Ronnie Stewart

di BeAWriter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Curo ***
Capitolo 2: *** It was a flash? ***



Capitolo 1
*** Curo ***


 

1. Curo
 



“Un pacchetto di Malboro, perfavore.”
Il tabaccaio resta a fissarmi come se gli stessi chiedendo una pistola per uccidermi nel suo Tabacchino. Insomma, mi son fatta 500 km minimo per arrivare fino ad una tabaccheria di città ed ora questo non si muove nemmeno? Ma per chi diavolo mi ha preso?
“M-ma tu s-sei Ronnie St-t-tewart?” borbotta tremante indicandomi con l’indice.
Okay, forse dovrei imparare a chiudere la bocca..dei pensieri. La bocca dei pensieri. Sa’ di molto Poetico. Potrei scriverci una canzone un giorno. “Possibile che mi scambiate tutti per mia sorella gemella solo quando ho i capelli sciolti? Quando li ho legati nemmeno se stessi morendo d’asma mi guardate.” Urlo dando un pugno forte al bancone, guardando minacciosa il vecchio sconvolto. “Un pacchetto di Malboro.” Ripeto accentuando un sorrisetto innocente. Quanto diamine di tempo ci vuole per un pacchetto da dieci sigarette? “Ecco a lei.” Mi porge il pacchetto, ancora perplesso.
Okay, basta. Saluto, pago ed esco al più presto da quel cavolo di posto per raggiungere la mia affascinante e preziosissima Ferrari (una Land Rover pezzotta e sfasciata). Metto in moto il motore e faccio marcia indietro cercando di non investire nuovamente un Dugongo. Non ho ancora capito se era un Dugongo o un gatto a strisce arancioni. Sembrava più mia nonna sulla sedia a rotelle che gli ho regalato l’anno scorso. Per le pantere più feline! Sì, era decisamente un buon regalo. Sento bussare al mio finestrino violentemente e per poco non schiaccio l’acceleratore e rompo il Tabacchino del vecchio dallo spavento.
Abbasso gli occhiali da sole per vedere chi diavolo sia il pazzo, ora. Oh, Zayn Malik. Abbasso velocemente il finestrino.
“Ma cosa diavolo ti prende, sei un coglione? Aspetta, rispondo io: si che sei un coglione.” Urlo isterica.
Si lascia scappare una risata e poi arriva al sodo: “Mi accompagni a casa?”
“No.”
Faccio per rialzare il finestrino, ma lui mette un braccio in mezzo che per poco non tagliavo a metà. L’avrei potuto appendere a casa. Tanto non gli serviva, con tutti quei tatuaggi l’aveva già perso, il braccio.
“Eddai, Leee.” Mi supplica con una delle sue facce da cucciolo di scimmia. Perché mi è capitato un migliore amico così?
“Tu non vuoi un passaggio, tu vuoi le mie sigarette, Malik.” Sbuffo spazientita fissandolo con aria di sfida.
“Può darsi..” sospira lui, triste.
Certo, molto triste, eh. Potrebbe fare l’attore.
Apro le sicure con uno scatto e gli faccio cenno col capo di salire prima che l’avrei pestato.
Sorride soddisfatto e non perde tempo a salire e ad “accomodarsi” con il mio pacchetto di Malboro già aperto in mano.
Non più di due.” Gli ordino mettendo in moto nuovamente quel rottame.
Zayn J. Malik è quel tipo di migliore amico che oltre a rubarti le sigarette, ti ruba anche il tempo. Penso che persona migliore non la potrei mai trovare, insieme a Charlotte. Sono i miei due migliori amici, non riuscirei ad abbandonarli nemmeno due giorni, che immediatamente mi mancherebbero, siamo praticamente uniti e stupidi. Io non proprio così stupida (certamente), ma loro..il massimo. E li adoro proprio così come sono.
Zayn ha un look un po’ tamarro, ma in realtà una mosca sarebbe più tamarra di lui ed un lottatore Sumo messi insieme. Veste sempre con vestiti tipici firmati e la mattina si sveglia non so’ quante ore prima dell’Alba per acconciarsi i capelli.
Charlotte (o come la chiamo io: Lottie), invece, è esattamente identica a me, riusciamo ad intenderci da ogni sguardo o anche minimo cenno. Siamo entrambe abbastanza solari; se Zayn stesse ascoltando i miei pensieri, direbbe: “Sono praticamente delle drogate”, ma questi sono dettagli. Rispetto a me, Lottie però è più maschiaccio e..

