From a job to another life.

di Hilary95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Adoro il mio lavoro. ***
Capitolo 2: *** Ultima Vodka poi a nanna?. ***
Capitolo 3: *** L'inaspettato. ***
Capitolo 4: *** A un passo da me. ***
Capitolo 5: *** Nostalgia. ***
Capitolo 6: *** Alle strette. ***



Capitolo 1
*** Adoro il mio lavoro. ***


-"Sei sicura di aver preso tutto Tracie?!"- le dissi dall'atrio del nostro appartamento mentre la vedevo correre da una stanza all'altra con ampi tonfi sul parquet alla ricerca del ‘ho come la sensazione di essermi dimenticata qualcosa’.
Ovviamente quel ‘qualcosa’ era il suo povero cellulare, che la mia cara amica Tracie, era solita dimenticarsi dappertutto.
Dimenticavo.. il mio nome è Adrienne sono una ragazza ventenne, inglese e abito in un piccolo villaggio sperduto di nome Holmes Chapel nel Cheshire.
 Condivido il mio appartamento con Tracie, mia cara amica, se non collega di lavoro, dovessi descriverla con tre aggettivi? Bene.. indecisa, ritardataria, riservata, lenta, puntigliosa, complessata e....Ok ok, sarò buona, avevo detto solo tre. Tralasciando questo piccolo sfogo momentaneo, scaturito dal suo ennesimo ritardo e la sua noncuranza di dove sia quel povero cellulare, posso dire veramente che non saprei come fare senza lei al mio fianco. La conosco da una vita, i nostri genitori erano amici d'infanzia perciò noi ci conosciamo da sempre siamo come amiche, sorelle, coinquiline, cugine, colleghe.. contemporaneamente! Siamo venute a vivere insieme ad Holmes Chapel -villaggio, suggerito da Tracie, per la sua, forse anche troppa, tranquillità- quando avevamo entrambe l'età di diciotto anni, finite le scuole, stufe della nostra caotica città natale Dublino, dove invece sono rimasti a vivere i nostri genitori.
Lavoriamo entrambe come recensitrici estere per una compagnia di viaggi Inglese in una cittadina, un po’ più animata, a venti minuti di macchina dal nostro villaggio.
Dunque, dicevo, sono pronta sull'atrio di casa, con una mano tengo la mia valigia mentre con l'altra afferro saldamente il pomello di casa, impaziente che Tracie trovi quel dannato cellulare.
-"Invece di stare lì impalata sulla porta mi faresti il piacere di farmelo squillare?!" mi disse.
Sbuffai per la centesima volta, infilando una mano in tasca per prendere il cellulare, quando sentii urlare dal salotto "Trovato!!!".
Mi affacciai e la vidi aggrappata allo schienale del divano con le gambe all'aria, probabilmente gli si era incastrato tra un cuscino e l'altro ieri sera mentre vedevamo un film.
-"Allora sei pronta adesso? Possiamo finalmente andare? Dai che il Taxi è qui fuori da un po’!"- le dissi.
-"Ho fatto ho fatto cara"- mi rispose.
Chiusi la porta di casa mentre lei caricava con l'autista i nostri bagagli. Perfetto, ora posso dire che il nostro ennesimo viaggio lavorativo è iniziato. Mi accasciai sul sedile, già mi sentivo esausta, ma stranamente questa volta avevo una sensazione diversa, come se in fin dei conti non aspettassi altro che partire.
La meta assegnata questa volta era Miami. Nonostante erano già due anni che io e Tracie lavoravamo come recensitrici, fino ad ora non eravamo state ne io ne lei a Miami, ne per scopi lavorativi ne tantomeno per vacanza. Credo che forse era dovuta proprio a questo la mia eccitazione nel partire.
Il volo era stato prenotato da Londra all'aeroporto di Gatwick per le ore 10:00 di modo tale che saremmo arrivate a Miami dopo nove ore, circa alle 13:00 (ora locale). Il viaggio da Holmes Chapel a Londra era di circa tre ore, vista l'alzataccia decisi di schiacciare un bel pisolino, e cosa c’è di più comodo e invitante della spalla di Tracie alla mia destra che sembrava mi dicesse "Vieni Adrienne, vieni e poggiati su di me sono morbid....ok senza pensarci due volte crollai in un batter d'occhio.
 
•Tracie's POV•
Tanto per cambiare Adrienne si era addormentata sulla mia spalla e ci mancò poco che non mi sbavasse la maglietta se non le avessi spostato la testa facendogliela appoggiare sul finestrino, evitando di svegliarla. Comunque, il mio nome è Tracie e sono in viaggio per Londra dove io e Adrienne, mia amica, prenderemo il volo per Miami dove ci aspetterà una "vacanza", di circa un mese, per recensire un' Hotel di nome The-Ritz Carlton, del quale la nostra compagnia di viaggi si occupa.
Ancora ce ne voleva prima che arrivassimo a Londra, intanto guardavo fuori dalla macchina per distrarmi, fin quando Adrienne non cominciò a scivolare con la guancia spiaccicata al finestrino provocando un cigolio.
Mi stavo trattenendo dal ridere, e più la guardavo e più mi era impossibile. Che buffa che era, Adrienne è come una sorella per me, dovessi descriverla direi che è una persona tutta da scoprire, fin quando non ci prendi confidenza ti sembra tutt'altro tipo, dopo capisci che è una pazza, golosa, arrogante -un pizzico-, spensierata, dolce -quanto basta-, pesaculo e.. chi più ne ha più ne metta, ma nonostante tutto se devo parlare di qualsiasi cosa sono certa di poter andare da lei al mille per mille.
Conosce tutto di me, come io di lei, conosciamo a vicenda i gusti dell'altra.. soltanto una cosa non sa di me, o almeno provai una volta a parlargliene ma non ci fu verso, ed è la mia passione per un gruppo musicale di cantanti Inglesi i quali seguo da quando ero adolescente, quanto mi piacevano....cioè mi piacciono!
Si, perché anche se glielo nascondo, la mia passione per loro non si è mai spenta. Quando eravamo entrambe adolescenti provai a parlargliene, a fargli sentire delle canzoni, ma niente da fare, si era impuntata e non ne voleva sapere, non gli piacevano affatto...
Bèh già che ci sono posso aggiungere che è anche molto, molto, testarda.
Arrivammo in aeroporto, e quando l'autista si fermò, Adrienne diede una testata al finestrino e si svegliò.
-"Cazzo che botta! Poteva fare un po’ più piano questo!"- mi disse sussurrando con il suo solito fare "fine". Sorrido -" Forza veloce scendiamo che il volo non aspetta!"-.
Scendemmo dalla macchina prendemmo i nostri bagagli, pagammo l'autista e di corsa ci dirigemmo ai controlli dei documenti, per fortuna grazie al lavoro non facciamo molte file negli aeroporti, perciò, lasciate le valigie, salimmo sull'aereo che sarebbe decollato a breve.
Cercammo i posti assegnati, quello di Adrienne era vicino al finestrino, ma senza che la implorassi, mi fece passare avanti, sapendo quanto amo guardare fuori mentre l'aereo è in volo, quindi guardandola feci una faccia come per dire "Grazie Mammi" accompagnata da un ampio sorriso a cento denti, e lei mi sorrise roteando gli occhi in aria come per dire "Dai su veloce, prima che cambi idea".
Poco dopo esserci accomodate l'aereo partì. Neanche si era stabilito in volo che mi girai e al mio fianco Adrienne già sonnecchiava come un ghiro. Invidiabile compagna di viaggio eh!
Sospirai sorridendo, guardai fuori e mi infilai le cuffiette, finalmente mentre lei dormiva potevo ascoltare la mia sacra musica senza che sbriciasse sullo schermo per curiosare su chi ascoltassi.
Ah....ed è anche tanto curiosa aggiungerei!
•9 ore dopo•
-"Plin-plon: Welcome to Miami, Florida, It's 1:00 Pm local hour, in a few minutes there will be the arrival, please fasten your sealt belts"-.
Blablabla.. Alzavo gli occhi al cielo mentre ascoltavo l'omino al microfono che informava dell'atterraggio, ormai conoscevo a memoria ogni singola parola del discorso.
Adrienne si era nuovamente addormentata, quindi le allacciai la cintura di sicurezza tra le cartacce di cibo che aveva sulle ginocchia, devo ammettere che entrambe siamo di buona forchetta, ma lei a volte esagera proprio, e mi chiedo come, nonostante tutto quello che divora, non sia diventata una botte.
Una volta atterrate cerco di svegliarla senza infastidirla troppo, ma ci pensò prima di me una vecchietta -una di quelle appartenente alla categoria "frettolose"- che, nel tirar giù il suo bagaglio a mano, glielo fece cadere addosso.
Adrienne si svegliò lanciando un urlo che fece girare tutti i passeggeri, ma non tanto per essersi arrabbiata, quanto per lo spavento, credo che fosse ben presa nel mondo dei sogni. Per tutta la mattina cercai di trattenermi dalle risate, ma davanti a questa scena proprio non resistetti.
La vecchietta intanto si scusava con Adrienne che a sua volta le diceva di non preoccuparsi nascondendo la sua faccia spazientita. La "frettolosa" in un baleno se ne andò e vidi lentamente Adrienne girarsi verso di me con un visino un po’, come dire…incazzato?
Immagino che se non fosse stata un'innocente anziana l'avrebbe frullata dall'aereo, lei odia quando le persone, per la frenesia diventano prepotenti o incuranti di ciò che le circonda.
Scendemmo dall'aereo, andammo a ritirare i nostri bagagli e prendemmo un taxi che ci avrebbe portato a destinazione.
-"Salve, dovremmo andare all'Hotel The-Ritz Carlton"- dissi all'autista.
-"Mmm.. si trattano bene le ragazze eh?"- mi rispose lui con fare "simpatico".
-"Solo per scopi lavorativi"- gli lanciai un'occhiata allo specchietto retrovisore e cercai di tagliare subito corto.
L'uomo fece finta di nulla e continuò la sua guida, nel frattempo vedevo con la coda dell’occhio Adrienne fissarmi con un mezzo sorrisetto, mi girai e lei con le palpebre mezze calate mi fece cenno con le mani come per dire "Rilassati cara, rilassati".
È vero devo ammetterlo, con gli estranei sono un po’ acida, ma solo perché sono diffidente.. tutto qua. Dopo pochi minuti arrivammo davanti all'Hotel, o meglio mi correggo, al Signor Hotel The-Ritz Carlton. È già, proprio Signor. Io vi assicuro di aver girato per svariati angoli della terra in questi ultimi due anni lavorativi, ma un Hotel come questo, bèh neanch'io so come potrei descriverlo. E questo ancora da fuori, non immagino come sia dentro.
Veloci scendemmo dalla macchina e prendemmo le nostre valige dal porta bagagli, pagai l'autista senza curarmi neanche di quanti soldi gli stessi mettendo in mano, tanto che i miei occhi erano rimasti incollati sull'Hotel.
Per fortuna c'era Adrienne che si assicurò del giusto pagamento.
-"Oh sveglia eh! Capisco l'entusiasmo, anch'io lo sono, però lo sai siamo due fanciulle a zonzo, è un attimo che ci fregano!"- mi disse lei sicura di sé mentre mi prese sotto braccio per dirigerci verso l'entrata.
Bene, se prima rimasi incantata, adesso a momenti non mi prende un infarto, per fortuna ero aggrappata ad Adrienne, ma la guardai e vidi che era rimasta ancor  più esterrefatta di me, con la bocca spalancata quasi che la mascella  gli toccasse la moquette della Hall.
E menomale che dovevamo rimanere belle sveglie!
-"Salve Signorine serve una mano?"- ci chiese un ragazzo della Reception.
-"Si salve, lavoriam...."- mi misi a parlargli del nostro lavoro, gli mostrai tutti i documenti, lui fece degli accertamenti, chiamate di qua, chiamate di là, fotocopie a non finire, firme dappertutto.
Insomma tutti quegli accertamenti che ti tengono impalata in Reception per circa mezz'ora buona, ma d'altronde questa volta erano concepibili visto l'Hotel; in effetti devo dire che quest'anno la nostra compagnia di Viaggi –o meglio, Dianne, il nostro capo-  si è veramente superata, e già che c’eravamo, stavamo sperando che anche l'alloggio fosse uno dei migliori.
-"Signorine questa è la card della la porta, la consegno a Jhavaad che vi accompagnerà nel vostro alloggio,  quando avrà finito di mostrarvelo ve la consegnerà".
-"Ok, grazie mille"- le rispose Adrienne.
Camminammo dirette agli ascensori seguendo i passi di Jhavaad che portava le nostre valige. Ci credereste se vi dico che anche Jhavaad, il quale all’interno dell’Hotel impiegava uno dei lavori minori, era talmente tanto ben curato da sembrare un modello?.
Nell'ascensore neanche riuscii a leggere quanti erano i piani per la molteplicità dei tasti, ma vidi Jhavaad che andò a pigiare uno degli ultimi, e, secondo la mia esperienza,  gli ultimi piani sono sempre i migliori. Infatti mi girai per guardare Adrienne e cercare lo sguardo d'intesa, ma lei lo stava già facendo. Telepatia.
Jhavaad ci spalancò la porta, ma non della solita stanzettina d'albergo, bensì di un appartamento al penultimo piano dell'Hotel. Jhavaad ci diede la precedenza seguendoci con le valige e lasciandole li all'entrata.
-"Signorine questo è il vostro appartamento per tutto il tempo d’alloggio, ve lo mostro, seguitemi"- ci incitò lui sorridente.
Io e Andrienne ormai non davamo più cenni di vita, parlavamo soltanto con monosillabi e versi.
Appena entrate c'era un salotto con divani in pelle marroni scuro posizionati di fronte ad un "caminetto" e a un televisione plasma a parete.
Seguimmo Jhavaad che si spostò nell’area sinistra mostrandoci la cucina, munita di tutti gli elettrodomestici i quali, di alcuni, non ne sapevo neanche l'esistenza.
Poi ci spostammo sull'area sinistra dell'appartamento dove c'era un grande bagno con una vasca e uno specchio di dimensioni mastodontiche, infine ci spostammo nella camera da letto.
Era favolosa. Un letto matrimoniale circolare, ricoperto cuscini variopinti, padroneggiava al centro della stanza, alla sinistra del letto c'era una toletta con specchio illuminato dedicata al trucco e parrucco, mentre a destra un lungo armadio si estendeva lungo la parete dove insieme io ed Adrienne ne avremmo occupato, si è no, una sola anta. Infine il bagno "più piccolo" che avevamo in camera, con vasca idromassaggio da dieci posti e tanto di nicchietta per lo champagne.
Insomma, si potrebbe chiedere di meglio?
-"Signorina questa è la card dell'appartamento, adesso se non vi dispiace torno giù alla Hall, per qualsiasi necessità qui avete un telefono fisso con i numeri della Reception già salvati in rubrica, è stato un piacere, buon soggiorno"- finì col dire Jhavaad, mostrando i suoi bianchissimi denti e dirigendosi verso la porta.
Ricambiai il sorriso e lo ringraziai.
Ok. Ora avevo una sensazione di smarrimento, con tutto questo ben di Dio non sapevo come muovermi. Adrienne era seduta con lo sguardo fisso sul divano e mi andai a sedere di fronte a lei.
 
