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Sei mesi dannazione. Sono passati sei mesi e tu ancora non riesci a guardarmi
negli occhi. Sei mesi,da quando sei stata trasformata in un vampiro. Sei mesi da quanto ti abbracciavo,mentre ti contorcevi
sotto gli spasimi del veleno,mentre venivi divorata da un fuoco invisibile. Sei mesi,che tu non mi parli,che cammini,che cacci,ma che
sei priva di vita. Darei di tutto pur di leggerti il pensiero. Non so cosa ti passa per la mente,non so cosa provi,non
so se mi ami,se puoi perdonarmi dopo tutto il male che la mia scelta ti ha
causato. Ti ho lasciata.Ho sbagliato. Ho commesso il più grande errore della mia immortale
esistenza. Un errore che ti è costato la vita.Un errore che ha
significato la distruzione della tua umanità. Non so cos’è successo. Ti abbiamo trovata in fin di vita,mezza dissanguata,con
il veleno già entrato in circolo,che corrodeva i tuoi tessuti,che penetrava
implacabile nel tuo giovane corpo. Dopo tre giorni di infernale agonia,ti sei finalmente
alzata,rinata sotto una nuova forma. Gli aspetti che più mi avevano fatto innammorare di te
però,erano scomparsi,sostituiti da un accecante perfezione. Da quella inumana bellezza,che caratterizza i mostri
della mia razza. Ora anche della tua. Finalmente posso toccarti senza timore di romperti
qualche osso.Posso respirare il tuo profumo senza timore di assalirti,preda di
una furia omicida. Eppure ti sento distante,irragiungibile... Mai mi sei mai stata così vicina eppure così lontana. Cosi vicina,dato che condividi la mia stessa dannazione. Così lontana,come se non provassi più niente. Osservo i tuoi occhi.Due laghi
profondi,imperscrutabili,che come la tua mente mi sono inaccessibili.
Qualche settimana fa è stato celebrato il tuo funerale. Tracce di sangue sono state trovate nel bosco.Impronte
umane,frammenti del tuo dna. Ti hanno dato per morta.Dopo mesi di ricerche,hanno
abbandonato la speranza. Siamo andati insieme a Forks.Solo io e te. Carlisle ed il resto della famiglia sono rimasti ad aspettarci.Protetti
nella nostra casa in Alaska. È stato terribile.Terribile assistere alla commemorazione
della tua stessa morte. Terribile percepire il dolore di quella povera gente. Charlie e Renee erano distrutti. Renee era scossa da tremiti incontrollati,gli occhi
appannati dalla sofferenza. Durante tutta la messa è rimasta a singhiozzare. Il suono del suo pianto costituiva una macabra melodia. Un raccapriciante sottofondo per le parole del prete. “La mia Bella...La mia Bella...La mia
Bella,la mia piccola Bella” continuava a ripetere come una
nenia. Charlie non profferiva parola.Era ammutolito,come
incredulo di fronte all’accaduto. Il suo dolore era ancora più tangibile. Tutta la cittadina si era riunita per dare l’ultimo
addio alla figlia dell’ispettore. Tutti impeccabilmente vestiti in nero. Con abiti eleganti comprati per l’occasione,guanti
di pizzo per le donne,mazzi di fiori in mano,ed espressioni di sincero
dispiacere dipinte sul volto. Una bara vuota con inciso il tuo nome è stata seppellita
nel vecchio cimitero di Forks. Una foto in bianco e nero è stata incastonata nella
cripta. Una foto che ti ritrae sorridente,con le guancie
imporporate da un caldo rossore ed i capelli scompigliati dal vento. Dozzine di fiori la circondano.Camelie,orchidee,violette,crisantemi.
Portati per onorare la tua memoria.Per ricordare la
piccola Bella scomparsa nel nulla. Inghiottita dalle ombre nel bosco,come nella trama di un
film dell’orrore. Già,un film dell’orrore.Il sangue ed i vampiri non
mancano...
Per tutto il tempo,tu sei rimasta impassibile a fissare
quell’orrore. Sei rimasta a fissare i tuoi genitori consumati dalla
disperazione,ad udire i canti funebri,i discorsi d’addio,senza dare segno
di provare una qualche emozione. Dopo la sepoltura ce ne siamo andati. Siamo rimasti a Forks solo qualche giorno. Sei voluta andare da sola nella foresta.Non so a fare
cosa. Non so perche e tu non hai voluto spiegarmelo. Sono rimasto ad aspettarti preoccupato.Rimasto abbastanza
per condividere il dolore di Charlie. Per osservarlo singhiozzare sulla tua tomba,mentre
invocava il tuo nome. Abbastanza per percepire la tristezza che aleggiava in
questa piccola cittadina. L’accusa nei confronti della mia famiglia,il
risentimento e la rabbia,mentre ci giudicano colpevoli della morte di Bella. Credono che si sia suicidata.Sottili bisbigli,sussurrati
lontano dalle orecchie del povero Charlie. Abbastanza per dilaniarmi con il senso di colpa. È colpa mia.È soltanto colpa mia. Ti ho abbandonato ed in un certo senso tu sei morta.La
Bella che conoscevo è stata seppellita insieme a quella bara vuota. Continuo a ripetermelo,eppure non posso smettere di
sperare in un tuo perdono. Dopo alcuni giorni sei tornata. Con i vestiti inzaccherati e ricoperti di fango,i capelli
scarmigliati,ridotti peggio dei tuoi abiti laceri. Ma non ti importava. Eri inconsapevole del tuo aspetto selvaggio,che ti faceva
assomigliare ad un animale feroce. Credevo che dopo esser ritornata,saresti cambiata. Credo che mi avresti permesso di aiutarti,che avresti
sfogato il tuo dolore. Cosa ti tormenta Bella?Perche non ne parli con noi? Perche non riesci più a guardarmi,non riesci più a
fidarti di nessuno. Sospiro.Sono torturato da queste domande,ma non oso
chiedertele. Non oso forzarti,e mi maledico per non essere in grado di
leggerti i pensieri.
Siamo ritornati in Alaska solo da qualche mese,ma abbiamo
intenzione di trasferirci il prima possibile. In qualche cittadina piovosa e poco soleggiata,che però
non ti ricordi troppo Forks. Carlisle sostiene che frequentare un luogo affollato sia
un bene per te. In un luogo dove tu possa dimenticare i tuoi
problemi,abbandonare i fantasmi del tuo passato. “Si sta chiudendo in se stessa Edward.Sta
smettendo di lottare.Lo vedo,sta perdendo la voglia di vivere” Lo so.So che stare questa stramaledetta foresta la sta
uccidendo. Stare così a non fare niente.Ad attendere una reazione. Ci sta uccidendo tutti.La tensione in casa è quasi
palpabile. Tutti si aspettano che Bella esploda,che si metta a
gridare e a distruggere la casa,o semplicemente che fugga alla caccia di una
preda umana. Ma lei non fa niente. Se ne sta immobile ad osservare la pioggia che cade o la
fiammella di una candela. Quando le parlo,si volta e mi sorride. Ma è un sorriso vuoto,spento,che non la sfiora
minimamente.
Assomiglia ad una bambola.Muta e fredda il suo corpo è di
gelida porcellana. Muta e fredda presenziava al suo stesso funerale. Tutti noi siamo rimasti sconvolti dalla sua decisione. Ognuno,dopo la trasformazione,ha dovuto abbandonare
qualcosa,lasciarsi alle spalle gli ultimi legami con la propria umanità. Eppure assistere al proprio funerale...È
tremendo.Perversamente tremendo. Vorrei poterla aiutare.Vorrei fare qualsiasi cosa.Ma è impossibile.
Lei è irragiungibile,separata da me da una lastra di
vetro. “Abbi pazienza Edward.Dalle tempo”mi
sussurra Carlisle. “Ma Carlisle.Che possiamo fare?Lei non mi ascolta.È
come se fosse morta”rispondo disperato. Già,come se fosse morta.Come priva dell’anima. “Bisogna avere pazienza.Vedrai che si
riprenderà” Eppure leggo la preoccupazione,l’incertezza tra i
suoi pensieri. La possibilità di un crollo definitivo.Bella potrebbe
rimanere così per sempre.Non riprendersi mai più. La sola prospettiva è capace di distruggermi. Per questo ho acconsentito a tresferirci anche se ho
paura. Paura.Paura della sua reazione. Paura che di fronte al sangue umano non sia in grado di
controllarsi. Sono in grado di sopportare la sua freddezza. Eppure vederla trasformata in un mostro,con gli occhi
assetati di sangue,e le labra bagnate di veleno… Ho visto cosa la sete può spingerci a fare. Ho assistito Jasper,Emmett in preda alla furia più
totale. Ho visto me stesso,mentre impotente venivo consumato dal
desiderio di sangue. Ma vedere lei.La mia Bella,la mia dolce Bella trasformata
in un assassina. Non ne ho il coraggio. Sono terrorizzato di vedere il suo bel viso contratto in
una maschera sovraumana. Sarò capace di proteggerti da te stessa? Sarò capaca di aiutarti,anche quando ti rivolterai contro
di me,quando urlerai di essere saziata? Non lo so.Non so neanche cosa sei diventata. Non so cosa provi,non so cosa ti è capitato. Non so se ami o se mi odi,o se mi reputi colpevole di
quello che ti è successo. Cos’è successo?Tutti se lo domandano. Alice non l’ha previsto,perche?Ha visto il suo
corpo giacere dissanguato nella foresta. Ma non ha visto l’artefice di tutto cio.Non ha
visto il mostro che l’ha creata. E Bella naturalmente non parla.Non dice niente,come se
non fosse mai accaduto. Perche?Perche continuo a domandarmi. Quando siamo tornati a Forks non ho resistito
all’impulso di intrufolarmi nella sua camera,per cercare qualcosa. Qualsiasi cosa che spiegasse il suo comportameto,la sua
apatia. Ho frugato dappertutto.Non ho trovato quasi niente. Solo vestiti impregnati del suo irresistibile
odore,vecchi ricordi,vecchi momenti… Foto,Cd musicali,Album fotografici che ritraevano Bella
da piccola,con in bocca un grosso ciuccio rosa. Bella bambina con le giancie paffute e colorate. Bella ragazza alcune foto con dei visi sconosciuti,altre
scattate da poco. Avrei voluto portargliele. Portarle quelle foto,portarle i suoi polverosi peluche,le
sue bambole di pezza. Avrei voluto dire:Ti ricordi?Ricordi come eri
quand’eri umana?Perche sei cambiata?Perche hai perso la voglia di
vivere. Ma non l’ho fatto.Non ne ho avuto il coraggio. E poi,prima di andarmene ho notato un asse un po’
malferma del pavimento. L’ho aperta per trovarvi le cose che infantilmente
vi avevo nascosto. Eppure ciò che maggiormente mi ha colpito è stato un
semplice quaderno nero. Io non ve lo avevo mai messo? L’ho aperto con mani tremanti e l’ho
sfogliato,fino ad impararne ogni riga a memoria. Fino ad impremere nella mia mente ogni singola macchia di
inchiostro,ogni parola impressa in quelle rugose pagine di carta. E incastrato sotto la copertina di pelle,vi era nascosto
un piccolo braccialetto d’argento. Un semplice bracciale,un bracciale che le avevo regalato
e che non avevo fatto in tempo a nascondere,dato che lo portava sempre addosso.
Non ho potuto abbandonarle. Sono fuggito da quella camera con il diario ed il
bracciale,correndo fino al ciglio del bosco,intento ad aspettare il ritorno di
Bella. Quel ritrovamente mi ha scosso profondamente.Ne ho fatto
parola solo con Alice. Anche se non le ho permesso di leggerlo.Era troppo
personale. Dentro vi erano racchiusi i segreti di Bella.Segreti che
io non mi facevo scrupolo a violare. Desideravo talmente tanto comprendere la verita,poterla
aiutare in qualche modo,che mi ero ridotto a sfogliare di nascosto un suo
vecchio diario. Un diario che si interrompeva il tredici novembre.Molto
prima,di quando Bella era stata morsa. Patetico.Ero patetico,ma ora come ora quel diario era
l’unica cosa che mi legava alla mia Bella. L’unico legame tra me e il mio
angelo.Quell’angelo che si era tramutato in una bellissima bambola di
fredda porcellana,divinamente meravigliosa e tremendamente gelida.
I primi tempi credevo che fosse
solo una fase.Credevo che fossi sconvolta dalla trasformazione,stordita dai tuoi nuovi poteri:i sensi potenziati,la forza
sovraumana… Non ricordo quello che avevo provato. La mia vita umana mi appariva sfocata,i
ricordi sono sbiaditi,e questa vita,quest’esistenza immortale plasmata
dall’incessante sete di sangue,è l’unica che conosco. È normale la sua reazione. Normale.Ha solo bisogno di tempo.Di
tempo per abituarsi alla sua nuova condizione. Ma
la tua non era una reazione normale. Dovevi essere sconvolta dalla tua nuova forza,magari eccitata o inebriata dai tuoi nuovi poteri. E
soprattutto dovevi desiderare il sangue. Sangue.I primi tempi il sangue è l’unica cosa che
conta. L’unico pensiero che ci osessiona,che
detta impulsi irrefrenabili e che guida le nostre menti inesperte. Invecie tu eri tranquilla,immobile.
Immobile permettevi ad Alice di
giocare con il tuo corpo. Immobile lei ti vestiva come una bambola,ti acconciava i capelli in una moltitudine di treccine,e
colorava le tue guancie con del belletto profumato,per riprodurre quel caldo
rossore che mai più avrebbe sfiorato la tua pelle di ghiaccio. Sembravi calma.Fin troppo calma e tranquilla. Ce ne siamo accorti in ritardo. Eravamo fin troppo felici di riaverti fra noi,viva,e non logorata dal desiderio di uccidere. Troppo felici per accorgerci che
eri cambiata,che non eri più la
Bella che avevamo conosciuto.
