Realtà spartane su visi sghembi di JasonFire (/viewuser.php?uid=505247)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Deformazioni oniriche, aspettative grezze ***
Capitolo 2: *** I gatti del potere, omertosi e parolieri ***
Capitolo 3: *** Sogni tarpati da rosoni d'oro ***
Capitolo 4: *** Esplosione in un campo di merli ***
Capitolo 5: *** Convenzioni dischiuse; giudizi cedevoli ***
Capitolo 6: *** Sproloqui esistenzialistici ***
Capitolo 7: *** Languida innocenza, snodata e fioca ***
Capitolo 8: *** Efebo echeggia, fulgido e logoro ***
Capitolo 9: *** Prigionia d'avorio ***
Capitolo 10: *** Addio ***
Capitolo 11: *** Passione ***
Capitolo 12: *** Compagna inettitudine ***
Capitolo 13: *** Combustione ***
Capitolo 14: *** Ignominia ***
Capitolo 15: *** Natura d'essenza ***
Capitolo 16: *** Amanti ***
Capitolo 17: *** Folata di vita ***
Capitolo 18: *** Creatura alata ***
Capitolo 19: *** Indomito eremita ***
Capitolo 20: *** Sarà l'arte tentacolata ***
Capitolo 21: *** Delirio in una stanza ***
Capitolo 22: *** Quel ventisei Luglio ***
Capitolo 23: *** Massi gravosi ***
Capitolo 24: *** Indomito eremita ***
Capitolo 25: *** Riflusso ***
Capitolo 26: *** Ricordi di un'amicizia sbiadita ***
Capitolo 1 *** Deformazioni oniriche, aspettative grezze ***
Deformazioni oniriche
protagonisti effimeri
di una pellicola sgranata,
Chimeriche assoluzioni.
Schizzi deploranti
futuri velleitari
Dna, spirali
deleterie, transitorie
rotaie deraglianti
di fumose aspettative
Leggiadre precipitazioni
da altitudini morali
Inafferrabili e agrodolci
sogni,
multicolori, tra foschie
inenarrabili di noncuranza. |
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Capitolo 2 *** I gatti del potere, omertosi e parolieri ***
Fervide rimembranze
accalappiate da
vimini intrecciati.
Carpisco il senso
delle ore perse da
plotoni indifferenziati
e conformisti.
Incravattati, i quattro gatti
del potere
omertosi e parolieri
retori e conquistatori.
Governatori del piacere
comune.
Popoli smarriti, burattini
ossequiosi della legge.
Totalitarismi odierni. |
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Capitolo 3 *** Sogni tarpati da rosoni d'oro ***
Inchiostri fermi
su righe di origami
scarichi, come sogni
rigettati.
Sinapsi stagnate
ché la coscienza
appicca sé stessa
in fuochi tribalici.
Furenti sogni, selci
duttili, difettosi.
Smorzati da veleni
di offese.
A Icaro, aptero
spennato, il sole
non è rosone d'oro.
Alle sue ali,
tarpate. |
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Capitolo 4 *** Esplosione in un campo di merli ***
Macabre frenesie
allegre e mercificate
comuni nutrici
di invidie collose
Lembi ostruiti
vanificati, geni
contaminati.
Solo vitree opalescenze,
livori pencolanti
Interruttori spenti,
occhi di merli stecchiti
in campi
infruttuosi.
Biglie verdognole di
pregiudizi;
Rigurgito sociale. |
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Capitolo 5 *** Convenzioni dischiuse; giudizi cedevoli ***
Mi impegno spesso
per non essere
me stesso
Vivendo nel cumulo
della finzione.
Parti improvvisate
cementate
nell'ordinario,
costrette alla convenzione
Torri solitarie,
cedevoli, su sabbie
di giudizi permeabili
Espressioni infanti,
figlie di improtezione
sole e corrucciate.
Dischiuse in sempiterni
attimi mascherati.
Sciolti. |
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Capitolo 6 *** Sproloqui esistenzialistici ***
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Capitolo 7 *** Languida innocenza, snodata e fioca ***
" Sentori d'innocenza "
Quel flebile
refolo dal gelido schermo ,
proviene ...
Sentori d'innocenza
in congiunzione
due fibre spaurite.
Silenzio .
Tacito assenso ,
e a morsa nel petto
infrange .
Terra serena
che dall'autentico affetto
mi scosti ,
fammi abbracciare il bene
più puro .
Non appartengono
questi incatenati corpi
a loro stessi ,
e sono perduti .
Ma io non m'appartengo
e niente m'illumina
se non la fioca immagine
riflessa in trasparenza .
Sentori d'innocenza .
