Capre vs Pecore

di larasensei
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capre VS Pecore ***
Capitolo 2: *** Xerxuccio Scatolone ***
Capitolo 3: *** "Era un sogno?" ***
Capitolo 4: *** Giochiamo alla Wii? ***
Capitolo 5: *** Infiltrato a Pecorasiti ***
Capitolo 6: *** Una reggia, un labirinto e un angelo ***
Capitolo 7: *** Mai far ingelosire DD ***



Capitolo 1
*** Capre VS Pecore ***


"Gli umani" disse narrando il maestro capra "Sono egocentrici. Sono convinti di essere gli unici ad avere un'intelligenza superiore agli altri animali e hanno pure l'assurda convinzione che indossare quelle cose chiamate «vestiti» li faccia sembrare i padroni incontrastati dell'universo!" i capretti-scolari intonarono una sonora risata. "Ma" continuò il caprone "sono all'oscuro della nostra guerra, una battaglia che dura fin dai primordi e che comprende due fazioni: noi, le magnifiche CAPRE" i capretti fanno un' extending ovation. "e..." il maestro fa una breve pausa, come se nominare quel nome gli costasse un grosso sforzo "...Le PECORE." i capretti fischiano e sbattono tra loro padelle come alla corrida.
 
Ebbene sì. Gli umani erano all'oscuro di tutto ciò ma le capre e le pecore, acerrime nemiche fin dal periodo caprolitico, si radunavano in città sotterranee da loro costruite per tramare i loro piani malvagi... Ci sono regole ben precise da rispettare sia con le capre che con le pecore:
 
1. MAI E POI MAI confondere una capra con una pecora, potrebbe essere l'ultima cosa che fate.
2. chi scopre il loro nascondiglio segreto verrà immediatamente arruolato nell'esercito di uno dei due e non potrà più rivedere la propria casa.
3. rispettare gli ovini nel loro ambiente naturale; i bimbetti che li maltrattano sono tenuti a ricordare che questi animali sono in incognito e potrebbero staccarvi la testa da un momento all'altro se solo lo volessero (ma non rischiano di saltare la loro copertura per voi)
Queste sono le regole fondamentali che valgono per entrambe, poi si entra nei particolari, cosa che verrà approfondita in seguito.
 
"Bene ragazzi, la lezione è finita, andate in pace" il maestro caprone non fece in tempo a finire la frase che i capretti si erano già volatilizzati nel nulla.
 
In quel momento zio Xerxuccio che,nella sua fattoria, si domandava perplesso dove fossero finite le sue capre e le sue pecore, si girò ed erano tutte lì, che brucavano l'erba.
"Mah" pensò Xerxuccio "sarà colpa della cataratta" e se ne andò via a spalare il letame dei maiali, mentre sulle bocche delle capre e delle pecore spuntava un sorriso beffardo...
 
Buongiorno, sono larasensei! Questa è la mia prima ff nonsense e mi ha divertito un sacco scriverla, spero che per voi sia lo stesso leggerla:)
ringrazio anche le senpai Ayame e Garza, l'idea principale delle capre è loro.
Ora che ci faccio caso la ff è CORTISSIMA!! O.o ma spero che vi piaccia lo stesso, bye bye e al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Xerxuccio Scatolone ***


Era una notte buia quella, una notte senza stelle, e la luna splendeva alta nel cielo, cristallina.  Ma a noi non ce ne frega una beata cippa perchè il racconto è ambientato sotto terra.

 Il mondo sotterraneo è composto da tre strati: il primo è inutilizzato perchè, essendo troppo in superfice potrebbe venire facilmente scoperto dagli umani. Il secondo, il più popolato è diviso in due settori, è quello dove vi abitano le capre e le pecore. Lo spazio a loro affidato è diviso a metá, e quello di sinistra è delle capre e l'altro delle pecore. Poi ancora sotto, va be', c'è Satana con l'inferno e ancora più giù il centro della terra.

 

Passiamo ad altro: nel mondo ovino i caproni e i montoni (e anche le capre, le pecore, gli agnelli e i capretti se lo vogliono) sono TUTTI guerrieri, o perlomeno capaci di combattere. La loro societá ha anche una rigida gerarchia i cui nomi differiscono tra capre e pecore: il cadetto di rango più basso si chiama scarpa per le capre e calzino per le pecore; quello invece di capacità un po' più alte invece è per entrambe dito del piede, il quale si suddivide in cinque sottolivelli (pollice, indice, medio, anulare, mignolo) e poi il più alto livello raggiungibile da una normale capra/pecora si chiama livello pecora per le capre e capra per le pecore. Eh sì nell'ultimo livello di rango si può fare un po' di confusione, (che per il resto è anche comprensibile) ma nel mondo ovino non si accetta confusione!

Le capre ora hanno anche dovuto sopportare la dolorosissima perdita del loro comandante, adesso sostituito malamente dal professor Terzoocchius (...) Capra (il nome completo ci metterei tre ore x scriverlo...) che prima era insegnante di tecnologia nella scuola dei capretti.

È un umano, il professore, e quindi ci sono state un po' di proteste per la sua elevazione a comandante; è abbastanza anziano, e assomiglia in tutto e per tutto ad una capra (questo lo dovevo assolutamente scrivere da qualche parte, non lo potevo tenere dentro) i capelli grigi hanno sfumature bianche, nere e bionde. Il capo delle pecore, invece, è un pecorone temibile: si chiama Mementoauderesemper Pecoronus comunemente chiamato Alex (che, se non l'aveste notato, non c'entra "una fava bucata" col nome vero). Capra era l'unico umano assoldato nell'esercito delle capre che non era ancora schiattato, infatti tutti gli umani-capra erano soliti morire nei primi giorni di allenamento, per poi finire direttamente all'inferno che sta lì al piano di sotto (del resto Satana e gli ovini sono degli amiconi). Le capre hanno persino creato un proverbio a questo proposito: «È inutile cercare la vacca morta se sei cieco» oppure «perchè se la mucca fa muu il merlo non fa mee?» proverbi veramente sensati...

