Love is truly blind di JustABitchOnAStroll (/viewuser.php?uid=181594)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prison break ***
Capitolo 2: *** The Akatsuki ***
Capitolo 3: *** Journey to the Akatsuki lair ***
Capitolo 4: *** Rainy day and a new mission! ***
Capitolo 5: *** Nail polish fun ***
Capitolo 6: *** Truth or dare? ***
Capitolo 7: *** Fight in the Sand ***
Capitolo 8: *** Peace before the storm ***
Capitolo 9: *** Puppet master showdown! Haiiro vs Sakura ***
Capitolo 10: *** Rescuing Hidan ( part 1 ) ***
Capitolo 11: *** Rescuing Hidan ( part 2 ) ***
Capitolo 12: *** Terrible news ***
Capitolo 13: *** The long way back ***
Capitolo 14: *** Saving the Zombie Duo ***
Capitolo 15: *** Long time no see, uh? ***
Capitolo 16: *** SPECIAL CHAPTER! Kakuzu's birthday! ***
Capitolo 17: *** Revelations ***
Capitolo 18: *** The temple ( part 1 ) ***
Capitolo 19: *** The temple ( part 2 ) ***
Capitolo 20: *** Pain and Courage ***
Capitolo 21: *** Breath ***
Capitolo 22: *** Art is a BANG! ***
Capitolo 23: *** Wait... WHAT!? ***
Capitolo 24: *** The truth behind Haiiro's past! ***
Capitolo 25: *** SPECIAL CHAPTER! Merry Christmas! ***
Capitolo 26: *** Family bonds ***
Capitolo 27: *** Konoha under attack! ***
Capitolo 28: *** A new mission ***
Capitolo 29: *** The new threat ***
Capitolo 30: *** Are you ready to die!? ***
Capitolo 31: *** Insanity ***
Capitolo 32: *** Forehead protector ***
Capitolo 33: *** Maybe ***
Capitolo 34: *** See you next time! ***
Capitolo 1 *** Prison break ***
Love is truly blind cap 1
Avrei ammazzato qualcuno.
E molto probabilmente sarebbe stata la guardia che mi osservava non-stop da un'ora davanti alla mia cella.
- Ma che cazzo, la smetti di guardarmi?! - urlai, facendo tintinnare le catene
- Come fai a dire che ti sto guardando? Sei cieca -
- Sento il tuo
chakra, coglione! - sbottai, non riuscendo a sopportare il fatto che
volessero prendere tutti vantaggio della mia " Mancanza temporanea di
vista " - D'altra parte tendo a dimenticarmi che le guardie qui sono
tutte sceme... Le mie scuse - dissi, già pronta a scoppiare a
ridere.
- Ridi quanto ti pare mocciosetta... Il mio turno è quasi finito in ogni caso... - e si girò, dandomi le spalle.
Mi facevano male
le gambe, ma ancora, a chi non avrebbero fatto male dopo essere stati
seduti, a gambe incrociate, incatenati al muro per ore?
Tirai le catene
per vedere quanto fossero lunghe e scoprii che, grazie al cielo (
qualcuno di parecchio importante doveva aver guardato giù ),
erano di una lunghezza tale da potermi alzare senza problemi.
Oscillando
pericolosamente mi rimisi in piedi, tirando una craniata che
probabilmente aveva pure lasciato il segno nella volta della caverna.
Mi misi a imprecare, tirando fuori tutte le parole più brutte dal mio repertorio.
Seriamente, l'avevano fatto appesta, vero?
Le rocce non avevano chakra... Sì, sì. L'avevano proprio fatto apposta.
- Tutto qui quello che sai fare? - disse una voce da una cella vicina
- Chiunque tu
sia, stai pure zitto - replicai stizzita, cominciando a strofinarmi la
testa nel punto dove l'avevo sbattuta e dove, con tutta
probabilità, si stava formando un bernoccolo della stazza di una
montagna - L'ultima cosa di cui ho bisogno è uno che mi dica che
faccio schifo... Lo so già, grazie tante -
- Non c'è di che. -
Coglione.
Passarono credo due ore, e a guardia se ne era andata, non che ci fosse molta azione nel ramo della prigione dove mi trovavo.
Dove c'erano i criminali da giustiziare.
Faaantastico.
- Oi... -
Non risposi.
- Oi! -
Stetti zitta, persa in pensieri profondi sulla visione del mondo e del suo equilibrio... Ma che cazz-
- Oi! Santo Jashin, lo so che sei lì! -
- Minchia, non si può stare in pace due secondi! - urlai
- Ma se qui non c'è un cazzo di nessuno! -
Aveva ragione.
- Ciò non significa necessariamente che voglia parlare con te! -
- Sei proprio una bastarda -
- Sei proprio un coglione - risposi io a tono.
Dopo qualche attimo di silenzio tornò all'attacco - Come mai sei qui? -
Sbuffai - Ho ucciso un po' di gente -
Della serie " Rimaniamo sul vago "
- Ah... E ti vogliono giustiziare per così poco? -
- Sarebbe anche
stato " poco " come dici tu, se non avessi ucciso anche tutti gli
anziani del mio villaggio... Però è stato stranamente
appagante, lo ammetto - dissi sospirando - Come ti chiami? -
- Hidan - fece
una pausa - Per essere una ragazza devi aver messo su un bello
spettacolo al tuo villaggio... Mi immagino tutto il sangue... -
sospirò di piacere - A Jashin-sama sarebbe piaciuto -
- No, non c'è stato nessuno spargimento di sangue - commentai, parecchio scioccata dal suo commento precendente.
- COSA!? -
Rimasi convenientemente zitta.
Bhè, non è che si vedesse tutti i giorni un tizio a cui piacevano sbudellamenti e varie.
Vabbè, nel mio caso "sentisse".
Dannato Kekkei Genkai di merda.
- Oi! Bastarda non mi hai detto il tuo cazzo di nome - esclamò ad un certo punto, facendomi saltare.
- Haiiro - dissi quasi sottovoce.
Bhè, come conversazione era piuttosto povera...
- Non è che per caso vieni da Taki? -
Sollevai la
testa - Come cazzo fai a saperlo? - gli chiesi, parecchio curiosa - Non
sei un altro di quei cretini che vengono a cercarmi per " avere una
meritata vendetta ", vero? Quelli sono tutti pazzi. -
- Ti stavamo cercando. Cazzo, Kakuzu farà meglio ad essere contento. Il bastardo... -
- Duh... Che è? Hai uno sdoppiamento di personalità? -
- Kakuzu è il mio fottutissimo partner. -
Feci per
rispondere, ma nella caverna risuonò una poderosa esplosione,
seguita da Hidan che esclamava - Cazzo, era anche ora! -
Ma che, era impazzito mentre non guardavo?
Molto probabimente sì.
- OI COGLIONE!
DA QUESTA PARTE! - urlò, mentre le esplosioni si facevano sempre
più vicine, finchè una figura non fece capolino dal
corridoio.
Emanava un chakra parecchio strano.
Sembrava quasi che fossero cinque entità diverse in un solo corpo...
...
O santo Dio! Si era mangiato le guardie!!
- Quante volte ti devo ripetere che devi fare più attenzione Hidan? -
- Oh, stai un po' zitto bastardo... Se fossi arrivato prima saremmo già fuori. -
- Il tempo è denaro e facendoti catturare lo stiamo sprecando... Dobbiamo anche portare a termine la nostra missione -
- Ha! Già fatto! - gesticolò verso di me - Ti presento Haiiro! - disse.
L'altro si avvicinò alla mia cella e rimase fermo qualche secondo prima di scardinare la porta.
Delicatezza, portami via.
- Alzati - disse con un tono che non ammetteva repliche.
E io chiaramente rimasi inchiodata al mio posto, testa nella sua direzione.
Ma bravo corpo, condannami pure a morte, non mi offendo.
- Alzati ho detto -
Mi misi in piedi su gambe di gelatina e lui ruppe le mie catene, rendendomi libera di muovere qualche passo.
Anche se dopo aver fatto nemmeno due metri inciampai in una roccia e mi schiantai di faccia a terra.
Rocce di merda.
Sì, l'avevano proprio fatto apposta.
- Ahah!! - rise Hidan, mentre il suo chakra si avvicinava - Non vedo come tu possa aver ucciso tutta la gente che hai detto! -
L'altro mi prese per il colletto della maglietta che indossavo - Adesso guarda Hidan negli occhi - mi comandò.
- Ma non voglio ucciderlo! -
- Pfft, come se potessi, mezza calzetta -
Venni rimessa a dir poco rudemente a terra.
- Guardalo. Negli. Occhi. -
- NO - dissi risoluta io - Non voglio ucciderlo ho detto -
- Bravo Hidan, per una volta ti sei reso utile. Possiamo tornare alla base ora. - disse il tizio.
Io rimasi seduta sul pavimento della caverna - Cosa cazzo è appena successo? -
- Sei
ufficialmente parte dell'Akatsuki ora. Leader-sama sarà
sicuramente contento di avere il temuto Shikaku al suo servizio -
Deglutii.
Sapeva?
- Dopotutto un'assassina che possa portare il lavoro a termine con la massima discrezione ci farà sicuramente comodo -
Sapeva.
Ma porco cane.
_______________________
Ragazzi, può non sembrare ma sono ancora viva.
E con la bella idea di riscrivere " Love is truly blind ". Ma che cosa mi è venuto in mente?
Il fatto
è che ho riguardato un po' gli episodi di Naruto, fatto qualche
ricerca, e ho notato un mondo di discrepanze nella storia originale,
quindi l'ho rifatta, as simple as that.
Spero che come primo capitolo vi sia piaciuto!
E ancora, scusatemi per l'immenso ritardo!
Ciauuuu!
Alice_
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Capitolo 2 *** The Akatsuki ***
Love is truly blind cap 3
- Quindi tu sei quella nuova, un? - disse uno degli occupanti della sala, porgendomi la mano.
No, ero un mobile.
- Io sono Deidara, un! -
Titubante allungai la mano e lui la strinse - Io sono Haiiro, sei tu
che... - mi bloccai perplessa, volgendo la testa in direzione delle
nostre mani ancora strette - E' una lingua quella che mi sta leccando
la mano? - chiesi con tutta calma, riportando il mio ipotetico sguardo
nella sua direzione - No, perchè se non lo fosse, sarei
veramente tentata di mettermi ad urlare -
- Eheh... - ritrasse la mano alla velocità della luce - La
mia arte si manifesta anche sul mio corpo, un! - replicò
entusiasta.
Era una lingua voglio sperare.
Si fece avanti un altro degli occupanti della stanza, un chakra d'aqua molto potente.
Il suo possessore doveva essere alto almeno due metri.
- Io sono Kisame Hoshigaki, uno dei sette spadaccini della Nebbia. -
disse con voce amichevole e io gli strinsi la mano - Non so come tu sia
potuta sopravvivere con il nostro team zombie... Credevo che con il
caratteraccio di Kakuzu... - non finì la frase - Benvenuta
all'Akatsuki comunque! -
Almeno sembrava normale... A differenza di qualcuno di mia conoscenza
che aveva cercato di accopparmi a più riprese...
coughKakuzucough.
- Grazie! - risposi io sorridendo per la prima volta da quando ero stata " salvata " mettiamola così, da Hidan e Kakuzu.
- Itachi! Smettila di isolarti e vieni a salutare la nuova recluta! - urlò Kisame, facendomi prendere un semi-infarto.
Un chakra di gran lunga più potente di quello dello spadaccino e
degli altri occupanti della stanza si fece avanti con il suo colore
rosso vivo.
Un chakra del fuoco dunque.
E gli vedevo gli occhi.
Due punti ancora più rossi del chakra.
Ne avevo sentito parlare... Lo sharingan, l'abilità oculare per eccellenza.
Ma gli Uchiha erano tutti morti... A meno che... Oh no, per piacere...
- Sono Itachi Uchiha - disse lo sconosciuto, per poi volatilizzarsi in un battito di ciglia.
- Non... Non è mai stato particolarmente socievole - mormorò Kisame.
- Non fa niente - risposi io, rivolgendomi verso l'occupante della
stanza che non aveva ancora parlato - E lui? E' silenzioso in una
maniera inquietante... -
Qualcuno, che poi compresi essere Deidara, mi passò un braccio
sulle spalle - Lui è il mio partner... E ha un concetto di arte
a dir poco blasfemo -
Da dietro di me arrivò un mugolio - Dovevi proprio chiederlo cazzo? -
- Cosa Hidan? Ho solo chiesto chi è! -
Di lì a poco avrei capito perchè aveva fatto tutta quella scena.
In particolare quando la voce dell'ultimo occupante della stanza si
fece sentire in tutta la sua agghiacciante calma - Come non ho mai
smesso di ripeterti, Deidara, l'arte non è altro che una
manifestazione eterna dello spirito di chi la crea -
Poco impressionato il ragazzo di fianco a me rispose a tono - E come io
non ho mai smesso di ripetere, Sasori no Danna, l'arte non è
altro che un momento di effimero splendore, un! -
- E' eterna -
- E' un esplosione, un! -
- Eterna -
- Esplosione -
La cosa sarebbe potuta andare avanti per ore, ma a esserci proprio in
mezzo la prospettiva cambiava non poco: da fuori la cosa poteva passare
per una scaramuccia e avrebbe potuto persino far ridere; dalla mia
posizione però faceva solamente venire il mal di testa.
Un mal di testa con la " M " maiuscola.
All'ennesima ribattuta di " NO, E' UN'ESPLOSIONE! " mi vidi costretta
ad intervenire, più per la mia sanità mentale che per
altro.
- SE NON LA SMETTETE ENTRO I PROSSIMI DUE SECONDI, GIURO SU ME STESSA CHE VI DISINTEGRO! -
Deidara spiccò un salto e Sasori si zittì.
La pace durò per dieci secondi esatti, poi mi trovai il braccio
di qualcun'altro passato sopra le spalle - Cazzo ti voglio bene, mi hai
salvato da una sera in compagnia di una fottutissima emicrania -
Hidan.
Circa un'ora dopo mi ritrovai nell'ufficio di Pain, il capo dell'organizzazione.
Dire che il suo chakra era potente era dire poco.
Non avevo parole, forse avevo incontrato un paio di persone che avevano un chakra vagamente simile, ma erano tutti e due 'Kage.
E a tutto quello si aggiungevano i due punti viola che erano il Rinnegan.
La cosa si prospettava inquietante.
- Benvenuta, Haiiro. -
- S-salve -
Mamma mia. Avevo raggiunto un nuovo livello di patetico.
- Non occorre essere così tesa. Adesso fai parte della mia
organizzazione e, a meno di gravi atti di insubordinazione, non devi
temere nessuno - fece una pausa - Ma parliamo del tuo Kekkei Genkai -
Eccolo.
Stavo aspettando solo quello.
- Dalle informazioni che sono riuscito a reperire il clan Kuragari è stato decimato. -
Annuii lentamente - Solo i portatori dello Shikaku sono stati uccisi -
- Mmm... Ma tu sei un'eccezione, dico bene? -
- Esatto Pain-sama. Quando successe avevo sette anni e ancora i segni non si erano manifestati -
- Desumo che la benda che porti sia dovuta a quello allora. -
- Esatto, anche se il problema sta nell'occhio destro -
- Spiegati meglio - disse appoggiandosi ai gomiti sul banco della scrivania
- Be'... Lo Shikaku vero e proprio è quello che ho nell'occhio
sinistro, uno sguardo e il nemico è a terra in preda al dolore
più atroce... Nell'occhio destro non so come, si è
risvegliato il secondo livello... Ma non ho idea di come controllarlo -
- E stando ai miei documenti è quello che uccide, giusto? -
- Precisamente. -
- Vedo. - si risedette
- Un'ultima cosa... La mia abilità, allo stadio uno, non
funziona contro le persone che hanno altre abilità oculari -
- E lo stadio due? -
- Fa quello che farebbe il primo stadio ad una persona normale - feci
una pausa, non ero sicura di voler rivelare un ultimo particolare, ma
alla fine decisi che forse era meglio farlo - In prigione per...
Evitare una mia possibile fuga, hanno preso una precauzione, oltre alla
benda... - dissi cominciando a slegare il nodo che la teneva legata,
per poi lasciarla cadere a terra e fissare Pain con un occhio solo - Mi
hanno cucito le palpebre -
Quando uscii dall'ufficio del capo tremavo come una foglia, non
perchè mi avesse fatto paura o quant'altro, ma perchè
c'erano certi aspetti del mio passato che non amavo particolarmante
ricordare.
Venni travolta da una valanga di Hidan.
- Allora, come cazzo è anda... Oh per Jashin!! - urlò,
non appena si accorse della mancanza della benda - Non... Non dovrei
essere morto? .-
- Pain, ha imposto un sigillo sul mio occhio... Ora ci vedo, ma non
posso farvi niente di male! - esclamai felice, trattenendomi a stento
dal mettermi a saltellare sul posto
- E l'altro cazzo di occhio? -
Smisi di sorridere di botto - Non lo vuoi sapere veramente... Ma mi stai ascoltando, almeno? -
Mi allontanai un po' dalla sua faccia che si era fatta troppo vicina
per i miei gusti - Che c'è? Non ti piaccio? - chiese facendo il
finto offeso - Io non mi vergogno a dire che i tuoi occhi mi
piacciono... E molto. -
- Err... - ero quasi certa di essere diventata dell'esatto colore di un
pomodoro - Ehm... Anche i tuoi occhi sono belli... Non ne ho mai visti
di questo colore -
Tre parole.
Figura. Di. Merda.
Di nuovo!
- Ahah! Cazzo, si vede che sei rimasta chiusa in quel buco di prigione
per troppo tempo! Vieni! Ti porto dagli altri cazzoni - disse con un
ghigno, prendendomi per il braccio e tirandomi dietro di sè.
Quando arrivammo nella stanza dove mi si erano presentati gli Akatsuki
Hidan parlò - Guardate chi ci ha fatto l'onore della sua
presenza! - e mi spinse avanti, dandomi la possibilità di
osservare uno ad uno i miei nuovo compagni.
- Ehi Haiiro-chan, adesso ci vedi, un? - mi chiese Deidara, mentre scagliava in aria delle mini sculture di... Argilla?
- Secondo te? - arrivò la calmissima voce di Sasori dal divano.
A quanto pare non si era mosso.
Ma adesso che vedevo che cosa stesse facendo aveva più senso.
Per le mie modeste capacità di deduzione stava riparando una marionetta, di straordinaria fattura, aggiungerei.
Mio padre era marionettista, quindi qualcosa capivo pure io.
- Adesso non ricominciate - arrivò la voce di Kisame e mi voltai per salutarlo.
Mi ritrovai di fronte un uomo-squalo e sgranai l'occhio visibile per la sorpresa.
- Ehm... Non avere paura, non ti mangio mi... - lo zittii con una miriade di domande - Vuoi dire che non ti faccio paura? -
- Nah... Per capire cosa vuol dire avere paura, quella vera, devi
provare a farti inseguire da mio padre quando hai fatto qualcosa di
male... - mi guardai intorno per qualche secondo - E Kakuzu
dov'è? -
- A contare i soldi presumibilmente... Fa poco altro... E' il contabile
dell'organizzazione dopotutto e ha preso seriamente il ruolo. - mi
spiegò Kisame.
Ah.
Ora si spiegavano molte più cose.
- No, perchè Pain mi ha detto che devo andare da lui a farmi... Insomma, devo andare da Kakuzu... Chi mi accompagna? -
- La stanza è quella in fondo al corridoio - si sentì
dire Hidan - E farai meglio ad abituarti, il capo ci ha già
fatto portare dentro un letto in più... Compagna di stanza - disse prima di mettersi a ridere come un pazzo.
Io rimasi sconcertata.
Sarebbe stato come quella notte alla locanda.
Mi tirai una manata in faccia e mi avviai verso la camera che avrei dovuto dividere con Kakuzu e Hidan
Oh gioia e tripudio.
Bussai e una voce parecchio irritata mi rispose di entrare.
Mi ritrovai di fronte Kakuzu che, con rapidi movimenti della mano
contava mazzette di banconote e le riponeva in una valigetta di metallo.
Senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro tedioso in una maniera
impressionante parlò - Vedo che adesso riesci ad andare in
giro... Che cosa vuoi da me? -
- Il capo mi ha mandato da te per farmi ricucire -
- Non mi pare che tu abbia ferite che necessitino punti di sutura -
- Non ho parlato di ferite. -
Mi tolsi la benda e incrociai il suo sguardo.
Mamma mia che occhi strani, sembravano quasi lo Shikaku, solo che lui aveva le iridi verde neon, mentre io bianco latte.
Lui sospirò, per poi sollevarsi una manica, mostrandomi in
questo modo una linea di punti di sutura che percorreva tutto il
braccio.
- Wow - mormorai io, prima di venire agguantata e fatta sdraiare sul letto ben poco gentilmente.
- Stai ferma o ti farà più male del necessario -
No, adesso che me lo aveva detto mi era venuta una voglia irrefrenabile
di mettermi a saltare sul letto mentre armeggiava con il mio occhio.
- Va bene -
Dovette prima aprire i vecchi punti che oramai erano sdruciti e rischiavano di accecarmi sul serio.
- Perchè ti stai facendo ricucire le palpebre da me? Non ti sarebbe convenuto tenere la benda? -
- Non so se hai visto come me la cavo in ambienti rocciosi... -
Vidi il filamento che aveva usato come filo sparire sotto la sua manica - Fatto -
- Grazie... - mi ripulii la guancia da un po' di sangue che era colato dal mio occhio e mi alzai.
Feci due passi e mi rimisi la benda, in modo che mi coprisse solo l'occhio destro.
Ero arrivata alla porta quando sentii una sensazione di nausea, mista a stanchezza.
Svenni, cadendo a terra con la grazia di un sacco di patate.
________________________________________________
Ciaooooo!!
Come va? Spero solo che siate sopravvissuti a questo... coso, che io chiamo capitolo!!
Allora, adesso sapete un pochetto di più sul Kekkei Genkai di Haiiro... Contenti??
Il terzo capitolo è in fase di stesura... se tutto va come deve
andare, dovrei riuscire a postarlo entro il fine settimana
Ciauuu!
Alice_
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Capitolo 3 *** Journey to the Akatsuki lair ***
Love is truly blind cap 2
- Oh, insomma!! - esclamai, mentre cercavo disperatamente di legarmi in vita la mia cintura di stoffa - Ma porca miseria! -
- Che cazzo hai da rompere?! - mi urlò in faccia Hidan
- Che cazzo hai da urlare! - risposi a tono io
Davanti a noi Kakuzu emise un ringhio basso - Datevi una mossa -
- Oh, per Jashin! Dimmi di che hai bisogno! - urlò esasperato - Altrimenti giuro che ti sacrifico! -
- Uff... Lega questo - lo sentii sospirare e in un batter d'occhio la ia cintura era legata e a posto.
- E adesso tappati quella cazzo di bocca. - disse ricominciando a camminare dietro a Kakuzu.
Mamma mia che caratteraccio... Non è che aveva il ciclo? Sindrome premestruale?
I sintomi c'erano.
Mi ripresi dal
mio stato di stupore e ricominciai a camminare per il sentiero - Ma
dove stiamo andando?! - urlai mentre mi mettevo a correre per
raggiungerli.
In un batter d'occhio mi ritrovai spiaccicata contro un albero da... Che cazzo era quella roba?!
Sembrava tanto una mano dalla forma del chakra, ma se lo era veramente, come cacchio faceva a essere attaccata a Kakuzu?
Rimasi perfettamente immobile contro la corteccia mentre l'uomo mi si avvicinava - Fai silenzio - e mi fece cadere a terra.
Ma che bello.
- Quindi sei un'assassina? -
Sapevo che non sarebbe durato cinque minuti senza parlare.... Vabbè, tanto mi stavo annoiando pure io.
- Già, ma un po' di tempo fa - sospirai, scavalcando una radice che sporgeva dal terreno.
- Come cazzo hai fatto a vederla?! Hai una fottuta benda sugli occhi! -
- Magia -
- Sto cazzo. - disse fermandosi
- E va bene, ma ricomincia a camminare. Non tengo particolarmente a
ripetere l'esperienza con il tuo amicone - dissi girandomi verso di lui
- Comunque: mi muovo percependo il chakra -
- ... Quindi sei proprio cieca o no? -
- Bhè, in teoria ci vedrei benissimo, ma, non volendo ammazzare
tutta la gente che mi capita a tiro, devo tenere la benda -
- E tu sprechi un dono così?! Tutto ciò che è inferiore alla distruzione è peccato mortale! -
- Che ti devo dire? - dissi io, mentre proseguivo giù per la strada - Non ho scelto io di nascere così -
- Ma...! -
- Niente "ma", portano solo guai. Parlo per esperienza. -
Si zittì, mentre si portava una mano alla bocca e cominciava a mormorare parole senza senso compiuto.
Feci spallucce e allungai il passo, portandomi vicino a Kakuzu.
Chiaramente stetti zitta e muta: non volevo mica venire stampata in ogni singolo albero del sentiero...
Dopo altre due ore di totale mutismo....
Mio mutismo, precisiamo.
Anche perchè Hidan si lamentava ogni due minuti.
- Vuoi stare zitto, Hidan? - ringhiò Kakuzu
- Costringimi, ateo del cazzo ! -
Quello fu tutto il mio avvertimento prima che un'enorme massa di
filamenti di chakra cominciasse a dirigersi a tutta velocità
verso di me.
Saltai di lato giusto in tempo per evitarli e atterrai su un albero,
guardando la scena dalla mia postazione parecchio più sicura.
Detto in poche parole, Hidan e la sua testa divennero due entità separate.
- OH SANTO DIO!! KAKUZU! MA L'HAI AMMAZZATO!! - urlai, prima di
buttarmi giù dall'albero e inginocchiarmi vicino al corpo di
Hidan
- Tsk... Magari fosse così facile - mi rispose lui.
Feci per controbattere ma qualcuno mi battè sul tempo - COGLIONE! -
Girai la testa con un movimento brusco nella direzione del rumore, che
sembrava provenire dalla testa di Hidan - SEI PROPRIO UN PEZZO DI MERDA
KAKUZU!! -
Mi caddero le braccia.
Seriamente, non era possibile, dove diavolo ero capitata?!
- Che..... Che cazzo? - dissi scioccata - Come diavolo fai a parlare?! Sei una fottutissima testa!! -
- Una fottutissima testa con un fascino mostruoso... -
Ewwww....
- .... E separata dal corpo. Comunque non ti vedo, cretino -
Seguirono attimi di silenzio, nei quali Kakuzu ricominciò a camminare.
- Ehi! E io come dovrei fare?! - gli chiesi - Non lo riesco mica a portare da sola! -
- Lascialo, non ci darà fastidio... -
- EH !? KAKUZU! VAFFANCULO! - urlò Hidan, per poi produrre una
scia di imprecazioni che avrebbero messo in imbarazzo persino uno
shinigami - Ehi... Ehi! -
- Uh? Cosa? - replicai io, notando con grandissimo orrore che Kakuzu era già lontano.
- Prendi il mio corpo e la mia testa -
- Seeee.... Ceeeerto. -
- Ho la faccia di uno che sta scherzando?! -
- Dipende, ho la faccia di una che ci vede? -
- Colpito e affondato - rimase zitto per qualche secondo - Bhè, cazzo provaci almeno! -
- Ammettiamo che per una qualche strana combinazione di eventi io
riesca a prendere il tuo corpo e la tua testa... Starai in silenzio con
Kakuzu dopo? -
- ..... Per dieci minuti?... Forse. Adesso cazzo, datti una mossa! -
Mi alzai e cercai di mettere il suo corpo in posizione seduta - Ehi! Non toccare lì! E' una parte privata! -
Rabbrividii e cercai di issarmelo in spalla, succedendo ma ritrovandomi
piegata di novanta gradi - Mi devi un favore Hidan... E ci conosciamo
solo da mezza giornata -
Raccolsi la sua testa e cominciai a camminare.
La mia schiena non sarebbe stata più la stessa, poco ma sicuro.
Ok, il mio corpo in generale non sarebbe stato più lo stesso.
- Non mi hai ancora detto perchè hai quella benda del cazzo - disse dopo un po'
- Non... Mi pare.... Il momento migliore... -
- Mamma mia fai proprio schifo... Cazzo, persino Deidara saprebbe fare di meglio... -
- Sarebbe? -
- Un membro della nostra organizzazione -
- Oh... Comunque... E' per colpa... del mio... Kekkei-Genkai -
annaspai, cercando di non farmi spiaccicare dal dolce peso di Hidan
- Quel shi-coso che Kakuzu ( Bastardo per avermi lasciato qui ) ha menzionato? -
- Quello -
- E cosa cazzo fa? -
- Ma proprio... adesso tutte 'ste... Fottute domande?! -
- Cazzo sì! -
- Diciamo che...Se mai ti venisse.... Voglia di morire... Guardami negli occhi - dissi ansante.
Sì, facevo così schifo.
D'altra parte cosa ci si poteva aspettare da una che era rimasta chiusa in prigione per niente di meno che tre anni?
Senza muoversi o aver qualsivoglia possibilità di allenamento?
Di certo non che, appena uscita, si mettesse a fare piroette e varie.
Percepii il chakra di Kakuzu vicino e sentii la mia schiena finalmente libera.
- Hai fatto un buon lavoro mocciosa - disse la voce profonda di Kakuzu,
quasi coperta del tutto dall'imprecare di Hidan che, tra parentesi,
aveva pure un po' di ragione ad essere incazzato.
- Che COOSA?! - urlai io, sedendomi a terra con tutta la grazia di cui
ero capace ( poca ) e ricominciando ad ansimare peggio di prima - Che
cazzo significa " hai fatto un buon lavoro" ?! -
Lui non si mosse e, sempre con il sottofondo di Hidan che urlava
oscenità, parlò - Non credevi davvero che non si
dovesse passare una prova per entrare nell'Akatsuki... Il fatto che tu,
pe quanto mi possa dispiacere, non abbia abbandonato il mio
partner ben poco intelligente, dimostra che sei leale
all'organizzazione - si mosse verso dove giaceva Hidan - Adesso vediamo
di ripartire. Il tempo è denaro -
- Oh.... -
- COGLIONE! - si lamentò Hidan - RIATTACCAMI LA TESTA! -
- Forse ti farebbe bene rimanere così per qualche ora in più -
- Caro Kakuzu, fallo pure, ma io non lo porto -
Alla fine Hidan, con le sue infinite lamentele, era riuscito a convincere Kakuzu a riattaccargli la testa.
Ancora non avevo capito come cazzo fosse sopravvissuto però.
Sì, ammetto che potevo anche chiederglielo prima, ma mi era un po'... Passato di mente...
Oh, andiamo! A chi verrebbe mai in mente di fare conversazione con una testa mozzata che parla?!
Bhè, io l'avevo fatto, però mi ero proprio dimenticata... Troppo impegnata a sopravvivere con Hidan in spalla.
Fantastico.
- Hei Hidan! -
- Dimmi bellezza -
Girai la testa verso di lui - Lo vedi questo pugno? - mi fermai un
attimo - Vabbè, io non lo vedo, ma tu dovresti se non sei
totalmente scemo. Il punto è questo. Non chiamarmi mai
più così! -
- Certo.... Bellezza -
- Oh, ma che parlo a fare! - mi allonatanai fino ad arrivare a livello
con Kakuzu - Posso chiederti quanto manca o rischio la vita? -
Duh... Domanda stupida, anzi, due domande stupide in una!
- Me lo hai chiesto ugualmente, mi pare... -
- Err... - mi grattai la nuca - Scusa! -
- Almeno non sei irritante come Hidan... Manca mezza giornata di viaggio se procediamo a questa velocità. -
E così finì la nostra elaboratissima conversazione.
Anche perchè, prima che potessi rispondere inciampai e caddi, rotolando per qualche metro.
Venni raccolta da qualcuno che poi, si rivelò essere Hidan - Ora siamo pari -
- Guarda che posso camminare benissimo da sola... - risposi mentre mi
issava in spalla a mo' di sacco di patate - Oi! Smettila pervertito! -
urlai quando mise una mano sul mio lato B.
- Se preferisci cadere fa' pure... Cazzo, e io che cerco di essere gentile con una ragazza -
Arrivammo al covo il giorno dopo: Hidan voleva a tutti i costi fermarsi a riposare in una locanda lungo la strada.
Il risultato era stato disastroso...
Mi ero barricata in bagno e avevo finito con il dormire nella vasca.
- Adesso fai quello che ti diciamo. Leader-sama ti incontrerà
tra poco.... - disse Kakuzu prima di appoggiare il palmo della mano su
una superficie che, per come la vedevo io, era illuminata solamente in
alcuni punti, formando in questo modo una rete di chakra che, a sua
volta, formava uno dei più forti sigilli di protezione che
avessi mai visto.
- Va bene - mormorai, prima di seguirlo nella fenditura che si era andata a creare, seguita a ruota da Hidan.
Diciamo solo che la discesa non fu delle più semplici.
Dopo la prima craniata sul soffitto di roccia mi dovetti far portare da
Kakuzu che, diciamocelo, non ne era stato particolarmente contento.
Ok, aveva minacciato apertamente di uccidermi se lo avessi detto a qualcuno.
E io, mi ero prontamente cucita la bocca.
Il mio ingresso nella base non fu proprio dei più promettenti.
- E INVECE IO TI DICO CHE L'ARTE E' UN MOMENTO DI EFFIMERO SPLENDORE!! -
Ci fermammo.
- Uh... Ragazzi? Che cosa sta succedendo? - chiesi, nascondendomi dietro a Kakuzu - Era un'esplosione quella?! -
- Haiiro, - disse Hidan mettendomi una mano sulla schiena e spingendomi in avanti - ti presento Deidara -
Arrivammo in una stanza circolare, dove stavano altri quattro chakra,
tutti incredibilmente potenti e mi fermai, ritrovandomi con la schiena
appoggiata al petto di Hidan - Non mi diventerai timida cazzo! -
E con quel commento tutta l'attenzione della sala era su di me.
E io che speravo di passare inosservata....
_______________________________________
Ciauuuu!
Ammetto di essere in ritardo e mi inginocchio implorando perdono!!
Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che mi hanno recensito e
anche quelli che leggono e basta ( perchè lo so che ci siete,
ragazzi/e ), quindi...
GRAZIEEEEE!!!
Al prossimo capitolo, che spero arrivi prima di settimana prossima...
Ma data la mia scarsa capacità di intendere e di volere non
credo proprio... Io ci proverò.
Ciauuuu!
Alice_
|
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Capitolo 4 *** Rainy day and a new mission! ***
Love is truly blind cap 5
Pioveva, un temporale come non ne vedevo da tempo.
Mi stavo bagnando fino all'osso, ma non mi importava, per quanto cercassi di distrarmi quelle immagini non la smettevano di perseguitarmi.
Erano passate un paio di settimane dall'allenamento che avevo avuto con
Kakuzu e i sogni si erano fatti sempre più nitidi.
Finchè non erano giunti gli incubi.
Rabbrividii quando una goccia particolarmente grossa cadde da una
foglia e si infilò oltre la mia sciarpa, colandomi lungo il
collo.
Sì, avete capito bene, seduta nel bel mezzo di un temporale in un albero.
Si può essere più scemi di così?
Mi strofinai l'occhio, cercando di darmi una svegliata.
Rimossi la benda che mi copriva l'occhio destro e passai le dita sulla cucitura.
Quel Kekkei Genkai era una maledizione...
- Prendeteli tutti! Nessuno di quegli
sporchi assassini deve lasciare vivo la città! - arrivò
l'urlo di una delle guardie, seguito da decine, centinaia di altri.
La donna correva, tra le sue mani quella della figlia minore che si
prodigava per tenere il suo passo, nonostante la vista della strada le
fosse preclusa dalla sciarpa rossa che portava attorno al capo.
- Corri Haiiro, ancora poco e ci siamo! -
La bambina prese a tremare - Mamma, attenta! - urlò, poco prima
che un kunai spuntato fuori dal nulla si conficcasse in
profondità nella spalla della donna - MAMMA! -
- Non... Non è niente... Continua a correre tesoro -
Era successo tutto troppo infretta.
Il clan Kuragari era sempre stato odiato da tutta la popolazione di
Taki e chiunque avesse l'opportunità non falliva mai a
denunciare una condotta scorretta di un suo membro.
Quando poi si veniva al Kekkei Genkai della famiglia, le cose si facevano particolarmente complicate.
C'erano anziani del consiglio che erano del parere che un Kuragari
avesse aiutato un uomo, anni prima, a fuggire dopo aver fallito una
missione di massima importanza; era stato inviato alla foglia come
assassino del primo Hokage, ma era tornato sconfitto.
E come ciliegina sulla torta, nella sua fuga aveva persino rubato la tecnica proibita del Rancore della Terra.
Questa era la storia che la bambina si ripeteva in testa ancora e
ancora, cercando disperatamente di trovare un motivo plausibile per un
tale odio nei confronti del suo Clan.
E un giorno erano arrivate le guardie.
Avevano posto un sigillo sulla parte di villaggio abitata dai Kuragari
per impedigrli di utilizzare il chakra e, di conseguenza, avevano reso
lo Shikaku inutilizzabile.
Poi avevano fatto irruzione nella cittadella, smistando i suoi abitanti
in due gruppi: quelli puliti, senza Kekkei Genkai e quelli da
giustiziare.
Suo padre e i suoi tre fratelli erano stati reputati " puliti " ed erano stati immediatamente mandati fuori dal mini-villaggio.
Sua madre, invece, era stata messa nel mucchio di quelli da eliminare.
A quel punto avevano esaminato lei.
- Perchè ti copri gli occhi? - le aveva chiesto una guardia.
Lei, essendo ancora una bambina, ma soprattutto perchè sua madre
non aveva avuto il tempo di spiegarle che cosa le era effettivamente
successo, aveva risposto con totale sincerità: - Non posso
vedere perchè sennò la gente cade a terra e non si alza
più! -
La guardia a quel punto aveva rimosso la sciarpa e, con un rantolo, si era accasciata a terra, morta.
Haiiro si era rimessa la benda immediatamente, ma le altre guardie avevano visto ormai.
L'avevano presa per il collo e avevano provato a tagliarle la gola.
E ci erano riusciti, ma fortunatamente avevano mancato la trachea e le
arterie principali, prima che sua madre li uccidesse, dando il via ad
una ribellione.
Il taglio era molto profondo però e, mentre correva, la bambina si sentiva mancare.
- Mamma... Sono stanca... Possiamo fermarci? -
- Manca poco tesoro... Ancora un po' - disse la donna con voce tremante.
Arrivarono al margine del bosco - Haiiro, adesso voglio che ritorni in
quella radura nella foresta dove non andiamo mai. Qualunque cosa tu
senta non voltarti indietro. Lo farai per la tua mamma? -
La bambina annuì, abbracciando la madre, poi si mise a correre.
Aveva appena passato la terza fila di alberi quando sentì altre voci, e un urlò agghiacciante perforare l'aria.
Qualcosa le diceva che non avrebbe più rivisto sua mamma.
Mi toccai sovrappensiero la cicatrice che mi era rimasta da quella sera.
Una linea chiara che mi attraversava la gola, da parte a parte.
Ecco perchè portavo la sciarpa che era appartenuta a mia madre.
- Eccoti cazzo! -
Sussultai. Curioso come fosse sempre Hidan a tirarmi fuori da certe brutte memorie...
- Merda, guardati! Sei completamente fradicia. Adesso dimmi che cazzo ti è saltato in mente. Ah no, aspetta. Non pensi! -
Prima che potesse vedermi mi rimisi la benda - Oh, andiamo, sono una ragazza cresciuta! Posso sopravvivere ad un raffreddore -
- Sei sparita dalla base cazzo! -
- E allora? - risposi sinceramente divertita.
Pain sapeva che tanto non avrei avuto reali motivi per fuggire.
- Pensavamo che te ne fossi andata, cogliona! - rispose, sempre urlando
- " Pensavamo " ? Non ho sentito il chakra di nessuno degli altri a
parte il tuo... Quindi direi piuttosto " Pensavo " - dissi io
guardandolo negli occhi.
Lui ghignò - Va bene, mi hai beccato... E allora? -
- Eri preoccupato! -
Sgranò gli occhi e assunse un'espressione da " Seriamente? " - Per te? Ma dove? -
Gli puntai un dito sul petto, sempre fissandolo - Ammettilo! -
- Perchè ammettere qualcosa che non è nemmeno vero? -
Non dermordeva - Ah, quindi se decidessi davvero di andarmene non te ne
fregherebbe assolutamente niente... Va bene, allora vado a preparare la
mia roba... - feci per alzarmi, ma mi ritrovai bloccata da una presa
ferrea sul polso.
- Non ci pensare nemmeno, bastarda - mi fece risedere a viva forza - E
va bene, lo ammetto, ero preoccupato. Contenta adesso cazzo? -
- Molto - mi risistemai contro il tronco dell'albero e ripresi ad osservare la pioggia che cadeva.
Bene o male non passava che poca acqua
- Be'?! Cosa cazzo stiamo aspettando per ritornare alla base?! -
- Tu se vuoi vai pure, io credo che rimarrò qui per un altro po'
- mi girai a guardarlo - Ho bisogno di un po' di tempo per pensare... -
e ritornai a guardare la pioggia che cadeva.
Credevo fermamente che se ne sarebbe andato.
Non incarnava esattamente la virtù della pazienza, il ragazzo.
Quindi potete benissimo immaginarvi la mia sorpresa quando non si mosse dalla sua posizione.
- Come mai ancora qui? -
- Non hai detto che volevi pensare da sola - fu la sua semplice risposta.
- Ok, chi sei e che cosa hai fatto al vero Hidan - dissi prima di venire scossa da un brivido di freddo.
Senza dire niente l'albino si alzò e mi si avvicinò - Alzati un momento e togliti il mantello -
Lo guardai storto per qualche secondo, prima di obbedire e appoggiare la cappa su un ramo al coperto ad asciugare.
Si mise a sedere dove ero stata io fino a pochi secondi prima e mi fece segno di avvicinarmi - Cazzo, ti muovi? -
- Perchè ti sei sbottonato la cappa? - chiesi
- Se venissi lo scopriresti, bastarda - disse prendendomi per un polso
e facendomi sedere davanti a lui in una maniera tale che la mia schiena
premeva contro il suo petto.
Riallacciò il mantello dell'Akatsuki e mi ritrovai intrappolata.
Hidan era dannatamente caldo.
Non avendo molta scelta mi rilassai e dopo poco lo sentii mettere la testa sulla mia spalla.
- Come mai tutta questa gentilezza? - chiesi dopo un po'.
- Stavi gelando e credimi, il vecchiaccio non si farà molti scrupoli anche se avrai la febbre -
Una scusa più patetica non poteva inventarsela - Prova di nuovo, sarai più fortunato, Hida-kun -
Ci fu qualche attimo di silenzio, pieno di imbarazzo.
- Come mai sei venuta qui fuori, comunque? -
Miracolo, non mi aveva chiamato
bastarda/cogliona/scema/stupida/idiota... Insomma, non mi aveva
chiamato come mi chiamava di solito!
Lo guardai sconcertata per un millesimo di secondo - La pioggia mi
dà tranquillità... Mi aiuta a sgomberare la mente -
- E da cosa? -
Tutte queste domande da dove sbucavano mo'?
- Brutte memorie - dissi, portandomi la mano alla gola senza nemmeno pensarci.
Me ne accorsi un secondo troppo tardi e la mia mano venne rimpiazzata dalla sua.
- Chi è stato? - chiese con un tono che mi diede i brividi, mentre io stringevo ulteriormente la sciarpa.
- E' stato parecchio tempo fa - mi lanciò uno sguardo che non ammetteva repliche - Una guardia del mio villaggio -
- Spero che sia morta - disse, per poi smettere di parlare.
Avvenimento epico.
Reclinai la testa fino a poggiarla sulla sua spalla e lo guardai per
qualche minuto, prima di ( incredibile ma vero ) addormentarmi.
E non ebbi incubi, stranamente.
Sognai invece uno strano tizio dalla pettinatura improbabile.
Seriamente, i capelli ce li aveva così o lo faceva apposta?
- Li abbiamo trovati, un! - urlò il biondo mentre planava sulla
sua enorme creazione d'argilla fino ad arrivare più o meno al
livello del ramo su cui dormivano due suoi compagni.
- Che dici, Sasori no Danna? Gli facciamo una foto, un? -
Il compagno rispose con voce fredda - Se vuoi morire in uno dei rituali di Hidan, fai pure -
Deidara fece un sorriso instabile e, decidendo che avrebbe preferito
morire facendo qualcosa di più proficuo, *
coughFarlapagareaItachicough *, diede comandi alla propria creazione
perchè li riportasse alla base.
- Che dici Danna? Non erano carini, un? -
Il marionettista non si curò nemmeno di rispondere, limitandosi a sventolare minaccioso la coda di Hiruko.
Un silente comando al biondo di starsene zitto se non voleva fare una brutta fine.
- Hidan? - chiamai
Mi ero svegliata e la prima cosa che il mio cervello aveva registrato
era la stretta micidiale in cui mi aveva avviluppato l'albino.
Fatto dovuto al semplice dettaglio che le sue braccia mi impedivano di respirare.
A quanto pareva si era addormentato pure lui alla fine, con la testa sopra la mia.
Torcicollo a me!
- Hidan! - provai più forte.
Linea piatta.
- HIDAN! - continuò imperterrito a dormire
Mi stava prendendo in giro, non c'erano altre possibili spiegazioni - BAKA! MI STAI STRITOLANDO! -
- Ugh... Fottiti Kakuzu... -
Mi caddero letteralmente le braccia .
Come osava scambiarmi per Kakuzu?!
Assottigliai lo sguardo e liberai le braccia dalla sua stretta poderosa, dovevo fargliela pagare in qualche modo.
Cercando di non ammazzarmi portai le braccia leggermente indietro, fino a toccargli i fianchi.
E lì arrivava la parte divertente. Mi sentivo perfida.
Cominciai a fargli il solletico.
Dapprima non successe un bel niente, poi cominciò a fare strani
versi che, gradualmente si trasformarono in risate, finchè non
spalancò gli occhi.
- Ahahah! Se non lahahah! Smetti ti sahahcrifico! -
- Costringimi -
Non appena quella singola parola lasciò le mie labbra me ne pentii amaramente.
E ne avevo ogni ragione, l'ultima volta che gli avevo detto qualcosa di
vagamente simile mi ero ritrovata con una striscia di smalto verde in
faccia.
E cazzo, non era andato via per tre giorni!
Infatti ben presto mi ritrovai spiaccicata di faccia contro il ramo.
Ma chiaramente si era dimenticato che ci aveva chiuso nella stessa cappa, quindi perse l'equilibrio e cademmo dall'albero.
Nei due secondi che separavano la nostra memorabile caduta e l'impatto
con il suolo, riuscii ad inveire almeno una ventina di volte contro il
caro Hidan.
E chiaramente dove atterrammo?
Ma mi pare anche logico: nei rovi.
Quando tornammo alla base, coperti di spine da capo a piedi io tirai
dritta in bagno, per prendere un paio di pinzette e, vista la
quantità mostruosa di tagli e varie, anche del disinfettante con
taaaanto cotone.
Mi muovevo a stento e raggiunsi la stanza che dividevo con Hidan e
Kakuzu nel doppio del tempo che ci avrei impiegato normalmente.
Maledette spine, e maledetto Hidan che mi ci aveva fatto cadere dentro!
- Oh cazzo, credevo che ti avesse ingoiato la doccia per quanto ci hai messo, cogliona! -
- Meh, porta rispetto, o le spine non te le levo -
- Ma se è colpa tua! - protestò
- Come fa ad essere colpa mia?! - sgranai gli occhi... Occhio - Non sono mica un magnete per i rovi! -
- Se non mi avessi sfidato, bastarda, non saremmo nemmeno qui! -
- No, infatti, saremmo ancora sull'albero, io in particolare starei lottando per respirare! -
- E che cazzo c'entra?! -
- Mi stavi stritolando! E quando ho cercato di svegliarti, hai avuto il fegato di scambiarmi per Kakuzu! -
Rimase zitto per qualche stupendo secondo - Be' in fin dei conti sei
talmente brutta che... - non finì la frase perchè si
ritrovò soffocato da un cuscino.
Al diavolo il male cane che mi facevano le spine, potevano aspettare!
Sentii le sue mani farsi strada sui miei fianchi, prima di agguantare
la mia sciarpa e tirare, riuscendo a farmi mollare la presa sul cuscino.
- Cazzo, prima le spine, poi possiamo ammazzarci quanto cazzo ti pare! -
- Sono d'accordo. Il paziente è pregato di girarsi - dissi
mentre prendevo le pinzette e cominciavo il noiosissimo lavoro di
estrarre le spine dalla sua schiena
- E tu? - chiese dopo un po' di tempo passato solamente a lamentarsi
del fatto che ci stavo mettendo troppo - Non sei piena di spine? -
- Eh, a differenza tua io porto dei vestiti -
Una volta finita quell'opera monumentale presi il cotone e lo imbevvi
di dinsinfettante - Brucerà un po'... Ma che cazzo lo dico a
fare... -
Cominciai a tamponare tutti i tagli ( come aveva fatto a farsene
così tanti non lo capitò mai ), mentre sospirava di
piacere.
Decisamente strano.
- Hai finito cazzo? Non è che devo essere come nuovo! Per
Jashin, mi trapasso il cuore almeno una fottuta volta al giorno! -
- Mamma mia, va bene! E io che cercavo di essere gentile! - lo guardai
male, rimettendo il tappo al disinfettante - La prossima volta
ricordami di lasciarti perdere -
Mi sdraiai sul mio letto, lasciandomi sfuggire una sfilza di
imprecazioni non appena la mia povera schiena martoriata fece contatto
con il materasso.
In mezzo a tutto ero riuscita a dimenticarmi che pure io avevo fatto un
volo nei rovi, anche se, grazie a Dio, ero caduta di schiena e avevo
limitato i danni.
- Dovrai toglierti la maglietta - disse in un tono che non prometteva
nulla di buono - Giusto per rendermi le cose più facili -
- Se, ti piacerebbe -
- Guarda che se non lo fai tu, cazzona, lo faccio io -
- Ti costerebbe poi tanto chiamarmi con il mio nome?! -
- Più di quanto non ti costerebbe toglierti la maglietta -
rispose lui, allargando il suo sorriso strafottente - O hai bisogno
d'aiuto? -
- Toccami e ti giuro che sguinzaglio contro lo Shikaku -
- Sei solo timida... - fece avvicinandosi.
La mia attenzione era, in ogni caso, da un'altra parte, più precisamente alle sue spalle.
- Uh... Hidan? -
- Sì? - disse ormai vicinissimo, tanto che potevo sentire il suo respiro sul collo.
- Perchè cazzo c'è una testa nella parete? - chiesi con l'occhio fuori dall'orbita
- Ah, tu sei quella nuova... Ti stai dando da fare, vero Hidan? -
Ma che diavolo?
- E tu saresti? - feci - Non mi pare di averti visto... -
- Io sono, siamo, idiota, Zetsu -
- Oh -
- Sono qui perchè, il capo ti vuole vedere -
E con ciò se ne era andato.
- Haiiro, spero che ti trovi bene con i tuoi nuovi compagni - disse, sempre atono in una maniera impressionante Pain.
- Sì, Pain-sama. Mi hanno riferito che voleva vedermi? -
- Sì. Ti mostrerò come togliere il sigillo che impedisce
al tuo occhio di manifestare il suo potere e la settimana prossima
andrai in missione con Deidara e Sasori a caturare il Jinchuuriki del
monocoda, a Suna -
Rimasi spiazzata - Ma poi non sarei in grado di ricrearlo! Non sarebbe controproducente? -
- Ho saputo da Kakuzu che sei stata in grado di sconfiggerlo. Sarai in grado -
Ook, mi sarei fidata.
Dopotutto, perchè non avrei dovuto avere cieca fiducia in un uomo che poteva uccidermi nell'arco di due nanosecondi?
Non ne vedevo motivo, seriamente.
____________________________________________________________
Altro piccolo pezzo del passato di Haiiro svelato!
OMJ, non so che cosa mi stia bevendo in questi giorni, per riuscire ad aggiornare così dannatamente presto... Boh.
In ogni caso, spero che vi sia piaciuto
Ecco le immagini che vi avevo promesso ( quella di Haiiro nel prossimo
capitolo perchè non riesco a postarla... DANNAZIONE! )
L'arma di Haiiro ( immaginatevi il bastone in ferro più lungo ):
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Capitolo 5 *** Nail polish fun ***
Love is truly blind cap 4
Dire che questo capitolo è lungo è dire poco!
Buon lettura!
____________________________________
Splash!
Dei bambini stavano giocando in riva ad un fiume sotto gli occhi
attenti di una donna, mentre lei si dedicava a rammendare una delle
numerose tute sdrucite dei suoi figli.
- Non allonatnatevi troppo! - disse in tono perentorio ai quattro fratelli.
Le rispose un coro di risate.
Il sole stava cominciando a scendere e la donna decise che i suoi figli
avevano avuto abbastanza divertimento: avevano solo sette anni, e non
era il caso di lasciarli giocare oltre il tramonto.
Oltretutto in quel periodo le strade di Taki pullulavano di criminali e
non si fidava nemmeno un po' a lasciare i suoi bambini da soli.
- Ragazzi! Torniamo a casa, su... - cominciò ad alzarsi -
Coraggio, sono certa che avrete tutti bisogno di un bel bagno caldo
e... - si fermò, accorgendosi solo in quel momento che dei
bambini non c'era nemmeno l'ombra.
- Koori? Shira? - le sue parole caddero a vuoto e vennero ingoiate dal silenzio - Matsu?! Haiiro! -
Cominciò a correre, trasportata dall'ansia per la sorte dei suoi
figli, finchè non riuscì a distinguere delle orme di
piedi piccole e poco profonde.
Erano passati di lì, era sulla strada giusta.
Continuò a correre seguendo la pista che aveva trovato,
finchè non si imbattè in una scena che le fece
accapponare la pelle.
Due uomini, riversi a terra, indubbiamente morti... Ma senza nemmeno una goccia di sangue a testimoniare un combattimento.
A meno che... NO! pensò la donna, mentre girava uno dei cadaveri e ne scrutava gli occhi.
Oltre alla presenza della morte, poteva scorgerne una seconda, ne erano prova i cerchi rossi attorno le iridi dell'uomo.
Si rialzò in tutta fretta con il cuore che minacciava di
scoppiarle nel petto - KOORI! SHIRA! MATSU! HAIIRO! - urlò
in preda al panico, ricominciando a correre.
Ben presto si imbattè in altri cadaveri, tutti morti senza una goccia di sangue.
Avevano tutti il coprifronte segnato da un lungo solco.
Sono incappati in un covo di criminali... Devo trovarli! la donna si sforzò di correre più velocemente e ben presto riuscì a captare dei chakra familiari.
Sbucò in una radura e riuscì a stento a trattenere le lacrime.
- Mamma! - esclamarono i tre bambini,correndole incontro.
Avevano ferite superficiali, ma nulla di serio.
- Matsu! Koori! Shira! - si inginocchiò e li avviluppò in
uno stretto abbraccio, poi li allontanò, osservandoli
attentamente.
L'unica cosa che la allarmava era la caviglia di uno dei tre gemelli, slogata probabilmente.
- Dov'è vostra sorella? - chiese, rendendosi conto che all'appello mancava la figlia più piccola.
I tre bambini puntarono quasi simultaneamente verso un sentiero
che si addentrava nel folto della foresta, un posto che era visitato
raramente persino dai ninja più temerari per via degli animali
che vi si aggiravano.
Si diceva che si nutrissero del chakra delle loro vittime e poi le sbranassero, per marcare il territorio.
- Perchè diavolo l'avete lasciata andare lì?! -
urlò la donna, guardando prima il sentiero e poi i suoi figli.
Si inginocchiò nuovamente - Adesso fate i bravi e tornate a casa da papà. -
La bambina fece per parlare e aprì la bocca, ma venne zittita
ancor prima di aver potuto cominciare - Shira, ti prego... Vai con i
tuoi fratelli. - la donna sorrise e le diede un bacio sulla
fronte.
- Va bene mamma... -
Quando li vide scomparire nel verde del bosco tirò un gran sospiro e fece dei veloci sigilli.
I suoi occhi, da blu intenso cominciarono a cambiare fino a diventare bianchi, mentre la sclera si tingeva di un rosso cremisi.
Si mise a correre per la strada che le avevano indicato i figli e
giunse, dopo aver seguito le impronte della figlia per una buona
mezz'ora, in una seconda radura.
Una cascata, di quelle per cui Taki era famoso, si tuffava in un
piccolo laghetto, dal quale partiva un torrente che si insinuava nella
boscaglia.
Vicino ad una roccia stava la bambina mancante.
Aveva lo sguardo fisso davanti a sè e, seguendolo, la donna non riuscì a sopprimere un gemito di orrore.
In piedi, davanti alla figlia, seminascosto dall'ombra degli alberi,
stava un enorme animale con le mascelle strette attorno al busto di un
uomo che aveva ancora gli occhi aperti.
E manifestavano sempre i cerchi rossi attorno alle iridi.
- Haiiro... Vieni qui, senza fare movimenti bruschi... - disse piano la
donna, osservando con crescente preoccupazione la figlia che non
parlava e non accennava a muoversi.
- Haiiro! - disse un po' più forte.
La bambina si alzò e mosse qualche passo instabile, ma non verso di lei.
Si stava muovendo verso l'animale.
- Ferma! - urlò lei, guadagnandosi uno sguardo carico d'odio da
parte della bestia - Haiiro, non muovere un altro passo! -
Vedendo che la figlia non l'ascoltava si frappose tra lei e l'animale, cominciando a guardare la creatura negli occhi.
Dapprima non successe nulla, poi gli occhi dell'animale si dilatarono e lasciò andare il cadavere dell'uomo.
La donna si aspettava pienamente che cadesse e che morisse, non che la
figlia gli si parasse davanti e la guardasse negli occhi, causandole un
dolore inimmaginabile.
Urlò e questo sembrò riportare la bambina indietro dalla
strana trance in cui era caduta - Mamma? - chiese con un fil di voce,
osservando la donna ansimare a terra - Mamma! -
Le si avvicinò e si inginocchiò, cominciando a scuoterla - Mamma! Mamma! -
- Haiiro... S-stai bene? - chiese tirandosi a sedere - Chiudi gli occhi per favore... -
La bambina obbedì, asciugandosi un rivolo di sangue che colava dall'occhio destro.
- Adesso torniamo a casa... Tieni - le porse la sua lunga sciarpa rossa - Avvolgitela attorno al capo e agli occhi -
Haiiro annuì dubbiosa - Ma mamma, se la metto come faccio a vedere dove vado? -
- Sei una ninja, percepisci il chakra delle cose. Puoi muoverti con quello -
La bambina obbedì e si avvolse la testa con il tessuto.
Non posso sopportare di vedere il Reiko... Non dopo quello che è successo...
Mi svegliai di soprassalto.
Due settimane erano passate dalla mia entrata nell'Akatsuki e andavo d'accordo più o meno con tutti.
Soprattutto con ( non l'avrei mai detto ) Hidan.
In ogni caso era da tanto tempo che non facevo un sogno così vivido... E non sapevo se fosse un bene o un male.
- Oi, Haiiro. Si può sapere chi cazzo sono questi Matsu, Koori e Shira? -
Spalancai l'occhio visibile e lo guardai come se gli fosse spuntata una seconda testa.
- Ok, ok! Se non vuoi dirmelo la smetto! Ma cazzo, non guardarmi così! Mi fai paura! -
- Ah, lo prendo come un complimento allora - bofonchiai io, tirandomi su dal letto e osservando Hidan per bene.
Che cazzo, cosa aveva contro le magliette il ragazzo?
- Comunque, Kakuzu ti sta aspettando -
Rimasi lì come una scema, - Per cosa? -
- Non me lo ha detto il coglione - disse lui, tendendo una mano in
avanti e guardandosi le unghie. Sbuffò,- Cazzo, devo già
rimettere il fottutissimo smalto... -
- Fammi capire bene, siete un'organizzazione criminale, composta praticamente da soli uomini e mettete un cazzo di smalto?! -
- Ridi poco bastarda che lo dovrai mettere anche tu! -
- Non credo proprio - dissi io risoluta, guardandolo di sbieco con
l'occhio dello Shikaku - Non sono mai stata molto... Err... Femminile -
- Tutte balle, sei una ragazza, no? Quindi fai poche storie e mettiti
questo fottutissimo smalto del cazzo! - mi passò una boccetta do
smalto verde, come il suo.
- Ti ho detto che non lo metto - replicai ancora.
- Allora dovrò costringerti - disse leccandosi le labbra e ghignando come un idiota.
Inquietante, se chiedete a me.
In un baleno ero sul letto, lunga distesa, con un braccio immobilizzato
dalle sue gambe - Prova a fermarmi adesso, cogliona! - disse svitando
il tappo della boccetta di smalto e cominciando a metterlo sulle mie
unghie - E stai ferma! -
- Ti piacerebbe! - replicai io, cercando di sottrarmi alla sua presa,
ottenendo soltanto una stretta ancora più micidiale.
- Sì cazzo, mi piacerebbe! - disse con un sorrisetto poco raccomandabile.
- Ma se stai ridendo... Ahaaha! Smettila, mi fai il solletico! -
Fece una faccia da finto innocente - Oh, sul serio bastarda? Quindi se faccio così ti da fastidio? -
Soffocai una risata nel cuscino - Sme-smettila! -
- Facciamo così, io la smetto e tu ti fai mettere lo smalto. -
Dovetti convenire che era un buon compromesso.
Dieci minuti dopo mi ritrovai con tutte e due le mani con le unghie
verdi e Hidan che se la rideva di fianco a me - Adesso tocca alle
unghie dei piedi! -
Feci una faccia che evidentemente doveva avere del comico,
perchè si mise a ridere pure più di prima - Sto cazzo! -
- Ah sì? Devo forse ricordarti chi è il più forte tra noi due, bastarda? -
- Devo forse ricordarti che Kakuzu mi aspetta? -
- Il vecchiaccio può aspettare un altro po'... - fece per
agguantarmi un piede, ma mi mossi fuori portata, - Non vorrai
seriamente costringermi a fare come prima, vero? -
- Tzè, come se potessi... - dissi socchiudendo l'occhio visibile
e riggiustandomi la benda che era un po' caduta - .... Prima non ero in
guardia -
Quando mi saltò addosso ero pronta e, con una mano sul petto lo
spostai quel tanto che bastava perchè non mi immobilizzasse.
- Oh, andiamo Haiiro-chan non vuoi giocare? -
- Veramente vorrei evitare di morire per mano di Kakuzu! - risposi leggermente seccata, ma anche divertita.
Si sdraiò sul letto, incrociando le braccia dietro la testa - Ma cazzo, lasciati un po' andare! -
Ero lì lì per rispondere con un secco " no " quando
sentii delle braccia cingermi la vita - Che cazzo stai facendo?! -
Ammetto che la mia esperienza con i ragazzi ammontava a zero e che in
prigione non avevo fatto particolaremente bei incontri ( il migliore
che avevo incontrato l'avevo di fronte ).
Arrossii come una pazza, quasi raggiungendo la stessa tonalità del mio occhio e i girai per guardarlo male.
Almeno ci provai, perchè dopo neanche due secondi si era
risdraiato, ma doveva aver fatto male i suoi calcoli, perchè
cadde dal letto e si portò dietro pure me.
Ma non è che ebbe la decenza di cadere prima, no!
Caddi prima io ( non so nemmeno come ) e lui adosso a me.
Per qualche secondo credetti di essermi fatta qualcosa di permanente
alla schiena, poi arrivò la sensazione di soffocamento.
Incontrai lo sguardo di Hidan a pochi centimetri dalla mia faccia, mentre sorrideva strafottente.
- Lo so che tutte le ragazze mi vogliono, ma non ti pare di affrettare un po' i tempi? -
Roteai gli occhi e lo guardai male - Quando hai detto " Lasciati andare
" pensavo più a qualcosa del tipo " rilassati " non " Cadi dal
letto " ! -
- Be' io avevo in mente qualcosa di più piacevole per tutti e due, bastarda -
Lo guardai con uno sguardo che diceva chiaramente "
stammi-lontano-o-non-vivrai-per.vedere-un-altro-giorno " - Devo scuci-
mi bloccai.
Non volevo che nessuno sapesse del mio occhio - Devo per forza ucciderti per farti smettere? -
- Potresti darmi quello che voglio, cazzo! -
- E cosa vuoi per l'esattezza? -
- Te -
Spalancai il mio occhio fino al limite del possibile e allontanai la testa quel poco che potevo.
Che cazzo si era bevuto?
- Vediamo... Oggi è Venerdì... Direi che si può fare... MAI -
Si avvicinò ancora di più e sentii una sensazione di bagnato sul naso.
Aprii l'occhio e lo vidi con in mano il pennello dello smalto - Hidan, dimmi che non l'hai fatto! -
- Troppo tardi cogliona! - si tirò su di scatto e corse fuori.
Quando mi guardai allo specchio cominciai a tremare, chiusi l'occhio e strinsi i pugni.
Presi fiato e, - HIDAAAN! SE TI PRENDO TI DISTRUGGO! -
Mi misi a tempo record i miei vestiti e ci buttai sopra la cappa nera a
nuvole rosse, per poi lanciarmi ad un inseguimento folle.
Il primo che incrociai fu Deidara.
- Oh, ciao Haiiro-chan... Co- mi guardò un attimo e si morse un labbro.
Probabilmente per evitare di mettersi a ridere come un idiota, - Che cosa ti ha fatto Hidan, un? -
- Grrr.... Mettiamola così. Ha avuto la bella idea di costringermi a mettermi lo smalto. Approposito, l'hai visto? -
Cercai di non pensare che avevo una striscia di smalto verde che mi
attraversava la faccia in una linea che partiva dal sopracciglio
sinistro e arrivava fino alla parte destra del collo.
- E' andato da Kakuzu... Sono fuori e ti aspettano, da quello che ho capito, un! -
- Grazie Dei-kun. Ci si vede! - ricominciai a camminare
- HIDAN! -
- Oh, eccola che arriva. Ce ne hai messo di tempo! -
- Io ti uccido! Se Kakuzu adesso mi ammazza perchè non ero in orario, ti darò la caccia come spirito! -
- Se se... Vero Kakuzu? -
- Non mi importa. Cominciamo l'allenamento - disse atono l'avaro, mentre mi si parava davanti.
- Che? - feci giusto in tempo a parlare che una massa informe di filamenti mi colpì di striscio.
- Se questa fosse stata una vera battaglia saresti già morta.
Lascerò passare questa volta, ma da adesso in poi io attacco per
uccidere. E di sicuro sai che fine hanno fatto tutti i miei partner
precedenti. -
Veramente non lo sapevo. Le uniche cose che sapevo di Kakuzu erano che
era il contabile dell'organizzazione e che combatteva utilizzando tutti
i tipi di chakra, oltre che quei cazzo di tentacoli.
Schivai senza problemi il colpo successivo e cominciai a correre verso
il tesoriere, evitando nel processo tutti i colpi dei filamenti che mi
indirizzava contro.
Dopo un po' doveva essersi stufato, perchè cominciò ad attaccarmi con il taijutsu.
Mi spinsi all'indietro per evitare una gomitata, atterrai sulle mani e mi spinsi in alto, poggiandomi su un albero.
Sorrisi a Kakuzu e saltai nella chioma.
Ne riemersi poco dopo con la mia arma preferita, un naginata*, per poi
scagliarmi su Kakuzu che, con una strana tecnica fece deviare la lama.
Era come se avesse indurito la propria pelle.
Non ebbi tempo di ponderare la cosa oltre perchè una nuova
ondata di filamenti si stava dirigendo a tutta velocità verso di
me.
Feci roteare la mia arma e li falciai completamente, per poi saltare su un ramo per evitare di venire colpita da altri attacchi.
