Your Lost Nightmare

di Locke
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto Capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo Capitolo ***


2 capitolo

Sei mesi dannazione.
Sono passati sei mesi e tu ancora non riesci a guardarmi negli occhi.
Sei mesi,da quando sei stata trasformata in un vampiro.
Sei mesi da quanto ti abbracciavo,mentre ti contorcevi sotto gli spasimi del veleno,mentre venivi divorata da un fuoco invisibile.
Sei mesi,che tu non mi parli,che cammini,che cacci,ma che sei priva di vita.
Darei di tutto pur di leggerti il pensiero.
Non so cosa ti passa per la mente,non so cosa provi,non so se mi ami,se puoi perdonarmi dopo tutto il male che la mia scelta ti ha causato.
Ti ho lasciata.Ho sbagliato.
Ho commesso il più grande errore della mia immortale esistenza.
Un errore che ti è costato la vita.Un errore che ha significato la distruzione della tua umanità.
Non so cos’è successo.
Ti abbiamo trovata in fin di vita,mezza dissanguata,con il veleno già entrato in circolo,che corrodeva i tuoi tessuti,che penetrava implacabile nel tuo giovane corpo.
Dopo tre giorni di infernale agonia,ti sei finalmente alzata,rinata sotto una nuova forma.
Gli aspetti che più mi avevano fatto innammorare di te però,erano scomparsi,sostituiti da un accecante perfezione.
Da quella inumana bellezza,che caratterizza i mostri della mia razza.
Ora anche della tua.
Finalmente posso toccarti senza timore di romperti qualche osso.Posso respirare il tuo profumo senza timore di assalirti,preda di una furia omicida.
Eppure ti sento distante,irragiungibile...
Mai mi sei mai stata così vicina eppure così lontana.
Cosi vicina,dato che condividi la mia stessa dannazione.
Così lontana,come se non provassi più niente.
Osservo i tuoi occhi.Due laghi profondi,imperscrutabili,che come la tua mente mi sono inaccessibili.

Qualche settimana fa è stato celebrato il tuo funerale.
Tracce di sangue sono state trovate nel bosco.Impronte umane,frammenti del tuo dna.
Ti hanno dato per morta.Dopo mesi di ricerche,hanno abbandonato la speranza.
Siamo andati insieme a Forks.Solo io e te.
Carlisle ed il resto della famiglia sono rimasti ad aspettarci.Protetti nella nostra casa in Alaska.
È stato terribile.Terribile assistere alla commemorazione della tua stessa morte.
Terribile percepire il dolore di quella povera gente.
Charlie e Renee erano distrutti.
Renee era scossa da tremiti incontrollati,gli occhi appannati dalla sofferenza.
Durante tutta la messa è rimasta a singhiozzare.
Il suono del suo pianto costituiva una macabra melodia.
Un raccapriciante sottofondo per le parole del prete.
“La mia Bella...La mia Bella...La mia Bella,la mia piccola Bella” continuava a ripetere come una nenia.
Charlie non profferiva parola.Era ammutolito,come incredulo di fronte all’accaduto.
Il suo dolore era ancora più tangibile.
Tutta la cittadina si era riunita per dare l’ultimo addio alla figlia dell’ispettore.
Tutti impeccabilmente vestiti in nero.
Con abiti eleganti comprati per l’occasione,guanti di pizzo per le donne,mazzi di fiori in mano,ed espressioni di sincero dispiacere dipinte sul volto.
Una bara vuota con inciso il tuo nome è stata seppellita nel vecchio cimitero di Forks.
Una foto in bianco e nero è stata incastonata nella cripta.
Una foto che ti ritrae sorridente,con le guancie imporporate da un caldo rossore ed i capelli scompigliati dal vento.
Dozzine di fiori la circondano.Camelie,orchidee,violette,crisantemi.
Portati per onorare la tua memoria.Per ricordare la piccola Bella scomparsa nel nulla.
Inghiottita dalle ombre nel bosco,come nella trama di un film dell’orrore.
Già,un film dell’orrore.Il sangue ed i vampiri non mancano...

Per tutto il tempo,tu sei rimasta impassibile a fissare quell’orrore.
Sei rimasta a fissare i tuoi genitori consumati dalla disperazione,ad udire i canti funebri,i discorsi d’addio,senza dare segno di provare una qualche emozione.
Dopo la sepoltura ce ne siamo andati.
Siamo rimasti a Forks solo qualche giorno.
Sei voluta andare da sola nella foresta.Non so a fare cosa.
Non so perche e tu non hai voluto spiegarmelo.
Sono rimasto ad aspettarti preoccupato.Rimasto abbastanza per condividere il dolore di Charlie.
Per osservarlo singhiozzare sulla tua tomba,mentre invocava il tuo nome.
Abbastanza per percepire la tristezza che aleggiava in questa piccola cittadina.
L’accusa nei confronti della mia famiglia,il risentimento e la rabbia,mentre ci giudicano colpevoli della morte di Bella.
Credono che si sia suicidata.Sottili bisbigli,sussurrati lontano dalle orecchie del povero Charlie.
Abbastanza per dilaniarmi con il senso di colpa.
È colpa mia.È soltanto colpa mia.
Ti ho abbandonato ed in un certo senso tu sei morta.La Bella che conoscevo è stata seppellita insieme a quella bara vuota.
Continuo a ripetermelo,eppure non posso smettere di sperare in un tuo perdono.
Dopo alcuni giorni sei tornata.
Con i vestiti inzaccherati e ricoperti di fango,i capelli scarmigliati,ridotti peggio dei tuoi abiti laceri.
Ma non ti importava.
Eri inconsapevole del tuo aspetto selvaggio,che ti faceva assomigliare ad un animale feroce.
Credevo che dopo esser ritornata,saresti cambiata.
Credo che mi avresti permesso di aiutarti,che avresti sfogato il tuo dolore.
Cosa ti tormenta Bella?Perche non ne parli con noi?
Perche non riesci più a guardarmi,non riesci più a fidarti di nessuno.
Sospiro.Sono torturato da queste domande,ma non oso chiedertele.
Non oso forzarti,e mi maledico per non essere in grado di leggerti i pensieri.

Siamo ritornati in Alaska solo da qualche mese,ma abbiamo intenzione di trasferirci il prima possibile.
In qualche cittadina piovosa e poco soleggiata,che però non ti ricordi troppo Forks.
Carlisle sostiene che frequentare un luogo affollato sia un bene per te.
In un luogo dove tu possa dimenticare i tuoi problemi,abbandonare i fantasmi del tuo passato.
“Si sta chiudendo in se stessa Edward.Sta smettendo di lottare.Lo vedo,sta perdendo la voglia di vivere”
Lo so.So che stare questa stramaledetta foresta la sta uccidendo.
Stare così a non fare niente.Ad attendere una reazione.
Ci sta uccidendo tutti.La tensione in casa è quasi palpabile.
Tutti si aspettano che Bella esploda,che si metta a gridare e a distruggere la casa,o semplicemente che fugga alla caccia di una preda umana.
Ma lei non fa niente.
Se ne sta immobile ad osservare la pioggia che cade o la fiammella di una candela.
Quando le parlo,si volta e mi sorride.
Ma è un sorriso vuoto,spento,che non la sfiora minimamente.

Assomiglia ad una bambola.Muta e fredda il suo corpo è di gelida porcellana.
Muta e fredda presenziava al suo stesso funerale.
Tutti noi siamo rimasti sconvolti dalla sua decisione.
Ognuno,dopo la trasformazione,ha dovuto abbandonare qualcosa,lasciarsi alle spalle gli ultimi legami con la propria umanità.
Eppure assistere al proprio funerale...È tremendo.Perversamente tremendo.
Vorrei poterla aiutare.Vorrei fare qualsiasi cosa.Ma è impossibile.
Lei è irragiungibile,separata da me da una lastra di vetro.
“Abbi pazienza Edward.Dalle tempo”mi sussurra Carlisle.
“Ma Carlisle.Che possiamo fare?Lei non mi ascolta.È come se fosse morta”rispondo disperato.
Già,come se fosse morta.Come priva dell’anima.
“Bisogna avere pazienza.Vedrai che si riprenderà”
Eppure leggo la preoccupazione,l’incertezza tra i suoi pensieri.
La possibilità di un crollo definitivo.Bella potrebbe rimanere così per sempre.Non riprendersi mai più.

La sola prospettiva è capace di distruggermi.
Per questo ho acconsentito a tresferirci anche se ho paura.
Paura.Paura della sua reazione.
Paura che di fronte al sangue umano non sia in grado di controllarsi.
Sono in grado di sopportare la sua freddezza.
Eppure vederla trasformata in un mostro,con gli occhi assetati di sangue,e le labra bagnate di veleno…
Ho visto cosa la sete può spingerci a fare.
Ho assistito Jasper,Emmett in preda alla furia più totale.
Ho visto me stesso,mentre impotente venivo consumato dal desiderio di sangue.
Ma vedere lei.La mia Bella,la mia dolce Bella trasformata in un assassina.
Non ne ho il coraggio.
Sono terrorizzato di vedere il suo bel viso contratto in una maschera sovraumana.
Sarò capace di proteggerti da te stessa?
Sarò capaca di aiutarti,anche quando ti rivolterai contro di me,quando urlerai di essere saziata?
Non lo so.Non so neanche cosa sei diventata.
Non so cosa provi,non so cosa ti è capitato.
Non so se ami o se mi odi,o se mi reputi colpevole di quello che ti è successo.
Cos’è successo?Tutti se lo domandano.
Alice non l’ha previsto,perche?Ha visto il suo corpo giacere dissanguato nella foresta.
Ma non ha visto l’artefice di tutto cio.Non ha visto il mostro che l’ha creata.
E Bella naturalmente non parla.Non dice niente,come se non fosse mai accaduto.
Perche?Perche continuo a domandarmi.
Quando siamo tornati a Forks non ho resistito all’impulso di intrufolarmi nella sua camera,per cercare qualcosa.
Qualsiasi cosa che spiegasse il suo comportameto,la sua apatia.
Ho frugato dappertutto.Non ho trovato quasi niente.
Solo vestiti impregnati del suo irresistibile odore,vecchi ricordi,vecchi momenti…
Foto,Cd musicali,Album fotografici che ritraevano Bella da piccola,con in bocca un grosso ciuccio rosa.
Bella bambina con le giancie paffute e colorate.
Bella ragazza alcune foto con dei visi sconosciuti,altre scattate da poco.
Avrei voluto portargliele.
Portarle quelle foto,portarle i suoi polverosi peluche,le sue bambole di pezza.
Avrei voluto dire:Ti ricordi?Ricordi come eri quand’eri umana?Perche sei cambiata?Perche hai perso la voglia di vivere.
Ma non l’ho fatto.Non ne ho avuto il coraggio.
E poi,prima di andarmene ho notato un asse un po’ malferma del pavimento.
L’ho aperta per trovarvi le cose che infantilmente vi avevo nascosto.
Eppure ciò che maggiormente mi ha colpito è stato un semplice quaderno nero.
Io non ve lo avevo mai messo?
L’ho aperto con mani tremanti e l’ho sfogliato,fino ad impararne ogni riga a memoria.
Fino ad impremere nella mia mente ogni singola macchia di inchiostro,ogni parola impressa in quelle rugose pagine di carta.
E incastrato sotto la copertina di pelle,vi era nascosto un piccolo braccialetto d’argento.
Un semplice bracciale,un bracciale che le avevo regalato e che non avevo fatto in tempo a nascondere,dato che lo portava sempre addosso.
Non ho potuto abbandonarle.
Sono fuggito da quella camera con il diario ed il bracciale,correndo fino al ciglio del bosco,intento ad aspettare il ritorno di Bella.
Quel ritrovamente mi ha scosso profondamente.Ne ho fatto parola solo con Alice.
Anche se non le ho permesso di leggerlo.Era troppo personale.
Dentro vi erano racchiusi i segreti di Bella.Segreti che io non mi facevo scrupolo a violare.
Desideravo talmente tanto comprendere la verita,poterla aiutare in qualche modo,che mi ero ridotto a sfogliare di nascosto un suo vecchio diario.
Un diario che si interrompeva il tredici novembre.Molto prima,di quando Bella era stata morsa.
Patetico.Ero patetico,ma ora come ora quel diario era l’unica cosa che mi legava alla mia Bella.
L’unico legame tra me e il mio angelo.Quell’angelo che si era tramutato in una bellissima bambola di fredda porcellana,divinamente meravigliosa e tremendamente gelida.

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


2 capitolo

I primi tempi credevo che fosse solo una fase.Credevo che fossi sconvolta dalla trasformazione,stordita dai tuoi nuovi poteri:i sensi potenziati,la forza sovraumana…
Non ricordo quello che avevo provato.
La mia vita umana mi appariva sfocata,i ricordi sono sbiaditi,e questa vita,quest’esistenza immortale plasmata dall’incessante sete di sangue,è l’unica che conosco.
È normale la sua reazione.
Normale.Ha solo bisogno di tempo.Di tempo per abituarsi alla sua nuova condizione.
Ma la tua non era una reazione normale.
Dovevi essere sconvolta dalla tua nuova forza,magari eccitata o inebriata dai tuoi nuovi poteri.
E soprattutto dovevi desiderare il sangue.
Sangue.I primi tempi il sangue è l’unica cosa che conta.
L’unico pensiero che ci osessiona,che detta impulsi irrefrenabili e che guida le nostre menti inesperte.
Invecie tu eri tranquilla,immobile.
Immobile permettevi ad Alice di giocare con il tuo corpo.
Immobile lei ti vestiva come una bambola,ti acconciava i capelli in una moltitudine di treccine,e colorava le tue guancie con del belletto profumato,per riprodurre quel caldo rossore che mai più avrebbe sfiorato la tua pelle di ghiaccio.
Sembravi calma.Fin troppo calma e tranquilla.
Ce ne siamo accorti in ritardo.
Eravamo fin troppo felici di riaverti fra noi,viva,e non logorata dal desiderio di uccidere.
Troppo felici per accorgerci che eri cambiata,che non eri più la Bella che avevamo conosciuto.

