Un amore impossibile

di 2Tinker_Bell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Tra discorsi e stranezze ***
Capitolo 2: *** Capitolo2: Un patto fra amici ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Il sogno di Draco ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Una grande emozione ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Una giornata da Ginny ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Il sorriso che non avevo mai ricevuto ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: L'ira di Draco ***
Capitolo 8: *** Un amore impossibile ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Tra discorsi e stranezze ***


Hermione sedeva sulle rive del lago, abbracciando le ginocchia strette al petto, i capelli sciolti al vento, lo sguardo sognante rivolto verso chissà quali mondi fantastici. Un libro giaceva al suo fianco e sembrava esser rimasto, stranamente, poco nei suoi pensieri. Non poteva rendersi conto che alle sue spalle, poco lontano da lì, stava un ragazzo. Lui la guardava, quasi incantato, sognando un amore forse impossibile, per la rivalità che correva fra le loro Case. Ma nessuno poteva impedirgli di amarla, in silenzio, un amore che forse resterà per sempre nascosto e mai ricambiato. Del resto, ora lui era lì e lei era lì; non c’era nessun altro. Bastava solo prender coraggio e andare a parlarle, ma come poteva? Gli altri Serpeverde lo avrebbero, senza dubbio, messo alle corde e magari avrebbero fatto del male anche a lei, l’avrebbero sicuramente resa ridicola davanti a tutti. No, non poteva, non ora e non così; doveva trovare una soluzione.
Improvvisamente un rumore…
“Arriva qualcuno, devo andare.” E corse via, nella speranza che nessuno lo avesse visto.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.


La vita scorreva tranquilla a Hogwarts.
Le lezioni erano incominciate e gli studenti erano già sovraccarichi di compiti… Come al solito del resto! Molti stavano in biblioteca sommersi da numerosi volumi, mentre altri preferivano stare nella sala comune, con lo scoppiettio del fuoco e le soffici poltrone, decisamente più comode rispetto alle sgangherate sedie delle sale lettura.
Una ragazza dai crespi capelli castani, correva carica di libri verso la sala comune dei Grifondoro.
“Succo di zucca!” esclamò Hermione davanti al ritratto della Signora Grassa che prontamente si scostò per farla passare.
“Ecco i libri di pozioni che ci occorrono per i 45 centimetri di pergamena da scrivere. E non sia mai che veniate a darmi una mano voi due!”
Harry e Ron stavano giocando a scacchi comodamente seduti davanti al focolare:
“Ah, scusa Hermione ti do una mano io!” esclamò Harry accingendosi a prendere i libri dalle braccia dell’amica.
“Eh dai, Hermione! Hai fatto un sacco di strada con quei libri ed ora che sei arrivata ti lamenti!” disse Ron tra uno sbadiglio e l’altro.
“Perché non inizi a prendere le pergamene, invece di far uscire parole senza senso dalla tua boccaccia!?” un po’ spazientita si sedette al tavolo centrale e iniziò velocemente a lavorare sulla ricerca per il professor Piton.
Dopo mezz’ora Hermione stava scrivendo le righe conclusive della sua pergamena, mentre Harry e Ron non avevano nemmeno raggiunto i 20 centimetri di lunghezza.
“Bene, io ho terminato; credo che andrò a cercare Ginny. Voi continuate pure, ci vediamo a cena”, ripose tutto nella sua cartella e fece per uscire.
“Ma Hermione! Dacci una mano almeno no?” Hermione si bloccò di scatto si girò il tanto giusto per squadrare in malo modo Ron e disse:
“Vi ho portato i libri… Basta e avanza come aiuto.”
Girò sui tacchi e uscì.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*


Nel frattempo nella sala comune dei Serpeverde si verificava una simile scena.
“Guarda che pozione si scrive con due zeta!” esclamò Goyle con aria da superiore.
“Hai ragione! Che stupido che sono!” rispose Tiger, sbattendosi il palmo della mano sulla fronte.
Malfoy, ormai abituato all’ignoranza dei due compagni, non disse nulla e raggiunse Pansy Parkinson che tornava dalla biblioteca dopo aver terminato, come lui, il compito di pozioni.
“Oh, ciao Draco, hai da fare ora?” disse lei con tono mieloso.
“Progettavo di andare a lanciare qualche fattura contro Paciock, ma se stai pensando a qualcosa di più interessante, posso farlo più tardi”, rispose lui con un ghigno malizioso.
“Ma dai Draco, non dire così davanti a tutti. Mi vergogno!” rispose arrossendo e sbattendo gli occhi con fare provocante.
“Come se quei due fossero capaci di leggere fra le righe, non sanno nemmeno che cosa sono! Ah Tiger, comunque pozione ha una zeta sola”, disse Draco mentre fissava Pansy che lo invitava a seguirla.
“Sul serio? Ma Goyle, mi hai detto una bugia!”
“Sì, ehm, lo so. Mi sono confuso con lezione, quella si che ha due zeta!”
Alzando gli occhi al cielo, ormai rassegnato, Malfoy lasciò la sala comune e seguì la sua ragazza.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.


Al momento della cena, tutti gli studenti e gli insegnanti, erano riuniti nella Sala Grande in attesa di assaggiare le delizie preparate dagli efficienti elfi domestici a servizio della scuola.
Al tavolo dei Grifondoro, si discuteva come al solito delle imminenti partite di Quidditch.
“La prossima partita sarà contro i Corvonero… Harry dobbiamo assolutamente vincere! Quest’anno la coppa sarà di nuovo nostra!” Esclamò Ron, fiero ed entusiasta.
“Non è facile Ron, il loro portiere è un tipo tosto, sarà dura per i nostri riuscire a fare qualche punto. In questi momenti mi manca Angelina… M-ma del resto abbiamo fatto un buon acquisto con Ginny!”
Si corresse notando l’espressione non troppo amichevole della Weasley.
“Infatti Harry, di che ti preoccupi! E poi il cercatore sei sempre tu; del resto hai sei anni di esperienza, prendi subito il boccino e ci farai vincere!” Ribatté scherzosamente Ginny.
Intanto al tavolo dei Serpeverde Pansy continuava ad accarezzare Malfoy senza sosta. Ad un certo punto il ragazzo sbottò:
“Insomma! Non riesci proprio a stare ferma dannazione! Sto mangiando, non mi stressare.”
Le diede un colpetto alle mani per levarsele di dosso.
“Le donne… Sono davvero seccanti. Non trovi Tiger…? Tiger…? Ehi! Mi stai ascoltando?!” Disse spazientito Draco, notando che l’amico era totalmente assente alla conversazione.
“… Eh? Cosa? Ah sì sì, certo. Sono d’accordo”, rispose con noncuranza.
“Si può sapere che stai guardando?” Cercò di percepire la direzione del suo sguardo e, aggrottando la fronte, tornò con gli occhi su Tiger, fissandolo insistentemente.
Sentendosi leggermente osservato, Tiger si voltò verso Malfoy:
“Che c’è? Mi stavi dicendo qualcosa?” Disse addentando una grossa coscia di pollo.
“’Che c’è?’ Come sarebbe a dire ‘che c’è?’ stai fissando il tavolo dei Grifondoro da più di un’ora! Non so se riesci a comprendere la mia preoccupazione, sei d’accordo Goyle?” Si rivolse all’altro ragazzo di fianco a Tiger.
“Eh? Ah certo certo! Preoccupante… Sì!” Disse Goyle distratto da un invitante torta di mirtilli.
“No, io… Ecco… Cioè, non stavo… Voglio dire… Capito?” Farfugliò con evidente imbarazzo. Ma lo sguardo dei tre Serpeverde era così perplesso, che non aveva bisogno di essere accompagnato da ulteriori commenti. Non che quel ragazzo fosse particolarmente loquace, ma in genere le sue frasi si potevano interpretare.

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Capitolo 2
*** Capitolo2: Un patto fra amici ***


“Si può sapere che ti è preso a cena? Hai mangiato meno del solito, non mi ascoltavi, fissavi il tavolo dei Grifondoro! Che è la cosa peggiore in assoluto. Ti è andato di volta il cervello? Hai problemi di cuore? Forse ti piace la Granger? Ahahahah! La Granger! Ahahah! Ahah… Ah Ah… Ah… Ti piace la Granger?!” esclamò Malfoy, notando che il viso dell’amico aveva assunto un colore violaceo al sentir nominare Hermione.
“Tiger, dimmi che ho capito male; dimmi che per una volta nella vita sei riuscito a usare il cervello per farmi uno scherzo.” Malfoy guardava speranzoso l’amico, augurandosi davvero di aver capito male.
“Ecco… Veramente non è così. Mi piace davvero la Granger, ma io non l’ho fatto apposta Draco! Te lo giuro, non volevo!” esclamo Tiger, gettandosi ai piedi dell’amico, sperando che lo perdonasse.
“Ma che significa non volevi? Ti ha dato qualche pozione?”
“No, non mi hai mai guardato in vita sua ora che ci penso. Forse non sa nemmeno che esista…”
“Che esisto Tiger, non ‘che esista’” , disse con tono cupo Draco, che non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile questo folle innamoramento dell’amico.
La Granger… Ma con tutte le ragazze che ci sono a Hogwarts doveva proprio prendersi una cotta per quella sporca mezzosangue… Draco si scrollò Tiger dai piedi, si avvicinò a Pansy, che aveva seguito tutta la conversazione con la bocca spalancata dallo stupore, la prese per un braccio e la trascinò fuori dalla sala comune dei Serpeverde lasciando Tiger solo con Goyle, che lo fissava con aria interrogativa.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.


