La Ragazza dagli occhi di ghiaccio

di Astrid The Best
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La missione ***
Capitolo 2: *** Primo giorno di scuola ***
Capitolo 3: *** Troppo vicino ***
Capitolo 4: *** Terra, Fuoco,Acqua e Aria ***
Capitolo 5: *** Ripetizioni ***
Capitolo 6: *** Ballo con ospite a sorpresa ***
Capitolo 7: *** Il sorriso di Angie ***
Capitolo 8: *** Una verità oscura ***
Capitolo 9: *** Come fuoco nelle vene ***



Capitolo 1
*** La missione ***


PROLOGO

"Devi eliminarlo",le loro voci che mi ordinano quello che devo fare girano per la mia testa.
Odio prendere ordini.
Non posso fare altrimenti,non ho scelta.
Mi chiamo Angelica Cruz,sono nata a Siviglia nel 14 A.C. Si,la data è correta. Sono nata da padre spagnolo e madre aliena,ma non è per la mia metà aliena che vivo così tanto. All'età di 19 anni,per punizione sono stata maledetta da un vampiro a vivere in eterno ma... c'è solo un modo per spezzare la maledizione.
La mia metà aliena mi permette di controllare l'acqua e il vento.
Ho la pella chiarissima dovuta,bhè potete immaginare,capelli neri e occhi azzurri,quasi bianchi.
Il mio obbietivo?Uccidere Ben 10!
Continua

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Capitolo 2
*** Primo giorno di scuola ***


Capitolo 1: Primo giorno di scuola

ANGELICA
Il mio primo giorno di scuola dopo anni,decenni,secoli anzi millenni.
Solo al pensiero di essere insieme a tutti quei ragazzini stupidi mi viene da vomitare. E come se non bastasse devo tenere a freno la mia fame per la mia copertura,un incubo.
Basta Angelica!Non lamentarti! Ora devi vestirti. Cosa mi metto? L'ultima volta che sono andata a scuola indossavo una tunica...
Jeans e una maglietta possono andare. Mi metto un velo di fondotinta sulla faccia per coprire il mio innaturale pallore,prendo la mia collana con un ciondolo a forma di 10 e esco da casa.

BEN
Uffa!Un altra mattina sprecata ad andare a scuola quando potrei andare a salvare il mondo anzi l'universo!
E poi come se non fosse già una gran scocciatura andare a scuola non ci sono  nemmeno i miei  amici/compagni di squadra,Kevin e Gwen con cui parlare.
DRIIIIIIIIIIIIN!
Ben arranca al suo banco in fondo alla classe,incrocia le braccia sul banco e mette sopra la testa per dormire -Sarà una noia mortale! Tanto la prof sa che io sono un eroe e non ho bisogno della scuola per lavorare-dice più che altro dando voce ai suoi pensieri.
-Buongiorno ragazzi! Da oggi avrete una nuova compagna di classe. Entra  pure,cara-

ANGELICA
Dopo l'ordine dell'insegnante entro in classe.
-Buongiorno a tutti!Mi chiamo Angelica Cruz. -sorrido e faccio un cenno di saluto con la mano.
-Benvenuta Angelica,avete delle domande da fare a lei?-
Come domande?Io non voglio rispondere a domande mi è già costato tanto sorridere e essere così gentile nel presentarmi,non è nella mia natura.
Un ragazzo alza la mano -Quanti anni hai?-chiede.
-19- rispondo con un sorriso.
Una ragazza al sentire la mia risposta alza la mano e mi domanda -Come mai sei nella nostra classe se sei più grande di noi di un anno?-
Adesso,che faccio?
-Ehm,io sono...sono stata bocciata,penso-dico titubante.
-Come pensi?-
-Sono stata bocciata perchè sono spagnola e non sapevo bene la vostra lingua-rispondo sempre con un sorriso.
L'insegnate mi indica di sedermi vicino a un ragazzo che dorme.
Mi siedo e mi guardo attorno:ma dov'è il mio obbiettivo ?
Alla fine esasperata mi giro verso il ragazzo che dorme e...
è lui!
Non è possibile!
La persona che ha salvato più volte l'universo e che è tanto temuto è un ragazzino che si addormenta in classe. Che delusione e io che pensavo di divertirmi ad eliminarlo...
DRIIIIIIIIIN!
Intervallo.
Esco dalla classe e inizio a pedinarlo.
Non scopro niente,solo che durante l'intervallo fa i compiti,ma non mi  sembra sia un informazione utile per i miei superiori.

Alle 14 usciamo dalla scuola,io lo seguo per la strada verso casa sua.
Mi tengo sempre a debita distanza da lui ma a un certo punto si ferma. Io mi nascondo dietro a un albero.
Lui si guarda attorno. Sembra non vedere niente.
Tiro un sospiro di sollievo.
Sta per ricominciare a camminare quando il suo orologio, l'arma più forte dell'universo,fa un rumore strano e si illumina di verde.
Mi ha localizzata ed essendo per metà aliena vorrà prelevare le caratteristiche della  mia specie...
Non posso permettermi una cosa del genere,se avesse il mio DNA diventerebbe  invincibile.
Decido di scomparire cullandomi nel vento e appena in tempo.

BEN
-Ma che cos'ha adesso l'Omnitrix?-urlo dando voce ai miei pensieri.
Quando finalmente smette di illuminarsi e di suonare,guardo dietro all'albero dove sono sicuro che si nascondeva qualcuno ma... niente. Non c'è niente.
Mi le mani dietro la nuca e proseguo per il mio cammino -Strano,ero praticamente sicuro di essere seguito. Sarà la stanchezza dopo lo strazio della scuola.-

Arrivo finalmente a casa e il mio cellulare suona.
-Pronto,chi è?-chiedo.
-Sono Gwen-
-Ciao Gwen,tutto bene?Perchè mi chiami?-
-Si,si tutto bene ma fra poco io e Kevin ti veniamo a prendere. Facciamo un po' di ricognizione stasera-
-Ma è da un po' che non riceviamo attacchi!Devo proprio?-
-Ben,è appunto per questo:c'è troppa quiete. Alle 20 devi essere pronto-e mette giù.
Riattacco il cellulare -Uffa!-sospiro e mi sdraio sul letto.
 
ANGELICA
-E così,alle 20 vanno a fare ricognizione? Bene! Parteciperò anch'io-ripeto fra me e me.
Torno a casa e apro il mio portatile dove ci sono tutte le informazioni su Ben Tennyson,devo trovarmi preparata.
Per essere un eroe è molto immaturo e fin troppo impulsivo,quel ragazzo non ragiona mai...

Sono quasi le 20 devo prepararmi . Decido di lasciare i capelli sciolti,metto un filo di trucco per coprire il mio innaturale pallore e sopra ai miei vestiti metto un impermeabile beige:sono pronta!

Decido di pedinarli per via aerea. La mia metà aliena controlla acqua e aria,quindi posso assumere le sembianze del vento e osservarli inosservata!

BEN
 Salgo in macchina. Incrocio le braccia. -Ciao!Spero che troveremo qualcosa, perchè  il sottoscritto ha voglia di divertirsi-
La macchina parte.
-E poi non riesco ancora a capire perchè lo stiamo facendo per una volta ce non c'è nessuna imminente catastrofe...-dico.
Gwen sigira indietro verso di me -Ma allora non lo capisci?! C'è troppa tranquillità-urla Gwen.
-E allora?-chiedo.
Gwen serra un pugno che emana energia,qui si mette male per me. Metto la mano destra vicino all'Omnitrix,non si  sa mai.
-Datevi una calmata voi due!-dice Kevin sempre tenendo gli occhi puntati sulla strada.
-Ma senti chi parla!-gridiamo all'unisono io e Gwen.
-Smettetela per una volta che sono serio...Comunque sono d'accordo con Gwen-
-E ti pareva- mormoro.

I minuti passano ma la noia no...
-Uffa!Possiamo tornare a casa?Non c'è niente-domando esasperato.
-Ok-e così dicendo Kevin fa inversione.
-Alla fine avevo ragione,non c'era niente. Abbiamo perso solo tempo-annuncio.
Gwen mi fa una linguaccia.

ANGELICA
Sono stufa di stare in aria,ora mi faccio una passeggiata per conto mio. Tanto loro stanno tornando a casa e non hanno scoperto niente.
Stringo la mia collana. è molto importante per me.
Quella collana mi serve per...
Due fanali mi illumino e in un battito di ciglia mi ritrovo catapultata sull'auto e poi a terra.

BEN
-Kevin,che hai fatto?!-urlo.
-Non lo so-
-Come non lo sai-urla terrorizzata Gwen.
Silenzio. Nessuno ha il coraggio di vedere se quella ragazza è morta.
-Qualcuno dovrebbe andare a vedere...-dice Gwen.
Sia Kevin che Gwen si girano a guardarmi.
-Non ci pensate neanche!-dico.
-Se non lo fai,ritorni a casa a piedi-mi minaccia Kevin.
-E va bene-
Scendo dall'auto e prego che non sia morta.
Eccola lì a terra.
Una ragazza della mia età dai capelli neri e la pelle bianchissima. Devo ammettere che non è niente male.
Mi inginocchio di fianco a lei,allungo una mano per sentirle il polso ma la mano di lei in uno scatto felino me la afferra.
Spalanca gli occhi,sono di un azzurro chiarissimo sembrano quasi bianchi. Sono intimorito e allo stesso tempo attratto da quelle iridi di ghiaccio.
-Che diavolo stai facendo?!-mi urla più che domandarmi.
Scatto in piedi -Ehm,io...-
Lei si alza in piedi  e alzando un sopraciglio -Tu?-
Rimasi a bocca aperta. Era stata appena investita e si è alzata come nulla fosse e per giunta senza un graffio...Ma come aveva fatto?
-Sto aspettando...-dice incrociando le braccia impaziente.
-Mi stavo accertando che non fossi morta-spiego.
-Oh,wow!Grazie che premuroso! Prima mi investi e poi ti assicuri che io non sia morta. Ma grazie.-dice urlando incontro.
Ok,non l'ho uccisa. Cioè,Kevin non l'ha uccisa,perchè ci sono io al posto suo?Non sono stato io a metterla sotto una macchina.
Proprio in quel momento sbucano dalla macchina sia Kevin che Gwen.
-Allora Ben?Tutto bene?-mi chiede mia cugina.
-Si,non si è fatta niente. Anzi -dico.
-Come?!- domanda Gwen avvicinandosi alla ragazza.
-Stai bene sicura?-chiede.
-Si!-risponde fredda.
-Per farci perdonare dell'accaduto...Vuoi un passaggio?-chiede Gwen.
Ma che sta facendo?Io non la voglio stare nella stessa macchina con quella.
Calmati Ben,tu sei un eroe. Nessuno può farti del male,figurati quella Biancaneve agghiacciante.
Lei mi guardò,sorrise e rispose -Ok-
CONTINUA

ANGOLO AUTRICE:
Ecco il capitolo!Scusate il ritardo,ma la scuola...
Spero che vi sia piaciuto.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e quelli che mi seguono.
Un bacio grande,
Astrid



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Capitolo 3
*** Troppo vicino ***


Capitolo 2: Troppo vicino

ANGELICA
Perfetto!Ora mi conoscono,prima fase completa.
Mi accomodo sul sedile posteriore,di fianco ho Ben che mi guarda come se fossi un fantasma.
L'auto parte.
-Ma che problema hai con me?!-gli chiedo notando ancora il modo con cui mi fissava.
-Niente è solo che trovo strano che non ti sei fatta niente-risponde pensieroso.
-Avresti preferito che mi facessi del male?-chiedo.
-No! Ho solo fatto una riflessione-si difende.
-Strano,non ti pensavo un tipo riflessivo quando passi le ore di lezione a dormire...-
Lui fa un sussulto e sgrana gli occhi -Scusa ma come fai a sapere quello che faccio in classe?-chiede.
Gli tendo la mano -Sono la ragazza nuova della tua classe-rispondo.
Lui mi stringe la mano.
-Hai le mani fredde...-dice più che altro dando voce ai propri pensieri.
Mi mordo un labbro,certo che sono fredde in teoria dovrei essere morta. Poi sorrido -Fuori faceva freddo,sai Ben?O Beniamino,come ti devo chiamare?-chiedo sapendo benissimo di  farlo arrabbiare da morire.
-Ben!-urla serrando i pugni.
-E poi come fai a saperlo?-chiede trattenendo la rabbia.
Mi giro a guardare fuori dal finestrino e non posso fare a meno di sorridere per la sua ingenuità e stupidità.
-Primo io e te siamo in classe insieme e sai a volte fanno l'appello...Secondo,un bel po' di gente sa chi sei."Eroe"-dico ridendo e facendo con le mani il segno delle virgolette.
-Dai ora smettetela-dice Gwen.
-Quindi sai chi siamo?-riepiloga Kevin.
-Certo- rispondo.
 
BEN
Sapeva chi eravamo, perchè  sono così tanto sorpreso e turbato? Lo sa tutto l'universo chi sono,lei non faceva da eccezione.
Nell'auto era piombato un silenzio surreale e imbarazzante,soprattutto imbarazzante.

A un certo punto davanti a noi, sulla strada,compare (strano ma vero) una specie di robot dalle sembianze umane.
Kevin sterza a destra per impedire al robot di spiaccicarci,ma penso che lo abbia fatto per impedire di rompere la sua adorata auto.
-E ora che facciamo?-chiedo.
-Ben,volevi fare qualcosa questa sera...ora nè hai l'occasione.-risponde Kevin.
-Ahah molto simpatico...-
-Dai ragazzi,non è il momento. Ora dobbiamo sconfiggerlo.- risponde Gwen.
-Ok- dico.
Usciamo tutti e tre dall'auto ma a un certo punto mi accorgo di una cosa...cioè qualcuno.
-Angelica!-urlo. E così dicendo entro nell'auto. Nel sedile posteriore c'era ancora lei,non sembrava preoccupata anzi sembrava...arrabbiata. Ma perchè?
-O ti sei degnato di me?-chiede in senso ironico congelandomi con il suo sguardo agghiacciante ma allo stesso tempo accattivante.
-Smettila! è una cosa seria. Devi rimanere qua in auto ok?-chiedo con un tono fermo e autoritario.
Lei annuisce.

