Sweet November

di RoxyDowney
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Roma la fine ***
Capitolo 2: *** Rewind ***
Capitolo 3: *** Niente interruzioni ***
Capitolo 4: *** Il confronto ***
Capitolo 5: *** La fine ***
Capitolo 6: *** Colazione per due ***
Capitolo 7: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 8: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 9: *** Un nuovo nido ***
Capitolo 10: *** La tua vita in qualche scatola ***
Capitolo 11: *** Lo stupore ***
Capitolo 12: *** Ospite a sorpresa ***
Capitolo 13: *** Imbranato ***
Capitolo 14: *** Un risveglio dolce amaro ***
Capitolo 15: *** La partenza ***
Capitolo 16: *** Una lunga settimana ***
Capitolo 17: *** London trip ***
Capitolo 18: *** Occhi negli occhi ***
Capitolo 19: *** Robert respira! ***
Capitolo 20: *** Spiegazioni e ritorno a casa ***
Capitolo 21: *** Convenevoli o verità? ***
Capitolo 22: *** Dormire con te ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** 28 ***
Capitolo 29: *** 29 ***
Capitolo 30: *** 30 ***
Capitolo 31: *** 31 ***
Capitolo 32: *** 32 ***
Capitolo 33: *** 33 ***
Capitolo 34: *** 34 ***
Capitolo 35: *** 35 ***
Capitolo 36: *** 36 ***
Capitolo 37: *** 37 ***
Capitolo 38: *** 38 ***
Capitolo 39: *** 39 ***



Capitolo 1
*** Roma la fine ***



Con questo mio scritto non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.

-No davvero, non mi va di uscire, ho mal di testa e stasera devo essere al top. Ho bisogno di riposare. Ma tu vai con loro e divertiti.
Guardò Susan prendere la borsa e raggiungere l'uscita della loro camera d'albergo. Stranamente accettò il suo consiglio senza replicare, era furiosa con lui, ma i suoi genitori che li avevano accompagnati per vedere Roma per la prima volta, dopo le insistenze di Robert perché Roma “meritava” di essere visitata, ed ora lui non li avrebbe accompagnati. Quel pomeriggio Robert aveva altri programmi e per assicurarsi che Susan non potesse rovinare i suoi progetti per la giornata organizzò con lei e la sua famiglia il giro turistico per quel pomeriggio, disdicendo la sua presenza solo all’ultimo minuto. Sì alzò e si avvicinò alla grande finestra che gli consentiva una vista panoramica sulla città eterna, ma il suo sguardo si soffermò sull'auto parcheggiata all'entrata in cui Susan e sua madre stavano salendo nei sedili posteriori mentre il padre si accomodò sul sedile anteriore. L’auto partì e Robert si sentì sollevato, guardò l’orologio si tolse la giacca sciolse il nodo della cravatta e si mise a camminare davanti alla finestra schioccando le dita e battendo le mani, sembrava nervoso, pensieroso, continuava a guardare l’orologio. Appena bussarono alla porta fece passi lunghi e un pochi secondi raggiunse la porta e la aprì con un sorriso sulle labbra. “Il servizio in camera? chi ha ordinato del cibo?”. Forse Susan aveva ordinato per lui? Robert non volle discuterne con il cameriere del piano, prese una banconota dalla tasca, glie la porse e lo ringraziò cortesemente senza indugio lo accompagnò alla porta non dandogli il tempo di trovare il coraggio di chiedergli un autografo e chiuse la porta dietro di se restando appoggiato alla porta sospirando. “Perché questo ritardo?”
Bussarono di nuovo alla porta, Robert si girò ad aprire indispettito pronto a cacciare a calci il cameriere, la sua espressione era molto eloquente.
-E’ questo il benvenuto che mi hai riservato?
Quella voce.... era finalmente arrivata, la sua espressione cambiò subito e si sciolse in un sorriso mentre la guardava, bellissima come sempre.
-Entra prima che torni quel cameriere!
-Quale cameriere?
Robert parve nervoso, la accompagnò appoggiando la sua mano sulla schiena della bellissima donna che finalmente l’aveva raggiunto e ora lo aspettava in piedi davanti alla grande finestra.
Robert socchiuse gli occhi e fece un lungo respiro poi bloccò la porta con la chiave interna e raggiunse quella donna che stava godendo di quel panorama meraviglioso.
-Gwyneth finalmente sei arrivata, non ne potevo più di aspettarti
-Scusa ma ho dovuto chiamare Chris prima di poterti raggiungere
La guardò negli occhi e le mise una mano nei suoi capelli avvicinandola alle sue labbra
-Quanto tempo...
-Già...
Le labbra di Robert si appoggiarono a quelle di Gwyneth, lui sentì il suo cuore esplodere finalmente la poteva stringere e baciare. le sue mani l’avvicinarono al suo corpo. Sentire le braccia di Gwyneth stringerlo e bramarlo rendeva quel momento ancora più dolce, il suo trasporto in quel bacio era evidente, Robert la desiderava, erano mesi che non si vedevano e oggi erano riusciti ad organizzare un incontro tutto per loro.
-A che ora tornano?
Robert non voleva pensare a questo ora, voleva amarla nient’altro.
-Robert...
Dovette darle retta quando Gwyneth si scostò allontanando il suo viso dal suo collo
-Amore... non preoccuparti non ci disturberà nessuno.
-Ti devo ricordare cosa è successo l’ultima volta?
-Oggi non succederà. Questo pomeriggio sarà tutto per noi.
Gwyneth sentì sbriciolarsi ogni sua ritrosia quando Robert infilò la sua mano sotto alla sua maglia accarezzandole la schiena.
-Vieni con me
le sussurrò mentre la trascinava in camera da letto.
 

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Capitolo 2
*** Rewind ***


L’aveva baciata ed abbracciata centinaia di volte durante le riprese di quell’ultimo film ed il dover nascondere i propri sentimenti era stato maledettamente difficile, ancor di più nelle giornate come quella in cui Susan era presente sul set e seguiva le riprese. Avrebbe voluto smetterla con quella pagliacciata e vivere il suo amore senza dover mentire continuamente. Gwyneth glie lo aveva fatto promettere, non avrebbe mai permesso che i suoi bambini venissero travolti dalla tempesta mediatica che si sarebbe scatenata rendendo la vita di quei ragazzini invivibile. Lo sapeva bene lui, che per motivi diversi aveva dovuto combattere perché l’allora piccolo Indio non venisse segnato dai suoi errori, e ora, a distanza di anni era abbastanza sicuro da esserci riuscito, ma la sofferenza, sicuramente quella, non era riuscito a risparmiargliela.
-Hey dove sei con la testa? La tua battuta!...
Robert si riprese dai suoi pensieri e vide che tutti sul set lo guardavano perplessi, non era da lui perdere le battute.
-Scusate tutti....
Si rimise nella posizione del primo ciak sistemandosi i capelli e attendendo la ripresa, ma il regista guardandolo decise di dare 30 minuti di pausa a tutti, così, sia Robert che Gwyneth andarono nei rispettivi camper attrezzati per rilassarsi.
Robert sentì bussare alla porta, non si alzò nemmeno dal letto urlò solo che la porta era aperta e restò sdraiato in fondo al suo camper.
-Robert? ci sei?
Si mise a sedere di scatto riconoscendo quella voce
-Gwyneth? sei tu?
-Sì, sei in bagno? torno dopo?
-No sono sul letto vieni.
Gwyneth lo raggiunse e restò sulla porta a guardarlo sorridendo
-Si può sapere che ti prende?
-Non lo so. Non riesco a non pensare a noi. Non riesco a nascondere i miei sentimenti
-Rob che diavolo stai dicendo! Sei un attore! Lo sai che...
-Sì amore... lo so. Non ho intenzione di fare qualche sciocchezza, puoi stare tranquilla...
Gwyneth si mise a sedere vicino a lui, sapeva quanto era difficile, lo provava costantemente sulla sua pelle.
-Forse dovremmo farla finita. Ci stiamo solo complicando la vita e rischiamo di ferire le persone che ci amano.
Robert nel sentirle pronunciare quella frase si sentì raggelare il sangue nelle vene.
-Non dirlo nemmeno per scherzo. Io ti amo! Tu mi ami! perché dovremmo prendere una decisione del genere?
Gwyneth e Robert si guardarono occhi negli occhi, la sua risposta le fece affiorare una piccola lacrima pronta a scivolare lungo la sua guancia, Robert le carezzò la guancia e la baciò con tutta la passione che sentiva dentro di se che, fino a qualche minuto prima aveva dovuto trattenere perché non venisse impressa nella pellicola che stavano girando.
Gwyneth si lasciò trasportare da quella passione e dalle carezze di quelle mani che le scivolavano addosso accendendo ogni centimetro della sua pelle che veniva sfiorata dolcemente.
Si ritrovarono in piedi avvinghiati uno all’altra, presi da quell’emozione ed in preda alla passione di entrambi, Le mani di Robert avevano preso a percorrere i suoi fianchi in cerca del sistema più veloce per toglierle quella gonna infine cedette alla tentazione di sollevarla semplicemente cercando così di potersi unire a lei più in fretta possibile. Gwyneth riuscì a raggiungere la cintura dei pantaloni di Robert e non ci pensò nemmeno un secondo prima ci slacciarla e trovare bottone e cerniera per aiutarlo a liberarsi velocemente da quei vestiti inutili. Robert la strinse a se e finirono contro la parete della stanza, Gwyneth spalle al muro e tutta la passione di Robert a stringerla, non vedeva l’ora di sentirlo suo.
Susan -Robert? è ora di tornare sul set!
Robert (sottovoce) –cazzo!!! Susan!
Susan –Mi hai sentita Robert?
Gwyneth (sottovoce) –Ora cosa facciamo?
Robert le fece segno di stare in silenzio e di non muoversi da quell’angolo
Robert (sottovoce) -Ci penso io, aspetta che ce ne andiamo... mi spiace.
Gwyneth annuì mentre si sistemava la gonna e i capelli
Robert si avviò verso l’entrata da dove Susan stava avanzando nella sua direzione allacciandosi i pantaloni e risistemando la cintura
-Sì ero in bagno. Eccomi! andiamo.
Prese Susan dalla vita e la fece voltare verso l’uscita e facendola camminare davanti a lui.
Gwyneth sentendo quella porta chiudersi si lasciò cadere sul pavimento scivolando con la schiena contro la parete, questa volta c’era mancato poco, qualche istante in più di passione e non avrebbero fatto in tempo a ricomporsi e non far esplodere quella bomba con cui giocavano da tempo.
Ricacciò le lacrime indietro, respirò più volte profondamente, prese una velina dalla scatola sul mobile davanti allo specchio e si sistemò il trucco, quando si sentì pronta guardò fuori dalla tendina e non appena vide che non c’era nessuno uscì di corsa allontanandosi a passi svelti.
Rientrò sul set fermandosi dalla truccatrice che le sistemò il trucco e si rimise in posa, Robert la raggiunse dopo poco, attendevano il ciak per riprendere le riprese. Robert le mise la mano sul fianco come la scena richiedeva ed il viso affianco al suo coperto così da lei all’occhio della telecamera che avrebbe ripreso lei per prima.
Le baciò la guancia impercettibilmente
-Mi spiace piccola... ti amo.


 

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Capitolo 3
*** Niente interruzioni ***


Robert si perse a baciare ogni centimetro della pelle del suo amore, sentiva tutto il suo desiderio pronto a fargli perdere il controllo, era davvero troppa la voglia che provava di fare sua quella donna. Gwyneth ebbe la forza di fermarlo prima che fosse troppo tardi ed il suo desiderio prevaricasse la ragione.
-Rob no. fermati.
-Perché lo desideriamo entrambi e chissà quando potremo avere un altro pomeriggio tutto per noi.
-Robert stop.
Robert si scostò e la guardò serio. Non riusciva a capire cosa ci fosse che non andasse. La guardò con fare interrogativo, sapeva bene che anche lei lo desiderava quanto lui desiderava lei...
-Che c’è che non va?
Gwyneth si mise a sedere risistemandosi la maglietta e lisciando il letto per dargli un effetto rifatto. Robert si alzò e la lasciò fare attendendo con le mani in tasca che lei gli fornisse una spiegazione logica a quell’interruzione. Erano settimane che organizzava quell’occasione ed ora?
-Gwyn...
Lei si avvicinò a Robert rimettendosi le scarpe ai piedi, iniziò ad abbottonare la camicia di Rob ed a sistemargli i capelli. Lo prese per mano mentre lui serio la guardava sempre più perplesso. Infine gli sorrise strattonandolo tirandolo verso l’uscita di quella stanza
-Lo voglio, ti voglio ma non qui. Non ammetto altre interruzioni.
Il Sorriso di Robert si aprì grande mentre i suoi occhi brillavano e si lasciò trascinare da lei verso la sua suite qualche porta più in la sullo stesso piano.
Aprì la porta con la chiave magnetica e appena la chiusero alle loro spalle Gwyneth abbracciò Robert mentre camminavano verso la camera da letto ad ogni passo ad ogni bacio lasciavano a terra parte dei loro vestiti aiutandosi a vicenda a liberarsi di tutto ciò che non era necessario. Robert sentiva il suo cuore rimbalzargli in testa, questa volta nessuno sarebbe riuscito a fermarli.
Gwyneth scoppio a ridere mentre Rob cercava di togliersi i pantaloni che per poco non li fecero cadere a terra entrambi. Si fermarono ai piedi del letto si guardarono negli occhi senza parlarsi, solo sorrisi e baci. Le parole erano divenute superflue. Non ne avevano bisogno. Le loro labbra e le loro carezze si stavano già dicendo tutta la verità senza bisogno di aggiungere altro.
Robert le carezzo le spalle scendendo lungo le braccia fino a raggiungere le mani piccole che conosceva come fossero le sue. Una delle poche cose che gli era stato possibile stringere di lei in pubblico senza creare problemi, cosa che faceva ad ogni occasione nonostante le repliche di Susan che obbiettava non ritenendo necessari tutti quei gesti d’affetto.
Gwyneth prese a baciargli il collo mordendolo piano, Robert non resistette l’abbracciò stretta a se e la sollevò facendola roteare lentamente, non appena Robert le fece poggiare i piedi a terra lo prese per mano e lo accompagno nel farlo sedere sul letto mentre lui tenendole le mani sui fianchi la trascinò giù con lui.
Si amarono lentamente e dolcemente per tutto il pomeriggio fino ad addormentarsi abbracciati l’uno all’altra felici ed inebriati dal piacere che si erano donati. Robert aprì gli occhi e guardando la finestra vide che era quasi sera, il sole era tramontanto anche se il cielo non era ancora scuro, non aveva idea di che ora potesse essere, diede un bacio sulla fronte a quell’angelo che dormiva leggera sulla sua spalla e la fece risvegliare dal quel dolce sonno.
-Che ore sono?
-Non ne ho idea, fammi alzare così recupero il telefono
Robert si alzò raggiunse il mucchio di vestiti e prese il telefono.
-5 chiamate perse ed un numero imprecisato di messaggi.
Chiuse tutti gli avvisi per visualizzare l’orario. 17,50.
-Amore è tardi... 17,50. Alle 19,00 dobbiamo essere nella hall per andare alla premiere.
Gwyneth mugolò qualcosa d’incomprensibile e si alzò in fretta dal letto infilandosi una vestaglia.
-Fatti una doccia qui. Non puoi tornare in camera così...
La baciò sentendo la passione risvegliarsi, cosa che notò anche Gwyneth
-Non pensarci nemmeno! E’ già un miracolo che tua moglie non sia venuta qui a cercarti, sbrigati. Ed inizio a preparare il suo abito che avrebbe indossato dopo essersi lavata e truccata. Restò a guardare Robert mentre si lavava in fretta ma senza bagnarsi troppo i capelli non aveva tempo per il phon, Quando uscì dalla doccia trovò Gwyneth con tutti i suoi vestiti ripiegati in mano pronta ad aiutarlo a vestirsi. Le sorrise, nonostante il viso ancora assonnato era meravigliosa.
-Credo di aver battuto ogni record di velocità nel rivestirsi dopo una doccia
Gwyn sorrise mentre Rob si avvicinava per darle un ultimo bacio prima di uscire dalla sua stanza.
-Fai attenzione.
-Non preoccuparti amore. Ci vediamo nella hall ok?
Gwyn annuì e gli aprì la porta e lo fece uscire, lui la richiuse prima di continuare lungo il corridoio con un sorriso stampato sulle labbra che era destinato a sparire appena notò Susan che era appena uscita dalla loro stanza e lo guardava. “bene...prepariamoci alla battaglia...” pensò mentre si avvicinava silenzioso.
-Troppo impegnato per rispondere alle chiamate ed ai messaggi?
-Sempre allusioni Susan?
Non le diede troppa importanza e passò oltre raggiungendo la loro porta un passo dietro a sua moglie ora livida di rabbia che lo seguì all’interno della stanza.
-Dove sei stato finora?
-In giro, non posso?
rispondeva a monosillabi come se parlasse con una persona incapace di intendere... “stai calmo...stai calmo...doccia... devo farmi una doccia”
-Sei stato con lei?
-Susan ora basta! quella donna è felicemente sposata, ha 2 bambini meravigliosi e è una semplice amicizia la nostra. Sono rientrato e sono passato a vedere se era arrivata e se sapeva che la macchina sarebbe venuta a prenderci alle 19. Tutto qui, e questo te lo dico non perché io ti debba una spiegazione di come passo il mio tempo. Ora se non ti disturba troppo vorrei farmi una doccia e vestirmi e magari farmi un drink giù al bar prima di partire e se non ti sta bene forse dovresti andare in teatro con i tuoi genitori. Ho bisogno di starmene tranquillo.
Finito quel monologo non attese nemmeno la risposta di Susan che di certo avrebbe replicato e la discussione sarebbe degenerata come succedeva sempre più spesso, si era spogliato mentre parlava e appena finito entrò in bagno chiudendo dietro di se la porta in modo da interrompere quella discussione.

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Capitolo 4
*** Il confronto ***


Uscì dal bagno e vide che la stanza era vuota, senza rendersene conto tirò un sospiro di sollievo, si vesti con quell’abito elegante che lo rendeva ancora più affascinante, e dopo aver preso il telefono e la chiave dagli altri pantaloni uscì e si avviò verso l’ascensore che l’avrebbe portato nella hall. Non c’era ancora nessuno della produzione si mise a sedere su uno di quelle poltrone del lounge bar e si fece portare una vodka liscia aveva bisogno di qualcosa di forte, perché la serata sarebbe stata pesante e il rientro in camera non sarebbe andato meglio.
-Uhh siamo andati sul pesante.
Si voltò vedendo Gwyneth prendergli il bicchiere di mano e berne un sorso.
-Ehy, sei bellissima
Lo pensava davvero, la guardò da capo a piedi ed era di una perfezione che toglieva il fiato.
-Anche tu sei niente male, che succede Downey?
Robert non era sicuro fosse la mossa migliore raccontargli cosa era successo ma non aveva segreti con lei.
-Susan mi ha visto uscire dalla tua camera, le ho detto che ero passato a dirti a che ora dovevamo essere qui stasera e lei ha iniziato con le sue congetture e io me ne sono andato a farmi la doccia, quando sono uscito non c’era e non la vedo nemmeno qui...
-Eccola la con i suoi genitori, stanno venendo verso di te. Io me ne vado...
-No resta come se non sapessi nulla...
I genitori di Susan furono molto espansivi con Gwyneth, la salutarono come se fossero vecchi amici, quando in tutto l’avevano vista forse un paio di volte. Lei ricambiò allegra, e si fece sfuggire di aver tardato l’arrivo tanto da arrivare in camera giusto qualche ora prima ed essere stata in tensione tutto il tempo per paura di non fare in tempo a prepararsi. Robert guardò Susan che salutava Gwyneth con un finto entusiasmo, proprio non riusciva a rendersi conto di quanto si stava rendendo ridicola comportandosi così? Lei non era un attrice e lo avrebbe notato chiunque quanto fosse infastidita dalla presenza di quella donna. Li salvò da delle chiacchiere inutili il concierge dell’hotel che si affrettò a raggiungerli per avvisarli che le auto che stavano attendendo erano arrivate e li attendevano.
Salì in auto con Susan, Gwyneth salì con il regista e un altro paio di attori salirono su di una terza auto. I genitori di Susan seguirono la comitiva con un taxi. Robert guardava fuori dall’auto il traffico del centro e si iniziava ad intravedere la fila delle persone che stavano arrivando di fronte al teatro per vederli. L’autista spiegò loro che sarebbero giunti di fronte al teatro da un'altra strada così l’auto girò attorno all’isolato fermandosi a vari semafori.
-Robert dobbiamo parlare
Robert si voltò verso Susan facendo un sorriso forzato
-Non credo questo sia il momento, forse non te ne sei resa conto ma tra qualche minuto sarò alla premiere sotto ai riflettori. Non vorrei apparire incazzato se non ti spiace.
Susan abbassò lo sguardo e annuì senza aggiungere altro ma le si vedeva in faccia che non si sarebbe trattenuta per molto.
-Ti chiedo la cortesia di non mettermi in imbarazzo, e se non te la senti, puoi attendere dentro al teatro con i tuoi genitori.
Susan lo guardò, aveva capito bene cosa le stava dicendo e si innervosì ancora più di quanto lo fosse già.
-Che ironia... un tempo ero io a dire a te questo genere di frasi.
Robert si sentì ribollire il sangue se non fosse sceso immediatamente da quell’auto sarebbe successo il finimondo! Le sorrise con la stessa falsità da lei usata qualche istante prima in hotel e scese dall’auto porgendole la mano per aiutarla a scendere e mettersi in posa con lui per tutti i fotografi. “solo due minuti... resisti. 2 minuti e arrivano gli altri... sorridi Robert sorridi.... 59-58-57-56”
-Io accompagno dentro i miei genitori
-Sì perfetto.
e si unì agli altri attori per le varie foto di rito si avvicinò a Gwyneth e le mise il solito braccio attorno alla schiena quelli erano gli unici minuti in cui posava per i fotografi fingendo con gli altri attori la stessa affinità che aveva con lei, per poi poterla avvicinare e stringerla. le sussurrò
-Stasera Susan vuole parlare... più tardi scenderò al bar a bere.

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Capitolo 5
*** La fine ***


La serata trascorse più piacevole di quanto si potesse mai aspettare visti i presupposti. Le fotografie, le interviste e la proiezione del film lo aiutarono a calmarsi e a mettere da parte la rabbia del momento. Durante la festa organizzata si ritrovò più volte a parlare con sconosciuti, ma qualsiasi cosa gli andava bene pur di essere impegnato, tanto che ad un certo punto uscì dal locale con la scusa di fumare per poi restare una buona mezzora fuori con i fans a firmare autografi e a fare fotografie. Quando rientrò trovò Susan ed i genitori al guardaroba
-Robert noi rientriamo in hotel. Tu che fai?
-Vengo con voi.
Si avvicinò un uomo distinto che in perfetto inglese chiese loro se avevano bisogno di un taxi, Robert annuì e lo ringraziò.
Posò la chiave magnetica sul sensore della porta e questa scattò. Robert entrò e si tolse la giacca e la cravatta, Susan lo seguì e chiuse la porta alle sue spalle ed andò in camera da letto a cambiarsi d’abito senza rivolgergli la parola, Robert sapeva bene che quel silenzio non sarebbe durato, era solo la quiete prima della tempesta ma era pronto a tutto. Si sentiva troppo stanco per accampare scuse e altre bugie. Avrebbe colto l’occasione per fare chiarezza. Il suo cellulare iniziò a suonare distogliendolo da quei pensieri. Robert cercò il telefono in tasca ma la chiamata era già stata chiusa. Era Jude, pensò che lo stava chiamando per sapere come era andata la premiere o il suo pomeriggio con Gwyneth... ma in quel momento preferì così. Avrebbe voluto parlare con lui ma liberamente e non con Susan che sarebbe stata li a misurare le sue parole.
-Non rispondi?
Robert si voltò verso la camera da letto e vide Susan sulla porta che lo guardava seria, non aveva nemmeno voglia di risponderle, il tono era chiaro, era già convinta “di chi” potesse essere e di conseguenza la sua mancata risposta per lei fu l’ennesima conferma.
-Susan dobbiamo parlare
disse poco convinto lasciando il cellulare sul tavolo del salottino mentre si metteva seduto sul divano.
Susan non si aspettava che Robert affrontasse direttamente l’argomento.
Si mise seduta su una poltrona li vicina
-Ti ascolto.
-Susan sono stanco. Stanco di mentire sentimenti, stanco delle tue continue accuse, stanco di sentirmi il fiato sul collo quando non c’è nessun motivo, stanco delle continue liti, stanco di noi che ci ignoriamo per casa. Questo non è quello che avevamo. Non è quello che voglio per il nostro futuro.
Fece una pausa guardandosi le scarpe attendendo che potesse metabolizzare e capire. Sentì il muro tra loro alzarsi ancora più di quanto fosse già. In quella stanza avrebbe potuto giurare ci fosse un freddo inspiegabile, gelido, come quello del vento d’inverno... tagliente.
Alzò gli occhi e guardò Susan che era rimasta li seduta e composta senza dire nulla.
-Hai capito Sus?
Susan lo guardò seria
-Sta rompendo con me Rob?
Robert la guardò e si chiese come poteva essere che le sue parole non le risultassero chiare...
-Non c’è amore. Cos’altro dovremmo fare?
-C’è un'altra Rob? ...A questo punto puoi anche dirmelo...
-Il punto è quello che non va tra noi.
Susan si alzò dalla poltrona e camminò verso la camera da letto.
-Ho bisogno di riflettere. Lasciami sola ti prego.
Robert non si sarebbe mai aspettato una reazione così pacata da parte sua e glie ne fu grato. Non avrebbe retto una scenata
-Scendo al bar del hotel a bere qualcosa. Mi trovi li.
Prese il telefono e si chiuse la porta alle sue spalle.
Il lungo corridoio era silenzioso e vuoto, raggiunse l’ascensore e si ritrovò nella hall. Si guardò intorno ma non vide nessun viso famigliare così si mise a sedere ad un tavolo della zona fumatori e si accese una sigaretta. Aspirò e chiuse gli occhi un secondo per godersi quella musica in sottofondo e la sua  sigaretta.
-Buona sera. Le posso portare qualcosa?
Aprì gli occhi e si ritrovò di fronte una ragazza dai grandi occhi neri, le sorrise, guardò la targhetta sulla sua divisa “Melania”
-Buona sera Melania, sbaglio o ho visto una bottiglia di Dalmore 1995?
La ragazze sorrise, evidentemente era felice di aver trovato a fine giornata un ospite gentile che si degnava della minima educazione nei suoi confronti nonostante non fosse una donna ricca che soggiornava in quel hotel.
-Sì. lei è un intenditore?
-Diciamo che so apprezzare le cose buone
-Bene. Glie lo porto subito. 
Robert le sorrise di nuovo e la ringraziò gentile come sempre.
Sentì delle voci che ridevano all’entrata, cercò di guardare attraverso la porta a vetri che separava i due locali, ma restò deluso nel vedere che non era qualcuno che conosceva. Aveva voglia di parlare con qualcuno. Chiunque. Pur di non restare lì solo in silenzio.
Vide la cameriera arrivare con il suo Whisky, lo posò sul tavolino.
-La camera è la nr.
-Non si preoccupi Mr. Downey.
Ovviamente... lavorava li e lo aveva riconosciuto. “che scemo”
-Grazie.
Prese il suo bicchiere e ne assaporò prima il profumo ad occhi chiusi poi prendendone un piccolo sorso tra le labbra lo sentì caldo e ne degustò il suo aroma.
Vide la figura di una donna attraverso il fondo del bicchiere e lo abbassò subito per sincerarsi che fosse lei.
-Ciao Downey...
-Pepper... finita la festa?
-No, sono tornata da sola, gli altri volevano restare ancora. Hai parlato con Susan?
Robert annuì
-Come è andata?
-Le ho detto che voglio chiudere.
Gwyneth spalancò i suoi occhioni azzurri e restò con la bocca aperta
-Non le ho detto nulla. Ho parlato solo della nostra vita insieme che non va da tempo. Le cose tra noi finiscono non per colpa di qualcuno... se non di noi stessi.
Gwyneth abbassò lo sguardo, un po’ si sentiva causa di quella rottura.
-Quando ti raccontavo di me e di Susan non stavo mentendo con secondi fini. Le cose non andavano già da tempo...
Robert aveva intuito i pensieri di Gwyn anche se non li aveva palesati con le parole. Lei alzò lo sguardo perdendosi negli occhi di quell’uomo. Non l’aveva stupita che l’avesse capita ancora prima che trovasse il coraggio di parlare. Era tipico di Robert capirla senza bisogno di parole. Cosa che non le succedeva con nessun altro. Compreso il suo Chris, che nonostante tutto si sforzava di capirla e di lasciarla vivere la sua vita liberamente senza imporle nulla.
-Susan cosa ti ha detto?
-Di lasciarla sola, vuole riflettere.
Fu Robert ora ad abbassare lo sguardo, si sentiva in colpa per aver tirato fuori quella verità del loro rapporto, lì, lontani da casa.
-Se vuoi puoi parlarne con me lo sai vero?
Rob alzò lo sguardo e vide quel dolce viso d’angelo sorridergli
-Sì lo so. E se avessi qualcosa da dire in proposito ne parlerei con te.
Le sorrise, un sorriso che conteneva tutto e Gwyneth lo sapeva.
Guardò il telefono sul tavolino che iniziò a vibrare ed illuminarsi, lo prese,
-E’ un messaggio di Susan... =Credo sia il caso che tu chieda un’altra  camera.=
-Oh
Gwyneth restò senza parole.
Robert la guardò, bevve d’un sorso il suo whisky e lasciò una banconota da 50 euro sul tavolo come mancia per la gentile cameriera dagli occhi d’ebano, si alzò e si diresse verso la conciergerie Gwyneth lo seguì
-Buona sera, avrei bisogno di una camera per questa notte.
-Attenda che controllo.
Robert tamburellava le dita sul bancone in attesa di una camera.
-Le posso riservare la suite 808 si trova al...
-Va bene la prendo.

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Capitolo 6
*** Colazione per due ***


Robert salutò Gwyneth alla reception e prese l’ascensore si avviò verso la sua nuova stanza. Appena aprì la porta si rese conto che non aveva niente di suo, tutto il suo bagaglio era nell’altra stanza. Pensò che per una notte si sarebbe arrangiato.
Bussarono alla porta, Robert andò ad aprire in modo automatico e si trovò davanti il cameriere del piano con le sue valigie riposte su un carrello. Lo fece entrare e gli passò una banconota come mancia.
Il telefono vibrò Robert diede un occhiata veloce mentre chiudeva la porta e ringraziava il cameriere
Susan “scusa ma è stata dura sentirsi dire ciò che io non avevo il coraggio di ammettere da troppo tempo. Ti ho voluto bene ed avrai sempre un posto speciale nel mio cuore”
Robert si lasciò cadere sul divano ed iniziò a scrivere un breve messaggio “Anche io ti ho voluto bene e te ne vorrò sempre. Buona notte”
Robert aprì una delle borse e prese lo spazzolino da denti ed inizio a lavarseli di fronte alla grande finestra che gli mostrava una visione notturna che rendeva quella vista di Roma ancora più bella. Andò in bagno e si sciacquò si mise una maglietta a maniche corte e un paio di bermuda, prese il telefono per impostare una sveglia per l’indomani mattina, vide che c’era l’avviso di un nuovo messaggio
“Hey amore come va? vieni a trovarmi? Gwyn.”
“Ciao tesoro, perdonami, stasera è meglio che resti qui, non voglio peggiorare la situazione facendomi vedere mentre entro in camera tua... ti amo, facciamo colazione insieme domani?”
“Ho il volo per L.A. nel primo pomeriggio e un intervista domani mattina, ci vediamo a L.A....”
Robert lasciò il telefono sul comodino aprì le tende per vedere il panorama dal letto e si sdraiò. Gwyneth non rispose ad altri messaggi, ma per quella serata decise che andava bene così. Aveva davvero voluto bene a Susan ed ora erano li, in un paese straniero ed avevano preso la decisione più difficile. Se fosse riuscito a continuare civilmente la separazione sicuramente ne avrebbero sofferto meno tutto quelli che gli erano vicini. Si addormentò pensando a tutti i momenti belli che aveva vissuto con Susan.
Aprì gli occhi e si rese conto che bussavano alla porta e non era un sogno, il sole era già alto nel cielo si alzò ed andò ad aprire, vide Gwyneth seguita da un cameriere con un carrello per la colazione entrare nella sua camera, Gwyn si mise a sedere e Robert la seguì e si mise a sedere, appena il cameriere si congedò Gwyn servì il caffè per entrambi.
-Hai dormito?
Robert annuì mentre sorseggiava il caffè
-Sì, tu?
-Sì, anche se ho dovuto trattenermi per non venire qui.
Robert sorrise, era dolcissima e la sua pelle di perla era leggermente arrossita.
-Quindi oggi lavori...a che ora hai il volo?
-Sì un’intervista che era programmata da tempo, il volo è alle 16. Tu quando riparti?
-Non ho ancora deciso, stavo pensando di andare a Londra qualche giorno a trovare Jude prima di rientra a L.A..
-E’ davvero una buona idea, peccato che quando tornerai tu starò partendo io... andrò a New York.
Robert la guardò, era uno splendore
-Se ti va potrei venire a trovarti a New York, tra qualche settimana sarò un uomo libero
le fece l’occhiolino e lei rise,
-Già... io invece sono ancora sposata...
-Ancora? quindi vorresti dirmi che c’è una qualche possibilità che...
Gwyneth abbassò lo sguardo sorridendo appena
-Bhè, stanotte per la prima volta ho pensato a te come un uomo libero e mi è successa una cosa strana... mi sei mancato... è stato strano, fino a ieri tu eri impegnato, io ero impegnata, era normale sapere ed accettare che non si potesse passare determinati momenti della giornata insieme, ma ora... ora è tutto diverso, tu potresti e io... bhè ci sto pensando ok?
Robert la guardò con gli occhi pieni di luce, d’amore le parole gli rimasero a metà tra la bocca e il cuore con un sorriso sulle labbra
-Non azzardarti a dire nulla Downey!
Robert le prese la mano e glie la carezzò
-Io ti aspetterò, ma non farmi aspettare troppo! Lo sai che non sono un tipo paziente...

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Capitolo 7
*** Ritorno a casa ***


Finì la colazione da solo, Gwyneth era stata davvero molto dolce a organizzare la colazione insieme prima di correre al lavoro, ora doveva organizzarsi, decise di non passare la giornata a Roma ma di salire sul volo per Los Angeles che era prenotato, prima avesse definito la situazione con Susan e prima si sarebbe sentito meglio. Le mandò un messaggio per avvisarla =ciao, se non è un problema tornerei a L.A. con il volo che avevamo prenotato= Si fece una doccia e chiuse i bagagli pronto a lasciare la stanza. Guardò il telefono, nessuna risposta da parte di Susan. Lasciò la sua stanza e si fece chiamare un taxi che lo avrebbe portato in aeroporto. A quel punto, era deciso a partire comunque. Saldò le stanze, e mentre attendeva il taxi mandò un messaggio a Jude =Ehy, perché non mi raggiungi a L.A.? ho chiuso con Susan= Jude rispose subito =oh... era ora no? lavoro fino a martedì. Prenoto volo appena arrivo ti chiamo!= =Grazie amico!=
-Ciao. Tra poco arriva il taxi per l’aereoporto.
Si voltò e trovò Susan a qualche passo da lui che gli porgeva il suo biglietto ed il passaporto con un piccolo sorriso e dei grandi occhiali scuri.
-Grazie. Hai riposato?
-Un po’...
Le carezzò il braccio e le sorrise con un sorriso piccolo e leggero.
Arrivò il taxi e Robert ne fu sollevato, quel silenzio era davvero fastidioso.
In taxi mandò un messaggio a Gwyneth =Torno a Los Angeles oggi. Appena arrivi scrivimi.=
Spense il telefono e controllò il biglietto, sarebbero partiti entro qualche ora, era sollevato voleva tornare a casa. Doveva dirlo a Indio, chiamare il suo avvocato, cercare un appartamento in caso Susan decidesse di restare in quella casa. Quei mille pensieri affollarono la sua mente fino al momento dell’imbarco. Susan fu più silenziosa del solito, ma la vide sorridere parlando al telefono poco distante da lui.
-Sig. Downey è arrivata l’auto che la porterà all’aereo.
Fece un cenno a Susan che lo raggiunse e scesero insieme alla hostess fino al piano terra dove l’auto li attendeva.
-Non mi abituerò mai a non averti al mio fianco...
Disse Susan con un filo di voce, Robert restò in silenzio ad ascoltarla, era stata il centro del suo mondo e probabilmente lui era il centro di quello di lei.
-Abbiamo un sacco di ricordi che ci faranno compagnia no?
sorrise, ma era un sorriso malinconico
-Ora è tardi dobbiamo solo respirare un po’...  andrà tutto bene vero?
Robert annuì, l’abbraccio e con un gesto istintivo le diede un bacio sulla fronte. Susan soffriva per quella decisione, forse come lui aveva paura...  da domani tutto sarebbe stato diverso da com’era stato negli ultimi 10 anni.
Susan si ricompose e scese dall’auto seguita da Robert mentre uno steward si preoccupò di prendere il loro bagaglio a mano.
Durante il volo Robert si mise a leggere un copione mentre Susan guardava il cielo dal finestrino, dopo qualche tempo Robert si appisolò e quando riaprì gli occhi vide che Susan si era addormentata appoggiata alla sua spalla. le fece una carezza leggera e la lasciò riposare, si fece dare da una hostess un plaid e lo poso leggero su Susan e si rimise a leggere. Si svegliò quando diedero l’annuncio dell’imminente atterraggio, si mise seduta composta
-Scusa...dovevi svegliarmi...
-Nessun problema. Avevi bisogno di riposare.
-Avrei voluto parlare con te ed invece ho dormito.
-Di cosa volevi parlarmi?
-Dobbiamo decidere un po’ di cose... pratiche...
-Sono certo che troveremo un accordo.
Le carezzò la mano e Susan lo apprezzò. Annuì con un piccolo sorriso con la certezza che parte di quell’essere “loro” c’era ancora. Forse non sarebbe stato più il suo uomo, ma era certa che non l’avrebbe perso. Avrebbe continuato a far parte della sua vita.
Mentre guardava le luci della città dal sedile del taxi sapeva che da li a poco si sarebbero separati e mentre lo guardava distratto dentro a quelle chiacchiere leggere con il tassista, ebbe la conferma. Amava ancora quell’uomo.