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Capitolo 8 *** Efebo echeggia, fulgido e logoro ***
Infanzia
Beati gli anni tuoi
quando al Sole schiude
la spensieratezza.
Si sa...
Il tempo nuoce.
Corre, feroce.
Il millesimo d'un sorriso
che si dissolve...
che nel buio s'addentra.
Come in penombra,
sul precipizio
del ricordo , in bilico
tra passato e presente.
Beata infanzia.
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Capitolo 9 *** Prigionia d'avorio ***
" Prigionia d'avorio "
Stentorea contrazione
del busto
nell'aurea capsula
ancor vige circospetto
il languido desio .
S'oltraggia lascivo
come una biscia
che ondeggia
nel lercio costume .
Sussulto .
I germi dei quattrini
addentati dai canini
come un porporeo strascico
di inezia .
Io , in pietra .
Scolpito nel marmo
il volto in rilievo
e il Fato suggella quel patto divino .
Io in una prigionia d'avorio
immolatomi per il mio stesso
destino .
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Capitolo 10 *** Addio ***
Addio
Saluto a
ritroso , agli
antipodi , alle
macerie mai
risanate .
Semmai fosse
l'ultimo , che
riecheggi
e si propaghi
come una
goccia
nell'incommensurabile.
Addio, semmai.
Se questo m'è
gradito, non
lo è.
Non che mi giovi
e che mi appaghi.
Reti inconsulte
di brividi trafiggenti.
Mi tenta,
rimbombante di collera,
il pretesto di un saluto,
ultimo o illusorio che sia.
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Capitolo 11 *** Passione ***
" Passione "
E in igual tocco
si posarono l'un sull'altra,
e l'oscuro si accese
d'un dorato rifulgente,
come i tuoi occhi.
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Capitolo 12 *** Compagna inettitudine ***
"Compagna inettitudine"
T'affianca, poderosa
nel torpido sonno
T'acciglia col
suo abbaglio dissacrante.
E il fiammifero
animato dal bulbo
incupito
affievolisce.
Compagna, nemica
con la fallace negazione
ingannandoti
come un acquazzone
spazzarti via...
E tu, nel meriggio
non sarai più
nella tormenta
non sarai più
nell'inverno asfissiante
non sarai più mia
non irromperai proterva,
non mi schiaccerai come un'incudine
Mia, compagna inettitudine.
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Capitolo 13 *** Combustione ***
"Combustione"
Dardi infuocati
che sfrecciano
ossessi
Nelle celle epiteliali
come avversari
arroventano
E s'arroventa
come al rogo
come condanna
la linfa.
Le schegge
acuminate, furibonde
lapidano
i nostri sensi
E la legna
in combustione
come cenere
sedimenta.
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Capitolo 14 *** Ignominia ***
"Ignominia"
Cerbero ringhia
rastrella il
terriccio secco.
Secerne
saliva oleosa
con essa
plasma.
I latrati come
artigli
scuoiano la preda.
La preda,
denudata dalle
sue deformità
E a carponi
becero, lo afferra
afferra il suo
pasto di ignominia.
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Capitolo 15 *** Natura d'essenza ***
" Natura d'essenza "
Dal concatenante
pianto , si terge
al cospetto
dell'ammirevole.
Ciò che ha bagnato
s'asciuga con la vista ineffabile,
ineccepibile.
L'essenza costituente
del panorama esistente ,
generatrice del nostro
circostante .
S'adorna quel cerchio
dimezzato
che al tramonto
s'assopisce .
Scappa a gambe levate
e l'alone sfumato
che brilla , sale .
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Capitolo 16 *** Amanti ***
"Amanti"
Gli amanti
a contemplar
la risacca.
Appollaiati
sullo scoglio
frastagliato
in pendenza.
Studiando
il mare
col suo bordo
cromato.
Si scambiano,
confondono
e con le mani
strette attendono
I loro corpi
si fondono.
Loro
a osservare
a scrutarsi
nell'ameno
con sintonia
in simbiosi.
Gli amanti
scoprono
il giorno
con la sua brezza
freddolosi
avviluppati
Impavidi
della guerriglia
armati
di scudi
di sciabole
Sferzano l'aria
greve,
l'allegeriscono
e come dei Titani
la impoveriscono
Questi sono,
questi son stati
questi saranno,
gli amanti.
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Capitolo 17 *** Folata di vita ***
Folata di vita
Luminescenze
silenti
pastellate
Lucciole
fluttuanti
cortecce
ansimanti
Cigni col
capo chino
nel vibrato
raggio d'acqua.
La vita è una folata
si esprime
in natura
E' un giro
spettrale
è odore
che non sfugge.