Entro silenzioso nella tua camera. Non ti accorgi di me,o forse fai
solo finta. Non lo so.La tua mente,proprio
come quando eri umana,rimane per me è un luogo inaccessebile. Stai seduta su una sedia,immobile
a fissare il vuoto. Appari così dannatamente fragile,così
indifesa…
Assurdo.Ora come ora,probabilmente sei più
forte di me,addirittura più forte di Emmett.
Mi fa male.Mi fa incredibilmente male. Ogni volta che ti osservo,vedo
l’apatia,il disinteresse,la freddezza. Sembri come svuotata.Un guscio vuoto,privo
di speranza,che attende impassibile di avvizzire lentamente. Alcune volte vorrei scuoterti,prenderti
per le spalle e gridarti di smettere,di reagire in qualche modo. Di abbandonare
quest’atteggiamento passivo che ti distrugge giorno per giorno. Altre invecie,vorrei riempirti
di baci e di tenere carezze,abbracciarti e consolarti,riscaldare il tuo bianco
corpo che ora è diventato freddo e gelido come il mio. Vorrei baciarti fino a farti dimenticare tutta la
sofferenza,tutto il dolore che hai dovuto sopportare. Eppure tu non me lo permetti. Ogni volta che ti accarezzo,che
ti sfioro anche minimamente ti ritrai spaventata...Non riesci a guardarmi negli
occhi. Non riesci più ad incontrare il mio sguardo,anche solo per un istante. Perche fai così Bella,perche? La Bella che ho amato avrebbe combattuto fino alla fine. La Bella che conoscevo era sempre così energica ed entusiasta,dolce ed impacciata,pronta a battersi per per difendere ciò
in cui credeva,per salvare una persona cara. Ora sembra che non te ne importi niente. Come se avessi rinunciato ancor prima di iniziare,ancor prima di comprendere appieno i limiti della tua
condizione vampirica. Ti sei arresa.E nullla ha più
importanza per te. Nulla.Ne le mie parole,ne la mia
presenza. Sembri tollerare a malapena la mia vicinanza come quella
degli altri. Non hai bisogno noi. E ciò che mi fa ancora più male è che non hai bisogno di
me. No,sono io ad avere bisogno di
te.Io che ho un disperato ed egoistico bisogno di te. Non posso vivere senza di te.Non posso accettare di
abbandonarti,di perderti per sempre. Per questo non riesco a lasciarti.Anche se vedo
l’indifferenza,anche se so che sei rimasta solo
per semplice abitudine. Non posso. “Bella?”ti chiamo in un sussurro. Ti volti lentamente.Sei bellissima. Il desiderio di baciarti è irresistibile,ma non oso… Non oso per paura della tua razione. Del ribrezzo,dei tremiti che ti
scuotono il corpo,se qualcuno osa invadere la tua intimità. “Dovresti andare a caccia.Domani ci trasferiamo in
Nevada. Non credo sia un bene rimanere in astinenza troppo a
lungo.” Annuisci.Non sembri assetata.O meglio non più del solito.
Ti osservo attento e scrupoloso,in
cerca di qualche segno rivelatore. Eppure ciò che vedo è solo la tua pelle bianca,le occhiaie che come tizzoni incandescenti ti marchiano il
viso,e due scuri occhi marroni,profondi ed impenetrabili. “Andiamo?” Ti alzi rapida.È inutile avvertire gli altri.Alice avrà
gia previsto tutto... Ci avviamo verso la
foresta.Camminiamo silenziosi. Mi stupisco ancora nel vederti così agile,così aggrazziata,come se mi aspettassi di vederti
inciampare da un momento all’altro. Ridicolo. Ci inoltriamo
sempre di più nel fitto della vegetazione. Ovunque la natura regna sovrana.Alberi imponenti e rugosi,muschi e
licheni,arbusti verdeggianti che invadono il sentiero. Nessun umano si inoltra in
questo territorio da più di un anno. Nelle sconfinate terre dell’Alaska,è la natura a dominare incontrastata. Eppure tu sembri perfettamente integrata in un ambiente del genere. Cammini rapida e flessuosa,con
delle movenze quasi feline. Arrivati al limitare di una radura mi fermo ad
aspettarti. Non permetti a nessuno di vederti cacciare. Non abbiamo mai affrontato l’argomento,eppure mi hai fatto intendere benissimo che non gradivi la
mia compagnia. Ne
mia,ne quella degli altri. Ti osservo.Per un istante torni quasi ad essere la
vecchia Bella,timida e dolce. Sembri intenta a riflettere.Dopo un po’ mi guardi. Per la prima volta mi dedichi un po’
d’attenzione. Non so se ascolti quello che ti dico.Quando stai seduta
immobile,o quando fissi vacua un punto
indistinto,inizio a parlarti. Non mi aspetto una tua risposta.Non oso sperarla. Siamo quasi riuscire a trovare un compromesso. Non cerco di essere invadente o
di costringerti a prendere delle decisioni,e tu intanto mi permetti di starti vicino,di
osservarti mentre rifletti solitaria. Credo che mi sopporti più degli altri.Alice o Esme non
riescono a vederti quando cadi in quello stato,o a
parlarti senza ottenere una vera risposta. Io mi ci sono abituato.Sopporto il tuo silenzio,grato almeno di poterti osservare di tanto in tanto,di
condividere con te almeno questo. All’inizio,te ne stavi
sempre rinchiusa in camera e questo mi faceva impazzire. Cercavo in tutti i modi di farti tornare come la Bellaumana,di costringerti a provare una qualche mozione,una
nuovo entusiasmo. Era inutile. Ora ho imparato a sopportarlo.Ho imparato a conviverci,e a sperare in qualche piccolo miglioramento. Anche un sorriso,o un lieve
segno di interesse. Forse ora hai deciso di parlarmi. “Non è necessario che mi aspetti”esiti per un
attimo. “Starò via un po’ più del solito.Voglio fare
una caccia abbandondante,prima di partire.” “Oh,vuoi che ti
accompagni?”chiedo senza riflettere. Ti irrigidisci.
“No,non sarà
necessario...”sussurri fredda. Sparisci in un balenò. Rimango a fissare la tua immagine svanire. Mi muovo lentamente.Mi sento improvvisamente stanco. Torno a casa.Non ha senso aspettarti.Non corri nessun
pericolo. Non hai bisogno di me.
Ripercorro il solito sentiero.Arrivo in casa dopo qualche minuto. Trovo Alice comodamente accoccolata sul divano di pelle
nera. “Ciao Alice” “Oh ciao Edward.Non ti
avevo sentito...” Scuote la testa e sorride. Quasi nessuno riesce a coglierla di sorpresa,la mia sorellina vampira. “Dov’è Carlisle?”le
chiedo. Non riesco percepire ne i suoi
pensieri ne il suo odore. Noi vampiri,con i sensi
potenziati dal sangue tenebroso,siamo in grado di udire e di vedere dettagli
che gli umani non possono percepire. Esme è in biblioteca,mentre
avverto ad ovest la presenza di Rose e di Emmett,che cacciano per la foresta. “Oh è andato con Jazz.Credo che dovevano
comprare delle valigie per il viaggio o qualcosa del genere..” Scrolla le spalle. “Comunque perche?Dovevi
dirgli qualcosa di importante?È successo qualcosa?” La vedo preoccupata.Inizia ad osservare timorosa la mia
espressione. I suoi pensieri corrono inevitabilmente a Jazz e a Bella.
Già,Bella.Speravo di parlare con
Carl. Forse è l’unico in grado di aiutarla. L’unico in grado di penetrare le sue barriere di
ferro,di convincerla a combattere,a non lasciarsi
sprofondare nell’oblio. A quanto pare io non sono abbastanza.Non sono in grado di fare niente per
lei. Sono inutile.Anzi,i miei stupidi
tentativi sembrano ottenere soltanto l’effetto contrario. Alice legge i miei pensieri e mi sorride triste.Vedo il
dispiacere offuscarle lo sguardo,il bel viso da elfo
contratto in una espressione afflitta. Sospiro. A volte non sopporto l’intimità forzata del legame
telepatico. Vorrei poter tenere questi pensieri solo per me.Non che abbia da nascondere qualcosa ad Alice. Non lei,così dolce e
premurosa,sempre preoccupata per Bella. Eppure il fallimento,la vergogna
mi bruciano l’animo. Perche mi domando ossessivo?Perche Bella rifiutà
qualsiasi contatto? Perche non sopporta che la tocco?
Ringhio rabbioso.Non posso fare assolutamente niente. “Vedrai Edward si riprenderà.”mi consola
Alice “Dalle tempo.Ha solo
bisogno di riambientarsi un po’...” Tempo.Ma quanto tempo le serve? Almeno se parlasse con
qualcuno,se ci dicesse cos’è successo. Io non ho il coraggio di chiederglielo. All’inizio pensavamo che non fosse bene pressarla,costringerla a rivivere la trasformazione,quei momenti
dolorosi. Eppure forse sarebbe stato meglio.Meglio di questa apatia.
Se almeno mi parlasse... “Lo so Edward.Ma non è
colpa tua” Già.Peccato che la verità è che è solo
colpa mia. Se non l’avessi lasciata,o
meglio se non l’avessi mai conosciuta...Sarebbe stato meglio. Non sarebbe mai divenuta un mostro.Una
potenziale assassina logorata dal bisogno di uccidere. Non avrebbe dovuto sopportare il dolore atroce della
trasformazione,il veleno che come un liquido
incandescente penetrava ne suol sangue,bruciava il suo corpo in un fuoco
invisibile. Non avrei mai dovuto parlarle.Le avevo distrutto
la vita. Se almeno mi amasse
ancora.L’avrei aiutato a sopportare la sete di sangue. Avrei condiviso con lei gli oscuri anni tenebrosi. E
invecie non mi amava. L’avevo condannata ad un’esistenza infernale.
Forse era attratta da me solo perche
ero un vampiro. Bello ed irragiungibile.Proibito. Ma ora che la magia si è infranta,ora
che ha compreso il prezzo da pagare per quest’esistenza di perfezione,che
ha sperimentato sulla propria pelle il dolore e la perdita... Mai più umana.Mai più. E ora,ai suoi nuovi occhi da
vampiro,non le appaio più meraviglioso ed irragiungibile. Non più il suo angelo delle Tenebre. Il suo corpo è freddo e duro come il mio.La sua pelle è
di gelido ghiaccio. Gelido ghiaccio,sono i suoi
occhi caramellati.Gelido ghiaccio è il suo cuore di pietra. Gelida è la sua esprespressione mentre
caccia,mentre annusa frenetica alla ricerca di sangue. Ho creato un mostro.Ancora più terribile degli altri
vampiri… E lei mi odia per questo.Mi odia per
averle strappato l’anima,per averle negato la via al paradiso...
“No Edward non è così”mi sibila Alice. “Smetti di incolparti non è
stata colpa tua.Bella non è un mostro.E sopratutto non ti
odia.Ne sono sicura” Come fai ad esserne sicura?Io
non sono sicuro più di niente. “E allora perche?”le
chiedo disperato. “Edward mi dispiace.Forse...” Si interrompe
e rimane a fissare imbambolata il vuoto. Una visione. Una serie di immagini balena
nella sua mente.Immagini spaventose. Immagini che io sono costretto a condividere. “Edward!”mi urla Alice. Non mi sono accorto che ho iniziato a correre verso la
foresta. “Edward…”continua ad urlarmi Alice. Non la ascolto.Niente ha importanza.Corro disperato verso
la radura. Intanto rivivo mentalmente la visione di
Alice. Vedo i tre orsi,che ti assalgono
minacciosi. Vedo i loro denti affondare nella tua carne,lacerarti i vestiti. Una paura irrazione mi invade. Paura.Terrore di perderti.Terrore di arrivare troppo
tardi. Continuo a correre.Raggiungo la radura. I tre orsi ti attaccano furiosi,e
ti piombano addosso. All’improvviso però a scena cambia. L’incubo della visione svanisce e tu reagisci,mentre io osservo impotente la tua battuta di caccia. Uno di loro ti azzanna un braccio.Non sembri
accorgertene. Con facilità estrema gli spezzi il collo. Un ruggito si diffonde nella foresta.Un ruggito di
dolore. Affondi i tuoi denti nella sua carne.Il sangue inizia a
scorrere,invade l’aria,ti cola sul mento fino ad
imbrattarti i vestiti. Dopo qualche istante rivolgi il
tuo sguardo verso gli altri orsi. Uno sguardo famelico.I tuoi occhi neri brillano
come carboni ardenti. La tua pelle,illuminata dal
sole,risplende come un diamante. Come frammenti di diamanti che assorbono la luce fino a
formare un arcobaleno di colori. Predatrice.L’eccitazione è quasi palpabile. Chi è ora il cacciatore?Chi la preda indifesa? Sembri una Dea.Non più una Dea dormiente,ma una Dea vendicatrice,temibile e fatale. Agguanti il primo orso.Lo sollevi da terra,e lo imprigioni fra le tue braccia. Iniziate a rotolarvi nel terreno. La terra ti si impiglia nei
capelli,i massi e i pezzi di roccia che incontrano il tuo cammino si sgretolano
come polvere. Continuate a combattere. Affondi nuovamente i denti nel collo dell’orso. Questa volte ti interrompi prima di ucciderlo. Ti sollevi maestosa,l’orso
geme ferito.Con le mani,gli perfori il petto. Rimango ad osservarti orripilato,mentre
le tue mani gli rovistano nel petto,e la tua bocca si sporge fino a succhiare
direttamente dal cuore. Abbracci l’’animale,lo
circondi con il tuo corpo. Il tuo corpo preme contro il suo,la
suua pelliccia rossastra,spicca contro il candore della tua pelle. Succhi implacabile,mentre nel
bosco i tuoi gemiti di piacere si mescolano con quelli dell’animale ferito.
