Ci sarà rimasta malissimo poverina. Si sentirà tradita da me adesso. Come ho potuto essere così incauta da baciare InuYasha senza pensare alle conseguenze?
Appena la raggiungo seguita da InuYasha la trovo ad urlare a squarciagola.
-E’ IL COMPLEANNO PIÙ BELLO DI TUTTI!!! EVVIVA, HO ANCHE IO UN PAPÀ! HO ANCHE IO UN PAPÀ!! HO UN PAPÀ!!!!-      
Rimango stupita e imbarazzata a guardarla correre felice per dirlo a tutti. Ovviamente la prima cosa che fanno i miei amici è guardarmi e venirmi incontro tempestandomi di domande, ma francamente non me ne curo poi molto perché vedere mia figlia così raggiante è l’unica cosa che mi importi davvero.
-Mammina, InuYasha…vi sposerete presto?-        ci chiede ritornando da noi
-Ma che dici Sayuri? Ma come ti viene in mente una cosa del genere?-         rispondo scioccata
-Chissà piccola, forse prima di quanto pensi.-         le dice lui schiacciandomi l’occhio
-InuYasha!-       lo richiamo io infastidita
E menomale che ho parlato di andarci piano! Santa pazienza! Se cominciamo così non ci siamo, non ci siamo proprio!
Però in fondo sono così felice in questo momento che lo lascio fare. Mi chiedo però come reagirà quando saprà di Sayuri.
La cosa un po’ mi preoccupa.
 
 


 
                                                                                     *****************
 
 


Extra: I pensieri di Miroku
 

 
La festa è appena finita. Io e Sango stiamo ritornando a casa finalmente.
Ho i nervi a fior di pelle accidenti!
-Tesoro, perché sei così silenzioso?-
-Indovina?-
-Non dirmi che è perché Kagome e InuYasha sono ritornati insieme.-
-Certo che è per quello Sango! Ma dico…dopo tutto quello che ha combinato alla mia piccola Kagome osa ritornare e abbindolarla di nuovo? Fosse per me lo massacrerei invece! Come può essere ritornata con lui?-         sbotto furioso
-Primo…lei non è la “tua piccola Kagome” in quanto è una donna di quasi trent’anni! Secondo, lei lo ha sempre amato malgrado tutto e in questi anni non ha fatto altro che piangerne l’assenza. E lo sai meglio di me. Ma l’hai vista stasera com’era raggiante? Soprattutto la piccola Sayuri. Non faceva altro che correre dietro ad InuYasha. E’ vero si è comportato malissimo in passato ma non credi che meriti una seconda possibilità? Credo abbia capito il grande errore che ha commesso lasciando Kagome.-
-Certo è facile dopo sei anni anni ritornare e chiedere perdono come se nulla fosse mai successo! Sayuri è cresciuta senza un padre per colpa sua e Kagome stava quasi per finire in manicomio per lui!-
-Esagerato! Mica è diventata pazza!-
-Non lo è diventata perché c’ero sempre io con lei! Quelle poche volte in cui non piangeva e riusciva ad addormentarsi non faceva altro che urlare per gli incubi. Non permetteva a nessuno di avvicinarsi alla culla della bambina perché era convinta che se l’avessero presa in braccio sarebbe morta soffocata. Lo faceva fare solo a me che sono medico. I primi tempi non aveva latte e la cosa la tormentava ancora di più perché si era fissata che fosse inutile come madre, così come fidanzata e che per questo InuYasha l’aveva lasciata. Giorni a spiegarle che era lo stress e il fatto che avesse partorito prima del tempo che le creava l’assenza di latte. I primi cinque mesi di vita di Sayuri sono stati un inferno Sango! Stavo per impazzire insieme a lei! E non mi lamento perché ero costretto a starle sempre dietro. Le voglio un bene dell’anima e non ne sono pentito. Però ripetere tutto da capo solo perché lui torna con un bel sorriso e chiede perdono non mi sta bene! Ci ho messo oltre un anno a farla riprendere imbottendola di farmaci antidepressivi che ha lasciato da poco e non voglio vederla ridotta nuovamente come cinque anni fa!-           replico più arrabbiato che mai
-Non sapevo quanto fosse stato pesante anche per te prenderti cura di Kagome. E certo non credevo stesse così male, però non riesco a non pensare che io al suo posto credo avrei fatto lo stesso amandoti ancora. Miroku io non riesco ad immaginare la mia vita senza di te e se penso che potremmo separarci mi sento morire. Ne abbiamo passate tante insieme, la morte del nostro bambino, il fatto che da allora non riesco a restare incinta, però lo abbiamo superato perché siamo insieme e ci sosteniamo a vicenda. A volte solo il sostegno della persona che ami è l’unica cura a tutti i mali. Non nego che InuYasha sia stato uno dei più grandi stronzi esistenti al mondo, ma è pronto a farsi perdonare per quello che ha fatto.-
-Guarda me lo auguro per lui perché se dovesse causare altro dolore a Kagome o alla mia dolce nipotina giuro che lo uccido stavolta! Almeno mi tolgo la soddisfazione una volta per tutte!-
-In quel caso vedremo il da farsi. Ma se non accade nulla di spiacevole sei pregato di non interferire con la loro storia Miroku. Non ti dico di andare d’amore e d’accordo con InuYasha, ma non puoi nemmeno trattarlo con astio ogni volta che lo vedi. A scegliere è Kagome. E’ la sua vita e come tale spetta a lei scegliere che fare.-
-Va bene va bene, ho capito. Comunque continuo a non sentirmi tranquillo. Non mi fido. Sono sicuro che qualcosa la combinerà. Meglio sorvegliarlo.-
-E piantala Miroku, non portare sfiga! Kagome era felice stasera. Non la vedo così da…mai direi! Non l’ho mai vista sorridere così da quando la conosco. Lei sa perfettamente con chi ha a che fare e non sarà così debole come la prima volta. Quell’esperienza l’ha fatta diventare molto forte. Male che vada non reagirà certamente come cinque anni fa. Il destino ha voluto che la piccola Sayuri stesse per morire altrimenti non sarebbe successo nulla. Lei l’avrebbe cresciuta tranquillamente senza essere invasa dalle paure e te lo dico perché è così anche per me. O credi che perdere mio figlio al terzo mese di gravidanza sia stata una passeggiata? Ho pura di restare incinta e perdere nuovamente il bambino. Ho paura di non essere adatta a fare la madre e che i Kami me lo impediscano per questo. Però ho te che mi dai forza col tuo amore. Non credi che anche per Kagome sia così? La tua continua presenza non allevierà il suo dolore come invece farà InuYasha!-        mi dice spiazzandomi
Mi sembra c’entri poco il suo discorso con Kagome, piuttosto credo cerchi di dirmi altro.
Solo quando vedo le sue lacrime capisco che forse dovrei smettere di preoccuparti tanto solo di Kagome e preoccuparmi di più della mia donna in questo momento.
-Non mi hai mai rivelato di avere simili paure Sango. Perché?-       le chiedo stringendole la mano mentre mi fermo con l’auto di fronte casa nostra
-Perché ho sempre cercato di mostrarmi forte Miroku. Cerco di pensare sempre che il prossimo mese può essere quello buono in cui finalmente resto incinta e cerco di non piangere quando invece mi accorgo che così non è. E sai perché resisto?-       mi chiede asciugandosi gli occhi
-Perché?-
-Per te! Perché ogni volta che ti dico che non è andata sei sempre lì a tirarmi su. Anche Kagome ha bisogno dell’uomo che ama al suo fianco per affrontare la vita. Ha sempre rifiutato gli altri perché il suo cuore appartiene solo ad InuYasha. E allo stesso modo io ho bisogno di te Miroku, lo capisci?-
Solo adesso capisco quanto sia stato stupido anche io. Critico tanto InuYasha per aver lasciato sola la mia amica ma io non sono stato da meno.
Mi rendo conto improvvisamente di non averle prestato le dovute attenzioni. Col suo discorso un po’ contorto mi sta dicendo che mi vorrebbe più presente e non so darle torto.
E’ che l’ho sempre vista così forte che la persona più debole di cui occuparmi mi è sempre sembrata Kagome.
-Perdonami Sango. Ti ho trascurato. Non avrei dovuto. Non accadrà più te lo prometto!-      le dico baciandole la fronte
-Eh? Ma no io non ho detto che mi trascuri!-      tenta di giustificarsi lei
-Beh dal tuo discorso sembra il contrario. E credimi non sono affatto dispiaciuto che sia uscita fuori questa cosa. Mi hai fatto capire che mi preoccupo troppo per Kagome mentre dovrei preoccuparmi della mia donna in questo momento.-
-Ma io non voglio che ti allontani da lei! Non sono gelosa del vostro rapporto Miroku. Non ti chiederei mai di scegliere me o lei.-
-Lo so che non intendevi dire questo tranquilla. Ma dalle tue parole è chiaro che ti senti sola amore. Hai ragione, mi preoccupo troppo per Kagome e Sayuri. Non ho intenzione di allontanarmi da loro, ma adesso che c’è InuYasha è giusto che mi faccia anche da parte. Forse una causa della loro rottura sono stato anche io, non lo so. Comunque la cosa più importante per me adesso è prendermi cura di te Sango. Perdonami per non essermene accorto prima. Non nascondermi mai più il tuo stato d’animo capito? Se sei triste piangi, non fare finta che tutto vada bene.-      
-Miroku…-          singhiozza iniziando a piangere come una bambina sfogandosi tra le mie braccia
Che cieco sono stato. Lei soffriva e io non me ne accorgevo. Forse non è stato il gran male che credevo il ritorno di quello stupido.
InuYasha impara a prenderti cura di Kagome e Sayuri come si deve. Comportati da uomo e rendile felici. Se lo meritano.
Io dal canto mio mi occuperò di rendere felice la mia Sango come meglio potrò.
 
 
 
 
 
 












 
 
(*) Una torta a forma di akita inu bianco non c’era ma ho trovato questa che potrebbe passare per una torta ^_^, immaginatela così
 

Salve  gente e buon primo novembre a tutti ^_^
Ebbene sì…InuYasha è riuscito a farsi dire sì da Kagome. Ma le cose andranno rose e fiori??? Mah….
Ho pensato una volta tanto di mettere il punto di vista di Miroku e Sango dato che la storia è parecchio legata anche a loro due. Ho immaginato come potesse sentirsi Sango a dover “dividere” il compagno con l’amica ed ecco il suo sfogo venire fuori. Che ne pensate ci stava o ho fatto una boiata??? A voi giudicare ^_^
Vi lascio e baci baci <3<3<3<3<3

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Capitolo 6
*** Un incontro inaspettato ***


(vi informo che il capitolo cambiarà rating a metà racconto, diventando rosso. Minore avvisato, mezzo salvato ^_^) 

 
-Mamma voglio salire anche su quella!!! Mi ci porti papi-Inu?-    strilla euforica mia figlia
-Certo che sì. Andiamooo!-       risponde lui prendendola in braccio e facendola roteare come un aereoplanino
-Ma è troppo alta la ruota panoramica. E se si sganciasse? Se le cabine cadessero nel vuoto? Non è più carino cavalcare l’elefantino lì giù?-      propongo in un bagno di sudore freddo
-Soffri ancora di vertigini?-    mi chiede lui
-Non ho mai smesso!-     confesso tremante
-Allora saliremo solo io e la bambina. Tu resterai qui a guardarci. Che dici Sayu-chan? Lasciamo qui la mamma?-     
-Sìììììì. Andiamo Inu!!-        esclama felice
Difronte tanto entusiasmo non posso che accontentarla. Li vedo dirigersi verso l’enorme ruota, abbracciati stretti…e mi sento felice.
Oggi è domenica così siamo venuti al luna-park. Frequento InuYasha da due mesi e in questo lasso di tempo quei due sono diventati inseparabili. Sayuri chiama InuYasha papi-Inu…come se dicesse papino. Quando l’ha fatto per la prima volta ho quasi pianto.
Mi sento cattiva a non rivelare la verità, ma ho paura della reazione di InuYasha. Come la prenderebbe se sapesse che da quando è qui non gli ho detto la nulla? Avrei voluto farlo quando siamo ritornati insieme ma non ne ho avuto il coraggio. Mi blocco ogni volta.
Loro due sembrano essere sempre stati padre e figlia. E’ incredibile la simbiosi che hanno. Pensano in simbiosi a volte.
Li saluto dal basso mentre mia figlia agita felice le mani per farsi vedere.
Quando finalmente scendono il mio cuore riprende un battito più ragionevole nel saperli sani e salvi a terra.
-Mamma è bellissimo lassù! Sembravano tutti delle formichine ahahah.-       
-Sono felice che ti sia piaciuto amore.-
-Ok direi che è ora di andare mie bellissime Dee. Prima però… zucchero filato?-      propone InuYasha indicando la bancarella dello zucchero filato, da quanto non ne mangio uno
-Sììììììì!-       esulta felice Sayuri
-Andiamo. Sono secoli che non lo mangio.-
-Davvero Kagome? Da quanto?-
-Da quando me lo comprasti tu sette anni fa.-
-Oh, capisco.-      dice pagando, ma con un’espressione rattristata
Di sicuro pensa a quando è andato via.
-Ehi, va bene dai. Ormai è passato è ti ho perdonato.-      lo rassicuro sorridendogli
Lui ricambia il sorriso sollevato.
Ci sediamo su una panchina a mangiare lo zucchero filato, ridendo e scherzando per quanto appiccicoso sia. Qualche filo si è attaccato tra i capelli di Sayuri che ha iniziato a strillare ad InuYasha di toglierlo prima che qualcuno la vedesse. Ho riso come una pazza nel vedere quanto fosse maldestro, perché invece di toglierlo delicatamente lo ha attaccato ancora di più ai suoi capelli.
Quando il simpatico teatrino termina torniamo a casa per il pranzo.
InuYasha si fermerà con noi. Ormai lo fa tutti i giorni.
-Inu prima di mangiare andiamo da Kiba?-       chiede Sayuri prima di entrare
-Sayuri la nonna avrà già messo tutto a tavola. Lo vedrai dopo il tuo cane.-      intervengo io
-Ma io voglio vederlo ora mamma. Ti prego.-
-Sayu-chan facciamo così, quando finiamo di pranzare andiamo a prendere Kiba e lo portiamo un po’ al parco.-       le propone lui guardandomi colpevole
Già colpevole perché oggi pomeriggio avremmo dovuto passarlo insieme io e lui solamente. In questi due mesi non abbiamo mai fatto un’uscita da soli e avevo un po’ voglia di, come dire, intimità.
Lui in questo periodo non mi ha neppure sfiorata, esattamente come gli avevo chiesto. L’ho apprezzato molto.
Si è dedicato invece molto a Sayuri. Vuole instaurare un bel rapporto con lei come se fosse suo padre mi ha spiegato. Di questo non posso che essere felice, ma anche un po’ impaurita. Come reagirà quando scoprirà la verità?
-No papi-Inu. Porta la mamma fuori più tardi. Vedrò Kiba domani prima di andare a scuola.-        dice correndo in casa a salutare la nonna
-Wow! Questa bambina mi stupisce ogni giorno di più per quanto è sveglia.-
-Non dirlo a me. Deve averglielo detto mia madre che oggi saremmo usciti da soli.-     
Entrati in casa pranziamo, poi tempo di salutare tutti ed io e InuYasha andiamo a casa sua, che sta vicino la mia. E’ riuscito davvero a trovare un appartamento vicino al tempio, esattamente come aveva promesso a Sayuri, in modo da farle vedere il suo cane ogni volta che vuole.
-Tempo che mi cambio e andiamo subito.-       mi avvisa dalla sua camera
-Ok tranquillo.-      rispondo io accomodandomi sul divano
Mentre mangiavamo non ho ancora capito come, ma mio nonno ha versato addosso ad InuYasha la ciotola col riso. Mi chiedo se sia stato un incidente o una cosa voluta. Il nonno non l’ha presa bene. Non voleva che ritornassi con lui. Non so dargli torto dopo quanto mi ha fatto soffrire. Ma io lo amo.
-A che ora è l’udienza di domani?-    
-Ancora? Ti ho detto che ce la faccio da sola InuYasha. Non serve che venga anche tu.-
-Non voglio discuterne un’altra volta Kagome. E’ già tanto che tu sia riuscita a farmi desistere a spaccare la faccia a quel bastardo anche dopo che le analisi hanno dato risultato positivo alla droga. Ma l’ho fatto per te. Adesso però non puoi impedirmi di accompagnarti all’udienza di domani poiché a difendere la controparte sarà proprio Naraku.-
-Ma non mi mangia mica! Sarà pieno di gente in tribunale.-
-Sì certo, come al gala. Tu ci vai con me, che lo voglia o no.-
-Ok però non attaccare briga va bene?-    mi arrendo alla fine
Mi piace essere coccolata così se devo essere sincera. Ma non vorrei creare un putiferio in tribunale.
-Starò buono solo se lo sarà anche quel farabutto.-        dice tornando nel salotto con una camicia pulita mentre si annoda la cravatta
-E’ storta.-
-Eh?-
 -La cravatta…è storta.-     gli faccio notare
-Accidenti! Quanto le odio queste cose inutili. Fortunate voi donne che non dovete mettere oggetti tanto inutili come cravatta e gilet.-       si lamenta sciogliendo il nodo per rifarlo
-Fortunate dici? Noi donne per essere eleganti dobbiamo acconciarci i capelli, truccarci per ore, fare la manicure, mettere le calze senza smagliarle, abbinare scarpe, borse, abiti e gioielli e tu dici che noi siamo fortunate quando a voi basta un colpo di phon e gel, un completo scuro e siete a posto? Hai un concetto di fortuna davvero strano tu.-     replico io raggiungendolo ed aiutandolo a fare correttamente il nodo
-Per quel che mi riguarda sei sempre stata elegante anche in pigiama amore. Non hai bisogno di fronzoli per essere bella.-       mi dice baciandomi dolcemente
I suoi baci…quanto mi sono mancati. Chiudo gli occhi godendomi la piacevole sensazione dello stare tra le sue braccia dopo tanto.
Il dolce e tenero bacio però si trasforma presto in qualcosa di più passionale quando le nostre lingue si rincorrono frenetiche e le nostre mani iniziano a toccare dove non dovrebbero. Le mie sul petto di InuYasha in cerca della sua pelle attraverso le fessure della camicia e le sue si muovono sul mio sedere.
Sento le sue mani tirarmi su la gonna e toccarmi le cosce mentre le mie si sono spostate sulle sue spalle per spingerlo maggiormente a me. La cosa sta prendendo una piega che non dovrebbe ma non riesco a staccarmi.
Il primo a spostarsi però è lui con aria colpevole stampata sul viso mentre io, col viso in fiamme, riprendo fiato. Non ero più abituata a questo genere di cose.
-Mi spiace, mi sono lasciato andare…-       si scusa togliendo le mani
La cosa mi provoca una fitta allo stomaco ma non dico nulla. Annuisco e mi do una sistemata veloce alle cose fuori posto.
Usciamo in silenzio e ci dirigiamo in macchina come in imbarazzo. Se non si fosse fermato lui, non so se avrei avuto la forza di farlo io.
A spezzare il silenzio è lui dopo alcuni minuti.
-Sei arrabbiata?-    mi chiede dispiaciuto
-Cosa? Perché?-
-Per prima. Io…scusa non avrei dovuto. So come la pensi al riguardo. Vuoi aspettare e ti do ragione. In fondo è come se ci stessimo frequentando nuovamente come la prima volta.-
-Tranquillo non sono arrabbiata. Anche io c’ho messo del mio prima.-
-Allora perché sei così silenziosa?-    mi domanda curioso
E che gli rispondo adesso? Mica gli posso dire che pensavo che se lui non si fosse fermato avremmo finito col fare l’amore.
-A Sayuri. Pensavo a quanto ti si sia affezionata mia figlia.-       la butto lì sperando ci creda
-E’ vero. Mi sono stupito anche io. È una bambina molto socievole e affettuosa. Ma credo che la cosa sia dovuta al fatto che sono forse la prima figura maschile di riferimento che vede nella tua vita.-
-Veramente c’era anche Miroku.-
-Non è la stessa cosa. Miroku è di Sango, vive con lei. Io invece sono tuo. Puoi chiamarmi tutte le volte che vuoi. Vivo vicino a voi e sono perennemente a casa vostra, con sommo dispiacere per tuo nonno. Quindi Sayuri ha iniziato a vedermi come un punto di riferimento. Come…-
-Un padre.-      proseguo io per lui
E’ vero. Sayuri inizia a vederlo come un padre. Da quando c’è lui non piange più per quel padre che crede disperso chissà dove. Non l’ha più nominato.
-Già. Ed è quello che vorrei essere.-     mi dice fermandosi davanti un negozio di gioielli
-Che ci facciamo qui?-      gli chiedo confusa
-Semplice tesoro…sceglieremo il tuo anello di fidanzamento.-
-Cosa?-     
E questa da dove esce fuori?
-Tesoro…voglio fare le cose sul serio stavolta. Lo so, sono passati due mesi da quando ci rifrequentiamo. Ma io ti amo da così tanto che non mi serve attendere. Kagome…sposami!-       mi dice lasciandomi esterrefatta
-Ma…ma io…-
-Non devi rispondermi subito se non te la senti. Al momento diventa ufficialmente la mia fidanzata e al matrimonio penseremo poi. Ti prego amore mio.-         mi chiede prendendomi il viso tra le mani
Certo non mi aspettavo una dichiarazione fatta così, in macchina, davanti un negozio di gioielli dove vuole sia io a scegliere l’anello però…è comunque emozionante.
Non mi serve la classica scena da film dove lui si mette in ginocchio e le chiede di sposarlo. Tutto questo è molto più reale.
-Sì.-      gli rispondo con le lacrime agli occhi
-Sì a cosa? Che accetti di sposarmi o che ci devi pensare?-
-La prima.-      dico in un sussurro spezzato dal pianto
-Accetti di…sposarmi? Davvero?-      domanda incredulo
-Sì davvero.-
-Oh Kagome, hai fatto di me l’uomo più felice della terra.-      rivela stringendomi forte
-Ora andiamo. Il motivo per cui ho voluto te e non ho preso da solo l’anello è che devo fare una cosa.-       mi dice scendendo dall’auto
-Quale?-     domando incuriosita da questa rivelazione
-Lo vedrai.-     risponde prendendomi per mano
Entrati nel negozio giriamo un po’ in cerca di qualcosa che mi piaccia. I miei occhi si posano su un anello molto bello, mi piace parecchio.
-Ti piace quello?-      mi domanda osservandomi mentre me lo mangio con gli occhi
-Sì è molto bello.-
-Ok allora vada per quello.-      dice alla commessa che gli annuisce prendendolo
-Aspetta InuYasha! Non sappiamo neppure quanto costa.-
-Non importa. Se vuoi quello lo prendiamo. I soldi non sono un problema.-
-Ma sei sicuro?-
-Certo che sì. A New York guadagnavo milioni di dollari coi ricconi se si separavano in continuazione.-
-Ok come vuoi. Ora mi spieghi perché lo hai fatto scegliere a me? Che intendevi prima?-     chiedo curiosa mentre con la coda dell’occhio guardo la commessa che prepara il mio anello nella sua scatolina
Non vedo l’ora di mettermelo!
-Dobbiamo scegliere un secondo anello.-       annuncia entusiasta
-Eh? Per chi?-
-Per Sayuri.-    
Sayuri?
-Che c’entra lei?-
-Voglio sia mia figlia Kagome. Fammi dare il mio cognome a Sayuri.-         mi chiede spiazzandomi
Cosa? Cosa ha detto?
-Voglio chiederle con un anellino simile al tuo se vuole diventare mia figlia.-         prosegue poi
E lì, con queste parole, il mio umore crolla sotto terra.
Vuole adottare mia figlia in pratica? Anzi…sua figlia.
È assurdo! Tutto questo è assurdo! Devo decidermi a parlare. Non posso tacere ancora.
-Kagome mi hai sentito?-      mi richiama alla realtà lui notandomi distratta
-Eh? Ah sì…sì ok. Chiedile se vuole. Io non ho nulla in contrario.-    oltre al fatto che legalmente non dovremmo farlo dato che lei è tua figlia
Sono una madre pessima!
 