Entro silenzioso nella tua camera.
Non ti accorgi di me,o forse fai solo finta.
Non lo so.La tua mente,proprio come quando eri umana,rimane per me è un luogo inaccessebile.
Stai seduta su una sedia,immobile a fissare il vuoto.
Appari così dannatamente fragile,così indifesa…
Assurdo
.Ora come ora,probabilmente sei più forte di me,addirittura più forte di Emmett.


Mi fa male.Mi fa incredibilmente male.
Ogni volta che ti osservo,vedo l’apatia,il disinteresse,la freddezza.
Sembri come svuotata.Un guscio vuoto,privo di speranza,che attende impassibile di avvizzire lentamente.
Alcune volte vorrei scuoterti,prenderti per le spalle e gridarti di smettere,di reagire in qualche modo.
Di abbandonare quest’atteggiamento passivo che ti distrugge giorno per giorno.
Altre invecie,vorrei riempirti di baci e di tenere carezze,abbracciarti e consolarti,riscaldare il tuo bianco corpo che ora è diventato freddo e gelido come il mio.
Vorrei baciarti fino a farti dimenticare tutta la sofferenza,tutto il dolore che hai dovuto sopportare.
Eppure tu non me lo permetti.
Ogni volta che ti accarezzo,che ti sfioro anche minimamente ti ritrai spaventata...Non riesci a guardarmi negli occhi.
Non riesci più ad incontrare il mio sguardo,anche solo per un istante.
Perche fai così Bella,perche?
La Bella che ho amato avrebbe combattuto fino alla fine.
La Bella che conoscevo era sempre così energica ed entusiasta,dolce ed impacciata,pronta a battersi per per difendere ciò in cui credeva,per salvare una persona cara.
Ora sembra che non te ne importi niente.
Come se avessi rinunciato ancor prima di iniziare,ancor prima di comprendere appieno i limiti della tua condizione vampirica.
Ti sei arresa.E nullla ha più importanza per te.
Nulla.Ne le mie parole,ne la mia presenza.
Sembri tollerare a malapena la mia vicinanza come quella degli altri.
Non hai bisogno noi.
E ciò che mi fa ancora più male è che non hai bisogno di me.
No,sono io ad avere bisogno di te.Io che ho un disperato ed egoistico bisogno di te.
Non posso vivere senza di te.Non posso accettare di abbandonarti,di perderti per sempre.
Per questo non riesco a lasciarti.Anche se vedo l’indifferenza,anche se so che sei rimasta solo per semplice abitudine.
Non posso.
“Bella?”ti chiamo in un sussurro.
Ti volti lentamente.Sei bellissima.
Il desiderio di baciarti è irresistibile,ma non oso…
Non oso per paura della tua razione.
Del ribrezzo,dei tremiti che ti scuotono il corpo,se qualcuno osa invadere la tua intimità.
“Dovresti andare a caccia.Domani ci trasferiamo in Nevada.
Non credo sia un bene rimanere in astinenza troppo a lungo.
Annuisci.Non sembri assetata.O meglio non più del solito.
Ti osservo attento e scrupoloso,in cerca di qualche segno rivelatore.
Eppure ciò che vedo è solo la tua pelle bianca,le occhiaie che come tizzoni incandescenti ti marchiano il viso,e due scuri occhi marroni,profondi ed impenetrabili.
“Andiamo?”
Ti alzi rapida.È inutile avvertire gli altri.Alice avrà gia previsto tutto...
Ci avviamo verso la foresta.Camminiamo silenziosi.
Mi stupisco ancora nel vederti così agile,così aggrazziata,come se mi aspettassi di vederti inciampare da un momento all’altro.
Ridicolo.
Ci inoltriamo sempre di più nel fitto della vegetazione.
Ovunque la natura regna sovrana.Alberi imponenti e rugosi,muschi e licheni,arbusti verdeggianti che invadono il sentiero.
Nessun umano si inoltra in questo territorio da più di un anno.
Nelle sconfinate terre dell’Alaska,è la natura a dominare incontrastata.
Eppure tu sembri perfettamente integrata in un ambiente del genere.
Cammini rapida e flessuosa,con delle movenze quasi feline.
Arrivati al limitare di una radura mi fermo ad aspettarti.
Non permetti a nessuno di vederti cacciare.
Non abbiamo mai affrontato l’argomento,eppure mi hai fatto intendere benissimo che non gradivi la mia compagnia.
Ne mia,ne quella degli altri.
Ti osservo.Per un istante torni quasi ad essere la vecchia Bella,timida e dolce.
Sembri intenta a riflettere.Dopo un po’ mi guardi.
Per la prima volta mi dedichi un po’ d’attenzione.
Non so se ascolti quello che ti dico.Quando stai seduta immobile,o quando fissi vacua un punto indistinto,inizio a parlarti.
Non mi aspetto una tua risposta.Non oso sperarla.
Siamo quasi riuscire a trovare un compromesso.
Non cerco di essere invadente o di costringerti a prendere delle decisioni,e tu intanto mi permetti di starti vicino,di osservarti mentre rifletti solitaria.
Credo che mi sopporti più degli altri.Alice o Esme non riescono a vederti quando cadi in quello stato,o a parlarti senza ottenere una vera risposta.
Io mi ci sono abituato.Sopporto il tuo silenzio,grato almeno di poterti osservare di tanto in tanto,di condividere con te almeno questo.
All’inizio,te ne stavi sempre rinchiusa in camera e questo mi faceva impazzire.
Cercavo in tutti i modi di farti tornare come la Bella umana,di costringerti a provare una qualche mozione,una nuovo entusiasmo.
Era inutile.
Ora ho imparato a sopportarlo.Ho imparato a conviverci,e a sperare in qualche piccolo miglioramento.
Anche un sorriso,o un lieve segno di interesse.
Forse ora hai deciso di parlarmi.
“Non è necessario che mi aspetti”esiti per un attimo.
“Starò via un po’ più del solito.Voglio fare una caccia abbandondante,prima di partire.”
“Oh,vuoi che ti accompagni?”chiedo senza riflettere.
Ti irrigidisci.
“No,non sarà necessario...”sussurri fredda.
Sparisci in un balenò.
Rimango a fissare la tua immagine svanire.
Mi muovo lentamente.Mi sento improvvisamente stanco.
Torno a casa.Non ha senso aspettarti.Non corri nessun pericolo.
Non hai bisogno di me.
Ripercorro
il solito sentiero.Arrivo in casa dopo qualche minuto.

Trovo Alice comodamente accoccolata sul divano di pelle nera.
“Ciao Alice”
“Oh ciao Edward.Non ti avevo sentito...”
Scuote la testa e sorride.
Quasi nessuno riesce a coglierla di sorpresa,la mia sorellina vampira.
Dov’è Carlisle?”le chiedo.
Non riesco percepire ne i suoi pensieri ne il suo odore.
Noi vampiri,con i sensi potenziati dal sangue tenebroso,siamo in grado di udire e di vedere dettagli che gli umani non possono percepire.
Esme è in biblioteca,mentre avverto ad ovest la presenza di Rose e di Emmett,che cacciano per la foresta.
“Oh è andato con Jazz.Credo che dovevano comprare delle valigie per il viaggio o qualcosa del genere..”
Scrolla le spalle.
Comunque perche?Dovevi dirgli qualcosa di importante?È successo qualcosa?”
La vedo preoccupata.Inizia ad osservare timorosa la mia espressione.
I suoi pensieri corrono inevitabilmente a Jazz e a Bella.
Già,Bella.Speravo di parlare con Carl.
Forse è l’unico in grado di aiutarla.
L’unico in grado di penetrare le sue barriere di ferro,di convincerla a combattere,a non lasciarsi sprofondare nell’oblio.
A quanto pare io non sono abbastanza.Non sono in grado di fare niente per lei.
Sono inutile.Anzi,i miei stupidi tentativi sembrano ottenere soltanto l’effetto contrario.
Alice legge i miei pensieri e mi sorride triste.Vedo il dispiacere offuscarle lo sguardo,il bel viso da elfo contratto in una espressione afflitta.
Sospiro.
A volte non sopporto l’intimità forzata del legame telepatico.
Vorrei poter tenere questi pensieri solo per me.Non che abbia da nascondere qualcosa ad Alice.
Non lei,così dolce e premurosa,sempre preoccupata per Bella.
Eppure il fallimento,la vergogna mi bruciano l’animo.
Perche mi domando ossessivo?Perche Bella rifiutà qualsiasi contatto?
Perche non sopporta che la tocco?
Ringhio rabbioso.Non posso fare assolutamente niente.
“Vedrai Edward si riprenderà.”mi consola Alice
Dalle tempo.Ha solo bisogno di riambientarsi un po’...
Tempo.Ma quanto tempo le serve?
Almeno se parlasse con qualcuno,se ci dicesse cos’è successo.
Io non ho il coraggio di chiederglielo.
All’inizio pensavamo che non fosse bene pressarla,costringerla a rivivere la trasformazione,quei momenti dolorosi.
Eppure forse sarebbe stato meglio.Meglio di questa apatia.
Se almeno mi parlasse...
“Lo so Edward.Ma non è colpa tua”
Già.Peccato che la verità è che è solo colpa mia.
Se non l’avessi lasciata,o meglio se non l’avessi mai conosciuta...Sarebbe stato meglio.
Non sarebbe mai divenuta un mostro.Una potenziale assassina logorata dal bisogno di uccidere.
Non avrebbe dovuto sopportare il dolore atroce della trasformazione,il veleno che come un liquido incandescente penetrava ne suol sangue,bruciava il suo corpo in un fuoco invisibile.
Non avrei mai dovuto parlarle.Le avevo distrutto la vita.
Se almeno mi amasse ancora.L’avrei aiutato a sopportare la sete di sangue.
Avrei condiviso con lei gli oscuri anni tenebrosi.
E invecie non mi amava.
L’avevo condannata ad un’esistenza infernale.
Forse era attratta da me solo perche ero un vampiro.
Bello ed irragiungibile.Proibito.
Ma ora che la magia si è infranta,ora che ha compreso il prezzo da pagare per quest’esistenza di perfezione,che ha sperimentato sulla propria pelle il dolore e la perdita...
Mai più umana.Mai più.
E ora,ai suoi nuovi occhi da vampiro,non le appaio più meraviglioso ed irragiungibile.
Non più il suo angelo delle Tenebre.
Il suo corpo è freddo e duro come il mio.La sua pelle è di gelido ghiaccio.
Gelido ghiaccio,sono i suoi occhi caramellati.Gelido ghiaccio è il suo cuore di pietra.
Gelida è la sua esprespressione mentre caccia,mentre annusa frenetica alla ricerca di sangue.
Ho creato un mostro.Ancora più terribile degli altri vampiri…
E lei mi odia per questo.Mi odia per averle strappato l’anima,per averle negato la via al paradiso...