L’altro animale,sconvolto
ed attirato dal sangue,ti attacca rabbioso,ma i suoi artigli non scalfiscono
minimamente la tua pelle di pietra. Dopo aver finito di bere,osservi
implacabile anche l’ultimo animale. Con uno scatto fulmineo lo colpisci inarrestabile. Anche questa volta gli perfori il petto,ma
vinta dell’eccitazione arrivi a strappargli il cuore. Un urlo spaventoso rimbomba nella foresta. Un urlo che non può competere però
con la visione di te,che tieni il suo cuore ancora palpitante fra le mani,con
il sangue che ti scende copioso sulle braccia,e le labbra che carezzano
dolcemente quell’organo vitale. I tuoi denti penetrano quei teneri tessuti. Assaggiano deliziati il sangue. Continui a succhiare e a succhiare,fino
a quando sazia non smetti di bere. All’improvviso annusi l’aria.Ti volti verso
la mia direzione. I tuoi occhi sono spaventosi.Incredibilmente
grandi in confronto al tuo viso. Le pupille dilatate al massimo,le
occhiaie che insieme al sangue danno colore alla tua carnagione argentata. “Edward”bisbigli sorpresa. È forse paura che balena nei tuoi occhi? Le tue mani stringono ancora il cuore dell’orso. Ti avvicini lentamente verso di me. Non so che aspetto posso avere. Non sono in grado di controllarmi,non
sono in grado di riflettere. “Edward”mi chiami ancora.Sembri spaventata.Da
cosa poi? “Andiamo a casa?”chiedi cauta. Casa?Abbiamo forse una casa? È un secolo che esisto. Un secolo,che ho visitato mezzo
mondo,che ho vissuto in centinaia di luoghi diversi,fingendomi ragazzo,fingendomi
adulto,prima fratello e poi figlio. Un secolo di tenebrosa solitudine,e
di sovraumana potenza. Ma
non ho mai avuto una casa.Mai un luogo nel quale ritornare. Mai un luogo da bramare,da
desiderare di rivedere. Niente mi è più famigliare e al contempo lo è tutto. Ho forse mai avuto una casa? Si risponde la mia mente.Quando
vivevo a Forks avevo una casa. Quando Bella mi amava avevo un posto dove ritornare. “Si,Certo”mi sento
rispondere. “Torniamo a casa”
Woh quante recensioni.Alloooora:
@Ringrazio di cuore Camoeight per il gentile commento.
@ M y r t l e,Matydreamer:Grazie.Cmq anche a me piacciono molto le storie narrate dal pov di Edward.
Non solo leggerle ma anche scriverle.Matydreamer per i primi capitoli userò solo il punto di vista di Edward.
Ma non ti preoccupare farò narrare anche a Bella,anche perchè per spiegare meglio quello che le è successo,preferisco il suo pov dato che mi da un approccio più personale.
@Midnight Dream,speednewmoon:Grazie anche voi.Siete troppo gentile(me arrosisce tutta)
Ihihi sono contenta che siate curiose..Prima o poi si capirà quello che è successo a Bella(me gongola)
@Giuggiolina,Ransie:Veramente non merito tanto.Che commenti dolci che mi avete lasciato.
Non immaginate quanto piacere mi facciano.E anche se so di non meritarmeli(bah addirittura la Meyer?!!)non posso negare che mi riempono il cuore di gioia
@gold eyes:Tesoro grazie anche a te.In effetti anch'io volevo vedere una Bella un pò diversa dalla solita.
Così mi sono decisa(e divertita)a creare questo tipo di personaggio.Apatico,rabbioso,insensibile.Sono tanto ma tanto contenta che tu lo abbia apprezzato.
Cmq ancora grazie a tutte.Siete state gentilissime.Spero continuerete a seguire e a commentare la mia storia.
Un abbraccio Locke
Mia piccola Bella addormentata. Sei come Biancaneve,che attende dormiente di destarsi
dalla sua bara. Peccato che stavolta non ci sarà nessun principe
azzurro,nessun bacio a risvegliarti dal tuo immortale torpore. Sei morta,per sempre.Ed io non posso fare niente per
aiutarti. Niente per infrangere la tua maschera di immobile
indifferenza. Sei divisa da me da un muro invisibile.Rinchiusa in una
teca di cristallo. Freddo cristallo che separa il tuo mondo dal mio,che mi
impedisce di raggiungere il tuo cuore. “È ora”ti sussurro.Ti volti verso di me e
sorridi. Sorridi triste.Un sorriso che non ti illumina il viso,che
non raggiunge i tuoi occhi. Cos’è rimasto della Bella che conoscevo?Quasi
niente. Non sopporto il tuo sorriso.È un sorriso
amaro,apatico,come di chi ha perso la voglia di lottare. Perche?Combatti.Reagisci,fai qualcosa.Qualunque cosa. Ma smettila di lasciarti avvizzire come un fiore
appassito. Smettila. Vorrei costringerti ad urlare,e a piangere. Vorrei costringeri a guardarmi,a parlarmi,a sfogare su di
me il tuo dolore,a conividere i demoni del tuo passato che continuano a
tormentarti. Ma non oso.Non ne ho il coraggio. Non posso rischiare di perdere anche il poco che ho. La possibilità di starti accanto,di godere della tua
presenza. Ho paura di essere abbandonato.Ho paura di rimanere
solo,di non riuscire più a trovarti. Il terrore mi paralizza.Mi impedisce di pensare.Mi
impedisce di agire. E tu non mi permetti di aiutarti.Non mi permetti di fare
niente. Non posso toccarti,o sfiorarti lievemente.Provi ribrezzo
e disgusto per qualsiasi contatto. Non posso parlarti.Quando provo a chiederti qualcosa,tu
fuggi via da me. Fuggi via dai ricordi,fuggi via da te stessa. E non oso sperare in un tuo perdono.So di non
meritarlo.Ti ho lasciata,ti ho abbandonata a te stessa. Ho rinunciato al tuo amore pur di preservare la tua
anima.Pur di fare la cosa giusta. Il solo pensiero di te,con un’altro era capace di
distruggermi di gelosia. Ma l’avrei sopportato. L’avrei sopportato pur di vederti felice,avrei
sopportaro il dolore e la disperazione,pur di saperti sicura ed amata,amata da
un’altro essere umano,da un uomo migliore di me. Come potevo sapere?Come potevo sapere che saresti morta? Morta per essere trasformata in un mostro,in un vampiro
assetato di sangue. Quando ti ho visto gemere a causa del veleno,una parte di
me desiderava morire,avrei fatto di tutto pur di diminuire le tue sofferenze. Eppure una parte di me gioiva in segreto.Gioivo al
pensiero di averte mia,completamente e per sempre. Illusioni.Futili illusioni. Ora sei una statua.Una statua scolpita
nell’alabastro. Anche i tuoi occhi sembrano morti.Vuoti ed
inespressivi,come due pezzi di ghiaccio. Immobile.Non so se riesci ancora a provare emozioni. Non so se dietro la tua maschera di bianca
indifferenza,esiste ancora uno spiraglio di umanità. Qualcosa da salvare.
Percepisco i pensieri degli altri. Stanno tutti giù.Tutti ad aspettarti,a scattare per
esaudire ogni tuo singolo desiderio. Anche Rosalie,anche Jasper,sarebbero pronti ad inchinarsi
pur di farti felice. Io sarei disposto a morire per te.Ad uccidere,pur di
vedere un vero sorriso illuminarti le labbra. Hai visto ciò che hai fatto?Vieni trattata come una
piccola principessa. Tutti ti ricoprono di gentilezze e di premure,tutti
cercano disperatamente di farti ridere. Eppure tu ci ignori.Sei insensibile di fronte ai nostri
tentativi. Insensibile di fronte alla nostra preoccupazione per te. Ti odio Bella.Sappi che ti odio. Ti odio,perche non provi pietà per me. Sei gelida di fronte al mio amore,indifferente di fronte
le mie richieste disperate. Niente ti scalfisce,niente incrina il tuo mondo di gelida
compostezza. Ti odio perche ho scoperto di essere un mostro.Un mostro
ancor più abietto ed egoista di quello che ero. So di non essere in grado di lasciarti.Di vivere senza di
te. Tu stai con me solo per abitudine.Io con te,perche sei
l’unico motivo per il quale continuo a vivere. Sempre che la nostra si possa definire vita. Continuo ad aggrapparmi ai ricordi,ai ricordi di te,ai
ricordi della nostra felicità. Quella felicità,che a causa della mia folle scelta,era
stata troncata. Quella felicità che forse non avrei mai più provato. Ti odio,mia insensibile Dea. Ti odio e ti amo disperatamente. Assurdo vero?Eppure sarei pronto a tutto.A dimenticare
questi mesi d’inferno. A rinnegare la mia famiglia,ad abbandonarli,pur di
riavere in cambio la vecchia Bella.
Ti alzi silenziosa,interrompendo il flusso dei miei
pensieri. Indossi una minigonna sormontata da una camicetta bianca
e da un maglione cobalto. Sei splendida. I capelli ti ricadono in morbidi boccoli.Ora permetti ad
Alice di pettinarteli. Di acconciarti i capelli,di abbellire il tuo corpo con
vestiti lussuosi ed eleganti. So che non te ne importa niente.So che non apprezzi i
confort umani,che la ricchezza,i regali non ti sfiorano minimamente. Forse ci consideri ridicoli. Ridicoli,dato che continuiamo con la solita farsa,dato
che ci costringiamo a frequentare sempre la solita scuola,pur di
apparire,almeno esteriormente,umani. Alcuni di noi,darebbero tutto pur di tornare umani. E tu invecie?Rimpiangi la tua vecchia vita?Rimpiangi ciò
che hai perduto? Ancora una volta mi maledico per non saperti leggere i
pensieri. “Andiamo?”mi chiedi atona. “Certo” Scendiamo rapidi,e troviamo l’intera famiglia ad
aspettarci. Esme corre ad abbracciare Bella. Io non posso permettermi tanto.I miei abbracci,le mie
carezze sembrano turbarla enormemente. Non voglio causarle altro dolore.Ne ha già dovuto
sopportare troppo. E anche se il dubbio e la gelosia mi divorano,soffro in
silenzio. Nessuno tranne Alice,sa quano mi costi mantenere le
distanze,quanto per me sia doloroso non poterla baciare,non potermi sdraire
accanto a lei e carezzarle i capelli. “Non ti devi preoccupare piccola.Ci saranno i
ragazzi a proteggerti”le sussurra tenera Esme. Non ho mai conosciuta una vampira così dolce ed
amorevole. Considera Bella come una figlia.Sembra che su di lei,il
sangue tenebroso non abbia operato alcun cambiamento. “Infatti Bella non c’è alcun motivo per
essere ansiosa.”trilla la piccola Alice. Carlisle e Jasper sorridono rassicuranti. “Andrà tutto bene,l’ho visto” Mente.Alice non riesce più ad avere delle visioni su
Bella.Non può predire il suo futuro. Per lei è divenuto inacessebile,come la sua mente dinanzi
i miei poteri telepatici.
“Andrà tutto bene Edward.”mi rassicura
Carlisle telepaticamente “Come fai a saperlo?Alice non è in grado di predire
il suo futuro.Potrebbe succedere una tragedia” Leggo a sua incertezza,l’esitazione. “L’abbiamo già fatto.” Gia,pensai cinico.Quante volte avevamo cambiato
città,perche uno di noi cedeva all’istinto? Quanti cadaveri da far sparire,quante scuse e documenti
da falsificare? Carlisle scuote la testa. “Non sara così Edward.Non possiamo saperlo se non
le diamo una possibilità.” “E se non fosse pronta?Non voglio condannarla al
disastro” Avevo paura.Paura del suo dolore,del rimorso. Lei non doveva affrontare anche questo.Non il disprezzo
per se stessa,l’odio per la sua natura vampirica. Non l’avrei permesso. “Non puoi proteggerla per sempre,Edward”mi
bisbiglia dolce. “So che hai paura.Ma devi lasciarla provare.Non
potrai sorvegliarla in eterno.Deve imparare a cntrollarsi,a controllare la sua
sete” Ma come posso abbandonarla a se stessa?Come posso
rischiare di perderla una seconda volta? Mi accorgo a malapena delle voci degli altri.Ci dirigiamo
verso la macchina. Alice ed Emmett continuarono a parlare,cercando di
alleggerire la tensione. Continuarono a blaterare sulla noia della scuola,eppure
non posso nascondere la loro preoccupazione,almeno non a me. Questa sarà il primo giorno di scuola per Bella. Il primo giorno circondata da centinaia di scalpitanti ed
irresistibili esseri umani. E se non riuscisse a controllarsi?E se l’avessi
persa nuovamente? Ricordo quando se ne era andata.Avevo sperimentato il
dolore e la paura che Bella aveva dovuto sopportare quando le avevo detto
addio. Avevo capito. Per tre giorni.I tre giorni più lunghi della mia misera
esistenza. Avevo temuto che non tornasse mai più.Tutti
l’avevano temuto. Eppure era ritornata. Era tornata,ma era sempre uguale.Sempre apatica ed
indifferente. Non ci aveva detto dove era andata.Perche era andata,perche
non aveva voluto che la accompagnassimo. Volevo chiderglielo.Bruciavo di curiosità e di rabbia. Ma il sollievo per averla di nuovo accanto a me,superava
di gran lunga le altre preoccupazioni. In quei lunghissimi tre giorni non ero uscito dalla mia
camera. Ero rimasto immobile,ad aspettarla.Patetico. Ma senza di lei ero petetico.Completamente inutile. In quei giorni,non avevo fatto altro che sfogliare il suo
diario. Come se non lo avessi imparato a memoria. Come se non avessi fissato per ore e ore ogni singola
parola,ogni pagina scritta,ogni singolo sbaffo di inchiostro.
