Find light in the dark.

di tjred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A part of myself. ***
Capitolo 2: *** Officiousness. ***
Capitolo 3: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** A part of myself. ***




A part of myself.

Le lacrime cominciarono a rigarmi le guance, dopo aver sbattuto violentemente la porta alle mie spalle, ed essermi accasciata per terra, nel freddo pavimentoo. Scoppiai in un pianto isterico, pieno di dolore e delusione. Non avevo mai pianto così, non avevo mai pianto così per un ragazzo. Ma a dirla tutta, era anche la prima volta che piangevo per un ragazzo. I miei genitori non erano in casa, così non mi sarei dovuta subire uno dei soliti, irritanti discorsi nei quali mi facevano notare quanto avessero avuto ragione su Josh. A loro non piaceva affatto Josh. Non gli era mai piaciuto sin dalla prima volta in cui lo videro. Ma ame non era mai importato. Sapevo che Josh era un ragazzo di cui potersi fidare. Non li avevo ascoltati, aveo voluto sfidarli. Senza che loro potessero condizionarmi. Avevano sempre cercato di proteggermi, isolandomi e tenendomi lontana da qualunque cosa avrebbe potuto ferirmi o farmi del male. Ma di certo, questa iperprotettività andava bene finchè ero bambina,ma non adesso che sono un'adolescente. Certamente a mia vitanno è e non potrà mai essere sempre e solo rosa e fiori. " Soffrire fa parte della vita ", era quello che avevo detto durante una delle nostre solite discussioni riguardanti Josh, ma era anche quello che avevo sempre pensato. " E voi non potete di certo impedirmi di viverla", dissi prima di salire di corsa nella mia camera, l'unico luogo in cui mi sentivo realmente protetta, dove i miei genitori non poteva entrare e dirmi cosa fare e come comportarmi. Ma quel giorno, mentre stavo piangendo tutti i loro discorsi non erano più insensati. Ero sempre stata contro il pensiero dei miei gentiori, ma in quel momento non potevo far altro che dargli ragione. Se li avrei ascoltati e non mi sraei messa contro di loro, adesso non sarei qui a versare lacrime sul pavimento. Il cellulare che avevo in tasca, cominciò a vibrare. Quando lo presi, vidi il suo nome sullo schermo. La rabbia prese il sopravvento. " Vaffacunlo, stronzo " urlai, qualche secondo prima di gettare il telefono sul letto. Mi alazai da terra, asciugandomi le lacrime con la manica del maglione, dirigendomi verso la parete tappezzata dalle foto mie e di Josh. Cominciai a strapparle e gettarei piccoli pezzi strappati, in un angolo della stanza. Successivamente, mi diressi verso l'armadio e lo aprì quasi violentemente. per prima cosa presi una felpa, che addosso a me sembrava gigantesca, e la gettai vicino a quel cumulo di carta stracciata. In quel momento volevo solo far sparire ogni cosa che riguardava Josh.Non che servisse a qualcosa. Ma in quel momento non mi importava se era una cosa utile o meno. Nel giro di un quarto d'ora avevo strappato tutte le foto, le lettere, ripulito l'armadio e mi ero tolta dal collo la collana che mi aveva regalato. Nel ciondolo, c'era incisa una " J " incastrata in un'altra " J ". Le nostre iniziali, in poche parole. Credevo di essermi sbarazzata di ogni suo regalo o oggetto che potesse ricordarmi la nostra relazione, quandomi ricordai che mancava un'ultima cosa: il mio diario. Aprìil cassetto del comodino accanto al letto, e presi quel piccolo quadernetto, chiamato anche diario,  in cui erano custoditi i nostri ricordi, i nostri segreti. Aprì il diario e lì, proprio nella prima pagina, c'era una nostra foto con sotto una piccola dedica da parte sua. Vedendo la foto e leggendo quella dedica formata da parole che un tempo mi sembravano sincere, mi venne un groppo in gola, che sparì dopo aver deglutito. Chiusi subito il diario. Uscì dalla mia stanza, scesi velocemente le scalee , quando arrivai all'ingresso, uscì dalla porta. Mi diressi verso un cassonetto poco lontano da casa mia . Quando arrivai lì, mi fermai di colpo. Guardai perl'ultima volta quelpiccolo quadernetto che avevo tra le mani. Lo presi e lo gettai dentro il cassonetto, gettando nello stesso tempo una parte dei miei ricordi, una parte del mio cuore, ma cosa più importante, una parte di me stessa.