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Capitolo 8
*** Un nuovo inizio ***


Il sole entrò nella stanza e lo svegliò si stirò sotto le lenzuola e si mise seduto, la giornata stava per iniziare. Oggi avrebbe incontrato Susan e gli avvocati per firmare il divorzio. Robert e Susan nell’ultima settimana avevano concordato ogni cosa, ora dovevano solo ufficializzare le loro decisioni. Si alzò si fece una doccia e si lavò i denti, si vestì con un paio di jeans e una maglia a maniche lunghe, un cappellino e un paio di occhiali da sole, in soggiorno recuperò il cellulare e le chiavi, prese l’auto e spingendo sull’acceleratore  giunse in centro dove doveva incontrare quelle persone. Si fermò ad un bar in quella zona e prese un caffè che sorseggiò seduto ad un tavolino all’aperto. Adorava Los Angeles in quel periodo dell’anno, pochissimi eventi e di conseguenza pochi fans a caccia di personaggi, poteva permettersi mattinate come quella senza preoccuparsi che qualcuno lo disturbasse. Sì a volte notava i paparazzi ma a quelli era abituato, se ne stavano appostati, scattavano le loro foto ma non erano invadenti.
Guardò il telefono, Susan l’aveva chiamato, ma con la cabriolet non si era accorto che il telefono avesse suonato. Prima di chiamarla controllò i messaggi ce n’era uno suo “Sono già arrivata, se puoi anticipiamo” rispose finendo il caffè “5 minuti e sono da voi”
seguì a guardare i messaggi, la sua agenzia immobiliare aveva mandato una serie di fotografie di case disponibili per essere visitate. sarebbe passato più tardi a vederne qualcuna. Per ora si erano accordati che Susan restasse nella casa Malibù, mentre lui in quella in centro a Venice, ma era una sistemazione temporanea, voleva un posto nuovo tutto suo. Senza storia. Senza passato e solo con un presente e un futuro tutto da scrivere.
Gwyneth “Sono a NY fino a Venerdì. L.A. sabato. ceniamo insieme? mi manchi” “sicuramente, anche tu mi manchi. Ti aspetto.”
non si vedevano da quel mattino Roma dove si erano salutati pensando di rivedersi a New York ma il cambio di programma di Robert e poi alcuni problemi a casa a Londra per Gwyneth avevano impedito loro di potersi riabbracciare. Robert sopportò quella distanza forzata con l’aiuto di Jude che lo aveva raggiunto e aveva passato con lui intere giornate, cercando casa, andando a pescare, e a camminare nei canyon. Aveva parlato così tanto che Jude quando ripartì si prese gioco di Robert dicendogli che andava qualche giorno a Miami per riposare le orecchie.
Ed ora era pronto a riprendersi la sua vita e pensare un po’ a se stesso prima dell’inizio del nuovo film e non riusciva a mentire a se stesso sperava che anche Gwyneth trovasse la forza per mettere le cose in chiaro con Chris.
Parcheggiò l’auto e salì nell’ufficio dell’avvocato di Susan, lo conosceva bene. Il suo avvocato stava già controllando dei documenti con l’avvocato di Susan quando un’impiegata dello studio lo accompagnò in quella stanza. Susan lo salutò con un grande sorriso, sembrava serena, solo le sue mani la tradivano. Portava ancora l’anello, e si tormentava le dita, era chiaro che quella situazione la metteva a disagio, del resto anche lui non si sentiva tranquillo, tutto ciò che aveva a che fare con la burocrazia lo innervosiva. Ricambiò il sorriso e si mise a sedere di fronte a lei mentre gli avvocati terminavano i loro controlli.
-Come stai?
-Bene e tu?
Susan annuì sorridendo
-Bene. Ho trovato alcune tue cose, se passi...
Ora fu Robert ad annuire. Pensò che appena avesse trovato la sistemazione giusta avrebbe avuto anche quel compito da svolgere benché non fosse una persona che si affezionava agli oggetti sapeva che c’erano parecchi pezzi della sua vita a cui teneva in quelle case, e di certo li avrebbe portati con se.
Gli avvocati avendo controllato tutto iniziarono a rileggere per prassi gli scritti nonostante sia Robert che Susan avessero già concordato. Quando ebbero terminato passarono le copie a Susan, la sua mano tentennò prima di apporre la firma in calce ma alla fine sorridendo appena firmò tutte le copie passandole all’avvocato che le passò a Robert perché anche lui le sottoscrivesse. L’avevano fatto. Ora era ufficiale. Lasciarono gli avvocati ad accordarsi su altri particolari burocratici, mentre Susan e Robert si avviarono verso l’uscita.
Si salutarono con un bacio sulla guancia e un piccolo abbraccio
-Robert raggiunse la sua auto e partì, non sapeva nemmeno dove stava andando. Non aveva una destinazione definita, si fermò solo una volta raggiunta Venice, parcheggiò l’auto di fronte all’oceano in uno di quei parcheggi che servivano ai turisti per raggiungere le spiagge. Fece scorrere la rubrica e chiamò Gwyneth. Una cosa che non si permetteva mai di fare. Non sapeva mai quando era in famiglia e quando era libera, così aveva mantenuto l’abitudine di non chiamarla, mentre lei spesso lo chiamava anziché scrivergli. Ora sapeva che era a New York per quei provini di cui lei gli aveva parlato quindi osò e la chiamò.
-Downey che sorpresa!
-Puoi parlare o sei impegnata?
-Posso parlare! come mai già sveglio così presto? stai andando al lavoro?
-No veramente volevo dirti che... è ufficiale, sono un uomo libero. Abbiamo firmato questa mattina.
-Tutto bene? Come stai?
-Bene come dovrei stare?
-E’ comunque una parte della tua vita che...
-Sì ma lo sai come sono fatto... preferisco pensare al futuro... quando arrivi? ho voglia di te, di noi...
Gwyneth rideva
-Perché ridi? è una cosa seria!!!
-Certo che è una cosa seria, potrei anticipare la partenza...
Robert si illuminò
-Lo faresti davvero?
-Sono curiosa di conoscere il Downey “libero”
-Potrei stupirti...
-Uhmm sì forse potresti...
-Ti aspetto, fammi sapere quando arrivi.
Gwyneth lo salutò e lo Robert compose il numero dell’agenzia immobiliare, se voleva sorprendere la sua Gwyneth non poteva farsi raggiungere e invitarla in una casa piena di scatoloni.
La sua prima priorità era trovare casa, e qualcuna di quelle nella mail sembrava corrispondere alle sue richieste.
“Vuole conoscere il nuovo Downey?”
Sorrise con uno sguardo malizioso e accelerò verso la sede dell’agenzia.

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Capitolo 9
*** Un nuovo nido ***


Passò tutta la mattina a vedere diverse proprietà, non ne aveva ancora trovata una che lo soddisfacesse appieno. L’agente immobiliare l’aveva rassicurato, aveva in serbo le due più belle proprietà da mostrargli. Le tenne per ultime a suo dire perché erano le più costose e non erano proprio nella zona che gli era stata indicata, ma insistette molto e Robert accettò di vederle visto che non aveva ancora visto nulla che lo avesse meravigliato.
Seguì con la sua auto l’agente che lo portò appena fuori Los Angeles, a qualche miglio dall’oceano, in una zona desertica, non c’era nulla nei dintorni, entrarono nella proprietà, lasciarono l’auto e l’agente iniziò a raccontargli di quella casa
-è stata progettata seguendo i principi del feng shui circa l'equilibrio dei due elementi “terra” e “acqua”. Il soggiorno e la zona pranzo del primo piano come vede, sono uno spazio vasto con una visione chiara e continua della piscina e del prato antistanti. Questa è la grande cucina con adiacente la zona lavanderia e il garage che si trovano sul retro della casa. Questa scala centrale conduce nel cortile interno aperto al di sopra della cucina, come vede è un ambiente molto luminoso. A sinistra c'è la camera da letto matrimoniale con cabina armadio e bagno e sul lato opposto quella che era stata adibita a zona notte dei bambini e con adiacente sala giochi. Qui al centro, uno spazio polifunzionale per la famiglia occupa la parte anteriore, mentre la zona posteriore ospita una camera per gli ospiti. 
Come vede qui nel cortile, quest’ampia scala a chiocciola sale sulla terrazza attrezzata con una zona barbecue per intrattenere gli ospiti che possono ammirare le splendide viste sul verde circostante e dell’oceano.
L'uso generoso dello spazio, la luminosità e la sensazione di equilibrio è ciò che distingue questa casa dalle altre. Se ora vuole seguirmi scendiamo nel sotterraneo, così le mostro la sala proiezioni con l’angolo musicale e la piscina coperta con annessa la piccola palestra.
Robert guardò tutto con grande interesse, sembrava la casa ideale, luminosa, protetta dagli sguardi indiscreti a pochi minuti dal centro di Los Angeles e dal lato opposto a poche miglia dall’oceano. Era molto spaziosa.
-Che mi dice? Che ne pensa?
-E’ molto interessante.
-Potrei consigliarle di vedere anche l’altra proprietà?
-No.
-Non le piace la zona?
-No.
-Mi dispiace
-No, non mi ha capito. Non voglio vedere l’altra proprietà. Mi piace questa. Proponga al venditore la mia offerta con un ribasso del 15% rispetto alla sua richiesta. Se accetta mi faccia sapere perché ne ho bisogno con urgenza. La mia offerta sarà valida fino a questa sera.
-Ma sa con tempi cosi ristretti io non so...
-Lei chiami il proprietario. Io intanto faccio un giro nel giardino.
Prese il telefono e chiamò un grande amico
-Mark ciao, tutto bene? sì, ho bisogno del tuo aiuto... no è urgente, ho appena trovato una casa, ma ho bisogno di te per arredarla come piace a me. Lo so che non ti sto dando preavvisi ma è successo tutto ora. Ok ti richiamo dopo e ti confermo tutti i dettagli. Sei un amico!
Robert raggiunse il viale d’entrata dove l’agente immobiliare si stava ancora consultando con il proprietario. Si vedeva che si stava impegnando cercando di convincerli, d’altra parte per lui ci sarebbe stata una cospicua commissione di vendita. Si sdraiò su un lettino che era li nel giardino e restò così con gli occhi chiusi ad attendere la risposta. Nella sua mente si vedeva già in quella casa con Gwyneth
-Mr. Downey
Robert aprì gli occhi e distolse i suoi pensieri da Gwyneth attendendo una risposta.
-meno 10% e le lasciano la proprietà già da oggi.
Robert lo guardò serio, ma poi le sue labbra si aprirono in un grandissimo sorriso, gli strinse la mano e l’agente immobiliare gli porse le chiavi.
Restò solo  all’interno della sua nuova proprietà e richiamò Mark
-ho ufficialmente bisogno di te. Ti mando una mail con le indicazioni. Conosci anche un impresa di traslocatori?
Chiuse la telefonata ridendo, Mark era un arredatore molto quotato a Los Angeles e dintorni, aveva arredato tutte le sue case, conosceva ciò che gli piaceva forse anche più di se stesso.
Prese il telefono e mandò un messaggio
=Il nuovo Downey non vede l’ora di abbracciarti=
Sorrise e vide in arrivo la risposta
=Riuscire a raggiungerti presto è la mia priorità=

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Capitolo 10
*** La tua vita in qualche scatola ***


Robert fece un paio di telefonate mentre attendeva l'arrivo di Mark che lo raggiunse in poco tempo, Robert sorrise e scese dalla terrazza si salutarono calorosamente
-Allora sei venuto!
-E' maledettamente difficile dire di no quando il cliente è Robert Downey Jr!
Era certo, con lui in quella che sarebbe diventata presto la sua nuova casa.
-Avanti, fammi vedere questa urgenza!
-Mark devi superare te stesso. I tempi sono brevissimi, devi renderla abitabile entro 2 giorni!
Mark si fermò e lo guardò perplesso
-Stai scherzando vero?
-Mai stato più serio. Oggi ho firmato i documenti del divorzio con Susan e ho bisogno di un posto tutto mio dove stare. Non importa se le "finiture" le facciamo con calma, dimmi che mi puoi aiutare!
Mark non poteva dirgli di no. Robert fu tra i primi a credere in lui, e dopo Robert molti suoi amici lo chiamarono per occuparsi delle loro ville.
-Farò il possibile, ma non ti prometto nulla. Ora fammi vedere questo gioiellino.
Robert gli mise un braccio intorno al collo, lo avrebbe anche baciato! quelle sue parole significavano molto per lui e sapeva che Mark non l'avrebbe deluso.
Fecero il giro della casa, Mark prese appunti sul suo palmare scattando anche varie foto che inviava in tempo reale ai suoi collaboratori in ufficio.
-Visto che non hai più bisogno di me io andrei. Due giorni. Ci vediamo domani sera ok?
Disse Robert sorridendo e passandogli le chiavi.
-Conterebbe qualcosa se dicessi di no?
Robert continuò a camminare verso l'uscita ridendo
-Conosci già la risposta!
-Già... no. Mettiamoci al lavoro...
Robert tornò nella casa di Venice e accese la musica ad alto volume aveva bisogno di compagnia mentre iniziava a recuperare le cose che voleva portare nella sua nuova vita. Vibrò il telefono in tasca "alle 16 i traslocatori saranno da te per recuperare i tuoi effetti. Oggi mando impresa pulizie, domani mattina arrivano i mobili, nel pomeriggio i suppellettili e la biancheria. Per le modifiche importanti le vediamo insieme e le faccio fare mentre non ci sei"
Wow! Mark non era affatto cambiato. Era come sempre un pozzo di efficenza. Robert chiamò la governante che era la piano terra in cucina e le chiese di dargli una mano a preparare gli abiti, lui si sarebbe occupato del suo studio.
Trascorse così tutto il pomeriggio a organizzare quello che voleva portare via e all'arrivo dei traslocatori ogni cosa era pronta. Si occuparono loro di imballare,  inscatolare e poche ore dopo se ne andarono.
Si fece preparare la cena dalla donna prima che se ne andasse, e passò la sua serata a guardare la tv, non che ci fosse qualcosa di interessante, ma non aveva voglia di uscire, l'indomani sarebbe stata una lunga giornata e voleva essere riposato e pronto. Senza rendersene conto si ritrovò a pensare a Gwyneth e al loro ultimo incontro. Nulla sarebbe più stato così. Ora era libero. Susan non sarebbe sbucata nei momenti meno opportuni. Sapeva anche che il suo amore era ancora impegnato con Chris, per amore dei suoi bambini, ma quello lo sopportava. Riusciva bene a capire le motivazioni di Gwyneth ed era disposto a continuare la loro relazione in segreto fino a che loro non fossero pronti ad uscire allo scoperto. Andò a farsi una doccia ed a prepararsi per la notte, si mise a letto pensando che tra pochi giorni l'avrebbe rivista, recuperò il libro che stava leggendo e dopo qualche pagina crollò in un sonno ristoratore.
Il telefono squillava senza sosta, Robert venne svegliato da quel fastidioso aggeggio e per poco non lo scaraventò contro il muro. Non aveva mai sopportato sveglie e suonerie lo irritavano. Si limitò a farlo smettere con una manata tra il telefono e il comodino, poi si rese conto che quella giornata era speciale, avrebbe visto la casa trasformata da Mark, e dopo pranzo si sarebbe concesso un’altra telefonata a Gwyneth per raccontarle della casa e per sapere se doveva aspettare fino a sabato o se sarebbe riuscita ad anticipare la sua partenza. Sì alzò e decise di scendere a fare colazione, non aveva alcun impegno che lo avrebbe costretto ad uscire di casa come il mattino precedente, quindi si regalò una ricca colazione preparata dalla gentile Maria, stranamente chiese di consumare la colazione in cucina e non in sala da pranzo, non gli piaceva più quella stanza dove non c’era più nulla di suo.
-Maria, Susan ti ha chiesto di seguirla a Malibù?
-No, Mr. Downey. Mi ha detto che posso considerarmi libera dal mio incarico una volta che lei se ne sarà andato e avrò chiuso questa casa, per ora pensa di stare a Malibù.
-Ah non ne ero al corrente. Ma tu ti sei già organizzata? voglio dire, hai già trovato una sistemazione alternativa?
La domestica si sentiva un po’ in imbarazzo per quelle domande, non c’era mai stata una grande confidenza tra loro, lei parlava molto di più con Susan, ma non voleva essere scortese, dopo tutto era davvero molto gentile Robert a preoccuparsi del suo futuro.
-Per ora no, ma vivo sola con mio marito, so stare al mio posto, non ho problemi di orari, guido la macchina, sono sicura di poter trovare lavoro in qualche altra famiglia.
Robert sì illuminò, in tutti quegli anni non l’aveva mai vista arrivare in macchina, forse perché non abitava molto lontano da quella casa, ma ora questo nuovo particolare poteva essere importante.
-Se ti proponessi io un lavoro?
-Lei?
-Sì. A casa avrò bisogno d’aiuto, ed anche un po’ per cucinare. Certo questa casa nuova non si trova a Venice ma appena fuori Los Angeles, ma ci sono un paio di stanze in più e una è proprio dietro la cucina, se tu volessi potresti trasferirti li con tuo marito, lui si potrebbe occupare del giardino come faceva qui di tanto in tanto, e... non so, è un idea, pensaci.
-E’ davvero una proposta interessante, grazie. Ne parlerò con Miguel e le darò una risposta.
-Bene! Io da domani mi trasferirò nell’altra casa, ed avrò bisogno di sapere se accetti la mia offerta, in alternativa hai qualche nominativo da indicarmi? una persona fidata?
-Sì certo. Entro stasera le darò risposta.
Robert annuì e finì di fare colazione e di bere il caffè, poi tornò in camera per farsi una doccia, lavarsi i denti, radersi e vestirsi. Diede un occhiata al cellulare c’era un messaggio =Ti faccio portare anche la legna per i camini? Mark=  =Ciao Mark! sì grazie!= Si infilò nella doccia felice, tutto stava andando nel migliore dei modi. Fu pronto un meno di un ora un vero record per lui! Sorrise allo specchio e scese per controllare l’email sul suo portatile, attendeva un paio di risposte per dei nuovi lavori che dovevano iniziare nel giro di qualche mese. Sentì parlare in cucina, una voce maschile, non se ne preoccupò, Maria era solita gestire la spesa e se la faceva consegnare direttamente a casa, pensò fosse qualche fornitore. Andò a sedersi nel suo studio oramai svuotato e prese a giocherellare con una penna in attesa che il pc si accendesse. bussarono alla sua porta, era Maria con al seguito un uomo che ricordava di aver visto girare per casa ma non  era sicuro di chi fosse quindi salutò restando sul vago.
-Mr. Downey, io...io e Miguel volevamo dirle che ci abbiamo pensato.... se la sua proposta è ancora valida accettiamo.
Robert si alzò di slancio preso dalla felicità di un altro tassello che andava al suo posto senza difficoltà.
-Questo mi rende davvero felice.
strinse la mano a Miguel e abbracciò Maria.
-Vi scrivo l’indirizzo così potete raggiungermi li quanto prima. Il giardino è molto grande, penso che potremo anche costruirci una dependance se preferite avere la vostra privacy.
-Lei è davvero molto gentile.
Presero il foglio dove Robert aveva annotato le indicazioni per raggiungere la casa e li lasciò congedarsi mentre lui si risedeva e controllava la posta.
La mattina trascorse lenta, Robert non vedeva l’ora di andare a controllare come proseguivano i lavori, ma allo stesso tempo non voleva essere d’intralcio e quindi si accordò con Maria, l’avrebbe accompagnata presso un negozio specializzato di casalinghi per acquistare alcune cose che per lei erano fondamentali, almeno avrebbe occupato il suo tempo e non avrebbe avuto modo di lasciarsi tentare e anticipare l’arrivo a casa.

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Capitolo 11
*** Lo stupore ***


Robert arrivò nel cortile di casa e vide che Mark lo stava già attendendo, le luci erano tutte accese ed i colori del tramonto erano uno spettacolo per l’anima.
-Mark!
-Ehy! pronto per iniziare questa nuova avventura?
Robert sorrise e si avvicinò a lui, gli diede una pacca amichevole sulle spalle e entrarono insieme. Era tutto perfetto. Gli occhi di Robert brillavano si guardava intorno girando su se stesso ed osservava tutto, non si sarebbe mai annoiato di vedere quella stanza.
Mark portò Robert in ogni stanza e tutto quello che aveva visto lo aveva conquistato.
-Che ne pensi?
-penso... penso che questo sia il tuo capolavoro! 
Maria entrò dopo di loro e rimase immobile ad ammirare quell’ambiente sobrio ed elegante per qualche istante, poi vide la cucina e andò subito a vedere com’era stata organizzata.
-Penso che il mio lavoro qui per oggi sia finito. Se lo desideri è già abitabile.
Ho apportato qualche piccola modifica, e per le altre ho i progetti in ufficio, te li manderò via email e alla prima occasione in cui non sarai qui per qualche settimana farò eseguire i lavori.
Robert era esaltato! quando tornarono in soggiorno vide entrare Miguel che raggiunse Maria in cucina portando altre scatole.
Era pronta... Era tutto esattamente come piaceva a lui, non avrebbe cambiato nulla di tutto ciò che aveva visto finora.
-Vieni accompagnami che ti mostro come ho fatto sistemare il giardino.
Robert lo seguì, e lo ascoltò con attenzione anche se i suoi occhi non riuscivano a posarsi su di lui, erano troppo presi da ciò che vedevano e dalle sensazioni meravigliose che quell’atmosfera gli stava donando.
-Non smetterò mai di ringraziarti!
-Oh sì che smetterai, appena riceverai la fattura!
Robert scoppiò a ridere i soldi per lui non contavano nulla, nessun prezzo sarebbe stato troppo alto per quello che poteva vivere ora. Abbracciò Mark ringraziandolo ancora e restò solo in giardino. Era felice, mancava solo una cosa perché fosse tutto davvero perfetto. Mancava Gwyneth.
Prese il telefono e chiamò Gwyneth, doveva assolutamente condividere con lei quell’emozione, ma il suo telefono era spento. lo fissò per un attimo deluso, poi lo mise in tasca. Rientrando vide l’auto di Maria e Miguel carica pensò dei loro effetti personali, Nel frattempo vide Maria uscire e raggiungere un furgoncino che stava arrivando, si era fatta portare una grossa spesa con ogni genere di cibo compresa frutta e verdura. Miguel aiutò il ragazzo delle consegne, Robert entrò e si mise a sedere di fronte al camino acceso. Mancava una cosa, ma trovò presto il telecomando ed accese la musica. Era felice. Si sentiva come un bambino all’interno di un grosso negozio di giocattoli. Squillò il suo telefono.
-Ciao splendore!
-Ehy ti ho cercata prima
-Lo so il telefono non aveva campo, dove sei?
-Non ci crederai, sono sdraiato sul mio nuovo divano, nella mia nuova casa
-Ehy cosa sono queste novità? non mi hai detto niente...
-Ci sono tante cose che non sai di me... te l’ho detto, potresti stupirti...
Gwyneth sorrise e lui lo sentiva da come parlava che era allegra
-E quindi ora dove stai? (taxiiii!)
-Dove stai andando? Perché ti serve un taxi? Da quando non viaggi con il tuo autista?
-Stasera vado a cena fuori e l’autista mi ha chiesto la giornata libera, così il taxi è l’unica soluzione almeno che io non voglia restare a casa a cenare da sola... ma parlami di questa novità! Mi stai quasi sconvolgendo!
Fu Robert a ridere...
-Sei ancora a Venice?
-No. Questa casa è fuori L.A.. Hai presente la strada che da Venice va a Malibù? Sulla W Pacific Coast Hwy?
-La W Pacific Coast Hwy direzione Malibù. Sì certo che ho presente! E’ una strada molto trafficata come mai questa scelta?
-Ma no la casa non è lì, da li si prende la Topanga Canyon Bldw. e poco dopo c’è una via piccola sulla sinistra, una strada privata. Ecco la casa si trova li in quella via.
-Ah capito! è una bella zona. Robert ti dispiace se ti chiamo dopo? devo dare indicazioni al tassista, sennò tardo per la cena.
-No, certo... Chiamami quando vuoi.
Robert rimase un po’ deluso da quella conversazione, aveva molte cose da raccontarle, non voleva chiudere così la chiamata. Tenne il telefono vicino in attesa che lei lo richiamasse.

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Capitolo 12
*** Ospite a sorpresa ***


Ciao a tutti, scusate il ritardo nell'aggiornare, ma ora vedrò di farmi perdonare, aggiungo più capitoli. Buona lettura

Passò una buona mezzora prima che Gwyneth chiamasse. Robert aveva perso ogni speranza, ma il telefono vibrò
-Amore arrivata alla cena?
-Quasi... Stò aspettando che mi vengano incontro perché non so esattamente dove siano... hai visto che luna meravigliosa c’è stasera?
-No, non l’ho vista. Che ha di tanto speciale?
-Tu esci a guardarla, quando la vedrai mi darai ragione!
Robert si alzò e s’incamminò verso l’entrata, pensando che il piazzale gli avrebbe consentito una vista quasi a 360° sul cielo.
-Vediamo questa luna...
-Sei fuori?
-Quasi...
Robert fece scattare la serratura della porta d’ingresso e vide in fondo al vialetto un’auto che stava entrando nel cortile, Si stranì forse qualcuno che aveva sbagliato svincolo e ora stava girando l’auto
-Vista la luna?
-Aspetta Gwyn, un tipo si è perso ed è entrato nel mio vialetto. ma...
Chiuse il telefono mettendolo in tasca e guardò meglio nella direzione di quell’auto, qualcuno era in piedi affianco a quella vettura, e nonostante i fari non gli permettevano di vedere bene era certo che quella persona stesse andandogli incontro. Appena l’auto fece marcia indietro per fare manovra ed andarsene vide che quella persona era Gwyneth che camminava a passo deciso verso di lui trascinando il suo trolley.
Robert le andò incontro e vederla con quel sorriso stupendo stampato sul viso lo fece esplodere in una fragorosa risata
-Me l’hai fatta!
-Non dovevi essere tu a stupirmi?
Quando furono vicini a sufficienza l’abbracciò e la sollevò da terra girando su se stesso per poi lasciarla scendere piano e baciarle le labbra
-Mi sei mancata!
-Anche tu, per questo ti ho fatto questa sorpresa... Lui la prese sottobraccio e l’accompagnò verso l’entrata.
-Benvenuta a casa
le sussurrò all’orecchio lei arrossì leggermente mentre varcava quella soglia guardandosi attorno, la lasciò in soggiorno mentre andò ad avvisare Maria che avevano ospiti. Lei prese il trolley e lo porto nella camera degli ospiti affianco alla camera di Robert.
Robert tornò dal suo amore che si era seduta sul divano mentre lo aspettava
-Allora che ne pensi? non è favolosa?
-Oddio non ho ancora visto niente ma quel poco che vedo direi che toglie il fiato...Ma quando l’hai comprata? non mi hai detto nulla...
-Hai ragione, ma l’ho presa solo due giorni fa, vieni ti mostro il resto... con toglie il fiato intendi dire che ti ho stupita?
Sorrisero e Robert le fece fare un giro della casa.
Tornarono nel patio dove Miguel e Maria avevano preparato la tavola per la cena, in realtà Robert non aveva per niente fame ma era la loro prima sera insieme e Gwyneth aveva fatto un lungo viaggio per raggiungerlo.
Cenarono chiacchierando principalmente dei progetti che stava seguendo Gwyneth
-Ma perché quando mi hai chiamato prima non mi hai detto che eri all’aeroporto? Ti sarei venuto a prendere...
Gwyneth sorrise
-Perché quando ti ho chiamato ero sotto casa tua a Venice. Tu non c’eri e ho dovuto chiamarti
Robert scuoteva la testa sorridendo
-Tu sei matta!
Gwyneth rise, si alzarono ed andarono a sorseggiare il caffè a bordo piscina su un divano, Robert la guardava e non riusciva quasi a parlare tanta era l’emozione per essere finalmente dentro ad il suo sogno, era tutto perfetto, le carezzava la mano
-E’ una bellissima serata
Robert alzò lo sguardo verso il cielo che era si era fatto scuro mettendo in risalto le luci della città ed un tappeto di stelle nel cielo.
-Davvero magnifica
Gwyneth guardò Robert e vide che lui non guardava il cielo mentre commentava, ma guardava lei, sorridendo, quel commento era per lei non per la serata, si avvicinò piano e la baciò, un piccolo bacio leggero, tenero ed innocente, ma Robert si sentì percuotere dai brividi, era la brezza fresca o il contatto con il suo amore? conosceva già la risposta...
-Amore rientriamo?
Gwyneth annuì, entrarono in casa e Robert l’accompagnò nella camera che Maria aveva preparato per lei, Robert l’abbracciò e la baciò appassionatamente, Gwyneth carezzò il suo viso e si lasciò cullare da quella passione. Gwyneth si tolse le scarpe e Robert le chiuse le finestre mentre lei apriva il suo bagaglio. Prese dalla borsa il suo cellulare e la vide pensierosa
-Qualcosa non va?
-No, è tutto perfetto... ma ecco, dovrei fare una telefonata...
Gwyneth era decisamente a disagio e si girava il telefono tra le mani
-Oh... Ok scusa, non avevo capito...
Le diede un bacio sulla guancia ed uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di se.
Entrò in camera sua e si mise a sedere ai piedi del letto, si stropicciò il viso con le mani e si lasciò cadere sul letto con la schiena restando così senza pensieri nella testa. Si rifiutava di pensare... In realtà la sua testa era a Gwyneth e alla telefonata che stava facendo. Era chiaro che voleva chiamare Chris, sentì chiudersi lo stomaco nel momento esatto che pensò a lui. Era geloso.

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Capitolo 13
*** Imbranato ***


Chiuse gli occhi e rimase così ad ascoltare i suoni del fuoco nel camino.
Gwyneth disfò il letto mentre stava telefonando, ci si rotolò sorridendo e una volta chiusa la telefonata tolse la suoneria dal telefono e lo lasciò sul comodino. Uscì da quella camera facendo molta attenzione a non far alcun rumore e camminò a piedi scalzi verso la porta di Robert che era solo accostata, l’aprì piano piano e lo vide lì con i piedi per terra e sdraiato sul letto, socchiuse la porta e si avvicinò a Robert riuscendo a baciare le sue labbra accostandosi al letto sorprendendolo. Robert aprì gli occhi e la vide anche se il suo cuore aveva già riconosciuto quelle labbra, allungò una mano e la posò sul suo fianco tirandola a se e Gwyn salì con le ginocchia sul letto lasciandosi guidare dalle mani di Rob ritrovandosi così sdraiata sopra di lui che la baciava con grande passione e l’abbracciava forse.
-Davvero pensavi che non ti avrei raggiunto?
Robert non voleva rovinare quel momento magico, se avesse detto come si era sentito poco prima nell’uscire da quella stanza avrebbe rovinato tutto.
Robert si mise seduto e la tenne stretta a se e si alzò sorreggendola fece il giro del letto e la poso su di esso facendola sedere li mentre lui raggiungeva la porta per chiuderla spegnendo la luce. La raggiunse mentre si sfilava la camicia restando con una maglia mezze maniche, Gwyneth si alzò dal letto e lo aiutò a spogliarsi mentre lui fece scendere la lampo sulla sua schiena baciandole il collo e le spalle mentre lasciava scivolare quell’abito a terra lasciandolo senza fiato davanti a quel corpo stupendo senza veli
-Ti sto stupendo di nuovo Downey?
-Bhè.. insomma... diciamo che... non me lo aspettavo... sei bellissima
-Questo nuovo Downey mi sembra più imbranato di quello vecchio!
Gwyneth rise a quella provocazione vedendo l’espressione di Robert, aveva colpito nel segno e lo sguardo di Robert si accese
-Imbranato eh? davvero Gwyn? Ora vedrai l’imbranato...
Gwyn rideva, Robert sorrideva sornione e la spinse piano facendola cadere sul grande letto la baciò appassionatamente, lasciò scorrere le sue mani lungo tutto il corpo di quella stella che si illuminava ancor di più sotto il tocco delle sue dita
-Rob ti voglio...
Robert sorrise e si avvicinò a lei facendole credere che da li a poco lui si sarebbe unito a lei ma quando fu così vicino da farla sospirare si scostò e iniziò a baciare la pelle candida illuminata dai riflessi del fuoco tralasciando di proposito alcuni centimetri di pelle sogghignando vedendo quanto lei desiderasse essere raggiunta ovunque “sono un imbranato quindi..nulla...peccato” pensò tra se e se continuando quel gioco perverso
-Robert ti prego... voglio...ora.
-Vuoi? cosa? non capisco...
le disse sorridendo vedendola passarsi le mani tra i capelli e inumidirsi le labbra, sì sdraiò tra le sue gambe facendole sentire quanto anche lui la desiderasse facendola sospirare di nuovo, si unì a lei con un semplice movimento
-Un imbranato Gwyn?
Le chiese sorridendo, mentre continuava a muoversi con lei in quella danza lenta che diventò via via un uragano di sensazioni a cui nessuno dei due riuscì a resistere.
Restarono abbracciati a baciarsi e accarezzarsi dolcemente senza parlare finché il sonno non li prese ancora così abbracciati stretti uno all’altra.

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Capitolo 14
*** Un risveglio dolce amaro ***


Quella notte fu un continuo amarsi, abbracciarsi e baciarsi. Entrambi erano molto felici, non avevano mai potuto stare insieme tutto quel tempo. Si dissero che si amavano un infinità di volte ed infine crollarono in un sonno ristoratore.
Robert nel sonno cercò Gwyneth per abbracciarla e non la trovò vicino a lui, aprì gli occhi e si guardò intorno, lei non c’era più. Si mise seduto non c’erano nemmeno i vestiti, si alzò e si infilò un paio di boxer e i pantaloni della tuta, la porta del suo bagno era aperta e lei non c’era. Uscì dalla sua stanza e raggiunse stropicciandosi gli occhi la camera di Gwyneth era aperta, stava per bussare sullo stipite della porta quando la vide li in vestaglia guardare fuori dalla finestre e parlare al telefono
-Anche io ti amo...sì parto per Londra questa sera così passeremo qualche giorno insieme prima della tua partenza per il tour....ok buona serata e ci vediamo domani...  Chris... mi manchi.
Chiuse la telefonata e Robert che aveva ascoltato tutto si sentiva morire dentro. Gwyneth si voltò e lo vide li, sulla porta che la guardava oramai senza vederla, capì subito dalla sua espressione che aveva ascoltato la sua telefonata
-Rob...
Robert non disse nulla scosse la testa e le fece segno con la mano di non dire nulla e se ne andò verso la sua camera. Aveva bisogno di prendere aria, di schiarirsi le idee. Entrò nella cabina armadio, si infilò una maglietta e le scarpe da ginnastica e un cappellino, prese un paio di occhiali da sole e uscì di casa attraverso il giardino, prese a correre lungo il sentiero che separava la casa dalla spiaggia sull’oceano.
Era sconvolto. Aveva sentito varie volte le telefonate tra lei e Chris ma mai l’aveva sentita dirgli che l’amava o che gli mancava. Cosa stava succedendo? Ora gli fu più chiaro il motivo per cui la sera prima aveva preferito chiamare da sola. Forse si era illuso che i sentimenti di Gwyn fossero forti come quelli che provava lui... “eppure stanotte era la solita Gwyn... ha detto di amarmi...perchè”, Robert decise che doveva parlarle, chiarire e ascoltare quello che lei aveva da dire in proposito. Si voltò e corse sui suoi passi appena impressi sulla sabbia umida, riprese il sentiero tra i cespugli e dopo una ventina di minuti rientrò in giardino sudato e affannato come mai. Era allenato, ma questa volta il suo cuore batteva all’impazzata sotto l’effetto di quei pensieri e non collaborava con il recupero dalla corsa. Entrò in casa e sentì un forte odore di caffè, Gwyneth era in cucina e conversava con Maria le raggiunse, salutò entrambe e guardò Gwyn, lo osservava seria, mentre sorseggiava il suo caffè. Robert prese un biscotto dal vassoio si avvicinò a Gwyn
-Faccio una doccia veloce poi facciamo colazione insieme?
-Certo.
Lei sorrise. Robert si perse in quel sorriso e si pentì di tutti i pensieri fatti. Corse in camera sua e si buttò sotto la doccia cercando di farsi lavare via anche quei pensieri, con scarso risultato purtroppo ma era più calmo. Si vestì con un paio di jeans e una camicia e la raggiunse, non era in cucina così la cercò in soggiorno ma senza risultato, infine la scorse fuori, vicino alla piscina seduta su un lettino, Sospirò e si mise seduto su un lettino li affianco al suo.
-Ehy...
-Rob dobbiamo parlare...
Robert annuì restando in silenzio pronto ad ascoltarla, teneva lo sguardo basso temendo che il suo peggior incubo si materializzasse da li a poco. Cosa avrebbe fatto se lei, il suo amore, avesse detto che non voleva più stare con lui? Sentiva le mani tremare ma non voleva che lei lo vedesse così fragile, le appoggio al bordo del lettino e lo strinse finché riuscì a sentire che non tremavano più.
Gwyneth lo guardava aveva capito che l’aveva ferito con quella telefonata e temeva che Robert le dicesse che non ne valeva la pena, era agitata, non voleva perderlo. Lo amava.
-E’ un periodo difficile Rob, non ci siamo più visti e non abbiamo più potuto parlare su come le cose si sono evolute. Mi dispiace che tu abbia ascoltato quella telefonata, ma non è facile...io ti amo...
-E’ buffo sai, meno di un ora fa ti ho sentita dirlo ad un altro uomo...
Robert lo disse in modo sarcastico ma con voce appena più che un soffio alzando lo sguardo per vedere i suoi occhi
-Già... lo so.
-Come si può amare due uomini contemporaneamente Gwyn? Quando tornerai a Londra farete l’amore tutta la notte dicendovi quanto vi amate?
Robert volse lo sguardo verso l’orizzonte distogliendo lo sguardo da Gwyneth, sapeva che se avesse continuato a guardarla negli occhi avrebbe pianto. Non voleva piangere. Era arrabbiato. Voleva delle risposte.
-Robert sei ingiusto a dire così...
-Inguisto Gwyneth, ingiusto? Ti ho appena sentita dire a tuo MARITO che lo ami e che ti manca, e questo dopo che abbiamo passato la più bella notte della MIA vita, e ora, io sono ingiusto? Credo tu debba fare chiarezza dentro di te perché tesoro mio qui c’è qualcosa che non va.
-Hai ragione. Parto per Londra stasera. Domani Chris rientra da Parigi e passeremo qualche giorno insieme...
Robert sbuffò non voleva sentire altro.