- E che cazzo Haiiro! Smettila di girarci attorno! -
Decisi di ignorarlo prontamente - Parla quello che mi ha smaltato la
faccia... - saltai giù dal ramo, evitando la mano di Kakuzu, che
si era staccata dal suo corpo per venire a prendere me.
Saltando da un albero all'altro cercai di capire come oltrepassare la
barriera che il tesoriere ergeva per evitare che lo ferissi con la
lama, finchè un particolare ricordo non mi fece fermare su un
ramo, sgranando l'occhio verso il contabile.
- Kakuzu... Conosci la tecnica del Rancore della Terra... -
Lui si limitò a saltare sul ramo dove stavo e parai un pugno
indurito con il manico metallico del naginata - Hn. Se mi batti, avrai
le tue risposte -
Ringhiai e con una spinta al massimo delle mie capacità riuscii
ad allontanarlo quel tanto che bastava per saltare nella chioma
dell'albero dove di trovavamo e creare un clone, spartendo il mio
chakra in maniera che non si distinguesse chi dei due fosse la vera
Haiiro.
Uscii con il mio clone allo scoperto e evitai altri filamenti.
Stavo seriamente cominciando a stancarmi, mentre Kakuzu era ancora fresco come una rosa.
Fu allora che arrivò l'illuminazione: se Kakuzu utilizzava il
Rancore della terra, allora era vulnerabile ad attacchi di fulmine.
- Se ti batto risponderai alle mie domande, dunque? - dissi, gasatissima per la mia monumentale scoperta.
Lo guardai mentre cercava di capire quale fosse la vera me.
Dopotutto muoversi con il chakra aveva i suoi lati positivi. Sapevo
controllarlo in maniera impeccabile, dopotutto avevo anche avuto tempo
per fare pratica, in prigione.
Si piegò in avanti e mi preparai a togliermi dalla traiettoria del suo attacco, ma non arrivò niente.
Sembrò che qualcosa stesse uscendo dalla sua schiena e mi
stropicciai l'occhio per assicurarmi di non avere le allucinazioni -
Che cazzo...!? -
Osservai una strana creatura ergersi vicino a Kakuzu, era completamente
nera e sembrava interamente composta dai filamenti che da ormai mezzora
attentavano alla mia vita.
- Arte del fuoco: Sofferenza istantanea! - la creatura aprì la
bocca e una potente vampata investi la radura, investendo in pieno il
mio clone, mentre l'onda d'urto mi mandò a sbattere contro un
albero.
Ci saltai sopra e creai altri due cloni, spartendo ancora il chakra in parti uguali, ma rimasi nascosta questa volta.
Per poter vincere avrei dovuto coglierlo di sorpresa.
Avrebbe potuto esistere una missione più complicata?
Ne dubito fortemente.
La mia carta vincente era solo che non sapeva la natura del mio chakra
e la fortuna aveva voluto che fossi in vantaggio sotto questo aspetto.
Dopotutto l'elettricità batte la terra.
Mandai i due cloni in avanscoperta e uno venne incenerito praticamente
subito - Non puoi sconfiggermi con dei semplici cloni - disse
calmissimo, mentre l'altro mio clone si faceva inseguire dal mostro del
fuoco.
Strisciai fino a raggiungere le spalle di Kakuzu, saltando fuori dai cespugli e cercando di attaccarlo con il naginata.
Come previsto deviò il colpo, togliendomi di mano l'arma, ne approfittai e realizzai una serie di sigilli.
- Arte del Fulmine: Tornado del drago di tuono! - urlai mentre un drago formato interamente da fulmini si abbatteva sull'avaro.
Spiccai qualche balzo indietro e cominciai ad ansimare.
Avevo dovuto usare la mia tecnica più potente; Kakuzu non era
stato ammesso all'Akatsuki perchè a Pain girava così,
dopotutto.
Quando il polverone che avevo sollevato si posò, il contabile era ancora in piedi, dietro di lui il mostro del fuoco.
Per un po' non successe niente, poi la maschera sembrò sciogliersi e collassò ai piedi del tesoriere.
- Complimenti, hai appena messo fuori uso uno dei miei cuori. Per oggi il tuo allenamento termina qui -
Ancora ansimante raccolsi il mio naginata e mi avvicinai all'avaro - Mi...Devi... Qualche risposta -
- Suppongo che sia così - rispose senza scomporsi minimamente.
- Oi coglioni! Ma che cazzo sta succedendo?! -
- SILENZIO, NON HO DIMENTICATO CHE MI HAI SMALTATO LA FACCIA! - mi buttai addosso all'albino e rotolammo nei cespugli.
Quando tornammo alla base dovetti passare un'ora in bagno a togliermi rametti e foglie dai capelli, per farla breve.
__________________________________________________________________
Uff... Non credo di aver mai scritto così tanto in vita mia...
Spero che vi piaccia... Non ho nemmeno la forza di salutarvi come si deve...
Ma ne approfitto per ringraziare tutti quelli che mi hanno recensito!
Grazieee!
Al prossimo capitolo allora!
Ciauuuuu!
Alice_
* Il naginata è un'asta con fissate da una parte una lama, dall'altra uno spuntone.
Nel prossimo capitolo farò un disegno e lo posterò, assieme con quello di Haiiro.
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Capitolo 6 *** Truth or dare? ***
Love is truly blind cap 6
La missione con il team degli artisti si prospettava inquietante.
Il caro Pain infatti, per vedere come lavoravamo assieme, mi aveva mandato con loro a fare qualche lavoretto.
Inutile dire che erano tutti sfociati un una serie impressionante di emicranie.
Sospirai e mi distesi sul mio letto: ero appena tornata dall'ultima
missione con Sasori e Deidara e, ogni volta che mi capitava di chiudere
gli occhi, sentivo i due artisti che se la litigavano alla grande.
Seriamente, avrei presto cominciato a seguirli a piedi se avesse significato smetterla con il continuo mal di testa.
- Ugh.. - mi rigirai nel letto, disperata per un po' di riposo da tutti quei rumori molesti.
Ma chiaramente era chiedere troppo.
- Ah, sei tornata. -
-Ciao Kakuzu... - risposi io, più morta che viva, prendendomi il
setto nasale tra il pollice e l'indice della mano destra per cercare di
far diminuire un po' il mal di testa.
Mai impresa fu più inutile - Siete già tornati? Come è andata 'sta volta? -
- 30 milioni - fu la sua risposta
Mi limitai ad inclinare la testa nella sua direzione, mentre prendeva
la sua bella valigetta e si metteva a contare i suoi amatissimi soldi -
Sai, dopo il nostro allenamento non hai risposto a nessuna delle mie
domande... - feci, rimandendo sul vago.
- C'era troppa gente -
- Come "c'era troppa gente"?! Se eravamo in tre! -
- Appunto -
Perchè cazzo mi rispondeva a spizzichi? Era dannatamente snervante! -
- Perchè sei sempre così incazzoso? -
- Incazzoso? - smise per un secondo di contare i soldi della taglia - Non credo sia nemmeno una parola -
- Colpa di Hidan -
Non mi rispose nemmeno.
- Oi... Posso chiederti solo una cosa? -
- Mi lascerai contare i miei soldi? -
- Promesso -
Appoggiò la mazzetta che aveva appena finito di contare e si girò verso di me con uno sguardo gelido come pochi.
Doveva essersi allenato a fare quel tipo di espressione...
- Conosci la tecnica proibita di Taki... Posso chiederti se sei stato aiutato da un membro del mio clan nella fuga? -
Parve riflettere per qualche secondo poi, dopo quelle che mi erano
sembrate delle ore, parlò: - Sì, un uomo che non faceva
altro che parlare di sua figlia... Una certa Yuki. Adesso lasciami in
pace -
Rimasi lì imbambolata per una buona mezz'ora, finchè non mi decisi a richiudere la bocca e alzarmi dal letto.
Passai di fianco a Kakuzu e lo guardai fino a quando non ricambiò il mio sguardo - Yuki... Era mia madre -
Per una frazione di secondo mi sembrò sorpreso, poi tornò ai suoi amati soldi.
Misi la mano sul pomello - Grazie comunque - feci, prima di uscire nel corridoio.
- Hei compagna di squadra, un! - venni agguantata da Deidara - Ci sarai questa sera, vero? -
- Uh... E per cosa? -
Rimase a fissarmi per un attimo - Vuoi dire che non te lo hanno detto?! -
- Chi? Cosa non mi hanno detto? - stavo seriamente cominciando a preoccuparmi - Deidara-kun! Che cazzo sta succedendo?! -
- Haiiro-chan! Datti una calmata, un! -
Ok, le emicranie mi stavano letteralmente dando alla testa.
- Ok... - feci un respiro profondo - Che cosa c'è sta sera? -
- La Serata, un! -
- ... E dovrei sapere che roba è? - chiesi inarcando le sopracciglia
- Una serata dove sono presenti tutti i membri e ci si diverte... -
fece una pausa - Pensa che l'ultima volta Kisame ha dovuto baciare
Zetsu! E' quasi morto, un! -
Scoppiai a ridere, prima di afferrare completamente la frase - Aspetta... Che cosa?! -
- Sì, tipicamente il gioco che facciamo è " Verità
o penitenza" ma non era molto divertente, visto che non c'erano ragazze
( Konan-san non si stacca un attimo da Pain-sama... ) - mi
guardò con un sorrisetto che non prometteva niente di buono -
Adesso però ci sei tu Haiiro-chan! -
Mi passò un braccio in vita e, avvicinandosi a me mise un bracco
in avanti, come ad indicare un ipotetico futuro - Immagina le
risate, un! -
- Ma anche no! - urlai io, scandalizzata non poco da una simile proposta.
- Oh, eddai! Lasciati andare, un! - urlò
L'ultima volta che avevo sentito quella frase non era finita particolarmente bene...
- E va bene! Ma ti prego, smettila di urlare! - risposi massaggiandomi le tempie.
Era colpa sue e del suo caro Sasori no Danna.
- Anche perchè altrimenti saremmo venuti a prenderti con la forza, un! -
Ci avessero provato li avrei ammazzati tutti.
Dopo cena, avendo ancora un'ora e mezza prima dell'appuntamento in
"salotto" con il resto dei ragazzi, decisi di farmi una bella doccia.
Ne uscii rinvigorita, perfino il mal di testa sembrava essere diminuito.
Mi asciugai i capelli con un asciugamano e mi avvolsi in un altro.
Aprii la porta e mi trovai davanti a Kakuzu e Hidan, in procinto di menarsi.
- Fottuto ateo di merda! Mi hai lasciato indietro di proposito, coglione! -
- Avevamo una tabella di marcia. Non l'hai rispettata? Peggio per te -
Ahh... Ecco perchè non avevo visto Hidan... Ammetto però che me l'aspettavo.
Ci misero un po' ad accorgersi che c'ero anche io lì con loro, con su solamente un asciugamano, come poi mi ricordai.
- Oh, guarda chi si vede - dissi cercando di farli smettere di
litigare, più per non farmi tornare il mal di testa che altro.
Ebbe l'effetto sperato: Hidan si girò verso di me e per un po' lasciò perdere Kakuzu.
Il lato negativo stava nel fatto che la dannata salvietta copriva appena quello che doveva coprire.
- E dove pensi di andare vestita così? - chiese di punto in
bianco Hidan, mentre in un colpo solo si toglieva la cappa e poggiava
la sua falce al muro - Oppure aspettavi me, eh bastarda? -
Mi diressi verso il mio letto senza nemmeno rispondergli, ma con un
evidentissimo rossore in faccia - Sei un pervertito, non te l'ha mai
detto nessuno? - chiesi mentre mi infilavo la cappa per coprirmi mentre
mi mettevo su lo stretto indispensabile ( i pantaloni dell'Akatsuki e
il reggiseno )
Quando ebbi addosso quelli, mi girai verso i miei due compagni di
stanza, finendo di mettermi gli altri vestiti davanti a loro - Cosa
sono quelle faccie? -
- Le ragazze fanno storie a cambiarsi con uomini nella stessa stanza - fece Kakuzu, conciso come sempre
- Be' in prigione la pivacy era quasi inesistente, quindi no, non mi da
fastidio - dissi semplicemente, combattendo seriamente contro la voglia
di ridere nel vedere l'espressione di Hidan.
- Cazzo, dovresti farlo più spesso! - esclamò estatico.
Mi tirai una manata in faccia, realizzando che mi mancava la benda all'occhio destro.
Oh porca vacca. Fortuna che, pur avendo i capelli corti, lo coprivano lo stesso.
Presi la striscia di tessuto nero dal mio comodino e la misi al suo posto.
- Un giorno o l'altro voglio vedere che cosa cazzo nascondi sotto quella fottutissima benda! -
Prima che potessi fermarlo Kakuzu parlò - Non è un bel vedere -
Vidi hidan boccheggiare - L'hai fatto vedere a lui e a me no!? -
Guardai Kakuzu malissimo, ma lui mi guardò peggio e dovetti capitolare - E' stata una cosa necessaria - dissi
- Non me ne fotte un cazzo! Adesso pretendo di vedere il tuo fottutissimo occhio! -
- No - ribattei io - Non ho bisogno che il mondo sappia che il mio occhio destro è... Quello che è -
L'albino fece per rispondermi ma qualcuno bussò alla porta - Ragazzi! Stiamo cominciando, un! -
Che Dio ti benedica Deidara!
Prima che qualcuno potesse dire o fare qualcosa mi fiondai fuori dalla
porta, giusto addosso al biondo che, per evitarmi una rovinosa caduta
mi prese al volo.
Ripeto, che Dio ti benedica ragazzo!
- Tutto bene Haiiro-chan, un? - chiese - Se ti ammazzi prima di
cominciare non vedo dove sarebbe il divertimento, un! - aggiunse dopo
- Sìsì... Andiamo Deidei! -
Ero quasi certa di aver sentito Hidan ringhiare, ma lasciai stare.
Quando arrivammo da tutti gli altri membri mi parve chiaro che mancavano solamente Konan e Pain.
- Ciao Haiiro! - mi salutò Kisame, seduto affianco ad Itachi che
si limitò a farmi capire che sapeva che esistevo annuendo.
- Ciao Kisame! Ciao Itachi... - feci sedendomi tra Hidan e Deidara.
Osservai lo spadaccino prendere una bottiglia da non-si-sa-dove e
metterla al centro del cerchio che avevamo formato, mormorando qualcosa
sulle linee di - Provate a farmi baciare un'altra volta Zetsu e
Samehada cenerà con il vostro chakra... -
Dovetti sopprimere una risata al pensiero di come doveva essere stata la scena.
- Ok, chi parte? -
Quasi simultaneamente tutti gli sguardi dei presenti si puntarono su di me - Cosa? --
- Gira la bottiglia -
Reclutantemente feci come mi dicevano, finchè il recipiente si posò su Zetsu - Verità o penitenza? -
- Verità. Penitenza, scemo. -
Rimasi lì senza fare niente - Uh... Facciamo così... Uno
fa verità, l'altro farà la penitenza - pensai un po' a
cosa poter fare - Ci sono! Zetsu nero! Se ti fanno fare qualcosa,
stasera non puoi mangiare nessuno di noi! - vidi Kisame fare un sospiro
di sollievo - Zetsu bianco, come mai non ti ho visto subito alla base? -
- Perchè sono la spia dell'Akatsuki e sono sempre in giro per cercare informazioni utili -
A quel punto toccò a lui e la bottiglia prese Itachi.
Andammo avanti così per un po' di tempo, finchè la bottiglia non si puntò su di me.
- Allora, Haiiro-chan. Verità o penitenza, un? -
Ponderai la cosa per qualche secondo.
Veerità era da escludere: c'erano troppe cose che non volevo
rivelare che potevano chiedermi... Il che, per quanto la cosa non mi
piacesse...
- Penitenza -
- Ora sì che ti riconosco, bastarda! -
Sul viso di Deidara si formò un ghigno veramente inquietante - Devi baciare Hidan! -
Silenzio.
Lo guardai come se fosse pazzo.
- Avanti! Non puoi tirarti indietro, un! -
Roteai gli occhi e mi girai verso Hidan, che aveva un leggerissimo
rossore sulle guancie, tanto che mi convinsi di essermelo immaginato.
Velocemente gli diedi un bacio sulla guancia e mi girai verso Deidara, che mi guardava male - Non hai detto dove, baka -
E di lì in poi sperai di non uscire più perchè, se
non ci era riuscitpo Deidara, qualcun'altro avrebbe preso il suo posto
- Hidan, verità o penitenza? -
Ti prego dì verità... Dì verità!
- Penitenza! Cazzo, non sono mica una femminuccia che ha paura di tutto! - esclamò dandosi un'aria di superiorità
E che cazzo! Era proprio scemo allora!
Kisame fece la stessa identica
espressione di Deidara - Mmh... Vediamo... Dovrai dare un bacio in
bocca - cazzo quanto ti odio Kisame - alla tua cara amica Haiiro -
Sì sentì uno SLAP e tutti si girarono verso di me, che mi ero tirata una manata in fronte.
Credevo di essermi lasciata pure l'impronta.
- Oh, andiamo bastarda. Lo so che lo vuoi... - disse con il suo solito
sorriso strafottente - Come ho già detto sei solo fottutamente
timida! -
- Non sono tim...! -
Mentre stavo ancora parlando fece uno scatto in avanti e si
fermò a pochi millimetri dal mio volto, mentre mi guardava negli
occhi.
Ammetto che mi lasciai ipnotizzare dal suo sguardo ametista... E allora?!
- Parli troppo, te lo ha mai detto nessuno? - disse in un sussurro utilizzando le mie stesse parole di poco prima in camera.
E così colmò la distanza che divideva le nostre labbra.
Kisame e Deidara cominciarono a urlare cose a Hidan del tipo - Vai forte! - oppure - Così si fa, UN !! -
Ma nella mia testa c'era solamente un pensiero.
WOW.
Mi morse il labbro inferiore abbastanza fortemente e aprii la bocca per la sorpresa.
E chiaramente utilizzò l'occazione per approfondire il bacio,
mentre sentivo vagamente la sua mano sul mio collo, mentre cercava di
attirarmi ancora più vicino.
Quando finì mi ritrovai relativamente senza fiato e riaprii gli occhi.
Non mi ero manco accorta di averli chiusi...
WOW.
Mi guardò di nuovo - Visto cogliona? Non è stato poi
così male - disse con l'ego a mille, ma adesso un po' di rossore
l'aveva anche lui sulle guance.
Certo, confronto a me, che sembravo un pomodoro pronto per essere colto, non si notava, ma io lo vedevo.
Il gioco continuò tra le risate generali quando Deidara fu
costretto ad ammettere per ben due volte che l'arte era una bellezza
eterna ( poi aveva fatto saltare in aria la camera di Kisame. Chiamasi
vendetta ).
Stavo ridendo anche io quando sentii un peso sulle spalle.
Mi girai e notai che era il braccio di Hidan che, piano piano, mi stava
avvicinando a lui, finchè non mi stavo appoggiando alla sua
spalla - No, non è stato affatto male - gli sussurrai
all'orecchio e potrei giurare di averlo visto rabbrividire.
Gli diedi un ultimo bacio sulla guancia senza che nessuno mi vedesse e appoggiai la testa sulla sua spalla.
- Ci credo! Dopotutto ero io, cogliona! -
Mi tirai un'altra manata in faccia, sicura di aver lasciato il segno questa volta.
________________________________________________________________
Diciamocelo chiaramente, non so scrivere scene romantiche.
Ma ci ho provato!
Spero che vi sia piaciuto e credo che sia abbastanza lungo...
Al prossimo capitolo!
Ciauuuu!
Alice_
PS: per il disegno di Haiiro, dato che Tinypic mi odia, se lo volete
vedere mandatemi un messaggio che vi allego la foto... oppure ve la
mando via mail... boh.
Oppure lo posto nel prossimo capitolo!
Ciauuuu!
|
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Capitolo 7 *** Fight in the Sand ***
Love is truly blind cap 7
Non
avevo dormito niente quella notte, il tipo con la pettinatura che
sfidava la forza di gravità era tornato a popolare i miei
sogni, che però ben presto si erano tramutati in incubi.
- Ah, finalmente! Le mura di Suna, un! - esclamò Deidara mentre guardava un punto imprecisato davanti a noi.
Non ditemi che erano seriamente le mura, significava passare l'ennesima notte a sguazzare nella sabbia.
Per poi trovarsela nei posti più disparati.
E non era bello, credetemi sulla parola.
Guardai
avanti da sotto il cappello che portavo e che mi copriva completamente
la faccia, mentre il sonaglio che vi era attaccato tintinnava, mosso
dal vento.
-
Riusciamo ad arrivare prima di notte? - chiesi, non molto ( per niente
) elettrizzata all'idea di dover passare di nuovo la notte all'aperto.
- Saremo lì per il pomeriggio - rispose Sasori, parlando per la prima volta quel giorno
Mi
limitai ad annuire, mentre osservavo la linea scura che poi erano le
mura di Suna che si stagliava contro il monotono colore dorato della
sabbia del deserto.
Strano ma vero, nel pomeriggio, riuscimmo ad arrivare all'entrata da cui ci eravamo proposti di entrare.
In piedi, di fronte al varco, stava un uomo con barba e capelli blu.
Sarebbe
sembrato perfettamente normale: indossava l'uniforme degli shinobi di
Suna, e sembrava una persona per bene... Le macchie di sangue sui suoi
vestiti tuttavia, dicevano un'altra storia.
Ci fermammo proprio davanti a lui e Sasori parlò: - Hai fatto un buon lavoro... Ricordi chi sono? -
- C-come potrei dimenticare, Lord Sasori? -
- Ma chiaramente si ricorda! Che razza di tecnica sarebbe altrimenti, un?! - disse Deidara con tono di scherno
- Ci sono ancora servitori fedeli, anche dopo aver avuto indietro
la propria memoria... - ribattè Sasori, mentre ricominciavamo a
camminare, imboccando la gola.
Ovunque guardassi c'erano cadaveri, doveva essere stato l'uomo, non c'erano altre spiegazioni
Arrivammo
in uno spiazzo poco dopo, su una specie di pianoro roccioso, dal quale
si poteva vedere per intero il villaggio della Sabbia e Deidara prese
ad osservarsi il palmo della mano, mentre la sua bocca rigurgitava una
palla di argilla che stava lavorando da un po'.
Chiuse la mano e prese a modellare il materiale, formando in pochi secondi un bellissimo falchetto in miniatura.
-
Puoi guardare da qui, Sasori no Danna - disse facendo un veloce sigillo
e trasformando il piccolo falco in uno abbastanza grande da poter due o
tre persone.
-
Haiiro verrà con te - fece il marionettista, mentre mi guardava
di sbieco - Forse troverà il modo di farti mantenere un profilo
basso... -
Sì, perchè un uccello gigante di argilla non lo vedeva assolutamente nessuno...
Deidara
sbuffò, poi saltò sull'uccello e mi fece segno di fare
altrettanto - Allora, Danna. Che ne pensi della mia creazione, un? -
disse girandosi verso il marionettista che, impassibile come sempre,
rispose solamente di non farlo aspettare.
Bello bello e ancora bello.
Il secondo dopo eravamo in volo sopra Suna. E dovevo ammettere che volare era fantastico!
-
Mpf... Hanno solamente tre sentinelle che controllano i cieli... -
mormorò il biondo, facendomi svegliare dallo stato di coma in
cui ero sprofondata dopo la prima ora di volo.
Guardai
il cielo che stava cominciando a tingersi di rosa e a prendere toni
più cupi - Ma da quanto cazzo stiamo volando? - chiesi mentre mi
stropicciavo l'occhio sinistro.
- Tre forse quattro ore... - disse lui con molta calma - Ma il vero divertimento sta per cominciare, un! -
Si
tolse un sacchetto dalla cintura e ne estrasse una manciata di ragnetti
di argilla che lanciò nel vuoto, trovando un modo a dir poco
miracoloso per farli andare tutti dove c'erano le guardie a scrutare i
cieli.
- E adesso... Katsu! -
I
ragnetti al suo comando si attaccarono alle facce dei poveri
malcapitati e esplosero, lasciando come unica loro traccia una colonna
di fumo poco visibile nell'oscurità della sera.
L'uccello
compì una brusca virata e cominciammo a dirigerci verso il
palazzo del Kazekage, la costruzione più alta della città
- Rimani qui, un. -
Non feci nemmeno in tempo a capire che cosa intendesse dire che si era buttato di sotto, proprio sul tetto del palazzo.
Mi sporsi immediatamente dal fianco del falco e notai che con Deidara, sul tetto c'era un'altra persona.
Il Jinchuuriki che dovevamo catturare, realizzai.
All'improvviso
l'uccello fece una virata a dir poco spaventosa e si abbassò di
quota per permettere al biondo di salire - L'abbiamo trovato direi, un!
-
Mi
girai e per poco non persi l'occhio che mi rimaneva per quanto lo
sgranai, vedendo un fiotto di sabbia che si era avvicinato
pericolosamente alla nostra " cavalcatura ".
Mi costrinsi a non urlare, altrimenti addio copertura - Tieniti forte, un! -
- E dove, cazzo?! -
Non
feci in tempo a dire nient'altro che, per evitare la sabbia del
Jinchuuriki... Gaa...Gaaro-No, Gaara, ecco come si chiamava, il falco
si era diretto a tutta velocità verso la cinta di mura della
città, per poi capovolgersi e tornare indietro.
Scese in picchiata, con me sul dorso che mi mordevo la mano per non mettermi ad urlare come una bambina spaventata.
Anche se per la cronaca, volare facendo acrobazie quasi mortali non rientrava nei miei piani per la serata...
Poco
prima di toccare terra il falco sbattè poderosamente le ali,
facendoci prendere un minimo di quota, per poi cominciare una folle
corsa tra i palazzi del villaggio, mandando a puttane la parte del
piano che comprendeva il " Fare un lavoro il più silenzioso
possibile"
Dopo quella che mi parve un'eternità Deidara si fermò, pronto per fronteggiare il Jinchuuriki.
- Dì un po' - fece il biondo - Come hai capito che ero un intruso? -
-
No, dico, stai scherzando? - gli risposi io, riaggiustandomi il
cappello che mi nascondeva la faccia e che ( miracolosamente, oserei
dire ) non era caduto durante il volo.
-
Non ci sono uccelli come quello in questo deserto - rispose Gaara con
una voce che, in quanto a inespressività rivaleggiava con quella
di Pain.
Ed era dire qualcosa...
-
Quindi mi stai dicendo che non è minimamente per il fatto che ha
fatto saltare per aria tre tue guardie? - cominciai io tirandomi in
piedi a fatica - O per il fatto che è da tutto il cazzo di
pomeriggio che stiamo volando in questa cazzo di città?! Non ti
è parso un po' sospetto?! -
Jashin... Mi sembravo Hidan...
-
Ma no! No! Mi sembra logico che l'unico motivo che ti possa venire in
mente è che non ci sono uccelli come questo nel deserto! -
Ero stressata.
Una volta finita la mia sfuriata mi risedetti sull'uccello di argilla, pronta ad un qualsiasi movimento.
- E così se ne và l'operazione sotto copertura... - disse Deidara, mettendosi in ginocchio sulla sua creazione.
Il Jinchuuriki fece dei rapidi movimenti con le mani e interei appezzamenti di sabbia si sollevarono nel cielo.
Fantastico.
- Tecnicamente ha il vantaggio, un... Che ne dici? -
-
La fiera dell'ovvio... Ho due parole per te, Deidei... dissi mentre mi
alzavo e cominciavo a preparare un attacco - Porca merda! -
Osservai con occhi sgranati mentre la sabbia prendeva la forma di una mano gigantesca.
Cazzo.
- Eddai Kakuzu! -
- Ho detto di no, e la questione è chiusa -
Il
team Zombie era a caccia dell'ennesima taglia, un sentiero poco battuto
era stato tutto quello che ci era voluto per far cominciare Hidan a
lamentarsi del fatto che si stava annoiando a morte.
- Sei proprio un coglione, lo sai?! -
- Bene -
L'albino farfugliò qualcosa di incomprensibile prima di fare il medio all'altro - Sappi che romperò quel dito -
Il Jashinista rimase di sasso: l'aveva fatto dietro di lui!
Senza
dire più niente riprese a camminare ma, trattandosi di lui, il
silenzio non dutò che per pochi minuti - Eri più affabile
quando c'era anche la bastarda -
- Ti illudi - rispose il tesoriere, accelerando il passo.
Più
distanza metteva fra sè e il suo insopportabile compagno, meno
rischiava di cedere alla tentazione di staccargli la testa e di
sotterrarla da qualche parte.
Ma sarebbe stato uno spreco di tempo, e, più importante, di denaro.
-
Hn, scommetto che la cazzona se la passa meglio di noi! - riprese a
parlare Hidan mentre, anche lui, accelerava il passo per stare dietro
al compagno.
-
Scommetto che Hidan e Kakuzu se la passano meglio di noi - urlai sopra
il fragore della sabbia che aveva preso le fattezze di un'enorme bocca
e minacciava di ingoiarci.
- Non preoccuparti, ho un piano, un! - fece andare l'uccello più veloce - Tieniti a me -
Le fauci di sabbia si chiusero su di noi, quasi separandoci. Quasi.
Suppongo la forza della disperazione.
Per
un po' non successe nulla e cominciai seriamente a pensare che Deidei
avesse tirato le cuoia, poi un'esplosione che, essendo incredibilmente
vicina, mi fece ronzare le orecchie.
Il secondo dopo cadevo nel vuoto.
- Haiiro, datti una mossa! - mi urlò qualcuno, ma non riuscivo a percepire molto bene i suoni.
Qualcosa mi prese per il collo della cappa e, successivamente per il braccio.
Aprii
l'occhio quel poco che potevo per la sabbia che ci era entrata e notai
che una specie di tentacolo di sabbia si era avviluppato attorno alla
caviglia di Deidara, proprietario della " cosa " che mi stava quasi
strangolando e che ero riuscita ad identificare come sua mano.
Nell'arco di due secondi eravamo stati lanciati a mo' di sacchi di patate di nuovo verso la bocca di sabbia.
Dio, che modo stupido per morire.
Come sei morta?
Ingoiata dalla sabbia.
Non suonava per niente bene. Cazzo, non sembrava nemmeno possibile morire in quel modo!
Sentii un POOF! e mi ritrovai sulla schiena di un altro uccello di argilla, un gufo questa volta - Tutto bene Haiiro-chan, un? -
-Sì,
sì... SABBIA! - l'uccello virò bruscamente e io
chiaramente presi l'equilibrio e caddi di sotto, giusto per venire
ripescata poco dopo.
- E' già abbastanza difficile anche senza che tu faccia la donzella in pericolo, un! -
Oh no, non l'aveva fatto.
-
Vuoi che faccia qualcosa?! - feci i sigilli che mi consentivano di
evocare la mia arma - E allora trova un modo per portarmi là
sotto! - indicai la terrazza del palazzo del Kazekage - Tu
probabilmente non hai notato, ma si stanno preparando a dar man forte
al Jinchuuriki -
- Come vuoi, un! Basta che non ti fai ammazzare -
- Tsk... Si vede che non mi conosci, Deidei -
Il
gufo scese in picchiata e, quando fu ad una distanza tale dalla torre
del Kazekage che mi consentiva di atterrare senza fracassarmi entrambe
le gambe, mi buttai, atterrando davanti ad un tizio che si era
divertito a dipingersi la faccia di viola.
Tutti i ninja presenti sul tetto fecero qualche passo indietro.
Non
potevano vedermi la faccia, il cappello, non so come cazzo avesse
fatto, era ancora al suo posto e quello di per sè era un
vantaggio tattico non da poco.
-
Se pensate che vi lasceremo prendere il Kazekage, vi sbagliate di
grosso - parlò quello con la faccia dipinta con fare confidente.
-
Oh, ma io sono qui apposta per voi - dissi facendo roteare
minacciosamente la lama della mia arma, ringraziando mentalmente Kisame
che mi aveva fatto vedere come maneggiarla un po' meglio senza mozzarmi
le dita - Non crediate che non abbia visto le vostre balestre sui tetti
-
- Ormai è finita, per te e per il tuo amichetto -
Guardai nel cielo dove Deidara stava volando, inseguito a poca distanza dalla sabbia di quel Gaara.
Il
gufo perse quota e la sabbia riuscì a avvolgere completamente il
braccio sinistro del biondo - DEIDEI! PASSA DI QUI! - urlai, mentre
vedevo la sabbia che saliva, fino a raggiungergli la spalla.
Quando
passò abbastanza vicino saltai e diedi un colpo con il naginata
sulla colonna di sabbia che perse un po' del suo vigore e, in parte,
cadde a terra, consentendo a Deidara di liberare il braccio.
Il
colpo che avevo dato aveva seriamente fatto qualcosa alle mie braccia,
fortuna che la lama della mia arma era parecchio dura e non le era
successo praticamente nulla.
- Non è possibile, nessuno ha mai... - mormorò faccia-viola
- La sabbia è pur sempre terra e il mio chakra è quello
del fulmine. Fai tu i conti. - risposi io, con le braccia che mi
tremavano per la forza del fendente.
Ok, dovevo seriamente allenarmi nel Taijutsu.
- E adesso tocca a voi - dissi con il tono più minaccioso che potevo fare.
Vidi faccia-viola confabulare con un altro ninja che aveva metà della faccia coperta da un drappo bianco.
Riuscivo solamente a captare pezzi di conversazione - Nemico... Serio... Shukaku... -
Mah.
Decisi priontamente di lasciar perdere per due motivi principali:
1) Se la allungavamo ancora un po' Sasori ci avrebbe ammazzato tutti e due
2) Mi ero rotta le palle e volevo solamente dormire... E non salire per almeno un mese su uno degli uccelli di Deidara.
Senza fare alcun suono caricai e menai un fendente del mio naginata che
venne prontamente parato dal tipo con il drappo sopra la faccia.
La cosa si prospettava lunga.
- Kakuzu, ateo di merda! - urlò Hidan dopo essersi estratto il
picchetto che usava per i rituali dal cuore - Aspettami almeno! -
Si alzò e cominciò a sparare profanità che
avrebbero fatto impallidire chiunque - Il bastardo è morto!
Adesso possiamo anche riposarci un po'... Ah! Avaro del cazzo -
- Hidan, se non ti zittisci ti cucio la bocca -
- Vorrei vederti provare, coglione! - Kakuzu gli lanciò
un'occhiataccia che avrebbe avuto il potere di incenerirlo sul posto -
... Eheh, stavo solo scherzando, amico mio! -
- Io no - e con un pugno mandò il jashinista a volare in un albero.
- Sì, eri decisamente più affabile quando c'era la
cogliona... - borbottò l'albino mentre si massaggiava il collo,
per poi ricominciare a camminare a debita distanza dal partner.
Parai una lama della marionetta del tipo con la faccia viola e guardai in alto, cercando di individuare Deidara.
Stava tenendo una strana statuetta in mano.
Dovetti tornare a concentrarmi sul combattimento, saltando per non
venire trapassata da parte a parte a formare la bruta imitazione di uno
spiedino.
- Tu! Vai a rafforzare la sicurezza lungo il perimetro e tu! Vai a
prendere una squadra di ninja medici e forma una barriera nel quadrante
A! Potrebbero esserci altri nemici -
- Certo Baki-sama! - risposero in coro i due prima di correre a svolgere le loro mansioni.
Di lì in avanti i ninja continuarono ad arrivare, rendendomi il compito di rimanere integra sempre più difficile.
Poi la calma.
Deidara aveva fatto ingrandire la statuetta di prima, che aveva le fattezze di una bambola con una faccia veramente inquietante.
Stava cadendo a tutta velocità sul villaggio.
E conoscendo il biondo, non sarebbe di certo stata piena di rose e confetti.
- Che roba è? -
- E' grosso -
- Dovremmo andarcene... - disse uno.
E rimasero tutti fermi, mi sembrava anche giusto.
Il tipo, Baki, mi pareva, si appoggiò alla ringhiera, ma oramai era troppo tardi.
L'esplosione fu devastante.
Approfittai della momentanea confusione per rompere un braccio ad uno dei ninja che mi stavano attaccando e ferii gli altri due.
Poi, un dolore lancinante alla spalla destra.
Guardai in basso e la trovai trafitta da una delle spade della marionetta di faccia-viola, poi fu la volta del fianco.
Barcollai all'indietro, senza mollare la presa sul naginata: sarebbe
stato come urlare " Eccomi! Mi arrendo, torturatemi finchè vi
và! "
Caddi dalla ringhiera e poi in strada, dove si era ammassata una grande folla di curiosi.
- No... Lei è una di quelli... -
- No, no, li hanno uccisi tutti, come si meritavano -
Lei camminava, la testa china, mentre si dirigeva al palazzo del consiglio.
Due uomini le sbarrarono la strada - Dove credi di andare, piccoletta? - chiesero con scherno.
Lei non rispose, si limitò a provare a sorpassarli, ma la spintonarono e cadde a terra, sbattendo la testa.
In pochissimo tempo si era radunata una folla consistente che assisteva allo spettacolo.
Non importava a nessuno che Haiiro fosse solamente una bambina, no.
Tutto quello che la gente aveva mai visto era solo il suo clan.
- Tutto quello che la gente ha mai visto è il mio clan... Solo
il mio clan... - ripetei senza nemmeno accorgermene, tirandomi in piedi
con il supporto del naginata.
Feci i sigilli che Pain mi aveva insegnato e vidi il primo ninja contorcersi sotto il mio sguardo.
Poi il secondo e il terzo, finchè tutti quelli che avevano avuto
la sfortuna di guardarmi negli occhi o svenivano per il dolore o
urlavano fino a che avevano voce.
Se volevano l'Haiiro cattiva, l'avrebbero avuta.
__________________________________________________________________
Capitolo luuuuuuuuuungo.... WOW *^*
Mi sento un mito!
Vabbè adesso vi posto anche il disegno ( vi avverto, preparatevi l'acido da versarvi negli occhi... )
Al prossimo capitolo che dovrebbe arrivare domani dato che è Sabato ( sia lodato Jashin! )
Ciauuuuuu!
Alice_
Ecco il disegno di Haiiro ( dato che non si capisce per niente, la sua faccia è tipo :D )
|
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Capitolo 8 *** Peace before the storm ***
Love is truly blind cap 8
Mi abbassai e
schivai una raffica di shuriken diretti alla mia testa, per poi saltare
e atterrare alle spalle dei ninja che mi avevano attaccato, menando un
fendente con la mia arma e atterrandoli entrambi.
Mi voltai contro gli altri che arrivavano e uno dopo l'altro caddero in preda al dolore, urlando sulla sabbia della strada.
Era da tanto tempo che non lo utilizzavo... Ma lo Shikaku non aveva perso il suo smalto, a quanto vedevo.
Mossi un passo di lato per evitare il colpo di una Katana e disarmai in
fretta il possessore, finendolo con un colpo alla testa con il manico
del naginata
Era tutto più facile con la gente che non mi poteva guardare negli occhi.
Strinsi i denti alzando la spada e lanciai una veloce occhiata alle mie ferite.
Non andava bene, per niente.
- Tu! Prendetela! - sentii urlare al tipo con la faccia viola, prima che una nuova squadra di ninja mi circondasse.
Feci dei sigilli - Saette volanti! -
Riuscii a colpire una decina dei ninja che caddero a terra, mentre io
saltavo sui tetti dei palazzi per tirarmi fuori dal grosso degli
shinobi di Suna.
Che cazzata epica che avevo fatto a farmi portare laggiù...
- GAARA! - si sentì un urlo dietro di me e trovai la forza di guardare in alto.
Avevamo finito.
E giusto in tempo, perchè mi si cominciò ad appannare la
vista e rischiai a multiple riprese di inciampare e cadere.
Cosa che, con quella miriade di persone che non aspettavano altro che mettermi le mani addosso, non sarebbe stata ideale.
- Dove credi di andare?! - arrivò la voce del marionettista con
la faccia viola - Che tu lo voglia o meno ci rivelerai dove stanno
portando il Kazekage! -
Mosse le mani e la sua marionetta sbucò dal nulla.
Ebbi appena il tempo di reagire e portare le braccia in alto a coprirmi il volto che la lama colpì.
Non dissi niente e raccolsi il mio naginata, preparandomi all'ennesimo combattimento quella serata.
C'era di buono che prima che quella marionetta attaccasse faceva una
serie di rumori inquietanti e quindi mi dava un minimo di preavviso.
Capirete...
Scartai di lato per evitare il suo attacco, ma mi prese ugualmente di striscio.
- Stai cominciando a sentirti debole, vero? - chiese con fare di
scherno il mio avversario, mentre mi appoggiavo ansimante al manico
della mia arma, cercando di riprendere fiato.
Stavo per parlare quando venni interrotta da un violento colpo di tosse
e, ritraendo la mano che avevo usato per coprirmi la bocca, notai con
orrore che era sporca di sangue.
Dovevo andarmene. E infretta.
- Tra poco perderai i sensi, è inutile tentare di opporre resistenza. -
Ebbi un altro attacco di tosse e mi accasciai a terra.
Mamma mia, la mia prima missione e già mi facevo ammazzare...
Sentii il rumore della marionetta muoversi, pronta per attacare di
nuovo e, per schivarla dovetti buttarmi a terra in una maniera che
lasciava campo libero a ogni sorta di attacco.
Cercai di rialzarmi il più infretta possibile, ma il tipo era già pronto e cercò di atterrarmi di nuovo.
Mi reggevo in piedi appena e la vista si era appannata talmente tanto
che dovevo di nuovo fare affidamento sul chakra per potermi muovere.
Ero un bersaglio fin troppo facile...
- Lo senti, eh? - fece con un sorrisone stampato in faccia - E' il mio nuovo veleno -
Fece una pausa, come se si aspettasse un mio contrattacco, ma nessuno
venne, ero troppo esausta - Attacca prima i centri motorei, poi consuma
tutto il chakra... E' una morte dolorosa... Ma se ci dici dove sono i
tuoi amichetti potrei darti l'antidoto. -
Mi passai una mano sopra i punti che tenevano permanentemente chiuso il mio occhio destro... Forse era il caso di usarlo...
No, non sarei stata in grado di reggere gli effetti collaterali....
Trovai la forza per parlare, tra una boccata d'aria e l'altra - Guarda questo... Sfigato -
Prima che potesse reagire in qualunque modo mi tolsi il cappello e lo fissai dritto negli occhi, facendolo urlare di dolore.
Appoggiandomi alla mia arma ( che oramai era diventata una stampella di
fortuna ) mi avvicinai, senza distogliere lo sguardo - E' una morte
dolorosa...- ripetei, con un sorrisetto stranamente inquietante
stampato in faccia a mia volta - Ma io non ho alcun antidoto da darti -
- Bastardi... RIATEMI MIO FRATELLO! - urlò, alzandosi in piedi e cercando di tirarmi un pugno.
Lo schivai. Dopo lo Shikaku non si sarebbe potuto riprendere per almeno un paio di giorni.
- Haiiro-chan! Abbiamo fatto, un! Muoviti a salire! - l'uccello di argilla scese a livello con il tetto su cui mi trovavo
- Dammi un minuto - rivolsi di nuovo il mio sguardo verso il marionettista, che urlò di dolore nuovamente.
Mi sorprendevo che fosse ancora cosciente.
Quando poi mi attaccò ancora, mi resi conto che nemmeno io stavo messa tanto meglio.
Gli passai dietro e gli presi le braccia, mentre gli piantavo un piede in mezzo alle scapole.
- Vediamo come fai adesso - dissi nel tono più cupo che riuscii
a fare, prima di cominciare a tirare con le braccia e a spingere con il
piede.
Ben presto ci fu un sonoro CRACK e le sue braccia gli caddero immobili lungo i fianchi.
Dopotutto mio padre mi aveva sempre detto che un marionettista senza le mani da muovere era praticamente inerme.
A quel punto facevo seriamente fatica anche solo a pensare di stare in piedi.
Scavalcai il tizio, svenuto per via del dolore, e mi avviai verso il bordo del tetto.
La mia arma svanì in uno sbuffo di fumo e mi chinai per raccogliere il cappello.
Arrivata al bordo del tetto alzai la testa, con gli occhi chiusi, per evitare di semi-ammazzare pure Deidara, e saltai.
O almeno, tentai di saltare, perchè le mie gambe cedettero, facendomi precipitare di sotto.
Poi, fu il buio.
- E' stata avvelenata. Semplicemente. - disse freddo Sasori, mentre camminava poco dietro all'uccello di argilla del compagno.
- E non facciamo niente? Danna, potrebbe non reggere fino alla caverna,
un! - replicò il biondo, mentre scoccava un'occhiata preoccupata
alla figura sulla sua creazione.
- Non è un veleno particolarmente potente. E poi non avrei di che fare l'antidoto qui. -
Deidara non rispose, si limitò a guardare l'amica che respirava a fatica.
Le toccò la fronte e si ritrasse - Ha la febbre, un... -
- E' normale -
- Come puoi essere così freddo, Danna?! - urlò di rimando il dinamitardo.
Sasori si limitò a scuotere la coda di Hiruko.
- Hidan mi ammazzerà, un... - mormorò Deidara afflitto,
scoccando un'occhiata alla ragazza febbricitante - Sono proprio morto -
Era sola, spaventata e faceva freddo.
Ma soprattutto era sola.
La bambina arrivò nella radura di quel giorno.
Se lo ricordava bene. Da quel momento aveva dovuto sempre coprirsi gli
occhi, non aveva più potuto giocare con gli altri bambini...
Con passo malfermo, Haiiro si diresse verso l'enorme masso che stava al
centro della radura. Vi ci appoggiò la schiena e si
lasciò scivolare a terra, fino a sedersi.
Deglutì, cercando disperatamente di reprimere il pianto, ma successe solamente nel farsi male alla gola, il taglio era profondo, dopotutto.
A carponi si avvicinò al ruscello che scorreva poco lontano,
arrivando sulla sponda e immergendo le mani nelle acque cristalline,
per poi passarsele sulla gola
Faceva male, ma era l'unico modo per disinfettare un minimo la ferita.
Tutto d'un tratto si ricordò che era completamente ricoperta di
sangue e cominciò a strofinarsi la faccia con foga, facendo
arrossare la pelle.
Dall'acqua, il suo riflesso la osservava.
Volto arrossato, occhi gonfi di lacrime... E poi c'era quello.
Al posto del normale occhio dello Shikaku, ne trovava rilfesso uno completamente diverso.
La sclera nero pece e l'iride con tutte le sfumature del rosso, che
piano piano degradava in una linea gialla, quasi bianca, per poi
ritornare rosso sangue e terminare nella pupilla.
Dovette distogliere lo sguardo.
In ogni caso, per quanto non le piacesse ammetterlo, era l'unica garanzia che aveva di sopravvivere.
E di vendicare la sua gente.
Lacrime di rabbia cominciarono a solcarle il volto e ben presto si
ritrovò a piangere in silenzio, stringendo in una presa ferrea
la sciarpa della madre.
Vendetta... Come suonava dolce quella parola.
Era furioso.
Peccato solamente che al momento non fosse esattamente... Solido,
altrimenti il biondo si sarebbe fatto un viaggetto dritto dritto da
Jashin.
- Muoviti a toglierle la maglietta, ha già perso abbastanza
sangue - disse atono Sasori, mentre Deidara, faccia rossa come un
peperone, cercava di togliere la maglietta ad Haiiro senza propriamente
toccarla.
- Perchè non lo fai tu, un?! - urlò ad un certo punto esasperato - Non mi pare tu stia facendo molto, danna! -
Kisame scoppiò a ridere dal suo posto su una delle dita della statua.
- Fatto! - esultò il biondo, tenendo in mano la maglia della
compagna - Ora ti passo il testimone, Sasori no Danna... - si sedette
con la grazia di un elefante sul pavimento roccioso.
Il marionettista uscì da Hiruko con in mano una fialetta con un
liquido biancastro, si inginocchiò e, senza neanche troppa
delicatezza, forzò il contenuto giù per la gola della
ragazza.
- Passami le bende - disse con fare autoritario - E mettila a sedere -
Dopo una veloce esaminazione delle ferite, il rosso prese ad avvolgere
i rotoli di bende sulle ferite della compagna, rimettendola poi
sdraiata a terra.
- Lascia respirare le ferite, Deidara. - disse poi, notando che il biondo stava cercando di reinfilarle la maglia - Bene, dovremmo avere finito -
- ... Ok... Qualcuno si vuole degnare di spiegarmi che cazzo è successo, nel nome di Jashin?! -
- Ugh... D... Dove sono? - chiesi a nessuno in particolare, mettendomi sui gomiti - Cosa cazzo è successo? -
- Ah, chi non muore si rivede, eh cazzona? -
Aprii un occhio e mi guardai attorno, cercando di abituare la vista alla penombra del posto che mi ospitava.
- Dipende dai punti di vista... - mormorai, senza trovare da nessuna parte la forza di rialzarmi - Che cosa è successo? -
- Sei svenuta, un! -
Oh, ora si spiegavano molte più cose.
Ebbi un violento capogiro mentre mi rimettevo in piedi e per poco non
caddi, trovando miracolosamente sostegno in una roccia che sporgeva dal
terreno.
Presi un bel respiro profondo e mossi qualche passo verso l'uscita della caverna.
Avevo bisogno di una boccata d'aria.
Quello, e i suoni che c'erano all'interno della grotta non erano dei più confortanti.
Arrivai sulla riva di un ruscello e mi bloccai.
Come nel mio sogno...
Mi stesi sull'erba, guardando le nuvole che passavano.
Era un'attività che mi aveva sempre calmato, e, ben presto mi
ritrovai a pensare al tempo che avevo trascorso in prigione, senza
poter scorgere nemmeno il più piccolo spiraglio di luce...
Cinque anni...
Mi domandavo cosa mi avessero tenuto a fare nel braccio della prigione
destinato ai criminali da giusiziare per così tanto tempo.
Anche mio padre, che all'epoca faceva la guardia ai prigionieri, mi
aveva detto che non si rimaneva in quel posto per più di due
settimane.
A quanto pareva la gente era ansiosa di vedere i processi e le
esecuzioni, talvolta pubbliche, dei criminali, o dei ninja disertori.
Quello che avevo fatto io però era di gran lunga peggiore...
Attentare alla vita di una delle autorità del proprio villaggio
era punibile con la morte, ma non era nemmeno la parte peggiore.
Prima c'era la tortura. Individui senza scrupoli, che stavano lì
solo per il puro e semplice piacere di far soffrire la gente.
Curioso, avevo ammazzato pure loro.
A Taki le massime autorità erano gli anziani, un gruppo di
vecchietti decrepiti che erano stati grandi ninja nella loro età
d'oro e che, per questo, credevano di poter bacchettare in giro gli
altri. Era partito da loro l'ordine di sterminare tutti i portatori
dello Shikaku.
Gli bruciava che mio nonno avesse aiutato a scappare quell'uomo... Uomo che, tra l'altro, avevo scoperto essere Kakuzu...
Il destino ha certamente il senso dell'umorismo...
Mi ricordavo ancora tutto come se fosse appena successo.... Le loro urla disperate, che imploravano pietà.
Mi ricordavo i loro sguardi terrorizzati;
Mi ricordavo il mio ghigno sadico;
Ma soprattutto mi ricordavo cosa gli avevo risposto: - Vi
mostrerò la stessa pietà che avete riservato per la mia
gente -
E poi c'era quell'occhio... Avevo scoperto dalle pergamene conservate
nell'ala proibita della biblioteca del villaggio della cascata che il
secondo livello dello Shikaku aveva un nome.
Reiko... Distruzione e agonia alcuni dei significati del termine... Ma non era tutto.
C'era anche un terzo livello... Ma stando al documento provare a risvegliarlo equivaleva a cercare la morte.
Rabbrividii quando una folata di vento mi colpì, ricordandomi che la mia amatissima cappa era ancora nella grotta.
Il cielo minacciava pioggia... Avrei sicuramente fatto meglio a
rientrare, ma oramai avrete pure capito che se c'è una scelta
che pare logica io prendo sempre quella diametralmente opposta.
Tutta colpa della mia mentalità contorta.
Mi lasciai sfuggire una piccola risata al pensiero che almeno questa
volta, se stavo sotto la pioggia, non correvo il pericolo di
precipitare in un cespuglio di rovi*.
Cominciai a camminare, sempre attenta per eventuali chakra ostili nelle vicinanze.
Dopotutto non è che un intero villaggio che vede sparire il proprio Kazekage si mette in piazza a girarsi i pollici.
Quando l'immagine mi si formò nella mente cominciai a ridere
come una scema, quasi inciampando su una radice e mancando per un pelo
di stamparmi la faccia nel tronco di un albero.
Stare con l'Akatsuki era stata la cosa migliore che mi fosse mai capitata, dopotutto.
Certo, se togliamo le continue esplosioni di Deidara, le ancora più frequenti bestemmie di Hidan, la passione irrefrenabile di Kakuzu per i soldi, il caratteraccio di Itachi...
Errr...
Che ci potevo fare?
Era famiglia.
Una parecchio strana famiglia, ma pur sempre tale.
________________________________________________________
Dio mio.... E io che dovevo aggiornare Sabato!
Potete ufficialmente uccidermi... Lasciatemi solamente dire che sto
seriamente andando in paranoia dura per matematica... AAAARGH!
Vabbè. almeno sono riuscita a finire il capitolo!! Mi sento un cacchiutissimo mito!
Adesso comincio subito a scrivere il prossimo... Incrociamo le dita!!
Ciauuuu!
Alice_
* Vedi cap 5
|
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Capitolo 9 *** Puppet master showdown! Haiiro vs Sakura ***
Love is truly blind cap 9
- No, Hidan.
Haiiro rimarrà qui ad aiutare con la cattura dell'Enneacoda -
parlò Pain mentre formava i sigilli per la fine della tecnica
dei Nove Draghi, facendo, in questo modo, cadere il corpo del Kazekage
a terra con un tonfo sordo.
- E invece ritornerà alla base, Pain-sama -
disse la figura del jashinista, che aveva di visibili solamente gli
occhi - Si è quasi già fatta ammazzare una volta la
bastarda -
Mamma mia, la fiducia era commovente.
- Questa è la mia decisione e non ho intenzione di fare
cambiamenti - replicò Pain atono - Mi sono spiegato, Hidan? -
- Perchè state parlando come se non ci fossi!? - esclamai, agitando le braccia per farmi vedere.
L'albino mi guardò malissimo, un invito a stare zitta che venne accolto a braccia aperte dalla sottoscritta.
- Dunque parla -
- Err... Meglio se mi cucio la bocca - dissi ridacchiando - Non voglio morire così giovane... -
Hidan annuì soddisfatto.
Sarei sopravvissuta un altro giorno.
- Bene. Ora ritornate alle vostre mansioni -
Cominciai ad avviarmi dove Sasori e Deidara erano seduti, prima di
venire fermata da una voce che conoscevo fin troppo bene - Oi! -
- Se è una minaccia di morte risparmiatela, ne ho già
ricevute abbastanza - replicai girandomi - Oppure vuoi uccidermi
direttamente? -
Assottigliò lo sguardo - Prova a morire e ti ammazzo -
Stavo per replicare che il suo piano di azione aveva una piccola
debolezza, ma svanì nel nulla, lasciandomi come una scema con la
bocca aperta.
Prima figura di merda della giornata.
Cominciavamo bene.
- Oh, andiamo! Non ne posso più di stare fermo qui, un! -
- Per quanto mi possa bruciare darti ragione, Deidara, odio che mi si faccia aspettare... -
Allungai le gambe, osservando il biondo seduto sul corpo dell'ex-kazekage.
Manco fosse una sedia - Non dovrai aspettare ancora per molto - dissi,
tirandomi in piedi e risistemandomi la cappa che aveva formato una
piega a dir poco fastidiosa - Sono in quattro, qui fuori. Uno è
il Jinchuuriki. -
Quasi a confermare le mie parole, la parete d'entrata venne percorsa da
una scossa e cadde a pezzi, formando una pila di rocce nel bel mezzo
del fiume che scorreva fuori.
Non appena la frana artificiale si fu stabilizzata entrarono i quattro
ninja, appostandosi ai lati dell'apertura formatasi poco prima.
Guardarono la scena che si parava davanti a loro e sgranarono gli occhi
- Siamo arrivati tardi - parlò uno di loro, con il coprifronte
che gli copriva l'occhio sinistro.
Il mio cuore perse un battito.
No, non poteva essere lo Shikaku, erano tutti morti quelli che lo possedevano.
Il mio filone di pensieri venne interrotto dalla voce di uno dei nin - Bastardi! -
Emanava una quantità di chakra a dir poco mostruosa. Il Jinchuuriki.
Ebbi la conferma quando i suoi occhi cambiarono colore.
- Dove diavolo pensi di essere seduto?! - urlò, mostrando dei canini chiaramente troppo pronunciati per essere umani.
- io ci ho provato a dirgli di sedersi da un'altra parte, ma ha rifiutato... - mormorai io.
Credevo di averlo detto piano, ma a giudicare dalle facce allarmate dei
nostri avversari mi doveva essere scappato più forte di quello
che non credevo.
Whopsy.
- Da che parte stai!? UN!? - mi urlò dietro Deidara, prima di
ricomporsi e rivolgersi nuovamente verso i ninja - Quello è il
jinchuuriki... Sembra che Itachi avesse ragione dopotutto " Quello che
perde la pazienza prima "... un - fece poi rivolto al marionettista.
Sasori non rispose, sembrava troppo occupato ad avere una gara di sguardi con la vecchietta nell'angolo.
- Che diavolo sti facendo Gaara?! Perchè te ne stai lì sdraiato! Rispondimi! Cosa sei, sordo?! Smettila...! -
- BASTA NARUTO! - fece l'uomo con i capelli bianchi, effettivamente
fermando il biondo - Sai benissimo che cosa è successo -
Il Jinchuuriki si fermò e strinse i pugni, ma poi si ricompose.
- Il tuo amico ha ragione, e lo sai anche tu. - cominciò Deidara
- E' morto da un po' adesso - disse prima di dare un buffetto alla
guancia della sua " sedia ".
Naruto, perchè adesso sapevo pure il nome, emanò una tale quantità di chakra che mi spaventai.
Dunque era quella la potenza di un biju...
- Sai Deidei - guardai la scena con lo sguardo più indifferente che riuscii a fare - A volte sei pure peggio di Hidan -
- Bene... - mormorò Sasori
- Già, è lui -
- Restituitelo... RIDATECI GAARA! - urlò Naruto prima di mettersi a correre verso i due artisti.
Prima che potesse attaccare seriamente venne fermato dal maestro, a quanto pareva - Togliti Kakashi-sensei -
- Se attacchi senza pensare siamo finiti -
Il Jinchuuriki strinse i denti.
Dopo un buon cinque minuti passati a guardarsi nelle palle degli occhi,
Sasori si girò verso Deidara - Cosa? Hai qualcosa che ti passa
per la testa, Sasori no Danna? -
- Ci penso io a lui - disse riferendosi a Gaara - Dato che è
oramai chiaro che questo Jinchuuriki non si fermerà
finchè non l'avra recuperato -
- So che non ti piacerà quello che sto per dire, Danna, ma lo
dirò lo stesso - fece un sorrisetto compiaciuto - Credo che me
ne occuperò io, invece -
Riuscii a sentire l'ondata di irritazione provenire da Sasori - Guarda,
il nostro lavoro di squadra è stabile, non fare troppo
affidamento sulla tua fortuna, Deidara -
- Un artista deve sempre cercare stimoli più grandi, altrimenti
i suoi sensi si affievoliscono... Ho sentito che il Jinchuuriki
dell'Enneacoda è forte... Qualcosa degno della mia arte! -
- Cosa? Quelle tue tecniche arte?
La vera arte è un lavoro di bellezza, catturata e lasciata per i
posteri - si girò verso Deidara - L'arte è bellezza
eterna! -
- Bellezza eterna? Mi stai prendendo in giro? Senti, rispetto il tuo
punto di vista dato che sono anche io un artista, ma la vera arte
è effimera, un lampo che brucia brillante e poi svanisce in un
battito di ciglia, un -
- Cos'hai appena detto? -
Ma ditemi che non lo stavano facendo sul serio!
- Uh... Non vi pare di stare cominciando ad andare un po' fuori
argomento? - dissi, sucscitando lo stesso effetto che avrebbe
conseguito una mosca fastidiosa.
Una manata sventolata in aria per dirmi di stare zitta.
Nella mia mente si formò un solo pensiero.
Deidara = Cadavere
Mi tirai in piedi sotto lo sguardo atterrito dei ninja, meno quello del
Jinchuuriki che guardava i miei due compagni con odio crescente, e mi
buttai addosso a Deidara, cominciando a strangolarlo - Baka! Hai
già perso un braccio, cosa vuoi?! Perdere qualcosa di più
importante?! - urlai, senza badare minimamente ai nostri avversari.
- Il tuo fidanzatino non c'è, non sono obbligato ad andarci piano, un! -
- FIDANZATINO!? TI DISFO E TI DO' A KAKUZU DA RICOMPORRE COME PUZZLE! - risposi a tono rafforzando la presa sul suo collo.
Prima che potessi fare danni permanenti, comunque, una scultura del
biondo si ingrandì, e lui ci saltò sopra, massaggiandosi
il collo - Kami, Haiiro-chan. Tutto quel tempo passato con Hidan non ti
aiuta a controllare la rabbia di certo, un! -
L'uccello che aveva creato prese nel becco il corpo del Kazekage e si
levò in volo, uscendo dalla caverna con Naruto alle costole che
ringhiava come un cane ferito.
- Deidara, idiota! - disse Sasori, mentre io mi levavo la terra di dosso.
Osservai i tre ninja rimanenti confabulare tra loro, finchè
quello con i capelli argentati se ne andò dietro al Jinchuuriki.
- Per come l'avevo sentita io, ti sei ritirata tanto tempo fa... - disse Sasori
-
Be', mi è venuta un'irrefrenabile voglia di rivedere il mio
nipotino - fece la vecchietta, facendomi sgranare l'occhio visibile
fino ai limiti del possibile.
- E' tua nonna?! -
Lui non mi rispose nemmeno, si limitò a guardare male la ragazza che stava con la vecchia.
- Sakura, non temere, sono qui con te. Stai indietro adesso, cara -
La
nonna di Sasori si fece avanti e mise le mani nelle maniche, estraendo
una decina di kunai, tenuti insieme da un sottilissimo filamento di
chakra - Lama d'assalto! - esclamò, facendo un sigillo e
scagliando i kunai verso di noi.
Registrai appena il " Mettiti dietro di me " di Sasori che i kunai erano stati deviati dalla coda di Hiruko.
- Oh, grazie - dissi, giusto un po' scossa per la scioltezza dei movimenti della vecchia.
-
Se insistete così tanto nell'interferire, mi vedo costretto...
Vediamo che figura fareste, tu e la mocciosetta, come parte della mia
collezione! -
La
cappa già rovinata dai kunai di Hiruko si lacerò,
rivelando il vero corpo della marionetta, mentre la coda si agitava
minacciosa.
Due parole.
Che schifo.
A dir poco
scandalizzata osservai Sakura fare a pezzi Hiruko, con uno sguardo che
diceva chiaramente quanto si fosse gasata per quella vittoria.
Be', purtroppo per loro il bello doveva ancora arrivare.
Osservai Sasori saltare verso di me, coperto dalla lacera cappa della sua marionetta.
- Allora quello è i suo vero corpo? -
Perspicace la ragazza...
- Ho aspetteto vent'anni... Voglio vedere la faccia di mio nipote -
Nell'arco di un
secondo la testa caduta a terra di Hiruko si sollevò e
cominciò a sparare una raffica di spilli contro la rosa che,
facendo una serie di piroette complicatissime che nemmeno Kakuzu
sarebbe riuscito a fare, figuriamoci una ragazza come me e lei.
Guardai Chiyo e la ragione mi fu subito chiara: stava controllando Sakura come se fosse una marionetta.
Mamma mia, nuovo livello di bassezza.
- Hn, non avrei
dovuto aspettarmi di meno dalla mia stessa nonna... Nessuno avrebbe
potuto schivare i miei attacchi così. La stai controllando con
il tuo justu per le marionette. E poi, complimenti, attaccare dei
filamenti di chakra alla coda della mia marionetta è stato un
buon piano... Avrei dovuto accorgermene prima... L'hai fatto quando hai
lanciato quei kunai, vero? -
Notai l'espressione delle due Kunoichi indurirsi e capii che Sasori aveva fatto centro.
- Bene... Anche se ho utilizzato il minimo di chakra per farlo te ne sei accorto lo stesso -
- Ah, ma ricordi chi mi ha insegnato a giocare con le marionette? Chi mi ha dato tutto il talento? -
- Sfortunatamente il tempo dei giochi è finito - rispose la donna con veemenza
- Non sai quanto hai ragione - replicò il mio compagno, afferrando un lembo della cappa che lo copriva, togliendola.
Credo che sua nonna mancò di poco l'infarto a giudicare dalla sua faccia.
- Non... - ebbe un distinto tremore - Non capisco... non sei invecchiato! Come!? -
Cosa? Voleva una cura per le rughe?
La mia partecipazione al combattimento poi era commovente...
Sembravo più una roccia umanoide... Che tristezza...
- Che cosa
c'è nonnina? Sei così piena di emozione che non riesci a
parlare? - la donna non rispose e il rosso proseguì - Ma non
sono sorpreso, è la nostra prima riunione dopo vent'anni...-
Mi guardò - Ti vedo poco attiva -
- Oh, be' non è che abbia potuto fare molto, dopotutto - feci spallucce
Si voltò
di nuovo verso le nostre avversarie - Già che ho la vostra
attenzione, ne approfitto per mostrarvi il prossimo pezzo della mia
collezione... E' stato particolarmente difficile da acquisire, ma
d'altro canto è quello che me lo fa piacere così tanto...
-
Estrasse un rotolo di pergamena e in uno sbuffo di fumo apparve la marionetta che gli avevo visto migliorare più volte.
Erano praticamente morte quelle due.
- Non... Non può essere! Il terzo Kazekage! -
- Il terzo... Kazekage? - replicò Sakura.
Ripeto: perspicace la ragazza.
Ok, forse non sarebbe stato così facile, dopotutto.
Schivai un pugno
infuso con il chakra di Sakura, abbassandomi e scartando di lato,
portandomi dietro di lei, pronta per colpirla con la lama del mio
naginata.
Ecco, quello fu il mio errore.
Si girò
con rapidità fulminea, probabilmente ancora sotto l'influsso dei
filamenti del chakra, e mi assestò un calcio fin troppo potente
alle costole.
Mi schiantai in una parete, mentre la sabbia di ferro del terzo Kage si avventava sulla rosa e mi accasciai a terra.
Non mi rimaneva che sperare che non fossero rotte o che, almeno, non decidessero di bucarmi un polmone
Alzandomi a fatica notai la sabbia prendere la forma di un intricato labirinto, filamenti di ferro affilati come spade.
- Sakura! Vattene di lì! - urlò Chiyo
Venni tirata
verso Sasori da una forza non meglio identificata e mi ritrovai fuori
dalla portata del suo attacco, prima che tutta l'intricata costruzione
cadesse al suolo, formando una miriade di crateri di tutte le forme e
dimensioni.
Quando tutto il
polverone che si era sollevato si diradò notai, compacendomi non
poco, che Sakura ci era rimasta dentro e presentava una serie di tagli
e ferite varie.
Il che, aggiunto al veleno che Sasori aveva cosparso su tutte le sue armi, non portava ad un bel risultato per le Kunoichi.
- E' finita, ragazzina - disse gelido Sasori, scagliando il terzo Kazekage verso di lei, un braccio trasformato in una katana.
La trapassò a fil di spada.
POOF. Un clone.
Ma porca di quella trota infame.
- AH! - con un
urlo, la rosa si era portata sopra la marionetta e, con uno dei suoi
poderosi pugni l'aveva mandata in mille pezzi.