“No Edward non è così”mi sibila Alice.
Smetti di incolparti non è stata colpa tua.Bella non è un mostro.E sopratutto non ti odia.Ne sono sicura”
Come fai ad esserne sicura?Io non sono sicuro più di niente.
E allora perche?”le chiedo disperato.
“Edward mi dispiace.Forse...”
Si interrompe e rimane a fissare imbambolata il vuoto.
Una visione.
Una serie di immagini balena nella sua mente.Immagini spaventose.
Immagini che io sono costretto a condividere.
“Edward!”mi urla Alice.
Non mi sono accorto che ho iniziato a correre verso la foresta.
“Edward…”continua ad urlarmi Alice.
Non la ascolto.Niente ha importanza.Corro disperato verso la radura.
Intanto rivivo mentalmente la visione di Alice.
Vedo i tre orsi,che ti assalgono minacciosi.
Vedo i loro denti affondare nella tua carne,lacerarti i vestiti.
Una paura irrazione mi invade.
Paura.Terrore di perderti.Terrore di arrivare troppo tardi.
Continuo a correre.Raggiungo la radura.
I tre orsi ti attaccano furiosi,e ti piombano addosso.
All’improvviso però a scena cambia.
L’incubo della visione svanisce e tu reagisci,mentre io osservo impotente la tua battuta di caccia.
Uno di loro ti azzanna un braccio.Non sembri accorgertene.
Con facilità estrema gli spezzi il collo.
Un ruggito si diffonde nella foresta.Un ruggito di dolore.
Affondi i tuoi denti nella sua carne.Il sangue inizia a scorrere,invade l’aria,ti cola sul mento fino ad imbrattarti i vestiti.
Dopo qualche istante rivolgi il tuo sguardo verso gli altri orsi.
Uno sguardo famelico.I tuoi occhi neri brillano come carboni ardenti.
La tua pelle,illuminata dal sole,risplende come un diamante.
Come frammenti di diamanti che assorbono la luce fino a formare un arcobaleno di colori.
Predatrice.L’eccitazione è quasi palpabile.
Chi è ora il cacciatore?Chi la preda indifesa?
Sembri una Dea.Non più una Dea dormiente,ma una Dea vendicatrice,temibile e fatale.
Agguanti il primo orso.Lo sollevi da terra,e lo imprigioni fra le tue braccia.
Iniziate a rotolarvi nel terreno.
La terra ti si impiglia nei capelli,i massi e i pezzi di roccia che incontrano il tuo cammino si sgretolano come polvere.
Continuate a combattere.
Affondi nuovamente i denti nel collo dell’orso.
Questa volte ti interrompi prima di ucciderlo.
Ti sollevi maestosa,l’orso geme ferito.Con le mani,gli perfori il petto.
Rimango ad osservarti orripilato,mentre le tue mani gli rovistano nel petto,e la tua bocca si sporge fino a succhiare direttamente dal cuore.
Abbracci l’’animale,lo circondi con il tuo corpo.
Il tuo corpo preme contro il suo,la suua pelliccia rossastra,spicca contro il candore della tua pelle.
Succhi implacabile,mentre nel bosco i tuoi gemiti di piacere si mescolano con quelli dell’animale ferito.
L’altro animale,sconvolto ed attirato dal sangue,ti attacca rabbioso,ma i suoi artigli non scalfiscono minimamente la tua pelle di pietra.
Dopo aver finito di bere,osservi implacabile anche l’ultimo animale.
Con uno scatto fulmineo lo colpisci inarrestabile.
Anche questa volta gli perfori il petto,ma vinta dell’eccitazione arrivi a strappargli il cuore.
Un urlo spaventoso rimbomba nella foresta.
Un urlo che non può competere però con la visione di te,che tieni il suo cuore ancora palpitante fra le mani,con il sangue che ti scende copioso sulle braccia,e le labbra che carezzano dolcemente quell’organo vitale.
I tuoi denti penetrano quei teneri tessuti.
Assaggiano deliziati il sangue.
Continui a succhiare e a succhiare,fino a quando sazia non smetti di bere.
All’improvviso annusi l’aria.Ti volti verso la mia direzione.
I tuoi occhi sono spaventosi.Incredibilmente grandi in confronto al tuo viso.
Le pupille dilatate al massimo,le occhiaie che insieme al sangue danno colore alla tua carnagione argentata.
“Edward”bisbigli sorpresa.
È forse paura che balena nei tuoi occhi?
Le tue mani stringono ancora il cuore dell’orso.
Ti avvicini lentamente verso di me.
Non so che aspetto posso avere.
Non sono in grado di controllarmi,non sono in grado di riflettere.
“Edward”mi chiami ancora.Sembri spaventata.Da cosa poi?
“Andiamo a casa?”chiedi cauta.
Casa?Abbiamo forse una casa?
È un secolo che esisto.
Un secolo,che ho visitato mezzo mondo,che ho vissuto in centinaia di luoghi diversi,fingendomi ragazzo,fingendomi adulto,prima fratello e poi figlio.
Un secolo di tenebrosa solitudine,e di sovraumana potenza.
Ma non ho mai avuto una casa.Mai un luogo nel quale ritornare.
Mai un luogo da bramare,da desiderare di rivedere.
Niente mi è più famigliare e al contempo lo è tutto.
Ho forse mai avuto una casa?
Si risponde la mia mente.Quando vivevo a Forks avevo una casa.
Quando Bella mi amava avevo un posto dove ritornare.
“Si,Certo”mi sento rispondere.
“Torniamo a casa”


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Woh quante recensioni.Alloooora:
@Ringrazio di cuore Camoeight per il gentile commento.
@ M y r t l e,Matydreamer:Grazie.Cmq anche a me piacciono molto le storie narrate dal pov di Edward.
Non solo leggerle ma anche scriverle.Matydreamer per i primi capitoli userò solo il punto di vista di Edward.
Ma non ti preoccupare farò narrare anche a Bella,anche perchè per spiegare meglio quello che le è successo,preferisco il suo pov dato che mi da un approccio più personale.
@Midnight Dream,speednewmoon:Grazie anche voi.Siete troppo gentile(me arrosisce tutta)
Ihihi sono contenta che siate curiose..Prima o poi si capirà quello che è successo a Bella(me gongola)
@Giuggiolina,Ransie:Veramente non merito tanto.Che commenti dolci che mi avete lasciato.
Non immaginate quanto piacere mi facciano.E anche se so di non meritarmeli(bah addirittura la Meyer?!!)non posso negare che mi riempono il cuore di gioia
@gold eyes:Tesoro grazie anche a te.In effetti anch'io volevo vedere una Bella un pò diversa dalla solita.
Così mi sono decisa(e divertita)a creare questo tipo di personaggio.Apatico,rabbioso,insensibile.Sono tanto ma tanto contenta che tu lo abbia apprezzato.

Cmq ancora grazie a tutte.Siete state gentilissime.Spero continuerete a seguire e a commentare la mia storia.
Un abbraccio Locke

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


2 capitolo

Mia piccola Bella addormentata.
Sei come Biancaneve,che attende dormiente di destarsi dalla sua bara.
Peccato che stavolta non ci sarà nessun principe azzurro,nessun bacio a risvegliarti dal tuo immortale torpore.
Sei morta,per sempre.Ed io non posso fare niente per aiutarti.
Niente per infrangere la tua maschera di immobile indifferenza.
Sei divisa da me da un muro invisibile.Rinchiusa in una teca di cristallo.
Freddo cristallo che separa il tuo mondo dal mio,che mi impedisce di raggiungere il tuo cuore.
“È ora”ti sussurro.Ti volti verso di me e sorridi.
Sorridi triste.Un sorriso che non ti illumina il viso,che non raggiunge i tuoi occhi.
Cos’è rimasto della Bella che conoscevo?Quasi niente.
Non sopporto il tuo sorriso.È un sorriso amaro,apatico,come di chi ha perso la voglia di lottare.
Perche?Combatti.Reagisci,fai qualcosa.Qualunque cosa.
Ma smettila di lasciarti avvizzire come un fiore appassito.
Smettila.
Vorrei costringerti ad urlare,e a piangere.
Vorrei costringeri a guardarmi,a parlarmi,a sfogare su di me il tuo dolore,a conividere i demoni del tuo passato che continuano a tormentarti.
Ma non oso.Non ne ho il coraggio.
Non posso rischiare di perdere anche il poco che ho.
La possibilità di starti accanto,di godere della tua presenza.
Ho paura di essere abbandonato.Ho paura di rimanere solo,di non riuscire più a trovarti.
Il terrore mi paralizza.Mi impedisce di pensare.Mi impedisce di agire.
E tu non mi permetti di aiutarti.Non mi permetti di fare niente.
Non posso toccarti,o sfiorarti lievemente.Provi ribrezzo e disgusto per qualsiasi contatto.
Non posso parlarti.Quando provo a chiederti qualcosa,tu fuggi via da me.
Fuggi via dai ricordi,fuggi via da te stessa.
E non oso sperare in un tuo perdono.So di non meritarlo.Ti ho lasciata,ti ho abbandonata a te stessa.
Ho rinunciato al tuo amore pur di preservare la tua anima.Pur di fare la cosa giusta.
Il solo pensiero di te,con un’altro era capace di distruggermi di gelosia.
Ma l’avrei sopportato.
L’avrei sopportato pur di vederti felice,avrei sopportaro il dolore e la disperazione,pur di saperti sicura ed amata,amata da un’altro essere umano,da un uomo migliore di me.
Come potevo sapere?Come potevo sapere che saresti morta?
Morta per essere trasformata in un mostro,in un vampiro assetato di sangue.
Quando ti ho visto gemere a causa del veleno,una parte di me desiderava morire,avrei fatto di tutto pur di diminuire le tue sofferenze.
Eppure una parte di me gioiva in segreto.Gioivo al pensiero di averte mia,completamente e per sempre.
Illusioni.Futili illusioni.
Ora sei una statua.Una statua scolpita nell’alabastro.
Anche i tuoi occhi sembrano morti.Vuoti ed inespressivi,come due pezzi di ghiaccio.
Immobile.Non so se riesci ancora a provare emozioni.
Non so se dietro la tua maschera di bianca indifferenza,esiste ancora uno spiraglio di umanità.
Qualcosa da salvare.

Percepisco i pensieri degli altri.
Stanno tutti giù.Tutti ad aspettarti,a scattare per esaudire ogni tuo singolo desiderio.
Anche Rosalie,anche Jasper,sarebbero pronti ad inchinarsi pur di farti felice.
Io sarei disposto a morire per te.Ad uccidere,pur di vedere un vero sorriso illuminarti le labbra.
Hai visto ciò che hai fatto?Vieni trattata come una piccola principessa.
Tutti ti ricoprono di gentilezze e di premure,tutti cercano disperatamente di farti ridere.
Eppure tu ci ignori.Sei insensibile di fronte ai nostri tentativi.
Insensibile di fronte alla nostra preoccupazione per te.
Ti odio Bella.Sappi che ti odio.
Ti odio,perche non provi pietà per me.
Sei gelida di fronte al mio amore,indifferente di fronte le mie richieste disperate.
Niente ti scalfisce,niente incrina il tuo mondo di gelida compostezza.
Ti odio perche ho scoperto di essere un mostro.Un mostro ancor più abietto ed egoista di quello che ero.
So di non essere in grado di lasciarti.Di vivere senza di te.
Tu stai con me solo per abitudine.Io con te,perche sei l’unico motivo per il quale continuo a vivere.
Sempre che la nostra si possa definire vita.
Continuo ad aggrapparmi ai ricordi,ai ricordi di te,ai ricordi della nostra felicità.
Quella felicità,che a causa della mia folle scelta,era stata troncata.
Quella felicità che forse non avrei mai più provato.
Ti odio,mia insensibile Dea.
Ti odio e ti amo disperatamente.
Assurdo vero?Eppure sarei pronto a tutto.A dimenticare questi mesi d’inferno.
A rinnegare la mia famiglia,ad abbandonarli,pur di riavere in cambio la vecchia Bella.

Ti alzi silenziosa,interrompendo il flusso dei miei pensieri.
Indossi una minigonna sormontata da una camicetta bianca e da un maglione cobalto.
Sei splendida.
I capelli ti ricadono in morbidi boccoli.Ora permetti ad Alice di pettinarteli.
Di acconciarti i capelli,di abbellire il tuo corpo con vestiti lussuosi ed eleganti.
So che non te ne importa niente.So che non apprezzi i confort umani,che la ricchezza,i regali non ti sfiorano minimamente.
Forse ci consideri ridicoli.
Ridicoli,dato che continuiamo con la solita farsa,dato che ci costringiamo a frequentare sempre la solita scuola,pur di apparire,almeno esteriormente,umani.
Alcuni di noi,darebbero tutto pur di tornare umani.
E tu invecie?Rimpiangi la tua vecchia vita?Rimpiangi ciò che hai perduto?
Ancora una volta mi maledico per non saperti leggere i pensieri.
“Andiamo?”mi chiedi atona.
“Certo”
Scendiamo rapidi,e troviamo l’intera famiglia ad aspettarci.
Esme corre ad abbracciare Bella.
Io non posso permettermi tanto.I miei abbracci,le mie carezze sembrano turbarla enormemente.
Non voglio causarle altro dolore.Ne ha già dovuto sopportare troppo.
E anche se il dubbio e la gelosia mi divorano,soffro in silenzio.
Nessuno tranne Alice,sa quano mi costi mantenere le distanze,quanto per me sia doloroso non poterla baciare,non potermi sdraire accanto a lei e carezzarle i capelli.
“Non ti devi preoccupare piccola.Ci saranno i ragazzi a proteggerti”le sussurra tenera Esme.
Non ho mai conosciuta una vampira così dolce ed amorevole.
Considera Bella come una figlia.Sembra che su di lei,il sangue tenebroso non abbia operato alcun cambiamento.
“Infatti Bella non c’è alcun motivo per essere ansiosa.”trilla la piccola Alice.
Carlisle e Jasper sorridono rassicuranti.
“Andrà tutto bene,l’ho visto”
Mente.Alice non riesce più ad avere delle visioni su Bella.Non può predire il suo futuro.
Per lei è divenuto inacessebile,come la sua mente dinanzi i miei poteri telepatici.

“Andrà tutto bene Edward.”mi rassicura Carlisle telepaticamente
“Come fai a saperlo?Alice non è in grado di predire il suo futuro.Potrebbe succedere una tragedia”
Leggo a sua incertezza,l’esitazione.
“L’abbiamo già fatto.”
Gia,pensai cinico.Quante volte avevamo cambiato città,perche uno di noi cedeva all’istinto?
Quanti cadaveri da far sparire,quante scuse e documenti da falsificare?
Carlisle scuote la testa.
“Non sara così Edward.Non possiamo saperlo se non le diamo una possibilità.”
“E se non fosse pronta?Non voglio condannarla al disastro”
Avevo paura.Paura del suo dolore,del rimorso.
Lei non doveva affrontare anche questo.Non il disprezzo per se stessa,l’odio per la sua natura vampirica.
Non l’avrei permesso.
“Non puoi proteggerla per sempre,Edward”mi bisbiglia dolce.
“So che hai paura.Ma devi lasciarla provare.Non potrai sorvegliarla in eterno.Deve imparare a cntrollarsi,a controllare la sua sete”

Ma come posso abbandonarla a se stessa?Come posso rischiare di perderla una seconda volta?
Mi accorgo a malapena delle voci degli altri.Ci dirigiamo verso la macchina.
Alice ed Emmett continuarono a parlare,cercando di alleggerire la tensione.
Continuarono a blaterare sulla noia della scuola,eppure non posso nascondere la loro preoccupazione,almeno non a me.
Questa sarà il primo giorno di scuola per Bella.
Il primo giorno circondata da centinaia di scalpitanti ed irresistibili esseri umani.
E se non riuscisse a controllarsi?E se l’avessi persa nuovamente?
Ricordo quando se ne era andata.Avevo sperimentato il dolore e la paura che Bella aveva dovuto sopportare quando le avevo detto addio.
Avevo capito.
Per tre giorni.I tre giorni più lunghi della mia misera esistenza.
Avevo temuto che non tornasse mai più.Tutti l’avevano temuto.
Eppure era ritornata.
Era tornata,ma era sempre uguale.Sempre apatica ed indifferente.
Non ci aveva detto dove era andata.Perche era andata,perche non aveva voluto che la accompagnassimo.
Volevo chiderglielo.Bruciavo di curiosità e di rabbia.
Ma il sollievo per averla di nuovo accanto a me,superava di gran lunga le altre preoccupazioni.
In quei lunghissimi tre giorni non ero uscito dalla mia camera.
Ero rimasto immobile,ad aspettarla.Patetico.
Ma senza di lei ero petetico.Completamente inutile.
In quei giorni,non avevo fatto altro che sfogliare il suo diario.
Come se non lo avessi imparato a memoria.
Come se non avessi fissato per ore e ore ogni singola parola,ogni pagina scritta,ogni singolo sbaffo di inchiostro.


