come posso cambiarti la vita

di Hunterwolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** io, arrivo alla fortezza ***
Capitolo 2: *** io, come mi girano ***
Capitolo 3: *** io, indagare con attenzione ***
Capitolo 4: *** io, strategia difensiva ***



Capitolo 1
*** io, arrivo alla fortezza ***


Naturalmente, non avevo mai pensato che mi sarebbe accaduto tutto questo e nessuno degli Shichibukai aveva mai pensato che la loro vita potesse cambiare solo perché qualcuno li aveva spinti ad essere diversi, o almeno a provarci… stanno tanto bene nei loro panni, soprattutto Crocodile.
Sempre lui stesso.
Incondizionatamente.
Inspiegabilmente.
Fottutamente.
Ed è proprio così che piace a lui ed a me. Rimanere se stesso sempre e con tutti quelli che incontrava ; con quella sua aria di superiorità, sicuro di tutto quello che fa e senza alcun rimpianto, freddo ed altri aggettivi simpatici che non sto ad elencare.
Lo ammetto !!
Non avrei mai pensato di incontrarlo.
Non mi ero sognata neanche lontanamente che alla fine sarai andata io a Marijoa, a ficcanasare nelle faccende private del governo. Io, che sono sempre stata una sofista con la propria giustizia, metallara indistruttibile, che odiavo (ed odio tutt’ora) l’ordine in tutto quello che vedo.
Ma poi, francamente, quando uno ha la stoffa del politico, dello stratega e del diplomatico non se ne deve vergognare. Come se esistesse veramente qualcosa di cui mi vergogno.
Per favore !!
Ma sto divagando : dunque, avevo 21/22 anni, ero una brillante studentessa universitaria ed avevo vinto una borsa di studio per imparare il mestiere dei politici di Marijoa direttamente nella Terra Santa.
Quel giorno era al top della mia forma, lunghi capelli neri scompigliati legati in una coda bassa, occhi blu ma più sul grigio, canottiera bianca con le spalline strappate e pure il fondo e con una bella decorazione sul lato destro… schizzi di sangue a media velocità, naturalmente sotto un chiodo di pelle nera da vero metallaro, pantaloni strappati con catenacci d’acciaio ed anfibi alti fino a mezza gamba.
Ho sempre avuto un gran carattere, freddo ed un po’ macabro ma solo negli ultimi anni avevo sviluppato quel mio caratteristico da metal schietto.
La nave dal mare occidentale mi aveva scaricato davanti alla Linea Rossa e poi mi avevano portato sopra quella fottutissima montagna di roccia rossa, non credo di essermi mai annoiata tanto…
Naturalmente, nessuno ha detto cose come “Per caso, vuoi che ti porti i bagagli, sembrano pesanti !!”, ci fosse stato un solo idiota a dirlo, ed invece no, mi sono portata lo zaino colmo di libri, il mio sacco personale e la valigia fino alla fortezza, tutto di peso e sotto un merdoso sole cocente.
A parte quel piccolo inconveniente, notai che non ero l’unica che aveva quel problema : c’erano altri studenti dai quattro angoli del mondo che avevano vinto la borsa di studio ed erano lì a cuocersi al sole con me. Per la maggior parte non sapevo chi fossero, a parte la mia migliore amica dal mio stesso mare, si chiamava Tony e nessuno conosceva il suo vero nome, non che mi importasse.
Al confronto con lei, io ero e sono il lato oscuro della forza, ma era così che piaceva a me.
-Ehi, Angie !! Sapevo che alla fine saresti venuta anche tu !!- mi urlò da lontano, correndomi in contro.
-Perché, avevi dei dubbi ?- gli risposi sfottendola, perché era ovvio che alla fine l’avrei vinta quella borsa di studio, era troppo ovvio.
Lei è sempre così gentile e delicata, con i suoi capelli rossi e gli occhi verdi, una pacifista figlia dei fiori, era quasi il paradosso che io e lei fossimo diventate amiche, ma un po’ tutto nella mia vita era uno strano paradosso.
Comunque, eravamo lì nella Terra Santa non per fare amicizia, ma per diventare bravi politici e diplomatici e dopo uno sballino ben venuto ci hanno letteralmente sbattiti per la fortezza a cercarci la stanza per dormire.
Stronzate.
Tutte stronzate.
In questo posta topaia nessuno ha mai pensato di fare uno sportello di richiesta informazioni ?
E naturalmente mi sono persa.
Ero finita in un giardino interno senza alberi, davanti a me c’era un laghetto artificiale ed oltre quello una cappella di pietra bianca.
Almeno c’era un marine per chiedere indicazioni.
-Ehi, scusate !!- gli feci nella maniera più educata che conoscevo. – credo di essermi persa e…-
-Lo crediamo anche noi !!! Questa zona è vietata ai ragazzini !!!-
Mi urlarono addosso come se avessero visto un attentatore, neanche li avessi minacciati con mitra e bazooka ; d’accordo che forse il mio aspetto non ispirava molta affidabilità, ma avevano esagerato…
-L’avevo capito, amico… ma io volevo un’informazione…- dissi con voce macabra a quel bastardo che mi aveva aggredito.