Io e Sasori rimanemmo in muta contemplazione.
- Hn... Non
avrei mai pensato di vedere il terzo Kazekage distrutto... - disse
mentre cominciava a sbottonarsi la cappa - Non ho dovuto risolvere un
problema in questo modo da quando sono entrato nell'Akatsuki... -
Come? Con uno spogliarello?
Prima di poter anche solo capire di che cosa stesse parlando, mi ritrovai a parare l'ennesimo pugno di Sakura.
Ma qualcosa andò storto.
La lama del mio
naginata si spezzò sotto la forza del colpo, che, tralaltro,
andò a colpire proprio la spalla che era ancora convalescente,
mandandola fuori di sede permanentemente.
D'altra parte
alla lama non doveva aver fatto partcolarmente bene nemmeno il colpo
che avevo sferrato alla sabbia di Gaara... Era pure normale che si
fosse indebolita... E quella tizia le aveva dato il colpo di grazia.
Soffocai un
grido di dolore e un altro pugno che non vidi arrivare mi mandò
di nuovo in una parete che franò, seppellendomi completamente.
Poi fu il buio.
Seriamente, svenivo un po' troppo spesso ultimamente...
- Haiiro-chan! -
La ragazza soppresse un brivido che minacciava di salirle sulla schiena.
Era buio e la cella in cui l'avevano messa era angusta a dire poco.
In più le continue torture le avevano lasciato ferite che non accennavano a rimaginarsi.
- Sei pronta per giocare, Haiiro-chan? -
- Non parlerò a dei bastardi come voi... Potete anche uccidermi, non vi darò le informazioni che cercate -
Venne presa per il collo e issata a livello con la persona che parlava
- Ma come siamo temerari oggi... Vogliamo forse far arrabbiare il capo?
-
La risposta fu uno sputo in faccia.
L'uomo rafforzò la propria presa sul collo della ragazza,
cominciando a farla annaspare in cerca d'aria, poi la buttò con
tutta la forza di cui era capace a terra, prendendo particolare cura
nell'assicurarsi che la testa in particolare cozzasse contro la dura
roccia.
Un ringhio risuonò nella cella poco illuminata, proveniente
dalla forma accucciata a terra di Haiiro - MUORI BASTARDO! -
urlò scagliandosi contro l'uomo, il lato destro della faccia
completamente ricoperto di sangue che colava da una ferita sulla fronte.
Si strappò le bende dagli occhi che le avevano messo
perchè nessuno li vedesse e uccise l'uomo all'istante,
perdendosi per qualche secondo ad osservare i cerchi rossi adornare le
iridi della sua vittima.
Si alzò e cominciò a camminare con passo poco stabile
verso l'uscita, uccidendo tutti quelli che le capitavano a tiro,
finchè non arrivò alla luce.
Corse per parecchi giorni, fino a che le gambe glielo permisero.
Poi si abbandonò.
Se doveva morire, certo come il sole non sarebbe morta in prigione.
- Arte del fulmine: Drago del Tuono! -
La prigione di
rocce che mi intrappolava esplose e il drago che avevo creato si
abbattè sulle due Kunoichi, mentre caricavo un secondo colpo.
Pareva che fossi
rimasta incosciente per un po'... Un po' tanto, dato che la moltitudine
di marionette che costellavano la caverna prima non c'era.
- Arte del
Fulmine: funerale del tuono! - piantai le mani a terra e delle saette
scaturitono dai miei palmi, dirigendosi a tutta velocità verso
le due, che mi guardavano come se fossi un mostro.
Scandagliai
l'area per eventuali segni di Sasori e trovai il suo... Err... Corpo,
attaccato ad una parete, con una strana cosa bianca con i denti che lo
teneva incollato alla roccia.
Eppure il suo chakra era ancora nella caverna...
Mi girai di
scatto verso dove una marionetta si stava rialzando e constatai con
stupore che era Sasori effettivamente... Boh... Si clonava come gli
girava.
- Lady Chiyo! -
sentii urlare alle mie spalle, mentre mi posizionavo davanti alla
vecchia con un kunai alla mano, pronta per finirla
Saltai per
evitare l'attacco di Sakura e formai dei sigilli, formando di nuovo la
tecnica del funerale del tuono e colpendole in pieno, lasciandole
semi-paralizzate, per poi portarmi vicino al marionettista.
- Dovremmo andare, Sasori -
Lui annuì, scoccando un ultimo sguardo alla nonna.
Conoscendolo non
la stava uccidendo perchè riteneca che sarebbe stata una
punizione peggiore il sapere di non essere riuscita a fermarlo.
Ci lasciammo
dietro le due nella caverna, che poi caverna più non era,
siccome era crollato il tetto, mettendoci sulle traccie di Deidara.
- Cosa ti è preso? -
- Come prego? -
- Come mai tutte quelle tecniche così potenti ? - adesso non sembrava più nemmeno una domanda
- ... Come mai tutto questo interesse? -
- Non ti avevo mai visto con quello sguardo - replicò lui, atono come sempre
- E che sguardo? Non mi pareva di avere niente di diverso - lo guardai mentre saltavo da un albero all'altro
- Uno sguardo che prometteva morte -
- No, quello è l'altro occhio... - mi trovai a replicare
Non rispose e il resto del viaggio proseguì nel più completo silenzio.
Quando trovammo Deidara era ormai notte.
- Non ci posso credere... Mi hanno battuto sul tempo con la storia del farti a pezzi, Deidei... -
- Mpf... non è che tu sia messa molto meglio... un -
- Almeno io le mie appendici me le tengo da conto -
Kakuzu srebbe stato impegnato per un po'.
____________________________________________________
Ciao! :D
Non sono morta, non disperate!
Ho solamente
avuto una settimana parecchio movimentata a scuola e non ho fatto in
tempo ad aggiornare... mamma mia, sono riuscita a salire su EFP la
prima volta ieri... sigh... dannata geometria analitica! E' tutta colpa
sua!
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Ciauuuu!
Alice_ ( che ancora non è morta! )
|
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Capitolo 10 *** Rescuing Hidan ( part 1 ) ***
Love is truly blind cap 10
Parte di rating arancione in corsivo, se non volete leggerla non preoccupatevi! ^^
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-
Jashin sia lodato... Sapevo che pregando...! - le parole gli si rifiutarono
di uscire dalla bocca, mentre il suo sguardo si faceva famelico.
La ragazza che era appena entrata nella stanza indossava solamente uno
yukata che copriva a malapena quello che doveva coprire - Cosa
Hidan-kun? Non vado bene? -
Nell'arco di un battito di ciglia il ragazzo le si era letteralmente
buttato addosso, facendola finire lunga distesa sul letto, mentre le si
posizionava sopra a cavalcioni - Mmh... - mormorò, osservando la
compagna sotto di lui.
Le morse il collo, concentrando tutta la sua attenzione sulla
cicatrice, che mordeva e baciava, mentre la ragazza tremava per il piacere.
Sentiva le sue mani nei capelli, seppellite nelle ciocche rigorosamente
tirate indietro - Non ti credevo così intraprendente, bastarda -
mormorò Hidan, con la bocca che ancora sfiorava il collo di
Haiiro la quale, ad ogni sua parola, veniva percorsa da vari brividi.
- Tch... non hai ancora visto niente... - replicò lei, passando
una gamba sulla schiena dell'albino e spostando il suo peso di lato,
cambiando effettivamente le posizioni, così ora aveva lei il
controllo.
Non perse tempo e cominciò ad accarezzare il petto del ragazzo,
facendo aderire il suo corpo a quello del partner - Jashin... - si
lasciò scappare Hidan, mentre avvicinava ulteriormente il corpo
della ragazza al suo, attaccando nuovamente la cicatrice sul collo di
Haiiro.
L'albina gli morse un lobo, cominciando a lasciare una scia di baci
sulla sua mandibola ma, prima che potesse arrivare alle labbra, si
ritrovò di nuovo con la schiena contro il materasso, con le
braccia immobilizzate sopra la testa - Ma dai! Non me ne voglio mica
andare! - si lamentò.
Il ragazzo sorrise compiaciuto e la silenziò con un bacio,
trovando subito il modo di farle aprire la bocca per avere campo libero
- E brava la mia Haiiro... - disse percorrendole i fianchi con tocchi leggeri e facendola gemere.
- Hidan...! - si lasciò scappare l'albina ad un suo morso su una
spalla, abbastanza forte da farne uscire sangue che leccò
avidamente, assaporandone il retrogusto metallico.
- Mmh... Hai un buon sapore, bastarda... -
Haiiro rabbrividì e lo baciò di nuovo, mordendogli poi la gola - Hidan... Ti... -
- Cosa per Jashin? - chiese impaziente lui, guardandola nell'occhio visibile.
Per qualche secondo rimase ammaliato dalle iridi della compagna, fermandosi per aspettare la sua risposta.
- Ti... Ecco... Io ti... SVEGLIATI AKATSUKI, BASTARDO! -
Il jashinista fece un salto sul letto, finendo per terra e la stanza
cominciò a dissolversi in fumo nero, lasciando solamente la
figura della ragazza.
- Che cazzo...?! - domandò alla compagna, mentre, anche lei si dissolveva.
La prima cosa che registrò fu il dolore al collo.
- Ma che cazzo?! - urlò al buio, prima che una figura emergesse
dalle ombre della cella, presumibilmente, dove lo avevano incatenato.
- Era anche ora che ti svegliassi, criminale da strapazzo... - fu tutto
quello che venne detto prima che un calcio colpisse l'albino in pieno
stomaco, facendolo sorridere per il dolore.
- Non andarci giù troppo pesante Matsu... Hanno dato
disposizioni perchè lo interrogassimo ma lo lasciassimo vivo...
- arrivò una voce femminile da un punto non meglio precisato.
- Ah, Shira... Tu sei troppo gentile... - rispose la voce maschile,
consegnando un seondo calcio nelle costole dell'albino - Non hai visto
che cosa hanno fatto ai nostri uomini?! Gli hanno trucidati senza
pietà e poi... Non hai visto quante volte questo qui si è
trafitto il cuore? -
- Sì ma... - fece debolmente la voce della ragazza
- Credo che possa reggere un po' di sana tortura... - disse nuovamente
la voce, prima che una mano che ha Hidan sembrò spuntata dal
nulla, gli tirasse rudemente in alto la testa.
- Sai, quando mi verranno a prendere mi prenderò particolare
cura di sacrificarti nel modo più terribile e atroce che ci si
possa immaginare, bastardo - gli sputò, presumibilmente dove
doveva esserci la faccia, a giudicare dal suono schifato che emise.
- Lurido bastardo... Ma cosa ci si doveva aspettare da un Akatsuki come
te... - gli rifilò un'altro calcio nelle costole e se ne
andò a passo di marcia
- Matsu! - gli urlò dietro la ragazza, seguendolo a sua vola
E così lo lasciarono nuovamente solo.
- Il capo vuole vederti -
Rimasi interdetta per qualche secondo: possibile che non potessi
nemmeno riprendermi da una stramaledettissima missione che già
venivo mandata da qualche altra parte?!
Sospirando mi avviai verso l'ufficio di Pain, trascinando i piedi.
Dopotutto aveva anche un po' di senso, Sasori non aveva più una
marionetta degna di tale nome, a Deidara mancava un braccio, Kisame e
Itachi erano andati a ritirare dei rotoli parecchio importanti e Hidan
e Kakuzu erano fuori ad uccidere qualche uomo con una taglia sulla
testa.
Il che, per quanto mi potesse fare piacere, lasciava solo me come
membro disponibile per qualsiasi missione che si fosse presentata.
Bello, senza poi contare che la mia spalla non sarebbe andata a posto
da sola... E nemmeno le ie costole per quello che importava.
- Voleva vedermi, Pain-sama? - chiesi educatamente... Oddio,
educatamente per quanto fosse possibile dopo essere stata in una
missione che era durata una settimana tonda tonda.
- Ho bisogno che tu vada in una missione di salvataggio... -
- Oh, e chi devo salvare? Un nostro alleato? Liberare qualcuno in prigione? -
- Hidan -
Lo guardai come se gli fosse spuntata una seconda testa - Come " Hidan" ? E Kakuzu, allora? -
- Lui è qui -
- No, aspetti... Mi sono persa qualcosa... - misi pollice ed indice
attorno al setto nasale - Se Kakuzu è qui, non dovrebbe esserci
anche Hidan? -
- Sì, sono un team, ma in qualche modo sono stati separati -
E come avevano fatto a separare quei due? C'è, solo per il fatto
che Hidan quando parlava lo si sentiva da almeno due kilometri di
distanza non sarebbe dovuto essere nemmeno possibile...
- Non lo sappiamo -
Ah, fantastico, leggeva nella mente adesso. Lo guardai stranita e lui
si appoggiò alla sua sedia - Ho dedotto che sarebbe stata la tua
prossima domanda -
Spalancai la bocca in un " oh " - E dove dovrei cercare, di preciso? -
- Kakuzu ha riferito che la loro taglia si era fatta vedere per l'ultima volta a Takigakure -
Di bene in meglio.
Mi congedai e andai in camera. Dopotutto dovevo pure rimpiazzare in un
qualche modo la mia povera arma che poi più arma non era.
Spalancai la porta e notai subito l'assenza di Kakuzu alla scrivania - Err... Kakuzu? -
Non mi rispose nessuno, così, aperto il cassetto del mio
comodino, presi un rotolo dove tenevo sigillata l'altra mia arma.
Era una cosa che mi ero ripromessa di non fare, semplicemente per il
fatto che portava con sè brutte memorie, quella spada. Memorie
che preferivo dimenticare e di cui non andavo particolarmente fiera.
Memorie di quando facevo parte della Gilda.
La porta si aprì, facendomi girare di scatto, mentre riponevo il rotolo nella piccola borsa dove tenevo kunai e shuriken.
Una figura si stagliava nel corridoio, camminava lenta, ma l'altezza e gli occhi non lasciavano dubbi su chi fosse.
- Kakuzu? - lo guardai meglio, prima che si sedesse sul letto con la
testa tra le mani - Kakuzu? Non hai una bella cera... - mi avvicinai
cautamente e notai che era piuttosto pallido.
- Veleno - fu la sua semplice risposta - Sapevano che gli stavamo dando la caccia e hanno preso provvedimenti -
Be' le cose si erano fatte un po' più chiare, per lo meno.
- Tutto qui quello che sapete fare? - urlò in segno di sfida
Hidan, mentre i suoi carcerieri confabulavano animatamente dell'altra
parte della cella, nella penombra dove non poteva vederli.
Fino a quel momento non aveva fatto altro che ridergli in faccia,
essendo un seguace di Jashin, per lui il dolore non era un problema, lo
desiderava quasi.
Ma era diverso quando non era in controllo delle ferite, quando non
poteva decidere ogni singolo colpo e, in questo modo, scegliere che
tipo di dolore provare.
Aveva capito che lo avevano preso per farsi dare informazioni su Alba e
si era trattenuto dal ridergli in faccia quando gli avevano detto che
lo avrebbero ucciso se non avesse collaborato.
- Andiamo, impegnatevi almeno! Cazzo, persino la bastarda mi fa più male in combattimento! -
- Questa poi è nuova... - arrivò la voce di una terza
persona - Fino ad ora non hai nominato nessuno della tua
organizzazione... Ma suppongo che sia qualcuno di particolarmente
vicino a te se la tiri fuori adesso e non l'hai fatto prima. -
L'albino si morse la lingua e poi sorrise strafottente - E anche se
fosse? Probabilmente hanno già inviato qualcuno per venirmi a
prendere, coglioni... -
La figura che aveva parlato poco prima si fece avanti, venendo
illuminata debolmente dalla fioca luce di un paio di lanterne -
Sappiamo che gli Akatsuki operano a coppie, e sappiamo anche che il tuo
partner è stato infettato da una dose di veleno che uccide un
uomo in meno di un giorno. Non credo che verrà mai nessuno per
uno come te -
Il jashinista si trattenne dal dire che effettivamente Kakuzu non era
proprio un uomo normalissimo e che quel veleno avrebbe impiegato come
minimo cinque giorni per farlo fuori, se non di più e
optò per cominciare a ridere nella maniera più sguaiata
che poteva - E tu pensi davvero che non ne manderanno altri? Jashin non
ti ha certo donato un cervello, coglione! -
- Koori, lascia perdere, è più testardo di un mulo... -
- Detto da te Shira, è anche peggio - ridacchiò il
ragazzo, tirando una pacca sulla spalla della compagna - D'altra parte
sorellina, è un criminale, non possiamo permetterci di andarci
piano... -
- Ah, perchè stavate cercando di torturarmi? Chiedo perdono, ma
cazzo, mi sembrava che cercaste di farmi del fottuto solletico! -
- Silenzio tu! - un calcio spuntato dal nulla colpì l'albino, facendolo boccheggiare.
- MATSU! - urlò di nuovo la ragazza, prendendo il fratello per
una spalla e tirandolo indietro - Smettila di essere così
violento! -
- Lasciami - con uno scrollone il ragazzo si librò dalla presa
della sorella - Non mi hanno messo qui per essere tenero, e tu sei qui
per i tuoi veleni. Se lo facciamo cantare in fretta possiamo tornare a
casa prima -
Il veleno, eh? Dunque era stata lei che...
Hidan sapeva che quella cameriera aveva qualcosa di strano.
Mentre i tre fratelli confabulavano animatamente su come farlo parlare
cercò di mettere insieme le sue memorie di come cazzo era
arrivato lì.
Si ricordava che lui e Kakuzu si erano fermati in un'osteria nel
territorio di Taki e che avevano ordinato qualcosa da mangiare... Lui
si era lamentato perchè avrebbe preferito un posto un po' meno
decadente, ma il suo carissimo partner non avev voluto sentire ragioni.
Poi era arrivata la cameriera, troppo zuccherosa per esserlo veramente
e trattare tutti i giorni con viaggiatori burberi e maleducati ( lui
era un esempio ), con le loro due scodelle in mano e, con un grosso
sorriso stampato in faccia, li aveva serviti.
Ora capiva anche perchè si era sentito così stanco e come
mai Kakuzu non si era fatto pregare quando gli aveva chiesto di
fermarsi a dormire in un albergo...
Dovevano averli seguiti e poi li avevano attaccati quando oramai erano
alle porte del villaggio delle Cascate; li avevano separati e avevano
preso lui...
Che situazione di merda...
- Oi - disse parecchio seccato - Dove cazzo avete messo il mio rosario, atei di merda!? -
La ragazza fece per rispondere, ma venne zittita dal tipo che si
divertiva a prenderlo a calci - Tch... un Nukenin di livello S che
chiede dov'è la sua collanina... Come siamo caduti in basso...-
Erano passati due giorni da quando mi ero messa in viaggio verso Taki
e, detto proprio sinceramente, non avevo voglia di ritornare nel mio
villaggio natale.
Oddio, fosse stato per me non sarei nemmeno partita: la spalla che la
cara Sakura mi aveva lussato non mi dava pace e se mi avessero
attaccato non avrei saputo dare il meglio di me ma, come avevo
già detto, ero l'unica disponibile per quella missione.
Poi avrei ucciso Hidan con le mie stesse mani, ma quella sarebbe stata un'altra storia.
Continuai a saltare da un ramo all'altro, ruotando la spalla in una
vana speranza che magari, forse, ma proprio forse, potesse ritornare in
sede da sola.
... Potevo anche continuare a sognare...
Mi fermai in una radura poco distante dalle mura del villaggio,
cercando di individuare chakra ostili e, quando non ne ebbi percepito
nessuno, scesi dall'albero dove ero appollaiata.
Era indubbiamente il sito di una battaglia... E anche parecchio
sanguinosa, a giudicare dai corpi dei ninja che indossavano tutti
l'uniforme degli anbu di Taki.
Ok, ero sulla pista giusta.
Come facevo a saperlo?
Be' il triangolo inscritto ad un cerchio che spiccava sul verde dell'erba lasciava poco spazio all'immaginazione.
Il bosco era silenzioso, il vento si faceva strada tra le fronde degli
alberi, producendo un fruscio che aveva un effetto calmante.
Troppo silenzioso.
Scattai in avanti giusto in tempo per evitare una raffica di shuriken
che si conficcò dove mi trovavo poco prima e atterrai sul ramo
di un albero vicino - Fatti vedere! - urlai, prendendo la spada dal
fodero.
In un baleno mi ritrovai a terra, con una lama puntata alla gola e la
spalla bloccata dolorosamente - Ti stavamo aspettando - disse il mio
aggressore, aumentando la pressione che la lama faceva sulla mia gola
- Anche io ti aspettavo -
Il ninja gorgogliò, guardando in basso dove la mia spada gli stava trapassando il cuore.
Quando cadde a terra il clone scomparve e mi ritrovai libera di
respirare, tirandomi in piedi con la spalla che sembrava volesse
cadermi a terra.
Non riuscivo più a tenere in mano la spada.
Ringhiando rimisi la spada nel rotolo e ricominciai a camminare, notando nell'erba uno scintillio.
Mi chinai e, con la mano sana, raccolsi l'oggetto metallico, rivelando il simbolo di Jashin.
Sospirai e infilai il rosario di Hidan al collo.
Per quello che avevo in pogramma di fare, me lo dovevo tenere vicino.
Hidan venne svegliato la mattina dalla porta della sua cella che si apriva e subito si chiudeva.
- Chi cazzo sei? Se devi finire di torturarmi stai perdendo tempo -
disse con disprezzo fissando lo sguardo sulla figura che era appena
entrata
L'uomo non parlò, si limitò a porgergli del cibo che
l'albino rifiutò con sdegno - Speri di avvelenarmi eh? Cazzone?
- vide l'uomo guardarsi attorno e uscire dalla cella, senza guardarsi
indietro - Che cazzo? -
I suoi carcerieri si fecero rivedere ancora molto tempo dopo - Allora,
sobbiamo ancora riprendere la solita routine oppure ti sei finalmente
deciso a darci le informazioni che cerchiamo? -
- Certo coglioni, come se volessi - replicò strafottente.
Venne preso per i capelli e messo faccia a faccia con quello che doveva
essere Matsu, il più violento dei tre, quello che aveva fatto un
abitudine di prenderlo per i capelli - Questa mattina hanno trovato una
sentinella morta... Ne sai niente? - chiese il ragazzo in un sibilo.
- Che posso dire, qualche coglione ha appena fatto un servizio
all'umanità - rise, scoprendo i denti, prima di venire
silenziato da un manrovescio che gli fece spostare la testa di lato.
- Matsu... - disse in tono perentorio Shira, fermando la mano del
fratello prima che potesse infierire ancora sull'albino - Smettiamola
per un po'... Non ha parlato per tre giorni, non comincierà
certo adesso -
- La nostra sorellina ha ragione Matsu... Lasciamolo stare per un
po'... Poi ci faremo spiegare bene in che condizioni lo vogliono gli
anziani... Se capisci cosa intendo... - ridacchiò Koori,
poggiando anche lui una mano sulla spalla del fratello.
- Con un po' di fortuna non gli servirà più... Da vivo per lo meno... -
E se ne andarono così.
Prima di ricevere un'altra visita dovette aspettare fino all'ora di cena.
Non mangiava da giorni, ma non voleva accettare cibo da quei bastardi... Preferiva morire... Ah, già, non poteva!
- Come mai sei così fottutamente silenzioso?! - chiese al tizio
che gli portava da mangiare, lo stesso che gli aveva portato il cibo la
mattina.
Il ragazzo gli si avvicinò, mettendosi in ginocchio di fronte a lui e gli posò qualcosa sul collo.
Hidan mise a fuoco l'oggetto e trattenne un verso di sorpresa, optando,
invece per strattonare le catene e spostarsi in avanti, poggiando la
fronte contro quella della guardia - Sapevo che saresti venuta tu,
bastarda -
La guardia sorrise e, con una chiave, cominciò a aprire i
lucchetti delle catene - Be', qualcuno dovrà pure pararti il
culo - disse quella di rimando, rispondendo al sorriso strafottente
- Quindi tu saresti la " Bastarda " - disse una voce dalla porta,
facendoli immobilizzare entrambi - Cominciavamo a chiederci quando
saresti venuta... -
La guardia si girò, trovandosi faccia a faccia con uno squadrone
della prigione - E voi siete tutti morti - disse, prima di togliersi il
cappuccio, rivelando un paio d'occhi spaiati e un sorriso sadico - Che
dici Hidan? Vuoi sgranchirti un po'? -
______________________________________________
Ciauuuu!
Non sono morta, ho solamente avuto la bronchite con asma, quindi il mio
buon propositi di postare questo capitolo prima è andato a farsi
friggere abilmente...
In ogni casooooo.... Spero che la prima parte vi sia piaciuta, è
la prima volta che scrivo una cosa del genere e non ho la più
pallida idea di cosa sia uscito... Boh, magari non è tanto
schifosa come credo alla fine...
Vi metto anche il disegno di Haiiro nella prigione, giusto
perchè oggi avevo tempo e avevo trovato un'immagine che si
prestava... YAY! *^*
Grazie di aver letto e scusatemi di nuovo per il ritardo!
Ciauuu!
Alice_
Ecco Haiiro:
|
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Capitolo 11 *** Rescuing Hidan ( part 2 ) ***
Love is truly blind cap 11
Ok, a camuffarmi facevo veramente pena, pensai mentre la terza guardia
cadeva a terra, uccisa dal Reiko, seguita poi da tutte le altre.
Insomma, non era possibile che mi avessero beccato subito!
- Slegami cazzo! -
Oh. Mi ero dimenticata di lui... Anche se praticamente era il motivo per cui avevo sopportato tutta quella trafila...
Con un kunai forzai il primo lucchetto, aprendolo a viva forza per via
della ruggine che lo ricopriva e osservai con una smorfia le
piaghe formatesi sul polso di Hidan e che, molto probabilmente,
avrei visto anche sull'altra mano.
- Dovevi proprio agitarti, eh? - chiesi in tono perentorio, mentre lui sorrideva nella sua tipica maniera.
- Cosa vuoi, bastarda? Sei preoccupata, forse? - chiese facendo il finto innocente.
Aprii la bocca per rispondere, ma sentii delle voci dal corridoio farsi
sempre più vicine - Matsu, Koori... Fate attenzione, per
piacere... -
Mi bloccai con il secondo lucchetto in mano e feci cadere il kunai per
la sorpresa, guadagnandomi una bella occhiataccia da parte di Hidan.
No, erano nomi comuni, non erano loro. Non potevano essere loro.
- Datti una mossa, cazzona! -
Mi riscossi dalla mia trance e ripresi a forzare il lucchetto - Che
cazzo hai?! - mi chiese Hidan tirandosi in piedi e cominciando a
stiracchiarsi.
- N-niente - mi rimisi il cappuccio dell'uniforme delle guardie - Dobbiamo andare -
- Fermi dove siete! -
- Ah! Vediamo adesso come siete bravi, cazzoni! - urlò Hidan
prima di afferrare una delle spade delle guardie e caricare verso i tre.
- HIDAN FERMO! - urlai, mettendomi a corrergli dietro a mia volta -NO! -
Accaddero varie cose nell'arco di pochi secondi.
I tre mi guardarono, attirati dal mio urlo, proprio mentre, per via
della mia folle corsa, il cappuccio scivolava via dalla mia testa e
scopriva l'occhio del Reiko.
Urlai di dolore e mi accasciai a terra, tenendomi una mano sopra l'occhio destro che aveva preso a sanguinare copiosamente.
Non riuscivo più a ragionare, il dolore alla testa era
semplicemente troppo e ben presto mi ritrovai stesa a terra,
impossibilitata a muovermi.
Non aveva senso!
Stando a quello che avevo letto nell'ala proibita della biblioteca di
Taki, questi sintomi si dovevano manifestare solamente se avessi
attaccato... Un...Membro... Del mio... Clan.
Sgranai gli occhi, non badando alle fitte di dolore che l'azione mi
procurava e, chiudendo l'occhio destro, osservai i tre ragazzi che
stavano combattendo contro Hidan.
Erano indubbiamente fratelli.
I MIEI fratelli.
Mi aggrappai alle sbarre di una cella vicina e, con sforzo immane,
riuscii a rimettermi in piedi, più o meno, cominciando ad
arrancare verso i quattro che combattevano.
Mossi qualche passo prima di ricadere malamente a terra.
Il Reiko non era un Kekkei Genkai che poteva essere usato senza dover pagare un prezzo, dopotutto.
Nel mio caso non dipendeva dal chakra, ma attingeva proprio dalla mia
energia vitale, quindi dopo un po' conveniva smettere di utilizzarlo se
non volevo lasciarci le penne.
Ecco perchè andavo in giro con l'occhio cucito e bendato. Era
una doppia assicurazione, per quelli che mi stavano attorno e per me.
Questa missione era un caso particolare però: ero praticamente
impossibilitata ad usare armi e l'occhio dello shikaku mi serviva per
vedere, dato che avevano avuto la bella idea di costruire la prigione
sotto terra.
Mi rialzai di nuovo, sopprimendo a viva forza i giramenti di testa che
non avevano altro obbiettivo se non quello di farmi cadere.
Realizzai un tantino troppo tardi che forse, ma forse, non era una buona idea avvicinarsi così tanto, conciata com'ero.
In particolare quando mi trovai di fronte mia sorella con una strana lancia, pronta per colpirmi.
Chiusi gli occhi e mi preparai al dolore.
Stranamente non successe nulla.
- Cazzo Haiiro, che cosa ti prende per Jashin?! -
Diedi una sbirciatina e constatai con sommo stupore che era Hidan che
mi aveva salvato la vita e, allo stesso tempo, aveva bloccato anche i
miei fratelli che si guardavano stralunati.
- Tu... - cominciò Matsu - C-come è possibile? -
- Ha...Haiiro?! - esclamò Shira, mentre Koori si limitava a guardarmi con gli occhi sgranati.
Hidan poveretto era quello che doveva capirci di meno di tutta quella
storia - Oi, bastarda, che cazzo sta succedendo?! - disse, togliendosi
la lancia dal fianco e girando la testa verso di me.
Cercai di farmi avanti ma non appena mollai la presa sulle sbarre di
ferro caddi di nuovo, venendo presa per puro miracolo da Hidan, che si
mise il mio braccio in spalla e passò il suo sulle mie spalle.
Mamma mia, che gentilezza.
- Quindi adesso sei un'Akatsuki... - mormorò Koori - Non era
abbastanza quello che avevi fatto, sorellina? - chiese con un tono
pieno di veleno.
- Sarò vostra sorella di sangue, ma ho tagliato tutti i legami
che avevo con Taki dopo quel giorno. E adesso se non vi dispiace -
tossii nel palmo della mia mano e la ritrassi sporca di sangue - Dovrei
portare il mio amico, qui, lontano da gente come voi... -
Portai una mano alla borsa dei kunai e ne estrassi delle piccole sfere che buttai a terra.
Fumo invase il corridoio e cominciammo a muoverci verso l'uscita.
Miracolosamente andò bene e in poco tempo ci ritrovammo nella foresta, lontano dal villaggio delle cascate.
- Cosa è successo là dentro? -
sapevo che, prima o poi, quella domanda sarebbe arrivata - Niente... -
Si fermò e, dato che praticamente ci stavamo portando a vicenda, fui costretta a fermarmi pure io.
Mi guardò negli occhi ( avevo rimesso la benda, quindi ero a
posto sotto quell'aspetto, il mal di testa martellante non se ne era
ancora andato ) e, con tono serio, troppo serio per uno come lui,
ripetè la domanda - Che cosa è successo là dentro -
Sospirai, abbassando lo sguardo - Spero che tu sappia che te lo sto
dicendo perchè sei una delle poche persone che considero mie
amiche... -
Lui non disse niente, si limitò a rafforzare la presa che aveva
sulla mia spalla in una qualche sorta di... Err... Gesto confortante...
- Ok, chi sei e che cosa hai fatto al vero Hidan? -
Mi guardò male - Ok. OK! -
Ricominciai a camminare - Tu sai solamente che vengo da Taki, no? -
- Sì, cazzona - rispose, cominciando ad assecondare i miei movimenti, mentre zoppicavamo lungo il sentiero
- Allora devo proprio cominciare dall'inizio... Almeno finchè non arriviamo alla caverna... Poi possiamo riposare... -
- Vaffanculo, smettila di girarci attorno! -
- Erano i miei fratelli - dissi rapidissima
- Nani?! *-
- Erano i miei fratelli, quelli che probabilmente ti hanno torturato... Erano i miei fratelli... -feci una pausa - Mi dispiace -
Rimase zitto per qualche secondo - Non è colpa tua, bastarda -
Inciampò in un sasso e lo presi al volo, per quanto mi fosse
possibile prendere uno più grande e pesante di me al volo,
quindi poco.
Una volta ritornati in piedi ricominciai il mio orrendo racconto -
Avevo sette anni quando gli anziani del villaggio hanno deciso di
sterminare tutti i portatori dello Shikaku. Mia madre mi ha salvato la
vita, pagando con la sua... E' in quell'occasione che la guardia mi ha
lasciato questo regalino - Dissi passandomi una mano sulla cicatrice
che avevo sulla gola - Sono fuggita poi e sono ritornata al villaggio
solo un anno dopo, per uccidere tutti gli anziani. Uccisi proprio dal
Kekkei Genkai che volevano debellare - risi - Mi ricordo ancora tutto. -
Ancora Hidan non disse niente e lo presi come un incoraggiamento ad andare avanti.
- Comunque, non potevo di certo rimanere lì e scappai di
nuovo... Non avevo nessuna idea che i miei fratelli fossero
sopravvissuti al massacro... - feci una pausa - Almeno fin'ora... -
- Sfigata fino alla fine, eh bastarda? - fece Hidan con uno strano sorrisetto, tirandomi ancora più vicino a lui.
- Potresti dirlo... - dissi, cercando di sorridere.
Venne più come una smorfia, o una colica, a seconda.
- Jashin... Mi fai quasi pena cazzona... - guardò un attimo la
strada davanti a noi - Uh... Dov'è che stiamo andando, cogliona?
-
- In una caverna della gilda -
Alla sua faccia a punto innterrogativo dovetti proseguire - Ti ho detto che me ne ero andata dal villaggio, no? -
Lui annuì e io, prontamente, continuai - Be' non ho fatto molta
strada... Quasi subito mi hanno trovato degli altri uomini... Facevano
parte di una gilda di assassini e mi hanno preso con loro per otto
anni. E' lì che ho imparato la maggior parte delle mie
tecniche... Ma adesso ti prego, cambiamo argomento, non voglio
deprimere anche te con questa storia così allegra... -
- Eh, ci vuole molto di più, bastarda, per farmi deprimere -
Arrivammo alla caverna in questione poco prima del tramonto.
Era un luogo di ritrovo comune per gli assassini che spesso venivano
assoldati o per proteggere un signorotto locale o per uccidere un
signorotto locale.
Dal canto mio ero stata mandata in più missioni per uccidere che
non per scortare la gente... Dopotutto non potevano non sfruttare la
mia " abilità "
Ed era anche per quello che, dopo gli otto anni passati con loro, era
un miracolo se mi reggevo ancora in piedi, rendendo ancora più
facili le cose ai bastardi che mi avevano rapito e tenuto la bellezza
di tre anni in prigione per giustiziarmi.
Ancora non avevo capito se volevano uccidermi perchè avevo ucciso gli anziani o perchè facevo parte della gilda
- Ah, finalmente! Questa ferita mi sta rompendo seriamente le palle...
- procedette a togliersi la cappa, dandomi una bella vista di una
ferita parecchio profonda proprio sotto il suo pettorale sinistro.
Ouch.
Mi avvicinai e mi piegai per arrivare a livello occhi con il taglio e
notai, con mia somma allegria, che non si era ancora rimarginata
semplicemente perchè la punta della lancia si era spaccata ed
era ancora dentro.
Fantastico... Chi è che vuole passare la serata a cercare di estrarre del metallo da Hidan?
- Almeno fammi il favore di rimanere fermo! -
- Visto che lo chiedi così gentilmente... Sto cazzo! -
urlò mentre inarcava la schiena e mi faceva abilmente rotolare a
terra.
- Se la metti così significa guerra... ! -
Mi misi a cavalcioni sopra di lui e, dopo avergli bloccato le braccia
ai fianchi con le mie gambe, ripresi a cercare di togliergli la punta
di lancia al petto.
- Oh Jashin! Mi stai facendo male! -
- Non ti piaceva mica il dolore?! - urlai di rimando, riuscendo ad
afferrare il pezzo di metallo e a tirarlo fuori - Ha! - feci
vittoriosa, tenendo la punta insanguinata fra le dita, prima di
realizzare che cosa stavo facendo e lanciarla dall'altra parte della
caverna.
- C'à qualcosa di stranamente eccitante nell'averti sopra di me mentre tieni una lancia insanguinata -
Il mio cervello ebbe un momento di spegnimento.
Che cazzo?
Mi ripresi un minimo quando sentii una mano sul collo che mi tirava verso di lui.
- C-Cosa stai facendo!? - balbettai, guadagnandomi una sua occhiata che significava solamente " Secondo te? "
- Una cosa che, cazzo, avrei voluto fare da quella sera... -
Il secondo dopo mi stava baciando.
Sinceramente, credevo che il mio occhio sarebbe uscito permanentemente di sede per come lo stavo sgranando.
Dopo qualche secondo di incertezza, cominciai a rispondere, piuttosto
timidamente. Dopotutto non è che avessi fatto molta pratica.
Anzi, diciamo pure che, essendo quello il mio secondo bacio, non avevo mai fatto pratica.
Riacquistai la percezione dei miei dintorni solamente quando la mia
schiena fece contatto a dir poco dolorosamente con il duro pavimento
della caverna e lanciai un urlo strozzato quando la mia povera spalla
fece contatto a sua volta con un masso che sporgeva dal terreno.
La mia sfiga non aveva limiti.
Ne approfittai per rompere il bacio e tirarmi in piedi, tenendomi la spalla dolorante.
Hidan mi guardò con sguardo piuttosto eloquente - Allora? Che cazzo hai? -
- Perchè? - chiesi con voce tremante
- Come, " Perchè " cazzona? -
- Perchè l'hai fatto! - risposi io, parecchio confusa, stringendo i pugni.
- Perchè mi andava cogliona! -
Spalancai ulteriormente l'occhio visibile e boccheggiai un paiio di volte, senza emettere alcun suono - Quindi per te... Tu... -
Mi arresi sull'opzione del parlare e optai per tirargli uno schiaffo
Credo che mi feci più male io, alla fine, ma a giudicare dal suo sguardo stupito doveva essere bastato.
Andai a passo pesante in una caverna adiacente, dove la gilda teneva i
vestiti per poter uscire in borghese e presi un kimono nero con un obi
rosso.
Scomodo, ma se volevo passare inosservata avrei dovuto farci i conti.
Mi vestii velocemente e uscii a passo di marcia dalla caverna.
Era un bastardo, non c'erano altre spiegazioni... E io che pensavo che... Baka, baka, BAKA!
Tirai un pugno ad un albero, prima di realizzare che era la stessa mano
collegata alla spalla che mi avevano quasi rotto - MERDA!! -
Non ci potevo credere... E poi perchè cazzo mi importava?!
Continuai a camminare, senza nemmeno sapere dove stavo andando, finchè non arrivai sulla riva di un piccolo laghetto.
Era pieno di lucciole... Bellissimo.
Ne osservai una mentre svolazzava sopra lo specchio d'acqua, per poi perdersi nel riflesso latteo della luna sull'acqua.
Ci immersi una mano. Era abbastanza calda...
Mi tolsi i sandali e entrai fino alle caviglie, cominciando a camminare verso il centro.
Sospirai... Possibile che per lui fosse solo un gioco?
" Perchè mi andava cogliona! "
Guardai l'acqua, dove spiccava il mio riflesso, prima che vinisse increspato da una goccia di pioggia.
Peccato che non ci fossero nuvole... ed eccone una seconda...
Mi portai una mano al volto e notai con stupore che, effettivamente,
non erano gocce di pioggia, ma lacrime quelle che continuavano a
increspare lo specchio d'acqua.
Oh santo Jashin... Mi dovevo seriamente preoccupare... Chi è che non si accorge che piange?
Ma la pressione emotiva di quella giornata era stata semplicemente troppa...
Cosa pretendete? Che una, dopo essere stata quasi accoppata dai fratelli e essersi sentita dire dal ragazzo che ama ch-
....
........
................
Sgranai gli occhi.
CHE CAZZO?!!!!!!!!! NONONONONONONO, SEMPLICEMENTE IMPOSSIBILE!!
- BASTARDA, DOVE CAZZO SEI FINITA!? -
Hidan, che tempismo di merda ragazzo, lasciatelo dire.
Feci del mio meglio per asciugarmi le lacrime e feci finta di niente.
Ben presto sentii il tipico rumore di qualcuno che cammina nell'acqua e
mi girai, trovandomi faccia a faccia con un Hidan la cui faccia aveva
sicuramente visto giorni migliori, data l'impronta di un bel color
vinaccia della mia mano.
- Oddio... Mi dispiace... - mormorai abbassando lo sguardo
- Hn.... Credi sul serio che mi faccia male? Conoscendoti ti sei fatta
più male tu di me... - disse prima di prendere rapidissimo la
mano che avevo usato per tirargli lo schiaffo che, al pari della sua
faccia, mostrava uno stupendo rosso.
E cazzo se faceva male!
- Midispiacebastarda -
- Eh!? -
Mi guardò male - Mi. Dispiace. Bastarda -
- Oh... - sospirai prima di passare la mano sana sulla zona che avevo
centrato con lo schiaffo - Anche a me... Sono stata stupida -
- E te ne sei accorta solo adesso? - mi guardò negli occhi e la sua espressione si fece pensierosa - Hai l'occhio rosso -
- Tu sai che quell'occhio deve essere rosso, vero? -
- Sembra che tu abbia pianto, cazzona... Intendevo dire quello... Idiota -
- Perchè devi diventare così attento tutto d'un tratto?!
- mi girai, cercando di nascondere la faccia nelle maniche a dir poco
gigantesche del kimono ma venni bloccata
- Guarda che puo non sembrare, ma sono fottutamente più
intelligente di quello che non di pensi - mi girò a viva forza,
avviluppandomi in una stretta poderosa e appoggiando la testa sulla mia
spalla
- Spalla lussata! Spalla lussata! - spostò la testa sull'altra spalla e dovetti soffocare una risata alla sua espressione
- Sai, Hidan, puoi anche evitare di abbracciarmi, so che non ti piace -
- Tch... -
Strinse la presa -Ti abbraccerei anche io se solo riuscissi a... Muovere le braccia! - mi dimenai per enfatizzare la cosa
Dopo qualche minuto passato così, si decise a lasciarmi andare e
mi abbassò la benda su tutti e due gli occhi - Che diavolo...? -
- Stai... Stai zitta per un minuto cazzo... - lo sentii armeggiare con qualcosa di metallico.
Alla sensazione di freddo sul collo rabbrividii.
- Fatto -
Mi tolsi la benda dall'occhio sinistro e lo guardai confusa, prima di notare il peso al collo che prima non c'era.
- Che bella! L'hai fatta tu? - chiesi rigirandomi tra le mani il pendente in una qualche sorta di minerale.
Non era molto diversa dal rosario di Hidan, era sempre un triangolo
inscritto in una circonferenza, ma al triangolo principale ne era
collegato un altro, più piccolo e nel verso opposto.
- Visto che ti è piaciuta così tanto, che ne dici di ringraziarmi con un bacetto, bastarda? -
Incurvai le labbra in un sorrisetto compiaciuto e mi alzai sulle punte,
dandogli un bacio a fior di labbra - Ti chiedo solo di non
giocare con me... - dissi in un sussurro prima di cominciare a correre
verso la caverna.
Il ragazzo rimase un minuto imbambolato, prima di dire all'aria - Non ero mai stato così serio -
____________________________________________________
.....
........
* Arriva un pomodoro e lo schiva * Saaaaalve ragazziiiiii!
* Schiva un peperone * VIsto che alla fine, dopo essermi fatta aspettare per giorni, ho aggiornato?
* Schiva un cavolo * Ma che è? Mi state buttando l'orto?!
Gomenasai! Mi dispiace!!!!!
* Nani: cosa
cercherò di aggiornare presto adesso, d'altra parte, ora sono in vacanza!!
Ciauuuuuu!
Alice_
Haiiro nel laghetto:
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Capitolo 12 *** Terrible news ***
Love is truly blind cap 12
L'ingresso al covo non era stato come me lo ero immaginato, a dir poco...
A meno che non mi fossi immaginata di venire sbattuta a terra da una massa informe che urlava " TOBI E' UN BRAVO RAGAZZO!! "
E non ero cosi pazza, o almeno non ancora.
- Che diavolo...?! - mi trovai a dire mentre cercavo disperatamente di disfarmi del peso che mi si era appiccicato addosso.
- Tobi! Smettila subito, un! -
La cosa si tolse subito e mi tirò su con lei.
- Oddio... Che cacchio è stato?! - dissi scandalizzata, mentre
mi portavo una mano alla testa per cercare figurativamente di fermare i
suoi giramenti.
- E' stato Tobi! - urlò il tizio che mi era praticamente saltato
addosso - Tobi è il nuovo compagno di Zetsu-senpai!! -
Oh. Inquietante...
Com'è che non l'aveva ancora mangiato?
- Be' Tobi, io sono Haiiro - gli porsi una mano e lui la strinse,
dandomi qualche bello strattone e facendomi quasi cadere per terra -
Whoa... - feci stralunata alla fine.
Hidan dietro di me si lasciò scappare un suono divertito.
Tempo di vendetta, dunque...
- Ti presento Hidan, Tobi! -
L'abino smise di ridacchiare quasi istantaneamente e prese a guardarmi
male - Hidan, se devi proprio guardarmi storto, almeno fatti prima
insegnare da Itachi! -
Guardai divertita mentre Tobi si scagliava contro il Jashinista e lo abbracciava.
Manco fosse stato un orsetto di peluche.
- Togliti di dosso, testa di cazzo, oppure ti sacrifico facendoti passare le pene dell'inferno! -
E fu in quel momento che realizzai che ero io l'unica cosa che si
frapponeva tra Tobi, con la mentalità di un bambino, e Hidan,
con una voglia matta di uccidere il suddetto idiota.
Quindi ebbi relativamente poco tempo per prepararmi all'impatto di Tobi
che mi si rifugiava dietro per sfuggire alla sete di sangue dell'albino.
- Hidan, smettila, baka! - urlai, bloccando la falce ad un pelo dalla
mia faccia e da quella di Tobi, che aveva pensato bene di fare capolino
proprio sopra la mia spalla.
- Ha provato ad abbracciarmi! Ad Abbracciarmi, cazzo! - si lamentò
- Hai provato ad ammazzarmi! - urlai io, puntandogli un dito al petto -
E adesso per pietà, QUALCUNO ME LO LEVI DI DOSSO, NON RESPIRO
PIU'! -
E così mi ritrovai un paio di ore dopo a far giocare Tobi a nascondino.
Spostai con stizza una foglia che mi era finita sul naso pensando ad
una qualche maniera stranamente dolorosa per farla pagare a chiunque
avesse avuto la bella idea di giocare a quello stupido gioco.
Era più che altro una scusa per farlo stare un po' lontano da tutti ed evitare che:
a) Itachi lo uccidesse con lo sharingan
b) Kisame decidesse di avere un normalissimo impulso da squalo e mangiarselo
c) Deidara lo facesse saltare in aria ( e la cosa era stata scansata di poco )
d) Sasori ne facesse una marionetta... Ma non credo che volesse un essere così stupido come parte della sua collezione
e) Vi lascio solo immaginare che diavolo gli avrebbe fatto Kakuzu se lo avesse interrotto mentre contava i soldi
f) Hidan lo sacrificasse a Jashin
- Haiiro-chaaaaan!!! -
Roteai gli occhi, fermandomi dopo la fitta dei punti che Kakuzu era stato così gentile da rimettermi all'occhio.
Perchè dovevo proprio essere io quella che si immolava per la sanità mentale dei propri compagni?
Facevo prima a morire ora che mi trovava!
Osservai Tobi mettere la mano sopra gli occhi per guardarsi in giro e soppressi un sospiro.
Qualcuno avrebbe pagato, in una maniera o nell'altra.
Potrete non crederci, ma due ore dopo ero ancora appollaiata sullo stesso albero, Tobi che era ancora in giro che mi cercava.
Seriamente, non mi sentivo più le gambe.
E faceva un freddo cane!
Stavo seriamente contemplando l'idea di buttarmi giù dall'albero
quando una mano che mi veniva sventolata in faccia, accompagnata da uno
stridulo " TOBI HA TROVATO HAIIRO-CHAN!! " mi fecero prendere un
leggero infarto.
Mi trovai a maledire i miei riflessi che subito mi imposero un salto
che era semplicemente troppo per delle gambe che per circa quattro ore
non avevano fatto altro che rimanere allegramente ferme, così,
per farla breve, caddi di sotto, sbattendo su vari rami, oltretutto.
E caddi con la grazia di un sacco di patate... No, offenderei i sacchi di patate dicendo così...
Diciamo che caddi a terra facendomi un male boia e basta, và...
- Haiiro-chan sta sanguinando -
Mi venne un tic all'occhio e, cercando di non mettermi ad urlare,
parlai con relativa calma - Tobi, che ne dici di metterti a correre
molto velocemente verso il covo? -
- Perchè?? Tobi vuole ancora giocare... Aaah! Haiiro-chan vuole
farsi mettere i punti da Kakuzu-senpai sulla fronte! - disse con il
tono di uno che aveva appena risolto tutti i problemi
dell'umanità.
Istintivamente portai una mano dove aveva detto e la ritrassi completamente ricoperta di sangue.
- No, corri perchè NON APPENA TI PRENDO TI AMMAZZO! - urlai completamente fuori di me .
Lanciò un gridolino e cominciò a correre.
- Sono passate quattro ore, un... - mormorò Deidara a nessuno in particolare
- Quattro ore di pace assoluta - gli rispose Kisame, mentre rinnovava i bendaggi attorno a Samehada
- Hn - si aggiunse Itachi
- Non credevo che la cazzona avesse così tanta pazienza - ridacchiò Hidan
- Nessuno ha così tanta pazienza, idiota... Probabilmente
sarà successo qualcosa e dovrò di nuovo perdere tempo a
ricucire la ragazzina... - borbottò Kakuzu, alzando per un
millisecondo lo sguardo dalla pila di banconote che stava contando.
- Ah! Ateo del cazzo... -
- Tobi è un idiota... Ma non credo che possa arrivare a tanto, un...-
- Io personalmente mi godrò la pace finchè dura - si fece
risentire Kisame - E poi, Haiiro non lo ucciderebbe... E' troppo buona
per farlo... -
- TOBI! CONSIDERATI GIA' MORTO! - arrivò un urlo da fuori, prima del rombo di un'esplosione.
- ...A meno che Tobi non abbia fatto qualcosa di incredibilmente
stupido - concluse lo spadaccino, tirandosi una manata in fronte.
- Che dite? Dovremmo aiutarlo? - riprese lo squalo dopo poco.
- Hn - fece Itachi
- Concordo appieno... Non ho bisogno di altro mal di testa... - guardò le facce stupite dei suoi compagni - Cosa? -
- Un giorno voglio capire come cazzo fai a capire che cosa dice... -
borbottò Hidan, venendo interrotto da una seconda esplosione.
- Whoa! Haiiro-chan ha certamente capito il concetto di arte, un! -
- Non voglio sentire le tue a dir poco blasfeme teorie sull'arte
Deidara... Le tue esplosioni non saranno mai in grado di competere con
la mia arte eterna! -
BOOM!
- Forse... Forse dovremmo fare qualcosa... - disse Kisame con fare poco convinto
BOOM!
- Ah! Cazzo, io vado a vedere! - fece Hidan alzandosi
- Oh... guardate come è preoccupato per la sua ragazza, un! -
L'albino si fermò a metà passo e lentamente si
girò verso Deidara - Bombarolo dei miei stivali... -
cominciò con un tono che fece rabbrividire il biondo - Se vuoi
morire, basta che me lo dici chiaramente -
Vennero interrotti bruscamente dallo sbattere della porta del soggiorno
e dall'apparire di un Tobi stranamente impanicato che si cercava di
nascondere dietro a Hidan.
- Che cazzo hai combinato per farla incazzare così tanto? -
- Tobi voleva solo giocare!! Ma poi... Poi Haiiro-chan è caduta
dall'albero e... - venne interrotto dallo sbattere della porta.
E lì, con mezza faccia insanguinata, stava la ragazza, con un'espressione a dir poco predatoria dipinta in volto.
Il ragazzo mascherato lanciò un urlo e si fece ancora più piccolo dietro a Hidan - T-Tobi non voleva!! -
Haiiro non disse niente e cominciò ad emettere un ringhio basso - Adesso me la paghi -
Prima che potesse fare niente, comunque, una specie di ologramma si materializzò tra lei e Tobi.
- Haiiro... -
- Pain - replicò lei sorpresa, prima di zittirsi e andare in una stanza separata, seguita dall'ologramma.
Nel silenzio che poi si venne a creare Kisame parlò
- Qualcuno si degnerebbe di spiegarmi che diavolo è appena successo?! -
Quando Haiiro uscì dalla stanza, molto più tardi, sembrava parecchio scossa.
- Oi bastarda! - la salutò Hidan senza però ottenere reazioni - OI! -
La ragazza si ridestò dal suo stupore e lo guardò - Cosa? -
L'albino le schiaffò una mano sulla spalla, sorridendo
strafottente - Che ti è successo^ Ti si è fritto il
cervello a passare così tanto tempo con quell'idiota di Tobi? -
fece cenno con la testa al ragazzo con la maschera che stava parlando
animatamente con Deidara che, poverino, sembrava ad un passo dal farlo
saltare in aria.
Ancora una volta non rispose - Scusa Hidan, ma non mi sento molto
bene... E domani devo andare in missione singola, quindi buona notte...
- si scrollò la mano del ragazzo di dosso e si avviò
verso camera sua.
- Idiota - mormorò Kakuzu - Che cosa le hai fatto? -
Hidan assunse un'espressione a dir poco scandalizzata - Ateo di merda, che cosa vuoi che le abbia fatto?! -
- Be' sicuramente le è successo qualcosa... - disse Kisame
- Hn -
- E probabilmente c'entra qualcosa con la missione che le ha affidato Pain... Giusto Itachi... -
Rimasero in silenzio per qualche minuto prima di bollare la cosa come " momentanea " e dedicarsi ad altro.
Il giorno dopo, come da programma, Haiiro si recò in missione.
Doveva essere una cosa veloce stando a quello che Hidan si era fatto
dire bloccandola sulla porta prima che se ne andasse, quindi quando
cominciarono a passare le settimane qualche dubbio cominciò a
farsi strada nel covo.
Il primo giorno della terza settimana ritornò Zetsu.
- Oi pianta bipolare! - lo chiamò Hidan - Sai che fine ha fatto la bastarda? -
La spia non disse niente mentre estraeva da una manica della sua cappa
un pezzo di stoffa rossa lacerata in più punti e macchiata di
terra e quello che sembrava sangue.
I tre che assistevano alla scena spalancarono gli occhi.
- Non ci sono modi belli per dirlo Hidan-san... Facci l'abitudine, non crediamo che ritornerà. Smettila! Perchè dare false speranze? C'era troppo sangue! - Zetsu sospirò - Ci dispiace. Parla per te, idiota -
- Hidan... - cominciò Deidara, ma venne interrotto dallo stesso.
- Devo sacrificare qualcosa... - borbottò, prima di agguantare la sua falce e uscire a passo di marcia dal covo.
_________________________________________________________
Ok, odiatemi quanto vi pare.
Il mio computer ha bellamente deciso di andarsene in vacanza giusto
dopo il mio ultimo update e non si è più riacceso,
l'abbiamo portato a riparare ma non c'era verso... Morale, avevo tutti
i capitoli pronti e sono stati spazzati via... Yay!
In ogni caso... Siamo riusciti a farlo ripartire la settimana scorsa ma
non andava internet e poi quando è ripartito internet non
riuscivo a collegarmi al sito... Volevo morire...
Vabbè, adesso ci sono riuscita e cercherò di non farvi
aspettare più di tanto tra un aggiornamento e l'altro...
Mi dispiace ancora per avervi fatto aspettare così tanto!
* Si inginocchia * Gomenasai!
Spero che il capitolo vi sia piciuto!
Ciauuuu!
Alice_
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Capitolo 13 *** The long way back ***
Love is truly blind cp 13
- ...Sveglia... -
Uh? Chi è?
Anche volendo non riesco ad aprire gli occhi... E poi voglio dormire... Ho così tanto sonno...
- Devi rimanere sveglia se vuoi sopravvivere! -
Che rottura di palle... Lasciami dormire cazzo!
- ...Ngh... Sonno - mormorai con sforzo immane, cercando di aprire un minimo gli occhi e scoprendo che non ci riuscivo.
- Andiamo, manca poco ormai... - la persona che mi stava portando sembrò accelerare il passo.
Dopo un po' cominciai a non sentire più niente e mi afflosciai sulle spalle del mio salvatore.
L'ultima cosa che sentii fu un'imprecazione detta a denti stretti.
Quando riaprii gli occhi, cosa che mi aspettavo pienamente di non fare,
venni subito accolta dalla vista di una signora che buttava dei ceppi
di legno nel camino.
Diedi un'occhiata fuori dalla finestra della casa, notando i fiocchi di
neve che cadevano copiosamente... Dunque ero arrivata fino a Iwa... E
poi?
- Sei sveglia vedo... - disse la signora senza voltarsi - Come ti senti? -
- ... - provai a parlare, ma dalla mia gola non emersero altro che
suoni molto rauchi che non potevano essere scambiati per parole nemmeno
volendo.
- Tieni, bevi questa -
Mi porse una ciotola contenente dell'acqua che bevvi con riconoscenza - G-grazie... -
- Di niente... Ora che ti sei ripresa... Ti dispiacerebbe rispondere a qualche domanda? -
Mi limitai ad annuire.
- Bene... Yoshi, un ragazzo che vive con me, mi ha detto che ti ha trovato sulla rupe... Posso
chiederti come mai eri lì e chi ti ha ridotto così? -
fece un gesto del braccio verso di me e mi tirai a sedere, facendo
cadere le coperte e notando che ero completamente ricoperta di bende
insanguinate.
Rimasi per qualche secondo in muta contemplazione - Ero in missione...
E mi hanno attaccato... - i ricordi a quel punto si facevano molto
confusi - E poi... Poi... Non ricordo, mi sono svegliata qui... -
- La cosa non mi sorprende... Dopotutto sei rimasta incosciente per tre
settimane... E' solo normale che tu ci metta un po' a ricordare... -
Sgranai gli occhi - Come tre settimane!? Dovevo tornare entro tre
giorni! Una settimana al massimo! - mi alzai in fretta e furia ma venni
bloccata da un dolore acutissimo alla gamba e caddi lunga distesa - Non
posso permettermi di rimanere qui... Devo tornare... Devo... Tornare...
-
Persi conoscenza di nuovo.
Quando riaprii gli occhi la signora era seduta su una sedia, intenta a rammendare uno dei numerosi tagli sulla mia cappa.
Mi irrigidii d'istinto e emisi un suono strozzato.
- Non agitarti... La febbre è scesa giusto ieri... -
Mi stava cominciando a venire un brutto presentimento...
- Sei rimasta incosciente per un'altra settimana... Ti consiglio
vivamente di riposare... - mi guardò con sguardo interrogativo -
Potrei sapere il tuo nome? -
- Oh... E' Haiiro... Haiiro Kuragari -
Sulla sua faccia si dipinse un'espressione di sorpresa che poi
mutò in una di gioia - Questo spiega gli occhi... E' bello
vedere che un portatore del Reiko ancora vive... -
Cercai di alzarmi per guardarla in faccia e quello che vidi mi lasciò a bocca aperta.
Anche lei... Rimasi momentaneamente impossibilitata a parlare osservando i suoi occhi che facevano bella mostra del Reiko
- Ma... C-credevo fossero tutti morti! -
La donna sorrise amaramente - Lo credevamo anche noi... Ma adesso sei
arrivata tu... Dimmi... Conoscevi mia sorella? Si chiamava Yuki... -
Mi immobilizzai - Come ha detto? -
- Yuki, era anche lei una che aveva il dono... -
- Sì... Era mia madre... - dissi in un sussurro, cercando di evitare il suo sguardo.
- Allora non... - disse con voce addolorata e io scossi la testa
La donna sospirò - Comunque io sono Kima... E quindi tu dovresti essere mia nipote... -
In quel momento la porta della casa si spalancò e un ragazzo fece il suo ingresso.
- Oh! Sei sveglia, finalmente - disse allegro, lasciando cadere a lato
della porta un carico di legna - Mi chiedevo quando avrei potuto
vederti in faccia... E poi... Non facevi altro che parlare di un certo
Didan, Dan... Qualcosa... -
- Hidan? - chiesi
- Quello! Si può sapere chi è? -
Feci per parlare ma mi bloccai, portando una mano al collo dove tenevo la collana che mi aveva dato.
- Stai cercando questa? - chiese Kima gentilmente, mettendomi in mano
il pendente - Quando Yoshi ti ha trovata la stavi stringendo talmente
forte che il metallo ti aveva tagliato la mano... Abbiamo dedotto che
dovessi tenerci molto... -
Mi guardai la mano e notai con non poco imbarazzo che effettivamente
c'erano varie bende insanguinate anche lì - Ho fatto proprio un
casino... - mormorai a nessuno in particolare
- Comunque, come ti chiami? - fece Yoshi capendo di aver toccato un argomento delicato.
- Haiiro -
Aggrottò le sopracciglia - Perchè avrebbero dovuto chiamarti come un colore? E uno triste come il grigio? -
- Se lo sapessi te lo direi - feci con un'alzatina di spalle - In ogni
caso, vi ringrazio per la vostra ospitalità, ma devo andarmene
il prima possibile... Vedete... -
Le ore successive le passai spiegando come ero arrivata lì.
- Muoviti idiota, stiamo perdendo tempo -
- Grr... Giuro che un giorno o l'altro ti sacrifico Kakuzu... -
ringhiò Hidan togliendosi il picchetto dal petto in un gesto di
stizza e puntandolo contro il partner che se ne stava seduto su una
roccia vicina a sfogliare il suo libro delle taglie.
- Tch... Muoviti cretino, mi stai facendo perdere denaro ogni secondo
che te ne stai fermo a terra. - poi in un sussurro aggiunse - Almeno
lei lo faceva muovere -
- Oi! Hai detto qualcosa? -
Kakuzu lo guardò con uno sguardo che avrebbe potuto far
raggelare persino il sole e l'albino si tirò in piedi,
rimettendosi al passo del compagno.
- Ancora non capisco come mai ti porti dietro quel pezzo di stoffa Hidan -
- ... - il Jashinista rimase zitto, lanciando un'occhiata al pezzo di
stoffa rossa che, legato alla sua falce, ondeggiava nel venticello
pomeridiano - Non sono cazzi tuoi, vecchiaccio -
- Tra due settimane arriveremo al villaggio della nuvola... -
- Hn -
Una settimana dopo ero in piedi, più o meno, e con addosso molte meno bende.
Stando a quanto mi avevano detto Kima e Yoshi, i miei assalitori si erano anche divertiti tutto sommato.
Pareva che mi avessero quasi rotto una gamba, trapassato un po' di
volte a fil di spada e, infine, mi avevano buttato giù dal
pendio che stavo percorrendo, procurandomi un bel trauma cranico.
Quello era il primo giorno da praticamente un mese che mi alzavo.
Ignorai metodicamente i lamenti delle mie articolazioni e riuscii ad
uscire dalla stanza dove avevo passato la mia convalescenza.
Hidan e Kakuzu dovevano aver cominciato la missione per catturare il
nibi... Dovevo raggiungerli prima che partissero per catturare il
Kyuubi... Non potevano farcela da soli, per quanto forti potessero
essere...
Spiegai le mie intenzioni una sera a cena.
- Non se ne parla - dichiarò Yoshi - Sei ancora troppo debole -
- La sottoscritta " troppo debole " potrebbe farti vedere le stelle anche subito, sai? -
- Scommetto che sono un ninja migliore di quanto tu non potresti mai essere -
- Ragazzi, smettetela subito. Haiiro è ancora troppo debole e
poi prima di farla combattere voglio insegnarle a utilizzare il Reiko
correttamente -
Mi bloccai - Vuoi dire che sai come posso toglierlo? --
- No. So come migliorarlo -
Boccheggiai per qualche secondo - Migliorarlo? -
- Avrai sicuramente sentito del terzo stadio, no? - chiese affondando
il suo cucchiaio nella zuppa che aveva preparato - Io posso insegnarti
come apprenderlo. -
- Ma credevo che fosse una cosa proibita, che la gente che ci aveva provato fosse morta... -
- Sai quante cose dicono i capi villaggio per paura? - ribattè
Kima posando il cucchiaio e guardandomi intensamente - E poi... Non
vedo come l'essere contro le regole cambi qualcosa... Conosco quella
fantasia - fece cenno verso la cappa - E non porta nulla di buono. -
- E allora... - non mi fece finire la frase, completamente indifferente
a Yoshi che ci guardava con la faccia di uno che non ci capisce
assolutamente niente
- Lo faccio per la memoria di mia sorella - la sua espressione si fece seria - Nulla di più -
Chi era lei per giudicare?!
- Non accetterò che nessuno
parli male delle persone che mi hanno salvato la vita. - dissi con tono
gelido e la vidi arretrare di qualche centimetro - Non li conosci e non
sai niente di me... Zia - dissi calcando sul nome.
Lei, inaspettatamente, sorrise - Pare che tu abbia trovato qualcuno che
si prenda cura di te allora... Potrebbe essere questo misterioso Hidan
di cui hai parlato tanto? -
Combattei disperatamente il rossore che minacciava di comparirmi in faccia e rimasi zitta.
Passarono altri cinque giorni prima che Kima mi ritenesse in grado di
sopportare il suo allenamento e per qualche ora mi pentii amaramente di
aver avuto così tanta fretta ma poi, alla memoria dei miei
compagni di squadra mi ritrovavo a lottare con rinnovato vigore.
Dopotutto, pensavo quando non ce la facevo più, Hidan può
farsi staccare la testa un numero limitato di volte prima che cominci
ad attaccare a sua volta... E kakuzu non si farebbe troppi problemi a
farlo a pezzi e lasciarlo in giro per tutte e cinque le nazioni...
Non era un allenamento stancante a livello fisico, ma a livello mentale era terribile.
Ci volle un'altra settimana prima che arrivassero i cambiamenti e altri tre giorni prima che fossi in grado di andarmene.
- Grazie di tutto - sorrisi, prima che Kima mi ficcasse in mano un bastone, facendomi l'occhiolino
- La tua gamba non è ancora completamente guarita... E poi potresti sempre usarlo per tenere buono il tuo Hidan -
- Il bastone non servirebbe a niente - risi - E grazie anche per i vestiti, Kima-
- Non ti preoccupare, non servono più ad una signora come me e
poi ti conviene evitare di sventolare quella cappa ai quattro venti...
Almeno per ora - fece una pausa - E poi, per quanto riguarda quello...
Nei prossimi giorni i tuoi occhi cambieranno, non spaventarti
poichè è perfettamente normale... Detto questo, buona
fortuna e ti auguro di trovare i tuoi amici presto. -
- Ma che cazzo...? - guardai con occhi sgranati la scalinata lunga e
ripida che mi si parava davanti e poi la mia gamba ancora semi-rotta -
Qualcuno lassù mi deve odiare... -
Diciamo che avevo messo tre giorni a ritornare nella terra del fuoco da
Iwa, che era il punto di riferimento più vicino a dove mi
trovavo prima.
E per una volta la fortuna era anche stata dalla mia parte, visto come
ero incappata proprio nei tizi che dovevo uccidere... E di loro non era
rimasto poi molto.
Chiamasi vendetta.