•Adrienne's POV•
-"Tracie, ma ti rendi conto di quanto ci è andata bene quest'anno? C'è.. io e te, in un lussuosissimo appartamento, penultimo piano, The-Ritz Carlton, Miami, Florida, USA, America, altra faccia dell'emisfero...Oh mio Dio!!!" cominciai ad urlare sul divano mentre Tracie mi guardava e si piegava dalle risate.
Accesi lo stereo dell'appartamento, che risuonava praticamente in tutte le stanze, e con una canzone di sottofondo stile Jazz, iniziai a ballare in salotto travolgendo anche Tracie che non smetteva di ridere. Esauste ricademmo sui divani e mi disse: -"So che ormai sono le cinque del pomeriggio, ma io....ho un certo languorino".
Non me lo avesse ripetuto due volte, i miei occhi non fecero in tempo ad illuminarsi che già avevo aperto tutti gli sportelli in cucina.
-"Ma Tracie qui..."- dissi, ma venni bloccata da Tracie.
-"Ah è vero, dovremmo prima andare a fare la spesa"- mi disse.
-"No no no, non credo ce ne sia bisogno... Tracie qui è pieno di roba c'è l'imbarazzo della scelta!".
Ero rimasta attonita con le braccia attaccate agli sportelli e gli occhi spalancati.
-"Non resisto, vediamo anche com'è il frigo" dissi.
Et voilà. Avete presente il paradiso? Bene, allora non c'è bisogno di descrizioni.
-"Traaaacie! Non so che mangiare"- le urlai dalla cucina.
-"Per me va bene un latte freddo con i biscotti, dopo il viaggio basta e avanza!" mi rispose.
-"Ok e per me?"-
-"Che ne posso sapere io”- mi rispose ridendo -“Dai per oggi rimano leggera anche tu Adry!"-
-"E va bene, va bene.."- le risposi versando il latte nelle tazze e mettendo i biscotti in un piatto, poi raggiunsi Tracie sul divano che nel frattempo faceva zapping in Tv.
-"Dio Tracie, non immagini quanto mi sento fortunata. Adoro il mio lavoro!"- le dissi.
-"Lo dici a me! Però è anche vero che quest'anno abbiamo lavorato sodo e fatti tanti straordinari.. una "vacanzetta" così ce la meritiamo tutta!"- mi rispose.
-"E anche tu hai ragione cara!"-.
Finimmo di pranzare/cenare con il nostro latte e biscotti e andammo in camera per svuotare le valige.
Di tutto lo spazio all’interno dell'armadio, ne riuscimmo ad occupare solo un anta. Dopo aver sistemato gli indumenti andai alla toletta e posizionai sul ripiano i miei trucchi, dei quali concedo l'uso anche a Tracie che si trucca raramente, e la mia piastra, anch'essa in condivisione.
-"Sono stanca morta."- dissi fiondandomi sul letto e sprofondando tra i cuscini.
-"Io mi faccio un bagno e poi vado a letto"- mi disse lei.
Così presi il mio pigiama e andai in bagno per lavarmi. Erano le nove di sera ma la stanchezza del viaggio si faceva sentire. Mi infilai tra le coperte, diedi la buonanotte a Tracie che andò in bagno ad aprire l'acqua calda, e mi addormentai praticamente subito.

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Capitolo 2
*** Ultima Vodka poi a nanna?. ***


La luce del mattino filtrava attraverso le tende della stanza, così, ormai sveglia, decisi di alzarmi.
Vedevo Adrienne che ancora era in pieno sonno, non avevo intenzione di svegliarla, quindi andai di là in cucina per preparare la colazione.
Finito la misi sul vassoio e tornai in camera.
-"Adry svegliati dai.. sono le dieci"- le sussurrai.
Adrienne rispose con uno dei suoi versi, poi pian piano stropicciò gli occhi, e dopo uno sbadiglio accompagnato da un ampio stiracchiamento, con voce rauca disse:
-" 'Giorno"-.
-"Ho preparato la colazione!"- le dissi sorridendo e posizionandomi a gambe incrociate.
-"Allora...che si fa oggi?!"- accentuai il sorriso.
-"Mmm...Non lo so.. Che vogliamo fare?"- mi rispose cominciando a versare i cereali nella tazza.
-"Io avrei da proporti una cosa, allora, dato che siamo appena arrivate, e non abbiamo da fare relazioni o recensioni, che ne diresti di passare una bella giornata alla piscina dell'ultimo piano?"- le dissi con espressione speranzosa.
-"Mh direi che.. mh certo.. mh ottima idea"- mi rispose con le guance colme di cereali.
-"Perfetto! Dai allora veloce a mangiare.. Io intanto vado a prepararmi.. e mi raccomando se non lo avessi capito, V-E-L-O-C-E"-.
-"Ah ah.. Tu a me dici di essere veloce? Scommetti lumachina che sarò pronta prima di te?"
-"Dai voglio proprio vedere!"- la istigai accertandomi, così, che si sarebbe sbrigata. 
Mi provai i costumi e iniziai la sfilata davanti alla toletta, infine, dopo i miei mille ripensamenti, optai per il solito a fascia.
-"Sei pronta Adry?!?!"- le gridai mentre mi lanciavo un'ultima occhiata allo specchio.
Si spalancò la porta del bagno e uscì  Adrienne che, appoggiandosi con il gomito sullo stipite mi disse con voce profonda: -"Parlavi con me babe?"-.
Non so davvero come ci sia riuscita, ma in un quarto d'ora era già pronta.
Risi: -“Dai che cretina, andiamo!"- le dissi.
Salimmo al piano superiore dove c'era l'entrata della piscina. 
Nonostante la nostra stupidità, io e Adrienne eravamo ottime attrici al momento giusto, e sapendo di non andare all'Acquapark, ma in un luogo solitamente pieno di riccone di varie fasce d'età che non fanno altro che sparlare con le "amiche" oche del pollaio, entrammo anche noi con una leggera puzza sotto al naso, senza incrociare lo sguardo di nessuna e dritte verso i primi lettini liberi.
-"Hai visto come ci hanno squadrate?"- mi disse Adry sdraiandosi sul lettino.
Sorrisi: -“Ormai sappiamo a quale categoria appartengono".
Ci mettemmo a prendere il sole per quanto ancora potessimo resistere al caldo, ma poco dopo decidemmo di farci un bagno.
 
 •Adrienne's POV•
 Stavamo prendendo il sole da solo mezz'ora, ma il caldo cominciava a farsi sentire, così proposi a Tracie di farci un bagno e lei accettò senza neanche farmi finire la frase -evidentemente si stava sciogliendo come me-.
-"Non immagini quanto farei un bel tuffo a bomba per schizzarle tutte"- mi disse a bassa voce.
Sghignazzai: -"Anch'io ma non facciamoci riconoscere!"- le lanciai un'occhiata inclinando la testa.
Io che dico "non facciamoci riconoscere"?! Sapevo che Tracie non si sarebbe mai tuffata pur avendolo detto, ma io...non sono proprio quel tipo, gli risposi così soltanto perché quando meno se lo sarebbe aspettato uno spintone....
SPLAAASSHHH.
"Bel tuffo Tracie! Da dieci e lode!"- le dissi tra una risata e l'altra.
"Brutta str...ana traditrice del ca...nto che non sei altro!!! Giuro che questa me la paghi!".
La vedevo sguazzare nell'acqua gesticolando infuriata evitando di utilizzare un "gergo" non proprio appropriato al luogo.
Già che c'eravamo mi tuffai anch'io, ma si dai, tanto passato questo mese chi ci avrebbe più riviste!
Dopo un bel bagnetto, mentre tutte ci guardavano basite da bordo vasca, andammo al bar per prendere una bibita fresca, poi ritornammo sui nostri lettini a prendere il sole.
-"Tracie che giorno è oggi?".
-"Venerdì perché?".
-"Ah perfetto, no niente perché ieri quando siamo arrivate ho letto giù alla Hall che Sabato sera, quindi domani, ci sarà una serata carina, tipo discoteca, qui al locale dell'Hotel semmai possiamo farci un salto che ne dici?"- le dissi sorridendo sperando in un sì.
-"Certo perché no, allora facciamo così, già che ci siamo domani andiamo a vedere qualche negozietto e pranziamo fuori eh?!"- mi rispose.
-"Vai è andata!"- le feci l'occhiolino.

Passammo tutta la giornata in piscina a prendere un pò di tintarella con qualche intervallo d'immersioni in acqua.
Quando furono le sette la bagnina cominciò a chiudere gli ombrelloni, così prendemmo le nostre cose e andammo in camera per farci le docce.
Mentre Tracie era in bagno mi misi ai fornelli per cominciare a preparare la cena. Quando lei uscì le dissi di controllare la padella mentre entravo io per farmi una bella doccia calda. 
Quando aprii la porta la vidi appollaiata sul divano a guardare la Tv.
-"Cazzo Tracie la cena!"-.
-"Oddio mi sono dimenticata"- balzò dal divano.
-"Eh me ne sono accorta! Sta lì ci penso io sennò qui rischiamo un secondo incendio"-. 
Secondo perché già una volta a casa era riuscita a far bruciare la cappa per essersi dimenticata il pranzo sul fuoco.
-"Vieni dai è pronta, ho fatto in tempo in tempo.. E nemmeno avevi apparecchiato!".
Rise: -"Lo so, brontolona, scusami.. Ero concentrata perché in Tv dicono che stasera mandano un film veramente carino, uno di quelli romanticoni strappalacrime che piacciono a noi!" mi sorrise con aria da innocente per farsi perdonare.
-"Se facciamo anche le pop-corn però!"- le dissi inarcando le sopracciglia e puntandola col dito.
-"Va bene, tanto ho già capito che qui la nostra 'dieta' andrà a farsi fottere"- mi rispose.
Finimmo di mangiare così mi misi a sparecchiare e infilai i piatti in lavastoviglie.
 
 •Tracie's POV•
 Levai le tovagliette dalla penisola in cucina e andai dillà per riaccendere la Tv e cercare il film.
Nel frattempo un profumino invitante mi arrivò sotto al naso, perciò capii che Adrienne stava preparando le pop-corn.
-"Adry veloce che sta per cominciare!"-.
-"Eccomi eccomi ho fatto!"- mi disse, spense le luci e arrivò in salone con due ciotole piene di pop-corn.
Me ne porse una.
-"Grazie signorina.. Quant'è?"- le dissi per stuzzicarla. 
Mi rispose alzando un sopracciglio e dandomi un schiaffetto dietro la nuca. Quanto è suscettibile.
Il film cominciò e già dopo quaranta minuti avevo gli occhi lucidi. Quando era arrivò il finale mi girai verso Adrienne che piangeva a dirotto con gli occhi fissi sullo schermo mentre con una mano vuota faceva il gesto di prendere le pop-corn e portarle alla bocca, probabilmente da quanto era presa non si accorse che le erano finite.
-"Troppo bello, credo il film più bello della mia vita"- mi disse singhiozzando e asciugandosi le lacrime.
-"Si.. Tanto ogni volta che ne vedi uno nuovo dici sempre così"- le dissi ridendo, mentre mi tamponavo gli occhi per togliere l'umidiccio.
-"No stavolta sul serio, ma non hai visto quella scena che.....".
E cominciò come una macchinetta a raccontarmi di nuovo tutto il film daccapo, ormai era inutile dirgli che l'avevo visto anch'io, perché dopo cinque minuti avrebbe ricominciato.
Mentre chiacchierava ci eravamo spostate in camera per prepararci ad andare a letto.
Oh incredibile non la smetteva più, anche sotto le coperte a luci spente lei imperterrita continuava.
La lasciai perciò parlare praticamente da sola perché presi sonno subito.
 
 •Adrienne's POV•
 Nel sonno mi distesi nel letto e mi svegliai perché sentii che Tracie si era alzata. Così andai di la in cucina.
-"Buongiorno chiacchierona, la colazione è pronta"- mi disse vedendomi arrivare.
-"È si chiacchierona...mi hai lasciato tutto il tempo a parlare da sola ieri notte"- le risposi con voce finta-offesa.
Stamattina Tracie aveva preparato i pancake alla nutella, che bontà, meglio di lei non li sa fare nessun'altro, eccetto mia nonna.
-"Oggi giornata di shopping mia cara"- mi ricordò.
-"Non vedo l'ora!"- le risposi entusiasta masticando il mio pancake.
Finito di mangiare andammo in camera a prepararci, quando è giornata di shopping la tuta è obbligatoria perché così si sta più comode.
Uscimmo e cominciammo a girare per dei negozi su una parallela alla via del nostro Hotel.
I capi nelle vetrine erano tutti di alta moda, stracolorati, straaccessoriati, stra..stra..strani, sì alquanto strani per le 'originali' forme, per non parlare poi dei prezzi che erano sbalorditivi.
-"Capisco che siano vestiti di alta moda, ma la maggior parte sono osceni!"- dissi a Tracie.
-"Osceni a dir poco, ma come fanno ad indossare tutte queste cose eccentriche?"- mi rispose scrollando le spalle.
 -"Non dico che noi siamo chissà chi per poter giudicare, ma dai, il buon gusto ce l'abbiamo e daltoniche non siamo, io qui vedo certi accostamenti assurdi!"
-"Davvero!"-mi rispose, poi d'un tratto disse: -"Adry guarda un po’ che c’è lì giù?!"-.
-"Lì giù dove?"- le risposi io strizzando leggermente gli occhi.
-"Lììììì"- mi indicò con il dito -"Guarda c'è l'insegna di Primark!"-.
-"Oh mio dio! Non riesco a vederla ma se c'è portamici assolutamente"-.
Mi prese sotto braccio e accelerammo il passo.
Primark è un negozio a prezzi veramente stracciati ancor più bassi di quelli di H&M o Bershka, e a mio parere i vestiti sono più belli.
Dato che ad Holmes Chapel di questo negozio non c'è neanche l'ombra, ne approfittammo per farci una bella scorpacciata.
Una volta entrate non sapevamo da che parte andare, iniziammo a prendere tutti i capi che ci ispiravano di più, e finito andammo dirette nei camerini.
-"Come mi sta questa?!"- disse Tracie spostando la nera tenda e uscendo dal camerino.
Era una maglietta bianca larga con le maniche a tre quarti e leggermente calata su una spalla.
-"Bene"- le risposi- "sembra che l'hanno cucita per te, questo è proprio il tuo genere. Mi piace"- le risposi.
-"Ok quindi lo prendo èèè? Sicura??"- mi ripeté dubbiosa.
-"Mio Dio Tracie che indecisa. Fidati di me e prendila!"- dissi con tono fermo, altrimenti i suoi complessi li avrebbe fatti venire anche a me.
-"Secondo te a me come stanno invece questi?"- uscii dal camerino con un paio di pantaloni a vita alta zampati color latte e menta con un cordoncino dorato cucito lateralmente dalla vita fino all'orlo della gamba.
-"Che sventola ragazzi!"- disse Tracie.
-"Non esageraaaare"-.
-"Non sto esagerando lo sai anche tu che sei mozzafiato!"- continuò.
-"Si come no! Ok, li prendo"-.
Passammo talmente tanto tempo dentro Primark a provarci montagne di vestiti, che ci dimenticammo anche di pranzare. Se c’è un'unica cosa che riesce a distrarmi dal languorino...bèh quella sicuramente è lo shopping.
Uscite con due buste belle piene di indumenti, optammo per un pranzo/merenda da Subway.
Finimmo di mangiare e tornammo a piedi in Hotel, erano le cinque del pomeriggio così, salite in appartamento, sistemammo i vestiti nell'armadio riuscendo ad occuparne un'altra anta. Facciamo progressi, peccato ne mancassero ancora sei.
Mi sdraiai un attimo sul letto per riposare le palpebre, ma mi addormentai.
 