-Per chi m’hai preso ?? Per un cameriere ?? E poi, perché un metallaro come te si trova qui a Marijoa ??-
-Hai un complesso contro i metallari ?-
-Sono solo dei rifiuti della società !!!-
Okay… a quel punto persi proprio la pazienza, buttai a terra le valigie e gli tirai un calcio tra le gambe, credo di averlo mandato in ospedale per quello.
-MA CERCA DI FARE MENO IL GRADASSO, BRUTTO STRONZO !!!- credo di avergli urlato così, mentre continuavo a pestarlo sulle palle.
Feci proprio un bel casino con le urla del marine, che gridava come una femminuccia di cinque anni, ed io che continuavo ad insultarlo, infatti accorse altri soldati, però rimasero immobili come statue, forse non avevano mai visto una ragazza di 21/22 anni che pestava a sangue un marine.
Poi, arrivò un tipo alto ed affascinante, un bel figaccio muscoloso con gli occhi gialli da coccodrillo ed i capelli neri tirati perfettamente all’indietro ; si appoggiò ad una colonna dietro di me e cominciò a fissarmi interessato, con uno strano sorriso sulle labbra e le mani nelle tasche dei pantaloni neri.
Mi fermai e lo guardai meglio ; era proprio figo, la camicia rosso sangue un po’ sbottonata gli si addiceva perfettamente, sotto quel gilé a doppio petto nero e con la cravatta nera un po’ allentata.
Perfino la cicatrice che aveva in faccia gli stava bene, gli dava un’aria da duro massacratore, perché quel suo sorriso mi irritava.
-Allora ?? C’hai da guardare ??- gli dissi alla fine e lui si avvicinò a me.
-Guardo un ragazza in chiodo che pesta un marine, la cosa sembra interessante…-
-Non lo reggevo più, quindi gli ho dato una lezione !!- alzai la testa in modo fiero e quello si mise a ridere, il suono della sua voce era roca e profonda, decisamente malvagia.
-Allora, tu sei la cosa più interessante in tutto questo merdoso posto !!- commentò sarcastico, ma a quel punto avevo lasciato stare quel pezzente d’un marine ed era strisciato verso i suoi compagni.
-Sembri un po’ fuori posto, non credi ?- mi fece ancora avvicinandosi sempre di più.
-Da quale pulpito, ti sei mai visto allo specchio… mister ?-
Smise di ridere, e mi guardò con aria seria dall’alto in basso, dato che era più alto di me poteva farlo ; forse voleva dire qualcosa, ma se la tenne per sé, e poi arrivarono alcuni ufficiali della Marina abbastanza incazzati.
-Cosa diavolo sta accadendo qui ?!?- fece un vecchio alto e con uno cazzo di gabbiano sul cappello bianco, ma un po’ tutto era male assembrato nella sua buffa uniforme… le medaglie d’onore non di addicevano con il cappello e con la capra che si portava appresso.
Dalla sua espressione, sembrava che l’avessero già informato della mia bravata e quindi si era preparato per suonarmele.
-Signorina, come l’è saltato in mente di aggredire un militare ??-
-Mi scusi, ma quello ha aggredito me con le sue parole, signor generale.-
-Non è un buon motivo per usare la violenza !! E non sono un generale, sono il Grand Ammiraglio Sengoku !!-
Cazzo, che noioso !!
Lo è ancora adesso, ma prima lo era di più !!
-Okay, ho capito, ma io volevo solo un’informazione e quello ha cominciato ad insultarmi !!-
Dietro il Grand Ammiraglio, un vecchio più vecchio di quello stava crepando dalle risate, un tipo veramente vecchio con il doppio petto ed una cicatrice a mezza luna sull’occhio sinistro.
-Accidenti, la ragazza ha stoffa !!! Ahahahahahahaaa !!!-
Quel nonno era più irritante dell’ammiraglio che mi gridava in faccia ; intanto, il figaccio dagli occhi di coccodrillo continuava a guardarmi in modo serio, adesso che lo conosco meglio, so che anche lui avrebbe fatto la stessa cosa al posto mio.
-Tu sei una di quegli studenti della la borsa di studio.- disse di punto in bianco il mister interrompendo l’ammiraglio.
-Si, intuito ?-
-Per niente, sul tuo sacco c’è appesa una targhetta con tutti tuoi dati, non passi inosservata poi.-
Mi aveva spiazzato ed aveva calmato tutta la situazione chiarendo tutti i malintesi, diceva tutte cose vere e non si vergognava a dirle.
-Se le cose stanno così… per stavolta possiamo chiudere un occhio. Se cerchi al tua stanza, vai al terzo piano e lì troverai tutte le informazioni che cerchi.- disse alla fine indicandomi la strada con il braccio, poi si rivolse al mio mister in cravatta. -e tu, Crocodile, sai perfettamente dove devi andare, quindi vacci !!-
In quel momento, sentii il mondo tremare lievemente sotto i piedi, quello con cui avevo parlato era Sir Crocodile lo Shichibukai, il membro più intelligente del governo…
Rimasi pensierosa per qualche momento guardandolo fisso, finché anche lui alla fine non si irritò.
-Perché mi guardi così ??-
-Dal vivo, signor Crocodile, sembri ancor più fottutamente autoritario.- risposi imitando il suo sorriso strafottente, e lui sorrise voltando le spalle ed andandosene per la sua strada.