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Capitolo 15
*** La partenza ***


La vide rovistare nella borsa che aveva affianco, ne estrasse una cartellina e riprese a parlare
-Proprio perché non sono una doppiogiochista e lo amo vado da lui.
Porse un plico di foglio a Robert che li prese e iniziò a dargli uno sguardo
-Sto andando a Londra per chiedere il divorzio Robert.
Robert alzò lo sguardo dai fogli per guardarla negli occhi
-Gli hai appena detto che lo ami!
-Perché è vero. Lo amo. Lo amavo prima, lo amo ora anche se in modo diverso. Avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, è il padre dei miei figli ed è vero, lo amo e mi manca, vuoi farmene una colpa Robert?
Vide i suoi occhi blu colmarsi di lacrime, l’abbracciò forte, non voleva ferirla. Preferiva di gran lunga sentire il dolore della sofferenza dentro di se che vederlo sfociare dai suoi occhi.
-Non piangere amore... shhhh.... non piangere...
Gwyneth si tirò su dalla spalla di Robert e lo guardò a pochi centimetri dal suo viso
-Robert ti amo.
-Anche io ti amo, non voglio perderti per niente al mondo. Scusami se ho reagito così prima ma...
Gwyneth si avvicinò e baciò le sue labbra. Robert ricambiò quel bacio e sentì tutti i timori svanire.
-Vieni con me a Londra...
disse Gwyneth tra un bacio e l’altro.
Robert l’abbracciò la sua richiesta fu un fulmine a ciel sereno.
-Sarei felice di accompagnarti, ma credo non sia il caso. Non hai bisogno di ‘distrazioni’.
Gwyn rise per il modo in cui aveva pronunciato la parola distrazioni... era chiaro che se Robert fosse stato a Londra sarebbe stata tentata di raggiungerlo ogni volta che avrebbe potuto.
-E poi perdonami ma non ci riuscirei... solo il pensiero di voi insieme mi distrugge.
Robert abbassò lo sguardo, cercando un sorriso dentro di se da far riaffiorare sulle sue labbra. Sapere che aveva ancora poche ore da trascorrere con lei, e che poi sarebbe rimasto solo mentre Chris l’avrebbe abbracciata lo faceva uscire di testa. Aveva bisogno di pensare a qualcosa di positivo. Trovò presto il suo pensiero felice. La sorpresa che quel dolce angelo gli aveva fatto presentandosi da lui.
-Ci vedremo presto... e poi... poi mi dirai “Gwyn quand’è che torni a Londra?”
Robert sorrise
-Non ci conterei troppo fossi in te.
Fecero colazione e si concedettero una breve passeggiata in giardino mano nella mano, parlando e scambiandosi tenerezze, ridevano come due ragazzini
-Verresti a vivere qui con me?
-Downeyyy... sono una donna sposata!
Robert la vide sorridere ed abbassare lo sguardo...
-Che c’è? Non vorrai vivere a casa tua... intendo una volta che le cose saranno ‘definite’, c’è anche una stupenda camera per i bambini con annessa sala giochi... e su quell’albero potremmo costruire una casa, tutti i bambini sognano una casa sull’albero!
Gwyneth lo guardò sorridendo, era davvero molto dolce a pensare anche ad i suoi bambini.
Le loro chiacchiere vennero interrotte da Maria
-Mr. Downey è arrivato il taxi per la Signora.
Robert sentì un tuffo al cuore, avrebbe voluto che quel tempo non finisse mai.
Si abbracciarono, scambiandosi un bacio pieno della loro passione
-Meglio che vada ora. Ti chiamo più tardi ok?
Robert annuì solamente, il nodo che sentiva in gola non gli permetteva di parlare. Percorsero il giardino fino a raggiungere il taxi, Miguel stava caricando la valigia di Gwyneth e il tassista le aprì lo sportello.
Gwyn si voltò verso Robert abbracciandolo e gli diede un bacio sulla guancia
-Su vai, e fa buon viaggio.
Entrò nel taxi e Robert chiuse lo sportello, lei continuò a guardarlo mentre lentamente si allontanava, Robert alzò la mano per salutarla. Restò li fuori finché non vide l’auto sparire dalla sua vista. Tornò a passeggiare in giardino ma quanto gli sembrava vuoto ora. Una parte di se n’era andata con lei. Sentì vibrare il cellulare nella sua tasca, era un messaggio di Gwyneth “Ho dimenticato li il mio cuore, prenditene cura fino al mio ritorno”

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Capitolo 16
*** Una lunga settimana ***


Robert si impose di attendere i messaggi e le chiamate di Gwyneth per non essere inopportuno. Era maledettamente difficile non cercarla, quella casa senza di lei sembrava un’altra. Robert passava più tempo possibile fuori casa cercando di tenersi impegnato, odiava quelle settimane in cui non aveva film da girare, così insistette con il suo agente perché gli trovasse qualcosa da fare, qualsiasi cosa, tanto che si ritrovò con giornate intere impegnate. Questo lo aiutò molto ma quando rientrava a casa, tutto lo riportava a Gwyneth. Passava ore davanti al pc a cercare nuove notizie di lei così da vederla almeno attraverso quelle fotografie. In qualche occasione Robert si maledisse di aver fatto quelle ricerche, e mancava poco che prendesse il notebook e lo scagliasse a terra, questo succedeva ogni qualvolta apparivano notizie di gossip dove la vedeva mano nella mano con Chris o abbracciati mentre passeggiavano per le vie del centro di Londra uscendo da qualche locale. Sapeva bene che non avrebbe dovuto guardare quelle foto...anche lui e Susan più volte erano stati immortalati mano nella mano e dalle foto sembravano innamorati, mentre in realtà lui l’aveva presa per mano per accelerare il passo e sfuggire ai paparazzi.
Il fatto era che non sopportava più la sua assenza, gli mancava il respiro, evitava di uscire, di frequentare feste a cui veniva invitato perché non voleva ricadere nei vecchi vizi che già una volta l’avevano trascinato nei punti più bui di se stesso.
Aveva bisogno di sentirla, i ricordi non gli bastavano, rilesse l’ultimo messaggio che lei gli aveva mandato “Ho dimenticato lì il mio cuore, prenditene cura fino al mio ritorno”, più lo rileggeva e più sentiva la necessità di fare qualcosa, qualsiasi cosa. Sarebbe impazzito da li a poco se fosse rimasto ad aspettare. Non era riuscito più a dormire bene da quando lei aveva lasciato quella casa. Si alzò di colpo dalla sedia spegnendo il portatile, si mise l’auricolare all’orecchio e fece partire la telefonata al numero che aveva appena cercato in rubrica
-Salve Robert Downey, posso parlare con Hannah? Grazie resto in attesa...
entrò nella cabina armadio e scelse un vestito elegante, uno casual e mise tutto in un trolley con qualche accessorio
-Hey! ciao... come stai? sì, tutto bene grazie. Ho bisogno di un grosso favore...sapevo di poter contare su di te! Mi serve un biglietto sul primo volo per Londra, anche in coincidenza... Sì aspetto grazie.
Passò in bagno per recuperare tutto il necessario e mise in valigia.
-Sì, perfetto! a che ora? Il numero della carta ce l’hai giusto?...ok... Sei un angelo! una di queste sere ti porto a cena fuori promesso!
Sorrise e salutò. Prese le chiavi dell’auto, prima di uscire avvisò Maria che per qualche giorno sarebbe stato fuori casa. Gli augurò buon viaggio e andò in garage mentre tra se e se pensava “buon viaggio... speriamo lo sia”
Compose un messaggio mentre attendeva che il grande cancello si aprisse “Consigliami un buon albergo, domani sono a Londra”
“Ci penso io. A che ora arrivi? ti vengo a prendere in aeroporto”
“non eri a Miami? arrivo alle 13.15 – volo AA”
“Caro io lavoro! Ho ripreso con il teatro e sono a casa, ci vediamo domani”
“Grazie Jude...”
Guidò infrangendo i limiti di velocità fino ad arrivare all’ingresso del parcheggio top class con cui aveva stipulato una specie di abbonamento che gli permetteva di lasciare l’auto all’ingresso del parcheggio e loro stessi si sarebbero presi cura di parcheggiare e fargli trovare l’auto pronta al suo rientro. Mentre scendeva dall’auto vide che uno degli addetti aveva già preso il suo bagaglio e glie lo stava porgendo, pochi passi ed entrò in aeroporto da una porta riservata a chi usufruiva di quel parcheggio, così si ritrovò di fronte alla solita Hostess che oramai non faceva più caso ai personaggi che le si paravano davanti perché erano anni che lavorava a quello sportello.
-Patricia Buonasera.
-Mr. Downey il suo volo è in perfetto orario.
Gli disse mentre passava la sua carta e il suo passaporto sul lettore ottico.
-L’auto sarà qui a momenti. Vuole lasciarmi il suo bagaglio?
Robert annuì mentre prendeva il suo biglietto e la salutava gentilmente. Si mise a sedere mentre attendeva, guardò l’orologio, 17,50, controllò anche il biglietto, Hannah gli aveva riservato un posto Economy Class, adorava quando gli trovavano quei posti disponibili, lesse sulla custodia del biglietto i nuovi servizi di classe:
 
*Poltrona piu' ampia con poggiatesta regolabile, sostegno lombare, sostegno per le gambe, piu' spazio per le gambe e schienali maggiormente reclinabili, alimentazione per laptop e telefono personale
*Quotidiano gratuito, cuscino e coperta e un kit per l'igiene personale che comprende tappi per le orecchie, spazzolino da denti e dentifricio, calzini confortevoli e mascherina per dormire
*Schermo personale e cuffie anti-rumore
*Sistema di intrattenimento in volo  Audio e Video On Demand  (AVOD), che  offre una varieta’ di diversi film, giochi e  programmi di musica
*All'arrivo, priorità al momento di scendere dall'aereo
Anche a terra riservavano parecchi servizi, ma solitamente quelli gli interessavano meno, cercava di trascorrere meno tempo possibile in aeroporto
-Mr. Downey l’auto l’attende.
Robert scese le scale ed arrivò all’auto che lo accompagnò sotto l’aereo facendolo salire prima dell’arrivo dei bus con i passeggeri.
Prese posto, era un po’ decentrato, era perfetto. Si accomodò al suo posto e accettò il drink che gli portarono, Notò che nonostante i bus con i passeggeri erano arrivati nei posti di quella saletta non c’era quasi nessuno, notò un uomo d’affari che viaggiava con la moglie ma erano sul fondo della saletta, vicino alle porte, non aveva ne fame ne sonno, ma il viaggio sarebbe stato lungo, così rispose cordialmente alle domande che l’hostess gli fece per la cena colazione e pranzo che avrebbero servito. Guardò il telefono un ultima volta prima di spegnerlo, nessun messaggio da Gwyneth.

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Capitolo 17
*** London trip ***


Era a Londra da un paio di giorni ma non aveva ancora trovato il coraggio di chiamare Gwyneth, temeva che avesse cambiato idea e che avesse deciso che preferiva restare al fianco di Chris anziché buttare all’aria tutto ciò che aveva. Non aveva avuto modo di pensare troppo, jude lo portava ovunque, diceva che stare in albergo l’avrebbe fatto abbruttire, ed era determinato a fare in modo che fosse al top nel momento in cui avrebbe incontrato Gwyneth. Quella mattina l’aveva lasciato tranquillo in hotel forse perché aveva una prova supplementare in teatro, ma si fece promettere che sarebbe uscito a fare una passeggiata per le vie del centro, magari un po’ di shopping e guardando fuori dalla finestra della sua stanza mentre sorseggiava il caffè vide il sole fare capolino tra le grandi nuvole grigie. “Una giornata di sole? Watson ha ragione, non posso restare chiuso qui dentro” lasciò la tazza e si avviò fermandosi all’appendi abiti all’entrata, prese cappello sciarpa e cappotto e uscì. “Mantengo sempre le mie promesse sono fuori” “bene, allora comprati qualcosa stasera si esce abbiamo un appuntamento”. Un appuntamento... ma che intenzione aveva Jude? non era proprio dell’umore per frequentare feste e locali affollati, ma era quasi sicuro che sarebbe riuscito a convincerlo a rintanarsi con lui in qualche vecchio pub sconosciuto ai più a fumare un sigaro e bere whisky fino a barcollare. Aveva girato tutta la mattina ed ora camminando lungo le rive del Tamigi pensò che il suo amore era li, poco distante, e si sarebbe messo a correre fino a casa sua se solo non avesse avuto quella fottuta paura di averla persa. Pensava alla loro prima notte intera insieme, le loro anime si erano fuse nell’amore, si erano fatti mille promesse, avevano riso, avevano giocato, era sicuro di aver visto negli occhi di Gwyn la stessa scintilla che Jude diceva di vedere nei suoi quando guardava o parlava di Gwyneth. Restò così appoggiato a quel muretto a guardare la torre di lontra illuminata dal sole e il Tamigi che scorreva lento sotto ad i suoi occhi. L’aria era fredda graffiava, ma la trovava piacevole, anche se nonostante gli occhiali riusciva a fargli lacrimare gli occhi. Il telefono vibrò “Hai comprato qualcosa?” “no mi stavo godendo il sole” “sei sempre il solito... ti aspetto a Bond Street prendi un taxi ci vediamo li”
Robert sbuffò non ne aveva proprio voglia, si girò e vide dei taxi fermi proprio poco più avanti di dove si trovava, così si incamminò e disse al tassista dove voleva essere portato, si perse con lo sguardo nelle immagini che scorrevano nel finestrino e quando l’auto si fermò ringraziò porgendo una banconota e scese. Chiamò Jude per capire dove fosse, quella strada era piena di negozi e di gente
-Hey dove sei?
-Sto arrivando, il mio taxi è rimasto un po’ bloccato nel traffico, ma una decina di minuti e arrivo, ci vediamo tra 10 minuti davanti al negozio di Bulgari ok? intanto fatti un giro e vedi se c’è qualcosa che ti piace.
-Ok  ti aspetto.
mise il telefono in tasca e si guardò intorno, il suo cuore si fermò quando guardando alla sua destra vide due ragazze ferme davanti a una vetrina, una mora e una bionda, quella ragazza poteva essere Gwyneth, stesso colore di capelli, stessa altezza, stesso fisico... Robert camminò senza rendersene conto nella loro direzione finché non si voltarono verso di lui proseguendo la loro passeggiata, aimè non era lei, e Robert ripiego verso una vetrina, per nulla interessato ma voleva evitare che lo riconoscessero, non era proprio dell’umore... Si tolse gli occhiali da sole e si stropicciò gli occhi, con quell’aria le lenti a contatto iniziavano a dargli fastidio. guardò quella vetrina, era una cartoleria che vendeva oggettistica varia borse di pelle, agende e penne, decise di entrare a dare un occhiata, tanto doveva perdere tempo. Girò tra gli scaffali e nulla attirò la sua attenzione. Mentre raggiungeva la cassa per uscire il suo sguardo cadde su dei cartoncini lucidi. Si tolse gli occhiali, e ne prese uno in mano per osservarlo, occupava poco meno del suo palmo, la signorina alla cassa lo riconobbe ma si diede un contegno e gli chiese come poteva aiutarlo
-Vorrei uno di questi... quanto le devo?
La signorina lo guardò stranita
-Lo prenda pure, li regaliamo ai clienti per i pacchi regalo... le do’ un sacchetto?
-aspetti...
Robert tornò sui suoi passi e prese la prima penna che trovo sullo scaffale e la consegnò alla ragazza alla cassa
-ecco, prendo questa... e il cartoncino.
Sorrise lui immacolato lei restò per un attimo interdetta, aveva preso una penna davvero molto costosa solo per avere quel cartoncino?
-E’ sicuro di volere questa penna?
-Perché? non scrive?
-No no certo che scrive ci mancherebbe ... con quello che la fanno pagare...
Robert sorrise del commento della ragazza, prese la penna e svitò il cappuccio, una stilografica con pennino d’oro... doveva ammettere che anche senza guardare aveva scelto un bell’oggetto...
-Posso?
chiese alla commessa prendendo un blocco di carta che la ragazza teneva vicino al telefono sul bancone, lei annuì pensando volesse giustamente almeno provarla.
Robert la guardò di nuovo sorridendo e diede la carta di credito alla ragazza perché effettuasse la transazione mentre lui scarabocchiava il foglio. infine le passò il blocco, prese il sacchetto salutò e uscì con la sua nuova penna ancora in mano. Mise gli occhiali e s’incamminò vide dalla vetrina la ragazza abbracciare il foglio e si mise a ridere.
=Cara Emily sei stata molto gentile ad aiutarmi nei miei acquisti, la prossima volta che torno a Londra passo ti offro un caffè, con affetto Robert Downey Jr.=

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Capitolo 18
*** Occhi negli occhi ***


Mentre rideva tutto da solo vide Jude che dondolava sui suoi piedi mentre lo attendeva
-Alla buon’ora! Dov’eri?
-A far felice la commessa di quel negozio!
Jude sorrise e lo prese sotto braccio mentre Robert gli raccontava l’aneddoto trascinandolo dentro ad un negozio di abiti maschili.
Robert si guardava intorno perplesso
-Ma mi spieghi dove dobbiamo andare?
Jude alzò gli occhi al cielo
-Avrei preferito non entrare nei particolari, ma visto che se non ti dico non riusciremo a comprare niente... Stasera c’è una serata di beneficenza a cui partecipo tutti gli anni. Quest’anno Gwyneth sarà madrina d’eccezione. Credevo che visto che Chris non partecipa a questo genere di serate forse, potevi parlare con lei.
Robert era rimasto a bocca aperta... avrebbe visto Gwyneth? tra poche ore? Cosa si sarebbero detti? Cosa gli avrebbe detto lei...
-Ehy ci sei?
Robert rinvenne al richiamo del caro Jude
-Ti amo! fossi donna bacerei!
e lo abbracciò forte
-Grazie fratello
sussurrò
Jude si liberò dell’abbraccio e lo guardò negli occhi
-Non preoccuparti, l’abbraccio basta! 
poi ridendo lo spinse dandogli un leggero pugno sulla spalla
-E poi ti chiedi perché pensano che abbiamo una relazione torbida?!?
Robert sorrise
-Ah so io perché, tu non vuoi metter su famiglia e fare di me una donna rispettabile!
Risero e s’immersero in quel pomeriggio di acquisti, si fermarono solo una mezzora in un piccolo bar per un caffè e un tramezzino e poi ripartirono mancavano ancora le scarpe e Jude sapeva esattamente dove le avrebbero trovate.
Alla fine Jude consigliò Robert ed uscirono con qualche borsa a testa. Fermarono due taxi, dovevano andare in direzioni opposte.
-Ci vediamo alle 18 nella hall dell’hotel, e non farmi salire a chiamarti!
-Sarò puntuale!
-Non so perché ma sono CERTO che questa volta sarai puntuale...
Jude rise e salì sul suo taxi
Robert controllò di non aver perso il sacchetto con il biglietto e salì sul suo taxi appoggiandosi allo schienale del sedile quasi stanco.
Appena arrivò in Hotel si sdraiò vestito sul letto, non si era ancora abituato al fuso orario, di notte dormiva male o poco e di giorno era sempre un po’ assonnato. Sì addormentò cullato da un dibattito politico che veniva trasmesso in tv, Sì risvegliò di colpo qualche ora dopo quando sentì il telefono della camera suonare. Rispose in modo automatico
-sì?
-Mr. Downey? Mr. Jude ha chiesto di avvisarla sono le 16,30
-Oh... sì grazie.
Riattaccò e ringraziò mentalmente Jude. Lo conosceva bene, mesi e mesi sui set insieme a recitare, si ricordò di quante volte si era addormentato nel primo pomeriggio, ovunque si trovasse, nelle prime settimane di trasferta a Londra e di Jude che lo andava cercando per svegliarlo.
Si alzò e si rese conto che si sentiva come quando un camion ti passa sopra... era distrutto “il mio di camion ha fatto anche retromarcia tanto per essere sicuro...”. Si spogliò e si fece una lunga doccia calda ne uscì rinato, si lavò i denti e rimase indeciso se farsi la barba o lasciarla incolta, infine visto che era molto corta decise di lasciarla così. Si spettinò odiava quelle pettinature ingessate e andò a vestirsi. 17.25 era pronto... non era puntuale, stavolta era addirittura in anticipo.
Prese il telefono e se lo mise nella tasca della giacca insieme al piccolo portafoglio. prese il cappotto e il cappello e li indossò quando vide dalla finestra che il tempo era tornato il classico tempo londinese.... piovigginava. Ma a lui questo poco importava, meno di un ora ed avrebbe visto la sua Gwyneth anche se non sapeva cosa si sarebbero detti e come avrebbe reagito lei.  Scese nella hall, vide fermarsi un auto, una Rolls Royce da cui scese un uomo con il cilindro Robert iniziò a sorridere trattenendosi finché l’uomo non fu abbastanza vicino...
-Devono aver aperto le gabbie allo zoo, ho di fronte a me un esemplare adulto di Pinguino Inglese, razza in via d’estinzione...
-Davvero simpatico! Dai andiamo!
-Ma quel cappello è necessario? Pensi di portarlo tutta la sera? Fammi vedere, hai la bacchetta magica? e se sei capace di far uscire dei conigli... no dai, non prendertela, vanno bene anche delle colombe.
Robert rise per tutto il viaggio, ogni qualvolta si girava verso Jude iniziava a ridere fino a contagiare Jude.
Arrivati Robert perse la parola e Jude capì perfettamente il momento e non commentò, gli fece un semplice sorriso che Robert ricambiò in modo forzato. Scesero dall’auto e i soliti giornalisti a caccia di Vip scattarono foto all’impazzata mentre loro non curanti percorsero i pochi passi che separavano l’auto dall’entrata del palazzo storico in cui si svolgeva la manifestazione per la raccolta di fondi a sostegno per i bambini malati di Leucemia. Alcuni di loro erano presenti e avrebbero raccontato la loro storia, Robert entro nella grande sala e percorse tutti gli ospiti finché i suoi occhi aiutati da quelli di Jude che indicavano un punto esatto della sala, videro Gwyneth che salutava degli altri ospiti intervenuti a favore di quella causa.
L’alchimia c’era ancora... Gwyneth si guardò attorno come alla ricerca di qualcuno... fino ad incontrare gli occhi di Robert.

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Capitolo 19
*** Robert respira! ***


La sala era gremita, un centinaio di persone chiacchieravano mentre prendevano posto ai loro tavoli sorseggiando drink. Jude restò al fianco di Robert, solo quando Gwyneth li raggiunse la salutò e si defilò con la scusa banale di andare al bar a prendere dei drink per tutti.
-Hey...
-Downey che sorpresa...
-Ero a Londra e Jude ha insistito perché lo accompagnassi...
-Robert non sapeva se affrontare qualche discorso più intimo o lasciare che fosse lei a parlare, infine decise, abbassò lo sguardo e fissò le sue scarpe
-Non ti sei più fatta sentire, ti aspettavo ...a casa...
Gwyneth sorrideva e accennava saluti
-Robert le cose sono più complicate di quanto si possa immaginare
Robert alzò lo sguardo e la guardò negli occhi
-Ascoltare storie complicate è il mio passatempo preferito, soprattutto se a raccontarle sei tu...
Fu Gwyneth ad abbassare lo sguardo solo per pochi secondi
Si abbassarono le luci ed iniziò a suonare una musica che conosceva, Gwyneth si voltò come tutti i partecipanti, anche Robert volse lo sguardo in quell’angolo della grande sala e vide i Coldplay uscire e iniziare a cantare su un piccolo palco, Gwyneth come tutti iniziò ad applaudire e Rob sentì chiudersi la sua gola, faticava a respirare... questa proprio non se l’aspettava. Non vedeva l’ora di uscire da quella sala. Mise le mani in tasca e sentì quell’oggetto tra le dita... Gwyneth restò al suo fianco durante quell’esibizione, Robert decise di andarsene.
-E’ stato un piacere vederti stasera, ora devo proprio andare.
Gwyneth lo guardò stranita, lui gli porse la mano per salutarla e le diede un bacio sulla guancia lasciandole in mano ciò che teneva in mano dicendole all’orecchio
-Questo è tuo, meglio che te lo renda.
E si allontanò prima di crollare. Incrociò dopo pochi passi Jude che arrivava con tre bicchieri, glie ne prese uno di mano lo bevve tutto d’un fiato
-Rob mi spiace non sapevo della partecipazione di Chris
-Tranquillo fratello non è colpa tua. Ci vediamo domani, io ho bisogno d’aria fresca e poi torno in albergo, non sarei di compagnia.
Jude non insistette, guardandolo in viso vedeva tutta la sofferenza che stava provando in quel momento. Se ne sarebbe andato volentieri anche lui se non avesse dovuto fare un piccolo discorso.
-Ci sentiamo dopo.
Robert si allontanò di spalle alzando una mano in cenno di saluto, e si avviò verso il guardaroba e una volta recuperato il suo cappotto ed il cappello uscì fuori accendendosi una sigaretta “respira Rob... respira...” aveva smesso di piovere ne fu felice voleva camminare un po’ così si mise le mani in tasca e si avviò lungo la strada senza meta.
Gwyneth sorrise appena a Jude che si fermò al suo fianco consegnandole un bicchiere, lui ricambiò il sorriso stirato, i loro occhi erano tristi. Jude si pentì di aver pensato che potesse essere una buona occasione d’incontro
-Che ti ha detto?
Le chiese prima di avvicinare le labbra al bicchiere, lei lo guardò con lo sguardo spento e teso
-Che aspettava mie notizie...
abbassò lo sguardo e sollevò la mano
-Mi ha reso questo...
Jude allungò lo sguardo per vedere cosa teneva nella mano era un cartoncino lucido rosso acceso a forma di piccolo cuore. Jude non fece domande, capì che era una cosa tra loro.
-Mi dispiace.
Le disse, prima che la musica finisse
-E’ solo colpa mia.
Rispose Gwyn mentre si avviava verso il palco dove avrebbe dovuto prendere la parola appena la band fosse scesa.
Camminava lungo le strade della città da un paio d’ore e Robert iniziò a sentirsi sempre peggio, i pensieri si affollavano e le parole mancate di Gwyn lo struggevano. Inoltre aveva anche fame ma l’idea di cenare solo in un locale non lo entusiasmava, poco più in la vide una coppia scendere da un taxi e lo prese al volo facendosi riportare in hotel
Si fermò all’entrata del ristorante dell’hotel
-Le faccio preparare un tavolo Mr. Downey?
-No grazie, se è possibile vorrei ordinare la cena in camera
-Assolutamente, le lasciò un menù così può scegliere, se poi non trovasse qualcosa di suo gradimento sono certo che lo chef le potrebbe preparare ciò che desidera.
Robert lo ringraziò e fece scorrere il menù ed alla fine ordinò un filet mignon, delle verdure grigliate di contorno e un solo bicchiere di vino più una bottiglia d’acqua. Specificò un solo bicchiere di vino, sapeva che se avesse avuto la bottiglia stasera l’avrebbe bevuta tutta per dimenticare. Entrò in camera e si spogliò mettendosi un pigiama comprato nel pomeriggio che la lavanderia dell’hotel gli aveva fatto trovare lavato e stirato come tutto il resto dei suoi acquisti. Guardò il telefono e vide un messaggio, era Jude “Come va amico? dove sei?” rispose “Sono sano e salvo in hotel, ho ordinato la cena e come vedi se ti scrivo significa che non ho fatto cazzate e sono sobrio. ci sentiamo domani, non preoccuparti, passa una buona serata”
Spense il telefono, aveva proprio trascorso una pessima giornata ad esclusione dell’immagine della simpatica commessa che l’aveva fatto sorridere per quanto era felice per un gesto piccolo piccolo...
Bussarono alla porta, andò ad aprire e il cameriere entrò con il carrello su cui aveva la sua ordinazione, apparecchiò la tavola e posò la sua cena sul tavolo. Robert ringraziò e gli diede una buona mancia
-Se desidera passo più tardi per portare via... altrimenti metta il cartoncino fuori dalla porta e non la disturberemo portando via tutto domani mattina.
Robert accese la tv e si lasciò intrattenere mentre cenava, era tutto delizioso. Si lavò i denti e si mise sdraiato sul divano a guardare un film che stavano trasmettendo.
Il film stava per finire, e sentì bussare alla porta, si ricordò solo in quel momento le parole del cameriere, così andò ad aprirgli almeno avrebbero rassettato la stanza.
-Gwyneth che ci fai qui?
-Posso entrare?

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Capitolo 20
*** Spiegazioni e ritorno a casa ***


Robert si girò su se stesso e tornò a sedersi sul divano, mentre Gwyneth lo seguì, Robert sentì il suo cuore come esplodere nel momento esatto in cui la vide entrare e ora continuava a deglutire cercando di respirare lentamente in modo da calmarsi e far rallentare il suo battito.
-Robert mi devi perdonare...
Esordì lei, mentre Robert prese il telecomando e spense la televisione. Non riusciva a capire, lei sapeva bene quando l’amasse, cos’altro poteva fare? nulla, Robert si limitò a guardarla e restò in silenzio.
-Io sono tornata per parlare con Chris, per chiudere il nostro matrimonio nel modo più civile possibile per i bambini, ma quando sono arrivata a Londra ho trovato Chris al capezzale della madre in ospedale operata d’urgenza e ancora è ospedalizzata perché è stata un’operazione molto delicata e tutt’ora non è fuori pericolo, lo so che questo non mi giustifica, ma non me la sono sentita di voltagli le spalle proprio in questo momento.
-Non ci sarà mai un momento giusto per certe cose Gwyn.
-Sì forse hai ragione...
-Potevi chiamarmi. Potevi scrivere, mandare una mail, qualsiasi cosa...per sapere di te ho dovuto guardare le notizie sui siti di gossip, almeno sapevo che eri viva...
-Mi dispiace hai ragione.
Robert si alzò dal divano
-Non mi interessa avere ragione Gwyneth, io voglio costruire un futuro con te, tutto nostro, non voglio più rubare attimi di felicità per poi doverci ignorare... ti avevo detto che avrei aspettato ma, devi perdonarmi, non ci riesco. Per la prima volta sono geloso, e non sopporto di sapere che dici ad un altro uomo che lo ami, anche se è il padre dei tuoi figli. Non sopporto che tu debba telefonare di  nascosto per dirgli che ti manca, non sopporto di non vederti ne sentirti per intere settimane. Mi dispiace.
A Gwyneth sentendo quelle parole si riempirono gli occhi di lacrime.
-Non voglio perderti Rob. Non voglio...
Robert camminò verso la finestra per non mostrare i suoi occhi a quella donna, perché se li avesse visti avrebbe capito quanto stava soffrendo attraverso le lacrime che iniziarono a bagnargli il viso.
-Domani torno a Los Angeles.
-Ti prego rimani qualche altro giorno...passiamo una giornata insieme...
-Che senso avrebbe? Se non posso averti per sempre è inutile che mi droghi con delle pillole d’amore se poi non posso avere la donna che amo... Buona notte Gwyneth...
Restò così voltato alla finestra finché non sentì la porta chiudersi. Spense la luce e si buttò sul letto, era deluso e triste, capiva che era confusa e non sapeva che fare, ma non sarebbe mai stato lui a dirle quale decisione doveva prendere. Quella decisione spettava a lei soltanto, e forse un giorno avrebbe capito e deciso cosa voleva dalla sua vita. Gli piaceva pensare che sarebbe tornata da lui. Con quel pensiero nel cuore trovò il sonno.
 
Aprì gli occhi e guardò verso la finestra, era sicuro fosse arrivata almeno l’ora di colazione, ma aveva tirato le tende e la luce non filtrava, così si alzò e prese il cellulare 6,20. Sì lasciò cadere sul letto, iniziò a pensare che quella fosse la notte più lunga che avesse mai vissuto in vita sua. Sì maledisse un milione di volte di aver trattato Gwyneth in quel modo e non aver accettato di vederla di nuovo. Sentiva che dentro di se c’era una voglia immensa di abbracciarla di stringerla forte e dirle quanto l’amava, ma oramai poteva dire solo a se stesso quanto lei fosse parte di se. Infilò la testa sotto al cuscino, avrebbe voluto poter cambiare tutto di quella serata. Aveva aperto il suo cuore a quella donna, ed ora era il dolore il suo compagno di viaggio. Sì alzò rassegnato, quei pensieri non gli avrebbero mai permesso di riprendere sonno, si spogliò e si infilò nella doccia, pensò che doveva reagire, si sarebbe lavato, vestito e sarebbe sceso a fare colazione e così fece. La sala pera deserta, in fondo era domenica, chi si svegliava a quell’ora per fare colazione?  prese un giornale e sorrise al cameriere che lo raggiunse al suo tavolo riempiendo la sua tazza di caffè, visto che non era l’ora di punta il ragazzo si offrì per portargli la colazione direttamente al tavolo senza che dovesse utilizzare il buffet che per ora era ancora in fase di preparazione. Robert accettò volentieri, si fece preparare uova strapazzate e bacon del pane tostato con burro erborinato e un bicchiere di spremuta d’arance rosse. Mentre attendeva la colazione il cameriere fu così gentile da portargli un ampia scelta di quotidiani che erano appena stati consegnati. Lesse i titoli in prima pagina e vide che tutti i giornali locali riportavano un trafiletto sulla serata di beneficenza, e Robert guardando solo la fotografia sentì chiudersi lo stomaco, era davvero bellissima, un angelo caduto dal cielo.Il cameriere arrivò con un tempismo perfetto, Robert chiuse i giornali e li fece portare via, preferiva non vedere e leggere altro. Già si immaginava le pagine interne di gossip dove di certo avrebbero parlato dell’eccezionale partecipazione di Chris e se fosse stato davvero fortunato ci sarebbe stata tutta una serie di fotografie loro. Sì la scelta di farli portare via era stata la migliore. Si concentrò sulla colazione con lo sguardo perso nella città che si stava risvegliando lentamente fuori da quelle grandi vetrate schermate. Vedeva le persone specchiarsi in quei vetri non riflettendo che dall’interno venivano visti, alcuni di questi personaggi lo fecero sorridere.
Quando i primi clienti mattinieri iniziavano ad entrare e prendere posto Robert si alzò e lasciò il suo posto lasciando una banconota sotto il piattino del pane per il ragazzo che, nonostante fosse assonnato, era stato davvero molto gentile.
Tornò in camera e preparò il suo bagaglio, prese il telefono e vide che Hannah gli aveva mandato un messaggio “volo prenotato ti faccio lasciare il biglietto nella hall. Ore 12.00 partenza arrivo L.A. ore 15.30” “grazie Hannah sei come sempre gentilissima”
Aveva qualche ora prima di partire per l’aeroporto, restò nella sua camera, chiamò il numero indicato per i servizi e chiese alla centralinista di chiamare un taxi che lo portasse in aeroporto per le 11.00 e di avvisarlo quando fosse arrivato. Decise di avvisare Jude, forse stava ancora dormendo, ma almeno al suo risveglio avrebbe saputo “parto alle 12.00, torno a casa, grazie di tutto, la prossima vieni tu, devi vedere la mia nuova casa”. Sì lavò i denti e mise tutto nel bagaglio. Aspettò la chiamata e scese nella hall, ritirò il biglietto e pagò con la carta di credito, raggiunse il taxi che partì in direzione dell’aeroporto senza chiedergli nulla, l’hotel aveva già comunicato la destinazione così trascorse il viaggio guardando la città scorrere come in un film. In aeroporto raggiunse il check-in dedicato al suo tipo di biglietto ed entrò nella sala d’attesa. Robert era impaziente, non vedeva l’ora di salire sull’aereo e tornare a Los Angeles, avrebbe ripreso i suoi allenamenti, e magari se qualche lavoro si fosse sbloccato avrebbe avuto un bel po’ di tempo impegnato a studiare e forse così avrebbe pensato un po’ meno a tutto ciò che nella sua vita ora non andava come avrebbe voluto. Il lavoro lo aveva sempre aiutato, e confidava che anche questa volta potesse essergli d’aiuto.
-Mr. Downey... Quando vuole la macchina per l’imbarco prioritario è pronta. Non se lo fece ripetere due volte, si alzò subito e la raggiunse lasciandosi accompagnare. Il volo fu tranquillo, e quando atterrò nel primo pomeriggio Los Angeles era splendida, prese l’auto che l’attendeva e decise di fare un giro panoramico prima di rientrare a casa, aveva voglia di respirare all’aperto senza sentirsi gelare i polmoni, era una sensazione meravigliosa. Il sole stava tramontando, così decise di rientrare finalmente a casa.
“finalmente a casa....”

