La sorella di Draco

di rainicornsan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mira ***
Capitolo 2: *** La proposta ***
Capitolo 3: *** Evvai! ^_^ ***
Capitolo 4: *** Il M.G.D.T.F.M.B. v.v ***
Capitolo 5: *** I due giorni ***
Capitolo 6: *** Cassiopeia ***



Capitolo 1
*** Mira ***


Non è proprio horror, diciamo più thriller, ma poco anche quello... E' inquietante e romantica insieme più che altro!Leggete...Tremate...Recensite :)
Blaise Zabini si svegliò tutto sudato nel suo letto. Sognava di essere ancora là, nel castello, quando tutta la sua casa era stata allontanata grazie a Pansy Parkison. Alcuni di loro desideravano combattere, di certo non per Harry Potter, ma lo desideravano. Però non aveva protestato. Il suo istinto di salvarsi la pelle era prevalso.
Si era odiato per quello. Ma ora era al sicuro. Era luglio, era tutto finito. Era a casa sua, nella sua camera con le tende blu scuro.
Sua madre bussò alla porta. Aveva un'aria triste. L'aria che aveva sempre. Nonostante fosse di indole malvagia (Blaise era del parere che avesse ucciso lei suo padre e gli altri sei mariti), sembrava molto sola con l'unica compagnia sua e del gatto di casa, Virginia, in quella villa enorme e vuota. "Sì?" chiese lui, sorpreso. Sua madre non lo veniva MAI a svegliare. Anche d'estate e durante la vacanze lui viveva quasi da solo, perchè Eloise Zabini lamentava sempre un gran mal di testa, rimaneva chiusa tutto il giorno in camera sua, con le tende tirate, facendosi portare i pasti in camera da Boney, la loro elfa domestica.
"C'è una novità" esordì lei senza neppure augurargli il buongiorno.
"Stasera Narcissa Malfoy ci ha invitato a uan festa. Ci saranno tutti i Serpeverde del tuo anno. Mi ha detto che il povero Draco si sta chiudendo in sè stesso come un riccio. "
Blaise alzò il sopracciglio destro, trattenendo un ghigno. Gli riusciva più facile pensare a una madre amorevole, molti fratelli e un padre per più di un anno che a Draco come un povero e patetico riccetto. Evidentemente nessuna delle due donne conosceva davvero Draco. Comunque non fece obiezioni e chiese a sua madre di ordinare a Boney di attivare la sauna, l'idromassaggio e di prepararmi gli olii profumati. Lei annuì e se ne andò.
                                                                                                                                 *
Alle sei di sera, Blaise era pronto, profumato di olio, vestito con giacca e cravatta neri. Si guardò allo specchio gigante che troneggiava al centro del soggiorno.
Era soddisfatto. La sua figura alta e magra era esaltata dai suoi vestiti e i suoi occhi scuri e brillanti erano sottolineati dall'eyeliner dorato (non è da gay, ho scoperto che gli uomini di colore ci stanno da Dio!). Sua madre arrivò, bellissima come sempre. Da piccolo Blaise era quasi intimorito da tanta bellezza, mentre ora l'indifferenza lo avvolgeva come una zanzariera. Sapeva che era proprio quello ad averla portata a ridursi come era ora. Sapeva di essere come lei.
Bello, e destinato a essere sempre così. Si odiò per questo.
Alle sette si infilarono nel loro camino e, con la Metropolvere, sbucarono dal camino marmoreo di Villa Malfoy.
Circa un'oretta dopo, Blaise si era ormai ambientato, e, preso dalla noia, era in giro per casa a bighellonare con Draco, Nott e un calice di champagne in mano. All'improvviso, si ritrovarono davanti a una scala che portava ai sotterranei. "Vuoi sapere cosa c'è là sotto?" chiese Malfoy. Guardandolo in segno di sfida, Blaise iniziò a scendere le scale, sotto lo sguardo terrorizzato di Theodore Nott.
Si trovò davanti a una porta sbarrata. provò ad aprirla. Urlò:"Hey, Draco! E' chiusa!".
"Imbecille...". Sentì mormorare dal di sopra. Draco scese le scale e dette uno spintone. La porta si aprì.
Una cripta di marmo davanti ai loro occhi. Il coperchio era di vetro. Si avvicinarono. Theodore emise un suono strozzato. Dentro c'era una ragazza, che avrebbe avuto pressapoco la loro età da viva. Il suo viso appuntito e i lisci capelli platinati lunghi fino alla vita ricordavano moltissimo Draco. "Chi è?" chiese Blaise.
"Lei è il segreto della nostra famiglia. Lei si chiamava Mira. Il suo nome significava meravigliosa... Oh, e lo era. Lei era mia sorella.".
"Cosa!? E come è morta!?" chiese Blaise con una voce che ricordava molto un topo.
Era il primo elogio fatto a una persona che sentì uscire dalla bocca di Draco. Era il primo sguardo caldo, affettuoso, distrutto e malinconico che vedeva nei suoi freddi occhi grigi.