•Tracie's POV•
Eravamo tornate a casa e Adry si era addormentata, è stata una stancante giornata di shopping.
Mi misi a guardare un po’ di Tv e quando furono le otto andai dillà in cucina per preparare qualcosa, ero in vena di cucinare. Stranamente.
Vidi in frigo cosa c'era e trovai della tagliata di carne, così feci dei bocconcini da fare sulla piastra.
Finito di cucinare la carne apparecchiai e andai in camera.
-"Adry svegliati dai, ti ho preparato la cena"- la scossi leggermente per le spalle.
-"Mmmh"- mi rispose come suo solito. 
-"Dai guarda che vado di la a mangiare da sola ti avverto"- la provocai.
-"Eccomi eccomi...Mica ho detto di non avere fame"- mi rispose scendendo dal letto ancora assonnata.
Andammo dillà, ci sedemmo sulla penisola e disse: 
-"Sono sollevata e grata del fatto che non fosse stato un incendio a svegliarmi"- ridacchiò portandosi un boccone davanti la bocca.
-"Ah ah ah, ci siamo alzate con il buon umore, strano!"- sgranai gli occhi e le feci un sorrisetto compiaciuto.
-"E dai mamma mia, scherzavo su! Ti metto di buon umore io stasera al locale"- mi rispose ammiccando con un'espressione furba.
-"A che ora c’è l'entrata?"- le chiesi.
-"Mmm.. credo verso le undici..."- rispose.
-"Allora quando abbiamo cenato ci proviamo un po’ di vestiti"- dissi inarcando le sopracciglia.
-"Volevi dire TI provi, io non ho nessuna intenzione di fare sfilate, stasera sono stanca morta, mi metto la prima cosa che trovo..".
-"Va bene va, io vado dillà e comincio a prepararmi che sono più lenta"- dissi sbuffando.
Andai dillà a vedere quale vestito avrei potuto indossare, poi dopo un po' mi raggiunse Adry.
-"Allora hai scelto?"- chiese speranzosa.
-"Bella domanda... Sono indecisa, non saprei.."
-"Io metto i jeans, camicia semitrasparente nera e tacchi neri e pochette nera e oro, ah e collana e orecchini oro e ho fatto"- mi disse tutto d'un fiato sorridendo.
La faceva facile lei, già aveva tutto organizzato nella sua testolina.
Dopo mezz'ora incantata davanti l'armadio decisi di mettermi jeans neri a sigaretta, la maglietta nuova di Primark e le Jeffrey Campbell, tacchi regalati da Adry per il mio compleanno.
Terminato anche trucco e parrucco eravamo pronte per andare.
Scendemmo alla Hall e chiesi a Jhavaad dove fosse il locale e cortesemente ci accompagnò lui.
Entrammo dentro questa sala enorme con bodyguard dappertutto. Era bellissimo e pieno di luci soffuse, alla destra c'era un piano bar con due barman che facevano acrobazie con gli alcolici, al centro una pista con un ripiano più alzato dove c'era un proiettore di luci e il dj, mentre a sinistra in fondo c'era una sala divisa da una porta automatica con tavoli da biliardo, e infine, di fianco alla pista, c'erano delle poltroncine bianche intorno a dei tavolini.
-"Prendiamo qualcosa da bere e ci andiamo a mettere sulle poltroncine?"- propose Adry.
-"Già vogliamo cominciare?"- le risposi.
-"Te l'avevo detto che stasera ti avrei fatto divertire!"- disse scrollando le spalle.
Andammo al bancone.
-"Un Long Ice Land per me e un Mojito per la mia amica, grazie!"- ordinò Adrienne al barman che cominciò a far svolazzare le bottiglie. Ok, sarà stato pure carino ma si stava già atteggiando troppo. Dopo tutto il teatrino finalmente i cocktail erano pronti e ci sedemmo sugli sgabelli del bancone cominciando a sorseggiare.
Il locale non era ancora tanto pieno, ma era appena scoccata la mezzanotte e il dj era appena arrivato.
Così finimmo un cocktail, e un altro, e un altro ancora che quasi non ci accorgemmo che il locale si era affollato.
-"Oh adesso si che si ragiona!"- mi urlò Adry dentro un orecchio.
-"Hai visto quanta gente?!"- le risposi io avvicinandomi al suo.
Lei annuì e fece l'ultimo sorso.
Le luci lampeggiavano e c'era il fumo, e c'era la musica alta, e c'era tanta gente....E c'eravamo noi...che avevamo bevuto un tantino troppo come al solito!
Mi sentii tirare per un braccio e Adry mi portò al centro della pista, così tra una risata e l'altra ballammo per un po’.
-"Adry vado a prendere un bicchiere d'acqua al bancone!"- le gridai, e lei mi rispose annuendo con il pollice alzato.
-"Un bicchiere d'acqua grazie"- chiesi, con espressione più decente possibile, al barman.
-"Una bella ragazza come te non dovrebbe starsene seduta al bancone da sola"-.
Mi disse una voce maschile proprio dietro il mio collo. Tenevo il bicchiere tra le mani chiedendomi chi diavolo fosse, mi girai lentamente, un po’ perché non sapevo chi avrei trovato, un po’ per lo stordimento.
Vidi un ragazzo alto capelli laccati all'indietro e tutto abbronzato. Si sedette al mio fianco e ordinò un cocktail per entrambi. Un altro.
Io cominciai a bere mentre sentivo lui che, tra le luci soffuse dal fumo sparato e la musica alta, mi parlava di quello che faceva e non faceva nella sua vita, del suo lavoro, della macchina nuova, di donne, in poche parole che era ricco. Avevo quasi finito il bicchiere e cominciai a ridere. Quanto mi faceva ridere la sua convinzione.
-"Sappi che non ho sentito niente di ciò che hai detto fino ad adesso!"- gli urlai in un orecchio. Lui mi guardò attonito, pensando che invece stava facendo colpo, e l'unica cosa che riuscì a dire fu: -"E io che ho perso anche tempo offrendoti da bere!"- voltò le spalle e si dileguò tra la folla mentre io gli facevo il verso tra me e me.
Forse avevo bevuto un po’ troppo, continuavo a ridere da sola sullo sgabello, di spalle al bancone. Riuscii a intravedere Adry che veniva verso il bancone così la chiamai con tutta la voce che avevo in corpo, e per fortuna mi sentì al primo richiamo.
-"Ma dov'eri finita!?"- mi disse avvicinandosi con il viso.
Mi avvicinai anch'io urlando nel suo orecchio:
-"Sono stata sempre qui! Mi si era appiccicato uno tutto in tiro, un riccone, ma non fanno per me lo sai!"-.
-"E che gli hai detto?"- chiese curiosa.
-"Niente io mi sono messa a ridere mentre parlava, poi gli ho detto che non stavo capendo nulla e si è offeso, però è stato gentile ad offrirmi da bere!"- le dissi.
-"Ah bèh.. allora qualcosa di buono l'ha fatto"- mi rispose ridendo.
Adrienne si sedette allo sgabello di fianco al mio, e cominciammo a guardare la folla che continuava a ballare. Ci guardavamo a vicenda e ridevamo l'una dell'altra mentre ballavamo con le spalle a ritmo di musica. Continuavo intanto a guardarmi intorno, abbagliata dalle luci e dal fumo; ad un certo punto l'occhio mi cadde su un ragazzo che usciva dalla sala biliardo, era Liam Payne. Continuai a scuotere le spalle e ondeggiare con la testa girata verso Adry e ridevo, ridevo, Dio mio quanto ridevo, ero spensierata, ubriaca e ridevo, ridevo... Aspetta, chi ca**o era?!?!
Di colpo mi irrigidii sgranando gli occhi, cercai di deglutire, ma tutto il fumo che non avevo sentito prima mi seccò la gola tutto d'un tratto. 
Mi voltai di scatto guardando nella stessa direzione di prima ma non c'era nessuno.
Scoppiai a ridere talmente forte che mi sentì anche Adry, si avvicinò per chiedermi cosa fosse successo, ma le masticai quattro parole sul momento e sono sicura che non ne capì neanche mezza, e nonostante ciò lei cominciò a ridere insensatamente. 
Ora, d'accordo che ero una fan sfegatata da tempo, ma addirittura da avere le allucinazioni? Ma dai...
Continuavo a ridere ripensando all'assurdità della cosa.
-"Che dici ultima Vodka poi a nanna?!"- mi propose Adry. 
Già che ci siamo, accettai, così prendemmo i cocktail e ci buttammo di nuovo in pista a ballare.
Ormai non mi sentivo più i piedi, non ricordavo neanche più da quante ore eravamo lì dentro.
-"Adry andiamo?! Io ho bisogno di togliermi le scarpe assolutamente!"- le chiesi implorandola.
Lei annuì, così, con la poca lucidità rimasta, la presi sotto braccio e la trascinai fuori dalla folla, mentre lei continuava a molleggiare con la testa a ritmo di musica.
Salimmo con l'ascensore al penultimo piano, dopo che Adry si sbagliò per quattro volte il tasto da premere.
-"Quanto ho riso! È stata una bella serata è?"- dissi, con non molto equilibrio, camminando in corridoio mentre lei mi prendeva in giro per la mia andatura.
-"Che ti ridi! Non ti sei vista tu!"- le dissi ridendo.
Entrammo nell'appartamento, Adry corse subito in bagno a fare pipì mentre io mi buttai senza alcune forze sul letto.
Avevo solo la forza sufficiente per levarmi le scarpe.
-"Notte Adry"- sbadigliai- "Io sono troppo stanca...Dormo".
-"Notte!"-mi urlò lei dal bagno.
Mi allungai per spegnere la luce e le palpebre cominciarono a calare, veramente non riuscivo a rimanere sveglia per aspettare Adry.
Così mi addormentai senza sapere se anche lei non avesse fatto lo stesso sulla tazza del cesso.
 
 

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Capitolo 3
*** L'inaspettato. ***


-“Ahi! Vaff…”- mi svegliò un dolore lancinante al collo. Guardai in basso ed ero seduta sulla tazza con i jeans calati.
-“Ma che cazz..”- pensai a bassa voce, mi alzai velocemente spogliandomi e infilandomi subito sotto la doccia. Alzai il polso per controllare che ora fosse, era mezzogiorno. Ho dormito tutta la notte sulla tazza? Mah.
Uscii dalla doccia, m’infilai l’accappatoio e feci il turbante ai capelli. Aprii la porta del bagno, Tracie era distesa occupando tutto il letto e dormiva con ancora i vestiti addosso.
Con passo trasandato andai in salone e accesi la Tv. I postumi della scorsa serata al locale di facevano sentire, non mi ricordavo assolutamente nulla, a parte le tante risate e l’alcool.
-“ ‘Giorno”- mi disse Tracie mentre sbadigliava.
Mi girai verso di lei, tralasciando il fatto che fosse ancora vestita, aveva inoltre occhiaie nere, un po’ per il trucco un po’ anche lei per i postumi, che le arrivavano fino ai piedi, e  capelli simili a una criniera di leone.
Risi: -“Ma perché sei ancora vestita?”- le domandai.
Abbassò lo sguardo su di sé, poi mi riguardò e senza rispondermi aggrottò le sopracciglia scrollando le spalle.
-“Preparo il pranzo?”- dissi.
-“Ah io non mangio. Ho un bruciore di stomaco allucinante, il massimo che posso prepararmi è una tazza di Thè calda”- mi rispose dirigendosi verso la cucina.
-“Se lo fai fallo anche per me per favore”- le risposi.
Mi portò la tazza e nel frattempo disse: -“Dio mio, non mi ricordo nulla di ieri sera, a parte il ‘riccone’ e tutti i cocktail che mi sono bevuta. Povero fegato..”- scosse la testa e fece un altro sorso.
Risi nuovamente: -“Anch’io”. Tracie non è una ragazza a cui piace ‘esagerare’, diciamo che non è proprio il tipo di ragazza da feste e baldoria, è più un tipo tranquillo da libro, copertina sui piedi e tazza del Thè a portata di mano. Però quando è sola in mia compagnia, e cede alle mie ‘tentazioni’, si trasforma tirando fuori un lato del carattere ‘spumeggiante’ che raramente riesce a mostrare in presenza di amici o tantomeno conoscenti.
Continuai: -“Comunque io adesso non ho le forze per iniziare la recensione”- la vidi spostare subito uno sguardo minaccioso verso di me -“perciò costume, sole e piscina”- conclusi il discorso, facendo finta di non essermi accorta della sua insistente occhiata.
-“Adry! Dovevamo cominciare già ieri”- disse con un tono simile a quello di mia madre quando mi riprendeva per i compiti, poi continuò -“prima cominciamo meglio è, anche perché sono sicura che stasera troverai un’altra scusa”.
-“No sul serio, non ce la faccio, ho dormito tutta la notte praticamente seduta ed ho un dolore al collo che non mi farebbe concentrare, ci penserò stasera dopo cena..”- le risposi.
-“Va bene, come vuoi, basta che non ti riduci all’ultimo minuto venendomi a pregare”- disse, portando la tazza in cucina.
Mi alzai e andai in camera per mettermi il costume, tolsi il turbante dai capelli e non li asciugai anche perché sarei dovuta andare in piscina.
Tracie entrò in camera dopo un quarto d’ora, e la vedevo che rovistava nel cassetto dei costumi.
-“Cosa cerchi?”- le domandai incuriosita.
-“Ci ho ripensato, vengo anch’io..”- mi rispose senza distogliere lo sguardo dal cassetto, pur di non guardare la mia faccia compiaciuta, evitai però di stuzzicarla ulteriormente.
-“Ah ok”- mi limitai a dire, altrimenti si sarebbe irritata.
Quando fummo pronte uscimmo per salire su in terrazza.
 