7 dicembre Lui se ne è andato.Non tornerà. Mai più mi mi stringerà tra le sue braccia di gelido
ghiaccio,sussurrandomi tenere parole d’amore. Mai più mi sorriderà dolce,per poi baciarmi rapido.Quei
baci che avevano un sapore proibito. Quelle labbra di freddo miele,che mi facevano desiderare
l’inferno,pur di assaggiarle ancora. Mai più.Mai più il mio cuore,o quello che ne
resta,conoscerà l’amore. Il mio angelo mi ha abbandonato per sempre.La mia unica
ragione di vita. Per sempre.Per sempre è un tempo infinito.Per sempre è
ciò che sto vivendo. Ho capito.Ho pianto per mesi,ho urlato nel
sonno,rincorrendo la sua immagine. Ho sperato che tornasse a prendermi.Ho sempre sperato che
venisse a salvarmi. Ma non è successo.Una mattina mi sono svegliata ed ho
capito. Ho capito. Non verrà a salvarmi.Non verrà a proteggermi dai mostri
che mi vogliono uccidere,o mi farà scudo con il suo corpo se un tir tenterà di
investirmi. Lui non tornerà.Mai più.
19 gennaio Victoria.I suoi occhi rossi tornano a tormentarmi nel
sonno. Quegl’occhi da mostro.Quegl’occhi che avevo
sperato di non vedere mai più. Quegli occhi che invecie tornano implacabili. Vuole uccidermi?Vuole torturarmi,fino a farmi gridare di
dolore? Non può uccidermi.Io sono già morta. Sono morta.Sono morta il giorno in cui Edward mi ha
lasciato. Sono morta quando ho incontrato il suo sguardo
glaciale.Quello sguardo che mi perforava l’anima e che faceva a brandelli
il mio cuore. Sono morta quando ha detto di non amarmi. Sono morta quando la pioggia bagnava il mio corpo,quando
giacevo riversa nella foresta. Il mio cuore è rimasto sepolto in quella foresta. La mia anima è volata con lui,è rimasta aggrappata ad un
passato di ricordi. Ricordi nebulosi che non ho il coraggio di evocare. Sono morta quando ho capito che non sarebbe tornato mai
più? Forse Victoria pensa di potermi far soffrire? Pensa di ottenere la sua vendetta,saziando la sua rabbia
con il mio dolore? Si sbaglia.Niente può più toccarmi ormai. Ho smesso di piangere o di gridare il suo nome.Ho smesso
di sperare.Ho smesso di vivere. Non ho la forza per urlare o per sfogare la mia
rabbia.Non ho la forza per alzarmi dal letto. Non ho la forza di reagire,di scuotere questo mio corpo
impotente. Continuo ad andare a scuola,continuo a mangiare,ma ho
cessato di vivere. Hai visto Edward?Avevi voluto proteggermi,ed invecie? Avevi detto che non mi avresti mai lasciato.Avevi detto
che saresti stato con me per sempre. Sei un bugiardo.Pensavi di farmi del bene. Credevi che ti avrei dimenticato? Non ti ho dimenticato.Non posso dimenticarti.Mai.
Vorrei poter piangere.Ma neanche le lacrime mi rimangono.
Ti prego perdonami.Perdonami Bella,perdonami. Non merito il tuo perdono,ma non smetterò mai di
implorarlo.
Arriviamo a scuola.Il viaggio in macchina è una tortura. Le sono così vicino.Così tremendamente vicino. Ma non posso toccarla.Non oso. Appena scesi,il profumo degli altri essere umani,ci
colpisce come una palla di cannone. È delizioso e tremendamente irresistibile.Anche per
me,che ho trascorso decenni in astinenza. Anche per Rose,che non l’ha mai assaggiato,ma che
può solo immaginare il sapore di quel nettare infinitamente meraviglioso. Tutti fissano Bella.Tutti sono pronti a fuggire,ad
immobilizzarla in una stretta ferrea,a portarla via urlante,per impedirle di
fiondarsi su quei giovani umani. Ma lei non fa niente.Non fa assolutamente niente. Appare così dannatamente calma,tranquilla. La osservo ossessivamente.Mi aspetto di vedere la
sofferenza balenare sul suo volto. Mi aspetto la sua furia,il mostro che si impossessa di
lei,il suo controllo che si sbriciola. Ma niente di tutto questa accade.Lei è
immobile,completamente impassibile. Come un’enorme bambola.Una bambola dalle dimensioni
di una donna. “Lo sapevo,lo sapevo”bisbiglia euforica
Alice. Emmett le da una pacca sulla spalle. “Woh Bella sei stata bravissima.Molto meglio di me
il primo anno” Tutti sembrano sollevati.Solo io sono preoccupato? Solo io capisco che la sua non è una reazione normale? Il suono della campanella interrompe i miei pensieri. “Ci vediamo dopo”mi saluta Alice. Emmett e Rose vanno verso la classe di fisica,Alice e
Jasper verso quella di letteratura. Noi ci avviamo verso l’aula di biologia. Frequentiamo tutte le lezioni assieme.Non ho il coraggio
di lasciarla,neanche per un secondo. Cerchiamo in tutti i modi di non attirare
l’attenzione,ma la nostra pelle diafana,la nostra accecante
perfezione,colpisce tutti i mortali. Le ragazze si innammorano perdutamente di me.Mi fissano
voglioso,e lanciano sguardi di disgusto verso Bella. Assurdo.Lei è indifferente a tutto.Immune da qualsiasi
sentimento. Ciò che mi infastidisce di più però,sono i pensieri dei
ragazzi. Vedo i loro sguardi d’apprezzamento,la loro
eccitazione,il loro desiderio di baciarla. A loro Bella appare irresistibile.Stupenda come
Rosalie,ma in un certo senso anco più intrigante. Bella e gelida.Bella e gelida,sembra una dea
irragiungibile. Sembrano mangiarla con gli occhi.Vorrebbero toccarla. Vorrebbero vedere se è veramente così perfetta o è solo
un’idilliaca illusione. Non mi interessano più di tanto. È Bella che mi interessa,sono i suoi pensieri,le sue
emozioni che bramo disperatamente conoscere. Come dovevano apparirle,quelle decine di esseri
umani?Sicuramente belli,giovani,così caldi e pulsanti di vita. Conosco l’attrazione verso la preda. Il desiderio di stringere i loro teneri corpi,di carezzare
la loro pelle così deliziosamente accaldata,e di vedere se sono veramente così
fragili,così teneri come burro. Anche il più insignificante,a noi appare come
meraviglioso. In confronto io devo sembrarle come una misera imitazione
di un’essere umano. Freddo,gelido.Opaco. Improvvisamente un ragazzo lancia un fischio
d’apprezzamento,seguito da un paio di risatine volgari. Bella si irrigidisce.Un lampo di sofferenza balena sul
suo viso. Lo osservo furioso.Capelli biondi,occhi color
cioccolato,un viso esile e abbastanza insignificante. Vorrei fracassare il ghigno di quello stupido essere
umano. Leggo i suoi pensieri.E il desiderio d’ucciderlo è
più forte che mai. Mi viene da vomitare.Immagina il corpo della mia Bella.I l suo corpo nudo,il suo corpo che si contorce preda
dell’eccitazione. E le mani del ragazzo che accarezzono i suoi seni,che la
baciano in modo volgare. Idiota.Cerco di escluderlo dalla mia mente. “Ehi,ma guarda che bocconcino
delicato.”sussurra ai suoi amici. Un sussurro che purtroppo può essere udito dai nostri
sensi potenziati. “Voglio proprio vedere la sua aria
contegnosa,quando glielo ficco nella sua figa d’alta classe” Non ho il tempo per arrabbiarmi.Non ho il tempo per
andare lì e spaccargli la faccia. Bella si è immobilizzata.Sembra aver perso il suo gelido
autocontrollo. Incontro i suoi occhi.Spaventosi. Provo paura.Paura di lei,paura per lei. Il suo sguardo sembra bruciare d’odio.Non
l’ho mai visto così. Così tremendamente umana,così terribilmente mostruosa. Non è la sete di sangue,che si imprime nei suoi
lineamenti delicati,ne il bisogno d’uccidere,di bramare corpi caldi e
dissetanti. È l’odio che brilla nei suoi occhi.Rabbia,vendetta.
“Bella?”mi sento sussurrare sconvolto. “Bella?”la richiamo. Improvvisamente sembra ritrasformarsi nella Bella fredda
e distaccata. “Si”sussurra glaciale. “Sto bene.Andiamocene”
Sono trascorse ore.Al solito sei rimasta immobile durante
tutta la lezione. I professori sono rimasti affascinati da te.Intimiditi
dalla tua compostezza. Stai seguendo trigonometria,l’unica lezione che non
abbiamo in comune. Queste separazioni mi rendono ansioso. Non riesco a reprimere il nervosismo,non riesco a non
preoccuparmi. All’improvviso un’odore delizioso,mi fa
perdere il controllo. Sangue.L’odore del sangue mi immobilizza al
terreno. L’odore del sangue mi fa tramare di paura. Sangue fresco,vivo. Corro disperato verso l’aula di esperimenti nei
sotteranei.
Apro la porta ed un odore irresistibile,l’odore di
sangue umano,mi invade le narici. Osservo la scena.Bella immobile,accanto al cadevere di un
ragazzo. Il sangue è sparso ovunque,sulla sua bocca,suoi suoi
vestiti,sul pavimento. Cola copioso dappertutto,e fa letteralmente a pezzi il
mio autocontrollo. “Che cosa è successo?”chiedo rauco Bella non si degna di rispondermi. Osservo il volto del ragazzo. Il ragazzo biondo.Quello stupido ragazzino che avrei
voluto uccidere. Ora non sembra più tanto arrogante. Il suo collo è stato letteralmente spezzato. Sotto la ferita impressa dai denti di Bella si intravede
l’osso. Gli occhi vitrei,i capelli impiastricciati di sangue. È morto.Definitivamente.E sul suo corpo aleggia già
l’odore della putrefazione. Il mondo mi crolla addosso. NO.No,non sta succedendo veramente. Non alla mia Bella.Alla mia Bella dolce ed
infantile,tenera ed impacciata. Non al mio angelo.Non può essersi trasformata in
un’assassina. Continuo a ripetermelo disperatamente. Eppure lei è qui.Difronte a me.Con la bocca sporca di
sangue,e non un barlume di rimorso che le illumina gli occhi.Sembra soltanto
stanca,e leggermente preoccupata. Vorrei morire.Vorrei buttarmi a terra,e scoppiare a
piangere. Non ho il coraggio di affrontare anche questo.Non posso
credere che il mio angelo sia diventato un mostro,non posso.Non riesco a
sopportarlo. La sola idea è in grado di annientarmi.Completamente. “Edward?”mi chiama Bella flebile. Sembra dispiaciuta.E dispiaciuta per cosa? Per aver massacrato un’essere umano?Per avermi
strappato il cuore? “Edward...Il cadavere...” Già,il cadavere.Il cadavere. Sento le voci degli altri esseri umani.Esseri umani che
presto ci avrebbero scoperti. Dovevamo andarcene.Prima di far scoppiare il finimondo. “Dobbiamo andare”mi sento risponderle. Raccolgo il cadavere.Bella continua a fissarmi. Non riesco a pensare coerentemente.Non riesco a pensare a
niente. Fortunatamente i sotteranei sono deserti. Giungiamo in poco tempo alla macchina,senza essere visti
da nessuno. Metto il corpo nel bagagliaio.Un corpo che fino a qualche
ora fa pulsava di vita. Un corpo che ora attendeva di andare in pasto ai vermi e
agli insetti. Entriamo in macchina. Non riesco a provare niente.Non riesco ad arrabbiarmi. C’è solo il panico e l’orrore. Ciò che più temevo è successo.Ciò per cui avrei fatto di
tutto pur di poterlo evitare. Il mio peggiore incubo.L’incubo dal quale avrei
voluto fuggire. Ma non potevo. Mi accorgo a malapena di guidare come un folle.Bisogna
far sparire il corpo. Sotterarlo in qualche anfratto nascosto.E poi fuggire.Fuggire
per non essere scoperti,senza lasciare traccie. “Edward?”mi chiama Bella.Appare
fragile.Stranamente Non ho il coraggio di guardarla.Mi dispiace amore,non
posso. “Edward?”mi chiami più insistente. Perche amore?Perche l’hai fatto. Non è stato per il desiderio di sangue.Tu volevi
ucciderlo,volevi la sua morte. C’è qualcosa di perverso nel modo in cui
l’hai ammazzato. Il modo in cui gli hai spezzato il collo.Il modo in cui
gli hai inflitto la ferita. Tutto quel sangue sprecato. Quel sangue che avrebbe potuto saziarti,e che invecie hai
lasciato scorrere per fare scempio del cadavere. Perche?Perche Bella?Perche tutta questa vendetta,perche
tutta questa rabbia? Perche amore? “Per favore Edward”mi chiami con un sussurro
spezzato. Non vorrei ma mi volto.Non posso resisterti. Osservo i tuoi occhi rossi scintallanti.La tua pelle
bianca,la tua bocca colorata da qualche goccia di sangue.Quelle labbra così
piene ed invitanti. Sei bellissima. Ti amo disperatamente.Sei bellissima,nonostante tu sia un’assassina.
