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di stronglikedems
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vuoi una mano? ***
Capitolo 2: *** Basket e ravanelli ***
Capitolo 3: *** Ombelichi ***



Capitolo 1
*** Vuoi una mano? ***


                           "Vuoi una mano?"

 

"Benvenuta" dice l'uomo aprendo la porta della mia nuova casa ."Non è fantastica?"
Il panorama era decisamente fantastico, se si escludevano la carta da parati caduta da mura giallastre, mattonelle sollevate, macchie di muffa sui muri e qualche decina di ragnatele.
Bhè effettivamente non era male come appartamento a New York a basso prezzo, e poi con il mio nuovo lavoro da Starbucks sarei riuscita a pagare qualche spesa di ristrutturazione.
"Allora passerò ogni 30 del mese a riscuotere l'affitto." dice l'uomo barbuto andandosene. Sembra un campagnolo, con quella camicia a quadri e il pancione a forma di anguria.
Avevo quasi la sensazione che all'improvviso sarebbe spuntato un filo di fieno dalla sua bocca.
Oppure che avrebbe iniziato a parlare di quanto bella sia la sua fattoria, con tutte le mucche
che munge personalmente.
Ci vuole un caffè ed una bella dormita, almeno per oggi.
Senza alcun indugio lascio la valigie chiuse e scendo a fare un giro per New York, arrivando alla caffetteria più vicina.
Mi dirigo al bancone, ordinando il caffè.
Guardandomi intorno noto due gay che litigano, credo sia perchè il tipo più alto abbia tradito l'altro con uno più biondo e più bello. Amo ascoltare le conversazioni altrui.
Prendo il mio caffè ed esco. Contro ogni mio volere torno in quel sudiciume che è la mia nuova casa.

Arrivata al pian terreno leggo sulla bacheca del condomino 'Ascensore fuori servizio'.
Prendo una boccata d'aria, pensando ai 6 piani che dovrò salire gradino dopo gradino.
Al primo piano c'è un uomo che esce di casa, facendo gli occhi dolci al cane e sussurandogli:
"Tornerò presto amore mio!"
Arrivata al sesto piano vedo una ragazza tutta spettinata che esce con la camicia abbottonata male e la gonna stropicciata.
Apro la borsa per cercare le chiavi misteriosamente scomparse.
Oh porca merda, porca merda, porca merda!
Dove diavolo sono quelle stramaledette?
"Vuoi una mano?" sento una voce mentre sono in ginocchio, cercando di aprire casa con una forcina. Avrà sicuramente sentito tutte le mie imprecazioni.
Mi giro lentamente con uno sguardo assassino, trovandomi di fronte un ragazzo biondo, tutto bagnato con solo un asciugamano legato intorno alla vita.
Fantastico!
Ci voleva anche il vicino di casa fotomodello.
"Pensa prima a vestirti" dico seccata.
"Se vuoi puoi entrare da me, così chiamiamo insieme il proprietario di casa." propone il tizio avvicinandosi, nonostante io non distolgo lo sguardo dalla serratura.
L'idea sembra intelligente, ma chi mi assicura che sia uno apposto?
Insomma, nessuno uscirebbe coperto solo da un telo.
"Ok, ma stammi lontana" rispondo freddamente, in realtà mi sto divertendo da matti.
"Benvenuta nella mia reggia" emetto un leggero ghigno.
"Va bene, quindi ora tu vai a vestirti ed io telefono il proprietario della casa".
Il tizio senza nome si dilegua ed io chiedo informazioni al campagnolo, scoprendo che nasconde una chiave di riserva sotto la fioriera vicino la porta.
Non pensavo che i campagnoli fossero tanto furbi!
"Allora cosa si fa?" chiede il ragazzo uscendo, vestito decisamente meglio, ovvero jeans e t-shirt.
"Ha una copia delle chiavi sotto il vaso vicino alla porta. Quindi ora torno a casa, ciao" .
"Almeno presentiamoci, io sono Justin, piacere" dice porgendomi la mano.
"Taylor" gli stringo la mano.
"Ti andrebbe di cenare insieme stasera? Intendo qui, non nella tua topaia" chiede sorridendo.
"Ho tante cose da fare, devo pulire casa, disfare i bagagli, farmi una doccia..."
"Capisco, allora a domani?" chiede più speranzoso di prima.
"Forse" dico uscendo misteriosamente.