-Sei una piccola teppista impertinente… sono sicuro che farei strada nella politica. Whuhahahahahahahaaa !!!!-
Grazie, avrei dovuto dirgli…
Invece ho pensato…
“Ma… vedi di andarti… a… dar fottere… il più presto… possibile…”
La gentilezza non è mai stata il mio forte, ma quel coccodrillo arrogante non aveva bisogno di gentilezze.

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Capitolo 2
*** io, come mi girano ***


Che razza di essere !!
Arrogante !!
Pensai questo, dopo averla incontrata per la prima volta. Non aveva l’aria di una che potevi impressionare facilmente, e questo mi diede molto sui nervi.
In realtà, non aveva neppure l’aria di una donna, ne avevo viste di donne isteriche ma quella le batteva tutte e su tutta la linea.
Quel suo atteggiamento ribelle e stoico all’inizio non mi piaceva per niente, come tutto il resto di lei : quegli occhi su quel visino così carino, quel corpo così forte ma piccolo, piccolo poi… era proporzionato alla sua età, anche se non conoscevo la sua età.
Mi aveva messo una tale irritazione addosso che non dissi neanche una parola quando arrivai leggermente in ritardo alla riunione degli Shichibukai.
-Ehi, di solito sei sempre il primo ad arrivare !!!- disse quel fastidioso fenicottero umano seduto sul tavolo a gambe incrociate.
-Non mi interessa quello che faccio di solito, Doflamingo, io faccio come mi pare.-
Non sono affaracci tuoi, glielo ripeto da anni, ma sembra che più spreco fiato, più quello mi sta attaccato come un parassita, uno schifoso volatile che non sa far altro che rompermi i coglioni.
Ne avevo le palle piene di fare il pirata al soldo del governo, l’ho fatto semplicemente perché mi conveniva, non per i soldi e non per altro.
Solo per me stesso.
Non ho mai fatto le cose per gli altri, giusto per fargli piacere.
Tutto quello che ho fatto e che faccio è unicamente per il sottoscritto.
Ma probamente, quel maledetto fenicottero non l’avrebbe mai capito, neanche se gli avessi svitato la testa ed infilato il concetto direttamente nella materia grigia.
Forse non aveva la materia grigia…
-Allora, cos’erano quei rumori ?- mi chiese Hancock.
-Vai a verificare di persona se ti interessa.-
-Ma tu eri già fuori !!! Perché devi essere sempre così antipatico, maledetto uomo !!!-
Quella è un’altra donna che non sopporto, arrogante ragazzina vizia ; da questo punto di vista, Angie era già più matura, ma sempre arrogante…
Esiste forse qualche essere umano che non sia arrogante ?
Almeno, io non ne conosco nessuno.
Hancock è veramente stressante, convinta della sua superiorità e che le donne sono meglio degli uomini…
Bellezza, se ci fossero state solo donne sulla faccia della Terra, non ci sarebbe stata nessuna evoluzione, perché non mi pare che le donne si possano accoppiare tra di loro.
I pezzi non si possono incastrare in quel verso.
Serve una chiave diversa…
Oltre a quella, ci sono anche degli elementi “normali” come Mihawk e Jimbei, che per mia immensa fortuna non intervennero con commenti oppure osservazioni sul mio ritardo, non era da loro giudicare.
Ci credo, vengono alle assemblee solo quando sono annoiati…
-Cambiando discorso, sembra che siano arrivati gli studenti per il corso di politica !!! Kishishishishishishiiiiiii !!!- esclamò Moira con la sua solita risata fastidiosa.
Volete la verità ?
La prima volta che vidi Moria, lo scambiai per la mutazione genetica di una lucertola ; lo penso ancora adesso, quindi forse deve essere vero…
-Sembrano tanti soldatini di piombo !!- continuò quella lucertola con la faccia aprendo la finestra.
Mihawk si era seduto con le gambe che penzolavano nel vuoto.
Non ho mai capito che cosa ci fosse nella sua testa.
“Spada nera… dormire… ammazzare gente… spada nera… dormire… ammazzare gente… spada nera… dormire… ammazzare gente…”
Credo sia questo quello che c’è nel suo sistema nervoso…
E pensare che sembra un tipo così complesso, si sa che l’apparenza inganna sempre.
Mi affacciai e vidi nel cortile del terzo piano un gran numero di ragazzi, dall’altezza che eravamo sembravano tutti uguali : tutti in giacca e cravatta o in divisa scolastica.
Non avevano uno straccio di personalità.
Tutti uguali.
Tutti effimeri.
Poi, in mezza a quel mucchio, si fece strada una piccola macchia nera piena d’energia.
Spiccava parecchio.
Forse troppo.
Ma mi piaceva il modo in cui riusciva a differenziarsi da tutto il resto del mondo, aveva carattere, aveva le palle.
-Ehi, vedo qualcosa di diverso…- sussurrò Mihawk alzando un po’ lo sguardo.
Credo si aver sentito qualcosa nel petto, come un lieve tepore che si è diffuso nei polmoni e poi nello stomaco, causandomi delle strane fitte nell’addome.
Quella sensazione poi mi è arrivata alle dita delle mani (perché avevo deciso di abbandonare l’uncino e mettermi una mano sinistra decente), ed è risalita alla testa.
Ho abbassato gli occhi e ho sentito martellarmi qualcosa sulle tempie, anche se non sapevo cosa, ma mi dava fastidio.