Tonf
“Merda!” urlo in preda al panico.
“Merda alla seconda!” mi segue Zayn, immobilizzato.
Ti prego Dio, fa che non è così, fa che non ho sfasciato un’altra macchina, verrò in Chiesa più volte, lo prometto. E leggerò la Bibbia. Ed imparerò i dieci comandamenti una volta per tutte.
Mi affretto a scendere dalla macchina agitata.
Sento Zayn iniziare a sghignazzare rumorosamente dietro le mie spalle.
“A volte mi chiedo come tu abbia ottenuto la patente, Lee.”
Grazie del conforto, migliore amico.
Ho appena distrutto un’auto costosissima, cazzo! Non può rimanere serio per almeno poco più di un secondo?
“Io invece sono tormentata da un dubbio giorno e notte, Malik.”
“Spara.” Mi incita, ridendo e pronto ai peggiori insulti.
“Quando Dio distribuiva la serietà.. TU DOV’ERI?” Sputo tra i denti, infuriata.
Scoppia a ridere, come sempre, mentre è incentrato a spegnere la sigaretta. Meno uno. Tengo il conto, non più di due, Pakistano.
“Okay, ho un’idea.”- faccio per schiacciare la sigaretta col piede, poi continuo- “Scappiamo, finché siamo in tempo!”
Corro verso la macchina e metto in moto senza dare tempo a Malik che, a quanto posso vedere, è concentrato su una bionda piuttosto che a salvare la vita alla propria migliore amica. Da dove diavolo è sbucata questa? Ora mi sente.
“Zayn, devi smetterla, tanto non ci viene nessuno a letto con te. Sali in macchina ora e scappiamo, soprattutto da quella bionda rifatta!” gli ordino furibonda.
Sembro non andare poi così a genio a Barbie, perché mi si avvicina furtivamente con una faccia di cane stampata in volto.
“Prima però – sputa, inarcando un sopracciglio – Mi devi 3000 euro di risarcimento, mora.”
Oh merda.


“Ed ora?” ripeto per l’ennesima volta, gironzolando avanti ed indietro per la stanza.
Lottie mi fissa spazientita, mentre Zayn continua a non fregarsene minimamente. Che amici.
“Trovati un lavoro!” urla, innalzando le braccia in aria, Lottie.
“Charlotte..tu hai avuto una..PESSIMA IDEA. Zayn, tu che non fai un cazzo dalla mattina alla sera, potresti dare un consiglio a colei da cui rubi le sigarette?” chiedo con tono sarcastico.
“Sei tu che non mi hai fatto convincere la bionda, ci ero quasi riuscito.” Risponde con un gesto secco.
A quanto pare, sono completamente nella merda, ecco cosa.
Mi siedo sbuffando accanto loro sul divano ed inizio a pensare.
“E tua zia? Quella miliardaria..Zia..Polly?” borbotta Lottie, pensierosa.
Mi alzo di scatto dal divano e corro verso il telefono. “Lottie, sei un fottuto genio.