Sta di fatto che avevo giusto sfidato le leggi della fisica facendo
quei tempi quando ci avrei dovuto mettere minimo cinque giorni e la mia
gamba ne aveva risentito, quindi eccomi qui, ad arrancare su per una
scala alla velocità di una lumaca vecchia e decrepita.
Quando arrivai in cima non ebbi nemmeno il tempo di esultare che delle
porte mastodontiche divelte catturarono la mia attenzione.
- Se il tipo dell'ufficio delle taglie mi ha dato informazioni corrette
si stavano dirigendo qui per prendere Chiriku... Quindi devono essere
andati all'ufficio lungo la strada per Konoha... -
Notai giusto allora dei monaci che stavano ripulendo il cortile dalle
macerie... Seriamente, facevano prima a ricostruire il tempio da
un'altra parte visto quello che ne era rimasto...
Mi avvicinai a loro - Scusate... Potrei sapere che cosa è capitato? -
Si fermarono per pochi secondi, dicendomi proprio quello che volevo sentirmi dire - Akatsuki, sono venuti ieri -
Mi inchinai in segno di rispetto e ricominciai a scendere la scalinata.
Arrivai a metà prima di mettere il piede in fallo e scendere molto più velocemente... E dolorosamente.
Quando arrivai all'ufficio di scambio, quello stesso giorno, non mi reggevo più in piedi.
- Devo almeno sapere se sono sulla strada giusta - dissi per farmi
forza mentre arrancavo nei bagni, troppo stanca perfino per tapparmi il
naso e, poggiando la mano sopra il passaggio segreto, entrai
nell'obitorio.
- Salve... Cosa posso fare per lei? - chiese Zangei voltandosi e quasi
soffocandosi - Ha-Haiiro?! - urlò sorpreso - Ma il signor Kakuzu
mi ha detto che eri morta! -
- Nah, solo gravemente ferita e impossibilitata a muovermi per un bel
po' - sorrisi debolmente - Sono passati di qui recentemente? -
- Sì, giusto poche ore fa... Dopo che se ne sono andati comunque
c'è stato un gran fracasso qui fuori... Probabilmente hanno
incontrato qualche gruppo di ninja -
Questo spiegava le macerie che ricoprivano buona parte della strada, insieme con una bella buca nel terreno.
- Stavano andando alla Foglia -
Annuii velocemente e, dopo averlo salutato e ringraziato corsi fuori dall'ufficio, respirando a pieni polmoni l'aria pulita.
Ancora poco e ci avrei probabilmente rimesso le penne sul serio.
Come sei morta?
Per la puzza.
No, non suonava per niente bene...
In più, il fatto che tutta l'Akatsuki pensasse che fossi morta non aiutava, strano ma vero.
Alzai lo sguardo e uno scintillio catturò la mia attenzione.
Il rosario di Hidan.
Di nuovo?!
Seriamente, pensai osservando la catenina spezzata, il ragazzo deve prestare più attenzione alla sua testa.
Mi avviai nel bosco in cerca di tracce.
- Non ci posso credere! Sono svaniti nel nulla! - urlai in preda alla
frustrazione più totale, appoggiandomi a peso morto sul bastone
- Jashin, come cazzo fanno due uomini cresciuti a sparire così?!
E perchè diavolo sto parlando da sola?! -
Considerai seriamente l'ipotesi di mettermi a prendere a testate un
albero, ma poi la mia gamba decise di ricordarmi gentilmente che non
dovevo più camminare per la giornata.
E per gentilmente intendo dire che cedette e mi ritrovai a fare un incontro ravvicinato con la terra... In una pozzanghera.
Quando mi tirai su per poco non mi venne un infarto seduta stante - Non
ci posso credere - mormorai, passandomi una mano sul volto
D'accordo zia i cambiamenti, ma così mi sembrava un po' eccessivo...
Sospirai.
Be, almeno adesso non avrei ammazzato la gente a gratis...
Mi avvolsi nel mantello che mi era stato dato, provvisto di cappuccio
per nascondere il volto e mi sdraiai in un punto più o meno
asciutto.
Doveva pure mettersi a piovere...
Mi accorsi che ero effettivamente stanca solamente quando la mia testa
toccò terra e mi ritrovai addormentata nell'arco di due secondi.
___________________________________________
Salve gente!
Sono riuscita a postare due capitoli in due giorni ragazzi, strano ma vero!
Vabbè, spero che vi sia piaciuto il capitolo!
Ecco un'immagine di Haiiro dopo la " trasformazione " dato che a me le
descrizioni non vengono per niente bene preferisco che vediate con i
vostri occhi...
Ehehehe...
Haiiro:
Poi un'immagine per Mary Tanaka!!
Spero solo che sia venuta decentemente... eheh!:
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Capitolo 14 *** Saving the Zombie Duo ***
Love is truly blind cap 14
- Dannazione! - esclamai stringendomi il braccio e cercando contemporaneamente di estinguere il fuoco che lo lambiva.
Il risultato era una gran brutta scottatura che partiva dalla spalla e metteva fuori uso tutto il braccio destro.
Grazie Kakuzu, grazie tante!
Ma partiamo dal principio...
Per i tre giorni successivi non trovai tracce, o nient'altro che mi
potesse aiutare in qualunque altro modo a stabilire dove cavolo fossero
Hidan e Kakuzu, tranne qualche ramo spezzato qua e là, ma
probabilmente erano stati lasciati dagli animali che abitavano il bosco.
Mano a mano che procedevo gli alberi si facevano sempre più
radi, finchè non cedettero il passo ad un terreno
relativamente arido dove alberi enormi e quasi certamente morti
costellavano il passaggio.
- Come sospettavo... La pioggia ha spazzato via tutte le loro tracce... -
Mi nascosi dietro uno degli enormi tronchi e mascherai il mio chakra.
Era una voce che avevo già sentito... Ma non mi ricordavo dove... Dannata memoria a breve termine!
Cominciai ad arrampicarmi sui rami più alti, senza perdere
nemmeno un pezzo della loro conversazione e, una volta arrivata al
punto che avevo prestabilito, buttai una veloce occhiata di sotto.
Ninja di Konoha.
- Dobbiamo ancora trovarli, quindi quella rimane la nostra
priorità... - parlò uno e per poco non mi venne un
colpo.
Era il tipo con i capelli anti-gravità! Oh Jashin!
- Ma hai sentito che cosa hanno detto? Dubito che siano così
stupidi da ritornare nello stesso posto una seconda volta - rispose un
altro. Un ciccione che non avevo mai visto.
- Il tipo con la bocca larga non mi preoccupa - quasi soffocai dal
ridere per come aveva descritto Hidan - E' quello con la maschera il
problema... -
Fece una pausa - In ogni caso, se sono alla caccia della taglia sulla
testa di Asuma o del demone dentro Naruto, il loro obbiettivo rimane
sempre la Foglia... -
- E allora come li troviamo? - parlò di nuovo quello stranamente familiare, girandosi leggermente dalla mia parte.
Era quello che aveva inseguito Deidara fuori dalla caverna con il Jinchuuriki!
Avrebbe fatto meglio a non essere stato lui a staccargli le braccia,
altrimenti... Be, diciamo che avrebbe ottenuto la sua vendetta per non
aver potuto far esplodere niente per un mese senza muovere nemmeno un
dito.
Oi, miei amici non si toccano!
Il tipo con i capelli ad ananas guardò nella mia direzione e mi appiattii sul ramo.
- Lassù! - trattenni il fiato - Ecco come faremo! -
Sentii la voce di una ragazza questa volta e osai far spuntare la testa dal mio nascondiglio.
Ok, ora pretendo una spiegazione su come cazzo faceva ad andare in giro con quella frangia assurda.
- Me ne occupo io - disse con un sorrisetto confidente e nell'arco di poco il suo chakra era da tutt'altra parte.
Sopra di me.
Oh merda.
Veloce cercai di nascondermi in uno dei numerosi incavi della corteccia
prima di osservare il falco che volteggiava in grando cerchi nel cielo.
In un qualche modo strano la ragazza era riuscita a diventare quel falco...
Non successe niente per un buon dieci minuti, poi la bionda, che si era
seduta con la schiena appoggiata all'albero dove ero arrampicata, si
rizzò a sedere, respirando pesantemente.
- Li ho trovati, se proseguiamo da quella parte - sollevò una
mano nella direzione giusta - li incontreremo tra dieci minuti -
E infatti dieci minuti dopo ecco apparire le figure di Hidan e Kakuzu.
Il mio primo impulso fu quello di correre verso di loro e buttargli le
braccia al collo ma poi, dietro secondo pensiero, decisi che era meglio
aspettare per due semplicissime ragioni:
1) Kakuzu mi avrebbe ucciso se avessi provato ad abbracciarlo
2) I ninja di Konoha mi avrebbero visto e tentato di uccidermi e no,
dopo essere stata morta per due mesi circa, non volevo morire sul serio.
Quindi a buon ragione decisi di rimanere nascosta e farmi viva
solamente nel caso ne avessero seriamente bisogno... Magari togliendo
di mezzo la bionda ossigenata e il ciccione... Avrebbe sempre potuto
fargli bene un po' di aiuto
Osservai dal mio nascondiglio mentre il ragazzo-ombra gli tendeva una
trappola e, con mio sommo stupore, riusciva nel suo intento.
Era un genio, non c'erano altre spiegazioni...
Lo osservai mentre manipolava la sua ombra e la fondeva con quella di Hidan, cominciando a farlo muovere a suo piacimento.
Oh. Questa era nuova. Soprattutto con Hidan che si lamentava ad ogni
passo che faceva, chiedendo a Kakuzu di aiutarlo perchè non
riusciva a controllare il suo corpo.
Poi mi doveva spiegare cosa cavolo pretendesse da Kakuzu quando stava cercando di affettarlo con la sua falce.
Continuai a fare da spettatrice al combattimento e osservai il ragazzo,
Shikamaru mi pare l'avessero chiamato, usare Hidan per bloccare il
tesoriere contro un albero,vidi poi il ciccione buttarsi su di lui
sotto forma di una specie di palla con punte accuminate.
Avrebbe avuto una bella sorpresa.
E infatti fu così. Ero molto tentata di andara da loro e dargli
uno specchio, giusto per fargli vedere le loro espressioni.
Stavo pensando questo quando sentii un urlo strozzato e mi voltai.
Sgranai gli occhi e osservai Kakashi che con la mano, avvolta da un
alone di elettricità, si dilettava a trapassare Kakuzu da parte
a parte.
Porca di quella miseria.
Rimasi a bocca aperta per qualche minuto, osservando con crescente
apprensione la scena che si stava svolgendo davanti ai miei occhi e che
si concluse con la caduta a dir poco rovinosa di Kakuzu al suolo,
apparentemente morto.
Mai stata così felice che avesse cinque cuori.
Soprattutto quando tirò un calcio nello stomaco a Kakashi ( che
stava giusto per infilzare Hidan con il chidori ) facendogli sfondare
un'albero che cadde e, con un effetto domino a dir poco epico, si
tirò dietro tutti gli altri nella zona.
Da quel momento in poi le cose si fecero movimentate e fui costretta a
muovermi più volte per evitare che mi vedessero e/o Hidan
e Kakuzu mi uccidessero con le loro famose combo.
Almeno finchè a Kakuzu non era venuta la bella idea di dare fuoco a tutta l'area del combattimento.
Il che ci porta al momento presente.
Trovai un altro ramo e cercai di guarire il mio povero braccio mezzo
carbonizzato al meglio delle mie - scarse, precisiamo - capacità.
Quando non mi sembrava più che volesse staccarsi e andare verso
mete ignote mi ero persa un bel pezzo del combattimento e notai con mio
sommo dispiacere che Hidan era stato preso di nuovo dalla tecnica di
Ananas.
Cosa? Shikamaru è un nome semplicemente troppo lungo!
- Che cosa hai intenzione di fare mocciosetto?! - urlò Hidan
mentre Shikamaru gli faceva mollare la falce nel bel mezzo del campo di
battaglia e cominciava a correre portandoselo dietro, sparendo in questo modo dalla mia vista.
Questa non ci voleva.
Cercai di fare i sigilli per un clone e ne venne fuori uno a dir poco
orribile, che non si sarebbe potuto scambiare per me nemmeno se il
povero idiota che ce l'avesse avuto davanti avesse avuto gli occhi
bendati.
Be' chissenefrega, pensai, se non mi avessero riconosciuto tanto meglio.
Lo mandai dietro a Hidan, facendogli fare una capatina a ritirare la
falce a tre lame che giaceva abbandonata nella confusione
del combattimento.
Bene, e uno era relativamente sistemato.
Tornai a focalizzare la mia attenzione sul braccio ustionato, facendoci penetrare il chakra.
Era in momenti come quello che mi pentivo seriamente di aver smesso
immediatamente le lezioni di mia nonna sulle cure a base di chakra.
Oh be', quel che è fatto è fatto.
Mi riposizionai sul ramo in modo da non cadere mentre non mi stavo
tenendo a niente e buttai una veloce occhiata al campo di battaglia.
Tutto bene... A quanto pareva Kakuzu era riuscito a mettere alle
strette Kakashi e sembrava che avrebbe avuto la meglio in una
questione di minuti... Ebbi ulteriore prova della mia teoria quando i
suoi filamenti cominciarono a insinuarsi sotto la pelle del ninja
copiatore.
Tutto era sotto controllo e decisi che potevo concedermi un altro po'
di tempo per rimettere insieme il pezzo di pelle carbonizzata che avevo
il coraggio di chiamare braccio.
In più il clone mi stava facendo assistere in diretta alla morte di Shikamaru.
Cosa potevo volere di più dalla vita?
Be', un braccio nuovo, forse.
Quando vidi attraverso gli occhi del clone Hidan pugnalarsi con il suo amato picchetto
bollai il combattimento per finito, e quindi, quando Kakuzu si strinse
convulsamente il petto, proprio sopra il cuore non riuscii a nascondere
il mio stupore e per poco non mi feci vedere dalla bionda ossigenata.
Seguì poi una spiegazione dei fatti e mi trattenni a stento dall'andare da Shikamaru e gonfiarlo di botte.
A quanto pareva avevano fatto in modo che Hidan usasse il sangue di
Kakuzu per il suo rituale, facendogli credere che fosse quello di
Ananas.
Mi morsi un labbro e osservai la scena sotto di me - Voi Akatsuki
prendete le vite della gente senza secondi pensieri... Non potrete mai
capire che cosa sente Shikamaru in questo momento... - parlò
Kakashi
In quel momento Kakuzu collassò e rimase immobile.
Io rimasi pure più ferma di lui mentre guardavo Kakashi cercare di togliersi i filamenti di Kakuzu dal petto.
La bionda gli si avvicinò - Fermo! Attento a non danneggiare i vesselli! Fatti trattare con le mie tecniche mediche! -
- Non c'è tempo, arrivano! - esclamò l'uomo, strappandoli
e gettandoli di lato, prima di rivolgere il suo sguardo verso le
maschere che correvano verso di loro.
Choji corse in avanti, facendo dei sigilli - Tecnica dell'espansione! -
Divenne incredibilmente alto e grosso e sbattè le mani a terra,
proprio sopra le maschere di Kakuzu, causando una specie di terremoto
che smosse tutta la terra dell'area e sradicò anche un paio di
alberi.
Uno di quelli era proprio dove mi ero nascosta.
Imprecai mentre cadevo dal ramo e sulla terra, atterrando proprio sul braccio ustionato.
Gemetti di dolore e mi morsi la mano sana per non farmi sentire mentre strisciavo al riparo di un altro albero.
La maschera del fulmine entrò nel corpo di Kakuzu, rianimandolo,
seguita a ruota dalle altre due, facendo prendere al suo corpo una
forma che non gli avevo mai visto usare.
- Che cosa sta diventando!? - urlò Ino, portandosi dietro a Kakashi
- Sembra che il suo corpo primario stia diventando un mostro a sua volta! -
- Non solo uno dei miei cuori.... Ma due. Non mi succedeva da un bel po' - disse Kakuzu, una volta rimessosi in piedi
- Preparatevi! - urlò il ninja, ma, insieme agli altri due venne
subito immobilizzato da tentacoli che Kakuzu aveva nascosto nel
terreno.
- Kakashi... Il mio piano originale era di rimpiazzare il cuore che
avete distrutto con il tuo... Ma ho cambiato idea... Dopotutto posso
trovare cuori nuovi ogni volta che voglio - le maschere del fuoco e
dell'aria spuntarono dalla massa di filamenti che aveva preso posto
sulla sua schiena - Ora vi ucciderò! -
Le bocche delle maschere si spalancarono e cominciarono a caricare una potente combo.
Erano morti, proprio morti.
O almeno, era quello che pensavo.
- Arte del vento: Rasengan! - urlò qualcuno di non meglio
identificato, prima che un'altra voce seguisse con il nome di un'altra
tecnica che si fuse con la prima creando un attacco che respinse quello
di Kakuzu.
- Siamo arrivati tardi, ma meglio tardi che mai! -
- Shikamaru sta combattendo con uno dei nemici per conto suo, gli
faranno comodo un combattente da lunga distanza e un medico - vidi
Sakura ( mamma mia, avevo a momenti ancora i lividi dai pugni che mi
aveva tirato ) e un ragazzo pallidissimo annuire, prima di cominciare a
correre seguendo un cane che aveva evocato Kakashi.
In quel momento Kakuzu parlò - Un altro gruppo di gente strana
con la quale devo fare i conti... Voi non siete altro che possibili
ricambi per i miei cuori... -
E fece una cosa che mai, in tutta la mia vita, avrei pensato di poter vedere.
Si mise a ridere. Oddio, non la tipica risata divertita, ma comunque!
- Scusate ragazzi, ma adesso questa è la mia battaglia -
- L'ha perfezionato? - chiese ad un certo punto Kakashi a bassa voce, parlando con il suo compagno
- No, ma fidati di me, ha fatto molta strada. Ora sta a guardare. -
Osservai Naruto ( sì, l'avevo riconosciuto, alla fine ) portare
le mani in posizione per eseguire una tecnica di duplicazione.
In quel momento cominciarono ad arrivarmi delle immagini piuttosto
confuse dal mio clone... Finchè non sentii più niente e
nell'aria risuonò il rombo di un'esplosione.
Non poteva portare a nulla di buono.
I cloni del Jinchuuriki si scagliarono verso Kakuzu che, senza troppa
fatica li fece svanire, uno dopo l'altro, in sbuffi di fumo.
Creò altri tre cloni ma non attaccò questa volta,
piuttosto si limitò a manipolare il suo chakra in una specie di
palla che, dopo pochi secondi cominciò ad emettere uno stridio
acuto.
Assottigliai lo sguardo, pronta per intervenire in qualsiasi momento.
Dopottutto, pensai, se si fa colpire da quella cosa... Non importa quanti cuori abbia... E' spacciato in ogni caso.
- Arte del vento: Rasenshuriken! - urlò il biondo alzando la mano che conteneva la sua tecnica - Ok, ora finiamola! -
I suoi cloni partirono all'attacco, kunai alla mano, ma vennero facilmente spazzati via dalle maschere e dai filamenti.
Quando però mi accorsi che il vero Naruto non era presente era troppo tardi.
Si buttò su Kakuzu e lo colpì in pieno con la sua tecnica.
Per degli interminabili secondi non successe niente e rimasi congelata nella posizione in cui mi trovavo
- L-L'ha battuto? - chiese Ino, dando voce al pensiero che, quasi sicuramente, albergava in tutte le menti di noi spettatori.
- E'... E' fallito - mormorò uno dei ninja
Tirai un sospiro di sollievo e abbassai le mani, già pronte con i sigilli per la mia tecnica.
C'era di buono che mi ero accota che il rasenshuriken aveva un punto debole: il centro.
Quindi, se tutto andava come doveva andare e se riuscivo a centrarlo
con la mia tecnica... In teoria doveva collassare su sè stesso.
Guardai attenta, aspettando il momento giusto per intervenire.
- Kakashi-sensei... Ricordi quello che mi hai detto durante il mio
allenamento? Che ero l'unico shinobi in grado di superare il quarto...?
- parlò Naruto - Bene, sono certo che dicessi la
verità, quindi, lasciami provare ancora una volta, ora che so
cosa faccio -
Perchè, prima non lo sapeva?
Osservai mentre ricreava la sua tecnica e cominciai a fare i sigilli per la mia.
Il Jinchuuriki ripartì all'attacco ma si bloccò dopo poco.
Seguii la sua linea di sguardo e per poco non mi prese un colpo.
Oh santo Jashin! Stavo vedendo la vera faccia di Kakuzu!!
Passi per l'enorme quantità di filamenti che lo circondavano, ma stavo vedendo la sua faccia! LA SUA FACCIA!
Cercai di ingoiare il mio stupore e tornai a concentrarmi sul combattimento.
I cloni ripresero la loro carica, ma Kakuzu non ci badò.
Spiccò un salto e arrivò sopra al Naruto che stava
tenendo il Rasenshuriken, trafiggendolo in più punti con i suoi
filamenti.
Fu allora che realizzai che quello non era quello vero e cominciai a correre verso di loro come un'ossessa.
- Arte del fulmine: Oscurità artificiosa! -
Con fortuna che potrebbe essere definita quasi " miracolosa " riuscii a
trafiggere la palla di chakra proprio nel mezzo, facendola esplodere e
scaraventando Kakuzu e Naruto agli angoli opposti del campo di
battaglia.
Ok, la copertura era pressapoco andata a farsi fottere.
- Chi sei?! - urlò la bionda
Non le badai e cominciai a correre verso Kakuzu che era steso a terra e non si muoveva minimamente.
Praticamente mi buttai a terra vicino a lui e cercai di muoverlo.
Niente.
Ebbe qualche spasimo e vidi dei frammenti di qualcosa di non meglio identificato cadere a terra.
La maschera del vento, realizzai.
- Kakuzu...! Oi! Kakuzu! - lo scossi un'altra volta, sotto gli sguardi
stupidi dei ninja della foglia - Sto per dare fuoco ad una
banconota da dieci yen! -
Mai reazione più veloce fu vista nella storia dell'uomo e mai uno sguardo tanto killer fu rivolto a qualcuno.
Be' era bello vedere che era sempre lo stesso tirchione che mi aveva insegnato la sua tecnica.
Focalizzò il suo sguardo su di me e si addolcì
immediatamente ( non credevo fosse possibile avere queste parole nella
stessa frase ) - Sei... Viva - disse, tirandosi in piedi o almeno
provandoci.
Gli tesi una mano e lo aiutai - Da cosa lo deduci? Forse dal fatto che ti ho salvato la pellaccia? - chiesi con un sorriso.
Be' ero seriamente contenta di rivederlo!
Seppur gli mancassero tre cuori adesso e non fosse minimamente in grado di reggersi in piedi.
- L-la riconosco - borbottò Naruto, guardandomi con gli occhi
semi-aperti - E-era con i due che ave-avevano catturato G-Gaara -
Lo guardai senza espressione, passandomi il braccio di Kakuzu sulle
spalle e formando una serie di veloci sigilli - Tecnica del drago del
tuono! -
Il drago di fulmini si schiantò vicino a loro e, approfittando della confusione, fuggii.
A questo punto l'unica domanda era:
E Hidan che cazzo di fine ha fatto??
______________________________________________
Troppo....Stanca.... Per commentare...
Buona lettura!
Ciauuu!
Alice_
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Capitolo 15 *** Long time no see, uh? ***
Love is truly blind cap 15
- Non puoi
continuare a portarmi così - fu la prima cosa che mi disse
Kakuzu dopo che, per la decima volta, la mia gamba ferita era ceduta e
ci aveva mandato tutti e due a terra.
- Parla di meno e cammina di più... - gemetti mentre mi rialzavo a fatica - Dobbiamo ancora trovare Hidan -
- Hai la febbre, se continui a spingerti così non andremo da nessuna parte - ribattè
- E tu hai perso un'altro cuore poco fa. Devo forse ricordarti che te
ne rimane uno solo?! - ricominciai a camminare, trascinandomelo dietro
a viva forza.
Ci eravamo nascosti per due giorni dopo l'attacco dei ninja di Konoha e le condizioni di Kakuzu non miglioravano affatto.
Pareva che, dopotutto, fosse stato preso da una parte, seppur minima,
del Rasenshuriken e quella aveva causato danni abbastanza gravi che una
Kunoichi inesperta nel campo medico come me non poteva affatto curare.
L'unica speranza che avevo era di poter trovare dei cuori di ricambio per Kakuzu il prima possibile.
E in più non avevamo ancora trovato Hidan.
Imprecai, scostando un ramo dalla nostra strada, prima che una figura balzasse fuori dal nulla e caricasse verso di noi.
Ci scansammo per un pelo e ci voltammo in tutta fretta.
- Un... Cervo? - dissi abbastanza scioccata, spostandomi un'altra volta per evitare un nuovo attacco del cervo.
- Sembra che voglia proteggere qualcosa... - osservò Kakuzu, seguendo i miei movimenti.
Dopo un po' l'animale parve stancarsi e trotterellò via,
lasciandomi lì come una scema a cercare di capire che cosa fosse
successo.
Ricominciammo a camminare, fermandoci qua e là per riprendere
fiato, finchè non arrivammo in una radura al cui centro stava un
gran mucchio di terra smossa.
- Che diavolo... - mi zittii notando qualcosa di rosso spuntare da dei cespugli.
Feci appoggiare Kakuzu ad un tronco e mi avviai zoppicando verso il punto.
Quello che vidi mi fece accapponare la pelle.
Lì, in mezzo alle sterpaglie, stava la falce di Hidan.
Quindi voleva dire che il mio clone era stato lì e, di conseguenza, anche Hidan...
Guardai con apprensione il mucchio di terra smossa.
- Oh no... - mormorai prima di "correre" al meglio delle mie
capacità verso il centro della radura, falce alla mano, e
cominciare a scavare.
- Che cosa staresti facendo? - domandò Kakuzu
- Cerco... Di tirare fuori Hidan -
Sul suo volto, ancora miracolosamente scoperto, si dipinse un'espressione incredula - Stai delirando -
- Oh, silenzio tu! - ribattei, tornando al mio compito.
Un metro più in basso stavo seriamente cominciando a sentirmi un tantino demoralizzata.
- Dovresti smetterla - arrivò la voce di Kakuzu
- No che non la smetto! - risposi, facendo spuntare la testa dalla buca - Sono certa che sia qui sotto! -
E ritornai a scavare.
Dopo un'altra ora di scavi infruttuosi, decisi di riposarmi per un po'
e tornai vicino a Kakuzu, sedendomi pesantemente poco lontano.
- Hai capito che è inutile? - fece con una punta di sarcasmo nella voce
- No - risposi io, osservandomi le mani che avevano una quantità
a dir poco enorme di tagli e abrasioni varie - Sto solo riposandomi un
pochino... -
- Se fosse davvero la sotto, non pensi che avrebbe chiamato o cercato di attirare la nostra attenzione? -
- Smettila Kakuzu! - urlai - Solo... Dammi un po' di fiducia, ok? -
Un angolo della bocca gli si incurvò in un sorriso - Testarda -
- Non mi dirai seriamente che te ne sei accorto solo ora?! - gli diedi
una gomitata giocosa e mi ritrassi subito, temendo la morte per aver
osato tanto.
Lui non fece niente e rimanemmo per un po' così, in silenzio.
- Dovrei ritornare a scavare... - dissi, guadagnandomi un'occhiata di
rimprovero - Alt! Non dire niente! - alzai una mano per fermarlo e
risaltai nella buca.
Scavai per un altro paio d'ore e stavo quasi per gettare la spugna
quando sentii una leggera presenza di chakra, proprio sotto di me.
- Kakuzu! Credo di averlo trovato! -
Scostai in tutta fretta degli altri massi, avvicinandomi sempre di più all'origine del chakra.
Quello che vidi dopo mi fece comprendere appieno la gravità della situazione.
- Uh... E credo anche che sarai impegnato per un po'! - urlai, estraendo da sotto la terra un braccio.
Proseguii la mia ricerca, incontrando nell'ordine:
Un piede, un pezzo di gamba, un braccio, ancora tutto intero, grazie a Jashin e, infine, una parte di busto.
Riportai tutti i pezzi del corpo fuori dalla buca e feci il conto.
- Direi che, approssimativamente mancano la testa e la gamba
sinistra... - constatai infine, ammirando ( si fa per dire ) l'opera
finita.
- Tu vai a cercarle... Io comincio a ricucirlo - fece Kakuzu, lanciandomi un'occhiata che non ammetteva repliche.
Mi ributtai a capofitto nel buco, ricominciando a scavare.
Trovai quasi subito la gamba mancante.
La testa comunque mi stava creando non pochi problemi.
- Io qui ho finito, hai trovato la testa? -
- Err... No... Ma di tutti i momenti in cui poteva stare zitto proprio adesso!? -
Tirai un calcio ad una roccia che si schiantò contro un'altra, provocando una piccola frana.
Mi misi una mano sopra la bocca per non respirare la terra che si era
sollevata e notai che dalla terra smossa spuntavano quelli che
sembravano essere capelli bianchi.
- Era anche ora! - urlai, precipitandomi lì e cercando di estrarre con delicatezza la testa di Hidan da sottoterra.
Veloce mi riarrampicai fuori dalla buca e la consegnai a Kakuzu che, con movimenti precisi, la riattaccò al corpo.
Una volta fatto quello si voltò verso di me - E adesso riposa -
Lo guardai male - Ma dobbiamo muoverci adesso! Tu hai bisogno di nuovi cuori e... -
Non mi lasciò finire la frase - Ho visto la tua gamba e se
continui a sforzarla così ti garantisco che non sarà
più come prima. Inoltre il tuo corpo sta cercando di far guarire
anche il tuo braccio, per questo hai la febbre -
- In ogni caso...! -
- Niente proteste. Dormi. Ora -
Feci per ribattere e mi alzai, per andare da lui e dirglierne quattro, quando la mia gamba cedette.
Ebbi giusto il tempo di imprecare a tutto spiano prima che la mia faccia toccasse terra e perdessi i sensi.
- Non credo che sia una buona idea... -
- Oh, che hai da perdere, Haiiro-chan? - fece Kima, sorridendo calmissima
- La vita, per esempio! -
- Non fare la tragica... - mi diede una pacca sulla schiena - Se vuoi
veramente imparare a controllare il Reiko, devi conquistare prima il Ken'i, l'ultimo stadio. -
- Ho capito anche io zia, grazie tante... Ma continuo a credere che non
sia una buona idea - borbottai l'ultima parte, osservandola mentre si
posizionava davanti a me in posizione da combattimento.
- Adesso voglio che concentri il tuo chakra negli occhi e poi attivi il Reiko -
- Ma... - feci per protestare ma mi interruppe.
- Niente "ma" Haiiro. ora fai come ti ho detto. -
Sbuffai, ma obbedii lo stesso, dirigendo il mio sguardo verso di lei.
Immediatamente sentii la familiare morsa del dolore che si provava
quando si attaccava con lo Shikaku un membro del proprio clan e guardai
da un'altra parte, respirando affannosamente.
- No, Haiiro. Devi continuare a guardare. Sollo in questo modo puoi
abbattere la bariera che separa il secondo dal terzo stadio -
- Ma se lo faccio ti uccido! -
Lei mi guardò senza espressione - Dunque è questo quello
che insegnano ora... - scosse il capo e tornò a guardarmi - Tu
fallo e basta, se sei veramente figlia di mia sorella non mi
succederà proprio nulla -
Titubante ritornai a fissarla.
Nell'arco di pochi secondi ero a terra, ansimante ma sempre sostenendo il suo sguardo.
Affondai i denti in una mano per soffocare le grida di dolore che
minacciavano di uscire e mi accasciai a terra. Ma continuavo a
guardarla negli occhi.
Lei stava bene, non sembrava soffrire minimamente.
- E' quasi finita... - la sentii dire, prima di cominciare ad avvertire una specie di bruciore in tutto il corpo.
Ben presto la cosa aumentò esponenzialmente e mi ritrovai ad
urlare di dolore, mordendo, per trattenermi, la mano, che aveva preso a
sanguinare.
- Senti il potere che brucia dentro di te? - chiese Kima, in un tono
che riuscii a sentire per pura fortuna - Si vedono già i
cambiamenti... Devi resistere ancora per un po' -
Imprecai a denti stretti finchè il dolore non cominciò a
dissiparsi e riuscii a mettermi per lo meno in ginocchio e poi in piedi.
Guardai Kima vacillare e poi cadere al suolo con un tonfo sordo.
- Zia! - esclamai correndo verso di lei, seguita a ruota da Yoshi che,
essendo rimasto lontano per tutta la durata dell'allenamento,
arrivò un po' dopo di me - Va tutto bene? -
- Certo... Sono solo un po' stanca... Poteva non sembrare, ma sentivo anche io il dolore... -
- Infatti non sembrava - feci, sorridendo debolmente mentre sentivo
chiaramente i segni premonitori di un mal di testa con i fiocchi e
controfiocchi - Perchè? -
- Tua madre era la primogenita del ramo principale della
famiglia, il suo Shikaku era il più potente, quindi anche
le conseguenze derivanti dal suo utilizzo si sentono maggiormente...
Inoltre tu hai mostrato parecchio talento sbloccando il Reiko
così giovane... A molti di noi serve quasi una vita per
risvegliarlo -
Rimasi in silenzio, molto tentata di dirle che non era talento, che era
stato solamente un grosso colpo di fortuna sfacciata, e lei
continuò a parlare - Questi allenamenti... Ti permettono di
spingerti al limite ed è proprio la condizione necessaria per
attivare il Ken'i -
Non aveva senso...
Ingoiai la mia domanda e, aiutandola ad alzarsi, ci avviammo verso casa sua.
Mi risvegliai appoggiata su qualcosa di piacevolmente morbido.
Alzi lo sguardo per cercare di capire dove mi trovavo, solo per
desiderare di non averlo mai fatto. E quando dico mai, intendo MAI.
Mi stropicciai gli occhi per assicurarmi si non avere qualche sorta di strana allucinazione.
E invece no, era proprio Kakuzu la cosa morbida su cui stavo dormendo fino a pochi secondi prima.
Spalancai la bocca incredula.
Seriamente?
- Ti avevo detto che avevi bisogno di riposare - fece lui, senza aprire gli occhi.
Non dissi niente, mi limitai a boccheggiare, prima di farmi venire in
mente una cosa leggermente più importante - Hidan? Si è
svegliato? -
Tenendo gli occhi rigorosamente chiusi fece cenno di no con la testa.
- Fantastico - mormorai, facendo scorrere lo sguardo sul corpo ricucito
del ragazzo - E adesso come facciamo a portarcelo dietro? - domandai,
facendomi correre una mano tra i capelli.
- Tiralo su, qui c'è una buca -
- Tu sai vero che come metodo questo fa veramente schifo!? - replicai
stizzita mentre sollevavo la mia parte di cappa dell'Akatsuki.
Tristezza portami via.
Soprattutto se si contava il fatto che avevamo usato la cappa come barella e la stavamo portando da ore.
E un paio di volte ci era pure caduta.
Hidan ci avrebbe ucciso quando si fosse svegliato.
- Come va con i cuori nuovi? -
- Sono deboli, ma meglio di niente -
Arrivammo nelle vicinanze del covo due giorni dopo e ancora Hidan non dava segni di vita.
- Tu rimani qui, io vado a prendere dell'acqua al fiume - parlò Kakuzu prima di scomparire nella boscaglia
- O-k - risposi, sedendomi su un masso e rimanendo in muta
contemplazione della ferita sulla mia gamba che, nell'ultimo tratto
scosceso di percorso si era riaperta - Oh, fantastico, mai che una
si rimargini senza intoppi... -
Stavo giusto per alzarmi e andare a cambiare le bende quando venni
spinta a terra da qualcosa di non meglio identificato, facendo
collidere in maniera piuttosto dolorosa la mia schiena con il terreno.
Feci per muovere la testa ma mi fermai prima che il kunai che veniva puntato alla mia gola potesse fare danni.
- Che cosa hai fatto a Kakuzu?! - mi urlarono in faccia.
Misi a fuoco prima una faccia parecchio incazzata e poi gli occhi ametista - Hidan! Ce cazzo fai!? -
Assottigliò lo sguardo in un'espressione di odio - Ho detto,
dov'è Kakuzu! - spinse il kunai più in profondita,
cominciando a lacerare la pelle.
Gli piantai i piedi nello stomaco e spinsi, ignorando le proteste della
mia gamba all'azione e mi rialzai in fretta e furia, portandomi una
mano al collo - Ma che cosa ti passa nella testa?! -
- Sai, il tuo piano avrebbe anche potuto funzionare, sei riuscita a
riprodurre ogni dettaglio in maniera quasi perfetta... Ma ti sei persa
un fottutissimo dettaglio. - per un attimo cambiò espressione -
E' morta. -
Prima che potessi dire o fare qualunque cosa si era avvicinato e mi
aveva tirato un pugno che mi aveva mandato barcollando all'indietro.
Ripreso il mio equilibrio spiccai un salto indietro, cercando di
mettere un po' di distanza tra di noi.
Agguantò la sua falce che giaceva lì vicino - Questa è la fottuta prova che lo dimostra! -
Mi sventolò in faccia quello che aveva tutta l'aria di essere un
pezzo della mia sciarpa, rotto in più punti e sporco di sangue.
Rimasi lì a bocca aperta, guardandolo con gli occhi sgranati,
per metà incazzata come il mondo, per l'altra metà
lusingata e stupita all'ennesima potenza che l'avesse tenuto. Legato
alla sua falce per di più!
- E poi, - riprese - Adesso che ti guardo meglio, hai pure sbagliato gli occhi, cogliona -
Rimasi ancora a bocca aperta, prima di tentare un sorriso che, con la
mia povera mascella semi-fratturata, venne più fuori come una
smorfia di dolore.
- E perchè cazzo ridi ora?! Stai per diventare uno dei miei sacrifici! - urlò isterico
- Rido semplicemente perchè, in tutto questo tempo sei diventato
ancora più baka di prima... Cosa che, francamente, credevo fosse
impossibile... -
Per un momento sembrò volermi seriamente staccare la testa e mi affrettai a parlare di nuovo.
- Aspetta!! - misi le mani in avanti, prima di avere un'illuminazione.
Cercai la catenina che avevo al collo e gliela porsi.
Si rabbuiò istantaneamente - Quindi... L'hai uccisa tu! -
- Complimenti Hidan, hai fatto uno più uno e se giunto alla
conclusione sbagliata! - sospirai, passandomi una mano sul punto dove
mi aveva colpito - Va bene, siamo pari per la storia dello schiaffo... -
Si irrigidì e mi guardò con diffidenza.
Mi trattenni a stento dall'andare da lui e prenderlo a pugni -
Permetti? - feci nel mio tono più calmo, allungando una mano
verso il pezzo di stoffa che pendeva dalla sua falce.
Si ritrasse con una sottospecie di ringhio.
- Oh, andiamo! Non fare il bambino! - mi tolsi la sciarpa e la distesi
a terra, sedendomici di fianco e aspettando che connettesse i punti e
mi passasse quel dannatissimo pezzo di stoffa.
A pensarci bene potevo anche morire di vecchiaia lì.
Sempre diffidente mi allungò la stoffa rossa e, una volta presa,
la disposi affianco alla mia sciarpa, facendogli nortare che, meno
qualche piccola imperfezione, il tessuto combaciava perfettamente.
- Allora!? Mi credi adesso? - lo guardai esasperata mentre esaminava l'attaccatura
Rimase completamente immobile per i cinque minuti seguenti e, proprio
quando cominciavo a domandarmi se gli si fosse fritto il cervello, fece
un passo verso di me, senza proferire parola.
- Questo qui non ha capito niente... - mormorai, demoralizzata, prima
di ricominciare a parlare - Senti, se è per colpa degli occhi
c'è una spiegazione perfettamente... Hmpf! -
Mi trovai impossibilitata a parlare e, il secondo dopo, capii anche il perchè.
Per la sorpresa spalancai la bocca e colse l'opportunità per
approfondire il bacio, spingendomi contro un albero poco lontano e
bloccandomi le braccia.
Sopportai il dolore per il mio povero braccio ustionato e ricambiai, ritornando il bacio con lo stesso vigore.
Il perchè, poi, dovevo ancora capirlo, sapevo che non avrebbe portato a nulla di buono.
Ebbi la conferma a questa mia teoria quando cercò di togliermi la cappa.
Fermi tutti! Non quello! Non ero ancora pronta!
E poi non stavamo nemmeno insieme!
E che cavolo!
Cercai di divincolarmi - Ka... Kuzu potrebbe.... ah!..rrivare in
qualunque m...Oh!...mento! - esclamai, tra una carezza e l'altra.
Si fermò per un millisecondo - Allora lascia che veda, non ti lascio andare un'altra volta -
Cercai in un qualche modo di non formare una pozzanghera di Haiiro a terra.
- Ah, sei sveglio - fece una voce alle nostre spalle.
Avrei voluto sprofondare in quel momento.
Mettiamola così, se avessi potuto scavarmi un buco e seppellirmici dentro, l'avrei fatto nell'arco di pochi secondi.
- Eheheh... Kakuzu! - mi stampai un sorrisone in faccia e non cambiai
espressione nemmeno alla faccia da " Ma seriamente...? " di Kakuzu.
- Oi ateo di merda! - fece Hidan, senza spostarsi minimamente - Eravamo impegnati se non ti dispiace! -
- Al contrario... - cercai di intromettermi io - Dovremmo veramente...
Andare...! - sorrisi di nuovo, al massimo delle mie capacità
mentre cercavo di allontanarmi il più possibile.
Non che non mi fosse piaciuto, ma semplicemente non mi sentivo pronta.
No, proprio no.
- Siamo già in ritardo sulla tabella di marcia, dobbiamo tornare
al covo e tu - disse Kakuzu rivolgendosi a me - Faresti meglio a
metterti del ghiaccio sulla faccia -
Trovai una pozza in cui specchiarmi e per poco non mi venne l'istinto di ammazzare Hidan.
E che cacchio!
_________________________________________
Eccomi!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!!
Personalmente, ho avuto bisogno di aiuto da una mia amica per l'ultima parte... Speriamo che sia venuta bene!
Ciauuu!
Alice_
Ok, mi andava semplicemente di mettere questa immagine ( fatta con una
base da internet e paint tool Sai )... Così, a caso...
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Capitolo 16 *** SPECIAL CHAPTER! Kakuzu's birthday! ***
kakuzu bonus
CAPITOLO BONUS!
- Eddai, lo so che in fondo... Molto infondo vuoi farlo anche tu! -
esclamai, sfoderando la mia espressione da cucciolo bastonato
- No! Il coglione è sempre di cattivo umore! Finirei seppellito da qualche parte dove nessuno potrebbe trovarmi! -
- Oh, andiamo! - gli tirai una gomitata giocosa - Se lo fa prometto di venirti a cercare! -
Hidan sospirò, passandosi una mano tra i capelli - E va bene...
ma solo perchè sei tu, cazzona... E poi voglio qualcosa in
cambio... - il suo sguardo si fece tutto d'un tratto malizioso.
E che altro potevo aspettarmi da lui?
Ricambiai l'espressione, mettendomi le mani sui fianchi - E cosa vorresti, Hidan-kun? -
Stavo serimente combattendo per non mettermi a ridere alla sua espressione - Hidan-kun? Da quando mi chiami così? -
- Esattamente da ora -
- Oh be', - si riprese praticamente subito - In cambio voglio passare
una notte con te! - fece con il suo solito sorrisetto strafottente.
E fu così che il muro conobbe la sua faccia.
Rise, invertendo le posizioni in maniera fulminea - Le mie condizioni sono queste - fece risoluto - Prendere o lasciare -
- Vaffanculo... E va bene! - mi arresi, tirando la testa indietro e
sbattendola contro il muro - Ma farai meglio a non tentare niente di
strano...! -
Fece una faccia sorpresa - E poi sarei io il pervertito, Haiiro-chan -
Haiiro-chan?
Dove erano finiti " bastarda " e " cogliona "... Oh, già... " cazzona "?
- Non so se ritenermi offeso dal fatto che tu stia facendo tutto questo per quel tirchio... Andiamo! E' un bastardo! -
Lo guardai male - E' il suo compleanno! Quanti anni fa? Novantadue? -
- Potrebbe anche fare i cent'anni, per quanto me ne fotte... - fece lui
imbronciato poi, tutto d'un tratto ebbe l'illuminazione - So che cosa
voglio per il mio di compleanno! -
- E sarebbe...? - avevo quasi paura a chiederlo...
- Un giorno con te a mia completa disposizione! - disse trionfante
- Sì, confermo che sei un pervertito -
- Ma ti piace... Ammettilo...! -
- Sai che ti dico? Ci penso da sola ad organizzare la festa... - feci per uscire dalla porta ma venni bloccata.
- Dove pensi di andare? - mi rigirò di modo che lo stavo
guardando in faccia - Ho detto che ti avrei aiutato e hai accettato le
mie ccondizioni... Dimmi che cazzo devo fare, cogliona! -
Sorrisi e cominciai la spiegazione.
- E questo è il secondo - dissi a Deidara, una volta caricato il corpo della taglia sulla sua creazione.
- Credo che Kakuzu ci ucciderà, un -
- Finchè non usiamo denaro no. - feci sicura, cosa che non ero
minimamente - E poi farà meglio ad apprezzare le due taglie che
abbiamo raccolto per lui! -
- Quello è sicuro, un - creò un uccellino di argilla e lo
fece esplodere sul campo di battaglia - Almeno non ci sono nostre
tracce - fece mentre ammirava la sua arte.
- Oh sì, perchè nessuno si chiederà perchè un'intera radura è saltata per aria... -
- Andiamo Haiiro-chan, come fai a non meravigliarti davanti ad un tale splendore, un? -
Inarcai le sopracciglia - Semplicemente perchè stavo guardando
la prossima taglia che dobbiamo andare a prendere e che, se Kami vuole,
sarà anche l'ultima... -
Lo sentii sospirare di solievo - Per fortuna, un! - disse facendo levare in volo la sua civetta.
Arrivammo al nascondiglio della taglia quando oramai era notte fatta.
- Ci conviene atterrare... Non è prudente volare di notte, un -
Mi limitai ad annuire.
Improvvisamente la creazione di Deidara venne investita da una potente raffica di vento.
- Dannazione! - lo sentii esclamare, prima che ci schiantassimo al suolo dove, miracolosamente, la civetta non esplose.
Doveva essere per forza il nostro uomo, lo stesso che, cavolacci, pareva essere specializzato in tecniche dell'arte del vento.
Fantastico, questo il libro di Kakuzu non lo diceva!
E mi sembrava giusto che fosse l'unica natura di chakra che non andava bene con l'elettricità!
Schivai il suo attacco successivo e mi riparai dietro ad un albero,
mentre osservavo Deidara che faceva lo stesso, qualche metro più
avanti.
Fotuna che avevamo portato le altre due taglie al punto di scambio prima di fare questa bella cosa...
- Ah, quindi non siete del villaggio della sabbia...Siete Akatsuki! Riconosco le cappe! -
Ma di bene in meglio!
Una raffica di vento tagliò in due l'albero dove mi ero riparata
e dovetti per forza uscire allo scoperto, cercando di disorientarlo con
le mie tecniche.
- Drago del tuono! - urlai, mentre glielo scagliavo contro.
Con una sua tecnica del vento era stato spazzato via.
E porca miseria, qualcuno ce l'aveva con me!
BOOM!
Per poco non venni presa dentro anche io nell'esplosione e l'onda
d'urto mi mandò a terra - Deidei! La prossima volta non
così vicino! -
- E' colpa del suo vento, un! - urlò lui in risposta da qualche parte nel bosco.
Feci giusto in tempo a rialzarmi che qualcosa cominciò a premere sulla mia schiena.
Sì, decisamente avevo fatto qualcosa per inimicarmi qualcuno ai piani alti.
Tentai di voltarmi solo per venir presa a dir poco violentemente per il mento e girata con più forza del necessario
- Se non vuoi colpire anche la tua amichetta qui, akatsuki, ti
consiglio di ritirarti! - fece l'uomo, lanciando uno sguardo all'area,
per poi tornare a concentrarsi su di me.
Gli avrei tirato un pugno in faccia solo per come mi guardava.
Evidentemente si doveva capire perchè si mise a ridere - Adesso spiegami cosa ci fa un bocconcino come te con loro -
- Sì, perchè io, dopo che hai cercato di ucciderci, mi
metto a parlare con te... - abbassai le palpebre e inarcai le
sopracciglia.
C'erano due modi per risolvere la situazione...
1. Sperare che Deidara avesse un lampo di genio che non comprendesse il farmi saltare in aria
2. Usare il Ken'i.
- Lo stai facendo... In più, i peperini come te sono il mio tipo - avvicinò la sua faccia alla mia.
Kami, che orrore.
Gli tirai una testata con la " T " maiuscola ma non mollò la presa.
- Oh sì... - fece, decisamente più incazzato di prima - Vedrai che cosa ti farò dopo -
Ora pretendevo una spegazione sul perchè incontravo sempre maniaci.
A parte Hidan che era un caso a parte.
- Scusa ma non credo che ci sarà un " dopo " come la metti tu... -
Attivai il terzo stadio e l'uomo cadde morto ai miei piedi.
Era stato semplice.
- Haiiro! Tutto bene, un? -
Ed ecco che arrivava il mal di testa...
Annuii, interrompendo il flusso di chakra che alimentava il Ken'i, disattivandolo in questo modo.
- Possiamo anche tornare... E fare una doccia, dopo la tua esplosione
Deidei sono piena di graffi... E fidati se ti dico che bruciano,
bruciano tanto! -
Ritornammo al covo il pomeriggio del giorno dopo.
Conosciuto come " giorno x ".
- Allora bastarda, avuto fortuna? -
- Oh sì ! - esclamai, buttandomi sul letto - A parte l'ultimo
tipo che era un chakra del vento è stata una passeggiata...
Quello lì era un maniaco! - risi di gusto proprio mentre la
porta si spalancava e Kakuzu faceva il suo ingresso.
Mi alzai peggio di una molla e, lanciando un'occhiata parecchio
eloquente a Hidan, uscii dalla stanza con una scusa del tipo " Oh!
Qualcuno mi sta chiamando! "
Tempo di cominciare la fase due del piano, collaboratori: Deidara e Kisame.
- Attento Kisame! - urlai, entrando nella stanza e vedendo lo squalo
che maneggiava senza troppa cura una delle decorazioni che aveva fatto
Deidara - Credo che siano l'equivalente di una mina anti-uomo! -
- Lo so... Per questo è un clone -
- Anche tu hai ragione... Ora mi sento scema -
- Ma perchè lo sei, Haiiro-chan, un! -
Lo guardai malissimo e presi una scultura in mano a mia volta,
passandola al clone di Kisame, prima di ripensarci e far fare il lavoro
ad un mio clone.
Un paio d'ore dopo avevamo finito.
Ed era una cosa oscena.
Seriamente, se non si mettevano i piedi nei punti giusti si rischiava di saltare per aria...
Sì, Deidara non poteva fare una cosa senza almeno un po' di esplosivo nemmeno a pagarlo.
Ed era l'ultima volta che gli chiedevo aiuto per addobbare una stanza.
In quel momento entrò Itachi e credetti per qualche
interminabile secondo che saremmo tutti morti per colpa del bombarolo.
- Itachi, attento alle bombe! - urlai, cercando di bloccarlo sulla porta.
Con un " Hn " mi aveva abilmente liquidata e, camminando dove non c'erano mine era uscito dall'altra parte della stanza.
Oh, già... Lo Sharingan... Potevo anche pensarci prima, effettivamente.
- Direi di togliere un po' di roba... Eh, ragazzi? -
- Eheh... un! Forse ho un po' esagerato -
Mi trattenni dall'urlargli in faccia che, per colpa sua, avevo
già perso tre cloni ( grazie a Kami non si era danneggiato nulla
) e, cercando di non innescare nulla cominciai il noiosissimo compito
di disarmare tutte le bombe.
Dannato Deidara.
Quando Kakuzu entrò nella sala ( che era a luci spente,
precisiamo ) ebbi un momento di esitazione nel quale cominciai a
credere che saremmo seriamente morti tutti visto come aveva sbattuto la
porta.
- Credi ancora che sia una buona idea, bastarda? - fece Hidan dal suo posto affianco a me dietro al divano.
- Non ne sono più così sicura...! - mormorai in risposta
Ma oramai era troppo tardi per fermare Deidara e Kisame che si erano
lanciati in quello che era il nostro piano originale - AUGURI! -
Io e Hidan ci guardammo nelle palle degli occhi prima di tirarci su a nostra volta - BUON COMPLEANNO! -
Ci mancò poco che non mi uccidesse con lo sguardo.
Fortuna che non era uno del mio clan.
- Che diavolo state facendo? - chiese, passando il suo sguado killer su ognuno di noi
Feci un passo avanti - E' il tuo compleanno, no? Ti stiamo facendo gli
auguri! - dissi, cercando di non scappare via urlando alla sua
espressione.
Non disse niente, ci superò e si chiuse in camera nostra.
Sospirai - Almeno siamo ancora tutti vivi... - dissi, prima di
realizzare che cosa aveva appena fatto - OI, KAKUZU! - gli urlai
dietro, entrando a mia volta in camera e sbattendo la porta.
- Che cosa vuoi? -
- Adesso tu esci e vai a ringraziare quelli che hanno passato il pomeriggio a cercare di prepararti una festa decente! -
- Nessuno ve lo ha chiesto, non ho niente da dire - replicò, mettendosi alla sua scrivania a contare i soldi.
- Oh no, tu non mi scappi, Kakuzu-sensei! - urlai, prima di cercare di afferrarlo per la cappa e tirarlo verso la porta.
E fidatevi, la sua mole non rendeva le cose certamente più semplici.
- Smettila o ti uccido - disse in tono di avvertimento
- Mi hai rubato le parole di bocca! - replicai sarcastica - Ma che
cazzo hai!? - squittii quando mi sollevò senza il minimo sforzo
e mi buttò sul letto.
Lo guardai malissimo, mentre si rimetteva alla scrivania.
No, questa volta non l'avrebbe avuta vinta lui!
Incrociai le braccia sul petto e mi ritirai in piedi, ritornando da lui
- Adesso tu mi spieghi perchè diavolo non vuoi nemmeno venire
lì fuori a vedere il tuo regalo! -
Mi pentii delle mie parole il secondo dopo che avevano lasciato la mia bocca.
Soprattutto quando vidi i suoi filamenti cominciare ad uscire da sotto la sua cappa.
Merda.
- No no no no! Non abbiamo speso soldi!! - mi affrettai a dire e, come mi aspettavo, i filamenti tornarono da dove erano venuti.
Sospirai interiormente.
Sarei sporavvissuta un altro giorno
- Ho detto di no. -
- Ma perchè! - urlai esasperata
Assottigliò lo sguardo - Ho dei problemi con i bilanci. Le
taglie a cui dovevo dare la caccia sono scomparse misteriosamente,
quindi devo trovare altre sorgenti di denaro -
Oh, ecco che cos'era successo!
E credevo anche di avere una spiegazione per lui - Non è che,
per caso erano quel trio di cui mi avevi parlato l'altro giorno? -
feci, aspettandomi il peggio.
Sinceramente dovevo ancora capire perchè non mi avesse ancora ucciso.
- Esatto -
Scoppiai a ridere e lo presi per un braccio - Allora vieni a vedere il tuo regalo, sono certa che ti piacerà! -
Le facce di quelli che erano in salotto non sarebbero potute essere
più sbigottite quando mi videro riemergere dalla stanza,
trascinando Kakuzu, ma, soprattutto, ancora tutta d'un pezzo.
Lo mollai con loro mentre andavo a prendere la valigetta che, malgrado fosse piena solamente di carta, pesava un casino.
- Ecco, Kakuzu! - appoggiai con tutta la mia grazia la valigetta sul tavolo mentre ritornavo vicino a Deidara, Kisame e Hidan.
- Bel colpo, cogliona - cominciò Hidan - Non credevo sarebbe più uscito di lì, l'ateo -
Ok, non sapevo cosa era più inquietante, se il complimento di Hidan o il fatto che Kakuzu era completamente silenzioso.
Di punto in bianco aprì la valigetta e ne estrasse una mazzetta - Ora capisco - disse poi
- Già - cercai di sorridere, nonostante non sapessi che cosa gli stesse passando per la testa.
- Avete fatto un buon lavoro -
Per poco non soffocai, come fece invece Deidara che aveva avuto la
bellissima e stupidissima idea di bersi un bicchiere d'acqua...
Gli tirai una manata sulla schiena, cercando di farlo smettere.
Osservai il tesoriere chiudere la valigetta e passarmi oltre, facendo prima una cosa che mai e dico mai, nemmeno nelle mie fantasie più assurde, avrei immaginato che potesse fare.
Mi diede una pacca sulla testa, senza che nessuno se ne accorgesse,
presi com'erano ad evitare a Deidei una morte particolarmente poco
artistica.
Lo guardai in muta sorpresa, mentre scompariva di nuovo in camera.
- Oi bastarda, vai a prendere dell'acqua, il biondino sta soffocando qui! -
_________________________________________
Allora, capitolo bonus per il compleanno di Kakuzu!!
AGURI, KUZU-KUN!
* Ora scappa perchè Kakuzu le sta dando la caccia *
Ciauuuu!
Alice_
PS: Il prossimo capitolo dovrebbe essere postato a breve... Si spera!
Ecco una piccola immagine di Haiiro e Kakuzu... Boh, mi andava di farla ( base presa da internet, a proposito! )
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Capitolo 17 *** Revelations ***
Love is truly blind cap 16
Dannata strada dissestata.
Dannata gamba che sanguinava.
Dannata infezione alla ferita sulla suddetta gamba.
E soprattutto, dannatissima vista appannata che mi impediva di vedere qualunque cosa chiaramente!
Buttai una veloce occhiata a Kakuzu che sorreggeva Hidan.
Sì, perchè oltretutto il caro Jashinista, non riusciva a
camminare bene ( colpa delle cuciture diceva lui, ma credevo
sinceramente che fosse perchè voleva far incazzare Kakuzu fino
al punto di rottura ).
Arrivammo, con mia somma gioia, al sigillo che proteggeva l'ingresso del covo.
- Oh, grazie a Jashin! Cominciavo a non poterne più! - sentii dire a Hidan
- Guarda che ti abbiamo portato noi per il grosso del percorso, quindi
lamentati poco... - ribattei, inciampando nei miei stessi piedi e
mancando la caduta per una questione di secondi.
Sospirai e misi una mano sul sigillo, immettendovi il mio chakra e facendolo aprire.
Ci avviammo per le scale, aiutando in due Hidan a scendere a sua volta.
Quando mai... Per poco non formammo una palla umana che rotolava giù per le scale...
- Hidan, è l'ultima volta che ti porto giù dalle scale, sia ben chiaro -
- E se ti chiedessi di portarmi a letto? -
Per poco non gli tirai una testata - Baka -
Arrivammo alla fine per lo meno interi e mi separai nuovamente da loro.
- HAIIRO-CHAN! SEI MANCATA A TOBI!! - arivò un'urlo da davanti a
me e vidi solamente un flash di arancione prima che tutto diventasse
buio e cadessi nelle braccia di qualcuno.
La ragazza si accasciò tra le braccia di Tobi che, di riflesso ( miracolosamente ) la prese.
- Uh... Hidan-san, che cosa è successo ad Haiiro-chan? - chiese
la girella, avvicinando a sè l'albina che, oramai respirava a
fatica
- E io che cazzo dovrei saperne! - disse Hidan, cercando di avvicinarsi a sua volta, trascinando Kakuzu con lui.
- Ha la febbre. Era così da un po' di giorni ormai - fece il
tesoriere, cominciando a trascinare il Jashinista verso la loro camera
- Portala a letto - fece poi con tono autoritario verso Tobi che,
urlando " TOBI E' UN BRAVO RAGAZZO! " prese Haiiro in braccio e si mise
a correre verso la camera dei tre.
- Sai, forse hai fatto una gran cazzata, ateo di merda... -
Si sentì un tonfo sordo nel corridoio.
- CHE CAZZO! KAKUZU, RITORNA QUI! -
- Se hai tutto questo fiato per urlare non vedo come possa essere un
problema per te camminare fino alla camera - e con ciò si era
avviato giù per il corridoio.
- KAKUZU! GIURO CHE TI SACRIFICO! -
Il tesoriere arrivò nella camera poco dopo, buttando una veloce
occhiata alla ragazza sul letto che respirava a fatica e appese la sua
cappa sull'apposito gancio dietro la porta, prima di avvicinarsi al
letto.
Scostò, senza nemmeno provare ad essere delicato, le coperte
sopra le quali era stesa Haiiro e prese ad esaminare la ferita che le
percorreva tutta la coscia destra.
Strappò il tessuto già lacero e cominciò il suo esame della ferita.
La prima conclusione, ad un primo sguardo, era già parecchio brutta.
Pareva che, dopo la sua riapertura, il taglio si fosse infettato e -
mise una mano sulla fronte della ragazza e la ritrasse subito dopo - a
giudicare dal febbrone che aveva doveva essersi infettata.
Questo era senza tenere in considerazione il colorito bluastro dell'area, segno che praticamente la carne stava marcendo.
Kakuzu imprecò a bassa voce proprio mentre dalla porta faceva
capolino una testa argentata - Che cazzo ti è preso a lasciarmi
lì così?! -
- Zitto e portami quello che ti chiedo -
Hidan fece per ribattere ma poi, vedendo Haiiro stesa sul letto che respirava affannosamente, si chiuse la bocca e annuì.
Mi risvegliai sentendomi molto leggera di testa.
- Quindi era viva, un? -
Cosa...?
Cercai di aprire gli occhi, ma le palpebre erano semplicemente troppo pesanti e non volevano saperne di obbedire.
- E come mai non è tornata prima? - questo era Kisame... Almeno, se il mio cervello era ancora remotamente attivo...
- Hn - non potevo crederci... Era lì pure lui!?
- Sì, Itachi, ho visto la gamba... In ogni caso avrebbe dovuto metterci molto di meno! -
- TOBI E' UN BRAVO RAGAZZO CHE HA TENUTO IN BRACCIO HAIIRO-CHAN! -
E chiaramente Tobi non poteva mancare.
Riprovai ad aprire gli occhi, riuscendo a cogliere solamente uno spiraglio della stanza in cui mi trovavo.
La stanza che conividevo con Hidan e Kakuzu...
- Silenzio Tobi, un! - esclamò Deidara.
- Ma... Ma Tobi è stato un bravo ragazzo... Vero? - fece la girella con una vocina da cane pestato.
Avessi avuto la forza mi sarei messa a ridere.
Aprii la bocca per parlare - Certo - quasi soffocai -, Tobi... -
Mi ero pentita subito dopo aver parlato per due semplicissime ragioni:
1. La mia voce non era stata usata per un bel po' di tempo, data la sua nota roca veramente inquietante
2. Solo Jashin sapeva che cazzo avrebbe fatto Tobi...
E infatti, nemmeno mezzo secondo dopo, mi ero ritrovata spiaccicata sul
letto con qualcuno sopra che mi abbracciava come se non ci sarebbe
stato un domani.
Per la sorpresa spalancai gli occhi e boccheggiai, prima che qualche anima buona giungesse in mio aiuto.
- Tobi! - urlò Deidara, prima di afferrarlo e levarmelo di dosso
- Haiiro-chan! - fece poi, girandosi verso di me - Era anche ora che ti
svegliassi! Un! -
- Non ti chiedo da quando dormo perchè preferirei mantenere un
po' di ritegno... - feci mentre la mia voce riacquistava gradualmente
potenza.
- Solo da due settimane - commentò una voce di cui non riuscivo a identificare il propietario.
Almeno finchè la sua testa non spuntò dal muro - Ti sembrano poco due settimane? -
Lì per lì lo spavento era stato più per il vedermi
spuntare Zetsu davanti che non per il lasso di tempo che avevo speso
addormentata.
- Kakuzu è stato categorico, un... Non ha fatto entrare nessuno
qui mentre tu dormivi... Anche Hidan era confinato fuori! Ha dormito
sul divano, un! - scoppiò a ridere
- Due settimane?! Non oso immaginare... - cercai di alzarmi, ma ripiombai sul cuscino quasi subito.
- Non ti conviene sforzarti - fece Kisame - Sei svenuta in braccio a Tobi, dopotutto... -
Ebbi un brivido al solo pensiero.
- Ma Tobi è stato un bravo ragazzo! Non ha fatto cadere
Haiiro-chan! - fece la girella cominciando a saltellare in preda alla
gioia.
- Certo Tobi, certo... -
Sospirai, riprovando a sedermi.
- Insomma, che cazzo succede qui!? - arrivò una voce dal
corridoio prima che la porta si spalancasse, mancando di pochissimo
Deidara.
- Hidan, un! Mi stavi ammazzando! -
- Tch...- spostò lo sguardo verso di me e rimase immobile per qualche secondo.
- Credete che gli si sia fritto il cervello? - chiesi sottovoce, guadagnandomi le risatine di Kisame e Deidara
- Nah, un... E' semplicemente intrattabile da quando è
tornato... - Deidara fece spallucce, buttando un'occhiata a Hidan che
ancora mi stava fissando.
Stava seriamente cominciando a farmi paura.
Ad un certo punto sollevò una mano, puntando un dito contro di me - Tu! -
- Cosa?! -
- Tu... Mi hai fatto prendere un colpo! - urlò, avvicinandosi al letto con grandi falcate.
Cercai di farmi piccola piccola... Non l'avevo mai visto così
incazzato... E credetemi, l'avevo visto incazzato un bel po' di volte...
Tutto d'un tratto realizzai che mi stavo facendo praticamente urlare in
faccia, così ribattei - E che cazzo! Non sono mica io quella che
decide come e quando svenire! -
Ringhiò - Potevi almeno avvertirci che eri ferita, bastarda! -
Quindi stava urlando solamente per quello - Be', adesso sto bene,
quindi stai zitto! Mi stai facendo venire mal di testa! - lo guardai
malissimo - Non sono mica immortale come te, ho dei limiti io! -
- Appunto, cazzo! -
Gli lanciai uno sguardo stranito - Ma che ti prende!? -
Si fece serio.
Cercai lo sguardo di Kisame e Deidara, solo per scoprire che eravamo rimasti solo noi nella stanza.
E che cacchio.
- Hidan, seriamente, che cos'hai? - dissi guardandolo negli occhi leggermente, leggermente ho detto, spaventata.
- Tu non sei immortale come me! - fece, ricambiando il mio sguardo con intensità.
- Jashin, Hidan! Che è questa? La fiera dell'ovvio!? - feci, cominciando ad alterarmi
Si avvicinò ulteriormente al mio volto - Non capisci, vero? -
Nessuna parolaccia? Oddio, era serio davvero...
- Cosa devo capire? - ero seriamente confusa a questo punto e piegai la testa di lato, aggrottando le sopracciglia.
Lui sospirò, senza rompere il contatto visivo - Che non voglio perderti -
Spalancai la bocca e sgranai gli occhi.
- Che cosa hai appena detto?! -
Si grattò la testa - Non farmi ripetere! E' già stato difficile essere fottutamente gentile! -
- E dannatamente mieloso, aggiungerei... Non farlo mai più, mi hai fatto prendere un infarto! -
- In ogni caso, è vero - chiuse gli occhi con aria di superiorità
Mancai un battito ( di nuovo ).
- Stai per caso cercando di dire quello che penso tu stia cercando di dire? -
Dio che frase contorta.
Ritornò a guardarmi negli occhi.
Fortuna che ero ancora nel letto, altrimenti mi sarei sciolta.
- Sì - disse senza esitazioni.
Sorrisi - Oh be', allora non vedo il punto di nasconderlo un minuto di
più - lo presi per la cappa, tirandolo giù al mio livello
- Anche se credo di averlo fatto intendere nella foresta... - e
con una sicurezza che non sentivo per niente, coprii le sue labbra con
le mie.
