Milk and coffee.

di queerzay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cold. ***
Capitolo 2: *** Dark. ***
Capitolo 3: *** Nightmare. ***
Capitolo 4: *** Museum. ***
Capitolo 5: *** Room. ***
Capitolo 6: *** You look like a menstruating woman. ***
Capitolo 7: *** Wabble ***
Capitolo 8: *** Portrait and guitar. ***
Capitolo 9: *** Painful. ***
Capitolo 10: *** Together we cry. ***
Capitolo 11: *** Bad Christmas Day. ***
Capitolo 12: *** New Year's Eve. ***
Capitolo 13: *** Magic ***
Capitolo 14: *** The sea. ***
Capitolo 15: *** Sul bel Danubio blu. ***



Capitolo 1
*** Cold. ***


Capitolo 1

 

Abbiamo una scelta: vivere o esistere.


 

 

Niall sospira e ingoia spasmodicamente una boccata d'aria, carica del tipico smog londinese mischiato al profumo soffuso di cornetti appena sfornati. 
Poggia il casco e si infila le chiavi della moto in tasca; le sente tintinnare, il freddo contatto del metallo gli causa i brividi nonostante ci sia la stoffa a separarlo dalla pelle. 
Distrattamente,  si accorge che il freddo del metallo è simile al freddo che ultimamente lo circonda, freddo che non riesce in alcun modo a placare indossando un maglione in più. 
Quello di Niall è un freddo che gli sta ibernando il cuore, un freddo che costruisce muri e muri di ghiaccio, che stratificano e formano una solida barriera. 
Perché Niall è così. 
Freddo. 
Gli altri non se ne rendono conto, pensano che lui sia un ragazzo normale. 
Solare, simpatico e divertente. 
Ma quando si guarda e vede il proprio viso riflesso nel vetro della porta di servizio, Niall vede una sola cosa. 
Un freddo, inconfondibile vuoto. 
Scuote la testa e si passa una mano tra i capelli, prima di entrare nel bar in cui lavora da quasi tre mesi. 
E' un giorno come tutti gli altri. 
Dave sta armeggiando con la macchinetta del caffè e Lisa volteggia leggiadra tra i tavoli, i capelli ordinatamente raccolti in uno chignon. 
Harry quella mattina non ha voluto un passaggio, ed è più in ritardo del solito. 
Il bar è pieno di gente: clienti abituali, clienti di fiducia, turisti, universitari.
E' tutto come sempre. Tutti i giorni, per Niall, sono uguali. 
Sono un susseguirsi di azioni svolte meccanicamente, un limitarsi a sopravvivere. 
Harry una volta ha detto a Niall che l'essere umano ha una scelta: quella di vivere o quella di esistere. 
Niall sa che, da troppo tempo ormai, lui si sta limitando ad esistere. 
Sa che la sua non è una vera vita, è la vita di qualcun altro, e lui la sta guardando come se fosse un film. 
Ma sa anche che lui si sta limitando ad esistere perché non c'è nessuno per cui valga la pena vivere. 
E' a questo che sta pensando Niall Horan, vent'anni e nessun futuro felice davanti, quando sente Lisa che gli grida istericamente di aiutarla con il rubinetto. 
Niall si riscuote, come se qualcuno l'abbia appena ridestato da riflessioni altamente profonde, e si avvicina alla ragazza bionda. 
Osserva il rubinetto con le sopracciglia aggrottate, senza capire il problema.

"Lavi tu qui?" gli chiede Lisa, frettolosamente.

 Niall sa che non può perdere tempo e annuisce velocemente, mettendosi al lavoro. 
L'acqua gli scorre sulle mani, e il ragazzo pensa che sia una sensazione rilassante, anche se non gli piace lavare ciò che gli altri hanno sporcato. 
Rassegnato, inizia ad accatastare le tazzine all'interno del lavello e afferra il detersivo, canticchiando. 
Niall sa di essere solo, e sa di essere triste, ma fa sempre in modo che gli altri non se ne accorgano. 
Non vuole che le persone gli stiano vicino per pena, o perché pensano che abbia bisogno di qualcuno. 
Vuole che le persone che lo amano trovino in lui un ragazzo allegro e vivace, che prende la vita con ottimismo. 
Che vede sempre il bicchiere mezzo pieno. 
Così ogni mattina, quando si alza, Niall si guarda allo specchio e si esercita a sorridere. 
A fingere di essere felice. 
Finge per gli altri. 
E forse, sotto sotto, finge anche per se stesso. 
Così quando Dave lo saluta allegramente si dipinge in faccia il solito sorriso, le labbra morte che tentano di interpretare un'espressione fin troppo viva. 
Dave, diciannove anni e tutt'ossa, è solo uno dei tanti amici di Niall. 
Perché Niall, pur di non pensare alla propria tristezza e alla propria solitudine, preferisce legarsi a tante persone. 
In modo superficiale, certo, ma sceglie pur sempre di legarsi a troppe persone per poter essere davvero amico di almeno una di queste. 
Tutti cercano Niall, tutti parlano di lui, tutti lo vogliono, e lui, bene o male, si concede a tutti, ognuno di loro, per non pensare. 
Niall sa di non avere nessun problema. 
I suoi genitori sono divorziati, ma non pensa che quello sia un vero problema, perché non è mai stato legato a nessuno dei due. 
No, Niall davvero non ha alcun problema. 
Non gli manca nulla: non i soldi, non gli amici, non un lavoro, non una casa. 
Quello che gli manca è la felicità. 
Ma lui prova a fare finta di niente, giorno dopo giorno, indossando una maschera talmente spessa e ben scolpita che togliendola rischierebbe soltanto di farsi pù male. 
Un fischio interrompe i pensieri bui e sinceri di Niall. 
Si volta e vede Harry - evidentemente appena arrivato, visti il fiatone e e guance arrossate - che prepara un piattino, per poi poggiarci sopra una brioche alla marmellata. 
Niall capisce perché ha fischiato solo quando alza gli occhi sul cliente che il suo collega sta servendo. 
Un  ragazzo moro, con due occhi azzurri e le gote rosse per l'imbarazzo, sta afferrando il cornetto che ha appena ordinato. 
Niall non può fare a meno di ridere e di intercettare lo sguardo del povero ragazzo.

"Tranquillo, fa così con qualsiasi ragazzo sia di suo apprezzamento, non è vero Harry?" dice, la voce divertita. 

Harry si esibisce in un piccolo ghigno, poi si volta nuovamente verso il ragazzo dagli occhi azzurri, il quale è ancora terribilmente imbarazzato. 
Il riccio lo sta fissando in silenzio, e Niall pensa che il suo migliore amico non ha mai guardato in quel modo nessuno, nemmeno lui. 
Non può fare a meno di chiedersi se qualcuno, vedendolo per la prima volta, lo guarderà come il ragazzo dagli occhi azzurri sta guardando Harry, e come Harry sta guardando il ragazzo. 
Niall maschera i suoi pensieri con una risatina e si allontana dai due, tirando una pacca scherzosa sul sedere di Harry, che quasi non se ne accorge. 
Sta chiedendo a Louis se quella sera andrà ad una certa festa in un certo posto. 
La cosa dà a Niall un'immensa tristezza, ma, allo stesso tempo, un'immensa felicità. 
E si sente diviso a metà, perché Niall non è mai in grado di scegliere una sola opzione tra due, sceglie sempre e solo la via di mezzo. 
Guarda Harry da lontano, e si chiede come due persone come loro possano essere migliori amici. 
Harry e Niall sono l'opposto, ma sono anche lo stesso lato di un'unica medaglia, e Niall non è mai riuscito a capire questa cosa. 
Ci sono aspetti in cui lui e Harry sono completamente identici, e aspetti in cui non potrebbero essere più diversi. 
E, a volte, gli sembrano più gli aspetti diversi a tenerlo unito ad Harry, che non gli aspetti comuni. 
Gli sembrano quelle, le loro differenze, ad averli uniti. 
C'è stato un periodo in cui i due non erano uniti solo come amici, c'è stato un periodo in cui si amavano, se di amore si poteva trattare. 
E' stato Niall a lasciare Harry, sostenendo di non amarlo davvero, di non voler stare con lui solo per il lato fisico, ma in quel momento, vedendo Harry provarci spudoratamente con Louis- così si chiama il ragazzo dagli occhi azzurri - , Niall non può fare a meno di sentire una morsa stringergli il cuore. 
Per un momento, un folle momento, Niall sarebbe felice di avere anche soltanto il corpo di Harry, le sue mani grandi che un tempo stringevano le sue dita esili, la bocca che fin troppe volte aveva indugiato sulla sua pelle, i ricci che gli avevano accarezzato le guance e solleticato il collo. 
Forse è per questo che Niall è profondamente infelice? 
Per Harry? Ma no, non è di certo per lui. 
Niall sa di non amare Harry. 
Ama solo la sensazione di sapersi amato da qualcuno, perché lui stesso è incapace di amare. 
E ha usato Harry, il povero, catastroficamente innamorato, Harry, soltanto per sentirsi apprezzato. 
E Niall sa di essere una persona orribile - incapace di amare, e che non può essere amata fino in fondo da nessuno, nemmeno dal suo Harry - mentre asciuga una ad una le tazzine da caffè. 
Sposta nuovamente lo sguardo sul suo migliore amico, e, quando lo vede ancora intento a parlare con il ragazzo sconosciuto, sente una fitta al cuore.

"Un caffè nero, doppio e senza zucchero."

Niall si riscuote, stordito da quella voce. 
E' certo di non aver mai sentito una voce più bella di quella, e pensa che potrebbe accompagnarlo mentre suona la chitarra. 
Poi si rimprovera per quella stupida idea, sollevando la testa e intercettando lo sguardo del cliente. 
Niall non è mai stato un tipo da colpi di fulmine, non crede nell'amore a prima vista. 
Per lui ogni persona ha qualcosa di bello, che lo colpisce e che non riesce a togliersi dalla testa per un po', finché non finisce per dimenticarsene appena poche ore dopo. 
Tutte le persone colpiscono Niall, e lo lasciano a bocca aperta. 
Niall vede il bello e il buono in tutti, e non può davvero farne a meno. 
Ciò che lo colpisce del ragazzo che gli si trova di fronte sono gli occhi. 
Due profondi occhi castani, quasi neri nel grigiore di quella mattina di fine ottobre. 
Due occhi che paiono brillare e incendiarsi, e allo stesso tempo morire. 
Ma Niall ben presto si accorge che non sono solo gli occhi ad aver attirato la sua attenzione, perché le sue labbra di quel ragazzo sono una cosa allucinante. 
Niall non può fare a meno di fissarle, mentre si schiudono, probabilmente per la sorpresa. 
Il rosa pallido che le tinge, la loro forma, il labbro inferiore più pieno di quello superiore, gli fanno desiderare che non ci sia nessun bancone a separarli. 
Vede il ragazzo deglutire, a disagio, e poggiare le mani giunte sul bancone, in attesa. 
Niall prova a non mostrare il suo turbamento, ma le sue mani tremano quando cerca la cialda per il caffè. 
Qualcosa, nello sguardo del ragazzo, lo ha sconvolto. 
Niall si arrischia a gettargli un' occhiata di nascosto, e trova il ragazzo a fissarlo, sul viso un'espressione indecifrabile. 
Niall gli volta nuovamente le spalle e si concentra sulla macchina per il caffè, mordicchiandosi le labbra con fare nervoso. 
Sente il peso dello sguardo dello sconosciuto sulle sue spalle, ma quando gli porge il caffè, questo sta guardando un punto indefinito alla sua destra. Niall appoggia la tazza sul bancone, vicino alle mani del ragazzo, e questi sembra ridestarsi improvvisamente. 
Lo sconosciuto lo guarda per un momento, e Niall riesce a cogliere uno sguardo smarrito e combattuto prima che il ragazzo si alzi e, rischiando di far rovesciare lo sgabello, esca velocemente dal bar.

Niall non sa cosa sia successo. Saranno stati i suoi capelli neri, così ordinatamente spettinati, le sue dita affusolate e intrecciate sul bancone, le profonde occhiaie che circondavano i bellissimi occhi del ragazzo, o forse le sue labbra. Non sa cosa sia stato.

Sa solo che, guardandolo, si è sentito terribilmente vivo.

 

                                           

                                             -           

 

Dio, non potrebbe esserci capitolo più personale di questo, ma pace.

So di avere in sospeso bad blood, ma la aggiornerò oggi stesso.

So anche che questa ziall doveva essere una os, ma è diventata una long da sola, non è colpa mia.

E' probabilmente la cosa più personale che io abbia mai scritto e automaticamente la peggiore, perché ho scritto tutto ciò che mi passava per la testa, senza preoccuparmi dell'equilibrio di ciascuna frase.

Questo è il mio vero modo di scrivere, e riconosco che è davvero pesante, perciò i capitoli non saranno lunghi come al solito, bensì di una lunghezza su per giù come questa.

Comunque, domani posterò il primo capitolo della larry, e, se ci riuscirò, anche il primo capitolo di una long un po' più leggera e buttata sul ridere - perché sì, non scrivo solo cose depresse.

Se qualcuno fosse interessato basta che visitiate la pagina, come sapete io sono negata a mettere link.

E, oh, ringrazio chi è arrivato fin qui.

Siete forti, davvero, se vi siete avventurati fin quaggiù, io al posto vostro non l'avrei fatto.

E ringrazio anche chi continua a leggere ciò che scrivo e che mi sostiene, grazie davvero J

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Capitolo 2
*** Dark. ***


Capitolo 2
 


Don't get too close 
It's dark inside.
- Demons, Imagine Dragons.
 
 



"Niall, lo servi tu il tuo amico?"

La voce di Harry giunge a Niall come se fosse avvolta e attutita da del cotone.
E' il 30 novembre, e Niall sta pensando che - esattamente un mese prima - il suo "amico" è entrato per la prima volta nel bar dove lavora.
Da allora non c'è stato giorno in cui il ragazzo sconosciuto non si sia presentato per ordinare il suo caffè nero, doppio e senza zucchero.
Niall non sa neanche il suo nome, ma tutte le mattine si avvicina al tavolo del ragazzo e gli porge la sua tazza di caffè.
Ormai non ha più neanche bisogno di prendere l'ordinazione, perché sa che l'ordine è sempre lo stesso.
Ad essere onesto, Niall è un po' spaventato da questa situazione: il ragazzo non gli toglie mai gli occhi di dosso, e l'hanno notato tutti.
E' per questo che Harry lo chiama "il suo amico". 
Niall non ne è sicuro, ma è quasi certo di sentire un velo di gelosia ogni qual volta che Harry gli parla del ragazzo moro.
Non sa se esserne felice, o se esserne rattristato, perchè sa che Harry sta ancora uscendo con il ragazzo dagli occhi azzurri, che ha scoperto chiamarsi Louis.
Non gli sta antipatico, è solo geloso, e non capisce perché. Niall sa di non essere innamorato di Harry, altrimenti la sera, prima di addormentarsi, penserebbe a lui e non al ragazzo del caffè nero.

"Niall?"

Niall alza la testa e guarda Harry negli occhi, sorridendo debolmente.
L'amico gli sta porgendo la tazza d caffè per il ragazzo misterioso.
Harry borbotta qualcosa, prendendolo in giro, ma Niall finge di non sentire e si pulisce le mani sul grembiule, per poi afferrare il vassoio.
Ci sono appoggiati sopra anche due caffè macchiati e un bicchiere d'acqua.
"A che numero vanno questi?" domanda all'amico, mentre mette il vassoio in equilibrio sul braccio. Harry abbassa un momento il capo, per poi rispondere: "Quindici."
Niall annuisce e si fa strada tra i tavolini occupati, raggiungendo il numero quindici. Seduti al tavolo ci sono un ragazzo e una ragazza.
Niall non può fare a meno di notare la bellezza del ragazzo, come i capelli biondo cenere gli ricadono sulla fronte, e come gli occhi castani corrono velocemente al vassoio.
Per un momento pensa che sia il più bel cliente che abbia mai servito - dopo il ragazzo del caffè nero, ovviamente, - poi cerca di scacciare via quel pensiero e di ricordarsi della ragazza che è seduta accanto a lui.
Il ragazzo lo fissa e gli fa un debole sorriso, in cui Niall riesce a scorgere un velo di sopresa.
Per tutta risposta sorride anche lui posando il bicchier d'acqua accanto al caffè della ragazza.
E' una ragazza davvero bella, anche se i suoi capelli ricordano a Niall il pelo di un barboncino, come tutti i capelli ricci.
Tranne i capelli di Harry. I capelli di Harry sono ricci, ma non sembrano quelli di un baroncino.
A pensarci bene, Niall si rende conto di non poterli paragonare ad alcunchè.
Inttercetta per un momento gli occhi della ragazza riccia, e la scopre a fissarlo, come ogni singola ragazza lo fissa quando lo vede.
Colpita, affascinata, stregata.
Niall si ritrae, entrambi lo ringraziano gentilmente e lui in cambio sorride.
Sente i battiti accellerare man mano che si avvicina al tavolo numero otto, il tavolo del ragazzo misterioso, vicino alla finestra che dà sulla strada, e cerca di concentrarsi.
Pochi giorni prima è stato talmente preso dalla figura del ragazzo che osservava la strada con lo sguardo perso nel vuoto, da inciampare e rovinare malamente a terra, rovesciandosi addosso il caffè. 
Niall non ha fatto altro che rimproverarsi per il resto della giornata, specialmente perché il ragazzo si era girato e lo aveva guardato.
E aveva riso di lui, un piccolo sorriso appena accennato, senza preoccuparsi di aiutarlo.
Niall aveva sbuffato irritato e aveva rimediato in fretta al disastro, le guance rosse per l'umiliazione appena subita e gli occhi accesi di rabbia.
Ecco, Niall si sta distraendo di nuovo e rischia di inciampare per l'ennesima volta e di combinare l'ennesimo disastro.
Scuote la testa e si avvicina al tavolo, il ragazzo gli dà le spalle, e il modo scomposto in cui è seduto gli fa pensare ad un'opera d'arte contemporanea.
Con le mani tremanti, affianca lo sconosciuto e poggia il caffè sul ripiano del tavolo. Niall si muove in silenzio, senza proferire parola, come ogni mattina.
Se potesse, eviterebbe di servire lui il ragazzo misterioso, ma quest'ultimo gli lascia sempre una lauta mancia che non lascia quando a portare il caffè è Harry.
Anzi, forse non è sicuro di non volerlo servire, perché in fondo gli piace quel tipo.
Gli piace come si sporge in avanti per sedersi compostamente quando Niall gli porta l'ordinazione.
Gli piace quando il proprio braccio sfiora la stoffa del suo cappotto.
Gli piace come lui lo guarda mentra poggia la tazza sul tavolo, concentrato.
Gli piace che guardi così solo lui, che quando lo serve qualcun altro si limiti appena ad un'occhiata.
A Niall piace, perché Niall ama essere guardato, essere studiato, essere visto.
Niall lo guarda un momento negli occhi, e fa per andarsene, constatando con tristezza che le occhiaie che circondavano i bellissimi occhi del moro il primo giorno in cui si sono visti non sono ancora sparite, ma la voce del ragazzo lo ferma.

"Mi chiamo Zayn" dice solo.

Il suo sguardo è perso fuori dalla finestra, sta studiando i passanti, giocherellando con la tazza che Niall gli ha appena portato.
Quest'ultimo si volta e si riavvicina a lui, il vassoio stretto nella mano sinistra.
Le nocche di Niall stanno sbiancando per quanto è forte la presa con cui si sta aggrappando ad esso.

"Niall" mormora per tutta risposta il ragazzo, con gli occhi fissi su Zayn.

Un piccolo sorriso si apre sul viso del ragazzo seduto al tavolo, che si volta per guardare Niall negli occhi. Il suo sorriso è così piccolo e insicuro che Niall pensa di non averne mai visto uno più bello. Neanche quello di Harry, per quanto possa essere sexy, è lontanamente comparabile al sorriso che gli ha appena fatto Zayn.
Niall si accorge solo in seguito, forse con distacco, che Zayn sembra piuttosto nervoso.

"Cosa fai nella vita?"
 
La voce del moro è talmente bassa e timida che Niall si sente riscaldare il cuore a quel suono così profondo.
Poi recepisce la domanda e guarda il ragazzo perplesso. Non capisce cosa intende con quella domanda, non è forse evidente che nella vita è un cameriere?
Non fa in tempo a farglielo notare che il ragazzo parla di nuovo, stavolta senza guardarlo.

"Io dipingo."
 
Dunque é questo che fa.
Dave e Lisa si sono divertiti a cercare di capire cosa faccia il ragazzo misterioso.
Se sia un poliziotto, se spacci, se sia uno scrittore, o solamente un semplice universitario.
Niall sta per complimentarsi con lui - ha sempre trovato affascinanti le persone che dipingono - quando Zayn lo lascia senza fiato con una nuova domanda.

"Poseresti per me?"

Gli occhi del moro sono fissi in quelli color ghiaccio di Niall, e li catturano, intrappolandoli. Niall ha un attimo di esitazione, prima di sorridere.

"Nudo?" domanda, sforgiando uno dei suoi sorrisi più provocanti.

Vede Zayn avvampare e abbassare lo sguardo, a disagio.

"Come scusa?" chiede poi con voce flebile. 
Le sue mani sono aggrappate al bordo del tavolo, e le unghie dei pollici stanno grattando nervosamente il legno di questo.

Niall sorride, divertito. "Devo posare nudo?"

Zayn deglutisce e si tormenta le mani, le guance ancora rosse per l'imbarazzo. "Sì. Cioè no, devi essere vestito. Poi... poi sembra troppo allaTitanic."

Il suo è stato poco più che un borbottio, ma Niall l'ha udito lo stesso e non può fare a meno di scoppiare a ridere.
Zayn gli rifila un'occhiata confusa e tormentata, grazie alla quale Niall capisce che il ragazzo voleva porgergli quella domanda da giorni, o forse settimane.

Così "Va bene" sussurra, spostando il vassoio nell'altra mano e appoggiando quella libera al tavolo.

Il moro volta la testa di scatto e lo guarda negli occhi.
Niall si sente un po' a disagio.
E' stato guardato in tanti modi: desiderio, ammirazione, invidia, sopresa.
Ma nessuno l'ha mai guardato così.
Cerca di non pensarci e tira fuori dalla tasca del grembiule la penna e il foglietto per le ordinazioni, per poi porgerlo a Zayn.
Nel farlo, le sue dita sfiorano quelle del moro e Niall sente il calore delle sue mani, le mani di Zayn, che aveva così a lungo studiato, irradiarsi nelle proprie.
Quando Niall si concentra di nuovo sui suoi occhi, Zayn lo sta guardando confuso.

"Scrivimi l'indirizzo" mormora, chinandosi appena in avanti.

Niall si rende perfettamente conto dell'effetto che fa a Zayn, perché è l'effetto che fa a tutte le altre persone, specialmente alle ragazze.
Ma Niall non ha interesse per loro, a Niall interssano i ragazzi, come ad Harry.
E, evidentemente, come a Zayn, che ha appena abbassato il capo sul block-notes e ci sta scribacchiando sopra qualcosa.
Lo porge a Niall, il quale lo sta fissando senza alcun ritegno.
E' davvero preso da Zayn, Niall, e quando è preso da qualcuno non si proccupa tanto di ciò che gli altri pensano.
E' per questo che non si prende nemmeno la briga di distogliere lo sguardo, quando Zayn lo coglie in flagrante.

"Scusi?" lo chiama una voce, prima che Niall riesca ad afferrare il block-notes.

Si volta e vede il ragazzo seduto al tavolo quindici con la mano alzata. Getta uno sguardo a Zayn, a mo' di scusa, poi si dirige verso i due fidanzati.

"Ci porta il conto?" chiede il ragazzo.

Niall annuisce e si avvicia al bancone, facendo lo scontrino per i due ragazzi.
E' irritato, lo hanno interroto nel fulcro della prima vera conversazione con Zayn.
Per scaricare la rabbia, pigia violentemente i polpastrelli sui tasti della cassa, imprecando sottovoce.
Strappa il misero pezzo di carta che lo ha allontanato dal moro e lo porta riluttante al ragazzo con la fidanzata barboncina.
Lo molla lì sul tavolo, battendo il piede con fare impaziente, mentre la ragazza riccia si alza in piedi e sussurra al ragazzo che deve scappare.
Questo annuisce e porge a Niall i soldi, che fa per prenderli. Ma il castano chiude la mano intorno al polso di Niall, facendolo sussultare.

"Il ragazzo moro."
 
Niall lo guarda perplesso. "Come scusa?" 

"Viene qui tutte e mattine?"

Il suo tono è urgente, come se si trattasse di una questione di vita o di morte, e Niall capisce che sta parlando di Zayn.

"Non vedo perché-" inizia Niall, ma il tipo lo zittisce immediatamente.

"Per favore, è importante. Puoi dirgli che devo parlargli?" gli occhi del ragazzo sembrano tormentati e preoccupati, sfrecciano a intervalli regolari verso Zayn, che li sta fissando con la mascella contratta.

"Perché dovrei?" domanda Niall, impuntandosi, la gelosia mischiata all'astio che prova per quel ragazzo sconosciuto. 

"E' una questione di vita o di morte, davvero. Sono il figlio del medico di sua madre."

Niall non è sicuro di capire cosa intende con questo, ma si allontana dal ragazzo, gli occhi leggermente sgranati, e si volta verso Zayn.
Ma Zayn non c'è più. Il ragazzo castano, il quale ha appena notato l'assenza del moro, scatta in piedi, imprecando, e corre fuori dal locale.
Niall lo segue, ignorando le grida di Harry che lo chiamano. 
Si ferma sull'uscita del bar e fa in tempo a vedere il ragazzo raggiungere Zayn e afferrarlo da dietro.
Lo fa voltare verso di sè e gli tiene le braccia unite dietro la schiena con una mano. Le dita dell'altra sono conficcate sul volto di Zayn, che tenta di divincolarsi.
Niall si avvicina di qualche passo e riesce a sentire Zayn gridare un paio di "Lasciami andare!" al tipo sconosciuto.
La presa del ragazzo è forte, e dopo un po' Zayn smette di divincolarsi. 
Lo guarda con un misto di paura e disgusto, ma lui non desiste e continua a parlargli, forse cerca di calmarlo.
Niall sente che gli sta dicendo "Zayn, per favore, ascoltami."
E' tutto quello che riesce a sentire, prima che Zayn riprenda a divincolarsi e ad urlare contro Liam.
Niall li sta ancora guardando quando il moro sputa sulla spalla dello sconosciuto, ma quest'ultimo non sembra turbato da quel gesto.
Lo guarda, guarda Zayn, come se il dolore del moro sia anche il suo, lo guarda come se lo capisse, e Niall si sente inutile.
Niall vede come quel ragazzo guarda Zayn, e capisce che lui non riuscirà mai a volere così bene al moro.
E pensa che sia l'ennesima dimostrazione di quanto sia incapace di amare e di aiutare gli altri.
Guarda tristemente il ragazzo castano, e vorrebbe poter amare Zayn almeno la metà di quanto lo ama lui, ma sa che non potrà mai farcela.
Li vede, vede Zayn quando travolge il tipo in un violento abbraccio.
Vede come le sue dita si aggrappano al colletto del suo cappotto, vede la disperazione del suo gesto, gli occhi serrati, il viso premuto contro la spalla del ragazzo.
Vede le sue mani muoversi velocemente dalle sue spalle alla sua schiena, le dita stringere il cappotto.
E vede il ragazzo ricambiare con uno sguardo triste il suo abbraccio, nascondendo la testa tra i capelli corvini di Zayn. 
Lo conforta.
Lo sorregge. 
Lo aiuta. 
Lo ama.

Niall invece non lo conforta, gli porta il caffè la mattina.
Niall non lo sorregge, lo guarda soltanto fare colazione.
Niall non lo aiuta, lo fa stare sveglio la notte per colpa di tutto quel caffè.
Niall non lo ama, lui lo vuole soltanto.
E' per questo che capisce che quel ragazzo è la persona giusta per il suo Zayn.
Perché Niall non può confortarlo, nè sorreggerlo, nè aiutarlo. 
Ma soprattutto non può amarlo, perché Niall sa di non esserne capace.
Perché Niall sa che Zayn non può avvicnarsi.
Dentro è buio.
 
                                                                                           


                                                                                                              



                                                                                                 -





Hey. 
Dunque. 
Innanzitutto ringrazio tutte le persone che preferiscono, seguono, ricordano, e specialmente quelle che si sono fermate a lasciare una recensione.
Avete idea di quante siete, cioè boh. Sono senza parole, ahah.
Specialmente perché, come già precisato, i capitoli sono un po' pesanti, nel senso che sono concentrati su un periodo di tempo breve e quindi boh, sembrano più os che veri e propri capitoli.
Allora, vi dico solo che aggiornerò presto perchè il terzo capitolo è quasi pronto.
In verità, sto già lavorando al sesto, solo che nel paesino di montagna dove ho la casa la chiavetta non prende, mentre qui sono in trentino e ha il massimo della connessione (YEYEYE)!
Avevo pensato ad una storia di circa dieci capitoli, il problema è che, essenso abituata a capitoli più lunghi, al sesto non sono nemmeno a metà storia.
Quindi i capitoli saranno suppergiù.. venti.
Non uccidetemi, ma ho già in testa tutto e preferirei non tagliare nulla.
Anyway, ultimamente mi escono cose molto depresse, e questa fanfiction è particolarmente influenzata dalla mia depressione, quindi pace.
Ah già, ho dimenticato la cosa più importante. 
Non vi chiederò chi sia il ragazzo castano che abbraccia il nostro zayno, perché è palese che sia liam, muahah.
Coomunque, non amo particolarmente gli ziam, quindi il triangolo non sarà con il povero liam, no.
E non vi dico con chi sarà, perché si è già capito, lalalala.
Bona, vado a cercare i link per i tca che è meglio. 
 
 
 
P.S.: non esprime la definizione di amore, questa gif? (probabilmente non si caricherà, ma è quella in cui niall dice che zayn ha delle belle ciglia e degli zigomi bellissimi). No, ditemi. Non sono l'amore? Cristo. E poi, non è carino da parte di Niall fargli i complimenti sul palco, dopo che hanno offeso così malamente Zay dandogli del terrorista? Scusate, ma io lo trovo adorabile.

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Capitolo 3
*** Nightmare. ***


Capitolo 3
 


I want to hide the truth 
I want to shelter you. 
- Demons, Imagine Dragons.
 
 

Niall scatta a sedere sul letto e scalcia via le coperte, respirando forte.
Non gli sono mai piaciuti gli incubi, come a nessuno, del resto.
E, soprattutto, non gli sono mai piaciuti gli incubi durante i temporali.
Si alza in piedi e si passa una mano tra i capelli sudati.
Rabbrividisce, l'incubo che ancora sosta sulla sua pelle lo fa tremare.
Niall serra gli occhi e se li stroppiccia un paio di volte, il respiro ancora accellerato, poi va in cucina, per bere un bicchier d'acqua.
Quando torna in camera, il temporale non è ancora cessato e i fulmini illuminano a giorno la stanza a intervalli irregolari.  
Un tuono lo fa spaventare, e gli ricorda terribilmente la risata del ragazzo del sogno.
Cuatamente, Niall si avvicina al letto di Harry, separato dal suo soltanto dal comodino, e scosta le coperte.
Fa di tutto per non svegliarlo, e pensa di esserci riuscito, ma ad un certo punto sente la voce impasata di Harry mugugnare un "Niall?"
Lui lo ignora e lo spinge verso il muro, coricandosi accanto a lui.
Si aggrappa alle braccia del suo migliore amico e nasconde il viso contro la sua spalla.

"Niall? Cosa c'è?" la voce di Harry è meno impastata di prima, ma decisamente più turbata.

Niall non gli risponde, lo stringe solo più forte, e sente le braccia el suo migliore amico avvolgerlo. "Stai bene, piccolo?"

Il ragazzo nega con il capo, ma le sue labbra si increspano in un sorriso a sentire quel nomignolo.
Intreccia le gambe con quelle di Harry, rendendosi conto con cupo distacco che l' amico è nudo.
Il riccio inizia ad accarezzargli con una mano i capelli sudati, in silenzio, mentre con l'altra mano disegna dei cerchi immaginari sulla sua schiena nuda.
Niall si sente più tranquillo, sa che Harry lo proteggerà dal ragazzo del sogno e che non lascerà che lo trascini sotto terra con lui.
Così lo abbraccia ancora più stretto, gli circonda la schiena ampia con le braccia e avvicina il corpo dell'amico al proprio.
Sente il cuore di Harry battere contro il proprio petto, la sua pelle asciutta lo conforta pù di quanto possa fare la coperta.
Niall sente Harry.
Sente tutto di Harry, dai suoi capelli alla punta dei suoi piedi, lo sente premuto contro il proprio corpo esile e pallido.
Sente il calore che emana, lo tranquillizza e al tempo stesso lo eccita.
Niall non ha pensato al fatto che Harry dorme nudo, e che lui indossa semplicemente un paio di boxer, e quel pensiero gli fa provare un macabro calore al basso ventre.
Sospira quando la mano di Harry inizia ad accarezzargli la guancia, delicatamente.
Chiude gli occhi.
Non vuole pensare all'incubo, ma nemmeno a Harry, nudo, che lo accarezza.
Quel pensiero lo manda decisamente fuori di testa, e lo terrorizza quasi pù dello stesso incubo.
Le mani di Harry gli accarezzano le palpebre, e Niall sorride.
Quello che a Niall piace di Harry è che lui lo tratta come se fosse prezioso.
Niall con Harry si sente importante, sente che Harry lo vuole, che lo ama, che si preoccupa per lui.
Morde delicatamente la spalla all'amico, il quale fa una mezza risata e sposta le dita dagli occhi chiusi di Niall alle sue labbra pallide.
Ne disegna il contorno con un dito, che Niall si affretta a mordere.
Harry ride di nuovo.
A Niall piace quando il riccio ride, come le sue labbra si curvano, e come il suo corpo si scuote.
Le mani di Harry tornano tra i capelli di Niall, come se volessero evitarlo, ma le sue gambe si stringono ulteriormente intorno a quelle dell'amico.
Harry spinge il suo bacino contro quello di Niall, e sente attraverso i boxer dell'altro l'erezione appena accennata.
Anche Niall sente quella di Harry, e non riesce a reprimere un gemito soffocato.
Harry ride, ma smette immediatamente quando la mano di Niall si infila sotto le coperte.
Il riccio la ferma, afferrando il polso di Niall. La sua voce è roca, quando dice fermamente: "Niall."

"Che c'è?" sussurra lui, per tutta risposta.

Niall sente la propria voce, eccitata e carica di desiderio, e si rimprovera. Sta per fare di nuovo del male ad Harry.
Se ci fosse un altro ragazzo, Niall saprebbe trattenersi.
Ma Harry è la sua debolezza.
Niall non sa dirgli di no, è l'unica persona a cui non può dire di no.
E Niall si sente morire, perché Harry è la persona a cui tiene di più al mondo, e più Niall vuole bene una persona, più la ferisce. 

"Non voglio essere la tua puttana."

Quelle parole per Niall sono una stilettata al cuore. "Non sei e non sarai mai la mia puttana, Harry."

Il riccio per tutta risposta sospira. "Ti voglio così tanto, Niall."

Il respiro di Niall si ferma per un momento, e Harry probabilmente se ne accorge. "Anche io ti voglio, Harry. Ma, come hai detto tu, non sei la mia puttana."

Harry avvicina il proprio viso a quello di Niall, ma quest'ultimo si scosta, serrando gli occchi.
Sente le labbra morbide di Harry sfiorargli la guancia, e il calore del suo fiato riscaldarlo.
Niall non vorrebbe fare altro che voltarsi e baciarlo, toccarlo, scompigliargli i capelli come aveva fatto un tempo, ma si costringe a parlare.

"Sappiamo entrambi quanto tu sia innamorato di me" mormora con voce spenta, la tristezza che cerca senza sosta di infiltrarvisi.
"E sappiamo anche che io non potrò mai amarti quanto tu ami me."

Harry accarezza distrattamente le labbra di Niall. "Non ti amo più come prima, sai? Ormai quel tipo di amore per me è solo un ricordo."

Per Niall quelle parole sono davvero dure da digerire, perchè se c'è una cosa per cui continua ad alzarsi la mattina, quella è Harry.
E, solo nell' ultimo periodo, Zayn.
Cerca di non pensarci.
Cerca di non pensare a come Zayn si sia aggrapato a quel ragazzo, e a come lui l'abbia sostenuto.
Cerca di non pensare che, appena poco prima, lui si è aggrappato ad Harry nello stesso identico modo.
Ma Harry non ama Niall, non come il ragazzo sconosciuto ama Zayn.
Niall cerca di essere forte, ma con Harry non riesce a fingere.
Sa che Harry non gli farà mai del male, così come sa che è l'unico di cui può fidarsi.

"Non sei contento?"

La voce di Harry gli giunge ovattata e carica di domande.

"Sai benissimo che sono fin troppo egoista per essere felice di una cosa del genere."

Harry ride, la voce spenta, e stringe di più Niall, che ricambia l'ulteriore abbraccio. "Sapevo che avresti risposto così."

"E io sapevo che tu te lo saresti aspettato" replica, sorridendo e passando le mani tra i ricci di Harry.
Niall sente l'amico ridere, e gli è davvero difficile pensare a qualcosa di più bello di quel suono.
Solo la voce di Zayn può competere con quella risata.

"Ho sonno piccolo, ma se vuoi puoi raccontarmi del tuo incubo."

La voce d Harry, quando mormora quelle parole, è stanca ma dolce, e Niall sorride al pensiero che lui, il suo Harry, lo capisca ancora come una volta. 

"Me lo sono già dimenticato" mente prontamente, voltandosi verso di lui.
Muore dalla voglia di baciarlo, ma sa che non può, farebbe solo del male ad entrambi.
Niall fa per dire qualcosa, ma si accorge che Harry si è già riaddormentato. 

E Niall si sente solo, perché con lui non c'è più nemmeno l'amore di Harry.

Niall è solo. Terribilmente solo.


* * *

 
Niall sta ancora dormendo, quando qualcuno spalanca le persiane e inizia a cantare in una lingua che lui non conosce nemmeno.
Si stropiccia gli occhi e si tira a sedere.
Harry è affianco al letto, una maglietta dei Ramones e un paio di boxer neri addosso, con il suo spazzolino da denti in mano.
Niall lo fissa sconcertato, pensando distrattamente che anche lui ha quella maglietta, però bianca.

"Che ore sono?!" quasi urla, lasciandosi cadere all'indietro.

Il cuscino attutisce la sua caduta e il materasso che lo accoglie sembra volerlo cullare per il resto della giornata.

"Le sei e mezza, e noi siamo già in ritardo" trilla Harry, la sua voce è allegra. 

"Ooddio Harry, altri dieci minuti, ti prego. Io non ci metto tanto a prepararmi, lo sai."

Niall si volta a pancia in giù e affonda la testa nel cuscino del suo migliore amico.
Inspira e l'odore dello shampoo di Harry gli invade le narici.
Fa appena in tempo a pensare a quell'odore, che gli ricorda le mele, prima di sentire una folata di aria gelida.
Le coperte sono volate giù dal letto insieme al lenzuolo e Niall si sente nudo.
Tutto quello che riesce a pensare è che sente un freddo del diavolo, un freddo che non aveva mai sentito prima.
Guarda la finestra, pensando di trovarla aperta, ma i vetri sono sigillati.
Niall rabbrividisce e raccoglie da terra un panno, per poi avvolgerselo sulle spalle.
Ancora mezzo rintronato, barcolla verso il bagno.
Si sente come dopo una sbronza, soltanto che la sera prima non si è ubriacato.
Harry gli dà un vero buongiorno scompigliandogli i capelli e lasciandogli libero il bagno.
Niall non osa guardarlo negli occhi dopo quello che è successo quella notte.
Perché è abituato ad interagire con persone che sono innamorate di lui, che lo ammirano, che lo adulano, ma non con persone che gli hanno confessato di non amarlo.
Cerca di non pensarci e apre l'acqua della doccia. Generalmente le persone si fanno una doccia per schiarirsi le idee quando gli capita qualcosa di inaspettato.
Niall invece deve farsi la doccia più perché la sera precedente ha sudato freddo a causa dell'incubo che per ciò che gli ha detto il riccio.
E, magari, l'acqua calda gli laverà via il freddo che sente.

Quando Niall esce dalla doccia, non si sente cambiato come dicono tutti quegli scrittori in tutti quei maledettissimi libri, anzi, se possibile sta anche peggio.
Harry vede la sua smorfia e gli dà un buffetto sulla guancia.

"Tutto okay, piccolo?" gli domanda, avvicinandosi a lui.

Niall annuisce e si libera dell'accappatoio, dando le spalle ad Harry. 

"Sai Niall, non è che perché non mi piaci più puoi spogliarti così davanti a me. Gay ero e gay rimango."

Niall ridacchia e si riveste velocemente, poi corre in cucina per fare colazione.
Beve un sorso di latte direttamente dal cartone e quando varca la soglia della porta con il casco della moto in mano sta ancora masticando la brioche che gli ha portato Harry.
I due ragazzi scendono le scale a rotta di collo, in ritardo come al solito, e si fiondano sulla moto.
Niall si infila il casco con una mano sola mentre con l'altra tenta di infilare la chiave, senza riuscire in nuessuna delle due operazioni. 

"Dio Niall!" sbotta spazientito Harry, e si sporge per allacciargli il casco. "Questa è la volta buona che ci licenziano, e sarà tutta colpa tua."
 
Niall sente le dita di Harry sfiorargli il collo, ma cerca di non darci peso, mettendo in moto.
Le mani di Harry gli circondano la vita e le sue gambe stringono leggermente la vita di Niall.

"E io dovrei anche credere di non piacerti, eh?" lo provoca Niall, non appena è costretto a fermarsi davanti ad un semaforo.

Harry sbuffa sonoramente.

"Ho detto che non mi piaci, non che non mi ecciti."

Niall ride e si lecca le labbra, facendo ripartire la moto.
Grazie alla sua guida tutta frenate improvvise e accellerazioni fuori dalla norma, riescono ad arrivare a lavoro con appena dieci minuti di ritardo. 
Niall si lega il grembiule bordeaux intorno alla vita, infila nella tasca la penna e il block-notes e inizia a lavorare.
I suoi occhi corrono continuamente al tavolo numero otto, in attesa che il ragazzo moro arrivi.
Il giorno prima Niall si è reso conto con rammarico che Zayn non gli ha lasciato l'indirizzo, e non ha idea di cosa fare.
Da una parte non vuole altro che conoscere Zayn, dall'altra preferisce stargli lontano.
Per il suo bene.
E' per il suo bene, si ripete ogni volta che ci pensa.
Niall sa che le persone si innamorano di lui con nulla, ma non vuole che Zayn si innamori di lui.
Perché sa che non potrà mai amarlo, o almeno non potrà amarlo quanto lo ama il ragazzo castano.
Getta un'occhiata all'orologio.
Le 8:10.
Niall è turbato, ma cerca di non darlo a vedere.
Sa che Zayn si siede al tavolo sempre alla stessa ora, alle 8:00.

Sono ormai le 10:30 quando con cupo distacco si rende conto che il ragazzo non verrà.
 
                                                                                               


                                                                                                                    -


Okay, non uccidetemi. So che è una ziall, però, insomma, c'è anche un triangolo, e inevitabilmente sarà tra niall, harry e zayn, e quindi ci saranno un po' di scene narry stile questa quà sopra. I poveri lou e lee sono abbandonati al loro destino, ahah.

Bene, vi scrivo da Vipiteno, chiusa in un maso, tende tirate e sotto il piumone.
Sono piuttosto depressa e perciò ho pensato di postare. L'unica cosa che mi tira su siete voi che seguite, preferite, ricordate e recensite.
Siete fantastiche, tutte, e soprattutto siete tante. Non avevo mai scritto una ff così seguita, e a dire la verità neanche mi aspettavo che a qualcuno piacesse.
Anyway, posterò il prossimo capitolo domani o venerdì, perché ancora non si capisce niente di importante.

E poi diciamo che scrivere tutto questo mi sta aiutando un sacco, perché io sono moolto simile al niall di questa storia.
Non è un bel periodo, no, e di certo non mi aiutano tutte le foto zerrie che stanno uscendo.
Non mi aspetto che voi capiate, ma mi fa davvero male vedere tutte queste foto, quindi meno vedo zayn e perrie insieme, meglio sto e prima mi riprenderò.

Comunque, sto scrivendo una os ziall ambientata nel medioevo in cui zayn è il prigioniero e niall uno della corte.
Louis è il figlio del re e mi sto divertendo da matti a immaginarmeli vestiti all'antica.
E sto scrivendo anche una os larry e boh, penso di avervi detto tutto.
Ah, no, vedete. E' quasi pronto il terzo capitolo di bad blood (yee) e nella mia testa è pronto anche il primo di una het su zayn molto più leggera e buttata sul ridere.

Scappo, un bacio :) xx

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Capitolo 4
*** Museum. ***


Capitolo 4
 




Flames, they licked the walls
Tenderly they turned to dust all that I adore.
- Things we lost in the fire, Bastille.
 
 



Niall è a casa sua. 
Sono le tre del pomeriggio e non riesce a togliersi dalla testa Zayn. 
Si sta chiedendo perché quel giorno non sia venuto. 
Si sta chiedendo cosa gli abbia detto di così sconvolgente il ragazzo castano. 
Si alza e si avvicina all'angolo cottura, cercando di distrarsi. 
Afferra l'apribottiglie e stappa una birra, quando sente il campanello suonare. 
Va ad aprire la porta, e si aspetta chiunque, ma non il ragazzo che gli sorride insicuro sul pianerottolo. 
E' Louis, l'amico di Harry. 
Quello con gli occhi azzurri quasi più belli dei suoi. Niall solleva le sopracciglia, perplesso, e "Harry non è in casa" comunica al ragazzo.

"Però se vuoi puoi aspettarlo qui" aggiunge subito, vedendo la sua espressione titubande. 

Louis annuisce. "Sì, grazie. Mi ha detto che avrei dovuto aspettarlo qui se non ci fosse stato."

Niall si scosta e lo lascia entrare, dicendogli di accomodarsi sul divano. 
Louis si siede senza troppi complimenti e lo guarda in silenzio. 
Niall non è abituato ad avere degli ospiti, quando si trova con i suoi amici generalmente è per andare in qualche pub, o a qualche festa, così gli offre una birra. 
Louis l'accetta di buon grado e  bevono insieme, in silenzio.
 Entrambi sono in imbarazzo e attendono trepidamente l'arrivo di Harry, nessuno dei due ha il coraggio di iniziare una conversazione. 
Niall non è interessato, e Louis sembra essere concentrato su altro.

"Suoni?" domanda ad un certo punto Louis, notando la chitarra acustica di Niall poggiata in un angolo, contro al muro. 

Niall annuisce senza troppo entusiasmo e avvicina la bottiglia alla bocca. 
Louis invece sembra molto colpito da quel fatto, e, per i gusti di Niall, fin troppo incuriosito. 

"Cosa suoni?" gli chiede, sistemandosi i capelli castani. 

Niall nota solo in quel momento che Louis è davvero un bel ragazzo. 
Si è sempre soffermato soltanto sulle sue labbra sottili, l'unica cosa che l'avesse colpito in lui, da non accorgersi del resto del viso del ragazzo. 

"Quello che scrivo" mormora a bassa voce, abbassando lo sguardo sulle mani di Louis. 

Il ragazzo sembra ancora più colpito. "Scrivi canzoni?"

Niall annuisce leggermente. "Quando non so cosa fare."

"Bello."

Niall fa una mezza risata. 
Louis non è poi così male, e se servirà ad Harry per dimenticarsi di lui, allora non potrà fare altro che approvarlo.

"Mica tanto, quando è l'unica cosa che sai fare."

Louis lo guarda e inclina il capo. "Non è l'unica cosa che sai fare" mormora, ma a voce fin troppo bassa.

"Come?" Niall non ha capito quello che ha detto, così si volta verso di lui e lo guarda negli occhi.

"Dico, non è l'unica cosa che sai fare. Probabilmente non vedi come ti guardano le ragazze. Le fai cadere tutte ai tuoi piedi" dice in tono pratico.
Poi sembra rendersi conto di quello che ha appena detto e sussurra: "Ma a te non interessano le ragazze."

"Già" conferma Niall, con un sorriso cupo. 

Louis sembra perplesso, resta un momento in silenzio. "Pensavo che non stessi con Harry per una ragazza, non perché non ricambiassi."

Quelle parole fanno girare di scatto Niall, i suoi occhi sembrano voler fulminare Louis. "Come fai a sapere che è innamorato di me?"

Niall riesce a scorgere un lampo di tristezza negli occhi di Louis, prima che questo abbassi la testa e dica con voce cupa: "Si vede. Ti guarda in un modo..."

In quel momento, Niall vorrebbe abbracciare Louis, perché sa come si sente. 
Sa cosa intende dire con quelle parole. 
Lo sa perché si ricorda ancora il modo in cui Zayn ha guardato il ragazzo castano, di come si sia aggrappato a lui. 
Sente le chiavi girare nella toppa del portone e sospira di sollievo, accogliendo Harry con un sorriso. 
Pochi minuti dopo decide di lasciare Harry e Louis soli ed esce di casa, sostenendo di aver un impegno.


Così si ritrova nuovamente solo, a passeggiare tra le vie di Londra, pensando a Zayn. 
Sente un vuoto all'altezza del cuore quando pensa a quel ragazzo. 
C'è una paura sepolta in esso che alimenta gli incubi di Niall, ed è quella che il ragazzo scompaia dalla sua vita e non entri più al bar per chiedere il suo caffè nero, doppio e senza zucchero. 
E, ascoltando i propri pensieri, Niall capisce di essere arrivato ad un punto di non ritorno. 
Si passa una mano sul viso e si imbocca un viottolo laterale, camminando in fretta. 
Trafelato com'è, sbatte senza accorgersene contro un cartello. 
Impreca, cercando di smorzare con le parole il dolore provocatogli dall'urto, poi osserva il cartello. 
E' la pubblicità di un museo d'arte, e senza stare troppo a pensarci, Niall poggia la mano sulla maniglia della porta lì accanto ed entra. 
Ricollega l'arte a Zayn, e pensa sia l'unico vero modo per stargli vicino. 
Paga il biglietto ed entra nella prima sala, sentendosi ridicolo. 
Vuole disperatamente stare vicino a Zayn, ma ad un certo punto si rende conto di non conoscerlo per niente. 
Dopotutto, cosa sa di lui? 
Che dipinge, che beve il caffè a colazione - ma non lo fanno forse tutti? -, che sua madre ha un medico - ma non ce l'hanno forse tutti? - , che il ragazzo castano è innamorato di lui. 
E poi?
Non sa nient'altro. 
Scuote la testa e inizia a fissare i quadri appesi alla parete, uno ad uno. 
La stanza è vuota, e Niall pensa sia un vero peccato, perché trova i quadri molto belli.
Muore dalla voglia di sapere cosa ne penserebbe Zayn se fosse lì. 
Dopo alcuni minuti entra nella stanza successiva, guardandosi intorno. 
Pensa di trovarla vuota, invece un ragazzo gli dà le spalle, sta osservando un dipinto che occupa tutta la parete. 
Per un attimo il respiro di Niall si ferma. 
La giacca scura, i pantaloni neri e gli anfibi, anch'essi neri, gli ricordano terribilmente Zayn. 
Così come lo zainetto retrò - che sembra quasi appartenere ad un'altra epoca - e il berretto nero. 
Niall arretra di qualche passo con gli occhi fissi sul ragazzo. 
E continua ad arretrare, finché la sua schiena non batte contro qualcosa e i suoi piedi inciampano, facendolo rovinare a terra. 
Il ragazzo si volta di scatto, e Niall si sente morire quando Zayn lo guarda e scoppia a ridere, divertito. 
Il suo sorriso è in contrasto con le profonde occhiaie che bordano i suoi occhi, ma Niall pensa lo stesso che sia bellissimo. 
Poi si riprende e si alza velocemente in piedi, le guance rosse per l'imbarazzo. 
E in que momento, per la prima volta, a scappare  è lui, non Zayn.


* * *


Niall sospira di sollievo quando alle otto vede Zayn entrare nel bar. 
Non si sente più le gambe, tanta è l'agitazione che gli provoca quel ragazzo. 
Nessuno l'ha mai fatto sentire così. 
E poi, non sa cosa aspettarsi dopo il casuale incontro che hanno avuto il pomeriggio precedente. 
Chissà cosa pensa Zayn? 
Questa domanda affligge Niall più di qualsiasi altra cosa, ha il terrore che Zayn pensi che l'abbia pedinato. 
E, Dio, magari pensa di piacergli. 
Niall lo segue con gli occhi, osservando tutti i movimenti che compie finchè non si siede, dandogli le spalle. 
Non ha ancora distolto gli occhi quando Zayn si volta e lo guarda al di sopra della spalla, sorridendogli debolmente. 
Niall schiude le labbra, sorpreso, poi distoglie lo sguardo. 
Sente Harry dirgli qualcosa, la sua voce è un borbottio confuso, la curva delle labbra di Zayn invece è chiara davanti ai suoi occhi, la vede come una linea scavata nella terra. 
Come una buca nella sabbia, una pista per le biglie. 
E i suoi occhi, gli occhi neri di Zayn, sono le biglie. 

"Niall."

Harry gli sventola una mano davanti al viso, come a volerlo richiamare.
Gli occhi di Niall si spostano verso l'amico e lo guardano perplesso.

"Sì?" domanda questo, sbattendo le palpebre un paio di volte.

Si sente perso, dopo aver guardato Zayn. 

Harry scrolla le spalle, per poi dire: "Nulla, ti eri incantato."

Il riccio gli porge un vassoio, e Niall con terrore si rende conto che non è un semplice vassoio, ma è il vassoio. 
Perché sì, su quel vassoio c'è il famigerato caffè di Zayn, e Niall vorrebbe morire pur di avvicinarsi di nuovo a lui. 
Guarda il riccio con una silenziosa richiesta d'aiuto, ma quello sembra non farci caso e gli volta le spalle, per servire un cinquantenne e sua figlia. 
Niall sospira sconfortato, avvicinandosi al tavolo otto. 
Vorrebbe avere il coraggio di chiedere a Zayn per quel ritratto, ma è combattuto. 
Sa che se gli si avvicinerà, immacabilmente il moro si innamorerà di lui e sa anche di non essere capace di ricambiare. 
Tiene gli occhi fissi sulle spalle di Zayn, finché non lo affianca e non si inclina in avanti per posare la sua ordinazione sul tavolo. 
Niall si sente addosso il suo sguardo e iniziano a tremargli le mani per la tensione. 
Zayn sembra notarlo, perché gliele sta fissando e sul suo volto stanco si apre un sorrisetto divertito. 
Niall sobbalza e quasi lascia cadere il vassoio quando il moro allunga la mano per afferrare la tazza e le loro dita si sfiorano. 
Zayn ritrae la mano di colpo, come se avesse sentito la scossa, e Niall si affretta a distogliere lo sguardo, prima di voltargli le spalle e cercare di allontanarsi da quel ragazzo così strano e affascinante. 

"Niall," lo richiama la voce roca di Zayn, il tono lento e strascicato. 

Il ragazzo si volta e "Sì?" chiede, titubante. 

Zayn si morde il labbro e inizia a torturarsi le mani, e Niall pensa che sia dannatamente adorabile. 

"Io... ti ricordi che ti avevo chiesto se potevi... ecco..."

Zayn sembra in difficoltà, così Niall completa la frase per lui: "Posare per te?"

Il moro sembra rivolgergli un'occhiata riconoscente, poi annuisce debolmente. "Mi chiedevo, ecco... mi chiedevo se potessi venire..." 

Niall sente tremare qualcosa all'altezza del cuore, ancora prima che Zayn aggiunga:"... oggi."

Lo stomaco di Niall si ribalta, e lui si sente patetico. 
Nessuno l'ha mai fatto sentire così scombussolato, nemmeno Harry. 

"Quando devo venire?" 

La domanda gli esce di bocca senza che riesca a bloccarla, e si maledice in silenzio per la sua avventatezza. 
Zayn abbassa il capo e poi lo rialza, dedicandogli uno sguardo incerto.

"Alle sei va bene?"

Niall annuisce immediatamente, per poi rimproverarsi. 
Non vuole che Zayn capisca che non aspettava altro che un appuntamento da ormai un mese.
Stupido, si dice da solo, non può nemmeno essere considerato un appuntamento, questo. 

"Certo" dice infine, rassegnato. 

Zayn sembra profondamente tormentato. "Io... vuoi che ti scriva l'indirizzo?"

Niall annuisce nuovamente, porgendogli il blocchetto delle ordinazioni. 
Anche Zayn annuisce, e un piccolo sorriso fa capolino sulle sue labbra. 
Abbassa gli occhi sul block-notes e ci scarabocchia sopra qualcosa, sembra profondamente concentrato. 
Poi glielo porge con un ennesimo piccolo sorriso. 
Niall pensa di nuovo che quel sorriso sia la cosa più bella che abbia mai visto, e di nuovo si rimprovera per quei pensieri stupidi. 
Non vuole ferire Zayn come ha sempre fatto con tutti gli altri ragazzi. 
Non vuole che finisca come con Harry. 
Ma ormai è fatta, e Niall pensa che dopo aver posato per lui possa sempre tornare tutto come prima, e che Zayn perda interesse per lui. 
Perchè probabilmente è solo questo che alimenta l'interesse di Zayn, il fatto che lui sia un perfetto soggetto da ritrarre. 
Probabilmente, anzi, sicuramente, a Zayn, da artista che è, gli interessa solo di dipingere. 
Niall gli rivolge un sorriso, e, prima di allontanarsi lo guarda nuovamente negli occhi.

"E Zayn..." inizia, per poi rendersi conto di aver pronunciato il suo nome solo per il puro paicere che gli provoca farlo. 

Zayn. 
Esiste forse nome pù bello? 
Il suono dolce della zeta, il modo veloce in cui va pronunciato, Niall ne è completamente affascianto. 

Zayn, vedendo che non continua a parlare, dice: "Sì, Niall?"

Niall pensa velocemente a qualcosa di serio da dire, ma non torva nulla. Il suo sguardo si posa sul tavolo, e immediatamente sussurra: "Niente. Ti si sta rafreddando il caffè."

Dio, Niall, che frase stupida. Ti si sta raffreddando il caffè? Nemmeno il più patetico degli imbranati avrebbe detto una cosa del genere.

Tuttavia Niall riesce a scorgere un piccolo sorriso sulle morbide labbra di Zayn, prima che questo abbassi la testa e mescoli il suo caffè.
 
                                                                           


                                                                                                                                                     -

 
 
Ciao!
Dunque, parliamo di questo capitolo.
Abbiamo lou, finalemente, anche se non è ancora molto approfondito il suo personaggio, ma come ho già detto questa storia ha sviluppi alquanto lenti, quindi ci vorrà un po' prima di scoprire perché zayn è così strano, o per capire il rapporto che lega niall e harry.
Per quanto riguarda il povero liam, che non compare nel capitolo (ma va'?), direi che ci vorrà un po' di tempo prima di scoprire del tutto il suo personaggio.
Bene, ora che ho parlato della storia, posso dire due parole su bse?
Sinceramente, sono rimasta molto delusa dai ragazzi. Voglio dire, ci sta che decidano i menager, ci sta che gli facciano fare le tappe forzate, ci sta che li usino come macchine per soldi, ci sta che vietino la larry, ci sta tutto, perché tutte le persone famose sono marionette in mano a qualcuno. Ma non ci sta che bse sia uguale identica alla canzone dei the who. Ora, io li conoscevo, ma non avevo mai sentito quella canzone in particolare, e devo dire che ci sono rimasta malissimo. So che non è colpa dei ragazzi, però, cristo santo, se ti fanno cantare una canzone che ha l'introduzione uguale ad un brano di una delle più famose band del mondo... Bè, tu rifiuti. Non so, è una cosa che mi ha lasciato l'amaro in bocca. Ovviamente questo non cambia il mio amore per i ragazzi, non che io riesca a smettere di seguirli per questo, però mi ha fatto schifo questo comportamento. Davvero. Ci sono rimasta male. 
Bene, ora che l'ho scritto sono più felice. E che non saltino fuori ragazze che dicono che io non li amo, perché non sono obbligata a supportarli sempre e comunque. Ci sono certe cose che non possono essere sopportate, e questa è una di quelle.
Bona, dopo sto lunghissimo spazio autrice vi lascio e vi auguro una buona notte.
Adieu
:) xx

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Capitolo 5
*** Room. ***


Capitolo 5




Come show me your bones,

fore everyone there is a home.

- Alone is no together, The Darling Buds.