 •Tracie's POV•
Questo pomeriggio in piscina non c’era molta gente. Un gruppetto di bambini giocava in acqua sotto l’occhio vigile di, quella credo che sia, la loro animatrice.
Adrienne si era infilata cuffiette e occhiali da sole, intenta ad abbronzarsi, così mi incantai a guardare questi bimbi che schizzavano nuotando tra le grida e i materassini.
Vidi un ragazzo di spalle che stava stuzzicando l’animatrice, la quale stava volentieri al gioco, quando lui si voltò un po’ rimasi attonita. Zayn Malik?
Non poteva essere, mi stropicciai gli occhi e il ragazzo era scomparso.
Credevo avessi visto male, magari la vista era appannata dalla crema solare, o magari cominciavo seriamente ad avere allucinazioni o problemi alla vista.
Ma non fu cosi. In effetti il ragazzo che dall’acqua risalì in superficie era proprio lui, agitando i capelli per risistemarsi il ciuffo.
La conferma che fosse realmente lui ci fu quando vidi un biondino con il petto e le spalle arrossate dal sole che da bordo vasca gli chiese se volesse qualcosa dal bar. Era Niall Horan c***o.
Cominciai a sudare, il cuore mi stava in gola mentre con le mani mi reggevo saldamente ai braccioli del lettino. Il mio sguardo era fisso su di loro e, allo stesso tempo, perso. Stavo sognando o cosa?. Li guardavo come se fossero extraterrestri, e scommetto che nonostante l’abbronzatura presa nei giorni precedenti il mio colorito era bianco tanto da mimetizzarsi con il lettino.
Spostai poi lo sguardo su due lettini alle spalle di Niall e feci caso che erano sdraiati su di essi proprio Louis Tomlinson con la sua ragazza Eleanor, i quali prendevano il sole tenendosi teneramente per mano.
Sospirai a pieni polmoni, non stavo sognando, stropicciai gli occhi più volte ma la scena che mi si presentava davanti era sempre la stessa.
Mi chiedevo come avessi fatto a non sapere di loro, eppure ho sempre avuto una specie di ‘radar’ sui loro spostamenti dal mio pc, sapevo veramente di tutto tramite Twitter, dei loro spostamenti, di ciò che facevano.
Per anni cercai di andare ad un loro concerto, o sperato addirittura di poterli incontrare per le vie di Londra –quelle poche volte che sono potuta andarci-, torturando la mia povera testolina con film mentali degni di premio Oscar. E adesso? E adesso mi si presentava davanti agli occhi quel tanto desiderato scenario… e nel modo più inaspettato che possa esserci.
Un uragano di emozioni si stava dimenando dentro me, quasi che per poco non mi uscì un urletto. Così mi tappai immediatamente la bocca, guardandomi intorno per vedere se qualcuno si fosse accorto della mia reazione, ma quando mi voltai verso Adrienne, lei non c’era.
Ripresi ulteriormente fiato e mi risistemai per bene sul lettino, come se nulla fosse successo, e roteavo la testa con il naso all’insù cercando di capire dove diamine si fosse cacciata. In acqua non c’era, scrutai tra i lettini, magari si fosse messa a chiacchierare con qualcuno, ma niente.
Quando poi mi girai alle mie spalle lanciando un’occhiata in direzione del chiosco, e la intravidi seduta al bancone chiacchierare con un tizio che non riuscivo a vedere perché coperto dalle molteplici persone che gli stavano davanti. Allungai un altro po’ il collo, spostai la testa da destra a sinistra e viceversa, quando vidi che il ‘tizio’ con il quale animatamente parlava era Harry Styles.
Mi voltai di scatto afferrando di nuovo i braccioli del lettino e scivolando lentamente sullo schienale come se volessi nascondermi. Ma cosa stavo facendo? Ero nel pallone. Rimasi in questa posizione per cinque minuti buoni, con il corpo completamente ibernato nel quale rimbombavano amplificati soltanto i battiti accelerati del mio cuore.
Finalmente riuscii a chiudere le palpebre col la speranza di placare la mia tensione. Non so se vi è mai capitato di avere un idolo, del quale siete ‘follemente innamorate’… Bene, anche se non vi è mai capitato, sappiate che per me questo è Harry.
Di tutti e cinque i ragazzi Harry fu quello che mi colpì maggiormente. Era diventato il mio prototipo di ‘ragazzo ideale’ per un lungo periodo adolescenziale, ovviamente questa mia fissazione ebbe scarsi risultati perché era -ed è- praticamente impossibile che qualcuno possa soltanto avvicinarsi ad una certa sua somiglianza. Con il passare degli anni continuavo a seguirli e ad ascoltare la loro musica, ma cominciai con il lavoro che incrementò vari impegni, inoltre ci fu anche il trasloco con Adrienne e quindi pian piano la speranza che un giorno li avrei incontrati andava a sbiadirsi giornalmente.
Mi sentivo già la ragazza più fortunata del pianeta nel trovarmi a recensire un Hotel così di lusso a Miami, ma con quello che avevo appena visto mi sarei sentita lo stesso fortunata anche se mi avessero assegnato la recensione di una capanna in fango e paglia.
Un attimo… e Adrienne Rey, la mia amica, stava parlando proprio con Harry?
Ancora una volta riempii i miei polmoni d’aria e mi voltai per lanciare un’altra veloce occhiata. Stavano bevendo una bibita –probabilmente offerta da lui-, Harry aveva i capelli tirati indietro da un elastico a cerchietto, con un gomito era appoggiato al bancone tenendo il bicchiere in mano, una gamba scavalcava l’altra puntando la punta del piede atterra e accavallando il pollice al ditino affianco. Mio Dio, me lo stavo divorando con gli occhi. Era bello in foto, ma dal vivo ancora meglio.
Sorridevo tra me e me come un ebete pensando che tutti i dettagli in foto che ingrandivo sullo schermo di un misero pc, adesso corrispondevano davanti a me in carne ed ossa.
La cosa che mi infastidiva di più era che stesse parlando con lei sfoggiandogli uno dei suoi migliori sorrisi con tanto di fossette, e che lei ci stesse parlando senza avere la minima idea di chi fosse… a meno che non glielo avesse già detto.
 
•Adrienne's POV•
Mi tolsi le cuffiette. Tracie prendeva il sole ed era intenta a guardare i bimbi giocare in acqua. Così senza disturbarla mi alzai e andai al chioso per prendere qualcosa di dissetante.
Mi sedetti aspettando che il barista finisse di servire un gruppo di signori alla mia sinistra.
-“Matt mi daresti un’acqua tonica per favore”.
Sentii una voce profonda, calda e vicina, molto vicina, provenire dalla mia destra. Mi girai e vidi un ragazzo appoggiato al bancone che spostò il suo sguardo su di me appena si accorse che la sua presenza era stata notata. Era alto, aveva i capelli castani, occhi verdi e tatuaggi sparsi sul braccio sinistro.
-“Ciao”- disse accennando un sorriso.
Mi voltai per vedere se ci fosse qualcuno dietro di me, poi riportai la mia attenzione su di lui.
-“Ce l’ho con te”- accentuò il sorriso.
Aveva un bel sorriso, coinvolgente. Gli sorrisi a mia volta per la ‘gaf’: -“Credevo ci fosse qualcuno che conoscessi”- dissi.
-“Piacere Harry”- disse porgendomi la mano.
-“Adrienne”- strinsi la mano.
-“Stavi ordinando qualcosa?”- mi chiese.
-“Si, volevo una bibita da portarmi al lettino, ma la fila è ancora lunga”- gli risposi sorridendo e alzando gli occhi al cielo.
-“Tranquilla”- mi disse toccandomi l’avanbraccio -“Matt gentilmente me ne passi una anche per lei”- chiese al barista.
-“Ti va bene l’acqua tonica vero?”- mi domandò. In realtà non mi chiese neanche quale bibita avrei preferito e a dirla tutta l’acqua tonica non mi fa impazzire, ma annuii d’altronde era stato gentile. Lo ringraziai e feci un piccolo sorso.
-“Sei qui per vacanza?”- mi chiese.
-“No no, sono qui per lavoro con una mia amica, ci hanno assegnato la recensione dell’Hotel. Tu? Sei qui per vacanza?”.
-“Mh, diciamo di sì. Sono qui con gli altri”- indicò in direzione della piscina -“abbiamo un periodo di vacanza, anche se in realtà c’è sempre da lavorare”.
Ma gli altri chi? Guardai in direzione della suo indice, ma non capivo proprio a chi si riferisse, la piscina era affollata di gente.
-“Di dove sei?”- chiese.
-“Di un villaggio nel Cheshire in Inghilterra. Tu?”- gli risposi. Lui mi guardò con le sopracciglia inarcate e poi rispose: -“Che coincidenza! Io abito da poco a Londra, prima vivevo con i miei anch’io in un villaggio del Cheshire”- disse entusiasta.
-“Davvero?! E come si chiama il villaggio?”- gli chiesi sorridente.
-“Holmes Chapel”- rispose con aria orgogliosa.
Scoppiai a ridere mentre lui mi guardava con le sopracciglia aggrottate e con un’espressione come per dire ‘fammi capire, voglio ridere anch’io’.
-“Anch’io abito ad Holmes Chapel”- continuai a ridacchiare.
Lui rise: -“Non ci credo. Com’è piccolo il mondo eh?!”- sorrise mentre fece l’ultimo sorso.
D’un tratto un ragazzo –credo fosse un suo amico- lo chiamò.
-“Scusami devo proprio scappare, è stato un piacere Adrienne”- disse mentre mi accennò un saluto con la mano e si dileguò tra la gente.
Non feci neanche in tempo a ricambiare il saluto, andava proprio di fretta.
Mi alzai dallo sgabello prendendo il bicchiere e tornai da Tracie che poverina si starà chiedendo che fine abbia fatto. Le andai da dietro coprendole gli occhi, lei sobbalzò.
-“Ma sei forse pazza?”- disse con gli occhi sgranati.
-“Dai era solo uno scherzo!”- le risposi mentre farfugliava un qualcosa tra se e sé.
-“Comunque non mi chiedi dove fossi finita?”- le domandai, così che avrei potuto introdurre il discorso.
-“Dove eri finita..”- mi rispose con tono piatto.
-“Wow, che entusiasmo! Comunque ero al bar…”- dissi.
-“E cosa è successo al bar?”- chiese.
-“Ho conosciuto un ragazzo”- risposi.
-“Sì? E chi sarebbe il fortunato?”- disse in tono ironico.
-“Il fortunato è alto, castano, occhi verdi, sorriso da paura, fisico non palestrato ma niente male e qualche tatuaggio sparso. L’ho conosciuto al bar, mi ha offerto un’acqua tonica.. A proposito bevila tu che a me non piace molto..”- le dissi allungandogli il bicchiere.
-“Mh interessante. E come si chiama?”- domandò dopo aver fatto un sorso.
-“Harry”- le risposi.
-“Quanti anni ha?”- mi chiese.
-“Non lo so. Mi ha detto che è qui per una vacanza anche se c’è sempre del lavoro”- dissi.
-“Capito…E è fidanzato?”- domandò inarcando un sopracciglio.
-“Ma ti pare?! Credo che se lo fosse stato non avrebbe attaccato bottone o offerto da bere no?”- le risposi alzando una spalla.
-“Che ne puoi sapere.. Magari ha più ragazze contemporaneamente e voleva aggiungerne un’altra alla sua collezione”- mi disse.
-“O magari era un maniaco sessuale?”- mi voltai guardandola con gli occhi sbarrati -“Ma dai Tracie! Quanto la fai tragica. Magari è un ragazzo single che voleva fare conoscenza e mi ha offerto da bere.. Tutto qui”- scrollai le spalle. Lei non mi rispose più, poggiando il bicchiere a terra e rimettendosi sdraiata sul lettino.
 
 •Tracie's POV•
Erano ormai da venti minuti che stavano parlando al bancone e ero proprio curiosa di sapere cosa diavolo avessero da raccontarsi. Ma già provavo ad immaginarlo.
Ad un tratto sentii una mano tapparmi gli occhi da dietro. Sobbalzai con uno scatto fulmino e mi voltai. Era Adrienne.
-“Ma sei forse pazza?”- dissi con tono spaventato.
-“Dai era solo uno scherzo!”- mi rispose con tutta tranquillità. Ci mancava soltanto che mi facesse venire un altro infarto dissi tra me e me.
Adry cominciò a parlarmi di Harry e di ciò che si erano detti, mi sembrò molto colpita del suo aspetto. Pregavo, comunque, con tutta me stessa che non le interessasse così tanto, ma man mano che le domandavo e lei rispondeva cominciai a cambiare idea.
Posai il bicchiere dell’acqua tonica a terra e mi sdraiai nuovamente sul lettino.
-“Dai adesso hai anche la compagnia per spassartela”- dissi ironicamente ma con una velatura di nervosismo, che forse lei percepì perché non mi rispose.
-“Stasera ceniamo ad un Pub qui vicino ti va?”- mi domandò con faccia angelica. Invece di intenerirmi mi veniva solo voglia di buttarla in acqua. Aveva forse timore che rimanessi da sola? Voleva forse trovare un ‘partner’ anche per me? Grazie cara, non ne ho bisogno.
Ma a cosa sto pensando? Come faceva Adry a sapere chi fosse? E tantomeno a sapere che mi piacesse? Lei non aveva colpe ed io mi stavo rovinando con le mie solite domandine del cavolo.
-“Sì, certo che mi va..”- le risposi -“allora vado avanti a prepararmi”- sorrisi forzatamente e infilai la mia roba in borsa.
Entrata in camera mi sdraiai sul letto con la faccia immersa nel cuscino e urlai con tutta me stessa. Mentre mi lavavo cominciarono ad insorgere nuovamente le domande. Perché? Perché di tanta gente in piscina lui proprio ad Adry è andato a pizzicare? Oltretutto se lei avesse saputo chi fosse non immagino quale sarebbe stata la reazione.
Intanto arrivò Adry che cominciò a prepararsi.
Quando fummo pronte uscimmo e mi portò in un Pub che aveva visto l’altro ieri quando siamo andate a fare shopping. Da fuori non era il massimo, ma dentro era molto carino e con un aria familiare.
Ordinammo la cena accompagnata da due pinte medie e cominciammo a chiacchierare di lavoro.
Poi Adry deviò il discorso e mi disse: -“Comunque mentre oggi parlavo con Harry un ragazzo, un bel ragazzo,”- sottolineò- “lo ha chiamato mi pare si chiamasse Adam..”- socchiuse gli occhi e si grattò la testa, non ricordando il nome- “no Adam no.. Iniziava con la elle”.
Istintivamente dissi: -“Louis?”- con un espressione simile a chi sta partecipando ad un quiz televisivo e ha appena risposto alla domanda vincente. Poi mi resi conto di aver fatto una gran str****** perché se fosse stato lui mi avrebbe cominciato a chiedere come avessi fatto ad indovinare subito.
-“No.. nemmeno Louis, ma sono certa che è con la elle”- disse, e io tirai un sospiro di sollievo.
Cominciai a sparare dei nomi a caso e infine -guarda un po’- dissi: -“Forse Liam?”- scrollando le spalle.
-“Siii”- rispose alzando il tono -“Si si si si, Liam, brava, si chiamava Liam!”.
Grazie lo so che sono brava..
-“Se vuoi… posso metterci una buona parola parlando con Harry”- mi disse ammiccando.
Cosa?! Voleva mettere una buona parola per me? Con Harry? Per fare cosa? E con Liam poi?.
-“No no no no, grazie Adry ma non preoccuparti. Sto bene così!”- le risposi subito scuotendo la testa.
-“Sei sicura?!?!”- insistette.
-“Mh mh”- le risposi con un verso mentre bevevo dalla pinta. Ci mancava soltanto che ora vestisse i panni di Cupido.
Rimanemmo ancora per qualche ora nel Pub, ma non facemmo molto tardi. Mentre eravamo di ritorno decisi che domani le avrei parlato.

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Capitolo 4
*** A un passo da me. ***


Questa mattina mi svegliai di buon umore. Tracie ancora dormiva perciò andai in cucina per prepararle la colazione da portare a letto.
Uscii dall’appartamento per andare al bar dell’Hotel e prendere due cornetti alla crema, poi tornai su a preparare due cappuccini in cucina.
-“Tracie sveglia”- le sussurrai - “ti ho preparato la colazione”.
Ma lei non aveva proprio intenzione di svegliarsi. La chiamai più volte e continuava a russare, così cominciai a stuzzicarla alzandole la palpebra, tappandole il naso, aprendole la bocca e alla fini si svegliò.
-“Dio lasciami dormire Adrienne”- mi disse con voce bassa.
-“Buongiorno anche a te! Ti ho preparato la colazione”- le dissi.
-“Non ho voglia di mangiare”- mi rispose.
Strano che non le andasse la colazione, le chiesi se si sentisse male, ma mi rispose di no. Così provai ancora una volta: -“Sei sicura che non la vuoi?”. Ma mi rispose con un ‘no’ secco.
-“Mh, va bèh, buon per me!”- dissi, e mi spostai in salone sedendomi sul divano con il vassoio sulle cosce e accesi la Tv alla ricerca di un programma che mi avrebbe fatto compagnia.
Poco dopo chiamo Dianne, il nostro capo, che mi diede indicazioni per ritirare dei fascicoli che ci sarebbero serviti per la recensione. Nel frattempo Tracie si alzò.
-“Chi era?”- chiese.
-“Dianne, mi ha chiesto comi ci fossimo trovate e l’ho ringraziata l’ennesima volta per averci assegnato quest’Hotel”- le risposi.
-“Mh..e poi?”.
-“Poi mi ha dato quest’indirizzo dove si trova quest’agenzia di viaggi che lavora con la nostra per ritirare alcuni fascicoli”- le mostrai il post-it.
-“Mh..va bene, domani mattina andremo a ritirarli..”-mi rispose.
-“Non vogliamo andarci stamattina?”.
-“No, non ho voglia.. Questa mattina voglio andare alla S.p.a. del pian terreno..”.
-“Va bene, come vuoi”- le sorrisi.
Stamattina era alquanto strana, apparte il fatto che non fece colazione, le parlavo e la sentivo distante, come se fosse scocciata di rispondermi. Non avevamo avuto discussioni, perciò non ne aveva il motivo, forse era solo una mia impressione. Forse era semplicemente stanca.
 