" Racconterò di mia sorella a voi. Non lo direte a nessuno." sussurrò Draco.  "Lei era la mia sorellina. Aveva un anno in meno di me. Giocavamo insieme. Lei era l'unica che mi capisse davvero. Le volevo bene." Gli si inumidorono gi occhi. "Lei era una Magonò. Lei era una Animorphomagus. Da piccola il colore dei suoi capelli cambiava in continuazione, lo ricordo bene... Da azzurri a verdi, da rossi a bianchi. Come tutto il resto. Le volevo bene" ripetè.
"Le volevamo bene. Mio padre era l'unico freddo con lei dopo che a undici anni non le arrivò la lettera. Lord Voldemort era tornato. La rinchiudemmo qui per proteggerla. Lui la trovò. Mira era il suo giocattolo quando veniva per parlare con i miei genitori.
Io mi nascondevo nel corridoio a origliare e a sbirciare. Mira quel giorno stava giocando fuori a palla. Entrò in casa. Non l'avevamo nascosta perchè non sapevamo sarebbe arrivato. La torturò per divertimento fino a farla impazzire. Da quel giorno la tenevamo reclusa sempre perchè graffiava chiunque le si avvicinasse. Era impazzita. L'unica cosa che faceva era cantare. Sempre le stesse sei frasi. Non mangiava. Cantava per ore. Io ero l'unico a farla ragionare. Con me aveva degli scatti d'ira, e a volte uscivo da camera sua con dei lividi, ma la maggior parte del tempo era calma. Un giorno morì. Trovammo in camera sua questo."
Si aprì la giacca e si sollevò la maglia. Theodore e Blaise osservarono, piuttosto imbarazzati, sul petto di Draco Malfoy un medaglione nero e tondo, con una carica a molla al centro.
"Se lo azionavi anche dall'altra parte della casa, lei usciva da qui e seguiva la canzone del medaglione. Continuando a cantare.".
Aprì il medaglione. Dentro c'era un foglietto ripiegato. Draco azionò il medaglione e cominciò a cantare, accompagnato dalla nenia sonnolenta e inquietante:
"La bimba chiede se vuole giocare,
lui risponde no ti voglio far male,
lei lo guarda impaurita perchè,
lui con la bacchetta già puntata è,
lei si contorce, ha male, strilla, ha paura,
ma lui non si ammorbidisce, con l'arnese di tortura dura".
Blaise sbarrò gli occhi. Mira si era svegliata. Era seduta, aveva aperto il vetro senza far rumore, e continuava a cantare con una voce infantile terrorizzata, ma con lo sguardo e l'espressione tranquilla. Draco la guardò indifferente. Ci era abituato.
Nott emise un lieve gemito di terrore e indietreggiò. Ma Blaise Zabini si fece avanti. Le chiese cosa le era successo.
Sentì distintamente Draco borbottare: "Adesso giochiamo ai piccoli detective coraggiosi..." .
Lei si fermò solo quando il medaglione si scaricò. Allora guardò Blaise incuriosita e rispose:"Tu sei solo, non è vero, Blaise? Molto solo. E triste."
Lui ebbe uno sprazzo di paura. Mira leggeva nel suo cuore. La ragazza alzò un braccio e lo accarezzò sulla guancia, mentre i suoi grandi occhi verdi contornati dalle sue folte ciglia bionde si addolcivano. Al tocco della sua mano, Blaise sussultò. Era tiepida. Gliela prese. Era davvero tiepida, non aveva sognato.
"Draco... La sua mano è calda... Ma che diavolo...?".
"Aaah, Draco, ci sei anche tu allora!" sorrise lei, mostrando una fila di denti candidi. Si alzò in piedi. "Per favore, aiutami a scendere, Blaise...".
Lui, stupefatto, le abbracciò la vita e la posò delicatamente per terra. Profumava di fragola. Ma come diavolo faceva a profumare e emanare calore se era morta!?
Lei gli sorrise, e si lanciò tra le braccia di suo fratello. A Blaise e Nott fece uno strano effetto vedere Draco abbracciato a una ragazza che indossava peraltro solo una vestaglia bianca bordata di piume di pavone. I capelli di lei fluttuarono mentre posava la sua piccola bocca rosa sulla guancia del fratello. Draco ora non aveva più l'aria annoiata o malinconica. Era terrorizzato.
"Ma non è normale?" chiese Nott, che ormai si era quasi calmato. "No. Per niente. Si limitava a cantare, non è vero Mira?".
Lei rispose "Certo. Ma io ero lassù, Draco. Ti seguivo dal cielo. Vedevo il mio corpo cantare quello che quell'uomo mi aveva fatto, quando aprivi il medaglione. Però, questa volta è stato diverso... Tutto era più nitido, chiaro e pulito, e respiravo, e ascoltavo le vostre voci, e avevo il tatto...". I suoi occhi brillarono di gioia. "E' stato un uomo a farmi tornare, ma un uomo morto, lassù. Aveva una lunga barba bianca e l'aria davvero molto saggia. Ma non ricordo il suo nome. Aveva l'aria molto potente, e lo era di sicuro se mi ha fatto resuscitare da morto..." I tre ragazzi si lanciarono uno sguardo terrorizzato.