“Zia Polly!”
“Lee!”
Che tono felice..wow.
“Ti stavo giusto pensando..” sospira entusiasta dall’altra parte del telefono.
Zia Polly che pensa? Ma soprattutto: a me?
“Davvero? E perché?” chiedo perplessa.
“Nulla..Nulla..Sai, ti voglio bene ed una zia pensa spesso alla propria nipote..soprattuttosetuasorellagemellascappaemiserviperfingerechetusialei.”
Eh?” strillo strozzata.
“Ti prego, Lee, ci servi, contiamo tutti su di te. Ronnie è scappata, ne ha fatta una delle sue e sarebbe una catastrofe se qualcuno verrebbe a saperlo!” inizia a lagnarsi.
“E cosa dovrei fare io, scusa?” alzo un sopracciglio, mentre mi verso dell’acqua fresca in un bicchiere ed inizio a sorseggiare.
“Emh..fingerti che tu sia lei..sai, siete completamente identiche essendo sorelle, è solo finché non l’avremmo ritrovata!”
Per poco non mi affogo con l’acqua, che subito dopo inizio a sputacchiare per tutta la cucina, tossendo rumorosamente ed attirando l’attenzione di Lottie e Zayn stupiti.
“Tu, Zia Polly Miliardaria, stai chiedendo a me, Lee Stewart di Campagna, di fingermi Miss Contosoloio Ronnie Stewart di Reggia? Mi prendi per il cu..ro?”
“Curo?”
“Giapponese, Zia, ho imparato il Giapponese.” Improvviso, sedendomi accanto a Lottie, con la bocca spalancata.
“Oh, ma è perfetto, Lee! Almeno avrai meno difficoltà nelle interviste Giapponesi!” urla euforica.
“No, Zia, mi dispiace, non verrò lì. Scusa.”
Sto’ per riappoggiare la cornetta al suo posto, quando sento un urlo che mi fa sobbalzare violentemente.
Ma è impazzita?!
“TI DARO’ TUTTO CIO’ CHE VUOI!” urla iperpreoccupata
“Tutto ciò che voglio..?” la imito, mordendomi il labbro inferiore.
Mi volto verso Zayn e Charlotte che mi guardano con occhi luminosi e due sorrisi da ebeti.
“..Anche 3..4000 euro?” bisbiglio iniziando a mordermi le unghie nervosamente.
“Avrai un assegno pronto domani!” esclama speranzosa.
Osservo un’ultima volta i miei due amici, poi sorrido, soddisfatta.
“Affare fatto, Zietta!” rispondo decisa.
“Perfetto, manderò un Aereo privato domani mattina a prenderti per le 5:00, non preoccuparti del look, a quello ci penserò tutto io.” Mi comunica, prima di riattaccare, senza che io potessi protestare.
Dio, fa che non muoia entro la ricomparsa di quella sbandata di mia sorella, ti prego.


Curo!
Okay, ormai mi son affezionata a questa parola, pardon, ahahahaha.
Allora: prima di tutto, voglio precisare che questa fan fiction è un po’ ispirata a “Monte Carlo”, il film con Selena Gomez, ne avevo visto un pezzo e nulla, mi è piaciuta l’idea.
Il resto sarà tutto completamente differente.
Anche perché non ho visto il finale, quindi, lol.
Nulla, non so’ chi diavolo leggerà questa fan fiction, ma se tu lo stai facendo e ti è piaciuta almeno un po’, ti voglio bene (?)
Ci saranno molte cose esilaranti col passare del tempo, non so’ se sbucheranno tutti i ragazzi, ma so’ che di certo la mia intenzione è farvi divertire, quindi non abbandonatemiiii!
Poi mi scuso se è un po’ minuscolo, ma dovevo stringermi o scrivevo un papiello (in napoletano’’papiro’’), come questo ‘Curo’, ehehehe.
No, seriamente, ora vi lascio. Se ci tenete o avete voglia, fatemi sapere che ne pensate di questo inizio, se ci sono errori ecc.
Besos!

P.s.
Se vi interessa, su twitter sono @edwardsgiuliet. Contattatemi quando vi pare, che mi sento sola come una melanzana (sempre che siano sole).
Air revoir, dinuovo


Mar.

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Capitolo 2
*** It was a flash? ***




 

 2. It was a flash?
 

"Quando ami una persona, quando la ami veramente,
il tuo peggior nemico non è il suo sentimento, ma la paura."

Crediti banner @liamsoath, grazie mille, bella.



 

“Sai di averle chiesto 4000 invece di 3000, vero?” mi sussurra Lottie mentre carica i bagagli sull’aereo.
Lo so’, mia cara, lo so’.

“Bhè, 1000 miei li devo avere io, no?” rispondo imitando l’insulsa vocina di mia sorella.
Tanto non fa male a nessuno, se campo un po’ più lussuosamente.
“Tuoi? 500 mi spettano di diritto, per aver caricato quella valigia lì sopra.” Urla Zayn sbucando da dietro.
“Veramente, tu sei già in debito con me di 500 euro per le mie sigarette, Malik bello.” Preciso, andandomi a sedere su una delle poltrone per provare se sono comode abbastanza.
Ehi, sentite, io sono Ronnie Stewart, ho bisogno di comodità.
Smettila, Lee.
“Hey, mi mancherete da morire.” Bisbiglio, aprendo loro le braccia e andandogli incontro.
Entrambi mi abbracciano forte e mi sussurrano al unisono “Anche tu.”
“Fortuna che c’è Skype.” Ridacchia Lottie. Io e Zayn la seguiamo a ruota.
Che tristezza, non voglio abbandonarli, ma è il modo meno complicato per ottenere quei soldi.
Cioè, almeno lo spero.


