All my loving

di _anonimo_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Erin ***
Capitolo 2: *** Troppo perfetto ***



Capitolo 1
*** Erin ***


1.
 
La sua stanza profumava di muschio selvatico.
Era tetra. 
Le lunghe tende grige erano rimaste tirate, come quando la mattina era uscita per andare a scuola.
Si osservava intorno, stando poggiata allo stipite della porta. 
La sua scrivania era in ordine come sempre; l'armadio di castagno era stato lucidato per bene; e la scarpiera conteneva, in ordine di colore, tutte le sue scarpe.
Erin si avvicinò al letto in ferro battuto, che stava in mezzo alla stanza. 
Si tolse piano le scarpe di cuoio nere, e le lasciò cadere sul pavimento in legno. 
Si gettò di schiena sul soffice materasso ed iniziò ad ammirare il soffitto.
Gli occhi vispi e di un castano nocciola intenso, si chiusero leggermente.
Il viso lungo e delicato si rilassò. 
Ed i capelli lunghi e corvini si erano sparsi per tutto il guanciale. 
Le sembrava di stare in paradiso. 
Il silenzio che inondava il suo "rifugio dal mondo", la faceva sentire in pace con se stessa. 
Passarono pochi minuti e si rialzò furtivamente. 
Aprì gli occhi. 
Erano di forma ovale, e ben disegnata. 
Le ciglia che circondavano le palpebre, erano folte,lunghe e di un nero seppia. 
Scese dal letto e si mise in piedi. 
Osservò la situazione e poi corse verso il giradischi. 
Estrasse un disco dalla custodia, ed esso iniziò a risuonare per tutta la stanza.
"Be my ..be my babe..." canticchiava allegramente, mentre sfilava un quaderno nero dalla borsa di cuoio marrone. 
La canzone delle Ronnettes, le inondava le orecchie.
Aprì il quaderno,si sedette fronte alla scrivania, prese una penna ed iniziò a scrivere.
"Tema, Di Erin Palmer, ultima classe della Signora Stanley." 
Si fermò a pensare, mentre il disco andava.
"Dunque.. che potrei scrivere?"si domandò tra se e se. 
I denti bianchi dalla forma squadrata, superavano il labbro inferiore, e mordicchiavano il tappo della penna.
"Potrei descrivere la mia infanzia!.. Ma non credo che hai professori interessi leggerla.. E se.. No!"
Soffiò via un ricciolo bruno caduto sui suoi occhi, e continuò a pensare mentre la musica, degli ormai passati anni '60, continuava a suonare per la stanza. 
Si alzò senza idee dalla sedia.
Ed iniziò a ballare a ritmo della canzone del momento.
Certo se il padre fosse rientrato prima e l'avesse trovata a ballare invece che studiare l'avrebbe messa in punizione, ed il suo umore sarebbe cambiato da irritato a furioso. 
La mamma avrebbe subito insulti senza alcun motivo. 
E lei si sarebbe sorbita la ramanzina del "tua sorella Carly è molto meglio di te!".
Ovviamente, Carly era molto meglio di lei, studiava legge ad Oxford. 
Il padre, Michael o Mike Palmer era un impiegato della banca di Blasboury, piccola frazione al sud di Londra. Classe 1929. 
Di carattere burbero, tradizionalista e "tiranno".
Aveva sposato Cheryl Frassno, figlia di un industriale. 
Da lei aveva avuto Charla, chiamata anche Carly, nel lontano 1953, la figlia perfetta. 
Poi, dopo due anni nacque lei, Catherin, ma preferivano tutti chiamarla Erin. 
Mike, dopo che Carly se n'era andata a studiare legge, si era concentrato su di lei, obbligandola a studiare ore ed ore, e lasciando poco spazio per l'amata musica.
Si, le aveva concesso di suonare la tuba alla banda, ma non le concedeva di ascoltare la musica rock. 
Smise di ballare, e restò ferma in mezzo alla stanza. 
Corse a spegnere il giradischi. 
Era tornato.  
 
 
 
Autore: 
Spero che la storia vi piaccia. 
E' l'ultima che scrivo. 
Se non vi piace ditelo. 
Non ci saranno problemi. 
Giuro!

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Capitolo 2
*** Troppo perfetto ***