Draco sedeva su una panchina del grande giardino di Hogwarts, con lo sguardo perso nel vuoto. A quell’ora, dopo cena, non c’era molta gente in giro, stavano tutti nelle sale comuni a chiacchierare o a fare i compiti. Si sentiva solo una leggera arietta che smuoveva le foglie degli alberi.
“Io non riesco a capire Pansy… Come ci si può innamorare di una ragazzina così sciocca e anche brutta, che ha come amico il famigerato San Potter? Capisco che Tiger non possa mirare tanto in alto, ma così è caduto proprio sottoterra. In effetti, insieme a Goyle, è stato l’unico che non mi hai mai lasciato da solo o che non mi segue per convenienza. E se dovesse mettersi con la Granger forse perderei la sua amicizia. Che cosa posso fare?”
Pansy sedeva accanto a lui e lo ascoltava con attenzione. Anche il suo sguardo era perso un po’ nel vuoto; non si era, in effetti, ancora ripresa dalla sorprendente dichiarazione di Tiger.
“Secondo me, dovresti far in modo che la dimentichi; che ne so, magari cerca di fare in modo che la Granger lo prenda in antipatia e che lo rifiuti senza possibilità di recupero. Almeno se ne farà una ragione.”
“No, così non funziona. Non mi piace il fatto che uno degli unici amici che ho, mi odi perché ho fatto in modo che la ragazza che gli piace lo rifiutasse. Forse, per una volta nella vita, dovrei aiutare qualcuno. Del resto non faccio nulla di male no? Tanto, quanto vuoi che duri? Per lo meno, se lo appoggio, mi lascerà in pace e non si scuserà continuamente con me. E poi, vada come vada, dopo è un suo problema.”
“Fai come vuoi Draco, io ti sarò sempre vicina! Ti appoggio in ogni modo!”
E gli si avvinghiò al braccio, senza dargli la possibilità di liberarsi.
Che ragazza… Mi appoggia in tutto e non mi contraddice mai… E’ appiccicosa e troppo sdolcinata, stanno iniziando ad annoiarmi tutte le sue attenzioni…
Draco se la scrollò di dosso e si alzò dalla panchina; Pansy rimase immobile a guardarlo.
“Ma Draco, dove vai? Torni già di là? Non andiamo a farci un giretto io e te da soli?” Draco si fermò, girandosi appena verso la ragazza.
“No Pansy. Oggi non ho voglia di fare nessun giretto con te, me ne vado a letto.”
“A letto? Adesso? Va bene, come vuoi.”
Ennesima sottomissione… Uff è proprio noiosa!
Alzò gli occhi al cielo sbuffando, girò sui tacchi ed entrò nel castello. Mentre camminava ancora pensieroso verso la sala comune, sentì delle voci, provenienti dalle scale, che si avvicinavano a lui.
“… Sì guarda, anche io certe volte non lo capisco, è proprio seccante!”
“Almeno tu non ce l’hai come fratello!”
“E’ vero anche questo! Comunque grazie per avermi accompagnata Ginny.”
“E di che? Siamo amiche noi due!”
Quando si dice il caso… Questa è la voce della Granger con la sua amichetta Weasley. Pensò Draco, mentre le voci delle ragazze si avvicinavano sempre di più.
“Oh, ma guarda chi abbiamo qui! La signorina “so-tutto-io” Granger e l’amichetta Weasley!” Le interruppe Draco con un ghigno antipatico.
“Che cosa vuoi Malfoy? Gira al largo”, rispose Hermione con indifferenza.
“Ehi Granger! Perché mi tratti così male? Hai forse litigato con i tuoi stupidi amichetti? A proposito, dove li hai lasciati? Stanno forse cercando un nuovo modo di attirare l’attenzione del mondo?” disse con tono evidentemente sarcastico.
“Non credo siano affari tuoi Malfoy. Ora scusaci, ma abbiamo cose più importanti da fare, piuttosto che restare qui a parlare con un insulso Serpeverde come te. Ora che fai? Vai a piagnucolare dal tuo papà? Del resto è la cosa che sai fare meglio! ” E se ne andarono senza dargli un minimo di importanza.
Ma come osa? Sudicia mezzosangue… Sono proprio un idiota. L’ho lasciata andare via così, senza rispondere nulla alla sua provocazione. Devo essere impazzito; va bene, lasciamo perdere.
E se ne andò, seguito da Pansy, che era rimasta, come sempre, in silenzio a sentire la conversazione.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.


Nella sala comune dei Serpeverde, Goyle cercava a suo modo di tranquillizzare Tiger, che era in preda al panico dopo la conversazione con Draco.
“Dai amico, non essere triste. Draco non è arrabbiato con te, almeno credo.”
Dopo queste parole Tiger scoppiò a piangere e a lamentarsi.
“Ma Goyle! Lui mi odia! Hai visto come se n’è andato? Ora non vorrà più parlare con me. Ma io cosa posso farci se mi piace lei?”
Improvvisamente dal ritratto a guardia della sala comune, entrò Malfoy insieme a Pansy e vedendo la scena, senza dire nulla si sedette in una poltrona davanti al camino facendo cenno ai due ragazzi di avvicinarsi a lui.
“Draco, Tiger è preoccupato, perché non vuole che tu non gli parli più”, disse trascinando l’amico che, rosso in volto, si vergognava di avvicinarsi a Draco.
“Tiger, avvicinati a me; vorrei parlarti. Pansy, perché non te ne vai un po’ di là? Devo parlare con loro da solo”.
“Ma certo Draco, come desideri!” E andò via, senza ribattere.
“Non mi vuoi picchiare, vero?” Chiese timoroso il povero innamorato.
“No Tiger, non ti voglio picchiare voglio solo che mi ascolti. Ho deciso che ti concederò una chance. Devi riuscire a conquistare la Granger, così non ti sentirò più piagnucolare.”
“Ma come faccio? Io non lo so cosa devo fare!”
“Uff, devo proprio insegnarti tutto eh? Va bene, ti darò una mano io, a patto che tu faccia esattamente quello che ti dico.”
“Non voglio fargli del male, però!”
“Farle Tiger… Anche se non sembra, è una ragazza. Comunque non ti dirò di farle del male, non ti preoccupare; mi occuperò di scoprire cosa le piace. Tu intanto, cerca di imparare un po’ di più la grammatica, questo sicuramente giocherà a tuo favore.”
“Sì, giusto! E per non disturbarti, me lo farò imparare da qualcun altro bravo!”
“Eh già, ci vorrebbe davvero uno molto bravo, io ti inserirei nei casi disperati. Me ne vado a letto, buonanotte.”
“Buonanotte Draco! Grazie!”
Fatto un ultimo cenno di saluto, Draco salì le scale e si diresse verso il dormitorio.
Entrato nella sua stanza, si mise il pigiama e si coricò.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Il sogno di Draco ***


Sogni irruenti, strani e mai vissuti si materializzano nel sonno di Draco quella notte.
Dove mi trovo? Perché sono davanti all’aula di trasfigurazione?
“Signor Malfoy. E’ di nuovo in ritardo per la lezione? Riceverà una punizione. Vada dal preside immediatamente!”
“Ma, professoressa…”
“Niente ma! Veloce!”
Ma che diavolo succede? Deve essere un sogno… Sì, per forza. Mi ricordo di essere andato a dormire poco fa…
“Ma guarda un po’ chi si vede. Ehi Malfoy, la McGranitt ti ha messo in punizione? Poverino, perché non vai dal caro professor Piton? Lui ti capirà! Ahahah!”
“Che cosa vuoi Potter? Come ti permetti a rivolgerti a me in questo modo? Adesso ti faccio vedere io! Tiger, Goyle, venite! … Tiger? Goyle? Dove siete?”
“Ahahah! Che fai? Ora cerchi degli alleati? Hai sempre disprezzato tutti e ora sei solo. SOLO! Che ti aspettavi Malfoy? Ora hai quello che ti meriti!”
“Stai zitto Weasley! Non sai quello che dici”
"Ah no? Guardati intorno. Vedi qualcuno? E’ arrivato qualcuno a darti una mano? No! Perché sei solo!”
“No! Non è vero!”
Ma perché ridono? Perché gira tutto? Che succede?! Pansy. Quella è Pansy. Ehi Pansy! E’ sparita. Ma cosa succede, accidenti! Perché appaiono tutti i miei compagni per poi sparire? Non può essere un sogno, è troppo reale.
“Draco…”
Chi ha parlato? Io la conosco questa voce…
“Draco sono qui… Io, voglio stare con te… Non ti ho abbandonato…”
Ma chi… Dove sei?
“Tempo al tempo... Un giorno capirai…”





“Draco? Ehi, Draco sveglia! Sveglia!” Disse Goyle, scuotendolo ora più violentemente nel letto.
“M-ma… Che… Che succede… Goyle! Che ci fai qui? Ma… Stavo sognando? Era un sogno!” Gridò a gran voce, guardandosi prima le mani e poi intorno per vedere se realmente era a letto nella sua stanza.
“A me sembrava più un incubo, stavi urlando!”
Era solo un sogno per fortuna… Ma di chi era quella voce…
“Draco, tutto okay?”
“Mmh, sì Goyle, grazie. Torna pure nel tuo letto”.
Di chi era quella voce? Draco non lo sapeva. La conosceva, ma non riusciva ad associarla ad un volto. Non sapeva nemmeno che l’avrebbe capito, non adesso, ma presto.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.


