Tempesta e Diamanti

di lykke
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aurora boreale ***
Capitolo 2: *** arrivo ***
Capitolo 3: *** cerimonia ***
Capitolo 4: *** primo approccio ***



Capitolo 1
*** Aurora boreale ***


Vicktoria  se ne stava immobile nelle fresche acque del mare , il suo abito di seta le disegnava il corpo rendendolo ancora più armonioso ed etereo. Sciolse i boccoli color cenere e li lasciò in balia della brezza marina. Aprì gli occhi color nocciola per godere ancora una volta di quel meraviglioso paesaggio che sin dalla sua nascita l'aveva affascinata . Imprigionò gelosamente le immagini di quelle acque cristalline e del piccolo villaggio di pescatori dove era cresciuta. Aveva diciassette anni ed era il momento di partire, forse per sempre. L'aspettava il ruolo che le apparteneva di diritto, come sua madre prima di lei avrebbe dovuto abbandonare tutto per diventare una sacerdotessa dell'acquario. Le avevano descritto la bellezza algida del cavaliere che avrebbe servito e della sua forza, ma poco le importava, non era nè felice , nè infelice e per questo non ce la faceva più. 
Si voltò verso riva e vide le anziane che la aspettavano coi vestiti da cerimonia e con quelli per il viaggio. In Siberia avrebbe fatto molto freddo, ma in ogni caso le pellicce non erano per scaldarla, ma per affascinare il cavaliere dell'acquario, Camus.

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Capitolo 2
*** arrivo ***


Il viaggio era terminato, arrivati a Barnaul continuarono acora per molto, lasciandosi dietro ogni forma di vita. Vicktoria osservava dal finestrino del furgoncino le casette, i bambini che giocavano felici e spensierati, provava una certa invidia per loro, lei era cresciuta con le altre bambine in quel piccolo villaggio di pescatori in Corsica, venivano tutte trattate da principesse servite e riverite, addestrare al combattimento ed educate al rispetto e alla devozione per i cavalieri.Tra tutte le bambine era Eva l'unica che si ricordava, alta , capelli corvini e occhi ambrati. Stavano sempre assieme erano inseparabili, in quel contesto solo femminile  entrambe avevano la curiosità di provare l'ebrezza di una carezza più dolce o di un bacio più passionale. Arrossì leggermente al ricordo delle mani candide di Eva che da sotto l'abito di seta si posavano sui suoi seni ,accarezzandoli e stringendoli delicatamente, ricordò l'imbarazzo che entrambe provavano nell'accarezzarsi ogni centimetro di pelle e di quei baci impacciati .Nessuno sospettava di loro e di questo gioco. Eva era partita un anno prima essendo più grande, la sua meta era il tempio dello Scorpione. Spesso si scrivevano lettere ed Eva raccontava sempre dei ragazzi che la corteggiavano e che le accarezzavano il corpo come faceva Vicktoria prima di loro, quando anche Vickoria sarebbe arrivata ad Atene, dopo aver concluso il periodo in Siberia , sarebbero incontrate nuovamente, forse era l'unica ragione che impediva a Vicktoria di tentare la fuga.
Il furgone si fermò di scatto, davanti c'era un ragazzino biondo  avvolto in un cappotto di pelliccia , scoprendo il braccio muscoloso e pallido fece cenno ai passeggeri di scendere.  Le accompagnatrici di Vicktoria sapevano bene che quell'invito era solo per la giovane e dolcemente le passarono la sacca coi vestiti. Quando scese il giovane le prese di mano il bagaglio e se lo mise in spalla, si girò di schiena e cominciò ad incamminarsi, lasciando Vicktoria immobile e sola tra la neve. Il ragazzo si fermò e abbozzando un sorriso urlò - non posso prendere anche te in braccio, dai muoviti !-. Stizzita da quella frase la fanciulla a stento decise di seguirlo, più che altro non voleva rimanere sola in quel posto desolato. Abituata alla temperatura mite della Corsica il gelo le impediva i movimenti, era più di un'ora che camminavano e il freddo pungente si impadroniva di lei, aveva le guance rosse e quasi doloranti, nei capelli si erano posati cristalli di neve, avvolta nel suo vestito di pelliccia sembrava una fata delle fiabe.  Il ragazzo furtivamente si girava per guardarla ed ogni volta rimaneva semre più affascinato da lei. Arrivarono ad una casetta in legno e mattoni al centro di una landa desolata , ad attenderli vi era un ragazzo ,  se ne stava appoggiato al cornicione della porta indossando una canottiera e pantaloni lunghi, il freddo non sembrava infastidirlo, anzi tutt'altro . Guardò la ragazza da testa a piedi, capì subito che stava andando in iportermia  , ma  non si smosse dalla sua posizione , solamente ordinò al ragazzo di portarla in casa. Osservò la ragazza accasciarsi sul corpo del suo allievo , il quale la prese in braccio e la portò dentro la casetta , la distese sul letto preparato appositamente per il suo arrivo e poi se ne andò lasciandola svenuta in compagnia del maestro.
Camus prese una coperta e la distese sul corpo della giovane, decise di rimandare l'allenamento del suo allievo, quella ragazza così pallida e infreddolita aveva bisogno di cure. Era la prima volta in vita sua che si preoccupava per un completo sconosciuto.