"Oh stai studiando?" chiese lui entrando nella camera tetra e profumata di muschio selvatico.
"Si.."disse lei, alzando la testa dal libro di Biologia. 
"Cosa studi?"chiese lui avvicinandosi alla scrivania. 
"Biologia."sorrise appena lei.
L'uomo sulla cinquantina aveva l'aria stanca; i capelli neri rigati di grigio, erano tirati indietro sulla nuca; gli occhi vispi e grandi, proprio come quelli della figlia, erano tinteggiati di un nocciola; la carnagione era chiara, molto alto e robusto.
Sorrise alla figlia e continuò "Ci stai dando dentro con lo studio Catherin, vero?".
Stette in silenzio per un attimo e poi annuì.
"Non vorrei che ti diplomassi solo con un settanta o con un novanta!"disse rigido il signor Palmer.
"Papà!"disse lei richiamando l'attenzione del padre, "Sto cercando di mettercela tutta.. Ti assicuro che sto cercando di fare il possibile!"continuò lei disperata.
"Lo spero, Erin! Lo spero!"si diresse verso la porta, per poi rigirarsi "Ha detto tua madre di scendere! Sono quasi le sette!"poi sparì nell'androne delle scale.
Lei lo guardò svanire.
Che stronzo! si disse tra se e se, Non ha rispetto per nessuno vuole che tutti obbediscano a lui.
Mise le ballerine nere, che Carly le aveva regalato il natale precedente, un vestito a fiori verdi con sfondo giallo, e si legò i capelli con un fiocco verde. 
Scese giù.
"Il tuo amico sta tardando!"disse spazientito, il signor Palmer, guardando ripetutamente l'orologio a pendolo. 
"Oh sono sicura che sta arrivando, non è vero Erin?"disse sorridente la signora Palmer, rassicurando il marito. 
"Si, sarà qui a momenti!"sorrise nervosa lei.
"Beh, io ho fame!"disse a denti stretti l'uomo.
Suonarono il campanello.
"Eccolo!"si alzò in piedi di scatto, Erin dirigendosi alla porta.
"Se non è lui Cheryl, io mi siedo a tavola e mangio!"
"Mike, per favore!"lo sgridò la moglie. 
L'uomo la fulminò con lo sguardo, alzandosi poi alle parole della figlia.
"Mamma, papà.. lui è Luke!"sorrise timida, Erin, mentre stringeva tra le braccia la giacca nero gessata, di Luke.
Profumava di acqua di rose. 
"Salve signori Palmer!"sorrise a 360 gradi, il ragazzino.
La signora Palmer sorrise appena, mentre il signor Palmer lo fissava da capo a piedi, per trovare qualcosa che non andasse a quel "piccolo mocciosetto", che osava fare la corte alla sua piccola E. 
"Questo è per lei, signora! Ho tardato perchè non sapevo quale fiore fosse adatto ad una bella donna come lei."disse Luke, porgendo alla donna bionda, magra e di media statura, un mazzo di rose rosse. 
"Grazie!"sorrise Cheryl, che di regali e mazzi di rose, nella sua vita ne aveva visti pochi. 
"Se vogliamo mangiare!"interruppe i sorrisi e le sorprese, il signor Palmer.
"Oh, si, certo!"disse il ragazzo.
Si accomodarono tutti intorno al tavolo tondo della graziosa ed accogliente cucina verde pistacchio. 
I mobili che la riempivano erano sul giallo limone e sul panna. 
Il forno era celeste, e le sedie arancioni. 
"Bella casa signor Palmer!"sorrise Luke, facendo poi l'occhiolino al padre di Erin. 
"..Grazie.."grugnì contro voglia Mike. 
"mm .. buone queste lasagne signora Palmer."sorrise lui, e sorrise dolcemente anche lei.
A Mike non piaceva. 
Adulatore, galantuomo, pettinato troppo bene e vestito troppo bene. 
Troppo PERFETTO! 
Troppo, troppo.. surreale.
In quel ragazzo di soli diciassette anni c'era qualcosa che non andava. 
Mentre Mike detestava a pelle il ragazzo, Erin era affascinata dal suo compagno di banda. 
Capelli rossicci, ben pettinati all'indietro come un vero Mod; occhi azzurri che brillavano, carnagione avorio ed altezza media. Magro. 
Per l'occasione si era vestito benissimo, e con gusto.
Con lei si era sempre comportato bene. 
Aveva un ottimo carattere; dolce, solare e sempre pronto ad aiutare gli altri. Simpatico, amava fare battute sugli ebrei e sul nazismo, ma Erin preferiva che ciò non accadesse quella sera. 
Mike Palmer, poichè mezzo ebreo, non avrebbe tollerato ciò. 
"Allora dimmi, giovanotto, cosa vorresti fare dopo il diploma?"chiese Mike.
"Oh, beh signor Palmer, in realtà vorrei prendermi un anno sabbatico, per viaggiare in tutto il mondo e magari.."
"E magari cosa? Vivere da gitano per due, tre anni, fumando crack e assumendo funghi allucinogeni per vivere in pace ed amore?"chiese Mike ironico. 
"Beh signore, io penso che farlo sia una scelta giusta, credo che aiuti a crescere!"
Lui lo sapeva, un sempliciotto come quel diciassettenne sbarbato non avrebbe mai combinato nulla, e se sua figlia avrebbe continuato a frequentarlo sarebbe diventata come lui. 
"Crescere? Oh, adesso viaggiare per il mondo in sella ad una Harley, ed assumendo droghe come quei psicopatici delle rockstar, fa crescere? Ti dico io cosa fa crescere bello mio, lavorare seriamente! Fare esperienze lavorative!"
"Io penso che faccia crescere anche andare in giro per il mondo. E perchè no, anche crearsi una band e diventare una famosa rockstar! Come i Led Zeppelin o che ne so, i Black Sabbath!"continuò a tenerle testa, Luke. 
"Cosa?"disse il signor Palmer, pronto a sbroccare. 
"Caro, caro.. calmati! Penso che con questo discorso sia ora di finirla!"disse Cheryl, posando sul braccio del marito, una mano, e facendo pressione su di esso. 
"Smettila.."sussurrò, e lui non rispose, prendendo il suo bicchiere di vino e sorseggiandolo. 
Poi il ragazzo tornò alla carica, raccontando le solite barzellette, e facendo ridere Erin e la madre.
Ma, iniziò poi a parlare degli ebrei e del nazismo, a raccontare una barzelletta fuori luogo.
Mike sopportò infuriato come non mai.
Erin rimase di stucco, e dopo la cena accompagnò fuori Luke.
Di sicuro, il padre non le avrebbe permesso di frequentarsi più con lui.
Ma non sapeva che fare! Nessun ragazzo le andava bene, nessuno!
Sarebbe rimasta zitella?
 
 

Autore: 

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.

Al terzo.

(scusate tanto se vi ho fatto aspettare)

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