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Capitolo 21
*** Convenevoli o verità? ***


I giorni trascorrevano lenti, Robert cercava sempre di non pensare troppo, trascorreva le giornate allenandosi, leggendo nuovi copioni. Alcune serate usciva con gli amici a Los Angeles ma spesso preferiva restare a casa, come quella sera, se ne stava seduto sul divano davanti al camino e stasera sorseggiava un whisky leggendo un buon libro. Il suo telefono vicino, non aveva più  perso l’abitudine di controllarlo frequentemente, ma di tutti i messaggi che aveva ricevuto in quella giornata uggiosa nessuno l’aveva convinto ad uscire. Suonarono alla porta, Robert non si scompose, spesso Maria riceveva delle consegne dai vari negozi, visto che erano fuori zona le consegne le effettuavano sempre in serata. Robert si perse a guardare il fuoco, quel libro non lo stava entusiasmando, nonostante fosse scritto da uno dei suoi scrittori preferiti
-Mr. Downey, c’è una visita per lei... Mrs. Paltrow.
e Maria si congedò mentre Robert sentiva il suo cuore accelerare come i passi sui tacchi di Gwyneth, aveva quasi paura di girarsi e accorgersi che era Jude che gli faceva uno scherzo di cattivo gusto... temporeggiò nel chiudere il libro lasciando un segno sulla pagina per non perdere il punto in cui era arrivato, poi si mise a sedere
-Ciao Robert...
Non era un futtuto scherzo... era lei. Doveva essere felice o triste? Non lo sapeva sentiva solo un tumulto di sensazioni, ma cercò di sembrare più naturale possibile. Erano passate un paio di settimane dal loro ultimo incontro a Londra ed ora era lì in piedi affianco a lui. Era vestita con un giubbotto di pelle, dal colletto appariva un collo alto di un dolcevita di lana bianca, paio di jeans scuri attillati e degli stivali, una grossa borsa alla moda e un cappello basco con lo stesso motivo della borsa.
-Ehy.... che bella sorpresa...
Fece un sorriso appena accennato guardandola negli occhi
-Accomodati, non restare lì in piedi! vuoi che ti faccia portare qualcosa da bere?
-Un tè caldo se non è disturba Maria.
-Ma figurati!
Robert si alzò dal divano e andò in cucina e chiese a Maria di preparare un tè, poi fece un respiro profondo e tornò in salotto, Gwyneth era seria ma ogni volta che lo guardava sorrideva.
-Il tè è in arrivo...
-Grazie...
-Gwyn... continuiamo con i convenevoli o prima o poi mi dirai cosa ti ha portata fin qui?
Gwyneth abbassò lo sguardo poi sorrise di nuovo guardandolo...
-Tu Downey... e’ per te che sono arrivata fin qui.
Robert non era sicuro di aver sentito le vere parole di Gwyneth, forse il suo cervello gli stava giocando un brutto scherzo? doveva essere felice per quelle parole o doveva aspettarsi qualcosa che lo pugnalasse da un istante all’altro?
La guardò, lei teneva lo sguardo basso e non c’era più quel sorriso sulle sue labbra, iniziò ad avere un po’ di tachicardia, gli sudavano i palmi delle mani, le strofinò sui jeans, cercando di far apparire quel gesto come un cercare di scaldarsi le gambe... Si mise a sedere vicino a lei.
-Che significa?
Gwyneth lo guardò negli occhi e si accomodò sul divano voltandosi verso di lui
-Significa che non so stare senza di te. Ci ho provato ma, credi pure che io sia egoista, ma, ho bisogno di sapere che ci sei, e poterti parlare...e vederti... e passare del tempo con te e...
-Ti fermo perché ciò che stai dicendo mi piace e mi spaventa allo stesso tempo...
-Ho paura di averti perso... non ti ho più sentito, non mi hai più scritto nemmeno un messaggio...
Robert appoggiò le sue braccia sulle sue gambe inclinandosi in avanti guardando a terra tenendo le dita incrociate le une con le altre... Certo, non si era più fatto sentire e ne aveva sofferto immensamente, avrebbe venduto la sua anima solo per poterla abbracciare un ultima volta riempiendo i suoi polmoni del suo profumo... ora che poteva dirle? l’amava sempre, sempre di più ma poteva permettersi di amarla ancora alle condizioni di prima senza perdere la ragione? non ne era molto sicuro... Gwyn attendeva una sua risposta guardandolo voltò il suo viso verso di lei
-Sono venuto a Londra per vederti, perché ti amavo... perché... ti amo. Ho dovuto mettere da parte il mio cuore, i miei sentimenti perché quando sei venuta da me in hotel eri confusa, e questo significa che i tuoi sentimenti non erano come i miei. Non sapevi cosa o meglio chi scegliere e io, quella sera non me la sono sentita di farti pressioni per convicerti che stare con me fosse l’unica scelta giusta... e, non ci riuscirei nemmeno stasera. Io credo che, quando si ami, non ci sia un bivio nella mente, nel cuore... credo che si senta che c’è una sola possibilità, una sola strada da seguire. Io, bhè lo sai, il tempo per me si è fermato al primo giorno in questa casa, in cui ho vissuto il mio sogno, e ora, se mi dirai che non potrà mai essere, sarò felice per aver avuto la possibilità di viverlo anche se solo per poche ore.. ma in tal caso non chiedermi di vederci o scriverci... in queste settimane mi sono sentito diviso a metà e il dolore è stato lancinante.
Riprese a guardare il pavimento... forse aveva detto anche troppo... preso dal tumulto di tutti quei pensieri si rese conto che non ricordava nemmeno cosa avesse detto Gwyneth da scatenare in lui quel monologo.
-Robert io...
-Tu Gwyn?...
Robert cerco di esortarla ad aprirsi e dirgli cosa stava pensando, cosa stava provando... non come aveva fatto a Londra chiudendo ogni possibilità di dialogo.
-Io... Sono in difficoltà. Non riesco più a fare niente perché ci sei tu nella mia mente. Penso a tutte le volte che siamo fuggiti per stare insieme, penso ai tuoi sguardi, alle tue mani che tenevano le mie. Sento la tua voce nella mia mente che mi ripete le cose meravigliose che mi dicevi e che ora mi mancano. Ho dovuto affrontare la realtà, quella dura, e la paura di averti perso per sempre. Ho parlato con Chris e gli ho spiegato che ho bisogno di un periodo per riflettere perché è così che mi sento, ed è per questo che sono venuta a Los Angeles. Avevi ragione quando a Londra mi hai detto che non ci sarebbe mai stato il momento giusto... l’ho capito...
-Quindi forse hai sbagliato a venire qui da me, se devi riflettere significa che il tuo cuore è ancora confuso...
Gwyneth si alzò di scatto e si avvicinò al caminetto, restò voltata di spalle tormentandosi le mani.
-Io non ho sbagliato niente!
disse sottovoce mentre una mano raggiungeva la guancia e con un gesto veloce si portava via una lacrima sfuggita con quelle parole.
Robert si alzò e la raggiunse, le mise le mani sui fianchi e la fece voltare verso di lui, quei pezzi di cielo erano colmi di lacrime che una alla volta si tuffarono sulle sue guance. Robert mise la sua mano sul suo viso e asciugò ogni lacrima che le rigava il viso, lo guardava tremando, non resistette nel vederla soffrire tanto e la strinse tra le sue braccia sentendola abbandonarsi in quell’abbraccio iniziando a singhiozzare sulla sua spalla
-Io voglio te. Ti amo e non voglio perderti, ma è maledettamente difficile restare inermi, mentre vedi che con le tue parole spezzi il cuore di qualcuno...
Gwyn si sollevò dalla spalla e guardò Robert che la teneva ancora stretta a se. Si avvicinò alle sue labbra pregando che lui non la rifiutasse. Voleva una conferma che quello non fosse il conforto che si presta ad un’amica, voleva che le dimostrasse che l’amava, voleva sentirlo ancora come un tempo sulle sue labbra sul suo corpo. Robert la vide avvicinarsi alle sue labbra, sentiva il suo respiro infrangersi con il suo e il suo cuore che non desiderava altro che sciogliersi su quelle labbra lo incitavano ad avvicinarsi di quei pochi millimetri per unirsi a lei in quel bacio. Ma la paura del dolore lo frenava. Fu Gwyneth ad annullare la distanza tra loro mettendogli una mano tra i capelli ed avvicinandosi a lui baciandolo dolcemente mentre sentiva le mani di lui stringerla ancora di più.
Robert continuo a baciarla dolcemente lasciandosi sfuggire sottovoce
-Quanto ho desiderato questo bacio...

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Capitolo 22
*** Dormire con te ***


L’avrebbe amata in quell’istante per non lasciarla mai più. L’avrebbe tenuta al sicuro vicina al suo cuore, ma poi pensò che quella non era la soluzione voleva che tornassero quei momenti magici tra loro, ma voleva che tornassero per restare...

Asciugò di nuovo il viso di Gwyneth e la fece sedere sul divano passandole un fazzoletto e andò in cucina a prenderle il tè che Maria aveva preparato

-Mr. Downey mi scusi non volevo disturbare per questo non l’ho portato.

Robert le sorrise,

-Va tutto bene Maria, grazie. Lo porto io.

Prese il vassoio e portò il tè a Gwyn pensando che bere qualcosa l’avrebbe aiutata a calmarsi anche se lui avrebbe optato per qualcosa di molto più forte.

Anche Robert si servì una tazza di tè con lei. Aveva scelto per lei, miele e vaniglia, l’avevano bevuto insieme a Roma durante la conferenza stampa e era piaciuto ad entrambi tanto da farsene spedire qualche scatola dal direttore dell’hotel, appena Gwyn avvicinò le labbra alla tazza cambiò espressione, Robert capì che l’aveva riconosciuto e le sorrise.

Gwyneth sapeva che Robert era un uomo che ti sa stupire con la semplicità con cui compie dei gesti tanto gentili e premurosi da arrivare ad essere disarmante.

Sorseggiarono quella bevanda calda guardando il fuoco, parlando dei progetti di Robert e dei copioni che stava leggendo, risero come ai vecchi tempi ricordando momenti in cui Rob sul set si rifiutava di dire alcune battute impuntandosi a tal punto da costringere gli sceneggiatori a rivedere i dialoghi li, ascoltando i suoi appunti, se volevano proseguire con le riprese. O di alcune domande che nelle conferenze stampa erano giunti a far loro con una tale disinvoltura da riuscire a farli arrossire, loro, che erano abituati a dirsi e sentirsi dire qualsiasi cosa.

-Cosa farai ora?

Gwyneth sapeva che quella domanda sarebbe giunta, anche se, in cuor suo non aveva ancora trovato una risposta.

-Credo di restare a Los Angeles, credo sia la cosa migliore. Non devo lavorare e posso prendermi del tempo solo per me. Per dare il tempo a Chris di capire e accettare che le cose non vanno esattamente le modo idilliaco di un tempo... Appena finirà la tournée vedrò di vederlo e chiarire definitivamente. Fino ad allora ti chiedo di avere pazienza e capirmi...

I suoi occhi ricominciarono a diventare lucidi, Robert capiva, capiva già sia come si sentiva ora, sia come si sarebbe sentita nei prossimi mesi

-Non voglio in alcun modo condizionare le tue decisioni Gwyn...

-Ma tu non le stai condizionando io ho deciso di intraprendere questa strada

Gwyneth si avvicinò a Robert e lo baciò facendogli capire che quel bacio non le sarebbe bastato a placare il suo desiderio. Robert dovette trovare dentro di se tutta la sua forza per fermare quei baci che si facevano sempre più voluttuosi e stavano sciogliendo senza alcuna fatica tutte le imposizioni che si era auto-imposto

-Gwyn.. Gwyn... ferma, aspetta...

-Voglio fare l’amore con te.

“ecco ci mancava solo una frase così” pensò tra se e se, faticando a recuperare la voglia di staccarsi da lei. Le prese le mani e le tenne tra le sue mettendo così distanza tra i loro corpi, lei lo guardò stranita, lui non si era mai trattenuto a tal punto da ignorare il suo corpo per propria scelta.

-Gwyn ti prego, non dobbiamo...

-Lo vuoi anche tu lo sento... lo vedo!

Robert sospirò alzandosi per non cedere

-Certo che lo vorrei anche io, ma ora non dobbiamo. Voglio che succeda quanto te, ma voglio che accada quando il mattino seguente tu non dovrai sgattaiolare dal mio letto scappando...

Gwyneth si arrese, non sarebbe riuscita a fargli cambiare idea, abbassò lo sguardo sulle sue mani restando in silenzio

-Ehy, io ti adoro, vorrei amarti per tutta la notte, ma voglio averti al mio fianco ogni mattino e ogni sera finché mi vorrai. Capisci cosa voglio dire?

-Proprio stasera dovevi decidere di trasformarti in un uomo dei primi del 900 e non attentare al mio onore?

Robert scoppiò a ridere e l’abbracciò.

-Non so se riuscirò a starti lontana...

Disse sfoderando un sorriso sexy e uno sguardo che lo mise così in difficoltà da doversi alzare e cambiare discorso per allentare la pressione sanguigna ridendo

-Sei maledettamente sexy, dovrebbero arrestarti quando fai così... Vieni devo prendere un po’ d’aria fresca, usciamo in giardino...

Gwyn arrossì lievemente, sapeva cosa stava facendo, voleva convincerlo che quella sua scelta non era accettabile... Lui si concesse solo di tenerla per mano mentre passeggiavano e ridevano continuamente ogni qualvolta Gwyn si avvicinava e Robert le imponeva una certa distanza

Arrivarono al patio di fronte alla piscina dopo aver fatto una lunga passeggiata nel giardino

-Quindi stasera non mi lascerai dormire con te?

-Le tue labbra dicono dormire, ma i tuoi occhi stanno dicendo ben altro... quindi la risposta è no, non ti lascerò.

Gwyneth rise e lo abbracciò dandogli un piccolo baciò sul collo proprio sotto all’orecchio

-Guarda che so trattenere i miei istinti e se non vuoi, non mi approfitterò di certo di te...

Robert si staccò da quell’abbraccio, senza dire una parola si tolse le scarpe e facendo due passi lunghi si tuffò in piscina. Gwyneth rimase li a bocca aperta, sconvolta da quel gesto, l’acqua di certo era fredda, si avvicinò al bordo della piscina attendendo che risalisse, appena emerse la guardò, le tese una mano che Gwyn interpretò come richiesta d’aiuto per uscire, ma Robert le fece perdere l’equilibrio di proposito e quando emerse la guardò sorridente

-Ok, Ora se vuoi puoi dormire vicina a me...

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Capitolo 23
*** 23 ***


-Tu sei un pazzo! Mi vuoi far morire?!?
Robert sorrise mentre Gwyn rideva e lo schizzava e cercava di strizzarsi i capelli in qualche modo
-Dai vieni, usciamo!
la prese per mano e l’aiutò a uscire prese dei teli che erano sopra ai lettini e l’avvolse, e l’abbracciò, le diede un piccolo bacio e le mise il braccio attorno alla vita accompagnandola all’interno, entrarono in camera da letto e Robert iniziò a spogliarsi prendendo qualcosa di asciutto da mettersi, ma si soffermò a guardare Gwyneth che era rimasta in piedi vicino al camino
-Pensi di dormire così?
-Downey forse non ti sei accordo che non ho bagaglio?
-Scusa ma dov’è? è rimasto in soggiorno?
-Robert non sapevo nemmeno se mi avresti fatta entrare in casa tua... non mi serviva un bagaglio.
Robert rinsavì, si rese conto che non aveva nulla da mettersi, così entrò nella cabina armadio e le prese i pantaloni di una tuta, una maglia a maniche lunghe, un paio dei suoi boxer attillati e un paio di calzettoni, questo era tutto ciò che avrebbe potuto offrirle per quella notte, non appena Gwyneth vide tutto ciò che si era preoccupato di procurarle gli sorrise soprattutto quando vide i boxer
-Che c’è? non sono fornito di biancheria intima femminile, pensavo che quelli fossero meglio di niente...
-Grazie è tutto perfetto!
Gwyneth iniziò a spogliarsi e Robert per non guardarla andò in bagno a lavarsi i denti, si intrattenne in bagno finché Gwyneth non lo raggiunse trovandolo davanti allo specchio mentre si spalmava della crema sul viso
-E poi dicono delle donne....
-Ehy lo vedi questo bel faccino? Se non lo curassi non sarebbe così perfetto
Lo guardò e iniziò a ridere mentre si affiancava a lui, vide vicino allo spazzolino di Robert un altro ancora sigillato, lo prese e lo guardò chiedendo con lo sguardo una spiegazione
Robert abbassò lo sguardo quasi imbarazzato
-E’ tuo. L’avevo comprato per te quando sei partita... speravo in un tuo ritorno...
Si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia
-Grazie... sei stato davvero carino.
-Ti aspetto di la.
Uscì dal bagno chiudendo la porta e lasciandola libera, chiuse le tende e si mise seduto sul letto. Si sentiva agitato, temeva quella situazione. Si era imposto di lasciare che Gwyn potesse prendere le sue decisioni senza che lui la influenzasse. Lo raggiunse e si sdraiò accanto a lui, lo guardava con gli occhi languidi
-Gwynnnn
-Sì Downey...
-Smetti di fare ciò che stai facendo!
-Di che parli? sono qui e me ne sto tranquilla..
-Sì forse fisicamente per ora, ma il tuo sguardo racconta che la tua mente sta andando ben oltre...
-Che male c’è? Ti desidero, tu mi desideri...
Allungò le la mano verso di lui e l’appoggiò sul suo petto, Robert si sentì rabbrividire, e le fermò la mano con la sua
-Vieni qui
la fece avvicinare e le offrì il suo braccio come cuscino, e con l’altra mano le carezzava i capelli.
-Rob io ti
-Shhhh... dormi con me...
Gwyneth si rassegnò a quel placcaggio e si lasciò coccolare dal suo grande amore
-Rob?
-Dimmi...
-ti amo...
-Anche io dolce angelo ti amo... buona notte
Sollevò la testa per guardarla e vide che si era già addormentata, era bellissima, le carezzò il viso e le baciò la fronte e per la prima volta da quando se n’era andata riuscì ad addormentarsi subito con un piccolo sorriso sulle labbra e riposare.
-Buon giorno pigrone, sveglia!
-Uhmm che ore sono?
-Non lo so ma c’è il sole e ho fame...di te
Robert aprì subito gli occhi e si alzò dal letto,
-E colazione sia...
Gwyneth lo guardò sorridendo ed incredula delle sue parole... ma il suo sorriso si spense quando Rob si alzò dal letto e le porse la mano trascinandola verso la cucina...
-Downey ti odio!
Robert si mise a ridere di gusto, se solo si fosse resa conto di quanto la stesse desiderando in quel momento...
Trascorsero insieme quelle settimane senza lasciarsi mai, per lo più andavano a passeggiare nei posti più sperduti, evitavano i luoghi mondani, parlavano molto, si stavano dedicando uno all’altra totalmente per la prima volta da quando si conobbero. Gwyneth sentiva di desiderarlo più di quanto avesse mai desiderato nessun uomo, ma Robert non la lasciava mai oltrepassare un certo limite e lei lentamente finì per accettarlo.
-Quando arriva Chris a L.A.?
Gwyneth abbassò lo sguardo, non avrebbe voluto che quel giorno arrivasse così in fretta non si sentiva pronta per tutto ciò che stava per succedere
-Domani mattina con il primo volo.
-Dunque stasera non dormirai qui?
-E se dormissi qui e me ne andassi all’alba?
-Paltrow ti ho mai detto che ti adoro?
Gwyneth sorrise, era felice che anche lui, nonostante il loro rapporto non fosse guarnito dalle delizie dell’amore fisico la volesse affianco il più possibile. Robert pensava che poi non l’avrebbe vista per giorni e quello sarebbe stato già una sofferenza.
-Quando ci vedremo? Mi scriverai?
-Downey hai intenzione di scaricarmi?
-Ma come ti viene in mente?
-Mi stai chiedendo quando ci vedremo, se ti scriverò...
-Penso che se sarai con Chris non ci vedremo...
-Robert conto di stare via qualche ora. Non di più.
Robert la guardò strabuzzando gli occhi tenendo le labbra aperte in una smorfia di stupore.
-Ti stupisco ancora Downey? dopo tutto questo tempo?
-Pare di sì... sinceramente non me l’aspettavo.
-Quindi potrei avere un “premio” per questo stupore piacevole che ti ho causato?
Lo disse in un modo molto sensuale e Robert fece fatica a deglutire, ebbe bisogno di bere un sorso d’acqua prima di riuscire a risponderle.
-Lo sai come la penso...
-Già, ma quando tornerò avrò chiarito, e quindi....
Allungò una mano sfiorando il suo petto giocando con i bottoni della sua camicia
-Non sei ancora partita, ma... vedi di tornare presto!
Le sussurrò in un orecchio
-Ho voglia di amarti per giorni interi.

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Capitolo 24
*** 24 ***


Si svegliò sentendo le labbra di Gwyneth sulle sue, aprì gli occhi era già pettinata e vestita
-Ehy ma che ore sono?
-Presto, dormi ancora un po’ io devo andare, ma torno presto, promesso.
Robert la vide prendere il cellulare dal comodino e prima che si allontanasse dal letto le prese la mano e la baciò, lei stupita lo guardò sorridendo
-Qualsiasi cosa accada, qualunque sia la tua decisione chiamami!
Lei abbassò gli occhi e carezzò la sua mano
-Ci vediamo tra un paio d’ore.
Disse uscendo da quella stanza. Robert restò sdraiato a letto pensando che se fosse riuscito a riaddormentarsi il tempo sarebbe trascorso molto più in fretta. Una parte di se continuava a temere che Gwyn non tornasse, era già successo e nonostante il tempo che avevano trascorso insieme in attesa di questa giornata, lei, ogni volta che affrontavano l’argomento Chris appariva sempre tesa, ma Rob sperava che quella sua paura fosse infondata.
Quei pensieri avevano fatto svanire il sonno e decise di alzarsi, e di organizzare quella giornata, in fondo, se tutto fosse andato come sperava avrebbero festeggiato l’inizio della loro relazione come coppia. La loro fortuna era che tutti sapevano quanto fossero amici, quindi avrebbero potuto partecipare insieme ad eventi o uscire a cena senza scatenare innumerevoli pettegolezzi. Pensò che se poi, da lì a un anno la loro “amicizia” si fosse trasformata in amore nessuno ci avrebbe fatto caso.
Guardò l’orologio, era davvero presto, ma decise di alzarsi fare colazione ed uscire. Prima di andare in bagno mandò un messaggio al suo assistente che in questo periodo non passava molto tempo con lui visto che non stava lavorando “prendi un appuntamento per le 9.00 con Cristine Lux dille che passo da lei”. Non fece colazione, prese l’auto e si avviò a gran velocità verso il centro di L.A..
Cristine lo attendeva e appena lo vide mandò un commesso a prendere due caffè per loro, mentre Robert la salutava sulla porta lei lo invitò ad entrare e si accomodò su un divanetto. La donna s’informò su quale fosse l’occasione per cui aveva deciso di farle visita, Rob prese il suo telefono, aprì il collegamento che aveva salvato qualche giorno prima e le passò in telefono non appena l’immagine si fu aperta
-Ho visto questo e se non l’hai già venduto vorrei prenderlo
-Hai occhio! no, è una novità e non è venduta. Ti mostro l’originale se vuoi
-Ne sarei felice. Vorrei tutta la serie.
-Ovviamente...
Arrivò il caffè e Cristine diede indicazioni al ragazzo di portare quanto chiesto da Robert mentre loro si godevano il caffè.
-Susan come sta?
Robert abbassò gli occhi sul caffè
-Sta bene, ci siamo lasciati qualche mese fa
Cristine era una persona molto riservata, sapeva tutto di tutti ma non si lasciava mai sfuggire nessuna indiscrezione, Robert la conosceva da prima che la sua carriera decollasse, ricordava che passava ore seduto su quel divanetto mentre sua madre chiacchierava con Cristine e faceva acquisti.
-Quando le cose non vanno è meglio così. Ora c’è un nuovo amore alle porte?
Robert sorrise, nonostante gli anni quella donna era più moderna di tante altre più giovani.
-Sì e no... aspetto una risposta ma non voglio farmi trovare impreparato giusto?
la signora annuì
-Un gentiluomo non può mai farsi trovare impreparato, ma direi che tu non corri il rischio.
Robert sorrise e finì il suo caffè, Cristine aprì i contenitori e Robert non ebbe alcun dubbio. Era la scelta giusta.

Si stava tormentando le mani
Chris le aveva mandato un messaggio il suo volo era atterrato, sarebbe arrivato da lei entro 20 minuti. Si sentiva agitata, avrebbe dovuto affrontare quel capitolo della sua vita se voleva andare avanti e vivere il suo futuro con affianco Robert. Si fece preparare dalla domestica la colazione e la fece servire in giardino, e si accomodò a tavola, quando Chris sarebbe giunto probabilmente avrebbe avuto fame, odiava il cibo sui voli anche quando era di alta qualità e finiva sempre per mangiare poco e niente. Bevvè il suo succo d’arancia e restò li in attesa del suo arrivo. Pensò che avrebbe voluto che quella mattinata fosse già finita. Sapeva che Chris non si aspettava una decisione tanto drastica, ma, Robert aveva ragione, non ci sarebbe mai stato un momento giusto per parlarne. Venne risvegliata dai suoi pensieri quando sentì la voce di Chris salutare la domestica e chiedergli lei dove fosse e di preparargli la colazione. Gwyn sorrise, lo conosceva come le sue tasche, si voltò e lo vide apparire sulla porta che portava in giardino, le sorrise e la raggiunse, si chinò e la baciò sulle labbra prima che le potesse ritrarsi, per la prima volta si rese conto che quel contatto l’aveva infastidita, rimase interdetta da quella sensazione, iniziò a credere di aver preso la decisione giusta.
-Ciao amore!
-Chris, lo sai che...
-Sì lo so... scusa. Come stai?
-Bene e tu?
-Sinceramente penso di essere stato molto meglio...
Arrivò la colazione di Chris e Gwyneth attese che la domestica si allontanasse prima di affrontare il discorso
-Ci ho pensato, credo di aver preso la decisione giusta. Non me la sento di continuare Chris.
Chris lasciò cadere la forchetta dalla mano e si appoggiò con le spalle sullo schienale della sedia
-Gwyn io credo che questa tua decisione sia affrettata, come puoi aver compreso che questa è la decisione giusta per noi in qualche settimana?
Abbassò lo sguardo, non voleva aggiungere altro
-Mi dispiace Chris, ho preso la mia decisione.
Sì alzò ed entrò in casa. Sì mise seduta sul divano, prese l’agenda dalla borsa e iniziò a sfogliare le pagine delle prossime settimane cercando di poter fissare a breve un incontro con il suo avvocato. Chris la raggiunse e si mise a sedere a fianco a lei la guardò
-Dimmi che questo non ti da più nulla
e la prese con forza baciandola appassionatamente mentre lei prima sbigottita da quel gesto inaspettato poi furiosa si liberò dalla sua presa e gli diede uno schiaffo.
-Credo sia meglio che tu te ne vada ora.
Chris prese il suo giubbotto e prima di uscire dalla stanza si fermò
-Perdonami, non avrei mai dovuto...
Uscì di casa sbattendo la porta, era abbattuto, prese una delle loro auto e partì.
Gwyneth fece un respiro profondo mentre componeva il numero del suo avvocato
-Ciao Matt sono Gwyneth... sì tutto bene grazie, tu? ...Katy e i bambini?... mi fa piacere, scusa se ti disturbo ma avrei bisogno di fissare un appuntamento con te con una certa urgenza... no preferisco fissare io è una faccenda personale... Chris ed io abbiamo deciso di divorziare, o meglio, io ho deciso quindi non so se ci saranno problemi... ok. ci possiamo vedere venerdì a ora di pranzo?... perfetto. Grazie a venerdì.
Chiuse la telefonata ed inviò un messaggio a Robert “prendo qualche cambio e arrivo” Lo avrebbe messo al corrente di come erano andate le cose con Chris di persona.
Salì in camera da letto e prese alcuni indumenti li mise in un trolley e una volta scesa disse alla domestica che l’avrebbe avvisata quando sarebbe tornata, come faceva ogni volta che ripartiva.
Chiamò un taxi che fu da lei dopo pochi minuti e si fece portare a quell’indirizzo che oramai le era diventato familiare e tra se e se pensò “portami a casa”

Robert lesse il messaggio di Gwyneth ed accelerò per arrivare a casa prima di lei. Era felice con la sua scatola affianco. Cosa avrebbe detto il suo angelo? Non aveva importanza, aveva parlato con Chris ed ora stava tornando da lui. Entrò nella loro camera da letto, accese candele ovunque e chiuse totalmente tutte le tende, posò il mazzo di rose blu sul letto e sentì suonare alla porta capendo che era arrivata, la sentì avvicinarsi, sorrise e entrò in bagno mentre lei varcava la porta della loro camera da letto.
-Robert? ma... cosa...
Si avvicinò al letto e vide le rose toccandone i petali vellutati, le sollevò e si lasciò inebriare dal loro profumo le posò di nuovo sul letto e si girò cercando Robert e lo trovò sulla porta del bagno con un sorriso che non aveva mai visto sul suo viso, i suoi occhi scintillavano alla luce delle candele teneva le mani dietro la schiena
-Bentornata...
-Ehy ma che succede?
Iniziò ad udirsi una leggera musica in sottofondo, Gwyn non era sicura appena era entrata, ma, era talmente sorpresa che le rimase il dubbio
-Se volevi stupirmi ci sei riuscito...
-Con così poco? Non devi stupirti ora...
-Perché c’è dell’altro Downey?
Gwyneth si mise a sedere sul bordo del letto guardandolo avanzare attraverso la stanza fino ad arrivare ad un passo da lei
-Se ti stupisci per le candele e la musica... allora questo non serviva...
La guardò con un sorriso sghembo mentre si sedeva accanto a lei e le porgeva quella scatola, Gwyneth lo guardò, poi guardò la scatola, poi di nuovo lui...
-Pensi di aprirla prima o poi o la riporto al negozio?
Rise nervoso
Gwyneth guardò di nuovo la scatola e sorridendo si decise ad aprirla, Robert la fissava serio con i suoi occhi luccicanti vi trovò un biglietto all’interno scritto a mano lo guardò sorridendo nervosa sollevò il biglietto e Robert sorrise nel vedere la sua espressione, le sfiorò il viso con una carezza leggera e la baciò dolcemente, Gwyneth aveva perso l’uso della parola lo guardava e non diceva nulla... Robert la guardava divertito
-Tu sei pazzo!
-Sì sono pazzo... ma di te.

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Capitolo 25
*** 25 ***


Gwyneth posò quella scatola sul comodino e gli mise le braccia attorno al collo, Robert sorrise
-Lo devo considerare un sì?
Lei rise e lo baciò con molta passione mentre trascinava Robert facendolo sdraiare sul letto, lui fece appena in tempo a spingere giù dal letto il mazzo di rose prima che lo schiacciassero rotolando sul letto.
-Anche oggi vuoi recitare la parte dell’uomo d’altri tempi?
-Non credo proprio tesoro mio...
Gwyneth rise di gusto, e Robert cadde su di lei ridendo, quando faceva così imitando voci strane finivano sempre a ridere come matti. Si alzarono e aprirono le tende alle finestre spensero le candele e decisero di andare a pranzo, avevano tanto di cui parlare e Rob pensò di portarla in un ristorante che si trovava in riva all’oceano, dovevano festeggiare.
Presero l’auto e in una decina di minuti furono fuori dal locale, il custode del parcheggio prese le chiavi mentre loro entrarono e presero posto al tavolo che Robert aveva prenotato, era in fondo alla sala, con vista sull’oceano, era una giornata molto calda per essere quasi la fine di novembre, le finestre erano aperte e lasciavano entrare una brezza piacevole che profumava dell’oceano.
-Quindi, come è andata?
Gwyneth bevve un sorso del suo drink
-E’ andata, gli ho detto che è finita e non credo lui l’abbia presa bene, ho sentito l’avvocato e venerdì ne parlerò con lui, vediamo se riusciamo a conciliare...
-Dovrete.
-Che intendi?
-Bhè, Apple e Moses hanno bisogno di sentirvi vicini a loro nonostante tutto.
Gwyn non si aspettava che Robert si preoccupasse dei suoi bambini, e Robert notò la sua espressione
-Che c’è di strano?
-No, nulla... è solo che è molto bello che tu di preoccupi di loro.
Robert le carezzo la mano
-Loro fanno parte di te, e quindi fanno parte di noi... Ora sono a Londra?
-Sì in questi mesi sono là per la scuola, ma vorrei che venissero a vivere qui a Los Angeles appena finisce questo semestre, con me anche se non so, dovrò sentire anche loro e capire cosa vorranno fare.
Robert ascoltò Gwyn e annuì mentre bevve, non venne nessuno a prendere l’ordinazione perché Rob aveva già ordinato durante la telefonata, aveva ordinato il piatto preferito di Gwyneth, quando lei vide arrivare il cameriere con i loro piatti un sorriso enorme le si aprì sul volto, quell’uomo la stava coccolando in un modo molto dolce.
Pranzarono e Robert le propose una passeggiata sulla spiaggia ma Gwyneth dovette rifiutare la proposta
-Possiamo rimandare amore?
-Se non ti va certo...
-No, mi piacerebbe molto, ma devo vedere il mio agente nel pomeriggio dobbiamo parlare dei nuovi progetti.
-Ah ok, nessun problema... anche io ho un paio di cose da fare a casa, che ne dici sei ti accompagno in centro e poi ci vediamo a casa quando finisci?
-Sì sarebbe perfetto!
-Allora è deciso! Andiamo così prendiamo un caffè insieme prima che ti lasci là.
Si avviarono dopo aver pagato e Robert le aprì lo sportello per farla accomodare prima di correre velocemente al suo posto e partire in direzione del centro.
Aveva lasciato Gwyneth da poco e decise di sentire Mark per la questione ristrutturazione aveva dei progetti in testa e si voleva confrontare con lui prima. Mark lo attese nel suo studio e lo ricevette subito anche se c'erano altri clienti già nel suo studio, lo vide congedarsi da loro attraverso le vetrate in cristallo che separavano gli uffici dalla sala riunioni che era posta al centro, la segretaria lo fece accomodare li, mentre abbassava le veneziane in modo da non rendere visibile l'interno della sala riunioni. Mark si affrettò a raggiungerlo con dei grossi rotoli di carta sotto il braccio e dei suoi collaboratori portavano campionari di stoffe e colori.
Sì perse con loro in quei progetti per qualche ora, alla fine della riunione avevano deciso quasi ogni particolare, Robert spiegò le nuove esigenze e specificò l'urgenza di costruire la depandance per Maria e Miguel, una cosa sobria nel lato posteriore del giardino ma con ampi spazi personali che riservassero loro una buona dose di privacy.
Pensò che dovevano vivere con lui, ma questo non significava che non dovessero avere una loro vita, così chiese che venisse dotata anche di un entrata riservata così che potessero invitare i loro amici o famigliari senza dover passare dall'entrata principale della villa. Infine estrasse dalla tasca delle suo giubbotto un foglio ripiegato in quattro con uno schizzo, Mark sorrise annuendo, "nessun problema" si poteva fare.
Robert pensò che quella giornata aveva preso una piega meravigliosa, anche se, sapeva che il meglio doveva ancora venire, quella sera Gwyneth, la sua Gwyneth sarebbe stata sua. Controllò il telefono e vide che non c'erano messaggi urgenti, così decise di rientrare a casa, avrebbe fatto da la le telefonate di lavoro che il suo agente gli aveva ricordato con una mail, tanto più che così avrebbe ingannato il tempo in attesa del rientro di Gwyn, avevano ancora così tante cose di cui parlare.
Quando Gwyneth rientrò era stanca nonostante fossero solo le quattro del pomeriggio, i suoi colloqui di lavoro si erano protratti più del dovuto, ma quando rientrò trovò Robert seduto alla sua scrivania con gli occhiali sulla punta del naso intento a leggere alcune righe di un copione a voce alta e commentarle telefonicamente con il suo interlocutore. Gwyneth si mise a sedere su un divano li a fianco bevendo a piccoli sorsi da una piccola bottiglia d'acqua. Robert tagliò corto la telefonata e si tolse gli occhiali lasciandoli sulla scrivania appoggiati sul copione.
-Ehy bentornata!
-Grazie, ho fatto tardi ma ho firmato il nuovo contratto.
-Sono molto fiero di te,purchè questo non significhi che starai lontana da me per dei mesi!
-Gireremo tra L.A. e NY, le tempistiche ancora non le conosco, ma sono certa che troveremo il modo per non stare troppo lontani
Si avvicinò alle labbra di Robert e le baciò dolcemente.
-Tu invece cosa hai fatto oggi?
-Sono stato allo studio dell'Architetto e ho visto gli arredatori, l'ingegnere, insomma cose di casa, poi sono tornato qui e ho letto il copione per il nuovo film ma ci sono delle cose di cui dobbiamo ancora parlare, non mi convince del tutto e spero che troveremo un accordo, perchè mi piace lavorare con lui... tutto sta allo sceneggiatore e alla produzione.
-Basta parlare di lavoro, che si mangia? ho una fame!
Mentre pronunciava quella frase il telefono di Gwyneth iniziò a suonare
-Ciao!... no non mi disturbi affatto, dimmi pure... oh... è un po tardi, ma... bhè se è meglio ci vediamo subito... ok, ti raggiungo lì. Perfetto a dopo.
Robert la guardava, non conosceva quell'uomo, cosa aveva di così urgente da dover vedere la sua Gwyn subito? Probabilmente lo sguardo di Robert parlò per lui perchè subito dopo aver chiuso la telefonata Gwyn rese partecipe Robert
-Era il mio avvocato, dovevamo vederci venerdì per il divorzio, l'ho sentito stamattina, ed ora mi dice che è meglio se ci vediamo subito al suo studio perchè è urgente...
-Ti conviene andare, deve esserlo o non ti avrebbe disturbata a quest'ora.
-Già... Mi accompagni? cioè vieni con me?
-Se questo ti fa stare più tranquilla.... andiamo.
Robert anche se non lo diede a vedere era preoccupato, sapeva che potevano esserci dei risvolti fastidiosi se il divorzio non fosse consensuale, e poi, c'erano quei bambini di mezzo e sicuramente il pensiero di Gwyneth era corso a loro. Non parlarono erano entrambi tesi, solo all'entrata del parcheggio riservato allo studio legale Robert le prese la mano e le disse
-Andrà tutto bene...
Gwyneth si limitò a sorridere anche se era tesa.
L'avvocato li ricevette senza farli attendere, e li salutò cordialmente, era serio, ma Robert non riuscì a capire se era teso per le notizie che doveva comunicare
-Scusami se ti ho fatta correre qui, ma ho dato un occhiata al contratto prematrimoniale che avevate firmato tu e Chris, e ci sono dei particolari che non ricordavo.
Fece girare alcuni di quei fogli e poi segui con la penna il paragrafo che stava leggendo sottovoce fino a trovare il punto che precedentemente aveva catturato la sua attenzione
-Ecco... qui dice che in caso di separazione o divorzio i bambini vengano affidati a te
-Sì, ricordavo questo punto... ma non capisco l'urgenza
L'avvocato appoggiò la schiena alla poltrona prima di risponderle stavolta sorridendo
-Ho fatto contattare lo studio del suo avvocato per preparare i documenti, e ne è uscita l'indiscrezione che non rientra in inghilterra e che resterà qui fino alla firma del divorzio per via di alcune nuove date del tour, quindi, visto che tu sei la tutrice o torni ora a Londra, o quello che sarà presto il tuo ex marito potrebbe impugnare questo documento per rivendicare l'affidamento dei bambini in quanto tu li avresti "abbandonati"....
-Noi siamo spesso fuori casa, e i bambini sono affidati alle cure della tata non sono abbandonati...
-Gwyneth io lo so, e anche lui... ma davvero vogliamo dargli questa possibilità?
-Non lo permetteremo.
S’intromise Robert nella loro conversazione,
-Chiamo un'amica e prenoto il primo volo per Londra.
Uscì dalla stanza con il telefono in mano
Gwyneth si mise le mani nei capelli sconvolta da quell'ipotesi... firmò i documenti e si congedò dal suo avvocato uscendo e raggiunse Robert che l'attendeva appoggiato allo sportello della sua auto, le aprì la portiera e la fece accomodare, e salì in fretta al posto di guida.
Gwyneth era silenziosa, scossa da tutto Robert ruppe il silenzio mentre svoltava nell'uscita per l'aeroporto
-Ufficialmente la richiesta di divorzio non è ancora stata inviata allo studio dell'avvocato di Chris, quindi, noi saremo a Londra entro domani alle 13,15 ora locale, quindi, quando riceveranno gli incartamenti saremo con Apple e Moses allo zoo... Non hai niente da temere...
Le sorrise
-Grazie...
Gwyneth sorrise appena ma aveva le lacrime agli occhi e Robert lo notò subito, la tensione le si era concentrata negli occhi, ma non disse nulla, si limitò a premere sul pedale dell'acceleratore per raggiungere l'aeroporto in fretta.