Quando ci separammo ( causa mancanza ossigeno ) mi guardò con il
suo solito sorriso strafottente - Spero tu realizzi che adesso sei
mia, cogliona -
Guardai al cielo, prima che un pensiero mi attraversasse la testa - Ma è tutto a posto con la tua religione? -
- Tch... Non sarei qui altrimenti... In ogni caso ci sarebbe una cosa che dovresti fare, bastarda -
- E sarebbe? -
- Devi venire almeno una volta con me al tempio, cazzo -
- C'è un tempio? Non ne avevo idea... Ma suppongo che non possa nuocere... E va bene... Ma a Pain lo chiedi tu! -
E fu così che mi ritrovai nell'ufficio di Pain, con davanti il suo ologramma.
Feci per aprire bocca - So già tutto. - si girò verso di me, osservando la mia faccia sbalordita
- Dato che non ci sono missioni da affidarvi, in questo momento... Avete sei giorni, non uno di più -
- Arigato, Pain-sama - feci, improvvisando un inchino.
- Riguardo a quella missione, invece... -
Mi irrigidii, sapendo che si riferiva a quella dove ero " morta " - Sono morti tutti, ma lui è riuscito a scappare -
- Capisco - disse voltandosi - E' necessario che venga eliminato...
Potrebbe essere una minaccia se le informazioni che abbiamo reperito si
rivelassero vere. - tornò a guardarmi - Affido a te la missione
perchè sai come combatte. I marionettisti sono, dopotutto,
avversari formidabili quando riescono a rimanere nascosti. -
Mi morsi la lingua.
Certo che lo sapevo.
- Ma chiaramente sono cose che tutti sanno... Non appena ritornerai
dovrai partire per Taki. Abbiamo ricevuto notizie che si troverà
lì tra un paio di settimane per concludere degli affari. voglio
che tu lo uccida... Sono stato chiaro? -
Annuii e, dopo essermi fatta dire che potevo andare, ritornai in camera.
- Che ha detto il coglione? -
- Tutto a posto - feci, sedendomi sul mio letto
- Perchè sei lì quando puoi essere qui con me? Eh, cazzona? -
Scossi la testa con una risata - Non mi darai più tregua, vero? -
- Cazzo, no! -
Tirai una testata al comodino.
- Ti conviene riposare perchè stanotte ti terrò sveglia -
Altra testata al comodino - Perchè sei tu e so che sei un
pervertito, altrimenti ti saresti già trovato smembrato e
buttato da qualche parte -
Si avvicinò, abbassandosi al mio livello - Mi eccitano le tue
minacce - mi disse all'orecchio, facendomi arrossire fino alla punta
dei capelli.
Presi la prima cosa che mi era capitata a tiro e che, per sua fortuna,
era il cuscino, colpendolo ripetutamente - Smettila. Di. Fare. Il.
PERVERTITO! -
Scoppiò a ridere - Ecco perchè ho scelto te, Haiiro! -
Mi tirai una manata in faccia.
Sarebbe stato divertente cercare di dormire quella notte.
Se per divertente si intende " Prendere a calci Hidan finchè
capisce che non ci vado a letto con lui dopo neanche tre ore che stiamo
insieme ".
Allora sarebbe stato divertentissimo!
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Ammetto di essermi fatta aspettare ma ho avuto problemi con Hidan in
questo capitolo, non sapevo come farlo ma spero di essere rimasta
più IC possibile... Mah!
Ciauuuu!
Al prossimo capitolo!
Alice_
Ecco un'immagine di Haiiro ( un edit ):
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Capitolo 18 *** The temple ( part 1 ) ***
Love is truly blind cap 17
- ... E poi ci sono... E anche...! -
Mi passai una mano sulla faccia, guardando con crescente irritazione
Hidan che, oramai da un paio d'ore, non la smetteva più di
parlarmi non stop sul tempio.
- Ma non ti ho detto...! -
Soffocai un suono di protesta e mi limitai ad annuire.
Stando alla marea di informazioni che mi erano state abilmente
rifilate, il tempio era nel territorio di Taki ( Perchè non
poteva essere nel territorio di un altro villaggio, proprio no ),
situato su un'altura che nessuno quasi mai scalava perchè si
diceva fosse piena di banditi...
Ripetetemi ancora una volta perchè ci stavo andando?
- Hidan... -
- Ma la parte fottutamente migliore è che... -
- Hidan! -
- Non devi nemmeno...! -
- HIDAN, CAZZO! -
Il mio urlo sembrò frenargli la lingua - Cosa?! -
- Adesso che so ogni singolo dettaglio della planimetria del tempio, ti
dispiacerebbe dirmi che cosa ci vengo a fare io? Intendo, non sono
nemmeno una Jashinista! Quelli come minimo mi ammazzano a vista... -
- A quello si può rimediare... - si fermò e si
avvicinò a me - Basta che giuri fedeltà a questo - mi
fece sventolare il suo rosario davanti agli occhi.
- Non se ne parla nemmeno - dissi ricominciando a camminare e
tirandomelo dietro a viva forza - Prima arriviamo meglio è -
Il tempio non era come me lo ero immaginato.
Nella mia testa era un edificio tetro, pieno di creature mostruose con
il triangolo inscritto alla circonferenza sulla fronte e invece...
Invece era un tempio normalissimo, molto simile a quello dove ero stata
( O almeno, doveva esserlo stato, visto che ci ero arrivata dopo il
passaggio estremamente distruttivo di Hidan e Kakuzu ) nella terra del
Fuoco.
E mi aspettavo anche che Hidan e chiunque fosse a guardia del cancello,
per salutarsi, si pugnalassero a morte, non che si dessero pacche sulla
spalla!
Quindi la voce della guardia venne come una sorpresa non da poco - Gli
stranieri non sono benvenuti qui - fece in una voce a dir poco
inquietante
Prima che potessi dire qualunque cosa fu Hidan a parlare per me - Stiamo viaggiando insieme -
- Vale lo stesso. Non posso far entrare non credenti -
Hidan ( udite udite ) si fece serio - Fammi parlare con chi comanda qui -
Dopo una mezzora che ancora non era ricomparso decisi che ne avevo
abbastanza di ammazzare il tempo tirando pietruzze contro gli alberi e
rivolsi la parola alla guardia - Allora... Credi che ci vorrà
ancora molto? -
- Difficile a dirsi -
E ripiombammo di nuovo nel silenzio.
Dopo un'altra mezz'ora decisi di riprovare ad avviare una conversazione degna di tale nome - Posso sapere come ti chiami? -
- No -
- Uff... - sbuffai, parecchio infastidita dal tono della sua voce,
prima di saltare su un albero, con grande sforzo della mia povera gamba
ancora convalescente e sdraiarmi su un ramo.
Furono altri quaranta minuti dopo che, finalmente, Hidan fece la sua ricomparsa.
Ma non era da solo questa volta.
Con lui stava un'altro uomo, capelli neri come la notte un paio di occhi azzurri come il ghiaccio.
Sembravano essere buoni amici a giudicare dalla risata che lasciò le labbra del tizio nuovo.
Apparentemente Hidan aveva deto qualcosa di incredibilmente
divertente... Mah, i ragazzi... Quando credi di aver capito qualcosa su
di loro se ne escono con cose ancora più stupide e devi
ricominciare da capo...
- Ecco Rei, ti presento... Dove cazzo è finita?! - Hidan si guardò ingiro - OI COGLIONA, DOVE SEI? -
Lo presi come un invito a farmi vedere e, tenendomi con le gambe, mi
lasciai cadere all'indietro, facendo uscire solamente la testa dal
fogliame.
- Non c'è bisogno di fare tutto questo rumore... - sibilai, guardadolo male.
- Quindi questa è la tua compagna... Se quello che mi hai detto
corrisponde al vero, Hidan, allora può entrare... Chiaramente
dovremo testarla -
Guardai prima l'uno poi l'altro.
Testarla?
Ma dove cazzo mi aveva portato Hidan?!
Rei, mi pare si chiamasse, notando la mia faccia stupita, parlò
- Voglio vedere personalmente questo tuo " dono " come l'ha descritto
Hidan -
Guardai l'ultimo malissimo.
- Sono certa che l'abbia fatto - dissi a denti stretti, mentre Hidan
capiva la gravità di quello che aveva combinato e sorrideva stranamente
- Ah, bene... Anche se sei una ragazza. -
Questo poi...
Non prese nemmeno nota della mia faccia incazzata e continuò -
Insomma, ti metteremo a combattere con qualcuno di piccolo... Meshi
dovrebbe andare bene... -
Lo interruppi senza nemmeno pensarci - Non preoccuparti, Rei, posso cavarmela anche da sola pur essendo una ragazza -
- E io che cercavo di renderti la vita facile... Pazienza... - si
girò con un fare che mi fece venire subito voglia di mettergli
le mani addosso.
Fortuna che Hidan parve capirlo e mi tenne ferma prima che potessi fare cazzate.
Sì, perchè cercare di uccidere un tizio praticamente
immortale mentre sono in casa sua, si può facilmente
classificare come cazzata.
Cazzata epica anche.
Mi girai verso Hidan - Che cosa cazzo hai combinato !? -
- Gli ho detto del tuo Kekkei-Genkai, cogliona! -
- E chi diavolo ti ha dato il permesso!? - lo guardai malissimo,
incrociando le bracia sul petto - Adesso cosa mi faranno? Combattere
fino alla morte? Sacrificare qualcuno? -
- Non gli permetterò di farti nulla... - sorrise bastardo - E poi, gli ho già detto che dormirai con me -
In quel momento il mio sguardo contò più di mille parole - Io. Ti. Uccido. -
- Oh, andiamo, lo so che non aspetti altro! -
fece, tirandomi più vicino a lui, senza badare alla guardia che
si era fatta tutto d'un tratto più interessata.
Lo spinsi via con stizza e seguii Rei all'interno del tempio -
Troverò un modo per vendicarmi, ti avverto - urlai a Hidan come
avvertimento.
E ci sarei riuscita, non importava come.
- Puoi farci vedere le tue abilità combattendo contro di lui -
Rei puntò il dito contro un altro ragazzo che aveva i capelli
viola - Saizo, vieni qui! -
Il tipo si fece avanti, guardando prima me, poi Hidan e infine Rei - Sì? -
- Questa ragazza è una straniera che, secondo il fratello Hidan,
ha una particolare abilità che potrebbe essere considerata come
un regalo di Jashin-sama... - fece una pausa guardandomi - Il tuo
compito è di verificare questa teoria... -
E che cazzo... Ma poi, non era Hidan l'unico immortale?
Lo guardai in cerca di risposte e feci la mia domanda.
Inaspettatamente ( ceeerto ) a rispondermi fu Rei, invece - Siamo solo
noi due in questo tempio - indicò se stesso e Saizo - ad essere
immortali -
Feci una " o " con la bocca e annuii.
- Ma questo domani. E' tardi e sicuramente sarete stanchi. - intervenne Saizo - Vi porto nella vostra stanza... -
Lui mi stava già più simpatico, ecco!
Ci guidò attraverso i corridoi, fino alla camera.
Quando aprì la porta mi venne un brivido.
- Non è che sarebbe possibile aggiungere un fu-fhofn? - guardai malissimo Hidan che mi stava coprendo la bocca.
- Eh? - fece Saizo con una faccia a dir poco perplessa
- Niente, a volte la cogliona dice quello che le passa per la testa... - gli tirai una gomitata in pacia, allontanandolo.
- A volte il cretino fa cazzate! - replicai, piuttosto piccata,
togliendomi i sandali e entrando nella camera - E grazie, Saizo-san! -
esclamai, prima di scomparire alla vista.
Mi sedetti piuttosto pesantemente sul tatami, guardando il singolo futon come se fosse la fonte di tutti i miei problemi.
E lo era, grazie tante!
Ignorando bellamente Hidan, che si era abilmente sistemato di fianco a
me solo con i pantaloni addosso, mi misi in posizione per meditare.
Sì. Pareva strano anche a me, ma Kima mi aveva detto che poteva
aiutarmi a controllare lo Shikaku, quindi tanto valeva provare.
Peccato solo che la mia spanna di concentrazione ( già corta di
suo, premettiamo ) era costantemente messa alla prova dall'albino che
si era mosso ancora più vicino.
- Eddai cazzona! - non risposi - Ah, adesso non mi caghi nemmeno più eh? -
Sembrò andarsene per qualche, stupendo secondo, prima di ritornare e sistemarsi in fronte a me.
Aprii impercettibilmente un occhio - Non sei divertente bastarda... -
E quello, cari ragazzi fu il mio unico avvertimento prima che si lanciasse su di me, catturando le mie labbra in un bacio.
Dapprima rimasi completamente passiva, mentre il mio cervello cercava
di riportarsi in pari con la situazione in cui mi trovavo, poi
cominciai a rispondere, cercando, contemporaneamente, di mantenere il
mio precario equilibrio per quanto la posizione in cui mi trovavo me lo
permettesse.
Alla fine i miei legamenti si arresero e caddi sul tatami, schiacciata
dal dolce peso di Hidan che, adesso, mi stava mordendo il collo,
proprio sopra la cicatrice.
E per quanto mi seccasse ammetterlo, era una sensazione dannatamente piacevole... Strana, ma piacevole.
- Hidan... -
- Hmm? - fece, per nulla intenzionato a smettere - Vuoi portare la cosa
nel futon? - disse poi, guardandomi con la sua espressione da bastardo
strafottente.
Mi feci seria - No, non ancora -
Lui si passò una mano nei capelli e mi guardò come a dire " Seriamente!? Di nuovo?! " - E perchè!? -
Cercai di guardare da tutte le parti meno che dalla sua - Non... Sono
pronta... Argh - mi tirai una manata in faccia - Non sono brava in
queste cose! - lasciai cadere la testa indietro, incontrando il tatami
con un suono sordo.
- Stai dicendo che... Who-ho! Questa proprio non me l'aspettavo da te, cogliona! -
- Ecco, appunto, proprio il genere di reazione che volevo evitare... -
lo guardai male - Prova a fare battute sceme e sei morto, non mi
interessa se sei immortale o no! -
- E perchè cazzo dovrei?! Vuol solamente dire che ti avrò
tutta per me! - mi prese per i fianchi mentre lo guardavo scettica -
Per quanto riguarda il non essere pronta, posso pensarci io,
cogliona... -
Gli tirai uno scappellotto - Ho detto non ancora! Non che non lo farò mai! -
Adesso ditemi perchè dico certe cose.
Perchè?!
Morale della favola, dopo aver convinto Hidan ( a suon di calci e
pugni, parliamoci chiaro ) che non era ancora il momento per fare
certe... Err... Cose, eravamo andati a dormire.
Ammettevo che mi aspettavo di peggio, invece riuscii ad addormentarmi senza nemmeno troppi sforzi.
- CORRI! -
Paura, tanta paura.
Terrore, non respiravo da quanto ero terrorizzata.
Gli occhi di mia mamma non mostravano altro che paura.
Paura di non fare in tempo, paura di incappare in qualche guardia.
Paura di morire.
E io, malgrado i miei sforzi non ero da meno.
La mano che mia madre stringeva tremava come una foglia e non riuscii
ad impedire che quel tremore si impadronisse del resto del corpo.
Ben presto correre si fece sempre più difficile.
Quello combinato con le mie gambe corte, causò un rallentamento non da poco nella nostra corsa.
Un'altro incubo...
- Coraggio Haiiro, possiamo farcela se corri ancora un po'! -
tentò di sorridere, ma l'espressione che ne risultò era
una maschera di paura e tristezza.
La cosa peggiore era che, quando arrivammo al bosco, per un attimo, un secondo, pensai che ce l'avremmo fatta tutte e due.
Quanto mi sbagliavo...
L'uomo spuntò dal nulla, kunai alla mano e in meno di un secondo la mamma era a terra, in una pozza di sangue.
- MAMMA! - la scossi con tutta la forza che avevo - MAMMA! -
- E' morta, mocciosa - disse l'uomo, una figura scura e senza volto, a
parte per gli occhi che erano due braci ardenti - E presto farai la
stessa fine! -
Il kunai, ancora bagnato con il sangue di mia madre passò in un
movimento fluido sulla mia gola, disegnando un macabro sorriso rosso.
- NO! - mi alzai di scatto nel futon, facendo volare le mani alla gola
- Non è successo sul serio... Non ho visto... - deglutii
Non era andata veramente così, non avevo visto la sua morte...
Ero nel bosco e ho sentito l'urlo, sì, era andata così...
Sentii il distinto pizzicore delle lacrime e passai una mano sugli
occhi per asciugarli, sopprimendo a viva forza l'impulso di mettermi a
piangere.
Era stato troppo nitido rispetto agli altri...
Cercai di calmare i battiti frenetici del mio cuore e di riacquistare
un ritmo respiratorio che non sembrasse quello di un poveraccio che
aveva appena corso una maratona.
- Cosa cazzo è successo? - arrivò una voce stanca di
fianco a me, prima che un paio di braccia mi prendessero ( non proprio
delicatamente ) e mi abbassassero su qualcosa di più caldo del
futon.
Hidan, ero con Hidan... Andava tutto bene...
- Solo un incubo - tagliai corto
Si limitò a mugolare qualcosa lungo le linee di " Be', è
finito... Ora torna a dormire... Cazzo.... " e mi tirò
ulteriormente verso di lui.
Dato che avevo bisogno di contatto fisico non obbiettai e mi spinsi
verso di lui il più possibile, poggiando la testa sul suo petto.
- Non è successo un cazzo di niente... Lo sai no, cogliona? -
Sorrisi al suo terribile tentativo di confortarmi e lo baciai velocemente, prima di sprofondare di nuovo nel mondo dei sogni.
____________________________________
Ciauuuuu!
Come va?
Non ho aggiornato prima perchè ero in vacanza e internet l'avevo solamente sul cellulare...
In ogni caso, spero di essermi fatta perdonare... ^^
Ne approfitto per farvi una domanda... Mi raccomando, rispondete
sinceramente * fa una faccia seria * Ok, no, non riesco a stare seria...
Secondo voi, Haiiro è una Mary Sue? ( Ho paura di scoprire che
lo sia dato che mi è venuto il dubbio... -__-" Potevo anche
farmelo venire prima effettivamente... )
A me personalmente non sembra, ma non posso essere imparziale... Voi sì però!! XD
Grazie in anticipo,
Ciauuuu!
Alice_
|
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Capitolo 19 *** The temple ( part 2 ) ***
Love is truly blind cap 19
Quel raggio di sole voleva morire.
Non c'erano altre spiegazioni.
Mi rigirai, cercando una posizione in cui quel dannato non mi beccasse proprio negli occhi - Mpf... -
- Mi stai facendo eccitare, cogliona. -
" Immobilizzare " non è il verbo adatto per descrivere che cosa feci.
Più che altro cessai ogni forma di movimento, smisi di respirare, smisi di muovermi, smisi di fare tutto.
Praticamente mi spensi.
- Oi, guarda che puoi continuare, non mi offendo mica! - rise
Decisi prontamente che non avevo voglia di mettermi a discutere di
prima mattina, così ritornai nella mia posizione originale.
Peccato che ciò contemplasse il rimettermi con la testa sul petto di Hidan.
Sì, non sapevo nemmeno io come mi ero rigirata per finire così.
Stava di fatto che non avevo alcuna intenzione di smuovermi.
- Fammi dormire Hidan... -
- E io che avevo in mente attività più... Piacevoli. -
- Ma dammi tregua! - sbottai, girandomi verso di lui e cercando di
incenerirlo con lo sguardo - E' da tre giorni che mi perseguiti! -
- Se ti voglio non è colpa mia! - fece, alzando le spalle
Mi trattenni a stento dal prenderlo a botte - Invece sì! Non hai un minimo di autocontrollo?! -
Feci leva sulle braccia e mi alzai un po' sopra di lui prima che
riuscisse in qualche modo strano a riportarmi al suo livello e coprire
le mie labbra con le sue.
E che cazzo.
Sospirai mentalmente quando sentii le sue mani farsi strada sotto la mia maglia, ritraendomi con uno scatto.
Mi odiavo in quel momento, ma per quanto piacevole potesse essere il mio corpo aveva fatto tutto da solo.
- Non ti preoccupare cogliona, - cominciò notando il mio sguardo
impanicato - Non voglio fare niente. Almeno non ancora - aggiunse poi,
ricominciando dove aveva lasciato poco prima.
Dannato. Perchè doveva sempre averla vinta lui?!
Come cazzo faceva uno della corporatura di Saizo ad essere così dannatamente veloce?!
Schivai l'ennesimo fendente della sua katana e rotolai di lato,
cercando di fargli perdere l'equilibrio con un calcio ben piazzato
dietro al ginocchio.
La cosa che non avevo calcolato era di riuscire, effettivamente, a farlo cadere.
Quindi il mio cervello ebbe un momento di totale spegnimento dove aleggiava solo una domanda: " E adesso?! "
Venni presa per una caviglia a tradimento e praticamente lanciata a
terra, mancando di poco la collisione grazie alla mia " prontezza di
riflessi ".
Più che altro era il mio istinto che aveva urlato " Eh no! La faccia basta! ".
Piantai le mani a terra e feci leva, tirando su i piedi e consegnando
un calcio a Saizo, prima di rotolargli lontano e tirarmi in piedi.
Cazzo se era bravo.
Un quarto d'ora dopo mi vedeva tutta piena di lividi, con qualche
taglio più o meno profondo sparso in giro per il corpo e
parecchi dolori vari.
Seriamente, mi facevano male muscoli che non sapevo nemmeno di avere!
E fu quando mi trovai con un kunai alla gola, schiena al muro, che
realizzai che, per vincere senza ammazzarmi ( di nuovo ) la gamba
ferita, dovevo per forza usare il terzo stadio.
Hidan, ti amo tanto ragazzo, ma a volte fai certe cazzate...!
Saizo, tenendomi appiccicata al muro fece per rinfoderare la katana, ma
per una volta nell'arco di tutto il combattimento fui più svelta di lui
e gli bloccai il polso, procurandomi una piccola ferita alla gola da
dove il kunai gli era scivolato, e torcendogli il braccio.
Si girò quasi subito, ma ero pronta e attivai il terzo stadio, ponendo una fine parecchio brusca al combattimento.
Mi rialzai, aspettando che Saizo facesse altrettanto mentre sentivo il familiare dolore acuto dietro gli occhi.
Me li strofinai un paio di volte per cercare di togliere la fastidiosissima e ben poco piacevole sensazione.
- Finalmente cogliona! Stavo invecchiando qui! -
Hidan e il suo tatto erano una cosa commovente...
Lo fulminai e rivolsi lo sguardo verso Rei
- Hmm... Interessante... - si avvicinò a me come un fulmine,
abbassandosi a livello con i miei occhi - Sembra che dopotutto, Hidan
abbia detto il vero. Bene - si rialzò, dandomi spazio per
respirare - Sei benvenuta come ospite nel tempio. - e con quello se ne
andò senza nemmeno guardarsi indietro.
Egocentrico.
- Oh be'! E' stato impressionante, Haiiro-san. Non me l'aspettavo
proprio. - guardai la mano sulla mia spalla, notando che era attaccata
a Saizo
- Be', era la mia ultima risorsa! - abbozzai un sorriso - E poi hai un controllo della spada veramente eccellente! -
Arrossì al complimento -Be'... E' la mia passione, quando non prego Jashin-sama mi alleno -
- Oi cogliona! Vieni qui! - vidi Hidan che dall'altra parte del campo si sbracciava per farsi vedere.
- Scusa, mi chiamano... - non cercai nemmeno di nascondere la mia
crescente irritazione e, salutandolo con una mano, cominciai a
camminare verso l'albino.
- Che cos'è tutta quella confidenza con il tizio?! -
Lo guardai male - E' simpatico. -
- E allora?! - per poco non scoppiai a ridere alla sua espressione -
Adesso vieni con me! - e senza darmi il tempo di protestare mi prese
per un polso, cominciando a tirarmi ingiro per il tempio come gli
girava.
Girò per una serie di corridoi, stanze, stanzette, fino ad
arrivare a quella che, ad una prima occhiata sembrava essere una
porticina nascosta.
- Uh... Hidan? Dove cazzo stiamo anda-hfmp! - mi mise una mano sulla
bocca mentre apriva il piccolo uscio e mi ci faceva passare attraverso.
- Questo è un posto dove andavo quando stavo qui... -
cominciò sottovoce - E tu,
cazzona - mi guardò - Mi accompagnerai -
Spiegatemi... Decideva tutto lui?
Feci spallucce mentalmente e continuai a farmi tirare.
Trenta minuti dopo ci vedevano sulle sponde di un fiumiciattolo dalle acque limpide.
- Però...! - commentai, osservando il luogo
- Bello eh? - fece lui, affiancandomi - Credo che farò un tuffo... Ti aspetto dentro! -
Feci un sospirone e annuii, andando dietro un albero per togliermi i vestiti.
- Oi cogliona! Ci sei?! -
Irritante. Molto irritante.
Finii di spogliarmi ( tenendomi su l'intimo perchè Hidan era pur
sempre Hidan ) e, titubante, uscii dal riparo dell'albero.
Mi sentii da subito osservata.
- Hmm... Potrei abituarmici... - lo guardai male mentre, in acqua,
incrociava le braccia sul petto - Datti una mossa e vieni, bastarda! -
- Fottiti - fu la mia risposta mentre mi calavo in acqua.
Era fredda.
-Porca miseria! - feci per uscire ma venni trattenuta e buttata con molta poca grazia sott'acqua.
Quando riemersi tremavo come una foglia - B-Bastardo! - gli schizzai dell'acqua in faccia
- Jashin! - fece esasperato - Hai così freddo!? -
- No! Tremo perchè ho caldo! - feci una pausa - Come diavolo fai a non congelare?! -
Rise di gusto - Perchè io non sono una ragazzina! -
Gli saltai letteralmente addosso cercando di annegarlo ma,
chissà come mai, dopo nemmeno cinque secondi c'ero io sott'acqua
ad annaspare per dell'aria.
- Vaffanculo Hidan! -
- Ti voglio bene anch'io, cogliona! - ghignò nella sua solita maniera strafottente.
Lo schizzai di nuovo, prima di rabbrividire e portare le braccia attorno al corpo per procurarmi un minimo di calore.
Hidan e le sue idee di merda.
- Io esco, non ho voglia di ammalarmi - sforzai una risata che, con i
denti che battevano come pazzi, non venne fuori particolarmente bene.
- Eddai, rimani un po'! - mi prese per un polso e mi tirò verso
di sè - Ti riscaldo io se vuoi - fece un sorriso a dir poco
malizioso.
- Err... - misi le mani sul suo petto e cercai di allontanarmi quel
tanto che bastava per guardarlo in faccia - Non provare a fare cose
sconce o ti lascio qui. -
Rise e mi riportò appiccicata a lui - Non me lo sognerei
nemmeno! Per chi mi hai preso!? - fece una vocina offesa e gli diedi
una pacca sul braccio
- Taci idiota. Rovini il momento - mi misi a ridere a mia volta.
Passammo qualche minuto in un piacevole silenzio, dove gli unici rumori
che si sentivano erano quello del vento tra gli alberi e della corrente
del fiume.
Una parte di me era fermamente convinta che fosse morto e non me fossi
accorta, quindi quando parlò arrivò come una sorpresa.
- Hai appena fatto un nuovo record! Sei riuscito a stare zitto per più di cinque minuti! Aspetta che lo dica a Kakuzu! -
- Poi sarei io quello che rovina i momenti... - roteò gli occhi
- Comunque. - si avvicinò a me - Che ne dici di riprendere dove
abbiamo lasciato questa mattina? - fece un ghigno e si abbassò
al mio livello.
- Non vorrei sembrare ripetitiva, ma sbaglio o ti ho già detto che ho bisogno di tempo? -
Sbuffò, prima di cingermi i fianchi - Ma perchè?! Prometto di andarci piano! - mi diede un bacio a fior di labbra.
- Fammi... Fammici pensare, va bene? - sorrisi debolmente.
Sembrò soddisfatto e si allontanò per nuotare un po',
mentre io uscivo e mi stendevo al sole per asciugarmi un minimo.
Ah, quella si che era vita!
Dopo un po' ache Hidan uscì dall'acqua e ci incamminammo per ritornare al tempio.
No, non esisteva.
Era una semplicissima cena, non mi sarei messa quel... Coso.
Hidan, notando la mia espressione di profondo disgusto seguì la linea del mio sguardo e scoppiò a ridere.
- Non ci credo! Spaventata all'idea di mettere un semplicissimo kimono!
Jashin che divertimento! - cominciò a tenersi la pancia da tanto
rideva.
- Senti, vorrei vedere te! E' una cosa scomodissima! - feci,
guardandolo con aria indignata e poi, visto che non ne voleva sapere di
smettere - E va bene, lo metto! Solo non scoppiare a ridere ogni volta
che inciampo! Perchè inciamperò, sappilo! - e mi chiusi
in bagno con il " coso ".
Ne riemersi cinque minuti dopo parecchio incavolata con me stessa per
aver ceduto e essermi fatta convincere a metterlo... Non tanto per il
fatto che era brutto, anzi, ma era troppo lungo e ci inciampavo
dentro ad ogni singolo passo.
- Finalmen- Whoa! - fece una faccia sorpresa - Allora esiste l'Haiiro che sembra una ragazza! -
- Non farti strangolare subito, va' - sospirai - Quando cado almeno cerca di prendermi, intesi? -
- Puoi contarci cazzo! -
E infatti, mossi i primi passi fuori dalla camera, caddi e finii faccia a terra.
- Ma non dovevi prendermi se cadevo!? - feci rialzandomi
- Ci ho provato! Se sei negata non è colpa mia! -
La seconda volta finimmo in due faccia a terra
La terza riuscì a prendermi prima che mi disfassi la faccia di nuovo.
- Jashin, fai proprio schifo! -
- Io te l'ho detto! Sei tu che non ci hai creduto! -
- Santo...! - si spazientì e mi prese in braccio, passandomi una
mano dietro la schiena e una sotto le gambe - Adesso si ragiona! -
Dopo quello ( e la cena, s'intende ) ritornammo in camera.
Mi liberai del kimono praticamente subito e lo ripiegai, lasciandolo in un angolino.
Meno lo vedevo meglio sarei stata.
Sentii un paio di braccia cingermi da dietro - Hidan, che stai...? - mi ritrovai con a terra con lui sopra
- Non mi hai ancora dato una risposta, cogliona -
- E quindi mi salti addosso!? Non funziona così, te lo dico
subito! - me lo levai di dosso con fatica immensa - Perchè non
vuoi nemmeno darmi tempo di abituarmi?! Queste per me sono tutte cose
nuove! Insomma! - sbottai, poi, notando la sua espressione stupita, mi
diedi una calmata - Intendo dire... - sospirai e corsi in bagno,
chiudendo la porta dietro di me e lasciandomi scivolare contro di essa
fino ad arrivare a terra.
Ero un'idiota patentata!
Seppellii la testa tra le mani.
Hidan rimase seduto per qualche minuto prima che il suo cervello
ritornasse al passo con la situazione, alzandosi e andando a bussare
alla porta del bagno - Oi cogliona...! -
- Cosa vuoi? - arrivò la voce della ragazza, smorzata dal legno
- Mi... - quasi soffocò sulla parola dopo - Dispiace... -
Dal bagno non arrivò nessuna risposta per qualche secondo - Sei quasi morto dicendo quella frase, vero? -
- Mi conosci troppo bene bastarda! - rise
Si sentì il rumore della porta che si apriva e la faccia di
Haiiro fece la sua comparsa - Non mi vuoi solo per il mio corpo, no? -
- Che è tutta questa insicurezza, cogliona!? Non eri così due minuti fa! - replicò confuso
- Dimmi solo la verità. Non voglio essere seria con te se per te è tutto un gioco. - fece seria lei.
- Mi stai facendo paura, bastarda! Che ti è capitato? -
- Ho semplicemente avuto troppe delusioni e... Ti amo sul serio... Quindi dimmi la verità -
Lui sospirò, passandosi una mano sulla faccia, per poi alzare le sopracciglia - Non saresti qui se non fossi serio -
Immediatamente mi sentii sollevata.
Anche perchè era un individuo completamente incapace di mentire ( o almeno, era incapace di mentire a Kakuzu ).
Gli buttai le braccia al collo, genuinamente felice e rimase fermo per
qualche secondo - Che cazzo erano tutte quelle domande? - fece, ancora
confuso.
- Diciamo che nella mia vita ci sono state parecchie persone che
sostenevano di volermi bene... Ma alla fine tutti quelli di cui avevo
bisogno hanno finito con l'abbandonarmi... - mi rabbuiai - Ma sono
felice che non sia così -
Hidan ricambiò l'abbraccio ridendo - E dove la trovo un'altra che mi sopporta?! -
- Bhè c- mi bloccò mettendomi una mano sulla bocca
- Voglio te. E adesso andiamo a dormire - sbadigliò - Ho un sonno fottutamente mostruoso -
____________________________________________
Hola!!
Va bene, dovevo aggiornare un botto di tempo fa, ma ero indietro con i compiti XP
Quindi siate buoni e sopportatemi XD
In ogni caso, capitolo un po' più " introspettivo " forse, degli
altri... Boh, non mi escono un granchè bene 'ste cose XD
Spero vi sia piaciuto e spero di riuscire ad aggiornare più infretta!
Gomenasai per l'attesa!
Ciauuu!
Alice_
|
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Capitolo 20 *** Pain and Courage ***
Love is truly blind cap 21
Stavo seriamente prendendo in considerazione l'ipotesi di mandare i miei occhi a pulire.
Non c'erano storia, mio padre non era vivo, non era lì che mi fissava e, soprattutto, non aveva quegli occhi.
Deglutii rumorosamente, guadagnandomi una sua occhiata divertita
- Noto con piacere che il mio genjutsu non si è indebolito...
nemmeno dopo tutti questi anni... - ghignò mentre i suoi occhi
venivano percorsi da un lampo
- Quale genjutsu? - ingoiai a fatica il mio terrore e lo guardai dritto dritto negli occhi.
- Ma quello che ti ho imposto quella notte, che domande! -
scoppiò in una risata priva di emozioni - Credevo che dopo tutto
questo tempo te ne fossi accorta, Haiiro -
Accorta di cosa?
Stavo andando in panico e non riuscivo più a ragionare chiaramente.
Ok, non ero mai riuscita a ragionare chiaramente, ma se la situazione
mi precludeva anche i miei ragionamenti meno articolati e difficili,
c'era davvero da preoccuparsi!
Presi un respiro profondo e mi raddrizzai, facendo tintinnare le catene e guardando mio padre con uno sguardo duro - Parla -
- Non credo tu sia nella posizione di dare ordini, mocciosa. - mi
tirò un man rovescio non indifferente, facendomi spostare la
testa di lato.
Ritornai a guardarlo senza cedere, nonostante la morsa del terrore mi
attanagliasse lo stomaco - Ti ho detto di parlare! - ringhiai,
ostentando una sicurezza che non sentivo minimamente.
- Tch... Sei testarda come tua madre... -
Ebbi un tuffo al cuore e, cercando di mascherare la mia sorpresa, parlai di nuovo in un fil di voce - Com'era? -
Fece un suono di disgusto - Domanda curiosa da parte tua, considerando che sei stata tu ad ucciderla -
Rimasi immobile.
Completamente immobile.
- Non è vero. - feci dopo un po', cercando di mantenere il tono della mia voce il più neutro possibile
- Come puoi dirlo se non sai come è morta? -
Lo guardai con espressione addolorata - L'hanno uccisa le guardie! -
- E tu sei fuggita nel bosco senza guardarti indietro, per poi arrivare in una piccola radura - finì per me.
Lo guardai con occhi sgranati.
C'era qualcosa che non andava nella sua espressione. Metteva i brividi solamemte a vederla.
- Come... Come lo sai!? Ero sola! -
Si mise a ridacchiare cupamente - Perchè quei ricordi sono falsi! -
Persi ogni capacità oratoria, limitandomi a boccheggiare e a guardarlo con un crescente senso di nausea.
- Il mio genjutsu è quello che ti ha impedito di ricordare. Di
quello che ti ho impiantato in testa solo una piccola parte è
vera - mi passò una mano sulla cicatrice che avevo alla gola - E
non è stata una guardia a farti questa. -
- Stai mentendo... - replicai debolmente
- Al contrario, mia cara... Quella notte, il massacro... E' stato tutto colpa tua. Io stesso ho provato ad ucciderti, ma col senno di poi ho capito che c'era un motivo per cui eri sopravvissuta. -
Non capivo.
Non volevo capire.
- Questi occhi... Li odio, ma il loro potere mi serve... Peccato che il
mio corpo li rigetti... Per il trapianto definitivo servono quelli di
una persona con un patrimonio genetico simile al mio. -
Cominciavo ad intuire perchè mi trovavo lì.
- Ma ora non è il momento di fare certi discorsi... Adesso
scusami ma dovrò fare un salto dal tuo " amico " pare ch-
- No! Non provare ad avvicinarti a Hidan! - lo guardai furiosa
- Hmm... Ma che caratteraccio che abbiamo sviluppato... - fece con tono di scherno
- STAI ZITTO BASTARDO! - urlai - NON CREDO AD UNA PAROLA DI QUELLO CHE MI HAI DETTO! -
Fece un passo indietro per la sorpresa, ma si ricompose immediatamente
- Allora forse, le prove fisiche ti aiuteranno - ghignò e, dopo
aver fatto qualche sigillo, mi premette con forza una mano sulla testa
e in un baleno la mia mente fu invasa da memorie completamente nuove.
Rimasi ferma per qualche minuto, elaborando quello che stavo vedendo.
- Falli smettere.... FALLI SMETTERE! -
- E' la verità, mocciosa. -
La disperazione presto mutò in rabbia e tirai uno strattone
furibondo alle catene, che emisero qualche cigolio di protesta, ma
nulla di più.
- IO TI AMMAZZO! - strattonai
nuovamente le catene, riaprendo le piaghe sui polsi e riuscendo ad
allentarne una che, applicato un altro po' di forza, cedette e mi
consentì di lasciare qualche graffio parecchio profondo sul
volto di mio padre
- Merda... - si passò una mano in faccia, ritraendola sporca di
sangue - Guarda che cosa hai fatto... Se non fossi nata sarebbe stato
meglio per tutti - e con ciò se ne andò.
Passarono le ore, almeno credevo, e continuavo a pensare alle parole di mio padre, esplorando i miei nuovi ricordi.
Ero stata io.
Mio padre non mentiva.
Ero stata io.
Trattenni a viva forza le lacrime, optando invece per mordermi il
labbro, tormentandolo finchè non cominciai a percepire in bocca
il sapore metallico del sangue.
Cominciarono a pizzicarmi gli occhi con le lacrime di dolore dovute a
quel mio ultimo lampo di genio e non mi curai nemmeno del fatto che,
scese quelle due dovute al labbro, ne presero a scendere altre,
talmente tante che dopo un po' l'area circostante divenne completamente
sfocata.
Ma mi controllai.
Ero sempre stata in grado di controllarmi, io.
Provai a tirare un'altra volta le catene, più per farmi
compagnia con il loro rumore che per provare a scappare sul serio,
fermandomi solo a causa del dolore lancinante che l'azione mi procurava
ai polsi.
Ora capivo perfettamente perchè i miei fratelli mi odiavano così tanto... Me lo meritavo.
Ma c'era qualcosa che non tornava.
Era più una sensazione ad essere sinceri, ma il presentimento
c'era e, nonostante avessi rivissuto nella mia testa quel momento
almeno una ventina di volte nell'ultima mezz'ora e non ne mettessi
più in dubbio la veridicità ( erano i miei veri
ricordi, non avevo più riserve su quello ormai ), c'era sempre
quel qualcosa... Qualcosa che non riuscivo a spiegarmi, seppur i
fatti non mentissero.
Strofinai la faccia sulla manica del kimono e provai a tirare di nuovo le catene.
Dopo quella che mi parve un'eternità qualcuno aprì la porta.
- Non parlerò se è quello che volete da me. -
La figura mi si avvicinò cautamente, prima di abbassarsi al mio livello - Sorellina... -
Sbarrai gli occhi e mi allontanai il più possibile, sibilando di
dolore non appena le ferite sui miei polsi fecero contatto con il ferro
- Stammi lontana! -
Shira, fece un passo indietro - Ascolta...! -
- Non importa! Ho finalmente capito perchè mi odiate, lasciami
qui! Sono un mostro... - mi morsi di nuovo il labbro che riprese a
sanguinare
Inaspettatamente si chinò e mi abbracciò - Ho sentito
tutto, prima... Non sapevi nulla... Non è stata colpa tua. -
Rimasi completamente immobile, incredula oltre ogni limite.
Quando si staccò mi guardò dritta negli occhi - Sei coraggiosa, sorellina. - sorrise
- Sono stupida, non coraggiosa. - replicai con tono secco.
- Potresti scambiarlo per pazzia, ma in realtà è
coraggio. Dopotutto non puoi essere davvero coraggiosa se nella vita ti
accadono solo cose bellissime - mi abbracciò di nuovo e, in
maniera del tutto strana, provai a ricambiare.
Dopo un po' Shira si alzò, rompendo l'abbraccio e ficcandosi una mano in tasca - Ti aiuto ad andartene. -
- Finirai nei guai. Non posso lasciartelo fare. - la guardai seria
Lei si limitò a sventolare una mano mentre apriva i lucchetti delle catene.
Le mia braccia caddero molli lungo i fianchi, mentre mi rialzavo su
gambe tremolanti - Dov'è Hidan? - mi meravgliai della calma che
traspariva dalla mia voce, quando in realta non volevo fare altro che
raggomitolarmi in un angolino e mettermi a piangere.
- E' nelle celle... Ti accompagno. - si morse un labro - Prima di andare, un avvertimento... -
La guardai, passandomi una mano sul labbro spaccato e ripulendolo in parte dal sangue
- Papà... Non è più come un tempo... A volte non
lo riconosco nemmeno, è diventato parecchio violento... - fece
una pausa - Credo... Credo stia pianificando qualcosa... Di brutto. -
Annuii, mentre cercavo disperatamente di mantenermi in equilibrio - Devo recuperare il mio compagno... -
- Dì pure il tuo ragazzo! Vi ho visto sai? - fece un sorrisetto malizioso
- Ma...! Che cavolo! Ti pare il momento di fare certe battute?! - replicai avvampando
- Scherzavo! Comunque buona scelta - mi fece l'occhiolino, facendomi arrossire ulteriormente
Mi parai davanti le mani - Ti prego, basta! E' imbarazzante! -
Ridacchiò - Va bene... Stammi vicino e non fare rumore -
Dieci minuti dopo eravamo arrivate alla cella di Hidan.
Shira infilò la chiave e, dopo un po' di girate a vuoto, la porta si aprì, consentendoci di entrare.
- Alla buon'ora cogliona! -
Non dissi niente in risposta mentre con un kunai scassinavo i lucchetti
delle catene ( Shira non era riuscita a prenderne le chiavi )
Si tirò su stirandosi per qualche secondo prima di notare Shira
dietro di me e, in un impeto di protettività, mi spinse dietro
di lui - Che ci fa lei qui?! -
- Mi ha aiutato! Ci sta aiutando a scappare, baka! -
- Ah. Perchè cazzo ci hai messo così tanto!? Mi stavo preoccupando! -
- Perdonami se avevo altri problemi! - risposi piccata, tirandogli uno scappellotto non da poco.
- Vaffanculo! -
- Ehm... Non vorrei interrompere, ma dovreste andarvene ora che potete... -
- Giusto! - mi guardai attorno - da che parte? -
Velocemente ci indicò dove andare per recuperare le nostre armi e, più importante, dove trovare l'uscita.
- Io mi occupo del diversivo. - scomparve giù per il corridoio
Nell'arco di poco si sentirono delle urla e l'odore acre del fumo cominciò a invadere i corridoi.
Ci guardammo e cominciammo a correre verso l'uscita.
- Ah! Finalmente fuori, cazzo! - esclamò mentre entravamo nel bosco.
Dopo qualche ora ci ritenemmo fuori pericolo e, siccome eravamo anche piuttosto vicini al covo, ci accampammo nel bosco.
Osservai bene Hidan.
Non sembrava avere nulla di rotto... Salvo che per dei tagli dall'aspetto veramente brutto.
- Se ci provo, ti faresti curare? - chiesi in un sussurro.
Mi guardò per qualche secondo, prima di annuire impercettibilmente.
Strappai un pezzo della mia maglietta e lo imbevvi d'acqua, passandolo il più delicatamente possibile sulle sue ferite.
Una volta ripulite, presi a chiuderle con il chakra.
Ad un certo punto una mano mi bloccò il polso, facendomi cacciare un urlo di dolore.
- Jashin, i miei timpani! -
Sibilai, cominciando a curarmi i polsi che, diciamocelo chiaramente, avevano visto giorni migliori.
- Che ti è successo lì dentro? - fece Hidan, girandosi verso di me.
Non risposi.
- Che ti è successo?! - si fece più insistente, mentre mi
sollevava il mento per guardarmi negli occhi con un'espressione seria -
Puoi dirmelo. -
E con quelle due parole mandai a fanculo il mondo.
Non me ne fregava più niente se sarei sembrata debole, una mezza calzetta o quant'altro.
Avevo solamente bisogno di qualcuno che stesse con me, e Hidan era quel qualcuno.
Mi buttai fra le sue braccia che, quasi automaticamente, si chiusero in
un abbraccio possessivo in una maniera impressionante ma anche tenero a
modo suo.
In quel momento comunque, non avevo bisogno d'altro, mentre gli spiegavo tra i singhiozzi la verità.
________________________________________________
Salve gente!
Allora, sono imperdonabile, lo so, ho saltato una settimana di aggiornamento!!
Mi dispiace tantissimo, ma le motivazioni sono sempre quelle... scuola, compiti e anche mancanza di ispirazione... Dang it!
In ogni caso, il capitolo l'ho fatto un pelo più lungo per farmi
perdonare... Ma non credo sia venuto un granchè visto come lo
sto sccrivendo con 38 di febbre... Boh! Lascio il giudizio a voi, o
miei lettori! ( Pauuuura.... XD )
So, capitolo un po' più introspettivo...( Sono fermamente convinta sia venuto male ) Spero che vi piaccia!
Non so più che dire quindi vi lascio e vado a ripassare scienze!
Ciauuuu!
Alice_
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Capitolo 21 *** Breath ***
Love is truly blind cap 20
- Sei una mia creazione... -
Spalancai gli occhi, guardandomi attorno e non trovando nessuno, solo il nero.
Che cazzo...?
- I tuoi occhi sono una mia creazione... -
Ok, stavo veramente cominciando a spaventarmi.
- La morte in tutto il suo splendore! -
Che si era bevuto questo tizio!?
- La bellezza nascosta nella distruzione! -
Deidara?
Nah, non aveva una voce così inquietante.
- Umana, sei nata per consegnare il mio messaggio come parte dei tuoi antenati! -
Stavo per parlare a mia volta, quando avvertii una sensazione di bruciore parecchio forte alla mano.
Nell'arco di pochi secondi la cosa degenerò fino a diventare un
dolore insopportabile, mentre mi accasciavo a terra e mi tenevo
convulsamente il polso, cercando di capire che cosa non andava.
Urlai.
Urlai ma dalla mia bocca non uscì alcun suono.
E il dolore si faceva più intenso.
Così come era arrivato, dopo qualche minuto sparì, lasciandomi boccheggiante a terra.
- Tu già mi conosci... - e con quell'affermazione, la voce svanì in una risata cupa.
Calmati un minimo i battiti del mio cuore, osai guardarmi la mano, mancando di poco l'infarto.
Lì, sul palmo sanguinante della mia mano destra, stava inequivocabilmente un triangolo capovolto inscritto ad un cerchio.
- HAIIRO! SVEGLIATI CAZZO! -
Mi tirai su come una furia, andando a sbattere contro qualcosa di solido e vagamente morbido per poi spalancare gli occhi.
- Jashin che male, porca-! -
Alla menzione del nome, il mio sguardo venne inevitabilmente attratto alla mano.
Quello che vidi per poco non mi fece urlare come una bambina.
Tanto sangue, per cominciare, troppo sangue... Ma non era quella la cosa davvero spaventosa.
No, la parte peggiore era il simbolo che spiccava sulla pelle
martoriata, nero come il luogo in cui mi trovavo pochi istanti prima.
Portai la mano a livello del volto e cominciai a fissarla, sentendo il
sangue che colava attraverso le dita senza curarmene minimamente
Il dolore che avrei dovuto sentire da una cosa del genere era solo
remotamente presente nella mia testa, mentre in circostanze normali...
In circostanze normali non sarei stata in grado di ragionare.
Poi arrivarono le fitte dietro agli occhi, che mi costrinsero a
piegarmi in due e a portare le mani a coprirli mentre soffocavo le urla
che si formavano da sole come reazione al dolore.
- Oi cogliona... Che cazzo ti prende...!? - arrivò una voce
vicina, prima che una mano si appoggiasse alla mia schiena, riuscendo,
in qualche modo strano a calmarmi.
Cercai di prendere respiri profondi, senza badare ai tremiti che, di
punto in bianco, avevano deciso di farsi vivi e riuscii a liberare gli
occhi, di modo da vedere chi era il proprietario della mano.
Incontrai un paio d'occhi ametista decisamente familiari, ma nella
confusione totale in cui si trovava la mia mente in quel momento, non
riuscii a dargli subito un nome.
Sapevo solo che potevo fidarmi.
E così feci proprio quello, gli buttai le braccia al collo in cerca disperata della vicinanza di qualcuno.
- Che hai, Haiiro? - fece con voce seria mentre mi stringeva a sua volta
Hidan, ecco come si chiamava...
Rimasi in silenzio per un buon dieci minuti, prima di staccarmi e parlare.
- Non lo so nemmeno io... - feci con una vocina che non era nemmeno lontanamente la mia.
E la odiavo.
- Io ne so meno di te cogliona! Ti sei messa ad urlare e quando ho
cercato di svegliarti hai aperto gli occhi e mi hai fatto secco! - fece
decisamente irritato - Dico, che cazzo ti ho fatto di male!? -
- Credo... Credo che sia stato il sogno... - dissi, osservandomi la mano sanguinante
Ero sfigata quando si trattava di dormire, non c'erano cazzi.
- Che sogno...? - si accorse della mano - Stai sanguinando. -
puntualizzò, prima di afferrarmi il braccio senza darmi
l'opportunità di fare nulla.
Osservò il simbolo sul mio palmo con un fare serio che non gli si addiceva per niente.
- Questo cambia tutto... - disse lentamente - Questo cambia tutto! -
ripetè con un ghigno stampato in faccia, prendendomi e facendomi
sdraiare di nuovo.
Probabilmente doveva aver visto il mio sguardo smarrito perchè
si chiarì subito dopo - Sei stata scelta! - si avvicinò
al mio viso - Allora non mi sbagliavo... Cazzo, cogliona, sapevo fossi
speciale, ma non fino a questo punto! -
" Chiarì " per modo di dire, perchè io comunque non ci capivo nulla.
- Pensa che io non capisco nemmeno perchè sono così
speciale! - feci esasperata, guardandolo negli occhi mentre si metteva
a cavalcioni sopra di me
- Ma ti devo spiegare proprio tutto, cogliona?! -
Lo guardai malissimo - Ti ho già ucciso senza accorgermene, devo farlo pure da sveglia?! -
- Jashin, datti una calmata! -
Non l'avevo mai visto tanto agitato...E ancora non sapevo se fosse o meno una bella cosa.
- Dattela tu la calmata e spiegati! - Gli misi le mani sulle spalle, costringendolo a concentrarsi su di me - Cazzo! -
- Sei stata scelta, che c'è da spiegare!? -
- Ad esempio, che cazzo mi succederà ora!? -
- Assolutamente nulla! Rimani normale, ma fai parte dei credenti ora! -
lo guardai preoccupata - Mi stai dicendo che devo andare in giro a
squartare la gente?! Non se ne parla! -
- Credo che i tuoi occhi sia- Aspetta... Ma tutti quei cosi neri erano così tanti ieri sera? -
- Cosa? - feci, cominciando ad intuire a cosa si stesse riferendo - Che cosi neri? -
Mi alzai in fretta e furia, correndo i bagno e davanti allo specchio.
- Merda, non va bene... Non va bene per niente! -
Già che c'ero presi anche una benda per fermare il sangue che
non ne voleva sapere di smettere di uscire dalla mia povera mano.
Decisi di applicare i consigli di Kima ( di nuovo ) e mi sedetti sul tatami, con tutta l'intenzione di meditare fino all'alba
Incredibilmente, al sorgere del sole, ero ancora lì che meditavo...
Jashin, Hidan era stato bravo per una volta! Non mi aveva rotto le palle!
- Si sono quasi ritratti del tutto, sai cazzona? -
Ecco che prendeva il silenzio e lo ammazzava.
Aprii un occhio e lo guardai di sbieco - Ah ah... -
- Aspetta... Apri gli occhi! -
Riaprii gli occhi, rassegnata al fatto che, oramai, non sarei
più stata in grado di meditare in santa pace - Cosa?! - feci,
piuttosto irritata
- Non avevo mai visto il loro vero colore, cazzo! - si
avvicinò sorpreso, alzandomi il mento e guardandomi negli occhi.
- Occhi grigi eh? Ora capisco il perchè del tuo nome! - rise mentre mi faceva alzare.
Sì, avevo gli occhi grigi... E allora?!
Aspetta... Oddio! Che cazzo avevo combinato ancora con i miei occhi?!
Corsi in bagno a specchiarmi di nuovo, constatando con sommo sollievo
che, non mi era successo assolutamente nulla di strano, semplicemente
ero riuscita ( ancora non avevo capito come ) a disattivare il terzo
stadio... Oh, che bella cosa!
Uscii dal bagno, trovandomi Hidan davanti con le braccia incrociate sul
petto - Allora... Non ricevo niente per essere stato zitto e buono e
averti lasciato meditare in pace? -
- Uh.... Arigato! - feci, improvvisandogli un piccolo inchino - Va bene così? -
Oh, che illusa che ero...!
Morale della favola, dopo avergli abilmente imposto di starsene zitto
zitto con espedienti che non starò nemmeno a menzionare
perchè scioccherebbero tutti, riuscimmo a lasciare il tempio.
Sì, perchè in mezzo a tutto erano passati anche in fretta
i sei giorni che avevamo a disposizione per la nostra " missione "...
Kakuzu sarà stato l'uomo più rilassato sulla faccia della terra durante questo lasso di tempo.
Ridacchiai al mio stesso pensiero, guadagnandomi un'occhiata curiosa da parte di Hidan - Cazzo ti ridi? -
- Niente, stavo solo pensando che probabilmente Kakuzu se l'è goduta questa settimana! -
- Tch... Quel vecchio ateo rompe decisamente le palle... Com'è che lo sopporti!? -
- Senti, tutti hanno una tolleranza più alta della tua verso le
persone quindi... - lo fissai un attimo - E non guardarmi con quella
faccia! Lo sappiamo tutti e due che è così! -
- Eh eh! - rise e si grattò la nuca - Mi conosci troppo bene
cogliona! - mi mise una mano attorno alle spalle e mi avvicinò
- Sei prevedibile - gli tirai una gomitata giocosa
- Guarda che potrei offendermi...! - ghignò, prima di girarsi di scatto e baciarmi senza un minimo di avvertimento.
Oh be', non è che mi aspettassi molto altro da lui.
Chiusi gli occhi ìe mi rilassai.
Lasciai la mia guardia giù per una questione di secondi... Ma mi accorsi comunque dei tre chakra troppo tardi.
- Tecnica del vento tagliente! -
Ebbi solamente il tempo di fare qualche veloce sigillo per una tecnica
a mia volta, parandoci in qualche modo dal grosso del colpo.
- Tecnica della pioggia di fuoco! -
Non feci in tempo a fare niente per pararmi da questa, solo portare le
braccia davanti al volto e sperare di non venire colpita in punti
vitali.
In un baleno mi ritrovai inchiodata ad un albero, urlando di dolore.
Aprii gli occhi riducendoli a due fessure, osservando i tre ninja che ci stavano attaccando.
- Chi non muore si rivede, eh, sorellina? - fece con aria di scherno
Matsu, mentre teneva fermo Hidan a viva forza che, nel frattempo gli
urlava profanità.
Strinsi i denti in risposta al dolore che mi provocavano gli shuriken
che mi si erano conficcati in braccia e gambe - Sei ancora bassino eh?
Ero convinta fossi cresciuto di più...! -
Koori fece qualche passo avanti - Shira, fallo adesso - mi guardò di sfuggita - Non possiamo farceli scappare di nuovo -
Mia sorella esitò ad annuire prima di formare i sigilli per la sua tecnica più potente - Drago di terra! -
Vidi solamente la bestia che mi piombava addosso, poi, il buio.
Mi risvegliai con un mal di testa poderoso in una stanza parecchio buia.
Cercai istintivamente di portarmi le mani alla testa, con scarso risultato.
Causa le robuste catene che mi tenevano immobile.
Cazzo.
Tirai a più riprese ma non ottenti altri risultati se non varie abrasioni a livello dei polsi.
- Merda. -
Sentii vagamente dei passi farsi vicini, prima che la porta della mia
cella si aprisse, facendo passare un debole spiraglio di luce.
- Guarda guarda chi è tornato a casa... -
La voce e basta mi diede i brividi.
- E guardami negli occhi quando ti parlo. - mi costrinse ad alzare la testa.
Spalancai gli occhi e il mio cuore si fermo per un lasso di tempo apparentemente interminabile.
Gli occhi di mia madre...
Quel volto.
No...
- Pa... Papà..? - sussurrai impercettibilmente, mentre il mio
cervello cercava disperatamente di capire e di mettere insieme tutti i
tasselli.
E le tessere del puzzle formavano un quadro generale che non mi piaceva affatto.
________________________________________
Salve gente!!
Allora, premettendo che, causa compiti credo che per un po' ( un grosso
po' ) sarò in grado di aggiornare solamente durante il
weekend... Sono tornata con un nuovo capitolo!!!
YAY!
Ok, scleri finiti, colgo l'occasione per ringraziare tutti i lettori e i recensori!!
Arigato!
Allora... Vi è piaciuto??
Mah! Aspetto i vostri pareri XD !
Ciauuuuu!
Alice_
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Capitolo 22 *** Art is a BANG! ***
Love is truly blind cap 21
- Ti sei rammollita Haiiro-chan! -
Schivai l'ennesimo esplosivo tirato dal biondo.
- Taci baka! E scendi da lì! - provai a tirare un paio di kunai
verso il falchetto di argilla su cui se ne stava comodamente seduto
Deidara.
Lurido dannato.
Mi aveva fatto uscire dal letto perchè voleva allenarsi a tutti
i costi e poi se ne stava seduto e faceva fare a me tutta la fatica...
I suoi ragionamenti erano così sensati che mi commuovevano, a volte.
- Costringimi! -
Assottigliai lo sguardo.
Lurido dannato.
Spazientita a dir poco mi ritrovai ad arrampicarmi su un albero con una
foga in grado di essere attribuita solamente al fatto che volevo giusto
un po' ucciderlo.
Un po', non tanto.
All'ennesima battutina infelice saltai fuori dalla chioma del mio
nascondiglio, aggrappandomi per ( concedetemi il termine ) puro culo,
ad una delle zampe della creazione.
- Ah! - esultai, prima di conficcare un kunai nell'argilla e usarlo come appiglio.
- Merda! - fece il dinamitardo, cominciando a far compiere al falchetto
una serie di evoluzioni così complicate che mi domandai come,
nel suo cervellino, certe cose potessero venirgli in mente.
Non dicevo fosse stupido...
Diversamente intelligente sì, però.
Combattei seriamente contro la voglia di mettermi a vomitare e mi
ringraziai mentalmente per aver avuto la bella idea di non fare
colazione la mattina.
Chi, più o meno sano di mente avrebbe mangiato, prima di andare a farsi sballottare in giro da Deidara?
A parte Tobi, ma lui, povero, non rientrava nella categoria dei " Sani di mente ", quindi in teoria non contava.
- E staccati di lì! - fece fare alla creazione un giro della morte.
- Nemmeno se mi paghi! - rafforzai la mia presa e caricai del chakra in
una mano, colpendo con tutta la forza che avevo l'argilla.
L'intera creazione venne percorsa da una specie di tremito e cominciò a cadere verso il terreno.
Merda.
Miracolosamente riuscii a saltare negli alberi prima che l'intera massa
di argilla si schiantasse a terra, provocando un'esplosione la cui onda
d'urto mi fece volare giù dal ramo su cui mi ero appollaiata.
- Jashin, sai che lividi domani... - feci, tirandomi a sedere e massaggiandomi la schiena
- Non me lo dire. - mi ritrovai un kunai puntato alla gola - Prima regola, mai farsi cogliere di sorpresa -
Potevo quasi vedere il suo sorrisetto strafottente.
Prima che potesse fare nulla mi buttai all'indietro, facendo leva sulle
mani e sferrandogli un calcio con entrambe le gambe che lo mandò
indietro di due metri almeno.
- Prima regola Deidei - feci, con un sorrisino che diceva chiaramente "
Beccatela in quel posto " puntandogli il kunai alla gola - Mai farsi
cogliere di sorpresa -
Come ulteriore misura gli bloccai braccia e gambe, praticamente sedendomici sopra.
- Ma quanto cavolo pesi!? -
- Ah. Ah. Ah. Sto morendo dal ridere. - lo guardai male - E no, non mi alzo. -
-Uff.... Mi stai soffocando, un! -
- Non me ne frega proprio niente - replicai io, senza mollare la presa
- Ammetti la resa e toglierò il mio dolce peso dalla tua persona
-
- Mi fai paura quando parli così, un... -
- Motivo in più per arrenderti. - soffocai una risata.
- Non ci penso nemmeno! -
- Allora rimaniamo qui. Io ho tempo - feci spallucce - Ma potrei sempre scompigliarti il ciuffo, tanto per cambiare. -
- Non oseresti. -
- Davvero? - ghignai, come avevo imparato a fare da Hidan - Mettimi alla prova -
Deidara deglutì rumorosamente - Lascia in pace i miei capelli, un! -
Feci una risata malvagia - Maaaaai! - alzai una mano con fare minaccioso avvicinandola alla sua testa.
- Non ci provare! -
- Troppo tardi! - presi a ridere come una povera scema nel vedere la
sua faccia - Non ci posso crehehehdere! - presi fiato per qualche
secondo - Il grande Deidara spaventato da una minaccia di poco conto
come lo " scompigliargli il ciuffo" ! -
Mi guardò male per qualche minuto, ma alla fine si mise a ridere pure lui.
Era così che ogni santo match tra noi due finiva: con uno dei
due che non ce la faceva e crepava dal ridere a metà.
Gli porsi una mano alzandomi e lo aiutai a tirarsi in piedi - Allora, prossima missione Deidei? -
- Dare la caccia all'enneacoda. - si tolse un po' di terra dalla cappa - Non te l'hanno detto? -
- Cosa? -
- Che devi venire con me e Tobi, un! - scoppiò a ridere di nuovo - Almeno posso parlare con una persona normale -
Beato lui, io non potevo parlare con nessuno di normale.
- Quindi... - domandai dopo la prima mezza giornata di marcia - Spiegami di nuovo che cavolo dobbiamo fare? -
- Abbiamo due possibilità mi hanno detto... O andiamo dietro al
Jinchuuriki dell'enneacoda o al fratello dell'Uchiha. - non potei fare
a meno di notare il suo ghigno mentre pronunciava l'ultima scelta.
- E fammi indovinare, tu vuoi far saltare per aria il piccolo Uchiha, giusto? -
- Acuta come sempre, eh? - ridacchiò in una maniera inquietante
prima di aggiungere in un tono decisamente più cupo - Non
potrà nulla contro la mia arte. -
- Tobi lo sapeva!! Perchè tobi è un bravo ragazzo!! -
fece tutto contento mentre compiva tutti i più strani tipi di
giravolte e piroette.
- Sì, Tobi, sei un bravissimo ragazzo... -
- Adesso però muoviamoci, oppure li perdiamo tutti e due, un! -
con un rapido gesto della mano fece ingrandire due piccole sculture di
argilla, dove montammo.
Due ore dopo ci vedevano ancora in volo, almeno finchè ( udite
udite ) Tobi, non si accorse di una macchiolina nera praticamente
invisibile ad occhio nudo, proprio sotto di noi.
Cavolo! E aveva solo un occhio utilizzabile!
Ero seriamente impressionata!
Cioè, me ne ero accorta solamente per il chakra decisamente sinistro che emanava, di quella macchiolina.
Decidemmo di comune accordo di separarci, di modo da poter avere l'effetto sorpresa.
Con Tobi?
Non avrebbe mai funzionato.
- Haiiro-chan non viene con Tobi? -
Tirai un sospirone senza farmi vedere - Sì, certo. -
E fu così che ci trovammo, poco dopo, nella foresta, proprio alle spalle dell'Uchiha minore.
- Fatevi vedere. Chi siete? -
Cazzo, sgamati dopo meno di dieci passi.
Impressionante. Davvero impressionante.
Con un cenno di intesa decidemmo di uscire allo scoperto.
- Conosco quelle cappe... Siete Akatsuki, non è vero?! -
Ma quelli della foglia erano tutti perspicaci come quella tizia... Come
si chiamava...? Quella con i capelli improbabili... Uhm... Sa... Sakura!
- Ti devi essere Sas'ke! - fece Tobi, avvicinandosi prima che potessi dire niente - Sei proprio simile ad Itachi! -
L'Uchiha non lo guardò male, di più.
E Tobi, chiaramente, fece retromarcia a tutta velocità, senza curarsi minimamente di me che gli stavo proprio dietro.
Si accorse della mia presenza solamente quando mi mandò per terra.
- Oh! Scusa Haiiro-chan! - mi sollevò di peso e mi rimise in piedi - Gomen! -
- Non importa... - feci, mentre osservavo Deidara scagliare le
creazioni che ci avevano trasportato fino a pochi minuti prima
praticamente in testa a Sas'ke ed atterrarci poco lontano con un
sorrisetto compiaciuto stampato in faccia.
- Guardate, sembra che abbiamo abbattuto Sas'ke Uchiha, un! -
- Ben fatto, Deidara-senpai! -
- Uh... Non per essere quella che dà sempre la brutta notizia... Ma no, è ancora vivo e vegeto -
Il fumo che si era sollevato per via dell'esplosione delle due
creazioni si diradò, rivelando la faccia a dir poco adirata
dell'Uchiha minore.
- Tch... E' stato solo graziato dalla sua nascita sotto il ventaglio
degli Uchiha... - fece un suono di sdegno - Questo è mio -
Oh be', non sarei di certo stata io a frappormi tra un Uchiha furioso (
ammesso che lo fosse vista la sua inespressività a dir poco
preoccupante ) e un Deidara altrettanto, se non di più,
incazzato.
No, no grazie.
Mentre quei due se le davano di santa ragione, decisi di addentrarmi
nella foresta, per assicurarmi che non ci fossero nemici in
avvicinamento.
Anche se, qualunque individuo con un po' di sale in zucca, sentendo le esplosioni avrebbe girato non alla larga, di più.
Quindi, seguendo questo filone di pensieri, continuai a vagare senza
mira nella foresta... Almeno finche non sentii una voce incredibilmente
stridula urlare: - IL C4 GARURA!! MUOVETEVI PIEDI! -
Sospirai mentalmente.
Che cazzo aveva combinato Tobi questa volta?
D'altro canto però... Che cavolo era il C4 Garura?
Mah...
Continuai a saltare di ramo in ramo, facendomi gli affari miei.
Tobi, però, aveva altri piani.