7 dicembre
Lui se ne è andato.Non tornerà.
Mai più mi mi stringerà tra le sue braccia di gelido ghiaccio,sussurrandomi tenere parole d’amore.
Mai più mi sorriderà dolce,per poi baciarmi rapido.Quei baci che avevano un sapore proibito.
Quelle labbra di freddo miele,che mi facevano desiderare l’inferno,pur di assaggiarle ancora.
Mai più.Mai più il mio cuore,o quello che ne resta,conoscerà l’amore.
Il mio angelo mi ha abbandonato per sempre.La mia unica ragione di vita.
Per sempre.Per sempre è un tempo infinito.Per sempre è ciò che sto vivendo.
Ho capito.Ho pianto per mesi,ho urlato nel sonno,rincorrendo la sua immagine.
Ho sperato che tornasse a prendermi.Ho sempre sperato che venisse a salvarmi.
Ma non è successo.Una mattina mi sono svegliata ed ho capito.
Ho capito.
Non verrà a salvarmi.Non verrà a proteggermi dai mostri che mi vogliono uccidere,o mi farà scudo con il suo corpo se un tir tenterà di investirmi.
Lui non tornerà.Mai più.


19 gennaio
Victoria.I suoi occhi rossi tornano a tormentarmi nel sonno.
Quegl’occhi da mostro.Quegl’occhi che avevo sperato di non vedere mai più.
Quegli occhi che invecie tornano implacabili.
Vuole uccidermi?Vuole torturarmi,fino a farmi gridare di dolore?
Non può uccidermi.Io sono già morta.
Sono morta.Sono morta il giorno in cui Edward mi ha lasciato.
Sono morta quando ho incontrato il suo sguardo glaciale.Quello sguardo che mi perforava l’anima e che faceva a brandelli il mio cuore.
Sono morta quando ha detto di non amarmi.
Sono morta quando la pioggia bagnava il mio corpo,quando giacevo riversa nella foresta.
Il mio cuore è rimasto sepolto in quella foresta.
La mia anima è volata con lui,è rimasta aggrappata ad un passato di ricordi.
Ricordi nebulosi che non ho il coraggio di evocare.
Sono morta quando ho capito che non sarebbe tornato mai più?
Forse Victoria pensa di potermi far soffrire?
Pensa di ottenere la sua vendetta,saziando la sua rabbia con il mio dolore?
Si sbaglia.Niente può più toccarmi ormai.
Ho smesso di piangere o di gridare il suo nome.Ho smesso di sperare.Ho smesso di vivere.
Non ho la forza per urlare o per sfogare la mia rabbia.Non ho la forza per alzarmi dal letto.
Non ho la forza di reagire,di scuotere questo mio corpo impotente.
Continuo ad andare a scuola,continuo a mangiare,ma ho cessato di vivere.
Hai visto Edward?Avevi voluto proteggermi,ed invecie?
Avevi detto che non mi avresti mai lasciato.Avevi detto che saresti stato con me per sempre.
Sei un bugiardo.Pensavi di farmi del bene.
Credevi che ti avrei dimenticato?
Non ti ho dimenticato.Non posso dimenticarti.Mai.



Vorrei poter piangere.Ma neanche le lacrime mi rimangono.
Ti prego perdonami.Perdonami Bella,perdonami.
Non merito il tuo perdono,ma non smetterò mai di implorarlo.

Arriviamo a scuola.Il viaggio in macchina è una tortura.
Le sono così vicino.Così tremendamente vicino.
Ma non posso toccarla.Non oso.
Appena scesi,il profumo degli altri essere umani,ci colpisce come una palla di cannone.
È delizioso e tremendamente irresistibile.Anche per me,che ho trascorso decenni in astinenza.
Anche per Rose,che non l’ha mai assaggiato,ma che può solo immaginare il sapore di quel nettare infinitamente meraviglioso.
Tutti fissano Bella.Tutti sono pronti a fuggire,ad immobilizzarla in una stretta ferrea,a portarla via urlante,per impedirle di fiondarsi su quei giovani umani.
Ma lei non fa niente.Non fa assolutamente niente.
Appare così dannatamente calma,tranquilla.
La osservo ossessivamente.Mi aspetto di vedere la sofferenza balenare sul suo volto.
Mi aspetto la sua furia,il mostro che si impossessa di lei,il suo controllo che si sbriciola.
Ma niente di tutto questa accade.Lei è immobile,completamente impassibile.
Come un’enorme bambola.Una bambola dalle dimensioni di una donna.
“Lo sapevo,lo sapevo”bisbiglia euforica Alice.
Emmett le da una pacca sulla spalle.
“Woh Bella sei stata bravissima.Molto meglio di me il primo anno”
Tutti sembrano sollevati.Solo io sono preoccupato?
Solo io capisco che la sua non è una reazione normale?
Il suono della campanella interrompe i miei pensieri.
“Ci vediamo dopo”mi saluta Alice.
Emmett e Rose vanno verso la classe di fisica,Alice e Jasper verso quella di letteratura.
Noi ci avviamo verso l’aula di biologia.
Frequentiamo tutte le lezioni assieme.Non ho il coraggio di lasciarla,neanche per un secondo.
Cerchiamo in tutti i modi di non attirare l’attenzione,ma la nostra pelle diafana,la nostra accecante perfezione,colpisce tutti i mortali.
Le ragazze si innammorano perdutamente di me.Mi fissano voglioso,e lanciano sguardi di disgusto verso Bella.
Assurdo.Lei è indifferente a tutto.Immune da qualsiasi sentimento.
Ciò che mi infastidisce di più però,sono i pensieri dei ragazzi.
Vedo i loro sguardi d’apprezzamento,la loro eccitazione,il loro desiderio di baciarla.
A loro Bella appare irresistibile.Stupenda come Rosalie,ma in un certo senso anco più intrigante.
Bella e gelida.Bella e gelida,sembra una dea irragiungibile.
Sembrano mangiarla con gli occhi.Vorrebbero toccarla.
Vorrebbero vedere se è veramente così perfetta o è solo un’idilliaca illusione.
Non mi interessano più di tanto.
È Bella che mi interessa,sono i suoi pensieri,le sue emozioni che bramo disperatamente conoscere.
Come dovevano apparirle,quelle decine di esseri umani?Sicuramente belli,giovani,così caldi e pulsanti di vita.
Conosco l’attrazione verso la preda.
Il desiderio di stringere i loro teneri corpi,di carezzare la loro pelle così deliziosamente accaldata,e di vedere se sono veramente così fragili,così teneri come burro.
Anche il più insignificante,a noi appare come meraviglioso.
In confronto io devo sembrarle come una misera imitazione di un’essere umano.
Freddo,gelido.Opaco.
Improvvisamente un ragazzo lancia un fischio d’apprezzamento,seguito da un paio di risatine volgari.
Bella si irrigidisce.Un lampo di sofferenza balena sul suo viso.
Lo osservo furioso.Capelli biondi,occhi color cioccolato,un viso esile e abbastanza insignificante.
Vorrei fracassare il ghigno di quello stupido essere umano.
Leggo i suoi pensieri.E il desiderio d’ucciderlo è più forte che mai.
Mi viene da vomitare.Immagina il corpo della mia Bella.I
l suo corpo nudo,il suo corpo che si contorce preda dell’eccitazione.
E le mani del ragazzo che accarezzono i suoi seni,che la baciano in modo volgare.
Idiota.Cerco di escluderlo dalla mia mente.
“Ehi,ma guarda che bocconcino delicato.”sussurra ai suoi amici.
Un sussurro che purtroppo può essere udito dai nostri sensi potenziati.
“Voglio proprio vedere la sua aria contegnosa,quando glielo ficco nella sua figa d’alta classe”
Non ho il tempo per arrabbiarmi.Non ho il tempo per andare lì e spaccargli la faccia.
Bella si è immobilizzata.Sembra aver perso il suo gelido autocontrollo.
Incontro i suoi occhi.Spaventosi.
Provo paura.Paura di lei,paura per lei.
Il suo sguardo sembra bruciare d’odio.Non l’ho mai visto così.
Così tremendamente umana,così terribilmente mostruosa.
Non è la sete di sangue,che si imprime nei suoi lineamenti delicati,ne il bisogno d’uccidere,di bramare corpi caldi e dissetanti.
È l’odio che brilla nei suoi occhi.Rabbia,vendetta.
“Bella?”mi sento sussurrare sconvolto.
“Bella?”la richiamo.
Improvvisamente sembra ritrasformarsi nella Bella fredda e distaccata.
“Si”sussurra glaciale.
“Sto bene.Andiamocene”

Sono trascorse ore.Al solito sei rimasta immobile durante tutta la lezione.
I professori sono rimasti affascinati da te.Intimiditi dalla tua compostezza.
Stai seguendo trigonometria,l’unica lezione che non abbiamo in comune.
Queste separazioni mi rendono ansioso.
Non riesco a reprimere il nervosismo,non riesco a non preoccuparmi.
All’improvviso un’odore delizioso,mi fa perdere il controllo.
Sangue.L’odore del sangue mi immobilizza al terreno.
L’odore del sangue mi fa tramare di paura.
Sangue fresco,vivo.
Corro disperato verso l’aula di esperimenti nei sotteranei.


Apro la porta ed un odore irresistibile,l’odore di sangue umano,mi invade le narici.
Osservo la scena.Bella immobile,accanto al cadevere di un ragazzo.
Il sangue è sparso ovunque,sulla sua bocca,suoi suoi vestiti,sul pavimento.
Cola copioso dappertutto,e fa letteralmente a pezzi il mio autocontrollo.
“Che cosa è successo?”chiedo rauco
Bella non si degna di rispondermi.
Osservo il volto del ragazzo.
Il ragazzo biondo.Quello stupido ragazzino che avrei voluto uccidere.
Ora non sembra più tanto arrogante.
Il suo collo è stato letteralmente spezzato.
Sotto la ferita impressa dai denti di Bella si intravede l’osso.
Gli occhi vitrei,i capelli impiastricciati di sangue.
È morto.Definitivamente.E sul suo corpo aleggia già l’odore della putrefazione.
Il mondo mi crolla addosso.
NO.No,non sta succedendo veramente.
Non alla mia Bella.Alla mia Bella dolce ed infantile,tenera ed impacciata.
Non al mio angelo.Non può essersi trasformata in un’assassina.
Continuo a ripetermelo disperatamente.
Eppure lei è qui.Difronte a me.Con la bocca sporca di sangue,e non un barlume di rimorso che le illumina gli occhi.Sembra soltanto stanca,e leggermente preoccupata.
Vorrei morire.Vorrei buttarmi a terra,e scoppiare a piangere.
Non ho il coraggio di affrontare anche questo.Non posso credere che il mio angelo sia diventato un mostro,non posso.Non riesco a sopportarlo.
La sola idea è in grado di annientarmi.Completamente.
“Edward?”mi chiama Bella flebile.
Sembra dispiaciuta.E dispiaciuta per cosa?
Per aver massacrato un’essere umano?Per avermi strappato il cuore?
“Edward...Il cadavere...”
Già,il cadavere.Il cadavere.
Sento le voci degli altri esseri umani.Esseri umani che presto ci avrebbero scoperti.
Dovevamo andarcene.Prima di far scoppiare il finimondo.
“Dobbiamo andare”mi sento risponderle.
Raccolgo il cadavere.Bella continua a fissarmi.
Non riesco a pensare coerentemente.Non riesco a pensare a niente.
Fortunatamente i sotteranei sono deserti.
Giungiamo in poco tempo alla macchina,senza essere visti da nessuno.
Metto il corpo nel bagagliaio.Un corpo che fino a qualche ora fa pulsava di vita.
Un corpo che ora attendeva di andare in pasto ai vermi e agli insetti.
Entriamo in macchina.
Non riesco a provare niente.Non riesco ad arrabbiarmi.
C’è solo il panico e l’orrore.
Ciò che più temevo è successo.Ciò per cui avrei fatto di tutto pur di poterlo evitare.
Il mio peggiore incubo.L’incubo dal quale avrei voluto fuggire.
Ma non potevo.
Mi accorgo a malapena di guidare come un folle.Bisogna far sparire il corpo.
Sotterarlo in qualche anfratto nascosto.E poi fuggire.Fuggire per non essere scoperti,senza lasciare traccie.
“Edward?”mi chiama Bella.Appare fragile.Stranamente
Non ho il coraggio di guardarla.Mi dispiace amore,non posso.
“Edward?”mi chiami più insistente.
Perche amore?Perche l’hai fatto.
Non è stato per il desiderio di sangue.Tu volevi ucciderlo,volevi la sua morte.
C’è qualcosa di perverso nel modo in cui l’hai ammazzato.
Il modo in cui gli hai spezzato il collo.Il modo in cui gli hai inflitto la ferita.
Tutto quel sangue sprecato.
Quel sangue che avrebbe potuto saziarti,e che invecie hai lasciato scorrere per fare scempio del cadavere.
Perche?Perche Bella?Perche tutta questa vendetta,perche tutta questa rabbia?
Perche amore?
“Per favore Edward”mi chiami con un sussurro spezzato.
Non vorrei ma mi volto.Non posso resisterti.
Osservo i tuoi occhi rossi scintallanti.La tua pelle bianca,la tua bocca colorata da qualche goccia di sangue.Quelle labbra così piene ed invitanti.
Sei bellissima.
Ti amo disperatamente.Sei bellissima,nonostante tu sia un’assassina.
Infinitamente.Così bella che quasi non riesco a sopportaro.
“Sei arrabbiato con me?”mi chiedi triste.
Arrabbiato?Come potrei?
Non posso negarti niente.L’avrei ucciso con le mie stesse mani,se me l’avessi chiesto.
“No.Non sono arrabbiato” sussurro.
Come posso farti capire quanto ti amo?Quanti ti desidero,nonostante tutto?
“Non è stata colpa tua” bisbiglio.
È una bugia.Hai voluto ucciderlo.Ma non riesco ad incolparti di niente.
Non posso permettermi di perdere il tuo amore.Ti amo anche così.
Fredda e glaciale.Bambola di ghiaccio che uccide rabbiosa.
Annuisci.
“Cosa diremo agli altri’”mi chiedi preoccupata.
Non devi preoccuparti.Non permetterò a nessuno di farti del male.
“Niente.Non è successo niente.In fin dei conti se l’aspettavano”
Sorridi triste.Un triste sorriso,che si imprime sul tuo volto.