Un fastidio brutto e bello.
Alzai i tacchi e me ne andai da quella sala.
L’aria che stavo respirando lì dentro mi soffocava, aveva un odore orribile e non sapevo che odore fosse.
In verità, non c’era un motivo preciso della decisione di andarmene dall’assemblea, mi giravano così.
Quando mi girano, mi girano.
Perché io sono me stesso e faccio come mi pare.
Non vedo perché dovrei dare conto a qualcuno su quello che faccio.
Tanto non mi interessavano le stronzate di Sengoku o di qualunque altro ufficiale di Marina, non mi era mai fregato.
Il più delle volte si discuteva su come uccidere un certo rivoluzionario oppure su come appostarsi per tendere una trappola ; tutte cose inutili per me, se vuoi eliminare un problema non bisogna mica farsi degli scrupoli. Non importa quando o come uccidi. L’azione rimane sempre la stessa, incondizionatamente dall’ideale o dall’intenzione.
Sono tutte cazzate.
A furia di pensare, mi ritrovai in uno dei tanti giardini interni e notai gli studenti un po’ dappertutto per i corridoi esterni, con l’aria smarrita e bagagli sotto mano ; sembravano tanti vermi impauriti.
Mi venne una voglia matta di schiacciarli, di sentirli tremare di paura, giusto per il piacere di farlo.
Avevo già cominciato, quei scolaretti si erano accorti di me da un pezzo e cercavano di starmi alla larga, aumentavano il passo quando mi vedevano e sobbalzavano quando li guardavo.
“Proprio… un bel… modo… di farsi… riconoscere…” pensai senza troppo peso, poi mi appoggi ad un muro qualunque e mi accesi un sigaro nero. Li fumo da quando avevo la metà dei miei anni, da quando avevo l’età di quella piccola teppista.
Quella piccola teppista.
Lei non aveva fatto nulla quando mi aveva visto, era rimasta immobile con un certa aria di ammirazione degli occhi, lo notai con una certa facilità.
Da alcuni punti di vista, però… mi era piaciuto il modo in cui aveva pestato quel marine, e mi era piaciuto il suo tono di voce e la sua fermezza, il modo poi in cui mi ha risposto e tutto il resto.
Il fumo mi stava facendo passare il mal di testa, ma le fitte allo stomaco non volevano proprio saperne di andarsene e lasciai cadere la testa all’indietro.
Solo in quel momento mi accorsi che c’erano due occhi blu-grigio che mi stavano fissando con una certa intensità.
-Ehi, signor coccodrillo !! Che ci fai sotto la mia finestra ?- mi chiese quella piccola teppista con un sorriso limpido e semplice.
-Non sapevo neppure che era la tua finestra.-
-Adesso lo sai !!-
Mi misi davanti a lei e notai le braccia, che fuori uscivano dalla canottiera bianca strappata, appoggiate al davanzale, il tatuaggio a striscia intrecciata che aveva su quello sinistro ed i bracciali borchiati ai polsi.
Si calò dalla finestra e me la ritrovai davanti, naturalmente lo dico per dire, ero più alto di me anche se lei era abbastanza alta.
-Tu non dovevi andare dove sapevi tu ?-
-Non mi andava di andarci.-
-Comprensibile, tu sei un pirata ed i pirati raramente fanno quello che gli viene ordinato. Non rispetti le regole della politica.-
Regole ?
Non c’erano regole in politica, solo il migliore che prevale sugli altri.
Continuavo a guardarla senza dire più nulla, la squadravo con gli occhi e mi convinsi che quella forse era una proiezione della mia mente, uno scherzetto perché era troppo giusta con tutto per essere veramente reale.
-Non dovresti fumare, ti ammazzi i polmoni.- mi disse alla fine, come per cambiare discorso ed aprirne uno molto più neutro.
-Io faccio come mi pare. Non voglio smettere e non consiglio a nessuno di farlo, dal momento che sono il primo a non farlo.-
-Mi piace che dici sempre quello che pensi…-
Quella frase mi spiazzò leggermente, come aveva capito che io dicevo sempre quello che pensavo ?
E poi, io ti piaccio ?
-Sei una che va subito al sodo…- fece qualche passo verso di lei, ma mi punto l’indice contro il petto e me lo appoggiò proprio su quello, premendo un po’ sul gilé.
-Ho detto che mi piace che tu mi dica sempre le cose in faccia, non che mi piaci tu.-
La mia arroganza mi aveva fregato un pochino, ma non avevo fatto passi falsi, almeno… non mi sembrò di averli fatti.
Continuò a tenere il dito contro il mio torace e poi lo allontanò e si mise la mano dietro la schiena, mi sorrise in modo veramente maligno ed orribile per alcuni, ma per me, era la migliore espressione che potesse mai mostrarmi.
-Voglio che tu mi dica sempre quello che pensi…-
In tutta risposta, gli feci vedere il mio sorriso malvagio e macabro, voltai le spalle e mi allontanai altrove.
La stupii, qualunque altro uomo non se ne sarebbe andato, avrebbe continuato ad avanzare, ma non era il momento e non mi andava.
-Ci si vede… Crocodile !!- mi urlò da lontano.
-Io non so il tuo nome, teppistella !!-
-Io mi chiamo Angie !!-
Alzai la mano per salutarla, non l’avevo mai fatto per una donna, tanto meno per una ragazzina, ma lo feci.