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Capitolo 2
*** La proposta ***


Blaise andò a trovare numerose volte Draco e sua sorella. Il ragazzo aveva rivelato solo alla madre della 
"resuscitazione" della sorella. Lucius Malfoy non era al corrente che la sua secondogenita fosse sopravvissuta, perchè
sua moglie e i suoi due figli non sapevano quale sarebbe stata la sua reazione.
L'avrebbe scoperta a giorni, così Draco e Mira si trasferirono a Little Hangleton, un paese a loro poco noto ( erano in pochi a sapere che era stato luogo d'infanzia dei genitori di Voldemort),
in una villetta sontuosa (troppo per due persone, secondo lo stile di Draco) con un giardino enorme, pieno di piante esotiche, laghetti con uccellini e alberi ben potati( su suggerimento di Mira). Blaise faceva loro visita quasi ogni giorno. Pur essendo diventato capo degli Obliviatori al ministero, trovava sempre un paio d'ore per Mira (infatti andava a casa Malfoy più per lei che per far visita al suo vecchio amico).
Capatine a un bar, passeggiate, shopping per Diagon Halley, la cosa andò avanti per un paio di mesi.
Era il dieci di dicembre, e Blaise quel giorno aveva portato Mira a fare una passeggiata in mezzo a un bosco innevato in montagna.
Cominciò a nevicare, e Blaise era incantato da Mira che raccoglieva meravigliata i fiocchi di neve, dello stesso colore della sua pelle.
I fiocchi si adagiavano sulle sue ciglia, sui suoi capelli come tanti piccoli diamanti che si dissolvevano troppo in fretta.
All'improvviso si trovarono davanti a uno spettacolo orribile.
Un piccolo cerbiatto, morto con il cranio spaccato, sotto un tronco di pino enorme. La neve intorno era rosata.
Blaise stava per ridere, come faceva sempre davanti alla morte e alle sue vittime. Lui e i suoi amici se ne prendevano gioco. 
Ma il riso gli morì in gola, pensando alla scena di cui sarebbe potuto essere il protagonista.
"Blaise rise. Mira lo aveva visto con la coda dell'occhio. Lo guardava, stupefatta. -Sei malvagio, Blaise. Non me lo sarei mai aspettato da te.-
Lui la guardò. Si era reso contò di ciò che aveva appena fatto. Per quella sua risata, Mira si era arrabbiata e ora voleva tornare a casa.
Lei continuava a  stare in silenzio, con un espressione molto delusa perfettamente leggibile sui suoi occhioni verdi, mentre lui
continuava a chiederle scusa, più e più volte." Blaise si scosse dal pensiero, inorridito, e ringraziò mentalmente se stesso per non averlo fatto ridere.
Abbracciò Mira, che singhiozzava disperata, portandola via da lì.
 
 
Mira e Blaise erano tornati a un bar per riscaldarsi. Davanti a una cioccolata calda fumante, stavano ancora parlando dell'accaduto.
Blaise rammentò a se stesso che era il momento. "Mira, ti devo chiedere una cosa... Avrei voluto chiedertelo lì, ma dopo quello che
è successo...". Lei annuì. Blaise frugò nella tasca dei suoi pantaloni, cercando quello che doveva trovare, ma tenne la scatoletta con l'anello diamantato  sotto il tavolo.
"Ti volevo chiedere... Insomma... Se mi vuoi sposare?". Mira spalancò la bocca sorpresa, per poi rispondere, sorridendo:
"Io, sai, ci dovrei pensare almeno un paio di giorni. Ti voglio bene Blaise, ma non sono avventata. Devo pensare da sola. Vorrei che mi portassi in una baita,  o qualunque altro luogo desolato, e che mi lasciassi lì per un paio di giorni.
Vorrei anche che avvisassi mio fratello, ma digli che voglio solo prendermi una lieve vacanza.
Voglio che sia una sorpresa, se accetto. E poi c'è un'altra cosa. Quando ero, diciamo, morta, io ho visto dentro il tuo cuore.
Ho visto quanto sei solo e infelice, e te lo dissi, ti ricordi, Blaise? Ma ho avvertito anche un'altra cosa in te. 
Vidi una cosa strana. Anomala, quasi. Il tuo cuore è un miscuglio di bontà silenziosa e rabbia repressa.
Ho visto, non per vantarmi, che io sono una delle poche persone in grado di sedare ulteriormente quella cattiveria che c'è in te.
Non voglio credere che sia una parte prevalente in te..." chiuse gli occhi.
Blaise sussurrò, spaventato: "Era un'altra cosa di cui ti volevo parlare. Se accetterai la mia proposta, vorrei che mi aiutassi a annullarla del tutto. Io mi fido di te, non so cosa mi spinga a farlo, ma io mi fido moltissimo di te, Mira.".
"Partiamo, Blaise. Portami  in quel luogo che ti chiedo ora, per favore..."
 
 
Blaise bussò alla porta. Draco aprì e lo fece entrare. "Sono venuto per salutarti e per dirti che tua sorella per un paio
di giorni è in vacanza.".
Draco alzò un sopracciglio e disse, sorridendo: "Blaise, non sono stupido. So tutto. Ma sono d'accordo.".
Blaise sorrise e  brillò quasi di felicità.
Ancora due giorni. Solo due. Poi avrebbe saputo se la sua piccola stella sarebbe stata con lui per il
resto della sua vita o se il mondo si sarebbe sgretolato ai suoi piedi. 
 
 
 
 
 
E'un pò corto questo capitolo, ma lo aggiornerò in fretta! Ciao ciao!

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Capitolo 3
*** Evvai! ^_^ ***


Blaise si svegliò agitato, tutto sudato. Era arrivato IL giorno. Quel giorno. Balzò fuori dal letto. Si fece una doccia e inviò
il suo patronus, una lince delle nevi, a Mira con il messaggio:"Passo a prenderti per pranzo".
Aprì l'armadio, e alla sconfortante vista delle prossime ore di preparazione che lo aspettavano, sospirò rassegnato.
Due ore dopo, era pronto. Uscì in cortile e si smaterializzò, trattenendo il fiato per l'ansia.
 