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Ringazio tutte tantissimo.I vostri commenti mi hanno commosso.Vorrei potervi ringraziare una per una,ma avete commentato così in tante che non saprei che dirvi senza sembrare ripetitiva.
Per una autrice avere delle lettrici così appassionate riempe di un immenso piacere.E sapere che la mia piccola storia è riusciuta a scatenare un pò della vostra curiosità per me è indubbiamente un gran risultato.
Davvero ragazze vi ringrazio di cuore.Spero che con quest'ultimo capitolo non vi avrò deluso e spero che continuiate a seguire la mia fanfic.
Un bacio a tutte,Locke(Elayne e LittleClaire nei forum dedicati a Bella ed Edward)

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


2 capitolo

@SpeedNewMoon: Woh che commento.Mi hai lasciato veramente senza parole.Ti ringrazio per tutti i complimenti,che non puoi immaginare quanto mi abbiano fatto piacere.Sapere che ciò che scrivo riesce a trasmettere questi sentimenti è una gioia incomparabile,ma anche una responsabilità.Non vorrei deludere le vostre aspettative.

@Piper,Giuggiolina: Ringrazio di cuore anche voi.Siete tutte troppo gentili.Mi commuovo di fronte le vostre parole.Piper sono contenta che tu abbia apprezzato gli stralci di diario.Poi un complimento da te per me ha un grandissimo valore dato che sono una fan delle tue storie strepitose.Giuggiolina mi dispiace ma Bella non è diventata ancora più idiota(anche se come idea è abbastanza allettante)In questo capitolo verranno svelate un po’ di cose,anche se vi terrò per molto con il fiato sospeso prima che Bella e Edward riusciranno a chiarirsi.

@Natsuki,Gold Eyes,Midnight Dream: Beh che dire ringrazio anche voi.Siete davvero gentilissime,i vostri commenti per me sono sempre graditi.Natsuki in un certo senso hai ragione.Bella tiene ad Edward,è ancora innammorata di lui,anche se dopo tutto quello che le è successo,non può ancora perdonarlo.

@MatyDreamer,Momob:Beh ringrazio di cuore anche voi.Leggendo i vari commenti vedo che siete tutte curiose di capire cosa ha portato Bella ha diventare così.Beh posso dirvi che una parte del suo comportamente verrò spiegato in quest capitolo,anche se prima che si riprenda dovrà passarne ancora molte.

Un grazie speciale a coloro che hanno agiunto la mia storia tra i preferiti e grazie a tutti coloro che leggono,anche se non lasciano un commento.

Allora dopo avervi ringraziate tutte vi do qualche premessa del capitolo che leggerete:Questo è il primo di una serie di capitoli narrati da pov di Bella sotto forma di flashback.Sono ambientati nel periodo dopo la partenza di Edward e narreranno la vita di Bella ed il come è diventata vampira.Spero serviranno a darvi maggiore chiarezza sul perche è diventata così,una specie di mostro apatico ed insensibile e perché non riesce a perdonare Edward di averla abbandonata.Spero vi piaccia.Un bacione a Tutte Locke

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Bugiardo.
Avevi detto che saresti rimasto con me per sempre.
Bugiardo.Mi hai mentito.Mi hai ingannata.Ma non ti è bastato.
Mi hai voluto strappare il cuore.Mi hai rubato l’anima.Ma neche questo per te era sufficiente.
Niente era mai abbastanza.Mi hai portato via anche le briciole.Anche la speranza che un giorno saresti tornato.
Ti odio Edward.Ti odio perche non posso dimenticarti.Ti odio perche a niente è servito tutto quello che ho fatto.
Ho distrutto la Bella che conoscevi.L’ho uccisa.L’ho torturata,l’ho annientata.Ma neanche questo è servito.
No.Ho distrutto tutto ciò che ero sperando di diminenticarti.Ma tu ci sei ancora.Ci sei sempre.
Ed eccoti qua.Sempre bellissimo.Sempre magnifico.Così maledettamente bello.
Sembri quasi vero.Perche non sei reale no?Sei solo un’allucinazione.
Come i tuoi sorrisi,o i tuoi baci.O le tue promesse d’amore.
Mi hai intrappolato,e io non voglio scappare.
Sono stanca di fuggire.Stanca di nascondermi,stanca del dolore.
Solo per te,io esisto.Solo per te,io sono esistita.
Mi hai reso tua schiava fedele,ed ora,anche dopo anni di solitudine,resto unicamente tua.
Hai annullato la mia volontà, mi hai tolto il controllo di me stessa,mi hai privato di qualsiasi dignità,incatenandomi a te.
Ma tu poi non mi hai più voluto.Ti sei stancato del tuo giocattolo umano.
Mi hai abbandonata.Per sempre.
Ti sei dimenticato di me.Come se non fossi stata altro che una bambola rotta.
Una piccola ed inerme bambola,da plasmare secondo i tuoi capricci.
È questo che ora sono.Sono una bambola.
Il giocattolo degli altri.Priva di dignità,priva di volontà,alla merce di colui che decide di comprarmi.
Di colui che è disposto a pagare.Disposto ad avermi per una notte.
Chi sarà il mio padrone?Chi il mio crudele aguzzino,che mi farà gemere con la forza dei suoi baci e con l’impeto delle sue carezze.
Che mi farà urlare di dolore,notte dopo notte,istante dopo istante,fino a farmi dimenticare tutto,persino il mio nome.
Bella.Un tempo mi chiamavo così.Ero una ragazza diversa.
Avevo avuto la forza d’amare,il coraggio di credere nelle favole.
Ero Cenerentola.Ero Biancaneve,cullata dai baci del suo principe azzurro.
Ma il mio principe azzurro mi ha abbandonata.Mi ha lasciata,dimenticando la sua principessa nelle prigioni di un castello decadente.
Cos’è rimasto di me?Cos’è rimasto di quella ragazzine dolce ed impacciata?
Sono morta.Mi sono trasformata in una Bella addormentata,in attesa di un principe che non sarebbe mai venuto a salvarmi.
Ora niente ha più significato.Il mondo ha perso ogni valore per me.
Nulla ha importanza.Nulla,se non le mani che mi stringono vogliose,se non gli occhi di coloro che mi desiderano,e che sono disposti a tutto,pur di avermi.Pur di possedermi anche solo per qualche momento.
A loro appaio irresistibile.Bella,sensuale,eccitante.
Il mio esile corpo riveglia i loro istinti.I miei occhi li fanno tremare,le mie labbra li fanno cedere,sbriciolano il loro autocontrollo.
Ho potere.Potere di chiedere loro qualsiasi cifra.
Per avermi sarebbero pronti a pagare qualsiasi prezzo.E il mio prezzo è sempre il più alto.
Mia.È questo che ossessiona la mente degli uomini.Vorrebbero possedermi.
Impossibile.Io sono sola.Sono morta dentro.
Il mio cuore continua a battere,ma il mio animo è vuoto.Sono una cosa vuota.

Passeggio per la strada incurante del vento gelido.Incurante della pioggia,incurante del freddo.
Incurante del pericolo.Un’uomo mi osserva voglioso.Sorride e mi lancia un’occhiata maliziosa.
Mi vuoi?Posso essere tua.Sono tua se mi vuoi.
Sono di tutti.Di colui che offre il prezzo più alto.
Paga e mi avrai.Paga e potrai vedermi nuda.Paga e potrai farmi tutto quello che vuoi.
Mi vedi?Mi desideri?Sono bella non è vero?
Molto più bella di qualsiasi ragazza potrai mai avere.Ma per questa notte posso essere tua.
Solo per una notte.Il mio prezzo è alto ma ne vale la pena.
Sorrido all’uomo.Ora è lui ad essere mio.Finche non avrà soddisfatto il suo desiderio,io avrò il potere di manipolarlo.Di usarlo come un burattino.

Tra l’altro io sono questo.Sono la bambola della notte.
Questo è il mio lavoro.Questa è la mia vita.Il crepuscolo è il mio mondo.
Di giorno ormai non oso più uscire.Non sopporto la luce del sole.
Non sopporto il calore,gli sguardi degli altri,le risate o le parole delle altre persone.
È tutto sbagliato.Il resto del mondo è distorto.
Troppo caldo,troppo rumoroso per le mie orecchie sensibili,troppo colorato.
I colori schizzano via dai miei occhi.I rumori come lame accuminate penetrano il mio cervello.
Ma non riesco a sentire.Ne a vedere.E anche gli odori mi appaiono sfasati,diversi.
È come se il mondo avesse deciso di impazzire.Avesse cambiato le regole senza avvertirmi.
E io non riesco ad adeguarmi.Non riesco a seguire il suo ritmo frenetico.
Purtroppo so perche.I medici me l’hanno detto gia troppe volte.Mi assillano,ma io li ignoro.

Sono malata.Ho una malattia.Una malattia che mi consuma dentro.
E il mio corpo,come uno specchio,mostra a tutti il mio peccato.Non posso nascondermi in eterno.
Vorrei ma non ne sono in grado.Come non sono in grado di non vedere i sintomi che giorno dopo giorno si fanno più evidenti.
La mia pelle scolorita,sempre più bianca,sempre più pallida.O le occhiaie che sono divenute eterne sul mio volto.
Gli zigomi incavati,i vestiti che divengono sempre più larghi,e gli occhi dalle pupille dilatate,che ora hanno assunto una grandezza inumana.
Sono in astinenza.Ho bisogno della mia dose.Droga.
Deliziosa polvere bianca.Deliziosa polvere che uccide.Mi uccide.
Vedo il mio corpo deperire,ma non sono in grado di fare nulla.Sono impotente.
Oramai sono abituata ai malditesta lancinanti,agli svenimenti o a quando vomito sangue.
La droga mi consuma,mi distrugge,ma io non ho la forza necessaria per combattere.
Per resisterle.Sono debole.Troppo debole.Ne ho bisogno.Lo voglio.
Se non riesco ad averla,non penso ad altro.
Tutto il giorno,immagino il suo profumo,il suo sapore.Spesso annuso l’aria,alla ricerca di uno di quei sublimi granelli.
Fa male.Mi faccio del male.Eppure non faccio niente per cambiare.Non ci provo nemmeno.
No,perche quando sono fatta,riesco ad evocare la sua immagine.
Più il dolore diviene forte,e più il suo volto si fa più nitido.Così nitido da sembrare quasi reale.
Aumento la dose.Sempre di più,sempre di più,finche non sono più in grado di controllarmi.
L’estasi ed il piacere non mi bastano più.Non voglio l’euforia.Voglio il dolore.
Voglio svenire a terra,voglio dimenticare tutto,cancellare ogni ricordo.
E quando non ho neanche la forza per implorare aiuto,quando inizio a vomitare sangue,e non sono in grado di ricordare il mio nome,allora lo vedo.
Vedo lui.Il mio angelo.Diventa spaventosamente vero.Non più un fantasma,ma un corpo solido.
Avverto il suo profumo,il gelo della sua pelle,il suono della sua voce.E sto bene.
Incredibilmente bene.Così bene che potrei quasi scoppiare di gioia.