Salve:)
Allora, ci ho pensato molto prima di pubblicare questa storia,
Perchè mi vergognavo da morire, non cheidetemi il perchè lol.
Comunque è solo il primo capitolo questo, e so che non ci capirete nulla,
Ma nei prossimi capitoli si farà chiarezza.
Spero che il capitolo vi piaccia, e spero che recensiate, Questo è solo il primo capitolo quindi è piccolino, ma i capitoli successivi saranno molto più lunghi:)
Un bacio tjred xx

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Capitolo 2
*** Officiousness. ***




Officiousness
 
Quando mi svegliai, mi resi conto che il mio cuscino era zuppo d'acqua. Lacrime, le mie lacrime.
Ero andata a letto piangendo, e avevo continuato a piangere fino a tarda notte, prima di addormentarmi. Mi tolsi le coperte di dosso, e un brivido di freddo mi fece rabbrividire. Amavo l'inverno, ma odiavo uscire dal mio caldo letto e congelare dal freddo. Notai che la finestra era aperta. “ Ma chi cazzo mi ha aperto la finestra di notte “ pensai. Mi alzai, e andai a chiuderla. Stavo andando a sdraiarmi nuovamente nel letto, ma mi fermai davanti allo specchio. Osservai attentamente il mio aspetto. Avevo gli occhi rossi e gonfi a causa delle troppe lacrime. I capelli arruffati e, sicuramente, pieni di nodi. Feci una smorfia di dolore, nel notare le mie labbra secche e screpolate. Erano una cosa che odiavo. Mi allontanai dallo specchio, e andai a prendere una delle mie solite, giganti felpe. Presi un pantalone di tuta, e andai in bagno, credendo fosse libero. Rimasi delusa quando, cercando di aprire la porta, mi resi conto che era chiusa a chiave. E chi poteva esserci, se non mio fratello?
“ James esci subito da questo fottuto bagno, cazzo “ urlai, senza dar troppo peso al fatto che mia madre potesse aver sentito la mia finezza andata a farsi fottere.
Non ricevetti risposta, solo una stupida risatina. Non ero in vena di litigi, così andai nuovamente nella mia camera, e mi buttai a peso morto nel letto. Guardai l'orario. Le 10:30. Sorrisi, ricordando che ogni Domenica, allo stesso orario, Josh passava da me, svegliandomi con un dolce bacio sulle labbra, portandomi i cornetti della mia pasticceria preferita. Mi resi conto di quello che era accaduto il giorno precedente, scacciando via il sorriso e quel ricordo che volevo solamente dimenticare.
Mi alzai dal letto, dirigendomi un'altra volta verso il bagno, nella speranza che mio fratello fosse uscito e , soprattutto, che non avesse trasformato il bagno, in una camera a gas.
Poggiai la mano sulla maniglia, nell'intento di aprire la porta, poco prima che la porta mi arrivasse proprio sul naso.
Caddi a terra, toccandomi il naso con le mani, cercando di capire se fosse rotto o meno. Dopo aver sentito il dolore alleviarsi, mi misi seduta e rivolsi uno sguardo a mio fratello che rideva come un ritardato. “ Vai a fare in culo, coglione “ Dissi alzandomi, e dandogli un calcio diretto nelle parti basse, facendolo accasciare a terra da dolore. 
Fortunatamente, entrai in bagno, e mi regalai un momento di relax. 
Mi lavai, mi vestì e sistemai i capelli in una coda alta disordinata. Presi il beauty, contenente i miei pochi ma essenziali trucchi. Mi truccai gli occhi di un nero pesante, facendo risaltare il grigio delle iridi. Gli occhi, erano l'unica cosa che amavo di me. 
Mi guardai un'ultima volta allo specchio, soddisfatta. 
Uscì dal bagno, e lanciai un'occhiata nella stanza di mia fratello, che se ne stava sdraiato nel letto, con le palle doloranti. Risi, sottovoce. Entrai in camera mia, prendendo lo skateboard e un'altra giacca da mettere sopra la felpona.
Scesi in cucina e trovai mia madre, intenta nel preparare la colazione. Quando si accorse della mia presenza, lasciò tutto, e venne verso di me sorridente, abbracciandomi e baciandomi le guance, lasciandomi sorpresa.
“ Buongiorno Tesoro. Dormito bene? “ disse con dolcezza