 

Va be' Fattostà che un bel giorno, nella fattoria di Xerxuccio accadde qualcosa di strano. Xerxuccio Scatolone (ha preso il cognome della madre perchè non ha mai conosciuto il padre) era un povero ragazzo dal nome impronunciabile ma, poverino, era nato cosí. Aveva gli occhi azzurri della madre ,i capelli biondo chiaro spettinati, quasi bianchi, era pallidissimo e aveva occhiaie sempre presenti, anche se dormiva un bel po'. Va be', 'sto sfigatello che faceva il fattore un bel giorno stava spalando il letame dell vacche (ci passa delle giornate per finire il lavoro) notò che l'atteggiamento delle sue capre era un po' strano. Diede la colpa allo stress, si avvicinò a loro e le accarezzò un po', amorevolmente. Erano i suoi animali preferiti. Poi le contò: "19...20..Oddio! Manca Muffy!!" Non fece in tempo a finire che lo scorse, il capretto correva verso il fiume. Subito gli corse dietro, gli era affezionato, al suo piccolo capretto che sin da piccolo gli mangiava i muri incrostati di muffa (da lì il nome Muffy). Corse più che poteva per raggiungerlo prima che cadesse nel fiume, e lo prese appena in tempo, però non riuscì a fermarsi in tempo e nel fiume ci caddero tutti e due. Poi, visto che il fiume terminava in ina cascata, caddero pure giù per la cascata. Dopo un po' Xerxuccio venne su dall'acqua, tossicchiando. "Muffy, dove sei?" "Sono qui, furbo!" Il ragazzo ammutolì, e quasi gli si fermó il peacemaker. "TU PARLI?!" "e certo!! Ora prova a prendermi, microcefalo di un umano!" Xerxuccio, che ancora non poteva crederci, gli corse dietro, voleva saperne di piú, cioè, da quando in qua le capre parlano?! Il capretto, preoccupato pensò: "Oddio, il cretino mi ha scoperto, ora come faccio? Vabbe', correrò fino a farlo svenire dalla fatica, poi lo riporterò nel suo letto e penserá che sia stato solo un sogno!" Muffy aveva ricevuto l'addestramento delle capre, quindi poteva correre per ore senza stancarsi, ed era sicuro che l'umano non sarebbe riuscito a stargli dietro. Ma non fu così. Ogni volta che l'animale si girava, lo vedeva sempre lì, e anche se Xerxuccio era sempre più esausto non cessava di correre, perchè aveva l'energia del padre e la cocciutaggine della madre. Corsero come due posseduti per ore e ore, fino all'arrivo del tramonto. Il capretto pensò: "E mo' che faccio?!" e Xerxuccio: "Spero che si stanchi presto, devo spalare il mio letame!". Con le sue ultime forze, il cucciolo raggiunse le altre capre della fattoria e spiegó loro l'accaduto. Il ragazzo ammutolì nuovamente quando la capra piú vecchia disse che li aveva scoperti e dovevano prendere provvedimenti. Poi tutti in coro dissero: "È GIUNTO IL MOMENTO: TECNICA DEL TELETRASPORTO!" e tutto si fece buio. Quando Xerxuccio si risveglio non era più nella sua fattoria...

 

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Capitolo 3
*** "Era un sogno?" ***


**Capitolo 3**

“Che cavolo è successo? Spero sia abbastanza importante...Mi hai interrotto nel bel mezzo di una partita a scacchi contro il mio frullatore! E per una volta stavo pure vincendo!” tuonò il generale di grado indice Qwerty.

“Penso...penso proprio di sì...” fece il guardiano-capra Tau fu “Venga con me”.

Tau fu scortò il generale in una stanzetta dove vi erano alcune capre-poliziotto e delle capre-guardia che accerchiavano un gregge di altre capre; in mezzo a loro c'era, ben visibile, un umano dal pallido viso, svenuto.

“ODDIOO!! CHE DIAVOLO E' QUELLA COSA!?” Urlò il generale Qwerty.

Si schiarì la voce un giovane dal pelo bianco: “Dal risultato delle analisi, pare sia un umano, signore”. La maggior parte dei presenti rabbrividì. Qwerty, rivolgendosi al gregge chiese: “Potete spiegare?”. L'anziano del gruppo ritenne che Muffy fosse il più adatto e lo spinse in avanti. “Bene, bene ragazzo. Apprezzo il tuo coraggio” Disse il generale facendo un sorriso satanico. Muffy tirò fuori il coraggio e si decise a parlare: “Beh ecco, io ero nella fattoria e...” “Cosa fai,è una storia lunga? Le storie lunghe le racconti poi al capo Terzoochius, io mica c' ho voglia di ascoltarti...Forza rega, portiamoli dal capo. Prendete l'umano, il bamboccio, quello lì, quello, ah, pure lui, che mi sta simpa... forza forza! Ho un frullatore che mi aspetta!” sbraitò Qwerty.

Una dozzina di capre-energumeni tirarono su di peso lo sventurato umano Xerxuccio, il piccolo Muffy e gli altri tizi scelti a caso dal caprone ebete.

 

Durante il tragitto verso la camera del capo le quattro capre erano agitatissime:

“Non posso credere che incontreremo il professor Capra in persona!” belò Kawasaki, la capra velocista dal pelo verde;

“Anche se , però, non è un capo figo come quello di prima...” disse lo scocciatore di turno, Romeo, la capra grigia con tanta materia grigia che è pessimista fino al midollo;

“E va be', mi sembra ovvio, nessuno potrà mai eguagliare Lui...” fece Muffy, il capretto dal pelo color caramello.

Xerxuccio, fino a quel momento ancora K.O, aprì gli occhi, forse svegliato dalla caciara del trio di capre, forse perchè sospeso in aria e sballottato continuamente dalle capre-energumeni o dal russare di Silente, la capra muta dal manto bianco con una cicatrice a forma di X sulla bocca, una macchia ovale sull'occhio destro e la lunga barba bianca (ogni riferimento è puramente casuale).

 

Dopo un lungo tragitto, finalmente gli energumeni misero giù il malcapitato Xerxuccio, Muffy e gli altri, per poi far spazio a Qwerty, il quale, grattandosi il fondoschiena, aprì con uno sforzo notevole l'enorme porta che si trovava davanti a loro. “Dopo di voi” disse infine, e li spinse tutti quanti dentro.

La stanza dove Xerxuccio era adesso era così lunga che non si vedeva la fine, migliaia di guardie-capra erano inginocchiate in fila, una di fronte all'altra e le loro lance si incrociavano.

Xerxuccio avanzò insieme alle capre, l'atmosfera cupa intimoriva tutti, persino Qwerty che si credeva il più figo di tutti ma in verità era un pappamolle.