L'alba; quando nasce il sole, il buio lascia spazio alla luce e la luce annuncia un nuovo giorno, una nuova realtà, una nuova storia.
Era ora di colazione e la Sala Grande era affollata come al solito.
Nell’armonia della mattinata, un gruppetto di Serpeverde confabulava animatamente.
“Quando Draco? Dai dimmi! Quando?”
“Aspetta, Tiger… Devo pensarci… Facciamo da oggi.”
“Uh! Okay, ci sto ci sto.”
“Mi raccomando, non dobbiamo farci scoprire da nessuno, non oso pensare cosa succederebbe se mi vedessero osservare continuamente la Granger, sarebbe un brutto colpo per la mia reputazione”, disse Draco tenendosi la testa fra le mani, in segno di disperazione.
“Sì, non preoccuparti, sarò muto come un pollo fritto.”
“Tiger, sono d’accordo che il pollo fritto non parli, ma il detto dice ‘muto come un pesce’, hai sbagliato cibo…”
“Ah, scusa…”
“Anche il budino sta zitto!”
“Goyle, per favore, non ti ci mettere anche tu!”
“Va bene, scusa”, disse imbarazzato Gregory Goyle, tornando ad assaporare il suo silente budino.
Draco guardò per qualche istante verso il tavolo dei Grifondoro, Ron stava raccontando qualcosa e tutti lo ascoltavano divertiti, compresa Hermione. In effetti, Draco non aveva mai osservato davvero quella ragazza e non l’aveva mai vista ridere. Aveva un sorriso simpatico e metteva in evidenza il fatto che i suoi denti da castoro fossero decisamente scomparsi; Draco sorrise ripensando al momento in cui Pansy le aveva fatto un incantesimo per allungarle i denti oltre il mento. Pansy… Strana ragazza. Molto carina, ma sentiva come se quell’ interesse iniziale stesse via via sfumando, chissà perché aveva deciso di mettersi con lei… Forse perché piaceva un po’ a tutti e averla come ragazza significava esser il migliore, ma come si fa a pensare una cosa del genere? Lei di viso assomiglia ad un carlino!
Oh no, non deve essere bellissimo baciare un cane, bleah…
Draco si tolse immediatamente quel pensiero dalla mente… Ma c’era qualcosa che gli stava martellando la testa e non era certo il pensiero di Pansy…
Mi sta tornando in mente il sogno di ieri notte. Che diavolo potrà significare? In realtà, non lo ricordo perfettamente, mi ricordo che mi sentivo solo… Non c’era nessuno con me e mi ricordo anche che quel dannato Weasley mi accusava di qualcosa… Cos’ era, però? Mi sembra fosse la causa della mia solitudine.. Ah, sì, poi c’era anche quel dannato Sfregiato, rideva, rideva di me. Che rabbia, anche nei sogni deve perseguitarmi, ma mi vendicherò, prima o poi lo farò. E poi… La stanza che girava, immagini offuscate e poi…quella voce… Sembrava qualcuno che mi voleva davvero bene, l’unica via d’uscita da quel luogo oscuro, mi sentivo sollevato… Bah, è solo un sogno, non conta nulla… Meglio andare in classe…

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Una grande emozione ***


Erano le nove del mattino e ogni studente si recava nella propria aula, per la lezione. Quel giorno ai Grifondoro ed ai Serpeverde toccavano due noiosissime ore di Storia della Magia, forse la materia più pesante che esisteva nel mondo dei maghi.
Ron e Harry sedevano al secondo banco al centro della classe, dietro l’unica studentessa che riusciva a sopportare la monotona voce del professor Rüf; Hermione Granger prendeva una marea di appunti, che sicuramente i suoi due migliori amici avrebbero preso in prestito per poi copiarli. Nella parte sinistra della classe stava il gruppetto di Serpeverde con a capo Malfoy, che sedeva al secondo banco insieme a Pansy Parkinson, mentre davanti a loro stavano Gregory Goyle e Vincent Tiger. Nessuno era attento alla lezione, infatti mentre Goyle e Pansy sonnecchiavano liberamente, Draco e Tiger chiacchieravano fra loro, posando ogni tanto lo sguardo sull’oggetto dell’attenzione di Vincent.
“Vedi Tiger, potresti iniziare a prendere appunti, dato che lei è l’unica che lo fa… Sai scrivere vero?”
“Sì che so scrivere, ma non posso riuscire a seguire nemmeno una parola di quello che dice Rüf, rischio di addormentarmi e ci faccio una figura ancora più brutta” “Ottima osservazione, non me la sarei aspettata da te. Comunque per ora non c’è nient’altro di interessante da scoprire, quindi mi addormento pure io, svegliami quando dobbiamo andare.”
“Va bene Draco.” Disse Tiger tornando a guardare Hermione che scriveva senza sosta.
Verso sera, Hermione si recava come al solito in biblioteca per fare i compiti o leggere in santa pace qualche grosso e vecchio libro. Nel corridoio incrociò, per caso, Malfoy insieme a Pansy, che senza troppa vergogna si sbaciucchiavano con foga. Come se nulla fosse, Hermione entrò in biblioteca e Malfoy colse l’occasione per portare avanti il suo piano e lasciando Pansy con la promessa di rivedersi più tardi alla Sala Comune, sgattaiolò nella sala prendendo il primo libro che gli capitò per le mani e si sedette allo stesso tavolo della Grifondoro, non troppo vicino, ma in modo da poterla osservare per bene.
Cavolo, quel libro è davvero grosso, non vorrà davvero leggerlo tutto… Ma quanto diavolo sta scrivendo? Pare una furia! E poi… Quanto peserà quella chioma enorme che ha in testa? Del resto nemmeno si trucca, potrebbe almeno far finta di essere una ragazza e legarseli quei capelli!
Ad un tratto Hermione alzò lo sguardo e appena incrociò quello di Draco, lui lo distolse immediatamente, provocando in lei un filo di perplessità, ma senza farci troppo caso tornò china sulla sua lettura.
Accidenti! Stava per beccarmi, chissà che si è messa in testa poi… Devo stare più attento.
Ma non appena il suo sguardo si posò nuovamente sulla ragazza, lei lo notò
“C’è qualche problema Malfoy? Che hai da guardare?” chiese lei sprezzante.
“No Granger, stavo osservando quel polveroso libro che stai leggendo, si vede che non hai nessuno che ti viene dietro, almeno avresti qualcosa di meglio da fare a quest’ora.” rispose lui in tono di sfida.
“Ma da che pulpito vien la predica, mi sembra che qui ci sia pure tu tutto solo. Hai notato che per avere voti alti bisogna anche studiare, Malfoy? Guarda che il tuo paparino non ci sarà durante gli esami a darti una mano” “Non permetterti mai più di nominare mio padre, sudicia Mezzosangue.”
Ormai Hermione era abituata a insulti del genere e non si sentiva più ferita, perciò con il coraggio che da sempre distingueva i Grifondoro rispose:
“Sei tu che non devi provare a parlare delle mie origini, i miei genitori mi hanno cresciuto facendomi prendere le mie decisioni e mettendomi in guardia sui mali del mondo, sono fiera di essere figlia loro, non serve a nulla essere crudeli Purosangue.”
Draco si alzò di scatto sbattendo le mani sul tavolo, si avvicinò a Hermione velocemente e avvicinando pericolosamente il suo volto a quello della ragazza rispose con tono quasi sussurrato.
“Attenta a quello che dici, ti avverto, potresti pentirtene amaramente.”
Lei, non si mosse, rimase come pietrificata e lo guardò mentre usciva, sbattendo la porta della sala.
Maledetta… Maledetta, la odio! Ma gliela farò pagare, stavolta gliela farò pagare davvero. Vedrai Hermione Granger, nessuno si prende gioco di Draco Malfoy.
Entrando velocemente nella sala comune, Draco cercava con visibile impazienza Tiger, che in quel momento era nel suo letto a mangiare una merendina, mentre leggeva dei fumetti.
“Ah, sei qui! Basta, io mi sono rotto! Veditela tu con quella maledetta ragazzina, io mi tiro indietro, vacci a parlare, tanto sarà ancora in biblioteca, insolente “so-tutto-io”, da ora sono solo affari tuoi.” Uscì dalla camera senza dare la possibilità all’amico di replicare. “Parlarci io? Ah… Se lo dice lui, sarà la cosa giusta da fare!” E alzatosi si diresse in gran fretta verso la biblioteca, dove trovò Hermione con il solito enorme libro, immersa nella impegnativa lettura.
Tiger, un po’ imbarazzato prese il libro di Incantesimi e si sedette nello stesso lato del tavolo in cui stava Hermione, solo due sedie più distante.
“Ehm, scusami, mi sapresti aiutare a capire questo incantesimo?...Per favore…”
Hermione si girò verso il Serpeverde ed in volto le si leggeva uno stupore spropositato. In effetti, non si erano mai rivolti la parola con quel ragazzo… Infatti, non si ricordava nemmeno il suo nome.
“Oh… Dunque…” Si spostò nella sedia a fianco a Tiger e osservò il libro.
“Intanto, penso sia più semplice leggerlo da questa parte”, gli sorrise mentre gli voltava il libro che il ragazzo teneva al contrario.
Tiger non stava più nella pelle, era tesissimo e rosso in volto, lei era la ragazza che appariva nei suoi sogni, quella che non avrebbe mai potuto raggiungere ed ora era lì! Scosse un po’ la testa per capire se stava sognando, ma quando si voltò lei era ancora lì.
“Ah! Incantesimo Geminio, molto interessante. Allora è un incantesimo di duplicazione serve per creare un doppione dell’oggetto che stai considerando. Questo ti è chiaro?”
“Ehm… Sì, credo…”
“Allora il movimento della mano è questo, osserva attentamente e ripeti”, Hermione fece roteare la mano, con un movimento sinuoso e si voltò verso Tiger, attendendo che lo ripetesse.
“Così?” Il ragazzo fece un goffo movimento con la bacchetta ed Hermione gli sorrise, mostrandoglielo ancora.
“Non è difficile, te lo faccio rivedere… Hai capito ora… Goyle?”
“…Sono Tiger, Vincent per la verità…”
“Oh, scusami Vincent! Mi sono confusa, comunque guarda”, lei gli prese la mano e gliela mosse per farglielo capire meglio, lui di tutta risposta si incendiò in volto e tolta la mano di scatto si affrettò a dire:
“Scusa, ehm, devo andare! I miei amici mi staranno aspettando. Grazie, davvero grazie… Hermione, ciao!” E corse via, emozionatissimo, per raccontare tutto al suo amico Malfoy.
Hermione, ancora un po’ scossa decise che era stata una giornata fin troppo strana e tornò nella sua sala comune a farsi un bel riposo.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.