-Bene,ragazzi siamo pronti?-chiedo a Gwen e a Kevin.
Loro annuiscono.

ANGELICA
Siamo sotto attacco. Ben mi ha ordinato di rimanere qua per proteggermi,patetico.
Il robot,però,non era nel piano,perchè i miei superiori stanno cambiando il piano? Bhè,allora improvviserò.
Le mie riflessioni vengono interrotte da Gwen che viene paracadutata sul cofano dell'auto.
Spalanco la portiera e mi precipito da lei.
-Tutto bene?-chiedo.
Lei si rialza quasi subito. Mi guarda e risponde -Si si si. Tutto ok! Ma cosa ci fai qua fuori?!Vai via di qui. Riusciamo a malapena noi a tenerlo a bada-e poi se nè va.
Non aveva tutti i torti,loro non erano messi molto bene:lei era finita sul cofano del suo ragazzo,Ben che trasformato in Gigante stava facendo una specie di lotta greco-romana con il robot e quanto a Kevin...non lo vedo.
Che devo fare?Intervenire o no? So che presto me nè pentirò ma ho deciso di salvarli.
Mi dirigo verso "il campo di battaglia".
Quando sono a pochi metri da loro l'Omnitrix inizia ad illuminarsi di verde e a suonare. Ben è costretto a ritornare normale.
-Ma uffa!Che ha questo coso?!-urla battendo contro il proprio orologio.
Il robot approfitta della distrazione di Ben,si avvicina sempre di più a lui e poi alza un piede,chiaro segno che vuole schiacciarlo a meno che non voglia farli vedere la propria marca di scarpe,ma non mi sembra il caso.
-Beeeeeeeeeeeeeen!-urlo con tutta l'aria che ho nei polmoni.
Lui mi guarda stupito poi si gira verso il robot.
-oh-oh-dice.

BEN
Stavo per morire,in pochi secondi quel robot mi avrebbe schiacciato e io non potevo farci niente,anche se inizio a correre non ce la farei mai.
Ecco la fine di un eroe:ucciso da una scarpa gigante. Ma si può?
Non mi resta che chiudere gli occhi e attendere...

Non succede niente!Non fraintendetemi,anch'io sono molto felice che non sta succedendo nulla ma non riesco a capire il perchè.
Decido di aprire gli occhi,non ci posso credere.
Davanti a me c'è Angelica con i palmi delle mani rivolti verso l'alto,dai suoi palmi esce un energia enorme e potentissima.
In una frazione di secondo io e lei siamo avvolti in una bolla d'acqua impenetrabile,infatti il robot continua a provare a calpestarci ma rimbalza sulla bolla. Come ha fatto?
La guardo con aria interrogativa.
Lei in tutta risposta mi sfodera uno dei suoi soliti sorrisi agghiaccianti ma così maledettamente intriganti.
-Te e i tuoi amici non siete i soli ad avere qualche potere sai-e così dicendo si avvicina a me,troppo si avvicina.
Siamo a pochi centimetri l'uno dall'altra,per i miei gusti troppi pochi centimetri.
Le sue iridi azzurrissime si rispecchiavano nelle mie verdi,le sue labbra erano curvate nel suo solito sorrido che questa volta era più intrigante che agghiacciante,il suo viso che aveva il pallore della porcellana più pregiata e i suoi capelli neri come l'ebano. Solo adesso noto che è bellissima.
Questa volta sono io che mi avvicino a lei attratto dalle sue labbra...
Lei cambia subito espressione,la sua espressione cambia:è preoccupata e pensierosa. In uno scatto felino si allontana da me e con gesto della mano scaraventa via il robot,dove non si sa.
Mille domande si formano nella mia testa:Come ha fatto? Perchè quel cambio di umore? Perchè la stavo per baciare? Cosa mi stava succedendo? Ma soprattutto chi  è in realtà Angelica Cruz?
Silenzio.
Solo rapidi scambi di sguardi  tra me e lei.
Poi a interrompere quell'atmosfera l'Omnitrix ricomincia ad illuminarsi e a suonare. Ma perchè?
Angelica alza gli occhi al cielo e poi si tappa le orecchie.
-Ma insomma!Lo fai smettere si o no?!-urla per farsi sentire.
-Non so come si faccia-rispondo.

Dopo qualche minuto smette e Kevin e Gwen ci raggiungono.
-Ma che cosa è successo?-chiede Gwen.
Io e Angelica ci lanciamo un rapido sguardo,ok non devo dire quello che è successo nella bolla,meglio così  perchè  sinceramente non lo so nemmeno io cosa sia successo.
-Angelica mi ha salvato la vita-rispondo. Il mio orgoglio,in questo momento,è andato a farsi benedire.
-Come?-chiede Gwen.
-Questo non lo so. Chiedetelo a lei.-rispondo indicandola.
Lei sorride,un sorrido freddo e minaccioso.
-Ogni cosa ha il suo tempo...-e scompare nel vento.
Rimaniamo tutti a bocca aperta. Come ha fatto?

ANGELICA
Lancio un pugno sul muro della mia cucina.
Accidenti.
Un altro pugno.
Dannazione.
Altro pugno.
Mi stava quasi per baciare!
Un altro pugno.
E io l'ho messo nella condizione di farlo. Ma cosa mi frulla nella testa?
Un altro pugno.
Stava per scoprire il mio punto debole...Non lo devo permettere.
Lancio un altro pugno e questa volta rompo il muro.
CONTINUA




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Capitolo 4
*** Terra, Fuoco,Acqua e Aria ***


Capitolo 3: Terra, Fuoco, Acqua  e Aria

BEN
DRIIIIIIIIIN,DRIIIIIIIIIIIN!
Con la mano cerco "l'attrezzo di tortura",anche comunemente chiamato sveglia.
Sono stanchissimo e francamente andare a scuola non alimenta la mia vivacità...
L'unico motivo per andare a scuola è Angelica.  Non fraintendetemi!  Devo chiarire con lei il fatto del "mancato bacio",io sono fidanzato e non so cosa mi sia preso la scorsa notte. Poi voglio scoprire la natura dei suoi poteri,è davvero forte e una come lei in squadra non farebbe male.

Arrivo a scuola in puntuale ritardo (?),corro tra i corridoi per trovare la mia classe. Arrivato.
-Buongiorno,scusi il ritardo-dico con il fiatone.
-Tennyson siediti subito,sto spiegando.-risponde la mia insegnante seccata.
Vado verso il mio banco in ultima fila,vicino a quello di Angelica che è intenta ad ascoltare la prof.
Prima di sedermi mi avvicino a lei -Mi devi delle spiegazioni-.
Lei si gira e mi trafigge con i suoi occhi di ghiaccio.
La lezione è una barba la prof sta blaterando qualcosa sugli dei latini e greci,noia.
-Angie! Non trovi che questa lezione sia una barba?!-chiedo a lei per  ingannare il tempo.
Lei si gira,mi regala un'altra delle sue occhiate -Non mi chiamo Angie! E stai zitto...-non riesce a finire la frase perchè l'insegnate ci vede parlare.
-Tennyson e Cruz!-urla.
Sussultiamo entrambi.
-Visto che vi piace così tanto parlare... Ora dialogherete con me. In piedi!- urla ancora.
-Tennyson! Dimmi quali dei facevano parte della Triade Capitolina.-mi chiede.
-La Triade che?-
Angelica sbuffa -La Triade Capitolina,che è formata da Giove,Giunone e Minerva. Che corrispondono ai greci Zeus,Era e Atena,cioè il Re degli Dei e Signore del cielo,sua moglie la Dea del Matrimonio e infine sua figlia Dea della Saggezza e della Strategia militare.- risponde sorridendo.
-Brava Cruz. Tennyson,prenderai ripetizioni da lei almeno 2 pomeriggi alla settimana.-
-Ma come prof,non è giusto!-strilliamo in coro.
-Ho detto così e si farà così-replica la professoressa che ritorna a spiegare.
Io e Angelica ci lasciamo cadere sulle sedie abbattuti.

Il resto della lezione non lo seguo per niente. Angelica lo segue con tantissimo interesse e a ogni affermazione della "strega" lei annuisce come se sapesse già tutto. Come faceva a sapere tutte quelle cose? La lezione,prima non la aveva sentita...

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!
Grazie al cielo la noia è terminata,ora c'è la mia materia preferita:educazione fisica. E nessuno può rovinarmi questa lezione nemmeno i professori e Angie.
Ci cambiamo e andiamo in palestra. Angelica era pronta prima di me,non so come abbia fatto. Indossa dei pantaloni neri della tuta, una maglietta nera che le lasciava scoperto l'addome e senza i tacchi,ora,è leggermente più bassa di me. I suoi capelli sono raccolti in una coda di cavallo alta che le lascia qualche ciocca di capelli sul viso,incorniciandolo.

-Allora fra poco ci saranno le gare di atletica,quindi mi servirebbero due o tre atleti per la corsa dei 100 metri. C'è qualcuno?-chiede il prof di educazione fisica.
I 100 metri? Per me sarebbero una passeggiata,corro ogni giorno per salvarmi la vita (e anche quella dell'intero universo).
Alzo la mano.
-Nessun altro?-chiede l'insegnante.
Un'altra mano pallida fa capolino,quella di Angelica.
-Benissimo la nuova arrivata! Come ti chiami tesoro?-chiede il professore.
-Angelica Cruz- risponde sorridendomi:un sorriso di sfida. Sai che ti dico cara? Accetto la sfida.

-Allora Cruz e Tennyson proveranno il percorso mentre la classe farà una partita di pallavolo-spiega l'insegnante.

100 metri separano me dalla meta,di fianco a me sulla linea di partenza ho Angelica. Quanto saprà correre?
Partenza. Inizio a correre come se avessi un nemico alle calcagna arrivo al traguardo facendo un tempo eccellente,mi giro per vedere a che punto è Angelica,non la vedo.
-Era ora che arrivassi-la sua voce era alle mia spalle,ma come aveva fatto?
Sembrava più riposata di prima,per quanto riguarda me è meglio lasciare stare.
-Ma come diavolo hai fatto?-chiedo con il fiatone.
Mi da le spalle -Ma come diavolo hai fatto tu a metterci così tanto- e se nè va.
Quella ragazza mi lascia sempre spiazzato.

ANGELICA
Un altro giorno infernale di scuola è finito,grazie al cielo!
Mi avvio verso la mia cosiddetta casa ma un'auto verde mi blocca la strada,il finestrino del conducente si abbassa è Tennyson.
Sbuffo seccata -Che vuoi? Non ti è bastata la lezione che ti ho dato oggi?-
-Sono quasi sicuro che tu hai barato. Comunque io,Gwen e Kevin ci troviamo a casa mia per discutere del robot di ieri sera,vieni?- chiede.
-E perchè dovrei venire?-chiedo alzando un sopraciglio.
-Perchè te lo ordino-risponde sorridendo.
-Che paura-replico.
-Va bene,allora sarò costretto a dire alla prof che non mi stai aiutando in mitologia classica...-
Lo fulmino con lo sguardo e poi salgo in macchina. Non parliamo per tutto il tragitto,ci scambiamo solo degli sguardi fugaci.
L'auto si ferma davanti a casa sua,Ben parcheggia e poi rimane immobile,picchiettando sul volante.
-Vogliamo scendere?-chiedo un po' seccata dal suo picchiettare.
-Ehm...Prima volevo dirti una cosa-
-Cosa?-chiedo sbuffando.
-Per la questione del quasi-bacio di ieri...-risponde abbassando lo sguardo.
Dannazione! Se lo ricorda ancora;se il mio cuore avesse il battito cardiaco ora sarebbe accelerato di brutto.
-Non so di cosa tu stia parlando-rispondo fredda.
-Davvero? Cioè tu...-
-Ben,ieri sera non è successo niente tra noi due. Non so cosa hai visto tu,ma io non ho notato niente di strano fra noi due. Ok?-
-Mi hai tolto un peso,sai sono fidanzato e...-gli chiudo la portiera in faccia.
Non so perchè l'ho fatto ma sinceramente di sentirlo parlare della sua fidanzata e di quanto fosse felice  la sua vita perfetta;sono stufa di sentire gente parlare della loro felicità insieme ad altri,perchè?
Perchè io non potrò mai essere felice come loro,ecco perchè.

Ci sediamo in salotto dove subito dopo arrivano Gwen e Kevin.
Silenzio,nessuno parla.

-Allora Angelica,tu che cosa saresti?-chiede Kevin senza giri di parole.
Sapevo che mi avrebbero domandato questo. Indico Gwen -Io sono più o meno come lei. Non sono un'anodite ma è grazie alla mia parentela che ho queste capacità-rispondo.
-Quindi anche tu hai una discendenza...-
-Aliena? Si Ben. Mia madre non era terrestre.-rispondo.
-Era?-chiede Ben.
-è morta-rispondo.
-Oh,mi dispiace-
-A me no. Posso proseguire?-chiedo.
Annuiscono.
-Io sono mezza aliena. Mia madre veniva da un pianeta lontano di nome Dianaee,i suoi abitanti hanno la capacità di controllare 2 dei 4 elementi naturali. Io controllo:Acqua e Aria. Contenti?-

-Non lo abbiamo mai sentito quel pianeta e non abbiamo mai avuto testimonianze di alieni con simili capacità-osserva Gwen.
-Il pianeta è molto lontano-ricordo.
-Si,ma noi risolutori non lo abbiamo mai sentito-replica.
-Non siamo importanti:la mia gente e il mio pianeta non è mai importato a voi risolutori-
-Perchè dici questo -chiede Ben.
 -Se a voi risolutori fosse importato del mio pianeta e della mia gente,oggi non saremo quasi estinti- dico in tono fermo e piatto.
-Come?- chiedono.
-Il mio popolo è sempre stato in guerra con sè stesso: quelli che controllavano Terra e Fuoco erano in guerra con quelli come me. Ci stavamo portando all'autodistruzione. Poi ,quando tutto sembrava andare per il verso giusto,sono arrivati altri alieni che ci hanno sterminati o rapiti perchè eravamo e siamo una razza superiore e molto potente. Siamo rimasti in pochi: 10 o al massimo 20,ma i risolutori non si sono mai fatti vivi. Sono rimasti a guardare finchè noi stavamo morendo- e così dicendo esco dalla casa.
CONTINUA

ANGOLO AUTRICE:
Perdonatemi il ritardo! Ma una forza maggiore,chiamata anche scuola mi ha tenuta in ostaggio.
Il capitolo è molto corto,lo so. Ma il prossimo sarà molto più lungo e interessante.
Svelate le origini aliene di Angelica,vi piacciono?
Un bacio,
ASTRID

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Capitolo 5
*** Ripetizioni ***


Capitolo 4: Ripetizioni
ANGELICA
Esco dalla casa dei Tennyson,arrivo alla fine del vialetto.
-Angelica!- è Ben.
Mi giro. -Che vuoi,eroe?!-
-Forse hai ragione sui risolutori ma non puoi prendertela con noi. Non lo sapevamo.-risponde.
-è questo il punto. Nessuno sa.- replico in tono irritato.
Ben abbassa lo sguardo -Comunque sono venuto qui per chiederti di unirti alla squadra,ci faresti comodo u...-
-Accetto- dico con tono distaccato e mi dissolvo nel vento.