Niall si lascia cadere sul letto a peso morto, sente le doghe del letto scricchiolare malamente e lamentarsi sotto il suo peso. 
Chiude gli occhi e cerca di calmarsi. 
Tra poco più di mezz'ora deve essere a casa di Zayn, e non ha ancora deciso cosa fare. 
Non sa cosa indossare, non ha degli argomenti di conversazione che potrebbero interessarlo, non ha niente. 
Apre gli occhi e fissa il soffitto della sua stanza, a cui sono incollate quelle stelle di plastica che si illuminano al buio. 
Si passa una mano sul viso e fa leva sui polsi per alzarsi in piedi e dirigersi poi verso l'armadio. 
Aprirlo gli fa quasi prendere un colpo. 
Lui ed Harry non sono due tipi molto ordinati e nell'appartamento regna il caos totale, ma nulla è paragonabile all'armadio. 
I vestiti sono buttati a casaccio, stropicciati, ammucchiati uno sopra all'altro, le magliette sono al posto delle scarpe e le scarpe infilate nel cassetto dedicato alla biancheria. 
A Niall non dà poi così fastidio, ma se lo vedesse sua madre ne morirebbe. 
Lo terrebbe chiuso in casa un intero weekend per sistemare soltanto l'armadio. 
Una settimana intera per dedicarsi invece a tutta la casa. 
Niall rabbrividisce a quel pensiero. 
L'ordine maniacale di sua madre l'ha sempre messo un po' in soggezione, e quando ha scoperto che Harry non è un maniaco del pulito si è sentito sollevato. 
Scuote la testa e cerca di concentrarsi su ciò che è davvero importante. 
Zayn. 
Fruga nell'armadio, finché non ne tira fuori una maglietta con le maniche a tre quarti che si intona perfettamente ai suoi occhi e un paio di jeans.
Disseppellisce un cappellino grigio e se lo cala sulla testa, poi ci ripensa e se lo sfila. 
Apre l'altra anta dell'armadio e fissa il suo riflesso allo specchio. 
Si sfila il cappellino e la maglia , rimanendo a petto nudo, e se ne infila una nera a maniche corte. 
Guarda nuovamente il suo riflesso, per niente compiaciuto della sua immagine. 
Sbuffa e si sfila la maglia nera, per poi riafferrare quella azzurra. 
Alla fine opta per quella. Gli mette in risalto gli occhi, e poi gli aderisce perfettamente al corpo, mettendo in mostra il suo fisico, asciutto ma allenato. 
Prende il cappellino con una mano, mentre con l'altra chiude l'armadio, senza accompagnare le ante che sbattono. 
Ignora il rumore fastidioso e esce dalla camera, afferra le chiavi dallo svuotatasche sul mobiletto del salone e si avvicina all'attaccapanni. 
Afferra un cappotto nero e se lo infila velocemente, poi si infila in tasca il cellulare e si chiude la porta alla spalle, dando due madate di chiave. 
Scende velocemente le scale del condominio e si affretta ad uscire dal palazzo. 
Una folata di vento gelido lo investe ed è costretto ad incassare la testa tra le spalle e a nascondere il mento nel colletto del cappotto. 
Aspetta impaziente l'autobus, per poi scendere dopo appena due fermate. 
Il palazzo in cui abita Zayn è un po' sbilenco e malandato, ma Niall sorride lo stesso, perché lo trova adatto ad una persona come lui. 
Fa qualche passo in avanti e cerca il nome di Zayn tra i campanelli, senza tuttavia trovarlo. 
Alla fine sta per optare per l'unico cognome che gli risulta straniero, Malik - e non riesce a trattenersi dal pensare che stia dannatamente bene con il nome del moro - quando un'anziana signora esce dalla porta e gliela lascia cortesemente aperta. 
Così Niall si infila all'interno del palazzo, iniziando a salire le scale. 
Vicino al cognome Malik c'era scritto terzo piano, ma lui non è neanche sicuro che quello sia davvero il cognome di Zayn. 
In ogni caso decide di fare un tentativo, che, stranamente, riesce. 
Ad aprirgli la porta, infatti, è Zayn, in tutta la sua trasandata bellezza.
 Niall, come al solito, si prende un momento per contemplarlo, per osservare attentamente il viso stanco del ragazzo, gli occhi vitrei e le gambe magre. 
Niall ha provato a scrivere di Zayn, ha provato a scrivere dei versi su di lui, ma non gli è uscito nulla. 
E questa cosa lo sta logorando.

"Ciao" dice sorridendo titubante. 

Zayn si scosta e lo lascia entrare in casa, chiudendo la porta alle sue spalle. 
Niall si guarda intorno estasiato. 
Zayn vive in un monolocale e un'enorme finestra occupa quasi tutta la parete che dà sulla strada. 
Niall la osserva affascinato, quella finestra dà alla stanza un'incredibile luce, quasi accecante. 
E ciò che si vede fuori lo lascia ancor di più senza fiato.
 Sono abbastanza in alto da poter vedere le piccole casette londinesi con i tetti coperti da una spolverata di neve. 
Senza nemmeno accorgersene sorride, per poi darsi un'occhiata intorno. 
La stanza non è estremamente ordinata, ma non è neanche il caos totale. 
Sul letto sfatto sono ammucchiati dei vestiti spiegazzati, e la stanza, pur essendo abbastanza grande, è occupata da decine di tele. 
Niall vorrebbe avere il tempo per poterle osservare tutte, ma decide di voltarsi verso Zayn e guardarlo negli occhi. 

"Wow" dice solo, e si sente incredibilmente stupido. 

Il sorriso che gli rivolge il moro è tirato e stanco. 
Niall non sa bene cosa fare, così inizia a dannarsi per trovare qualche argomento di conversazione.

Sta ancora parlando a raffica quando il Zayn lo ferma e mormora divertito: "Niall."

Gli occhi di Niall, che sono rimasti per tutto quel tempo puntati sul pavimento, si fissano nei suoi. "Sì?"

Zayn sorride, e Niall potrebbe giurare di vedere un misto di dolcezza e tenerezza sotto il velo stanco che rende la sua espressione così apatica.  

"Non devi per forza parlare."

Le guance di Niall si tingono di rosa quando Zayn gli si avvicina. 
Il ragazzo dagli occhi azzurri inizia a balbettare e a dire cose senza senso, per poi riuscire a borbottare una frase compiuta. 

"Ah no? Cosa... cosa dovrei fare, allora?"

Zayn ride del suo imbarazzo e Niall sente il suo fiato caldo sul viso. 
Il ragazzo sa di fumo, e Niall con stranezza si rende conto di non averlo mai visto fumare. 
Posa lo sguardo sul tavolo alle spalle del moro, e vede che in effetti sopra c'è un pacchetto di sigarette. 
E ce n'è un altro sul comodino.

"Non saprei, dovresti saperlo tu" soffia Zayn, riportandolo alla realtà. 

Niall lo guarda perplesso, ma allo stesso tempo affascinato. 
Zayn gli fa paura, ma lo incuriosisce anche. 
E' una sorta di attrazione-repulsione, ciò che prova. 
Sente che non può stare senza Zayn, ma tuttavia stare con lui lo mette terribilmente a disagio. 
Per la prima volta capisce cosa provino gli altri a stargli vicino. 
Perché anche Niall è una di quelle persone che attrae, per via del suo aspetto fisico, ma allo stesso tempo respinge, a causa del suo carattere fin troppo particolare. 
Il viso di Zayn è straordinariamente vicino al suo, e per un momento Niall pensa che il moro stia per baciarlo. 
Zayn punta i suoi occhi in quelli del ragazzo, per poi abbassarli sulle sue labbra. 
Si avvicina, e Niall per un momento trattiene il respiro, tutto il corpo in tensione, finché Zayn non sorride e si allontana bruscamente.

"Vuoi del caffè?"

Le parole del moro confondono Niall, che inizia a incespicare come uno stupido che non capisce ciò di cui si sta parlando. 
Lo sforzo che fa per trattenersi dal dire uno spaesato 'Cosa?!' è davvero incredibile. 
Aspetta un paio di secondi, prima di arrischiarsi a rispondere. 

"Non bevo caffé" mormora, per poi gettare un'occhiata all'angolo cottura. 

Zayn gli volta le spalle e raggiunge il frigo, spalancandolo.

"Fantastico, se vuoi qualcosa serviti pure" gli dice. 

Il moro inizia a svuotare la macchinetta del caffè, poi apre un nuovo pacco di quest'ultimo e inizia a travasarlo nella macchinetta, aiutato da un cucchiaino. 
Niall si avvicina cautamente al frigo e prende il cartone del latte, poi se ne versa un po' nel bicchiere. 
Si appoggia al bancone e osserva la stanza, mentre Zayn traffica incessantemente con il fornello. 
Niall fissa le tele sparse per la stanza, che lasciano davvero poco spazio per muoversi. 
Nell'angolo opposto della stanza si trova il disegno più grande. 
Raffigura una stanza, in prospettiva. 
E' in bianco e nero, ma sembra contenere più colori quella tela che l'intera stanza in cui si trovano lui e Zayn in questo momento. 
Il pavimento è logoro e disconnesso, fatto di pietre tondeggianti. 
Le tende che coprono la finestra svolazzano quasi come se fossero mosse dal vento, e Niall è quasi sicuro che nella stanza sia notte. 
I toni che Zayn ha usato sono scuri e lugubri, l'arredamento quasi scompare nel nero del carboncino. 
Quel disegno intimorisce Niall più di quanto non faccia Zayn stesso, così sposta la propria attenzione su altro. 
Per terra ci sono un mucchio di fogli appallottolati e delle matite sparse. 
Niall nota con inquietudine che le matite sono quasi tutte nere o grigie, così come le tempere, i colori ad olio. 
Se davvero possono chiamarsi colori. 
Il ragazzo guarda le altre opere, e inizia a pensare che siano terribilmente angoscianti e tristi. 
Si sofferma sul foglio poggiato sul letto, circondato da scarti di gomma da cancellare e da matite con la mina più o meno dura.
Sopra c'è raffigurato l'interno del bar dove lavora Niall. 
Il ragazzo distoglie velocemente lo sguardo, leggermente turbato, per spostarlo su un altro foglio, mezzo spiegazzato e poggiato su una sedia. 
E con orrore Niall riconosce Harry, intento a fissare un ragazzo senza volto. 
Quando capisce che il ragazzo senza tratti è lui, rabbrividisce. 

"Hai paura di me, Niall?" Niall sobbalza e rovescia un po' del latte che si era versato nel bicchiere. 

Zayn si è avvicinato a lui, con una tazza di caffè in mano, e la sta sorseggiando tranquillamente. 
Non sono vicini come prima, ma Niall riesce a vedere lo stesso le profonde occhiaie del moro. 

"Devo averne?" chiede per tutta risposta, mentre giocherella con il bicchiere che tiene in mano. 

Zayn sorride e si volta verso di lui, e per l'ennesima volta Niall non può fare a meno di pensare a quanto sia bello.

"La gente di solito mi sta alla larga" mormora, guardando dritto davanti a sè.

 Niall ha ancora il capo rivolto verso di lui, quando Zayn aggiunge: "Infatti pensavo che non saresti venuto."

Niall scoppia a ridere. "Bè, pensavi male, no?"

Zayn non dà alcun segno di vita, si limita semplicemente ad annuire con aria cupa, per poi prendere un sorso del suo caffè. 
Niall fissa le sue labbra chiudersi attorno a bordo di essa e sente una scossa elettrica attraversargli il corpo. 
Questo ragazzo mi farà impazzire, pensa affranto, mordendosi il labbro. 

"Non dovresti essere nervoso, bevendo tutto questo caffè?" osserva Niall, per non pensare a come lo fa sentire la vicnanza con Zayn.

Questa volta è Zayn a scoppiare a ridere. "Infatti lo sono."

Niall annuisce leggermente, senza tuttavia dare credito a quella frase. "Non sembra. Sembri uno piuttosto tranquillo."

Il moro fa un mezza risata, poi poggia la tazza vuota sul bancone e volge la sua attenzione a Niall. 
"E' perché mi sto controllando. Per esmpio, mi innervosisce molto il fatto che tu ti sia messo quella maglia."

Niall si passa un mano tra i capelli biondi tinti, per poi abbassare lo sguardo sulla sua maglia. 

Ne tira il bordo con entrambe le mani per vedere cosa ci sia che non va, ma nessuna macchia campeggia sul tessuto elastico. 

"Cos'ha che non va?" chiede infine, perplesso. 

Zayn sembra essere a terribilmente a disagio, perché deglutisce ed evita il suo sguardo. "E' dannatamente attillata."

Niall avvampa e abbassa lo sguardo, senza dire niente. 

Dopo qualche minuto di silenzio, è Zayn il primo a parlare. "Sono gay, Niall. Lo sai, vero?"

Il biondino alza lo sguardo e lo punta sul moro, per nulla imbarazzato. "Sì, l'avevo immaginato."

Zayn lo guarda perplesso. 
Evidentemente non ha ancora capito che anche Niall è 'orientato', per usare l'espressione più comune. 

"Ah."

Nella stanza ricade il silenzio, ma questa volta dura appena pochi secondi, perché poi Zayn riprende a parlare. 

"Bè, se lo sapevi potevi anche evitare di metterti una maglietta così. Ci hai pensato che io con questi vestiti ti ci devo ritrarre?"

Niall si concede una mezza risata, poi dice: "Se ti dà così fastidio, prestami qualcosa che mi cambio."

Il moro impallidisce e il suo sguardo si fa ancora più vitreo di quanto non lo sia già normalmente. 
Sembra che quella domanda lo metta parecchio a disagio, ma il biondo non se ne rende conto. 
Zayn si allontana dall'angolo da cucina e spalanca l'armadio, tremendamente ordinato, e ne estrae una semplice maglietta bianca, a maniche corte. 
Niall la afferra al volo e gli dà le spalle, sfilandosi dalla testa il cappellino grigio da rapper e la maglia. 
Sente lo sguardo di Zayn fisso sulla sua schiena nuda, e, a disagio, si infila in fretta la sua maglia. 
Quando la stoffa gli sfrega contro il viso Niall sente l'odore di Zayn. 
E' un misto di ammorbidente - probabilmente quello azzurro che usa anche sua madre - caffè, e nicotina. 
E' un odore a cui non è abituato, ma tutto sommato non gli dispiace. 
Appallottola la maglia e rovescia il cappellino, infilandocela dentro e poggiando il tutto sul ripiano della cucina. 
Quando si volta Zayn ha lo sguardo fisso su di lui, ed è apoggiato all'armadio con le braccia incrociate. 

"Fantastico" borbotta Niall, leggermente in imbarazzo. "Allora, dove devo mettermi?"

Prima di rispondergli, Zayn libera il pavimento dalle scartoffie prendendole a calci. 

Quando il pavimento è relativamente libero, dice: "Sdraiati."

Niall lo fissa, poi si siede cautamente a terra, senza distogliere gli occhi dal moro. 
Sospira, prima di decidere di fare come dice lui e adagiarsi al pavimento, percependo il freddo delle mattonelle contro le ossa della spina dorsale. 
Quel contatto fa rabbrividire Niall, che si irrigidisce non appena Zayn accenna a muoversi. 

Notando la sua reazione, quest'ultimo scoppia a ridere. "Tranquillo, non ti faccio nulla."

Niall sbuffa, ma si rilassa quando lo vede allontanarsi e sedersi per terra, con un album tra le mani. 

Zayn lo osserva un attimo, poi sbuffa. "No, così non va bene. Scambiamoci di posto." 

Il biondo fa leva sui gomiti e si tira a sedere, guardando Zayn divertito.
 Il moro invece sembra pensieroso, e, mentre si sposta, non si accorge nemmeno di aver urtato Niall. 
Questo si sdraia nuovamente, nel posto che prima occupava il moro, che sta nuovamente scuotendo la testa. 

"No. Devi avere la faccia rivolta verso la finestra."

Niall sbuffa, spazientito. "Ma così mi acceco, c'è troppa luce."

A quella frase seguono un mare di imprecazioni da parte del moro, che si alza in piedi e tira la tenda color bianco sporco. 

Niall sorride. "Grazie."

Zayn non dice nulla, torna nuovamente a sedersi, ma dopo pochi secondi si alza per sostituire l'album con un foglio di dimensioni decisamente maggiori. 
Lo poggia sul pavimento e si sdraia sulla pancia, afferrando una matita e iniziando a mordicchiarne l'estremità. 
Niall cerca di non fissarlo mentrelo fa, ma pensa che sia un gesto dannatamente sexy. 
Per non pensarci, cerca una posizione comoda, anche se non pensa di poterne trovare una su un pavimento. 
Ma tentar non nuoce, dice sempre Harry. 
Così appoggia le mani sotto la testa, intrecciando le dita, in modo che il suo capo sia leggermente più in alto rispetto al suo corpo, e guarda Zayn. 
Anche Zayn lo sta guardando, ma lui pare concentrato. 
Niall ne approfitta per osservarlo, per osservare quegli occhi così tristi e allo stesso tempo così profondi, quelle mani così assurdamente perfette.

"Che c'è, Niall?" domanda ad un certo punto Zayn. 

Niall si accorge che i suoi occhi non sembrano più così distanti e concentrati.

"Niente" replica, senza distogliere gli occhi dal moro.

"Perché mi stai guardando così?"

Niall fa un mezzo sorriso. "Perché sei bello."  

Le guance di Zayn si fanno sospettosamente colorite, e a Niall farebbe piacere, se non si stesse mordendo anche l'anima per aver detto quelle cose ad alta voce. 
Al moro ci vuole un secondo per far sparire l'imbarazzo, ma è pur sempre un secondo, e Niall fa in tempo ad accorgersene. 

"Bè, allora non guardarmi così. Mi distrai" mormora, la voce bassa e gli occhi fissi sul proprio foglio da disegno. 

Niall sorride intenerito. "Cosa devo guardare, allora?"

"Guarda le stelle" gli suggersice il moro, senza degnarlo di uno sguardo. 

Poi "Oh" dice, come rendendosi conto di ciò che ha appena detto. 

Con un cenno indica al biondo, che lo sta ancora fissando confuso, il soffitto. 
Niall volta il capo verso di esso, e rimane incantato.

"Oh."

                                                                                     


                                                                                                              -


Heilà. 
Okay, questo capitolo è dannatamente lungo. 
Cioè, lo è per questa storia, visto che gli altri sono comunque piuttosto brevi. 
Sostanzialmente non succede nulla, però a me è piaciuto scriverlo, perché mi immaginavo zayn e niall lì a dirsi quelle cose e... addio mondo, aha. 
Il prossimo capitolo sarà un po' più... triste. 
Triste sempre negli standard di questa storia, e fidatevi che generalmente quando scrivo saltano fuori cose decisamente più tristi di questa.
Bene, dopo questo spazio autrice non sense, vi lascio.
ourvuar madmuasel :)
Ah, già, me ne stavo quasi per dimenticare, come al solito. 
Grazie a chi preferisce, ricorda, segue, recensisce, grazie a chi mi ha inserito tra le autrici preferite, perché - oh cielo! - delle persone mi hanno inserito tra le autrici preferite. 
Vi giuro che a vederlo sono morta, non sapete quando questo sia importante per me. 
Vi volgio bene :')
Okay, vado veramente, ciao ciao <3

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Capitolo 6
*** You look like a menstruating woman. ***


Capitolo 6



Well, I'm sorry guy but I can't stay
Feelin' like I do today
It's too much pain and too much sorrow.
- The last time, The Rolling Stones.






Zayn


Zayn si prende un minuto per guardare Niall, sa di poterlo fare, avendo la scusa del ritratto. 
In verità, l'idea del ritratto a prescindere è stata solo una scusa per provare ad avvicinarlo. 
E forse per poterlo guardare come lo sta guardando in questo momento. 
"Perché mi stai guardando così?" 
"Perché sei bello."
Zayn sta cercando di ricordarsi quando è stata l'ultima volta che qulcuno gli ha detto che è bello. 
E si rende conto che nessun altro ragazzo gliel'ha mai detto. 
Lui è sempre stato per tutti 'il sesso che cammina' o 'un figo della madonna'. 
Nessuno gli ha mai detto che è bello. 
E lui non ha mai pensato di esserlo. 
Anche perché non aveva idea di cosa fosse la bellezza prima di incontrare Niall. 
Liam, il figlio del medico di sua madre, lui è bello, sì. 
Ma cos'è in confronto al biondino che in quel momento è sdraiato a pochi centimetri da lui e guarda con espressione estasiata il soffitto?
"E'... vetro?" sta domandando, rapito. 
Zayn sorride. 
Gli piace quel ragazzo. 
Gli piace come aggortta le sopracciglia, osservando il soffitto. 
Gli piace come si arricciano le sue labbra nel tentativo di capire come il cielo possa essere sul soffitto di casa del moro.
"L'ho dipinto io."
"Wow, è... sembra vero" si complimenta il biondo. 
Sembra colpito, come se non se lo aspettasse. 
Zayn abbassa lo sguardo sul foglio ancora bianco, per poi farlo riadagiare su Niall. 
Il moro pensa che Niall sia la cosa più bella che abbia mai visto. 
Si sofferma sul suo viso, sull'espressione estasiata, e sul sorriso che gli fa incurvare le labbra in una mezzaluna sbilenca. 
Ci mette un attimo per capire di voler ritrarre Niall con quella precisa espressione sul viso, come se avesse appena visto una cosa bellissima. 
Le sue mani corrono in fretta sul foglio, la matita che lascia tratti leggeri e appena accennati, tutto il suo corpo è concentrato. 
Alza di nuovo gli occhi verso Niall per poter riprodurre la linea della sua fronte, ma i suoi occhi si perdono. 
Quel ragazzo è talmente bello che è impossibile soffermarsi soltanto su un suo particolare, gli occhi vengono rapiti immediatamente dalla linea dritta del naso, dalla curva morbida della bocca, dal collo, il pomo d'adamo che va su e giù quando deglutisce... 
Zayn si impone di fermarsi e di tornare a concentrarsi sul disegno. 
Vuole vedere Niall, e lo vuole vedere tutto, persino le sue mani nascoste sotto la nuca.
"Come hai fatto a farlo?" domanda il biondo, voltando la testa verso di Zayn. 
Quest'ultimo fa spallucce, tracciando alcune ombre nell'angolo del foglio. 
"Ho usato una scala" spiega con tono disinteressato. 
Non gli sembra poi così afascinante, ma Niall ne sembra completamente colpito. 
Volta il capo verso il soffitto, poi torna a guardare Zayn, che sembra piuttosto concentrato. 
Quando alza la testa e si trova Niall a fissarlo si innervosisce.
"Non guardarmi così, Niall. Rimettiti com'eri prima."
Il biondo fa una mezza risata e si volta su un fianco, verso Zayn. "Ti metto a disagio, vero Zayn?"
Il moro deglutisce e punta gli occhi sul pavimento. "Non mi piace quando la gente mi guarda disegnare," dice solo. 
Il tono che ha usato desiste Niall dal suo intento di infastidirlo e lo fa rigirare sulla schiena. 
Zayn riprende il suo lavoro. 
Passano i secondi, i minuti, passa un'ora, ne passano due. 
E Zayn non a nemmeno terminato il viso. 
Vuole metterci il più possibile, vuole avere una scusa per studiare Niall, per poterlo guardare. 
Per poter stare con lui. 
Zayn non ha mai avuto molti amici. 
Ora ha Liam, e sa che Liam ci tiene lui. 
Zayn sa che sarebbe il ragazzo perfetto di cui innamorarsi.
Liam è dolce e comprensivo, e gli vuole bene.
E anche Zayn gli vuole un gran bene, ma non è sicuro di amarlo. 
Zayn non sa neanche cosa sia l'amore, nessuno gliel'ha mai mostrato, ma Niall gli ispira amore. 
Tutto in Niall gli suggerisce di conoscerlo meglio, ma sa che Niall ha paura di lui, come qualsiasi altra persona. 
Ha visto come ha guardato i suoi disegni, e ha visto la sua espressione di terrore quando ha notato il ritratto dell'altro cameriere, Harry, mentre lo fissava. 
Se solo Niall sapesse quante volte Zayn ha provato a ritrarlo, senza tuttavia riuscirci. 
C'è riuscito con Harry, c'è riuscito con il ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli castani che lo guarda sempre, con il barista tutt'ossa e gli occhiali con la montatura nera, con la ragazza bionda che serve ai tavoli insieme a Niall.
Ma non c'è riuscito con il biondino.
I suoi tratti continuano a sfuggirgli, come se fossero un liscio specchio d'acqua sul quale qualcuno ha fatto rimbalzare dei sassi. 
E' questo che vede quando prova a ritrarlo, solo una grandissima confusione. 
Gli serve avercelo davanti, per potersi ricordare i suoi lineamenti. 
Immerso nelle sue riflessioni, ci mette qualche secondo per accorgersi che Niall ha abbandonato la sua postazione per avvicinarsi a lui. 
Sbuffando, si sdraia sulla pancia accanto a Zayn, facendo sfiorare le loro braccia. 
Zayn ha appena il tempo di pensare che a Niall dovrebbe dare fastidio il contatto tra il suo braccio nudo e il maglione di lana che indossa in quel momento il moro, quando il biondino si sporge per guardare il disegno. 
Zayn si irrigidisce di colpo, mordendosi la lingua e aumentando la presa  sulla sua matita. 
Niall osserva attentamente il lavoro di Zayn e, sorridendo, mormora: "Mi somiglia."
Zayn sembra perplesso. "Bè, sì, dovrebbe essere quello l'intento."
Il sorriso di Niall si allarga e il biondino si volta verso l'artista, cercando i suoi occhi. 
Zayn lo guarda, leggermente a disagio, sposta i gomiti in modo che le loro braccia non si tocchino più e abbassa nuovamente la testa.
"E' molto bello" aggiunge Niall, scostando la mano di Zayn, che in parte copre il disegno. 
Zayn rabbrividisce. 
Il tocco di Niall è così delicato e allo stesso tempo così rude che gli ricorda allo stesso tempo Liam per la prima qualità e il proprio padre per la seconda. 
Il moro poggia lo sguardo sulla mano di Niall, sulle unghie piccole, quasi da bambino. 
Quelle mani gli sembrano una contraddizione. 
Sono grandi, chiare e  lattee come la pelle del ragazzo, eppure le unghie sono così piccole. 
"Anche tu lo sei" sussurra a bassa voce, per poi mordersi la lingua da solo. 
Non avrebbe dovuto dirlo. 
In quel mese si è reso conto di alcune cose, e tra queste il fatto che tutti gli facciano sempre i complimenti per il suo aspetto. 
E improvvisamente capisce che a Niall questo dà fastidio.
"Ma certo" dice infatti il biondo, facendo leva su braccia e ginocchia per alzarsi velocemente in piedi.
"Niall io non..." inizia Zayn, scattando in piedi e raggiungendolo. Niall sta già armeggiando con la porta. 
"Scusa, ma è tardissimo, e non ho avvisato Harry che non tornavo per cena. Ci vediamo" mormora senza guardarlo negli occhi, poi esce dall'appartamento e inizia a scendere le scale a rotta di collo. 
"Niall io... scusa" sussurra Zayn, più a sè stesso che a qualcuno in particolare. 
Sente i passi di Niall fermarsi un momento, è questione solo di un secondo, e Zayn per un secondo spera che torni indietro, ma poi lo sente continuare per la sua strada. Sbatte la porta, imprecando e riproverandosi da solo.
Torna in casa e sferra un calcio contro il mobile della cucina, senza che il dolore riesca completamente a distrarlo. 
E' talmente abituato a soffrire fisicamente che ormai non si rende più conto di nulla. 
Il suo sguardo cade sul ritratto di Niall, e si obbliga a sopprimere l'urlo che minaccia di uscire dalla sua bocca. 
Lo pesta violentemente, lasciando che vi compaiano decine di pieghe. 
Non gli somiglia nemmeno un po', anzi. 
Non sembra nemmeno lontanamente il ragazzo che fino a poco prima gli teneva compagnia, no. 
Non è riuscito a coglierne il dolore nascosto sotto a quel velo di menefreghismo e arroganza che copriva i cuoi occhi. 
Non è riuscito a coglierne la bellezza così rude e al tempo stesso dannatamente equilibrata. 
Zayn si inginocchia per terra e raccoglie il foglio, lo studia, lisciando le pieghe, e le lacrime iniziano a velargli gli occhi. 
Non ce la fa. 
Non riesce a ritrarlo. 
Guarda con rabbia quello stupido foglio e lo strappa, milioni di pezzi di carta che gli scivolano tra le dita e si adagiano sul pavimento. 
Li lascia cadere tutti, uno ad uno, e poi chiude gli occhi. 
Non vuole piangere. 
Non ancora. 
Si passa una mano tra i capelli e prende un respiro, poi getta un'occhiata all'orologio. 
"Sto impazzendo" mormora a sè stesso, scuotendo la testa. "Sto diventando pazzo."
Si avvicina al ripiano della cucina e si prepara la macchinetta del caffè, e accende il gas. 
Dopo quello che è successo, Niall non verrà più a farsi ritrarre, ne è sicuro. 
Inizia a rimproverarsi da solo. 
Zayn è abbasanza sensibile da aver capito che Niall ha bisogno di tutto tranne che di un'altra persona che gli dica quanto è bello. 
Zayn ha visto quanti amici ha Niall, e ha visto anche quanto sono falsi e adulatori, e ha capito che per conquistarsi la sua fiducia non bastano i complimenti o le adulazioni.
Si butta sul letto e fissa il soffitto senza vederlo veramente, in attesa che salga il caffè. 
Deve prepararsi ad un'altra notte, e pensa che i rimorsi lo possano aiutare a rimanere sveglio. 
Gli sembra l'unica cosa positiva di tutta quella faccenda. 

Niall

E' domenica mattina e Niall sta ancora dormendo, quando Harry infila nello stereo 21 di Adele. 
Niall sente le note strazianti e fa un verso disgustato.
"HARRY" grida, riuscendo ad apparire comunque calmo. 
Getta un' occhiata alla sveglia e quando nota che le lancette sono ferme sul nove e sul dodici sbuffa e seppellisce la testa sotto al proprio cuscino. 
"Harry, amore mio. Io mi alzo tutte le mattine alle sei-" inzia con tono stanco, ma Harry lo interrompe per precisare dalla cucina: "Sei e mezza!"
Niall alza gli occhi al cielo, nonostante in quel momento li abbia chiusi. 
"Sei e mezza," si corregge, stizzito, continuando ad urlare. 
"Ebbene, cosa ti fa pensare che io voglia alzarmi alle nove di domenica mattina, per di più con questo strazio come sottofondo?"

"Ehi!" la voce di Harry è più vicina e Niall intuisce che è sulla porta. "Come ti permetti di criticare così mia moglie?"
Niall sbuffa rumorosamente, il più rumorosamente che può, a dire la verità, ma il suo fiato è soffoscato dal cuscino. 
"Harry, per l'ennesima volta, Adele non è tua moglie. E' felicemente sposata ed ha un figlio."

"Niall, per l'ennesima volta, ti ho già detto che quel figlio è frutto della nostra relazione clandestina, ha preso tutto dal suo bellissimo papà" replica il riccio, con tono irritante.
"Oh per Dio!" esclama Niall, scattando a sedere e gettando via le coperte. 
"Non ne posso più di questa storia, Harry. Te lo dico, se non ci dai un taglio esco da questa casa e non ci entro più."
Harry gli dà le spalle per tornarsene in cucina, poi dice: "Ah sì, e dove andrai ad abitare? Sotto un ponte?"
Niall sbuffa, scoraggiato. E' impossibile averla vinta con quel ragazzo.
A volte è talmente infantile e fastidioso.
Si nasconde di nuovo sotto il piumone, provando ad ignorare la fastidiosa luce che filtra attraverso le tende.
Niall non crede che ci sia qualcosa di più orrbile del svegliarsi presto la domenica mattina.
E' un ferreo sostenitore della cura del sonno lui.
Ossia: dormi quanto, come, dove, e quando vuoi.
Ci sono giorni in cui torna da lavoro e si mette a dormire senza risvegliarsi fino all'indomani.
Niall sente Harry uscire di casa, il portone che sbatte violentemente.
A quel rumore, la pazienza di Niall termina e il biondo scatta in piedi.
Si alza, chiude le tende, barrica la porta e si infila sotto le coperte, sperando di riuscire a riaddormentarsi.
Ovviamente non ci riesce.

***

E' lunedì mattina, e Niall freme impaziente, lo sguardo puntato verso la porta.
Non ha fatto ancora colazione, nonostante siano ormai le nove e mezza, perché l'unica cosa a cui riesce a pensare è che Zayn non è ancora arrivato.
Sospira, mentre Harry gli ripete ancora una volta di mangiare qualcosa.
Niall lo ignora, il mangiare in quel momento è l'ultimo dei suoi problemi, e dire che in genere lui mangia qualcosa ogni tre per due.
Un'altra furtiva occhiata all'ingresso del bar, ovviamente invana.
Niall scuote la testa e si dice da solo che Zayn non verrà, non quel giorno.
Non oggi.
Con uno scatto di rabbia getta lo strofinaccio sul bancone, la frustrazione evidente nei suoi occhi e nelle sue mani tremanti.
Sente Harry affiancarlo e posargli una mano sulla schiena, sente il suo sguardo vigile e preoccupato.
"Tutto okay, piccolo?" gli domanda con voce respondabile.
Niall non può far altro che annuire e gettare un'ulteriore occhiata alla porta.
Smettila, tanto non verrà.
Harry gli scompiglia i capelli e se ne torna al suo lavoro, un vassoio in una  mano e una serie di depliant nel'altra.
Niall lo segue con lo sguardo, poi, scoraggiato, riprende a lavare le varie tazze e tazzine.
Generalmente preferisce servire ai tavolim, ma quel giorno non è proprio in vena.
L'acqua tiepida gli scorre sulle mani, la ceramica liscia separata dalla sua pelle soltanto grazie ad una spugnetta lilla intrisa nel detersivo.
Non è una bella giornata, no. Non è per nulla una bella giornata.
Fuori nevica, c'è freddo, buio, e Harry quella sera lo lascerà da solo per uscire con i suoi amici.
E' così scoraggiato e depresso che quell'insieme di cose non fanno che intristirlo ancora di più.
A Niall non piace l'inverno. E' così freddo e apatico, e gli ricorda troppo se stesso.
Non gli piacciono le cose che gli ricordano se stesso. Per niente.

Harry

Harry sospira e serve ad una coppietta i loro espressi accompagnati da brioche, poi torna al bancone per ricaricare la macchina del caffè e prepararne altri.
E' così frustrante vedere coppiette dappertutto, sembrano volergli ricordargli continuamente che Niall ormai non è più suo.
Sospirando, si passa una mano sul viso. In fondo non è così doloroso, una volta che ci fai l'abitudine.
Sta solo male a vedere Niall così triste per un ragazzo che non lo merita.
Zayn non gli va proprio a genio, ecco. Non che sia facile che ad Harry vada a genio qualcuno, ma Zayn proprio non lo tollera.
Lo innervosisce. Sa che è il motivo degli incubi di Niall.
E sa anche che Niall merita molto di più.
Getta un'occhiata stanca a Niall, fermandosi un momento per osservarlo.
Niall sorride a tutti i clienti, ma ogni tanto perde il controllo e impreca, frustrato, gli occhi che corrono alla porta.
Dalla sua impazienza Harry comprende che il biondo non aspetta altro che di vedere Zayn.
Con un respiro forzato manda giù il groppo che ha in gola e impila le tazze e i piattini da lavare sul banco, affianco a Niall.
Fa di tutto per allontanarsi in fretta dall'amico e per tornare a portare vassoi avanti indietro, stesso tragitto ma ordinazioni diverse.
Sta poggiando su un vassoio due caffè e una brioche quando una voce squillante lo interrompe.
"Ciao Harry!" mormora Louis, poggiando le mani sul bancone.
Louis ha delle belle, bellissime mani.
Quelle di Niall sono diverse, le unghie corte e smangiucchiate, quelle di Louis invece sembrano più delicate.
Harry distoglie velocemente lo sguardo per posarlo sul suo viso e rivolgergli un debole sorriso.
"Ciao Lou" ricambia, mentre gli occhi azzurri del ragazzo lo studiano, mettendolo a disagio.
"Tutto okay?" gli chiede, e Harry sente i suoi polmoni sgonfiarsi perché no, non è tutto okay.
E' tutto uno schifo. Lui è ancora innamorato di Niall e Niall invece ha perso la testa per Zayn.
Esce con Louis perché lo aiuta a distrarsi, a volte ci prova anche con lui, ma Louis non lo segue mai.
Liquida le sue battutine e le sue avance, giustificandosi con cose del tipo 'non sono un ragazzo da una botta e via'.
Harry pensa distrattamente che si sono visti  ormai parecchie volte, circa una decina, e una di queste a casa sua.
Louis invece non ha mai invitato Harry a casa sua.
Respinge quei pensieri e "Sì, tu?" risponde stancamente.
In quel momento ha voglia di parlare con tutti tranne che con lui, i continui rifiuti da parte del più grande a volte gli danno un po' sui nervi.
Il riccio non è abituato a essere respinto e, al contrario di Louis, è un tipo da una botta e via.
"Sai" inizia tentennante Louis, le mani che si contorcono mentre Harry le fissa.
Louis se ne accorge e se le infila in tasca, con un piccolo colpo di tosse imbarazzato.
In quelle poche volte che si sono visti, Harry ha capito che Louis è uno di quei tipi che arrossiscono facilemente e che si imbarazzano per nulla.
Niall invece non lo è mai stato, nè timido nè in imbarazzo.
"Io..." continua Louis, fissando il legno del bancone. "Io mi chiedevo se oggi pomeriggio ti andasse di fare un giro con me, ecco."
Le labbra di Harry s'incurvano in un sorriso e le sue mani interrompono ciò che sta facendo per congiungersi e posarsi sul bancone.
Con un'espressione incuriosita e provocante, guarda Louis, che balbetta un paio di parole, per poi zittirsi.
Harry si sporge in avanti e lo guarda dritto negli occhi, divertito. "Sembri una femminuccia, Tomlinson."
Louis sembra sinceramente offeso per quel commento, perché si volta e gli dà le spalle.
Con un movimento fulmineo Harry gli afferra la manica della giacca e lo attira a sè, per quanto gli possa permettere il bancone che li divide.
"Dove vai?" gli chiede, la voce forse un po' troppo alta.
Louis guarda la sua mano sul proprio braccio e solleva le sopracciglia, poi guarda Harry, schiarendosi la voce.
Sembra volergli dire di lasciarlo andare, e ciò incoraggia Harry a stringere la presa.
Il più basso prende un respiro e si sforza di ignorare la mano di Harry, per poi dire: "Mi sembrava di aver capito che non ti era gradit-"
Harry lo interrompe con una sonora risata e sposta la mano dal braccio del ragazzo ai suoi capelli.
I brividi si ricorrrono sulla pelle di Louis e Harry sorride compiaciuto, consapevole dell'effetto che gli fa.
"Quindi cosa vorresti fare oggi pomeriggio?" gli chiede, ignorando per l'ennesima volta le urla isteriche di Lisa.
Louis sembra preso in contropiede da quella domanda, perché guarda Harry con la bocca socchiusa.
"Ehm, io... magari potremmo andare a prendere un gelato?" bisbiglia, la voce incerta.
Harry pensa che sia patetico. I tipi come Louis lo divertono e lo distraggono, ma non fino al punto in cui ci riesce Niall.
Così "Louis, è dicembre. Non verrò a prendere un gelato con questo freddo" ribatte, sforzando di mettere un po' di disgusto nella sua voce.
Louis sembra deluso, la sua espressione si fa risoluta e arrabbiata.
Harry non riesce a guardarlo negli occhi.
Non riesce a capire quello che prova per lui. Da una parte vorrebbe conoscerlo meglio, dall'altra vorrebbe allontanarlo.
L'ultima volta che si è inamorato di qualcuno è andata a finire come è andata a finire, ossia con un Niall depresso e un Harry con il cuore spezzato.
E il riccio non è sicuro di voler provare a innamorarsi di Louis, non se poi dovrà soffrire di nuovo.
Harry ha una gran paura del dolore, al contrario di Niall.
Niall sembra lo faccia apposta a farsi del male, a isolarsi e a non amare nessuno.
"Sembri una donna mestruata" sta sbottando Louis, la voce più alta di un'ottava.
Harry crede che nessuno gli abbia mai detto qualcosa del genere, e spalanca la bocca, mentre una giovane donna cerca di attirare la sua attenzione per ordinare qualcosa.
Lui la ignora prontamente e sbatte lo strofinaccio che tiene in mano sul bancone.
Louis non sobbalza nemmeno, come se si aspettasse uno scatto simile.
La voce di Harry è carica di disprezzo e rabbia quando dice "Ah, io sarei la donna mestruata?"
"Ma se sei tu che quando ci provo con te - perché sì, ci provo con te, nel caso tu non l'avessi notato - fai il prezioso come una quindicinne!"
Sbraita il riccio, mentre la donna lì vicino rotea gli occhi e sbuffa spazientita.
L'espressione di Louis non potrebbe essere più indignata quando si appoggia al bancone e avvicina il viso a quello di Harry, la timidezza svanita in un solo colpo.
"Io non faccio il prezioso!" replicò Louis, nei suoi occhi azzurri sembravano aredere fiamme incandescenti. 
"Forse, se tu ti concentrassi un po' meno su te stesso e un po' più sugli altri capiresti che ci tengo abbastanza a te da non volere una semplice storiella!"
Harry spalanca la bocca, poi, rendendosi conto di come dev'essere la sua espressione, la richiude e si passa una mano sulle labbra.
Fa per dire qualcosa, ma l'espressione furiosa di Louis gli fa morire le parole sulla bocca.
Sente distrattamente la donna affianco a Louis schiarirsi la voce, e sia lui che il ragazzo si voltano verso la donna, il primo sconvolto e il secondo con uno sguardo truce.
Harry torna a guardare Louis. "Io... tu... non muoverti" conclude infine, per poi rivolgersi alla donna.
Le prepara velocemente un espresso, mentre quella getta occhiate curiose e irritate prima al riccio e poi a Louis.
Harry la liquida velocemente dicendole di pagare alla casse e sposta la sua attenzione su di Louis.
"Bè io... io non so che dirti... se non vuoi 'una semplice storiella' tu... oh!" borbotta, rendendosi conto di quanto sia insensato ciò che ha appena detto.
Louis ride freddamente e lo guarda negli occhi. "E poi sarei io la femminuccia, eh?"
Harry scuote la testa e si morde il labbro, passandosi una mano sul viso. "Beh io... io non sono il tipo da storia alla sole cuore e amore."
Sole cuore amore? Ha detto davvero sole cuore amore?
"Sole cuore amore?" ripete infatti Louis, un ghigno dipinto sul volto.
Harry fa un gesto di noncuranza con la mano, cercando di sminuire quella frase. "Sì, dai, hai capito."
Qualcosa gli dice che in verità Louis non ha capito proprio un bel niente, ma si sforza di non pensarci.
Harry non è abituato a non avere una risposta pronta, e questa cosa lo infastidisce.
Dall'altra parte del bancone, Louis sembra combattuto. "Bene, perfetto. Allora se non sei un tipo da storiella 'sole cuore amore', sparisci dalla mia vita, Styles."
Harry non può trattenersi dal scoppiare a ridere. "Fino a prova contraria, sei tu che continui a presentarti qui" sibila, schernendolo. 
"Io..." inizia Louis, forse leggermente interdetto. Poi serra le labbra e alza gli occhi su di Harry.
"Bene, allora sai cosa facciamo? Me ne vado, ah?" abbaia Louis, sbattendo una mano sul bancone.
E, dette quelle parole, dà le spalle al riccio e esce frettolosamente dal locale.
Harry lo fissa, la bocca spalancata, mentre apre con violenza la porta del bar e urta il ragazzo che Niall sta spettando, Zayn.
Il moro inciampa e cade per terra, attirando l'attenzione di Niall.
Gli occhi del biondo brillano quando capiscono che il ragazzo appena rovianto a terra è il suo Zayn.
E Harry si sente morire, perché vorrebbe che Niall guardasse lui così.
E anche perché Louis se ne sta andando.





                                                                                                                 -

Hey.
Capitolo un po' lungo, eh?
Solo che era da un po' che non postavo, perciò ho deciso di allungare, il pov harry non doveva esserci, lol.
Mi scuso per errori, ma sono dal portatile e non ho word che mi sottolinea le parole sbagliate, sigh :(
Dunque, ringrazio voi magnifiche anime che avete messo la storia tra preferite/ricordate/seguite, e alle ragazze che recensiscono.
Siete splendide deavvero.
E, ohj, ho visto il film di shadowhunters, è bellissimo, jamie è bellissimo, e sì dai...
Il finale è completamente inventato, la coppa mortale l'ha clary e non valentine, simon non diventa topo, la moto non vola.
Ci sono rimasta un po' male per la trama, perché non è stata molto rispettata.
Però in generale è un bel film.
Un'altra cosa, ho scritto una os larry e vorrei che qualcuno mi desse un parere, basta che andiate sulla mia pagina.
E poi, ho una os ziall ambientata nel medioevo, devo ancora finirla e, boh, qualcuno la leggerebbe?
Detto questo, ringraziate il mio pellicciaio e dan, e un po' i 30stm per avermi aiutato a scrivere il pov di haz.
Anyway, scappo.
E, oh, ieri lee ha fatto vent'anni :)
Ancora non ci credo, davvero. Che bello, sono così felice.
Cioè, per lui dev'essere importante aver raggiunto i vent'anni. 
Niente, lo amo, non si può spiegare a parole.
Detto questo,vi lascio, un bacio.
Ah, su twitter sono @zayniesvoice 
Ciao ciao :) xx

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Capitolo 7
*** Wabble ***


Capitolo 7



When you’re happy from a dream

Is it hard to work out what’s real
Is the real over there
More vivid than here ever feels
We could love, we could love you
If you need somebody to love you
While you’re looking for somebody to love.

- Love illumination, Franz Ferdinand.




Niall

Zayn è appena entrato nel bar.
E' appena entrato.
Niall strabuzza gli occhi e volge gli occhi verso l'orologio a parete alla sua destra.
Le dieci.
Sono le dieci di mattina, il che significa due ore di ritardo.
Niall prova ad intercettare lo sguardo di Zayn, ma quest'ultimo si siede stancamente al solito tavolo e gli volge le spalle.
Il biondo sospira e con impazienza inizia a prepare il caffè nero per Zayn, le mani che quasi tremano.
Non sa precisamente perché Zayn lo riduca in quello stato pietoso di dipendenza, quasi come se fosse la sua droga.
La sua iniezione giornaliera di felicità. Di vita.
Mentre la macchinetta svolge il suo lavoro, Niall serve ad una ragazza altissima un frappuccino, poi si volta verso Harry.
Da come Louis è uscito dal locale, urtando malamente Zayn, ha intuito che hanno litigato.
E l'espressione di Harry sembra confermare il tutto: le labbra sono curvate verso il basso, il che è piuttosto insolito per il riccio.
La lucina della macchina per il caffè lampeggia e Niall afferra la tazza con un movimento veloce.
Quasi vola per raggiungere il tavolo di Zayn, il quale in quel momento è al telefono.
Niall si rende improvvisamente conto di non averlo mai visto al cellulare, nemmeno una volta.
Con un'espressione confusa, si avvicina ancora di più al moro e poggia la tazza di caffè sul tavolo, affianco al pacchetto di Marlboro.
Zayn non alza nemmeno gli occhi per guardarlo, continua ad annuire e a dire 'mh-mh' con una voce atona e annoitata.
"Sì, ti sto ascoltando, Lee" sbotta, alzando finalmente il capo e incrociando gli occhi di Niall.
Questo si affretta ad allontanarsi dal tavolo e a raggiungere il sicuro bancone, dietro al quale si nasconde, leggermente sollevato.
Da lì si concede di gettare una veloce occhiata a verso il tavolo 8, e scopre che Zayn ha chiuso la ciamata e sta bevendo il suo caffè, seduto scomposto.
Niall si volta con un profondo sospiro e si concentra sul proprio lavoro.
Non può lasciarsi prendere così da uno stupido ragazzo, non può.
Lui è Niall Horan, il ragazzo che conquista il cuore di tutti ma che non ha nel cuore nessuno.
Non può davvero arrivare ad una tale dipendenza per Zayn.
Dovrebbe essere proibito.
Ci dovrebbe essere un tasto sul cuore di ogni persona, per poterlo premere prima di innamorarsi di qualcuno che non ricambierà mai.
Qualcosa che ti dica 'Ehi! Se spingi questo pulsante lui uscirà dalla tua testa e tu eviterai di stare male!'.
Sì, ecco cosa ci vuole: un modo per decidere di chi innamorarsi.
Se potesse, Niall sceglierebbe certamente Harry.
Senza dubbio, Harry è il ragazzo che fa al caso suo.
E' solare, lo fa ridere, è dolce, e, quando vuole, estremamente gentile.
E Niall è tutto il contrario, ma comunque sceglierebbe Harry, se solo non sapesse di non poterlo amare.
E' doloroso per Niall sapere che il riccio lo ama con tutto se stesso mentre lui non può ricambiare.
Non può ricambiare perché lui non è fatto per innamorarsi, ma solo per essere amato.
Il suo cuore non è stato programmato per dare amore, ma soltanto per riceverne.
Le mani di Niall armeggiano con le tazzine di ceramica, le sistemano in ordine di grandezza in diversi scaffali, per poi riprenderle non appena un cliente arriva.
Passano i secondi, i minuti, un'ora, e il ragazzo continua a lavorare, gli occhi che talvolta corrono verso Zayn, come se non potessero farne a meno.
Alla fine, quando sono ormai le unidici e quaranta, Niall decide di avvicinarsi al tavolo di Zayn per chiedergli se può portare via la tazza.
Lo raggiunge, gli occhi che si sforzano di non guardarlo, e gli parla con voce tremante.
"Zayn, ehm... posso... posso prendere la tazza?" balbetta agitato.
Quando il moro alza il capo per sorridergli, l'agitazione di Niall non può che crescere, accumulandosi in lui progressivamente.
Gli occhi di Zayn si soffermano su Niall, lo scrutano, gli corrono addosso, soffermandosi sulla maglietta e le sue labbra si curvano ancora di più.
"Ti sei messo la mia maglia" osserva, senza rispondere alla domanda.
Niall arrossisce, perdendo l'ultimo briciolo di sciurezza che ha.
Di solito, Niall è un ragazzo piuttosto schietto, non timido, e per di più non si imbarazza con poco, ma Zayn sembra sconvolgere completamente il suo essere.
Quando Niall lo vede, gli sembra di morire ogni volta.
Sente che gli manca la voce e le guance gli vanno a fuoco, sente i brividi lungo la schiena.
E non ha mai pensato che ci si potesse sentire così davvero, ha sempre creduto che fossero soltanto stupidi paradossi, ma ora non ne è più così sicuro.
Ora che Zayn è di fronte a lui e gli sorride in quel modo assolutamente perfetto, non è più sicuro di niente.
Buffo come ogni sua teroia, idea, convinzione, si sia miseramente sbriciolata una volta conosciuto Zayn.
Buffo come si sia ritrovato a non dormire la notte per pensare a lui.
O come sia diventato così dipendente da lui, dopo poco più di un mese.
"E tu la mia" mormora finalmente, dopo aver adagiato lo sguardo sui vestiti del moro.
La maglietta di Niall, quella azzurra - tra l'altro una delle sue preferite - si intravede appena sotto la felpa scura.
Zayn sorride e abbassa leggermente la testa, posando gli occhi sulle proprie mani. "Sì beh io... lascia stare."
Il biondo ridacchia e si appoggia al tavolo, sporgendosi leggermente in avanti.
Non sa da dove gli esca tutta quell'audacia, ma chiede: "Quando ci rivediamo per finire il disegno?"
E, non appena l'ha detto, se ne pente.
Gli basta vedere come il sorriso di Zayn si spegne all'improvviso, e come la sua espressione diventa fredda e distante.
I suoi occhi corrono verso il tavolo e si fermano a fissare il ripiano liscio coperto dalla carta ruvida.
"Niall io non... ho strappato quel disegno" borbotta infine, la voce che sembra quasi combattuta.
Niall sente un nodo alla gola, quasi come se non riuscisse a mandare giù la saliva, e le parole gli muoiono in bocca.
Così tira indietro una sedia e vi si lascia cadere sopra, poi appoggia le mani sul tavolo, vicine a quelle di Zayn.
Troppo vicine a quelle di Zayn, tanto che il moro le tira indietro di scatto.
Niall cerca di non dare troppo peso a quel gesto e decide di essere coraggioso per una volta, prendendo in mano le redini di quella debole conversazione.
"Ah. Beh, puoi sempre rifarlo" gli suggerisce, e forse lo fa non perché ci tiene alla sua carriera da artista, ma perché vuole passare del tempo con lui.
Zayn non sembra per nulla d'accordo, perché scuote la testa. "L'ho strappato."
Il biondo davvero non capisce dove sia il problema, insomma, è un disegno, no?
Se ne può sempre rifare un altro.
Prende un sospiro e lo dice al moro, il quale gira la testa di scatto e lo fissa con gli occhi penetranti.
"Non capisci, Niall" bisbiglia solo, mentre il biondo appoggia svogliatamente i gomiti sul tavolo.
I suoi occhi azzurri stanno scrutando Zayn, indifferenti e interessati allo stesso tempo, quando dice: "Cosa c'è da capire?"
Il moro sospira sconfortato e cerca di dire qualcosa, per poi interrompersi a metà frase.
Si alza di scatto, l'espressione scocciata, e gli dà le spalle.
Niall lo guarda leggermente perplesso, poi, ignorando tutto, persino la voce di Harry che lo richiama, segue Zayn fuori dal locale.
I fiocchi di neve si adagiano leggermente sulle sue spalle e sui capelli chiari, mentre avanze e cerca di raggiungere il moro.
"Zayn!" esclama, aumentando il passo.
Alcune persone di girano verso di lui, probabilmente per la voce troppo alta, ma lui le ignora, concentrandosi solo su Zayn, che sembra deciso a non voltarsi.
"Zayn, aspettami!" grida di nuovo, soltanto per essere ignorato una seconda volta.
Dopo qualche metro riesce finalmente a raggiungerlo, strattonandolo per la manica del giubbotto e facendolo girare verso di lui.
Zayn gli rifila un'occhiata tutt'altro che amichevole, eppure Niall si sente le ginocchia cedere lo stesso, come se gli stesse sorridendo.
"Che c'è?" sbotta il moro.
Niall socchiude la bocca per la sorpresa e poi "Niente, è solo che sei andato via così e..."
La sua voce si affievolisce gradualmente quando si accorge che lo sguardo del moro è posato sulle loro mani, intrecciate.
Lascia la presa e ritira la mano, imbarazzato, per poi riprendere a parlare, la voce leggermente più insicura.
"Volevo solo sapere cosa ti fosse preso" conclude, abbassando la testa e fissandosi le scarpe.
Quel gesto pare intenerire Zayn, perché quando parla la sua voce è dolce. "Niente Niall, va tutto bene."
Lo sguardo di Niall è dubbioso,  e il ragazzo si ritrova a pensare a quanto Zayn sia strano e singolare.
E' più che ovvio che nella sua vita vada tutto tranne che bene. Fin troppo ovvio.
"Allora?" chiede il biondo, con l'unico scopo di rompere quell'imbarazzante silenzio e di riuscire ad uscir vivo da quella conversazione.
Zayn lo guarda perplesso. "Allora cosa?"
Niall non vuole sembrare petulante o altro, ma il disegno è l'unica scusa che ha per poter stare più vicino a Zayn, e non vuole che il moro si allontani da lui.
"Allora quando devo venire per il ritratto?" replica incerto, evitando lo sguardo dell'artista e soffermandosi ad osservare i passanti.
Sembrano così indaffarati, presi dalla fretta, dalla frenesia, i passi svelti, i secondi contati.
Mai un minuto libero, mai un momento di vuoto.
La loro vita sembra così piena in confronto a quella di Niall, che pare solamente un guscio freddo e vuoto, incavato.
La risata di Zayn interrompe i suoi tristi pensieri.
Il moro sta scuotendo la testa divertito quando Niall torna a guardarlo, incuriosito.
"Non ci sarà nessun ritratto, Niall" mormora quello, il sorriso ancora disteso sulle labbra.
Niall s'infila le mani in tasca e lo guarda attentamente. "Ah, no?"
Zayn conferma con il capo, più che convinto, poi intercetta il suo sguardo e sorride leggermente.
"Posso sapere almeno il perché?" la voce di Niall appare un tantino dispiaciuta, un dolore quasi impalpabile filtra attraverso le sue parole.
Niall sente la neve accumularsi sui suoi capelli e ci passa una mano in mezzo per scrollarla via, mentre Zayn si tira su il cappuccio e ignora la domanda.
Il biondo sospira sconfortato e "Vabbè, allora ci vediamo in giro" mormora, per poi voltarsi e avviarsi verso il bar.
"Niall" lo richiama ad un certo punto la voce di Zayn.
Il ragazzo si gira e lo guarda negli occhi, occhi così scuri che talvolta gli paiono neri. "Sì?"
Zayn abbassa lo sguardo e fa scrocchiare le nocche delle mani, come se fosse improvvisamente teso o nervoso per qualcosa.
"Non è colpa tua, sono io che non riesco a ritrarti come sei veramente" mormora infine, così piano che Niall pensa di averlo soltanto immaginato.
Il biondo fa qualche passo in avanti e sorride debolmente, anche se sotto sotto è un po' intimorito.
"E come sono veramente?" gli domanda, inclinando la testa e osservando il ragazzo con attenzione.
L'altro non sembra aver nemmeno il bisogno di pensarci, perché risponde di getto: "Triste."
Niall resta un momento in silenzio, e osserva l'espressione imbarazzata di Zayn con triste felicità.
"E solo. Vuoto. Freddo, forse" aggiunge il moro, ormai incapace di trattenersi e lasciando che le parole gli fuggano dalla tana sicura che è la sua gola.
Il biondo annuisce, poi "Tu invece sei strano"dice, e Zayn scoppia a ridere.
"Dovrei offendermi?" chiede divertito.
Niall sembra pensarci un momento, poi "No, sei strano nel senso buono" mormora, ma è quasi certo che Zayn non l'abbia sentito.
Così, alzando la voce, gli dice: "Anzi, non sei strano, sei solo Zayn."
Il ragazzo sembra trovare divertente quell'ultima frase perché sorride e dedica a Niall uno sguardo indecifrabile.
Gli occhi di Zayn sono troppo.
Troppo neri, troppo profondi, troppo veri.
Niall non è certo di poter reggere una cosa del genere.
Neanche gli occhi di Harry lo fanno sentire così.
Zayn è troppo.
Niall lo osserva: gli occhi del moro vagano tra la strada ed il marciapiede, le mani sono infilate in tasca e tra le labbra c'è la sigaretta che ha appena acceso.
"Hai ancora voglia di fare quel ritratto?" salta sù ad un certo punto, e Niall lo guarda sconcertato.
"Certo."

Louis

Harry Styles.
Ovunque si giri, Louis vede Harry Styles.
I suoi capelli, i suoi occhi, le sue fossette, le camicie improponibili e i suoi stivaletti marroni.
Non è possibile essere così ossessionati da qualcuno, non è possibile.
Non fino a quei livelli.
Sospira ed entra nel supermercato per prendersi qualcosa da mangiare, anche se ha lo stomaco piuttosto chiuso.
Harry lo segue dappertutto, il pensiero di Harry, la voce di Harry, gli occhi di Harry.
Louis ha un fantasma di Harry che lo pedina costantemente, che non lo lascia libero un momento.
Gli sembra una cosa da film, il fatto di essere inseguito da un fantasma.
Gli fa pensare ad un cartone animato che corre per le strade della città inseguito da un'ombra nera, con una colonna sonora inquietante.
Magari "The ghost of thousand little lies" nel momento in cui parte il pezzo movimentato.
Si immagina un Louis cartone che corre e si guarda alle spalle, frettoloso, i piedi che quasi non toccano terra tanto è la fretta di allontanarsi da Harry.
Tanta è la fretta di scappare, di non soffrire di nuovo.
Louis è un ragazzo forte, ma è fragile.
E' un ragazzo che non si fa mettere i piedi in testa, ma è insicuro.
E' un ragazzo combattuto, incoerente e lunatico, un momento prima pensa una cosa e un momento dopo ne pensa tutt'altra.
E' acido, scorbutico e scontroso, ma soltanto con chi non gli va a genio.
E vorrebbe tanto che Harry non gli andasse a genio, ma purtroppo non può fare a meno di pensare a lui.
Lui non è abbastanza bello per Harry.
Non è abbastanza Niall.
Non è abbastanza alto, non è abbastanza biondo, non ha gli occhi abbastanza azzurri.
Afferra i cereali special k original e li mette nel cestello a rotelle che si trascina dietro, mentre si inoltra tra gli scaffali senza vedere realmente ciò che lo circonda.
Louis sa cosa significa amare senza essere corrisposti.
Ha sprecato gli anni migliori della sua vita con un amore non corrisposto, specialmente perché il ragazzo in questione era eterosessuale e non avrebbe mai potuto amarlo, a prescindere.
Ma Louis ovviamente non ha mai pensato che il ragazzo non lo amasse perché interessato all'altro sesso, si è solo concentrato sui propri difetti, le proprie debolezze.
Sul suo fisico poco scolpito, sul viso troppo femminile, sul suo look troppo curato.
Ed è cambiato tanto, troppo.
I pantaloni attillati sono diventati jeans larghi, le bretelle sono scomparse, i colori accesi sono diventati cupi.
Il sorriso si è spento, gli occhi sono morti, le labbra sono diventate fredde.
Tutto per ciò che la gente chiama "amore".
"Amore" è ciò che dovrebbe farti stare bene, ciò che dovrebbe aiutarti ad andare avanti.
Invece a Louis sembra solo che l'amore lo trascini indietro, che lo avvolga nel suo manto nero e che lo rapisca, portandolo nelle viscere della terra.
E Louis Tomlinson non vuole amare, perché amare per lui significa soffrire.
Affezionarsi ad Harry Styles significa soffrire.
Soffrire significa morire.
Tutti parlano sempre di quanto sia bello vedere la persona che sia ama felice, di come sia bello farla ridere, di come sia bello parlare con lei, scherzare con lei.
Tutti parlano sempre di quanto sia bello avere qualcuno al proprio fianco, qualcuno di speciale, qualcuno che ci vuole bene.
Qualcuno che ci ama almeno la metà di quanto noi amiamo lui.
La verità è che nessuno parla di come sia difficile vedere la persona che si ama con qualcun altro, di come sia distruttivo vedere che a farla ridere è qualcun altro, di come sia avvilente vederla parlare con qualcuno che non siamo noi, di quanto sia doloroso non poter scherzare con lei.
Nessuno parla di quanto sia lacerante non avere al proprio fianco la persona che più si desidera al mondo, la persona che per noi è speciale e a cui vogliamo bene.
E' tutto ciò è molto frustrante per Louis, il povero e innocente Louis, ferito, calpestato, maltrattato e deriso, ma nonostante questo ancora in piedi, barcollante.
Barcollante.
E' questa la parola giusta per descriverlo.
Barcollante.
Un momento c'è, il momento dopo non c'è più.
Un giorno è qui, il giorno dopo è là.
Nessun posto preciso, nessuna certezza, nessuna casa.
Non un punto fisso, nè una persona da cui ritornare.
Niente di niente.
Solo un grande vuoto.