Tornata nella topaia mi metto a lavoro.
Mi sento una di quei programmi di MTV o RealTime dove c'è l'impresa di pulizia che ti pulisce la casa da cima a fondo.
Solo che a me mancano i 57 tipi diversi di scopa, il mega aspirapolvere industriale, i 99 detersivi a lavanda e gelsomino e la tuta antibatterica.
Credo che dovrei fornirmi di questi utilissimi aggeggi per pulire 2 stanze, una cucina e un bagno.
Dopo due ore di pulizia, tre grandi buste di immondizia ed una crisi d'asma per tutta la polvere, l'appartamento torna a brillare ed io posso fare una doccia in santa pace.
Scendo per buttare la spazzatura, ricordando di portare le chiavi con me.
La scena si ripete una seconda volta: dall'appartamento di Justin esce una ragazza con la biancheria intima ben visibile sotto il vestitino mal abbottonato.
Rido maliziosamentepensando alle porcate che hanno fatto.
Rido maleficamente pensando che domani rinfaccerò tutto a Justin.
Rido preoccupata penando che devo salire sei piani a piedi.
Forse è meglio andare a letto, domani mi aspetta il primo giorno di università, di lavoro, e la cena con il "puttaniere".

HELLOU!
Ciao a tutti, grazie per aver letto il primo capitolo, un po' schifosetto....
Spero che vi abbia strappato un sorriso.
Lasciate una recensione se vi va <33

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Capitolo 2
*** Basket e ravanelli ***


Basket e ravanelli.
 

 
"En ui chen stahp, en ui uon stahp, chen t iu sii is ridom on d naaai"

Ma brutta stronza, sono le 6:30 del mattino e devi sfracassare proprio i miei inesistenti coglioni? Non puoi svegliare qualcun'altro a quest'ora?
Dovrei cambiare canzone, infondo io amo la Cyrus, solo che mettere una sua canzone come sveglia mi porta automaticamente ad odiarla.
Forse dovrei mettere qualcosa di più odioso...
Che ne so, forse qualche neomelodico.
Dopo i miei inutili ragionamenti (che nemmeno Einstein riuscirebbe a formulare) decido di iniziare la mia prima giornata di università.
Così, dopo una fresca doccia, 25 minuti per decidere cosa mettere e 15 minuti per stirare il cespuglio che mi trovo in testa, finalmente inizio a cercare cosa mangiare.
Apro il frigorifero: vuoto.
Riprovo con la dispensa: vuota.
Prego aprendo il forno:vuoto.
Credo che opterò per il bar all'angolo.

"Buongiorno!" non può essere lui! Che fa? Mi spia?
Sono convinta che ha messo un microchip vicino alla mia porta, in modo da sapere ogni volta che esco.
Oppure resta tutta la giornata con l'occhio incollato allo spioncino, in attesa di vedermi.
"Ciao Justin! Che bello incontrarti qui"
Ma che cazz? Viviamo uno di fronte all'altra, non è una novità incontrarlo qui!
"Infatti, veramente strano incontrarmi fuori alla porta di casa mia..." dice sorridendo...
Ha un sorriso maledettamente bello. E i suoi occhi, oh, i suoi occhi.
Sono talmente profondi da potersi perdere fissandoli. Hanno lo stesso colore del caramello.
"Ah?" rispondo riprendendomi da quella visione celestiale "Si, si hai ragione" non so che abbia detto, ma avrà sicuramente ragione.
Nessuno con degli occhi così belli ha torto.
"Allora, dove vai già sveglia a quest'ora?" chiede mentre scendiamo le scale insieme
"All'università, i corsi iniziano alle 8:00, cioè tra trenta minuti, ed io devo ancora passare al bar a fare colazione." chissà perchè, ma scendere sei piani di scale con lui è decisamente meglio che farlo da soli.
"Oh, anche io, che facoltà?" chiede interessato.
"Medicina, ho l'università a pochi isolati da casa. Tu invece?"
"Anche io!" risponde entusiasta... fin troppo "Ti va se ci andiamo insieme?"
"Devo ancora fare colazione"  rispondo velocemente, cercando di liberarmi da lui.
Non voglio che ci provi con me, non sono una di quelle che si porta a casa sua scaricandole così su due piedi.
"Fa niente, prenderò un caffè per farti compagnia". Merda!
"Ok allora andiamo al bar all'angolo" acconsento.