- Corri Haiiro-chan! - mi passò oltre, prendendomi per un braccio e cominciando a tirarmi con lui
- Tobi! Che cazzo stai facendo?! - mancai di pochissimo un ramo, che
attentava alla mia vita - Rallenta! Non riesco a starti dietro! -
- Tobi non può! Altrimenti non sarebbe un bravo ragazzo! -
- Che cosa sta succedendo!? - mi voltai, cercando di capire
perchè mi stesse trascinando in giro e desiderai di non averlo
fatto.
Un enorme Deidara stava praticamente radendo al suolo la foresta.
- Oh cazzo! - smisi di farmi tirare e cominciai a correre di mia sponte.
Jashin, se mi avesse spiegato almeno!
- Tobi lo aveva detto ad Haiiro-chan! - urlò sopra il fragore
dei passi di quello che avevo dedotto essere un esplosivo non da
poco... E se si chiamava C4 doveva pure essere peggio del C3 che aveva
sganciato sopra Suna...
Oh Jashin... Probabilmente non ne saremmo usciti vivi...
Bel programma.
Di punto in bianco, Tobi si fermò.
- Uff! Dovremmo essere fuori dalla portata! - fece una specie di giravolta.
- Ma sei sicuro? - chiesi, parecchio scettica - Che razza di jutsu
è questo?! - domandai mentre guardavo stralunata la gigantesca
copia di Deidei che si gonfiava ed esplodeva in nulla di più che
uno sbuffo di fumo.
Sbuffo di fumo...
Aspettate... COSA!?
Non era da Deidara una cosa che non fosse estremamente distruttiva ed esplosiva!
- E' una tecnica che il senpai ha messo a punto apposta per uccidere
Itachi! - cinguettò il mio compagno, osservando l'esplosione -
Sono delle bombe piccolissime che entrano nel corpo e distruggono tutto
dall'interno! -
E lo diceva così... ?
Canticchiando?
- Il Senpai è molto orgoglioso della sua tecnica! -
- Tobi, Deidei è orgoglioso di ogni singola cosa che fa... Ma
capisco perchè lo sia di quella tecnica. E'... Molto nel suo
stile direi - feci spallucce.
- Tobi lo sa! Ma il senpai è contentissimo! -
Annuii, guardandomi attorno.
Avevo una brutta sensazione.
- Vado a recuperarlo và... Almeno poi può gasarsi tutto il tempo che vuole... -
Tobi rise - Va bene Haiiro-chan! Io rimango qui! -
Tornai al sito iniziale della battaglia poco dopo, ma non c'era più nessuno.
Almeno così pareva... Ma il chakra diceva un'altra storia.
Arrrivai quindi in una piccola radura, camuffai il mio chakra e mi nascosi sopra un albero.
- Quando si combatte contro lo sharingan bisogna formare i sigilli
lontano dal suo sguardo. Fin'ora hai usato solamente utilizzato sigilli
dell'arte della terra. Il mio chidori utilizza l'arte del fulmine. Fai
tu i conti. -
Sentii Deidara ringhiare - Quindi l'hai sempre saputo! Quando hai usato
il chidori... Tch... Avrei dovuto immaginarmelo. Non era indirizzato a
me, l'hai utilizzato per disinnescare il C4 nel tuo corpo... -
- Esatto. Ma mi ha lasciato a pezzi. Adesso. Dimmi dove si trova Itachi. -
Deidara ebbe un moto di stizza e si tirò indietro, attaccandolo
con due serpenti che però vennero respinti da una potente scossa
elettrica che però venne seguita dalla caduta in ginocchio
dell'Uchiha.
- Parli tanto, ma anche tu stai sfruttando le tue ultime risorse! - rise - Dopotutto ho ancora dell'argilla esplosiva! -
L'altro non reagì, si limitò a continuare a respirare affannosamente.
Deidara assottigliò lo sguardo - Non dovresti essere un minimo
spaventato!? Dopotutto stai per essere ucciso dalla mia arte! -
Nessuna risposta.
Guardai preoccupata Deidei. Questa cosa non stava poi procedendo tanto bene...
Il biondo prese a ridere in una maniera davvero preoccupante.
- Questo è quello che mi infastidisce maggiormente di te e tuo fratello!
- fece una piccola pausa - Pensate sempre di essere così in
gamba, con quegli occhi che sono sempre impegnati a giudicare me e la
mia arte! - sollevò un braccio con fatica immensa - Posso vedere che non hai rispetto, non perdonerò mai quegli occhi che non rispettano la mia arte! -
E l'Uchiha fece l'unica cosa che non doveva proprio fare.
- Non potrebbe importarmene di meno di tutto questo discorso. -
Mentalmente mi tirai una manata in fronte.
Deidara rimase immobile - Hai anche disattivato il tuo sharingan... Non sono neanche una minaccia per te, quindi?! -
L'altro non rispose.
- Ti faccio vedere io cosa succede a non prendermi sul serio! - si strappò letteralmente la maglietta di dosso.
Spogliarello ragazzi.
Ma la vera cosa preoccupante era la sua espressione.
Era impazzito.
Si portò una mano al petto, sopra degli strani tatuaggi che, dalla mia posizione, sembravano solamente linee confuse.
Che diavolo...?
Tirò quella che sembrava una cucitura e una lingua fuoriuscì dallo spiraglio che aveva aperto.
Un'altra... Bocca?
E perchè cazzo era cucita?!
Il biondo prese a ridere, mandandomi una serie di brividi lungo la
schiena e prese una generosa quantità di argilla esplosiva,
mettendola davanti alla nuova bocca che prese a divorarla.
- Questa è la forma ultima della mia arte! Mi farò saltare in aria, e attraverso la morte, diventerò uno con la mia arte! Quest'esplosione lascierà una cicatrice sulla stessa terra! -
Sgranai gli occhi oltre il limite del possibile.
No, non potevo di certo lasciarglielo fare.
Mi avrebbe odiato a vita, ma pace. Non potevo lasciarlo suicidare... Contro un Uchiha poi?!
Dai, era una cosa che non stava nè in cielo nè in terra!
Scesi dall'albero senza nemmeno preoccuparmi di non farmi vedere.
Tanto ormai...
- Vattene Haiiro. - fece Deidara, tenendo lo sguardo fisso su Sas'ke.
- Sai che non posso farlo. E non voglio. -
- Tu non c'entri! - si voltò verso di me, dandomi una bella
visuale di una serie di linee nere preoccupanti che si diramavano per
tutto il suo corpo.
- E io non potrei cercare di salvare il mio migliore amico?! Ma sei più cretino di Tobi. -
Sembrò preso un po' di sorpresa - Tch... Oramai è troppo tardi! - cominciò a diventare trasparente.
Cominciai ad andare nel panico, prima di rimettermi insieme e decidermi ad attivare lo Shikaku.
Mi misi in mezzo ai due.
- Scusa, ma non posso lasciartelo fare. -
Il secondo dopo era a terra svenuto.
Mi girai verso l'Uchiha minore con lo sguardo più tetro che
riuscii a fare, facendo scivolare fuori dalla manica della mia cappa la
spada.
- Vattene se non vuoi morire. E fidati, sei troppo debole per combattere anche con me. -
Mi guardò più che male e si issò in piedi tenendosi ad un albero.
Aspettai che se ne fosse andato prima di dedicare le mie attenzioni a
Deidara, che ancora non aveva ripreso il suo colore naturale,
mantenendo invece le linee nere su tutto il corpo.
Lo maledissi con tutta me stessa prima di allungare una mano verso la bocca sul petto, che ancora stava masticando l'argilla.
- Jashin, questa me la paghi... - la forzai ad aprirsi e ci ficcai
dentro una mano, tirando fuori quello che potevo dell'esplosivo.
Chiaramente non poteva andare tutto bene, chiaro che no.
La bocca ( alla quale non doveva andare particolarmente a genio che ci
avessi messo dentro una mano e che le stessi fregando il suo " cibo " )
scelse quell'esatto momento per affondare i suoi cari dentini aguzzi
nella carne del mio braccio.
E non voleva saperne di lasciarmi andare!
Cacciai un urlo non da poco e tirai, per liberarmi, fallendo a dir poco miseramente.
- Bastardo! Mollami brutto coglione! -
Sì, Hidan non mi influenzava positivamente.
Quando finalmente riuscii a riprendere possesso della mia mano, che ora
presentava una serie di buchi che in certi punti arrivavano a mostrare
l'osso ( bastardo, di nuovo ), notai con non poca soddisfazione che
Deidara era tornato normale.
Che coglione, doveva masticarmi il braccio prima di decidersi ad ascoltarmi...
____________________________________________________________________
Gomenasai, gomenasai, gomenasai!!
E' da un mese che non aggiorno! Mi dispiace!
Ma ho una serie di giustificazioni non da poco... Allora, in primo luogo la scuola.
Quest'anno mi stanno letteralmente bombardando di compiti e verifiche,
quindi, nel fine settimana sono costretta ( mio malincuore ) a mettere
da parte il PC e prendere sotto mano i libri... Mi dispiace!
Cerco di essere costante, ma fallisco miseramente... T^T
By the way, non mi ero dimenticata dell'esistenza della storia ( anzi,
popolava i miei incubi, visto che so che mi ucciderete per il ritardo
XD ) e spero che questo capitolo vi piaccia! ^^
L'unica cosa che vi chiedo è di avere pazienza, perchè per ora la mia priorità è la scuola...
Bruuuutta cosa...
Vabbè, vi saluto!
Ciauuu!
Alice_
PS: L'unico motivo per cui sono riuscita ad avere tempo per scrivere
questo capitolo è perchè sono confinata a letto da una
crisi asmatica che dura già da un giorno... Pace in terra...
almeno ho concluso qualcosa XD
Ciauuu!
Ecco anche un'immagine per farmi perdonare XD Proprio a random, Haiiro
da Neko ( non chiedetemi che cosa mi è passato per la testa che
non lo so nemmeno io XD )
|
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Capitolo 23 *** Wait... WHAT!? ***
Love is truly blind cap 23
Il ritorno al covo non fu dei più piacevoli, devo ammettere.
- Tobi porta il senpai in camera sua! Perchè Tobi è un bravo ragazzo! -
Fortunatamente per lui se ne andò prima che potessi mozzargli la testa.
Perchè anche una persona molto paziente, dopo ore di Tobi che ripete che è un bravo ragazzo, avrebbe seri desideri omicidi.
E io non ero per nulla paziente.
Quindi moltiplicate quei desideri per mille e avete la voglia che avevo di ammazzarlo.
L'ultima goccia per l'esaurimento della mia ( insesistente ) pazienza,
fu l'apparizione di Kakuzu giù per il corridoio - Hidan ha la
febbre -
Tirai una testata epica al muro.
Ma porca miseria, cosa gli serviva essere immortale se poi si ammalava?!
Entrai in camera solo dopo essermi concessa una piccola tregua psicologica.
- Oi cogliona! - mi chiamò dal letto.
Ok, la pausa che mi ero presa non era stata abbastanza, a quanto pareva.
Mi rigirai a confrontarlo - Sì? -
- Sono tanto malato - ghignò
- Oh, ma davvero? Non mi sembra proprio - lo guardai malissimo
- Eddai, per una volta che dico la verità! - fece la sua tipica faccia da finto offeso - Bastarda -
Tirai un sospirone e mi avvicinai - E che cosa avresti? -
- Tanta febbre - ghignò di nuovo
Chiusi gli occhi e sospirai di nuovo, abbassandomi al suo livello e
mettendogli le labbra sulla fronte - Effettivamente scotti... -
-Che ti avevo detto? - ghignò e mi prese per il collo della
cappa, abbassandomi ulteriormente e coprendo le mie labbra con le sue.
Dannato manipolatore.
Quando si ritenne soddisfatto, concluse il bacio - Adesso ti tocca
obbedire ad ogni mio singolo comando - ridacchiò vedendomi
roteare gli occhi.
- Non succederà mai. -
-Ah davvero? Vediamo di farti cambiare id- prese a tossire, avendo la decenza di mettersi una mano davanti alla bocca
Stava male davvero, alla fine...
Lo tirai a sedere - Povero il mio Hidan, confinato a letto - ridacchiai quando vidi la sua faccia
- Ti detesto -
- Che cattivo che sei... - presi a ridere come una scema
Quando mi calmai era ancora li che mi guardava malissimo - Questa te la
faccio paga- si rimise a tossire e ricadde sul cuscino - Ma cazzo... -
Sorrisi e gli baciai una guancia - E cosa vorresti, o mio prode jashinista? - ridacchiai
Lui ghignò - Hmm... Non ho fame... Quindi... -
Lo guardai, aspettando la fine della frase - Oggi mi sento buona... Parla prima che mi passi -
- Dormi con me -
- Ah ah... Spiritoso. Cosa vuoi sul serio? -
- Non stavo scherzando - tossì nuovamente - E poi sono malato! -
- A maggior ragione, idiota! -
Sbuffò e si girò, dandomi le spalle.
Guardai velocemente l'ora e sospirai - Fammi fare una doccia e arrivo. -
Ripeto.
Dannato manipolatore.
Spensi l'acqua piuttosto agitata, mettendomi il mio carissimo e comodissimo pigiama e uscii, tornando in camera.
- Era anche ora cogliona! - fece Hidan, da sotto le coperte
- Ma taci... - mi avvicinai titubante al letto - Non è che vuoi qualcos'altro improvvisamente? -
- No - mi afferrò un polso - Rimani -
Sinceramente non sapevo se fosse una buona idea o meno... Ma mi fidavo ciecamente di Hidan...
Quindi presi un bel respiro e mi arrampicai sotto le coperte, imponendomi di rimanere calma.
Praticamente subito mi tirò verso di lui, abbracciandomi da
dietro - Giuro che se mi ammalo pure io ti uccido - mi rigirai per
guardarlo in faccia.
- Credo proprio che dovrai uccidemi, invece - sorrise strafottente e
colse l'occasione per baciarmi, facendo scivolare le mani sotto la mia
maglietta, accarezzandomi i fianchi.
Feci un salto non da poco e coprii le sue mani con le mie, bloccandolo.
- Ancora?! - fece, sospirando e togliendo le braccia - Jashin...! -
Guardai in basso con la faccia in fiamme, prima di riprendergli i polsi
e riposizionarli come poco prima - Solo... Tieni a mente di andarci
piano, ok? - feci un sorrisetto incerto.
Mi guardò per qualche minuto come se mi fosse spuntata una seconda testa - Sei... Stai parlando sul serio?! -
Sbuffai e lo guardai a dir poco male - Sto cambiando idea -
- No no! - mi baciò di nuovo e fece salire ancora le mani, fino a sfilarmi la maglietta - Potrei abituarmici... -
Nell'arco di pochi secondi mi aveva tolto anche i pantaloni del
pigiama, ed ero rimasta solamente in intimo - Porca miseria, almeno
togliti i pantaloni anche tu! - sbottai ad un certo punto, arrossendo
talmente tanto che dovevo essere diventata fosforescente.
Hidan rise di gusto e obbedì, per poi tornare a baciarmi il
collo mentre con le mani mi percorreva la schiena, cercando di
sganciare il mio reggiseno - Giuro che se trovo il bastardo che ha
inventato questo coso lo sacrifico a Jashin! -
Scoppiai a ridere, dimenticandomi per qualche secondo di tutta la mia
ansia e inarcai la schiena, portando le mani a rimpiazzare le sue - Sei
negato -
- Io sarei negato? Vogliamo parlare di te? -
- Questo è un colpo basso. - feci guardandolo male.
Mi zittì con un morso al collo, ridendo.
La mattina dopo non avevo fatto nemmeno in tempo ad aprire gli occhi,
che già mi ero pentita amaramente di averla data vinta a Hidan.
Mossi una gamba per cambiare posizione e sibilai di dolore, rinunciando al mio intento.
Jashin, non era possibile...
- Hmpf.... Smettila di muoverti, bastarda... - mi arrivò una
voce ancora chiaramente assonnata all'orecchio, facendomi rabbrividire
e costringendomi, quasi automaticamente, a ricordare alcuni... Ehrm...
Momenti della notte precedente.
Arrossii vistosamente nell'arco di pochi secondi e mi portai una mano alla faccia, passandomela nei capelli.
Potevo negarlo tutto quello che volevo, ma stava di fatto che non mi ero mai sentita così bene.
Avvampai di nuovo e mi schiaffeggiai mentalmente.
- E' stato davvero così terribile? - Hidan mi rise in un
orecchio, facendomi prendere un infarto non da poco - Posso sempre
dimostrarti che è solo colpa del fatto che era la tua prima
volta... - ridacchiò in maniera provocativa e mi girai a
guardarlo, con gli occhi semi-chiusi e le sopracciglia inarcate.
- Fanculo -
- Sappiamo tutti e due che ti è piaciuto! - scoppiò in
una risata fragorosa - E non provare a negarlo, perchè sentivo
come urlavi il mio nome, cogliona! - mi guardò con aria di
superiorità e un ghigno stampato in volto.
Ricambiai con uno sguardo scandalizzato - Colpo basso! -
- E' la verità -
- ... Giusto. - mi ritrovai costretta a cedere.
Anche perchè altrimenti chi sapeva le cose che si sarebbe potuto tirare fuori come argomentazioni?
- Ah! E tu che non volevi nemmeno farlo! -
- Cazzo, non riesco a camminare baka! - lo guardai esasperata, sgranando gli occhi
- E allora? Dov'è il problema? -
Mi stava prendendo per il culo... Inutile.
- Niente Hidan, niente. -
- Visto bastarda? - ghignò e mi morse il collo.
Seriamente, non riuscivo ad averne vinta una.
Un paio d'ore dopo mi vedevano davanti alla porta della camera di Deidara, pronta a farmi fare il culo.
Sì, perchè manco gli avessi salvato la pellaccia, il
biondo, non appena era rinvenuto si era messo a strepitare insulti
contro me, Hidan ( non si sa nemmeno perchè ) e, più in
generale contro il mondo intero.
Ingrato.
E io che avevo ancora il segno della sua cazzo di bocca sul braccio... Bah.
Rimanendo in piedi a malapena, bussai alla porta prima di entrare senza nemmeno aspettare una risposta.
Se mi doveva cazziare gli stavo offrendo un motivo su un piatto d'argento.
- Tu. -
- Deidei -
Mi guardò malissimo.
E io che pensavo odiasse gli Uchiha... Non credevo si facesse dare lezioni di " guardar-male-la-gente " da Itachi...
- Senti, sei vivo, puoi farti saltare in aria un'altra volta quando ti pare. Non ti fermerò più, ok? -
Non disse niente.
- E che cazzo! Ti ho salvato la vita e, invece di essere contento, ti
sei incazzato come una bestia! Spiegamela questa cosa per piacere,
perchè io, nel mio piccolo, non ti capisco proprio per niente! -
Ancora nessuna risposta.
Stavo seriamente cominciando a spazientirmi.
- Senti Deidei, mi spiace di averti fermato, ma mettiti un minimo nei
miei panni! Sei il mio migliore amico, cosa dovevo fare? Lasciarti
crepare? -
Si limitò a guardarmi... Di nuovo.
- Contro un Uchiha poi! -
Andai avanti a sbraitagli contro per un buon quarto d'ora, ritrovandomi
vicino al letto, da dove mi guardava con un ghigno ebete stampato in
faccia.
- E che cazzo hai con quella faccia?! - feci, incrociando le braccia sul petto.
Scoppiò a ridere, lasciandomi alquanto basita - Aspe... Che...? Perche stai ridendo adesso!? -
Lui continuò - E pensare che io ti avevo fatto chiamare da
Kakuzu per un'altra cosa... - riprese a ridacchiare peggio di prima.
- Cosa...? - feci, cercando di capire le motivazioni del suo cambio
d'umore così repentino - Credo che lo Shikaku ti abbia fatto
più male di quello che credevo... -
Dopo altri dieci minuti di preoccupazione per la sua sanità mentale, si decise a smettere.
- Allora, Haiiro-chan... Premettendo che non sono arrabbiato... Gliel'hai finalmente data a Hidan eh? -
In un primo momento il mio cervello registrò solo la prima parte
della frase e, contenta, gli buttai le braccia al collo - Grazie
Deidei! -
E poi... Oh poi...
L'imbarazzo più totale.
- Aspetta... COSA!? -
__________________________________________________
E bon... Rieccomi di nuovo XD
Questo capitolo... Boh, non ho idea di come sia venuto... Spero bene,
perchè sono totalmente negata a scrivere questo genere di cose XD
Sopportatemi ( al limite, se non vi ha fatto troppo schifo, farò una one-shot a parte con... i... Dettagli XD )
Anyway, vedrò di non farvi aspettare come l'altra volta con gli aggiornamenti...
Ci proverò *^*
Ciauuuu!
Alice_
PS: Dovrebbe ancora rientrare nel rating arancione... Spero XD Non sono per niente esperta, ripeto!
Ciauuuu!
|
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Capitolo 24 *** The truth behind Haiiro's past! ***
Love is truly blind cap 24
- Lo vedi? -
Mi guardai in giro, il cuore che batteva a mille, senza capire minimamente dove mi trovavo.
- Tutta opera tua -
Opera mia? Ma cosa?
Continuai a guardarmi attorno freneticamente, cercando di abituare i miei occhi alla totale oscurità della stanza.
- Avevano famiglia probabilmente... -
Provai a muovere qualche passo in una direzione a caso.
Doveva esserci dell'aqua a terra, a giudicare dal rumore che producevano i miei movimenti.
Inciampai in qualcosa di non meglio identificato e caddi lunga distesa nell'acqua che bagnava il pavimento.
Sibilai un " Cazzo " poco convinto, sbattendo a più riprese le
palpebre e cercando continuamente di abituarmi alla mancanza di luce.
- Un massacro secondo solo a quello del traditore Kakuzu -
Feci giusto in tempo a domandarmi come mai la mia mente malata avesse
deciso, quella notte, di benedirmi con un sogno così assurdo che
vidi uno scintillio metallico e, ovviamente, le mie gambe cominciarono
a muoversi da sole verso quell'unica fonte di luce.
Inciampai nuovamente, bagnandomi ancora di più con l'acqua sul pavimento.
Questa volta imprecai ad alta voce, mettendomi a sedere sui talloni - Se qui non si vede un cazzo... Bah... -
Improvvisamente, quasi in risposta alle mie parole, cominciò a
diffondersi una luce fioca dall'estremamente inquietante tinta rosso
cremisi.
Mi rimisi in piedi, osservando la stanza.
Era decisamente familiare...
Quando, finalmente, mi ricordai dove avevo già visto dei simili
drappeggi alle pareti, desiderai ardentemente che la luce non si fosse
mai fatta vedere: avrei preferito rimanere ignara di tutto e
nell'oscurità più totale.
Era la sala del consiglio di Taki.
Il che rendeva la presenza dell'acqua sul pavimento alquanto sospetta.
Appellandomi a tutta la mia forza di volontà guardai verso il basso e dovetti mordermi la mano per soffocare un urlo.
Non era acqua.
Sentii il sapore metallico del sangue farsi strada nella mia bocca e
rimossi disgustata la mano, sporca della stessa sostanza che ricopriva
il pavimento e di cui mi ero inzuppata quando ero caduta.
Feci qualche passo indietro, cercando di allontanarmi da quel mare di
rosso, ottenendo solamente come risultato una nuova caduta.
Di riflesso il mio sguardo cercò che cosa mi avesse fatto
cadere, solo per incontrare un paio di occhi spalancati e privi di vita.
Non riuscii a trattenere l'urlo, mentre, a quattro zampe, fissavo gli occhi senza vita dell'uomo.
Una rapida scansione dell'area mi rivelò che, purtroppo, era
solamente il primo di una lunga serie di corpi, tutti riversi a terra e
circondati da una pozza di sangue non indifferente.
Urlai di nuovo, senza nemmeno preoccuparmi di smorzare il suono e caddi in ginocchio, portandomi le mani alla testa - Basta! Basta! -
- Chi sei? -
Mi bloccai, sgranando gli occhi mentre tenevo ancora il capo chino.
Quella voce...
Alzai lentamente la testa, incontrando lo sguardo di una bambina.
- Che strani vestiti che hai... Ti piacciono le nuvole? - fece
ostentando un sorriso che, però, non raggiungeva gli occhi.
Rimasi a dir poco paralizzata a fissarla.
- Ehi, stai bene? - chiese, chinandosi in avanti e facendo spostare anche la sciarpa rossa che le copriva il collo
- ... - aprii la bocca a più riprese, senza succedere nel parlare e formulare una frase di senso compiuto
Si mise una ciocca dei luinghi capelli bianchi dietro l'orecchio e si
ritirò indietro - Non sai parlare? Io comunque mi chiamo -
La interruppi, parlando con voce flebile - Haiiro -
- E come lo sai? - fece, sgranando gli occhi spaiati.
Mi tirai in piedi sotto il suo sguardo interrogativo - Perchè siamo la stessa persona. -
- Sei pazza - fece, indietreggiando e mettendo mano alla spada che le pendeva dal fianco. Grondava sangue.
- Sei stata tu. Ma non hai usato gli occhi. Perchè? - feci, avvicinandomi
- Come fai a...!? Li ho usati per uccidere le guardie. Se sei davvero
me dovresti sapere che non si possono usare per così tanto
tempo. - mi puntò contro l'arma
Se era veramente così allora... Perchè io ricordavo di
avere ucciso tutti gli anziani solo ed esclusivamente con lo Shikaku?
Rimasi persa nei miei ragionamenti per qualche minuto prima che la sua
( o la mia, dipende dai punti di vista ) voce mi facesse uscire dallo
stato di trance in cui mi ero messa.
- Fatti sotto! - prima che potessi aprire bocca mi si era già scagliata addosso con la spada sguainata.
Feci scivolare la mia fuori dalla manica della cappa e parai il suo
colpo senza problemi, spingendola lontano e andandole subito contro,
comiciando a far scorrere il mio chakra nella lama e menando un
fendente che venne parato con un po' di sforzo dalla sua parte.
Non sapevo nemmeno io il perchè di tutta la violenza che ci
stavo mettendo. Era come se non riuscissi più a controllarmi.
- Funerale del tuono. - feci, piantando le mani a terra senza
curarmi del sangue e facendone scaturire delle saette che si
abbatterono dove stava l'altra me.
Senza aspettare mi portai di fianco a lei e conficcai la spada a pochi
centimetri dalla sua testa, attivando il terzo stadio involontariamente.
Lei sgranò gli occhi - C-che cosa hai fatto agli...? -
Assottigliai lo sguardo - Qui le domande le faccio io. Parlami del massacro. Voglio sapere tutto -
Mi guardò titubante, prima di cominciare a parlare.
-
Se sei davvero chi dici di essere sai sicuramente che i Kuragari sono
sempre stati disprezzati da tutto il villaggio. La mamma mi diceva
sempre che era perchè avevano paura... Paura che potessimo
rivoltarci.
Mi ha raccontato una volta del nonno... A quanto pareva era stata colpa
sua se le persone di Taki ci odiavano... Aveva aiutato un criminale a
scappare di prigione perchè credeva che lo avessero imprigionato
ingiustamente. Allora la mamma era piccola, quindi non si ricordava il
nome dell'uomo.
Mi ha raccontato solamente che è diventato un ninja traditore e a rubato la tecnica proibita del rancore della terra...
Da quell'episodio tutti sono stati diffidenti nei nostri confronti e
hanno deciso persino di spostare il nostro campo lontano dal corpo
principale del villaggio...
Ad ogni modo, procedeva tutto più o meno bene... Fino a quella sera...
Non ricordo molto a dire la verità... Ricordo solamente la
guardia che mi tagliava la gola e la mamma che mi diceva di correre,
fino a quando non siemo arrivate al bosco. Lì.. Lì c'era
un uomo... Non l'ho visto bene in faccia, ma sono sicura che almeno una
volta l'avevo già visto.
Ha mosso una mano e non so come mai, mi sono scagliata contro la
mamma...Lei non se l'aspettava, ma più che per il male che le
dovevo aver fatto sembrava più sorpresa dell'aver visto l'uomo.
Non ricordo molto dei minuti seguenti... Solo che continuavo ad
attaccare la mamma e lei non poteva fare nulla per difendersi... E'
stato terribile - deglutì e cominciò a parlare con voce rotta dal pianto - Poi è caduta a terra... E non si è più rialzata.
E poi l'uomo ha cominciato a ridere.
Rideva in una maniera che mi faceva sinceramente paura... Ma riuscivo
di nuovo a muovermi, così ho preso la spada che avevo lasciato
cadere e gliel'ho conficcata nello stomaco. - strinse i pugni -
Ma non era abbastanza per fermarlo del tutto... Mi ha preso per la
gola... Ricordo con molta precisione il dolore... Soprattutto per via
del taglio che mi avevano fatto in precedenza... Rideva anche mentre
urlavo.
Poi, quando si sono cominciati a sentire i passi delle guardie che
venivano a controllare se era rimasto qualcuno di noi, mi ha
buttato a terra, facendomi sbattere la testa contro una roccia... Ma
forse è stato proprio quello che mi ha salvato, perchè mi
aveva nascosto alle guardie...
Quando mi sono svegliata il giorno dopo non c'era più nessuno,
ero rimasta sola nel bosco... Quindi ho preso la sciarpa della mamma e
l'ho messa meglio, per fermare il sangue che mi usciva dalla tempia e
sono ritornata al campo.
Avevano bruciato tutto. - smise di parlare con gli occhi lucidi.
Diceva indubbiamente la verità.
Mano a mano che parlava era come rivivere ogni singolo momento di quella notte...
Mi lasciai cadere all'indietro, senza più curarmi del sangue che aveva oramai preso possesso di quasi tutta la mia cappa.
Non potevo crederci... Non volevo crederci... Eppure risultava apparente...
Mio padre mi aveva giocato... E mi erano venuti seri dubbi sul fatto
che potesse essere lui l'uomo di cui non ricordavo il volto...
D'altra parte era un marionettista esperto nel campo del Genjutsu...
Troppi aspetti combaciavano per poter essere una coincidenza.
L'altra me mi guardò dritta dritta negli occhi, prima di cominciare a mutare.
Aumentò in altezza e le si accorciarono i capelli, cambiando
aspetto finchè, guardandola, sembrava la mia immagine allo
specchio.
- Hai rotto il genjutsu... Brava... - fece, con la mia stessa voce, cosa che io sembravo aver momentaneamente perso.
Divenne tutto buio.
E mi svegliai.
La prima cosa che vidi fu il soffitto della stanza dell'inno dove ci eravamo fermati per la notte.
Mi alzai di scatto, guardandomi attorno freneticamente alla ricerca di
non-so-nemmeno-io-che-cosa, tremando e con gli occhi sgranati.
- Si può sapere che ti è preso? - arrivò la voce profonda di Kakuzu da dietro di me.
In uno sprazzo di lucidità mentale riuscii a ricordarmi che
eravamo a caccia di una taglia e che ci eravamo fermati per la notte in
questo posto. Chiaramente con un letto in due perchè Kakuzu non
si smentiva mai.
Guardai in basso, facendo cadere lo sguardo sulle mani, piene di strani simboli neri, e sgranai gli occhi.
- Nel caso ti stessi domandando: sì, è attivo e
sì, mano a mano che il tempo passava si sono formati quei
marchi. -
Lo guardai con le lacrime agli occhi mentre si tirava a sedere e cercai
con tutta la mia forza di evitare di abbracciarlo ( rischiando la pelle
) e mettermi a piangere come una bambina.
Ma fallii miseramente, lasciandomi scappare un flebile " Kakuzu... " prima di buttarmici addosso singhiozzando.
Sembravo una frignona e me ne vergognavo non poco.
Inaspettatamente, invece di uccidermi, sentii che, con un sospirone ( si capiva quanto fosse contento ), tentava di ricambiare.
- Torna a dormire. Domani ce ne andiamo presto. - fece, risdraiandosi e portandomi con se.
- Grazie, Kakuzu... -
- Hmpf... -
_______________________________________
Salve gente!
Ecco svelato il vero passato di Haiiro!
Finally! XD
Scusatemi per aver mancato una settimana di aggiornamento! Gomenasai!
In ogni caso, per quelli interessati, ho postato la rating rosso XD ( fa schifo, leggete a vostro rischio e pericolo! )
Ciuuuuu!
Alice_
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Capitolo 25 *** SPECIAL CHAPTER! Merry Christmas! ***
Love is truly blind Christmas
Per questo capitolo, dato che non sono per niente informata sulle festività nell'universo di Naruto, vi chiedo venia XD
Ho immaginato una specie di festival che si tiene in tutti i villaggi
per celebrare la festa di Natale, non nel senso religioso, solo la
festa nel vero senso della parola...
Detto questo, vi lascio alla lettura!
Enjoy!
___________
- Non ci posso credere, per una volta ci hai trovato un inno decente brutto avaro del cazzo... -
Kakuzu lo degnò solamente di un'occhiata gelida - Era l'unico in
questo villaggio - rispose, chiaramente seccato dal fatto che avesse
dovuto pagare parecchio in più rispetto ai suoi standard.
Sospirai, togliendomi la cappa e appoggiandola su una sedia, per poi
sedermici e cercare di bloccare le loro voci che discutevano.
Almeno finchè qualcosa di bagnaticcio e stranamente pesante non mi arrivò dritto dritto in grembo.
Guardai in basso, incontrando un paio d'occhi ametista decisamente incazzati - Cazzo hai da guardare?! -
Mi piantai una mano in fronte e buttai una veloce occhiata a Kakuzu
che, dopo aver decapitato Hidan, aveva tolto la cappa e si era seduto
sul suo letto - Vedi di farlo tacere -
Ero molto tentata di rispondergli che sarebbe stato parecchio
difficile, ora che gli aveva mozzato la testa e che l'aveva fatto
incazzare peggio di prima, ma, siccome tenevo alla mia vita, mi
trattenni.
Dovevo ancora capire come mai non mi avesse ancora ucciso, vista la
frequenza con cui si trovavano pezzi di Hidan in giro per il covo...
- Ehi... Ehi! - guardai verso il basso - Riattacca la mia testa al corpo cogliona! -
Sospirai e scossi la testa - Ti sei dimenticato che è Kakuzu quello che ti ricuce sempre? Baka -
- Bah... E' solamente un gran bastardo! - esclamò, girandosi in qualche modo strano nella foga dell'urlo
Prima che potessi ribattere o muovere qualsiasi tipo di muscolo, Hidan
era stato abilmente rimosso dalle mie gambe e si era ritrovato in mano
a Kakuzu.
E credetemi, se lo sguardo di Kakuzu si fosse potuto descrivere a
parole... Oh Jashin, dire che era a dir poco assassino era un
eufemismo... Piuttosto era un misto dello sguardo sadico che Hidan
aveva durante i suoi rituali e le occhiate piene di odio che Deidara
lanciava a Itachi quando pensava nessuno guardasse...
Il tutto raccolto in una sola persona.
Inquietante a dir poco.
- Mi stai tirando i capelli coglione! - urlò l'albino, cominciando a dondolare - Mollami ateo di merda! -
- Come vuoi - fece Kakuzu, con tutta la calma del mondo, mentre apriva la mano e lasciava cadere Hidan a terra.
E chiaramente, non essendo Hidan un gatto che atterra sempre sulle zampe, cadde di faccia.
- Minchia il naso! - urlò, leggermente impedito dal pavimento in faccia - Questa me la paghi Kakuzu! Letteralmente! -
Mi morsi il labbro per non scoppiare a ridere e, presa dalla
pietà più totale per quella povera anima del mio ragazzo,
mi alzai e lo raccolsi da terra.
- Ehi Kakuzu... Potresti, gentilmente, ricucirlo? - tentai, cercando di essere il più gentile possibile.
D'altra parte trattando con una persona come lui, e sapendo che cosa
poteva fare con i suoi sbalzi d'umore, cercavo di essere sempre il
più pacata possibile. Ma soprattutto evitavo di rompergli i
coglioni sempre e dovunque... Cosa che Hidan doveva ancora imparare a
fare.
- No, non se ne parla - fece in tono perentorio, mentre ripiegava la sua cappa e la metteva sopra la mia sulla sedia.
- Se si rovina il pavimento con tutto questo sangue però ti
fanno pagare i danni... - feci, notando con mio sommo dispiacere che il
sangue c'era sul serio, in maniera particolare sui miei vestiti.
Si fermò a ponderare la cosa per qualche secondo - Fallo stare zitto. Sono stato chiaro? -
Annuii in fretta e gli porsi la testa di Hidan.
Inutile dire che, appena ritornato tutto di un pezzo, il jashinista
volle subito andarsene a fare un giro, urlando profanità dietro
a Kakuzu.
E un paio di ore dopo non era ancora tornato. Sembrava logico, visto di chi stavamo parlando.
In compenso ero riuscita a farmi una doccia e a lavare i miei vestiti, completamente inzuppati di sangue.
Bello, eh?
Mi sedetti all'altro capo del tavolo dove Kakuzu stava contando i soldi
dell'ultima taglia, incassata il giorno precedente, e poggiai la testa
sulle braccia, che avevo incrociato sul tavolo.
- Quel tipo è stato complicato da far fuori... - dissi, cercando di cominciare una conversazione.
Lui si limitò a riporre l'ultima mazzetta di banconote nella sua
fidata valigetta - Se Hidan non si fosse messo in mezzo sarebbe stato
molto più facile. -
- Vero anche quello - ghignai - Ma sai com'è fatto... Scemo fino alla fine -
- Non pensa mai prima di agire - appoggiò la valigetta a terra -
E se non ritorna entro domani mattina ce ne andiamo senza di lui. -
Feci spallucce - Non credo che arriverà a tanto... Mi sa che
è andato a sacrificare qualcuno... O a fare un giro, per essere
ottimisti... -
- Hm... - si alzò e si diresse verso la porta del bagno - Vado a
farmi una doccia - fu tutto ciò che disse prima di chiudere la
porta
Non mi resi conto di quanto fossi effettivamente stanca dall'ultimo
combattimento fino a quando non provai a chiudere gli occhi, senza
più trovare nè la forza nè la voglia per riaprirli.
Della serie " posizioni assurde in cui addormentarsi "
Mi risvegliai quando oramai era buio, al suono di qualcuno che bussava alla porta.
Feci per alzarmi, inciampando malamente in qualcosa di non meglio identificato e spalmandomi a terra con la mia solita grazia.
Guardai con odio la cosa che mi aveva fatto finire col muso a terra, realizzando che altro non era se non una semplice coperta.
Kakuzu, realizzai con un sorrisetto.
Percorsi la stanza con lo sguardo senza però trovare anima viva.
- C'è nessuno lì dentro? - fece una voce dall'altra parte della porta
- Arrivo! - risposi, tirandomi su e ignorando i lamenti delle mie
povere ossa ( che mi stavano ringraziando per aver dormito in quella
posizione altamente improbabile ) e andai ad aprire la porta.
- Konbanwa* signorina - la donna fece un piccolo inchino - Posso
consegnarle questi? Sono un omaggio del nostro inno per i residenti, da
indossare per il festival di questa sera - con una velocità che
non mi aspettavo minimamente da una signora della sua età, mi
ficcò in mano tre differenti kimono - Grazie e arrivederci! -
chiuse la porta senza lasciarmi la possibilità di controbattere.
Che cavolo era appena successo?
La porta si riaprì praticamente subito, mancandomi di pochissimo.
- Che... Hai in mano? - fece una voce profonda.
- Non lo so! E' venuta una signora a darmi questi! Ha detto che sono
per un festival o qualcosa del genere... - feci una pausa - E comunque
grazie per la coperta, Kakuzu - arrancai verso il tavolo e ci appoggiai
sopra i vestiti.
Lui fece un cenno con la mano - Ti saresti presa qualcosa altrimenti. E avremmo perso altro tempo prezioso. -
- Hm... Dove eri finito? -
- Ho trovato Hidan. - scosse la testa - Ubriaco -
- Dove ha trovato i soldi per comprare da bere? - chiesi, anche se ero
sicura che non sarebbe stato così calmo se il mio caro ragazzo
avesse fatto qualcosa di incredibilmente stupido... Tipo rubargli dei
soldi.
- Non ne ho idea, ma non li ha presi a me, quindi la cosa non mi tange minimamente -
- Oh, ok... -feci una piccola pausa - E l'hai lasciato lì? - ghignai, conoscendo praticamente già la risposta.
- Meno sento la sua voce meglio sto. -
Ridacchiai - Hai capito che cosa festeggiano? -
- Seriamente non lo sai? - mi guardò - Quando hai visto un calendario l'ultima volta? -
Incrociai le braccia sul petto - Boh -
- E' Natale. - fece con la sua solita voce monotona - Per quello danno il festival -
- Ah. Ora si spiegano molte più cose. Che dici, ti va di andare? - chiesi, parecchio speranzosa
- Sarebbe uno spreco di tempo e di denaro - borbottò sedendosi sul letto.
Mi avvicinai, a dispetto del mio buon senso che mi diceva di smetterla
di chiedere, se volevo sopravvivere - Eddai Kakuzu... Ogni tanto puoi
anche divertirti... -
Sembrò pensarci un po' - Non se ne parla -
- Ma che hai di meglio da fare? - feci una piccola pausa - E non dirmi
" contare i soldi " perchè l'hai fatto pomeriggio. - ribattei
- ... Non mi lascerai in pace, vero? - disse, prendendosi il setto nasale fra pollice e indice
Sorrisi - Dai, è Natale, Hidan è annegato nel sakè probabilmente, non ti faccio spendere soldi, promesso -
Mi guardò parecchio scettico - E va bene. Pretendo di essere lasciato in pace però, dopo. -
Io, dal canto mio, incredula di essere stata in grado di averlo
convinto a fare qualcosa ( e di essere sopravvissuta per raccontare la
storia ), fui in grado solamente di annuire.
Era pieno di bancarelle in strada, stracolme di ogni sorta di merce, commestibile e non.
- Era da tantissimo tempo che non vedevo questo genere di feste -
continuai a guardarmi attorno con meraviglia mentre Kakuzu mi camminava
affianco con un'espressione poco colpita dipinta in volto - L'ultima
volta è stato con mia madre, mi ricordo -
Mi guardò per qualche secondo prima di ritornare a fissare la strada.
- Ehi mamma, guarda! - urlò un bambino, venendoci davanti -
Questo signore ha gli occhi degli stessi colori del Natale! - fece,
completamente entusiasta.
La madre arrivò trafelata pochi secondi dopo - Scusatelo, è corso via all'improvviso... -
- Non importa - feci con il mio miglior sorriso mentre afferravo la
mano di Kakuzu - E comunque suo figlio ha ragione - ghignai e,
salutando con la mano libera, mi avviai.
Una volta giunti in una zona abbastanza tranquilla, mi voltai,
aspettandomi pienamente un Kakuzu incazzatissimo e pronto ad ammazzare
chiunque gli capitasse a tiro
- Gli occhi con i colori del Natale? - scosse la testa e si
passò una mano in volto - Se non c'è Hidan a dire cazzate
pare che qualcuno debba prenderne il posto -
- Be', tecnicamente è vero... Rosso e verde sono, insieme,
colori tipicamente natalizi... - risi - Ma non ti preoccupare, hai dei
begli occhi lo stesso, Kuzu - gli diedi una leggera gomitata a mo' di
gioco.
Realizzai come lo avevo chiamato solo alla sua occhiataccia.
- " Kuzu "? - fece con un'espressione parecchio tetra - Farò finta di non aver sentito nulla. -
- Eheh... Bravo! - feci, con un sorriso parecchio sghembo - Che dici, torniamo? -
Lui annuì semplicemente, prima di ricominciare a camminare nella direzione da cui eravamo venuti.
- Grazie comunque... - cominciai - E' stato molto più divertente venire con te - ridacchiai
Fece un cenno col capo, il suo modo di dire che aveva capito.
- Uhm... Mi uccideresti se provassi ad abbracciarti, vero? -
- Molto probabilmente. -
- ... Ok, ok, ho capito il messaggio - ghignai.
- A volte sei proprio una mocciosa. -
- Sì sì, ti voglio bene anch'io - risi di gusto mentre ci
dirigevamo verso dove Hidan stava cercando di affogarsi nei minuscoli
bicchieri del sakè.
Dopotutto anche Kakuzu era... Simpatico, a modo suo.
Bisognava solamente trovare il modo di non farsi ammazzare in uno dei suoi raptus omicidi.
_________________________
Buon Natale e felice anno nuovo a tutti!!
Ne approfitto per ringraziarvi tutti per aver seguito/ messo nelle
preferite / recensito / letto la mia storia... Seriamente, vedere che i
miei scleri piacciono a qualcuno mi da una certa soddisfazione XD
In ogni caso, questo capitolo " bonus " per così dire, è dedicato a Kakuzu XD
Perchè mai?
Semplicemente perchè è uno dei miei personaggi preferiti
e penso che sia un po' poco apprezzato... O meglio, non ho trovato
troppe fanfiction con lui come protagonista... Quindi gli ho fatto una
specie di " regalo di Natale ".
( senza contare che in un raptus di follia ho deciso di chiamare anche
il mio peluches preferito Kakuzu XD Hanno lo stesso sguardo, che posso
farci io? XD )
Spero che vi sia piaciuto e vi auguro nuovamente un BUON NATALEEEEE!
Ok, basta che è l'una di notte XD
Ciauuuu!
Alice_
* Konbanwa: Buonasera
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Capitolo 26 *** Family bonds ***
Love is truly blind cap 26
- Quindi è questo che ti è capitato veramente, cogliona... - ridacchiò - Minchia che passato tragico -
-
E' la verità, baka! - feci io, leggermente piccata, anche se
sapevo che lo faceva solamente per cercare di sdrammatizzare.
Per quanto si potesse sdrammatizzare una cosa come quella.
-
Cazzo, non ti offendere, cercavo di uh... Evitare l'argomento...? -
fece, prendendo la boccetta di smalto verde dal comodino e svitandone
il tappo.
-
Lo so, lo so, ci ero arrivata - lo guardai un attimo - Sono qui da un
bel pezzo e ancora non ho capito perchè mai ci dobbiamo mettere
lo smalto. -
-
Non lo chiedere a me, cogliona. E' una rottura di palle e basta -
cacciò fuori la lingua in un'espressione concentrata, prima di
passare una pennellata di smalto completamente storta - Vaffanculo -
Risi di gusto, lanciandogli un batuffolo di cotone imbevuto di acetone per pulirsi - Lascia fare a me, che è meglio -
- Bah - fece, cominciando a rimuovere lo smalto - Odio fare questa roba. Mi fa sembrare una fottutissima ragazza -
- Fa schifo pure a me. E io sono una ragazza - ridacchiai, prendendogli la mano e mettendomela in grembo per poi fulminarlo - Muoviti e sei morto -
-
Non risulti molto convincente con in mano la cazzo di boccetta dello
smalto - ghignò, aggiustando la sua posizione sul letto - E poi
lo metto io a te, comunque -
-
No no no no, non ti ricordi che è successo l'ultima volta? -
inarcai le sopracciglia, cominciando a dipingergli le unghie - E non ho
voglia di andare in giro con un'altra striscia verde in faccia. -
- Ma ancora non stavi con il sottoscritto - puntualizzò, - Prometto che non ti dipingerò la faccia -
-
Uhm... - finii di dipingere la mano e alzai lo sguardo - E va bene.
Dipingimi la faccia e ti faccio a pezzi. Sono stata chiara? -
- Cristallina, bastarda! - mi porse l'altra mano, cominciando a soffiare sull'altra
Scossi la testa con un sorrisetto stampato in faccia mentre continuavo a mettergli lo smalto.
E questo è un perfetto esempio di frase che suona davvero malissimo.
- Ecco fatto - richiusi la boccetta e la posai sul comodino.
-
Non credere di sfuggirmi, cogliona! - prese ad agitare le mani per far
asciugare tutto - Adesso tu rimani lì ferma e fottutamente
immobile e aspetti. - dichiarò con una specie di espressione
solenne.
-
Ah-a... - mi rimisi comoda sul letto, mentre lo guardavo
imprecare ogni tre secondi contro lo smalto che non si asciugava - Stai
cominciando ad insultare gli oggetti inanimati... Mi dispiace per il
tuo neurone, deve sentirsi solo... Poverino... - ghignai alla sua
occhiataccia.
- Benvenuta nel club di quelli che insultano la mia intelligenza! - fece, guardandomi male.
-
Quale intelligenza? - risi, allungando una mano per scompigliargli i
capelli - Dovevi vedere la tua faccia! - riuscii a dire tra una risata
e l'altra.
-
Smettila di ridere, donna! - si rimise a posto - Nessuno mi tocca i
capelli e vive per raccontarlo! - fece, spingendomi contro il letto
senza troppa fatica e tenendomi lì con una mano sul petto.
-
Ehi! - arrossii leggermente per la posizione della sua mano, ma mi
ripresi quasi subito - Nemmeno chi ti ha dissotterrato, procurandosi
millantasei ferite alle mani? - inarcai un sopracciglio tirando su,
appunto, le mani, dove erano visibili una serie di cicatrici bianche
dalle forme più strane.
- Uh... Considerando quello direi che potrei anche tollerarlo... - ghignò - Ma devi farti perdonare -
- Ahahaha, no. - incrociai le braccia sul petto con aria di sfida
- Allora mi costringi - fece un sospirone fintissimo, prima di portarmi una mano sulla pancia.
Sgranai gli occhi non appena realizzai il suo intento - Non osare -
- Fammi smettere allora, bastarda - ghignò e cominciò a muovere le dita.
Il coglione, aveva scoperto che soffrivo il solletico e non perdeva occasione per sfruttarlo.
Cominciai
a ridere come una pazza, cercando di trattenermi il più
possibile - Bahahahstardo! - feci, dimenandomi in un tentativo di
liberarmi del suo dolce peso - Smehehehttilahahah! -
Tempo trenta secondi e avevo già le lacrime agli occhi, avendo smesso di cercare di difendermi praticamente subito.
Sapevo che sarebbe stato inutile.
-
Sei pronta a implorare perdono, cogliona? - ghignò,
percorrendomi completamente con lo sguardo - Oppure devo continuare? -
-
No no! Mi arrendo! - continuai a ridere anche dopo che aveva rimosso le
mani, asciugandomi le lacrime che, alla fine, avevano preso a colarmi
lungo le guance - Che stronzo che sei - risi
- Modestamente... - abbassò la testa, mordendomi il collo - ... Anche perchè avevo in mente un altro giochetto. -
- Hm? - inclinai la testa per fargli spazio - Sarebbe? -
-
Contare le tue cicatrici - riuscii a sentirlo ghignare distintamente
contro la mia guancia, mentre arrossivo violentemente per via
dell'implicazione del suo " gioco ".
- Shira! Vieni subito qui! - tuonò un uomo, i capelli bianchi appiccicati alla fronte madida di sudore, passandosi una mano sul viso.
La
ragazza in questione arrivò trafelata dopo pochi secondi, -
Dimmi papà! - fece, con un leggero tremore alla voce che,
fortunatamente, passò inosservato.
-
Non posso più aspettare, è da settimane che brucio di
febbre - fece, piantando i propri occhi spaiati, uno grigio e l'altro
rosso, perso nella sclera nera, in quelli della figlia - Non aiuta di
certo il fatto che tu l'abbia aiutata a scappare, un mese fa. - la sua
espressione mutò in una di collera - Non credere che non l'abbia
capito figliola - concluse
La ragazza venne percorsa da un tremito di paura, cominciando a tremare come una foglia - Ma è mia sorella... -
- Non m'importa. Ho bisogno degli occhi, e ne ho bisogno adesso -
-
Ma non siamo come gli Uchiha! - protestò la corvina - Non so da
dove tu abbia preso quell'occhio, probabilmente da qualche
sopravvissuto al massacro, ma il tuo corpo lo rigetta! -
-
Per questo ho bisogno di uno compatibile - la faccia dell'uomo si
contorse in un ghigno - E qual miglior donatore che la mia stessa
figlia? -
Shira boccheggiò, aprendo e chiudendo la bocca a multiple riprese, senza riuscire però ad articolare alcun suono.
-
E adesso vattene, e non tornare se tu e i tuoi fratelli non l'avete
presa e riportata qui. - concluse con un tono che non ammetteva
repliche.
La
ragazza inclinò la testa, nascondendo la sua espressione alla
vista del padre - Mi rifiuto - fu la sua unica risposta, detta in un
sussurro - Mi rifiuto di portarti Haiiro! - si sollevò
bruscamente, mostrando la sua espressione determinata.
- Che... Che cos'hai detto? -
sibilò incredulo l'uomo, alzandosi e arrivandole pericolosamente
vicino in poche e ampie falcate - Non mi pare di averti dato una
scelta. -
-
Il tuo corpo rigetterebbe gli occhi comunque! Te l'ho detto,
papà! I Kuragari non sono come gli Uchiha! Non possono
scambiarsi gli occhi... -
- Fai silenzio! -
urlò, sollevando una mano e abbattendola con forza sul viso
della figlia in uno schiaffo abbastanza forte da mandarla a terra - Non
ti ho chiesto un parere. Mi servi solamente per il trapianto. - si
girò, ritornando verso la sedia su cui era seduto in precedenza
- E adesso vattene, prima che perda la pazienza sul serio. -
La
corvina si tirò su con le gambe tremanti, parecchio scossa
dall'accaduto mentre un'impronta violacea cominciava a delinearsi sulla
sua guancia e, silenziosamente, uscì dalla stanza.
-
Esattamente 60 cicatrici - riuscì a dire Hidan, tra un respiro e
l'altro - Sono sicuro di averle contate tutte, cogliona -
Ridacchiai a mia volta, anche se ero praticamente senza fiato dopo il... Uhm... "Giochetto" che aveva voluto fare
-
Credevo non riuscissi a contare oltre il dieci - feci, dandogli un
pugno giocoso sulla spalla, mentre si portava dalla sua posizione sopra
di me, ad una più comoda.
-
Baaaah - fece, passandomi un braccio in vita e tirandomi a sè -
Poi mi dici che sono io quello che rovina i momenti, eh? - mi morse il
collo.
Come se non lo avesse fatto abbastanza, nell'ora passata...
-La
maggior parte delle volte sì, sei proprio tu - ridacchiai e
tentai di rigirarmi per portare la testa sul suo petto - Ma stavolta
è colpa mia , lo ammetto! - ghignai divertita e sollevai le mani
a mo' di resa
Mi guardò pensieroso per un paio di minuti.
La
cosa di per sè era parecchio allarmante, visto come Hidan non
pensava. O per lo meno, quando lo faceva, le conseguenze erano
catastrofiche.
- I tuoi capelli sono proprio bianchi, bastarda - fece, prendendone una ciocca e rigirandosela attorno alle dita.
Lo
guardai con le sopracciglia inarcate, nella mia tipica espressione da "
Ma che cazzo ti sei fumato per uscirtene con una cosa così?! "
- Ma davvero Hidan? Non me n'ero accorta! - replicai sarcastica
-
E che cazzo, fammi finire la frase! - mi guardò male - I tuoi
fratelli hanno i capelli neri. Mi domandavo come mai! Tutto qui! -
Scossi
la testa. L'unico baka in tutte le grandi nazioni ninja in grado di
fare certe domande dopo aver intrapreso certe... Ehrm...
Attività, era lui.
Ma sarei stata altrettanto stupida ad aspettarmi una frase di senso compiuto.
Già.
-
Loro assomigliano a mia madre. Io sono la copia sputata di mio padre -
feci, rabbuiandomi leggermente alla sua menzione - Lei aveva i capelli
neri e gli occhi azzurri, mentre mio padre... Be', guardami! -
ridacchiai
- E comunque loro non hanno i tuoi occhi - fece una pausa - Strano, cazzo -
- E' la genetica, Hidan - feci spallucce - E sono stati fortunati, comunque -
- Uh... Brutto argomento... Pessimo argomento! - ridacchiò imbarazzato - Ops -
Ridacchiai
- Non importa, almeno te ne sei accorto - gli baciai la punta del naso,
mentre sentivo le sue mani passarmi sulla schiena in una specie di
carezza confortante.
Anche se lui non era esattamente delicato.
Rimasi lì un per un po' a godermi le coccole, con gli occhi chiusi e la testa sul suo petto - Hmm... -
Lui rise e continuò - Ti sto trattando troppo bene -
-
Ma vaffanculo - gli diedi un colpetto sul petto e aprii un occhio per
guardarlo male - Dimmi quante volte l'hai fatto - ghignai divertita.
- Uh... Okay, mai -
- Ecco, quindi zitto e muto - riappoggiai la testa su di lui mentre lo sentivo ridere
-
Come vuoi, cogliona - fece scivolare una mano tra i nostri corpi con un
ghigno che non prometteva nulla di buono, prima di invertire le
posizioni con un movimento preciso e ricominciare a farmi il solletico.
E senza i vestiti di mezzo era anche peggio del solito - Fahahahnculo! -
- Io non vengo. -
I
due ragazzi nella stanza alzarono la testa dalla mappa che stavano
esaminando, alquanto stupiti - Che cosa? - fece quello con i capelli
raccolti in una coda bassa.
- No Koori... Se non riesco a convincervi, non voglio prendere parte a questa cosa... -
-
Ma sorellina, che ti cambia? - cominciò l'altro, - Dopotutto
Haiiro alla fine è passata dalla parte degli Akatsuki. Se la
catturiamo faremmo un favore a tutti i villaggi. -
-
Ma è nostra sorella! E' la più piccola! Aveva sette anni
quando c'è stato il massacro! Non credete che forse è
anche colpa nostra se si è unita ad Alba!? -
-
Sei cieca Shira. Ha ucciso senza pietà gli anziani del
villaggio. - replicò con tono piatto Koori, mentre riarrotolava
la mappa che stava esaminando poco prima - E adesso fa parte di
un'organizzazione criminale. Non è più nostra sorella. -
-
Ma non l'avete vista?! - guardo prima uno poi l'altro - L'ultima
volta... Quando l'abbiamo presa con il suo compagno... Ho sentito che
cosa le diceva papà. -
-
Oh Dio Shira, dimmi che non sei stata tu ad appiccare il fuoco! - fece
Matsu, passandosi una mano tra i capelli, rendendoli più
scompigliati di quello che non erano normalmente - Non posso crederci,
l'avevamo in pugno! -
-
Silenzio baka! - lo guardò con sguardo di rimprovero - Ho
scoperto che papà aveva imposto una tecnica sulle sue memorie.
Non ricordava niente. -
-
Quindi non sapeva di avere ucciso nostra madre - Koori si portò
una mano al mento - Questo già spiega più cose. - si fece
pensieroso per qualche minuto - E a pensarci bene... No, non può
essere... -
-
Hm? - fece, interessatissima, la ragazza mentre prendeva una borsa del
ghiaccio da un cassetto del pronto soccorso da mettersi sulla faccia
-
Mi pareva di aver visto tra le carte di papà degli appunti
riguardo una tecnica per il condizionamento della memoria... -
-
Deve essere quella! - esclamò Shira - E' l'unica spiegazione.
Magari c'è altro che papà vuole tenerci nascosto... -
- Ma voi due siete matti! - fece il terzo, alzando le braccia in aria - Haiiro è una criminale. Ha ucciso un botto di gente. Basta. -
- Matsu, sei davvero uno stupido se credi a tutto quello che ti viene detto. -
-
Sarai intelligente tu, Koori. - fece l'altro, incrociando le braccia
sul petto -E comunque non mi fido. Devo ammettere che però anche
quello che dice papà mi convince. -
-
Mi inventerò una scusa e posticiperò la missione, Shira,
ci stiamo fidando di te. E della nostra sorellina. - fece una pausa -
Vai a prendere la pergamena, quella che aveva nostra madre. E cerca
Haiiro - la guardò dritta negli occhi - Le informazioni in
quella pergamena saranno sicuramente più utili a lei che ha gli
occhi del clan che non a noi -
-
Grazie fratelloni! - la corvina avviluppò entrambi in un
poderoso abbraccio, prima di uscire di corsa e dirigersi verso la sua
vecchia casa.
Erano undici anni che nessuno metteva più piede in quel luogo e Shira continuava a guardarsi attorno i muto orrore.
Le
case che si ricordava ospitare numerose famiglie si presentavano cupe,
annerite dalle fiamme che quella notte avevano ingoiato ogni cosa,
lasciando il grigio come colore dominante. L'unica nota di colore era
rappresentata da dei ciuffetti d'erba che, a testimonianza della forza
della natura, facevano capolino dalla coltre di cenere che, ancora,
dopo tutto quel tempo, ricopriva il suolo.
Senza
soffermarsi troppo, la ragazza si diresse alla casa nel centro del
complesso, appartenente al capo-clan, che era stata sua madre.
Il capo del clan Kuragari era sempre stato il possessore del kekkei-genkai che si destreggiava meglio nel suo controllo.
" La mia sorellina sarebbe il capo adesso. Oppure la zia Kima... Se è ancora viva " pensò, mentre entrava nella sua vecchia casa, soffocando a stento i colpi di tosse per via della cenere.
Cominciò a tastare lungo le pareti, togliendo la polvere, fino a trovare un'asse che si era mantenuta stranamente bene.
- Eccoti qui... - con un calcio, l'asse cadde a terra, sollevando un nuvolone di cenere.
Si coprì la bocca, cominciando a tossire come una pazza - Brutta idea, pessima idea! -
Una
volta ripresasi dall'assalto della cenere, entrò nel piccolo
stanzino che si era andato a rivelare, cominciando a cercare quello per
cui era andata lì in primo luogo.
Dopo
una buona mezz'ora di ricerche tra vari rotoli danneggiati dall'intenso
calore delle fiamme che avevano appiccato le guardie la notte del
massacro, riuscì a rinvenire quello che interessava a lei.
- Finalmente... -
-
Oi! Hidan dove cazzo sei finito?! Dobbiamo andare in missione! - urlai,
guardando lo sguardo di Kakuzu farsi più cupo ogni minuto che
passava.
- Gli avevo detto di farsi trovare pronto. - fece cupo, incrociando le braccia sul petto
- Gli avevo ripetuto di farsi trovare pronto - replicai io.
- Arrivo! Arrivo cazzo! - si sentì una replica provenire dai meandri del covo.
E infatti, una decina di minuti dopo, arrivò.
Scoppiai a ridere talmente forte che mi piegai a metà, con le lacrime gli occhi.
- Fanculo, non ridere! - mi urlò dietro lui, puntandomi un dito contro.
-
Ma come faccio a non ridere? - continuai imperterrita, osservandolo
attentamente lottare con i suoi stessi capelli - Sembri un pazzo! -
- Non abbiamo il tempo per queste cose! - sbottò Kakuzu, prima di avviarsi fuori dal covo.
Lo seguii praticamente subito, continuando a ridere mentre sentivo Hidan sbraitare come un matto contro sè stesso.
Sarebbe stata una missione divertente.
Circa
mezza giornata di viaggio dopo ci trovavamo in un territorio famoso per
le molte bande di ninja traditori che vi si aggiravano.
Una miniera d'oro per Kakuzu, in altre parole.
Quindi
immaginatevi la mia sorpresa, e di conseguenza il mio semi-infarto,
quando mi vidi spuntare nel bel mezzo della strata Shira.
- Che cazzo?! - urlò Hidan, che mi camminava di fianco, impugnando la sua falce.
-
Fermi! Non sono qui per farvi del male! - fece lei, mettendo in alto le
mani per far vedere che era disarmata e che non stava facendo alcun
sigillo - Devo solamente consegnare una cosa ad Haiiro! -
Passai in mezzo ai miei compagni di squadra - Shira? Che cazzo...? - mi vidi lanciare in mano una pergamena.
- Una cosa che ti farà parecchio comodo. E stai lontana dal villaggio, papà ti cerca -
-
Che... Che ti è successo alla faccia? - la guardai, infilando
nella cappa il rotolo senza prestargli particolare attenzione - E''
stato lui? -
- Mi sono rifiutata di portarti da lui... Non preoccuparti. -
- Come "non preoccuparti"?! - mossi un passo verso di lei, ma si ritrasse.
-
Se non ritorno mi succederà ben di peggio... Ci si vede
sorellina - sorrise dolcemente e, in un baleno si era dileguata fra gli
alberi.
Quando tornammo dalla missione, un paio di settimane dopo, non mi ricordavo nemmeno più del rotolo.
Dopotutto quando si inseguivano le taglie che Kakuzu sceglieva, non c'era mai tempo per riposare.
Quindi,
quando mi buttai semi-morta sul letto che oramai condividevo con Hidan
e venni quasi pugnalata dal rotolo, mi ricordai finalmente della sua
esistenza.
Lo tirai fuori dalla tasta e lo srotolai, leggendo il titolo:
Shikaku - Kuragari no kekkei-genkai
____________________________________________________________________________
Ehilà gente!!
Non posso crederci, sono finalmente tornata a pubblicare!
Posso solamente scusarmi per il mio orrendo e oscenamente enorme
ritardo, ma questo periodo è stato terrificante in ambito
scolastico e non .-.
Quindi ci ho impiegato due mesi a scrivere solamente questo capitolo,
ritagliando qualcosa come un'ora alla settimana ( troppi compiti e
verifiche/interrogazioni )
Ad ogni modo, mi dispiace!
Anche perchè la mia ispirazione per un po' è proprio morta XD
Detto questo spero che il capitolo vi piaccia!
( E per quelli che mi chiedevano di inserire il combattimento a
Konoha... Ci ho provato, seriamente, ma non ho mai visto gli episodi
dell'anime che lo riguardano... Posso provare a scrivere qualcosa nel
prossimo capitolo ^^ )
Ciauuuu!
Alice_
|
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Capitolo 27 *** Konoha under attack! ***
Love is truly blin cap 27
Mi
appoggiai al tronco di un albero poco lontano dalle mura di Konoha,
aspettando che Pain e Konan mi raggiungessero per cominciare la
missione di cattura del Jinchuuriki del kyuubi.
Ero stata convocata il giorno prima e mi era stato detto di recarmi al villaggio e aspettare lì il loro arrivo.
Perchè poi volessero me ta tutti gli altri Akatsuki, rimarrà un mistero irrisolvibile.
Sospirai, estraendo dalla cappa il rotolo che mi aveva consegnato mia sorella,prima di aprirlo e cominciare a leggerlo.
Tanto valeva spendere il tempo della mia attesa in maniera proficua.
Queste sono le memorie di tutti i guardiani del clan Kuragari, in una raccolta che narra l'intera storia dello Shikaku.
La
lettura di questo documento è permessa solamente a coloro che
devono aggiungere la propria testimonianza e questo è a sua
volta permesso solamente a chi è un guardiano.
Nella
legge del clan i capi sono i più abili nel governare lo Shikaku,
quindi non è un titolo trasmesso ereditariamente.
Tsuko Kuragari, Paese del Ferro
Ho
deciso di cominciare a scrivere le mie memorie perchè oramai
realizzo che le forze mi stanno abbandonando e non posso permettere che
tutte le mie conoscenze in materia dello Shikaku vadano perse.
Dovevo
avere all'incirca undici anni quando attivai i miei occhi, come
risultato dell'aver visto morire in missione il mio sensei. Essendo un
orfano, per me era come un padre.
Venni emarginato dopo che, per sbaglio, quasi uccisi mia sorella.
Tutti mi tenevano lontano, come se solamente con la mia presenza potessi portargli sfortuna, come se potessi ucciderli tutti.
E in alcuni momenti non desideravo fare altro, con tutti gli sguardi che mi lanciavano quando credevano non guardassi.
Li odiavo. Li odiavo con tutto il mio cuore.
Poi arrivò lei.
Naoko, si chiamava.
La
meraviglia di avere qualcuno che finalmente non mi respingeva rese
tutto più sopportabile. Un paio di mesi dopo il suo arrivo al
villaggio scoprì anche lei i miei occhi, ma, a differenza di
tutti gli altri, non ne fu spaventata, ma affascinata.
Continuava a farmi domande, curiosa più di quanto non fossi io.
E così mi resi conto di quanto poco sapessi dei miei stessi occhi.
Così
cominciammo a " documentarci ", una serie di esperimenti, per
così dire, mirati a capire quanto chakra consumava l'attivazione
della mia abilità.
In
quel periodo una nuova famiglia prese il potere nel territorio. In
breve tempo ci ritrovammo allontanati, cacciati come due fuorilegge.