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Capitolo 26
*** 26 ***


Robert si trattenne qualche giorno con Gwyneth a Londra passando molto tempo con lei ed i bambini anche se poi tornava a dormire in Hotel. Gwyneth più di una volta chiese se stava bene, perché lo vedeva assente e spesso al telefono allontanandosi da loro per parlare. Non era da Robert un comportamento così, anche se poi, quando erano con Apple e Moses spesso si metteva a giocare con loro o a chiedergli della loro vita, cosa gli piaceva, cosa non sopportavano. Gwyn si ritrovò a pensare che forse la presenza dei bambini nella loro storia era prematura, non avevano avuto modo ancora di capire che strada prendere loro ed ora erano li a districarsi tra parchi giochi, megastore di giocattoli e visite ad acquari e zoo. Robert si sentiva felice con quei due marmocchietti, soprattutto con Moses che da buon fan dei super eroi gli chiedeva spesso di Loki, Thor anche se sapeva bene che erano degli attori, o almeno questo diceva Gwyn, secondo Robert lui vedeva ancora il mondo con gli occhi increduli di un bimbo, e vedeva quegli amici di mamma come dei veri super eroi. La piccola Apple era una Gwyn in miniatura, posata e allegra anche se ogni tanto litigava con il fratellino diventando molto risoluta. Oramai le loro giornate a Londra erano terminate, Gwyneth aveva avuto bisogno di qualche giorno per organizzare il trasloco di tutte le cose dei bambini, Robert si offrì di darle una mano almeno nell’organizzare le spedizioni mentre lei poteva espletare tutte le pratiche burocratiche della scuola per il trasferimento a Los Angeles.
Quella sera sarebbero tornati a L.A. e mentre attendevano l’imbarco Gwyn teneva Robert vicino a se appoggiandosi al suo braccio
-Mi potrai mai perdonare?
Robert trasalì
-Per cosa? di cosa stai parlando?
-Hai dovuto subire tutto questo... Non...
-Sono stato felice di passare queste giornate con loro, e mi pare che anche loro ne siano stati felici.
-Sì loro ti adorano, ho dovuto trattenerli per tutto il tempo dal saltarti in braccio continuamente...
Sorrisero insieme di quell’immagine
-Non è una cosa positiva?
-Sì certo, ma...
Abbassò lo sguardo e si fece seria
-Non so quanto questo possa averti infastidito... Loro sono molto espansivi con le persone a cui vogliono bene...
Robert sorrise, si stava giustificando e scusando per una cosa bellissima?
Il discorso venne interrotto da Moses che li raggiunse e si mise a sedere sulle gambe di Robert
Moses –Mamma possiamo andare a vedere la sua casa nuova?
Gwyn –Tesoro forse un altro giorno, non mi sembra proprio il caso...
Rob –Perché non ti sembra il caso? Sono sempre felice quando i miei amici vengono a trovarmi... e poi, Moses sa...
Gwyn –Cosa sa Moses?
Il piccolo rise con Robert e si dissero cose all’orecchio lasciando che Gwyn non sentisse
Gwyn –Ehi vuoi due!!! Cosa sono questi segreti?
Rob –Va bene se insisti ti rivelerò il segreto che Moses sa e tu no... Moses sa che Maria fa i muffin più buoni di Los Angeles...
Moses scoppiò a ridere con Robert e anche la piccola Apple sorrideva appoggiata alla mamma, Robert fece l’occhiolino alla piccola e lei scoppiò a ridere cercando di arginare le risa mettendosi una mano davanti alle labbra, appena Moses si alzò per avvicinarsi alla vetrata che dava sulla pista per vedere gli aerei che stavano muovendosi sulle piste Gwyneth guardò Robert
-Che intenzioni hai Downey?
-Io? nessuna... hanno fatto tutto loro...
e rise di nuovo
-Robert....
Rob alzò gli occhi al cielo, e sospirò
-Ok Ok forse, mi sono lasciato sfuggire che la mia nuova casa ha una sala giochi.
Gwyneth rise, mentre si chiedeva come potesse essere che Robert non ne avesse ancora abbastanza di avere intorno quei due ragazzini.
Robert diede un piccolo bacio sulla guancia a Gwyneth e si alzò raggiungendo i bambini che stavano con i visi appiccicati al vetro, si abbassò alla loro altezza e si mise a parlare con loro, gesticolando e mostrando loro dei particolari che forse non avevano notato e rimasero lì finché l’hostess non li invitò ad effettuare l’imbarco, Gwyneth li raggiunse e si imbarcarono per il rientro a Los Angeles. Apple e Moses fecero subito amicizia con le hostess che indicarono loro quali posti potevano occupare, iniziando subito a scegliere quale cartone animato guardare mentre l’hostess serviva dei succhi di frutta e dei biscotti. Robert si mise a sedere a fianco a Gwyneth e lei istintivamente si appoggiò sulla sua spalla
-Non ti ho ancora ringraziato per tutto ciò che hai fatto e sopportato in questi giorni... non so proprio come potrò sdebitarmi.
Robert le baciò i capelli e con estrema disinvoltura le sollevò il viso per baciare le sue labbra,
-Io un modo per sdebitarti potrei suggerirtelo...
disse sottovoce per poi scoppiare a ridere
-Ho bisogno di bere qualcosa di forte!

disse lei colpendolo sul braccio in modo dolce, mentre Robert faceva un cenno all’hostess per richiamare la sua attenzione.

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Capitolo 27
*** 27 ***


Quel pomeriggio Los Angeles era grigia e piovigginava, Robert li lasciò all’interno dell’aeroporto per andare a prendere l’auto, appena fu fuori dalle porte Gwyneth e i bambini uscirono, Robert pensò ai bagagli e partirono lentamente, il traffico era inteso quel pomeriggio, ma moses e Apple erano molto tranquilli, Robert guardò Gwyneth, il suo viso più rilassato significava molto per lui, avevano fatto una cosa molto importante insieme, per la prima volta avevano condiviso una parte importantissima della vita di Gwyn ed era sicuro che quello era solo l’inizio. Lei notò lo sguardo di Robert e sorrise prendendogli la mano
-Maria avrà preparato un muffin anche per me?
A quella domanda Moses e Apple si risvegliarono dalla noia del traffico esultando e Gwyneth e Robert risero con loro.
Robert prese la strada a scorrimento veloce che li avrebbe portati a casa, e si sentì emozionato, ora toccava a lui condividere con loro la sua vita, e ciò che aveva interpretato della loro.
Vennero accolti da Maria che li attendeva alla porta con Miguel che si occupò di prendere i bagagli, Moses e Apple entrarono in quella casa come se ci fossero sempre stati, grazie ai racconti di Robert sapevano esattamente dove dovevano cercare... Appena Rob e Gwyn entrarono in casa sentendo le urla di gioia dei piccoli capirono che avevano trovato qualcosa... Gwyn guardò Robert, lei stessa aveva visto tutta la casa, ma non c’era nulla da scatenare una reazione tanto esaltata. Robert rideva compiaciuto, ma non appena Gwyneth lo guardò subito si tolse il sorrisetto dalle labbra e le fece cenno che lui non ne sapeva nulla alzando le spalle, lei non si lasciò convincere lo prese per mano e lo trascinò nella direzione della camera che una volta era dei figli del precedente proprietario. Robert la trattenne appena fuori dalla porta girandola verso di se e baciandola dolcemente
-A loro piace... non arrabbiarti ok?
Ora, dopo quelle parole era davvero curiosa di capire cosa era successo.
Aprì la grande porta e si ritrovò di fronte a un piccolo atrio che divideva quella che un tempo era una grande camera in due stanze, da un lato vedeva Moses saltellare su un letto a forma di barca tenendosi al timone con una benda da pirata sull’occhio, un grosso cappello e un guanto ad uncino nella mano e tutto l’ambiente marino attorno, sedie a forma di coralli, pesci di ogni tipo, stelle marine, bauli pieni di tesori, un acquario grande incastonato nella parete che divideva quell’ambiente dall’altro, mappe del tesoro appese alle pareti, un pappagallo su un trespolo, le costellazioni luminose sul soffitto e una passerella in legno che raggiungeva la parte alta della parete esterna dove c’era attaccato mezzo veliero in legno in cui ci si poteva entrare. Dall’altra porta vedeva Apple alle prese con scrigni principeschi, il letto sistemato sotto a due torri su cui poteva salire da una scala che girava attorno al letto simile in tutto alle scalinate che scendono le principesse al ballo, sopra il letto tra le torri un intero guardaroba con vestiti, guanti, corone, e scarpe. Sulla parete dipinto un castello in lontananza con un principe su un cavallo bianco che percorreva la strada per raggiungere la principessa. In corrispondenza del veliero dalla parte di Moses in questa stanza c’era un passaggio tutto circondato da archi e muretti merlettati che portava in quell’angolo. Robert abbracciò da dietro Gwyneth che unì le sue mani a quelle di Robert sul suo ventre.
-Arrabbiata?
-Direi più sconvolta... ma quando...
-Telefono...
e sorrise baciandole la guancia.
-Bene, principessa, io sono più un pirata quindi le nostre strade si separano qui... ma chissà forse, ci ritroveremo in una favola
Detto questo le baciò le labbra e la spinse verso Apple che la chiamò a gran voce, mentre lui chiuse dietro di se la porta di Moses, entrambi si guardarono attraverso l’acquario, Robert mise un cappello da pirata e se lo tolse facendo un inchino verso di lei, per poi sparire seguito da Moses, si sentivano le risa e dopo un attimo di silenzio un suono elettronico di cannoni che sparavano, Gwyneth sorrise e guardò Apple che le corse incontro e la prese per mano, insieme salirono le scale che portavano a quel passaggio, la camera era molto più alta, riusciva a stare in piedi nonostante si trovassero sul passaggio che portava all’angolo del muro dove c’era un portone che scorreva nel muro aprendo così un passaggio come fossero all’interno di un tronco, Gwyn non sapeva proprio cosa aspettarsi, Apple aprì l’altra porta e entrarono in un ambiente luminosissimo tutto in legno vide Moses seduto ad un tavolo mentre mangiava un muffin più grande di lui, Apple corse a sedersi affianco a lui, e lei rimase in piedi a guardarsi attorno, le vetrate a 360° le lasciavano vedere tutto intorno, e solo in quel momento capì che erano su una “casa sull’albero” che scendeva sul giardino da una scala anch’essa in legno arrivando in giardino.
-Madame ben arrivata nel mio regno
Si voltò verso Robert che si tolse la benda da pirata e il cappello di scena e le sorrise con un sorriso tanto dolce da farla sciogliere.
-Non... non dovevi Downey!
-Per quale motivo? Tu e loro siete tutto per me... muffin?
Gwyneth sorrise e vide Maria salire le scale con dei bicchieri di latte e altri muffin...
Lo seguì mentre si sedeva con i bambini a mangiare un muffin e risero con loro di Moses e Apple che si erano riempiti di marmellata di mirtilli.
Mentre i piccoli si andarono a pulire in bagno aiutati da Maria, Robert rimase a guardarla appoggiato con un gomito su quel tavolo mentre lei beveva il caffè caldo guardandosi attorno.
-Non credo riuscirò a convincerli ad andarsene...
-Perché dovresti Gwyn? Io vorrei che voi restaste qui...
Gwyneth abbassò lo sguardo
-Robert non so se sia il caso, abbiamo detto loro di me e di Chris solo ieri...
Le si avvicinò con la sedia, e le prese le mani
-Lasciamolo decidere a loro ok?
Gwyneth sorrise, Robert si sentì felice, quel sorriso aveva aperto un mondo di possibilità. L’avvicinò a se mettendole le mani tra i capelli, sentiva il suo corpo rabbrividire ogni volta che il viso di quell’angelo era a pochi centimetri dal suo con quegli occhi che entravano dritti nella sua anima. La baciò appassionatamente
-Ti amo piccola...ti amo tanto.
le bisbigliò tra un bacio e l’altro mentre lei lo stringeva a se sentendo dentro di se tutto il desiderio che aveva dovuto trattenere.
Sentirono tornare i piccoli, Robert si scostò leggermente da Gwyn che si sistemò i capelli e si rimise a bere il caffè. Robert si alzò dalla sedia affianco a lei mentre Moses e Apple entrarono nella stanza, si chinò affianco a Gwyneth e le disse sottovoce
-Che ne dici di raggiungermi sotto la doccia?

Sentì Gwyneth sospirare mentre le carezzava il fianco, le sorrise e uscì dalla casa sull’albero scendendo le scale esterne.

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Capitolo 28
*** 28 ***


Robert passò in cucina da Maria per chiederle di raggiungere i bambini, poi mentre raggiungeva la camera da letto iniziò a spogliarsi, accese la musica, entrò nel grande bagno e digitò sul pannello di controllo della vasca e in pochi minuti questa si riempì, accese le candele e spense le luci, si immerse nell’acqua calda azionando l’idromassaggio, poggiò la testa sui cuscini del bordo e chiuse gli occhi rilassandosi.
Gwyneth restò con i bambini finché non finirono la merenda, poi li avvisò che andava a farsi una doccia ed a cambiarsi, loro erano troppo presi dal loro giocare per darle retta, fu Maria a rassicurarla
-Non si preoccupi, resto io con loro.
Gwyneth tornò in casa prendendo il tunnel che portava in casa, scese attraverso la passerella che usciva dal galeone e si soffermò un secondo ad ammirare quell’acquario che univa e separava le due stanze. Chiuse la porta dietro di se e sentì la musica uscire dalla camera di Robert la cui porta era accostata le luci spente, una luce flebile veniva proiettata dalle pareti del bagno verso la stanza in cui era acceso il camino. Gwyn si mise a sedere sul letto, si tolse le scarpe e prese quella scatola che qualche giorno prima l’aveva sconvolta, l’aprì e vide quelle pietre luccicare appena, pensò che Robert doveva essere impazzito quel giorno! sapeva bene che non aveva bisogno di quei gesti, lei sapeva bene quali fossero i suoi sentimenti per lei, ma ne era comunque felice, era riuscito a farla emozionare come una ragazzina... Pensò a quanti anni avevano trascorso così, nell’incertezza di loro, nel tradire loro stessi mentendosi convincendosi che la loro era solo una semplice amicizia, anche se, ad ogni incontro di lavoro diveniva sempre più difficile trattenere la gioia, poi gli incontri in famiglia, lui che invitava lei e Chris e viceversa, fino al giorno in cui, durante la festa di compleanno di Robert lo trovò solo in terrazza mentre tutti festeggiavano nella grande sala, lei gli chiese se andava tutto bene, e lui inaspettatamente le disse che andava tutto bene se non fosse che la desiderava come non aveva mai desiderato altra donna. Gwyneth sorrise a se stessa a quel pensiero, ricordava di essersi messa a ridere anche in quell’occasione davanti a lui, dicendogli che forse si era immedesimato troppo nel personaggio del film che avevano appena finito di interpretare, cercando così di arginare il nervosismo che si stava propagando dentro di lei nel sentire la mano di Robert toccarla in vita, lui che nonostante tutto e tutti si avvicinò e la baciò sulle labbra dolcemente finendo poi per scambiarsi un bacio voluttuoso carico di sensualità e desiderio, tanto da lasciarli sconvolti entrambi per ciò che avevano provato, ricordò che Robert si passò le mani sulla bocca e poi tra i capelli chiedendole scusa per poi scendere nel salone e lei che restò li a pensare a quel bacio finché Chris non la risvegliò chiedendole se potevano andarsene perché era stanco. Si sentivano quotidianamente al telefono, Robert la chiamava, le mandava messaggi, ma dopo quel bacio ci fu un lunghissimo periodo di silenzio che lei interpretò come senso di colpa per ciò che era successo e si era convinta che Robert si fosse reso conto che ciò che avevano sentito non fosse reale, un po’ come lei stessa si era quasi convinta, anche se, non riusciva a pensare a lui senza risentire le sue labbra, la sua lingua, il suo profumo, il suo sapore che si erano impressi nella sua mente. Mesi dopo, si rividero sul set, Robert era solo e Gwyn trovò la cosa molto strana visto che Susan lo accompagnava ovunque, lui giustificò a tutti la mancata presenza con una semplice influenza, ma quando lei chiamava lui non le chiedeva mai come stava, e lei l’aveva trovato piuttosto strano. Quella sera in hotel, passarono la serata al bar a bere qualche drink, poi tutti insieme rientrarono nelle loro stanze e quando loro uscirono dall’ascensore sullo stesso piano, salutando gli altri che salivano ai piani superiori, lui raggiunse con lei le loro porte che erano una affianco all’altra, la salutò con un bacio sulla guancia e entrambi entrarono nelle loro camere per poi ritrovarsi entrambi in corridoio qualche secondo dopo per raggiungersi baciandosi appassionatamente li nel corridoio finché Robert non la sollevò di peso e la trascinò in camera sua. Trascorsero così la loro prima notte insieme amandosi e da allora non riuscirono più a fare a meno uno dell’altra. Era trascorso molto tempo da quella notte, ricordava i sensi di colpa che li attanagliavano e tutte le volte che avevano provato a riportare la loro relazione ad un livello di semplice amicizia, ma fu impossibile, si appartenevano, nulla e nessuno era riuscito a tenerli lontani.
Ora erano li, forse per la prima volta pronti a vivere quel sentimento nel modo più completo, questo la spaventava un po’ non per quel che provava per lui, era sicura dei suoi sentimenti ma temeva cosa sarebbe successo per i bambini, avrebbe dovuto raccontar loro al più presto tutta la verità.
Sì spogliò e si affacciò alla porta del bagno non disse nulla ma Robert aveva percepito la sua presenza nonostante aveva cercato di non fare rumore
-Ti stavo aspettando...

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Capitolo 29
*** 29 ***


Robert aprì gli occhi e la vide, bellissima come sempre e si senti pervadere dal desiderio, le sorrise e lei avvicinandosi alla vasca si legò i capelli in un delizioso chignon, Robert l’aiutò ad entrare in acqua e colse l’occasione di accompagnare la sua entrata in acqua carezzando quelle lunghissime gambe lei si sdraiò al suo fianco poggiando la testa su quel cuscino, Gwyn si avvicinò a Robert che si era sdraiato di nuovo e lo baciò sul collo e poi sulla guancia, lui si girò immediatamente con il viso verso di lei e si baciarono sulle labbra, le braccia di Robert la strinsero subito a se prima ancora di sentire la lingua morbida di Gwyn assaporare le sue labbra, quello segnò il punto di non ritorno per Robert, che sospirò rumorosamente tanto da lasciar intendere che effetto avesse su di lui quel gesto in quel momento, Gwyneth sorrise e continuò a giocare a quel gioco, sentir crescere il desiderio in lui e nello stesso tempo sentire il suo desiderio amplificarsi rendeva quell’istante ancora più magico. Robert la desiderava ma a quella considerazione si rese conto che non aveva mai smesso di desiderarla, si era imposto di non fare l’amore con lei per non intralciare le sue decisioni ma l’avrebbe amata in ogni istante.
Anche Gwyneth aveva sofferto per quella scelta di Robert e il viaggio a Londra aveva posticipato il loro momento d’intimità di quasi un'altra settimana. Ora erano lì, Robert non smise di baciarla e stringerla a se, finché lei mi mise a sedere sopra di lui baciandolo con passione
-Ti amo...
Gli disse mentre i loro corpi si univano donandosi dei brividi profondi che li costrinsero a guardarsi negli occhi trovando nello sguardo di entrambi la stessa risposta, l’amore che provavano era davvero immenso.
Gwyneth dondolò lentamente sopra di lui in una danza dolce che la portò più volte al piacere profondo che quella volta non l’abbandonò mai, nemmeno quando si scambiarono di posto e fu Robert a prendere il controllo dei movimenti portando entrambi esattamente al punto dove volevano essere...
-Ti amo e ti desidero così tanto amore mio
Le disse mentre lasciava che il suo piacere si fondesse con quello di lei.
Rimasero un po’ li in acqua a coccolarsi finché decisero di uscire dall’acqua, Robert uscì per primo si legò un asciugamano in vita e ne preparò uno per lei così da aiutarla ad avvolgersi appena uscì dall’acqua. Robert la portò in braccio sul loro letto, Gwyn lo tirò a se facendolo sedere vicino a lei, era felice ma ne voleva ancora, non si sarebbe saziata mai di quell’uomo, si liberò dell’asciugamano e fece lo stesso con quello di lui
-Ti voglio ancora Downey...
Fu felice di sentire con una semplice carezza quanto anche lui la desiderasse ancora, riprendendo così ad amarsi di nuovo...

 

Il sole stava tramontando e dopo un mare di coccole decisero di rivestirsi anche se tutti quei baci li stavano facendo ricadere in tentazione, non erano mai potuti essere loro stessi, amarsi senza fretta, amarsi sapendo che se lo avessero desiderato avrebbero potuto ricominciare o addormentarsi senza timore di fare tardi, o di venir scoperti. Si guardarono e si sorrisero come due ragazzini, Robert si infilò nella doccia e ne uscì dopo poco pronto per rivestirsi lasciando il bagno a Gwyneth
-Ti aspetto in soggiorno...
Gwyn annuì e Rob si infilò una tuta e raggiunse i bambini e Maria, non erano nella casa sull’albero... scese le scale cercandoli in giardino, non li vide nemmeno li, ma sentì delle risate fragorose giungere dalla porta finestra sul retro della cucina, raggiunse l’entrata e li trovò lì, su degli sgabelli che ridevano a perdifiato con Maria di Miguel che cercava di destreggiarsi nell’impastare della farina sul grande tavolo, anche lui rideva con loro, Robert entrò appena Moses lo vide varcare la soglia
-Robert! Robert! facciamo la pizza!!!
Gli corse incontro e si fece prendere in braccio mentre osservavano Maria aiutare Miguel a liberarsi della pasta appiccicata alle mani
-La preparate voi? sarà buonissima!
Il piccolo annuì mentre scendeva per raggiungere la sua postazione visto che Maria stava distribuendo palline di pasta da lavorare. La dolce Apple stava tagliando la mozzarella a pezzetti, Robert si avvicinò a lei e le fece una carezza sulla testa
-Maria non mi lascia mai mangiare la mozzarella appena tagliata...
disse guardandola facendole l’occhiolino e lei sorridendo tagliò una striscia di mozzarella e glie l’avvicinò alla bocca, Robert ne approfittò prima che Maria stando al gioco si avvicinasse
-Cosa succede qui? qualcuno sta cercando di sabotare la mozzarella per la pizza?
Entrambi risero mentre accennavano un no con la testa.
Robert si lavò le mani e si mise su uno sgabello affianco a Moses
-Mi insegni come si fa?
Il piccolo gongolò all’idea di avere qualcosa da insegnare a qualcuno e annuì sorridendo mostrando a Robert come stendere la pasta, lui seguì le sue direttive, ogni tanto sbagliava così che il piccolo potesse correggere i suoi errori. Miguel si occupò di accendere il forno a legna, e restò a guardarli lavorare.
Gwyneth si asciugò dopo la doccia e si vestì con un paio di leggins e una maglia a maniche lunghe in cotone, uscì dalla camera e una volta in salotto sentì le voci giungere dalla cucina, appena si affacciò dalla porta li vide tutti all’opera, nessuno la notò finchè non entrò
G-Che sta succedendo qui?
I piccoli urlarono all’unisono “mammaaaa!!!” poi Apple le mostrò la sua pizza già pronta per finire in forno
G-State facendo la pizza? Moses anche tu stai facendo una pizza?
M-Sì io con i funghi!
G-Wow devono essere buonissime! E la tua?
Disse avvicinandosi affianco a Robert che stava ancora “lavorando” sulla sua creazione
R-La mia... è la più buona! Grazie al mio amico Moses grande pizzaiolo ho creato la super pizza! Mozzarella, olive, tonno e... cipolla!
G-Una cosa leggera...
Robert la guardò sorridendo... e poi guardò il piccolo Moses che in continuava ad aggiungere ingredienti sulla pizza di Robert
-Ah ecco avevo dimenticato i cubetti di zucchina!
Gwyn rise e si appoggiò alla spalla di Robert
G-Direi che è il caso di infornarla prima che vengano aggiunti altri ingredienti...
R-La tua l’ha preparata Maria...tu sopravvivrai!
Gwyneth rise ancora poi convinse Apple e Moses ad andare a lavarsi prima di mettersi a tavola. Le pizze oramai erano pronte e toccava a Miguel pensare alla cottura, così Maria pensò alla tavola e Robert si lavò le mani in cucina, chiacchierando con Miguel. I bambini tornarono di corsa per mettersi con gli sgabelli vicino a Miguel per vedere le pizze cuocere attraverso l’oblò del forno. Gwyneth li raggiunse da li a poco e Robert le andò incontro
-Spero non ti dispiaccia per la pizza... quando sono sceso erano già all’opera...
-Perché dovrebbe?
-Non so... ci potrebbero essere cose che non vuoi che mangino, io, bhè non so... con Indio non mi sono mai posto questo problema... forse era lui l’adulto tra noi...
-La pizza va benissimo...
Si incamminarono verso il giardino dove Maria aveva preparato la tavola Gwyneth pareva preoccupata, a Robert non sfuggì quell’espressione
-Qualcosa ti preoccupa?
-Stavo pensando che domani dovrò tornare in studio da Matt per metterlo al corrente...
-Certo e questo ti preoccupa?
-Un po’ non so cosa aspettarmi... Chris potrebbe...
-Non dirlo nemmeno. Andrà tutto per il meglio e non dimenticare che io sono con te in questa cosa. Non devi affrontare tutto questo da sola...
-Robert sei davvero molto dolce ma, credo che sia meglio se tu non compaia al mio fianco in questa cosa, potrebbe crearci dei problemi...è meglio che...
-Sì capisco, hai ragione. Potrebbe anche inasprire il rapporto tra te e Chris... A me basta che tu sappia che io ci sono... e che se ne senti il bisogno puoi contare su tutto il mio appoggio...
Gwyneth annuì, sapeva di poter contare su di lui, e sapeva che finalmente poteva amarlo senza timori. Lo prese per mano e si lasciò abbracciare da quelle braccia forti.
Cenarono allegramente tutti insieme come oramai facevano ogni sera da quando erano andati a Londra ed appena finita la cena Moses e Apple chiesero di poter andare nelle loro stanze a giocare, Gwyneth e Robert li lasciarono andare l’espressione di quei due lasciava intuire quanto desiderassero rientrare in quel mondo fatato.
-Hai rapito i loro cuori...
-Solo i loro?
Chiese Robert con quell’epressione maliziosa, mentre Gwyneth faticò a deglutire prima di ridere
-Mr. Downey il mio l’hai rapito parecchie lune fa...
-Ne è sicura Mrs. Paltrow?
-Assolutamente....sarà difficile per tutti tornare al vecchio modo di vivere... in case diverse...
-Potreste restare qui...
-Rob è meglio fare attenzione finchè Chris non firma i documenti del divorzio. Io lo sai...
-Lo so tesoro mio... ma sarà maledettamente difficile non averti al mio fianco ora che so che potremmo... concedimi almeno questa notte... nessuno sa che sei arrivata oggi... domani mattina non cambierà nulla, ma cambierà per me...
Robert sperava ardentemente che lei gli dicesse “sì” dormire con lei, nel suo letto, senza scappare... l’avevano provata ma in quelle settimane lui aveva dovuto trattenere tutto il desiderio che provava per lei per non influenzare le sue decisioni... ed ora... ora sarebbe stato tutto diverso.
Gwyneth pensò per un istante che effettivamente Rob aveva ragione nessuno sapeva... che rischi avrebbero potuto correre? e poi, era certa che i bambini avrebbero desiderato dormire almeno una volta in quelle camerette... e ad essere sincera con se stessa anche lei desiderava restare li con lui... Si avvicinò a Robert che la guardava in ansia
-Sì.
-Sì?
-Sì! ma solo per questa sera, domani andremo a casa.
Lo sguardo e il sorriso di Robert si aprirono come se lei gli avesse fatto il regalo più bello, la prese per mano
-Andiamo ad augurare la buona notte a Apple e Moses...
-Che programmi hai Downey?
-Pensavo a te... a me... a noi...io...insomma...
Gwyneth adorava quel lato un po’ timido di Robert, lo fermò prima di entrare nel salone per baciare le sue labbra morbide e la sua pelle liscia, dopo tanto tempo aveva tagliato il pizzetto e lo trovava tremendamente sexy. Robert si sentì accendere ogni cellula del suo corpo a quel contatto. L’amore che provava per lei rendeva quella fisicità incredibile!

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Capitolo 30
*** 30 ***


Gwyneth e Robert raggiunsero le camere dei bambini che grazie a Maria si erano già lavati e avevano già indossato i loro pigiami, Robert entrò per primo nella stanza di Apple, Gwyneth lo seguì
A-Robert convinci la mamma! Io voglio restare qui!
R-Ci proverò ma non posso prometterti nulla... In ogni caso, ti prometto che tornerete qui spesso.
La piccola abbracciò Robert lasciandolo stupito per la prima volta, era molto dolce ma non si era mai spinta a gesti così, lui ricambiò l’abbraccio finchè Gwyn non gli posò una mano tra i capelli carezzandolo
G-Sù ora a dormire...
R-Buona notte piccola...
A-Notte Robert
Robert si alzò e si avviò nella stanza di Moses che stava combattendo ancora una battaglia piratesca riuscendo a convincerlo a deporre le armi mentre Gwyneth augurava la buona notte a Apple.
Spense le luci dall’interruttore generale e si accese in automatico la luce dell’acquario a parete che illuminava lievemente le due stanze
R-Avanti piccolo pirata, sotto le coperte! Domani giocheremo ancora... Fai bei sogni
Gli diede un piccolo bacio sulla fronte carezzandogli la testolina
R-Ora arriva mamma a darti la buona notte. Buona notte cucciolo.
gli disse sottovoce vedendo che stava già per crollare e iniziare una nuova avventura all’interno dei suoi sogni
M-Buona notte Robert, ti voglio bene
Lo stomaco di Robert si chiuse per un istante, quei bambini gli stavano donando tanto amore in modo inaspettato...
R-Anche io ti voglio bene...
Sì alzò e raggiunse la porta, restò lì a guardare Gwyneth sussurrare la fine di una fiaba a Apple che oramai aveva chiuso gli occhi e abbracciava serena il suo orsacchiotto. Sì alzò e ripose il libro raggiungendolo chiudendo piano la porta...
-Moses dorme...
-Downey sto scoprendo lati di te che mi affascinano molto!
Gwyn raggiunse Moses, posò le labbra sulla sua testolina e uscì raggiungendo Robert che l’attendeva appoggiato al muro, allungò le mani e avvolse con le sue braccia la vita di quella donna spendida.
-Ora devi mettere a letto anche me...
Gwyneth rise... incamminandosi verso la loro stanza, non accese le luci, il camino acceso decorava con i suoi riflessi le pareti della stanza. Robert raggiunse il letto, si mise a sedere su una poltrona li a fianco, poi guardò Gwyneth che si stava pettinando la sua lunga chioma mentre lo guardava sorridendo forse cercando di intuire i pensieri di Robert
-A che pensi?
-A quanto ho desiderato di averti qui... a quanto ho desiderato di vederti compiere questi gesti semplici mentre ti prepari per la notte...
Gwyneth lasciò la spazzola sul comò e si mise seduta sulle gambe di Robert che la baciò come fosse il primo giorno, il primo bacio facendole sentire il suo corpo sciogliersi sotto i suoi baci, alle sue carezze. Robert la prese di peso e la posò delicatamente sul letto stendendosi accanto a lei, ascoltava ogni suo respiro ed ogni sua variazione per rendere quelle carezze e quei baci ancora più piccanti mentre le sfilava i vestiti e si liberava dei suoi. Gwyneth aprì gli occhi e vide i suoi occhi lucenti che scintillavano nella penombra della stanza e il suo sorriso compiaciuto, l’amava e lui amava lei e pensò che era tutto perfetto, come in un sogno....
-Stanotte voglio amarti per ogni singolo istante in cui ho dovuto trattenermi e rinunciare dal farti mia...
Gwyneth non rispose, si abbandonò alle sue carezze ed a quei baci che tanto aveva desiderato.
Si amarono per tutta la notte e l’alba li sorprese ancora svegli mentre si accarezzavano guardandosi negli occhi. Robert l’aveva amata così intensamente da sentirsi in uno stato d’estasi.
-Downey...
-Sì...
-Stanotte è stata la nostra vera...prima notte...
-Già... Abbiamo atteso così tanto per portela vivere...
-Sarà sempre così?
-Paltrow...sempre è una parola grossa... tutti abbiamo il nostro canto del cigno!
Gwyneth scoppiò a ridere poi si ricompose per rispondergli con fare serio
-Downey, vorresti dirmi che questo era il massimo che potevi fare e che non sarà più così?
-Bhè...sai...io... ma poi... non so.... potrebbe essere che... perchè mi devi mettere in difficoltà con queste domande? Ti Amo...
-Perchè non so... se è come dici... forse non ne vale la pena... vado a farmi una doccia
Disse con fare di sfida alzandosi per raggiungere il bagno, Robert la prese per un braccio trascinandola di nuovo sul letto
-Non ne vale la pena dici...
Gwyneth rideva in continuazione senza riuscire a smettere nonostante i baci di Robert si stavano facendo più languidi... Si sdraiò sopra di lei per unirsi in un corpo solo per l’ennesima volta solo allora quell’angelo smise di ridere e parlò in un sospiro mentre sentiva la testa girarle in preda a quel piacere che le veniva donato incondizionatamente
-Downey ne vale la pena... anche io...Ti amo.