Erano stati due giorni orribili per Mira. Dover scegliere di fronte ai fantasmi del passato e a ciò che doveva succedere a loro,
entro pochi anni, era stato difficile. Ma lei sapeva ciò che voleva.
Due ore prima le era arrivata la lince di Blaise. Era agitata. Si era morsa il labbro inferiore, aveva sudato terribilmente mentre
si era lavata nella grande vasca marmorea con bagnoschiumi pregiati e si era spalmata con creme profumate.
Si era pettinata i capelli in uno chignon basso, aveva messo una delle rose bianche sopra l'orecchio e si era vestita
con un paio di pantaloni bianchi, assieme ad un cardigan di lana giallo tenue. E ora aspettava, aspettava, seduta su una sedia tra le rose bianche.
Non sapeva perchè, ma aveva la sensazione che sarebbe arrivato proprio lì.
 
Blaise ruotò su se stesso. Non sapeva perchè, ma aveva deciso di smaterializzarsi nel giardino curato da sua madre.
Aprì gli occhi, e alla vista di Mira che lo aspettava proprio lì davanti, scoppiò a ridere, seguito da lei, che lo
abbracciò delicatamente. Si sedettero sul dondolo. Mira si rilassò tra le sue braccia e gli mormorò: "Mi sei mancato...".
"Anche tu..." sospirò Blaise. In quel momento era felice di abbracciare Mira e che lei fosse così dolce con lui, ma voleva
sapere il verdetto. L'ombra di un sorriso attraversò il viso della ragazza. Ridacchiò:"Vuoi saperlo?".
Lui rispose, affannato:"Sì... Cioè SCUSA SCUSA io non ho fretta, fai con calma... Cioè...". 
Lei rise:"Ma chi vuoi prendere in giro? Sembri sull'orlo di un infarto!".
Lui abbassò gli occhi, sentendo il sangue affluire alle guancie. Non si era mai sentito così a suo agio e teso nello
stesso momento. Lei gli sollevò il viso con le mani e appoggiò la fronte alla sua. Inspirò e poi sorrise:
"Sì. Sì Blaise, ti voglio sposare! Ti voglio sposare perchè ti amo!". Gli occhi le si inumidirono, quando abbracciò lui,
con le guancie su cui scorrevano alcune lacrime. Blaise sentì un enorme macigno sollevarsi dal suo petto, lasciandolo libero
di respirare. Affondò il viso nei morbidi capelli della sua futura moglie, che si erano sciolti dal severo chignon che prima portava.
"Dove vuoi andare oggi?" chiese felicissimo. Lei, con ancora gli occhi gonfi di lacrime di felicità, rispose:
"Dove vuoi tu.". "No, scegli tu.". "Dai Blaise, facciamo così. Rimaniamo qui a pranzare, e poi andiamo a fare una passeggiata qua
intorno. Va bene?".
"Certo che sì! Ma prima una cosa...". Blaise sfilò una scatolina di velluto. La aprì. Prese un anello dal fodero e lo infilò al dito
di Mira. Lei lo osservò, per poi esclamare:"Oh, Blaise, è bellissimo!". L'anello era d'oro smaltato bianco, abbastanza sottile, con intarsi a forma di rosa che
lo percorrevano in tutta la sua lunghezza, con un unico diamante incastonato al centro. 
"Mai quanto te. Tu sei la cosa più meravigliosa che io abbia mai visto.". Lei gli sorrise, radiosa.
Si presero per mano e si avviarono verso la cucina. 
Le loro voci si intrecciavano.
"Sai cucinare, Mira?"
"Io no. Tu, Blaise?"
"HEM... Mi sa che cucineremo un disastro!"
"E disastro sia!"
"Non importa, vorrà dire che impareremo..."
"Insieme...".
 
 
Che cosa dolce :3 Vabbè saluti al prossimo capitolo... RECENSITE O VENGO A CASA VOSTRA CON UN BAZOOKA! :)

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Capitolo 4
*** Il M.G.D.T.F.M.B. v.v ***


Eccovi qui, servito su un piatto d'argento, il Matrimonio Gioiosissimo e Davvero Tanto Felice di Mira e Blaise! 
Ecco a voi il giorno del M.G.D.T.F.M.B. ! Dato che tutto sarà così dolce e smielato da farvi cariare i denti, metto un font molto da New York Times, stile Prima Pagina i Fantastici Mira Malfoy e Blaise Zabini si sposarono il quintordici agottobre dell'anno del Signore  duetremilionietrentatrè.
Ve gusta? Buona lettura!!! &.&
 
