Un nuovo mondo

di lykke
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova partenza ***
Capitolo 2: *** Al quartier generale di Esperia ***
Capitolo 3: *** la contessa ***



Capitolo 1
*** Una nuova partenza ***


Erano le quindici del pomeriggio  di una giornata soleggiata e calda d'estate quando al quartier generale di Central City il telefono trillò. Alla cornetta una voce di donna allarmata avvisava di una bomba scopiata su un treno, vi erano molte vittime, tra le quali bambini piccoli. Si pensava all'ennesimo attacco terroristico .
I fratelli Elric si diressero sul luogo per esaminaare la situazione e prestare soccorso. Rimasero attoniti nel vedere la distruzione che aleggiava nell'aria. 
Un bambino ferito si aggrappò alla gamba di Alphonse, piangeva ed era spaventato, non aveva bisogno di parlare perchè i suoi occhi esprimevano bene la sua disperazione. L'alchimista lo prese in braccio e tentò di rassicurarlo ,* ha più o meno la stessa età dei miei nipoti* pensò con tristezza mischiata a rabbia.
Fortunatamente le vittime non erano molte e i feriti gravi erano già stati portati all'ospedale della città più vicina, in poche ore la situazione sembrava essersi calmata . Edward camminando tra i resti del treno intravide un luccichio nella polvere, si inginocchiò per osservare meglio. Raccolse il ciondolo  e lo spolverò, era un'orologio simile a quello degli alchimisti di stato, solo che aveva intarsiata una rosa.
Dopo averlo forzato trovò al suo interno scritto in corsivo : Caroline Ervin guardia di stato della città di Esperia.
La tragedia aveva un colpevole e una nazionalità ed era solo l'inizio di una sanguinosa guerra.


-prologo-

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Capitolo 2
*** Al quartier generale di Esperia ***


L’intero studio odorava di un forte profumo di incenso, da dietro l’enorme poltrona in pelle nera si alzava una piccola nube di fumo grigio . Il generale Fonten sentendo aprire la porta si girò verso l’entrata, la divisa intonsa avvolgeva la sua figura, esaltando un corpo ancora aitante e forte nonostante il mezzo secolo di età che dimostrava. Appoggiò con noncuranza il sigaro nel portacenere in marmo bianco e con la sua voce profonda e roca accolse la giovane ragazza in uniforme che attendeva impassibile sull’uscio. < Signorina Ervin, è venuta per darmi il resoconto della missione ?>, i piccoli occhi grigi brillavano di eccitazione, erano anni che progettava un attacco a Central City , la sua sete di potere era insaziabile e la crudeltà di cui si faceva vanto precedeva la sua fama , < Si signore, l’intera squadra ha eseguito gli ordini, alcune spie lasciate sul campo hanno riferito che dal quartier generale hanno già mandato l’allarme mandando due alchimisti>. Caroline se ne stava immobile , aspettava solo di essere congedata, non sopportava le carinerie di quell’uomo dovute al forte interesse del figlio a prenderla come sposa. Sin dal suo arrivo all’accademia militare era stata notata da Jacob Fonten, il rampollo dell’esercito, per anni l’aveva corteggiata e sapeva bene che tutti i favoritismi che aveva ricevuto erano dovuti a lui. < Lavoro eccellente come al solito signorina Ervin, può andare>, detto ciò il generale riprese il sigaro e alzandosi si avvicinò ai finestroni che davano sul roseto in giardino, in lontananza poteva vedere il mare, * molto pesto la pace di questa terra sarà solo un ricordo,tra poco farò scoppiare l’inferno*. Entrata in camera Caroline si spogliò dalla divisa grigia e azzurra , con cura la ripose nel piccolo armadio e ne prese un vestitino bianco in san gallo, si vestì in fretta , aveva solo voglia di uscire e andare sul mare, come faceva sempre quando qualcosa la turbava. Ripensava alla missione di due giorni prima, lei e gli altri erano stati inviati con il preciso compito di far scattare l’allarme, un’esplosione e basta poco importava dei feriti e delle vittime, l’importante era far prendere paura e lasciare una firma sul campo. Il gesto fu automatico , dalla piccola borsetta in paglia estrasse il ciondolo delle guardie di stato e lo fece cadere a terra, intanto gli altri si occupavano di spargere ulteriormente il panico. Nessuno avrebbe mai sospettato di ragazzi e ragazze appena ventenni o poco meno vestiti in borghese , nemmeno lei avrebbe sospettato di se stessa. Era sempre stato così , i poenti ordinavano e i soldati si sporcavano le mani senza sapere il motivo. Odiava quel sistema e si sentiva soffocare dalla rabbia. Arrivata in spiaggia si guardò intorno, era da sola, si tolse il mini abitino bianco che avvolgeva la pelle dorata dal sole e sciolse i capelli cenere striati di biondo sulle spalle. Passo dopo passo si immerse nelle acque salate e fresche e per un secondo dimenticò il flusso dei pensieri che la assillavano. Tra pochi giorni sarebbe stata trasferita proprio a Central City, nessuno sapeva chi era e pian piano avrebbe svelato tutti i segreti di quella fortezza di quarier generale. Come al solito toccava a lei il lavoro più infido. -inizio storia-