Infinitamente.Così bella che quasi non riesco a
sopportaro. “Sei arrabbiato con me?”mi chiedi triste. Arrabbiato?Come potrei? Non posso negarti niente.L’avrei ucciso con le mie
stesse mani,se me l’avessi chiesto. “No.Non sono arrabbiato” sussurro. Come posso farti capire quanto ti amo?Quanti ti
desidero,nonostante tutto? “Non è stata colpa tua” bisbiglio. È una bugia.Hai voluto ucciderlo.Ma non riesco ad
incolparti di niente. Non posso permettermi di perdere il tuo amore.Ti amo
anche così. Fredda e glaciale.Bambola di ghiaccio che uccide
rabbiosa. Annuisci. “Cosa diremo agli altri’”mi chiedi
preoccupata. Non devi preoccuparti.Non permetterò a nessuno di farti
del male. “Niente.Non è successo niente.In fin dei conti se
l’aspettavano” Sorridi triste.Un triste sorriso,che si imprime sul tuo
volto.
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Ringazio tutte tantissimo.I vostri commenti mi hanno commosso.Vorrei potervi ringraziare una per una,ma avete commentato così in tante che non saprei che dirvi senza sembrare ripetitiva.
Per una autrice avere delle lettrici così appassionate riempe di un immenso piacere.E sapere che la mia piccola storia è riusciuta a scatenare un pò della vostra curiosità per me è indubbiamente un gran risultato.
Davvero ragazze vi ringrazio di cuore.Spero che con quest'ultimo capitolo non vi avrò deluso e spero che continuiate a seguire la mia fanfic.
Un bacio a tutte,Locke(Elayne e LittleClaire nei forum dedicati a Bella ed Edward)
@SpeedNewMoon: Woh che commento.Mi hai lasciato
veramente senza parole.Ti ringrazio per tutti i complimenti,che
non puoi immaginare quanto mi abbiano fatto piacere.Sapere che ciò che scrivo
riesce a trasmettere questi sentimenti è una gioia incomparabile,ma anche una responsabilità.Non vorrei deludere le vostre aspettative.
@Piper,Giuggiolina: Ringrazio di cuore
anche voi.Siete tutte troppo gentili.Mi commuovo di fronte le vostre parole.Piper
sono contenta che tu abbia apprezzato gli stralci di diario.Poi un complimento
da te per me ha un grandissimo valore dato che sono una fan delle tue storie
strepitose.Giuggiolina mi dispiace ma Bella non è
diventata ancora più idiota(anche se come idea è abbastanza allettante)In
questo capitolo verranno svelate un po’ di cose,anche se vi terrò per
molto con il fiato sospeso prima che Bella e Edward riusciranno a chiarirsi.
@Natsuki,Gold Eyes,Midnight Dream: Beh che dire
ringrazio anche voi.Siete davvero gentilissime,i
vostri commenti per me sono sempre graditi.Natsuki in un certo senso hai
ragione.Bella tiene ad Edward,è ancora innammorata di
lui,anche se dopo tutto quello che le è successo,non può ancora perdonarlo.
@MatyDreamer,Momob:Beh ringrazio di cuore anche voi.Leggendo i
vari commenti vedo che siete tutte curiose di capire cosa ha portato Bella ha
diventare così.Beh posso dirvi che una parte del suo comportamente verrò
spiegato in quest capitolo,anche se prima che si riprenda dovrà passarne ancora
molte.
Un grazie speciale a coloro che hanno
agiunto la mia storia tra i preferiti e grazie a tutti coloro che leggono,anche
se non lasciano un commento.
Allora dopo avervi ringraziate tutte vi do
qualche premessa del capitolo che leggerete:Questo è il primo di una serie di
capitoli narrati da pov di Bella sotto forma di flashback.Sono ambientati nel
periodo dopo la partenza di Edward e narreranno la
vita di Bella ed il come è diventata vampira.Spero serviranno a darvi maggiore
chiarezza sul perche è diventata così,una specie di
mostro apatico ed insensibile e perché non riesce a perdonare Edward di averla
abbandonata.Spero vi piaccia.Un bacione a Tutte Locke
-------------------------------------------------------------------------------------------------- Bugiardo. Avevi detto che saresti rimasto
con me per sempre. Bugiardo.Mi hai mentito.Mi hai ingannata.Ma non ti è bastato. Mi hai voluto strappare il cuore.Mi hai rubato
l’anima.Ma neche questo per te era sufficiente. Niente era mai abbastanza.Mi hai portato via anche le
briciole.Anche la speranza che un giorno saresti
tornato. Ti odio Edward.Ti odio perche non posso
dimenticarti.Ti odio perche a niente è servito tutto quello che ho fatto. Ho distrutto la
Bella che conoscevi.L’ho
uccisa.L’ho torturata,l’ho annientata.Ma
neanche questo è servito. No.Ho distrutto tutto ciò che ero
sperando di diminenticarti.Ma tu ci sei ancora.Ci sei
sempre. Ed
eccoti qua.Sempre bellissimo.Sempre magnifico.Così maledettamente bello. Sembri quasi vero.Perche non sei reale no?Sei solo
un’allucinazione. Come i tuoi sorrisi,o i tuoi
baci.O le tue promesse d’amore. Mi hai intrappolato,e io non
voglio scappare. Sono stanca di fuggire.Stanca di nascondermi,stanca del dolore. Solo per te,io esisto.Solo per
te,io sono esistita. Mi hai reso tua schiava fedele,ed
ora,anche dopo anni di solitudine,resto unicamente tua. Hai annullato la mia volontà, mi hai tolto il controllo
di me stessa,mi hai privato di qualsiasi
dignità,incatenandomi a te. Ma
tu poi non mi hai più voluto.Ti sei stancato del tuo giocattolo umano. Mi hai abbandonata.Per sempre. Ti sei dimenticato di me.Come se non
fossi stata altro che una bambola rotta. Una piccola ed inerme bambola,da
plasmare secondo i tuoi capricci. È questo che ora sono.Sono una
bambola. Il giocattolo degli altri.Priva di dignità,priva di volontà,alla merce di colui che decide di
comprarmi. Di colui che è disposto a
pagare.Disposto ad avermi per una notte. Chi sarà il mio padrone?Chi il mio crudele aguzzino,che mi farà gemere con la forza dei suoi baci e con
l’impeto delle sue carezze. Che mi farà urlare di dolore,notte
dopo notte,istante dopo istante,fino a farmi dimenticare tutto,persino il mio
nome. Bella.Un tempo mi chiamavo
così.Ero una ragazza diversa. Avevo avuto la forza d’amare,il
coraggio di credere nelle favole. Ero Cenerentola.Ero Biancaneve,cullata
dai baci del suo principe azzurro. Ma il mio principe azzurro mi ha abbandonata.Mi
ha lasciata,dimenticando la sua principessa nelle
prigioni di un castello decadente. Cos’è rimasto di
me?Cos’è rimasto di quella ragazzine dolce ed impacciata? Sono morta.Mi sono trasformata in una Bella
addormentata,in attesa di un principe che non sarebbe mai venuto a
salvarmi. Ora niente ha più significato.Il mondo ha perso ogni
valore per me. Nulla ha importanza.Nulla,se non
le mani che mi stringono vogliose,se non gli occhi di coloro che mi
desiderano,e che sono disposti a tutto,pur di avermi.Pur di possedermi anche
solo per qualche momento. A loro appaio irresistibile.Bella,sensuale,eccitante.
Il mio esile corpo riveglia i loro istinti.I miei occhi
li fanno tremare,le mie labbra li fanno cedere,sbriciolano il loro
autocontrollo. Ho potere.Potere di chiedere loro qualsiasi cifra. Per avermi sarebbero pronti a pagare qualsiasi prezzo.E
il mio prezzo è sempre il più alto. Mia.È questo che ossessiona la mente
degli uomini.Vorrebbero possedermi. Impossibile.Io sono sola.Sono morta dentro. Il mio cuore continua a battere,ma
il mio animo è vuoto.Sono una cosa vuota.
Passeggio per la strada incurante del vento
gelido.Incurante della pioggia,incurante del freddo. Incurante del pericolo.Un’uomo mi osserva
voglioso.Sorride e mi lancia un’occhiata maliziosa. Mi vuoi?Posso essere tua.Sono
tua se mi vuoi. Sono di tutti.Di colui che offre
il prezzo più alto. Paga e mi avrai.Paga e potrai
vedermi nuda.Paga e potrai farmi tutto quello che vuoi. Mi vedi?Mi desideri?Sono bella non è
vero? Molto più bella di qualsiasi ragazza potrai mai avere.Ma
per questa notte posso essere tua. Solo per una notte.Il mio prezzo è alto
ma ne vale la pena. Sorrido all’uomo.Ora è lui ad essere mio.Finche non
avrà soddisfatto il suo desiderio,io avrò il potere di
manipolarlo.Di usarlo come un burattino.
Tra l’altro io sono questo.Sono la bambola della
notte. Questo è il mio lavoro.Questa è la mia vita.Il crepuscolo
è il mio mondo. Di giorno ormai non oso più uscire.Non sopporto la luce
del sole. Non sopporto il calore,gli
sguardi degli altri,le risate o le parole delle altre persone. È tutto sbagliato.Il resto del mondo è distorto. Troppo caldo,troppo rumoroso per
le mie orecchie sensibili,troppo colorato. I colori schizzano via dai miei occhi.I
rumori come lame accuminate penetrano il mio cervello. Ma
non riesco a sentire.Ne a vedere.E anche gli odori mi
appaiono sfasati,diversi. È come se il mondo avesse deciso di impazzire.Avesse
cambiato le regole senza avvertirmi. E io non riesco ad adeguarmi.Non
riesco a seguire il suo ritmo frenetico. Purtroppo so perche.I medici me
l’hanno detto gia troppe volte.Mi assillano,ma
io li ignoro.
Sono malata.Ho una malattia.Una malattia che mi consuma dentro. E il mio corpo,come uno
specchio,mostra a tutti il mio peccato.Non posso nascondermi in eterno. Vorrei ma non ne sono in grado.Come non sono in grado di non vedere i
sintomi che giorno dopo giorno si fanno più evidenti. La mia pelle scolorita,sempre
più bianca,sempre più pallida.O le occhiaie che sono divenute eterne sul mio
volto. Gli zigomi incavati,i vestiti
che divengono sempre più larghi,e gli occhi dalle pupille dilatate,che ora
hanno assunto una grandezza inumana. Sono in astinenza.Ho bisogno della mia dose.Droga. Deliziosa polvere bianca.Deliziosa
polvere che uccide.Mi uccide. Vedo il mio corpo deperire,ma
non sono in grado di fare nulla.Sono impotente. Oramai sono abituata ai malditesta lancinanti,agli svenimenti o a quando vomito sangue. La droga mi consuma,mi
distrugge,ma io non ho la forza necessaria per combattere. Per resisterle.Sono debole.Troppo debole.Ne ho bisogno.Lo
voglio. Se non riesco ad averla,non
penso ad altro. Tutto il giorno,immagino il suo
profumo,il suo sapore.Spesso annuso l’aria,alla
ricerca di uno di quei sublimi granelli. Fa male.Mi faccio del male.Eppure
non faccio niente per cambiare.Non ci provo nemmeno. No,perche quando sono
fatta,riesco ad evocare la sua immagine. Più il dolore diviene forte,e
più il suo volto si fa più nitido.Così nitido da sembrare quasi reale. Aumento la dose.Sempre di più,sempre
di più,finche non sono più in grado di controllarmi. L’estasi ed il piacere non mi bastano più.Non
voglio l’euforia.Voglio il dolore. Voglio svenire a terra,voglio
dimenticare tutto,cancellare ogni ricordo. E quando non ho neanche la forza per implorare aiuto,quando inizio a vomitare sangue,e non sono in grado di
ricordare il mio nome,allora lo vedo. Vedo lui.Il mio angelo.Diventa spaventosamente vero.Non
più un fantasma,ma un corpo solido. Avverto il suo profumo,il gelo
della sua pelle,il suono della sua voce.E sto bene. Incredibilmente bene.Così bene che
potrei quasi scoppiare di gioia.