Da alcuni punti di vista, quel suo sorrisino mi piaceva un sacco ed i crampi allo stomaco passarono.

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Capitolo 3
*** io, indagare con attenzione ***


Il letto era veramente comodo.
Il cuscino morbidissimo, esattamente come piace a me.
Il cesso era decente.
Non mi potevo proprio lamentare della mia stanza, e pensare che io sono molto critica un po’ su tutto ; la sveglia mi buttò giù dal letto alle sette in punto, ma dato che io non ho mai amato le sveglie… la presi e la buttai giù dalla finestra.
Quella arrivò al suolo e fece un gran tonfo.
Quel suono mi fece tornare calma, mi stirai le ossa e sbadigliai.
-Mi piace il suono della distruzione di prima mattina !- esclamai orgogliosa e poi andai a lavarmi.
Scesi nel giardino per prendere un po’ d’aria e notai che la mia amica Tony… aveva deciso di accamparsi sull’erba del giardino.
La sua tenda aveva i classici colori e disegni dei pulmini hippy : colori sgargianti e fiori, aggiungendo le scritte di “pace” ed “amore”…
Tutto quello mi fece venire il voltastomaco, e per l’ennesima volta mi chiesi perché avevo fatto amicizia con una fottuta figlia dei fiori !
I metallari sono sempre stati l’opposto degli hippy, quei drogati pacifisti erano sempre felici e tranquilli, mentre i metal vedono la vita in maniera schietta e stoica, affrontano le situazioni per quello che sono e non cercano di rendere la vita più dolce, e tutte quelle cazzate varie.
La vita è crudele e fare il pacifista non serve a nulla, si finisce solo affossati dentro una tomba.
Ma nonostante tutto, Tony aveva continuato a frequentarmi, anche se la trattavo (e la tratto tutt’ora) in modo freddo lei era sempre dolce e carina con me…
Forse è per questo che le voglio un pochino di bene.
Dopo qualche minuto, uscì dalla tenda con i capelli rosso scarlatto perfettamente in ordine, sciolti sulle spalle e con fiori tra le ciocche, i pantaloni a zampa d’elefante ed il classico gilé di cuoio su una camicia bianca.
-Ciao, Angie !! Come stai oggi ? Sei happy ?-
-Io sto bene, ma tu ?-
-Perfettamente in sintonia con il sistema della natura !! Vuoi una sigaretta ?-
Lei fumava come una ciminiera, si sparava delle erbe strane e dall’odore di merda, tanto… poteva fare quello che voleva.
Respinsi la sigaretta con un “no” freddo come il ghiaccio, dato che non fumano, e non fumo tutt’ora !
Tony si accese la sigaretta e mi guardò in modo strano, o meglio… nel modo per dire “ma come diavolo ti sei conciata ?”
Per me, non avevo nulla di strano : i miei capelli neri era legati sotto la nuca ed alcuni ciuffi erano rimasti in disordine sulla fronte, la maglia nera, a monospalla e con borchie a punta su tutti i bordi, che portavo era pulita e lasciava le spalle e le braccia libere. Forse avevo esagerato con i bracciali chiodati, la cintura, sempre con chiosi e la doppia catena attaccata a quella, ma era tutto in sintonia con il colore dei pantaloni blu notte e con gli alti stivali a fibbie laterali.
-Non mi guardare così, sei veramente l’ultima persona che può farmi quello sguardo !!- la fulminai e lei si rattristò molto.
-Ma perché vesti sempre con colori così spenti ??!!?? Il mondo c’ha donato dei bellissimi colori e…-
-Allora indossali. Io vado a fare colazione.-
Mi allontanai senza aggiungere altro e lei mi salutò con il classico simbolo degli hippy, la “v” con le dita.
C’era un bel sole quella mattina, ma forse picchiava un po’ troppo.
Che razza di pensiero !!
Era più che logico che il sole fosse forte, ero sulla cima di una maledetta montagna e non c’era neanche una cazzo di nuvola a fare ombra !!
Il nero dei vestiti non aiutava di certo, e sentii il mio nuovo tatuaggio, quello che avevo sulla clavicola destra, pungermi per il calore.
Corsi verso i portici ed appoggiai la schiena contro una colonna e lasciai scivolare la schiena fino a sedermi per terra.
Pizzica.
Brucia.
E fa un cazzo di male !!
Mi guardai la scapola e notai che la pelle era ancora un po’ rossastra sui contorni del tatuaggio : un bel lupo minaccioso, tribale racchiuso dentro una luna ad incastro.
Mi piaceva davvero tantissimo quel tatuaggio, come anche l’altro che avevo sulla spalla sinistra (quello ad intreccio).
Tuttavia, alcuni mi avevano informato che avere un numero pari di tatuaggi portava sfiga, ma naturalmente io me ne sono fottuta, non ho mai creduto alla sfortuna…
Però… è più figo averne tre invece di due !!
Presi un taccuino nero dalla tasca posteriore dei pantaloni ed una penna.
“Nota per me :
fare un terzo tatuaggio quando torno a casa !!
possibilmente un animale minaccioso…”
Mentre scrivevo, mi accorsi di uno strano odore che si avvicinava, un odore intenso di tabacco e di sabbia. Forse era Tony, ma l’odore del suo tabacco era molto più grezzo ( a forza di stare con lei, mi sono fatta una piccola cultura ai tabacchi e le erbe…).