•Tracie’s POV•
Dopo che Adrienne venne a svegliarmi non riuscii a riprendere sonno, la sentivo chiacchierare al telefono dillà, oggi le avrei dovuto parlare, ma durante la notte cambiai idea.
La raggiunsi dillà, al telefono era Dianne, il nostro capo. Ah giusto, siamo qui per lavoro, quasi me ne dimenticavo ogni mattina che mi alzavo in questo appartamento.
Mi sedetti sul divano di fronte a lei e mi mostrò il post-it dove aveva appuntato un indirizzo per andare a ritirare alcuni fascicoli per la recensione.
-“Mh, va bene, domani mattina andremo a ritirarli..”- le risposi con tono svogliato.
-“Non vogliamo andarci stamattina?”- mi chiese.
Le risposi che stamattina non mi andava. Non avevo nessuna intenzione di fare un qualcosa che riguardasse il lavoro, ieri sera andai a letto ripensando a quanto fosse accaduto in giornata e questa mattina mi svegliai di umore sbagliato. L’unica cosa che volevo fare era rilassarmi. Avevo visto al pianterreno che c’era una S.p.a., così dissi ad Adrienne che sarei voluta andarci e lei assecondò la mia proposta sorridendomi, ma involontariamente non ricambiai il suo sorriso e facendo finta di non averla vista presi dei foglietti sul tavolino, tra i due divani, e andai in camera. Mentre mi infilai il costume cominciai a pensare alla mia reazione e a come le stessi rispondendo.  Se avessi continuato a comportarmi in questa maniera prima o poi si sarebbe chiesta perché fossi così ‘strana’.
-“Adry che fai non vieni anche tu?”- le urlai dalla camera.
Ero nervosa. Come al solito non c’è una volta che la fortuna giri dalla mia parte. E se ci fossi andata io al bar? Sarebbe successo lo stesso? È sempre così, le occasioni che speri ti accadano almeno una volta nella vita, capitano quasi sempre a persone che le considerano una come le tante altre. Sicuramente Adrienne non ha dato al suo incontro lo stesso valore che avrei potuto dargli io.
Forse è il mio carattere che non aiuta la ‘fortuna’ a girare? Cosa c’è che non va, riconosco i miei difetti, cerco di correggerli, e nonostante questo non riesco a darmi risposte. Ma perché, mi chiedo io, perché? Forse se…
-“Ohi Tracie ci sei?!”- mi chiese Adry sventolando una mano davanti al mio sguardo incantato.
-“Si scusami, ero soprappensiero”- le risposi sorridendo, d’altronde lei era all’oscuro di tutto non aveva colpe. La presi sotto braccio: -“ Non abbiamo proprio voglia di lavorare eh?!”- le diedi un piccolo strattone facendole l’occhiolino. La tensione cominciava a farsi sentire meno.
Andammo al pianterreno e Adry chiese a Jhaavad: -“Ciao buongiorno, volevamo chiederti informazioni per quanto riguarda la S.p.a.”- gli sorrise.
Jhaavad era un ragazzo sempre disponibile, ci rispose con il suo tono gentile che l’ingresso non era compreso con l’alloggio in Hotel perché aveva una proprietà apparte, perciò ci fece fare un tesserino di quattro entrate per tutto il mese. Quando pagammo non osai neanche lontanamente immaginare quanto venne a costare l’alloggio in Hotel per tutto l’intero mese, anche se in realtà le compagnie di viaggi hanno appositi  pacchetti per i recensitori, perciò il prezzo non è mai pieno.
-“Grazie mille”- dicemmo all’unisono.
 
•Adrienne’s POV•
Entrammo nella S.p.a. e una signora ci accompagnò nello spogliatoio per sistemare gli indumenti negli armadietti e per prendere gli asciugamani. Poi ci accompagnò in una piscina al coperto dove c’era una vasca con acqua calda termale, un’altra idromassaggio e uno stanzino con la sauna.
Optammo per la vasca termale, dopo un’ora a bagno uscimmo, infilammo gli accappatoi , seguendo le insegne, andammo in una stanza dove due ragazze avevano preparato i lettini per i massaggi.
Credo sia il massaggio più rilassante mai fatto in tutta la mia vita, sarei rimasta lì per tutta la giornata, e quando stavo proprio per prendere sonno…
-“Signorine abbiamo finito, se avete bisogno di fare una doccia le trovate di fronte agli spogliatoi, spero sia stato di vostro gradimento”- disse una delle due mentre io la guardavo con la vista ancora appannata.
Ti pareva, proprio quando stavo all’apice del mio relax, avevano finito. Andammo a fare le docce e finito ci rivestimmo, poi tornammo su in appartamento per il pranzo.
Decisi di preparare qualcosa di veloce, accesi la piastra e quando fu bollente ci misi due hamburger da mettere poi nei panini.
Mangiamo sul divano, Tracie era spaparanzata su di esso inerme.
-“Io ho finito. Vado a fare un pisolino, metto la sveglia così più tardi andiamo in piscina”- le dissi mentre posavo il piatto sul tavolino. Lei annuì.
 
•Tracie’s POV•
Mentre Adrienne si alzò e si andò a mettere sul letto per il sonnellino pomeridiano, io finii il panino e andai a mettere, poi, il mio piatto e il suo nella lavastoviglie.
Accesi la Tv a volume basso, ma non seguii quello che stavano dicendo perché mi addormentai anch’io.
Quando mi risvegliai erano ormai le cinque, presi dal frigorifero del Thè freddo alla pesca e lo versai in un bicchiere con il ghiaccio, poi uscii sul terrazzo.
Mi sedetti sulla nera poltroncina di vimini, mentre sorseggiavo la bibita fresca il sole, ancora alto, mi riscaldava il volto. Illuminava e riscaldava oltre il mio viso anche tutti gli specchi dei grattaceli circostanti che si riflettevano gli uni con gli altri creando un gioco di riflessi. Il davanzale del balcone era in vetro perciò osservai le persone in dimensioni microscopiche camminare frenetiche per gli incroci delle strade sottostanti. Rientrai dentro, appoggiai il bicchiere nel lavandino e andai in camera per svegliare Adry.
-“Ma che ore sono? Ma è suonata la sveglia?”- mi chiese con voce roca.
-“Sono le cinque. Comunque non è suonata, a che ora l’avevi messa?”.
-“Alle sei ecco perché non è suonata”- mi rispose.
-“Ma come alle sei? Alle sei è tardi”- le dissi. In realtà le sei non era neanche così tardi, considerando che già avevamo passato la mattinata nella S.p.a., ma non vedevo l’ora di andarci e mi venne spontaneo risponderle così.
Ci preparammo e andammo in piscina, ci sistemammo al solito posto e distendemmo gli asciugamani sui lettini. Oggi pomeriggio non c’era molta gente, mi guardavo intorno con occhi vigili ma senza farmi notare troppo da Adrienne. Erano quasi le sette ormai, e dei ragazzi nemmeno l’ombra, così mi infilai le cuffiette e cominciai a prendere un po’ di sole.
Quando sentii un ombra sul viso, schiusi pian piano gli occhi mettendomi una mano sulla fronte per coprirli dal sole e li vidi tutti e cinque schierati davanti ai nostri lettini.
Mio Dio. Presi fiato e trattenni il respiro. Adrienne stava parlando con Harry e gli altri gli stavano intorno ascoltando la conversazione. Mi sfilai le cuffiette dalle orecchie.
-“Lei è Tracie, mia amica e collega di lavoro”- disse sorridente lei rivoltasi verso di me, presentandomi a loro come si fa solitamente con persone qualsiasi.
Sorrisi a mia volta e allungai la mano senza essere realmente cosciente di ciò che stesse accadendo. Una mano fece il mio stesso gesto come fossi riflessa ad uno specchio, era grande e morbida, incontrò la mia e l’avvolse in una ferma stretta.
-“Piacere Harry”- mi sorrise con la bocca e con gli occhi. Poi si rivolse agli altri e disse: -“E loro sono i miei amici e colleghi di lavoro”- e si cominciarono a presentare tutti a turno, prima Niall, poi Zayn e infine Liam, mentre porgevano la mano mi anticipavo a mente tutti i loro nomi prima che li pronunciassero, quasi che mi dimenticavo di dirgli il mio.
Louis però non c’era, stavo per chiedere dove fosse, ma mi resi conto che dovevo assolutamente stare in silenzio.
Ci spostammo tutti al chiosco per prendere qualcosa e ci sedemmo ai tavolini. Me li squadravo dalla testa ai piedi senza professare parola, ero in parte intimidita e in parte incredula di averli a un passo da me in carne ed ossa.
Harry cominciò a raccontare agli altri del fatto che abitassimo nello stesso villaggio dove abita la sua famiglia e dove abitava lui prima che non si trasferisse, tutti erano sorpresi della ‘coincidenza’, mentre io accennavo un sorrisetto ebete nel sentire quelle parole. Sapevo benissimo che Harry abitasse lì fino a poco tempo fa, quella che non lo sapeva era Adrienne. Quando dovemmo trasferirci da Dublino, Adrienne si interessò a cercare un paese tranquillo e isolato dove poter andare a stare. Per mesi e mesi era alla ricerca di un bel posto quando un giorno, scherzando, dopo le sue vane ricerche, le proposi Holmes Chapel, sapendo che la possibilità di poterci andare a vivere fosse esclusa. E invece lei mi prese sul serio. Cominciò ad informarsi su delle casette in vendita ed infine trovò quella che ora è casa nostra. Quando andammo ad abitare ad Holmes Chapel, Harry viveva ancora con i suoi, ma dopo pochi mesi si trasferì a Londra per essere più comodo con il lavoro, almeno credo, perciò la speranza di poterlo incontrare se ne andò insieme al suo trasloco. E adesso invece era seduto al mio fianco, tanto vicino che quasi potevo sentire il calore del suo corpo, nel chiosco di un Hotel dalla parte opposta di casa nostra.
Mi ripresi dai miei pensieri e li sentii parlare riguardo ad una serata che ci sarebbe stata in piscina, non avevo ben afferrato di quando ci fosse, così per non risultare troppo seriosa e rendermi partecipe alla conversazione dissi:
-“E… Quando ci sarà questa serata?”.
-“Ci sarà domani, è la quarta volta che lo diciamo”- mi rispose ridendo Adrienne.
Merda, ho fatto la figura della svampita, e come se non bastasse ora tutta la loro attenzione si era concentrata su di me incrementando ancor di più il mio imbarazzo, che però fu subito interrotto dalla suoneria di un cellulare.
-“Ragazzi era Lou, dice di andare in sala”- disse, rivolto agli altri, Liam. Così ci salutarono dicendo che ci saremo poi rivisti alla serata in piscina.
-“Ma che intendeva per sala?”- mi chiese avvicinandosi Adry appena loro fossero fuori portata d’orecchio. Scrollai le spalle facendo segno che neanch’io avessi idea di cosa stessero parlando -in realtà credo che si stessero riferendo alla sala prove-.
Erano ormai le sette di sera e la bagnina cominciò a chiudere gli ombrelloni, così prese le borse ci avviammo verso l’appartamento.
-“Carino eh..”- mi disse d’un tratto Adry.
-“Chi?”- le chiesi invaghita.
-“Harry”- mi guardò sorridente. Aveva forse capito qualcosa? O magari davvero si era invaghita?.
-“Mh.. Sì.. Non è tutta questa bellezza..”- dissi vaga per evitare eventuali tranelli.
-“Però anche quello lì... Come si chiama...”- riprese il discorso.
-“Chi Zayn?”- le feci subito.
-“Zayn chi è il biondino?- mi rispose.
Mi sarei messa le mani tra i capelli, Zayn è tutto tranne che biondino.
-“No Zayn è il moretto, anche lui con i tatuaggi..”.
-“Ah si si, ho capito, comunque non è intendo lui..”- mi rispose.
-“Allora chi Niall che è il biondino?”- ci riprovai.
-“No, non è il biondino”- rise -“è rimasto l’ultimo ma non mi viene il nome! Ma tu come fai a ricordare il nome di tutti?! Io me li ero già dimenticati appena si sono presentati”.
Eh… Come faccio, li so a memoria come una poesia da imparare a scuola ormai.
-“Ehm… Non lo so come faccio, sono nomi brevi d’altronde, non è così difficile…”- sviai il discorso.
-“Perciò come si chiama l’ultimo?”- mi chiese con le sopracciglia inarcate aspettando la mia risposta.
-“Liam, se mi ricordo bene..”- le risposi.
-“Ecco sì lui!”.
-“Lui cosa?”- le chiesi aggrottando le sopracciglia.
-“E’ molto carino anche lui”- disse con tono entusiasmato.
-“Ah Liam, sssì...è carino, molto carino..”- feci un sorriso teso, poi continuai –“e mi dà anche la sensazione che sia un ragazzo dolce”- aggiunsi.
-“Ci credi che anch’io ho avuto la stessa impressione?”- mi rispose lei.
Nel frattempo della nostra chiacchierata avevamo preparato la cena, così cominciammo a mangiare e cambiammo discorso concentrandoci sulla giornata di domani. Quando finimmo la cena, e sistemati i piatti, ci mettemmo subito in pigiama e scelsi un film da vedere.
Inutile dire che ci addormentammo durante la visione, ma per fortuna stavolta abbiamo fatto in tempo ad infilarci almeno i pigiami.

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Capitolo 5
*** Nostalgia. ***