"Ahi, ahi, ahi, scotta, scotta porco cazzo!"
"Signorina, non usi questo linguaggio, ci sono dei bambini!" mi riprende una donna che cammina di fianco a me e Justin. Tiene per la mano due bambini, intenti a scavare nei meandri del loro naso... magari stanno cercando un tesoro!
"Mi scusi signora, ma prima di guardare me che bevo caffè bollente, dica ai suoi figli che le pulizie si fanno in primavera, e non a Settembre" rispondo sfacciata, indicando i bambini.
Justin scoppia in una fragorosa risata.
Dio solo sa quanto è bello.
La signora mi manda un'occhiataccia e se ne va sgridando i bambini.
Arriviamo all'Università, un grande edificio proprio nel centro di New York.
Lo sguardo curioso di Justin cade sul prosperoso seno di una ragazza, una tipa alta e bionda.
"Pare che tu non ne abbia mai visto un paio fino ad ora" ghigno.
"Spiritosa!" risponde facendo una finta risata sarcastica. "Qual'è il tuo primo corso?"
"Biologia, tu?"
"Pediatria. Allora a dopo?" dice avvicinandosi, credo per darmi un bacio sulla guancia.
"A dopo, dico girandomi ed andando via"
"A proposito!" ti prego non l'appuntamento, ti prego!
Allora facciamo un patto signor Dio, se lui non chiederà dell'appuntamento verrò tutte le domeniche a messa. Ti prego, guadagna una nuova fedele!
"Stasera alle 8 da me, va bene?"  va bene, l'hai voluto tu, poi non venirmi a chiedere di tornare da te quando sarò in una setta satanica.
"Va benissimo!" dico girandomi.

Inizio a camminare a passo svelto, in mezzo alla gente che mi guarda stranita.
Ma che avete da guardare? Ho per caso un procione sulla testa che balla la macarena?
"Scusa potresti aiutarmi?" chiedo ad un ragazzo con un libro in mano.
Ha due braccia muscolose, adatte a portare i bustoni di spesa (cosa che potrebbe tornare utile), un ciuffo che nemmeno Swifferdust ha e due labbra che sono grandi quanto un canotto.
"Dimmi pure." dice sorridendo, mentre io mi sciolgo.
Riprenditi, Taylor! Sembri una bambinetta arrapata di 15 anni.
"Non so come arrivare alla classe di biologia, mi dai qualche indicazione?"
Si certo, perchè lui è un navigatore!
"Se vuoi ti ci accompagno, ci stavo andando anche io." ci incamminiamo verso la classe "Piacere, io sono Cody." continua porgendomi la mano.
"Taylor." rispondo stringendogli la mano.
"Vuoi una mano a portare i libri?"
Ma perchè i ragazzi usano sempre le stesse tattiche per rimorchiare?
' Portare i libri', 'prestare la penna', 'fare battute a doppio senso'...
Insomma, fantasia portami via!
Inventate qualcosa di nuovo, tipo fare bungee jumping senza corda.
Quello sì che colpirebbe una ragazza.
"No grazie, ce la faccio." rispondo sicura, dando a Mastrolindo il ben servito.
"Ah ok, comunque questa è la classe, ci vediamo dopo"
"Non dovevi studiare Biologia anche tu?" chiedo sconcertata.
"In realtà no, era solo una scusa per conoscerti" ghigna.
Però, non male il ragazzo!
"Almeno fai il servizio completo, no? Apri la porta ed introducimi nella classe" dico schietta.
"Come vuole, milady" dice inchinandosi leggermente.
Apre la porta della classe e ci resta vicino:
"Donzelle e messeri, vi presento la nuova matricola, Taylor..." cavolo non gli ho detto il cognome!
Mi fa un cenno ed io sottovoce dico "Haunt, Taylor Haunt".
"Taylor Haunt!" entro e la ragazza al primo banco fa uno sguardo schifato.
Si vede che non ha mai visto mio zio Billy in costume!
"Tutti a sedere! Insomma, cosa stiamo facendo? E' una scuola questa, non un circo" dice il professore entrando, è un uomo basso, calvo e con i pantaloni alzati tra l'ombelico ed il mento.
Un tipo interessante, sicuramente.
Prendo posto vicino ad una ragazza con i capelli color ravanello.
"Piacere, Maggie" sussurra sottovoce "...tu sei Taylor, giusto?"
"Così dicono..." rispondo sorridendo.