“Allora Lee, o meglio, Ronnie..” - inizia la mia cara ed adorata zietta avvicinandosi alla poltrona dove sono comodamente seduta. - “Dobbiamo cambiare il tuo look.”
Sbalzo dalla poltrona.
“Cosa?” sibilo impaurita.
“Dai, Ronnie è una star, non può vestirsi come i contadini, Lee!”
Il mio look è da contadina? Ma tu guarda questa..cura. Stupida parola evita parole di poca finezza.
Zia Polly si alza con passo felpato e ritorna da me in un batter d’occhio con una massa di vestiti costosi ed appariscenti, poi apre quella boccaccia: “Il bagno è in fondo a destra.”
Oh mio Dio.

Dopo un’ora circa di acconciature al volto, capelli, look, mani e persino piedi, sono pronta e già siamo arrivati?!
Ditemi che non è vero, non ho potuto leggere nemmeno un dannato capitolo del libro che mi son comprata due giorni fa. Tutto questo è altamente, profondamente ingiusto.
Scendo dall’Aereo aggiustandomi la ciocca della frangetta a destra e seguo Zia con tre o quattro guardie del corpo. Okay, devo solamente comportarmi come Ronnie, non è poi difficile.
Cammino tranquillamente per un paio di metri, quando vengo assalita da flash e gente urlante di ogni genere. Oddio, devo rispondere alle loro domande? Cosa faccio?
Fai quello che farebbe Ronnie, Lee!
Giusto, grazie, mente geniale.
“Signorina Stewart, dov’è stata in questo tempo?” mi domanda un ragazzo, con sguardo sospettoso.
“Sono stata da una mia cara amica, ci siamo divertite molto.” Rispondo accennandogli un sorriso.
Lui scuote la testa scosso e mi guarda come se avessi ucciso qualcuno.
Oh mamma, ho ucciso davvero qualcuno?
Mi guardo intorno per capire se ho combinato qualcosa o è un problema mentale del tipo.
Mia zia, fortunatamente, se ne rende conto e mi prende per mano, sussurrandomi un: “non devi rispondergli. A nessuno di loro.”
“Ma è il loro lavoro, ci guadagnano con quello!” sussurro anch’io in risposta.
“Non importa, il loro lavoro è quello di rovinare il tuo. O meglio, quello di Ronnie.” Precisa accennando una smorfia.
Senti, vaffancuro.
Sì, questa parola funziona decisamente.
Raggiungiamo una SUV nera e ci entriamo velocemente.
Che figata, ha i vetri oscurati, di quelli in cui io posso vedere loro, ma loro non me.
Guardo fuori dal finestrino e rivedo il ragazzo di prima fissare il finestrino, come se mi potesse vedere. Sussulto.
Ora che ci faccio caso, è più giovane degli altri che ho visto. Ha degli occhi blu mare, il viso ovale ed i capelli accurati in un ciuffo semplice. E’ strano vedere un ragazzo così giovane fare quel tipo di lavoro.
Anche a me ogni tanto mi rincorrono dei paparazzi scambiandomi per mia sorella, ma non ne ho mai visto uno inferiore ai 30 anni.
Continuo a guardarlo dal finestrino, mentre riguarda probabilmente le riprese che aveva registrato,  finché non mettono in moto e andiamo via da quel posto.

“Sta attenta a quel tipo se lo incontri di nuovo, è molto perspicace.” Mi risveglia zia, avvertendomi.
“Okay.” Rispondo indifferente, tornando a guardare la città da fuori il finestrino.
Londra è così grande e piena di attività. Non è poi così male, infondo.
Un tempo non l’avrei mai pensata così. E’ per questo che sono scappata a vivere in campagna. Mi sembrava così carino, sereno ed isolato. Alla fine, riesco solo a dedurre che è più che isolato e ciò non lo rende così carino. Okay, quello che è fatto, è fatto, ma nessuno mi potrà impedire di godermi un po’ di città in santa pace, ora che sono Ronnie.
E’ strano, è come una nuova vita, ma è bello, a me piace. Per ora.