 
                                                               ********************
 
 
È incredibile come in queste settimane siano cambiate le cose.
Kagome e io stiamo insieme e Sayuri  mi ama come un padre. Che poi è quello che sono in realtà. Che emozione quando mi chiama papi-Inu. Certo “papà” mi piacerebbe di più.
Ho atteso con ansia che Kagome mi rivelasse la verità ma non lo ha ancora fatto. Lo vedo che ci prova dai discorsi che comincia riguardo nostra figlia, ma poi sembra assalita dal panico e non parla.
Sicuramente teme la mia reazione. Forse pensa che mi arrabbierei con lei per non avervi detto subito la verità. Ma capisco che se si è trovata in questa situazione la colpa è solo ed unicamente mia.
Sono io ad essermene andato prima a Londra e poi a New York escludendola dalla mia vita per sette mesi.
Sono io ad averla lasciata sola mentre portava in grembo nostra figlia.
Sono io ad essermi sposato con Kikyo mentre lei cresceva da sola Sayuri.
Vedermi ritornare in Giappone dopo sei anni di lontananza non sarà stato facile per lei.
Avrà temuto che se fossi venuto a conoscenza del fatto che Sayuri è mia figlia le avrei dato battaglia per averla in affidamento. Siamo entrambi avvocati quindi so come pensano i legali in queste situazioni. Ma mai nella vita avrei tolto ad una bambina la propria madre, soprattutto a Kagome.
Sono stato spesso sul punto di rivelarle che so tutto su Sayuri, ma se lo facessi mi lascerebbe subito sentendosi presa in giro.
Non so come comportarmi. L’unica cosa che mi è venuta in mente è adottarla.
Devo essere cauto però. Aspettare che sia lei a confessarmi tutto. A quel punto fingerò di essere leggermente risentito della cosa, tanto per non dare sospetti.
E’ scorretto ciò che sto facendo, lo so. Ma che altro posso fare per rimediare ai miei errori? Se non facessi così lei non mi darebbe questa seconda possibilità. Sarebbe ancora sul piede di guerra contro di me. Invece facendo leva su nostra figlia la vedo cedere giorno dopo giorno. E’ subdolo, me ne rendo conto, ma farei di tutto pur di riavere Kagome nella mia vita e con lei nostra figlia. Una splendida figlia che ho scoperto di avere e di cui mi sono perso le cose più importanti per colpa della mia stupidità.
Ma ora voglio rimediare e riconquistare la mia famiglia. Devo riuscirci. Loro sono tutto per me.
In questi brevi mesi mi sono sentito l’uomo felice e realizzato che non sono mai stato. Loro sono la mia vita. Le amo con tutto me stesso. E non permetterò a niente e a nessuno di dividerci. Mai.
-Che ne pensi di questo anellino col cuore rosa? Dici le piacerà?-       domando soffermandomi su un delizioso anello con un cuore rosa e alcune pietrine verdi ai lati
-Sì è grazioso. Credo le piacerà molto. Ma non lo volevi simile al mio?-    mi chiede guardandolo
-C’ho ripensato, non penso che un solitario si addica ad una bambina. Non credi amore?-    
-No in effetti. Quello mi piace molto comunque.-     
-Ok allora prendiamo anche questo.-       dico alla commessa che lo ripone nella sua scatolina rossa
Usciti dal negozio ritorniamo in macchina e ci dirigiamo al parco. Oggi c’è una piccola mostra all’interno dell’Orto Botanico. Saranno esposte diverse varietà di fiori che in Giappone non esistono e dato che a Kagome i fiori sono sempre piaciuti voglio portarcela.
 
Come avevo supposto si è divertita come una bimba a girare tra tutti quei fiori colorati e profumati.
-InuYasha che stai facendo? E’ proibito toccarli!-     mi rimprovera lei mentre di nascosto strappo un piccolo e delizioso fiore esotico da una delle piante per poi metterglielo tra i capelli
-Oh su Kagome, non ci ha visto nessuno. E poi ho capito che ti piacevano questi fiori. Non fai altro che guardarli e annusarli.-      le dico quando usciamo dalla serra
-Sì è vero ma se ci vedessero ci beccheremmo una bella ramanzina come due adolescenti. E’ una specie di reato.-         risponde imbronciata
-Non è morto nessuno per un piccolo fiore. E poi la vita di quel fiore è destinata a finire triste e solitaria in quel vaso. Meglio farlo tra i tuoi morbidi capelli non trovi?-     e la vedo arrossire
-Vieni. Andiamo a fare una passeggiata vicino al laghetto.-       le dico prendendola sottobraccio
Arrivati al laghetto ci sediamo su una panchina e osserviamo una simpatica vecchina dare delle mollichine alle papere.
Kagome sorride. È felice. E se lei è felice lo sono anche io. Con l’atmosfera che si sta creando mentre il giorno sta per terminare lasciando posto al crepuscolo, coi suoi colori caldi e avvolgenti, decido che è il momento di farle una vera proposta come si deve.
-Kagome…-       comincio prendendole la mano e attirando la sua attenzione su di me
-Lo so che la mia non è stata la migliore delle proposte. Ti ho perfino fatto scegliere l’anello togliendoti la sorpresa, ma spero avrai capito il perché l’ho fatto. Ti amo Kagome, con tutto me stesso e amo Sayuri. Voglio che siamo una famiglia. Voglio risvegliarmi con te al mio fianco, portare Sayuri a scuola, andare insieme in ufficio, passare i week end tutti insieme da qualche parte in giro per il Giappone. Lo so che se non fosse stato per colpa mia adesso avremmo tutte queste cose già da parecchio. Provo un grande rimorso per quello che ho fatto. Ancora adesso mi do del coglione da solo per averti fatta soffrire così tanto. Ma adesso sono qui, col cuore in mano, a chiederti perdono, pregandoti di concedermelo diventando mia moglie. Kagome…mi vuoi sposare e creare una famiglia con me?-         le chiedo nuovamente prendendo l’anello dalla tasca e aprendolo
-InuYasha…certo che lo voglio!-           dice fiondandosi in lacrime tra le mie braccia
-Mi perdoni per essere stato così stronzo?-     le chiedo ancora cercando conferma
-Ti ho già perdonato amore mio. L’ho già fatto ancora prima che ritornassi. Ti amo InuYasha.-          
-Kagome, come ho potuto andarmene e lasciare una creatura così buona come te? A volte credo di non meritarti e che farei bene a sparire dalla tua vita. Ma sono troppo egoista per farlo.-      le confesso rattristato
Sono consapevole di essere una persona spregevole, soprattutto con quello che sto facendo con Sayuri. Ma amo troppo mia figlia e Kagome e farò tutto ciò che è in mio potere per tenermele vicino e recuperare il tempo perduto.
-Non pensarlo nemmeno per sogno. Sei già sparito una volta e non ti permetterò una seconda volta di farlo. InuYasha la mia vita è stata un inferno in questi anni. Non lo puoi nemmeno immaginare. E ora che sei ritornato il mondo ha iniziato a essere di nuovo bello. Non puoi dirlo nemmeno per scherzo che sarebbe meglio che sparissi. Io e Sayuri abbiamo bisogno di te.-      mi dice in modo accorato
-Anche io ho bisogno di te. Di voi. Ne ho sempre avuto bisogno. Ma ero così idiota da non accorgermene. Ti prometto che passerò la vita a farmi perdonare per il dolore che ti ho inflitto in questi anni.-       le prometto sincero
Vivrò solo per rendere felici lei e mia figlia. Glielo devo. Possiamo ancora essere la famiglia che avremmo dovuto essere.
-Ti amo tantissimo InuYasha.-
-Ti amo tantissimo anche io Kagome.-     
Le prendo il viso umido tra le mani e la bacio con tutto il mio amore. Ho una voglia pazza di lei. Ma non voglio metterle fretta. In questi mesi ho rispettato il suo volere per mostrarle che a lei ci tengo davvero.
Quando ci stacchiamo il sole è quasi del tutto tramontato, sta per calare la sera.
-E’ meglio andare. Si sta facendo tardi. Ti porto a cena.-      le dico spostandole un ciuffo della frangia
-Ok.-      mi risponde con un tono un po’…deluso?
Decido di non indagare oltre. Forse pensa a come dirmi di Sayuri. In fondo la capisco.
Andiamo a cena in un locale molto confortevole che ho scoperto da poco. Si mangia molto bene e il personale è eccellente.
Consumiamo il pasto parlando di come la prenderà Sayuri. Si trova a suo agio con me, ma quando le dirò che l’adotterò come la prenderà? O peggio ancora…come la prenderà sapendo che io sono il suo vero padre? Domande che non troveranno risposta finchè non sarà Kagome a deciderlo. Devo cercare di non intromettermi in questa cosa e avere pazienza.
-Non ho mai mangiato meglio InuYasha. Come hai trovato questo ristorante? Non è facile trovarlo se non lo conosci.-     mi domanda quando usciamo avviandoci in macchina
-L’ho visto per caso facendo jogging. Essendo l’alba era chiuso, ma già solo l’aspetto esteriore mi piaceva, così vi sono tornato in serata e mi sono trovato benissimo.-
-Menomale direi. Mi sa che questo posto diventerà il mio locale preferito.-      mi dice allegra
-Mi piace vederti così.-
-Come?-
-Felice e sorridente. Quando ci siamo rincontrati sembravi molto gelida.-      confesso osservandola adesso con le guance rosate
-Beh, non ne avevi tutti i torti. C’è un motivo se tutti mi chiamano Lady Ice. Spero di riuscire a mantenere il nomignolo anche in futuro, almeno in aula.-
-Già che me ne hai fatto ricordare…domani ti porto io in tribunale. Ok?-
-Sì ok.-       risponde sbuffando
-Ehi guarda che  io lo dico perché mi preoccupo per te.-       la riprendo con cipiglio
Se solo non mi avesse pregato di lasciar perdere avrei ucciso qual bastardo di Naraku già da un po’. Dopo quello che ha fatto dovrebbe essere se non sotto terra per mano mia almeno dietro le sbarre per tentato stupro, anche se il giudice se ne uscire che il fatto non sussiste in quanto non è avvenuto nulla.
-Dai non arrabbiarti InuYasha. Ti preoccupi troppo per Naraku. E’ stato un bastardo a fare quello che ha fatto ma senza prove che sia stato lui a versare il farmaco nel mio bicchiere non possiamo nulla contro di lui. Ma ormai ho imparato la lezione: non accettare mai niente da bere da qualcuno.-
-Questo non basta. Quando uno vuole una cosa tanto da ricorrere a quei mezzucci vuol dire che non è tipo che si arrende certo tanto facilmente. Quel tipo sembra un pazzo. Non mi piace per niente. E non permetterò che ti stia vicino nemmeno in presenza di cento persone.-     ribadisco più chiaramente
-Ok faremo come vuoi tu.-   
-Su questo non ne avevo dubbi.-
-Ehi…non pensare di comandarmi.-               risponde seccata
-Non ne ho la minima intenzione. Non sono mai stato un tipo del genere. Ma riguardo quell’uomo non ammetto repliche. Non mi piace e non mi fido. E spero tu non voglia rovinare un giorno tanto bello battibeccando solo perché voglio proteggere la donna che amo.-           ribatto infastidito
-Non era mia intenzione litigare. Scusa. Lo so che ti preoccupi per me.-          mi dice dispiaciuta abbracciandomi
-Nemmeno io voglio litigare. Voglio solo farti capire che non permetto a nessuno di toccare la mia donna o la mia famiglia. Tantomeno a quel pazzo maniaco.-
-Lo apprezzo molto.-        risponde stringendomi più forte
-Dai, ti riaccompagno a casa.-      le dico sciogliendo l’abbraccio
Annuisce ed entriamo in macchina.
 