La stanza sembrava davvero interminabile, e dopo circa tre giorni di cammino arrivarono alla fine e lì, seduto su un trono addobbato a mo' di albero di natale c'era lui: a presentarlo fu il suo “fedele servitore”, un lecchino che più lecchino di così si muore, che disse: “Ed ecco a voi sua altezzissima supremissima Terzoocchius Giuseppus Mioprofessorusditecnologius Mangahater Older Severus Nichivendola Whatsmydestiny Nonlavevascritto Yesmylord DavidGuetta corvomariachi chesembraunacapramapropriougualeuguale coriccicapra, altrimenti detto professor Capra.” “Guarda, non c'era bisogno del nome completo sai?” disse lui, probabilmente imbarazzato dal suo stesso nome. Capra aveva lunghi capelli bianco-grigi, il pizzetto dello stesso colore e assomigliava in tutto e per tutto ad una capra.

“Bene” fece lui “vedo che abbiamo un umano tra noi eh... lasciatemi parlare un po' con lui, aspettatemi là fuori per favore...” Muffy rispose: “Ma scusi boss, e allora noi cosa siamo venuti a fare qui?” “Ah, che ne so?” fece lui, e fece con la mano il gesto di sloggiare. Rimasti soli, Capra si alzò dal suo trono, ma inciampò nel mantello e capitombolò giù dalla scalinata. A vederlo da più vicino Xerxuccio potè constatare due cose: Capra era magrissimo, non si direbbe a vederlo da di fronte ma visto di profilo era sottilissimo, era praticamente 2D. Poi sulla testa aveva un cerchietto con due corna appiccicate; rimase per un po' imbambolato a guardarle, e si chiese perchè avesse quelle assurde corna sulla testa. “Stai guardando il mio Capra-pawa?” “Capra-che?” “questo cosetto che ho sulla zucca: serve a noi umani come bagaglio per identificarci, anche tu ne dovrai avere uno. Aspetta che te lo vado a prendere. Detto così Capra premette un pulsante e dal cielo cadde giù un capra-pawa. “Lo dovrei mettere in testa?” “E dove se no? Nel sedere?”

Xerxuccio, indossato lo strano cerchietto, sentì tutta l'energia caprosa percorrergli le vene: “Ora sei uno di noi, Xerxuccio.” disse il Boss delle torte Capra “ma come diavolo? Io non ti ho detto il mio nome!” “ah, ehm ecco, io...Fine della riunione!” Il lecchino-capra cominciò a recitargli una lunghissima fila dei suoi diritti e doveri, che però Xerxuccio non riucì a capire perchè le voci si fecero sempre più ovattate, finchè divennero un brusio indistinguibile prima che tutto si facesse buio.

Il ragazzo si svegliò nel suo letto, molto disorientato. Guardò fuori dalla finestra, era mattina e tutto taceva, come se nulla fosse successo...

“Era... era un sogno?” si chiese. Era ancora piuttosto inquieto, in preda a panico, insicurezza e cose varie, quindi pensò di fare l'unica cosa che aveva il potere di tranquillizzarlo e togliere tutti i suoi dubbi: spalare letame.

Si sentiva misticamente attratto da quell'enorme mucchio di escrementi equini (?) e amava spostarli con la sua forchetta gigante...

splat, splat, splat, splat...

spalando e spalando le sue idee divennero più chiare, e l'idea delle capre parlanti che gli offrivano cerchietti cornuti gli pareva sempre più assurda e lontana...

Gli bastarono pochi minuti ed era già così tranquillo che si mise a fischiettare allegramente.

 

“Contento tu, a spalar merda tutto il giorno...”

Brivido di terrore.

Quella vocina stridula ed irritante alle sue spalle, dove l'aveva già sentita?

No, non poteva essere lui, non aveva il coraggio di girarsi... ovvio, quella voce l'aveva soltanto immaginata, non poteva essere che questo... non c'era nessun altro con lui, solo gli animali...

“Ehi, oltre che scemo sei diventato pure sordo?”

per un riflesso condizionato Xerxuccio ruotò il suo bel culetto di 180 gradi e vide lui.

Vide quella stramaledettissima capretta, Muffy, con in testa le cuffie per ascotare la musica. Era affiancata dal capo del gregge, un caprone grigio perla con le corna tutte arricciolate, che pareva parecchio inquietante.

“AAAAAAAH! ANCORA VOIIII?” urlò in preda al panico “E UNA PERSEGUITAZIONEEEE!” “Pensavi di aver sognato? Ti piacerebbe!!” fece Muffy “e poi le capra-pawa ce le hai ancora sulla testa, come poteva essere un sogno?”

Xerxuccio, toccandosi la testa notò con amarezza che aveva ragione.

Ora è il caprone supremo a parlare: “Mia cara recluta, in quanto soldato dell'esercito delle capre è tuo compito e dovere eseguire intensi allenamenti, acciocchè potrai partecipare alla battaglia che si terrà in un futuro non lontano contro le pecore... perciò non avrai tanto tempo da dedicare alla tua fattoria, così ti trasferirai nelle profondità della terra e alla fattoria ci penserà una bambola bionica plasmata a tua immagine... Tranquillo però, una volta che avremo la tua fiducia potrai ritornare qui ogni tanto. Obiezioni a riguardo?”

L'albino intuì che la domanda implicita era “non puoi contestare le cose che dico” quindi stette zitto.

“Ah, un ultima cosa...” continuò l'inquietamte figuro.

Ci furono pochi istanti di pausa, da far salire la suspence alle stelle.

Sentenziò infine: “Se proverai a proferir parola con qualcuno riguardo all'accaduto, sarà mio desiderio e compito farti patire le peggiori sofferenze, tra le quali amputamento di arti, lingua e parti basse, precedente alla morte.”

Dopo ciò, nella mente di Xerxuccio aleggiava un solo, inquietante pensiero.

Questo...Questo è l'inferno...”

 

 

 

 

Angolino dell'autrice: Arrgh miei prodi, viva lo scorbuto!! Ah no scusate, ho sbagliato film...

Innanzitutto vorrei ringraziarvi tanto per aver letto la storia di questa insana di mente *si indica* ebbene si, l'allinearsi dei pianeti precedente all'esplosione della luna per mano del drago shenron mi ha portato a continuare la mia BELLISSIMA fan fiction con il capitolo 3.