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Capitolo 31
*** 31 ***


Robert aprì gli occhi a fatica, la luce che entrava dalla finestra lo abbagliava, o forse erano solo i suoi occhi ad essere molto sensibili e stanchi quel mattino. Gwyneth si era già alzata e aveva raggiunto i bambini per la colazione in cucina, tentava invano di convincerli a finire in fretta la colazione per andare a casa. Robert si alzò e cercò qualcosa di comodo da mettersi, si sciacquò il viso e li raggiunse
R-Buon giorno! Già tutti svegli?
G-Buon giorno... hai riposato?
Robert la guardò, sul suo viso uno dei suoi sorrisi sornioni che lo rapì
R-Molto bene... potrei affermare ...come mai in vita mia...
Gwyneth abbassò lo sguardo e le sue labbra si aprirono in un piccolo sorriso mentre arrossiva leggermente
M-Robert, mamma dice che dobbiamo andare a casa... con la tata... ma noi vogliamo restare qui con te...
R-Mamma vi ha detto questo perchè... perchè lunedì inizia la scuola, e vi dovete preparare... nuovi amici, nuovi insegnanti... ma... sono sicuro che venerdì potrete tornare qui...
A-Giura...
Robert si fece serio ed impettito, fece croce sul cuore con le dita della mano sul suo petto
R-Croce sul cuore... Promesso.
Quando Apple sorrise iniziò a ridere anche lui mentre Gwyneth li osservava appoggiata alla cucina sorseggiando una tazza di caffè.
Robert lasciò che i bambini finissero la colazione e si appoggiò alla cucina affianco a Gwyneth incrociando i piedi
R-Quindi siete in partenza...
G-Dobbiamo...
R-Quando ti rivedrò?
G-Che ne dici di stasera a cena a casa nostra? cucineremo la pasta...
R-Davvero cucinerai per me?
G-Downey ma per chi mi hai presa? Certo che cucinerò per te... E Moses e Apple mi aiuteranno... Sono molto bravi...
R-Come a fare la pizza? In questo caso credo che non potrei mai dire di no...
Le prese la tazza dalle mani, ne bevve un sorso mentre lei sorrideva ripensando alla scena di Moses intento a guarnire la pizza di Robert
R-Ma tu hai riposato?
G-Circa un ora...
R-Oggi pomeriggio allora devi riposare...
G-Nel pomeriggio vedo l’avvocato... mi ha mandato un messaggio, si è visto con il legale di Chris e... vuole vedermi...
R-Non essere preoccupata, andrà bene...
G-Me lo auguro... Ma mentirei se dicessi di non aver paura...
Gwyneth allungò la mano e riprese la tazza mentre se la portava alle labbra Robert notò l’anello ed il bracciale che indossava
R-Gwyn...ma...tu li hai indossati...
Gwyneth sorrise, sapeva bene cosa le stava chiedendo implicitamente con quella frase
G-Sì...
R-Quindi sì?
G-Sì...se non hai cambiato idea...
Robert avrebbe voluto stringerla, abbracciarla forte e baciarla ma dovette contenersi limitandosi a darle un piccolo bacio sulla guancia, per poi avvicinarsi al tavolo con i bambini, prendere una sedia e sedersi con loro
R-Allora stasera ceniamo insieme... Mamma prepara la pasta...
M-E poi torniamo qui per dormire?
R-No... non stasera... purtroppo... domani... domani devo lavorare... ho una riunione importante...
A-Ma venerdì possiamo venire?
G-Ehy...ehy...non state abusando dell’ospitalità di Robert? Potrebbe avere degli impegni... Non dovete insistere così...
R-Effettivamente ragazzi ho un impegno...
Moses e Apple abbassarono lo sguardo sulle loro tazze di latte con i cereali, sguardi tristi e un po’ delusi mentre Robert iniziò a sorridere anche se provava a mascherare il sorriso in una smorfia
R-Stavo pensando...di andare allo zoo di San Diego... Non ci vado da tanto... e... sarei molto felice se... veniste con me... se mamma dice sì
I loro sguardi si illuminarono e subito corsero da Gwyneth abbracciandole le gambe guardandola con sguardi supplichevoli condendo il tutto con tanti “ti prego mamma possiamo?” Gwyneth scosse il capo più volte, non credeva fosse una buona idea, mentre Robert sorridendo li raggiunse abbracciandola anche lui
R-Ti prego mamma... possiamo?
M-Sì mamma possiamo?
A-Di di sì! di di sì!
Gwyneth guardò Robert negli occhi sorridendo, lui era il bambino a cui non riusciva a dire di no...
G-Ok...Ok... ma solo se questo non interferirà con la scuola...
I piccoli iniziarono a correre per tutta la stanza ringraziandola mentre Robert la tenne qualche istante tra le braccia sorridendo, lei lo guardava e poggiava le mani sul suo petto.
R-Grazie...non immagini quanto significhi questo per me.
G-Facciamo due passi in giardino intanto che finiscono la colazione?
Robert annuì e lasciò Gwyneth che riempì due tazze di caffè
R-Apple, Moses... finite la colazione prima che mamma cambi idea...
Uscirono in giardino e si misero a sedere su un divanetto, l’aria era fresca ma piacevole, sorseggiarono il loro caffè e Robert l’avvicinò a se abbracciandola. Gwyneth si appoggiò sul suo petto e si lasciò scaldare da lui. Robert le carezzava la mano su cui aveva indossato quei gioielli
-Oggi mi hai reso l’uomo più felice del mondo...
-Uhmm quello credevo di averlo già fatto stanotte...
Robert rise, sentirla così, libera di scherzare sulla loro intimità era una cosa a cui non era abituato.
-Stiamo facendo la cosa giusta Robert?
-Stiamo facendo l’unica cosa giusta... Ci amiamo... Non possiamo far altro.
-Niente è più dell’amore giusto?
-Niente...
Gwyneth alzò gli occhi e lo guardò sorridendo, allungò il collo e trovò le labbra morbide di Robert ad attenderla. Un baciò tenero pieno di quel sentimento.
-Robert...dovremo evitare finchè non avrò parlato con Moses e Apple... e..non posso farlo finchè Chris non avrà firmato i documenti del divorzio... potrebbe volerci qualche settimana soprattutto se le cose non dovessero andare per il verso giusto... Mi dispiace ma, spero tu riesca a capire...
-Ehy, non preoccuparti di questo ora. Io ho aspettato così tanto questo momento che, mi godrò l’attesa. Ma vorrei esserci quando parlerai con Moses e Apple perchè voglio che capiscano quanto ti amo... e quando amo anche loro...
Gwyneth annuì e si mise a sedere a qualche centimetro da Robert quando sentì i bambini chiamarla dall’interno della casa ed uscire correndo.
A-Mamma siamo pronti, ci siamo lavati, vestiti e Maria ci ha aiutati a chiudere i nostri bagagli.
G-Perfetto... siete stati bravissimi... Chiedete a Maria se può chiamare un taxi?
R-Perchè? non posso accompagnarvi io?
G-Dimentichi che arriviamo dall’aeroporto? Il taxi andrà benissimo... e poi, ti aspettiamo questa sera per cena.
Robert le diede un bacio sulla fronte ed accettò la soluzione proposta da lei. Se quello la faceva sentire più tranquilla non avrebbe insistito.
Restò li fuori con i bambini mentre lei rientrò a chiudere il suo bagaglio, presto Maria li raggiunse per avvisare che il taxi li stava attendendo, era giunta l’ora di salutarsi.

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Capitolo 32
*** 32 ***


Il pomeriggio trascorse lento, Robert cercò di concentrarsi su alcune telefonate di lavoro che doveva fare, mentre stava seduto nel suo studio, tra una chiamata e l’altra il suo pensiero andava sempre a lei, Gwyneth ed all’incontro che doveva avere quel pomeriggio.
Non aveva voluto darlo a vedere quel mattino, ma anche lui si sentiva un po’ preoccupato per quell’incontro. Sapeva per esperienza quanto gli ex coniugi sanno ferirsi attraverso i figli ma continuava a sperare che non fosse il caso di Gwyneth e Chris.
Controllò più volte il cellulare che teneva sul quel grande tavolo, sperava che lei, una volta terminato l’incontro lo chiamasse e lo mettesse al corrente, ma non aveva ricevuto ancora nessuna sua notizia. Quando il cellulare iniziò a vibrare se lo portò all’orecchio istintivamente
R-Allora come è andata?
S-Ciao Robert... Forse ti disturbo? Aspettavi un altra chiamata?
Solo allora guardò il numero impresso nello schermo nel telefono, era Susan.
R-Ehy... Ciao... no, non mi disturbi, attendevo notizie di lavoro... ma mi fa piacere sentirti... come stai?
S-Diciamo bene... Avevo bisogno di parlare con te... e mi chiedevo se tu potessi passare oggi...
R-Oggi?...Non so... Ho un impegno più tardi e...
S-Se non fosse importante non te lo avrei chiesto... Ma non te ne voglio parlare per telefono...
La voce di Susan gli sembrò piuttosto seria, e un po’ preoccupata
R-Ti raggiungo tra una ventina di minuti...ok?
S-Grazie Robert, ti aspetto.
Robert appoggiò la schiena alla poltrona girevole e si voltò verso la grande finestra che dava sul giardino, infilò il telefono nella tasca e si chiese cosa poteva esser successo a Susan? Non era il tipo che chiedeva aiuto in generale, tanto meno a lui... durante la loro relazione era lei il pilastro della coppia... ed ora?
Fece roteare la sedia, si alzò e raggiunse la macchina in cortile.
Una decina di minuti dopo Robert entrava nel vialetto che portava alla casa che aveva comprato lui e Susan e che ora era la residenza di lei. Robert passò dal giardino e trovò Susan seduta su un dondolo ad aspettarlo
R-Eccomi qui... che succede?
Robert si lasciò cadere su una poltrona affianco al dondolo
S-Vuoi che ti faccia portare una tazza di caffè?
R-No sono apposto così... ti vedo pallida, non ti senti bene?
Susan sembrava dimagrita più del dovuto, il suo incarnato era veramente troppo pallido e sotto ai suoi occhi si era formato quell’alone bluastro tipico di una stanchezza che si sta protraendo più del dovuto o di qualche stato di malessere. Robert iniziava a preoccuparsi, Susan era seria ed era chiaro che si sentiva a disagio e cercava le parole con lo sguardo basso.
S-Non sono stata molto bene negli ultimi tempi...
R-Dovresti vedere un medico... Vuoi che lo chiami io? o che ti ci accompagni?
S-No... Robert...
R-Susan, non essere testarda... ci devi andare... ora lo chiamo...
Susan allungò la mano e fermò Robert che aveva preso il cellulare e stava componendo il numero del medico per metterlo al corrente...
S-No Robert... ho già visto il medico...
Robert la guardò cercando di capire perchè fosse così titubante... qualsiasi cosa fosse l’avrebbe superata, era una donna forte... almeno che non si trattasse di qualcosa... non curabile... Sentì il suo cuore perdere un battito o forse due, ed iniziò a temere il peggio... si sentì raggelare, ma era il momento di essere forte per lei.
R-Cosa dice il medico? devi stare tranquilla qualsiasi cosa sia ti sarò vicino lo sai e lo supereremo insieme...
Susan abbozzò un sorriso quando lui le prese le mani tra le sue baciandola sulla fronte.
S-Robert, credo tu abbia frainteso... non sono malata... aspetto un bambino...
R-Co...cosa?
S-Un bambino... sono incinta...
R-Ma come? ...cioè quando? è...mio? Nostro? ma come è possibile?
Susan sorrise, come al solito Robert era andato nel pallone e le toccava rispondere alle mille domande che lui lasciava uscire dalle sue labbra senza freno...
Robert la guardava e cercava di fare mente locale e ricordare...
S-E’ nostro... dalle analisi si direbbe che l’abbiamo concepito a Cancun... ti ricordi quella settimana?
Robert ebbe un flash di quella settimana che avevano passato insieme, quando era stata? qualche settimana prima della premiere di Roma... Avevano deciso di concedersi quella settimana di sole e relax, e erano riusciti a trascorrere quel tempo senza litigare, stranamente, e ricordava bene quella sera che dopo cena avevano raggiunto un locale e Susan aveva preso una grossa coppa colorata piena di frutta e di alcool e lui rideva di lei di quanto fosse brilla e allegra, come da tempo non la vedeva sorridere... quella notte Susan fu molto esplicita su come voleva finisse la serata. Fecero l’amore, ma finito l’effetto dell’alcool il giorno dopo Susan si allontanò di nuovo e Robert si sentì un po’ usato... Il resto della vacanza trascorse tranquillamente senza che nessuno dei due decidesse di parlare dell’accaduto.
R-Sì ricordo Cancun...
S-Prima sono stata male, e non riuscivo più a mangiare... non avevo il ciclo ma pensavo normale per colpa della forte perdita di peso ed il medico pensava che fossero tutti sintomi dovuti a un po’ depressione per il divorzio mentre io pensavo ad una forte influenza, poi non passava e ho fatto delle analisi... volevo essere sicura, ed è venuto fuori che aspettiamo un bambino...
Robert era li ma non c’era... La sua testa era a miglia e miglia di distanza, era in quella camera a Cancun... Non riusciva a crederci, ci avevano provato per così tanti anni che alla fine avevano perso la speranza, lui si era opposto alle varie tecniche di inseminazione artificiale nonostante lei fosse disposta a qualsiasi cosa pur di avere un bambino, e questo, aveva inasprito il loro rapporto in maniera irrecuperabile... Robert pensò anche che quel suo non voler accanirsi fosse dovuto ai sentimenti che provava per Gwyneth... ed ora?
S-Robert tutto bene?
R-Sì scusa... sono un po’... sconvolto... questo proprio non me l’aspettavo...
Susan lo guardò e sorrise di lui, capiva bene come si stesse sentendo, lei stessa non volle credere alle analisi e le fece ripetere 3 volte ed infine il medico le propose un ecografia e solo allora prese coscienza che era tutto vero... C’era dentro di lei quel piccolo cuoricino che batteva forte ed aveva lottato da solo per venire al mondo mentre lei non si era presa cura di lui o lei...
S-Ho avuto la tua stessa reazione... non preoccuparti... credo sia normale... anche io ci ho messo un po’... Ho deciso di tenerlo Robert... lo sai quanto l’ho desiderato... ed è arrivato quando non lo cercavamo più...
Robert non sapeva che dire, si sentiva davvero sconvolto, questo avrebbe rivoluzionato tutta la sua vita, e non solo la sua...
S-Credo sia giusto dargli questa possibilità...
Disse carezzandosi il ventre. Robert non riusciva nemmeno a sorridere...
R-Scusami davvero, ho bisogno di un attimo... di pensare... di capire...
Il telefono di Robert suonò, era un messaggio di Gwyneth che lo avvisava, erano a casa, quando voleva poteva raggiungerli...
R-E’ il mio impegno... ora, ora devo andare... posso chiamarti più tardi?
S-Certo...
Robert si alzò e fece qualche passo in direzione dell’auto poi si voltò verso di lei
R-Susan... stai bene ora?
Lei annuì e sorrise
S-Grazie di essere passato... ci sentiamo più tardi...

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Capitolo 33
*** 33 ***


Robert salì in auto, si passò le mani tra i capelli e sugli occhi cercando di riprendere lucidità, mise in moto l’auto e percorse il viale che lo riportò sulla strada principale. Fermò l’auto in uno spiazzo a lato della strada poco distante, spense il motore e restò li seduto immerso nei suoi pensieri cercando di capire cosa stava succedendo. Finalmente dopo settimane tormentate le cose nella sua vita sembrava stessero prendendo la giusta piega, ed ora questa notizia inaspettata metteva tutto in discussione. “Un bambino... un bambino...” pensava tra se e se... Susan, ma anche lui stesso avevano sofferto per quella mancanza... ed infine si erano rassegnati pensando che quello fosse il loro destino, ed ora, aveva fatto capolino senza insospettire nessuno. Si continuava a domandare quale fosse la cosa giusta da fare. Mise in moto l’auto e percorse i pochi chilometri che lo separavano dall’abitazione di Gwyneth. La prima cosa da fare era parlarne con lei anche se non aveva idea di che reazione potesse avere.
Si rese conto di essersi presentato a mani vuote solo quando la tata aprì la porta, Gwyneth lo raggiunse subito e lo invitò ad entrare
-Odio dover fingere queste formalità... ma finirà presto promesso!
Sussurrò lei mentre tenendolo sottobraccio lo scortava in salotto
-Ti posso offrire qualcosa da bere?
Robert vide sul tavolino una brocca di thè ghiacciato, si guardò intorno e non vide ne Moses ne Apple, gli parve strano quel silenzio.
-Del thè freddo andrà benissimo... i bambini dove sono?
-Sono con Chris... ha chiesto di passare un po’ di tempo con loro... torneranno dopo cena.
Gwyneth gli porse il bicchiere di thè e solo allora notò il viso di Robert teso e stranito
-Robert c’è qualcosa che non va? Ti senti bene?
Robert sapeva bene cosa gli si stava dipingendo in volto, e non sapeva nemmeno come rispondere a quella semplice domanda... “stai bene?”...in tutta sincerità non sapeva nemmeno dire se stava bene o male... Abbassò gli occhi un secondo poi la guardò e le chiese con un cenno di sedersi accanto a lui.
-Oggi ho visto Susan... cioè, non di mia iniziativa, lei ha chiamato chiedendomi di raggiungerla perchè mi doveva parlare...
Gwyneth lo ascoltava seria ed attenta, qualcosa lo stava turbando e voleva sapere cosa fosse successo.
-Voleva mettermi al corrente del fatto che... è incinta...
-Oh wow... e chi è il padre?
Robert alzò lo sguardò e cercò di reggere lo sguardo di lei finchè non vide l’espressione di lei cambiare radicalmente non appena capì tutto in quel silenzio.
-Ma come è possibile?
-Ricordi quando ti ho parlato della vacanza a Cancun?
-Oh merda!
-Già...
-Ed ora?
-Non so... non abbiamo parlato di niente...
Gwyneth si alzò e raggiunse il mobile del bar, aprì il frigorifero e si preparò un martini ed iniziò a berlo ancora prima di rimettersi a sedere. Lei non diceva nulla ma la sua espressione parlava chiaro.
-Mi dispiace Gwyn... io...non so nemmeno cosa devo fare...
Lei sorrise, ma era un sorriso amaro... Aveva lottato contro se stessa e contro tutto per poter essere li, libera per vivere il loro amore per la prima volta alla luce del sole, ed ora questa notizia rimetteva tutto in discussione...
-Lei terrà il bambino, lo desiderava... e tu... tu dovrai starle vicino...
Robert la guardò e vide quella tensione stretta tra gli occhi e le labbra di Gwyneth... era mortificato, non avrebbe voluto mai e poi mai farla stare così...
-Io... Mi dispiace... cosa posso fare?
Gwyneth abbassò lo sguardo, non riusciva a guardarlo, quello che stava per dire le spezzava il cuore, ma non poteva essere egoista di fronte ad una nuova vita in arrivo.
-...Forse dovresti tornare a vivere con lei... per essere... una famiglia...
Gwyneth si alzò ed andò a posare il bicchiere ormai vuoto, sentiva il bisogno di aria e si fermò davanti alla grande finestra che dava sul giardino, la fece scorrere e restò lì a respirare sperando che le lacrime che le stavano riempiendo gli occhi tornassero da dove erano venute... non voleva farsi vedere in quello stato, in fondo perchè si sentiva tradita? erano sposati, entrambi ai tempi di quel viaggio che Robert fece a Cancun con Susan... e lui le aveva raccontato di come era andata tutta la vacanza, che avevano fatto l’amore e di come si era sentito il mattino seguente, ci avevano riso su... ma ora, quelle battute non le sembravano più tanto divertenti...
-Non posso tornare da Susan sapendo di lasciare te... niente è più come prima... Sei tu l’unica che conta per me ora...
Robert l’aveva raggiunta le stava cingendo la vita in un abbraccio posando le sue labbra tra il collo e la spalla in un piccolo bacio caldo e leggero. Lei ebbe un sussulto nel sentire quel contatto inaspettato ma Robert non la lasciò, appena si voltò vide quelle lacrime che le riempivano gli occhi, lui accennò un piccolo sorriso e Gwyneth nel chiudere gli occhi lasciò che quelle lacrime scivolassero fuori bagnandole il viso, buttò le braccia al collo di Robert ed affondò il viso nell’incavo del suo collo lasciandosi stringere in quell’abbraccio
-Non voglio che torni da Susan...

Robert inclinò il capo e respirò la pelle di Gwyneth, socchiuse gli occhi, avrebbe potuto riconoscere quel profumo tra mille. Quell’istante gli parve che durasse da un eternità ma non voleva fisse mai.
Il telefono di Gwyneth squillo qualche volta prima che lei decidesse di sciogliersi da quell’abbraccio e recuperare il telefono che aveva lasciato sul grande divano bianco all’arrivo di lui. Lesse il messaggio e rispose, Robert la raggiunse e si mise seduto sul divano recuperando il suo bicchiere di thè bevendone solo allora un sorso
-Andiamo a casa?
Robert si voltò verso Gwyneth che stava mettendo il telefono nella sua borsa
-Come scusa?
Gwyneth lasciò la borsa e si mise seduta vicina lui, sorrise dolcemente
-Chris ha appena chiesto se i bambini possono restare con lui visto che settimana prossima parte per il tour vorrebbe passare un po’ di tempo con loro, e visto che la scuola lo permette ho acconsentito... ho pensato che a casa ti sentiresti più a tuo agio... e tu... noi... abbiamo bisogno di stare un po’ tranquilli, sempre che ti vada che resti li con te... altrimenti, possiamo cenare insieme e poi tu...cioè...
-Ehy... penso che tu abbia avuto un ottima idea... andiamo!
Gwyneth sentì il suo cuore rallentare... per un istante, solo uno, aveva temuto che lui preferisse restare solo...
-Avviso la tata.... arrivo subito.
Gli diede un piccolo bacio sulle labbra ed a passi svelti raggiunse la cucina poi ne uscì e tornò sui suoi passi raggiungendolo, Robert lasciò il bicchiere sul piccolo tavolo davanti al divano e si alzò appena la vide rientrare nella stanza.
Uscirono da quella casa e salirono in auto, Robert mise in moto e prima di partire la guardò richiamando lo sguardo di lei
-Grazie per aver deciso di restarmi vicino...
-Portami a casa...
Lei sorrise e Robert con lei, sollevò il pedale dal freno e partì in direzione di casa
Quando raggiunsero casa il vialetto era illuminato ma le luci di casa erano spente, Robert si ricordò solo allora di aver detto a Maria che avrebbe cenato fuori e che non avrebbe avuto bisogno di lei, immaginò quindi che fossero usciti o che si stessero godendo la loro depandances che finalmente era pronta e abitabile. Entrati in casa Robert accese le luci mentre Gwyneth posava la borsa e si toglieva il soprabito.
-Maria non c’è... stasera le avevo detto di prendersi la serata libera...però se vuoi cenare vado di la a chiamarla e le faccio preparare qualcosa...
-Non preoccuparti della cena... vieni, c’è una cosa di questa casa che non ho ancora provato...
Gli prese la mano e lo tirò verso la scala che andava nei sotterranei, cercò l’interruttore della luce una volta giunta in fondo alla scala ed entrò nella palestra per attraversarla e raggiungere la zona relax. Digitò sul pannello della grande vasca idromassaggio e questa si avviò iniziando a riempirsi
-Stasera ci meritiamo un po’ di relax...
Iniziò a spogliarsi restando in reggiseno e slip per poi aiutare Robert a liberarsi dei vestiti, Gwyneth si mise a sedere e fece accomodare Robert, facendolo sedere tra le sue gambe ed iniziò a massaggiare la sua schiena ed il suo collo. Immaginava fosse teso, ma quando posò le mani su quei fasci di muscoli si rese conto di quanto si fosse irrigidito, passarono così una buona mezzora in silenzio, l’acqua calda e il tocco delle mani di Gwyneth lo aiutarono a sentirsi un po’ meglio, non si era reso conto di quanta tensione avesse accumulato fino a quel momento. Pensò di non meritare quelle coccole, quell’amore... Voleva parlarle, spiegarle che avrebbe fatto di tutto perchè quella novità non interferisse con la loro vita, ma appena formulò questo pensiero si rese conto che era un affermazione assurda. Un bambino in arrivo... come poteva non interferire nella loro vita? Fù Gwyneth a rompere quel silenzio senza interrompere il massaggio
-Tra pochi mesi sarai papà... Scommetto che nemmeno te lo ricordi com’è tenere in braccio quei fagottini profumati...
-Tra poco? Quando siamo andati a Cancun?
-...Intorno alla metà di maggio... perchè prima del Memorial day ci siamo visti ricordi? eravate tornati da qualche giorno...
-Sì vero...
-Ma non ti eri accorto di nulla?
-In che senso?
-Non so... nausee? malessere? sonnolenza? la pancia? Non aveva le mestruazioni...?
Robert girò poco la testa verso di lei con uno sguardo perplesso
-Lo sai che siamo stati alle premiere per la promozione del film, poi io non sono stato molto a casa e lei mi aveva raggiunto a Londra ma stava poco sul set per il clima, sentiva sempre freddo tanto che avevamo pensato che si fosse presa qualche virus... le nausee non le sono mai venute che io sappia e a vederla se non mi diceva che era incinta non avrei guardato la pancia... non mi sembrava molto grossa...in quanto al resto... non mentivo quando ti dicevo che dormivamo in camere separate, non so... so, solo che il medico le aveva detto di prendere la pillola dopo tutte le cure ossessive che aveva fatto per restare incinta, per dare tempo al corpo di ritrovare un equilibrio, poi l’aveva sospesa ma avendola presa ininterrottamente per un lungo periodo e quella dieta che le aveva fatto perdere molto peso in poco tempo le avevano fatto saltare le mestruazioni per più mesi tanto che il medico dopo le analisi iniziò a parlare di “pre-menopausa” era un ciarlatano... e Susan andò un po’ in depressione, per quello la convinsi a fare quel viaggio...
-Bhè sì era di certo un impostore che si approfitta della disperazione altrui per arricchirsi... ma la cosa importante è che tra 3 mesi circa sarai papà... Devi iniziare a pensare ad un bel nome... potrebbe anche decidere di nascere in anticipo...
-Mi sembra così inverosimile...
-Sarà perchè non te lo aspettavi...
-Ma tu come fai a essere così tranquilla?
-Penso che la nascita di un bambino sia un momento unico... e Lui...lei... è parte di te, farà parte di noi...è una piccola magia...
Robert si voltò e la guardò in viso, era sincera, quasi commossa dalle sue stesse parole. Amava quella donna meravigliosa, lo sapeva da tempo, ma vederla così, sentirla tanto vicina quando avrebbe potuto voltargli le spalle con tutte le ragioni del mondo, era una cosa che gli riempiva il cuore di gioia...
-Grazie...
-E’ solo un massaggio... ne avevi bisogno...
-No... grazie di essere qui, di non avermi voltato le spalle, di usare queste parole... Ti amo...
-Anche io ti amo... non dimenticarlo mai.
-Ti meriti un premio...
-Ah sì? e che premio?
Le baciò le labbra
-Ci vediamo in camera tra una decina di minuti ok? goditi l’idromassaggio...
Uscì dall’acqua recuperando un telo con cui si asciugò, salì in fretta le scale e nella cabina armadio cercò un paio di pantaloni e una maglietta da indossare. Ora poteva occuparsi di un altro punto importante di della serata, raggiunse la cucina ed iniziò a rovistare nel frigorifero controllando i vari contenitori che Maria teneva meticolosamente impilati e suddivisi
-Mr. Robert... ha bisogno di qualcosa?
-Oh Maria... mi hai spaventato scusami!
-Mi scusi lei, ho visto la luce accesa e sono venuta a controllare se le serviva qualcosa...
-Sì cambio di programma io e Gwyneth ceniamo qui...
Le disse continuando a rovistare nel frigorifero
-Vuole che le cucini qualcosa?
-No...No... è la tua serata libera, non devi rovinarla per colpa mia...Prendo qualcosa di pronto... non preoccuparti...
-Mi preoccupo eccome se non esce dal mio frigorifero... Si metta seduto li e aspetti... senza toccare!
Robert sorrise, non aveva mai visto Maria così perentoria... ubbidì alzando le mani dalla refurtiva e si mise seduto mentre lei estraeva vari contenitori ed in pochi minuti preparò un vassoio con dei tramezzini, del prosciutto, dell’insalata e due porzioni di dolce. Chiuse il frigorifero, prese due grossi bicchieri d’acqua aromatizzata e gli passò il vassoio restando in cucina finchè lui non ne uscì, Robert rise nel vederla ferma in cucina mentre aspettava che lui si allontanasse per poi spegnere le luci e uscire dalla porta sul retro e tornare nella depandances.
La luce della camera da letto era spenta ma Gwyn aveva acceso il camino e una piccola luce sul comodino, le sorrise
-Madame la cena è servita...

Cenarono seduti sul letto uno di fronte all’altro e tra una chiacchiera e l’altra Gwyneth si ricordò di non avergli più raccontato del suo pomeriggio
-Non vuoi sapere perchè voleva vedermi l’avvocato?
-Certo... perdonami... ho pensato a quello per tutto il pomeriggio... finchè non ho visto Susan... Ma racconta!
Gwyneth sorrise
-Chris era li... Ha firmato i documenti del divorzio chiedendo solamente di poter vedere i bambini quando sarà libero...
-Sul serio??? Vedi che ti preoccupavi per nulla? L’ho sempre detto che era un bravo ragazzo... a parte quando ti... faceva il marito insomma...
Gwyneth rise portandosi una mano alla bocca per evitare che il cibo le uscisse di bocca e Robert rise con lei. Quella serata regalò loro una sintonia inaspettata che lo convinse sempre più di quanto la sua scelta dettata dal cuore fosse giusta.
-Posso farti una domanda?
-Dimmi...
-Come fai ad essere così tranquilla? Io al posto tuo mi sentirei ribollire il sangue solo ad immaginarlo mi sento male...
-Ammetto che ho avuto un lungo momento di difficoltà, ma poi, ho pensato che saremmo riusciti a superare questo momento difficile solo restando uniti...Forse mi sarei sentita come dici tu se non avessi saputo della vacanza e di cosa era successo... Ma tu... non mi hai mai nascosto nulla... certo non immaginavo che quella notte potesse avere questi risvolti a distanza di così tanto tempo...
-Nemmeno io!
Sorrise Robert
-Ora tocca a me, se l’avessi saputo allora come avresti reagito?
Robert ci pensò per un istante prima di rispondere e scelse la sincerità anche quella volta anche se poteva non essere la risposta più piacevole da sentirsi dare.
-Sicuramente sarei rimasto con lei... continuando ad amarti ovviamente... ma non sarei riuscito a lasciarla in quelle condizioni, questo non toglie che non sarei riuscito ad annullarmi per questo e sono certo che a tempo debito la nostra relazione si sarebbe conclusa esattamente come si è conclusa.
-Ora cosa pensi di fare?
Robert si alzò e prese il vassoio oramai vuoto fece un cenno a Gwyneth ed andò a posarlo sul piano della cucina, rientrò in camera chiuse la porta e salì sul letto avvicinandosi a lei
-Ora stavo pensando che tu hai due figli tuoi, io ho due figli miei... ora manca solo di farne due nostri!
Gwyneth scoppiò a ridere fragorosamente mentre cercava dimenandosi di liberarsi dall’abbraccio di Robert
-Guarda che sono serio... non sei tu quella che rilasciava dichiarazioni dicendo quanto sentiva desiderio di maternità? ...Ogni tuo desiderio è un ordine!
Risero ancora insieme fino a perdifiato Gwyneth si riprese asciugandosi gli occhi che le avevano preso a lacrimare dal troppo ridere poi disse seria
-Non metterti strane idee in testa Downey...
Cercando di imitare sia nell’espressione del viso che con l’intonazione della voce il loro amico regista che lo aveva ripreso con quella frase durante riprese dell’ultimo film girato insieme ogni volta in cui lui aveva cercato di proporre le sue “brillanti” idee per cambiare la sceneggiatura in corso d’opera, scatenando così di nuovo le risa di entrambi.
-Ti amo Robert...
-Non te la caverai così!
La sentì ridere ancora mentre l’abbracciava stringendola a se. La baciò appassionatamente, Gwyneth infilò le sue mani tra i capelli di Robert lasciandoli scorrere tra le dita, scese lungo la nuca per poi continuare a delineare il contorno delle spalle prima e della schiena poi scendendo fino alla vita per poi risalire attraverso i fianchi per giungere ai suoi pettorali su cui poso i palmi delle mani, era una cosa che adorava fare...sentire il suo cuore battere forte.
Robert le riempì il viso di piccoli baci soffermandosi su quelle labbra che ora erano solo sue. Solo l’idea di poterla baciare ogni volta che lo desiderava era per lui fonte di grande gioia. La sentì tremare per un istante, le carezzò le braccia e la sua pelle gli parve più fredda
-Ma tu senti freddo...Infilati subito sotto alle coperte
Sì alzò ed aumentò la fiamma del camino attivando anche la ventola che iniziò subito a immettere nella stanza arià calda. Gwyneth non obbiettò all’ordine evidentemente sentiva davvero freddo ma non aveva detto nulla. La raggiunse sentendola tremare di tanto in tanto, si avvicinò a lei e la tenne stretta a se cercando di riscaldarla al contatto con il suo corpo
-Vedrai tra poco ti sentirai meglio...Vuoi che ti prepari qualcosa di caldo? del thè? un po di latte?
-No... mi basti tu.
Si accoccolò vicina a lui e poco dopo quel tremore si ridusse fino a sparire, poco dopo Robert sollevò il viso e la guardò, dormiva come un angelo, serena con un leggero sorriso sulle labbra, era davvero bellissima si appoggiò sul cuscino e chiuse gli occhi tenendo il viso appoggiato sulla fronte di Gwyneth addormentandosi con il profumo della sua pelle ad inebriarlo.