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Capitolo 3
*** cerimonia ***


Respirava a fatica, piccole convulsioni le facevano tremare il corpo minuto distruggendo quell'alone di perfezione che l'avvolgeva, le guance pallide erano velate di un rosso acceso. Se non fosse stato per il movimento respiratorio del busto sarebbe potuta sembrare una bambola di ceramica. Camus la fissava con sufficienza, quella ragazza gli faceva pena , così gracile e delicata non sarebbe mai riuscita a superare le prove per diventare sacerdotessa protettrice dell'acquario. Si voltò per guardare l'orologio appeso alla parete della casetta, erano poco più delle quattro del pomeriggio , il che voleva dire che mancava poco più di un'ora per la cerimonia di passaggio di quella sconosciuta che si ritrovava tra i piedi. Uscì dalla stanza e ordinò al suo allievo di preparare il camino e una tisana calda rigeneratrice, uno strappo alla regola immenso visto che non ammetteva nulla del genere al fine dell'allenamento del giovane , detto questo andò nella sua stanza e prese delle pelliccie calde e morbide , le buttò davanti al caminetto acceso creando un giaciglio peer la giovane. Andò personalmente a prenderla dove l'aveva fatta adagiare e la sistemò sulle pelliccie calde e morbide, mentre l'odore della tisana si espandeva in tutta la casa. 
Crystal accarezzava dolcemente la guancia della giovane , non capiva la freddezza del suo maestro , il quale la guardava con un distacco strano , quasi forzato.
Lentamente Vicktoria riprese colore , a fatica riaprì gli occhi, si sentiva spaesata ricordava solo il freddo pungente e una distesa bianca , ora l'avvolgeva un odore di legna bruciata e di thè , sentiva il fuoco davanti a se e una coperta di pelliccia che l'attorniava. Quando finalmente riuscì ad aprire completamente gli occhi riconobbe davanti a se il ragazzino che l'aveva accompagnata fino alla casetta sperduta nei ghiacci, si sorprese di vedere la sua espressione cambiare dall'angosciata alla serena. Pensò che  poteva essere un suo coetaneo , forse più piccolo  o forse più grande, in effetti poco le importava , perchè in quel luogo sperduto forse aveva un sostegno, certo era presto per illudersi, ma quella frazione di secondo le ridiede il coraggio che le serviva in quel momento. Si alzò a fatica sotto il peso delle pelliccie , sentiva su di lei lo sguardo fulminante e pungente del suo protetto, la attraversò un fremito di rabbia, perchè mai avrebbe dovuto proteggere uno che nemmeno conosceva e che  l'aveva trattata come una bestia? Non l'aveva nemmeno accolta al suo arrivo, l'aveva lasciata congelare e poi buttata come un sacco di pulci davanti ad un caminetto , ignorando completamente la sua posizione di rilievo rispetto a lui. I suoi occhi caldi e dolci si accesero d'orgoglio , si voltò davanti al giovane dai capelli lunghi e blu. 
"Ossequi , signor? " disse a denti stretti abbassando di pochi centimetri la testa , accertandosi però che sia la postura che il tono facessero intendere una cortesia forzata e di convenienza. " Camus dell'Acquario, cavaliere d'oro al servizio della dea Atena. Alzati Vicktoria , non sono necessarie queste false formalità." rispose Camus senza scomporsi un secondo dalla sua posizione, si diresse verso la sua camera , aprì la porta e indicando una valigia su suo letto aggiunse " Nella valigia ci sono i tuoi vestiti, la cerimonia in tuo onore avrà luogo a breve, non perderti in frivolezze tipiche di voi donne" , voltandosi verso l'allievo aggiunse " tu non stare lì impalato a fissarla, sei un cavaliere non un cascamorto . Vai immediatamente a prepare il necessario per la cerimonia ". La ragazza fece uno sforzo enorme per non lanciare la tazza di thè fumante in faccia a quel ragazzo così pieno di sè e sbruffone, senza dire nulla si diresse verso la stanza e chiuse violentemente la porta alle sue spalle, provocando un gran baccanoe facendo oscillare l'unico specchio appeso alla parete.
Camus sorrise tra se e se, in cuor suo sapeva che non sarebbe durata più di tre mesi alle temperature della Siberia senza il suo aiuto, si sedette sulla poltrona rivestita in pelle di animale davanti al camino e attese la giovane.
Nel frattempo Crystal stava sistemando nei ghiacci il necessario per la cerimonia, aveva creato un rudimentale altare tra la neve e il ghiaccio , tutt'attorno un muro di cristallo cilindrico che potesse accogliere la fanciulla. Nella sua mente si alternava la dolcezza di quel viso angelico , con la freddezza dello sguardo di Camus, come avrebbero potuto badare l'uno all'altro se erano gli opposti, come avrebbe potuto Vicktoria giurare in nome di Atena fedeltà all'acquario se in cuor suo voleva solo scappare da quel labirinto bianco ?
Il turbinio dei suoi pensieri fu interrotto dalla visione quasi angelica di Vicktoria. Avvolta in una pelliccia bianca che copriva un abito di seta di un azzurro pallidissimo che le disegnava il corpo minuto e formoso tipico mediterraneo , la pelle leggermente abbronzata spiccava da fuori il pelo bianco dove cadevano lucenti e morbidi i boccoli color biondo cenere , sembrava una regina, mai in vita sua aveva visto una donna così bella e austera allo stesso tempo. Subito dietro di lei vi era Camus , vestito della sua armatura dorata e lucente, seguiva con lo sguardo i movimenti della giovane , forse anche lui sconvolto dalla sua bellezza perfetta.
La cerimonia fu breve , un giuramento alla dea Atena da parte di VIcktoria seguito dalla sua promessa di sangue sull'armatura di Camus . Dopo essersi ferita il dito con un pugnale portato appositamente per l'occasione , tracciò con le sue mani il suo simbolo sul petto del cavaliere d'oro, una croce cristiana contrornata da due spirali che si incrociavano e una sfera al centro. Solo Crystal si accorse del leggero rossore sulle guance del suo maestro.
 