(ATTENZIONE: RATING ROSSO)
Arrivati a casa sua spengo il motore per accompagnarla alla porta. Quanto vorrei non dovermi separare da lei, ma devo resistere e rispettare i suoi tempi.  
-Grazie per questa giornata InuYasha. E’ stata fantastica.-        confessa guardandosi il dito dove brilla il suo anello
-Grazie a te per avermi concesso una seconda possibilità Kagome. Davvero grazie.-        
Lei mi guarda con occhi lucidi. Tiene gli occhi fissi dentro i miei e io, non riesco a contenermi, le prendo il viso tra le mani e la bacio ancora. Risponde con ardore al mio bacio, carico di amore, esigenza e passione. Avvolge le sue braccia al mio collo facendo aderire il mio corpo al suo. Ahi…errore! Si stacca e mi guarda sorpresa.
-InuYasha…-
-Kagome perdonami ma, sono pur sempre un uomo. Il mio corpo agisce di conseguenza quando ti sono così…vicino.-       rispondo preoccupato, sperando di non aver rovinato tutto
Lei mi fissa ancora con aria interrogativa. Poi inaspettatamente dice una cosa che non mi aspettavo di udire tanto presto.
-Andiamo a casa tua.-        sussurra con infinita dolcezza
Le mie pupille si dilatano per lo stupore, ma cerco di contenere la felicità che invade il mio corpo prendendola per mano e portandola di corsa a casa mia prima che cambi idea.
In pochi minuti siamo nudi e stesi sul mio letto, mentre mi godo la gioia di riassaporare la sua pelle e i suoni melodiosi che escono dalle sue labbra ogni volta che la tocco o la faccio sempre più mia.
Si svolge tutto troppo velocemente, presi dalla grande passione e nostalgia di amarci. Lo facciamo con foga, con bisogno, come se ci mancasse il respiro e unirci fosse una questione di vita o di morte, il nostro ossigeno.
Adesso siamo stesi a riprendere fiato. Lei è sul mio petto con gli occhi chiusi. Quanto mi è mancato il suo calore e il suo profumo.
-Non immaginavo certo di concludere così la serata.-       le dico divertito ma ancora sorpreso
Lei solleva la testa per guardarmi. Gli occhi lucidi e pieni ancora della passione che ci ha travolto.
-Mi sembra non ti sia dispiaciuto però.-       scherza lei
-Per niente. Mi spiace solo una cosa…-
Mi guarda preoccupata e si solleva di più mettendosi sui gomiti e lasciandomi vedere meglio il suo seno al cui ho dedicato davvero poche attenzioni. Mmmmh…
-Ehi guarda me! Che c’è? Cosa ti dispiace? Ti sei pentito?-       chiede ansiosa
-A dire il vero sì.-       rispondo scattando velocemente su di lei, ribaltando le posizioni e lasciandola stupita
-Mi spiace non aver dedicato il giusto tempo al tuo corpo.-          le confesso leccandole il solco tra i seni
Lei sussulta al mio gesto e chiude gli occhi, mentre con la lingua raggiungo le sue labbra, posandovi sopra un casto bacio e fermandomi a guardarla. Lei riapre gli occhi in attesa sentendo che mi sono fermato.
-Sei bella come ricordavo Kagome. Anzi, sei diventata ancora più bella. Il tuo corpo è cambiato.-         le dico passando il palmo della mano sul suo seno. E’ più pieno di come lo ricordavo
-La…la gravidanza. Mi ha fatto mettere su qualche chilo che non va più via.-      confessa imbarazzata  
-Ti stanno benissimo. Sei sempre stata troppo magra.-      la tranquillizzo accarezzando la linea dei suoi fianchi, sinuosi e morbidi
Le mie mani passano ai suoi glutei, per poi spostarsi alle cosce, fino ai suoi inguini.
-InuYasha…-     mi chiama lei
-Ssh…prima siamo andati troppo veloci. Ma ora ho tutta l’intenzione di godermela. Di godermi ogni centimetro del tuo corpo, dal cui sono stato lontano sei anni.-         dico baciandola, mentre la mia mano inizia ad accarezzare la sua femminilità
E’ calda e bagnata dal precedente orgasmo. Le mie dite scorrono veloci su di lei. La sento gemere anche all’interno del bacio.
Lascio le sue morbide labbra per baciarle il collo. Lei tira indietro la testa lasciandomi più spazio. Percorro una scia immaginaria con la lingua scendendo fino ai suoi capezzoli che lecco e succhio con esigenza.
Dio quanto mi era mancata questa sensazione! Avere di nuovo Kagome tra le mie braccia è incredibile.
Lei geme e si inarca contro di me chiedendomi di più, così l’accontento scendendo giù, leccando il suo addome e soffermandomi qualche istante al suo ombelico, per arrivare finalmente fra le sue gambe, al centro del suo essere.
-Aaah…-     geme appena sente la mia lingua posarsi sul clitoride, caldo e gonfio di piacere
Lo succhio fra le labbra, beandomi dei gemiti della mia Kagome. Mia…come è sempre stata. Perché sono sicuro che nessuno ha mai avuto ciò che ha sempre riservato a me.
-InuYasha…-    mi chiama lei in un sussurro strozzato quando inizio a roteare la lingua
Ignorando il suo richiamo scendo più giù ed entro in lei, gustandomi il suo sapore, dopo sei anni.
La stuzzico finché non sento i suoi muscoli contrarsi attorno alla mia lingua, che viene invasa dal suo piacere.
-Sai di te e di me Kagome.-          le dico sollevandomi e leccandomi le labbra con fare provocatorio
La vedo arrossire, come se fosse la prima volta che lo facciamo.
-Ehi, arrossisci ancora? Mi ricordi tanto la nostra prima volta, dieci anni fa.-      le dico ridacchiando e risalendo lentamente su di lei baciandola dall’addome in su fino a trovarmi davanti al suo viso
-E’ come fosse di nuovo la prima volta per me. Insomma…sono passati parecchi anni da quando ho…beh…-      dice arrossendo ancora di più e tranquillizzandomi sul fatto che non è stata con altri uomini
-Allora dobbiamo rimediare.-      le sussurro all’orecchio al cui interno infilo poi la lingua
La sento scossa dai brividi e la cosa mi eccita di più. E’ tutta mia e stavolta non commetterò l’errore di lasciarla.
Scendo nuovamente con la lingua verso il suo collo  per assaporarla in ogni centimetro, ma lei si solleva improvvisamente stupendomi e invertendo le posizioni.
-Direi che ora è il mio turno di giocare.-       dichiara imitando i miei gesti, baciando e leccando il mio petto e poi più giù fino ad arrivare alla mia erezione, che bacia dolcemente, procurandomi una scossa di piacere che mi arriva fino al petto
Prende a massaggiarmi prima lentamente, torturandomi in modo sublime, per poi aumentarne la stretta e la velocità. Mentre lo fa la vedo abbassarsi a leccarne e succhiarne la base. E lì perdo la cognizione del tempo e dello spazio. Riesco solo a sentire il calore avvolgermi in quella che riconosco essere la sua bocca, in cui, mio malgrado, esplodo chiamando il suo nome poco dopo.
Riapro subito gli occhi e la vedo sorridere soddisfatta.
-E’ come lo ricordavo.-      mi provoca leccandosi le labbra
-Ti sei fatta audace tutt’insieme?-      le dico sorridendo
-Beh, come hai detto tu, dobbiamo recuperare sei anni no? Meglio cominciare a farlo subito.-
-Sono d’accordo.-       rispondo sollevandomi, tirandola su di me e facendola mettere a cavalcioni sulla mia ennesima erezione
Ho intenzione di godermela per tutta la notte e le prossime notti a venire.
Ho avuto una seconda possibilità e non permetterò a niente e nessuno di rovinarla.
 
 
                                                               ***********************
 
E’ stata la serata più bella che abbia passato negli ultimi sei anni.
Anzi, è stata la giornata migliore di tutta la mia vita.
Prima la proposta, poi gli anelli, il parco e quell’atmosfera romantica, il ristorante, infine questa notte.
È stato tutto magnifico. Mi sento quasi rinata.
Certo la cosa sconcertante è che stanotte abbiamo fatto poi esattamente quello che ho sognato qualche tempo fa. Davvero incredibile! Passo per passo si è avverato tutto da quando mi ha fatta mettere a cavalcioni su di lui. Un sogno premonitore? Bah chissà.
Adesso sono stesa sul suo petto. Lo osservo dormire calmo e tranquillo e ripenso a tutte le volte che gli ho mandato un accidenti. Per fortuna non sono mai arrivati. Certo c’è anche da dire che non glieli mandavo seriamente perché in cuor mio ho sempre saputo di amarlo.
Fuori sta cominciando ad albeggiare. I primi tenui raggi di sole iniziano a filtrare dalle leggere tende.
Guardo la sveglia digitale sul comodino... le 05:49. Meglio alzarsi. Oggi c’è l’udienza in cui rivedrò quel dannato di Naraku dopo tanto tempo. Ne farei volentieri a meno ma è il mio lavoro e non posso tirarmi indietro.
Mi sollevo piano cercando di non svegliare InuYasha, ma con scarsi risultati visto che un suo braccio mi avvolge per la vita prima che mi alzi.
-Dove vai?-       mi chiede con voce impastata dal sonno e sprofondando la testa nel cuscino
-E’ mattina amore. Devo prepararmi per l’udienza. Tu dormi.-        gli dico accarezzandolo sulla testa
Come se gli avessi detto che stavo scappando scatta subito seduto con occhi spalancati.
-E’ vero! L’udienza. Mi preparo subito.-          dice schizzando fuori dal letto
-InuYasha resta a letto. Non devi accompagnarmi per forza.-       
-Kagome? Cosa ti ho detto ieri?-        
-Lo so ma…-
-Niente ma! Ora su, fila a fare la doccia.-        ordina prendendomi per mano e portandomi in bagno
Apre lo sportello in vetro del box doccia e poi fa scorrere l’acqua calda e poi regolando il getto.
-Prego…dopo di lei Madame.-        
-Ma, la fai con me?-       chiedo guardando il suo sorrisetto
-Ovvio!-       conferma entrando con me nella doccia e chiudendo lo sportello
Beh… in fondo è ancora presto. Un paio di minuti possiamo anche perderli.
 
-Lo odio! Ho voglia di spaccargli la faccia!-        ripete per la milionesima volta da quando siamo usciti dal tribunale
-Non ti ha tolto un istate gli occhi di dosso! Io lo disintegro! Ne faccio piccoli pezzettini e poi li do in pasto ai lupi!-     continua mentre ritorniamo in ufficio
-E tu neppure dici nulla?-   mi chiede accigliato
-E che devo dire? Stai già dicendo tutto tu InuYasha.-        rispondo esasperata alzando gli occhi al cielo
-Guai a te se alla prossima udienza non mi avvisi capito? Non devi mai restare sola con quel pazzo.-      ringhia fra i denti
-Ok tranquillo. Siamo arrivati guarda.-       lo informo quando noto che non sta andando al parcheggio dell’ufficio
-Lo so ma non stiamo andando a lavoro per adesso.-       dice voltandosi a sorridere malizioso
-E dove stiamo andando?-     chiedo immaginando già la risposta
-A casa mia, quella in centro, non quella vicino al tempio. Poi andremo a lavoro.-
-Ma non la stavi vendendo? Comunque  abbiamo del lavoro da fare e Sango non può fare tutto da sola.-      sbuffo
-La casa ho deciso di tenerla e metterla in affitto, per quanto riguarda Sango se la caverà per un’oretta. E’ da quando sei uscita da casa con quel tailleur nero aderente che ho voglia di saltarti addosso. Ora non resisto più.-
-Ma InuYasha!-
-Che c’è? Trovi strano che io desideri la mia futura moglie?-      mi chiede e io avvampo
E’ vero. Sono la sua futura moglie. Ancora non ci credo. Forse finalmente i miei sogni si realizzeranno. Diventerò la signora Taisho e porterò il suo cognome. Mi emoziona il solo pensiero.
-Ok andiamo…-      rispondo deponendo le armi, in fondo l’idea non spiace neanche a me
Arriviamo davanti la porta di casa sua con le labbra attaccate tanta è la voglia che abbiamo.
Ci stacchiamo solo perché con me davanti non riesce ad aprire la porta. Una volta infilate e girate le chiavi nella serratura però si immobilizza.
-Che c’è InuYasha?-     chiedo preoccupata
-E’ aperta.-        dice aprendo piano la porta per guardare al suo interno
-Stai qui-     mi avverte entrando, ma io lo seguo per dare un’occhiata
Entrati troviamo tutto tranquillo tranne che per la presenza di una valigia in corridoio. Arrivati nel salotto però ci troviamo una donna con lunghi capelli neri, girata di spalle e affacciata alla grande porta finestra che da sul terrazzo.
-Kikyo!-      esclama InuYasha sorpreso
Lei si volta e corre in lacrime tra le braccia di InuYasha.
Chi diavolo è questa donna?















 
 
 
Ciao gente ^^ come va?
*Si abbassa per evitare un pomodoro.*      (O.o)
*Si getta di lato per scansare un coltello.*     (O_O)
*Se la da a gambe levate quando vede issare i forconi.*     (T_T)
Perdono T_T …..avete ragione non aggiorno da tanto. La verità? Ho avuto qualche problemino, ma più che altro ho avuto poca voglia di scrivere. Malgrado le idee non mancassero non avevo voglia di guardare lo schermo del pc. Ma tranquilli ho ripreso ^_^ momento no passato ( spero… *sussurra a bassa voce*)
Dunque è apparsa Kikyo…è l’inizio della fine ^_^
(P.s.: se volete prendermi ulteriormente a parole o uccidermi fatelo pure su fb T_T....basta cercare Faby Yasha....Ciber Family di Vanilla's World vi ho voluto bene T_T )
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 

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Capitolo 7
*** Che sia già tutto finito? ***