Sono stata ricoverata due volte,rischiando un overdose.Non mi importa di morire.
Sono andata in coma,ma poi mi sono ripresa.
Non volevo suicidarmi.Almeno non allora.Non ero pronta.Ma la quantità tra una dose non letale ed una letale è veramente minima.
E una volta iniziato non riesco a fermarmi.Non voglio che finisca.
Continuo,e continuo,finche non sento più niente e il mio cervello si disconnette dal resto del corpo.
I medici non capiscono.Non possono capire.Nessuno può se non l’ha mai provato.
E neanche gli psicologi.Hanno tentato di aiutarmi.Volevano internarmi in una clinica.
Con il mio consenso ovvio.Ma dopo aver firmato,sarei stata alla loro completa mercè.
Indifesa,legata in un lettino d’ospedale,aspettando l’agonia dell’astinenza.
Hanno cercato di spaventarmi.Morirai,mi hanno detto.
Morirai tra dolori atroci,e nessun farmaco potrà allievare il tuo dolore.
Come se mi importasse qualcosa.Non mi interessa.
Sono stati costretti a dimettermi.Hanno tentato di rintracciare la mia famiglia.
Inutile.Non posso chiedere aiuto a Charlie e Renee.La mia malattia li distruggerebbe.
Meglio che vivano con le bugie che dico loro.Non so se ci credono.Non so se hanno capito fino a che punto mi sono spinta.
Ma qualsiasi cosa è meglio della realtà.
Puttana e drogata.Non riuscirebbero a sopportarlo.Nessuno ci riuscirebbe.
Ed io ho causato gia troppo male alle persone che amo.
Dopo il primo ricovero sono entrata ed uscita dagli ospedali.Tre aborti spontanei,sifilide,polmonite ed altre malattie.Ma non mi interessava.
I medici al solito dicevano che era tutta colpa della droga.
Curati,hai una vita davanti.Tentavano invano di convincermi.
Fallo per te stessa.Fallo per il tuo bene.
Ma io non mi voglio bene.Mi odio per cosa sono diventata.Mi odio troppo.Non provo un minimo di pietà per me stessa
Eppure loro riuscivano lo stesso a provare compassione per me.
Così giovane.Così giovane,sussurravano sconsolati.
Non sopporto la loro pietà.Mi da la nausea.Per quale motivo dovrebbero interessarsi ad una come me?
Come può qualcuno essere in grado di amarmi?Desiderarmi si,ma amarmi.
Io non ho niente da offrire.Niente apparte il mio corpo,e il piacere che riesco a dare.
Sono una bambola.Una bambola messa in vendita.
E come le bambole indosso vestiti lussuosi.Corpetti aderenti,gonne cortissime,calze di seta,e scarpe con il tacco.
E dipingo il mio viso con colori scintillanti.
Ombretti,fard,rossetti.Uso i trucchi più costosi.Tutto per nascondere il mio sconcertante pallore.
Il mio corpo è il mio lavoro.E posso concedermi qualsiasi cosa.Qulsiasi cosa pur di apparire più bella.Non che ne abbia bisogno.
Ma gli uomini apprezzano questi piccoli dettagli.Mi fanno sembrare più appetibile.
Posso creare l’illusione che è la mia pelle a profumare di violette.O che le mie guancie sono sempre così candidamente rosate.
Sono bella e tutti mi desiderano.Ma nessuno mi ama.Nessuno ama a quelle come noi.
Tra le strade,di notte incontro molte come me.Ragazze,donne,che spinte dalla disperazione si abbassano a lavorare per strada.
Ma io non sono una semplice prostituta.Sono il meglio,l’elite dell’elite.
La bambola per i ricconi,pronti a sborsare anche mgliaia di dollari per una notte di divertimento.
Come le mie amiche.Tutte noi siamo sorridenti e bellissime.Sensuali ed ammaglianti.Fantasiose ed estroverse.Siamo le fenici del crepuscolo.
Vendiamo piacere.
Alcune ragazze sono più giovani di me.Alcune sono poco più che bambine.Alltre invecie hanno anni di esperienza alle spalle.
Ognuna con un suo perche.Con le loro tristi ragioni che le hanno spinte a divenire così.
Di notte governiamo le strade,ma di giorno non usciamo mai.
Il giorno dormo.Non oso alzarmi.Non oso specchiarmi alla luce del sole,e vedere in cosa mi sono trasformata.
Il giorno dormo e sogno.Sempre lo stesso sogno.Sempre lui.Edward.
Lo vedo dappertutto.Anche quando non sono fatta,mi capita di vedere il suo riflesso o di udire la sua voce nella mia testa.
Eppure la sola prospettiva di rivederlo mi terrorizza.
Non voglio che veda come mi sono ridotta.Mi vergogno.Mi vergogno tantissimo e non oso uscire per paura di incontrare qualcuno che conoscevo.
Bella è morta.Bella è morta,non c’è piu.Ora sono Isobel.
Lo ripeto disperatamente ma le lacrime affiorano implacabili.
Mi colano sul viso e mi sfumano il trucco.No,non devo cedere.
Fa male.Troppo.Inizio a correre.

Corro disperata.Corro desiderando di dimenticare.E intanto il dolore si fa sempre più forte.
Il dolore per me stessa mischiato con quello dell’astinenza.
La voglio.Prendo una siringa e mi inietto la mia dose.
Piacere.Euforia.Ne voglio ancora.Il mondo inizia a sfocarsi.La mia mente si svuota e mi sembra di volare.
Ancora.Ancora e ancora.
Cammino traballante,non riesco a distinguere più i contorni.Rido.Rido felice e corro in cerchio.
Sto scoppiando di piacere.Più il tempo passa,la droga fa il suo effetto e io muio di goduria.
Solo un altro pochino.
“Non farlo Bella”
Una voce mi parla autoritaria nella mia mente.La sua voce.Sorrido.Ma non riesco a fermarmi.
“Fermti Bella.Fermati.”
Smetterla e perche mai?Sono così felice.
Il cuore mi batte all’impazzata.Continuo ad aspirare quella polvere.
Batte forte.È troppo forte.Il viso è madido di sudore e le gambe mi sono diventate quasi del tutto insensibili.
Non mi interessa.Ne prendo un altro po.
“Non fare sciocchezze.Avevi promesso che non l’avresti fatto”la sua voce mi sta quasi implorando.
Ma non me ne accorgo quasi.Non mi accorgo di vomitare sangue.Non mi accorgo che sto perdendo la vista.Provo solo rabbia.
Io non ho promesso un bel niente.Mi hai mentito.Che importanza hanno le mie parole ormai?
“Bella chiama aiuto.Per favore Bella”
Non sento più niente.Ora lo vedo ed è reale.Il suo viso è a pochi centimetri dal mio.
I suoi occhi mi fissano disperati.Le sue mani gelide mi carezzano il viso.
“Alzati.Combatti.Non ti arrendere Bella.”
Le sue parole mi rimbalzano contro.Non capisco più niente.Vorrei toccarlo ma non ci riesco.
“Per favore..Bella,per favore”mi sta supplicando.Sono forse lacrime quelle che gli bagnano il viso?
Sembra così vero.Ma se fosse vero non mi lasciarebbe sull’asfalto.Non può aiutarmi.
Perche non esiste.Non è reale.E se mi sveglio lui se ne andrà.
“No Bella,no.Non lo fare Bella.Resisti,per favore resisti”
Annaspo in cerca d’aria.Non riesco a respirare.C’è qualcosa che mi impedisce di prendere l’ossigeno.
È sangue.Troppo sangue.Soffoco.Sto soffocando.
“Bella”Edward inizia a gemere.“Ti prego Bella,ti prego”
Respiro il suo profumo.È dolce.Stupendo.
All’improvviso non sento più il pavimento.Delle mani mi sollevano da terra.
È Edward.No,lui continua a fissarmi da un’angolo.
Mi sorride.Sembra contento.Non capisco il perche del suo sorriso,che sprofondo nel buio dell’incoscienza.

 

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Capitolo 5
*** Quinto Capitolo ***


2 capitolo

Woh beh che dire?: Grazie grazie a tutte coloro che hanno commentato e che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti.Vi ringrazio di cuore.Una piccola noticina:questo capitolo sarà particolarmente drammatico(vedrete,vedrete)e soprattutto Bella darà il meglio di se,o il peggio come preferite.Vi avverto però che d’ora in poi sarò molto più lenta ad aggiornare.Fino ad adesso ho vissuto di”rendita”dato che questi capitoli gli avevo scritti e quindi dovevo solo postarli.Mi spiace.Chiedo scusa in anticipo per eventuali ritardi,ma conoscendomi so che un capitolo alla settimana è quasi un utopia per me.Cmq spero apprezzerete questo mio capitolo e che continuiate a seguirmi.Un bacio a tutte Locke

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Le calze di seta di Louis Vuitton e le scarpe con il tacco di un delicato color porpora ora erano macchiate di sangue.
Anche il mio viso ne era sporco.Come i miei capelli e un lembo della mia giacca.
Edward era immobile.Non si muoveva.
Giaceva accasciato alla parete,gli occhi chiusi,il viso rilassato.
Sembrava un angelo.Un angelo caduto.Un angelo dalle ali spezzate.
Ed ero stata io a ridurlo così.Io,io,io,il mostro che l’aveva quasi ucciso.

“Vattene Edward!”Il mio volto era contorto in una maschera di furia.
I due umani si agitavano ed urlavano e questo non faceva altro che aumentare la mia sete.
Il sangue era sparso dappertutto.Il profumo era irresistibile.
Avvertivo il mio stomaco contercerci per la fame.
“Non ti intromettere Edward.”ripetei rabbiosa“Queste sono le mie prede”
Non potevo trattenermi.Il muo corpo vibrava frenetico.
Avevo fame.E volevo solo essere saziata.
“Bella?”Si era avvicinato.
Potevo vedere chiaramente l’espressione spaventata e sofferente dipinta su suo viso.
“Non farlo.”Era un’ordine.Parlava nel tentativo di prendere tempo,di non affrontare quell’orribile situazione.
“Per favore Bella,per favore rifletti.Non è successo niente di irreparabile.Capita a tutti di sbagliare.A me,a Carlisle,ad Esme,ad Emmett.L’importante è fermarsi in tempo.Vieni a casa.Risolveremo tutto.Ne parleremo con Alice.Faremo funzionare la cosa.Andremò in Alaska,vedrai.In un posto sperduto.Finchè non sarai pronta.Fino a quando lo vorrai
Perche diceva queste cose?Balle.Erano solo balle.Niente andava bene.Niente sarebbe andato bene.
“Per favore Bella,lascialo andare.Lo sai che è sbagliato.”Ora mi stavo supplicando.
Osò avvicinarmi.
“Non ti mettere in mezzo,Edward”lo avvertiì
“No,non ti permettero di diventare un mostro”
“Ho detto vattene”
“NO.”
Mi accorsi di tremare.
“Vattene”gli sibilai.Che cosa voleva?Che diavolo voleva?
Perche non si toglieva di mezzo?Perche continuare ad ostacolarmi.
La sete mi faceva sragionare.Non riuscivo più a controllarmi.Pensavo solo al sangue.
Sangue,sangue,sangue.
Il mio nome,il nome di Edward,gli altri essere umani,erano solo volti senza significato,ricordi sfocati,sopraffatti dalla vivida sensazione della sete.
E io sapevo di dovermi nutrire.Sapevo che se non avessi bevuto sarei morta.
Non mi accorsi di aver agguantato un’umano finchè non avvertiì le mie labbra perforargli la carne.
Non feci in tempo a succhiare che una mano bianco mi colpì improvvisamente e mi si appannò la vista.
Qualcosa si ruppe..Qualcosa espolse,e mi trascino nell’esplosione.
Sentiì montare dentro di me la rabbia,l’odio e la furia.E da lì scatenai l‘inferno.


Non osavo muovermi.Non osavo avvicinarmi a lui.Non sopportavo la sua presenza fisica ma non avevo neanche il coraggio per fuggire.
Attendevo.Attendevo che si azasse e mi liberasse dal tedio di compiere una scelta.
Non era ferito.Il suo corpo immortale era fatto per sopportare colpi anche peggiori.
Eppure stava immobile,la testa ciondolante,senza dare segno di vita.
Non doveva intromettersi.Ero arrabbiata.Arrabbiata con Edward,arrabbiata con me stessa,arrabbiata con il mondo intero.
Non sapevo più dove rivolgere il mio odio.Quel’odio che mi rodeva l‘animo come una cancrena.
Avevo ucciso.Ucciso degli esseri umani.Non sopportavo la loro felicità.Loro erano vivi,io no.
Loro potevano innammorarsi,potevano costruire una famiglia,invecchiare e morire.A me invecie era stata strappata anche la speranza.
Non mi rimaneva più niente.Nulla.Tranne un odio dilagante ed incontenebile.
E a cosa mi aveva portato?Mi rifugiavo nel’odio per non provare dolore,ma il mio odio non causava altro che dolore e morte.
I corpi degli umani giacevano al suolo in una pozza di sangue.E non mi ero neanche nutrita.La sete continuava a bruciarmi la gola.
Li avevo torturati.Ma non era stato sufficiente.Non per placarmi.Mi ero dovuta sfogare con Edward.
Avevo riversato su di lui tutto il mio potere,tutta la mia devastazione.
L’avevo avuto in pugno.Avrei potuto ucciderlo.Una parte di me aveva desiderato farlo.
Volevo liberarmi di lui,completamente.E la rabbia fomentava quei miei sentimenti fino a tripicarli.
L’avevo avuto sotto di me,indifeso,impotente,sottomesso.Volevo fargli male.
E forse l‘avrei anche potuto uccidere.Lui però non aveva provato a ribellarsi.
Aveva combattuto contro di me per salvare le vite patetiche di quegli umani,ma non per salvare se stesso.
Quando aveva visto il mio sguardo,quando aveva incontrato i miei occhi,aveva semplicemente smesso di combattere.
Come a un burattino al quale erano stati strappati i fili.
Aveva perso ciò che lo spingeva ad essere quello che era.
Non l’avevo sopportato.L’avevo scagliato contro un muro.
Non ce la facevo a sostenere il suo sguardo.Non riuscivo a vedere il suo dolore.Era troppo.Troppo.
L’avevo scaraventato contro il muro usando tutta la mia forza,e quando lui aveva colpito le pareti di intonaco bianco avevo quasi creduto che il palazzo stesse per crollare.
Non era crollato.Come Edward non era morto.
Anche se nella sua caduta aveva frantumato una scrivania,che si era piegata sotto la pressione del suo corpo,ed un pezzo di muro si era staccato dalla parete,provocando un polverone bianco.
Da allora non si era più mosso.
Se fossi stata ancora umana avrei desiderato fare qualcosa per lui.Forse l’avrei abbracciato,o gli avrei sussurrato le mie scuse.
Amore.Amare qualcuno più di se stessi.Amare così tanto fino a distruggersi.
Avevo provato quel tipo d’amore.Ora non più.Non riuscivo più ad elaborare emozioni così complesse.
Dovevo accontentarmi di capire cosa provavo.Di riuscire a provare qualcosa di più piccolo:gioia,serenità,allegria.
Quando ero umana davo questi sentimenti per scontato.
Ora non riuscivo neanche a ridere.
Quando tentavo di inclinare le mia bocca in un sorriso,avvertivo le mie labbra pesanti,ribelli,e ciò che veniva fuori era una smorfia sbilenca.
Non potevo sanare tutte le mie ferite semplicemente con l’amore.Mi serviva qualcosa di diverso.
La normalità.Normalità che si ostinava a negarmisi.E io non potevo neanche costringermi a fingere di essere allegra.
Oh,potevo farlo credere agli altri,ma non potevo fingere con me stessa.
Troppo tempo era trascorso dall’ultima volta che non avevo provato disprezzo,rabbia,ira,rifiuto verso tutto e verso tutti.
Non erano gli altri che rifiutavo.Era la vita.La disprezzavo.E anche gli umani dei quali ero gelosa in realtà anche loro mi disgustavano.
Mi disgustava la loro ingenuità,la loro cecità abissale.
Non volevo tornare umana.Ma non desideravo morire.Non credevo in un dio.Non credevo in nulla.E la morte non mi avrebbe liberata dalle mie afflizioni.
Ma non volevo neanche continuare questa sorta di vita vissuta a meta.
Anche ora,distrutta com’ero,provavo l’irrefrenabile impulso di chinarmi per terra e di leccare il sangue.
Ero consapevole di ogni goccia di sangue che si infilava nelle crepe del pavimento,che si mischiava alla terra e alla sporcizia,e formava minuscoli rigagnoli.
Questa consapevolezza mi faceva impazzire.Percepivo addirittura le goccie di sangue sui miei vestiti e sotto la suola delle mie scarpe.
Ero patetica.Come potevo non odiare quest’esistenza?Come potevo non odiare me stessa?
Anche perche non ero stata trasformata dal mio Edward.Oh no,lui mi aveva lasciato.
Mi aveva abbandonato indifesa,e io avevo dovuto raccattare i cocci della mia vita e proseguire per la mia strada.Una strada che mi aveva portato a questo.
Odiavo.Era l’unica parola che riuscivo a comprendere pienamente,in tutta la ricchezza delle sue sfumature.
La rabbia,l’ira,il disgusto,queste mi dominavano.
Ma l’odio,il desiderio di vendetta verso i mostri che mi avevano trasformata,ecco ero io a dominarlo.
Faceva parte di me.Era parte di me.
Rinunciarvi sarebbe
stato come tagliarmi un braccio o una gamba.Ormai ero divenuta così e non potevo farci nulla.Nulla.