                                                                                                                           -





SCUSATE.
Mi dispiace davvero tanto per l'estremo ritardo, non aggiorno questa storia da un secolo e scelgo di mettere il nuovo capitolo alle 5:04 del mattino.
Vado convinta insomma.
Niente, nelle recensioni mi avevate chiesto un pov louis, ed eccolo qui, anche se molto depresso.
Non ho avuto l'ispirazione per giorni e ovviamente mi viene adesso.
Tra l'altro il pov lou è piuttosto depresso, scusatemi.
Gli ziall, per ora loro preocedono bene.
Ripreto, per ora, lol.
E niente, ringraziate asaf che mi ha dato l'ispirazione per il pov louis.
Avevo già scritto tutto quello su niall, ma per louis porprio non mi usciva niente, e, siccome il capitolo mi sembrava troppo corto, sono riuscita a pubblicare solo dopo una giusta dose di maybe you are e di the ghost of thousand little lies, che vi consiglio da ascoltare.
Grazie a chi ha messo la storia tre preferite/ricordate/seguite (siete tante, aw) e a chi mi ha inserito tra le autrici preferite (scherzate, vero?)
Grazie a tutte le lettrici silenziose, mi fa piacere sapere che ci siete, sapete che per me non ha importanza il numero di recensioni, mi basta che ci siate.
Ringrazio in particolare Mrs_Larry, andre_nialler e Sogni d Horan che mi lasciano sempre un mucchio di recensioni.
(spero di aver scritto bene tutti i nomi, se ho sbagliato scusatemi, sigh).
Povere, credo si rompano un po' a recensire sempre ahahha.
Un grazie particolare a Sunrise Efp che mi sostiene sempre, non solo in questa storia ma anche in tutte le altre (passate dalla sua pagina,scrive da dio).
Stasera mi sento in vena di ringraziamenti, ahaha.
Bene, meglio vada.
Se doveste trovare errori  di battitura
(ce ne saranno 23489605) non esitate a segnalarmeli, scrivo dal portatile e non ho word he mi eidenzia le parole sbagliate (un dramma, in pratica).
Oh, oggi i paramore erano in concerto a bologna, nello stand vicino a dove io faccio volontariato servendo ai tavoli.
Nono sono riuscita a vederli, purtroppo, però è stato emozionante, era tutto molto alla mano, non come con i oned che non sapevi dove cristo fossero.
Bene, vi lascio, tra l'altro senza gif perché non mi va di incasinarmi in questo momento.
Un bacio :) xx

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Capitolo 8
*** Portrait and guitar. ***


Capitolo 8




Is in your arms
When the world gives heavy burdens
I can bear a thousand tons
On youe shoulder
I can reach an endless sky
Feels like paradise.
- Uncover, Zara Larsson.




Niall


Niall segue Zayn, che cammina speditamente pochi metri davanti a lui.
Affretta il passo per raggiungerlo e, quando lo affianca, inizia a parlare del più o del meno.
Sa che non dovrebbe farlo, ma non può davvero farne a meno, è più forte di lui.
E' un vizio che ha da quando è piccolo, e non può semplicemente liberarsene grattandolo via come si gratta via la vernice usurata.
Non è un'abitudine superficiale, è un'abitudine profonda e radicata, legata ad ogni fibra del suo essere.
Ed è così, Niall quando è nervoso non può davvero fare a meno di parlare, parlare, parlare.
Zayn si arrischia a gettargli un'occhiata divertita e Niall, sentendosi addosso lo sguardo del moro, arrossisce violentemente e tace.
Ci mettono pochi minuti per raggiungere la casa barcollante di Zayn, l'aria pungente e fredda che si infila sotto i vestiti e piccoli fiocchi di neve che cadono leggiadri.
Il moro tira fuori le chiavi e si sfila i guanti per riuscire a impugnarle meglio.
Niall lo osserva, con le labbra che tremano e i denti che sbattono per il freddo, poiché non si è portato dietro il cappotto.
Harry lo ammazzerà per essersene andato così, ma sa anche che in questo momento sta facendo di tutto per coprirlo e per non farlo licenziare.
Salgono le scale sbattendo i piedi sul tappetino posto davanti alla porta dell'appartamento di Zayn, e piccoli ammassi di neve si accumulano sul pianerottolo.
Niall non fa in tempo a guardarli che quelli già iniziano a sciogliersi e a formare piccole pozzanghere sul pavimento.
Buffo come la neve sia così istantanea, o come velocemente ritorni alla sua forma originaria.
Niall vorrebbe essere altrattanto istantaneo, vorrebbe tornare ad essere il Niall che era da bambino, quello che riusciva ad amare e a volere bene sul serio.
Vorrebbe tornare alla sua forma originaria, veloce come è veloce la neve.
Istantaneo come è istantanea la neve.
Bianco come è bianca la neve.
Sporcata, ingrigita e annerita dalle persone e dalle macchine.
Contaminata e inquinata.
Come è contaminato e inquinato lui.
Si lascia cadere sul divano ad angolo di Zayn e accende distrattamente la televisione, cercando qualcosa di interessante da guardare.
Non sa perché si sia già preso tutta quella libertà, ma a Zayn non sembra dare troppo fastidio, così si lascia andare, sedendosi scompostamente.
Ogni tanto lascia che i suoi occhi corrano verso il moro, inconsapevole, il quale si sta preparando del caffè.
Le occhiaie che quel giorno gli bordano gli occhi sono spaventose, e Niall sente l'impulso di alzarsi, raggiungerlo, baciargli entrambe le mezzelune scure e abbracciarlo.
E chiedergli cos'ha che non va, cosa gli impedisce di dormire.
Vorrebbe solo passargli le mani tra i capelli, guardarlo negli occhi e dirgli che va tutto bene.
E convincerlo a smettere di bere tutto quel caffè, convincerlo a mangiare qualcosa, convincerlo a lasciarsi andare.
Perché è questo che è Zayn per Niall, un fuoco scoppiettante che brucia e arde e soffre a non uscire dal camino, costretto nei suoi confini.
E questo camino lo costringe, gli vieta di espandersi, gli vieta di muoversi oltre una linea netta e scura, c'è qualcosa che non può, non deve oltrapassare.
Come un barriera, oltra la quale non può mettere le mani, c'è qualcosa che lo costringe a rimanere compatto e unito.
Non come Harry, così facilmente scomponibile, così apribile.
Con Harry è stato facile, Harry è aperto.
Zayn invece è chiuso.
Il moro si lascia cadere a peso morto accanto a lui e gli sorride, mentre l'odore forte del caffè invade gradualmente le narici di Niall.
"Niall" inizia Zayn. Tiene tra le mani la tazza bollente, dalla quale esce un rivolo di fumo che si disperde lievemente nell'aria.
"Dimmi" replica il biondo, privando la televisione della sua attenzione e guardando Zayn negli occhi.
Quest'ultimo incorocia le gambe e inizia a giocherellare con il manico della tazza, lo sguardo fermo sul televisore.
"Io faccio solo disegni in bianco e nero" spiattella all'improvviso, le labbra stratte tra i denti.
Niall solleva un sopracciglio perplesso e si volta verso di lui.
"Quindi?" domanda, senza capire il vero significato di quella sua uscita.
Un sospiro sconfitto esce dalla bocca di Zayn, che sta ancora fissando la televisone. "E' una cosa strana?"
Il biondo resta in silenzio un momento, in parte perché Zayn lo lascia sempre senza parole, in parte perché è troppo preso dalle sue dita che si contorcono nervose attorno alla tazza.
"No" dice infine, soppesando attentamente ciascuna parola come se fosse oro. "Non credo. Insomma, ogni artista ha la sua tecnica, no? Se la tua tecnica è quella del bianco e nero, perché dovrebbe essere strana?"
Zayn non lo guarda, ma scrolla le spalle, leggermente a disagio. "Non lo so. Tutti dicono così."
Prima di rispondere, Niall ascolta per qualche istante il sottofondo rassicurante della televisione, che sembra aver conquistato tutta l'attenzione del moro.
Il biondo si rigira tra le mani il telecomando e osserva con attenzione il profilo di Zayn.
"Io ho un debole per i disegni i bianco e nero" mormora all'improvviso, nonostante non sia vero.
A Niall il bianco e nero fa paura.
Lui è colore, un'esplosione di colori.
Giallo, azzurro, colori caldi e colori freddi.
Forse preferisce i colori freddi perché sono come lui: freddi.
Ma è comunque colore.
Forse non è nemmeno tanto il bianco e nero a terrorizzarlo, ma l'idea del nero.
Niall è bianco.
E il nero è il suo opposto, invalicabile, irraggiungibile e terribile.
Ecco, sì, non è il bianco e nero a terrorizzarlo, ma solo il nero.
Il nero è un colore così improponibile.
Il nero è la notte, il caffè.
Il nero sono i capelli di Zayn, l'inchiostro dei suoi tatuaggi e di tutti i suoi quadri.
Il nero è Zayn.
"Non è vero" il moro interrompe di colpo le sue riflessioni inconclusive e si gira di scatto verso di lui, le gambe ancora incrociate.
Niall sorride leggermente e lo guarda divertito. "Non è vero cosa, scusa?"
Il suo sorriso si allarga quando Zayn incrociando i suoi occhi arrossisce e abbassa repentinamente la testa.
Il moro fissa il televisore quando "Che tu hai un debole per il bianco e il nero" dice.
"Okay, forse non è proprio verissimo" ammette Niall, la voce divertita e perplessa al tempo stesso.
Zayn scuote la testa e si passa una mano tra i capelli, mentre un piccolo sorriso si apre sulle sue labbra.
"Tu sei colore" se ne esce ad un certo punto, alzando di scatto la testa verso il biondo.
Niall lo guarda un momento e poi cerca di distrarsi e di poggiare gli occhi su qualcos'altro.
"Anzi per la precisione sei bianco. Come le nuvole" e, come a confermare quella frase, guarda fuori dalla finestra, poggiando il caffè sul tavolo.
Gli occhi di Niall seguono la figura di Zayn, che si sta alzando in piedi e si avvicina alla finestra, accanto alla quale è posta una tela bianca e immacolata, adagiata su un cavalletto in legno.
"No" dice ad un certo punto il moro, di spalle a Niall. "Le nuvole non sono sempre bianche. Tu sei tipo... la neve."
E, dette quelle parole, si allunga di lato per afferrare la tavoletta delle tempere.
La apre e tira fuori il tubetto del bianco, mentre Niall lo osserva dal divano, curioso.
Zayn svuota l'intero tubetto su una tavolozza e poi immerge l'indice nella tempera e successivamente in un bicchiere di acqua stantia, di un colore innaturale.
Muove velocemente la mano sulla tela, lasciando dietro di sè una scia di colore imprecisa e grossolana, quasi invisibile.
Niall osserva attentamente i movimenti che compie il suo corpo e non può fare a meno di notare quanto il ragazzo sia magro e instabile sulle proprie gambe.
Sembra quasi consumato. Brucia da dentro, all'interno.
Di disperzione, di dolore.
Dolore così evidente nei suoi gesti.
Perché sì, Niall lo vede, quel dolore, in tutti i suoi disegni, è palapabile, ma allo stesso tempo sembra inesistente.
E' un velo di dolore così sottile che quasi non si vede.
Niall incrocia le gambe e aspetta, in silenzio, riflettendo.
Aspetta che Zayn finisca, e che quel lato tormentato di lui sparisca di nuovo, nascosto da un debole sorriso a dall'odore del caffè.
"Però la neve con il tempo si annerisce" dice ad un tratto Zayn, e Niall pensa che appena pochi minuti prima ci stava pensando anche lui, a quelle cose.
E non può non chiedersi per quale assurdo motivo un'altra persona al di fuori di se stesso faccia riflessioni così inutili e insensate.
La mano di Zayn s'impossessa del tubetto nero e ne riversa metà del contenuto accanto alla tempera bianca.
Poi ci immerge l'indice e va a definire i tratti abbozzati e a contaminarli, come è contaminata la neve.
"Tu sei bianco. E nero. Il nero" dice sicuro di sè Zayn, come se stesse spiegando una dimostrazione di matematica ad un bambino, "ti fa paura."
Niall è leggermente turbato da quelle parole, perché sì, probabilmente è così.
Il nero è il suo opposto, la sua paura più grande.
Il nero è oscurità, buio e terrore.
Il nero è inchiostro che filtra attraverso i suoi tessuti.
"Perché tu sei bianco, e il nero è il tuo opposto. E ti sporca. Si intromette dentro di te e-"
"Zayn" lo interrompe Niall, leggermente impaurito.
Non gli piace il modo in cui Zayn sta dando voce ai suoi pensieri più profondi. Anzi, lo terrorizza.
"No, lasciami finire" replica con voce dure, mentre inizia a muovere più velocemente la mano, preso da una frenesia agli occhi di Niall icomprensibile.
"Tu hai paura del nero perché è diverso. Ma non puoi fare a meno di cercarlo e di lasciarti contaminare, perché sotto sotto ti attrae."
Niall si alza in piedi e raggiunge Zayn, poi gli afferra il braccio con una mano e serra le sue dita attorno al suo polso.
"Così mi fai paura, Zay" gli dice all'orecchio, lasciando che le sue labbra sfiorino di proposito la sua guancia.
Zayn lascia cadere il braccio e arrossisce leggermente prima di "Mi piacciono i Coldplay" biascicare.
Niall volge la sua attenzione alla televisione, dove il video della canzone 'The Scientist' sta correndo velocemente.
Sente i battiti del polso di Zayn attraverso la sua pelle e guardandolo negli occhi dice "So suonarla con la chitarra."
Il respiro di Zayn accelera quando mormora "Mi piacerebbe sentirtela suonare."
Niall lascia andare il suo polso e annuisce leggermente, un lieve sorriso dipinto sul viso.
"Un giorno te la faccio sentire" gli dice, e suona quasi come una promessa.
Poi guarda la tela che ha davanti e sospira nel vedere ritratta la sua figura, la gambe incrociate e la schiena appoggiata al divano.
E' tutto bianco, tranne alcuni tratti sui quali Zayn ha passato il nero, e i due colori si mischiano senza diventare tutt'uno.
Sono solo sovrapposti.
Per il momento.


E' il venti di dicembre.
Niall è stravaccato sul divano con un pacco di biscotti accanto e Zayn è seduto sul tappeto con in mano la chitarra e attorno fogli e spartiti vari.
Da due settimane Niall e Zayn si vedono praticamente tutti i giorni, sia a casa dell'uno che a casa dell'altro.
Il biondo a volte ci pensa, e si rende conto di quanto poco tempo ci abbia messo per diventare amico di Zayn.
Se pensa che nemmeno tre settimane prima si faceva un sacco di paranoie per cercare di attaccare bottone con il moro e che adesso lo stesso moro è sul tappetto di casa sua, gli sembra tutto uno scherzo della natura.
Afferra l'ennesimo oreo e se lo infila in bocca, sgranocchiandolo ruorosamente.
"Niall" la voce irritata di Zayn lo distrae dai suoi pensieri e dalla televisione. "Tutto questo masticare mi sta dando ai nervi."
Niall sghignazza e guarda Zayn divertito.
In genere non è un tipo di molte parole.
Quando sono insieme, si limitano a stare insieme.
Non parlano troppo, stanno soprattutto in silenzio.
Di solito Niall strimpella qualcosa con la chitarra o butta giù dei nuovi testi, mentre Zayn studia e lo ritrae.
Perché sì, Niall ha scoperto che Zayn frequenta l'università, studia storia dell'arte.
E il biondino ama quando il suo amico studia, perché per farlo indossa degli occhiali - con la montatura spessa e nera - che lo rendono adorabile.
Ignorando le lamentele di Zayn, Niall continua tranquillamente a mangiare i suoi amati biscotti e a masticare rumorosamente.
Il moro alza gli occhi al cielo e con un sospiro disperato poggia la chiatarra per terra, strofiandosi il viso con le mani.
"Tra te e questo aggeggio non so quale sia la cosa peggiore" mugugna contrariato, appoggiando la schiena contro il divano.
Niall sorride e scansa i biscotti per potersi muovere liberamente sul divano e sdraiarsi.
Si mette a pancia sotto e si puntella sui gomiti, la testa poggiata sui palmi delle mani.
Zayn sospira e rovescia la testa all'indietro, poggiandola sul'estremità del sedile del divano.
Gli occhi di Niall seguono i suoi movimenti, divertiti e sorpresi dalla loquacità del moro.
Zayn, dietro gli occhiali, ha gli occhi chiusi, e, quando li apre, arrossisce nel ritrovare il viso di Niall a pochi centimetri dal suo.
Si raddrizza di scatto e si gratta il capo imbarazzato, mentre Niall scoppia a ridere.
"Sei adorabile quando ti imbarazzi" commenta quest'ultimo, la voce leggermente roca.
Le guance di Zayn si tingono ancora di più di rosso e questi per mascherare il tutto si affretta a recuperare la chitarra e a raddrizzare lo spartito.
Niall alza gli occhi al cielo e pensa che quel ragazzo è davvero un caso irrecuperabile.
Con lui si fanno un passo avanti e due indietro.
"Cos'è che non ti viene?" chiede con un sospiro rassegnato, scivolando giù dal divano e raggiungendo il moro sul tappeto.
"Tutto" replica lui, sconfortato.
Niall afferra lo spartito e lo sposta, per potersi sedere davanti a Zayn.
"Dio Zay sei proprio idiota. Non puoi pretendere di poter suonare un intero brano senza sapere nemmeno le note" gli fa notare Niall, divertito.
Poi si sporge in avanti e gli aggiusta le dita sulle corde.
"Prova a suonare adesso" gli dice, annullando il contatto con il ragazzo e ritraendosi.
Zayn lo guarda un momento negli occhi e poi abbassa la testa per fissare le proprie dita.
Lentamente, fa correre le dita della mano destra lungo le sei corde della chitarra, mentre quelle delle mano sinistra restano ferme in un accordo che lui nemmeno conosce.
"Questo è un mi" gli spiega Niall, e Zayn si fa un appunto mentale sulla posizione delle sue dita, sperando di ricordarsela il giorno successivo.
Il biondo si sporge nuovamente in avanti e sposta con delicatezza le dita di Zayn, che si lasciano manovrare come se fossero morte.
"Faresti meno fatica se ti tirassi su le maniche" gli consiglia Niall, quando per l'ennesima volta le manice troppo lunghe della maglia di Zayn si intromettono tra le sue dita e le corde della chitarra.
Niall fa per scostarle e arrotolarle lungo le braccia di Zayn, ma quest'ultimo lo blocca e "Va bene così, davvero" lo assicura.
Niall riesce a scorgere un velo di terrore nei suoi occhi, ma cerca di non farci caso e riprende il suo lavoro.
"Questo è un do" mormora quando Zayn ha le dita sistemate e lascia correre il plector lungo le corde vibranti.
"Mi piace" sorride Zayn, e a quel punto è certo di una cosa, ossia che domani si ricorderà ancora di come sono messe le dita per poter suonare un do.
Niall ride e "Anche a me" conviene, annuendo piano.
Sono quasi a metà spartito quando Niall si decide a mettere in piedi una debole conversazione. "Come passerai il Natale?"
Sa che è una domanda idiota, ma ha il disperato bisogno di sentire la voce bassa e strascicata di Zayn.
Il moro si irrigidisce e smette improvvisamente di suonare e Niall capisce di aver toccato un tasto dolente.
Così si affretta a riparare il danno combinato dicendo immediatamente: "Scusa, non volevo-"
"Non fa niente" lo interrompe Zayn con voce tetra, poggiando la chitarra per terra e strofiando le mani contro le proprie ginocchia.
"Scusa se vuoi..." inizia Niall, senza poi sapere come concludere la frase.
Le parole gli sono semplicemente venute meno nel momento in cui ce ne sarebbe più bisogno.
Zayn alza la testa di scatto e lo guarda negli occhi. "Non vedo mio padre da quando ho undici anni. E mia madre è all'ospedale con un cancro al fegato."
E Niall ci prova a sostenere il suo sguardo, ma vede solo due pietre nere al posto degli occhi di Zayn, vede solo due barriere scure e spesse, invalicabili.
Ci prova a scimmiottare un 'mi dispiace' o una qualsiasi cosa che possa confortarlo o consolarlo, ma proprio non ci riesce.
Non riflette quando si appoggia con la schiena al divano, di fianco a lui, e lo abbraccia.
Le parole ci sono sempre per Niall, ma adesso che ne ha davvero bisogno sono scomparse, evaporate misteriosamente nell'atmosfera.
Non tornano nemmeno quando Zayn appoggia il capo sulla sua spalla e ricambia l'abbraccio, stringendo forte la stoffa della sua maglietta tra le dita.
E forse è meglio così, è meglio quel silenzio che li circonda, leggero e impalpabile, che centinaia di parole.
I capelli di Zayn sono schiacciati contro il collo di Niall e gli fanno solletico, ma il biondo cerca di non farci caso.
Sopporterebbe qualsiasi tipo di solletico pur di avere Zayn così vicino e così vulnerabile, tra le sue braccia.
Gli accarezza con delicatezza la schiena, gli occhi fissi sul tappeto colorato e le dita dell'altra mano incastrate tra i suoi capelli.
Non è ciò che definerebbe la posiozione più comoda del mondo, ma può accontentarsi.
"Io per Natale vado da mia madre, in Irlanda" butta lì, all'improvviso.
Gli è appena venuta un'idea, ma ha paura che a Zayn non possa piacere.
Fa scorrere le dita sulla colonna vertebrale del moro due volte, avanti e indetro, prima di riprendere a parlare.
"Se ti va potresti venire con me. Solo se ti va, ecco" bisbiglia, così piano che a momenti non riesce nemmeno a sentire ciò che ha appena datto.
Sente Zayn irrigidirsi tra le sue braccia e alzare leggermente il capo.
"Non lo so" balbetta per tutta risposta, prima di allontanarsi con un unico movimento da Niall e apoggiare la schiena contro il divano.
Il biondo lo guarda in silenzio e deglutisce il più silenziosamente possibile, poi congiunge le mani attorno alle ginocchia e fissa il televisore.
"Scusa" mormora ad un certo punto Zayn, e Niall si volta per guardarlo.
La sua testa e appoggiata al sedile del divano e i suoi occhi sono fissi sul soffitto, mentre cercano di trattenere le lacrime.
"Non dovrei tipo... comportarmi così" biascica, raddrizzandosi di colpo, e tirandosi in piedi con un unico movimento.
"Io... Forse è meglio che vada."
"Certo" replica Niall, come se si fosse preparato quella risposta ore prima.
Cerca di non mostrare emozioni, la verità è che in quel momento vorrebbe prendere a pugni Zayn perché ancora non si fida di lui.
Il moro afferra la sua giacca e esce velocemente dall'appartamento di Niall, senza nemmeno salutarlo.


Dopo neanche un'ora, Niall ha già deciso cosa fare.
Innanzitutto obbligherà Zayn ad andare con lui in Irlanda e a passare il Natale insieme, poi durante i giorni che passeranno insieme cercherà di avvicinare Zayn.
Perché ormai quel ragazzo è diventato una sfida per Niall; il biondo infatti sa che Zayn è inspiegabilmente attratto da lui, ma allo stesso tempo ha anche paura.
E Niall non può sopportare che qualcuno non lo ami.
Egoista e autocompiacente, sì, ma Niall cerca la propria sicurezza nelle opinioni altrui, e non può accettare che Zayn lo eviti o che scappi da lui.
"Mamma sono io" dice rivolto al cellulare, sentendo dall'altro capo della linea la voce di sua madre.
Sua madre lo saluta e lo intrattiene con i soliti 'come va? Hai mangiato? Il lavoro come procede? Com'è lì il tempo?' e le solite domande a cui si riducono genitori e figli quando questi ultimi crescono e si allontanano.
Dopo una decina di minuti, Niall decide di andare al punto e di dire a sua mamma di Zayn.
"Ma' senti ci sarebbe un mio amico che a Natale sarebbe solo e io pensavo che mh..." si blocca un minuto per cercare le parole adatte e per dare tampo a sua madre di prevedere ciò che sta per dire.
"Insomma, mi piacerebbe che venisse con me. Potrebbe stare con noi, ecco" snocciola velocemente, scompigliandosi i capelli con la mano libera.
"Parli di Harry?" indaga circospetta la donna, e Niall sussulta leggermente a quel nome.
"No, non di Harry. E' un altro ragazzo, si chiama Zayn" mormora piano, quasi inudibile.
Sua madre non sembra molto convinta, anzi, Niall la sente restia e scettica.
Probabilmente non vuole estranei in casa e specialmente non li vuole durante le festività o le vacanze.
Ma a Niall piange il cuore a lasciare Zayn lì a Londra da solo, in compagnia di sua madre e basta.
No, anzi, a Niall non piange il cuore perché il suo cuore non c'è.
Gli dà semplicemente fastidio non poter stare con Zayn per due intere settimane.
Chiude la chiamata e butta il telefono sul divano, poi si volta e fa per andare in cucina, ma si blocca.
Harry è appoggiato contro il muro, le braccia e le caviglie incrociate e il cappotto ancora addosso.
Lo guarda con le sopracciglia sollevate in un'espressione che dovrebbe essere di scherno, ma che non lo è completamente perché il dolore filtra attraverso gli occhi verdi e lucidi di Harry e attraverso i denti piantati nel labbro inferiore mentre tentano di trattenere le lacrime.
"Harry..." mormora Niall.
Non fa nemmeno in tempo a finire la frase che Harry ha già sbattuto il portone delle scale ed è scomparso, lasciando dietro di sè soltanto un'acre scia di rabbia e di dolore.






                                                                                                                             -



Hey.
Lo so, non aggiorno da tipo un mese e mi dispiace tantissimo, ma ho avuto un sacco di problemi.
Sarò breve, anche perché devo correre a studiare greco, sigh.
Dunque, ho allungato un po' il capitolo, vista la lunga attesa, e ho anche già in testa il capitolo nove, che scriverò sabato sera (perché sì, io il sabato sera scrivo, ahahha).
No vabbè a parte questo in questi giorni ho avuto tosse/raffreddore/vomito e quindi sono stata a casa, e ho potuto rielaborare bene la storia.
Anyway, nel nove avremo un pov Harry e uno Liam (sia lodato il cielo, non aspetto altro che scrivere un pov Liam, gesù dio).
In questo invece c'è solo Niall perché comunque la storia è una ziall, e anche perché vista la lunga assenza ci ho infilato un sacco di fluff e di cose nonosense, ma pace.
In ogni caso, grazie a chi recensisce (HiSheeran__, andre_nialler, Euly_Chan, kidrauhlismyheroe, Mrs_Larry, Sogni D Horan, BlueButterfly90, Sunrise Efp) e a chi ha la storia tra le preferite/ricordate/seguite. 
Ogni volta che ci guardo mi prende un colpo, non pensavo che così tante persone potessero seguire una storai tra zay e niall, ahah.
So, se volete, ho iniziato a scrivere una larry, se andate sulla mia pagina c'è, si chiama 'until the end starts' (è rossa, quindi non so quante di voi la potranno leggere) e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate (grazie a andre_nialler che ha recensito, ora ti rispondo).
Scappo, un bacio a tutti :) xx
P.S. se vi piace shadowhunters sto scrivendo una os malec (magnus+alec), e una mia amica (il mio maguns, per la precisione) sta scrivendo una long.
Si chiama magnussino e potete trovarla tra i miei autori preferiti.
Su twitter sono @zayniesvoice, se mi dite chi siete vi seguo, ancora un bacio, addio :) xx
P.P.S ho i biglietti prato verde per il 28! Chi verrà?

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Capitolo 9
*** Painful. ***


Capitolo 9


In those days we were lions,
In those days we were kings.

- All things all at once, Tired Pony.





Harry

Harry sbatte violentemente la porta d'ingresso dell'appartamento di Niall e si precipita giù per le scale, percorrendole a rotta di collo.
Raggiunge in pochi secondi la strada e inizia a camminare a passo spedito, senza avere in mente una precisa destinazione.
Si ferma solo quando le gambe iniziano a lamentarsi e la sua pelle è ormai diventata insensibile al freddo pungente di dicembre.
La sua mente è sgombra, ma allo stesso tempo piena di pensieri contrastanti e dolorosi e terrificanti.
Non crede di riuscire a sopportare tutto il dolore che prova in quel momento.
Non crede di poter sopportare le strette al cuore e lo stomaco chiuso, le lacrime che rischiano continuamente di affiorare e il respiro che viene a mancare.
Si appoggia contro il muro di un palazzo e si lascia scivolare lungo di esso, strisciandovi contro tutta la schiena.
Fissa il marciapiede davanti a sè, ignorando le persone che gli gettano occhiate curiose e la neve che gli inumidisce i jeans scuri.
Ha impresso nella mente ogni fottuto particolare dell'asfalto sporco e bagnato, ed è quasi sicuro che se gli mettessero davanti una tela per disegnarlo lui riuscirebbe a riprodurne, come fanno gli artisti, anche il più piccolo dettaglio.
Come la gomma da masticare annerita e lievemente in rilievo sull'asfalto, o il volantino ridotto in uno stato di decomposizione talmente avanzato che ormai non si legge più ciò che c'è scritto sopra.
E si sente così, Harry si sente così.
Come se fosse una gomma da masticare, estratta dalla confezione, masticata, sputata su un marciapiede anonimo e lasciata lì a marcire.
A morire.
Si infila le mani in tasca e ne estrae il telefono e gli auricolari, attivando una playlist a casaccio.
Ha solo bisogno di qualcosa che lo distragga, qualcosa che gli rubi l'attenzione e gli impedisca di pensare a Niall.
A Niall e a Zayn.
E al loro Natale che a quanto pare passeranno insieme.
If you ever leave me babe, leave some morphine at my door canta nelle sue orecchie la voce di Bruno Mars, e si chiede per quale assurdo motivo quella canzone sia così adeguata alla sua situazione sentimentale.
Ma perché allora Niall non gli ha lasciato della morfina prima di lasciarlo solo, prima di abbandonarlo nelle mani di qualcuno che non esiste?
Perché anche Harry non può avere la sua morfina, perché non può attenuare il dolore che prova?
Conosce Niall da quando sono piccoli, sono sempre stati insieme.
Sono sempre stati amici inseprabili, in ogni momento della loro vita.
Erano leoni.
Erano re.
In quei giorni.
Hanno affrontato tutti i loro problemi insieme, come se i guai dell'uno fossero quelli dell'altro, così come le gioie.
Il legame che li unisce, o forse che li univa, è sempre stato forte, tanto da far loro scegliere di abitare insieme.
Sono sempre stati loro due: Harry e Niall, Niall ed Harry.
Nessun altro.
Loro sono sempre stati speciali, sono stati diversi.
Si appartengono da sempre e nessuno ha mai tentato di dividerli.
E ora invece è arrivato Zayn, un mare in tempesta, capace di sconvolgere perfino l'inesistente vita di Niall.
There's no religion that could save me.
E ad Harry sembra proprio così, nessuna religione lo può salvare.
Nessuno può capire cose significa vedersi portare via l'unica persona con cui si ha condiviso tutto, nessuno può sapere cosa si prova a essere messi da parte per qualcuno di più bello, più intrigante e più intelligente.
Preso da un momento di disperazione, cambia canzone, prima che le lacrime affiorino e lo mostrino per quello che è.
Debole.
Fragile.
Ma solo quando si tratta di Niall.
Perché Niall è la sua debolezza.
E Harry si sente stupido a sprecare così il suo amore, a rendere Niall così partecipe della sua vita quando lui non può essere partecipe a quella del biondo.
Si sente così stupido, e usato, e sprecato.
Inutile, ecco cos'è.
Quello che prova per Niall è inutile, non serve a nessuno. 
Perché Harry sotto sotto sa che Niall in ogni caso preferirebbe Zayn a lui, lo sa.
Sa che preferisce l'amore del moro, le sue parole e i suoi gesti.
Sa che del proprio amore Niall non se ne può fare niente, perché non è corrisposto.
Harry è soltanto un amico di Niall, e deve accettarlo, sebbene tutto ciò sia più doloroso che piantarsi dei chiodi nelle mani.
Deve accettare che Niall per lui sarà sempre l'unico e solo, mentre per Niall lui sarà soltanto uno stupido amico.
Amico, migliore amico, ha forse importanza?
Ha importanza quando ami il tuo migliore amico così tanto da sentire di aver la capacità di poterti buttare giù da un grattacielo pur di poterlo aiutare?
Ha forse importanza quando mette Niall davanti a tutto e a tutti, senza che Niall lo metta davanti a tutto a tutti?
Come se il telefono leggesse il suo umore, parte dalla riproduzione casuale della playlist 'One and only' di Adele.
Manda avanti senza nemmeno pensarci, perché non ha proprio voglia di piangere.
In those days we were lions, in those days we were kings.
Le parole di 'All things all at once' lo accompagnano mentre si alza in piedi a fatica, scrollando via la neve dai jeans e sistemendosi meglio i capelli dentro il cappello.
Ha così tanto dolore dentro che le sue mani tremano e che per tenere ferme le labbra è costretto a mordersele in continuazione nel mesto tentativo di non scoppiare in lacrime.
Si sente troppo una ragazzina alla prima cotta, ma quello che prova per Niall è così forte, grande e doloroso che lo devasta da dentro.
Lo corrode, come se ci fosse qualcosa che lo sbrana all'altezza del petto e dei polmoni.
Qualcosa di oscuro e di meschino, che vuole solo farlo soffrire.
Ridicolo come i poeti innalzino tanto l'amore, quando è una delle principali rovine dell'uomo, dopo i soldi e il potere.
Harry riprende a camminare, tra le persone ignare.
Nessuno vede, nessuno sente e nessuno sa quello che sta provando in questo momento.
Nessuno può capirlo davvero, perché è così destabilizzande, così fottutamente demoralizzante.
Ti consuma e tu bruci, come il fuoco quando inizia a mancare l'ossigeno.
Sei una creatura pietosa, compassionevole, e indifesa.
Completamente esposta ai mali degli altri, ferita.
E il tuo segreto è talmente palese che tutti possono guardarlo, ma nessuno riesce a vederlo davvero.
E tutto ciò è così doloroso, e Harry vorrebbe proprio farne a meno.
Vorrebbe poter fuggire da tutto questo.
E l'unico modo per fuggire gli sembra Louis.



Louis

Louis afferra il maglione che gli sta porgendo la ragazza, lo passa su quell'affare che serve per togliere l'antitaccheggio - non ha ancora capito quale sia il suo astruso nome - e lo infila in un sacchetto, poi batte il conto sulla macchinetta e prende i soldi che la ragazza gli sta porgendo.
Una volta che le ha dato il resto si rilassa e si lascia cadere sullo sgabello alle sue spalle, gettando un'occhiata al negozio.
Sono quasi le otto di sera e ormai sono in chiusura, ci sono soltanto un paio di ragazzi che si aggirano tra quel labirinto di grucce, vestiti e specchi.
Liam si lascia cadere a peso morto sulla sedia affianco a lui, stanco e provato da una giornata di duro lavoro.
A Louis piace Liam.
Gli impedisce di pensare ad Harry.
"Non vedo l'ora di andare a casa" sta biascicando in quel momento, mentre si passa una mano sul viso.
Ha le sopracciglia aggrottate e un velo di barba dà al suo viso un'espressione scura e corrucciata.
Louis lo trova adorabile.
"Potremmo mangiare qualcosa insieme" butta lì con nonchalance, come se Liam non sia consapevole che Louis ci prova spudoratamente con lui ogni volta che ne ha l'occasione.
Ma Louis è così, e non può farci niente.
Sta cercando di non pensare ad Harry, e perché ciò sia possibile sono necessari altri ragazzi.
E Liam è un ragazzo, uno dei suoi amici più stretti, per la precisione.
Ed è anche molto bello.
E forse è proprio per questo che non può fare a meno di provocarlo in continuazione.
Si diverte troppo a vederlo avvampare e forse si diverte anche ad essere respinto ogni volta.
Liam infatti arrosisce e alza gli occhi al cielo, sbuffando rumorosamente. "Louis, per l'ennesima volta-"
"No, Lee" lo interrompe l'altro, alzandosi e raggiungendolo. 
Si chinaleggermente in avanti e poggia le mani sullo schienale della sedia, in modo che Liam rimanga ingabbiato tra le sue braccia e il suo busto.
"Dammi una cazzo di soddisfazione, madonna santa" continua, allargando le gambe e sedendosi in braccio a Liam, che si sta mordendo nervosamente l'interno della guancia.
"Preferisco non sapere cosa intendi per 'soddisfazione', davvero" mormora il ragazzo, mentre cerca di togliersi Louis di dosso.
Le mani di quest'ultimo si posano sulle guance di Liam e gli fanno alzare il capo verso di lui. 
"Non è che perché Zayn non ti caga di striscio devi fare la verginella pudica, Lee" biascica scocciato Louis, roteando gli occhi.
Liam sembra offendersi per quella frase, perché il suo tono di voce aumenta quando dice: "Io non sono una verginella pudica."
Louis scoppia a ridere divertito e Liam si chiede cosa ci sia di così divertente in se stesso, perché davvero, lui non è proprio una di quelle persone simpatiche e ironiche.
E' solo un tipo diretto e, quando gli va e con chi gli va, dolce.
"E, per la cronaca, anche io non cago di striscio Zayn" precisa, con un voce fastidiosa che a Louis fa davvero saltare i nervi, ma che lo diverte lo stesso.
"Allora esci con me" replica Louis, avvicinandosi ulteriormente a lui e abbracciandolo.
Poggia la testa sulla sua spalla e inspira il profumo di pulito e di dopobarba che emana Liam.
Louis sa già cosa otterrà in risposta a ciò che ha appena detto, ma vale la pena provarci e insistere.
Sa che sia lui e Liam hanno bisogno di una distrazione, e perché non aiutarsi a vicenda, distraendosi tra di loro?
Quando sente Liam rimanere in silenzio si prende la libertà di dirlo ad alta voce.
"Senti Lee, tu sei pazzo di Zayn e io di Harry. Siamo entrambi due poveri sfigati che amano e non sono amati. Non può di certo farci male un po' di divertimento."
Con sua grande sorpresa, Liam annuisce e alla fine mormora un misero "Okay", per nulla convinto.
E Louis si sente felice.
Per poco tempo, certo, ma è felice.


Liam

Liam non sa come Louis abbia potuto convincerlo ad uscire insieme, sa solo che se non riesce a toglierselo di dosso rischia di sentirsi male.
Vorrebbe davvero fare come Louis, ossia cercare altri ragazzi, smettere di pensare a Zayn, ma proprio non può farne a meno.
In ogni pensiero, gesto, movimento o parola sente Zayn, come se fosse una presenza incombente, come un temporale in attesa di scoppaire.
Un piccolo tuono che dà il via a tutto.
E allora qualsiasi parola diventa un piccolo tuono, scalpitante, che non vede l'ora di provocare un uragano di pensieri negativi e pericolosi.
Per Liam è così: gli basta un attimo e il suo cervello corre a pensare a Zayn.
Gli basta una scintilla per provocare un'intera vampata di fuoco, ardente.
E sa che uscire con Louis non gli servirà a granché, e nemmeno a Louis servirà uscire con lui, ma tentar non nuoce.
Finalmente Louis si decide ad alzarsi e inizia a gironzolare per il negozio, sistemando le ultime cose fuori posto.
Liam invece mette a posto la cassa e porta tutto sul retro, dove il proprietario del negozio si sta infilando velocemente il cappotto scuro e lungo.
Appena dieci minuti dopo è scomparso, portando con sè parte dei soldi incassati e tutta la sua agitazione.
Il capo mette un po' in soggezione Liam, che proprio per questo motivo non ama la sua compagnia.
Torna in negozio e aiuta Louis a chiudere le casse e a sgomberare i camerini, nei quali sono ammucchiate pile di vestiti.
Guarda tristemente le vetrine, e le sbarre della saracinesca intrappolarli all'interno del negozio.
Non ama essere chiuso dentro ad uno spazio così ristretto, si sente come un animale in gabbia, ma ormai ci è abituato, poiché per evitare furti mentre riordinano il negozio sono costretti a tirare giù la saracinesca.
Sta per uscire dall'ultimo camerino con in mano un paio di jeans e una sciarpa quando Louis gli si para davanti e gli blocca l'uscita.
La sua espressione non promette niente di buono e Liam si lascia sfuggire uno sbuffo, a metà tra l'imbarazzato e l'arrabbiato.
Ma non fa in tempo nemmeno a proferire una parola che la bocca di Louis è già sulla sua, avida.
E Liam resta lì, immobile e passivo, a lasciarsi manovrare, perché sa che Louis sta provando a immaginare che le sue labbra siano quelle di Harry.
Forse anche perché vorrebbe che al posto di Louis ci fosse Zayn, ma solo forse.
E poi ci sono i mormorii sconnessi di Louis contro le sue labbra e contro il suo collo, le sue dita sotto la maglietta e i vestiti per terra.
Ci sono le mani di Louis ovunque, così diverse da quelle di Zayn, e la sua bocca, prepotente e rude, dappertutto.
"Credevo che dovessimo solo andare a mangiare qualcosa insieme" biascicò con la voce leggermente affannata, contro le labbra morbide di Louis.
Il ragazzo sbuffa e lo spinge per terra, in ginocchio. "Sta zitto, Payne."
E Liam lo fa davvero, sta zitto, cercando di non pensare alla fitta di dolore che gli ha trafitto il ginocchio destro quando l'ha sbattutto sul pavimento.
E per un attimo non c'è Zayn, c'è solo Louis.
C'è Louis che geme oscenamente con la testa reclinata all'indietro, le sue mani sul suo corpo e la sua lingua sul suo collo.
E per un po', in un camerino di un negozio deserto, Liam si lascia andare.
Se qualcuno, appena un'ora prima, gli avesse detto che avrebbe fatto sesso con Louis, lui non ci avrebbe creduto.
E forse per un po' di tempo ha anche pensato che gli piace come Louis lo fa sentire, nonostante sia così diverso da Zayn.
Ma solo per un po' di tempo.
Massimo dieci minuti.


Harry

Harry raggiunge il negozio d'abbigliamento dove lavora Louis, sperando di trovarlo ancora aperto.
Invece quando arriva le saracinesche sono tirate giù, anche se la luce all'interno del locale è ancora accesa.
Il ragazzo aspetta un po' appoggiato alla parete, in attesa di vedere Louis comparire.
Passano cinque minuti.
Poi ne passano dieci.
Quindici.
Alla fine si decide a chiamarlo, spazientito.
Quando gli risponde Louis ha la voce trafelata e lo sente sospirare tristemente un "Harry."
"Sono io, Lou" mormora, anche se non è necessario. Fissa l'interno del negozio, vuoto e illuminato a giorno.
"Che c'è?" chiede, con una voce leggermente scontrosa. 
Harry si è completamente scordato della loro ultima litigata e solo in quel momento si pente di averlo chiamato.
Specialmente quando lo vede uscire dalla zona camerini a petto nudo, il cellulare schiacciato tra la spalla e l'orecchio e le mani a rigirare la maglia per potersela infilare nel verso corretto.
"Niente" mormora piano. "Mi chiedevo se stasera fossi libero."
Harry fissa Louis mentre si morde un labbro e si passa una mano sul viso, con una sottile disperazione nei suoi movimenti.
Continua a seguirlo con lo sguardo mentre si infila la maglia e afferra il giubbotto, infilandoselo lentamente.
"No, stasera ho da fare" replica, lo sguardo fisso sul pavimento.
"Con chi?" si lascia sfuggire Harry, geloso all'idea che Louis possa uscire con qualcun altro oltra che con lui.
Louis si infila un berretto grigio prima di rispondere: "Questi non mi sembrano affari tuoi."
Il riccio sbatte i peidi per scaldarsi e si morde un labbro, pieno di rimorso. "Sì scusa, hai ragione."
Sta per riattaccare, quando Louis "Se vuoi possiamo fare per domani sera" biascica, senza troppo entusiasmo.
Harry lo studia, attraverso il vetro e le sbarre della saracinesca, e, in quel momento Liam raggiunge Louis.
Liam arrossisce non appena Louis gli sorride debolmente.
"Okay" sussurra, e non sa davvero dove ha trovato la voce per dirlo, perché vedere Louis da solo con Liam, lì, lo ha lasciato senza parole.
Sì, sa che sono colleghi, ma non che sono così amici.
Non così amici per lo meno.
Non quel tipo di amici che si comportano così.
Infatti Louis, una volta chiusa la chiamata con il riccio, raggiunge Liam e gli dà un bacio a fior di labbra, che in pochi secondi diventa ben altro.
E, mentre Harry li fissa pietrificato, Liam aggancia le mani attorno ai fianchi di Louis e risponde al suo bacio.
Appassionato.
A Harry sembrano una cosa sola, quasi come lui e Niall quando stavano insieme.
E si sente stupido, perché ancora una volta lui ha messo il suo cuore, ma non ne ha trovato un altro.
E si sente morire per questo.
Sente tutto quel dolore che traspare dalle parole della canzone che ha ripreso ad andare dopo che ha chiuso la chiamata con Louis.
I wanna cry and I wanna love, 
but all my tears have been used up.
And if somebody hurts you yeah I wanna fight,
but my hands been broken one too many times.
Tutto continua ad essere doloroso.
Ha esaurito tutte le sue lacrime.
Anzi, non le ha proprio versate, quelle lacrime.
Le ha esaurite perché si sono prosciugate all'interno del suo essere.



       

                                                                                                                        -




Hey.
Eccomi qui.
Ho iniziato a scrivere il capitolo alle dieci e ho finito ora, ahahha.
Però sono stata brava, dai. Un applauso per me.
Dunque, capitolo un po' sofferente in generale, privo dei miei adorati ziall, ma assolutamente necessario per introdurre bene liam (il suo pov è uno sputo, è cortissimo, ma riesco a scrivere meglio i pov harry, scusatemi).
Harry è molto sofferente, sorry.
Harry soffre sempre nelle mie storie, ahah. Sia nella het, che nella larry che qui.
Poi vabbè, i lilo. Non ho idea di quali siano i limiti del rating arancione, però non credo di averli oltrepassati, perciò addio, va bene così.
(anche se mi paicerebbe mettere la storia a rating rosso, ahah).
Niente, vado a scrivere il primo capitolo di 'until the end starts' (larry rossa con ziall a sfondo), di cui trovate il prologo sulla mia pagina.
Ah, oggi ho comprato le scarpe nuove (le dr martens, aw), e ho incontrato il mio prof di storia. Solo a me capitano ste cose, cristo.
Per finire, grazie alle lettirici silenziose, a chi recensisce ogni volta (Mrs_Larry, andre_nialler, kidrauhlismyheroe, Sogni d Horan, HiSheeran__, Euly_Chan)
Inoltre grazie a chi segue/preferisce/ricorda, siete tantissime, aiuto.
E anche a chi continua ad aggiungermi tra gli autori preferiti, mi fate arrossire ahah.

Niente, corro.
Ah, già.
Le canzoni e i vari testi sono, in ordine:
- it will rain, bruno mars;
- all things all at once, tired pony;
- another love, tom odell.
Un bacio :) xx

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Capitolo 10
*** Together we cry. ***


Capitolo 10





When you hold me, when you hold me in your arms

When you hold me, yeah I can feel your heart
When you hold me, when you hold me in your arms
When you hold me, yeah I can feel your heart beating.

- Hold me, Tom Odell.





Niall

Niall è sdraiato a stella sul letto di Zayn e fissa il soffitto con aira assorta, mentre la voce lamentosa dell'altro gli giunge ovatatta e lontana, quasi fosse inesistente.
"Niall!" lo richiama Zayn per la centesima volta, la voce alterata che varia da uno stato di disperazione ad uno stato di ansia costante e inestinguibile. "Tra due ore dobbiamo essere all'areoporto e siamo già in ritardo!"
Niall inspira sconfortato e alza gli occhi al cielo. "Zay, te lo ripeto per l'ennesima volta: stai calmo."
La sua voce è così pacata che non fa altro che innervosire ancora di più Zayn, già preso da una terribile angoscia.
Zayn non ha mai preso l'aereo in vita in sua, e a dir la verità ha una paura tremenda; il suo stomaco somiglia ad un calzino rivoltato e la pelle del viso è pallida e tirata, e Niall non può fare a meno di notarlo.
Così si alza in piedi e  si decide a dargli una mano con la valigia, buttandoci dentro le prime cose che gli capitano sottomano: uno spazzolino da denti abbandonato sul tavolo, un paio di calzini grigi, una tuta, un cappellino.
Zayn lo interrompe spazientito prima che Niall possa mandare completamente all'aria l'ordine della sua valigia e con un verso innervosito lo allontana.
Niall sogghigna e se ne torna al suo posto di supervisione, mentre Zayn sospira irritato e riflette su cosa sia meglio portare e cosa lasciare a casa.
"Quando sei nervoso sei decisamente adorabile" commenta mollemente Niall, chiudendo gli occhi e rilassandosi.
Pochi minuti e tanti versi spazientiti di Zayn dopo, quest'ultimo si accende una sigaretta.
Niall socchiude un occhio per poterlo osservare: Zayn fissa sconfortato l'interno del suo borsone, poi all'improvviso lo prende e lo rovescia sul letto.
Il biondo solleva leggermente le sopracciglia, prima di alzarsi e "Zay, si può sapere che c'è?" chiedere, raccogliendo alcune cose che sono scivolate per terra.
"Vacci da solo dalla tua famiglia" sbotta il moro, dandogli le spalle e avvicinandosi alla finestra.
E' il suo posto preferito, Niall non ci ha messo molto per capirlo.
E' il posto dove vicino c'è una nuova tela ogni volta, costantemente bianca, pulita e ancora da usare.
E' il posto in cui Zayn si mette quando non ha voglia di parlare, ma semplicemente di stare in silenzio.
Restando zitto, Niall fa scorrere lo sguardo tra lui e i vestiti rovesciati sul letto.
Poi, dopo aver arricciato il naso a causa dell'acre odore del fumo, inizia a rimettere dentro il borsone i bagagli che Zayn ha precedentemente rovesciato.
"Fanculo" mormora il moro pochi minuti dopo, chiudendo gli occhi e respirando il fumo della sigaretta.
Come ogni volta, come ad ogni cambiamento così repentino di Zayn, Niall rimane in silenzio e si limita a svuotare il cervello da qualsiasi altro pensiero che non riguardi il moro, che in questo momento sta fissando con aria affranta la tela bianca.
Zayn vi spegne contro la sigaretta, lasciando che la carta bruci lentamente, contorcentosi su se stessa e andando a formare un minuscolo buco con dei bordi neri, unica pecca in un tutto quel bianco.
Poi guarda Niall e lo raggiunge, una seconda sigaretta già stretta tra l'indice e il medio e la bocca distorta in una smorfia triste.
"Fanculo" ripete, più piano, questa volta. "Come fai a sopportarmi?"
Niall scrolla le spalle e infila in una tasca laterale del borsone di Zayn un libro malmesso, la copertina che quasi rischia di strapparsi da un momento all'altro.
"Anche tu mi sopporti" replica soltanto, per poi afferrare un secondo libro e un album da disegno spiegazzato.
Incuriosito e allo stesso tempo innervosito a causa dell'estrema vicinanza di Zayn, inizia a sfogliarlo.
Si irrigidisce non appena alternati a disegni astratti o a porpri ritratti trova quelli di una ragazza.
"Chi è?" domanda, prima di potersi trattenere.
Zayn si allontana da Niall per spegnere la sigaretta e buttarla nel posacenere.
Rimane lì, fermo, a fissare la cenere, mentre Niall si volta per guardarlo.
Quando capisce che non ha voglia di rispondergli, decide di lasciar perdere e continua a sfogliare l'album.
Nelle ultime pagine ci sono soltanto suoi ritratti, e per Niall è un po' strano vedere così tante copie di sè in così tante varianti.
In quei fogli sembra avere mille facce, mille diverse nature segrete, mille espressioni e mille emozioni.
Tutte diverse.
Niall ha sempre pensato di essere statico.
Un cosa fissa, come la linea telefonica, le colonne di cemento o le montagne.
Ha sempre pensato di essere invariabile.
Non una variabile dipendente, non una cascata in continua caduta o una nuvola.
Niall non è mai stato una parola su cui si possono compiere anagrammi.
Niall è semplicemente Niall.
Ma a volte Zayn gli fa credere che esistano fin troppi tipi di Niall.
Come se Niall avesse spessore.
Quando riemerge dai suoi pensieri Zayn è alle sue spalle e Niall è così teso che ha paura che il moro possa accorgersene da un momento all'altro.

"Sono ossessionato da te, Niall. Ossessionato" bisbiglia Zayn, mentre una leggera nuvola di fumo supera la spalla di Niall e si estingue davanti agli occhi di quest'ultimo.
"Sei sempre nella mia testa" aggiunge Zayn, mentre un brivido corre lungo la schiena di Niall.
"Ed è una cosa positiva?" domanda quest'ultimo, aumentando la presa sul libro che tiene in mano e conficcando le unghie nella copertina.
"Non credo" replica il moro, arretrando di scatto e gettando la terza sigaretta nel posacenere, insieme a quella precedente.
Niall rimane in silenzio per parecchi minuti , durante i quali Zayn fissa il paesaggio oltra la finestra, inerme.
Alla fine "Comunque anche tu sei sempre nella mia testa" si decide a dire, senza avere il coraggio di alzare lo sguardo.
Zayn ridacchia piano. "Devo prenderla come una dichiarazione d'amore?" chiede divertito.
A Niall sembra di stare ingoiando schegge di vetro per quanto quelle parole lo feriscono.
"Non lo so. La tua lo era?" mormora piano, la voce fredda.
Zayn invece che rispondergli lo affianca e lo scansa con una spallata, un sorrisino storto dipinto sul viso.
Butta tutti i vestiti spiegazzati all'interno del borsone e con un unico, fluido movimento lo chiude, caricandoselo in spalla.
Niall lo guarda mentre si avvia verso la porta d'ingresso con l'espressione leggermente confusa, ma poi Zayn si volta a guardarlo e si deve affrettare a darsi un contegno.
"Se te ne stai ancora imbambolato per un po', rischiamo di perdere l'aereo sul serio, Ni."
Zayn lo sta forse sfottendo?
Niall davvero non lo capisce.
Non capisce lui, il suo comportamento, le sue parole.
Non capisce niente di niente. 
Ma per la prima volta non gli dà fastidio, perché finché si tratta di Zayn può anche non capire.

*

Due ore dopo sono sull'aereo, Niall dalla parte del finestrino e Zayn da quella del corridoio.
Il biondo fissa il paesaggio al di là del vetro, ma vede solo uno strato grigiastro di fitte nuvole rabbiose.
Appoggia la testa al sedile e ringrazia il cielo riguardo la durata del viaggio, appena un'oretta.
Zayn ha tirato fuori un libro e ha iniziato a leggere senza proferire una parola, e Niall ha capito che non ha troppa voglia di parlare.
Così tira fuori il telefono e porge a Zayn l'auricolare sinistro.
Quest'ultimo lo prende di buon grado senza degnarlo nemmeno di un'occhiata e se ne torna a leggere il suo libro.
Niall cerca furtivamente di scorgerne il titolo, ma la sua missione fallisce miseramente, così è costretto ad arrendersi e a riappoggiarsi al sedile, un sottile sconforto che alleggia attorno alla sua aurea solitamente solare.
Cerca di dormire, e forse ce la fa anche, perché ad un certo punto si sveglia e non si ricorda dei precedenti venti minuti.
Apre e chiude le palpebre un paio di volte, prima di rendersi conto di essere crollato sulla spalla di Zayn.
Provando a non mostrare imbarazzo, si raddrizza con un piccolo sbadiglio e si volta nella sua direzione.
Zayn ha appena sollevato lo sguardo e gli sta sorridendo, e, pur di non guardarlo negli occhi, Niall si finge indaffarato con gli auricolari.
Si schiarisce la voce con un colpo di tosse poi "Quando arriviamo?" chiede, come faceva quando era un bambino.
I suoi genitori però tendevano a zittirlo nervosi e stanchi, mentre la risposta si Zayn è mite e posata.
"Circa venti minuti" risponde infatti, per poi tornare a sottolineare il suo libro - che, nota Niall, è un altro, probabilmente scolastico - con aria annoiata.
Dopo aver emesso un piccolo sbuffo, il biondo tira su le gambe e le incrocia, poi scorre nella playlist dove si trovano gli ultmi brani aggiunti e fa partire la prima canzone che gli capita sotto il dito.
Poi non si ricorda, probabilmente si è perso nella contemplazione delle mani di Zayn che stringono la matita color giallo ocra e che girano le pagine ad intervalli irregolari.
Non è di certo una buona cosa se a distrarlo sono soltanto un paio di comuni mani, pensa.
Niall è andato, partito, corre e non riesce più a fermarsi, nonostante la consapevolezza che a pochi metri, davanti a lui, ci sia un incombente dirupo.
Si riscuote soltanto quando nella riproduzione parte la canzone che Harry gli ha dedicato pochi mesi prima.
Si affretta a cambiare traccia e a pensare ad altro, ma gli è davvero difficile non concentrare i suoi pensieri su Zayn e al contempo su di Harry.
Chiaaà dov'è in questo momento, o con chi è.
Niall si sente enormemente responsabile, ma soprattutto enormemente colpevole.
Ma se non si sentisse così non si chiamerebbe Niall Horan.

*

I genitori di Niall sono divorziati.
Proprio per questo motivo ad aprire la porta e ad accoglierli c'è soltanto la madre di Niall, Maura.
Il biondo le si getta addosso, abbracciandola con foga e lasciando indietro Zayn, che probabilmente si sente un po' imbarazzato.
Poi entrano in casa, e, una volta fatte le solite domande, Niall accompagna Zayn di sopra.
Gli mostra velocemente la casa e gli fa portare il borsone in camera sua, poiché è lì che dovrà stare.
Niall è parecchio teso riguardo a questo fatto, perché non ha mai condiviso la camera con qualcuno eccetto Harry.
Ma Harry è Harry, e Zayn è Zayn.
O forse dovremmo dire che Niall non ha mai avuto una cotta assurda per Harry come ce l'ha adesso per Zayn.
Niall ha addirittura elaborato il pensiero di dormire sul divano per tutta la durata delle vacanze e di lasciare la sua camera all'amico, ma la cosa lo rende ugualmente nervoso, perchè lì, in quelle quattro pareti, c'è tutta la sua storia e non sa se ha voglia di condividerla con qualcuno.
Il moro poggia la borsa accanto alla scrivania con un'espressione perplessa e Niall si affretta a dargli spiegazioni.
"Ehm" inizia, maledicendosi da solo per la sua estrema eloquenza che viene sempre a mancare nel momento del bisogno.
Zayn solleva le sopracciglia e lo guarda in attesa. 
"Mh, dunque. Questa è la mia camera. In verità avrei voluto lasciarti la camera di mio fratello, ma ho scoperto ieri che arriverà stasera, perciò devi accontentarti della mia e-"
"Tu dove dormi?" lo interrompe Zayn, senza il minimo riguardo.
Niall si gratta la testa imbarazzato e distoglie lo sguardo dai suoi occhi scuri, prima di rispondere: "Sul divano."
Anche se non gli piace farlo e gli sembra una cosa da egoisti, Niall sta sperando che Zayn gli dica 'Ma no, dormirò io sul divano'.
E con sua grande gioia Zayn lo dice, ma alla fine Niall si sente così in colpa che declina l'offerta.
O forse lo fa solo perché teme l'ira di sua madre nel caso scopra che fa dormire un suo ospite sul divano.
Niall tentenna pochi secondi, spostando il peso da un piede all'altro, gli occhi divertiti di Zayn puntati addosso.
"Io vado, ehm, a farmi una doccia" conclude infine, annuendo più per convincere se stesso che per altro.
Fa in tempo a vadere Zayn sorridere prima di chinarsi sulla propria valigia e tirarne fuori dei vestiti puliti.