Naoko poteva evitare la mia stessa sorte, ma ci eravamo affezionati
troppo l'uno all'altra.
Nel
corso della coppia di anni successivi ci spostammo dalle fredde terre
del paese del Ferro, fino a quelle nel circondario del Villaggio della
Foglia. All'epoca appena fondato.
Il
legame tra me e Naoko diventò ogni giorno sempre più
forte finchè, prevedibilmente, decidemmo di rimanere insieme per
sempre.
Ci sposammo tre anni dopo e nacque nostro figlio Haku.
Eravamo felici, una famiglia.
Quello che mi era sempre stato negato.
Haku creebbe, diventò un giovane forte e sano e scoprì di possedere la mia stessa abilità.
Naturalmente lo allenai a controllarla, ma la tragedia avvenne lo stesso.
E come potevo prevedere la comparsa di quella che pareva essere una versione potenziata dei miei occhi?
Come potevo sapere che non causavano dolore, ma provocavano la morte di quello che veniva guardato?
Lo scoprii nel peggior modo possibile.
Quel giorno persi Naoko.
Ma
ho continuato ad allenare mio figlio, perchè dopotutto colpa sua
non era. E poi una parte di lei viveva in lui, sicuramente. Aveva il
suo carattere.
Adesso sono troppo vecchio, e oramai Haku è diventato un uomo. Ha preso moglie e hanno due bambini.
Non potrei essere più felice di così.
Haku Kuragari, Paese del Fuoco
Non ho molto da aggiungere alla testimonianza di mio padre.
Posso solamente descrivere quello che, insieme, abbiamo deciso di chiamare" Reiko ".
Questi
occhi sono molto diversi da quelli che avevo da piccolo, non solamente
in aspetto. Sono un'arma letale, per colpa loro ho perso mia madre.
Inoltre
hanno gravi ripercussioni sul mio fisico se usati troppo
frequentemente; provocano forti emicranie e febbri brucianti,
accompagnate da una debolezza generale che affievolisce i sensi.
Per i posteri il mio consiglio è dunque di limitarne l'uso allo stretto indispensabile.
Come
ho già detto non ho nulla da aggiungere alla testimonianza di
mio padre poichè, siano lodati i Kami, nessuno dei miei figli ha
manifestato l'abilità oculare.
Meglio così per me. Non ha fatto altro che causare dolore.
- Haiiro. -
Feci un salto non indifferente nel sentire la voce monotona e metallica
del capo così vicina e, riposto il rotolo al sicuro nella cappa,
sollevai lo sguardo, inclinando la testa in segno di rispetto -
Pain-sama, Konan-san... - mi tirai in piedi velocemente.
Annuirono a loro volta, prima di rivolgere lo sguardo verso il
villaggio della foglia - Hanno eretto una barriera che li allerta se
qualcuno di non autorizzato la oltrepassa. - fece atono il capo.
- Eppure Itachi e Kisame sono stati in grado di infiltrarsi abbastanza facilmente... - fece Konan, assottigliando lo sguardo.
- Be'... Da quello che so Itachi era un ANBU qui, probabilmente sapeva la parola d'ordine... - parlai
- Probabilmente hai ragione. - concordò la blu
- Quindi come facciamo ad entrare? - chiesi, riaggiustandomi la cappa
che, stando seduta, aveva preso una piega davvero fastidiosissima - Ci
scoprirebbero nell'arco di pochi secondi-
- Gli faremo che siamo di meno - replicò Pain - Lo
spiegherò anche a te. Ci divideremo in due squadre; una con
azione diversiva, composta da Shurado, Chikushodo e Gakido e una di
ricerca, formata da Tendo, Nigendo, Jigokudo. Tu e Konan andrete con la
squadra di ricerca. -
- Hai.* - feci, in mancanza di meglio da dire, visto come avevo
scoperto solamente quel giorno dell'esistenza di così tanti Pain
diversi.
E non avevo capito un cazzo.
Avrei semplicemente seguito Konan, visto che era l'unica che sapevo riconoscere.
Vidi uno dei corpi catapultare l'unico femminile sopra il villaggio e, poco dopo, gli altri cinque erano scomparsi.
- Konan-san, sono confusa -
Lei scosse la testa - Non eri stata informata dopotutto. -
Ebbe la gentilezza di spiegarmi quale corpo era quale e che diamine dovessi fare.
- Arigato. Ora possiamo andare - ghignai e feci scivolare la spada
fuori dalla manica della cappa, per poi attivare il terzo stadio.
Il villaggio non era messo bene. Proprio per niente.
Non si poteva camminare, detriti ovunque, un polverone che impediva di
prendere più di due boccate d'aria senza mettersi a tossire come
dei disperati.
Le continue esplosioni non rendevano certo il quadretto più invitante, assieme con gli animali evocati da Chikushodo.
Oddio, animali mica tanto.
Continuai a setacciare le strade in cerca di qualche ninja da poter interrogare.
- Ferma Akatsuki! - e invece avevano trovato loro me.
La mia solita sfiga.
Mi girai, trovandomi faccia a muso con un cane della stazza di un lupo
bello grosso - Un cane...? - feci, spiccando un salto indietro.
- Il suo nome è Akamaru e io sono Kiba Inuzuka! - il tipo in
"sella" al cane ghignò, confidente all'ennesima potenza nelle
sue abilità - E adesso non hai scampo -
- Ma fammi il piacere... Non dovevo avere scampo un altra manciata di
volte, ma come vedi, sono ancora qui. Ma ora, passando alle cose
importanti. Dove si trova Naruto Uzumaki?- misi su la mia espressione
neutra, scrutandolo attentamente per qualche segno che mi potesse dire
se mentiva o meno.
- Tch, Naruto è uno dei miei amici più cari, se pensi che
dirò a voi Akatsuki dove si trova sei proprio fuori strada.
Andiamo Akamaru! Facciamogliela vedere! - il cane prese a ringhiare
avvicinandosi pericolosamente e facendomi prendere qualche passo
indietro, finchè non mi trovai con la schiena al muro.
- Hai paura forse? - ghignò il ragazzo, facendomi venire una voglia assurda di spaccargli la faccia.
Ghignai - Che cosa te lo fa pensare? -guardai negli occhi il cane che
guaì forte e disarcionò il ninja, per poi cadere a terra,
svenuto.
Appena mi arrivò vicino lo presi per il collo e lo sbattei
contro la parete, puntandogli la spada alla gola - Ora parla,
altrimenti sei morto. Dove si trova il jinchuuriki. -
- Tch... Non te lo dirò mai, preferisco morire - sorrise beffardo.
Soffocai un'esclamazione di dolore sentendo i marchi dell terzo stadio
cominciare a formarsi, a partire dagli occhi - Nessuno vuole mai
collaborare con noi... Mi chiedo come mai a questo punto - feci
sarcastica, incrociando il suo sguardo.
La reazione fu immediata: un urlo di dolore abbastanza forte da essere sentito da tutti i ninja nelle vicinanze.
Cazzo, non lo avevo calcolato.
Lo sbattei di nuovo contro la parete, sentendo il bruciore dovuto alla
formazione dei simboli aumentare sempre di più in
intensità - Dimmi quello che voglio sapere e ti lascerò
andare. -
Aprì un occhio e mi guardò con aria di scherno - Puoi sognartelo -
- Bah - lo lasciai cadere a terra - Non ho voglia di ucciderti. E non
potresti muoverti in ogni caso grazie al terzo stadio - spiccai un
salto e mi allontanai in fretta, saltando su quello che rimaneva dei
palazzi.
Continuai ad allontanarmi,tramortendo tutti quelli che cercavano fi
ostacolarmi e recandomi verso la zona del villaggio dove si vedeva il
maggior numero di esplosioni, quando un urlo parecchio stridulo mi
fermò.
- Mamma! Papà! - mi girai verso il punto di provenienza della voce, senza trovare però il proprietario.
- Stai calmo Tetsuya! Adesso ti veniamo a prendere! - urlò un
uomo, più in basso, in mezzo alla strada. Dalla mancanza
dell'uniforme degli shinobi di Konoha, doveva essere un civile. Insieme
con la donna che, di fianco a lui piangeva.
L'edificio non avrebbe retto per molto, a giudicare dalla moltitudine di crepe che si stavano diramando dalla sua base.
Rimasi interdetta per qualche secondo sul da farsi, per poi decidere
che avevo una coscienza anche io e buttarmi nel palazzo, sfondando una
finestra.
A quanto pareva i genitori dovevano aver visto le nuvole rosse - Tetsuya, scappa! -
Mi guardai attorno in cerca del bambino, trovandolo poco dopo e
avvicinandomi piano - Non... Non voglio farti del male. Ti riporto dai
tuoi genitori - feci, tendendo una mano verso di lui e sorridendo al
meglio delle mie capacità.
- Dalla... Dalla mamma e dal papà? - fece, togliendosi da sotto
il tavolo che gli aveva fatto da nascondiglio e avvicinandosi a me.
- Esatto - si sentì una specie di boato provenire dal basso,
accompagnato dalle urla dei due in strada - Svelto Tetsuya! - lo tirai
verso di me e mi sporsi dalla finestra.
- Dobbiamo saltare, pronto? - dissi, cercando di prepararlo un minimo alla caduta.
L'edificio cedette, facendomi perdere momentaneamente l'equilibrio e facendoci precipitare nel vuoto.
Fortunatamente riuscii a girarmi a mezz'aria, atterrando più o
meno bene e facendo scendere il bambino - Grazie! - fece, prima di
correre dai suoi genitori che mi guardarono stupiti, prima di scappare.
Accennai un sorriso, prima di piegarmi in due e cacciare un urlo di
puro dolore, sollevandomi la manica della cappa e notando che i marchi
avevano invaso anche le braccia - Cazzo... - ondeggiai, cercando di
rimettermi in piedi.
Con tutti i ninja che avevo incontrato dovevo aver usato troppo il
terzo stadio per tramortirli e non riuscivo più a muovermi.
Ero un bersaglio dannatamente facile.
Strinsi i denti, facendo giusto in tempo a sentire i simboli ricoprirmi
anche il busto prima di perdere conoscenza per via del dolore.
Quando riaprii gli occhi, la prima cosa che notai fu il verde.
Poi notai gli alberi e, infine, arrivò la sensazione dell'essere sdraiata sull'erba.
Non ero più a Konoha.
Mi tirai a sedere, riacquistando, piano piano, la percezione di ciò che mi stava vicino.
Con quella però ritornò anche il dolore per i marchi che,
notai, avevano bruciato la cappa ed erano arrivati a ricoprire per
intero anche la mia gamba destra.
Mi costrinsi a prendere il rotolo e a leggere, per cercare una risposta.
Sapevo che questi cosi si
formavano quando attivavo il Ken'i, ma non si erano mai sviluppati
tanto, e non avevano mai bruciato fino ad arrivare ad una temperatura
tale da bruciare i vestiti.
Aoi Kuragari, Paese del Fuoco
Sono passati una ventina d'anni dall'ultima testimonianza scritta in questo rotolo.
Io sono la prima donna che ha l'onore di scrivere su questa carta.
La
mia testimonianza, temo, non sarà diversa da quelle precedenti,
vedendo come nulla di nuovo è stato scoperto che non sapessimo
già per mezzo di questi scritti.
Il
piccolo villaggio che aveva cominciato a costruire l'onorevole Tsuko
con suo figlio, adesso è completamente popolato e, in tutto, si
contano cento Kuragari nati e cresciuti qui.
L'unica cosa strana che mi è capitata è stato avere un
sogno particolarmente realistico... Al mio risveglio, sulla mia mano,
era impresso uno strano simbolo. Un triangolo equilatero capovolto
inscritto in una circonferenza.
Non ho idea di cosa voglia dire.
Ryuu Kuragari, Paese del Fuoco
E' successa una cosa inaudita.
Pare che i primi due stadi dello Shikaku non siano i soli, dopotutto.
Mio
fratello, durante una missione ha per caso attivato un'altra fase dello
Shikaku, ma subito dopo la sua pelle ha cominciato a ricoprirsi di
strani marchi neri. Quando ho provato a prenderlo in spalla per
riportarlo al villaggio ho scoperto nel peggiore dei modi che quei
simboli erano roventi in realtà.
Infatti ben presto hanno cominciato a lacerare la pelle.
Ho dovuto lasciare mio fratello per andare a chiedere aiuto e quando sono tornato, i marchi l'avevano ricoperto interamente.
L'abbiamo
stabilizzato appena in tempo, ma è morto pochi giorni dopo, a
causa dell'enorme quantità di ferite che aveva riportato a causa
dei simboli che lo avevano bruciato.
Da
allora ho cercato di scoprirne di più, facendo ricerche per mio
conto che ho tenuto rigorosamente segrete. Non credo che se si
scoprisse l'esistenza di una cosa così pericolosa alcuni
elementi del villaggio resterebbero solamente a guardare lasciandomi
gestire la situazione.
Sfortunatamente sono stato in grado di reperire informazioni molto limitate.
Innanzitutto
sembra essere una versione controllabile dei primi due stati, anche se
presenta un aspetto totalmente diverso. In sintesi il possessore di
questo occhio è in grado di far provare dolore e uccidere a
proprio piacimento, senza sperimentare sulla propria pelle gli effetti
collaterali di Shikaku e Reiko.
La loro mancanza è però controbilanciata dalla presenza dei marchi neri.
Non sono ancora riuscito a capire che cosa inneschi la loro formazione.
Hisako Kuragari, Takigakure no Sato
Sono passati cinquant'anni dalla stesura dell'ultima testimonianza, e sono successe molte cose in questo lasso di tempo.
Tanto
per cominciare tutto il clan si è dovuto spostare dal suo
accampamento nel paese del Fuoco per via di alcune bande di banditi che
continuavano ad attaccare il campo la notte e a razziare le scorte.
Ci
siamo quindi stabiliti al villaggio della Cascata, un posto tranquillo
che ci garantisce protezione in cambio di servigi per il consiglio che
governa il posto.
E' un buon arrangiamento e ci consente di mantenere una certa libertà.
Sono, inoltre, riuscita a trovare una risposta alla domanda del precedente guardiano.
I
marchi di quello che in tutto questo tempo è stato chiamato "
Ken'i ", si formano perchè quel tipo di occhi si nutre della
stessa energia vitale di quello che lo usa, assieme con il suo chakra.
Mano
a mano che i simboli avanzano il corpo si fa più debole,
cedendogli energia e aumentandone il calore e la velocità di
espansione.
Sono una specie di deterrente naturale all'usare troppo il terzo stadio.
Tutti quelli che sono riusciti a conseguirlo, alla comparsa dei marchi sono morti.
Probabilmente per superbia; credevano di essere in grado di controllarli.
Solamente
una persona è riuscita a farli retrocedere, riuscendo a
limitarli alla zona vicina agli occhi. Incredibile a dirsi, è
proprio mio figlio che ci è riuscito, meditando per un'intera
giornata e ricorrendo all'uso della sua abilità solamente quando
strettamente necessario.
Forse lui sarà in grado di trovare le risposte mancanti.
Stavo seriamente rischiando di bruciare il foglio e dovetti riporlo nuovamente.
E poi mancava la luce per continuare a leggere.
Aspetta... Cosa?!
Come diavolo faceva in pieno giorno a mancare la luce!?
Alzai lo sguardo e mi morì il respiro in gola.
Che... Che cosa cazzo era quella palla di roccia sospesa in cielo?!
Mi alzai a fatica, dirigendomi verso quella cosa enorme, giusto in
tempo per vedervi spuntare la testa di quella che doveva essere la
volpe a nove code.
Deglutii rumorosamente e continuai ad avvicinarmi, prima di essere
agguantata per un braccio e tirata nel tronco cavo di un albero -
K-Konan-san? -
Notai poi un altro ragazzo, scheletrico, con i capelli rossi e che possedeva il rinnegan.
Quindi era lui il vero Pain... - Uh... Yoroshiku * - fu tutto quello
che riuscii a dire, prima che una nuova scossa di bruciante dolore mi
mandasse a terra, facendomi perdere i sensi una seconda volta.
_______________________
Saaaalve gente!
Ci sono riuscita, ho aggiornato tutte e tre le mie storie in un giorno solo! Fatemi un monumento uwu
No, non è vero, mi accontento che non mi scanniate XD
Ad ogni modo, siccome è tardi e domani mi attende un noiosissimo giorno di scuola, taglio corto XD
Grazie per avere letto!
Ciauuu!
Alice_
Hai: sì
Yoroshiku : Piacere di conoscerti
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Capitolo 28 *** A new mission ***
Love is truly blind cap 28
- Sospettavo saresti arrivata a quasi ammazzarti. Ma mi interessa tenerti in vita -
- Ti interessa tenermi in... Eh? - feci, passandomi una mano sugli occhi e guardandomi attorno.
A questo punto la volta che mi capitava un sogno normale avrei avuto seriamente paura.
- Sei quasi morta. Ma lo sai, non è vero? - continuò la voce.
Praticamente la sentivo almeno due volte a settimana in ogni singolo
sogno che facevo - Ma chi cazzo sei? - feci una pausa - Non mi rispondi
mai, porca miseria! -
Il mio interlocutore ridacchiò cupamente - Strano che non mi abbia ancora riconosciuto -
Sibilai di dolore e mi strinsi la mano dove il simbolo di Jashin aveva cominciato a bruciare.
Va bene, qualcuno, tra i marchi e quel cazzo di simbolo, stava cercando di farmi arrosto.
- Ancora non ci sei arrivata? -
- E che cazzo! Fa un ma- mi bloccai, guardando la circonferenza con inscritto il triangolo a bocca aperta - Non mi dire che... -
La voce si lasciò andare in una risata - Finalmente! -
- Ora svengo. Di nuovo. - presi un passo indietro - Che diavolo ci fai nella mia testa?! -
- Ti tengo in vita. Per quanto questo vada contro la mia natura - vidi
una figura cominciare a camminare verso di me, finchè non ci
trovammo faccia a faccia - Dopotutto i tuoi occhi li ho creati io -
- ... Nani!? - urlai, guardandolo con gli occhi sbarrati - Non prendermi per il culo, stronzo! -
Inarcò un sopracciglio - E allora come ti spieghi l'essere
sopravvissuta a questo? - mi scostò la cappa dal collo e
tracciò la cicatrice.
- Come...Come fai a saperlo?! - mi allontanai
- Sono un Dio, stupida. - incrociò le braccia sul petto.
Effettivamente avevo letto qualcosa simile al marchio sulla mia mano nel rotolo...
- Allora perchè hai deciso di salvare proprio me? - domandai, continuando ad indietreggiare.
- Perchè hai potenziale - ghignò, cominciando a
camminarmi attorno, come se fossi la sua preda - Non hai ancora idea di
quello che puoi fare -
Lo guardai sospettosa - Cosa stai dicendo...? -
Jashin rise nuovamente - So che cosa hai letto su quel rotolo. Mancano
molte informazioni - ghignò e si avvicinò di nuovo
tracciando uno dei marchi sul mio braccio - Ad esempio questi non sono
un deterrente ad usare i tuoi occhi... -
- Certo certo - mi scostai - Peccato che mi abbiano quasi ucciso. -
- Semplicemente perchè non sai usarli - ghignò di nuovo -
Non hai idea di cosa sei in realtà. Il tuo odio... Riesco a
sentirlo.-
- Il mio...Odio? - feci, inarcando entrambe le sopracciglia e guardandolo di sottecchi - Come fai a sentire il mio odio? -
- Mi sottovaluti, Haiiro. Ma dimmi, prima che ti risponda... Cosa pensi di te stessa? -
- Eh? Che razza di domanda è? - feci, fissandolo come se gli
fosse spuntata una seconda testa - Mi sento perfettamente normale! -
Rise cupo - Potrai sembrarlo a te stessa e a tutti quelli che ti stanno
attorno, ma in realtà tutta la tua rabbia, tutto il tuo
risentimento, stanno solo aspettando il momento giusto per uscire
- si abbassò al mio livello - E lo faranno, fidati. Ma adesso
sveglia, non credo che la tua missione sia finita -
- Ero venuto per parlarti... Ma anche per un altro motivo: verificare i
miei sentimenti... Ma voglio ucciderti così tanto che non riesco
a smettere di tremare! - sentii il rumore di qualcosa di metallico che
toccava terra e aprii gli occhi.
Cercai di alzarmi per vedere la scena, appoggiandomi alle pareti
dell'albero che avevo scoperto essere di carta - Cosa... Dove sono? -
feci con voce roca, alzando lo sguardo per incontrare quello del
jinchuuriki del kyuubi.
- Io... Io ti conosco! - ringhiò, facendomi percorrere la schiena da un brivido.
Mi affrettai a rimettermi in equilibrio, assumendo una posizione di difesa.
Col cavolo che sarei stata in grado di combattere con tutte le ustioni
che i cari marchi avevano lasciato sul mio già martoriato corpo.
- Sì. Ci siamo già incrociati quando hai cercato di
uccidere il mio sensei. - cercai di mantenere un'espressione il
più neutrale possibile.
Dopo aver visto di cosa era capace quando infuriato non tenevo particolarmente a ripetere l'esperienza.
Invece, contrariamente alle mie aspettative, assunse un'espressione addolorata.
Ringhiò di nuovo e si scagliò contro Nagato.
Decisi di seguire Konan e mi parai con lei di fronte al ragazzo, pronta a difenderlo dall'attacco del jinchuuriki.
Si fermò poco prima di colpirci, lasciando cadere il braccio che aveva tirato indietro per tirare un pugno.
- L'ero-sennin mi aveva detto di credere che un giorno tutte le persone
avrebbero imparado ad andare d'accordo fra loro... Allora non ci badai
particolarmente, perchè ero solamente felice di essere
considerato suo studente... - fece una pausa abbassando lo sguardo -
Ora finalmente capisco che cosa voleva dire... Ma è difficile. -
- Sigifica comunque che non puoi perdonarmi. Quello che aveva in mente
Jiraya-sensei era un vecchio ideale che non potrà mai essere
realizzato. Se mi ucciderai, adesso, sarà solamente per il tuo
piacere personale, per quella che tu consideri essere giustizia. Fa
pure. Come puoi ancora credere nel sogno di Jiraya-sensei dopo aver
visto come è realmente la realtà? - parlò il capo, assumendo uno sguardo duro.
Naruto ( sì, il nome me lo ricordavo ) abbassò nuovamente
lo sguardo - C'è una cosa che ho voluto chiederti da quando ho
scoperto che eri uno studente dell'Ero-sennin... Come hai fatto a
finire così!? So che non siete come i membri dell'Akatsuki che
uccidono la gente per puro divertimento... -
Mi morsi un labbro.
Com'è che credevo si riferisse a Hidan e Kakuzu?
- ... Ma non so nulla di voi. Quindi voglio sentire la vostra storia, poi vi risponderò -
- Così sia allora. Ti racconterò la storia del nostro
dolore. -
Ascoltai attentamente, mentre cominciava a raccontare la storia della sua vita.
Sinceramente, mano a mano che proseguiva, mi sembrava sempre più difficile considerarlo come il cattivo di turno.
In fin dei conti il suo ideale era nobile, o meglio, l'ideale del suo amico, che poi era diventato il suo, lo era.
Certo, magari poi il modo con cui lo aveva perseguito non era uno dei
migliori che si sarebbero potuti pensare, ma si era proposto un bene
superiore, un mondo dove tutti avrebbero potuto vivere in armonia...
Lo guardai con la coda dell'occhio, continuando ad ascoltare attentamente il racconto.
- Yahiko era morto. Quindi diventai io il leader dell'organizzazione al
suo posto. Anche se ero cresciuto ero lo stesso di quando erano morti i
miei genitori. Non ero cambiato. Yahiko era un amico insostituibile,
per il quale avrei dato volentieri la vita. La sua morte... E' stato il
secondo grande dolore della mia vita dopo la morte dei miei genitori
per mano dei ninja del tuo villaggio -
Vidi il Jinchuuriki abbassare lo sguardo.
- Da quel giorno i membri hanno continuato a combattere e a morire...
Anche oggi, tutte le tasse degli abitanti del Paese del Fuoco diventano
fondi per la guerra... La pace di voi grandi nazioni si fonda sullo
sfruttamento delle nazioni più piccole! - parlò con
particolare enfasi Nagato - In questo mondo pieno d'odio la vera
pace non potrà mai esistere. Quello che pensava Jiraya-sensei
era appunto solo questo. Un pensiero. -
Fece una pausa - Ti ho raccontato la mia storia - fece un cenno col capo - Ora dacci la tua risposta -
Naruto abbassò lo sguardo - Ora capisco da dove vieni... Ma non
posso perdonarti. Ti odio ancora. - fece una pausa - Ma... Ma voglio
credere in quello che mi diceva l'ero-sennin. Voglio credere in un
mondo dove le persone possano essere capaci di vivere in armonia.
Questa è la mia risposta -
- Non prenderti gioco di me, ragazzino! - ringhiò Nagato, assottigliando lo sguardo - Non è possibile una vita così in questo mondo maledetto! -
- Allora romperò questa maledizione. Se c'è una
possibilità, anche una sola, di avere la pace, io sarò in
grado di coglierla! - tirò fuori un libricino, mostrandocelo.
Io, nella mia ignoranza, non capii proprio niente... Non riuscivo nemmeno a leggere il titolo, a dirla tutta.
Nagato, invece, sembrò riconoscerlo e sgranò gli occhi
- Quel libro... - fece una pausa - Mi stai chiedendo di fidarmi
di te.... Ma cosa mi garantisce che riuscirai a perseguire il sogno di
Jiraya-sensei? Io non posso saperlo, come non puoi saperlo tu. Potresti
vacillare, per quanto ne so. - assottigliò lo sguardo.
Mi stavo facendo ogni secondo più confusa, non sapendo nè
chi cazzo fosse questo fantomatico Jiraya-sensei nè quale cavolo
fosse il suo sogno.
Aiuto.
- Perchè anche io ho conosciuto il dolore. Ero un emarginato da
piccolo e ricorrevo a scherzi stupidi per attirare l'attenzione degli
abitanti di Konoha. Non avevo nessuno e nessuno voleva saperne di me.
Il nome dell'eroe di questo libro è Naruto. Se questo eroe
dovese cambiare allora sarebbe un'altra la storia scritta in questo
libro! Io non cambierò, e realizzerò il sogno di
Jiraya-sensei, proprio come in questo romanzo! -
- Se l'eroe dovesse cambiare sarebbe un'altra storia... - ripetè
fra sè e sè il capo - Io e te siamo discepoli dello
stesso maestro... Capaci di comprenderci. Prima l'ho detto come una
battuta. Sei un individuo curioso. - fece una pausa - Non sono mai
stato capace di credere fino in fondo in Jiraya, o in me stesso. Ma
tu... Tu, a differenza mia, camminerai verso un futuro diverso.- disse,
rimuovendo entrambe le braccia da dove erano inserite - Credo che
avrò fiducia in te, Uzumaki Naruto. - formò un sigillo -
Gedo Rinne Tensei no jutsu -
- Nagato, no! - fece Konan, muovendo un passo verso di lui, prima di essere fermata.
- Va tutto bene Konan. -
Lei si morse un labbro.
MI avvicinai a mia volta - Cosa...? -
- Nagato è il settimo Pain. La sua abilità oculare
può manipolare la vita e la morte. Ed è quello che sta
facendo adesso. - abbassò la voce perchè potessi sentire
solo io - Ma con il suo corrente livello di chakra... - lasciò
in sospeso la frase, ma non era un mistero che cosa succedesse a
qualunque ninja finisse completamente la sua riserva di chakra.
- Non possiamo... Che so, dargli il nostro? - feci, mordendomi un labbro - Proprio non è possibile salvarlo? -
Lei scosse la testa - Il suo fisico è il problema. E' troppo
debole per poter sopportare questa tecnica. - abbassò lo sguardo.
Osservai completamente impotente mentre i capelli del capo perdevano il loro colore rosso e diventavano completamente bianchi.
- Cosa... Cosa sta succedendo? - fece il jinchuuriki, prima che una
lumaca davvero inquietante uscisse dal colletto della giacca che
portava.
- Tutti gli abitanti del villaggio stanno tornando in vita! - esclamò, sistemandosi sulla sua spalla.
Guardai di nuovo Nagato e sospirai, distogliendo poi lo sguardo.
- La guerra è così. - parlò, dopo aver sciolto la
tecnica - Infligge dolore ad ambo le parti che la combattono. - prese
un respiro per continuare - Ridare la vita ai cittadini che ho ucciso
è il minimo che possa fare. Inoltre, siccome adesso tu sei la
miglior possibilità per la pace di questo mondo... Voglio essere
sicuro che tu sia protetto a sufficienza. Haiiro rimarrà con te
finchè il corpo di guardia del villaggiò non sarà
completamente ristabilito. Il mio lavoro termina qui, Naruto Uzumaki.
Credo fermamente che tu possa portare la pace in questo mondo. -
Non osai contestare le sue parole e abbassai lo sguardo.
- Che farai ora? Ritornerai all'Akatsuki? - chiese a Konan, mentre
finiva di avvolgere nella carta che utilizzava anche per combattere i
corpi di Tendo e Nagato.
- No, me ne andrò per conto mio. Nagato e Yahiko - fece un gesto
del braccio verso i due corpi - Erano tutto ciò che avevo. I
loro sogni ora vivono in te -
Creò un mazzo di fiori di carta e glielo porse - Spero che
questa volta tu sia il fiore della speranza che non appassirà
mai. -
Naruto sorrise - Certo -
Konan poi si girò verso di me - Me ne torno ad Amegakure. Quando
ritorni al covo ti conviene lasciare l'organizzazione... Ora che Nagato
è morto non so bene che cosaa possa succedere. E cerca di
portare con te anche gli altri.
- Ci proverò, Konan-san... - feci, annuendo - Sayonara -
- Addio - e in una folata di vento, accompagnata da una miriade di foglietti di carta, era sparita.
- Quindi... Tu saresti? - chiese, girandosi verso di me.
- Haiiro - risposi, accennando un sorrisetto - Ma mi conosci già -
- Sì. Mi ricordo di te. Eri con i due che avevano catturato
Gaara e con quelli che avevano ucciso Asuma-sensei - si rabbuiò.
- Esatto. - sarei come minimo morta.
Grazie Pain, grazie tante!
- Ma non ricordo tu abbia fatto niente - mi guardò - Andiamo, devo fare una cosa -
- Va bene - lo seguii senza dire una parola.
Arrivammo in un bosco, dove si mise a costruire quello che aveva tutta
l'aria di essere un memoriale, prima di posarci sopra un libro, poi,
senza voltarsi, mi spiegò - Era il mio sensei... Il mio mentore.
-
- Capisco. Mi... Mi dispiace - feci, piegandomi in un leggero inchino.
- Però l'ero-sennin non avrebbe voluto che mi deprimessi...
Andiamo dai - sorrise e si avviò con passo stanco verso il
villaggio della foglia.
Lo seguii - Sembri stanco... Sicuro di non volere una mano? Posso portarti fino a Konoha - gli appoggiai una mano sulla spalla
- Hm... Si grazie. - mi passò una mano sulle spalle.
O almeno, lo stava per fare, prima che mi trovassi un kunai conficcato in una spalla.
Cacciai un urlo e indietreggiai, portando una mano alla ferita ed estraendo con un movimento secco la lama - Ma che cazzo?! -
- Vattene Akatsuki, abbiamo vinto - fece il nuovo arrivato, parandosi
di fronte a Naruto con fare protettivo - Altrimenti morirai -
- Kakashi-sensei, lei è dalla nostra parte! - replicò il
biondo, prendendo una spalla del maestro - E' tipo la mia... Guardia
del corpo. -
- Una di Alba? Perdonami, ma non ci credo. Loro vogliono te. -
- E sarei qui da sola? - soffocai un gemito di dolore - Non regge molto come logica -
Mi guardò sospettoso - Dammi le mani. - ordinò, prendendo
dalla sua sacca delle armi una corda metallica, di quelle che si
utilizzavano per applicare le carte bomba ai kunai.
Io eseguii, non potendo fare molto altro, osservandolo con crescente
irritazione legarmi i polsi assieme. E con quella cazzo di spalla
ferita non è che fosse una posizione proprio piacevole.
- Mi dispiace Haiiro- cominciò, ma lo interruppi.
- Non scusarti. Dopo quello che è appena successo non credo che
vedano di buon occhio la mia uniforme. Immaginavo sarebbe successo. -
Quando arrivammo al villaggio ero seriamente convinta che sarei morta.
Naruto era stato accolto tra le urla di apprezzamento generale, assieme
al ninja copiatore, mentre io ero stata circondata istantaneamente da
una decina di ANBU.
Alzai praticamente subito le mani, e lasciai che prendessero la mia
spada e la mia borsa delle armi, prima che mi conducessero da una donna
con lunghi capelli biondi, raccolti in due codini - Hokage-sama, ne
abbiamo preso uno -
- Sì, perchè tutto il lavoro l'avete fatto voi, eh... - roteai gli occhi - Tch... -
Probabilmente avrei dovuto aver seriamente paura dell'avere davanti
l'Hokage in carne e ossa... Ma tanto ero già nella merda
così.
- Hm. Come mai non te ne sei andata? - fece, incrociando le braccia sul
petto e guardandomi sospettosa - Naruto vi ha sconfitto -
- E' proprio per lui che sono qui... Vede... Il mio capo mi ha dato la
missione di proteggerlo finchè non avrete ristabilito il corpo
di guardia. - feci una pausa - Controlli pure nella mia mente. Non sono
al corrente dei piani dell'organizzazione, ma vi dovrebbe dimostrare le
mie intenzioni -
- E sia. Non ho altro modo per verificare che tu stia dicendo il vero,
dopotutto. Andate ad avvisare Inoichi. Domani procederemo. -
E così il giorno dopo mi ritrovai ancora più legata di
prima in una delle stanze di uno dei pochi edifici che erano rimasti in
piedi dopo l'assalto di Pain.
Scossi la testa per darmi una svegliata, notando l'entrata di un uomo
nella stanza - Tsunade-sama, buon giorno. Suppongo questa sia
l'akatsuki che devo esaminare - fece, osservandomi attentamente.
Era scemo, non c'erano altre spiegazioni.
Quante cazzo di persone c'erano in quella stanza con la cappa dell'organizzazione!?
- Esatto Inoichi. Voglio sapere perchè si trova qui. -
L'uomo annuì e mi si avvicinò, mettendomi una mano sul
capo, - Sto per cominciare. Non opporre resistenza, oppure farà
male -
Quando sentii il suo chakra cominciai a sentirmi leggermente confusa;
lucida abbastanza da capire che cosa succedeva intorno a me, ma non
abbastanza da, ad esempio, sostenere una conversazione.
- Si chiama Haiiro Kuragari. - dopo qualche minuto di frugare nella mia
testa espresse il suo verdetto, rimuovendo la mano - Dice il vero.
Suppongo che ci si possa fidare. La sua abilità comunque
potrebbe rivelarsi un problema. Da quello che ho visto nella sua mente
è in grado di uccidere con un solo sguardo -
- Sì, ma non lo farei. Scusatemi, che cosa ne trarrei? Sono
circondata da gente che è pronta ad uccidermi - feci spallucce -
E poi starei male anche io -
- Rilasciatela - parlò l'Hokage - Ma voglio che ci sia sempre un ANBU a controllarla. -
Mi portarono in una delle stanze del palazzo dell'Hokage ( che ancora
era in piedi, sebbene avesse delle crepe che mi spaventavano ) e mi
diedero dei nuovi vestiti, per rimpiazzare quelli che avevo bruciato.
Erano dei semplici pantaloni neri e una maglia parecchio larga rosso
scuro... Che però doveva essere stata parte di un kimono, vista
l'apertura sul davanti che mi lasciava scoperto ehm... Più o
meno tutto.
Quindi mi diedero una specie di mezza maglia di rete, perchè
sarebbe stata più facile da rimpiazzare avessi dovuto bruciare
di nuovo i miei vestiti. Alla faccia del risparmio, questi facevano
concorrenza a Kakuzu!
__________________________________________
Ehilà gente!
Sì, non state avendo un'allucinazione, ho veramente pubblicato .-.
Scusatemi, ma in questo periodo ho avuto problemi di salute e il mio PC
è stato lì a prendere polvere per due settimane XD
Ad ogni modo, siccome è Maggio non so cosa aspettarmi dalla
scuola, ma cercherò di rimanere il più costante possibile
con gli aggiornamenti ^^
Ciauuuu!
Alice_
|
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Capitolo 29 *** The new threat ***
Love is truly blind cap 29
- Stai cercando freneticamente una risposta. Lo sento -
Roteai gli occhi, rifilando un'occhiataccia al mio interlocutore - Se
mi metti le pulci nelle orecchie non posso farci niente. E poi è
una cosa che mi riguarda, non puoi davvero aspettarti che non cerchi
nemmeno di scoprire che cosa siano. -
Jashin rise, facendosi avanti in quella che credevo essere la sua "
forma umana " - Quei marchi sono il mio capolavoro - ghignò - Ma
non ho ancora incontrato un umano capace di comprenderli fino in fondo.
Tu mi piaci, quindi, forse, ti darò una mano. - fece una pausa -
Se mi va -
- Vaffanculo - sibilai, dandogli le spalle.
Lui scoppiò a ridere - Pensaci pure quanto ti pare, ma non credo arriverai mai alla soluzione senza il mio aiuto -
Mi rigirai verso di lui, sbuffando - Se sei qui per prendermi per il culo puoi anche andartene eh... -
- Al contrario, è troppo divertente guardarti mentre ti affanni
a cercare una risposta che non troverai. - ridacchiò in maniera
inquietante
- ... Vai a farti fottere - gli feci elegantemente il dito medio e mi
rigirai, determinata a ignorarlo per il resto del mio improbabile sogno.
- Ecco perchè mi piaci; mi mandi a quel paese come fossi un comune mortale. - rise di nuovo - Hai fegato -
- Senti, grazie del complimento e tutto... Però cazzo, se non mi
vuoi proprio dare una mano... Cuciti quella cazzo di bocca! - sbottai,
per poi incrociare le braccia sul petto e tornare ad ignorarlo.
- E va bene... - potevo sentire il suo ghigno - Ti dirò che cosa sono -
Rimasi in silenzio, aspettando il resto della frase.
- Ebbene, so- non feci in tempo a sentire il resto della frase che cominciai a svegliarmi.
Mi tirai a sedere nel letto.
Vaffanculo, sapeva che mi stavo per svegliare... Che coglione.
Rimasi qualche secondo a fissare le coperte tutte spiegazzate, prima di
decidermi ad alzarmi e ad andare in bagno per farmi una doccia.
Osservai la mia immagine allo specchio mentre l'acqua si riscaldava, appoggiandomi con entrambe le mani al lavabo.
Sembravo una specie di zombie. Ma non me ne meravigliavo... Nella
settimana precedente avevo dormito si e no tre ore a notte, per paura
che l'Hokage decidesse di liberarsi di me. Ma visto che nessuno era mai
venuto nella mia stanza mi ero tranquillizzata e avevo deciso che
potevo anche rilassarmi un po'.
Aprii l'acqua, mettendo le mani a coppa e raccogliendone un po', prima di sciacquarmi la faccia e sospirare.
Che situazione di merda... Seriamente, nemmeno qualcuno che si fosse
messo seriamente d'impegno sarebbe stato in grado di essere sfigato
come me.
In più avevo il terrore che Hidan avrebbe avuto la bellissima ( ed estremamente stupida ) idea di venirmi a cercare.
Non osavo immaginare che cosa sarebbe potuto succedere se, per esempio, Shikamaru l'avesse visto.
Girai di nuovo la manopola del rubinetto, interrompendo il flusso d'acqua e cominciai a spogliarmi, per poi entrare in doccia.
No, Hidan non doveva venire. Punto e basta.
Kakuzu gliel'avrebbe impedito, vero? Vero?
Appoggiai la testa al muro, cercando di godermi il getto di acqua calda e il profumo del sapone.
Cosa apparentemente impossibile, visto come la mia testa fosse occupata da pensieri tutt'altro che tranquilli.
-Ti consiglierei di stare calma, ma non mi ascolteresti.-
Sgranai gli occhi e mi bloccai a metà dell'atto di lavarmi i capelli - Che. Cazzo. -
-Ti aspettavi davvero che non avrei cominciato a parlarti? - sentii una risata nella mia testa - Illusa -
- Quindi adesso mi romperai i coglioni anche da sveglia? - cominciai a sciacquarmi la testa - Uccidetemi ora. -
- Solo quando sei da sola. In pubblico sarebbe strano se ti mettessi a parlare da sola -
- Hm, come vuoi... Adesso se non ti dispiace ero nel mezzo di una crisi
di nervi - spensi l'acqua e cominciai ad asciugarmi, fermandomi
nuovamente davanti allo specchio una volta completamente vestita.
Dovevo tagliarmi i capelli... Erano diventati troppo lunghi per i miei
gusti. Per combattere non erano esattamente il massimo.
Ad ogni modo non avevo tempo per farlo in quel momento, quindi, presa
la maglia rossa, uscii per le strade del villaggio, alla ricerca del
mio protetto.
Ma quando mai.
Konoha era molto diversa da qualunque altro villaggio dove fossi stata,
decisi, guardando le case che, mano a mano, riprendevano a sembrare
tali, grazie al duro lavoro dei cittadini.
Chiaramente dovetti fare un grosso sforzo per evitare di mettermi a
imprecare contro qualsiasi persona che osasse rivolgere uno sguardo
nella mia direzione non appena passavo loro vicino.
Cazzo, ero lì da una fottutissima settimana!
E stavo cominciando a pensare con la stessa quantità di parolacce di Hidan.
Merda.
Jashin, l'avevo fatto di nuovo.
Scossi la testa, cercando di liberarmi dai miei stessi pensieri, quasi
senza notare la banda di bambini che mi si era parata davanti.
- Ehi, Akatsuki! - urlò uno - Tetsuya continua a dire che l'hai salvato, ma noi non ci crediamo. E' un bugiardo, vero? -
- Eh? - cercai di ignorare tutti gli sguardi che si erano puntati su di
me, mentre guardavo la piccola combriccola ( piccola in tutti i sensi,
eh ),in cerca del bambino che avevo salvato dal palazzo che stava
crollando.
Lo trovai poco dopo che mi guardava con fare speranzoso.
Tornai a guardare il bambino che aveva parlato e, con un sospirone, mi
piegai al suo livello - Sì, dice la verità. -
- Ma voi akatsuki siete tutti cattivi! La mamma dice che dobbiamo starti lontano - protestò il mio interlocutore
- Non siamo tutti dei mostri, piccolo. C'è gente che pur essendo
nell'organizzazione è molto simpatica - ridacchiai - Pensa che
il mio migliore amico va matto per gli esplosivi -
Gli si illuminarono gli occhi - Davvero?! Wow! E... E gli altri? -
Adesso avevo tutta la combriccola di bambini e bambine che mi stava
ascoltando rapita. Fantastico. Proprio a me che i bambini riuscivo a
sopportarli a piccole dosi
- Allora... Uno ha cinque cuori ed è in grado di esercitare
influenza su tutte le nature elementali del chakra... Un altro è
immortale.... Uno si è trasformato in una marionetta... Uno
è uno baka che parla perennemente in terza persona e mi
costringe sempre a giocare a nascondino... Uno è molto simile ad
uno squalo e uno è praticamente una pianta. - feci una faccia
strana, facendoli scoppiare, per qualche ignoto motivo, a ridere.
- E tu? - fece il bambino che aveva iniziato la conversazione - Come ti
chiami? E perchè hai i capelli dello stesso colore di quelli
della nonna? -
Scoppiai a ridere io adesso.
Cioè, era praticamente un insulto, ma faceva troppo ridere il modo in cui l'aveva detto!
Mi ricomposi appena per parlare - Mi chiamo Haiiro. Niente, sono i miei
capelli - feci spallucce - Non ho mica deciso io di che colori averli -
ridacchiai
Inutile dire che da quella chiacchierata, i bambini vennero
a cercarmi tutti i pomeriggi, a volte perchè gli
raccontassi di qualche mia " avventura " a volte per
qualche dimostrazione di ninjutsu e taijutsu.
E stranamente non mi dispiaceva più di tanto.
Tutto procedeva stranamente bene: nessuno aveva attentato alla mia vita
per via della mia condizione di membro di Alba, la gente aveva smesso
di rifilarmi occhiate truci quando mi incrociava per strada... Persino
i ninja non erano più così tesi nel vedermi passare.
Ma sapevo fin troppo bene che non era destinato a durare.
- Haiiro, muoviti dattebayo! Tsunade baa-chan vuole parlarti! -
Sbuffai - Si, arrivo porca miseria... Non c'è mica bisogno di
urlare - mi tirai in piedi, seguendo Naruto fino al palazzo dell'
Hokage.
- Non ti muovi altrimenti - fece spallucce, mentre entrava senza nemmeno bussare e si tirava dietro la sottoscritta.
- Quindi, onorevole Hokage, avrei bisogno di supporto medico per questa delicata operazione -
Assottigliai immediatamente lo sguardo - Tu! - ringhiai, - Che cazzo ci fai qui?! -
L'uomo si girò senza fretta - E' questo il modo in cui si saluta
il proprio padre? - ghignò - Non si preoccupi, Tsunade-sama, ho
tutto sotto controllo - fece poi, sventolando una mano come se nulla
fosse, per calmare gli occupanti della stanza.
- Come osi brutto bastardo!?
So che cosa hai fatto! E hai pure voluto farmi credere che era stata
tutta colpa mia! - nella rabbia mi scagliai in avanti, venendo
trattenuta da un paio di braccia - Lasciami Naruto! Merita di morire! -
- Non so che cosa ti abbia fatto, ma non penso! - rafforzò la presa - Datti una calmata dattebayo! -
Ringhiai - Non lo conosci. Come non conosci me. - mi feci mollare,
senza staccare gli occhi da mio padre - Ha provato ad uccidermi. E
adesso, visto che non ci è riuscito vuole prendere i miei occhi!
Scommetto che è questa l'operazione per cui le ha chiesto aiuto,
Hokage! - sibilai, guardando prima uno poi l'altra.
- Effettivamente mi ha chiesto quello... Dica, questo corrisponde al
vero? - la donna indurì lo sguardo, portando le mani sulla
scrivania.
Mio padre si girò verso di me - Haiiro, non mi hai mai lasciato
spiegare... - si avvicinò, e prima che potessi fare altro, mi
aveva abbracciata.
Sgranai gli occhi fino al limite del possibile, prima di allontanarlo
con una spinta e guardarlo furiosa - Non osare nemmeno toccarmi
stronzo! -
Come sempre si limitò a ghignare, facendo un piccolo inchino
all'Hokage e, scusandosi, si avviò verso la porta, fermandosi di
fianco a me e dicendo in un sussurro che mi fece rabbrividire - Tra tre
giorni. Alla cascata del villaggio. Non mancare, altrimenti i tuoi
fratelli... - fece il gesto inconfondibile di passarsi il pollice sulla
gola e aprì la porta, sparendo nel corridoio.
Rimasi a fissare il vuoto per un bel pezzo.
- Oi. Oi! Oi! - mi venne sventolata una mano in faccia - Haiiro-chan, sveglia dattebayo -
Scossi la testa - Sto bene... Sto bene... - sollevai lo sguardo - Per
cosa mi ha fatto chiamare Hokage-sama? - parlai, cercando di mantenere
un tono di voce neutrale.
- Abbiamo ristabilito il corpo di guardia. Sei libera di andare.- fece
una pausa - Katsuyu mi ha riferito della decisione che ha preso la tua
compagna. Se dovessi prendere la stessa sei libera di tornare -
Sbattei le palpebre un paio di volte, stupita all'ennesima potenza, riuscendo solo ad annuire in risposta - A-Arigato -
- Potresti anche rimanere qui eh... - fece il jinchuuriki, mentre mi
accompagnava ai cancelli del villaggio - Non mi va molto giù
l'idea di lasciarti ritornare al vostro covo -
- Devo tornare - ridacchiai - Ci sono certe persone che devo convincere
a lasciare Alba. Sono la mia famiglia, non potrei abbandonarle nemmeno
se lo volessi. E comunque ti ho fatto un ricordino - gli lanciai un
involucro fatto molto bene ( prego notare il sarcasmo ).
- Che è? - fece un lavoro veloce dell'incarto, facendone una
palla e ficcandosela in tasca, per poi rigirarsi in mano il piccolo
ciondolo
- E' una cosa che facevano i membri del mio clan che non avevano il
kekkei-genkai - gli spiegai - C'è dentro del chakra. Fulmine nel
mio caso, che puoi usare per difenderti. Ma dato che non ho seguito
proprio benissimo mia sorella quando, da piccola, mi spiegava come
farlo, ti consiglierei di utilizzarlo solo in casi estremi. Come
ultimissima risorsa - mi passai una mano tra i capelli, grattandomi
imbarazzata la nuca - Potrebbe non funzionare poi così bene. -
- Wow... Grazie dattebayo! - fece, guardando attentamente il pendaglio - E buona fortuna - tese una mano.
Lo guardai per qualche secondo, allungando a mia volta una mano e
stringendo la sua - Gambatte anche a te, Naruto Uzumaki. Salutami gli
altri - ghignai, mentre cominciavo ad incamminarmi verso il covo.
- Vaffanculo bastardo, lo so che fai apposta a fare tutte queste fottutissime acrobazie di merda con questo cazzo di pennuto! -
- Stai zitto coglione, un! -
... E io che credevo mi fossero mancati.
Per qualche momento mi divertii a guardarli svolazzare sopra il bosco, lanciandosi insulti di vario genere.
Se stavano cercando me stavano facendo davvero un lavoro di merda.
- Basta cazzo! Ti faccio esplodere se ti lasci scappare un'altra
parola, Hidan! - sbottò alla fine Deidei, lanciando
un'occhiataccia da far paura a Hidan
Però l'albino, essendo abituato a quelle di Kakuzu non lo calcolò nemmeno - Tch, vorrei proprio vederti! -
Feci giusto in tempo a tirarmi una manata in faccia che il rombo di una
delle esplosioni del mio carissimo migliore amico stava già
facendo tremare l'aria.
- Vaffanculo! Mi hai quasi staccato un braccio, pezzo di merda! -
Decisi di uscire allo scoperto, per mettere fine allo smembramento di
Hidan più che altro - Oi team di recupero! Non dovreste cercare
me, invece di ammazzarvi a vicenda? - risi, notando le loro facce
stupite.
Mi misi le braccia davanti alla faccia per proteggere gli occhi dalla
terra sollevata dai battiti d'ali del falchetto di argilla di Deidara,
prima che il suddetto saltasse giù - Non si scompare
così, senza avvertire, un! -
Abbassai la testa con fare colpevole, nascondendo il mio ghigno - Okay, non lo farò più mamma... -
- Mamma?! Che cazzo, un!? - scoppiai a ridere vedendo la sua faccia scandalizzata.
Gli passai un braccio attorno al collo in una specie di abbraccio - Mi sei mancato baka -
Lui roteò l'occhio visibile - Si, stessa cosa qui, un. Ma non azzardarti mai più a darmi della donna. -
Risi - Non preoccuparti - gli diedi una gomitata giocosa - Del baka però posso darti eh? -
- Oi cogliona non mi saluti nemmeno? - venni girata a dir poco
bruscamente, mentre il mio " assalitore " approfittava del mio momento
di distrazione per catturare le mie labbra in un bacio.
- Oddio, ora vomito, un - fece Deidei girandosi dall'altra parte - Avvisatemi quando avete finito -
Chiusi gli occhi, lasciandomi completamente andare tra le braccia di
Hidan ( suona mielosissimo, lo so pure io... ) che ne
approfittò per approfondire il bacio e far scivolare le mani ad
accarezzarmi la schiena.
- Hm... Cazzo, mi piace come sei vestita - ghignò, mordendomi il
collo - Aspetta che Kakuzu mi rimetta a posto questo braccio e poi
vedi. Stai bene vestita così, ma staresti ancora meglio non
vestita affatto -
- Hidan cazzo! Adesso avrò gli incubi un! -
- Se vuoi ti puoi aggregare biondino - scoppiò a ridere.
Prima di essere silenziato da un mio pugno, sia ben chiaro - Andiamo Deidei, in qualche modo ritroverà la strada. -
Il biondo scoppiò a ridere - Bel destro, un -
- L'ho picchiato tante di quelle volte che oramai sono una professionista -
_______________________________________
Ehilà gente!
Come va la vita?
Sono riuscita ad aggiornare stranamente presto questa volta eh? XD
Si lo so, è strano anche per me, ma mi sono accorta che questa storia oramai è in giro da un anno... Quindiiii XD
Ad ogni modo, ne approfitto per ringraziare tutti quelli che seguono e
recensiscono, anche voi che leggete e basta! ^^ Grazie mille per il
vostro supporto :D (< Faccina inquietante )
Okay... Dovrei aver concluso i miei scleri... Credo.
Ciauuu!
Alice_
PS: dato che sono stata stranamente veloce, vi metto anche l'immagine dei nuovi vestiti di Haiiro!
|
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Capitolo 30 *** Are you ready to die!? ***
Love is truly blind cap 30
- No, fammi capire bene, un. Te ne vuoi andare? - fece Deidara, guardandomi stralunato - Ma non puoi! -
- E perchè no? - inclinai la testa - Non c'è più Pain a impedirmelo -
- Ma non è per quello, un - incrociò le bracci sul petto - Io vengo con te. -
- E ma va? Se mi avessi lasciato finire di parlare per lo meno! - sbottai, esasperata.
- Minchia biondino, sei anche più curioso di me a momenti - rise
Hidan dal dorso della creazione - Però come mai così alla
cazzo? -
- Non è alla cazzo, come dici tu. C'è un motivo ben
preciso. Solo che non so quale - ridacchiai nervosamente - E comunque
lo dirò anche a Kuzu -
- A Kakuzu? - mi fece coro Deidei - Non credo che deciderà di venire. Gli importa solo dei suoi soldi, un -
- Infatti bastarda. Non gliene potrebbe fregare di meno - concordò Hidan, facendo un'alzata di spalle.
- Disfattisti - mormorai, prima di spaparanzarmi addosso al jashinista - E invece io ci provo lo stesso -
- Se vuoi farti fare a pezzi noi ti avevamo avvertito, un -
- Ma smettila, baka! - gli urlai contro - Piuttosto, se davvero volete
tornare con me a Konoha, farete bene a non comportarvi... Come vi
comportate di solito -
Effettivamente sarebbe stato un problema...
Sentii le braccia di Hidan cingermi la vita e guardai verso il cielo, tirando un bel sospirone.
Non sapevo se dovevo riferirgli o meno dell'incontro che avevo avuto con mio padre.
Ero abbastanza combattuta effettivamente.
Portarmeli dietro avrebbe significato avere un vantaggio enorme... Ma
non potevo negare che non volevo nessuno fra le palle quando l'avrei
avuto davanti.
Volevo fargli passare le pene dell'inferno, dargli l'illusione che
l'avrei risparmiato... E poi strappargliela. Dire che volevo farlo
soffrire sarebbe stato dire ancora poco.
E volevo farlo con le mie mani, senza l'intervento di altra gente.
Però dovevo parlargliene e spiegargli le mie ragioni. Altrimenti se la sarebbero presa in una maniera assurda.
- Forse dovresti portarteli dietro. Non si sa mai - rise sguaiato -Oh sì, sarà divertente -
Ah già.
C'era anche lui.
- Ehi Hidan - feci dalla mia posizione con la testa sulle sue gambe -
Se ti dicessi che sento la voce di Jashin, che cosa diresti? -
- Diretta eh?-
- Direi che sarebbe una gran figata - ghignò, scompigliandomi i capelli.
- Puoi anche dire una gran cazzata, un - fece una pausa, guardando
l'albino con sguardo truce - Jashin non esiste - parlò, per poi
annuire convinto.
- Come cazzo osi ragazzina!? -
Deidara girò la testa con fare inquietante - Come. Mi. Hai. Chiamato?! -
- Io stavo cercando di introdurre un concetto importante... Sento la fottutissima voce di Jashin che mi parla! -
- Non sembri affatto pazza eh, proprio no -
- Stai zitto tu, non aiuti affatto! Da quando poi sei diventato così simpatico!? - sibilai, senza guardare nessuno in particolare.
Almeno finchè non mi resi conto che l'avevo praticamente urlato - Che avete da guardare!? -
- Ti prendo sulla parola, un! - parlò Deidei leggermente ( leggermente dico ) traumatizzato.
A Hidan invece brillavano quasi gli occhi - E cosa dice? Cosa dice?! -
Ero semi tentata di rispondegrli un " Dice di non scassare i coglioni ", ma optai per dargli la vera risposta.
Non era tutti i giorni che lo si vedeva così estasiato riguardo
a qualcosa da dimenticarsi di imprecare ogni due o tre parole.
- Digli che ricordo chiaramente il
primo sacrificio che ha fatto. Quello del ninja con una cicatrice che
gli attraversava in diagonale il volto. Dovrebbe essere per loro la
prova definitiva che dici il vero - ridacchiò sinceramente divertito, spaventandomi non poco, mentre recitavo parola per parola.
- Oh cazzo. E' vero allora! - urlò tutto eccitato, con un ghigno
ebete stampato in faccia - Sapevo che esistevi, Jashin-sama! - mi
guardò - E mi sto innamorando di nuovo -
Mi tirai su dalle sue gambe, leggermente inquietata dal suo tono di voce - Deidei! Aiuto! -
Lui rise di tutta risposta - Adesso ci fai i conti tu un! E' il tuo
ragazzo - ghignò - E si sta innamorando di nuovo - fece, con il
suddetto ghigno che si allargava sempre di più - Credo che non
dirmirò poi molto stanotte -
- Ma che cazzo, bell'amico che sei! - gli tirai uno scappellotto - Fanculo -
- Sì sì. Ti voglio bene anch'io, un! -
- No, sul serio. Vaffanculo -
Un paio d'ore dopo mi vedevano davanti alla porta di Kakuzu, con la
mano sollevata nell'atto di bussare alla porta - E' permesso? -
- La porta è aperta - fu la risposta dall'interno della stanza.
Cacciai dentro la testa, per entrare del tutto e chiudermi la porta alle spalle - Ciao -
- Ah, sei tornata alla fine. - sollevò brevemente la testa dalla
pila di banconote che stava contando e mi degnò di un'occhiata -
Stavo cominciando a chiedermi dove fossi finita -
- Lunga storia. - feci una piccola pausa - Avrei bisogno di un consiglio, Kakuzu -
- Hm. - annuì , mentre cominciava a riporre tutte le mazzette nella sua fidata valigetta - In merito a cosa? -
Mi sedetti sul suo letto, passandomi le mani in faccia - Ho incontrato mio padre a Konoha -
- Capisco. Continua - chiuse la valigetta, che scattò con un
rumore metallico - Ovviamente c'è di più se mi stai
chiedendo aiuto -
Annuii - Mi ha detto dove trovarlo. Tra tre giorni a Taki. Altrimenti
ucciderà i miei fratelli... Devo andare... Voglio farlo da
sola. Ma allo stesso tempo... Ugh! - scossi la testa - Sono
dannatamente confusa, non ho la più pallida idea di cosa sia
meglio fare... -
- Non è mio compito rispondere - si alzò, togliendosi la
cappa e appoggiandola alla sua sedia - Sono questioni di famiglia -
- Tch... - sibilai - Per quanto mi riguarda sei stato più tu un
padre in questo lasso di tempo di quanto lui non lo sarà mai.
Non sarei venuta da te altrimenti - lo guardai - Quindi parla -
- Te l'ho detto, è una decisione in cui non posso intromettermi
mocciosa - incrociò le braccia sul petto - Ma fai quello che
credi. Hai il mio appoggio -
Sospirai, guardando in basso e scuotendo la testa - Non è
molto... Ma grazie lo stesso. - feci un'altra pausa - E ci sarebbe
anche un'altra cosa... -
- Parla - replicò semplicemente, portando le mani a togliere il cappuccio che indossava sempre.
- Me ne vado dall'organizzazione. E con me verranno anche Hidan e
Deidara... Vorrei venissi anche tu - lo guardai, aspettandomi
uno dei suoi famosi sguardi killer.
- Perchè dovrei? Sto bene dove sono -
- ... Sapevo l'avresti detto... - guardai in basso e mi alzai,
dirigendomi verso la porta - Ti prego di ricosiderare però...
Sei molto... Importante per me Kuzu - ghignai e uscii dalla porta,
prima che potesse cercare di uccidermi per come l'avevo chiamato.
Era un vizio che non mi sarei mai tolta, pensai, ridacchiando.
Ritornai in camera mia, trovandomi un Hidan appena uscito dalla doccia che si stava asciugando i capelli.
A giudicare dalla quantità enorme di ferite che si stavano
già cicatrizzando, doveva essere andato da qualche parte a
sacrificare qualcuno - Ehilà, cogliona - ghignò,
cominciando a rivestirsi - Dove eri finita? -
- Da Kakuzu - replicai, sedendomi sul nostro letto e togliendomi la maglia - Ci dovevo parlare per... Quella cosa -
Lui finì di rivestirsi, sedendosi dietro di me e passandomi le
mani sulla schiena - Non ci pensare - fece ridacchiando, prima di
mordicchiarmi la spalla.
- Hm? - girai leggermente la testa - E tu saresti disposto a distrarmi?
- ghignai, appoggiandomi a lui - Perchè mi farebbe comodo -
conclusi ridacchiando e baciandogli la guancia.
- Diciamo che potrei... - fece il suo solito sorrisetto malizioso,
cominciando ad accarezzarmi i fianchi e facendomi sospirare di piacere.
Per qualche secondo ricomparve la tentazione di raccontargli di tutta la faccenda di mio padre... Ma la cacciai a viva forza.
Ero più che certa che se gliel'avessi detto si sarebbe incazzato
parecchio e non avrebbe sentito ragioni: mi avrebbe seguito e,
nonostante sapessi che voleva solamente aiutarmi, la sua maniera di
combattere molto avventata non avrebbe fatto altro che creare problemi.
Scossi la testa per liberarmi di quei pensieri, girandomi per appoggiare le mie labbra sulle sue.
Poi una cosa tirò l'altra e... Be'... Un po' di immaginazione ragazzi.
Quando riaprii gli occhi si era ormai fatto parecchio tardi e, non
avendo per niente voglia di abbandonare la mia comodissima posizione al
calduccio di fianco a Hidan, decisi di occuparmi con una qualche
lettura.
Guardai un po' in giro per la camera, notando il rotolo che mi aveva dato mia sorella sul comodino.
Allungai un braccio e lo aprii, ricominciando a leggere da dove ero stata interrotta. Alla faccia della lettura leggera.
Il nome che spiccava prima della testimonianza però, era uno familiare questa volta. Mio nonno.
Itoshi Kuragari, Takigakure no Sato
Dopo
anni di investigazioni, sono giunto alla conclusione che l'unico modo
per evitare la morte a cui portano i marchi del terzo stadio è
la meditazione costante. Due volte al giorno per un minimo di due ore.
Personalmente
sono sempre riuscito a mantenerli sotto controllo con questo metodo, e
questo è il mio consiglio per i posteri. Ho, inoltre, scoperto
in che modo si può attivare il Ken'i, grazie alle mie figle Yuki
e Kima.
Tutti
sanno che quando due Kuragari si guardano negli occhi con attivata la
loro abilità oculare, sono sottoposti ad atroci dolori, una
specie di preservazione insita nello stesso Shikaku. I membri del clan
non possono usare la propria abilità su altri membri del clan.
E se invece provassero a farlo?
Il Ken'i è il risultato, come mi ha dimostrato Yuki.
Il
suo è stato il frutto di uno sciocco giochetto di bambini e,
dopo aver guardato sua sorella -che aveva conseguito come lei qualche
tempo prima il Reiko- negli occhi per un buon periodo di tempo è
svenuta.
Quando è ritornata cosciente aveva il terzo stadio.
E'
quindi una cosa che si può ottenere solamente oltrepassando i
propri limiti, sopportando un dolore tale che è impossibile
mantenersi vigili. Ma allo stesso tempo è una cosa proibita, in
quanto si va contro natura, in un certo senso.
Inoltre credo di aver compromesso la sicurezza del clan.
Ho
liberato un prigioniero, reso tale perchè non era stato in grado
di portare a temine la missione assegnatagli. Uccidere il primo Hokage.
Era
già tanto se il poveretto era riuscito a ritornare intero. E
come l'ha ringraziato il villaggio per aver offerto la sua vita alla
sua causa?
L'ha
sbattuto in prigione e torturato. Non dovrei scrivere qui certe cose,
ma è una cosa che deve rimanere ai posteri, non voglio che i
membri di questo clan diventino come gli anziani del consiglio: dei
vecchi troppo assorbiti da sè stessi per capire cos'è
meglio per la popolazione.
Quindi l'ho fatto evadere, semplicemente. E l'ho tenuto nascosto per un paio di mesi nell'accampamento.
Kakuzu,
si chiamava. Uno shinobi forte come pochi potevano sperare di
diventare, che era stato un mio amico fidato. Gli diedi tutto quello
di cui aveva bisogno per fuggire, e non mi stupii più di
tanto quando venni a sapere che aveva rubato la tecnica del Jiongu e
aveva massacrato il consiglio.
Sembrerò spietato, ma se lo meritavano.
Scossi la testa.
Nulla di nuovo rispetto a quello che già non sapessi.
Mi passai una mano in faccia, sentendo Hidan spostarsi e tirarmi a sè nel sonno.
Non una delle posizioni più comode in cui leggere un rotolo.
Dettagli, dettagli...
Gettai una veloce occhiata all'ultimo nome sulla carta e trattenni momentaneamente il fiato.
Sapevo che ci sarebbe stato il nome di mia madre... Ma era comunque una brutta sensazione.
Yuki Kuragari, Takigakure no Sato
Il terzo stadio... E' strano.
Non è come gli altri due, non ci assomiglia per niente. Ho
dedicato gran parte della mia vita a cercare di studiarne le dinamiche,
ma non ne ho mai capito molto...
Almeno finchè non ho provato a far sviluppare i marchi.
Quando si sono formati del tutto ho cominciato ad avere degli strani
pensieri... Pensieri che, per una come me a cui generalmente non piace
la violenza, erano abbastanza insoliti.
Erano pieni d'odio, di risentimento... Erano pura rabbia.
Non sapevo, lì per lì, che cosa mi stesse succedendo,
quindi, abbastanza spaventata mi misi a meditare finchè quei
simboli maledetti non si ritirarono fino a coprire solamente il mio
viso.
Non osai più arrivare a tanto. Più per paura che non per altro.
Per studiare la composizione di questi segni ne ho anche fatte
asportare piccole porzioni dai nostri ninja medici... Hanno scoperto
semplicemente che erano intrisi di una strana forma di chakra...
Ma non so se le due cose sono collegate.
Magari sono solo io che sto diventando troppo paranoica. Sta di fatto
che quei pensieri si ripresentano ogni singola volta che i marchi
cominciano a diramarsi. In più le ferite che mi lasciano hanno
ripercussioni parecchio gravi sul mio fisico, quindi mi vedo costretta
a interrompere momentaneamente i miei studi.
C'era una parte rovinata dall'incendio che era stato appiccato durante
la notte del massacro e quella dopo era scritta in una calligrafia
molto frettolosa...
Cercai di decifrare quei geroglifici.
Ho bisogno di scrivere in fretta questa cosa; le guardie stanno
rastrellando il campo in cerca dei possessori dello Shikaku... Ho forse
una decina di minuti al massimo per sintetizzare in queste poche righe
quello che ho scoperto.
In poche parole i marchi si nutrono dell'energia dell'ospite, e la
convertono in quello strano chakra... Non ho tempo di spiegare come
sono arrivata a questa conclusione, le guardie sono quasi qui.
Non ho ancora capito però come si possa riutilizzare quel chakra
perchè sembra una cosa troppo oscura da poterci fare affidamento
senza serie ripercussioni.