“Driiiiiinnn-driiinnn-drrrriiiiinn”.
La sveglia stamattina suonò molto presto, mi alzai e andai a spegnerla. La Tv era rimasta accesa perché ieri notte ci siamo addormentante durante il film.
-“Buongiorno mondo”- disse Tracie dal divano stiracchiando le braccia verso l’alto e sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori. Andai da lei e l’abbracciai, stampandole un bacio in guancia, le rimasi con le braccia appese al collo e dissi: -“Stamattina dobbiamo ritirare i fascicoli, dopo di che...facciamo un bel giro per Miami eh?!”.
Lai mi sorrise annuendo, ancora presa dal sonno.
-“Dai su su, non perdiamo tempo, ti vado a preparare il caffè!”- le dissi.
-“Graaazie”- mi rispose con una faccina dolce delle sue.
Bevemmo il nostro caffè, ci vestimmo e con le tute per girare con più comodità, coda di cavallo ai capelli e via. Caso strano stavolta in mezz’ora eravamo fuori l’Hotel, Tracie fece per prendere il cellulare in borsa, ma lo aveva dimenticato in camera.
-“Mi sembrava strano che ancora non fosse successo! Dai.. usa il mio”- mi fece il verso ridendo.
Controllammo sulla mappa del cellulare le strade da percorrere, camminammo un bel po’ prima di riuscire a trovare l’agenzia di viaggi. Una volta ritirati i fascicoli, cosa che ci tenne impegnate per circa un’ora e mezza, Tracie mi portò sul Metromover, ossia un trenino sopraelevato che percorre tutto il centro di Miami, dando l’opportunità sia di spostarsi in modo comodo, pratico e veloce, sia di vedere un panorama mozzafiato.
Scendemmo sopra il Lummus Park Beach, luogo d’incontro per la maggior parte degli abitanti, soprattutto per chi pratica sport come la corsa o stretching, per chi porta a spasso il proprio amico a quattro zampe, per chi si sgranchisce le gambe durante la pausa lavorativa, per chi si da il primo appuntamento, per le famiglie che mangiano un gelato o per chi semplicemente schiaccia un pisolino sdraiato sul prato.
Passeggiammo sotto braccio per un po’, era l’una e mezza e inevitabilmente il mio stomaco comincio a brontolare.
-“Tracie..”- le dissi guardandola.
-“Sì?!?!?”- già capì.
-“Qui c’è qualcuno che comincia a protestare..”- le feci indicandomi in direzione dello stomaco con l’indice.
-“Hot-Dog?”- propose.
Sorrisi con tutta me stessa -“Ottima idea!”.
Ci fermammo ad un furgoncino di panini, prendemmo gli Hot-Dog belli fumanti e ci andammo a sedere sul prato per gustarceli al meglio.
-“Mmmh è buoniffimo”- disse a bocca piena mentre cercava di pulirsi il mento dalla salsa.
Finito di pranzare ci sdraiammo sull’erba con la testa appoggiata sulle borse.
-“Cosa ti metti stasera?”- mi chiese.
-“Già inizi a pensarci?”- le risposi ridendo.
-“Mi conosci, e conosci anche la mia indecisione. Almeno cerco di accorciare un pò i tempi”- rispose.
-“Sapendo ovviamente di fare uno sforzo vano!”- la istigai.
-“Ah ah ah, ma come siamo simpatiche. Dai cretina sto dicendo sul serio”.
-“Ma non lo so Tracie! Un vestito.. credo.. non lo so..”- scrollai le spalle.
-“Ma davvero? Grazie sei stata molto d’aiuto! Comunque secondo te dovremmo metterci il costume sotto?”.
-“Non credo. Senno avrebbero parlato di un Pool Party, invece hanno parlato solo della serata, credo sia una cosa tranquilla..”.
-“Mh capito, mi raccomando stasera, non mi interessa che ore siano, dobbiamo cominciare assolutamente a compilare i fascicoli capito?”- disse con tono convinto.
-“Si capo!”.
Mi rispose lanciandomi un’occhiataccia, incredibile quanto si facesse prendere dall’ansia, e sul lavoro in particolare, ce la voglio proprio vedere stasera..
Dopo esserci riposate per un po’ tirai fuori dalla borsa due asciugamani, Tracie mi guardo con gli occhi sbarrati.
-“Cosa sono quelli? Da dove saltano fuori? Dimmi che non fai sul serio!”.
-“Dai su alzati scansa fatiche, dobbiamo riprendere un po’ il ritmo, passiamo tutto il giorno dal letto al divano, dal divano al lettino, una camminata veloce non ci farà male, e poi guarda da quale panorama siamo accompagnate!”.
-“E va bene.. mi hai convita! Ma sappi che ti sto odiando comunque!”- si alzò puntandomi l’indice sul petto e sfilandomi l’asciugamano dalla mano, poi mi precedette cominciando a camminare con passo veloce.
Sistemai le borse vicino ad un albero ma ben visibili da poterle tenere sott’occhio e raggiunsi Tracie con una corsetta.
Facemmo quattro giri del parco e ci fermammo, erano quasi le sei del pomeriggio e dovevamo tornare per cena, anche perché stasera avremmo mangiato al ristorante dell’Hotel.
Arrivate salimmo a casa e, finito di fare le docce, cominciarono i dilemmi.
-“Mi viene da piangere.. non ho niente da mettermi”- disse Tracie affranta con la faccia nel cuscino.
-“Dai Tracie alzati, ci siamo andate a comprare i vestiti l’altro giorno, non fare scenate, altrimenti faremo anche tardi”- le dissi con tono piatto. Non volevo essere dura, ma era l’unico modo per darle una mossa, se l’avessi assecondata non saremmo più uscite di casa.
-“Dai io vado di là, sono le sette, vedi che puoi fare...”- la sollecitai ancora. Mi alzai dalla toletta e andai in salone per intrattenermi con un po’ di Tv mentre l’aspettavo.
 
•Tracie’s POV•
Sollevai la faccia dal cuscino.
Che palle, come al solito non trovavo niente da mettermi, o almeno , ce l’avevo qualcosa, ma come sempre ero indecisa su cosa indossare e di certo Adry non mi era d’aiuto dato che mi aveva appena abbandonato in camera. L’unica cosa chiara era che fossero le sette e io dovevo essere pronta in poco meno di mezz’ora, inoltre si era aggiunta anche l’ansia di dover rivedere i ragazzi stasera. Per tutto il giorno siamo state in giro per Miami -giuro di aver pensato a loro il meno possibile- quindi non ci siamo incrociati in Hotel, a maggior ragione stasera dovevo essere impeccabile. Presi uno dei miei respiri profondi, riaprii lentamente l’anta dell’armadio e scrutai di nuovo attentamente tutti gli abiti, dal primo all’ultimo. L’occhio mi cadde su un vestito lungo color panna, in stile antico romano, andava legato dietro il collo con un fiocco lasciando le spalle e il decolleté scoperto, aveva delle cuciture sotto il seno che cingevano la vita per poi ricadere morbido lungo i fianchi fino alle caviglie. Decisi di indossarlo con i sandali color cuoio scuro decorati con delle borchie dorate. Finalmente sembrava che avessi trovato il giusto abbinamento. Mi sedetti di fronte alla toletta, mi feci una treccia laterale, senza tirare troppo i capelli, di modo tale che qualche ciocchetta sarebbe fuoriuscita ricadendo sulla spalla. Poi passai al trucco, non era da me truccarmi, e con l’abbronzatura non ne avevo bisogno, ma in occasioni ‘speciali’ non potevo farne a meno, perciò mi misi il mascara e sporcai leggermente la rima inferiore con la matita nera. Mi diedi un’ultima specchiata al volo e riguardai il vestito. Riguardai il vestito e… cavolo ma questo è di Adry.
Feci finta di nulla e uscii dalla camera con disinvoltura, d’altronde era facile che mi confondessi, ci prestavamo sempre i vestiti.
-“Sono pronta!”- dissi dirigendomi verso la porta, sperando che non facesse storie. Si alzo dal divano per spegnere la Tv, anche lei era molto bella, si era raccolta i capelli con un’alta cipolla e indossava un vestito lungo color verde acqua con un paio di sandali ne… Aspetta ma quel vestito è mio.
-“Perché hai il mio vestito addosso?”- le chiesi.
Si girò, stava spalancando la bocca per rispondermi, ma poi guardò quello che indossavo io.
-“E tu perché hai il mio?”- mi chiese.
Ci fu per un momento uno scambio di sguardi minacciosi, ma d’un tratto mi cadde l’occhio sull’orologio a parete.
-“C***o Adry sono già le otto e un quarto!”.
Uscimmo in fretta e furia, chiusi la porta di casa e andammo a chiamare l’ascensore che, guarda caso, non arrivava. Così mi tirai su il vestito per essere più agile e mi catapultai per le scale seguita da Adrienne. Arrivammo in un lungo corridoio che portava alla sala del ristorante e cercammo di allungare il passo per quanto ci fosse possibile.
-“Comunque sei uno schianto”- mi disse mentre, con il fiatone, si tirava goffamente su il vestito.
-“Grazie tesoro anche tu!”- le risposi ammiccando.
Ci risistemammo gli abiti al volo prima di spalancare le porte del ristorante, i commensali avevano già la prima portata sotto il naso.
Non posso dire di non essermi accorta che, appena entrate, molti degli occhi erano puntati su di noi. Devo ammetterlo stasera sembriamo due dive di Hollywood. Ok, ho esagerato, mi sono fatta prendere dall’entusiasmo della situazione.
-“Signorine se volete seguirmi gentilmente vi porto al tavolo”- ci disse una cameriera facendo cenno di seguirla.
Scartammo a priori la prima portata, e così controllammo il menù per ordinare il secondo. Una volta ordinati i piatti Adry disse:
-“Guarda un po’ chi c’è lì infondo a sinistra”- lanciò un’occhiata.
Mi spostai leggermente con la testa per guardare meglio, ma avevo la visuale coperta da una colonna.
-“Chi c’è?”- chiesi incuriosita.
-“Ci sono Harry e gli altri, c’è anche un nuovo ragazzo. Sta seduto appiccicato ad una ragazza castana, credo sia un loro amico ma non c’era ieri con loro”- mi disse descrivendo lo scenario.
Il misterioso ragazzo –agli occhi di Adrienne ovvio- era sicuramente Louis e la ragazza che le sedeva affianco era di certo Eleanor, stavano ormai insieme da qualche anno e mi hanno sempre dato l’impressione di essere una coppia molto affiatata, pur dandomi l’impressione di avere sue caratteri completamente diversi. D’altronde le mie teorie erano infondate non conoscendoli realmente.
Comunque, finimmo la nostra deliziosa cena e ci avviammo su in terrazza dove c’era la piscina. Il panorama, una volta arrivate, era indescrivibile. I palazzi intorno, avvolti dal buio della sera, erano illuminati dagli uffici e sembrava quasi che le luci calavano dal cielo ricadendo tutte intorno alla terrazza. L’acqua color verde acqua della vasca si fondeva con i colori dei faretti creando un effetto di sfumature sott’acqua. Anche il chiosco era illuminato da una luce soffusa che si unica a quella emanata dalle bianche candele accese qua e la.
Ci avvicinammo ad un tavolo per prendere un bicchiere di Champagne, poi ci andammo ad accomodare su di un tavolino.
-“Ragazze tutto ok?”.
Sentii una voce che mi era familiare, alzai lo sguardo e di fatti non mi sbagliavo. Vidi Jhavaad, era vestito molto bene, tanto bene da far risaltare un bel fisico muscoloso che di solito era nascosto da una giacca e cravatta.
-“Ma ciao! Grazie, sì tutto ok”- gli rispose Adry sorridente, lanciandomi poi un’occhiata di sfuggita come volesse dirmi ‘niente male il ragazzo’.
-“Vi siete già servite? Avete bisogno di qualcosa?”- chiese lui con tono gentile appoggiando delicatamente una mano sulla spalla di Adrienne e rivolgendosi più a lei che a me.
Adry diventò improvvisamente rossa senza rispondergli -non che lui avesse strane intenzioni-, così entrai in gioco io e gli risposi:
-“Si grazie Jhavaad, sei gentile come sempre”- gli sorrisi.
Ricambiò il sorriso e se ne andò raggiungendo un suo amico che lo stava guardando dal balcone. Diedi un calcetto ad Adry da sotto il tavolo.
-“La bomba sexy ha fatto colpo”- ammiccai.
-“Piantala!”- rise imbarazzata, poi continuò -“hai visto come accorcia le distanze senza giacca e cravatta?”.
Scoppiai a ridere, portandomi poi una mano davanti alla bocca: -“Si l’ho notato!”.
Mentre continuavo a sorridere buttai un occhio dietro le spalle di Adrienne e intravidi i ragazzi che erano appena entrati in piscina. Mi andò di traverso un po’ di Champagne e tossii. Nonostante ormai ci eravamo presentati, ancora dovevo farci l’abitudine alla loro presenza. Vedevo che venivano fermati da molte persone che gli parlavano amichevolmente, sì molto amichevolmente, soprattutto ad Harry, che strizzando un po’ gli occhi riuscii a capire che stesse parlando con la bagnina. Aveva una maglietta bianca a  maniche lunghe tirate su fino ai gomiti, pantaloni neri, e i suoi inseparabili, straconsumati, stivaletti marroni. Con una mano teneva il bicchiere dello Champagne e con l’altra gesticolava, poi se la passava tra i capelli tirandoli all’indietro, poi la infilava in tasca e nel frattempo sorrideva a lei, che gli stava parlando di chissà cosa d’interessante mentre muoveva nervosamente le gambe, prima ciondolava un piede, poi buttava lo sguardo a terra, poi incrociava le gambe, sembrava come se si sentisse in soggezione..
 
•Adrienne’s POV•
No, Jhavaad proprio no. Poteva avere anche un bel fisico ma non era assolutamente il mio tipo. Avevo finito lo Champagne e volevo prenderne un altro bicchierino.
-“Tracie”- la chiamai, ma sembrava che avesse lo sguardo perso dietro le mie spalle –“Tracie mi ascolti?”- alzai leggermente il tono.
Si riprese subito spostando gli occhi a me: -“Dimmi scusa, stavo vedendo che sono appena arrivati i ragazzi”- poi continuò parlando con le labbra serrate e un sorrisetto: -“ecco e adesso Liam sta guardando proprio in questa direzione”- alzò una mano e agitò leggermente le dita per salutarlo -“e adesso sta chiamando gli altri, non ti girare altrimenti capisce che stiamo parlando di loro”.
-“Ma qual è Liam? Il moretto?”- chiesi confusa non avendo ancora associato bene i nomi ai rispettivi ragazzi.
-“No è quello che ieri dicevi era carino oltre ad Harry”- poi aggiunse- “eccoli sono vicinissimi”.
-“Ciao ragazze! Come procede la serata?”- ci chiese Liam sorridente.
-“Molto bene grazie voi?”- gli risposi ricambiando il sorriso.
-“Anche noi”- sorrise guardandomi, intanto prese una sedia dai tavoli vicini e si mise di fianco a me, seguito dagli altri che fecero lo stesso. Poi ci presentò il ragazzo che avevo visto prima al ristorante si chiama Louis, me lo ricordo perché ha lo stesso nome del mio cuginetto, e la sua fidanzata che si chiama Eleanor, che ha detto di poterla chiamare anche ‘El’, meglio perché per me è più facile da ricordare.
Dopo qualche chiacchiera ci alzammo dal tavolino per andare a prendere qualcosa al bancone. Zayn chiese al barista di preparare un cocktail per tutti, solo per Liam ordinò una bibita gassata e lo sentii parlare con Tracie dicendogli che fosse astemio. Mentre stavamo al bancone i tavolini si erano riempiti, perciò ci spostammo a bordo vasca per continuare la conversazione e consumare i cocktail.
-“Vado a prendere qualcosa da stuzzicare?”- chiese rivolto a tutti il biondino, aveva le guance arrossate dal sole che gli rendevano la faccia buffa e simpatica.
-“Sì, mi prendi un tramezzino”- le rispose Zayn -“ e anche le patatine”- gli disse sorridendo e assumendo un’espressione simile a quella che mi faceva Tracie quando doveva chiedermi qualcosa.
 