Arrivo a casa e inizio a correre verso il frigo:avevo bisogno di sangue.
Prima di trasferirmi in questa casa avevo saccheggiato un ospedale e avevo fatto scorta di sangue,si era inquietante ma dovevo pur mangiare.
Mi ero abituata al sapore del sangue,mi ci sono voluti solo un paio di centinaia di anni per farmelo piacere. Anzi, oggi non so come facevo prima: il sangue ha un gusto così dolce ma allo stesso tempo pungente, era qualcosa di fantastico in grado di mandarti in estasi.
Era passato così tanto tempo dalla mia vita mortale; non mi ricordo più com'è sentire l'aria sul proprio viso,il contatto con qualcuno,provare freddo,sentire il proprio cuore battere,il tuo respiro, il respiro di un altro essere umano sulla propria pelle  o qualsiasi altra cosa...
Ormai non sentivo più niente sia fisicamente che emotivamente: ero morta, peggio, ero solo un involucro vuoto. Io ero il niente.
Mi appoggio al cuscino del mio letto,chiudo gli occhi.
Provo a dormire ma non ci riesco. Faticavo a dormire,non dormivo quasi mai tanto ero un vampiro potevo resistere alla stanchezza. Il fatto è che ogni volta che chiudo gli occhi nella mia mente comparivano ricordi indelebili di guerre,morte, persecuzioni... Basta! Questo è troppo anche per me.  

Arrivo a scuola in leggero ritardo,come ho fatto non lo so. Arrivo in classe di corsa,fortunatamente la prof non c'è ancora. Ben è seduto sopra al banco a parlare con i suoi amici,credo.
Mi avvicino al gruppetto -Tennyson,oggi pomeriggio vengo a casa tua per farti ripetizioni-
-Ma io non pos...-cerca di protestare.
Batto una mano sul suo banco e mi avvicino al suo viso -Tu ci sarai se no sarò costretta a fare rapporto alla prof. E tu non vuoi che io lo faccia.- scandisco ogni parola.

BEN
Il suo viso è a pochi centimetri dal mio,mi rifletto nei suoi meravigliosi occhi glaciali. Quei occhi nascondono un enigma, nascondono dolore,caspita nascondono un sacco di cose...
Ma che cavolo sto pensando?! Io sono fidanzato con July: J U L Y!
-Ok- rispondo ad Angelica.
Lei sorride,non un sorriso qualunque,è un sorriso misterioso ed enigmatico non di felicità. Ma lei è felice?

Fortunatamente e stranamente la mattinata a scuola è tranquilla e io la passo pacifico con la testa sul banco a schiacciare qualche bel sonnellino.

A casa non c'è nessuno,mi dirigo alla cucina e prendo qualche snack da mangiare visto che cucinare non è il mio forte e poi fra pochi venuti arriverà Angelica. Salgo le scale e vado in camera mia a prendere tutto l'occorrente per lo studio. Odio lo studio. Odio la mitologia classica,a cosa mi serve? Io sono un eroe.
Dalla finestra della mia stanza entra un vento gelido che mi mette i brividi,la chiudo e quando mi giro davanti a me c'è Angelica.
-Ecco che cos'era quella sensazione di freddo,morte e disperazione-
Lei mi guarda spazientita -Sbrigati Tennyson io non ho tutto il pomeriggio-
-O si tu hai tutto il pomeriggio- contraddico .
-No- risponde seria.
-Io ho annullato i miei impegni tu annullerai i tuoi- replico.
Lei alza i suoi occhi di ghiaccio e sbuffa -Prendi i libri,sbrigati-
-Agli ordini-

ANGELICA
Ben,seduto sulla moquette verde della sua camera, alza per l'ennesima volta gli occhi verdi gelatina al cielo.
-Non riesco proprio a capire perchè  la tizia figlia dei fiori rimane con il tizio dei morti- sbuffa.
Me lo sentivo,ora gli mollavo un ceffone in pieno viso! Era da più di un'ora che stavo cercando di spiegargli, inutilmente, il mito delle stagioni quello su Plutone e Proserpina. Ma niente,a lui non rimaneva in testa e continuava a chiedere il perchè di ogni cosa, neanche fosse un bambino!
- ¡
Por Júpiter!- impreco. -Per l'ennesima volta! La tizia figlia dei  fiori si chiama Proserpina,mentre il tizio dei morti si chiama Plutone come il pianeta! Almeno questo ti dovrebbe rimanere in testa.- esclamo in preda all'esasperazione. Se osava domandarmi ancora una volta perchè Plutone volesse sposare sua nipote e commentava quanto fosse disgustoso il fatto.
-Non hai ancora risposto- replica.
- Proserpina ha mangiato il melograno quindi deve rimanere nel mondo dei morti. Hai capito?-
-Quindi lei non è tornata da suo zio perchè era innamorata di lui?- chiede Ben.
Mi alzo in piedi. -Non sono una consulente matrimoniale divina, questo fatto è quello che c'è scritto nel mito. Non tutto nel mondo succede per amore. Stai sopravvalutando troppo questo sentimento,molti fanno questo fatale errore- rispondo.
-Come fai a dire una cosa del genere?- chiede Ben alzandosi a sua volta in piedi. -Non credi che l'amore sia una cosa fanastica?-
-No- rispondo secca.
-Forse ti sei innamorata delle persone sbagliate-
-Io non mi sono mai innamorata- ribatto scocciata.
-Oh- emette Ben sorpreso.
-Che c'è? Perchè mi guardi così?- chiedo scontrosa.
-Quindi non hai mai baciato nessuno?- si informa.
-Ma quanto siamo curiosi oggi!-
-Voglio solo socializzare,deduco che la risposta è no visto che non vuoi rispondermi- dice prendendosi gioco di me.
-Smettila non sono fatti tuoi!- esclamo.
-Ahahah! Ora ti ho in pugno!- inizia a ridere divertito.
Ora lo stampo sul muro.
-Smettila! Io ho già baciato qualcuno. Ok?- sbotto.
-Certo come no- sbuffa.
-Perchè non mi credi?- chiedo incrociando le braccia al petto.
-Se non ti sei mai innamorata come fai ad aver baciato qualcuno?-
-Sai,a volte si bacia solo per vedere com'è o per altri motivi che non centrano con l'amore- rispondo. Ed era vero! Era quello che stavo facendo negli ultimi 2000 anni.
Prima che Ben potesse ribattere,perchè lo stava per fare, una palla di fuoco incandescente mi passa sopra alla testa e si schianta al muro.
Sia io che Ben siamo sorpresi.
I miei superiori non avevano programmato nessun attacco... chi era?
Mi giro lentamente davanti a me una ragazza dai capelli rosso fuoco, la pelle abbronzata, gli occhi scuri, alta,magra e con le orecchie ad elfo era un'abitante di Dianaee.
-Ben allontanati- ordino. Lui alza la manica della sua maglietta per usare l'Omnitrix ma non fa in tempo a trasformarsi che un dardo gli colpisce la spalla sinistra e cade a terra.
Mi volto verso la ragazza/elfo davanti a me,stringo i pugni e serro la mascella.
La ragazza non è molto forte per me, mi bastava poco per farla fuori anche se viene dal mio stesso pianeta,perlomeno metà. Mi dissolvo nel vento con un sorriso sulle labbra, lei si guarda attorno intimorita ma quando si accorge dove sono è troppo tardi per lei. I mie canini penetrano nella sua carotide, il suo sangue avevo un leggero retrogusto piccante.
Finito il mio spuntino butto il corpo senza vita dell'aliena da una parte. Mi pulisco i vestiti dal suo sangue con un leggero tocco dopotutto controllavo l'acqua potevo pulirmi con facilità.
Ben. Lui è ancora disteso a terra con una piccola pozza di sangue attorno alla ferita, mi precipito verso di lui.
Metto l'indice e il medio sul suo collo, il cuore batte. Stavo per tamponargli la ferita ma poi mi fermo. Perchè dovrei salvarlo? La ragazzina aveva già fatto potevo già finire questo irritante lavoro... Il mio sguardo cade sulla collana che porto sempre al collo, quella con il 10, sento che oggi non è il momento di concludere il lavoro.
Appoggio le mani sulla sua ferita e chiudo gli occhi,cerco di reprimere il mio istinto da vampiro ma è difficile.
Il sangue è un fluido. L'acqua è un fluido. Io controllo l'acqua, io controllo i fluidi. Senza ricorrere a una trasfusione Ben riapre gli occhi.
CONTINUA

ANGOLO AUTRICE:
Si! Sono in super mega ritardo, non ho scuse! Mi dispiace davvero tanto ma negli ultimi mesi ho avuto molti impegni ma sono tornata. Ora cercherò di aggiornare il prima possibile, non farò più così tanto ritardo.
Che nè pensate del capitolo? Si,è un po' corto e non succede praticamente niente ma nel prossimo vi assicuro che qualche rivelazione ci sarà, sono già all'opera. Consideratolo un capitolo di transito.
Un bacio.
ASTRID

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Capitolo 6
*** Ballo con ospite a sorpresa ***


Capitolo 5:  Ballo con ospite a sorpresa

ANGELICA
Era passato ormai un mese da quel fatto, per fortuna isolato, dell'attacco alla casa di Ben.
Fortunatamente lui non si era accorto di come avevo fatto a eliminare l'aliena misteriosa,e ho omesso anche  la parte della sua nazionalità.
Ben dall'attacco si è ripreso più che bene,dopo il mio "intervento" aveva solo un graffio.
In quel ultimo mese non era successo molto,qualche attacco ma erano tutti programmati dai miei superiori.
I tre iniziano a rispettarmi, mi sto inserendo bene nel gruppo.
Eppure quell'attacco mi era rimasto impresso nella mente, non capivo ancora il senso di quello che era successo. E chi era l'obiettivo? Io o Ben?

Le labbra di Ben si aprono e si chiudono senza emettere alcun suono, questo mi porta alla realtà: stiamo facendo ripetizioni.
-Pronto,Angelica!- Ben si sbraccia davanti a me.
-Che c'è?- chiedo seccata.
-Come che c'è? Mi rispondi?-
-A cosa devo risponderti? Se la domanda è ancora se a Crono sono rimasti pesanti i figli che ha mangiato,non ti darò alcuna risposta- rispondo ormai esasperata da quelle ripetizioni.
-Ti ho chiesto se vieni alla festa di Halloween della scuola questa sera- riformula la domanda Ben.
-Non penso,perché?- chiedo.
Ben si gratta la testa un po' imbarazzato -Bhè, Gwen e Kevin ci vanno insieme e pensavo che...-
-Non sarà mica un appuntamento vero?- lo interrompo immediatamente.
-Ma no! Stai scherzando? Non ti ricordi? Io sono fidanzato-
 -Ecco appunto, vacci con lei-rispondo secca.
-è in Scozia per un torneo di tennis...- replica.
Sbuffo -Ok,ora continuiamo?-
Lui annuisce e ritorna sui libri di mitologia classica.
-Aspetta un attimo,non bisognerà travestirsi?- chiedo.
-Ehm...sì- sussurra Ben con il capo chino.
Metto la testa tra le mani e sbuffo di nuovo -E quando pensavi di dirmelo?- chiedo irritata.
-Non hai nessun vestito strano?-chiede.
-No-
Cioè sì,sono vissuta in epoche dove i vestiti erano più che strani ma alcuni gli avevo persi ed altri erano rimasti in Spagna.
Lui si alza in piedi e mi porge una mano -Allora andiamo a comprarne uno-

Guardando il paesaggio che si susseguiva dal finestrino della macchina di Ben,mi chiedevo ancora come aveva fatto a convincermi a venire con lui.
-Dovresti essere onorata di sederti sulla mia macchina in mia compagnia,è il sogno di molte ragazze-
Scoppio in una risata. -Questa è buona Tennyson! Preferirei buttarmi immediatamente da un auto in corsa piuttosto della tua infantile compagnia-
Volta i suoi occhi verso di me e risponde -Allora fallo-