-Kikyo!-       esclamo sorpreso
Che diavolo ci fa nel  mio appartamento?
Lei si volta e mi corre incontro in lacrime. Ora che le prende? Un’altra delle sue patetiche scenette per spillarmi soldi?
-Kikyo mi dici che ci fai in casa mia? Come sei entrata?-      le chiedo scrollandomela da dosso
-Mi sei mancato tantissimo InuYasha! Perché non hai risposto alle mie chiamate?-       domanda asciugandosi le lacrime con la manica del vestito
Ma che le prende? Non l’ho mai vista piangere così.
-Avevo da fare. Ora mi dici perché sei qui?-
-Ehm…-       mi richiama Kagome ricordandomi la sua presenza
Oh cavolo! Sarà furiosa!
-A quanto  pare InuYasha ha il brutto vizio di non rispondere alle chiamate altrui. Posso sapere chi sei?-       chiede affiancandomi e guardando Kikyo
-Io sono sua moglie. Chi sei tu piuttosto, ragazzina! Perché sei nel suo appartamento?-     le risponde Kikyo col suo solito fare altezzoso
-Ex…moglie. Sei la mia ex Kikyo e lo sei già da mesi, quindi non presentarti come tale! Lei è Kagome, la mia fidanzata e futura moglie.-     gliela presento io in modo già alterato
Non la sopporto proprio. Soprattutto le sue finte scenate.
-La tua…fidanzata? Mi hai già sostituita?-       
-Non ti ho sostituita Kikyo. Tra noi non c’è mai stato amore e lo sai.-
-Aspetta un attimo…hai detto Kagome? Non mi dire che lei è ”quella” Kagome? Quella che si scopava il tuo amico?!-         sostiene lei malefica, come sempre, e vedo Kagome lanciare fiamme dagli occhi
-Kikyo taci! E’ una lunga storia che non ti riguarda minimamente! E ora parla e dimmi che fai qui!-        domando alzando la voce
Non riuscirà nel suo piano di mettermela contro. Non una seconda volta!
Guardo Kagome che sembra volermi incenerire con lo sguardo. I suoi occhi stanno dicendo “dopo facciamo i conti noi due!”.
-Ho bisogno di parlarti InuYasha.-
-Bene, dimmi e sparisci.-         dico duro
Lei guarda Kagome e poi me.
-Da soli.-      precisa
-Non ho segreti con la mia fidanzata, quindi puoi anche parlare davanti a lei.-        
Vedo Kikyo titubante, poi le vedo fare un gesto che non mi sarei mai aspettato. Si passa una mano tra i capelli e li tira via, mostrandomi una testa che sembra rasata.
Aveva una parrucca!
Sbianco al solo pensiero di ciò che potrebbe significare e una morsa mi prende allo stomaco.
Al suo posto si materializza l’immagine di mia madre, priva di capelli e col viso scavato dalla chemioterapia.
-Ti prego InuYasha. E’ una cosa…personale, molto personale.-      insiste lei cambiando tono, quasi in lacrime
Rimango immobile qualche istante, perso nei miei tristi ricordi e di come non sia stato in grado di aiutare mia madre a guarire dalla leucemia che me l’ha portata via troppo presto. E’ Kagome a risvegliarmi mettendo una mano sul mio braccio.
-Vi lascio soli. Io vado in ufficio. Mi raggiungi lì?-     mi chiede deponendo l’artiglieria che stava già preparando
Credo ci sia rimasta male anche lei. Annuisco, senza parole, e la vedo andare via.
Ritorno a fissare Kikyo incredulo.
-Ti prego non guardarmi così. Mi sento peggio.-       dice dandomi le spalle e rimettendosi la parrucca
-Ki…Kikyo, ma quando…come…-      balbetto, non riuscendo nemmeno a formulare una frase di senso compiuto
-Da circa cinque mesi. Ho provato a cercarti per chiederti aiuto. Mi sentivo sola. A New York non ho nessuno. Ma tu mi ignoravi, così sono venuta io. Non mi resta più molto da vivere. Speravo di passare con te gli ultimi mesi che mi restano ma….ora…c’è quella…-      spiega scoppiando in un fiume di lacrime
 Mi sento in dovere di abbracciarla. Per quante incomprensioni e liti possiamo aver avuto, questa è una cosa che cancella tutto.
La lascio sfogare tra le mie braccia. Mai prima di oggi l’ho vista così indifesa e fragile. L’ombra di ciò che era quando eravamo sposati.
-Dov’è?-    le chiedo in un sussurro, quasi come temessi di saperlo
-Al pancreas.-        risponde stringendosi a me
-Ed è così avanzato da lasciarti poco da vivere?-        domando con un nodo alla gola
-Ha già parecchie metastasi.-     dice singhiozzando
-Ma sei sicura? Magari i medici si sono sbagliati. Non sarebbe la prima volta. Consulteremo un medico qui e vedrai che lo sconfiggeremo. Magari ricorrendo alla chirurgia e…-
-InuYasha ho già consultato molti oncologi a New York. Credi lì non  ce ne siano di bravi? Tutti lo stesso responso. Ecco leggi.-       mi dice prendendo una cartellina con dentro varie analisi: marker tumorali, risonanze magnetiche, tac e altre cose
Capisco ben poco delle diciture e dei termini usati dai medici. Solo la parola adenocarcinoma mi fa capire.
-Riusciremo a trovare un medico ancora più bravo! Te lo prometto Kikyo. Non lascerò morire anche te!-    esclamo dando un pugno al tavolo
È vero, siamo divorziati, è stata una piaga sopportarla, ma è stata comunque mia moglie e umanamente non potrei mai lasciarla da sola.
-InuYasha…non c’è più niente da fare. Mi restano poche settimane di vita, forse tre o quattro mesi. Lo so che questa storia ti ricorda quella di tua madre, ma ciò che ti dissi all’epoca ti ripeto ora…non è colpa tua. Non sei un Dio e non puoi curare l’incurabile. Ti chiedo solo di restarmi accanto per i mesi che mi restano. Non farmi morire da sola ti prego.-      mi supplica piangendo
-Non ti lascerò morire da sola Kikyo. Te lo prometto.-         giuro abbracciandola per consolarla
-Allora ritornerai a vivere qui? Con me?-       chiede speranzosa
Oh no cavolo! Questo no! E non ora che ho chiesto a Kagome di sposarmi. Non posso. Non voglio.
-No Kikyo. Le cose tra di noi non cambiano mi spiace. Sarebbe un’inutile finzione. Io amo Kagome e presto la sposerò. So che per te è dura, ma fingere di essere una coppia felice non funzionerebbe. Abbiamo caratteri contrastanti lo sai meglio di me. Ma ti starò vicino come amico e non ti abbandonerò mai.-
-Ho capito…-      dice dispiaciuta allontanandosi da me
Lo so che lei vorrebbe tutt’altra cosa ma io non sono in grado di dargliela. Mi spiace infinitamente per lei, ma non posso sacrificare un’altra volta la vita di Kagome e di mia figlia. Non ora che Kagome si è lasciata nuovamente andare.
-E se la tua ragazza non mi volesse tra i piedi?-
-Kagome è una brava persona. Non avrà nulla in contrario. Ne sono sicuro.-     affermo convinto
Su questo ci metto la mano sul fuoco. Kagome non sarà contraria. In fondo le spiegherò che per me Kikyo non conta più nulla. Io amo solo lei. Ho sempre amato solo lei. Aiuterò Kikyo perché non ha nessuno e io sono l’unico che possa farlo.
Dopo un’altra ora passata a parlare saluto Kikyo e torno in ufficio. Spero non mi aspetti un campo di battaglia.
 
 
                                                               ************************
 

Arrivo a lavoro con un musone così lungo che se ne accorgono tutti, anche da lontano. Ad ogni passo che facevo per arrivare in ufficio qualcuno mi chiedeva se stessi bene.
“No non va bene perché la ex del mio futuro marito è ritornata a rompermi le uova nel paniere!” avrei tanto voluto rispondere. Ma ovviamente fingevo un sorriso di circostanza dicendo che avevo solo un lieve mal di testa.
Arrivo finalmente davanti la porta del mio ufficio ed entro.
-Buon giorno Sang…-
-Ehi tu! Che è successo? Che ti ha fatto quel bastardo stavolta?-       mi travolge non dandomi neppure il tempo di finire la frase
-Ma…sono appena entrata.-
-Ti ho vista dalla finestra. Ti trascinavi come uno zombie. Che ti ha fatto, confessa! Così lo raggiungo e lo uccido!-          esclama battagliera
-Beh…veramente lui non mi ha fatto nulla.-      dico sedendomi stancamente sul divano
-Ah no? E allora chi è capace di ridurti ad uno straccio?-        domanda sedendosi accanto a me
-La ex.-    rispondo solamente
-La ex? Di chi?-       chiede lei confusa
-Di InuYasha.-
-La ex moglie di InuYasha? Quella di New York?-
-Perché, ha forse altre mogli che non so in altri paesi?-       chiedo ironica
-Lo sai che intendo. E che ci faceva qui? Dove l’hai incontrata? In tribunale?-
-No, nella vecchia casa di InuYasha. Siamo entrati e l’abbiamo trovata lì.-
-Nel suo vecchio appartamento? E che ci faceva lì? E soprattutto voi due, che ci facevate lì?-      chiede sospettosa, così io arrossisco
-Beh, ecco, noi…-
-Non dirmi che… volevate farlo?-      chiede lei sorpresa
-Sì.-       rispondo imbarazzata
Non mi piace molto parlare di queste cose, anche perché sono anni che non lo faccio.
-Ma porca miseriaccia! Proprio ora che ti eri decisa spunta quell’arpia?  Ha rovinato la vostra “prima volta” dopo sei anni! Ora chissà quando ricapiterà!-         dice delusa sbuffando
Sango ha sempre trovato stupido da parte mia la decisione di attendere. Ha sempre detto che avendolo perdonato era inutile aspettare oltre e che avrei dovuto godermi finalmente del buono e sano sesso. Certe volte penso che le cattive abitudini di Miroku le abbia prese anche lei. Miroku ai tempi dell’università era un gran farfallone. Poi quando ha conosciuto Sango è diventato un altro. Le altre donne non le vedeva nemmeno. Ma dai discorsi che faceva certe volte Sango prima che ritornasse InuYasha, tipo spronarmi a fare sesso con un gigolò o anche con Hiro, solo perché il sesso allunga la vita dice lei, mi fa pensare che sia lei ad essere un po’ maniaca. Chissà, forse Miroku si è sentito completato da una maniaca come lui.
-Perché stai sorridendo?-      domanda lei vedendomi ridere al pensiero appena fatto
-Oh no no nulla. Comunque sarai felice di sapere che quella donna non ha rovinato la nostra “prima volta” dopo essere ritornati insieme.-      ammetto arrossendo nuovamente
-Cosa? Allora lo avete già fatto? Quando?-    
-Ieri sera, per tutta la notte, poi anche stamattina dentro la doccia.-       confesso diventando più rossa della tappezzeria del divano.
Sango ha la bocca spalancata dalla sorpresa.
-Waaaah è una notizia magnifica!-     esulta per poi abbracciarmi
-Veramente la notizia magnifica deve ancora arrivare.-        proseguo io
-Che intendi?-
-Mi ha chiesto di sposarlo.-       rivelo mostrandole l’anello che mia ha comparato ieri
-Kagome ma...è una cosa sconvolgente! Ti ha davvero chiesto di sposarlo? Così presto?-         domanda lei stupita
-Sì, l’ha fatto.-
-E tu?-         chiede ansiosa di ricevere la risposta
-Ho accettato!-
-Oh amica mia! Sapessi quanto sono felice per voi. Soprattutto per Sayuri che adesso avrà un padre, anzi, “suo” padre.-          dice lei commossa
-Sai, mi ha chiesto di adottarla e riconoscerla come figlia sua.-
-Ti ha davvero chiesto una cosa del genere? Lo ha fatto davvero? Wow la cosa gli fa davvero onore.-
-Già, wow. Peccato che quella sia davvero sua figlia e io non so come dirglielo. Quando lo farò mi odierà Sango.-        constato triste
-Non ti odierà Kagome. Ma devi dirglielo prima che la riconosca e che vi sposiate. Devi essere sincera con lui. Lo merita adesso. Ha dimostrato di essere un grand’uomo con questa richiesta di riconoscere la figlia di un altro, perché non dimentichiamoci che per lui Sayuri è la figlia di un altro uomo, che neppure conosce.-         mi fa riflettere Sango
-Già, lo so. Dovrò rivelarglielo prima o poi. Mi ha dato diverse prove di essere cambiato e di essere cresciuto. Merita tutta la mia fiducia. Però ora che è ricomparsa la ex moglie ho paura. Che vorrà? E se mi lasciasse per lei?-          
-Perché dovrebbe farlo dopo le cose che vi siete detti?-
-Credo sia malata Sango. Gravemente malata. Era senza capelli, indossava una parrucca. Ciò vuol dire solo una cosa.-
-Beh questo mi spiace. E’ un male che non si augura neppure al peggior nemico. Ma adesso lei dov’è? E InuYasha?-
-Li ho lasciati da soli a parlare.-
-Che cosa? Come hai potuto lasciarli da soli in quella casa?-     strilla lei furiosa
-E che altro avrei potuto fare? Lei mi ha chiesto di parlargli da sola. Non potevo imporre la mia presenza per gelosia. Avrebbe significato non  avere fiducia in lui.-       spiego convinta
-Hai ragione. Però tieni gli occhi aperti. Da quello che mi hai raccontato quella donna era legata ai soldi. Potrebbe approfittare del suo stato per fare compassione ad InuYasha e portartelo via.-         
-Oh Kami no! Non mi sei di aiuto così Sango!-      esclamo preoccupata
-Mi spiace tesoro, ma è una cosa che devi tenere in considerazione. A pensare male si commette peccato, però ci si indovina.-       dice lei e non posso fare altro che darle ragione
E adesso che faccio?
 
InuYasha ritorna in ufficio dopo un paio di ore. Sango è fuori a pranzo con Miroku quindi siamo noi due da soli.
-Ehi. Com’è andata?-      chiedo con cautela
-Male. Ha un cancro terminale. Dannazione!-       esclama con rabbia dando un pugno alla sua scrivania dopo essersi seduto
Il gesto mi fa sussultare. Non me l’aspettavo e lui se ne accorge.
-Scusami amore. Non volevo spaventarti. È solo che in lei io…-     lascia la frase a metà ma so già dove vuole arrivare
-Hai rivisto Izayoi.-          dico per lui
-Sì. E anche adesso come allora sono impotente. Non c’è nulla che io possa fare per impedire alla morte di portarla via. Maledizione…è ancora così giovane!-          ringhia furioso, ma come dargli torto
Mi è sembrato avesse su per  giù la mia età.
-Sei sicuro non ci sia più nulla da fare? Magari qualche altro medico potrebbe vederla e…-
-Sarebbe inutile. Ha già visto i migliori medici e tutti le hanno detto che le restano pochi mesi di vita.-     mi interrompe spiegandomi la triste situazione
-Capisco.-
-Kagome io devo starle accanto. Non posso lasciarla sola. Non ha parenti in vita, io sono l’unica persona che le sia rimasta.-      mi rivela con sguardo dispiaciuto
E’ qui sento spezzarsi il mio cuore. Che Sango avesse ragione? Non può farmi questo! Non di nuovo. Non ora!
-Cosa stai cercando di dirmi? Che mi lasci per tornare da lei?-       chiedo quasi sull’orlo delle lacrime
-Che cosa? Assolutamente no! Non potrei mai lasciarti per nessun motivo al mondo!-       mi rassicura alzandosi e abbracciandomi
Tiro un sospiro di sollievo e il mio cuore torna ad essere leggero come un piuma.
-Come puoi aver pensato che ti avrei lasciata per Kikyo? Soprattutto dopo quello che è accaduto ieri?-    mi chiede deluso
-Mi dispiace. Sono stata una stupida. Perdonami. È solo che quando hai cominciato il tuo discorso ho pensato che…-
-Appunto, avevo appena cominciato Kagome. Non mi hai nemmeno fatto finire che subito sei giunta alle tue conclusioni.-
-Mi sento davvero mortificata in questo momento. Vorrei sprofondare dentro un buco nero talmente mi sento in colpa. Scusami. Davvero.-         dico dispiaciuta
-Va bene lasciamo perdere. Capisco che dopo quello che ti ho fatto passare tentenni ancora a fidarti di me. Ma ti farò ricredere.-
Annuisco solamente. C’è ben poco che possa dire. Purtroppo ha ragione, ancora non mi fido del tutto. Ho sempre quella paura che lui giri i tacchi e vada via da un momento all’altro.
-Comunque stavo dicendo, che voglio occuparmi di lei. Starle vicino in questo momento così difficile, ma spero tu non me lo impedisca…-        dice guardandomi negli occhi
E che si aspetta che risponda? Che gli do via libera di occuparsi della sua ex?
-Se questo non inciderà sul nostro rapporto non ho nulla in contrario. Spero solo lei non ne approfitti per tenerti lontano da me. Non mi sono piaciute le sue parole nei miei riguardi. Erano parole dette con cattiverie.-       sostengo infastidita
-Lo so. Ma cerca di capirla. Dev’essere arrabbiata con tutto e tutti. Di sicuro non voleva aggredirti.-         sostiene lui, lasciandomi comunque perplessa
Quella Kikyo non mi ha fatto per niente una bella impressione. Forse sbaglierò, magari la sto mal giudicando ma, solitamente il mio istinto non sbaglia mai.
 
Parliamo ancora un po’ di quella donna e già vorrei impiccarmi! Ok starà anche per morire ma ciò non toglie che sia stata la sua ex. Quella con cui si è strusciato tra le lenzuola.
Mentre mi racconta di lei faccio finta di ascoltarlo con attenzione quando invece non potrebbe importarmene più di tanto. Ma ho timore di diglielo, non vorrei mi prendesse per una persona insensibile, che poi è ciò che mi sento adesso, ma è più forte di me, mi innervosisce sentirlo parlare di questa Kikyo!
Per fortuna a salvarmi ci pensa Sango ritornando in ufficio, anche se noto che ha un’espressione parecchio cupa. Il fatto poi che mi si sia avvicinata esitante mi da la dimostrazione che qualcosa non va.
-Che succede Sango?-      chiedo subito
-Kagome, ha chiamato Koga. Ricordi quei frammenti di pelle e sangue rinvenuti  sotto le unghie di Hiro?-
-Certo che sì! Ha un riscontro con qualcuno?-       chiedo piena di speranza
-Sì, appartengono a Kenichi Watanabe, un esponente della Yakuza, ritrovato morto un mese fa.-      mi rivela dispiaciuta
-Cosa? Uno Yakuza? Ma…perché mai uno della Yakuza avrebbe dovuto uccidere Hiro dopo averlo violentato? Lui lavorava sotto la loro protezione.-        esprimo piena di dubbi
-E soprattutto perché fare rinvenire il corpo coi genitali in mano…-     ci ricorda InuYasha
-Non saprei, ma il DNA parla chiaro. -
Mi sembra troppo assurda l’ipotesi che un membro della Yakuza abbia ucciso Hiro. A che pro? E poi non sembrava la tipica esecuzione degli Yakuza.
-Sango fammi avere tutte le notizie possibili su questo tizio. Voglio capire che tipo di legame ci fosse tra lui e Hiro.-      chiedo alla mia amica
-Certo. Appena ho tutto te lo faccio avere.-         dice lasciandomi nuovamente sola con InuYasha
-Questa storia non mi piace per niente.-            esclama InuYasha perplesso
-In che senso?-
-Questa storia di un esponente della Yakuza che uccide un…prostituto…ma dai! Quello che gli hanno fatto era un messaggio per qualcuno. E quel qualcuno sono sicuro che sia tu Kagome. Lo ripeto: questa cosa non mi piace per niente! C’è qualcosa sotto!-
-Lo penso anch’ io, ma fintanto che non avremo altri indizi non possiamo fare altro che ricerche su quel Watanabe.-
-Che per coincidenza è anche morto.-
-Che intendi dire?-
-Nulla nulla, lasciamo stare. Piuttosto ritornando a noi…-     dice prendendomi la mano e addolcendo lo sguardo
-Quando diremo a Sayuri che voglio adottarla?-
-Oh…beh…-     cavolo è vero! Vuole adottare sua figlia! Come me la cavo?
-Non vuoi dirglielo forse?-      chiede notando la mia perplessità
-No! Cioè sì! E’ che…-       balbetto ansiosa
Kagome devi dirglielo prima o poi, ma come? Ok ora glielo dico…forza dai…su…fatti coraggio!
-Va bene possiamo dirglielo stasera.-     mi sfugge alla fine
Nooo stupida cretina! Oh Kami mi taglierei la lingua in questo momento! Che codarda che sono!
-Splendido! Allora prima di tornare a casa passiamo a prendere un dolce. Dobbiamo festeggiare!-     esclama euforico
 