Un’ombra mi tolse la luce.
Alzai gli occhi e vidi prima delle gambe muscolose e poi le spalle di un uomo abbastanza alto, ma era in contro luce e tutto mi sembrò nero ; davanti a lui c’erano altri due tipi, alti e grassi, uno tutto blu con un kimono rosso, e l’altro vestito da conte malvagio.
Il secondo però, non mi sembrò molto umano, aveva la faccia da lucertola. Ma neanche il primo era normale, sembrava un uomo-squalo dei film horror.
-Si può sapere perché te ne sei andato ieri ?- gli chiese l’uomo-squalo.
-Non sono cazzi tuoi.- tagliò corto l’uomo in nero.
-Sei un coccodrillo veramente enigmatico !! Khishishishishishiiii !!!!!!!-
La risata del tipo lucertola era veramente di merda.
Di quelle che ti fanno venire voglia di prendere la persona in questione e buttarla nel cesso, per poi tirare lo sciacquone…
-Io sono quello che sono.-
-No, invece. Tu sei soltanto uno che fa quello che gli va di fare…- sussurrai involontariamente, e con un tono di voce decisamente troppo alto per non essere sentito.
Tornò la luce, mi alzai di scatto per vedere meglio quegli uomini, ma davanti a me non c’era nulla.
Poi, la sensazione di una mano calda sulla destra spalla scoperta.
-Credo che tu abbia ragione… teppistella.- disse l’uomo in nero con tono calmo e con un sigaro tra le labbra.
-Io c’è l’ho un nome, signor coccodrillo…-
Mi voltai lentamente, l’avevo già riconosciuto dalla voce ma non dai vestiti : questa volta aveva una camicia nera con una cravatta bianca e delle bretelle grigie, sempre sui pantaloni neri.
-Tu sei una di quegli studenti, vero ?? Khishishishishishiiii !!!-
-E tu hai la risata più schifosa che io abbai mai sentito… fai un favore a tutto il mondo, non ridere.-
L’uomo lucertola rimase di pietra per qualche secondo e poi rise di nuovo, ma con espressione più arrabbiata, e notai che anche la sua ombra rideva, ma aveva un aspetto diverso da lui.
-Non farci caso.- mi rassicurò Crocodile con un mezzo sorrido. – lui ha mangiato il frutto del diavolo Shadow-Shadow.-
-E’ un uomo ombra.- aggiunse l’uomo-squalo, ed a quel punto capii, quelli erano i colleghi di Crocodile, due Shichibukai.
-E tu ?- chiesi a coccodrillo.
-Io cosa ?-
-Quale frutto ai mangiato ?-
-Perché dovrei dirtelo, Angie ?-
Si tolse il sigaro dalla bocca e lo spense contro la colonna.
-Perché voglio conoscerti come si deve, no ?-
Mi guardò in modo strano, forse nessuno gli aveva mai detto quelle parole, forse nessuno ci teneva a conoscerlo come si deve e forse, ancora, nessuno voleva avere qualcosa a che fare con lui ; ma a me non interessavano gli altri, mi interessava lui.
-Non sai neanche se l’ho veramente mangiato !!- esclamò ridendo maliziosamente, ma io sorrisi maligna.
-Io credo invece di si… ti porti dietro un lievissimo odore di sabbia e non di quella che c’è vicino al mare, ma quella che non vede da milioni di anni.-
Mi avvicinai e gli osservai i vestiti con moltissima attenzione.
-Non hai addosso della sabbia, ma se hai il suo odore un motivo c’è di sicuro !!-
Non saprei dire se si arrabbio, o semplicemente si irritò, ma mi spinse contro la colonna e mi fissò con quei suoi grandi occhi gialli da rettile.
-Tu la sai troppo lunga, per i miei gusti…-
-Un bravo politico deve sempre sapere che tipo di persone gli stanno attorno e deve imparare ad osservarle con attenzione. Tu per me, non sei l’eccezione.-
Lo spinsi lontano e mi sembrò di vedere dei piccoli granelli di sabbia uscire dalla sua camicia ; avevo ragione, ma capii che lui non me l’avrebbe mai detto in faccia, sarebbe stato troppo umiliante ammettere di essere stato messo nel sacco da me.
-Mi sembri troppo acuta per essere una semplice studentessa.- commentò l’uomo-squalo. – sicura di non avere un secondo fine ?-
Quella domanda era troppo anche per me, e per poco non lo fulminai con lo sguardo.
-E voi, invece ? Non mi sembra che dei pirati si trovino bene al servizio del governo e non credo che siate qui sono per i soldi…-
Non riuscii a finire la frase, che Crocodile si mise a ridere proprio alle mie spalle.
-Forse ho sbagliato dicendoti che sarai un ottimo politico, dovresti fare l’investigatore. Guadagni di meno, ma vivi di più !!-
Non ci avevo mai pensato.
In fondo, sarebbe stato anche interessante fare il detective, ma avevo deciso già da molto tempo che avrei dedicato tutta la mia vita alla politica.
-Bella osservazione, mister. Ma torniamo a te !!-
Smise di ridere ed i suoi occhi si fecero interrogativi, mentre mi stavo preparando le domande per fargli il terzo grado.