“Benvenuta, Ronnie!” mi accoglie un tipo, non’appena entro nell’Hotel di lusso.
Leggo il suo nome sul tesserino che porta attaccato al vestito. Orlando.
“Orlando!” esclamo sorridendogli ed andandogli incontro.
“Ma dove eri finita?” mi chiede preoccupato in volto.
“Avevo bisogno di un giorno fuori dalla città, sai, troppo stress..”
“E vedo che ti ha fatto bene! Sei di ottimo umore. Cosa posso portarti in camera?”
Pensa, Lee, qualcosa che vorrebbe Ronnie alle 10.15 del mattino.
“Un bicchierino di Champagne va più che bene.” Rispondo, assumendo un tono più altezzoso, per non dare sospetti.
“Agli ordini. La camera è sempre la 101, come sempre.”
Mi porge le chiavi e si dirige verso quella che presumo sia la cucina.
Okay, devi solo trovare un ascensore.
Alzo gli occhi e vedo l’ascensore proprio davanti me.



Dio, quest’Hotel è qualcosa di incredibile, c’è una doccia da urlo, nel vero senso della parola.
Mi avvolgo nell’accappatoio e mi spazzolo per bene i capelli.
Dio, che nervi, non sono abituata a curarli così tanto, è davvero straziante.
Mi avvicino alla finestra per aprirla di poco e ritorno in bagno, per infilarmi il pigiama.
Okay, non chiedetemi perché ho un pigiama delle mucche. A me piace, ceh.
Faccio per legarmi i capelli, ma un rumore mi fa bloccare.

ERA UN FLASH, QUELLO?

Corro furtivamente verso la finestra e mentre chiudo la tenda, urlo: “Chiunque tu sia, non credo stia rispettando la mia Privacy, sono comunque una cittadina.” Mi blocco per dei secondi, poi cambio tono. “Quindi ti conviene non pubblicare quelle foto.”
“Si, e tu non stai rispettando il mio lavoro, per farti sapere.”
Oh mio Dio, che nervi. Che poi, è appeso ad un albero, per caso, sto’ qui?!
“Quanto credi che ti darebbe il tuo capo per quelle foto?”
“ 500 li raggiungo.”
Oh porca miseria.
Arrivo a passo furtivo alla borsa e prendo 500 euro da dentro.
“Io te li do’pieni, solo se elimini quelle foto.”
Sembra pensarci un po’, poi accetta. “Va bene.”

Sia lodato.


12.00

“RONNIE!” urla mia zia spintonando la folla e raggiungendomi con un sorriso che non mi piace affatto.
“Zia!” sorrido, cercando di calmarla, qualunque cosa abbia combinato.
Mi tira per un braccio e mi trascina fino in bagno, come se fossi il suo cane senza guinzaglio.
“Spiegami perché ci sono foto tue con un pigiama delle mucche per tutto Internet ed un video in cui corrompi un paparazzo affinché non posti quelle foto!” mi sbraita contro.
Oh cazzo curo merda.
“Oddio, le ha pubblicate?” alzo un po’ più la voce, spaventata.
“Indovina come si chiama il paparazzo! Louis Tomlinson, ti rendi conto? Ti avevo detto di stargli alla larga e tu mi combini una cazzata simile?”
Oh, vedo che la finezza non ti manca, zia.
Un momento. E’ lo stesso tipo che ho incontrato all’aereoporto?!
Louis Tomlinson. E’ così che si chiama, quindi?
Bene, non sarò più la buona Lee Stewart.
Preparati ad affrontare Ronnie Stewart, stupido paparazzo prematuro.


Curooh!
Salve lettori e lettrici, sunjdfllkdf.
Allora, inizio inanzitutto col ringraziare @liamsoath su twitter, per il banner, che a me piace da morire. So, thanks!
Poi, ringrazio VOI, perchè seguite questa storia in QUATTRO ed ho ottenuto 2 recensioni.
Quindi a qualcuno piace, omg. 
Poi, nulla, le frasi iniziali che metterò a destra, prima del capitolo, non c'entrano un cavolo con il capitolo.
Descrivono le mie sensazioni nel momento in cui pubblico. Ehehehe.
Sì, sono innamorata, esatto. MARIANNA E' INNAMORATA. 
Sono innamorata di una persona fantastica che incontrerò ad Agosto e non posso desiderare di meglio.
Anyway, questo capitolo ha fatto capire un po' di cosa parla la storia e quali sono i personaggi principali, per ora.
Fatemi sapere che ne pensate, perchè ho sempre paura di scrivere cavolate e davvero, non mi piace.
Ah, mi scuso per aver aggiornato così tardi, colpa sua, mi intratteneva :(
La smetto, ahahahaha. 
Grazie mille ancora a tutti voi che seguite la storia.
Vi amo.

Air revoir,


Mar.
 

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