L'ultima campanella mi riporta nel mondo reale, sentendo il professore che ci saluta.
Esco dalla classe e di fronte a me si presenta Cody.
"Tutto bene come primo giorno?" chiede mentre ci incamminiamo verso l'uscita.
"Piuttosto noioso, diciamo che ho passato tutta la prima ora a fissare la calvizie del professor Bradley" Cody sorride.
Mi trova divertente.
"Taylor!" ok, ne sono sicura, mi perseguita.
"Justin, perchè diamine ti trovo ogni volta avanti ai miei occhi?!"
"Aspetta, voi due vi conoscete!" credo che Cody non sia molto spigliato.
"E' il mio vicino di casa. Invece voi due come vi conoscete?"
"Giocavamo insieme nella squadra di basket l'anno scorso"
"Ok, ragazzi scusate ma io scappo, ho il mio primo giorno da Starbucks e veramente devo correre, ciao!"
"Ciao" dicono insieme, sventolando la mano, manco fossimo in un film drammatico anni '40.

 
SCIAO BELEEEEEEESEEEE
Grazie per essere stati a seguire questo secondo capitolo, che io trovo al quanto schifoso e deludente.
Se almeno vi ho strappato un sorriso lasciatemi una recensione.
Un bacio grande grande  :)

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Capitolo 3
*** Ombelichi ***


Ombelichi
 
 
"Benvenuto da Starbucks! Cosa desideri ordinare?" chiedo gentilmente alla ragazza di fronte a me. Ha un aria inquietante, con tutte quelle spille raffiguranti gattini e quella gonna a strisce rosa e bianche.
"Uhm...desidero un frappuccino...no anzi un caffè" continua intervallando brevi pause a qualche parola indecisa. Lo dicevo che era strana! "Oppure un frappè alla fragola."
"Oh insomma, ti vuoi dare una mossa?!" chiede un uomo elegante ma arrabbiato dietro la tipa strana.
"Bhè non per darti fretta, ma c'è gente che aspetta qui.." dico pacatamente.
"Ecco, lo sapevo, non dovevo venire, mi trattano sempre tutti così male" dice singhiozzando "è solo che volevo portare qualcosa al mio gatto. Ieri è morto, ma sono sicura che tra tre giorni tornerà in vita, perchè si chiama Jesus." si avvicina alla porta per uscire, e rigirandosi un ultima volta dice "e si, tra tre giorni verrà a cercare voi... Tenetevi pronti!"

Sono appena scoccate le 20, e ciò significa che il mio turno da Starbucks è terminato, finalmente.
Tolgo la divisa e torno a casa velocemente, non vedo l'ora di fare un bel bagno caldo, e soprattutto di mangiare un po' di cioccolato.
Vedendone così tanto in quel negozio senza poterne mangiare mi ha fatto un certo effetto.
E non era piacevole, assolutamente.
"Oh ma insomma, perchè non apri?" sento Justin gridare vicino alla mia porta, mentre io salgo stremata i sei piani.
Quando si decideranno ad aggiustare l'ascensore?
Hanno persino bloccato di casa la signora Hammelman poichè è in carrozzella, e non può scendere 5 piani di scale.
C'è un girone all'inferno anche per voi, brutti ascensoristi.
"Justin sono qui!" grido dal terzo piano.
"Zitta scema, c'è mia moglie che dorme di là!" sussurra il signor Josson uscendo dalla porta.
"Cosa c'è? Stai andando a fare una delle tue solite scappatelle?" ghigno all'uomo compiaciuta.
Mi gira le spalle andandosene.
"Avevi dimenticato l'appuntamento?" mi chiede un Justin preoccupato, e forse anche un po' deluso.
Cazzo, l'appuntamento!
"
Come? Dimenticato? Pft, ma con chi credi di avere a che fare!" brava Taylor, prendi tempo, fai grandi respiri e prega che non si accorga della tua ansia.
I suoi occhi.
Non riesco a guardarli, sono troppo belli oggi.
Sono diversi, di un colore più intenso, che si avvicina al colore del legno, con sfumature gialle come il sole qui e lì.
Sono perfetti.
Perfetti, come lui.
"Bhè allora sei pronta?" chiede speranzoso il ragazzo.
"Certo, dammi solo cinque minuti " rispondo aprendo la porta "giusto il tempo di posare la borsa, sai, sono appena tornata da lavoro, mentre tu sei stato a pulirti l'ombelico tutto il pomeriggio"
"Guarda che bel lavoretto!" risponde alla mia battuta alzandosi la maglietta, ma l'ombelico è davvero l'ultima cosa che osservo.
Tra tutti quegli addominali è abbastanza difficile trovarlo, insomma, sono una ragazza.
E poi quei tatuaggi...
Sono giustificata se guardo gli addominali  del mio (bellissimo, biondissimo) vicino di casa.
"Hey? Terra chiama Taylor!" dice Justin ridendo.
"Eh? Si?"
Porca vacca in calore!
Se n'è accorto
"Ti piaceva lo spettacolo eh?"
Perchè è così soffisfatto?
Mi sta dando del filo da torcere.
"No, veramente stavo osservando il granellino di polvere che tu non hai notato." rispondo schietta "allora, pulitore-di-ombelichi dove si va stasera?"
"Tieniti pronta! Ristorante cinese sulla 34esima" sorride.
No, ti prego, così mi fai fermare il cuore.
"Va bene, allora scendiamo." dico chiudendomi la porta principale alle spalle.