BEN
Appena pronunciate quelle parole, le schegge di ghiaccio che ha Angelica a posto degli occhi si illuminano.
Una frazione di secondo dopo, lei spalanca la portiera della macchina e si getta in strada.
Pigio sul pedale del freno, il mio cuore inizia a battere più forte del normale.
Fermo a guardare davanti a me, non ho il coraggio di guardare indietro e vedere le condizioni di Angelica.
Andiamo! Tu sei Ben Tennyson, hai affrontato cose più difficili di queste.
Apro la portiera della macchina ed esco. La strada è deserta, fa venire quasi i brividi.
E poi la vedo. Distesa a terra sull'asfalto a qualche metro da me, sdraiata su un fianco dandomi così le spalle, sia le gambe che le braccia erano messe in modo irreale  che nessuna persona si sarebbe mai permessa di assumere in casi normali.
Il mio cuore perde un battito e subito dopo inizia ad accelerare. Senza nemmeno accorgermene inizio a correre verso di lei gridando il suo nome.
Mi inginocchio alle sue spalle,è uno di quei pochi momenti nella mia vita in cui mi tremano le mani.
Afferro le sue spalle. Il suo corpo viene percosso  da un fremito. La giro con molta cautela e rimango a bocca aperta.
Angelica inizia a sghignazzare -Dovevi vedere la tua faccia Tennyson-
-Ma...come...-
-Come ho fatto a non farmi niente?- chiede Angelica,mettendosi a sedere ancora ridendo un po'.
Annuisco lievemente.
Lei si avvicina a me,per la precisione al mio viso. Il mio cuore inizia di nuovo a battere più del normale. Con la sua mano sinistra Angelica mi tocca con delicatezza la mia guancia. Al tatto la sua mano (piccola,minuta e diafana) è così fredda. Mi guarda dritto negli occhi, potevo riflettermi nei suoi due pozzi di ghiaccio, capaci di nascondere qualsiasi emozione.
Poi si avvicina al mio orecchio -Ricorda:ci vuole molto di più per scalfirmi.-

ANGELICA
Mi rifletto nello specchio per fare gli ultimi ritocchi prima della festa. Sì,i vampiri si riflettono negli specchi e possono stare alla luce del sole;chi ha detto che non potevamo farlo non era molto informato su di noi.
Alla fine ho deciso di optare di "travestirmi" proprio da vampira, così sono avvantaggiata nel trucco e sui denti. Per quanto riguardava il vestito se n'era occupato Ben e devo dire che è stato bravo,mi piace,il vestito.
Davanti a me,riflessa, c'è una donna molto pallida con gli occhi color ghiaccio e truccati con un ombretto molto scuro per far risaltare ancora di più il suo pallore naturale e i suoi occhi. Le sue labbra sono coperte di rossetto nero. I suoi capelli neri corvini sono sciolti,mossi e molto voluminosi. L'abito è senza spalline,il corsetto è di pelle nera e poi scende in una lunga e appariscente gonna nera di velluto. Inclusi con il vestito ci sono  guanti neri di pelle e stivali, anch'essi di pelle, dove nasconde due pugnali.
Non è il classico vestito da vampira ma io non voglio essere scontata e dozzinale.

Apro la porta d'ingresso  di casa mia.
-Sei in ritardo- dico a Ben che è sulla soglia.
-Non è affatto vero- protesta.
-Invece sì,mi chiedo se la tua ragazza non sia scappata in Scozia per evitarti-
-Questa è tutta invidia- replica.
-A si? E di cosa dovrei essere invidiosa?- chiedo.
-Bé,July ha tutto questo- risponde Ben indicandosi.
Un clacson mi ferma dal rispondere. Mi alzo in punta di piedi, oltre Ben, per vedere la fonte di quel rumore. Davanti a me c'è l'auto di Kevin, con a bordo il proprietario della vettura e la sua ragazza che ci volgeva uno sguardo di scuse per il comportamento di Kevin.
-Dovremmo andare- suggerisce Ben un po' titubante.
-Già,ma aspetta un momento...Perché non sei travestito da qualche mostro o cose varie?- chiedo guardandolo più attentamente: è vestito come sempre.
-Certo che ho un travestimento. Non vedi?- da una tasca tira fuori un piccolo oggetto in legno,un paletto.
Alla sua vista impallidisco e faccio automaticamente  un passo indietro.
Inarco le sopraciglia con aria interrogativa.
-Mi sono vestito da ammazza vampiri, non ti sempre ovvio?-
-Wow,ora è tutto più chiaro- rispondo con una nota di sarcasmo.
Rimette il paletto nella tasca della sua giacca e mi porge un braccio -Madame-
Sorrido mostrando i miei acuminati canini -  Mademoiselle voulez-vous dire?- e accetto il suo braccio.
-Wow,non ho capito niente di quello che mi hai detto però i tuoi canini sono una figata!- esclama Ben aprendomi la portiera della macchina.
Dopo che lui fa il giro dell'auto per poi sedersi di fianco a me, proseguo la nostra "conversazione" -Figata è un modo per dire che sono carina?- chiedo.
Ben spalanca gli occhi come se si accorgesse di me per la prima volta, poi abbassa lo sguardo -Io intendevo i tuoi canini finti, dove li hai presi?-
-La meilleure chose est que vous ne savez pas- rispondo mentre l'auto parte.
Il viso di Gwen fa capolino da dietro il sedile anteriore per fare un cenno di saluto, è vestita da strega:lungo vestito nero, molto meno appariscente del mio e sul cruscotto della macchina c'è un grazioso capello a punta che di solito indossano le streghe o almeno così pensano.
Mentre Kevin, sinceramente non lo so da cosa si era travestito è un mix di cose messe insieme alla rinfusa.

La festa, come in ogni scuola americana che si rispetti, si trova nella palestra dell'istituto. La sala ha alla sua destra un tavolo con bevande e cibo, a sinistra invece il palco con un dj e al centro la pista da ballo. La palestra è "farcita" di studenti vestiti da mummie,streghe, maghi, zombie, vampiri...
Ben ed io veniamo subito abbandonati da Gwen e Kevin che si precipitano nella pista da ballo,cioè Gwen afferra Kevin per un braccio insistendo che vuole ballare e lui si fa trascinare da lei borbottando ma comunque l'accontenta.
-Fanno una bella coppia- dico più a me stessa che al mio accompagnatore.
-Già,vado a prendere da bere. Tu vuoi qualcosa?- chiede Ben.
Guardo il tavolo delle bibite e arriccio il naso,cosa poteva bere un vampiro in una stanza piena di persone?
-Scegli tu- dico alla fine.
Ben annuisce e si dirige al tavolo. Ma non fa ritorno molto velocemente, anzi, viene "trattenuto" da due ragazza,vestite entrambe da streghe, molto carine e molto poco vestite.
Bell'accompagnatore! Mi ha abbandonata alla prima ragazza incontrata anzi due. Sono forse gelosa? Nah, più che altro sono scocciata e annoiata:potevo starmene a casa.
-Il tuo accompagnatore ti ha abbandonata?- chiede una voce dietro di me.
Mi volto,  c'è un ragazzo alto, abbronzato, dai capelli ricci e biondi e gli occhi verdi. Non era vestito da niente in particolare forse nascondeva dei denti finti da vampiro in qualche tasca del suo abito.
-Possiamo dire che si è distratto al banco delle bibite- rispondo con un sorriso.
Lui guarda dietro di me verso il tavolo -Mmh, il tuo accompagnatore è Ben Tennyson?-
-Sì è lui-
-Vedo la sua distrazione e mi stupisco che ti abbia abbandonata così. Tu sei molto meglio-
-Nè sono lusingata. Ma per lui sono solo un rimpiazzo della sua ragazza che ora è in Scozia,penso- rispondo garbata.
Il ragazzo inarca le sopraciglia -Tu un rimpiazzo? Ben sarà pure un acclamato eroe ma non capisce nulla di ragazze-
-E tu invece si?- chiedo.
-Più di lui sì,io per esempio non ti abbandonerei così-

BEN
Saluto le ragazze che mi hanno fermato al tavolo,afferro due bicchieri qualunque e mi dirigo verso Angelica.
Rimango a bocca aperta,ma non per la sorpresa. Inizio a stringere i pugni e subito dopo mi accorgo che avevo i bicchieri pieni di qualche liquido rosso, che ora si è spanto su tutto il pavimento.
Angelica stava parlando, anzi, flirtando con un tizio biondo e alto.
Mi precipito da lei infuriato,ma per cosa?
-Ciao, ho interrotto forse qualcosa? - chiedo irritato.
Angelica e il biondo si voltano a guardarmi e il loro sorriso svanisce.
-In verità sì,hai interrotto qualcosa...Se non ti dispiace andare via...- risponde il ragazzo.
Intanto la musica cambia da una musica frizzante e allegra a una lenta e deprimente, ideale per un lento...
Afferro il braccio diafano di Angelica e la trascino verso di me, come se la volessi abbracciare.
-Se non ti dispiace, ora ballo con la mia accompagnatrice- dico al biondo sorridendo trionfante.

ANGELICA
Appena Ben mi porta a qualche metro dal ragazzo biondo, mi libero dalla sua presa.
-Ma ti è dato di volta il cervello? Stavo conversando con quel ragazzo e io non voglio ballare con uno come te!- gli urlo contro.
Ben mi fulmina con lo sguardo, ora i suoi occhi sembrano due smeraldi . Mi afferra entrambe le spalle e mi fa sbattere contro il muro, dalla tasca estrae il suo paletto e me lo punta dritto al petto. -Primo,il termine "conversare" non lo usa più nessuno; secondo, tu sei la mia accompagnatrice e in quanto tale ballerai con me-
Non ascolto molto il suo discorso, sono troppo presa a fissare quell'arma puntata al mio cuore,che una volta batteva. Mi ha puntato l'arma solo per fare scena,per gioco, ma io potrei corre un rischio...
-E tu,in quanto mio accompagnatore non dovresti abbandonarmi da sola- dico scandendo ogni singola parola.
Lui abbassa lo sguardo e mi lascia andare. Colpito. Forse gli dispiace sul serio.
Inizio a camminare  in direzione della pista da ballo,poi mi volto verso di lui -Bé, che cosa stai aspettando? Tennyson, voglio ballare con te. Subito. Vuoi un invito scritto? -
Lui sorride e si avvicina a me. Mi stringe forte la mano e, solo per un secondo, sento uno strano calore.
Inizia la nuova canzone,la riconosco subito.
Prendiamo posizione insieme ad altre coppie al centro della palestra. La mia mano destra nella sua mano sinistra, la destra sulla sua spalla  destra e la sua mana destra dietro alla mia schiena.
- Ritieniti fortunato che io lasci un principiante a condurmi- gli dico a bassa voce.
Lui sorride -Più tardi ricordami di prostrarmi ai tuoi piedi per questa grazia ricevuta.-
-Dovremmo stare più vicini, devi stringermi a te un po' di più- suggerisco.
Lui si guarda attorno -Ma gli altri sono come noi-
-Se gli altri si buttano giù da un ponte tu li segui?- chiedo ironica.
Ben fa un sorriso malizioso -Ammettilo, non resisti a starmi così vicino senza potermi toccare-
 Alzo gli occhi al soffitto,non so cosa mi trattiene dal prenderlo a schiaffi.
Se solo Ben sapesse quante volte ho dovuto fare balli del genere...

-Tennyson, in questo preciso istante vorrei essere in tutti i luoghi possibili tranne questo, a ballare con te. Quindi se dobbiamo ballare insieme, facciamolo bene- rispondo.
-Okay, come devo fare- chiede.
-Avvicinami a te e stringimi più forte. Come se fossi la cosa più importante per te. -
Obbedisce, ora i nostri visi sono a pochi centimetri. I suoi occhi verdi di fronte ai miei azzurri, tutti gli altri ballerini scompaiono: solo lui ed io, che sensazione strana.
-Mi dispiace per averti abbandonata, hai ragione- sussurra.
-Lo so, io ho sempre ragione- replico.
-Noto solo adesso che questa sera sei davvero bellissima.-
Lui inizia ad avvicinarsi ancora di più a me,se fossi viva potrei sentire il suo respiro sulle mie labbra: vuole baciarmi.
La fiaba s'interrompe. Mi scanso velocemente da Ben. Lui mi guarda con aria interrogativa:non capisce quello che succede.
-Angie...che fai?- mi chiede ancora con aria sorpresa.
-Non chiamarmi così! Ho bisogno solo di prendere una boccata d'aria- mento e inizio a incamminarmi verso la porta per uscire.
Lui si fa strada per raggiungermi -Angelica, cosa è successo?-
Mi volto esasperata verso di lui -Niente,tu non puoi capire. Ora lasciami in pace, ti prego- rispondo supplice.
Ben rimane interdetto ma mi lascia andare.
Cammino a passo svelto verso la porta ma ad un certo punto mi blocco, qualcosa non va. C'è uno strano rumore.
E succede tutto così velocemente: mi giro, di nuovo, verso il centro della palestra, Ben è ancora lì. Inizio a correre, più veloce che posso. Gli afferro le spalle e lo butto a terra insieme a me un secondo prima dell'esplosione di tutte le finestre.

Le grida degli adolescenti in preda al panico non tarda ad arrivare. Nessuno è rimasto gravemente ferito,tutti iniziano a scappare dalle varie vie d'uscita, rimangono nella sala solo Gwen e Kevin.
Dopo un po',Ben fa un colpo di tosse,per catturare la mia attenzione.
-Lo so che non morivi dalla voglia di saltarmi addosso, ma ora mi stai facendo male.-
Ops, ero ancora sopra di lui. Senza aggiungere altro mi tiro su  e mi guardo attorno.
Ed ecco la seconda esplosione. Un intenso fumo esce dal buco che si è formato in una porzione di muro della palestra della scuola.
L'Omnitrix inizia ad illuminarsi e a fare strani rumori. Poi dal fumo fa capolino una ragazza dall'incarnato ambrato,dai lunghi e fluenti capelli neri e anche lei con delle graziose orecchie ad elfo. Con un passo lento ma allo stesso tempo potente si avvicina sempre di più a noi. Indossa una tuta di pelle d'oro. I suoi occhi sono di un intenso color miele che saettano disprezzo, disprezzo direzionato verso di me.
Si ferma esattamente davanti a me, con un sorriso freddo.
-Ti pensavo molto più vecchia- dice la sconosciuta con un tono di voce neutro.
-Anzi, ti pensavo già morta. Per essere un'impura sei vissuta troppo-
Sa realmente quello che penso che sappia? E quell'impura? è sicuramente una di Dianaee.
-Mi mantengo a mio modo- rispondo con tono di superiorità.
-Oh, lo sappiamo che hai un segreto. Prendi quello che è successo oggi come un avvertimento, perchè la prossima volta scoprirò cosa nascondi e ti ucciderò - mi sussurra.
-Buona fortuna!- le rispondo.
-Che risposta maleducata! Un po' di rispetto per tua sorella!- e con questa rivelazione scompare in una nube di fumo.