Quanto mi sento in colpa. Non riesco a dirgli la verità. Lui è così dolce e premuroso con Sayuri. Come reagirà quando gli dirò che gli ho mentito? Mi lascerà e scapperà un’altra volta? No stavolta non lo sopporterei! Non di nuovo. E nemmeno Sayuri lo accetterebbe. Si è affezionata subito a lui, quasi come se il suo istinto sentisse di essergli legata. In che pasticcio mi sono messa?
-Kagome tutto bene? Sei taciturna da tutto il pomeriggio.-    mi chiede lui mentre torniamo a casa
-No è che pensavo…a Hiro.-    mento
-Sicura? Perché hai quasi le lacrime agli occhi. Non è che temi la reazione di Sayuri alla mia proposta? Temi non possa volermi come…padre?-
-Cosa? No assolutamente! Anzi, credo la farai molto felice. Ha sempre desiderato un padre, ma io non ho saputo darglielo.-    rispondo iniziando a piangere
Sto negando a mia figlia il suo vero padre. Sono una persona terribilmente  egoista! Ma che madre sono?
-Ehi no tesoro…perché piangi adesso? Non è colpa tua se suo padre vi ha abbandonate. Tu hai fatto quello che hai potuto.-     prova a consolarmi, ma la sua frase mi lascia perplessa
-Perché dici che ci ha abbandonate?-            
-Andiamo Kagome…disperso in mare. Chi ci crede. Ovvio che vi abbia abbandonate e per non dare un dispiacere a Sayuri avete inventato quella menzogna.-        spiega rabbuiandosi, anche se non ne capisco il motivo
Comunque giunti a questo punto è inutile mentire ancora.
-Hai ragione. Ci ha abbandonate. Sayuri è cresciuta senza suo padre. Le abbiamo detto una bugia per non farla soffrire. L’unica figura maschile di riferimento per lei era Miroku dato che il nonno è anziano e non poteva starle dietro.-
-E…se suo padre…ritornasse?-    mi chiede fissandomi dritta negli occhi
Perché questa domanda? E che dovrei rispondere? Che è già tornato?
Ok…o adesso o mai più!
-InuYasha…volevo parlartene da tempo. Non so davvero  da dove cominciare ma…-     e non comincio infatti, perché vengo interrotta dal cellulare di InuYasha
Ok non è proprio destino mi sa.
-Pronto?-    risponde sbuffando
-Hai preso i farmaci che ti ha dato il medico?-      chiede allarmato
Indovina chi sarà?  Ovviamente la ex mogliettina.
-D’accordo arrivo subito!-         dice chiudendo la chiamata
-Era Kikyo giusto?-
-Mi dispiace Kagome. Sta male e non mi sento di lasciarla sola.-       si scusa dispiaciuto
-Non preoccuparti va. Se hai bisogno d’aiuto per portarla in ospedale chiamami e arrivo ok?-         lo rassicuro sorridendo, anche se forzatamente
-Sei un angelo. Grazie!-
Già come no. Sono proprio un angelo…
 
-Sono tornata.-    sbuffo una volta a casa
-Ciao mamma! Ma dov’è InuYasha?-       mi accoglie Sayuri, notando subito l’assenza di suo padre
-Aveva un impegno quindi non cenerà con noi stasera.-
-Ah…ho capito.-      dice dispiaciuta tornando nella sua camera
Tesoro mio, qualcosa mi dice che questa non sarà l’unica sera che passeremo senza di lui. Per adesso non dico nulla sulla sua proposta. Mi sembra giusto farlo quando sarà presente anche lui quindi gli anelli staranno  al chiuso per un po’. Speriamo non troppo.
Chissà cosa penserebbe Sayuri se gli dicessi che è suo padre. A questo non avevo mai pensato! Potrebbe odiarmi per non averle mai detto la verità? Questo non potrei mai perdonarmelo. Che faccio? Cosa devo fare???
 
 
                                                                    *********************
 
 
-Tieni prendi queste.-     le dico passandole due delle compresse trovate sul tavolo
-Ti ringrazio InuYasha.-      risponde prendendo le pillole e buttandole giù
Quando sono arrivato l’ho trovata stesa sul divano a contorcersi dai dolori.
-Non sarebbe meglio se ti portassi in ospedale? Lì possono far passare prima il dolore e magari…-
-NO!-     urla sgranando gli occhi, facendomi quasi sussultare
Che reazione.
-Cioè…io…no è meglio di no. Se mi ci porti non mi fanno più uscire e non voglio morire in un letto d’ospedale.-      riprende, notando il mio silenzio
-Ma non devi mica restarci contro voglia. Ti fai dare un antidolorifico e poi torniamo a casa.-     insisto preoccupato
-Non serve. Il mio medico mi ha già prescritto qualcosa per il dolore. Anzi, mi sento già meglio, non preoccuparti.-            dice sorridendo
-Sicura?-   
-Sicurissima. Solo mi faresti sentire più tranquilla se rimanessi qui stanotte.-    domanda cogliendomi di sorpresa, ma in effetti non posso lasciarla sola
-Certo. Mi sistemerò sul divano.-   
-Non serve! Puoi dormire nel letto con me. Siamo grandi e vaccinati per dormire e basta non credi?-    propone lei
-Non è una buona idea Kikyo. Non perché ci sia il rischio che accada qualcosa, ma perché mancherei di rispetto a Kagome. Grazie ma dormirò sul divano.-       spiego dirigendomi verso l’armadio per prendere le coperte
Si vede che è dispiaciuta, ma certo non alimenterò qualcosa che non c’è.
La notte scorre tranquilla per fortuna. Dopo averla messa a letto si è addormentata.
Mi alzo tutto indolenzito, il divano non è massimo della comodità. Mi preparo un caffè e nel frattempo Kikyo mi raggiunge in cucina.
-Buon giorno.-   mi saluta sorridendo
-Buon giorno a te. Come ti senti?-
-Meglio. Grazie per essere rimasto stanotte.-
-Figurati. Ora però devo tornare a casa per rinfrescarmi e andare in ufficio.-
-Puoi fare la doccia qui. Ho visto che nell’armadio hai qualche abito. Tranquillo non ti spierò mentre la fai.-      ridacchia allegra
Kikyo che ride? E’ la prima volta che la vedo sorridere. Incredibile.
-Ok va bene. Risparmierò tempo.-
Dopo una veloce doccia la saluto e scappo in ufficio. Kagome non è ancora arrivata.
-Buon giorno InuYasha.-    mi saluta Sango
-‘Giorno a te.-
-Come mai quella faccia? Non avrai litigato con Kagome vero?-    chiede con sguardo minaccioso
-Assolutamente no!-           mi difendo subito
Questa donna fa paura!
-Ah…allora ok. Ti va di parlarne?-    domanda più amichevolmente
-Si tratta della mia ex. Immagino Kagome te ne abbia parlato.-
-Già. Mi spiace per lei.-
-Non abbiamo avuto un buon rapporto negli ultimi tempi. Ero perfino arrivato a detestarla, però, non le avrei mai augurato di certo questo.-      sbuffo stremato di avere a che fare con questa maledetta malattia
-E’ normale. Gli screzi li abbiamo tutti. Ma sei sicuro che non si possa fare proprio più nulla? Hai provato a convincerla a farsi vedere da un altro medico? Sai, capita spesso che sbaglino le diagnosi.-
-C’ho provato ma dice che è inutile. Ha già visto altri medici a New York.-
-Capisco. Quindi le starai vicino fino alla fine?-
-Non ho altra scelta. Non voglio lasciarla da sola in questi ultimi giorni.-
 
Giorni…diciamo pure mesi. Sono tre mesi che corro da Kikyo ad ogni sua chiamata, e casualità vuole, sempre la sera o quando sto con Kagome.
Maledizione, quasi non la sfioro più! Lei per forza di cose è fatta più fredda e distaccata e quando siamo liberi non manca di farmi le frecciatine  “oggi non ci interrompe Kikyo?”   “oggi nessuna urgenza o crisi di panico?”
E’ stressante! Devo avere a che fare con entrambe e la cosa non è facile. Capisco Kagome, ma questi sono gli ultimi istanti di vita di Kikyo. Che altro dovrei fare? Lasciarla sola a se stessa? Farla morire chiusa in casa? No non posso.
Io e Kagome abbiamo una vita davanti. Lei no, ed è giusto che me occupi fino alla fine dei suoi giorni.
-InuYasha mi porti a ballare fuori stasera?-   
-Veramente avrei un impegno con Kagome stasera. Facciamo sabato prossimo ok?-
-Ma potrei non essere viva sabato prossimo!-     ecco la solita frase!
-Sarai vivissima Kikyo. Non posso rimandare. E poi non sto con Sayuri da tempo.-
-Ma quella non è nemmeno tua figlia! Perché dovresti occuparti della figlia di qualcun altro?-    sbotta furiosa, lasciandomi stupito
-Me ne occupo perché le voglio bene! Così come mi sto occupando di te anche se non sei mia moglie!-      nemmeno il tempo di terminare la frase che vorrei rimangiarmela
I suoi occhi si inumidiscono e io mi do per l’ennesima volta del coglione. Ma lei ha la straordinaria capacità di tirare fuori il mio lato peggiore coi suoi capricci ed i suoi insulti.
-Se sono questo gran peso allora vai da loro. Me la caverò da sola.-     dice dandomi le spalle e andandosi a chiudere in camera
-Kikyo mi dispiace. Non avrei dovuto dirlo. Esci dai…parliamone.-       le chiedo da dietro la porta
-No vai via! Non voglio la tua pietà!-
-Non è pietà. Dai apri la porta!-   insisto bussando dato che ha chiuso a chiave
-Ho detto di no! Vai dalla tua famiglia. Io morirò da sola, come sono sempre stata nella vita. Ora vattene ti prego.-    urla tra i singhiozzi
-Non vado da nessuna finchè non ti calmi! Apri subito o sfondo la porta!-      sbraito tra il furioso e il preoccupato, ma non ricevo più risposta
-Kikyo!-      continuo, ma niente, così mi decido a dare una spallata alla porta ed entro in camera, trovandola vuota
Mi dirigo nel bagno e la trovo lì, tra i cocci dello specchio che ha appena rotto e con in mano uno di essi, puntato al suo polso
-Kikyo che accidenti stai facendo?!-      l’afferro velocemente prima che si tagli
-Lasciami! Fammi morire come voglio io. Così non sarò più un peso per nessuno!-    strilla dimenandosi e ferendosi i piedi coi cocci per terra
-Smettila di fare la stupida! Lascia quel pezzo di vetro o ti spesso il polso capito?!-
Finalmente la sento arrendersi in lacrime tra le mie braccia, così la sollevo e la porto a letto, dove si rannicchia continuando a piangere.
-Kikyo ti prego, non fare così…-
-Lasciami stare.-
Accidenti la cosa andrà per le lunghe! Non mi resta che chiamare Kagome e disdire per forza l’uscita di stasera.
Kami… sarà furiosa!
 
 
                                                                              *****************
 
 
-Tesoro sei pronta? Tra un po’ arriva Inu.-
-Sì mamma. Come sto?-      dice volteggiando col suo nuovo abito fiorato
-Sei meravigliosa amore mio!-            le dico abbracciandola forte
Quanto è bella la mia bambina!
-Mamma mi rovini il vestito così.-     si lamenta lei
-Ok scusa. Vedo che siamo fatte vanitose eh?-    la prendo in giro
-Sì, perché è tanto che non usciamo con papi Inu.-
Ha ragione poverina. Grazie a Kikyo e alle sue continue chiamate non lo vediamo quasi più la sera. Chissà perché quella donna sta male solo la sera o la domenica. Sarò cattiva ma comincio a credere che faccia finta per tenere lontano InuYasha da noi. Per fortuna stasera sarà tutto nostro.
-Mamma ti squilla il cellulare.-      mi avverte Sayuri, non l’avevo proprio sentito
Guardo il display ed è il numero di InuYasha. Starà arrivando.
-Dimmi amore.-    rispondo sorridente
“-Ehm…Kagome…io…- “      inizia  sbuffando, come dispiaciuto, e già capisco
-Aspetta…non starai cercando di dirmi che non vieni perché la tua ex sta male???-        chiedo arrabbiata
“-Non posso proprio lasciarla. Ha provato a tagliarsi le vene, non posso lasciarla da sola.-“ 
-Ma che fatalità! Proprio stasera che dovevi uscire con noi tenta il suicidio? E dimmi, si è davvero ferita o non ha nemmeno un graffio? Perché in caso contrario ci vuole l’ambulanza.-       dico cinica, conoscendo già la risposta
“-Stai cercando di dire che finge? Kagome ma come puoi pensarlo?-“
-E tu rispondi! Si è ferita?-    insisto io
“-Solo perché sono arrivato in tempo! Kagome davvero…mi stupisco di tanta cattiveria. Mi deludi.-“
-Certo quella che ti delude sono io, non il contrario! Il fatto che Kikyo stia male non vuol dire annullare il mondo per correre da lei. Va bene la compagnia e gli aiuti ma fino ad un certo punto! Ora chi lo dice a Sayuri che non ti vedrà nemmeno stasera? Lo sai quanti giorni sono che non ti vede, eh?-
“-Lo so e manca anche a me. Ma non posso fare l’egoista e lasciarla da sola!-“         sbraita furioso
-Quindi stai dicendo che le egoiste saremmo noi? Ok capito. Stai pure con la tua ex, ma non so se ci troverai quando te ne libererai, se mai accadrà!-      sbotto irritata chiudendo la chiamata
Ma come osa dire che siamo egoiste? Solo perché volevamo passare del tempo con lui? E’ sempre il solito, non cambierà mai!
Non mi sembrava di chiedere molto. Gli avevo solo chiesto di non allontanarsi da noi, cosa che invece è accaduta.
Ma la cosa peggiore è che per me quella donna finge. Sembra stia male a comando! Quando uno sta male non ha orari, lei invece sta male solo la sera, per farlo fermare a dormire da lei, e ogni giorno libero che sa avere InuYasha. E’ un ingenuo!
-Mamma, InuYasha non verrà non è così?-     mi chiede dispiaciuta e con le lacrime agli occhi la mia piccola
-No tesoro, non verrà.-       sono costretta a dirle, anche se con la morte nel cuore
-Ho capito. Allora vado a spogliarmi.-           dice mesta
Povera cucciola.
-E invece no! Noi due usciremo lo stesso stasera. Che ne dici? Un’uscita mamma e figlia. Anzi, una serata tra donne!-           le dico facendole l’occhiolino sperando di tirarla su
-Davvero? Solo noi due?-
-Certo! Stasera ci divertiremo tu ed io!-
-Sìììììì ci sto, evviva!-    esulta allegra, finalmente
-Allora dai salta in macchina. Questo sabato sera è tutto nostro!-
-Andiamo mamiiii!-    ride felice
Non sopporto vedere mia figlia triste. Nessuno deve ferirla. E se InuYasha non è cambiato, come temevo, non credo gli dirò di Sayuri.
Non dico debba starci attaccato 24 ore su 24 e abbandonare Kikyo, ma un po’ di spazio per noi poteva anche ritagliarlo in tre mesi!
E sia! Se il destino di mia figlia è non avere suo padre vuol dire che continuerò a farle da madre  e da padre come ho fatto in questi anni.
-Metti la cintura…si parte!-
-Sìì!!-
 
 
                                                                              *********************
 
 
-Maledizione! Perché deve reagire così?!-       urlo lanciando il cellulare contro al muro, rompendolo
Mi ha sbattuto il telefono in faccia senza nemmeno lasciarmi finire di parlare! Ah ma domani mi sente!
Come può non capire le necessità di Kikyo in questo momento così delicato? O pensa io sia felice di trascurare lei e mia figlia?
La notte passa lentamente. Non riesco a prendere sonno. Mi sento irrequieto. Ho qualcosa che mi si agita dentro e non mi da pace. Kikyo si è calmata dopo una buona dose di tranquillanti, ma ne avrei avuto bisogno anche io.
Non è ancora l’alba che sento suonare alla porta. Chi sarà?
Vado ad aprire e mi ritrovo davanti Miroku con una faccia scura.
-Miroku che ci fai qua? E’ successo qualcosa?-    chiedo allarmato dall’ora
-Ma il cellulare lo tieni per figura, razza di idiota? Kagome ha provato a chiamarti tutta la notte!-
-Cosa le è successo?-       
-Ha avuto un incidente stanotte, mentre tornava a casa.-
-Che cosa? E come sta? E’ ferita?-          domando in preda all’ansia
-Qualche contusione, un braccio rotto e una lieve commozione. Quella che sta peggio è…Sayuri…lei ha perso troppo sangue e…-        si blocca con le lacrime agli occhi
-Sa…Sayuri era con lei? Ma…perché hanno avuto quell’incidente? Com’è accaduto? Che accidenti ci facevano fuori di notte da sole???-           chiedo nel panico più totale
-Kagome l’ha portata fuori da sola, visto che le hai dato buca e la bambina era triste. Un SUV le è finito addosso mentre tornavano a casa. La colpa è tua se Sayuri muore, pezzo di imbecille!-     mi urla con tutta la rabbia che ha in corpo, ma io non lo ascolto, la parola morte mi ha del tutto paralizzato
-No! Lei non…mia figlia non può morire! Non deve, no! Dimmi dov’è? Devo andare da lei!-    grido sconvolto,  col cuore in gola dalla paura
-Ma tu come sai che…-
-Non importa adesso, portami da mia figlia Miroku!-       lo interrompo prendendolo per il bavero della giacca
-Ok andiamo.-             
Lo seguo in ospedale, senza nemmeno avvertire Kikyo che sono uscito. La mia priorità adesso sono Kagome e mia figlia! Tutto il resto passa in secondo piano! Se solo lo avessi capito prima!
Oh Kami vi prego…proteggete la mia bambina. Non può morire. Non deve! Non le ho nemmeno detto che sono suo padre. Non me lo perdonerei mai se morisse. Vi prego…vi prego! Non fatela morire!
 