Spero di avervi fatto ridere almeno un po'... Sto ancora cercando di migliorarmi. Au revoir ed alla proxximaa!! Bakabakabakabaka!!

PS: le recensioni sono ben accette.

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Capitolo 4
*** Giochiamo alla Wii? ***


Il mattino seguente venne già chiesto a Xerxuccio di fare le valigie, perché avrebbe dovuto trasferirsi permanentemente nel sottosuolo. Ad accompagnarlo fu proprio il generale Qwerty, sebbene scocciato. “Allora, quanto ci stai mettendo, brutto pezzo di carta igienica abrasiva?” fece lui dopo trenta secondi scarsi di attesa. “Va be' intanto mi porto avanti con il lavoro...” detto ciò, prese una gomma da masticare al gusto di spinaci e Willy Wonka fece un ENORME pallone che modellò a forma di persona. Poi con i colori a tempera gli dipinse uno smile nel punto dove dovrebbe essere la faccia e, con un'aria fin troppo fiera disse: “Acciderbolina, è proprio sputato a quel mononeurone di umano!!” e scoppiò in una risata satanica.

Subito gli si affiancarono le capre del gregge di Xerxuccio, che scoppiarono a ridere pure loro e commentando cose tipo “Ahah, è spiccicato!” senza accorgersi minimamente che quello che avevano davanti era soltanto un palloncino a forma di umano con uno smile disegnato.

Dopo che Xerxuccio si fu preparato le capre belarono all'unisono un: “Tecnica del teletrasporto!!” e lo sventurato albino si ritovò ancora una volta nel mondo sotterraneo che aveva cominciato ad odiare con tutto il suo cuore. Poi Qwerty e gli altri lo abbandonarono, trovando ognuno una scusa diversa per fuggire. “Ma...ehi aspetta, dove diavolo state andando?” disse lui, ma ormai era troppo tardi, erano già andati tutti via. “E che faccio adesso??” pensò, poi si accorse di avere uno strano post-it a forma di cacca romboidale attaccato sul sedere, e un altro a forma di poliedro stellato alla base del collo sotto il suo terzo piede (?) nel primo c'era scritto che doveva andare nella sua stanza, e sotto era riportata la sua esatta ubicazione tramite un suo disegnino smonco (Xerxuccio poté constatare che il caro generale Qwerty, che gli aveva lasciato i biglietti, non era una cima nel disegno) e nel secondo che avrebbe dovuto aspettare la sua guida che gli avrebbe mostrato il territorio e che avrebbe dovuto badare a lui. “Ma non doveva farlo lui, scusa? Che sfaticato!” pensò. Però eseguì comunque il suo ordine ed entrò nella stanza a lui destinata. La descrizione di essa si può riassumere in una sola parola: cesso.

Era piccola, buia, sporca e puzzolente. Ma Xerxuccio piaceva, perché era sempre meglio di quel mostro di casa sua, roba che descrivarla a parole sarebbe impresa ardua a dire poco.

Mise “in ordine” le sue cose (cioè le scaraventò per terra senza alcun ritegno) e si sedette sopra lo sgabello mezzo mangiato dai tarli, l'unico pezzo di arredamento della stanza, aspettando.

Non dopo poco tempo sentì bussare alla porta. Era una capra che dire che fosse appariscente era estremamente riduttivo: era bianca di base con degli schizzi di pittura colorati dappertutto, degli occhialoni alla lady Gaga e con tanto di parrucca afro. Si alzò su due zampe e si presentò: “Bleacchiaooo straniero! Vedo che hai già fatto l'iniziazione! Bene, così mi risparmio i giorni di cammino per andare dal professor Capra... Comunque piacerissimo!!” fece un profondo inchino, toccando con la corta barbetta il pavimento “io sono Jokerman, ma tu chiamami Joke, sarò la tua guida nel magnifico villaggio di konoha!!” “Ma scusami...quello non era il villaggio ninja di...?” chiese l'albino allibito “Ah accidentiera, scusa, ho sbagliato film! (?) Comunque sia...” “Questo è matto da legare...” pensò Xerxuccio, e lo legò davvero con una corda fatta di adamantio, però Joke si liberò subito mangiandolo (?) “Cosa pensavi di fare? Beh va be', l'adamantio è buono, e poi non avevo fatto colazione, non la faccio nei giorni pari...” “Ma oggi è Lunedì” ribatté Xerxuccio “Appunto”.

“stavo dicendo...Ti sarai chiesto percé non è il generale Qwerty a farti da guida no? Beh lui mi h pagato una discreta sommetta per travestirmi da lui e guidarti al posto suo, understood? Perciò fregatene se sono io o lui (mi domando anche come tu abbia fatto a scoprire il mio travestimento perfetto, gli occhiali avrebbero dovuto confonderlo...” “Me lo fai vedere o no 'sto sotterraneo??”

“Quale sotterraneo?”

“La città sotterranea in cui ci troviamo adesso”

“AAAH, tu intendi ElementaryWatson?”

“E che ne so io?”

“e IO cosa vuoi che ne sappia allora??”

“MA TU CI VIVI QUI!!”

“Da...Davvero?” Fece la capretta squilibrata, e Xerxuccio ci rinunciò perché per quell'individuo ormai non c'era più speranza alcuna.

“Allora...” disse Joke infine “Giochiamo alla Wii?”

“E va beene...”

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Capitolo 5
*** Infiltrato a Pecorasiti ***


Cap 5

“Ma non è possibile! Non ti avevo mica chiesto di giocolare con delle uova mentre fai il funambolo, ti avevo solo chiesto di mostrare a quell'umano smidollato la città sotterranea!” disse Qwerty rimproverando Joke. “Mi scuuuusi” fece quest'ultimo con una punta di sarcasmo.

“Guarda che se osi prenderti gioco del grande Qwerty...” lo minacciò lui mostrando i suoi incredibili bicipiti da culturista, mentre intorno a lui si espandeva un'aura malvagia di energia satanica che fece rabbrividire persino i pesciolini dentro la boccia nell'appartamento di Qwerty.

Joke invece restava impassibile, forse perché troppo stupido per percepire le aure o forse troppo superiore per provare paura: “...Allora? Posso andare capo?”