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Capitolo 4
*** primo approccio ***


Vicktoria era austera,fredda e distaccata come il ghiaccio che l'attorniava. La sua ostilità verso il cavaliere d'oro era palpabile, ogni suo atteggiamento lo evidenziava: la postura delle mani sul petto del giovane appena appoggiate , pronte per essere tolte con il minimo spostamento, la testa china con lo sguardo fisso sulle mani. Tracciata la sua croce si girò di scatto, chiaffeggiando il volto del cavaliere coi capelli.Avanzava  verso la casa tenedo alzato il vestito in modo da  non inciampare ,  non voleva sembrare goffa davanti a quei due sconosciuti, voleva mettere da subito in chiaro una cosa : non aveva bisogno di nessuno , sapeva cavarsela benissimo da sola. Si chiuse la porta di casa alle spalle, accertandosi di non essere osservata si tolse tutti gli indumenti ,lasciandoli scivolare sul suo corpo scosso da piccoli tremolii di freddo, si inginocchiò davanti al camino per riscaladarsi un minimo, fino a  quando non intravide le sagome dei due ragazzi avvicinarsi. Raccolse rapidamente le sue cose dal pavimento e corse nella sua stanza, chiudendosi dentro. Si appoggiò alla porta chiusa e lentamente si lasciò scivolare a terra, mentre scivolava si guardava attorno. Le pareti erano di un legno chiarissimo quasi bianco, probabilmente era il legno di un abete bianco , spoglie  con solo uno specchio appeso a sinistra del letto, un letto antico di ferro dai disegni geometrici complessi, nella parete davanti al letto c'era una finestra dalla quale non si vedeva altro che l'azzurro del cielo e il bianco della neve. Appena si appoggiò in terra scoppiò in un pianto sordo, le mancava terribilmente il rumore del mare e l'odore degli oleandri in fiore, la sabbia calda e fine sotto i piedi, la brezza marina che le scompigliava i capelli e giocava col suo vestito di lino, disegnandolo sul suo corpo. Pensava alle nuotate nelle acque fresche e cristalline delle sue spiaggie , ai giochi con le sue compagne, al sole che le schiariva la chioma sempre scomposta e decorata da fiori . Ora attorno a se aveva solo neve e ghiaccio, ghiaccio e neve. La sua unica compagnia erano due perfetti sconosciuti dediti solamente all'allenamento , si sentiva sola come non mai.
Da dietro la porta della sua stanza semtiva i passi dei due cavalieri, provò un forte imbarazzo quando realizzò di essere nuda , in una casa a lei sconosciuta, con due ragazzi anch'essi sconosciuti. Si vestì velocemente , facendo poco caso a ciò che indossava, scelse un semplice abito di cotone color pesca e si mise sulle spalle una sciarpa di lana calda . 
Camus guardava di sfuggita la camera della giovane, la sottovalutava e non si risparmiava dal dimostrarlo. Ormai era tardi per proseguire l'allenamento del giovane , in più sarebbe stato deconcentrato dal ricordo di Vicktoria , come probabilmete lui stesso ,anche se non lo avrebbe mai ammesso. Prese dal frigorifero una bottiglia di wodka e versò il contenuto in un bicchiere, appoggiato al bancone da cucina lo sorseggiava , tirando ogni tanto qualche occhiata alla stanza della ragazza ancora chiusa. "Crystal! " chiamò improvvisamente