•Harry’s POV•
-“Quindi è già da un mese che lavori qui?”- chiesi a Careen.
Lei lavorava qui come bagnina, aveva diciassette anni, ma ne dimostrava decisamente di più, ed era inoltre la cugina di Matt.
-“Eh sì, ormai sì.. Matt mi aveva già proposto di venire a lavorare qui lo scorso anno, ma ancora non avevo preso tutti i brevetti”- mi rispose. Nel frattempo avevo buttato un occhio dietro di lei e vedevo che Liam e gli altri si erano seduti al tavolino di due ragazze.
Continuai a parlare con Careen, ma avevo l’impressione che fosse un po’ agitata perché muoveva continuamente le gambe, non era mia intenzione ma forse la stavo mettendo in imbarazzo. Così, con la scusa di accompagnarmi a prendere un cocktail la lasciai a parlare con suo cugino Matt.
Nel frattempo i ragazzi si erano spostati a bordo vasca, ero proprio curioso di scoprire chi fossero quelle due ragazze. Forse i ragazzi  volevano fare conquiste, sorrisi fra me e me mentre mi avvicinavo. Poi sentii Zayn dire: -“Ecco Hazza”.
Le ragazze di spalle si voltarono e solo allora le riconobbi, erano le ragazze di ieri pomeriggio, Adrienne e Tracie, se non sbaglio.
-“Da lontano quasi non vi avevo riconosciute così eleganti”- dissi sorridendo e loro ricambiarono con una risata tenendo i bicchieri tra le mani.
Vedevo intanto con la coda dell’occhio Louis che scherzava con El sul bordo della piscina, involontariamente lei fece un passo all’indietro di troppo e scivolò in vasca aggrappandosi a Lou che a sua volta la seguì finendo entrambi in acqua.
Tutti scoppiammo in una risata generale, quando ad un certo punto sentii una forte spinta alle mie spalle e mi ritrovai a sguazzare anch’io in acqua, quando risalii in superficie vidi Niall prendere una rincorsa e lanciarsi in un tuffo a bomba mentre urlava: -“Adoooro i Pool Party!!!”.
Tutta la gente era piegata in due dal ridere con le lacrime agli occhi.
-“Ma che c***o?! Ma mi spieghi che ti passa per la testa?!?”- mi rivolsi confuso a Niall scrollando le spalle e cominciandolo a schizzare.
-“M-a m-a ma come?? Lou e El si sono buttati in acqua! Credevo aveste dato inizio al Pool Party!”- mi rispose lui ancora più confuso di me, mentre si difendeva dai miei schizzi.
Cominciai a ridere e mi avvicinai ancora di più per preparargli un agguato: -“Loro ci sono caduti per sbaglio idiota!!”- gli presi la testa e gliela infilai sott’acqua, così lui mi sollevò da sott’acqua e iniziò la guerra.
Nel frattempo gli ‘spettatori’ a bordo vasca continuavano a ridere per il malinteso.
Uscimmo tutti dall’acqua. Lou ed El andarono in camera per asciugarsi, ma stento a credere che sarebbero tornati, seguiti da Niall che si pianterà davanti la Tv a giocare a Fifa, perciò neanche lui tornerà.
Mi sfilai la maglietta e cominciai a strizzarla, ma fu inutile, allora tanto valeva che mi levassi anche i pantaloni, tanto ero comunque zuppo. Così rimasi in boxer di modo tale da stare anche più comodo per i miei gusti.
Le persone ormai erano rientrate in Hotel e rimasero soltanto Zayn e Liam, che continuavano a parlare con le due ragazze, e Jhavaad che invece parlava al bancone con Matt e Careen, mi unii a loro.
Mezz’ora più tardi visi passare davanti al chiosco Liam e Zayn con le ragazze.
-“Dove andate?”- gli chiesi aggrottando le sopracciglia.
-“Torniamo in camera, anche loro stanno andando”- mi rispose Liam riferendosi alle ragazze.
-“Ci vediamo dopo”- gli risposi sorridendo e loro ricambiarono.
-“Anch’io vado”- disse Careen -“domani mattina devo svegliarmi presto”- lascò un bacio in guancia al cugino –“Notte ragazzi”- disse poi rivolta a noi.
-“Vengo anch’io.. Notte ragazzi”- disse Jhavaad seguendo Careen.
-“Notte”- rispondemmo all’unisono io e Matt.
-“Ti serve una mano amico?”- gli chiesi mentre ripuliva da solo tutto il bancone, così senza che neanche mi rispondesse o facesse complimenti, andai a sistemargli le sedie ai tavolini e raccolsi i bicchieri caduti a terra.
-“Grazie Harry”- mi disse con espressione esausta e stanca.
-“Per così poco”- gli sorrisi.
Immagino quanto fosse stanco, era da questa mattina che lavorava e stasera aveva fatto orario continuato fino alle due di notte.
Quando finì prese la tracolla e chiuse il chiosco.
-“Andiamo?”- mi chiese indicandomi con la testa la porta dell’Hotel.
Non avevo molta voglia di tornare in camera, non avevo per niente sonno, così gli dissi di andare e che sarei rimasto ancora per un po’ qui.
Aprii un lettino e mi sdraiai.
Volsi lo sguardo in alto, le luci degli uffici si erano ormai spente e rimasero a far una fioca luce solo quelle delle candele, così che riuscii ad intravedere le stelle tra i grattacieli.
Incrociai le braccia dietro la nuca e cominciai a pensare al lavoro, al fatto che domani avremmo avuto le prove perché a fine mese sarebbe ricominciato il tour.
Poi il mio pensiero si soffermò, come al solito, su casa.
Erano ormai due mesi che non vedevo la mia famiglia e non tornavo a Londra, poiché il tour qui in America aveva tappe troppo ravvicinate per permettermi degli spostamenti, e adesso che avevo qualche settimana un po’ più ‘libera’, non potevo tornare comunque perché oltre ad essere impegnati in sala prove, stavamo lavorando con alcune riprese.
Durante la giornata la mia mente era così occupata dagli impegni, dalla buona compagnia, dalle risate, che è distratta da tutti questi pensieri, ma appena mi soffermo poco di più a riflettere, la nostalgia degli affetti si fa subito pesante...

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Capitolo 6
*** Alle strette. ***


 •Liam’s POV•
Mi svegliò un delizioso profumino passare sotto al naso.
Stropicciai gli occhi con i pugni stretti e vidi Niall, seduto sul mio letto sventolarmi un pancake in faccia.
-“Hey dormiglione Buongiorno!”- disse con tono entusiasta –“è appena arrivato il servizio in camera. Oggi ci sono i tuoi adorati pancake.. e anche i miei”- continuò addentandone uno.
-“Gli altri?”- gli chiesi con voce assonnata.
-“Zayn è in camera, ancora dorme.. Lou è uscito con El.. e Harry non ha dormito qui perché il suo letto non è disfatto”- mi rispose.
-“Eh lo sapevo io...”- dissi pensando a bassa voce.
-“Cosa sapevi?”- mi domandò aggrottando le sopracciglia.
-“Lo sapevo che Harry sarebbe rimasto con Careen”- gli risposi.
-“E chi è ora Careen?”- mi chiese lui confuso.
-“Careen la bagnina, la cugina di Matt”- dissi.
Inarcò le sopracciglia:-“Ah ho capito”- disse a bocca piena –“bèh.. non mi fembra fanfo male”- deglutì –“mi sbaglio?”.
Incrociai le braccia dietro al collo: -“No non sbagli, ma non intendevo questo.. è che è piccola, non vorrei si prenda una cotta, d’altronde per quanto potessimo soggiornare qui a Miami..”- gli risposi.
Niall scrollò le spalle e continuando a masticare spostò il suo sguardo in direzione della finestra, poi si voltò nuovamente verso di me guardandomi con gli occhi socchiusi.
-“Non è che interessa a te Caroline?!”- indicandomi il petto con l’indice.
Sobbalzai di scatto mettendomi seduto di fronte a lui: -“Ma stai scherzando? A parte che non è il mio tipo.. e poi si chiama Careen”- gli risposi ridendo –“poi per ora non ho intenzione di.. bèh dopo la storia con Danielle.. insomma hai capito..”- continuai vagamente.
-“Si ho capito ho capito”- mi diede una pacca sulla spalla –“dai andiamo a fare colazione in cucina.. altrimenti si freddano”- ammiccò facendomi cenno in direzione di essa.
Sinceramente non ero poi così tanto triste della rottura con Danielle. Non era la prima volta che ci eravamo lasciati e adesso avevamo preso insieme la decisione di non continuare la nostra relazione perché gli impegni con il lavoro aumentano in breve tempo sia per me che per lei, e quel poco tempo libero non saremo mai riusciti a farlo combaciare. Anche se siamo rimasti in buoni rapporti, non voglio riprovare, già successe altre volte, e non ci fu lieto fine.
La cosa che mi spaventava di più è quella di incontrare un’altra persona che avrebbe potuto interessarmi e ricominciare tutto daccapo, ricominciare a conoscerla, ricominciare a condividere le mie emozioni, ad affezionarmici. Mi distolsi dai miei pensieri andando a rinfrescarmi il viso per poi raggiungere Niall in cucina.
Quei pancake erano davvero squisiti, ma non divini come quelli di mia nonna.
-“ ‘Giorno animali”- disse Zayn sbadigliando, mentre con una mano si tirava indietro il ciuffo –“che state mangiando eh?! Il profumino mi è arrivato fino in camera e... spero me ne abbiate lasciato qualcuno..”- continuò, con un sorrisetto maligno mentre spostava lo sguardo ad occhi socchiusi prima su di me poi su Niall, e viceversa.
Così Niall allungò una mano sollevando un altro coperchio: -“Tranquillo ho pensato a tutti!”- fece l’occhiolino.
-“Ma quanti ne hai ordinati?”- gli rispose Zayn sgranando gli occhi e scoppiando a ridere tenendosi lo stomaco con una mano –“hai pensato a tutti i clienti dell’Hotel volevi dire!”.
Scoppiai a ridere inaspettatamente così sputai per sbaglio addosso a Niall, che trattenne immediatamente la sua risata voltandosi verso di me con un’espressione impassibile.
-“Vuoi la guerra… e guerra sia!”- prese un pancake e me lo lanciò il faccia, e anche Zayn fece lo stesso a lui.
Ecco.. come al solito in men che non si dica la situazione era degenerata, trovandoci a rincorrersi da una stanza all’altra schivando cibo volante. Per fortuna ogni mattina passavano le donne delle pulizie che poverine delle volte avevano a che fare con un vero e proprio porcile.
 