Tiger entrò nella sala comune di corsa e vedendo Draco seduto su una poltrona, gli si gettò ai piedi e gli disse piagnucolando:
“Draco, è successa una cosa stranissima! Sono andato nella biblioteca e c’era lei… Io gli ho chiesto, come scusa, di aiutarmi in un incantesimo, lei mi ha sorriso e mi ha fatto vedere come si faceva e mi teneva la mano per aiutarmi, capito? E’ fantastico! Io sono felicissimo, ma ora mi devi aiutare, per favore Draco, ti prego, devi per forza, io non posso fare nulla senza di te!” Parlava senza respirare quasi e Draco lo osservava con indifferenza.
“Che cosa vuoi che faccia? Hai già fatto amicizia con quella, io non ti servo più, lasciami in pace.”
“No, Draco. Stavolta te lo chiedo sul serio. A me non basta l’amicizia, io voglio stare con lei. Non ti chiedo nient’altro, solo… Fammi capire come faccio a conquistarla. Tu le sai conquistare le donne, le hai tutte dietro, ora devi dare una mano a me. Per favore.” Draco rimase colpito da quella determinazione, mai vista nel volto nel suo amico. Era vero, aveva tantissime ragazze ai suoi piedi, ma non era mai stato lui a conquistarle, l’avevano sempre cercato loro. Per Hermione Granger, bisognava adottare una tattica diversa.
Bisognava conoscerla davvero a fondo, sentire i suoi segreti o i suoi pensieri. E c’era solo un modo per farlo… Sì, era un piano perfetto e Draco lo sapeva, ma era pericoloso e un po’ lungo da preparare; non poteva coinvolgere nessuno, avrebbe rischiato troppo e per questo, fece tutto da solo. Era l’unico modo…

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Una giornata da Ginny ***


Era gennaio e gli studenti, tornavano pian piano dalle vacanze di Natale. Draco, invece, aveva deciso di passarle a scuola per proseguire indisturbato la preparazione del suo progetto.
Era tutto pronto, doveva solo attendere che Hermione e i suoi amici tornassero a scuola. Quando questo accadde, decise che la vittima designata per il suo piano poteva essere solamente Ginny Weasley, grande amica di Hermione e sua confidente; perciò quando la vide andare tutta sola in biblioteca, la seguì e si avvicinò a lei:
“Ehi Weasley, cosa ti hanno regalato i tuoi genitori per Natale? Un pacco di calzini di terza mano?” Le disse, stando alle sue spalle dietro lo schienale della sedia.
“E da quando ti interessa avere notizie sulla mia vita Malfoy? Non hai nessuna bambolina disposta a farti giocare al momento?” Rispose lei, alzando lo sguardo, ma senza voltarsi verso di lui.
Malfoy si abbassò spostandole la lunga treccia di capelli che aveva sulla spalla e avvicinandosi pericolosamente al volto della ragazza, che immediatamente arrossì, senza riuscire a controllarsi disse:
“Io bamboline, ne ho quante mi pare e quando mi pare, e tu potresti essere una di quelle se solo mi interessasse averti mia.” Sorrise maliziosamente e divertito guardando il volto arrossato della piccola Weasley e approfittando dell'imbarazzo del momento le strappò con poca violenza alcune ciocche di capelli.
“Vedo che ti ho fatta emozionare, ora me ne vado, ho qualcosa di meglio da fare.” E se ne andò senza voltarsi indietro, lasciando Ginny imbarazzata e stupefatta dalla sua stessa reazione nei confronti del suo odiato nemico.
Molto bene, ora ho tutto ciò che mi occorre, domattina metterò in trappola quella sciocca ragazzina e metterò in atto il mio piano.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.