 
Era arrivato il giorno del matrimonio.
Villa Malfoy era stata allestita a festa. Fuori casa, un gigantesco gazebo fatto esclusivamente di rose bianche rampicanti si teneva in piedi per magia.
Un enorme tavolo conteneva moltissime pietanze cucinate da elfi domestici. Una torta bianca e rosa alla fragola troneggiava in mezzo alle altre portate.
Delle farfalle azzurre volteggiavano sotto il gazebo. Non scappavano via perchè erano state Confuse. Una piccola orchestra formata da omini vestiti di un elegante color piombo era su un soppalco.
Alcune statue di ghiaccio circondavano il luogo dove i due si sarebbero sposati. Le sedie erano fatte d'argento. 
Lucius Malfoy era stato mandato in vacanza alle Bermuda dalla moglie, ed era già stato dato per perso. Nella camera matrimoniale, due gioiose Narcissa Malfoy e Eloise Zabini stavano sistemando l'abito addosso a Mira.
Era bianco, arrivava al metà tra le caviglie e il ginocchio, un nastro turchese cingeva la vita della sposa, il corpetto era senza maniche.
Mira indossava anche un paio di ballerine turchesi, un paio di guanti dello stesso colore in pizzo, e una coroncina di rose azzurre e piccoli diamanti da cui partiva il velo bianco lungo fino alla vita.
Un bouquet di rose azzurre e pizzo bianco era appoggiato sul grande letto matrimoniale di Lucius e Narcissa. Mira aveva i capelli sciolti.
Non era truccata, come al solito, nonostante le esortazioni della madre e della suocera a lasciarsi dare almeno un filo di ombretto. Mira, al contrario di quanto si possa pensare, era calma.
Non doveva dare spettacolo, doveva sposarsi. Lei amava una persona, e non le importava che là fuori ci fossero una cinquantina di maghi e streghe che magari la criticavano per il solo fatto di essere una Magonò.
Draco Malfoy e Blaise Zabini, entrambi in tight in camera di Draco, stavano aspettando il momento di uscire.  Al contrario della moglie, Zabini era agitatissimo.
Stava per andare in iper-ventilazione, ne era sicuro. Draco parlava con lui per provare a calmarlo, senza ottenere risultati. 
 
Blaise e Draco erano di fianco al prete. Tutti quanti, seduti sulle loro sedie argentee, stavano osservando Mira e Narcissa che avanzavano per il tappeto bianco.
A Blaise venne un colpo al cuore. Quando arrivarono davanti al prete, si sorrisero lievemente (o almeno, Mira sorrise lievemente, Blaise sorrise ebetamente per lo sforzo di non entrare in un comatoso attacco cardiaco).
Il prete cominciò a parlare e Pansy Parkison, venuta al matrimonio esclusivamente per vedere il suo Dracuccio ( <3 <3 :3 ) e non di certo per quella stupidella Magonò e il suo nuovo maritino, si era addormentata in una maniera scomposta che faceva vedere le mutande sotto il falpalà rosa shoking dopo essersi accorta che il suo amato Dracuccio non la cagava pari (scusate il termine).
Dopo essersi scambiati le promesse e le fedi (oro elfico diamanti grossi come noci di cocco eccetera eccetera) ci fu il famoso:"E ora lo sposo può baciare la sposa!".
Blaise vide Mira avanzare verso di lui sotto la luce del cielo. Pura e dolce. La abbracciò. La strinse a sè, la circondò con le braccia.
Appoggiò le labbra su quelle morbide e fresche di Mira. Lei ricambiò il bacio. Quando si staccarono, Blaise non si era reso conto di quanto fosse passato.
Minuti? Ore? Giorni? Si rese anche conto con orrore che era stato a un pelo dal trasformare il semplice bacio casto che doveva essere da qualcosa di più passionale e intenso.
Anche Mira lo aveva capito, dal lieve rossore profuso sulle sue guancie. Ma per fortuna nessun altro, eccetto Draco, che guardava ostinatamente da un'altra parte, cercando di mantenere un certo contegno.
La mente di Blaise ridacchiò. Nel periodo prima di mollare la Parkison non sembrava tanto indifferente alle mani polipose di lei, anzi! 
Dopo aver finito di celebrare la cerimonia (ormai alla Parkison si vedeva pure il reggiseno perchè era lentamente scivolata a terra), gli sposi aprirono le danze.
Blaise pestava in continuazione i piedi a Mira e viceversa. Loro odiavano ballare. Amavano passeggiare, cucinare e chiacchierare. Insieme ovviamente. Ad un certo punto si fermarono e si sedettero a chiacchierare con gli invitati.
Il tempo passò in fretta fra il taglio della torta, le chiacchiere e gli HIP HIP HURRà. Ormai era quasi sera. Dopo una cena luculliana degna di Casa Weasley,
gli invitati iniziarono a congedarsi.
Dopo aver abbracciato Draco, Narcissa e Eloise, i due sposi se ne andarono attraverso la Smaterializzazione Congiunta verso la loro futura casa.
Un cancello in ferro battuto apriva l'ingresso a un giardino rigoglioso pieno di fiori e farfalle. Statue e piscine erano ovunque.
La casa era su due piani, con moderne vetrate a ogni finestra e alle porte. L'edificio era di un pratico color cioccolato. 
Tutta la costruzione era tra cascate e spiaggie in un'isoletta inesplorata della Nuova Zelanda.
Entrarono in casa. I mobili, semplici ma eleganti, erano appoggiati sulla moquette di bambù. Una piscina, due bagni, una cucina,
tre camere da letto, una dispensa e molte altre stanze costituivano la casa di Mira e Blaise.
Mira si tolse le ballerine (rivelando due piedi pieni di lividi). Le appoggiò nella scarpiera di fianco all'ingresso. Si tolse il velo, la corona e i guanti, appoggiandoli su un tavolo con dei fiori lì a fianco.
Prese la mano di Blaise e cercò la piscina. Chiuse la porta. La piscina era già piena. Era abbastanza grande, e sul soffitto era posto un incantesimo simile a quello della Sala Grande di Hogwarts. Tutte le stelle rifulgevano nella notte.
Alcune luci azzurre erano accese nell'acqua. Mira slacciò a Blaise la giacca, la cravatta e gli sfilò le scarpe.
Lei si sciolse il nastro che le legava l'abito alla vita e si sfilò il vestito.
Blaise si tolse la camicia e i pantaloni. Erano rimasti in mutande e, nel caso di Mira, anche in reggiseno.
Mira si sedette a bordo piscina, immerse i piedi nell'acqua e infine vi entrò con tutta la vita, seguita da Blaise (PORCI! Vi aspettavate che li facessi spogliare?! ;).
Nuotarono per un pò sott'acqua. Si guardavano sott'acqua, tenendo gli occhi aperti. Ritornarono in superficie, e si guardarono negli occhi ancora.
Le ciglia di Mira, tutte appiccicate insieme per l'acqua, facevano risaltare ancor più i suoi occhi. Blaise vide che la sua pelle pallida aveva assunto una tonalità azzurrognola grazie alla luce.
"Sembri una sirena. La mia sirena." le disse. Lei sorrise e gli si avvicinò. Si baciarono come avrebbero voluto fare poche ore prima. Abbracciandosi stretti, accarezzandosi i volti reciprocamente.
Uscirono dall'acqua. Mira prese due asciugamani, e ne diede uno a Blaise. Si asciugarono. Si abbracciarono. E si baciarono, ancora, ancora e ancora.
 