Sono stata ricoverata due volte,rischiando
un overdose.Non mi importa di morire. Sono andata in coma,ma poi mi
sono ripresa. Non volevo suicidarmi.Almeno non allora.Non ero pronta.Ma la quantità tra una dose non letale ed una letale è
veramente minima. E una volta iniziato non riesco
a fermarmi.Non voglio che finisca. Continuo,e continuo,finche non sento più niente e il mio cervello si disconnette dal
resto del corpo. I medici non capiscono.Non possono capire.Nessuno può se
non l’ha mai provato. E
neanche gli psicologi.Hanno tentato di aiutarmi.Volevano internarmi in una
clinica. Con il mio consenso ovvio.Ma dopo aver firmato,sarei stata alla loro completa mercè. Indifesa,legata in un lettino
d’ospedale,aspettando l’agonia dell’astinenza. Hanno cercato di spaventarmi.Morirai,mi
hanno detto. Morirai tra dolori atroci,e
nessun farmaco potrà allievare il tuo dolore. Come se mi importasse
qualcosa.Non mi interessa. Sono stati costretti a dimettermi.Hanno tentato di
rintracciare la mia famiglia. Inutile.Non posso chiedere aiuto a Charlie e Renee.La mia
malattia li distruggerebbe. Meglio che vivano con le bugie che dico
loro.Non so se ci credono.Non so se hanno capito fino a che punto mi sono
spinta. Ma qualsiasi cosa è meglio della realtà. Puttana e drogata.Non riuscirebbero a sopportarlo.Nessuno
ci riuscirebbe. Ed
io ho causato gia troppo male alle persone che amo. Dopo il primo ricovero sono
entrata ed uscita dagli ospedali.Tre aborti spontanei,sifilide,polmonite
ed altre malattie.Ma non mi interessava. I medici al solito dicevano che
era tutta colpa della droga. Curati,hai una vita
davanti.Tentavano invano di convincermi. Fallo per te stessa.Fallo per il tuo bene. Ma
io non mi voglio bene.Mi odio per cosa sono diventata.Mi odio troppo.Non provo
un minimo di pietà per me stessa Eppure loro riuscivano lo stesso a provare compassione
per me. Così giovane.Così giovane,sussurravano
sconsolati. Non sopporto la loro pietà.Mi da la
nausea.Per quale motivo dovrebbero interessarsi ad una come
me? Come può qualcuno essere in grado di amarmi?Desiderarmi
si,ma amarmi. Io non ho niente da offrire.Niente apparte il mio corpo,e il piacere che riesco a dare. Sono una bambola.Una bambola messa in vendita. E
come le bambole indosso vestiti lussuosi.Corpetti aderenti,gonne
cortissime,calze di seta,e scarpe con il tacco. E
dipingo il mio viso con colori scintillanti. Ombretti,fard,rossetti.Uso i
trucchi più costosi.Tutto per nascondere il mio sconcertante
pallore. Il mio corpo è il mio lavoro.E posso
concedermi qualsiasi cosa.Qulsiasi cosa pur di apparire più bella.Non che ne abbia bisogno. Ma
gli uomini apprezzano questi piccoli dettagli.Mi fanno sembrare più appetibile.
Posso creare l’illusione che è la mia pelle a
profumare di violette.O che le mie guancie sono sempre così candidamente
rosate. Sono bella e tutti mi desiderano.Ma
nessuno mi ama.Nessuno ama a quelle come noi. Tra le strade,di notte incontro
molte come me.Ragazze,donne,che spinte dalla disperazione si abbassano a
lavorare per strada. Ma
io non sono una semplice prostituta.Sono il meglio,l’elite
dell’elite. La bambola per i ricconi,pronti
a sborsare anche mgliaia di dollari per una notte di divertimento. Come le mie amiche.Tutte noi siamo sorridenti e
bellissime.Sensuali ed ammaglianti.Fantasiose ed estroverse.Siamo le fenici del crepuscolo. Vendiamo piacere. Alcune ragazze sono più giovani di me.Alcune sono poco
più che bambine.Alltre invecie hanno anni di esperienza
alle spalle. Ognuna con un suo perche.Con le loro tristi ragioni che
le hanno spinte a divenire così. Di notte governiamo le strade,ma
di giorno non usciamo mai. Il giorno dormo.Non oso alzarmi.Non oso specchiarmi alla
luce del sole,e vedere in cosa mi sono trasformata. Il giorno dormo e sogno.Sempre lo stesso sogno.Sempre
lui.Edward. Lo vedo dappertutto.Anche quando non sono fatta,mi capita di vedere il suo riflesso o di udire la sua voce
nella mia testa. Eppure la sola prospettiva di rivederlo mi terrorizza. Non voglio che veda come mi sono ridotta.Mi vergogno.Mi
vergogno tantissimo e non oso uscire per paura di incontrare qualcuno che
conoscevo. Bella è morta.Bella è morta,non
c’è piu.Ora sono Isobel. Lo ripeto disperatamente ma le
lacrime affiorano implacabili. Mi colano sul viso e mi sfumano il trucco.No,non devo cedere. Fa male.Troppo.Inizio a correre.
Corro disperata.Corro desiderando di
dimenticare.E intanto il dolore si fa sempre più forte. Il dolore per me stessa mischiato con quello
dell’astinenza. La voglio.Prendo una siringa e mi inietto
la mia dose. Piacere.Euforia.Ne voglio ancora.Il mondo inizia a
sfocarsi.La mia mente si svuota e mi sembra di volare. Ancora.Ancora e ancora. Cammino traballante,non riesco a
distinguere più i contorni.Rido.Rido felice e corro in cerchio. Sto scoppiando di piacere.Più il tempo passa,la droga fa il suo effetto e io muio di goduria. Solo un altro pochino. “Non farlo Bella” Una voce mi parla autoritaria nella mia mente.La sua
voce.Sorrido.Ma non riesco a fermarmi. “Fermti Bella.Fermati.” Smetterla e perche mai?Sono così felice. Il cuore mi batte all’impazzata.Continuo ad
aspirare quella polvere. Batte forte.È troppo forte.Il viso è madido di sudore e
le gambe mi sono diventate quasi del tutto insensibili.
Non mi interessa.Ne prendo un
altro po. “Non fare sciocchezze.Avevi promesso che non
l’avresti fatto”la sua voce mi sta quasi
implorando. Ma non me ne accorgo quasi.Non
mi accorgo di vomitare sangue.Non mi accorgo che sto perdendo la vista.Provo
solo rabbia. Io non ho promesso un bel niente.Mi hai mentito.Che importanza hanno le mie parole ormai? “Bella chiama aiuto.Per favore Bella” Non sento più niente.Ora lo vedo ed è reale.Il suo viso è
a pochi centimetri dal mio. I suoi occhi mi fissano disperati.Le sue mani gelide mi
carezzano il viso. “Alzati.Combatti.Non ti arrendere Bella.” Le sue parole mi rimbalzano contro.Non capisco più
niente.Vorrei toccarlo ma non ci riesco. “Per favore..Bella,per favore”mi
sta supplicando.Sono forse lacrime quelle che gli bagnano il viso? Sembra così vero.Ma se fosse vero non
mi lasciarebbe sull’asfalto.Non può aiutarmi. Perche non esiste.Non è reale.E se mi sveglio lui se ne andrà. “No Bella,no.Non lo fare
Bella.Resisti,per favore resisti” Annaspo in cerca d’aria.Non riesco a
respirare.C’è qualcosa che mi impedisce di
prendere l’ossigeno. È sangue.Troppo sangue.Soffoco.Sto soffocando. “Bella”Edward inizia a gemere.“Ti prego
Bella,ti prego” Respiro il suo profumo.È dolce.Stupendo. All’improvviso non sento più il pavimento.Delle
mani mi sollevano da terra. È Edward.No,lui continua a
fissarmi da un’angolo. Mi sorride.Sembra contento.Non capisco il perche del suo
sorriso,che sprofondo nel buio dell’incoscienza.
Woh beh che dire?: Grazie grazie a tutte
coloro che hanno commentato e che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti.Vi
ringrazio di cuore.Una piccola noticina:questo
capitolo sarà particolarmente drammatico(vedrete,vedrete)e soprattutto Bella
darà il meglio di se,o il peggio come preferite.Vi avverto però che d’ora
in poi sarò molto più lenta ad aggiornare.Fino ad
adesso ho vissuto di”rendita”dato che questi capitoli gli avevo
scritti e quindi dovevo solo postarli.Mi spiace.Chiedo scusa in anticipo per
eventuali ritardi,ma conoscendomi so che un capitolo
alla settimana è quasi un utopia per me.Cmq spero apprezzerete questo mio
capitolo e che continuiate a seguirmi.Un bacio a tutte Locke
-------------------------------------------------------------------------------------------------- Le calze di seta di Louis Vuitton e le scarpe con il
tacco di un delicato color porpora ora erano macchiate di sangue. Anche il mio viso ne era
sporco.Come i miei capelli e un lembo della mia
giacca. Edward era immobile.Non si muoveva. Giaceva accasciato alla parete,gli
occhi chiusi,il viso rilassato. Sembrava un angelo.Un angelo caduto.Un angelo dalle ali
spezzate. Ed ero stata io a ridurlo così.Io,io,io,il
mostro che l’aveva quasi ucciso.
“Vattene Edward!”Il mio volto era contorto
in una maschera di furia. I due umani si agitavano ed urlavano e questo non faceva
altro che aumentare la mia sete. Il sangue era sparso dappertutto.Il profumo era
irresistibile. Avvertivo il mio stomaco contercerci per la fame. “Non ti intromettere Edward.”ripetei
rabbiosa“Queste sono le mie prede” Non potevo trattenermi.Il muo corpo vibrava frenetico. Avevo fame.E volevo solo essere saziata. “Bella?”Si era avvicinato. Potevo vedere chiaramente l’espressione spaventata
e sofferente dipinta su suo viso. “Non farlo.”Era un’ordine.Parlava
nel tentativo di prendere tempo,di non affrontare
quell’orribile situazione. “Per favore Bella,per
favore rifletti.Non è successo niente di irreparabile.Capita
a tutti di sbagliare.A me,a Carlisle,ad Esme,ad
Emmett.L’importante è fermarsi in tempo.Vieni a casa.Risolveremo tutto.Ne
parleremo con Alice.Faremo funzionare la cosa.Andremò in Alaska,vedrai.In un posto sperduto.Finchè non sarai pronta.Fino a
quando lo vorrai” Perche diceva queste cose?Balle.Erano
solo balle.Niente andava bene.Niente sarebbe andato bene. “Per favore Bella,lascialo
andare.Lo sai che è sbagliato.”Ora mi stavo supplicando. Osò avvicinarmi. “Non ti mettere in mezzo,Edward”lo
avvertiì “No,non ti permettero di diventare un mostro”
“Ho detto vattene” “NO.” Mi accorsi di tremare. “Vattene”gli sibilai.Che
cosa voleva?Che diavolo voleva? Perche non si toglieva di mezzo?Perche continuare ad
ostacolarmi. La sete mi faceva sragionare.Non riuscivo più a
controllarmi.Pensavo solo al sangue. Sangue,sangue,sangue. Il mio nome,il nome di
Edward,gli altri essere umani,erano solo volti senza significato,ricordi
sfocati,sopraffatti dalla vivida sensazione della sete. E
io sapevo di dovermi nutrire.Sapevo che se non avessi bevuto sarei morta. Non mi accorsi di aver agguantato un’umano
finchè non avvertiì le mie labbra perforargli la carne. Non feci in tempo a succhiare che una
mano bianco mi colpì improvvisamente e mi si appannò la vista. Qualcosa si ruppe..Qualcosa
espolse,e mi trascino nell’esplosione. Sentiì montare dentro di me la rabbia,l’odio
e la furia.E da lì scatenai l‘inferno.
Non osavo muovermi.Non osavo avvicinarmi a lui.Non
sopportavo la sua presenza fisica ma non avevo neanche
il coraggio per fuggire. Attendevo.Attendevo che si azasse e mi liberasse
dal tedio di compiere una scelta. Non era ferito.Il suo corpo immortale era fatto per
sopportare colpi anche peggiori. Eppure stava immobile,la testa
ciondolante,senza dare segno di vita. Non doveva intromettersi.Ero arrabbiata.Arrabbiata con
Edward,arrabbiata con me stessa,arrabbiata con il
mondo intero. Non sapevo più dove rivolgere il mio odio.Quel’odio che mi rodeva l‘animo come una cancrena. Avevo ucciso.Ucciso degli esseri umani.Non sopportavo la
loro felicità.Loro erano vivi,io no. Loro potevano innammorarsi,potevano costruire una
famiglia,invecchiare e morire.A me invecie era stata strappata anche la
speranza. Non mi rimaneva più niente.Nulla.Tranne un odio dilagante
ed incontenebile. E a cosa mi aveva portato?Mi rifugiavo nel’odio per
non provare dolore,ma il mio odio non causava altro
che dolore e morte. I corpi degli umani giacevano al suolo
in una pozza di sangue.E non mi ero neanche nutrita.La sete continuava a
bruciarmi la gola. Li avevo torturati.Ma non era
stato sufficiente.Non per placarmi.Mi ero dovuta sfogare con Edward. Avevo riversato su di lui tutto il mio potere,tutta la mia devastazione. L’avevo avuto in pugno.Avrei potuto ucciderlo.Una
parte di me aveva desiderato farlo. Volevo liberarmi di lui,completamente.E
la rabbia fomentava quei miei sentimenti fino a tripicarli. L’avevo avuto sotto di me,indifeso,impotente,sottomesso.Volevo
fargli male. E
forse l‘avrei anche potuto uccidere.Lui però non aveva provato a
ribellarsi. Aveva combattuto contro di me per salvare le vite
patetiche di quegli umani,ma non per salvare se
stesso. Quando aveva visto il mio sguardo,quando
aveva incontrato i miei occhi,aveva semplicemente smesso di combattere. Come a un burattino al quale
erano stati strappati i fili. Aveva perso ciò che lo spingeva ad essere quello che era.
Non l’avevo
sopportato.L’avevo scagliato contro un muro. Non ce la facevo a sostenere il suo sguardo.Non riuscivo
a vedere il suo dolore.Era troppo.Troppo. L’avevo scaraventato contro il muro usando tutta la
mia forza,e quando lui aveva colpito le pareti di
intonaco bianco avevo quasi creduto che il palazzo stesse per crollare. Non era crollato.Come Edward non
era morto. Anche se nella sua caduta aveva frantumato una scrivania,che si era piegata sotto la pressione del suo corpo,ed un
pezzo di muro si era staccato dalla parete,provocando un polverone bianco. Da allora non si era più mosso. Se fossi stata ancora umana
avrei desiderato fare qualcosa per lui.Forse l’avrei abbracciato,o gli avrei sussurrato le mie scuse. Amore.Amare qualcuno più di se stessi.Amare così tanto fino a distruggersi. Avevo provato quel tipo d’amore.Ora non più.Non
riuscivo più ad elaborare emozioni così complesse. Dovevo accontentarmi di capire cosa provavo.Di riuscire a
provare qualcosa di più piccolo:gioia,serenità,allegria.