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Capitolo 3
*** la contessa ***


Fin da quando era piccola Caroline era stata abituata ad essere refrattaria alle emozioni, non conosceva la compassione o l’amore, non provava rimorso per le vittime causate. Eppure un’emozione la conosceva bene: l’indignazione, un sentimento maturato nei lunghi anni al servizio della nazione al quartier generale di Esperia.
In quel luogo si consumavano tutti i più osceni scenari che si possano immaginare.
La struttura non era accessibile a tutti, solo un gruppo scelto di persone potevano accedervi e usufruirne. Ovviamente la signorina Ervin era tra i prescelti e viste le sue eccellenti doti da alchimista e spia lo sarebbe stata comunque anche senza l’interesse di Jacob, ma come si sa le malelingue non muoiono mai e ben pochi al di fuori della capitale le riconoscevano il merito. Probabilmente la forte antipatia se l’era guadagnata a causa del suo carattere freddo e cinico, in perfetto contrasto con l’aria da bambola di porcellana che aveva, la chiamavano “la contessa”.
In quella calda giornata non se ne sarebbe più andata dal mare, non che le piacesse particolarmente il nuoto tutt’altro come sport l’annoiava a morte e non ci vedeva niente di glorificante ad andare “avanti e indietro” come diceva lei. Si faceva cullare dalle onde e lasciava che il sole le dipingesse altre ciocche più chiare nella sua capigliatura ribelle. Non si rendeva conto del tempo che passava, come non si rendeva nemmeno conto di essere al mondo d’altra parte, alternava piccole bracciate a momenti di assoluta pace sul bagnasciuga. Non aveva vergogna di essere nuda, conosceva bene quella spiaggia e sapeva che nessuno sarebbe arrivato per disturbarla. Aspettò che il cielo si scurisse di qualche tonalità e fatte seccare le ultime gocce salate si ricompose e tornò al quartier generale.
, urlò la portinaia vedendola arrivare. Sventolava una busta gialla tipica delle comunicazione ai militanti, Caroline non accelerò il passo continuò a camminare lentamente e svogliatamente: intuiva già il contenuto della lettera e le sembrò quasi ridicolo leggerla.
Il generale Fonten la inviava per direttissima a Central city, non avrebbe cambiato identità e la motivazione del suo trasferimento sarebbe stata l’indagine sui “terroristi del treno” che avevano macchiato l’onore di Esperia. L’avrebbe accolta il colonnello Roy Mustang, il quale le avrebbe mostrato il procedere delle indagini. La partenza era prevista per la sera stessa, allegati alla lettera c’erano il biglietto di sola andata e l’indirizzo del suo nuovo appartamento.
Fece meccanicamente la valigia e dopo aver chiamato un taxi si fece portare alla stazione, il suo biglietto le imponeva un posto in prima classe su una linea privilegiata in modo da farle risparmiare tempo, il treno partiva alle ore 22.15 e il suo arrivo era previsto per le 2.00 del mattino seguente anziché alle 4.00.* Un risparmio notevole che solo i papponi e i soldati come me si possono permettere, peccato per gli alberi abbattuti* , sperava di essere sola in cabina e con grande piacere fu accontentata. Si addormentò dolcemente nel velluto rosso delle poltrone, si svegliò per l’una in modo da prepararsi perfettamente. La porta della cabina era chiusa a chiave  ( privilegio solo per i soldati in viaggio) ,si rese presentabile e indossò la sua odiata divisa grigia e azzurra. Trovava la gonna troppo attillata disagio per le sue forme,ma  ciò non la imbarazzava affatto ,  lasciò leggermente sbottonata la scollatura della camicia e si abbottonò sopra la giacca della divisa. Dopo essersi cambiata riaprì la porta e aspettò che il sorvegliante l’accompagnasse per scendere. Non dovette aspettare molto, si mise i tacchi neri e si fece accompagnare.
Come da copione il colonnello l’aspettava appena fuori dalla stazione.
  < E lei il colonnello Mustang, piacere di conoscerla >, Caroline notava con piacere come l’attenzione del colonnello rimbalzasse dalle sue labbra rosate alla leggera scollatura fino a sotto il velo di collant color carne. < 19 appena compiuti>

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