 
 
 
FIUUUUU.... Stavate pensando che questo capitolo sarebbe stato rosso?! Vi siete sbagliati! Le scene sexy le lasciamo ai LORO ricordi, guardoni! HA HA! *L'autrice ride in faccia ai lettori*
Recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee grazie di tutto vi lovvo :) alla prossima

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Capitolo 5
*** I due giorni ***


Salve di nuovo! Scusate il ritardo nell'aggiornamento!
Qui vi propongo due giorni speciali. Uno felice e l'altro triste. Molto.
Questo sarà uno degli ultimi capitoli. Eccolo quaaaa:

IL GIORNO FELICE. Un anno era passato dal Matrimonio Gioioso e Davvero Tanto Felice di Mira e Blaise (o qualcosa del genere).
Draco era in sala d'aspetto al San Mungo. Camminava avanti e indietro.
Si sedeva sulla scomoda poltrona plasticosa e si rialzava. Vicino a lui, stavano preoccupate sua moglie Asteria,
Eloise Zabini e sua madre. Ad un certo punto un Curatore arrivò e comunicò che la famiglia di Mira e Blaise Zabini poteva entrare. 
Entrarono in una stanzetta con un letto, dove Mira, con le gote rosse e gli occhi chiusi, accarezzava lentamente un involtino tra le braccia
del marito, che le teneva la mano. Asteria andò verso di lui e chiese, trepidante:"E'un bambino o una bambina?"
Blaise sorridendo scostò l'asciugamanano. Un volto paffuto tese le manine cicciottelle (:3) verso di loro.
Teneva le palpebre socchiuse.
Mira accarezzò la testolina mormorando debolmente:"E' una bambina...".
La piccola aprì gli occhi, mostrando due occhioni rosa confetto alle tre donne, che emisero un piccolo strillo di sorpresa. "Gli esami dicono che è una Animorphomagus, come la sua mamma..." disse Blaise sorridendo.
Draco ridacchiò, rivolto alla madre e alla signora Zabini al suo fianco:"E voi che litigavate su a quale famiglia assomigliasse di più! E tu..." continuò rvolto ad Asteria, "E tu che cosa c'entravi?! 'NO, assomiglierà ai Greengrass!' tu non sei imparentata per sangue ai Zabini o ai Malfoy!".
Asteria lo rimbeccò:" Tutte le famiglie Purosangue sono imparentate tra loro! Per quanto mi riguarda potresti anche essere un mio cugino di quindicesimo grado o qualcosa del genere per quello che ne so!".
Draco chiuse la bocca, prosciugato dall'ultima rivelazione della moglie.
La piccola in quel momento emise un vagito gioioso e lentamente variò il colore degli occhi a un innaturale -e piuttosto inquietante- bianco latteo.
Mira la guardava ridacchiando mentre Narcissa, sconsolata, mormorava alla consuocera:"Non so se mi ci abituerò... Non l'ho fatto con Mira e non credo che succederà con mia nipote."