Quando ero umana davo questi sentimenti per scontato. Ora non riuscivo neanche a ridere. Quando tentavo di inclinare le mia
bocca in un sorriso,avvertivo le mie labbra pesanti,ribelli,e ciò che
veniva fuori era una smorfia sbilenca. Non potevo sanare tutte le mie ferite semplicemente con
l’amore.Mi serviva qualcosa di diverso. La normalità.Normalità che si ostinava a negarmisi.E io non potevo neanche costringermi a fingere di essere
allegra. Oh,potevo farlo credere agli
altri,ma non potevo fingere con me stessa. Troppo tempo era trascorso dall’ultima volta che
non avevo provato disprezzo,rabbia,ira,rifiuto verso
tutto e verso tutti. Non erano gli altri che rifiutavo.Era la vita.La
disprezzavo.E anche gli umani dei quali ero gelosa in
realtà anche loro mi disgustavano. Mi disgustava la loro ingenuità,la
loro cecità abissale. Non volevo tornare umana.Ma non
desideravo morire.Non credevo in un dio.Non credevo in nulla.E la morte non mi
avrebbe liberata dalle mie afflizioni. Ma
non volevo neanche continuare questa sorta di vita vissuta a meta. Anche ora,distrutta
com’ero,provavo l’irrefrenabile impulso di chinarmi per terra e di
leccare il sangue. Ero consapevole di ogni goccia
di sangue che si infilava nelle crepe del pavimento,che si mischiava alla terra
e alla sporcizia,e formava minuscoli rigagnoli. Questa consapevolezza mi faceva impazzire.Percepivo
addirittura le goccie di sangue sui miei vestiti e sotto la suola delle mie
scarpe. Ero patetica.Come potevo non
odiare quest’esistenza?Come potevo non odiare me stessa? Anche perche non ero stata trasformata dal mio Edward.Oh no,lui mi aveva lasciato. Mi aveva abbandonato indifesa,e
io avevo dovuto raccattare i cocci della mia vita e proseguire per la mia
strada.Una strada che mi aveva portato a questo. Odiavo.Era l’unica parola che riuscivo
a comprendere pienamente,in tutta la ricchezza delle sue sfumature. La rabbia,l’ira,il
disgusto,queste mi dominavano. Ma l’odio,il desiderio di
vendetta verso i mostri che mi avevano trasformata,ecco ero io a dominarlo. Faceva parte di me.Era parte di me.
Rinunciarvi sarebbe stato come tagliarmi un braccio o una gamba.Ormai
ero divenuta così e non potevo farci nulla.Nulla. Edward si mosse.Lentamente
iniziò a muoversi.Non sapevo quanto tempo era passato. Minuti,ore,attimi? Si alzò.Non era ferito. Aveva solo un leggero strappo alla camicia nel punto in
cui l’avevo morso,e i capelli ricoperti da
quache pezzo di muro sbriciolato. Barcollava.Era in piedi immobile.Osservava i cadaveri,il sangue e probabilmente anche me. Io non osavo alzare lo sguardo.Non osavo.Anche se mi
avesse attaccata non mi sarei mossa. Poteva prendere i cadaveri.Seppelirli,mettersi
a prendere a pugni la stanza o colpirmi nel tentativo di uccidermi.Non avrei
reagito. Prima ero disposta ad ammazzarlo se solo mi avesse
sfiorato ed ora non mi sarei mossa di un millimetro neanche se mi avesse dato fuoco. Edward però non fece niente di tutto questo.Non disse
niente.Non mi guardò con i suoi occhi penetranti.Non tentò di farmi sentire
colpevole o di rassicurarmi. Era immobile.Una statua.Una statua che respirava con
sfiancante lentezza e che poteva provare dolore.Soffriva. Il fatto che non facesse nulla era ancora più terribile
se avesse deciso di urlarmi. Non lo capivo.Edward non gettava
la spugna,mai.Eppure ora pareva intento a fissare una chiazza di sangue sul
muro,incurante dello scempio che aveva intorno. Non so per quanto rimase così.Qualche secondo ma per me
sembrò che fossero trascorsi giorni. Dopo un po’ se ne andò.Così
improvvisamente,senza fare niente.Se ne andò. Uscì dalla porta con quel suo passo da automa e sparì,senza voltarsi neanche una volta.
Edward
“Signore?Signore desidera un’altro
bicchiere?” La barista mi fissava paziente.Annuì.Non si aspettava una
risposta. Me ne versò un’altro.Non sapevo
neanche cos’era. Era un liquido rosso,quasi
violetto con delle sfumature vermiglie.Emanava l‘odore dell’acido. “Prego.Ci ho messo un po’ di vodka per
addolcire il sapore”mi sorrise. Era carina.Mora,occhi azzurri,un
fisico da atleta. Lavorava la sera per permettersi di pagare gli studi
universitari.Volevo laurearsi. Aspirava a divenire un avvocato.Sognava di far trionfare
la giustizia e di creare un mondo migliore. Era una sciocca idealista. Ingenua,romantica ed
illusa,convinta di poter cambiare il mondo.Non apparteneva a quest’epoca.
I ragazzi ormai non erano più così.In questo secolo
nessuno aveva più il coraggio di sperare. Era troppo difficile
sopravvivere.C’erano troppi problemi.
Famiglie divorziate,matrimoni
ridotti al lastrico,bambini didicenni che gia iniziavano a spacciare droga e a
cimentarsi nel piaceri del sesso. Cambiare il mondo era irrilevante.Era impossibile.A
nessuno interessava migliorare la vita degl’altri.
Eppure la ragazza che mi trovavo davanti apparteneva ancora a
quell’antico stampo che aveva forgiato la popolazione dell’America
negli anni sessanta. Era una rarità.Una sciocca idealista che avrebbe
veramente cambiato il mondo,o si sarebbe ritrovata a
patire la fame in un quartiere per immigrati. Io sapevo tutto questo.La conoscevo.Conoscevo lei. Non le avevo rivolto la parola,ma
grazie al mio potere ero a conoscenza dei suoi desideri più profondi dei suoi
pensieri più intimi. Eppure non poteva importarmene di meno. Mi lasciava indifferente.Non mi sforzavo neanche di
fingere. Avevo ammucchiato davanti a me tre bicchieri colmi di
liquore,ma non mi prendevo neanche la briga di svuotarli
di nascosto. Ero...Stanco.Distrutto. Solo una parte superficiale della mia coscienza prestava
attenzione al mondo esterno. Il resto di me era impegnato a piangere,e
ad annegare nel dolore. Prima o poi sarebbe passato.Avrei dimenticato e avrei fatto finta di
niente.Non era la prima volta.Era solo la più grave.La mia vita sarebbe
continuata esattamente come prima. Come prima.Come quando fissavo Bella per ore in attesa che lei si voltasse verso la mia direzione o mi
desse un segno di avermi riconosciuto. In fin dei conti non era così
male.Era meglio di questo.Di ciò che era diventata. “Signore,ne vuole
ancora?”La ragazza mi osservava.Era attratta da me.Mi trovava
irresistibile. Non si chiedeva neppure perché non bevessi.Sembravo
ubriaco. Forse erano le occhiaie che mi contornavano gli occhi,o lo sguardo assente,o l’espressione orribile del mio
viso. Non avevo niente che non andava.Non esteriormente.Ma parevo lo stesso distrutto.Annientato. Avevo la faccia di qualcuno che si era salvato da un palazzo
in fiamme e conservava ancora l’espressione sconvolta di chi è appena
sopravvissuto ad una tragedia. “Ne è sicuro?” Sicuro?Le avevo detto qualcosa?Avevo parlato?Non riuscivo
a riflettere.Non volevo riflettere. Provavo solo un garbuglio indistinto di
emozioni.Non sapevo neanche perché ero entrato in quel locale.I o odiavo quel locali.Detestavo
l‘odore di fritto,il rumore,le risate stridenti
degli ubriachi. Eppure ero entrato.Forse speravo di poter dimenticare la mia
disperazione,affogandola nell’alcool. Come se fossi stato ancora umano.Umano. Mi trovai a ridere da solo.Il proprietario del locale mi
lanciò un’occhiata di traverso.Dovevo sembrare pazzo. Mi alzai,pagai e usciì da quel
piccolo pub,non curandomi neanche di prendere il resto. Pioveva.Mai prima d’ora avevo amato così tanto la pioggia.Era
meravigliosa.Divina.
Mi dava la sensazione di poter provare delle vere lacrime. Lacrime che mi scendevano sul viso,lacrime
che mi bagnavano le labbra e mi colavano sui vestiti. Era così che dovevano sentirsi gli umani?Liberi.Liberi di
poter dare sfogo ai loro sentimenti. Non ricordavo neanche più come si faceva a piangere.O
come si facevano tante altre cose. Il sapore de cibo,il calore
della pelle umana,il freddo ed il caldo e la sensazione di sentire il proprio
cuore battere all’interno del petto. Il rumore del cuore,del sangue
che pulsava all’interno di ogni vena,in ogni arteria,in ogni singolo
tessuto,portando con se l’incredibile percezione della vita. Da quando ero vampiro non ricordavo di aver provato più
niente.Ero vuoto.Freddo. Per più di un secolo non avevo provato nessuna
emozione.Fino a quando non avevo conosciuto lei.
Lei.Avevo creduto di essere tornato nuovamente umano. Avevo gioito al sorgere del sole,perché
la luce del giorno mi permetteva di osservarla come non potevo al buio,mi
permetteva di perdermi nei suoi occhi e di fingere di essere umano. Ogni cosa con lei aveva assunto un
altro significato.E poi così come tutto era cominciato era finito. In un attimo.Era bastato tanto,una
decisione sbagliata per distruggere il nostro amore. Era colpa mia.Se me ne avesse
dato la possibiità mi sarei umiliato per lei.Avrei fatto di tutto pur di
spingerla a perdonarmi. A lei però non interessava nulla.Ero come invisibile.E
più tentavo di riconquistare la sua attenzione e più lei mi ignorava.
Fino ad oggi.
L’avevo supplicata.L’avevo supplicata
che rispiarmasse gli umani.Perche poi? Cosa mi importava?Ero veramente
interessato a salvare le oro vite? O
il mio era solo uno sciocco e patetico orgoglio. Una parte di me,la parte vile ed
egoista,voleva rannicchiarsi per terra e voltare la testa dall’altra
parte.Chiudere gli occhi e far finta di non vedere il mio angelo che compiva
quel massacro.
“Per favore Bella,lascialo
andare.Per favore Bella,so che non vuoi
uccideri” Era una palese bugia.Tutto il suo corpo fremeva per contenersi.E la sua mente non pensava altro che
a sangue. Eppure il mio desiderio che funzionasse era tamente forte da
annebbiare la verità. Dovevo crederci.Dovevo credere che dentro di lei c’era una parte che voleva essere salvata. Era l’unica speranza che avevo.Perderla sarebbe
equivalso a morire. Ma
avevo sbagliato.Mi ero messo in mezzo.Avevo scatenato la sua rabbia,e lei aveva sfogato su di me il suo odio e la sua sete
repressa. Ero stato scagliato contro un muro,il
suo corpo sopra il mio,le sue braccia mi imprigionavano e mi impedivano di
difendermi. Era troppo forte.Più forte di me.Più forte di qualsiasi altro vampiro.Non potevo competere con lei. Non avevo scampo. Le sue mani mi stringevano rabbiose,continuava
a colpirmi,continuava a sfogare su di me la sua ira,mentre le sue labbra
ripetevano un incessante cantilena: "Ti odio,ti odio,ti odio” Non tentavo più di frenarla o di combatterla.Tentavo solo
di evitare i suoi pugni,di non farmi uccidere dalla
sua forza incontrollata. Avevo provato a liberarmi.Era forte,ma
veniva ancora dominata dall’istinto.
Era pur sempre una neonata.Non riusciva ancora a
comprendere appieno i limiti della sua nuova natura. Mi ero divincolato dalla sua presa e l’aveva
colpita alle gambe facendole perdere l ‘equiibrio.Avevo
approfittato della sua debolezza e l ‘avevo
spinta con tutta la mia forza contro il pavimento. Il suo bel viso si era sporcato di sangue.Per un attimo mi faveva fissatò sconvolta.Non se
l’aspettava. Per un istante,la sorpresa era
balenata sul suo volto per essere poi sostituita da un odio
dilagante,incontenibie,spaventoso. Avevo visto la sua espressione e per la prima volta avevo
avuto paura di lei.Non era semplicemente arrabbiata.Voleva uccidermi. L’avrebbe fatto.La sua mente non ragionava più e
voleva soltanto farmela pagare. Non era più Bella.Le sue labbra si erano inclinate
orripilate e dalla sua bocca era scaturito un grido agghiacciante.” TI ODIO”mi aveva ulrato
con tutto il suo essere. “Ti odio Edward,io ti
odio” Sembrava posseduta.Un demone si era impossessato del suo
corpo. Non so se mi avevano fatto più male i suoi colpi o le sue parole. Non avevo avuto tempo di fare niente.Ero stato coòpito
da qualcosa,da quacosa di incontrollabile. Bella era immobile,gli occhi
iniettati di sangue,ed io venivo scaraventato per terra,da un nemico
invisibile. Era energia.Pura energia.Fuoco e ghiaccio fusi
insieme.Per la prima volta ero stato vicino a Bella. Quando aveva gettato su di me tutto il suo potere,in un certo senso le barriere della sua mente si erano
abbassate e io avevo potuto percepire ciò che provava. Rabbia,odio,ma anche dolore. Un dolore sordo,nascosto sotto
strati di furia,di disgusto e di apatia,ma pur sempre dolore. Per un attimo avevo provato compassione per lei.Avrei
vouto aiutarla.Avrei vouto abbracciarla e dirle che
l’amavo. Non ne avevo avuto il tempo. Lei mi era saltata addosso e non mi aveva dato neanche il
tempo di reagire.Non che l’avrei fatto. Non provavo neanche più a difendermi.E
attendevo.Attendevo che si calmasse o mi uccidesse. E
lei si era calmata.Mi aveva tirato ancora una volta contro un muro,e poi si era accasciata sul pavimento. Era rimasta immobile.Non aveva alzato lo sguardo e non si
era mossa di un millimetro.