Lui infuriato battè uno zoccolo per terra, tirò una cordicella del cesso spuntata da chissà dove e sotto i piedi di Joke si aprì una botola che lo fece cadere all'inferno “Yoooohoooo!” gridava lui mentre cadeva giù dallo scivolo, inconscio del fatto che probabilmente non sarebbe tornato mai più.

 

“NUOOOOOOO!!! è morto Joke?” Urlò Muffy poco dopo, quando Qwerty gli riferì la notizia “E chi è stato ad ucciderlo?” “Ah beh, veramente sono stato io... Mi aveva rotto le scatole per cui l'ho sciacquonato negli inferi.” si vantò lui “Non credo abbia qualche possibilità di sopravvivenza, giù dal buon vecchio Saty...”

“Eeeeh va be', tanto non è che servisse a molto...” fece il capretto rappettaro “ce ne andiamo a twittare con Fiorello? (probabile citazione di un video di youtube, ma non faccio pubblicità;)” “no, io devo affidare una missione a quello smidollato umano. PER SCOTLAND YARD!! (cit)” urlò Qwerty ed in un battibaleno era corso così lontano da essere soltanto un puntino. “Bah, io quel vecchio non lo capisco proprio...” sbuffò Muffy, sorseggiando il succo di frutta alla pizza che amava tanto.

 

Xerxuccio Scatolone, il figlio misterioso dell'autrice (no comment) stava mettendo a posto i suoi effetti dentro le mensole di quell'armadio mangiato dalle termiti che gli era stato magicamente regalato dal professor Terzoocchius bla bla bla Capra quando sentì bussare alla porta: “Avanti” bofonchiò lui scocciato, raddrizzandosi il capra-pawa alla bell'e meglio.

Niente

“Avanti!” ripetè lui scandendo “Vuoi anche che faccia lo spelling?!”

“No grazie, sto bene così” rispose una voce dietro di lui, l'albino si girò e alla vista di un immenso BigFoot cominciò ad urlare come un forsennato.

“Calma calma Cervello Marcio, sono io Qwerty.”

“Ah scusa, ti avevo confuso... Ma poi cos'è che avete tutti?! La mania di spaventare la povera gente?”

“E' ereditario... pure mio figlio Muffy fa così”

“Aaah, quindi è tuo figlio... non lo sapevo” fece l'umano.

“Ma come, non si vede? Siamo tutt'e due color caramello, siam praticamente uguali, l'unica cosa che Muffy non ha sono... I MIEI BELLISSIMI MUSCOLI!” disse il generale, ed iniziò a fare pose plastiche.

tale padre tale figlio... pensò Xerxuccio, che riteneva Qwerty un emerito pallone gonfiato. “Ma senti...” gli chiese “Che ci sei venuto a fare qui?”

“Ah beh...Sono venuto per darti la tua prima missione, coso...”

Ecco lo sapevo...Non poteva andarmi così bene... pensò lui.

“Dovrai infiltrarti nel territorio delle pecore e spiarne i movimenti per poi farne un rapporto. Non ti chiedo di portarmi la luna, voglio solo che tu mi dimostri che sai spiare qualcuno per, chessò, un'oretta senza farti uccidere, tutta qui la cosa.” “Tutta qui la cosa?! Ed io che pensavo che mi faceste fare le consegne a domicilio!” “Omicidio? No non ancora, è presto per fare il sicario... Ma bando alle ciance, let's go!” Il ragazzo, prima che potesse realizzare il tutto, venne afferrato da quello zoccolo poderoso e dopo un millisecondo si ritrovò fuori dalla città delle capre. A destra vedeva, appunto, Capracity e poi, al di là di una riga rossa tracciata per terra vedeva in lontananza tante casette colorate dalle forme strane.

Chissà che cavolo è...

“Quella... è la città delle pecore, Pecorasiti.” fece il generale, come se lo leggess nel pensiero. Andare lì a spiarle sarebbe facile per tutti, ma ci sono un mucchio di telecamere fatte apposta per noi, e se una capra si addentra nel loro territorio è come se dichiarassimo guerra immediata. Per questo ci sei tu: essendo umano sei invisibile ai radar delle telecamere e perciò puoi condurre tutte le indagini che ti pare.”

“FIIIGO”

“Lo so. Ora vai, se no arriva Natale.”

“Signorsì signore!”

L'albino venne nuovamente afferrato da quel culturista che lo scaraventò in aria come fosse un giavellotto.

 

Fu un volo di qualche chilometro circa, e il piccolo Xerxes precipitò a terra dando una culata immensa. Era vicino alla piazza e c'era molta gente, ma fortunatamente nessuno guardava dalla sua parte, erano tutti intenti a guardar chissà cosa riuniti a formare un cerchio.

Il ragazzo, sfruttando le sue doti da parkourista (spero si scriva così) si arrampicò sul tetto di una casa, tipica delle pecore dalla forma irregolare.

Poteva assaporare l'odore dello zucchero filato e dei dolciumi, che tanto adorava, era tutto colorato, affollato, c'era un'atmosfera di festa indescrivibile ed erano tutti felici.

Fin troppo felici.

Dentro la sua borsa c'era lasciatagli da Qwerty c'era un binocolo, capitato a fagiuolo. Guardandovi attraverso poteva vedere cosa stavano facendo quelle pecore radunate in cerchio, e vide che c'era una pecora a righe che giocolava con dei basoni infuocati al centro del cerchio.

Bah, allora è una semplice festicciola di paese...

pensò lui, che illusosi di poter assistere ad una mega rissa.

Il giocoliere fu seguito da tanti altri artisti di strada di tutti i tipi; Xerxuccio odiava gli spettacoli da circo e si stava annoiando a morte di stare lì, perciò cominciò ad osservare bene le pecore:

ce n'erano di tutti i tipi e di tutti i colori, e sembravano tanti batuffoli di zucchero filato tanto che al ragazzo venne l'irrefrenabile voglia di addentarne una, se soltanto avesse potuto... In effetti era da due giorni che stava nel mondo sotterraneo e non aveva ancora mangiato... poi pensò alle cose che gli erano capitate, davvero assurdo tutto ciò ed era davvero una seccatura, ma in un certo senso lo divertiva...

Certo, il suo letame gli mancava.

Passarono appena 10 minuti e Xerxuccio era già nel mondo onirico, con un filo di bava che gli scendeva lungo fino a terra.

E la musica suonava e le pecore chiacchieravano e i giocolieri giocolavano.