                                                                             
 



 
 
Ohi ohi quanti sguardi assassini che ho contro ^^’’
Non aggiorno da tanto e quando lo faccio ecco che Sayuri è più di là che di qua, Kikyo rompe l'anima e i due piccioncini litigano ^^
Ci avviciniamo alla fine anche di questa storia ormai. Ma tanto non rimarrete orfani ^_^ la mia mente malata continua a partorire storie -_- anche troppe. Me le sogno anche T^T ma come si fa? I miei sogni sono popolati da roba strana…… che poi vi propino ihihihiihi e sarà così per la prossima storia *-* che spero vi sconvolgerà tanto sarà drammatica, triste e violenta *-* quindi preparatevi ad un rating rosso pieno ^O^
Grazie a tutti quelli che mi seguono e recensiscono *^* siete adorabili e mi rendete tanto felice <3 senza di voi Yasha 26 non esisterebbe ^_^ e neppure i miei sogni strambi ^_^ quindi mi inchino umilmente ai vostri piedi e vi ringrazio di vero cuore per l’affetto e la passione con cui seguite sempre le mie storie <3 grazie mille <3 <3 <3 <3
Ma un ringraziamento particolare lo mando alle ragazze (più un bel giovanotto appena unitosi a noi ^_^)   del gruppo di Vanilla’s World della bravissima autrice Vanilla_91…una grande famiglia virtuale di cui non posso più fare a meno. Vi adoro <3 <3 <3 <3 <3
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 

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Capitolo 8
*** Le verità nascoste ***


-Coraggio tesoro. Calmati, non piangere così. Vedrai che ce la farà.-
-Non ce la faccio mamma! E’ colpa mia! La mia bambina…è colpa mia! Se muore io…io mi uccido con lei!-   strillo disperata davanti le porte della sala operatoria, dove mia figlia è chiusa da ore    
-Bambina mia ti prego, non dire così…-    piange anche lei
-E’ colpa mia! E’ tutta colpa mia! Se avessi visto quella maledetta auto…-   mi ripeto, lasciandomi cadere seduta per terra, ignorando il dolore che mi trafigge da parte a parte                      
-Ma come accidenti potevi vederla se ti ha tagliato la strada col rosso? Finiscila di darti la colpa, perché non ne hai!-            mi rimprovera severa Sango
-Ma se non l’avessi portata fuori non sarebbe accaduto nulla.-
-Non puoi conoscere il futuro, o sapessi quante cose non faremmo! Quindi smetti di piangerti addosso perché Sayuri non è ancora morta e non lo farà! Lotterà, così come ha fatto quando è nata. Il tuo dovere è quello di pregare che si riprenda, non quello di frignare come una pazza isterica. Mia nipote si riprenderà, capito?!-     mi urla in faccia, ma con gli occhi rigati di lacrime, tanto quanto me
-Sango…-  la chiamo alzandomi, anche se a fatica col braccio ingessato
Lei mi abbraccia, ed è così che restiamo un po’, a piangere l’una stretta all’altra. Anche lei con l’aborto sa che si prova a perdere un figlio. Sono sicura che in questo momento pensi al figlio mai nato, ben  comprendendo  il mio stato d’animo in questo momento.
-Ho paura.-    confesso
-Anche io Kagome. Ma tua figlia è forte. Vedrai che ce la farà.-    mi consola e non posso far altro che ringraziarla per le sue parole
Ci sediamo e aspettiamo in silenzio, finché finalmente un medico esce dalla sala operatoria.
-Dottore! Come sta?-   ci precipitiamo tutti a chiedere
-Le ferite riportate da sua figlia sono molto gravi signora Higurashi. Uno dei pezzi del finestrino dell’auto, frantumandosi, le si è conficcato nel collo, recidendo quasi la carotide e facendole perdere molto sangue. Per fortuna restando all’interno della ferita il frammento ha limitato l’emorragia, che è andata peggiorando durante l’estrazione. Abbiamo già fatto una trasfusione di sangue universale  0 Rh- per superare l’emergenza, ma è necessario effettuare subito una trasfusione col suo stesso omogruppo, cioè AB Rh- di cui purtroppo non disponiamo nessuna sacca. Serve un donatore, e in fretta.-   ci informa il medico, come fosse una condanna
-Io sono il bisnonno! Provi subito il mio!-   esclama mio nonno facendosi avanti
-Signore lei è troppo anziano. E’ rischioso alla sua età.-
-Ma che anziano! E poi sto benissimo!-
-Nonno per favore, il dottore ha ragione. Noi siamo tutti in salute invece. Proceda pure ai controlli di compatibilità.-   intervengo io
Apprezzo il suo gesto, ma non voglio certo mettere in pericolo anche la sua vita.
-Bene, seguitemi per il prelievo. In cinque minuti scopriremo se qualcuno di voi è compatibile con la paziente.-
 
Io, mia madre e Sango facciamo il prelievo, aspettando con ansia il risultato, che arriva dopo qualche minuto.
-Signori… purtroppo nessuno di voi è compatibile, dovremo cercare altrove. La bambina non ha parenti paterni? Forse lì qualcuno ha il suo stesso gruppo.-
-Io! Ci sono io!-    risponde qualcuno con voce affannata alle mie spalle
-InuYasha!-   esclamo sorpresa, ma anche furibonda
Mi ha lasciata da sola anche in questa circostanza! L’ho chiamato tutta la notte ma il telefono era sempre spento, come mai adesso è qui? Solo qualche secondo dopo mi accorgo della presenza di Miroku alle sue spalle. È andato lui a chiamarlo quindi.
-Lei è un parente?-   chiede il medico, e qui sto per intervenire io, quando la sua risposta mi anticipa gelandomi il sangue nelle vene
-Sono il padre!-  afferma sicuro, mentre tutti sgraniamo gli occhi
 
“Sono il padre”
“Sono il padre”
“Sono il padre”
La frase mi rimbomba in  testa centinaia di volte, tanto che non mi accorgo nemmeno che il dottore lo porta via per il prelievo.
D’istinto mi volto verso Miroku. Forse gliel’ ha detto lui, ma si affretta a rispondere alla mia muta domanda.
-Lo sapeva già. Non gliel’ho detto io.-  dice scrollando le spalle
Lo sapeva già? Ma come? Da quanto???
Improvvisamente tutti i momenti felici passati insieme mi ritornano alla mente, travolgendomi come un fiume in piena. Lui dolce e premuroso con Sayuri, lui che la tiene in braccio, la porta a scuola, che mi chiede di farle da padre. Era una bugia!!! Era tutta una messinscena! Lui sapeva che è sua figlia!
Come…come ha potuto prendersi gioco di me…di lei…di noi!
Mi sento malissimo! Sento la testa esplodermi ed i conati di vomito attanagliarmi la gola. Devo correre in bagno!
-Kagome dove vai?-   mi rincorre Miroku, vedendomi fuggire con una mano sulla bocca
Arrivo appena in tempo al lavandino e vomito anche ciò che non ho mangiato. Lui mi tiene la fronte ed i capelli. Quando finisco scoppio in un pianto convulso, ripensando a mia figlia tra la vita e la morte e all’unico uomo che abbia mai amato capace solamente di ferirmi e prendersi gioco di me.
-Lo sapeva! Lui lo sapeva! Come ha potuto raggirarmi così? Come!?-   grido in preda alla disperazione
-Calma piccola. Stai bruciando. Devi avere la febbre. Vieni, ti porto dai medici per farti dare qualcosa.-
-Non ho bisogno di nulla Miroku! Solo di mia figlia…e di spaccare la faccia a quel bastardo!-   urlo staccandomi dalle sue braccia e precipitandomi fuori dal bagno
-Kagome aspetta, che vuoi fare? Una scenata  nei corridoi per caso?-   prova a fermarmi, inutilmente
Quando raggiungo gli altri, lui è di ritorno con un cerotto al braccio.
-TU!-   strillo furibonda, avvicinandomi e schiaffeggiandolo
-Mi hai preso in giro fino ad ora! Ammettilo! Sapevi da tempo che Sayuri è tua figlia, non è così?-   
-Non mi pare né il posto né tanto meno il momento più appropriato per discuterne Kagome.-  replica dandomi le spalle
-Invece lo è! Mi hai preso in giro. Come hai potuto fingere di non sapere nulla? Soprattutto perché?-
-Perché allora tu non mi hai detto la verità subito eh? È mia figlia! Non avevi diritto di tenermi all’oscuro. Ma per il bene che ti voglio ho finto di non sapere, provando ad entrare nelle vostre vite in punta di piedi, sperando fossi tu a dirmi “oh…sai InuYasha, hai una figlia!” ma non l’hai mai fatto! Quindi adesso non giudicarmi. Io ho sbagliato, ma tu hai le mie stesse colpe!-    mi spiazza lui, lasciandomi senza parole
-Ma come o…-
-Kagome basta così! Accusarvi a vicenda non vi porterà a nulla! Vostra figlia sta lottando per vivere e l’ultima cosa che vorrebbe sentire sono i suoi genitori litigare.-    interviene mio nonno
Le sue parole mi zittiscono subito. E’ vero, la mia piccola potrebbe sentirci litigare e non voglio accada, anche se è priva di sensi.
Mi siedo paziente e aspetto l’arrivo del medico, mentre dentro mi sento ribollire dalla preoccupazione, dalla paura, ma anche dalla rabbia, dalla delusione e dalla frustrazione.
-Kagome eccolo!-   mi chiama Sango, notandomi distratta
-Dottore allora?-  chiede subito InuYasha, precedendomi
-Buone notizie! Il suo gruppo sanguigno è lo stesso della paziente. Possiamo procedere subito col prelievo.-   
-Sia ringraziato il cielo!-  esclama mia madre, mentre io tiro un sospiro di sollievo, ringraziando tutti i Kami dell’universo, conosciuto e non
Il medico porta via InuYasha, che ritorna mezz’ora dopo.
-Mi raccomando, assuma molti liquidi e mangi qualcosa.-   gli consiglia l’infermiere dopo averlo riaccompagnato
Lui invece si siede e poggia stancamente la testa al muro, chiudendo gli occhi. Sarà comunque preoccupato quanto me, credo. Anzi, spero.
Avrei voglia di strozzarlo in questo momento, ma resta comunque il padre di mia figlia, e non posso non dargli ragione quando dice che in tutto questo tempo non gli ho detto nulla. Ho tante colpe quanto le sue, ma è difficile ammetterlo.
 
 
                                                                     *******************
 
 
Ritorno in sala d’aspetto accompagnato da un infermiere che raccomanda per l’ennesima volta di bere. Bah, sapesse quanto me ne importa in questo momento! Penso solo alla mia bambina e al pericolo che corre.
Non so più chi pregare per fare un miracolo. Non può lasciarmi proprio ora che ci siamo incontrati. No, non può lasciarmi! Non è giusto! È ancora una bambina! Dovrei esserci io al suo posto. Sta morendo per colpa mia. L’ho lasciata sola. Avrei dovuto esserci io alla guida di quella maledetta auto, forse avrei visto quel folle!
-Tieni…bevilo.-   mi sento dire, riconoscendo subito la voce di chi ha parlato
Apro gli occhi e mi ritrovo davanti Kagome, con in mano una bottiglietta di succo.
-Grazie.-   rispondo prendendola, ma non aprendola, ho lo stomaco chiuso
-Bevilo stupido! O vuoi stare male quando Sayuri chiederà di noi?-  mi rimprovera arrabbiata, ma in lacrime
-Kagome…-
-Se morisse, io…-   sussurra tra i singhiozzi
La prendo tra le braccia, attento a non farle male, per fortuna lei non mi rifiuta, anzi, si aggrappa a me e piange disperata.
-Non morirà. Nostra figlia è forte.-  le dico poggiando la testa alla sua, sperando che le mie non siano solo parole per consolarci
 
Passano ore senza che nessuno fiati e che nessun medico si faccia vivo. Poi finalmente, qualcuno viene verso di noi.
-I signori Taisho?-   chiede un giovane medico
-Siamo noi! Come sta nostra figlia?-   chiedo preoccupato
-E’ una bambina forte la vostra. Il peggio è scongiurato, ma resta comunque in prognosi riservata per le prossime ventiquattro ore.-   ci informa con un lieve sorriso rassicurante
-Quindi…è fuori pericolo?-    domanda Kagome
-Non possiamo escluderlo al 100%, ma siamo fiduciosi signora.-   non si sbilancia, ma ci ha comunque dato speranze
-Dov’è? Possiamo vederla?-         
-No signora Taisho, mi spiace. Al momento è in terapia intensiva e nessuno può vederla. Le daremo notizie dei prossimi sviluppi. Nel frattempo potete andare a casa se volete.-  ci avverte il medico
-Non mi muovo da qua finché non vedrò mia figlia. Aspetterò qui.-   dice lei sedendosi
-Sarebbe opportuno invece che andasse a casa signora. Ha bisogno di rilassarsi, soprattutto per la commozione cerebrale che, anche se lieve, richiede riposo.-   interviene il dottore, a cui poi si rivolge Miroku con una domanda
-A proposito di ciò dottore, poco fa la mia amica ha avuto un attacco di emesi e…-
-Un attacco di che?-   lo interrompo preoccupato dallo strano termine
-Semplice vomito.-    mi spiega gentilmente il medico
-Ah…-    e c’era bisogno dei paroloni? Bah…
-Dicevo…poco fa ha “vomitato”…-   riprende Miroku, guardandomi storto, per poi riprendere il discorso
-…e mi è sembrato le si fosse alzata la temperatura. Non sarebbe opportuno fare una TC (*) per controllare non ci siano lesioni o ematomi?-
-Non è stata richiesta dai colleghi presenti all’arrivo della signora?-   chiede sorpreso
-No. I medici che l’hanno visitata hanno detto che essendo cosciente non c’erano rischi.-
-Sarebbe comunque opportuno farla se la signora accusa dei sintomi riconducibili al trauma. Me ne occupo io, tranquilli.-       
-Io sto benissimo non preoccupatevi.  Non ho bisogno di nulla, a parte mia figlia.-   replica Kagome
-Invece tu andrai col dottore a fare la TC, senza fare la bambina!-   la rimprovera Miroku
-Ma non ne ho bisogno! Ho vomitato per lo stress!-    protesta lei
-Miroku ha ragione. Ti dirò la stessa cosa che hai detto a me prima, devi stare bene per quando nostra figlia si sveglierà e chiederà di noi.-     provo a convincerla, premendo sul suo punto debole, Sayuri
-E va bene avete vinto! Anche se vi ripeto che sto bene.-    sbuffa alzandosi, ma perdendo l’equilibrio e rischiando di cadere. Per fortuna riesco ad afferrarla per tempo
-G…grazie.-   dice staccandosi dalle mie braccia quasi subito
-Si vede come stai bene infatti!-    ironizza Miroku
-Piantala Miroku, un semplice capogiro, capita!-    si lamenta alzando gli occhi al cielo
-Meglio se ti accompagno comunque. Non vorrei ti ricapitasse.-         
-Ti ringrazio InuYasha, ma non occorre. Posso benissimo andare da sola.-  risponde freddamente
Mi ferisce vederla così distaccata. Eppure poco fa piangeva tra le mie braccia. Kagome, perché fai così? Avrò anche sbagliato, ma in questo momento il tuo astio non lo comprendo.
-Dai ti accompagno io, stupida.-     la prende sottobraccio Miroku, avviandosi dietro al medico
Con lui è andata senza protestare, con me invece no. Devo supporre che non mi voglia accanto quindi.
Maledizione! Perché è accaduto di nuovo? Perché devo perdere ancora la donna che amo, mentre mia figlia rischia la vita? Perché resto sempre il solito idiota che la fa soffrire?
-Tranquillo, le passerà.-   sostiene Sango, sedendosi accanto a me
-Non credo, l’ho delusa, di nuovo. E adesso mi odia…di nuovo.-   sorrido amaro
-Tu la ami?-    mi chiede seria
-Più della mia vita.-   confesso disperato
-Allora sono sicura che saprai farti perdonare se tieni davvero a lei e Sayuri.-
-Non sarà facile. L’hai vista com’era fredda poco fa? Mi odia, lo so.-
-Non ti odia. È solo ferita e delusa. E anche spaventata. Abbia pazienza.-
-Perché mi dici queste cose? Non dovresti odiarmi anche tu per “aver ingannato” Kagome?-     chiedo perplesso
-In effetti la voglia di prenderti a ceffoni ce l’ho, però, in questo periodo ho conosciuto un’altra Kagome. Anche la piccola Sayuri è cambiata. Sono entrambe felici da quando ci sei tu, serene, sempre col sorriso sulle labbra appena ti vedono. Prima non era così. Ti amano anche loro, è innegabile questo. Kagome non è mai stata così viva come in questi mesi. E devo comunque ammettere che non sei il bastardo che immaginavo. Quindi, se tieni a loro, fatti in quattro, anzi in otto se necessario, per riconquistarle, perché hanno bisogno di te, ora più che mai. Capisco la tua voglia di aiutare la tua ex, ma al momento la tua famiglia ha bisogno di te. Non commettere nuovamente l’errore di trascurarla.-     mi consiglia sincera
-Ti ringrazio Sango, davvero. E seguirò il tuo consiglio, non mollerò Kagome e Sayuri nemmeno per un solo minuto da adesso in poi. Sono la mia ragione di vita e non potrei più vivere senza loro due. Sarà difficile farmi perdonare da Kagome, ma non le darò pace finché non lo farà!-     esclamo più motivato che mai
-Ecco bravo!-      sorride più tranquilla
-Grazie ancora Sango.-
-Non ringraziarmi, lo faccio per Kagome, tengo molto a lei. E’ come una sorella per me. Quindi non farle ancora del male, o te la vedrai con me!-    minaccia talmente seria da farmi paura
-O…ok.- 
-Sta ritornando. Va da lei e portala a casa, anche con la forza se serve, o è davvero capace di restare qui. Resteremo io e Miroku e vi faremo sapere quando lui avrà parlato col primario.-     mi dice alzandosi e raggiungendo Miroku, e non posso che ringraziarla ancora per le sue parole
Mi alzo anche io e mi avvicino a lei.
-Allora? Che ha detto il medico?-
-Tutto a posto, esattamente come dicevo io.-
-Menomale. Dai ti porto a casa.-    
-L’ho già detto prima, io da qui non mi muovo. Però ti sarei grata se accompagnassi mia madre e mio nonno a casa.-        mi chiede gentile, ma ancora con tono distaccato
Decido di ignorare la sua freddezza. Quello in torto sono io, come sempre. Ci vorrà tutta la mia pazienza temo. Kagome è sempre stata la donna più testarda che abbia mai conosciuto, ma se crede che cederò così facilmente si sbaglia.
-Hai sentito il medico, devi riposare. Stasera torneremo se vuoi, ma adesso devi andare a casa.-   insisto con calma
-Ho detto no! Piantala con questa gentilezza ti prego.-    replica infastidita dandomi le spalle, facendo per allontanarsi
Eh no signorina! Non te la darò vinta!
Sotto lo sguardo sorpreso della sua famiglia la prendo di peso in braccio, beccandomi non so quanti insulti. Non importa, tanto non la sto neppure ascoltando.
-Andiamo vi accompagno.-   dico loro mentre mi dirigo in macchina
-Sei un maledetto idiota! Lasciami ho detto! Fammi scendere imbecille!-    urla quando la metto seduta, allacciandole la cintura che prova a slacciare malamente a causa del braccio ingessato
-Kagome calmati figliola. Devi dormire un po’.-    prova a tranquillizzarla la madre
-Adesso date ragione a lui?-    continua a strepitare agitandosi, anche dopo aver messo in moto
-Nessuno da ragione a nessuno. Ma fatto sta che devi riprendere un po’ di energia. Sayuri è fuori pericolo ringraziando i Kami, e comunque non possiamo vederla. Tanto vale che ne approfitti per riposare.-   interviene suo nonno
-Potevo riposare anche in ospedale, seduta non mi stancavo di certo. E poi, se Sayuri si svegliasse e chiedesse di me?-
-E’ in coma farmacologico Kagome, è difficile si risvegli se non lo fanno i medici.-    rispondo sbuffando per la sua ostinazione
-E se sbagliano farmaci? E se accade come quando è nata e non le danno le giuste cure? Devo essere là a controllare ciò che fanno i dottori. Riportami indietro!-
-E’ rimasto Miroku a parlare con loro ed a controllare ciò che faranno, masticando il loro gergo è più adatto di noi. Ci farà sapere. Di lui ti fidi no?-
Mi guarda indecisa per qualche secondo, poi annuisce calmandosi.
-Va bene. Ma più tardi voglio ritornare in ospedale.-
-Certo.-    rispondo solamente
 