La mattina seguente, essendo sabato, non ci sarebbero state le lezioni e gli studenti erano liberi di gestire la propria giornata come preferivano. Alcuni restavano nelle sale comuni per fare compiti arretrati o direttamente quelli della settimana successiva, altri stavano nel giardino di Hogwarts a divertirsi con gli amici a lanciarsi palle di neve o fare pupazzi, altri ancora come la squadra di Quidditch dei Grifondoro e di Corvonero, si allenavano con un'amichevole.
Draco avvisò i suoi amici che quel giorno sarebbe uscito dalla scuola per commissioni urgenti insieme al padre e quando uscirono dalla stanza, prese la scorta di fialette contenenti la Pozione Polisucco che segretamente aveva preparato e uscì di soppiatto a cercare Ginny.
Eccola lì! Che fortuna, è sola e sta uscendo dalla Sala Grande, ora la addormenterò e la porterò nella Stanza delle Necessità.
Così fece, senza far troppo rumore la prese alle spalle, le fece bere un potentissimo sonnifero e la portò in braccio sino alla Stanza delle Necessità, in modo che nessuno la trovasse.
Dopo essersi modificato la voce, bevve la prima fialetta di pozione e in men che non si dica si ritrovò nei panni di Ginny Weasley, si cambiò gli abiti, prese la borsa della ragazza e uscì dalla stanza.
Mentre era alla ricerca di Hermione, vide Harry che gli si avvicinava di corsa, fece per istinto un sorrisino di disprezzo,
Oh no! Devo controllarmi, devo essere gentile con lo Sfregiato... Sono amici... Uff, che umiliazione!
“Ginny! Ma dove cavolo ti eri cacciata!? Ti sei dimenticata che abbiamo l'amichevole con i Corvonero?!”
“Che cosa?! Ma io non lo sapevo!” Draco era disperato, avrebbe perso un sacco di tempo con la partita e poi non aveva mai giocato come Cacciatore! Ma del resto non poteva rifiutarsi, non sarebbe stato da Ginny e così rinviò la ricerca di Hermione, anche se, pensandoci meglio, lei sarebbe andata alla partita sicuramente, dato che tutti i suoi amici erano lì.
“Ginny non dire cavolate! Vai subito nello spogliatoio e cambiati, non voglio sentire scuse! A dopo.” E corse via verso lo spogliatoio.
Anche Draco si diresse verso lo spogliatoio, il punto è che era talmente abituato a frequentare quello maschile, che si fiondò dentro senza pensare al suo aspetto decisamente femminile.
“Ginny! Ma che ci fai qui!? Esci subito!” disse Ron, coprendosi con un asciugamano.
“Ah, scusate, ho sbagliato!” E se ne andò con indifferenza, verso lo spogliatoio femminile.
Chissà perchè si sono arrabbiati così tanto solo perché una ragazza è entrata nello spogliatoio, io sarei stato contento, come sono contento ora di entrare in quello femminile.. Mmm, tante ragazze che si cambiano... Si, la giornata inizia bene, non è male far finta di essere una ragazza! Devo farlo più spesso.
E ridendo fra sé, entrò a cambiarsi, ma suo malgrado, le ragazze si erano già tutte cambiate.
“Avete già finito di vestirvi?! Peccato...” Disse deluso Draco.
“Sì. Perché? Qual è il problema Ginny?” Chiese la Cacciatrice di Corvonero, guardandolo confusa.
“Ehm, non niente, non volevo essere l'ultima,” sorrise cercando di salvarsi.
Del resto posso sempre guardare me stessa mentre mi cambio, Ginny non è niente male, eheh...
Detto questo, dopo un po' Draco uscì dallo spogliatoio e con la divisa di Grifondoro si librò con la scopa di Ginny verso il centro del campo, per iniziare la partita. Come prevedibile, la partita del Serpeverde abituato al ruolo di Cercatore, non fu uno spettacolo e i Grifondoro vinsero solo grazie a Harry, che fu molto svelto nel prendere il Boccino d'Oro.
Al termine Hermione si avvicinò a Ginny-Draco e gli disse con un sorriso:
“Vedo che sei un po' stanca! E' la giornata perfetta per le chiacchiere fra donne”
Perfetto, è il mio giorno fortunato, ora starò con lei e finirà questa diamine di commedia.
Pensò Draco, mentre beveva un altro sorso di Pozione Polisucco.
“Aspetta Hermione, te la rubo solo un istante, devo dirle una cosa importante”, disse Harry prendendo Draco per un braccio; Hermione sorrise capendo al volo ciò che intendeva fare Harry e rispose:
“Certo, non c'è problema! Ti aspetto nella Sala Grande e ne approfitto per finire i compiti”, e corse via senza dare tempo a Draco di replicare.
Iniziarono a passeggiare lungo le rive del lago, quando Harry ruppe il silenzio:
“Ma che avevi oggi? Scusa se te lo dico, ma non hai mai giocato così male!”
Ma che vuole questo? Era un'amichevole, che gli importa di come ho giocato?
Vedendo che lo sguardo di Ginny continuava a guardare verso il basso, pensò fosse delusa lei stessa dalla sua prestazione e fermatosi le si piazzò di fronte costringendola a bloccarsi e disse:
“Ginny... Se c'è qualche problema a me puoi dirlo, lo sai. Ecco... E' da un po' che ci stavo pensando, io... Mi manchi Ginny, vorrei tornare con te.”
Oh cavolo, ci mancava la dichiarazione dello Sfregiato... Ehi ehi ehi! Non avvicinarti! No che schifo!
Draco, voltò subito la faccia, poteva sopportare di ascoltare Harry fare una dichiarazione, anche perché avrebbe avuto occasione di prenderlo in giro, appena avrebbe ripreso le sue sembianze, ma un bacio proprio no! Così Harry, vedendo che il suo bacio era stato rifiutato si discostò immediatamente.
“Scusa, hai ragione sono stato troppo frettoloso. Non devi rispondermi subito, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi, io ti aspetterò.” Sorrise dolcemente.
“Ehm, okay... Ora vado da Hermione che mi sta aspettando, ciao eh...” E si dileguò velocemente andando verso la Sala Grande dove ad attenderlo c'era Hermione che rimetteva a posto i suoi libri.
“Oh, Ginny! Pensavo ci avresti messo un po' più di tempo con Harry” E fece l'occhiolino con fare ammiccante e un po' ironico, come farebbe un'amica fidata.
“Beh sì, in effetti... Comunque ne parleremo più tardi, ci sono alcune cose che mi piacerebbe chiederti”, disse Draco, che già assaporava il momento in cui avrebbe scoperto i punti deboli della Granger.
“Ah, siamo alla giornata 'chiacchiere fra amiche'? D'accordo, andiamo nella sala comune, c'è un bel calduccio!”
E si incamminarono verso le scale che le portarono di fronte alla Signora Grassa.
“Parola d'ordine?” Disse canticchiando la donna paffuta del quadro.
“Folletti della Cornovaglia”, rispose Hermione con noncuranza mentre il quadro si apriva di fronte a loro.
Che schifo di parola d'ordine, ma può comunque essermi utile, non si sa mai... Però... Niente male la sala... Sembra più accogliente della nostra.
“Dai vieni in camera mia, nel caso arrivassero Harry e Ron e volessero ascoltarci, o peggio, chiedermi di fargli i compiti!”
“Si, non c'è problema.” Rispose Draco, che ormai era entrato perfettamente nella parte.
Entrarono nella camera di Hermione che era piuttosto ordinata, i letti erano tutti fatti e le ragazze si erano create una sorta di scrivania dove posavano oggettini di uso quotidiano, come profumi, deodoranti e una marea di trucchi. Draco seguì la padrona della stanza che intanto si era seduta nel suo letto e gli faceva cenno di avvicinarsi e sedersi a fianco a lei.
“Allora, fatti sotto. Dimmi, che vuoi sapere?” chiese Hermione mentre Draco-Ginny prendeva posto al suo fianco.
“Vorrei chiederti come ti va coi ragazzi al momento. Cioè, in generale.” Arrivò subito al punto Draco che non aveva intenzione di perdere altro tempo, come era successo poco prima con Harry.
“Lo sai Ginny, io non ho nessun interesse al momento. Lo avevo per tuo fratello come ben sai, ma ora penso che non siamo fatti per stare insieme e ho preferito rinunciarci.”
“Non è il tuo tipo quindi... E come dovrebbe essere un ragazzo per piacerti?”
Vediamo se potrebbe assomigliare almeno lontanamente a Tiger...
Hermione, arrossì un po' e rifletté un attimo prima di rispondere, poi prese fiato e iniziò il suo discorso, abbastanza felice di potersi sfogare un po' con un'altra ragazza, non sapendo naturalmente della vera natura della figura che le stava davanti.
“Non ti so dire chi potrebbe effettivamente rispecchiare le caratteristiche del ragazzo che desidero. Di certo, lo vorrei bello...”
Non è proprio una caratteristica di Tiger.
“...Intelligente...”
Nemmeno questa.
“...Sprezzante del pericolo...”
Ancora non ci siamo.
“...Che mi faccia tanti regali...”
Non è proprio da lui.
“...E se devo proprio essere sincera, mi piacerebbe che avesse un lato un po' oscuro, non fraintendermi, non lo voglio crudele, ma un po' difficile, ecco...”
Sembra quasi la mia descrizione... Ha gusto la ragazza...
“Sai Ginny, a volte penso che non vorrei essere come sono. Cioè, sono soddisfatta di me, ma sai quando nei tuoi sogni immagini di essere qualcuno che non sei? Io vorrei vivere un'avventura indimenticabile, pericolosa, da tener segreta, ma degna di essere vissuta, insomma, un amore impossibile, come si legge nelle storie dei grandi scrittori.”
Draco, rimase un po' interdetto da ciò che diceva Hermione, non si sarebbe mai aspettato dalla secchiona Grifondoro, un carattere simile. Sognava, desiderava qualcosa di intrigante e difficile, non era la solita ragazzina sciocca che gli crollava ai piedi, aveva dei desideri che aspettavano di essere realizzati, ma che era consapevole di non poterli condividere con i suoi amici.
“A volte, sento come se dentro di me ci fosse un'altra persona bisognosa di uscire allo scoperto, ma allo stesso tempo è consapevole che non può farsi vedere e per questo sta chiusa lì, in una scatolina sempre più piccola.” Le scese una lacrima, aveva bisogno di sfogarsi e istintivamente si girò verso la persona che aveva a fianco e la abbracciò, per sentirsi capita, almeno un po'. Draco la abbracciò, e la strinse forte... Lui la capiva benissimo, perché provava le stesse cose. In quel momento la sentì come la persona che più gli assomigliava.
Che mi succede? Sto abbracciando Hermione Granger. Ma è strano... Non capisco... Mi sento davvero strano. E' come se... No, non posso andare avanti con questa storia. Mi dispiace Tiger.
Draco strinse forte Hermione, poi le prese dolcemente le braccia, la guardò negli occhi e dopo averle asciugato le lacrime si alzò e scappò via verso la Stanza delle Necessità , recuperò Ginny e facendole un incantesimo di memoria, la posò nel corridoio dove si sarebbe ritrovata senza ricordarsi nulla.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.