C'era una macchia d'inchiostro oltre quel punto e si riuscivano a leggere a malapena le ultime parole.
Devo andare, le guardie sono qui. Devo andare a nascondere mia figlia.
Non lascerò che la uccidano stanotte.
- Hmm... Cosa stai leggendo bastarda? -
- Il rotolo... - replicai, riponendolo e girandomi verso di lui - Ho di nuovo bisogno di distrarmi mi sa - ridacchiai.
- Oooh - ghignò lui - Credo di poterci lavorare -
Arrossi, mentre si portava sopra di me e mi baciava di nuovo.
La mattina di due giorni dopo mi svegliai con i nervi a fior di pelle.
Sarei andata da sola. O sarei morta, o avrei avutopiù sangue sulle mani.
Mi alzai e mi vestii senza svegliare Hidan che ancora se la dormiva
alla grossa... Per non parlare di Deidei. Quando dormiva non lo
svegliava nessuno.
Presi un bel respiro e mi avviai fuori dal covo, sentendo chiaramente le mani che mi tremavano.
Le cacciai sotto la maglia che portavo e cercai disperatamente di non pensarci.
" La paura è il peggior nemico di qualunque ninja ".
L'unica frase che mi era rimasta in testa dall'annetto scarso che avevo trascorso in accademia.
Sì, ero sempre molto attenta a tutte le lezioni.
Più o meno come Kakuzu quando Hidan parlava di Jashin.
Arrivai alla cascata di cui parlava mio padre nel primo pomeriggio,
guardandomi attorno e non trovando traccia nè di lui nè
dei miei fratelli.
- L'hai preceduto a quanto sembra -
- Stai zitto. Non adesso. - risposi secca, più di quanto non intendessi sul serio.
- Ma come siamo tesi - fece, con una risata cinica - E va bene, ti lascio in pace. Sappi però che è qui -
Giusto in quel momento riuscii a percepire un nuovo chakra oltre al mio, uno che conoscevo fin troppo bene.
- Ciao Haiiro -
- Papà. - mi girai a dir poco rigida, guardandolo con il mio
miglior sguardo gelido e attivando il terzo stadio - Pronto per morire?
-
Lui rise - Che freddezza bambina mia. - mosse qualche passo nella mia
direzione - Ma non hai ancora imparato a distinguere una copia
dall'originale -
Appena ebbe pronunciato queste parole sentii la punta metallica di un kunai spingere contro la mia gola.
Mi irrigidii, maledicendomi per l'essermi fatta prendere talmente tanto
dall'ansia da essermi dimenticata di controllare il chakra - E io che
credevo ti servissi viva... - ghignai, sentendo i marchi cominciare a
formarsi.
- Oh, ma è così. Solo che non posso rischiare di farti
scappare un'altra volta. - spinse ulteriormente il kunai contro la
pelle del mio collo.
Strinsi i pugni - Un'altra volta... Lasciami andare bastardo. -
ringhiai, sentendo i simboli che si diramavano insolitamente veloci.
- E perchè dovrei? - potevo praticamente sentire il ghigno che
aveva dipinto in faccia dal modo in cui parlava - Ti ho in pugno. -
Mi lasciai andare in una risata che era un misto tra l'isterico e il sadico - Tu credi?! -
Il secondo dopo mi ritrovai ad agire completamente d'impulso.
Non sapevo perchè... Ma la rabbia era semplicemente troppa per poter agire razionalmente.
Mi tirai indietro, prendendo il kunai tra i denti e tirando una
gomitata allo stomaco di mio padre che, preso completamente alla
sprovvista tirò verso di sè il kunai, aprendomi un bel
taglio sulla guancia destra che partiva dall'angolo della bocca e
creava una specie di sorriso allargato e sanguinolento.
Continuai a ridere, guardando la sua espressione sgomenta, senza badare
al dolore per la nuova ferita - E adesso... - mi ripulii con una manica
- Pronto a morire?! -
_________________________________________
Ehilà gente!
Scusatemi per tutto il tempo che ci ho messo per questo misero
capitoletto, però è Maggio e non ho tempo per scrivere .-.
Sono riuscita a pubblicare questo capitolo solo perchè mi è venuta l'asma XD
Ad ogni modo, pensavo di scrivere, come prossimo capitolo una specie di
questionario sul personaggio di Haiiro, per rispondere a vostre
eventuali domande... Quindi, se avete qualche dubbio o qualche domanda,
scrivetele in un messaggio e mandatemelo! ( prego ammirare questo
orrendo tentarivo di rendere la storia un minimo interattiva! :D )
Oh be'... Ho detto tutto... Fate le domande, più sono meglio è! XD
Ciauuu!
Alice_
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Capitolo 31 *** Insanity ***
Love is truly blind cap 31
- Come se potessi uccidermi, mocciosa -
- Stai zitto! -
urlai, estraendo la spada, socchiudendo leggermente l'occhio per via
della fitta di dolore che l'azione mi aveva procurato alla ferita alla
bocca.
- Stai perdendo il controllo, Haiiro. Non ti hanno insegnato
nell'Akatsuki a rimanere calma? - fece un ghigno strafottente, muovendo
le dita delle mani.
Ebbi appena il tempo di abbassarmi che un paio di spade si incrociarono dove, pochi secondi prima, stava la mia testa.
- Le tue marionette del cazzo - risi - Non crederai sul serio che
bastino quelle a fermarmi eh?! - ringhiai e mi scagliai contro di lui,
affondando la spada nel mezzo del suo petto.
O almeno, quello che credevo essere il suo petto, visto come dopo pochi secondi si tramutò in una spessa lastra di legno.
- Genjutsu - lo sentii canticchiare da poco lontano - Non sei mai stata brava ad accorgertene -
- Fatti vedere, pezzo di merda! - ringhiai, guardandomi attorno freneticamente e liberando la spada dalla marionetta con uno strattone.
Presi
ad ansimare, prima di cadere su un ginocchio a terra e urlare di dolore
per via dei marchi che, da un momento all'altro, avevano cominciato a
bruciare in una maniera indescrivibile.
-
Sembra che, dopotutto, il mio compito sarà molto più
facile di quello che non credevo - vidi l'ombra di una marionetta poco
lontano da me e, con uno sforzo impressionante, saltai tra gli alberi,
occultando il mio chakra.
Il combattimento non stava andando come me lo ero immaginato.
Stavo
facendo una fatica mostruosa a rimanere concentrata... Era una
sensazione orrenda, come se la parte di me che era completamente
irrazionale, quella che faceva sempre pressione per l'affrontare il
combattimento basandomi solamente sull'istinto e fregandomene di
qualunque tipo di conseguenza, all'improvviso avesse deciso che di fare
come dicevo io e pensare prima di agire non ne voleva più sapere.
Mi stava solamente intralciando, visto come non riuscivo a tenerla sotto controllo.
Passai
una manica sulla ferita alla guancia per ripulirmi dal sangue che ne
stava uscendo a fiotti e cercai un minimo di recuperare la mia
lucidità mentale.
Sapevo di non essere molto stabile mentalmente, non credevo di esserlo mai stata a dir la verità, ma non era mai stato così difficile non buttarmi in uno scontro senza costringermi a pensare un minimo ad una strategia.
Guardai in basso, per vedere fino a che punto si erano formati i marchi.
Rabbrividii,
guardando la serie di simboli percorrere gli ultimi centimetri di pelle
sul dorso delle mie mani e ricongiungersi con gli altri poco più
sotto.
Avevano finito di formarsi.
Ero fottuta in una maniera assurda.
Sgranai
gli occhi sentendo una nuova fitta di dolore e mi morsi a sangue il
labbro per non urlare, sentendo le due marionette rimanenti di mio
padre aprirsi una strada tra i cespugli che impedivano loro ogni tipo
di movimento per cercarmi.
- Ah... Eccoti qui, Haiiro -
Sussultai,
alzando lo sguardo, giusto in tempo per vedere un paio di kunai diretti
alla mia testa e lo sguardo divertito di mio padre.
Mi
aveva preso talmente di sorpresa che ebbi solamente il tempo di
sollevare le braccia per evitare che le due lame arrivassero a ferirmi
il viso più di quanto già non fosse.
Sibilai
di dolore e rimossi i due coltelli, saltando nella chioma dell'albero e
cercando di mantenere la calma per trovare il chakra di mio padre ed
evitare che riuscisse a mandare a segno altri attacchi simili.
Scossi
la testa abbastanza energicamente, cercando di liberarmi dell'orribile
sensazione che era l'avere tutti i sensi offuscati dalla voglia di
mettermi a combattere senza pensare alle conseguenze e celai nuovamente
il mio chakra, muovendomi da un albero all'altro per rendergli il
trovarmi più difficile possibile.
Eccolo, in mezzo alla radura. Teneva una marionetta vicina... Probabilmente in caso di un mio attacco.
Estrassi
nuovamente la spada e, il più silenziosamente possibile, gli
arrivai alle spalle, sollevando l'arma per colpire e mettere,
sperabilmente, la parola fine a quel combattimento.
O
almeno, stavo per farlo, quando mio padre si mise a ridere e, come se
non fosse nemmeno faticoso si girò velocissimo, prendendomi per
il braccio che teneva la spada, facendola cadere a terra - Povera
illusa, non hai ancora capito che sei sotto il mio genjutsu!? - non mi
diede nemmeno il tempo di rispondere che, con un movimento preciso, mi
aveva rotto il braccio.
Cacciai
un urlo e in qualche modo strano mi feci mollare, indietreggiando -
Bastardo... - riuscii a dire tra i denti, chiudendo gli occhi per via
del dolore.
-
E io che credevo che almeno sapessi come liberarti delle arti
illusorie... Ma non importa, meglio per me. - cominciò ad
avvicinarsi con la sua marionetta.
Sgranai gli occhi e indietreggiai, fino ad arrivare con la schiena contro un albero.
Ma perchè non riuscivo a combinarne una giusta?
Guardai disperata da una parte e dall'altra, solo per scoprire che in realtà ero circondata da delle sue copie.
Ero irrimediabilmente nel panico e mi lasciai scivolare contro l'albero, cadendo a terra con un tonfo.
Non
potevo più usare la spada. Non potevo più comporre
sigilli. Non potevo difendermi in nessun modo. Nemmeno il terzo stadio
poteva aiutarmi se ero intrappolata in un genjutsu ed ero
impossibilitata a guardare il nemico negli occhi.
Serrai
i denti contro l'ennesima ondata di dolore derivante dalla
quantità assurda di ferite che mi ero procurata nel
combattimento e mi morsi il labbro per evitare di fare rumore mentre
muovevo il braccio rotto.
Sapevo di stare per svenire.
Dovevo
guadagnare tempo per recuperare un po' di chakra e curarmi un minimo
prima di potermi muovere ancora. Dovevo farlo parlare.
- Perchè. - dissi semplicemente, cercando di tenere gli occhi aperti e guardarlo in faccia.
- Perchè?
- chiese, come se avessi fatto la domanda più stupida del mondo
- Ma dopotutto sto per ucciderti... E non hai dove scappare. Tanto vale
0risponderti. -
Lo guardai malissimo, mordendomi la lingua per evitare di dire cazzate e fargli cambiare idea.
Ghignò,
chiaramente soddisfatto dell'avermi messo in trappola - Il mio clan ha
subito un grave torto da parte di gente come te. -
Aspettai che continuasse, iniziando a curare l'osso rotto dopo averlo rimesso in posizione senza farmi notare.
-
Sono originario di Kumogakure, come già sai. Il mio clan aveva
una posizione molto rispettata all'interno del villaggio; molti di noi
erano impegnati in cariche di grande rilievo, avevano compiti di
importanza vitale - assottigliò lo sguardo - Almeno
finchè, durante una missione dove ai più forti di noi era
stato assegnato l'incarico di scortare un grande lord dal villaggio,
due di voi hanno ucciso il nostro protetto. - concluse acido,
stringendo i pugni.
No no no no, non doveva smettere di raccontare!
- Mi sembra un po' scarna come motivazione - replicai secca.
-
Non ho finito, mocciosa. - fece, prima di riprendere a parlare - Il
lord era al villaggio come rappresentante di alcuni villaggi che
dovevano diventare affiliati a Kumo. La sua morte ha quasi portato ad
una guerra. Inutile dire che l'intero villaggio se l'è presa con
il mio clan, in quanto non era stato in grado di assicurare la
protezione ad una persona così importante; ci allontanarono da
tutte le cariche che ricoprivamo e ci mandarono a vivere lontano dal
villaggio. Non potrai mai comprendere appieno l'umiliazione che questo
implicava. -
- Spiegamelo allora. O mi ritieni troppo stupida? - ghignai, reggendo il suo sguardo.
-
Al contrario. Sei abbastanza intelligente da capirlo. Ma forse ritieni
me troppo stupido da vedere che ti stai curando - ricambiò il
ghigno
Imprecai
mentalmente e tolsi la mano dal braccio che riprese a farmi male quasi
istantaneamente - Ecco. Continua. - lo fulminai con lo sguardo, ma
oramai la curiosità era troppa per tentare di ucciderlo e
lasciare il racconto a metà.
-
Tch... Il clan Nagai non è come gli altri, infatti non ha
nessuna tecnica di combattimento speciale o quant'altro. I ninja ci
sono sempre, anche se preferiscono sviluppare solo una tecnica alla
volta tra ninjutsu, genjutsu e taijutsu, ma il tratto distintivo del
mio clan è l'ingegneria. Prendi queste marionette ad esempio.
Sembrano comunissimi pezzi di legno scolpiti come parti del corpo
umane. In realtà sono infuse di chakra, ed amplificano le mie
doti naturali - ghignò soddisfatto - Il mio punto forte sono le
arti illusorie. E' praticamente impossibile sfuggire a un mio genjutsu
se le marionette amplificano il mio chakra. L'umiliazione di cui
parlavo prima stava nel fatto che, isolati come ci aveva reso il
Raikage, nessuno poteva più apprezzare le nostre creazioni e,
piano piano, tutti i ninja hanno perso la voglia di creare il nuovo. -
smise per qualche secondo di parlare - Mia nonna era solo una bambina
all'epoca, ma aveva una comprensione ben oltre quella di molti adulti
riguardo al torto che avevamo subito senza poter fare nulla per
impedirlo... Ha trasmesso tutto il suo sapere a mia madre e mia madre
l'ha trasmesso a me, assieme con la storia del clan. Ero talmente
sdegnato quando mi ha raccontato tutto che ho fatto un giuramento. Io,
Hoshi Nagai, avrei vendicato questo gravissimo torto. - rise in una
maniera davvero inquietante - E posso dire di esserci riuscito in
maniera eccellente -
-
... Dimmi che non significa quello che penso - strinsi il pugno della
mano sana - Dimmi che non sei stato tu a convincere il leader della
Cascata e il consiglio degli anziani a sterminare tutti quelli con il
kekkei-genkai -
- No, quella è stata un'idea loro. - fece, sin troppo calmo - Quello che io ho proposto era lo sterminio di tutto il clan -
Boccheggiai per qualche secondo, guardandolo con un misto di terrore e disgusto.
-
Solo dopo ho realizzato che forse era meglio così. Dopotutto...
Quale più grande disonore che la possessione dei vostri occhi da
parte di uno che non dovrebbe nemmeno sognarsi di averli? -
ghignò - L'unica pecca è che gli occhi di tua madre non
sono compatibili... Ma i tuoi lo sono. -
Rimasi in silenzio.
Tutto
per una cosa così banale?! Io mi aspettavo che gli fosse
successo un qualche evento traumatico in una maniera assurda per aver
fatto quello che aveva fatto! Non quello!
Mi aveva reso la vita un inferno... Per cosa poi?! Una fottutissima questione d'onore!?
Mi
aveva fatto uccidere mia madre. Mi aveva fatto uccidere tutto il
consiglio degli anziani. Mi aveva trasformato in una specie di mostro.
Ringhiai
e lo guardai con sguardo omicida - Vai a farti fottere bastardo del
cazzo! - mi alzai e sentii l'ennesima fitta di dolore proveniente dai
marchi - Ti puoi anche scordare di avvicinarti ai miei cazzo di occhi!
Morirai prima, stronzo! -
Al diavolo il mio buon senso! Al diavolo il braccio rotto, al diavolo la ferita alla faccia!
Al diavolo tutto!
Doveva morire.
Quel pezzo di merda. Doveva. Morire.
Mi
scagliai contro di lui, senza nemmeno sapere bene come avrei fatto ad
ucciderlo, visto che ero ancora intrappolata nel genjutsu... Ma erano
dettagli.
Venni
presa di peso e fatta sbattere parecchio violentemente contro lo stesso
albero che mi aveva sorretto fino a poco prima, probabilmente
rompendomi anche un paio di costole, ma non sentivo nemmeno più
il dolore tanta era la voglia che avevo di piantargli un kunai nel
cuore.
Riuscii a ritirarmi in piedi con l'appoggio del tronco e mi lasciai andare in una bella risata.
Mi vennero i brividi al suono della mia stessa voce. Non... Non era la mia risata.
Sembrava una persona con qualche problema mentale serio ad aver riso. E la cosa era dannatamente terrificante.
Pareva che non riuscissi nemmeno a controllare cosa facessi...
Possibile che mi stesse capitando la stessa cosa che aveva scritto mia madre nel rotolo?
Era
come essere intrappolata nel mio stesso corpo; non riuscivo più
a controllare cosa facevo, nè, tanto meno, cosa dicevo.
Ma sentivo tutto, persino il dolore.
Risi di nuovo, un suono terribile, prima di parlare con una voce che pareva quella di una pazza - Vuoi che mi liberi del genjutsu vero?! -
La
faccia di mio padre cambiò totalmente espressione - Non ne
saresti in grado lo stesso. Dimentichi quello che ti ho detto? -
Composi
qualche veloce sigillo, senza badare al dolore lancinante del braccio
rotto, e riuscii, in qualche modo strano a danneggiare quella
dannatissima marionetta.
-
E che cosa speri di ottenere, mocciosa? - ghignò, muovendo la
marionetta davanti a sè per tenersi al coperto da altri
eventuali attacchi - Non annullerai l'arte illusoria distruggendola -
Risi di nuovo, estraendo un kunai - Pensi davvero che non conosca le tecniche per annullarla!? -
portai la lama a livello con il mezzo sorriso che mi ero aperta
all'inizio del combattimento e, prima che potessi anche solo capire che
cosa stavo per fare, la spinsi dentro la ferita, cominciando ad aprirla
ulteriormente.
Urlai.
Ma il mio corpo non emise alcun suono.
Quella
tortura orrenda continuò finchè mio padre non si
accasciò al suolo ansimando - Stupida ragazzina... - fece,
rialzandosi e tenendosi una mano alla tempia - ... Perchè non ti
fai uccidere?! -
- Perchè dei due oggi spetta a te morire! - ghignai
in maniera malata, a dispetto dello squarcio che mi ero aperta nella
guancia, e gli andai contro di nuovo, sbattendolo contro un albero e
facendogli sbattere la testa.
Mi
tirò una ginocchiata nelle costole, costringendomi ad
indietreggiare, per poi invertire le posizioni e piantandomi un kunai
nella spalla sana.
Non urlai nemmeno, limitandomi a riprendere a ridere.
Il dolore oramai era talmente tanto che non faceva più alcuna differenza.
-
E adesso fammi prendere quello per cui sono venuto. - mi tenne ferma a
viva forza - Stai fe- diede un colpo di tosse, mentre un rivolo di
sangue prendeva a colargli dall'angolo della bocca.
Guardò
in basso con aria stupita, verso la punta di una spada che spuntava dal
lato sinistro del suo petto, trapassando il cuore.
-
E pensare che potevo aver incassato i soldi sulla testa di una taglia a
quest'ora - parlò il nuovo arrivato, riprendendosi la spada e
lasciandola cadere a terra con un rumore metallico - Tutto a posto
mocciosa? -
___________________________
...
...
...
...
Cazzo, questo capitolo è stato una cosa oscena da scrivere! Ed è pure venuto una merda .-.
Ad ogni modo, visto che brava? Avevo detto che avrei postato lunedì, invece sono riuscita a finire prima!! *^*
In più ora è finita la scuola, quindi sono libera! LIBERA!
Per fortuna, stavo morendo... Lentamente... Molto lentamente... XD
Comuuuunque. So che il capitolo è abbastanza incasinato, ma
è successo quello che Yuki spiegava nel rotolo ( i marchi hanno
preso il sopravvento è la povera Haiiro è impazzita :D )
E detto questo mi eclisso.
No, non è vero .-. dimenticavo di specificare che le tecniche per annullare un genjutsu sono tre:
1. ( non mi ricordo bene la prima .-. ) dovrebbe essere l'interruzione del proprio flusso di chakra
2. Un compagno di squadra aiuta a far scorrere il chakra normalmente fornendone di proprio
3. Provare dolore per risvegliare i sensi ( e io chiaramente ho
pigliato quello perchè gli altri erano o inattuabili o troppo
debli per il genjutsu del padre XD chiedo venia XD )
Ciauu!
Alice_
PS: Abbiamo una fanart! ( che tutti facciano un applauso a colui che
l'ha disegnata, ossia Deidara99, che ha disegnato tutto e a cui
l'immagine appartiene, in tutti i suoi particolari uwu )
Grazie mille!
E poi ecco un'immagine dell'Haiiro " pazza ", per così dire XD... E' strana, lo so .-.
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Capitolo 32 *** Forehead protector ***
Love is truly blind cap 32
- Tutto a posto mocciosa? -
Non registrai nemmeno la domanda, guardando fisso un punto oltre il corpo di mio padre.
Quello che diceva Kakuzu era poco più che un mormorio
indistinto, del quale riuscivo a capire solamente poche parti. Ma in
ogni caso non riuscivo a collegarle perchè avessero un senso.
Stavo tremando, parecchio violentemente anche, e mi premetti ancora di
più contro l'albero sul quale ero appoggiata, sollevando senza
nemmeno rendermene conto la mano del braccio rotto, portandola
all'impugnatura del kunai conficcato nella mia spalla.
Sempre guardando nel vuoto presi saldamente il coltello e con uno
strattone lo liberai dalla mia spalla, sentendo vagamente il calore del
sangue che aveva preso a colare dalla ferita.
Con un tonfo il corpo di mio padre cadde a terra, risvegliandomi da quella specie di trance.
Sussultai, sbattendo le palpebre a più riprese, cercando di mettere a fuoco la scena.
Mi cedettero le gambe e chiusi gli occhi, aspettandomi di cadere e
sbattere la testa a terra, ma venni presa prima che ciò potesse
accadere.
Ci mancava giusto un bel trauma cranico da aggiungere al mucchio di ferite che mi ero procurata.
- Posso svenire, v-vero? - tossii e sentii il sapore metallico del
sangue invadere la mia bocca, appoggiandomi con tutto il mio peso sul
braccio che mi aveva preso prima di fare un incontro ravvicinato con la
terra.
- Riposa mocciosa. Ne hai bisogno - fu tutto quello che sentii prima di cominciare a vedere macchie nere e perdere i sensi.
Mi risvegliai con uno scatto, tirandomi a sedere e pentendomene subito
dopo, ricadendo in maniera abbastanza pesante sopra una specie di futon.
Provai a guardarmi attorno, notando un piccolo fuocherello che scoppiettava allegramente poco lontano da dove ero sdraiata.
Non c'era nessuno però.
Sospirai e mi tirai nuovamente a sedere, questa volta facendo attenzione a non farmi male, per poi cercare di tirarmi in piedi.
Non c'era traccia di Kakuzu, anche se ero certa che fosse lui prima...
Sì, era solo lui che mi chiamava mocciosa, tra tutte le persone
che conoscevo.
Riuscii, parecchio tempo dopo, a muovere qualche passo, riuscendo ad
arrivare ad una delle piccole cascate che caratterizzavano il
territorio di Taki e notando che il fiumiciattolo che questa creava
andava a gettarsi in un piccolo e placido laghetto.
Mi trascinai fino al bordo, inginocchiandomi ed immergendo le mani
nell'acqua fresca, stringendo i denti per via del braccio rotto e mi
sciacquai la faccia, bloccandomi non appena la mia mano venne a
contatto con qualcosa di ruvido sulla mia guancia destra.
Aprii gli occhi e guardai il mio riflesso nell'acqua, ritraendomi di
scatto e portandomi la mano sui punti che avevano chiuso il taglio che
mi ero aperta.
Sospirai, tremando leggermente, prima di tornare a guardare la mia
immagine riflessa. Mi assomigliava solo per i capelli bianchi.
Il ghigno che mi ero aperta in faccia mi dava i brividi, così
come gli occhi; l'occhio destro aveva mantenuto il terzo stadio, ma
aveva cambiato colore per qualche strana ragione. Non mi ero mai
preoccupata particolarmente del mio aspetto, ma ero seriamente diventata inquietante.
Mi passai una mano in faccia, serrando gli occhi e cercando di non
mettermi a piangere, aprendo appena le dita per guardare con
espressione arrabbiata il mio riflesso, prima di tirare un pugno alla
superficie dell'acqua, a dispetto del braccio rotto, riuscendo a
schizzarmi tutta.
- Ci mancava solo questa... - mormorai, osservando l'immagine riformarsi sul pelo dell'acqua e guardandomi gli occhi.
Uno giallo e rosso, il colore normale del terzo stadio, l'altro bianco e nero.
L'unica spiegazione che mi veniva in mente era che il cambio di colore
avesse a che fare con la totale formazione dei marchi. Ma non sapevo
nemmeno se potevano causare una mutazione del genere.
Lasciai cadere le braccia a terra, chiudendo appena gli occhi, senza
nemmeno più cercare di trattenere le lacrime, lasciandomi andare
in un pianto disperato, fregandomene altamente di chiunque potesse
passare vicino e sentirmi.
Avevo bisogno di sfogarmi dopo quello che era successo.
E poi ero da sola.
Rimasi a piangere per credo una mezz'oretta, prima di sentire frusciare
i cespugli dietro di me, girandomi di scatto e ritrovandomi faccia a
faccia con Kakuzu.
- Ah, ti sei svegliata finalmente. -
Mi limitai a tirare su col naso e tornai a guardare il laghetto, senza nemmeno rispondergli.
Restammo in silenzio per qualche altro minuto, prima che trovassi la
forza di parlare - Grazie per... Avermi dato una mano. Sarei morta se
non fossi arrivato tu... - abbassai lo sguardo, tornando a guardare il
mio riflesso del lago.
- Non mi dire. - replicò secco, sedendosi di fianco a me e lanciandomi qualcosa di non meglio identificato.
Di riflesso afferrai l'oggetto con la mano sana, senza guardare nemmeno
che cosa stessi facendo, per poi dargli un'occhiata veloce.
- ... Un coprifronte di Taki? - lo guardai leggermente confusa,
aggrottando appena le sopracciglia e rigirandomelo tra le mani - Che
significa? -
- E' il tuo. - fece semplicemente, guardando verso il mezzo del lago -
Me lo aveva affidato tuo nonno. Per dartelo quando ti avrei reputato
pronta. -
Passai un dito sul simbolo inciso nella parte metallica dell'oggetto -
Non sono nemmeno una genin. Tecnicamente non dovrei avere un
coprifronte -
- Tecnicamente hai passato il livello di genin da un pezzo, mocciosa.
Per quanto mi riguarda sei al livello di tutti i membri
dell'organizzazione ora. -
Abbassai di nuovo lo sguardo - Mi sono quasi fatta ammazzare, Kakuzu.
Nemmeno Hidan combatte in maniera così avventata. Non mi sembra
proprio di essere al livello di tutti voi. - gli porsi di nuovo il
coprifronte - Riprendilo -
Lo prese, rifilandomi una delle sue occhiatacce gelide - Ti ho allenato
io, mocciosa. Non ti avrei dedicato tanto tempo se non ti avessi
ritenuto in grado di imparare. -
Aprii un paio di volte la bocca per replicare, prima di rinunciare e tornare a guardare il paesaggio.
Nessuno di noi due parlò per qualche decina di minuti,
finchè, sorprendentemente, Kakuzu ruppe il silenzio - Mi avevi
chiesto perchè non ho mai tentato di ucciderti qualche tempo fa -
- Sì, ma se non vuoi rispondere non preoccuparti. - mi passai
una mano sugli occhi cercando di alleviare il mal di testa che stava
cominciando a venirmi.
- Non avrei cominciato il discorso se non avessi voluto affrontarlo. -
Lo guardai con la coda dell'occhio, aspettando una risposta.
- Inizialmente mi trattenevo in nome dell'amicizia con tuo nonno - parlò, rigirandosi il coprifronte tra le mani.
- Jashin, grazie... - feci una smorfia, prendendo un sasso e buttandolo nel lago - Lo so che ti davo fastidio eh... -
- Fammi finire. - mi fulminò - Poi il capo mi ha affibbiato il
compito di allenarti. - fece una pausa - Credevo fosse una perdita di
tempo, che non avresti retto nemmeno un paio dei miei allenamenti, ma
mi hai fatto ricredere. -
Rimasi qualche secondo in silenzio - ... Come mai mi hai seguito? -
- Sei l'unica mia studente. Era mio dovere. -
- ... Mi stai per caso dicendo che sei venuto apposta per assicurarti
che me la cavassi? - lo guardai inclinando la testa - ... Posso
abbracciarti? -
- Non mettere a prova la tua fortuna. E' la prima e l'ultima volta che
ti dico qualcosa del genere, sappilo. - replicò con il suo
solito tono freddo.
Annuii e presi tra le mani la sciarpa di mia madre, osservandola per qualche secondo.
Era poco più di un pezzo di stoffa, lacero, bruciacchiato in
alcuni punti e pieno di buchi. Per non parlare di alcune macchie di
dubbia entità che, nonostante tutte le volte in cui avevo lavato
la stoffa, non volevano saperne di andarsene.
Presi un bel respiro e me la sfilai, ripiegandola in maniera piuttosto meticolosa e appoggiandola a terra.
Era l'unico ricordo che avevo della mia vita prima del massacro del mio
clan... In un certo senso era come se rappresentasse tutti i pessimi
ricordi che mi portavo dietro, anche se allo stesso tempo ne rievocava
anche di felici.
Ma dopo lo scontro con mio padre la cosa che volevo di più era chiudere con tutto quello che mi era capitato.
La sciarpa l'avrei sicuramente conservata, come memento di mia madre... Ma...
- ... Kuzu? - lo guardai - ...Puoi mettermi il coprifronte? - tentai di
sorridere, ma finii con il sibilare di dolore per il sorrisone che mi
ero aperta sulla guancia.
Lui annuì brevemente, passandomi il pezzo di stoffa attorno al collo dopo avermi sollevato i capelli.
Con un rumore di tessuto che sfregava contro tessuto fece il nodo e il coprifronte cadde al suo posto attorno al mio collo.
- Grazie. Di tutto intendo - lo guardai, passando una mano sopra la parte in metallo.
Rimase in silenzio per qualche minuto, tanto che credetti di aver fatto
una cazzata a ringraziarlo. Quindi, quando vidi che apriva le braccia
con sguardo annoiato, per poco non mi venne un mini infarto.
- ... Posso sul serio? - chiesi, completamente allibita
- Una volta. E non osare dirlo a qualcuno. - fece di rimando.
Annuii freneticamente e mi fiondai ad abbracciarlo, aggrappandomi alla sua cappa con una presa di ferro.
Al diavolo il male al braccio rotto, kakuzu su stava lasciando abbracciare!
Mi svegliai la mattina dopo, sempre nello stesso futon del giorno precedente.
- Muoviti a prepararti - arrivò una voce alle mie spalle - Sei
stata incosciente per tre giorni l'altra volta. Vorrei evitare che
ricapiti prima di lasciare l'organizzazione. -
- Sì, okay... Aspetta... Quindi vieni con noi? -
Kakuzu annuì, finendo di raccogliere tutte le sue cose, prima di incamminarsi e costringermi, quindi, a seguirlo.
Tirai un sospiro di sollievo tra me e me - Mi fa piacere -
Ci avviammo, intavolando qualche discorso un po' a caso durante il tragitto verso il covo.
Quando arrivammo capii subito che andarmene senza dire niente di niente a nessuno non era stata una grande idea.
O almeno, se le facce incazzate di Hidan e Deidara non erano dovute a
quello mi sarei sorpresa non poco visto come era altamente improbabile
che a quell'ora del mattino ( visto che avevamo viaggiato per tutta la
notte anche ) si fossero svegliati naturalmente.
Presi un bel respiro e, cercando di nascondermi il più possibile
dietro Kakuzu, provai ad entrare nel covo senza farmi vedere.
Inutile dire che ebbi gli stessi risultati di un elefante che cerca di nascondersi dietro una spiga di grano.
... Già, mi ero appena data dell'elefante, che genio.
- Pretendo una spiegazione, bastarda - parlò Hidan, con tono piuttosto seccato
- Dì pure " pretendiamo ", un - gli fece eco Deidei
- E com'è che il vecchiaccio lo sapeva e noi no?! -
A quel delizioso inizio di conversazione seguì una bellissima
spiegazione, che Kakuzu ebbe la decenza di riassumere in " Ha
incontrato suo padre. Ci ha combattuto. Ha combinato un casino. Alla
fine l'ho ucciso io. "
Ridacchiai, guardando le loro facce assumere un'espressione perplessa.
- Sto bene, non preoccupatevi - accennai un sorriso e mi avvicinai per
abbracciarli tutti e due, mettendo un braccio sul collo di uno e
l'altro sul collo dell'altro.
Col braccio rotto Hidan dovette abbassarsi, per evitare di disfarmi di nuovo.
- Minchia cogliona, io voglio la spiegazione per esteso però poi
eh - mi passò un braccio in vita e mi baciò il più
delicatamente possibile.
Ricambiai, socchiudendo appena gli occhi per via del dolore alla
guancia, per poi appoggiarmi a lui e lasciarmi coccolare un minimo.
- E io chi sono, un? - fece Deidei ridacchiando.
Risi a mia volta e abbracciai decentemente anche lui - Hidan, ti scandalizzi se gli do un bacetto? - ghignai da un lato solo
- Nah, fai pure - rise - Voglio godermi la scena -
Ridacchiai di nuovo e posai velocemente le labbra su quelle di Deidara,
per poi scompigliargli il ciuffo, guadagnandomi un'occhiataccia resa
del tutto non-intimidante dal rossore generale che occupava il suo
viso, mentre Hidan se la rideva.
- Ti odio, un - parlò, mettendosi a posto i capelli.
- Sì, anche io ti voglio bene Deidei - risi e tornai al mio posto di fianco a Hidan, sentendolo avvicinarmi a sè.
- Ma comunque dovevi dircelo, ecco. - annuì convinto - Comunque bel sorrisone, un -
- ... Comincia a correre. Braccio rotto o no ti disfo per questo commentino. -
- Eheheh... - ridacchiò nervosamente, indietreggiando appena
Ghignai - Oppure... - gli afferrai il codino e fuggii nel bosco.
- Torna qui! Ridammi il mio cazzo di codino, UN! -
__________________________________________
Mi scuso per l'immenso ritardo ragazzi, ma è stato un brutto periodo per la mia ispirazione che è morta.
Poi però è resuscitata :3 Tipo oggi XD
Comunque questo dovrebbe essere il penultimo o terzultimo capitolo,
devo vedere, ad ogni modo siamo alle battute finali perchè ho
intenzione di scrivere un sequel che tratta della guerra, altrimenti
questa storia verrebbe veramente lunghissima.
Se vorrete la troverete sul mio profilo appena finisco questa ^^
Scusate di nuovo per il ritardo, ma veramente, sapevo cosa dovevo scrivere ma non c'era verso di scriverlo .-.
Gomenasai!
Ciauuu!
Alice_
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Capitolo 33 *** Maybe ***
Love is truly blind cap 33
... Di nuovo?
Credevo fossero finiti questi sogni... No, basta... Non un altro di questi incubi... Non dopo... Dopo...
Mi passai una mano in volto, sentendo in maniera incredibilmente reale
i punti che fissavano la mia espressione in un perenne sorriso
agghiacciante.
Di punto in bianco sentii ridere.
Non... Non era una risata divertita. Non era una risata triste... No, era molto peggio.
Ripensandoci non l'avrei nemmeno definita come una risata tanto che era orribile. Ma di una cosa ero sicura.
Era vicina.
Mi voltai di scatto, notando che, stranamente, questa volta con me c'era un'altra persona.
La cosa di per sè non era nemmeno tanto strana, avevo fatto
altri incubi del genere... Ma c'era qualcosa di inquietante nella
presenza in sè della figura.
Provai ad avvicinarmi, sentendo un senso di puro terrore farsi strada
in me ad ogni passo che prendevo, fino ad arrivare ad un paio di metri
di distanza.
Adesso riuscivo a distinguere i dettagli della ragazza che mi stava seduta davanti, senza mai cessare la sua risata gelida.
D'un tratto si alzò di scatto, facendo ondeggiare la sciarpa
scarlatta che portava avvolta al collo e scoprendo una schiena
martoriata da una serie di familiari simboli neri. Sembravano marchiati
a fuoco nella pelle.
Mi irrigidii, sgranando gli occhi e prendendo un passo indietro.
Quella sciarpa.
Quei marchi.
- Ma guarda guarda chi si decide a farsi vedere... -
parlò, con una voce talmente gelida che mi diede i brividi,
girandosi del tutto e permettendomi di avere una chiara visuale del suo
volto.
Era come guardarsi in uno specchio.
I capelli erano gli stessi, ma sporchi di sangue e appiccicati tra di
loro per mezzo dello sporco, soprattutto attorno alla bocca, mutilata
in un ghigno agghiacciante da entrambe le parti.
E gli occhi... Gli occhi forse erano la parte più terribile.
Le pupille ristrette contrastavano in una maniera orribile con le iridi
lattee e le sclere nere facevano altrettanto, dando all'insieme un'aria
parecchio inquietante.
Mi ritrovai impossibilitata a parlare.
- Il gatto ti ha preso la lingua, Haiiro? Credo tu sappia chi sono, o forse devo rinfrescarti la memoria? - ghignò, facendo sì che i profondi tagli che aveva sul viso prendessero a sanguinare - Ma d'altra parte ho sempre saputo che eri la parte debole - fece poi secca, incrociando le braccia.
Mi morsi la lingua per cercare di ribattere in qualche modo - La parte... Debole? -
- Sei quella quasi sempre in
comando... Tch, non ne vedo la logica. Se solo mi avessi lasciato campo
libero contro nostro padre... Non sarebbe nemmeno servito l'aiuto di
quell'avaro del cazzo. -
- Porta rispetto - sibilai - Nel caso non te ne fossi accorta mi hai
fatto fare un bel casino. E se Kakuzu non ci fosse stato, sarei morta!
Quindi taci! - feci ringhiando e prendendo un passo verso di lei, cercando di intimidirla.
- Non capisci proprio, vero? -
scosse la testa e mi si avvicinò, fino a sbattermi il suo ghigno
in faccia, ma mi rifiutai di indietreggiare, raccogliendo tutto il mio
coraggio.
- No, non capisco. Questo incubo sta cominciando a stancarmi. Vattene,
mi voglio svegliare - parlai, cercando di suonare il più acida e
sicura possibile, mentre in realtà stavo morendo di paura.
- Oh, ma questo non è un incubo. Stai meditando, non ricordi? - cominciò a girarmi attorno, guardandomi con sguardo predatorio.
- No, non ricordo. Piantala di mentire e vattene. Ora. -
Scoppiò a ridere in una risata sguaiata, che di sano aveva ben poco - Ma come faccio ad andarmene se io e te siamo la stessa persona? - mi prese per il braccio rotto e mi voltò bruscamente, facendomi cacciare un urlo di dolore misto a sorpresa - Guardami e dimmi che non ti sembra di guardarti allo specchio. - fece poi seria, stringendo la presa sulla ferita.
Strattonai il braccio e lo tirai vicino al corpo - Se guardo te non
vedo altro che un mostro. E adesso vattene prima che sia costretta a
cacciarti - la fulminai, attivando il terzo stadio come avvertimento.
Di nuovo prese a ridere nel suo modo gelido - Forse non sei così smidollata come credevo. Ma i fatti non cambiano anche se scegli di ignorarli - si interruppe per continuare a ridere - Sono
più forte di te, fisicamente. Non cercare nemmeno di
intimidirmi. Ma mi ritrovo sempre bloccata siccome hai un buon
controllo mentale. - sbuffò e riprese a girarmi attorno.
- ... Hmpf... Ti aspetti davvero che io creda a questa marea di
sciocchezze? - scossi la testa e mi girai a guardarla, prima che
potesse di nuovo cercare di agguantarmi in posti non proprio sani -
Saremo anche uguali, ma non cambia niente. -
- Non siamo " uguali " come la metti
tu. Siamo la stessa persona. E' profondamente diverso. Questo è
il bello dello Shikaku. Ti mette a confronto con i tuoi demoni, con te
stessa. - si avvicinò di colpo con un ghigno a dir poco pazzo e mi prese una ciocca di capelli tra le dita.
Combattei a viva forza per mantenere un'espressione neutrale,
guardandola e basta avvicinarsi ulteriormente, prima di sussurrarmi
all'orecchio una semplice frase.
Una frase che quasi sicuramente avrebbe popolato i miei incubi.
- Chi non è abbastanza forte soccombe. -
Riaprii di scatto gli occhi, notando che, effettivamente, stavo davvero meditando.
Rabbrividii e mi tirai subito in piedi, cercando di togliermi quella
sensazione di terrore di dosso, per poi, del tutto casualmente,
guardarmi le mani.
I marchi erano quasi arrivati ai polsi.
Scossi la testa, con l'intento di liberarmi delle parole di... Come la chiamavo? Non volevo nemmeno darle un nome.
Stava di fatto che non riuscivo a liberarmi di quell'ultima frase.
- Non ti resta che accettare il fatto che siete le due facce di una stessa medaglia - arrivò la voce di Jashin dalla mia testa, facendomi sussultare.
- Mi hai lasciato in pace per un bel pezzo. Strano - commentai,
alzandomi e cominciando a stiracchiarmi, godendomi appieno il tepore
che mi garantiva la luce del sole.
- Mi sono limitato ad osservare
gli sviluppi. E devo dire che non mi hanno deluso minimamente, anzi,
è piuttosto intrattenente devo dire - potevo quasi vederlo ghignare se chiudevo gli occhi.
- Allora, visto che ti "intrattengo" così tanto, non potresti
spiegarmi semplicemente che cazzo mi sta succedendo? - cercai di
mantenere il mio tono più calmo, fallendo a dir poco
miseramente, visto il distinto tremolio della mia voce.
- Perchè non provi ad
indovinare? Non ti sarai davvero aspettata che possedere la mia
abilità potesse essere tutto rose e fiori, mi auguro - scoppiò in una risata divertita e, dal mio punto di vista, parecchio scocciante - Sono il Dio del Male. Usala quella testa qualche volta. -
- Credimi - sibilai, - Ci ho provato. E il risultato di tutte queste
ore passate a meditare è stato un incontro da cui ho tratto
solamente che non sono normale - finii di rilassare i muscoli,
irrigiditi dalla prolungata meditazione in una posizione a dir poco
scomoda.
- Se fossi stata normale non avresti mai avuto l'onore di conversare con me - replicò - E prima che tu possa ribattere, sì, è un onore -
Cazzo, adesso mi leggeva anche nella mente.
- Allora, già che ci sei, fammi l'onore di spiegarmi che cazzo
mi sta succedendo! - urlai l'ultima parte, più per la
frustrazione che per altro, lanciando le braccia all'aria e
ricordandomi nel peggiore dei modi che il braccio rotto ancora non era
guarito.
Lanciai un'imprecazione di dolore e mi risedetti a terra, optando per
cominciare a sfogare la mia tensione sui fili d'erba che, di fatto, non
mi avevano fatto niente.
- Mi diverte vedere i tuoi tentativi di domare una cosa che non può essere controllata. -
- Se devi sbattermi in faccia che ho dato di matto fallo pure. Non ti
ascolterò e tutto sarà come prima - sbottai secca,
pulendomi le mani addosso e optando per guardare in un punto vuoto -
Oppure potresti darmi una mano a controllare questa... Cosa. In quel caso avresti la mia riconoscenza e non ti insulterei. -
Rise la sua solita risata rauca - Parli con grande disprezzo per te stessa. Quella "
cosa ", come vuoi chiamarla, non è altro che l'altra te. Quella
che cova tutto l'odio, che non ha un minimo di controllo. Quella che
non fa distinzione tra amico o nemico. Falle prendere il sopravvento,
anche solo per pochi minuti, e vedrai che cosa può fare la tua
forza se non le vengono imposti freni. -
Rabbrividii, mentre nella mia mente rieccheggiavano ancora le parole che mi erano state rivolte.
Ti mette a confronto con i tuoi demoni. Chi non è abbastanza forte soccombe.
- Dovessi... Perdere il controllo... - feci una pausa, contemplando l'eventualità - Succederebbe come con mio padre? -
Ci fu un attimo di silenzio, nel quale temetti si fosse stancato di
darmi corda e avesse deciso di guardarmi cercare una risposta
freneticamente, da sadico qual'era.
- Eri ancora vagamente in controllo.
Se riuscisse a prendere il sopravvento non riusciresti nemmeno a
renderti conto di quello che ti accade attorno - altra pausa - Ma dato che sei l'ultima con un po' di potenziale nel controllo dello Shikaku ho deciso di aiutarti. -
- Adesso comincia a piacermi il tuo modo di ragionare... -
sospirai, in parte per il sollievo, in parte per la generale
stanchezza che mi aveva sopraffatta negli ultimi minuti , per poi
lasciarmi cadere sul prato.
Una nuvola galleggiò pigramente fino a coprire il sole,
negandomi quel poco di calore che, data l'ora abbastanza tarda, serviva
a non morire di freddo.
Sbuffai e allacciai del tutto la cappa, rintanandomi nel suo collo alto.
Sì, ero talmente distrutta in quel momento che anche se fosse
venuto il diluvio universale non avrei trovato la forza di alzarmi.
E a giudicare dalle nuvole che stavano seguendo la prima, tutte
piuttosto basse e veloci, e con un colore che non prometteva di
certo un pomeriggio tutto sole, avrebbe seriamente potuto piovere.
Roteai gli occhi ai miei stessi pensieri e mi rigirai su un fianco, chiudendo gli occhi.
- Che diavolo ci fai qui? - la voce fece una pausa - Mocciosa, sveglia. -
Non avevo proprio voglia di aprire gli occhi.
Stavo così bene lì...
- Non sono la tua balia. O ti svegli, o ti sveglio io. - la sensazione
che chiunque fosse il proprietario della voce avrebbe escogitato
chissà quali modi atroci per svegliarmi, mi portò ad
aprire pigramente un occhio - Ciao Kakuzu... Per favore, mi fai dormire
altri cinque minuti? - richiusi l'occhio che avevo fatto così
tanta fatica ad aprire - Solo per questa volta... -
- ... Seriamente non ti sei accorta che stai dormendo sotto la pioggia? -
... Ma porca di quella...
- ... No - effettivamente ora che me lo faceva notare ero giusto un po' bagnata...
Mi tirai a sedere.
Okay, no, ero fradicia. Completamente e inquietantemente bagnata e ricoperta di erba e terra.
Wow, nemmeno Hidan dopo i suoi rituali si conciava peggio di così.
Mi passai una mano in faccia e rabbrividii - Da quanto sono qua? -
- Un paio d'ore se non sbaglio - replicò, guardandomi con fare
annoiato - D'altra parte Hidan non è molto affidabile. Gli avevo
detto di tenerti d'occhio, ma chiaramente appena ha potuto
è andato in giro a sacrificare qualcuno al suo stupido Dio -
Hidan sarebbe morto appena gli avessi messo le mani addosso.
Deciso.
Cercai di alzarmi, facendo leva sul braccio sano, mormorando una serie
di imprecazioni rivolte tutte ( e dico tutte ) al mio caro, carissimo ragazzo.
La prossima volta avrei lasciato lui a dormire sotto un acquazzone. Per
il puro gusto di vedere se poi si divertiva come mi stavo divertendo io.
E io mi stavo divertendo tanto.
Anzi, tantissimo.
Al terzo tentativo fallito di alzarmi da terra mi vidi costretta ad
implorare l'aiuto di Kakuzu che, con uno sbuffo che faceva trasparire
quanto fosse contento di avermi tra i piedi, mi tirò su con
tutta la grazia di cui era capace.
Quindi mi vidi ringraziare tutti i Kami quando il braccio per il quale mi aveva tirato non si era dislocato.
Almeno quello eh...
- Sei gelata -
Registrai appena le parole, prima che qualcosa mi colpisse in fronte.
- Ahia Kakuzu... - mi lamentai, cercando di fargli pena - Dovevi
proprio? Non sono una bambina - lo guardai male, anche se sapevo che
sembravo più un cucciolo pestato e abbandonato per strada che
un'assassina, con quello sguardo.
- Sicuramente non per aspetto, ma ti comporti così - il suo
sguardo sembrò addolcirsi un po' - Vieni. Sei già
abbastanza debole così, se ti prendi anche qualcos'altro mi
tocca rimanerti appiccicato finchè non guarisci, visto che
chiaramente nè Hidan nè Deidara sono in grado di badare a
qualcuno senza fargli venire bisogno di cure psichiatriche
immediate. -
- Sai Kuzu, stai migliorando con le battute - risi e approfittai di un
suo momento di distrazione per infilarmi sotto il suo braccio, in cerca
di un riparo dalla pioggia - Scusa se ti bagno più di quello che
non sei già, ma sto seriamente morendo di freddo... -
Come avevo previsto si limitò a sbuffare - Non importa. Dovrò cambiarmi in ogni caso. -
Tempo di uscire da una doccia ustionante ed essemi messa maglietta e
pantaloni dell'uniforme mi era venuto un febbrone mostruoso.
Rabbrividii per l'ennesima volta, prendendo un asciugamano e cominciando a frizionarmi i capelli come potevo.
Almeno ci fosse stato Hidan... Mi sarei fatta dare una mano a costo di minacciarlo di morte.
Anche se forse il suo aiutarmi avrebbe peggiorato la situazione.
Anzi, quasi certamente.
In più Deidei era occupato in uno dei suoi " Momenti tutti arte
". Tobi aveva provato a disturbarlo una volta quando aveva
l'ispirazione ed era stato catapultato in camera di Kisame.
Per la gioia di tutti.
Probabilmente fossi andata io a chiedere una mano me l'avrebbe anche
data, ma siccome era sempre concentratissimo mi dispiaceva costringerlo
a abbandonare le sue opere.
Sospirai e, una volta asciugatami i capelli il più possibile, mi avviai fuori dalla stanza, diretta in quella di Kakuzu.
Dovevo sopportare un altro esame alle ferite che ( mi maledicevo ancora
adesso ) mi ero procurata nel combattimento contro mio padre. La parte
peggiore sarebbe stata cambiare i punti in faccia, visto come quella
ferita sembrasse metterci dei secoli anche solo a smettere di
sanguinare.
Ero talmente persa nei miei pensieri che praticamente bussai con la faccia alla porta di Kakuzu.
... La mia già scarsa coordinazione mi stava abbandonando lentamente...
... Sigh...
Mi strofinai il naso per cercare di diminuire un po' il dolore e feci
per bussare propriamente, ma la porta si aprì per conto suo.
- Non hai una bella faccia. - arrivò la voce di Kakuzu dalla stanza.
- La tua porta è dura, sai? - replicai, cercando di ridacchiare, ma riuscendo solamente a mettermi a tossire.
La mia pateticità era quasi commovente.
- Sapevo che fossi goffa a volte, ma questa le supera tutte - si fece da parte per lasciarmi entrare - Vieni -
Sospirai e feci come mi veniva detto - Credo di avere la febbre -
Roteò gli occhi - Non sono sorpreso. Chiunque l'avrebbe dopo
aver dormito sotto l'acqua, mocciosa - fece in tono perentorio -
Siediti -
- Smettila di rinfacciarmelo! Lo so che ho fatto una gran cazzata, ma
sono crollata... Non è mica colpa mia se in questo periodo
svengo dal sonno! - replicai, abbastanza piccata. Insomma, avevo una
quantità infinita di ferite! Credo fosse normale essere giusto
un po' stanchi!
- Ho notato, non credere. - lo guarda, colpita dal fatto che gliene
importasse abbastanza di me per accorgersene, e feci per parlare -
Però potevi comunque evitare di metterti a dormire fuori -
- ... Sì, okay, ti voglio bene anche io -
E poi l'inaspettato.
E quando dico inaspettato intendo totalmente inaspettato.
Ridacchiò.
Kakuzu che ridacchia.
Kakuzu che ridacchia e che suona genuinamente divertito.
Chiaramente fu parecchio breve, ma c'era stata. Pure accompagnata da uno scuotimento di testa.
Lì per lì pensai di aver sbattuto la testa in doccia e che fosse tutto un sogno incredibilmente realistico.
Però quando sentii una fitta lancinante alla ferita che avevo in
volto capii che in realtà ero anche fin troppo sveglia. E che
Kakuzu era uno stronzo per non avermi nemmeno avvertito che avrebbe
cominciato a cambiarmi i punti.
- Ahia cazzo! - mi ritrassi di scatto - Avvertire almeno!? -
- Da quando avverto prima di cominciare a ricucire? - replicò
atono, mentre riprendeva a tagliare i vecchi punti - E ti consiglio di
smetterla di parlare. Ho mano ferma, ma se ti muovi non garantisco
nulla -
Sbuffai e mi assicurai di guardarlo malissimo mentre armeggiava con la mia faccia.
Per quando aveva finito, la mia bocca sapeva completamente di sangue.
Rimasi zitta mentre controllava anche il braccio rotto, tastando in alcuni punti per controllare che la fasciatura avesse retto.
- Stai guarendo. Ma la bocca ci impiegherò ancora parecchio tempo. -
Annuii e feci per alzarmi - Dove credi di andare? -
- ... Uh... A dormire? - inarcai un sopracciglio, guardandolo
- Rimani qui. Hai la febbre troppo alta - si limitò a dire.
- Ah... Okay. Grazie Kuzu - sorrisi al meglio delle mie capacità.
- Tch... Muoviti e vieni a letto - replicò, cominciando a
togliere la specie di cappuccio che portava sempre, assieme alla
maschera.
Non feci domande ed eseguii.
A dir la verità ero abbastanza toccata dal fatto che si fidasse
abbastanza da lasciarmi vedere la sua faccia... Anche se tecnicamente
era la seconda volta che la vedevo.
Dettagli, dettagli.
Si sdraiò dandomi le spalle.
- Lo so comunque, mocciosa - parlò dopo un po', quando lo davo già per addormentato
- Eh? - feci io, girando la testa verso di lui, prestando attenzione a
non strusciare accidentalmente il lato sbagliato del viso contro il
cuscino - Cosa sai? -
Aspettò un attimo prima di rispondere - So che mi vuoi bene. Lasciati dire che hai gusti strani -
Rimasi un attimo imbambolata a fissarlo, cercando le parole giuste per
non sprecare una delle poche occasioni nelle quali era lui a cominciare
un discorso e non io.
E poi un discorso che, per l'argomento, mi sarei aspettata partisse da me.
- E allora? - mi sforzai di ridacchiare - Non è che posso scegliere a chi voler bene e a chi no -
- Hai comunque gusti strani - constatò.
Sbuffai - E tu? Mi vuoi bene o mi sopporti e basta? - ghignai, conoscendo già la risposta.
- ... Arrivaci da sola, mocciosa -
- Voglio sentirtelo dire -
- Non se ne parla -
- Ma dai! -
- ... Forse - replicò alla fine, lanciandomi uno sguardo annoiato - E ora vai a dormire. -
- Era un sì, vero? -
- Era un forse -
- Ma per te era un sì! - esclamai, facendo attenzione a mantenere un tono di voce comunque basso - Ammettilo -
- Per me era un forse. Se hai sentito altro comincia a preoccuparti -
- Già, come pensavo, era proprio un sì - ghignai, prima
che si girasse e, per la seconda volta nell'arco dell giornata, mi
tirasse un colpo secco con le dita in piena fronte.
E cazzo, aveva pure indurito la pelle.
- Ma che cazzo! - portai la mano sana in testa - Fa male sai?! -
- Non l'avrei fatto altrimenti. Vai a dormire - replicò con il suo tono gelido.
Sbuffai - Notte -
Appena si rigirò mi misi a ghignare come una povera stupida.
Alla fine non l'aveva negato.
________________________________
Ma giooooooorno...!
Ehehehehe... Sono imbarazzatissima... Non aggiorno da ventordici mesi.
Chiedo umilmente scusa, ma in vacanza non ho potuto aggiornare e poi
c'e stata la prima settimana di Settembre con i debiti... E poi
è cominciata di gran carriera la scuola... E poi le verifiche...
Chiedo ancora scusa...
Ad ogni modo, adesso che mi è anche tornata l'ispirazione dovrei riuscire a scrivere con un po' più di costanza.
Per quanto riguarda questo capitolo spero di non aver reso Kakuzu
troppo OOC... Ho seriamente tentato di mantenere il più
possibile il suo carattere originale e spero che sia abbastanza
credibile.
Quindi... Ecco qua, spero vi sia piaciuto!
Ciauuu!
Alice_
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Capitolo 34 *** See you next time! ***
Love is truly blind cap 34
- Oi cogliona! Dove cazzo ti eri cacciata ieri? -
Alzai lo sguardo dal pasto che mi ero costretta consumare nonostante la
mia generale mancanza di appetito - Oh ma guarda...- portai una mano
alla bocca e tossii - Chi si vede... -
- Uhm... Che ti è capitato di nuovo? - inarcò un sopracciglio e si sedette con tutta la sua grazia di fianco a me.
- Oh, niente di che. Mi sono solo addormentata sotto l'acqua e ho una
febbre che ha dell'inquietante. - gli rifilai un'occhiata da far paura.
Mi ero brevemente guardata allo specchio quella mattina... E quello che avevo visto era il ritratto della parola " Febbre ".
- Ehehehe... - si passò una mano tra i capelli, quasi a cercare
di tirarli indietro più di quello che non erano già - Ho
una giustificazione però! -
Inarcai un sopracciglio - Tanto oramai il danno è fatto... - feci spallucce - Non preoccuparti Hidan -
Mi sforzai di finire la mia colazione, un po' a disagio sotto il suo sguardo fin troppo attento - Che c'è? -
- Niente. E' solo che non... E che cazzo, non riesco a capire
perchè non mi hai detto niente e sei andata da tuo padre a farti
fare il culo! -
Prima che potessi ribattere mi aveva abilmente zittito.
- Insomma, stiamo insieme! Mi aspettavo che almeno a me lo dicessi - mi
guardò male - Poi almeno ne fossi uscita illesa! Ma no! Cazzo,
basta che ti guardi la faccia! -
L'ultimo commento bruciava un po'.
- Proprio per questo non l'ho detto nè a te nè a
Deidara... Avreste voluto seguirmi e prendere parte al combattimento -
scossi la testa - Ed era una cosa che dovevo fare da sola. So che
può sembrare, e probabilmente lo è, egoista... Ma era
l'unico modo. Almeno per me - abbassai lo sguardo - Scusa, ma ormai
è passato -
Lui roteò gli occhi e mi costrinse, con un paio di dita sotto il mento a sollevare il viso e a guardarlo negli occhi.
Aveva cercato di essere delicato, ma non ne era capace...
... Come mai ero così sorpresa?
- Non ci provare con me. Questa - tracciò con un dito ( e questa
volta delicatamente sul serio, altrimenti gli avrei staccato la testa )
lungo i punti che tenevano chiusa la mia ferita - non c'era prima. E
non hai idea di quanto fastidio mi dia. Non per il fatto che ci sia, ma
perchè poteva andare peggio e io forse l'avrei saputo per
ultimo. O forse non l'avrei saputo affatto -
Socchiusi gli occhi e mi appoggiai alla sua mano - Mi dispiace... -
- Bah, ultima volta che mi senti dire qualcosa di così
sdolcinato, ma dovevo far trasparire il messaggio - annuì con
fare convinto - Porca merda, faccio schifo in 'sti discorsi... -
- Hidan -
- ...Cosa? -
- Stai un attimo zitto e abbassati -
Mi guardò male, ma obbedì - Che vuoi? -
- Stai zitto ti dico! - gli diedi una pacca in testa, prima di agguantarlo per la cappa e premere le mie labbra contro le sue.
Lo sentii ghignare nel bacio, mentre mi passava le braccia attorno e,
in qualche modo strano, mi sollevava, avviandosi verso la camera.
Arrivato alla porta si fermò e ruppe il bacio - Hai una vaga idea di cosa ti aspetta? - ghignò
- Oh sì. Ma anche se non sono proprio... Anzi, per niente, in
forma... Direi che se ti trattieni un minimo posso farcela - ridacchiai
e appoggiai la testa sul suo petto.
- Lo sai che non sono capace di trattenermi - mi morse il collo - Meglio che aspettiamo -
- Ma no, riesco... -
Manco a farlo apposta, cinque secondi dopo ero già addormentata.
La figura di merda più epica nella storia dell'uomo: proporre certe cose e poi addormentarsi come dei baka.
Solo io.
Solo io.
- Cogliona -
- Haiiro -
- Cogliona! -
- Haiiro! -
- COGLIONA! -
- HAIIRO! -
Scattai a sedere con tutte le intenzioni di ammazzare i due che avevano
avuto le palle di svegliarmi quando dormivo così bene dopo
settimane.
- COSA!? - fulminai Hidan e Deidara.
- Guarda che abbiamo ragione noi, un! Siamo a Konoha -
Sbattei a più riprese le palpebre - ... Credo di aver capito male -
- Siamo al cazzo di villaggio della Foglia -
- ... E, che so io, non vi è passato per l'anticamera del
cervello di, magari, svegliarmi? - feci una pausa, incenerendo con lo
sguardo prima uno e poi l'altro - O era chiedere troppo? -
Alla mia incredibilmente sarcastica domanda rispose una terza voce, che veniva da dietro di me.
L'infarto che mi presi aveva del commovente.
- Svenuta per tre giorni con la febbre parecchio alta. Non potevamo
più aspettare, ma allo stesso tempo dovevi riposare. Ci siamo
mossi per conto nostro -
- Ma magari aspettare che mi svegliassi per conto mio?! Non mi sembrava
avessimo fretta! - mi voltai verso Kakuzu che, prima di riuscire a far
altro, mi zittì con una delle sue occhiatacce ( e dire che anche
io non ero male a zittire così la gente... Mi faceva comunque
paura in una maniera allucinante ) - Insomma... Perchè adesso? -
- Crediamo che stiano per muoversi -
Ammutolii - Ah, capisco. -
- Tra poco arriveremo ai cancelli - Deidara fece una pausa - Sicura che non ci ammazzeranno a vista, un? -
- ... Meglio che vada prima io - replicai, passandomi una mano tra i capelli.
Incredibile come mi fossi resa conto solamente in quel momento che eravamo su una delle creazioni di Deidei.
Appena sveglia il mio spirito d'osservazione faceva vere e proprie meraviglie!
Non passò molto tempo che, effettivamente, riuscimmo ad
avvistare gli enormi cancelli di Konoha, per poi atterrare qualche
minuto dopo.
Assaporai per qualche secondo la sensazione di essere ritornata con i
piedi per terra, prima di togliermi la cappa e rimanere solamente
nell'uniforme sottostante.
Notai le occhiate perplesse di Hidan e Deidei - Beh? Non vorrete di
certo entrare vestiti così mi auguro - roteai gli occhi - Non la
prenderebbe bene nessuno sapete? -
- Ma no! Non ci sarei mai arrivato, un! - mi guardò male, prima
di cominciare a sbottonarsi la cappa a sua volta, seguito da Hidan.
In questi momenti volevo bene a Kakuzu: l'unico che aveva capito subito
cosa volessi fare perchè aveva un normale numero di neuroni in
testa.
- Adesso le armi. - feci, slacciandomi la custodia della katana dal fianco.
- Eh no, io la falce non la lascio qui cazzo! -
- Allora la porto io; mi conoscono - replicai con un'alzatina di spalle.
- Hm. Okay -
Vidi praticamente la morte in faccia quando mi buttò la falce in
braccio, assieme con le due bobine che racchiudevano il prolungamento
del cavo della falce.
- E i picchetti - aggiunsi, cercando di aggiustare la posizione
dell'enorme arma di modo che non mi sforellasse ad ogni passo che
prendevo.
Me ne diede tre in mano.
Inarcai un sopracciglio - Tutti, Hidan -
Sbuffò - Non mi vuoi far divertire, bastarda - fece, prima di scaricarmene addosso altri due.
- No, non voglio che ci fai ammazzare tutti, è profondamente
diverso - annuii con fare convinto, quasi beccandomi in un occhio uno
dei suoi stramaledettissimi picchetti retrattili. Fortuna che non
avevano la punta quando erano ancora ripiegati...
- Uhm... Ce la fai a tenere anche la mia argilla, un? -
- Mettila dove ti pare, basta che non cada e non esploda... Non ho
voglia di saltare per aria - ridacchiai e mi girai verso Kakuzu - Tu
cerca solo di non avere l'aria di uno che vuole uccidere il primo che
gli passa troppo vicino -
- Sono perfettamente sereno al momento - mi informò con tutta la calma del mondo.
CoughSembriprontoauccideretuttiCough
- ... Sì, okay, come dici tu. -
Mi avviai barcollante verso i cancelli, con una certa apprensione verso
quello che sarebbe potuto succedere di lì a breve.
Ci avrebbero ammazzato senza nemmeno riconoscermi?
Oppure, nel caso avessero accolto tutti i miei compagni, che cosa sarebbe successo?
Posto che fossimo riusciti a farci accogliere nel villaggio, poi...
Poi?
Scossi la testa.
Tanto valeva cominciare a vedere se nel villaggio riuscivamo ad entrarci, no?
Presi un bel respiro, ingoiando le mie preoccupazioni e chiamai le guardie che controllavano i cancelli.
Poi...
Poi avremmo visto cosa ci aspettava.
Anche se con quella compagnia, pensai, buttando un'occhiata indietro, non c'erano pericoli.
...
A parte quello di impazzire, forse.
______________________________________
Beh... Non mi sembra vero, ma questa è la fine della prima parte!
Spero vi sia piaciuta!
Per il sequel credo che aspetterò primo di rimettermi in pari
col manga per quanto riguarda la guerra, secondo che le cose a scuola
si calmino un pochino .-.
Sto seriamente affondando piano piano per la quantità mostruosa di lavoro che ci danno .-.
Ad ogni modo! Credo di riuscire a pubblicarlo per i primi di Dicembre, alla peggio per le vacanze di Natale ^^
Ma non preoccupatevi! Nel frattempo credo di riuscire a finire " A
child's play " e ho anche in mente un'altra ideuccia per un'altra fic
con Haiiro... La realizzerò sicuramente, ma non so se
riuscirò a farla prima del sequel di " Love is truly blind " o
meno.
Ad ogni modo non vi abbandonerò così facilmente! *^*
Spero che la storia vi sia piaciuta e mi scuso per tutte le
interruzioni che avete dovuto sopportare... La puntualità non
è mai stata il mio forte, proprio no .-.
Se vi sono rimaste delle curiosità sul personaggio di Haiiro fatemi sapere, vi risponderò con piacere XD
Okay, ho detto tutto!
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite, le preferite e tra le ricordate;
Quelli che hanno recensito ( grazie mille, mi avete spesso dato la
motivazione per non lasciar perdere tutto come sono solita fare quando
una cosa si tira per le lunghe .-. )
Quelli che hanno letto! ( vi ho visto! Mwahahah! )
Ciauuuuu!
Alice_
PS: Dovevo fare qualcosa di carino come immagine per l'ultimo
capitolo... Ma alla fine è uscita una stupidata che ha
dell'epico! Guardate la mia magnificenza! E lavatevi gli occhi con la
candeggina dopo! (?) --> Sembro vagamente una maniaca .-.
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