•Tracie’s POV•
Eravamo ormai sveglie già da un po’.
Ieri sera eravamo troppo stanche per compilare i fascicoli, così ci rimboccammo le mani e recuperammo il tempo perso questa mattina.
Era stata una bella serata, i ragazzi sono confidenziali e simpatici –d’altronde come già ipotizzavo ancor prima di conoscerli realmente-, fortunatamente non abbiamo affrontato l’argomento ‘lavoro’, perciò Adry è ancora ignara di tutto e io, di certo, non sono ancora intenzionata a dirglielo. Voglio aspettare ancora un po’, voglio che li conosca ancora meglio.
Harry non fu molto coinvolto nelle nostre conversazioni di ieri sera, era troppo impegnato. Si è aggiunto a noi solo per poco, fin quando non venne buttato in piscina da Niall.
Comunque, finimmo di compilare i fascicoli e ci preparammo per andare in piscina come di solito. Mentre io preparavo le borse, Adry era intenta nel preparare i panini del pranzo.
Era tarda mattinata e stranamente in piscina non c’era ancora nessuno. Diedi la borsa ad Adrienne che andò a sistemarsi ai lettini, mentre io mi fermai al chiosco.
-“Ciao Buongiorno”- dissi sorridente al barista –“potrei avere un caffè macchiato?” –accentuai il sorriso.
-“Ma certo!”- mi rispose lui ricambiando il sorriso.
Mi appoggiai al bancone e spostai lo sguardo in direzione di un lettino al lato del chiosco e vidi Harry in mutande sdraiato su di esso. Dormiva, disteso con una gamba accavallata all’altra e reggendosi la testa appoggiando la guancia sul dorso della mano. Sorrisi per l’insolita scena e allo stesso momento rimasi perplessa.
-“Ma che ci fa lì?”- chiesi al barista indicandolo.
-“Chi?”- mi rispose lui sporgendosi leggermente dal bancone e seguendo la direzione del mio indice –“Ah Harry”- rise scuotendo la testa –“ieri sera mi ha aiutato a chiudere il chiosco e poi mi disse che sarebbe rimasto qui per un altro po’, ma evidentemente si è addormentato”.
-“Ah vi conoscete quindi?”- gli chiesi.
-“Bèh..”- fece un espressione come per dire ‘è Harry Styles come si fa a non conoscerlo’ –“siamo in buoni rapporti.. Lo conosco da un po’ di anni, ormai sono clienti del nostro Hotel.. Invece da quant’è che siete qui tu e la tua amica?”- deviò il discorso.
Distolsi l’attenzione da Harry.
-“Quasi una settimana”- gli sorrisi afferrando la tazzina che mi aveva appena poggiato sotto il naso.
-“Siete in vacanza?”- mi domandò.
-“No no, lavoriamo per un’agenzia di viaggi che quest’anno ci ha incaricato la recensione di quest’Hotel”- feci un piccolo sorso.
-“Siete state fortunate”- inarcò le sopracciglia –“aspetta non intendo sminuire il lavoro che fate, ma insomma.. avendo la possibilità di usufruire di tutti i servizi dell’Hotel.. praticamente è come se foste in vacanza..”- disse.
-“Sì capisco benissimo cosa intendi.. e hai ragione. Se non fosse per tutti quei moduli da compilare che mi perseguitano.. sarebbe stata la vacanza perfetta”- gli risposi bevendo l’ultimo sorso di caffè. Lui si mise a ridere.
Continuai- “Tu lavori qui solo in estate?”.
-“Sì.. cioè il chiosco qui in terrazza è aperto solo in estate, ma durante l’inverno lavoro dentro al ristorante”- mi rispose.
Prese la tazzina e la sciacquò mettendola poi tra le stoviglie da lavare. Si asciugò la mano sulla parannanza e me la porse: -“Comunque piacere Matt”- sorrise con un’espressione per la quale ebbi come la sensazione che volesse flirtare.
Anche se in realtà non era proprio il mio tipo, per non risultare scortese ricambiai il sorriso e strinsi la mano :-“Tracie piacere”.
-“Quanti anni hai?”- mi domandò.
-“Venti.. ventuno tra tre settimane per la precisione”- dissi con tono entusiasta –“Tu?”.
-“Sembri più grande!”- disse inarcando le sopracciglia.
-“Lo prendo come un complimento?”- domandai.
Rise:-“Certo! Io intendevo che sei una bella ragazza, sembri più matura..”.
-“Aaah.. va bene ti sei salvato allora!”- gli risposi socchiudendo gli occhi –“scherzo.. non sei l’unico a dirmelo”.
-“Comunque ne faccio trenta, tra due mesi per la precisione”- disse imitando la stessa tonalità di voce con la quale gli risposi io prima.
Sorrisi e lo guardai con un sopracciglio alzato.
-“Che c’è?”- chiese lui con espressione seria.
-“Davvero?!”- domandai.
-“Davvero cosa?”-rispose.
-“Ne dimostri molti di meno! Davvero hai quasi trent’anni?”- dissi schiudendo la bocca con l’intendo di fargli anch’io un complimento.
-“No…ne ho ventitré”- mi rispose mettendosi a ridere. Mi misi a ridere anch’io. Simpatico il ragazzo, me l’ha fatta…
-“Mia cugina ancora non arriva..”- disse sbuffando tra se e sé.
-“Deve aiutarti qui al chiosco?”- gli chiesi.
-“No no, è la bagnina..”.
Appena sentii la sua risposta mi si accese una lampadina. Se la bagnina era sua cugina avrei potuto sapere qualcosa in più, non so, per esempio se avesse un vago interesse per Harry... per esempio. Fissai bene lo sguardo sul volto di Matt.
-“Ah perciò è tua cugina..”- gli dissi portandomi una mano sotto il mento.
-“Sì.. quest’anno è venuta a lavorare qui con me. Glielo avevo proposto anche lo scorso anno, ma non aveva finito i brevetti”- mi disse mentre continuava ad asciugare dei bicchieri –“è una ragazza molto timida e spero che con questo lavoro riesca a stare più a contatto con le persone.. ad aprirsi di più”.
Lo continuavo a guardare con gli occhi socchiusi ed un’espressione interessata mentre con la testa annuivo alle sue parole. Mio caro Matt tu stai rendendo la mia indagine più semplice di quanto immaginassi.
-“Ah bèh capisco..”- feci una pausa –“…e siete coetanei?”- gli chiesi, togliendo la mano da sotto il mento e feci il gesto di indicare lui e un’ipotetica lei che per il momento non era ancora arrivata.
Matt rise mentre io lo guardai con le sopracciglia aggrottate.
-“No ma quali coetanei, ha appena compiuto diciassette anni”- mi rispose.
-“Diciassette anni? È una bella ragazza dimostra più anni di quelli che ha”- gli dissi –“immagino quanto sia geloso il suo ragazzo!”- assunsi un’espressione ancora più interessata guardandolo leggermente con la coda dell’occhio.
-“È geloso persino di me!”- disse, ignaro, Matt.
Bingo. Finalmente ero riuscita a scoprire almeno questo. Ma non abbassai ancora la guardia, insomma lei a quanto pare era fidanzata... ma Harry?.
Nel frattempo Harry si era svegliato e si guardò intorno con aria spaesata, poi prese i suoi vestiti e si alzò frettoloso.
Così posai velocemente i soldi del caffè sul bancone e presi gli occhiali da sole, intenta almeno ad incrociarlo.
-“Grazie Matt”- gli accennai un sorriso.
-“Ma di cosa? Dai riprenditi i soldi.. te lo offro io”- ricambiò il mio sorriso.
Sorrisi forzatamente, avrei voluto insistere che accettasse i miei soldi, ma fremevo nell’incrociare Harry, che pian piano si stava allontanando sempre più.
-“Grazie ancora”- mi voltai e feci per andarmene.
-“E di che.. ci vediamo stasera!”- mi disse Matt con tono leggermente più alto di modo tale che fosse certo avrei sentito.
Arrestai di colpo il mio passo spedito. Stasera? Divertirsi? Mi voltai facendo un sospiro.
-“Perché cosa c’è stasera?”- chiesi confusa.
-“Non avete ancora visto la bacheca nella Hall? Comunque ci sarà la serata Karaoke al piano bar”- mi rispose.
-“Ah.. Ehm.. Perfetto, allora a stasera”- sorrisi e ripresi frettolosa la mia direzione, ma vidi Harry che con la mano stava accompagnando la porta della terrazza per chiuderla. Cambiai strada e mi diressi da Adry all’ombrellone.
Mi sdraiai sul lettino e le sfilai una cuffietta dall’orecchio.
-“Dimmi sono tutta orecchie come si chiama il barista?”- disse tutto d’un fiato con ancora gli occhi chiusi.
Scoppiai a ridere:-“Dai scema! Non ti sfugge proprio niente eh”.
-“Su dimmi dimmi, sono curiosa”- insistette.
-“Ma niente di che non ti credere! Si è soltanto presentato e mi ha offerto il caffè tutto qui..”- le risposi.
-“Ah e lo dici così?”- disse mettendosi seduta sul lettino per guardarmi meglio –“c’è ti ha offerto il caffè.. è praticamente palese che ci abbia provato!”.
Sorrisi: -“Lo so va bèh però...”- farfugliai.
-“Dimmi nome? Età? Numero di scarpe?”- chiese lei curiosa.
Mi misi a ridere:-“Allora.. Si chiama Matt, ha ventitré anni e... il numero di scarpe cosa centra scusa?!”- le chiesi confusa.
-“Ma come vuoi mettere? Più il numero è grande meno tacchi entrano nella scarpiera!”- disse con espressione seria.
-“Dai quanto sei scema!”- scoppiai a ridere.
-“Va bene e quindi? In conclusione?”- mi domando scrollando le spalle.
-“E quindi niente.. è simpatico..”- le risposi vagamente. Davvero pensavo fosse simpatico, ma no, non era il mio tipo.
-“Mh.. Questo ‘è simpatico’ sta per ‘è un cesso consoliamolo con la simpatia’ o per ‘è simpatico davvero mi ha fatto morire dal ridere’?”- disse in tono ironico.
Risi: -“Sta per un ‘è simpatico davvero’. Oddio non mi avrà fatto ‘morire dal ridere’, ma è simpatico lo stesso!”- scrollai le spalle, poi continuai –“comunque mi ha detto che stasera ci sarà la serata Karaoke al piano bar e noi ci andremo”- dissi con tono convinto ed entusiasta allo stesso tempo. Magari i ragazzi avrebbero potuto cantare...
-“Io vado a farmi un bagno vieni con me?”- propose Adry.
-“Arrivo”- mi tolsi i vestiti e la seguii.
•Più tardi•
Erano ormai le sei del pomeriggio e questo era l’ennesimo bagno che facemmo, il caldo oggi era insopportabile.
Uscimmo dall’acqua, mi avvolsi nell’asciugamano, infilai le ciabatte e presi la borsa seguita da Adry che stava facendo lo stesso.
-“A dopo!”- dissi a Matt passando davanti al chiosco per rientrare in Hotel.
Scendemmo in appartamento a cenare, mentre io iniziavo a cucinare –o meglio apparecchiare, affettare il pane, riempire la brocca e mettere l’acqua sul fuoco-, Adry andò a farsi il bagno, e quando uscì invertimmo i ruoli: lei ai fornelli e io a mollo.
Ci sedemmo a tavola iniziando a mangiare, quando mi squillò il cellulare. Il quale non trovavo.
Lo cercai in salone mentre mi leccavo la punta delle dita, ma non c’era così corsi in camera. Che p***e proprio mentre una persona sta mangiando, tempismo perfetto!
-“Ciao Dianne!”- dissi ad alta voce una volta scovato il telefono –“si tutto bene”- le dissi mentre tornavo a tavola –“si si, i fascicoli siamo andate a ritirarli”- tentai di mangiare un altro boccone ma fui costretta a rispondere –“si tutto ok, abbiamo cominciato a compilarli”- alzai gli occhi al cielo, Adrienne aveva quasi finito di mangiare e a me toccò rispondere all’interrogatorio di Dianne.
Quando finalmente riuscii ad attaccare –dopo un quarto d’ora- la cena si era ormai freddata. Perciò presi il piatto e lo lasciai in cucina per raggiungere Adry in camera che aveva iniziato a prepararsi.
Stavolta ero stata più veloce del previsto nello scegliere i vestiti e mi sedetti davanti alla toletta.
-“Senti ma... come mai ti stai truccando?”- chiese Adrienne che stava sistemando i vestiti nel cassetto mentre io ero intenta a mettere il mascara con la bocca semiaperta. Lei mi conosce bene, e sa che raramente, molto raramente, mi trucco. Se accadeva era o per Capodanno, o per qualche compleanno, o quando c’era un ragazzo che mi interessasse.
Mi prese alla sprovvista e con una semplice domandina mi mise alle strette.
-“Ehm..”- deglutii e dissi a mezza bocca –“aspetta un attimo che finisco di mettere qui…”.
-“Tracie non fare finta di niente! Capodanno di certo non è, di compleanni non credo ce ne siano.. ed è già la seconda sera che ti trucchi.. Su, avanti spara chi è?!”
Merda. Di certo non potevo mica dirgli di…
-“Ehm.. Matt”- dissi con un sorriso disperato. Ma che diamine mi sta dicendo la testa? –“ehm sì, Matt.. credo che sia.. ecco.. carino”- la guardai con un’espressione che sembrava volesse convincere più me, per la stronzata che avevo appena sparato, piuttosto che lei.
Mi si avvinghiò al collo con uno scatto fulmineo, stringendomi con tutta se stessa.
-“Lo sapevo io che non era solo ‘simpatico’!”- disse tutta contenta.
Non potevo ancora dirgli di Harry, e Matt fu la prima persona credibile che mi passò per la mente. L’avevo scampata, anche se adesso credeva davvero che mi interessasse.
Si fecero le dieci ormai, perciò raggiungemmo il piano bar fermandoci in Reception per chiedere informazioni su dove fosse.
Entrammo in una sala nella quale padroneggiava il colore bordeaux, i tavoli rotondi erano illuminati da centro tavola di candele rosse. Infondo alla sala c’era un piccolo palco in legno con un pianoforte ed un ampio proiettore alle sue spalle. Al piano era seduto un signore di mezza età che avrebbe intrattenuto la serata.
Ci sedemmo ad un tavolo in seconda fila, al quale erano già accomodate due coppie di signori, ma d’altronde furono gli unici posti liberi.
-“Signorine desiderate bere qualcosa?”- ci chiese un cameriere passando al tavolo.
-“Per me un acqua tonica con limone. Grazie”- gli risposi.
-“E per me un Mojito. Grazie”- gli disse disinvolta Adrienne. La solita.
Nel frattempo ero alla ricerca dei ragazzi, i quali vidi seduti a due tavolini dopo in nostro. Con loro erano seduti anche Matt e Jhavaad.
Matti si voltò nel preciso istante che io stavo guardando in quella direzione, e mi guardò fisso dritto in faccia come se già sapesse che io ero seduta proprio lì. Mi salutò con la mano e mimò un ‘Ciao’ con le labbra.
Feci un sorso dalla mia acqua tonica e ricambiai con un sorriso, poi mi voltai verso Adry portandomi una mano in fronte. In quale situazione mi stavo cacciando?
-“Cos’è l’acqua tonica ti ha dato alla testa?”- mi disse lei ridendo. Le sorrisi senza dire nulla.
-“Ladies an’ Gentlemen, sono lieto di annunciare l’inizio della serata Karaoke”- disse l’intrattenitore alzandosi e avvicinandosi agli spettatori –“vediamo chi stasera sarà il fortunato o fortunata che verrà a cantare con me sul palco!”- continuò.
Dei faretti luminosi cominciarono a roteare sulle teste di noi spettatori.
-“Signorina cosa sta bevendo lei tutta concentrata?”- disse al microfono con il dito puntato verso il pubblico. Sentii delle voci ridacchiare.
Mi voltai. La sala era tutta buia e solo le candele facevano una fioca luce, Adry aveva un faretto puntato in piena faccia ed era intenta ad afferrare con la lingua un cubetto di ghiaccio rimasto sul fondo del suo secondo Mojito.
Pian piano le abbassai il braccio che portava il bicchiere alla sua bocca.
-“Dico proprio a lei!”- disse l’intrattenitore ridendo.
Non aveva ancora messo a fuoco la situazione.
-“Ehm.. un Mojito”- gli rispose lei con tono incerto.
-“Venga, mi raggiunga sul palco e diamo inizio alla serata!”- la incitò l’intrattenitore.
Portai una mano davanti la bocca evitando si sbraitare in una sguaiata risata. Adry si alzò impacciata, si sentiva alquanto osservata. Raggiunse il palco e l’intrattenitore le porse un altro microfono.
-“Ehm.. Sera”- disse imbarazzata con voce flebile.
-“Allora stasera ho il piacere di iniziare la serata con…”- si voltò verso di lei invitandola a presentarsi.
-“Ehm.. con me!?”- gli rispose Adry sorridente con espressione ovvia.
Dio mio. Mi portai una mano davanti gli occhi abbassando lentamente la testa. Non mi dire che era già ubriaca?
In tutta la sala si levò una risata generale, compresa quella dell’intrattenitore al microfono. Adry che ‘poverina’ si guardava intorno con un sorriso forzato senza capire realmente quale fosse il motivo per il quale ridessero. Io stavo morendo dal ridere vendendola impotente sul palco mentre teneva con due mani il microfono sotto al mento, mi stava facendo tenerezza.
-“E allora, signorina Me.. iniziamo!”- disse lui interrompendo le risate e senza creare ulteriori imbarazzi.
Cominciarono a cantare, poco dopo Adry si sciolse cogliendo con perspicacia lo spirito della serata.
Era stonata, ma le parole del testo le sapeva a memoria, perciò senza bisogno che le guardasse sul proiettore si rivolse verso di noi coinvolgendo tutta la sala a partecipare alla sua esibizione. Non smettevo di trattenere le mie risate, mi voltai verso i ragazzi e anche loro non facevano altro che guardarla divertiti.
 
•Harry’s POV•
Adrienne era troppo simpatica, in pochi minuti era riuscita a coinvolgere tutta la sala senza usare quella simpatia forzata.
Noi non smettevamo di ridere, in particolare Liam che mi era seduto affianco e mi scuoteva il braccio per dirmi di guardare ciò che Adrienne faceva, anche se lo stessi già facendo. Era da un po’ che non lo vedevo ridere in maniera così spensierata.
Spostai lo sguardo su Tracie, se non sbaglio si chiama così, l’amica di Adrienne, ed era rimasta al tavolo da sola in compagnia di quattro signori anziani, che non credo conoscesse perché da quando arrivarono non scambiarono parola.
Riuscivo a malapena ad intravederla, ma il suo sorriso lo notai, e come.
Aveva una risata spontanea che cercava di camuffare portandosi una mano davanti la bocca, forse per non risultare esagerata.
Si voltò di scatto come se avesse avuto la sensazione di sentirsi osservata e inchiodò i suoi occhi nei miei continuando a sorridere. Inconsciamente mi voltai di scatto riportando la mia attenzione sugli altri che ridevano. Portai il bicchiere sulle labbra e con la coda dell’occhio ributtai uno sguardo su di lei, che però era tornata a guardare in direzione del palco.
 
•Tracie’s POV•
Mi sentivo insistentemente osservata dal tavolo dei ragazzi, sapevo fosse Matt e infatti cercai di trattenermi per non riguardarlo. Non volevo farcelo credere.
Ma l’istinto prevalse e mi voltai.
Mi ripresi dalle mie risate appena i miei occhi non incrociarono quelli di Matt, ma di Harry.
Rimasi stupita e ricambiai il suo sguardo con un sorriso ebete. Quando lui, però, si voltò velocemente riportando gli occhi sui ragazzi.
Adrienne rapì subito la mia attenzione senza darmi la possibilità di elaborare quello che era appena successo.
-“E adesso lascio il posto a questi ragazzi al primo tavolo per proseguire la serata. Forza salite su e fate del vostro meglio!”- gli disse ammiccando dal microfono, rivolgendosi proprio a loro.
Scese dal palco e mi raggiunse al tavolo, mentre Liam, Harry e Zayn si alzarono per raggiungere il palco.
Iniziarono a cantare una loro canzone, il cuore mi esplodeva di battiti, poi guardai Adry che batteva le mani a ritmo della loro musica.
-“Sono bravi veramente! Non immaginavo cantassero così bene!”- mi disse avvicinandosi al mio orecchio e rompendomi un timpano. Possibile che non li avesse ancora riconosciuti?
-“Questa canzone l’hanno mandata l’altro giorno alla radio, ma loro la cantano decisamente meglio!”- continuò.
Quando disse così mi misi a ridere, che loro cantassero meglio una canzone che loro stessi cantano era il colmo.
Finirono la ‘performance’ e dopo di loro ci furono altre esibizioni. Quando la serata finì proposi ad Adry di andare in terrazza, per sdraiarci su un lettino a prendere l’aria fresca e lei mi assecondò.
Mentre camminavamo per i corridoi dell’Hotel la sentii canticchiare tra se e sé il ritornello della canzone dei ragazzi. Mi scappò automaticamente un sorriso.
 
•Adrienne’s POV•
Salimmo in terrazza. Nel frattempo canticchiavo la canzone che avevano cantato prima Liam, Harry e il moretto. La loro esibizione mi aveva divertito molto.
Sentivo la testa un po’ pesante, avevo bevuto due cocktail è vero, ma non ero ubriaca da non ragionare o ricordare. E specialmente di una cosa non potevo dimenticarmene...
-“Tracie.. Credo anch’io di avere un certo interesse...”- le dissi.
Lei alzò la testa di scatto, assumendo un’espressione che mi sembrò preoccupata.
-“Cos’è quella faccia?”- le chiesi.
-“Quale faccia? Ho solo alzato la testa per ascoltarti meglio..”- scrollò le spalle, ma mantenendo sempre quella espressione.
-“Sai.. Stasera ho notato una cosa mentre ero sul palco..”- continuai.
-“Cosa?”- mi chiese impaziente di sapere.
-“Quel ragazzo ha una risata unica.. c’è stato uno scambio di sguardi. E poi non pensavo che proprio lui.. ”-dissi.
-“Ma chi?!”- mi domandò sgranando gli occhi.
-“Quegli occhi mi hanno stregata.. Non l’avrei mai detto.. conoscendomi poi”- continuai.
-“Ma di cosa stai parlando? E di chi poi?!”- domandò insistente.
-“Fidati di me non sono ubriaca, sono lucida quanto basta per queste cose. Ci credi tu al colpo di fulmine? Bèh io dopo stasera credo proprio di sì”.
-“Cavolo Adry ma vuoi dirmi chi è?!”-mi disse alzando il tono.
-“Liam..”- alzai lo sguardo e puntai i miei occhi dritti sul suo volto.

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