Appena terminò l'effetto della Pozione Polisucco, Draco uscì dal bagno e si precipitò nella sala comune, dove trovò i suoi amici e Pansy seduti di fronte al fuoco. Appena scorse Tiger gli si avvicinò e con la faccia sconvolta gli disse:
“Tiger, ti consiglio di lasciar perdere. Non sei il suo tipo. Sei l'esatto opposto. E poi non posso più andare avanti con questa farsa...Ora vado a letto buonanotte.” E sparì, lasciando i tre amici senza fiato ed increduli.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Il sorriso che non avevo mai ricevuto ***


Pansy rimase a guardare per un secondo la porta della stanza di Draco, poi decise che non poteva più aspettare, si avvicinò e cercò di aprirla, ma la trovò chiusa e dato che il ragazzo non aveva nessuna intenzione di alzarsi ed aprire, Pansy esclamò:

“Alohomora!” E la porta si spalancò, facendo sobbalzare Draco sul letto.

“Ehi! Ma sei impazzita?! Ma che cavolo vuoi?”

“Adesso basta Draco, non ne posso più di questa situazione! Non sono il tuo giocattolo, non puoi dire di essere il mio ragazzo e poi lasciarmi sempre da parte e tornare solo quando hai bisogno di qualcosa”, accentuò fortemente l'ultima parola per far comprendere al ragazzo ciò a cui si riferiva.

“Sono mesi che non parli, e ora ti vieni a lamentare? Lasciami in pace va... Ne parliamo domani.”

“No! Ne parliamo adesso! Voglio sapere che cosa ti succede, dimmelo Draco! Ho il diritto di saperlo!”

“Non sono affari tuoi Pansy!”

“E allora che senso ha continuare la nostra storia?” Chiese la ragazza, ormai con gli occhi gonfi dalle lacrime.

“Nessun senso! Infatti finisce qui, sparisci dalla mia vista!”
Pansy rimase per un secondo immobile, per dare il tempo a Draco di riparare al suo errore, ma si rese conto che il ragazzo non scherzava e corse via, piangendo e singhiozzando.
Finalmente mi sono sbarazzato di quella lì, non ne potevo più... Stupida ragazzina...
Si voltò da un lato e si addormentò.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.

Il giorno seguente Draco era di umore nero; non aveva ancora parlato con nessuno e gli sguardi maligni che gli lanciava Pansy non erano certo d'aiuto, forse la sera prima aveva esagerato, ma non gli interessava. Durante le lezioni mattutine Draco sedette al banco insieme a Blaise Zabini e sentiva le voci di Tiger e Goyle che confabulavano fra loro, sicuramente parlando di lui. Dopo pranzo infatti, gli si avvicinò Goyle, che lo prese da parte e gli disse in tono pacato:

“Senti amico, ho parlato con Vincent, sai lui ci è rimasto molto male per quello che gli hai detto ieri, non capisco perché hai deciso di lasciar perdere.”

“Perchè è meglio per lui Greg, fidati non ha speranze con lei, proprio nessuna.”

“E cosa te lo fa credere?”

“Ho sentito la descrizione del suo ragazzo ideale: intelligente, bello e non mi ricordo che altro, ma comunque non assomiglia nemmeno lontanamente a Tiger, anzi è esattamente l'opposto! Non potrebbe mai stare con la Granger!”

“Ma sembra che stia parlando di una merda!”

“E infatti è quello che è!”

Goyle non credeva alle sue orecchie. Sapeva che Draco non era certo una persona gentile, ma non si sarebbe mai aspettato che parlasse così di uno dei suoi migliori amici. Rimase a bocca aperta e fece per andarsene, ma Draco si rese conto di aver davvero esagerato stavolta e cercò di rimediare:

“Greg, aspetta!” Goyle si fermò senza voltarsi, e vedendo che il ragazzo non aveva intenzione di dire più nulla, se ne andò in classe senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.

Non ci posso credere... Ho detto che Vincent è una merda... Ma io non lo penso! Mi è uscito di bocca senza avere il tempo di riflettere, non mi riconosco più, non capisco cosa mi stia accadendo...

In quell'istante passarono di lì Harry Potter insieme a Ron Weasley e Hermione Granger, Draco li vide e sentì il cuore sobbalzargli nel petto.
Ecco, è colpa sua, di quella maledetta ragazza, è lei che mi ha fatto venire i dubbi, ma come ho fatto solo a pensare che potesse essere simile a me. Io la odio!

Ma non era arrabbiato, era solo molto triste e non aveva nessuno con cui parlare; sicuramente Goyle aveva raccontato tutto agli altri e senza dubbio l'avrebbero lasciato da solo. Mentre si dirigeva verso l'aula di Trasfigurazione, vide Ron che con la sua solita goffaggine cadde a terra, venendo sommerso dai libri. Tutti quelli che erano intorno risero, Grifondoro compresi, ma lui passò dritto senza nemmeno un commento, entrando nell'aula della professoressa Mc Granitt, senza badare allo sguardo allibito di Harry che non riusciva a credere che Draco Malfoy, colui che coglieva ogni dettaglio per rendere ridicolo lui e i suoi amici, avesse perso un'occasione d'oro e ciò che più lo sorprendeva era che aveva visto tutta la scena! Guardò Ron che era ancora in terra a raccogliere i libri, e che condivideva evidentemente lo stupore di Harry; infatti i due si girarono verso la loro migliore amica Hermione che tirò su le spalle, facendo capire che nemmeno lei comprendeva l'accaduto.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.

Hermione passeggiava per i giardini di Hogwarts. Non c'era nessuno in sua compagnia, dato che tutti stavano finendo i compiti; lei invece, che li aveva terminati, ingannava il tempo, ripetendo fra sé e sé la lezione di Storia della Magia. Mentre attraversava le rive del lago, notò un ragazzo poco distante, seduto ai piedi di una grande quercia, con la testa poggiata alle ginocchia e le braccia intorno ad esse, sembrava quasi si sentisse male e non essendoci nessun altro nelle vicinanze andò ad accertarsi lei stessa delle sue condizioni.
Arrivata al suo fianco, si abbassò e con voce gentile gli chiese:

“Ehi, va tutto bene?”
Appena il ragazzo alzò il viso, Hermione sussultò, era Draco Malfoy. Subito tornò in piedi.

“Ah, sei tu Malfoy”, fece per andarsene, ma il ragazzo parlò:

“Beh Granger, perché è svanita la tua gentilezza appena hai visto che ero io?”

“In primis, non accetteresti mai il mio aiuto, e poi non vedo perché dovrei aiutare una persona che mi odia.”
Draco stette in silenzio e Hermione riprese a camminare.

“Sono rimasto solo. Mi sono lasciato con la mia ragazza e i miei amici sono arrabbiati con me...” Draco, aveva parlato senza pensare, aveva bisogno di sfogarsi in qualche modo e il caso volle che la prima persona che gli si presentò davanti era proprio la causa dei suoi problemi.

“Ah, m-mi dispiace” rispose la ragazza sbalordita dal fatto che Malfoy avesse deciso di rivelare proprio a lei i suoi crucci.

“Non dire assurdità Granger, scommetto che non vedevi l'ora che mi succedesse una cosa simile, almeno potevi avere uno spunto per prendermi in giro insieme ai tuoi amichetti” rispose lui, con tono abbastanza acido.

“Sappi che io non sono come te Malfoy, io un cuore ce l'ho...” Ma si pentì di questa frase, vedendo che il ragazzo si era rabbuiato, e aggiunse:

“Non intendevo dire questo...”
Lui sorrise, ma i suoi occhi lo tradivano, oramai luccicavano.

“Oh sì, intendevi proprio quello, ma hai ragione, io sono una persona cattiva e lo sarò sempre, non posso cambiare il mio destino...”

“No, questo non è vero! Siamo noi gli artefici del nostro destino, ognuno fa le sue scelte e se vuole qualcosa la può ottenere, deve solo sinceramente desiderarlo.”

“Granger... Sono un Malfoy, ormai conosci bene la mia famiglia, non c'è bisogno che ti spieghi ulteriormente come funziona la mia vita.”
Hermione si avvicinò a Draco e si sedette al suo fianco, non capiva nemmeno lei cosa la portasse a dare una mano a quel ragazzo che sembrava essere l'unico a trovare ogni suo punto debole e a sfruttarlo per offenderla, ma si sentiva in dovere di farlo.

“Senti Malfoy, io e te non siamo certo buoni amici, ma se hai bisogno di sfogarti e parlare, puoi farlo con me, non adesso. Hai bisogno di riflettere per conto tuo e fare ordine nella tua testa, ma quando ti sentirai pronto sai dove cercarmi”, detto ciò si alzò in piedi e vedendo i suoi amici in lontananza li raggiunse, dopo aver salutato Draco con un sorriso gentile.