Edward si mosse.Lentamente iniziò a muoversi.Non sapevo quanto tempo era passato.
Minuti,ore,attimi?
Si alzò.Non era ferito.
Aveva solo un leggero strappo alla camicia nel punto in cui l’avevo morso,e i capelli ricoperti da quache pezzo di muro sbriciolato.
Barcollava.Era in piedi immobile.Osservava i cadaveri,il sangue e probabilmente anche me.
Io non osavo alzare lo sguardo.Non osavo.Anche se mi avesse attaccata non mi sarei mossa.
Poteva prendere i cadaveri.Seppelirli,mettersi a prendere a pugni la stanza o colpirmi nel tentativo di uccidermi.Non avrei reagito.
Prima ero disposta ad ammazzarlo se solo mi avesse sfiorato ed ora non mi sarei mossa di un millimetro neanche se mi avesse dato fuoco.
Edward però non fece niente di tutto questo.Non disse niente.Non mi guardò con i suoi occhi penetranti.Non tentò di farmi sentire colpevole o di rassicurarmi.
Era immobile.Una statua.Una statua che respirava con sfiancante lentezza e che poteva provare dolore.Soffriva.
Il fatto che non facesse nulla era ancora più terribile se avesse deciso di urlarmi.
Non lo capivo.Edward non gettava la spugna,mai.Eppure ora pareva intento a fissare una chiazza di sangue sul muro,incurante dello scempio che aveva intorno.
Non so per quanto rimase così.Qualche secondo ma per me sembrò che fossero trascorsi giorni.
Dopo un po’ se ne andò.Così improvvisamente,senza fare niente.Se ne andò.
Uscì dalla porta con quel suo passo da automa e sparì,senza voltarsi neanche una volta.

Edward

“Signore?Signore desidera un’altro bicchiere?”
La barista mi fissava paziente.Annuì.Non si aspettava una risposta.
Me ne versò un’altro.Non sapevo neanche cos’era.
Era un liquido rosso,quasi violetto con delle sfumature vermiglie.Emanava l‘odore dell’acido.
“Prego.Ci ho messo un po’ di vodka per addolcire il sapore”mi sorrise.
Era carina.Mora,occhi azzurri,un fisico da atleta.
Lavorava la sera per permettersi di pagare gli studi universitari.Volevo laurearsi.
Aspirava a divenire un avvocato.Sognava di far trionfare la giustizia e di creare un mondo migliore.
Era una sciocca idealista.
Ingenua,romantica ed illusa,convinta di poter cambiare il mondo.Non apparteneva a quest’epoca.
I ragazzi ormai non erano più così.In questo secolo nessuno aveva più il coraggio di sperare.
Era troppo difficile sopravvivere.C’erano troppi problemi.
Famiglie divorziate,matrimoni ridotti al lastrico,bambini didicenni che gia iniziavano a spacciare droga e a cimentarsi nel piaceri del sesso.
Cambiare il mondo era irrilevante.Era impossibile.A nessuno interessava migliorare la vita degl’altri.
Eppure la ragazza che mi trovavo davanti apparteneva ancora a quell’antico stampo che aveva forgiato la popolazione dell’America negli anni sessanta.
Era una rarità.Una sciocca idealista che avrebbe veramente cambiato il mondo,o si sarebbe ritrovata a patire la fame in un quartiere per immigrati.
Io sapevo tutto questo.La conoscevo.Conoscevo lei.
Non le avevo rivolto la parola,ma grazie al mio potere ero a conoscenza dei suoi desideri più profondi dei suoi pensieri più intimi.
Eppure non poteva importarmene di meno.
Mi lasciava indifferente.Non mi sforzavo neanche di fingere.
Avevo ammucchiato davanti a me tre bicchieri colmi di liquore,ma non mi prendevo neanche la briga di svuotarli di nascosto.
Ero...Stanco.Distrutto.
Solo una parte superficiale della mia coscienza prestava attenzione al mondo esterno.
Il resto di me era impegnato a piangere,e ad annegare nel dolore.
Prima o poi sarebbe passato.Avrei dimenticato e avrei fatto finta di niente.Non era la prima volta.Era solo la più grave.La mia vita sarebbe continuata esattamente come prima.
Come prima.Come quando fissavo Bella per ore in attesa che lei si voltasse verso la mia direzione o mi desse un segno di avermi riconosciuto.
In fin dei conti non era così male.Era meglio di questo.Di ciò che era diventata.
“Signore,ne vuole ancora?”La ragazza mi osservava.Era attratta da me.Mi trovava irresistibile.
Non si chiedeva neppure perché non bevessi.Sembravo ubriaco.
Forse erano le occhiaie che mi contornavano gli occhi,o lo sguardo assente,o l’espressione orribile del mio viso.
Non avevo niente che non andava.Non esteriormente.Ma parevo lo stesso distrutto.Annientato.
Avevo la faccia di qualcuno che si era salvato da un palazzo in fiamme e conservava ancora l’espressione sconvolta di chi è appena sopravvissuto ad una tragedia.
Ne è sicuro?”
Sicuro?Le avevo detto qualcosa?Avevo parlato?Non riuscivo a riflettere.Non volevo riflettere.
Provavo solo un garbuglio indistinto di emozioni.Non sapevo neanche perché ero entrato in quel locale.I
o odiavo quel locali.Detestavo l‘odore di fritto,il rumore,le risate stridenti degli ubriachi.
Eppure ero entrato.Forse speravo di poter dimenticare la mia disperazione,affogandola nell’alcool.
Come se fossi stato ancora umano.Umano.
Mi trovai a ridere da solo.Il proprietario del locale mi lanciò un’occhiata di traverso.Dovevo sembrare pazzo.
Mi alzai,pagai e usciì da quel piccolo pub,non curandomi neanche di prendere il resto.
Pioveva.Mai prima d’ora avevo amato così tanto la pioggia.Era meravigliosa.Divina.
Mi dava
la sensazione di poter provare delle vere lacrime.

Lacrime che mi scendevano sul viso,lacrime che mi bagnavano le labbra e mi colavano sui vestiti.
Era così che dovevano sentirsi gli umani?Liberi.Liberi di poter dare sfogo ai loro sentimenti.
Non ricordavo neanche più come si faceva a piangere.O come si facevano tante altre cose.
Il sapore de cibo,il calore della pelle umana,il freddo ed il caldo e la sensazione di sentire il proprio cuore battere all’interno del petto.
Il rumore del cuore,del sangue che pulsava all’interno di ogni vena,in ogni arteria,in ogni singolo tessuto,portando con se l’incredibile percezione della vita.
Da quando ero vampiro non ricordavo di aver provato più niente.Ero vuoto.Freddo.
Per più di un secolo non avevo provato nessuna emozione.Fino a quando non avevo conosciuto lei.
Lei.Avevo creduto di essere tornato nuovamente umano.
Avevo gioito al sorgere del sole,perché la luce del giorno mi permetteva di osservarla come non potevo al buio,mi permetteva di perdermi nei suoi occhi e di fingere di essere umano.
Ogni cosa con lei aveva assunto un altro significato.E poi così come tutto era cominciato era finito.
In un attimo.Era bastato tanto,una decisione sbagliata per distruggere il nostro amore.
Era colpa mia.Se me ne avesse dato la possibiità mi sarei umiliato per lei.Avrei fatto di tutto pur di spingerla a perdonarmi.
A lei però non interessava nulla.Ero come invisibile.E più tentavo di riconquistare la sua attenzione e più lei mi ignorava.
Fino ad oggi.

L’avevo supplicata.L’avevo supplicata che rispiarmasse gli umani.Perche poi?
Cosa mi importava?Ero veramente interessato a salvare le oro vite?
O il mio era solo uno sciocco e patetico orgoglio.
Una parte di me,la parte vile ed egoista,voleva rannicchiarsi per terra e voltare la testa dall’altra parte.Chiudere gli occhi e far finta di non vedere il mio angelo che compiva quel massacro.

“Per favore Bella,lascialo andare.Per favore Bella,so che non vuoi uccideri”
Era una palese bugia.Tutto il suo corpo fremeva per contenersi.E la sua mente non pensava altro che a sangue.
Eppure il mio desiderio che funzionasse era tamente forte da annebbiare la verità.
Dovevo crederci.Dovevo credere che dentro di lei c’era una parte che voleva essere salvata.
Era l’unica speranza che avevo.Perderla sarebbe equivalso a morire.

Ma avevo sbagliato.Mi ero messo in mezzo.Avevo scatenato la sua rabbia,e lei aveva sfogato su di me il suo odio e la sua sete repressa.
Ero stato scagliato contro un muro,il suo corpo sopra il mio,le sue braccia mi imprigionavano e mi impedivano di difendermi.
Era troppo forte.Più forte di me.Più forte di qualsiasi altro vampiro.Non potevo competere con lei.
Non avevo scampo.
Le sue mani mi stringevano rabbiose,continuava a colpirmi,continuava a sfogare su di me la sua ira,mentre le sue labbra ripetevano un incessante cantilena:
"Ti odio,ti odio,ti odio”

Non tentavo più di frenarla o di combatterla.Tentavo solo di evitare i suoi pugni,di non farmi uccidere dalla sua forza incontrollata.
Avevo provato a liberarmi.Era forte,ma veniva ancora dominata dall’istinto.

Era pur sempre una neonata.Non riusciva ancora a comprendere appieno i limiti della sua nuova natura.
Mi ero divincolato dalla sua presa e l’aveva colpita alle gambe facendole perdere lequiibrio.Avevo approfittato della sua debolezza e lavevo spinta con tutta la mia forza contro il pavimento.
Il suo bel viso si era sporcato di sangue.Per un attimo mi faveva fissatò sconvolta.Non se l’aspettava.
Per un istante,la sorpresa era balenata sul suo volto per essere poi sostituita da un odio dilagante,incontenibie,spaventoso.

Avevo visto la sua espressione e per la prima volta avevo avuto paura di lei.Non era semplicemente arrabbiata.Voleva uccidermi.
L’avrebbe fatto.La sua mente non ragionava più e voleva soltanto farmela pagare.
Non era più Bella.Le sue labbra si erano inclinate orripilate e dalla sua bocca era scaturito un grido agghiacciante.
TI ODIO”mi aveva ulrato con tutto il suo essere.
“Ti odio Edward,io ti odio”
Sembrava posseduta.Un demone si era impossessato del suo corpo.