Camus  "chiama la ragazza, che non si creda che sia servita e riverita in casa mia." , Crystal guardò stranito il suo maestro, poche volte lo aveva sentito parlare con quel tono così acceso. Senza dire una parola si diresse verso la porta della giovane, non ebbe tempo di bussare che quasi si ritrovò la porta sbattuta in faccia. " Di certo non mi faccio servire da uno sbruffone egocentrico come te !" urlò Vicktoria guardando fisso negli occhi Camus, tra i due ci fu subito una scintilla di sfida , che si tradusse in un sorriso malizioso sulla bocca di lui " Bene damigella" aggiunse " sbeffeggiandola. Era tutta un fremito di rabbia , non si era mai sentita così offesa in vita sua, eppure  di offese ne aveva ricevute dalle anziane con l'aggiunta di qualche bel ceffone ben piazzato per far spegnere il vulcano che esplodeva in lei.
"Dai su calmatevi..." si intromise Crystal, il suo spirito nobile non ammetteva che un uomo si prendesse gioco di una donna, soprattutto se quella donna era in difficoltà e Vicktoria era in una visibilissima difficoltà Notò negli occhi di Camus un'occhiata gelida nei suoi confronti, ma non lo intimoriva, si contrappose tra i due fuochi cercando di calmare gli animi. Si offrì di preparare la cena , Vicktoria rimase con lui, mentre Camus uscì di casa per andare ad allenarsi, in verità voleva solamente scaricare la rabbia tirando qualche pugno ben assestato ad una lastra di ghiaccio . "Grazie " sussurrò Vicktoria appena furono soli in casa , vi era davvero gratitudine nel suo tono, cosa che toccò profondamente il ragazzo "ma figurati...dovere di cavaliere" rispose imbarazzato, si chinò per prendere una tovaglia e aggiunse " non è  cattivo, solo che non ha mai avuto contatto con le donne... bhe in effetti non ha mai avuto contatti col genere umano in generale, contatti voluti intendo...è tutto sulle sue, cinico, acido , scontroso...ma non è così male.... quando non si arrabbia, ovvero quasi mai ... ahahah !" . Scoppiarono entrambi in una grassa risata, quello che ci voleva per rompere i ghiaccio. Vicktoria aiutò il ragazzo come poteva, quando fu pronto andò lei stessa a chiamare Camus per mangiare . Durante il pasto nessuno parlavò , quando finirono Camus si occupò di lavare i piatti. 
Poco dopo si ritirarono per dormire , ogniuno nella  propria stanza.
La notte non fu facile per Vicktoria, il freddo pungente la teneva sveglia e le raffiche di vento si infrangevano sulle  finestre. Avvolta nel suo cappotto di pelliccia si accovacciò davanti al caminetto ancora acceso, il tepore la fece addormentare appoggiata alla poltrona . Sentendo dei rumori Camus si alzò dal letto , uscito dalla sua camera vide la ragazza addormentata sulla sua poltrona, non potè trattenere un sorriso , "effettivamente è veramente bella, peccato che non dorma sempre, sarebbe perfetta altrimenti"pensò tra se e se . La sollevò e la portò nella sua stanza, la più calda della casa perchè senza finestre . La adagiò sul suo letto e la coprì con le coperte più pesanti che aveva. Dopo averle dato un buffetto sulla testa, uscì dalla sua camera e si addormentò sulla poltrona.

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