Non ci credo... Ho appena confidato alla Granger che sono rimasto solo e come se non bastasse le ho fatto capire i problemi che ho in famiglia! Ma perché? Perché quella ragazza deve essere così buona con tutti? Come fa mi chiedo io. L'ho sempre insultata, derisa e umiliata; e lei mi ha offerto il suo aiuto, senza chiedermi nulla in cambio. Non ho mai conosciuto una persona così.
Improvvisamente si rese conto che stava sorridendo. Ma che faccio? Sto sorridendo come uno scemo! Penso a lei e mi viene da sorridere! Che mi sta succedendo?! ... Forse so la risposta a questa domanda, ma non posso crederci... Che bel sorriso che mi hai fatto Hermione. E ti ringrazio infinitamente, perché quello è il sorriso che non avevo mai ricevuto.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: L'ira di Draco ***


Le cose cambiarono dopo quel pomeriggio. Draco era sempre solo, ma ora aveva l'appoggio morale di una persona inaspettata, proprio quella che indirettamente aveva causato la sua solitudine, Hermione Granger. In realtà, non avevano un vero e proprio dialogo, a Draco bastavano i suoi sorrisi durante le lezioni.

Non avrei mai immaginato che la mia vita potesse cambiare così radicalmente; in effetti, ora che ci penso, ha un non so che di simile ad un sogno che ho fatto un po' di tempo fa. Mah... Starò sviluppando l'occhio interiore, tanto caro alla professoressa Cooman... Magari riuscirò a guadagnarmi un eccellente anche con lei. Ecco, che bello quando si gira verso di me. Non posso fare
a meno di ricambiarle il sorriso. Ehi! La collana che ho visto l'altro giorno le starebbe bene però, l'ambra si abbina ai suoi occhi... Ma non posso regalargliela così spudoratamente! ... Idea!


La lezione terminò proprio in quel momento e mentre usciva dalla classe si beccò una forte spallata dal suo ex amico Tiger, che lo guardò con quello sguardo che Draco riconobbe come d'odio. In effetti poteva averlo visto mentre si scambiava sorrisi con la Granger, ma non gli importava più di tanto, loro lo avevano lasciato da solo e lei invece gli aveva offerto il suo aiuto, non doveva minimamente sentirsi in colpa.
Dopo cena Hermione salì nel dormitorio e appena varcò la soglia vide le sue compagne di stanza che circondavano il suo letto e ridevano.
“Ragazze? Che ci fate intorno al mio letto?” chiese un po' sconcertata.
“Vieni a vedere Hermione, corri!” le gridò Calì Patil eccitatissima.
Appena le fecero spazio vide che sul suo letto c'era una bellissima scatolina di velluto color verde con i bordi argentati e a fianco un bigliettino di pergamena bruciato ai lati. Rimase a bocca aperta e non si mosse sino a che Romilda Vane non le diede uno spintone per incitarla ad aprirlo. Prese il bigliettino e lesse a fior di labbra -Sono sicuro che questo oggetto si intonerà benissimo coi tuoi colori. Amore impossibile.-
“Questa è una cosa davvero emozionante! Su cosa aspetti Hermione, apri la scatola!” cinguettò Lavanda Brown che si sventolava il viso con una mano.
“Va bene, va bene”, anche Hermione era divertita da quella inaspettata sorpresa; prese la scatolina fra le mani e l'aprì. Al suo interno c'era una splendida collana con una pietra d'ambra fine a forma ellittica, che effettivamente le sarebbe stata benissimo, e le sue amiche non si fecero troppi problemi ad urlarlo a gran voce appena la indossò.
“Amore impossibile... Chi potrebbe essere?” disse Hermione, rileggendo il biglietto.
“Ma che ti importa, hai un ammiratore segreto! È così affascinante... Lo voglio anche io!” disse Romilda estasiata.
Poco dopo andarono tutte a dormire, sognando un ipotetico ammiratore segreto per ciascuna di loro.

*.*.*.*.*.*.*.*.

Passarono due settimane e Hermione ricevette una spilla, un fermaglio per i capelli, un libro, un lucida labbra, degli orecchini e un braccialetto abbinati alla collana ed una gonna, forse un po' troppo corta per gli standard della ragazza, ma era su di giri per queste inaspettate novità, e non aveva la minima idea di chi potesse essere il suo corteggiatore segreto.
Quella notte, in quanto Prefetto, doveva essere di guardia insieme a Ron e ai due Prefetti di Serpeverde Draco Malfoy e Pansy Parkinson; era una strana serata, perché col rapporto attuale che aveva con Draco non temeva di incontrarli nei corridoi e sentirsi offendere in continuazione, era abbastanza tranquilla e uscì dal dormitorio quasi allegra per come stavano andando le cose in quel periodo.
Non si poteva dire lo stesso di Draco, che era felice da una parte di vedere Hermione, ma dall'altra doveva stare in coppia con Pansy e la cosa non lo allettava minimamente.
Scese il buio e la coppia di Serpeverde cominciò la ronda, prima nei sotterranei e poi continuarono verso il secondo piano; non dissero una parola per tutto il tempo, ma forse era meglio così, i loro sguardi non promettevano nulla di buono.
Ad un certo punto Pansy si fermò davanti al bagno di Mirtilla Malcontenta, e bloccò Draco per un braccio.
“Devo andare in bagno”, disse freddamente.
“E vai allora”, rispose Draco con indifferenza.
“Aspettami qui.”
“Va bene, ma sbrigati”, e la guardò entrare.
...E pensare che una volta io e lei il bagno lo usavamo per qualcos'altro durante la ronda notturna. A proposito, è strano che Mirtilla non si sia fatta ancora vedere in giro. In genere mi sbava dietro senza ritegno.
Decise di andare a cercarla per i corridoi, aveva proprio voglia di sentire qualche malizioso complimento sul suo fisico e chissà, magari avrebbe incontrato Hermione.
Ma non fece in tempo a girare l'angolo che Mirtilla gli si presentò davanti.
“Oh, ciao Draco! Sei solo?” chiese emozionata e divertita.
“Ciao Mirtilla, sai ti cercavo, avevo voglia di parlare un po' con te!”
“Oh, tutto ciò mi lusinga, ma lì dietro c'è uno spettacolo che non voglio perdermi, vieni di là! Ti divertirai un sacco, ma non farti vedere.”
Draco si avvicinò e sporse appena la testa incuriosito, ma c'era qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere. Ron Weasley stava baciando Hermione Granger, che era appoggiata al muro e indossava la sua collana e i suoi orecchini. Rimase a bocca aperta e si mise schiena alla parete e ci mise alcuni secondi prima di realizzare.
Non.. Non posso crederci. Hermione e Weasley... Io pensavo che lei... Accidenti che stupido!
E si diresse velocemente verso il bagno dove era entrata Pansy che si stava chiedendo che fine avesse fatto i suo compagno.
“Ah eccoti! Ma dov'eri finito?”
“Lasciami in pace Pansy, non è il momento. Per favore.”
“Per favore? Draco, ma cosa ti prende?”
Lui non rispose, voleva solo stare in pace, ma sapeva che doveva sopportare Pansy ancora per qualche ora. Era in preda alla rabbia, gli occhi erano lucidi e i pugni stretti. Questa non se l'aspettava proprio.

*.*.*.*.*.*.*.*.

Il giorno dopo, all'ora di pranzo, Draco si diresse verso la Sala Grande di pessimo umore, non era riuscito a dormire dopo quella terribile notte e non aveva voglia di vedere i Grifondoro, ma la fame era troppa e non poteva nemmeno farsi portare qualcosa dai suoi amici... Lui non aveva più amici.
Mentre scendeva le scale gli si presentò davanti Gregory Goyle, che lo attendeva. Draco inizialmente fece finta di nulla, ma il ragazzo lo prese per un braccio.
“Devo parlarti.”
Draco non disse nulla e si mise in posizione d'ascolto.

“Senti, Pansy è venuta da noi stamattina e ci ha detto che sei un po' strano, e triste. Noi ti vorremmo chiedere una cosa... Ecco... Vuoi tornare ad essere nostro amico? In fondo sei uno di noi e Vincent è disposto a perdonarti, ad una condizione però.”
Draco era stupito da questa richiesta, ma era felice perché in effetti, ora che gli stava crollando il mondo addosso aveva bisogno dei suoi amici.
“Ti ascolto, Greg.”
“Abbiamo notato che in questo periodo sei molto amichevole con la Granger, forse troppo. Vorremmo che ci dimostrassi che sei sempre lo stesso e non sei cambiato, non so se capisci cosa intendo.”
Draco capiva benissimo, doveva dimostrare che non aveva nessun interesse verso Hermione, ma non era semplice dato che non era proprio così.
“Ho capito cosa intendi.”
“E quindi sei disposto a farlo?”
Come posso dimostrargli una cosa che non penso. Io ho interesse per lei... Ma lei non ha interesse per me, ha preferito quel poveraccio di Weasley, che umiliazione sarebbe per me. Devo fare qualcosa per rimettere a posto il mio orgoglio, così non va proprio bene.
Il sangue Malfoy ebbe il sopravvento sui sentimenti e si ritrovò ad accettare la proposta di Gregory.
Tornò ad essere quello di prima, anzi era diventato anche peggio, stava scatenando tutta la sua rabbia sulla povera Hermione che non comprendeva il cambiamento totale di Malfoy. Lei gli aveva offerto il suo aiuto e a lui era bastato far pace coi suoi amici per tornare ad essere un viscido serpente, più crudele di prima.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.