Tutt'ad un tratto lo squillo di una tromba lo svegliò: era una pecorella nera in smoking, che annuciava l'inizio di un tanto atteso concorso che fece incuriosire Xerxuccio. Subito venne srotolato un red carpet spuntato da chissà dove e, con un trucco cinematografico comparirono dal nulla un sacco di pecore maschi, ognuno agghindato a festa, che sfilavano:

alcune avevano alti tacchi, altre cappelli stilosi, altri ancora vestiti griffati. Tutte erano colorate dei colori più vivaci, una più vanitosa dell'altra.

Ma cos'è 'sta roba? Un raduno di Drag Queen?

 

“Ed ora, in via del tutto eccezionale, vi presento...” disse il pecoro in smoking lasciando alcuni minuti di suspence “Il grande capo Mementoauderesemper Pecoronus!” Incredibile fu l'extending ovation del pubblico ad accogliere l'ultimo sfilante del concorso: il capo supremo delle pecore.

Era enormemente enorme, di color bianco latte, con delle mastodontiche corna arricciolate. Aveva il pelo tutto cotonato e mesciato di ogni colore, una sciarpa rosa piumata e delle scarpe coi tacchi così alti che sembrava avesse i trampoli (?), dei sottili occhialetti viola con la montatura cromata e gli orecchini a forma di sfera stroboscopica sbrilluccicanti ed un cappello da capitano dei pirati.

Avanzava sulla passerella a passo deciso e spedito, nonostante quelle scarpe assurdamente nonsense, si fermò vicino al pecoro in smoking, al centro del cerchio, fece alcune pose plastiche e tornò indietro come era venuto.

 

“Stop al televoto” disse il pecoro, anche se non erano in televisione, ed era palese chi avesse vinto.

La stragrande maggioranza delle persone aveva votato Pecoronus, un pi' per spirito di ruffianesimo un po' perché, diciamocelo, Alex (che é il soprannome di Pecoronus) sarà pur checca, ma ha stile.

 

La festa era finita, e Alex si apprestava a ritornare nella sua reggia salendo sulla sua stupenda e sbrilluccicante limousine: Xerxuccio non ci pensò due volte a inseguirli, perché era incuriosito da quella checca di capra e perché pensava che magari le capre l'avrebbero lasciato in pace, una volta scoperte le informazioni più importanti sul capo dei loro nemici mortali.

 

“Sarà un passo più lungo della gamba, ma lo farò, se dopo potrò riabbracciare il mio letame!!”

fu il suo urlo di battaglia, mentre inseguiva la macchina di Pecoronus, con la sua velocità supersonica.

 

 

Intanto Muffy stava ascoltando il suo Skrillex a palla su una panchina pubblica insieme a suo padre Qwerty, quando dal pavimento piastrellato della piazza si aprì una voragine e spuntò un omone cornuto dalla pelle rossa che pareva piuttosto esasperato e porse al generale un capretto bianco a macchie colorate:

“Coso, questo ammasso di carne putrida te lo puoi tenere: rompe così tanto le scatole che neppure io lo sopporto più! Mi sta mandando ai matti, dico sul serio!!” disse prima di scomparire, lasciando un buco nel pavimento non indifferente da cui si vedeva l'inferno al piano di sotto.

“Joke sei tornato!” disse Muffy!

“Non mi libererò mai di questo squilibrato, neppure Satana lo vuole...” disse Qwerty.

 

Morale: Mai cercare di liberarsi di un pazzo scatenato, potrebbe rivelarsi più arduo del previsto (?)

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Capitolo 6
*** Una reggia, un labirinto e un angelo ***


Non ci credo neanche, guarda...

un bel giorno andai a guardar le letture nella mia BELLISSIMA storia caprosa e che mi ritrovo?

La bellezza di, tipo, 164 letture al primo capitolo e 94 al secondo!

Ma siam matti?

Forza, mostratemi che non siete soltanto una mera illusione, recensite miei prodi!

Aiutatemi a migliorar, che ce n'è bisogno!

Dopo questo scatto di pazzia vi ringrazio, e vi presento il sesto capitolo :)

 

Per un tempo che gli sembrò infinito Xerxuccio viaggiò aggrappato sotto alla limousine.

Poi questa finalmente si fermò, ed un agnello paggetto aprì la portiera al capo delle pecore.

Questi entrò con passo regale nella sua stupenda e lussuosa reggia.

Un lusso vomitevole... pensò Xerxuccio, che aspettò qualche minuto per uscire allo scoperto.

“Ora non resta che entrare... Una cosa da nulla cero Xerxuccio? Sì, una cosa da nulla, ce la faremo dai...” fece il ragazzo che, come avrete potuto constatare, parlava da solo e si rispondeva pure.

Vide con piacere che una piccola finestrella era semiaperta e vi entrò senza indugiare, senza curarsi che quella villa era supersorvegliata, ma tanto se hai un nome così non ti importa più di tanto della tua vita.

La finestra portava al bagno, e Xerxuccio riuscì ben presto a capire il perchè l'avessero aperta: c'era una puzza infernale che non si respirava.

Mi spiace, ma amo solo quella di mucca...

Uscito dallo stanzetto si ristrovò in un piccolo corridoio che portava alla stanza principale, ove Alex in persona si era fermato a chiacchierare con una pecora-cameriera.

L'albino si nascose svelto e imboccò un altro corridoio, sperando che fosse parallelo a quello che stava per imboccare Alex, così avrebbe potuto seguirlo.

Ma si sbagliava, come sempre.

Per quanto il senso di orientamento di una persona possa essere sviluppato, non credo che nessuno si possa muovere con sicurezza in un enorme castello che non si ha mai visitato;

i corridoi si susseguivano tutti uguali e presto l'albino si perse.

 

“E ora che diavolo faccio?” si domandò.

Il suo cervello bacato cercava irrimediabilmente di trovare una soluzione all'enigma...

PLING!

Una lampadina gli si accese sulla testa. Aveva scoperto, con chissà quale calcolo matematico una sequenza numerica che collegava tutte le stanze del castello.

Quindi andò avanti, sicuro di sé

“Due a destra, una dritto e tre a destra, dovrei esserci! Ecco, ecco ci sono, sono arrivato!” gridò gioioso, ma un attimo dopo si accorse con amarezza che era tornato al punto da dove era partito un momento prima.