Una volta lavato, vestito e rinvigorito, Niall torna in camera e lascia il bagno libero per Zayn, poi scendono insieme in salotto per cenare.
Greg, il fratello di Niall, è arrivato mentre quest'ultimo era sotto la doccia e Niall si rende improvvisamente conto di quanto gli sia mancato.
In questo momento sta raccontando del suo lavoro in banca, e di come i suoi affari vadano a meraviglia.
E se da una parte Niall vuole bene a Greg, dall'altra non lo sopporta, perché è sempre perfetto in tutto e lui in confronto si sente un rifiuto umano, con il suo misero lavoretto da cameriere e una carriera da musicista sconosciuto semi-avviata.
E' quello il principale motivo per cui tiene la testa china sul piatto e si limita a parlare a monosillabi e a ridere quando ce n'è bisogno, senza essere davvero felice.
Perché disturbarsi a parlare quando sua madre è così presa da Greg e dalle sue immense imprese lavorative che la rendono così fiera?
Zayn, che è seduto accanto a lui, gli tira un colpetto con una gamba e gli colpisce delicatamente il gionocchio con il suo.
Niall sussulta leggermente prima di voltarsi verso di lui e fissarlo disinteressato.
"Tutto okay?" gli sussurra il moro, chinandosi leggermente in avanti e posandogli una mano sulla spalla.
Niall si affretta ad annuire, per poi voltarsi verso la madre, che gli ha appena chiesto come procede il lavoro.
Nota il disappunto nel suo sguardo e nella sua voce, come se vedesse Niall di cattivo occhio soltanto perché non lavora in banca.
Mandando giù il groppo che ha in gola, risponde a tutte le domande di sua madre e sostiene ogni suo critico sguardo, finché non si scoccia e con la scusa di aver mal di testa si alza e se ne va in camera.
Si sente addosso lo sguardo di sua madre e di suo fratello, ma specialmente quello di Zayn.
"Magari è la stanchezza" sente Greg commentare, rivolto alla madre.
Alcuni istanti di silenzio, durante i quali Niall rimane fermo sulle scale, nascosto dal muro, indeciso tra rimanere ad aspettare Zayn lì o salire in camera.
Niall sente il tintinnio delle posate che si scontrano con la ceramica dei piatti, ma nessuna sedia strusciare sul pavimento e nessuno Zayn che lo raggiunge.
"Allora Zayn, cosa ti porta qui?"
A sentire suo fratello porgere quella domanda, Niall si irrigidisce leggermente, in attesa che Zayn risponda.
"Oh, ehm... Niall mi ha invitato a trascorrere il natale con lui" biascica questo, la voce bassa e misurata.
Un rumore di posate cadute, seguito da una sottile risata di Greg, che subito si affretta a domandare a Zayn se abita a Londra.
Dopo aver ottenuto una risposta positiva, il fratello va dritto al punto.
"Che cosa fai nella vita?"
E Niall in quel momento lo odia, perché Greg, come sua madre, si preoccupa sempre e soltanto del lavoro.
Il lavoro, il lavoro, il lavoro.
I soldi, i soldi, i soldi.
"Sono al primo anno di università" replica Zayn, nella voce una piccola quantità di irritazione e sfida.
Pochi secondi di silenzio, poi subito la madre di Niall "Quale facoltà?" domanda.
"Lettere e filosofia, e quando ho tempo seguo dei corsi di storia dell'arte" ribatte, con lo stesso tono che ha usato la donna.
Greg si limita a commentare con un "Wow, Niall in pratica non fa un cazzo in confronto" accompagnato da una risatina.
A quel punto Niall decide che può anche non aspettare Zayn e tornarsene in camera.
O forse in bagno, visto che sente l'impellente bisogno di vomitare.
Fa appena in tempo a raggiungere il gabinetto, poi la cena si rigetta nel water senza che lui lo voglia veramente.
Niall fissa per tre secondi il suo stesso vomito, per poi essere assalito da un secondo conato.
Appoggia una mano e il mento sull'asse e allunga un braccio per tirare lo sciacquone.
Si ritrae e si lascia cadere contro il muro liscio e freddo, scoppiando a piangere, senza sapere il vero motivo.
Una volta Harry gli ha detto che se scoppi a piangere senza un motivo, allora significa che ne hai fin troppi.
E Niall lo cerca - disperatamente - quel motivo, ma non lo trova.
Vorrebbe Harry.
Sarebbe un buon motivo per non piangere.
Sarebbe un buonissimo motivo per non piangere.
Così "Hey" scrive a Harry, cercando di vedere lo schermo del telefono anche attraverso il velo di lacrime.
Il riccio non risponde al messaggio.

Harry

Harry si appoggia il libro sullo stomaco, lasciandolo aperto alla pagina a cui è arrivato, e si allunga per poter afferrare il cellulare.
E' steso sul letto, solo la lucina del comodino accesa, e sta leggendo, mentre ascolta musica.
Non ha assolutamente voglia di parlare con nessuno, vuole solo essere lasciato in pace.
Vuole solo sentire Tom Odell cantare il suo dolore fino alla sfinimento, fino a soffrire con lui e per lui.
Apre svogliatamente il messaggio, accorgendosi troppo tardi che è da parte di Niall.

"Hey"

Riadagia il cellulare sul comodino, senza rispondere, ma purtroppo l'apparecchio vibra nuovamente, appena un minuto dopo.

"Come stai?"

Harry alza gli occhi al cielo e si affretta a togliere la vibrazione dal cellulare, prima che possa bloccarsi.
Dieci minuti dopo ci sono cinque nuovi messaggi, tutti in tema 'perché non rispondi?'.
Mezz'ora dopo, Niall gli ha inviato altri due messaggi: il primo parla di qualcosa a proposito del fatto che in Irlanda non ci sia ancora la neve, il secondo contiene alcune frasi alla cazzo.

"When you hold me, hold me in your arms." 

Ad Harry scappano un paio di bestemmie mormorate sotto voce, perché in quel momento sta ascoltando proprio quella canzone.

"Scusa, avevo il telefono spento. Tutto okay, tu? Come è andato il viaggio?" risponde alla fine, pentendosene quasi immediatamente.

La risposta di Niall, un misero"Tutto okay :-)" non tarda ad arrivare, e Harry fissa lo schermo del telefono per svariati minuti, prima che compaia nuovamente l'icona di un nuovo messaggio.

"Vorrei che tu fossi qui e che le tue braccia mi circondassero."

Harry manda giù la saliva, poi decide di spegnere il telefono, chiudere il libro e spegnere la luce.
E' stato Niall a scegliere Zayn, non Harry, quindi adesso Niall deve arrangiarsi e Harry deve cercare di non pensare a quanto vorrebbe Niall lì, a venti centimetri di distanza, nel suo letto freddo e disfatto.
Com'è piatta la notte senza le chiacchere insulse di Niall, senza i suoi continui borbottii o il suo strimpellare alla chitarra.
Com'è lunga la sera senza che Niall gli si butti addosso e lo distragga dalla lettura.
Com'è infinita la cena quando non c'è Niall che ride e che lo prende per il culo, quando non c'è Niall che gli lascia i piatti da lavare.
Com'è triste la vita senza Niall.
Ed è passato soltanto un giorno.
Nel buio, Harry si rigira finché la coperta non gli copre la testa e la sua faccia non sprofonda nel cuscino, il respiro mozzato dalla stoffa.
Sarebbe bello che per una volta ci fosse qualcuno a stringerlo, e non che sia sempre lui a dover confortare gli altri.
Sarebbe bello se per una volta fosse lui quello ad essere in lacrime tra le braccia sottili e pallide di Niall.
E Harry piange.
Perché non ce la fa, perché è un fallimento, perché il libro che sta leggendo lo deprime enormemente e perché vorrebbe essere felice.
Piange perché è sempre la seconda scelta, e perché non c'è mai nessuno che si preoccupi di quello che pensa.
Piange perché è stanco.
Piange perché una volta ha detto a Niall che chi piange senza motivo in realtà ha troppi motivi per poterlo fare.
Piange perché si è improvvisamente reso conto dell'entità e dell'enorme quantità dei suoi motivi per poterlo fare.
Piange perché sente le braccia di Niall che lo circondano.
Piange perché quelle braccia nel sonno diventano le braccia di Louis Tomlinson.

Liam

Liam sbuffa. Una, due, tre volte.
Alla fine scaglia per terra il telefono e cerca di togliersi dalla testa l'idea di scrivere a Zayn due righe di messaggio.
Ha deciso che sarà Zayn il primo a scrivere questa volta.
Così si libera dalle coperte, si alza in piedi e si veste velocemente, diretto dappertutto ma da nessuna parte.
E' in quel modo che scopre  che il suo dappertutto e il suo nessuna parte sono Louis.
"Ciao" dice solo, non appena un Louis assonnato e rincoglionito gli apre la porta.
"Liam" replica il ragazzo, facendosi da parte per poterlo far entrare.
Liam si sfila il cappotto e lo butta su una sedia, poi si lascia cedere a peso morto sul divano e si passa una mano tra i capelli.
Louis lo affianca e si siede accanto a lui, fissando il tavolino in vetro sul quale sono ammuchiati i resti di una cena improvvista: un cartone di pizza e due bottiglie di birra vuote, un tovagliolo accartocciato, un bicchiere pieno d'acqua ristagnante.
"Zayn è in Irlanda con Niall" mormora tetro, senza alzare lo sguardo su di Louis.
"Harry è a casa, probabilmente a piangere perché Niall è con Zayn" ribatte allora il più basso, tirando le ginocchia al petto e circondandole con le braccia.
"Mi sento uno straccio."
"Credo di essere ubriaco."
"Io non ho ancora cenato."
"Ho voglia di vomitare" borbotta Louis spento, gli occhi azzurri intrisi di nero.
"Vai in bagno, per cortesia" gli consiglia l'altro, sbadigliando piano.
"Mi è passata."
"Voglio morire."
"Harry mi fa schifo."
"Non mi merito questo" la voce di Liam è tremendamente lamentosa e strasciacata, e forse un po' irritante.
"Scherzavo, Harry mi piace da impazzire."
"Il mondo è una merda."
"Harry è la cosa migliore che potesse capitarmi."
"A Zayn non è mai importato."
"Ad Harry nemmeno, ero solo un suo passatempo."
"E' una gara per vedere chi sta peggio?" mormora Liam, la voce abbattuta e l'espressione sconfortata.
Loui si volta verso di lui e appoggia la testa sulla sua spalla, sbadigliando. "Ho voglia di baciarti."
"Allora fallo."
Così Louis con una spallata lo spinge all'indietro e lo fa sdraiare sul divano, guardandolo negli occhi.
Si sdraia su di lui e poggia la fronte contro la sua, prima di prendere possesso delle sue labbra  e dimenticarsi di quanto stia sbagliando.
"Liam forse non dovremmo..." inizia, Liam gli ha già messo le mani addosso, preso da una fretta assassina.
"No, noi dobbiamo."

Niall

Harry non risponde, così Niall si infila il telefono in tasca e cerca di calmarsi.
Non che gli serva a molto, ma non può di certo uscire dal bagno come se avesse appena visto uno di quei film strappalacrime che ama tanto Harry.
Alla fine si decide ad uscire dal bagno e a tornare in camera.
Zayn è seduto sul pavimento, la schiena appoggiata contro il letto e un libro tra le mani.
"Hai pianto?" chiede il moro, senza mezzi termini, alzandosi in piedi e parandosi di fronte a lui.
"No" sbotta Niall infastidito, ma le lacrime e i sighiozzi che tenta di soffocare lo tradiscono.
"Oh Ni, vieni qui" dice piano Zayn, avvicinandosi cautamente e abbracciandolo.
Niall appoggia il capo sulla sua spalla e stringe la felpa rossa di Zayn tra le dita.
Zayn sta così bene quando veste di rosso, quel colore gli mette in risalto i capelli neri e a Niall piace.
Le mani del moro sono poggiate sulla sua schiena e a Niall si ferma il respiro quando Zayn fa scorrere le dita lungo la sua colonna vertebrale.
Rimane lì per un po', tra le braccia di Zayn, il viso premuto contro la stoffa della sua felpa e le mani chiuse a pugno.
Rimane fermo a sentire il cuore di Zayn battere, piccoli suoni ripetitivi e regolari, attenuati dallo spessore dei vestiti.
"Perché piangi?" chiede la voce pacata di Zayn, mentre le sue dita si incastrano tra i capelli chiari di Niall.
Niall inclina leggermente la testa per permettere all'aria di entrare nella sua bocca, poi "Non lo so" biascica, stanco.
Si stacca da Zayn e si sdraia sul letto, fissando il soffitto e cercando di cacciare indietro le lacrime.
"Scusa. Sono una persona molto emotiva. A volte mi capitano cose tipo questa. Sai, scoppiare a piangere per nulla e cose del genere" spiega, senza staccare gli occhi del soffitto intonacato.
Zayn ridacchia e si siede sul letto, accarezzandogli un braccio.
Colto di sopresa, Niall sussulta e la sua reazione scatena una lieve risatina e un'espressione divertita sul viso di Zayn.
"Non farlo" sussurra il biondo, gli occhi fissi sulla mano di Zayn.
"Cosa?"
"Questo."
Le sopracciglia del moro si sollevano, conferendogli un'espressione perplessa. "Perché?"
"Mi dà fastidio" gli comunica con voce piatta, sperando che si allontani.
Ovviamente Zayn non lo ascolta, iniziando a giocherellare con il braccialetto nero che abbraccia il polso destro di Niall.
Infastidito, questo si tira a sedere di scatto e sottrae il braccio, guardando Zayn in cagnesco.
"Perché fai così?" gli chiede rabbioso.
"Così come?" replica spaesato l'altro, come se non abbia la minima idea di ciò di cui sta parlando Niall.
"Così. Come se a volte t'importasse e a volte no."
Il suo viso è appena ad una decina di centimetri da quello di Zayn, e Niall sente l'impellente bisogno di spingerlo all'indietro e di avventarsi su di lui, senza dargli il tempo di rispondere, ma cerca di non pensarci.
"Mi importasse di cosa?" soffia Zayn, gli occhi fissi sulle labbra di Niall.
Niall indica prima se stesso e poi Zayn, poi "Di questo" mormora. "Di noi."
"E da quando io e te siamo un noi?" chiede retoricamente il moro, ritraendosi leggermente.
"Non lo so, dimmelo tu" la voce di Niall è terribilmente insicura nel pronunciare quelle parole.
"Il fondamentale problema è che un noi non c'è mai stato, Nail. Non un noi che riguardasse me e te, almeno."
"Vaffanculo" sibila Niall, spingendolo con violenza.
Odia quando Zayn storpia il suo nome, odia quando Zayn parla per engimi, odia Zayn. "Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo."
Zayn rimane immobile, i suoi occhi scuri puntati su quelli chiari e umidi del biondo, rigidi e rabbiosi.
"Allora perché stai con me, eh? Vattene. Esci da questa casa. Adesso."
Il moro non si muove e Niall si arrabbia ancora di più.
Si sente andare a fuoco, brucia e scotta e vuole prendere a pugni Zayn.
"Vaffanculo Zayn, sparisci. Lasciami in pace. Esci dalla mia vita. E' abbastanza chiaro come concetto?" 
Niall accompagna tutto gesticolando, e sa di apparire patetico, anche se vorrebbe risultare soltanto freddo e distaccato.
Eppure non ci riesce proprio, non ce la fa a fermare le lacrime e a soffocare i singhiozzi disperati che gli partono dal cuore e vengono trasmessi a tutte le terminazioni nervose.
Poi, visto che Zayn rimane fermo a guardarlo, si tira a sedere e lo spinge nuovamente, tirandogli un pugno sulla spalla.
Tuttavia i riflessi di Zayn sono piuttosto veloci e il ragazzo gli blocca le braccia senza fare alcuna fatica.
"Nail" cerca di dire Zayn, tendogli fermo il mento con una mano e le braccia con l'altra.
"Ni, calmati, per favore."
"No! Lasciami in pace! Non rompermi i coglioni, porca troia!" gli urla in faccia, chiedendosi se sua madre e suo fratello stiano sentendo o meno.
Niall si sdraia sul letto e si asciuga le lacrime.
Davvero non riesce a capire da dove arrivino, sono troppe per essere contenute in un solo essere umano.
Davvero troppe.
Troppo dolore.
Dopo qualche secondo, Zayn si sdraia accanto a lui.
Niall non vuole condividere niente con lui.
Niente di niente.
Zayn l'ha appena preso per il culo in un modo così crudele che solo a ripensarci gli viene da piangere ancora di più; infatti decide di voltarsi su di un fianco e dargli le spalle.
Il moro gli sfiora con le dita le vertebre, una ad una, prima di avvicinarsi a lui e abbracciarlo goffamente.
Quando parla, le labbra di Zayn sfiorano il collo di Niall. "Ti prego Niall non mandarmi via."
"Vaffanculo" sbotta l'altro ragazzo, continuando a fissare il muro contro il quale è appoggiato il letto.
"Niall?" tenta di nuovo Zayn, e quando il biondo si gira è incazzato nero.
"No Zayn, sta' zitto. Mi fai schifo."
"Mi dispiace" mormora a bassa voce Zayn, cercando la sua mano.
Niall allontana repentinamente la mano infilandola sotto il cusino e manda giù la saliva che gli blocca le vie respiratorie.
"Non è vero, non ti dispiace. A te non te ne frega un cazzo, Zayn" sbotta duramente, arrabbiato sia con lui che con se stesso.
Rimangono in silenzio per un momento, e Niall sente solo il respiro di Zayn contro la sua nuca e il suo braccio attorno al fianco.
L'eco lontano e attutito di una macchina in partenza invade la stanza, successivamente seguito dal rumore della televisione.
Il mondo va avanti e loro stanno fermi, ma stranamente questa cosa a Niall non dispiace.
 "Hai ragione, Ni: non me ne frega un cazzo" sussurra ad un certo punto Zayn, dal nulla. "Ma di te m'importa."
Niall si volta verso Zayn e intreccia le dita con le sue, incastrando la testa contro la sua spalla, vicino al suo cuore.
Quel giorno, il ventidue di dicembre, Niall Horan è morto e rinato tra le braccia di Zayn Malik.







                                                                                                                              -


Hey.
Lo so, lo so, lo so.
Sono in ritardissimo. Ma se pensate che non aggiorno la larry da quasi due mesi, sono in ritardo solo relativamente, no?
Sono le tre di notte, quindi posterò il capitolo domani, dopo aver controllato gli errori di battitura.
Dunque, il capitolo.
E' uno schifino, all'inizio non dovevano nemmeno esserci i pov di liam e harry ma alla fine per allungare un po' li ho inseriti, sennò il capitolo era una merdina schifosa.
A parte questo, sono tutti molto depressi, un po' come me, haha.
Insomma, questa storia è triste eccetera eccetera e non ha una fine ed è noiosa, e mi dispiace enormemente, ma non riesco a renderla più interessante di così.
Come al solito, ringrazio chi si è fermato a recensire gli scorsi capitoli (nialljameshoranslaughs, _Sunrise, HiSheeran__, Sogni d Horan, kidrauhlismyheroe,  andre_nialler), chi segue, preferisce, ricorda.
Siete fantastiche, davvero, e siete troppe :(
Un enorme grazie a chi continua a inserirmi tra le autrici preferite, mi fate commuovere.
Ho sonno, ma comunque: story of my life.
Se best song ever mi aveva delusa e diana non mi prendeva particolarmente, questa canzone invece è splendida.
Anche se non ne colgo a pieno il significato, è strano dedicare una canzone del genere ad una ragazza, e per di più il video non c'entra una minchia, perciò boh.
Resta il fatto che si va ad aggiungere alle loro canzoni migliori e che io la amo con tutta me stessa.
Basta, vado via, ciao ciao :) xx
Oh, su twitter sono @zainsheist :-)
Allora, giuro su zayn che domani sera il primo capitolo della larry sarà postato, lo giuro.

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Capitolo 11
*** Bad Christmas Day. ***


Capitolo 11





I'm all the days

That you choose to ignore.


- All I need, Radiohead.






Zayn



Zayn si agita nel sonno, forse per il freddo o forse per l'eccessivo caldo, non lo sa di preciso.
Passano alcuni minuti infiniti, durante i quali il suo incubo senza fine lo trascina verso il fondo, rasoterra e poi sempre più giù, nelle viscere più profonde.
Poi si sveglia, di soprassalto. Il suo respiro è affannato e le labbra tremano leggermente, così come le dita delle mani scure e consumate.
Sente una goccia di sudore percorrergli lentamente la schiena, sotto la felpa che indossa come pigiama.
Non respira, non solo per l'incubo, ma anche per il piumone scuro e per Niall, che gli è praticamente addosso.
Chiudendo gli occhi e cercando di regolarizzare il respiro, Zayn scansa le coperte con un gesto impacciato e inclina la testa per poter guardare Niall.
Vorrebbe alzarsi, ma il suo braccio è incastrato sotto il corpo del biondo, e tra l'altro gli fa un gran male.
E anche se la sua mente gli sta dicendo di alzarsi, il suo braccio libero si allunga per accarezzare i capelli morbidi e sudati di Niall.
Riesce a vedere il suo viso tranquillo, la luce della luna che illumina la stanza conferendole un'aria terrificante e allo stesso tempo misteriosa.
Niall quando dorme è silenzioso, al contrario di quando è sveglio.
Quando è sveglio Niall è rumore.
Rumore vero e proprio, perché la sua parlantina per un tipo silenzioso è tutto tranne che piacevole.
Rumore fastidioso e quasi insopportabile, uno di quei rumori che ti irritano a tal punto da diventarne dipendente.
Quando invece dorme Niall è silenzio.
Il silenzio che tanto brama Zayn, di cui è alla ricerca da anni, quel limbo surreale e inesistente nel quale crogiolarsi quando tutto va per il verso sbagliato.
Spesso le persone hanno paura del silenzio, spesso sentono il bisogno di colmare una cosa così sacra con parole futili e prive di significato.
Con gli anni Zayn ha imparato ad apprezzare il silenzio, a rispettarlo e a fare di esso uno dei suoi più cari amici.
Trascorre la maggior parte della sua vita da solo, pensando o disegnando, e il silenzio è sempre lì, costante e presente, seppur invisibile.
Tuttavia basta poco per rompere il silenzio: un sospiro, uno sbuffo, un battito di palpebre.
Basta poco rumore, per romperlo.
Con Zayn accade lo stesso, gli bastano poche cose per essere rotto.
E così come il rumore rompe il silenzio, Niall rompe Zayn ogni giorno, arrivando a frammentare persino le sue molecole.
Pezzi che non si rimetteranno più a posto una volta che Niall si scoccerà di lui e lo abbandonerà, come hanno sempre fatto tutti.
Zayn si rigira tra le dita le corte ciocche di capelli di Niall, mentre sente il peso della sua testa sulla propria spalla, ad impedirgli qualsiasi movimento.
Si guarda tristemente intorno, lasciando che i suoi occhi si fermino sul proprio corpo perfettamente incastrato con quello del biondino.
E' buffo, perché Niall si regge a lui con una tale decisione che pare da un momento all'altro possa cadere, se solo Zayn lo lasciasse andare.
Ed è anche buffo che sia Niall ad aggrapparsi così a lui, il braccio stretto attorno al fianco del moro, le gambe intrecciate in una morsa soffocante e la testa incastrata sulla sua spalla.
E' buffo perché in realtà è Zayn che si sta disperatamente aggrappando a lui, nonostante tutto.
Tra i due sarebbe Zayn a cadere, come al solito.
Ma Zayn bene o male c'è abituato, a cadere.
La sua vita è una continua caduta, un precipitare, la forza di gravità che lo spinge sempre più giù, e lui è sempre più vicino allo schianto, senza mai raggiungerlo.
E' così: cadiamo tutti, ma non ce ne rendiamo conto, non sempre per lo meno.
Zayn invece è pienamente consapevole della sua disastrosa e incessante caduta, e ha imparato a conviverci.
Così come ha imparato a convivere con il silenzio, la solitudine e gli incubi.
Provando a non svegliare Niall, cerca di liberarsi dalla sua stretta e si tira su.
Scende lentamente dal letto, una mano a scompigliare i capelli scuri e sudati e l'altra attorno allo stomaco, come se in questo modo potesse scaldarsi.
Nella penombra si china e cerca le sigarette tra le tasche del borsone, poi esce dalla stanza, dopo aver gettato un'ultima occhiata a Niall.
La casa è avvolta nell'ombra e nel silenzio, e lentamente a Zayn tornano in mente tutti i ricordi che da sempre cerca di archiviare.
Il buio attraversato da una striscia sottile di luce, il silenzio rotto dalle urla, la notte interrotta dal dolore.
Fa di tutto per scacciare immediatamente quella fastidiosa sensazione che gli si è accampata addosso ed esce nella veranda che dà sul giardino.
Si accende la sigaretta, poi si lascia cadere contro il muro chiaro e freddo della casa, raccogliendo le ginocchia al petto e incrociando le caviglie.
La luna è così incredibilmente luminosa da illuminare a giorno il terreno fangoso e gli alberi del tutto privi di foglie, quasi fosse tutto morto.
Quando Zayn ha visto per la prima volta Niall, è proprio questa l'idea che si è fatto di lui: Niall è come un albero quando inizia a perdere le foglie.
E' scoraggiato, abbattuto, triste e solo.
Apatico e distaccato dal resto del mondo, quasi come se le emozioni non lo tocchino con un dito.
Però questa sera Zayn le ha viste le sue emozioni, per la prima volta.
Eppure a Zayn sembra lo stesso così triste, nel profondo; forse perché non riesce a credere che Niall sia felice ogni volta che ride, o forse solo perché la vede, tutta quella tristezza, quasi come se fosse una catasta di ricordi e fatti accumulati e poi messi da parte dal ragazzo, proprio come Zayn mette da parte i suoi ricordi.

Ci sta provando anche adesso, ad allontanare i ricordi del suo incubo.
Come al solito tuttavia non ci riesce, la confusione che ha in testa vince su di lui, gli opprime qualsiasi tipo di ragionamento logico, gli impedisce di non pensare.
Zayn sa che per il suo cervello malato e mal funzionante servirebbe uno psichiatra, ma non gli piace l'idea che uno sconosciuto si intrometta nella sua vita e estragga da lui ciò che ha bisogno di sentire, senza che lui possa opporre resistenza.
E poi ormai ci è abituato, a quella costante confusione, perché Zayn è una di quelle persone che bene o male si abitua a tutto, anche piuttosto velocemente.
Solo ad una cosa non riesce ad abituarsi, solo una cosa continua a tormentarlo, e quella cosa è il motivo per cui quando il dolore prende il sopravvento Zayn si arrotola la manica della felpa e si spegne la sigaretta direttamente sulla pelle, stringendo i denti e attendendo con impazienza che il dolore fisico oltrepassi il dolore morale che prova ormai da troppi anni.
Continua a fare male lo stesso, nonostante adesso bruci anche la sua pelle insieme alla sua anima.

Niall

Niall si sveglia all'improvviso, il sonno ridestato da uno spiffero d'aria fredda che soffia dalla finestra vicina.
Ci mette qualche secondo prima di capire cos'è che l'ha fatto svegliare e cosa manca: le coperte gli coprono soltanto una gamba e Zayn non è con lui.
Sbadigliano si stropiccia gli occhi, ancora quasi completamente intontito dal sonno, e si alza in piedi tutto barcollante.
Non afferra nemmeno una felpa, scende al piano di sotto soltanto in boxer e maglietta, i piedi scalzi che si raffreddano in pochi secondi e i peli delle braccia che si rizzano per la pelle d'oca.
Non vedendo Zayn in salotto, decide di andare in cucina, ma il ragazzo non è neppure lì.
Niall si guarda attorno incuriosito, per poi decidersi a uscire nella veranda, pensando che magari Zayn è uscito per starsene un po' da solo.
Infatti trova il moro accasciato per terra, la schiena poggiata contro il muro; e Niall se ne stra frega, non gli interessa se Zayn vuole starsene da solo, perché lui vuole fargli compagnia, se proprio non riesce a dormire.
“Zay” mormora, stropicciandosi con la mano un occhio, la voce roca impastata di sonno e i capelli sparati in tutte le direzioni, “Non vieni a dormire?”
Il moro si volta verso di lui e Niall vede lo sbrilluccichio di un sorriso nel buio e una sigaretta accesa tra le sue labbra.
“Sì, arrivo subito” gli risponde quello, mentre una nuvoletta di fumo esce dalla sua bocca. “Torna dentro o prenderai freddo.”
Ignorando deliberatamente il suo consiglio, Niall si accuccia accanto a lui, cercando di respingere il freddo agghiacciante che gli sta penetrando persino il cuore.
Si passa una mano sul viso, sospirando forte, poi si gira verso Zayn, che gli pare così bello sotto la luce chiara della luna, gli occhi neri che brillano come braci ardenti e i capelli abbassati fin quasi sopra gli occhi.
“Quando mi spiegherai il motivo per cui ti imbottisci di caffè e la notte non dormi?” domanda scoraggiato, attento a non far trapelare alcuna emozione.
A Niall sembra di essere stato punito con la legge del contrappasso: ha passato tutta la vita a recitare e a fare finta di aver bisogno di provare emozioni, mentre adesso fa una grande fatica a contenerle e a fare sì che non oltrepassino il sottile confine della sua pelle e della sua espressione.
Zayn scuote leggermente la testa e lascia cadere un po' di cenere dalla sigaretta. “Non c'è nessun motivo.”
Il biondo si volta leggermente verso di lui e lo guarda sollevando le sopracciglia. “Zay, lo so che posso sembrare stupido o infantile, ma non sono idiota fino a questo punto.”
Con un movimento improvviso Zayn scrolla le spalle e abbandona la testa sulla spalla di Niall, che per la sorpresa sussulta piano, mordendosi a sangue l'interno della guancia.
Gli basta sentire il respiro caldo di Zayn appena sopra la sua clavicola per risvegliarsi completamente dal torpore in cui il sonno l'ha fatto cadere.
“E' una storia troppo lunga, Ni” biascica piano Zayn, spegnendo la sigaretta e gettandola via, lo sguardo fisso sulle sue mani.
Il moro solleva la testa e la poggia al muro contro il quale è seduto, e Niall, ormai completamente sveglio, lo osserva minuziosamente mentre il moro si lascia andare ad un profondo respiro scoraggiato.
“Ti ascolto” replica allora il biondino, la voce che trema leggermente per il freddo.
Zayn scuote la testa e l'inclina all'indietro, fissando il soffitto della veranda come contrario a quell'affermazione. “E' complicato.”
Niall non riesce a togliergli gli occhi di dosso, non ce la fa proprio, ed è inoltre consapevole di star guardando Zayn così come a volte Harry guarda lui, ma non può proprio farne a meno.
Prima che possa rendersene conto, le sue dita accarezzano leggermente le labbra di Zayn, lisce e più carnose rispetto alle sue; il respiro del moro sulla mano lo fa rabbrividire e Niall non crede di poter descrivere la sensazione che prova, perché è semplicemente in pace con se stesso e si sente felice.
Si sente felice lì, di notte, al freddo, in una stupidissima veranda, con le dita che sfiorano le labbra di Zayn e con Zayn che lo guarda leggermente confuso, la postura rigida e attenta.
“Ni, che...?” inizia a biascicare Zayn con voce tremante, ma Niall lo zittisce quasi immediatamente: “Mi piacciono le tue labbra.”
Il moro tace e lo guarda quasi spaventato, arretrando leggermente e cercando di allontanare Niall, che “Guardami, Zayn” sta dicendo a bassa voce.
Il biondo lascia cadere mollemente le dita, per poi farle correre lungo il profilo della mascella di Zayn, coperta da un velo di barba.
Zayn è così bello ai suoi occhi, nonostante le profonde occhiaie che gli bordano gli occhi, la barba che lo fa sembrare più grande di quello che è, le guance incavate e l'eccessiva magrezza. E' sempre così bello, lo sconvolge sempre in tutti i sensi, 
gli sconvolge tutti i sensi. Niall davvero sta iniziando a chiedersi che cosa ne abbia fatto del vecchio e apatico Niall Horan, perché con Zayn è tutto uno sconvolgimento continuo, ci sono sempre nuove emozioni.
E il biondino non ha mai messo nemmeno un'emozione nel fare qualcosa, se non nel voler bene ad Harry; la sua esperienza con i sentimenti e le emozioni non va oltre quello.
“Niall non... Non toccarmi per favore” sussurra Zayn, gli occhi grandi e spalancati e il respiro leggermente affannato.
Il biondo ritrae senza fretta la mano, intercettando lo sguardo di Zayn e perdendosi nelle sue ciglia, che tanto lo affascinano.
Il contatto visivo che si è andato a creare viene brutalmente interrotto da Zayn, il quale si volta e riporta gli occhi dritti davanti a sé; le mani serrate attorno alle ginocchia lasciano quasi dei solchi.
“Come vuoi tu” sussurra piano Niall, tornando a guardare il giardino buio, illuminato soltanto dalla luce bianca e pura della luna.
Dopo un quarto d'ora Niall sente che non ce la fa, non ci riesce, se resta all'aperto un altro minuto rischia di morire congelato.
“Ti aspetto dentro, Zay. Svegliami quando torni” gli sussurra piano, sapendo che in ogni caso il moro non lo sveglierà.


Niall sistema i cuscini e vi si appoggia contro, aprendo il pacchetto di pop corn che si è portato in camera dalla cucina.
Poi accende la tv alla ricerca di un film interessante, in attesa che Zayn rientri.
Ha pensato che mangiare e guardare un film l'aiuterà a rimanere sveglio con Zayn, perché se proprio il moro non può dormire, allora lui vuole fargli compagnia.
Sul canale 532 c'è un film che è iniziato da circa una ventina di minuti e Niall decide di guardarlo, così inizia a sgranocchiare i suoi pop corn.
E' completamente stravaccato sul letto, il sonno che minaccia di coglierlo da un momento all'altro senza preavviso e gli occhi stanchi.
Per di più gli brucia leggermente la gola, forse per il freddo che ha appena preso mentre faceva compagnia a Zayn sulla veranda.
Tossisce un paio di volte, sperando con tutto se stesso di non ammalarsi, ingoiando una pasticca per la gola e giocherellandoci con i denti finché non si spezza.

Dopo un po' Zayn entra in camera e alza di scatto la testa quando sente delle voci provenire dalla televisione.
Il film che il biondino sta guardando vede l'attore che ha impersonato Harry Potter come protagonista - gay - innamorato di un suo amico.
Niall avvampa perché - cristo! - Zayn ha deciso di tornarsene in camera proprio mentre Harry Potter si sta facendo fare un pompino da una bibliotecaria, per permettere a Lucian, l'amico di cui Harry Potter è innamorato, di rubare il mazzo di chiavi della biblioteca.
Le labbra di Zayn si incurvano in un sorrisino sbilenco e i suoi occhi corrono verso Niall, che si affretta a distogliere lo sguardo e a fissarlo sulla tv, errore gigantesco perché proprio in quel momento compare Lucian.
Niall si morde l'interno della guancia con tutta la forza che ha, mentre fissa l'espressione provocante che ha Lucian mentre guarda Harry Potter che viene dopo pochi secondi in bocca alla ragazza.
Quando Zayn sogghigna e si avvicina al letto Niall si irrigidisce, ma tenta comunque di rimanere impassibile e per nulla turbato, come se quel Lucian non lo ecciti terribilmente anche solo mentre 
guarda Harry Potter venire.
Il biondo deglutisce il più silenziosamente possibile, mentre Zayn lo raggiunge sul letto e si sdraia, poggiando la testa sulle sue gambe nude.
"Se ci fosse stato un tipo così a guardarmi io sarei venuto anche in meno di nove secondi" commenta divertito, mentre Niall si sforza di non strozzarsi con la sua stessa saliva.
Nel frattempo il film va avanti e il moro afferra il libro che ha lasciato sul comodino per riprenderne la lettura.
Come se non fosse sdraiato sulle gambe di Niall.
Come se la sua bocca non fosse fottutissimamente vicina al cazzo di Niall, che, per di più, non indossa altro che un paio di boxer.
Il silenzio cade nella stanza, interrotto soltanto dai rumori del televisore e da Zayn che gira le pagine del libro, apparentemente disinteressato a ciò che sta leggendo.
Niall si chiede come faccia Zayn a rimanere concentrato sia sul film che sul libro, senza essere minimamente in imbarazzo per la situazione che si è andata a creare.
Infatti lui, che è troppo occupato a non pensare a Zayn e a diverse oscene idee che gli stanno venendo in mente, non sta seguendo alla perfezione il filo logico del film e a dirla tutta non riesce a comprenderne nemmeno una parola, o almeno non finché Lucian e Harry Potter si baciano.
O non finché c'è una scena di sesso abbastanza esplicito, che vede Harry Potter a letto con uno sconosciuto.
Niall segue la scena sinceramente interessato, e Zayn dà due colpetti di tosse che suonano piuttosto allusivi.
“Vuoi smetterla?” mormora ad un certo punto Niall, mentre gli monta la rabbia e un'estrema irritazione.
Zayn fa un sorriso ancora più storto del solito e lascia cadere il libro al suo fianco per guardarlo negli occhi. “Di fare cosa, scusa?”
“Io... Tu...” Niall vorrebbe avere un tono infastidito, invece tutto ciò che gli esce sono balbettii scomposti e completamente privi di senso.
“Oh, lascia stare!” sbotta, cercando di alzarsi in piedi e di liberarsi di Zayn.
Sente l'imminente bisogno di rifugiarsi in bagno e toccarsi, magari pensando a Zayn e ai suoi sorrisetti del cazzo.
Tuttavia la voce innocente di Zayn e la sua presa ferma lo tengono fisso al letto e gli impediscono qualsiasi tipo di movimento. “Dove vai?”
“Io mh....” biascica arrossendo e immobilizzandosi, la vergogna e l'imbarazzo che si consolidano nell'affluire del sangue al viso. “Ho... ehm, bisogno del bagno.”
Il sorriso carico di sottintesi del moro si allarga ancora di più e prima che possa alzarsi “Scommetto che ne avresti meno bisogno se ti lasciassi fare una sega.”
Niall inizia improvvisamente a sentire troppo caldo e con un verso irritato e infastidito si scrolla di dosso Zayn e si rifugia nell'angolino del letto, tirandosi dietro le coperte.
“Zayn, quali sono i tuoi cazzo di problemi?” sbotta indignato e rosso in viso, un po' per l'imbarazzo un po' per il fatto che già di suo aveva caldo, e in più adesso è pure costretto a tenersi addosso il piumone sgualcito.
"Nessun problema, Ni" replica quello, sempre con la sua aria da divertito cronico.
“Tu soffri di schizofrenia” constata Niall pochi minuti dopo. “Sdoppiamento della personalità e company.”
Quella di Zayn è una risata vera e propria, una di quelle per niente forzate o fatte giusto per accontentare l'interlocutore. “Può darsi.”


Un rumore improvviso sveglia Niall, che sussulta e si tira a sedere, leggermente spaventato.
Zayn è sulla porta, tremante e infreddolito, e nello schermo della televisione non ci sono più Harry Potter e Lucian, ma due ragazze su un taxi, mentre parlano tutte fomentate.
"Oh, sei ancora sveglio" mormora il moro sottovoce, buttando nella borsa il pacchetto di sigarette, per poi raggiungere Niall e accasciarsi sul letto.
Oh.
Oh.
Niall si rende conto soltanto in quel momento di essersi addormentato davanti alla televisione: infatti i pop corn sono mezzi rovesciati e incastrati tra le pieghe del piumone e Zayn è appena rientrato in camera.
Il moro si scompiglia i capelli con una mano e si volta a guardare Niall, un mezzo sorriso sul volto. “Posso spegnere?” domanda, probabilmente riferendosi alla televisione.
Tutto quello che riesce a fare Niall e muovere la testa in un cenno di assenso, cercando di non pensare a ciò che è successo.
Ha sognato Zayn.
Ha sognato Zayn che voleva fargli una sega.
Solo ad alzare lo sguardo sul moro si sente in colpa, perché - dannazione! - quel ragazzo sembra talmente innocente e Dio solo sa quanto Niall si senta una persona orribile.
In estremo imbarazzo, incrocia le gambe, attento a non scoprirsi e posando le mani sopra la coperta.
Nel frattempo il moro ha spento la tv e sta raggiungendo Niall sotto le coperte, ignaro dei complessi che si sta facendo il biondo e del suo terribile imbarazzo.
“Che cazzo fai?” esclama infatti quest'ultimo, quando capisce che Zayn ha intenzione di affiancarlo, e magari anche di abbracciarlo come ha fatto ore prima.
Le sopracciglia del moro si sollevano perplesse mentre dice: “Vengo a letto?”
Vengo.
A letto.
Vengo.
Niall potrebbe morire in questo preciso istante, santo cielo.
Possibile che un ragazzo chiuso e silenzioso come Zayn, innocente quasi quanto un bambino, gli destabilizzi il cervello in questo modo?
“Sì, okay... No, anzi, non è okay. Okay un cazzo” borbotta più tra sé e sé che rivolto all'amico, il capo abbassato e le guance in fiamme.
Niall non ricorda l'ultima volta in cui qualcuno l'ha messo in un imbarazzo simile (oltretutto senza dire o fare nulla), ma sa che se è successo, allora è stato molto tempo fa.
Ancora in piedi, mentre sposta il peso da un piede all'altro, Zayn lo sta fissando con un leggero sorriso dipinto sulle labbra e un'espressione curiosa.
“Ni, tutto okay?”
La testa del biondino si alza di scatto e i suoi occhi sfuggenti sono inchiodati da quelli di Zayn, fermi e decisi.
“Sì. Cioè, no” biascica per tutta risposta, trattenendosi dall'infilarsi una mano dentro le mutande davanti al ragazzo. “Bagno, devo andare in bagno” riesce finalmente a borbottare con voce titubante e strascicata, sforzandosi di non lasciar trasparire ciò a cui sta pensando in quel momento.
Esce dalla stanza sfilando accanto a Zayn, le guance in fiamme e il corpo caldissimo, per non contare la gola che brucia e il naso che gli cola.
Possibile che in così pochi minuti si sia preso un raffreddore?
O meglio, possibile che sogni Zayn in situazioni equivoche e tremendamente eccitanti?
Così non vai avanti, Niall, si dice da solo, raggiungendo il bagno e premendo una mano sui propri boxer.
Appoggia la schiena al muro e reclina la testa all'indietro, tentando di non pensare a Zayn.

Così non vai avanti
, si ripete.

* * *

Guardare Zayn mentre beve il caffè, con i capelli sconvolti e il viso stanco, per Niall è una delle cose più belle.
Osservare attentamente le dita sottili del moro, quel giorno appesantite da due anelli grigi e spessi, chiudersi attorno al manico della tazzina è decisamente troppo per Niall, che sta davvero perdendo la testa per lui.
Non sa come comportarsi con Zayn, perché un momento vorrebbe saltargli addosso e fargli le peggio cose, avventarsi su di lui e baciarlo come ha baciato a tempo debito Harry, ma il momento dopo vorrebbe solo osservarlo in silenzio e contemplarlo in tutta la sua bellezza.
È il giorno della vigilia di Natale e in casa Horan quella sera stessa ci saranno almeno una decina di ospiti, tra parenti e amici, e Niall sa soltanto che lui preferirebbe starsene da solo con Zayn.
“Niall” sibila ad un certo punto la voce del moro, fin troppo vicina. Niall sussulta leggermente accorgendosi che Zayn si è avvicinato e che il suo busto è inclinato in avanti per potergli parlare all'orecchio, in modo che la madre del biondo, che in quel momento si trova nella stanza adiacente, non senta.
“Dimmi” mormora piano Niall, mescolando il miele che ha aggiunto alla sua tazza di latte per poter portare un po' di sollievo alla sua gola in fiamme.
Zayn sospira debolmente e abbassa lo sguardo sulla tovaglia monocromatica, per poi riportarlo sull'amico. “Avrei bisogno di altro caffè.”
“Fai pure, è tutto lì sopra” replica, accennando con il capo alla penisola spaziosa che si trova a pochi centimetri di distanza e trovando le pasticche per il mal di gola nascoste dietro la caraffa d'acqua.
Zayn si alza in piedi e si avvicina alla macchinetta della caffè, nello stesso momento in cui Greg li raggiunge in cucina.
“Hey!” saluta allegramente, facendo correre gli occhi sul tavolo alla ricerca di qualcosa da mangiare.
“Che cazzo è 'sta roba?” domanda irritato, vedendo metà del ripiano occupato dal necessario per preparare una torta.
“Buona vigilia di Natale anche a te, Greg” biascica Niall con voce scocciata e lamentosa, mentre Zayn ridacchia e Greg agita le braccia e solleva le sopracciglia.
“Dove la faccio io colazione?” chiede retorico, senza rivolgersi a qualcuno in particolare.
Niall scrolla le spalle e non accenna a muoversi, Zayn invece “Se vuoi puoi sederti al mio posto, tanto io ho finito” gli dice.
Greg sembra particolarmente colpito dalla gentilezza del moro, infatti non è abituato a simili gesti poiché suo fratello è tutto tranne che altruista.
Scocca un'occhiata carica di rimprovero a Niall, che lo ignora prontamente e finisce di bere la sua tazza di latte con indifferenza.
“No, pazienza, tanto sono in ritardo. Ci vediamo per pranzo” replica, rivolgendosi a Zayn con un sorriso educato. Scompiglia i capelli a Niall e urla un saluto a sua madre, poi esce di casa, come eco la suoneria del telefono e le sue imprecazioni.
Una volta che i due ragazzi sono soli, cade un silenzio che per la prima volta a Niall pare opprimente, così si schiarisce la gola e mormora con voce atona: “Allora, sei riuscito a dormire, stanotte?”
Il moro scrolla le spalle e “Dov'è tua mamma?” chiede, per sviare la domanda in un tentativo piuttosto futile e impacciato.
“Zayn.”
Il ragazzo alza la testa e guarda Niall negli occhi, il viso stanco e gli occhi spenti. “Sì?”
Niall si sposta leggermente verso di lui, dopo aver posato la tazza ormai vuota sul tavolo con un lungo sospiro. “Dovresti dormire di più.”
Il diretto interessato sbuffa e rotea gli occhi, ma Niall gli afferra il mento con una mano e lo fa voltare vero di lui alla ricerca del suo sguardo sfuggente.
“Puoi ascoltarmi per una volta? Non lo dico perché voglio darti addosso, lo dico per il tuo bene.”
Un altro leggero sbuffo e un emaciato “Dormire è una perdita di tempo” da parte di Zayn e una maggiore pressione nelle dita di Niall.
“Sembri sempre così stanco e consumato, come se la vita ti sfinisse” sussurra, senza rendersi conto di averlo detto ad alta voce.
Zayn scrolla il capo e cerca di sottrarsi alla presa dell'amico. “La vita mi sfinisce.”
Il biondo lascia cadere la mano e poggia la testa sull'altra, il busto contro il bordo tavolo e il gomito inchiodato al ripiano. “A me sfinisci tu.”
Gli occhi del moro continuano a restare fissi sul tavolo, come se cercassero qualcosa nel caffè, e le sue mani non smettono di giocherellare con il manico della tazza.
Fa un minuscolo sorriso, rotto dal dolore, poi alza la testa verso di Niall e incrocia i suoi occhi. “Se sono così fastidioso avresti potuto fare a meno di invitarmi a passa-”
“Non intendevo in quel senso” lo interrompe il biondino, ancora prima che il moro possa terminare la frase. “Fai finta che non l'abbia detto” aggiunge poi, abbassando lo sguardo e buttando la tazza vuota nel lavello.
Le labbra di Zayn s'incurvano in una risatina divertita, mentre Niall "Vieni, andiamo a fare un giro" gli ordina, senza dargli la possibilità di reclinare la sua proposta.
“Signor sì, signore.”


“Pensavo che con il raffreddore fosse consigliato rimanere a casa, al caldo, sotto le coperte” sta dicendo Zayn, mentre Niall si avvicina all'altalena che c'è nel parchetto del quartiere.
Zayn scrolla via la neve con piccoli gesti veloci, per poi sedervisi sopra, una gamba da una parte e una dall'altra e la schiena poggiata alla catena.
Leggeri fiocchi di neve cadono dal cielo, radi e senza alcuna fretta di raggiungere il suolo, liberi e soli come il sole è solo nell'universo.
Niall si tira su il cappuccio del piumino e raggiunge Zayn, facendolo scansare e sedendosi di fronte a lui sull'altalena, le gambe intrecciate a quelle dell'amico e la schiena poggiata contro la catena opposta, fredda e sottile.
Il moro è leggermente arrossito quando Niall si è seduto, così vicino a lui e nonostante tutto così lontano.
“Mi piace di più vivere di notte” mormora Zayn ad un tratto, gli occhi fissi su un punto lontano e indefinito e le mani calate nella tasca del giubbotto.
Niall si volta a guardarlo e resta in silenzio, colpito da quella rivelazione improvvisa; è infatti abituato ad uno Zayn taciturno e che raramente parla dei propri sentimenti e quando si esprime a parole riguardo cose interessanti o che lo riguardano sono casi più unici che rari.
“Di notte hai una concezione diversa del tempo, perché la gran parte delle altre cose si fermano, ed è come se ti muovessi soltanto tu.”
Il ragazzo si scompiglia i capelli con una mano e li tira leggermente, le guance arrossate per il freddo e per l'imbarazzo, gli occhi distanti.
Gli occhi di Niall lo osservano in silenzio, lucidi e spalancati.
“È come se vivessi soltanto tu. Come se potessi vivere più vita degli altri esseri um-” sta cercando di spiegare, ma Niall lo zittisce, abbracciandolo e nascondendo il viso contro il collo del ragazzo e mormorando un flebile “Non continuare, non ce n'è bisogno.”
Gli accarezza i capelli con le mani coperte dai guanti di lana grigia e strofina il naso contro la pelle calda di Zayn, gli occhi serrati e la bocca semiaperta.
In quel momento vorrebbe davvero baciarlo, ma per adesso può anche accontentarsi delle due parole e di un suo abbraccio, se è il massimo che il moro può offrirgli.


* * *


La vigilia di Natale Zayn e Niall la passano tra un sussurro e l'altro, colpetti alle ginocchia sotto il tavolo che gli ospiti non possono vedere e tanti starnuti da parte del biondino.
Dopo aver mangiato a sufficienza, si accasciano sul divano, mentre gli amici e i parenti della madre di Niall continuano a chiacchierare incessantemente al tavolo.

Andiamo in studio?” gli domanda Niall dopo alcuni minuti, guardandolo negli occhi.
Zayn sembra pensarci qualche istante, poi “Okay” acconsente, con un piccolo sorriso.
Così raggiungono lo studio e cercano un bel film da vedere, tirando la porta di vetro opaco e chiudendosi nella stanza, sperando che nessuno vada a disturbarli.
Passano i minuti, poi un'ora, e il film che hanno deciso di guardare – Django – continua ad andare avanti nella sua carneficina di corpi umani e budella che esplodono sanguinolente.
Niall sbuffa e si esibisce in una smorfia disgustata ogni qual volta che un personaggio viene ucciso da un colpo di fucile, a suo parere esagerato.

Non è possibile che con un colpo di fucile ti esploda il cervello, dai” sbotta ad un certo punto, spazientito.
Zayn si limita a sorridere, la schiena appoggiata al divanetto e le braccia che allacciano le gambe magre.

Niall” dice Zayn svariati minuti dopo, alzando il capo per poterlo guardare in faccia. Poiché il biondino è seduto sul divano e lui sul tappeto. “Posso sedermi lì?” domanda, accennando con un movimento della testa al divano, per metà vuoto.
Ma ti pare?” domanda per tutta risposta Niall, facendogli spazio e invitandolo ad affiancarlo.
Zayn lo raggiunge e si raggomitola sul divano, e a Niall pare così tenero e indifeso che, lo giura, potrebbe sembrargli un orsacchiotto.
Il moro si sistema meglio, avvicinandosi a lui e poggiando il capo sulla sua spalla, e il biondino s'irrigidisce di colpo, sorpreso da quel contatto così simile a quello della sera precedente.
Forse percependo la sua tensione, Zayn si volta a guardarlo e, leggermente imbarazzato, domanda: “Posso, cioè... Va bene se i-” prima che possa iniziare a balbettare, fortunatamente Niall lo interrompe e “Sì, non preoccuparti” lo rassicura. “Va bene.”



Zayn



Zayn si sveglia, due voci dai toni accesi che fanno da sottofondo, e si tira a sedere.
S'accorge solo in seguito di essere ancora sul divanetto dove era la sera precedente, insieme a Niall.
Si guarda intorno, stropicciandosi gli occhi, e i suoi occhi cadono sulla televisione.
Li distoglie subito, per non pensare a quanto tutto il sangue che ha visto nel film di poche ore prima l'abbia turbato. Con un lamento assonnato, si alza in piedi e esce dallo studio, mentre cerca di lisciare i vestiti spiegazzati e di dare una sistemata ai suoi capelli.
Sta per entrare in cucina, quando si rende conto che è da lì che provengono le voci; rispettivamente quelle di Niall e di sua madre.

Niall, non ho intenzione di ospitare quella sottospecie di ameba anche per il primo dell'anno, quindi vedi di liberartene in fretta” sta dicendo Maura con voce dura.
Un rumore di uno sportello chiuso con troppa violenza, poi la voce fredda di Niall si disperde velocemente per la stanza. “Non è una 
sottospecie di ameba, mamma. È una persona, cristo santo.”
Non bestemmiare, Niall” lo riprende la madre.
Zayn sente Niall sbuffare e può immaginarlo mentre rotea gli occhi con fare teatrale. “Cristo santo non è una bestemmia!”
Dal rumore, sembrerebbe che Maura stia armeggiando con pentole e tegami, mentre Niall girovaga per la cucina senza una meta, cercando qualcosa con cui fare colazione, che sembra non trovare, visti tutti gli sportelli che sta sbattendo con violenza.

Poco importa Niall, fatto sta che io non voglio quel ragazzo in giro per casa” ribadisce la madre, trascinando una sedia e probabilmente accasciandovisi sopra.
E io invece sì” ribatte impassibile il biondo, restando poi in silenzio. Un sospiro da parte della donna inonda la cucina e si disperde velocemente, scemando nel silenzio che è calato tra i due.
Poi “Se fosse una ragazza invece lo vorresti, in giro per casa?” chiede freddo il ragazzo.
Zayn si appoggia al muro e attende in silenzio, curioso di sentire la risposta della madre, risposta che per arrivare ci mette svariati minuti.

Io non... Sì” conclude infine, combattuta, come se abbia a lungo ragionato su quella storia. “Insomma Niall, guarda Greg. Ha un buon lavoro, sta per sposarsi e ha la testa a posto. Tu invece sei una continua delusione.”
Lo stomaco di Zayn si contorce a quelle parole, immaginando quanto possano ferire il biondino, così estremamente apatico, ma tuttavia così fragile.
Zayn non ha mai visto Niall piangere, se non qualche sera prima; in effetti, è un evento più unico che raro che il biondino lasci andare le sue emozioni senza nascondersi dietro quel velo semitrasparente che lascia intravedere soltanto un terzo di ciò che è veramente.

E per di più sono gay, dillo” la incoraggia sarcastico Niall, sbattendo un pugno sul tavolo.
Cala il silenzio e nessuno dei due dice nulla, finché Maura non si decide a parlare nuovamente. “Niall, sai benissimo che io ti voglio bene per ciò che sei-”
Ma la donna viene brutalmente interrotta dalla voce incrinata del figlio che “Non fa niente, mamma. Ho capito” sputa con difficoltà. Poi, senza alcun preavviso, esce dalla cucina e quasi inciampa nei piedi di Zayn, ancora fermo immobile. Gli occhi di Niall trovano i suoi e li catturano, poi il biondo con un brusco movimento della testa gli fa cenno di salire in camera. Zayn non se lo fa ripetere due volte e lo precede per le scale, ma, quando raggiunge la camera, Niall lo scosta e lui rimane fermo sulla porta, perplesso.
Segue i movimenti di Niall con curiosità, capendo infine che sta buttando in uno zaino malmesso i vestiti e tutto ciò che si è portato dall'Inghilterra.

Niall, cosa sta-?”
Sta' zitto, Zay. Prepara la tua roba. Adesso” aggiunge l'ultima parola, tagliente, nel vedere il moro ancora fermo e impassibile. Quest'ultimo s'affretta a gettare nella borsa le poche cose che ha tirato fuori – un libro, un album da disegno, delle sigarette e un accendino – gettando di tanto in tanto qualche occhiata a Niall, che sta inforcando lo zaino e se lo sta mettendo in spalla. Passano dal bagno, dove Niall prende lo spazzolino da denti e tutti i suoi effetti, poi scendono rapidamente le scale, il biondo a precedere Zayn.
Niall! Dove pensi di andare?!” esclama Maura, vedendo il figlio abbottonarsi il giaccone e ignorarla.
Zayn, mettiti il cappotto” ordina impassibile, per poi aprire il portone di casa e uscire in veranda, voltandosi per guardare a che punto è il moro.
Niall, non azzardarti ad andare via, mi hai capito?! Se esci da questa casa non ci entrerai mai più!”
Zayn si sente leggermente a disagio, e sotto sotto sa di essere la causa di quel litigio, motivo per cui si sente ancora peggio. I suoi occhi saettano da Maura a Niall, indecisi e tormentati.
Alla fine “Scusi” dice rivolto alla donna, seriamente dispiaciuto, poi esce dalla casa, tirandosi dietro il portone e chiudendoselo alle spalle.
Si affretta a seguire il biondino, che nel frattempo si è già allontanato e procede a passo spedito nella neve candida. A fatica, saltellando come un bambino che rincorre il proprio padre, Zayn lo raggiunge.
Camminano in silenzio per un po', l'aria fredda che si abbatte su di loro e gli fa pizzicare la pelle, le labbra screpolate per la bassa temperatura.

Dove pensi di andare?” domanda infine Zayn, accendendosi una sigaretta e voltandosi per poter guardare il biondo negli occhi. Lo sguardo di quest'ultimo è freddo e distante, velato da un patina di lacrime che non sa se attribuire al dolore o al freddo.
Dappertutto, andiamo dappertutto, Zaynie” gli dice, e sembra serio mentre lo fa, così “Okay” acconsente il moro, rabbrividendo e stringendosi le braccia attorno al busto per scaldarsi.
Camminano ancora, Zayn che tenta di far parlare Niall in ogni modo possibile, senza tuttavia riuscirci: il biondo è una maschera dura e impassibile, quasi come se nessuna emozione lo attraversasse.
Dopo circa una mezz'oretta di continuo camminare senza alcuna meta, il moro si accende una seconda sigaretta, proprio mentre comincia a nevicare.

Ni, per favore, puoi parlarmi?” lo implora, quando il silenzio tra loro diventa così opprimente da soffocarlo e metterlo in estrema difficoltà.
Per tutta risposta il biondo gli frega la sigaretta e fa un tiro, ma il risultato ottenuto non è ciò che sperava, infatti inizia a tossire come un forsennato. “Che cazzo...? Come cazzo fai a fumare sta roba?” domanda allibito, tra un colpo di tosse e l'altro, mentre Zayn sorride divertito, scrollando le spalle.

Alla faccia di 'il fumo ti fa rilassare'!” aggiunge, la voce indignata.
Il moro sorride e getta per terra la sigaretta ormai consumata, alzando poi lo sguardo su Niall e incrociando i suoi occhi blu. “È soltanto perché non sei abituato” gli spiega, la voce stranamente dolce e divertita.
Quando vede che il biondino si è richiuso nel suo silenzio “Ti va di parlarne?” domanda, leggermente più serio. Il diretto interessato smette di camminare e, senza guardarlo, esclama: “Le dà fastidio che io lavori in uno schifoso pub da quattro soldi.”

Beh, magari non intendeva dav-” cerca di consolarlo Zayn, prima di essere interrotto da un gesto brusco della mano dell'amico.
Per lei io sono una cazzo di nullità” sbotta, se possibile ancora più arrabbiato di prima, gli occhi fissi su un punto indefinito davanti a loro e le gambe che riprendono a camminare a grandi falcate.
Ni, non dire così” tenta ancora Zayn, ma il biondo lo liquida con un altro gesto della mano e uno sbuffo, passandosi una mano tra i capelli e spazzolando via la neve che vi si è attaccata.
Zayn pensa distrattamente che dovrebbe fare anche lui la stessa cosa, ma è troppo preso dal viso contratto di Niall, le mani che prudono per la voglia che ha di ritrarlo con quella precisa espressione.

Colpiscimi” gli consiglia ad un certo punto il moro, e come a confermare quella proposta spalanca le braccia e gli offre il suo busto.
Che cazzo stai dicendo?” la voce di Niall è carica di rabbia e intrisa di sarcasmo, ma Zayn non ci fa caso e “Ad alcune persone fa bene sfogarsi in questo modo quando sono arrabbiate. Un mio amico quando si arrabbiava doveva colpire qualcosa per far sbollire la rabbia” spiega atono, per poi fare qualche passo in avanti.
Niall sembra pensarci per qualche istante, ma alla fine aggrotta le sopracciglia e lo manda a fanculo

Le dà fastidio che io sia gay” aggiunge ancora, la voce incredula e turbata, le sopracciglia aggrottate.
Il moro, non sapendo cosa dire, continua a camminare in silenzio, fissandosi i piedi e tenendo le mani in tasca.
Passano altri minuti di silenzio, continuano a camminare senza una meta precisa, la strada da una parte e i campi innevati dall'altra.

Sei terribilmente carino quando ti arrabbi, sembri uno di quei buffi cartoni animati. Mi piacerebbe ritrarti così” si lascia sfuggire ad un certo punto Zayn, arrossendo quasi istantaneamente.
Niall si volta verso di lui per poterlo guardare negli occhi, e il moro nota con piacere che non è l'unico ad essere arrossito, infatti anche il biondino ha le gote più scure del solito.