CONTINUA
 
ANGOLO AUTRICE:
Ciao! Scusate ancora per il ritardo, ma sto migliorando...
Okay, spero che il capitolo vi sia piaciuto, io sto già lavorando per il seguito che purtroppo non pubblicherò la prossima settimana perchè sono piena di verifiche.
Un bacio grande e un grazie infinito a tutti quelli che leggono e recensiscono questa storia.
ASTRID


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Capitolo 7
*** Il sorriso di Angie ***


Capitolo 6: Il sorriso di Angie

ANGELICA
I miei occhi si scontrano con quelli verdi di Ben. Smeraldi contro zaffiri. Lui mi stringe ancora un po' finché balliamo e per un momento mi sento di nuovo viva .I ragazzi che ci sono in palestra con noi scompaiono dal mio campo visivo. Ci siamo solo io e lui. Lui ed io.
Ben stacca la sua mano dalla mia e inizia ad accarezzarmi dolcemente il viso. Il suo viso si avvicina al mio. Appoggia la sua fronte alla mia e mi sussurra qualcosa che non riesco a capire. E prima che io possa fare qualsiasi cosa per protestare, lui mi bacia. Un bacio all'inizio tenero,dolce e insicuro che dopo diventa sempre più passionale.
Un bacio che ho atteso per secoli, un bacio che ho temuto per tutto questo tempo.
Tutto scompare.
Poi un dolore immenso mi percorre il petto. Ritorno alla realtà, mi sento come se fossi stata pugnalata dritta al cuore, il corsetto inizia a tingersi di un rosso scuro intenso.
Guardo Ben terrorizzata e incapace di muovermi o semplicemente di urlare.
Sento la sua voce che urla il mio nome disperatamente.
 La mia vista diventa sfocata, i suoni ovattati. Precipito sulle ginocchia, il mio sangue inizia a colorare il pavimento e poi l'oscurità. Perfino le grida di Ben scompaiono nell'oscurità più buia.

Spalanco gli occhi e mi metto a sedere sul mio letto con la testa tra le mani, anche se non respiro mi sembra di avere il fiato corto. Era un sogno, un incubo, lo stesso della notte prima che ritorna a tormentarmi. Come se si facesse burla di me, il sogno torna sempre. Come se fosse un promemoria, che alla fine per tutti arriverà l'ora della resa dei conti e con essa la fine.
Mi alzo in piedi, ormai il sonno è svanito,come ogni notte. Mi infilo una vestaglia nera e mi dirigo in cucina. Apro il frigo e prendo l'ultima sacca di sangue che mi è rimasta. Devo fare rifornimento.

Dopo un po' qualcuno suona alla porta.
 All'ingresso non c'è nessuno, solo un enorme pacco regalo. Lo prendo e rientro. All'interno c'è un enorme vestito dorato composto da corsetto e una gonna enorme,sopra c'è un bigliettino:




"E alla fine sono riuscito a ritrovarti. Visto? Io mantengo sempre le mie promesse.
Ti ricordi quando lo indossasti ?
Io lo ricordo come se fosse ieri, non ti vidi mai più così felice.
Buon compleanno Angelica.

Per sempre tuo (e sai che è vero)
Orlando D. R."

Un sorriso fa capolino sul mio viso. Orlando. Era da cent'anni che non lo vedevo e mi manca più di ogni altra cosa al mondo. Lui era ed è il mio compagno di eternità,forse l'unica persona di cui mi fidi davvero.
Entro in camera mia e mi preparo,devo andare a Siviglia come faccio sempre il giorno del mio compleanno.

Sto per teletrasportarmi grazie al vento in Spagna quando qualcuno suona di nuovo alla porta. Scocciata mi dirigo ad aprirla e sull' uscio c'è Ben.
-Che vuoi?- chiedo scocciata.
-Ehi, buon giorno anche a te. - esordisce.
-Perchè sei qui?- chiedo brusca.
-Io sto bene, grazie di avermelo chiesto.-
-Mi vuoi dire perchè sei qui?- chiedo per l'ennesima volta.
Lui mi tende la mano.
Lo guardo con aria interrogativa -E questo sarebbe il modo per dirmi...-
Lui mi afferra e mi trascina fuori da casa.
-Fai una passeggiata con me?- chiede.
No, avrei voluto rispondergli, devo andare dall'altra parte dell'Oceano in un nano secondo, non ho tempo per te. -Basta che sia breve, ho altre cose da fare- dico scocciata chiudendomi la porta di casa alle spalle.
Le strade sono quasi del tutto deserte sembra una città fantasma, siamo proprio in tema "Festa dei Morti". A un certo punto della passeggiata Ben svolta improvvisamente in un vicolo.
-Che cosa stai facendo?- chiedo.
Lui fa spalluce -Volevo parlare con te-
Mi guardo attorno -E non potevi farlo a casa mia?-
Lui sembra ignorare totalmente il mio intervento e prosegue          - Prima di tutto volevo farti gli auguri di Buon Compleanno.-
Mi blocco all'istante. -Come fai a sapere che oggi è il mio compleanno?- chiedo.
-A scuola hanno i registri, sai quei libri strani dove ci sono alcune informazioni...-
-So che cos'è un registro!- ribatto. -Perchè hai letto i miei dati? Ora posso tornare a casa mia?!-
-No, aspetta. Volevo parlati della festa...-
Dannazione. -Io non centro niente con la mia presunta sorella...- mi difendo.
-Lo so, ma non è per questo è per il quasi bacio-
-Ancora? è la seconda volta che intavoli questo discorso e poi mi dici che è un errore e che tu sei felicemente fidanzato!- sbotto e mi stupisco di me stessa.
Sono stufa di questa situazione, di lui e di tutto il resto.

BEN
Sono senza parole, tutto quello che ha detto Angie è vero. Non ci avevo mai pensato, ma è vero.
Ora è davanti a me con quei pozzi di ghiaccio sgranati come se fosse stupita di quello che ha appena detto, anzi lo è.
In una frazione di secondo mi volta le spalle, si sta dissolvendo con il vento freddo, non voglio che se nè vada. Non ancora.  Sono stufo che quando c'è un problema si limita a svanire,no.
Mi slancio in avanti e le afferro il braccio sinistro. Il suo viso si volta verso di me con un espressione di stupore, orrore e preoccupazione. E poi tutto quello che sento è una fitta di dolore, come se qualcuno mi stesse facendo a pezzetti.
Forse sto urlando, o forse sto delirando? Non lo so, è come se stessi sott'acqua dove tutto è lontano. Non capisco più niente, probabilmente sono morto, perchè il buio sta comprendo il mio campo visivo e il dolore svanisce.

Apro gli occhi. Sono sdraiato su qualcosa di duro e incredibilmente scomodo come una tavola di legno mi tiro a fatica a sedere e mi guardo in giro.
Sono dentro a una casa, anzi a una catapecchia sporca,vecchia e maleodorante.
Davanti a me c'è una rudimentale cucina con una porta che dà sull'esterno. Mi alzo. Devo cercare Angelica.
Mi dirigo alla porta che va verso l'uscita e mi fermo. 
Lì fuori c'è una ragazza con lunghi e fluenti capelli neri e anche se sono lontano da lei, sono sicuro che i suoi occhi sono azzurrissimi, è Angelica.
 Ma non è vestita come prima, ora indossa un lungo abito bianco che le lascia scoperte le spalle e le braccia, assomiglia a qualche quadro raffigurante delle dee olimpiche, sembra un dea.
Ha il volto chino sul suolo dove ai suoi piedi sta una croce.

ANGELICA
Trascino Ben fino a quello che una volta era stato il mio letto e lo deposito lì, imprecandogli addosso.  
Mi guardo attorno. La casa, la mia casa, è un incubo che prende lentamente forma. Tutto è distrutto, c'è odore di muffa e di cenere. Probabilmente l'incantesimo che aveva lanciato quella strega, ormai morta sul rogo, non difendeva la casa ma la rendeva soltanto invisibile agli occhi indiscreti.
Vado in quello che rimane della mia stalla, potrebbe essere scambiata per un garage ma ci sono ancora tracce di fieno e nel l'angolo interno a destra c'è una pozza di sangue secco, il mio. Incredibile, che ci sia ancora.
Guardando quel rosso, un fiume di ricordi mi scorrono nella mente: un ragazzo dai capelli biondi che sussurra delle parole al mio orecchio prima di affondare i suoi affilati canini nella mia  carotide; io quasi morta dissanguata gettata come una bambola rotta in quell'angolo; il sangue, il freddo e poi un ragazzo dai capelli corvini con gli stessi occhi del biondo, le mie urla verso di lui... poi il freddo della morte e ad aspettarmi al mio risveglio di nuovo quegli occhi grigi. Scuoto la testa per togliermi quei ricordi dalla testa.
Passo per il giardino, vedo la rudimentale croce, tutto quello che rimane di mio padre. Certo, nessuno dei due era cristiano ma dopo qualche secolo mi ero abituata a vedere croci nei cimiteri e così... Sotto alla croce non c'era nessuna tomba solo le ceneri.
Mi cambio rapidamente d'abito, per rispetto nei suoi confronti, mi vesto come nei tempi in cui ero nata.
Ogni anno il giorno del mio compleanno, qualsiasi cosa accada , mi ritrovo qua a passare almeno qualche istante con lui. Anche se per tutta la sua esistenza non è stato un padre modello, qualcuno mi ha insegnato a volergli bene, un po' lo stesso. Forse è per questo che il 2 Novembre è la festa dei morti.

Mi volto un istante, alla porta di casa c'è Ben che molto probabilmente mi sta spiando.
Sorrido e sospiro - Non sei invisibile, sai?-
-Mi spiace non volevo rovinare il tuo momento così tanto privato, penso- dice avvicinandosi. Il sole spagnolo gli colpiva il viso rendendo i suoi occhi come splendidi smeraldi, non che questo mi faccia effetto.
-Chi è se posso sapere? Il criceto? O forse il cane? Fammi indovinare, era la tua prima barbie a cui è caduta la testa accidentalmente?-
Guardo l'orizzonte -Mio padre- sussurro. Sento Ben irrigidirsi al mio fianco, forse pensa di avermi offesa, non ha tutti i torti.
-M-mi spiace, non volevo...-
Mi giro verso di lui -Perchè chiedi scusa? Non sei stato tu a ucciderlo e non sapevi che è qui. Non chiedere scusa per cose che non hai fatto.- rispondo brusca.
-Dev'essere dura aver perso sia la madre che il padre, se vuoi ti lascio un po' di tempo con lui. Per parlagli, piangere o...-
-Io non piangerò.- rispondo.
-è passato tanto tempo allora?-
-Non ho mai pianto per la sua morte, ho urlato ma pianto no. -
-A volte piangere fa bene.- replica.
Il mio corpo viene percorso dalle risate -E questa? Dove l'hai sentita? In un film? Su un cioccolatino? Magari eri convinto che dopo quelle parole sarei scoppiata in un pianto e tu mi avresti consolato... Patetico.-
Ben rimane a bocca aperta.
Mi volto verso la casa -Dato che il tuo corpo non è ancora in grado di sopportare un teletrasporto, stasera si va in città. Preparati.-
-E come faccio a prepararmi? Non ho nessun vestito!- mi urla contro.
-Tua decisione di seguirmi, tuo problema,mio caro.- sorrido.

BEN
Non l'avrei mai detto stamattina quando mi sono svegliato di ritrovarmi dall'altra parte dell'Atlantico insieme ad Angelica.
L'arcaica porta della "casa" si apre e sbuca fuori Angie.
I capelli sono raccolti in una lunga coda di cavallo corvina che le fa risaltare ancora di più il bellissimo viso. Non è truccata, se lo è non si vede. Tutto il suo viso sembra una foto antica: bianca e nera a eccezione degli occhi del color del ghiaccio e le labbra rosee.
Indossa una maglietta nera, sopra una giacca di pelle, pantaloni di pelle nera e stivali altissimi.
-Sei pronto, per il tour di Siviglia?- chiede.
-Ehm penso di sì.- rispondo.
Lei si avvicina a me, mi prende la mano e mi sorride -Bene. -

Arranco sulle mie gambe fino alla sedia del bar più vicino a me
-Basta, Angie! Non ce la faccio più!-.
Si avvicina a me ancora sorridendo -Ma come? Di già? Dobbiamo ancora vedere el Barrio De Santa Cruz!-.
Alzo un sopracciglio -Cruz? Hai un bar?-.
Lei sbuffa e si stravacca sulla sedia di fronte alla mia. Sorride ancora -Barrio non bar, è una specie di quartiere. -
-Basta, ho fame e non mi sento più i piedi, chiedo pietà!- esclamo.
-Ok, facciamo solo un piccolo break.- risponde divertita.
Sto per rispondere ad Angie quando una ragazza si avvicina a noi e inizia a parlare in spagnolo con Angie. Non capisco niente di quello che dice, non riesco nemmeno a catturare qualche parola a parte "novio", che sembra la marca di qualche elettrodomestico strambo. Angie,però, a quelle parole si irrigidisce. Ma si ricompone subito e sfodera di nuovo un sorriso verso la sconosciuta, ma non è lo stesso sorriso di prima, è forzato.
Dopo qualche minuto la ragazza se nè va gridando un "gracias" in direzione di Angie.
-Che cosa ti ha chiesto?- chiedo.
-Oh niente, qualche informazione su come arrivare in un hotel.- risponde.
-Sei meglio di un gps.-
Lei si alza -No, non sapevo dove fosse quel hotel. Vado un secondo in bagno, arrivo. Se viene il cameriere ordina pure.-

ANGELICA
Mi bagno la faccia. Stringo le mani agli estremi del lavandino e mi guardo allo specchio. Oggi mi sono lasciata andare troppo con Ben, sto perdendo la mia professionalità. Non posso andare a zonzo per la mia città, il giorno del mio compleanno con colui che devo fare fuori.
Però, oggi sono stata davvero bene. Mi ha fatta ridere, ero di buon umore e questo non succedeva da anni. Forse, posso concedermi di essere spensierata il giorno del mio compleanno? Merito anch'io di non pensare al lavoro almeno per un giorno.