In macchina aleggia un silenzio tombale, nel quale Kagome si assopisce finalmente.
Quando arriviamo a casa le slaccio la cintura e la prendo in braccio, portandola in camera sua. Non si accorge nemmeno che le sfilo le scarpe ed i pantaloni per metterla sotto le coperte, tanto è stremata.
Resto qualche istante a guardarla. Ha il viso segnato da graffi e lividi, pallido e stanco, il braccio destro ingessato, una medicazione alla fronte, gli occhi gonfi a causa del pianto, il labro inferiore spaccato. Se penso che in quell’incidente poteva morire io…
Sono un idiota! lo sono sempre stato e sempre lo sarò!
-Perdonami amore mio, ti prego…-     le sussurro, prendendole la mano e baciandola
-InuYasha…dobbiamo parlare.-     dichiara sua madre ferma davanti la porta, con sguardo serio
-Arrivo.-    le rispondo rimboccando le coperte alla figlia e scendendo con lei al piano inferiore
-InuYasha…che intenzioni hai con mia figlia?-    mi chiede senza tanti giri di parole
-Kagome non le ha parlato di ciò che le ho chiesto?-
-Del matrimonio? Certo, ma non mi riferivo a quello. Voglio sapere se le tue intenzioni sono solamente quelle di stare vicino a Sayuri.-
-Non credo di non capire la sua domanda…-
-Perché hai preso in giro mia figlia? Sapevi che Sayuri è tua figlia, per questo ti sei avvicinato a lei, non è così?-
-No, si  sbaglia signora Higurashi! Non l’ho fatto per quello. Stavo già tentando di riavvicinarmi a Kagome quando ho saputo di Sayuri. La amo, e non avevo intenzione di raggirarla. Quando ho sapute che Sayuri era mia figlia mi sono sentito cadere il mondo addosso. L’ho lasciata da sola a crescere una figlia, l’ho abbandonata quando più aveva bisogno di me. L’aver saputo di mia figlia è stata una spinta in più per riconquistare Kagome.  Mi sono riavvicinato a lei lentamente, passo dopo passo, cercando di riottenere la sua fiducia. Temevo che se le avessi rivelato di sapere tutto, lei mi avrebbe tolto la possibilità di vedere mia figlia date le mie precedenti azioni da vigliacco, perché lo ammetto, sono stato il più grande dei vigliacchi quando l’ho lasciata, e ancora di più quando ho creduto che lei stesse con Miroku. Avrei dovuto lottare allora, non fuggire. Se avessi parlato di Sayuri sono sicuro che tutti avreste pensato che mi sono riavvicinato a lei solo per la bambina. Ma non è così, le amo entrambe più della mia vita, e non può capire il rimorso che mi attanaglia l’anima in questo momento per averle lasciate nuovamente sole in questi giorni. Ma non l’ho fatto perché non le ami. Su questo deve credermi!-   chiedo accorato, sperando mi creda
-Ti credo.-   dice lasciandomi sorpreso
È stato così semplice? Non mi fa il terzo grado?
-Davvero mi crede?-
-Certo. Si vede che ami mia figlia, ma volevo sentirtelo dire. Capirai che dopo ciò che è successo Kagome ha bisogno di certezze, che al momento vacillano. Dovrai starle vicino per riottenere il suo perdono, perché conoscendola…ci vorrà parecchio. E chi ci andrà di mezzo sarà solo la bambina.-  dice triste
-Non ho intenzione di mollare stavolta. Proverò il possibile e l’impossibile per ottenere ancora un volta il suo perdono. Per quanto stavolta la colpa è 50 e 50. Ho atteso a lungo che lei mi confessasse di Sayuri, ma non l’ ha mai fatto. Avevo diritto di sapere di lei, ma neppure dopo mesi che stavamo insieme ha aperto bocca. Questo mi ha ferito ma ho provato a comprenderla. Ora vorrei lei comprendesse me, del perché ho taciuto. Non volevo perdere né lei né mia figlia, e prego i Kami che ciò non avvenga.-
-Dipende da te saperla riconquistare. Ma come ti dicevo, dovrai avere pazienza.-    
-La ringrazio per la fiducia signora. Sinceramente credevo mi avreste odiato tutti.-
-Non c’è motivo di odiarti InuYasha. Queste cose dovrete risolverle tu e Kagome, noi non c’entriamo nulla. Personalmente a me basta che il tuo amore per mia figlia e mia nipote siano sinceri. Non mi serve sapere altro. Ora scusami, vado a preparare il pranzo. Ti fermi con noi vero?-
-La ringrazio ma devo prima andare a casa a cambiarmi e poi…dalla mia ex, per mettere in chiaro un paio di punti in sospeso. La mia famiglia viene prima di tutti.-
-Ok. Allora a stasera figliolo. E preparati ad una bella sfuriata.-     mi avverte, sorridendo comprensiva
-Immagino. A dopo signora.-     la saluto dirigendomi a casa mia
Dopo essermi fatto una doccia ed essermi cambiato torno da Kikyo, che trovo ad aspettarmi  col terzo grado.
-Ma si può sapere che fine avevi fatto? Ho provato a chiamarti ma dava sempre irraggiungibile, finchè non ho visto il cellulare a terra. Dov’eri? Con chi? Mi sono preoccupata! Potevi almeno svegliarmi prima di uscire così non…-
-Kikyo basta! Prendi fiato! Se magari mi fai rispondere alle domande forse ci capiamo!-    rispondo brusco
Non sopporto il suo fare possessivo! Non è più mia moglie quindi non ha il diritto di chiedermi nulla, e di certo non in modo arrogante!
-Perché mi rispondi così? Ero solamente preoccupata per te amore…-    dice rattristandosi
-Ti ringrazio per la premura, come vedi sto bene. E ti sarei grato se non mi chiamassi più in quel modo. Non siamo più una coppia già da parecchio.-   preciso irritato
-Ma che ti prende InuYasha? Perché sei così nervoso? È successo qualcosa?-
-Kagome e Sayuri hanno avuto un incidente in auto.-
-Ah…e come stanno?-
-Kagome se l’è cavata con un braccio rotto e qualche contusione. Sayuri invece…ha rischiato di morire dissanguata. Ringrazio i Kami di avere il suo stesso gruppo sanguigno!-    ammetto lasciandomi andare stancamente sul divano
È un vero miracolo che abbiamo lo stesso gruppo. Non è detto che per forza di cose i figli abbiano lo stesso gruppo sanguigno di un dei genitori, o almeno così mi ha spiegato il medico. Se Kagome non fosse stata 0 negativo Sayuri forse non avrebbe preso il stesso gruppo.
-Le hai donato il sangue? Non vedo per quale motivo tu lo abbia fatto! D’accordo che è la figlia della tua amica, ma questo mi sembra esagerato. Io non l’avrei fatto per un’estranea.-   sostiene malevola, lasciandomi a bocca aperta per la sua cattiveria
-Tu…hai davvero detto ciò che ho sentito? Al mio posto avresti lasciato morire una bambina perché estranea?-    chiedo sbigottito
Non riesco a credere alle mie orecchie!
-Beh…ovvio mi sarebbe dispiaciuto, ma ci tengo anche alla mia di vita.-   risponde come se nulla fosse
-E tu saresti una persona in procinto di morire? Ma ti rendi conto di ciò che hai detto Kikyo? E poi Kagome non è una mia amica, è la mia fidanzata, la mia futura moglie! Ma come puoi anche solo pensare di lasciar morire una bambina? Tra l’altro c’era da donare il sangue mica un organo, ma per Sayuri lo farei se fosse necessario! Le darei anche il mio cuore se le servisse. Non immaginavo fossi così disumana! Sposarti è stata cazzata più grande che ho mai fatto dopo aver lasciato Kagome. Fortuna che ti ho lasciata prima che mi avvelenassi la vita col tuo veleno!-
-Ma come puoi dirmi queste cose orribili InuYasha? Io lo dicevo per te, perché ci tengo che tu stia bene. E poi come puoi pensare di sprecare la tua vita per quella bambina? Ci pensassero sua madre e suo padre! Perché dovresti farlo tu?-
-Perché sono io suo padre! Ma se anche non lo fossi non mi tirerei mai indietro per  salvare una vita! Oppure vuoi farmi credere che se avessi la possibilità di guarire grazie ad una donazione tu non la accetteresti perché viene da un estraneo, eh?-    sbotto furioso per le sue parole cariche d’odio
È la persona più egoista che io abbia mai visto! Incredibile!
-Quella…quella bambina è…tua figlia? Ma come…-    balbetta incredula
-Quando sono andato a Londra Kagome era incinta. Ha provato a farmelo sapere ma io non le ho mai risposto. L’ho scoperto solo qualche mese fa.-       
-Non riesco a crederci.-       
-Credici invece. E se adesso lotta per sopravvivere la colpa è solo mia, che non ero con lei come le avevo promesso, ma qui con te, a gestire uno dei tuoi soliti capricci!-       
-Capricci? Capricci??? Ma ti rendi conto che presto morirò InuYasha? Come puoi essere così crudele?!-     piagnucola lei
Tsè…lacrime di coccodrillo che ormai ho imparato a riconoscere!
-Ciò non ti autorizza ad occupare ogni singolo secondo del mio tempo anche quando ti dico che non posso! Però mi spiace per te, da adesso in poi non sarà più così. La mia famiglia ha bisogno di me, ora più che mai, quindi capricci o minacce di suicidio tienili per te, perché non fanno più effetto. Soprattutto dopo ciò che hai detto oggi!-
-Non puoi abbandonarmi InuYasha! Ho solo te al mondo! Se non passo con te i miei ultimi momenti di vita con chi li passerò? Da sola? Meglio morire subito allora.-   prova ad intenerirmi
-Non ho detto che ti abbandonerò, ma dovrai accontentarti degli istanti che potrò dedicarti e che non saranno più giornalieri come prima. Posso offrirti solo questo. E se lo faccio è solo perché al contrario tuo ho un cuore e provo pietà per te, altrimenti farei esattamente come agiresti tu…ti lascerei morire da sola, senza aiuto e senza compagnia!-    urlo infuriato come mai, andando via senza attendere risposta e sbattendo la porta
Come ho potuto trascurare Kagome e Sayuri per una donna così spregevole? Come ho potuto distruggere ciò che avevo costruito per lei, che ho lasciato perché troppo fredda e calcolatrice? Pensavo che con quello che sta passando fosse cambiata, che avesse acquisito un briciolo di umanità. Che idiota sono stato! Lo aveva detto Kagome che approfittava del suo stato per tenermi legato a sé, ma io, imbecille come sempre, non le ho creduto, accecato dai ricordi della morte di mia madre.
Non dovrò chiedere perdono a Kagome…dovrò strisciare ai suoi piedi invece!
Speriamo in  bene!
 