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Capitolo 34
*** 34 ***


Si svegliò sentendo scorrere sui suoi addominali la mano di Gwyneth che lo accarezzava lentamente, aprì gli occhi e la vide sorridergli
-Ehy che ci fai già sveg...
Gwyneth allungò la mano e posò le dita sulle labbra di Robert
-Non dire niente...
Sussurrò piano mentre alzando il lenzuolo scivolava sdraiandosi sopra di lui, accarezzò il suo viso, lo baciò sulle labbra per poi scendere lungo il suo corpo, Robert sorpreso e stordito dal sonno ebbe bisogno di qualche secondo per rendersi conto che non si trattava di un sogno e ne ebbe conferma quando Gwyneth lo fece sollevare per togliergli la maglietta che indossava. Guardò fuori dalla finestra, vide che ancora non stava albeggiando ma il cielo era di una tonalità di blu più chiara. L’abbracciò non appena fu libero dalla maglietta appoggiando il viso sul seno di lei ancora coperto dalla maglia che indossava quella sera, infilò le mani sotto quel tessuto per sentire il calore della sua pelle e lei sospirò al contatto delle mani sulla schiena, Robert alzò lo sguardò e l’aiutò a liberarsi a sua volta di quegli inutili vestiti, voleva stringerla a se e sentire il calore del suo corpo perfetto su di lui ma Gwyneth senza parlare lo spinse piano all’indietro facendolo sdraiare di nuovo. Il respiro di Robert si fece appena più affannato quando lei iniziò a coprire il suo corpo con dei baci leggeri e piccoli morsi scendendo lentamente mentre con le mani percorreva i fianchi raggiungendo l’elastico dei pantaloni che indossava ancora, accarezzandone il contorno rendendo quel momento ancora più eccitante per Robert se mai fosse stato possibile. Robert le prese le mani e le intrecciò alle sue cercando di sedersi per accorciare la distanza da lei, sentiva il bisogno impellente di baciare le sue labbra e stringerla a se ma Gwyneth aveva un disegno nella sua mente, ciò che aveva sognato e che, l’aveva svegliata quella notte. Non era disposta a rinunciarvi.
-Gwyn ti prego vieni qui...
Lei sorrise ma non disse nulla, prese dalla vita il pantalone ed iniziò a sfilarlo lentamente, un po’ a fatica finchè Robert con un sospiro sollevò il bacino permettendole di sfilarli e di ammirarlo libero da ogni velo, lui la guardò mentre scendeva dal fondo del letto per togliersi ogni indumento. Gwyneth non perse il contatto visivo con lui nemmeno un istante, finchè risalì sul letto gattonando verso di lui
-Vieni qui amore mio...
Si fermò poco sopra le ginocchia guardandolo negli occhi, guardando poi il suo corpo e di nuovo i suoi occhi con un sorriso malizioso di chi ha già deciso. Robert iniziò a ridere e si coprì il viso con le mani leggermente in imbarazzo per quegli sguardi a cui non era abituato, si chiese dove aveva nascosto tutta questa audacia quella piccola peste finora, poi percorse il loro amarsi nella sua mente, avevano dovuto sempre “rubare” il loro tempo, ed in quelle occasioni in cui il tempo non era dalla loro parte lui non le aveva mai lasciato decidere così liberamente perchè adorava prendersi cura di lei e non certo per egoismo.
Sentì il respiro caldo di lei sulla sua pelle, capendo solo in quell'istante le sue intenzioni. Gwyneth gli tolse il fiato, quel piacere tanto intenso ed improvviso lo fece impazzire. La guardò ed era certo di averla vista sorridere fiera di se stessa per averlo colto alla sprovvista ed essere riuscita nel suo intento senza lasciarsi distrarre dalle richieste di Rob. Giocò con lui godendosi quel momento, sentendo quei piccoli gemiti e quei sospiri come suppliche. Robert tenne gli occhi chiusi, sapeva bene che non avrebbe resistito nel vederla così, il suo desiderio sarebbe stato incontenibile e non era ciò che voleva, non prima di averle dato se stesso, non prima di aver condiviso con lei il suo piacere. Gwyneth senza avviso si unì a Robert che spalancò gli occhi ritrovando gli occhi di lei ad un passo dai suoi. Baciò quelle labbra che l’avevano desiderato tanto da regalargli quel momento di piacere inaspettato, continuando ad amarla lentamente senza dir nulla, guardandola solo negli occhi e vedendo in essi il piacere che le stava donando. Fu lei a prendere il sopravvento quando i primi raggi di sole iniziarono ad entrare nella stanza rendendo quella danza inarrestabile portando entrambi al piacere più intenso. Si lasciò cadere su Robert che l’accolse stringendola a se baciandole il viso, le labbra, gli occhi
-Oh tesoro mio...
-Ti amo Robert.
Restarono uniti in quell’abbraccio dormendo così per qualche ora. Gwyneth aprì gli occhi e lo vide già sveglio fissare il soffitto mentre le accarezzava la schiena con un tocco leggero e vellutato
-A cosa pensi?
Robert torse la testa nella direzione della sua spalla dove il viso di lei lo stava guardando
-Buongiorno... pensavo... pensavo a noi.
-A cosa in particolare?
-Voglio dire a Susan di noi...
Gwyneth spalancò gli occhi e Robert intuì la sua sorpresa e anticipò ogni domanda
-Tra poco nascerà questo bambino, bambina... io... voglio esserci... ma lei, deve sapere ed accettare che se ci sono io nella vita del piccolo, ci sarai anche tu... ed anche Apple e Moses...
-Robert quello è un sogno ad occhi aperti... come pensi possa accettare la mia presenza? dopo tutti i suoi sospetti di questi anni... magari pensa che questo figlio vi faccia avvicinare di nuovo...
-Forse hai ragione... ma se glie ne parlassi... tu saresti daccordo?
-Se le parlassi di noi intendi?
-Sì...
-Temo che queste indiscrezioni possano giungere a Chris e che questo possa cambiare la situazione che si sta delineando tra noi... con i bambini...
-E se, le dicessi che ci stiamo frequentando da... da quando ti ho accompagnata a Londra a prendere i bambini?
Gwyneth lo guardò e sorrise
-Potrebbe essere una buona via di mezzo?
-Sì, potrebbe... decisamente... Robert?
-Dimmi...
-Se le cose con Susan non dovessero andare come vorresti... non prendertela con lei ok? ...è incinta e sta vivendo tutto questo da sola... quello che le vuoi dire potrebbe ferirla capisci?
Robert annuì
-Oggi pomeriggio torno da lei, prima di parlarle cercherò di capire come si sente e quali sono le sue intenzioni ok?
-Perfetto... Per noi non cambierebbe nulla se dovessimo stare ancora qualche mese senza... uscire allo scoperto...
-Sei proprio un tesoro...
-No, non lo sono... sono solo una persona normale che capisce come ci si può sentire in certi momenti... e non voglio che la nostra felicità la faccia stare male...non mentre quel bambino è dentro di lei... è un anima pura a cui non devono arrivare negatività...
Robert annuì...
Restarono a letto a parlare del loro futuro per buona parte della mattinata, sembrava che nessuno dei due sentisse il bisogno di alzarsi, tutto ciò di cui sentivano il bisogno era restare vicini.

Susan -Robert, che ci fai qui? non pensavo di vederti così presto...
Robert accennò ad un sorriso e si mise seduto sul divano di fronte a quello in cui lei stava seduta
-Passavo qui vicino e ho pensato di chiederti se hai bisogno di qualcosa...
Susan sorrise, l’espressione di Robert lasciava trasparire che era preoccupato per lei...
-Non ho bisogno di nulla e tu? come stai?
Robert notò subito che Susan sembrava stare bene ma il suo viso era segnato, affaticato, solo il suo umore era migliorato rispetto al giorno precedente, sicuramente il non avere più quel peso di dovergli dire del bambino la faceva sentire meglio
-Stò... stò bene, devi perdonarmi per ieri, ero sotto shock... non ti ho nemmeno chiesto nulla... mi sono sentito un idiota quando me ne sono reso conto stamane... devi scusarmi.
-Non dire sciocchezze, io non ho parlato per non so quante ore prima di riprendermi e rendermi conto di cosa stava accadendo. Piuttosto hai degli impegni ora?
-Ora? no... nessun impegno, stavo rientrando a casa perchè?
-Se ti fa piacere potresti venire con me dal medico, ho un controllo proprio tra un ora... Possiamo chiedergli di fare un ecografia supplementare così potresti vederlo...
-Wow sì... certo mi farebbe davvero piacere...
-Allora mi preparo... mi aspetti qui?
-Certo...
Vide Susan alzarsi lentamente dal divano appoggiando entrambe le mani per far leva e solo allora vide effettivamente la rotondità del suo ventre dar forma ad una maglia ampia. Rimase li seduto a pensare a come tutto ciò fosse inaspettato e cercò di capire come era meglio intavolare quel discorso con lei. Decise di non farla agitare prima del controllo medico, avrebbero parlato al loro rientro. Si perse con lo sguardo e con i pensieri nel blu dell’oceano, non riusciva a definire quelle sensazioni dentro di se...
-Sono pronta, possiamo andare quando vuoi.
Robert si voltò verso di lei e la vide accanto alla porta pronta per uscire, si alzò e la raggiunse sentendosi vagamente agitato.
La sala d’attesa dello studio medico era vuota, una leggera musica di sottofondo ed un aroma che non seppe decifrare erano diffusi nell’ambiente, l’arredamento dai colori pastello e la luce solo naturale rendevano quell’angolo molto accogliente e rilassante. L’assistente del medico salutò Susan che si mise seduta, Robert la seguì sentendosi un perfetto estraneo in quel mondo tutto al femminile. Passarono solo pochi minuti che sentirono la porta aprirsi e videro il medico accompagnare alla porta una donna salutandola.
S-Ciao Dafne, tutto bene?
D-Susan! sei sempre puntale! Tutto bene grazie... Oh... hai portato anche il papà oggi! Bene! Prego accomodatevi... sono subito da voi.
Robert seguì Susan all’interno dello studio medico e restò in piedi osservando quell’ambiente cercando di apparire meno agitato di quanto si sentisse. Il medico li raggiunse con una cartellina in mano, la posò sul tavolo e si presentò a lui. Era una donna sulla cinquantina, cordiale, dallo sguardo sincero. La osservò a lungo mentre parlava con Susan degli esami che le aveva prescritto di cui lei aveva portato gli esiti, quella donna avrebbe fatto nascere suo figlio...
D-Bene, le analisi che ti ho prescritto vanno meglio... la cura che stai facendo ti da disturbi?
S-No... va tutto molto meglio...non mi sembra vero di non stare così male!
D-Questo bambino non sapeva più cosa fare per farti capire che aveva bisogno delle tue attenzioni, ora che gli diamo ciò di cui ha bisogno per crescere fa stare meglio anche te. C’è altro di cui volevi parlarmi?
S-Volevo chiederti se era possibile fare un ecografia supplementare per... il papà
D-Ma certo! Te l’avrei proposta tra poco... venite accomodiamoci di la.
Robert le seguì ed entrarono in una stanza buia, l’unica luce era quella che entrava nella stanza dalla porta da cui erano entrati e quella dello schermo di un pc acceso accando ad un lettino dove Susan si sdraiò sollevando la maglia fin sotto al seno, il medico disse a Robert dove poteva mettersi e poi andò a chiudere la porta spiegando a Robert che al buio le immagini risultavano più visibili. Inaspettatamente Susan gli prese la mano, lui la guardò e le sorrise in attesa che la dottoressa avviasse il pc inserendo i dati di Susan. La vide spruzzare del gel sull’addome di Susan e con un sensore spalmarlo. Vide quella pancia piccola ma tonda, illuminata da quella luce pareva ancora più grande, si sentiva agitatissimo, è vero aveva già un figlio ma quando Deb era incinta di Indio lui non l’aveva mai accompagnata dal medico, riflettè sul suo comportamento di quei tempi... ora era una persona diversa... migliore.
D-Mr. Downey... ecco... questo è il suo bambino.
Robert trasalì dai suoi pensieri e guardò lo schermo che mostrava i lineamenti di quel bambino, non riusciva a distogliere lo sguardo dallo schermo mentre la dottoressa gli indicava cosa stavano vedendo quando le immagini mostravano cose che non riusciva a riconoscere
D-E questo è il suo cuoricino.
Poco dopo la stanza fu invasa da un suono veloce e forte, strinse senza rendersene conto la mano di Susan nell’udire quel suono... il loro bambino... pensò e una lacrima gli segnò il viso, si affrettò ad asciugarla con la mano libera e continuò a guardare le immagini con gli occhi lucidi.
D-Avete deciso? volete sapere il sesso del bambino?
S-...Non ne abbiamo parlato... Robert?
R-Se non vuoi saperlo non ce lo facciamo dire... La scelta è tua.
S-La scelta è nostra. Tu vorresti saperlo?
R-Sì...
S-Anche io volevo saperlo, ma l’ultima volta non si è visto...
D-Bene allora vediamo...
Robert e Susan restarono con lo sguardo fisso sullo schermo, cercavano di vedere...capire...
D-Ci siamo. Lo vedete?
Robert guardò lo schermo e non riusciva a capire a cosa si riferisse, poi guardò Susan e anche il suo sguardo era smarrito, fu lei a chiedere
S-Dafne dove? non capisco...
Il medico tracciò il contorno sul monitor con una penna
D-E’ un maschietto... vedete?
Ora che aveva tracciato il contorno sia Robert che Susan riuscirono a vedere. La dottoressa si alzò dalla sua postazione, passò a Susan una scatola di salviettine ed andò nello studio a trascrivere i dati sulla cartella, la porta aperta fece tornare nella stanza un po’ di luce. Susan si asciugò dal gel dell’ecografo e guardò Robert sorridendo mentre si sedeva sul lettino
-Bello vero?
-Fantastico!
Pronunciò quella parola con un filo di voce rotta dall’emozione, le diede un bacio sulle labbra e si avvicinò abbracciandola forte. Susan non si mosse, era sconvolta da quella reazione, non lo sentiva così vicino da tanto, tanto tempo e sentì riaffiorare i sentimenti che provava per lui. Questo la turbò un po’ ma non mise fine a quell’abbraccio finchè non fu lui ad allontanarsi da lei.
Raggiunsero il medico che indicò a Susan in che data fissare il nuovo controllo, la salutarono e ripresero la strada di casa.
-E’...è pazzesco! l’hai sentito come batteva forte?
Susan sorrise, lei quel dolce suono l’aveva sentito anche durante l’altra visita ed era rimasta senza fiato... quindi capiva bene l’emozione che stava vivendo Robert.
-Sì... Incredibile... avremo un maschietto...Dovremo cominciare a pensare al nome...
-Vero... è una scelta importante...
Per tutto il tragitto tra lo studio medico e casa parlano dei vari possibili nomi, in alcune occasioni scoppiarono entrambi a ridere, finchè arrivarono a casa e il silenzio scese tra loro. Robert scese dall’auto con lei, ed entrarono in casa insieme, Susan posò la cartellina con i documenti e si mise a sedere sul divano, Robert si lasciò cadere sulla poltrona vicina a lei.
-Robert, dovremo decidere come comportarci... cosa dire...
Robert annuì, era esatto. Quella era sicuramente la prima cosa da decidere e fare...
-Lo so... Ma... non so che fare... Sia chiaro voglio esserci, assolutamente, ma la nostra situazione è...
-Un po’ diversa da come dovrebbe essere...Ma noi siamo sempre noi...
-Diversa... esatto...
Robert abbassò lo sguardo e non aggiunse altro, avrebbe dovuto dirle di Lui e Gwyneth? o era meglio lasciare che le cose accadessero in modo casuale senza turbarla?
-Robert, ti vedi con qualcuno?

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Capitolo 35
*** 35 ***


-Sì... Da qualche mese mi vedo con qualcuno... no. Non con qualcuno, con... Gwyneth.
L’aveva fatto... L’aveva detto, continuando a guardarsi le scarpe alzando lo sguardo solo nel momento in cui pronunciò quel nome.
Era certo di aver visto lo sguardo di Susan spegnersi... mentre le labbra si paralizzavano in quella posizione che negli anni aveva imparato a conoscere bene, “il sorriso finto” lo chiamava così e si domandava come facessero gli altri a non rendersi conto di quanto quel sorriso fosse una facciata mal riuscita.
-Scusami non avrei dovuto fare questa domanda... non avrei proprio dovuto.
Lo sguardo di Susan si abbassò sul suo ventre, gli occhi le si gonfiarono di lacrime che piano iniziarono a scivolare lungo le guance. Robert si alzò e si sedette al suo fianco prendendole entrambe le mani e la trascinò verso di se abbracciandola, sentì quelle lacrime bagnare la sua maglia e le mani di lei stringersi in pugni. Le carezzò i capelli e le diede alcuni baci sulla fronte cercando di tranquillizzarla e dopo un po’ sentì il suo respiro calmarsi
-Questo non significa nulla, io sarò al tuo fianco e ti proteggerò. Vivremo questo momento magico insieme e
-E tu non ci sarai... sarai con lei.
-Avremo un bambino... ti rendi conto? questa è l’unica cosa che conta, un bambino, un bellissimo bambino. Lo cresceremo e saremo le sue guide...Non dire così... io... ti prometto che ci sarò...
-Davvero Robert?
-Te lo prometto...
Il telefono di Robert squillò un paio di volte nella sua tasca e smise prima che riuscisse a recuperarlo, Susan si staccò da quel abbraccio e si rimise al suo posto. Lo guardò mentre controllava il telefono, sapeva chi era, aveva sempre sospettato quell’unione, come aveva potuto non pensare che ora, con lui libero quell’energia tra loro non sarebbe esplosa? L’aveva perso? Doveva rassegnarsi anche se mancava poco alla nascita del loro bambino o le parole di Robert significavano qualcosa?

Il cielo iniziava a scurirsi mentre Robert decise che era il momento di tornare a casa. Susan pareva essersi calmata e Gwyneth le aveva mandato un messaggio chiedendogli come andava e verso che ora sarebbe stato a casa, ma lui, per evitare che l’umore di Susan peggiorasse non rispose.
-Ora è bene che vada, ma torno domani se ti fa piacere...
-Non vorrei che la cosa ti creasse dei problemi...
-Tu e il nostro bambino non siete un problema e non lo sarete mai...
-Lei sa?
-Sì... Ho preferito dirle come stanno le cose... Susan so che è una situazione che difficilmente potrai accettare ma fa parte della mia vita ora... Vorrei che tu cercassi di capirlo...
-Ci proverò...
-Grazie. Vi amo.
Susan sorrise e si accarezzò la pancia
-Anche noi ti amiamo...
Lo baciò sulle labbra e lo abbracciò
-Se hai bisogno di qualcosa chiama ok?
-Ok...buona...serata.
Robert le sorrise e si avviò verso l’auto. Sì mise seduto e mentre metteva in moto vide che Susan gli aveva lasciato sul cruscotto una foto del loro bambino. Era davvero un pensiero molto dolce... più tardi le avrebbe mandato un messaggio per ringraziarla o l’avrebbe chiamata. Prese la strada verso casa ed assorto nei ricordi di quella giornata raggiunse casa cullato dal traffico che si muoveva lentamente.
Gwyneth era seduta sul divano davanti al camino, leggeva, ma appena sentì scattare la serratura si voltò verso di lui che aveva appena varcato la soglia. Robert le sorrise, felice di trovarla li, come se vivesse li con lui... Perchè la realtà fosse come nel suo sogno mancavano solo Apple e Moses che raggiungevano la stanza correndo... poi tutto sarebbe stato perfetto.
-Pensavo non rientrassi
Robert sorrise per quell’affermazione, una punta di gelosia palesata da Gwyneth valeva 1000 ti amo... solo dopo essersi tolto il giubbotto si rese conto che lei aveva un espressione un po’ tesa, immaginò che fosse impaziente di sapere se aveva parlato con Susan di loro. Si mise seduto al suo fianco
-Scusa se non ho risposto al messaggio ma c’era Susan e non volevo indisporla...
-Immagino che andrà sempre così... Tutto bene?
-Non andrà sempre così... Siamo stati dal medico, ho visto il bambino ed è stato...magico...Le ho detto di noi... con un po’ di pazienza lo accetterà...
-E per questo l’hai baciata?
-Come scusa?
-Hai del rossetto sul labbro ed appena sotto all’orecchio... direi che avete festeggiato...
-Non dire sciocchezze
Robert rise e cercò di pulirsi con la mano ma appena cercò di avvicinarsi al viso di lei capì che non stava scherzando, si scostò e si alzò dal divano per evitare il contatto con lui, mai si sarebbe aspettato una reazione così.
Gwyneth si mise di fronte al camino voltata di spalle, guardava il fuoco, la raggiunse abbracciandola da dietro ma lei si divincolò e si avviò verso la camera da letto senza dire nulla
-Amore...
Robert non potè far altro che seguirla e la trovò davanti alla cabina armadio mentre si infilava la giacca e gli stivali
-Dove vai?
-A casa.
-Gwyneth, non è come pensi...
-L’hai baciata?
Robert si appoggiò al muro, doveva raccontarle tutto prima che se ne andasse senza aver capito...
-Sì l’ho baciata dopo aver visto il bambino nell’ecografia... ma davvero non è stato nulla, non è come pensi...
Gwyneth lo guardava seria.
-Davvero non è come penso? e allora spiegami perchè hai del rossetto sul collo? mentre la baciavi dal medico lei ti baciava sia le labbra che sul collo?
Robert si passò la mano sul viso, stava fraintendendo e si stava anche arrabbiando
-No. Ho sentito il cuore del bambino e quando si stava alzando l’ho abbracciata e le ho dato un bacio. Ma ti giuro è stato tutto fuorchè un bacio...
-E il rossetto sul collo come ci è arrivato?
Robert sospirò non riusciva a credere che la giornata più bella della sua vita si stesse trasformando nella peggiore.
Prima che me ne andassi poco fa mi ha dato un bacio, e ci siamo abbracciati... ma
Gwyneth non attese la fine della frase, prese la borsa e raggiunse il soggiorno dove dal divano recuperò il telefono e gli occhiali, poi si avvicinò alla vetrata accanto al portone e restò lì in attesa
-Gwyneth io ti devo spiegare...
-Non credo ci sia altro da aggiungere se non i particolari che preferirei non conoscere.
-Ma pensi davvero che io possa aver fatto sesso con la mia ex moglie mentre stò con te?
Gwyneth si voltò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo, poi intravide i fari del taxi che aveva chiamato prima dell’arrivo di lui riflettersi sui muri attraverso quel cristallo
-Non sono io vero, che ti devo ricordare che ci sei andato a letto in Messico e noi se non ricordo male stavamo già insieme... e ora lei aspetta un figlio? Quindi Downey, non sarebbe la prima volta.
-Io le voglio bene ma non
-Non aggiungere altro, hai un figlio con quella donna ed è meglio che tu faccia chiarezza nei tuoi sentimenti e nelle tue priorità.
-Gwyneth io...
Il cellulare di Robert suonò insistentemente e Robert vide che era Susan che lo stava chiamando
-E’ lei vero?
-Sì è Susan, le ho detto io che se aveva bisogno poteva chiamare... devo rispondere...
Mentre Robert premeva il pulsante per rispondere a quella chiamata Gwyneth aprì la porta d’entrata e guardandolo negli occhi varcò l’uscita, non era disposta a tornare ad averlo ad ore come già era stato...Se lei e la loro relazione non erano la sua priorità, forse era meglio che lo lasciasse andare per la sua strada. Amare le avevano insegnato, significava anche lasciare andare... Ma quanto male le stava facendo sapere che l’uomo che amava si era riavvicinato alla donna con cui lei aveva sempre dovuto competere...
-Capisco. Tolgo il disturbo.
Chiuse la porta dietro di se lasciando Robert con il telefono all’orecchio ammutolito.

-Susan, va tutto bene?
-Hai una voce strana, va tutto bene?
-Sì, sì tutto bene ma dimmi...
-Volevo solo sapere se... avevi trovato la foto...
Robert si lasciò cadere sul divano mettendosi una mano sugli occhi sfregandoli con le dita
-Sì, l’ho trovata, ti avrei... ti avrei chiamata più tardi per ringraziarti. E’ stato un pensiero davvero dolce, grazie.
-Domani pensi di passare? Dovremmo iniziare a parlare di alcune cose...
-Domani? non so, scusami, possiamo sentirci più tardi? o domani? Ora...
-Oh ok, scusa... non volevo disturbarti... a dopo.
Lasciò cadere il telefono dalla mano, poi lo riprese e controllò l’ora, erano passati solo pochi minuti da che Gwyneth era uscita, poteva... compose il numero, dopo tre squilli rispose il messaggio automatico della segreteria telefonica. Non lasciò nessun messaggio, voleva parlarle, le scrisse un messaggio sperando che quello potesse convincerla a rispondere
‘Amore mio, un giorno non molto lontano sei uscita da questa casa dicendomi che avevi lasciato qui il tuo cuore, dovevo prendermene cura finchè non saresti tornata... Ora ti chiedo di ascoltarmi perchè poco fa sei uscita da quella porta e il mio cuore se n’è andato con te... ti prego, io ti amo’
Nessuna risposta... Chiuse gli occhi ed appoggiò la testa sul divano cercando di trovare una soluzione a quella situazione tanto assurda.
Sentì i passi di Maria avvicinarsi dalla cucina, si fermò all’entrata chiedendogli se aveva bisogno di qualcosa, Robert la ringraziò, ma proprio non aveva voglia di mangiare nulla così lei disse che con Miguel avrebbero sistemato il giardino, si avvicinava un grosso temporale ed in giardino bisognava coprire lettini e divani e poi si sarebbero ritirati. Robert annuì solamente e la sentì spegnere le luci della cucina e uscire dalla porta principale chiudendola alle sue spalle. Era solo... Sentì le voci di Maria e Miguel allontanarsì per poi ritrovarsi in un silenzio assordante interrotto solamente dai tuoni che si avvicinavano. Cosa poteva fare... non si era mai trovato in una situazione del genere in vita sua, amava Gwyneth e dopo molti anni finalmente potevano stare insieme senza problemi ed ora la notizia del bambino l’aveva sconvolto e stava rivoluzionando la sua vita ancora prima di venire al mondo.
Bussarono alla porta, Robert si sollevò dal divano aveva sentito le voci di Maria e Miguel avvicinarsi alla casa poco prima, la pioggia scendeva fitta e batteva insistendo sul lastricato davanti a casa emettendo un crepitio forte, evidentemente avevano dimenticato le chiavi ed erano tornati per prenderle prima che lui andasse a dormire. Si sollevò a fatica dal divano e raggiunse la porta, decise che l’unica cosa sensata da fare era prendere l’auto e raggiungere Gwyneth a casa, forse i bambini erano con Chris, avrebbero potuto parlare se lei avesse aperto la porta, prese il giubotto con le chiavi ed aprì il portone
-Maria io esc
La vide li, stretta nelle sue spalle e nella sua giacca, gli occhi lucidi e lo sguardo triste, i capelli ed il viso bagnati dalla pioggia
-Stavi uscendo?
-Amore...venivo a cercare te...
-Non volevo Rob... Ti amo, non posso pensare di stare lontana da te...non più... non ora... scusami... Ero arrabbiata, gelosa e voglio ascoltarti... davvero... Siamo una famiglia ora e non possiamo litigare...
Robert non la lasciò finire di parlare, l’abbracciò più forte che poteva e la baciò trascinandola all’interno, chiuse la porta e lei si tolse la giacca che indossava.
Si sedettero entrambi sul divano, Robert non poteva credere che fosse tornata, era felice, e non avrebbe sprecato quell’occasione che gli stava concedendo.
-Gwyn ti giuro che non c’è nulla tra me e Susan. Aspettiamo un bambino, sì questo ci ha avvicinati ma ti assicuro che non c’è nulla che per me conti di più al mondo che l’averti al mio fianco...
-Robert io... non avrei dovuto... io so...
-Ti prometto che non
Il telefono di Robert suonò ancora, era li sul divano tra loro, entrambi videro che era di nuovo Susan ma Robert invece di rispondere deviò la chiamata alla segreteria telefonica.
-Non permetterò che qualcuno o qualcosa ci faccia litigare o ci faccia allontanare.
-Davvero Robert? Io non so... sei sicuro?
-Sì amore, è una promessa.
Robert l’abbracciò e solo allora si rese conto che anche i suoi vestiti erano bagnati
-Gwyn sei zuppa! non voglio che ti prendi un malanno, vieni, ti devi fare un bagno caldo.
La prese per mano e l’accompagnò in bagno preparò lui stesso la vasca da bagno mentre lei si liberava dagli abiti bagnati. Robert quando si voltò notò un comportamento strano in lei, tenne tutto il tempo un asciugamano avvolto al corpo finchè la vasca non fu pronta, eppure non era la prima volta che lei restava senza vestiti di fronte a lui. Forse era ancora turbata
-Vado a prepararti un thè caldo... tu goditi il bagno
Sì fermò sulla porta e la vide entrare nella vasca di schiena abbandonando solo allora l’asciugamano. Quando fu immersa lei lo vide li e gli sorrise timidamente
-Va tutto bene Gwyneth?
Lei annuì, e si sistemò i capelli abbassando lo sguardo mentre Robert si accontentò della risposta ed andò in cucina a prepararle qualcosa di caldo. Ripensò alla sorpresa nel vederla alla sua porta, poi si ricordò le sue parole e solo una frase continuava a risuonare nella sua mente “Siamo una famiglia ora e non possiamo litigare...” Siamo una famiglia... siamo una famiglia...
Tornò in bagno e Gwyneth era appena uscita dalla vasca, si stava tamponando con un altro asciugamano, posò la tazza di thè sul comodino e si mise a sedere sulla poltrona, lei tornò in camera e Robert la invitò a sedersi sulle sue gambe.
Gwyneth lo raggiunse e si mise a sedere
-Che succede Downey?
-Prima, quando sei arrivata hai detto “Siamo una famiglia ora e non possiamo litigare...” Mi è sfuggito qualcosa? Questo significa che... che hai deciso di venire a vivere qui? tutti insieme?
Gwyneth sorrise e gli accarezzò i capelli
-...Pensavo non ti fossi accorto di quella frase...

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Capitolo 36
*** 36 ***


Robert la guardò serio, e le prese la mano intrecciandola con la sua ed il suo sorriso si aprì piano
-Quasi non riesco a crederci... potremo finalmente smettere di nasconderci, questa sera il mio sogno si sta realizzando, sono...sono emozionato.
Lei sorrise, era davvero molto emozionato, lo poteva percepire nella sua voce e vederlo nei suoi occhi
-Robert io...
Le prese il viso tra le mani e l’avvicinò alle sue labbra
-Possiamo parlarne più tardi amore?
Iniziò a baciarla ed ogni bacio era più passionale, più coinvolgente, Gwyneth si lasciò trasportare dalla sua passione e riprese a parlare solo quando Robert abbandonò le sue labbra per baciarle il collo
-Io oggi ho reagito in modo spropositato, Robert mi stai ascoltando? Robert?
-Uhmmm...
-Amore, non so se troverò le parole per dirti tutto ciò che voglio in un altro momento quindi ti chiedo di ascoltarmi ora
A quelle parole Robert allontanò il viso dal suo collo e si mise ad ascoltarla con attenzione se per lei era importante parlarne ora, l’avrebbe ascoltata.
Gwyneth face un lungo respiro e riprese a parlare guardandolo negli occhi
-Oggi aspettavo il tuo rientro perchè è stata una giornata dai risvolti inaspettati anche per me ed avevo voglia di parlarne con te, condividerla, poi il tuo ritardo ed il tuo silenzio mi ha fatto pensare che io, noi non fossimo davvero così importanti
-Mi spiace ma io
-Non dire nulla, lo so. Ora ho capito, solo che in quel momento ho pensato che le cose ci fossero sfuggite di mano, che avessimo sopravvalutato i nostri sentimenti, che forse, tu avresti potuto decidere di tornare con lei... Poi quel rossetto sulle tue labbra mi ha strappato il cuore, l’ho sentito lacerarsi nella convinzione che tutto sarebbe finito... e... e me ne sono andata, per poi decidere che non potevo andarmene così, non senza averti detto che ti amo. Ti amo da quella notte sulla terrazza di casa tua dove inaspettatamente mi hai baciata e nonostante le negazioni di entrambi non sono riuscita più a tornare sui miei passi e cancellarti. Sei parte di me ed ora ancora di più. Ho sognato, ho sperato che le cose tra noi potessero essere semplici come per le persone comuni, che si possono amare senza problemi... Per noi non è mai potuto essere così ed ora... ora dovremmo prenderci questa libertà che per anni ci siamo negati. Dovremmo farlo per noi, per il nostro amore, per le nostre vite... dovremmo farlo per... il nostro bambino.
Gli occhi di Robert si spalancarono e la bocca rimase mezza aperta senza fiato per lo stupore. Sapeva che quella rivelazione l’avrebbe sconvolto perchè fino a qualche giorno prima avevano scherzato sull’argomento e lei aveva negato quella possibilità ed ora invece era tutto vero...
-Il nostro bambino? Gwyn che significa? Vuoi.. vuoi un bambino nostro?
-Ho un ritardo...Robert... non ho mai ritardi...
-Quindi... tu... insomma...noi?
Gwyneth sorrise appena, non sapeva se per lui fosse una bella notizia o una brutta notizia visto l’imminente arrivo del bambino suo e di Susan. L’espressione di Robert le risultava più enigmatica che mai.
-Te ne volevo parlare oggi... sono stata dal medico e mi ha fatto un prelievo, sembra che l’ormone specifico della gravidanza sia presente nel mio sangue, quando normalmente non ci dovrebbe essere... quindi se, se nei prossimi giorni aumenta direi che sì, aspettiamo un bambino...
Robert la fissava con lo sguardo perso restando in silenzio, tanto che lei iniziò a preoccuparsi ed a pensare che la notizia non fosse gradita ma fonte di preoccupazione.
-Ma se tu... cioè se noi non lo vogliamo... io poss
-Non dirlo nemmeno per scherzo! Oh mio Dio! avremo un bambino? un bambino!!!
L’abbracciò forte e la baciò su tutto il viso. Le accarezzò la pancia dolcemente
-Ciao piccolino, ehy noi siamo qui e ti aspettiamo...
Gwyneth si alzò e Robert prima di alzarsi la fermò e la baciò sotto all’ombelico poi si alzò e dondolò con lei tendendosi stretti l’uno all’altra
-Tu lo vuoi? Non era nei tuoi progetti... Sei sicura che
Gli mise un dito sulle labbra facendolo smettere di concedere tutto quello spazio ai suoi dubbi
-Oggi ho pianto di gioia... una gioia tanto inaspettata quanto immensa da non avermi fatto dubitare nemmeno per un istante su quale sarebbe stata la mia decisione in proposito. E’ il nostro amore... non è uno sbaglio.
-Una famiglia... Gwyneth, amore...siamo... una famiglia.

Robert e Gwyneth passarono tutta la notte ad amarsi senza fretta, completandosi, Robert venerò quella donna come non aveva fatto mai con nessuna. L’amava, non aveva mai dubitato dei suoi sentimenti ed ora dopo quella notizia sentiva che i sentimenti verso di lei si erano amplificati. Baciò ogni centimetro della sua pelle la accarezzò soffermandosi su quel ventre che proteggeva il dono più inaspettato e prezioso. Gwyneth raggiante come mai sorrideva per quei suoi gesti ed accarezzava i suoi capelli ed il suo viso
-Dovremmo pensare ad un nome...
-Penso che sia un po’ prematuro... abbiamo tempo per quello, piuttosto come la prenderà Susan?
-Non credo che questo dovrebbe essere un pensiero per noi. Sa di noi, deve farsene una ragione. Noi ora siamo una famiglia... Dobbiamo pensare al vostro trasferimento qui, devi rallentare con il lavoro... la camera per il piccolo! Dobbiamo...
Gwyneth posò un dito sulle labbra di Robert
-Un passo alla volta... abbiamo tempo per tutto questo...
Robert baciò la sua mano e restò in silenzio sorridendo, sì, aveva ragione doveva respirare e fare un passo alla volta o l’avrebbe sottoposta ad una mole di stress eccessiva. Non poteva permetterlo.
Si addormentarono abbracciati ma quando iniziò ad albeggiare Robert si alzò e chiuse tutte le tende, non voleva che la luce del sole la svegliasse. Si fece una doccia veloce e si infilò una tuta da ginnastica per poi scendere in cucina, era presto. Troppo presto. L’adrenalina non gli aveva permesso di restare a letto così prese il barattolo del caffè e lo preparò. Girovagò per casa senza meta cercando di organizzare mentalmente tutte le cose che voleva fare, infine cedette e recuperò il suo telefono ed iniziò ad annotare tutto ciò che doveva fare. Prese la caraffa del caffè, una tazza e si mise a sedere su un divano in terrazza e li si incantò guardando l’oceano che quel giorno era tranquillo ed il suo colore era quel blu intenso che amava. Una volta guardava l’oceano quando aveva quel colore e pensava a Gwyneth, gli ricordava il colore dei suoi occhi. Accadde soprattutto in quel lungo periodo che venne dopo quella sua festa di compleanno durante la quale l’aveva baciata. Aveva smesso di chiamarla e di scriverle e lei aveva seguito la stessa linea ma non passava giorno in cui riuscisse a non pensare a lei, a quel bacio.
Non sapeva ancora quali fossero i programmi di Gwyneth ma avrebbe voluto trascorrere con lei quella giornata, farsi raggiungere dai bambini, e magari, renderli partecipi della loro gioia.
-Non riuscivi a dormire?
Si voltò in direzione della grande finestra che dava sul giardino, la vide lì appoggiata allo stipite indossando un pigiama ed avvolta da una coperta leggera. Il suo sorriso valeva più di mille parole, era felice. Davvero felice.
Robert le sorrise
-Non volevo svegliare anche te. Hai riposato?
Gwyneth fece qualche passo e lo raggiunse mettendosi poi seduta al suo fianco. Prese la tazza oramai quasi vuota e Robert si affrettò a versarle del caffè caldo che tenne tra le mani inspirandone l’aroma
-Che stai facendo?
-Organizzo un po’ il lavoro...
-Il lavoro? Quando dovrai iniziare a girare il nuovo film?
-Tesoro non ti devi preoccupare di nulla, non ti lascerò mai sola. E sto organizzando proprio per questo.
Gwyneth rideva guardando quanto Robert stesse cercando di essere convincente
-E come pensi di poter gestire tutto? Il tuo lavoro come il mio ci porta in giro per il mondo, non puoi pensare di restare qui... per tutto questo tempo.
-Devi fidarti di me, so esattamente ciò che sto facendo. Ho già sincronizzato la tua agenda con la mia, ed ho già una soluzione quasi per tutto.
Sorrise sicuro sventolando il telefono come prova inconfutabile della sua perfetta organizzazione.
Lei lo osservava perplessa ma era disposta ad ascoltarlo e valutare ogni sua proposta. Era un evento importante per la vita di entrambi ed era ciò che entrambi desideravano, vivere insieme quel momento tanto importante.
-Ok mi fido di te, ma voglio tu sappia che in ogni caso, anche se non riuscissi ad essere al mio fianco ogni istante io non dimenticherò che ci hai provato. Non te ne farò mai una colpa.
-Non ce ne sarà bisogno... Lascia fare a me.
-Ti amo Robert
-Ti amo anche io piccola. Ora entriamo e facciamo colazione. Qui c’è qualcuno che ha bisogno di cibo per crescere!
Disse posando una mano sul suo ventre.
-Hai organizzato anche la nostra giornata?
-Uhmm vediamo, colazione, passeggiata sulla spiaggia, pranzo, relax e riposo nel primo pomeriggio poi se ti va possiamo uscire o stare a casa, come preferisci.
-Apple e Moses rientreranno a casa, Chris li riporterà nel tardo pomeriggio quindi io
-Ho mandato un email alla tua assistente. Le ho chiesto di sentire Chris e di andare lei a prenderli da lui, poi li porta a casa per prendere il necessario ed infine vengono qui.
-Hai davvero pensato a tutto...
-Ci sto provando. Su entriamo devi, dovete mangiare...
Gwyneth entrò con lui. Mentre Robert dava indicazioni a Maria sulla colazione da preparare lei andò in camera a vestirsi. Si mise una tuta e delle scarpe da ginnastica. Legò i capelli e fu pronta per raggiungerlo in cucina.
Passeggiare mano nella mano sulla spiaggia era una cosa nuova per loro, non si erano mai concessi tanta intimità in pubblico ma Robert le aveva detto che prima o poi avrebbero visto la pancia, tanto valeva lasciar vedere al mondo che si amavano. Nonostante le prime ritrosie dovute alla possibile reazione di Chris ora Gwyneth era tranquilla ed ogni tanto oltre a tenerlo per mano appoggiava la testa sulla sua spalla camminando abbracciati.