Ritorno da Ben, sul tavolo ci sono due enormi coppe. Ben sta bevendo il contenuto di una con una cannuccia.
Mi siedo. -Cos'è?- chiedo.
Lui mi guarda con stupore -Come che cos'è?! Non sai che cos'è?-
-No.- rispondo. 
-Vuoi farmi credere che non hai mai bevuto il nettare degli dei?-
-Non penso che il nettare sia così marrone.- rispondo disgustata.
-Allora ho l'onore di farti bere il tuo primo frappè .- risponde tutto sorridente.
Guardo la bevanda perplessa, il cibo umano di solito mi fa venire i conati di vomito.
-Io non volevo niente.-
-Ma se mi hai detto di ordinare!- esclama lui.
-Non ho mai detto di ordinare anche per me.- replico.
Ben prende la cannuccia della sua coppa, nè lecca l'estremità -Era esplicito. Ora bevi, abbiamo camminato per ore.-
Avvicino la coppa a me, dovevo berne almeno un goccio. Sarebbe stato un po' inverosimile che io non fossi nemmeno un po' assetata.
Nè bevo un sorso, incredibile, aveva un gusto davvero tollerante.
-Consideralo come un regalo di compleanno. A proposito, quanti anni sono venti o diciannove ?- mi chiede.
Mi irrigidisco un po' a quella domanda, come dovevo rispondergli? Con il vero numero? Sai, Ben ho duemilaventisei anni. Era fuori questione.
-Diciannove- rispondo.
-Allora hai mentito alla presentazione a scuola, farò rapporto su questo.-
Bevo un altro sorso del frappè per non rispondergli.  
-Visto?-
-Visto cosa?- chiedo sorridendo.
-Che ti piace! Avevo ragione, come sempre dal resto.-
-Sei la modestia fatta a persona.- esclamo.
-Che ci posso fare? Sono magnifico, non posso negare l'evidenza- dice facendo un'espressione tra il sexy e il ridicolo.
Mi trattengo dal ridere e con un rapido gesto della mano il contenuto della mia coppa finisce sulla faccia di Ben.
Mi alzo e tra una risata e l'altra -Sì, hai ragione. Sei così terribilmente sexy che il mio frappè non è più riuscito a rimanere nella coppa.-
-Ahahah molto divertente.-

-Dobbiamo tornare a casa- dico rivolgendomi a Ben.
Sta fissando la croce del giardino di casa mia da almeno quindici secondi e non voglio che provi pietà nei miei confronti. Io non voglio la sua pietà, io non merito pietà.
-Io un altro viaggio del genere non lo faccio, mi trasformo in XLR8 e in un secondo sono a casa.- risponde.
-Bene, un peso morto in meno da trascinare quando sarò arrivata a casa.- esclamo.
-Senti, la questione del teletrasporto sembra una cosa complicata e faticosa. Se vuoi ti posso offrire un passaggio.-  propone con tono davvero preoccupato per la mia salute.
-No, stai tranquillo. Posso affrontare un viaggio, non morirò.-
-Insisto- e in un movimento così rapido per un essere umano si trasforma in un alieno azzurro. In un batter di ciglia di ritrovo tra le sue braccia,anzi dell'alieno.
-Reggiti forte- mi dice con una strana voce. E parte.

Nei pressi di casa mia (quella in America), l'orologio inizia a produrre uno strano suono e all'improvviso mi ritrovo sul serio tra le braccia di Ben. Ma questo dura ben poco visto che lui inciampa sul suo stesso piede e precipitiamo insieme sull'asfalto. Più precisamente io sopra di lui, occhi negli occhi.
-Mi fa piacere che tu stia comoda, ma non è che potresti spostarti un po'?- chiede imbarazzato.
-Sì.- rispondo freddamente e mi tiro su. Lui mi imita.
-Che nè dici, chiamo Kevin e Gwen e mangiamo una pizza tutti insieme per il tuo compleanno?- chiede.
Mi ero già voltata per andare verso casa mia -No, non c'è bisogno di fare tutti questi festeggiamenti per la mia vecchiaia. Ci vediamo a scuola.- rispondo con tono freddo e distaccato. E senza voltarmi nè aspettando una sua risposta mi dirigo a casa.
CONTINUA

ANGOLO AUTRICE:
Eccomi qua!
Perdonatemi per non aver avuto tempo di pubblicare prima, me nè vergogno tanto ma Marzo a scuola è stato un mese critico e anche Aprile, ma ora sono qua. E cercherò di pubblicare più frequentemente.
Che dire? Spero che vi sia piaciuto questo capitolo anche se non succede nulla di particolare ma non preoccupatevi nel prossimo, che sto già scrivendo, succederanno un bel po' di cose.
Grazie a tutti quelli che seguono.
Un bacio grande,
ASTRID
 

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Capitolo 8
*** Una verità oscura ***


Capitolo 7: Una verità oscura

ANGELICA

-Jack dove sei?- chiedo guardandomi intorno con preoccupazione.
Qualcosa di freddo mi tocca la spalla sinistra, rabbrividisco e mi volto all'istante: Jack. Nella penombra si notano i suoi capelli dorati che incorniciano il viso pallidissimo dovuto, secondo lui, alla sua metà celtica come i capelli, ma so che non è per quel motivo. Gli occhi sono di una tonalità grigio scuro, misteriosi e inquietanti allo stesso tempo.
Sussulto -Jack, mi hai spaventata a morte!-
Lui rimane immobile come se non mi avesse sentita, come se non fossi lì davanti a lui.
Mi afferra le braccia e mi sbatte con ben poca delicatezza al muro. Mantenendo la sua ferrea stretta fa un sorriso amaro e freddo.
Il mio corpo è percorso dal dolore dovuto all'impatto. Inizio a sudare freddo.
-Che cosa vuoi da me?- chiede in tono agghiacciante.
-Che cosa stai dicendo?- replico realmente sorpresa dalla sua domanda.
Jack fa più pressione sulle mie braccia, mi mordo il labbro inferiore per non urlare, non gli darò questa soddisfazione.
-Hai perso per caso la lingua? Come mai ora non parli più?- chiede sprezzante.
Non rispondo.
-Rispondimi dannazione!- sbraita, scuotendomi con forza contro il muro.  
Lo guardo pietrificata e terrorizzata. Aveva forse scoperto quello che stavo facendo?
-So che cosa volevi farmi.- sussurra.
Faccio un sospiro e lo guardo sfoderando il mio sguardo non curante migliore -Solo questo? Pensavo che fosse qualcosa di molto più grave, Jack.-
Mi libera dalla sua presa ma continua a fissarmi.
-Tu mi hai ingannato, Angelica.-
-Non sei il primo e non sarai l'ultimo.- rispondo fredda.
-Mi hai illuso- continua.
Sbuffo annoiata dalle sue parole.
-Allora tu sei così realmente? Era tutta una montatura?- chiede.
-Non farla più tragica di come è in realtà. Tu dai troppa importanza all'amore, pensavo che fossi diverso.- rispondo tagliente.
Con uno scatto felino Jack mi riafferra il braccio e mi avvicina a sé: il suo petto contro la mia schiena.
Avvicina la sua bocca al mio orecchio -é così che la pensi sull'amore?- chiede.
Cerco di liberarmi dalla sua presa ma lui è troppo forte, chiudo gli occhi e mi concentro sull'aria che mi sta attorno.
Jack aumenta la forza della sua presa.
Spalanco gli occhi appena in tempo per vederlo catapultato all'indietro da una massa d'aria. Ero riuscita a controllare i miei poteri. Ma ogni cosa ha il suo prezzo, avevo speso troppe energie e al primo tentativo di scappare  le gambe mi cedono e cado a terra.
Jack impreca e in un batter d'occhio è vicino a me. Mi afferra per i capelli e mi costringe ad alzarmi -Ma bene! Cosa abbiamo qua? Un'altra mezza aliena, complimenti! Ma non sei l'unica ad avere qualche asso nella manica.-
Mi avvicina di nuovo a sé. Mi inizia a baciare delicatamente il collo fino ad arrivare di nuovo al mio orecchio -Tu mi hai mentito. Mi hai usato. Hai usato l'amore come se fosse un gioco per bambini.- dice scandendo ogni singola parola. -Ma ora, pagherai il prezzo. Forse così imparerai a conoscere l'amore, forse. Non la tratterai più come se fosse un gioco, inizierai a temerla a nasconderti da essa.-
Rimango immobile, trattengo per fino il respiro.
-Io ti maledico...-


Il suono della tazza che si frantuma a terra mi porta alla realtà. Erano passati tre giorni da Siviglia. Ed erano tre giorni che i ricordi mi tormentavano. Dopo quel frequente sogno avevo deciso di non dormire più ma ora c'erano quei ricordi che si annidavano nel mio cervello quando non facevo niente. Cercavo sempre di tenermi occupata ma appena smettevo ritornavano.
Guardo in basso. La tazza è completamente distrutta e il sangue al suo interno inizia a fuoriuscire spargendosi sul pavimento. Quello era l'unico sangue che ero riuscita a procurarmi in quei tre giorni ed era andato.
Mi siedo sul divano e osservo il vestito che mi era stato regalato al mio compleanno. Altri ricordi raggiungono la mia mente: Parigi, un enorme salone da ballo, almeno un centinaio di persone che vorticano con i loro sontuosi vestiti, la musica, la mano di Orlando che stringe la mia, le sue labbra sul mio collo, i suoi sussurri...
I miei lieti ricordi vengono interrotti da il suono del mio cellulare.
-Pronto?-
-Come hai osato mollarmi a scuola da solo anche oggi?!- urla la persona dall'altra parte del cellulare, Ben.
-Indisposizione. - rispondo non curante.
-E questo ti ha impedito di rispondere ai miei messaggi o di ignorare le mie visite?- chiede ironico.
-Probabilmente.-
-La puoi smettere di rispondermi con una sola parola?-
-Forse- rispondo con un lieve sorriso.
-Fra un'ora ti voglio a casa mia per le ripetizioni. Per quanto mi riguarda potresti avere anche la peste bubbonica, non m'interessa.-
-E se non potessi?- chiedo.
-Forse Gigante potrebbe farti una visitina...-
-A tuo rischio e pericolo, Tennyson. A tuo rischio e pericolo.- e riattacco.
Tre giorni senza sangue non sono il massimo per un vampiro e non conviene a un umano infastidirlo, forse nessun vampiro aveva conosciuto Ben Tennyson.

BEN

Apro la porta di casa pronto per rimproverare Angie per il suo ritardo. Appena lo faccio una raffica di vento mi sbatte contro al muro.
-Questo è per avermi obbligata a venire da te. -
Mi rialzo. Angie, aveva uno strano colorito chiaro , i capelli corvini raccolti in una coda con qualche ciocca ribelle, delle occhiaie sotto agli occhi,le labbra stavano perdendo colore e in alcuni punti del viso si intravedevano alcune vene. Forse non mentiva sulla sua indisposizione.
-Non voglio essere bocciato.- rispondo.
-Siamo a Novembre.- osserva.
-Meglio pensare al futuro.- replico.
Lei alza gli occhi al cielo -Allora, cosa dobbiamo ripassare oggi?- chiede.
-Ci ho messo poco a convincerti. Se dovevo spiaccicarmi al muro per avere un tuo aiuto, lo avrei fatto due giorni fa.-
-Non mi tentare.-
La conduco in salotto facendola sedere su uno dei due divani disponibile.
-Biscotto?- chiedo.
Lei fa una smorfia e rifiuta.
-Allora cosa avete fatto in questi giorni.- chiede sfogliando il libro di testo.
-Dovresti mangiare, visto le tue condizioni.- osservo.
Lei alza lo sguardo e lo punta su di me. Oggi i suoi occhi avevano una strana sfumatura. Sembravano schegge di vetro.
-Non sono mica incinta. So badare a me stessa. Allora cosa avete fatto?- chiede di nuovo.
-Abbiamo iniziato l'Eneide, la fondazione mitologica di Roma.- rispondo.
-E che cosa hai capito?- chiede mentre sfoglia il libro.
-Che è assurdo crederci.- rispondo.
-Per questo si chiama mito e non scienza.- replica alzando lo sguardo verso di me e non più sul libro.
-Sì, ma insomma... come potevano crederci? è assurdo.-
Angie con un fluido movimento chiude il libro -Non è assurdo, è fede. E ora dimmi cosa vuoi ripassare.-

ANGELICA
Mentre Ben è in cucina rileggo qualche verso dell'Eneide riportato sul libro di scuola. Era passato qualche decennio dall'ultima volta che la lessi ma sapevo quasi tutti i versi a memoria. Tengo sempre quel libro con me durante i viaggi, anno dopo anno, epoca dopo epoca, persone dopo persone. Era come una tradizione, dopotutto era come una Bibbia per me.  
-Senti Angie. Che ne dici se usciamo a mangiare qualcosa con Gwen e Kevin?-
Cerco di non correggerlo per l'ennesima volta sul modo con cui deve chiamarmi. -Preferisco tornare a casa. -
Nello stesso momento in cui Ben sbuca dalla cucina si sente un clackson. -Ops, troppo tardi.-
 Lo fulmino con lo sguardo. Lui fa spallucce -Dobbiamo parlare di tua sorella. Non sappiamo cosa vuole. Potrebbe attaccarci in qualsiasi momento.-
Su quel punto aveva ragione, non potevo negarlo.
Mi alzo dal divano togliendomi la coda di cavallo. -Andiamo Tennyson.-