 

Pensa pensa, ci sarà un modo...

ricominciò ad elaborare informazioni ma, come la maggior parte di voi sanno, quando le persone stupide pensano troppo il cervellino si inonda di liquido gassoso e si comincia a sbacchettare... (sì lo so sono una s*****a e potete picchiarmi...Sorry...Ma sbacchettare ogni tanto fa bene alla salute sapete? Solo che attenti a non esagerare, se no dopo vi scoppia un rene e cominciate a scrivere storie senza senso...) insomma il nostro ragazzo cominciò a dar di matto, e iniziò a pensare in un modo diverso: quando ci si è persi, la cosa migliore da fare è chiedere indicazioni.

Quindi vagò per i corridoi in cerca di qualcuno al quale chiedere, e trovò un'anziana pecorona: “Mi scusi bellezza...Può gentilmente indicarmi dove si trova Pecoronus che lo debbo spiare?” chiese, e la signora impallidì.

“UN UMANO!!!” cominciò a strillare, e visto che i rumori forti facevano vibrare il capra-pawa al ragazzo ormai sballato, le diede un calcio che la fece accasciare al suolo.

 

Poi corse per le stanze come un forsennato, e per una qualche strana ragione riuscì ad uscire da quel maledetto labirinto.

Era arrivato nientepopodimeno che davanti alla porta della stanza di Sua Altezza!

Leggere il suo nome scritto a caratteri cubitali sulla targhetta dorata posta sulla striscia d'ebano nero che separava lui e quella rivoltante cosa lo fece subito tornare in sé.

Lo sentiva parlare, con quella voce da Commendatore del Don Giovanni che lo irritava.

Lui odiava Mozart, lui e quella parrucca rosa (?).

Ecco lì vicino il condotto dell'aria, strettissimo, di quelli che nei film quando non sanno come far entrare un personaggio in una stanza li mettono così a caso.

Xerxuccio, che era sottilissimo, vi passò senza problema alcuno ed entrò nella stanza.

Era enorme, sfarzosa fino alla nausea come il resto della reggia; lui si trtovava nella parte ad ovest mentre il grande Mementoauderesemper Pecoronus era seduto dall'altro lato, e circa una ventina di metri li separavano, ma l'albino cominciava già a soffocare gli starnuti per l'eccessiva dose di Chanel numero 5 del pecoro.

 

Egli era accompagnato da tre pecorelle che gli facevano massaggi alla schiena, alle spalle e agli zoccoli.

A loro raccontava di tutto e di più, di sua figlia Elisa, delle sue eroiche imprese banalmente inventate e di quando aveva mangiato un magnum (petardo) pensando che fosse un gelato.

Ormai erano tre ore e passa che Xerxuccio ascoltava, e ormai aveva vomitato 5 volte.

Stava già pensando di andarsene quando sentì bussare alla porta.

Avaaaaaaantiii” belò il pecorone.

Da quella porta di ebano che tutt'ad un tratto gli sembrò bellissima entrò una ragazza, una ragazza VERA:

capelli dorati che formavano numerosi riccioli cadendo sulle candide spalle, occhi grandi da cerbiatto e ciglia lunghissime, bocca del color delle rose, lineamenti delicati, un angelo, insomma.

Il vestito bianco aderente tutto brillantinato era scollato e faceva intravedere pezzi di un corpo da urlo.

“Sono arrivata, sommo capo”

 

Sommo capooo?? Nuoooooo! Amore mio!

La ragazza cominciò a fare rapporto. Non volle molto tempo al ragazzo per capire che la bella ragazza, di cui si era subito innamorato era una spia esattemente come lui, solamente che era un nemico.

Fece una lunga lista dei punti deboli delle capre che aveva scoperto, e infine concluse il rapporto con una domanda: “Supremo capo, quando dichiareremo guerra alle capre? Ormai abbiamo abbastanza informazioni per assicurarci la vittoria...”

Oooooooh mia cara quanto sei carina!” fece Alex “Dovrai aspettare ancora un pochino. Ti informerò in seguito ma non penso che dovrei aspettare tanto... Ihihihihihihihih! Detto ciò ti congedo, puoi riposarti per un po', au revoir!”

 

La ragazza uscì e tutto tornò come poco prima.

Doveva dirlo subito a Qwerty.

Erano in pericolo...

ma guarda... Per quello che mi stanno simpatiche le capre potrei anche non dire niente ed aiutare quella bella regazza a spiarci...Ma che dico? Io...almeno una volta nella vita voglio fare il mio dovere, dai.

Si alzò di scatto e sbattè contro l'attaccapanni, che sbattè a sua volta contro la credenza piena di stoviglie di porcellana che cadde e rovinò al suolo, frantumando tutto ciò che le stava dentro.

Un urlo da spaccare i vetri di Alex e in un attimo le guardie erano lì, c'era anche quell'umana. Gli corse ro dietro ad una velocità assurda, ma non sufficente a raggiungere l'Usain Bolt junior.

Soltanto la ragazza-angelo lo sfiorò, un attimo prima che lui si buttasse dalla finestra (erano al quarto piano ma Xerxuccio non si fece niente perché aveva mangiato il frutto gom-gom).

 

L'albino corse più veloce che poteva e in meno di un'ora era già arrivato a Capracity.

Subito chiese udienza a Qwerty lo spaccone e gli raccontò tutto nei minimi particolari; il culturista, stranamente, stavolta lo stette ad ascoltare attento, e disse, con la solita aria mennefreghista: “Beh ragazzo mio, qui la faccenda sembra piuttosto seria. Vieni con me che andiamo a riferirlo aTerzoocchius?” il culturista gli porse la mano e, anche se guardando dall'altra parte e sperando ardentemente nell'eventualità che l'albino caramellomane non sentisse, gli bofonchiò un “Ben fatto, ragazzo” che non era niente male.

 

Vi prego recensite, mi piacciono le recensioni, anche quelle inutili, negative, senza senso, belle, brutte, nere o bianche.

Dai seriamente, ho bisogno di sapere, perché la scuola non mi da possibilità di scrivere testi come questi e di conseguenza non potrò mai migliorare senza di voi, poveri cristi, che recensite...