Uno di quei buffi cartoni animati?” ripete Niall, ma sta sorridendo, non è arrabbiato; non in quel momento per lo meno. Zayn non fa tempo a replicare che Niall gli sta già tirando una violenta spallata, come vendetta per quel paragone scomodo e imbarazzante.
Il moro lo guarda, indignato, e lo spinge leggermente, le labbra curvate in un minuscolo sorriso che scoprono i denti fin troppo bianchi.
Sta osservando Niall, mentre ride, la testa rovesciata all'indietro e gli occhi chiusi, e all'improvviso si chiede come possa esistere qualcosa di più bello: sono loro due, lui e Niall, la neve, una strada deserta alla loro sinistra e i campi innevati alla loro destra. Loro due e nient'altro.
Niall, avvolto nella sua giacca da sci blu, è l'unica macchia di colore in quel bianco accecante in cui sono immersi, l'unica cosa viva.
Appunta mentalmente ogni dettaglio, ogni increspatura, ogni ruga d'espressione sul viso di Niall, perché vuole ricordare. Vuole ricordare e dipingerlo, una volta arrivato a casa. Perché – dannazione! - vuole dipingere Niall in ogni singolo momento, con ogni singola espressione. Con tutte le espressioni.
Anche adesso, mentre Niall lo sta raggiungendo, le labbra piegate in una risata rumorosa e gli occhi che luccicano, anche adesso vorrebbe imprigionarlo per sempre tra i colori e un foglio di carta, per poterlo poi imprigionare dentro di sé.
Preso com'è dai suoi pensieri, non si accorge che l'intento di Niall è quello di spingerlo ancora una volta, e, colto di sorpresa, si aggrappa al suo giubbotto. Scivolano insieme giù per la leggera discesa, cadendo nel fosso che corre parallelo alla strada e ritrovandosi la neve persino nei calzini.
La risata di Niall risuona nell'orecchio di Zayn, che a sua volta scoppia a ridere e tossisce, sputacchiando un po' di neve. Il biondo si puntella sui gomiti, ma non accenna ad allontanarsi dal moro o a liberarlo del suo peso leggermente opprimente; si limita semplicemente a fissarlo negli occhi con un'espressione indecifrabile dipinta sul viso.
Zayn sorride, leggermente a disagio, senza sapere cosa fare o dove mettere le braccia, che in quel momento sono stese lungo i suoi fianchi. Segue terrorizzato ogni singolo movimento di Niall, finché quest'ultimo non si siede, la ginocchia che circondano il bacino del moro e le mani che giocherellano con la zip della sua giacca.
Gli occhi di Niall sono fissi sulle proprie mani e quelli di Zayn sulle labbra del biondino; nessuno dei due accenna a dire una parola, finché Niall non sospira e “Per te io sono una nullità, Zaynie?” domanda.
Zayn, preso in contropiede, scoppia a ridere e punta i suoi occhi in quelli cristallini di Niall.

No” risponde, la risata ancora intrisa nella voce graffiata dal freddo. “No, Ni, non sei una nullità.”
Okay” annuisce il biondo, quasi tentando di convincersene. Fissa lo zaino rovesciato a pochi metri di distanza e “Okay” ripete di nuovo, l'aria assente e le mani che tremano leggermente. Zayn si tira a sedere di scatto – pentendosene quasi subito, visto l'improvviso contatto tra i loro bacini – e cerca qualcosa, qualsiasi cosa, da dire per poterlo rassicurare.
Niall?” inizia incerto, inclinando il capo alla ricerca del suo sguardo.
Mh?” mugugna l'altro per tutta risposta, continuando a giocherellare con la cerniera della sua giacca.
Zayn stringe tra i pugni la neve fredda e sente le mani andargli a fuoco e le dita immobilizzarsi, poi “Sei bellissimo” sussurra piano, abbassando la testa. La delicata risata di Niall s'infrange contro i capelli corvini di Zayn, e il biondo si avvicina per potergli dare un bacio sulla guancia.
Preso in contropiede per una seconda volta, Zayn sorride di nuovo, arrossendo e sentendo una strana sensazione acciambellarsi sul fondo dello stomaco. Non è abituato ad essere trattato con amore e riguardo, e la cosa un po' lo spaventa: ci mette infatti un minuto per scostarsi da Niall e poggiare le mani nella neve fresca, dietro la propria schiena.
Il biondino lo guarda sorridente, poi allunga una mano fa correre le dita lungo la linea della sua mascella, e Zayn è costretto a ripetersi che va tutto bene, che non gli farà del male.
Le dita di Niall continuano ad accarezzargli delicate il viso: passano dalle labbra alla linea del naso, dalle palpebre alle sopracciglia, e Zayn serra gli occhi, cercando di mantenere la calma.
Quando li riapre, Niall lo sta fissando divertito e sta spostando le dita sul suo collo, un'aria di sfida sul viso.
Il moro sbuffa leggermente nel tentativo di resistere al solletico; grazie al cielo le mani di Niall raggiungono piuttosto velocemente le sue spalle, coperte dal giaccone pesante e spesso.
Sono nel vuoto più totale, e Zayn torva così ridicolo che Niall abbia scelto proprio quel momento per sorridergli in quel modo da mozzare il fiato, mentre le sue mani slacciano la giacca ingombrante di Zayn e gli circondano il bacino, separate dalla pelle del moro soltanto dallo strato di vestiti.

Niall, non...” prova a dire, ma s'interrompe quando sente che Niall gli sta accarezzando il basso ventre. S'irrigidisce nel sentire le sue dita sul bottone dei suoi jeans e si allontana da lui con un movimento brusco e impacciato. Gli dà le spalle a fatica, smuovendo un sacco di neve e sforzandosi di trattenere le lacrime.
Fissa la neve candida davanti ai suoi occhi, cercando di concentrarsi soltanto su quella e, quando è sicuro che la sua voce non tremerà, “Scusa” dice.
Sente Niall sbuffare e può benissimo immaginarlo mentre rotea gli occhi, proprio come ha fatto circa un'ora prima con sua madre. “No, non preoccuparti. Continua pure a fare la ragazzina preziosa.”
Zayn abbassa il capo, ferito da quelle parole, e si tortura le mani, voltandosi poi verso il biondo e cercando di decifrare la sua espressione.

Non... Io non faccio la ragazzina preziosa” mormora sottovoce, gli occhi fissi sulle scarpe di Niall, che ora si è alzato in piedi e lo sta guardando dall'alto.
Noo” il biondo allarga le braccia e lo guarda, forse ancora più arrabbiato di prima. “Per favore, Zayn, non dire cazzate.”
La gola del moro è secca e le parole che vorrebbe dire gli muoiono sulla lingua appena prima di poter uscire e liberarlo dalla terribile tortura che lo tormenta. “Niall, non...”
Non riesce a terminare il discorso, perché Niall gli dà le spalle e cerca di risalire il fossato – lo zaino già in spalla – senza dare segno di volerlo ascoltare. Gli va dietro, risalendo insieme a lui il dislivello ripido e raggiungendo la strada.

Niall” tenta di nuovo, poiché lo vede allontanarsi da lui a passo deciso.
Niall!” aumenta l'andatura del passo finché quasi non lo affianca, poi si ferma e “Okay” constata risoluto.
Aspetta un momento, poi “Ho bisogno di tempo” prova a spiegargli, senza aggiungere nient'altro.
Niall si ferma d'un tratto e si volta, guardandolo in silenzio, la neve sparsa tra i capelli chiari e le labbra e le guance rosse per il freddo. Incerto, Zayn fa qualche passo in avanti fino a che non li separa un metro scarso.

Dammi il mio tempo.”
La voce di Niall è leggermente incrinata quando risponde: “E a me? A me chi me lo dà quello che voglio?”
A Zayn si spezza il cuore nel vederlo così fragile, che rischia di spezzarsi in due sotto anche la minima pressione, ma non può far a meno di stringere i denti e “Se tutto quello che vuoi è mettere le mani addosso a qualcuno allora dovresti trovarti qualcuno con cui scopare, non credi?” chiedere duramente.
Niall si passa freneticamente le dita tra i capelli, tormentato, e scalcia più volte piccoli cumuli di neve ai suoi piedi, poi finalmente alza gli occhi su Zayn e si decide a parlare.

Tu non capisci. Io non voglio 'qualcuno con cui scopare', io voglio te. Ho una fottutissima cotta per te, e tu continui a fare finta che non stia succedendo un cazzo!”
Quelle parole sono dolorose da mandare giù per Zayn, che si morde a sangue la lingua e prova fin troppe emozioni nel guardare l'amico. Vorrebbe essere sordo per non sentire il dolore intriso nella sua voce.

Tu non lo sai quanto sia orrendo essere continuamente respinti da tutto e da tutti. Non hai idea di cosa voglia dire aver passato l'adolescenza tra mio fratello e mia madre. Fa schifo” la voce di Niall nel dire quelle parole è pericolosamente traballante e Zayn capisce che gli sta dando le spalle per non farsi vedere piangere.
Sente qualcosa creparsi dentro di sé, perché non può sopportare di vedere il suo biondino in quelle condizioni, così fragile e indifeso, un cucciolo sul quale si potrebbe avventare il primo predatore con le minime capacità di caccia.

Niall, ti prego. Dammi tempo” sussurra, e con orrore si accorge di star piangendo come non piangeva da tempo, troppo tempo.
Gli si stanno congelando le mani per il freddo e la borsa inizia a pesargli sulla spalla, ma non importa: attende soltanto di sapere cosa dirà Niall. Non vuole fargli del male, non vuole ferirlo o renderlo triste, anche se ormai ha capito che chiunque gli si avvicini finisce per stare male, perché Zayn è un po' così: rovina sempre tutto. Rovina sempre tutti.
Quando Niall si volta verso di lui, con gli occhi velati dalle lacrime e le labbra contratte in una smorfia addolorata, sente una morsa stringergli il cuore e strattonarlo, come a volerlo staccare dal suo corpo e trasportarlo via.

Io non ho tempo, Zayn. Non più. Non per te” la voce rotta di Niall è bassa e si disperde nell'aria insieme ai refoli di vento freddo che gli agitano i capelli.
Zayn si limita a guardarlo in silenzio, senza prendersi nemmeno la briga di asciugarsi le guance bagnate di lacrime, e lo segue con gli occhi mentre gli dà le spalle per l'ennesima volta e riprende a camminare.
Lo guarda mentre va via e lo lascia solo in quel deserto bianco, e lo guarda mentre si lascia cadere per terra e vede la sua sagoma farsi sempre più piccola e sempre più lontana.
Vede la sua sagoma camminare.
E camminare.
E camminare.









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Hey.
Scusatemi tantissimo.
Non aggiorno questa storia da - wow! - più di due mesi.
Direi che era anche ora di pubblicare il nuovo capitolo, che – perdonatemi – è estremamente fluff e nonsense, senza un cristo di filo logico e senza altri personaggi a parte Zayn e Niall.
A parte questo, spero di riuscire a scrivere il dodicesimo capitolo in questi giorni e di postarlo prima dell'inizio della scuola (cosa che dovrebbe essere facile, visto che so già cosa accadrà e ho deciso bene o male quasi tutto).
Cercherò anche di inserire pov di Liam, Harry e Louis, che avrei voluto mettere qui, però poi sarebbe venuto fuori un capitolo troppo lungo e quindi ho dovuto rimandare.

Dunque, direi che ho detto tutto, il finale è leggermente triste soltanto perché l'ho scritto ascoltando “If you were a movie, this would be your soundtrack” degli Sleeping with sirens, quindi incolpate loro.

Se volete, sul mio account trovate una os ziall, è un po' lunghina, però mi farebbe piacere sapere il vostro parere!

Ringrazio come ogni volta chi recensisce (scusate se stavolta non vi cito una per una, ma sono le 2:14 e non ho molto tempo), chi preferisce, segue, ricorda, siete davvero tante. Mi fate stare in tensione, ho sempre paura che i capitoli possano deludervi, perché – avanti – gli ultimi sono parecchio cagosi e inconsistenti.
Bona, la smetto di autocommiserarmi e vi saluto, un bacio.
Se avete voglia di parlare o bla bla bla, su twitter sono @queerzay.

Ciao ciao :) xx











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Capitolo 12
*** New Year's Eve. ***


Capitolo 12


But I’ve been looking at you for a long, long time.

- Bonfire Heart, James Blunt.



Niall


Niall cammina velocemente, sforzandosi di non scoppiare in lacrime da un momento all'altro, perché – dannazione! – non ha mai pensato di essere così debole. Da quando si ritrova sull'orlo di una crisi di pianto soltanto per uno stupido ragazzo?
Da quando si sente così fragile, quasi come un pezzo di vetro pronto ad incrinarsi da un momento all'altro?
Da quando i suoi pensieri sono così confusi, la sua voce così rotta, le sue mani così tremanti?
Come ha fatto a diventare questo... questo.
Questo ammasso di insicurezza e malinconia, questi dubbi e queste mille domande che rotolano come pietre circolari, troppo veloci per fermarsi, troppo lente per concepire anche soltanto il pensiero di muoversi più velocemente?
Quando la sua apatia è diventata malinconia?
Quando il suo distacco è diventato un confuso insieme di sentimenti?
Come ha potuto permettere che qualcuno facesse di lui una persona così diversa, senza nemmeno rendersene conto.
Cosa gli sta succedendo? Perché d'un tratto sente questa dipendenza da una persona che non sia lui stesso? Perché sta lasciando che qualcun altro al di fuori di se stesso tocchi così il suo cuore, scoprendone gli antri più nascosti?
Stringe con più forza l'interno delle tasche dei suoi jeans, come se conficcare le unghie in qualcosa possa aiutarlo a trovare le risposte che cerca.
Ha detto a Zayn che è innamorato di lui, e cosa ha ottenuto? Nulla.
Solo questa voragine spalancata che lo divora dall'interno, risucchiando tutto ciò che sempre gli è appartenuto, strappandoglielo via con violenza, facendo sanguinare il suo cuore come un fiume in piena.
Così stupido, così ingenuo, così debole.
Si sente stupido, indifeso, scoperto, come se abbia appena svelato a qualcuno il suo punto debole, l'unica cosa che lo rende vulnerabile, il suo tallone d'Achille.
E non l'ha forse fatto? Non è forse vero che Zayn è il suo fottuto punto debole, che se non gli avesse stravolto la concezione di come guardare il mondo tutto starebbe andando meglio?
Niall non lo sa, non lo sa e non lo capisce, e forse preferisce non sapere, non capire.
Preferisce rimanere immerso nella sua ignoranza, nella sua debole forza, nella sua corazza inesistente che credeva di essersi costruito intorno, una muraglia circolare, priva di qualsiasi fenditura, impossibile da attraversare.
Nessuno spiraglio sparso, nessun buco tra le pietre combacianti e rotonde.
E ora gli pare solo che tutte le pietre che costituivano quella muraglia stiano rotolando giù, percorrendogli le braccia, il petto, le gambe, portandosi via la parte più forte di Niall, la parte più intraprendente, quella capace di snocciolare frasi su frasi senza fermarsi, di guardare negli occhi una persona per tanto tempo senza che nessun sentimento lo attraversi.
I suoi occhi impenetrabili? Li portano via le pietre.
La sua voce atona e fredda? La portano via le pietre.
Le sue mani fredde, le labbra immobili? Le portano via le pietre.
Gli staccano via pezzi di sé che per lui sono indispensabili e se li trascinano dietro, lontano, lontano, lontano, finché non spariscono oltre l'orlo delle nuvole bianche e spumose, oltre il bordo della corda sulla quale cammina, semplicemente oltre.
Gli portano via le cose più preziose che ha: la sua invulnerabilità, lo strato di ghiaccio che lo obbliga a restare sempre nella stessa posizione, immobile.
Sassi, sono sassi quelli che gli impediscono di respirare e che gli opprimono i polmoni.
Sassi che gli affaticano il respiro, lo affannano e velocizzano la sua ansia, facendolo consumare come una gomma da cancellare.
Niall cancella, cancella le parole che ha detto, tutti i gesti, gli sguardi.
Cancella perché fa male, questo continuo esser respinti da tutto e da tutti, questo essere così privi di sentimenti.
Cancella perché non è più abituato a quel dolore; prima soffriva perché non riusciva a sentire nulla, ora soffre perché sente troppo.
Nessuna via di mezzo, nessun compromesso, soltanto questo oscillare da una parte all'altra, una l'opposto dell'altro, lontane ma vicine.
È come un fiume: da una parte c'è niente e dall'altra tutto; lui continua ad oscillare, appeso ad una corda, l'acqua che scorre rapida sotto i suoi piedi e gli schizzi che gli bagnano le caviglie, regalandogli una sensazione mista e indefinibile, indecifrabile ai pensieri di chiunque.
C'è vento, e più c'è vento, più la corda oscilla, da una sponda all'altra del fiume; e non può buttarsi, non può semplicemente lasciar andare la corda ruvida, perché se lo facesse cadrebbe in acqua e affogherebbe in un territorio sconosciuto.
Così rimane lì, in agonia, tra il tutto e il niente, la destra e la sinistra, l'Ovest e l'Est, il tramonto e l'alba.


Liam


Liam è... rotto a metà.
La prima metà è propizia a mandare a fanculo Zayn e a divertirsi con Louis, la seconda invece è quella parte un po' nostalgica che possediamo tutti e che ci invita a non staccarci dalle nostre abitudini.
Quelle solite, le cose piccole e ripetitive che facciamo tutti i giorni, abitudinarie e consumate per quanto sono state svolte.
Liam guarda le stelle, sdraiato sul pavimento del suo balcone, il freddo che gli trafigge la pelle come tanti aghi e gli occhi che luccicano.
È così difficile amare, ma allo stesso tempo è così difficile non amare.
Lui se ne sta rendendo conto adesso, le stelle che si specchiano nei suoi occhi scuri e il vento che gli solletica la pelle, sta capendo cosa è Zayn per lui: ricordi.
Zayn è passato, a cui Liam si sta attaccando per la troppa paura di continuare a vivere e di andare avanti, a cui si sta disperatamente aggrappando, con forza, perché lui è sempre stata l'unica cosa sensata nella sua vita.
Pensa a Danielle, a come lei lo abbia lasciato così, su due piedi, stanca di lui e di tutta la sua distrazione, stanca di essere trascurata, e si morde l'interno della guancia, intrecciando le mani sotto il capo.
È tutto così difficile, la vita è così difficile; a volte vorrebbe soltanto fermarla, stopparsi, guardarsi intorno e aver il tempo di poter vedere quante cose stanno cambiando e quante ancora cambieranno.
Gli sembra di star correndo, il paesaggio che lo circonda soltanto una sfocata massa di colori, mescolati e confusi, che gli incasinano il cervello e gli scombussolano lo stomaco, facendogli venire voglia di vomitare.
Ma nessuno è in grado di fermarlo, nessuno è capace di farlo scendere dalla giostra a cui è incollato, non riescono a tirarlo giù e a farlo tornare sulla terraferma, a far smettere di girare così il terreno fasullo sotto i suoi piedi instabili.
Con un agile movimento si tira su e si aggrappa con le dita alla fredda balaustra del balcone, gli occhi fissi sull'asfalto a una decina di metri di distanza; basterebbe così poco, così poco.
Una spinta e tutto smetterebbe di girare, lui smetterebbe di girare.
Sospira e torna in cucina, spegnendo la luce e venendo avvolto da un buio tetro e languido, che gli si attacca addosso come una seconda pelle.
Quando afferra le chiavi di casa non sa nemmeno dove sta andando, sa solo che ha tanta voglia di muoversi; se sta fermo, gli sembra di girare di più, se invece si muove quel fastidio assillante diventa quasi sopportabile.
Uno, due, tre, quattro, il rumore dei suoi passi che risuona leggero per la strada deserta, il marciapiede umido di pioggia, scivoloso e insidioso per i piedi di uno stupido essere umano così distratto come lui.
Cinque, sei, sette, otto, le sue stesse dita che si scompigliano i capelli corti, che corrono veloci sul suo viso, strofinandolo come a volerlo risvegliare da un letargo che è durato fin troppo a lungo.
Cammina.
Fa mille passi.
Duemila, e poi tremila.
Poi smette di contarli perché è arrivato a 3987 e si è stancato e la pioggia ha iniziato a cadere irregolare, intrufolandosi tra i suoi capelli corti e lisci e scivolandogli sulle guance pallide.
I suoi vestiti sono ormai fradici quando decide di fermarsi nel bel mezzo del parco sconosciuto in cui si trova, buio e freddo, la nebbiolina leggera che lo avvolge e gli si attacca addosso come una seconda pelle.
Le sue ginocchia cedono e si ritrova a chinino, ad affondare in quell'impiastro di erba e fango appiccicoso e molliccio, le mani che gli dolono per il freddo e gli occhi vuoti dietro le iridi scure.
Lentamente, si lascia cadere all'indietro finché non è completamente sdraiato, la schiena che aderisce al terreno freddo e spossato e le mani insensibili perse in quella macchia verde e marrone.
Forse Liam è solo stanco.
Stanco di sentirsi solo, stanco dei clienti maleducati, stanco di non riuscire a capire i suoi stessi ragionamenti; il suo cervello sembra soltanto un contorto intreccio di filamenti sparsi a caso, qua e là, che galleggia in una marea sconfinata di un sospetto fluido, il quale non fa altro che complicare ancora di più la situazione.
Si strofina le mani sul viso e cerca di non pensarci, prova a non pensare a quanto in quel momento gli venga da piangere e da distruggere tutti quei verdi fili d'erba che lo circondano, rovinandoli quanto è rovinata la sua persona, spezzandoli quanto è spezzata la sua persona.
Ma può forse danneggiare ciò che gli sta intorno soltanto perché ciò che gli sta intorno lo ha precedentemente danneggiato?


Niall


Niall, lo sguardo perso fuori dalla finestra, sospira affranto.
Si trova a casa di Jem, un suo amico d'infanzia, o meglio, il suo amico d'infanzia.
L'unico, quello che tutti hanno e che è stato presente per i primi dieci anni della tua vita, per poi sbiadire lentamente nell'allontanarsi, fino a diventare solo un misero puntino d'affetto nel tuo cuore pulsante.
Jem gli ha lasciato la camera per cambiarsi e per appoggiarci i suoi effetti personali, poi hanno deciso che Niall e Zayn passeranno le successive cinque notti da lui, dormendo sul divano.
Non che al biondo faccia piacere approfittare così di Jem, ma è stato proprio quest'ultimo ad insistere, rifiutandosi categoricamente di lasciarlo in strada, senza uno straccio di niente se non i biglietti aerei di ritorno per l'Inghilterra e il suo zaino consunto, quello blu scuro che usava già da quando era alle medie.
Adesso Jem è di sotto, alle prese con i fornelli, e lo sta aspettando, ma Niall non ha il coraggio di muoversi. Sente la presenza di Zayn, nell'angolo opposto della stanza, lo sente mentre sistema il suo zaino e fa cadere qualche oggetto dalle mani impacciate.
Se chiude gli occhi, Niall può addirittura immaginarsele, quelle mani; parte tutto da lì: le mani, le dita sottili, sottilissime, che talvolta spariscono tra gli anelli terribili che indossa, le unghie corte, ma mai quanto quelle del biondo.
Quelle mani che Niall desidera tanto toccare, intrecciare le dita tra le sue, sentire che Zayn c'è, non solo per il mondo, ma per lui.
Se solo potesse sfiorare le sue mani, gli sfilerebbe gli anelli che indossa quel giorno, accantonandoli sul comodino per non avere intralci mentre gli stringe forte le dita, raggirandosele tra le mani pallide e studiandole come se non ci sia niente di più bello al mondo.
Giocandoci come se siano di sua proprietà, senza mai lasciarle andare.
Si obbliga a dare un taglio a tutti quegli strani pensieri e, serrando i pugni all'interno delle tasche dei jeans, si volta verso Zayn, senza sapere cosa dire.
Quando il moro si accorge di essere osservato, alza la testa e, cogliendo Niall in flagrante, ricambia la sua occhiata con le iridi dubbiose e al tempo stesso tormentate.
Resta immobile, in silenzio, così in silenzio che il biondino può sentirlo mentre deglutisce a disagio, abbassando gli occhi sul parquet di legno scuro, rigirandosi tra le dita una maglietta tutta stropicciata.

Ti sei già cambiato?” domanda per spezzare quell'assordante silenzio, in un'implicita richiesta di separarsi dall'opprimente compagnia del moro, che lo asfissia e gli impedisce quasi di respirare.
Zayn scuote la testa, ma non accenna a dirigersi verso il bagno per spogliarsi dei suoi vestiti fradici, nelle cui pieghe si nasconde della neve ormai sciolta, quasi allo stato liquido.
Rimane lì, e a Niall sembra troppo, perché Zayn è sempre troppo.
Troppo per lui, e troppo per qualsiasi altra persona: troppo per Liam – il ragazzo castano che ha una cotta per il moro – troppo per Niall, troppo per chiunque.
Niall è sempre stato poco, parsimonioso con le dosi, con le emozioni: poca felicità alla volta, poiché ha paura di usarla tutta in un colpo solo e poi rimanere senza; poca tristezza, spartita in uguali dosi e suddivisa giorno per giorno, misurata. Eppure Zayn è arrivato con le sue troppe occhiate, le sue troppe attenzioni, le sue troppe qualità, la sua troppa tristezza e, inutile negarlo, i suoi troppi problemi e le sue troppe, infinite, sconfinate emozioni.
Periodiche, ecco come potrebbe definirle.
Se Niall è un numero finito, limitato fino ad un certo punto, Zayn è un numero infinito, però periodico, perché Zayn si ripete.
Si ripete con i suoi sorrisi stanchi, con gli occhi scuri e le occhiaie che glieli bordano, si ripete con la voce bassa e quasi inesistente e con le mani delicate e leggere.
Niall invece rimane fermo al primo stadio; troppo grandi gli ostacoli, troppa la fatica di andare avanti.
Vedendo che Zayn tira fuori il suo album da disegno, il biondino sbuffa irritato e, una volta riscosso dai suoi pensieri deleteri, s'avvia verso il bagno, imprecando sottovoce.
Gli piacerebbe poter parlare con Harry, ma in fondo sarebbe come buttarlo nella fossa che il riccio si è scavato da solo, spingendolo ancora più a fondo.
Per scacciare definitivamente tutti quei pensieri così confusi e trasportanti, apre il getto della doccia e si lascia trasportare dal rumore scrosciante dell'acqua, concedendosi la libertà di non pensare.

Dieci minuti dopo, i capelli ancora umidi e i vestiti che indossa leggermente sgualciti per via della permanenza nello zaino, torna in camera, dove Zayn è seduto sul letto con le gambe incrociate.
Senza degnarlo di uno sguardo, si avvicina al termosifone, per poi stendervi sopra i vestiti bagnati e stropicciati, un'espressione scocciata a rovinargli il viso perennemente immobile e un sospiro rassegnato a cancellare la sua apatia.
Decide infine di sedersi di fianco a Zayn, continuando tuttavia ad evitare i suoi occhi e sforzandosi di sembrare normale; ma anche solo provare a parlargli senza che gli si incrini la voce gli sembra più arduo che camminare su un sentiero fatto di aghi.
Nella stanza c'è silenzio, un silenzio di quelli pesanti, spezzato soltanto dai loro respiri e dalla matita di Zayn che si muove leggera sul foglio, guidata dalla sua mano, che – nota Niall mentre gli getta un'occhiata veloce – trema leggermente.

Vuoi sapere chi è lei?” domanda ad un certo punto il moro, picchiettando con la punta della matita sul foglio, ad indicare un ritratto in carboncino che raffigura l'unico viso che si alterna a quello di Niall all'interno dell'intera collezione di ritratti di Zayn.
Niall si morde l'interno della guancia e cerca i suoi occhi, annuendo appena e abbassando immediatamente lo sguardo quando il moro risponde alla sua occhiata; per Niall è così bello, così dannatamente bello.

Mia sorella, si chiama Doniya” mormora dopo un po', la voce piatta e gli occhi persi nel suo stesso disegno. Non sapendo che dire, Niall soffia un “È molto bella” poi, dopo una pausa di silenzio “È più grande o più piccola di te?” domanda, per spezzare l'imbarazzo.
Diciassette anni. Aveva diciassette anni.”
Il tono lugubre che ha usato il ragazzo per rispondergli gli fa scattare qualcosa in testa, come un macchinario rotto in cui ci sono pezzi ma non riesce a farli combaciare, ecco, in quel momento è come se, pezzo per pezzo, il meccanismo stia tornando a funzionare.
A Niall il respiro si ferma in gola, capendo finalmente cosa ci sia di così sbagliato in Zayn, cosa lo tormenti e lo logori in quel modo terribile.

Quindi è, uhm” si ferma un momento per non usare un termine troppo duro, ma l'altro lo precede: “No, è semplicemente scomparsa, da un giorno all'altro.”
Pur sforzandosi di comprendere, Niall non capisce; gli sembra che Zayn gli stia parlando per enigmi.
Si domanda come possa essere scomparsa: è forse scappata di casa?Sparita nel nulla mentre tornava a casa, dopo una serata tra amici? Così “Scomparsa in che senso?” chiede, cercando di apparire gentile e allo stesso tempo cauto.
A malapena si ricorda delle promesse che si era fatto sotto la doccia: non essere gentile con Zayn, non rivolgere la parola a Zayn, non guardare negli occhi Zayn.
Occhi che in quel momento sono fissi sul foglio e lo studiano come se fosse l'opera più interessante del mondo, mentre con i denti si morde le labbra, indeciso.
Sembra sul punto di dire qualcosa, come se non possa stare fermo, in silenzio, ancora per un po', ma alla fine non dice nulla e tace.
Appoggia la schiena alla parete, gli occhi persi nel vuoto, e richiude l'album da disegno, mentre Niall non sa cosa dire, né tanto meno cosa fare.

Scomparsa” ripete Zayn d'un tratto, come una cantilena. “Bum” aggiunge poi, “Un minuto prima c'era e quando mi sono risvegliato era già andata via.”


Louis


Ciao Lou.”
Louis getta un'occhiata di sufficienza al ragazzo che si trova di fronte a lui, appoggiandosi allo stipite del portone e “Che cazzo vuoi?” chiedendo maleducatamente.
Ha la febbre ed un gran mal di testa e l'ultima cosa che vuole in quel momento è intrattenere una stupida conversazione con Harry Styles, che si è presentato alla sua porta senza nemmeno avvertirlo.

Ma come siamo gentili oggi” replica il ragazzo riccio, scansandolo ed entrando in casa senza il permesso. Si spoglia del giaccone marrone che indossa e lo appoggia sull'attaccapanni, voltando il viso per rivolgere un innocente sorriso all'altro.
Se non chiudi la porta vien freddo, Lou” gli fa notare schietto, avvicinandosi a lui; alla fine la chiude al posto di Louis, poiché quello non accenna a muoversi. Harry lo tira leggermente per il gomito e, dopo aver trovato il salotto soltanto per un fortunato caso, lo trascina fino al divano e lo invita a sedersi, come se la casa non fosse di Louis, ma sua.
Il ragazzo dagli occhi blu lo fa senza obiettare, coprendosi con il panno di cui si era liberato appena due minuti prima per poter aprire la porta. Harry si siede un momento sulla poltrona posta di fronte al divano, ma poi sembra che non sia felice della posizione presa, infatti si alza e inizia a girovagare per il salotto, studiando ogni singolo soprammobile con le mani congiunte dietro la schiena.
Dopo alcuni istanti di silenzio, durante i quali Louis sta quasi per assopirsi per via della febbre, Harry, dandogli le spalle, domanda: “Perché non mi hai detto che ti fai Liam?”
Forse un po' intontito dalla febbre, forse per il tempo che impiega a riaprire gli occhi, la voce di Louis, quando risponde, è terribilmente atona: “Non mi sembrano affari tuoi.”
Pensa confusamente che Harry è così strano: quando lui era sempre lì a chiedergli appuntamenti su appuntamenti, lo respingeva inventandosi ogni scusa possibile; adesso invece, da ormai due settimane, Harry lo tormenta assiduamente. Ovunque si gira, vede Harry, ma questa volta non è l'immaginazione, perché Harry c'è davvero.
Quando il ragazzo riccio si volta, le mani calate negli skinny jeans – che per una volta non sono neri ma blu – e gli occhi verdi bui come una foresta dopo il tramonto, Louis si sente mancare.
Gli occhi di Harry si fermano su di lui, lo fissano attentamente, senza il minimo imbarazzo.

Io ti piaccio, Louis?” domanda diretto, perché lui non è un tipo da mezzi discorsi come Niall.
Lui è un tipo schietto e dice sempre ciò che gli passa per la testa, anche se è sbagliato, e forse è proprio per questo che agli occhi delle altre persone appare così lunatico: esprime semplicemente i suoi pensieri, così come sono. Può risponderti con gentilezza se è nel suo attimo di gioia, incenerirti con un'occhiata se invece lo disturbi o lo distrai da Dio solo sa cosa.
La domanda ha causato lo spalancamento degli occhi di Louis, che, nascondendo il naso e la bocca sotto la coperta, lo fissa stralunato. “Come scusa?”

Ho detto: io ti piaccio, Louis?” ripete Harry, la voce che si trascina lenta per la stanza e gli occhi di un colore così intenso che sembra che da un momento all'altro possano diventare completamente neri.
A Louis piacciono gli occhi di Harry, gli piacciono le mille sfumature che hanno: verde, azzurro, grigio.
I colori freddi, così diversi da lui, che arde e brucia, così lontani e distaccati.
Interrompendo le sue riflessioni, fa leva sui gomiti per poterlo vedere meglio in viso e “Che razza di domande sono?” sputa acidamente, per poi sporgersi e afferrare gli occhiali. Li indossa con un movimento veloce, dato dalle numerose volte in cui l'ha fatto, e torna a rivolgere la sua attenzione al ricciolino, che in quel momento lo sta fissando come se fosse un assassino.

Avanti Lou,” lo canzona quello, dondolandosi leggermente sugli stivaletti marroni e facendo un sorriso storto, “Rispondi alla mia domanda.”
“Io, uhm... Ma che cazzo vuoi da me, si può sapere?” sbotta risoluto, incrociando le braccia. Quando vede Harry avvicinarsi a lui, si ritrae sul divano giallognolo, mentre il sangue gli affluisce alle guance per l'imbarazzo. Si sente proprio stupido, perché è consapevole di starsi comportando come una ragazzina, ma non può proprio farne a meno, del resto non può impedire al suo sangue di concentrarsi nelle sue gote pallide, né può evitare alle sue mani di contorcersi come spesso fanno quando è nervoso.

Che cazzo voglio?” ripete Harry, incurvando le labbra in un sorriso che a Louis sa di qualcosa di fin troppo losco, “Ovviamente il tuo, Tomlinson.”
Il respiro gli si blocca in gola e Louis tenta di prendere le distanze da Harry, allontanandolo con una leggera spintarella. “Lasciami in pace, Harry.”
Tuttavia quel rifiuto non allontana il riccio, né lo fa desistere dalle sue iniziali intenzioni, infatti si siede sul divano, puntellando le mani tra i cuscini di questo e cercando avidamente gli occhi di Louis.
Sembra quasi divertito dall'imbarazzo che si cela dietro i suoi chiari occhi azzurri, come se l'idea di un Louis in difficoltà lo faccia ridere tanto quanto una battuta esilarante.

Dio Harry, si può sapere cosa ca-” fa per dire, ma s'interrompe non appena vede l'espressione del riccio, sadica e al tempo stesso divertita, e si corregge “Si può sapere cosa vuoi da me?”
Il silenzio cade tra di loro, silenzio durante il quale i loro occhi non si staccano un attimo, finché Harry non si decide a dar vita alla sua voce roca: “Sei sicuro di volerlo sapere?”
Forse è la prima domanda di dubbio significato che Harry rivolge a Louis, una domanda intricata e difficile da scomporre, non come le sue solite domande. Ne è sicuro? No che non ne è sicuro, perché sa cosa dirà Harry, sa cosa farà. È un cliché talmente noto, una scena talmente da film, che a Louis quasi viene da ridere per averci pensato. Si sente così stupido e rimbambito a pensare a romanticherie come quella, e, scendendo dalle nuvole, “Harry...” inizia, la voce stanca e leggermente incollerita, ma non fa in tempo a terminare la frase che le labbra calde e carnose del riccio si avventano delicate, ma allo stesso tempo impetuose, sulle sue, più sottili. Harry lo bacia con dolcezza, senza pretendere nulla in cambio, e si allontana da lui dopo poco meno di dieci secondi, con grande disappunto di Louis, il quale, ancora turbato, gli rivolge uno sguardo confuso.
Il riccio posa il capo sulla sua spalla e mentre riprende a parlare Louis sente il suo fiato caldo scaldargli la pelle. “Voglio questo Louis. Voglio baciarti e voglio che tu mi voglia bene e che non mi allontani come stai facendo ultimamente” gli confessa a bassa voce, come se fosse un segreto d'importanza mondiale, censurato a qualsiasi essere umano fuorché lui.
Harry solleva il capo e incatena gli occhi di Louis ai suoi, dedicandogli uno sguardo che Louis è certo di non avergli mai visto sul viso: i suoi occhi sono tristi, chiedono aiuto, disperatamente.
Una volta che si è sistemato gli occhiali, Louis balbetta insicuro in risposta all'altro, senza aver il coraggio di guardarlo negli occhi.

Harry, io... Tu sei innamorato di Niall e-”
No” lo interrompe l'altro, scuotendo velocemente la testa e afferrandogli il mento con due dita. “Io non sono innamorato di Niall. Quello che c'è tra me e Niall è più dell'amicizia, ma meno dell'amore. Io... Tu mi piaci, Lou” ammette infine, abbassando lo sguardo sulle proprie mani e squadrandosi le unghie con un'espressione critica. Quando rialza il viso, gli occhi di Louis lo stanno penetrando da parte a parte, lo fissano con una tale decisione da mandarlo in fibrillazione solo per il blu più intenso del solito che li tinge. “Okay, va bene. Il problema sono io Harry. Non sono disposto a farti da rimpiazzo.”
Le parole del riccio sono taglienti quando “Però a Liam fai da rimpiazzo” fa notare aspramente.
Louis smette un attimo di respirare, preso in contropiede, poi ritrova la voce per replicare e, infastidito dalla luce che entra dalle tende lasciate aperte, mormora: “Con Liam è diverso, la cosa è reciproca. Anche lui è un rimpiazzo per me.”
Il sorrisino che si apre sulle labbra di Harry fa capire a Louis che probabilmente ha detto la cosa sbagliata, ma ormai il danno è fatto e non può rimediare, se non arrossendo come un peperone.

Quindi io ti piaccio” conclude il ricciolino, una lieve nota di derisione nella voce e gli occhi illuminati.
Louis si morde l'interno della guancia e scuote piano la testa, ma capisce quasi subito che non vale la pena di fingere, così si limita a rimanere in silenzio; fissa Harry, vicinissimo a lui, con un misto di terrore e un po' di voglia di baciarlo di nuovo, ma questa volta più a lungo.
Dopo qualche istante di riflessione “Dammi un'opportunità, Lou” propone Harry, e, nel vedere la titubante espressione dell'altro, aggiunge: “Solo una. Come se non ci fossimo mai incontrati.”
Passano infiniti secondi che finiscono poi per accumularsi in minuti, prima che Louis s'accinga a decidere e infine ad accettare, annuendo leggermente con il capo.
Sul viso di Harry si apre un sorriso più ampio dei precedenti, poi fortunatamente – o sfortunatamente – si ritrae e lo guarda negli occhi.

Grazie” mormora, poi è già sul punto di alzarsi per andarsene, quando si volta di nuovo verso il ragazzo dagli occhi blu. “Posso baciarti, prima?”
E Louis pensa che sì, può farlo quando gli pare, se glielo chiede con quell'espressione da bambino; poi però si ricorda del suo orgoglio e raccoglie la poca dignità che gli è rimasta e “Col cazzo” replica con un leggero risolino, “Abbiamo detto 'come se non ci conoscessimo', quindi vedi di uscire da questa casa adesso.”
Con una risata più fragorosa del solito, Harry si avvia verso il corridoio, voltandosi verso di lui per rivolgergli un ultimo sorriso e salutarlo con un cenno della mano.
Dopo che sente la porta sbattere, Louis si lascia cadere sul divano e nel farlo tutto il suo corpo rimbalza, quasi come effetto della sua inaspettata allegria. Quasi ride ad alta voce per la sua stessa spensieratezza, che non gli aleggia nel petto da così tanto tempo! Certo, non renderà le cose facili ad Harry, sa che lui ha comunque un legame con Niall piuttosto forte, e, anche se ne è geloso, non vuole neanche che il riccio soffra. In ogni caso, è estremamente felice, forse perché per pochi secondi a conosciuto il sapore delle labbra di Harry, forse perché Harry è andato da lui, forse perché Harry gli ha chiesto di ricominciare e fingere di non conoscersi. I suoi occhi fissano stralunati il soffitto, in un limbo tra sogno e realtà, intorpidimento e dormiveglia, interrotti quasi immediatamente dal suono del campanello.
Scocciato, Louis si alza e ciabatta fino alla porta, grattandosi il capo e dandosi una sistemata ai capelli, per poi chiedere: “Chi è?”

Il postino” risponde una voce al di là della porta, mentre con un sospiro apre la porta e sposta lo sguardo su quell'individuo che gli ha interrotto l'attimo di euforia.
Con sua grande sorpresa, però, davanti ai suoi occhi c'è Harry, la mano tesa in avanti a porgergli una busta.
Sollevando le sopracciglia, Louis sorride leggermente e la afferra, sovrastando la voce di Harry, che sta annunciando: “Una raccomandata per lei, Mr. Tomlinson.”
Louis scuote la testa e apre il foglietto spiegazzato, poi lo legge ad alta voce, ironico:


Gentile Mr. Tomlinson,

Se non desidera essere citato in giudizio, le consigliamo vivamente di baciare il signor Harry Styles, nonché suo egregio amico ed amante, entro le 22:00 di questa sera.

Nella speranza che si attenga al suo compito,

Cordiali saluti, la Regina Elisabetta”


Una risatina sfugge dalle labbra di Louis nel leggere la parola amante, e successivamente anche nel leggere la firma.
Accidenti, devi essere un tipo importante se la Regina si scomoda di scrivere una raccomandata solo per te” commenta, cercando di stare al gioco nonostante la testa che gli esplode.
Tuttavia” riprende, prima che Harry possa dire ciò che ha intenzione di dire, “Non credo obbedirò agli ordini di Sua Maestà.”
Con due passi ampi Harry raggiunge Louis e lo fissa, serio, inclinando il capo verso sinistra per poterlo osservare da una diversa angolazione. “Ha detto che se disobbedirai t'impiccherà.”

Allora temo che dovrò morire stasera stessa” constata Louis, ostentando falsa tristezza e curvando all'ingiù gli angoli della bocca. “Buona giornata” conclude infine, facendo un passo indietro e accingendosi a chiudere la porta, ma proprio mentre lo sta per fare, Harry infila un piede tra essa e lo stipite, impedendogli di chiuderlo fuori. “Hey, hey, hey, un attimo! Lei ha dei bellissimi occhi, potrei corteggiarla” si offre, le mani congiunte in preghiera e un espressione divertita sul viso.
Louis trova la situazione terribilmente surreale, perché in quel momento Harry gli sembra fuori di testa, ma non si esprime a voce alta, emette soltanto un misero: “No, grazie, non accettiamo le pubblicità.”
E finalmente riesce a richiudere il portone alle sue spalle, mentre il ragazzo dagli occhi verdi si dispera e suona ripetute volte il campanello, nella speranza che Louis s'infastidisca, ma questo è già crollato nel sonno profondo causato dall'alta temperatura corporea.


A risvegliarlo è – di nuovo – il rumore del campanello.
Scoglionato com'è, Louis lo lascia suonare tre o quattro volte, prima di alzarsi e dirigersi verso la porta.
Si trascina piano in corridoio, preparando mentalmente un piano per scacciare Harry.
Tra l'altro, si chiede da tutto il pomeriggio come faccia a sapere dove abita, poi improvvisamente si ricorda di tutte le conversazioni che hanno fatto Harry e Liam quando il primo ha assillato Louis persino sul posto di lavoro.
Già, dev'essere stato Liam, quel traditore!
Con quei pensieri che gli rimuginano in testa, Louis raggiunge la sua meta e “Dio Harry, quanto ti odio” sta già dicendo, però poi vede che il ragazzo al di là della porta non è il ricciolino.
È un po' più grande di lui, magro, abbastanza alto, gli occhi scuri e i capelli castano chiaro pettinati in un ciuffo apparentemente disordinato, che deve aver sotto anni e anni di pratica per quanto è ben impostato. I vestiti sono semplici e estremamente simili a quelli di Harry: un paio di jeans, degli stivaletti marroni e un giubbotto che tende al beige, colore che Louis schifa con tutto se stesso.
Solleva un sopracciglio, dubbioso. “E tu saresti?”


Niall


È il trentuno di dicembre e la casa di Jem è affollata, l'aria soffocante e la musica alta.
A Niall gira leggermente la testa e, prima di mandare giù l'ultimo sorso di birra, pensa a dove può essersi cacciato Zayn.
Nonostante sappia che non si parlano da ormai cinque giorni e che nessuno dei due sembra voler dare un taglio a quella faccenda, non riesce a smettere di cercarlo, come il ferro con la calamita.
Sbraita quando una ragazzo lo spintona e gli fa sbattere un braccio contro lo spigolo del mobile tv.
Non gli sono mai piaciute le feste in casa, specialmente se poi è lui quello che deve rimettere a posto: le persone sono molto maleducate e tendono a rovinare ciò che non è in loro possesso, a farlo marcire lentamente e a distruggerlo.
Barcollando, raggiunge la camera da letto e poggia la bottiglia di birra sul cassettone che si trova di fianco al lui, guardandosi intorno. Sgrana gli occhi quando trova stravaccati per terra Jem, Zayn e George, il migliore amico di Jem.
Insieme a loro ci sono altri tre ragazzi che non ha mai visto in vita sua e che urlanoStrizza un paio di volte gli occhi e si strofina una mano sul viso, avvicinandosi poi ai suoi amici e affiancando Zayn, che è seduto contro il termosifone, la maglia larga che indossa gli scopre le clavicole e lascia intravedere dei tatuaggi a cui Niall non aveva mai fatto caso.
Jem ride come un posseduto, il capo lasciato andare sulle spalle di George, e rivolge a Niall un sorriso stralunato. “Giochi anche tu, Nì?” domanda ridacchiando e affondando il naso contro il collo del suo amico.
Niall annuisce leggermente senza nemmeno ascoltarlo, troppo occupato a pensare a l'esagerato calore che emette il termosifone e alla spalla di Zayn che sfiora la sua non appena si muove.
Leggermente in imbarazzo, cerca di accomodarsi in una posizione che non comprenda sfioramenti fin troppo desiderati e guance troppo arrossate; nelle orecchie gli risuona l'orribile motivetto che va da ormai una decina di minuti. Possibile che nessuno sia abbastanza sobrio da accorgersi dello schifo di musica che stanno ascoltando e da alzarsi per cambiare canzone?
Un misto di rabbia e imbarazzo gli accende gli occhi, sia per via della musica che per via del ragazzo al suo fianco; non dovrebbe essere così teso soltanto per lui, camminare su una corda di violino soltanto perché Zayn gli è seduto di fianco, silenzioso e immobile, gli occhi fissi su Jem e George e un sorriso triste sulle labbra. Si accorge soltanto dopo qualche minuto che il moro gli sta dicendo qualcosa, gli occhi che gli brillano e la voce leggermente trascinata che gli rimbalza in gola: “Stasera sei bellissimo.”
Niall non dice nulla, poggia semplicemente la testa contro il termosifone e lo osserva in silenzio, mentre il moro ingoia un sorso di birra e si pulisce la bocca con una mano.
Quella sera è diverso dal solito, sembra uno di quei ragazzi da pista da skateboard o cose del genere, infatti indossa dei pantaloni della tuta grigi, larghi in fondo, una canottiera con degli scarabocchi sopra e una felpa larga.
Anche i capelli sono diversi, tirati indietro e nascosti da un cappellino infilato al contrario.

Grazie” replica, cercando di apparire freddo e distaccato. S'accorge di quanto gli sembri faticoso dare quell'immagine di sé, quando appena due mesi prima gli veniva facile quanto sbattere le palpebre.
Le labbra di Zayn s'increspano in un sorriso divertito prima che le sue braccia lo tirino per la manica del maglione che indossa e lo facciano cadere.
Nonostante la resistenza che Niall ha provato ad opporre, cade sdraiato, ringraziando dell'esistenza del tappeto che gli attutisce la botta al braccio. Ridendo, Zayn gli strattona il braccio e lo tira verso di sé, facendogli poggiare il capo sulle proprie gambe; la sua risata è così allegra che contagia anche Niall, facendogli dimenticare il suo piano e tutta la sua presunta apatia.
Sdraiato su un fianco, Niall giocherella con il tessuto dei pantaloni di Zayn, fissando i suoi amici di fronte a sé e cercando di capire ciò che dicono.
Si accorge che stanno giocando ad obbligo o verità, ma non fa in tempo a rifletterci più di tanto, perché le dita di Zayn – senza permesso – gli si sono incastrate tra i capelli biondi e ci stanno giocando distrattamente, senza nemmeno essere consapevoli di quanto lo stiano mandando in fibrillazione.
Sia lui che Zayn evitano un paio di turni ammettendo delle verità leggermente scomode, poi Niall si addormenta, rapito all'improvviso dalle braccia di Morfeo. O forse da Zayn Malik.


Nì!” gli grida qualcuno nelle orecchie, facendolo sobbalzare all'improvviso.
Niall si tira a sedere di scatto e spalanca gli occhi, poi si accorge di essere praticamente addosso a Zayn e con un po' di buonsenso cerca di spostarsi, ma Jem lo ancora al tappetto, inchiodandolo con il bacino al pavimento.

Cosa?” domanda intontito, cercando gli occhi di Jem e trovandoli. Il ragazzo, tirandosi indietro i capelli lisci e biondi – un biondo così chiaro che poteva sembrare bianco – gli sorride ammiccante e gli fa cenno di tirarsi a sedere. Niall aggrotta le sopracciglia e si puntella sulle mani, ma alla fine esegue i suoi ordini e si siede, arrossendo leggermente per la vicinanza del ragazzo.
Giura che darebbe oro per vedere l'espressione di Zayn in quel momento, vorrebbe che non fosse alle sue spalle per potersi concedere lo sfizio di osservare la sua reazione nel vederlo così vicino ad un ragazzo.
Quando risolleva gli occhi, Jem sta avvicinando le proprie labbra al suo collo e, a quel gesto, Niall si ritrae leggermente. “Che cazzo fai?” esclama, cercando di togliersi di dosso il suo amico e non scoppiare a ridere al tempo stesso. Non gli riesce nessuna delle due cose, così finisce per contagiare anche Jem nella risata, il quale poi gli risponde con la voce fin troppo alta: “Il mio obbligo.”

Sarebbe?” chiese Niall in risposta, uno sguardo sbarazzino e le labbra incurvate in un sorriso malizioso.
Un succhiotto” la voce di Jem rotola fuori lentamente, ironica e traballante, mentre strofina il viso contro il collo di Niall e si bea della sua pelle bollente.
Il biondo rimane passivo, inclinando la testa per lasciargli più spazio; quando le labbra di Jem s'impossessano della sua pelle con un'inaspettata arroganza, Niall sussulta leggermente e fa per lamentarsi, ma poi è costretto a ricredersi, perché le mani dell'amico sono scese sul suo torace e stanno cercando di intrufolarsi sotto la sua maglietta.
Niall lo lascia fare, piuttosto contrario sembra invece George, che “Questo non è previsto nell'obbligo, Carstairs!” fa notare con disappunto, avvicinandosi a loro gattonando e asciugandosi il mento con la manica della felpa.
Spinge leggermente Jem in modo da farlo cadere all'indietro, poi inizia a fargli il solletico e Niall, una mano che si massaggia il collo e l'altra a sistemare i capelli, sorride intenerito.
George e Jem sono sempre stati buoni amici. Lui, Niall e Jem si sono incontrati per caso; Niall e Jem si conoscono da sempre, praticamente da quando sono nati, e hanno conosciuto George appena una settimana dopo che si era trasferito in Irlanda dall'Olanda.
Jem e George, per quanto riguarda l'aspetto fisico, sono piuttosto simili: hanno entrambi i capelli biondissimi, tendenti al bianco, e il fisico esile, quasi inesistente, gli zigomi affilati e le labbra pallide.
Sono entrambi estremamente belli e l'unica cosa in cui non sono uguali sono gli occhi, infatti quelli di Jem sono neri, quelli di George grigio chiaro che si mescola quasi al bianco dell'iride, creando un effetto spaventoso.
Niall ancora si ricorda di quando da bambino era terribilmente geloso di George, che, a detta sua, gli stava rubando Jem e se lo stava portando via. Il fatto che poi si era trasferito in Inghilterra non l'aveva di certo aiutato, facendogli pensare a quanto tempo George e Jem avrebbero trascorsero insieme mentre lui non era presente.
Tuttavia in Inghilterra si era ambientato quasi subito e ben presto era stato troppo preso da Harry per poter pensare ai suoi amici dalla pelle pallida e i capelli chiari.
Ancora immerso nei suoi pensieri, fa leva sulle ginocchia e si risistema accanto a Zayn, passando una mano tra i capelli e urtando con le scapole il termosifone.
Passano i secondi, che si trasformano in minuti e scivolano velocemente via dalle mani del biondo, perso nei propri pensieri; la sua spalla sfiora quella di Zayn ogni tre per due, causandogli un grande imbarazzo che tenta di nascondere fingendosi disinvolto.
È una situazione insopportabile per lui, potergli essere così vicino, ma allo stesso tempo così lontano, non riesce proprio a capacitarsi di come faccia a sentirsi così su di giri soltanto perché il moro è seduto di fianco a lui. Certo, forse l'alcol lo sta aiutando a lasciarsi andare, ma non crede sia soltanto merito di quello, o non nel suo caso, per lo meno. Zayn, invece, sembra piuttosto sciolto, meno trattenuto del solito. Niall non riesce a togliergli gli occhi di dosso perché – davvero – quella sera è così bello che i suoi occhi non possono fare a meno di correre verso di lui ad intervalli fin troppo frequenti.
Così preso dall'osservare minuziosamente ogni singolo movimento del ragazzo – che in quel momento si sta accendendo una canna e sta parlando di cose insensate con il tipo che è seduto accanto a Jem – non si accorge nemmeno di ciò che gli succede intorno.
Gli capita spesso di spegnere il cervello e isolarsi, lasciare fuori tutto e tutti per rifugiarsi in una dimensione parallela nella quale esiste tutto e niente, ma non gli è mai capitato di portarsi qualcuno dietro, non gli è mai successo di riuscire a vedere qualcun altro, in questa dimensione.
Invece Zayn c'è, e tutto, intorno, sfuma.

Zayn” dice la voce estasiata e sicura di Jem, mentre George cerca di baciarlo, “Obbligo o verità?”
Verità.”
Ohhhh, non puoi! Questa sarebbe la quarta volta di seguito che scegli verità, non vale!”si lamenta ridendo George, che, per poterlo guardare in faccia, ha deciso di scollarsi dal povero Jem.
Okay, allora obbligo” replica Zayn, ridendo e passando la canna al ragazzo con cui ha parlato fino a pochi minuti prima.
Jem sembra particolarmente sorpreso dalla concessione di Zayn, e, dopo aver mormorato qualcosa nell'orecchio di George, “Fa' una sega a Niall” dice deciso, trattenendo a stento un risolino.
Niall non è sicuro di aver capito bene; s'irrigidisce e per nasconderlo fa finta di raddrizzarsi e sistemarsi meglio a sedere, ma nemmeno quei gesti possono nascondere il rossore delle sue guance.
Poi affila lo sguardo e fissa Jem con aria minacciosa e “Cosa?” chiede, la voce che si perde nelle chiacchiere dei ragazzi sconosciuti e nel monologo di George, che sta blaterando di qualcosa a proposito delle caramelle a forma di orsetto e a come le vomiterà sul pavimento di lì a poco.

È triste che una cosa così buona ti faccia stare così male” sta mugugnando, mentre cerca conforto tra le braccia di Jem.
Oh, avanti, Niall! In fondo state insieme, no? Tra farlo quando siete soli e quando ci siamo noi non c'è molta differenza” gli fa notare il Jem.
Noi non stiamo insieme” precisa Niall, la voce effimera e gli occhi fissi in quelli di Jem; sente Zayn ridacchiare leggermente a quelle parole, ma cerca di ignorarlo.
Davvero?” sta domandando Jem, “Pensavamo di sì.”
E invece no.”
Questo non esonera Zayn dal suo obbligo, in ogni caso” si intromette George, che sembra non aver capito che sarebbe meglio se la smettesse di ingollare una caramella dopo l'altra, per evitare di star male sul serio.
Invece sì” lo contraddice Niall, ma prima che possa aggiungere altro, Zayn gli sale a cavalcioni sul bacino con un movimento brusco.
Avanti Niall, non fingere di non volerlo” gli mormora all'orecchio, ridendo piano e facendolo irrigidire.
Confusamente, Niall si chiede dove sia finita tutta quella paura, quel famoso tempo che Zayn gli ha chiesto appena pochi giorni prima, dove sono? Dove sono le insicurezze che hanno fatto lacerare l'anima di Niall e l'hanno tartassato giorno e notte, nel sogno e nella realtà?
I suoi occhi cercano risposte in quelli di Zayn, che però sembrano così spenti e lontani, velati di un rosso tendente al rosa, le ciglia lunghe che li ombreggiano, come a volerli nascondere da tutto e da tutti.
Gli occhi di Niall invece sono chiari e carichi di emozioni; sa che Zayn è fatto, sa che il giorno dopo non si ricorderà nulla, ma vuole lo stesso baciarlo. Non riesce a togliersi dalla testa il modo in cui prima scherzava con l'amico di Jem, è più forte di lui. Vorrebbe fargli capire che lui ne ha più diritto, perché lui lo osserva da due mesi, lo conosce da uno e lo pensa da tutta la vita, ma non può dargli delle prove realmente esistenti.
Appoggia la nuca contro il termosifone, i capelli che si scaldano leggermente e la maglietta che annega nel torpore creato, e guarda Zayn.
Gli sta sorridendo divertito, quasi come se trovasse la situazione estremamente esilarante, alle sua spalle anche George e Jem se la ridono, probabilmente ricorderanno quella scena per il resto della vita e la tireranno fuori per ricattare Niall nei momenti del bisogno.
Quella è l'ultima riflessione che riesce a fare Niall, perché pochi secondi dopo Zayn si appoggia contro il suo petto, nascondendo la testa contro la sua spalla e sfiorando con la mano il cavallo dei suoi pantaloni.
Niall si morde la lingua per impedirsi di esprimere ad alta voce cosa gli provi anche il minimo tocco da parte del moro, stringendo tra i pugni la stoffa della sua felpa.
Quando sente la mano di Zayn sbottonargli i jeans e il suo risolino divertito contro il collo, seguito subito da un “Ti eccito così tanto, biondo?”, Niall sospira leggermente e tira la felpa del moro, infastidito.

Fanculo” replica a bassa voce, cercando di concentrarsi su tutto tranne che su di lui. Cerca di fissare un punto preciso del tappeto sul quale sono distesi, imprimendosene la fantasia in testa, ma i baci umidi che gli sta lasciando Zayn sul collo e la sua mano nelle mutande non lo aiutano più di tanto.
È che non vuole. Non vuole che Zayn si comporti così soltanto perché è ubriaco, non vuole che l'indomani lui si allontani di nuovo, lasciandolo solo nella sua mantra desolata di terra secca, ma non vuole neanche che lo lasci adesso.
Non vuole smettere di sentirlo così vicino e spensierato, così aperto e divertito al tempo stesso.
Zayn gli morde violentemente il collo, strappandogli via quei pensieri e facendogli perdere la sua temporanea distrazione, e Niall cade nel panico, perché sa che da un momento all'altro verrà nella mano di Zayn e che domani mattina dovrà tenergli nascosto il succhiotto che gli sta facendo, accanto a quello di Jem, quasi a voler competere con l'altro ragazzo.
Leggermente destabilizzato, Niall cerca le figure dei suoi amici, ma non le trova, ha troppa voglia di chiudere gli occhi e lasciarsi andare, di smettere di mordersi l'interno della guancia per non gemere, di baciare Zayn, baciarlo sul serio, ma si trattiene.
È strano, per Niall, avere la consapevolezza di avere Zayn così vicino.
Quando viene, sente contro il suo collo le labbra del moro piegarsi in un pigro sorriso; alza il viso alla ricerca degli occhi di Niall e, quando li trova, il suo sorriso si amplia.
Le risatine confuse di George, Jem e i loro amici si disperdono rade per la stanza, ma Niall ci passa sopra, perché Zayn, in quel momento, si sta distrattamente pulendo la mano sui pantaloni della tuta mentre con l'altra gli scompiglia i capelli.
E Niall rabbrividisce, perché il moro all'improvviso lo abbraccia, baciandogli la guancia e ridendo piano, divertito.
E pensa che forse alla fine vada bene così.

Harry

Harry è stranamente euforico.
Sente le trombette che si usano allo stadio risuonargli nelle vene, le stelle filanti di Carnevale pizzicargli la pelle e i coriandoli incastrarsi tra i suoi ricci.
I suoi piedi marciano veloci, il ritmo carico dettato dalla gioia interiore che si riflette attorno alla sua figura come un aura dorata.
Una volta al bar, Lisa lo accoglie con le solite lamentele da ragazza isterica e perennemente mestruata, urlandogli dietro che, come al solito, è in ritardissimo.
Il ragazzo ride scuotendo la testa e si allaccia il grembiule bordeaux, raggiungendo il bancone e lavandosi le mani, per poi iniziare a lavorare.
È una giornata così bella: il sole splende alto nel cielo – anche se forse più che splende, si potrebbe dire “batte” poiché sembra proprio una lucciola, quel giorno; infatti si comporta come una cuore pulsante, a tratti più luminoso, a tratti più pallido.
É la mattina del trentun dicembre e Harry non vede l'ora di staccare dal lavoro per poter assillare Louis e costringerlo ad uscire con lui quella sera. È più che convinto che il ragazzo dagli occhi blu cederà con poco, perché sa che è cotto di lui.
E forse anche ad Harry Louis piace un po'.
C'è stato un periodo in cui pensava che mai e poi mai si sarebbe liberato del sentimento malato che provava per Niall, invece da quando c'è Louis gli viene più facile non pensare al biondino.
Certo, Louis ha ragione: per Harry è soltanto una distrazione momentanea, eppure il riccio sa che c'è di più, sa che c'è qualcosa che sta nascondendo persino a se stesso.
Forse Louis gli piace un po' più del dovuto, forse pensa a lui un po' troppo spesso.
O forse è così abituato ad essere triste che ormai l'essere così felice lo fa sentire strano.
L'essere così euforico, lo fa sentire strano.
Louis lo fa sentire strano.