-Io non capisco perché dobbiamo sempre usare la tua auto, Kevin! Anch'io ne ho una!- protesta Ben.
Alzo gli occhi al cielo. Era da venti minuti che si andava avanti così. Neanche avesse cinque anni!
Un'altra sillaba emessa da lui e sarebbe finita.
Non capisco come Gwen faccia a sopportarli, continuano a bisticciare e lei si limita solo a sbuffare e a guardare fuori dal finestrino. Magari stava pensando a come zittirli o forse è così abituata che ci ha fatto l'abitudine, chi può dirlo?
Mi giro a guardare Ben. Stava per riaprire la bocca per parlare, nemmeno Giove poteva sapere cosa sarei stata capace di fare se avesse parlato.
-Avete notizie su mia sorella?- dico quasi urlando. Ben mi guarda perplesso.
Gwen si gira verso i sedili posteriori, dove siamo seduti io e Ben.
-Mi spiace ma non abbiamo nessuna notizia.-
-Ne sei sicura?- chiedo.
Kevin mi guarda attraverso lo specchietto retrovisore - Se lo dice Gwen puoi starne certa. Avrà fatto tipo cinquanta ricerche prima di dirti il risultato.-
-Non è assolutamente vero!- protesta la sua ragazza.
-Sì che lo è. Lo sai persino tu. - replica lui.
Imbarazzata sul loro bisticcio tra fidanzatini mi volto verso Ben.
Aveva un'aria pensierosa mentre si fissava le mani con insistenza. -Che hai?- chiedo.
-Stavo riflettendo su tua sorella.-
-Davvero? Tu sei in grado di pensare?- chiedo con falsa sorpresa sorridendo.
Lui annuisce -Già, incredibile. Non riesco a capire perché chiedi novità su di lei a noi quando dovremmo essere noi a chiedere spiegazioni a te.-
Mi irrigidisco un po'. -Ne so quanto voi.- rispondo.
Lui abbozza un sorriso -Ma lei sa molto su di te.-
-Sarà una stalker. - suggerisce Kevin.  
-Qual'è il segreto di cui parlava lei?- chiede Ben, non vuole mollare l'osso.
-Non lo so!- rispondo cercando di essere il più convincente possibile. Sono secoli che mento non può essere così difficile.
-Siamo arrivati- annuncia Gwen.
L'auto non fa nemmeno tempo a fermarsi che Ben esce. Si precipita ad aprirmi la portiera.
-Perché tutta questa cavalleria?- chiedo.
-Perché non te ne stai zitta per una buona volta?- chiede stizzito.
-Ben!- grida Gwen schiaffeggiando il cugino.

Senza spiegazioni entriamo dentro a un locale.
Kevin, Gwen e io ci sediamo e Ben, ancora una volta, scompare.
Indico la direzione in cui Ben è andato -Che cos'ha?- chiedo.
-è Ben. Hai bisogno di altre spiegazioni?- chiede Gwen.
Non me la raccontavano giusta.
Ben ritorna e si siede di fianco a me. -Che hai fatto?- chiedo.
Lui alza le spalle e mi porge una scatolina. - A volte dovresti goderti la vita e fare meno domande.- risponde.
Guardo la scatolina -Che cosa sarebbe?-
Incrocia le braccia -Ecco appunto.- sbuffa.
Guardo Gwen e Kevin ma loro evitano il mio sguardo, sono complici.
Non mi rimane che aprire la scatolina, al suo interno c'è una collana con un ciondolo a forma di gufo. -Auguri!- grida Kevin.
-Anche se un po' in ritardo.- replica la sua ragazza. Li guardo stupita, mi avevano fatto un regalo.
Qualcuno solleva i miei capelli, mi giro e a pochi, troppo pochi, centimetri da me c'è il viso di Ben, impegnato a mettermi la collana.
-Il gufo è il simbolo di Minerva, la dea della saggezza.-
-Lo so.- sussurro guardandolo, quasi incantata.
Lui si volta a guardarmi, i nostri sguardi allacciati.
-Allora ti piace?- chiede la voce di Gwen rovinando la magia.
Mi giro verso di lei -Certo, è bellissima. Grazie.- Un grazie sincero, non fingevo.

A un certo punto tutte le finestre del locale esplodono. E anche parte del locale segue l'esempio delle finestre. E la mia vista si fa buia.

Quando riapro gli occhi mi accorgo di essere sotto a un blocco di macerie, almeno penso. Sento gli allarmi delle auto e la gente gridare.
Mi giro da una parte e vedo Kevin inchinato vicino a qualcosa. No, era qualcuno. Gwen.
Grazie ai miei poteri mi teletrasporto accanto a lui.
-Vai da Ben. Ha bisogno di te. Io posso occuparmi di lei. Starà bene.- mi dice Kevin senza nemmeno guardarmi. Il suo tono non ammetteva repliche.
Mi faccio strada tra le macerie del locale fino ad arrivare a quello che una volta era il parcheggio.
Ben trasformato in Gelone stava combattendo con mia sorella. Non faccio nemmeno in tempo a pensare a un piano che Ben precipita sotto ai miei occhi mentre torna di nuovo in se stesso.

BEN
L'impatto con l'asfalto non è una cosa piacevole. Questa volta penso di essermi fatto male sul serio.
Un secondo dopo, mi piomba addosso l'aliena, la sorella di Angelica. I suoi occhi color miele mi guardano con disprezzo, sembrano andare a fuoco.
-Ben!- un grido stridulo e allo stesso tempo strozzato si fa largo tra le sirene e gli allarmi in giro per il quartiere. Angelica.
Il cuore mi si riempie di sollievo. Angie è viva.
L'elfo/furia che ho sopra, volge lo sguardo verso sua sorella. Poi lo rivolge a me. Si lecca le labbra e inizia a ridere.
-Oh Angelica, sei così sciocca? Così umana?- chiede pronunciando l'ultima parola come se fosse la cosa più disgustosa di tutte le galassie.
Mi afferra il coletto della giacca e inizia a scuotermi contro l'asfalto. La testa inizia a farmi male.
Un vento impetuoso ci colpisce in pieno e il caro elfo viene scaraventato a parecchi metri di distanza.
Angie si avvicina a me. Sul suo viso un'espressione che non le avevo mai visto. Preoccupazione? Per me?
Mi aiuta a sedermi. Mi prende il viso tra le sue fredde e pallide mani. -Tutto bene?- chiede in un sussurro.
-Ho avuto giornate migliori.- risponde.
l'inizio di un sorriso si fa strada sul suo viso ma scompare subito sostituito da un'espressione di orrore.
-Ben stai sanguinando.-
Mi tocco la testa e poi mi guardo le mani, completamente rosse. Anche le mani di Angie sono come le mie. Lei se le guarda con terrore e disgusto. Quasi strisciando si allontana da me.
-Cos'hai?- chiedo.
-Stammi lontano.- sussurra. -Angie...- cerco di avvicinarmi. Lei protende le mani e urla -Ti ho detto di strare lontano da me!-
E con un fluido movimento delle gambe si alza in piedi e guarda in direzione di sua sorella, stesa a terra ancora priva di sensi.
I suoi muscoli sono tutti in tensione, pronti in ogni momento a scattare verso l'aliena.
Le afferro una gamba prima che possa correre. Mi guarda con terrore. -Che diavolo stai facendo Tennyson?!-
-Non sembri molto lucida. Cosa pensi di fare?- chiedo cercando di rimanere cosciente.
-Voglio eliminarla prima che si riprenda.- risponde. Ha gli occhi sgranati e sotto al mio tocco la potevo sentire tremare.
-Non mi sembri in condizioni di combattere. Andiamo via prima che si riprenda.- suggerisco.
-Non pensavo che fossi uno che molla, Tennyson.-
-E non lo sono! Ma la nostra squadra non sta bene e lei è troppo forte. Dobbiamo riprendere le forze.-
Scrolla la gamba per liberarsi di me. Mollo la presa.
-Io vado.-
Cerco di alzarmi in piedi. -Allora vengo anch'io.- replico.
Lei mi guarda con paura. Mi prende le spalle e mi guarda dritto negli occhi. Nei suoi occhi si intravedono dei capillari rossi. Fa un sospiro tremante -Ti prego Ben, ti supplico non venire con me. E stammi il più lontano possibile.- Mi aveva chiamato Ben e non Tennyson.
-Non posso combattere se tu non sei al sicuro. E ora con me non lo sei. Ti prego rimani qua. Non posso proteggerti. Posso solo farti del male. Va via.- Appoggia la sua fronte sulla mia. -Ti prego. Ti prego. Ti prego.- sussurra.
Prendo il suo viso tra le mie mani, sembra così fragile. Al tocco con le mie mani lei sussulta e trattiene il respiro. -Porta Kevin e Gwen via. Ti prego. Ti prego. Ti prego. Non voglio farti del male.- Mi lascia un bacio tremante sulla mano sinistra e poi si dissolve nell'aria.

Non ho più forza per stare in piedi. Cado con molta poca grazia a terra e cerco di raggiungere quel poco che resta del bar per andare da Gwen e Kevin. Strano, ma sto cercando di obbedire ad Angelica. Stava nascondendo qualcosa, ne ero certo. Ma per ora non avrei indagato. Le sue parole, il tono disperato della sua voce e i suoi occhi sgranati mi avevano convinto a fare quello che mi aveva chiesto. Ma le sue parole continuavano a ripetersi nella mia testa, conseguenza del probabile trauma cranico? Probabilmente sì.
Angie e sua sorella stanno combattendo. Nella loro direzione si  intravedono due sagome che saettano da una parte all'altra. Un bagliore azzurrino, l'acqua, contro un bagliore rosso, il fuoco, che circondava una delle due sagome, Angelica.
In pochi secondi una sagoma infuocata afferra Angelica, o almeno la sagoma che dovrebbe essere lei.
In un turbinio di scintille, bagliori rossi e azzurri, grida ed imprecazioni si dirigono in volo verso di me e vanno a sbattere contro ad un muro esterno del locale che era rimasto quasi integro.
Angelica è a spalle al muro, le mani della sorella stringono la sua giacca, come aveva fatto con me.
Una di fronte all'altra erano così simili ma anche così diverse. Gli stessi capelli neri leggermente mossi, le forme del corpo si assomigliavano ma Angie era leggermente più bassa di sua sorella, gli occhi erano tutt'altra storia. Troppo diversi.
Mi avvicino a loro, forse se riesco a trasformarmi...
Si guardano negli occhi con astio, poi lo sguardo di Angelica si ferma verso di me. Sgrana gli occhi.
Sua sorella si gira. Mi guarda e sorride. Sbatte Angelica contro al muro. -Sei così patetica. Anzi siete entrambi patetici.-
-Perché?- chiedo strisciando ancora di più verso di loro.
L'aliena estrae dalla cintura un pugnale argenteo, continua a sorridere.
-Umani. Siete così deboli e prevedibili.-
Con una mano prende il viso di Angelica e lo fa girare in modo da potermi guardare. -Guarda sorellina. Guarda il tuo piccolo umano mentre striscia nel proprio sangue. Guardalo perché sarà l'ultima volta che lo vedrai.-
Angie mi guarda con sguardo assente -Perché non mi hai ascoltato, Ben?- sussurra. Detto questo si libera dalla presa della sorella. La guarda e le sputa addosso -Va all'inferno-
La sorella ride -Allora ci vediamo là.- e trafigge con il pugnale il petto di Angelica.
-No!- Un urlo. Il mio urlo. Non capisco più niente, ne quello che faccio. Continuavo a vedere quella scena a ripetizione.
Poi una risata mi riporta alla lucidità. Quell'essere osava ridere? Ma non è lei, ma Angelica. Continua a sghignazzare con ancora nel petto il pugnale della sorella, mentre lei la guarda con sorpresa.
Estrae il pugnale da se stessa -Oh sorellina, sono io la maggiore sai? Quanto sei sciocca?-
-C-come hai fatto?- chiede tremante.
-Io stessa sono tornata dall'inferno.- spiega Angelica con il pugnale in mano avvicinandosi alla sorella.
-Alcuni popoli mi considerano una creatura dell'inferno.- Sorride mentre i suoi canini si allungavano. -E ora vattene via o banchetterò con te.- urla.
Un secondo dopo la sorella non c'era più.
Angelica sembra accorgesi di me adesso. Mi guarda con terrore.
-Stammi lontano.- e questa volta ero io a dirlo. -Va via. Non ti voglio vedere mai più!-
Mi guarda scioccata -Come?-
-Mi hai mentito- urlo. -Vattene! Non farti più vedere!- e svengo.
CONTINUA

ANGOLO AUTRICE:
Sono una vergogna. Un ritardo così è imperdonabile, non ci sono scuse. Mi dispiace.
Ma con Agosto farò del mio meglio, non ho niente da fare e mi concentrerò per scrivere più capitoli possibile. Sto già preparando il prossimo e posso dirvi che sarà veramente... Non dico niente!
Spero che qualcuno mi perdoni.
Un bacio grande,
ASTRID

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Capitolo 9
*** Come fuoco nelle vene ***


Capitolo 8: Come fuoco nelle vene.