 
                                                               **********************
 
 
Che terribile mal di testa! Mi sembra di avere un martello pneumatico nel cervello. Perfino la luce mi da fastidio. Comunque…quando sono arrivata in camera mia? E quanto ho dormito? Guardo la sveglia che segna le cinque del pomeriggio. Ma quanto accidenti ho dormito? Avrà chiamato Miroku? Come starà la mia bambina? Come accidenti ho potuto dormire tanto, sono imperdonabile!
-Mamma! Mamma! Ha chiamato Miroku???-   chiedo precipitandomi giù in cucina dopo essermi rivestita, anche se con una mano non mi è stato facile, il braccio inizia a fare male
-Sì amore, tranquilla, è tutto a posto.-    mi risponde invece la voce di InuYasha
-Ah…sei qui…-
-Aspettavo ti svegliassi per andare in ospedale. Come ti senti?-
-Sto bene. Possiamo andare.-     rispondo sorpassandolo per andare all’ingresso
-Dovresti mangiare qualcosa però.-     mi dice raggiungendomi
-Non ho fame in questo momento. Mangerò dopo.-
-Eh no! Prima mangi qualcosa, poi ti porto da Sayuri.- 
-Come scusa?-     chiedo accigliandomi
Era una specie di minaccia? Ti porto in ospedale solo se mangi?
-Prima metti qualcosa nello stomaco, ne hai bisogno. Poi andremo in ospedale.-   ripete con quella calma da “ti piglio per i fondelli mentre ti sorrido”
-Non ho bisogno della balia che mi dica cosa fare! Sono grande abbastanza da sapere cosa voglio fare. E ciò che voglio è andare da mia figlia.-
-Invece stai facendo proprio la bambina! Come pensi di stare accanto nostra figlia se non ti reggi nemmeno in piedi eh?-
“Nostra figlia” ha detto. E’ strano sentirglielo dire.
-InuYasha ti prego, non farmi arrabbiare più di quanto già non lo sia. Portami da Sayuri e basta!-
-Vorrà dire ti prenderò qualcosa strada facendo.-   insiste serafico, come se nemmeno avessi parlato
Irritante!
Quando arriviamo in ospedale troviamo solo Miroku, Sango è andata a casa per riposare, anche lei è stata qui tutta la notte.
-Allora Miroku? Novità?-
-E’ tutto a posto, tranquilla. Tra varie insistenze fatte al primario l’ho convinto a farmela vedere per qualche secondo, ed i parametri vitali erano ottimi. Sono sicuro si riprenderà. Già da domani se riuscirà a respirare da sola potrai vederla.-    mi rassicura
-Oh Miroku, ti ringrazio! Non so come farei senza di te!-       gli volo tra le braccia in lacrime, frignando come una bambina
-Ehi perché piangi? Ti ho dato una buona notizia, sciocchina.-
-Piango perché se non ci fossi tu non avrei mia figlia. Piango perché ci sei sempre quando ho bisogno. Piango perché sei l’unico che mi ha rassicurato  su come sta Sayuri. Piango perché sono fortunata ad avere un amico come te!-       singhiozzo ancora, sfogandomi e liberandomi dall’angoscia
-Sssh non fare così…calmati o ti verrà mal di testa.-   prova a consolarmi tenendomi stretta
-Ce l’ho già, quindi non corro il rischio.-        
-Non ti è passato? Hai preso i farmaci che ti hanno dato i dottori?-    mi chiede indagatore
-Ehm…no.-        rispondo in un sussurro, colpevole di averli dimenticati
-Kagome, accidenti! Devi prendere gli antidolorifici che ti hanno dato! Fa vedere il bernoccolo piuttosto!-      mi ordina abbassandomi la testa e premendo il punto che ho battuto
-Ahi mi fai male! Non premere così forte!-   
-Si è gonfiato. Meglio metterci del ghiaccio. Vediamo se me ne danno un po’. Tanto ormai con le infermiere sono di casa!-   scherza facendomi l’occhiolino
-Guarda che Sango ha una parabola al posto delle orecchie. Meglio se non lo ripeti.-   lo avverto
-Già, mi sa che hai ragione. Quella donna sa essere terrificante quando vuole.-         dice andando via
Il solito donnaiolo, anche se so quanto ami Sango e che non farebbe mai nulla per ferirla. Gli piace solo fare il burlone.
-Gli vuoi davvero molto bene, non è vero?-        mi chiede InuYasha, ricordandomi della sua presenza
-Sì, gliene voglio tantissimo. Gli devo molto, non solo la vita di Sayuri. E’ sempre stato come e più di un fratello, non mi ha mai lasciata sola, andando anche contro le sue precedenti ragazze. Solo Sango ha avuto fiducia in lui, senza fare scenate quando lo chiamavo anche nel cuore della notte. Anzi, molte volte veniva anche lei per starmi vicina. C’è stato un periodo in cui credevo sarei impazzita, ma grazie a loro ce l’ho fatta, ho superato tutto.-
-Mi dispiace. So di essere stato io la causa di quel “tutto”.-     dice triste
-Già…lo sei stato in passato, e lo sei anche adesso. Perché mi hai mentito? Come hai potuto? Mi fidavo di quello che dicevi. Ti credevo sincero quando dicevi di voler bene a Sayuri..-
-Ma io sono sempre stato sincero Kagome! Amo quella bambina. Non ho mai mentito al riguardo!-
-Allora hai mentito solo a me.-
-No mai! Kagome…io amo entrambe! Se ho taciuto è proprio perché non volevo pensassi volessi solo Sayuri. Invece rivoglio la mia famiglia, voglio lei, ma voglio soprattutto te. Non potrei più vivere senza voi due. Devi credermi!-
-Mi sembrava ci vivessi bene però fino all’altra sera, in cui preferivi Kikyo a noi. A maggior ragione, sapendo che tua figlia ti attendeva, dovevi stare con noi!-   replico dura
-Hai ragione. Perdonami ti prego. Non sai come mi pento di non esserci stato. Forse non vi sarebbe accaduto nulla.-
-Sai, a volte credo che non t’ importi vedermi soffrire. Così come non ti è importato di lasciarmi sei anni fa, malgrado sapevi stessi morendo di dolore per te. E lo stesso hai fatto adesso. Sapevi che sentivo la tua mancanza, che ti chiedevo solo un po’ di tempo, ma no, sei stato dietro alla tua ex 24 ore su 24. Ti scusi, ti do una seconda possibilità e la sprechi. Non sono arrabbiata solo per Sayuri, ma anche perché ci hai abbandonate, di nuovo. Certo non sei partito, ma fisicamente non eri con noi. Per tre mesi, quella che già sapevi essere tua figlia, mi ha chiesto che fine avessi fatto, se avevamo litigato e non venivi a trovarla per questo, oppure se invece non volessi vedere lei. Queste cose le sai InuYasha? No vero? E perché no? Perché eri da Kikyo!-      sbotto arrabbiata
Crede basti uno “scusa mi dispiace” per rimettere a posto le cose? Non di certo!
-Hai ragione. Non so che altro dirti se non che mi dispiace davvero. Se potessi tornare indietro cambierei tutto, ma purtroppo non posso. Ti supplico Kagome…non buttare via quello che abbiamo ricostruito in questi mesi solo perché sei arrabbiata. Sayuri ha bisogno di un padre, lo sai, e tu hai bisogno di me, come io di te. Non puoi negarlo questo.-       prova a convincermi
-Non sono arrabbiata InuYasha. Sono delusa, ferita, sfiduciata. Comunque in questo momento mi importa solo di riavere mia figlia sana e salva. Il resto passa in secondo piano.-    taglio corto per non proseguire oltre un discorso che mi ferisce troppo
Quando Miroku torna con una busta di ghiaccio secco ci trova entrambi seduti ed in silenzio. La tensione si potrebbe tagliare con un coltello.
-Avete litigato mentre non c’ero?-    chiede sottovoce
-Diciamo. Senti Miroku, ci sono buone probabilità che Sayuri riesca a respirare da sola?-   chiedo preoccupata
-Sono fiducioso Kagome. Presto potrai riportarla a casa.-    mi rassicura lui, così provo a rilassarmi e ad aspettare paziente passino questi giorni
 
-Mamma? Quando andiamo a casa?-   mi chiede la mia piccola mentre le pettino i capelli
-Presto amore. Se le analisi sono buone in settimana.-
-Finalmente! Sono stanca di stare chiusa qui. Mi annoio!-   si lamenta sbuffando
Sono passate due settimane da quella sera. La mia bambina si è ripresa perfettamente ringraziando i Kami. Ha iniziato a respirare da sola, così pochi giorni dopo hanno interrotto il coma farmacologico. Quando l’hanno svegliata non ricordava nulla dell’incidente, ha solo iniziato a chiedere di me ed InuYasha ai medici, dicendo che ci voleva vicino, così siamo entrati in camera da lei in lacrime, felici di vederla piangere come una qualunque bambina.
InuYasha sta tutto il giorno qui con noi. Non si è allontanato da Sayuri nemmeno un attimo. Solo i medici riescono a cacciarci fuori. Ha anche  insistito per fare a turni di notte per stare con lei e così l’ho lasciato fare. E’ suo padre quindi non ho certo di che preoccuparmi. Quando mi ha raccontato come ha saputo di lei mi sono data della stupida, ho spifferato tutto per colpa di quella maledetta droga! Al momento abbiamo messo da parte gli screzi. Quando sarà il momento adatto discuteremo meglio la questione “matrimonio” perché non sono più tanto convinta di sposarlo.
L’unica cosa positiva è che non ha più visto Kikyo. Le chiede come sta solo per telefono, ma lo vedo distaccato quando lo fa.
In ufficio c’ha pensato Sango. Dovrò farle una statua d’oro quando questa storia sarà finita. Di due soci che ha si è ritrovata a lavorare da sola. Mi spiace, ma capisco anche la scelta di InuYasha di assentarsi anche lui da lavoro.
-Quando torna papi Inu?-       chiede mia figlia non vedendolo ancora tornare
-Tra poco amore.-
-Ma dov’è andato? Non ha voluto dirmelo…-    dice triste
Oh piccola mia. Quanto ti sei legata a tuo padre, senza neanche conoscere la verità? Come reagirai quando saprai chi è davvero?
-E’ andato a prenderti una cosa…-    confesso, ma restando sul vago
-Davvero? Un regalo forse?-   domanda raggiante
-Chissà…-
-Dai dimmelo! Cos’è?-
-Non posso dirtelo. Lo vedrai quando ritorna tuo padre.-    mi sfugge senza accorgermene
Mi porto una mano alla bocca, come se servisse a nascondere cosa ho appena detto, ma il suo sguardo dubbioso e confuso mi fanno intuire che mi sono appena scavata la fossa.
-Che c’entra il mio papà? E’ forse ritornato? E’ questa la sorpresa?-    chiede con un’espressione indecifrabile, quasi delusa, perché?
-Saresti felice se ti dicessi che il tuo papà è tornato?-     provo a chiederle
-…non lo so…-           
-Perché dici che non lo sai? Hai sempre sperato nel suo ritorno.-
-Io vorrei il mio papà, però InuYasha sarebbe triste se ritornasse, vero?-   mi spiazza lei
-Perché…pensi sarebbe triste?-      mi faccio coraggio a chiederle
-Perché lui è come un secondo papà. Sarebbe triste di dividermi con il papà vero. E anche te dovrebbe dividere. Non voglio sia triste.-
Se prima soffrivo per questa storia sul dire la verità, adesso mi sento devastata. Le sue parole sono come pugnalate al mio cuore.
Alla sua età è riuscita a comprendere che se ritornasse suo padre dovrebbe dividersi tra i due. Ma che c’entro io?
-Perché credi dovrebbe dividermi col tuo papà?-
-Perché se ritorni con papà…Inu lo lasci no?-
Ma vedi te che ragionamenti…
-E a te dispiacerebbe se la mamma lasciasse InuYasha?-
-Siiii e non voglio! Voglio bene a papi Inu. Ma voglio bene anche al mio papà…-     afferma dispiaciuta
-Aspetta mamma! E se Inu non mi vuole più se torna papà? No mami, convincilo tu! Io voglio il mio papà, ma voglio bene anche a lui! Non voglio vada via!-      chiede quasi in lacrime
-No amore, ma che dici? Vedrai che InuYasha ti vorrà sempre bene e starà con te. Non andrà da nessuna parte.-          la rassicuro intenerita
-Dov’è che dovrei andare?-    domanda proprio lui, appena arrivato
-Inuuuuuu!-     urla Sayuri, tuffandosi giù dal letto per gettarsi tra le sue braccia, che l’accolgono confuso
-Che succede piccola?-
-Tu non vai via vero? Anche se torna il mio papà tu sarai sempre il mio papi vero?-    singhiozza disperata
È la prima volta che la vedo piangere così affranta.
-Ma…certo che non andrò via. Perché dovrei? E che c’entra il tuo papà?-  chiede a lei, però guardando me
-Mamma ha detto che ritorna papà. Ma non voglio che tu vai via.-         
Mi guarda in un misto tra il confuso e l’arrabbiato, ma io non ho affatto detto ciò che ha capito Sayuri. Sicuramente starà pensando che volevo raccontargli tutto senza di lui.
-Tranquilla piccola, se il papà ritorna io non andrò da nessuna parte se tu vuoi.-
Dopo queste parole si calma e la rimette a letto, continuando però a guardarmi perplesso. Idiota! Come può pensare che le direi la verità senza lui presente???
-Comunque…guarda che ti ho portato?-    le dice per tirarla su, dandole un grosso pacco, che inizia subito a scartare felice, trovandovi una bambola
-E’ bellissima!!! Grazie papi Inu!-   esulta abbracciandolo
Mentre lei è intenta a fare conoscenza col suo nuovo giocattolo, InuYasha mi prende da parte.
-Si può sapere cos’è questa storia di suo padre? Che le stavi dicendo?-    chiede brusco
-Nulla di ciò che pensi! Ha solo travisato ciò che mi è sfuggito involontariamente quando mi ha chiesto di te. Voleva sapere dove fossi andato così le ho detto che avevi una sorpresa per lei. Quando ha iniziato ad insistere su cosa fosse le ho detto “lo scoprirai quando torna tuo padre”  e lei chissà che ha capito.-   mi giustifico, anche se in teoria non dovrei
-Oh! E perché mai pensa me ne andrei se ritornasse suo padre?-
-Non lo so, ma è convinta che se suo padre ritorna tu non le starai più vicino perché dovresti dividerla con lui, esattamente come me.-   
-Che c’entri tu?-
-Dice che sicuramente tornerei con lui, ma non vuole.-       sorrido tra me e me
Se anche questa storia fosse vera, dubito tornerei col mio ex. Amo troppo questo idiota per farlo.
-Sicura abbia sei anni?-     chiede dubbioso
-A volte non molto.-     scherzo guardandola mentre  fa le trecce alla bambola
In effetti a volte i suoi ragionamenti ci spiazzano. Oggi più che mai.
-Siamo stati fortuna questa volta. La nostra bambina sta bene adesso. Non buttiamo via quest’occasione Kagome…ti prego.-         
-Vedremo.-   rispondo solamente
Ora come ora non posso decidere nulla, perché i miei pensieri sono solo su mia figlia. Quando tutto tornerà alla normalità vedrò il da farsi.
 
 
                                                                              *************
 
 
Finalmente la mia bambina viene dimessa, ciò vuol dire che è perfettamente in salute. Non sono mai stato più grato di così ai Kami. I medici hanno detto che deve stare a riposo, malgrado lei volesse già tornare a scuola. Capisco si annoi in casa, ma deve avere ancora un po’ di pazienza.
Passo molto tempo con lei e Kagome non sembra volermelo impedire, di questo ne sono felice. Voglio poter riconoscere subito mia figlia, voglio dirle la verità. Non so come la prenderà, forse si sentirà presa in giro o forse sarà solo felice, ma non posso più fare a meno di gridare al mondo che ho una figlia, la mia piccola, che adoro come mai avrei creduto. Non ho mai pensato ad avere un figlio, troppo preso dal lavoro e dai vari problemi. Pensare che ho perso il meglio della sua infanzia mi rattrista tantissimo, ma spero di non perdermi più nulla d’ora in avanti.
Adesso stiamo giocando in giardino. Lei mi spiega i nomi delle varie erbe presenti in giro. E’ una cosa che le ha insegnato il nonno.
-Questa qui invece è utile per le tenere lontani i demoni cattivi! Il nonno dice che il suo odore colpisce il naso dei demoni animale.-    mi spiega entusiasta per la piccola lezione che sta tenendo
-Allora sarebbe stata utile quando c’erano i demoni, tanti tantissimi anni fa.-
-Guarda che i demoni esistono ancora! Solo che si nascondono tra di noi dice il nonno.-
-Davvero? Meglio stare attenti allora.-    le sorrido
Mentre continua a parlare delle varie piante squilla il cellulare.
-Scusa un attimo piccola…sì, pronto?-
-“Salve signor Taisho. Volevo informarla che è arrivato quel documento importante che attendeva.”-    mi avverte una delle segretarie dell’ufficio
-Ah già, lo avevo  quasi dimenticato. Arrivo subito Midori, la ringrazio.-
-Devi andare via?-    mi chiede Sayuri quando chiudo la chiamata
-Sì piccola, ma torno stasera con una bella torta alle fragole, che ne dici?-
-Che bello! Non vedo l’ora che torni allora!-   sorride felice scaldandomi il cuore
Mi precipito in ufficio. Il plico di documenti che aspettavo è importantissimo.
Tramite alcune amicizie abbastanza in alto ho chiesto se era possibile effettuare una seconda autopsia sul corpo di Hiro, ma in un altro centro diverso dal primo. Qualcosa non mi torna.
Dunque vediamo un po’…test tossicologici, microbiologici, istologici, citologici, genetici… oh, ecco ciò che mi interessa! “Il test del DNA svolto sui frammenti di tessuto rilevati sotto la lamina ungueale del cadavere rivela che l’identità dell’aggressore risulta sconosciuta, non essendovi riscontri genetici con i dati in nostro possesso…eccetera eccetera” (**)
L’identità dell’aggressore è sconosciuta? Era come supponevo quindi! Quel delinquente della Yakuza non era implicato nella morte di Hiro.
Le cose si complicano, ma un’idea inizio a farmela adesso. Solo devo scoprire come sono andate le cose…e perché di questa messinscena.
Dottoruncolo, preparati, perché non ti darò più pace da adesso in avanti!





 
 
 
 
 
 
 
 
 
(*) No non ho sbagliato a scrive ^_^ oggi i medici non la chiamano più TAC (tomografia assiale computerizzata)  ma semplicemente TC (tomografia computerizzata)
Ciò è dovuto al fatto che i nuovi macchinari non sono come quelli di una volta che traevano l’immagine solo sul piano assiale. Oggi ruotano attorno al paziente, così che i Raggi X raggiungano il paziente  (o un oggetto da analizzare a seconda dei casi)  da più traiettorie invece che solo frontalmente. Questo da la possibilità di creare immagini tridimensionali e digitali in cui è possibile “muoversi” attraverso il computer, in modo da vedere ogni minimo dettaglio e fare un’ analisi precisa e dettagliata. Un po’ come se avessimo un pezzo d’osso tra le mani e ce lo rigirassimo tra le dita per osservarlo meglio ^_^ la sostanza è quella. Ho cercato di semplificare al minimo la spiegazione comunque, spero di essere stata comprensibile ^.^   (*alcune voci in  sottofondo *  “che azz ce ne frega a noi di questa spiegazione!!!!”     ^^ scusatemiiiiiii ) 
 
(**) Sinceramente…non ho la più pallida idea di come debba essere un referto autoptico quando parla dei test effettuati su un cadavere. Alcune cose ho letto, ma riguardavano lo stato del cadavere e la sua descrizione con tanto di peso degli organi e malattie in atto al momento del decesso. Ho improvvisato ^^ se c’è un medico legale che possa darmi qualche dritta sarei ben lieta di ascoltarlo ^^ in caso contrario…beh…facciamo andare per buono ciò che ho scritto.

 
Eh salve ^_^ come va? Visto? La piccola Sayuri è viva e vegeta ^^ non potevo ucciderla…mi serve ancora *-* ihihihihihiihihihih
Forse come già avrete intuito, ci stiamo avvicinando alla fine anche di questa storia ^_^ (evvivaaaaaaaa, me esulta!!!)  ho ancora tanti progetti da sviluppare quindi mi devo liberare da tutte queste ff ^_^
Non è certo un capitolo con chissà quali colpi di scena…un po’ di passaggio direi, per far venire a galla un paio di cosucce, ma spero non vi abbia annoiato ^_^
Vorrei davvero ringraziare tutti quelli che mi recensiscono (anche in privato)  e mi lasciano dei commenti davvero magnifici *-* mi commuovo T^T  e pensare che non mi sarei data un soldo bucato quando ho cominciato Four Seasons  ( non sono chissà che, devo farne di strada ancora, però se vengo seguita vuol dire che le storie piacciono, quindi mi spronate a migliorare ^_^)    
Grazie davvero di cuore…..via amoooo <3  *-*   (*sempre dal sottofondo*  “ruffianaaa!!!”    no ma perché T^T )
Detto questo…baci baci e alla prossima <3 <3 <3 <3 <3 

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