Una sera Draco e i suoi amici si divertivano a prendere in giro un ragazzino del secondo anno della casa di Grifondoro, che non riusciva per nulla a difendersi, quando arrivarono Ron e Hermione che si avvicinarono per difenderlo.
“Malfoy, lascialo in pace!” gli gridò Ron.
Draco appena sentì la sua voce venne pervaso da una gran rabbia e si voltò lentamente verso lui.
“Weasley, è meglio che ti faccia gli affari tuoi, sparisci.”
“No, Malfoy sei tu che devi sparire e lasciare in pace quel ragazzino!”
Un tuffo al cuore. Era la voce di Hermione e gli stava andando contro, come Weasley.
Ora stava per scoppiare, non riuscì più a trattenersi.
“È meglio che stia zitta Granger se non vuoi che dica la verità a tutti”, disse Draco con una voce quasi inquietante.
“E quale sarebbe la verità Malfoy?” chiese la Grifondoro con una nota di insicurezza.
“Vuoi davvero che lo sappiano tutti?” stavolta aveva un sorriso malizioso in volto e la voce si era fatta sensuale.
“Sentiamo cosa la tua mente contorta è capace di creare...”
“Vuoi davvero che tutti sappiano che prima ci hai provato con me e poi ti sei fatta quel traditore di sangue di Weasley? Sei solo una puttanella Mezzosangue che si nasconde dietro una pessima so-tutto-io. Cosa si prova ad essere umiliati davanti a tutti Granger?” ora era pieno di rabbia e intorno a loro si era formato un grande cerchio di ragazzi e ragazze che ascoltavano in silenzio, ma con grande sgomento.
“Ma che cosa stai...”
“Sta zitta! Non osare parlare con me!” e sputò.
“Draco, forse è meglio se ora ti dai una calmata, eh?” disse Tiger avvicinandosi all'amico.
“No Vincent, non mi do una calmata! E tu faresti meglio a non intrometterti in questo discorso.”
“Ora non prendertela anche con me, mi sa che ne abbiamo già parlato di queste cose”, anche la voce di Vincent si fece ferma e dura.
Draco era come impazzito, non sopportava di vedere Ron che sfiorava Hermione per supportarla e non sopportava che Tiger, proprio lui, gli si mettesse contro.
“No, non ne abbiamo parlato, e tu non hai mai avuto il coraggio di confessare alla Granger i tuoi sentimenti!”
“Questo-non-dovevi-dirlo!” e puntò la bacchetta contro Draco.
“Oh, ma come siamo suscettibili, bravo Vincent sei coraggioso”, disse Malfoy mentre lentamente cercava la bacchetta nella tasca.
Hermione era scioccata, aveva troppi pensieri per la testa, era tremendamente offesa dalle parole di Draco e allo stesso tempo si chiedeva se Vincent fosse il suo ammiratore segreto, cosa che era estremamente probabile a questo punto.
Draco aveva tirato fuori la bacchetta e ora la puntava verso Tiger.
“No, fermi!” gridò Hermione mentre correva verso loro.
“Expell...” cercò di dire Tiger, ma Draco fu più veloce.
“Stupeficium!”.

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Capitolo 8
*** Un amore impossibile ***



“Stupeficium!”

Hermione si mise in mezzo ai due Serpeverde e riuscì a spingere a terra Tiger appena in tempo. L'incantesimo di Draco andò a vuoto.

“G-grazie Hermione...Non avresti dovuto…” disse Tiger mettendosi a sedere.

“Di nulla Tig- ehm Vincent”, rispose Hermione con gentilezza, prendendo la mano di Tiger che la aiutò ad alzarsi. Draco rimase ammutolito e non aveva ancora abbandonato la sua posizione dal momento del lancio dell'incantesimo.

Che diavolo… Devo essere impazzito… Stavo per colpire Tiger con un incantesimo d’attacco! Meglio che mi ritiri. E corse via, seguito dagli sguardi attoniti di coloro che avevano assistito alla scena. Hermione, dal canto suo, aveva visto abbastanza quel giorno e decise di andare anticipatamente al dormitorio, ma il suo sonno non fu dei più tranquilli. Sognò Draco e le sue crudeli parole, Tiger che le faceva regali a non finire, ma allo stesso tempo qualche conto non tornava; Hermione era convinta che ci fosse qualcosa sotto, di cui non era a conoscenza.

*.*.*.*.*.*.*.

“Accidenti Hermione, hai un aspetto orribile! Ma hai combattuto con un Troll stanotte?” disse Ginny, non appena l’amica uscì dalla sua stanza.

“Lasciamo perdere; ho dormito malissimo, sono davvero distrutta.”

“Eh sì, diciamo che è abbastanza evidente!”
Ginny non aveva tutti torti: Hermione aveva delle occhiaie spaventose ed era talmente pallida che sembrava quasi morta. A quel punto, la giovane Weasley la accompagnò in camera sua per tentare di salvare il salvabile; in effetti riuscì a darle un aspetto presentabile, grazie a un po’ di trucco.
Quando entrarono nella Sala Grande, Hermione non poté fare a meno di voltarsi verso il tavolo dei Serpeverde e, con sua non troppo grande sorpresa, Malfoy non era presente.
Questo si verificò per quasi una settimana, infatti Draco si presentava alle lezioni, ma per il resto della giornata nessuno aveva idea di dove fosse.

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Hermione sedeva sulle rive del lago, abbracciando le ginocchia strette al petto, i capelli sciolti al vento, lo sguardo sognante rivolto verso chissà quali mondi fantastici. Un libro giaceva al suo fianco e sembrava esser rimasto, stranamente, poco nei suoi pensieri. Non poteva rendersi conto che alle sue spalle, poco lontano da lì, stava un ragazzo. Lui la guardava, quasi incantato, sognando un amore forse impossibile, per la rivalità che correva fra le loro Case. Ma nessuno poteva impedirgli di amarla, in silenzio, un amore che forse sarebbe restato per sempre nascosto e mai ricambiato. Del resto, ora lui era lì e lei era lì; non c’era nessun altro. Bastava solo prender coraggio e andare a parlarle, ma come poteva? Gli altri Serpeverde lo avrebbero, senza dubbio, messo alle corde e magari avrebbero fatto del male anche a lei, l’avrebbero sicuramente resa ridicola davanti a tutti. No, non poteva, non ora e non così; doveva trovare una soluzione. Improvvisamente un rumore…

“Arriva qualcuno, devo andare”. E corse via, nella speranza che nessuno lo avesse visto.
Si nascose dietro alcuni cespugli e rimase a guardare chi era il nuovo arrivato. Anche Hermione cercò di nascondersi, non aveva voglia di vedere nessuno e si rifugiò in mezzo ad alcuni cespugli poco distanti, ma mentre correva si scontrò contro qualcosa di duro.

“Ahia!” dissero in coro.

“Sst”, nuovamente in coro.

“Che ci fai tu qui?!” era diventata un’abitudine dire le stesse cose!

“Senti Granger, vedi di fare silenzio, non ho voglia di vedere Tiger.”

“Nemmeno io Malfoy, ma mi chiedevo che ci fai qui… Non ti si vede più in giro.”

“Che c’è, ti mancavo? Ma scusa, perché nemmeno tu vuoi vedere Tiger? Che ti ha fatto?”

“In realtà nulla, ma ormai sono quasi certa che sia lui il mio ammiratore segreto… E sinceramente non mi allieta più di tanto la sua corte”, Hermione fece una faccia non troppo carina. Draco sorrise, non poté farne a meno del resto, Hermione gli piaceva troppo… Anche se faceva le facce schifate!

“E come fai ad esserne certa?”

“Beh, dal giorno della vostra litigata… Poco tempo prima mi sono arrivati tanti regali e non sapendo di chi fossero ho pensato che fosse lui, sai, non ci sono tanti ragazzi che mi corteggiano…” diventò inevitabilmente rossa per l’imbarazzo e abbassò d’istinto lo sguardo. Draco sorrise di nuovo, le sollevò il mento dolcemente con un dito e le disse con voce amabile:

“Ne sei sicura Granger? Io credo che dovresti guardarti meglio intorno… A proposito, mettila quella gonna, anche se un po’ corta per te sono certo che ti starebbe benissimo”.
Hermione rimase di stucco. Aveva sbagliato tutti i calcoli… Per la prima volta…

“Tu? M-ma… Come…”

“Più amore impossibile del mio… Non credo possa esistere…” La baciò dolcemente, sorrise e fuggì via, lasciando Hermione completamente paralizzata come se quel bacio avesse avuto l’effetto di un Petrificus Totalus.

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