-



Hey.

Here I am, in ritardo come al solito.

Partiamo con le scuse: scuola, scuola, scuola.
Poi ieri scienze mi ha interrogata e io avendo il ciclo e non avendo preso alcuna medicina ho rischiato di vomitare in classe, quindi ho chiesto se potevo uscire e se mi mandava a posto con quattro.
Almeno mi ha mandato a posto con cinque, è stata gentile, no?
Poi sempre ieri ho vomitato e mi è venuta pure una specie di congiuntivite agli occhi.
Quindi chiedo perdono.
Il capitolo è lungo circa come lo scorso, direi, ossia dieci pagine.
Detto questo, abbiamo un pov iniziale di Niall (che per me è la cosa migliore del capitolo, tutto il resto è uno schifo), poi uno di Liam non troppo significativo, un sacco di risvolti tra i larry, Zayn che fa una sega a Niall (ma che brutto scrivere 'ste scene con il rating arancione, non c'è gusto), e infine un mini-pov Harry.
Però li ho messi tutti, hehe. Tranne Zayn.
Detto questo, ringrazio chi segue, preferisce, ricorda e chi recensisce sempre (Eightsvoice, Sogni d Horan, Naru_Sasu, andre_nialler, Mrs_Larry, nialljameshoranslaugh).
Direi che ho detto tutto!
Ah, scusate se ci sono spazi tra una riga e l'altra, ma non ho tempo di cancellarli uno per uno, nel formato originale non dovrebbero esserci però boh.

Un bacio, Giuls.

Twitter: @queerzay

:) xx



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Capitolo 13
*** Magic ***


Capitolo 13




Still believe in magic
Oh yes I do
Oh yes I do
Yes I do
Oh yes I do
Of course I do.”

- Magic, Coldplay.



Louis


Louis è in cucina, il frigo vuoto con l'anta spalancata di fronte a sé e un Harry molesto alle sue spalle. “Possibile che tu non abbia neanche un etto di butto?” si sta lamentando, le labbra contratte in un broncio da bimbo e le braccia conserte. Louis alza gli occhi al cielo per l'ennesima volta, poi chiude lo sportello del mobile, si volta verso Harry e, risoluto, sbotta: “Se tu piombi in casa mia senza avvertirmi né niente non puoi pretendere di trovare tutto organizzato.”

E, come per evidenziare quella frase, si indica con il pollice la maglietta del pigiama e i capelli schiacciati, che hanno quasi preso la forma del cuscino.

Come un disco rotto, Harry ripete ancora una volta che non avrebbe voluto disturbarlo, ma che si tratta di una questione di vita o di morte. Equivalente di questione di vita o di morte per Harry Styles: gli manca il burro per fare i biscotti, e, essendo le due di notte, il minimarket sotto casa sua è già chiuso.

Ma non hai nessun altro a cui rompere i coglioni?” sta sbuffando il ragazzo con gli occhi celesti, chinandosi verso l'anta inferiore del frigo, che nasconde il freezer. Gli pare di aver lasciato nel primo cassetto del congelatore un panetto di burro, poiché non lo usa spesso e lì si conserva meglio che non nel frigo vero e proprio. Con un sospiro di sollievo, infila la mano nel cassetto gelato e ne estrae un blocchetto di burro da 250g, porgendolo poi ad Harry con un'espressione di sufficienza.

Quando vede che il ragazzo, afferrato il burro, non si muove, si alza in piedi e solleva entrambe le sopracciglia. Per tentare di sopprimere il moto di fastidio, si stropiccia gli occhi assonnati e conta fino a dieci. Harry è capace di infastidirlo e al tempo stesso di renderlo allegro. Senza dubbio la sua presenza lo disturba, ma non può fare a meno di pensare che nessuno ha mai fatto finta di non avere del burro nel bel mezzo della notte soltanto per vederlo; questa cosa lo fa sentire un pochino su di giri. Quando si accorge di essersi distratto e ritorna alla realtà, Harry lo sta fissando. Nessuno lo ha mai guardato così: negli occhi di Harry ci sono curiosità, impenetrabilità, ambiguità e – forse – un pizzico di dolcezza. Gli sorride debolmente, forse perché è stanco, forse semplicemente perché quel ragazzo con gli occhi chiari e i capelli troppo ricci lo rende più felice e spensierato del dovuto.

Il silenzio che è calato su di loro, rotto soltanto dalla lampada che ronza come un insetto, viene sostituito pochi secondi dopo dalla voce roca di Harry, che “Se vuoi possiamo fare i biscotti insieme” propone. Un po' attontito, Louis gli getta un'occhiata veloce e si scompiglia i capelli.

Ma non avevi detto che dovevamo fingere di non conoscerci?” domanda. Il sonno, la febbre, e il mal di tesa di certo non sono d'aiuto, lo incasinano ancora di più e lo mettono a disagio. Gli sembra di cogliere le risposte di Harry con almeno cinque minuti di ritardo, come se fossero in una comunicazione sfasata.

Il ragazzo scrolla le spalle, rispondendo semplicemente: “Fingiamo che io sia il tuo nuovo vicino di casa e che per conoscerci meglio io ti abbia proposto di preparare insieme i biscotti.”

Come no, corso serale di cucina made by un diciannovenne incompetente” ribatte con il suo solito tono freddo, tradito però da un leggero sorriso che gli incurva le labbra pallide. Harry poggia il panetto di burro sul tavolo e, senza dire un'altra parola, sparisce. Sul momento, Louis pensa sia uscito di casa, invece pochi secondi dopo il ragazzo è di nuovo di fronte a lui e sta poggiando la tracolla sul tavolo. Quello che più lo stupisce all'improvviso non è più che Harry abbia suonato alla sua porta alle due di notte, ma che si sia portato gli ingredienti per preparare degli stupidissimi biscotti in una cartella Eastpack sgangherata. Harry allontana con impazienza la bretella consumata e sgancia le sicure, aprendola e iniziando ad estrarne un pacco di farina, dello zucchero, e... quello che doveva esserne un uovo, ma che, a quanto pare, si è appena spaccato sotto la pressione delle dita del ragazzo.

Merda” mormora quest'ultimo; quando tira fuori la mano dalla borsa, Louis la osserva schifato, indeciso se provare ribrezzo o se approfittarne per concedersi un dettagliato studio delle dita di Harry.

Posso...?” poi fa un gesto incomprensibile, e Louis lo guarda con la bocca leggermente dischiusa e una mano su un occhio, l'espressione che rasenta il disperato. Non appena capisce le intenzioni di Harry, ossia raggiungere il lavello – lontano ben un metro da loro, metro che potrebbe essere sporcato dal colare di quella sostanza schifosa di cui sono fatte le uova su tutto il pavimento immacolato – si allarma.

Oh no!” scatta, frapponendosi tra lui e il mobile. “Non azzardarti a fare un solo passo!”

Harry ride divertito e “Posso lavare la borsa?” domanda.

Non se ne parla neanche. So benissimo quali sono i tuoi piani, Harry Styles: vieni qui a cucinare perché così poi devo rimediare io ai tuoi disastri. Ma, indovina?, non lo farò. Fuori da questa casa” sbotta serio e veramente irritato da quel comportamento. Si prenderebbe a sprangate sui piedi per aver anche solo pensato che Harry abbia avuto voglia di vederlo. È logico che non è stato così, ma che non sapeva semplicemente che cosa fare per ammazzare una notte insonne.

Perché?” gli chiede l'altro, esterrefatto. Ah, finge anche di essere esterrefatto, pensa di poter recitare con me, pensa tra sé e sé Louis, a quel punto assai irritato. Biscotti, alle due di notte. E pretende anche di venire a sporcare casa mia per non dover lavorare dopo, mh.

Questa non è una cucina!”

Harry sembra voler ribattere e fargli notare che, invece, quella è una cucina, ma l'espressione di Louis sembra essere sufficiente a farlo tacere.

Non puoi venire qui nel mezzo della notte soltanto perché non hai voglia di fare il lavoro sporco del pulire tutto finiti i tuoi giochini del cazzo” continua, con la voce un p0' alterata e gli occhi furiosi. È davvero stanco, ha male alla testa e, come se non bastasse, è deluso dal comportamento meschino di Harry. Il riccio sa a che livelli è la cotta che Louis ha per lui, sa che effetto gli ha fatto la proposta di qualche giorno prima e sa di come è cascato ai suoi piedi.

Lou” sussurra Harry piano, ma Louis gli dà le spalle e finge di controllare se in frigo ci sia qualcosa da mangiare. Quando si volta, Harry è ancora immobile e lo sta fissando, la mano sporca poggiata sulla tracolla e i ricci che ricadono sulla fronte non appena inclina il capo. È bello, anche con le occhiaie e la stanchezza addosso, la maglietta a righe gialle e nere e gli skinny jeans. Osserva attentamente gli anelli, sono almeno sei e si domanda con che coraggio una persona possa vestirsi di tutto punto alle due di notte solo per fare dei biscotti. Il silenzio, ormai loro consulente personale, li circonda; continua a farlo anche quando Harry domanda nuovamente di poter sciacquare la borsa. Louis lo fulmina con uno sguardo e un mare di imprecazioni esce dalla sua bocca: “Non se ne parla neanche, non puoi sporcarmi tutto, prendi la tua tracolla e tornatene a casa.”

Il riccio non lo ascolta e “Allora mi arrangio” gli comunica, mentre lui ancora sta finendo di scacciarlo di casa in modo sgarbato. Prima che Louis possa fare qualcosa, Harry prende la tracolla tra le braccia e percorre con tranquillità la mera distanza che lo separa dal lavello, buttandoci dentro la borsa. È un attimo, e il pavimento di Louis è sporco; sulle piastrelle c'è una sottile scia di albume d'uovo crudo che luccica sotto la luce del lampadario. Louis bestemmia.

Odia avere la casa sporca, odia lo sporco, odia il disordine e odia persino la polvere o le briciole di pane, è per questo che quell'uovo lo manda fuori di testa. “Cristo santo, Harry! Sei proprio un disastro!” grida, forse un po' troppo forte, la voce simile a una donna isterica di quarant'anni a cui il figlio ha appena fatto l'orribile torto di entrare in casa con le scarpe sporche di fango. “Guarda che casino! Adesso pulisci!”

Harry solleva entrambe le sopracciglia, ma sia accovaccia accanto a lui e prende una spugna lilla con cui pulire la superficie. Strofina accuratamente il pavimento, mentre Louis si rialza in piedi e poggia il busto contro il bancone, guardandolo con un'aria che oscilla tra il disprezzo e la commiserazione (non sa se la seconda sia per Harry o per il pavimento, ma probabilmente è per il pavimento, perché Harry non la merita). Il ricciolino ci mette un attimo a finire di pulire, ma, anche quando l'ha già fatto, si lascia cadere a sedere sul pavimento e alza il mento verso Louis, che tiene il capo voltato verso la direzione opposta. “Scusa, non volevo fare un casino, volevo solo vederti” biascica in imbarazzo.

Non importa” si affretta a dire Louis, tutto perché Harry non aggiunga altro a quelle poche parole con troppi significati. Avevo voglia di vederti; sente una morsa all'altezza dello stomaco anche dopo svariati secondi che Harry le ha pronunciate. Il ragazzo si alza in piedi e getta la spugna nel lavello, poi “Scusa, davvero. Mi dispiace, non era mia inten-”

No, scusa tu. Sono stato esagerato, è che ho mal di testa e vorrei riposarmi” lo interrompe di nuovo Louis, la voce distaccata e per nulla dispiaciuta. Nessuno dei due dice niente per un po', così alla fine Harry, in imbarazzo, conclude: “Okay.”
Silenzio.

Vieni” gli ordina dopo un po' Louis, precedendolo e guidandolo verso il salotto. Si lascia cadere a peso morto sul divano e Harry, a piccoli passi, si avvicina a lui e si siede a gambe incrociate sul tappeto. Il silenzio prende di nuovo il sopravvento e Louis ne approfitta per poggiare la testa contro lo schienale del divano e serrare gli occhi. “Sei molto arrabbiato, Lou?”

Louis scuote la testa.

Mi dispiace” ripete dopo un po' Harry, e dal suo tono graffiato lo sembra davvero. “Non avevo sonno e stavo pensando a te. Avevo voglia di vederti.”

Louis ci mette un po' per scegliere cosa rispondere, e prima di farlo si sdraia sul divano. I cuscini lo accolgono e la coperta lo avvolge delicatamente nel suo incantevole torpore, regalandogli una sensazione di tranquillità. “Okay.”

Dopo un po', poiché i respiri regolari e controllati di Harry lo mettono a disagio, apre gli occhi e si volta verso di lui. “Puoi vedere un film, se vuoi.”

Okay.”

Okay.”

Silenzio.

Lou?”

Sì?” replica l'altro dopo un po'.

Me lo dai un bacio?”

Louis sorride e si issa sui gomiti, guardandolo di sbieco, poi avvicina il proprio viso a quello del ragazzo e gli dà un bacio sul naso. Harry sbuffa,deluso, ma Louis lo vede, il sorriso che gli si apre sulle labbra.

E ne vede anche il minuscolo trionfo.



Niall





Non credo funzionerà, Nì.”

Niall si volta con un movimento brusco, spostando lo sguardo dal lavandino al ragazzo poggiato allo stipite della porta. Zayn, gli occhi leggermente arrossati e la bocca distorta da una smorfia divertita, sta fissando il ragazzo e la ragazza alle sue spalle, che si stanno baciando furiosamente nella doccia.

A Niall è difficile ignorarli, ma deve pur far qualcosa per la sua maglia, e, a dirla tutta, preferirebbe non farlo sotto gli occhi attenti del moro. Deve ancora riprendersi dal pensiero di uno Zayn ubriaco con la mano nei suoi pantaloni, gli sembra così difficile da assimilare. Si morde nervosamente l'interno della guancia, mentre il ragazzo si avvicina a lui e poggia una mano sul ripiano del lavandino. È questione di pochi secondi, poi sente le dita bollenti di Zayn che gli accarezzano lascive il braccio nudo, provocandogli una serie di brividi a dir poco spiacevole. Lo sguardo del moro è compiaciuto quando nota la pelle d'oca sulla pelle diafana di Niall, estasiato dall'effetto che gli fa, e il biondino s'impone di allontanare la sua mano con un movimento brusco del braccio.

Perché mi hai seguito?” domanda, continuando a sciacquare imbarazzato la sua maglia, le braccia che sembrano quasi ingessate per la tensione. Zayn, invece, è tranquillo e rilassato quando parla.

Di là è noioso, senza di te. I tuoi amici non fanno altro che saltarsi addosso ogni tre secondi” mormora, e accompagna la frase con uno scuotere della testa che sembra confermare la sua noia spropositata.

Niall continua a strofinare la saponetta contro il tessuto della maglia, senza azzardarsi ad alzare lo sguardo. Come se non bastasse, lo imbarazza terribilmente aver sporcato la maglietta quando è venuto, anche se Zayn sembra estremamente divertito.

Dai, Niall, vieni di là” gli dice il moro, tirandolo piano per un gomito e mediando la voce, che sembra così simile a quella di un bambino che fa i capricci. L'altro non gli risponde, limitandosi a sciacquare di nuovo la sua maglia, nella speranza che si asciughi entro il giorno successivo, visto che è l'unica a maniche lunghe. “Niall” ripete Zayn con voce strascicata, battendo piano i piedi sul pavimento chiaro. Quando il ragazzo capisce che Niall non risponderà, inizia ad accarezzargli piano prima il braccio, poi la schiena nuda, beandosi della sua pelle tiepida e delle vertebre sporgenti che gli si incastrano sotto le dita come briciole di pane sotto le unghie troppo lunghe. Vede Niall immobilizzarsi per un millesimo di secondo, così poco tempo che se fosse stato di più non avrebbe fatto in tempo a vederlo, eppure così tanto da averne il tempo. Ma è un attimo, perché il biondino riprende in fretta il suo lavoro, strizza la maglia e si allontana da Zayn per poterla stendere sul termosifone. E, una volta abbandonata la maglietta al suo destino, si avvia verso il corridoio, con l'approvazione della coppietta nella doccia.

Hanno quasi raggiunto la camera da letto senza incappare in altri invitati, quando due braccia gli circondano la vita e Niall è costretto a fermarsi, nascondendo un verso di sorpresa. Zayn lo ha abbrancato alle spalle e ora lo sta abbracciando in un modo goffo e piuttosto impacciato, la fronte posata sulla spalla di Niall e il petto che aderisce con la sua schiena nuda.

Zayn” mormora piano, la voce che minaccia di sparire da un momento all'altro e le guance in fiamme, colorate di un rosa pastello fin troppo in tono con i suoi occhi celesti. Il moro sembra volerlo evitare a tutti i costi, mentre chiude gli occhi e strofina il viso contro il suo collo, il respiro che si abbatte sulla pelle chiara di Niall come una pioggia di ghiaccio. “Mh” biascica infine, stringendogli i fianchi con le mani e premendo le dita contro le ossa delle anche. Il sospiro che si lascia sfuggire il biondino è a metà tra il disperato e lo scoraggiato, ma nonostante questo si volta verso l'altro e, mettendogli le mani sulle spalle per tenerlo a distanza, lo guarda negli occhi. “Forse è meglio che tu ti stenda un attimo, Zay, sembri ridotto piuttosto male.”

Poi, tirandolo per un braccio, lo riconduce in camera, che scopre vuota. Immagina che James, George e gli altri siano scesi di sotto, ma quel pensiero gli occupa il cervello soltanto per pochi secondi, perché viene subito distratto dalla voce di Zayn e dalle sue dita strette attorno al suo polso.

Vieni Zay” gli dice, cercando di usare un tono dolce e basso e guidandolo verso il letto di James. Lo fa adagiare sulle coperte celesti e si siede accanto a lui, sforzandosi di non allungare una mano per sfilargli il cappellino e passargliela tra i capelli. Il moro si volta su un fianco e lo guarda negli occhi, un sorriso pigro che gli addolcisce l'espressione e le dita nascoste sotto il cuscino. Niall decide di alzarsi e di raggiungere i suoi amici di sotto, ma, appena dà le spalle al ragazzo, sente la sua voce fievole richiamarlo.

Niall?”

Sì?” chiede voltandosi per poterlo guardare in viso, e – dio – quanto è bello, anche mentre è mezzo fatto e batte il palmo della mano contro il materasso, anche mentre è vestito come un barbone e tutto quello che fa è guardarlo, invitandolo a raggiungerlo. “Vieni qui?”

Niall tentenna un paio di secondi, poi, dopo un sospiro affranto, si avvicina al moro, che si è alzato in piedi barcollando e ora si trova di fronte a lui; è così vicino che Niall trattiene a stento l'impulso di sporgersi e baciarlo. Zayn ride e gli sfiora una guancia con le dita macchiate di nero e “Niall, Niall, Niall” ripete divertito, la voce trascinata e destabilizzata. Le dita del moro corrono lungo le spalle dell'altro, soffermandosi sulle clavicole sporgenti e marcate e premendoci sopra, mentre la bocca del ragazzo s'inclina in un sorriso ancora più ampio. Niall rabbrividisce e gli afferra i polsi proprio mentre il ragazzo si accinge a spostare le dita sul suo sterno.

Sei così bello, Niall” gli sussurra, piegandosi in avanti e lasciandosi cadere a peso morto su di lui, facendolo barcollare e imprecare piano.

Zayn, rimettiti a letto, avanti” gli ordina secco, cercando di mettere un po' di autorità nel suo tono e di non incrociare i suoi occhi neri.

Non ho sonno” si lamenta atono, aggrappandosi con le dita ai suoi polsi e cercando il suo sguardo, per poi riprendere a vaneggiare e a cercare di toccarlo ovunque. “Niall, Niall, che bel nome, il tuo. Solo cinque lettere a caso, eppure così accostate sembrano talmente...”

Ma non finisce la frase, perché sbadiglia e Niall ne approfitta per parlare e spintonarlo all'indietro, nel mero tentativo di farlo rimettere a letto. “Zay, sta' zitto e va' a letto.”

La sua voce è autoritaria, eppure Zayn non sembra accorgersene e continua a sorridere divertito, gli occhi arrossati che lo cercano in continuazione e la bocca inclinata. “Come sei bello, Niall. Vieni qui?” gli domanda ancora, apparentemente felice e spensierato, le dita che giocano con la coperta e gli occhi puntati sull'amico, in attesa di una risposta che non sembra voler arrivare. Così si lascia cadere all'indietro sul letto, tirandosi dietro Niall e facendogli emettere un verso stupito e allo stesso tempo sconcertato. Zayn si sdraia sul letto, senza lasciare un momento Niall, mentre quest'ultimo lo fissa sconvolto, la bocca leggermente socchiusa e gli occhi persi nella contemplazione del suo viso. “Sei così bello, Niall” ripete il moro, come una cantilena, mentre lascia correre le dita della sua mano destra sul profilo del suo viso, soffermandosi sulla mascella e premendoci contro le dita. E a Niall piace, gli piace da morire quando Zayn lo tocca così, come se volesse toccargli le ossa e la pelle fosse di troppo, ed è per questo motivo che i suoi tempi di reazione sono lenti e ci mette un po' prima di accorgersi di quello che sta dicendo il ragazzo.

Così bello” sta bofonchiando, ripetendolo all'infinito, mentre Niall rimane paralizzato, perfettamente consapevole del corpo dell'altro che aderisce con il suo, come due pezzi di lego destinati ad incastrarsi perfettamente, a stare insieme. “Ti ritrarrei a tutte le ore del giorno e della notte. E sai cos'altro farei?”

Niall, invece di allontanarlo, lo guarda stregato e scuote la testa per negare, completamente perso nei suoi occhi color caffè, le labbra attratte da quelle del ragazzo come il ferro è attratto da una calamita. “Ti bacerei qui” e, sollevandosi sui gomiti sfiora con le labbra la guancia di Niall, allontanandosene quasi immediatamente e respirandoci contro, per poi spostarsi sul suo mento, “Qui” ripete, lasciando un altro bacio leggero, mentre il cuore di Niall batte all'impazzata. Quasi gli esplode nel petto, quando Zayn, per sfiorare con le labbra il suo naso, respira per un momento contro la sua bocca.

Qui” mormora ancora, mentre Niall rimane fermo come un blocco di marmo. Cerca di dire qualcosa, ma le sue corde vocali sono come bloccate, quasi fossero fatte di ghiaccio, e le successive parole di Zayn le rompono definitivamente in mille schegge di vetro. “Sei così bello” ride il moro, le labbra che sfiorano di nuovo la sua guancia e le mani premute sulla sua schiena che se lo tirano addosso.

Zayn...” inizia Niall con ottime intenzioni, ma poi si accorge di non avere nulla da dire e così tace, perdendosi negli occhi del ragazzo sdraiato sotto di lui e sentendo le guance e tutto il corpo andare a fuoco. E il moro ride nel vederlo in imbarazzo, così rigido e insicuro, e gli accarezza una guancia con le dita bollenti, gli occhi liquidi come acqua e le labbra incurvate in un sorriso divertito, ma stranamente dolce. Rimangono in silenzio, gli occhi di uno in quelli dell'altro, finché Niall, sospirando, non tenta di allontanarsi e rimettersi seduto. Il moro tuttavia lo precede e, con un movimento improvviso, inverte le posizioni, in modo che sia Niall quello schiacciato tra il materasso a molle e il suo corpo. Poggia i gomiti ai lati della sua testa e ride divertito, scavando nei suoi occhi color cielo e facendo nascere nello stomaco di Niall una stretta di agitazione. Poi, lentamente, si avvicina a lui e inizia a parlargli nell'orecchio.

Sai che stanotte ti ho sognato?”

Il biondo a quelle parole deve ben guardarsi dal non emettere un esclamazione di sorpresa, concentrandosi sulle dita di Zayn, che ora sono tra i suoi capelli. “Zay...” ci prova a misurare la voce, ma quando parla questa risulta tremolante e fin troppo affannata, allora si maledice lentamente, perché, dannazione!, è così ingiusto. L'altro lo ignora completamente, continuando a sussurrargli parole a caso nell'orecchio, ripetendogli quanto sia bello, finché “Sai come ti ho sognato?” non chiede, e Niall quasi non si pietrifica nel sentire la sua voce così roca e bassa, le labbra che gli sfiorano l'orecchio ad ogni minimo movimento. Zayn, guardandolo negli occhi, ride, prima di rispondere: “Mentre mi fottevi.”

Questa volta Niall lo sente chiaramente, il suo cuore che smette di battere per un momento, le dita conficcate nella schiena del moro che stringono la sua felpa quasi aggrappandovisi. Non sa cosa dire, le parole gli rimangono incastrate all'inizio della gola come briciole di pane e non è sicuro di voler dire qualcosa, poiché è consapevole di quanto sia ubriaco Zayn. Visto il suo silenzio, il moro gli deposita un leggero bacio sulla guancia e “Proprio qui, su questo letto” aggiunge, come a voler sottolineare la cosa.

Niall, la pelle in fiamme e il cervello disconnesso, non dice nulla. Passano secondi, che diventano minuti carichi d'ansia e imbarazzo, poi Zayn si ritrae per poterlo guardare negli occhi, sorridendo.

Dietro gli occhi arrossati e il tono di voce leggero, Niall non riesce a vedere nient'altro, pertanto cerca di convincersi che sta dicendo tutte quelle cose perché è ubriaco. Ma il moro non gli dà pace un attimo, quasi si sia mentalmente promesso di infastidirlo e farlo soffrire, continuando con le sue frasi a cazzo e la sua estrema vicinanza. “Mi facevi tuo e mi dicevi che ero la scopata migliore della tua vita, mentre ansimavi e venivi dentro di me” continua imperterrito il moro, mentre a Niall non risulta troppo difficile immaginarsi la situazione, rimproverandosi mentalmente per permettere al suo cervello di pensare certe cose su Zayn, che non fa altro che trattarlo come uno straccetto. “Zay io...” incomincia incerto, puntellandosi sui gomiti e cercando di liberarsi dalla morsa astringente dell'altro, senza tuttavia riuscirci. “Sta' zitto” gli ordina l'altro.

Il moro lo spinge indietro e gli sorride con gli occhi che luccicano, poi si siede a cavalcioni su di lui e, dannazione, Niall si sente schifosamente eccitato e non riesce a calmarsi mentre guarda Zayn tracciare linee astratte sul suo stomaco, seguendo un percorso immaginario. Fissa il moro, senza capacitarsi di quello che sta succedendo: gli sembra che i ruoli si siano invertiti e che lui adesso sia quello che prende l'iniziativa. Iniziativa che fino a pochi giorni avrebbe preso Niall, se non fosse poi stato respinto dal ragazzo. Si mette a sedere per poter guardare Zayn negli occhi e “Senti” sussurra, al voce leggermente più stabile e gli occhi fermi, “Sei ubriaco e, siccome la nostra amicizia è già abbastanza in crisi, non vorrei che-”

E stavolta le sue intenzioni sono davvero buone, ma Zayn lo interrompe, spingendolo all'indietro e facendolo ricadere sdraiato, contraddicendolo: “Amicizia? Come sminuisci in fretta il nostro rapporto.”

Rapporto?” ripete Niall stupito, cercando di rialzarsi, ma viene di nuovo spinto giù dal moro, che impreca sottovoce un “Cristo santo, Niall, sta' fermo.”

Il biondino apre la bocca per protestare, ma Zayn si è avvicinato di scatto, facendo aderire i loro corpi e premendosi il più possibile contro di lui, gli occhi che lo scandagliano attentamente. Niall smette di respirare, concentrandosi soltanto sul respiro di Zayn che gli sfiora la bocca e sul movimento delle sue costole, così sporgenti che le sente conficcarsi in lui. È magro da fare schifo, le occhiaie gli bordano gli occhi e gli zigomi sono così sporgenti che creano delle magnifiche ombre, quasi spettrali, sulle guance. Un attimo lo sta fissando, respirando la sua stessa aria e osservando una per una le lunghe ciglia, e quello dopo sente le labbra di Zayn premute contro le sue in un bacio veloce e quasi inesistente. Il moro si allontana di pochi millimetri da lui, gli occhi immobili che cercano una certezza nei suoi, poi sussurra, pianissimo: “Quindi due amici lo fanno, questo?”

Niall rimane immobile e lo guarda, lo guarda mentre lui piega le gambe e punta le ginocchia nel materasso, facendo scontrare ulteriormente i loro bacini, lo guarda mentre si lecca le labbra e serra gli occhi, strofinando il naso contro il suo. Stringe di più la felpa di Zayn tra le dita gelate quando il moro fa incontrare le loro bocche una seconda volta e gli fa socchiudere le labbra, sfiorandogli i denti con la lingua e scatenando in Niall una serie di brividi infiniti. “O questo?” domanda poi sottovoce, senza distogliere gli occhi dai suoi, notte nel giorno e nero nell'azzurro. In attesa di qualcosa – qualsiasi cosa – Niall lo guarda senza rispondere, spostando le mani di qualche millimetro e stringendo con più forza la stoffa tra le dita. Zayn si lascia sfuggire un sospiro carico di desiderio, come se quella situazione fosse difficile da sopportare per lui, e non per Niall. Come se quello disperatamente innamorato fosse lui, non Niall. Sposta lo sguardo dagli occhi del biondo alle sue labbra e si riavvicina a lui per l'ennesima volta, baciandolo a stampo e obbligandolo, seppur con delicatezza, ad aprire la bocca, per poter sfiorare la lingua del ragazzo con la sua. A quel punto, Niall è certo di aver oltrepassato la linea di contegno e rispetto personale che si era imposto di non superare, per poter ancora considerarsi un ragazzo con dei principi. Però sembra evidente che Zayn gli mandi a puttane ogni ideale e principio soltanto in pochi secondi. Mentre fa queste riflessioni, il moro gli sta chiedendo: “O questo?”

E a quell'ulteriore domanda, Niall non riesce più a contenersi e, posando una mano dietro il collo del ragazzo, lo attira a sé e fa scontrare le loro labbra in un bacio sporco. Non era così che aveva desiderato fosse il suo primo bacio con Zayn, si immaginava una cosa molto più romantica, intima e... romantica, insomma. Invece il modo in cui si stanno baciando è tutto fuorché romantico: i denti si scontrano e le bocche sono spalancate, alla disperata ricerca di respirare e di avvicinarsi quanto più possibile all'altro. Sente la saliva di Zayn sulle proprie labbra, le dita del moro che sembrano scavare nella pelle dei suoi fianchi, sfiora con la lingua i suoi denti bianchi, mentre cerca disperatamente di darsi un contegno, senza tuttavia riuscirci. Il moro abbandona la sua bocca e lo guarda negli occhi, un sorriso di sfida e un luccichio pericoloso negli occhi, poi “Quindi è questo che fai con i tuoi amici?”

Niall lo fissa per un veloce attimo, poi, senza potersi trattenere, lo afferra per la felpa e se lo spalma addosso, biascicando un mero “Sta' zitto” e facendo incontrare le loro labbra in un bacio ancora più furioso e sporco di quello precedente, per poi far scendere le mani lungo il torace di Zayn e avvicinarle all'elastico dei suoi pantaloni, invertendo le loro posizioni. Sorride trionfante sulle labbra di Zayn e continua a baciarlo, marchiandogli il collo già di per sé scuro e infilandogli una mano nei pantaloni. Lo sente irrigidirsi un attimo, per poi lasciarsi andare in un sospiro più che esplicito e, ancora una volta, Niall sorride, facendo poi scendere le proprie labbra sullo sterno di Zayn e scostando la canottiera larga per poter baciare le ossa delle clavicole e adagiare la bocca sul tatuaggio rosso che ha il ragazzo, a forma, appunto, di bocca. Ride, perché sembrano le labbra di una ragazza, ma uno Zayn etero proprio non riesce ad immaginarselo, nemmeno in un universo parallelo. Passa la lingua sopra il tatuaggio, sentendo Zayn fremere sotto di sé, ma, quando prova a liberarlo della felpa con la mano che non è occupata a masturbarlo, il ragazzo gli blocca il polso con le dita. “No” è tutto quello che dice, ridendo piano, e Niall subito s'immobilizza, pentendosi di aver osato tanto. Fa per allontanarsi da lui, ma Zayn lo trattiene per un fianco, sussurrandogli piano: “No, va bene, ma non togliermi la felpa.”

Okay” acconsente con un sospiro, cercando conferma nei suoi occhi e chinandosi per baciarlo, questa volta con più calma e più dolcemente. Non ha mai pensato che baciare una persona ubriaca potesse essere così esageratamente bello ed eccitante, Zayn sembra completamente rilassato, senza i soliti freni che si auto-impone e l'insicurezza presente in ogni misero gesto. Il modo in cui lo bacia, bagnandoli le labbra con la saliva e giocando con la sua lingua senza pietà, è piuttosto nuovo per lui. Non che non ci fosse abituato, quando stava con Harry, ma Zayn è diverso. Pensa distrattamente che non gli è mai piaciuto tanto fare una sega a qualcuno come gli sta piacendo in quel momento, tanto che solleva leggermente il bacino per poter calare i pantaloni e i boxer a Zayn e muoversi più liberamente. E, lo giura su dio, niente è mai riuscito ad eccitarlo tanto quanto il moro mentre viene nella sua mano, inarcando la schiena e serrando gli occhi, le dita conficcate nelle spalle nude di Niall e la bocca semiaperta. Sorride e si pulisce la mano nella canottiera di Zayn, baciandogli il collo e unendo le loro labbra in un nuovo bacio, che al moro non sembra dispiacere. Quando si stacca da lui, ride nel vederlo affannato e ansimante, gli occhi fissi sul soffitto e il torace che si alza e si abbassa velocemente. Cerca di non pensare al fatto che probabilmente Zayn è così ubriaco che domani non ricorderà nulla, ma con il corpo del ragazzo che gli piace a disposizione sotto di sé, non gli è tanto difficile distrarsi da quei pensieri. Si sente infimo ad approfittare di Zayn mentre è in una situazione del genere, ma non può farne a meno; non può fare a meno di far aderire i loro corpi e di baciarlo ogni volta che può, di far correre le dita su tutto il suo corpo, cercando di toccarlo quanto può anche attraverso la canottiera. Restano in silenzio per un po', avvinghiati l'uno all'altro, mentre le loro bocche si cercano quasi con una nota di disperazione e le loro dita s'intrecciano. Staccandosi un momento da Zayn, le bocche così vicine che potrebbe addirittura respirare i suoi ansiti, lo provoca piano, deridendolo malamente. “Chi era quello che ansimava?”

Fanculo” borbotta l'altro con voce contrariata, per poi tirarlo su di sé e farlo rotolare di lato, invertendo i ruoli. Gli sorride e lo bacia, mentre si riallaccia come può i pantaloni, seguendo l'unica metà ragionevole del proprio cervello. I loro occhi s'incrociano per un momento e tutto quello che Niall riesce a pensare è quanto sia stupito dal fatto che Zayn sembra non voler fare altro che baciarlo e sorridergli soffocando i numerosi sbadigli. Accarezzandogli una guancia, si domanda da quanto tempo il ragazzo non dorma, pensando poi a quanto sarebbe bello poterlo abbracciare nella notte. Senza i centimetri di troppo che separano i due divani nel salotto di Jem, senza doversi limitare a studiare la sua silhouette nel buio della stanza, percependo i suoi occhi spalancati e il rumore dei suoi pensieri. Tutto quello che sente ora, invece, non è il rumore dei suoi pensieri, bensì dei suoi baci, che gli fanno chiudere gli occhi per potersi proiettare in un universo completamente sconosciuto. Niall ha sempre temuto di poter spaventare Zayn, così instabile e insicuro, ma in quel momento è lui ad avere paura. Ha paura perché sa che il mattino dopo non saprà come comportarsi, perché sa che poi tornerà tutto come prima, le mani si eviteranno, ma gli occhi si cercheranno; per la prima volta in vita sua gli sembra di capire almeno un po' tutti quei poeti del cazzo che scrivevano poesie. Forse non sono mai stati tanto pazzi quanto ha sempre ritenuto, o forse semplicemente è lui che è diventato pazzo quanto loro.



Zayn


Zayn si rigira nel panno di stoffa che lo copre, infastidito da dei mormorii inopportuni che lo hanno appena svegliato senza che lui lo volesse davvero. Dopo un tempo che gli sembra infinito, solleva una palpebra per potersi guardare intorno (e gli sembra un gesto tanto faticoso quanto correre per dieci chilometri sotto il sole di mezzogiorno). Nel semibuio, riesce ad inquadrare il salotto di Jem, l'amico di Niall da cui stanno passando le feste. È steso sul divano e ha caldo, la coperta bianca che qualcuno gli ha gettato addosso gli pare una vera e propria fornace e spera di potersene liberare al più presto, ma la voce di Niall interrompe i suoi piani.

Dai, J, non mi va di parlarne, voglio fare colazione” sta biascicando, la voce ancora impastata dal sonno. Zayn solleva anche l'altra palpebra per poterlo guardare meglio e inclina leggermente la testa, assonnato. Vede Jem trattenere Niall per un fianco e scompigliargli i capelli.

Che c'è, bimbo? - e Zayn sente una morsa di gelosia attanagliargli lo stomaco a quel soprannome – ultimamente sei così schivo e silenzioso. È successo qualcosa di brutto?” gli domanda il ragazzo, che è stato etichettato da Zayn come “quello coi capelli bianchi”.

Niall scrolla le spalle e alza il capo per poterlo guardare in viso, poi, sottovoce, risponde all'amico con un'altra domanda. “Perché dovrebbe essere successo qualcosa di brutto?”

Il ragazzo con i capelli bianchi gli accarezza nuovamente i capelli e Zayn serra gli occhi, decidendo di limitarsi ad ascoltare il resto della conversazione.

Non lo so, sei cambiato. A stento mi dici cosa ti passa per la testa, sembra che tu ti sia dimenticato di tutto quello che abbiamo passato insieme” sta dicendo, mentre Zayn si volta su un fianco e spalanca gli occhi per poter fissare lo schienale del divano. Il silenzio piomba nella stanza e il ragazzo è certo di aver sentito Niall sospirare, lo stesso Niall che, pochi minuti dopo, replica affranto: “Come potrei dimenticarti, J? Sei il mio migliore amico e sempre lo sarai. Se proprio dobbiamo dire le cose come stanno, sei tu che mi hai scaricato per George.”

Silenzio.

Zayn cerca di mantenere lento il respiro, in modo che i ragazzi non si accorgano che si è svegliato, e attende. Dopo alcuni istanti, finalmente Jem si decide a parlare di nuovo.

George è... diverso. Non potrei mai sostituirti con lui, sai benissimo che è più di te, ma allo stesso tempo non abbastanza te, Niall.”

Il moro si arrischia a gettar loro un'occhiata: Niall e poggiato contro il tavolo e Jem è in piedi di fronte a lui, gli occhi esausti alla ricerca di una risposta nel viso del biondino.

Lui ti piace?” snocciola diretto il biondo, giocherellando con le dita, mollemente adagiate sul bordo del tavolo. Zayn richiude gli occhi e stringe tra le mani la coperta di pile quando Jem ribatte, tagliente, “E a te piace Zayn?”

Non stiamo parlando di me e Zayn, adesso” taglia corto il biondino, la voce leggermente innervosita e di qualche nota più alta. Jem, quando parla, sembra infastidito dalla sua risposta, tanto che gli punta un dito addosso come a sottolinearlo e “Oh, sì, invece,” lo contraddice, “stiamo parlando per l'appunto di quanto tu sia diventato schivo nei miei confronti in questi ultimi tempi, e questa ne è la dimostrazione.”

Non è che sono schivo” tenta di giustificarsi il biondino, accampando una scusa dopo l'altra, la voce che si incrina leggermente per poi affondare nella disperazione, “Sei tu che sei sempre così preso da George da non avere nemmeno il tempo di chiamarmi.”

Lascia George fuori da questo discorso, lui non c'entra” ripete come un robot, e sembra davvero scocciato dal fatto che Niall continui a tirare in ballo il ragazzo dagli occhi grigi.

Lui ti piace” ripete intestardito Niall, impuntandosi sull'argomento senza dare l'impressione di volerlo abbandonare facilmente. Jem sospira irritato e “Sì, mi piace, e allora?”

Perché non me l'hai detto?” domandò Niall con un velo di trionfo nella voce bassa.

Zayn sentì chiaramente Jem imprecare, per poi rivolgersi a Niall, estremamente sgarbato. “Oh, beh, vediamo, forse perché eri sempre troppo preso dalla tua nuova vita in cui io non ero compreso? Dal tuo Harry adorato di cui mi parlavi ogni volta? La gente dopo un po' si stanca, bimbo.”

Smettila di chiamarmi così” borbotta il biondino per tutta risposta, come se fosse l'unica cosa che può dire in quel momento.

Zayn deglutisce a disagio e pensa a cosa fare, mentre gli altri due continuano a discutere; i minuti passano sempre più in fretta, crogiolandosi insieme a lui nel torpore delle coperte e nella sua perenne indecisione, finché i due non attirano di nuovo la sua attenzione. Stanno di nuovo parlando di lui e Niall sembra punto sul vivo da ciò che gli sta dicendo Jem. “... sapere perché non vuoi parlarmi di questo tipo.”

E nella parola “tipo” Zayn è certo di sentire un velo di astio, come se Jem facesse davvero fatica a sopportarlo – e forse si sente un po' in colpa, senza nemmeno sapere perché.

Cristo santo J, non mi va di parlarne, okay? Non mi va. Sì, lui mi piace. Sì, gliel'ho detto e no, a lui non frega un cazzo. Contento adesso?” sbotta all'improvviso Niall, facendo sobbalzare l'amico per la sorpresa. Zayn serra immediatamente gli occhi, in parte perché all'ottanta per cento Niall si girerà per controllare di non averlo svegliato, in parte perché ne sente il bisogno. Non è vero che non gliene frega niente, ha solo bisogno di abituarcisi. A Zayn non piacciono le cose nuove, non gli piacciono i cambiamenti, né le persone nuove e le novità. E Niall è una grande, enorme novità, novità che lui aveva deciso di accantonare per vivere nella sua monotona monotonia.

Scusa” borbotta Jem a voce bassa, la voce seriamente risentita, per poi aggiungere: “Quindi ieri sera... cioè, mi dispiace per ieri sera. Non pensavo che-”

Non fa niente, eri ubriaco,” lo interrompe sul nascere della frase Niall, “e anche lui lo era.”

Seguono alcuni istanti di silenzio in cui Zayn si staccherebbe la lingua a morsi, perché, nonostante la sera precedente si sia effettivamente ubriacato, si ricorda tutto. Si ricorda perfettamente il momento in cui ha baciato Niall e tutte le volte in cui gli ha detto cose equivoche senza preoccuparsene minimamente, la timidezza intorpidita dall'effetto dell'alcool. Si azzarda ad aprire gli occhi, notando che Jem adesso dà le spalle sia a lui che a Niall, e fissa un quadro, mentre il biondino non sembra voler abbandonare la schiena stretta e magra dell'amico. Zayn fa correre lo sguardo su di lui e coglie tanti dettagli piacevoli insieme: i capelli di Niall sono abbassati e indossa soltanto un paio di boxer, quindi la sua schiena è completamente nuda e Zayn può soffermarsi ad osservare i nei sparsi sulla pelle lattea. Le scapole formano due ombre eleganti sulla carnagione chiara del ragazzo che gli fanno venire una gran voglia di disegnarle in ogni minimo dettaglio; gli costa un grande sforzo non alzarsi per poter raggiungere il suo borsone ed estrarne il suo album da disegno. È ancora perso nei suoi pensieri, quando Niall parla di nuovo. “Ieri sera mi ha baciato, dopo che me ne sono andato” mormora piano, alludendo al momento in cui aveva lasciato la stanza dove stavano giocando ad obbligo e verità per rifugiarsi in bagno e pulire come meglio poteva la maglia.

E...?” poiché Jem nel domandarlo si volta, Zayn richiude gli occhi e finge – ancora una volta – di dormire.

E gli ho fatto una sega” soffia velocemente Niall, come se si vergognasse di ciò che sta dicendo. Jem ride piano e Zayn lo immagina mentre gli rivolge uno sguardo intenerito, perché è quello che farebbe per lui. E anche perché lui si ricorda tutto, si ricorda delle mani di Niall su di lui, dei suoi baci, delle sue poche parole e delle sue guance arrossate.

Ti prego, non dirlo a nessuno. Non volevo... approfittare di lui.”
Ancora una volta, Jem ride e “Approfittare di lui?” ripete divertito, mentre Zayn tenta di rimanere immobile. Non pensa che Niall abbia voluto approfittare di lui, né pensa che lo farebbe mai, soprattutto perché a lui tutte quelle cose vanno bene.

Era ubriaco. Si era pure fatto una canna” constata atono, abbandonandosi poi ad un profondo sospiro. Zayn in quel momento pensa solo a quanto vorrebbe alzarsi e accarezzargli i capelli, come per rassicurarlo, per fargli capire che a lui va bene così e che tutto quello di cui ha bisogno è soltanto del tempo. Ma, ovviamente, trattenuto da qualcosa di cui persino lui ignora l'identità, non lo fa e rimane sdraiato sul divano fin troppo morbido.

Se ti chiede di raccontargli cosa è successo, tu non dirgli niente, per favore,” biascica Niall dopo alcuni minuti di silenzio, “Preferirei che non succedessero altri disastri, quindi cerchiamo di cancellare questo episodio, okay?”

Jem annuisce lentamente e alla fine “Okay” lo asseconda. “Quindi come ti comporterai con lui?”
Sentito il frusciare della tovaglia e un sospiro rumoroso, Zayn immagina che Niall si sia voltato per potergli gettare un'occhiata, così si sforza di apparire il più naturale possibile. Pensa che forse stia scrollando le spalle, come fa di solito quando vuole sminuire un argomento importante, per dare l'impressione che non gli interessi più di tanto. Pensa a quanto lo adora quando lo fa.

Farò finta di niente. Tra poco torneremo in Inghilterra e, una volta lì, taglierò i rapporti.”

Perché?” domanda perplesso l'altro, mentre Zayn si stringe di più nelle coperte e se le tira su fin sotto al mento. Non vuole sentire quelle parole, non vuole sentire Niall che dice che gli sta rovinando la vita e che è soltanto una perdita di tempo, non ha il coraggio – né tanto meno la forza – di essere accantonato in un angolo come un foglio di cartastraccia usato.

Perché sono innamorato di lui” replica semplicemente, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Il respiro di Zayn, questa volta, non è più tanto facilmente controllabile, i respiri gli sfuggono dalle dita ed è costretto a smettere di ingerire ossigeno almeno per una decina di secondi; e tutto solo perché Niall ha detto che è innamorato di lui.

E quindi?” domanda con poco tatto Jem, perché davvero non capisce il comportamento dell'amico.

Seguono alcuni istanti di silenzio, che sono poi interrotti dalla voce delicata di Niall che “Per lui non è la stessa cosa.”

Magari sì” lo contraddice invece l'altro, e Zayn – lo giura – vorrebbe essere tanto bravo ad esprimere i propri pensieri come li sa esprimere il ragazzo con i capelli bianchi. Dovrebbe essere lui a rassicurare Niall sui sentimenti che prova per lui, ma è molto più facile lasciar parlare Jem, che sembra avere più esperienza con le parole.

Quando Jem capisce che Niall non aggiungerà nient'altro oltre ad un emaciato “Non dirglielo, per favore”, si sfila il maglione e lo porge a Niall, per poi resettarsi le maniche della camicia azzurra.

Copriti, prendi freddo così” gli consiglia soltanto. Il moro lo immagina mentre si avvicina a Niall e gli scompiglia i capelli, poi sente lo schiocco di un bacio, probabilmente lasciato sulla fronte del biondino. “Vado a lavorare, oggi ho il turno io” borbotta a mo' di scusa, per poi sparire in un paio di passi leggeri ed aprire la porta. Zayn si gira su un fianco, meditando sul da farsi, ed è in quel momento che “Niall? Mi ha fatto piacere parlare di nuovo come facevamo una volta. Mi eri mancato” comunica piatto Jem, prima di tirarsi alle spalle la porta senza neanche attendere la risposta dell'amico.



Zayn solleva prima una palpebra, poi l'altra. Ha lasciato passare alcuni minuti prima di farlo, fingendo poi di essersi risvegliato a causa del rumore della porta. Niall si limita a salutarlo con un piccolo cenno della testa, borbottando qualcosa che somiglia molto ad un “vado in bagno”.

Quando ricompare ha indosso – oltre al maglione di Jem – un paio di pantaloni della tuta e dei calzini colorati, e Zayn è ancora seduto sul divano, gli occhi fissi sullo schermo della tv spenta.

Gli occhi di Niall incrociano per un momento i suoi e il moro nemmeno si rende conto del modo in cui lo sta guardando, troppo preso dal pensare a quanto stia effettivamente rovinando Niall. È deleterio, come l'acido che corrode la pelle, e non può assolutamente entrare in alcun rapporto con le altre persone. Troppo rischioso, se ne è quasi dimenticato; con Niall si è spinto troppo avanti, e ha finito per innamorarsene, senza poter accettare quel sentimento troppo forte. Così è andata a finire che Niall si è accorto di quello che non va in lui, dell'insanità che gli corrode il cervello e degli sbalzi di umore che spesso sfociano in nervosismo.

Vuoi fare colazione?” gli domanda Niall, interrompendo le sue riflessioni. Tentenna nel chiederglielo, il suo peso si sposta da un piede all'altro con estremo nervosismo. Annuisce piano, mentre dentro di lui cresce il bisogno che ha di doverlo sempre rassicurare. Si alza e lo segue in cucina, senza perderlo di vista un istante mentre prepara del caffè e tira fuori dalla dispensa un pacco di biscotti con le gocce di cioccolato. Zayn, quando Niall si decide a parlare, sta fissando la confezione di biscotti come se contenesse le risposte a tutte le sue domande soppresse e rinchiuse nei limiti del suo cervello.

Hai dormito bene?”

Quella domanda lo destabilizza talmente tanto che a momenti non si strozza con la saliva, perché – cristo – ha dormito e non se ne è nemmeno accorto.

Nessun incubo.

Uhm, sì” balbetta piano, giocherellando con le sue stesse dita e abbassando lo sguardo per non incrociare quello di Niall.

Sono felice che tu sia riuscito a riposarti, ne avevi davvero bisogno” butta lì il biondino, quasi sputando parola per parola tanto sembra lo sforzo che ha impiegato per mettere insieme quella frase. Zayn annuisce soltanto, sedendosi di fronte alla finestra e osservando i rami carichi di neve e il cielo tendente al bianco; bianco come la pelle di Niall, le sue mani con le unghie mangiucchiate e i palmi grandi.

Fanno colazione in silenzio, mentre in Zayn cresce la consapevolezza del peso che sta diventando per Niall, di quanto lui si effettivamente superfluo, inutile e pressante, e si maledice per questo, ci sta ancora pensando, a cosa è andato storto con il suo fottuto cervello da quando sua sorella non c'è più, a come ha potuto ridursi ad una sottospecie di vegetale umano.

Niall, quando parla, sembra avergli appena letto nel pensiero, infatti “Dovresti mangiare qualcosa, Zay, sembri davvero un vegetale.”

Lui resta in silenzio, perché quelle parole le ha già sentite troppe volte e ormai il suo cervello ha imparato ad archiviarle senza nemmeno farci troppo caso o darci il giusto peso. Restano entrambi in silenzio, mentre Zayn si ustiona la lingua bevendo il caffè fin troppo caldo.

Poi Niall, un biscotto in bocca e le briciole incastrate tra le pellicine delle labbra, lo distrae ancora una volta, studiandolo con i suoi occhi terribili. “Cosa vuoi fare oggi?”

Zayn riflette un momento sulla domanda, ma alla fine la evade con un semplice: “Non saprei, tu cosa fai?”

Niall scrolla le spalle e inzuppa un nuovo biscotto nel suo bicchiere di latte, mentre il moro si chiede come possa bere latte freddo appena alzato e come possa trovarlo una cosa piacevole, ma davvero non riesce a trovare una risposta che lo convinca.

Non so” sta rispondendo, le spalle scosse da un movimento quasi inesistente, “ho voglia di giocare alla Wii.”

Perplesso, Zayn gli scocca un'occhiata per poi tornare a bere il suo caffè senza spiccicare parola, poiché in fondo, delle parole, non ne ha bisogno. Gli basta seguire Niall con lo sguardo mentre si alza in piedi e sparecchia la tavola, evitando i suoi occhi, per capire che non c'è bisogno di parlare. Non è necessario, semplicemente perché non ne ha voglia nemmeno Niall. Gli torna in mente quell'orrenda espressione, “tagliare i ponti”, e la sensazione che sente è quella di un grosso macigno incastrato all'altezza del diaframma; insopportabile. La cosa che più lo infastidisce è che sa che quel macigno potrebbe sparire, se solo il biondino si rimangiasse ciò che ha detto poco prima al suo migliore amico. Preso dai pensieri, lo osserva mentre gironzola per la cucina e , quando si avvicina a lui, senza pensarci troppo, gli circonda la vita con il braccio. Sente Niall sobbalzare, ma lo ignora e poggia il capo contro il suo fianco, aggiungendo a quel goffo abbraccio anche l'altro braccio.

Respira piano, il tessuto del maglione di Niall che gli pizzica il naso e la sensazione di calore che lo avvolge e lo circonda come un sottile strato di pelle. Con Niall, non ha mai osato. Ha avuto il terrore di qualsiasi cosa, terrore più che giustificato, eppure adesso che sa che il biondino ha intenzione di lasciarlo in balia di sé stesso, semplicemente pensa di non potercela fare.

Zayn?” domanda Niall, le mani ferme a mezz'aria che lottano per non raggiungere i capelli scuri e passarci le dita in mezzo.

Mh” replica per tutta risposta, strofinando appena il naso contro il maglione dell'amico. È una sensazione quasi piacevole, quella che prova, perché sa che sotto quella stoffa ruvida c'è il suo Niall, quello vero che non ha paura di nulla. E dopo pochi secondi sente le dita del biondino che gli accarezzano lievemente i capelli, sfiorandoli appena, come se la paura di qualcosa riuscisse in qualche modo a trattenere i loro movimenti. “Ho sonno” biascica il moro, la voce che rasenta una stanchezza più che palpabile e gli occhi chiusi. Niall si rigira tra le dita una ciocca dei suoi capelli, prima di dire: “Dai, torniamo in salotto, così puoi dormire.”

Zayn si limita ad annuire e racimola le forze per sollevarsi in piedi, cercando di non pensare a quanto sia fastidioso il freddo che lo fa rabbrividire. È scalzo, indossa solo la canottiera, la sua felpa e un paio di boxer, e sta decisamente anelando alla coperta bianca di cui prima voleva liberarsi. Una volta raggiunto il salotto, Niall si mette alla ricerca di qualche gioco decente per la Wii e lui si affretta a raggiungere il divano con un tuffo fin troppo atletico. Si rannicchia sotto le coperte e segue con lo sguardo i movimenti di Niall, che sta imprecando poiché la Wii sembra non volersi accendere. Scocciato, impreca ad alta voce, per poi estrarre il disco e riporlo nella custodia. Zayn chiude gli occhi per qualche secondo e, quando li riapre, Niall ha appena afferrato il joystick del ps3 e sta gattonando sul pavimento per raggiungere il divano. Lo guarda, sorridendo, e si obbliga a non scompigliargli i capelli quando Niall si siede sul tappeto, appoggiando la schiena contro il divano e pigiando tasti di cui lui non ricorda nemmeno la funzione.

A cosa giochi?”

Il biondino scrolla le spalle e “Fifa” replica schietto, senza aggiungere altro. Un po' deluso, ma ricordandosi delle intenzioni del biondo, Zayn si copre meglio con la coperta e si rassegna ad una giornata all'insegna della noia. Ha sempre amato le giornate di quel tipo: nulla da fare, nulla da dire, nulla da commentare; il problema è che nulla è più noioso, quando si tratta di Niall. Il tempo passa in fretta mentre si perde nell'acuta osservazione degli omini che rincorrono un pallone quasi invisibile, l'ombra proiettata su tutti e quattro i lati del corpo e la riproduzione di grida esultanti. È tranquillo e sta cercando di non pensare a quanto Niall sia bello oggi: in tutto quel guardarlo non riesce ad evitare di sporgersi e scompigliargli i capelli, un sorriso impigliato tra le labbra e gli occhi che luccicano. Non ne è certo, ma gli sembra che il viso di Niall si rilassi per un momento, nell'esatto istante in cui quest'ultimo si volta per rivolgergli un mesto sorriso. Gli avversari gli fanno goal, ma al biondino non sembra importare più di tanto, poiché “Ti annoi?” sta domandando a Zayn. Il moro scuote la testa e “No” mormora in risposta, giocherellando con un ciocca dei suoi capelli. Niall mette in pausa il gioco e molla il telecomando sul tappeto per poterlo guardare negli occhi0 (e a quel gesto, Zayn esulta mentalmente).

Possiamo uscire, se ti va” propone improvvisamente, senza rendersi conto di quanto Zayn sia in difficoltà in quel momento.

Okay” acconsente con voce pacata, gettando un'occhiata fuori dalla finestra: minuscoli fiocchi di neve volteggiano in turbini d'aria creando uno spettacolo incantevole e uscire sotto quel nevischio leggero e delicato dev'essere estremamente piacevole. Così s'alza in piedi , imitato poi da Niall, e raggiunge la valigia. I pantaloni che ne estrae sono quelli della tuta, e forse non sono molto adatti al clima, ma se ne infischia altamente. Gli gira la testa e sente la necessità di respirare aria fresca, prima che lo stomaco gli si accartocci su se stesso. Ha già indossato le scarpe, quando Niall si avvicina a lui, porgendogli il cellulare. Con orrore, Zayn si rende conto di averlo lasciato accesso.



Niall


Il telefono di Zayn continua a squillare anche mentre vagano per il giardino della villetta di Zayn. Se c'è una cosa in cui Niall è bravo, quella è captare gli stati d'animo delle altre persone. Infatti, non avendone avuti di propri per parecchi anni, si è specializzato nel riconoscere quelli altrui. E Zayn, in quel momento, è nervoso; lo capisce dai gesti più veloci del solito, dalla sua improvvisa voglia di parlare e dagli occhi che si posano ovunque tranne che nei suoi. Lo sente nel tono tremolante della voce che tenta di coprire invano le vibrazioni del telefono. Verso le tre, Zayn spegne il telefono e lo butta sul divano, lasciandolo solo come un cane. Da quando ha iniziato a vibrare, Zayn si è incupito, come se si fosse richiuso in se stesso. Una chiocciola, insomma, o un riccio: in caso di pericolo, corre ai ripari. Ci sono tipi e tipi di pericolo, ed evidentemente il mittente delle chiamate è uno delle infinite branchie appartenenti a quella categoria.

Senza il telefono che vibra un minuto sì e uno no, passano un pomeriggio piacevole e Zayn per un momento sembra dimenticarsi di tutto, proprio come ha fatto la sera prima. Quando tornano a casa, sono le sette passate e di Jem non c'è nemmeno l'ombra.

Una volta riacceso il cellulare, Zayn sospira e Niall non capisce se lo fa perché è esasperato o perché è rassegnato. In ogni caso, intravede centoventisei chiamate perse e i quarantadue messaggi codificati come “non letti”.

Trova incredibile che qualcuno possa perdere un intero pomeriggio solo per poter contattare Zayn.


-




Hey.

Che ritardo, mamma mia. Perdonatemi, anche se non lo merito.

Avete aspettato un mese, e il capitolo fa pure cagare, evvai.

Mi dispiace davvero tanto, ma ho avuto un blocco e, come se non bastasse, non sto passando proprio un bel periodo. Mi dispiace anche che i miei stati d'animo influenzino parecchio la storia perché – credetemi – sono perfettamente a conoscenza di quanto sia pesante e lenta la mia scrittura. Perciò non sentitevi in obbligo di continuare a seguire la storia, se non vi piace, perché so perfettamente quanto stia diventando pesante e noiosa. Questo capitolo credo sia il culmine dello schifo, perché sostanzialmente è il nulla più totale.

In effetti potrebbe essere considerato un capitolo di passaggio, perché non succede nulla di particolarmente importante, sì, Niall e Zayn si baciano, ma la svolta della storia è tra uno/due capitoli, ma non è proprio di passaggio , poiché sono accennate alcune cose importanti, ma non è nemmeno un capitolo come si deve.

Ma basta parlarne, ringrazio Eightsvoice, Violet_Snowflake, Mrs_Larry e Mobilitas (cieu amica) per avermi lasciato un parere sul capitolo precedente. Grazie anche alle persone che seguono, preferiscono e ricordano la storia, troppe per i miei gusti.

Ringraziamo anche i Coldlay, che mi hanno fatto sbloccare con il loro nuovo singolo, è grazie a quello che sono riuscita a scrivere le ultime due pagine che mancavano per poter aggiornare.

Scusate per gli spazi bianchi, ma non ho né tempo né voglia di eliminarli.

Volevo anche dirvi che ho iniziato con una raccolta di os/flashfic ziall non collegate tra loro e completamente prive di senso.