I suoi
spettatori
attori che
dirigono a bacchetta
quel che essi
stessi vivono.
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Capitolo 18 *** Creatura alata ***
Creatura alata
Allora
svolazza altrove
nel pallore
sopra le
catene montuose
Creatura smunta
e alata
Parsimoniosa
addestrata
per non spiccare.
Sogghigna.
Prosciugata
tersa
privata del
suo scettro.
Decolla
col suo becco
ascendendo
senza il suo boccone
contrita, amareggiata.
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Capitolo 19 *** Indomito eremita ***
Sorseggia
l'indomito eremita
lo scricchiolio
arrugginito, scorticato.
Dallo scalpiccio
tuonante rifugge
dai tempestosi
gemiti.
E' un fuscello
nell'aria
l'eremita
un granello piazzato
per caso
Un fannullone
che impreca
che sguaina l'elsa
e che poi si ritrae
cautamente
E' indomito, è eremita.
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Capitolo 20 *** Sarà l'arte tentacolata ***
Sarà l'arte tentacolata
Siamo riccioli di zucchero
sparsi su distese di sale.
Siamo fogli di seta
stracciati dal male
Impiccati da funi
di nervi
assiderati
dal volo convulso di cervi.
Siamo pacchi regalo scartati
dall'infimo domani
degradati
nella pece
Nelle mani impedite
nelle scene più ardite
emarginati
fibre ormai sfibrate.
Siamo artisti
con le mani legate.
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Capitolo 21 *** Delirio in una stanza ***
Delirio in una stanza
Come testate
alle mura
fatiscenti.
Le urla inespressive
che si inerpicano.
I fiotti lacrimanti
le foci fluenti
di effigi
doloranti.
Prospettive convergenti
in palpitazione
la voce infestata
appestata.
Nell'antro
dei segreti
storie irrisolte
angoli scordati
dall'ego
impaurito.
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Capitolo 22 *** Quel ventisei Luglio ***
Quel ventisei Luglio
Mi appostai
dietro la fronda
ferrosa
Origliando da lontano
la favella
di due estranei
Poi, assorto
tornai nel
mio frangente
Non ero mai stato
una iena.
Ero gracile
un uomo fragile.
Nella mia esilità
sentii un friccico
quel ventisei Luglio.
Nulla più, nulla meno
l'ardesia si sfaldò
Quell'ardesia...
ero io
sfaldato nei ripiani appiattiti
del mio intelletto.
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Capitolo 23 *** Massi gravosi ***
Massi gravosi
Mi rannicchiai
sul telo
i sassi
gridarono
In prossimità
i compagni
strillarono
presi dalla
goliardia
Annotai
con l'oculare
i gabbiani
in decollo
I fremiti
emanati dal
triangolo
verdeggiante
mi sollevò...
Quell'imbrunire
aspro
quel castello
affacciato ai margini
in solitudine.
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Capitolo 24 *** Indomito eremita ***
Indomito eremita
Sorseggia
l'indomito eremita
lo scricchiolio
arrugginito, scorticato.
Dallo scalpiccio
tuonante rifugge
dai tempestosi
gemiti.
E' un fuscello
nell'aria
l'eremita
un granello piazzato
per caso
Un fannullone
che impreca
che sguaina l'elsa
e che poi si ritrae
cautamente
E' indomito, è eremita.
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Capitolo 25 *** Riflusso ***
Riflusso
Le asperità
puntellate
da estroflessioni
appuntite.
La mia anima
ingurgita
lei malsana,
se ne sta dritta
impettita
maciullata
Gravida nel
suo utero
ma abortita
dall'onta
scimunita
Prorogandosi lei
pazienta
nel tugurio
ove alloggia
inviperita
Nel porcile
emarginata.
E Intanto il taccuino trascrive
il suo rancore
partorendo la prole
accudita, allattata
dalla carta
ormai imbrattata.
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Capitolo 26 *** Ricordi di un'amicizia sbiadita ***
Ricordi di un'amicizia sbiadita
Ho aspettato che bussassi
alla mia porta, amica mia.
Ti ho aspettato con il cuore
tra le braccia,
l'ho coccolato perchè
piangeva troppo; erano singulti
i suoi, di te non era rimasto
altro che una sparuta traccia.
Ti ho aspettato nel vagone
di ritorno
con la bocca serrata
mentre sfogliavo tra le foto
la tua presenza sagomata.
Ora non vedo
lo spiraglio del nostro segreto
il tuo orgoglio rapace
lo ha fagocitato.
Ricordo ancora, tre anni fa
dall'orecchio destro un sussurro
"Chi non ti segue, amico mio, non ti ha mai amato".
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