ANGELICA
Kevin gironzola avanti e indietro per il corridoio bianco, sbuffando e borbottando. Se avesse potuto arrampicarsi sui muri lo avrebbe fatto di sicuro.
L'odore del disinfettante mi faceva venire il mal di testa e, al mio olfatto sviluppato non impediva di sentire l'odore pungente del sangue. In conclusione odio gli ospedali. Sempre odiati e sempre li odierò.
Anche se io ero nata molto prima di queste strutture avevo già passato molto tempo negli ospedali.
Sempre ad attendere, ad aspettare perché negli ospedali tu non puoi fare niente. Non puoi combattere per i tuoi cari, non puoi salvarli, puoi solo attendere come se fosse importante...
-Giuro, Kevin, che se non ti fermi ti stacco la testa.- sbotto. Era una maledettissima ora che andava avanti in quel modo.
Kevin senza fiatare si siede sulla sedia accanto alla mia.
Lo guardo. -Non scappi da me?-
Lui fa spallucce -Perché dovrei? Per me non sei un mostro. Avrai avuto i tuoi motivi per nasconderlo. Non penso che tu sia...-
-Cattiva?- lo interrompo.
Lui annuisce. -Ci sono già passato. Loro capiranno.-
Appoggio la testa al muro. -Non penso che Ben capirà.- sussurro.
-E invece lo farà. -
-Ma hai sentito come ha reagito?- chiedo.
Annuisce. -Era preso dall'emozione del momento. Ti perdonerà.-
-Come fai ad esserne sicuro.-
-Semplice, lui non può starti lontano.- dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Afferro la mano di Kevin - Andrà tutto bene sai?-
Chiude gli occhi e abbandona la testa all'indietro. -Sì. Ma non posso fare a meno di pensare a lei. Capisci,vero?-
-Più di quanto tu possa immaginare.-  

Il medico se ne va, lascandoci da soli. Probabilmente era un risolutore. Quale medico normale avrebbe dato delle informazioni a due ragazzini?
Mi alzo in piedi. Kevin mi guarda. -Dove vai?- chiede.
-A casa. - rispondo.
Kevin si alza. -Perchè? Fra poco possiamo andare a vedere come stanno.-
-Hanno solo un trauma cranico, fra poco verranno dimessi. E poi penso che Ben non mi voglia vedere. Ci vediamo.- dico.
-Okay...- dice titubante.
Prima di varcare la porta sento Kevin che mi urla - Domani sarà più ragionevole!-

Un altro giorno di scuola saltato. Non è che m'importasse molto, avevo già avuto un educazione, ma non è questo il motivo della mia assenza. Sono ancora a corto di sangue e finire in una scuola piena di potenziale "cibo" avrebbe messo a dura prova il mio autocontrollo, non voglio rischiare troppo.
E poi questa mattina mi era arrivata un email molto vaga dai miei superiori: tra poco sarai libera.
Continuo a pensare a quelle parole. Non mi piacciono per niente e non riesco a capirle a pieno, o forse non voglio capirle. La fame non aiuta il mio cervello a pensare.
Il campanello della porta mi distoglie dai miei pensieri.
-Chiunque tu sia vattene!- urlo.
-E quando mai ti ho dato retta?- chiede la voce al di là della porta, Ben.
Mi avvicino lentamente alla porta d'ingresso. Guardo dallo spioncino:è proprio Ben. Riesco a sentire l'odore del suo sangue da lì.
Mi lascio cadere a terra ai piedi della porta.
-Vai via.- dico con calma e decisione.
-No.- risponde.
-Che cosa vuoi?- sussurro esasperata.
-Voglio parlarti. Voglio delle spiegazioni da te.- risponde.
-Le avrai ma non oggi. Il caso è chiuso.-
Da fuori non si sente alcuna risposta.
Sono quasi tentata di alzarmi quando una luce verde di fronte a me, per poco, non mi acceca. Ed ecco Ben.
Scatto in piedi. -Come diavolo hai fatto?- urlo.
Lui si guarda attorno in cerca di qualcosa. -Nanomech.- risponde con non curanza.
-Eccolo.- sorride e si dirige sul divano che è pieno di oggetti.
Mi guarda. -Casa tua è un vero schifo.-
In questo momento non posso dargli torto. Il mio appartamento è quasi del tutto al buio, con oggetti sparsi ovunque e residui di fango e sangue sul pavimento e il tappeto del salotto.
-Ha avuto giorni migliori.-
Mette i piedi sul tavolino di fronte al divano. -Me lo auguro.-
-Che vuoi, Tennyson?- chiedo scocciata.
-Allora è così? Tennyson? Dove è finito il tuo "Ben, ti prego, ti supplico"?- chiede facendo una ridicola voce stridula che non mi appartiene per niente.
-Mi dispiace, okay? Te lo dovevo dire. Ora puoi andare?-
-No. Voglio sapere di più.-
Sbuffo e mi abbandono, di nuovo, sul pavimento. -Se rispondo a qualche tua domanda, dopo te ne vai?- chiedo.
Lui annuisce.
-Bene. Vai.-
-Perchè stai saltando scuola?- chiede.
Lo guardo stranita. -Io ti do la possibilità di avere delle informazioni su di me e questa è la tua domanda?- chiedo.
Alza le spalle. -Non pensavo che mi avresti dato questa opportunità. Che hai fatto alla voce?-
-La voce? Niente...- rispondo confusa.
Lui mi guarda, anche se siamo nella penombra riesco a vedere l'intenso verde dei suoi occhi. -C'è qualcosa di...diverso.- afferma.
Ci penso su. -Oh. Be' ora che sai la verità su di me mi sembrava inutile avere un finto accento spagnolo. Non ti pare?-
Abbassa lo sguardo e a bassa voce domanda -Quindi mi hai mentito? Non vieni da Siviglia? Quindi quella non era casa tua e la tomba di tuo...-
-Non ti ho mentito- dico ad alta voce per interromperlo. -Sono nata a Siviglia ma in quel tempo lo spagnolo non esisteva. E quella era realmente la mia prima casa e mio padre...-
-Quanti anni hai?- mi interrompe quasi non volesse sentirmi parlare della morte di mio padre.
Lo guardo indignata -Non si chiede mai l'età ad una signora.-
Lui sorride. -E quindi sei una signora...-
-Ben!- lo rimprovero.
-E ora ritorniamo a chiamarci per nome, bene bene.-
Guarda attentamente il tavolo. Inarca le sopraciglia. -Chi diavolo è Orlando?- sbotta.
-Nessuno che t'interessa. E non curiosare tra le mie cose. Prossima domanda-
Si alza in piedi abbandonando il biglietto di Orlando. -Da quanto non bevi sangue?- chiede con assoluta serietà.
-Da quando sei un esperto di vampiri?- ribatto.
-Ho fatto delle ricerche...Rispondi o se no ti chiedo ancora di questo Rodrigo. -
-Orlando- lo correggo.
Fa un gesto con le mani. -Stessa cosa.-
-Veramente no...- borbotto.
Lui mi guarda con uno strano luccichio negli occhi.
-Non bevo sangue da alcuni giorni. Si nota, vero?- confesso ad un tratto.
-Un po'.- ammette.
-Ho un aspetto terribile, vero? O come dici tu da schifo.-
-Hai fame?- chiede non rispondendo alla mia domanda.
- Un po', ma non sei in pericolo,per adesso.- rispondo. Se non ti avvicini...
Lui ride. -So difendermi.-
-Evidentemente non hai mai visto un vampiro affamato.- replico.
-Infatti.- risponde.
Si sente una strana musica poi Ben prende il cellulare.
 -Dannazione! Dai Angie preparati.-  
-Perchè mai?- chiedo irritata.
-Tua sorella.- risponde.
-Non posso combattere.- dico meccanicamente.  
Lui mi guarda stupito. -E perchè?-
-Non mangio da alcuni giorni. Non posso sopportare a lungo i miei poteri. Con mia sorella ho bisogno di tutta l'energia possibile. E se anche usassi i miei poteri potrei perdere il controllo e non sarei più responsabile di me stessa.-
Mi guarda pensieroso.
-Se un vampiro ti morde cosa succede?- chiede titubante.
-C'è mia sorella in giro e tu continui a chiedermi informazioni?-
-Rispondimi e poi vado a dare una mano a Gwen e a Kevin.- grida.
-Okay, okay!- dico portandomi le ginocchia al petto. - Sta al vampiro scegliere. La sua vittima può morire o trasformarsi in un vampiro o se si ferma in tempo non le succede niente,più o meno. - rispondo.
Si china verso di me. -Cosa vuol dire più o meno?- chiede in un sussurro.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo gli occhi verdi di Ben davanti a me. Verdi come l'erba appena tagliata, completamente ipnotizzanti. Chissà se i miei sono così ipnotici...
Deglutisco. -Se un essere umano continua ad essere morso diventerà dipendente dal vampiro.-
Sorride. -Pensavo qualcosa di grave!-
Lo guardo stupita. Lui si china ancora un po' di più verso di me, appoggiando la fronte sulla mia, come ieri sera.
L'odore del suo sangue è così invitante e irresistibile. Mi sputano i canini. Chiudo gli occhi e serro i pugni.
-Mi dispiace per come mi sono comportato ieri sera. Non ero lucido ed ero un po' deluso dalla tua bugia. Ora, abbiamo bisogno di te. Sei l'unica a tener testa a tua sorella.- sussurra.
Lo prendo per le spalle e lo allontano un po'. Faccio segno di no con la testa. -Non ce la faccio.-
Ben con velocità si tira su la manica della maglietta e mi porge il suo polso. Lo guardo con aria interrogativa.
-Serviti pure.- dice cercando di sorridere.
-No!- urlo. -No,no,no.- inizio a scuotere la testa in maniera incontrollata.
Cerco di allontanarmi da lui ma avevo il muro alle spalle. -Non mi permetterei mai.-
-Ma io ti ho dato il mio permesso.- dice porgendomi di nuovo il polso.
-Non posso.- sussurro.
-Sì che puoi è nella tua natura.- replica deciso.
Scuoto la testa. -Non voglio.-
Lui mi guarda sorpreso. -E perchè?-
-Essere morsi è una cosa estremamente intima.- spiego sempre a bassa voce.
-Ah, allora è così? Ti vergogni di condividere una cosa così speciale con me?- chiede con espressione offesa.
-No!- gli afferro il braccio, in modo che lui si avvicinasse a me.
-Allora fallo.- mi incita.
-E se non mi fermassi?- chiedo, realmente preoccupata.
-Mi fido di te.-
Lo guardo stupita, si fidava così tanto di me...
Mi porge di nuovo il polso. -Ora sbrigati.-
-Avvicinati- dico a bassa voce. Lui mi guarda stupito e strisciando sulle ginocchia si avvicina.
Gli afferro di nuovo le spalle e lo avvicino ancora di più.
-Il polso non è un buon punto.- gli sussurro all'orecchio.  
Alza un sopraciglio -Ah no?-
Scuoto la testa. Mi avvicino lentamente al suo collo. Lo sfioro con le labbra e lui sospira.
Continuo a lasciargli dei leggeri baci sul collo. Ben mi cinge la schiena.
E poi...poi... e poi lo mordo.
 Lui mi trascina e mi mette sulle proprie gambe.
Mai sentita così viva, sentivo il suo sangue scorrermi in tutto il corpo...  Con una mano gli accarezzo i capelli mentre Ben continua a stringermi a sè. Poi mi stacco.
Appoggio la fronte su la sua.
Lui mi mette dietro all'orecchio una ciocca di capelli e inizia a baciarmi il collo.
Chiudo gli occhi. Mi sembra quasi di avere i brividi, ma io sono morta, non posso averli.
Mi bacia la gola e poi arriva al mio viso. Mi bacia il labbro inferiore mordicchiandolo un po'. Socchiudo la bocca.
Nella mia mente rimbomba la voce di Jack, io ti maledico...
Sei pronta a perdere tutto per lui? Ne sei sicura? No, non sono pronta.

Lo colpisco alle spalle allontanandolo e in uno scatto mi rimetto in piedi.
-Dobbiamo andare.-

BEN

Sinceramente? Non so cosa mi fosse preso qualche minuto fa, non è da me.
Accidenti Ben ma cosa combini?
E se Angie non si fosse fermata, cosa sarebbe successo?
Sarei fidanzato in teoria...
E il morso? Non pensavo che potesse essere così piacevole...


Non saprei dire se sia un sollievo o una scocciatura il fatto che ci siamo divisi per raggiungere Kevin e Gwen. Non è che avevo molta scelta, lei era scomparsa subito...
Il "campo di battaglia" è un immenso parco situato nella periferia della città.
La sorella di Angie é vicino ad un albero, con un pugnale in mano e il sorriso perennemente sulle labbra. I suoi occhi color miele sembrano ardere.
Attorno a lei ci sono già Gwen e Kevin. Subito si materializza anche Angelica. In un secondo, grazie a XLR8, li raggiungo mettendomi di fianco ad Angie, la quale cerca di non guardarmi.
-Alla buon ora!- esclama Gwen. -Dove diavolo eravate finiti?- urla.
-Abbiamo avuto qualche problema.- rispondo guardando Angie che abbassa lo sguardo.
-Avete finito?- chiede l'aliena davanti a noi.
-Chi sei? Che cosa vuoi da noi?- chiede Kevin.
-Come chi sono?- chiede offesa. -Io sono Seraphina, vengo da
Dianaee. Sono figlia di Independence, regina del mio pianeta. E sono venuta a distruggere Angelica, la mia cara sorellina.- dice sorridendo trionfante.
Angie con lo stesso sorriso replica. - Quante volte ti dovrò dire che sono io la primogenita?-
-Sarai nata anche per prima ma il tuo sangue è contaminato.- risponde a denti stretti Seraphina.
-Anche il tuo cervello lo è- borbotto.
Sembra avermi sentito, si gira verso di me e si avvicina. Faccio un passo avanti.
-Ovviamente prima di eliminarti giocherò un po' con la tua natura umana...-
Angelica serra i pugni e dal nulla una raffica di vento scaraventa la sorella contro ad un albero. Poi fa una smorfia e si piega sulle ginocchia e inizia a rigettare un fluido rosso. Sangue, il mio sangue.
Gwen e Kevin la guardano shockati mentre Seraphina ride.
La raggiungo. -Cosa é successo?- chiedo.
Inizia a tremare. Mi guarda con terrore. - Non lo so.- dice con il fiato corto.
Come una scheggia impazzita Seraphina si fionda su Angie. Rotolano per il prato e poi Angelica viene sbattuta contro un albero. La sorella davanti a lei la tiene a spalle al muro (o albero).
Angelica con la bocca ancora sporca di sangue sorride.
-Dai sorellina, prova ad uccidermi.-
L'aliena sorride. -Magari in questo mondo non riesco ad ucciderti ma forse in un altro.-
Angie la guarda con aria interrogativa.
L'albero alle sue spalle inizia a brillare di blu e Angelica viene risucchiata dentro. Le mie gambe ragionano prima della mia testa. Senza rendermi conto sto correndo verso l'albero che ha risucchiato Angie e mi fiondo dentro.
CONTINUA  

ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Non posso credere di essere riuscita a pubblicare in una settimana circa! Mi sento felice per questo (?)
Okay, spero che il capitolo vi piaccia. :)

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