Spaghetti fritti?
Pollo alle arance?
Gamberetti?
Che fine ha fatto la cucina cinese?
Che ne so, tipo i cani, i gatti... alla griglia, o impanati e fritti.
"Salve, cosa volere voi oldinale?" chiede una cameriera con gli occhi più sottili e allungati di una mandorla.
"Per me riso alla cantonese" risponde Justin.
"Involtini primavera, ne parlano tutti così ho deciso di provarli" annuisco soddisfatta.
"Plima volta a listolante cinese?" chiede la tipa con la voce acuta.
"Si, mi ci ha portato lui." dico indicando il biondo.
"Uh, voi due fidanzatini lomantici, velo?"
Diamo veramente questa strana impressione?
"Io e lui?" chiedo incredula "neanche morta!"
"Pelchè? Lui così calino! Sembla così dolce"
Parole sante!
"Meglio di no. Ah e da bere per me acqua minerale naturale" dico cambiando discorso.
"Per me coca-cola, grazie" la cinese prende i menu e si dilegua in cucina.
"Faccio talmente tanto schifo?" mi chiede Justin sorridendo.
Perchè fa così?
"Non ti sarai mica offeso? Scherzavo Justin, noi siamo amici ora, e con me sei molto simpatico e dolce. Ma ho visto come tratti le ragazze, e fidati, non sei molto galante" dico tutto d'un fiato.
"Ho vent'anni. A quest'età ogni ragazzo pensa a divertirsi." si giustifica velocemente. Non ha tutti i torti.
"Lo so, ma non ti piacerebbe svegliarti con una ragazza al tuo fianco? Parlare di com'è andata la tua giornata quando vi rivedete la sera, portarla fuori, scambiarvi regali..."
"Ci sono già passato, e fidati, va sempre a finire come non vorresti" dice sconfortato.
"Quando avrai voglia di parlarne io sono qui" dico dandogli la mano.
Sto facendo progressi.
"Liso alla cantonese pel il biondo e involtini plimavela per la lagazza" dice la cinesina portando le nostre ordinazioni.
Ha un aspetto commestibile.
"Sei sicuro che non fa male?" chiedo spaventata.
"Al cento per cento. Bon appetit!" dice sorridente, prendendo del riso.

La serata continua a gonfie vele.
Justin è un tipo ok, e non fa altro che raccontarmi delle sue strane avventure, come quando si presentò alla porta di sua nonna nudo, coperto solo da una chitarra. O di quando riuscì a risolvere il cubo di Rubik in pochi minuti.
Io non faccio altro che ascoltare incantata le sue storie, vere o false che siano.
Alla domanda 'e tu che mi racconti?' cerco di improvvisare per prendere tempo, e di ricordare qualcosa di divertente.
Gli racconto di quando andai in montagna e ci fu una forte tromba d'aria, e a mio zio volò il parrucchino. Oppure di quando cadendo dalla canoa venni morsa da 3 meduse e dovetti metterci della pipì sopra per toglierci il bruciore.
Lui ride a crepapelle, una risata così bella e contagiosa.
Quasi melodiosa.
Crea una dolce sinfonia contagiosa.
A fine serata, quando mi propongo di dividere il conto lui quasi mi aggredisce. Ovviamente è un senso di affetto, almeno credo...

"E' stata una bellissima serata, Justin." dico dopo aver digerito la cena salendo le scale.
Quasi non respiro più.
"Grazie a te, piccola." risponde dolce.
Si avvicina lentamente al mio viso.
Cazzo! Sta per succedere.
Non voglio essere un'altra della sua lista, non sono quel tipo di ragazza.
Faccio un passo indietro, e poi lascio un lungo bacio sulla guancia.
"Grazie mille." gli sussurro nell'orecchio, per poi entrare in casa.
"E' stato un piacere, bambolina."
 
 
                                 -Spazio Autrice-
Ciao splendori, grazie per aver sopportato anche questo capitolo.
Grazie per ogni recensione che lasciate, e per ogni volta
che aggiungete la mia storia alle preferite, seguite o
ricordate, è molto importante per me.
un bacio a tutti.

 

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