Non so se mi avevano fatto più male i suoi colpi o le sue parole.
Non avevo avuto tempo di fare niente.Ero stato coòpito da qualcosa,da quacosa di incontrollabile.
Bella era immobile,gli occhi iniettati di sangue,ed io venivo scaraventato per terra,da un nemico invisibile.
Era energia.Pura energia.Fuoco e ghiaccio fusi insieme.Per la prima volta ero stato vicino a Bella.
Quando aveva gettato su di me tutto il suo potere,in un certo senso le barriere della sua mente si erano abbassate e io avevo potuto percepire ciò che provava.
Rabbia,odio,ma anche dolore.
Un dolore sordo,nascosto sotto strati di furia,di disgusto e di apatia,ma pur sempre dolore.
Per un attimo avevo provato compassione per lei.Avrei vouto aiutarla.Avrei vouto abbracciarla e dirle che l’amavo.
Non ne avevo avuto il tempo.
Lei mi era saltata addosso e non mi aveva dato neanche il tempo di reagire.Non che l’avrei fatto.
Non provavo neanche più a difendermi.E attendevo.Attendevo che si calmasse o mi uccidesse.
E lei si era calmata.Mi aveva tirato ancora una volta contro un muro,e poi si era accasciata sul pavimento.
Era rimasta immobile.Non aveva alzato lo sguardo e non si era mossa di un millimetro.


Dopo un po’ me ne ero andato.Mi ero alzato lentamente.Esausto,distrutto,ferito sia ne corpo che nello spirito.
Ero fuggito.Fuggito da lei,fuggito dalla sua sofferenza e dalla sua rabbia.
Mi ero rifugiato in uno squallido locale e lì ero rimasto.Per ore,come un giocattolo rotto,aspettando di rcomporre ciò che restava di me.

La pioggia continuava a scendere scrosciante.Avevo i vestiti fradici.
Non mi piaceva quella sensazione di umido.La trovavo irritante.
Eppure non tentavo minimamente di ripararmi dalla pioggia.
Continuava a camminare.Non sapevo dove mi trovavo.Lontano dal centro.In un quartiere di periferia,isolato,vuoto,spoglio.
In giro non vi era anima viva.Nessuno voleva uscire con questo tempo.Nessuno sano di mente si sarebbe messo a passeggiare di notte durante un temporale.
Le persone preferivano rimanere al sicuro nelle loro case.
Circondati dai loro cari,da coloro che amavano.Famiglie.
Anche le persone sole,senza famiglia,avevano sempre qualcuno a cui rivogersi.
La madre,il padre,il vicino della porta accanto che condivideva con loro le piccole disavventure della vita.
Addirittura gli assassini,avevano i loro cari che continuavano ad andare a trovarli.
Gli umani non sopportavano la solitudine.Neanche i vampiri del resto.
Sarei potuto tornare a casa,da Carl da Esme.Ma non volevo.Se l’avessi fatto avrei dovuo raccontare ciò che era successo,e non volevo ricordare.Volevo dimenticare.
Continuavo a camminare perché era l’unica cosa che mi restava.Fermarsi significava arrendersi.
Ed una volta arreso non avrei potuto impedire ai ricordi di venire a tormentarmi.
Continuai.Ancora ed ancora.Le strade illuminate lasciavano il posto a vicoli bui e maleodoranti,il silenzio dei quartieri tranquilli era coperto dalla musica e dalle urla dei locali candestini.
Entrai in uno di quei locali.Era un posto squallido,caotico,dove però potevo nascondermi e passare inosservato.E annegare nella mia disperaziome.
Mi sedei su un divanetto di pelle nera il più lontano possibile dal rumore,dalla musica,dai corpi frenetici che sfrecciavano sulla pista da ballo.
Rimasi solo.Per tanto tempo.Passarono le ore,ma rimasi seduto su quel piccolo divano,immobile,impassibile come una statua.
Dopo un po’ però mi accorsi di essere osservato.Qualcuno mi osservava.Qualcuno mi gettava rapide occhiate curiose.
Avvertivo i suoi occhi perforarmi la schiena.
Una ragazza.
Bellissima.Alta,capelli neri,pelle d’avorio,un viso da bambola.E due occhi verdi che avevano lo stesso colore intenso degli smeraldi.
Quando incontrò il mio sguardo sorrise.Un sorriso capace di far sciogliere il cuore di un umano.
Era molto bella.Troppo.E la tutina attillata che indossava non faceva che mettere in evidenza le forme del suo corpo.
Appena mi vide si avvicinò a me.Lentamente,quasi stesse recitando una parte.
Quando si muoveva pareva danzare.E anche il profumo che emanava.Buono,delizioso.Non buono per i vampiri,l’odore del suo sangue era perfettamente normale,ma la sua pelle emanava un profumo da far gola agli appetiti degi umani.
“Ciao.Sei solo?” La sua voce era un tintinnio musicale.
Non le risposi.Non cercavo compagnia.
Ero venuto per dimenticare,come se vedere quei corpi sudati che ballavano sensualmente avrebbe potuto farmi dimenticare il dolore che avvertivo nel petto.
Lei non si scoraggiò.Era abituato a quel tipo di clienti.Chi doveva entrare in quel genere di locale doveva essere disperato.
“Allora non ti va di parlare eh?” Ogni volta che pronunciava una parola,sbatteva le sopracciglia.
La faceva assomigliare ad una bambina.Le donava un’aspetto ingenuo,quasi infantile.
Anche questo doveva essere studiato.
“No”risposi gelido.Sperai che se ne andasse.
“Bene.”sospirò
“Questo renderà le cose molto più divertenti”sorrise divertita.
“Vattene.Non intendo pagarti.Non ho soldi”
Ed era vero.Avevo lasciato tutto al piccolo pub.Non mi ero neanche interessato di scoprire quant’era.
Lei in risposta mi sorrise di nuovo,ma non si allontanò.
Si avvicinò ancora di più e iniziò a giocherallare con una ciocca di capelli e a passarsela sulla bocca.
Mi scansai da lei.La sua risata si fece più acuta.
Ma che voleva?Non volevo giocare.Non volevo la sua compagnia.
Affinai la mia mente e penetrai i suoi pensieri,distinguendoli dal rumore caotico che affollava il mio cervello.
Non mi piaceva leggere i pensieri delle persone.Era un contatto troppo intimo,troppo profondo.
Cercai in lei qualcosa che mi potesse dirmi come allontanarla.Ciò che vidi però non mi servì a nulla.
Vidi la sua solitudine,la tristezza e il disgusto per se stessa e per ciò che era costretta a fare.Rabbia verso il mondo,stanchezza,il desiderio di sdraiarsi e di non alzarsi mai più,e nascosto più in profondità...attrazione.
Attrazione per me.
Le piacevo.Era assurdo.
Lei era una prostituta.Come poteva considerare il sesso qualcosa di diverso da lavoro?
Era costretta a vendere il proprio corpo.
Come poteva ancora provare desiderio per un altro essere umano.
Provai un’improvvisa pietà per lei.
Si riavvicinò a me e mi mise una mano sul collo.Stavolta non la scansai.
Sei freddo”mi disse.
Non voleva una risposta.Non c’era una risposta.
Che vuoi da me?”mi sforzai di essere educato.
Scrollò le spalle.
“Sono solo curiosa.Che ci fa uno come te,in un posto del genere?”
Uno come me?
Non mi resi conto di averlo pronunciato ad alta voce,finchè lei non mi rispose.
“Non sei da queste parti.La camicia che indossi anche se rotta,è di seta.Una volta ho indossato un corpetto di seta."
"So riconoscerla quando la vedo.E so che nessuno di quelli che vengono in questo locale possono permettersi un abito del genere”
Non sapevo che dire.
“Non sei come tutti gli altri.”indicò gli uomini ubriachi e ragazzi che ballavano ancheggiando e facevano apprezzamenti volgari sulle donne che incontravano.
“Sei giovane.Non puoi avere piu di diciotto anni.Eppure hai uno sguardo strano."
"Era lo stesso sguardo che avevo io quando scopriì che era morta mia madre”
Mi fissò triste.I suoi occhi erano pozze profonde nelle quali annegare.Seppì che quello che mi disse era vero.
Nella sua mente si formò l’immagine di una bambina,una bambina con un abitino strappato che stringeva la mano della mamma morta.
Una lacrima scivolò sul volto della giovane donna che mi trovavo davanti.Se la asciugò rabbiosamente.
“Scusa.Non so perché ti racconto queste cose.Non mi che mi è preso”sorrise per scusarsi.
E mentre la osservavo notai che assomigliava ancora ad una bambina.
Ad una bambina che era stata costretta a crescere e a diventare una donna.
Anche a te è successo?”
Non risposi.Dentro di se aveva formulato un'altra domanda”anche tu hai perso qualcuno?”
Si”Lo dissi di getto e mi accorsi che era vero.Avevo perso Bella.Avevo perso il suo amore.
“Chi?”
“La ragazza che amavo.La mia fidanzata”
Mi osservò con compassione.
“Mi dispiace”sussurrò dolce.
“Mi dispiace.Ma venire qua non ti servirà a niente”
“Perche mi aiuti?”chiesi sgarbato.Sapevo che era vero.
E non sopportavo che fosse una ragazza di vent’anni,che faceva la prostituta in un locale clandestino a dirmelo.
“Io sono un’estraneo per te.Non mi conosci.Che ti importa di aiutarmi?”
L’avevo tempestata di domande.Il mio tono gelido doveva averla ferita.
Perché.”mormorò cauta.
Perché sei diverso.Quando ti ho visto ho pensato che eri un’angelo”
“Non sono un angelo”
Le sue parole però mi avevano commosso.
“Lo so.Non potevi essere un’angelo.Se lo fossi stato mi avresti portato in paradiso con te”
E sorrise.Ammiccò triste verso l’ambiente che la circondava.Un’uomo vecchio ed ubriaco palpeggiava una donna che era poco più che una ragazzina e la baciava con violenza.
Mi sentiì a disagio.Perchè mai ero entrato in un posto del genere?
“Mi dispiace”
“Non fa niente”fece spallucce.“Sei stato comunque interessante.Sono contenta di averti conosciuto”
La pietà che provavo per lei aumentò ancora di più.Mi sentiì un mostro.
“Non provare compassione per me”i suoi occhi luccicavarono furiosi.
“Non voglio la tua pietà.Ho scelto io di diventare così.Non ti ho raccontato la mia storia per farti commuovere.Non voglio la pietà di nessuno”
E vidi con quanta ostinazione negava l‘aiuto degli altri.Non voleva essere compatita.
Aveva una dignità.Era pur sempre un essere umano.
E per quanto dolorosa fosse la sua situazione,essere compatiti non piaceva a nessuno.
“Mi spiace”Le sfiorai la manoIl suo sguardo si ammorbidì.
“Sei strano.Un’altro uomo mi avrebbe subito ficcato la lingua in bocca e avrebbe cominciato a toccarmi."
"O se non poteva avrebbe tentato di convincermi a trovare una camera per noi,e avrebbe iniziato a parlare di se e ad autoelogiarsi.Non gli sarebbe interessato ascoltarmi.Tantomeno di ferirmi."
"A nessuno interessa quello che penso.A nessuno è mai interessato quello che provavo.Nessuno si era mai interessato di pararle con me”
“In fin dei conti”aggiunse
poi.“Forse sei veramente un angelo”

Continuammo a fissarci per un po’.Fin quando la voce roca di un uomo iniziò a chiamarla.
“Eveline?Eveline?Eveline vieni qua”le faceva dei gesti come quando si chiama un cane.
Lei arrossiì.Mi ricordò Bella.
E mi ricordai quanto era adorabile quando le sue guancie si tengevano di un tenero rossore e abbassava lo sguardo imbarazzata mentre si accorgeva che la stavo fissando.
Forse non si era mai resa conto quanto la desideravo,quanto la trovavo meravigliosa.
“Non è Eveline il mio vero nome.Non lo è mai stato.Ho detto che mi chiamo così solo perché lo voleva sapere.Così non mi rompeva più e la smetteva di infastidirmi.”
Cercai di concentrarmi su di lei.
“Come ti chiami?”le chiesi.
“Violetta.Il mio vero nome è Violetta.E tu come ti chiami?”
“Edward”
Lo assaporò per quache istante.
“Edward”mormorò a fior di labbra
“Che bel nome.Potrebbe essere veramente il nome di un angelo”sussurrò.
Anche il tuo è un bel nome”E lo era davvero.
“Grazie”Rise deliziata e poi incontrò nuovamente i miei occhi.
“Posso chiederti una cosa Edward?”
Sapevo cosa voleva,ma annuiì.
Le mi si avvicinò cauta.Sembrava insicura.Avvertiì le sue mani sul mio viso e poi le sue labbra.
Non ricambiai il bacio,ma lei non se lo aspettava.
La sua bocca era delicata,dolce come un petalo di rosa.
Mi baciò teneramente,mentre le sue mani indugiavano sul mio viso,e mi carezzavano la fronte.
Scopriì sorpreso di desiderarla a mia volta.Di desiderare quel contatto dolce e fragile con un altro essere umano.
Sei freddo”Aveva il respiro spezzato.Le guance rosse e le pupille dilatate.Non stava fingendo.
Mi voleva.E si era innammorata di me.
“Lo so”Ma ora non potevo più prestarle attenzione.
Dovevo andarmene.Sapevo che sarei dovuto tornare a casa.Era doloroso ma dovevo.
Lei avvertiì la mia impazienza perché mi diede un ultimo rapido bacio,per poi avvicinare le sue labbra alla mia guancia e assaporare il sapore della mia pelle fredda.
“Grazie Edward.Non ho mai incontrato uno come te.Anche se sei troppo freddo per essere un angelo”
Non risposi.
“Grazie”ripete in un fioco sussurro.Si allontanò da me tristemente.
“Addio,Violetta”la vidi sorridere.
Un ultimo rapido sorriso,per poi sparire inghiottita dalle ombre del locale.
Gettai verso di lei un’ultimo sguardo,e mi avviai verso casa.Casa.Ora mi sentivo pronto.
O meglio meno vulnerabile di prima.Sarei tornato da lei.
L‘avrei affrontata.E forse allora Bella mi avrebbe perdonato.
E avrebbe ricordato cosa si prova ad amare.

 

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