Un bacio :) xx

Giuls

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Capitolo 14
*** The sea. ***


Capitolo 14

 

You keep on crying
Baby I'll bleed you dry
Skies are blinking at me
I see a storm bubbling up from the sea.”

 

Closer, Kings of Leon
 

Niall

A Londra piove. Non la solita pioggerella incessante e leggera, quella che non sembra nemmeno esserci per quanto è sottile, no. La grandine, mista a grossi goccioloni d'acqua, si abbatte violentemente contro la finestra della camera di Niall e il ragazzo nasconde la testa sotto il cuscino per non sentirne il rumore. Nulla lo infastidisce di più dei secchi colpi del ghiaccio contro il davanzale, così simili al continuo bussare di Harry alla porta della camera da letto.
“Che c'è?” sbuffa irritato e spazientito, gettando il cuscino dall'altra parte della stanza con un tale impeto che la lampadina Ikea di Harry cade per terra. Nel notare il danno provocato dal suo istinto, lo smorfia di disappunto di Niall non può che ingigantirsi. Quella sarà decisamente una brutta giornata.
Si libera dalle coperte, gettandole di lato con malagrazia, e tastando il pavimento nel buio della stanza, cerca di infilarsi alla meglio una maglietta e quelli che deduce siano un paio di pantaloni della tuta. Quando esce dalla camera, Harry è fermo di fronte a lui con un'espressione indecifrabile e i ricci completamente spettinati.
Niall gli rivolge uno sguardo perso, prima di scansarlo e di dirigersi verso la cucina per cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Racimola un mezzo cartone di latte e i resti del caffè abbandonati dal suo amico, un pugno di cereali e un cipiglio assonnato, sempre da parte del suo amico.
“Sono le tre del pomeriggio, Niall” commenta il ricciolino, una smorfia a deformargli le labbra rossissime e il sonno a deturpare la sua espressione, solitamente rilassata.
“E allora?” ribatte piccato il biondino, gettando rabbiosamente i cereali nel latte ed escludendo il caffè con un'espressione schifata. Inizia ad ingozzarsi, dando ascolto soltanto allo scricchiolare dei cereali sotto i suoi denti, mentre Harry parla a vanvera e si ravviva i ricci, preparandosi ad uscire. A Niall non interessa. Al momento il suo migliore amico potrebbe anche partire per una spedizione per il Nebraska e a lui non gliene potrebbe fregare più di quanto ad un pappagallo freghi della sanità della ciabatta del suo padrone, ecco. Lo segue con uno sguardo felino e lo osserva mentre lascia l'appartamento, felice di potersi crogiolare nella propria solitudine. L'unica cosa che gli interessa, al momento, è di restare solo con i propri pensieri. Il suo turno al bar inizierà entro poche ore e pensa di avere il sacrosanto diritto di cercare di dare un ordine ai propri pensieri.
Una volta terminata la colazione, si butta addosso le prime cose che trova e si tira dietro il portone di casa, le chiavi che tintinnano nella tasca interna del giubbotto. Ha preso quel vizio, quello di usare le tasche interne, da Zayn, senza nemmeno accorgersene. A forza di notare che il ragazzo spesso infilava i propri averi negli antri nascosti all'interno dei propri cappotti, ha iniziato ad imitarlo. Indugia un momento, prima di estrarre con un sospiro il mazzo di chiavi e infilarselo nella tasca esterna della giacca a vento. Gli All-American Rejects affollano le sue orecchie ormai smembrate con la loro trascinatissima It ends tonight e Niall si sente molto prossimo ad un pianto disperato.
Da quando è tornato dall'Irlanda, le incomprensioni con sua madre ancora accese e il ricordo di quei baci scambiati con il moro che lo perseguita, la sua vita è diventata un uragano di emozioni indefinite. Da tranquillo e apatico che è stato, all'improvviso non riesce più nemmeno a guardarsi allo specchio perché troppo preso dal turbinio di emozioni che gli intaccano la solita espressione fredda e distaccata. D'un tratto è diventato distratto, lui che è sempre stato attento ai dettagli ed estremamente vigile, in ogni singola situazione, ha iniziato a perdersi nei propri pensieri sempre più spesso, richiamando alla mente così tanti dettagli a cui, mentre li viveva, non aveva nemmeno fatto caso.
È una cosa automatica per lui, in realtà: chiude i rapporti esteriormente, mentre interiormente rimugina su ciò che è accaduto e che è stato irrimediabilmente in grado di sconvolgerlo e di rovesciare il suo mondo, scambiando il sopra con il sotto e la destra con la sinistra. È così che passa intere giornate, lasciandosi cullare dalle voci familiari di cantanti anonimi a gran parte dell'umanità e rifiutandosi di accettare la realtà, che non riesce a concepire nemmeno nella propria mente. Così si concede i dettagli: cose di minima importanza, che però gli fanno immancabilmente spuntare un sorriso sereno sulle labbra, ogni qual volta gli attraversino la mente. Magari sta camminando, magari è sotto la doccia, e improvvisamente un ricordo fende la sua muraglia e si intacca nel suo cervello, attaccandolo come un tarlo farebbe con il legno. Si concede la debolezza di lasciarsi divorare da quel ricordo, cadendo per un momento nel passato e permettendo alle emozioni di travolgerlo. Dettagli insignificanti, il modo in cui talvolta Zayn ha riso, nascondendosi gli occhi con la mano e dondolando il capo, momenti in cui Niall si è fermato un attimo, la risata l'ha abbandonato e sulle sue labbra è rimasta soltanto l'ombra di un sorriso, perché era troppo concentrato ad osservare l'adorabile modo in cui il ragazzo rideva. A volte gli è sembrato così fragile ed insicuro che gli è parso potesse frantumarsi in milioni di pezzi da un momento all'altro, sgretolandosi sotto i suoi occhi. Sorride a quel pensiero, poi si rende conto che sta succedendo di nuovo, sta sorridendo come un idiota per uno stupido ricordo; allora scuote la testa e si affretta a cancellarsi quell'espressione dal proprio viso, sostituendola con una linea dritta in cui le sue labbra si uniscono severe. Pensare a Zayn lo rende debole, amare lo rende debole, intraprendere rapporti con altre persone lo rende troppo debole, e lui questo non può concederselo. Si tira su il cappuccio per evitare i grossi goccioloni di pioggia e si dirige verso la stazione della metropolitana, cercando di sopprimere qualsiasi pensiero riguardante il ragazzo moro.
Da quando sono tornati dall'Irlanda, Niall ha ricevuto almeno una ventina di messaggi postali. Nel senso, bigliettini infilati nella buchetta della posta o lasciati sul tappetino del pianerottolo, davanti al portone d'ingresso. Ovviamente, ne è rimasto parecchio stupito. Avendo deciso di tagliare i ponti, ha pianificato ogni cosa nei minimi dettagli: Zayn non ha il suo numero, non ha modo di rintracciarlo e non è certo il tipo da venire a cercarlo o disturbarlo. Niall ha puntato, subdolamente, sull'insicurezza del ragazzo. Ha sfruttato il suo punto più debole e lo ha reso un punto di forza, per lo meno sotto il suo punto di vista. L'insicurezza e la scarsa stima di sé non hanno infatti permesso a Zayn di presentarsi alla sua porta e di chiedergli spiegazioni, di domandare a Niall il perché di quel silenzio, il perché di quell'allontanamento. Zayn l'ha messo su un piedistallo, portandolo a livelli irraggiungibili per se stesso, senza nemmeno accorgersene. E Niall, di buon grado, si è divertito a salire su quel piedistallo e si è beato di risultare così irraggiungibile agli occhi del moro.
Di certo, però, l'insicurezza non ha impedito a Zayn di lasciargli numerosi foglietti. In realtà non sono nulla di speciale: a volte sono schizzi di disegni, il panorama da qualche ponte di Londra, qualche cattedrale, talvolta il suo stesso viso, qualche riga scarabocchiata in cui sono citate frasi di libri che ha appena letto o canzoni che ha appena ascoltato. Niall le conserva tutte, sono sul fondo del cassetto del suo comodino, al sicuro da occhi indiscreti, al sicuro persino dai suoi occhi. Si promette ogni volta di aprire il biglietto, gettargli un'occhiata e poi riporlo nel comodino. Esattamente il diciannove gennaio, dopo esattamente quindici bigliettini, Harry ne ha sbattuto uno sul tavolo, evidentemente raccattato dalla buchetta della posta, ed ha accompagnato il suo “Questa faccenda sta diventando snervante” con un'occhiata eloquente. Niall lo ha ignorato. Ogni giorno si alza e controlla ansiosamente la propria buchetta della posta, alla ricerca del messaggio lasciato da Zayn. Sa che passa di lì la mattina presto, dopo aver trascorso la notte a vagabondare per Londra come un fantasma d'altra epoca, e sa anche che non dovrebbe più importargli. Sa che quel ragazzo è troppo speciale per lui e che finirebbe per rovinarlo, sa che è meglio tagliare i ponti, prima di illuderlo di un amore che non potrà esserci, perché dopo poco perderà interesse. È sempre stato così, Niall: ad un certo punto perde interesse per le persone. Ha perso interesse per se stesso, non c'è quindi da stupirsi se dopo un po' lo annoino anche le altre persone. Tuttavia, nutre ancora un certo interesse per Zayn, interesse che non sembra disposto a spegnersi, né tanto meno ad abbandonarlo, anzi, pare voler bruciare in una pira infinita di fuoco e cenere. Quella mattina nessun biglietto, motivo per cui si è rimesso a letto fino a quell'ora, e, ancora, nessun biglietto.

Scende dalla metropolitana, tra una folla accanita di persone e turisti, richiamati dal fascino nella capitale sotto una spolverata di neve e con l'atmosfera di un Natale appena finito ancora radicata nell'aria. Si fa strada tra la gente, leggermente scocciato, finché qualcosa non attira la sua attenzione.
Ritorna subito con lo sguardo in fondo alla banchina e i suoi occhi vengono catturati dal ragazzo che se ne sta in piedi, lo sguardo vitreo e l'espressione persa. Il sussurro del suo nome abbandona le labbra di Niall, che, senza nemmeno riflettere, si avvicina a lui a grandi passi. Indossa un paio di skinny jeans neri che sembrano aver vissuto epoche migliori, i capelli sono nascosti da un beanie rosso e una camicia dello stesso colore si intravede sotto un leggero giubbotto di pelle. Ai piedi porta i soliti anfibi e uno zainetto sgangherato gli pende da una spalla, la bretella stretta da una mano ornata da qualche anello. Lo raggiunge, sfidando la corrente di gente che gli va incontro, mentre la metropolitana si accinge a ripartire. Riesce quasi a percepire l'intenzione del ragazzo quando muove qualche passo in avanti, accingendosi a superare la linea di sicurezza, avvicinandosi più del dovuto alla fossa oscura in cui sono celati i binari, illuminati soltanto dai fari della metro, che promettono una dolorosa morte come occhi pronti ad inghiottirti.
“Zayn!” grida, dimentico di ogni buon proposito di escluderlo dalla sua vita. Quando il ragazzo si volta, Niall può leggere il terrore e il vuoto intriso nei suoi occhi, spalancati per la sorpresa ed al tempo stesso consapevoli e decisi. Lo raggiunge velocemente, afferrandogli il polso e facendolo trasalire. Zayn sussulta, come a risvegliarsi da un'incosciente stato di trance. I suoi occhi, neri come il caffè, saettano dai binari, alla vettura, per poi posarsi su Niall e cadere in un panico che gli fa strattonare il braccio per avanzare nel buio e lasciarsi cadere nelle accoglienti braccia della morte, tetri binari che con un unico colpo sembrano poter cancellare anni di sofferenza. Trascorrono quelli che paiono secoli – ma che in realtà sono secondi – poi Niall lo strattona nuovamente per il polso e lo allontana dalla linea di sicurezza, attirandolo a sé afferrandogli entrambe le spalle con mani tremanti.
“Zayn?” lo scuote leggermente. La sua voce pare preoccupata e colpevole, tormentata. La metro sfreccia accanto a loro, spostando un'ingente massa d'aria e facendo sussultare il moro ancora una volta, che si riscuote e lascia che i suoi occhi siano accolti da quelli spaesati dal biondo.
Niall lo guarda per un istante, mentre l'orrore gli scorre tra le vene come veleno e lo lascia completamente disarmato. Sente un gran bisogno di abbracciare il ragazzo che si ritrova di fronte, e di rassicurarlo, di regalargli tutto il proprio affetto, se solo non fosse così difficile. Guarda Zayn mentre scrolla il proprio braccio e si allontana rapidamente da lui, senza voltarsi indietro. Lo segue con gli occhi, finché non si decide a seguirlo, cercando di inabissare l'orrore e di ragionare lucidamente. Riesce a raggiungere il moro e a fermarlo, trattenendolo per la manica del giubbotto e sbattendolo contro il muro che corre parallelo alle scale. Sono entrambi affannati, hanno salito le scale di corsa, con un'impazienza che Niall non credeva nemmeno di possedere. Tenta di controllare il proprio respiro e “Zayn” mormora piano, cercando i suoi sfuggenti occhi e portando entrambe la mani sul suo viso. Percorre con le dita la sagoma degli zigomi sporgenti, sfiora piano le occhiaie che gli bordano gli occhi e sposta i polpastrelli sulle labbra screpolate del ragazzo, avvicinandosi al suo viso. Alla fine, o forse non poi così tanto alla fine, avvicina il proprio viso al suo e lo bacia, zittendo tutti i propri principi e i propri divieti. Sente Zayn irrigidirsi leggermente, prima che le sue mani corrano verso di lui e gli afferrino la giacca a vento, stringendone il lembi quasi come a volercisi aggrappare. Può sentire gli sguardi dei passanti addosso a loro e il disagio che avvolge il ragazzo moro nella consapevolezza di essere osservato, così si affretta ad allontanarsi da lui, afferrandogli una mano e invitandolo silenziosamente a seguirlo. Lo sguardo che gli rivolge Zayn è ancora più perso di quello che aveva pochi istanti prima, ma alla fine si lascia trascinare dalla mano gelata del biondino senza proferire una parola.

Camminano in silenzio. Niall non è mai stato consapevole della presenza di qualcuno accanto a sé come in quel momento. Le dita di Zayn sembrano bruciare, intrappolate tra le sue, anche mentre la pioggia le bagna.
Vorrebbe poter cancellare l'orrore e il panico che lo affliggono in quel momento, ma se tra i due c'è qualcuno che ha bisogno di aiuto, quello è Zayn, non di certo lui. Non appena vede un bar ci si intrufola dentro, con il ragazzo al suo seguito. “Aspettiamo che smetta di piovere” mormora, cercando i suoi occhi per la prima volta. Zayn annuisce in silenzio e sposta gli occhi al di là del vetro, mordicchiandosi l'interno della guancia. Niall può percepire il suo nervosismo, lo nota dal modo in cui gli occhi di Zayn fuggono ai suoi e dall'espressione completamente persa, che sembra aver preso possesso del viso corrucciato del ragazzo. Fa per lasciargli la mano, ma il moro serra le dita intorno alle sue e lo trattiene, come se fosse deciso a non lasciarlo allontanare per la seconda volta. A quel gesto, Niall sorride debolmente e gli rivolge uno sguardo quasi dolce. “Vado a ordinare qualcosa, tu intanto siediti” spiega, accennando con il capo ai tavoli del cafè. Tuttavia, il moro stringe ancora di più la sua mano, la supplica intrisa negli occhi e una silenziosa domanda che pare quasi urlare Ti prego non abbandonarmi di nuovo. Niall allora gli accarezza una guancia con la mano libera e fa sfiorare le loro labbra in un bacio quasi inesistente, sussurrandogli poi: “Ehi, va tutto bene. Tu intanto siediti, okay?”
Zayn pare quasi rasserenato da quelle parole, infatti annuisce e allenta la pressione sulle dita di Niall, dirigendosi verso l'interno del locale. Si gira verso di lui almeno tre volte, prima di raggiungere il tavolino, come se avesse il timore di vederlo scomparire da un momento all'altro. Nel notare la sua insicurezza, Niall gli sorride ancora una volta, poi si avvicina al bancone e ordina un caffè nero e un bicchiere d'acqua, attendendo in silenzio. Si sente leggermente in soggezione quando si accorge che il moro non gli toglie gli occhi di dosso un momento, un'espressione indifesa ad ornargli il viso spigoloso e un luccichio sinistro nelle pupille. In un gesto quasi nervoso, si passa una mano tra i capelli. Non ha la minima idea di cosa fare. Cosa si fa quando una persona tenta di togliersi la vita davanti ai tuoi occhi? Cosa si fa quando il dolore è tanto palpabile da intaccarti l'animo e corrodertelo come se fosse carta al cospetto del fuoco? Deve portare Zayn da qualcuno? Ma da chi? Sua madre è morta, suo padre non gliel'ha mai sentito nominare, i suoi amici... sempre ammesso che li abbia, degli amici. Si ricorda vagamente del ragazzo castano che ha abbracciato fuori dal bar, come se fossero passati anni da quel momento. Cercando di scacciare quei pensieri, afferra la tazza di caffè e si avvicina a Zayn, che si è tolto il beanie fradicio e ora si sta passando una mano tra i capelli, tirati indietro dal gel e più lunghi rispetto all'ultima volta in cui l'ha visto. Il ragazzo beve il suo caffè in silenzio e Niall nota con rammarico che, adesso che sono vicini, Zayn evita di incrociare il suo sguardo.
Dopo quelli che sembrano anni, si decide finalmente a parlare. “Pensavo non volessi più vedermi.”
Niall ridacchia nervosamente e solleva un sopracciglio, avvicinando una mano al viso dell'altro e afferrandogli il mento con tre dita per obbligarlo a guardarlo negli occhi. “Pensavi bene.”
Senza staccare gli occhi dai suoi, il moro posa una mano su quella di Niall e “Avresti potuto darmi una spiegazione, non pensi?” domanda, quasi ironico, per poi aggiungere: “Non sono uno rancoroso, sai? Me ne sarei fatto una ragione.”
Con un gesto secco, Niall lascia cadere la mano sul tavolo, ma il moro non sembra deciso a lasciarla andare. Chiude le dita bollenti intorno al suo palmo e lo scalda tanto quanto una tazza di tè appena tolto dal fuoco. “Non mi va di parlarne ora” conclude secco, alzandosi dal tavolo e facendo capire al ragazzo che si aspetta di essere seguito. Dopo essersi infilato il cappello, Zayn afferra la sua mano ed escono insieme dal locale, accompagnati soltanto da una pioggerella leggera.

 

Harry

Harry sa che a Louis piace quando sono sul divano e il ragazzo posa il capo sulle sue ginocchia, attendendo che il ricciolino inizi a giocherellare distrattamente con i suoi capelli, mentre nella televisione si agitano milioni di sagome e si intrecciano storie e pubblicità. La puntata de I celestini che stanno guardando, Harry l'avrà già vista almeno tre volte, ma Louis è un grande amante di quel cartone e, onde evitare bisticci, ha deciso di adeguarsi al suo volere e di non cambiare canale. Harry prende un biscotto e si premura di masticare a bocca aperta, perché sa che tutto ciò irrita terribilmente Louis. Si premura anche di sbriciolargli in testa, poi attende con impazienza che il castano se ne accorga e si volti verso di lui, per minacciarlo e rivolgergli una di quelle occhiatacce che lui adora. È terribilmente divertente far arrabbiare Louis e osservare la sua espressione corrucciata e in disaccordo evidente, ma, del resto, è divertente far scattare in lui ogni singola reazione, purché Harry possa osservarla rapito. La verità è che Louis potrebbe ridere e Harry starebbe lì a fissarlo con gli occhi persi e un sorrisetto sulle labbra per ore. Poi Louis smetterebbe di ridere per guardarlo e gli chiederebbe cosa ci sia da guardare, e Harry gli risponderebbe a caso solo per vedere la sua espressione interdetta e notare il disagio e l'imbarazzo che salirebbero rapidamente a colorargli le guance incavate. Sorride distrattamente a quei pensieri, mentre Louis, come previsto, si spazzola i capelli con un gesto irritato per liberarsi dalle briciole.
“Che schifo Harry!” sbotta, la voce che sale di un'ottava e le labbra curvate in un broncio da bambino. Lo scansa con una spintarella, ma poi si lascia stringere tra le braccia del più piccolo senza troppe proteste.
Harry gli scosta i capelli dall'orecchio e “Voglio fotterti” mormora sottovoce, coma a non volersi far sentire da nessuno, nonostante in casa ci siano soltanto loro due. Louis si irrigidisce e, prima che Harry possa anche solo muovere un dito, si volta di scatto verso di lui e lo spinge all'indietro, facendolo sdraiare. Con un sopracciglio alzato e una risatina divertita intrappolata tra le labbra, Harry lo guarda in attesa. Allora il ragazzo gli circonda il bacino con le gambe e posa le mani sul suo petto, facendole poi correre lungo le braccia muscolose di Harry. “Per prima cosa” inizia con l'aria di chi non ammette repliche, afferrandogli i polsi e portandoli intorno al suo capo, “Tu hai già fottuto abbastanza il mio cervello, perciò a rigor di logica spetta a me fottere te, questa volta” sibila. Si sfila la maglia sotto gli occhi divertiti di Harry, occhi che perdono tutto il loro divertimento quando le dita di Louis abbandonano i suoi polsi e iniziano a spogliarlo della maglietta e iniziano a tracciare invisibili percorsi sul suo torso. “Poi” continua Louis, le dita fredde a disegnare i contorni dei suoi tatuaggi, “Voglio il significato di ognuno di questi tatuaggi, anche di quelli più recenti. Tipo questi.”
Sotto un sussulto sorpreso di Harry, gli accarezza lascivamente la linea v, accanto alla quale sono impressi con l'inchiostro due rami di ulivo, uno simmetrico all'altro. Si china sul ragazzo e gli lascia un bacio umido sulle labbra, prima di spalancare gli occhi e cercare il suo sguardo; Harry sta sorridendo e un luccichio si nasconde dietro i suoi occhi verdi, più accesi del solito. “E sia” mormora infine, la voce leggermente più roca del solito e una mano chiusa a coppa sullo scalpo di Louis. Lo bacia.

 

Niall

“Puoi metterti questa” propone Niall, lanciando a Zayn un pile di almeno cinque taglie più grande. “Era di mio padre” aggiunge, notando l'espressione confusa del moro, che si accinge a dirigersi verso il bagno. Niall lo segue con lo sguardo finché non scompare oltre la porta, poi inizia a spogliarsi il più rapidamente possibile, come ad evitare di gelare ancora di più le sue ossa già ghiacciate. Poggia i pantaloni fradici e le scarpe accanto al termosifone, poi sistema sia la propria giacca che quella di Zayn su due sedie, in modo che possano asciugarsi più in fretta. Al di là della porta, sente l'acqua della doccia scorrere e si trattiene dal raggiungere il ragazzo, rifugiandosi in camera e infilandosi un paio di pantaloni della tuta e una maglia asciutta.
Sono quasi le cinque, così, tanto per tenere occupate le mani, si mette a preparare del tè, cosa che di certo lo aiuterà a scaldarsi le ossa. Si stringe nella felpa mentre attende che l'acqua raggiunga la temperatura desiderata, ciondolando per la cucina senza sapere come ingannare il tempo, mentre il desiderio impellente di poter avere di nuovo Zayn vicino lo tormenta incessantemente. Quando il ragazzo esce dal bagno, i capelli umidi tirati all'indietro e il vestiti stretti in un pugno, Niall non può fare a meno di gettargli un'occhiata piuttosto lunga. Lo osserva per qualche istante negli occhi, per poi abbassare lo sguardo sulle labbra screpolate e sulle spalle coperte dal pile che ricade su di esse come un mantello. Il biondino osserva con disappunto che la felpa gli copre almeno la metà delle cosce e che anche le bellissime mani del ragazzo sono celate dalle maniche troppo lunghe. Scandaglia tutta la pelle scoperta che può, accorgendosi con leggero stupore che su una gamba, appena sotto il ginocchio, è inciso con l'inchiostro il muso di un lupo. Nel vederlo, sorride leggermente, poi fa risalire lo sguardo lungo il corpo del moro, soffermandosi sul collo e sullo sterno, lasciati scoperti perché Zayn ha dimenticato di tirare su la zip del pile. Una volta che i suoi occhi ritornano sul viso del ragazzo, quest'ultimo è decisamente arrossito e sembra quasi a disagio per tutta quell'improvvisa attenzione. Niall si sforza di non sorridere e si avvicina svelto a lui, per poi sottrargli dalle braccia i vestiti e lasciarlo con un palmo di naso per lo stupore. Zayn sembra completamente perso, o forse è soltanto una sua impressione. È più che certo che non sia una sua impressione.
Sente l'acqua bollire, così ritorna sui propri passi e si affretta a spegnere il fornello, gettando a Zayn la scatoletta con la varietà di infusi. Ovviamente il moro non riesce a prenderla al volo e la scatoletta si rovescia per terra, disperdendo il proprio contenuto sul pavimento lucido e pulito. Dopo aver borbottato qualcosa sottovoce, Zayn si affretta a chinarsi per raccogliere le bustine, come sottofondo una risatina divertita di Niall e l'imbarazzo più che palpabile che sembra averlo avvolto in poco meno di un secondo. Raccatta ogni singola bustina e le racimola sul tavolo, mentre Niall “Scegline una” gli dice con voce pacata. Al che, sceglie un infuso a caso e lo tira al biondo, che, purtroppo, lo prende al volo. Insomma, non è colpa di Zayn se non è portato per gli sport e i suoi riflessi sono tanto veloci quanto quelli di un bradipo, però Niall lo trova divertente e al tempo stesso adorabile. Sotto i sui occhi vigili, Zayn si siede al tavolo e attende; Niall non può fare a meno di fissare il punto in cui, sedendosi, la felpa si è ritratta leggermente, scoprendo parte delle cosce di Zayn. Si morde l'interno della guancia e cerca di concentrarsi su qualcos'altro, ad esempio il tè.
Lo serve in tavola e poi si siede accanto a Zayn, soltanto l'angolo del tavolo a separarli. Le loro ginocchia si sfiorano e Niall è certo di poter toccare con mano la tensione che affolla l'atmosfera della stanza. Ingoia una sorsata di tè bollente giusto per non lasciarsi sopraffare dall'assuefazione che gli provoca la vicinanza di Zayn, poi, privo di ogni pudore, “Sembri proprio una ragazzina” biascica, lasciando cadere lo sguardo tra le clavicole del ragazzo e risalendo con gli occhi fino alle labbra rosse. Zayn non gli risponde, motivo per cui Niall aggiunge: “Sei magro come un chiodo.”
Ancora una volta, il ragazzo non risponde, cosa che fa scattare in Niall un moto d'impazienza. Gli afferra il mento con una mano e fissa i propri occhi nei suoi, scuri come la pece e con il nulla dentro. “Hai perso la voce?” gli domanda, forse un po' troppo bruscamente, visto che il ragazzo si ritrae infastidito. Niall lo osserva mentre prende un sorso del suo tè, poi sospira. “Sei arrabbiato?”
Zayn gli rivolge un'occhiata più che eloquente. “Tu al posto mio lo saresti?”
Quelle parole per Niall sono come il paradiso. Si gode per un momento la sensazione di caldo e sicuro che la voce trascinata di Zayn gli lascia nelle ossa, rendendosi conto che sono settimane che non lo sente parlare. Poi, con ancora il dolce suono della sua voce impresso nei timpani, elude la domanda.
“Oggi non mi hai lasciato nessun biglietto.”
Zayn ridacchia ironicamente. “Pensavo li buttassi.”
“Li ho tenuti. Tutti.”
Cade il silenzio, finiscono entrambi la loro tazza di tè. Poi, Zayn si alza. Niall lo imita, trattenendolo per il polso. Sente il battito sotto la sua presa accelerare e sorride leggermente, obbligando il ragazzo a voltarsi verso di lui. Sono alti uguali, anzi, forse Niall supera il moro di qualche centimetro. I loro occhi si scontrano per un istante, poi Niall lo sta baciando, la mani sulle guance sbarbate del ragazzo e gli occhi serrati. Le dita di Zayn si chiudono sui suoi fianchi, stringendo avidamente la felpa del biondino e rispondendo al bacio con quella che Niall potrebbe chiamare frenesia. Sono entrambi impazienti, fremono dalla voglia di avere di più dall'altro e di sentire di più l'altro. Le mani corrono veloci e Niall spinge Zayn contro il muro, facendogli aprire le labbra sotto la pressione delle proprie e intrufolandosi nella sua bocca rovente. Sa di tè ai frutti rossi e di nicotina e Niall pensa di non aver mai desiderato tanto qualcuno come in quel momento, mentre non riesce a tenere ferme le mani per la fretta. Vuole Zayn come i suoi polmoni vogliono l'aria, è un bisogno talmente radicato e necessario che si sente quasi male quando il moro si stacca dalle sue labbra e gli lascia piccoli baci sulla guancia e sul profilo della mascella. Si affretta a voltare il capo per potersi impossessare di nuovo delle labbra di cui tanto agogna il tocco, poi fa scendere le proprie mani sui fianchi del ragazzo e gli afferra con decisione le cosce, issandoselo addosso e facendo leva sul muro. Sente distrattamente che, come Zayn intreccia le caviglie contro la base della sua schiena, i loro bacini si sfiorano, facendo sussultare il moro. Niall sorride compiaciuto, sfiorandogli i denti con la lingua e stringendo la presa sulle natiche del ragazzo, avvicinandosi ancora di più a lui, che sta allontanando il viso dal suo per guardarlo negli occhi e infilargli le mani tra i capelli. “Niall” fa in tempo a mormorare, prima che il biondino si avventi sulle sue labbra e vi depositi un rapido bacio a stampo.
“Che c'è?” chiede, nascondendo il viso contro il suo collo e inspirando, l'odore del proprio bagnoschiuma gli invade le narici e Niall pensa che su se stesso quel fottuto bagnoschiuma non sia mai stato così buono. Ci dev'essere qualcosa, in Zayn, che rende migliore tutto quello che tocca, fa, o indossa. Giusto per fare un banale esempio, lui con un pile così grande sembrerebbe un bambinetto privo di grazia e completamente stralunato, mentre il moro pare pronto per un set fotografico. Non che la cosa gli dia fastidio, anzi, ma è, come dire, un po' invidioso. Si consola pensando che, nonostante la vita abbia dato una sovrumana quantità di bellezza a quel ragazzo, abbia sottratto una gravosa quantità di buona sorte nel donare a Zayn l'esistenza.
Ancora con quei pensieri in testa, lo sente mormorare nuovamente il suo nome, come in una supplica, mentre il biondino gli lascia un segno piuttosto evidente tra la mascella e il collo, appena sotto l'orecchio. Poi, senza nemmeno sapere quello che fa, circonda la schiena del moro con un braccio e se lo issa addosso, scansando il suo viso e dirigendosi tentennante verso la camera da letto. Nota distrattamente l'espressione allarmata di Zayn e tenta di cancellarla con un bacio più lungo dei precedenti, prima di lasciarlo cadere sul letto sfatto e di issarglisi sopra. Non gli dà nemmeno tempo di respirare, ha troppa paura che il moro lo scansi via da un momento all'altro, cosa che infatti succede pochi attimi dopo, quando le dita di Niall si fanno strada verso l'orlo del pile e si accingono a sfilarglielo il più velocemente possibile. È in quel momento che Zayn lo ferma con uno scatto e si ritrae sotto di lui, facendolo quasi cadere dal letto. Il ragazzo lo fissa leggermente interdetto, poi “Cosa?” domanda, senza capire il perché di quell'interruzione assolutamente indesiderata. “Non-” inizia incerto l'altro. Si stringe le ginocchia al petto come a volersi tenere insieme, poi ritenta: “Cioè, possiamo farlo se vuoi. Puoi toccarmi e puoi... scoparmi, se è questo che vuoi.”
Niall nota che Zayn evita il suo sguardo e si fissa le mani con un'espressione mortificata, i denti piantati nel labbro inferiore in un riflesso incondizionato dovuto al nervosismo.
“Però non togliermi il pile” sussurra piano, e il biondo è quasi certo di poter sentire l'orrore nella sua voce sottile. A quelle parole, si alza, infastidito. È terribilmente stanco. Si sente ingannato e preso per il culo da quel maledetto ragazzo, che sembra divertirsi a nascondersi dietro una facciata di menzogne.
Gli dà le spalle e incrocia le mani per non permettere all'altro – e a sé stesso – di notarne il tremolio.
“Sono stanco di questo, Zayn.”
“Questo?”
“Sì questo. Questo tuo nasconderti sempre ai miei occhi” spiega duro e freddo, senza la minima intenzione di voltarsi e guardarlo negli occhi. Lo sente mentre si mette a sedere sul letto e percepisce il suo sguardo perso.
Dopo qualche istante, lo sente mormorare: “Non mi sto nascondendo.”
A quel punto, l'ira si impossessa di lui e Niall si volta per gettargli un'occhiata carica di ironica rabbia, accompagnata da una risatina nervosa. “Sì, invece.”
Rimangono in silenzio.
Zayn si guarda le mani e Niall guarda Zayn.
Poi Zayn alza gli occhi e guarda Niall, ma Niall guarda fuori dalla finestra.
La pioggia scorre sul vetro velocemente, come a sostituire le lacrime che si ostinano a non scendere dagli occhi neri di Zayn, ma che Niall è certo potrebbe sentire se soltanto gli sfiorasse le guance asciutte.
Perché le lacrime di Zayn, come tutte le lacrime più dolorose, sono invisibili.
“Se ti tagli non me ne frega un cazzo” sbotta ad un certo punto Niall, rabbioso. “È il tuo corpo e puoi rovinarlo a tuo piacimento, non sono cazzi miei di quello che fai con le tue braccia e con te stesso.”
Quando vede che il moro non risponde, aggiunge: “Dei tagli non annienteranno il desiderio che ho di te.”
Passano interi istanti di silenzio, poi Zayn si decide a parlare, finalmente, dopo quelli che sono parsi secoli.
“Pensi davvero che sia... autolesionismo? Pensi davvero che sia tutto così facile?” sbotta, e Niall può intravedere la sua stessa rabbia riflessa nel ragazzo, quasi ad avere di fronte lo specchio di sé stesso, soltanto più tormentato. Lo osserva mentre si alza e allontana rabbiosamente le coperte, scoccandogli un' occhiata infuriata, poi si affretta ad allontanarsi da lui. Niall si morde la lingua, prima di afferrarlo per il polso e obbligarlo ad avvicinarsi a lui.
Si guardano negli occhi in silenzio, finché Niall non mormora: “No, ma vorrei che lo fosse, vorrei che fosse tutto così facile.”
Vede negli occhi dell'altro una saetta di rabbia che sembra riversarsi interamente su di lui ed investirlo in pieno. “Lasciami andare, Niall.”
Lo mormora piano, ma il biondino non l'ha mai visto così deciso in vita sua, tanto che allenta la presa sul suo polso e lo segue con lo sguardo mentre si dirige in salotto e si ferma davanti alla finestra, dandogli le spalle. Zayn talvolta gli sembra fragile ed effimero quanto una foglia, attaccata alla vita soltanto tramite un sottile gambo che prospetta di spezzarsi nel momento meno opportuno. E, proprio come una foglia, quando c'è vento trema impercettibilmente. Infatti, vede chiaramente le spalle del ragazzo tremolare, motivo per cui decide di avvicinarsi cautamente di qualche passo.
“Cosa volevi fare oggi, alla metro?” gli domanda, e si accorge che la sua voce è così incrinata che sembra in procinto di spezzarsi da un secondo all'altro sotto la pressione dalle lacrime che spingono per uscire.
“Zayn” mormora. “Zayn, ti prego.”
“Dio, Niall, sei davvero così stupido?” gli chiede con un filo di voce l'altro, voltandosi verso di lui e rivolgendogli il sorriso più doloroso che Niall abbia mai visto. Gli sembra di vedere il riflesso di tutte le lacrime non cadute sostare nelle iridi scure, a raccogliesi e fondersi con il nero invalicabile dei suoi occhi.
“Io non voglio che tu muoia” mormora piano, facendolo voltare di scatto. Scorge un lampo di dolore attraversare l'espressione dell'altro, prima che si giri e si affretti a vestirsi.
“Cosa- cosa fai?” trova il coraggio di chiedere, avvicinandosi di qualche passo, prima di essere fulminato dall'altro. “Tu non capisci, Niall. Non hai mai capito e mai potrai capire.”
“E allora aiutami a capire!” lo supplica, e lui stesso riesce a percepire la disperazione mescolata al suo tono di voce leggermente più alto del solito.
“Io non- tu...”
“Non volevo essere così brusco, prima. Scusa” mormora il biondino, senza sapere dove andare a parare. Non è mai stato un granché nei discorsi e adesso che si ritrova ad avere un grande bisogno di parole, quelle sembrano fuggire alle sue labbra ancora più in fretta di come usano fare normalmente.
“Io non... tu mi piaci Zayn. Voglio solo conoscerti davvero. Voglio sapere cosa nascondi sotto te stesso e- io non...” sussurra, più a se stesso che al ragazzo, che si sta vestendo velocemente e sembra non prestargli la minima attenzione. Quando il moro si volta verso di lui, Niall lo afferra per le spalle e lo trattiene con forza, nonostante quello tenti di divincolarsi.
“Zayn” sente il dolore che spezza la propria voce come se fosse una barca all'orizzonte, lontana da lui chilometri e chilometri.
“Niall ti prego, lasciami andare.”
Intercettando il suo sguardo disperato, il biondino allenta la presa e si limita a rimanere in piedi di fronte a lui, sforzandosi di non mettersi a piangere e mordendosi con forza l'interno della guancia. Si guardano, come al solito, e quella intrisa negli occhi di Zayn è supplica mista ad una sofferenza così vasta che Niall sente qualcosa morire dentro di sé. Allora annuisce piano e si scansa di lato, e lo guarda fisso mentre si infila il berretto e raggiunge il più in fretta possibile la porta d'ingresso. Sente l'eco dei suoi passi disperdersi lungo le rampe delle scale e osserva il ragazzo dalla finestra, mentre si allontana dalla palazzina sotto la pioggia, la testa incastrata tra le spalle e le guance bagnate da quelle che a primo impatto sembrerebbero lacrime, ma che in realtà sono soltanto acqua piovana. Lo segue con lo sguardo finché non sparisce oltre l'angolo, poi si lascia scivolare lungo la parete e raccoglie le ginocchia al petto per tenersi insieme e non lasciare capitombolare a terra i mille pezzi in cui si è rotto. Posa la testa contro il muro e fissa il pavimento, le lacrime che finalmente si decidono a solcare il suo viso niveo e il dolore che gli scorre sulle guance trasformato in acqua. Harry, quando rientra due ore dopo, lo trova così: le ginocchia raccolte al petto e gli occhi fissi nel vuoto, le lacrime ormai secche sulle guance e un po' più di dolore a gravare sulle proprie spalle.

 

Liam

Si chiama Sophia.
La ragazza che gli ha letteralmente rubato il cuore si chiama Sophia, anche se tutto il cuore non gliel'ha rubato: una parte di esso apparterrà sempre a Zayn. Niente e nessuno potrà mai rompere il legame che lo unisce al moro, nemmeno l'amore della sua vita. E se da una parte se ne dispiace perché non potrà mai amare Sophia quanto Sophia ama lui, dall'altra ne è felice perché amare di più comporta soffrire di più, e questo lui lo sa per esperienza. Quando il suo cuore era ancora interamente di Zayn, era stato lui quello ad amare di più, non lo augurava a nessuno, perché era una sensazione decisamente orribile. In ogni caso, da quando Sophia è piombata nella sua vita, tutto sembra avere un senso, tutto sembra chiaro e sano, a differenza del malsano sentimento che gli rodeva l'anima quando nei suoi pensieri c'era ancora Zayn.
In realtà, Sophia non è niente di speciale: è una ragazza molto semplice e schietta, con gli occhi più belli che Liam abbia mai visto e dei lunghi capelli castani. D'altro canto, però, nonostante non sia di una bellezza particolare quanto quella di Zayn, ha un carattere meraviglioso. Si accontenta di poco e non ha bisogno che delle cose essenziali per continuare a vivere. È una ragazza molto tranquilla, ma al tempo stesso divertente, e, quando è necessario, prudente e previdente. Liam pensa che sia scesa direttamente dal cielo, perché al momento è tutto ciò di cui ha bisogno. Quella ragazza è seriamente un angelo: non gli sta troppo addosso, gli lascia i suoi spazi e non chiede nient'altro che passare un po' di tempo in sua compagnia. È molto accondiscendente ed estremamente gentile, è evidente che per essere felice le basta condividere qualche istante con lui e Liam non potrebbe esserne più felice. Si sente, per la prima volta, amato e, sempre per la prima volta, necessario. Se per Zayn sarebbe sempre stato la seconda scelta, per Sophia sa che sarà la prima e non può fare a meno di esserne profondamente felice.

 

Niall

Harry si siede accanto a lui e gli carezza la guancia con un dito, percependo il suo dolore e accettando il suo silenzio. È ormai passata mezz'ora da quando è rientrato in casa ed ha trovato Niall seduto per terra, gli occhi vitrei e spenti come non li ha mai visti e le dita tremanti.
“È per Zayn, vero?” chiede finalmente, dopo quelli che paiono secoli.
Niall annuisce una sola volta, lentissimamente, poi ritorna a fissare un punto del pavimento indefinito.
“Quel ragazzo ti sta rovinando” commenta Harry, senza alcuna cattiveria. I sentimenti di affetto che ha provato per Niall si sono ormai spenti e si limitano ad una solida amicizia, le sue intenzioni non sono dunque quelle di denigrare o svalutare Zayn, ma sono soltanto il suo onesto parere. E, nonostante lo sappia, Niall lo fulmina con lo sguardo. “Sono io che sto rovinando lui.”
“Facciamo che vi state rovinando a vicenda, va bene così?” cerca un compromesso Harry. L'amico non gli risponde, ma le sue dita tremano leggermente a quelle parole.
Nasconde il viso tra le mani e il ricciolino può sentire Niall tremare sotto di esse. “Ti sei mai innamorato, Harry?”
La sua voce è soffocata, ma il ragazzo percepisce lo stesso il pianto che gli ostruisce la gola e si raccoglie in un ingente blocco che inghiotte tutte le parole.
“Sì, credo, di Louis” replica, tentennando. Niall spinge i palmi contro le palpebre e si vieta di versare anche una sola singola lacrima, poi si scopre il viso e cerca gli occhi di Harry, che accolgono i suoi come un porto sicuro rispetto al mare aperto e in tempesta in cui l'ha abbandonato Zayn poco prima.
“Allora perché tu sei felice e a me fa così male? È questo che si prova ad essere innamorati? Perché fa leggermente schifo” biascica con una risatina, tentando di fare dell'ironia. Harry sorride e gli scompiglia i capelli con affetto, regalandogli un goffo abbraccio.
“Non posso dirti che andrà tutto bene, perché tra te e lui siete due disastri ambulanti e insieme non fate una persona sana di mente, ma vedrai che il tempo allevierà tutto.”
“Non voglio che il tempo allievi tutto” lo corregge Niall, posando il capo sulla sua spalla e spostando gli occhi tristi sulla camicia che Zayn ha dimenticato sul termosifone. “Me lo merito, dopotutto. Io, che non ho mai provato uno straccio di emozione, mi merito di essere investito da tutto questo dolore.”
Prima ancora che Harry possa ribattere, si alza in piedi e si spoglia della felpa e della t-shirt, infilandosi quella di Zayn e affondando il viso nelle maniche troppo lunghe. Gli va troppo stretta sulle spalle, ma non gli interessa. È a quadri rossi, con delle rifiniture bianche e nere e Niall si sente addosso l'odore di fumo e caffè di Zayn e pensa che potrebbe morire con quella camicia addosso. La abbottona distrattamente, mentre lo sguardo di Harry lo segue vigile in ogni singolo movimento.
Se solo fosse facile togliersi Zayn dalla testa quanto sarebbe facile sfilarsi quella stupida camicia, Niall lo farebbe. Ma Zayn gli è entrato sotto pelle, si è infiltrato nella sue vene ed è sicuro che il suo sangue sia ormai contaminato dal dolore e dall'amore. Gira per la stanza a vuoto, si prepara una cioccolata in tazza, inganna il tempo facendo zapping al televisore e rigirandosi tra le dita gli auricolari. Strimpella alla chitarra mentre il fuoco arde nel camino, parallelo al suo amore che brucia nella cavità toracica del suo torso. Harry è in camera e si è ormai addormentato.

 

Zayn

Zayn colpisce un sassolino e lo segue con lo sguardo mentre quello rotola lungo il prato e con un leggero tonfo scivola in acqua, per poi annegarvi nell'arco di pochi secondi e andarsi a seppellire nel fango.
Si sfiora con un dito la cicatrice sull'indice della mano sinistra e si sforza di non pensare, perché sotto sotto sa che, se si concedesse quel lusso, finirebbe per scoppiare in lacrime al pensiero di aver abbandonato Niall in balia di se stesso. Si tira le maniche del pile sulle dita e affonda il mento dentro il colletto, inspirando l'odore di ammorbidente alla lavanda, mischiato all'odore che è solito associare a Niall. Ha più freddo del solito, ma per la prima volta riesce a percepirlo persino sotto la pelle, come se le sue stesse ossa fossero gelate e levigate dal freddo vento di gennaio. Gli tremano i denti e le labbra e può immaginarsi con le guance rosse per il freddo e gli occhi lucidi e scuri in cui le persone riuscirebbero a specchiarsi; solo sulla riva del fiume, il ponte a coprirlo dai leggeri e silenziosi fiocchi di neve e l'acqua gelida a gorgogliare ai suoi piedi. Si morde l'interno della guancia con i denti e si lascia cadere seduto sull'asfalto gelido, gli occhi fissi sull'acqua che scorre impetuosa di fronte a lui.
Non può raccontarsi a Niall come se fosse facile.
Non può aprirsi nello stesso modo in cui farebbero le pagine cedevoli di un libro particolarmente interessante.
Non può caricarlo con la valanga dei propri problemi, né scaricargli il proprio passato sulle spalle da un momento all'altro.
È certo che quando Niall saprà la verità e lo vedrà per ciò che realmente è, fuggirà.
Si allontanerà da lui, impaurito e schifato come hanno sempre fatto tutti e Zayn non vuole. Sta bene così. Sta bene senza che Niall sappia la verità sul suo conto, senza che Niall lo conosca davvero e senza che abbia la possibilità di affezionarsi a lui. Starebbe bene anche solo sapendo che esiste, che vive e che può seguirlo ovunque vada senza che il biondino non se ne accorga. O forse no. Forse non starebbe bene. Forse non è in grado di accontentarsi di quello che ha, ma al tempo stesso non riesce a creare di più. Così si ritrova bloccato in quel doloroso limbo carico di incertezze e dubbi radicati nella sua persona come organi vitali. Tormentato, si alza in piedi, deciso ad abbandonare quel luogo carico di morte e di dolore e si dirige a passi rapidi verso il proprio palazzo, la neve che si scioglie qualche minuto dopo essersi posata sul corpo caldo e gli occhi che fanno tutto fuorché tenerlo ancorato a terra.
Ovunque si volti ci sono cose che gli fanno pensare a Niall e a ciò che in quei masticati due mesi hanno condiviso; la neve gli ricorda i loro discorsi in Irlanda, le macchine e il traffico il disordine tipico del ragazzo, le luci dei lampioni i capelli dorati, le vetrine dei negozi i suoi occhi vitrei in cui era riuscito a vedere il fondo della sua anima, l'anima tormentata e divorata di una persona che non è capace di vivere senza avere una persona per cui farlo.
La propria anima, invece, è quella calpestata dai peccati e dalla colpa, dalle notti insonni e dalla violenza delle parole in grado di corrodere la pelle come lo stesso acido.
Fa freddo e Niall si è preso il suo cuore e la sua anima.
Sale le scale con una lentezza inesorabile e quando si lascia cadere sul letto sente la stanchezza accumulata di anno in anno stravolgerlo e investirlo come un treno, lasciando sul proprio corpo le strisce infuocate di due rotaie parallele e ardenti. I pensieri sfuggono al suo controllo e le dita fremono in attesa di potersi dedicare ad un nuovo dipinto in grado di distrarlo. Così, lasciandosi guidare dalle proprie mani, si alza e inizia a dedicarsi ad un nuovo lavoro.

Niall

Niall apre la porta e si ritrova davanti un ragazzo poco più grande di lui, la dentatura da cavallo e i capelli raccolti in un ciuffo castano. Lo guarda interdetto per una buona manciata di secondi, prima che la sua occhiata sia interrotta dalla voce squillante dello sconosciuto e dalla fredda aria di fine febbraio che si porta dietro.
“Abita qui Harry?” domanda con un sorriso che a Niall non sembra per nulla sentito.
Annuisce con il capo, poi aggiunge: “Chi lo cerca?”
“Nick” risponde subito il ragazzo, infilandosi le mani nelle tasche dell'impermeabile e spostando il peso da un piede all'altro. Sembra impaziente di vedere il ricciolino, così Niall senza troppe domande lo fa entrare e si affretta a svegliare l'amico.
Poi lo segue in salotto e domanda a Nick se abbia bisogno di qualcosa o voglia che gli prepari un tè. Visto il cenno di assenso alla seconda proposta, il ragazzo si avvicina ai fornelli e si accinge a preparare l'infuso, gettando qualche occhiata di sottecchi ai due, di tanto in tanto.

Harry adesso pare completamente sveglio e vigile, completamente rinsavito dallo stato di sonno profondo in cui era immerso qualche minuto prima. Niall riesce a leggere sul suo viso una vasta gamma di emozioni: sorpresa, piacere, gioia e una malcelata malinconia, forse dovuta al fatto che Nick, come sta dicendo in quel momento, è arrivato pochi giorni prima da Holmes Chapel, la città natale del ricciolino.
Quando il tè è pronto, lo porta ai due ragazzi e capisce dai loro gesti e dalla loro intesa che sono amici da parecchio. Si domanda perché Harry non gli abbia mai parlato di quel ragazzo, se è così importante quanto gli risulta agli occhi. Ascolta distrattamente la loro conversazione, gli occhi fissi fuori dalla finestra e la mente a vagare in posti diversi. Zayn lo ha lasciato soltanto da un mese e lui già sente un vuoto incolmabile nel petto, come se nel suo cuore mancasse qualcosa. Come se il moro fosse una componente assolutamente necessaria al suo cuore perché fosse completo, come se il suo organo vitale fosse fatto di tanti lego e Zayn, andandosene, ne avesse portato con sé un singolo e minuscolo pezzo, che però era bastato a far crollare l'intera costruzione. Così il suo cuore giaceva a pezzi nel suo torace, sciolto come neve al sole mentre gli colava lungo le ossa come una dolorosa e silenziosa lacrima. I fiocchi di neve si accumulavano sul davanzale così come la tristezza si incastonava i suoi occhi, mentre le parole di Harry e Nick gli scivolano addosso senza distrarlo dai suoi intricati pensieri. Si ridesta soltanto quando Harry gli annuncia che lui e Nick ordinano una pizza e poi vanno a prendersi una birra, dopotutto è sabato e il ricciolino ha la serata libera. Niall invece, ha il turno delle nove e non ne ha mezza di venire circondato da persone sconosciute e ubriache e da ragazze che flirtano spudoratamente con lui. Ma, dopotutto, non può nemmeno marcire in casa soltanto per colpa di un ragazzo. Così si alza e cerca qualcosa da mangiare, mentre si ripete incessantemente che può farcela anche senza di lui, che è sempre stato forte da solo e non ha mai avuto bisogno di nessuno e che non basterà un ragazzo per sconvolgergli l'esistenza. In fondo, lui è Niall Horan ed è famoso perché nessuno è mai riuscito a fare breccia nel suo cuore di ghiaccio.

* * *

Niall posa il bicchiere sul bancone e getta una rapida occhiata al cliente che gliel'ha domandato, soppesandolo da capo a piedi.
“Hai dei bellissimi occhi” si complimenta lo sconosciuto, tirando a sé uno sgabello e sedendosi di fronte a Niall. Le luci soffuse del locale e la musica di sottofondo lo cullano più del suo letto e si sente sul punto di cadere a terra per lo sfinimento. Ha sonno, non riesce a dormire per nulla la notte e vorrebbe solo che Zayn fosse lì con lui, al posto di quel ragazzo dagli occhi verdi che si ritrova di fronte.
“Grazie” biascica stralunato, grattandosi una guancia e lavando i bicchieri che alcuni clienti hanno abbandonato sul bancone qualche istante prima. Il ragazzo con gli occhi verdi non sembra voler desistere e Niall si sente il suo sguardo addosso come se fosse chissà quale opera d'arte. Non che la cosa lo infastidisca, ma da un po' di tempo gli unici occhi che vorrebbe addosso – e che purtroppo non ha – sono quelli di Zayn. È ridicolo come la vita ti dia tutto tranne quello che vuoi davvero.
“Ci sei mai stato al mare?” gli chiede lo sconosciuto. Niall alza gli occhi e li posa su di lui, concedendosi un'osservazione più dettagliata e raffinata. I capelli del ragazzo sono lunghi, gli coprono la fronte ma non gli ricadono sulle spalle. Ha gli zigomi estremamente sporgenti e le labbra quasi rosse quanto quelle di Harry. Distoglie lo sguardo e “No” risponde. “Non ho mai avuto abbastanza soldi.”
“Ti ci porto” annuncia dopo qualche istante il ragazzo. I suoi capelli scuri sono dello stesso colore di quelli di Zayn e lo stomaco di Niall si stringe per un secondo quando il ragazzo se ne accorge.
“Adesso?” chiede, dandogli corda giusto per distrarsi. Il moro annuisce e posa il bicchiere vuoto sul bancone, intrecciando le dita pallide e cercando i suoi occhi. Niall si concede il lusso di rivolgergli un'occhiata divertita quando il ragazzo aggiunge: “Quando stacchi?”
“Alle due” replica con voce stanca, gettando un'occhiata al suo orologio. Fortunatamente mancano soltanto venti minuti alla fine del suo turno. Sorride quando, a quella risposta, il moro incrocia le braccia sul tavolo e vi poggia sopra il mento. “Fantastico. L'attesa varrà le aspettative?” chiede con un sorriso sghembo.
Niall sorride e “Dipende dalle aspettative” ribatte divertito dalla scaltrezza del ragazzo. Asciuga un paio di bicchieri e si appoggia al bancone.
“Non molto alte in realtà” sta ammettendo il ragazzo. “Deduco dal tuo sguardo che dentro di te si nasconde un cuore spezzato. Mi sbaglio, forse?”
Niall si irrigidisce e distoglie lo sguardo, intrecciando le braccia e lasciando vagare gli occhi sui tavolini del locale, occupati da giovani universitari e trentenni che non hanno niente di meglio da fare che rifugiarsi in un bar. “No, non ti sbagli” gli concede infine Niall, tornando a concentrarsi su di lui. Il ragazzo gli sta sorridendo e sta mormorando qualcosa che Niall non riesce a capire. Gli domanda di ripeterlo.
“Quindi tutto ciò che posso aspettarmi è un rapporto carnale che non coinvolga la tua fragile anima” ripete alzando la voce. Niall ride, divertito dai vocaboli scelti dallo sconosciuto e dal buffo modo in cui sta flirtando con lui. Decide di non rispondergli e di lasciarlo con il dubbio di aver davvero accettato il suo invito.
“Mi piacciono le tue labbra” annuncia fiero il ragazzo, posandovi sopra gli occhi e osservandole attentamente. Niall si ritrae leggermente e vi passa la lingua sopra, permettendo al ragazzo di notare il luccichio della saliva che le bagna. In realtà lo diverte parecchio mettersi in mostra con il moro, si sente in qualche modo apprezzato per davvero. “Grazie” mormora infine, facendo cadere i propri occhi nei suoi. Brillano quasi quanto quelli di Zayn. Cerca di non pensarci, mentre il ragazzo ridacchia e “Sai dire solo grazie?” si informa, e sembra sinceramente interessato. Niall sorride e si allontana da lui per servire un gruppetto di quindicenni che pendono dalle sue labbra e, ne è più che certo, schiamazzano non appena volta loro le spalle. “Non vendiamo alcolici ai minori” commenta, per poi ridere quando una delle ragazze comincia a civettare con lui e a pregarlo. “Avete un documento? No, quindi fuori di qui” scandisce, e si diverte a seguirle con lo sguardo mentre si fingono ubriache. La voce del moro gli rimbomba piacevolmente nelle orecchie quando “Sei crudele” commenta. “Potevi accontentarle.”
Niall fa spallucce e sparisce sul retro, iniziando a spogliarsi della divisa, lasciando che a chiudere siano Lisa e un nuovo ragazzo esile ed imbranato. Si sta togliendo la maglietta con la scritta del bar, quando delle dita calde gli accarezzano la schiena nuda e gli percorrono lentamente tutta la colonna vertebrale. Rabbrividisce al pensiero che quelle mani rilasciano lo stesso calore delle mani tiepide di Zayn, poi serra gli occhi e li riapre, voltandosi verso il ragazzo. È sempre lui, che sembra deciso a non mollarlo per un istante. “Qualcuno ha mai contato i tuoi nei?” gli domanda piano. Niall sbuffa divertito e allunga una mano nel buio, cercando il suo viso. “Che razza di domanda è?” sussurra con un sorriso sulle labbra. Trova la guancia del ragazzo e la accarezza piano, sentendo la barba di pochi giorni fare attrito sotto i propri polpastrelli.
Il ragazzo scrolla le spalle e “Volevo solo sapere” chiarisce sulla difensiva, inclinando il capo e scaricando il peso sulla mano di Niall. Poi il biondo, senza pensarci, si sporge in avanti e lo bacia. Il ragazzo non si sottrae, ma non si fa coinvolgere nemmeno troppo, si limita a rispondere al suo bacio e ad aprire la bocca quando la lingua di Niall gli sfiora le labbra. Si baciano per qualche istante, le dita di Niall serrate sulla camicia nera che indossa il ragazzo e le braccia di quest'ultimo abbandonate lungo i fianchi stretti. Il sapore di vodka e sigaretta invade la bocca del biondo ricordandogli l'ultima volta in cui ha baciato Zayn, più di un mese prima. Le labbra del ragazzo dagli occhi versi sono morbide, ma Niall non riuscirebbe a mai a preferirle a quelle screpolate di Zayn, così come non riuscirebbe a sostituire le sue mani bollenti con quelle tiepide dello sconosciuto. Proprio mentre lo pensa, una mano del ragazzo si posa sulle sue labbra e lo blocca.
“Ho promesso che ti avrei portato al mare” mormora solo come spiegazione, prima di ordinargli di vestirsi e di seguirlo in macchina.
Niall sorride amaramente, poi lo segue.

* * *

Non sa quanti chilometri abbiano fatto, sa solo che quando scendono dalla macchina di Finn – così si chiama il ragazzo – è quasi l'alba e il cielo si è schiarito. Sono appoggiati contro un muretto in pietra e guardano entrambi l'oceano freddo e agitato. Niall tiene una sigaretta stretta tra le labbra e le mani infilate sotto le ascelle per ripararle dal vento gelido che si infila sotto i vestiti e lo fa rabbrividire.
I capelli di Finn sono un unico groviglio spettinato e Niall non riesce a reprimere l'impulso di allungare un braccio e infilarglieli dietro le orecchie, per poi osservarlo attentamente. Indossa soltanto una camicia nera e un paio di pantaloni aderenti dello stesso colore. Ai piedi ha degli stivaletti, sempre neri, simili a quelli che è solito indossare Harry. Niall pensa che, tutto sommato, sia un bel ragazzo. Affascinante forse sarebbe l'aggettivo più adeguato. Espira, poi si morde le labbra mentre regge la sigaretta tra l'indice e il medio e lascia che gli occhi tristi vaghino sull'acqua in tempesta.
“Niall” lo chiama dopo un po' Finn, inclinando il capo e cercando il suo sguardo.
“Mh?” mormora per tutta risposta, finendo la sigaretta e spegnendola contro il muretto, prima di issarcisi sopra facendo leva con le braccia.
“Mi chiedevo se potessi scrivere di te” dice schietto, trapassandolo con lo sguardo e facendolo rabbrividire. Si sente come se si fosse appena immerso nell'acqua gelata e, una volta uscito, l'avesse accolto un vento ancora più gelido.
“Tu scrivi?”
“Sì”
“Che cosa?”
“Un po' di tutto” spiega con voce piatta, gli occhi sempre fissi nei suoi.
“Fa' come ti pare” gli concede come responso il biondino, riportando lo sguardo verso l'orizzonte e immergendosi con il pensiero nelle onde furiose del mare. Trasale quando Finn posa una mano sulla sua e inizia a giocherellarci distrattamente.
“La tua sofferenza è così evidente, Niall, che mi chiedono come possano le altre persone non rendersene conto. Di certo tu sei molto bravo a fingere, ma per non notare uno sconforto così grande bisognerebbe essere ciechi.”
Niall sospira, piacevolmente colpito, prima di ribattere: “Le persone vedono solo quello che vogliono vedere.”
A quelle poche parole, Finn stringe le proprie dita intorno alle sue e Niall scopre che farsi toccare da lui è piuttosto piacevole, così lo lascia fare e non si sottrae a quel contatto. Anzi, a dire il vero, stringe la presa sulla sua mano e lo conduce nuovamente alla macchina, dove Finn lo segue senza proferire una parola. Gli chiede di aprire lo sportello e di farlo entrare. Ha freddo. Si siede sui sedili posteriori, prima di tirare verso di sé il ragazzo e di chiudere la portiera alle sue spalle. Lo guarda per qualche istante, poi si avvicina con prudenza al suo viso e lo bacia piano, incerto e con la paura di essere allontanato come è successo poche ore prima. Questa volta, però, Finn lo attira a sé e infila le dita tra i suoi capelli biondi, rispondendo a quel bacio timido e spingendo il ragazzo all'indietro. Passano svariati minuti, prima che Niall inizi a sbottonargli la camicia con frenesia per scoprire la pelle pallida e nivea del ragazzo. Lo guarda per un attimo e non riesce a togliersi di testa l'idea che sia uno dei più bei ragazzi che abbia mai visto, così perso e distratto, ma al tempo stesso presente e vivo. Sente le dita esperte di Finn armeggiare con il suo cappotto, per poi sfilarglielo e gettarlo sul tappetino insieme alla sua felpa e alla sua maglia. Si lascia maneggiare da lui e un gemito gli sfugge dalle labbra quando il ragazzo fa scendere la mano tra le sue gambe e inizia a giocherellare con il bottone dei suoi skinny jeans, per poi spogliarlo di questi ultimi con pochi e veloci movimenti. Si guardano per un momento negli occhi, prima che le labbra di Niall si accaniscano su quelle dell'altro e le sue mani inizino a sfilargli i pantaloni con foga. Si ritrovano in boxer, Finn a cavalcioni sul biondino, alcune ciocche di capelli sul viso e troppe parole non dette nascoste negli occhi.
A Niall ricorda così tanto Zayn.