Le giornate trascorrevano tranquille, i bambini erano felici delle loro unione e non avevano avuto dubbi sul “dove” volevano vivere, così si erano trasferiti a casa di Robert e la tata di Gwyneth si era ormai ambientata. Robert studiava una nuova parte mentre Gwyneth quella mattina avrebbe posato in giardino per delle fotografie, le ultime per lavoro. La pancia ancora piccola iniziava a mostrarsi con la sua lieve rotondità e visto che i media erano al corrente della gravidanza avevano deciso che per lei era giunto il momento di prendersi una pausa e godersi la maternità. Le festività natalizie e di fine anno erano passate e presto Robert si sarebbe dovuto apprestare ad iniziare le riprese del suo ultimo film. Non ne era entusiasta ma aveva un contratto da rispettare e con Gwyneth avevano deciso che lei lo avrebbe seguito. Conosceva il lavoro, conosceva le persone con cui Robert doveva lavorare e lui aveva affittato una grande casa vicino al luogo delle riprese. Inizialmente lei si era lamentata dicendo che non era necessario, che potevano stare in albergo ma Robert fu irremovibile. In quella casa lei avrebbe avuto tutti i confort e la tranquillità per non parlare della privacy che in albergo non potevano avere ed i bambini che erano a scuola per tutta la settimana potevano raggiungerli con la tata non appena liberi dalle lezioni. Per loro la cosa più importante era stare insieme così Gwyneth finì per accettare.
Affianco alla camera di Apple e Moses era stata fatta costruire una nuova ala, che avrebbe ospitato la nursery e successivamente la camera per il bambino. Robert era sicuro che sarebbe stato un maschietto. A giorni alterni Robert andava a trovare Susan che nonostante avesse saputo la novità tra i primi era ancora molto fredda nei confronti della situazione e nei confronti di Gwyneth. Robert non era preoccupato di quel comportamento, era sicuro che parte di quell’astio fosse dovuto alla paura di essere abbandonata a se stessa con il bambino, mentre lui le stava dimostrando giorno dopo giorno quanto tenesse anche a loro ed era sempre molto attento e presente.
Quella mattina invece di concentrarsi sulla parte del copione che stava leggendo si incantò a guardare Gwyneth che lavorava in giardino ascoltando con attenzione le richieste del fotografo. Sorrideva tra se e se pensando a quanto fosse fortunato ad averla al suo fianco. Solo il telefono interruppe quella serie si pensieri riportandolo alla realtà
-Ehy Susan, avevamo un appuntamento e me ne sono dimenticato?
-Robert è meglio... è meglio se mi raggiungi in ospedale...
-Qualcosa non va? ti senti bene?
-Io mi sento... bene ma... mi si sono rotte le acque.il dottore dice
-Ok Parto subito ti raggiungo in ospedale. Cerca di stare tranquilla, io arrivo prima possibile!
Chiuse la conversazione e restò per un istante a fissare il telefono. Il momento più importante stava per giungere.

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Capitolo 37
*** 37 ***


Gwyneth lo vide uscire ed avvicinarsi a loro. Capì subito che doveva essere giunto il momento. L’espressione sul suo volto era tesa, preoccupata inoltre lui non si era mai intruso presentandosi in giardino quando aveva posato lì per dei servizi fotografici. Chiese una pausa al fotografo e si affrettò a raggiungerlo.
-Amore tutto bene?
-Ha chiamato Susan... Ci siamo, credo...
Le diede un bacio sulle labbra mentre l’abbracciava, Gwyneth cercò per quanto possibile di rassicurarlo
-Andrà tutto bene... papà... Ora corri, non vorrai perderti l’arrivo del piccolo Exton!
Robert la guardò e le sorrise, era nervoso ma lei riusciva sempre a fargli riprendere contatto con la realtà e donargli una sensazione di tranquillità che riportarono in lui la lucidità mentale di cui aveva bisogno per affrontare quel momento.
-Tu ti senti bene? hai bisogno di qualcosa?
Gwyneth rise
-Non preoccuparti per me, qui va tutto benissimo. Ora vai... Dai un bacio a Susan e Exton da parte mia.
Robert annuì e dopo aver accarezzato la sua piccola pancia si allontanò a passi svelti raggiungendo l’auto che lo attendeva all’ingresso.
Lo vide abbozzare un sorriso ed alzare una mano in saluto prima di entrare nell’auto, lei ricambiò il saluto e si rimise al lavoro.

Raggiunse la clinica in cui sarebbe nato il piccolo ed appena varcò la soglia dell’entrata vide un infermiera richiamare la sua attenzione ed invitarlo a seguirla. Affrettò il passo e la raggiunse. Entrarono in una delle stanze di quel lungo corridoio, vide Susan. Stava semi sdraiata su quel letto al suo fianco i suoi genitori ed un amica. Appena lo vide entrare la sua espressione dolorante si distese, era riuscito a raggiungerla come promesso.
-Ciao, come va? come ti senti?
-Ci siamo Robert... Il piccolo vuole proprio venire al mondo. Mi dispiace averti chiamato così all’improvviso, spero di non averti disturbato.
-Ma che dici? Mi sarei arrabbiato se non mi avessi avertito subito! Non mi disturbi!
-Gwyneth? è rimasta fuori?
-No. Dice che è il nostro momento... Ti manda un bacio e dice che andrà tutto bene.
Susan sorrise, nonostante tutto, nonostante non accettasse ancora completamente che Gwyneth fosse la sua nuova compagna dovette ammettere a se stessa che era stata davvero molto gentile. Conoscendo Robert era certa che lui le avesse chiesto di esserci ma lei non aveva voluto imporre la sua presenza.
Con l’arrivo di Robert i genitori di Susan e l’amica si fecero da parte lasciandoli soli in quel momento tanto intimo ed importante.
Robert le prese la mano e si mise a sedere su uno sgabello accanto al letto. Passarono tutto il pomeriggio così. Lui cercò di non farle pensare al dolore raccontandole del nuovo film che stava per girare, dei suoi colleghi ed in un paio di occasioni riuscì anche a farla ridere.
Quando le contrazioni si fecero più intense e frequenti il medico di Susan entrò nella stanza, dopo averla visitata disse loro che era giunto il momento. Ancora poco ed il piccolo sarebbe stato tra loro.
Robert si alzò in piedi e la madre di Susan li raggiunse mentre l’amica ed il padre preferirono restare fuori ad attendere.
Susan stanca dal dolore sebbene attuttito dall’analgesia sembrava tutto fuorchè pronta ad affrontare quel momento, nonostante il medico cercasse di incitarla a recuperare le forze e prepararsi a spingere.
Robert le asciugò la fronte e prese dalla sua borsa una tavoletta di cioccolata. Appena Susan la vide ripensò alla prima volta che lei gli diede quella cioccolata. Era il momento più difficile per lui, durante la sua riabilitazione, quando non riusciva a sopportare il cibo e lei con tanta pazienza riuscì a convincerlo a tenere in bocca un cubetto di quella cioccolata. Ritrovò anche grazie a quella l’energia necessaria a superare quei momenti più bui. Lui ora le sorrideva restando al suo fianco e teneva un cubetto tra le dita attendendo che lei lo accettasse. Non disse nulla, quel gesto per loro non aveva bisogno di parole. Il peso di quel gesto significava molto. Una condivisione ed una vicinanza che solo loro potevano capire. Susan schiuse le labbra e si lasciò imboccare. Sentendo quell’aroma esploderle in gola ebbe una forte carica energetica e Robert lo capì subito dal suo sguardo ora lucido e vigile, le sorrise e le diede un piccolo bacio sulle labbra infine si voltò verso il medico
-Ora siamo pronti.
Dopo qualche spinta e molto sudore il piccolo si affacciava sul mondo. Robert di tanto in tanto dava un'occhiata e le diceva esattamente a che punto fossero.
-Tesoro ci siamo, questa è davvero l’ultima spinta, raccogli tutta la tua energia e facciamolo ok?
Susan annuì solamente ma nell'istante in cui il medico le disse che era il momento non si risparmiò e diede quell’ultima forte spinta. Contemporaneamente sentirono il medico complimentarsi con loro e un flebile vagito farsi sempre più forte ed acuto. Coprirono il piccolo e lo posarono sulla pancia di Susan mentre il medico invitava Robert a tagliare il cordone ombelicale. Fu un istante magico, nel momento stesso in cui il piccolo fu adagiato sulla pancia di Susan smise di piangere riconoscendo quel calore, quel profumo.
Dopo qualche istante il pediatra che aveva raggiunto la stanza chiese di poter visitare il piccolo e promise che l’avrebbe tenuto solo pochi minuti per effettuare i controlli di routine.
Susan si appoggiò stremata sui cuscini mentre Robert carico di adrenalina passeggiava per la stanza controllando di tanto in tanto il piccolo che a pochi metri di distanza veniva visitato dal medico.
Si avvicinò a Susan e le diede un bacio sulla fronte per poi appoggiarsi sullo sgabello.
-Sei stata bravissima! é... bellissimo!
-Che ore sono?
-Quasi le dieci perchè? hai un appuntamento?
Susan rise
-No... ma forse tu dovresti chiamare casa per...
-Certo! Chiamo subito.
Prese il telefono e compose il numero e mise in vivavoce
-Tesoro come va? tutto bene? il bambino? e Susan?
-Tutto bene. Il piccolo è bellissimo e sta benone e Susan è un po’ stanca ma sta bene anche lei.
-Bene! dai un bacio ad entrambi
-Ci vediamo dopo...
-Cerca di non far stancare Susan, rimani tutto il tempo necessario e falla riposare.... è lei che ha fatto tutta la fatica!
Robert sorrise, come sempre era dolcissima.
-Ok ora vado.
-Sono davvero molto felice per voi. Ti amo!
-Ti amo anch’io piccola.
Chiuse la chiamata e vide Susan guardarlo e sorridere. Forse per la prima volta non vedeva sul suo viso espressioni di tensione per la presenza di Gwyneth.
-Dovevi invitarla a venire qui... a vedere il piccolo... in fondo è anche tuo figlio.
-Questo momento è solo nostro. Nostro e del nostro piccolo. Domani o dopo verrà a trovarvi ma questo momento è per noi.
-Grazie Rob.
Robert sorrise e l'abbracciò poi venne richiamato dall’infermiera perchè partecipasse attivamente al bagnetto del piccolo. Prima di allontanarsi le sorrise
-Ti amo. Sei stata davvero molto brava. Vado a prendere il piccolo e te lo porto tu intano riposati un po’.
Susan sorrise e cercò di sistemarsi le ciocche di capelli in una coda. Accettanto l’aiuto di sua madre che le porgeva un asciugamano bagnato per rinfrescarsi il viso.

L’infermiera lo attendeva con la vasca pronta ed il piccolo avvolto in un telo. Aveva gli occhi chiusi forse stanco anche lui o infastidito da quelle luci. Glie lo porse, Robert era emozionato appena lo prese il piccolo aprì gli occhi e lo guardò
-Ciao piccolo... ci facciamo belli per la mamma, che ne dici?

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Capitolo 38
*** 38 ***


Robert trascorse qualche ora con Susan e Exton finchè per la mamma ed il bambino non giunse l’ora di riposare, allora diede un bacio ad entrambi e rientrò a casa. S’era fatta già sera, l’auto lo aspettava di fronte all’ingresso principale. L’autista si congratulò con lui e Robert sorrise ringraziando mentre si accomodava nell’auto. L’auto raggiunse la villa e si spense, Robert aprì gli occhi e vide che erano arrivati. Non fece in tempo ad arrivare al portone che venne raggiunto da Apple e Moses che concitatamente chiedevano notizie del piccolo appena arrivato. Robert sollevò lo sguardo dopo aver accettato i loro abbracci e baci per posarsi su Gwyneth che appoggiata allo stipite della porta sorrideva ed attendeva il suo turno.
I bambini lasciarono Robert solo quando lui consegnò loro il telefono con tutte le immagini del piccolo da poter guardare. Fece leva sulle proprie gambe e si alzò raggiungendo lei, che non appena fu vicino lo abbracciò e lo baciò dolcemente.
-Allora come è andata?
-Benissimo, è così piccolo e indifeso!
-Mi sembri stanco, vieni...Maria ha preparato per cena il tuo piatto preferito.
Entrarono in casa, si sedettero a tavola insieme anche se lei aveva già cenato con i bambini non sapendo a che ora sarebbe tornato. Gwyneth rimase incantata ad ascoltare il suo racconto e di tutte le emozioni che aveva provato.
-Domani devi venire con me... ed anche Apple e Moses!
-Robert io penso sia meglio che Susan abbia il tempo di abituarsi a tutte le novità e deve riposare...
-Ma Susan mi ha chiesto di te...
Gwyn sorrise, a volte Robert era così, dolcemente ingenuo...
-Verremo a trovare Susan e Exton prima che vengano dimessi dalla clinica.
Robert fu felice per quella risposta, voleva assolutamente condividere con loro quel momento tanto speciale per lui.
-Domani mattina?
-Domani abbiamo già deciso di andare a comprare un bel giocattolo per Exton, ma potremmo raggiungerti nel tardo pomeriggio.
Vennero raggiunti da Apple e Moses che resero il cellulare a Robert continuando a porgli domande sul piccolo
-Domani verrete a trovarlo.
Dopo qualche esulto i piccoli vennero accompagnati dalla tata nelle loro camere per andare a dormire e Robert volle mostrare le foto del suo piccolo amore a Gwyn che si era alzata ad augurare la buona notte ai bambini ed ora gli massaggiava il collo e le spalle restandogli dietro. Si chinò abbracciandolo posando il mento sulla spalla dopo avergli dato un piccolo bacio sulla guancia, osservando con attenzione le foto del piccolo.
-E’ davvero un amore...
-Tu sei un amore...
Le disse Robert prendendole le mani tirandola piano a se facendola sedere sulle sue gambe. Lei lo guardava accarezzandogli i capelli
-Mi stai lasciando tutto lo spazio necessario per gestire questa situazione, mi appoggi ed accetti la mia assenza senza dire nulla, anche se nello stato in cui ti trovi potresti pretendere da me un comportamento differente...
-Come potrei chiederti di comportarti diversamente? Ti amo. Ti amo per quel che sei. Ti amo per come sei... Se ti chiedessi di essere diverso, non saresti più tu... Non potrei mai.
-Ecco perchè sei un amore. Vado farmi una doccia e tu vieni con me!
Gwyneth rise
-Una volta ero io a dire questa battuta!
-Ma ora non siamo in un film... Ora sei mia per davvero!
Si alzarono dirigendosi verso la loro camera mentre Robert la teneva dolcemente abbracciata a se e Gwyneth posava la testa sulla sua spalla. Sentirlo così vicino la faceva sentire felice, sembrava che nulla potesse turbare la loro felicità che dopo una lunga attesa finalmente era giunta e stava regalando loro momenti meravigliosi.

-Hai pensato a qualche nome?
Gwyneth sollevò lo sguardo dalla sua agenda che stava aggiornando mentre lui ai piedi del letto si stava spogliando
-Nomi?
Robert si fermò un istante per guardarla negli occhi e poi riprese a sbottonare i piccoli bottoni della camicia
-Sì... Non abbiamo ancora scelto il nome...
-Non sappiamo ancora nemmeno se è maschio o femmina se per questo...
-Esatto, ma sia in un caso che nell’altro dovremo trovargli un bel nome... non ne abbiamo ancora parlato.
-Manca ancora qualche mese... penso che riusciremo a trovare un nome. Comunque sì ho iniziato a pensarci. E tu?
Robert sorrise, si mise a sedere sul letto affianco a lei
-Assolutamente, ho una lista nella mia scrivania!
-Una lista? Quanti nomi sono?
-Per ora una decina per sesso ma
-Hai le idee chiare dunque...
Gwyneth rise posando l’agenda lasciando la penna come segnalibro.
-Il nome è...importante, penso che dovremmo pensarci con attenzione.
Le posò una mano sulla pancia e l’accarezzò dolcemente
-Sei proprio un papà dolce ed attento.
Robert sollevò lo sguardo che si era soffermato sulla rotondità che stava accarezzando
-Sono anche un compagno dolce ed attento...
-Davvero?
-Dammi il tempo di farmi una doccia e te lo dimostrerò
Posò le sue labbra calde e morbide su quelle dolci come il miele di lei. Le assaporò lentamente godendo di ogni piccolo contatto fino a che il desiderio di entrambi rese quei baci più sensuali ed inebrianti finchè Robert la prese per mano alzandosi dal letto
-Vieni con me...

La fece accomodare in bagno su una montagna di cuscini che aveva sistemato sulla panca affianco alla Jacuzzi mentre lui era indaffarato nel preparare un bagno caldo tutto per loro, lei sorridendo lo osservava. Lo vide accedere la musica cercando nei suoi occhi il consenso sulla scelta della playlist, poi fu il turno delle candele, ne accese ad ogni angolo infine uscì dal bagno chiedendole di aspettarlo li. Spense le luci del bagno e Gwyneth dovette convenire che in quanto a romanticismo Robert non veniva battuto da nessuno che lei conoscesse. Lo vide tornare con un vassoio e due tazze fumanti. Appena fu abbastanza vicino Gwyn non ebbe alcun dubbio, miele e vaniglia... il loro preferito dal viaggio in Italia. Robert la guardava e sorrideva attendendo un commento alla sua dose di romanticismo
-Tutto qui?
Disse ridendo Gwyneth sfidandolo con lo sguardo sapendo bene che questo avrebbe scatenato “l’inferno”
-Questo è solo l’inizio tesoro mio... dovresti conoscermi ormai.
Robert posò le tazze vicino alla vasca idromassaggio e la fece alzare aiutandola poi a spogliarsi. Venne trattenuta quando fece per entrare nell’acqua fumante
-Ho detto che era solo l’inizio e non scherzavo...
Prese dal mobile del bagno un telo e lo stese sulla panca chiedendole poi di sdraiarsi. Gwyneth sempre più curiosa lo assecondò. Mentre si sdraiava lo sentì scartare un flacone che non aveva mai visto
-Un nuovo acquisto?
-Sì per te.
Si fece scivolare sulle mani quell’olio ed iniziò a massagiarle i piedi e le caviglie senza fretta mentre la stanza veniva invasa dal profumo leggero di quell’olio. La sentì apprezzare il massaggio. Anche se non si lamentava mai, Robert sapeva bene che il peso del bambino iniziava a farsi sentire e le sue gambe erano sempre più affaticate.
-Uhmmmm
Rob scoppiò a ridere e Gwyneth aprì gli occhi per guardarlo con fare interrogativo
-Se fai “Uhmmmm” ora che sono ai piedi e alle caviglie che dirai dopo quando salirò?
-Che scemo!!!
Richiuse gli occhi e rise con lui
Robert continuò con i massaggi e ad un certo punto interruppe il silenzio continuando però a prendersi cura del suo amore.
-Nathane?
-Come scusa?
-Uno dei nomi... da maschietto
Gwyneth sorrise ma non commentò
-Avraham?
Gwyn sollevò un sopracciglio ma ancora silenzio
-Zekharia!
Riuscì ad ottenere una reazione, Gwyneth spalancò entrambi gli occhi e lo fissò preoccupata
-Cosaa?!?
Robert rise
-Santo Dio mi hai fatto preoccupare! Per un attimo ho temuto che ti piacessero davvero questi nomi! anche se Zekharia non è male... forse è addirittura nella mia lista...
Lei richiuse gli occhi
-Sentiamo quelli da bambina, non abbiamo voluto sapere di proposito il sesso del piccolo quindi potrebbe essere anche una piccola Downey. Sei pronto a questo?
-Sarei prontissimo! e mi innamorerei di lei come mi sono innamorato di te.
-Sharon?
-No.
-Yona?
-Fai sul serio Downey? Saresti prontissimo ad amarla ma con i nomi siamo lontani...
-Rebecca
-Passabile...
Robert si chinò e baciò le labbra che accolsero quel bacio inaspettato con un sorriso
-Potresti sempre dirmi i tuoi nomi...
Gwyneth rise
-Lo stai facendo per questo? per ottenere i miei nomi?
Robert non rispose ma il suo sorriso lasciò intendere che non gli sarebbe dispiaciuto conoscere il suo parere, le sue preferenze...
-Che ne dici se ora facciamo il bagno e ci beviamo il nostro infuso prima che si freddi?
Gwyn accettò la mano di Robert che l’aiutò ad alzarsi e ad entrare nella vasca. Poi fù il suo turno, si spogliò e la raggiunse. Fecero l’amore nel modo più dolce, sorretti dall’acqua senza fretta regalandosi attimi di immenso piacere.
Trascorsero una lunga piacevole serata avvolti nei teli di morbida spugna chiacchierando di varie alternative di nomi, ridendo di alcune e segnandone altre sull’agenda di lei. Addormentandosi abbracciati mentre Robert raccontava una favola del tutto inventata accarezzando la pancia.
Robert si svegliò presto e come d’accordo non la svegliò. Uscì e raggiunse l’ospedale dove il piccolo Exton e Susan lo attendevano. Passò l’intera mattinata a cullare il piccolo mentre Susan lo guardava e di tanto in tanto si assentava per piccoli controlli di routine.
Era un bambino estremamente tranquillo, di tanto in tanto sbadigliava e si stirava facendo smorfie buffe per poi tornare a dormire pacifico.
Nel primo pomeriggio come promesso vennero raggiunti da Apple, Moses e da Gwyneth. I piccoli di casa corsero verso Robert portando sacchetti pieni di giocattoli e dei bellissimi palloncini colorati. Gwyneth sorrise e si avvicinò al letto di Susan salutandola e chiedendole come si sentiva. Le aveva portato un bouquet di fiori ed una scatola di cioccolatini. Susan cercò con tutta se stessa di apprezzare quel gesto e la ringraziò, ma dentro di se non riusciva ad esserne totalmente felice. Cercò in ogni caso di accettarlo e dopo aver scambiato con lei qualche parola sul parto la invitò a conoscere il piccolo Exton che si stava avvicinando a loro tra le braccia di Robert che le sorrideva felice di poter condividere con lei quel momento tanto importante della sua vita.
Gwyneth si complimentò con loro ma si limitò ad accarezzargli una manina finchè Susan non le disse che se le faceva piacere poteva prenderlo in braccio, allora si mise a sedere e Robert le passò il piccolo. Era davvero molto dolce.
Si trattennero per poco, appena giunsero i parenti di Susan in visita Gwyneth pensò che fosse il caso che loro lasciassero la stanza. Salutò Robert con un sorriso ed accettò il bacio che lui volle darle sulla guancia
-Ci vediamo dopo a casa
Le sussurrò prima di vederla uscire dalla stanza con Apple e Moses che erano ancora eccitati per la nuova conoscenza.

I preparativi a casa erano oramai completati. I lavori erano stati terminati entro il termine ed ora a poche settimane dalla nascita Robert e Gwyneth si stavano preparando per andare all’ultima visita di controllo.
Raggiunsero lo studio e dopo i vari esami di routine il medico chiese loro se erano ancora decisi a non voler vedere e sapere il sesso.
Robert e Gwyneth si guardarono poi fu lei a parlare
-Ci basta sapere che va tutto bene. Che siamo in salute. A questo punto vogliamo goderci la sorpresa.
-La salute non manca quindi che sorpresa sia! Ci vediamo in ospedale quando sarà il momento o se l’arrivo dovesse tardare ci sentiamo e programmiamo il ricovero ok?
-Perfetto.
Si salutarono ed uscirono. Robert la baciò e tenendola per mano l’aiutò a salire in auto
-Non mi ricordo di esser mai stata tanto “grossa” con Apple e Moses...
-Non sei grossa... sei solo pachidermica!
Risero mentre lei lo schiaffeggiava bonariamente
-Sei bellissima. Ed a parte la pancia per il resto sei poco più di come eri prima. Dove ti vedi “grossa”?
-Mah... non so è una sensazione probabilmente è perchè è passato così tanto tempo dall’ultima volta che non mi ricordo più com’è essere incinta.
-Se ti può consolare io ti trovo tremendamente sexy...
Lo guardò e si scambiarono un sorriso complice. Rientrando a casa in attesa del giorno fatidico decisero di concedersi una breve passeggiata sulla spiaggia.
-Mi sento un po’ stanca amore. Ti dispiace se rientriamo a casa?
-Certo che no! Vieni andiamo appoggiati, sei tutta sudata, ti senti bene?
-No, a dire il vero non mi sento molto bene...

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Capitolo 39
*** 39 ***


Robert sentendo come Gwyn si stava appoggiando a lui stentando nel proseguire ad ogni passo iniziò a preoccuparsi. La vide diventare più rossa in viso, e questo confermò le sue preoccupazioni.
-Gwyneth, amore fermiamoci un attimo qui. Riprendi fiato.
La vide annuire, ma capì subito che le sue condizioni non stavano migliorando. Cercò di capire
-Devi farmi capire se questi sono i dolori normali che mi dici di sentire ogni tanto... come le chiami? Contrazioni di preparatorie? Sono quelle?
Mentre si reggeva alle braccia di Robert non annuì, e poco dopo la vide inspirare profondamente
-Forse...
Robert inspirò, temeva per lei, temeva per il loro bambino.
-Ora ci penso io.
Robert prese il cellulare e compose il numero di pronto intervento. Diede indicazioni sul luogo esatto in cui si trovavano e spiegò che Gwyneth non riusciva a camminare e forse stava iniziando ad entrare in travaglio. Chiuse la chiamata
-Pochi minuti e saranno qui. Vuoi sdraiarti? Dimmi cosa posso fare per farti sentire meglio?
-No, preferisco camminare piano. A stare ferma mi sembra che peggiori.
Robert l’assecondò. Mossero alcuni passi in direzione dell’uscita dalla spiaggia, luogo da cui i soccorsi sarebbero arrivati.
-Oh no!
Esclamò Gwyneth guardandolo e guardandosi poi le gambe. Robert non capendo seguì il suo sguardo e vide la sabbia sotto i suoi piedi bagnata, così come i piedi e le gambe.
-Che succede?
-Mi si sono rotte le acque. Ci siamo davvero.
-Siamo pronti, abbiamo atteso nove mesi questo momento. Andrà tutto bene.
-Chiama il medico. Avvisalo che ci siamo.
Robert mentre camminavano lentamente compose il numero ed avvisò anche il medico di Gwyneth così che organizzassero poi si congedò per sorreggerla meglio.
Videro i lampeggianti della jeep della guardia costiera entrare in spiaggia e raggiungerli a gran velocità.
-Amore io su quella non ci salgo!
-Tesoro dobbiamo uscire dalla spiaggia e raggiungere l’ospedale in fretta e credo che questo sia l’unico mezzo che possa viaggiare sulla sabbia senza problemi. L’unica alternativa penso sia l’elicottero...
Gwyneth stava seriamente valutando l’idea dell’elicottero quando sentì dire ai paramedici che avevano mandato loro perché a causa di un grosso incidente tutti gli elicotteri erano impegnati lì.
Robert la guardò mentre l’aiutavano a sdraiarsi e la legavano sul lettino per trasportarla in sicurezza all’interno del mezzo.
-Non si preoccupi tra qualche minuto saremo fuori dalla spiaggia e le vibrazioni finiranno.
Gwyneth sorrise e strinse la mano di Robert che ringraziava quel paramedico che aveva capito il disagio che lei stava provando.
Non appena furono sulla strada azionarono le sirene e percorrendo la corsia d’emergenza oltrepassarono il traffico dovuto dai vacanzieri di rientro dalle spiagge.
-Ora le metto una flebo
-Ma io sto bene... perché?
-E’ la prassi. L’ospedale vuole che i pazienti arrivino già con la flebo, ma non si preoccupi. Non vengono infusi farmaci. Solo soluzione fisiologica.
Robert le strinse la mano e attirò la sua attenzione cercando così di tranquillizzarla
-Tra poco guarderai i suoi occhi e mi dirai il suo nome...
Gwyneth cercò di sorridere, per tutto il tempo dell’attesa lui le aveva proposto ed elencato tutti i nomi che trovava interessanti ma lei non aveva espresso alcuna preferenza come Robert le aveva chiesto. Voleva fosse lei a pronunciare il suo nome per prima, voleva che quel nome fosse una sorpresa. Gwyneth gli fece cenno di avvicinarsi
-Ti amo Downey...
Robert sorrise e le diede un bacio appoggiando poi la sua testa vicino a quella di lei continuando a sussurrarle ricordi di loro, di quando si conobbero, del tempo che venne dopo e di quanto la loro vita fosse meravigliosa da quando aveva accettato di vivere con lui.
Raggiunsero l’ospedale, Robert e Gwyneth vennero portati in una stanza in cui vennero raggiunti dal medico di Gwyneth che si affrettò ad indossare un camice sterile e dei guanti per visitarla. Anche a Robert fecero indossare un camice e dei calzari prima di lasciarlo avvicinare al letto dove Gwyneth era stata aiutata ad accomodarsi.
-Bene Gwyneth, ci siamo. Non sei ancora dilatata quindi non sei prossima al parto, ma avendo rotto le acque non dovrebbe mancare molto. Ora monitoriamo il battito e controlliamo che vada tutto bene.
Entrambi si guardarono e rimasero in silenzio mentre osservavano l’espressione del dottore, cercando di decifrare dalle sue espressioni se tutto stesse andando bene.
Si tolse gli auricolari e la sua espressione era ancora seria Gwyneth iniziò a preoccuparsi
-Qualcosa non va?
-Il battito è un po’ rallentato. Quindi o acceleriamo il parto con un farmaco che ti farà procedere più in fretta rispetto ai tempi naturali o optiamo per un taglio cesareo. Ma non sta a me scegliere, in ogni caso agiremo, e la nascita avverrà entro un’ora. Vado a controllare le analisi, nel frattempo vi chiedo di prendere una decisione.
Il medico uscì dalla stanza e le infermiere lo seguirono lasciandoli soli in quella stanza, Robert prese uno sgabello e si mise a sedere vicino a lei.
-Non era così che me l’ero immaginato...
-Ehy, non sono pratico ma per quel che ho letto ogni nascita è diversa, non c’è nulla di sbagliato nemmeno in questa è solo speciale... un po’ come noi... un po’ come il nostro bambino... o bambina.
-Ho...paura.
-Io sono qui vicino a te, e non devi avere paura di questo momento, qualcuno sta premendo per conoscerti... è uno dei momenti più felici della tua vita, della nostra vita.
Le parole di Robert riuscirono nell’intento e la fecero tranquillizzare e ritrovare un po’ di serenità nonostante quell’attimo carico di tensione e stress.
-Hai ragione. Come farei senza di te?
-Non potresti. Come del resto non potrei io. Ora tesoro mio dobbiamo decidere cosa fare, il dottore tornerà entro pochi minuti e vorrà una risposta.
Gwyneth aveva deciso. I dolori improvvisi e la tensione provata ed ora anche il timore che il bambino soffrisse l’avevano fatta propendere per la soluzione che riteneva migliore. Ne parlò con Robert ed entrambi convennero che era la scelta preferibile. Il medico entrò con gli esiti delle analisi e chiese loro quali fossero le loro intenzioni
-Avete deciso? Dobbiamo procedere il tempo passa. Gwyneth cosa hai deciso?
-Voglio chiederti solo una cosa. Quale delle due soluzioni è la più veloce?
Il medico capì immediatamente la scelta che avevano compiuto.
-Il cesareo è sicuramente la soluzione più veloce. Il tempo di farti l’anestesia e si potrebbe procedere.
-Allora abbiamo deciso. Vogliamo che avvenga più in fretta possibile.
Il medico non si perse in chiacchiere e diede subito indicazioni di chiamare l’anestesista ed avvisare che il parto sarebbe avvenuto tramite parto cesareo.
-Vado a prepararmi. Ci vediamo tra qualche minuto in sala operatoria. Robert se vuoi puoi venire anche tu.
-Ok ci terrei molto. Grazie.
Il medico uscì e pochi istanti dopo anche Robert e Gwyneth lasciarono la stanza diretti al blocco operatorio. Robert venne fatto accomodare su uno sgabello vicino a dei monitor, mentre Gwyneth venne fatta sedere sul lettino operatorio e li le fecero l’anestesia che le addormentò la pancia e gli arti inferiori. Non appena l’aiutarono a sdraiarsi fecero avvicinare Robert che si preoccupò di starle vicino e non farle pensare a cose negative.
Le misero un rialzo metallico che coprirono con dei teli e così ne lei ne Robert avevano libera visuale su ciò che succedeva aldilà di quel paravento. Nonostante il trambusto per l’intervento d’urgenza tutti erano pronti e calmi ed il medico li aggiornava passo-passo in modo che lunghi silenzi non li facessero preoccupare.
-Eccoci qui. Ora è il momento. Gwyneth, hai deciso il nome?
-Sì.
-Sia che sia maschio che femmina?
-Ci ha messo nove mesi ma pare li abbia decisi entrambi!
Risero tutti compresa Gwyn, Robert era davvero molto dolce a sdrammatizzare in un momento carico di tensione. Dopo quella risata si sentì più leggera e pronta.
-Ottimo. Vediamo un po’...eccoti qui... (si sentì un pianto riecheggiare nella stanza) ...Oh fa freddo qui fuori vero? Gwyneth, Robert complimenti, è una femmina e direi che sta bene.
Gli occhi di Robert come quelli di Gwyneth sentendo quel vagito si riempirono di lacrime di gioia, Robert le diede un piccolo bacio poi si affrettò ad asciugarsi la gioia che gli rigava le guance. Mentre quel piccolo fagottino veniva avvicinato a loro perché potessero vederla, aveva tanti capelli scuri ed appena fu vicina al viso di Gwyneth smise di piangere e li guardò con i grandi occhi che apriva e chiudeva leggermente infastidita dalla luce
-Come si chiamerà questa principessa?
Gwyneth sorrise a Robert che attendeva la risposta
-Norah Elisabeth Downey.
Robert la contemplò e guardò la piccola
-Norah Elisabeth... sei...bellissima.
-Ora se non vi spiace, porto la piccola a fare i controlli di routine, ma poi tornerà subito da mamma e papà.
Detto questo l’infermiera si allontanò con la piccola che riprese a strillare.
Il medico li guardò e nonostante avesse la mascherina di fronte al volto si sentiva dalla voce che stava sorridendo.
-Allora com’è stata? Una bella sorpresa?
-Assolutamente... Bellissima!
Disse Robert
-Gwyneth per curiosità, se fosse stato un maschietto come lo avresti chiamato?
-Robert Nathanial Downey
-Davvero un bel nome. Spero siate pronti perché è in arrivo il piccolo Robert Nathanial.
Entrambi spalancarono gli occhi e la bocca nel sentire un pianto diverso nella stanza.
-Ma com’è possibile...Noi non...
Il medico rise
-Mi avete detto che volevate una sorpresa così non vi ho detto nulla, quale sorpresa più di questa?
-Eccolo qua...
Un’altra infermiera si avvicinò con quel fagottino e subito videro la sua testolina far capolino dal telo sembrava senza capelli da quanto erano chiari e sottili. Gwyneth gli diede un piccolo bacio mentre Robert sempre più emozionato ed esterrefatto gli sfiorò la mano con un dito e questo venne subito afferrato con gran forza
-Ciao Robert Nathanial... Benvenuto.
Fu poi portato a fare il controllo come la piccola Norah Elisabeth. Il medico si affacciò dal paravento e si congratulò con loro.
-Tranquilli le sorprese sono finite.
Robert accarezzò il viso di Gwyneth che stava volgendo lo sguardo verso il lato della stanza in cui i bambini stavano per essere visitati dai pediatri. Si voltò appena sentì quella carezza
-Grazie amore mio. Grazie di rendere la mia vita migliore ogni giorno e grazie per tutto questo.
Lei sorrise
-Non è tutto merito mio Downey, ti sei impegnato molto anche tu.
Risero entrambi
-Gwyneth...Vi amo tanto.



Note: Eccomi qui, spero che questo capitolo vi possa piacere, attenderò con ansia commenti e/o critiche che vorrete condividere con me. Lascio per ora la FF tra le "in corso" perchè stò elaborando un nuovo capitolo e se mi soddisferà quello sarà l'ultimo. :) Alla prossima. 
Kisses&Hugs
RoxyDowney

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