-Aspetta, ma perché mi vuoi conoscere ?-
-Non c’è un motivo, direi che sei interessante e poi, ci conosciamo da un giorno ormai, quindi non siamo solo semplici conoscenti !!!-
Forse i suoi colleghi hanno commentato in proposito, ma lui li zittì con i suoi occhi freddi, e poi mi sorrise sincero.
-Non sono mai stato uno da presentazioni, quindi vediamo quanto sei brava ad indagare sulla gente. Vediamo quanto riesci a scoprire su di me !!-
-La stessa cosa vale per te !!- esclamai alla fine.
Una campana suonò lontana e sentii la voce squillante di Tony che mi chiamava, era ora di andare ad imparare il mestiere.
-Ci si vede coccodrillo !!- gli diedi una pacca sulla spalla e lo salutai con la mano, ma lui non ricambiò.
Probabilmente, doveva fare il gradasso con i colleghi.


  ( immagine del tatuaggio)      

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Capitolo 4
*** io, strategia difensiva ***


Che diavolo significa “voglio conoscerti come si deve” ?
Forse era una provocazione.
O un modo per stuzzicare le mia curiosità.
O forse ancora quella ragazza era una spia del governo e quindi doveva conoscere tutti i miei punti deboli, sempre che io c’abbia.
Non lo capii allora e non l’ho capito oggi !!
Ma una cosa era certa, anzi, più che certa : quella mi voleva teneva d’occhio come quando i marines mi inseguivano da adolescente, quando ero ancora un pirata a briglia scolta e…
Meglio non approfondire con dettagli personali...
Ho ancora una reputazione !!
Mentre la guardavo andar via, mi resi conto che lei non la si poteva classificare come “donna”, ma come “essere schifosamente e maledettamente pericoloso” !
Era un pericolo per me.
Per il mondo.
E di nuovo per me.
Io sono più importante del mondo !!
C’era da ammette che era diversa, forse, perché era schietta e spontanea, specialmente con me, che ho imparato che le donne non dicono mai realmente quello che pensano, parlano sempre per giri di parole ed enigmi, come se volessero mettere alla prova gli uomini.
L’esperienza mi ha insegnato che esistono due tipi di uomini : quelli che agiscono per istinto e quelli che agiscono per conto di un piano squallido. Francamente, io non appartengo a nessuno di questi due tipi, non posso permettermi di agire solo per istinto maschile e non  voglio buttarmi in una battaglia senza un piano ben preciso, ci vuole sempre un’idea.
Ma… sinceramente… Angie era anche tremendamente adorabile, un investigatore fastidioso.
Che piccola delinquente !!
Pure carina…
-Ti somiglia.- commentò all’improvviso Jimbei, mentre camminava a fianco a me.
-Cosa ?- non avevo afferrato per niente.
-Quella ragazzina. Secondo me, ti somiglia un sacco.-
-Tienili per te questi pensieri…-
Che razza di stronzata !!
Io ed Angie non eravamo simili…
Eravamo fottutamente simili !!!
C’è una differenza abissale dall’essere “simili” e “fottutamente simili”, io sono uno che ama specificare certe cose…
Solo adesso mi rendo conto che non poteva che essere così, due persone talmente simili che si attraggono inesorabilmente da tutto il resto, come due atomi che rompono le leggi fisiche.
Dallo sguardo fisso di Jimbei capii che lui non stava pensando a cose… di quel genere…
Credo che il suo primo pensiero sia stato…
“Una… figlia illegittima…”
-Tranquillo.- tagliai corto io.
-Che cosa ??- mi chiese perplesso.
-Non mi sono fatto degli eredi illegittimi.-
Quello era l’ultima cosa che volevo. Liberarmi dell’orgoglio tra le gambe e darmi alla pazza gioia come probabilmente faceva quel fottuto fenicottero rosa.
Non posso non dire che per un certo periodo mi è piaciuto parecchio comportarmi così.
Sono cresciuto da allora.
-Meglio così, non sarebbe bello avere accanto un altro essere simile a te. Tu basti ed avanti.-
Grazie mille, maledetto squalo, questa affermazione magari mi aiuterà a chiarire certe cose che molti hanno malinteso...
Perché devo avere attorno degli individui così poco riflessivi ?
Comunque, non potevo certo rimanere indifferente davanti alla provocazione di Angie, non mi fidavo di lei e dovevo predente delle drastiche misure di sicurezza !!
Perché nessuno può permettersi di fare il furbo con me !!
-Scusa, Jimbei, io ti mollo qui. Ho un affare da risolvere.-
-Centra forse con la tua piccola parassita ?-
-Parassita a breve termine…- conclusi e poi presi una strada per un corridoio secondario.
Angie aveva i minuti contati, perché da quando sono divento un pirata, ho imparato a rispondere con polso e lucidità a quel tipo di provocazioni, che venga da un politico o da una ventenne non ha alcuna differenza, è un pericolo punto e basta !!
E il pericolo va eliminato !!
Marijoa è una delle fortezze con più labirinti che io abbia mai visto e se non ti sai orientare bene puoi rimanere giorni interi in vicoli senza senso, ma non è il mio caso, quindi raggiungo una porta ben nascosta dai muri e l’oscurità ; quella era l’entrata di un archivio segreto, proprio quello che stavo cercando.