IL GIORNO TRISTE ( scusate ma dovevo arrivarci, sennò perchè avrei scritto 'drammatico' nel genere?).
La piccola Cassiopeia Zabini aveva già sette anni. Come lo zio Draco aveva mostrato segni di magia prestissimo.
Come tutta la famiglia Malfoy portava il nome di un corpo celeste. Come la mamma era una Animorphomagus.
Ma non era una stupidella come la cugina della mamma, Ninphadora Tonks, o come suo figlio, Ted. Quando cambiava qualcosa
nel suo corpo lo faceva con cura e eleganza. Lo zio Draco la paragonava sempre a quel fedifrago di Ted Lupin,
che portava i capelli azzurri. Solitamente portava gli occhi verde chiaro e i capelli biondi, lunghi e ricci, che la mamma intrecciava
in elaborate acconciature. Come la mamma era buona come un pezzo di pane, gentile, educata e dolce.
Aveva un unico difetto: era troppo accondiscendente. Quando una persona aveva voglia di litigare, non doveva andare da
Cassiopeia o da sua madre. Le uniche cose per cui si arrabbiavano era il disprezzo per cose tipo i Tassorosso,
i Magonò, i Nati Babbani e cose simili...
Quel giorno Cassiopeia stava giocando con le sue bambole in camera sua. Era felice. La sua bambola Susan (e qui si vede la mia ossessione per i Tassorosso!)
aveva accettato molto gentilmente di avere una fetta di torta, mentre la bambola Pansy (hehehe!) aveva buttato a terra la sua tazza di the e
lei l'aveva sgridata (cattiva, Pansy, cattiva! Quanto la odio, quella vacchetta!!!).
Poi dopo un pò aveva riposto le bambole nel loro armadio ed era scesa in cucina. La mamma stava preparando il pranzo.
Senza la magia, ovvio, dato che era una Magonò, ma lei era abituata. Non aveva voluto avere un elfo domestico.
Aveva assunto un elfo a pagamento che venisse a pulire la casa una volta a settimana.
A pagamento era accettabile ai suoi occhi. L'elfo era consenziente e non veniva maltrattato.
Hermione Granger era passata quando lo avevano assunto e aveva attaccato in un angolino della porta di casa un certificato
che diceva che in quella abitazione non avvenivano attività illecite (nella mia mente, Hermione è riuscita a far crescere la 
CREPA, anche se sotto un altro nome).
La mamma stava preparando un pò di pasta (scusate, ma cosa mangiano gli inglesi a pranzo???) e così Cassiopeia chiese di aiutarla.
Allora girava il cucchiaione nella pentola mentre la mamma aggiungeva zucchine e gamberetti (buonissimo :3).
Apparecchiò la tavola. Mira aveva appena appoggiato la bottiglia dell'acqua in tavola quando sua figlia le vide gli occhi sbiancare,
ma solo per un secondo. Quando tornò normale, aveva un'espressione tristissima.
Dopo circa un paio di secondi pianse. La bimba le si avvicinò e chiese:
"Mamma, cosa hai fatto?".
Lei la abbracciò e le sussurrò in un orecchio:"Tesoro, ricorda che la mamma ti vuole molto bene... Ricordalo sempre...".
Le mise in mano un ciondolo nero e si accasciò a terra.
Cassiopeia vide con profondo orrore che nella sua mamma si stava accendendo una luce bianca nelle pupille.
Molto lentamente.
In quel momento suo padre si smaterializzò. "MIRA, MIRA, CHE SUCCEDE?".
Blaise aveva gli occhi lucidi. La bambina notò che non aveva mai visto il suo papà così sconvolto.
L'uomo prese la moglie tra le braccia.
Lei sorrise debolmente accarezzandogli la guancia.
"Ora non sei più solo, Blaise."
La luce diventò fuoco e ghiaccio insieme. La luce divampò e incenerì tutto.
Poi, d'improvviso, tutto si spense. Il silenzio.
Nella piccola cucina nella deliziosa casetta nell'isola sconosciuta della Nuova Zelanda, un uomo stava provando il dolore più grande che
si fosse mai conosciuto. 
Mira era morta. Di nuovo. Senza dire una parola, Blaise la prese in braccio, si alzò e uscì dalla stanza.
Cassiopeia li seguì incuriosita. Una stanza che non aveva mai visto prima.
Suo padre posò la ragazza in una cripta di marmo, con la vetrata sopra.
Chiudendole dolcemente gli occhi, Blaise mormorò a sua figlia: "Aspetteremo un nuovo miracolo.".
Chiudendo la teca di vetro, pensò tra sè e sè che non ci credeva neanche, in un nuovo miracolo.
Una lacrima scese lungo la guancia scura.




Il capitolo è un pò corto, mi scuso umilmente ç.ç il prossimo sarà molto più lungo!

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Capitolo 6
*** Cassiopeia ***


Salve di nuovo ç.ç Sono dispiaciuta di informarvi che la piccola Cassiopeia ha pianto per la settimana successiva intera...
E sono ancora più dispiaciuta di informarvi che per anni, Mira non ha mosso un muscolo.
Ora Cassiopeia ha undici anni.

Cassiopeia teneva stretta la mano del suo papà.
"Pieno zeppo di Babbani!" brontolò Blaise guardandosi in giro per Kings Cross.
Qualcosa atterrò con un plof sonoro sulla spalla di Cassiopeia.
Lei alzò gli occhi al cielo, osservando la cacca di uccello.
"E' arrivato Scorp con gli zii, papà!".
Suo padre mormorò un Gratta e Netta veloce, ripulendola.