Dopo un po’ me ne ero
andato.Mi ero alzato lentamente.Esausto,distrutto,ferito
sia ne corpo che nello spirito. Ero fuggito.Fuggito da lei,fuggito
dalla sua sofferenza e dalla sua rabbia. Mi ero rifugiato in uno squallido
locale e lì ero rimasto.Per ore,come un giocattolo
rotto,aspettando di rcomporre ciò che restava di me.
La pioggia continuava a scendere scrosciante.Avevo i
vestiti fradici. Non mi piaceva quella sensazione di umido.La
trovavo irritante. Eppure non tentavo minimamente di ripararmi dalla pioggia. Continuava a camminare.Non sapevo dove mi trovavo.Lontano
dal centro.In un quartiere di periferia,isolato,vuoto,spoglio.
In giro non vi era anima viva.Nessuno voleva uscire con
questo tempo.Nessuno sano di mente si sarebbe messo a passeggiare di notte
durante un temporale. Le persone preferivano rimanere al sicuro nelle loro
case. Circondati dai loro cari,da
coloro che amavano.Famiglie. Anche le persone sole,senza famiglia,avevano sempre
qualcuno a cui rivogersi. La madre,il padre,il vicino
della porta accanto che condivideva con loro le piccole disavventure della
vita. Addirittura gli assassini,avevano
i loro cari che continuavano ad andare a trovarli. Gli umani non sopportavano la solitudine.Neanche i
vampiri del resto. Sarei potuto tornare a casa,da
Carl da Esme.Ma non volevo.Se l’avessi fatto
avrei dovuo raccontare ciò che era successo,e non
volevo ricordare.Volevo dimenticare. Continuavo a camminare perché era l’unica cosa che
mi restava.Fermarsi significava arrendersi. Ed una volta arreso non avrei
potuto impedire ai ricordi di venire a tormentarmi. Continuai.Ancora ed ancora.Le strade illuminate
lasciavano il posto a vicoli bui e maleodoranti,il
silenzio dei quartieri tranquilli era coperto dalla musica e dalle urla dei
locali candestini. Entrai in uno di quei locali.Era un posto squallido,caotico,dove però potevo nascondermi e passare
inosservato.E annegare nella mia disperaziome. Mi sedei su un divanetto di pelle nera il più lontano
possibile dal rumore,dalla musica,dai corpi frenetici
che sfrecciavano sulla pista da ballo. Rimasi solo.Per tanto tempo.Passarono le ore,ma rimasi seduto su quel piccolo
divano,immobile,impassibile come una statua. Dopo un po’ però mi accorsi di essere
osservato.Qualcuno mi osservava.Qualcuno mi gettava rapide occhiate curiose. Avvertivo i suoi occhi perforarmi la schiena. Una ragazza. Bellissima.Alta,capelli
neri,pelle d’avorio,un viso da bambola.E due occhi verdi che avevano lo
stesso colore intenso degli smeraldi. Quando incontrò il mio sguardo sorrise.Un sorriso capace di far sciogliere il cuore di un umano. Era molto bella.Troppo.E la tutina attillata che
indossava non faceva che mettere in evidenza le forme
del suo corpo. Appena mi vide si avvicinò a me.Lentamente,quasi stesse recitando una parte. Quando si muoveva pareva danzare.E anche il profumo che
emanava.Buono,delizioso.Non buono per i
vampiri,l’odore del suo sangue era perfettamente normale,ma la sua pelle
emanava un profumo da far gola agli appetiti degi umani. “Ciao.Sei solo?” La sua voce era un tintinnio
musicale. Non le risposi.Non cercavo compagnia. Ero venuto per dimenticare,come
se vedere quei corpi sudati che ballavano sensualmente avrebbe potuto farmi
dimenticare il dolore che avvertivo nel petto. Lei non si scoraggiò.Era abituato a quel tipo di
clienti.Chi doveva entrare in quel genere di locale
doveva essere disperato. “Allora non ti va di parlare eh?” Ogni volta
che pronunciava una parola,sbatteva le sopracciglia. La faceva assomigliare ad una bambina.Le donava un’aspetto ingenuo,quasi infantile. Anche questo doveva essere studiato. “No”risposi gelido.Sperai che se ne andasse. “Bene.”sospirò “Questo renderà le cose molto più
divertenti”sorrise divertita. “Vattene.Non intendo pagarti.Non ho soldi” Ed era vero.Avevo lasciato tutto
al piccolo pub.Non mi ero neanche interessato di
scoprire quant’era. Lei in risposta mi sorrise di
nuovo,ma non si allontanò. Si avvicinò ancora di più e iniziò a giocherallare con
una ciocca di capelli e a passarsela sulla bocca. Mi scansai da lei.La sua risata si fece più acuta. Ma
che voleva?Non volevo giocare.Non volevo la sua compagnia. Affinai la mia mente e penetrai i suoi pensieri,distinguendoli dal rumore caotico che affollava il mio
cervello. Non mi piaceva leggere i pensieri delle persone.Era un
contatto troppo intimo,troppo profondo. Cercai in lei qualcosa che mi potesse
dirmi come allontanarla.Ciò che vidi però non mi servì
a nulla. Vidi la sua solitudine,la
tristezza e il disgusto per se stessa e per ciò che era costretta a fare.Rabbia
verso il mondo,stanchezza,il desiderio di sdraiarsi e
di non alzarsi mai più,e nascosto più in profondità...attrazione. Attrazione per me. Le piacevo.Era assurdo. Lei era una prostituta.Come poteva considerare il sesso
qualcosa di diverso da lavoro? Era costretta a vendere il proprio corpo. Come poteva ancora provare desiderio per un altro essere
umano. Provai un’improvvisa pietà per lei. Si riavvicinò a me e mi mise una
mano sul collo.Stavolta non la scansai. “Sei freddo”mi
disse. Non voleva una risposta.Non c’era una risposta. “Che vuoi da me?”mi
sforzai di essere educato. Scrollò le spalle. “Sono solo curiosa.Che ci fa uno come te,in un posto del genere?” Uno come me? Non mi resi conto di averlo pronunciato ad alta voce,finchè lei non mi rispose. “Non sei da queste parti.La camicia che indossi anche se rotta,è di seta.Una volta ho indossato un
corpetto di seta." "So riconoscerla quando la
vedo.E so che nessuno di quelli che vengono in questo locale possono
permettersi un abito del genere” Non sapevo che dire. “Non sei come tutti gli altri.”indicò gli
uomini ubriachi e ragazzi che ballavano ancheggiando e facevano apprezzamenti
volgari sulle donne che incontravano. “Sei giovane.Non puoi avere piu di diciotto
anni.Eppure hai uno sguardo strano." "Era lo stesso sguardo che avevo io quando scopriì
che era morta mia madre” Mi fissò triste.I suoi occhi erano pozze profonde nelle
quali annegare.Seppì che quello che mi disse era vero. Nella sua mente si formò l’immagine di una bambina,una bambina con un abitino strappato che stringeva la mano
della mamma morta. Una lacrima scivolò sul volto della giovane donna che mi
trovavo davanti.Se la asciugò rabbiosamente. “Scusa.Non so perché ti racconto queste cose.Non mi
che mi è preso”sorrise per scusarsi. E mentre la osservavo notai che
assomigliava ancora ad una bambina. Ad una bambina che era stata costretta
a crescere e a diventare una donna. “Anche a te è
successo?” Non risposi.Dentro di se aveva formulato un'altra
domanda”anche tu hai perso qualcuno?” “Si”Lo dissi di
getto e mi accorsi che era vero.Avevo perso Bella.Avevo perso il suo amore. “Chi?” “La ragazza che amavo.La mia fidanzata” Mi osservò con compassione. “Mi dispiace”sussurrò dolce. “Mi dispiace.Ma venire qua
non ti servirà a niente” “Perche mi aiuti?”chiesi sgarbato.Sapevo che
era vero. E non sopportavo che fosse una
ragazza di vent’anni,che faceva la prostituta in un locale clandestino a
dirmelo. “Io sono un’estraneo
per te.Non mi conosci.Che ti importa di
aiutarmi?” L’avevo tempestata di domande.Il mio tono gelido
doveva averla ferita. “Perché.”mormorò
cauta. “Perché sei diverso.Quando
ti ho visto ho pensato che eri un’angelo” “Non sono un angelo” Le sue parole però mi avevano commosso. “Lo so.Non potevi essere un’angelo.Se
lo fossi stato mi avresti portato in paradiso con te” E sorrise.Ammiccò triste verso l’ambiente che la
circondava.Un’uomo vecchio ed ubriaco palpeggiava una donna che era poco più che una ragazzina e la baciava con
violenza. Mi sentiì a disagio.Perchè mai ero entrato in un posto
del genere? “Mi dispiace” “Non fa niente”fece
spallucce.“Sei stato comunque interessante.Sono
contenta di averti conosciuto” La pietà che provavo per lei aumentò
ancora di più.Mi sentiì un mostro. “Non provare compassione per
me”i suoi occhi luccicavarono furiosi.
“Non voglio la tua pietà.Ho scelto io di diventare
così.Non ti ho raccontato la mia storia per farti commuovere.Non voglio la
pietà di nessuno” E vidi con quanta ostinazione
negava l‘aiuto degli altri.Non voleva essere compatita. Aveva una dignità.Era pur sempre un essere umano. E per quanto dolorosa fosse la
sua situazione,essere compatiti non piaceva a nessuno. “Mi spiace”Le sfiorai la manoIl
suo sguardo si ammorbidì. “Sei strano.Un’altro uomo mi avrebbe subito
ficcato la lingua in bocca e avrebbe cominciato a toccarmi." "O se non poteva avrebbe
tentato di convincermi a trovare una camera per noi,e avrebbe iniziato a
parlare di se e ad autoelogiarsi.Non gli sarebbe interessato
ascoltarmi.Tantomeno di ferirmi." "A nessuno interessa quello che penso.A nessuno è
mai interessato quello che provavo.Nessuno si era mai interessato
di pararle con me”
“In fin dei conti”aggiunse poi.“Forse sei veramente un
angelo” Continuammo a fissarci per un po’.Fin quando la voce roca di un uomo iniziò a chiamarla. “Eveline?Eveline?Eveline vieni qua”le faceva
dei gesti come quando si chiama un cane. Lei arrossiì.Mi ricordò Bella. E mi ricordai quanto era adorabile
quando le sue guancie si tengevano di un tenero rossore e abbassava lo
sguardo imbarazzata mentre si accorgeva che la stavo fissando. Forse non si era mai resa conto quanto la desideravo,quanto la trovavo meravigliosa. “Non è Eveline il mio vero nome.Non lo è mai
stato.Ho detto che mi chiamo così solo perché lo
voleva sapere.Così non mi rompeva più e la smetteva di infastidirmi.” Cercai di concentrarmi su di lei. “Come ti chiami?”le chiesi. “Violetta.Il mio vero nome è Violetta.E tu come ti
chiami?” “Edward” Lo assaporò per quache istante. “Edward”mormorò a fior di labbra “Che bel nome.Potrebbe essere
veramente il nome di un angelo”sussurrò. “Anche il tuo è un bel
nome”E lo era davvero. “Grazie”Rise deliziata e poi incontrò
nuovamente i miei occhi. “Posso chiederti una cosa Edward?” Sapevo cosa voleva,ma annuiì. Le mi si avvicinò cauta.Sembrava
insicura.Avvertiì le sue mani sul mio viso e poi le sue labbra. Non ricambiai il bacio,ma lei
non se lo aspettava. La sua bocca era delicata,dolce
come un petalo di rosa. Mi baciò teneramente,mentre le
sue mani indugiavano sul mio viso,e mi carezzavano la fronte. Scopriì sorpreso di desiderarla a mia volta.Di desiderare quel contatto dolce e fragile con un altro essere
umano. “Sei freddo”Aveva il
respiro spezzato.Le guance rosse e le pupille dilatate.Non stava fingendo. Mi voleva.E si era innammorata di me. “Lo so”Ma ora non
potevo più prestarle attenzione. Dovevo andarmene.Sapevo che sarei dovuto tornare a
casa.Era doloroso ma dovevo. Lei avvertiì la mia impazienza perché mi diede un ultimo
rapido bacio,per poi avvicinare le sue labbra alla mia
guancia e assaporare il sapore della mia pelle fredda. “Grazie Edward.Non ho mai incontrato uno come te.Anche se sei troppo freddo per
essere un angelo” Non risposi. “Grazie”ripete in un fioco sussurro.Si
allontanò da me tristemente. “Addio,Violetta”la
vidi sorridere. Un ultimo rapido sorriso,per poi
sparire inghiottita dalle ombre del locale. Gettai verso di lei un’ultimo
sguardo,e mi avviai verso casa.Casa.Ora mi sentivo pronto. O
meglio meno vulnerabile di prima.Sarei tornato da lei. L‘avrei affrontata.E forse allora
Bella mi avrebbe perdonato. E
avrebbe ricordato cosa si prova ad amare.