Aprii la porta e trovai Mihawk con le gambe su di un tavolo che leggeva distrattamente un libro.
Rimasi immobile un momento, giusto per accertarmi che non fosse solo il frutto della mia immaginazione, ma poi quello voltò la testa e mi lanciò una delle sue famose occhiatacce da falco incazzato nero… mi sembra impossibile che esista qualcuno in grado di sfidarmi, ma lui è uno di quei casi rari della vita.
-Perché sei qui ?- gli chiesi freddo.
-Cercavo una lettura leggera…-
Certamente… e quindi per te i registri della fortezza sono leggeri…
Certo che il mondo è proprio strano.
-Hai notato quella piccola macchia nera nella folla ieri ?- chiese quello di punto in bianco senza togliere gli occhi dalle pagine piene di parole in stampatello minuscolo.
Ho sempre odiato lo stampatello minuscolo, perché rende la vita più facile a chi scrive, mentre bisognerebbe sudare e faticare per cercare di creare uno stile tutto proprio…
Credo di essere un maniaco sulle cose difficili e perfette, forse è per questo che sarei stato un ottimo politico.
-Si, c’ho parlato stamattina.-
-Non riesco a concepire una cosa come quella. Che sia l’inizio della fine ?-
Ma che diavolo vai a dire, filosofo della minchia ?
Sei davvero l’ultima persona sulla faccia della Terra che può fare previsioni sull’apocalisse, non ti è mai importato del resto delle persone ed adesso ti metti a fare pensieri sulla “mia” preda ??
A volte credo che Mihawk si va proprio a cercarseli i guai…
-Non per noi, ma per lei si.- risposi convinto e poi frugai tra i registri degli studenti, nella sezione curriculum.
Quello di Angie era il primo, con la sua foto in bella vista e lo sguardo sorridente di chi non ha nulla da nascondere ; quei suoi occhi blu grigi erano tanto freddi quanto caldi.
Due cose che non si possono unire.
Un controsenso degno di lei.
Viene dal mare occidentale, nata il 25 agosto e segno della vergine, alta un metro e settanta, gruppo sanguigno 0- e…
Leggendo tutte quelle informazioni mi venne un gran fastidio perché tutto quanto era scritto in stampatello minuscolo e poi non c’era nulla di utile per comprenderla veramente.
Tutte notizie inutili, neanche una sua strategia politica oppure un idea sulla sua mentalità, però c’era una cosa strana : lei era della vergine ed io sono delle scorpione, mi sembra ovvio dato che sono nato il 5 novembre…
Il mio è un segno d’acqua ed il suo uno di terra.
Un altro controsenso : e poi, io ho mangiato il frutto del diavolo Sand-Sand, l’acqua è l’ultima cosa che mi potrebbe servire, mentre non mi dispiacerebbe un po’ di terra.
Ma tu vedi se devo pensare a stupidaggini del genere in un memento simile, devo assolutamente scoprire di più su di lei !!
-Perché dovresti abbatterla ?-
-Perché non mi piace che certa gente mi provochi in una maniera tanto esplicita !!-
Occhi di falco abbassò il libro e poi mi fissò in modo strano, quasi interrogativo, chissà a cosa stava pensando ?
-Deve averti dato proprio fastidio se stai già pensando ad eliminarla, però non mi sembra così pericolosa…-
-C’è qualcosa che non riesco a spiegarmi di lei, ma sono certo che non promette nulla di buono.-
Quando mai ho avuto qualcosa di buono per caso ?
Mai.
Se vuoi qualcosa di buono devi faticare e guadagnartelo come si deve, non ci devono essere scappatoie per andare più veloci o strade con l’indicazione “PER DI QUA”.
Solo in quel momento mi resi conto che stavo usando una scappatoia, stavo cercando velocizzando i tempi perché ero irritato da quella piccola teppistella e non volevo averla attorno.
Che stupido !!
Per poco non facevo un passo falso.
Se mi fossi attenuto solo a queste informazioni, probabilmente non l’avrei più considerata una minaccia ed avrei abbassato la guardia…
A volte sono troppo precipitoso.
Per un attimo, mi sembra di tenere tra le mani qualcosa di sudicio e lo rimetto a posto, dovrò usare il vecchio sistema dell’ipocrisia : avvicinarmi a lei cose se non stesse succedendo nulla di che, farmela amica e poi eliminarla.
Ci vorrà di più, ma così sarò cerco che non mi nasconda nulla.
E poi avrò un pretesto per allontanarmi dalle inutili riunioni di Sengoku, preferisco crepare per mano di Angie che nelle riunioni di quel marine con i gabbiani in testa…
-Credi che sia una buona decisione ?- mi chiede di nuovo Mihawk, non specifica cosa sia “una buona decisione” ma non importa, solo il tempo potrà dirmi se sto facendo quello che è meglio.
-Per il momento ne ho presa una, no ?-
So bene quanto occhi di falco odio che gli si risponda ad una domanda con una domanda, quindi è decisamente divertente andarsene con l’espressione incazzata di quel pollo con il cappello come ultima immagine !!
Almeno con quello posso prendermi qualche momento di distrazione, ma con tutti gli altri non si può abbassare neanche guardo, ed adesso che è apparsa Angie, sarà ancora più difficile.
Ma accettai la sfida…
Ero proprio curioso di scoprire cosa avrei potuto preparare per lei…

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