                                                            *

Cassiopeia stava salendo sul treno. Entrò in uno scompartimento a caso e salutò il suo papà dal finestrino.
Poi si voltò.
Vide una ragazzina dai dolci occhi color nocciola e con lisci capelli fulvi.
Chiese, imbarazzata: "Scusami se sono entrata così... Dovevo salutare il mio papà... Posso sedermi?".
La ragazzina osservò stupita il volto e i capelli di Cassiopeia, diventati entrambi rossi, e annuì.
"Mi chiamo River... Lo so, è un nome un pò ridicolo, ma ne vado fiera...".
"Non lo trovo ridicolo, mi sembra poetico e anche dolce... Comunque io sono Cassiopeia...
Nella mia famiglia si usa di dare i nomi delle stelle...".
"Che bel nome! Ah, ma tu sei... Un'Animorphomagus?" chiese River incuriosita.
"Sì, anche la mia cugina e il mio cugino di secondo e terzo grado lo sono,
e la mia mamma lo è... era." concluse triste mentre i capelli le diventavano opachi e gli occhi neri.
Una lacrima scese lungo la guancia pallida.
River gliela asciugò, in segno di solidarietà.
"Non parlarne se non vuoi... Ma la mia mamma dice sempre che piangere è un segno di forza, non di vulnerabilità...".
"No... Io non piango più. Non ti preoccupare. ". 
Vide fuori che passava il carrello dei dolci. Uscirono e presero un pò di tutto.
Mentre scartavano e mangiavano dolcetti, River domandò: "In che casa vorresti essere?".
Lei si fece triste e rispose: "Tutta la mia famiglia è da generazioni in Serpeverde, ma io sarei triste di finirci...
Si dice che per essere lì bisogna essere, d'accordo tutte le cose che dice il cappello, ma anche abbastanza malvagi...".
"Il mio papà è Nato Babbano, ma era in Tassorosso, come la mia mamma..." rispose River.
"Tutti dicono che è una casa di sfigati, vero?" River si fece rossa e stava per spalancare la bocca e rispondere, ma lei
aggiunse:"Ma io non credo... Tutti lì sono molto gentili, pazienti, servizievoli, buoni... Insomma, mi sembra la casa migliore anche perchè,
se confrontata a Corvonero, perchè pensano che i Grifondoro siano esibizionisti, loro non proprio intelligentissimi ma simpatici,
mentre i Tassorosso disprezzano solo se provocati, i Serpeverde odiano tutti e sono odiati da tutti,
i Grifondoro pensano che i Corvonero siano dei secchioni...
Così, alla fine dei conti, non ha pregiudizi." concluse pensierosa, osservata da River piuttosto confusa e stupita,
che, tra l'altro, aveva appena addentato una Gelatina al peperoncino.
Mentre tossicchiava con le lacrime agli occhi, River mormorò: "Sai... coff coff... Non ci avevo mai pensato,
ma hai ragione, coff coff, sai ?! In fondo, se ci finirò, coff coff... sarò orgogliosa di esserlo!".

                                                              *


"Finch-Fletchley, River!" esclamò una ossutissima ma arzilla Minerva Mcgranitt.
River strinse forte la mano di Cassiopeia, che rispose alla stretta.
Il Cappello venne calato sulla sua testa rossiccia.
Dopo una decina di secondi, il Cappello urlò:"TASSOROSSO!".
Dopo circa un'ora, la McGranitt esclamò:"Zabini, Cassiopeia!".
Col fiato sospeso, e dopo aver lanciato un'occhiata nervosa a River, a cui avevano già sistemato il cravattino giallo e nero,
Cassiopeia si calò il cappello sulla testa.
"Un'altra, eh... Ne ho viste, di generazioni, di Malfoy e Zabini... Tutti Serpeverde, ma tu, così dolce e gentile,
a chi somigli, eh? La tua mamma non l'ho mai conosciuta, quindi immagino fosse lei la Tosca di famiglia...
Era una brava ragazza, Tosca, ma è passato così tanto tempo... Sei intuitiva e curiosa, sei coraggiosa, ma sempre così dolce...
Sembri un condensato dei fondatori, tranne Serpeverde... Però, alla fine, sempre una sola parte è la prevalente...
Quindi io direi che staresti proprio bene in TASSOROSSO!".
Cassiopeia sorrise felice mentre trotterellava verso il suo tavolo. Tutti applaudivano, meno i Serpeverde, che avevano negli occhi la scritta: MA CHE CAVOLO??...
River esultò mentre il Prefetto le sistemava un cravattino dei loro colori al collo.
Lei era felice, ma un solo dubbio la tormentava: come l'avrebbero presa i suoi parenti?
                              
                                                                *

River e Cassiopeia entrarono insieme a tutti gli altri primini nella Tana di Tassorosso.
Controllando che non ci fosse nessuno, il Prefetto Alice Paciock insegnò loro il ritmo di Tosca Tassorosso da battere sulle botti.
"Mi piace!" esclamò Cassiopeia entrando nel cunicolo che portava alla sala comune.
                               
                                                                *

Caro papà,
in questi giorni sono felice, ma insieme sto soffrendo molto...
Sono in Tassorosso, ma ho paura che tu sia deluso perchè disprezzi la mia casa,
e perchè tutti noi erano in Serpeverde... Non so come la prenderai, ma spero cambierai idea su di noi...
Scusami per la lettera breve ma ho paura della tua reazione...
                                                                        Cassiopeia

                                                                 *

"River, River! E' arrivata la risposta! E non è una Strillettera!" Cassiopeia afferrò felice la zampa del piccolo gufo nero portandolo con sè e River in un ballo.
Il gufo le beccò la mano arrabbiato, e così lei lo lasciò andare e slegò il biglietto.
"Dai, leggilo, leggilo!" esclamò River eccitata.
Cassiopeia fece un respiro profondo e poi lasciò che gli occhi scorressero tra le righe.
Fece un sorrisone e la passò a River.

Cara Cassiopeia,
ammetto di essere leggermente scioccato dalla Casa in cui sei finita, anche se me lo aspettavo.
Tua madre era una Magonò, ma se avesse avuto dei poteri sarebbe sicuramente finita dove sei tu ora...
Gli zii e i nonni sono molto stupiti e delusi, ma non io. Mi ricredo ora, a circa trent'anni,
della pessima impressione che mi facevano le altre case alla tua età... So che è strano da leggere, ma è così...
Buona scuola...                                                                   
                                                                                 Blaise Zabini

River mollò la lettera e abbracciò Cassiopeia. I suoi capelli erano diventati verde prato, e i suoi occhi rosa cicca.
"Sono davvero molto felice per te!".






Salve! Le lettere erano la parte più difficile, ma è stato un piacere scrivere!
Lascio alla vostra immaginazione il futuro di Cassiopeia...
Spero sia stato lo stesso per voi leggere! Alla prossima fanfiction!

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