 

 

 




-

 

Cosa ci faccio qui dopo sei mesi? Non lo so nemmeno io, onestamente.
Ho deciso di finire questa benedetta storia, a cui mancano ormai soltanto sei capitoli.
Alla fine, anche se non ho la password dell'email, non ho cancellato l'account perché, a quanto pare, lo posso usare lo stesso (che gioia). Quindi ho deciso che era ora di darsi una mossa e di rispolverare questa storia.
Come avrete visto, ho pubblicato una os verde e una raccolta di falshfic, ma non sono nulla di che. La verità è che avevo abbandonato questa storia perché a fine marzo ho iniziato a concentrarmi su una os in cui Zayn è Ludwig II e di cui sono a pagina – udite udite – ventotto.
Il prossimo lavoro che vederete pubblicato sarà una os (sempre ziall) in cui Zayn è un modello e Niall ha un figlio ed è sposato, mi manca poco per concluderla e spero che qualcuno di voi la leggerà?
Poi, durante le vacanze di Natale, posterò quella su Ludwig II e intanto cercherò di continuare questa storia e in contemporanea la larry che ho su questo account e la larry-ziall sul mio nuovo account (bicaholic).
Detto questo, passiamo al capitolo. L'ho scritto questo weekend in preda ad una profonda depressione perciò non tiratemi pomodori virtuali, grazie. Non mi piace moltissimo ed ero davvero poco ispirata per il pov di Liam (credo si sia notato dalla brevità di quest'ultimo).
Comunque, la parte che ho preferito scrivere è in assoluto la scena in cui Zayn e Niall litigano perché boh sono sadica e mi diverto a soffrire. È anche l'unica scena che mi piace. Finn l'ho infilato nella storia perché era necessario, ma non preoccupatevi perché è assolutamente innocuo e poi io lo adoro.
Bene, detto questo, spero di riuscire ad aggiornare presto.
Ah e volevo ringraziare tutte le persone che continuano a seguire la storia e che su twitter mi hanno chiesto quando l'avrei continuata e che mi hanno fatto i complimenti perché, davvero, mi fa molto piacere. Siete così gentili, uff.
Spero che il capitolo non vi abbia deluse.

Bacini, Giuls

:) xx

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Sul bel Danubio blu. ***


Capitolo 15

 

 

Comptine d'un autre été, l'après-midi.

 

 

Niall si districa dall'abbraccio di Finn e si mette a sedere sul letto, guardandosi intorno e domandandosi cosa l'abbia svegliato. Getta un'occhiata fuori dalla finestra e si accorge che la sera prima si è dimenticato di chiudere le imposte, motivo per cui ora sta entrando la luce. La neve si è ormai sciolta del tutto e ne rimangono solo rari rimasugli sull'albero che copre la visuale della camera sua e di Harry. Harry. Capisce in quel momento che a svegliarlo sono stati dei colpi secchi alla porta e si ricorda che il suo amico ha passato la notte da Louis. Dev'essere lui a bussare alla porta. Fa cadere lo sguardo su Finn, prima di scostargli i capelli dal viso e alzarsi in piedi. Raggiunge il salotto, raccattando una maglia abbandonata sul divano e un paio di boxer e infilandoseli alla meglio. Quando apre la porta, però, si accorge che il ragazzo che ha di fronte non è Harry, no decisamente.

Si sforza di non spalancare la bocca per lo stupore e “Zayn” mormora cercando di celare il tremito della propria voce. Il moro lo guarda per un istante in silenzio, torturandosi le mani, e quando parla per Niall è come ricevere uno schiaffo in faccia, perché, oh!, la sua voce. Qualcosa si rompe dentro di sé quando dalle labbra del moro fuoriesce un indeciso “Ciao, Niall”.

Lo fissa restando immobile e senza aver idea di che cosa fare. Zayn è lì in piedi di fronte a lui, un maglione verde che si intravede sotto la giacca a vento e gli occhi titubanti, bordati dalle solite occhiaie. Si è fatto la barba e sembra essere molto più piccolo di quello che è, e Niall sente l'impellente bisogno di stringerselo al petto e di affondare il viso contro il suo collo per perdersi tra le sue braccia.

Zayn interrompe quel sacro silenzio con una certa urgenza. “Ho bisogno di parlarti, Niall.”

E, prima ancora che il biondino possa scansarsi, il ragazzo entra in casa e si ferma in mezzo alla stanza. Niall chiude la porta e poi rimane immobile, la mano ancora posata sulla maniglia di quest'ultima.

È più che certo che la voce l'abbia abbandonato.

Ha sempre pensato che la lontananza distruggesse l'amore, ma nonostante lui e Zayn non si siano visti per più di due mesi, lui sente lo stesso fuoco di gennaio ardergli nel petto, con una forza incredibile. Muore dalla voglia di avvicinarsi a lui e di toccarlo, di potersi rifugiare tra le sue braccia e di baciarlo, invece tutto quello che fa è fissarlo in silenzio, mordendosi l'interno della guancia e sforzandosi di non scoppiare in lacrime come un bambino. Segue con lo sguardo il moro mentre cammina senza meta nel piccolo salotto, finché finalmente non si decide a proferire parola: “Mi sei mancato.”
Niall sbuffa e rotea gli occhi al cielo. “Ma ti prego.”
L'occhiata che gli rivolge Zayn, però, è così carica di sofferenza e dolore che non riesce ad aggiungere nient'altro. Il moro è sul punto di aggiungere qualcos'altro, ma si interrompe quasi immediatamente nel vedere Finn appoggiato allo stipite della porta. Anche Niall lo guarda e per un momento vorrebbe morire.

Il ragazzo dagli occhi verdi li guarda per un attimo, grattandosi una guancia e scacciando via il sonno con un'occhiata perplessa rivolta ad entrambi.

“Chi è, Nì?” domanda Finn con voce strascicata, le mani lungo i fianchi e gli occhi che osservano attentamente Zayn. Anche Zayn osserva attentamente Finn e Niall teme che si renda perfettamente conto della loro incredibile somiglianza. Così, con voce tesa “Finn, Zayn. Zayn, Finn” li presenta.

L'occhiata di Zayn, unita ad un'alzata di sopracciglia e un sorrisetto che vorrebbe sembrare ironico ma risulta addolorato, fanno sprofondare Niall.

“Piacere” mormora Finn, allungando una mano verso Zayn. Il moro gli rivolge un'occhiata di sufficienza, ignorando la sua mano tesa, poi si volta verso Niall.

“Ci hai messo poco a sostituirmi, eh?” chiede, rivolto al nulla, gli occhi incastrati nel pavimento del salotto. Il biondo può chiaramente notare il velo di lacrime che gli rendono gli occhi lucidi e la mascella serrarsi per trattenerle.

Quando Niall non dà segno di risposta, è Finn che si affretta a specificare: “Oh, no. Noi non stiamo insieme.”

Zayn gli getta un'occhiata carica di falsa incredulità e di percepibile derisione, prima di guardare Niall in attesa di risposte.

“Non sono stato io a sparire senza avvisare” si difende infine, rendendosi poi conto che in verità, non appena tornato dall'Irlanda, lo aveva fatto. Zayn, infatti, ride, probabilmente ricordandosi gli orribili giorni in cui ha sommerso Niall di bigliettini e disegni, soffrendo e chiudendosi in se stesso più di quanto avesse mai fatto. “Non sarei dovuto venire” mormora, più a se stesso che ai due ragazzi. “Finn, non posso dire che sia stato un piacere” dice conciso, Niall teme che da un momento all'altro Zayn possa avvicinarsi al suo amico e spaccargli la faccia. “Niall, sono felice di vedere che sei felice.”

E, dette quelle poche parole, oltrepassa Niall e spalanca la porta, fiondandosi fuori da quel maledetto appartamento.

Passano almeno cinque minuti prima che Niall si riscuota e che le lacrime inizino a solcare il suo viso.

 




Non è abituato a piangere. Anzi, non è abituato, in generale, a provare tutte quelle emozioni. Dopo due interi mesi di dolore, ecco che a stravolgerlo sono tornate la voglia di stare con Zayn e il bruciante sentimento in grado di animargli l'animo, come nulla ha mai fatto. Finn lo abbraccia delicatamente e gli accarezza la schiena, confortandolo come meglio può.

“Il ragazzo che ti ha spezzato il cuore?” gli domanda, e dal modo in cui lo fa pare quasi che il dolore di Niall sia anche il suo. Niall gli è grato per quello, perché, al momento, Finn sembra l'unico a volergli bene. Harry è troppo preso da Louis e da Nick, e Zayn... Zayn è Zayn.

E Niall ha terribilmente bisogno di aggrapparsi a qualcuno, Niall ha bisogno che qualcuno gli voglia bene.

Così annuisce piano e si rannicchia contro di lui, intrecciando le gambe con le sue. Finn è una presenza rassicurante ed è tutto ciò di cui ha bisogno al momento. Lo conforta, lo aiuta e gli vuole bene senza chiedere nulla in cambio, se non di poter scrivere su di lui, e Niall non potrebbe provare nei suoi confronti più gratitudine. È felice di essere il protagonista del libro a cui sta lavorando, felice di sapere che è l'ispirazione di qualcuno, felice di poter avere quel qualcuno tutto per sé. Talvolta si sente per Finn come Dorian Gray per Basil, i sentimenti di Finn sono qualcosa di molto simile all'adorazione nei suoi confronti, infatti egli non desidera nulla in cambio da Niall.

“Vuoi parlarne?” interrompe le sue riflessioni il ragazzo, accarezzandogli i capelli e coprendogli il corpo con le lenzuola. Niall biascica un mero “È una storia troppo complicata” prima di stringersi ancora di più contro il suo corpo caldo e serrare gli occhi, nascondendo il viso contro il suo petto.

“Adoro le storie complicate” replica il ragazzo, sfiorandogli una guancia con i polpastrelli e chinandosi per baciarlo. Niall apre le labbra sotto la pressione delle sue e si lascia baciare, senza metterci troppo entusiasmo, motivo per cui Finn si separa da lui poco dopo, non prima di avergli depositato un leggero bacio sulla fronte increspata dalla preoccupazione.

Poi Niall gli racconta tutto.

O, almeno, tutto quello che sa.

 

Louis

 

“Non mi piace Nick” commenta acido Louis, mentre Harry giocherella con i suoi capelli.

“Come?” chiede il riccio, spostando le dita sul suo viso e cancellando con una leggera carezza la ruga di preoccupazione che si è formata tra le sopracciglia di Louis.

“Non mi piace Nick.”

“Perché?” domanda allora Harry, sfiorandogli il viso e accarezzandogli le labbra con il pollice.

Louis si imbroncia per un momento, l'espressione contrariata ad incupire il viso e le sopracciglia aggrottate. “Ti sta sempre addosso.”

Harry ridacchia, prima di spostare le dita sul suo collo, marchiato da lui nella notte precedente. “Non è vero” controbatte divertito, per poi aggiungere. “È soltanto uno dei miei più cari amici, Lou.”

“Beh, non mi piace come ti guarda” replica piccato il ragazzo dagli occhi celesti, tirandosi a sedere e scansando malamente la mano delicata di Harry.

Il riccio gli rivolge un'occhiata carica di derisione. “Sei geloso?”

L'espressione che compare sul viso di Louis a quella domanda è decisamente comica per quanto è indignata. “Non sono... geloso. Non mi piace come ti guarda, punto. Non deve guardarti.”

Harry rotea gli occhi al cielo e si tira a sedere a sua volta, carezzandogli una guancia con dolcezza e guardandolo come non ha mai guardato nessuno, nemmeno Niall.

“Lou, siamo solo amici. Non significo niente per lui” lo rassicura con voce dolce e Louis si sente quasi morire nel sentirlo così docile. Vorrebbe ucciderlo soltanto per non dover soffrire nel vederlo così carino e adorabile, dannazione.

“Tu nemmeno te ne accorgi di come ti guardano le persone, Harry” commenta con voce abbattuta e infervorata al tempo stesso. “Le ragazze si voltano quando passi. I ragazzi ti mangiano con gli occhi. Se solo ti vedessi” mormora addolorato, perché Harry non capisce. Non capisce che è bellissimo ed è una persona splendida e adorabile e che è troppo per chiunque, persino per lui. Si sente sempre così misero, rispetto ad Harry, così insignificante. Proprio lui, Louis, il bellissimo e simpaticissimo Louis, si sente completamente annullato dalla presenza di Harry, perché lui è... beh, è Harry. Non può essere descritto. È così Harry che non c'è un aggettivo adatto per descriverlo e questa cosa gli fa venire voglia di strapparsi tutti i capelli, uno ad uno.

Poi, all'improvviso, le labbra di Harry premono contro le sue e si baciano per un lungo istante mentre Louis si sente morire perché è talmente fortunato ad avere quel ragazzo per sé. Si stacca da lui soltanto per mormorare un “Davvero, Harry. Nick non deve guardarti. E tu non devi guardare lui. Promettimelo.”

“Sei possessivo” osserva con divertimento Harry, lasciandogli una bacio a stampo e leccandogli le labbra con la lingua.

“Protettivo” lo corregge l'altro, stizzito.

“Possessivo” replica il ricciolino, spingendolo all'indietro sul letto e sovrastandolo con il proprio corpo.

“Protettivo” ripete Louis, come in una litania continua, prima di sollevare il capo per baciarlo.

Harry sorride e nasconde il viso contro il suo collo, respirandoci contro e scompigliando i capelli del proprio ragazzo con le dita lunghe. Louis per tutta risposta affonda le mani nei suoi fianchi e le fa scivolare finché non si stringono sulle natiche del ragazzo con possessione.

“Possessivo” gli sussurra ancora una volta Harry, iniziando a baciargli il petto e percorrendo con la lingua i tatuaggi che lo macchiano. Louis stringe di più la presa e “Spero non ti dispiaccia, allora” mormora, ribaltando le posizioni e salendo a cavalcioni sopra ad Harry. Si china a baciarlo e lo morde con prepotenza, mentre un silenzioso “Sei mio” gli scivola tra le labbra. Harry fa finta di non sentirlo, ma sorride e se lo stringe di più addosso, approfondendo il bacio.

 

Zayn

 

Zayn si sforza di non scoppiare in lacrime e raccoglie le ginocchia al petto per tenersi insieme. Fissa il muro bianco di fronte a sé ed è certo di non essere mai stato così male in vita sua. Si può morire di mal d'amore? Se sì, lui sta rischiando la vita. Niall gli fa rischiare la vita. Deglutisce e serra le palpebre per ricacciare indietro le lacrime che sembrano voler uscire a tutti i costi. Si sente un tale stupido. Lui è stato due mesi da solo, come unica amica la sofferenza e il bruciante ricordo di Niall e del suo freddo sentimento; si è completamente isolato dal mondo: ha smesso di uscire, smesso di parlare, smesso di mangiare, smesso di dormire. Più morto che vivo. Le incomprensioni con Niall non hanno fatto altro che accentuare la sua profonda crisi di depressione e lui spesso si è ritrovato a pensare di voler morire e di darci un taglio con quella sua stupida vita. Se dio vuole togliergli qualcos'altro, tanto vale che si muova. Dopotutto, che senso ha la vita quando non hai nessuno che ti ama, nessuno che ti cerca, nessuno che ti vuole. Persino per Liam, ora così preso da Sophia, è passato in secondo piano. Zayn ha sempre saputo che non sarebbe mai stato la prima scelta di nessuno, ed ha imparato a convivere con quella consapevolezza. Ha sperato di poter essere la prima scelta di Niall, si è sbagliato, ed ora è obbligato a metterci una pietra sopra. Lui, che fino a qualche ora prima sarebbe stato disposto a tornare da Niall e spiegargli tutto, lui che si sarebbe aperto con qualcuno, una volta per tutte. Invece no, è stato brutalmente sostituito da una ragazzo che gli somiglia fin troppo, se non fosse per la pelle pallida e i brillanti occhi verdi. Serra le dita le une con le altre e chiude gli occhi, tentando di scacciare quei pensieri. Inutile dire che non ci riesce. I sentimenti che prova per Niall sono così forti e sconvolgenti che sarebbero in grado di romperlo in tanti piccoli pezzi. Pensa al biondino e lo vorrebbe più vicino, lo vorrebbe lì con lui, tenerlo stretto tra le braccia e rabbrividire quando il suo respiro si infrange contro il proprio collo. Vorrebbe morire per tutta la malinconia che prova nel ricordare la gioia e lo sgomento che l'hanno invaso nel vederlo quella mattina, i capelli ancora sconvolti dal sonno, la maglietta stropicciata, le labbra storpiate da uno sbadiglio e le dita a grattarsi la guancia. Anche solo a pensarci, le lacrime risalgono ai suoi occhi e lui sente un grande bisogno di affetto. Si sente solo e spaesato. A volte, poche ore dopo essersi appisolato in un sonno breve e tormentato, si sveglia sudato e inizia a fissare il soffitto con occhi vuoti, perché sente un grande macigno di vuoto allargarsi e prendere possesso del proprio cuore. Non sa perché si senta così, sempre pronto a spezzarsi o a rompersi da un momento all'altro. Sa solo che, da quando ha incontrato Niall, la situazione è migliorata, anche se solo per pochi mesi. Poi, da quando Niall ha smesso di esserci, da quando si sono allontanati l'uno dall'altro – come due placche terrestri separate dall'Oceano che si ingrandisce di millimetro in millimetro man mano che passa il tempo – il mondo gli è crollato addosso e lui è ricaduto in quel baratro nero in cui si trovava prima di incontrarlo. Nemmeno pensare a sua sorella gli fa così male quanto lo distrugge il pensiero di non poter aver Niall vicino. Si strugge per un ragazzo che non ha fatto niente per tenerselo stretto e che non appena è stato respinto l'ha subito sostituito, e, nonostante sappia quanto sia sbagliato, continua a farlo. Perché sa che Niall pensa di non essere abbastanza, sa che continuerà sempre a respingerlo perché pensa che Zayn sia sprecato per uno come lui, eppure questo non gli ha impedito di frequentare Finn. Anche Finn è sprecato per lui, ma questo non gli ha impedito di invitarlo a casa sua e di condividere il letto con lui. Serra la mascella e continua a fissare il vuoto di fronte a sé, lo stesso vuoto che può sentirsi dentro, lo stesso vuoto che ad un certo punto aveva lasciato spazio ad una sensazione scalpitante ed al desiderio di vedere e di sentire Niall in tutti i modi possibili. Rimane così, gli occhi persi nell'autocommiserazione e il rimorso a torreggiare sopra di sé come una nuvola nera. Certe persone nascono per soffrire, e Zayn è certo di essere nato per fare quello, perché davvero non riesce a percepire nulla di più e nulla di meno di un'acuta fitta di dolore all'altezza del petto ed è convinto che potrebbe spezzargli il respiro per quanto è violenta.

 

Niall

 

Ormai è la fine di aprile, la primavera è inoltrata e la neve è quasi svanita del tutto, quando Niall vede Zayn passare davanti alla vetrina del bar. Lo segue con lo sguardo finché non scompare dalla sua visuale, poi si accorge con dolore che il moro non ha nemmeno gettato un'occhiata all'interno del locale e capisce che probabilmente si è lasciato tutto alle spalle. Con un gesto di impotenza mista a rabbia e tristezza, getta lo strofinaccio che sta usando sul bancone e si dirige nel retro del locale. Ha bisogno di stare da solo, ha bisogno di un momento. Ha bisogno di capirci qualcosa della sua stupida ed insignificante vita. Mai avrebbe pensato che una persona lo avrebbe ridotto in quello stato soltanto con uno sguardo. Si morde l'interno della guancia ed estrae una sigaretta dalla tasca posteriore dei jeans, poi se la accende e si appoggia contro la parete del vicolo stretto su cui si trova l'entrata secondaria del locale. Sono le undici di mattina, la strada perpendicolare è affollata e Niall non ha mai desiderato tanto di scomparire come in quel momento. Potrebbe prendere fuoco dalla voglia che ha nelle vene di bruciare in quel preciso istante, per mettere fine a quella terribile agonia. È assolutamente ingiusto che il suo dolore non sia stato spartito nei suoi lunghi vent'anni di vita, ma soltanto in quei pochi mesi in cui si è separato da Zayn. La nostalgia sale dentro di lui come la temperatura corporea durante una brutta febbre, mentre le dita tremano per i troppi ricordi e una nuova melodia si fa strada nella sua testa. Da quando ha smesso di vedere Zayn, tutto quello che riesce a fare è riflettere la propria tristezza all'interno delle proprie canzoni, che ultimamente risultano trascinate e, secondo Harry, estremamente commoventi. Se solo il riccio sapesse tutte le lacrime – decisamente non di commozione – che Niall ha versato mentre le ha scritte e composte, cercherebbe un aggettivo più adatto.

Scacciando quei pensieri, finisce la sigaretta e rientra nel bar, deciso a non pensarci.

Ogni tanto Finn lo passa a trovare durante il suo turno e Niall spera che quello sia uno di quei giorni, e spera che passi a prenderlo in macchina e che lo porti da qualche parte per cercare di cancellare la tristezza intrisa nei suoi occhi celesti. Finn sembra deciso ad aiutarlo e Niall di certo non lo vuole allontanare, anzi, con il tempo il ragazzo è diventato la sua ancora di salvezza e si ritrova spesso a pensare a come farebbe se lui non ci fosse. Sarebbe praticamente impossibile tirare avanti.

Serve un paio di clienti, tra cui una ragazza che non smette di sorridergli un momento, poi ritorna a rifugiarsi dietro il bancone a pensare. I giorni scorrono inesorabili e a Niall sembrano sprecati e insensati, senza Zayn. Il pensiero di amarlo ma di non poterlo avere lo strugge di più che l'idea di non essere ricambiato dal moro. Avere una cosa a metà, così terribilmente a brandelli, senza un senso o una ragione precisa, fa più male che non averla proprio.

 

* * *

 

“Dove andiamo?” domanda, quando nell'uscire dal locale si ritrova davanti la macchina nera di Finn.

“Sali” replica soltanto l'altro, invitandolo ad entrare nell'abitacolo. Niall esegue e si accomoda sul lato del passeggero, ascoltando distrattamente la canzone alla radio che crede si intitoli Candy, poi si volta verso il moro. Fa cadere lo sguardo sulla camicia nera sbottonata fino allo stomaco e sulle gambe fasciate dai soliti skinny jeans, poi si sofferma sul suo viso, rilassato e con l'accenno di un sorriso sulle labbra rosa. Una volta ha chiesto a Finn perché si vestisse soltanto di nero e lui gli ha risposto di farsi gli affaracci suoi, ma non può fare a meno di chiederglielo di nuovo.

Finn ovviamente non gli risponde, spostando la conversazione sull'ultima partita di campionato e sorridendo quando Niall inizia a parlarne tutto infervorato. Quel ragazzo ha la strana capacità di distrarlo anche nelle giornate più tristi e Niall se ne rende conto solo in quel momento.

Infatti “Tu sei sprecato per me, Finn” dice, d'un tratto serio. Il ragazzo sorride e “Lo so” conviene, scosso da una leggera risatina.

“Oh” sussurra sorpreso Niall. Forse è un po' ferito dalle sue parole perché, seppur implicitamente, Finn ha ammesso di essere migliore di lui. Poi si rende conto che è vero e decide di non fargliene una colpa.

“Allora perché ti sprechi così per me?” domanda, senza capire.

Finn scrolla le spalle. “Tu hai bisogno di me.”

“E tu?” gli chiede impertinente il biondo. “Tu di cosa hai bisogno, Finn?”

Il ragazzo dagli occhi verdi non risponde.

 

* * *

 

“Nessuno ha mai contato i miei nei” mormora d'un tratto Niall.

Finn volta il capo verso di lui e lo guarda, illuminato soltanto dalle stelle e dalla luce della luna.

Sono sdraiati su un telo di cotone, la risacca del mare a fare eco alle loro parole e la sabbia malleabile sotto i loro corpi. Il ragazzo moro sorride e “No?” chiede con la voce incredibilmente docile.

“No” asserisce il biondo. “Fallo tu.”

“Adesso?”

“Adesso” annuisce impercettibilmente Niall, mettendosi a sedere ed iniziando a spogliarsi.

“Nì, prendi freddo così, copriti” gli consiglia il moro, senza muoversi di un centimetro, nonostante senta l'impulso di avventarsi sulle labbra dell'altro.

“Non mi interessa.”

“Non si vede niente, Niall, non c'è luce” gli fa notare allora, ma soltanto per essere zittito da un nuovo “Non mi interessa.”

Così si tira a sedere e lo segue con lo sguardo, osservando la sua pelle diafana e chiarissima e mordendosi l'interno della guancia. Niall si sfila rapidamente i jeans e rimane di fronte a lui in boxer, poi si lascia cadere a sedere e pochi istanti dopo lo sta baciando. Baciare Finn è come immergersi in una vasca da bagno: sa perfettamente i confini della propria azione, sa che non andrà oltre, sa che, ovunque si sposterà, toccherà sempre. Baciare Zayn, invece, era come immergersi in un mare in tempesta.

Quando Niall si separa da lui, lo fa per sdraiarsi sul telo e invitare il ragazzo a fare lo stesso. Sorride quando Finn gli circonda il bacino con le cosce e inizia a contare i nei che gli macchiano la pelle nivea come se fosse una cosa di vitale importanza. Si lascia toccare da Finn, serrando gli occhi quando le sue mani iniziano a scendere e si fermano sul suo stomaco. Il ragazzo dagli occhi verdi inizia e giocherellare con l'elastico dei suoi boxer, poi lo spoglia e si spoglia, e lo riempie di attenzioni finché Niall non lo prega di farlo suo.

E Finn, come ogni volta, esaudisce il suo desiderio.

 

Harry

 

Nessuno pensa che sia divertente quando Nick invita Harry ad accompagnarlo in un pub, nessuno, ovviamente, eccetto i due ragazzi citati.

Harry è talmente estasiato che non fa nemmeno caso alle mani di Nick, che sono scese dai suoi fianchi sul suo sedere e non fa nemmeno caso alle sue labbra, che gli stanno marchiando il collo. Riesce a pensare soltanto alla pasticca che si è calato poco prima e al cuore che gli rimbomba al ritmo della musica che fuoriesce dalle casse. È completamente sballato, i capelli gli si appiccicano contro la fronte e la sua camicia bianca e nera, sbottonata fino a lasciare intravedere la grande farfalla che gli orna lo stomaco, è zuppa di sudore. Quasi non se ne accorge quando le labbra di Nick si spostano dal proprio collo alla propria bocca e vi fanno pressione. Senza nemmeno pensarci, risponde a quel bacio sporco e pieno di saliva, afferrando le spalle di Nick con entrambe la mani e avvicinandosi ulteriormente a lui. È solo quando lo sente ridere contro le sue labbra che si rende conto dell'enorme sbaglio che ha commesso.

 

Quando si sveglia il mattino dopo, la sensazione è quella di essere stato infilato nella lavatrice insieme al bucato sporco; si sente rivoltato come una calzino e pronto a vomitare da un momento all'altro. La testa gli duole così tanto che crede che da un momento all'altro possa spaccarsi a metà.

Trascorre una sofferente mattinata, finché Niall non rientra dal lavoro e, rendendosi conto della sua condizione, gli prepara un tè e cerca qualcosa di secco da fargli mangiare. Harry non gli ha mai voluto così bene come quando lo aiuta a mettersi a letto e gli rimbocca le coperte, porgendogli un'aspirina.

A quel punto Harry crede che potrebbe baciargli i piedi. Ringrazia di avere un amico come Niall, che, nonostante sia sempre apatico con chi non conosce, diventa affettuoso con le persone che gli stanno a cuore.

La sera stessa, a cena, Niall dopo un po' apre conversazione con un “C'è qualcosa che dovresti dirmi, Haz?”.

Siccome Harry lo guarda spaesato, Niall afferra il cellulare ed entra su facebook.

 

 

Zayn

 

Non sa cosa fare. Non sa dove andare. Non sa se ne vale la pena.

All'improvviso, così come un tempo gli erano piombate addosso dolorose certezze, un intero carico di dubbi sembra riversarsi sul suo esile corpo, preparandosi ad annientarlo.

Dalla totale apatia che l'ha consumato per ormai tre lunghi mesi, non è stato facile uscirne.

Zayn è più che sicuro di non aver passato un solo giorno senza pensare a Niall.

È stato più forte di lui, più si sforzava di non pensarci, più ci pensava.

Come se non bastasse, crede di star ascoltando In the air tonight di Phil Collins in loop da almeno un quarto d'ora buono. Potrebbe recitarla a memoria, vista la ripetitività del testo e la sua memoria inattaccabile.

Il campanello suona per la terza volta, così con uno sbuffo si decide ad alzarsi e va ad aprire la porta. Davanti a lui c'è Niall. Ha le guance arrossate, il respiro affannato e l'aspetto di chi non riesce a stare fermo per l'impazienza. Sposta il peso da un piede all'altro, nervosamente, mentre si morde le labbra e stringe le braccia intorno al proprio busto. Zayn lo fissa in silenzio per un lungo istante.

Ha cambiato pettinatura: il ciuffo è ancora biondo, ma ricade da una parte ed è molto più lungo rispetto ai capelli, rasati sopra le orecchie e lasciati al proprio colore originario. Sembra più grande.

“Ciao” mormora piano, lasciando cadere lo sguardo sul giubbino grigio che indossa. Le mani del ragazzo sono nascoste nelle tasche della giacca e Zayn nota che sono strette a pugno.

“Posso entrare?” chiede Niall, e sembra titubante nel farlo. Il moro si scosta e lo lascia passare, le dita che tremano e gli occhi che non sanno cosa guardare. Tutto ciò è ridicolo; il fatto che l'uomo abbia a sua disposizione così tante cose senza però sapere come usarle. Non sa cosa farci, con le mani, né sa cosa guardare con gli occhi, cosa sentire con le orecchie. È un tale spreco.

Zayn però sa cosa vorrebbe farci, con le proprie mani, e sa dove vorrebbe guardare – chi – con i propri occhi, ma non osa farlo per il timore che gli attanaglia l'animo e lo tiene stretto in una morsa asfissiante.

Quando trova la forza di alzare gli occhi, Niall lo sta fissando e si sta tormentando nervosamente il labbro inferiore, spostando il peso da un piede all'altro.

“Quindi...?” rompe il ghiaccio Zayn, sollevando appena il sopracciglio sinistro. Niall sospira.

“Non so. Avevo... voglia di vederti?”

Zayn ripete attonito quella breve sequenza di parole, come se gli fosse necessario per comprenderne appieno il significato: “Avevi voglia di vedermi?”

Serrando gli occhi per un istante, Niall si passa una mano sul viso e sbuffa piano. Quando la lascia ricadere, Zayn nota che i suoi occhi celesti sono bordati da due leggere occhiaie violacee e che la sua espressione sembra stanca e priva di vita. Si domanda se anche lui appaia a Niall nello stesso modo. Probabilmente sì, perché anche lui non dorme da giorni e la vita sembra ormai averlo completamente abbandonato. Si accascia contro il muro e aspetta che Niall apra di nuovo bocca, sperando di potersi beare ancora per una volta del suono della sua voce. È ridicolo come sia così subordinato a Niall, senza nemmeno desiderarlo. Senza poterlo controllare. È come se il suo corpo non rispondesse più ai suoi comandi e pensasse in un solo verso, ossia il tortuoso percorso che alla fine riconduce sempre allo stesso punto: Niall.

Si sente particolarmente infastidito di non potersi più ritenere padrone di sé stesso a causa di un altro essere umano. C'è qualcosa di tremendamente giusto ed irrimediabilmente sbagliato nel legarsi così profondamente a qualcuno, senza avere più il controllo delle proprie decisioni e mettendo quel qualcuno addirittura prima di se stessi. È come essere i fedeli di un Dio, dargli tutto senza però ricevere nulla in cambio. Quei fedeli che continuano a pregare nel loro Dio e a donare lui tutto ciò che hanno, nonostante non ne ricavino nulla e il loro Dio continui a ripagarli con continue sfighe. Zayn però in Dio non ci crede. Ha smesso di crederci quando la sua vita è diventata una sottospecie di inferno terrestre e non ha intenzione di sostituire al suo vecchio Dio un comune mortale come Niall.

Lo stesso Niall che in quell'istante interrompe le sue riflessioni con un trascinato: “Non mi è permesso?”

Zayn ci mette un po' per ricollegare quella domanda al discorso che stavano facendo. “Pensavo che quel tipo fosse sufficiente a tenerti occupato” sbotta irritato, prima ancora di riuscire a controllarsi.

“Sei geloso?”

Il moro lo guarda allibito. Non riesce a credere che, dopo tutto ciò che è successo, Niall abbia davvero il coraggio di presentarsi a casa sua e pungolarlo domandandogli se sia geloso o meno.

“Se devi dirmi qualcosa, è meglio che tu lo faccia prima che io perda la pazienza. Oggi non sono per niente in vena, Niall.”

Niall lo studia per così tanto tempo che gli sembra di poter scomparire da un momento all'altro. Poi si avvicina a lui con un passo, e Zayn arretra, infastidito. Può percepire il filo di tensione che li tiene legati. Scarica il proprio peso contro il muro e guarda negli occhi il ragazzo, senza dire una parola. Sembra così provato che tutto ciò che vorrebbe fare è baciarlo e assicurargli che andrà tutto bene. Si trattiene e Niall avanza di un altro passo, accorciando l'ipotetico filo e spezzandolo quando “Io volevo solo...” inizia a biascicare, incerto. Poi scuote la testa, la abbassa per un momento e si fissa i piedi, e quando la rialza intercetta lo sguardo del moro in poco meno di un istante.

Il respiro di Zayn si fa pesante e accelera; è costretto ad abbassare lo sguardo per non arrossire. Nonostante tutto il tempo che è passato, è ancora capace di arrossire sotto il gelido sguardo dell'altro.

Quando Niall si sporge in avanti per baciarlo velocemente sulle labbra, allora può considerare definitivamente rotto il filo che li univa. Zayn rimane immobile per svariati secondi, concentrandosi con costernata sorpresa sui movimenti lenti dell'altro, studiandone ogni singolo dettaglio e costringendosi ad imprimerseli sulla pelle. Gli mancava così tanto, sentire le dita gelide di Niall sui propri polsi, che, adesso che lo sta toccando, gli sembra quasi inverosimile. Surreale. Il ragazzo fa risalire le dita lungo le maniche della sua felpa e le appoggia delicatamente sulle sue guance, poi si stacca dalle sue labbra e spinge leggermente la propria fronte contro la sua. Ha gli occhi serrati; Zayn, invece, li spalanca e osserva, per quanto gli sia possibile, la sua espressione concentrata. Le ciglia bionde del ragazzo quasi si impigliano con le sue e Zayn è certo che, se solo fosse un poco più distante, riuscirebbe a contare le lentiggini che gli ornano la pelle nivea.

Niall lo bacia di nuovo e respira contro le sue labbra, direttamente nella sua bocca, poi apre gli occhi e fa scivolare la mano sinistra sulla nuca di Zayn, tirandogli leggermente i capelli e obbligandolo a guardarlo negli occhi. Resta in silenzio e il moro non ha il coraggio di aprire bocca. Si perde nell'azzurro dei suoi occhi e deve sforzarsi di non sorridergli, giusto per non mostrarsi troppo debole e così dannatamente dipendente da lui. Giusto per fargli pensare che ultimamente non è – assolutamente, figuriamoci – il suo primo ed ultimo pensiero. Giusto per illudersi di non essere completamente innamorato di lui. Che fatica la vita.

Specialmente quando Niall sembra così propenso a baciarlo di nuovo e a bloccarlo contro il muro. Lo lascia fare, in ogni caso. Sia perché non ha più la forza per nascondersi, sia perché sente l'impellente bisogno di averlo di nuovo accanto, non solo a livello fisico, ma anche emotivo.

 

Niall

 

Niall guarda negli occhi Zayn, gli tira leggermente i capelli. Gli accarezza la guancia con il pollice, lasciando correre l'indice lungo la sua mascella. I suoi occhi scuri lo fissano, incerti e curiosi al tempo stesso, allora Niall si sporge in avanti e lo bacia di nuovo. Come prima, si limita a sfiorargli le labbra con le proprie e a premercele contro con delicatezza. Fa scivolare la mano lungo il suo collo ed è più che certo di sentire i battiti accelerati di Zayn. Sorride. Gli sembra di essere in un sogno, incredibilmente consapevole di ogni mossa che compie, ogni movimento è lento e calcolato, studiato. Come se facesse parte di uno schema elaborato tempo prima, che deve essere rispolverato dall'ideatore perché egli ha qualche lacuna al riguardo. Come se non si ricordasse più come toccarlo, nonostante l'abbia fatto un milione di volte. Nonostante sia sempre stata la cosa più semplice, essere fisicamente attratto da lui.

Niall gli bacia il viso: la fronte, l'arcata delle sopracciglia, le tempie, la punta del naso, gli zigomi alti, il mento, le guance, completamente sbarbate. La pelle del moro è liscia e tiepida al tatto e Niall quasi sobbalza quando se ne accorge, rendendosi conto dello spaventoso contrasto tra la temperatura delle proprie dita e quella della pelle del ragazzo. Sorride, lo bacia con più decisione e poi si lascia prendere dalla foga. Si accorge di avere fretta, brama di poter avere di nuovo il sapore delle labbra di Zayn contro le proprie, desidera toccarlo al più presto. Fa correre le proprie dita dal suo collo al suo torace, fino a raggiungere i fianchi stretti del ragazzo, celati da una scialba felpa nera. Mette pressione nella propria presa e gli afferra le cosce, prendendolo in braccio e azzardandosi a staccarsi per un momento dalle sue labbra. Con passi incerti, si avvicina a letto, cercando di riprendere un normale ritmo di respirazione e nascondendo il viso contro il collo del ragazzo. Il suo odore gli invade le narici e Niall non riesce a scordarsi di esso nemmeno quando lascia cadere il moro sul letto e si issa sopra di lui, allontanandosi un momento dal suo corpo. Fa per guardarlo negli occhi, ma Zayn gli afferra il colletto della giacca e lo attira a sé, sfilandogli poi l'indumento con un movimento così brusco che Niall rischia di farsi male ad un braccio. Tuttavia ride, ricacciando indietro il lamento di dolore e annullando le distanze tra i loro corpi. Il suo petto combacia con quello di Zayn e ci vogliono appena pochi secondi prima che la propria respirazione si sincronizzi con la sua. I respiri accelerati del moro gli premono contro il petto e Niall vorrebbe tanto poterli assorbire per cibarsene. O collezionarli. Che idea malata. Ride della propria follia, e quando Zayn gli domanda il motivo, gli tappa la bocca con un leggero bacio a stampo, prima di venire completamente travolto dall'improvvisa presa di posizione del moro. Che, non si sa quando, ha deciso di afferrargli i polsi e spingerlo sotto il proprio corpo, serrando le ginocchia intorno al suo bacino e guardandolo con un'espressione esasperatamente incerta. Spaventata, quasi. Le sue pupille sono spalancate e il suo sguardo è attento anche al più minimo movimento, la sua postura è rigida. Niall si chiede perché il ragazzo appaia così teso. È immobile, a cavalcioni su di lui, e lo fissa penetrante, la labbra leggermente dischiuse e le mani posate sulla sua felpa. Poi, con un movimento un po' goffo, inizia a sfilargliela. Niall lo lascia fare, per vedere dove vuole arrivare. Teme che, non appena accennerà a sfilargli la felpa nera che indossa, Zayn si allontanerà; quindi rimane fermo, mentre percepisce sul proprio corpo le mani dell'altro. Ormai è così abituato ad avere addosso le mani di Finn, che quelle di Zayn gli risultano estranee: la pelle dei polpastrelli è indurita dall'uso frequente di tempere e pennelli, le sue unghie sono più squadrate di quelle di Finn, le dita più sottili e lunghe, i palmi più ampi.

E sono frenetiche. Niall sussulta quando le mani del ragazzo raggiungono il bottone dei suoi jeans e iniziano a giocherellarci. Nella stanza c'è un silenzio assurdo, l'unica cosa percepibile è il respiro accelerato di entrambi, così rumoroso da sovrastare qualsiasi altra cosa. Gli occhi di Zayn sono enormi, spalancati, e luccicano. Niall si chiede se sia sull'orlo delle lacrime, e sta per pronunciare quella domanda ad alta voce, quando il moro rompe quel breve idillio di sguardi chinandosi su di lui. Lo bacia con foga e frustrazione, come se fosse stanco di porsi tutti i freni precedenti e come se non volesse fare altro che abbandonarsi tra le sue braccia; così Niall lo stringe contro il proprio corpo e risponde al suo bacio urgente. Quasi singhiozza quando Zayn si allontana delicatamente da lui e scende impacciato a baciargli il collo, per poi passare allo sterno, allo stomaco. Chiude gli occhi quando i denti del ragazzo si conficcano con dolcezza nella pelle cedevole del suo stomaco e le sue mani circondano i suoi fianchi, sfilandogli con impazienza i jeans. Riapre gli occhi e fissa il soffitto della stanza. Adesso capisce perché Zayn soffre di insonnia: il suo letto, un materasso da una piazza e mezzo gettato nell'angolo più remoto della stanza, è davvero scomodo. Forse per il fatto che è semplicemente adagiato a terra, forse perché è vecchio. Attraverso la parete Niall percepisce le ovattate note di Sul bel Danubio blu e gli verrebbe quasi da ridere per l'assurdità della situazione, se solo fosse concentrato nel tentare di non venire immediatamente. La scena vista da un occhio esterno deve risultare totalmente assurda: il ragazzo di cui è innamorato da più di sei mesi gli sta facendo un pompino sul materasso più scomodo che sia mai esistito, mentre i vicini di casa fanno mostra di un vastissimo repertorio di musica classica alle dieci e mezza di sera. Quando raggiunge l'orgasmo, una mano tra i capelli di Zayn e l'altra serrata intorno al lenzuolo, i vicini hanno cambiato aria e sono passati al Valzer dell'Imperatore e Niall ha finalmente capito che stanno riascoltando il concerto di Capodanno di Vienna. Il perché lo stiano facendo in aprile non gli è esattamente chiaro, ma smette di preoccuparsene quando Zayn si tira a sedere e incrocia lo sguardo, passandosi il dorso della mano sulla bocca e pulendosela con la manica della felpa. Lo segue con lo sguardo e abbassa le palpebre quando lo vede lasciarsi cadere al suo fianco, sfiorandogli il corpo in più punti. Volta il capo e lo guarda di nuovo, spalancando gli occhi e sorridendo svogliatamente, ma quando nota che gli occhi di Zayn sono fissi sul soffitto, li sposta lì anche lui. Adesso che Zayn non è più tra le sue gambe, si sente incredibilmente scoperto e vulnerabile, ed ha freddo. Così, un po' goffamente, cela il proprio corpo pallido e proporzionato sotto il lenzuolo bianco, per poi voltarsi su di un fianco.

Zayn è esageratamente bello. Il suo profilo è qualcosa di statuario e la sua espressione qualcosa di decisamente meno statuaria. Niall è così incantato che non riesce nemmeno a descriverlo a parole: i suoi lineamenti sono duri, ma gli occhi enormi e i capelli, adesso più lunghi e vagamente ondulati, gli conferiscono un aspetto vulnerabile e, a tratti, innocente. Allunga una mano per accarezzargli una guancia e sorride quando Zayn chiude gli occhi e si lascia andare al suo tocco. Fa correre l'indice lungo la linea della sua mascella per un momento che gli sembra infinito, poi si decide ad issarsi a sedere e, con un movimento piuttosto brusco, gli cinge il bacino con le gambe. I pantaloni del ragazzo sembrano come propri sulla pelle nuda di Niall, che stringe un lembo della felpa del moro tra le dita e lo sprona ad alzarsi. Poi aspetta. Non sa se sfilargli o meno l'indumento, non tanto perché ha il terrore di cosa possa trovarci sotto, ma perché ha paura di ferirlo. Non vuole obbligarlo a mettersi in mostra, non se è quello che Zayn non vuole fare. Si domanda da quando in qua gli importi così tanto di qualcuno che non sia sé stesso. In ogni caso, molte persone sarebbero felici di sapere che parte del suo egoismo svanisce, quando si tratta di Zayn. Deglutisce, poi sposta le mani sui fianchi del ragazzo e lo guarda per un lungo istante, come per chiedergli il permesso. Non se nemmeno lui di cosa, poi, ma attende lo stesso. Quando Zayn scrolla leggermente le spalle, si azzarda a sfilargli la felpa, prima che il moro se ne penta. La prima cosa che nota, nel vederlo per la prima volta senza una maglia, è l'immensa quantità di tatuaggi. Il braccio destro ne è completamente ricoperto e, nonostante siano un ammasso di disegni senza senso, insieme danno luogo a qualcosa di incredibilmente equilibrato. Sul braccio sinistro ci sono meno tatuaggi: una tigre su una spalla, dei disegni astratti sul polso, il simbolo dello yin e dello yang. Un cerotto lungo e stretto copre la sua carnagione caffelatte dall'interno della piega del gomito fino al polso. Niall, notandolo, si morde l'interno della guancia e decide di non porsi troppe domande. Almeno per il momento. Non capisce cosa ci sia che non vada in Zayn: il suo corpo, se si esclude la fasciatura linda e lineare, è praticamente perfetto. Passa i polpastrelli lungo le sue clavicole e li fa scendere lungo lo sterno del ragazzo, aprendo il palmo della mano e posandolo sopra al suo cuore. Ne può sentire i battiti irregolari, cosa che lo fa sorridere. Il suo sorriso, tuttavia, si amplia quando Zayn posa una mano sulla sua e fa intrecciare le loro dita. Poi, mettendo una leggera pressione nei suoi movimenti, spinge la mano di Niall a circondargli la schiena. La pelle è più scivolosa vicino alla colonna vertebrale, a tratti sembra quasi non esserci. Non ha neppure tempo di fare domande che Zayn si gira di scatto e gli dà le spalle, mettendosi completamente in mostra, nudo sotto i suoi occhi. Dal modo in cui tremano le sue dita, Niall sospetta che non si sia mai mostrato a nessuno in quel modo. Solleva la mano sinistra per accarezzargli la nuca e il collo, gli occhi fissi sulla sua schiena. Parte di essa appare ai suoi occhi come bruciata. Non è un gran bello spettacolo, Niall deve ricacciare indietro un groppo di saliva prima di fare la domanda più stupida del mondo. “Ti fa male?”

Zayn ride nervosamente in risposta, mentre Niall si cura di far scendere la propria mano su quella cicatrice che occupa quasi tutta la parte sinistra della schiena del ragazzo. Anche il suo gomito e la parte superiore del suo braccio sono ridotti nello stesso stato.

“Scusa, era una domanda stupida.”

“Fa niente.”

Lo intravede chiudere gli occhi sotto il suo tocco delicato e si obbliga a non serrare gli occhi. Non sa se gli faccia più orrore il fatto che Zayn si sia nascosto da lui per così tanto tempo per una cosa del genere o la consapevolezza di vedere il suo corpo violato in modo così meschino. E allo stesso tempo si sente in colpa perché non riesce a restare indifferente a quella vista, non riesce a non inorridire. Non riesce a non esserne, almeno in parte, disgustato. Lì, dove la pelle dovrebbe essere liscia e distesa, sembra un foglio accartocciato.

“Di' quello che devi dire” la voce di Zayn, nel pronunciare quelle parole, sembra stanca e sconfortata, abbattuta da un peso così grande che Niall deve mettercela tutta per non scoppiare in lacrime. Non sa esattamente perché la cosa lo inorridisca tanto, ma se lui fosse al posto di Zayn non l'avrebbe presa con così tanta calma. Si domanda come dev'essere sapere che metà della tua schiena è come bruciata. Sempre meglio la schiena che il viso, certamente, ma dev'essere una cosa difficile da accettare. È come se una parte del corpo del moro non ci fosse più, completamente mangiata da... acido. Niall realizza solo in quel momento che non è una semplice bruciatura da fuoco. Si tratta di acido. Inorridisce anche soltanto a pensare a quella parola. Posa tutto il palmo della mano sulla sua scapola sinistra e si concentra sul calore che la sua mano irradia alla pelle del moro. “Ha fatto male?”

Lo vede annuire. Non gli chiede altro. Sia perché preferisce non sapere, sia perché non vuole sforzarlo a parlare. Ma forse tra le due opzioni più la prima. Perché Niall è un codardo e perché non è abbastanza forte da sapere cosa gli è successo senza scoppiare a piangere davanti a lui. Perché già non riesce a sopportare il dolore intriso nella voce di Zayn, figurarsi se riuscirebbe a sostenere una conversazione in cui il ragazzo gli spiega come si è procurato quell'orribile cicatrice e quanto abbia sofferto sia durante che dopo l'accaduto.

“Dài, Nì, di' quello che devi dire.”

Niall resta in silenzio, accarezza piano la parte lesa di pelle e scopre che al tatto non è poi così male; forse è solo questione di abitudine. Fa scorrere i polpastrelli sulla sua colonna vertebrale, sfiorandola appena, poi disegna dei ghirigori astratti su tutta l'estensione della cicatrice.

“Sei un mostro, Zayn. E anche se mi hai fatto il miglior pompino della mia vita, adesso che ho visto come sei veramente, ho qualche ripensamento su di te” biascica laconico Zayn, sottovoce. Niall ridacchia della sua estrema serietà, poi si sporge in avanti e gli bacia il tatuaggio rappresentante un uccello su un ramo che gli decora la base del collo. Con incertezza, si china appena e gli bacia una spalla, poi la scapola, il torace. La pelle ha una consistenza diversa sotto le sue labbra, ma non per questo gli sembra meno degna di attenzione. Per quanto a primo impatto una vista del genere possa inorridire, per quanto riguarda il senso del tatto non è troppo diverso. La carnagione è traslucida e arrossata, ma Niall cerca di non farci vaso. Così come cerca di ignorare i suoi tremolii. Gli circonda le spalle con entrambe le braccia e lo attira contro di sé, facendo combaciare la sua schiena con il proprio petto. Al fine di baciargli delicatamente una guancia, inclina la testa e sorride nell'inspirare e assorbire l'odore del suo dopobarba.

“Zayn,” mormora contro il suo orecchio, “Smettila di tremare.”

“Scusa” biascica il ragazzo, un sospiro sconfortato smarrito. In ogni caso non smette di essere scosso da lievi tremiti per i successivi dieci minuti, tanto che è costretto a girarsi appena per poter nascondere il viso contro l'incavo del collo di Niall. I vicini hanno fatto ripartire il disco e Sul bel Danubio blu aleggia ancora nell'aria, attraverso la sottile parete della stanza.

“Fa schifo, vero?” mormora Zayn, il fiato che si abbatte contro la pelle cedevole del collo del biondo.

“Sì, abbastanza. Ma non sei tu a fare schifo. È la cicatrice in sé che fa schifo” si premura di fargli notare. Non se la sente di mentirgli e di dirgli che vedere la sua schiena deturpata in quel modo non lo tocchi minimamente.

“Grazie” biascica con voce atona il ragazzo, “per essere stato sincero.”

Niall sorride e inclina il capo per potergli lasciare un leggero bacio tra i capelli. Gli afferra il mento con la mano e lo obbliga a guardarlo negli occhi, ma finisce col perdervisi dentro: sono così grandi e spaesati e insicuri e timorosi e spaventati e abbandonati che gli viene quasi da piangere. Lo bacia delicatamente sulle labbra per non dover più guardare le sue pupille dilatate d'incertezza e di paura, lo bacia perché vuole il suo sapore sulle proprie labbra per l'ennesima volta e lo bacia perché non sa cos'altro fare. Non è mai stato granché con le parole, così si sforza di farsi capire a gesti e tenta di infilare in quel bacio tutto l'amore che prova per quel ragazzo. Cosa che ovviamente non gli riesce, perché Zayn si stacca quasi immediatamente da lui.

“Che c'è?” chiede, senza capire.

“Non voglio farti pena. Non voglio che tu mi baci perché ti faccio pena e non vuoi lasciarmi solo.”

“Credimi, non sono assolutamente quel tipo di persona” lo rassicura Niall, screditandosi senza nemmeno accorgersene.

“Lo so” ribatte Zayn, alzando una mano per accarezzargli la guancia e far scorrere un pollice sul profilo delle sue labbra. Niall aspetta che abbia spostato le dita, prima di riprendere a parlare: “allora perché me lo dici?”

“Non lo so. Di solito tutti stanno con me più per pena che-”

Non riesce a finire la frase che Niall lo sta baciando di nuovo, stringendolo in una morsa angusta e autoritaria. Zayn sorride leggermente e appoggia la nuca sulla sua spalla destra, mentre Niall punta il mento sulla sua clavicola sinistra. “Non sono una di quelle persone che sta in compagnia di determinate persone perché non ha il coraggio di abbandonarle. E tu dovresti smetterla di far girare la tua vita intorno a questo. È stupido pensare che una cosa del genere impedisca alle persone di amarti.”

Siccome Zayn non gli risponde, quell'ultima parola aleggia nell'aria per svariati minuti, in compagnia della melodia di Sangue Viennese. Niall non lo obbliga a parlare e non si obbliga a parlare. Rimane semplicemente immobile, nudo, con il corpo di Zayn schiacciato contro il proprio e il suo respiro a infrangersi contro il proprio collo. La sua posizione non è troppo comoda: ha le gambe piegate – affinché Zayn si senta protetto, circondato da un corpo altrui – le braccia strette intorno alle sue spalle ed ha un gran freddo, ma non si lamenta. Anzi, a dirla tutta, rimarrebbe così per tutta la vita. Questo è quello a cui sta pensando, quando Zayn si volta all'improvviso e lo spinge all'indietro sul materasso, issandosi su di lui e spartendo il proprio peso tra i gomiti e le proprie gambe. Lo sta guardando negli occhi e Niall fissa sbigottito questa sua improvvisa presa di posizione, anche se non se la sente di obiettare. Zayn lo bacia a lungo e lo tocca fino a portarlo all'esasperazione, fino a fargli pregare di fare l'amore con lui perché vuole che sia suo, nonostante tutto. Ed è esattamente quando Niall sussurra quelle esatte parole nel suo orecchio - “Fai l'amore con me, Zayn” - che teme di aver rovinato tutto e di aver fatto una cazzata. Invece la paura scompare dagli occhi del moro, sostituita da qualcosa di più profondo e indecifrabile, che fa percepire a Niall svariati crampi allo stomaco. Poi, quando Zayn lo bacia, un po' è come se lo stessero prendendo a pugni e un po' è come se stesse percorrendo la strada per il paradiso.

 


Si sveglia di soprassalto. È notte fonda, ma la luna piena illumina quasi a giorno la stanza. Niall si rigira tra le coperte, il panico a trasudare dai suoi pori sotto forma di sudore, e cerca Zayn con lo sguardo. Lo trova solo dopo svariati secondi, le spalle appoggiate al muro e il viso leggermente sollevato nella sua direzione. In silenzio, si districa dall'intreccio delle coperte e si avvicina a lui, accoccolandosi contro il suo petto e stringendosi addosso le lenzuola. Sa di essere sudato, e sa anche di star tremando lievemente, ma cerca di non pensarci troppo. Chiude gli occhi e cerca di regolare il respiro, lasciandosi investire dal persistente odore di Zayn, che pare calmarlo in pochi istanti. Passa almeno mezz'ora prima che Zayn si decida a chiedere: “Tutto okay?”

Niall annuisce solo e gli bacia lo sterno, serrando ancora di più le braccia intorno al suo busto. Nasconde il viso contro il suo petto e gli chiede di parlargli di qualcosa. Lo ascolta per svariati minuti, prima di decidersi e porre la domanda fatale: “Cosa hai fatto al braccio?”

Glielo sfiora nel chiederglielo, passando il pollice sulla stoffa ruvida della garza e sentendo Zayn tremare sotto il proprio tocco.

“È successo circa un anno fa” tossisce, si schiarisce la voce. “Non ne potevo più e ho pensato di darci un taglio. Nel vero senso della parola.”

C'è un velo di macabra ironia nel suo tono e nel modo in cui scuote il braccio sinistro, come se appartenesse ad un burattino e non al suo stesso corpo. Niall si mordicchia l'interno della guancia, pensieroso. Si domanda perché si sia dovuto innamorare di un ragazzo così difficile, fragile e indifeso. Deve c'entrarci qualcosa il karma, per forza. Se fosse stato una persona migliore, sicuramente avrebbe avuto una relazione meno complicata.

“Non lo fare più, okay?” domanda piano, chiudendo gli occhi e disegnando cerchi astratti sulla pelle del suo fianco.

“Cosa?”

“Non provare più ad ammazzarti, adesso che stiamo insieme.”

Poi, con una risatina, aggiunge: “Ho notato che sei piuttosto propenso al suicidio e preferirei passare un po' di tempo con te, prima di trovarti morto nella vasca da bagno o cose simili.”

Zayn non ride, ma gli accarezza la guancia e Niall può sentire il peso del suo sguardo, nonostante abbia gli occhi chiusi.

“Stiamo insieme?” domanda sorpreso Zayn.

“A quanto pare” conviene Niall. Poi si pente di quello che ha detto e “Perché, a te non va bene?” si affretta a domandare.

Zayn lo corregge immediatamente: “Non ho detto questo. È che pensavo che tu- tipo, venissi qui e poi te ne saresti andato come... come hai fatto ogni volta.”

“Non me ne vado” afferma solo Niall in risposta.

Ne è così sicuro che non ha nemmeno bisogno di baciarlo per confermarglielo. Sa che è così e basta, perché non riesce a stare troppo tempo lontano da lui e perché, in fondo, ha bisogno del moro, forse più di quanto Zayn ne abbia di lui.

“Quindi stiamo insieme?”

“Sì.”

“E siamo una coppia?”

“Sì.”
“Quindi posso venire a prenderti al lavoro, baciarti quando mi pare, cose così?”

“Ovviamente.”

“E possiamo fare sesso ogni volta che vogliamo?”

“Qualcosa mi dice che non hai mai avuto una relazione, Zen.”

“No, in effetti. Ma ci sto lavorando. Ho letto un sacco di cose al riguardo, no? Intendo, libri. Libri in cui delle persone hanno una relazione. È una cosa normale, no? Tipo tu parli e io ascolto, poi io parlo e tu ascolti, poi magari una sera io ti preparo la cena a sorpresa e tu fingi di non saperlo, anche se in realtà lo sai perché io non so fare le sorprese. Cose così no? Semplici, quoti-”

“Zayn?” lo interrompe divertito Niall, la voce impastata di stanchezza e gli occhi assonnati.

“Che c'è?”

“Niente, sei carino quando ti agiti.”

Lo scappellotto che gli tira Zayn se l'è totalmente meritato, deve ammetterlo, ma se è il prezzo che deve pagare per vederlo così spensierato e sereno, anche solo per pochi istanti, è più che disposto a farlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Zanzan!

Non so con quale coraggio io mi ripresenti qui dopo... quanti mesi? Probabilmente non aggiorno da settembre. La scuola e la vita mi hanno preso molto e la mia scarsa autostima ha fatto il resto. Ho letto e riletto questo capitolo fino alla sfinimento e alla fine ho deciso che basta. Quindi ieri sera ho scritto le ultime pagine e via. Ovviamente, non vi piacerà. Ma hey, non piace nemmeno a me, perciò non fatevene un problema. Anzi, siate arrabbiate. Sia perché sono una persona orribile, sia perché il capitolo è orribile. Anygay, in questo capitolo è fondamentale la parte finale perché si scoprono alcune cose su Zayn e blablabla. Questo capitolo è esageratamente fluff (solo la parte finale, forse), ma ero in vena. La parte finale è anche molto lenta, infatti non succede un cazzo, ah ah. Non sono soddisfatta del lavoro, ma se non posto ora poi me ne pentirò e addio.

P.S.: sto lavorando a due minilong (una ziall e una larry) e la larry credo la posterò domani? I really don't know. Se la leggete fatemi sapere cosa ne pensate.
Ah, non recensite questo merdoso capitolo 15 perché davvero non se lo merita. Me l'ha detto personalmente.Spero abbiate passato delle vacanza di Natale belle bellissime meravigliose e che vada tutto bene.
Su twitter sono @biacholic ma non vi conviene seguirmi, visto che disagio. Scrivetemi se volete contattarmi in luoghi diversi da efp.

Bacini,

Giuls xx :)

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