Ok, grazie per aver letto e spero di incontrarvi di nuovo nel capitolo 7 :)

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Capitolo 7
*** Mai far ingelosire DD ***


Pochi minuti dopo corsero ad informare anche il professor Capra sull'accaduto:

“Siamo in una situazione più che critica” ammise il caprone, grattandosi il capra-pawa che aveva agghindato con delle palline di Natale rosa.

“Dovrei allertare tutti i cittadini di Capra-city ma...Prima devo finire la mia partita a bestia con questo professore di musica scelto in modo puramente casuale” disse indicando un ometto magrolino con il ciuffo castano chiaro, che salutò con la sua mano tremolante (ha il parkinson).

“Ma il suo dovere mai, signore?” commentò l'educato Xerxuccio.

“Mai owo” rispose il vecchio.


 

Così pensò il leccacapre a fare il discorso, e a salire là sulla terrazza a fare il discorso si sentì molto duce.


 

La notte seguente Terzoocchius mandò in missione speciale Qwerty, Muffy, Xerxuccio e Jokerman.

“Dovrete uscire all'esterno, cari miei. Fate molta attenzione agli umani, sono dei trogloditi.

Mi raccomando Muffy e Qwerty: non rifate il macello dell'altra volta, ve ne prego.

Joker, ti autorizzo ad usare la tua trasformazione umana ma non strafare.

In quanto a te, Xe...Xe..tu, insomma: fai il bravo bimbo, come armi ti affido il professore e un mocio. Fanne tesoro” lanciò i due utensili al ragazzino e cacciò via l'allegra combriccola.


 

“Che frigo si va fuoooori! Alleluia!” esultò Xerxuccio ed improvvisò un balletto spastico che lo fece sembrare un ameba in preda alle convulsioni.

Qwerty, scocciato come al solito li fece saltare tutti su un tappeto elastico spuntato dalla parrucca di Joke e in un attimo si ritrovarono tutti fuori.


 

La capra bianca non ci mise che un attimo e il suo aspetto cambiò:

non era più una piccola capretta bianca bensì uno spilungone di 1.90m, gnocco, la carnagione bianca come il frac che indossava e la variopinta parrucca afro.

“Joke? Woah, sei umano” disse Xerxuccio.

“Già, non sono più una mucca^.^” fece l'altro.

“Veramente...hem lasciamo perdere, non voglio che tu vada in sbattimento.”

“Sbatti-che? Sbattipanni? Sbattiuova?” fece Joker non capendo, e tirando fuori dal parruccone i due utensili appena nominati.

Le due capre caramellate, che erano sotto copertura, commentarono con un “Maaaaah” di stupore riguardo alla capienza dell'afro.


 

“Comunque, dobbiamo andare a trovare le mucche, mi hanno detto, giusto prof?” domandò l'albino con un occhio blu e uno rosso.

“Iess” rispose lui, sfoggiando il suo inglese perfetto, Xerxuccio l'aveva preso in braccio a mo' di sacco di patate

“Però almeno non toccarmi il culo”


 

Arrivarono ad un discount malfamato gestito da persone con vestiti pezzati da mucca.

La cassiera, una donnona diversamente magra, chiese loro perché erano venuti e Xerxuccio mostrò il mocio, fiero.

“Ah, capisco” muggì lei, “il cesso è da quella parte”

“Naaah ma che ha capito?” fece lui, e mostrò allora il professore.

“Ah, ma poteva dirlo prima!” rispose lei, stavolta capendo “Davvero le pecore vi attaccheranno? Vi volete alleare con noi?”

“Certo, certo. Siete disposti?” chiese il professore figo.

“Nun sho, chiamo il boss” disse lei, e con un muggito tale da spaccare i bicchieri chiamò François, il boss delle mucche, un toro nero.

La cassiera, Katrin, si trasformò in una bella mucca coi riccioli biondi.

Franço, dopo un po' di pose plastiche, acconsentì, e firmò un'alleanza con le capre.

“Missione compiuta” esultò Joke.

“Maaaaah” fecero Muffy e Qwerty con una vocina acuta.

“per favore ragazzi, possiamo passare un attimo da casa mia? Devo prelevare un po' di letame di mucca dalla mia collezione” implorò Xerxuccio in astinenza.

“Ah, ma non è un problema, se è questo quel che ti serve” disse Franço, alzò la gamba e fece la cacca, poi la mise in un sacchetto che regalò al ragazzo “Tieni, sniffatela bene”

“Grazie, possiamo comunque passare però?”

“Certoooo” disse Joke.


 

Arrivati alla fattoria di zio Xerxuccio lui diede un occhiata agli animali e notò che erano tutti sfamati e puliti, il suo sosia-palloncino stava facendo il suo lavoro quasi meglio di lui.

Ora passo un attimo in casa...


 

Entrò e vide tutto in ordine, salì al piano di sopra e sentì una voce.

Vicino al letto c'era il palloncino, e seduta vi era quella ragazza-angelo, che gli stava parlando di chissà che cosa pensando che il sosia fosse Xerxuccio stesso.

“Ehi, io sono qui” disse, e lei sorpresa si girò: “Oh, ecco perché eri così poco loquace! Ti devo parlare, andiamo in un posto sicuro?”

L'albino rinco acconsentì.


 

Uscirono dal retro tra i fitti alberi, e lei cominciò a parlargli di varie cose, che lui non ascoltò, ovviamente.

Percepiva un'energia strana in lei, non era come voleva fare credere.

Ad un tratto una figura nera spuntò dal sottosuolo, era una bella ragazza dai capelli corvini, che subito ammonì Xerxuccio.

“Va be' ti perdono, Xerxy” fece infine dandogli un bacio sulla guancia “Però io e te dobbiamo parlare, carina” prese sotto braccio la ragazza-angelo e sparì.

Nessuno rivide più la biondina.

A Xerxuccio però non fregava più di tanto.

Aveva il letame da sniffare, e gli bastava.


 

La squadra stava per tornare felicemente a casa praticando la tecnica del teletrasporto quando qualcuno li fermò: era un vitello dai piedi di balsa che, stanco per la lunga corsa, disse loro che il discount era stato attaccato dalle donnole, e che esse avevano rubato il foglio dove era firmato il patto.

“Senza quello l'alleanza non è più valida!” concluse.

“Non ne possiamo fare un'altra?” propose il prof di musica, ma venne completamente ignorato e Xerxuccio, Usain Bolt-mode on se lo scrollò di dosso e corse subito al discount, lasciandolo per terra in compagnia del mocio.


 

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