“ Ehm.. si, grazie. “ Dissi abbastanza sconcertata.
Mia madre non era mai stata una persona affettuosa, dolce e interessata. Era sempre stata acida, distaccata e pensava a tutto tranne che ai suoi figli. Infatti, il suo comportamento mi fece rimanere, più che sorpresa, scioccata.
Spostai lo sguardo verso la colazione sul tavolo.
In quel momento, cominciai ad amare mia madre.
Ciambelle glassate e latte al cioccolato.
Mi brillarono gli occhi alla vista di quelle delizie.
Mangiai una ciambella e bevvi un po di latte.
“ Mamma, io vado a fare una passeggiata, a più tardi “ dissi, salutandola con un cenno della mano.
“ A più tardi tesoro “ mi salutò mandandomi un bacio volante.
Uscì di casa, pensando al comportamento di mia madre. Era davvero strana, troppo strana. Pensai che doveva dirmi qualcosa di grave. Cominciai a pensare a una possibile tragedia, un qualcosa che mi avrebbe segnato dentro, in modo negativo. 
Mi concentrai così tanto su questi pensieri negativi, che non mi accorsi che cominciò a piovere, o meglio diluviare. Alzai il cappuccio della felpa, e cominciai a correre, cercando un riparo.
Arrivai in un parco giochi, e mi venne la brillante idea di ripararmi sotto lo scivolo. 
Iniziai a correre nel terreno fangoso, sporcandomi scarpe e anche calzini.
Maledette converse.
Arrivai sotto lo scivolo, e controllai le miei condizioni.
Avevo i pantaloni bagnati. La felpa bagnata. Perfino le scarpe e i calzini bagnati. Fanculo.
Sbuffai e, mentre cercavo di trovare una posizione comoda, andai a sbattere con la schiena contro qualcosa.
Mi voltai, e mi resi conto di aver sbattuto contro una persona.
Si voltò e due occhi verde smeraldo mi guardarono. Un ragazzo
“ Ehi, ciao “ disse sorridente.
“ Ehm, ciao. “  risposi un po.. sconcertata. “ E tu saresti... ? “ dissi, muovendo la mano.
“ Oh, scusami, io sono Harry “ disse, porgendomi la mano.
“ Io sono Janet “ dissi abbozzando un sorriso e ignorando la mano del ragazzo.
Mi voltai verso di lui, e continuai nel mio intento, quello di trovare una posizione comoda.
“ Che tempaccio, vero? “ disse Harry, sospirando.
“ Ehm.. già. “ risposi facendo una piccola smorfia che, fortunatamente, non notò.
Appoggiai la schiena allo scivolo, portando le gambe verso il petto e appoggiando la testa sulle ginocchia. Cominciai ad osservare la pioggia cadere sul terreno, cominciai ad ascoltare il ticchettio della pioggia sullo scivolo.
In quel momento mi dimenticai del ragazzo di fronte a me, e mi rilassai, cosa che non facevo dal giorno precedente.
Già, il giorno precedente. Ripensai a Josh, e a quanto fosse stato uno stronzo con me.
Sicuramente era con qualche ragazza a divertirsi, mentre io sono sotto uno scivolo, tutta bagnat e per di più con un ragazzo che nemmeno conosco.
“ Ehi, tutto bene? “ il ragazzo di fronte a me mi fece sobbalzare 
“ Si, perchè? “ dissi infastidita dalla sua invadenza
“ Hai assunto un'espressione malinconica e triste “ disse tipo preoccupato.
“ No, sto bene “ dissi con poca convinzione.
“ Sicura? Perchè se vuoi... “ non lo feci nemmeno finire.
“ Sto bene, e comunque non dovrebbe interessare ad uno che nemmeno mi conosce e che non conosco io, cazzo. “  Mi alzai e me ne andai.
Non me ne fregava un cazzo della pioggia.
Adesso anche gli sconosciuti erano invadenti.


Hii:)
Allora scusatemi per il capitolo pietoso, ma capitemi, solo le 02:56 lol.
Ho cercato di scrivere di più rispetto al capitolo precedente.
Spero che vi piaccia comunque il capitolo e mi scuso per gli errori grammaticali e ortografici.
Recnsite:)
Un bacione tjred xx

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Capitolo 3
*** Avviso ***


AVVISO


Allora, volevo dirvi che l'FF la lascerò in sospeso.
Devo studiare ed ho poco tempo, inoltre ho poche idee.
Scusatemi, la lascio in sospeso e credo che ne scriverò una sui 5sos (:
Mi dispiace.
Un bacio xtjred xx

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